Hell

di Jolene
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** In ***
Capitolo 2: *** Adomni spe ***



Capitolo 1
*** In ***


Ti dici: “Combatti perché combattere è il tuo mestiere. Sarà il tuo primo pensiero a riempire le insonnie notturne, a premere contro le pareti del tuo cervello perché tu non dimentichi mai”.

Ti lavi la faccia, poi ti osservi allo specchio.

Ti guardi la faccia, la esamini, deduci che non sei mai sembrata così vecchia. Ma hai solo trentasei anni.

Guardati: i tuoi capelli sono diventati grigi e tu già t’arrendi al tempo. Gli occhi ti si sono spenti e si sono riempiti di foschia pesante, oscura, opaca. Già non hai più voglia di lottare, senti che le forze ti abbandonano. Fugge il vigore di una volta, le ossa si sono fatte fragili e tu hai smesso di sperare.

Ti abbandoni ogni giorno di più e ti lasci affogare dalla marea. Il tuo corpo in frammenti s’è scomposto tra le onde: la solitudine dell’oceano t’avvolge, le alghe ti cullano nell’oscurità.

Gli altri sono rimasti a galla, ma tu, come hai fatto a perderti? Perché hai smesso di nuotare?

Ogni mattina ti guardi allo specchio, ma non è te che vedi. Non sono tuoi quegli occhi opachi e senza vita, ricordi quant’erano pieni di sfida e curiosità?

Nessuno ormai entra più nei tuoi occhi amorfi. Nessuno può aiutarti. Nessuno può capire.

Getteresti lo specchio per ridurlo in frantumi ma nei muscoli senti solo mollezza.

Manderesti a fuoco la casa ma non ne hai il coraggio, t’arrabbieresti ma non conosci che questo sentimento di rassegnazione che ti possiede tutta in un amplesso mostruoso.

Scivoli per le strade senza una parola e chini lo sguardo. Non t’interessa nulla di quello che ti circonda. Queste strade le hai già viste milioni di volte, questi stessi palazzi e queste strade, queste stesse facce grigie. Un pittore folle ha dipinto il tuo mondo con polvere e asfalto. Il sole si è colorato di pece, qualcuno ha pietrificato gli uccellini appollaiati sui loro rami mentre cantavano.

I bambini piangono, i copertoni delle macchine stridono, non c’è un suono, la musica s’è allontanata sfumando.

Non puoi permetterti d’avere paura perché devi combattere, e tu sola sai quanto sia importante. Devi essere forte, devi essere forte, devi essere forte, devi essere forte.

Ma poi non puoi essere forte se non riesci a sentire il tuo corpo. Stai vivendo in una dimensione parallela dove il tuo corpo fluttua come un fantasma. Dei demoni orrendi lo incarcerano: tu non lo riavrai mai più indietro.

Non tremi più. Non piangi più. Non mangi, non bevi, non dormi.

Qualcuno ti dice che devi rialzarti perché altrimenti ne andrà della tua salute. L’unica cosa che riesci a fare è lavorare instancabile. Per non pensare.

Sei precisa come un orologio svizzero ma indifferente a tutto. Non riavrai mai più il tuo corpo indietro.

Lo realizzi e piangi. Assaggi le tue lacrime che scendono. Non sono mai state tante, ma non è un’esplosione. Accade tutto con lentezza.

Scacci il pensiero di Sirius che ogni volta ti colpisce come un pugno nello stomaco. Sai che se n’è andato per colpa tua, altrimenti non t’avrebbe trascinata per vendetta insieme a sé nell’oltretomba.

È una consapevolezza cruda che vuoi evitare a tutti i costi. Ma ogni giorno di più s’allarga il posto che lui ha lasciato vuoto, e tu senti l’indice della coscienza forarti il petto.

Il parere degli altri non conta se gli altri non esistono più. Sei a casa Weasley, ed una masnada chiacchierina ti circonda, ma il tuo rimorso non vuole lasciarti in pace.

Sei in mezzo ad una quantità di gente ma i tuoi occhi si sono talmente appannati che percepisci solo ombre confuse.

Come sarebbe stato se tutto questo non ti fosse capitato? Perché tutto questo doveva capitare proprio a te?

Come sarebbe bello ghiacciarsi nel tempo e farla finita con tutto. Vorresti solo che i tuoi rimorsi e le paure ti abbandonino. Senza nome e senza persona.

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Capitolo 2
*** Adomni spe ***


Ecco, al tuo fianco c’è una voce amica che ti rassicura. “Ci sono io affianco a te”. dice “Non sei sola. Vedrai che tutto questo non è destinato a durare per sempre. Diventerà tutto come un sogno, poi. Non devi aver paura perché è tutto un sogno”.

Sollevi lo sguardo piano. Nessuno nota mai gli impercettibili movimenti perché la gente non sa che di quelli è composta ogni azione ordinaria.

Ma tu sollevi lo sguardo e senti un po’ d’anima ritornarti dentro, un pezzo alla volta, come un puzzle. Guardi negli occhi di Remus e ne osservi la brillantezza: il colore è ritornato nelle tue pupille. È un miracolo: per un pieno minuto tendi l’orecchio. Tutto è immerso in una rumorosissima pace.

“Forse il tuo animo ha smesso di divorare sé stesso.” pensi “forse posso anche non morire”.

Osservi una girandola di colori accecanti assalirti gli occhi, mentre piano stringi la mano del tuo compagno. Lui sostiene la tua anima di piombo con dolcezza e senza alcuna pretesa, lui non ha paura della tua sofferenza.

Non è un sorriso quello che vedi comparire sul tuo viso. È un’alba meravigliosa che riempie i suoi occhi. Tu tienilo stretto tra le braccia non per paura che scivoli via, ma per ricordargli che esisti ancora.

Tutto è meraviglioso; è nata una luna rossa ma tu non avrai più paura della notte perché non sarai più sola.

La falce diffonde la sua luce come una lama mentre i tuoi muscoli si tendono scattanti. Sei estasiata. Le cateratte cadono giù dagli occhi, le ossa si sgranchiscono, i capelli si rischiarano e le rughe scompaiono risucchiate dalla pelle.

Il lungo grigiore è servito a rendere i colori più vivaci, la solitudine a rendere la compagnia più gioiosa, l’insonnia a far sembrare il riposo più dolce.

Ti sembra di aver combattuto la battaglia più dura, ma invece di essere stanca sei pronta a lottare come hai sempre fatto. C’è più di un motivo. Perché la vita è una battaglia continua e tu non hai ancora dimenticato il tuo nome. Perché sei rinata, sei rinata e se potessi farlo adesso divoreresti il mondo in un boccone.

 

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