Quello che rimane

di Cucuzza2
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Invano ***
Capitolo 2: *** Morire ***
Capitolo 3: *** Tesoro ***
Capitolo 4: *** Vivere ***



Capitolo 1
*** Invano ***


Sono una preside, ma sono triste di esserlo.
Perché il mio predecessore era assai più meritevole di me.
E anche il predecessore del mio predecessore lo era.
 
Non mi sento all’altezza di questo ruolo.
Non mi sento all’altezza di questo ufficio.
Non ho spostato un solo soprammobile, né aggiunto nulla.
Non me ne sono sentita degna.
 
Mentre lavoro non faccio che girarmi a guardare i quadri.
Qualcuno di loro ammicca, altri sonnecchiano, altri fingono di non accorgersi di me, altri commentano a voce alta.
Però due di loro sono sempre pronti ad ascoltarmi.
Ed allora io mi vergogno ancora di più.
Mi sforzo di non guardare, di non girarmi.
Invano. 

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Capitolo 2
*** Morire ***


Bel modo di passare le mie ultime ore.
Sono sdraiata su un lettino del San Mungo e sto per morire.
Ma non ho rimpianti.
Dopotutto ho vissuto a lungo e ne ho viste tante.
 
Il mio rammarico è uno solo. Ha ventiquattro anni ed è seduto accanto al mio letto.
Mi rendo conto che forse non sono stata una buona madre.
Ma non si può chiedere ad una nonna di essere una madre.
 
Non lo vedo bene. Forse piange.
Se non fosse così, avrebbe ragione. Perché piangere per una vecchia che non ha mai fatto nulla di buono per lui?
L’ho umiliato. E, soprattutto, non ho saputo capirlo.
 
Il momento si avvicina. Chiudo gli occhi.
Una mano si avvicina candida alla mia. Una mano giovane. E bagnata.
Ed io muoio serena. 

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Capitolo 3
*** Tesoro ***


Entro nella stanza tremando. C’è orientamento professionale.
- Buongiorno – mormoro. La professoressa annuisce appena. Sembra stanca.
Io mi siedo.
- Hai già qualche idea?
- No, professoressa – ammetto.
Lei si gratta il capo. – Un caso difficile, vedo.
Sapevo già di essere un caso difficile.
E’ difficile per chiunque starmi accanto.
Ed è difficile per me essere figlio di due eroi, quando io sono così timido.
 
Però ho un’idea da tempo. Da troppo tempo.
Ma non mi sono mai sentito all’altezza di proporla anche solo a me stesso.
- Magari... – mormoro.  – Potrei diventare Auror. Come mia madre.
La voce acquista gradualmente un tono più sicuro. Posso farcela.
- Non mi sei mai sembrato il tipo, Ted – fa comprensiva l’insegnante.
- Forse, professoressa... Forse – dico io sibillino, consapevole di aver trovato un tesoro dentro di me. 

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Capitolo 4
*** Vivere ***


Nota. Ho mandato il canon a farsi friggere, qui U_U

La strada è immersa nel buio.
Sono immobile da diversi minuti davanti alla porta sbarrata del negozio.
Pensavo a questo momento da tanto, tanto tempo.
Da diciannove anni...
Ricaccio indietro una lacrima.
Questi anni sono stati lentissimi e velocissimi al tempo stesso, ogni giorno durava anni, ogni anno durava giorni.
Quelle assi inchiodate alla porta del negozio mi ricordano il George di diciannove anni fa, intento a piantarle con chiodi e martello, i rivoletti di sudore che scivolavano fra i capelli rossi.
Così simile a lui...
Sarebbe contento, lui, se lo riaprissi? Me lo sono chiesto molte volte.
E sarebbe contento, se sapesse che l’ho lasciato chiuso per diciannove anni?
...
Sì, forse è proprio il momento di ricominciare a vivere. 

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