idk

di allaboutme
(/viewuser.php?uid=123620)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1*нєℓℓσ вєαυтιfυℓ ***
Capitolo 2: *** 2* иσямαℓ ѕιтυαтισи ***
Capitolo 3: *** 3*ѕ¢нσσℓ тнαт α ѕυ¢кѕ ***
Capitolo 4: *** 4*уσυ'яє ѕσ ѕтяαиgє...мαувє σиℓу α вσу. ***
Capitolo 5: *** 5*ωнєи уσυ ℓσѕт α вσу уσυ fιи∂ α fяιєи∂ ***



Capitolo 1
*** 1*нєℓℓσ вєαυтιfυℓ ***


Non mi piace molto questo pezzo, è una nuova FF una novità per me, comunque forse perchè l'ho scritto e perchè sono stata discontinua, spero vi piaccia l'introduzione e VI PREGO RECENSITE! HO BISOGNO DEI VOSTRI CONSIGLI! :)



---------------------------------------------------------------------------------------------------------


Sono distesa sul tappeto con un torcicollo pazzesco, mentre scrivo frasi su frasi per le mie…canzoni. Ok non sono una cantante ma è un sogno nel mio privatissimo cassettino d’oro dove tengo tutto ciò d’imbarazzante, impossibile e imbarazzante. Mi piace moltissimo scrivere testi perché scrivo seguendo l’ ispirazione del momento, seguendo quello che vedo, ascoltando ogni singolo rumore o movimento, assaporando ogni singolo assaggio d’ispirazione. 

Il mio nome è Roxanne ma io preferisco Roxy, è più carino e completo. Vi do una mia breve presentazione sono alta-bassa (nella media), magra, capelli bruni scuri a volte anche ramati, occhi marroni scuro, pelle olivastra e mi ritengo o almeno gli altri mi ritengono ‘carina’. Dovevo andare in centro con mia madre per comprare la mia nuova borsa, quindi mi disabilitai dalla mia posizione e mi preparai erano le tre del pomeriggio. Verso le tre e mezza riuscimmo a muovere la baracca: avevo un paio di jeans, converse nere, t-shirt, foulard, cardigan, cappotto, borsa fuxia e capelli legati alla cavolo ( sono una piuttosto dettagliata ). Vabbè arrivammo con la metro in centro verso le 4 , comprammo la borsa, e accompagnai mia mamma a lavoro che era da quelle parti, poi mi avviai verso casa. Come al solito quando esco mi porto sempre più del dovuto, e di solito anche testi e robe varie. Mentre aspettavo la metro presi i fogli e li rilessi appuntando con la penna qualche modifica o addirittura scrivendo nuove frasi. Presi la metro sempre concentrata e scesi alla seconda fermata per cambiare, mi stavo incamminando verso la metro con i miei fogli in mani vidi la metro arrivare e mi misi a correre. Guardavo avanti come una demente, per non parlare della mia corsa…e poi il pavimento.

 

Avevo il palmo della mano sfregiato e avevo anche un dolore lacerante al viso, sentivo di aver perso i miei occhiali ( ecco un piccolo particolare porto dei semplici occhiali solo per leggere non li uso sempre ). Mi tirò su qualcuno, ci volle un po’ per capirci qualcosa. - scusami - disse un ragazzo. appena in piedi riuscì a vedere bene il ragazzo che intanto mi porgeva gli occhiali, - grazie -  dissi leggermente scombussolata. - tutto a posto?- disse il ragazzo incerto con un ghignò che incominciavo ad odiare - sisi, insomma - risposi senza trasparire nessun emozione o compiacimento, perchè non era stato un incontro da racconto quello. Neanche 5 secondi dopo lo raggiunserodue suo amici - hai fatto conoscenza? - ridendo, io li squadrai a mia volta. ok che cavolo stavo lì avevo una carriera da promuovere, me ne andai.



- And long, long live the look on your face, and bring on all the pretenders, one day we will be remembered. - stavo ascoltando Long Live By Taylor Swift. Non so Perchè ma in quel periodo Taylor riusciva a trasmettermi quello che io provavo e che io stessa non riuscivo a capire, un concetto veramente complicato da capire o almeno come io credo. Ero sulla metro diretta a casa, arrivata a destinazione aprì la porta, mi tolsi le scarpe e mi sdraiai sul divano. Siamo in tempo pre-primaverile ma fa comunque abbastanza freddino; mi misi in tenuta 'da casa' e accesi la Tv. Mio padre è partito per lavoro, lui fa spesso quei viaggi-lavoro dappertutto e ha promesso che tra qualche tempo mi avrebbe portato con se, ho anche una sorella, si chiama Ginevra, è sposata e in questo momento sta vivendo un viaggio di nozze favoloso in giro al mondo.
Purtroppo sono l'unica che dovrà rimanere bloccata per l'eternità in questa periferia fumosa e noiosa del cavolo.
Mentre vedevo la Tv mi si accese una lampadina! Corsi a prendere la mia vita cioè dei ricavi di legno intagliati o meglio tradotto, fogli di carta scritti. Poche ore fa avevo scritto un pezzo stupendo, l'avevo previsto subito come un successo lo adoravo e volevo continuarlo assolutamente, e proprio ora l'immaginazione era scoppita: un palco stupendo, una chitarra elettrica pronta ad accudirmi, gente di tutte l'età che gridava in festa 'Roxy!Roxy!Roxy!' e poi vidi che - NON C'E'! - non riuscivo più a trovare il mio foglio quello che adoravo, nonostante fosse appena nato. - O NO DOV'è FINITO?!?!? - cercai dappertutto ma niente, alla fine mi buttai sul divano, mi si stavano bagnando gli occhi; volevo arrabbiarmi ma non sapevo con chi anche  perchè nessuno se non me aveva colpa. Mi ripresi e mi rimisi a cercare fino al calar del sole e fino a quando non stetti per crollare dal sonno, dalla fame e dalla stanchezza, e mi arresi. Cucinai un misero piatto di pasta e una misera bistecca, poi provai a ricordarmi cosa c'era scritto, pronta a riscriverlo, ma non mi piaceva e poi mi ricordavo semplici parole neanche frasi.
Dopo 'cena' decisi di sprofondare nell'oscuro più totale del mio letto e inizia a riflettere - certo che solo io sono l'unica babba sulla terra che perde un pomeriggio a cercare quei sacrosanti fogli, certo come no. può darsi che domani ti venga un'idea migliore. -

Mattina.
Quella mattina mi sveglia presto, come al solito la colazione non era pronta, e poi eravano nelle vacanze di Pasqua, un pò di riposo ci voleva. Mia mamma era in camera a dormire e di sicuro prima delle 10 non si sarebbe svegliata e in quel preciso momento erano le 8, quindi decisi di preparare del latte per mia madre e andare a fare colazione fuori, avevo bisogno d'aria e d un bel cappuccino fatto come si deve.
A casa mia è tutto diverso: ho 17 ed ero molto più matura di un ventenne, le cose tra lei e papà, per via del lavoro, erano andate male, quindi quando mio padre era a casa ( un altra di casa) io venivo sballottata da una casa all'altra, ma questo fin da piccola ed non è stato traumatizzante, su di me ha fatto un altro effetto, mi ha dato un pò più di saggezza e maturità. la mattina mi capitava spesso di uscire spesso senza avvertire.
Lasciai un bigliettino a mia madre, mi vestii in tinta al tempo che circolava fuori: orribile, pioggia nebbia sembrava dovesse venire una tempesta: cioè converse, jeans, pullover e una giacca, lasciai i capelli sciolti senza indossare gli occhiali, tanto non avevo bisogno di leggere. Entrai da Starbucks, quello più vicino, cioè almeno venti minuti di metro, perchè si trovava in centro, arrivata il posto era popolato da una marea di gente, anche se fosse stata la fine del mondo quel posto sarebbe sempre così popolato. Dopo aver fatto un pò di fila presi un frappuccino e mi affrettai a uscire, mi sedetti su una panchina la più nascosta e aspettai di bere il mio cappuccino. Poi presi il mio scrauso cellulare e inviai un messaggio a Jane e a Mary, dicendo loro - oggi pomeriggio andiamo in centro? appena esco dal dentista? pliss :3 -
Quel pomeriggio stesso sarei dovuta ritornare in centro, dovevo andare dal dentista, praticamente la mia seconda casa, in realtà era da secoli che non ci andavo, quando ero piccola ci andavo molto spesso per curare cavolate come le carie...ma lasciamo stare, quella di oggi sarebbe stata solo una visita di controllo.
Presi di nuovo la metro del ritorno, e me la feci tutta ascoltando il mio i-pod e arrivai a casa ascoltando - Baby, you're a firework, Come on, let your colors burst, Make 'em go "Oh, oh, oh" You're gonna leave 'em falling down-own-own - by Katy Perry.

- guarda oggi non sono a casa sono uscita con i miei e credo ci resterò per tutta la giornata scusa ti voglio bene :) Mary -.-ciao Roxy <3 ehm... oggi non posso proprio ho dato appuntamente alle mie compagne di classe l'ho promesso loro da anni, capisci vero?! ahah scusami ti voglio bene :) jane -
Avevo ricevuto i 2 messaggi proprio mentre uscivo di nuovo di casa per ritornare in centro, - va bene - sospirai mentre rispondevo.
Mi ero cambiata di nuovo, erano le 13 e il tempo era diventato stupendo, bè in quel periodo il sole mi veniva a trovare più spesso, salutai mia madre che mi chiese per la decima volta se mi doveva accompagnare e io per la 10 volta risposi che non ero più una bambina (tipica risposta pronta e stampata che si da alla mamma preoccupata.) Uscì e ripresi la metro, questa volta mi ero vestita decentemente una gonna, calze lunghe leggerem ballerine e un pulloverino con sopra uno spolverino (sempre senza occhiali ).
Arrivata dal dentista mi accorse la segretaria che ormai conoscevo da secoli, - ciao roxy come sei cresciuta è da tanto che non ci vediamo!- . - si lo so- dissi sorridendo e mostrando la mia dentatura. - siediti tra poco dovrebbe toccare a te - -grazie mille - andai a sedermi in sala d'attesa, c'era solo un vecchio signore - salve- -salve- mi sedetti e presi una rivista 5 minuti dopo arrivò un altro paziente, un ragazzo alto, atletico, molto carino con una felpa, jeans e converse nere. Distolsi il mio sguardo per una frazione di secondo per poi riporlo alle immagini della rivista, appena incontrato quegli occhi verdi a dir  poco stupendi. - è in largo anticipo, quindi credo che debba aspettare - disse angela la segretaria, al ragazzo, e poi mi sorrise. il ragazzo si sedette e iniziò a giocherellare con il suo i-phone 4. - il signore Peroni? è il suo turno - il vecchio signore si alzò e seguì angela. Mi venne sete, tirai fuori una bottiglietta frizzante nuova dalla mia borsetta e tentai di aprirla, facendo una figuraccia del cavolo, perchè non ci riuscì, provai tipo per tremila volte ma quella sigillatura era di ferro! Provai a non fare faccie assurde ma fu impossibile, guardai un attimo il ragazzo che aveva un ghigno quel ghigno che avevo già visto su quel idiota che avevo scontrato alla metro!. Ripresa dallo schock misi la bottiglia nella borsa. Stavo morendo di sete, oh fa niente presi la bottiglia e chiesi al ragazzo - ehm... scusa? potresti aprire la mia bottiglia? - il ragazzo alzò il suo meraviglioso sguardo e mi disse - certo - prese la bottiglia che gli porgevo e l'aprì quasi sfiorandola, poi me la porse - grazie - dissi tra lo stupore, l'imbarazzo e la presa in giro. Bevvi un sorso - senti ma noi ci siamo già visti - mi andò di traverso l'acqua, non era una domanda ma una affermazione - si credo di si - dissi facendo finta di essere confusa - comunque bella quella canzone l'hai scritta tu? - . -Roxy vieni tocca a te - presa dall'imbarazzo e dalla voglia di uscire da lì corsi di fretta e furia da angela e andai dalla mia dentista di fiducia che stabilì - devi togliere dei denti che non hai ancora tolto - .



Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** 2* иσямαℓ ѕιтυαтισи ***


ok inanzitutto andrò avanti perchè ho delle idee bellissime *modesta*, anche perchè poi almeno do un idea della FF così magari più gente viene a leggere spero di non perdere gli unici lettori che ho, se ne ho ùù comunque RECENSITE PERCHè HO BISOGNO DI CONSIGLI!
E BUONA LETTURA *-*



saputa la notizia entusiasmante dei denti, passai tutto il pomeriggio a pensare al dolore di quell'intervento. Verso sera, mangiai con mia mamma una pizza vestite in pigiama a guardare The Last Song per la tremillesima volta, era il suo giorno di riposo e di solito di passava così settimalmente. Verso mezzanotte mezze addormentate ci coricammo a letto e fu lì che pensai al ragazzo di quel giorno. Quel ragazzo che aveva detto " bella quella canzone l'hai scritta tu? " solo a quel punto m'imbarazzai e pensai che quel tipo là aveva i miei preziosi testi!

Sonno profondo.

Da quella mattina mancavano pochi giorni all'inizio della scuola, e mi ero chiesta per tutta la vacanza come potessi ritornare a scuola, sarebbe stato difficile e imbarazzante. Quanto li detestavo i miei compagni di scuola sembravano essere insulsi provenienti da stupilandia! Ma in quel momento non volevo pensare al ritorno in quell'inferno, solamente alla pace proveniente dalla mia casa.

2Giorni Dopo.
Era passato tutto normalmente, niente da raccontare. Avevo trascorso quei due giorni a rassegnarmi di non avere quei testi, così ne riscrissi degli altri, tentando di autoconvincermi che fossero meglio degli altri ma senza buoni risultati. Dovevo andare dal dentista quel pomeriggio, e avevo paura di togliermi il dente, uno dei primi ok ne dovevo togliere solo 4, ma niente di chè (sempre autoconvinzione). Nonostante le mie paure, passata la mattima solitaria in casa, presi la metro e andai dal dentista.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** 3*ѕ¢нσσℓ тнαт α ѕυ¢кѕ ***


scusate il capitolo precedente è incompleto ma per dare un tocco d'arte lo continuo in questo mooolto più lungo ahaha voglio vedere più consigli!! grazie :)

Dentista.
- ciao cara come stai? - - ciao Angela, bene tu? - - eh, si cerca di vivere - tipiche considerazioni che fanno gli anziani. - aspetta in sala d'attesa, ti chiamo al tuo turno- - grazie- entrai in sala d'attesa, e trovai seduto Il RAGAZZO-RUBA-TESTI!! mi spaventai a vederlo, ma dopo quest'emozione fu sostituita dall'orribile imbarazzo. Mi sedetti senza dare nell'occhio, e presi immediatamente una rivista per nascondermi. Dopo un pò, volevo sapere che cosa stesse facendo Il RRT (ecco il nome perfetto), così abbassai la rivista e incrociai il suo sguardo alquanto confuso e anche scocciato, però i suoi erano stupendi, verdi con sfumature grigiastre e marroncine, ma veramente incantevoli... - il signor Jonas è il suo turno - RRT si scansò dal mio sguardo e seguì Angela,  che mi salvava sempre da quei momenti d'imbarazzo.
Quel pomeriggio il ragazzo non lo incrociai più, entrata nell'obitorio dei denti, non ci pensai più...

- che schifoo - - mamma mia quante storie! mi meraviglio di te Roxy! Stai facendo troppe scentate! - - uffa! non è vero!! - altri due giorni erano passati, decisamente con calma ma anche stress, stress per il mio dente traforato e per la scuola! Oggi c'è il rientro a scuola e decisamente non voglio tornarci. Ho paura. Ho imbarazzo. Ho Paura. Ho Imbarazzo e potrei continuare. -ok mamma va bene ci vado! - urlai dopo che mia mamma ebbe urlato tremila volta SVEGLIATIIII!
Msi la cosa più semplice che trovai non volevo risultare appariscente, sarebbe stato un incubo, anche se dovevo rinunciare a me stessa non volevo avere problemi già il primo giorno di scuola. Jeans, maglietta, felpa, converse e tracolla; capelli sciolti e senza occhiali.
Presi il bus che passava davanti a casa mia regolarmente ogni giorno alle 7:00, trovai il primo posto liberi, per fortuna la mia fermata era una delle prime quindi non c'era nessuno escluso il conducente. Mi sedetti in fondo vicino al finestrino e ascoltai il mio i-pod con katy Perry e ET. continuavo a guardare fuori dal finestrino avevo come una paura, come se le persone dovessero uccidermi da un momento all'altro.
ok Roxy calmati è solo un normalissimo giorno di scuola, si un normalissimo e odiatissimo giorno di scuola con un gruppo di stro*** che rompono le palle. Il pullman fece due fermate fino a che si arrivò a quella più popolata, quella più odiosa, quella in cui tutti gli strafighi della scuola di riunivano, quella in cui non vorresti mai passare se avessi ricevuto un umiliazione tanto grande quanto perdersi il penultimo anno scolastico al liceo.
Ecco arrivano proprio qua in fondo. Ecco che arriva Miss RIC (rompi i coglio**) , si chiama Selena Gomez in realtà io la detesto è un'oca padovana ma tutti i maschi non se ne accorgono perchè la ritraggono 'con delle belle linee' (avete capito no cosa intendo?), al seguito veniva Rebecca Black, un ochetta che si è iscritta quest'anno a scuola e che segue ogni movimento di MissRic, diciamo che hanno le stesse doti. Dopo le due ochette arrivò quel disgustoso, sprezzante 'ragazzo' Joyce Bug, lo odiavo più di tutti al seguito di Justin, Alex e Lucas, gente insopportabile.
Quando mi passarono accanto no li degnai neanche di uno sguardo, forse una sbirciatina per verificare che non iniziassero a insultarmi. Di Jane e Mary nessuna traccia non sapevo neanche se fossero salite sull'autobus, tutti sembravano strani in quel periodo. Guardavo in continuazione fuori dal finestrino con la musica a forte volume per non sentire niente, finchè non mi furono tolte le cuffie, mi girai per urlare contro. Vidi Joyce con le mie cuffie in mano e tutti gli altri che se la ridevano, - ridammi le mie cuffie - - perchè se no? - - se no ti fa due ore di scuola fino a romperti i coglio** - rise sprezzante selena al seguito di tutta la mandria.  Li guardai e un odio fortissimo mi pervase, non dovevo piangere anche se volevo. presi con tutta la forza che avevo le cuffie e mi allontanai cambiando posto, andai avanti, e vidi Jane e Mary che parlavano sotto voce. Almeno due faccie amiche - ciao ragazze! - le ragazze si girarono soprese, poi il loro sguardo si fece incupito -ah ciao Roxy, come va? - disse Mary - non tanto bene - dissi alquanto confusa - bè se cerchi posto qua non c'è vai dietro magari lo trovi - Fui molto sopresa, non me lo aspettavo. - ok -
Per fortuna non dovetti addentrarmi nella ricerca di un posto libero perchè arrivammo a scuola. Scesi dal pullman evitando tutti i deficenti di quella scuola, jane e mary erano scappate non riuscivo più a trovarle, forse sarebbe stato un bene. Mi diressi verso il mio armadietto, tutti ridevano, c'era scritto - stron** fatti suora - e altre frasine irripetibili. Aprì il mio armadietto facendo finta di nulla, ma trovai un sacco di cartaccia. Era il primo giorno di scuola dopo le vacanze e già non ne potevo più, mi consolai pensando al fatto che tra neanche un mese e mezzo sarebbe finita la scuola. Buttai tutta la carta nel cestino, e misi i libri di quella giornata, poi mi diressi i classe. Purtroppo li non li posso evitare.
Le prime tre ore di lezione passarono in fretta parlando delle vacanze eccetera eccetera, ovviamente con delle frecciatine nei miei confronti ad ogni pausa, ma riusci ad evitarle. Andai in sala mensa, presi le uniche cose decenti che offriva la mensa e iniziai a listare i tavoli: solo quel gruppo mi aveva umiliato, è vero gli altri mi evitavano solo per il fatto che quelli mi evitavano e così via, ma non sono veramente odiata. Jane e Mary erano sedute vicino a... SELENA E REBECCA?
Mi prese un colpo al cuore, cosa ci facevano là? al momento non volevo sapere nulla, trovai il primo posto libero e mi sedetti , ora volevo davvero piangere. Jane e Mary mie amiche del cuore? Sapevano quanto io e odi, e da quanto mi risulti anche loro, ma perchè?
Alzai lo sguardo delusa e vidi...eh? che cavolo..no scusa?!
Ormai l'avevo visto ben tre volte, si sapevo chi era lui era RRT!

Cosa ci faceva lì e per di più con....Joyce, Alex, Justin e Lucas. Ok era uguale a tutti gli altri, mi rassegnai quella giornata faceva davvero schifo, anzi fa schifo!
Le altre tre ore le passai normalmente, anche se volevo sapere come mai non avevo mai visto quel ragazzo in fondo io li conosco tutti...forse è nuovo? però da come parlava era amichevole, come se li conoscesse da anni, forse non ci avevo mai fatto caso perchè era sempre rimasto con loro.
Suonò la campanella, uscì dall'aula, presi l'I-pod, aprì l'armadietto riposi i libri, e inizai a mettere la musica a tutto volume...

Made a wrong turn
Once or twice
Dug my way out
Blood and fire
Bad decisions
That’s alright
Welcome to my silly life
Mistreated, misplaced, missundaztood
Miss “no way it’s all good”
It didn’t slow me down
Mistaken
Always second guessing
Underestimated
Look, I’m still around…

Pretty, pret.... - ahi - mi scontrai con qualcuno - scusami - ci guardammo, ancora RRT - sempre tra i piedi tu! ti spostassi! - disse in modo scocciato RRT...

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** 4*уσυ'яє ѕσ ѕтяαиgє...мαувє σиℓу α вσу. ***


grazie mille per aver recensito e seguito la mia storia. Spero ci sia sempre più gente man mano che vada avanti, perchè vi assicuro mi sono venute delle idee stupende *-* (certo xD) un'altra cosa vi avverto alcune cose sono veramente ierrealistiche tipo l'ambientazione ùù comunque Buona Lettura!


Ok. Ora basta non sopportavo più la situazione pure quello sconosciuto mai visto rompeva! Mi dileguai senza rispondere, non avevo voglia di mettermi a discutere, avevo paura di piangere e la situazione sarebbe, di conseguenza, potuta peggiorare.

La scuola che tanto odio, è un Liceo Delle Scienze Sociali, in sè è molto bella, è collegata ad altre tre tipologie di scuola superiore, come ragioneria, meccanica e linguistico. Purtroppo la gente che la frequenta la disonora, anche se non è tutta gente del liceo, dato che sono in comunicazione durante le pause tutti gli alunni si riuniscono a parlare, insultare, fare compiti, discutere, allenarsi eccetera... è un unico comprensiorio, si affaccia ad un giardino enorme e molto curato, dove appunto gli alunni s'incontrano. C'è chi come me preferisce stare da solo: mi ritrovavo sul prato a leggere, in una di quelle pause orripilanti, dove non potevi mai stare tranquilla, io però avevo il mio posticino dove nessuno mi trovava... ecco dove mi rifugiavo.
Era il giorno dopo il primo giorno ed era stato uguale al primo almeno non più orrendo, ma non era ancora finito. Avevo passato la notte a piangere, non ero riuscita a tenermi tutto dentro.
Mia madre non lo sapeva, perchè se l'avrebbe saputo avrebbe voluto portarmi da qualche psicologo o da qualche altra parte e io, onostante la difficoltà ad ammeterlo, non volevo.
Suonò la campana, entrai in classe, ora di religione (una vera fortuna non c'era mai nessuno in classe), mi sedetti al mio solito posto, presi il libro e appoggiai la testa sul banco ( prima che arrivasse la prof). Chiusi gli occhi; li riapri e mi ritrovai di fronte a degli occhi meravigliosi... Mi spaventai e alzai il viso: era di nuovo RRt. Lo guardai male: - Che Vuoi? - - di sicuro da te niente - - allora perchè sei qui? - - non per te - girai il mio volto dall'altra parte scocciata. Entrò la prof, e di procedura i pochi in classe ( per grazia divina intelligenti ) si alzarono. Vidi che RRt era ancora lì, strano di solito il gruppo degli idioti marina l'ora di religione, era da solo in fondo alla classe che giocherellava con il suo i-phone - Jonas potresti alzarti per nostra grazia? - disse la prof al cosidetto Jonas che si alzò disapprovato. passò metà dell'ora a leggere il libro, e poi iniziò il tempo - rifletti - . Iniziammo a parlare dell'amore, innamoramente, cotta eccetera... - Roxanne, sembri tu scalpiti dal dirci la tua - vedendomi attenta. - ok prof, ci proverò - - cosa ti colpisce in un ragazzo - - bè...vediamo...il rispetto, la dolcezza e il fatto che sia lui, non lo so, non potrai mai sapere di chi t'innamorerai...- - Cavolate! - un voce dal profondo abisso emerse. - lo sai - continuò. - si certo, invece di dire stupidate continua a giocare al tuo strastupido celluare. - - inutile che ti fai tanto figa, sei solo una sfigata. - campanella. - fottiti - corsi in bagno, e iniziai a piangere silenziosamente...Asciugai le lacrime con un fazzoletto e uscì, in quel momento entrarono Jane e Mary, che non si erano più viste dall'incontro sull pullman: ed erano le mie migliori amiche. - ciao ragazze, non vi vedo da ieri mattina, dove siete finite? - - senti Pierce, non ti possiamo stare appiccicate tutto il giorno! - disse Mary, mentre si posizionava davanti allo specchio per truccarsi. - da quando mi chiamate Pierce, mi chiamo Roxy!? - - Fa lo stesso, ti lamenti soltanto, è dall'inizio dell'anno che continui a lamentarti solanto perchè non ti fila nessuno, adesso basta! -Rispose Jane. - ma...io non capisco perchè mi state trattando così? Noi siamo migliori amiche, noi ci diciamo tutto io mi fido di voi!. - - davvero quanto sei lagnosa, anche noi abbiamo una vita! amiche per sempre come le bambinette...mi fai ridere. - rispose sbuffando Mary. - Va bè ciao Pierce ci si vede - e uscirono.
Rimasi paralizzata non sapevo a che pensare, le uniche persone su qui potevo contare veramente, o almeno pensavo, si erano rivelate delle stupide ochette, e ora cos'avrei fatto? Non riuscì a reggere la situazione, chiamai mia madre e le dissi che non mi sentivo bene, aspettai qualche minuto all'ingresso e arrivò. Giunta a casa, andai in camera mi svestì e mi gettai sotto il getto d'acqua calda proveniente dalla doccia... rimasi così quasi tutto il pomeriggio, poi mi vestì indossando vestiti casalinghi piacevoli, quelli che ti fanno sentire a casa. Chiesi a mia madre di poter cenare in camera, e così feci, lasciandomi trasportare da quella sensazione di stanchezza gradevole fino a portarmi nelle mie lenzuola...

Il giorno dopo. Mia madre mi concesse di arrivare un'ora dopo a scuola, arrivai all'ingresso di scuola: corridoi vuoti, un piacevole silenzio, la scuola sembrava deserta e poi...la campanella. Disastro totale studenti che come formiche uscivano dal loro formicaio dirigendosi in altre aule o fermandosi a parlare...restai a guardare la scena per qualche minuto e poi mi diressi nell'aula di matematica, poi inglese eccetera...
Quel pomeriggio stesso avevo appuntamento dal dentista: riassumendo la giornata è stata alquanto normale, ovvio i soliti idioti ma niente di più; escluso quello feci la solita strada per arrivare dal dentista, mi accolse come sempre Angela - Ciao, come stai? - - Insomma... - dissi malinconca accendando forzatamente un sorriso. - Ma come? Una ragazza come te? - Annui. - Va bè vai pure a sederti ti chiamo io. - Entrai in sala d'attesa e mi ritrovai quell'essere obrioso di 'Jonas?. Mi sedetti facendo finta di niente, e mi misi ad osservare il pavimento, lo trovavo adorabile. - Ciao a quanto pare siamo destinati ad incontrarci ovunque. - Alzai lo sguardo, e vidi che 'Jonas' mi stava parlando?! Non risposi, e continuai ad osservare il pavimento. - Comunque potrei sapere il tuo nome? Ho scoperto pure che siamo compagni di scuola. - S*****o, - Cosa vuoi? Dopo avermi insultato mi rivolgi la parola? Mi vergognerei al tuo posto. - - Come vuoi, comunque questi sono tuoi... - Una mano molto attraente mi porse dei fogli stropicciati, li presi e li guardai. I miei testi! - Devo dire che sono molto belli...ma a cosa servono? - Non capivo cosa gliene fregasse, in fondo mi aveva dato della sfigata.. - Grazie...in che senso? Sono dei testi, scrivo musica...- abbassai la voce e lo sguardo. - E allora? Perchè ti comporti così? - Ma era scemo? - Non capisco nulla quando parli! Semmai dovrei chiedertelo io! Mi dai della sfigata e poi ti metti a chiedermi che cosa sono? Tanto non te ne frega, lo so che poi vai a dirlo ai tuoi amichetti del ca**! . - - Si, è vero hai ragione...- disse convinto. Ma che cavolo voleva e chi era?  - Roxy tocca a te! - Me ne andai. Mi tolsero un altro dente, il secondo.
Durante il viaggio di ritorno pensai a quel 'Jonas' chi era? Cioè come si comportava? Ma stava bene? E poi che cosa voleva dai miei testi?
Il pomeriggio passò velocemente, feci compiti, mangiai, lessi un pò e andai a dormire. Ormai erano giorni che non scrivevo più nulla, e non ne sapevo il perchè, prima di dormire pregai di Dio affinchè la mia famiglia stesse bene.

Stavo passando in corridoi per la scuola: le prime ore erano passate normalmente, ormai stava andando tutto bene escluso il fatto che non avevo amici e anche se c'erano un sacco di persone da conoscere, non me la sentivo; certo le solite frecciatine cretina ormai erano una routine, tra l'altro c'era da sopportare il fatto che Jane e Mary stavano sempre insieme a Selena e Rebecca, cosa un pò più difficile da sopportare. Mentre camminavo, passai di fianco a Joyce, Alex, Lucas e Justin e il misterioso 'Jonas', andai avanti per la mia strada quando qualcuno mi salutò chi era? JONAS! - ciao - risposi incerta e un pò in ritardo...era strano il fatto che qualcuno del grupetto si azzardasse a salutare una del gruppo sfigati, anche perchè di procedura veniva escluso eccetera...

Due settimane dopo.
-Non mi devi più parlare capito? Non sei nessuno! Non ti voglio ascoltare! Non voglio più sentire le caz*** che dici? Nessuno le vuole sentire le tue noiosità! - e se ne andò.

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** 5*ωнєи уσυ ℓσѕт α вσу уσυ fιи∂ α fяιєи∂ ***


NOTIZIA IMPORTANTE! *-* Questo capitolo speciale, perchè il primo vero capitolo della storia, gli altri erano un anteprima (anche se orribile! ) comunque da ora in poi cambiere modo di scrivere, sarà tutto comprensibile e bello! Ho moltissime idee che credo vi possano piacere, ecco il capitolo 5 solo per voi. Grazie per i recensori e per chi mi segue!

- Non mi devi parlare capito? Non sei nessuno! Non ti voglio ascoltare! Non voglio sentire le caz*** che dici? Nessuno le vuole sentire le tue noiosità! -

Stavo Camminando nel viale che avevo percorso per anni e anni, aspettando un segno di Dio che mi portasse via da lì, già perchè io credo in Dio. è lunedì, uno di quei giorni in cui vorresti sparare a tutti quelli che provano ad avvicinarti, diciamo il primo giorno di tutta l'intera settimana intervallato da Domenica, giorno che dura un secondo anche se per noi vale un secolo di pace. Ovviamente stavo ascoltando il mio I-Pod: avevo deciso quella mattina stessa che per svegliarmi avrei usato ben venti minuti di camminata, quando avrei potuto prendere l'autobus ma si sa è lunedì;. Arrivata con dieci minuti di ritardo: nel giardino erano sparsi i soliti ritardatari, fermati fuori a fumare o a cazzeggiare, presi una di quelle viette che costituivano il giardino e che portavano rispettivamente alla scuola che si frequentava. Purtroppo la mia era bloccata da uno di quei gruppi ritardari e doveva essere proprio quello di Joyce. Stavo tentando invano di passare, quando Joyce mi afferrò; e disse ridendo:

- Dove vai bella? A studiare o a scrivere una di quelle cazz* di sempre? -
- Scusa mi puoi mollare!? - Dissi srattonandomi dalla presa.ì, che poi fu lasciata.
- Si certo come vuoi ma se hai bisogno di compania chiedi pure? Se vuoi oggi andiamo a fare un giro da qualche parte...- Disse allusivo.
Faccio un espressione allibita e rispondo a mia volta:
- Ma tu sei scemo o cosa? Da quando pensi che potri mai uscire con te? Bè te lo scordi! - Decisa, vado avanti e mi faccio largo tra tutti quando...
- Ciao eh! -
Mi girai e c'era Jonas che dopo aver riso di me, aveva avuto il coraggio di saltarmi.
- Ciao...- Do un ultima occhiata fugace al gruppetto, fino a scorgere un'occhiataccia da parte di Joyce diretta a non so chi.
La cosa si è fatta più strana.
Mi vesto sempre originale, o meglio mostro la mia personalità, ma mi piace anche uscire elegante, ecco cosa penso in tutta la mia giornata, precisamente penso a questi tipi di argomento...e quel pomeriggio stavo giusto pensando a una di quelle favole, incontri il ragazzo della tua vita da giovane, litigate vi amate, fate l'amore, vi sposate, fate figli, i soliti problemi, si rischia il divorzio ma poi si capisce quanto ci si ama davvero perchè è vero il detto: l'amore non è; bello se non è litigarello.

Martedì. è un giorno normalissimi, forse il più leggero o forse no, dipende da noi stessi. Questo pomeriggio ho un appuntamento dal dentista il punultimo e poi sono libera da tutto: il pensiero cade su Jonas, il tizio dal nome inanonimato, vorrei saperlo, anche se conosco poco di lui, e quel poco mi manda in confusione non capisco nulla di come si comporta.
A scuola lasciavo passare tutto, ascoltavo le lezioni e la musica, prendevo nota degli appunti ma non scrivevo più nulla da cantare, e questo non mi piaceva.

Dal dentista.

- Ciao Angela.-
- Ciao...- Rispose meno entusiasta del solito, e poi tagliò corto.
- Vai a sederti dopo ti chiamo. -
- Ok...-
Mi siedo, e aspetto, prendo una di quelle riviste e leggo, leggo articoli, guardo gli abiti, e immagino di poterli indossare io e quando. Dopo qualche minuto entra Jonas, agitato.
- Ciao - Mi disse rilassato.
- Ciao - Gli risposi abbastanza fredda.
- Ti devo dire una cosa...- Affermò titubante.
- si...- Risposi ansiosa e preoccupata.
- Ecco vedi di non parlarmi più, capito?! - Disse fermo e deciso, orgoglioso e vergognato.
Poi se ne andò.
- Scusa? - Sussurrai appena.
Lui mi aveva sempre salutato e ora veniva a dirmi a me di non parlarmi più? Bè; quel ragazzo è davvero molto scemo, deve farsi vedere. Nonostante le mie autoconvinzioni, sul fatto che lui fosse scemo e sul fatto che io non stessi male per quello, funzionarono per poco. Iniziavo a deprimermi, così decisi di dire ad Angela di rinviare l'appuntamento, ma non fu storia, non si poteva spostare.



Mercoledì. Avevo subito un dolore fortissimo il giorno precedente sia per il dente che per quel cavolo di Jonas.
Non lo incontrai per tutta la giornata.
Questo pomeriggio invece devo vedere una ragazza all'oratorio a cui devo dare ripetizioni di Inglese.
Mancano 3 settimane alla fine della scuola, ancora lunghe
- Vedi, quando crescerai, capirai che il momento è quello non c'è un'altra vita per ricominciare, perchè non si ricomincerà mai di nuovo. Se mai si proverò a cambiare ma è normale, tutto questo è per trovare noi stessi. -
La guardavo sopresa, non la capivo...
- Questo mamma l'avevo già capito. Ma perchè lo dici? è successo qualcosa? - Dissi iniziandomi a preoccupare seriamente.
- No, non centra con te. è una cosa mia e mi dispiace avertela buttata addosso, mi dispiace che tu mi abbia visto in questo condizioni, ma ci sono volte in cui anche gli adulti hanno bisogno di piangere, come quando si è ragazzi...Mi ricordo che era molto più facile piangere da piccoli che d'adulti. Ma certo volte è necessario. - Dissi mia mamma, ripresa per metà da quel colpo.
- Mamma...se hai bisogno di parlare io ci sono e ci sarò, tu mi hai dato la vita, e io voglio ricambiare perchè la cosa più brutta sarebbe fregarmene di te. Raccontami quello che è successo, quello che pensi, anche se ho 17 anni so ascoltare...Non credo possa darti un consiglio vero e proprio, almeno se non vuoi. Ma dimmi quello che ti passa per la testa non voglio che tra di noi ci siano segreti. - Il fatto è che...vedi, non voglio più stare sola...Ho capito che non ce la faccio...- Disse seria, attenta a non mostrarsi disperata.
- Mamma ma tu non sei sola...Scusami se ogni volta ti lascio qui, ma tu sei a lavoro...- Non avevo mai pensato che mia madre potesse avere dei problemi simili.
- Non sei tu, Roxy. Il fatto è che, devo essere sincera mi manca tuo padre. - Dissi tutto d'un fiato, e ripresa si sedette compostamente sul letto. -
- Mamma ma è meraviglioso! - La notizia mi rallegrava molto, avevo pensato per quegl'anni che ormai non c'era speranza per loro, e invece, è vero l'amore vero non si dimentica.
- Ma cosa c'è di così meraviglioso? - Disse mia madre scandalizzata e perplessa.
- Bè potrete ritornare assieme!-
- Ritornare assieme? Mica è così semplice, e poi non ho detto che voglio ritornarci assieme...-
- Ma come mamma? Ti manca, e tu lo ami ancora! - Dissi esclamando.
- Si ma lui?-
- Anche lui ti ama mamma. -
- Non è vero. Tuo padre sta con un'altra. - Disse affermando, riuscendo a trattenere di poco le lacrime.
- Non è vero, lui non sta con un'altra, te l'ha detto lui? - La notizia mi soprese un po, non ci credetti.
- Si. Roxy vai, posso stare un pò da sola? - Disse lei abbracciandomi.
Me ne andai, scombussolata, mio padre aveva un'altra? Quello non era affatto giusto, loro si erano lasciati per motivi di lavoro, e adesso lui il tempo lo trovava?
Mi preparai per uscire e andare all'oratorio per incontrare quella ragazza/bambina.
Andai nella saletta e bussai.
- C'è qualcuno? -
- Si entra sono già arrivata. - Disse un pò scocciato una voce che proveniva da dentro.
Aprì la porta e mi ritrovai davanti a una ragazza che non sembrava tanto stupida: aveva dei capelli biondi sporco lunghi leggermente mossi, un viso rotondetto, magra, abbastanza alta; portava dei jeans corti e delle all star con una maglietta semplice aveva una molteplice di orecchini sulle orecchie e delle unghie stupende ma molto lunghe, indossa un gile di pelle nera e dei guantisempre di pelle nera.
- Ciao - La guardai con tutta la felicità che mi poteva uscire in quel momento, anche se mi piaceva il suo look.
- Come va?- Le chiesi.
- Bene tu? - Non aveva un tono da dura ma da una che era stata costretta a fare quello che stava facendo.
- Anch'io, io mi chiamo Roxanne tu? -
- Bonnie -
Ci porsimo la mano e la strinsimo a vicenda.
- Allora Bonnie, che scuola fai? -
- L'alberghiero, e non iniziare ad offendere la mia scuola perchè è bella! Tutti la sopravvalutano... -
- No, non avevo mai pensato a questa idea, anzi volevo giusto sceglierla, ma poi sono stata influenzata e ho proseguito...-
- Perchè l'hai fatto? La vita è tua, non dovrebbero scegliere gli altri per te..-
- Si lo so, ma lasciamo perdere perchè non ho tanta volgia di parlare di questo, piuttosto che anno fai? -
- 4 l'anno prossimo concludo, e non sono mai stata bocciata, in inglese ho 8 -
- E perchè vuoi delle ripetizioni?? - Aveva 8?!
- Non l'ho deciso io, mia mamma dice che non sono brava abbastanza...tu?-
- 10, è l'unica materia in cui ho il massimo e non sono una secchiona chiariamo...-
- Non ti preoccupare. -
Ripassammo alcune cose d'inglese e inziai a conoscerla, sembrava diversa ma non diversa. Magari saremmo diventate amiche un giorno.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=674186