Malice

di ParanoidxX
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1. ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


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Bien >.< Dopo tanto , tantissimo o.o , tempo..
eccomi qui , umile , povera , disoccupata ç_ç e vi propongo il prologo ,
l'introduzione , di questa storia >.<
Chi commenta avrà tante caramelle e cioccolate °O°









Era altamente taciturna.

Le labbra le schiudeva soltanto per mangiare.

Insomma.. un morto putrefatto avrebbe rotto più le scatole con chiacchiere sull’oltretomba.

Lei invece? Lei era una morta fatta e finita.

La pelle diafana e liscia , lucida , da sembrare di porcellana ; ciglia lunghe , piegate , contornavano occhi di un azzurro talmente chiaro che solo grazie al contorno nero l’iride riusciva a distinguersi ; in compenso , però , il viso tondo e paffuto era incorniciato da morbidi capelli neri e , inoltre , possedeva due labbra piene , di un colore vivo.

No, non era un pagliaccio.

No , non era un vampiro.

Si , era Madeleine.

Madeleine , l’eterna bambolina con quel suo metro e sessanta e quel suo corpicino esile , slanciato , dalle piccole ma disegnate curve.

Madelein , la figlia adottiva di David.

Madelein , la ragazza dallo sguardo arrogante e la risata assente.

-Quindi tu sei dark?- Tom , con quella sua solita domanda , cercava di strapparle una qualche reazione umana.

-No- e lei , con quella sua abitudinaria e secca risposta , non dava cenni di vita. I tratti del viso rimanevano rilassati , le labbra serrate.

-Sei emo?-

-No-

-Sei punk?-

-Sei gay?- incrociò il suo sguardo , vitreo.

Tom ritrasse il viso , alzandosi dal divanetto , indispettito.

Riusciva sempre a liquidarlo , a tenergli testa e questa era , forse , la cosa che più dava fastidio al sexgott.

Non sospirò , la ragazzina tornò con lo sguardo su un pezzo di stoffa marrone che con estrema delicatezza e lentezza era intenta a cucire.

Cosa diamine aveva intenzione di fare?

-Ragazzi tocca a voi- Saki entrò in camerino , i ragazzi si scambiarono sguardi , sorrisi , battute e insieme uscirono dalla stanza per dare vita uno dei tanti concerti.

Quando tornarono , trovarono Madelein nella stessa , identica posizione.

Seduta al divanetto , con quella gonna scozzese e quel bustino nero , ai piedi ballerine del medesimo colore. Le delicate mani che continuavano a lavorare quella stoffa che , in due ore di concerto , era riuscita a trasformare in un piccolo bambolotto.

-Che carino- sorrise il frontman , avvicinandosi amichevolmente. –Cos’è?-

-Una bambola vodoo- rispose atona lei.

Bill deglutì a vuoto , sentendo i brividi lungo la schiena e un vuoto nello stomaco. Perché doveva essere così macabra quella ragazza?

Da una scatolina che aveva poggiato al suo fianco , Madelein prese quattro pezzi di spago e , con lo stesso ago e filo , iniziò a cucirli sulla testa del fagottino.

-E ora..cosa..cosa stai facendo?- mormorò il vocalist.

-I capelli di Tom-

Il chitarrista , sentendosi chiamato in causa , smise di parlare con Georg per portare l’attenzione sulla macabra signorina.

-Funziona sul serio?- domandò il fratello , un po’ preoccupato.

-Dicono che per farla funzionare bisogna riempirle la pancia con un oggetto e una foto della vittima- disse lei , alzando lentamente lo sguardo per posarlo su un Tom palesemente interdetto , che sorrise nervosamente –Tu non hai miei oggetti-

Le esili mani della mora cercarono in quella scatolina , cacciando fuori un plettro e un pezzo di foto ritagliata –Ho tutto- disinvolta nel tono , si strinse nelle spalle.

Aveva sedici anni , era più piccola di lui di ben quattro anni , non poteva e non doveva assolutamente lasciarsi condizionare dalle sue parole. Ma , allora , perché il suo cuore perse un battito?

-D… David?- e aprì la porta , chiamando il manager nervoso?

-Ora devo soltanto trovare gli aghi- sospirò la ragazzina

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Capitolo 2
*** Capitolo 1. ***


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Quanti anni sono passati? Ben quattro.
Dopo quattro anni , aggiorno questa storia.. che tremenda nostalgia.
Ne sarò capace? Mi sembra corretto , comunque ,
ringraziare (anche se inutile) coloro che lasciarono un commento :

- Saltellina14
- _Catia_
- SuperEle483
- Alien_tonight
- itsfrerardbitch
- dee_dee_483

E..beh.
Buona lettura <3.









Madelein era solita scrivere un quadernetto parecchio consumato. La copertina doveva essere di un porpora acceso prima di venir ricoperta dal nero di un pennarello indelebile e , a giudicare dai graffi e le incisioni , questo doveva essere successo parecchio tempo fa.

Che non le piacesse il porpora?

Gli spigoli erano stati tagliati a una forma tondeggiante , sul dorso sottile dagli spilli , che tenevano insieme i fogli , partivano crepe e strappi. Quella povera copertina malandata , inoltre , non sembrava essere in grado di contenere la miriade di foglietti , post-it , appunti e chissà quante altre diavolerie , che riempivano il quadernetto.

Madelein era china su quello che per lei era un diario a scrivere nessuno sapeva cosa.

David era palesemente rassegnato. Era sua figlia ormai.

Figlia adottiva. Figlia di un caro amico morto , purtroppo , in un incidente stradale. Non poteva permettere che la piccola fosse sbattuta in un orfanotrofio , ne che venisse affidata a una famiglia di estranei in chissà quale parte del mondo.

E pure ricordava che la ragazzina era sempre stata così macabra. Un giorno , e mai se lo sarebbe potuto dimenticare , giocava ad essere una sacerdotessa Maya in procinto di compiere un rito religioso al grande Dio della pioggia.

Occorreva una vittima sacrificale e tale vittima era il suo gatto, nero , ovviamente. Sua madre l’aveva fermata giusto in tempo per evitare che la povera creatura facesse un volo dalla veranda.

Psychotic era il suo nome e vi lascio immaginare chi lo pensò.

Ma all’epoca era solo una bambina di sei anni e i genitori cercarono di giustificarla al meglio.

Ha tanta fantasia dicevano con un rassegnato sorriso.

Purtroppo però gli episodi erano andati avanti nel tempo. La sua stanza era divenuta l’antro di una strega : candele consacrate , cerchi mistici sul pavimento e Dio solo sa che altro.

Così furono obbligatori i dovuti controlli. Psichiatri , psicologi , strizza cervelli , centri di igene mentale.

Ma nulla. La bambina , la ragazzina , non aveva alcuna deviazione.

Era semplicemente Madelein.

Certo , un po’ inquietate , ma andava accettata così com’era.

Ed è anche graziosa, si ritrovò a pensare il vocalist , seduto a una poltrona , protagonista con gli altri di una solita intervista americana.

Rispondeva distrattamente , lo sguardo era concentrato sulla ragazzina.

Seduta all’angolino della stanza , proprio dietro i cameraman , in dei vestiti che richiamavano tanto il suo look : pinocchietti dalla classica fantasia scozzese , ballerine nere e camicia del medesimo colore con maniche a palloncino.

I capelli , quel giorno , erano una cascata di boccoli scuri e i suoi occhi , se possibile , erano ancor più chiari delle altre volte. Quasi bianchi. Quasi sembrava cieca quando in realtà era una grande osservatrice.

Quando l’intervista giunse al termine e i ragazzi furono pronti per uscire , David la chiamò a se.

Si alzò da terra , stirandosi i vestiti con le mani. Pareva una bambolina in quel suo metro e sessantacinque. Così minuta , così apparentemente fragile e pure tutti quanti ormai avevano capito che poteva risultare parecchio forte.

-Che scrivevi?- domandò il suo patrigno , guardandola con affetto.

Aprì le dita affusolate ad indicare il numero cinque –Le cinque fasi della morte- rispose atona.

Natalie rabbrividì appena e forse anche Georg lo fece.

-Quando inizi la scuola?- domandò la donna con un sorriso. Madelein non parlava mai , era raro sentirla e bisognava approfittarne per darle discorso.

-Io non vado a scuola , donna- parlò dura , scrutandola con quelle iridi di vetro.

-Lei avrà da settembre un maestro privato- rispose David con un sorriso per tranquillizzarla.

Già , da quando aveva utilizzato la professoressa di scienze come cavia per uno dei suoi riti , il manager aveva preferito ritirarla prima di sentire altre stranezze.

-Dimmi un po’ ma sei satanista?- chiese d’improvviso il chitarrista.

-Tom!- lo richiamò suo fratello.

-Io sono fedele all’antica religione Maya- brecciò fredda la ragazzina.

Tom la scrutò –Sei strana, sai?-

-E tu sei inquietante. –

-Come..come sarebbe a dire inquietante?-

-Pari la reincarnazione di Kukulkàn-

-Chi è Kuk.. – Gustav provò a ripetere quel nome contorto che pareva uno scioglilingua.

-Il dio del cielo. Il serpente piumato a due teste-

E dopo un attimo di silenzio tutti scoppiarono a ridere immaginandosi Tom a due teste e ricoperto di piume come una gallina.

Georg , dalla risata che prese , probabilmente se lo immaginò anche quando si lasciava andare al verso “coccodè” .

Solo Madelein non ebbe alcuna reazione , apatica tornò a camminare e a seguire David , come un cagnolino segue fedelmente il suo padrone.

-Ah a proposito- si girò , additando il giovane musicista o Kukulkan. –Da oggi sarai perseguitato da Ahpuch-

-E chi sarebbe una sirena con le orecchie da cane?- replicò seccato lui.

-No. Il dio della morte- scrollò le spalle , riprendendo il suo percorso.




David sospirò , puntando il gomito sul tavolo e passandosi una mano tra i capelli. Non sapeva più in quale altro modo richiamarla a tavola.

Per il Plaza era l’ora di pranzo , tutti si erano riuniti nel ristorante per sgranocchiare qualcosa e riempire i loro stomaci brontolanti. Un’immensa tavolata era stata allestita , dal momento che doveva comprendere non solo i membri della band ma l’intero staff , e , dato il tardo orario , in sala c’erano solo loro.

Una grande vetrata , situata proprio alle spalle dei musicisti seduti , filtrava la luce del primo pomeriggio , scarsa dal momento che la pioggia primaverile aveva deciso di presentarsi quel giorno. Su una panchina di pietra era seduta Madelein ma di lei si potevano solo scorgere la schiena coperta dai boccoli neri.

La pioggia si fece sempre più fitta e , nonostante la fronda di un albero riuscisse a coprirla , pian piano iniziava a inzupparsi del tutto.

-Si prenderà un malanno- commentò una donna dello staff.

-Non so come altro richiamarla Kathrine- mormorò l’uomo , ormai rassegnato.

Tom girò il viso per guardarla. Insomma , ai suoi occhi era ancora una bambina , strana e psicopatica , certo , ma pur sempre indifesa e.. sola. Profondamente sola.

Come se nessuno riuscisse a comprenderla. Come se lei non riuscisse a spiegarsi.

Tornò con lo sguardo sulla sua insalata e tirò un profondo sospiro. Chissà per quale assurdo motivo si alzò , facendo cigolare la sedia sul marmo. –Vado a recuperarla io-

-Tom..- per Bill non sembrava una buona idea , dal momento che i due non avevano un buon rapporto , ma lasciò perdere.

Suo fratello era testardo quasi quanto lui.

Quando il chitarrista uscì fuori i suoi polmoni si riempirono immediatamente di quel buono e fresco odore di erbetta umida. Il sole , aldilà delle nuvole , iniziava a creare con le leggere goccioline uno splendido arcobaleno.

Qualcosa di più particolare , però , catturò la sua attenzione.

Madelein , la ragazzina , era seduta ferma , come una bambola in una teca di vetro , a fissare il vuoto.

-Madelein..- la chiamò in un sussurrò , avvicinandosi a lei. La pioggerellina iniziava a bagnare anche i suoi vestiti. –Entra dentro , dai. C’è la carne , la bistecca- parlava come se fosse una bambina piccola da convincere.

-Sono vegetariana- brecciò lei , atona.

Come lui , interessante. O forse no? Chissà per quale sinistro motivo lo era.

Sospirò , sedendosi al suo fianco. –Cosa c’è di così interessante?- seguì il suo sguardo , e si , finiva proprio nell’erba.

Madelein rimase in silenzio. Fu allora che Tom poté scrutarla con maggiore attenzione.

Era.. bella? Una perfezione unica , strana , come se il suo viso fosse stato intagliato nella porcellana.

-Mad..- provò a sfiorarla ma lei si spostò in tempo.

-Questo- mormorò , alzando la testolina. Girò appena il capo , incrociando il suo sguardo –Ero curiosa di vedere qualcuno- si alzò dalla panchina –Credo ordinerò una bella bistecca- si girò , rientrando.

Tom rimase in silenzio.

Vedere..qualcuno?

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