Indagine a cinque stelle

di cutuletta
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un posto magico ***
Capitolo 2: *** Una serata impegnativa ***
Capitolo 3: *** Un insolito risveglio ***
Capitolo 4: *** Omicidio ad alta quota ***
Capitolo 5: *** Superman senza poteri! ***



Capitolo 1
*** Un posto magico ***



Beckett chiamò Castle, c’erano sviluppi sul caso a cui stavano lavorando, per fortuna l’orario non era di quelli improponibili, erano le 8,30 del mattino. Lo scrittore era riposato e contento di non esser stato buttato giù dal letto all’alba, ma non immaginava cosa l’aspettava, e neanche Beckett…  Arrivò al distretto intorno alle 10:00.

-Eccomi, buongiorno. Il tuo caffè!
Disse appoggiando il solito bicchiere sulla scrivania della detective. Kate lo guardò sospettosa, era più felice del solito, per un attimo pensò che forse qualcuna avesse allietato la sua serata e ebbe una fitta allo stomaco.
-Come mai sei così di buon umore?
Castle aspettò prima di rispondere, tendendola sulle spine, e Kate cominciò ad immaginare una serie di scenari che aumentarono le contrazioni allo stomaco al punto che si pentì di averglielo chiesto
-Ho incontrato il capitano giù in strada, mi ha aggiornato sugli ultimi sviluppi, wow Lo Splitz!

Lo Splitz era un lussuoso albergo fuori città a 1700m di altezza, in cui erano soliti recarsi politici e uomini d’affari milionari per godersi un po’ di relax nel centro benessere da 200 dollari l’ora o per sciare sulle piste delle cime circostanti. Uno dei principali sospettati dell’omicidio si era rivelato essere niente di meno che il titolare dell’albergo e Kate e Rick dovevano recarsi da lui per fargli tutte le domande di rito…

-Sembri un bambino a cui è appena stato detto che andrà a Disneyland!
-Adoro quel posto, quando Alexis era piccola andavamo lì ogni inizio inverno,lei stava ore col naso appoggiato al vetro a guardare la neve, è un posto magico!
-Ti credo, con quello che costa!
-Ah andiamo detective, prova per un momento ad assaporare la magia della neve che cade, l’odore della neve ti riporta ad uno stato fanciullesco…
-Quindi tu quell’odore lo senti tutto l’anno?
-Ma quanto sei insensibile!
Kate rise, adorava quei momenti di dolcezza di Castle ma non voleva che lui se ne accorgesse. 
-Comunque conosco la strada, spero che avrai il buon senso di farmi guidare sta volta, il percorso è tortuoso e angusto per chi non è pratico del posto!
-Ce la caveremo!

Raggiunsero l’albergo alle 16:00, dopo 5 ore di auto e una breve sosta per il pranzo. Sebbene ci volessero appena un paio d’ore per arrivare, Kate aveva perso l’orientamento diverse volte e aveva finito per girare a vuoto alla ricerca di indicazioni stradali, con Castle che gongolava silenzioso lato passeggero, solo con un ghigno stampato in faccia che era l’equivalente di: “te l’avevo detto!”, tanto che Kate ad un certo punto aveva esclamato:
- Ora ti faccio scendere se non la pianti!
Il che non fece che farlo gongolare ancora di più…

Quando arrivarono Kate era devastata dal viaggio, ferita nell’orgoglio per essersi persa e in più Castle non aveva fatto altro che parlare per tutto il tempo dello Splitz che Kate già lo odiava. Continuava a chiedersi perché mai gente tanto ricca doveva sborsare cifre astronomiche per rifugiarsi in un posto così complicato da trovare! Ma quando arrivò capì quello di cui parlava Castle. L’albergo era un palazzo dalle forme calde, dai colori tenui, costellato di luci e contornato da cime maestose ed innevate. Aveva un giardino all’ingresso che immaginò d’estate verde e rigoglioso e una pista ghiacciata su cui stavano pattinando alcuni bambini e pensò istintivamente a quei pattini con le lucine che adorava indossare e che facevano impazzire il suo ex. Le scappò un sorriso, era davvero un posto da sogno! Castle, che scrutava la sua reazione, le si avvicinò, le diede un lieve colpo con il gomito e le disse:
-Te l’avevo detto che è un posto magico!

Poi entrarono. L’ingresso era sontuoso almeno quanto l’esterno, il legno era l’elemento dominante, dando l’idea di un albergo di montagna ma con rifiniture raffinate, tappeti persiani e ampie vetrate da cui si intravedeva uno sfondo paesaggistico unico. Si avvicinarono al concierge e Beckett chiese del direttore mostrando il distintivo.
Il titolare era un uomo arrogante e presuntuoso, uno che arresteresti anche senza un motivo, insistette per far fare un giro ai due per l’hotel, non per gentilezza ma solo per bearsi della sua ricchezza. Quella parentesi, che Kate non aveva previsto e non era riuscita ad evitare, costò un’altra ora persa. Poi un’altra ora ci volle per l’interrogatorio, con il telefono del direttore che continuava a squillare e interrompeva continuamente la loro “conversazione”.

- La ringrazio per la disponibilità e per la visita guidata, ha un hotel davvero degno della fama che porta!

A passo svelto si diresse verso l’uscita tirando Castle per un braccio che invece sarebbe rimasto a conversare con il direttore per ore. E quando la porta automatica dell’ingresso si spalancò ebbe una visione che non si aspettava e che la lasciò perplessa: stava nevicando fitto e la neve aveva creato già uno strato sulla strada che non le avrebbe reso facile la discesa con la sua auto. Si voltò e guardò Castle che era dubbioso almeno quanto lei.
-Che facciamo adesso?  Disse Beckett
-Ci facciamo prestare uno slittino e scendiamo a valle come faceva Heidi, ah adoravo quel cartone, lo vedevo  sempre con…
-CASTLEEE, potresti essere serio per una volta?
-Scusa, non so, mi sembra azzardato scendere con questo tempo, potremmo rimanere qui e aspettare che smetta!
Il concierge e il direttore erano rimasti dietro di loro ad osservare la scena ridendo a denti stretti. Poi il direttore si avvicinò e disse:
-Spiacente ma di solito quando inizia a nevicare in questo modo è difficile che smetta tanto presto e comunque lo sgombero delle strade non avverrà prima di domani mattina, per cui se posso permettermi vorrei offrirvi una suite in cui alloggiare, ovviamente siete miei ospiti!
A Castle brillarono gli occhi, Kate si sentiva in trappola, non voleva rimanere in quel posto per di più dividere una suite con Castle e disse in fretta:
-La ringrazio ma non possiamo accettare
Castle assunse un’aria dispiaciuta e allargò le braccia in segno di resa. Il direttore però incalzò:
-Se ha un’idea migliore su come fare a scendere sono tutto orecchi!
Kate guardò Castle, che aveva lo stesso ghigno della mattina in auto, poi di nuovo guardò il direttore che, con le mani conserte, picchiettava il dito un bicipite attendendo una risposta. Si sentì sconfitta e disse a malincuore:
-Va bene, la ringrazio
Castle fece un cenno di esultanza e strinse la mano al direttore sorridendo, Kate gli lanciò uno sguardo fulmineo, poi aggiunse
-Avviso il capitano
-ok, io mi faccio dare la chiave! Vedrai che dopo aver dormito qui una notte anche a te sembrerà un posto magico!!!
-Solo se riesco a farti sparire, disse con tono acido!
 
Note:
Ciao a tutti,
questa è una storia a capitoli ma non troppi, non vi preoccupate, non saranno più di 4 o 5, non vorrei che prendesse una piega da soap in stile beautiful ;) Il mio obiettivo è quello di farvi passare qualche minuto col sorriso, spero vi piaccia! Da qualche recente spoiler, pare che qualcosa di simile la vedremo presto sullo schermo, esattamente nella puntata 3x22 in cui i nostri Kate e Rick dovranno condividere una stanza d’albergo…
Ringrazio anticipatamente chiunque vorrà lasciare un commento! Al prossimo capitolo.
Feed the birds a tutti!!
PS: non so quanto sia realistico un albergo sulle montagne a 2ore da NY, per cui prendetelo come un semplice espediente narrativo!

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Capitolo 2
*** Una serata impegnativa ***



Il direttore aveva insistito perché cenassero con lui nel suo appartamento privato così i due avevano avuto solo pochi minuti per salire in camera e ammirare dove avrebbero passato le successive 12 ore. Una stanza con ogni genere di lusso: schermo piatto, frigobar, caminetto, vasca con vista panoramica sulle cime innevate e doccia idromassaggio.

Kate non era mai stata in un posto del genere era affascinata ma allo stesso tempo si sentiva fuori luogo. Castle, invece, sembrava perfettamente a suo agio. Dopo aver dato un’occhiata fugace agli interni, soddisfatto che tutto fosse (tecnologia a parte) come lo ricordava, andò a sdraiarsi sul letto e cominciò a molleggiarci sopra come un bambino. Poi con il palmo della mano diede un colpo sulla parte di letto vuota, guardò Kate e disse:

-Vuoi venire a provarlo? Disse, alzando un sopracciglio

Kate non rispose, si limitò a fargli una smorfia e a guardare altrove. Era pensierosa, avrebbe dovuto passare la notte con Castle e questo voleva dire tenerlo a bada e soprattutto tenersi a bada. Qui non poteva prendere e andarsene o  allontanare Castle dal distretto, doveva inventarsi qualcos’altro per mantenere le distanze e sapeva che non sarebbe stato facile.

 -Sembri pensierosa detective, non ti piace la stanza o sei solo in apprensione per la nostra prima notte insieme? Disse Castle facendole l’occhiolino

Lei lo fulminò con lo sguardo

-Andiamo a cena e prega che smetta di nevicare, domani ce ne andiamo di qui anche a costo di scendere a piedi.

La cena con il direttore fu sfibrante almeno quanto il viaggio in auto per Beckett, il direttore non faceva che autocelebrarsi e elencare tutti i riconoscimenti prestigiosi assegnati al suo hotel, mentre Castle elencava i suoi best seller. Non trovava consolazione neanche nel cibo, benché ottimo, le porzioni erano decisamente misere. Inoltre la cameriera che serviva al tavolo continuava “casualmente”  a sfiorare con il decolté il braccio di Castle e a lanciargli occhiatine provocanti. Castle, di rimando, le sorrideva compiaciuto. Kate avrebbe voluto prendere la forchetta e sgonfiare quei seni rifatti e poi prendere a schiaffi Castle che continuava a guardarli.

Dopo la cena Kate volle tornare in camera, mentre Castle disse che aveva delle commissioni da sbrigare. Era troppo esausta per chiedergli spiegazioni, immaginò per un momento che magari dovesse raggiungere la cameriera in qualche stanza di servizio e le vennero i crampi allo stomaco, ma si convinse che fosse la fame.

“La chiamano anche porzione due striminziti ravioli al vapore?” pensò furente!

Una volta in camera decise di  rilassarsi sotto la doccia idromassaggio, dopo essersi chiusa in bagno a doppia mandata! Quando Castle rientrò in stanza sentì il rumore dell’acqua scorrere e capì che Beckett era sotto la doccia. Era stato nello store dell’albergo e, come al suo solito, non era riuscito a trattenersi dal comprare anche cose inutili! Aveva tre enormi buste in mano, che nascose prima che Beckett uscisse dal bagno.
Dopo la doccia si sentiva completamente rilassata. Castle era seduto davanti la tv ad aspettarla.
-Potevi dirmelo che volevi fare una doccia, avrei rimandato le mie commissioni e ti avrei fatto compagnia
Il relax durò poco, doveva di nuovo schermare le provocazioni di Castle.
-Le tue “commissioni” sono andate bene?
Il modo in cui aveva detto commissioni era palesemente allusivo, ma Castle fece finta di niente
-Molto bene, grazie! Kelly, la cameriera …
Kate non lo fece finire di parlare
-Kelly, certo, dovevo immaginarlo, si chiamano commissioni adesso le prestazioni fuori orario delle cameriere?
A Castle scappò un sorriso
-Sembri gelosa detective!
-Gelosa io? Guarda per me potevi fare le tue “commissioni” con tutto lo staff dell’albergo …

Disse palesemente innervosita solo dall’idea che fosse veramente stato con un’altra. Castle si alzò dalla sedia e prese le buste che aveva precedentemente nascosto

-Stavo dicendo, prima che la tua gelosia folle mi interrompesse, che kelly mi ha suggerito un negozio in albergo davvero interessante, così ci ho fatto un salto. Vuoi vedere cosa ho preso?
Kate tirò un respiro di sollievo immaginario e si sedette sul letto, mise le mani conserte e si preparò alla rivelazione di Castle. Rick iniziò ad aprire le buste e tirò fuori un delizioso peluche che era anche la mascotte dei giochi invernali patrocinati dall’hotel

-questo è per Alexis, so che non è il massimo per una ragazza della sua età ma adorava quest’orsetto quando era piccola
Poi tirò fuori un cestino pieno di prodotti di bellezza
-se mia madre scopre che sono stato allo Splitz e non le ho preso niente al centro benessere mi ammazza e non vorrei darti altro lavoro detective
Kate sorrise e pensava a quanto fosse adorabile.

Poi Castle tirò fuori da una busta una maglietta di superman a maniche corte. Kate avrebbe voluto chiedergli dove avesse trovato un gadget simile in un lussuoso albergo ma sapeva che se l’argomento contemplava anche vagamente i super-eroi era capace di andare avanti per ore, per cui preferì sorvolare …
-E quella cosa sarebbe?
-E’ il mio pigiama!
-Una maglietta a maniche corte?
-Dici che avrò freddo? Dovevo comprare anche il mantello?
-Castle hai, hai anche un pantalone vero?
-Ti sento turbata detective, non hai mai visto un uomo in boxer?
-I tuoi boxer preferirei non vederli
-ok se vuoi dormo senza!
-CASTLEE!
-Scusa, scherzavo… Certo che ho anche i pantaloni, tranquilla! Ma ho preso una cosa anche per te

Estrasse da un pacchetto piccolo un babydoll nero di pizzo

-E questo è il tuo pigiama!
-Certo Castle nei tuoi sogni!!!
-Non ti piace? Dai è sexy… Possiamo cambiarlo se non ti piace, ce n’erano altri ma non appena l’ho visto e ti ho immaginato con quello addosso, umnh…
Kate stava per avvampare, si alzò di scatto cercando un diversivo
-Non devi immaginare proprio niente, io non dormo con quel velo addosso, chiaro?
-Ok avevo previsto una reazione del genere, ma ho voluto tentare comunque, sperando che l’atmosfera di questo posto ti avesse addolcita.

E tirò fuori dalla borsa una comoda tuta con l’orsetto simbolo dei giochi stampato sopra… Kate stava per sciogliersi, quell’uomo era capace di gesti infinitamente dolci, dopotutto.

-Meglio! Si affrettò a dire

Si cambiarono, Kate in bagno e Rick rimase in camera. Non appena lei ebbe finito uscì in stanza e c’era Castle di schiena senza maglietta che stava per infilarsi la sua t-shirt. La sola vista della schiena nuda di Castle le provocò una certa agitazione e pensò a quanto sarebbe stata dura averlo lì con sé per tutta la notte e rimanere distaccata. Castle si infilò la maglietta, si voltò e la vide,
-Ah eccoti, io sono pronto a spiccare il volo.

Disse sollevando i pugni a mezz’aria imitando il gesto di superman, Kate pensò a quanto trovasse sexy anche quel suo modo di fare così infantile, e la cosa la fece irritare. Castle si sfregò le mani, era eccitato all’idea di essere in quel posto, poi con Kate. Sollevò le coperte del letto a due piazze e stava per infilarcisi dentro quando sentì un urlo della detective

-Co…cosa stai facendo?
-Mi metto a dormire, perché avevi altri piani, disse sollevando un sopracciglio
-Non è lì che dormirai Castle
-Oh scusami, ho scelto il tuo lato del letto? Per me non fa differenza dormire a destra o sinistra, scegli pure
-Oh credo che starò comodamente nel centro, visto che tu dormirai sul divano
E indicò un piccolo divanetto in pelle a due passi dal caminetto che riscaldava la stanza.
-Oh andiamo hai visto quanto è grande? Non c’entro neanche seduto, non posso dormire lì
-Ok allora ci dormo io
-E’ piccolo anche per te e poi sono un gentiluomo, non lascerei mai che una donna dormisse sul divano al posto mio!
-Bene, abbiamo deciso quindi! Buona notte
Prese una coperta piegata sul letto la lanciò a Castle e si infilò nel letto matrimoniale, troppo vuoto senza di lui a farle compagnia.
-Kelly non mi avrebbe fatto dormire sul divano
- Perché non la raggiungi allora? Sempre che non abbia già trovato un uomo più facoltoso con cui passare la serata!

Castle si sventolò la coperta sulle gambe, con aria sconfitta,  e si rannicchiò sul divano. Era terribilmente scomodo, cercò di stendersi ma le gambe finivano oltre il bracciolo, così si voltò e si mise piegato su un fianco. Il divano di pelle faceva attrito con la maglietta di poliestere e produceva strani suoni. Richard si girò per diversi minuti alla ricerca di una posizione più comoda e ogni volta sfregava contro la pelle del divano facendo parecchio rumore. Kate così accese la luce e guardò Castle con aria interrogativa
-Scusa ti do fastidio? Sai sto cercando di far entrare un uomo di un metro e novanta quasi in un divano di un metro. Ho visto un documentario cinese in cui un uomo riusciva a stare piegato in una scatola, devo solo ricordarmi come si fa.

La detective esitò qualche secondo, poi disse:

-Ok Castle, messaggio ricevuto, dai vieni a letto
-Intendi nel letto dove sei tu adesso?
-No, in quello della stanza accanto, certo dove altro?
-E tu?
-C’è abbastanza spazio per tutti e due…

Castle lanciò la coperta e si precipitò nel letto, rideva come un bambino. Non aveva fatto tutto quel rumore di proposito, cercava sul serio di trovare una posizione comoda, ma le cose erano comunque andate a suo favore!

-Ahh, è un guanto, e queste lenzuola, ma è seta?
-Ok Castle mettiamo in chiaro subito le cose: prova ad oltrepassare la metà del letto e userò la pistola
-Non puoi farlo, è contro la legge
-Non se è per legittima difesa!
-Capito!
-Buona notte.
-Notte detective!

Kate si mise su un fianco, dando la schiena a Castle, sapeva che sarebbe stata dura dormire con lui lì vicino, ma si sentiva in colpa a lasciarlo su quel divano striminzito, o almeno l’idea che l’avesse fatto entrare nel suo letto per gentilezza, e non perché lo voleva lì con lei, le faceva pensare di avere la situazione sotto controllo.

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Capitolo 3
*** Un insolito risveglio ***




Castle e Beckett non riuscivano a chiudere occhio. Era imbarazzante trovarsi in una situazione del genere, non che entrambi non avessero pensato all’eventualità di dormire insieme almeno una volta, ma il modo in cui era successo coglieva entrambi impreparati.

Kate si mise supina e cercò, con un movimento impercettibile della testa, di capire se Castle dormiva. La stanza era in penombra, per via del riflesso delle luci che illuminavano le piste da sci, per cui si riuscivano ad intravedere le sagome. Vide che Castle con le mani sulla pancia che si girava i pollici; ad un certo lui punto disse:

-Neanche tu riesci a dormire?
Kate esitò un attimo prima di rispondere
-No
-Neanch’io… Hai qualche idea per passare il tempo? - Disse lui dando adito a sottintesi
-Dormi Castle!
-Potremmo giocare a …
-Non dirlo…
-Ok niente strip pocker! Un giorno ti stancherai di dirmi di no e quando succederà sarò io a non voler giocare!
Aspettò un attimo poi aggiunse
-Guardiamo un po’ di tv, a quest’ora dovrebbero dare…
-Ahh non dirlo!
-Non stavo per dire niente di scabroso, giuro, avrei usato il termine film per adulti!
-Castle stai zitto, fermo e chiudi gli occhi!
-Sembra una proposta. Se vuoi usare le manette sappi che la mia parola di sicurezza è “mele”!
 -CASTLEE?
-Ok scusa! Non riesco mai a dormire negli alberghi, di solito faccio in modo di avere qualcuno da abbracciare quando sono costretto a passarci la notte!
-Ah perfetto! E’ solo questo il problema?
Accese la luce, Castle la guardava trepidante, lei prese un cuscino ai piedi del letto e glielo lanciò in pieno viso. Poi spense la luce e aggiunse
-Ora non hai più scuse e non ti canterò la canzone della buona notte! Quindi DORMI!
-Pensavo a un’altra soluzione, ma immagino che dovrò accontentarmi!

Kate non rispose e chiuse gli occhi, dopo essersi sistemata in modo da rivolgere a Castle le spalle.

Entrambi si addormentarono dopo molto tempo. Castle era rimasto nella stessa posizione della sera prima, invece Kate si era agitata per tutta la notte e quando aprì gli occhi si ritrovò con la testa e le braccia appoggiate al torace di Rick, che invece le teneva un braccio sopra la schiena.

Cercò di razionalizzare un attimo ma fu colta dal panico, mille domande le affollarono la mente: perché era finita su di lui e soprattutto come sciogliere quell’abbraccio senza svegliarlo? O magari lui si era accorto di lei ed era stato al gioco, offrendole il petto come cuscino.

Pensò che l’unica cosa da fare fosse sfilare delicatamente dalla schiena  il braccio di lui per tornarsene al suo posto, come se nulla fosse successo.

Doveva essere quasi mattina, il bagliore dell’alba entrava dalla finestra e irrorava la stanza con una tiepida luce gialla, fu così che notò una piccola increspatura sulla fronte di Castle e si chiese come mai non l’avesse notata prima. Lesinò qualche secondo più del dovuto, approfittando dell’occasione per osservare il suo viso. Era sereno, innocuo quando non diceva battute sarcastiche, e lasciava trasparire sicurezza: era fiero anche mentre dormiva. Quella bocca poi, era appena socchiusa, avrebbe voluto svegliarlo e baciarlo, e si chiese perché avesse così tanti dubbi su di lui. Ma non in quel momento, in quel preciso istante le sembrava tutto chiaro: era lui quello che voleva. Si costrinse a pensare ad altro e continuò a  sfilarsi con gesti lenti ma sbadatamente, nel divincolarsi, lo colpì con la gamba. Castle si mosse appena, lei rimase su di lui, trattenendo il respiro immobile, per evitare di svegliarlo e poi, quando il pericolo sembrò scampato, lui aprì gli occhi.

Rimase fermo con gli occhi sgranati, cercando di mettere a fuoco la situazione mentre le pulsazioni aumentavano. Kate cercava di proferire parola ma riusciva a malapena a muovere la bocca, non  le veniva in mente una frase sensata da dire per superare l’imbarazzo.  E non ce ne fu bisogno, perché Castle si avvicinò e la baciò. Kate avrebbe voluto divincolarsi ma l’attrazione era più forte. Lui la adagiò sul suo lato del letto e continuò a baciarla sopra di lei. Entrambi ormai avevano perso il contatto con la realtà, Castle era ben oltre la metà del letto stabilita e Kate non aveva alcuna intenzione di tener fede al patto sancito la sera prima. Si baciarono in modo appassionato, mentre le loro mani cercavano l’uno il corpo dell’altro. Erano completamente travolti quando sentirono bussare. Provarono entrambi ad ignorare quel rumore, ma si fece sempre più insistente. Kate si divincolò un attimo cercando di captare altro, mentre Castle continuava a baciarla sul collo, poi si sentì qualcuno alla porta dire:

-Detective mi serve l’aiuto della polizia!

Kate scostò Castle come se fosse stata richiamata all’ordine, come i soldati si mettono in riga quando il comandante dice loro:”attenti”! Si alzò dal letto, lasciando Castle in uno stato confusionale, mentre cercava di sbollire. Kate fece cenno a Castle di tornare sul divano, non voleva che si capisse che avevano dormito insieme, si diede una sistemata e aprì la porta. Si trovò davanti il concierge, un’anziana signora in una costosa vestaglia e pochi passi dietro il direttore, che camminava nervosamente.

-Entrate, prego, che succede?

Il concierge rispose:

-Mi dispiace avervi disturbato ma..
Lo interruppe la signora con tono sbrigativo
-C’è stato un omiciidio!
-Lo so signora, è questo il motivo per cui siamo qui!
La interruppe Ralph, il consierge
-Veramente Mrs Tiggle intendeva che c’è stato un omicidio qui in Hotel!
Castle schizzò in piedi destando l’attenzione dei tre sulla porta, poi la signora continuò singhiozzando:
-Ho chiamato la reception per avvisare la polizia ma Ralph mi ha detto che una detective alloggiava qui allo Splitz
Il direttore diede uno sguardo alla stanza, poi disse:

-Oh credo che gli affari del mio Hotel siano in ottime mani, visto che si occuperanno del caso miss orsetta e spiderman!
Castle si guardò la maglietta confuso e cercò di replicare:
-Veramente è superm..
Ma Kate lo bruciò con lo sguardo, non gli fece finire la frase; trovò decisamente infelice la preoccupazione del direttore per il suo hotel di fronte ad un omicidio.
-Mi dia 5 minuti il tempo di sistemarmi e sono subito da lei. Ralph si assicuri che nessuno entri nella stanza, non si deve contaminare la scena del crimine.
Poi i tre uscirono e Kate chiuse la porta, Castle provò a dire qualcosa…
-Non ora Castle, non ora!
Poi lei prese i suoi vestiti e si diresse verso il bagno per prepararsi…

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Capitolo 4
*** Omicidio ad alta quota ***



Kate e Rick giunsero davanti la stanza del crimine ma rimasero a scrutare l’interno dall’uscio. Kate aveva chiamato Lanie e la scientifica, avrebbe aspettato che facessero i loro rilievi prima di entrare. Nel frattempo notò che il corridoio aveva delle telecamere di sicurezza.

- Ralph si procuri i nastri di quelle telecamere. Ci sono altri ingressi, stanze comunicanti?
-Solo una finestra che affaccia sull’ingresso, ci sono telecamere anche lì, se possono essere utili.
-Mi faccia avere anche quelle registrazioni, grazie Ralph!
-Certo. Ah detective! Le raccomando discrezione, sa non vorrei che si generasse il panico
-Faremo il possibile

Intanto il direttore camminava nervosamente per il corridoio con il cellulare all’orecchio, cercando di contenere i danni d’immagine. La signora Tiggle, che aveva trovato il corpo dell’amica, era l’unica ad avere la chiave e al momento era l’unica sospettata.

Castle e Beckett non si erano rivolti la parola da quando erano usciti dalla stanza, Rick cercava un modo per approcciare un discorso

-Credi sia stata lei? - Disse, anche se per la prima volta un omicidio non destava tanto la sua curiosità quanto sapere cosa sarebbe successo se non fossero stati interrotti.

Kate cercò di assumere un’aria distaccata, ma non riusciva a guardarlo negli occhi senza provare una fitta allo stomaco. Quindi indirizzò lo sguardo altrove, mentre parlava, dando l’idea che stesse controllando il perimetro della scena del crimine.

-E’ presto per dirlo, non è escluso, in fondo era l’unica ad avere la chiave e potrebbe averci avvisato per depistare le indagini! Anche se sembra davvero sconvolta.
-Cene di gala, eventi, sai cosa vuol dire? Sorrisi finti e falsi complimenti! Dopo due anni nell’alta società reciti meglio di Angelina Jolie …
Kate non riuscì a non guardarlo e a sorridere, poi aggiunse:
-Aspettiamo Lanie, quando sapremo l’ora del decesso e il modus operandi avremo più elementi.

Castle non aveva prestato attenzione alle sue ultime parole, era concentrato sul suo viso, sulle sue labbra; riviveva quel bacio mentre lei parlava. Poi aggiunse con una voce più intensa:

-Vorrei che non ci avesse interrotti!

Kate evitò di rispondere e, fortunatamente per lei, in quel momento arrivò Lanie. Alcuni agenti stavano lavorando sulle immagini di sicurezza, a quanto pare nessuno era entrato o uscito da quella stanza, a parte la Tiggle, poco prima di rinvenire il corpo alle 7:30 di mattina
Dopo i rilievi, Lanie uscì dalla stanza per fare il punto a Beckett:
-Posso stimare l’ora del decesso tra le 4 e le 5 di questa mattina
-Strano! Dai filmati nessuno sembra essere entrato o uscito in quella fascia oraria - disse la detective
Castle disse, con aria brillante, come se avesse appena risolto il caso:
-Oh magari la Signora Tiggle ha messo in loop le immagini del video di sorveglianza, apponendo una foto sulla telecamera di fronte la stanza della sua amica. Poi è entrata, l’ha ammazzata è uscita e ha tolto la foto. Delitto perfetto!

Per una volta quell’uscita di Castle diede a Beckett un senso di sollievo; sembrava che le cose stessero tornando alla normalità! La detective assunse un’aria meno rigida e gli chiese:
-Come avrebbe fatto la Tiggle a mettere una foto sulla telecamera?
Poi mise le braccia conserte, preparandosi alle fantasiose spiegazioni dello scrittore. Non era escluso che dicesse che la Tiggle era della Cia, o qualcosa del genere!
Castle ci pensò un attimo, poi rispose come se fosse la soluzione più ovvia:
- Si è arrampicata sul muro con delle ventose. Oppure si è calata dal soffitto con delle funi di ferro, come in Mission Impossible.
Kate scosse la testa e trattenne un sorriso, pensando a quanto fosse prevedibile a volte, poi replicò:
 -Con la differenza che la signora Tiggle non è Tom Cruise e avrà almeno 70 anni!
 -Magari fa palestra! Oppure ha corrotto qualcuno per modificare le immagini della sorveglianza!

A Kate quest’ultima idea sembrò più plausibile ma non gli diede comunque soddisfazione, anche se dopo avrebbe chiesto ai suoi di controllare bene i filmati nella fascia temporale dell’omicidio. Ma Lanie si intromise, smontando le teorie di Castle:

- La morte è stata causata da un violento colpo alla testa. Ci sono macchie di sangue sullo spigolo del mobile vicino al letto e la ferita combacia perfettamente, quindi abbiamo anche l’oggetto che ha causato il decesso.
-Vuoi dire che è stata spinta contro il mobile? – Chiese Beckett
-Il taglio è perpendicolare e profondo,  sul corpo non ci sono segni di lotta, per cui escluderei che sia stata spinta , anche perché in quel caso la ferita avrebbe un altro angolo di incidenza e una profondità diversa.
-Non ti seguo se non è stata spinta qual è stata la dinamica?
-Le hanno lanciato il mobile addosso? – Chiese Castle sorpreso della piega che stava prendendo l’indagine, poi aggiunse  - Avevo ragione, la Tiggle va in palestra, deve andarci per forza, quel mobile peserà almeno 20 kg, con tutte quelle laccature e quel marmo.
Kate e Lanie si voltarono verso Castle guardandolo in cagnesco, mentre lui sollevò le spalle. Voleva che fosse la Tiggle l’assassina, come contrappasso per aver interrotto lui e Kate! Poi Lanie proseguì:
-Ho trovato dei sonniferi sul comodino, presi in dosi massicce possono provocare capogiri e perdita di lucidità. L’ipotesi più plausibile è che abbia perso l’equilibrio e nella discesa abbia sbattuto la testa contro il marmo del mobile. Una ferita auto-inflitta casuale mi sembra l’unica spiegazione al momento! Ovviamente saprò darti maggiori dettagli dopo l’autopsia.
Intervenne Castle in modo brusco:

-Stai dicendo che la Sig Tiggle è venuta alle 7 di mattina a bussare insistentemente alla porta mentre noi

Si interruppe e guardò Beckett, che aveva cambiato espressione ed era terrorizzata all’idea di quello che stesse per dire Castle
- mentre noi dormivamo…
Fece una pausa, si schiarì la voce e poi continuò:
- E questa signora potrebbe essere morta per un incidente?
Lanie rispose:
-Sei davvero irascibile quando ti svegliano presto Castle, si è esattamente quello che ho detto!

Castle fece una faccia stizzita e si voltò verso la testimone inopportuna, lanciandole uno sguardo furente. Kate si avvicinò alla donna:

-Signora Tiggle devo dirle che l’ipotesi più probabile è che non si tratti di omicidio, ma di un incidente. La nostra patologa ha ricostruito la dinamica e sembra collimare con uno scenario di morte accidentale: la sua amica è caduta ed ha battuto la testa, il colpo le è stato fatale. Tra l’altro ad avvalorare questa ipotesi  c’è il fatto che nessuno sia entrato o uscito nell’ora della morte, compresa tra le 4 e le 5 di questa mattina. Mi dispiace! Ovviamente potremo dirle di più dopo maggiori accertamenti!
-EH NON LASCI LA CITTA’ – Disse Castle rabbioso
-Oh santo Cielo - disse la donna spaventata
Kate cercò di rassicurare la donna, dopo aver lanciato un’occhiata di fuoco a Castle
-Ma ha fatto bene a rivolgersi a noi, in ogni caso non poteva sapere l’esatta dinamica
Si intromise Castle di istinto
-No che non ha fatto bene!
-CASTLE!
-Come puoi confondere un omicidio con una morte accidentale?
-CASTLE! Mi scusi sig Tiggle.
Poi prese Castle per un braccio e lo trascinò qualche metro distante dalla donna
-Che diavolo ti prende?
-Ci ha interrotto per niente
-Una persona a cui teneva è morta, questo non è niente. Sai cos’è niente? Quello che sarebbe successo se non avesse bussato alla nostra porta. Per cui ora ti metti l’anima in pace e vai ad aspettarmi fuori
Quella frase gli fece più male della volta che si ruppe il naso da piccolo, cadendo dalla bici. Però si rese conto di quanto fosse stato indelicato e comprese la reazione di Beckett, per via della sua forte empatia con le vittime
-Non volevo essere insensibile è solo che..
-Per me il discorso si chiude qui, aspettami fuori.

Dopo aver salutato il direttore e ringraziato per l’ospitalità, Kate uscì dall’hotel, fece un respiro profondo, sapendo che l’aspettava un lungo viaggio in auto con Castle. Pensò che avrebbe fatto bene a non perdersi sta volta … Lui era accanto alla portiera lato passeggero, con l’aria di un bambino messo in punizione dalla maestra.
-Scusami per prima, sono stato inopportuno
-Non è con me che devi scusarti!
-Sei arrabbiata?
-Non è la prima volta che sei inopportuno con un testimone…
-No, intendevo per quello che è successo in camera.

Kate non rispose, alzò gli occhi e lo guardò per qualche secondo, vide la preoccupazione sul suo viso e, memore di quanto fosse stata algida prima, disse con il tono di voce più caldo possibile:

-Non sono arrabbiata Castle!
Lui tirò un sospiro di sollievo e accennò un sorriso, poi salì in macchina.
Per tutto il viaggio nessuno dei due aprì bocca…
 
 



Ciao a tutti,
in primis, volevo ringraziarvi per il tempo che dedicate alla lettura, per i commenti e i consigli.
Questo capitolo mi ha creato non poche perplessità … Ho scelto l’omicidio come stratagemma per interrompere i due per non chiamare in causa i soliti Ryan ed Esposito (poveretti che fama da guastafeste che hanno)! Ho preferito liquidare il crimine in tempi brevi per dare maggiore spazio alle dinamiche dei “Caskett” (a mio avviso più interessanti) e la scelta dell’ “omicidio-non omicidio o presunto tale” mi consente di poterlo accantonare, senza che la storia perda in completezza. Non so se vi aspettavate delle indagini in piena regola …
Se volete farmi sapere che ne pensate, mi fa piacere leggere i vostri pareri! Al prossimo, nonché ULTIMO capitolo!

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Capitolo 5
*** Superman senza poteri! ***



Beckett e Castle erano di nuovo a NY.
Anziché prendere la strada principale, kate aveva svoltato sulla Broadway. Castle sgranò gli occhi; con quella deviazione avrebbero impiegato molto più tempo per arrivare al distretto.

I due erano rimasti in silenzio per tutto il viaggio e Castle valutò se fosse il caso di esordire con: “Hai sbagliato strada, di nuovo!”, considerando anche  il modo in cui l’aveva silenziosamente presa in giro durante il viaggio d’andata. Poi fece un bel respiro e, prendendo il discorso alla larga, disse:

-Oggi la Broadway sembra più trafficata del solito, vero?
-Siamo a New York, Castle. Le strade qui le conosco, non mi sono persa di nuovo!
-No, no non stavo mica insinuando quello!
-No! Stavi solo pensando che avrei potuto prendere la Main, invece della Broadway …

Castle si sentiva come un bambino colto in fallo mentre fruga nella borsa della mamma, alla ricerca di caramelle!

-Noo, ma che dici?
-Ovviamente avrei preso la Main, se stessimo andando al distretto!
-Ah perché non è lì che stiamo andando?
-Sto andando, Castle. Vado da sola! Tu, invece, torni a casa. E’ lì che siamo diretti.
-Vuoi lasciarmi?

Kate si voltò di scatto e gli lanciò un’occhiata interrogativa, sbandando appena con l’auto. Castle si rese conto di aver mal formulato la domanda e si affrettò a spiegare:

-Lasciarmi a casa, intendevo a casa! Cioè, intendevo se mi porti a casa chi ti darà una mano con la lavagna da aggiornare e la deposizione del direttore dello Splitz da esaminare? Poi Ryan ed Esposito vorranno sapere cosa è successo tra di noi!

“Dannazione!”, pensò! Ogni frase che usciva dalla sua bocca dava adito ad un retro-pensiero.

-Ma non in camera, cioè vorranno sapere come abbiamo passato la notte, cioè non che dobbiamo aver fatto altro oltre che dormire ….!

Si interruppe in evidente difficoltà. Gesticolava e si agitava. Non aveva mai detto  tanti “cioè” nella sua vita, e detestava quando le persone lo usavano come intercalare. Kate era in imbarazzo quanto lui e l’apparente smarrimento di dialettica di Castle la metteva ancora più a disagio.

-Me la sbrigo io con loro. –Disse, senza manifestare emozioni, anche se le pulsazioni erano pericolosamente aumentate nell’ultimo minuto.
Castle rimase in silenzio finché non giunsero a destinazione, aveva paura che altri “cioè” impazziti gli uscissero dalla bocca. Una volta arrivati, si slacciò la cintura e disse:
-Allora mi faccio una doccia e ci vediamo tra un po’?!
Lo disse con un tono titubante. Aveva paura di essere troppo categorico, magari Kate non voleva averlo tra i piedi.
-Non serve Castle, prenditi il resto della giornata libera. Ti chiamo se ho novità.

Castle avrebbe voluto fare e dire mille cose in quel momento. Voleva sapere cosa provava, voleva dirle quello che sentiva lui, voleva farlo da tanto tempo, ma la chiusura della detective lo frenava un po’; così cercò di farle capire quanto avesse bisogno di lei:

-Chiamami e basta, anche se non ci sono aggiornamenti!
Non riusciva ad esporsi troppo senza una rete di protezione così, prima che la detective potesse rispondere, aggiunse:
-Anche solo per dirmi che ti manco! – Strizzò l’occhio
Beckett si limitò ad alzare gli occhi al cielo e poi disse in modo distaccato:
-Devo andare Castle, è già abbastanza tardi!

Castle aprì la portiera, scese e prima di chiuderla disse:

-Scommetto 50 dollari che come prima cosa Esposito ti chiederà dove ho dormito!
-Sul divano, ovviamente, CIOE’! – Rispose la detective, enfatizzando il “cioè”, per prendersi gioco dello scrittore, che fece una leggera smorfia e poi disse:
-Vuoi mentire a un tuo collega? Tu, paladina della verità e della giustizia?
-Era lì che avrei dovuto lasciarti!
-E avresti dormito così beata anche se non ci fossi stato io a farti da cuscino?

Poi chiuse la portiera e si avviò verso le scale con un fare baldanzoso. Era soddisfatto di aver pareggiato i conti di quella schermaglia verbale.  Kate, invece, si sentì profondamente in imbarazzo. Castle lo sapeva, sapeva che lei aveva dormito stretta a lui e ora si spiegava perché la stesse abbracciando. Quando realizzò che lui l’aveva coccolata e cinta con le braccia consapevolmente, il disagio lasciò spazio ad un senso di calore, la fece sentire al sicuro e le strappò un sorriso. Dopo qualche secondo tornò alla realtà, diede uno sguardo allo specchietto retrovisore, mise la prima e partì alla volta della centrale.

***

Quando rientrò al distretto, Esposito e Lanie erano accanto alla sua scrivania ad aspettarla. Esposito fu il primo a parlare.
-Hey bentornata!
Kate accennò un sorriso, preparandosi al terzo grado.

-Una suite matrimoniale allo Splitz con Castle, allora l’hai fatto dormire nella vasca idromassaggio?
Kate si trattenne dal fare una smorfia, pensò ai 50 dollari ipotetici che avrebbe dovuto dare a Castle. Quant’era prevedibile Esposito o forse lo scrittore conosceva tutti troppo bene!

Kate fece un cenno con la mano, mimando l’intenzione di ignorare la domanda. Esposito si voltò verso  Lanie e disse:

 -Ma l’hai vista? Una notte nel parco gioco dei ricchi e si comporta da snob come una di loro!
Lanie rise, mentre Kate alzò lo sguardo sconfortata. Erano 24 ore che non faceva che schermare battutine, era esausta. Intanto Esposito non demordeva e continuò a chiedere:
-Castle che fine ha fatto? L’hai sedotto e abbandonato?- Disse facendo un sorrisino

Kate continuava a non rispondere, sperando che la finisse con le insinuazioni, mentre Lanie si inserì nel discorso

-Javier, dovevi vederlo stamattina, era così teso. Ha assalito la signora che aveva denunciato il presunto omicidio perché era stato interrotto mentre dormiva …
Si interruppe, si voltò verso Kate e con aria maliziosa disse:
-Perché stavate dormendo vero??
Kate era stanca di tutti quei sottintesi e ora ci si metteva anche Lanie
-Voi due siete davvero fatti apposta per stare insieme, due rompiscatole!
Esposito si voltò verso Lanie e sottovoce disse:
-Non ha detto di sì, però …
-Per me non dormivano - disse all’uomo.
-Vi sento anche se bisbigliate! VA BENE, allora: Castle ha dormito sul divano, l’ho accompagnato a casa perché, dopo 24 non stop, avevo bisogno di togliermelo dai piedi per non ucciderlo e giuro che metterò mano alla pistola alla prossima insinuazione.
Esposito alzò le mani in segno di resa, poi la detective proseguì:
- E comunque  sono commossa dal tuo zelo Esposito. Non hai fatto neanche mezza domanda  sulla deposizione del direttore dell’hotel. Sei davvero molto preoccupato per questo caso!
-Ah ma non ce n’è bisogno! I risultati del dna hanno dato un riscontro: James Sand. L’abbiamo già preso e in casa sua abbiamo trovato l’arma del delitto con le sue impronte…
-Bene!
-Già! Mentre tu e Castle eravate in un albergo a 5 stelle, a fare chissà che, noi abbiamo risolto il caso!

Esposito e Lanie rimasero in attesa di dettagli. Kate guardò il detective in modo bruciante, poi aggiunse:

- Esposito voglio un rapporto sulla mia scrivania entro oggi e tu Lanie non hai un’autopsia da fare?
Esposito si alzò dalla scrivania su cui era seduto, mentre Lanie disse rivolta ad Esposito:
-Decisamente non hanno fatto sesso, è troppo acida!
-Magari li hanno interrotti, non hai detto che li hanno avvisati di prima mattina?
Entrambi si voltarono verso Beckett, in cerca di una reazione, anche involontaria. La detective fu colta di sorpresa e, prima che il suo volto la tradisse, alzò in fretta la cornetta, si voltò di spalle e aggiunse:
-Devo chiamare il direttore dello Splitz, sarà sollevato che il caso sia chiuso.

***

La giornata passò via in fretta. Castle decise di lasciare in pace Kate per qualche ora,  pensò che l’avrebbe raggiunta una volta che gli altri se ne fossero andati, sapendo che era solita trattenersi fino a tardi. E infatti, quando si recò al distretto, Kate era alla sua scrivania, come previsto.

-Detective!
Kate alzò lo sguardo con un’aria perplessa, il tono di voce era palesemente quello di Castle, ma camuffato, più profondo. I suoi occhi incrociarono un enorme orso di peluche, davanti al volto dello scrittore. Castle lo teneva per le braccia pelose e lo muoveva per dare l’idea che fosse il peluche a parlare.
Kate sarebbe scoppiata a ridere ma voleva mantenere un contegno, così si morse il labbro inferiore e scosse la testa, pensando al fatto che qualunque cosa facesse non riusciva ad essere arrabbiata con quell’uomo per più di 5 minuti. Poi Castle si scostò l’orso dalla faccia, fece un sorriso che sciolse Kate, e continuò a parlare

-Ho preso un orso anche per te ieri, sai come ricordo della serata
L’orso aveva una maglietta con su scritto: “Lo Splitz è il posto in cui realizzare i tuoi sogni”
Castle indicò la frase, poi disse
-Con me ci è riuscito…
Esitò un attimo, fece l’aria pensierosa con gli occhi verso il soffitto, poi tornò a guardare Kate e aggiunse
- quasi… - Riferendosi all’interruzione prematura di quella mattina.

 Kate scosse la testa in modo più insistente. Poi prese un pacchetto di gomme che aveva sulla scrivania e lo lanciò a Castle, che spostò in fretta l’orso per farsi da scudo.

-Hai ferito l’orso!  - Disse, con un tono di voce piagnucolante. Poi aggiunse, tornando serio:
-Ho spedito un biglietto di scuse alla signora Tiggle e una copia di Heat Wave autografata... Volevo fare un gesto carino, non so se mandarle un libro di gialli dopo il presunto omicidio sia stata la mossa giusta. Mi auguro apprezzi le intenzioni!

Kate non aveva detto nulla, rimase in silenzio ad ascoltarlo ammirata. Poche volte allentava la presa sul freno e si lasciava andare e sentiva che quello era uno di quei momenti. Ne ebbe la certezza dopo che Castle parlò.
Lo scrittore aveva appoggiato l’orso sulla sua scrivania, fece un respiro e disse:

-Sai per uno scrittore dovrebbe essere facile trovare le parole, avere sempre la frase giusta da dire, ma quando penso a te, a noi, io… io non ci riesco. Non le trovo! Sono come superman esposto alla cryptonite: senza poteri!

Fece una pausa poi aggiunse:

-Tu mi lasci senza parole!

Fece un’altra pausa e, col solito fare da bambino, aggiunse:

-E mi riempi di “cioè”!

Poi sorrise e rimase in attesa di una reazione …

Kate si alzò, lo prese per mano e lo portò vicino ad una porta che Castle non aveva mai aperto, non sapeva cosa ci fosse dentro. Era un bugigattolo pieno di stracci e secchi, Kate guardò con attenzione prima di chiudere la porta e infilarsi nella stanza con lui. Lo spinse contro il muro e lui urtò un secchio, rovesciando una bottiglia di detersivo. Come al solito combinava guai ovunque mettesse piede!

Poi lo baciò. La passione della mattina, che aveva cercato di tenere a bada per tutto il giorno, divampava ogni secondo che passava. Più erano vicini e più si faceva vivo il ricordo di qualche ora prima. Stavolta fu Castle a scostarsi leggermente, mentre Kate continuava a divorargli le labbra, facendolo parlare a fatica:

-Devo ammettere che è non ho mai trovato l’odore di candeggina così eccitante. – Riuscì a dire a malapena lo scrittore, che pensava a quanto fosse così poco romantico quel posto  ma così assolutamente perfetto quel momento, perché era stata Kate a volerlo, finalmente!

 Ad un certo punto la porta si aprì e un uomo accese la luce. I due si allontanarono di scatto. Era l’addetto alle pulizie, che fu sorpreso di vedere due persone lì dentro. Castle colse il disagio dell’uomo e cercò di rimediare:

-Beckett te l’avevo detto che non era questa la sala interrogatori. Ci scusi buon uomo, la detective ha un pessimo senso dell’orientamento!

Poi i due uscirono, mentre l’uomo delle pulizie, perplesso, li guardava allontanarsi, abbracciati e sorridenti, come quella volta nel parcheggio, quando le loro bocche si toccarono per la prima volta.


 
Ciao a tutti,
siamo giunti al termine! Volevo ringraziarvi per aver letto e commentato. Questo finale “romanticoso” non è molto nel mio stile, sarà la primavera! “Maledetta primavera” sarà la motivazione “goggiana”  che userò per qualunque altra fan fiction mielosa scriverò nelle prossime settimane!
Spero vi siate divertiti…
Grazie di nuovo,
al solito, feed the birds a tutti!!!

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