Pirati dei Caraibi- alla ricerca del Fiore Blu

di angelikakiki
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Verso Tortuga ***
Capitolo 2: *** Tortuga ***



Capitolo 1
*** Verso Tortuga ***


Jack si diresse verso il molo. L’uomo del molo si chiama Vincent, un omino piccolo e con pochissimi capelli in testa.
“ Signor Turner!” esclamò lui gioioso.
“ Ciao Vincent” sussurrò lui malinconico.
“ Allora oggi è il grande giorno, eh?” domandò invadente Vincent. Jack annuì.
“ Sì… non posso più aspettare. Mia madre sta peggiorando. Non mi rimane che una cosa da fare” sussurrò il ragazzo. Jack ormai era un robusto ragazzo di diciotto anni, capelli castani, occhi marroni e scuri.
“ Con chi ti imbarcherai?
“ Con quei mercanti lì…” disse indicando una schiera di uomini a bordo di una nave.
“ Hanno degli affari a Tortuga. Spero vivamente di incontrare… qualcuno che mi sappia dire qualcosa” disse a Vincent. L’omino annuì comprensivo.
“ Sì… capisco… bhè, in bocca al lupo signor Turner!” disse togliendosi il capello minuscolo che si ritrovava. Jack guardò l’orizzonte. Il mare quella mattina era piatto, calmo. Sarebbero arrivati prestissimo a Tortuga. Forse ci sarebbe voluto un giorno. Forse meno.
“ Già, è proprio lì che devo andare” sussurrò Jack prima di imbarcarsi. Salì sulla piccola nave. La “Romina”. Era così che la chiamavano tutti. Lo accolse il signor Loren, il capitano.
“ Devi essere il signor Turner, giusto?” chiese l’uomo. Era un  uomo alto, abbronzato, con occhi e capelli neri come cenere. Aveva in mano le carte nautiche.
“ Sì, signor Loren?” chiese Jack.
“ In persona! Grazie di essere qui!” disse. Jack chinò il capo lievemente.
“ In realtà il piacere è mio: sapevo che vi mancava un ragazzo che vi aiutasse a scaricare le merci e…
“ E hai colto al volo l’opportunità!” completò Loren. “ Adoro i ragazzi pieni di iniziativa come te! Sei sicuro di voler poi rimanere a Tortuga? Insomma… un giovane così promettente come te, rovinarsi in quella città di…
“ Lo so, la sua reputazione è nota. Ma non mi fermerò a Tortuga a lungo” disse Jack togliendosi la giacca. Il caldo era assillante. Il capitano parve sorpreso.
“ Non ti fermerai a Tortuga? E dove andrai?
“ Non lo so ancora, signor Loren. Per adesso voglio solo arrivare lì prima possibile!” dichiarò Jack. Il capitano annuì e lo scortò per conoscere il resto dell’equipaggio. Dopo che gliel’ebbe presentato, levarono le ancore. E si diressero verso il mare aperto. Jack si sedette sulle scalette della Romina. Guardò la sua città, già con nostalgia. Le case, gli abitanti, i negozi… tutto gli sarebbe mancato. Ma doveva essere forte. Ormai non era più un ragazzino. E intraprendere quel viaggio era l’unico modo per salvare sua madre. Il signor Loren si sedette vicino a lui. In fin dei conti, era un uomo comprensivo.
“ Tutto bene?” domandò. Jack annuì meccanicamente. Il signor Loren sorrise quasi divertito.
“ Mastro Rebbow!” urlò a uno dei mercanti.
“ Vorrebbe intrattenere il nostro giovane amico dandogli delle informazioni su Tortuga?” domandò.
“ Sì, signore, ma lei aveva detto…
“ Oh, quel timone sporco potrà aspettare. Venga qui. Nessuno conosce questi mari come li conosce lei!” esclamò il signor Loren andandosene. Prese il suo posto mastro Rebbow. Era un uomo anziano, con la barba bianca e spelacchiata, quasi calvo. Aveva gli occhi di un azzurro intenso, quasi grigio.
“ Quanti anni hai, ragazzo?” domandò.
“ Diciotto. Li compio questo luglio.
“ Oh… come mio figlio…” sussurrò Rebbow. “ E perché sei qui?
“ Ho delle cose da fare a Tortuga” disse Jack. Decise che tra tutte le versioni quella era la più credibile. Ma si ricredette subito.
“ No, è impossibile. Non mi sembri un ragazzo scriteriato. E gli unici lì che non sono folli e irruenti siamo noi poveri mercanti, costretti a portare rum e vino e tanta polvere da sparo. Perché lì a nessuno verrebbe in mente di lavorare, tanta è la pazzia che alimenta quella città” aggiunse. Quel mercante sembrava particolarmente abile nel parlare. Forse aveva detto quelle cose a molti prima di Jack.
“ Perché, cosa si fa a Tortuga? Io non ci sono mai stato” confessò Jack sottovoce. Gli occhi del vecchio si riempirono di meraviglia.
“ Mai stato a Tortuga? Oh, no! Nessun uomo si può definire tale se non è mai stato a Tortuga, città delle Meraviglie!
“ Ma lei aveva detto…
“ Certo, è una città di squilibrati. Lì gli unici a comandare sono la lussuria e il peccato. Ma alla fine, non sono questi i principi a cui aspira ogni uomo?” domandò il vecchio. Jack scosse la testa.
“ Dipende dall’uomo in questione, mastro Rebbow” disse Jack contrariato. Rebbow inclinò le sopracciglia.
“ Oh, con questo non ti fare cattive idee su di me. Anche io la pensavo come te. Ma prova a passare una settimana a Tortuga… e vedrai che quel rum che odiavi tanto si trasformerà in una fonte di acqua fresca… è così che funziona, lì dentro. Poi vedrai. Ma mi chiedo perché tu ci vada. Se il tuo scopo non è lasciarti andare quale può essere? Reclutare una ciurma di pirati?” disse il vecchio scherzando. Jack per poco non sobbalzò. In realtà l’obiettivo era quello.
“ Ho le mie cose da sistemare lì. Mi dispiace, non posso dire niente” aggiunse scocciato. Rebbow si alzò.
“ Ho capito. Rilassati ragazzo” disse toccandogli la spalla. “ Mio figlio ha la tua età. So bene come siete fatti. Ah, l’ardore dei giovani…” commentò andandosene. Jack guardò l’orizzonte ancora una volta. Non poteva crederci: ormai era troppo tardi per tornare indietro.  

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Capitolo 2
*** Tortuga ***


 

“ Ragazzo, le botti” urlò il Signor Drinky. Senza fiatare Jack prese la botte che gli passava. Era particolarmente pesante ed emanava un forte odore di rum. Era l’ultima botte. Infatti Jack aveva passato le ultime ore a scaricare dalla nave la quantità infinita di botti e roba varia. Aveva la schiena a pezzi. Il signor Rebbow si limitava a fissarlo mentre si massaggiava le gambe.

“ Non sei abituato al lavoro duro, eh, Jack?

“ In realtà no: non ho mai lavorato prima.

“ Neanche tua madre lavorava, no? Tua madre non è Elisabeth Swan?

“ Sì… lo è…” rispose Jack esitante.

“ Non l’ho mai vista lavorare in città” affermò. Jack non rispose. Anche perché arrivò il signor Loren.

“ Bene, signor Turner! Qui abbiamo finito! Allora, è proprio sicuro di non voler tornare a casa?

“ Sicurissimo signore… ormai sono qui…

“ Temerario e deciso! Ho detto, mi piacciono i ragazzi così! Bhe, allora ti auguro buona fortuna per… per qualsiasi cosa tu voglia fare!” aggiunse. Jack gli strinse la mano.

“ Grazie… lo apprezzo davvero tanto. Grazie per avermi dato un passaggio.

“ Ma di niente, figliolo, di niente… potresti essere mio figlio… ce li hai i soldi?

“ Sì…

“ Allora tieniteli stretti! Qui bisogna tenere gli occhi aperti, ragazzo!” disse il capitano sottovoce. Sorrise gioviale.

“ A presto signor Turner!” urlò salendo sulla Romina. Jack si limitò a salutare con la mano prima di dirigersi al vero e proprio centro di Tortuga. Le vie erano piene di gente ubriaca. Quello doveva essere l’Inferno. Il signor Rebbow, malgrado avesse raccontato ciò che succedeva lì dentro, si doveva essere scordato di includere alcuni dati importanti. Un odore di alcol invadeva la città, così che ben presto Jack si ritrovò a barcollare stordito. Ovunque belle donne, tante tante belle donne. Jack non aveva visto così tante donne prima d’allora. Troppo fumo: malgrado fosse un caldo pomeriggio l’aria era stracolma di fumo.   Jack tossì violentemente. In effetti si ritrovò a pensare che il suo piano aveva molti punti deboli. Uno tra tanti, cosa fare a Tortuga. Si diresse verso un piccolo pub. Dai racconti di sua madre lì c’erano abbastanza probabilità di incontrare l’uomo che voleva vedere. Entrò. Chiasso, tanto tanto chiasso. Uomini ubriachi, calici vuoti, pistole puntate in aria… Jack non riusciva a respirare inebriato dall’odore dell’alcol e del fumo. Si avvicinò al bancone. L’ostessa era grassa e arcigna, truccatissima. Indossava un corpetto stretto e giallo canarino. Lo guardava troppo male.

“ Buona sera , signorina” disse Jack sorridendo. Lei non sembrò cambiare espressione.
“ Può aiutarmi?” domandò cortese. Lei annuì.

“ Abbiamo rum, tequila…

“ No, non voglio comprare niente!” aggiunse lui subito.

“ Allora non posso aiutarla! Se non se ne va da solo la faccio buttare fuori!” gridò lei.

“ Signorina, no, sono venuto qui per farle una domanda!” disse deciso. Lei lo squadrò.

“ Sei dell’esercito del Re o di qualche altra diavoleria amministrativa? Sento la tua puzza di gentiluomo!” esclamò quella.

“ No, sono un semplice ragazzo che vuole sapere se lei conosce un certo Jack Sparrow!”dichiarò. Sentì una voce alle sua spalle.

“ Jack Sparrow?” si girò. Una ragazza alta, bionda, con occhi come fari blu lucenti.

“ Se lo vedi dagli questo da parte mia!” esclamò. E gli diede uno schiaffo. Se ne andò offesa. Jack anche non potette fare a meno di sentirsi sconfitto. Uscì dalla locanda, quando una figura con un lungo cappuccio gli si avvicinò.

“ Jack Sparrow? Come fai a conoscere Jack Sparrow?” chiese. La voce era femminile.

“ Senti, se vuoi darmi un altro schiaffo o altro…

“ No, voglio aiutarti invece. Dai, seguimi!” esclamò dirigendosi verso la riva. La figura si diresse dietro una piccola capanna posizionata sopra la riva. Si levò il cappuccio. Mora, scura di carnagione, due occhi scuri e profondi.

“ Tu conosci Jack Sparrow?” chiese.

“ No… in realtà non di persona…

“ E cosa vuoi da lui allora? Ti deve dei soldi? O una barca…” disse pensierosa. Scossi la testa.

“ No… voglio solo informazioni!

“ Quali informazioni?

“ Relative alle mete delle sue carte nautiche!” esclamò Jack. La bruna rimase immobile, sorpresa.

“ Le sue carte nautiche… a cosa ti riferisci, ragazzo?

“ Sono speciali, no? Non sono delle normali carte…” ammise il ragazzo. Lei lo guardò accigliato.

“ Chi te l’ha detto?” disse lei incredibilmente sfoderando una pistola. Jack indietreggiò.

“ Oh! Pazza, abbassa quella pistola!” la donna avanzò minacciosa.

“ Se sei uno stupido membro di qualche stupida Compagnia delle…

“ Sai, è già la seconda volta che mi scambiano per quello che non sono in questa città!” esclamò Jack abbastanza scocciato. La donna abbassò l’arma.

“ Avanti, come fai a sapere delle carte di Jack? Chi te l’ha detto?” chiese. Jack abbassò gli occhi.

“ Mia madre…

“ E chi sarebbe questa? Qualche ‘ amichetta’ di Jack?” domandò lei. Jack alzò lo sguardo.

“ No, mia madre. Elisabeth Swan” dichiarò. La donna spalancò la bocca meravigliata. Squadrò Jack dalla testa ai piedi.

“ Sei il figlio di Will?” domandò. Jack sobbalzò al nome di suo padre.

“ Conosci mio padre?” chiese. La donna annuì.

“ Ma certo. E come potrei non conoscerlo. La prima volta che lo vidi era un qualsiasi sempliciotto, proprio come te, ragazzo. E l’ultima volta era il capitano dell’Olandese Volante, la nave più temuta dei sette mari. Non mi sono presentata: Annamaria Grack. Scusami per prima, ma non immagini quante persone…

“ Nessun rimpianto” tagliò corto Jack. “ Quindi conoscevi anche mia madre?

“ Sì, certo, anche tua madre. È stata lei a farci avere la Perla Nera. Tua madre te ne avrà parlato, no?” domandò.

“ Sì… la nave di Sparrow?

“ Sì… anche se dopo la riuscita della missione, sono scesa a Tortuga e mi sono arruolata a un altro equipaggio. Solo ultimamente ho ripreso a frequentare Jack. Dopo la sua missione per la Fonte della Giovinezza…” il suo sguardo si riposò su Jack. “ E tu perché vuoi le sue carte? A che ti servono? Non mi sembra che tu abbia bisogno di giovinezza o altro!” commentò.

“ Mi serve la posizione dell’isola di Lothos. Devo trovare il leggendario Fiore Blu” disse. A quelle parole la donna sbuffò sarcastica.

“ Spiacente di deluderti, Jack, ma non esiste il Fiore Blu. È una leggenda, ne sono sicura!” ammise. Lui scosse la testa.

“ No, non è una leggenda. Un uomo, al villaggio, si vantava di essere stato nella ciurma di Sparrow, e di aver visto sulla sua Mappa l’isola di Lothos. È tornato al villaggio solo per motivi famigliari, visto che la moglie era morta e la figlia piccola non sapeva a chi darla. Non è una leggenda. E se esiste devo prenderlo” disse. Annamaria lo guardò sospettosa.

“ Avanti, chi è in pericolo di morte?” chiese. Jack abbassò lo sguardo.

“ Mia madre, purtroppo” disse. Annamaria rimase in silenzio per qualche attimo. Poi, dopo un po’, rispose.

“ Bene, Jack, io devo a tua madre un favore. E anche a tuo padre. Se vorrai cercherò di condurti da Sparrow. Anche se la vedo molto molto dura senza una barca” disse.

“ In effetti, quali erano i tuoi piani una volta qui?

“ Io… pensavo di trovarci Jack… o… mio padre…” sussurrò Jack preso da un senso di vergonga. Annamaria scosse la testa.

“ No, tuo padre è troppo onesto per venire qui. Questo è un posto da pirati” disse. Jack rimase sorpreso.

“ Mio padre è un pirata, lo so, mia madre…

“ Tuo padre? Sì, diciamo di sì. Ma non per scelta, te lo posso assicurare. Will Turner… quando lo conobbi era solo un garzone che voleva salvare una damigella in pericolo. Ammetto di averlo sottovalutato in principio, ma…”

“ Sì, conosco la storia” tagliò corto Jack. Annamaria sorrise.

“ Comunque, per quanto riguarda Jack, se arriverà, arriverà domani. Domani è il Giorno dell’Arruolamento” disse sorridendo. Jack la guardò interrogativo.

“ Praticamente tantissime persone vengono qui per arruolarsi. Scommetto che Jack abbia bisogno di ragazzi forti e volenterosi. Poi, dopo l’ultima missione…” commentò pensierosa. Jack non indagò. Fissò il mare. Con un po’ di fortuna, il giorno dopo, avrebbe visto delle vele nere all’orizzonte.

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