Easily

di I_Want_Wonderland
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** London Calling ***
Capitolo 2: *** L'appuntamento ***
Capitolo 3: *** Wembley Stadium ***
Capitolo 4: *** Una giornata perfetta ***
Capitolo 5: *** Il Concerto. ***
Capitolo 6: *** Il Party ***
Capitolo 7: *** Black Holes & Revelation ***
Capitolo 8: *** München ***
Capitolo 9: *** Easily forgotten love ***



Capitolo 1
*** London Calling ***


“Hai preso tutto? Scarpette? Sciarpa?”
” Si Pa…” .Risposi con voce esasperata.

“E l’ombrello l’hai preso??? Guarda che a Londra piove sempre!”
 “Pa siamo a Giugno, non ci sono mica i monsoni in Inghilterra!!!”
Mio padre, nonostante i miei 19 anni continua sempre ad essere apprensivo ogni volta che parto. Beh dopotutto non era nemmeno il mio primo viaggio che affrontavo! L’alto parlante chiama il mio volo.
“ Ciao Pà, ti chiamo appena arrivo promesso” dico baciandogli la guancia.
“ Mi raccomando Carlotta stai attenta!”
 “Stia tranquillo signor Mario la controllo io!” disse una voce alle mie spalle, mi voltai e vidi un bellissimo ragazzo, alto biondo e con due occhi azzurri; era Dodo il mio migliore amico. All’anagrafe Domenico, ma ormai tutti lo chiamano così perché da piccolo balbettava il suo nome; era la persona più cara che avessi oltre la mia famiglia, lui era il fratello che non avevo mai avuto.
“Dai Lolita- prosegui- andiamo siamo in ritardo.” Liquidai mio padre, e mi diressi verso il ceck in.
“Dai sarà una settimana fantastica! LONDON CALLING- disse urlando, e attirando l’attenzione su di noi- Che hai?? Non mi vorrai dire che sei tesa per l’esibizione??”
“Ma và!!!” risposi con un sorriso.
Il fatto e che non ero tesa, ero invasa dalla paura. Paura di sbagliare qualche passo o di cadere, e fare una figura con loro, i mie idoli di sempre. Per 10 anni della mia vita ho viaggiato in lungo e in largo per l’Europa esibendomi con il mio gruppo alle più prestigiose gare di ballo, confrontandomi con ballerine più belle e brave di me, davanti a giudici che si credevano dio disceso in terra. Ma questa volta era diverso. Questa volta mi sarei esibita, in uno stadio davanti a milioni di persone, senza casomai ricevere alcuna considerazione, perché loro non erano venuti li per vedere me, ma per loro: i MUSE.
Non so nemmeno io perché mi facevo tante paranoie, dopotutto avevo già lavorato per loro. Me lo ricordo benissimo quando Steno coreografo, il nostro coreografo (anche se lui diceva di essere il nostro manager) ci aveva detto che saremo dovuti partire a Los Angeles per prendere parte a un video-clip, perché la regista Flora  Sigismondi ci aveva visto ballare e voleva inserirci nel video. Benedetta donna, che ci fece muovere a scatti senza una vera coreografia, però almeno mi aveva fatto conoscere i mie idoli. La verità e che mi terrorizzava non il fatto di rivederli tutti e tre, ma solo di rivedere Dominic. Si perché era il mio preferitò, il mio amore adolescenziale, quello che avventatamente baciai a Los Angeles.

Atterrammo all’aeroporto con 20 minuti di ritardo. Ad attenderci c’era Steno,. Ci saluto chiedendoci com’era andato il viaggio e cose varie e ci scorto verso una lussuosissima berlina di colore blu. In quel momento mi sentii una vera diva.
“Ora andiamo in albergo- disse Steno con tono molto pacato- Vi sistemerete in camera, vi rilasserete un po’ e poi alle 16 vi voglio trovare nella hall”
“Agli ordini capitano” disse Dodo simulando il saluto dei soldati.
L’albergo era un 5 stelle, bellissimo con un ampio lampadario di cristallo al cento della hall, pavimenti in marmo e divani lussuosi... Appena arrivata in camera mi buttai sul comodissimo letto matrimoniale, non avevo voglia di niente nemmeno di disfare la valigia , o di chiamare mio padre per dirgli che era tutto ok.
Lo feci controvoglia, e con la stessa controvoglia mi diressi in bagno per darmi una rinfrescata. Il display del mio telefono segnava le 15:45, ero in perfetto orario. Una volta scesa nella hall Steno ci invitò a seguirlo, noi senza esitare eseguimmo l’ordine. Ci condusse in una sala  non tanto grande, luminosa, con un bar e alcuni tavoli dove sedevano degli uomini d’affari. Ad uno però c’erano quattro individui. Uno di loro ci veniva in contro con un sorriso smagliante:era Tom.
Poco dopo si avvicinarono anche gli altri tre. Subito Chris abbracciò me e Dodo in una morsa stritolante “ Ragazzi, ma quanto siete cresciuti!”
“È da un anno che non ci vediamo Chris” disse Dodo con un filo di voce “gentilmente mi puoi lasciare che non respiro”
Poi sopraggiunse Matt che porse la mano a Dodo e a me diede un bacio sulla guancia. E infine Dominic, il biondo batterista, fece la stessa cosa del suo compagno, ma si avvicinò al mio orecchio e mi disse “È un piacere rivederti!” e mi abbracciò. E io nel suo abbraccio mi sciolsi.

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Capitolo 2
*** L'appuntamento ***


Ritrovarlo dopo un anno di silenzio, abbracciarlo, sentire la sua voce che mi rivolgeva dei complimenti carini, mi aveva riportato con la mente la sera di quello stupido bacio, e in me crebbe un totale imbarazzo tanto da non riuscire più a guardarlo in faccia. Cercavo di stare calma di non pensarci e di fare come se niente fosse. La cosa mi risultava impossibile, tutti i miei pensieri si affollavano su quel momento. Chissà se lui ci avrà mai pensato. Ovvio che no! È  fidanzato. Penserà che sono solo una stupida ragazzina infatuata del suo idolo, e ha ragione. Ma allora perché quando l’ho baciato non si è staccato da me respingendomi e mi ha assecondata??? 
  “Allora che dici?” 
Tutto questo mio pensare fu interrotto dalla voce squillante di Dodo che mi porgeva quella domanda. Paura e panico nell’aria! Di cosa stavano parlando? Salvati in calcio d’angolo Lolita, inventati qualcosa. Feci un bel respiro.
“Mah… -iniziai- io propongo di iniziare col le prove” .
“Ahahahah- rise Matt con quella risata che adoravo talmente tanto- non perdi tempo, sei una ragazza diligente!”
“ Vede mio caro Mister Bellamy per me e il mio collega qui presente- gli indicai con la mano Dodo- è alquanto difficoltoso il compito che lei e i suoi soci ci avete assegnato, in quanto noi siamo abituati a eseguire le coreografie con musiche registrate e non eseguite dal vivo.”
“ ma che cosa dici?” intervenne Steno, Mentre gli altri ridevano.
“Dice – intervenne Dodo in mio soccorso- che noi non siamo grandi ballerini di danza classica abituati a i continui cambiamenti che i direttori di orchestra fanno  agli spartiti.”
“ Senza contare poi che Matt fa delle improvvisazioni con la chitarra. Senza offesa io adoro quando le fai” e gli feci un sorriso da fan innamorata qual ero.
“ Tutto sommato ha ragione lei-intervenne Dom-  è meglio parlarne e provarle prima, almeno non rimangono disorientati se sentono un ritmo differente. E poi questa cosa la sappiamo solo noi, mica tutto il pubblico!” 
Cazzo Dominic James Howard mi dava ragione, mi sentii avvampare.
“Ok Dom! –intervenne Matt- facciamo così. Ne riparliamo domani alle prove; scusate ma devo scappare a prendere Gaia all’aeroporto.”
Che tenera, sta vicino al suo fidanzato per questo concerto così importante. E se anche Jessica raggiungesse Dom? Non avrei mai avuto il coraggio di presentarmi dopo il danno che avevo combinato. Nuovamente paura e panico nell’aria!  Mentre gli altri si dirigevano verso la hall tirai Dom per la maglia, la mia curiosità dubbiosa doveva essere saziata.
“ Dominic scusa…”
“ Dimmi Babe!” di disse con un sorriso smagliante che mi fece rimanere imbambolata per qualche secondo.
“Senti, ma anche Jessica sarà qui per il concerto?” 
“ No, lei non ci sarà”.
Tirai un sospiro liberatorio.
“ Wow! E Questo cos’era? Un sospiro di soglievo?”. Lui mi si avvicinò mi prese le mani e proseguì “ Tranquilla, Jess non sa nulla del nostro piccolo segreto” mi baciò le mani e mi fece l’occhiolino, sentii un leggero fuoco sulle guance.
“ Si…ehm… ecco… a proposito di questo… cioè…io” 
“Ascolta, perché non ne parliamo più tadi, ti porto a fare un giro, mangiamo qualcosa parliamo un po’. Passo alle 7:30?” 
“ehm.. si..si…ok va bene!” risposi incerta e frastornata.
“Allora a dopo babe!”  mi diede un bacio sulla guancia e andò via. 
Avevo un appuntamento. Avevo uno strafighissimo appuntamento con Dominic Howard.
Non capivo più nulla, il mio cuore era piano di gioia, e la mia mente già viaggiava nel mondo dei sogni. Questa era subito da dire a Dodo, ma come Steno era sempre in mezzo alle palle; se avesse saputo mi avrebbe sicuramente detto “Sii professionale Lolita, loro sono lavoro. Non ti innamorare di una rock Star”. Troppo tardi, ne ero infatuata da sempre. Avevo un loro poster enorme in camera, ascoltavo fino alla nausea ORIGIN OF SYMMETRY, e sognavo di perdere la verginità con Dom, beh una cosa che fanno tutte le sue fan ancora verginelle. Questa volta era diverso io potevo parlarci e stargli accanto, sentire il suo profumo, guardarlo in quei suoi occhi che cambiavano dal verde al grigio.
Appena arrivata in camera, entrai subito in doccia, nel mentre pensavo a cosa mettermi. In realtà non mi ero portata nulla di che, giusto il necessario per cinque giorni. Avrei chiesto consiglio a Dodo. Dopo essermi asciugata i capelli, gli mandai un sms per dirgli di raggiungermi alla velocità della luce. Così fece.
Gli spiegai la situazione e gli chiesi consigli su come vestirmi. Subitò rovistò nella mia valigia e mi porse l’abito blu scuro che mi ero portata per il party post concerto.
” Mettiti questo! Lo stenderai subito!” .
“No quello lo metto per il Party dopo il concerto”
“ Uff Quanto cazzo siete preziose voi ragazze, se io fossi nato donna…”
“ non ti conserveresti e la daresti a tutti, lo so.”
A volte mi dimenticavo che parlavo con un ragazzo, un ragazzo che se le faceva tutte e non si voleva innamorare di nessuna perché secondo lui l’amore non esisteva. Alla fine optai per una camicia a righine blu con maniche a palloncino, un jeans blu scuro a sigaretta e un paio di ballerine rosse.
“Che ne dici???”
“ Bene stai bene…ma ti avrei preferito con il vestito, almeno eri più porca!” mi disse con un’espressione da deficiente
“Fanculo stronzezzo!!!”
“Almeno sciogliti i capelli, sei fissa con la coda”. L’ora x era ormai giunta, lasciai Dodo e andai verso l’ascensore; al suo interno fui nuovamente assalita da dubbi e paranoie. E se no gli piaccio? Magari aveva ragione Dodo, mi dovevo mettere il vestito. No no così è meglio, almeno non do il messaggio di essere una facile. Ormai è troppo tardi lo penserà già.Ma di cosa vorrà mai parlare, non ho argomenti, a parte la danza e i MUSE. Seh adesso ci manca solo che parli del suo gruppo con lui.
Finalmente arrivai nella hall, lo cercai tra la gente ed eccolo! Bello come non mai, aveva un pantalone grigio aderente, una camicia bianca e sopra un giubbino in pelle nero; mi si avvicinò sfoggiando uno dei suoi migliori sorrisi.
“Ciao! Che carina che sei Babe!”.
Non risposi mi limitai solo a sorridere timidamente, quella sua frase aveva cancellato in me ogni dubbio. Le piaccio almeno un po’.
“Vogliamo andare?!” e prendendomi per mano uscimmo dall’hotel.

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Capitolo 3
*** Wembley Stadium ***


Mi svegliai in camera con uno strano benessere.
Si il benessere che avevo provato la sera prima, non era ancora svanito. Fortunatamente tutto andò a meraviglia, scoprii un Dom totalmente diverso dalle informazioni che si leggono nei siti internet.
Era dolce, sensibile, ascoltava con attenzione quello che avevo da dire, e mi aveva ricoperto di attenzioni. Mi voltai a guardare la rosa che mi aveva regalato, e mi tornò alla mente il bacio che ne seguì. Sentii nuovamente il suo buon profumo, calore delle sue labbra, la sua lingua che delicatamente giocava con la mia… e mi accorsi che era ora di smetterla. Si ok, avevo passato una bella serata, ma lui era fidanzato e io non volevo fare la guastafeste.
Dovevo raccontare tutto a Dodo.
“Allora? Racconta”- mi disse lui appena saliti in macchina.
“Mah nulla, mi ha portato in un ristorantino molto carino..”
“ Non me ne fotte un cazzo, soglio sapere se avete quagliato” e con la mano imitò il gesto della scopata.
“ No, non l’abbiamo fatto.Però ci siamo baciati, e mi ha anche regalato una rosa!”
“Oh finalmente, quando vi rivedrete?”
“Beh stamattina abbiamo le prove, dimentichi?”
“ No tontolina, quando vi rivedrete per continuare da dove avete lasciato.”
“ Non credo ci sarà un seguito- risposi un po’ triste- lui sicuramente prova affetto per me, mi vede come una tenera amicizia.”
” Una tenera amicizia??? Allora quando tu esci con me, quella è un’uscita tra amici. Tra di voi c’è feeling.” “Tu dici?” lo guardai impanicata.
“Buon Dio Carlotta - mi chiamava con il mio nome anagrafico solo quando si incazzava- hai 19 anni, sei giovane, bella e  simpatica” “ Smettila, sei di parte”
“ No te lo sto dicendo con il cuore, e parlo per quello che ho visto tra di voi. Lui non ti guarda come un’amica, fidati che se a un ragazzo non gliene frega nulla di te non ti rivolge tanti complimenti, come ha fatto lui, non ti chiede subito di uscire, e non ti bacia! Per ben due volte”
“ Mi stai facendo salire l’ansia”.
“ No è la verità. Se lui fosse tanto innamorato della sua ragazza, non ti avrebbe baciata anche ieri.  Avrebbe solo messo le cose in chiaro. Ma invece tu a lui piaci!”.
Perfetto era riuscito a incasinarmi la mente, come facevo ora ad affrontare le prove con queste paranoie. “Smettila di farti le seghe mentali. Andiamo siamo arrivati”.
Scendemmo dall’auto. Davanti a noi si presento la grande costruzione dello stadio. Tom ci scortò fino a quelli che dovevano essere i nostri camerini, anzi il nostro camerino, visto che lo dovevo dividere con il mio socio.Ma questo non era un problema per me. Ci cambiammo Tom tornò a prenderci e ci guidò verso un lungo corridoio. E alla fine arrivammo dietro le quinto, salimmo sul palco e…WOW. Davanti a me si presentarono gli spalti vuoti dello stadio. In quel momento mi senti piccola piccola, una sensazione che avevo provato solo entrando nella Basilica di San Pietro, e il mio volto si riempì di lacrime.
“Perché piangi?” mi disse qualcuno, mi voltai era Chris, dietro di lui vidi Matt, Dom e Morgan.
“Stai male per caso?” mi chiese con una dolcezza paterna avvicinandosi.
“ No, sto bene mi sono solo commossa.”
Lui si mise a ridere, mi prese tra le sue braccia e mi stritolò affettuosamente. “Non è una cucciola”
“Si è molto dolce!” aggiunse Dom.
Ecco il panico sale, mi staccai da Chris. “Scusa non volevo farti spaventare”
“Tranquilla non c’è problema, siamo uomini mica macchine, le emozioni fanno parte di noi”.
“Oh che tenero.Però ora forse e meglio che inizi a riscaldarmi, altrimenti ritardo il vostro lavoro”.
Mentre io e Dodo iniziammo a riscaldarci, guardai i ragazzi iniziare le prove, erano molto affiatati. Soprattutto Matt e Dom, si volevano bene come 2 fratelli.
Finalmente provammo le coreografie. La prima quella di TIME IS RUNNIG OUT era abbastanza semplice perché si rifaceva più o meno a quella del video, l’altra era quella di NEW BORN, leggermente più difficile perché dovevamo fare molti giri e un sacco di popping, ma Dodo ne era felice, forse perché l’aveva ideata lui. Alla fine delle nostre esibizioni, tutti ci applaudirono, macchinisti, fonici e tutto il cucuzzaro.
Ci ritirammo in un angolino del palco, mentre loro continuavano a provare. Sentendo le note di SUPERMASSIVE BLACK HOLE iniziai subito a muovermi.
“ Te la ricordi?” mi chiese Dodo.
“Certo!” e subito iniziai a ballare la coreografia che doveva essere inserita nel video. Ma dopo pochi istanti sentii Matt parlare al microfono “Stop!Stop!” i suoi due soci lo guardarono senza capire.
“Lolita vieni qua, al centro del palco.”
Io mi diressi al centro del palco,senza troppi problemi, mi piaceva mettermi in mostra, non avevo vergogna di stare in mezzo alla gente ed esibirmi.
“Balla quello che stavi ballando” mi disse Matt.
Il gruppo riprese a suonare la canzone da poco interrotta, io mi lasciai trasportare dalla musica; ma di colpo mi bloccai. Non sapevo più andare avanti visto che era tutta improvvisazione.
“Scusatemi, non mi ricordo più nulla”
“ Cazzo sei fottutamente brava” Disse Matt venendomi incontro “Voglio che tu balli anche questa!” mi disse guardandomi con quei suoi occhi azzurri.
“ No Matt, non la ballo”
“Perché?- intervenne Chris- sei perfetta diventi tutt’uno con la musica”
“Non mi ricordo bene la coreografia, dovrei improvvisare molto rischiando di essere banale. E poi non ci sono i costumi adatti”
“ Tranquilla i costumi teli procuro io- intervenne Steno-dimmi solo quello che ti serve.” 
Mi girai di scatto verso d
i lui lanciandogli un’occhiataccia.
“Comunque non la ballo” “Lolita! Non fare la diva. Ragione te lo stanno chiedendo loro.”
“Me ne fotto! Direi di no anche se me l’avesse chiesto il papa!- ormai ero incazzata- E poi non c’è nel contratto!”
“ Tranquilla ti diamo un extra” aggiunse Matt.
“Extra un cazzo!- l’aggredii- Possibile che non capiate che per me è difficile” mi voltai e me ne andai di corsa dietro le quinte.
Intravidi Dodo che mi disse che le avrebbe spiegato le mie ragioni. Corsi in camerino! Andai a specchiarmi nel grande specchio sopra il tavolino, ero paonazza. Cercai di calmarmi, ero ancora troppo nervosa, iniziai a camminare su e giù per la stanza.
“Allora ti sei calmata?” mi girai di scatto era Dom.
“Se sei venuto per cercare di farmi cambiare idea, te ne puoi anche andare!” gli ringhiai contro.
“Spiegai perché non vuoi ballare? A me piace come ti muovi!”
“Non la voglio ballare perché 1) non ho il tempo tecnico per preparare la coreografia; 2) non ci sono ne costumi adatti ne attrezzi di scena; 3) anche se ci fossero le prime due, sarebbe un balletto troppo sensuale per un vostro concerto.”
“Balletto sensuale?”
“Si! Tu non hai idea di quanto diventi sensuale fatto con una sedia, un corpetto stile Moulain Rouge e i giusti ammiccamenti. Diventa quasi porno!”
“Quasi porno” ripeté il batterista con un filo di voce. Mi prese per un braccio mi portò a se e continuò :“Beh a me piacciono i porno!”
Iniziò a baciarmi, lo stesso bacio dolce della sera prima, le nostre lingue iniziarono a seguirsi, a giocare. Mentre i sui baci diventavano sempre più passionali mi fece indietreggiare fino a farmi sbattere contro il tavolo della toilette, senza accorgermene mi ritrovai seduta su di esso. Mi staccai da lui, lo guardai negli occhi e gli dissi: “ Guarda che tanto non mi fai cambiare idea”
“ Chi ti dice che lo stia facendo per quello!” e riprese a baciarmi con più passione di prima. Con le gambe lo portai più vicino, mentre lui con una mano mi palpava un seno e con l’altra tentava di slacciarmi i pantaloni della tuta. Tutto questo principio di passione fu interrotto da Dodo.
“ Ehm..Ragazzi non vorrei disturbare” Subito ci staccammo io visibilmente imbarazzata cercai di ricompormi.
“Dom ti stanno cercando forse e meglio che vada”
“Ok. Ci vediamo ragazzi!” e usci. “Cos’è non si bussa?”
“Non c’è nulla tra di noi, prova solo affetto, è solo un amico- disse facendomi il verso- Vedo che però non avete perso tempo!”
“Ascolta Dodo non ti ci mettere pure te! Già sono incazzata per quella storia del balletto”
“Tranquilla ci ho parlato io!”
“Che gli hai detto???”
“ Che avrei provato io a convincerti, e le ho spiegato che non volevi sfigurare davanti a loro, ecco perché ti sei arrabbiata.” Cavolo aveva colpito nel segno.
“Ora che faccio?”
Per prima cosa ti scusi, perché non ti sei comportata tanto bene. Poi stasera ti aiuto io a preparare una coreografia non tanto complessa e domani gliela fai vedere.”
“Grazie, cosa farei senza di te!” e ci stringemmo in un abbraccio.
Lui si che mi conosceva, che sapeva come  ragionava la mia testolina. In un modo o nell’altro riusciva sempre a farmi sentire bene.


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Capitolo 4
*** Una giornata perfetta ***


Restammo svegli a provare tutta la notte. Il che non era un’impresa facile, poiché lo spazio fisico della mia camera era alquanto stretto, anche perché con la sedia avrei dovuto fare qualche acrobazia. Alla fine tutto era compiuto.
“Vada come vada, stai tranquilla. Tanto il pubblico non ne capisce un cazzo di danza!” mi disse il mio socio prima di addormentarsi affianco a me.
La cosa non mi creava problemi, e non era neanche la prima volta che dormivamo nello stesso letto. Non c’era mai stato nulla di sessuale tra di noi, per quanto lui fosse davvero un bel ragazzo, non mi era mai passato per la mente che potesse succedere qualcosa tra noi…beh forse una volta al principio della nostra conoscenza, ma avevo 13 anni!!!
Mi svegliai con un forte mal di testa e delle occhiaie assurde, dopotutto avevo dormito solo quattro fottute ore, e anche male, perché Dodo si prese praticamente tutto il letto, lasciandomi a bordo del materasso. Svegliai Dodo, dopodiché mi feci una doccia fredda, mi preparai per la nuova giornata. Misi una t-shirt nera con una scritta in paillettes che recitava “ESCAPE IN WANDERLAND” un jeans e le mie adorate Superga rosse. Verificai che nel borsone ci fosse tutto ciò che mi poteva servire nelle prove, tutto ok! Andai allo specchio mi feci la mia solita coda di cavallo e indossai gli occhiali da sole montatura rossa e lenti a forma di cuore, molto Lolita di Kubrick. Guardando la mia immagine allo specchio esclamai a voce alta: “Cazzo! Troppo figa!”.
In quel momento qualcuno suonò alla porta. Andai ad aprire era uno dei fattorini dell’albergo, stringeva tra le mani un mazzo di girasoli.
“ La Signorina Carlotta Felice?”
“Si”
“ Questi fiori sono per lei”
“ Li poggi pure sul tavolo” lo feci accomodare nel mentre presi il borsellino per dargli la mancia.
“No non si preoccupi, la mancia e già stata fatta.” Mi disse e usci.
Erano davvero belli, ma chi mai me li aveva mandati? Forse mio padre, convinto che il concerto fosse oggi. Notai un bigliettino tra le foglie. Lo apri. “Visto che non sono riuscito a persuaderti ne con le parole ne con i gesti, provo con un classico mazzo di fiori. Dominic”
Oddio!!! Mi aveva mandato dei fiori, che cosa tenera. La mia giornata era iniziata davvero nel migliore dei modi. Presi il borsone e mi diressi verso la camera di Dodo. Insieme prendemmo l’ascensore e andammo a fare colazione: cappuccino, succo di frutta e cornetti caldi; e poi via allo stadio per le prove, le ultime prove visto che il giorno dopo ci sarebbe stato il concerto. Cercai di concentrarmi esclusivamente sulle coreografie, soprattutto sul mio assolo, questo comportava a non pensare a Dom e soprattutto non lo dovevo incontrare da sola. Per riuscire nel mio intento rimasi quasi tutto il tempo vicino a Steno, con la scusa di ripassare dei passi.
Ad un tratto Tom mi venne a chiamare, dicendomi se me la sentivo di provare SUPERMASSIVE BLACK HOLE; gli risposi che ero pronta e mi scusai nuovamente per il comportamento del giorno prima, mi misi le scarpette con i tacchi e andai sul palco. Trovai una sedia più o meno al centro del palco, presi posizione e feci un bel respiro. Mi rivolsi a Matt con un fare da civetta dicendo : “Io sono pronta maestro”. La musica iniziò ad impossessarsi della mia mente e del mio corpo, inizia ad ancheggiare al ritmo della batteria per poi seguire quello della chitarra. Ecco era il turno di ruote e piroette, ma persi l’equilibrio e caddi in terra. Subito al musica si fermo. In men che non si dica Steno e Dodo era sul palco per vedere se mi fossi fatta male, Matt e Chris si avvicinarono con lo stesso intento.
“Sto bene ragazzi, non ho nulla di rotto” continuavo a ripetere e mi alzai di scatto.
“ Noi continuiamo solo se tu te la senti” disse Matt .
Mi facevano un immenso piacere tutte le loro attenzioni, mi piacevano le attenzioni in generale, però loro era i mie idoli. Riprendemmo da dove avevamo interrotto, e di nuovo ruota, capovolte, piroette. Ci ero riuscita nonostante i tacchi, ero riuscita a fare quella dannata coreografia. Tutti mi ricoprirono di applausi, e complimenti. Chris mi sollevo da terra in uno dei suoi abbracci. Finalmente pausa,ma le prove riiniziarono subito durarono tutto il pomenriggio.
Alla fine decidemmo di cenare tutti insieme;, andammo in un ristorantino in centro,con noi c’era anche Gaia. Era davvero bella, le foto viste sul web le rendevano onore, inoltre scoprii che re molto simpatica ed intelligente. Parlai quasi tutta la sera con lei, anche perché la mia maglietta aveva scaturito una discussione accesa su “Alice nel paese delle meraviglie”, la mia favola preferita, e anche quella di Gaia. Ridemmo e scherzammo, non mi sembrava vero quello che mi stava accadendo. Chris si alzò per andare a fumare, stranamente i miei occhi incrociarono quelli di Dom, e nella mia mente si ripresentò l’immagine del giorno prima. In pieno imbarazzo andai fuori, mi avvicinai a Chris chiedendogli di offrirmi una sigaretta e di non dire nulla a Steno, che non ammetteva queste cose. Poco dopo ci raggiunse Dom, mi si avvicinò che mi abbracciò a sua volta e mi disse solo “ I fiori sono serviti a qualcosa!”
Lo guardai con gli occhi sgranati perché c’era Chris vicino “Tranquilla so tutto!” mi disse il bassista “Tutto… Tutto?” dissi io in preda al panico.
“Dipende cosa intendi tu per tutto- mi disse con un sorriso- Vi lascio parlare, vado a telefonare a Kelly.” Era sempre così tenero quell’uomo.
“Allora- continuò il biondo batterista, mentre si accendeva una sigaretta- ti sono piaciuti?”
“Si Grazie! Però non è merito tuo se ho deciso di ballare.”
“Ah no? Peccato ero convinto di avere un ascendente su di te.”
Mi si avvicinò, avevo una pazza voglia di baciarlo, e mi avvicinai a lui. Buttai al sigaretta non ancora finita, misi le mie mani sopra le sue spalle, mentre lui mi cingeva la vita con un braccio. Sarei riuscita a strappargli un bacio se Steno non si presentò all’improvviso. Repentinamente mi staccai da lui.
”Dai Lolita, andiamo, per noi è tardi. Ma stavi fumando?”
“Io??? Assolutamente no, guardavo le stelle e parlavo con Dom?” “Sarà..” disse lui poco convinto. Rientrai nel locale a salutare tutti in particolare Gaia, che mi aveva letteralmente stregata. Poi riuscì fuori, Dom era ancora li. Mi avvicinai, gli diedi un bacio sulla guancia e lui mi fece una carezza. Avevo una immensa voglia di prenderlo e farmelo li davanti a tutti. Le urla di Steno che mi diceva di muovermi mi riportarono alla realtà. Prima di salire in macchina mi girai verso di lui “Dom! Perché proprio i girasoli? Di solito tutti regalano rose a una ragazza”
“Perché tu sei come il sole. Sono rimasto folgorato dalla tua luce” mi disse con un sorriso, e torno dentro il locale. Quella frase mi riempì il cuore di gioia, era la perfetta conclusione di una splendida giornata.

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Capitolo 5
*** Il Concerto. ***


Finalmente il giorno del concerto era arrivato.
Nonostante la bellissima serata passata insieme a loro, e nonostante il fatto che ormai mi sentivo sicura sulle coreografie, avevo la sensazione che qualcosa andasse storto. Ci reccammo allo stadio verso le 15 dopo aver pranzato. Io più che alto mi ero limitata a mangiare un po’ di insalata e un pezzo di pane. Avevo lo stomaco chiuso. Una volta arrivati andai in camerino, mi sedetti sul divano, cercando di rilassarmi. Ero terribilmente tesa, e non capivo nemmeno io il perché. Pressi il telefonino e chiamai casa, magari la voce della mia famiglia mi avrebbe tolto quella terribile sensazione. Ma nulla la sensazione perdurava. Mi alzai vagai senza meta per il lungo corridoi, che il giorno era affollato da i membri delle band di supporto che avrebbero aperto il concerto prima dei MUSE. Usci fuori da una porta di servizio a prendere una boccata d’aria, scroccai una sigaretta a uno dei macchinisti. Non ero una fumatrice accanita, fumavo solo quando ero nervosa, un pacchetto da 10 mi faceva quasi 2 mesi.
L’ultima volta che fumai provando questa sensazione di anzia era il giorno del mio diploma. Ma li era una situazione era diversa, oltre che avevo una fottuta paura di rispondere male o di essere colpita da un attacco di dislessia acuta, avrei perso parte delle mie amicizie, perchè chi più o chi meno sarebbe andato a studiare fuori. Questo era normale, segna il passaggio dall’adolescenza alla maturità. Ma adesso perché provavo quella sensazione? Spensi la cicca e tornai dentro percorsi nuovamente il lungo corridoio, tra le urla e le risate di tutta quella gente. Rientrai in camerino. Dodo mi guardo senza dire una parola, capii dal suo sguardo che anche lui era teso, ma non ci rivolgemmo la parola, era il nostro rito scaramantico prima di ogni esibizione, si limitò solo a passarmi una lattina di RedBull, l’aprii e prima di berne un sorso brindai con il mio socio,altro nostro rito scaramantico, che per strapparmi un sorriso mi fece la linguaccia mostrandomi il piercing che aveva sulla lingua. Con calma iniziai a truccarmi e a farmi uno chignon, usai talmente tanta di quella lacca che i miei capelli assomigliavano ad un casco. Truccai in fine anche Dodo: un fondo di cipria bianca, un po’ di mascara e la matita nera negli occhi. Poi arrivò Steno con gli abiti di scena: le divise militari per TIRO; i costumi da soldati napoleonici per NB, e in fine il mio costumino sexy per SMBH. “L’ultima Band di supporto a quasi finito. Conviene cambiarti” mi disse il coreografo. Andai dietro il paravento e iniziai a cambiarmi, con quella sottospecie di body sadomaso. Ok, sono una ballerina, ho usato vestiti aderenti, scollati e corti, ma mai così spudorati. Una volta indossato non era poi male, solo per il fatto che mi faceva 2 tettone enormi. Usci dal paravento, e mi diressi davanti allo specchio. “ Wow!!! Se non fossi come una sorella per me, ti prenderei per i capelli e ti tromberei sul divano.” Mi disse il mio dolce amico.“Non dovresti rivolgermi la parola, ora qualcosa andrà storto.” “ Cazzo ti ho fatto un complimento. Sembri la paranoia fatta a persona.” “ Guardami, sembro un delle Pussy Cat Dolls” “Non dire stronzate, loro sono più belle!” Mi girai di scatto per dargli uno schiaffo, ma lui mi prese i polsi e mi fece cadere sul divano. Lottai per cercare di schiaffeggiarlo ma era impossibile, ridevamo come due deficienti. Fino a quando esausta smisi di lottare. Lui tenendomi sempre i polsi, mi si avvicino al viso per dirmi con un sorriso dolcissimo: “Sei molto bella anche tu!”.
“beh? Cos’è questo un nuovo rito propiziatorio prima delle esibizioni?” La voce pungente di Steno rovinava sempre i momenti migliori.
” Sbrigati, tra un po’ tocca a te”.
Mi alzai dal divano mi misi addosso l’accappatoio di seta, e mi diressi verso l’uscita. Dodo mi prese per un braccio.
“Ehi, stai rilassata, andrai benissimo. Anche se sbagli…” “…il pubblico non ne capisce un cazzo di danza” ripetemmo all’unisono. Eccomi li dietro le quinte, ero super nervosa, iniziai a riscaldarmi, stavano Suonando HYSTERIA, poi sarei dovuta entrare io.
Ecco, è il momento… Mentre Matt strimpellava qualcosa alla chitarra per farmi prendere posto, notai quanto fosse pieno lo stadio. Feci un gesto con la testa per dire che ero pronta. E via. Ogni volta la musica riusciva ad impossessarsi di me. Sentivo le urla dei fans, chissa se a loro piaceva la mia esibizione. Ovvio che no loro erano li per i MUSE. Che invidia, volevo essere li in mezzo a loro, piuttosto che su questo palco a culo di fuori… ok ora ruota capovolta e piroette… Beh io li avrei visti in concerto tra meno di un mese a Verona…ancora un giro, mi siedo accavalla e scavalla le gambe, e casquè sulla sedia. Mi tirai su feci un inchino, e scappai nel back stage. Una volta dietro, mi accorsi di avere un seno di fuori.
“Da quanto tempo è fuori?” chiesi imbarazzata
“ Da quando hai iniziato con la ruota” mi rispose Steno passandomi l’accappatoio.
Che vergogna tutti mi avevano, ritornai frettolosamente in camerino, mi spogliai misi l’altro vestito… fortunatamente TIRO e NB erano vicine in scaletta e non mi dovevo preoccupare di correre a cambiarmi in camerino. Misi prima i pinocchietti bainchi, poi i pantaloni da generale dell’esercito che li avrei strappati come quelli degli spogliarellisti, il sistema era quello, persi poi la giacca napoleonica e corsi di nuovo in prossimità del palco. Ok perfetto Era il nostro turno. Mi sentivo fottutamente bene in quel palco, che le mie ansie e le mie paure sparirono, anche il mio imbarazzo per il seno nudo di prima. Dopo 10 minuti finalmente tutto era finito.
Andai nel back stage con Dodo che mi prese in braccio pieno di felicità
”Socia mi dispiace solo che anche a me non hai fatto vedere le tette”
“Maniaco”
“Bella la mia socia porcellina”mentre Steno ci ripeteva : “Siete stati spettacolari ottimo lavoro!” e ci cinse in un abbraccio immenso.

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Capitolo 6
*** Il Party ***


Mi sentivo appiccicata, sudaticcia, non vedevo l’ora di togliermi quella giacca, dovevo assolutamente farmi una doccia. Ma il mio obbiettivo risultava impossibile, perché durante il tragitto che mi portava al corridoi tutti mi fermavano per farmi i complimenti e attaccavano discorso. Finalmente dopo tante peripezie riuscii ad arrivare in camerino. Mi sedetti davanti allo specchio e cominciai a struccarmi. Poco dopo entro Dodo che si buttò subito sul divano e tirando un sospiro ed enunciò: “ Sono stanco” “ è stata dura ma ce l’abbiamo fatta” risposi io gardandolo attraverso lo specchio. “No carina ce l’hai fatta- disse alzandosi dal divano e dirigendosi verso di me- Hai superato l’ansia, sei rimasta concentrata e hai fatto un assolo stupendo” “Quindi mi hai visto?” “Certo! Potevo perdermi la mia socia, in abiti succenti che balleva in modo sensuale? Ovvio che no!- mise le mani sulle mie spalle-E poi hai davvero 2 belle tette!” con uno scatto mi palpò il seno. “Dodo!” urlai io con un viso stupito guardando il suo divertimento. “Lo sai che ti amo!” mi sussurrò all’orecchio mentre mentre mi abbracciava, e poggiava la sua guangia vicino alla mia.” E io amo te!” “Siamo proprio belli in questo specchio non trovi?”” Noi siamo sempre belli” enuncia baciandogli una guancia. “Non capisco quando la finirete di fare cos, e finalmente vi metterete insieme!” come al solito Steno ruppe tutta la magia del momento. “ Non possiamo metterci insime_ disse Dodo serissimo-Siamo fratelli, l’incesto è una cosa squallida ed immorale” “Sarà-Disse l’altro facendo spalluccie-ma secondo me una scopata ogni tanto ve la dovete fare” “Non dire stronzate- obbiettò Dodo- ascolta porta in albergo che dobbiamo farci una doccia e prepararci per il party.” Cazzo e vero, stasera ci sarebbe stata la festa. Ma chi ne aveva voglia. Una volta in albergo,mi buttai sul letto. Avrei voluto farmi una bella dormita, ero davvero stanca, avevo mal di testa e fame, visto che a pranzo non avevo mangiato praticamente nulla. Il mio telefonino squillò. Un messaggio.Era di Dom:”Scusa se non mi sono fatto sentire prima, ma ero nel bel mezzo di un concerto. Sei stata strepitosa. Spero di vederti stasera per farti i miei complimenti di persona.” Oh che tenero! Mi trascinai in bagno per farmi una doccia, che durò circa ¾ d’ora. Una volta uscita, tolsi fuori il vestito blu scuro. Era praticamente nuovo, l’avevo usato per il matrimonio di mia cugina e per il compleanno di Dodo il mese prima.Lo disposi nel letto cercando di stirarlo con la mano, mi ascuigai i capelli e provai a farmi i boccoli con il ferro, mi truccai e indossai il vestito. Era aderente, non tanto corto, ma aveva un’ampia scollatura a V, sia sul decolté che sulla schiena, piccolissime maniche a palloncino che mi coprivano le spalle. Indossai i sandali e coprispalle, presi la poscette e andai in camera del mio socio. Evidentemente anche lui ebbe la mia stessa idea e ci trovammo in mezzo al corridoio. Appena mi vide fischio “Che schianto” mi prese la mano e mi fece fare una giravolta “Lo so- risposi- anche tu non sei male!” aveva dei pantaloni beige, una camicia a righine celesti con le maniche rimboccate sino al gomito, e un paio di mocassini ai piedi. Sembrava un modello! Ma guardandolo meglio era diverso. “Dodo, ma ti sei struccato?” “No, mi sono lasciato la matita.” “Perché?” “Perché risalta il colore dei miei occhi, e poi mi fa figo come Jared Leto” “Eh???” “Non lo conosci?” “So chi è. Ma non puoi paragonarti a lui.” “ Infatti hai ragione. Io sono più figo di lui” “l’importante è crederci!”. Giunti nella hall trovammo Steno che ci accompagnò alla berlina , che in quei giorni era diventata il nostro mezzo di trasporto. Arrivammo in un locale dove fuori c’era scritto “Ministry of Sound”. Steno ci disse che avevano prenotato un prive per il la festa. A parer mio prenotarono tutto il locale, visto che al suo interno c’erano tutti quelli che avevo visto dietro le quinte del concerto. Subito Tom ci venne in contro. “Pensavo non veniste più- poi si bloccò un attimo ci guardo e proseguì- Cavolo come siete belli!!!”. Dopo di lui tutti ci ricoprirono di complimenti. Dominic soggiunse poco dopo, mi abbraccio e mi disse “ Sei uno schianto! Ah complimenti per oggi, sei stata…” e iniziò a gesticolare con le mani “ si ecco sei stata… esplosiva!” “ Complimento originale grazie! Anche se da te mi sarei aspettata qualcosa come terribilmente sexy, mi hai fatto impazzire!” A queste mie parole il biondino arrossì, il che mi fece una tenerezza immensa. Non mi trattenni gli accarezzai una guancia “Sei tanto carino!” Quel momento idilliaco fu interrotto da qualcuno che chiamava Dom. Tutta la sera restammo separati, io mi consolai con qualche bicchiere di spumante e una bella chiacchierata con Gaia. Mi piaceva terribilmente quella ragazza, forse perché era italiana come me. Per lo più rimasi seduta su un divanetto, senza dare troppo nell’occhio. Finalmente Dom venne da me. “Che ci fai qui?? Sei uno splendore, e non hai nemmeno ballato” disse sedendosi vicino a me. “È la vostra festa, festeggiate una tappa importante per la vostra carriera, non posso attirare tutta l’attenzione su di me!” “Lo sai che sei terribilmente sexy quando dici queste cose dolci!” Fece una piccola flessione per baciarmi, ma non ci riuscì perché Dodo iniziò a parlare al microfono. “May have your attention please… Allora voglio spendere solo 2 parole, inizio dall’inizio e finisco alla fine..” “Ma che diavolo fa, scusa Dom, vado a salvarlo da una figuraccia.” Mi alzai dal divanetto e mi diressi verso Dodo. Era completamente ubriaco. “… ecco un grazie a quei tre fottutti ragazzi che hanno suonato stasera, e non parso solo dei MUSE, ma non nomino gli altri solo perché sono confuse…” “Si ok Dodo basta, sei ubriaco””aspetta fammi finire… e un grazie a lei, la mia socia, mia sorella Lolita. Cheers!” e dopo questa frase mi diede un bacio a stampo. Tutti iniziarono ad applaudire, a fischiare, qualcuno chiese pure il bis. “Tu sei pazzo!” gli dissi ridendo. “Siiiiiiiiii! E me ne vanto.” Riuscii a portarlo fuori, per fargli prendere una boccata d’aria, nel frattempo lui vaneggiava cose strane su alieni e cazzi vari, e ogni tanto ballava come Michael Jackson. Ci raggiunse Dom. Appena lo vide gli saltò al collo gridando: “Portami a casa tua voglio suonare la batteria,.Voglio diventare un batterista!!!” Non so come andammo più o meno tutti a casa di Dom per esaudire il desiderio dell’ubriaco. Era una casa di quelle a schiera, tutta bianca fuori. Era su tre livelli. Ci fece accomodare in un enorme salone, con 2 grandi divani, un camino, e tanti libri e dischi. Da buon padrone di casa ci offrì da bere, e noi bevemmo ancora. Ma Dodo non voleva bere, voleva suonare la batteria. Ci fece strada dunque verso le scale che portavano al primo piano, piano delle camere, mentre il mio amico faceva le mosse di Michael Jackson. Io mi muovevo lentamente ero stanchissima, mi poggia un attimo al muro. Davanti a me vidi la porta di una camera da letto. Vi entrai. Davanti a me si presentò una splendida visione:un letto matrimoniale. Mi lasciai cadere su di esso e mi addormentai… fui svegliata di soprassalto da un rumore. Mi alzai stranita, sulla porta c’era una figura, misi a fuoco l’immagine: era Dom. “Scusa! Mi sono addormentata. Sono mortificata!” “Tranquilla” replicò lui venendo verso di me, e sedendosi sul letto. “È stata una giornata ricca di emozioni”. Annuii con un sorriso, poi aggiunsi:” Ora è meglio che vada” Feci per andarmene, ma lui con uno scatto mi afferrò per un braccio e mi bloccò. Il mio viso era a pochi centimetri dal suo, potevo sentire il suo profumo,guardare i suoi bellissimi occhi grigi. “gli altri sono già andati via. Resta” e si chinò a baciarmi. Finalmente dopo tanta attesa mi baciò. Mentre i suoi baci si facevano più passionali, mi slacciò la zip del vestito e mi abbassò le spalline. Io armeggiavo con i bottoni della sua camicia. Il sogno di una vita si stava avverando, avrei fatto sesso con Dominic James Howard batterista dei MUSE. Mi slaccio il reggiseno e mi spinse delicatamente nel letto. Oh mio Dio! La sua bocca mi sfiorò un capezzolo, facendo aumentare in me l’eccitazione. Gli sgancio i pantaloni e cerco di toglierglieli, mentre lui mi bacia il seno e l’addome. “Dominic aspetta!” lo fermai con il respiro affannoso, mentre lui mi guardava aspettando un responso “il preservativo” dissi timidamente. Si staccò da me per andare verso un cassetto, dopo esserselo infilato tornò da me.Riprese a baciarmi il collo, il seno, l’addome. Mi tolse gli slip… le sue mani sono…le sue dita sono. Oddio no capisco più nulla, lui era già dentro di me che si muoveva delicatamente facendo aumentare il mio piacere. Le mie mani toccarono il suo torace asciutto e si spostarono sulla schiena potevo sentire tutti i muscoli contratti, e anche il battito del suo cuore. Tutto durò più o meno una mezzora. Lui mi prese dolcemente tra le sue braccia, mi coccolò e mi baciò teneramente. Quella notte si era realizzato un sogno, un sogno che altre mille fans avevano, ma che solo io ero riuscita a realizzare.

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Capitolo 7
*** Black Holes & Revelation ***


Ero la fan più felice dei MUSE!!! Ero innamorata!!! Ho trascorso tutta la notte con Dominic Howard. Abbiamo fatto l’amore più o meno…beh non ho tenuto il conto, però è stato semplicemente…fantastico! Non assomigliava assolutamente a tutte le altre volte che avevo fatto sesso. Oddio non è che avessi tutta questa esperienza, l’avevo fatto solo altra 2 volte. Ma Dom era davvero dolce, un vero romantico. Tutte dovrebbero passare una notte come quella che ho passato io. Mi sveglia me grande letto matrimoniale da sola, senza sapere dove fosse finito il biondo. Mi alzai, cercai il mio intimo e andai in bagno per rinfrescarmi. Mamma mia avevo tutto il trucco colato, sembravo un Panda. Cercai di toglierlo via con acqua e carta igienica. Dovevo assolutamente mettermi qualcosa addosso, non potevo presentarmi in mutande, nonostante mi avesse visto nuda. Ritornai in camera e adocchiai la sua camicia, l’indossai come si fa nei film, e scesi di sotto. Sentii dei rumori che provenivano dalla cucina. Entrai e vidi Dom tutto indaffarato a spadellare, c’era una tavola apparecchiata con tutto ciò che poteva servire per la colazione: cereali, latte, biscotti, succhi di frutta…Non si era assolutamente accorto della mia presenze che quando mi vide sobbalzò “Hey Babe!!!- disse con un gran sorriso- mi hai fatto prendere un colpo” “Scusa, ti stavo osservando mentre cucinavi” “Buongiorno!” mi baciò e mi prese per mano portandomi verso il tavolo “La colazione è pronta”. Non riuscivo ancora a crederci, era un sogno, un sogno bellissimo. Lui era bellissimo. Il modo in cui mi porgeva le cose, il modo in cui mi parlava, il suo sorriso alla fine di ogni frase, come si muoveva per sparecchiare il tavolo, anche come lavava i piatti. Era divinamente perfetto! “Cos’hai da fare oggi?” mi disse mentre lavava i piatti “ Devo consultare l’agenda e consultare il mio manager!” risposi con aria da diva. “Ah sei impegnata…” “Ma và… era una battuta” “Allora ti prenoto io. Stamattina dobbiamo fare un’intervista. Tu nel frattempo vai in albergo, ti cambi e poi pazze spese ad Oxford Street” “ Ai suoi ordini” ed imitai il saluto che si fanno i militari. Si avvicinò a me e mi baciò. Io contraccambiai il bacio prendendo la sua testa fra le mie mani. Iniziammo a baciarci con passione, la stessa che ci aveva travolto la sera prima. Impaziente e vogliose le tolsi la maglietta, mentre lui mi metteva a sedere sul tavolo, dove poco prima avevamo mangiato, e mi sbottonava la camicia. Tutta questa nostra passione fu interrotta dallo squillo del telefono. “Fuck” esclamò lui con quel suo accento fantastico. Si staccò da me e andò a rispondere.”Pronto? Ah ciao Mamma” i nostri sguardi si incrociarono e iniziammo a ridere. Mentre il cucciolo parlava con la mammina io andai nel salone. Feci un giro di perlustrazione. Tutti i dischi dei Queen, qualche libro interessante, e un sacco di foto sparse qua e la tra muro e mensole. Una con lui e Matt a pesca, con Matt e Tom quando erano ragazzini, con quella che i ipotizzai fosse la famiglia. Ma la mia attenzione fu catturata da una foto in particolare. Lui che abbracciava una ragazza mora dagli occhi azzurri: era Jessica la sua ragazza. Subito mi assali un senso di colpa che cancello la sensazione di benessere provata in quel momento. Mi ero dimenticata di quel particolare così scomodo. Cosa avevo fatto? Non potevo dare la colpa all’alcool perché era un gesto volontario. In preda al panico corsi di nuovo in camera. Mi infilai il vestito, presi la borsa chiamai un taxi, dovevo assolutamente andarmene da li. Guardai il letto dove era stata consumata la notte d’amore, mi fece sentire peggio. E così che si sentono le puttane rovina rapporti? Pensai tra me. “Hey Babe sei già pronta?” era entrato nella stanza senza che io me ne accorgessi “ Si Dom ho chiamato un taxi. Devo tornare subito in albergo”. “È successo qualcosa di grave?” “No! Ma… io me ne devo andare” “Aspetta. Spiegami perché te ne vuoi andare.” Cercò di prendermi la mano. Io indietreggiai come se avesse avuto la peste “Non mi toccare. Lasciami andare.” E corsi fuori dalla stanza, giù per le scale, arrivai per strada. Fortunatamente il taxi era già fuori. Salii senza voltarmi indietro e indicai la destinazione all’autista. Nel tragitto da casa sua all’albergo mi chiamò ben tre volte. Non risposi. Appena arrivata in camera, mi spogliai e corsi subito in doccia. Mi sentivo il cuore pesante, mai avrei pensato di poter fare una cosa simile. Cosa mi era saltato in mente? Non ero io quella ragazza. Non riuscivo a sentirmi bene. Avrei potuto rovinare la vita ad una persona innamorata. Cosa penserà quella ragazza di me? Che sono una troia. E aveva ragione. Iniziai a singhiozzare, sfregavo la spugna sulla mia pelle come se il mio peccato si potesse cancellare. Piansi praticamente tutta la mattina. E tutta la mattina Dominic continuò a mandarmi messaggi. Né Dodo né Steno riuscirono a farmi smettere, anche perché mi guardavano senza dire una parola. “Beh se siete venuti in camera mia per fare le belle statuine ve ne potete anche andare” ringhiai rabbiosamente contro di loro. “Lolita non sappiamo cosa fare- intervenne Steno Cosa dovremmo fare, dirti che innamorarsi di una Rock Star porta solo guai?” “Ah la pensi così…Mi vuoi fare la paternale…Vuoi che ti dica che hai ragione?” “Sshhh… abbassa la voce ci sentiranno tutti.” Cercò di calmarmi Dodo. “Zitta un cazzo!!!-urlai ancora più forte- Me ne fotto se mi dicono cosa, hai capito!” “Brava sfogati,prendici a urla… magari ti passa il nervoso che hai addosso” “Io non sono nervosa. Sono arrabbiata con me stessa.” “Ahahah- rise Dodo- Arrabbiata con te stessa? Carina guarda che quello che hai fatto , l’hai fatto consapevolmente. E adesso vuoi fare la vittima verginea con noi due, quando non aspettavi altro che essere sbattuta da lui.” Mi girai di scatto e gli diedi uno schiaffo. Calò il silenzio. “Andatevene non sopporto la vostra vista, mi fate solo aumentare l’incazzo…” i due si guardarono e uscirono dalla stanza in silenzo, amareggiati. Pazza. Pazza e scellerata. Avevo aggredito Dodo. Gli avevo tirato uno schiaffo. Uno schiaffo molto forte visto che la mano mi pizzicava. Però aveva ragione lui. Sentii bussare alla porta. Era sicuramente Dodo venuto per riappacificarsi. Andai ad aprire “Vattene!” “Non hai risposto ne hai miei messaggi, ne alle mie chiamate” “Evidentemente non avevo voglia di sentirti. Ora vattene” feci per chiudere la porta, ma lui con uno scatto la spalancò ed entro nella camera. Mi prese per un braccio e chiuse la porta. “Lasciami” mi divincolai dalla sua presa. “Perché ti comporti così? Non capisco.- iniziò a camminare su e giù per la stanza- Ieri sera e anche stamattina era tutto perfetto. Poi come una matta hai perso le tue cose e sei scappata. Perché?” “Perché le cose dovevano andare così. E ora vattene!” mi mossi per andare alla porta, ma lui mi blocco. Mi prese per le braccia. “Guardami negli occhi e dimmi la verità” “La verità? È stata solo la scopata di una notte Dominic!” “ Stronzate! Ti ho sentita troppo presa e vicina per essere solo una scopata. Dimmi la verità, Carlotta!” Oddio anche lui mi chiama con il mio nome anagrafico quando è arrabbiato. “Te l’ho detta Dominic” “ NO! mi stai mentendo, te lo leggo negli occhi” “ Basta, vattene. Ti ho già detto tutto.” “NO, VOGLIO LA CAZZO DI VERITA’!”mi disse urlano “Mi sono innamorata di te. –urlai con il viso pieno di lacrime- E tu sei fidanzato Dom. Non capisci quanto sia difficile per me questo da sopportare??? Andare a letto con una persona impegnata. Essere felice e rovinare la felicità di un’altra persona.” Mollò la presa incredulo. Andò a sedersi nel letto e si grattava nervosamente la testa. “Non pensavo fossi così altruista e moralista. Un’altra fan se ne sarebbe fregata altamente.” “ Io non sono come le altre” “ Lo so, lo so. Infatti ora ti voglio rivelare un segreto.” Disse mentre batteva la mano sul letto invitandomi a sedere. Mi sedetti acanto a lui singhiozzando. “Allora devi sapere che io e Jess non stiamo più insieme da qualche mese.” Lo guardai imbambolata. “Qualche mese? Cioè mi stai dicendo che ho fatto tutto sto casino, e tu non stai più con lei? Ho schiaffeggiato il mio migliore amico, per una cosa che non esiste. Ma quel che peggio e che mi sono coperta di ridicolo dicendoti che sono…” non feci in tempo a finire la frase che mi abbracciò “ Non ti sei assolutamente resa ridicola. Anzi se ti fa sentire meglio ti dico che non mi p quello che è successo ieri notte, non è stato solo un scopata per me. In questi 4 giorni mi hai fatto tornate il sorriso, hai riportato la luce nel mio mondo.- si staccò da me mi guardò con quei suoi occhi di un verde scuro e continuò- Si mi sono bastati solo 4 giorni per innamorarmi di te!” Si chinò e mi baciò. Sul mio viso iniziarono a scorre le lacrime. Il mio cuore mi rimbalzava forte in petto. È ufficiale sono la fan più felice dei MUSE! Sono innamorata di Dominic Howard.

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Capitolo 8
*** München ***


Erano passati quasi 5 mesi da quando io e Dom iniziammo a frequentarci… Oddio non era ovviamente una storia normale, poiché la band subito dopo il concerto al Wembley aveva iniziato il tour in Europa. Lo raggiunsi a Verona a luglio. I ragazzi fecero una sosta di 2 giorni, e io ne approfittai per stare con Dom. Mi ricordo ancora la sua faccia tutta stupita come mi vide. Erano stati 2 giorni bellissimi, intensi, romantici e pieni di tanto sesso. Mi sembrava irreale la situazione che stavo vivendo. Anche se era in tour, e quindi molto impegnato, si faceva sentire praticamente tutti i giorni, con il classico messaggino del buon giorno e quello della buonanotte. Ogni tanto mi chiamava perché voleva sapere cosa avevo passato la mia mattinata, o solo per sentire la mia voce. Passammo ore e ore al telefono. Lunghissime chiacchierate che mi fecero innamorare di lui come persona. Ed ora eccomi qui a Monaco di Baviera, capitale della birra e del buon cioccolato, per gli EMA 2007. I ragazzi erano candidati come miglior band live, e Dominic mi aveva chiesto di accompagnarlo. E io ovviamente non potevo dire di no anche perche ero in astinenza di coccole. Per l’occasione mi regalò uno splendido vestito Dior blu elettrico, aderente, lunghezza al ginocchio, con uno scollo a cuore che lasciava scoperte le spalle. Inoltre mi regalò anche una collanina in oro bianco con un pendente a forma di farfalla, incastonato di diamanti. “Dom vieni un attimo. Aiutami con la collana” Appena arrivò fischiò di stupore “Che schianto! Ma chi ti ha regalato questo vestito fantastico?” disse mentre mi agganciava la catenina. “Quello scemo del mio fidanzato!” esclamai io facendogli la lingua. “Beh se lo reputi tanto scemo perché non lo molli e ti metti con me?” mi cinse la vita , mi portò a se e mi baciò. Pian piano i baci si spostarono sul collo e le spalle. “Dom…” dissi sussurrando mentre sganciava la zip del vestito. “Dom faremo tardi…” “C’è tanta di quella gente, che intervistino prima loro.- e fece cadere il vestito in terra- Mah sei senza reggiseno?” Mi chiese con stupore. “Il modello prevede questo” “Meglio, non c’è da perdere tempo allora!” Mi prese in braccio e mi butto nel letto. Continuò a baciarmi tutto il corpo con la sua solita dolce passione, mentre io gli toglievo maglia e pantaloni. Si staccò da me solo un minuto, giusto per mettersi il preservativo. Questa volta volevo essere io a dirigere il gioco. Gli saltai praticamente addosso, mi muovevo su e giù, e nel mentre baciai il suo petto. Mi piaceva sentirlo gemere timidamente per il piacere. Iniziai a baciarlo anche sul collo, ma il mio bacio stava diventando più un succhiotto; in quel momento prese lui il controllo, e dopo poco raggiungemmo l’estasi. Rimanemmo qualche minuto abbracciati senza dire nulla. Io accarezzavo i suoi capelli. Erano così soffici, come una nuvola credo. “Resterei qui in camera con te a fare l’amore tutta la notte- mi disse mentre si tirava su a sedere e si accendeva una sigaretta- So quanto sia difficile per te questa situazione” “ Non siamo mica la prima coppia che intraprende una relazione a distanza.- esclamai prendendogli la sigaretta per fare un tiro- ce l’hanno fatta gli altri perché non ce la dovremmo fare noi?” “ Si hai ragione. Per prima cosa però dovremmo farcela ad arrivare puntuali all’Olympihalle.” Ci mettemmo a ridere ci alzammo dal letto, ci rinfrescammo, e ci vestimmo. Tentai di rifarmi lo chignon che mi ero fatta neanche trenta minuti prima. “ No dai Babe, lasciali sciolti!” “No. Steno dice sempre che lo chignon dona eleganza e ravviva i lineamenti” “ E dai retta al tuo coreografo piuttosto che a me? Io sono Dominic Howard!” “No tu sei uno scemo!”. Finalmente ero pronta. Quando arrivammo all’Olympihalle c’èra una folla immensa. Appena scesi dalla macchina ci venne incontro Tom che mi riempì di mille complimenti, e ci portò da Chris e Matt. Che aspettavano il nostro arrivo prima di entrare attraversare il red cerpet. Beh più che red era di un improponibile color lillà. Avevo freddo alle gambe, avevo dimenticato che il novembre tedesco non è come il novembre italiano. Fortunatamente Tom capì che mi stavo ibernando e mi portò accompagnò dentro l’edificio, mentre ragazzi dovevano fare qualche intervista. Lo show ebbe inizio. Il presentatore della serata era Snoop Dog. E c’erano anche tanti altri nomi:Amy Winehouse, Arvil Lavigne, Will.I.Am, Foo Fighters c’era persino il pilota di formula uno Amilton. Cercai di fare più foto possibili, ma soprattutto dovevo fare una foto con Jared Leto, per far schiattare Dodo d’invidia visto che era un suo grande fan. I MUSE vinsero 2 premi: Best Headliner e Best UK Act. Alla fine dello show ci spostammo in un locale dove MTV aveva organizzato una festa. Notai però che Dominic nonostante l’euforia del gruppo era stranamente silenzioso. Forse era stanco, o aveva bevuto troppo, meglio investigare. “Hey! Tutto bene?” “ Si” mi rispose freddamente mentre beveva una birra“ A me non sembra.” “Non ne voglio parlare” “ Dom non ce bisogno di rispondermi così acidamente” “ Non sono affatto acido Carlotta” “No acido no, ma incazzato si” Fortunatamente questo principio di litigata fu stroncato da Tom che mi portò via da lui per invitarmi a ballare. Io accettai all’istante, e lasciai Dom su quel divanetto a bere birra. Ma dopo nemmeno 10 minuti, avevo la necessità di andare da lui, dovevo capire che le era preso. Tornai indietro, ma non c’era più. Decisi allora di tornare in albergo. Appena apri la porta della camera sentii la sua voce ricca di sarcasmo che mi diceva “ Ti sei divertita stasera?” “Si certo. E sono molto felice per voi perché avete vinto!” presi la sua testa fra le mani e mi avvicinai per baciarlo, ma lui si ritirò all’istante e iniziò a camminare su e giù per la stanza nervosamente. “ Ho visto che ti sei divertita!” “ Te l’ho detto 5 minuti fa” “ Ho visto anche come ridevi alle battutte di Taylor e David dei Foo Fighters, o con il batterista dei Tokio Hotel. Ho visto come ascoltavi interessata i discorsi di Jared Leto e come l’hai abbracciato mentre vi siete fati una foto. Ti sei spupazzata tutti con la scusa di farti delle fottute foto!” Lo guardai ammutolita sconvolta. “Sei ubriaco Dom?” “No sono geloso, che è peggio” Mi si avventò contro e mi baciò. Era diverso dagli altri baci, era bagnato. Dominic Howard piangeva per me , una completa nullità. “Tu sei geloso di me?- dissi con un filo di voce- Tu dubiti della mia fedeltà nei tuoi confronti?” “No non è questo, non mi fido degli altri. Ho paura che qualcuno ti allontani da me. Tu mi hai fatto rinascere in questi mesi, non oserei immaginare cosa potrebbe succedere se…” “SShhh. Nessuno mi allontanerà da te- l’abbracciai per un istante poi presi la sua testa fra le mie mani- Sai perché questo? Perché io ti amo!” E lo baciai con tutta la dolcezza che si potesse trovare sulla faccia della terra. Lui mi guardò con gli occhi arrossati dal pianto e anche dall’alcool e disse “Non so che dire… dirti anche io mi sembra riduttivo” “Non dire nulla allora, amami e basta”. Iniziammo a spogliarci reciprocamente, ci baciammo con dolcezza, con passione con amore. Quella notte era diversa da tutte le altre. Quella notte per la prima volta nella mia vita avevo fatto l’amore.

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Capitolo 9
*** Easily forgotten love ***


Dopo quella sera non avevo dubbi: ero realmente innamorata di Dom. E la cosa più spettacolare e che lui amava me. Non mi interessava se lui non aveva ancora ufficializzato il nostro rapporto al mondo, ero la sua ragazza. Era ufficiale per lui, e a me questo bastava. Dopo Monaco i ragazzi iniziarono un lunghissimo tour in nord America. Talmente lungo che ogni sera cambiavano città, senza sosta. Non fecero nemmeno una pausa ne per il compleanno di Chris ( il 2 Dicembre) ne per quello di Dom ( il 7 Dicembre), e nemmeno per il giorno di natale. Il loro obbiettivo era quello di passare il capodanno tutti insieme a Como. La brillante idea venne alla musa ispiratrice di Matt: Gaia. Era riuscita ad affittare un castello sulla riva del lago. Non so come cazzarola avesse fatto, ma ce l’aveva fatta. Sarebbe stato così perfettamente romantico. Romantico e anche molto incasinato visto che ci sarebbero stati oltre a noi coppiette felici: Tom, Morgan, Chris con moglie e figli a seguito, altri amici dei ragazzi, altri amici di Gaia tra cui Jessica, la sua migliore amica nonché ex ragazza di Dom. Questa notizia mi sconvolse un po’. Speravo sinceramente di evitare spargimenti di sangue. Anche perché poi io mi sono messa con Dom quando loro non stavano più insieme, quindi si potevano evitare benissimo. Dom evidentemente non la prese tanto alla leggera come me. In quei giorni era terribilmente teso e assente. Anche quando facevamo l’amore lo sentivo distante. Lui si giustificava dicendo che era solo stanco per via del tour, ma io sentivo che l’arrivo della sua ex lo turbava. Così arrivò la fatidica sera del 31. Durante una delle nostre tante conversazioni telefoniche ci eravamo promessi di consegnarci i regali di natale il giorno di San Silvestro. E così fu. Dom mi porse un enorme scatolone rosso con un enorme fiocco argento. “Buon Natale!!!” e sfoggiò uno dei suoi soliti sorrisi. Aprii la scatola rimasi folgorata. All’interno c’era un bauletto Louis Vuitton, con il portafoglio coordinato. “Ti piace???” mi chiese lui un po’ preoccupato. “Certo grazie!!!” dissi tutta eccitata. “Il mio è un regalo un po’ unico- dissi porgendogli il pacco- è sia per natale che per il compleanno”. “Oh. Non c’era bisogno di spendere soldi per me.” “Piantala e apri!” Scartò il pacchetto. La sua faccia assomigliò un tratto a quella di un bambino. “Non ci credo! Tutta la discografia in vinile completa dei Queen. Per di più autografata!” “So che può sembrarti un regalo scemo, visto che hai la discografia completa in cd.” “Ma scherzi? Questi sono da collezione… Non c’era bisogno. Non dovevi spendere soldi per me.” “ E tu allora? Minimo avrai speso 1000 €!” “Ma è diverso. A una ragazza piace ricevere regali.” “Ah Ok! Allora questi li metto su E-bay!” dissi mentre gli prendevo i dischi dalle mani. “Non ci provare!” Iniziai a stuzzicarlo, a fargli il solletico. E lui per difendersi lo fece a me. Finimmo sul letto uno sull’altro, ridendo come due bambini. “Lo sai che ti amo” gli sussurrai all’orecchio, e lo baciai. Lui si staccò quasi repentinamente da me. “Forse è meglio prepararsi”. Era palese che qualcosa la turbava. Per la serata indossai un vestito nero stile anno sessanta. Dom invece si vestì con pantalone e un panciotto nero, camicia bianca indossando ovviamente un paio di converse. Scendemmo nel gran salone ghermito di gente. Era tutto addobbato di ghirlande e nastri dorati, con delle luci ad intermittenza. In un angolo c’era un immenso buffet, con ogni sorta di pietanza. Era tutto perfetto, Gaia aveva fatto un buon lavoro. Passai più o meno tutta la sera tra il buffet, la pista da ballo e ogni tanto chiacchieravo con Kelly, la moglie di Chris. All’improvviso mi accorsi che non c’era più Dominic. Iniziai a cercarlo qui e la ma nulla. Vidi Gaia che parlava con una ragazza, mi avvicinai a lei per chiederle se lo aveva viso. “ Gaia scusa hai visto Dom?” “No, Lolita non lo visto. Ah ti presento la mia amica Jessica.” Era lei. Il sangue mi si gelò nelle vene. Mi ritornò in mente la foto vista tempo prima a casa di Dom. Gli strinsi la mano presentandomi, lei arrossì, poi cadde un silenzio imbarazzante. Talmente imbarazzante che anche Gaia ne fu avvolta. “Fortunatamente qualcuno mi chiamò “Lolita! Lolita!” Era Tom. “Lolita scusa vieni un momento” “Si certo! Scusate” mi congedai da loro e lo segui. “Oh Tom. Grazie. Mi hai salvato da una situazione imbarazzantissima.” “ Ho notato. Senti mi ha detto Dom che ti aspetta in camera, di raggiungerlo.” E mi fece l’occhiolino. Corsi subito di sopra. Lo trovai seduto nel letto con la testa fra le mani. “Hey! Sei qui! Ti stavo cercando!” “Stavo impazzendo giù. Non ce la facevo più.” “Ho fatto qualcosa che non dovevo?” “Non sei tu sono io. – si alzò dal letto e iniziò a camminare su e giù per la stanza. “Avrai notata che in questi giorni sono nervoso” “ Si è mi hai detto che era solo stress accumulato in tour” “ Più o meno…In tour è successo una cosa… Ad un concerto ho incontrato Jess… e siamo andati a bere qualcosa…beh siamo stati insieme per anni…. Era da molto che non la vedevo…” “Dominic però dimmi dove vuoi arrivare!” “ Ecco sai… abbiamo bevuto…abbiamo bevuto molto… - tutto un tratto si fermò davanti a me- ci sono andato a letto.” Sentii un peso allo stomaco; continuava a parlarmi ma nella mia testa riecheggiava quella frase: ‘Ci sono andato a letto’ . “Dimmi qualcosa. Non guardarmi e basta.” “Lasciami sola” . Uscì dalla stanza senza dire una parola chiudendosi la porta alle spalle. Mi sedetti sul letto. Ero apatica. Non provavo ne odio, ne rabbia, ne nessun altro tipo di sentimento. E così che si sente quando si è traditi? Mi chiesi. Forse lei lo avrà fatto per ripicca nei miei confronti? No altrimenti non sarebbe arrossita dall’imbarazzo. E lui? Solo un mese fa mi ha dichiarato il suo amore, e ora mi dice che è stato con il suo ex amore. O forse non l’ha mai dimenticata. Dovevo capire. Mi alzai dal letto e scesi di nuovo nel salone. Cercai disperatamente Dom, senza successo. Andai allora in terrazza, pensando che fosse andato a fumare per smaltire il nervoso. Fu così. Ma non era solo, al suo fianco c’era lei. Mi fermai a guardarli dal vetro della finestre. Si vedeva lontano un miglio che erano intimi, felici, ancora innamorati l’uno dell’altra. Una lacrima mi rigò il volto. Corsi di nuovo su per le scale, urtai qualcuno e non chiesi nemmeno scusa. Misi frettolosamente tutto quanto nel trolley. Mi infilai il Moncler sul vestito, presi le chiavi della macchina e mi diressi verso l’uscita. Mentre camminavo mi ritornò alla mente quell’immagine di loro due. E il viso mi si rigò di lacrime. Finalmente raggiunsi il loggiato dove era parcheggiata la macchina.“Lolita aspetta!” era Dom mi aveva seguita. “Stai scappando come una ladra.” “Dominic lasciami andare.” “Ok sei arrabbiata. Hai ragione ho fatto una cosa che non dovevo fare. Ma ti posso spiegare tutto. Non è come sembra. “Tu l’ami ancora?” “Ma cosa…? Cosa centra?” “ Ti ho fatto una domanda?” cadde il silenzio. “Vedi Dominic, per quanto io possa essere giovane non sono scema. Vi ho visti prima insieme, mentre parlavate. Tra di voi c’è ancora qualcosa.” Lui mi guardo con uno sguardo colpevole. “Tu mi hai fatto vivere il più bel sogno che potessi mai aspettarmi della mia vita, e te ne sono grata per questo. Ma in tutte le volte che ci siamo visti, non ho mai visto la stessa felicità nei tuoi occhi come con lei qualche minuto fa” Tremavo e singhiozzavo “Io non voglio andare avanti con una storia che finirà tra qualche mese, perché ti accorgerai che non mi ami. Che sono stata solo uno sfizio per te.” “No, no, no. Non dire così- si avvicinò e mi abbracciò- Sappi che tutto quello che ho fatto per te l’ho fatto con il cuore!”. Non riuscivo a fermare le lacrime. Rimasi abbracciata a lui per un secondo un secondo che durò l’eternità. Dentro si sentivano le voci che facevano il conto alla rovescia…5…4…3…2…1. Mi staccai da lui. “Buon Anno Dominic. Sperò davvero che tu possa essere felice, perché saperti felice mi renderà felice.” Lo baciai per un’ultima volta. Mi girai e corsi in macchina, misi in moto e partii. Vidi la sua immagine farsi sempre più piccola dallo specchietto retrovisore. Era una scelta sofferta, ma la scelta più giusta. Un giorno magari mi guarderò indietro e ricorderò i momenti piacevoli passati insieme. E lui? Quando starà benissimo, si ricorderà di me? Semplicemente mi dimenticherò di questo amore. Non è facile. Ma è l’unica cosa che io possa fare.

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