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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 ***
Capitolo 2: *** 2 ***
Capitolo 3: *** 3 ***
Capitolo 4: *** 4 ***
Capitolo 5: *** 5 ***
Capitolo 6: *** 6 ***
Capitolo 7: *** 7. Epilogo ***
Capitolo 1 *** 1 ***
1
Lucy si sedette sullo sgabello nella sala audizioni ed imbracciò il suo basso Modulus Flea color argento.
Un basso brusio stupito l'aveva accolta: probabilmente non si erano
immaginati che una ragazza si sarebbe presentata a quel provino per il
nuovo bassista, anche se parecchie fanglirl ci avevano già provato spacciandosi per musicisti.
Controllò l'accordatura del suo strumento e poi alzò la
testa stringendo le labbra sottili e fissò i due uomini seduti
con aria annoiata di fronte a lei.
Shannon Leto si tolse gli occhiali e la guardò "Come ti chiami?"
"Lucy Miller." rispose la ragazza puntando i suoi grandi occhi marroni
sul viso dell'uomo con aria decisa. Shannon si mosse a disagio sulla
poltroncina e Tomo tossicchiò.
"Bene, Lucy, cosa ci fai sentire?" domandò lui.
"Smoke on the water e poi avrei preparato un pezzo dei Police: Every breath you take." disse con aria professionale.
Shannon guardò Tomo e poi si girò verso di lei e annuì "Comincia pure."
Lucy fece scorrere le dita della mano sinistra sul manico del basso
come in una carezza e poi l'assolo di Smoke on the water invase l'aria
con la sua irruente prepotenza.
Shannon e Tomo si misero in ascolto attentamente. La ragazza aveva una
buona tecnica e ci metteva pure molta passione. I due uomini si
guardarono e si intesero subito attraverso le lenti degli occhiali da
sole che portavano anche all'interno della sala.
"Peccato che Jared non sia qui. E' la migliore che abbiamo sentito in due giorni di audizioni." pensò il batterista.
L'assolo di Smoke on the water finì e Shannon interruppe Lucy
"Va bene. Conosci anche qualcuno dei nostri pezzi?" domandò.
Ovviamente era una cosa fondamentale per il nuovo bassista dei 30
Seconds to Mars.
Lucy annuì "Quale volete sentire?"
Shannon si grattò il mento barbuto e poi guardò Tomo che
gli suggerì qualcosa nell'orecchio "Fammi l'intro di Buddah for
Mary." disse sicuro. Quello era, forse, uno dei pezzi dei Mars in cui
il basso la faceva da padrone.
Lucy annuì sicura e sorrise fra se: quello era il loro pezzo che
le riusciva meglio. Tomo fece un cenno a Braxton di iniziare con
l'effetto e lei lo seguì sicura. Shannon, preso dal ritmo, si
mise a tamburellare con le mani sulle cosce e Lucy continuò il
pezzo canticchiando a bassa voce.
Tomo diede una lieve gomitata a Shannon che smise di tamburellare e
riprese il controllo. Il croato si avvicinò all'orecchio
dell'amico "Direi che ci siamo. Questa sa anche cantare, potrebbe
aiutarci nei cori." Shannon lo guardò e cercò di dire
qualcosa, ma Tomo lo interruppe "Lo so cosa pensi: l'ultima parola
spetta a tuo fratello. Lui, però, non c'è e questa
ragazza è il meglio che potessimo trovare come bassista. E'
persino meglio di Tim."
Shannon annuì. Ma sì: chi se ne frega di quello che pensa
Jared! Questa ragazza aveva un senso del ritmo innato, suonava
divinamente, aveva una bella voce e poi era pure carina. Lucy smise di
suonare ed appoggiò il basso a terra tenendolo per il manico e
rimase in attesa guardando i due uomini.
Shannon alzò lo sguardo e le sorrise "Va bene." disse battendo
le mani. "Ora dobbiamo solo decidere. Sei stata molto brava."
Lucy si alzò in piedi e fece un cenno con il capo per ringraziare prima di lasciare la stanza.
Si chiuse la porta alle spalle e prese un respiro finalmente rilassato:
anche il provino era andato. Dall'altro lato della stanza una ragazza
dai lunghi cappelli castani le venne incontro con la custodia del suo
Flea in mano.
"Allora? Com'è andata?" domandò ansiosa a Lucy.
Lucy sorrise "Ho fatto il provino. Mi hanno fatto suonare Buddha for Mary." rispose scrollando le spalle.
"Ma, come pensi che sia andata?" domandò di nuovo la ragazza.
Lucy si lasciò cadere su una sedia ed appoggiò la testa
contro il muro chiudendo gli occhi "Non lo so Je. Non riesco ancora a
leggere nel pensiero."
Jennifer, la migliore amica di Lucy, si sedette di fianco a lei "Ma
dai! Lo sai che sei la migliore che c'è sul mercato. Non ti
chiameremmo mica Sting per niente."
Lucy sorrise. Sting: quello era il soprannome che le avevano affibbiato
fin da ragazzina data la sua mania per il basso elettrico e per Sting
in particolare. "Jennifer, sei un fenomeno, lo sai?" Poi si alzò
dalla sedia ed allungò una mano verso l'amica "Dammi la custodia
che metto Flea a nanna. Per oggi abbiamo dato abbastanza tutti e due."
Si inginocchiò a posare con delicatezza il suo basso nella
custodia e gli strizzò l'occhio come se fosse una creatura
vivente. Jennifer si infilò il giubbotto e porse a Lucy il suo.
Gli altri tre tizi presenti nella sala le avevano fissate per
tutto il tempo. Si mise sulle spalle la custodia ed uscirono dalla
porta "Buona fortuna ragazzi." disse Lucy a quelli che non la degnarono
neppure di uno sguardo.
"Allora?" Tomo guardò Shannon. Lucy aveva appena lasciato la stanza.
Shannon fece scorrere ancora un paio di volte i curriculum di tutti
quelli che avevano esaminato quel giorno poi gettò un mazzo di
fogli sul tavolo con aria esasperata. "Allora non lo so!"
Tomo afferrò il curriculum di Lucy corredato di foto "Guarda
qui! E' un'ottima musicista, abbiamo appurato che ha una tecnica
perfetta e tutto il resto. Cosa possiamo volere di più?"
domandò esasperato.
Shannon si prese la testa fra le mani "Lo so già che poi Jared
ci accuserà di non averla scelta usando il cervello ma un'altra
parte del corpo: conosco mio fratello."
"Jared poteva prendersi la briga di stare qui con noi, invece di volare
a New York per un servizio fotografico di moda. Cazzo Shan! Fregatene!
Sei tu il fratello maggiore, non puoi sempre farti mettere i piedi in
testa da Jared!" lo incalzò Tomo. Era stufo anche lui di fare
provini ai bassisti. Lucy era la scelta migliore!
Shan battè un pugno sul tavolo deciso "Va bene! Brax! Vai a richiamare la ragazza di prima: il posto è suo."
Il giovane hawaiano si alzò con un sorriso sollevato e di
precipitò fuori dalla porta con in mano il curriculum di Lucy.
Si guardò intorno nella saletta e vide solo i tre tizi che
l'avevano preceduta che lo fissavano con aspettativa. "Ma la ragazza
che ha appena suonato dov'è andata?" domandò. Uno dei tre
tizi lo guardò con aria delusa e poi indicò la porta "Se
n'è andata assieme alla sua amica."
Braxton lo guardò con aria terrorizzata "Quando?"
"Pochi secondi fa." rispose l'altro.
Braxton partì a razzo verso la porta e sparì dietro di
essa: se non avesse ritrovato la ragazza, Shannon l'avrebbe sicuramente
scuoiato vivo. Corse in strada e si guardò attorno disperato:
con tutta quella gente non l'avrebbe trovata sicuramente. Guardò
meglio e scorse la grossa custodia del basso che la ragazza portava
sulle spalle. Con uno scatto fulmineo, e urtando una vecchietta che lo
stramaledì, si mise a rincorrere Lucy e la sua amica fra la
folla e giù per le scale del metrò.
Arrivò con il fiato corto e riuscì ad afferrarla per la
manica del giubbotto. Lucy si volse di scatto con aria incazzata ed una
mano chiusa a pugno. Si fermò in tempo quando riconobbe Braxton.
"Stavo per darti un pugno." disse.
Braxton si piegò in avanti ed appoggiò le mani sulle
ginocchia per riprendere fiato facendo cenno a Lucy di attendere un
momento.
La ragazza lo guardò incrociando le braccia al petto.
Braxton riprese fiato e si raddrizzò "Perchè te ne sei andata?" le domandò
Lucy lo guardò inarcando un sopracciglio "Avevo motivo di restare?"
"Certo! Sarai il nostro nuovo bassista." rispose il ragazzo.
Lucy strabuzzò gli occhi dalla sorpresa "Je." si rivolse
all'amica che sorrideva inebetita "Ti prego, dammi un pizzicotto."
Jennifer le diede un forte pizzicotto sul braccio. "Ahi! Non
così forte però. Adesso mi rimarrà un livido." poi
si girò verso Braxton "Vuoi dire che suonerò con i Mars?"
Il ragazzo annuì "Certo! Ora, però, ti pregherei di tornare indietro o, se si incazza Tomo, sono guai."
Lucy guardò la sua amica Jennifer "Tu che fai? Mi aspetti a casa o torni con me?"
"No, io torno a casa. Ti aspetto per festeggiare. Vai Sting!" disse
saltellando dalla gioia e facendo segno di vittoria con la mano
sinistra.
Lucy si rivolse a Braxton "Va bene. Se non mi stai facendo uno scherzo, vengo con te." e seguì il ragazzo.
Shannon stava per prendere in mano il telefono per chiamare Braxton,
quando questo apparve dalla porta. Tomo si era appena preoccupato di
mandare via i tre ragazzi che erano rimasti in fiduciosa attesa ed ora
stava facendo compagnia ad un sempre più ansioso Shannon.
Shannon scattò in piedi e fulminò Lucy con lo sguardo "Ma si può sapere perchè sei scappata?"
La ragazza lo guardò con calma "Perchè l'ultima cosa che
pensavo era di essere stata scelta. Sono stata scartata talmente tante
volte che non ci credevo neppure stavolta."
Tomo picchiò un pugno sul tavolo "E hai fatto male! Sei stato il
migliore bassista che abbiamo sentito in tutti questi giorni. La tua
tecnica è eccellente ed hai pure una bella voce."
Lucy li guardò entrambi con aria perplessa "Jared cosa ne pensa?"
Tomo deglutì terrorizzato dalla domanda e Shannon
strabuzzò gli occhi ma poi si riprese "Oh! Non c'è
problema per lui. Quello che scegliamo gli andrà bene. Noi Mars
siamo una famiglia."
"E vi mancava una sorellina." concluse Lucy per lui.
Shannon annuì con la testa.
"Va bene! Io sono pronta a cominciare questa avventura." poi rise "Wow! La mia prima vera esperienza con una band famosa!"
Tomo la guardò un momento "Perchè, prima con chi suonavi?" domandò.
Lucy si sedette meglio sulla sedia "Avevo una band con delle amiche fino ad un paio di anni fa. Ci chiamavamo Venus."
"E poi le hai mollate?" domandò Shannon curioso.
"No, ci siamo sciolte per motivi tecnici."
"Cioè?" domandarono i due uomini.
"La batterista e la cantante sono rimaste incinta ed hanno deciso di
sposarsi e mollare la band. Io e la chitarrista abbiamo provato a
rimpiazzarle, ma è stato un disastro. Ora loro due fanno le
mamme e le mogli e Jen lavora in uno studio di registrazione e convive
con il fidanzato. Io sono rimasta l'unica a coltivare il mio sogno di
ragazzina." spiegò Lucy.
Shannon la guardò un momento "Se non è chiedere troppo... quanti anni hai?" domandò.
"31. Vado per i 32."
Un fischio sommesso da parte del batterista che guardò Tomo "Hai la stessa età di Tomo, allora?"
"Sì, io li compio a marzo." specificò.
Shan si grattò la testa "Beh, almeno non è minorenne." disse a bassa voce fra sè.
"Prego?" domandò Lucy guardando male il batterista "Mettiamo in
chiaro subito una cosa: io sono qui per suonare e non per scaldare il
letto di qualcuno!"
"Chiarissima!" concordò Shannon.
Lucy si alzò "Bene, se non c'è altro io andrei a casa."
"Bene. Ci vediamo domani mattina. Preparati perchè riprenderemo
il tour fa due settimane." specificò Shannon salutandola con un
sorriso.
"Ottimo! Allora ci vediamo domattina per le prove. Buona serata a tutti
e due." e Lucy uscì dalla stanza lasciando Shannon e Tomo soli.
Il chitarrista fissava l'amico con una mano sul mento e tamburellando le dita.
Shan lo guardò fulminandolo "Beh? Che c'è?"
Tomo mosse una mano in aria "Niente, ma se Jared chiede chi l'ha
scelta, io do la colpa a te. Saranno scintille fra tuo fratello e la
ragazza e non nel senso che pensi tu. Ti consiglio di portare il
giubbotto antiproiettile quando si incontreranno domani mattina."
Shan guardò Tomo e si toccò i gioielli di famiglia con un gesto eloquente "Gufo!"
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Capitolo 2 *** 2 ***
2
Lucy scese dal metrò con
la custodia del suo Flea sulle spalle ed inforcò i Rayban per
non essere accecata dalla luce del sole. Quell'inizio di gennaio 2011 a
Los Angeles si stava rivelando con temperature che, in Montana, dove
lei era nata e cresciuta, si cominciavano ad avere solo a Maggio
inoltrato.
Controllò l'orologio e constatò di essere in anticipo di
ben un'ora. Si concesse, allora, di entrare nel vicino Starbucks per
prendersi un dolcetto ed un bel bicchierone di latte macchiato.
Con in mano il bicchierone di latte macchiato e sgranocchiando una
tortina di pasta sfoglia alle mele, si diresse verso la sala prove. Un
gruppo di ragazzi stava portando dentro alcune casse. Lucy si
avvicinò alla porta principale e, dopo aver gettato il
tovagliolo della tortina, si spostò di lato per aprire la porta
ed entrare. Peccato che, nello stesso istante, Braxton spalancò
la porta per uscire ed urtò violentemente Lucy centrandola in
pieno con la porta.
Lucy riparì gli occhi con un gran dolore alla fronte ed un senso
di caldo umido all'altezza dell'ombelico. Si rialzò e, per prima
cosa, verificò che il suo Flea fosse tutto intero: per fortuna
neanche un graffio alla robusta custodia. Si guardò la maglietta
bianca: il suo latte macchiato era finito a crearle un disegno
irregolare sullo stomaco.
Quando alzò la testa Braxton la guardava leggermente
spaventanto. Lucy lo guardò "Sai dove posso trovare un bagno?
Vorrei lavare la mia maglietta e, magari riuscire ad asciugarla un po'."
Braxton non reagì. "Brax? Scusami: dove trovo un bagno?" disse nuovamente sventolandogli una mano davanti alla faccia.
"Sa...sangue." disse il giovane hawaiano indicandole la fronte.
Lucy si toccò la fronte, che sentiva umida, e poi si
guardò la mano. "Oh cacchio!" esclamò. Si doveva essere
tagliata nell'impatto con lo spigolo della porta. Tirò fuori
dalla tasca dei jeans un fazzoletto e si tamponò la fronte. "Mi
dici dov'è il bagno, adesso?" domandò ringhiando.
Braxton alzò un braccio ed indicò una porta. "Ne trovi uno nel camerino."
Lucy entrò nella porta indicata ed appoggiò la custodia
del basso contro un divanetto assieme al giubbotto. Si tamponò
nuovamente la fronte ed entrò in bagno. Fece scorrere l'acqua e
pulì la ferita sulla fronte dove applicò un cerotto
trovato nell'armadietto dei medicinali.
"Fantanstico! Primo giorno di lavoro con i Mars e quasi mi faccio ammazzare da Braxton."
pensò mentre si toglieva la maglietta e la mise sotto al
rubinetto per cercare di far sparire la macchia di caffèlatte.
Lo specchio le restituì la propria immagine. Non era una ragazza
appariscente, ma neppure brutta. I capelli scuri, che portava
cortissimi, più per comodità che per la moda, erano
tenuti spettinati grazie ad una generosa quantità di gel. Sul
viso, dalla forma leggermente rotonda e dall'incarnato pallido,
spiccavano due grandi occhi marroni, quasi sproporzionati rispetto alla
bocca piccola e con le labbra pallide e sottili che sparivano. Il naso
era diritto e, a lei, era sempre piaciuto così. Forse l'unica
cosa poco brillante era stata l'idea di indossare dell'intimo nero
sotto ad una maglietta bianca, quella mattina. Si guardò le
forme da pinup che debordavano dal reggiseno di stoffa lucida. Quella
era una delle caratteristiche che la facevano piacere agli uomini, ma che lei trovava decisamente imbarazzante.
Jared arrivò alla sala prove leggermente in anticipo rispetto ai
suoi soliti standard. Entrando dalla porta notò il bicchiere di
Starbucks rovesciato per terra e si preparò due paroline da dire
ai suoi assistenti. Lui se ne stava a New York qualche giorno per un
servizio fotografico e ritrovava un casino del genere in sala prove!
Era proprio vero che, senza la sua brillante presenza, la macchina
organizzativa dei 30 Seconds to Mars non funzionava. Chissà se,
almeno, Shan e Tomo erano stati in gradi di trovare un bassista che
rimpiazzasse Tim, o se non erano stati in grado di fare neppure quello
senza di lui?
Salutò tutti i suoi collaboratori e diede un paio di direttive
ad Emma che annotò il tutto e poi si andò a sedere ad una
scrivania con il portatile acceso davanti. Si guardò intorno
scocciato per il fatto che Shan e Tomo non erano ancora arrivati.
"Emma. Quando arrivano mio fratello e Tomo, digli che li aspetto nel camerino." ed entrò.
Si guardò intorno e notò il giubbotto e la custodia del
basso lasciati vicino al SUO divanetto personale. Beh, almeno erano
riusciti a trovare un bassista, ma dov'era? Ascoltò con
attenzione e sentì l'acqua che scorreva nel bagno. Il nuovo
bassista doveva essere in bagno. L'acqua smise di scorrere e
partì l'asciugamani ad aria, per ben tre volte. Non è che
quei due imbecilli avevano preso qualche mezzo tossico che ora era in
bagno a farsi di qualcosa? Ci pensò su un paio di volte, poi si
alzò per andare a controllare. Si avvicinò alla porta del
bagno ed allungò la mano per toccare la maniglia. La porta si
spalancò finendo di spigolo sulla fronte di Jared che cadde a
terra mezzo tramortito per qualche secondo. Quando riaprì gli
occhi la prima cosa che vide furono... un paio di tette ricoperte da un
reggiseno nero.
Lucy aveva aperto la porta con un po' troppa irruenza a causa del
nervosismo per la botta in testa e la maglietta che non veniva pulita.
Non capì contro cosa aveva urtato finchè, uscendo dal
bango, non ci inciampò dentro finendogli addosso. Riuscì
a frenare la caduta con le mani e le ginocchia per non finire addosso a
Jared Leto a peso morto e schiacciarlo. Lei non era esattamente un
fuscello di ragazza e lui sembrava tutto ossa.
Lo guardò un momento: beh, non sarebbe stata l'unica con un
cerotto in fronte quel giorno. Fece per alzarsi per prendere un
asciugamano bagnato per farlo rinvenire ed un cerotto per il taglio
sulla fronte, quando lui aprì gli occhi e concentrò lo
sguardo azzurrissimo sul suo reggiseno, per poi alzarlo verso il suo
viso.
"Ma Fuck! Adesso vi infilate anche nel mio camerino per farmi gli
attacchi a sorpresa voi fangirl?" disse lui con tono brusco cercando di
sedersi.
Lucy strinse gli occhi in un'espressione minacciosa "Io non faccio
attacchi a sorpresa a nessuno! Mi stavo solo pulendo la maglietta
perchè Braxton mi ha centrato con la porta e mi sono rovesciata
addosso la colazione, oltre ad aver preso una bella botta in testa."
rispose lei sedendosi sul pavimento e toccandosi la testa che le faceva
ancora male.
Jared spalancò gli occhi "Allora sei tu che hai lasciato il bicchiere di Starbucks per terra vicino all'ingresso?"
Lucy ringhiò "Scusami se non l'ho raccolto, ma ero mezza svenuta
e con la fronte piena di sangue. Mi interessava salvare di più
Flea."
Jared ridacchiò sarcastico "Ah sì? C'era il bassisita dei
Red Hot Chili Peppers in giro? Sei una specie di supereroe tu?"
In quel momento Shannon e Tomo entratono nel camerino allarmati per le grida che sentivano provenire dall'interno.
"Jared! Perchè urli?" esclamò il batterista guardando il
fratello seduto per terra con di fronte la loro nuova bassista senza
maglietta.
"Oh! Finalmente sei arrivato! Chiama la security e fai sbattere fuori
questa fangirl che si crede un super eroe." disse seccato alzandosi.
Lucy lo stava guardando in cagnesco e Shannon si affrettò a
spiegare tutto al fratello "Lei, veramente, sarebbe il nostro nuovo
bassista bro."
Jared spalancò ancora di più gli occhi e fissò il fratello "Lei?" disse indicando Lucy.
Shannon sorrise, mentre Tomo aiutava Lucy ad alzarsi "Certo! E' il miglior bassista che abbiamo sentito a tutti i provini."
Lucy, intanto, si era rialzata e si era infilata il giubbotto imprecando a bassa voce.
Jared guardò di nuovo suo fratello ed il suo amico Tomo che
annuivano come due scemi. "Non è che l'avete scelta solo
perchè è una ragazza?"
Lucy ringhiò di nuovo e si parò davanti a Jared "Sentimi
bene: io sono una professionista seria e sono brava nel mio lavoro. Non
insinuare che mi hanno scelta per potersi far fare un pompino ogni
tanto." poi afferrò la custodia del basso ed uscì dal
camerino.
Jared, ancora seduto per terra, la guardò uscire. Era rimasto
sbalordito dalle parole dure che gli aveva rivolto la ragazza.
Shannon allungò una mano verso di lui per aiutarlo ad alzarsi
"Alzati bro. Sarà meglio che chiedi scusa a Lucy prima di
iniziare a provare. Non mi andrebbe proprio di fare un'altra serie di
provini a dei bassisti."
Jared si alzò in silenzio e poi fissò il fratello "Sicuro
che sia brava? Non l'hai scelta solo perchè ha un bel paio di
tette ed è carina, vero?"
Shannon annuì "Posso giurartelo, se vuoi. E' veramente
bravissima. Adesso mettiti un cerotto sulla fronte e poi andiamo di
là e cominciamo a suonare, così te ne renderai conto
anche tu."
Jared ubbidì docilmente al fratello.
Dopo qualche minuto entrarono tutti e tre in sala prove. Lucy se ne
stava seduta su uno sgabello alto e stava strimpellando con il suo Flea
argentato la parte di basso di Every Breath you take dei Police. Quando
vide entrare i Mars si interruppe subito e si alzò. Si misero
tutti in posizione e Shannon le sorrise da dietro la batteria. Jared si
avvicinò al microfono come nel video di Kings and Queen e a Lucy
scappò un mezzo sorriso: quell'uomo era un attore nato anche
nelle cose di tutti i giorni.
"Pronti?" domandò Jared voltandosi.
I tre annuirono e Shannon diede l'attacco per iniziare con The Kill.
Lucy suonò mettendoci tutta la passione che aveva e la sua
tecnica impeccabile. Il pezzo terminò e Jared si girò
verso di lei e poi guardò Shannon e Tomo "E bravi! Vedo che
cominciate a cavarvela anche senza di me." poi sorrise a Lucy "Suoni
davvero bene. Sarà un vero piacere lavorare con te."
Lucy sorrise e ripresero a suonare. Shannon propose anche di far
provare qualche coro alla ragazza e Jared rimase piacevolmente
impressionato anche dalla sua capacità vocale.
Provarono per più di un'ora poi Jared decretò la fine
della session. "Va bene. Ci vediamo domani mattina alla stessa ora.
Dovremmo parlare delle prossime date dei concerti e di quello che
vogliamo fare." Annuirono tutti e si salutarono.
Lucy prese il suo Flea, lo ripulì con uno straccio che teneva nella custodia e lo ripose delicatamente.
Jared la vide dalla porta e si appoggiò allo stipite ad
osservare la ragazza "Ci tieni molto a quello strumento."
constatò.
Lucy, ancora accovacciata a terra vicino alla sua custodia, si
girò verso la voce e sorrise annuendo "Già! E' la mia
vita. Ho sudato parecchio per potermelo comprare."
Jared bevve un altro sorso dalla bottiglietta che teneva in mano e si
avvicinò accovacciandosi anche lui a guardare il basso "E' un
Modulus Flea. Veramente un bello strumento." si complimentò
Jared puntando i suoi occhi azzurri sul viso della ragazza.
Lucy arrossì "Scusami per prima nel camerino."
Jared si toccò il cerotto sulla fronte e sorrise "Ma figurati. Mi è capitato di peggio."
Lucy sorrise ed annuì "Già, come quando avete girato il
video di Capricorn. Ho letto che Solon ti aveva colpito
accidentalmente con il manico della chitarra e ti aveva fatto venire un
grosso ematoma in fronte."
Jared sorrise "Non dirlo a nessuno, ma ho fatto tutto da solo. Solomon non centrava niente."
Lucy sospirò di sollievo "Meno male. Credevo che lo avessi licenziato per quello."
Jared si sedette per terra "No, io non ho licenziato nessuno. Se n'è andato da solo."
Lucy lo guardò con aria furbetta "Sicuro che non se ne sia andato per colpa tua? Hai un caratteraccio certe volte."
Jared fece il broncio "Questo è falso."
"Beh, mi hai scambiato per una fangirl con gli ormoni impazziti." specificò lei.
"Eri nel mio camerino mezza nuda!" ribbattè lui.
"Uh! Hai fatto bene a ricordarmelo: devo andare a recuperare la mia
maglietta e, stasera, farò il bucato." disse lei alzandosi in
piedi. Prese il suo Flea e se ne andò di corsa dalla sala prove
lasciando Jared seduto sul pavimento che guardava la porta da dove era
sparita.
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Capitolo 3 *** 3 ***
3
Quella prima settimana di tour
in giro per gli Stati Uniti era stata una vera mazzata per Lucy. Quando
era sul palco assieme alla band, l'adrenalina le scorreva in corpo e si
era scoperta capace di coinvolgere il pubblico tanto quanto Jared.
All'inizio non era stato facile per lei, in quanto donna, passare
indenne agli insulti che le venivano rivolti da quelle ragazzine
scalmanate che idolatravano Jared più come uomo che come
artista. Emma l'aveva consolata dicendole che sapeva benissimo come si
sentiva e che questo capitava sempre anche a lei, in quanto così
vicina a Jared. Poi, però, c'erano i veri Echelon, quelli che
amavano la band per la loro musica e non solo per l'avvenenza dei
fratelli Leto: quelli l'avevano capita e pure accolta bene, anzi,
qualcuno, si era pure affezionato a lei.
Jared era un tornado di energia e Lucy si era spesso chiesta di che
tipo di droga facesse uso per essere sempre così. Si era appena
concessa una veloce doccia nel piccolo bagno del tourbus
ed ora si stava per stendere nella sua cuccetta al calduccio: aveva un
estremo bisogno di dormire, termine che, al cantante, pareva
sconosciuto.
Aveva appena chiuso gli occhi quando la porta del bus si aprì e
Jared, Shannon e Tomo entrarono. Tomo e Shan erano visibilmente sfniti,
mentre Jared ciarlava a più non posso.
"... e poi penso che sarebbe una bellissima idea fare una serata in
cui, sia noi che i nostri Echelon, saremmo tutti vestiti in modo
elegante. Non pensate che sia un'idea geniale?" disse guardando con
entusiasmo Shan e Tomo. Shan grugnì e si fiondò in bagno
e Tomo aprì il frigorifero e tirò fuori il vaso di burro
d'arachidi mangiandone una cucchiaiata enorme, segno evidente che era in piena crisi da stress. Evidentemente erano
stufi tutti e due delle sue geniali trovate per i temi dei concerti:
perchè non potevano suonare e basta? I loro Echelon li amavano
proprio per questo!
Jared, trovandosi spiazzato, si rivolse a Lucy, o meglio, alla coperta
che la copriva completamente. "Tu cosa ne pensi?" domandò.
"A quando la serata dei supereroi?" domandò la voce che proveniva ovattata da sotto le coperte.
Jared, avendo finalmente ottenuto l'attenzione di qualcuno, si
fiondò verso la cuccetta di Lucy e l'abbracciò comprese
le coperte "Ma tu sei un genio!"
Lucy si mosse infastidita e sbucò da sotto le coperte con il
cappuccio della felpa nera calato sulla testa a coprirle mezza faccia
"Ma tu sei
scemo di natura o fai qualche cura particolare? Non te ne accorgi che
siamo tutti stanchi e non abbiamo voglia di sentirti sproloquiare del
tema della prossima serata?"
Jared si scostò spaventato: Lucy era decisamente inquietante. La ragazza prese il cuscino e colpì il cantante,
mentre applausi e fischi di approvazione provenivano da Shannon e da
Tomo.
"Ok! Ho capito: me ne vado a dormire." disse Jared risentito e
spalancò la porta del bagno gettando fuori il fratello ancora in
mutande e con lo spazzolino da denti in mano.
Shan guardò Lucy "Sei il mio idolo ragazza! Neppure io ho mai
avuto il coraggio di dirgli queste cose. Ti meriti un bacio." disse
mentre si avvicinava a lei con la bocca ancora piena di dentifricio.
"Non ci provare Shan!" disse Lucy e tornò a dormire concludendo con "Fanculizzatevi tutti e tre."
"Buonanotte principessa." rispose Jared dal bagno.
Erano ancora in viaggio ed il prossimo concerto si sarebbe tenuto in Louisiana, per la precisione a Shreveport.
Lucy se ne stava seduta a gambe incrociate sul suo letto con il
portatile sulle ginocchia e le cuffiette nelle orecchie. Stava tenendo
un po' i contatti con i suoi vecchi amici e, nel frattempo ascoltava un
po' della sua musica preferita che spaziava da Patty Smith, passando
per i Police e gli U2, senza tralasciare i Green Day e i Linkin Park o
gli AC/DC.
Shannon si avvicinò e lei gli sorrise. Con il maggiore dei
fratelli Leto aveva stretto un bellissimo rapporto di amicizia: non si
poteva proprio dire la stessa cosa di Jared. Quando si parlavano non
riuscivano a fare un discorso tranquillo senza iniziare a litigare dopo
30 secondi.
Shannon si sedette vicino a Lucy e lei si scostò per fargli
posto "Cosa ascolti di bello?" domandò rubandole un auricolare.
Lucy sorrise "Lo sai: ascolto i miei adorati U2."
"Uhm. Ho sempre trovato il loro batterista un po' troppo marziale." osservò Shan.
"Forse, nei primi dischi, risentiva ancora della sua ritmica da banda
della scuola, ma ora si è affinato moltissimo." poi
guardò Shan "Lo sapevi che Larry è il fondatore degli U2?"
Shannon annuì "Anche Jared è un loro fan, non così devoto come te, però."
Lucy sorrise "Il mio amore per loro non è da mettere in discussione, specialmente la passione che ho per Bono."
Shan "Cos'avrà mai di così speciale? E' un cantante come tanti."
"Uhmm, la sua voce ha una vibrazione ed un'intonazione così
particolari che riescono a procurarmi i brividi e, a volte, degli
sconvolgimenti ormonali non indifferenti."
Shan rise "Insomma, con la giusta combinazione di canzoni degli U2, si
riuscirebbe a rompere quella tua corazza e ad infilarsi nel tuo letto
per una sana nottata di sesso."
Lucy sorrise "Può darsi, ma dovresti proprio trovare quelle giuste."
Shan annuì "Dovrò mettermi al lavoro seriamente per riuscirci." disse.
Lucy rise "Shan, sei proprio un buffone. Non ci riuscirai mai ad infilarti nel mio letto."
Shan si accomodò meglio ed appoggiò la testa sul cuscino
e la guardò con i suoi occhi da gatto sornione "Ma ci sono
già nel tuo letto."
Tomo rise e riprese in mano il telefono per mandare un messaggino a
Vicky: probabilmente le avrebbe raccontato anche di questo tentativo di
Shan di farsi Lucy.
Jared, seduto al tavolino che twittava, sbuffò irritato. "Avete
finito con questo siparietto ridicolo?" domandò brusco al
fratello e alla loro bassista.
Shan roteò gli occhi e Lucy fece altrettanto "Ma bro, stavamo
solo cercando di far passare un po' di tempo. Lo sai che i viaggi
lunghi mi annoiano."
"Perchè non fai qualche stupida foto e la pubblichi su twitter?" domandò Jared.
Shannon sorrise come per una brillante idea e poi si girò verso Lucy "Potresti farmi da modella per qualche foto."
Lucy lo guardò perplessa "No. Lo sai che sono allergica alle foto."
Shan la guardò con sguardo da cucciolo implorante "Ma dai! Cosa
ti costano un paio di foto." poi si attaccò a lei affondandole
il viso sul collo, come faceva quando voleva qualcosa da lei. "Ti
prego, ti prego, ti prego."
Lucy si dimenò per scostarselo di dosso "Cazzo Shan! Pungi come un porcospino!"
"Ti prego." disse di nuovo lui con vocetta pigolante.
Lucy sbuffò. "Va bene. Basta che ti levi di dosso!"
Shan si scostò e sorrise felice. "Allora vediamo da dove posso
iniziare." disse guardandosi intorno con aria professionale.
Lucy lo guardava sempre più perplessa. Shannon sorrise di nuovo "Ci sono! Togliti la felpa!"
"SHANNON!" urlò Lucy.
Shannon capì la sua gaffes "Non ho intenzione di fare dei nudi
artistici, volevo solo vedere se hai qualche tatuaggio anche tu."
"La chiave di basso dietro la spalla destra."
Lucy e Shannon si ammutolirono e guardarono verso Jared che aveva pronunciato, inconsciamente, quella frase.
Shan guardò prima Lucy e poi il fratello. "Tu come lo sai che ha un tatuaggio? Quando lo hai visto?"
Jared, sentendosi chiamato in causa, si voltò indifferente "Quel
giorno che mi ha aperto la porta del bagno sulla fronte. Era senza
maglietta."
Shannon guardò ancora Lucy, che era arrossita come un peperone.
"E' vero quello che dice Jared?" domandò
Lucy annuì con il capo.
Shann fece un fischio ammirato e si rivolse al fratello "Hai veramente una buona vista bro."
Poi sorrise di nuovo a Lucy "Posso vederlo anch'io?" domandò.
Lucy sbuffò e si tolse la felpa che indossava rimanendo con
addosso una canotta bianca aderente. Scostò la spallina della
canotta e quella del reggiseno ed il tatuaggio si materializzò
in tutto il suo semplice splendore.
"Davvero molto carino." sentenziò Shan e poi si sentì il
click della fotocamera del suo Iphone. "Fatto! Ora la pubblico su
Twitter."
Shannon trafficò per un po' con il cellulare per pubblicare la
foto, poi si mise a controllare la sua timeline e strabuzzò gli
occhi. "Ma che cavolo! Jared!" esclamò il batterista.
Lucy lo guardò "Che c'è? Qualcosa che non va?"
Shannon avvicinò il telefono a Lucy mostrandole la pagina "Guarda tu."
Lucy guardò il particolare twit che aveva attirato l'attenzione
di Shannon e poi si rivolse verso Jared "Ma sei imbecille!" e non era
una domanda. "Vuoi che venga linciata da tutte le fans di tuo fratello?"
Jared li guardò entrambi con aria innocente "Anch'io mi annoio. E poi eravate così invitanti..."
Jared aveva scattato una foto a Shannon e Lucy mentre lui la stava
convincendo a farsi fotografare ed un'altra della ragazza che si
toglieva la felpa: molte fangirl avrebbero interpretato la cosa nel
peggiore dei modi.
"Ma non puoi limitarti a pubblicare, come fai di solito, le foto delle
schifezze che ti mangi o quella di qualche animale imbalsamato in posa
equivoca?" ringhiò la ragazza.
Jared si limitò a scrollare le spalle e smise di dare retta a Shannon e Lucy.
"Cretino." sentenziò Lucy prima di calciare via Shan dal suo letto e rimettersi le cuffie con i suoi amati U2.
Shannon aveva dovuto spiegare, alle sue follower impazzite su twitter,
che quelle foto erano uno scherzo di Jared e che lui stava solo
tentando di far impazzire Lucy perchè si annoiava. Si era,
però, messo a ridere, quando una loro follower, una certa
Granny, aveva risposto a Jared chiedendogli se era geloso.
Arrivarono in vista di Bossier City, la loro città natale. "Sarebbe bello fare una sorpresa alla nonna." disse Jared.
"Già, potremmo passare dentro e passare la serata con lei. Tanto
suoniamo domani sera." convenne Shannon, poi guardò verso Lucy
che era ancora chiusa nel suo mutismo incazzato. "Bro, che ne dici se
ci portiamo anche Lucy da nonna Ruby? Mamma mi ha detto che le
piacerebbe conoscerla."
Jared alzò le spalle "Chiedile se le va. Per me non c'è problema." disse prima di sparire nel bagno.
Shannon avanzò la proposta a Lucy che accettò, visto che
lui insistette parecchio "Vedrai, ti piacerà mia nonna. E'
veramente una donna fuori dal comune."
Lucy sorrise "Va bene. Io con la mia ci ho sempre litigato."
"Vorrei ancora capire con chi non litighi tu." sentenziò Shannon sorridendo.
Il tourbus lasciò Jared, Shannon e Lucy davanti a casa della
nonna dei Leto. Jared aveva pensato bene di rendere partecipi i loro
follower sul fatto che avrebbero fatto visita alla nonna.
Lucy si stava pentendo di aver accettato la proposta dei fratelli già prima di entrare in casa della signora Leto.
Jared suonò il campanello e, dopo pochi minuti, una signora
piuttosto arzilla e con una bella permanente bionda, aprì la
porta.
"Oh! I miei adorati bambini!" esclamò abbracciando
contemporaneamente i due uomini. A Lucy scappò un sorrisetto:
data l'età, non si potevano proprio considerare bambini, ma
visto il cervello...
"E tu devi essere il nuovo acquisto: Lucy." disse rivolgendosi a lei.
Lucy sorrise allungando la mano per stringere quella di nonna Ruby. La
donna, con un'energia inaspettata, l'attirò a sè e
l'abbracciò come aveva fatto con i nipoti. "Benvenuta cara."
Lucy arrossì "Grazie signora. Sono felice di conscerla. Shannon
e Jared parlano sempre di lei." non era proprio vero, ma era una cosa
che faceva piacere sentire, specialmente alle persone anziane.
Nonna Ruby sorrise ed accompagnò in casa Lucy, mentre i nipoti
la seguivano "Oh, lo so che non parlano troppo di me, ma apprezzo molto
questa tua cortesia."
Shannon si guardò intorno e respirò quell'aria
familiare. La casa della nonna non era cambiata molto da quando loro
due erano bambini: i soliti vecchi mobili, le loro fotografie da
bambini e quelle più recenti. Shannon staccò la sua foto
in cui era ritratto completamente nudo ad un anno e la chiuse in un
cassetto. Poi notò un pc portatile sul tavolo della sala da
pranzo con una chiavetta per il collegamento ad internet.
"Nonna, da quando ti sei data alla tecnologia?" domandò curioso.
La donna, che stava mostrando la casa a Lucy, rispose al nipote "Un
mese fa ho iniziato a seguire un corso di computer ed internet al
centro anziani dove vado sempre. E' una cosa così interessante,
che mi sono pentita di non averla scoperta prima. Avete veramente un
bel sito, ragazzi miei."
Jared sorrise "Nonna, non è che ti sei iscritta anche a qualche social network?"
La donna sorrise "Non siamo ancora arrivati a quella lezione." e
trascinò Lucy in cucina. "Vi fermate per cena, vero tesori miei?"
"Ma nonna, veramente dovremmo andare in albergo..." Jared non
finì di protestare che gli squillò il telefono "Pronto?
Cos'è successo Tomo? Come?! E noi come diavolo facciamo a venire
a Shreveport?"
Shannon si avvicinò al fratello per sentire quello che stava succedendo, vedendolo preoccupato.
Jared riattaccò con un sospiro rassegnato e Shannon gli
fù accanto "Cos'è successo? Perchè sei così
agitato?"
"Il tourbus si è fermato e non riescono a farlo ripartire. Tomo
e gli altri sono andati in albergo a piedi ed il bus è in
un'officina. Dovremmo preoccuparci di trovare un'auto a noleggio
o chiamare un taxi." rispose pratico.
Shan annuì "Questa è veramente una grana. Non sarà facile trovare un taxi qui."
Lucy arrivò dalla cucina "Ragazzi, che succede? Perchè quelle facce preoccupate?"
Shan si preparò a spiegare alla ragazza il problema "Il tourbus
ha avuto un guasto ed è in officina. Il vero problema è
che non abbiamo un mezzo per andare in hotel questa sera."
Lucy guardò entrambi i Leto con aria preoccupata "Volete dire che siamo bloccati qui?"
Jared annuì e Lucy sbottò, come suo solito "Lo sapevo che
non vi dovevo dare retta!" e si diresse a passo di marcia in cucina.
Nonna Ruby sbucò un paio di minuti più tardi e si rivolse
ai nipoti "Ragazzi, Lucy mi ha detto cos'è successo. Potete
rimanere qui, per stanotte, poi domattina troverò qualcuno che
vi accompagni a Shreveport."
"Grazie nonna." disse Jared.
"Dove dormiamo?" domandò Shannon pratico.
"Beh, c'è il divano, dove avete appoggiato i vostri bei
sederini, che diventa un letto, e poi c'è il mio lettone." disse
la signora Ruby.
"E Lucy?" domandò Shannon. "Cioè, io e Jared possiamo dividerci il divano letto, ma lei?"
"C'è sempre la vasca da bagno." disse Jared con una punta di sarcasmo nella voce.
Nonna Ruby gli mollò uno scappellotto "Non essere maleducato
Jared! Ho io la soluzione." I due uomini la guardarono in attesa della
brillante idea "Lucy dormirà nel divano letto e voi due, tesori
miei, dormirete nel lettone assieme a me come quando eravate bambini!"
Jared è Shannon rimasero a bocca aperta per lo shock.
Lucy, che aveva seguito tutto il discorso dalla porta della cucina,
viste le facce dei ragazzi, scoppiò in una silenziosa risata.
Nonna Ruby era una donna deliziosa e molto simpatica, ma evidentemente
non si era ancora resa conto che i suoi nipoti non erano più due
bambini e neppure due ragazzini, ma due uomini più che adulti
(anche se lei, spesso e volentieri, non ci avrebbe messo la mano
sul fuoco, visti certi loro comportamenti)
L'anziana donna rientrò in cucina e sorrise a Lucy "Pare che
questa notte dormirete qui. Ti va di aiutarmi a preparare la cena?"
domandò.
Lucy annuì "Certo! Mi dica solo quello che devo fare. Me la cavo abbastanza bene in cucina."
"Brava. Allora tu preparerai il dolce. Questa è la ricetta: sono
i biscotti preferiti dal mio piccolo Jared." Nonna Ruby le mise in mano
un vecchio quaderno con delle ricette scritte con una bella calligrafia.
Lucy la lesse con attenzione "Biscotti al cioccolato. Sembrano facili da preparare."
"Trovi tutto quello che ti serve in frigorifero ed in quell'armadietto." indicò la nonna.
Lucy si mise all'opera in silenzio ascoltando il ciarlare della donna
che le raccontava dell'infanzia dei suoi nipoti e di quanto fossero
carini e coccolosi, specialmente Jared.
"... e poi non sono mai riuscita a sgridarlo. Quando combinava qualcosa
mi guardava con quei suoi begli occhioni azzurri mortificati ed io mi
scioglievo. Shannon, invece, era un bambino più tranquillo: lui
non ha mai combinato i disastri di suo fratello."
Lucy sorrise mentre spezzettava il cioccolato da incorporare
all'impasto dei biscotti. "Si vede che, crescendo, sono molto cambiati.
Jared non è il tipo che si mortifica quando combina qualcosa, ma
vuole sempre avere ragione."
Nonna Ruby sorrise "Ma è sempre stato così anche prima,
solo che era tutto dolce per evitare le sculacciate." Lucy rise assieme
a lei.
Jared si affacciò in cucina sentendo le due donne ridere
"Com'è che vi divertite così tanto qui?" domandò.
"Ma niente caro, stavo solo raccontando a Lucy di quando eravate bambini e di come foste tanto carini e dolci tutti e due."
Lucy regolò la temperatura del forno in cui aveva messo i
biscotti e si alzò "Carino e dolce come il gatto con gli stivali
di Shrek, a quanto pare."
"Nonna!" la riprese Jared.
"Nonna, ti prego di evitare di raccontare a Lucy di quella volta che
Jared si è fatto la pipì addosso mentre eravamo in
chiesa." Shannon era sopraggiunto alle spalle del fratello.
Lucy scoppiò in una risata a pernacchia. "Si nonna,
risparmiatela, se non gliel'hai già detto." ringhiò Jared
prima di tornare sul divano e afferrare il telecomando facendo zapping
in modo feroce.
Shannon annusò l'aria "Biscotti al cioccolato?" domandò.
Lucy annuì. "Beh, almeno gli passerà il nervoso." disse
prima di ritornare in salotto a stuzzicare il fratello.
Lucy e Ruby si sorrisero.
"Nonnaaa! Jared non mi lascia il telecomando!" urlò Shannon dal salotto.
Nonna Ruby sospirò esasperata "Jared, tesoro, lascia il telecomando a tuo fratello e vieni ad apparecchiare la tavola."
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Capitolo 4 *** 4 ***
Era stata
una serata divertente quella trascorsa con la signora Ruby: questo
era il pensiero di Lucy mentre tentava di addormentarsi nel divano
letto del salotto.
Era stata fortunata ad avere quel letto tutto
per lei, mentre i ragazzi erano stati costretti dalla nonna a dormire
con lei nel grande letto matrimoniale.
La cena era stata veramente
squisita e Jared si era stupito molto quando sua nonna gli aveva
detto che i biscotti al cioccolato li aveva preparati Lucy.
"Sono
una ragazza di campagna" si era giustificata "Ho imparato
fin da piccola a cucinare."
"Comunque sono veramente
buoni. Proprio come li fai tu nonna." aveva dichiarato Jared con
un sorriso che aveva fatto arrossire Lucy.
Shannon, ovviamente, si
era accorto dell'imbarazzo della ragazza e glielo aveva subito fatto
notare.
Poi, dopo cena, c'era stata una specie di scommessa fra i
due fratelli su chi avrebbe potuto dormire con Lucy, invece che con
la nonna. Ovviamente erano stati colti di sorpresa dall'anziana donna
che li aveva presi per le orecchie tutti e due e li aveva trascinati
entrambi nel suo letto.
Lucy guardò l'orologio e si sistemò
meglio la camicia da notte che le aveva prestato Ruby. Per essere una
donna anziana, aveva delle camicie da notte parecchio sexy. Quella
che aveva dato a Lucy era bianca a fiorellini rosa e con lo scollo di
pizzo senza maniche. Ovviamente, Lucy era molto più alta di
Ruby e la camicia le arrivava sopra al ginocchio scoprendole le
gambe.
Si rigirò ancora una volta per cercare una posizione
che le conciliasse il sonno, poi si arrese ai maccheroni al formaggio
che le giravano ancora per lo stomaco e si alzò. Andò
in cucina ed aprì il frigorifero per bere un bicchiere d'acqua
con una spruzzatina di limone per aiutare la sua digestione sempre
problematica. Aveva lasciato le sue pastiglie per lo stomaco nella
borsa sul bus assieme a tutto il resto.
Richiuse
il frigorifero e si incamminò, sempre al buio, verso il
salotto ed il suo divanoletto. Scostò le coperte aiutata dalla
penombra che proveniva dalla grande finestra del salotto. Si sdraiò
e allungò le braccia per stiracchiarsi colpendo un
naso.
"Ahi!"
Lucy scattò a
sedere e guardò l'altro lato del letto aiutata dalla luce
prodotta dai fari di un'auto che passava sulla strada. Jared si
massaggiò il naso.
"Potresti stare un po' più
attenta." mormorò con voce nasale.
"Che ci fai
qui?" domandò Lucy a bassa voce.
"Non riuscivo a
dormire. I maccheroni erano un po' pesanti." rispose lui
calmo.
"Allora vai in cucina, cercati un digestivo e poi
vattene da qui." Lucy non bisbigliava, sibilava.
Jared esibì,
allora, lo sguardo che gli aveva descritto Ruby "Ti prego, non
mi rimandare di là. Shan e la nonna sembrano due vecchie
Harley smarmittate ed io non riesco a dormire."
La ragazza lo
guardò sospettosa "Tuo fratello non russa." lo
sapeva bene, visto che, sul bus, era nella cuccetta vicino alla
sua.
Jared cercò di giustificarsi "Sarà il
letto della nonna. Non me lo ricordavo così scomodo. Se
tornerò di là, domani avrò mal di schiena."
gli occhioni sempre imploranti.
Lucy sospirò rassegnata e
si sdraiò dandogli le spalle "Me lo fai un favore?"
domandò poco dopo.
Jared annuì "Dimmi
pure."
"Evita di scrivere su twitter che hai dormito con
me, o la taglia che le fangirls hanno messo sulla mia testa aumenterà
esponenzialmente."
Jared ridacchiò soddisfatto facendo
ballonzolare il materasso. Lucy sorrise di rimando per poi bloccarsi.
Jared si era voltato verso di lei, le si era avvicinato ed ora le
stava accarezzando una spalla lasciata scoperta dalla camicia da
notte.
"La camicia da notte della nonna ti sta veramente
bene. Non ti avevo mai vista così femminile come ora."
Lucy percepì un brivido correrle lungo la schiena al suono di
quella voce ed al tocco di quella mano. Poteva percepire il calore
del corpo di Jared alle sue spalle ed il suo respiro caldo che le
solleticava la nuca lasciata scoperta dai capelli che portava
tagliati corti. Si girò per dirgli di smetterla e di lasciarla
stare, ma lui, reggendosi su un gomito, si portò sopra di lei
immobilizzandola sul materasso. Lucy lo guardò spalancando gli
occhi, lui sorrise in modo sensuale ed iniziò a canticchiarle
piano nell'orecchio.
The sea it swells like a
sore head
And the night, it is aching
Two lovers lie with no sheets on their bed
And the day it is
breaking
On rainy days we'd go swimming out
On rainy
days, swimming in the sound
On rainy days we'd go swimming out
You're in my mind
All of the time
I know that's not
enough
If the sky can crack
There must be some way back
For
love and only love
Electrical
storm
Electrical storm
Electrical storm
Baby don't cry
Car alarm
Won't let you back to sleep
You're kept awake
Dreaming someone else's dream
Coffee is
cold
But it'll get you through
Compromise
That's nothing
new to you
Let's see colors that have never been seen
Let's
go to places no one else has been
In my mind
All of the
time
I know that's not enough
If the sky can crack
There
must be some way back
To love and only love
Electrical
storm
Electrical storm
Electrical storm
Baby don't cry
It's hot as hell
Honey, in this room
Sure hope the
weather will break soon
The air is heavy, heavy as a truck
Hope
the rain will wash away our bad luck
The sky can crack
There
must be some way back
For love and only love
Electrical
storm
Electrical storm
Electrical storm
Baby don't
cry
Baby don't cry
Oh baby don't cry
Oh baby don't cry
Lucy lo ascoltò come ipnotizzata ed un brivido di piacere la percorse.
Jared smise di cantare e le sorrise in modo seducente avvicinandosi a
carezzarle il collo con le labbra pungendola con la barba. Risalì fino all'orecchio di
Lucy e lei sospirò di piacere.
"Come... come hai fatto a sapere che questa canzone mi fa questo effetto?" domandò ansimando.
"Ti ho osservata attentamente." disse continuando con
l'esplorazione del suo collo ed allungando una mano ad accarezzarle il
fianco con una lentezza che esasperò Lucy. "Se non avesse
funzionato questa, ti avrei cantanto Hold me, Thrill me, Kiss me, Kill
me, o Desire, o Staring at the sun, o Stay, o ancora Gone." scese a
baciarle la spalla scostando la spallina della camicia da notte.
"Insomma, avevo parecchie alternative. Hai una playlist molto lunga."
Lucy allungò una mano e la infilò fra i capelli di Jared
carezzandoli delicatamente. "Uhm. Smetti di chiacchierare. Rovini
l'atmosfera."
Lui alzò la testa, sorrise e si impossessò delle sue
labbra. Lucy piegò una gamba e accarezzò il fianco di
Jared con la coscia invitandolo ad avere un contatto più diretto
fra i loro corpi e poi fece scendere una mano ad accarezzargli i
muscoli del torace. Quando i loro bacini aderirono, Lucy potè
percepire la sua eccitazione. Si scambiarono un altro bacio
appassionato mentre lui le alzava la camicia da notte per
togliergliela. Lucy si mise seduta e aiutò Jared sfilandosi la
camicia da notte.
"Lo sai che sei stupenda?" disse Jared con un filo di voce.
Lucy sorrise "Lo dici a tutte quelle a cui ti infili nel letto?"
Jared la guardò serio "No. Lo penso dalla prima volta che ti ho visto nel camerino."
Lucy lo scostò bruscamente e si coprì con il lenzuolo dandogli le spalle.
Jared la guardò stupito "Beh? Che ti prende ora?"
"Lavoro per te. Non voglio complicazioni. Se vuoi solo farti una
scopata va bene, ma non dirmi che sono stupenda o cretinate del
genere."
Jared era sempre più perplesso e continuava a guardarla. "Sei
veramente la donna più strana che abbia mai conosciuto." disse
lui mentre giocherellava con la camicia da notte di Lucy.
Lei si girò ed afferrò la camicia per poi reinfilasela.
"Se vuoi restare fai pure, però io voglio dormire. Buonanotte."
Jared sbuffò e si distese sull'altro cuscino a guardare il
soffitto con un braccio piegato sotto alla testa. "Non ci sono abituato ad essere rifiutato così." disse
ridendo.
"Pensavo che Modestia fosse il tuo secondo nome." rispose la ragazza con una punta di sarcasmo,
Jared voltò la testa per guardarla "Veramente è Joseph."
Lucy si voltò verso di lui "Senti, lo so che sei simpatico, ma con me non attacca... non stasera." rispose triste.
Jared si voltò completamente verso di lei e si appoggiò su un gomito. "Si può sapere che cos'hai?"
Lucy sospirò "Te l'ho mai detto perchè sono fuggita dal Montana?" disse seria puntandogli gli occhi in viso.
Jared scosse il capo "Credevo che fosse per inseguire il tuo sogno come abbiamo fatto io e Shan."
Lucy scosse la testa "Non solo. Sono, praticamente, scappata dall'altare quasi 5 anni fa."
Jared si sistemò meglio per starla ad ascoltare "Ti dovevi sposare?" domandò.
Lucy annuì "Sì. Era già tutto pronto. Avevo persino già comprato il vestito da sposa."
"E poi?" Jared era sempre più curioso.
"E poi ho scoperto che lui non voleva che continuassi a suonare, ma che
diventassi una brava moglie e che mi occupassi di lui, della casa, dei
figli che avremmo avuto e che lo aiutassi con il ranch." fece una pausa
e ridacchiò amaramente "Nel giro di un paio di anni, sarei
diventata una grassa e brutta signora con un paio di mocciosi ed un
marito che mi tradiva."
Jared le sorrise "Una dea del rock come te con un paio di mocciosi e la cellulite? Non ti ci vedo proprio."
Lucy sorrise "Neppure io mi ci vedevo, così ho preso il primo autobus per Los Angeles. Solo mio fratello sa dove sono."
"Non sapevo che avessi un fratello." disse Jared sorpreso.
"Il mio Richard. E' più giovane di me di un anno e siamo molto legati."
"E lui cosa fa nella vita?"
"Lavora al ranch di mio padre, è sposato, ha una bellissima
bambina di un anno e mezzo e un'altra in arrivo per l'estate."
"E' il tipo d'uomo che io non ho mai voluto essere." osservò Jared.
"E' il tipo d'uomo che una donna sogna." rispose Lucy.
Jared rise "Credevo che le donne sognassero un uomo come me."
Lucy lo guardò e rise "Tu vai bene per una notte o due di sesso
sfrenato. Non ti ci vedo proprio a fare il marito: rischieresti di fare
la fine di Kurt Cobain."
Jared la guardò studiandola giocosamente "Tu non mi sembri proprio matta come Courtney Love."
Lucy rise di gusto "Già. Ci hai mai fatto caso che tutti quelli che muoiono troppo giovani poi diventano delle leggende?"
Jared la guardò incuriosito e lei scoppiò in una risata a
pernacchia "Non pensarci neppure Jared! Sei già troppo vecchio
per diventare una leggenda e, comunque, troppo giovane per morire."
Jared la fissò imbarazzato "Io non stavo affatto pensando alla mia morte!"
"No? Te lo si legge in faccia. Scommetto che ti stavi già
immaginando il tuo funerale e tutti gli Echelon in lacrime. E poi, sei
già morto troppe volte nei tuoi film: saresti troppo
prevedibile." Lucy si stava veramente divertendo alle sue spalle.
Jared si sdraiò dandole le spalle offeso "Era dai tempi della
scuola elementare che non venivo preso in giro in questo modo."
borbottò.
Lucy sorrise e gli carezzò i capelli "Povero bambino. I bulletti ti rubavano la merenda?"
Jared si voltò verso di lei e l'afferrò nuovamente. Lucy
smise di ridere ed alzò lo sguardo fissando nell'azzuro degli
occhi di Jared. "Sono stato pestato, una volta, perchè ero il
cocco della maestra."
Lucy sbattè le palpebre "Tutto qui?" domandò.
Jared sbuffò "Uff! Ora basta parlare. Conosciamoci meglio in un
altro modo." e si avvicinò nuovamente alla ragazza. "Ovviamente
voglio solo una sana scopata, se questo ti può fare felice." le
disse piano guardandola in viso come per convincerla.
Lucy rise al nuovo tentativo "Va bene. Mi sacrificherò, se questo servirà a tenermi il posto nella band."
Jared sorrise "Bene." e ricominciò a baciale il collo.
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Capitolo 5 *** 5 ***
5
Il tour continuava e con esso le giornate passate sul tourbus fra scherzi e discussioni.
"Io sono sempre del parere che sarebbe una bellissima idea la serata
dei supereroi come tema." Jared stava nuovamente convincendo il resto
del gruppo a fare la mascherata da supereroi.
"Non lo so bro. Non mi convince molto." rispose Shan un po' scettico.
"Voi due cosa ne pensate?" disse poi rivolto a Tomo e a Lucy.
"Io ci sto, solo se posso fare Batman." ribattè il croato.
Shan si girò verso l'unica alleata che potesse avere. "E tu cosa dici?"
Lucy si tolse le cuffiette dell'Ipod e guardò Shannon "Io dico
che tuo fratello è da rinchiudere in un manicomio." rispose
tranquilla.
Shannon si girò verso il fratello e sorrise "Vedi! Anche lei mi da ragione: è una cazzata!"
Lucy intervenne nuovamente "Però è una cazzata anche la serata Nerd."
Jared ridacchiò e Shan si girò a guardare nuovamente
quella che credeva fosse la sua alleata "Non è la serata Nerd,
ma la serata Yuppie! Siamo tutti terribilmente eleganti."
Lucy si mise seduta sulla cuccetta "Sì, e tu eri così
elegante con quel papillon, che sembravi Alfalfa de Le piccole
canaglie."
Shan rimase interdetto mentre Jared scoppiava in una risata a pernacchia e Tomo cadeva dalla sedia in preda alle convulsioni.
"Perchè non possiamo suonare vestiti normalmente?" domandò di nuovo Lucy.
Jared si alzò e si andò a sedere nella cuccetta assieme a
Lucy prendendola per la vita. "Ma tesoro mio, sarai bellissima vestita
da Catwoman o da Wonder Woman."
Lucy scostò il braccio di Jared e si sedette accanto a Tomo, il
più innocuo dei tre. "Perchè ho solo quelle due opzioni?
A me piace Tempesta degli X-men, oppure la Donna invisibile."
Shan si prese la sua piccola rivincita "Non saresti abbastanza sexy, e noi ti vogliamo mooolto sexy."
Lucy li guardò "Ma le Echelon non vengono mica a vedere me. A
loro non frega niente se sono sexy io. Potrei venire a suonare in
completo intimo che nessuno mi si filerebbe comunque."
Tomo guardò i fratelli Leto che, a questa uscita di Lucy,
avevano assunto lo sguardo di due lupi affamati. Le diede una lieve
gomitata "Qualcuno apprezzerebbe di sicuro." disse il croato con un
sorriso.
Il concerto era terminato. Jared l'aveva spuntata con l'idea dei
supereroi e Lucy si tolse il cappuccio di Catwoman che l'aveva fatta
sudare in modo indecente. Non che la tuta in latex nero fosse stata
più fresca o gli stivali con il tacco 15 a spillo fossero due
pantofole, ma almeno l'aveva avuta vinta lei sul modello: aveva scelto
quello versione Michelle Pfiffer, piuttosto che quello succinto di Hale
Berry.
"Maledizione ai supereroi." brontolò entrando in camerino ed
appoggiando con delicatezza Flea nella sua custodia. I ragazzi non
erano ancora arrivati e Lucy ne approfittò per cercare di
sfilarsi il costume ed infilarsi sotto la doccia per prima. Trattenne
un sorriso guardando la sua pagina di Twitter: Granny, la fantomatica
fan che rimproverava sempre i fratelli Leto, le aveva mandato un
messaggio. Per Lucy era stata una vera sorpresa scoprire che si
trattava di nonna Ruby che seguiva in incognito i suoi nipoti. Le aveva
promesso di mantenere il segreto con i suoi ragazzi e Lucy non aveva
spifferato nulla: lei era una delle persone che aveva più di un
segreto da mantenere, come, ad esempio, il fatto che fosse finita a
letto con Jared sul divano di casa di sua nonna.
Chiuse il telefono e si dedicò a cercare di sfilarsi di dosso il
costume che aveva praticamente incollato addosso. Stava ancora
armeggiando con la cerniera sul davanti, quando la porta si aprì
e spuntò Jared in tenuta da Joker con il trucco colato per il
gran caldo.
"Ah! Sei qui allora!" esclamò vedendola.
"Avrei preferito essere già sotto alla doccia, ma questa
maledetta tuta mi si è incollata addosso." brontolò
cercando di sfilasi una manica.
Jared si avvicinò "Aspetta che ti aiuto."
"Tira piano che qui è come farsi la ceretta." implorò Lucy.
"Ma dai! Un bel colpo secco è quello che ci vuole." disse Jared sorridendo.
Lucy si girò e lo guardò male. "Attento Leto."
Jared rise nuovamente e ricominciò a far scendere, con la
maggiore delicatezza possibile, il costume di latex dalla schiena
sudata di Lucy.
"Più tardi che fai?" domandò noncurante mentre osservava la schiena della ragazza lucida di sudore.
Lucy prese un profondo respiro liberatorio per essere riuscita a
sfilare mezza tortura "Ho un appuntamento importate. L'abito da sera
è già pronto."
Jared la guardò sorpreso. La conosceva abbastanza bene da sapere
che non le piacevano affatto le feste e che, soprattutto, non amava
mettersi in tiro. "Con chi sarebbe questo appuntamento?" domandò.
Lucy sorrise a mezza bocca e si girò verso di lui "Con il mio letto."
Jared scrollò il capo sorridendo: avrebbe dovuto immaginarsi una
risposta del genere. "Avanti: siediti sul divanetto. Siamo solo a
metà dell'opera e ci sono ancora gli stivali e i pantaloni da
togliere."
Lucy si infilò una maglietta lunga sopra al reggiseno e
trafficò per far scivolare lungo i fianchi i pantaloni del
costume.
Jared la guardò "Con quel perizoma sei un'istigazione a delinquere. Non te ne avevo mai visto uno addosso."
"Imprimitelo bene nella memoria, allora, perchè non me lo vedrai
più. E' la cosa più scomoda che io abbia mai indossato,
apparte questo costume."
"Dai, siediti che finiamo più in fretta." Lucy obbedì e
Jared le afferrò una caviglia tirando delicatamente per sfilarle
lo stivale.
Lucy si lamentò nuovamente "La prossima volta che decidi per i nemici di Batman, io faccio lo Spaventapasseri."
Jared ridacchiò lanciando uno stivale e prendendole l'altra caviglia "Pensavo a Poison Ivy."
Lucy ci pensò su un momento "In effetti ha addosso meno gomma di Catwoman."
Jared terminò di armeggiare con i pantaloni e Lucy trasse un
profondo respiro di sollievo. "Oh grazie! Ancora un minuto e sarei
morta soffocata." Poi guardò Jared "Quel completino viola ti
dona parecchio." disse sorridendo.
"Grazie, ma credo che sia venuto il momento, anche per me, di togliermi il costume." e fece il gesto di slacciarsi i pantaloni.
"Tu non sei il Joker, ma un diavolo tentatore. Potevi farlo prima sul palco: avresti quadruplicato gli applausi." disse lei.
Jared si avvicinò alla porta e la chiuse a chiave. Lucy lo guardò sorpresa "Cosa pensi di fare?"
Jared sorrise malefico "L'hai detto tu che sono un diavolo tentatore, ma tu non sei da meno. Doccia?" domandò.
Lucy sorrise scrollando il capo "Questo si chiama approfittare della situazione."
Jared si avvicinò lentamente slacciandosi la camicia verde e
lasciandola cadere a terra assieme alla giacca e ai pantaloni. "Vai ad
aprire l'acqua. Voglio fare una doccia bollente."
Lucy si mise sull'attenti ridendo e leccandosi le labbra "Agli ordini capo." e schizzò nel piccolo bagno.
Le settimane passavano fra un concerto e l'altro. Il gruppo era
radunato sul tourbus durante lo spostamento verso l'ennesima meta.
Lucy alzò lo sguardo dallo spartito che stava studiando e
guardò fuori dal finestrino. Il giorno seguente avrebbero
suonato ad Helena in Montana. Era da più di un anno che non era
così vicina a casa. Le montagne rocciose si stagliavano fiere a
scomporre la linea dell'orizzonte.
Jared la vide pensierosa e le si avvicinò "Non sei contenta di essere così vicina a casa?"
Lucy si strinse nelle spalle e si sistemò meglio addosso il
golfino di lana che indossava "Sì. Le mie montagne mi danno una
sensazione di pace incredibile."
Jared sorrise e le passò un braccio sulle spalle attirandola
verso di sè. Lucy si lasciò abbracciare senza protestare.
Shannon li studiò per un momento in silenzio e poi espresse la
sua opinione "Devo dire che l'aria del Montana ti fa proprio bene
all'umore."
Lucy si girò a guardare il batterista con aria interrogativa. "In che senso?"
Shan sorrise "Sei talmente in pace che non hai ancora litigato con mio
fratello. E ce l'hai pure molto vicino. Cosa vorrà dire questo?"
domandò in maniera quasi retorica.
Tomo, seduto dall'altro lato del tavolo con la chitarra in mano,
alzò la testa "Magari hanno cominciato ad andare a letto
insieme. Per questo sono diventati così amici." disse con
noncuranza.
Un brivido di terrore percorse la schiena di Lucy: eppure ci erano stati veramente attenti a non farsi beccare.
Jared si mosse a disagio sul divanetto e tolse il braccio dalle spalle di Lucy. Shan e Tomo li stavano fissando attentamente.
"Beh? Che avete da guardare? Volete una foto?" sbottò Lucy tornando la solita di sempre e fissando i due.
Subito Shan ed il croato tornarono alle loro occupazioni.
Lucy si alzò dal divanetto e si andò a rintanare nella
sua cuccetta ed isolandosi dal resto del mondo con il suo Ipod.
Quella sera avrebbero dormito in un hotel: un vero letto ed una doccia
decente dove non dovevi, per forza, razionare l'acqua. Lucy
lasciò cadere sul pavimento del bagno i suoi slip e si
infilò nella doccia. Quel pomeriggio, appena arrivati ad Helena,
aveva chiamato suo fratello per fargli sapere che era in zona e per
decidere di incontrarsi la mattina dopo: aveva troppa voglia di
rivederlo e di vedere anche la sua nipotina Agnes che era sicuramente
cresciuta moltissimo dall'ultima volta che l'aveva vista mesi prima.
Uscita dalla doccia prese la forbice diede una spuntatina ai capelli,
che teneva cortissimi, e si spettinò con l'aiuto delle mani
senza neppure asciugarli.
Ah! Che bello avere una stanza ed un bagno tutti per sè senza
doverli dividere con il resto della band: tre uomini che non si
degnavano neppure di alzare la tavoletta del water quando addirittura
non la lasciavano sporca.
Si distese nel grande letto al buio e rimase con gli occhi aperti a
fissare le ombre sul soffitto della camera. Quella sera non aveva
indossato il solito pigiama con gli orsetti "antisesso", come lo aveva
definito una volta uno schifato Shannon, ma aveva optato per una
camicia da notte a sottoveste di seta lilla, regalo di Jennifer per la
buona riuscita del provino.
Nel silenzio perfetto che aleggiava per la stanza, Lucy chiuse gli
occhi per cercare di dormire e si concentrò sul proprio respiro.
Un leggero bussare alla porta la riportò indietro dalle braccia
di Morfeo. Si alzò sbuffando e, sfregandosi l'occhio sinistro
che le lacrimava, andò ad aprire la porta.
Jared stava sulla soglia, bello come il sole e con una rosa rosso scuro
fra le mani. "Ciao. Mi fai entrare?" disse con un sorriso seducente.
Lucy era troppo stanca per decidere di chiudergli la porta in faccia e
mandarlo al diavolo. Gli fece un cenno di assenso con il capo e, quando
lui ebbe varcato la soglia, richiuse la porta. Jared le piaceva
parecchio, ma era sempre combattuta dalla voglia di dirgli un no secco
e sbatterlo fuori dal suo letto. Anche questa volta, però, aveva
ceduto e lo aveva lasciato entrare.
Si girò a guardare l'uomo che, con addosso una semplice tutta da
ginnastica nera, stava fermo in mezzo alla stanza e le sorrideva con la
rosa rossa fra le mani.
Si avvicinò lentamente senza sorridergli e lui le porse la rosa.
Lucy la guardò rigirandola fra le mani con delicatezza, ma senza
mai fissare Jared negli occhi "Perchè?" domandò
semplicemente lei.
Jared alzò le spalle con un sorriso tenero "Mi era sembrato un gesto carino. Quando l'ho vista mi ha fatto pensare a te."
Lucy sorrise senza allegria ed alzò lo sguardo fissando gli
occhi chiari di lui "Jared, te l'ho già detto che non servono
questi gesti romantici. Noi non abbiamo una storia: scopiamo e basta."
ed appoggiò la rosa sul tavolino dandogli le spalle.
Jared la circondò con le braccia lasciando vagare le sue mani
sul ventre di Lucy coperto dalla seta della sottoveste. Lei non disse
niente e lo lasciò fare, come ogni volta rimanendo, però,
passiva.
Jared avvicinò le labbra al suo collo e, con una mano,
sollevò la sottoveste e le carezzò la pelle del fianco.
Allungò la mano per una carezza più intima ed audace e si
accorse che Lucy non era partecipe. Tolse la mano e sbuffò
mettendole le mani sulle spalle e facendola girare verso di lui "Ma
cos'hai stasera? Se non ti andava, bastava dirlo."
Lucy alzò lo sguardo mostrandogli gli occhi rossi per le
lacrime. Jared rimase sorpreso e spaventato "Che ti succede?" disse
abbracciandola di slancio e lasciando che lei appoggiasse la testa
sulla sua spalla inondandola di lacrime.
Lucy prese a singhiozzare sulla spalla del cantante e lui la strinse di
più carezzandole la schiena e cercando di farla calmare. "Non te
la sarai presa per quello che ha detto Tomo oggi?"
Lucy scosse la testa. Jared l'accarezzò ancora. "Se vuoi me ne vado. Però mi stai facendo preoccupare, piccola."
La ragazza alzò la testa dalla spalla del cantante e tirò
su col naso "Scusami. Non so cosa mi sia preso, probabilmente ho
nostalgia di casa."
Jared sorride e le passò un pollice sulla guancia per asciugare
una lacrima. "E' normale quando si è in tour. Io sono fortunato
ad avere sempre con me mio fratello, anche se mi manca tanto mia madre."
Lucy sorrise "Io mi incontro con il mio domani mattina, mentre voi siete alla radio per l'intervista."
Jared sorrise e la guidò verso il letto. Si sdraiarono sotto le
coperte e la tenne abbracciata stretta. "Ti va di parlarmi di lui."
propose.
Lucy si accoccolò contro la sua spalla. "E' il mio unico
fratello e, anche se non sembra, è più piccolo di me di
un anno."
Jared la guardò "Perchè non sembra?"
"Perchè, spesso, ci scambiano per gemelli. Ci somigliamo molto."
"E lui cosa fa nella vita?" domandò Jared, sempre più curioso.
"Lavora al ranch di mio padre, è sposato, ha una bellissima bambina di quasi 2 anni ed un'altra in arrivo." rispose Lucy.
"Quindi sei zia." osservò Jared.
Lucy annuì "Sì, e la mia Agnes è la bambina più bella del mondo, per me."
"Perchè solo per te?" domandò scettico.
Lucy sorrise "Perchè è grassa come un maialino ed ha delle adorabili orecchie a sventola."
Jared rise. "Vorrei proprio vederla."
"Gli piaceresti sicuramente. Ha un debole per gli uomini belli."
"Perchè non li inviti a venire a sentire il concerto di domani sera?" propose lui.
"Con mia cognata con il pancione e la bambina piccola, non è proprio una grande idea."
"Beh, ma almeno il sound check domani pomeriggio."
Lucy guardò Jared "E' una buona idea. Però ti raccomando solo una cosa."
"Cosa?"
"In presenza della piccola, non abbinare un fuck ad ogni accordo di chitarra, per favore."
Jared la guardò incredulo "Ma sono veramente così sboccato?"
Lucy annuì "Sì, lo sei. Lo siete tutti e tre, a dire la verità."
Jared l'abbracciò carezzandole distrattamente un braccio e
sospirò "Tu, però, non sei da meno. Quando ti arrabbi
dici cose che neppure oso immaginare."
"Ma le dico solo quando mi arrabbio." puntualizzò.
Jared sorrise e la strinse di più "Ora dormi. Domani sarà
una lunga giornata." disse lasciandole un bacio fra i capelli.
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Capitolo 6 *** 6 ***
6
"Vorrei proprio capire
perchè hai deciso di bidonare l'intervista alla radio e venire
con me." brontolò Lucy rivolta verso un irriconoscibile Jared
che la seguiva.
"Voglio conoscere tuo fratello." rispose lui.
Lucy sbuffò per l'ennesima volta quella mattina.
Dopo che se ne era andato all'alba dal suo letto, Lucy non era
più riuscita a dormire. Avevano fatto l'amore appena svegli e
poi lui era sgattaiolato fuori per non farsi sorprendere.
Quando si era alzata dal letto, si era preparata per l'incontro con suo
fratello e la sua famiglia. Era uscita dalla stanza convinta che i
ragazzi fossero già alla radio per l'intervista, quando si era
ritrovata Jared che l'aspettava dietro un angolo intenzionato a
seguirla. Aveva inventato una scusa con Shan e Tomo e si era dileguato.
Ora stavano entrando assieme nel centro commerciale dove Lucy aveva
l'appuntamento con il fratello. La ragazza si guardò intorno e
Jared fece lo stesso. La vide sorridere e rivolse lo sguardo nella
stessa direzione di quello di Lucy. Vide una donna con i capelli biondi
e corti, non particolarmente avvenente, che esibiva un bel pancione.
Stava dicendo qualcosa ad una bambina piccola e grassottella con due
incredibili orecchie a sventola. Accanto a loro, un uomo, anch'esso
giovane, con corti capelli scuri, le guardava con affetto.
"Ehi! Rik!" alla voce di Lucy l'uomo alzò la testa, trinse gli
occhi per mettere a fuoco la figura femminile che lo salutava, e
sorrise immediatamente riconoscendo la sorella.
Lucy si avvicinò seguita da Jared e salutò il fratello.
Jared notò come non si abbracciarono: Lucy era sempre un po'
fredda nei rapporti interpersonali e così doveva essere pure il
fratello. Si era lasciata andare a tenerezze solo con la nipotina.
"Ciao cucciola della zia." aveva detto prendendo in braccio la piccola
e dandole un bacio sulla guanciotta. La piccola aveva sorriso e poi
aveva guardato nella direzione di Jared, incuriosita.
Lucy si era, allora, ricordata della sua presenza "Richard ti presento
Jared, il cantante del gruppo in cui suono. Jared, lui è mio
fratello Richard e lei sua moglie Sarah."
Jared si tolse gli occhiali da sole e strinse la mano a Richard. "Piacere."
"Il piacere è mio. Finalmente mia sorella ha trovato un gruppo vero con cui suonare." disse l'uomo.
Jared sorrise "E' molto brava e molto professionale, nel suo lavoro: un'ottima collaboratrice."
Lucy stava ascoltando il fratello e Jared che chiacchieravano di lei
come se non fosse presente. Si schiarì la gola per attirare la
loro attenzione "Vorrei ricordavi che io sono qui."
Richard la guardò e sorrise "Sei sempre la solita sorrellona."
Lucy gli fece una smorfia "Perchè non ci sediamo al bar a bere qualcosa?" propose.
Suo fratello la guardò con un sorrisino ironico "Secondo te staremo seduti per molto con la piccola?"
Lucy alzò le spalle perplessa e guardò sua nipote che si
avvicinava a Jared studiandolo attentamente. La bambina lo
squadrò per qualche secondo e poi si decise ad attirare la sua
attenzione tirandogli una gamba dei pantaloni.
Jared girò la testa verso il basso, quasi spaventato e vide la
bambina che gli sorrideva. Si girò a guardare Lucy "Che vuole?"
domandò perplesso.
Lucy sorrise "Vuole giocare. Ti consiglio di assecondarla: è una piccola diva piuttosto esigente."
Jared guardò perplesso la piccola che gli porgeva la manina e lo
guardava annuendo in modo incoraggiante. Jared le prese timidamente la
manina e lei iniziò a trascinarlo verso le giostrine a gettoni
in mezzo al corridoio.
"Agnes, ci sei già andata sulle giostrine, adesso basta." la rimproverò sua madre.
Lucy si avvicinò alla cognata "Lasciala fare."
"Sì, ma se ne approfitta troppo." rispose Sarah. Richard e Lucy
risero e si sedettero tutti al tavolino del bar a guardare divertiti la
piccola Agnes che, anche se non spiccicava parola, era perfettamente
riuscita a far capire a Jared che doveva tirare fuori una banconota e
metterla nella macchinetta dei gettoni.
"Non dice proprio niente ancora?" domandò Lucy al fratello.
"Dice mamma, papà, nonna, nonno, ma per il resto va a segni e si
incazza come una iena se fai finta di non capire cosa vuole."
spiegò Richard.
Lucy sorrise prendendo un sorso di succo di frutta dal suo bicchiere e
si girò a guardare Agnes che, a cavallo di un asinello che
assomigliava a Ciuchino, protestava sonoramente per il fatto che Jared
non trovava dove infilare il gettone.
"E' proprio testarda." osservò guardando la nipotina.
"Già." rispose Richard prendendo un sorso di caffè dalla sua tazza "Proprio come te."
Lucy si girò a guardare suo fratello "Io non sono così cocciuta."
"Ah no?" domandò guardandola dal bordo della tazza.
"No." cercò di concludere lei.
"Allora, se non sei testarda, perchè te ne sei andata da casa per voler a tutti i costi sfondare nella muscia?"
Lucy sbuffò e si arrese: quando suo fratello aveva ragione, non
c'erano santi che tenessero. "Va bene: sono cicciuta. Però hai
visto dove sono arrivata?"
Richard sorrise, sempre guardando sua figlia che tiranneggiava Jared
"Se non avessimo la piccola, mi piacerebbe molto venire a sentire il
vostro concerto di stasera."
Lucy lo guardò pensierosa "Beh, magari non il concerto, ma il
sound check di oggi pomeriggio lo potreste sentire e potreste portare
anche Agnes."
Sarah la guardò "Mi piacerebbe davvero, ma non faranno storie
perchè ci siamo anche noi?" domandò preoccupata.
Lucy scosse le spalle "Nah! Jared aveva avuto la stessa idea mentre venivamo qui."
Richard guardò ancora Jared alle prese con Agnes "Se non ha
cambiato idea dopo che gli abbiamo appioppato la mostriciattola." Lucy
scoppiò a ridere assieme al fratello ed alla cognata.
Era stato un bellissimo concerto quello di Helena. Il fratello di Lucy
e la sua famiglia erano stati a sentire il sound check al pomeriggio e
si erano divvertiti molto. Agnes, la nipotina di Lucy, aveva fatto
disperare Shannon quando aveva scoperto la sua adorata batteria e si
era messa a picchiare sul tamburo con la delicatezza tipica di un
caterpillard. Shannon, nei giorni seguenti, aveva commentato che la
piccola aveva la stessa delicatezza di sua zia.
Avevano lasciato il Montana ed ora erano tutti sul tourbus in viaggio
verso un'altra città, un altro concerto ed un'altra folla di
Echelon adoranti.
Lucy era seduta su un divanetto con le gambe distese ed il pc in grembo
collegata a Facebook. Jared si avvicinò curioso e guardò
lo schermo "E quello che cos'è?" domandò.
"Un giochino. Sono un mostro che gestisce un giardino in cui pianta
strani alberi che poi raccolgo e vendo ad un robot rompiscatole. Si
chiama Moster World." spiegò Lucy tranquilla.
Jared guardò nuovamente perplesso il gioco "E tu saresti il mostro blu con il cappello da baseball?"
Lucy annuì con il capo. Jared stava morendo di curiosità "E quello grosso e pom?"
"Il mio aiutante. Annaffia le piante ed io gli do da mangiare, altrimenti mi mangia il raccolto."
Jared parve capire e poi guardò nuovamente il monitor e rise
"Ah! Ma c'è anche un mostriciattolo con il ciucciotto ed il
pannolino che scorrazza per il giardino!"
Lucy sorrise e portò il puntatore del mouse sul mostriciattolo
aprendo una vignetta "E' una mostriciattola. Guarda come l'ho chiamata."
Jared si sedette ed iniziò a ridere di gusto "Agnes! Come tua
nipote! Hai proprio scelto il nome giusto. Giusto Shan?" e si
girò a guardare il fratello che annuì sospirando di
sollievo.
"Avevo proprio il terrore che mi sfasciasse Christine. Quella bambina
è una vera peste: neppure Jared da piccolo era così
terribile." osservò il batterista.
I presenti scoppiarono tutti a ridere mentre Jared faceva una smorfia contrariata e brontolava qualcosa in risposta al fratello.
Lucy lo guardò, sempre ridendo, e gli carezzò i capelli
come si fa con un bambino per consolarlo. "Non te la prendere. Se mia
nipote diventa come te da grande, la uccido." disse con un sorrisino
sadico.
Jared si alzò e, mandandoli tutti al diavolo, se ne andò
ad importunare la povera Emma che si stava godendo qualche minuto di
tranquillità.
Altra città, altro concerto, altro mese passato troppo
velocemente. Lucy uscì dal bagno con un colorito che avrebbe
eguagliato il trucco che aveva nella serata zombie della settimana
prima e si rimise nel letto dove Jared dormiva tranquillamente. Lo
guardò respirare lentamente, ignaro del fatto che lei aveva
appena vomitato anche l'anima e che questo accadeva ogni mattina,
ormai, da una settimana.
Si sdraiò e cercò di regolarizzare il respiro e di non
concentrarsi sul profumo dozzinale che impregnava la stanza d'albergo e
che le avrebbe, altrimenti, provocato un'altro conato.
Doveva prendere una decisione al più presto. Aveva capito, ormai
da qualche giorno, che non era una banale influenza e neppure lo stress
a farla sentire così stanca. Aveva persino rischiato di cadere
dal palco, durante un concerto, per colpa di un improvviso calo di
pressione: per fortuna nessuno ci aveva fatto caso.
Jared si rivoltò nel letto e, con un braccio circondò la
vita di Lucy. "Sei già sveglia?" domandò con un sorriso e
gli occhi ancora chiusi.
"Sì. Dormi pure, è molto presto." sussurrò lei con voce rotta da una strana voglia di piangere.
Jared aprì gli occhi e si puntellò su un gomito per guardarla preoccupato "Che succede?" domandò.
Lucy gli diede le spalle "Niente." disse affondando il viso nel cuscino.
Jared l'abbracciò da dietro "Ti prego, non piangere e dimmi che cosa succede." le sussurrò sul collo.
Lucy non rispose e scrollò la testa.
Jared cominciò a baciarle una spalla "Dai amore, non fare
così. Ancora una settimana e poi ci riposiamo prima di partire
per il tour in Europa."
Lucy si girò di scatto scansandolo "Non chiamarmi amore!"
Jared si arrese a questo scatto e si allontanò sospirando "Va bene, istrice."
Lucy si infilò gli stivali ed aprì la custodia del suo
Flea estraendolo delicatamente. Accarezzò con un sorriso triste
il piccolo istrice stilizzato che le aveva diseganto Jared una
settimana prima sulla cassa acustica. Quella era l'ultima data del tour
americano, poi il gruppo avrebbe fatto una piccola pausa prima di
partire per l'Europa. Lucy aveva preso la sua decisione e l'avrebbe
comunicata a tutti dopo il concerto: non voleva rompere l'atmosfera
gioiosa che c'era sempre prima con una bomba come quella che avrebbe
sganciato.
Si sistemò meglio l'auricolare nell'orecchio e si preparò
dietro le quinte di fianco a Shannon che le sorrise incoraggiante.
Jared saltellava impaziente davanti a Tomo. Le luci si spensero e loro
salirono sul palco prendendo posizione. Lucy imbracciò Flea e
fece un cenno affermativo a Shan con il capo prima che un grosso faro
bianco illuminasse il telo bianco che li celava alla vista dei loro
Echelon. Al segnale convenuto Shan battè il tempo con le
bacchette, il telo cadde e Night of the hunter iniziò in un
crescendo mentre la folla gridava e cantava assieme a Jared. Lucy
sentì una stretta alla bocca dello stomaco ed una lacrima
tentò di scenderle dall'occhio destro: le sarebbe veramente
mancato tutto questo, ma non poteva proprio continuare.
Il concerto terminò e Lucy scappò, come sempre, per prima
nel camerino. I ragazzi entrarono poco dopo ridendo e scherzando. Lucy
li attendeva seduta su un divanetto.
"Ragazzi, dovrei parlarvi." esordì con aria seria.
Shannon la guardò preoccupato e prese una sedia mettendosi di
fronte a lei per poterla ascoltare mentre si tamponava il sudore con un
asciugamano.
Tomo lo imitò dopo aver riposto la sua chitarra nella custodia e
Jared si lasciò cadere sul divanetto accanto a lei con un
sorriso. "Dicci tutto mia cara!" disse allegro.
"Non farò il tour europeo. Torno a casa mia." Il sorriso di
Jared si spense immediatamente e rimase con un braccio per aria. A
Shannon cadde l'asciugamano e Tomo si portò gli occhiali da sole
(che ancora indossava) sulla punta del naso per poterla guardare con
aria stupita.
"Come... come sarebbe?" domandò Jared.
"Questa vita non fa per me. Ho deciso che ritorno nel Montana. Mi manca
la mia famiglia." alzò la testa e li guardò con
affetto "Mi mancherete moltissimo tutti e tre."
Si alzò, nel silenzio shoccato del camerino e, presa la custodia del suo basso, uscì.
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Capitolo 7 *** 7. Epilogo ***
7
16 anni dopo
Lucy entrò in casa trascinando la valigia e le altre borse
che portava, compresa la tracolla della vecchia chitarra. Quella gita
di fine anno con i ragazzi del corso di musica era stata veramente
divertente. Ormai erano più di 12 anni che insegnava musica al
liceo cittadino e la cosa le piaceva.
Si guardò intorno ed ascoltò i rumori della vecchia casa
dei suoi genitori dove era tornata a vivere dopo la sua avventura come
bassista dei 30 Seconds to Mars. Sembrava che non ci fosse nessuno in
casa: strano.
"Paul? Sono tornata. Vieni ad aiutarmi con le valige?" gridò per
farsi sentire. Non ottenne risposta ed allora lasciò il suo
carico nell'ingresso e si diresse verso la cucina, sperando di trovarci
sua cognata.
"Ah già! Che stupida che sono: mamma e Sarah hanno raggiunto
Rick e papà alla baita sui pascoli." si disse. Però Agnes
e Cecily dovevano essere in casa, assieme a Paul.
Salì le scale per bussare alla porta della camera delle nipoti da cui proveniva la musica a tutto volume.
"Ragazze? Ci siete?" chiese bussando energicamente.
La porta si aprì lentamente e comparve una ragazza che era,
praticamente, la sua copia esatta ma con gli occhi azzurri e 30 anni di
meno: Agnes che la guardava stupita e un po' spaventata.
"Buongiorno! Io sarei tornata, se non ve ne siete accorte." disse con una punta di sarcasmo.
"Ma tu non dovevi tornare dopo domani?" domandò Agnes.
Lucy la guardò aggrottando le sopracciglia "No. La nonna e tua
madre tornano dopo domani." poi si guardò intorno nella stanza
"Paul dov'è? E' per caso andato al laghetto con i suoi amici?"
domandò studiando le nipoti. Cecily, la più piccola delle
due, abbassò gli occhi con aria colpevole. Le due nipoti di Lucy
non avevano per niente lo stesso carattere: Agnes, ormai diciottenne,
era sempre cocciuta come un mulo e con una faccia di bronzo da primo
premio come quando era piccola. Cecily, a differenza della sorella
maggiore, nei suoi 16 anni di vita, non era mai riuscita a raccontare
una balla che fosse una. E proprio a Cecy si rivolse Lucy per sapere
dove si fosse cacciato suo figlio Paul. "Cecy, dov'è tuo cugino?
Lo so che mi state nascondendo qualcosa."
"Ma no zia! Cosa ti viene in mente. Lo sai che Paul è l'idolo
delle ragazzine della scuola. Se ne starà facendo una in mezzo a
qualche pagliaio." suggerì prontamente Agnes, ricordando a Lucy
la fama di seduttore che seguiva Paul per tutta la scuola e lo stuolo
di ragazzine che se lo contendevano.
In effetti, suo figlio, che non aveva ancora 16 anni ma ne dimostrava
almeno 2 di più, era una vera bellezza: piuttosto alto, ben
proporzionato, con i capelli scuri come quelli di Lucy e due
incredibili occhi di un grigio tendente all'azzurro su un faccino
carino e coccoloso, come lei amava definirlo. Lo aveva chiamato Paul
Gordon, i veri nomi dei suoi due musicisti preferiti: Bono, il leader
degli U2 e Sting.
Cecily alzò lo sguardo e sospirò con aria sconfitta "Diglielo Agnes. Tanto, prima o poi, lo scoprirà."
Lucy portò lo sguardo sulla maggiore delle nipoti che stava fulminando la sorella "Dirmi cosa?"
Agnes mugugnò qualcosa che suonava come un "fatti i cazzi tuoi"
alla sorella. "Cosa devi dirmi Agnes?" ripetè Lucy prendendola
per le spalle e costringendola a guardarla.
La ragazza spostò la testa verso sinistra e brontolò
qualcosa che Lucy non riuscì a capire "Non ho capito cos'hai
detto. Parla più chiaramente."
Agnes sbuffò e la guardò diritta negli occhi "Ho detto che è a Los Angeles."
Lucy guardò la nipote spalancando gli occhi per lo stupore ed il
terrore "A Los Angeles?" soffiò sentendosi mancare il respiro.
Agnes annuì "Sì, è partito ieri con l'autobus. Il
suo sogno è fare quello che hai fatto tu ed entrare in un gruppo
per diventare un musicista famoso."
Lucy si sentì mancare le forze e scivolò seduta per terra
con la schiena contro la porta ed il volto fra le mani. Cecily ed Agnes
si precipitarono verso di lei per paura che si sentisse male. "Zia!"
Lucy alzò la testa: aveva lo sguardo sconvolto. "Sto bene. E'
stato solo lo shock del momento. Ma come si può essere
così incosciente alla sua età! Non ha ancora 16 anni!"
poi guardò entrambe le nipoti "Chi lo ha accompagnato
all'autobus?"
Cecily non disse nulla ma indicò di nascosto la sorella. "Lo
sapevo. Tu l'hai sempre sostenuto se non addirittura spinto in tutti i
guai in cui si è cacciato fin da piccolo." disse rassegnata
guardando Agnes. "Mi hai veramente deluso Agnes. Magari lo hai anche
accompagnato tu alla stazione dei bus."
Agnes annuì con le lacrime agli occhi: era orgogliosa sì,
ma soffriva per aver deluso così sua zia, che adorava.
Lucy si alzò e guardò ancora una volta le nipoti "Aveva
almeno un posto dove andare che voi sappiate?" domandò.
"Ha contattato Jennifer dicendogli che eri daccordo." rispose Cecily.
Lucy sorrise tristemente guardando la più piccola delle nipoti
"Cecy, avrai un futuro in qualche agenzia governativa quando sarai
grande." poi prese un respiro profondo "Sarà meglio che parta
immediatamente e che vada a riprenderlo." disse uscendo dalla camera
delle nipoti.
Cecily la rincorse "Non ti ho detto tutto zia." Lucy la guardò
invitandola a proseguire "Si è portato dietro il tuo vecchio
basso."
Lucy alzò gli occhi al soffitto "Flea! Dovevo immaginarlo."
scese un paio di gradini e poi si girò di nuovo verso le nipoti
"Parlerò con i vostri genitori quanto prima, ma nel frattempo,
ritenetevi in punizione per aver agevolato l'evasione di vostro
cugino." e poi ripartì lasciando Cecily con la bocca spalancata
per lo stupore.
Agnes guardò la sorella "Non serve a niente essere oneste. Facevi meglio a startene zitta."
Lucy guidò per 18 ore da Townsed fino a Los Angeles e raggiunse
la città degli angeli in tarda mattinata. Non si stupì di
ritrovare la metropoli esattamente come l'aveva lasciata 16 anni prima:
il solito traffico caotico ed i soliti tipi strambi. Bloccata nel
traffico della città riprovò a contattare Jennifer,
sperando che Paul fosse effettivamente andato a casa sua e che lei le
rispondesse. L'ansia le cresceva addosso ora dopo ora.
Finalmente Jennifer rispose al telefono "Pronto?"
"Pronto Jen! Ma dove cavolo ti eri cacciata? E' da ieri che provo a chiamarti!" esordì Lucy come una furia.
"Anch'io sono felice di sentirti Lucy. Dal tuo tono, deduco che Paul mi
abbia rifilato una balla grande come una casa." rispose tranquilla.
"Già, e tu hai abboccato. Dov'è adesso?" domandò un po' più calma.
"L'ho lasciato mezz'ora fa a fare la fila per un provino da bassista davanti alla Emi." disse Jennifer.
"La Emi?!" domandò terrorizzata "Chi è la band che ha
bisogno di un bassista?" domandò in preda ad un atroce dubbio
che si stava trasformando in certezza "Non sarà mica ad un
provino dei 30 Seconds to Mars?"
"Lucy: è giusto che lo conosca. Ha quasi 16 anni e non sa
neppure chi sia suo padre. Non puoi negargli questa possibilità
di poterlo almeno conoscere." Lucy capì dove Jennifer voleva
andare a parare.
"Non glielene avrebbe importato allora, figuriamoci adesso. Lo sappiamo
tutti cosa pensa lui della famiglia e dei figli. Infatti lui e Shan
sono ancora felicemente single."
"E tu allora?" domandò Jennifer.
"Io cosa?" chiese Lucy sospettosa.
"Perchè non ti sei mai sposata e non hai mai cercato di dare un padre a tuo figlio?"
"Credi che sia facile piazzarsi sul mercato con un figlio a carico?"
"Lucy, non essere sciocca! Non ci hai mai neppure provato a cercarti un altro uomo dopo che hai lasciato Jared."
"Io non ho lasciato Jared: ho lasciato il gruppo." specificò.
"Andavi a letto con tutti e tre allora? Non me lo avevi mai detto." la prese in giro Jennifer.
"Oh Jen, ti prego! Piantala di prendermi in giro! Lo sai che andavo a
letto solo con Jared." Jennifer, dall'altro capo del telefono, rise.
"Paul gli somiglia molto, però ha il tuo carattere. Ieri sera mi
ha fatto sentire un paio di pezzi che ha deciso di suonare al provino.
Vuoi sapere che cosa ha scelto?" domandò Jennifer sentendo il
silenzio di Lucy dall'altro capo. "Ha deciso di fare Electrical storm
degli U2 e poi Night of the hunter."
Lucy sospirò "La passione per la musica ce l'ha nel sangue, proprio come me."
"... e come suo padre." concluse Jennifer. "Tuo figlio ha del vero talento. Crescendo diventerà un grande musicista."
Lucy si era calmata un po' parlando con l'amica "Grazie Jen. Ora lo vado a recuperare."
"Vieni qui dopo, così recuperi la sua roba e mi vieni, finalmente, a trovare." Lucy sorrise e riattaccò.
Paul sentiva crescere la tensione dovuta all'attesa. Era già
più di due ore che se ne stava seduto in quel corridoio assieme
ad altri musicisti. Estrasse Flea dalla sua custodia e lo guardò
carezzando le corde e la lucida cassa armonica su cui era stato
scarabocchiato un piccolo istrice. Sua madre lo avrebbe sicuramente
ucciso, quando avrebbe scoperto che era scappato a Los Angeles per fare
un provino per diventare un vero musicista. Anche se non aveva ancora
16 anni, era stufo di suonare nel gruppo della scuola: gli sembrava di
essere uno di quei mocciosi delle elementari che facevano rock in quel
vecchio film che sua madre adorava: School of Rock. No! Lui voleva di
più! Voleva suonare con una vera band che faceva concerti in
giro per il mondo, video, che vinceva premi internazionali e che aveva
uno stuolo di fans adoranti. No, sua madre non lo avrebbe ucciso
subito: lo avrebbe fatto morire fra atroci sofferenze dopo aver
scoperto che le aveva fregato il suo adorato Flea. A volte si domandava
se quella pazza che lo aveva messo al mondo, non amasse di più
il suo basso che suo figlio.
Era talmente perso nelle sue riflessioni che non si accorse della
ragazzina mora che si stava avvicinando a lui con aria curiosa.
"Ciao" Paul alzò lo sguardo e vide un paio di occhi scuri che
gli ricordarono molto quelli di un folletto dei libri di fiabe.
"Ciao." rispose e la ragazzina sorrise mostrando una dentatura che la faceva assomigliare ad un piccolo castoro.
"Io sono Tanya. Sei qui per il provino." disse sedendosi accanto a lui senza essere invitata.
"Sì." rispose Paul domandandosi perchè, con tutta la
gente che c'era in quel corridoio, la ragazzina aveva scelto proprio
lui da importunare.
"Credo di non aver afferrato il tuo nome." disse Tanya con aria furbetta.
"Ah, che sbadato. Mi chiamo Paul Gordon Miller." disse lui offrendole la mano da stringere.
"Bene: ora so anche come ti chiami...Paul Gordon... da dove arrivano?" disse lei regalandole un altro sorriso.
"Sono i veri nomi di due dei musicisti che mia madre ama di più:
Bono degli U2, probabilmente il grande amore della sua vita, e Sting."
Tanya sorrise "Bono il grande amore della sua vita? E tuo padre cosa dice?"
Paul si fece serio "In effetti non ne ho idea."
Tanya lo guardò interrogativa "Come fa a non essere geloso?"
Paul sorrise "In realtà non so chi sia mio padre: non l'ho mai
conosciuto e mia madre non mi ha mai parlato di lui. Comunque non mi
importa: ne ho fatto a meno fino ad ora." ammise candidamente.
Tanya lo guardò seria e cambiò discorso dopo aver
rimirato il vecchio Flea "Questo basso è un Modulus Flea,
giusto?"
Paul la guardò piacevolmente sorpreso "Sì, vedo che te ne
intendi. Sei qui anche tu per il provino?" domandò.
Tanya sorrise di nuovo "No. Però mio padre è un
chitarrista e suona anche il basso, oltre al violino che è stato
il suo primo strumento."
Paul la studiò meglio "In effetti non hai l'aria di una musicista."
"Sono venuta a trovare papà e gli zii, solo che ora sono molto
impegnati e non mi vogliono in mezzo ai piedi mentre scelgono il nuovo
bassista, sempre ammesso che riescano a trovarne uno all'altezza. Sai,
Jared non è mai convinto e sono 16 anni che se ne fanno scappare
uno all'anno." osservò Tanya.
Paul rise "Avevo letto di questa specie di maledizione dei Mars che non
riescono a tenersi un bassista per più di un anno."
Tanya scrollò le spalle con aria indifferente "Magari potresti essere tu a risolvere la situazione definitivamente."
Paul sorrise con aria navigata "Non significa che, se piaccio a te, devo per forza piacere anche a loro."
"Ma io ci potrei mettere una buona parola." rispose lei prontamente.
Poi lo studiò ancora attentamente. "Lo sai che somigli a Jared?"
Paul la guardò come per dirle "Ma non dire sciocchezze." quando
l'ennesimo bassista uscì dalla sala prove con aria afflitta
seguito da un uomo con in mano un elenco da cui spuntò un
numero. "Numero 36. Tocca a te." disse con aria annoiata guardandosi
intorno per identificare il prossimo. Paul guardò il numero che
gli avevano appiccicato sulla magliaetta appena entrato e si accorse di
essere il prossimo.
Tanya si alzò assieme a lui "Entro assieme a te, se non ti
spiace." e lo precedette senza aspettare un suo cenno affermativo.
"Ciao Brax." salutò l'uomo della cartelletta prima di sgusciare
dentro la stanza.
Paul sbuffò e la seguì con la custodia di Flea in mano.
Entrò in sala, si posizionò dove gli veniva indicato e,
dopo essersi sistemato, guardò verso i tre uomini che lo
avrebbero dovuto giudicare. Tanya era accoccolata su un bracciolo del
divanetto accanto a suo padre: Tomo. Shannon lo guardò e
sbuffò "Ma cos'è oggi? Hanno aperto i cancelli degli
asili infantili?"
Paul lo guardò fulminandolo. Jared se ne accorse "Ti prego di
scusare mio fratello, ma la vecchiaia lo ha reso ancora più
brontolone." In effetti, più che due uomini vicini ai 60 anni, i
fratelli Leto, sembravano due quarantenni.
Paul annuì con il capo e Jared proseguì "Il tuo nome ce
lo ha detto Tanya. Credo che tu le stia simpatico. Cosa ci fai sentire?"
Paul si schiarì la voce "Avevo preparato uno dei pezzi preferiti
da mia madre: Electrical storm degli U2 e poi uno dei vostri: Night of
the hunter."
Jared annuì "Va bene. Noi ti ascoltiamo."
Paul si abbassò ad estrarre Flea dalla custodia e Jared, vedendo
il basso argentato, venne assalito dal ricordo di Lucy che ne aveva uno
uguale. "Suoni un Modulus Flea, vedo." osservò attirando
l'attenzione di un annoiato Shannon.
"Sì." annuì Paul. "Era di mia madre."
Jared guardò meglio il ragazzo ed il basso e poi guardò
suo fratello che annuì. "Stavo pensando anch'io la stessa cosa,
bro: è lo stesso basso che suonava Lucy."
Paul li guardò entrambi e poi domandò "Posso iniziare o c'è qualcosa che non va?"
Jared scosse il capo "No, no. Comincia pure."
Paul si mise in posizione carezzando le corde come gli aveva insegnato
sua madre e cominciò a suonare mettendoci tutta la passione e
l'incredibile tecncica che Lucy gli aveva trasmesso.
Jared si mise ad ascoltarlo attentamente e studiò ogni movimento
del ragazzo. Tutto di Paul gli ricordava Lucy, persino quel tocco sulle
corde simile ad una carezza, prima di iniziare a suonare. Ancora si
domandava perchè avesse lasciato il gruppo così
all'improvviso e, soprattutto, perchè avesse lasciato lui senza
neppure una spiegazione. Aveva provato a cercarla, nei mesi successivi
alla sua partenza, ma senza risultato. Persino la sua amica Jennifer
gli aveva detto che non l'aveva più sentita.
Paul smise di suonare e Shannon e Tomo lo guardarono compiaciuti. Shan
si avvicinò al fratello "Allora? Cosa ne pensi? Questo è
bravo, forse il migliore che abbiamo sentito oggi."
Jared era incantanto ad ascoltare e guardare quel ragazzo. Tanya,
appena entrata, gli aveva subito fatto notare che sembrava lui da
giovane. Jared aveva sorriso a quell'osservazione della figlia di Tomo,
ma poi, vedendolo, si era ricreduto. Eppure c'erano troppe cose che non
quadravano, in primis il Modulus Flea argentato ed il modo che aveva il
ragazzo di accarezzare le corde prima di cominciare a suonare: troppo
simile a Lucy.
Jared si alzò e, sorridendo, si avvicinò a Paul che lo
guardava con un misto di timore e curiosità. "Sei veramente
bravo. Posso dare un'occhiata al tuo strumento?"
Paul annuì e porse Flea a Jared che lo osservò
attentamente e poi sbiancò vedendo il piccolo istrice
scarabocchiato col pennarello sulla cassa acustica. Rimise il basso fra
le mani del ragazzo e lo osservò attentamente.
Paul si mosse a disagio sotto lo sguardo di Jared. "Cosa succede bro?
Qualcosa non va?" Shannon sembrava preoccupato dallo strano
comportamento di Jared.
Jared non rispose al fratello ma guardò negli occhi Paul che
rabbrividì "Dove hai preso questo basso?" domandò
tranquillo al ragazzo.
"E'... è mio." balbettò Paul. "Ma perchè le interessa così tanto il mio strumento?"
Jared lo fissò di nuovo "Quanti anni hai ragazzo?"
"Diciotto." rispose Paul prontamente. In effetti dimostrava più dei suoi quasi 16 anni.
Jared non fece in tempo a porgere un'altra domanda al ragazzo
perchè venne distratto da una serie di urla nel corridoio e poi
la porta si aprì rivelando una figura femminile che entrò
nella stanza come una furia.
"Paul! Idiota!" gridò la donna rivolta verso il ragazzo e avanzando minacciosa verso di lui.
Jared, istintivamente, si mise di fronte al ragazzo per proteggerlo e poi rimase di stucco riconoscendo la donna "Lucy?!"
Lucy lo guardò scandandolo da suo figlio "Bravo! Vedo che non
hai ancora l'arteriosclerosi." disse rivolta a Jared. Shannon e Tomo
avevano capito di chi si trattasse ed erano senza parole. Tanya
guardò suo padre e Shan imbambolati come due statue di sale e
poi si rivolse a Lucy. "Tu sei quella Lucy?" domandò.
Lucy parve distrasi un momento dall'idea di distruggere definitivamente
suo figlio e si girò a guardare Tanya. La studiò per un
momento aggrottando le sopracciaglia e poi guardò Tomo "E' tua
figlia?" domandò al croato che annuì. Sorrise alla
ragazzina e poi aggiunse "Somiglia parecchio a Vicky."
Paul, dopo lo shock iniziale, sbuffò sonoramente "Cosa sei venuta a fare qui, mamma?" domandò.
"Mamma?!" un coretto stupito si levò dai tre componenti della band.
Lucy non ci fece caso e guardò di nuovo suo figlio "Sappi che sei in punizione per il resto della tua vita."
Jared aveva fissato prima Paul e poi Lucy. Si riprese un attimo ed
afferrò la donna per un baccio costringendola a girarsi verso di
lui e guardarlo. Poi si voltò di nuovo verso Paul "Tu non puoi
avere 18 anni." gli disse prima di strattonare Lucy per il braccio e
trascinarla con sè nella stanza accanto: la sala di
registrazione insonorizzata.
Tanya si stupì della reazione di Jared e guardò i tre
rimasti nella stanza. Shannon stava studiando anche lui Paul.
"Papà, almeno tu mi vuoi dire che succede?"
Tomo guardò la figlia e scrollò la testa "Ne so quanto
te, tesoro." poi guardò il batterista "Cosa pensi Shan?"
"Che mi sa che sono zio." disse con un filo di voce sempre fissando il
povero Paul che sembrava sconvolto quanto loro e guardava la porta dove
sua madre era sparita trascinata da Jared. Riprese lentamente fiato e
guardò i due uomini "Ma voi conoscete mia madre?"
Tomo, l'unico che sembrava essersi ripreso, annuì "Sì. Ha
suonato con noi per alcuni mesi circa 16 anni fa." Paul deglutì
rumorosamente.
Shannon si alzò in piedi con calma e raggiunse Paul. Lo guardò un momento "Quanti anni hai Paul?"
Paul abbassò il capo sconfitto "Ne compirò 16 a dicembre, sempre che mia madre non mi uccida prima."
Shannon sorrise e gli diede una lieve pacca sulla schiena "Se è
ancora come me la ricordo io, abbaia tanto, ma non morde. Vieni,
andiamo a berci qualcosa." Paul si alzò e seguì
docilmente Shannon che, assieme a Tomo e Tanya, si diressero verso il
piccolo bar dell'edificio. "Voglio che mi racconti qualcosa di te."
disse portando un braccio sulle spalle del ragazzo.
Lucy venne spinta dentro la sala di registrazione e sentì Jared
che chiudeva con violenza la porta e si avvicinava a lei con aria
furibonda. "Io e te dobbiamo parlare!" esordì.
Lucy si sedette su una sedia ed incrociò le braccia al petto
guardando Jared con aria di sfida "Daccordo! Vuoi parlare del tempo?"
rispose beffarda.
Jared ringhiò e chiuse un momento gli occhi per imporsi di
rimanere calmo. Quando gli riaprì li fissò in quelli di
Lucy e sorrise sadico "Sì! Parliamo del tempo! Parliamo dei 16
anni che sono passati da che te ne sei andata abbandonando i 30 Seconds
to Mars... e me!"
Lucy arricciò il naso e sospirò "L'hai visto da te, il perchè."
Jared si era calmato e le prese una mano che lei non scansò "Ma perchè non mi hai detto niente e sei scappata?"
Lucy sorrise tristemente "Jared, tu non hai mai voluto fare il padre e
io non volevo costringerti a fare una cosa per cui non saresti stato
portato."
Jared parve riflettere un momento e poi riprese "Almeno c'è qualcuno che mi ha sostituito nella vita del ragazzo?"
Lucy lo guardò alzando un sopracciglio "Mi stai chiedendo se mi sono mai sposata?"
Jared annuì e Lucy sorrise "No. Non ho mai cercato nessuno."
alzò le spalle "Io e Paul stiamo bene così. Non ha mai
chiesto di suo padre, neppure da piccolo. Credo che mio fratello sia un
po' la sua figura maschile di riferimento: sono molto legati."
Jared abbassò il capo "Non avevi il diritto di tenermi nascosta
la tua gravidanza." Alzò gli occhi e puntò lo sguardo in
quello di Lucy "Io ti amavo Lucy, anche se tu non ne volevi sapere."
Lucy ebbe un sussulto ed un brivido le percorse la schiena: erano anni
che non provava più una sensazione del genere. "Ti amavo
anch'io, ma avevo paura ad ammetterlo, persino a me stessa." poi
sorrise "Paul ha certi modi di fare che ha ereditato da te."
Jared sorrise anche lui "Però mi sembra cocciuto proprio come
te." risero assieme. "Dimmi una cosa: è scappato da casa?"
Lucy annuì ridendo "Sì, mi ha lasciato andare via una
settimana con i miei alunni del liceo e poi, con la complicità
di Agnes, mi ha fregato Flea e si è infilato su un autobus per
Los Angeles. Vuole diventare un musicista famoso."
Jared si rilassò sulla sedia appoggiandosi allo schienale "E'
sulla buona strada per diventarlo. E' veramente bravo e, se non fosse
così giovane, lo avrei già preso nel gruppo. Sono anni
che non abbiamo più un bravo bassista." aggiunse strizzandole
l'occhio.
Lucy rise scrollando il capo e Jared rise con lei prima di buttare
lì l'idea che gli era balenata in testa "Tu non sei libera,
diciamo, per i prossimi due mesi?"
Lucy lo guardò perplessa "Che ti salta in mente Leto?"
"Stavo solo pensando che, visto che mi serve un bassista e tu sei in
vacanza, potresti venire a fare le prossime date con noi. Ti ricordi
ancora come di suona il basso, vero?"
"Sono troppo vecchia per queste stronzate, e poi ho Paul." rispose lei.
"Beh... potrebbe venire anche lui con noi. Potreste alternarvi sul
palco ed io avrei finalmente modo di conoscerlo." propose Jared.
"Sarebbe una vacanza alternativa e si divertirebbe un mondo." Lucy parve pensarci seriamente.
Jared le prese le mani nelle sue. "Allora dimmi di sì."
Lucy annuì e Jared la squadrò da capo a piedi "Sai,
potremmo rifare la serata dei supereroi. Saresti ancora magnifica con
il costume di Catwoman."
Lucy rise "Tu sei un vecchio pazzo Jared."
Si alzarono in piedi e Jared la prese per la vita "Sì sono
pazzo, ma sul vecchio avrei qualche riserva. Me la cavo ancora
piuttosto bene in quel campo." disse prima di avvicinare le labbra a
quelle di Lucy e baciarla.
**************************************************
Ah! questa sono riuscita a
finirla! Mi spiace di avervi lasciato sulle spine con lo scorso
capitolo, ma spero di essermi salvata in corner con questo epilogo.
Ringrazio tutti quelli che hanno letto e commentato la storia. Spero
proprio che vi sia piaciuta e che non mi tirerete i pomodori.
Bye bye!
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