Family Encounter

di Lollo
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cap. 1 ***
Capitolo 2: *** Cap. 2 ***
Capitolo 3: *** Cap. 3 ***
Capitolo 4: *** Cap. 4 ***
Capitolo 5: *** Cap. 5 ***
Capitolo 6: *** Cap. 6 ***



Capitolo 1
*** Cap. 1 ***


-

Family Encounter

 

 

 

-         Te ne pentirai. Amaramente.

-         Guarda che se parli ti sconcentri...

-         Non cercare di sviare il discorso, sai. Ti avevo avvertito, ricordatelo!

 

Ron sorrise, mettendosi più comodo sul sedile dell’automobile che Hermione stava guidando, slacciandosi la cintura e continuando a piluccare dal pacchetto di Gelatine Tuttigusti +1 –  ‘Allacciati la cintura! Immediatamente!’ -

 

Ron sbuffò mezzo divertito, tornando mentalmente a tre giorni prima.

 

 

*

 

 

-         No, papà. No...

 

Ron si avvicinò furtivamente da dietro abbracciandola per origliare la telefonata. Hermione tentò di spingerlo via, ed abbassò la voce.

 

-         Non credo sia una buona idea... casa mia è ancora un po’ in disordine, non voglio che voi la vediate così...

 

Lui ritornò all’attacco, cercando di infastidirlo: - E’ casa nostra. –

Hermione lo spinse nuovamente via, sillabandogli ‘Sei un rompiballe’ solo con le labbra. Ron si scostò e tornò a mettere in ordine la cucina soddisfatto, ma cercando di continuare ad origliare la telefonata, cosa alquanto difficile, dato che lei abbassava la voce più che poteva.

 

Si dovette di nuovo avvicinare per sentire qualcosa.

 

-         ... ovviamente, verrò a trovarvi qualche volta...

-         E io non posso?

 

Hermione sbuffò, ma evidentemente il padre doveva aver sentito, perchè si affrettò a giustificarsi: - No, pa’... è solo... Ron, sai.

 

Seguì una pausa, e subito dopo Hermione si accucciò su se stessa, per cercare di evitare ostinatamente che Ron sentisse, senza risultati, perchè lui le si attorcigliò addosso, ostinato quanto lei.

 

-         Sai, presentarvelo ora non sarebbe l’ideale... è molto occupato...

-         Non lo sono! – Ron con tutte le sue forze. Hermione si girò di botto e lo guardò con uno sguardo omicida, tornando subito dopo alla telefonata: - Oh... sì, sì, era lui... no, bè... Mhm... Ok... va bene... Per il week end allora? Sì. Ok, ok... ciao, pa’. No, non passarmi mamma, salutala e basta. Ciao!

 

Hermione mise giù la cornetta  con una faccia tra il disgustato e il rassegnato, mentre Ron girava per la stanza esultando. Hermione con un colpo di bacchetta sparecchiò la tavola, torva. Ron le si avvicinò da dietro, prendendola per le spalle.

 

-         Oh, dai, non fare così! Perchè non vuoi presentarmeli?

-         Tu non capisci! Io stavo cercando di salvarti! Da loro! Ma oramai è troppo tardi... dobbiamo andare lì per forza.

-         Ma cos’hai contro i tuoi?

-         Mah, contro mio padre niente... è lei!

-         Chi è lei? una zia pazza segregata in cantina? Una bitorzoluta pianta carnivora? Cosa?

-         Mia madre!

-         Ma no!

-         Piantala.

-         Non può essere così male... ha concepito te.

-         Tu scherzi. Lei è un essere venuto in Terra per rendere la vita difficile al genere umano, in modo da farci suicidare tutti e sterminarci. Comunque non può andare peggio di cos’; non ti rendi conto di quello che hai fatto!

 

E fu in quel momento che squillò nuovamente il telefono. Ron alzò la cornetta.

 

-         Pronto? Mamma, non urlare, ti sento. Sì, tutto okay... sì, il trasloco è andato bene, grazie. Sì, certo che do da mangiare al cane. No, non la tratto male Hermione... stai parlando come se la picchiassi! Sabato non possiamo... no, è che siamo dai...

 

Prima che Hermione strillasse: - NON FARLO!!! – Ron aveva già pronunciato le fatidiche parole.

 

-         ... genitori di Hermione.

 

Hermione lo guardò inorridita.

 

-         ... Bè... non so se... ma non lo sanno... no, mamma, certo che vi vogliamo... li avvertite voi? Ah... mh-mh... sì, ciao, ci vediamo sabato.

 

Si fissarono un secondo.

 

-         Vengono anche loro dai tuoi.

-         Con loro intendi loro tutti, o loro madre e padre?

-         Tutti, credo... ehi, rilassati, okay? Andrà tutto bene...

 

Hermione aveva la vaga sensazione che niente sarebbe andato bene.

 

 

 

 

 

Continua...

 

 

 

 

 

Non so come andrà avanti questa storia, so solo che dubito sarà molto lunga – sapete che scrivo solo one-shot di solito...

 

Commentinoooo!

 

 

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Capitolo 2
*** Cap. 2 ***


Family Encounter

 

Family Encounter

 

 

La macchina si fermò nel pieno centro di Londra, davanti ad un imponente palazzo; Hermione si faceva sempre più nervosa, ed anche Ron non si sentiva più così tranquillo adesso.

 

Appena scesi dalla macchina, Hermione gli afferrò al braccio, guardandolo con aria grave.

 

-          E’ bene che io ti istruisca prima di farti entrare lì dentro.

 

Lui non disse niente, cominciando a guardarla un po’ allarmato; prima si sarebbe divertito da quella situazione, ma adesso si sentiva troppo nervoso. Lei continuò, con un’espressione rassegnata: - Allora. Non chiamare mamma con il suo nome appena la vedi, non osare, o ti darà in pasto a Cip prima che tu possa fare due passi oltre la soglia.

 

-          Chi è Cip? Un malvagio drago sputafucoco?

-          Il nostro pesciolino rosso. Non guardami così, Ronald Weasley. Quando morde fa il solletico, sai. Comunque... chiama mia madre ‘Signora Granger’, così le darai modo di sentirsi importante per un momento prima che ti chieda di chiamarla ‘Jane’. Mio padre chiamalo pure ‘Peter’. Ad ogni modo, dubito che si preoccuperebbe anche se lo chiamassi ‘tostapane’; ti adorerà.

 

Ron fece finta di prendere appunti su un bloc notes invisibile: - Aha. Morsi solleticosi... Tostapane... Importante. Fatto.

 

Suo malgrado, Hermione sorrise; gli diede una pacca sul braccio, prima di dire: - Ah, e loda la cucina di mamma. Loda il suo vestito. Loda la casa. Loda tutto quello che riguarda la sua persona, ma non fare troppo il ruffiano, mh?

 

-          Aha, arruffianarsi la madre senza fare troppo il ruffiano. Certo! – fece finta di chiudere il blocco, ed Hermione lo prese per mano. Si diressero verso la grande porta a vetri; lei strinse un po’ di più la sua mano, facendo un respiro profondo prima di abbassare la maniglia.

 

-          Bene. Si va nella tana del lupo.

 

 

*

 

La tana del lupo, notò Ron, era decisamente diversa dalla sua Tana. Elegante, spaziosa e completamente immacolata, come una di quelle case per le riviste d’arredamento. Non potè fare a meno di sentirsi incuriosito da quella casa, che racchiudeva in se un universo che non conosceva, con i suoi feletoni e i tevelisori. Dopotutto era figlio di suo padre...

 

Hermione sembrava estremamente a disagio lì dentro. E lo sembrò ancora di più quando, dopo il padre, un uomo dalla faccia pacifica che strinse la mano di Ron con grande calore, fece la sua apparizione nell’ingresso la madre. Era alta e di sicuro bella; al posto degli scomposti capelli crespi della figlia aveva una massa di capelli ondulati e morbidi, ed uno smagliante sorriso. Ron non potè fare a meno di notare che sembrava a agitata quanto la figlia, se non di più.

 

Si avvicinò e baciò la figlia, prima di rivolgersi a Ron, con un sorriso ancora più largo. Tese una mano verso di lui, dicendo: - Oh, e lei dev’essere Ronald.

 

-          E’ Ron.- disse Hermione con una bassa voce esasperata, senza contare il fatto che anche lei lo chiamava così a volte. Prima che la madre potesse dire qualcosa, Ron afferrò la mano di lei: - E’ un piacere conoscerla, signora Granger.

 

La donna fece una risata cristallina: - Oh, ma non sia così formale. Mi chiami pure Jane.

 

Hermione sbuffò, ma Peter comparve dalla cucina con dei bicchieri pieni di un liquido rosato, invitandoli a sedersi in salotto.

-          E i suoi parenti, Ronald? – Hermione borbottò ancora un ‘Ron!’ ma Jane sembrò non farci caso. – Non sono venuti con voi?

 

Ron bevev un sorso, allarmato: - Non mi hanno detto che sarebbero venuti con noi. – anche Hermione aveva una faccia preoccupata; Jane si mise platealmente una mano sulla bocca, come se fosse accaduta una qualche catastrofe.

 

-          Non c’è modo di contattarli? – chiese Peter. Ron stava per rispondere, quando sul pouf di fronte al divano si catapultò dal camino una massa di fuliggine, seguita da un’altra ed altre ancora. Jane cacciò un urletto e Peter si alzò, ma Ron si avvcinò al pouf con Hermione al seguito intimando di mantenere la calma.

 

Le masse informi erano nient’altro che la sua famiglia.

 

Suo padre si scrollò il vestito, seguito dagli altri. Poi pronunciò un incantesimo – ‘Gratta e netta!’ – e tutta la fuliggine sparì. Il padre di Hermione osservò l’avvenimento rapito.

 

Cadde un silenzio imbarazzante. Poi, suo padre si fece avanti, un sorriso smagliante, porgendo la mano.

 

-          Salve! Scusate per il caos, qui. Siamo arrivati in ritardo, Ron non era più in casa. Gli avevamo spedito un gufo, dicendogli che saremmo venuti da lui – evidentemente non è arrivato. Ad ogni modo, ci siamo dovuti infiltrare ed abbiamo dovuto usare la Polvere Volante... comunque. – Il sorriso si allargò. – E’ un piacere conoscervi.

 

Ron si scambiò uno sguardo con Hermione, e desiderò ardentemente essere sbranato da Cip.

 

Continua...

 

 

 

Nuovo capitolo, un po’ di tansizione, per così dire... Commentate!

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Capitolo 3
*** Cap. 3 ***


Family Encounter

Family Encounter

 

 

C’erano tutti.

 

E quando diceva ‘tutti’ intendeva proprio ma proprio tutti.

 

Sua madre, sua padre, Bill con Fleur, Ginny, Charlie, Fred e George (con suo grande orrore), e Harry, anche. Dato che stava con Ginny e sua madre gli aveva fatto una capa tanta sul fatto che ‘era uno di famiglia’ (cosa che oramai non sembrava fare più Percy – almeno per quanto riguardava Ron), adesso lo trascinavano a qualunque evento speciale che riguardasse la Famiglia W. Effettivamente sembrava un po’ fuori posto.

 

A completare lo sfacelo c’erano Estelle, la figlia di tre anni di Fleur e Bill  dal nome rigorosamOnte francese, che stava già per distruggere mezza casa – quella abat-jour la vedeva molto male -, quella stessa casa immacolata che sembrava un set fotografico, con accanto e Arnold la Puffola Pigmea, che, sfuggita dal controllo di sua sorella durante l’atterraggio sul pouf, stava bellamente leccando il tappeto persiano, con i piccoli occhietti bramosi.

 

La mano di suo padre stava ancora sospesa in aria; Jane sembrava abbastanza scioccata. Fu Peter che, risvegliato dall’estasiata trance in cui era caduto, si avvicinò a Arthur e ricambiò la stretta, presentandosi: - Il piacere è nostro. Io sono Peter, lei è mia moglie, Jane.

 

Al pronunciare del suo nome la donna sembrò risvegliarsi, e si fece avanti sorridendo un po’ esitante. Hermione la stava guardando in cagnesco, ma nessuno a parte Ron sembrò accorgersene.

 

Appena la signora Granger porse la mano al signor Weasley, iniziarono un fiume di presentazioni, come se quel gesto avesse dato via a tutto. I genitori di Hermione si ritrovarono sommersi dalla famiglia di Ron al completo. Jane tentava di dare un ordine al tutto – si era ritrovata tre mani da stringere in contemporanea, anche se in realtà era Fred che aveva fatto un incantesimo per dare l’illusione di molte mani in più, per movimentare la cosa -  mentre Peter si stava divertendo come un pazzo, con tutta quella confusione. Ron avrebbe voluto sprofondare. Sentì la voce di Hermione sussurrargli in un orecchio: - Ah-ah, ora ti stai pentendo, eh?

 

Lui si girò e fissò la sua espressione soddisfatta, prima di rispondere indifferente: - Chi, io? E di che?

 

Il sorriso di Hermione si allargò, diventando quasi un ghignetto compiaciuto. – Sì, sì, tesoro. Certamente...ricorda che è colpa tua, però. E ricorda anche di comprare i ceci, così ti ci inginocchi appena torniamo a casa e chiedi perdono alla sottoscritta, come voglio io...

 

-          Non sapevo ti piacessero queste strane pratiche sessuali.

 

-          Di che parlate, ragazzi?

 

Molly si era avvicinata pericolosamente. Hermione poteva essere quasi certa, da come la stava guardando con quell’espressione tipo cosa-hai-fatto-al-mio-bambino-perfida-donna-lussuriosa, che aveva sentito la discussione; o almeno la cosa delle pratiche sessuali. Sviò il discorso con la signora Weasley e diede un pizzico a Ron, che tratteneva una risata.

 

D’improvviso, Jane si affacciò dalla cucina – dove si era evidentemente rifugiata da          Fred e le sue mani in più – invitando il marito a portare gli ospiti nella sala da pranzo.

 

Come notarono, il tavolo era apparecchiato con un posto in meno; Arthur tirò fuori la bacchetta da una piega del mantello con un: - Oh, possiamo rimediare! – prima di far comparire un

altro posto vicino a quello dove si stava sistemando Ginny, che stava cercando di estrarre dalla boccuccia di Arnold un pezzetto del tappeto persiano, con Estelle che saltellava come una pazza gridando cose a metà tra il francese e l’inglese.  Jane entrò con un vassoio propio mentre stava gridando disperata, sdraiata per terra, dando pugni al pavimento, presumibilmente perchè Ginny non le consegnava Arnold.

 

-          Oh, è così vivasce, non è così? – disse Fleur guardando la bambina urlante come se stesse assistendo alla dimostrazione del talento di una bambina prodigio.

 

Charlie si avvicinò per tirarla su dal pavimento con forza, ma lei lo fermò, scandalizzata: - Cosa stai fascendo? Io non credo nella violonsa! – Charlie si allontanò, borbottando, ma Bill gli lanciò un’occhiata d’intesa, e appena Fleur iniziò a concentrare l’attenzione su ‘quell’orribile piccola creatura’, che era per lei Arnold, prese la figlia per un braccio e le diede uno scappaccione bell’assestato, al che lei smise subito di piangere e permise al padre di sistemarla sul seggiolino che avevano fatto comparire.

 

Quando tutti furono seduti, più o meno composti, Jane diede un sospiro di sollievo seguito da un borbottio – che Ron interpretò come un ‘finalmente’ – e iniziò a distribuire la prima portata.

 

Il pranzo era cominciato.

 

Continua...

 

 

Bè, spero che questo capitolo vi abbia divertito come ha divertito me scriverlo ^ ^ ringrazio Romen Evans, ^miky^, MandyJJ, SiJay, Ronny92, kamomilla e funkia per aver commentato, e mi scuso per non aver ringraziato nello scorso capitolo, ma non ho avuto proprio il tempo! >_<

 

Ah, già che ci sono mi faccio un po’ di pubblicità non-molto-occulta XD

È stata aperta una fanlisting dedicata alle mie fanfiction – ancora non ci credo *_* grazie Dani! Eccola qui:

Lollo's Fanfiction Fanlisting

Se vi va fate un salto ed iscrivetevi ^___^

 

Baciiiiiiiiiii!

 

 

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Capitolo 4
*** Cap. 4 ***


Family Encounter

Family Encounter

 

 

Inizialmente, era diventato tutto silenzioso.

 

Jane serviva le portate in giro, mentre gli altri ringraziavano o cose simili; quando anche la mamma di Hermione si sedette, Ron si accorse che la situazione si stava facendo pesante. Hermione mangiava facendo più rumore possibile, sbattendo le posate sul piatto. Allora, alla disperata ricerca di qualcosa da dire, sputò fuori la prima cosa che gli venne in mente, senza pensare alle conseguenze:

 

-          Jane, è veramente squisito, è davvero una cuoca fantastica... capisco ora dove Hermione ha imparato a cucinare così!

 

Fatale errore.

 

Mentre Jane ridacchiava come una bambinetta, con aria di finta modestia – ma se lo poteva permettere, pensò Ron assaporando il cibo – notò sua madre lanciarle uno sguardo di fuoco. E fu lì, in quell’istante, che capì di aver fatto una grooooossa cavolata.

 

Molly si schiarì la voce: - Oh, già... è molto buono... mi sa dire come cucina questo piatto?

 

Jane iniziò a guardarla un po’ intimorita e perplessa da quel tono tagliente. Arthur alzò il viso dal piatto allarmato.

 

-          Bè, il segreto è aggiungere un po’ di aglio durante la cottura...

-          Oh, aglio... effettivamente, ha questo gusto un po’, aglioso, mh, Ronald? – disse Molly al figlio.

 

Ommioddio, pensò Ron. Non mettermi in mezzo, perfida donna.

Decise di emettere un suono non bene articolato, così si lo si poteva interpretare come meglio si credeva. Molly lo interpretò come un: ‘che schifo l’aglio’

 

-          Già, proprio così... è un po’ forte.

 

Jane la guardò inorridita e offesa: - Forte?!

 

Anche Peter diresse lo sguardo verso la moglie, avvertendo pure lui il campanello di allarme. Tutti le stavano fissando. Molly aprì la bocca per ribattere qualcosa con aria saccente, ma Arthur la precedette: - Sì, è forte, nel senso che è... molto saporito... e gustoso... e...

 

Si stava impappinando. Charlie venne i suo aiuto: - ... e buono.

 

-          Sì, buono...! – acconsentì suo padre; Jane lo stava guardando compiaciuta, ma Molly aveva uno sguardo assassino. Peter si schiarì la gola: - Ma ovviamente, scommetto che anche senza aglio verrebbe molto bene... ogni tanto potremmo provare... vedere com’è... eh? – concluse esitante.

 

Per un secondo le due donne si squadrarono con disprezzo, poi Molly fece un largo sorriso a Peter e Jane si ricompose con un sospiro tra il rassegnato e il compiaciuto.

 

Tutti tirarono silenziosamente un sospiro di sollievo, prima che Fleur dicesse: - Se mi posso pormettere, in Franscia noi abbiamo un piatto simile, e secondo me vorrebbe molto meglio cuscinato come si fa da noi... basta aggiungere...

 

Ma fu interrotta da Estelle che lanciò in aria con una risata beata il cucchiaio sporco, che con una parabola le si andò a piazzare proprio al centro del vestito di seta azzurra. Fleur guardò la figlia come se avesse fatto un peccato mortale, come se avesse avuto voglia di farle chissà che cosa, e un silenzio teso ricadde nuovamente nella sala da pranzo. Poi, Fleur parve rendersi conto che a fare quello scempio sul suo abito era stata la sua adorata creaturina, e disse, con voce dolce: - Oh, ma tesorino, queste cose non si fanno...

 

La bambina la ignorò bellamente e, divertita dal nuovo gioco, andò a piazzare una bella manata nel piatto, per poi gettare tutto il cibo addosso agli ospiti.

 

Le reazioni furono diverse; Bill si alzò furibondo, con Fleur alla calcagna – ‘tesoro, è una povera piccola bombina, non si rende conto!’ – Fred e George stavano ridendo come dei pazzi, e facevano volare in giro il cibo; Jane si alzò sconvolta, cercando nuovamente di riportare l’ordine, mentre il marito sembrava indeciso ridere o seguire la moglie. Hermione si alzò, prese Ron per il braccio urlando una cosa tipo ‘andiamo un secondo di sopra, mostro il resto della casa a Ron’ – il che era credibile, eggià - e lo trascinò su per le scale, per poi chiudersi con lui nel ripostiglio delle scope.

 

Anche lui, non sapeva se ridere o piangere. Dato che era Ron, optò per la seconda.

 

-          Cos’è, un attacco di passione improvviso? Qui, chiusi nello sgabuzzino?

-          Tu stai male. È già la seconda allusione sessuale che fai in un giorno.

-          Davvero?

-          Sì. C’era anche quella dei ceci, o cos’erano.

-          Wow.

-          Comunque. Dobbiamo scappare.

 

Lui la guardò stralunata, mentre trafficava per cercare di Smaterializzarsi. La fermò.

 

-          Ma tu hai qualcosa che non ti funziona!

-          Ma tu! Non hai visto cosa sta succedendo là sotto?!

-          Sì, ok, ma non possiamo andarcene clandestinamente! Ti sembra?

 

Lei sbuffò. Calò il silenzio per qualche secondo, in cui si sentirono ancora le urla di sotto. Ron scosse la testa, e Hermione appoggiò la sua sul suo petto, e in quel momento Harry spalancò la porta.

 

-          Ups, scusate. Ho interrotto qualcosa? Comunque, fate proprio schifo, qui a fare sconcezze mentre giù c’è la terza guerra mondiale.

 

Hermione si scostò, allarmata: - Cosa succede adesso?

 

Harry assunse un’espressione concentrata, e cominciò a contare sulle dita i disastri.

 

-          Allora... Estelle è caduta dal seggiolone e Fleur sta impazzendo... Fred e George continuano a lanciare cibo; Molly sta urlando contro Fleur su come non è una buona madre; tua madre – guardò Hermione – sta per avere un collasso nervoso; Ginny ha perso la Puffola e anche lei sta impazzendo gridando cose come ‘il mio povero piccolo Arnold’; Charlie...

-          Ok, ok, basta.

 

Ron si passò una mano sul viso; quando la tolse, fissò Hermione, che aveva una faccia atterrita. Le prese la mano con fare solenne, dicendo: - Ok, scendiamo.

 

Mentre uscivano dallo stanzino, gli sembrò di sentire Hermione sussurrare: ‘Moriremo presto.’

 

 

Continua...

 

Dio santo, ma sta storia quanto sta diventando lunga? °_°

In ogni caso, ringrazio SiJay, Ronnie92, Ellie, kamomilla, gigia990 e MandyJJ che hanno recensito, e un grazie anche per chi ha solo letto ^__^ Un bacioneeee!

 

Lollo

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Capitolo 5
*** Cap. 5 ***


Family Encounter

Family Encounter

 

 

Lo spettacolo che si parò loro davanti aveva un che di inquietante.

 

Erano arrivati proprio alla fine dello scontro, e per la decimmilenovantesima volta in una sola ora regnava un silenzio di tomba – il tutto stava effettivamente diventando un po’ ripetitivo.

 

Ad ogni modo, dicevamo: la scena che si parò loro davanti era irripetibile - per fortuna.

 

La sala da pranzo era in condizioni pietose, tutta cosparsa del cibo che Estelle aveva lanciato in giro; la bambina era ora tra le grinfie del padre, che la fissava con una aria da signora Weasley all’ennesima potenza; Fleur e Molly si fissavano in cagnesco, la prima in disordine come mai nessuno al mondo l’aveva vista – probabilmente se qualcuno in passato l’avesse guardata nelle condizioni in cui era ora, Fleur l’avrebbe ammazzato sul colpo – e l’altra con la faccia paonazza.

Charlie stava sorreggendo il signor Weasley, che era scivolato su dell’acqua caduta per terra, mentre Fred e George erano nascosi in un angolino, presumibilmente per guardare lo spettacolo senza esserne coinvolti in prima persona. Peter guardava il tutto come se non si fosse mai divertito in vita sua, un sorrisino mezzo trattenuto sulle labbra. Jane sembrava sull’orlo del collasso mentale e fisico.

 

Di Ginny non c’era traccia.

 

Harry fu il primo a muoversi, lasciando perdere Hermione che gli lanciava occhiate della serie non-muoverti-di-lì. Ma il nostro coraggioso eroe, a dispetto di tutti i pericoli, si avvicinò al tappeto, si piegò e raccolse un pezzo quel che rimaneva di un vaso rotto, dicendo: - Uhm... do...vremmo... mettere a posto...?

 

Non ottenne risposta. Fece un passo indietro impaurito, ed Hermione stavolta aveva un’espressione terrorizzata, come se da un momento all’altro un mostro mutaforma spuntasse da sotto il tavolo, prendesse Harry per le gambe e lo trascinasse in un universo parallelo, senza che nessuno potesse farci niente. Si avvicinò a Ron e gli strinse il braccio: - E’ perso. – disse, con la voce di chi sta spiegando un fatto logico.

 

Ma Harry non si diede per vinto: - N...no?

 

Peter si riscosse, dalla sua trance: - Sì, certamente non possiamo lasciare tutto così...

 

Si guardò attorno come per valutare i danni e il tempo che avrebbero dovuto impiegare per mettere tutto a posto, ma Arthur si fece avanti: - Faccio io, si figuri! - Alzò la bacchetta ed in un batter d’occhio tutto tornò come prima.

 

Dopo un altro silenzio, Charlie disse: - Bè... riprendiamo...?

 

E proprio mentre si stava riavvicinando alle sedie, Jane, ancora in disordine e con l’aria di chi ha visto il suo mondo sgretolarsi poco a poco – effettivamente, era così – alzò la mano: - Fermi. – disse, e aveva una voce straordinariamente ferma e decisa.

 

Charlie si bloccò, allarmato.

 

-          Devo parlare un attimo a mia figlia. – continuò Jane; e prima che Hermione, con una faccia indecifrabile, potesse protestare, la madre le aveva afferrato il braccio e l’aveva trascinata di sopra velocemente, entrando in una stanza e chiudendola a chiave. Dopo un attimo, la testa riccioluta della donna riemerse dalla porta e chiamò il marito, che sembrava avere più voglia di buttarsi dal balcone che di entrare con loro.

 

Quando la porta si chiuse nuovamente, Ron crollò su un gradino della scalinata.

 

-          Ommioddio. – sussurrò. – Ommioddio. Cosa ho fatto. Cosa. Ho fatto. Non me la faranno più vedere. La segregheranno in questa stupida casa per il resto dei suoi giorni per proibirmi di vederla e la faranno sposare ad un Babbano barboso di cui si innamorerà lentamente, e io mi suiciderò nel Tamigi quando verrò a sapere che si è completamente scordata di me. La mia vita è finita.

 

Alzò lo sguardo, e fissò la sua famiglia con odio.

 

-          Voi. – disse, - è colpa vostra.

 

Molly lo fissò offesa: - Nostra? Oh, andiamo, Ronald. E poi guarda che stai facendo tutto da solo, ha solo chiesto di parlarle un attimo...

 

Ma Ron continuò, imperterrito, come se nessuno l’avesse interrotto: - ... voi, voi, mi avete sempre rovinato la vita! Uno ha la speranza che quando raggiunge un’età più o meno adulta, la sua famiglia non si intrometta più nella sua vita tranne che a Natale e a Pasqua, e invece no!

 

In quel momento spuntò Ginny dalla porta della cucina, i capelli completamente in disordine e i vestiti impolverati, con un sorriso trionfante sulla faccia e in mano Arnold che tentava di divincolarsi: - Oh, l’ho trovato, stupido animaletto, non si poteva nascondere per molto... –

 

-          E tu! – disse Ron, dirigendo la sua rabbia sulla sorella, - Tu, e la tua stupida Puffola!

-          Ehi! – protestò Ginny indignata, stringendosi al petto Arnold e sussurrando una cosa come ‘non dice sul serio, tesoro, non sei stupido...’

 

Arthur si fece avanti e posò una mano sulla spalla di Ron: - Ron, figliolo... capisco che tu sia arrabbiato, ma...

 

-          Blablabla, ma quanto parlate...

-          Tu, dovresti essere già là sopra a scoprire cosa sta dicendo quella povera sciagurata alla figlia...

 

Fred e George gli si erano avvicinati, porgendogli quello che sembrava un Orecchio Oblungo.

Molly sbuffò, esasperata: - No, Ronald non lo farà, sono cose private... no, Ronnie? ... Ronnie?!-

 

Ron si stava già scapicollando per le scale.

 

 

Continua...

 

 

Eccomi quiiii ^^ non ho molto tempo, quindi passiamo subito ai ringraziamenti...

 

Grazie a

 

Topomouse

Call

Lenne88

SiJay

Skyline *_*

MandyJJ

Kamomilla

 

Recensiteee ^^

 

 

 

 

 

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Capitolo 6
*** Cap. 6 ***


Family Encounter

Family Encounter

 

 

Ron raggiunse la stanza alla velocità della luce, mise velocemente una parte dell’Orecchio Oblungo sotto la porta chiuse e si sedette sul pavimento, ad ascoltare; vide che Fred e George facevano la stessa cosa e fece per mandarli via infastidito, ma non fece in tempo che vide Ginny assalire Fred e cercare di estrargli un altro Orecchio dalla tasca; ne tirò fuori una manciata e li distribuì in giro al resto della famiglia. Ron fece per dire qualcosa, poi la richiuse scuotendo la testa. Non c’era speranza.

 

Mentre stavano tutti lì, appiccicati, concentrandosi cominciarono a sentire la voce di Hermione.

 

-          ... M... mamma. – stava dicendo con voce tremante, - Lo so cosa vuoi dirmi.

-          Andiamo, tesoro, sarebbe meglio far parlare tua madre prima... – intervenne il padre di Hermione debolmente.

 

Me lei fece come se non avesse parlato, e continuò: - Ho sempre saputo come sei. Ho sempre saputo come sono loro. E ho sempre saputo che non avresti approvato...

 

Ron si sentì stringere lo stomaco.

 

-          Hermione... – Peter cercò di fermarla ancora, ma nuovamente senza risultati.

-          ... perchè sono così diversi da te. E tu avresti voluto qualcuno di diverso per me. Diverso da lui, intendo. – Hermione deglutì. – So che vorresti che smettessi di frequentarlo, ma...

 

Fu allora che sua madre la interruppe: - Aspe...

 

Ma di nuovo, Hermione la ignorò, andando avanti imperterrita: - ... ma non lo farò! Non mi importa quello che pensi...!

 

-          Hermione, ascol...

 

Ma il fatto che la interrompessero sempre sembrava farla inferovorare ancora di più, e ora stava quasi urlando: - Non m’importa, non m’importa proprio niente, tu pretendi che chiunque ti dia retta e si prostri ai tuoi piedi, ma io non lo farò, perchè mi ama...

 

-          Ti prego...

-          E io amo lui, ci amiamo, mamma! Non lo lascerò, non lo caccerò dalla mia vita solo perchè lo vuoi tu!

 

-          Dio santo! Fammi parlare! – Jane scoppiò improvvisamente, con una voce tra l’arrabbiato e il dispiaciuto. Fece un profondo respiro, poi riprese:

 

-          Non ho nessuna intenzione di proibirti di vederlo o qualcosa del genere! Nessunissima!

 

Ci fu una pausa, nella quale Fred e George si alzarono e improvvisarono una specie di Balletto della Felicità. Poi Hermione disse: - Ah. Ah. E... ehm... cosa volevi dirmi..?

 

Ma questa volta fu Jane a non ascoltarla e a continuare per la sua strada: - Io... mi dispiace se ti ho sempre dato quest’impressione. Sono fatta così.

 

Dalla sua voce sembrava stesse piangendo.

 

-          ... Ma neanche tu mi rendi le cose facili. Siamo diverse; io tento di avvicinarmi a te, e tu non fai altro che aggredirmi... ti chiedo di fare un piccolo sforzo nei miei confronti...

-          E’ tuo dovere! Tu sei la madre!

-          E tu sei la figlia! Cosa significa, io sono la madre? Se il nostro rapporto è così difficoltoso non è solo colpa mia. In parte sì, lo riconosco. Ma una relazione si fa nascere in due, non in uno solo.

 

Silenzio.

 

-          Ad ogni modo. – di nuovo la voce di Jane, questa volta più sicura. – Ti volevo dire... non è ovviamente quello che avrei voluto per te. Ma non m’importa, se lo vuoi tu. Questo, ti volevo dire. Ecco. Perchè lo sapevo che se no passavi tutto il tempo sulle spine. –

 

Ancora silenzio; poi, la voce di Hermione: - Mamma... ti voglio bene. Scusa. –

 

-          Anche io ti voglio bene... non fa niente, tesoro. –

 

Ron riusciva a figurarsele mentre si abbracciavano.

 

-          Adesso scendiamo, che è meglio... ci staranno aspettando...

 

Non fece in tempo a recepire l’informazione, che, proprio mentre Ginny, con gli occhi lucidi, gridava a Molly: - Mamma, io ti ho sempre voluto beneeee! - la porta si era spalancata, e davanti a Ron e alla sua famiglia, che stava origliando bellamente, comparvero Hermione e Jane mezze abbracciate, con gli occhi un po’ gonfi, e Peter un po’ più indietro.

 

Le due donne si fermarono, ed Hermione assunse un’espressione tra i perplesso e l’incredulo, mormorando un: - Cosa..?

 

Ma prima che Ron potesse sparare a raffica le prime scuse che gli venivano in mente – avevano sentito un ladro, erano saliti tutti assieme ed erano inciampati, perciò erano a terra. O qualcosa del genere – Jane scoppiò in una risata genuina. Hemrione la guardò, ed il suo sguardo preoccupato si distese sereno. Sospirò.

 

-          Scendiamo, allora? – disse, e, senza aspettare risposta, scese, tirando Ron per una mano, sotto lo sguardo ancora ridente della signora Granger.

 

*

 

-          Ommioddio. Om-miod-dio. Dov’è finita la scarpa?!

-          Scarpa? Quale scarpa?!

-          Quella che devo mettere!

-          Eh, quale devi mettere?!

-          Ommioddio. Om-miod-dio. Non ne usciamo più fuori. Non mi sposerò mai. Non ci riuscirò.

 

Proprio mentre Ginny tira fuori la scarpa da un luogo non ben identificato, bussano alla porta.

 

-          Avanti! – Hermione acchiappa al volo la scarpa e se la infila alla velocità della luce.

 

Jane entra radiosa nella stanza: - Tesoro, come va? Tutto a posto...?

 

-          Mamma! – Hermione si alza in piedi, con un sorriso larghissimo stampato sulla faccia. Jane si avvicina, e Hermione nota che sta guardando di sottecchi il vestito da sposa.

-          Scusa. – dice, guardandola con aria colpevole. La madre alza lo sguardo immediatamente.

-          Scusa di che cosa? – chiede, tornando a sorridere. Hermione passa una mano sul tessuto bianco dell’abito.

-          Per questo, - dice. – mi dispiace di non aver preso il vestito che mi avevi consigliato tu, alla fine... ma era un po’ troppo... capisci... capisci? –

Hermione la guarda insicura, abbassando lo sguardo. La madre le posa una mano sulla spalla.

 

-          Certo – risponde, tornando a guardarla radiosamente.

 

-          Hermione! – la voce di Ginny le interrompe.

 

-          Sì? –

 

-          Siamo in ritardo marcio!

 

-          Cos..? Ommioddio. Non ce la farò! Mai! – dice riprendendo a muoversi freneticamente alla ricerca del velo, mentre Ginny le corre dietro nel tentativo di farle un incantesimo all’acconciatura in modo che non si disfaccia.

 

-          Tranquilla! – ride Jane – Tanto, ti aspetterà, sempre.

 

-           

 

FINE

 

 

 

Ok, la frase finale non mi piace per nieeente, ma non sapevo come chiuderla...comunque, questa è la fine! XD spero che vi sia piaciuta! ^_^

 

Ringrazio:

 

lenne88

SiJay

Kamomilla

Gigia990

Ronny92

Ginny malfoy

Romen Evans

Topomouse

Francy333

 

 

Alla  prossima!

 

 

                                                                   Lollo

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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