Perchè una donna ha sempre ragione

di whinydreamer
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** - Prologo ***
Capitolo 2: *** Autoritaria ***
Capitolo 3: *** Mnemonica ***
Capitolo 4: *** Ostinata ***
Capitolo 5: *** Ricattatrice ***
Capitolo 6: *** Eccessiva ***
Capitolo 7: *** - Epilogo ***



Capitolo 1
*** - Prologo ***


Prologo

Di padre in figlio, in qualunque famiglia, spesso si tramanda la frase:«Una donna ha sempre ragione».
Essendo io che scrivo una donna, posso facilmente affermare che mai frase fu più giusta o ovvia. Non vi indispettite maschietti, ma esistono alcune ragioni che credo condividerete con me. Questi motivi sono banalissimi e si manifestano sempre e comunque, in qualunque rapporto o in qualunque situazione tra uomo e donna. Ovviamente, a spuntarla siamo noi del gentil sesso.
Sfido chiunque a scrivere, in contemporanea con la mia storia, una sorta di punto di vista maschile, che indichi, come nella mia, i motivi per cui un uomo dovrebbe aver sempre ragione.
Se ne avete intenzione contattatemi subito! Voglio proprio vedere cosa si inventeranno i maschietti!
E alla fine trarremo i conti.
Ora vi indico qualcosa in più di questa storia, che utilizzando per ogni capitolo circa 500 parole, vorrà inserirvi nel mondo di Naruto per trarre esempi esplicativi quanto divertenti(almeno spero).
Mi concentrerò su singoli momenti, pensieri, idee, e magari li analizzerò anche sotto diversi punti di vista.
Ed ora, direi sia il momento di iniziare a illustrarvi il perché noi donne abbiamo sempre e comunque ragione…

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Capitolo 2
*** Autoritaria ***


Capitolo I
Autoritaria

Una donna ha tante caratteristiche, sia buone che negative, ma è l’autorità a fare di lei sia un grande capo che l’angelo del focolare.
Questa piccola parola, può segnare la salvezza di intere nazioni come la fine, in tutti i modi possibili ed immaginabili, di ogni uomo.
Qualcosa ne sanno Shikamaru e suo padre, succubi perennemente delle donne. L’ultimo ha a che fare con una moglie che santa non sembra proprio; mentre il primo, oltre ad avere una madre-generale, ha una compagna di team, Ino, che lo dirige a bacchetta. Senza contare che i delegati di Suna, in particolar modo Temari, sono da tempo un suo grattacapo. E dire questo, equivale a dire tutto.
L’Hokage attualmente in carica, Tsunade, è una donna. E non è certo la sua sola carica a conferirle quello che si guadagna con il rispetto, o anche con la paura di essere pestati. E sulla stessa scia troviamo anche Sakura, il che ci mostra come, con le cattive, una donna è tanto autoritaria quanto convincente.
Ma fin qui è solo una constatazione di quel modello autoritario che è emanato senza reticenze da singole persone di sesso femminile.
Ovviamente, non solo queste sono donne autoritarie, tutte lo sono. E con tutte, intendo anche quelle più dolci.
 
Naruto, fresco sposo da qualche settimana, pisolava tranquillo sul comodo divano, tornato da poco, esausto, da una missione particolarmente impegnativa.
Dai fornelli proveniva un’invitante odorino: sicuramente Hinata stava preparando qualche prelibatezza solo per lui. Sorrise al pensiero e continuò per un po’ a sonnecchiare.
Poco più tardi, qualche leggera scossa lo risvegliò dal mondo dei sogni.
Mugugnò scontento. Non aveva proprio voglia di alzarsi.
«Hinata, altri cinque minuti, ti prego…» provò a convincerla, girandosi di lato.
«Naruto! Svegliati!» continuò lei, scuotendolo un po’ in più.
«Cosa c’è…» cercò di capire lui, ostinandosi a restare dov’era.
«Mi dovresti fare un favore… porteresti questa pentola a Sakura-chan?» chiese lei, con tono gentile.
Naruto diede uno sguardo alla pentola dei suoi sogni, i quali si infransero come un’onda su uno scoglio, frantumandosi in mille goccioline semitrasparenti.
All’ennesimo scossone, anche se nolente, si alzò pigramente.
Si morse un labbro e prese la busta in cui era stata riposta con cura la pentola da cui proveniva l’invitante odorino. Guardò quella infastidito: aveva fame e avrebbe voluto aprirla su due piedi e ingurgitarne il contenuto in sol boccone.
Hinata notò il suo disappunto, sorrise e gli si avvicinò, baciandolo delicatamente.
Naruto si rilassò e si autoconvinse che si, c’è la poteva fare a trasportare il tutto senza fermarsi per farne un solo spuntino. Dopotutto, era per amore della sua Hinata…
Così si sbrigò ad uscire ed a portare a termine quell’incarico nel minor tempo possibile.
Tornò seguendo la scia di un nuovo profumino, questa volta più familiare del primo e per lui riconoscibile a kilometri, proveniente dalla sua cucina, dove ciò che restava degli ingredienti del ramen era poggiato su un bancone.
«Naruto! Sei tornato giusto in tempo. Mi aiuti ad apparecchiare?» chiese la donna assaggiando il risultato del suo lavoro.
Stavolta, per ciò che gli parve un giusto motivo, accettò senza lamentele.
 
Ricordate: quando una donna vi chiede qualcosa con gentilezza, vuol dire che la dovete fare e basta, o saranno guai(se non immediati, prossimi).
E non è questo un tipo di autorità?
Insomma, una donna si fa ubbidire sia con le buone che con le cattive.

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Capitolo 3
*** Mnemonica ***


Capitolo II
Mnemonica

Ogni essere umano ha la facoltà di memoria, chi più, chi meno. Ma quanti di voi hanno più volte pensato che quella di noi donne sia più sviluppata e che si faccia presente nei momenti meno opportuni?
Ovviamente, il nostro rammentarvi continuamente cose da fare (vai a fare la spesa, dai il cibo al gatto, non fermarti coi tuoi amici e così via) minimo tre volte al giorno, può essere diventata per voi una noiosa abitudine.
Ma direi che questo è il minimo, se considerate cosa vi può accadere di peggio.
 
Tutte le giovani promesse di Konoha avevano deciso di festeggiare insieme la pace ritrovata, e perché no, ripescare i vecchi tempi.
Così, su esplicita richiesta di Naruto, si erano ritrovati davanti una tazza fumante di ramen, accomodati tranquillamente all’Ichiraku.
Man mano che il tempo passava, più la discussione tornava agli albori della loro storia, ovvero di quei mitici personaggi oggi rispettati da tutto il paese.
«Vi ricordate la vostra prima missione? Io si. Oggi che ci ripenso fu un vero spasso!» si esaltò Sakura in preda ai ricordi.
«Certo che si, Sakura, nessuno se la dimenticherà mai.» assicurò Naruto dal canto suo.
«Beh, è ovvio che tutti ci ricordiamo la prima missione. Ma ciò che fa più piacere è sempre ricordare gli incidenti durante una missione…» la buttò li TenTen, ripensando allo spasso di quei giorni.
Effettivamente, aveva ragione: tutti acconsentirono.
«Per esempio,» continuò facendosi spazio tra i ricordi, «ci fu quella volta che RockLee rimase incastrato su un’albero, nel tentativo di recuperare un pavone(una delle nostre prime missioni, se non sbaglio). Purtroppo la bestiola poco prima gli aveva sporcato la tuta e lui, per la rabbia, la inseguì correndo per tutta Konoha in mutande…»
Un risolino mentre l’interessato diventava color rosso pomodoro.
«Ma non è tutto. Ritrovammo l’animale sul suddetto albero, dove RockLee rimase appunto incastrato. Così Neji tentò di aiutarlo, ma ottenne il solo risultato di spogliarlo completamente e di ricevere le sue mutande in faccia. Vi potete facilmente immaginare cos’abbia detto:”Maledetto destino!”» lo imitò e scoppiò a ridere, seguita da tutti gli altri, mentre suo marito si colorava..
«Che divertente!» Ino si stava contorcendo su se stessa dalle risate. «Io mi ricordo della prima volta che io e Choji provammo a svegliare Shikamaru dopo una missione! Non fu molto piacevole…» continuò lei.
«Stava addormentato contro un muro, così pensammo di dargli qualche schiaffetto, ma niente. Allora gli buttammo addosso un secchio d’acqua gelata, ma ancora niente. Poi Choji ebbe una genialata. Imitammo la voce di sua madre e lui si alzò di scatto sull’attenti, con un “si signore”.»
Shikamaru sbuffò contrariato, mentre gli altri se la ridevano.
Naruto, che poco stava capendo della situazione tra le troppe risa, iniziò una specie di frase, dove probabilmente voleva mostrare davanti a tutti qualche gaffe della mogliettina in camera da letto, ma questa, sentito il suo nome, lo interruppe prima che potesse continuare.
«Naruto caro, tu non vuoi sapere ciò che mi ricordo io, vero?» lo minacciò lei.
Allora il biondo tremò e decise che non era il caso di fare una tale figura di merda.
E capì anche perché nessuno tra i suoi amici avesse provato ad interromperle o a farsi venire qualche ricordo su di loro.
Così si continuò tra i vari racconti, in cui i maschietti vennero decisamente ridicolizzati tra un’aneddoto e l’altro.
Purtroppo, nessuno trovava argomenti sicuri con cui ribattere.

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Capitolo 4
*** Ostinata ***


Capitolo III
Ostinata

L’ostinazione può essere sia il motivo che porta al successo, sia quello che ti fa impantanare in un lago di guai.
E’ proprio l’ostinazione di Naruto, infatti, il filo portante di tutta la storia: il suo non volersi arrendere, voler ripescare Sasuke e seguire i suoi sogni ed ideali.
Essere ostinati da un certo punto di vista vuol dire anche credere di aver ragione e per questo non accettare la sconfitta.
Una donna è ostinata: non conosce ma che tengano, in nessuna circostanza. Con duplice risultato: poter finire nei pasticci o poter aver successo e dimostrare di aver ragione.
Ma, vuoi che sia per fortuna, per culo, o perché no, come direbbe Neji, “per destino”, spesso succede questo: a causa della sua ostinazione, una donna si mette nei guai, viene poi salvata da un cavaliere errante, e dimostra comunque di avere anche ragione. Non è un successo su tutti i fronti? Almeno per noi, s’intende.
 
«Smettila Sasuke. Ti dico che è meglio fare così: io mi intrufolo nel suo nascondiglio, gli rubo quel dannato rotolo e ritorno qui, mentre tu mi copri le spalle da questo cespuglio.» aveva ripetuto per la quarta volta la ragazza dai capelli rosa, nel mezzo di una missione, quando loro due erano arrivati in alto al colle dove si ergeva la residenza del signore feudale e mentre Naruto teneva a bada alcuni samurai sul fondo della valle.
«Ti dico che è troppo pericoloso. Aspettiamo ancora un po’ e poi decidiamo il da farsi.»
«Non se ne parla proprio. Facciamo come dico io e non osare contraddirmi.» minacciò con tutta la sua autorità.
Sasuke non seppe che fare o come fermarla: l’unico modo sarebbe stato cercare di bloccarla con le maniere brute, ma qualcuno si sarebbe potuto accorgere di loro e alla peggio Sakura gli avrebbe rotto qualche dente con un pugno. E non era il caso.
Così, senza perdere tempo o dargli la possibilità di ribattere, si era intrufolata all’interno della villa, seguendo la sua cocciutaggine.
Passarono cinque minuti buoni, poi si sentì un urlo e tanta confusione. Così come i lamenti straziati di una donna che mandava al diavolo nel linguaggio più colorito possibile i suoi assalitori.
Con uno sbuffo, Sasuke si precipitò all’interno, facendo letteralmente volare chi gli ostacolava il cammino.
Quando arrivò nella sala da cui proveniva tutta quella confusione, notò una Sakura tenuta ferma da una decina di uomini, anche se non riusciva comunque a capire come facessero a tenerla ferma…
Senza ulteriori indugi, la liberò da quelli e insieme si affrettarono a recuperare il rotolo, oggetto della missione, per poi filarsela in pochi secondi, come solo un buon ninja sa fare.
Riacciuffato Naruto, si incamminarono verso casa.
«Dovevi ascoltarmi Sakura. Vedi che succede a fare solo di testa tua?»
«Ah, smettila Sasuke! Se non andavo io non ci saremmo mossi da li per giorni!»
«Ma l’Hokage aveva detto che dovevamo cercare di passare inosservati!»
«Si, ma aveva anche detto che la missione era recuperare il rotolo il più in fretta possibile.» precisò lei. «Comunque c’è l’abbiamo fatta e questo è l’importante.»
Effettivamente, non poteva darle torto.

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Capitolo 5
*** Ricattatrice ***


Capitolo IV
Ricattatrice

Ricattare.
Un bel verbo, non trovate? Almeno per noi donne, s’intende.
Chi meglio di noi sa quale siano le caratteristiche di un buon, piccolo, sano, insignificante ricatto?
Ovviamente, sono poi gli uomini a scontarne le conseguenze…
 
Cena tranquilla a casa Uzumaki: primo anniversario di matrimonio, che i due ragazzi avevano deciso di festeggiare soli soletti, nella tranquilla dimora domestica.
Naruto quel giorno aveva chiamato, oltre al negozio di Ino, almeno quello di altri tre fiorai, altrimenti non si sarebbe spiegato come mai la casa fosse completamente ricolma di fiori. Inoltre, cosa fuori ogni aspettativa, aveva anche comprato un mega regalo che occupava buona parte del salotto, ancora incartato nella sua lucida carta arancione sovrastata da un fiocco dorato.
Hinata, dal canto suo, non aveva fatto nulla di così appariscente. Ma era ormai una settimana che si crucciava su cosa cucinare per la loro cenetta speciale. E su cosa indossare per il dopocena(non che si aspettasse l’avrebbe indossato poi molto, ovviamente), sperando di fare cosa gradita al maritino.
La donna passò tutto il pomeriggio ai fornelli e riuscì a finire per le otto esatte, ora in cui Naruto era rincasato puntualissimo come mai e si era accomodato a tavola dopo averla baciata appassionatamente.
In poco tempo furono servite le prime pietanze: antipasti dall’aspetto squisito, su cui Naruto si fiondò immediatamente.
La cena proseguì tranquilla con le chiacchiere sulla quotidianità, finché, osservando i piatti da mettere nel lavandino, Hinata si accorse di qualcosa di strano.
«Naruto, ma perché non hai ancora assaggiato nulla con le verdure?» chiese Hinata, dato che il marito aveva selettivamente scartato qualsiasi cosa manifestasse un colorito leggermente verdognolo e che sospettasse essere composta da vegetali.
«Ehm… bhe, lo sai, le verdure non mi piacciono…» disse lui un po’ in imbarazzo. Eppure stava cercando di abbuffarsi di tutto, facendo sembrare le sue scelte a casaccio, proprio per evitare che se ne accorgesse.
«Devi mangiarle, ti fanno bene. E poi sono stata tutto il pomeriggio a cucinare!» ecco che iniziava.
Però neanche stavolta avrebbe mollato, soprattutto, dopo che aveva passato tutte quelle ore in cucina.
«Dai Hinata, non potresti fare un’eccezione? Almeno oggi…» provò lui, cercando come pretesto la ricorrenza.
Hinata sospirò.
«E va bene. Fa come vuoi.» Naruto si illuminò. «Mah, peccato.» disse poi con aria delusa. «Il mio regalo è appena a metà, vuol dire che rimarrà così.»
«C-cosa?» non capiva proprio di cosa la donna stesse parlando, ma chissà perché, era convinto che non fosse nulla di buono. Almeno per lui.
«Avevo preparato anche una sorpresina solo per il dopo cena, ma se non mangi le verdure credo proprio che ci ripenserò… Sai, sono stata tutto il giorno ai fornelli e tu stai lasciando il mio duro lavoro a metà. A questo punto, è più che giusto che rimanga così e non continui neanche con il dopo.»
Naruto ora iniziava a capire, anche se il suo cervellino si era effettivamente fermato ancora sulle lettere che formavano le parole “dopo cena”.
«Questo è un ricatto bello e buono.» ebbe il coraggio di risponderle, seppur in un sospiro a mezza voce.
Hinata rise leggermente.
«Mettila come vuoi, ma Hokage, è il momento di fare una scelta. Preferisci vedere un film con me o fare altro?» si alzò dalla sedia, fingendo di andarsene.
Ma fu bloccata da Naruto, che la trattenne a la fece risedere, bofonchiando un: «Come se tu non lo sapessi…»
E così, tappandosi il naso, iniziò ad ingoiare a malincuore la prima forchettata.

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Capitolo 6
*** Eccessiva ***


Capitolo V
Eccessiva

Ogni donna, anzi, ogni essere di sesso femminile, supera la giusta misura in ogni circostanza.
O in troppo troppo, o in troppo poco. E credo che i casi in cui una donna sia equilibrata nell’esatto significato etimologico della parola, si possano contare sulle dita di una sola mano(a voi la scelta se quella destra o sinistra).
C’è la donna taciturna, così come quella che non chiude becco neanche con un calzino in bocca; quella tarda così come quella troppo perspicace; quella che ti pensa in ogni istante della sua vita e quella che non ti si fila proprio; quella che ti lascia (credere di) scorrazzare in pace con i tuoi amici e quella che ti tiene sottovetro.
Ci sono donne che lo nascondono bene ed altre che ne fanno un vanto: ma la moderazione non è cosa a noi conosciuta.
Sicuramente, avete fatto anche voi una piccola scaletta sulle qualità delle kunoichi in Naruto: Hinata è eccessivamente timida, Sakura eccessivamente violenta, Tsunade eccessivamente vecchia e con prosperità eccessive oltremisura, Ino eccessivamente rompiballe(chiedete a Shikamaru) e così via…
Insomma, una donna è come una moneta, una volta che la lanci, quando cade a terra mostra una sola faccia.
 
Hinata, Shino, Kiba e Akamaru erano di ritorno da una missione senza la loro sensei. Non era stata né difficile né impegnativa, solo normale routine.
Saltando di ramo in ramo il loro parlare si infittiva sempre di più, per quanto possibile dato il mezzo mutismo di Shino ed il costante abbaiare di Akamaru.
«E se non gli piacessi? Che dovrei fare allora? Sarebbe tremendo!» si preoccupava la ragazza, terrorizzata dalla reazione che il suo unico amore aveva avuto qualche giorno prima.
«Finiscila di dire cavolate. Sai meglio di me che Naruto ti ama alla follia!» la rimproverò Kiba, seguito dall’abbaiare del suo fido compagno a quattro zampe.
«Infatti. Non dovresti meravigliarti della sua reazione dopo come glielo hai detto.» stranamente, parlò anche Shino e con più di un monosillabo.
Hinata rimuginò: è vero, forse avrebbe potuto trovare un modo migliore per dirglielo.
Dopotutto dire d’un fiato al ragazzo che sarebbe diventato padre e poi dargli una capocciata(imprevista) non era sicuramente il modo più usuale né quello migliore… ma ormai era fatta…
Purtroppo non aveva avuto neanche il coraggio di rimanere nella stanza quando il poveretto era svenuto. No, l’aveva poggiato sul divano e si era defilata in missione.
Che codarda.
«Forse avete ragione… ma come posso essere sicura che lui mi voglia ancora… che ci voglia ancora?» si lamentò lei.
«Ma se non ti ha potuto ancora dire niente! Ti ricordo che l’hai lasciato mezzo moribondo su un divano!»
«Kiba ha ragione. Ti stai preoccupando troppo!» Akamaru abbaiò in assenso alle parole del ninja.
«E poi siete fidanzati ufficialmente da oltre tre anni, non mi avevi detto che stavate scegliendo quando celebrare le nozze?»
«Si, infatti. E non vorrei che questo cambiasse qualcosa…»
«Ma che cambiare! Semmai la rafforzerà!» insistette Kiba, seccato ormai da tre giorni in cui la ragazza ripeteva sempre le stesse preoccupazioni.
«Siamo quasi arrivati.» li informò Shino, dato che erano ormai alle porte del villaggio.
Una figura dall’insolito color arancione aspettava pazientemente appoggiato alle mura e appena li avvistò si lanciò ad accoglierli.
«Bhè, Hinata, credo che sia arrivato il momento di parlargli. E non essere così preoccupata! Su forza!» la incoraggiò Kiba con una pacca sulla spalla.
«Si…» cercò di darsi coraggio lei.
Naruto si faceva sempre più vicino… e sulla sua faccia c’era un’enorme sorriso. Come non sciogliersi a quella vista?
La ragazza non vide l’ora di poterlo riabbracciare e scacciando le preoccupazioni, aumentò il passo per poter arrivare prima a quella figura tanto cara.
«Bene: se prima era eccessivamente scoraggiata, ora è anche troppo sicura di se.» sospirò Shino.
«Che vuoi che ti dica… saranno gli ormoni che già si iniziano a far sentire!» concluse sconsolato Kiba.

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Capitolo 7
*** - Epilogo ***


Epilogo

Ed infine, ecco l’epilogo: la fine indiscutibile per i maschietti e la vittoria su tutti i fronti dei temuti esseri di sesso femminile.
E per chi pensa ci sia ancora una speranza, vi sbagliate di grosso.
Esiste un’ultima, unica, importante e temuta cosa che vi deve far paura, e che dovete sperare vi succeda non troppe volte, o ne rimetterete in salute.
Forse qualcuno se n’è già accorto: se unite le prime letterine di tutti i cinque capitoli, escludendo prologo ed epilogo, queste formeranno una parola. Ed è proprio grazie a quella che noi ragazze vi freghiamo proprio su tutta la linea.
A M O R E
Cosa non farebbe un uomo per amore della propria donna?
Chi lo sa se sapreste dirci di no a qualcosa.
E’ vero, l’amore è una lama a doppio taglio, che può portare lesioni ad entrambi, ma, se una donna ti dice “fallo per me” con occhioni dolci e supplicanti, saresti capace di resisterle?
Anche le donne più autoritarie si sanno far amare e sanno diventare agnellini con il loro uomo.
Tutte le donne mnemoniche si ricordano certamente di quanto le amate.
Le donne ostinate sanno bene che con due coccole in più possono cedere al proprio uomo.
Ogni ricattatrice che si rispetti sa che esiste il lato inverso della medaglia
Una donna eccessiva ritiene giusto il doversi moderare con l’amato.
Ovviamente, questo non significa che ci riescano o che lo dimostrino facilmente.
Si sa, nascondere è più semplice che portare alla luce.
E’ evidente che, come donne, abbiamo un differente modo di porci al mondo e in un modo o nell’altro, questo porta a darci sempre e comunque ragione.
Ricordiamo adesso le caratteristiche elencate: autoritaria, mnemonica, ostinata, ricattatrice, ossessiva.
Un bel bagaglio, non trovate? Sperate solo di non trovare una donna che le abbia tutte assieme!
Quindi, se vi capita di essere succubi in un modo o nell’altro delle donne, mettetevi l’anima in pace, e ricordatevi che vi poteva andare peggio.
Ma soprattutto, ricordate che ci amate.
 
(E con quest’ultima, siete andati.)



Ringrazio di cuore tutte le persone che hanno letto, commentato e "partecipato" a questa fanfiction. Spero vi siate divertiti a leggere e commentare quanto io a scriverla. Chiedo scusa per i ritardi che ci sono stati nella pubblicazioene e probabilmente ci saranno anche nelle altre mie fic, ma stranamente, questo sito mi fa postare o commentare solo a volte
Voglio ringraziare maggiormente tutti quelli che hanno messo in un posto speciale nella loro pagina questa piccola storia e che mi hanno dato tutte le attenzioni giuste per continuarla e finirla.
Chiedo pietà a tutti i maschietti per averli ridicolizzati un po' troppo, forse ho esagerato. Ma scrivere una storia da questo punto di vista era uno dei sogni che volevo di realizzare. Spero che vi siate divertiti.
E con la speranza che in un modo o nell'altro abbia fatto dipingere un sorriso sul vostro volto o di avervi solo incuriosito con questa storia

un grande abbraccio

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