Il coraggio di vincere

di Anevrasi
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Una parvenza di allegria ***
Capitolo 2: *** I fantasmi del passato ***
Capitolo 3: *** Una notte di paure ***
Capitolo 4: *** Dal riso...al pianto ***
Capitolo 5: *** Il tormento dell'anima ***
Capitolo 6: *** Prepotenti per amore ***
Capitolo 7: *** Una parvenza di allegria 2 ***
Capitolo 8: *** Rincorrersi nel buio ***
Capitolo 9: *** Emozioni ***
Capitolo 10: *** Nel buio della notte ***
Capitolo 11: *** La calma prima della tempesta ***
Capitolo 12: *** Ad ognuno il suo ***
Capitolo 13: *** Considerazioni ***
Capitolo 14: *** Confidenze notturne ***
Capitolo 15: *** I principi dei fiori ***
Capitolo 16: *** Amore = Dolore ***
Capitolo 17: *** Problemi di gelosia ***
Capitolo 18: *** Addio fantasmi del passato ***
Capitolo 19: *** Sconcertanti rivelazioni ***
Capitolo 20: *** L'arco della prescelta ***
Capitolo 21: *** C'è chi vince...c'è chi perde ***
Capitolo 22: *** E' tutto un'illusione ***
Capitolo 23: *** Ribellarsi che fatica ***
Capitolo 24: *** Una nemica per amica ***
Capitolo 25: *** Crudeli verità ***
Capitolo 26: *** Credere in te..in me...in noi ***
Capitolo 27: *** Decisioni che cambiano la vita ***
Capitolo 28: *** Su opposti fronti ***
Capitolo 29: *** Attimi di solitudine ***
Capitolo 30: *** Non si può più tornare indietro ***
Capitolo 31: *** Un bivio da superare ***
Capitolo 32: *** Ogni cuore...un dolore ***
Capitolo 33: *** Il piano ha inizio ***
Capitolo 34: *** Soli nel dolore ***
Capitolo 35: *** Giochi senza frontiere ***
Capitolo 36: *** Nonostante tutto...alzati e cammina ***
Capitolo 37: *** L'angoscia del sapere ***
Capitolo 38: *** Un ultimo respiro...un'ultima lacrima ***
Capitolo 39: *** Consapevoli di esistere ***
Capitolo 40: *** Pronti per combattere ***
Capitolo 41: *** Niente è come sembra ***
Capitolo 42: *** La resa dei conti ***
Capitolo 43: *** L'unione fa la forza...o almeno ci prova! ***
Capitolo 44: *** Una fine senza inizio ***
Capitolo 45: *** Vivere nel tormento ***
Capitolo 46: *** Nel buio del tuo cuore ***
Capitolo 47: *** Due realtà parallele ***
Capitolo 48: *** Ritorno col botto ***
Capitolo 49: *** Il tarlo del dubbio ***
Capitolo 50: *** Il fine giustifica i mezzi! ***
Capitolo 51: *** Nel bene e nel male ***
Capitolo 52: *** Che sia la fine? ***
Capitolo 53: *** Un attimo di vita ***
Capitolo 54: *** Che la fine abbia inizio ***



Capitolo 1
*** Una parvenza di allegria ***


Mi stava seguendo…voleva uccidermi. Glielo leggevo negli occhi. Voleva me, e me soltanto.
Cosa avrei dovuto fare. Come avrei potuto salvarmi. Maledetto Naraku.
I miei polmoni stavano per scoppiare e le mie gambe tremavano dallo sforzo. Ma nonostante tutto, nonostante la persona che mi stava alle spalle fosse la stessa che possedeva il mio cuore io continuavo a correre consapevole che questa volta niente sarebbe riuscito a fermarlo. Ero in mano sua e io non potevo far altro che scappare…e correre. Soprattutto correre.
Sentivo i suoi passi leggeri sempre più vicini come sentivo il boato del mio cuore che galoppava attraverso quell’inferno. Le lacrime che avevo cercato di trattenere fino a quel momento mi offuscarono la vista.
<   Maledizione..perchè…perché….Inuyasha…Inuyasha…Inuyashaaaaaaa   >
 
<  Kagome…Kagome svegliati ti prego…Kagome  >
I…Inuyasha….oddio mi aveva raggiunta. Mi divincolai nel tentativo di ribellarmi da quella solida presa…ma che stranamente di violento non aveva nulla. Convinsi i miei occhi ad aprirsi e lo vidi.  Un attimo di panico che si dissolse quando riconobbi quello sguardo capace di fondermi l’anima.
<  Inu..yasha…sei...  > mi gettai tra le sue braccia. Consapevole di essere salva, di essere a casa.
<  ..hei…tutto bene..  > mi chiese incerto e visibilmente preoccupato
<  si…scusa…ho fatto un brutto sogno..  > tremai ripensando a quell’incubo che mi tormentava da tempo…troppo tempo.
<  ..mmm….è sempre lo stesso?  >
Un altro brivido mi attraversò e sentii la sua presa farsi più forte.
<  si…sempre Naraku che tenta di ucciderti…e io che non riesco a fare nulla per salvarti  >
Quella bugia era detta a fin di bene ma neanche questo pensiero mi confortò come avrebbe dovuto.
Gli stavo mentendo ma non avevo scelta. Se avesse saputo…se avesse solo immaginato di essere la causa di tutta quella paura..si sarebbe allontanato da me e io…..sarei stata persa.
Arrossii per l’imbarazzo e nascosi il viso nel suo petto. Mi strinse e mi baciò la testa.
Tutte le mie preoccupazioni svanirono.
 
Avrei mai smesso di preoccuparmi per ogni suo respiro?. Avrei mai smesso di sorvegliarla come se fosse di cristallo? Sarei mai riuscito a cancellare la paura dai nostri cuori?
L’unica cosa di cui ero consapevole era che sicuramente non avrei mai smesso di amarla. Era impossibile.
Strinsi quel corpo che tanto mi era caro nella speranza di allontanare il terrore che l’aveva invaso.
Ero furente al pensiero che quel bastardo continuava a tormentarla. A tormentarci.
Erano diverse notti ormai che la sentivo urlare e ansimare e infine dimenarsi chiamando il mio nome. Era un urlo disperato. Di paura e sofferenza. Quando poi riapriva gli occhi e si accorgeva della mia presenza la sua paura per quanto assurdo aumentava. Per una frazione di secondo sul suo viso sfrecciava il puro terrore. Poi come un lampo tutto tornava normale…la sua espressione, il suo respiro, il suo cuore…ed il mio.
Da quella terribile esperienza erano rimaste delle cicatrici indelebili. Scavate nell’anima. I suoi incubi. Il terrore di perdersi a vicenda. Il terrore di vedermela portata via ancora una volta.
Per quanto sei mesi avessero operato una sorta di ricordo…tutto era ancora troppo vivo per essere dimenticato.
Neanche sei mesi fa avevo rischiato di perderla veramente….e ora non avrei permesso neanche a Kirara di trasportarla. Quando ritornava nella sua epoca per me era un’agonia. Ma mai l’avrei fatto capire ne a lei ne agli altri.
Ero consapevole che quell’incubo e tutto il male che alloggiava nei nostri animi si sarebbe dissolto solo con la scomparsa di Naraku. Il colpevole di tutto.
La strinsi più forte. Felice che fosse al sicuro tra le mie braccia. Felice di sentirmi così felice.
Mi guardò e mi sorrise, avvicinai le mie labbra alle sue e seppur impossibile mi ritrovai in paradiso. Il luogo che visitavo ogni volta che il mio corpo era a contatto con il suo.
La guardai così bella e sognante. Chiedendomi per l’ennesima volta il perché di tutta quella fortuna. Lei era mia….lei voleva essere mia. Tutto il resto scompariva.
<  grazie Inuyasha  > il sorriso che mi regalò fece impallidire il sole a confronto.
La strinsi più forte incapace di emettere alcun suono razionale.
 
<  ….che ore sono….  >
<  il sole è alto ormai….hai dormito parecchio dormigliona!!!  >
<  …..mm potevi benissimo svegliarmi….  > sarebbe stato decisamente meglio…
<  stavi dormendo così bene……..almeno….fin poco fa..  > il suo viso si rabbuiò e il suo corpo venne scosso da piccoli tremiti. Si stava di nuovo preoccupando per me.
Istintivamente appoggiai le mani sul suo viso e gli baciai il naso…la sua espressione cambiò immediatamente: da preoccupata a stupita e imbarazzata. Quanto mi faceva ridere quando arrossiva, gli capitava per un nonnulla!!!
Spinta da quell’euforia…gli accarezzai le orecchie, quelle splendide orecchiette morbide che tanto adoravo.
Sbirciai la sua espressione…così rilassata e estasiata….sapevo che quello era il suo punto debole. Dio quanto lo amavo. Amavo tutto di lui.
Lo vidi aprire gli occhi e fissarmi fino a sciogliermi l’anima.  Il mio cuore fece una capriola.
Sarebbe sempre stato così? Anche a 90 anni sarei impazzita per ogni suo sguardo?
Poi come un fulmine l’incubo di poco prima spezzò quell’immagine futura che forse non si sarebbe mai verificata. Per non fargli capire il mio turbamento lo abbracciai e affondai il viso nel suo collo.
<  ..ti amo  >
<  …anch’io Kagome. Per sempre.  >
 
 
<  Hei Sango….vieni a vedere cosa mi hanno donato gli abitanti del villaggio…  >
<  donato???? Li avrai costretti come al solito…con i tuoi prezzi assurdi. Se i tuoi sortilegi funzionassero almeno.!!!  > quel monaco depravato mi faceva impazzire…in tutti i sensi
<  …che cos è tutto questo disprezzo nei miei confronti eh Sanguccia….dopo tutto mi ami anche per questo vero???  >
<  ..quando penso a tutti i tuoi difetti mi ripeto sempre che l’unica scema qui sono io!!!  >
<  …dai amore cosa dici….sono semplicemente irresistibile….è normale che tu sia follemente innamorata di me…. Io invece sono follemente pazzo del tuo fondoschie…  >
<   se non la smetti monaco pervertito un giorno o l’altro ti si deformerà la faccia a forza di prenderle!!  > ma non avrei mai potuto restare seria nonostante fossi furibonda….la sua espressione faceva troppo ridere.
Ormai ero abituata a prenderlo a sberle anche se ad essere sincera quelle toccatine non mi dispiacevano affatto!!! Arrossii per la vergogna di quel pensiero e mi voltai con passo spedito verso la capanna.
<  …dai Sango……aspetta…non te ne andare  > quando faceva il lagnoso poi…..era irresistibile.
<  Kagome deve essersi svegliata…e poi dobbiamo preparaci a partire….Naraku si è rifatto vivo dopo tanto tempo e non possiamo tardare ancora  >
<  …Naraku….sempre Naraku….se non ci fosse lui…a quest’ora saremmo….pieni di bambini!!!  >
..Sbam..
 
Questa volta il dolore era triplicato….maledetto Hiraikotsu. Pesava una tonnellata e la mia testa era piena di bernoccoli a causa sua…..!!!
Alla fine di questa lunghissima battaglia l’avrei seppellito in giardino. Era una promessa!!!!
Scossi la testa ripensando al dolce ondeggiare dei fianchi della mia amata quanto violenta Sango.
Se tutto fosse andato per il meglio saremmo tutti sopravvissuti, l’avrei sposata e poi…..
<  Smettila di sbavare monaco depravato  >
<  Non stavo affatto sbavando Inuyasha  >
<  Ah no!!!!? Sango è entrata nella capanna come una furia dicendo che l’avevi molestata come tuo solito  >
<  ….ah sciocchezze…..non facevo niente di diverso da quello che fate tu e la divina Kagome  > non potei trattenere un sorriso malizioso che si tramutò in una vera e propria risata quando il volto di Inuyasha diventò un tutt’uno con la sua veste scarlatta.
Il sorriso però mi morì in gola quando mi accorsi del micidiale pugno che stava per scagliarsi su di me.
Se non mi avesse ucciso Naraku o il vortice sulla mia mano….sarei sicuramente morto a causa di tutte quelle botte.
<  Inuyasha la vuoi smettere di picchiare quel poverino?  >
<  …ma…dovevi sentire cosa stava farneticando..  > dicendo questo ridivenne bordeaux.
La faccia perplessa di Kagome mi fece sogghignare.
Mi rialzai a fatica….e mi avvicinai barcollando a lei…incapace di perdermi quell’occasione la circondai ai fianchi con un braccio e le sussurrai all’orecchio la mia teoria. Accompagnai le mie parole con un movimento circolare sul suo fondoschiena. Anche il suo era stupendo ma quello di Sango…era unico.
Il suo strillo fu il preludio di una raffica di cazzotti e calci che piombarono in un secondo.
Inuyasha si stava ampiamente vendicando. Ma il colpo mortale lo ricevetti nuovamente da Hiraikotsu che mi scavò una voragine nello stomaco e mi spedì due metri sotto terra!
Li sentii sospirare, maledire la sorte per avermi incontrato e allontanarsi inveendo contro di me.
Nessuno mi capiva maledizione!!!!!
 
Guardando quella scena era impossibile non sorridere e sentirsi felici e sereni.
Ma i guai erano dietro l’angolo. Lo sentivano le mie povere e vecchie ossa!!!
Ripensando a pochi mesi addietro poi.....era impensabile che quei quattro sorridessero ancora.
Dalla cattura di Kagome sembravano passati secoli se si contavano tutti i cambiamenti sopraggiunti.
Lei, corrotta da Naraku si era schierata dalla sua parte a causa della sofferenza verso l’amore che ancora legava Kikyo e Inuyasha, poi grazie alla sua incredibile forza d’animo era riuscita a sfuggire al controllo di Naraku ma era rimasta dalla sua parte per salvarci e per distruggerlo una volta per tutte. Sfortunatamente proprio per difendere Inuyasha era rimasta ferita mortalmente.
Inuyasha era quasi impazzito dal dolore di quella perdita. Era rimasto a vegliarla per giorni nella speranza che lei tornasse da lui…come alla fine è accaduto.
Non credevo possibile che un essere umano avesse la forza di rinunciare alla pace eterna in cambio dell’amore. Ma così era stato.
Quella riconciliazione per quanto incredibile restava pur sempre il ricordo della fine di un incubo che aveva prodotto cicatrici indelebili nella loro memoria.
Il senso di perdita di Inuyasha e la sua paura di non essere in grado di proteggere ciò a cui tiene sono ancora vivi dentro di lui, come lo smarrimento e la certezza di non essere più pura e quindi più facilmente corruttibile erano presenti in Kagome.
D’altra parte Naraku seppur estremamente danneggiato non era stato ancora sconfitto e avrebbe potuto farsi vivo da un momento all’altro e ed erano tutti consapevoli del male che era capace di fare. Soprattutto ora che la sua sete di vendetta era aumentata. Infatti tutti erano a conoscenza della fine che avevano fatto Kagura e Hakudoshi che si erano entrambi ribellati al loro padrone seppur per motivi differenti.
La prima aveva regalato i suoi ultimi sospiri al vento dissolvendosi nell’aria a causa di un veleno mortale, il secondo era stato disintegrato e poi distrutto definitivamente da Naraku in persona.
La  nota positiva almeno c’era…era infatti il ragazzino che sedeva al mio fianco così fiero e sereno ora.
Lui si che ne aveva passate tante. Era fuggito all’ira di Naraku solo grazie alla sorella e a Kikyo che gli aveva donato quel che restava della sua forza spirituale con la quale sarebbe rimasto in vita anche senza la presenza del frammento che puntualmente era stato prelevato da Naraku.
La mia cara e sfortunata sorella poteva finalmente riposare in pace.
Anche l’ultimo frammento era stato recuperato prontamente da Kagome. Era l’unico in nostro possesso.
Guardando quei quattro che continuavano a farsi forza a vicenda non si sarebbe mai detto cosa in realtà provassero. I loro sorrisi celavano la paura della sconfitta, la paura del monaco di finire risucchiato dal vortice, la paura della sterminatrice di perdere ciò che di più caro aveva al mondo, il terrore del mezzo demone di ripetere i fallimenti del passato e l’insicurezza della sacerdotessa per le sue scelte e per il futuro.
Naraku si era rifatto vivo dopo tempo..troppo tempo, attaccando un villaggio con il solo scopo di attirare Inuyasha e gli altri in una nuova trappola…ma stavolta chi avrebbe manovrato, chi avrebbe sofferto più di tutti. Su chi si sarebbe vendicato.
Una cosa era certa. Dal loro futuro scontro ci sarebbe stato tutto da guadagnare ma soprattutto troppo da perdere.  
<  Vecchia Kaede va tutto bene???  >
<  …si Kohaku..stavo solo riflettendo  >

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Capitolo 2
*** I fantasmi del passato ***


Eravamo in viaggio da tre giorni ormai e non avevamo trovato ancora alcuna traccia del suo passaggio. Guardai il cielo che rifletteva una serenità che ero ben lungi dal provare. Il vento però era lieve e accarezzava il mio spirito confuso. Presi un bel respiro per calmare e placare il mio tormento. Sentivo che qualcosa sarebbe andato storto ma che dovevo cercare di calmarmi se non volevo peggiorare la situazione.
Il mio sguardo si spostò immediatamente sulla cosa più importante che avessi mai avuto.
Era tutto per me e avevo troppa paura di perdere insieme a lei anche tutto il mio mondo.
L’ultima volta era stato atroce e se fosse accaduto ancora non sarei sopravvissuto.
Sorrisi nel vederla intenta a preparare la cena. Con i bizzarri pasti del suo mondo. Si preoccupava sempre di tutto e tutti. Era insostituibile e..bellissima. La forza che la circondava poi invadeva anche il mio animo.
Stava sgridando Shippo perché aveva osato assaggiare il dolce prima di aver mangiato il resto. Com’era buffa. Com’era unica. Com’era….mia.
Ripensai alle parole di Kikyo …
Arriverà il momento in cui lei non sarà in grado di proteggerti. Di salvarti da te stesso. Arriverà il giorno in cui i suoi poteri di sacerdotessa saranno imprigionati e nulla potrà contro la forza demoniaca del suo aggressore. Sarà solo la tua forza e la sua fiducia a salvarvi tutti.
Quelle parole così micidiali quanto incomprensibili risuonavano continuamente nella mia testa.
Secondo Kikyo avrei avuto la forza necessaria ad annientare Naraku prima che possa fare del male a Kagome. E lei seppur priva dei suoi poteri avrebbe creduto in me. Si sarebbe fidata di me. Della mia forza nel proteggerla.
In cuor mio non ero così tanto sicuro e fiducioso. Speravo solo che lei avesse ragione. Kikyo….
Ripensare a lei era sempre un tormento..anche se ora sapevo che riposava finalmente in pace rimaneva sempre la persona che mi aveva amato e che avevo ricambiato..ma soprattutto rimaneva la persona che avevo tradito in tutti i sensi, e questa consapevolezza mi avrebbe tormentato per tutta la vita.
< Stai pensando a Kikyo non è vero??? > quella domanda secca mi destò immediatamente dai miei pensieri
Guardai il suo viso illuminato dalle luci del tramonto…e arrossii violentemente.
< No….ecco…si ma…. >
La sua espressione passò dall’impertinente al rassegnato.
< ah….Inuyasha non mentire. Si vedeva lontano un chilometro che la stavi pensando…. >
< stavo solo valutando la situazione >
< si come no! > si era arrabbiata. Teneva le braccia incrociate al petto e il suo sguardo era di fuoco.
Non sapevo cosa dirle per calmarla. Mi avrebbe sicuramente schiantato a terra….
poi quel suo bisbiglio fu come una doccia fredda.
< Ti manca davvero tanto vero? > era così triste e rassegnata che mi si strinse il cuore.
< …..mi mancherà sempre Kagome…dopotutto lei era… > la mia frase rimase sospesa nell’aria perché corse via. Lontano da me.
Sentii immediatamente più freddo seguito dal salato odore delle sue lacrime. Mi maledissi mentalmente.
Quello di Kikyo era un argomento delicato ma io non ero affatto bravo con le parole.
Tornai a guardare l’orizzonte. Rassegnato al dolore che sapevo procurarle.
Le avrei lasciato un po’ di tempo per calmarsi e poi le avrei spiegato tutto.
La nostra titubanza ad essere chiari ci aveva già portato ad un livello estremo. Non avrei corso nuovamente questo rischio. Io amavo Kagome. Solo lei. E questo doveva saperlo. Doveva essere chiaro a tutto il mondo.
 
Corsi come una sciocca in mezzo alla foresta. Cercai di riprendere fiato e di asciugare quelle stupide lacrime che continuavano a mostrare la mia debolezza. Mi accasciai su una radice ai piedi di un grande albero e appoggiando la testa al tronco chiusi gli occhi cercando di riprendere il controllo di me stessa.
Maledizione. Ero una stupida. Ma cosa credevo. Che solo per il fatto che lui tenesse a me e che lei era definitivamente scomparsa….l’avrebbe dimenticata in un baleno? O che non avrebbe più sentito alcun rimorso nei suoi confronti o non l’avrebbe amata per l’eternità???
Era veramente dura ammettere che la persona che possedeva totalmente il tuo cuore…condivideva il tuo posto nel suo con un’altra. Ero gelosa. Ero stupidamente gelosa…di una morta!
Ero stupida…gelosa e patetica. Soprattutto patetica.
Dovevo essere io a curare le ferite del passato invece non facevo altro che crearne altre nel futuro.
Dovevo assolutamente accettare il fatto che Kikyo faceva parte di lui.
Prima digerivo la questione e prima saremmo stati meglio tutti. Era così dura però!!!
I ricordi della sottomissione a Naraku….del dolore profondo verso quell’abbandono…verso quella scelta…che non ero io…mi pugnalarono il petto. Era quello il mio terrore più grande. Non essere sicura che se lei fosse ancora stata viva…lui…avrebbe scelto me al suo posto.
 
< hei Inuyasha….dove stai andando??? La cena si raffredderà….a proposito dov’è la divina Kagome?? >
< sto appunto andando da lei… >
< …mm l’hai fatta di nuovo arrabbiare vero? >
< …diciamo di si! Ah Sango….vedi che quei due non si sbaffino tutto ok? Non ci dovremmo mettere molto. >
< si tranquillo…vedi di chiederle scusa!!! >
< Tsk…non sai neanche quello che è successo e pensi che la colpa sia mia!!! >
<  la colpa è sempre tua > tre voci di tre tonalità differenti parlarono all’unisono.
Decisamente contrariato mi addentrai nel bosco seguendo la forte scia lasciata dal dolce e inconfondibile profumo di Kagome.
Sapevo che era vicina per cui l’avevo lasciata sola qualche secondo.
La trovai rannicchiata ai piedi di un albero con una mano a sostenerle il capo riflesso verso il basso. Con l’altra tracciava lenti cerchi sull’erba. I suoi capelli creavano una sottile barriera corvina sul suo viso che sicuramente era triste. Mi sentivo un animale per averla fatta soffrire.
 
Sentii dei passi avvicinarsi. Non ebbi un attimo di paura o incertezza. Sapevo esattamente chi era prima ancora di scorgerlo nella penombra. Il mio cuore prese a battere violentemente. Sarebbe stata sempre quella la mia reazione alla sua vicinanza? Che Idiota. Volevo essere arrabbiata ma…con lui era impossibile. Era impossibile non amarlo per ciò che era……Kikyo inclusa.
Sentii una lieve carezza scostarmi i capelli e il suo viso comparve più bello che mai a pochi centimetri dal mio. I suoi occhi sembravano due pozze profonde pronte a farmi annegare in quel mare ambrato.
In quel mare trovai tristezza e colpa, solitudine e disperazione, ma soprattutto trovai amore. Tanto amore.
Chinai leggermente il capo e appoggiai la mia fronte alla sua.
Rimanemmo cosi per molto tempo. Il tempo più prezioso. Il tempo più meraviglioso.
Chiusi gli occhi e sospirai.
La collera e la delusione erano sparite come l’incertezza di non essere così importante per lui.
Mi baciò il naso come ero solita fare io quando volevo spazzare via i suoi brutti pensieri. Gli sorrisi. Era tutto finito.
< mi ami vero? > chiesi incerta
< …hai qualche dubbio?? >
< mmm… > tanto valeva essere sinceri fino in fondo < …più di uno per la verità… > lo sussurrai appena…pregando che non avesse sentito
Si staccò immediatamente e si lasciò cadere proprio davanti a me. La sua faccia era irritata.
< ..maledizione Kagome. Come posso fare a convincerti….che per me…davvero…esisti solo tu >
< ..lo so….ma…. >
< ..niente ma…non ci sono ma!!! >
< ….esisto solo io perché….davvero ora esisto solo io!! > urlai quelle parole e poi mi pentii subito. Rimase paralizzato.
<  è questo che pensi allora. Pensi che se lei fosse ancora viva….sceglierei lei…vero? > il suo tono era stanco e deluso ma ormai avevo dato voce ai miei più atroci dubbi e non potevo tirarmi indietro.
< …si… >
Un pesante silenzio calò tra di noi
< ….senti so che la amerai per il resto della tua vita. Che è parte di te e che ti senti responsabile della sua morte però….anche se posso accettare tutto questo…..mi fa male. Come mi fa male pensare che se  lei fosse qui…tu… >
< …io rimarrei dove sono ora. > lo aveva detto con una convinzione tale da portare la luce nel mio cuore.
Poteva essere vero??? Potevo credergli una volta per tutte e lasciarmi quel pesante fardello alle spalle?
< rimarrei non per te o per paura di perderti e farti soffrire. Non rimarrei per dovere o per gli altri. Rimarrei perché è ciò che voglio. Ciò che desidero di più al mondo. Voglio stare accanto a te. Per sempre Kagome. Per sempre. >
Una lacrima fugace rotolò sul mio viso….era la prima volta che Inuyasha mi parlava così chiaramente…..il mio cuore era libero dalle catene della paura.
Mi afferrò svelto un polso e mi attirò sul suo petto muscoloso. Mi strinse in un forte abbraccio e infine delicatamente mi baciò la testa.
Il calore di quel corpo si fuse con il mio. Mi rannicchiai contro di lui felice di poter guardare al passato e sorridere come mai avevo sperato di fare.

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Capitolo 3
*** Una notte di paure ***


Ci svegliammo tutti a quell’urlo disumano. Capitava da diverse notti ormai ma nonostante la frequenza non ci si poteva abituare a quel dolore urlato a gran voce, soprattutto se quella voce era quella della mia migliore amica.
Non feci in tempo neanche a sollevare la testa che Inuyasha scattò al suo fianco e dolcemente prese a scrollarla per rapirla dall’inferno in cui sembrava sprofondare sempre di più.
Il volto di Kagome era stravolto dalla paura e madido di sudore. Quello di Inuyasha invece era incredibilmente preoccupato. La continuava a chiamare, cullandola sia con la voce che con il corpo…ma lei sembrava lontana mille miglia. Alla fine con un ultimo e deciso strattone lei sbarrò gli occhi, così confusi e persi da far tremare il cuore.
Se io stavo così male non osavo neanche pensare a come dovesse sentirsi Inuyasha.
< …I..Inuyasha… >
< ssshss…tranquilla Kagome…tranquilla sei al sicuro…è tutto finito >
Era strano vedere come il carattere burrascoso di Inuyasha si sciogliesse quando si trattava di Kagome.
Non mi sarei mai abituata a questo suo lato tenero e ansioso. Ma dopo tutto si poteva ben capire.
Il mio sguardo si posò involontariamente su Miroku che fissava la coppia abbracciata con uno strano piglio.
Stava pensando a qualcosa era chiaro, qualcosa di complicato e oscuro a tutti noi. Era il più riflessivo e per questo molto spesso viaggiava con la fantasia. Però c’era sempre un fondo di verità nelle sue varie supposizioni.
Al suo fianco Shippo si stropicciava gli occhi assonnato. Il suo visino da volpe mostrava tutta la preoccupazione verso la sua amica più cara.
Tornai a guardare Kagome. Era ancora pallida e scossa ma sembrava essersi ripresa. Inuyasha invece sembrava crollare da un momento all’altro. Mi avvicinai lentamente e sorrisi ad entrambi cercando di confortarli.
Gli occhi di Kagome erano prossimi al pianto e tutto a causa del viso stravolto dall’ansia di Inuyasha….guardai Miroku che stranamente al volo capì. Difatti si alzò e con un pretesto assurdo convinse Inuyasha a fare una camminata.
Aveva bisogno di una bella boccata d’aria anche se in effetti eravamo già all’aperto!
Mi accovacciai vicino a Kagome che finalmente scoppiò in un pianto disperato gettandosi contro il mio petto.
< su…piccola su….è tutto finito… >
< no….snif…ti sbagli…deve ancora…iniziare…. > tra un singhiozzo e l’altro aveva rantolato queste parole a me incomprensibili.
< cosa intendi dire…spiegati ti prego >
< non….non posso….io…. > come recuperate le forze alzò il capo e mi guardò. Si asciugò le lacrime e mi sorrise.
Trovai quel repentino cambio si umore alquanto forzato e finto ma preferii lasciar stare.
Kagome era una ragazza forte e se per il momento non era pronta a parlarne apertamente avrei atteso il momento opportuno.
< Sango…scusami tanto  >
< ma figurati…hai asciugato tante, troppe volte le mie lacrime, a causa della mia famiglia…di Kohaku e non per ultimo per del pervertito di Miroku > sorrisi della mia debolezza nel pronunciare quel nome a me tanto caro.
< figurati…invece dovrei scusarmi con tutti…è da un po’ che non vi lascio dormire in santa pace!!! Sarete stravolti!! >
il suo volto era nuovamente tornato triste. Che pena vederla così abbattuta.
< ….se noi non dormiamo molto vuol dire che neanche tu ci riesci giusto??? E noi siamo una squadra. Siamo tutti amici. Amici pronti a fare qualsiasi cosa l’uno per l’altro vero??? >
<..si ma..>
< niente ma!!! Se al tuo posto ci fossi io…tu cosa faresti o come ti sentiresti? >
Un brivido la percorse tutta. Come il lampo di terrore che le offuscò la vista. Questa faccenda era più grave del previsto.
< …si..hai  ragione…ti starei accanto e non mi peserebbe affatto…però.. >
< nessun però!!! Voglio aiutarti Kagome…per cui quando ti sentirai pronta o ne avrai voglia ricordati che io sono qui…per te!! >
< grazie Sango…sei unica > il suo sorriso questa volta fu sincero e finalmente riuscii a rilassarmi consapevole che i demoni che la tormentavano non sarebbero tornati..almeno non per quella sera.
< lo so > e risi di gusto
Si alzò, frugò tra le sue cose e recuperò una bottiglietta da cui bevve avidamente.
< dove credi che siano andati? >
< ah bella domanda….conoscendo Miroku…..a cercare qualche fondoschiena da palpare…ma vista l’ora credo che tornerà con la coda tra le gambe > ci guardammo e una risata sonora riecheggiò nella notte.
 
< possiamo anche fermarci Miroku..o hai intenzione di arrivare dall’altra parte dello stato? >
<…uh si be ecco credo che si possiamo fermarci > sembravamo due scemi!!!
Lui infastisito e preoccupato. Io talmente assonnato e confuso da non riuscire neanche a formulare una frase!
Ci fermammo ai piedi di una collina. Sentii un tonfo alle mie spalle e capii che Inuyasha si era lasciato pesantemente cadere a terra. Sentii un sospiro che invece di essere leggero come il vento sembrava pesante come l’Hiraikotsu di Sango. Kagome soffriva visibilmente ma anche Inuyasha non scherzava e dopo tutto ciò che era accaduto mesi fa, era più che comprensibile. Mi convinsi a guardarlo e ciò che vidi fu l’esatta conferma alle mie parole.
Indietreggiai fino a trovarmi al suo fianco. Poi mi lasciai cadere aspettando una confessione che sapevo non sarebbe arrivata senza la giusta leva.
Rimasi senza parole quando spontaneamente cominciò a parlarmi di ciò che stava accadendo.
< cosa devo fare eh? Sto impazzendo. Vederla così….mi…mi distrugge. Mi sento totalmente inutile >
< senti Inuyasha…per quanto tu voglia proteggerla non potrai mai difenderla da tutte le sofferenze del mondo. Potrai difenderla da un demone, da un pericolo del suo mondo, da Naraku stesso….ma ci sono cose che vanno oltre al tuo volere…le malattie per esempio….quelle del fisico o quelle dell’animo > lasciai la frase in sospeso aspettando che capisse. Mi guardò come se gli avessi detto che stava per nevicare…in piena estate.
< Kagome è malata. Ha dentro di se una paura, una fobia che non la lascia vivere tranquillamente. E per questo soffre e per questo continua a stare male e tu non puoi farci molto. Puoi tranquillizzarla starle accanto. Ma questo tipo di demoni li deve affrontare da sola. >
< …ho capito…e credo che tu abbia ragione ma io…io non posso pensare di vederla ridotta in quello stato! Chiama il mio nome come se avesse paura di me. >
< i suoi sogni sono solo suoi per cui non riuscirai mai a sapere cosa realmente immagina. Kagome è una ragazza forte e vedrai che appena i fantasmi del passato scompariranno…anche le nostre notti torneranno tranquille come una volta. > detto questo non riuscii a trattenere uno sbadiglio.
< è vero…per me è normale dormire poco o svegliarmi ad ogni minimo rumore specialmente se proviene da lei…ma per voi…deve essere stancante! >
< …non negherò l’evidenza ma voglio che tu capisca che noi siamo un gruppo. Un gruppo molto unito che si sosterrà sempre a vicenda. Se capitasse la stessa cosa a Sango, sarei anch’io in ansia quanto te e so che avrei il vostro totale appoggio e aiuto. Non è forse vero? >
< ..mmm.. > era visibilmente più tranquillo ed ero contento del discorso che avevo fatto.
 Aveva tranquillizzato anche me!!! Ci sapevo proprio fare, non c’erano dubbi!!!
Però qualcosa continuava a non quadrarmi ma l’avrei analizzata in un altro momento. Avevo veramente sonno e volevo tornare da Sango. Il solo pensiero mi elettrizzò tutto.
< Bene! E ora che siamo tutti più sereni torniamo da quelle splendide creature prima che qualcuno ce le porti via > e detto ciò mi incamminai verso l’accampamento.
< tsk….per fortuna non ci sono in giro tanti maniaci come te Miroku!!! > involontariamente sorrisi di quel velato insulto che però alle mie orecchie giungeva come il più dolce dei complimenti.
 
La ritrovai così: seduta con le gambe rannicchiate contro il petto e il mento appoggiato sopra, che parlava sommessamente con Sango per non svegliare il piccoletto che ronfava poco distante.
Era più rilassata e tranquilla e la sua pelle aveva ripreso il colore rosato che tanto amavo. Anche i suoi occhi erano più tranquilli. Ogni traccia di paura era scomparsa. Mi guardò e mi sorrise timidamente. Il mio cuore inciampò per quella visione. Ero felice quando era felice e soffrivo quando soffriva.
Mi tese una mano, così piccola e fragile da far paura. Gliela strinsi delicatamente rasserenato da quel caldo contatto.
Anche il calore infatti aveva ripreso a circolare nel suo splendido corpo.
Mi tirò gentilmente giù di modo che mi sedessi al suo fianco. 
< scusami… > il suo fu un timido sussurro
< smettila. Non è niente. Stai bene ora? > la scrutai fino a leggerle l’anima
< …si….ma >
< ma?? >
< ..potresti dormire con me…cioè…vicino a me…stanotte?? > la vidi arrossire sempre di più man mano che balbettava il suo desiderio.
Mi guardai attorno imbarazzato ma sembravano già tutti assopiti. Nonostante la nostra amicizia e il fatto che il nostro amore ormai fosse cosa pubblica…mi sentivo sempre a disagio in quei momenti e dall’improvviso colorito di Kagome evidentemente anche lei.
Nonostante quello però, era anche un mio desiderio restare al suo fianco quella notte e tutte quelle che ci avrebbe preservato il futuro.
Le sorrisi e mossi la testa in segno affermativo.
Mi avvicinai lentamente e la spinsi verso il sacco a pelo. La coprii con la coperta e mi stesi al suo fianco.
Rimanemmo per alcuni minuti a fissarci: i suoi occhi neri come la pece nella penombra della notte e i miei più scuri del solito riflessi nei suoi.
<..cosa farei senza di te?…>
Quelle parole sussurrate ruppero l’incantesimo. Cosa avrebbe fatto senza di me???
Non lo sapevo con certezza ma sicuramente sarebbe stata meglio. Lontana da incubi e demoni, lontana da trappole e sofferenza. Lontana da odio e scontri. Da inganni e paure. Lontana da me.
Quella semplice domanda aveva sollevato un polverone di dolore represso. La risposta che la mia mente urlava era …..”staresti sicuramente meglio”…. ma il mio cuore si ribellava ad esprimere a voce alta tale atrocità.
< e io cosa farei senza di te? > le rigirai la domanda nella speranza di eludere la risposta.
La vidi incupirsi. Poi tornare serena e sorridere.
< Niente di buono sicuramente >
Aveva pienamente ragione. Senza di lei sarei tornato ad essere…niente.
Si avvicinò al mio viso e mi baciò il naso. La sua dolcezza mi sciolse quelle catene che avevano stretto il mio cuore.
Cielo quanto la amavo.
< Buona notte cuccioletto mio > e detto ciò si girò trascinando con se la mia mano.
L’abbracciai e le baciai il capo stringendola a me.
Quando sentii il suo respiro farsi pesante le sussurrai all’orecchio le parole che avrebbero accompagnato il nostro sonno.
< buonanotte amore mio >

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Capitolo 4
*** Dal riso...al pianto ***


Quella mattina ero più ottimista del solito. Le ombre della notte sembravano far capolino da un momento all’altro ma ero seriamente decisa ad ignorarle almeno per oggi. Dormire al fianco di Inuyasha era stato bellissimo ma mai quanto il dolce risveglio che mi aveva riservato.
Neanche un minuscolo incubo aveva osato sfidare quella notte magica.
Mi affrettai per raggiungere gli altri che erano ormai arrivati alle prime capanne del villaggio attaccato da Naraku.
Era semi distrutto ma la gente sembrava stare bene e l’odore di morte non impregnava l’aria come accadeva di solito. La cosa invece che caratterizzava tutti i nostri viaggi era la diffidenza e il sospetto con cui anche quelle persone ci stavano fissando, ma nonostante l’abitudine mi si strinse il cuore.
L’epoca Sengoku aveva tanti aspetti positivi, ma la povertà e la distruzione e la paura creata dai demoni malvagi macchiavano quel bellissimo mondo. E costringevano le persone a diffidare di tutto e di tutti.
Una bambina si avvicinò a noi e puntò il minuscolo dito contro Inuyasha.
Potevo vedere dalla sua posa rigida che si stava preparando a ricevere degli insulti per il suo lato demoniaco e anche se all’apparenza poteva sembrare indifferente, sapevo nel profondo quanto in realtà quelle cose lo facessero soffrire. Mi avvicinai e gli presi un braccio. Lui mi guardò appena ma già dai suoi muscoli più rilassati potevo constatare che era felice.
La bambina rimase li ferma con il braccio alzato e la bocca semi aperta.
Poi, un immenso sorriso sprovvisto di alcuni dentini le illuminò il visino.
< ..occhie… > esclamò con la sua vocina acuta e stridula.
Rimanemmo tutti sorpresi da quella strana accoglienza.
Inuyasha la guardava come se fosse impazzita e questo mi strappò un sorriso.
< ..occhie… > ripeté la bambina sorridendo ancora.
Mi inginocchiai fino a trovarmi al suo livello e cercai di capire quello che voleva dirci.
< ehi piccolina che cosa c’è??? >
< ..occhie… > indicava nuovamente Inuyasha e la sua espressione era più raggiante di prima.
Cercai allora di seguire il suo sguardo e finalmente capii.
Rimasi a fissare anch’io quella meraviglia..seppur ormai ci fossi abituata.
< …dannata Kagome la smetti di guardarmi così??? >
< accuccia! >
Con un tonfo sordo Inuyasha assaggiò il terreno. Ben gli stava!
La piccolina era indietreggiata per lo spavento ma un mio sorriso la rassicurò nuovamente.
< vieni ora sono tutte tue!!! >
Le presi una mano e la sospinsi verso il motivo di tanto stupore.
La piccola toccò quelle orecchie stupende da prima con venerazione, poi sempre con maggior coraggio e partecipazione.
La testa di Inuyasha, ancora mezzo incosciente, era sballottata qua e la dall’impeto di quella bambina dolcissima.
Guardai le facce di Sango e Miroku che erano rossi dallo sforzo di non scoppiare a ridere.
Poi quando la bambina cominciò a trascinare con scarsi risultati il corpo di Inuyasha verso casa sua, nessuno potè più resistere e un boato di risate raggiunse il cielo.
< ..dannati.. >
Alcuni minuti dopo, Sango riuscì a convincere la bambina a lasciar stare il povero Inuyasha ancora disteso a terra.
Lei e Miroku decisero di andare avanti per capire meglio la situazione, mentre io rimasi sola con quel baka imbronciato.
< ..Inuyasha??? >
< lasciami stare! >
< oh andiamo non fare l’offeso dai!!! In fondo lo so che ti piace essere coccolato > con uno scatto si tirò su e mi guardò con il fuoco negli occhi.
Involontariamente indietreggiai.
< non amo le coccole ne tanto meno essere trattato come un banalissimo cane! > marcò quell’ultima parola come fosse stata veleno.
< ma dai…nessuno ti considera un cane…sono solo le tue orecchie che fanno tanta tenerezza ad essere oggetto di coccole. >
< non mi interessa. Odio quando mi si toccano le orecchie. Non voglio essere considerato ne tenero, ne carino!!! >
< ..quindi neanche io posso toccarle!?. E per quanto riguarda il considerarti tenero e carino non preoccuparti!!! E’ impossibile visto come ti comporti. >
La rabbia stava prendendo il posto dello shock dovuto a quella sfuriata senza senso.
Era davvero insopportabile quando faceva così.
< …bè…no tu….dannazione Kagome capiscimi una buona volta! >
< come faccio a capirti se sbraiti in continuazione >
< ..io sbraito? Sei tu che ridevi come una stupida di me > le sue parole dette con rabbia e disgusto mi fecero tremare.
< …è questo che pensi…Pensi che io stessi ridendo di te? > la mia voce divenne più acuta e stridula che mai!
Nel suo sguardo passò un lampo di incertezza che venne subito sostituito da un piglio sicuro e arrogante.
< è proprio quello che stavi facendo…come tutti gli altri. >
< …io…io…sarei come tutti gli altri??? >  era troppo. Era davvero troppo. Ma cosa pensava che fossi?
Lo guardai negli occhi cercando di trasmettergli quanto mi avevano ferito le sue parole e quanto fossi delusa e arrabbiata.
Poi senza una parola o esitazione presi a camminare verso il villaggio. Scioccata da come una persona potesse rivelare così tanti lati.
La magia della sera prima era scomparsa lasciando l’amaro di quell’assurda litigata.
Respirai a fondo per calmarmi e raggiunsi gli altri. Non mi voltai nemmeno per vedere se era ancora li o se se ne era andato. Il freddo che sentivo nel corpo era già una risposta.
 
Mi fiondai sul primo albero al limitare della foresta e rimasi li per delle ore a cercare di capire che cosa era successo.
Ripensai alla nostra conversazione. O per lo meno alla sua conversazione e ai miei insulti.
Perché diamine l’avevo aggredita così??? Cosa mi era preso?
Analizzai il tutto cercando di capire sia il suo punto di vista sia il mio. Ma con scarsi risultati.
Non ero bravo a immedesimarmi nelle altre persone. Infondo avevo pensato solo a me per tutta la vita.
Sbuffai per calmare la tensione dei miei nervi.
Lo sguardo ferito e deluso di Kagome si affacciava in continuazione nella mia mente come se ce l’avessi avuto ancora davanti. Dovevo averla fatta arrabbiare davvero se non mi aveva nuovamente spedito accuccia.
< maledizione > più mi proponevo di non ferirla e più ci riuscivo!!!
Ero proprio uno stupido.
Ero rimasto ferito anch’ io quando l’avevo sentita ridere di gusto assieme agli altri.  Anche se Miroku, Sango e Shippo erano miei amici…per loro non sarei mai stato male come se a farmi un torto fosse stata Kagome.
Era proprio quello il punto. Ridendo di me mi aveva fatto un torto. Mi aveva ferito. Non pensavo che potesse prendermi in giro e allo stesso tempo divertirsi così tanto. Era quello che mi aveva spinto ad aggredirla così.
Che avessi ragione o no…non avrei mai dovuto urlarle contro dannazione.
Volevo ferirla come lei aveva ferito me e dal suo sguardo c’ero pienamente riuscito.
La cosa ovviamente non mi portava alcuna soddisfazione. Anzi mi sentivo più male di prima.
Diedi un pugno al tronco dell’albero e questo si spezzò come fosse fatto di carta.
Sospirai rassegnato. Ero proprio un baka.
 
Un suono sordo riecheggiò nell’aria.
< Kagome….pensi che >
< penso che subito si calmerà e tornerà qui. Stai tranquilla Sango > la sua espressione però rimase perplessa
< …spero che accada prima che faccia fuori tutti gli alberi qui attorno però!!! >
< è davvero un orso. Altro che cane. È ottuso e insensibile. Non riesce nemmeno a stare agli scherzi uff >
< lo sai benissimo Shippo che è fatto così. Per certi aspetti  sei molto più maturo tu di lui! >
< ah su questo non ci sono dubbi > e un sorriso compiaciuto illuminò il volto del piccolo demone volpe!
< non è meglio che tu gli vada a parlare… >
< No Miroku…potrei ucciderlo se me lo trovo davanti ora!!! >
La sua faccia era ancora furibonda. Ma la conoscevo abbastanza bene da sapere che sotto sotto invece era triste ma ancora più sotto non vedeva l’ora di fare pace con quel zuccone!
< Miroku, Shippo andate a cercare un posto in cui sostare stanotte, noi andiamo a farci un bagno..ti va Kagome?? >
Il sorriso pieno di gratitudine della mia migliore amica mi scaldò il cuore. Era proprio bello far felici le persone a cui si vuole bene. Soprattutto se meritano solo la felicità..come Kagome!
 
Tornai al villaggio che era già calata la sera. Seguii la scia degli odori che ben conoscevo.
Quello di Kagome era il più forte e dolce di tutti.
Lo sentivo vicino, ma per spirito di conservazione mi diressi verso quello di Miroku.
Lo trovai assieme a Shippo che parlottavano con un anziano signore. Appena questi mi vide..strabuzzò gli occhi ma cercò di nasconderlo. Mi avvicinai con circospezione attento a non spaventare nessuno.
Ero stanco di essere al centro dell’attenzione. Il vecchio finì il discorso e poi rientrò come una furia nella sua capanna.
Miroku mi guardò poi mi spinse verso il cortile interno del villaggio e mi costrinse a sedermi per terra.
Lo guardai spazientito aspettando la sua solita ramanzina che stranamente non arrivò.
< ti sei calmato? >
<….>
< lo prendo come un si >
< dov’ è….dove sono Sango e.. >
< sono andate a farsi il bagno nel laghetto che c’è qui fuori al villaggio. >
Annusai l’aria in cerca di qualche odore estraneo, in cerca di qualcuno di pericoloso che potesse raggiungerle prima di me. Ma la sera sembrava tranquilla. L’esatto opposto del mio animo.
< avete scoperto qualcosa? >
< …in base a quanto sostengono gli abitanti del villaggio una settimana fa una nube nera di grandi dimensioni ha oscurato il cielo >
< ..Naraku.. >
< probabile! Il punto è che non è stato ucciso nessun abitante nonostante l’attacco di alcuni demoni di livello inferiore. Alcune persone sono state ferite dai detriti delle loro abitazioni ma nulla di grave. >
< ..quindi a che conclusione sei arrivato? >
< era sicuramente un modo per attrarci qui. La cosa strana è che non ne capisco il motivo. >
< voleva che noi sapessimo che è tornato. Un modo per avvertirci di stare all’erta >
< ma perché? Avrebbe potuto attaccarci prima. Con l’effetto sorpresa a suo favore intendo! >
< certo ma non è nel suo stile. Lui deve far patire le persone, deve farle soffrire lentamente. >
< dici che ha in serbo qualcosa per noi…qualcosa di grande…così grande da prepararci poco per volta? >
< …è molto probabile. Dico che deve assolutamente vendicarsi del torto subito e che secondo me lo farà in grande stile. >
< …si può essere. Dovremmo stare sempre all’erta da oggi in poi. >
< già. >
< ..non..dovremmo anche dirlo alle ragazze? >
Un lungo silezio ruppe quelle tremende rivelazioni
< no..meglio di no. Non voglio che Kagome si preoccupi più del necessario. Già i suoi incubi la tormentano la sera. Le sue giornate devono essere il più serene possibile. E anche Sango non deve agitarsi. Si preoccuperebbe per te, per Kohaku..per Kagome.. >
< …e per te… >
< già…diremo loro di stare attente e le controlleremo a vista. >
< lo sai Inuyasha…sei molto cambiato. Sei più riflessivo e calmo… >
< se solo riuscissi a controllarmi anche quando c’è lei davanti sarebbe meglio >
< ….con lei ti senti te stesso. E tutto il tuo essere si infiamma. Lei ti fa sentire vivo. I tuoi lati positivi risaltano ma allo stesso tempo anche quelli negativi fuoriescono in tutto il loro splendore. Ahahah >
< non è divertente bonzo! >
< oh si invece!! Capita la stessa cosa anche a me….e sai anche a chi capita??? >
< ….mm..non mi viene in mente nessuno >
< …a loro!!! Se ci pensi bene capirai che ho pienamente ragione >
< ….. >
< Ora vado a controllare la camera che quel vecchio signore ci ha preparato a suon di preghiere!!! Tu che intenzioni hai?? >
Un sorriso spontaneo uscì assieme a quelle parole
< …vado a ricordare a Kagome il mio lato “positivo”… >
Miroku se ne andò ridendo tra se. Dopotutto era l’unico bonzo che stimavo davvero.
 
 
< Ah Sango…è stata proprio una magnifica idea…mi sento un’altra!! >
< …sono contenta…e poi ha fatto davvero bene anche a me!!! Ci voleva proprio >
< già ora sono più calma e rilassata!!! >
< in questo periodo sei piuttosto suscettibile…anche se Inuyasha quando vuole fa davvero saltare i nervi! >
< no…hai ragione...Ho anche io ho la mia parte di colpa… >
< ti va di raccontarmi quello che sogni??? > speravo che facendola parlare tutte le sue paure scomparissero ma..
< ah non è niente di importante!!! > un sorriso forzato coprì la maschera di paura che era comparsa nominando quegli incubi. Sospirai..No..non era ancora il momento
< bè…allora non c’è da preoccuparsi…Ah chissà come se la sta cavando Miroku…. >
< ….avrà sicuramente costretto qualcuno del villaggio a prestarci una stanza in cambio di qualche assurda purificazione completamente inutile!!! >
< ahahah hai ragione Kagome > alla mia risata si unì la sua..ora davvero spontanea.
< dobbiamo muoverci allora… >
Qualche secondo dopo, giunte ai portoni del villaggio, un mezzo demone scarmigliato aspettava la sua bella con le braccia incrociate e lo sguardo titubante. Era visibilmente preoccupato dall’umore di Kagome.
Tutti e tre rimanemmo fermi a fissarci. Io ero solo una spettatrice di quel dialogo muto. I loro sguardi erano incatenati l’un l’altro e l’elettricità scorreva nell’aria. Poi finalmente il silenzio venne spezzato da Kagome.
< Sango…scusami…potresti precedermi…io…noi..arriviamo subito > accompagnò quelle parole con un debole sorriso.
Feci cenno di si con la testa e proseguii passando a fianco a quel ragazzo che di demoniaco in quel momento non aveva nulla! Gli sorrisi e proseguii a cercare il mio monaco combina guai.
 
Titubante si avvicinò a me di qualche passo.
Era così insicuro che anche l’ultima traccia di rabbia presente nel mio corpo, si dissolse.
Come avrei voluto gettarmi tra le sue braccia e lasciare che i nostri animi silenziosi parlassero per noi.
Ma quella situazione andava chiarita. Presi un bel respiro facendo appello a tutta la mia forza di volontà.
 < Inuyasha.. >
< Kagome.. >
Sorrisi. Eravamo proprio due stupidi. Anche con l’oscurità riuscii a vedere il suo volto arrossarsi pari al mio.
< ..perdonami Inuyasha… > quelle parole erano state sussurrate dal mio cuore ma dalla sua espressione stupita capii che le aveva sentite chiaramente.
< …scusarti? Kagome tu non ti devi affatto scu.. >
< Invece si! > alzai la voce e la mano in modo da fermare quell’afflusso di parole.
Rimase fermo a una decina di passi da me con la bocca semi aperta e lo sguardo fisso nel mio.
Poi si rilassò pronto ad ascoltarmi.
< …è difficile capire quello che pensi Inuyasha. Ma è più difficile capire ciò che in realtà vorresti dirmi. >
Inclinò la testa di lato e il suo sguardo si fece consapevole e colpevole.
< dietro alla maggior parte delle tue parole c’è molto di più. Ogni tuo gesto, sorriso o broncio. Ogni tuo movimento nasconde qualcosa. Le cose che mi dici quando sei arrabbiato poi..non hanno alcun senso. E ora ho capito il perché. >
I suoi occhi si erano fatti più grandi che mai ma non un solo suono usciva da quella bocca ora chiusa in una linea sottile.
< quando sei arrabbiato esplodi! Inveisci contro il malcapitato senza fargli capire il motivo per il quale ti sei arrabbiato tanto. Prima hai detto che io avevo riso di te. Ti eri arrabbiato perché credevi che ti stessi prendendo in giro. Che stessi prendendo in giro proprio te. >
Dal suo sguardo capii che avevo centrato la questione in pieno
< io ti amo Inuyasha. E anche se ti amassi di meno non riderei mai di te. Ma per te.. e con te. Mi divertiva la situazione in generale e il fatto che tu ti stessi comportando bene con quella bambina che ti stava tormentando perché ti trovava irresistibile…come me. > arrossii nuovamente.
< Kagome io… >
< No…aspetta. Riesci a fidarti di me al punto di permettermi di stare al tuo fianco in ogni situazione. Anche quando sei debole o umano. Perché allora non hai creduto nella mia buona fede? Perché sei subito saltato alle conclusioni sbagliate? >
< …io…. >
< avrei dovuto capirlo da sola cosa avresti provato nel sentirci ridere, ma…..pensavo che ormai sapessi quanto teniamo a te. Quanto tengo a te. Dovevo immaginare che qualcosa che io reputavo banale e scontato nella tua testa si sarebbe tramutato in qualcosa di assurdo. Mi hai ferito non credendo in me. Perché vuol dire che la colpa è mia che non sono ancora capace di capirti e questo…fa male. Ti chiedo scusa per questo. Per il fatto di non essere riuscita a capire che in realtà eri rimasto ferito da quella situazione. Avrei dovuto prevederlo ma non… > la lacrima che con tutte le mie forze avevo cercato di trattenere sul mio ciglio rotolò sulla mia guancia e cadde al suolo. Non fu la sola.
Prima che potessi alzare una mano per asciugare la mia stupida debolezza Inuyasha mi aveva già stretto tra le sue braccia e mi accarezzava i capelli lentamente facendomi sentire in balia delle onde.
< sei una sciocca…proprio una sciocca > questa volta il tono era così dolce e carezzevole che mi fece tremare il cuore.
< se non capisci quello che penso o cosa nascondono le mie parole la colpa non è tua…ma è solo mia perché non ti permetto di scavalcare quel muro che ho creato tanto tempo fa. Tu però pian piano lo stai buttando giù. Sono io che ho paura. Ho paura di essere ferito ancora. >
< io…io non ti voglio ferire…>
< ..lo so…lo sa il mio cuore….in realtà quel muro per te non esiste più da molto tempo ma…è un vizio..un orrendo vizio che con il tuo aiuto, e solo con te, posso superare. >
< …voglio aiutarti Inuyasha…come tu aiuti sempre me >
< …..tu mi aiuti anche solo respirando. Vedrai ce la farò Kagome. Per te posso farcela. Ti dirò le cose come le penso e come stanno senza cercare di proteggermi. Senza allontanarti per poi ferire entrambi. >
< ……lo faremo assieme vero? >
< niente più segreti > quelle tre parole mi congelarono il respiro. Come avrei potuto rivelargli ciò che sognavo senza farlo soffrire…senza il rischio di vedermi allontanata per sempre. Lo strinsi più forte e mi costrinsi a rispondere con il cuore pensante < niente più segreti >
< ….si te lo prometto! >
E con un bacio suggellammo quella promessa che era la più pesante di tutte.
 
Sentii i loro passi avvicinarsi e poco dopo entrarono nella stanza che Miroku aveva ottenuto grazie alle sue false promesse. Lo guardai intento a mangiare lo stufato che l’anziana moglie del padrone ci aveva gentilmente preparato.
I due arrivati erano mano nella mano e gli occhi di Inuyasha erano…raggianti.
Guardai Kagome sicura di ritrovarla anch’ essa al settimo cielo invece…solo l’acuto spirito osservativo di una donna avrebbe notato quegli occhi falsamente felici.
Le cose dovevano essere andate apparentemente bene..ma..quella situazione era veramente complicata.
Sorrisi per scacciare la tensione e li invitai a sedersi a mangiare.
Grazie all’umorismo di Miroku la serata fu piacevole e anche il viso di Kagome era più sereno.
Guardai l’amore della mia vita. Non avrei trovato un altro come lui neanche se avessi speso tutta la mia vita per cercarlo.

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Capitolo 5
*** Il tormento dell'anima ***


Guardai quegli sciocchi mangiare e ridere come se niente fosse.
Quanto odiavo la felicità. La loro felicità poi…non potevo sopportarla.
Ero venuto a controllare di persona se la mia tattica aveva funzionato.
Erano li..ed erano venuti per me.
Poveri illusi. Non sapevano cosa stavo architettando per loro. La mia vendetta sarebbe stata atroce.
Kagome avrebbe pagato a caro prezzo la sua commedia e quegli incubi erano solo un assaggio di ciò che sarebbe stato l’inizio dell’inferno. Il suo inferno.
Quel mezzo demone credeva di sconfiggermi ora che tutti i miei servitori si erano ribellati, ma non conosceva la mia nuova arma, ne il potere immenso di Kanna.
Era grazie a lei se infatti riuscivo ad intrufolarmi nella mente di quella sciocca.
Non mi sarei più azzardato a manipolarla chiaramente, ma avrei popolato le sue paure fino allo sfinimento.
L’avrei ridotta ad uno straccio.
Se Kagome aveva un punto debole quello era proprio Inuyasha. Li avrei messi contro. Una volta per tutte. Ma questa volta avrei puntato sul cavallo giusto.
Li lasciai festeggiare. Dopotutto la fine, la loro fine era vicina.
 
Dopo aver raccolto le informazioni necessarie ed aver atteso qualche giorno ci rimettemmo in marcia.
Il nostro piano prevedeva una sosta al villaggio di Kaede. Sango infatti voleva visitare le sue terre con l’aiuto di Kohaku mentre Miroku voleva scoprire se il suo maestro era a conoscenza di qualcosa.
Dopotutto saremmo stati via per un bel pezzo quindi era meglio prepararsi.
Inuyasha infatti voleva a tutti i costi stanare Naraku e non sarebbe più tornato a casa fino a che non lo avesse ucciso definitivamente.
Sul nostro cammino incontrammo Sesshomaru che seguito dai suoi fedeli compagni ci sbarrò la strada.
< quale onore trovarti qui…eri forse in pena per il tuo fratellino? >
< non ricordarmi che siamo parenti >
< tsk non credere che per me sia così idilliaco! Che cosa vuoi? Combattere? >
< no stavolta no. Sono venuto per sapere qualcosa su Naraku. >
< non c’è molto da sapere >
< dimmi quello che sai >
Inuyasha era titubante e non sembrava intenzionato a rispondere. Guardai Sesshomaru pensando che sarebbe scattato subito all’attacco ma invece rimase fermo. Mosse solo le orecchie un paio di volte.
< …Inuyasha?… > la mia voce sembrò risvegliarlo. Guardò prima me poi ancora suo fratello.
< ti ho detto che non c’è molto da sapere >
Quel tono secco erano una sfida.
< senti Sesshomaru…davvero non abbiamo scoperto nulla di che. Ti garantisco che appena ne sapremo qualcosa te lo faremo sapere. > dissi quelle parole per placare gli animi.
Sesshomaru parve accorgersi solo in quel momento della mia presenza e mi guardò come se fossi stata trasparente.
< non sapete mentire. Nessuno dei due. E questo vi porterà alla morte. >
E detto questo si girò lasciandoci di stucco.
Quel pezzo di granito riusciva sempre a mettermi in agitazione.
Già quando l’avevo rivisto subito poco dopo la mia ricomparsa su questo mondo sembrava che volesse leggermi l’anima. Ogni volta mi sentivo nuda davanti a lui. Non era rimasto sorpreso quando mi aveva ritrovata in vita e non si era scomposto quando Inuyasha l’aveva ringraziato malamente per il suo aiuto in quel frangente.
Era davvero una persona misteriosa. Una persona misteriosa e affascinante. Nonostante il caratteraccio.
Spostai la mia attenzione su Inuyasha che ancora accigliato guardava le spalle del fratello allontanarsi.
Quei due! Un giorno all’altro sarei diventata matta a causa loro.
 
Arrivammo al villaggio il giorno dopo. Kaede ci accolse con gioia e noi con gioia ci godemmo le sue cure affettuose.
Sango, recuperato Kohaku, ci salutò e ci promise che sarebbero tornati entro un paio di giorni.
Anche Miroku prese le ultime provviste se ne andò chiedendo a Shippo di accompagnarlo. Quest’ultimo accettò immediatamente. Il suo comportamento era piuttosto strano.
Infine dopo una gentile carezza sulla guancia anche Inuyasha lasciò il villaggio diretto a controllare i dintorni. Sapevo infatti che stare senza far niente gli metteva una certa ansia. Mi promise che sarebbe tornato per cena.
Rimasi così sola con la vecchia Kaede a parlare del più e del meno fino che non scese il crepuscolo.
Con una scusa banale uscii in giardino e guardai l’orizzonte infuocato.
Respirai a fondo cercando di calmare i nervi tesi. L’incontro con Sesshomaru mi aveva scossa.
Mi sentivo in balia della mia angoscia che cresceva man mano che la notte calava.
La notte. Avevo sempre più paura di addormentarmi.
Da qualche notte quegli incubi sembravano svaniti nel nulla ma io sapevo che era solo questione di tempo.
Cercai disperatamente di collegare tutti i pezzi del puzzle che si frantumava ogni qual volta mi svegliavo.
O meglio..ogni qual volta Inuyasha mi svegliava.
Il sogno era sempre lo stesso. Un luogo tenebroso e viscido. Saturo di aura maligna e veleno. Io correvo e correvo. Scappavo da lui. Dalla persona che amavo immensamente ma che in quel momento non mi riconosceva neanche. Nel suo sguardo un unico obiettivo. Uccidermi.
Non erano serviti tutti gli accuccia del mondo per farlo riprendere e nel momento in cui l’abbracciai per placare il suo lato demoniaco come avevo sempre fatto lui mi colpì con i suoi artigli affilati. Il suo sguardo alla vista del sangue non vacillava, il suo corpo non esitava. Doveva finire ciò che aveva iniziato.
Consapevole che era inutile tentare di riportarlo alla ragione correvo.
Correvo senza guardarmi indietro consapevole di due cose. La sua velocità e la sua forza.
Una voce nella testa mi diceva di fermarmi e affrontarlo. Di ucciderlo con una delle mie frecce che gli sarebbero state letali. Potevo? Proprio quando ero in bilico tra la decisione di ucciderlo o venir uccisa, mi aveva raggiunto. Il sogno si interrompeva li. Esattamente quando il vero Inuyasha mi strappava da quell’inferno.
Scrollai la testa per scacciare quelle orrende immagini. Mille domande mi affollavano la mente, ma nessuna aveva ancora trovato una risposta plausibile. Sari morta di nuovo? Sarebbe morto lui? Cosa diamine mi stava succedendo!!!! Appoggiai le mani allo steccato e respirai a fondo per regolarizzare il mio respiro. Ero gelata e solo un caldo abbraccio avrebbe potuto salvarmi da quel freddo. Guardai le prime stelle spuntare.
Sarebbe stata una lunga notte.
 
Arrivai all’appuntamento per primo. Lo aspettai con ansia visto che non ero del tutto sicuro che avesse recepito il messaggio. Quando sentii la sua puzza nell’aria lasciai libero il respiro che avevo trattenuto fino allora.
< ben arrivato. Mi raccomando fai con più comodo la prossima volta >
< se non tieni la lingua dentro quella stupida bocca un giorno o l’altro ti ritroverai senza >
< tsk…ti sei ricordato allora! >
< certe abitudini non si dimenticano >
< già. Comunque….mi fa piacere che tu abbia aspettato >
< si..ma non ho intenzione di aspettare ancora. Avanti sputa il rospo che cosa sai su Naraku >
Gli raccontai tutto. Gli indizi, le nostre supposizioni, persino dei sogni di Kagome.
< capisco >
< spero che tu capisca anche l’importanza di tenerla allo scuro di tutto. Questa è una faccenda dalla quale deve restare fuori il più possibile. >
< non sono cose mi interessano. Ma dopo tutto come credi di fare. Lasciarla a casa semplicemente? Naraku vuole lei e lei avrà, a meno che tu non sia più svelto di lui >
< è proprio ciò a cui sto lavorando >
< è per questo che mi hai fatto venire fin qui? per tenerla all’oscuro di tutto??? >
< ….si >
< sei il solito idiota. Ma fa come credi. Ribadisco il concetto: della tua vita e della sua non mi interessa niente. Fate come credete, basta che non mi intralciate. Per il resto potreste morire anche ora. >
< tsk non avevo dubbi. >
< meglio! > si allontanò silenzioso come quando era arrivato.
Mi lasciò in compagnia dei miei pensieri. Forse stavo sbagliando. Forse dovevo condividere con lei questa pessima teoria. Forse, anzi sicuramente avrei dovuto costringerla ad aspettarmi al sicuro.
Dio quanto era difficile. Avere qualcuno da proteggere, qualcuno da amare, qualcuno da cui tornare. Era estremamente faticoso. Estremamente stupendo.
Guardai la luna già alta nel cielo. Già…avevo qualcuno da cui tornare, qualcuno che sicuramente era arrabbiato per il mio ritardo. Corsi più veloce del vento. Corsi da lei.
 
< Kagome se non la smetti di girarti ad ogni minimo rumore ti verrà il torcicollo!!! >
< hai ragione somma Kaede….ma non credi che sia tardi?? Inuyasha mi aveva promesso che sarebbe tornato per cena e… >
< oh lo sai benissimo com’ è fatto. Si starà allenando o sarà talmente immerso nei suoi pensieri da non essersi accorto del tempo che passa. >
< si hai ragione…hai sicuramente ragione >
< su riordiniamo un po’ >
< certo…terrò da parte una porzione di ramen istantaneo per quando rientra >
Mi ripromisi di aspettarlo ma dopo aver riordinato e bevuto una tazza di infuso per calmare i nervi mi addormentai come un sasso. Sentii appena i passi di Kaede uscire dalla capanna silenziosamente. Poi fu solo buio.
 
Arrivai al villaggio che tutto era buio e silenzioso. Solo un lumino illuminava l’interno della capanna.
Sapevo che Kagome era al suo interno perché il suo profumo mi guidava già da quando ero uscito dalla foresta.
Come l’avrei trovata? Furibonda del mio ritardo? Tremai al pensiero. Preoccupata per la mia assenza? Mi sarebbe davvero dispiaciuto. O addormentata?
Addormentata. Quella parola rimbalzò nella mia testa fino a quando raggiunta la capanna non sentii le urla provenire dal suo interno. L’ansia che mi aveva assalito si era rivelata fondata.
Stavo per varcare la soglia quando un urlo disumano rimbombò tra quelle quattro mura.
Rimasi paralizzato sull’ingresso. Un secondo dopo mi riscossi e mi precipitai da lei scuotendola senza delicatezza o premura. Volevo strapparla da quel mondo privato che la stava consumando.
Urlai per sovrastare le sue urla. Era sudata e ghiacciata e anche io non ero in condizioni migliori.
Sapeva iddio quanto mi spaventasse vederla cosi.
Alla fine spalancò gli occhi e dopo il solito smarrimento mi guardò mettendomi finalmente a fuoco.
< I…Inu… >
Non feci in tempo a risponderle…..svenì tra le mie braccia.
 

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Capitolo 6
*** Prepotenti per amore ***




Non ero riuscita a fargli cambiare idea. Ci avevo provato in tutti i modi ma niente.
Mi aveva portata via di peso, contro la mia volontà!
Quando usava la forza per contrastarmi era davvero insopportabile.
Ed ora, dopo una serie inutile di parole sprecate al vento mi ritrovavo ancorata alla sua forte schiena....destinazione....casa mia!
Arrivammo nei pressi del pozzo e si fiondò dentro senza nemmeno accorgersi dei pugni con cui gli stavo martellando le spalle.
In un attimo ci ritrovammo nella calda Tokyo.
Mi mise a terra e si allontanò di qualche passo da me.
Sapeva che ero furibonda. Sapeva che questa non gliel'avrei perdonata tanto facilmente.
Odiavo essere trattata come una bambina capricciosa. Io ero una donna pensante e se ritenevo più opportuno rimanere nell'epoca Sengoku, chi si credeva di essere per impedirmelo.
Mi trattava da bambina? Bene lo sarei stata. Sconsiderata e prepotente come non mai.
< Andiamo! > quel tono arrogante e autoritario mi fece saltare i nervi.
Feci per seguirlo ma appena fui sicura della sua distanza mi rituffai nel pozzo.
Alle mie spalle solo un'irripetibile insulto.
Ero appena risalita fino alla cima del tunnel che mi aveva permesso di incontrare tutti loro, che una mano forte e sicura mi afferrò un polso.
< Dannazione Kagome finiscila di fare la stupida >
< Io sarei stupida??? No assolutamente no! Qui lo stupido sei solo tu che ti permetti di decidere al posto mio!!! ma per chi mi hai presa??? >
< per una che non ha la minima intelligenza di ammettere i propri limiti e problemi! >
< cosaaa??? tu parli di limiti....di intelligenza??? Oh questa è bella. Davvero bella. Sei il primo a non tirarti mai indietro neanche quando l'evidenza è contro di te, sei il primo a non mettere la ragione al primo posto e sei il primo a fare le cose senza pensarci su neanche un attimo.
Allora sentiamo chi sarebbe la stupida? >
< Tu!!! > la sua espressione prima corrucciata e severa si era fatta più serena e furbetta durante l'elenco che avevo fatto sulle sue innumerevoli mancanze!!!
Sorrisi involontariamente anch’ io!!! Era proprio uno stupido...e io non ero da meno.
< senti Kagome....se non vuoi farlo per te almeno...fallo per me! >
Maledizione. Quello era davvero il mio punto debole. Se poi me lo chiedeva guardandomi così...
< Ma Inuyasha.... >
< No!! Io..io non posso continuare a vederti in queste condizioni. Sono giorni che non dormi, hai perso l'appetito e non ti si può toccare che salti. Inoltre sei molto debole anche se non vuoi ammetterlo. I tuoi incubi ti stanno consumando la vita e io non ho nessuna intenzione di stare a guardare che questo avvenga. Non posso permetterlo...non... > abbassò il capo in segno di sconforto e la pena che pesava sul suo cuore...ora gravava anche sul mio.
Aveva ragione lui...ero proprio una stupida.
Ormai facevamo parte di un'unica realtà e se soffrivo io...soffriva lui. Aveva sempre cercato di nasconderlo e io troppo preoccupata a tenere a bada il mio animo scosso, non me ne ero accorta. Almeno non fino a quel momento.
Mi avvicinai e gli poggiai le mani ai lati della faccia. Sollevai la sua testa e lo costrinsi a guardarmi.
In quegli occhi ambrati mi sarei potuta perdere, e sicuramente non avrei mai voluto che qualcuno venisse a salvarmi.
Mossi le dita in una lenta carezza.
< scusami...non credevo che.....bè non ha importanza. Se la cosa ti farà stare meglio tornerò nella mia epoca per qualche giorno. Magari hai ragione. Svagarmi un po' mi aiuterà a sconfiggere quei demoni > sorrisi per rassicurarlo ma profondo del mio cuore sapevo che esisteva un unico rimedio al mio male, al nostro male. Uccidere Naraku.
< ...grazie... > il modo in cui lo disse, così sussurrato e tentennante mi fece recuperare il buon umore. Non sarebbe mai cambiato. Avrebbe sconfitto un esercito con una facilità spaventosa ma....per scusarsi o ringraziare avrebbe sempre fatto fatica. Molta fatica.
 Gli presi una mano e lo ricondussi al pozzo.
< Andiamo ora....è quasi ora di pranzo! >
< ….Kagome ricordami di parlare alla vecchia Kaede quando torno! >
< ...d'accordo....riguardo a cosa scusa... >
< ...voglio chiederle se esiste un'altro rosario simile al mio.... >
< ...... per farne cosa scusa...il tuo non ti basta...? >
< oh si..assolutamente...ma secondo me servirebbe anche ad un'altra persona.....mi eviterebbe un sacco di scocciature e preoccupazioni.....Magari non alla parola accuccia...ma...bo....forse... >
Lo lasciai parlare tra sé e sé con quell'aria aria pensosa e con quel dito a battere il mento guardava il cielo....la mia mente invece stava vagando nell'oblio....quello...quello scemo voleva voleva....lo avrei ucciso una volta per tutte.
Nella mia mente mille immagini di lui che mi mandava al suolo per un nonnulla!
Kagome il cibo è troppo freddo...sbam....Kagome il pranzo è troppo freddo...sbam....Kagome non salutare Koga...sbam....Kagome non tornare nella tua epoca senza permesso...sbam....Kagome...Kagome.....ahhhhh!!!
Sarebbe stato un inferno!
Ritornai sulla terra prima di Inuyasha che a quanto pare stava ancora elencando una serie di nomi assurdi con il quale avrebbe potuto controllare quel rosario...il mio rosario!!!
< Inuyasha...che ne dici di....ACCUCCIA!!! >
Avevo notato che, più il mio tono era alto e furibondo, più male faceva la caduta.
Bè a mio avviso questa volta sarebbe rimasto disteso li per un bel po'. Mi voltai con finto sdegno e mi gettai nel pozzo. Pregando mentalmente che non esistesse per davvero un rosario adatto a me!
Quanto era stupido e quanto era ingenuo.....e soprattutto...
Quanto lo amavo.

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Capitolo 7
*** Una parvenza di allegria 2 ***


Nel buio della grotta un essere spaventoso e gigantesco sovrastava la piccola ed eterea creatura colpevole solo di essere dalla parte sbagliata.
< Goryumaru la tua armatura ora è impenetrabile. Neanche la spada di quel mezzo rifiuto potrà scalfirti. Tu e Kanna ora andate e fate come stabilito. Non tornate senza quello che voglio! >
< si! >
 
< Hei somma Kaede dove sono tutti gli altri?? >
< ah Miroku....siete già di ritorno! Sango e Kohaku sono ancora via e Inuyasha ha costretto Kagome  a tornare nella sua epoca! Per cui siete soli. Non so quando ritorneranno!!! >
< Mi state dicendo che Inuyasha ha volontariamente portato Kagome....No non ci credo!!! >
< si bè se non l'avessi visto e soprattutto sentito da me neanche io ci avrei creduto. Sembra però che Kagome soffra di correnti incubi....anche l'altra sera è capitato e solo Inuyasha è riuscito a svegliarla. Dovevate vederla era ridotta veramente male. Ne sapete niente voi?? >
Shippo e Miroku si guardarono con aria sconsolata
< si purtroppo....è da un bel po' che questa storia va avanti. Io e Inuyasha avevamo pensato che riportarla al villaggio l'avrebbe aiutata....ma a quanto pare.....Inuyasha ha fatto bene...speriamo che nella sua epoca la situazione migliori. >
< povera Kagome.... >
< già >
< su aiutatemi con queste erbe...poi prepareremo il pranzo... >
<va bene! >
La felicità con cui erano arrivati si era dissolta nell'aria. Dopotutto però era bello vedere come questo gruppo così male assortito in realtà fosse il più forte e unito di tutti.
 
 
 
< Dai fratellone rimani ancora un po' >
< ho delle cose da sbrigare nel mio mondo..mi sono già trattenuto più del dovuto >
< ma.... >
< Sota smettila di tormentarlo....giocherò io con te..! > e dicendolo mi fece l'occhiolino.
< No no ti prego.....vado a fare i compiti piuttosto!! >
< ma guarda che ingrato!!! >
Sota corse in salotto lasciandoci soli nella camera che io adoravo. Tutto sapeva di lei. Il suo profumo e il suo essere creavano una sorta di magia sui miei nervi che si scioglievano come il ghiaccio al sole.
La guardai consapevole della sua essenza, consapevole della sua bellezza. Consapevole che era tutta mia e soprattutto consapevole....che dovevo andarmene al più presto altrimenti non avrei più risposto di me.
Quella sera il mio lato demoniaco sembrava fosse sul punto di irrompere con un impeto mai provato prima. Ma non nel senso cattivo. Ero solo.......non lo so neanche io cosa...ma ero strano, incontrollabile.
Appena finito il pranzo eravamo usciti a fare compere. Mi aveva coperto con quel suo solito berretto ridicolo e mi aveva trascinato da un negozio all'altro senza sosta.
La nota positiva era che nel suo sguardo avevo visto solo eccitazione ed euforia. Era serena e soprattutto tranquilla.
Avrebbe anche potuto trascinarmi all'inferno se avesse mantenuto quel sorriso.
Era troppo tempo che non la vedevo così. Non potei impedirmi di congratularmi con  me stesso per la mia brillante idea di riportarla a casa sua. Qui era felice, con i suoi familiari e le sue amiche. Questo dopotutto era il suo mondo.
Cercai di deviare subito i miei pensieri che stavano inevitabilmente correndo verso il futuro. Il nostro ignoto futuro. Cosa sarebbe accaduto poi?
Scacciai con decisione quelle domande che non avrebbero ancora ottenuto risposta e mi concentrai nuovamente su di lei. Stava guardando fuori dalla finestra e sembrava così assorta che avevo paura solamente a respirare.
< ....devo andare... >
< ...mm... >
< ....ci vediamo.....domani... >
< tornerai davvero a prendermi...o mi lascerai qui per sempre??? >
Fu il tono della sua voce che mi fece capire qual era il nocciolo della questione.
Maledizione avrei mai imparato a capirla al volo?  No...probabilmente mai! Sorrisi.
Sarebbe sempre stato così.
< e poi rimproveri me perché non ti dico le cose come esattamente stanno!! >
Si voltò e sul suo viso ansioso comparve l'ombra di un sorriso.
Si era ricordata la nostra litigata nella quale mi accusava di nascondere sempre ciò che in realtà provavo. Anche lei infatti mi lanciava messaggi in codice.
Evidentemente eravamo lenti a capirli. Ma con la pratica saremmo migliorati sicuramente.
< allora era questa la tua paura fin dall'inizio >
< .....ho paura che tu non mi voglia al tuo fianco. Che non possa sopportare di vedermi così e che preferisci tenermi lontana. Per proteggermi. Che preferisci lasciarmi qui, così sarai più tranquillo e sarai più sicuro che non mi possa cacciare in qualche altro pasticcio.... >
 Il suo tono si era fatto basso e lamentoso....era adorabile.
Quella ragazza poteva essere tanto forte quanto fragile.
Aveva vissuto al fianco di quell'abominio per mesi e ora tremava al pensiero che la lasciassi qui.
< ......ho paura perché so che se me lo chiedessi veramente...se mi chiedessi di rimanere lontana da te....non potrei fare altro che accontentarti...ma sarebbe peggio di qualsiasi tormento...qualsiasi ferita....io....io voglio starti vicino...non voglio lasc... >
Prima che potesse terminare la frase e prima che la seconda lacrima toccasse il pavimento l'avevo zittita con un bacio.
Questa volta non fu un bacio delicato o rassicurante. Non fu il bacio disperato che ci scambiammo quando era tornata da me, quando aveva riaperto gli occhi per me...era un bacio...carnale, smanioso. Era un bacio profondo ed esigente. Un bacio che  fece tremare ogni singola particella dell'aria che ci avvolgeva, un bacio che la costrinse ad appoggiarsi a me per non cadere. Un bacio che mi tolse qualsiasi volontà di porvi fine, un bacio in cui era chiaro che mai, mai avrei potuto starle lontano.
 
 
Inuyasha fece per tre giorni la spola tra la nostra epoca e quella di Kagome.
A me lei mancava molto e invidiavo immensamente Inuyasha per il fatto di poterla vedere in continuazione. Ogni volta che tornava però mi sentivo un po' più a casa. Era incredibile come dipendessi tanto da tutti loro. Ormai erano la mia famiglia.
< Inuyasha...come sta Kagome??? >
< mmmm sempre la stessa domanda......ehf bene. Sta bene! >
< e quando ritornerà??? Sango è rientrata ieri e siamo praticamente pronti a partire... >
< sta facendo quella cosa che chiama esami.....tornerò nel pomeriggio per preparare gli approvvigionamenti e poi te la riporterò indietro cuccioletto >
guarda che non ne sento affatto la mancanza! >
Era la bugia più palese che si fosse mai sentita, tutti quanti infatti si misero a ridere.
< tsk come no piccoletto!! > e scompigliandomi i capelli si rivolse a Sango
< Hei tutto bene al tuo villaggio? >
< si....è ben custodito dagli spiriti della mia...nostra gente > concluse in tono dolce rivolgendosi a Kohaku. Quest' ultimo abbassò il capo tristemente. Era ancora una ferita troppo fresca per essere dimenticata. Si era creato uno strano silenzio, carico di consapevolezza.
A romperlo fu Miroku.
< Inuyasha...la divina Kagome ha più fatto....quegli incubi?? >
Un sorriso compiaciuto spuntò tra le labbra del mezzo demone.
< No!!! Sono tornato da lei tutte le notti e mi pare che si sia agitata meno del solito.
Se ha sognato..non erano di certo quei sogni orrendi che faceva qui. Sono riuscito a dormire anch'io....finalmente>
< Bene! E' probabile che fosse solo preoccupata. Portarla nella sua epoca è stata proprio una splendida trovata. Speriamo che tornando qui tutti i benefici ottenuti non vadano persi. >
Nuovamente quel silenzio circondò il nostro piccolo mondo.
Era incredibile come potessimo passare dalla felicità alla tristezza in così poco tempo.
< Bè, io non vedo l'ora che torni lo stesso. E se le ricapiteranno quegli incubi spetterà a noi aiutarla. >
< ben detto Shippo!!! > la voce serena di Miroku fece da contorno alla manata che colpì la mia piccola schiena. Quell'Inuyasha....!
< Certo...ci sarebbe d'aiuto scoprire che cosa sogna in realtà. Sappiamo che le fa tremendamente paura e possiamo solo supporre che si tratti di Naraku. Inoltre chiama spesso il tuo nome non è vero Inuyasha? >
< ..mm.. >
< Sango...a te non ha rivelato proprio nulla ??? >
< no mi spiace..ogni volta che cerco di introdurre l'argomento lei cambia discorso. Forse parlarle può farle bene ma potrebbe anche fare peggio....per cui mi trovo molto spiazzata al riguardo. >
< si..è un bel problema! Fatto sta che sono stufo di questa storia. Inuyasha dobbiamo mettere la parola fine a tutto questo. >
< è proprio quello che voglio fare. >
 
Stavo rientrando dalle lezioni pomeridiane. Mamma mia altro che demoni e Naraku.
In questo mondo c'erano mostri peggiori. Gli esami per esempio. Ma anche le assurde bugie che mio nonno si inventava per coprire le mie assenze prolungate non erano da meno. Questa volta cosa mi aveva costretto a letto???? Una lombalgia acuta??? Io davvero non avrei mai immaginato che potesse arrivare a tanto.
Durante il cammino verso casa incontrai le mie amiche...erano state gentili a prestarmi gli appunti per ripassare, allora mi sdebitai offrendo loro il pranzo.
Tra un boccone e l'altro mi bombardarono di domande. Tanto da farmi pentire di essere tornata nel mio mondo che di mio aveva ormai ben poco. Infatti mi sentivo sempre più...un'estranea.
Le macchine, i negozi, tutta quella frenesia non mi appartenevano più. Era così difficile passare da un'epoca tranquilla come quella Sengoku alla Tokyo dei miei giorni.
Sentivo che quel posto non mi apparteneva. Se avessi potuto trasportare Sota, il nonno e la mamma dall'altra parte. Sarei stata al settimo cielo. Già vedevo il nonno mentre sorseggiava il te assieme alla vecchia Kaede. Scrollai la testa per non mettermi a ridere come una stupida.
Cercai di tornare alla realtà e risposi all'ultima domanda che riuscii a captare.

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Capitolo 8
*** Rincorrersi nel buio ***


Ero stato letteralmente cacciato dall’abitazione della vecchia Kaede perché a detta di tutti mettevo agitazione al sol guardarmi. A pensarci bene e vedendo il solco che avevo fatto davanti al pozzo potevano avere anche ragione.
Ero nervoso, agitato, insicuro come non mai. Il motivo...??? Bella domanda.
Sicuramente centrava Kagome. Sorrisi….centrava sempre Kagome.
Le avevo detto che verso metà pomeriggio sarei andato a prenderla…ma il fatto di non vederla da quella mattina e di sapere che sarebbe ritornata finalmente qui…con me….rendevano quell’attesa snervante.
Non c’era solo la bramosia di rivederla e di riabbracciarla a farmi sentire inquieto…i dubbi espressi a voce alta da Miroku quella mattina...mi consumavano la mente. Solo con lei al mio fianco mi sentivo sereno ma se allontanarla dalla sua epoca l’avesse fatta sprofondare nuovamente in quegli incubi….un brivido di terrore mi percorse la schiena.
Il solo immaginarla durante quelle sue lotte solitarie nel cuore della notte……scrollai la testa.
Sarebbe andato tutto bene. Lei sarebbe stata bene. Lei sarebbe stata con me.
E proprio mentre stavo cercando lo spirito giusto per attraversare il pozzo, un fetore ripugnante impregnò l’aria.
Un altro brivido, questa volta di natura ben diversa, mi scosse da capo a piedi.
Solo un individuo poteva disgustarmi così.
< Naraku >
Guardai il cielo che si faceva sempre più scuro e annusai l’aria che diveniva sempre meno respirabile, infine guardai il pozzo. Era una fortuna che Kagome non fosse li.
Dopo la sua cattura lei e quel bastardo non si erano più incontrati, ed era un bene. Dio solo sapeva quanto.
Mancava ancora un po’ all’appuntamento con Kagome…e lei mi avrebbe comunque aspettato.
Dovevo sbrigarmi. La voglia di rivederla era un ottimo incentivo a muovermi.
 
< Inuyasha finalmente dove diavolo ti eri cacciato! >
< zitto cuccioletto >
< Hei..la senti anche tu? >
< si Miroku…la sua puzza è inconfondibile >
< mi riferivo all’aura demoniaca ma credo sia lo stesso > riuscii a sorridere anche in quel momento di attesa e trepidazione.
< credete che si farà vedere…. >
< …non lo so Sango…è stato nascosto per troppo tempo….chissà >
< dovremmo solo aspettare e avremmo tutte le risposte >
< la fate facile vecchia….mi prudono le mani dall’impazienza di ucciderlo >
< …Inuyasha il tuo temperamento non ti porterà lontano>
< tsk…. >
< Inuyasha…Kagome???? >
< è al sicuro Sango, non ti preoccupare. L’andrò a prendere quando avremmo finito qui. >
< è un bene che sia lontana >
< non sappiamo che cosa Naraku questa volta abbia in serbo per noi >
< già….vado a prendere Hiraikotsu >
Qualche secondo dopo una nuvola nera si staccò dal cielo e si avvicinò lentamente alle nostre teste.
La puzza era davvero insopportabile. La rabbia che mi accecava anche.
Ad un tratto la nebbia scura si dissolse mostrando due figure.
< Kanna > la bambina demone teneva tra le sue mani pallide una catena legata attorno al collo del gigante dallo sguardo di ghiaccio e dal corpo di ferro. Chi diavolo era quello.
< Inuyasha guarda..un’altra emanazione di Naraku. >
< già…e farà la stessa fine di tutti gli altri. >
< calmati Inuyasha…dobbiamo prima capire di chi si tratta..poi potrai sfogarti a dovere >
< tsk >
< …….Kanna….che diavolo sta nascondendo questa volta Naraku >
La risposa fu un fugace sorriso nascosto immediatamente dalla sua espressione indecifrabile.
Capendo che da lei non avremmo ottenuto risposta, Miroku si rivolse a quell’energumeno.
< hei tu….chi sei…un emanazione di Naraku? Che cosa vi ha ordinato ora? >
Anche quel dannato non rispose. La sua espressione non cambiò di una virgola.
Bene, se così stavano le cose….guardai Miroku facendogli capire che ora avremmo fatto a modo mio.
Estrassi Tessaiga e mi lanciai verso di loro.
Sarebbero morti entrambi.
Una luce accecante proveniente dallo specchio di Kanna mi costrinse a tornare a terra. Schivai per un pelo il micidiale pugno di quell’ammasso di roccia che perforò il terreno creando una buca di dimensioni gigantesche.
Se mi avesse colpito avrei avuto un gran mal di testa.
Atterrai dietro di lui e mi lanciai alle sue spalle. Tessaiga vibrò paurosamente scontrandosi con quel corpo durissimo. Per un attimo temetti che si sarebbe frantumata. Appena smise di oscillare lanciai la cicatrice del vento.
Se non potevo sfruttare il corpo a corpo lo avrei annientato con il potere di Tessaiga.
Guardai soddisfatto il mio nemico avvolto dalle lame della cicatrice…ma prima che l’energia demoniaca si esaurisse lo vidi lanciarsi contro di me. Questa volta non potei evitare l’impatto.
Ero troppo sorpreso da quel contraccolpo e dal fatto che neanche la cicatrice del vento aveva effetto su di lui.
Il colpo arrivò così come me l’ero aspettato. Potente e letale. Mi ritrovai incastonato nel terreno. Riuscii a respirare a fatica. Quel maledetto pesava una tonnellata eppure era agile come me.
Prima che soffocassi sentii un sibilo sopra la sua testa. Hiraikotsu si schiantò contro il corpo del mio avversario.
Colsi al volo quell’attimo di distrazione per sottrarmi alla sua presa e respirare a pieni polmoni.
Balzai all’indietro ritrovandomi così a pochi passi dagli altri che esprimevano con le loro facce gli stessi quesiti che mi stavo ponendo io.
Sango recuperò la sua arma che ovviamente non aveva fatto neanche il solletico a quel dannato colosso.
< si può sapere chi diavolo sei? >
< E’ inutile che sprechiate fiato… Goryumaru non parla! > la vocina sottile di Kanna si insinuò nelle nostre menti.
< che cosa volete? >
< non mi è stato ordinato di rivelare i nostri piani. >
< tsk....e a me non può interessare di meno >
Furioso per quello spreco di tempo inutile mi gettai nuovamente su quel maledetto….Goryumaru.
 
Dopo il pranzo con le mie amiche avevo deciso di fare da sola gli acquisti per il nostro imminente viaggio.
Volevo sbrigarmi così quando Inuyasha fosse arrivato avremmo potuto passare un po’ di tempo tranquilli prima di tornare nell’epoca Sengoku.
Mentre barcollavo per le vie di Tokyo maledissi la mia predilezione a comprare tutto ciò che e miei occhi riuscivano a vedere. Ora….di vedere…non se ne parlava proprio.
Con i pacchi e i sacchetti che arrivavano ben oltre la mia testa, raggiunsi miracolosamente la scalinata che portava al tempio Higurashi.
Maledissi nuovamente la mia malattia per lo shopping e i miei antenati per aver costruito quella lunghissima quanto faticosa scalinata.
Ad un tratto misi male il piede e mentre mi preparavo mentalmente ad una rovinosa quanto imbarazzante caduta, due braccia solide mi circondarono. Non era Inuyasha lo sapevo benissimo. Non era il suo odore, non era la sua forza e tanto meno il mio cuore aveva iniziato a galoppare come mi capitava sempre quando si trattava di lui.
La delusione preso il posto del sollievo per essermi evitata qualche sbucciatura gratis. La delusione fu sostituita dall’incredulità verso la persona che mi aveva salvata.
< Ho…Hojo..che ci fai.. >
< Higurashi tutto bene??? Ti stavo cercando per consegnarti una cosa. >
< … he he….grazie > sarebbe stato meglio cadere e sbattere forte la testa.
Quel ragazzo, quel tenero ragazzo era più assillante delle sirene di un’autoambulanza.
Cercai di rimettermi in posizione eretta per allontanarmi da lui, ma le sue mani non lasciarono le mie spalle.
Lo guardai impanicata.
< Higurashi ecco io… > oddio…cosa stava per dire…..io cosa diamine dovevo rispondergli.
Mi sentii sbiancare. Poi ricordai.
< oh ma guarda si sono tutti rovesciati…dio che sbadata….ehehehe…. >
Troncai sul nascere ogni sua confessione e mi gettai a capofitto nella raccolta della spesa.
< mi aiuti vero? >
Non aspettai neanche la risposa, gli consegnai metà dei pacchetti e mi allontanai da lui risalendo verso casa.
Ero consapevole che mi stava seguendo, come ero consapevole che la storia dei pacchetti avrebbe retto fino all’entrata o al massimo in cucina..ma soprattutto ero consapevole che Inuyasha sarebbe arrivato da un momento all’altro e se lo avesse visto con me….o peggio avesse sentito qualcosa che mai nessuno…neanche io avrei dovuto e soprattutto voluto sentire, sarebbe successo il finimondo…..oddio.
Il mio corpo, di volontà propria, aumentò l’andatura. I pacchi che prima erano risultati pesanti e ingombranti ora erano leggeri come piume. Dovevo sbrigarmi o addio momento di tranquillità con Inuyasha.
 
 
Respirai a fatica dopo l’ultimo pugno di Goryumaru. Sputai del sangue a terra e guardai velocemente verso il cielo che si stava arrossando sempre di più. Maledizione. Kagome stava sicuramente chiedendosi dove fossi finito.
Non riuscii neanche  a finire il pensiero che un nuovo attacco mi bloccò a terra.
Dannazione quel demone enorme era indistruttibile.
Kanna se ne stava  a guardare impassibile con il suo fedele specchio tra le mani. Sango interrompeva i continui attacchi dell’armatura vivente con Hiraikotsu e anche Miroku contribuiva con il vortice ma il più delle volte rischiava di risucchiare soltanto me vista la pesantezza del mio avversario.
Sembrava riposato e tranquillo. Praticamente letale. Io non sapevo più cosa inventarmi. Tessaiga non funzionava ne in un modo ne nell’altro. I miei artigli e i miei pugni sembravano accarezzarlo.
Mi trovavo in seria difficoltà ma dio solo sapeva se avevo intenzione di arrendermi.
Caricai nuovamente Tessaiga.
< Bakuryuhaaaa>
 
 
Dopo quella che mi parve un eternità riuscii a cacciare Hojo da casa. Mi lamentavo della mia mania a comprare qualsiasi cosa, ma anche lui non scherzava. Mi aveva regalato una specie di calzino per bottiglie. Diceva che era un toccasana per le molecole dell’acqua e che mi sarebbe stato utile per scacciare eventuali malattie infettive.
Se solo avesse saputo che non avevo più avuto un raffreddore dal natale scorso…..
Ripensando alle amorevoli cure di Inuyasha mi guardai attorno.
Che strano era quasi il tramonto ormai….avrebbe dovuto essere li da un pezzo.
Che gli fosse successo qualcosa?
Che fosse arrivato mentre Hojo mi baciava la guancia e se ne fosse tornato indietro arrabbiatissimo?
Panico. Puro panico. Quando Inuyasha si arrabbiava veramente era indubbiamente più conveniente scontrarsi contro una mandria di demoni.
Corsi in casa. Radunai la mia roba alla rinfusa nel mio zainetto che di piccolo non aveva nulla, e recuperai le mille provviste. Salutai velocemente il nonno, diedi un bacio alla mamma e arruffai i capelli di Sota che stava seduto davanti alla tv.
Corsi al tempio e con un ultimo sospiro per ritrovare il coraggio perduto mi tuffai nel pozzo.
 
< Andiamocene. Non è qua. >
Quel comando fu appena sussurrato ma al mio fine udito canino non era sfuggito.
Neanche a Goryumaru a quanto pareva vista la fretta con il quale lasciò il mio collo e si affrettò verso Kanna.
< il nostro compito è finito. Lui è giù qui.>
E detto questo se ne andarono nello stesso modo in cui erano arrivati, lasciandoci perplessi e sfiniti.
Io poi….ero ridotto abbastanza male.
< Inuyasha….dove stai andando.. >
< mi devo dare una lavata o a Kagome le verrà un colpo! Poi corro a prenderla >
< ….da quando ci tiene tanto alle apparenze >
< sssh Shippo o ti potrebbe sent… >
< troppo tardi!!! > un sonoro cazzotto fece rotolare il demone volpe a terra.
< maledetto Inuyasha >
Le risate degli altri accompagnarono la mia fuga verso il torrente.
 
 
Scavalcai il pozzo con non poche difficoltà. Durante il tragitto avevo pensato al modo migliore per blandire Inuyasha.
Innanzitutto dovevo capire di che umore era. Decisi di sfruttare i poteri che avevo imparato stando al fianco di Naraku. Un brivido di disgusto mi percorse incondizionatamente.
Avrei celato la mia presenza per scoprire il suo umore, poi avrei pensato al seguito.
Non usavo mai la barriera protettiva. Era contro il mio volere dopotutto.
Volevo sempre che Inuyasha mi trovasse o sapesse dove fossi.
Era una sorta di legame nostro. Ma in questo momento mi tornò più utile che mai.
Mossi i primi passi verso il villaggio stando ben attenta  a non farmi scoprire, altrimenti si sarebbe arrabbiato ancora di più per il mio inganno.
Ad un tratto davanti a me comparve una strana creatura. Era un uomo..ma in se aveva l’aura di un demone.
Era spuntato dal nulla. Fissandolo provai terrore. Terrore puro.
Indietreggiai inconsapevolmente di qualche passo.
Il demone mi sorrise.
I suoi occhi erano peggio di quelli di Sesshomaru. Mi lessero l’anima, nel profondo, non una ma parecchie volte.
Sapevo con certezza che si trattava di un’emanazione di Naraku. Avevano la stessa aura negativa.
Ma l’ansia che provavo non era normale. Davanti agli altri avversari nasceva in me sia la paura che il coraggio e la tenacia di affrontarli. Dinnanzi a questo invece il mio istinto mi diceva di scappare. Il mio coraggio guardava titubante dal suo angolino e la tenacia sembrava fosse scappata prima ancora di mettere piede fuori dal pozzo.
< chi….chi sei > trovai la forza di domandare seppur in cuor mio avessi già la risposta
< lo sai benissimo chi sono. Ormai io e te. Siamo una cosa sola. >
Spalancai gli occhi al limite del possibile. Il respiro divenne un rantolo e il mio cuore mancò un lungo battito.
Il sangue defluì dal mio corpo e andò a nascondersi insieme al coraggio.
L’unica cosa a circolare nel mio organismo era il terrore.
Quella voce. Quella voce…orribile.
< vedo che mi hai riconosciuto subito! >
Non riuscivo a formulare una frase, non riuscivo a muovermi ne a concentrarmi.
Nella mia mente c’era solamente il caos seguito dal nulla.
< bè finalmente sei tornata. Non volevo disturbarti, così ho aspettato che ti rifacessi viva tu. Tanto sapevo che presto o tardi ci saremmo rincontrati. >
< c..che c…cosa vuoi >
< ti ho lasciata in pace perché mi è stato ordinato così. Ma devo dire che mi sono annoiato parecchio. Mi sarebbe stato difficile raggiungerti dove ti eri nascosta ma….non impossibile. Almeno così ti ho dato una falsa speranza.
Credevi di esserti liberata di me non è vero?>
< ….che cosa vuoi da me > la mia voce era ritornata normale, come quel briciolo di lucidità che mi serviva per resistere.
< tormentarti. E a quanto vedo fin ora ci sono riuscito benissimo. >
< smettila! > non sopportavo la sua voce. Sentirla mi faceva tremare. Sentirla mi faceva ricordare le notti insonni che passavo nel tentativo di scacciarla dalla mia testa. Ora almeno quell’orrenda voce aveva un volto.
Un volto disgustoso come il sorriso che gli aleggiava sulla bocca.
< qual è il tuo obiettivo. Ferirmi. Farmi morire di paura. >
< oh no…non sono stato creato per questo. Il mio padrone…Naraku ha voluto donarmi un potere particolare. >
< non lasciare dormire le persone di notte?> la rabbia aveva richiamato a se il coraggio ed ora avevo la forza per affrontare il mio demone personale. Faccia a faccia e ad occhi aperti.
Sorrise di nuovo.
< io attraverso i sogni mostro il futuro. Quello che accadrà >
Nuovamente tutto tornò al suo posto originario e il terrore, puro terrore mi travolse. Il futuro.
 Quello…quello..non poteva essere il futuro. Il mio futuro. No. Inuyasha non poteva…NO!
< maledetto stai mentendo >
< oh per niente. Ma se ti senti meglio credendo questo, fa pure. Quello che ti mostro non è altro che quello che succederà se starai al fianco di quel mezzo demone.  Il futuro però si può cambiare. >
< hai ragione, potrei ucciderti >
< haahha non è ancora il momento di alzare le mani. Io sono più un tipo…..intellettuale. Uso la mente non il corpo. Comunque potrai cambiare il corso degli eventi. Lo hai visto tu stessa. C’è una soluzione alla tua fine. Sarai una vittima. O sarai la colpevole. Uno solo di voi sopravvivrà. Questo è scritto nel destino. >
< non ucciderò Inuyasha. Naraku avrebbe dovuto imparare meglio dall’ultima lezione che ha ricevuto >
< se non lo ucciderai tu lui, perduto il controllo, lui ucciderà te. Hai un’alternativa comunque a tutto questo.
Lasciarlo ora e far si che quel momento non arrivi mai. Altrimenti con una freccia nel cuore….risolverai tutto. Come hai visto l’ultima volta, ricordi?> sorrise malignamente
Il ricordo della fine del sogno mi colpì come un violento pugno nello stomaco.
Era la seconda volta che riuscivo a vivere la continuazione dell’incubo senza essere svegliata. La prima era finita con me distesa in un lago di sangue e gli artigli di Inuyasha che perforavano il mio corpo, la cosa più spaventosa era il ghigno fiero e totalmente distaccato che mi aveva rivolto prima di uccidermi definitivamente, la seconda volta invece…quello disteso era lui con due frecce piantate nel cuore. Ed io in piedi e con l’arco tirato.
Il mio volto rigato dalle lacrime. Quella scena mi aveva scosso molto più della precedente.
Della mia vita infatti mi importava poco, se paragonata alla sua. Ma che fossi riuscita a  colpirlo, ad ucciderlo…..
Quell’incubo mi aveva sottratto ogni energia, ogni volontà di respirare. Quando avevo riaperto gli occhi e avevo rivisto il suo viso bellissimo quanto contratto dalla paura….ero svenuta.
Anche il quel momento mi sentivo in balia del mare in tempesta. Avrei voluto strapparmi i capelli dalla voglia di provare un dolore differente da quello che marciva dentro di me. Quel maledetto stava dicendo la verità.  
Se fossi fuggita lontano da Inuyasha saremmo stati male entrambi. Se invece fossi rimasta….lui avrebbe tentato di uccidermi. Io sarei morta e lui sarebbe stato divorato dal suo lato demoniaco, se lo avessi ucciso io…lui sarebbe morto….e io con lui. Che cosa potevo fare allora?
Lacrime di frustrazione, malessere e rabbia scesero incontrollate. Il mio cuore si ruppe, la mia anima si ruppe. E anche la mia barriera. Non avevo la forza per nascondermi da nessuno. Neanche da me stessa.
< allora ti arrendi al destino? O combatterai fino alla fine. Morendo lo stesso, in un modo o nell’altro? >
Leggeva la mia mente come fosse un libro aperto. Maledetto.
< chiudi quella bocca. La tua voce mi… >
< ti distrugge non è vero? Haahaaah pensaci Kagome. La tua scelta l’hai già fatta. E Naraku avrà ciò che vuole. Il vostro odio e la vostra morte. >
 
 
Non avevo neanche sfiorato l’acqua quando un odore simile a quello di Kanna e di Goryumaru arrivò al mio naso. Non sembrava troppo lontano.
Guardai il cielo ormai ricoperto dalle prime stelle. Kagome doveva essere davvero furibonda.
Sospirai. Mi sarei fatto perdonare in un modo o nell’altro.
Soffocati i sensi di colpa decisi di seguire quella strana scia.
L’aura era decisamente demoniaca e decisamente simile a quella di Naraku…ma in quell’essere non avvertivo alcun pericolo immediato.
Era indubbiamente una strana creatura, ma decisamente strana era la sua presenza nei pressi del villaggio.
Cercai di andare il più veloce possibile ma le ferite riportate dallo scontro con quel macigno mi costringevano a saltelli più misurati.
Strano mi stavo dirigendo nel bosco dove sorgeva il pozzo mangia ossa.
Ad un tratto il forte profumo di Kagome mi costrinse a fermarmi immediatamente.
Il suo profumo dolce e inconfondibile impregnava l’aria. Era tornata.
Il secondo odore che il mio cervello registrò fu quello salato e pungente delle sue lacrime.
Tre odori che vicini non sarebbero mai dovuti stare. Il mio cervello da quel momento in poi non registrò più nulla.
Volai tra gli alberi dimentico dei tagli e delle contusioni. Consapevole solo che lei poteva essere in pericolo.
 
< maledettoooo > lanciai contro di lui una sfera di energia poi impugnai l’arco e lo puntai verso di lui.
< hei hei…. Non ti scaldare. Ambasciator non porta pena >
< tu porti la pena più grande che potesse capitarmi. Ma tra poco finirà tutto >
Scoccai la prima freccia che lo colpii di striscio. Poi una seconda e una terza.
Non sembrava risentire delle ferite riportate.
Si gettò contro di me, allora impugnai l’arco come fosse uno scudo e rilasciai una scarica che lo colpii in pieno.
Balzò all’indietro, approfittando di quel momento presi un'altra freccia, ma lui fu più veloce.
Mi scaraventò a terra e mi imprigionò sotto il suo peso.
Boccheggiai  più per la sorpresa che per il colpo.
Era stato incredibilmente veloce. Sentii un leggero dolore alla tempia.
Le sue dita erano diventate affilate come lame e ora una di esse premeva contro la mia pelle.
Sentii un rivolo di sangue percorrermi la guancia. Mi preparai a scrollarmelo di dosso con una scarica potente di energia ma commisi un errore, un enorme errore.
Lo guardai negli occhi.
Le scene del mio incubo si susseguirono sfuocate, intrecciandosi, mischiandosi fino a travolgermi.
Stavo scivolando nell’oblio. Non dovevo, non potevo arrendermi.
La sua voce.
Il suo grido di rabbia e preoccupazione fu come un salvagente per il mio corpo stremato nel mare.
 
 
< Kagomeeeeeeee > quella scena era terrificante ai miei occhi come terrificante era l’odore minimo del suo sangue nell’aria.
Quel bastardo l’aveva ferita. L’avrebbe pagata cara.
Balzai al suo fianco, mentre lui indietreggiò per schivare il mio colpo.
Mi voltai per guardarla velocemente.
Tremava ed era bianca come un cadavere.
Sentivo le sue pulsazioni accelerate come dopo una folle corsa. Al lato del suo viso un rivolo di sangue.
Eppure non fu quello a incendiarmi di rabbia.
Furono i suoi occhi.
Disperati.
Lo sguardo smarrito e perso come quando si svegliava sudata da quegli incubi.
Avrei dovuto fare mille domande a quel bastardo, ma la mia furia cieca oscurò ogni cosa, soprattutto la ragione.
Combattei contro di lui per qualche minuto.
Non mi dava soddisfazione.
Schivava i miei colpi o li accusava senza battere ciglio. Non mi aveva colpito nemmeno un volta.
La mia frustrazione era alle stelle.
Alla fine saltellò lontano da me. Sospirò esagerando, come se fosse rassegnato e prima di scomparire annunciò allegramente.
< se ti uccido io….che gusto c’è. A presto Kagome >
Imprecai mentalmente e la raggiunsi in un baleno.
Era ancora seduta per terra e il suo stato non era migliorato….anzi.
Provai a chiamarla debolmente per paura di spaventarla.
Il suo sguardo era perso lontano nella notte che era calata senza che me ne accorgessi.
Solo la luna illuminava il suo viso.
Poi si voltò verso di me. Mi frugò il viso con preoccupazione e mi sbalordì come solo lei sapeva fare.
< Sei arrabbiato con me Inuyasha??? >

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Capitolo 9
*** Emozioni ***


Non badai alle sue parole. La sollevai da terra e la condussi nel solo luogo che poteva farla star meglio.
Che avrebbe fatto star meglio anche me.
L’adagiai contro il tronco del Goshinboku. Sembrava così piccola e indifesa.
Una rabbia furente mi offuscò la vista. Chi era quel dannato e che cosa voleva da lei.
Ma soprattutto che diamine le aveva fatto per ridurla così!
Tante domande che sarebbero rimaste senza risposta fino a quando Kagome non si fosse ripresa del tutto.
Era un tormento vedere una ragazza forte e combattiva come lei…ridotta così.
La scrutai nel buio.
< torno subito sta tranquilla >
Volai tra gli alberi e tornai poco dopo con il fazzoletto che mi aveva regalato zuppo d’acqua.
Mi avvicinai piano e chinandomi le sfiorai la fronte con una mano.
Finalmente i suoi occhi si posarono su di me tranquilli e vivi.
Le sorrisi per incoraggiarla a riprendersi.
< va tutto bene ora > lo dissi per calmare entrambi, ma dentro di me niente andava bene.
Un piccolo accenno con la testa fu la risposta che ottenni.
Le sollevai la frangetta color carbone e premetti il fazzoletto contro la ferita alla tempia.
Un tremito di rabbia mi percorse, ma cercai di cacciarlo in fretta.
Era inutile mostrarmi furioso. Non l’avrei aiutata.
Le pulii il viso e alla fine guardai l’opera soddisfatto.
Odiavo essere impaurito e tenero, o preoccupato e ansioso. Ma lei mi ispirava anche questi sentimenti. Assieme ad altri, molti altri.
Mi sorrise, illuminando la notte.
< no…decisamente non sei arrabbiato >
< per cosa dovrei essere arrabbiato eh? >
< non sei venuto a prendermi…così.. >
< ho avuto da fare >
Le raccontai del nostro scontro con gli altri servitori di Naraku.
Ad ogni mia parola pareva animarsi sempre più. Il suo spirito battagliero si stava facendo valere.
Si alzò in ginocchio, mi scrutò fino in fondo all’anima e poi mi tolse la veste.
Io rimasi immobile, ipnotizzato dalle sue mani diafane che trafficavano con i miei vestiti.
Come dotato di volontà propria il mio corpo si mosse per aiutarla.
Alla fine rimasi a torso nudo. Percorse con lo sguardo infuocato le mie spalle, il torace e infine scese verso l’addome. Alzò lentamente una mano e mi spostò i capelli all’indietro.
Mi sfiorò con un dito tutte le cicatrici e le ferite presenti, anche quelle meno recenti.
Accarezzò dolcemente tutte le piaghe che segnavano il mio corpo e la mia anima.
Alla fine si rannicchiò contro di me. Senza dire nulla.
La strinsi forte al mio cuore che galoppava insieme al suo.
 
 
Non potei far altro che farmi cullare e proteggere da quel corpo solido e forte ma che di sofferenza ne sapeva fin troppo. Quanto avrei voluto cancellare tutte quelle ferite con il tocco delle mie mani.
I miei poteri di guaritrice però non sarebbero mai bastati.
Chiusi gli occhi e respirai il suo profumo.
Immediatamente nella mia mente si riformarono le immagini dello scontro con quel demone disgustoso.
Imposi alla mia immaginazione di fermarsi e al mio corpo di non tremare.
Aprii gli occhi consapevole che non avrei mai più dovuto chiuderli se volevo rimanere lucida.
Ora la situazione era chiara. Sapevo come stavano le cose e avrei potuto escogitare un modo per salvarci…entrambi.
Sentendo il suo corpo caldo contro il mio avevo la certezza che mai avrei potuto fargli del male.
Sarebbe stato come colpire me stessa e molto probabilmente avrei patito meno dolore.
Lo allontanai da me il minimo per poterlo guardare negli occhi. Quegli occhi ambrati erano persi pari ai miei.
Non volevo che soffrisse a causa mia. Dovevo essere forte. Dovevo combattere per entrambi.
Ora che sapevo che si trattava anche e soprattutto di lui, sarei andata all’inferno e ci sarei rimasta di mia spontanea volontà pur di vedere il sorriso su quel volto.
Gli baciai il naso. Subito la sua espressione si rilassò.
< staremo mai tranquilli noi? >
Nuovamente il silenzio e la desolazione invase il nostro piccolo paradiso.
< probabilmente no Inuyasha. Ma infondo tu non sei una persona tranquilla…..e ti amo anche per questo. >
< …..senti chi parla. Se in giro ci sono guai vuol dire che di mezzo ci sei anche tu!!! Hai una vera e propria predilezione per cacciarti nei pasticci…. >
< …e… > sorrisi aspettando il seguito
< e…ti amo anche per questo >
< ahahahha >
 La mia risata riportò il sole in quella notte troppo buia.
 
 
Arrivammo alla capanna della vecchia Kaede alle prime luci dell’alba.
Eravamo riusciti ad addormentarci l’uno tra le braccia dell’altra.
Io mi sentivo un leone nonostante i postumi del combattimento, lei sembrava star bene. Almeno così dava a vedere.
Sango, Shippo e Miroku l’accolsero come se fosse stata via anni invece che pochi giorni.
Tutte quelle attenzioni mi rendevano geloso, ma a parte la mano lesta di quel monaco pervertito sapevo che era tutto tranquillo.
Li lasciai a chiacchierare tra di loro. Kagome aveva portato una quantità immensa di cianfrusaglie della sua epoca.
Uscii dalla capanna e con una mano mi riparai gli occhi dal sole nascente, mentre con l’altra mi tappai il naso vista la pestilenziale puzza di lupo che si stava avvicinando ad una velocità impressionante.
A proposito di gelosia…..imprecai mentalmente e mi preparai a scacciare quel cascamorto con un sonoro pugno.
< ..hei sta arrivando Koga >
< Shippo taci >
Ecco, ora erano tutti usciti ad attendere il suo arrivo. Kagome uscì per ultima, mi lanciò una fugace occhiata di avvertimento e si fermò al mio fianco posandomi una mano sul braccio già alzato e pronto a colpirlo.
Appena il polverone si diradò mi accorsi che quel lupastro non mi aveva degnato di un solo sguardo ma era corso da Kagome e le stava stringendo le mani.
La furia aveva il colore del rosso.
Mi lanciai verso di lui per staccarlo da lei ma fu più veloce. Balzò all’indietro e mi salutò come fossimo vecchi amici.
< tsk! Togliti dai piedi Koga >
< uffa! Kagome….cara Kagome come fai a sopportare la rozzezza di questo individuo eh? >
Il sorriso indulgente di Kagome mi spiazzò.
Io rozzo? Quando mai.
< maledetto lupastro se ti prendo…. >
< aspetta cagnetto….sono venuto per vedere Kagome è vero ma…nell’aria sentivo una puzza insopportabile di demone….di emanazione di Naraku >
Sbuffando gli raccontai quello che era successo.
Quel cretino di un lupo accennò anche al terzo demone che aveva riconosciuto nell’aria, provocando una pioggia di domande dal resto del gruppo che era allo scuro da tutto e la barriera che immediatamente si creò tra Kagome e il resto del mondo. I suoi occhi, come spiritati avevano cambiato colore e personalità.
Se il solo nominare quella strana creatura le faceva questo effetto…
Rimandai le mie preoccupazioni visto che fu lei a raccontare l’accaduto.
Spiegò agli altri chi era quel coso e perché cercasse lei.
Ma dentro di me sapevo che ciò che ci stava raccontando non era tutto.
Per il momento però dovevo accontentarmi. La calma e la pazienza non erano il mio forte.
 
Prima di andare via Koga annunciò non senza imbarazzo che stava frequentando Ayame.
Si grattava la testa mentre ci spiegava che aveva provato a darle una possibilità e che pian piano aveva scoperto di provare dell’affetto verso di lei.
Mi sentii enormemente soddisfatto. Guardai Kagome per leggere nel suo sguardo una minima traccia di delusione ma in lei vidi solo sincera felicità.
Ero proprio uno scemo. Lei mi amava. Me lo aveva detto e ripetuto un’infinità di volte. E soprattutto me lo aveva dimostrato un’infinità di volte. Nonostante ciò, la paura di perderla non mi abbandonava mai.
< comunque……..per me Kagome rimarrai sempre tu l’unico amore della mia vita. >
Concluse il suo annuncio con aria trionfante e con un bacio rapido sulla guancia di Kagome sfrecciò via.
Avrei tanto voluto strangolarlo.
 
Rimasi a guardare la polvere tornare al suo posto originario. Mi toccai la guancia, contenta che anche lui avesse trovato la felicità. E contenta di sapere che sarei rimasta in un angolino del suo cuore. Come lui avrebbe avuto un posto nel mio.
< he già….il primo amore non si scorda mai… >
< perché Sango chi è il tuo primo amore dimmelo….>
< No! >
< pensavo di essere io…avanti dimmelo >
< lasciami stare! >
Sango si incamminò verso il torrente inseguita da un Miroku ansioso e assillante.
< dimmelo o sfiderò a duello qualsiasi uomo presente su questo pianeta. >
< avanti non fare il melodrammatico e lasciami stare >
< dimmelo Sanguccia. Avanti..altrimenti non ti dirò chi è stato il MIO primo amore. >
Le posizioni ora si invertirono, ma a seguire Miroku non era una Sango ansiosa e assillante bensì una infuriata e con un’arma micidiale in mano.
Sparirono dalla nostra vista e non potei fare a meno di ridere.
Shippo si incamminò verso la capanna scuotendo la testa e maledicendo la sorte per avere a che fare con un gruppo di matti come noi.
Infine guardai Inuyasha che se ne era rimasto impassibile a quella divertente scaramuccia.
Sapevo di cosa aveva paura ed era per quello che non si azzardava neanche a fiatare.
Non potei trattenermi.
< hanno proprio ragione vero Inuyasha…..? >
< he?.....cosa…chi… > sbiancò all’improvviso
< il primo amore non si scorda mai! >
Lo piantai li e mi diressi nella direzione opposta a quella presa da Sango e Miroku.
< K…Kagome Maledizione cosa vai farneticando…. Kagome…aspetta Kagome >
Sorrisi. Ormai avevo imparato ad accettare la presenza di Kikyo in lui.
Nel suo cuore ci sarebbe sempre stato un posto per lei.
Mi auguravo solamente che lo spazio che occupava fosse più ristretto del mio.
< Kagomeeee maledetta aspettami……cosa mi dici allora del tuo primo amore eh? >
Divenni rossa come un pomodoro. Questa volta non provai nemmeno a fermare i miei impulsi omicidi.
< ACCUCCIA >
Un suono simile allo schianto di Inuyasha contro il suolo si verificò a poca distanza da noi.
Povera Sango….anche lei costretta alle maniere forti.
Guardai teneramente il mio mezzo demone che vaneggiava tentando di rialzarsi.
Come Sango sapevo benissimo che nel cuore del nostro lui c’era già stato qualcun altro, nel nostro invece….
Quei due non li avremmo scordati mai.

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Capitolo 10
*** Nel buio della notte ***


Varcai la soglia di quella grotta oscura con il solito piglio indifferente, ma anche se a lui, il mio creatore, andava tutto il mio rispetto e riconoscenza, da quel lontano giorno, nei suoi confronti, non potevo provare altro che rabbia.
Il giorno in cui la mia cara sorella si era ribellata alle catene che imprigionavano il suo cuore, il giorno in cui aveva  smesso di esistere, il giorno in cui quel dannato essere le aveva tolto la vita.
Da quel momento la mia vita si era fatta più sola e trasparente di prima.
Consideravo Kagura l’unica entità capace di far vibrare il mio animo assopito.
Naraku aveva voluto creare un essere indifferente alla vita, un essere incolore. Ma nonostante i suoi desideri, dentro di me aveva sempre vibrato qualcosa. Qualcosa che non voleva rimanere imprigionato nel mio corpo freddo e distaccato. Un qualcosa che urlava e soffriva, che gioiva e sorrideva. La vita.
Kagura per me era come un richiamo. La sua vicinanza faceva vibrare quella vita che solo io potevo sentire e che mai nessuno avrebbe visto. Quella vita che era esplosa quando il corpo di Kagura era volato via con il vento.
Analizzando il mio animo però non riuscivo a scorgere alcuna traccia di vendetta o ribellione. Volevo solo che tutto finisse.  La lotta contro il mondo intero, la vita di Naraku e la mia. Volevo tornare ad essere aria. Come lei.
Arrivai al cospetto del mio signore seguita da quel nuovo compagno che era tutt’altro che di compagnia.
Naraku l’aveva dotato di una forza e di un’agilità mai viste prima. La sua caratteristica principale era l’armatura impenetrabile che avrebbe resistito a qualsiasi attacco esterno.
Non riuscivo a capire il perché di tutta quella protezione ma il mio compito era scortarlo in giro e liberarlo al momento opportuno.
< Kanna finalmente di ritorno! Cosa puoi dirmi allora sui nostri cari amici? > riuscii a distinguere il suo sorriso falso, nonostante la penombra.
< il frammento non era al villaggio e Inuyasha e gli altri non sono riusciti nemmeno a sfiorare Goryumaru. >
< Perfetto! Un ottimo lavoro. >
Doveva essere arrivato alle stesse conclusioni a cui ero arrivata io. Se il frammento non era li poteva essere in un posto solo.
< ora aspettiamo…sono curioso di sapere com’è andato l’incontro con Kagome. Dopo di che è ora di mettere in atto la seconda parte del nostro piano. >
 
 
Dopo quattro giorni di cammino ci accampammo nei pressi di una cascata.
Lungo la strada avevamo incontrato solo villaggi mezzi distrutti e gente impaurita da quelle atrocità.
Sembrava infatti che Naraku volesse indicarci la strada per raggiungerlo.
Era odioso e frustrante.
Le giornate le passavamo camminando e compatendo la sorte per quelle povere vite spezzate inutilmente, le notti trascorrevano tranquille ora che Kagome aveva smesso di fare quei brutti sogni.
Volgendo l’attenzione verso di lei però non sembrava stare affatto bene.
Il suo incarnato era sempre più pallido, il che faceva risaltare sempre di più le ombre scure che le circondavano gli occhi.  Sembrava soffrire internamente, ma la notte non avvertendo più le sue urla disperate avevo dato per scontato che si fosse liberata dei suoi demoni. A quanto pare mi sbagliavo di grosso e dall’espressione preoccupata di Sango capii che non ero l’unico a pensarla così.
Guardai infine Inuyasha che stava adagiando Kagome al suolo come fosse fatta di vetro.
Faceva di tutto per non darlo a vedere ma l’ansia era comunque padrona del suo volto.
Kagome si girò verso di noi e con un sorriso strabiliante placò i nostri animi.
Prima o poi sarei riuscito a capire cosa diavolo stava succedendo.
 
 
< Inuyasha credi che ci siano pesci da queste parti? >
< non credo ma posso sempre controllare…perché me lo chiedi… >
< avevo tanta voglia di preparare un piatto speciale però l’ingrediente principale è il pesce fresco… > il broncio che mise fu irresistibile. Era una contraddizione vivente.
Sembrava crollare da un momento all’altro, poi invece se ne usciva con queste sue trovate.
Il fatto che avesse voglia di cucinare e mangiare era positivo.
Vederla perire di giorno in giorno e non saperne il motivo mi faceva sentire una nullità.
Se era il pesce che voleva, l’avrei trovato….a qualsiasi costo.
< bene allora vado >
 
Seguii con lo sguardo quella furia rossa che si allontanava e sorrisi involontariamente.
Il mio segugio.
Pesce! Ma che idea assurda mi era venuta.
Il sorriso morì sulle mie labbra. Non avevo assolutamente voglia di pesce ne per la verità avevo appetito, anzi.
Ma vederlo così ansioso e indaffarato a preoccuparsi per me mi aveva spinto ad inventare la prima scusa plausibile per allontanarlo. Doveva svagarsi anche lui o sarebbe impazzito a furia di starmi appresso.
E dire che pensavo che se non avessi più dormito tutto si sarebbe sistemato.
Cedevo al sonno per qualche minuto a sera. Appena però le ombre cominciavano a inghiottirmi sbarravo gli occhi e rimanevo immobile per tutta la notte.
Sapevo infatti che ad ogni mio minimo movimento lui sarebbe saltato al mio fianco.
Sicuramente il mio animo era più tranquillo, ma il mio fisico era sul punto di crollare.
Mai e poi mai però gliel’avrei data vinta. Maledetto Naraku.
 
 
Mangiammo un ottimo pesce pescato chissà dove da Inuyasha che tutto soddisfatto finì la sua porzione e prese anche il bis.
Le ombre della sera stavano prendendo il posto agli ultimi raggi.
C’era qualcosa di diverso in quella strana notte.
Avevo infatti percepito una insolita tensione in Inuyasha durante la cena. Pensavo che fosse preoccupato per la situazione in generale ma a ben pensarci mi sentivo irrequieta anch’io.
Mi guardai attorno in cerca di Miroku e gli altri ma all’accampamento improvvisato eravamo rimaste solo io e Sango.
Mi sedetti accanto al fuoco, l’unica fonte di luce in quella notte stranamente buia.
Rabbrividii sia per il freddo che per la tensione.
Sentivo che qualcosa mi stava sfuggendo ma ero troppo poco lucida per capire cosa fosse.
< hei…tutto bene? >
La voce della mia cara amica mi riportò con i piedi per terra.
< si…credo di si…sento…sento qualcosa…. >
< qualcosa di malvagio? Di oscuro? > senza aspettare risposta Sango si diresse verso le nostre armi.
< no….mi sento stranamente a disagio, irrequieta e timorosa di ogni cosa, ma non capisco perché >
< non so come aiutarti Kagome…..stai pensado ai tuoi incubi forse? >
< no….non sono quelli a causarmi questo tipo di disagio…..Senti Sango…dove sono Inuyasha e gli altri? >
< bè a quanto mi hanno detto Miroku e Shippo approfittavano dell’oscurità per farsi un bagno, Inuyasha invece non lo so, si starà nascondendo come sempre immagino. Le abitudini sono dure a morire. > e con un sorriso indulgente si avvicinò a me
< mmm > la mia testa era vuota, non trovavo un senso alle parole di Sango. Perché Inuyasha avrebbe dovuto nascondersi. Dormiva accanto a noi ogni sera. La mia mente era troppo poco lucida per ragionare bene.
Avrei analizzato la situazione in un secondo momento.
< Cavolo…ma stasera sembra che la luna non ne voglia sapere di uscire per fare un pochino di lu….>
Non terminai neanche la frase che un lampo invase la mia mente assopita.
Luce, luna, Inuyasha
Guardai Sango che era rimasta in piedi accanto a me con un espressione interdetta.
Sicuramente mi stava reputando una tonta, e tonta lo ero per davvero.
Con un energia che ero ben lungi dal provare scattai in piedi e corsi verso l’unica destinazione che il mio cuore, l’unico organo funzionante nel mio corpo, mi stava indicando.
Maledizione ecco cos’era quella malsana sensazione. Ecco perché il mio animo era agitato.
Ero abituata a condividere la notte di luna nuova e la sua trasformazione con lui, invece…..
Maledizione che stupida. Mi ero completamente dimenticata di che giorno fosse. E come un’idiota persa nei miei problemi avevo trascurato lui, la cosa più preziosa.
Corsi tra il folto della foresta, spazzai con le braccia arbusti, rami e foglie, non sapevo dove fosse e dopo tutto quel correre non sapevo neanche più dove fossi io. Mi guardai attorno in preda al panico.
Senza il chiarore della luna, le ombre della foresta sembravano in procinto di inghiottirmi. Non potevo lasciarmi intimidire, la mia paura era niente a  confronto alla solitudine di Inuyasha.
Girovagai senza sosta per ancora qualche tempo, incapace di orientarmi, incapace di non tremare per la frustrazione. Ad un tratto qualcosa mi artigliò per un braccio.
Urlai per la sorpresa e per la paura e tentai di divincolarmi, ma quella presa era di ferro.
Mi voltai a guardare cosa mi stesse trattenendo e alla fine lo riconobbi anche in quel buio opprimente.
< Inu..yasha >
Mi guardò con calma ma con circospezione.
Tutto in lui era cambiato. Le sue orecchie canine erano scomparse e i suoi folti capelli color argento si erano scuriti fino a formare un tutt’uno con la notte. Il suo viso era cambiato, privo di quelle piccole zanne che fuoriuscivano ogni volta che ringhiava e di quei meravigliosi occhi ambrati anch’essi sostituiti da due pozze scure e profonde.
Il suo odore, le sue mani e la sua forza erano cambiate.
L’unica cosa che era rimasta immutata era il mio cuore che alla sua vista prese a galoppare libero e sereno come sempre. Che fosse un demone, un umano o se stesso per me era sempre Inuyasha. Il mio Inuyasha.
Questa riflessione accese una nuova luce nel mio cuore che portò con se una ventata si speranza e di salvezza.
Qualunque cosa fosse successa, qualunque cosa avesse fatto e in qualunque cosa si fosse trasformato….non aveva importanza. Ora lo sapevo. Ora potevo affrontare i miei demoni a testa alta e sconfiggere l’inferno nella mia mente.
 
Guardai quel corpo scosso da piccoli singhiozzi, piccoli respiri e da piccoli tremiti.
Guardai quegli occhi scrutare ogni piccola parte di me, ogni mio minimo cambiamento.
Involontariamente i miei muscoli si irrigidirono e il mio cuore innalzò la sua barriera contro il disprezzo per ciò che ero diventato.
Pronto a incassare un violento colpo ricevetti invece una carezza. La carezza del suo sguardo e del suo sorriso.
Mi rilassai all’istante e sgridai la mia mente per aver anche solo osato dubitare della persona che amavo con tutto il cuore.
Pensavo che avrei trascorso quella notte solitaria confondendomi nel folto della vegetazione per mimetizzarmi meglio. Vedendo lo stato di Kagome negli ultimi giorni non mi era neanche passato per la mente di condividere i mie  problemi con lei. Non ero affatto abituato a farlo e con lei ridotta così poi….
Avevo preferito tenermi lontano da lei per non impensierirla ulteriormente.
Inutile. Lei era il miele, io l’ape.
Dopo qualche ora passata a scattare per ogni minimo rumore, mestamente e non senza colpa avevo deciso di andare a chiamarla per aiutarmi a superare quel mio vecchio incubo ma…..questa volta era stata più veloce di me.
Le sorrisi debolmente impacciato come sempre da quel strano corpo che mi possedeva una volta sola al mese.
< perdonami Inuyasha >
Sbattei le palpebre per capire meglio il perchè di quelle scuse che non avevano alcun molto senso.
< che stupida, sono davvero una stupida. Io…Io pensavo solo a me e non mi sono neanche accorta di che cosa mi stesse accadendo intorno, di cosa TI stava accadendo. Ero così presa dalle mie preoccupazioni che non mi sono ricordata di che giorno fosse, ne mi sono accorta del tuo stato d’animo così ansioso e distaccato, ma soprattutto non mi sono accorta che non c’era la luna!!! Ma dico io bisogna essere davvero scemi per non accorgersene.. >
< Kagome.. >
< ..cioè stiamo parlando della luna eh non di un sassolino, la luna è grande, anzi immensa e si nota, cavolo se si nota. Fa luce. Illumina la notte, così riesci a vedere dove vai…. >
< Kagome.. >
< ..si perché sennò è un problema, si dovrebbe girare con le torce, ma voi non ce le avete qui…allora con le candele ma poi si rischierebbe solo di incendiare la foresta e comunque ce ne vorrebbero tante e la produzione di candele non è redditizia…serve la luna per forza…>
< Kagome.. >
<..e comunque la luna segna il passaggio dal giorno alla notte, insomma è il moto della terra, altrimenti niente avrebbe senso, il sole la luna, il cielo, la terra e noi giriamo e queste piante… >
Prima che morisse asfissiata e prima che cominciasse a elencare tutti gli esseri viventi della terra, zittii quel fiume di strane quanto incomprensibili parole con un bacio.
Il suo corpo si rilassò contro il mio e il fuoco che di solito ardeva in me ogni volta che la toccavo, divampò senza esitazione, più imponente che mai.
Era la prima volta che la baciavo da essere umano. E i miei sensi erano stranamente più concentrati del solito.
Tutto era in funzione di lei. Di quel piacere immenso che mi stava travolgendo.
Le sue mani cominciarono a percorrere freneticamente il mio corpo. E le mie erano sicuramente dotate di volontà propria perché io non avevo ordinato ad un braccio di schiacciarla contro di me ne a quell’altro di accarezzarle i fianchi fino a raggiungere la rotondità del fondoschiena.
Non pensai minimamente di averla spaventata, vista la furia con cui mi stava esplorando.
Con un fulmineo movimento la sollevai da terra per farla aderire meglio a me e lei d’istinto mi circondò i fianchi con le gambe snelle e legò le braccia attorno al mio collo.
La sospinsi verso un tronco ed ora che finalmente avevo il suo incantevole volto di fronte al mio la tempestai di baci.
Sapevo che quel che stavo facendo non era giusto. Che avremmo dovuto aspettare, ma qualcosa in me stava bruciando e aveva bruciato anche lei. Un qualcosa che aveva preso il controllo del mio corpo e che voleva Kagome. La voleva prepotentemente.
Un rumore alle nostre spalle ci indusse a fermarci.
Ci misi un sacco a capire che si trattava solamente di un volatile uscito da un cespuglio; il mio cervello era totalmente annegato nel profumo della donna che era ancora avvinghiata a me.
La guardai per accertarmi che fosse tutto vero. Che io…che lei che noi stessimo per…
Vidi gli stessi pensieri scorrere sul volto di Kagome. Arrossimmo entrambi per l’imbarazzo.
Se quell’uccello non ci avesse fermato forse……maledizione.
Scrollai la testa per reprimere quell’increscioso pensiero. Quell’animale mi aveva salvato. Lei era la mia donna e l’avrei rispettata fino alla fine.
Non mi sentivo me stesso tutto qui e per questo avevo ceduto alla sua tentazione.
La lasciai scivolare fino a toccare terra ma i nostri corpi rimasero sempre in contatto.
< ehm…….scusami Kagome io…io davvero… >
< non preoccuparti Inuyasha…..sono stata io ad aggredirti scusa… > dicendo questo  ridivenne rossa.
< no….la colpa è mia….non sapevo come fare a fermarmi io….io…dev’essere questo corpo da umano che mi fa questo effetto. Mi sento ubriaco. >
< ….. stai tranquillo….tu almeno hai la scusa di non esserci abituato…io invece in questo corpo vivo da 16 anni…..non ci sono scuse per me… >
Ridemmo entrambi per quell’imbarazzante ammissione e per quell’episodio che avrei ricordato per il resto della vita.
Se essere umano mi avesse sempre fatto sentire così allora…avrei aspettato la prossima trasformazione con ansia.
.

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Capitolo 11
*** La calma prima della tempesta ***


Mi svegliai accoccolata ad Inuyasha, il suo volto era sereno e tranquillo, così beatamente addormentato. Era tornato il mio mezzo demone alle prime luci dell’alba. Ora, guardandolo, mi sentivo davvero a casa.
Ripensai alla notte precedente.
Sentii il mio volto farsi di brace ma non resistetti all’impulso di indugiare su quei magnifici ricordi.
In quel momento avevo bisogno di lui e lui di me. Finalmente avevo trovato la pace nel mio animo ed ero euforica.
Non ero stata capace di controllarmi e a quanto pare neanche lui.
Per sfortuna però tutto si era interrotto. Anelavo ad essere sua. Volevo essere sua e farlo mio, ma capivo che Inuyasha voleva qualcos’altro. Voleva aspettare. Voleva prima mettere fine a tutti i nostri problemi perché solo così saremmo stati liberi e veramente felici.
Dal canto mio ero un pochino delusa ma comunque felice. Con lui oramai condividevo molte cose. Tra cui un’intimità sempre maggiore.
Attenta a non svegliarlo tentai di stiracchiarmi silenziosamente.
Un’altra constatazione illuminò la giornata…avevo dormito!!
Se fosse stato grazie all’episodio amoroso, grazie alla presenza di Inuyasha o per la consapevolezza di essere libera oramai di quelle catene che mi infiammavano l’anima, non avrei saputo dirlo ma finalmente dopo notti insonni ero riuscita a riposare e oggi avrei potuto disfare il mondo e ricostruirlo grazie alla forza che sentivo dentro.
Ero occupata in queste riflessioni quando incrociai il suo sguardo ambrato.
Mi osservava attento e divertito. Mi sorrise, un sorriso che illuminò ancora di più quella giornata già meravigliosa.
Ricambiai il sorriso incapace di non sentirmi euforica e piena di energia.
<dormito bene? >
< meravigliosamente!!!! Tu? >
< mai stata meglio! > mi scrutò fino in fondo all’anima per capire se la mia faccia raggiante fosse solamente una maschera di parvenza. Il suo sorriso poi si fece abbagliante quando capì che non c’era finzione alla mia felicità.
Rimanemmo per alcuni minuti con lo sguardo fisso l’uno nell’altro. I nostri visi a pochi centimetri di distanza. I nostri respiri che si allacciavano allo stesso ritmo.
Quello era il mio paradiso. Quel viso, quel corpo, quel cuore che batteva forte pari al mio.
Un richiamo in lontananza ci costrinse a tornare alla realtà. Il sole faceva prepotentemente capolino dietro le alte montagne. Era tardi ed era ora di metterci in cammino.
< mi sa che dobbiamo andare >
< già >
Mi baciò la fronte e si alzò con un movimento unico sollevando anche me.
Percorremmo la foresta e mi depositò vicino al torrente.
Avevamo bisogno entrambi di rinfrescarci per poter affrontare quella stupenda giornata, altrimenti se fosse stato per me gli sarei rimasta appiccicata per tutto il tempo e vedendo il modo in cui il suo braccio mi stringeva possessivamente avrei giurato che anche lui fosse dello stesso parere.
 
 
< divina Kagome, Inuyasha >
< eccoli che arrivano! > ero scocciato per quell’intrusione anche se prima o poi sapevo che sarebbero dovuti arrivare. La giornata doveva pur cominciare!
< dai Inuyasha non fare quella faccia imbronciata! > con una risata Kagome mi spruzzò un po’ d’acqua per distrarmi dai miei progetti di massacro.
A vederla così serena e felice, così meravigliosa e rilassata mi scoppiava il cuore. Le ombre scure sotto gli occhi erano scomparse, la sua pelle era leggermente arrossata, tutto di lei emanava vita. E io vivevo per vedere questo suo sorriso.
Avrei voluto riportarla nel folto della foresta e rimanere con lei, soli per il resto della giornata, ma come un tarlo tutte le altre preoccupazioni martellavano la piccola parte di cervello in cui le avevo relegate durante la trasformazione.
Ripensando al mio comportamento della scorsa notte ero giunto ad una conclusione plausibile.
Quando stavo con Kagome, mentre la abbracciavo o baciavo la maggior parte di me era concentrata su di lei ma la restante parte continuava a rimanere all’erta e vigile per tutto il resto del mondo.
Ieri notte invece. La mia attenzione era completamente rivolta a quel corpo e a quella persona che mi aveva trascinato lontano dalla ragione.
Stavamo per fare davvero una sciocchezza. L’uomo era davvero un essere debole…sorrisi pensando a quel depravato di un bonzo. Ora riuscivo a comprendere meglio i suoi  imperdonabili istinti.
Ma io non ero Miroku. Non mi bastava una ruzzolata tra i boschi. Io volevo di più.
Con lei sarebbe dovuto essere tutto perfetto.
Scrollai la testa per l’imbarazzo di quei pensieri e la immersi completamente nell’acqua.
Il freddo mi permise di rinsavire quasi completamente.
Riemersi giusto in tempo per vedere il risolino compiaciuto stampato sulla faccia di Miroku e lo sguardo dubbioso di Sango che passava da me a una Kagome ancora mezza sognante e imbarazzata.
< hei hei…..guarda questi due Sango….non ti pare che ci debbano dire qualcosa??? >
Kagome si fece più rossa del sole al tramonto e io gli mollai una sonora gomitata. Quel maledetto aveva davvero la lingua troppo lunga e anche un innato senso di osservazione per quelle cose.
 
Tra risate, sberle e silenzi carichi di imbarazzo ci rimettemmo in cammino.
Kagome era decisamente raggiante. Che fosse o no successo qualcosa tra i due, se quello era l’effetto su di lei ne ero completamente felice.
Guardai Inuyasha che procedeva con gli occhi chiusi e le braccia incrociate al petto, Miroku gli trotterellava dietro lanciandoli frecciatine di ogni genere, Kagome al fianco di Inuyasha camminava rapidamente guardando tutti fuorché noi. Solo Kirara e Shippo sembravano immuni a quel teatrino.
< dai Inuyasha…non dirmi che hai fatto di Kagome una donna disonesta eh??? >
Il sorriso malizioso e  il tono sornione con cui disse queste parole non lo salvarono da un pugno micidiale, una sberla in pieno viso e dalla mia furia assassina.
 
 
Guardai quella strana combriccola procedere allegramente. Poi uno di loro venne picchiato e rimase a terra mentre gli altri continuavano il loro cammino.
Li avevo sempre considerati strani ma d’altra parte anche il nostro gruppo non era dei migliori.
Naraku metteva vicino ogni genere di creatura.
Ripensai alle sue ultime parole. Era ora di entrare in azione.
< Goryumaru, tieni occupato Inuyasha non permettergli in alcun modo di avvicinarsi agli altri, soprattutto a Kagome >
< l’unica risposta fu un impercettibile movimento della testa >
Con un movimento silenzioso la mia creazione si avvicinò a me. Naraku mi aveva ordinato di creare una creatura capace di distruggere l’animo umano. Lui infine l’aveva completata con l’agilità di un combattente.
< bene Byakuya ora tocca a te. Sai già cosa fare. >
< non aspettavo altro! >





Chiedo immensamente scusa per questo mio lungo silenzio…ultimamente non ho mai avuto un attimo di pace mentale per poter finire questa storia e le poche volte che cercavo di proseguire ne uscivano solo schifezze. Avevo pensato anche di non terminarla però non sono una persona che lascia le cose a metà e non mi sembrava giusto non dare ai miei lettori un finale…..decente.!!! Spero di aggiornare con una certa frequenza da oggi in poi…..un bacione a tutti e scusate ancora! =D

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Capitolo 12
*** Ad ognuno il suo ***


Avvertii immediatamente un odore nauseabondo nell’aria. Era nuovamente il lupastro che si avvicinava.
Dovevo ammetterlo sotto sotto lo stimavo per la sua tenacia ed esuberanza ma questo sentimento si dissolveva non appena lo vedevo accanto a Kagome.
Arrivò in una nuvola di polvere. Questa volta non mi feci sorprendere e velocemente mi spostai dietro di lei per atterrarlo prima che potesse prenderle le mani.
Ma questa volta fu lui a sorprendere me.
< hei cagnaccio rognoso dove sei? >
Sbucai da dietro la schiena di Kagome più per la sorpresa che per l’insulto.
Era fermo con le braccia sui fianchi e lo sguardo scrutatore in più aveva un leggero fiatone. Mi si drizzarono subito le orecchie. Il comportamento di Koga non era affatto normale e questo mi fece irrigidire involontariamente.
Se non era venuto per importunare Kagome allora….
< eccoti…ma cosa diavolo stai facendo li dietro? >
< taci lupastro e dimmi che cosa succede? >
Il suo sguardo si posò su Kagome addolcendosi un po’, poi tornò nuovamente a concentrarsi su me.
< ero a caccia con il branco quando ho intercettato una puzza nauseabonda. L’odore era molto simile a quello dei seguaci di Naraku che ho percepito l’ultima volta. L’ho seguito per un po’ finchè non ne ho perse le tracce. In quella direzione ho intercettato il dolce profumo di Kagome e il tuo puzzo tremendo.>
Il primo mio pensiero corse a Naraku e alla voglia che avevo di spaccargli la faccia a suon di cazzotti. Poi riflettendo sulle parole di Koga mi paralizzai. Io non l’avevo ancora percepito. E se Koga seguendo le loro tracce era giunto a noi voleva dire una sola cosa…
 
Vidi nello sguardo di Inuyasha le mie stesse supposizioni ma non feci neanche in tempo ad aprire la bocca che una nube maligna oscurò il piccolo paradiso nella quale ci eravamo incontrati.
Inuyasha si mise subito davanti a Kagome e sia io che Sango ci preparammo a combattere.
Il mio intuito mi diceva che i nuovi arrivati non erano venuti fin li per parlare.
Kirara si trasformò, Shippo sgattaiolò ai miei piedi e Koga si portò al fianco di Inuyasha.
Kagome impugnò l’arco e scrutò il cielo come volesse farlo esplodere.
Era arrabbiata. Ma non ne capivo il motivo.
 
Atterrarono di fronte a noi con tutta l’eleganza che un comune bestione di roccia e la sua carceriera non avrebbero solitamente potuto permettersi.
Ero abituato alle frasi di scherno di Kagura, al sorriso impertinente di Hakudoshi ma la loro impassibile freddezza mi ricordava Sesshomaru e la cosa mi innervosiva al quanto.
< bene vedo che alla fine ci avete trovato >
< io so sempre dove ti trovi Inuyasha…è il mio compito > la calma con cui pronunciò quelle parole mi fece ribollire il sangue.
< tsk…hai portato il tuo amico chiacchierone! Non vedo l’ora di verificare se quell’armatura è davvero solida come credete! >
Sfoderai Tessaiga per dare enfasi alle mie parole. Volevo sembrare spavaldo ma in realtà sapevo che quella corazza era davvero indistruttibile.
Koga sussurrò qualcosa che solo il mio udito fine avrebbe potuto sentire.
Annui con la testa.
Lui non aveva ancora incontrato Goryumaru e mi chiese se fosse davvero forte come sembrava.
< visto che sei così impaziente di combattere accomodati pure. Anche Goryumaru non vede l’ora >
Guardai quel bestione roccioso. Mi era difficile credere che fosse capace di provare una qualsiasi emozione. Era l’incarnazione dell’indifferenza, al pari della sua padrona.
Kanna sciolse la catena che lo teneva prigioniero e poi si distanziò dal fulcro dello scontro.
< Kagome stai indietro ok? >
La vidi spostare lo sguardo dal mostro  gigantesco a me. Vidi sfrecciare un lampo di incertezza in quel cioccolato fuso ma poi annuì determinata. Sapeva che non avrei combattuto tranquillamente sapendola in pericolo.
< ehi lupastro non intralciarmi intesi?>
Il ghigno che ricevetti in risposta fu più che eloquente. Caricai il salto e mi lanciai verso quella montagna vivente.
 
Erano passati parecchi minuti dall’inizio dello scontro. I colpi di Inuyasha non sembravano sortire alcun effetto, come l’alternarsi dei calci e pugni di Koga.
Come al solito invece di collaborare, bisticciavano per colpire il loro avversario. Ma questa volta il nemico era più forte e più paziente dei suoi predecessori.
< non so cosa potremmo fare Sango ma è meglio che interveniamo anche noi! >
< hai ragione Miroku! >
Era riluttante quanto me a prendere parte a quello scontro impari. Il mio Hiraikotsu gli avrebbe fatto solamente le carezze e il vortice di Miroku rischiava di risucchiare le persone sbagliate. Ma non potevamo stare con le mani in mano.
< Shippo, raggiungi Kagome, mi sembra alquanto calma per uno scontro del genere. >
Riportai l’attenzione sulla mia amica presente solo con il corpo. Mi era sembrato strano che accettasse così facilmente di restare in disparte mentre Inuyasha combatteva ma era ancora più strano non vedere l’ansia e la partecipazione riflessi nel suo volto. Sembrava pensierosa e lontana.
Il suo arco oscillava penzoloni dalla sua mano e i suoi capelli le nascondevano parzialmente il viso.
Non seppi spiegare quel comportamento ma uno strattone di Miroku mi costrinse ad accantonare quelle preoccupazioni per affrontarne delle nuove.
 
C’era qualcosa che non andava. Era tutto troppo banale, troppo scontato. Non capivo cosa stesse per succedere ma ero del tutto convinta che sarebbe successo. Non aveva senso dopotutto quello scontro.
Niente aveva senso. Ne l’arrivo di Koga, ne l’attenzione di Kanna, ne quel combattimento logorante quanto inutile.
< hei Kagome tutto bene? >
Una vocina squillante e infantile giunse lontanamente al mio cervello. Abbassai il capo per guardare quel volpino che per la sua età aveva già affrontato abbastanza avventure.
< è tutto così strano….> sussurrai più a me stessa che a lui.
Sorrisi nel vederlo imbronciarsi e concentrarsi per aiutarmi a risolvere i miei dubbi.
Ad un tratto una voce chiara catturò la mia attenzione.
< cosa credete di fare….per voi c’è dell’altro >
Kanna voltò il suo specchio verso Sango e Miroku che erano appena giunti nei pressi dello scontro.
Una luce accecante costrinse tutti a distogliere lo sguardo ma fu un lampo.
Da quel misero accessorio fuoriuscì una quantità indefinibile di demoni di tutte le dimensioni e specie.
I miei due compagni rimasero allibiti quasi quanto me.
Koga e Inuyasha invece, colti di sorpresa mentre osservavano i nuovi arrivati, furono schiacciati contro il suolo dal gigante roccioso.
Impugnai l’arco e colpii la spalla di Goryumaru nel tentativo di liberarli. La mia freccia non gli fece nulla anzi rimbalzò via andando a distruggere un paio di demoni aggrovigliati fra loro.
La sorpresa del mio attacco però permise ad Koga di liberarsi. Inuyasha fu tirato fuori in un secondo momento.
Avanzai verso Sango tirando tutte le frecce a mia disposizione. Dannazione erano davvero tanti.
Ad un tratto un prurito innaturale dietro la nuca mi paralizzò. Sapevo chi era prima ancora di voltarmi.
Il terrore si impossessò di me ma durò un attimo.
Il sollievo di aver risolto quel rompicapo e il fatto che la preda fossi io mi fecero sentire decisamente meglio, come la consapevolezza che ormai lui non avrebbe avuto così tanto potere su di me. Infatti avevo già preso la mia decisione.
 
 
Maledizione questo durone non ne vuole sapere di crollare. Ansimavo per lo sforzo e per la fatica. Lanciai una fugace occhiata a Koga che aveva tutte le mani graffiate e il fiatone pari al mio. La mia spada era ancora integra per miracolo. Nessun nostro attacco aveva avuto effetto. Il gigante però si era limitato a schivare o parare i nostri colpi e ad attaccarci di tanto in tanto senza eccedere. Era un comportamento assurdo e la sua pazienza ed indifferenza a noi mi rendeva ancora più tenace e furioso. Schivai un pugno poderoso e contemporaneamente ricevetti un calcio in pieno stomaco da Koga. Mi rialzai immediatamente e lo stesi con una spallata.
< dannazione lupo idiota la smetti di intralciarmi?>
< sei tu che stai in mezzo. Cagnaccio idiota! >
Saltammo entrambi per evitare un altro pugno del nostro avversario.
Guardai velocemente verso Sango e Miroku impegnati a tenere a bada quella marea di demoni. Miroku non poteva usare il vortice a causa degli insetti di Naraku fuoriusciti anch’essi dallo specchio di Kanna.
Una freccia sacra disintegrò un millepiedi alle spalle di Sango.
Spostai lo sguardo su Kagome che battagliera e coraggiosa come sempre si era avvicinata ai demoni.
Vederla li in mezzo mi fece rabbrividire, anche se se la cavava piuttosto bene.
All’improvviso un demone le strisciò alle spalle ma lei lo schivò e girandosi velocemente lo colpì con l’arco disintegrandolo. Il mio cuore che si era fermato per un istante riprese a battere velocemente.
Ebbi una fugace visione della sua faretra. Conteneva pochissime frecce ormai. Un motivo in più per sbrigarmi.
I colpi si susseguivano senza sosta. La mia cicatrice del vento si confondeva con il turbine di Koga e con l’Hiraikotsu di Sango che ogni tanto volteggiava sopra le nostre teste.
Ad un tratto un odore conosciuto e terrificante quanto il ricordo che lo legava congelò i miei sensi.
Mi girai giusto in tempo per vedere quel demone-uomo avvicinarsi a Kagome e sparire con lei.
Urlai il suo nome ma…era troppo tardi.
 
 
Non mi aveva neanche sfiorata. Aveva semplicemente mosso un piede nella mia direzione e tutto ciò che mi circondava era scomparso.
Quando riaprii gli occhi mi ritrovai in un luogo sconosciuto e luminoso. Il mio respiro era regolare ma rimbombava nella mia testa come se stessi urlando. Ad un tratto comparì anche il mio rapitore.
Nei suoi occhi non c’era niente. Solo indifferenza e noia.
La sua bocca era piegata in un leggero sorriso soddisfatto. Pensava di spaventarmi a morte come l’ultima volta ma non sapeva con chi aveva a che fare. Il nostro incontro avrebbe avuto un esito differente.
Il silenzio tra noi si fece pesante. Ci studiavamo a vicenda senza muovere un solo muscolo.
Non avevo paura di lui. Almeno non quanto ne avevo provata l’ultima volta, ma quel posto così chiaro in mezzo al nulla mi metteva in soggezione.
Ecco il perché di quella battaglia. Ecco il perché della loro visita. Goryumaru serviva a distrarre Inuyasha ma senza l’interferenza di Koga lo scontro sarebbe terminato troppo presto, Sango e Miroku sarebbero stati impegnati con i demoni e solo nella confusione avrebbe potuto celare la sua presenza e rapirmi prima che gli altri potessero intervenire. In un certo senso era meglio così. Questa era una mia battaglia personale.
Chiusi gli occhi presi un lungo respiro e infine lo incendiai con lo sguardo.
< lo sai che tu e la tua combriccola avete rovinato una giornata bellissima? >
< uh..mi dispiace non credevo che potessi passare delle belle giornate sapendo cosa ti attende! Comunque perdonaci. Non era nostra intenzione! >
Accompagnò le sue parole con un piccolo inchino e un’aria contrita. Mi stava prendendo volutamente in giro e questo spazzò via anche l’ultimo barlume di paura.
<  mi sembra strano che tu non ne sia a conoscenza. Pensavo che il tuo scopo fosse quello di tormentarmi fino all’esaurimento ma a quanto pare ti sei distratto visto che l’altra sera ho dormito beatamente! >
Il suo sguardo si incupì per un istante ma poi tornò a rasserenarsi.
< la scorsa notte ho deciso di lasciarti in pace! E’ molto più divertente se la preda pensa di essere al sicuro >
Tornò a sorridere in maniera arrogante ma sotto sotto percepivo la sua titubanza.
Era una bugia.
< certo, certo….diciamo piuttosto che ho trovato il modo per tenerti lontano da me! >
La sua maschera di indifferenza si sciolse e i suoi lineamenti si contrassero per la rabbia.
< impossibile! >
< sai ho capito che nessuno è imbattibile. Nemmeno Naraku. Nemmeno tu. Il segreto è che per ognuno di voi ci vuole il mezzo giusto. Il mio punto debole era l’incertezza nell’affrontare un destino così crudele. L’incertezza di essere uccisa, di uccidere, di fallire abbandonando tutto e tutti. Ma ora non sono più incerta. Ora so quello che devo fare e lo porterò a termine costi quel che costi >
Si irrigidì appena ma sapevo che stava assimilando le mie parole una per una e stava pensando ad una contromossa.
Non mi pentivo di avergli rivelato che ero quasi immune al suo potere perché ora ero libera da quelle catene invisibili, da quella spada che pendeva sulla mia testa ogni volta che chiudevo gli occhi.
Il bianco attorno a me si fece più brillante.
< quello che dici potrà essere anche vero, ma ricordati che ognuna delle tue opzioni è terribile e non ha ripercussioni solo su te stessa! >
< oh lo so benissimo. Diciamo solo che ho scelto la meno peggio. Ma ho scelto e questo è il punto! > sorrisi di cuore. Serena nello spirito come non ero da molto tempo.
Nei suoi occhi passarono una moltitudine di sentimenti. Non mi attardai ad analizzarli. Volevo finirla una volta per tutte. Impugnai l’arco e lanciai una delle ultime frecce che mi erano rimaste.
 
< Maledizione la vedi > mi voltai verso Koga nella speranza minima che lui potesse vederla
< No Inuyasha. E non percepisco più neanche la sua presenza >
< e io non sento il suo odore! Merda>
< chi diavolo era quello? E cosa vuole da Kagome  e soprattutto dove diavolo l’ha portata! >
< maledetto lupo se lo sapessi credi che perderei tempo qui con questo colosso!!! >
Schivai un ultimo colpo.
< ce la fai senza di me? >
Il sorriso sornione e soddisfatto mi bastarono come risposta
< tu botolo trova Kagome. Sana e salva mi raccomando! >

Corsi da Sango e Miroku, sfoderai Tessaiga e finì con un unico colpo i demoni restanti.
Erano accaldati e stanchi ma nei loro sguardi c’era solo determinazione.
< Chi era quel demone >
< A me sembrava un umano >
< è un demone in forma umana. L’ho già incontrato in combattimento ma non è stato creato per il corpo a corpo >
< Kagome… > quel nome sussurrato mi fece tremare il cuore.
< si..probabilmente il suo obiettivo è unicamente lei. L’altra volta non l’aveva ferita in modo grave ma l’aveva….praticamente terrorizzata con qualcosa. Ma non ha voluto dirmi niente. Maledizione…e adesso.. >
 Mi sentivo morire se ripensavo a come l’avevo trovata nel bosco, pietrificata dalla paura e lontana da me mille miglia. Mi ero spaventato a morte. Ed ora..lei era sola…chissà dove…con lui…
Kagome.
Mi riscossi da quei cupi pensieri e mi concentrai sulla nostra prossima mossa.
< Sango, Miroku voi aiutate Koga. Io vado a cercare Kagome! >
< si!! >
< ricordatevi, Goryumaru è più forte di quello che sembra. Fate attenzione! >
Annuirono all’unisono e poi si precipitarono verso un Koga decisamente indaffarato e in difficoltà.
Guardai il cielo.
Kagome dove sei?
 
I miei colpi andavano a segno l’avevo ferito e lui mi aveva solo graffiato un braccio.
Sembrava in seria difficoltà. L’atmosfera intorno a me cambiò non era più il bianco a circondarci ma un verde pallido che diveniva sempre più splendente.
Lo vidi incupirsi per quel cambiamento e schivare i miei colpi.
Dovevo vincere, dovevo assolutamente mettere fine a questa tremenda storia.
Sembrava distratto, non ci metteva l’impegno che ci avrei messo io trovandomi al suo posto. Continuammo così per troppo tempo. Ero affaticata ma sempre determinata. Il verde si intensificò fino a bruciarmi gli occhi.
Ad un tratto mi colse di sorpresa e mi spinse via facendomi atterrare a qualche metro da lui con un suono sordo.
Mi riscossi da quella botta. Mi bruciava un gomito ma niente di preoccupante.
Mi alzai e mi preparai ad affrontarlo ma qualcosa in lui, nel modo in cui mi guardava, era cambiato.
Attorno a me lo splendore del verde cominciò a sbiadire.
Si guardò attorno e mi sorrise compiaciuto.
< bene bene….direi che ho trovato una soluzione ai nostri problemi >
Rimasi in silenzio e col fiato sospeso.
< credo di conoscere la decisione che hai preso…come credo che se fosse anche qualcun altro a saperla ne soffrirebbe moltissimo. > il suo sorriso ora era fastidiosamente luminoso.
Tremai di rabbia e paura.
< cosa hai intenzione di fare. > la mia voce comunque risuonò calma e letale.
< bè credo che sposterò la mia attenzione su qualcun altro, qualcuno che infondo condivide il tuo stesso destino >
Spalancai gli occhi e tutto intorno a noi divenne viola. Un pesante viola scuro.
< non puoi…tu..tu menti >
< ti svelo il mio piano tanto non potresti fare nulla per impedire che si realizzi quindi….gli farò fare i tuoi stessi incubi.  Mi divertirò un sacco a percepire questa volta i tormenti del carnefice. Mi ero stufato di fare la vittima. >
< maledetto >
< oh…. Credo che gli farò vedere tutte le varianti: quella in cui lo uccidi, quella in cui lo abbandoni prima che tutto ciò accada e infine…..la tua decisione. Quella in cui tenti fino alla fine di riportarlo alla ragione ma…..ah la mia preferita >
< bastardo non oserai! >
Il pensiero di Inuyasha in balia di quegli incubi mi contrasse lo stomaco. Facevo fatica a respirare. Non avrei mai permesso che accadesse a lui una cosa del genere.
Il viola lasciò il posto al rosso che invase quel mondo parallelo con irruenza.
Sembravamo avvolti dalle fiamme. Io mi sentivo avvolta dalla rabbia cieca.
Mi scagliai contro di lui e cercai di sfogare quell’odio. Usai tutto quello che era in mio potere. L’arco i pugni e i calci ma lui in un attimo si materializzò alle mie spalle e ridendo mi rispedì lontano.
Ansimai per quella sfuriata inutile.
< hahah povera Kagome! Comunque tranquilla non abbandonerò mai la mia mente preferita. Ti farò visita di tanto in tanto cosicchè tu non possa dimenticarmi. Vedrai ci divertiremo un mondo >
Stava scomparendo e il mio cuore prese a galoppare veloce rapito dalla paura e dal terrore che quelle parole fossero più vere che mai.
Questa volta il rosso scarlatto di poco prima si fece via via più scuro, toccò le tonalità del viola e poi si sprigionò in un buio senza spiragli di luce.
Solo la sua voce riuscii a distinguere in quell’oscurità.
< sei davvero incredibile Kagome! Solo la tua mente poteva colorarsi di tanti animi e colori. Questa sei tu…ed è per questo che ti trovo irresistibile >
Mi tappai le orecchie per non sentire altro e un secondo dopo scivolai in un oblio senza confini.

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Capitolo 13
*** Considerazioni ***


Si sarebbe mai svegliata? Erano due giorni che dormiva. Lo scontro con Goryumaru era terminato in fretta. Miroku mi aveva riferito che Kanna era fuggita assieme al bestione poco dopo la mia scomparsa.
Evidentemente il loro compito era finito.
Se ripensavo al momento in cui vagavo senza meta e senza alcun indizio che potesse aiutarmi a raggiungerla, mi tornavano i brividi. Mi era sembrato di rivivere l’incubo di qualche mese prima. Anche allora non avevo certezze. Anche allora rischiavo di perderla. Poi ad un tratto il suo dolce odore mi aveva condotto da lei, da quel corpo immobile; il suo corpo immobile tra l’erba.
Non pensavo che sarei riuscito a muovermi. Mi sembrava di aver ricevuto un bugno nello stomaco e che l’aria facesse fatica a circolare. Mi ero costretto ad avvicinarmi e appena avevo notato il lieve movimento del suo respiro anche il mio aveva ripreso a funzionare.
 
 
Mi risvegliai lentamente abbagliata dalla luce insistente che entrava dalle fessure tra le assi di legno.
Doveva essere pomeriggio e dovevo trovarmi nella capanna della vecchia Kaede.
Ero sola.
Sollevai un braccio e notai la fasciatura che saliva fino al gomito. Cercai di pensare con lucidità ma sembrava tutto confuso e indistinto. Alla fine rinunciai e dopo aver bevuto un sorso d’acqua mi stiracchiai pronta per alzarmi.
La tendina alla porta venne scostata con delicatezza e una figura che il mio cuore riconobbe all’istante si stagliò contro quella luce accecante.
Si fermò appena capì che ero sveglia. Sul suo viso sfrecciarono una miriade di emozioni. Gioia e sollievo, tenerezza e preoccupazione, ma l’ultima fu la più fugace di tutte: l’incertezza.
Gli sorrisi per assicurarlo che fossi viva veramente e nel pieno delle mie facoltà.
Si rilassò visibilmente e si avvicinò svelto al mio futon.
< Come ti senti? >
Il suo tono premuroso e impacciato spazzò via subito ogni timore. Come era bello inginocchiato vicino a me con i capelli arruffati dal vento e quegli occhi splendidi in cui potevo specchiarmi.
< bene> sorrisi nuovamente per confermare le mie parole
< sicura? > i suoi occhi si fecero guardinghi e indagatori.
Annuii con la testa e gli scostai una ciocca argentata dal viso.
< vuoi qualcosa…hai fame..vuoi.. >
Gli posai un dito davanti alle labbra per fermare quel flusso di domande. Era proprio tenero con me. Lo fosse stato anche con gli altri….
< stai tranquillo sto bene! Tu piuttosto…e..gli altri come…? >
Mi sorrise, e con indifferenza mi raccontò della fine dello scontro e delle ferite superficiali di tutti loro. Il suo sguardo si fece più sottile e il suo tono più duro solo quando accennò al mio rapitore e alla ferita sul mio braccio.
< ah..non è niente. Sono sbadata di natura lo sai  >
Il mio tono leggero e il mio sorriso non mutarono di molto il suo umore.
< senti…..perchè avevi paura ad entrare? > la mia domanda repentina lo spiazzò.
Lo vidi irrigidirsi ed ammutolire. Abbassò gli occhi e si strinse un ginocchio con la mano.
Rimasi in attesa perché sapevo che presto o tardi mi avrebbe spiegato.
Prese un bel respiro e parlò.
< io non avevo paura….> inarcai un sopracciglio. Era inutile mentire. Non ne era capace.
< si invece >
< mmmm….in realtà ero terrorizzato >
Spalancai gli occhi per quell’inaspettata confessione.
Sorrise indulgentemente della mia confusione. Poi ritornò granitico.
< già…quando ho capito che eri sveglia avevo paura che urlassi il mio nome come fai alla fine dei tuoi incubi e che mi guardassi con quegli occhi spaventati…mi terrorizzi davvero quando fai così..io..io mi sento impotente e odio sentirmi così, odio vederti così >
Rimasi completamente paralizzata da quelle parole. Non avevo compreso il vero tormento che i miei sogni causavano anche a lui. In realtà ero ben consapevole della paura fulminea che provavo ogni qual volta mi risvegliavo tra le sue braccia, consapevole di non aver più alcuna via di fuga. Poi quando la ragione tornava, quel volto e quel corpo divenivano per me la salvezza. Non pensavo però che facesse così male anche a lui.
Un pensiero raccapricciante e desolante mi attraversò la mente. Se le parole di quel maledetto fossero risultate vere, e non avevo dubbi al riguardo, avrei interpretato presto il ruolo dello spettatore impotente. Avrei condiviso nel peggiore dei modi il dolore di Inuyasha.
Cosa potevo dirgli per placare il suo tormento? Avvicinai il mio volto al suo e gli sfiorai la bocca con la mia.
< scusami >
Quella parola spazzò via ogni rancore e tristezza tra noi.  Mi strinse forte e in quell’abbraccio ritrovammo la pace.
 
< Kanna bentornata! >
Quella voce baritonale e sicura provocò in me il solito moto di fastidio.
Repressi immediatamente quel sentimento in un angolo della mia mente. Non era il momento di distrarsi.
Trascinai Goryumaru nel profondo della grotta. I miei occhi si abituarono presto all’oscurità.
Il nostro signore se ne stava sospeso da terra con le gambe incrociate e le braccia conserte protetto come sempre da quella sua aurea rosata.
Il suo sorriso maligno bastava per capire che era già a conoscenza dell’esito dello scontro.
Il mio silenzioso compagno mi seguì fedelmente. Ci fermammo a pochi metri da lui.
< allora cosa hai da dirmi sui nostri amici? >
<è andato tutto secondo i piani >
Annuii impercettibilmente. Non si aspettava d’altronde una risposta diversa.
< Goryumaru ha combattuto contro Koga e Inuyasha. Ha eseguito i tuoi ordini. Li ha tenuti impegnati mentre la sterminatrice e il monaco si sbarazzavano delle creature demoniache. >
< perfetto! Cosa puoi dirmi sullo scontro >
< Ne gli attacchi del lupo ne quelli del mezzo demone hanno scalfito la sua corazza. >
Un altro sorriso compiaciuto illuminò quel volto stranamente umano.
La domanda che spesso rimbalzava nella mia mente non attardò a ripresentarsi. Cosa mai avrebbe potuto distruggere questo mostro? Mi voltai verso di lui. Sembrava davvero indistruttibile.
< bene.>
< gli altri due membri del gruppo hanno avuto qualche difficoltà con i demoni. Il monaco non ha potuto usare il vortice. Anche la sacerdotessa è intervenuta. Le sue frecce ne hanno spazzato via un numero notevole. >
< Certamente. Che mi dici della tua creatura? >
< Byakuya ha fatto il suo dovere. La confusione generale gli ha permesso di materializzarsi senza che gli altri lo notassero e ha portato Kagome all’interno del suo inconscio. >
< e… >
< Byakuya mi ha confidato la sua nuova strategia. Sembra che Kagome abbia infatti scoperto il modo per rendere le sue visite meno…invasive e dolorose . Il prossimo obiettivo quindi è Inuyasha. >
< magnifico. Sapevo che quella ragazzina ci avrebbe dato del filo da torcere e questa conferma mi rende oltremodo soddisfatto. Sono curioso di vedere come andrà a finire ahahahahaa >
Quell’espressione cattiva e ampiamente soddisfatta avrebbero fatto inorridire chiunque. Ma non il mio spirito che non era stato programmato per provare simili sentimenti.
< un’ultima domanda. Il frammento quindi…dov’è. >
< non è al villaggio e non è addosso alla sacerdotessa. Byakuya non avrebbe mai potuto trasportarla all’interno della sua mente altrimenti. Deve esserci un altro luogo in cui lo nascondono >
< bene occupati allora di scoprire dove si trova. La fine ormai è vicina >
Lasciai quel luogo oscuro e anche il mio silenzioso quanto imponente compagno.
Avevo mentito a Naraku. Sapevo quasi con certezza dove fosse l’ultimo frammento. L’unico in loro possesso.
Doveva trovarsi al di la del pozzo. Nel mondo di quella strana ragazza. Non sapevo di cosa si trattasse.
Byakuya aveva avuto qualche difficoltà a raggiungerla. L’ultimo frammento era sicuramente la. Un luogo sconosciuto per noi, ma se Naraku avesse sospettato qualcosa, avrebbe mosso mari e monti pur di raggiungerlo.
Ma se fosse riuscito a completare la sfera prima che Goryumaru fosse stato sconfitto, quegli sciocchi non avrebbero mai avuto alcuna possibilità di sconfiggere Naraku. Io volevo la sua fine. Io dovevo vendicare mia sorella.
Kagura
Il solo pensarla invase il guscio vuoto del mio cuore di tristezza e solitudine e il mio specchio tremò con me.
Prima o poi l’avrei raggiunta. Io ero un’emanazione di quel mostro e di conseguenza sarei morta con lui. Probabilmente però la mia fine sarebbe giunta molto prima. Se Inuyasha e gli altri non fossero riusciti a sconfiggere il gigante di roccia che conteneva l’anima di Naraku,  sarei dovuta intervenire in qualche modo e avrei pagato il mio tradimento a caro prezzo.
Ma infondo quale prezzo aveva la mia vita? Che senso aveva continuare. La vendetta era l’unica cosa che alimentava il mio spirito.
Nonostante la voglia di vedere Naraku sconfitto però non potevo ignorare ne la mia natura ne i suoi ordini. Byakuya era stato generato con il solo scopo di tormentare le menti altrui. Era un abile combattente ma la sua vera forza stava nell’annientare lo spirito delle sue vittime.
Nel mio animo non c’era rimorso ne compassione per Kagome e gli altri.
Infondo era proprio questo l’obiettivo di Naraku. Nessun sentimento … nessuna colpa.
 
Erano passati un paio di giorni da quell’ultimo scontro.
Giorni insolitamente freddi. Non per l’aria frizzante dell’autunno ma per l’atmosfera che circondava me e il resto del gruppo.
Mi ero fermata a rinfrescarmi il viso. Ma quell’immagine riflessa nell’acqua non poteva essere la mia.
Quella ragazza pallida con gli occhi troppo grandi e opachi e con le labbra tirate in un eterna smorfia di preoccupazione non potevo essere io.
Dov’era finita la Kagome pasticciona e sorridente, sempre allegra e ottimista?
Dov’era la Kagome innamorata della vita?
Il mio pensiero, come dotato di ali proprie volò su Inuyasha. Ecco una cosa che era cambiata in meglio. Il mio amore per la vita era mutato. Si era trasformato in un amore sconfinato verso un mezzo demone musone, e seppur impossibile questo amore era aumentato e non accennava a fermarsi.
La ragazza del lago sorrise e in lei scorsi una lontana somiglianza con la vecchia me.
Io ero una persona positiva. Ero una ragazza che aveva sempre affrontato ogni difficoltà a testa alta.
D’altra parte vivevo in un mondo che non era il mio e nonostante ciò mi sentivo più a mio agio che mai!
Non potevo continuare a farmi mettere i piedi in testa da quel maledetto.
Se amavo davvero Inuyasha dovevo trovare il modo di porre fine a quell’agonia infinita.
La morte di suo padre, il disprezzo degli altri verso di lui e quello riservato alla sua incantevole madre. La trappola in cui erano caduti lui e Kikyo. L’amore mai vissuto delle loro anime…..la sua morte…..
A questa lista nera si dovevano aggiungere il mio rapimento e tutte le vicende in cui Naraku ci aveva fatti soffrire.
Poteva bastare. Non gli avrei più permesso di fargli del male. Quegli splendidi occhi ambrati non avrebbero mai più dovuto oscurarsi. Quella meravigliosa bocca carnosa e impertinente non avrebbe mai dovuto assumere forme diverse dal sorriso. Questo era il mio piano. Questo era il mio scopo. E non avrei fallito. Costi quel che costi.
Ora sapevo cosa fare.
 
Il vento spinse con violenza i capelli castani della mia dolce Sango sul suo splendido viso. Lei con un gesto paziente li rimise inutilmente al loro posto. Le sorrisi. Immaginavo di avere un’espressione ebete, ma non mi importava. Lei era il mio paradiso peccaminoso. Distolse lo sguardo da me leggermente imbarazzata e concentrò la sua completa attenzione su Kirara. Alzai gli occhi al cielo. Sango non era affatto così ingenua e pudica come voleva far credere.
Immediatamente mille immagini di attimi vissuti insieme affollarono la mia testa.
Non ci eravamo spinti troppo oltre ovviamente; sosteneva di voler essere una donna rispettabile prima di concedersi completamente a me ma le cose che avevamo sperimentato assieme mi facevano solo prudere le mani.
Era focosa in battaglia come in amore. Era la mia Sango e in quei momenti era più indomabile e appassionata che mai. Era infondo la mia degna compagna.
Sarebbe stata mia quando tutta questa spiacevole quanto infinita storia fosse giunta al capolinea.
Scrutai impercettibilmente Inuyasha.
Se ne stava distante da noi. Quasi a metà strada fra noi e Kagome che si abbeverava ad una ventina di metri dalla collina in cui la stavamo aspettando.
Inuyasha sfoggiava una maschera rilassata e indifferente. Con le braccia conserte, un piede che batteva i secondi sull’erba e la testa piegata di lato in una smorfia impaziente.
Ma ad un attento osservatore come me mai sarebbero sfuggiti i suoi occhi accesi e indagatori fissi su quell’esile figura inginocchiata, il suo naso alto e pronto a captare ogni qual minimo odore e il suo corpo altrettanto pronto a scattare verso la sua metà. Inuyasha era tutt’altro che rilassato. D’altra parte Kagome era lontana. Pochi metri ma era lontana. Probabilmente non aveva voluto accompagnarla per non insospettirla e opprimerla con la sua costante presenza ma non per questo non l’avrebbe marchiata a fuoco con lo sguardo, pronto ad eliminare qualunque tipo di minaccia. Non c’era da meravigliarsi però, troppe erano state le volte in cui aveva rischiato di perderla.
Era chiaro come il sole l’amore che traboccava dai loro occhi quando si guardavano l’un l’altro; peccato che quell’amore portasse anche tanto, troppo dolore.
Mi riscossi da quei cupi pensieri. Eravamo tutti cambiati. Soprattutto Inuyasha. Tempo fa non avrebbe atteso che pochi secondi prima di insultare Kagome per quel ritardo concesso e naturale. Ora invece era molto più paziente ed accomodante.
< avanti Kagome ti vuoi sbrigare???? Non possiamo mica attendere Natale!!! Sei la solita lumaca > chinai la testa sconfitto….no in quello non era decisamente cambiato.
Un lieve eco di cui distinsi solo la parte finale giunse alle mie orecchie, ma lo schianto e l’immediata imprecazione di Inuyasha furono la conferma che il mio udito era più che perfetto.
< Kagomeeeeeeee >

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Capitolo 14
*** Confidenze notturne ***


Stavo ammirando i punti luminosi in quel mare blu cobalto. La luna spuntava fiera nel cielo e illuminava di una pallida luce anche gli angoli più nascosti.
Sospirai godendomi quell’insolito attimo di tranquillità. Attorno a me solo il lieve ronzio dei grilli e il sottile soffio del vento.
Quella era la pace.
Pace.
Una parola ora priva di significato per noi.
Guardai Kirara, fedelmente accucciata ai miei piedi che dormiva rilassata e lontana da ogni preoccupazione.
Distrattamente presi ad accarezzare il suo folto pelo.
Ah…chissà se da lassù la mia gente riusciva a vedermi. Se condivideva le mie paure e i miei timori. Se capivano quanto mi stavo impegnando per vendicarli e allo stesso tempo per permettere ai nostri animi di vivere in armonia con il resto delle cose. Il mio pensiero corse subito a Kohaku.
Il mio povero fratellino. Ne aveva passate davvero troppe per essere così giovane. Era l’unica parte sopravissuta di un puzzle lacerato dall’odio.
Se all’inizio non avessi avuto lui alla quale aggrapparmi, se non avessi dovuto trovare la forza per strapparlo da quel maledetto…a quest’ora non sarei qui a contemplare questa notte. Non avrei trovato degli amici, non avrei trovato l’amore. Sembrava assurdo che mi fossi innamorata proprio di un maniaco del genere, ma….era stato più forte di me. Più si comportava male e più il mio cuore si gonfiava di sentimenti contrastanti che avevano come unico bersaglio lui. Solo lui. L’unico e per sempre.
Per sempre.
Un’altra parola per noi senza significato. Avremmo mai avuto un “sempre”. Un futuro? Un domani?
Se non fossimo riusciti a sconfiggere Naraku la maledizione del vortice lo avrebbe consumato e io ero ben sicura di non riuscire a sopportare quell’ulteriore perdita. Lui sarebbe stato troppo. Troppo da sopportare.
Non sarei riuscita ad accettare una morte così veloce.
Non avrei avuto un corpo su cui piangere, non avrei avuto una tomba su cui portare i fiori e pregare. Avrei avuto solamente un buco. Un buco immenso e profondo, grande quanto il mio fallimento. Grande quanto la mia disperazione. No, se mai quel momento fosse giunto…io l’avrei seguito. Non sarei rimasta in disparte a guardare mentre scompariva davanti ai miei occhi. L’avrei abbracciato, l’avrei confortato e insieme saremmo finiti in un altro mondo. Non importava quale. Saremmo stati assieme. Per sempre.
La voce di Inuyasha in lontananza mi strappò da quei cupi pensieri. Ecco un’altra persona che non conosceva il significato di “per sempre”. Povero Inuyasha. Lui si che ne aveva passate tante.
Il suo lieto fine con Kikyo era svanito per sempre e anche se aveva avuto una seconda possibilità anche quella si era dimostrata un’ulteriore dolore. E ora che finalmente il suo cuore aveva ritrovato la pace…anche questa nuova favola sembrava destinata a finire.
Non potei fare a meno di pensare a Kagome. Anche lei era una degna protagonista di quest’incubo infinito.
Era in un mondo che non le apparteneva. Lontana da tutto e tutti. Non aveva scelto lei di essere la reincarnazione di una sacerdotessa, e non di una qualunque. La protettrice della sfera. Non era colpa sua se si era trovata immischiata in questa faccenda e tanto meno era colpa sua se si era innamorata di quel mezzo demone incasinato.
Se solo avesse voluto, lei era l’unica che avrebbe potuto piantare tutto e tornarsene alla sua vita reale.
Lontana dai guai, lontana da demoni e maledizioni, lontana da rapimenti e lotte. Lontana da noi.
Eppure era ancora qui al nostro fianco. Era incredibile.
I nostri problemi erano simili. Lottavamo per preservare il nostro amore. Lottavamo contro lo stesso nemico. Lottavamo per la vita. La nostra e quella di tutto il pianeta. Lottavamo perché ora non potevamo fare altro.
Avremmo lottato fino a quando anche l’ultimo di noi non fosse stato sconfitto.
 
< dai Inuyasha andiamo a farci il bagno…non vedo l’ora di immergermi in quell’acqua tiepida e rilassarmi dopo un’estenuante giornata di cammino >
< tsk….estenuante….hai la resistenza di un bambino Miroku >
< no presuntuoso che non sei altro….il tuo ritmo è a dir poco demoniaco e noi siamo dei semplici esseri umani..per quanto dotati di incredibile resistenza…..sai non sei stato affatto gentile a sfiancarci così >
< ma sentitelo! Sei proprio una femminuccia >
< ah si…? Chiedi a Kagome se per caso non si sente un pochino stanca!!! >
Mi voltai immediatamente verso di lei.
Alzò le mani in segno di resa….e mi sorrise indulgente e imbarazzata.
< No….Non…..be…un pochino….ma io ho viaggiato per quasi tutto il tempo sulla tua schiena per cui non conta… io >
La guardavo gesticolare e fulminare Miroku con lo sguardo.
L’avevo fatta stancare. Maledizione. Non credevo di aver corso tanto.
Solo allora cominciai a distinguere i segni della stanchezza sui loro volti.
Miroku aveva i capelli arruffati ed un rivolo di sudore gli colava dalla fronte. La tonaca era aperta sul davanti per accogliere il venticello notturno e si appoggiava al bastone come fosse un suo terzo piede. Sango si era allontanata in silenzio senza pronunciare parola e se ne stava semi sdraiata a guardare le stelle e Kagome……Kagome era terribilmente pallida. Più pallida del solito. Il nodo della sua divisa era mezzo sfatto e delle leggere ombre scure le cerchiavano gli occhi.
Dannazione. Ero uno stupido.
Volevo trovare Naraku a tutti i costi ma se continuavo così avrei perso i miei compagni per strada invece che in battaglia. Avrei mai imparato a dosare la mia forza e il mio carattere?
Una mano calda prese la mia che si era stretta a pugno senza che me ne accorgessi.
Mi trovai con il volto di Kagome a pochi centimetri dal mio. Smisi di respirare. Non mi ero accorto che si era avvicinata. Mi guardava come fossi il centro del suo mondo e il mio cuore fece una capriola.
< sc…scusami.. >
Mi sorrise. Il sorriso più dolce e sensuale dell’universo.
< per cosa dovrei scusarti eh? >
< ..io…..uff….be…non..perchè non ho mezze misure ecco >
< ahhhhahaaha  > la sua risata cristallina e acuta mi mise immediatamente di buon umore senza sapere il motivo.
Si avvicinò a me fino a portare le sue labbra a contatto con il mio orecchio.
< mi piaci soprattutto per questo Inuyasha >
Si ritirò in fretta. Era stato poco più di un sussurro ma la mia mente lo registrò come lo avesse urlato e il mio spirito cominciò a fare festa. La guardai. Aveva le guance soffuse di un leggero rosa e gli occhi luminosi. Un sorriso timido ma impertinente incorniciava quell’opera magnifica che era il suo volto.
< ehi voi due l’avete finita di tubare? >
Rossi come due peperoni ci voltammo verso quel depravato di un monaco che ci guardava come fossimo di un altro pianeta.
Stavo per sferrargli un sonoro cazzotto, ma la mano di Kagome fermò il mio braccio prima che il colpo arrivasse a destinazione.
< Voi due non dovevate andare a fare un bagno? >
< si ma… >
< già…è un’ora che aspetto i vostri comodi!!! >
Mmmmm volevo ucciderlo! Lo fulminai con un occhiataccia ma lui si incamminò indifferente verso il fiume.
< ecco io…Kagome…non è il caso….vado dopo….io…non posso lasciarti sola! E se ti succedesse qualcosa. Lo sai che non possiamo abbassare la guardia neanche per un attimo….Andrò più tardi >
< dai Inuyasha su…cosa vuoi che succeda….e poi non starai via molto no?!! Inoltre sei qui dietro e se dovessi avvertire qualcosa urlerò forte da svegliare l’intera foresta ok?? >
Ero terribilmente indeciso. L’idea di farmi quel bagno mi attirava come non mai ma saperla lontana da me era impensabile.
< Guarda come ci siamo ridotti.  Abbiamo paura anche a fare un bagno! Viviamo nel terrore di girarci. Inuyasha è questo quello che vuole. Vuole renderci la vita un inferno. E noi glielo permettiamo. Per cui ora basta. Starò accanto a Sango se la cosa ti fa sentire meglio. Ma ora va!> e detto ciò mi spinse verso Miroku.
Ero molto titubante ma non potevo negare che aveva ragione su tutto. Se solo avesse potuto fare il bagno con me.
Scossi la testa per scacciare quell’immagine stupenda ma poco opportuna e mi voltai per nascondere il rossore.
< hei ho io una soluzione magnifica!!!! Kagome perché non vieni a fare il bagno con noi????? Sarà magnif.. >
Forse avevo esagerato. La forza che avevo messo in quel pugno avrebbe ucciso un bufalo.
Ben gli stava. Se solo avesse saputo che avevo pensato alla stessa cosa solo pochi secondi prima mi avrebbe risucchiato con il suo vortice…l’unica differenza era che nella mia fantasia lui ovviamente non era presente.
< noi andiamo allora. Farò presto >
Raccolsi Miroku da terra e diedi un ultimo sguardo a Kagome.
La sua risata accompagnò la nostra fuga.
 
 
< Hei Sango tutto bene >
< oh Kagome….si….scusa ero sovrappensiero >
Qualche volta la mia migliore amica si perdeva nei meandri dei suoi pensieri. Lei e Miroku erano molto simili dopotutto. Pensavano un sacco ed erano sempre tra le nuvole. L’unica differenza è che per Miroku non c’erano segreti. Ciò che si formava nella sua testa veniva espulso immediatamente dalla bocca. Senza passare dal via. Mentre Sango era molto più riflessiva e riservata.
Se ripensavo al battibecco di poco prima mi veniva ancora da ridere. Povero Miroku.
< Kagome…..era da tanto che non ti vedevo sorridere spensierata. E’ bello constatare che sai ancora come si fa >
< già! Mi sembra strano anche a me, ma stasera…..stasera è tutto diverso. Mi sento in pace. Leggera e stranamente positiva. Che dici ho la febbre? >
Alzai la frangetta con il palmo della mano e teatralmente mi tastai la fronte
Sango scoppiò a ridere svegliando Kirara che arruffò il pelo e si sistemò più distate da noi. Era davvero una gattina permalosa.
Sango tornò a ridere e questa volta non seppi resistere. Si era una serata insolitamente tranquilla.
Mi distesi sull’erba e fissai quell’immensa coltre nera.
Non so per quanto tempo rimasi a fissare il cielo stellato, ma quel prolungato silenzio mi fece venir voglia di confidarmi. Confidarmi come mai avevo fatto.
< Sango posso dirti una cosa? >
< certamente > mi sorrise in modo sereno e aperto.
Presi un bel respiro e cominciai a raccontare tutto quello che mi stava accadendo, tutto ciò che sentivo, tutto ciò che mi tormentava l’anima. Ad ogni parola il mio spirito si alleggeriva e ad ogni parola sul volto di Sango comparivano una miriade di sentimenti. Sgomento, orrore, pena, comprensione, incredulità.
Le raccontai degli incubi. Di come all’inizio erano confusi e indistinti. Le raccontai delle diverse varianti alla quale avevo tragicamente assistito e alle quali avrei sicuramente fatto parte. Le raccontai di quel demone che tormentava i miei pensieri. Della mia decisione e del pericolo che stava correndo Inuyasha. La sua prossima vittima.
Le raccontai tutto. Alla fine di quella che sembrava solo una tremenda storia mi sentii leggera anche se un pesante silenzio circondò la nostra notte.
 
 
Possibile? Possibile fosse vero? Non poteva essere. Chi mai avrebbe architettato un piano così orrendo e malvagio.
Solo un essere era in grado di provocare tanto dolore. Maledetto!
Ora tutto era più chiaro. Mano a mano che il suo racconto proseguiva le tessere del puzzle tornavano al loro posto.
Le nostre notti insonni, i suoi incubi, il terrore con cui chiamava Inuyasha. Lo strano demone che sembrava prediligere lei. Il suo rapimento. Tutto aveva senso ora che quel terribile destino ero stato svelato.
Sbattei più volte le palpebre per mettere a fuoco lo straordinario viso di una ragazza straordinariamente orgogliosa e tenace. Un viso di una dolce donna che aveva un'unica grande maledizione. Amare Inuyasha.
Ma dopo tutto non ero anch’io una donna maledetta dal fato?
Probabilmente era quello il motivo del nostro incredibile legame.
Cercai di immaginarmi in quel contesto. Con Miroku che tenta di uccidermi e io che cerco invano di portarlo alla ragione. C’erano tre tipi di paure e dolore. La paura di venir uccisi, la paura di dover ammettere che ormai era tutto finito e il dolore per la consapevolezza di non essere in grado di fare nulla per evitare una simile tragedia.
Ma come poteva ancora sorridere e scherzare dopo aver scoperto quale sarà l’esito del loro amore.
Avrebbe ucciso o sarebbe stata uccisa. Cos’era peggio.
< non guardarmi così Sango. Io la mia decisione l’ho già presa e anche volendo non potrei fare altrimenti. >
< ma non funzionerà. Lo sai com’è Inuyasha quando si trasforma. Non ti riconoscerà mai. Nonostante i tuoi poteri di sacerdotessa >
< si probabilmente hai ragione. Non ci sarà abbraccio o bacio in grado di placare la sua furia. Vorrà del sangue. Il mio sangue. Niente lo fermerà…eppure…ci proverò. Ci proverò finchè avrò fiato in gola. Finchè il mio cuore batterà proverò a riportarlo da me. >
< ma… >
< no…..non posso non aver fiducia in lui. Credevo in quel testone ancora prima di innamorarmi di lui. Ha sempre avuto tutto il mio rispetto e la mia fiducia e non posso certamente tirarmi indietro proprio in questo momento. >
< ti ucciderà Kagome. Ti ucciderà e poi quando e se riprenderà coscienza si toglierà la vita per quello che ha fatto. Non vivrebbe mai senza di te. Non vivrebbe mai con la consapevolezza di essere stato lui a toglierti la vita. >
Avevo quasi urlato quelle parole. Sapevo che ero crudele ma non potevo permetterle di fare una simile sciocchezza. Doveva andarsene. Doveva immediatamente ritornare nel suo mondo e non tornare mai più.
Kagome divenne improvvisamente triste e sconsolata. I suoi occhi scesero a guardare i fili d’erba e le sue mani strinsero con forza le ginocchia.
Mi faceva tanta tenerezza. Avrei voluto abbracciarla ed assicurarle che tutto si sarebbe sistemato per il meglio ma…..
< lo so Sango. Lo so benissimo perché è proprio quello che farei io se dovesse accadere il contrario. Per questo non lo posso uccidere. Neanche per difendermi. Ed è proprio nel momento in cui lui vorrà seguirmi che tu dovrai impedirglielo a tutti i costi. >
< Cosa??? Come credi che io possa fermarlo! Non ragionerà sarà fuori di se….non ci ascolta quando è calmo figuriamoci in quel momento! >
< lo so…lo so però devi provarci. Me lo devi promettere. Lui è tutto per me e devi ricordargli quanto ci tenevo alla sua vita. Non deve sprecarla. Deve andare avanti. Ricordaglielo tutto qui. Non permettere che si uccida. Ti prego. >
< io…….. >
Ero davvero sconsolata e affranta. Poco prima avevo pensato la stessa cosa per Miroku. Non avrei mai potuto stare a guardare. Avevo deciso di seguirlo. Di farmi risucchiare a mia volta dallo stesso vortice che aveva intenzione di portarmelo via. Quindi come potevo prometterle che avrei fatto l’impossibile per fermare Inuyasha. Io non avrei voluto che qualcuno mi fermasse.
< promettimelo > guardai quegli occhi determinati e fieri e fui sconfitta.
Riuscii solo ad annuire. La mia capacità di parola era volata via con la speranza di un lieto fine.
< sai…non ho manie suicide. Farò di tutto per restare in vita. Lotterò…..a modo mio. Farò in modo che mi riconosca. Farò affidamento sul nostro amore e sui miei poteri per riuscirci. Terrò duro fino alla fine. Ma una cosa è certa. Non l’odierò mai per quello che mi farà. Io voglio invecchiare assieme a lui. Assieme a voi. Questo è il mio più grande desiderio, per cui farò di tutto per riuscirci. >
< oh Kagome >
< ho solo un enorme lacuna da colmare. Perché secondo te Naraku vuole che Inuyasha mi uccida. >
Credo che ci siano molti motivi. Credo voglia vederti sconfitta dopo il tuo inganno e probabilmente non riuscendo a sottomettere te ha puntato su un altro bersaglio. Non dimentichiamoci poi della storia di Kikyo. Anche in passato aveva messo in scena la stessa trama per cui…. >
< penso ci sia anche la voglia di annientare Inuyasha sotto tutti i punti di vista ma credo che la sua motivazione principale sia un’altra. >
< cioè >
< presumo che voglia che noi due arriviamo ad odiarci. D’altra parte Kikyo aveva odiato Inuyasha per averla ingannata. Credo voglia fare la stessa cosa con me. Non sopporta il legame che abbiamo. Vuole che io provi odio in quel momento. Ne sono sicura ma….deve esserci un altro motivo per spingerlo ad architettare un piano così articolato. >
< già..se voleva semplicemente farvi fuori avrebbe potuto usare mezzi molto più veloci è vero >
< bè…..poco importa ora. Questo è il mio destino e questo è quanto dovrò affrontare. Prego solo che Inuyasha non provi i miei stessi sentimenti durante quegli incubi. Spero che…..spero che non mi allontani da lui. Io voglio combattere al vostro fianco. >
< vedrai Kagome….qualcosa faremo  >
Non sapevo esattamente cosa ma…si qualcosa avremmo fatto.
< mi faresti un’altra promessa Sango? >
< non vuoi che parli a nessuno di questa nostra chiacchierata vero? >
Il sorriso splendente ma triste che mi rivolse sigillò quella notte stellata infondo al mio cuore.






ciao a tutti.....sn un po imbottigliata nei miei mille pensieri.....spero di mettere un pochino d'ordine così da concludere questa ff!!! Mi aiuterebbe un sacco sapere cosa ne pensate....i commenti aiutano sempre!!!! mi piacerebbe davvero tanto capire se quello che sto scrivendo...ha un senso anche per voi...=D Ringrazio tutti indistintamente per la costanza e soprattutto la pazienza. Ciau =)

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Capitolo 15
*** I principi dei fiori ***


Il giorno seguente arrivammo in uno strano villaggio ricoperto di fiori.
C’erano fiori di ogni genere e colore sparsi dappertutto. L’odore era gradevole, forse un pochino nauseante.
Guardai Inuyasha che con l’espressione corrucciata si guardava attorno stranito. Vidi spuntare subito dietro la sua chioma argentata il volto splendente di Kagome che si guardava attorno meravigliata e felice.
< è davvero stupendo >
Il bisbiglio sommesso di Sango rifletteva la sua espressione raggiante.
Ah le donne!!!
< hii questo odore è nauseabondo >
< Shippo come fai a dire una cosa del genere. È un profumo dolcissimo!! >
< No Kagome ha ragione il piccoletto. Questo strano odore mi da alla testa. >
< ma….io mi sento meravigliosamente!!! >
Evidentemente solo chi possedeva del sangue demoniaco poteva percepire l’aura maligna che quei fiori sprigionavano.
Nonostante la mia esperienza facevo davvero fatica a percepirla. Mi stupivo del fatto che Kagome con i suoi poteri purificatori non l’avesse colta.
Inuyasha la fece scendere e rimase al suo fianco protettivo. Si guardava attorno come un cane da caccia.
C’era da stare all’erta. Un pericolo si celava dietro quei numerosissimi fiori.
Mi avvicinai a Sango e insieme raggiungemmo il centro del villaggio.
Le persone sembravano delle marionette. Vagavano per le strade senza una meta precisa.
Era tutto troppo strano.
< hei stiamo attenti….qui c’è puzza di demone >
< Naraku? >
< no..Miroku…non percepisco il suo fetore. >
< bene allora direi di cercare questo fioraio e  di metterlo subito a dormire. >
< ben detto! >
< Sango e io cercheremo a Sud. Tu e Kagome dirigetevi a Nord. Se qualcuno trova qualcosa….avvisa gli altri, altrimenti fra tre ore qui! >
< perfetto! >
Stavamo esplorando la nostra parte di villaggio quando una voce sottile e troppo vicina ci fece scattare sull’attenti.
< Un bonzo e una sterminatrice….ah che coppia strana…..strana come quel mezzo demone e la sacerdotessa dagli insoliti abiti. Che gruppetto pittoresco. >
Io e Sango ci preparammo ad attaccare quella strana creatura vestita di piante e foglie. Solo il viso era scoperto, i suoi occhi erano neri come la pece e la sua pelle bianca come la neve.
A vederlo non sembrava minaccioso. Ma qualcosa in lui mi provocò un brivido freddo. Un brivido di paura.
< chi sei e cosa hai fatto agli abitanti di questo villaggio? >
< bene mi presento…sono il principe dei fiori…e sono il secondogenito di una famiglia di flagellatori. >
< flagellatori? >
< si….noi ci nutriamo delle paure e dei timori altrui…in pratica siamo il flagello dell’anima. Tutti i vostri sentimenti più nascosti, tutti i vostri dolori sono per noi fonte di nutrimento. >
< maledetto >
< questo villaggio faceva al caso nostro. La gente qui era insoddisfatta e abbattuta dalla  carestia e dai continui attacchi dei demoni. Erano in balia del dolore e questo richiamo è stato per noi irresistibile! >
< come puoi sorridere mentre dici queste cose! >
< bella sterminatrice….più ti infervori più mi viene la voglia di divorarti. >
< non ti conviente provarci dannato bastardo >
< tranquillo bonzo….appena avrò finito con lei toccherà a te..anche se tra voi c’è una sostanziale differenza di gusto. Lei è molto più appetitosa ahahha >
Tremavo di rabbia. Ma la mia indole riflessiva mi propose una serie di quesiti. Era il secondogenito. Quindi l’altro dov’era??? Inuyasha e Kagome l’avevano già incontrato? Perché non avevo percepito la sua presenza fino a quando non mi si era presentato davanti…perché voleva Sango?…..
< attento bonzo….tante domande in una volta sono considerate una scortesia!!! >
Rimasi paralizzato. Era in grado di leggere la mente. Come era possibile!
< no…non ho questa capacità ma d’altra parte non mi serve. Sono così abile nel distinguere anche le più piccole emozioni sul volto delle persone che non ci sono segreti per me. Però devo considerarmi agevolato…mai mi erano capitate delle prede così sincere e palesi. Sembra che i vostri pensieri vengano urlati a gran voce. >
< ah davvero??? Be allora non ti sarà difficile comprendere questo…..ti faremo fuori prima che tu possa aprire di nuovo la bocca >
Sango scagliò il suo Hiraikotsu che colpì il demone saccente tagliandolo in due.
Rimasi sbigottito quando le due parti scomparirono per poi riunirsi alle nostre spalle.
Mi ricordava tanto Naraku. Ma a differenza sua le parti recise non si rigeneravano incollandosi, bensì scomparendo.
< ti svelo un segreto…monaco curioso…..io posso materializzarmi. Mio fratello possiede una grande forza fisica, io invece una velocità impressionante. Ecco perché non sei riuscito a percepirmi prima. >
< ah capisco…bene allora per uno come te ci vuole solamente questo >
Sciolsi il rosario e aprii il vortice. Ma ancora una volta lui fu più veloce.
< ahhha niente da fare…ti ho già detto che siete troppo trasparenti e prevedibili.
Maledizione. Dovevamo escogitare qualcosa altrimenti…..
Il nostro scontro continuò così…noi attaccavamo, lui schivava. Eravamo stanchi ma avevo avuto modo di studiare il suo comportamento durante la battaglia. Alla fine sapevo come sconfiggerlo.
Guardai Sango e al volo capì che anche lei era giunta alla mia stessa conclusione.
Ci voleva un attacco combinato.
Era veloce si, ma c’era un momento in cui le sue difese e le sue abilità venivano meno.
< ora >
Sango lanciò con potenza Hiraikotsu contro un albero. Questo prima di spezzarsi deviò la traiettoria dell’arma che girando attorno al demone lo colpì alle spalle.
< sciocchi che non siete altro non avete ancora capito eh… >
Il suo corpo reciso divenne nebbia e scomparve dalla nostra vista.
Misi all’erta tutti i miei sensi per capire il momento e il punto preciso in cui si sarebbe rigenerato.
Quando una piccola parte di lui cominciò a prendere forma scagliai il mio vortice e risucchiai quel demone che si credeva il più astuto del mondo.
Sango corse ad abbracciarmi e sorrise felice della nostra vittoria.
Restituii l’abbraccio e insieme a Kirara ci avviammo verso Inuyasha e gli altri…..consapevoli che nessun avversario avrebbe potuto essere più forte e tenace di Inuyasha.
Ad un tratto Sango rallentò. I suoi occhi divennero assenti e privi di ogni bagliore di vita. Cadde in ginocchio e si strinse la veste all’altezza del cuore con entrambe le mani.
Il terrore cieco invase il mio animo. Cosa le stava succedendo?
La raggiunsi e mi lasciai cadere vicino a lei. La scossi chiamandola prima lentamente, poi con molta più energia senza ottenere risposta. Cominciai a sudare freddo.
Ad un tratto mentre cercavo di sollevarla toccai una sporgenza dura come la roccia conficcata nella sua schiena.
Sembrava una spina di rosa gigante. Era conficcata in profondità ma invece di sanguinare dalla ferita si diramavano delle radici che avanzavano verso il collo e i fianchi.
Il suo corpo era freddo ed era sempre più pallida.
Non riuscivo a strappare quella spina ne a svegliarla da quel doloroso torpore.
Maledetto l’aveva infettata prima di morire. Era stato così veloce che neanche lei se ne era accorta.
La cullai tra le braccia.
< Sango…Sango ti prego svegliati….amore mio parlami….di qualcosa >
< è inutile bonzo…..non tornerà mai da te. >
Quella voce nauseante mi ronzava nelle orecchie. Proveniva da lontano.
Ero sicuro, una parte del demone era rimasta sigillata nella spina.
< che cosa le hai fatto bastardo >
< ti avevo detto che era troppo appetitosa per lasciarmela sfuggire. Quando ho sentito il richiamo del suo dolore non ho saputo resistere. Dovevo farla mia. >
< non potevi prendere me farabutto >
< oh no…per quanto anche tu soffra per il tuo destino avverso…ricordati che sono sempre quelli che restano a soffrire di più >
< quelli che restano? >
< lei vive il tuo dolore bonzo. Il tuo dolore triplicato, un po’ come accade alla sacerdotessa. Anche con quei due ci sarà da divertirsi….e con questo ti saluto.  >
< aspetta bastardoooo >
Troppo tardi. Il mio dolore…anche Kagome….quelli che restano….ora capivo. Aveva paura di rimanere sola.
Io ero consapevole di ciò che mi attendeva e avevo preso le giuste precauzioni al riguardo. Ero consapevole di tutto ed ero pronto ad affrontare un destino che conoscevo dalla nascita. Ma Sango….lei non aveva scelto niente. Lei non era pronta a lasciarmi andare. Lei non era pronta a stare sola. E  giorno dopo giorno, sconfitta dopo sconfitta il suo dolore cresceva e io……
Maledizione.
Un urlo disumano e furioso squarciò quel tetro villaggio cosparso di fiori maledetti. Fiori di morte.
 

Dannazione. Non potevo permettergli di portarmelo via così. Non poteva farsi divorare da quel demone. Non a causa del suo dolore per Kikyo. La rabbia e il dolore fluirono in me come la lava di un vulcano.
Era passato un sacco di tempo da quando quel bestione travestito da albero ci aveva sorpresi. Era passato troppo tempo da quando aveva sigillato Inuyasha in quella capanna.
Prima le radici incredibilmente resistenti di quelle rose ci avevano bloccati. Inuyasha non era riuscito a sfoderare Tessaiga e io non riuscivo a muovere le braccia neanche per afferrare una freccia.
Shippo era svenuto ancora prima di vedere il demone a causa dell’odore nauseante dei fiori.
Maledizione che cosa potevo fare?
Le spine delle rose mi si conficcavano nella carne ogni qualvolta tentavo di muovermi.
Inuyasha era stato trascinato dentro la capanna e da allora una pesante barriera lo separava da me.
Che cosa gli stava facendo? Aveva detto che era un flagellatore di anime….stava succhiando via quella di Inuyasha. Cosa gli stava mostrando.
Kikyo? La loro vita insieme? Si stava nutrendo di quel suo dolore infinito?
Un’altra ondata di rabbia e profondo sconforto minacciò di travolgermi. Lui era più importante. La sua vita era più importante. Dovevo accantonare la rabbia e la gelosia assieme alla tristezza e alla delusione per poterlo salvare.
Non doveva scegliere lei. Non poteva scegliere la morte alla vita. Non gliel’avrei permesso. MAI
Incurante delle ferite e delle radici che continuavano a stringermi con maggiore forza riuscii ad afferrare una freccia. Cercavo di tenere a bada le lacrime che minacciavano di traboccare. Non dovevo piangere.
Faceva tutto così male. Il mio fisico era ferito ma il mio spirito lo era ancora di più.
Ripensai alle parole del principe dei fiori. Così si era definito quella spregevole creatura.
< nel tuo animo mezzo demone si annida una dolore profondo e antico 50 anni. La perdita di quella donna non ti ha mai permesso di essere completamente felice.  Nel tuo cuore la sua immagine è ben visibile. Rimpiangerai quell’amore tutta la vita. Non sarai mai in grado di dimenticarla. >
Inuyasha non era stato in grado di ribattere. Era rimasto in silenzio visibilmente sconvolto. Non mi aveva parlato. Non mi aveva guardata. Si era lasciato trascinare dentro la capanna da quel demone senza opporre alcuna resistenza.
Perché?
Perché era vero dannazione. Era tutto maledettamente vero. E io lo sapevo. L’avevo sempre saputo.
Aveva amato quella donna dal momento in cui aveva riaperto gli occhi al momento in cui Naraku glieli aveva chiusi per sempre. E io sarei per sempre stata una spettatrice di quel dolore solitario. Sarei sempre stata in competizione con il suo ricordo. O forse non ero neanche degna di poterci competere. L’avrebbe amata sempre. Avrebbe sempre sofferto per lei. Avrebbe sempre portato nel cuore una donna che non ero io.
Faceva male. Troppo male.
Mi inginocchiai al suolo. Priva di ogni energia e volontà. Perché penare tanto. Per quanto ci avessi provato. Per quanto ci avessi creduto sarei stata l’eterna seconda.
L’ironia però voleva che nonostante questo io non avrei mai potuto amarlo meno di così. Volevo soffrire con lui, volevo piangere e arrabbiarmi con lui. Volevo sorridere assieme a lui.
Volevo che lui vivesse…e se non  voleva farlo per me non aveva importanza. Poteva vivere per qualsiasi altro motivo ma doveva vivere. Doveva continuare a lottare. Io ero solo una conseguenza.
Scossi la testa per scacciare quelle terribili quanto vere considerazioni. Nulla aveva importanza ora. Avevo fatto una scelta e niente poteva distogliermi da ciò in cui credevo con tutta me stessa. Il mio amore per lui era autentico. Mi sarebbe bastato.
Con le poche forze rimaste mi preparai a colpire la barriera. Ti avrei salvato Inuyasha. Il resto spettava a te.
 
 
Immagini confuse si susseguivano nella mia mente. Facevo fatica a mettere ordine, a pensare con lucidità. Mi sentivo sempre più debole e leggero. Un viso, un viso familiare prese forma tra quel disordine. Kikyo.
Il suo bellissimo volto era a pochi centimetri dal mio. Il suo sguardo triste e perso guardava me.
Non riuscivo a muovermi. Non volevo muovermi. Non ero in grado di staccarmi da lei.
< Oh Kikyo >
Mi abbracciò. Mi trasmise con il suo corpo la sua profonda solitudine. Che si allacciò alla mia alla perfezione.
Il mio cuore con lei si placava. Non provava sentimenti. Era calmo e assente. Era come se si trovasse con un suo simile. Era in compagnia.
Eppure sentivo che volevo provare qualcosa di più.
Sentivo che avrei dovuto provare qualcosa.
Il mio cuore voleva di più.
Voleva correre forte e librarsi nell’aria. Voleva sussultare di tensione e imbarazzo. Voleva tremare di paura e di rabbia. Sapevo per certo che tutte quelle sensazioni le avevo provate ma non mi ricordavo ne con chi ne come avessi fatto.
Ero in un oblio, un oblio in cui la mia amata Kikyo mi chiedeva di raggiungerla. Mi implorava di farle compagnia. Un debole sentimento a cui non riuscii ad attribuire alcun significato si fece strada prepotentemente. Voleva seguirla. Era giusto seguirla. Era il mio dovere. Gliel’avevo promesso. E avevo fallito.
Era giunto il momento di rispettare quella promessa e starle accanto proteggendola per sempre.
Quel sentimento prese forma. Pian piano lentamente. Ora sapevo cos’era.
Rimorso. Un immenso quanto doloroso e profondo senso di rimorso.
Quello era l’unico sentimento che mi legava a quella donna. Lo sentivo. Era l’unico ma il più forte di tutti.
Non sarei stato in grado di vincerlo, ne volevo farlo nonostante quel senso di fastidio che provavo.
L’avrei seguita anche se ero stranamente consapevole che attraverso quel gesto mi sarei precluso il paradiso.
Mi preparai ad affrontare con lei il nostro destino. La presi per mano e senza guardarmi indietro abbandonai quella sensazione di vita che sapevo di aver conosciuto. Che sapevo non avrei più provato.
Una voce squarciò la mia quiete.
Una voce forte, prepotente….e disperata.
Quell’urlo straziante si ripeté più volte finché non spazzò via il mondo nebuloso in cui ero precipitato.
Il mio nome. Quella voce urlava il mio nome.
< Kagome >
Non fu il mio cervello a riconoscerla ma il mio cuore.
Ora stavo rivivendo. Ora non ero più assieme ad un mio simile ma stavo provando ancora tutte le sensazioni che sapevo di aver  già vissuto. Vissuto assieme a Kagome.
Aprii gli occhi e guardandomi attorno ricordai.
Il principe dei demoni mi guardava con un’espressione sorpresa e allo stesso tempo minacciosa.
< come diavolo hai fatto a svegliarti? >
< maledetto…….era colpa tua….la pagherai >
Feci per alzarmi ma le radici disseminate di spine mi trattenevano al suolo. Ero debole ma non per questo mi sarei arreso.
Una freccia sacra distrusse la barriera che ci circondava e spazzò via tutti i fiori e gli arbusti che si trovavano nella capanna.
Balzai fuori e atterrai di fronte a Kagome.
Se ne stava li. Rigida e tremante pronta a colpire ancora. Il suo viso era in ombra ma il suo corpo era disseminato delle stesse catene vegetali che avevano imprigionato me.
Il sangue sgorgava da quella miriade di ferite.
Trasalii.  < Oh Kagome >
 
Se ne stava li davanti a me con il volto segnato dalle lacrime insanguinate. Segno che tutto ciò che avevo solo supposto si era rivelato vero. Nel suo sguardo c’era solo rimorso e colpa e una profonda preoccupazione. Io al contrario non sentivo niente. La felicità che avevo provato nel vederlo vivo era stata spazzata via da una tristezza senza tempo.
Si avvicinò a me e con delicatezza e premura distrusse tutte le radici che mi immobilizzavano.
Esaminò il mio corpo che sapevo essere in condizioni pari alle sue. Lui però era un demone.
Il dolore che sentivo però non era causato da quelle ferite. Barcollai ma raccolsi tutta la mia forza per rimanere in piedi. Lui mi strinse un braccio ma lo sguardo che gli lanciai lo fece arretrare di qualche passo.
Che colpa aveva infondo. Dopotutto nessuno sceglieva chi amare.
Avevo rilassato le braccia per permettere al sangue di tornare a scorrere normalmente.
Ora però dovevo finire quel demone e poi avrei pensato al seguito.
Lanciai un’altra freccia centrandolo in pieno e riducendolo ad un agglomerato di foglie.
Si rigenerò presto e sorridente cominciò a dirigersi verso di me.
 
Mi aveva letteralmente fulminato con gli occhi. Ma in quelle pozze color cioccolato non avevo scorto solo rabbia. C’era un misto di emozioni che mai avrei voluto provasse nei miei confronti.
Era arrabbiata, delusa. Il suo sguardo era sconfitto e triste. Che cosa avevo fatto.
< hei guarda guarda. A quanto pare ho rivolto le mie attenzioni alla persona sbagliata. C’era tanto dolore in quel mezzo demone che non mi sono soffermato a guardare nel tuo animo. >
Socchiuse gli occhi e si leccò le labbra. Quando le riaprì i suoi lineamenti erano distolti dall’euforia.
< delizioso. Davvero delizioso. Non c’è paragone. Quanti sentimenti, quanto dolore. Non mi sarei mai aspettato che una personcina così piccola e insulsa potesse provarne tanto. È sbalorditivo. E tutto a causa di questo meticcio. Povera piccola……scaricata per un’altra. Starai sempre a chiederti chi sceglierà vero…..è così crudele da parte sua che.. >
< ora basta! >
La voce di Kagome risultò bassa e furiosa. Mise paura anche a me che ero più che paralizzato dalle parole micidiali di quel bastardo. Era stato come se delle lame entrassero una dopo l’altra nel mio cuore.
Guardai Kagome. Che cosa le avevo fatto.
< non te l’ha mai detto nessuno di farti gli affari tuoi? Il mio dolore è mio soltanto e sono stufa di vedere come il resto del mondo ami giocarci. Non ti permetterò di usarlo contro di me. Tu non sai niente di cosa provo io. Niente. >
< oh oh…..un’ulteriore sorpresa…..in genere tutti si abbandonano al proprio dolore….si lasciano plagiare da esso. E finiscono per perdere se stessi. Tu invece non lo combatti ne ti lasci schiacciare…direi piuttosto che ci convivi….perchè >
< non sono affari tuo! Il dolore fa parte di ognuno di noi. Sarebbe come affrontare il fatto che sono una ragazza. Lo sono e basta. Prima lo accetti prima sopravvivi. >
< ed è questo che ti limiti a fare…sopravvivere…? Direi che sei coraggiosa ma con i sentimenti che riguardano quella Kikyo…ancora non ci siamo vero??? Sono questi ad annientarti…la gelosia e l’insicurezza dominano nel tuo spirito….>
< basta. Ti ho detto di finirla. >
Ascoltavo basito quello scambio di battute. Cosa potevo fare per cancellare l’espressione straziata di Kagome?
Un’altra freccia colpì il viso del principe dei fiori e la sua faccia di spaccò a metà.
< hahaha se non fossi riuscita a distruggere la mia barriera chi pensi avrebbe scelto…eh??? E chi credi sceglierà la prossima volta? >
Ero completamente paralizzato. Dentro di me urlavano sentimenti contrastanti. Avrei voluto negare. Avrei voluto rassicurare Kagome convincendola che mai avrei seguito Kikyo nella morte, non ora che avevo incontrato lei….ma….era davvero così. Infondo non è quello che stavo per fare???
Il sussurro di Kagome mi gelò il sangue.
< che scelga chi vuole. Dopotutto non è cosa che ci riguardi. > una lenta lacrima color rosso scarlatto seguì l’esile contorno di un viso che stentavo a riconoscere.
A quest’ultima lacrima e a quest’ultima frase carica di significato seguì la freccia che spazzò via quel demone mietitore di dolori.
Il silenzio del villaggio fiorito ci inghiottì per alcuni secondi.
Stremata Kagome barcollò all’indietro ma la sorressi prontamente. La sua schiena era appoggiata al mio torace. Le sue mani erano ancora strette attorno all’arco. Tremava impercettibilmente. A causa delle ferite , a causa mia o forse di entrambe. Non si voltò mai verso di me.  I suoi occhi puntavano avanti. Persi in chissà quali tristi pensieri.
Avrei voluto fare un sacco di cose. Abbracciarla. Baciarla. Stringerla fino a dimenticare chi fossimo. Chiederle immensamente scusa per tutto anche per quello che non sapevo. Ma sentivo che niente ora sarebbe servito a non farmi odiare da lei. Perché ero certo che mi odiasse. E io…..me lo meritavo. Meritavo tutto il suo odio.
Inghiottii a vuoto. Era comunque bello averla accanto. Sentire il suo corpo contro il mio. Saperla li anche se mal ridotta, sana e salva. Era bello sapere che aveva affrontato i suoi demoni per salvarmi. Già perché Kagome mi aveva riportato da lei. Ancora una volta.
< Stai…bene…? >
Si irrigidì. Poi con evidente sforzo si staccò da me e sempre dandomi la schiena mi assestò il colpo finale.
< mai stata meglio! >
Si incamminò barcollante verso il centro del villaggio. Passò accanto a Shippo ancora svenuto e puntò dritta…..lontano da me.
La sensazione di freddo che provavo nulla aveva a che fare con il calare della sera.
Ero certo le cose tra noi sarebbero cambiate. Ed era tutta colpa mia.
Kagome.

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Capitolo 16
*** Amore = Dolore ***


Alla fine avevamo deciso di fermarci al villaggio per qualche giorno.
Sango e Kagome dovevano riprendersi dalle ferite.
Al mio risveglio mi avevano raccontato cos’era successo.
Ma sentivo che non era tutto.
Miroku a forza di implori e racconti dei loro momenti vissuti insieme era risuscito a strappare Sango dalle grinfie del flagello del dolore. La spina nella sua schiena era infine uscita lasciando solo una tremenda ferita.
Anche i fiori erano scomparsi con la distruzione della spina. E io mi ero risvegliato. Quell’odore nauseabondo mi aveva fatto letteralmente perdere i sensi.
Inuyasha ci aveva descritto sommariamente il loro scontro con il maggiore dei fratelli. Del fatto che gli fosse toccata la stessa sorte di Sango e che Kagome era riuscita a salvarlo rimanendo però ferita.
Non avevano aggiunto altro. Durante lo scontro doveva essere successo qualcosa di molto grave visto che Kagome non gli aveva rivolto nemmeno uno sguardo da allora.
Anche Miroku era insolitamente taciturno. Sembravano tutti arrabbiati e pensierosi. Bo.
 
Era tremendamente difficile ignorare le implicazioni di quello scontro. Sango si stava riprendendo ma aveva passato dei momenti atroci. Quando aveva riaperto gli occhi ero convinto che sarei svenuto dalla felicità.
L’avevo portata al sicuro, medicata  e solo allora mi ero concesso di pensare.
Soffriva davvero così tanto….era giusto continuare a tormentarla?
Se la maledizione mi avesse inghiottito allora lei cosa avrebbe fatto. Potevo andarmene sereno come credevo sapendola sola ancora una volta?
Mille pensieri turbinavano nella mia testa. Di una cosa ero certo. Mai avrei potuto vivere senza di lei. Avrei trovato una soluzione anche se al momento mi sembrava più facile raggiungere la luna.
 
< Sango come ti senti? >
< meglio Kagome…decisamente meglio…e le tue ferite??? >
< mm si stanno rimarginando. Sono quasi tutte guarite! >
< non mi riferivo solo a quelle…..pensavo piuttosto a quelle che non si vedono >
Il volto della mia migliore amica rifletteva tutto il suo dolore. Ma fu un attimo. Chiuse gli occhi e si ricompose. Non riuscì a sorridere ma mostrò un’indifferenza che sapevo era ben lungi dal provare.
< direi che ci vorrà tempo. Molto tempo. Ma sto bene! >
< perché sei diventata un’incallibile bugiarda? >
< spesso le bugie aiutano ad affrontare con più semplicità questioni troppo grandi per noi >
< ma le bugie non sono la realtà Kagome. Sono solo un metodo poco sicuro per digerire la vita. Tu non sei una persona debole. Affronta di petto i problemi. Combatti finchè non ti ritroverai vittoriosa. Vivere nella menzogna non ti aiuterà a salvarti. Non aiuterà nessuno di noi >
< vale la stessa cosa per te! E anche se hai ragione…credo di non aver più la forza di affrontare la realtà. Devo solo trovare il coraggio….alzare le mani e dire……mi arrendo >
Rimasi veramente stupita e affranta da quella rivelazione. Credeva davvero a quello che mi stava dicendo.
Ma nonostante ciò non potevo pensare che fosse quello che voleva davvero.
< la Kagome che conosco e alla quale voglio un bene dell’anima non si arrenderebbe tanto facilmente >
< anche la Kagome che conoscevo io. Ma credo che sia stata schiacciata dal destino. >
< Kagome… >
< ah…basta con queste lamentele….su….io vado a prendere una boccata d’aria tu…cerca di riposare ok ? >
Mi sorrise, ma quel sorriso non raggiunse gli occhi. Occhi che mi ricordavano tanto la Kagome vittima del controllo di Naraku. Nessuna luce. Nessuna vita li animava. Erano occhi spenti. Occhi sconfitti.
Povera amica mia. Non sapevo esattamente cosa fosse successo ma potevo ben immaginarlo.
Centrava sicuramente Kikyo, e dall’aria colpevole e abbattuta di Inuyasha questa volta doveva trattarsi di qualcosa più grave del previsto.
D’altra parte anche Miroku era rimasto visibilmente scosso. Mi parlava a monosillabi e non sosteneva il mio sguardo per più di un secondo. Era tutto terribilmente frustrante.
 
Respirai l’aria fresca della sera. Quel villaggio era rimasto devastato dopo la scomparsa dei fiori. Le persone erano tutte morte. Miroku e Inuyasha le avevano sotterrate poco più a valle.
Inuyasha.
Il mio cuore si strinse fino a dolermi.
La tristezza e la solitudine fluirono in me. Erano le benvenute. Non cercai di arginare il dolore. Non volevo farlo.
Com’era ingiusto il destino. Vivevo in un luogo che non era il mio. Abitavo in una casa che non era la mia. Combattevo un nemico che non era il mio. Amavo una persona che dopotutto non era mia.
Mi sentivo così sola.
Per quanto le persone attorno a me mi volessero bene…io…volevo lui. Volevo solamente il suo amore. Volevo soprattutto che il suo amore fosse assoluto. Fosse solo per me.
Invece questo non era possibile. Se il suo cuore fosse stato una torta…quale parte, quale quantità sarebbe stata mia?
Sul mio cuore, sulla mia torta c’era il suo nome. Nessuno avrebbe potuto rivendicarne una fetta. Nessuno.
Ma io sapevo che dovevo fare i conti con il suo passato, passato in cui un’altra donna l’aveva amato ed era stata ampiamente ricambiata. Ma lottare contro un sentimento così forte, convivere con esso, era estremamente dura.
Se Kikyo fosse stata vita sicuramente a quest’ora sarei andata da lei e avrei tirato fuori il peggio di me.
Avrei picchiato e insultato quella donna che tramava nell’ombra. Quella donna che tramava contro il nostro amore.
Ma non c’era nessuna persona in carne e d’ossa pronta ad assistere alla mia furia.
Ero consapevole dell’amore di Inuyasha. Infondo me l’aveva dimostrato un’infinità di volte. Ma il dubbio non riguardava il fatto che mi amasse o meno. Il dubbio era….quell’amore, l’amore che prova per me sarebbe mai riuscito a cancellare il rimorso e il ricordo doloroso di Kikyo? Sarei sempre rimasta con il fiato sospeso e la paura nel cuore ogni qualvolta qualcuno avesse cercato di allontanarlo da me? Dovevo vivere nell’incertezza di non essere così importante da scegliere me invece che la morte? Voleva così tanto seguirla da non ricordarsi di noi?
Questi erano i dubbi. Il suo amore non bastava. Non bastava se paragonato a quello che provava per Kikyo.
Non potei fare a meno di ripensare al mio incubo. Ero pronta a morire piuttosto che fargli del male. Questo non sarebbe cambiato. Gli sarei stata accanto nonostante tutto. Fino alla fine, ma ero sicura che se al mio posto ci fosse stata Kikyo non sarebbe mai arrivato ad ucciderla. L’avrebbe riconosciuta subito. Naraku non avrebbe potuto nulla contro di loro. Li aveva già ingannati quella volta ma se si fosse servito di Inuyasha invece che di Kikyo? Lui non ci sarebbe cascato. Lui credeva in lei e non sarebbe mai arrivato ad odiarla come lei aveva odiato lui. Anche il quel frangente Naraku aveva puntato sul cavallo sbagliato. La persona incorruttibile a quel tempo era Inuyasha. Ora aveva compreso qual era il bersaglio più debole. Quello meno coinvolto. Quel bersaglio non ero io.
Feci un bel respiro. La mia testa scoppiava e il mio cuore versava le sue lacrime d’amore.
Ora la scelta era mia. Lui non sarebbe cambiato. Mai.
Potevo accettarlo? Potevo continuare a far finta di niente? Forse era giunto il momento di dire basta.
 
Erano tre giorni che se ne’era andata. Tre lunghi giorni che non vedevo più il suo viso. Tre giorni in cui non sentivo il suo odore ne la sua splendida voce. Tre giorni da quando era scappata da me.
INIZIO FLASH BACK
Eravamo partiti quella mattina dal villaggio fiorito. Sango era salita su Kirara insieme a Kagome che non aveva degnato neanche di uno sguardo la mia schiena. Durante il cammino mi sentivo incompleto. Ero così abituato a portarla con me che mi sembrava di possedere un solo braccio. Una parte di me mancava.
Guardai più volte il suo bellissimo profilo nella speranza che incrociasse il mio sguardo anche solo di sfuggita.
Dannazione avevo bisogno di avere un qualunque tipo di contatto con lei altrimenti sarei impazzito.
Decisi che avrei aspettato fino all’ora di pranzo. Con lo stomaco pieno e la mente libera sarebbe stato più facile parlarle. Erano 4 giorni che mi ignorava letteralmente.
Da quel maledetto scontro, per lei ero come trasparente.
Quando le chiedevo come stava mi rispondeva < bene >.
Alle altre mie domande invece..non si sprecava nemmeno.
Non voleva parlare di quello che era successo e per quanto anch’io fossi tutt’altro che desideroso di intraprendere un discorso tanto delicato, mi ero stancato di quel silenzio forzato.
Avevo bisogno di lei. La volevo. Era lei la donna che amavo e dovevo farglielo capire in tutti i modi possibili.
Dopo esserci sistemati sotto un grande albero consumammo il cibo preparato da Sango.
Non fu un pranzo in compagnia. Ognuno era perso nei propri pensieri.
Miroku faceva ancora fatica a digerire le rivelazioni su Sango. Lei era visibilmente a disagio e preferiva mangiare in silenzio e con la testa china sulla ciotola. Kagome invece rigirava il riso mettendone in bocca qualche chicco che non avrebbe sfamato neanche un pulcino.
Guardava fisso un punto sulla coperta stesa a terra.
Shippo e Kirara ormai abituati a quell’imbarazzo generale mangiavano tranquilli la loro porzione accucciati in un angolino. Mancavano solo il canto dei grilli e una balla di fieno che girava lentamente mossa dal vento per completare uno scenario desolante come quello.
Alla fine mi spazientii. Mi alzai bruscamente e afferrai il polso di Kagome.
Lo strinsi forte per paura che si liberasse. Con uno strattone la feci alzare e la presi in braccio.
Scattai verso il bosco sicuro delle facce sbigottite dei miei compagni.
Quella storia doveva finire una volta per tutte.
Appena atterrai nel punto che mi sembrava più appartato la lasciai andare.
La vidi massaggiarsi il polso. Le avevo lasciato un segno rosso. Forse avevo stretto con troppa forza.
< mi hai fatto male > sussurrò appena quelle parole. Ma nel suo tono non c’era accusa. Era semplicemente una costatazione.
< lo so. Scusami > piegai la testa per cercare di guardare i suoi occhi rivelatori ma la sua frangetta nera me lo impediva.
< non sto parlando solo del polso > lo stesso tono.
< lo so. Scusami anche per quello >
Finalmente alzò la testa. Prima fissò la mia veste poi arrivò al collo, superò il mento e infine incrociò il mio sguardo.
Il mio cuore divenne granitico.
Quegli occhi.
Immagini datate mesi addietro cominciarono a sfilare nella mia mente. Lei che mi combatteva. Lei che mi diceva che non contavo più nulla. Lei che scappava da me per stare con lui.
Quegli occhi. Gli stessi occhi di allora.
Provai a parlare ma la voce come il respiro facevano fatica ad uscire.
Rimasi così. Impalato e con la bocca socchiusa, incapace di trovare il coraggio per affrontare il ritratto dell’indifferenza.
I secondi passarono lenti e intorno a noi niente sembrava muoversi. Nemmeno i nostri petti si gonfiavano per respirare.
Ad un tratto si girò e fece per allontanarsi da me. Qualcosa nella mia testa scattò.
L’abbracciai da dietro circondandola con le braccia. Appoggiai la testa sulla sua spalla e piansi. Piansi tutto il dolore che non ero in grado di esternare.
Lei si irrigidì ma non si divincolò da me. Restammo così abbracciati fin quando non riuscii a calmarmi.
Non mi sentivo un codardo. Ne un debole. Amavo Kagome e lei conosceva tutti i miei lati. Anche quello più fragile. Soprattutto quello più fragile. Lo conosceva perché era lei che lo caratterizzava principalmente.
Aspirai il profumo dei suoi capelli e attraverso la pelle sentii il calore del suo corpo contro il mio. Ecco cosa avevo desiderato. Ecco cosa avrei sempre voluto. Lei. Era ora di farglielo capire.
< Kagome? >
Non si mosse, non rispose.
< ti chiedo scusa. Ti chiedo immensamente scusa. Io…io non….non so come spiegarti quello che sento. E’ tutto così difficile. L’unica cosa che so è che……che ti amo e non voglio vederti così >
Sentii contrarsi il suo stomaco come a difesa delle mie parole. Si staccò da me e nuovamente si voltò a guardarmi. Questa volta nei suoi occhi non c’era più indifferenza ma un mare di dolore e disperazione.
Non credevo che avrei potuto sentirmi peggio di come stavo ma evidentemente mi sbagliavo di grosso. La stessa ondata di tristezza invase anche me.
< Kagome ti…ti prego >
< smettila! >
Il suo sguardo si accese per un attimo.
< non sai spiegarti? È tutto così difficile? Cosa ci sarà mai di così difficile da capire eh Inuyasha? >
Ero a bocca aperta e sbigottito dalla sua veemenza.
< ti spiegherò io cosa senti così la finiremo una volta per tutte. >
Mi irrigidii a quelle parole. Se avessi potuto mi sarei tappato le orecchie per non ascoltarle.
< tu la ami Inuyasha. La ami ora e l’amerai per sempre. Non conta quanto tu tenga a me o quanto ti impegni per dimenticarla. Tu la ami. E non la scorderai mai. MAI!! Ogni attimo di sconforto e di debolezza ti condurrà da lei. Ogni qualvolta ti si presenterà l’occasione di scegliere se rimanere o andare. Tu andrai. Te ne andrai da lei. Perché lei è la prima. Lei è il tuo primo amore. E io nulla posso contro questo sentimento. Lei è morta senza permetterti di amarla come avresti voluto. Sarà sempre il suo ricordo a dividerci. Sarà sempre il tuo rimorso ad uccidermi dentro.
Tu volevi lei. Volevi stare con lei. Io…io sono solo un rimpiazzo. Un rimpiazzo che ami. Ma solamente un rimpiazzo. >
Una prima lacrima lasciò quel profondo mare nero che mi fissava dolorosamente.
< Non posso combattere contro un ricordo. Non posso sconfiggere una persona che non esiste più. Avrei tanto voluto riuscirci ma non ho la forza. >
Prese un bel respiro e cercò di calmare il battito del suo cuore che rombava forte nel silenzio della foresta. Il mio era paralizzato. Non osava agitarsi per paura di rompersi.
< io ti amo Inuyasha. Maledizione ti amo…e solo dio sa come. Ma ho capito che questo non basta. Io ho messo il cento per cento di me in questa storia. Tu no. Tu non…tu non ci riuscirai mai perché una parte di te apparterrà sempre a lei..e io….non posso…non riesco a sopportarlo. >
< no…non è vero io….io morirei per te Kagome. Anche ora. Ti amo più della mia stessa vita lo sai >
< si lo so….ma il problema non è se mi ami o no. Il problema è se mi ami più del rimorso che hai verso di lei o no! >
< sicur.. > stavo per risponderle senza esitare ma a ben pensarci aveva ragione lei. Avevo permesso al rimorso e alle mie mancanze di caratterizzare la mia vita e le mie decisioni. Il forte senso di responsabilità e la grande determinazione che ci mettevo per dimostrare quello che realmente ero… avevano sempre avuto la precedenza su tutto. Per questo motivo, la mancata promessa fatta a Kikyo e la consapevolezza di averla abbandonata nel momento del bisogno mi facevano sentire quell’essere alla quale non avrei mai voluto assomigliare.
Questo aveva prevalso su tutto. Sul cibo. Sul sonno. Sull’amore.
Guardai attentamente Kagome. Quella straordinaria ragazza che sfidava le avversità per starmi vicino. Per amarmi. E io la ripagavo ogni volta con la stessa moneta. La moneta della delusione. Lei credeva in me e io non facevo altro che deluderla. Ero sicuro dei miei sentimenti come ero sicuro che il mio amore per lei fosse più grande di quello provato per Kikyo. Ma la questione del rimorso era tutt’altra cosa.
Sarei riuscito a seppellirlo per amor suo? Sarei riuscito a guardare avanti senza indugi per restare al fianco di Kagome?
Il mio animo era titubante ma il mio cuore era convinto che senza quella straordinaria creatura non sarebbe riuscito a vivere.
< ne ero convinta > il suo tono mesto mi riportò al presente e solo allora mi accorsi di aver titubato nel rispondere alla sua domanda.
< io torno nella mia epoca per un po’. Devo raccogliere le idee e svagarmi. Possibilmente lontana te. Ho bisogno di stare lontana da te >
Quelle parole mi ferirono ma capii la sua voglia di solitudine. Ero stato veramente un cretino.
Annuii contro voglia.
< quanto pensi di stare? >
Il mio cuore già soffriva al pensiero della sua lontananza.
< non lo so. Un paio di giorni. >
< ti accompagno… >
< no… vado con Kirara >
< posso seguirvi lo stesso? Non sono tranquillo sapendoti sola > mi sentivo completamente sconfitto.
Mi guardò intensamente poi annui.
Feci un passo verso di lei. Il mio corpo fremeva per abbracciarla. Ma dovevo lasciarle il suo spazio. Ripetermi quanto ero scemo non servì a calmarmi.
Continuai ad avanzare incapace di fermarmi.
La sua mano si fermò sul mio petto. Scivolò verso il basso di qualche centimetro poi si arrestò stringendomi leggermente la veste.
Il mio cuore prese a galoppare libero. Senza freni. Bastava che mi toccasse per sentirmi in paradiso.
In quegli ultimi giorni avevo frequentato l’inferno.
Sarei riuscito ad accantonare il rimorso che aveva segnato la mia vita come un solco tra l’erba. Nel mio cuore ci sarebbe stato posto solo per lei. Per il nostro amore.
Continuai a scrutarle il viso.
Finalmente alzò lo sguardo sul mio. Mi persi in quel pozzo scuro fino a pregare di essere salvato.
Si alzò in punta di piedi e sempre stringendomi la veste mi sfiorò le labbra così dolcemente che pensai di essermelo sognato.
Poi si allontanò mi voltò le spalle e tornò dagli altri.
Il suo profumo continuò ad avvolgermi finchè alcune ore dopo non la vidi scomparire all’interno del pozzo.
FINE FLASH BACK

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Capitolo 17
*** Problemi di gelosia ***


Uscii dal bagno frizionandomi i capelli ancora umidi.
Filai dritta in camera mia e mi distesi sul letto.
Erano passati tre giorni e nella mia testa regnava ancora il casino più totale.
Una cosa era certa. Mi mancava l’epoca Sengoku mi mancavano i miei amici…..mi mancava Inuyasha. Terribilmente.
Cosa avrebbe dovuto fare perché lo odiassi? Infliggermi delle torture corporee. Baciare un’altra davanti a me….insultarmi nella maniera peggiore? Erano tutte cose banali se confrontate con quanto avevo già digerito. Mi aveva tradito con lo spirito. Mi aveva abbandonata per seguire una morta. Preferiva sempre lei a me. E infine se il mio incubo si fosse realizzato…..mi avrebbe addirittura uccisa. Non c’era altro di umanamente pensabile che potesse fare per farsi odiare eppure…….non sarebbe bastato mai. Lo avrei amato sempre e comunque.
Scossi la testa.
< ahhhh non per questo dovevo fargliela passare liscia. Questa volta sarà tutto diverso >
Dal piano di sotto la voce lamentosa di Sota raggiunse il mio udito sovrasviluppato.
< mamma mamma….Kagome è matta..parla da sola!!!! >
Sorrisi. Facevo ben altro caro il mio fratellino. Se solo avessero saputo…mi avrebbero rinchiusa in manicomio.
Guardai la boccetta contenente l’ultimo frammento della sfera. Era l’unico in mano nostra ed era l’unico ancora puro. Se Naraku avesse messo le mani anche su quello…..sarebbe stato davvero difficile sconfiggerlo!
< Kagome……..c’è una tua amica al telefono…. >
< arrivo >
Scesi le scale come un fulmine. Grazie alle difficoltà dell’altra epoca ero diventata estremamente agile.
Presi la cornetta.
Era Miky
Rimasi a parlare con quella vecchia amica delle scuole elementari per un’ora. Avevamo un sacco di cose da dirci.
< ora ti saluto Miky…devo ancora ripassare matematica e domani sicuramente interrogherà me!!! >
< si si….ci vediamo sabato….alle terme alle 16.00 ok non mancherò >
Sabato era dopodomani…maledizione….avrei dovuto comprarmi un costume nuovo…non potevo certo presentarmi con quello della scuola!!!
Ad un tratto mi paralizzai. Ma cosa stavo facendo? Parlavo di costumi e uscite tra amici…..era tutto così irreale e assurdo. Nell’altro mondo parlavo di morte, amori non corrisposti e demoni che succhiavano via l’anima…qui parlavo di….di cosa??? Ora capivo come poteva essere futile il mio mondo.
Dovevo ammettere però che era come aprire una pentola a pressione. La tensione, la paura, il dolore e la fatica accumulati durante la mia permanenza al di la del pozzo…si stemperavano fino ad affievolirsi del tutto.
Non ero una stupida però.
Sapevo benissimo che non era una situazione duratura. Mi sentivo come un prigioniero che viene liberato dalle catene per farsi un giro. E’ perfettamente consapevole che poi la sua condizione tornerà come in partenza ma non può fare a meno di godersi l’attimo.
Ero in grado di divedere i  miei sentimenti a metà. Una parte avrebbe pensato ad Inuyasha, l’altra si sarebbe liberata del peso di quelle catene che tra l’altro avevo scelto e che continuavo a scegliere di portare.
Andai a letto senza studiare matematica…dopotutto avevo ben poche possibilità di recuperare.
 
< hei Inuyasha….quand’è che Kagome torna??? >
< stai zitto Shippo non vedi che è di pessimo umore? >
< ma Sango io…..allora Inuyasha..l’andrai a prendere non è vero????? Tornerà????? >
< Shippo….ti ho detto >
SBAM
Senza pronunciar parola e dopo aver dato una sonora batosta a Shippo Inuyasha si allontanò.
< eh te la sei proprio cercata! >
< lo so…ma se non lo sprono io…non andrà mai a riprenderla e io voglio Kagome >
< oh anche lui vuole Kagome…ma sai a volte ci sono cose che vanno oltre la nostra comprensione…>
< sarà…mamma mia che male!!! >
< ahahahah >
 
Piccolo impertinente di un demone volpe!
Se avessi potuto fracassarlo con le mie mani lo avrei fatto senza alcun rimorso. Kagome però poi mi avrebbe odiato.
< Kagome >
Erano passati quattro giorni e di lei nessuna traccia. Sarebbe tornata. Mi avrebbe mai perdonato?
Ero indeciso se andare da lei o no. Erano stati i quattro giorni più lunghi della mia vita. Le notti poi…non avevo chiuso occhio. Vedere il posto accanto a Sango vuoto mi metteva in agitazione. Preferivo riposare sugli alberi.
Mi mancava terribilmente. Chissà se era lo stesso per lei.
Ma se mi fossi presentato a casa sua..cosa avrei potuto dirle.
“Kagome…sono riuscito ad accantonare il mio orgoglio e il mio rimorso grazie al tuo amore. Ti prometto che metterò sempre te al primo posto e che non ti volterò le spalle mai più. Non dovrai mai più aver paura di vedermi andar via. Non dovrai temere che scelga lei perché nel mio cuore ci sei solamente tu?”
Mi avrebbe creduto? Mai
La mia testa penzolò sconfitta.
Non ero tipo da arrendermi. Qualcosa avrei fatto.
Aveva tempo fino a domani pomeriggio. Se non si faceva vedere l’avrei riportata io qui.
Non riuscivo a pensare ad un altro giorno senza di lei.
 
< hei Kagome che programmi hai nel pomeriggio??? >
< bè pensavo di andare a fare un po’ di shopping….devo comprare un costume >
< wow veniamo con te allora…..tu sei stata in ospedale per tutto questo tempo e non sai nulla sulle ultime tendenze…vedrai…..sarai uno schianto…>
< he he ok va bene… >
Avevano perfettamente ragione. Della moda ultimamente non sapevo proprio un bel niente solo che la causa non era esattamente l’ospedale. Nell’epoca Sengoku non esistevano neanche i costumi!
< allora ci vediamo all’ingresso della scuola! >
< va bene a dopo! >
Salutai le mie amiche e mi preparai ad affrontare una mattinata carica di ansie e problemi insormontabili.
Non capivo nulla di cosa stavano spiegando e dopo un po’ ci rinunciai del tutto!
La fine delle lezioni arrivò subito.
Andai con le mie amiche per tutti i negozi del centro.
Trovai una marea di vestiti che mi sarebbe piaciuto mettere, ma fui colpita da uno strano kimono verde e bianco. Era molto bello. Le maniche aperte a farfalla erano di un verde sfavillante come la bordatura del colletto a v e dell’orlo del vestito.
Dovevo assolutamente provarlo.
Mi infilai in un camerino e provai quel morbido tessuto che mi aveva subito colpito. Uscii dalla cabina e mi guardai allo specchio. Le mie amiche commentavano la figura riflessa allo specchio con ammirazione e stupore.
Ora avevo capito perché quel kimono mi avesse  così tanto colpito. Era molto simile a quello che portava Kikyo. La forma era uguale solo che era più corto e mi si fermava al ginocchio. Si allacciava in vita con una cintura in corda marrone e dietro aveva un fiocco impreziosito da ricami verdi.
Con quell’abito mi sentivo un po’ Kikyo e un po’ me. Era perfetto.
Lo comprai immediatamente anche se avrei dovuto risparmiare sul costume se volevo che i soldi mi bastassero.
< Kagome hai fatto davvero bene a comprarlo…stavi d’incanto >
< già sembrava fatto apposta per te >
< si sembravi una sacerdotessa moderna >
Sorrisi……non sapevano neanche loro quanto vicina fosse la verità.
< dai entriamo in questo negozio qui…sento che sarà la volta buona!! >
Alla fine dopo aver provato diversi costumi davvero scandalosi optai per uno più semplice. Rivelatore il giusto.
Il pezzo sopra era color sabbia ed era bordato di pizzo nero che riprendeva dei ricami in rilievo sugli slip.
Sorrisi imbarazzata.
< Dai Kagome prendi questo….sei magnifica…guarda che fisico….sei dimagrita eppure si vede che hai una muscolatura allenata…..ma come fai se sei in ospedale…>
Spalancai gli occhi in cerca di una qualsiasi scusa plausibile….in effetti sembravo tutto fuorché una malata ricoverata in ospedale….mannaggia al nonno!!!
< sciocca probabilmente in ospedale c’è una palestra…. >
< certo…figuriamoci…. Tutti vanno in ospedale per frequentare la palestra ma sei scema…. >
Alla fine imbarazzata più per gli sguardi incuriositi e allibiti degli altri clienti che per gli strani commenti delle mie amiche volai a pagare il costume e uscii in tutta fretta da quel negozio nella quale sapevo non avrei mai più potuto mettere piede.
 
 
Guardai il sole alto nel cielo…bene…dovevano essere circa le due del pomeriggio….era sabato…..non mi ricordavo se andava in quello strano edificio chiamato scuola anche di sabato. Comunque a quell’ora doveva essere già rientrata da un pezzo.
Le mani mi prudevano dalla voglia di stringerla ma mi ripromisi di procedere con i piedi di piombo.
Avrei atteso che fosse lei a parlarmi e poi giudicando il suo umore le avrei detto ciò che pensavo senza esagerare e infervorarmi troppo. Dovevo essere convincente e sicuro di me. Ma soprattutto dovevo restare calmo e concentrato.
La mia irruenza e il mio carattere impetuoso avrebbero dovuto starsene buoni per un po’.
Sorrisi dalla felicità. Saltai da una parte all’altra del prato e poi giù dritto nel pozzo mangia ossa.
Poco importava che umore aveva. Poco importava in quel momento se mi odiava e non mi aveva ancora perdonato….l’avrei rivista. E questo mi sarebbe bastato.
Mi ripetei la cantilena che mi ero impresso nella mente da quella mattina. Calma e pazienza. Calma e pazienza.
 
< hei dov’è andato Inuyasha?? >
< presumo sia andato a prendere la divina Kagome >
< bene era ora…chissà se tornerà tutto alla normalità… >
< lo spero Sango…lo spero veramente di cuore >
Da quel lontano giorno Miroku faceva fatica anche a guardarmi. Ero così stanca. Volevo abbracciarlo e farmi abbracciare tanto forte da scacciare quei tristi pesanti pensieri.
Ma sapevo che non era ancora il momento buono….sarebbe venuto lui da me quando si fosse sentito pronto.
Nel frattempo avrei pazientato. Lo amavo davvero tanto.
 
Giunsi come una furia nel tempio di Kagome. Nell’aria il suo dolce odore penetrava nei miei sensi facendomi sentire a casa. Casa non era la mia epoca o la sua. Casa per me era dove c’era Kagome.
Mi era proprio mancato il suo odore.
Nessun rumore proveniva dall’interno dell’abitazione. Pensai che fossero ancora tutti fuori compreso il nonno.
Saltai sul tetto della sua finestra e senza guardare dentro, sapendola aperta entrai.
L’urlo che mi accolse spaventò più me che lei.
Ebbi solo una frazione di secondo per riprendermi dallo shock che presto ne arrivò un altro.
Lei era li più bella che mai…con lo sguardo fiero e fisso nel mio, il viso leggermente arrossato, i capelli sciolti in morbide onde scure e…..era nuda.
Sentii il viso farsi di brace. Distolsi immediatamente lo sguardo ma poi una consapevolezza giunse alla mia povera mente confusa. Se era davvero nuda perché non si copriva???
< Inuyasha mi hai spaventato a morte >
Non osavo guardarla per paura di venir soffocato dalle violente emozioni che tentavo di tenere a bada. Non riuscii a risponderle.
< Inuaysha….? > il suo tono di voce era dolce e esitante.
Mi permisi di sbirciarla con la coda dell’occhio. Tornai sulle sue spalle scoperte e poi più giù verso il suo seno sodo….rimasi un po’ deluso quando notai la leggera stoffa color pesca che la copriva minimamente.
A guardarla più attentamente era più scura della sua pelle ed era bordata di nero. Scesi sul ventre piatto fino all’ombelico e inghiottii rumorosamente. Il bordo nero che ricopriva la parte inferiore del suo corpo si stagliava netto sulla sua pelle diafana.
Anche quel pezzo di stoffa era color pesca ma c’era una sottile trama bucherellata a forma di fiore nera come il bordo.
Infine la guardai tutta e arrossi nuovamente. Era magnifica. Non c’erano parole per descrivere quanto bella fosse.
< ti…ti piaccio?? >
< eh…oh..si sei…sei >
< grazie > mi sorrise. Il suo sorriso era autentico e solare. Era il suo sorriso.
Forse la tempesta per noi era passata. Non mi aveva aggredito ne intimato di andarmene. Forse però non l’avrebbe mai fatto comunque. Vederla così però aveva risvegliato in me la stessa bramosia di quella notte nel bosco. La notte in cui in forma umana, l’avevo quasi posseduta. E quella furia era tornata al pari di allora. Deglutii per riportare i miei parametri vitali alla norma.
< che…che cos’è quello…un nuovo pi…pigiama >
Mi guardò storgendo la testa…..poi rise.
< ma no Inuyasha non è un pigiama ovviamente >
< ah… >
Certo che non era un pigiama scemo. Primo perché mai avrebbe dovuto mettersi un pigiama a quell’ora del pomeriggio e secondo mai le avrei permesso di indossare un indumento simile davanti a Miroku. Sinceramente non lo avrebbe indossato davanti a nessuno.
< è un costume >
< un..cos cost.costume? >
< già…nella vostra epoca non si usa. Uomini e donne fanno il bagno separati per cui non serve coprirsi se non per asciugarsi. Qui invece le cose sono diverse. Noi facciamo il bagno non solo per lavarci ma anche per divertirci assieme ad amiche e amici…e questo costume serve proprio a questo. Nascondere…..be…..comunque esistono vari modelli. Interi oppure decisamente più audaci di questo…… >
Stavo cercando di assimilare la quantità di informazioni sgradevoli che avevo ricevuto in quel momento.
Nella sua epoca uomini e donne si lavavano assieme? Lo facevano anche per divertimento? E indossavano quella cosa indecente che rivelava più di quello che nascondeva???? E soprattutto esistevano modelli ancora più audaci di quello???
Mi sembrava alquanto improbabile.
La collera minacciava di fuoriuscire come un fiume in piena…..ma cercai di respirare a fondo per calmare il mio spirito furente.
< Inuyasha…tutto bene? >
< e….posso sapere che intenzioni hai al riguardo???? Perché hai comprato un affare simile >
Il tono della mia voce non le piacque affatto infatti si mise subito in posizione di difesa e il suo sguardo si accigliò all’istante. Incrociò le braccia all’altezza del seno e questo non fece altro che aumentare il mio disagio.
< fra poco andrò alle terme con dei miei amici e ho intenzione di indossare questo…>
Con la mano percorse il suo corpo per enfatizzare le sue parole.
<…. c’è forse qualche problema??? >
Mi chiedeva se c’era qualche problema. Mi stava chiedendo…..
Vidi rosso. Il mio respiro si fece più pesante il mio cuore accelerò i battiti per compensare lo squilibrio.
Kagome aveva intenzione di fare il bagno con altre persone tra cui ragazzi…conciata così????
“qui invece le cose sono diverse. Noi facciamo il bagno non solo per lavarci ma per divertirci assieme ad amiche e amici…e questo costume serve proprio a questo” “fra poco andrò alle terme con dei miei amici” “c’è forse qualche problema”……..
Avrei ucciso. Volevo uccidere qualcuno. Lei, il creatore dei costumi e tutti quelli che avessero anche solo osato guardarla. Non sarebbe uscita da quella stanza con addosso quel coso indecente. L’avrei riportata di peso al di la del pozzo. Immediatamente pensai allo sguardo lascivo e adorante del monaco depravato.
Se esistevano altri tipi come lui anche nel mondo di Kagome lei avrebbe fatto il bagno vestita!
I miei propositi di calma e pazienza andarono a quel paese. L’avrei strozzata con le mie stesse mani.
Le parole fuoriuscirono come un vulcano in eruzione. Non pensavo. Non ragionavo. Ero geloso. Tremendamente e possessivamente geloso di lei. Del suo corpo. Non avrei permesso a nessuno. Nessuno di guardarla.
< dove credi di andare conciata così eh? Pensi davvero che permetterò alla mia ragazza di farsi vedere da qualcuno che non sia io mezza nuda? Tu sei impazzita. Cosa ti è saltato in mente mentre lo compravi eh???? Non ti lascerò uscire da qui se non mi farai vedere qualcosa di meno scandaloso! Deve assomigliare come minimo alla tua solita divisa. Non te ne andrai con i tuoi amici a far chissà cosa……non te lo permetterò mai. Hai capito mai!!!!
Cambiati è un’ordine. >
Quell’ultima parola scatenò l’inferno. Il volto di Kagome dapprima stupito e scioccato si trasformò in una maschera di rabbia e pazzia. Mi scaraventò a terra urlando trentadue accuccia. Il pavimento si incrinò sotto il mio peso insostenibile.
Alla fine la vidi mettere delle cose nella sua borsa, prendere dei vestiti e uscire sbattendo la porta senza guardarsi indietro.
< Kagome maledizione torna quiiiiiii >
 
Mi fermai alla fermata dell’autobus e presi il primo che mi avrebbe condotta nei pressi delle terme. Avevo più di mezz’ora di anticipo. Mi appoggiai al sedile stremata. Non avevo mai urlato così in vita mia. Credevo che mi avessero sentito anche dall’altra parte di Tokyo!!!
Respirai a fondo per calmare il mio respiro.
Avevo corso. Non volevo che mi seguisse, ma conoscendo il suo orgoglio smisurato mi avrebbe atteso imbronciato in camera e non mi avrebbe parlato per chissà quanto.
Ripensai al motivo di tutto questo.
Appena lo avevo visto entrare dopo la paura iniziale avevo provato una gioia e una serenità immediata. Nonostante i miei propositi di stargli lontana e restare arrabbiata….volevo solo buttarmi tra le sue braccia e farmi stringere forte.
Subito dopo avevo provato imbarazzo sapendo di essere mezza nuda davanti a lui.
Poi notando il suo viso arrossato e il suo sguardo rapito mi ero sentita più bella che mai.
Avevo immaginato le sue mani su di me. La sua bocca sulla mia. Al diavolo le terme. Al diavolo Kikyo.
Mi ero calmata pensando che non era ne il luogo ne il momento adatto per la nostra prima volta.
Volevo fosse speciale. Volevo fosse dopo tutto.
Cupe immagini avevano distrutto quel sogno irrealizzabile.
Se lui mi avesse ucciso o se Naraku avessee vinto non ci sarebbe mai stato un “dopo”.
Allora perché non farlo ora. Sul mio letto. Con la persona che amava di più al mondo?
Era sbagliato. Non avrei potuto. Non dopo il modo in cui mi aveva trattata l’ultima volta.
Dovevo essere sicura di essere ricambiata al cento per cento.
All’insoddisfazione per cui, era subentrata la tenerezza.
Mi aveva chiesto se era un pigiama.
Risi per quell’idea assurda e per la sua faccia confusa.
Anche quando gli avevo spiegato cos’era un costume pareva non aver compreso fino in fondo tutte le implicazioni.
Poi sul suo viso avevo scorto: stupore, angoscia, rabbia e furore.
Già dalla domanda su che intenzioni avevo di fare, sapevo che era in previsione una scenata delle sue ma non avrei mai immaginato che il motivo fosse la gelosia.
Mi aveva letteralmente ordinato di indossare la mia divisa per fare il bagno. Aveva osato dire che dovevo togliermi quella cosa indecente altrimenti non mi avrebbe lasciata andare. Ma chi si credeva di essere mia madre????
“Pensi davvero che permetterò alla mia ragazza di farsi vedere da qualcuno che non sia io, mezza nuda?”
Quella frase mi aveva tolto il respiro.
La sua ragazza. Davvero mi considerava la sua ragazza. La sua donna.
Sbollita la rabbia ripensai alle sue parole. Una ad una. Se toglievo alcune minacce, cambiavo il tono e lo stile delle parole e soprattutto cambiavo il momento mi sarei sciolta dalla commozione. Era geloso di me. Era geloso del fatto che qualcuno potesse vedermi così.
Il mio cuore si gonfiò nel petto fino a farmi male. Lo sapevo, in quel momento avevo gli occhi sognanti ma poco importava. Era una manifestazione palese. Solo con Koga mostrava quel lato possessivo ma pensavo fosse dovuto solamente alla rivalità che c’era tra i due. Ero stupidamente felice.
Cercai di immedesimarmi in lui. Me lo vidi davanti agli occhi con un costume scuro che gli arrivava a metà coscia. Con le spalle possenti e gli addominali scolpiti in bella vista. I suoi capelli argentati sparsi su quel corpo magnifico.
Deglutii. No, decisamente non andava bene.
Se solo avesse provato a fare una cosa del genere lo avrei ucciso.
Risi della mia stupidità.
Se Inuyasha avesse provato anche solo un terzo del mio furore…dovevo ritenermi fortunata ad essere ancora viva.
Sgarfai nello zainetto. Alla rinfusa, prima di uscire, le mie mani avevano anche afferrato il costume scolastico.
Evidentemente il mio subconscio funzionava meglio del mio cervello visto che aveva intuito come sarebbe andata a finire. Mi sarei cambiata.
Avrei indossato quel costume troppo sensuale solo con Inuyasha.
 




Ciao a tutti :) di solito non mi intrometto molto nei capitoli perchè mi piace che il lettore entri nella mia storia senza che un mio commento finale lo condizioni..ognuno la interpreta a modo suo ed è questo il bello..
Spero cmq che la storia continui a coinvolgervi come sta prendendo me!!! Devo dire che mai avrei pensato che scrivere fosse così rilassante e liberatorio.
Mi sento in dovere però di spiegarvi il perchè di questo capitolo......volevo uscire un pochino dallo schema generale!!! ^^ volevo sdrammatizzare la storia e farvi capire che nella mia testa Inuyasha e Kagome sono una coppia a tutti gli effetti e che hanno problemi comuni come ad esempio la gelosia.
Mi sarebbe immensamente d'aiuto sapere cosa ne pensate. Spero di non deludere coloro che mi seguono fedelmente e neanche coloro che la leggono solo di sfuggita!!!! Mi dispiacerebbe davvero un sacco! :(


Un bacione a tutti e grazieeeeeeee di cuore =D

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Capitolo 18
*** Addio fantasmi del passato ***


Appena mi ero ripreso l’avevo rincorsa ma la sua dolce scia era scomparsa nei pressi di quella cosa chiamata fermata autobus.
Ero terribilmente frustrato dalla piega inaspettata che aveva preso la giornata.
Tutti i miei buoni propositi di lasciarle lo spazio che voleva, la calma che mi ero imposto….erano evaporati quando l’avevo vista svestita così.
La situazione era peggiorata quando per scappare da me si era voltata.
La sua schiena nuda divisa solo da una sottile cordicella nera legata a fiocco e gli slip striminziti……la stanza aveva cominciato a muoversi intorno a me. Faceva davvero troppo caldo.
Ogni volta che pensavo a quel corpo sinuoso e a quelle gambe lunghe i battiti del mio cuore raggiungevano frequenze inesistenti.
La rabbia pian piano cominciava a sbollire.
Me ne stavo nella sua camera. Aspettavo la mia preda.
Mi faceva male saperla conciata così in bella mostra ma la  mia reazione era stata decisamente esagerata.
Ero un egoista lo sapevo ma Kagome era mia. Mia soltanto.
Il sole cominciò a tramontare colorando tutto di arancione e rosso.
Presto quel sole non avrebbe scaldato con la stessa intensità di ora.
Per cui niente costumi!
Ad un tratto la porta della camera si aprì. Ero talmente perso nei miei pensieri che non l’avevo sentita arrivare.
La guardai ma poi abbassai il capo imbarazzato per la pessima esibizione di quel pomeriggio.
< Inuyasha? >
< mmm >
< sei ancora arrabbiato? >
< ….no >
Sorrise debolmente. Indossava una maglietta ed un paio di pantaloni attillati. I capelli erano ancora un po’ umidi ed erano più ricci del solito.
Come sempre però era stupenda.
 
Rimasi inebetita sulla porta a guardare quel ragazzo imbronciato e bellissimo seduto nel pavimento della mia camera.
Si vedeva che era pentito di come mi aveva trattata ma anche io avevo la mia parte di colpa.
Aprii la borsa e tirai fuori due indumenti che gli lanciai addosso con delicatezza.
Lui li prese e subito i suoi occhi si spalancarono consapevoli di come erano andate effettivamente le cose.
Il costume intero…quello che alla fine avevo indossato senza alcun rimpianto, era ancora bagnato, l’altro invece era perfettamente asciutto e nella parte sopra era ancora attaccata l’etichetta con il prezzo.
Mi guardò meravigliato e felice. Si era visibilmente rilassato. E io con lui. Ero contenta di aver agito così.
Si alzò lentamente e appoggiando i costumi sulla scrivania mi venne incontro.
Io chiusi la porta e la stanza rimase illuminata solamente dalla luce soffusa del tramonto.
Fece un altro passo verso di me fino a trovarsi a pochi centimetri di distanza.
Mi scostò una ciocca di capelli dal viso con delicatezza infinita e poi scese giù lungo il braccio fino a fermarsi sul fianco. Dal canto mio ero completamente incapace di distogliere lo sguardo da quelle due pozze ambrate.
Lui era la calamita. Io il ferro.
Avvicinò il suo viso al mio. Le nostre fronti rimasero in contatto l’una con l’altra e i nostri respiri si confusero nel silenzio della stanza.
Alla fine con molta lentezza e  altrettanta dolcezza mi baciò. Un bacio tenero ma esigente. Un bacio che ci lasciò con il gusto dell’insoddisfazione. Gli appoggiai entrambe le mani sul petto e dopo essermi goduta quel momento prezioso cercai di riportare la mente al presente, a tutti i problemi che non si sarebbero risolti con un semplice bacio per quanto avrei voluto.
Lo spinsi indietro leggermente. Sapevo che bastava per fargli capire le mie intenzioni.
< non abbiamo risolto niente vero > si grattò la testa sconsolato
La sua non era una domanda.
Annui impercettibilmente.
Lo presi per mano e scesi le scale.
< mamma noi usciamo per fare una camminata. Non preoccuparti non staremo tanto! >
< va bene Kagome…..so che sei in buone mani…ma non fate comunque tardi >
< tranquilla >
Lo condussi nel giardino dietro la casa. Il tramonto circondava le cose con la sua tenue luce rossastra. Sembrava di vivere in un mondo fatato.
Alla fine ci ritrovammo vicino al Goshinboku.
Lasciai la sua mano e mi appoggiai a quell’albero a me tanto caro. Davanti ad esso era finita la storia con Kikyo, davanti ad esso era iniziata la mia. Ed ora cosa sarebbe successo. Quell’albero avrebbe decretato una fine o un nuovo inizio?
Feci scorrere la mano sul tronco nel punto in cui avevo trovato Inuyasha la prima volta.
La punta della freccia era ancora conficcata nell’albero. Quanto dolore patito per amore.
 
 
La guardai mentre cercava sostegno in quell’albero compagno di tante emozioni.
Sembrava così fragile mentre lo accarezzava distrattamente.
Sapevo a cosa stava pensando. Quella storia meritava tutta la sincerità e il trasporto del mondo. La nostra storia meritava il cento per cento di ognuno di noi ed io ero disposto a giocarmi il tutto e per tutto per farglielo capire.
< Kagome…..io ho pensato tanto….e vedi >
< Qual è la cosa che ti manca di più di lei Inuyasha? >
Quella domanda troncò la mia frase sul nascere come troncò per un momento la mia facoltà di parola.
Ero rimasto sorpreso. Non capivo dove voleva arrivare.
< rispondimi sinceramente ti prego….voglio sapere…. >
Pensai al mio passato con Kikyo. Il nostro rapporto era ben diverso da quello che avevo con Kagome. Sembravano il giorno e la notte. Il primo misterioso e fuggiasco. Il secondo aperto e solare. La vita e la morte. Eppure in entrambi mi ero sentito a mio agio. Kikyo era la mia anima gemella. Kagome era il mio esatto opposto.
< non credo ci sia una cosa in particolare….mi…mi >
< ….ti manca tutto di lei…ti manca lei >
Terminò per me quella frase che non ero riuscito a concludere. Il suo tono era tranquillo. Sicuro anche se rassegnato.
< si…mi manca lei > non volevo essere crudele ma Kagome voleva la verità ed era giunto il momento di mettere a nudo  i miei sentimenti.
La vidi incassare il colpo. Inghiottii vistosamente ma non battee ciglio. Si irrigidì appena.
Mi faceva male farle del male.
< se ci fosse un modo per riportarla indietro. Se potesse rivivere come un vero essere umano…..saresti contento >
< si. >
< e se tornasse ora e io ti promettessi di rimanerti accanto anche se scegliessi di stare con lei….tu mi vorresti? >
Non mi aveva chiesto con chi avrei scelto di stare se fosse ritornata in vita. Mi aveva chiesto se avrei trovato un posto nel mio cuore anche per lei. Se poteva rimanere al mio fianco anche in quel caso.
< Kagome….se lei fosse viva, se lei fosse ancora viva sarei il più felice di questo mondo >
Questa volta impallidii visibilmente e le sue mani si strinsero contro l’albero fino a escoriarsi.
Il mio istinto mi diceva di smetterla. Di non farla soffrire. Di stringerla forte per sempre.
Ma mi imposi di continuare. Doveva capire.
< e sai perché sarei felice? >
Scosse lievemente la testa incapace di rispondermi.
< sarei felice perché io non avrei fallito. Sarei felice perché lo spettro di Naraku sarebbe solo un lontano ricordo. Sarei felice perché saprei di essere riuscito a mantenere fede alla promessa fatta.  Ma soprattutto sarei immensamente felice perché nel mio cuore non ci sarebbero ombre che ti fanno allontanare da me. Che ti fanno male. Sarei libero di vivere la vita con te al mio fianco. Felice e libero. Davvero felice. >
I suoi occhi erano spalancati in due luccicanti specchi neri che riflettevano la tenue luce della sera.
La sua bocca stretta tra i denti tremava per trattenere le lacrime.
Abbassai il capo sconfitto dalle mie stesse parole. Era tutto vero. Ma era anche vero che non si sarebbe mai realizzato. Lei non sarebbe tornata. Io avevo definitivamente fallito e l’avevo imbrogliata e Kagome avrebbe sempre pagato a caro prezzo il mio fallimento. Il mio rimorso infinito.
Mi voltai per non farle vedere quanto profonda fosse l’umiliazione che provavo.
< lei…lei ti amava Inuyasha. Ti amava nonostante tutto. >
Quelle parole trafissero il mio dolore che si aprì come un baule chiuso in soffitta per tanto tempo. Le sensazioni che ne uscirono cominciarono a travolgermi.
< ti ha amato anche quando era convinta che l’avessi ingannata. Ti ha amato sempre. Voleva rivederti un’ultima volta ed era tornata per questo. Lei…lei non ti ha lasciato indietro…ti è solo passata davanti senza che te ne accorgessi. Sono convinta che non ti odi per niente. Sono convinta che il suo amore per te non le permetta di farlo.
< Non avrebbe voluto vederti così.>
Le tremava la voce ma sentivo che c’era tanto affetto e sincerità nelle sue parole. Il dolore aumentò a dismisura.
< Nessuno ti biasima per non aver mantenuto quella promessa. Lei stessa sapeva che era impossibile riuscirci. Il suo destino era segnato. Come il nostro. Se lei non fosse morta io…io non sarei nata. >
Respirò a fondo e proseguì.
< Doveva andare così e lei non è arrabbiata con te perché non l’hai seguita. Pensaci Inuyasha se lei ti avesse amato anche solo la metà di quello che ti amo io non avrebbe mai voluto che tu la seguissi. Vorrebbe che tu vivessi libero e sorridente. Se tu morissi non vorresti che io vivessi?...Vivessi con il tuo dolce e felice ricordo nel cuore?
O vorresti che fossero il rimorso e il dolore a legarmi a te per l’eternità? >
Le lacrime che sgorgavano direttamente dal mio cuore sanguinante fuoriuscirono e fui incapace di trattenerle. Il baule si stava svuotando. Era un dolore atroce ma dentro di me sentivo che era tutto vero.
< Inuyasha….lei ti guarda da lassù e sono convinta che anche lei provi rimorso per non aver sciolto una promessa impossibile da rispettare. Lei ti proteggerà sempre e ci sarà sempre Inuyasha. Nel tuo cuore. Un posto di pace e felicità un posto pieno d’amore. Anche per lei>
Si avvicinò a me e  mi voltai per ricevere quel conforto che tanto agognavo.
La strinsi forte. E piansi. Piansi tutto il dolore del passato anche quello che non sapevo di provare.
< lasciala andare Inuyasha……rispondile e lasciala andare >
Solo il vento era testimone di quella reciproca agonia.
Chiusi gli occhi e nascosi il viso nel collo di Kagome
< diglielo amore mio…diglielo >
La strinsi ancora più forte
< perdonami Kikyo….non sono riuscito a renderti felice, non sono riuscito a proteggerti. Perdonami. >
Il baule si richiuse con un tonfo e quel suono sordo rimbombò dentro di me tra le pareti ora vuote del mio cuore.
Adesso era libero. Adesso era libera.
 
Strinsi forte quel corpo scosso dal dolore. Un dolore tangibile, un dolore immenso. Quel dolore passò da me a lui da lui a me, finchè non trovò la sua strada verso il cielo. Volò via, lontano da noi con un biglietto di sola andata.
Mi appoggiai a lui nella speranza di ritrovare le forze che avevo perso durante quello scontro di sentimenti. Ogni parola che avevo pronunciato mi aveva colpita con la forza di una lama ma era tutto vero.
Faceva davvero male ammettere la forza di quei sentimenti ma non c’era alternativa.
Se doveva esistere un sentimento che avrebbe legato Kikyo ad Inuyasha per sempre allora quello doveva essere l’amore. Niente di meno che l’amore. Quello potevo sopportarlo. D’altra parte era giusto così.
Ora sapevo che nel suo cuore c’era posto solo per sentimenti positivi, che Kikyo non sarebbe stata per me una rivale ma una coinquilina che divideva una piccola stanza nel suo amore.
L’intero edificio però ora era mio. Per sempre.
 
Dormimmo abbracciati quella notte. L’uno perso nei sogni dell’altro. Nessun incubo, nessuna ombra osò bussare alla nostra finestra.





Ciaoooooo =D piccolo capitolo ricco di sentimenti. cHissà se ora Kikyo vi sta un po più simpatica!!!! :) :) ;) (voglio precisare che all'inizio la odiavo....)
Diciamo pure che non pensavo di essere così nostalgica ma cosa volete che vi dica....non ci capisco più niente nemmeno io ^^
Devo confessarvi che ho preso spunto da una scena di un bellissimo anime che ho recentemente finito di vedere.
Diamo a Cesare ciò che è di Cesare....l'anime si intitola Bokura ga ita e vi giuro che per gli inguaribili appassionati delle storie d'amore tormentate non esiste di meglio!!!! X cui vi consiglio di vederlo se non avete ancora avuto questo piacere!!!!
Lo ammetto per cui, ho "riadattato" questa scena che sembrava perfetta per i miei personaggi complessati!
Vi ringrazio un sacco per i complimenti e per gl incoraggiamenti...mi aiutano molto a capire se sto procedendo per la retta via. Ma essendo schiava dell'immaginazione...ho cmq poca scelta =D =D =D
UN bacioneeeeeee a presto promesso! ;)

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Capitolo 19
*** Sconcertanti rivelazioni ***


< fratellone gioca con me dai….!!!! >
< Sota lascialo stare….e poi subito dobbiamo ripartire >
< te ne vai di già Kagome…oh ma ti sei fermata così poco…. >
< non è vero mamma sono stata più delle altre volte e poi ritornerò presto >
< mmm va bene. Non dimenticarti il maglione pesante eh….inizia a fare piuttosto freddo >
< si mamma me lo ricorderò >
< fratellone stanotte hai dormito nella sua stanza non è vero? >
Due facce sorprese e sconvolte si voltarono verso due decisamente paonazze.
< Sota hah hah….ma che dici… >

Inuyasha lo prese di peso e uscì di corsa dalla stanza.
< credo che giocherò volentieri con te….marmocchio >
La tensione nella stanza non calò.
< Kagome? >
< oh no mamma lui non….e va bene si. Ha dormito nella mia stanza perché…fuori faceva freddo e comunque non è successo davvero niente > non era esattamente quello il motivo ma era meglio non entrare nei dettagli.
< oh bè immagino che anche nella sua epoca dormiate assieme no? >
< bè non proprio >
Quell’argomento mi imbarazzava decisamente troppo. Che caldo insopportabile.
< Kagome starai attenta vero?......io e tuo padre…be nessuno ha avuto l’occasione di spiegarti come funzionano le cose per cui.. >
< oh no mamma no no no no….non devi spiegarmi nulla. So… so tutto tranquilla e poi non…non siamo….ecco noi non abbiamo ancora….affrontato quell’argomento cosi…… si…puoi stare tranquilla si.. >
< oh piccola mia sei sempre stata matura per la tua età. Vedrai se sarà con la persona che ami sarà bellissimo ma ogni cosa a suo tempo >
< capito…ora vado. Ciao nonno >
Anche il nonno era sbigottito quanto me dalla strana piega che aveva preso la conversazione quella mattina.
Cavolo che argomenti da tirar fuori con mia madre…..Sota…..me l’avrebbe pagata cara.
Corsi in cortile e chiamai a gran voce Inuyasha che sbucò dietro di me in un baleno.
< l’hai fatto fuori almeno? >
< no tesoro mio ma credo che per un po’ se ne starà buono senza fiatare. >
lo guardai senza capire, poi scorsi Sota barcollante e con gli occhi che giravano.
< non pensavo che tuo fratello soffrisse di vertigini….non l’avrei mai lanciato così in alto altrimenti!!!! >
< he he he >
Povero fratellino!
Stavamo per saltare dentro il pozzo mangia ossa quando mi ricordai di aver dimenticato qualcosa.
< Inuyasha per favore potresti andare a prendermi il maglione della divisa in camera mia? >
< ….dov’è esattamente >
< sulla sedia della scrivania…accanto al costume anzi…potresti prendermi anche quello >
Sorrisi soddisfatta dalla faccia scandalizzata che fece il mio mezzo demone.
< scema >
Mi spinse dentro il pozzo e corse via.
Stavo ancora sorridendo quando risalita la cima mi ritrovai in un posto che non era l’epoca Sengoku.
Dove diavolo ero finita?
Aspettai immobile per alcuni secondi.
Mi riaffacciai al pozzo per vedere se anche Inuyasha mi aveva seguita fin li ma niente. Nessun rumore.
Mi trovavo nei pressi di una cascata. L’acqua inondava ogni cosa tranne il pozzo che era situato su una collinetta.
Afferrai l’arco. Non percepivo ostilità ne presenze malvagie ma non mi sentivo tranquilla.
Ad un tratto, da sotto la cascata apparve una figura. Era in penombra per cui non riuscii a scorgere nulla se non il leggero contorno del suo corpo che si stagliava contro l’acqua. Eppure quella figura non sembrava bagnarsi.
Si avvicinò di qualche passo fino a raggiungere i piedi della collinetta sulla quale stavo.
Non indietreggiai ma strinsi l’arco per farmi forza.
Quando la luce illuminò il suo volto capii di chi si trattava. La figura indistinta si tramutò in una donna dagli abiti antichi. Gli abiti di una sacerdotessa.
< Kikyo? >
 Stranamente mi sorrise. Un sorriso appena accennato. Difficilmente distinguibile ma su quel volto non avevo mai visto nulla di simile.
< Kagome..benvenuta >
< dove..dove sono? >
< questo è un luogo sacro. Non vi si accede se non invitati. E solo coloro che possiedono poteri spirituali vi possono entrare. >
< io..io non capisco tu sei morta…allora io come >
< questa è solo una proiezione di me. Noi due non ci potremmo incontrare veramente a meno che non sia tu a raggiungermi. E lo farai Kagome. Presto o tardi ci rincontreremo nel mondo dei morti >
< tutti devono morire prima o poi….. >
< già…fa in modo che non debba rimpiangere anche te per tutta la vita però >
Sapevo a chi e a cosa si riferiva. Lei sapeva dei miei incubi.
< cosa vuoi da me Kikyo? >
< voglio innanzitutto ringraziarti. >
Lo stupore fu immenso.
< ringraziarmi? E per cosa di grazia >
< per le belle parole che hai usato. Per aver liberato il mio spirito dal cuore di Inuyasha per avermi permesso di raggiungere la pace. Per avergli detto che lo amo e che lo amerò sempre. Hai restituito la libertà anche al suo animo e per questo ti ringrazio immensamente. >
Il mio stupore crebbe. Mai mi sarei aspettata parole simili.
< accetta questi ringraziamenti per quello che sono e ricordati che non ne riceverai altri da parte mia >
Eh eh ecco la Kikyo che conoscevo davvero.
Sorrisi. < certamente >
< ora passiamo al motivo per cui sei stata convocata >
Ascoltai le sue parole. I sentimenti che prevalsero in me furono molteplici. Passai da uno stato di shock ad uno incredulo. Poi fu il turno della paura e dell’indecisione infine la determinazione e la consapevolezza che quella era la nostra unica possibilità prevalsero su tutti gli altri.
< bene ora che hai compreso scegli tu la tua strada. Devi solo essere coerente con quello che hai deciso. Sempre. >
< ho capito >
< ora ritornerai da Inuyasha. addio >
< aspetta vuoi dirgli qualcosa >
< hai già detto abbastanza. Io in genere non sono una gran chiacchierona come te >

Una spinta leggera mi fece ripiombare nel pozzo e questa volta uscii nel mondo giusto.
Non feci in tempo a mettere un piede sull’erba che un abbraccio soffocante e forte mi tolse il respiro.
Non sentivo più la terra sotto i piedi ma solo un corpo muscoloso e un cuore impazzito che batteva contro il mio petto.
< Inu…Inuyasha sto soffocando >
 
 
< baka! Sono quasi impazzito dalla paura. >
Respirai il suo profumo e nonostante la consapevolezza di stringerla troppo non allentai il contatto tra di noi.
Ero davvero impazzito.
Preso il maglione mi ero lanciato nel pozzo e ne ero uscito in un baleno. Appena però avevo mosso i primi passi nella mia epoca avevo capito che qualcosa mancava.
Il suo profumo non c’era. Dov’era Kagome?
Se anche se la fosse svignata al villaggio; primo non avrebbe mai fatto in tempo a raggiungerlo, secondo….da qualunque parte si fosse nascosta il suo odore l’avrebbe tradita.
Ma la sua presenza li no c’era.
Non era mai giunta nell’epoca Sengoku.
Tornai immediatamente indietro. Forse era riuscita a rimanere aggrappata al pozzo ed era rimasta a casa sua per dispetto.
Feci avanti e indietro parecchie volte. Cercai anche nel buio profondo del pozzo ma di lei nessuna traccia.
Era scomparsa.
Mi ero accovacciato per terra nella speranza di riordinare le idee e capire cosa mai poteva essere successo ma l’ansia e la paura mi tormentavano a tal punto da non poter stare fermo.
Alla fine dopo quello che mi parve un tempo infinitamente lungo il suo odore arrivò dolce e chiaro come non mai.
Una manina candida spuntò dal pozzo seguita da una testa dai lunghi capelli corvini.
Il sospiro di sollievo che i miei polmoni emisero avrebbe potuto tramortire chiunque.
Maledizione a lei. Mi avrebbe fatto morire di crepacuore un giorno o l’altro.
< stai bene ? >

La lasciai andare quel tanto che bastava perché potesse sopravvivere.
Le presi il viso tra le mani e la scrutai fino all’anima.
< ora mi racconti cosa diavolo è successo >
 
 
Eravamo seduti in cerchio, nella capanna della vecchia Kaede, stupiti e pensierosi fissavamo il pavimento in cerca di una soluzione. Solo Inuyasha guardava negli occhi Kagome con quel suo solito piglio ostinato.
< Non se ne parla proprio. Tu non farai un bel niente. Ci deve essere un’altra soluzione. Dobbiamo solo riflettere >
< oh parla il grande saggio. Tu non sai neanche cosa voglia dire riflettere! >
< dannato impertinente prendi questo. >
< accuccia! >
Scossi la testa cercando di estraniarmi da quella baraonda per pensare.
< allora divina Kagome. Vediamo se ho ben capito: hai incontrato Kikyo in un luogo all’interno del pozzo e ti ha svelato il solo modo esistente per sconfiggere la creatura di nome Goryumaru.>
< esattamente >
< la sua corazza come abbiamo potuto constatare noi stessi è impenetrabile a qualsiasi tipo di attacco. Neanche una tua freccia sacra è riuscito a scalfirlo se ben ricordo..>
< si…non aveva prodotto alcun effetto su di lui…per questo mi serve quell’arco. Il mio non è abbastanza forte per fargli del male. >
< ho capito. Kikyo vuole che tu recuperi l’arco sacro delle sacerdotesse per poter sconfiggere il gigante di pietra perché è convinta che Naraku al suo interno vi nasconda qualcosa. >
< esatto. Durante il vostro scontro mi sono posta una serie di domande e una di queste riguardava proprio quel demone. Perché Naraku l’ha creato con quella caratteristica? All’inizio pensavo volesse solo tenerci impegnati per un po’, ma deve esserci qualcos’altro sotto. E credo che la risposta la troveremo solo aprendo quel coso in due!!! >
< troverò io il modo di sconfiggerlo tu non  ti devi neanche avvicinare >
< oh Inuyasha finiscila non sono fatta di porcellana!!! >
< e comunque non saresti in grado di batterlo. Tessaiga è totalmente impotente contro di lui come tutte le altre nostre armi. Dobbiamo credere alle parole di Kikyo e soprattutto in Kagome. Troverà quell’arco. >
< ma non capisci stupido monaco? Il problema non è se lo trova o no…..il problema sono le difficoltà che dovrà affrontare per recuperarlo. E non è affatto detto che le defunte sacerdotesse siano tanto disposte a cederglielo. Non se ne parla. Lei non si muoverà da qui! >
Detto ciò si alzò e uscì dalla capanna.
Calò immediatamente il silenzio. Kagome guardava sconsolata le sue mani in cerca di una qualche soluzione. Sango giocava distrattamente con Kirara e Shippo si godeva beatamente il suo lecca lecca del futuro con ancora un bernoccolo ben visibile sulla sua testolina arruffata.
Capivo l’agitazione di Inuyasha. Era più che comprensibile ma non c’erano molte alternative.
Se le parole di Kikyo erano vere, il sacrificio e lo sforzo che avrebbe dovuto compiere Kagome sarebbero stati enormi ma….le sacerdotesse avrebbero visto in lei tutto ciò che cercavano nella prescelta. Anzi ero convinto che non esistesse persona più degna di tale ruolo.
Però sarebbe stata davvero dura riuscire nell’impresa.
C’erano troppi problemi e troppi se e ma….per prenderla alla leggera.
Guardai nuovamente Kagome. Anche lei sembrava valutare tutte le opzioni. Ma sapevo che infondo aveva già deciso. E di questo era consapevole anche Inuyasha.
Per chi rimane è sempre più difficile. E lui sarebbe rimasto ad aspettarla. Impotente più di sempre, con l’incertezza del suo ritorno.
Valutando i problemi del caso ne riscontrai tre da prendere in maggiore considerazione.
Primo Kagome sarebbe stata sola e senza armi.
Secondo avrebbe dovuto dimostrare il suo valore senza sapere come esattamente fare.
Terzo il prezzo per quell’avventura senza certezze sarebbero stati i suoi poteri.
A cosa serviva un potente arco sacro se la sacerdotessa che lo impugnava era sprovvista di poteri?
Il fatto che il luogo dove Kagome si sarebbe recata fosse puro ovviamente lasciava intendere che solo le sacerdotesse potessero accedervi e per questo era l’unica a potervi accedere.
Ma perché doveva entrare senza armi e cedere i suoi poteri in cambio dell’arco?
Per un semplice monaco tutto questo non aveva molto senso. Chissà se per lei invece….
A mio avviso la parte più insidiosa e difficile di tutte era proprio quest’ultima.
Riuscire ad accettare un patto simile richiedeva una grande forza di volontà e una totale fiducia nelle proprie umili capacità. Inoltre si doveva dimostrare un grande coraggio per affrontare un cammino che ti portava in un luogo ignoto, un luogo che sarebbe diventato la sua prigione nel caso fallisse.
Eh si Inuyasha aveva ragione a preoccuparsi. Non solo rischiava di rimanere imprigionata nell’oblio per chissà quanto tempo….ma avrebbe perso ogni suo potere. In quel luogo sarebbe stata sola e indifesa.
Valeva la pena rischiare tanto per uccidere un servo di Naraku? Anche se probabilmente custodiva un qualcosa che lui non voleva assolutamente farci scoprire?
< Sai Kagome…. >
La voce tranquilla e bassa di Sango mi riscosse da quei pensieri
< io penso che se quell’arco è l’unico mezzo per poter distruggere Goryumaru vuol dire che quello che protegge al suo interno dev’essere sicuramente prezioso per Naraku. >
< si lo credo anch’io >
< ….non sappiamo se Naraku è a conoscenza o meno di tale arma ma sicuramente è convinto che non esista modo di sconfiggerlo per cui….. >
< per cui andrò a prendere quell’arco e tornerò prima che ve ne accorgiate >
Fece uno dei suoi soliti sorrisi smaglianti e non potei fare a meno di sentirmi più rassicurato e fiducioso.
< anche se lui fosse a conoscenza dell’arco è quasi sicuro del fatto che sia impossibile da recuperare. Non avrà sicuramente pensato che ne saremmo venuti mai a conoscenza ne al fatto che avresti voluto provarci a tutti costi! >
< un motivo in più per tentare…..non vedo l’ora di vedere quella sua brutta faccia sconvolta dallo stupore!!! >
Nessuno riuscì a trattenere una risata a quella bizzarra immagine.
Kagome era fatta così. Sapeva sempre sdrammatizzare su tutto.
Si ero sicuro….ce l’avrebbe fatta!
< ora devo sistemare un’ultima cosa….>
Prese un bel respiro e con un ultimo mesto sorriso uscì anche lei dalla capanna.
< sono convinta che preferirebbe cento volte affrontare Naraku in persona che Inuyasha ora!!! >
< saremmo tutti dello stesso parere amore mio! >
 
Lo raggiunsi sulla collinetta del  villaggio. Mancava poco a mezzogiorno e il sole tiepido dell’autunno riscaldava appena le mie mani congelate dalla tensione.
Era voltato e dalla posizione rigida del suo corpo capii che il suo animo non si era placato.
Sospirai sconfitta e mi preparai ad ogni genere di conversazione.
< Inuyasha? >
Nessuna risposta. Pensai che non mi avesse neanche sentita per cui mi avvicinai e gli posai una mano sulla schiena.
Con una scrollata ed un passo avanti si allontanò da me.
Era peggio di quanto pensassi!
< hai intenzione di tenermi il muso per sempre? Io domani mattina parto e non vorrei che le ultime ore che passo qui le trascorressimo ignorarci. >
Sapevo di aver oltrepassato il segno della zona sicura ma era l’unico modo per ottenere la sua attenzione.
Con uno scatto si voltò verso di me. Un’ombra omicida mista alla disperazione velava il suo sguardo.
Il mio respiro era lento e regolare. La calma prima della tempesta. Il suo era già in tumulto.
< Inuyasha……ti prego ascoltami…>
< no maledizione no! Sei la solita stupida. >
No mi offesi ne per le parole ne per quel tono aggressivo. Lo capivo più di quanto immaginasse ma non avevo alternative.
< non guardarmi come fossi un cagnolino alla quale hanno pestato una zampa. Se potessi ora ti ucciderei con le miei stesse mani. Tanto in te non esiste alcun sentimento di conservazione per la tua persona. La tua vita vale zero per te ma per me è diverso dannazione. Quando lo capirai! >
Non potei rispondere. Non aveva affatto ragione ovviamente e sapevo benissimo quali rischi correvo e come si sarebbe sentito. Avrei provato lo stesso ovviamente se la situazione fosse stata l’inversa.
Ma in quel caso avrei capito che non c’erano soluzioni. Tante volte avevo dovuto arrendermi al destino che lo allontanava da me. Troppe volte ero rimasta a vedere la sua schiena allontanarsi e l’angoscia prendere in consegna il  mio cuore finchè non ricompariva al mio fianco. Sapevo con esattezza come si sentiva.
Lui però doveva ancora arrivare alla seconda fase dell’agonia. La rassegnazione all’inevitabile.
Il silenzio tra noi si fece carico di tensione e più io cercavo di restare calma più lui si infuriava. Volavano insulti pesanti e parole che sapevo non avrebbe mai voluto dirmi. Era fuori di se. Dalla paura, dalla consapevolezza che mai avrei cambiato idea.
< sei così maledettamente testarda. Ti odio. Ti odio davvero tanto. Ti diverti a vedermi soffrire. Sono stufo di perderti per poi ritrovarti. Quante volte dovrai sfidare il destino prima che ti trascini definitivamente lontana da me? Eh quante? >
< io non sfido il destino. Lo assecondo. Assieme a te. Il mio destino è legato al tuo Inuyasha ed è per questo che mi trovo qui a prendere queste decisioni. Decisioni che mi costano parecchio ma che aiuteranno tutti noi. Aiuteranno il nostro amore a vivere sereno e libero. Perché non capisci? >
< io capisco solo che ti vuoi allontanare da me. Che vuoi dimostrare di essere all’altezza di affrontare questi pericoli da sola. Tu non ti fidi di me. Io……maledizione Kagome non puoi andare. Non voglio che tu vada hai capito? >
< ho capito Inuyasha e se non mi fidassi di te non avrei mai deciso di andare. >
< cosa intendi dire? >
< lo capirai da solo…ti amo. Sempre e comunque. >

< io no! Se deciderai di andare sappi che anche se tornerai io non ti aspetterò >
Guardai ammutolita e sbalordita la sua espressione risoluta e decisa.
Non stava mentendo. Credeva assolutamente a quello che mi aveva appena detto.
Potevo sopportare tutto. Avevo sopportato senza storie tutte le cattiverie e assurdità che mi aveva urlato in faccia. Ma questa no. Questo stupido ultimatum poteva davvero risparmiarselo.
Non capiva che non avevo scelta. Voleva o no sconfiggere Naraku una volta per tutte?
< bene. Se è così che la metti….non pensavo arrivassi a tanto…mi dispiace davvero. La mia decisione non cambia. Domani all’alba partirò. Addio Inuyasha. >
Mi voltai velocemente e me ne andai cercando di arginare quel fiume di tristezza e lacrime che mi stava tramortendo lasciandomi senza forze.




Eccomi qui =D....!!!! chissà cosa ne pensate!!! 
La vicenda si fa un pochino più complicata..ma per arrivare dove voglio arrivare..(e spero di riuscirci) devo fare questo giro tortuoso....
spero che non vi perdiate nei meandri della mia immaginazione perchè anche le mie mani fanno sempre più fatica a tenere il passo con quello che sforna la mia mente contorta.
Da qui in poi la storia prende piede e se pazienterete ancora un pochino capirete meglio tutto...(promesso^^)
Che dirvi.....grazie mille mille mille per i vostri commenti sn sembre ben graditi...
Tenete duro non manca molto....prevedo una decina di capitoli circa ;) (pomodori in arrivo O.O!!!!)
Bacioni a tutti =D a prestooo

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Capitolo 20
*** L'arco della prescelta ***


< bene io sono pronta. Abbiate cura di voi fino al mio ritorno.>
< Kagome sei sicura di quello che fai? Tornerai vero? >
< certo Sango. Presto o tardi ritornerò. Mi raccomando…tenetelo d’occhio per me >
< faremo il possibile. >
Il volto raggiante e sicuro della mia amica si oscurò pensando a quel tonto di Inuyasha.
Lei stava partendo e lui non si era degnato neanche di venirla a salutare. Se le cose fossero volte al peggio rischiava di non vederla più. Il suo carattere era qualcosa di insopportabile.
< divina Kagome farai attenzione vero? >
< oh Miroku certamente……vedrete non vi accorgerete neanche della mia partenza >
< come no! >
Con le braccia incrociate e un’espressione triste, Shippo si fece strada fino a giungere vicino a Kagome.
Lei lo prese in braccio e dopo averlo stretto forte gli diede un sonoro bacio sulla guancia.
< vedrai piccolino….tornerò prestissimo!!! > fece il suo solito sorriso rassicurante e tutti ci sentimmo meglio. Sapevo però che lei non era così ottimista come ci voleva far credere e dallo sguardo preoccupato di Miroku…neanche lui sembrava convinto di tutta quella sicurezza.
Ormai aveva deciso e in quanto a testardaggine Kagome e Inuyasha non avevano rivali! Però dovevo ammettere che se volevamo portare a termine la nostra missione ci serviva quell’arco per cui…
Sospirai mesta e sconfitta.
< Kagome come pensi di raggiungere questo strano luogo? >
< bè…..Kikyo mi ha detto che se lo voglio raggiungere veramente l’ingresso si aprirà davanti a me e si chiuderà una volta entrata. >
< oh sembra alquanto complicato >
< si sommo Miroku ma credimi la voglia che ho di recuperare quell’arco è tanta! >
Le occorsero alcuni minuti di concentrazione durante i quali noi ci tenemmo a distanza e nel silenzio più assoluto.
Ad un tratto un vento freddo e silenzioso cominciò a filtrare nella foresta. Non era un vento qualunque. Mi faceva sentire…strana….poco pura. Era una sensazione di disagio. Guardai Shippo che fissava ancora Kagome senza alcuna perplessità sul viso. Che non lo percepisse? Mi voltai verso Miroku…ciò che vidi mi fece decisamente preoccupare.
Aveva la pelle d’oca e con sguardo schifato si guardava intorno. Evidentemente lui lo percepiva più forte di me.
Un leggero tremolio scosse la terra intorno a noi e una luce profonda e intensa circondò Kagome.
Il varco si era aperto. Da quello spiraglio nell’aria provenivano strani suoni come dei lamenti e un freddo atroce. Vidi Kagome indietreggiare di qualche passo, l’espressione turbata ma risoluta.
Si voltò verso di noi e ci sorrise. Poi si guardò attorno come a cercare qualcosa o meglio qualcuno. I suoi occhi si incupirono, scosse la testa e con un balzo entrò nello squarcio che si richiuse subito dopo.
Corsi verso quel punto impreciso ma non c’era più nulla. La mia amica non c’era più.
< in bocca al lupo Kagome >

Kagome era sparita.
Mi raddrizzai con uno scatto dall’albero sulla quale mi ostinavo a stare dal giorno prima.
Annusai l’aria con insistenza ma il suo odore non c’era più.
< maledizione >
Corsi verso il villaggio e poi un po’ più a valle seguendo la scia dei miei compagni.
Arrivai al limitare del bosco e li vidi.
Sango, Shippo e Miroku stavano uscendo dalla foresta. Nessuna traccia di lei.
< oh Inuyasha quale onore! >
C’era un che di bellicoso nel tono di Sango.
< dov’è >
< dov’è chi? >
< oh andiamo Sango non fare la permalosa ora. Dimmi dov’è >
< ah…aspetta vuoi sapere dov’ è finita la ragazza che hai insultato e piantato su due piedi prima di una rischiosissima missione???? >
Dannazione. Deglutii per trovare la voce.
< si. Voglio sapere dov’è andata. >
< sai benissimo dov’è andata Inuyasha. >
Si lo sapevo. Lo sapevo benissimo ma il mio cervello non voleva saperne di mettere in fila quelle parole che assieme avrebbero decretato la catarsi del mio cuore.
< ….e così è partita lo stesso > lo dissi più a me stesso che agli altri.
< già è partita e non sappiamo quando e se ritornerà.>
Vidi Miroku lanciare uno sguardo ammonitore a Sango ma lei lo ignorò completamente e continuò la sua arringa con più foga di prima.
< è partita con la consapevolezza che tu non l’appoggiavi e che non credevi in lei. Ha aspettato fino all’ultimo secondo con la speranza nel cuore di vederti ma tu….figuriamoci. Il solito orgoglioso e solitario. Bè sai cosa ti dico….impara a trattare il tuo orgoglio con familiarità visto che se lei non dovesse tornare sarebbe l’unica cosa che ti rimarrebbe accanto! >
Impugnò il suo Hiraikotsu con una mano e lo piantò a terra con forza provocando un buco, poi mi superò e a passo spedito e furente rientrò al villaggio.
Io ero letteralmente allibito da quella sfuriata ma anche consapevole della veridicità di quelle parole e nonostante ciò il dolore che mi procurarono non fu meno intenso.
Shippo la segui trotterellando senza degnarmi di un’occhiata.
Solo Miroku rimase impalato ancora inebetito da quella meritata strigliata.
Mi accovacciai a gambe incrociate contro il primo albero che trovai.
Scossi la testa rassegnato.
< sai…in realtà non voleva dire tutte quelle cose… > il tono di Miroku era tra il perplesso e l’imbarazzato
< oh no…credo proprio che volesse dirle tutte… e se avesse potuto ne avrebbe aggiunte anche delle altre. La presenza di Shippo deve averla frenata dal farlo. >
< si credo proprio di si >
Si sistemò al mio fianco.
< è stata irruente ma non si può biasimarla è la sua amica. Guai a chi la tocca >
< il problema è che non dovrebbe certo difenderla da me. Invece…. >

< che cosa ti è saltato in mente Inuyasha eh? >
< oh dannazione non lo so! Ho visto rosso. Completamente rosso. Ogni dieci minuti rischio di perderla senza che si metta d’impegno per finire nei guai. I problemi ci seguono come avessimo un radar. Non mi serviva anche questo pretesto per rischiare di rimanere solo. Volevo che rimanesse per me anche se so che è totalmente folle e egoistico. > < posso capire cosa hai provato e cosa stai provando ora ma non pensi che lei l’abbia fatto soprattutto per te? Non pensi che anche lei sia stanca di essere usata contro di te o viceversa? Non credi che sia stufa di farti preoccupare? Secondo te non preferirebbe vivere in pace al tuo fianco? >
< sono più o meno le stesse cose che ha cercato di dirmi ieri >
Il monaco mi sorrise comprensivo. Non meritavo la sua comprensione ne quella di nessun altro.
Tremai pensando a Kagome.
< l’unico modo per ottenere questo Inuyasha è sconfiggere Naraku. L’unico modo per sconfiggere Naraku è capire cosa cela dentro quel demone corazzato e…. >
<… e per distruggere il demone corazzato ci occorre l’arco della prescelta. >

< esattamente >
< lo so maledizione ma…..lei sarà sola e priva di armi. Dovrà rinunciare ai suoi poteri e tutto per Naraku. >
< allora non te la dovevi prendere con lei ma con lui piuttosto >

L’ovvietà con cui espresse quell’inutile frase mi fece venir voglia di spaccargli la testa.
Nonostante ciò non ero riuscito ad incanalare la rabbia verso il bersaglio giusto. Come sempre me l’ero presa con l’unica persona che stava al mio fianco senza timori. Avevo riversato la mia rabbia sull’unica vittima di quella tremenda storia.
< ma perché doveva essere proprio un arco e non una spada che potevo prendere io? Perché proprio lei maledizione >
< questo non te lo so dire. Ma dobbiamo aver fiducia nelle sue capacità. Dobbiamo credere in Kagome.>
< lo so che può sembrare diversamente da quello che è ma io…io credo veramente in lei. >
< questo lo sappiamo. Diciamo che se glielo avessi detto di persona poco fa, l’avessi stretta e incoraggiata ad affrontare questa dura prova sarebbe stato meglio. Molto meglio. >
Abbassai il capo. Ero proprio uno stupido.
Non l’avevo neanche salutata. Non potevo credere di averla lasciata andare senza neanche guardare la sua figura allontanarsi. In realtà avevo sperato fino alla fine che non partisse. Avevo sperato stupidamente che quella mia palese presa di posizione l’avrebbe fatta desistere. Dovevo sapere che mai avrebbe rinunciato. Mai avrebbe rinunciato a fare del bene agli altri. Se non avessimo sconfitto Naraku, Miroku sarebbe perito consumato dalla maledizione.
Che stupido. Che stupido.
Io volevo solo una cosa…..che non fosse lei a dover affrontare quest’impresa così rischiosa.
Lei era stata coraggiosa. Io un codardo. Avevo solamente pensato ai miei bisogni e alle mie paure. Lei come sempre aveva pensato a tutti fuorchè se stessa.
Era partita senza salutarmi. E ora avrei vissuto con l’angoscia di non rivederla più. E con l’amaro ricordo del nostro ultimo attimo vissuto assieme. La sua schiena che si allontanava da me e l’odore delle sue lacrime salate nell’aria.
< sai che le ho detto che la odiavo e che anche se tornava non l’avrei più aspettata??? >
Miroku sbarrò gli occhi e mi fissò come avessi tre teste.
< ……..wow…..devo dire che non pensavo arrivassi a tanto! >
< già! Sono stato odioso. Tornerà non è vero? Tornerà anche se le ho detto queste cattiverie?>
< ne sono sicuro Inuyasha! Kagome è…Kagome! E poi ti stava aspettando prima di partire per cui le era già passata >
Non mi sentivo fiducioso al massimo ma se c’era una persona che poteva farcela quella era lei.
< bè sarà meglio che vada a vedere se alla mia paladina della giustizia è passata >
< se è ancora furiosa stalle alla larga, non si sa mai. Andrò a scusarmi con lei appena le passerà la voglia di uccidermi. >
< già ho avuto paura che volesse scagliarti quel coso addosso e credimi nessuno meglio di me sa quanto male fa!!!! >
< hahahah già ho temuto anch’io per la mia vita! >
< sarà meglio che glielo riporti! >
Miroku si alzò spolverandosi gli abiti e con noncuranza afferrò quella strabiliante arma.
Non si mosse di un millimetro.
Divenne cianotico nel tentativo di fare uscire Hiraikotsu da quel buco ma niente.
Mi alzai allora per aiutarlo e mi ci volle tutta la mia forza e tutto il mio impegno per liberare il gigante boomerang dal terreno!
Era davvero incredibile. Pesava un sacco e non era certamente un’arma adatta ad una donna. Ma non riuscii ad immaginarmi Sango con niente di più aggraziato e femminile addosso. Anche un arco stonava con la sua personalità.
Il mio pensiero corse a Kagome. Doveva tornare. Doveva assolutamente tornare solo per sentire la miriade di scuse che avevo da dirle.
< fiu che fatica…..eh Inuyasha…..riusciresti a chiudere quel buco…..se qualcuno dovesse finirci dentro si farebbe davvero male! >
E ridendo mi lasciò sfogare la mia frustrazione su un cumolo di terra.


Erano passati sei giorni da quando Kagome era sparita alla ricerca dell’arco misterioso.
Sei giorni d’inferno per Inuyasha. Era stato abbastanza calmo, al limite del possibile, fino a metà del secondo giorno. Poi il suo lato pessimista e ombroso aveva preso il sopravvento.
Se ne stava sempre in disparte. Dormiva nella foresta e non si univa a noi neanche per mangiare.
Era intrattabile. Ma era più che comprensibile. Anche noi stavamo cominciando a preoccuparci.
Non pensavo che ci volesse tanto e speravo che Kagome fosse sana e salva.
Miroku si avvicinò a Shippo per consolarlo l’ennesima volta. Non pensavo che un esserino così piccolo potesse versare tante lacrime. Era commovente vedere quanto tenesse a Kagome.
Dovevo ammetterlo Miroku ci sapeva davvero fare con i bambini.
Guardai l’orizzonte che si stava oscurando sempre di più. La calma della sera però non servì a placare le mie paure.
Un braccio mi circondò la vita e la mia testa si poggiò automaticamente su quella spalla fatta apposta per me.
< vedrai….starà sicuramente bene >
< lo so >
< non sei preoccupata solo per lei vero? >
Sorrisi. Per lui ormai ero un libro aperto.
< sono in pensiero per Inuyasha. Si sta comportando come quando ci eravamo appena conosciuti. >
< già. Quella volta era scontroso e distante proprio come ora >
< pensavo che fossero l’abitudine e il tempo ad averlo cambiato ora mi accorgo che il merito va tutto a Kagome >
< quando non c’è ritorna l’orso di sempre. >
< proverò a parlargli vediamo se riesco ad alleggerire un pochino il suo tormento! >
< va bene Sango ma non insistere. Le cose miglioreranno solo con il ritorno della divina Kagome. >
< lo so! Ma tornerà io so che tornerà! >




Erano giorni che brancolavo in cerca della mia meta finale; avevo sopportato il freddo e il buio.
Una quantità imprecisata di demoni e di ricordi mi aveva perseguitata lungo il cammino ma li avevo superati in qualche modo senza sapere esattamente come.
Le lacrime continuavano a scorrere imperterrite e non riuscivo a fermarle però avanzavo e avanzavo nella speranza di arrivare a qualcosa di indefinito. Quel vuoto che mi circondava mi stava dilaniando l’anima.
Erano queste le prove e le difficoltà che si dovevano affrontare?
Ero stanca e affranta. Non sapevo da quanto tempo stessi camminando ne il numero preciso di volte in cui ero caduta e a fatica rialzata.
Stavo per perdere ogni speranza quando ad un tratto una debole luce cominciò a rischiarare quell’inferno.
Mi aggrappai a quella visione e utilizzai le ultime energie per giungere in quel luogo di salvezza.
Mi fermai in una stanza circolare.
I miei occhi ci misero un bel po’ ad abituarsi alla luce dopo tanto tempo passato al buio.
Notai i primi dettagli. Si era una sala enorme e tonda priva di angoli e finestre. Tutte attorno a me erano disposte una moltitudine di sedie imponenti. Deglutii per il timore di essere arrivata a destinazione.
Quella doveva essere proprio la sala delle sacerdotesse defunte.
Non percepivo ne presenze ne minacce. Non percepivo nulla tranne il mio respiro affannoso.
In un lampo le sedie si riempirono di corpi e volti sconosciuti. Eteree figure di sacerdotesse comparirono dal nulla e nel silenzio più totale. I battiti del mio cuore producevano al confronto un rumore assordante.
Continuai a girare su me stessa guardando una a una le sacerdotesse e ad un tratto riconobbi un solo volto.
Non era possibile. Non potevo crederci. Ma in realtà era perfettamente normale che si trovasse li.
< K..Kikyo >
Non mi sorrise ne manifestò i propri sentimenti verso di me. Inclinò leggermente il capo a mo di saluto poi tornò granitica come le altre. La sedia al suo fianco era vuota.
Cercai di calmare i tremiti del mio corpo.
Numerose volte avevo voluto ritirarmi e correre tra le braccia di Inuyasha ma era proprio il suo pensiero a darmi la forza necessaria per non arrendermi.
Rievocai nella mia mente e nel mio cuore la sua immagine e nonostante il nostro ultimo deplorevole saluto il mio animo si calmò all’istante. Ero pronta ad affrontare qualsiasi cosa.
< ben arrivata Kagome >
A parlare fu la sacerdotessa seduta dall’altra parte della sedia vuota. Era leggermente più anziana delle altre doveva avere più o meno l’età di mia madre.
< g..grazie >
< a nome delle mie sorelle qui presenti volevo porgerti le mie più sentite congratulazioni per aver percorso il tunnel del tormento ed essere giunta fino a noi salva e cosciente >
La mia faccia stupita e allibita la fece sorridere.
< bene direi che è il caso che ti spieghiamo come funziona il nostro mondo… >
Inclinò la testa verso la compagna alla sua sinistra poi tornò a sedersi.
Questa nuova sacerdotessa si alzò con portamento regale. Mi guardò e mi scavò dentro il cuore tanto che sentì il dolore del suo giudizio.
< ti trovi nel nostro mondo Kagome. Un mondo in cui solo gli spiriti sacri hanno libero accesso. Qui le nostre anime possono trovare il riposo che meritano. Agli esseri ancora viventi non è permesso entrare e solo chi possiede un’anima pura può tentare di accedervi. Il fatto che tu possedessi il varco per potervi entrare e che sia riuscito ad aprirlo fanno di te una persona pura ed una sacerdotessa a tutti gli effetti. >
< io…… >
< pensi di non essere più pura. Oh vedo che ne sei convinta. Bene ti spiegherò una cosa. Avere dubbi e rimostranze, cedere alle tentazioni e al dolore non fanno di te una persona non pura, fanno di te una persona umana. La purezza che hai nel cuore è chiara a tutti. Non avresti mai trovato questa stanza altrimenti. Avresti brancolato nel buio fino a morire. Fino a perderti in te stessa. Perché qui non siamo altro che dentro la tua anima. >
< dentro…dentro di me? >
< proprio così. Ora veniamo al motivo per cui sei giunta fin qui. Tu vuoi il nostro arco vero? >
< si…mi serve per sconfiggere una creatura malvagia. Mi serve per porre fine a tante, troppe ingiustizie. >
Guardai Kikyo le cui mani si strinsero con forza.
< capisco. Sai perché quell’arco è così potente? >
< no… >
< l’arco racchiude i nostri poteri. Tutte le sacerdotesse che vedi sedute qui sono donne che hanno combattuto come e più di te per il bene degli altri. Nell’arco verranno racchiusi tutti i nostri poteri compreso il tuo. >
< ma….come potrò….. >
< per sprigionare la potenza dell’arco devi fare un voto. L’arco ti restituirà i poteri solamente quando il voto che hai pronunciato si compirà. Deve essere qualcosa di importante e definitivo. >
< ho capito. Devo giurare all’arco qualcosa e solo se la rispetterò riavrò i miei poteri…altrimenti? >
< altrimenti finito il tuo compito tornerai ad essere una persona normale e l’arco ti consumerà pian piano fino alla morte >
Che bella prospettiva. Era un’arma a doppio taglio.
< sei convinta di accettare questa clausola? >
Non avevo scelta per cui….
< si. Sono convinta. Porterò a termine il mio voto e riavrò i miei poteri >
Le sacerdotesse annuirono soddisfatte.
< ora resta un’ultima cosa da verificare. >
La parola tornò alla prima sacerdotessa che mi aveva accolta.
< dobbiamo vedere se meriti davvero i nostri poteri. Se meriti davvero l’arco della prescelta. >
Un’altra prova? Pensavo che il tunnel del tormento nel quale avevo vissuto tutti gli attimi più dolorosi della mia vita e dove avevo visto tutte le mie paure più nascoste realizzarsi fosse sufficiente. Evidentemente mi sbagliavo.
< cosa devo fare? >
< vedo che sei una ragazza coraggiosa. Nel tuo cuore non percepisco alcuna titubanza. Paura forse, ma non ti tirerai indietro. Neanche quando il tuo uomo starà per ucciderti avrai alcun rimpianto. >
Un sussulto alla sua destra e il mio cuore silenzioso accolsero quella frecciatina.
Kikyo guardò la sua compagna più anziana con risentimento ma in cambio ricevette solo uno sguardo amichevole e sereno.
Scossi la testa per digerire quell’ulteriore informazione.
< voi…voi siete in grado di vedere il mio futuro ? >
< oh no magari….ma siamo in grado di vedere le tue scelte. E credimi bambina mia sono chiare e limpide come l’acqua di montagna. E’ raro trovare una persona con le idee più chiare delle tue. Il vostro amore è autentico. Fidati sempre del tuo cuore. Troverai la via per la felicità seguendolo >
Quelle parole mi infusero la speranza di cui avevo bisogno per affrontare il mio nero futuro.
< tornando alla prova…..Kagome fino a qui abbiamo testato il tuo spirito e tutte noi abbiamo constatato che nonostante le oscurità che cela il tuo animo sei riuscita a sconfiggerle grazie a qualcosa di più forte e vitale per te. Il tuo spirito ha vinto sul dolore. La luce ha vinto sull’oscurità. >
Annuii. Ero pronta ad ascoltare il resto.
< ora dovremmo testare il fisico. >
La guardai sbigottita. Testare il fisico? Cosa voleva che facessi le flessioni????
Mi sorrise e proseguì.
< più che il fisico vero e proprio vogliamo mettere alla prova la tua resistenza e la tua grande forza di volontà >
< si credo di aver capito! >
< guardati attorno Kagome. Noi siamo circa una ventina e siamo tutte sacerdotesse. Non noti nient’altro che ci accomuna? >
Pensai ai loro vestiti, alle loro posizioni, ai loro volti.
Kikyo era di sicuro la più giovane. Un momento! Erano tutte tremendamente giovani per essere morte e secondo la logica erano sedute in ordine di eta’. O forse no! Mi sfuggiva qualcosa.
< ebbene Kagome? >
< bè…siete tutte giovani. Davvero giovani. Alcune avranno più o meno la mia età. >
< si…hai ragione. La più vicina a te è Kikyo. >
< allora siete disposte in ordine di anzianità! >
< non esattamente siamo sedute in ordine di morte >
Rimasi impalata come una stupida mentre il mio cervello registrava quelle parole.
A bene pensarci era vero. Kikyo era l’ultima sacerdotessa morta per cui sedeva per ultima, se si tralasciava ovviamente la sedia vuota al suo fianco. Inclinai la testa sovrappensiero. Che stessero aspettando l’imminente arrivo di un’altra sacerdotessa? Non ne conoscevo di così potenti da eguagliare la forza di quelle presenti davanti a me.
< è per te Kagome!....questa sedia vuota è per te >
Se le parole di prima mi avevano stupita, quelle pronunciate ora con tanta naturalezza e ovvietà mi congelarono il sangue.
<…p..per me? >
Il primo pensiero fu…”oddio accanto a Kikyo”! Il secondo, il più sensato, fu”…oddio stanno aspettando che muoia”.
< accadrà presto? >
La sacerdotessa che aveva parlato per seconda fece una risata.
< oh cara dipenderà da te. Esclusivamente da te. Se il tuo piano si dovesse realizzare tu morirai per mano del tuo uomo. Ricordati, se riuscirai a prendere l’arco i tuoi poteri svaniranno e allora come pensi di placare il suo lato demoniaco?.....Perchè era questa la tua intenzione vero? >
< oddio… >
Basta! Di cattive notizie ne avevo ricevute fin troppe. Quella poi era la più tragica. Recuperare quell’arco avrebbe comportato più rischi e problemi che soluzioni, ma ormai avevo iniziato a ballare e non potevo smettere. Inoltre se volevo salvare Inuyasha e Miroku dovevo farcela a tutti i costi!
< cosa mi attende ora? >
< vedo che nonostante tutto non hai perso la tua determinazione. Un altro punto a tuo favore. >
< io sono la più anziana delle sacerdotesse. Sono stata io a creare questo luogo per ritrovare la pace perduta. Ho scelto appositamente che questo luogo fosse presente solo nel cuore delle vere sacerdotesse e che vi potessero accedere quando più ne avevano bisogno. Fin ora però sei la prima che vi è giunta da viva. Quindi sei l’unica ad aver avuto il coraggio di affrontarci e di reclamare come tuo l’arco della prescelta. Come ti dicevo prima, noi tutte siamo morti giovani. Il male ci ha sempre dato la caccia e nonostante i nostri straordinari poteri ci ha sconfitte. >
Abbassai il capo dispiaciuta del triste destino di quelle povere creature, consapevole di condividere la stessa fine.
< se sei davvero la prescelta allora dovrai dimostrare di essere talmente forte nel fisico e nello spirito da riuscire a sopportare le ferite che hanno causato la nostra morte. Ti verranno inflitte una alla volta. Se riuscirai a resistere a tutte allora….avrai l’arco. Un semplice mi arrendo ti farà smettere di soffrire. >
Un pesante silenzio calò in quello strano luogo celato nel mio cuore.
Le loro ferite. Avrei dovuto subire tutte le loro ferite e resistere? Erano troppe.
< per voi sono state mortali, perché io non dovrei morire subendo la stessa sorte. Non una ma più volte? >
< non morirai è una promessa, ma pregherai dio di prenderti a se piuttosto che continuare a soffrire così. Invocherai più volte la morte ma solo arrendendoti potrai porre fine al dolore. Un dolore immenso. >
Non stentavo a crederlo. Avevo paura. Avevo davvero paura. Ripensai allo scontro con Naraku al male che mi avevano provocato tutte quelle lacerazioni sul mio corpo. Non sapevo come erano morte. Non sapevo di che ferite si trattasse. Ne conoscevo soltanto una. Quella di Kikyo. L’ultima sofferenza che avrei patito sarebbe stata la sua. Sarei stata in grado di arrivare fino a lei? Volevo provare il suo dolore per comprenderla meglio, ma la paura e l’insicurezza attanagliavano il mio cuore.
< per avere i nostri poteri Kagome dovrai essere in completa sintonia con noi. E solo soffrendo come abbiamo sofferto noi potrai esserlo. >
< credo di capire…ma ditemi con sincerità….è umanamente possibile resistere? C’è anche una piccola percentuale di riuscita in questa impresa folle? >
< No Kagome non è umanamente possibile. nessun essere umano riuscirebbe a sopportare senza soccombere le nostre ferite. Non arriverebbe neanche a metà. Si arrenderebbe prima. Gli umani hanno un forte spirito di conservazione. Noi sacerdotesse no! Ma una piccola percentuale di vittoria c’è. Te lo posso giurare Kagome. >
Le sacerdotesse non hanno spirito di conservazione? Era la stessa cosa di cui mi aveva accusato Inuyasha. era vero allora. Ora cominciavo a capire tante cose.
< Ho dimenticato di dirti una cosa. Se alla fine sarai vincitrice le ferite guariranno completamente. Ti rimarranno solamente delle piccole cicatrici a memoria delle tue origini… a memoria del tuo sacrificio. Se durante la prova cadrai svenuta riterremo l’esame concluso. In cambio potrai urlare e fare tutto ciò che più ti reca sollievo. Tanto noi non possiamo ne soffrire ne morire un’altra volta. >
Mi stava invitando a picchiarle e sfogare il mio dolore su di loro. Mi chiesi se avrebbe mai funzionato!
Mi sorrise cercando di mitigare le titubanze del mio cuore.
Potevo farcela? Potevo davvero soffrire così tanto senza arrendermi e invocare pietà?
< allora accetti Kagome? >
Lo sguardo intenso di Kikyo mi fece pensare a quanto lei aveva sofferto per preservare il suo amore.
Fallendo.
Io non avrei fatto la sua stessa fine.
Io avrei vinto. Per me. Per Sango e Miroku. Per Kohaku e Shippo. Avrei vinto per te amore mio.
< accetto! >





Uffi però potevate anche dirmi che rischiate di diventare seriamente rinco!!!!!
Per caso ho riletto la storia direttamente da qui...in genere la sistemo sul mio file e la pubblico.......non mi ero mai messa nei vostri panni e devo dire che dopo i primi 2 capitoli i miei occhi erano già andati in vacca!!!! O.o
Accipicchia.....scusate davvero...devo fare esperienza....!!! Ora posterò un pochino più in grande...ci tengo ai miei lettori!!!!! XD
Spero che questo capitolo vi piaccia e non sia troppo contorto....forse mi sto complicando la vita....bo!!!
Baci e grazieeee
A presto! ;)

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Capitolo 21
*** C'è chi vince...c'è chi perde ***


Percepii nell’aria il pericolo imminente. Di Kagome ancora nessuna traccia e sebbene il mio cuore fosse stretto nella morsa della preoccupazione e della solitudine non potei ignorare quella puzza insopportabile. Scattai verso la radura dove sapevo che sarebbero comparsi i nostri visitatori. Intercettai lungo il cammino le scie di Sango e gli altri. Anche loro dovevano averla percepita.
Arrivai nel luogo predefinito prima di loro.
Il vento si alzò rendendo gli alberi schiavi della sua forza.
Ad un tratto un bagliore nell’oscurità della foresta mi fece irrigidire. Erano arrivati allora. E non mi ero affatto sbagliato. La loro puzza era davvero insopportabile.
< Kanna e il gigante al guinzaglio! Finalmente, quanto tempo! Dov’è quel codardo di Naraku! Manda sempre i suoi scagnozzi a fare il lavoro duro ha paura di sporcarsi le mani per caso? >
< Naraku è sempre con noi >
Che strana risposta da dare.
< peccato che non si faccia mai vedere però; cosa siete venuti a fare eh? >
< Questa volta non fermerò Goryumaru. E’ la fine . >
Miroku, Sango, Shippo e Kirara ci avevano raggiunti. Sui loro visi un’espressione risoluta.
< se quel bestione ci attacca seriamente Inuyasha…per noi sarà davvero la fine! >
Lo sapevo maledizione! Ma non avevo scelta. Dovevo fermarlo ed ucciderlo a tutti i costi. Così forse Kagome sarebbe tornata. Quell’arco non mi serviva. A me bastava solo lei!
< lo so….ma ci proverò lo stesso. >
< Inuyasha…Kagome non è ancora arrivata…come..>
< Kagome non deve assolutamente immischiarsi in questo scontro! Lo ucciderò senza bisogno di quell’arco maledetto! >
< ma Inuyasha cerca di ragionare… >
< No! Miroku tu tieni d’occhio Kanna vedi se per caso ha in mente qualche trucchetto. Non voglio distrazioni. Il mio avversario sarà solamente quel colosso ambulante! Tu Sango tieniti in disparte. Non dovete intromettervi. Vi fareste solo male! >
Caricai il salto e scattai verso quel muto avversario senza aspettare le loro risposte.
 
Maledizione stava andando sempre peggio. Erano ore che Inuyasha combatteva senza riserve contro Goryumaru ma sembrava avergli fatto le carezze. Nessuna tecnica di Tessaiga aveva avuto alcun effetto. Solo alcuni colpi erano riusciti ad intaccare la superficie di quella corazza durissima ma niente di significativo. Non quanto le ferite di Inuyasha almeno.
Lo guardai lanciarsi nuovamente verso quel bestione e venir scaraventato atterra per l’ennesima volta.
Quanto ancora avrebbe resistito?
Fissai Kanna con attenzione. Sembrava attenta a guardare lo scontro ma in realtà il suo sguardo era perso nel nulla.
Questa volta sentivo che non sarebbe intervenuta per fermare il suo compagno. Questa volta qualcuno sarebbe dovuto morire. E non era difficile capire a chi sarebbe toccata tale sorte.
Continuai a torcere il rosario. Il vortice non serviva avevo già sperimentato. Niente di ciò che avevamo sembrava funzionare.
Guardai Sango che di tanto in tanto lanciava il suo Hiraikotsu per liberare Inuyasha dalla presa micidiale del suo avversario.
Era tesa quanto me.
Quel testardo voleva farsi ammazzare. Maledizione!
Combatteva con grinta ma senza la tenacia e la forza che lo contraddistinguevano. Gli accadeva sempre quando Kagome era lontana! Divina Kagome cosa dobbiamo fare. Dove sei finita?!!!
< Miroku….dobbiamo fare qualcosa! Ora! >
< non possiamo fare niente….è troppo forte per noi! >
< se Inuyasha riuscisse a parare almeno i suoi colpi potrebbe avere qualche speranza dannazione! >
Una luce si accese nella mia mente preoccupata. Parare i suoi colpi ma certo!
< Inuyasha….usa il fodero di Tessaiga!!! >
< che cosaaaa? >
In quell’attimo di distrazione Inuyasha fu catapultato direttamente ai miei piedi.
Si rialzò sputando sangue. Era ridotto veramente male.
< usa il fodero per proteggerti dai colpi! Non so se riuscirai a pararli del tutto ma dovresti riuscire a ridurne la potenza grazie alla sua barriera >
< tentare non nuoce >
< se funziona cerca di concentrarti per trovare il suo punto debole. Deve averne pure uno! >
< tsk! Che cosa credi che abbia cercato di fare fin ora!!!! >
Si lanciò nuovamente contro Goryumaru e alla prima occasione sfoderò la custodia di Tessaiga che con la sua barriera protettiva incassò il colpo e lo ridusse notevolmente. Bene! Non era sicuramente il modo per uscire vivi dallo scontro ma almeno avevamo guadagnato un po’ di tempo.
 
Il sole del pomeriggio lasciò il posto alle prime luci tenui della sera. Era incredibile che riuscissi a notare quel particolare visto la difficoltà che avevo nel mettere  fuoco le cose. Un occhio era totalmente chiuso e l’altro si stava decisamente gonfiando.
La testa mi pulsava e in bocca avevo il sapore dolce del sangue misto a quello più secco della terra.
Mi rialzai a fatica e guardai quel gigante che non mostrava il ben che minimo segno di stanchezza.
Dal mio canto….il fisico era sul punto di crollare. Gli spuntoni che gli ricoprivano mani e braccia mi avevano lacerato prima la veste e poi tutto il corpo. Non c’era parte che non sanguinasse e non mi facesse un male bestia.
Se non trovavo una soluzione sarei morto contro quell’ammasso di roccia e non avrei mai più rivisto Kagome.
Era il mio solo conforto. La sola forza che mi spingeva a rialzarmi e continuare a lottare era il pensiero che presto o tardi l’avrei rivista perché sapevo che sarebbe tornata da me.
Maledizione dovevo sconfiggere questo dannato gigante prima che lui sconfiggesse me.
Attaccai di lato e scartai il suo braccio possente saltandoci sopra, arrivai all’altezza dei suoi occhi e con l’ Hijin-Kessou gli ferii un occhio. Barcollò stupito di quel mio attacco ma subito si riprese e con una velocità impensabile per la sua mole mi schiacciò a terra con l’altra mano. Uno spuntone di roccia mi perforò il petto.
Rantolai aria e sangue nel tentativo di uscire dalla nebbia che ottenebrava la mia mente. Misi a fuoco solamente due cose con l’unico occhio rimasto semiaperto.
Il pugno che mi avrebbe spedito all’altro mondo avvicinarsi a me inesorabilmente e una freccia scagliata con forza che lo ridusse in mille pezzi.
Mi rialzai a fatica sui gomiti per guardare con incredulità e stupore l’unico essere in grado di farmi passare dall’inferno al paradiso con la sua sola presenza.
Era accovacciata tra l’erba. L’arco teso e una sguardo omicida sul viso.
Analizzai tutto di lei. Il suo respiro accelerato, come avesse corso a perdifiato ed i vestiti sporchi e lacerati, macchiati di sangue. Mi paralizzai per un secondo. Era ridotta davvero male. Annusando l’aria però non percepii l’odore fresco del suo sangue. Non sembrava ferita. Eppure quel sangue era suo.
Crollai nuovamente a terra. Maledizione ero davvero sfinito.
< Inuyashaa >
La sua voce preoccupata mi giunse da lontano. Riaprii gli occhi solo quando percepii la sua presenza al mio fianco. Un qualcosa di bagnato e salato cadde sulla mia guancia per poi scorrere fino al mento.
Aprii l’occhio sano e la guardai mentre disperata toccava con delicatezza e tremore ogni centimetro del mio corpo.
< oddio..oddio Inuyasha…amore ti prego resisti… >
< K….Kagome…sei tornata >
< si..si..sono tornata….sono qui…con te… >
< non pian…gere sto bene… >
< guardati Inuyasha.. >
Un altro singhiozzo la scosse. Mi faceva molto più male vederla così disperata di tutte le ferite sul mio corpo.
< basta….ti prego….stai…tranquilla..ti sei ….ti sei vista tu? Mi…mi hai fatto prendere…..un…un colpo! >
Solo allora staccò lo sguardo dal mio corpo per fissare il suo. Una strana luce le velò il volto ma poi mi sorrise.
< fa solo scena…non è niente. Ora pensiamo a te. >
< attenta Kagomeee >
L’urlo di Miroku ci fece destare entrambi. Vidi il grosso braccio privo di mano piombare su di noi. Il mio pensiero corse a Kagome. La strinsi alla vita cercando di saltare via di li ma con una presa decisa mi obbligò al suolo e con l’altra mano stagliò l’arco contro quel poderoso ammasso di roccia.
Tremai pensando che l’avrebbe schiacciata. Della mia vita non mi importava nulla ma della sua…
Riaprii gli occhi che per un breve istante avevo chiuso. Inginocchiata accanto a me e con entrambe le braccia a sostenere l’arco stava respingendo l’attacco di Goryumaru con la sola forza dell’arco.
Il braccio mozzo del bestione a contatto con l’aura pura dell’arco cominciò a sgretolarsi. Non potevo credere ai miei occhi. Quell’affare era davvero potente come aveva sostenuto fin dall’inizio.
Chissà cosa aveva dovuto affrontare per ottenerlo. Ma ci era riuscita. Secondo Kikyo era un’impresa pressoché impossibile ma lei ce l’aveva fatta!!!
Un ombra alla nostra sinistra catturò la mia attenzione ma il mio urlo arrivò troppo tardi.
L’altra mano del bestione colpì con forza Kagome che solo all’ultimo piegò l’arco per difendersi ma non fu abbastanza veloce. Vidi il suo corpo scaraventato lontano da me. Si accasciò sull’erba e li giacque per dei secondi interminabili.
< Kagomeeeeeee >
La forza che non credevo più di avere mi corse nelle vene fino a riuscire a mettermi in piedi.
< maledetto io…. >
< accuccia! >
Fu un comando lieve e sommesso. Ma lo sentii chiaro. Come chiaro fu il dolore che mi fece piombare nelle tenebre più assolute.
 
 
< Miroku. Portalo via di qua. Per favore  >
< si Kagome…tu…stai bene? >
Quella domanda non si riferiva solo al colpo appena ricevuto lo sapevo.
Quello che non sapevo è se stavo davvero bene. Non avevo avuto modo ne tempo per analizzare come stessi in realtà.
< si sto bene! Fai in fretta se si risveglia sono guai > gli sorrisi e lo vidi allontanarsi con l’amore della mia vita ridotto ad uno straccio tra le braccia. Io non avevo alcuno spirito di conservazione ma lui….maledizione, bastava guardarlo per capire che neanche lui ne possedeva in realtà.
< Miroku prendi Kirara….io aiuto Kagome >
La mia amica si avvicinò a me e con un sorriso solidale si preparò a darmi man forte in qualsiasi modo avessi bisogno.
Io lo attaccavo e lei parava i colpi con il suo boomerang.
Il nostro possente avversario non si risparmiava e con insistenza e tenacia sfruttava tutte le sue possibilità per attaccarci.
Fu un avversario davvero duro da sconfiggere. L’arco era potente ma la sua armatura era difficile da distruggere e un solo colpo non bastava. Mi rimaneva una sola freccia e sapevo che mai sarei riuscita a sbriciolare il suo addome con un unico colpo.
Guardai Kanna che con un leggero stupore nello sguardo se ne stava in disparte senza intervenire per aiutare il suo compagno. Era un comportamento davvero strano.
Guardai Sango anche lei affaticata e provata quanto me.
Volevo andare da Inuyasha. Volevo solamente vederlo e accertarmi che stesse bene. Quella mia sciocca mente si era arrovellata nel timore del nostro incontro dopo quell’assurda e dolorosa litigata. Ma tutto si era placato quando lo avevo rivisto. Il mio cuore era tornato a casa. Quella sensazione era stata tanto bella quanto breve e non vedevo l’ora di riprovarla. Dovevo sbrigarmi.
< Sango….ci siamo! >
< Si! >
 < bene…tra poco scopriremo che cosa cerca di nascondere Naraku!>
Scagliai la freccia che colpii il centro perfetto di quell’enorme petto marmoreo. Come avevo pensato la roccia protettiva si incrinò lasciando scoperto un altro strato roccioso al suo interno.
Li doveva essere il segreto di Naraku.
< Sango tieni duro questo! >
La faccia della mia amica mutò da dubbiosa a estasiata.
< posso? >
< sicuro…hai decisamente più forza di me! >
Ci scambiammo uno sguardo d’intesa poi, facendo perno su un piede, fece un giro su se stessa e lanciò il mio arco legato ad Hiraikotsu con una forza incredibile.
La mira poi fu perfetta. Le nostre armi unite insieme centrarono esattamente il punto che la mia freccia aveva colpito precedentemente.
Con uno schianto ed un rumore assordante la corazza si disintegrò e la piccola luce luminosa che risiedeva al suo interno fece la stessa fine.
Ci fu un potente bagliore che ci costrinse a riparaci gli occhi per alcuni secondi.
Quando li riaprimmo davanti a noi c’era il deserto.
Del gigante non rimanevano che i grossi solchi che i suoi attacchi avevano generato e di Kanna nemmeno l’ombra.
Guardai Sango che sul viso aveva scritte le mie stesse perplessità.
Mi diressi verso Inuyasha ancora incosciente a cavalcioni su Kirara. Gli scostai la frangia argentata dal viso sporco di sangue e involontariamente sorrisi. Era dannatamente bello. Anche svenuto e semi distrutto come ora era dannatamente bello. Sospirai
< andiamo….abbiamo tutti bisogno di riprenderci. >
Non potevo essere più d’accordo con Miroku come in quel momento.
Lo vidi abbracciare Sango e baciarle la fronte, le prese l’arma e sempre tenendola abbracciata si incamminò verso il villaggio.
Sorrisi serena.
Piccoli gesti procuravano grande felicità.
 
< ahhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh>
Quell’urlo agghiacciante scosse anche il mio spirito assopito.
Potevo leggere chiaramente la frustrazione sul suo volto. Mai l’avevo visto così sconvolto e adirato.
Nel mio piccolo esultai. Alla fine anche senza il mio aiuto ce l’avevano fatta. La ragazza era più in gamba del previsto. Non pensavo che esistesse un’arma di tale potenza. Un’arma così pura da far gelare il mio animo al sol vederla. Chissà che effetto avrebbe prodotto su un essere vile e oscuro come Naraku.
< maledizione! >
Non feci una piega quando un pezzo di parete crollò ai miei piedi.
Sapevo che la sua collera ora era alle stelle. E non potevo che sentirmi bene per questo.
La parte più assurda e  divertente è che loro non erano affatto a conoscenza di cosa avessero appena distrutto.
Sapevano solo che qualcosa di importante era stato nascosto dentro il corpo del mio silenzioso compagno ma ne ignoravano l’identità. Se solo avessero immaginato l’importanza del loro gesto…..
< Kanna come è potuto accadere eh DANNAZIONE? >
< …nessun’arma avrebbe mai potuto scalfire la sua corazza. Ma quell’arco. La sua potenza. Non ho mai visto una cosa simile mio signore. L’aura che emette è così sacra e pura che Goryumaru si è disintegrato al solo contatto. Un colpo ben calibrato e preciso l’ha poi finito, arrivando a distruggere anche…. >
< maledetta Kagome. Quella sgualdrina impicciona la pagherà cara una volta per tutte. Non avrò alcuna pietà per lei.
Chiamami il tuo servo! >
Mi inchinai e fuoriuscii da quella grotta divenuta il suo nascondiglio naturale.
< Byakuya >
< eccomi! >
Come al solito comparì al mi fianco senza rivelare la sua presenza.
Immaginavo cosa volesse dalla mia creatura e la cosa mi disturbava parecchio.
Stavo cominciando a provare una moltitudine di sentimenti che non credevo di possedere.
Quando rientrammo nella grotta Naraku aveva ripreso la sua solita compostezza.
< Byakuya voglio che tu recuperi a tutti i costi l’ultimo frammento della sfera. Hai il campo libero. Fa come vuoi. Usa i metodi che più ti aggradano basta che facciano male. Molto male. Voglio quel frammento. Uccidili tutti se questo serve allo scopo ma ricorda…..non ti conviene ritornare senza. >
< come desideri mio signore! >
< Kanna aiutalo come puoi. Voglio quel frammento dannazione! >
 
Indistinti ricordi avevano continuato a tormentare il mio sonno. Sentivo una costante presenza intorno a me. Un calore confortante che non mi abbandonava mai. Nonostante la voglia di aprire gli occhi e ringraziare quella figura sfuocata che alleviava i miei dolori non ne trovavo mai la forza. Ripiombavo nell’oscurità.
< vedrai Kagome….si riprenderà presto…dopotutto è Inuyasha >
< già….dico io serviva ridursi così?.....credimi Sango mi è mancato un battito quando ho visto come era conciato. >
< si era alquanto malridotto…ma anche a me è venuto un colpo quando ti ho vista sbucare dal nulla con tutto quel sangue addosso! Dev essere stata davvero dura recuperare quello….vero? >
Entrambe ci voltammo verso l’arco poggiato contro la parete.
Era una bellissima arma. Non solo per la straordinaria forza che emanava ma anche per le sue fattezze. Aveva una sottile rete di rami finissimo attorcigliati lungo tutta l’impugnatura. Risaltava perché era più chiara rispetto al legno scuro con il quale era stata costruita la parte che si fletteva. La corda invece era formata da tre crini legati assieme. Grazie ad essi potevo lanciare non solo più frecce contemporaneamente ma anche oggetti un po’ più pesanti.
Le sacerdotesse mi avevano assicurato che con il tempo e la pratica sarei stata in grado di sfruttare l’arco al massimo delle sue capacità.
Scossi la testa e cercai di rispondere alla domanda.
< si direi che è stata piuttosto dura. A pensarci bene……non so se lo rifarei. Ho constatato di persona la potenza di quest’arma ma…..ottenerla….. >
< non parlarne se non vuoi >

< mi dispiace Kagome! >
< fa niente l’importante è che abbiamo portato a termine la nostra missione. Abbiamo distrutto la cosa che Naraku stava nascondendo! E anche se non sappiamo cosa è sempre un punto a nostro favore. >
< già…e aggiungendo anche l’ultimo frammento che è ancora in mano nostra e il gioco è fatto >
Cominciammo a ridere del nostro stupido ottimismo.
Un movimento di Inuyasha ci fece abbassare la voce ma non mise fine alla nostra futile felicità.
 
Sentivo le fitte che si diradavano nel mio corpo…..ma  niente fu così doloroso come vedere il suo corpo colpito con tale violenza. La vidi sbattere a terra con forza e non muoversi più.
Urlai il suo nome cercando di raggiungerla strisciando tra l’erba ma era troppo tardi. Il suo sguardo era vuoto. Era morta.
Kagome…..Kagome…Kagomeeeeeee
Mi svegliai di soprassalto. I polmoni cercavano tutto l’ossigeno possibile e il mio cuore batteva forte contro le strette bende che mi stringevano il torace. Mi guardai attorno. Doveva essere circa mezzogiorno. Il sole era alto nel cielo. La luce illuminava la camera della vecchia Kaede riscaldando quelle ultime giornate d’autunno. Qualcosa di soffice e pesante mi stava stringendo delicatamente alla vita.
Sapevo che nella stanza non ero solo già da quando mi ero svegliato. Il mio cuore era passato dal ritmo furente del terrore allo sfarfallio che provava ogni qual volta mi trovavo vicino a lei.
Mi voltai provando fitte fastidiose in tutto il corpo. L’occhio ferito era stato bendato per cui potei solo sbirciare quella stupenda visione che anche un individuo cieco avrebbe saputo apprezzare.
Si era cambiata. Non indossava più la divisa lacera che mi aveva fatto venire un colpo al cuore. Mi feci un promemoria. Chiederle cosa aveva mai potuta ridurla così. Sapevo che non era ferita e ricordando il pugno che aveva ricevuto dal bestione non potei che ringraziare la sua buona stella per averla protetta. Io non c’ero riuscito.
Ero stato curato e lei stava bene il che voleva dire che Goryumaru era stato sconfitto. Bene.
La calma e il sollievo arrivarono assieme alla consapevolezza che lei era li con me, sana e salva ai limiti del possibile. Era al mio fianco dopo nove giorni di lontananza. Nove giorni in cui avevo patito le pene dell’inferno.
Percorsi quel corpo minuto rannicchiato su un fianco con tutta l’adorazione del mondo. Quanto mi era mancata.
Appoggiai il mio braccio sul suo aumentando il peso sul mio addome.
Poi guardai il suo petto alzarsi e abbassarsi al ritmo profondo del sonno e non riuscii a fare a meno di seguirla in quel mondo senza incubi.
 
Feci attenzione a non svegliarlo e sfilai lentamente il braccio dal suo. Uscii in punta di piedi e mi stiracchiai alla debole luce del tramonto.
Guardai gli abitanti del villaggio ritornare dai campi e i bambini correre incontro a quei padri che avevano visto tempi migliori. Le donne li attendevano sulla porta. Per me costituivano una visione stupenda. Non potei fare a meno di pensare al mio futuro e nella mia mente si creò subito la stessa identica immagine. Ma una nube nera incombeva su quel sogno troppo bello per diventare realtà.
Frammenti delle parole della sacerdotessa anziana riecheggiavano ancora nel mio cuore.
siamo sedute in ordine di morte”; “è per te Kagome!....questa sedia vuota è per te”;se il tuo piano si dovesse realizzare tu morirai per mano del tuo uomo”; “i tuoi poteri svaniranno e allora come pensi di placare il suo lato demoniaco? ”
Respirai a fondo per calmare le mie paure.
Era tutto vero, lo sapevo, eppure mi sembrava così ingiusto da far male.
Lasciai che la mia memoria ripercorresse quelle interminabili ore in cui davvero avevo invocato ogni genere di aiuto per porre fine al dolore straziante.
Tutte quelle sacerdotesse avevano sopportato una fine orribile. Ognuna di loro aveva sofferto in modo atroce e io con loro. La più anziana era morta dopo un’estenuante combattimento contro demoni potentissimi.
Nessuno era venuto in suo soccorso. Attraverso i colpi che avevano pian piano inciso la mia carne potevo sentire tutta la sua paura e la sua sofferenza. Rivivevo quegli attimi di terrore come rivivevo le loro ferite mortali.
Avevo vissuto più di venti morti. Una dopo l’altra. Una sull’altra.
C’era chi era morta avvelenata, chi colpita direttamente al cuore, chi impiccata per stregoneria e chi torturata fino allo stremo. La ferita di Kikyo era arrivata a tradimento. Quando meno me lo aspettavo, quando cercavo di ricomporre i brandelli della mia volontà, era arrivata. Una stilettata fino in fondo al cuore.
Al dolore fisico si erano subito aggiunti altri sentimenti sgradevoli.
La delusione, l’amarezza, la rabbia, la sconfitta del proprio cuore. Il tradimento di una persona amata.
Se non avessi saputo com’erano andate davvero le cose. Se non avessi saputo che quel tradimento tanto profondo e doloroso in realtà non si era mai compiuto avrei sicuramente ceduto. Avrei invocato pietà.
Era stata la prova più dura e terribile della mia vita ed ero sicura che poche potessero arrivare in futuro a batterla.
Dopo aver provato sulla pelle i loro dolori, dopo aver rivissuto i loro ultimi attimi di vita, tutto era scomparso.
Le ferite, il male e quel senso intenso di nausea erano passati. Sul mio corpo solo tante piccole cicatrici chiare mi avrebbero ricordato per sempre cosa volesse dire essere una sacerdotessa. Cosa volesse dire essere la prescelta.
Constatato il superamento della prova le sacerdotesse si erano riunite e da una potente luce era fuoriuscito l’arco.
L’arma all’inizio pesava tremendamente tanto che faticavo ad alzarla con un braccio solo.
< Dovete abituarvi l’uno all’altro. Ora devi fare il tuo voto Kagome. Solo allora l’arco ti apparterrà. >
Se pensavo che la parte difficile fosse passata mi ero sbagliata di grosso. Fare quella promessa, essere consapevole fino alla morte di cosa stavo giurando e metterci tutta me stessa era stato impegnativo. Vedere poi la mia energia spirituale fluire all’interno dell’arco mi aveva dato il colpo finale. Il tutto si era verificato nel silenzio più totale. Nulla in me era apparentemente cambiato ma dentro mi sentivo vuota.
< sento che il tuo voto è forte e arduo. Sento che la volontà dell’arco è appagata ampiamente. Da ora in poi sarà parte di te, sarà la parte che tu hai voluto cedergli >
< Che il tuo fato si compia bambina mia.  E che tu possa portare la luce dove questa non può arrivare. Ora corri, la metà del tuo cuore ha bisogno di te. >
Con queste parole alle spalle mi ero lanciata nel tunnel buio che mi aveva accolta all’inizio. Questa volta avevo percorso la strada a ritroso senza interferenze di alcun genere e l’arco si era fatto via via sempre più leggero.
Alla fine avevo davvero un’arma portentosa. Ma a quale prezzo? Ero senza poteri. Ero inutile ora. Non valevo niente.
Preferivo un grande guerriero senz’armi che una nullità con una potenza tra le mani. Se gli toglievi quella…..
Per farmi ulteriore male avevo sperimentato i miei poteri su Inuyasha. Kaede mi aveva insegnato le basi della guarigione e fino ad allora ero stata in grado di rimarginare solo le ferite più superficiali. Ci volevano anni di allenamento per riuscire ad incanalare l’energia in un altro corpo per guarirlo. Questa volta però nonostante i miei sforzi, nulla era cambiato nel corpo di Inuyasha. Nessuna ferita si era minimamente richiusa. Per ironia invece quella nel mio cuore si era allargata a dismisura. “Neanche quando il tuo uomo starà per ucciderti avrai alcun rimpianto.”
Se gli incubi di quel maledetto si fossero avverati Inuyasha avrebbe cercato di uccidermi e a causa del mio voto e della mancanza dei miei poteri non avrei potuto difendermi in alcun modo.
Avevo sperato che come sempre sarei riuscita a placare il suo lato demoniaco grazie alla mia forza spirituale ma….ora…..
Era tutto tremendamente difficile. Non c’era modo di riavere i miei poteri prima di scontrarmi con lui.
Secondo il giuramento che avevo fatto mai avrei colpito con quell’arma Inuyasha neanche per difendermi. I miei poteri sarebbero tornati solamente se Naraku fosse stato sconfitto e se tutti noi fossimo sopravissuti. Questo era il mio voto. Mantenere in vita i miei compagni e il mio amore a costo della mia. E per farlo avrei usato quell’arco.
 “ Da ora in poi sarà parte di te, sarà la parte che tu hai voluto cedergli ”
Gli avevo ceduto la parte più importante di me. Gli avevo affidato il mio cuore.
 
Mi svegliai e mi accorsi immediatamente di essere solo. Cercai di stiracchiarmi lentamente, alcuni muscoli protestarono altri furono felici per quell’immediato sollievo. Ero veloce a guarire e anche se alcune ferite erano piuttosto gravi ma per la maggior parte di esse, entro domani, sarebbe rimasto solo un leggero segno.
Ad un tratto la tenda alla porta si mosse ma il mio cuore sapeva che non si trattava di Kagome.
Sbucò un codino da monaco impertinente e impacciato.
Reggeva tra le mani un vassoio con sopra una candela. Subito la stanza si illuminò e potei notare il suo viso raggiante.
< allora stupido immaturo inscosciete…..come stiamo? >
< tsk non conosco nessuno qui con queste caratteristiche!!!!! >
Lo guardai di sott’occhi e scoppiammo entrambi a ridere.
Appoggiò il vassoio sul pavimento e si sedette al mio fianco. Io mi alzai con qualche gemito soffocato ma dopo i primi giramenti cominciai a sentirmi meglio.
< allora? >
< sto…bene…non sono come voi per cui entro domani…. >
< hai avuto la febbre per tre giorni lo sai ? >
< cosaaa??? >
< si! La divina Kagome era molto preoccupata. Sango l’ha obbligata ad andare a riposare seriamente per qualche ora. non si è mai staccata da te. >
< oh! Non pensavo di aver dormito tanto >
< già! Evidentemente eri più grave del previsto! >
< come si è concluso lo scontro? Io..l’ultima cosa che mi ricordo è…l’accuccia di Kagome….dannata!!! >
< ha fatto bene! Saresti morto testardo di un cane! >
< tsk non è affatto vero! >
< l’arco di Kagome è portentoso. Ha una forza immensa. Ha sgretolato quel demone come fosse fatto di argilla. E poi era straordinario il modo in cui lo utilizzava. Come fossero una cosa sola >
< che intendi dire? >
< non lo so ma sembrava che l’arco avesse vita propria. E’ un’arma come la tua penso. In perfetta sintonia con il padrone! >
< mmmm può essere! D’altra parte anch’io ho faticato nell’ottenerla. Deve essere una sorta di legame che si crea grazie al sacrificio! >
< penso che tu abbia ragione! >
< allora cosa c’era all’interno di quel mostro di pietra??? >
< non lo sappiamo con esattezza. Era un qualcosa di luminoso che però si è dissolto assieme a Goryumaru.>
< maledizione…almeno però è distrutto e questo creerà sicuramente un minimo disagio a quel bastardo!!! >
< sicuro!!!! Il sacrificio di Kagome non  è stato vano >
< ecco a proposito  ha detto niente…..di…be…di come è andata? >
< no…nessuna parola. A Sango ha detto che probabilmente se tornasse indietro sapendo come sarebbe andata avrebbe delle rimostranze ad affrontare tutto nuovamente. Deve essere stata davvero dura per lei per arrivare a dubitare del suo coraggio. >
< è quello che temevo. E dei suoi poteri cosa mi dici? >
< già durante lo scontro appena è ricomparsa ho percepito qualcosa di diverso in lei. Ora è il suo arco ad avere i suoi poteri li sento chiari che scorrono in esso. >
< e lei… >
< mmmm non dirglielo ma l’ho beccata mentre cercava di creare una  barriera attorno ad una mela! Era così sconsolata che avrei voluto abbracciarla >
< grrrrr >

< oh andiamo……sei davvero terribile. Mi dispiaceva vederla così però sapevo che qualsiasi cosa le avessi detto o fatto lei mi avrebbe detto che non c’era da preoccuparsi. Quindi sarà meglio che ci pensi tu appena sarai in grado. >
< io???? >
< si tu!!!! Hai qualche problema per caso? >
< ma io…io non so cosa dirle…cosa fare soprattutto >
< come ti sentiresti se la tua condizione di umano fosse permanente ? >
< plua…..uno schifo non farmici neanche pensare! >
< ecco vedi. Lei ora si sente così. Probabilmente come mi sentirò io appena e se il vortice scomparirà dal mio palmo >
< tu hai sempre le tue formule e le tue fandonie >
< grazie testone!!! >
< aia non mi toccare che fa male!!! >
< ti sei proprio rammollito Inuyasha!!!! >
< trovi? >
< ahahahah no affatto e non fare quella faccia preoccupata!!! >
< idiota! >
< comunque….lei si fida di te per questo ha fatto questo enorme passo che l’ha portata a questa condizione di disagio. Per cui il minimo che tu possa fare è starle accanto. Come fai sempre no? >
< si certamente ma…non capisco cosa centra che si fidi di me!!! >
< oh mamma mia Inuyasha……quando sei umano tu cosa fai? >
<……cerco un luogo dove posso stare in pace >

< ti nascondi! >
< non mi nascondo cerco… >

< eh va bene maledizione e con ciò? >
< anche lei vorrà nascondersi. Tu lo fai perché non sei in grado di provvedere a te stesso in quei momenti, non saresti in grado di difenderti o attaccare come faresti sempre e per lei sarà uguale. Ma lei non può nascondersi. Quello che può fare però à avere immensamente fiducia in te. Ed è quello che ha fatto. >
“….se non mi fidassi di te non avrei mai deciso di andare
 cosa intendi dire?
lo capirai da solo….”

Ora cominciavo a comprendere le parole di allora.
< Se non avesse avuto fiducia nella tua capacità di proteggerla mai avrebbe potuto rinunciare ai suoi poteri di sacerdotessa. >
Era vero. Già allora lei sapeva a cosa sarebbe andata incontro. Già allora nonostante le cattiverie che continuavo a dirle aveva affidato nelle mie mani la sua vita da comune mortale.
Guardai l’arco appoggiato infondo alla stanza, ora Kagome senza quell’arma era una donna normale. Una donna comune e senza alcuna possibilità di difendersi. Una donna semplice. La mia donna indifesa e vulnerabile.
Povero amore mio….
A quante cose doveva ancora rinunciare per stare al mio fianco?



Eccomi ancora qui....sono contenta per quattro cose....la prima la più importante è che mi sto davvero divertendo un mondo nel continuare a scrivere la mia storia e non credevo di mantenere lo stesso entusiasmo dell'inizio, la seconda è che sn felicissima che vi piaccia e che riesca a trasmettervi tutto ciò che provo davvero, terzo che finalmente vedo la fine del tunnel...quindi al finale non manca molto e quarto...be che la voglia di scrivere non mi sia ancora passata!!!!!
Ho avuto un momento di insicurezza però scrivere mi ha aiutata a liberare la mente e vedere che poi quello che ne esce è qualcosa di accettabile è sicuramente meraviglioso!!!!
Chissà se sono anormale a provare queste emozioni....è tutto abbastanza nuovo per me e mi sento tanto un bambino che scopre le cose per la prima volta.
Non farò commenti sul capitolo perchè voglio davvero che ognuno di voi che si sofferma a leggerlo lo comprenda a modo suo....
Sappiate che mi date davvero tanta forza anche solo leggendo la prima pagina....sapere che vi incuriosisce almeno un pochino mi aiuta ad andare avanti..ma anche se così non fosse continuerei perchè mi piace decisamente troppo........
Quindi...bando alle ciancie.....Un bacione a todos!!!!
Ps: possimamente leggerete qualcosa che non vi garberà tanto ma credetemi era necessario.....per cui scusatemi in anticipo...^^
Grazie di cuore!

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Capitolo 22
*** E' tutto un'illusione ***


Dannazione avevo decisamente sottovalutato tutti loro. Lei soprattutto.
Non credevo che fosse così tenace. Ma questa volta avevano superato il limite. Ero stato molto imprudente a espormi ad un rischio così grande ma mai pensavo che la barriera corazzata che proteggeva la mia anima al’interno di Goryumaru potesse essere distrutta. Non esistevano armi in grado di spezzarla eppure lei ci era riuscita.
Avevo lontanamente sentito parlare di un arco leggendario ma alle leggende fino ad ora non avevo mai creduto.
Possibile fosse lo stesso? E soprattutto possibile che fosse nelle mani di Kagome?
Dovevo valutare tutte le possibilità ora, perché non potevo più commettere errori. Senza la mia anima non potevo più rigenerarmi all’infinito e solo sfruttando il pieno potere della sfera, avrei potuto ricompormi qual ora fossi stato distrutto. Ma non sarebbero arrivati a tanto. Sarebbero periti prima. Tutti loro.
Lei avrebbe patito un dolore senza confini. Doveva pagare per la mia perdita. Senz’anima non ero più niente.
Dovevo assolutamente riunire la sfera. Quella ora era la mia priorità poi avrei escogitato qualcosa di terribile e unico per tutti loro. Si sarebbero uccisi con le loro stesse mani. Sarebbero morti dentro di me.
 
< Inuyasha dai fammi controllare la tua ferita su! >
< ti ho detto di no! Sto bene e smettila di preoccuparti! >
< non costringermi ad usare le maniere forti dai….sai che posso farti fare quello che voglio no? >
Quel suo sorriso irresistibilmente impertinente mi fece capitolare.
Mi accovacciai per terra e appoggiai la schiena contro un albero.
< bravo il mio cuccioletto >
< tsk > le feci una linguaccia e il sorriso sul suo volto si ampliò.
< uffa devo fare tutto io???? >
Si chinò su di me e prese a slacciarmi la veste con delicatezza poi alzò il tessuto sottostante fino al mio collo.
Sentivo le sue mani leggermente fredde e sicure sulla mia pelle e nonostante la temperatura fosse già quella invernale dentro mi sentivo bollire come in piena estate.
Fissai il suo viso per distrarmi da quelle mani sul mio corpo.
Sentii la fascia che si allentava e una benvenuta frescura sull’addome.
Guardai intensamente quegli occhi che fissavano la mia ferita con attenzione e mestizia. Poi sorrise soddisfatta e iniziò a spalmare un unguento dall’odore pungente attorno ad essa.
Era così delicata e accurata che sembrava mi stesse accarezzando.
Chiusi gli occhi beato. Poi tutto finì. La sentii alzarsi e armeggiare con la sua cassetta dei medicinali.
Mi sollevai un poco e iniziai a rivestirmi guardandola sempre con preoccupazione. Non era da lei comportarsi così….mi aspettavo qualche bacio o coccola…….
Scossi la testa incredulo. Da quando ero diventato così tenero e bisognoso d’affetto! Aveva ragione Miroku!!!! Mi stavo proprio rammollendo!
< hai visto? E’ tutto a posto come ti dicevo >
< mm >
< Kagome…cosa c’è >
Mi ero alzato in piedi e solo qualche passo ci separava.
Un leggero profumo di sale arrivò al mio naso.
Perché? Perché piangeva?
Si voltò e finì tra le mie braccia che si erano aperte per accoglierla come dotate di volontà propria.
Si fece più vicina e nascose il viso nel mio petto. Piccoli singhiozzi facevano sussultare quel corpo che aveva un disperato bisogno di essere confortato.
< stringimi Inuyasha stringimi >
Feci come voleva mi appoggiai al tronco e pian piano scivolai verso il basso fino a ritoccare l’erba trascinandola con me. La cullai come fosse una bambina finchè i suoi singhiozzi e il tremolio del suo corpo non cessarono.
Non avevo la più pallida idea del motivo di quella crisi ma se non voleva parlarne non l’avrei forzata.
Passarono alcuni minuti e lei non accennava a staccarsi da me. Non che la cosa mi dispiacesse al contrario, ma avevo bisogno di guardare quegli occhi e capire se il suo tormento fosse finito.
Le sollevai delicatamente il mento e le asciugai le ultime lacrime che osavano ancora rigare il volto. Un viso arrossato e umidiccio. Il viso più bello del mondo.
 
 
Ripresi a poco a poco il controllo di me stessa. Respirai a fondo e solo quando riuscii a smettere di piangere mi azzardai con vergogna a guardarlo in faccia.
Mi fissava preoccupato e attento. Cercai di sorridergli ma il mio volto riflesso nei suoi occhi sembrava quello di una disperata. Tornai allora ad accucciarmi sul suo petto e lui cominciò ad accarezzarmi i capelli.
Non mi aveva chiesto niente. L’unica domanda espressa era stata quella dei suoi occhi che cercavano la verità nei miei. Respirai a fondo e cercai di darmi un contegno.
Ero patetica! La diga che aveva contenuto tutta la mia disperazione patita nei precedenti giorni, si era frantumata vedendo le ferite di Inuyasha. Non era stata la più recente a farmi quell’effetto bensì quelle cicatrici bianche, quasi invisibili a prima vista, che gli segnavano tutto il corpo. Cicatrici del suo dolore passato. Cicatrici come le mie.
A quel paragone erano seguite nella mia mente una serie di immagini e ricordi che avevo cercato invano di seppellire nel mio subconscio, fallendo. E così avevo ceduto, e tutto il dolore represso a forza dentro di me si era liberato da quelle mura troppo strette ed era fuoriuscito senza ritegno.
Ora però mi sentivo decisamente meglio. Era vero..piangere serviva. Mi dispiaceva solo che Inuyasha avesse dovuto assistere a tale scenata.
< tutto bene? >
< si…va meglio ora…scusa… >
< figurati…..mi fa male davvero vederti piangere >
< scusami.. >
Mi pulii la faccia con una manica e finalmente lo guardai negli occhi.
Il suo sguardo era ancora preoccupato ma più sereno ora.
Mi allungai verso di lui ma rimasi a pochi millimetri dal suo viso e chiusi lentamente gli occhi.
Il suo respiro soffiò leggero contro il mio e un delicato bacio si posò sul mio naso.
Aprii gli occhi .Ora era tutto passato.
Ricambiò il sorriso e scese verso la mia bocca. Quel bacio mi fece dimenticare ogni preoccupazione.
 
Fu così che li trovai!
Abbracciati e accovacciati sotto un albero!!!
< ah…beati loro!!! > Sango aveva mille problemi a farsi vedere dagli altri in atteggiamenti romantici.
Mi avvicinai tossendo. La mia bella sterminatrice mi aveva ordinato di riportarli al villaggio per mangiare tutti assieme dopo tanto tempo.
Quando si accorsero della mia presenza Kagome si staccò immediatamente, raggiungendo la stessa tonalità della veste di Inuyasha. Lui invece seppur lievemente imbarazzato non si mosse ne permise a lei di alzarsi.
La continuava a stingere alla vita e l’altra mano era posata sulle sue gambe. Il suo sguardo era un misto di sfida, ribellione e orgoglio.
Solo pochi mesi prima sarebbe schizzato lontano facendo finta di niente e mi avrebbe parlato a monosillabi fino al giorno dopo…ora invece….
Sorrisi. Anch’io volevo mostrare al mondo intero che la mia donna….era mia.
Aspettavo solo un suo segnale. Bastava anche un piccolissimo accenno e l’avrei sbandierato ai quattro venti.
< Miroku…cosa ti porta qui? >
< il pranzo è pronto. Sango vuole che mangiamo tutti assieme! >
< ottima idea arriviamo >
< oh ma è già ora di pranzo….come è volato il tempo >
< già il tempo vola quando si fanno le cose sconce… >
< Mirokuuuuuuuu > al lamento di Kagome seguì un pugno poderoso sulla mia testa che mi mise a tacere!
< sei davvero un bonzo pervertito! >
Incredibile Inuyasha si stava divertendo davvero. Circondò Kagome alle spalle e le baciò sulla testa.
Nonostante un lieve rossore di entrambi sembravano proprio l’incarnazione di una coppia felice.
 
 
< guarda come si divertono puha >
< hai pensato al modo di recuperare il frammento Byakuya? >
< si certo…devo solo attendere il momento in cui quella deliziosa fanciulla farà ritorno nel suo mondo. Mi introdurrò nel suo subconscio e se tutto va secondo i miei piani la torturerò fino allo svenimento e solo allora riuscirò a recuperare il frammento. >
< pensi di farcela? >
< si….certo padrona…vedendo come sono sereni ora sarà facile farla ricadere nella disperazione. >
< e cosa mi dici del mezzo demone? >
< avevo intenzione di usare anche lui ma la sua mente funziona in modo diverso. Per cui sarebbe più difficile. E poi sto ancora aspettando il momento opportuno per fargli visita nei suoi sogni!!!! >
< non ci resta che aspettare allora! >
 
< ottimo Sango che cos’è??? >
< una ricetta della mia famiglia. Era da tanto che non la facevo. Vero Kohaku? >
Come ogni qual volta si accennava qualcosa sulla loro famiglia, il volto del giovane si rabbuiò immediatamente.
Lo vidi deglutire e poi cercare di mettere insieme un sorriso che risultasse vagamente convincente.
< si…ma quella che faceva la mamma era più buona! >
< oh…ma sentilo….razza di ingrato!!!! >
Con il cucchiaio Sango colpì alla testa il fratello che scoppiò a ridere seguito da tutti noi.
Se un estraneo fosse entrato in quel momento avrebbe decretato subito che quella era una  combriccola tanto strana quanto felice e spensierata. In realtà però solo noi sapevamo come fosse sottile la pellicola tra il bene e il male. Solo noi sapevamo quanto la felicità fosse strettamente legata al dolore e solo noi sapevamo l’importanza di un sorriso in momenti come quello.
Bisognava sorridere anche se il sorriso risultava triste, perché più doloroso di un sorriso triste esisteva solo la tristezza di non riuscire a sorridere.
Probabilmente era tutto un po’ forzato ma…..a lungo andare la spontaneità avrebbe guidato le nostre vite.
Era quello che mi auguravo con tutto il cuore.
< io lo trovo un po’ piccante… >
Inuyasha con la lingua a penzoloni si fece aria con la mano. Aumentando certamente il suo disagio.
< dio Inuyasha…esiste cosa al mondo che a te non risulti piccante??? >
< mm…si…il ramen istantaneo!!! >
< sei uno stupido…..noi ci disfiamo a preparare cose complicate e nuove e tu…..oddio…guarda ti… >
< Kagome..non ti arrabbiare così mi spaventi…. >
< tranquillo Shippo la mia rabbia ha un unico sbocco!! >
< meno male..pensate se Kagome avesse un rosario per ognuno di noi! > disse Kohaku
< sarebbe terribile! >
< a me quest’idea non terrorizza per niente! >
< ovvio Sango….tu non mi fai mai arrabbiare per cui sarebbe totalmente inutile…quanto a Miroku invece…gli starebbe proprio bene!!! >
< oddio no. Vi prego no!! La mia vita sarebbe finita! >
< si la tua vita da libertino! Razza di un depravato. >
< ma no Sanguccia….però sarebbe alquanto limitativo >
< limitativo???? Ti limito io e immediatamente >
Afferrò una padella e fece per colpirlo nelle parti intime.
A quel punto nessuno potè più trattenersi dal ridere. Io stessa avevo le lacrime agli occhi!!!
< ehi aspettate lui se lo meriterebbe molto più di me infatti!….non è giusto…!!! E poi non diciamo sciocchezze…a me questo coso non serve proprio….quando ti deciderai a togliermelo??? >
< non ci penso neanche Inuyasha. Sta perfettamente bene li dov’è!!! >
< dannazione…….maletta Kaede….dovrebbe portarlo anche lei! >
L’immagine della povera Kaede schiantata a terra ci fece ripiombare nelle risate.
< Dai Inuyasha smettila…zitto e mangia!!! >
< Sango…ehm…a proposito….si devo dare proprio ragione a Kohaku…questa cosa qui non è tanto buona! >
SBAM…< Accuccia! >
< il solito immaturo! >
 
Dopo quell’abbondante pasto Miroku, Inuyasha e Shippo si erano dileguati, lasciandoci tutto l’onere di riordinare.
< oh quasi mi dimenticavo….devo assolutamente fare rifornimenti di medicinali!!! >
< come, li hai già finiti? >
< si….quello sciocco aveva così tante ferite da curare che ho consumato la scorta di un mese!! >
< he Kagome non so proprio cosa faremo senza di te!! >
< vuoi dire che non saprete cosa fare senza le mie medicine piuttosto! >
Ridemmo felici. Povera amica mia. Si era innamorata proprio di un tipo strano……..io d’altra parte non ero messa molto meglio!
< Sango, sai dove si è cacciato Inuyasha???? >
< no…Miroku si stava recando con la somma Kaede a purificare un’abitazione non molto distante da qui ma sinceramente non credo che Inuyasha li abbia seguiti! >
< figuriamoci!!! Io vado a cercarlo poi faccio un salto nella mia epoca per fare un po’ di rifornimenti ci vediamo stasera o al massimo domani! >
< va bene….saluterò io gli altri stai tranquilla! >
< grazie Sango. Goditi questa insolita tranquillità >
Con il suo solito turbinio di energia sparì lasciandomi sola nella grande capanna vuota.
Uscii fuori e mi distesi all’ombra di un grande albero.
Si aveva ragione. Mi sarei goduta quella stranissima quanto favolosa quiete.
 
< Inuyashaaaaaaaaaaaaaa >
Ma dove poteva essersi cacciato!
Arrivai ansimando fino alla radura che ospitava il nostro rifugio tranquillo. E lo vidi.
Come sempre il mio cuore si sciolse e tutto in me divenne più calmo.
Se ne stava sdraiato, ai piedi del Goshinboku, con le braccia dietro la testa e una gamba ripiegata verso l’alto.
Facendo attenzione a non svegliarlo, mi avvicinai lentamente.
Mi inginocchiai accanto a lui e cominciai a percorrere accuratamente con lo sguardo ogni minimo particolare di lui. Partii dalle orecchie seminascoste da quella massa arruffata di argento vivo, poi scesi sul viso dove una frangia spettinata incorniciava un volto magnifico.
Gli occhi ambrati erano celati da due folte ciglia scure che ombreggiavano le guance paffute.
La bocca non era tesa come sempre nel suo solito ghigno ma rilassata e dolce.
Una vena pulsava alla base del collo e i pettorali delineati spuntavano appena dallo scollo della veste.
Mi soffermai sul suo petto che conteneva il tesoro più prezioso per me.
Il suo cuore.
Avvicinai la testa al torace per poter percepire i battiti e adeguai il mio respiro al suo.
Tutto era lento e regolare.
Mi sollevai leggermente e rimasi inebetita constatando che non solo si era svegliato, ma che mi stava guardando con quella sua solita aria impertinente e stranamente compiaciuta.
< mi chiedevo cosa ci sia di così interessante da guardare con tanta attenzione! >
< tu! >  risposi senza neanche pensare. Ero arrossita lo sapevo. Sentivo caldo ma non me ne importava. La persona stesa a pochi centimetri da me era tutta mia. Se avessi potuto misurare la felicità con un termometro in quel momento sarebbe sicuramente scoppiato.
Mi sorrise. Era contento. Lo vedevo dalla luce dei suoi occhi. Anche il suo volto era leggermente arrossato
< e…ciò che hai visto ti soddisfa? >
Sapevo di avere una faccia completamente inebetita ma non riuscii a staccare gli occhi dai suoi.
Sorrisi maliziosa.
< mmm non saprei…ci stavo giusto pensando… >
Un lampo balenò nel suo sguardo e le sue mani furono altrettanto veloci.
Mi afferrarono e mi trascinarono su di lui.
Il mio viso era a pochi centimetri dal suo e il mio corpo era per metà sopra di lui.
Sentii il mio cuore accelerare i battiti fino a rendere il mio respiro affannoso.
Poi mi baciò. E un battito d’ali fu l’unico suono che percepii dentro il mio petto.
Non era giusto stare così bene tra le sue braccia. Non era possibile sentirsi così.
Era sicuramente qualcosa di proibito ma per chissà quale motivo io avevo quella fortuna e mai ci avrei rinunciato.
Mi spinse al suolo e sempre stando a contatto con la mia bocca invertì le nostre posizioni.
Il leggero peso del suo corpo mi fece sentire completa. Dovevo assolutamente ricordarmi di respirare altrimenti sarei svenuta. Ma era tutto tremendamente difficile quando gli stavo vicino. Il mio cervello si spegneva.
Le sue mani stringevano le mie appena sopra la mia testa impedendomi di muovermi.
Si staccò leggermente da me. Rimase a fissare il mio volto sicuramente arrossato per interminabili secondi.
< allora…a che conclusione sei giunta? > mi disse ansimando leggermente.
Cerai di riattivare la mia mente che era sicuramente andata in tilt nel frattempo….ah si…
< credo che in giro ci sia di meglio….anzi…se permetti credo che andrò a controllare di persona…>
Feci per liberare le mani ed alzarmi ma con una leggera pressione mi costrinse all’immobilità.
Il fuoco dei suoi occhi accese il mio corpo.
< prova a guardare un altro ragazzo come stavi guardando me prima e giuro che rischi la cecità a vita! >
< è una minaccia? >
< no è una promessa! >
Si scostò un po’ da me e cominciò a percorrere il mio corpo con uno sguardo tra l’ammirato e il famelico, tra la venerazione e il possesso. Partì dai capelli, si soffermò poi su ogni particolare del viso: disegnò con lo sguardo le sopracciglia, fissò con determinazione i miei occhi fino a ipnotizzarmi, arrivò al naso e poi sulla bocca che si schiuse a comando. Poi fu il turno della gola che si seccò all’istante e più in giù fino al seno. Infine, sostandosi ancora arrivò al ventre e percorse lentamente la linea delle gambe fino a risalire poi ai miei occhi.
Ogni centimetro di pelle che aveva sfiorato con lo sguardo aveva preso vita. Sentivo come una striscia infuocata in ogni parte del corpo su cui aveva impresso il suo marchio. Ora capivo perchè mi aveva beccata a spiarlo.
La sfida del suo sguardo era evidente e questa volta non potei far altro che dichiarami sconfitta.
< direi che possiamo raggiungere ad un accordo….. >
< sono tutto orecchie! >
Le mosse leggermente per enfatizzare le sue parole.
Sorrisi e strinsi i pugni per non cedere alla tentazione di sfiorargliele.
< io non guarderò nessuno …. se TU non guarderai nessuna in questo modo! >
< allora posso stare tranquillo, non c’è pericolo che accada! >
Con un finto ed esagerato sospiro di sollievo si chinò nuovamente su di me..
< ma perché..scusa come ti ho guardata? >
Cercò di fare un’espressione ingenua e innocente ma quello che ne uscì fu la malizia in persona.
< come se mi volessi mangiare! >
< in realtà ho fame… >
< ma come abbiamo appena finito …. > finsi indifferenza mentre con il suo naso cominciava una lenta tortura sul mio collo….una miriade di piccoli brividi arrivò con la solita brama che avevo di lui.
< si ma non ho avuto il dolce! >
Le nostre risate si unirono in un lungo e appassionato bacio.
 
 
< ora devo andare….cavolo si è fatto davvero tardi >
< dai rimani qui…perché devi andartene non voglio! >
< devo andare a causa di uno stupido che non capisce mai quando è l’ora di dire basta!!! >
< ah!!! Cavolo deve essere proprio un tipo in gamba! >
< solo a te poteva venire in mente quest’associazione di parole….direi invece che è insopportabilmente immaturo >
< mmm però la ragazza ce l’ha???? >
< mah! Dipende da come si comporta! Però si….ce l’ha!! Ha incontrato una scema che nonostante tutti i suoi difetti continua a stargli attorno!>
< …lo invidio….beato lui… >
< aahahahha che scemo che sei! Ora devo proprio andare..>
Con un sonoro bacio a stampo lasciò il mio fianco e si incamminò verso il pozzo.
< Inuyasha mi stai perforando la schiena!!! Smettila di guardarmi così! >
< mai! >
La sua risata cristallina giunse lontana.
Poteva davvero una creatura come lei volere uno come me?. Era possibile? Ma soprattutto…perché!?
Era ora di mettersi al lavoro. Mi aveva detto che sarebbe tornata la mattina seguente per cui a malincuore l’avevo lasciata andare da sola. Intanto avrei preparato tutto l’occorrente per partire.
Dovevamo assolutamente cercare indizi.
Guardai l’erba spiegazzata accanto a me. Era partita da due minuti e già mi mancava. Ero diventato proprio un rammollito! Si…un rammollito! Un rammollito…innamorato come non mai!
 
 
< mamma sono a casa! >
< oh Kagome….non ti aspettavo… >
< perché di solito lo fai??? >
< no be…in genere spunti sempre all’improvviso, ma stavolta mi pare che tu sia stata via decisamente meno tempo…è tutto ok? >
< si devo fare un po’ di compere. E’ora di mettersi in marcia per cui voglio essere preparata! >
< non hai litigato con Inuyasha vero? >

< no mamma…stavolta no!! Anzi le cose non potrebbero andare meglio tra di noi. >
La sua faccia sognante fu più che eloquente e comunque una madre quelle cose le capiva al volo.
< sei innamorata di lui vero? >
<….si mamma >
< e lui ti ricambia?  >
< direi di si….almeno…>
< bene è tutto quello che voglio sapere. Pensavo fosse una storiella adolescenziale, ma dal tuo sguardo, dal tuo corpo ora capisco che è molto molto più seria del previsto. >
< si…ho patito quasi un anno per fargli ammettere i suoi sentimenti e ora siamo felici. Assieme >
Un groppo all’altezza della gola mi impedii di replicare. Annui con la testa e sorrisi.
Ah! La mia piccola Kagome stava crescendo, anzi era già cresciuta. Cresciuta lontana da me in un altro mondo. Sapevo che la le cose non erano semplici, ma ogni qual volta tornava a casa la trovavo leggermente diversa.
Era un normale processo la crescita ma……
Cosa stava progettando per il futuro?
Voleva rimanere al di al del pozzo con lui?
Avrei mai visto la mia bambina diventare donna, una moglie e una madre?
Una cosa però l’avevo già ottenuta. La sua felicità.
Era felice con quello strano ragazzo e a me questo bastava.
< mamma?…Dove state andando? >
Seguii il suo sguardo che si era posato sulle valige all’ingresso.
< per quello mi hai colto alla sprovvista Kagome. La scuola di Sota fa ponte tre giorni per la festa dei Santi e così avevamo deciso di recarci in montagna nel cimitero di famiglia. >
< oh si...mi dispiace non poter venire….mi sarebbe piaciuto pregare per papà >
< oh lo so piccola mia ma sono sicura che lui ti vede ed è tanto orgoglioso di quello che stai diventando! >
< lo spero davvero! Quando partite? >
< …stasera! Possiamo rimandare a dopo cena così finalmente mangeremo tutti assieme ma…. >
< tranquilla mamma….io comunque devo scappare domani mattina per cui….andrò a fare compere, poi mi concederò un bel bagno e dopo cena mi farò una dormita sul mio letto preferito! Ah ci fosse un modo per trasportarlo al di la del pozzo!!! >
< devono essere proprio indietro per non avere neanche i letti… >
< eh…..ma ci si abbitua…però fa comodo poter godere di certe comodità una volta ogni tanto >
Mi sorrise e schizzò su per le scale.
La mia bambina era proprio cresciuta.
Scossi la testa e mi diressi in cucina. Il lavoro avrebbe colmato la malinconia del mio animo.
 
Cavolo…dovevo chiedere ad Inuyasha di accompagnarmi! Come al solito avevo comprato un mucchio di cose.
Salii faticosamente anche l’ultimo gradino e barcollai per il vialetto di casa.
Mio nonno mi accolse all’ingresso ma venne prontamente sommerso da una miriade di pacchetti.
< scusa nonno >
< oh Kagome….che  negozio hai svaligiato stavolta! >
< nessuno nonno, nessuno >
< ma Kagome…quanto starete via…un anno? >
< no mamma….a dir la verità i nostri viaggi non durano mai più di un mese….con qualche eccezione ovviamente, ma è meglio essere previdenti e soprattutto non ho a che fare con persone normali! >
< eh si credo che tu abbia ragione…ma tutti questi medicinali non possono provenire da un’unica farmacia…..>
< si non avevano scorte a sufficienza e per non lasciarli completamente a secco ne ho quasi svuotate tre!!! >
< oddio!!! >
< bene sarà meglio sistemare il cibo in cucina e i medicinali in camera tua. >
< chiamiamo Sota che è meglio!!! >
Alla fine con fatica riuscii a sistemare il tutto nelle borse che avrei portato con me nell’epoca Sengoku.
Cenammo nell’allegria più totale e solo nel momento dei saluti il mio cuore si riempì di quella malinconia che mi accompagnava ogni qual volta mi voltavo lontano da loro. Questa volta però erano loro a lasciare me, ma la sensazione fu esattamente la stessa.
Dopo un rilassante bagno che mi permise di sciogliere tutti i miei nervi sempre tesi e di concedermi attimi insperati di tranquillità, mi frizionai i capelli. Mi ero appena infilata il pigiama quando uno strano ronzio cominciò ad invadere la mia mente. Uscii dalla mia camera colta da un improvviso attacco di claustrofobia. All’inizio non ci feci caso ma il rumore e il fastidio cominciarono ad aumentare fino a costringermi ad inginocchiarmi a terra e a comprimermi la testa.
Cosa mi stava accadendo?



Salve......volevo solo ringraziarvi......ci sono dei pazzi che hanno addirittura messo questa ff nelle preferite, ricordate ecc.... =D =D 
Vi ringrazio immensamente...non solo per i commenti ma anche per tutti i mex lasciati nella mia posta...non so come farvi capire quanta forza mi date!!!
Un bacione a tutti e spero vi sia piaciuta.....la storia sta volgendo al termine....avevo un bivio mentale ma credo di averlo superato....
Un ringraziamento va anche a quelli che la leggono silenziosamente....io ho fatto così per molto molto tempo prima di decidermi a pubblicare qualcosa di mio e capire l'importanza del parere di fanatici della scrittura come me...siamo sulla stessa barca dopotutto...spero solo che la mia vi piaccia =D
Un bacione a prestoooo

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Capitolo 23
*** Ribellarsi che fatica ***


< Immagino che non dormirai con noi vero? >
< ehm….avevo pensato di riposare nella foresta…. >
< certamente… >

< sono più tranquillo li! >
< lo so...volevo solo dirti che anche se la divina Kagome non c’è, nulla ti vieta di stare con noi se ti va… >
< ti ringrazio Miroku,ma preferisco così >
< va bene…allora a domani! >
< a domani! >
 Saltellai fino al pozzo e annusai il lieve odore di Kagome che ancora circolava libero nell’aria.
Era così sottile e impercettibile che nessun’altro avrebbe mai potuto distinguerlo, ma per me….era inconfondibile.
Chissà se stava giù dormendo?
Forse era troppo presto..
Mi arrampicai su un albero e li cercai di prendere sonno.
Un sonno che attardò ad arrivare. Senza di lei era tutto più difficile.
Come sempre fu un sonno senza sogni!
 
Immagini sfuocate invasero la mia mente con insistenza. Non capivo di cosa si trattasse. Mi sentivo debole e sopraffatta da tutta quella confusione che più cercavo di sedare più si intensificava.
Ad un tratto un flash spazzò via la moltitudine di colori e suoni lasciandomi intravedere i contorni di alcuni corpi stesi atterra.
Mi sentivo agitata e sola.
Vagai in questa semi oscurità inciampando su tutto. Alla fine caddi sopra qualcosa di umidiccio e morbido.
Sentii la mia mano bagnata. La portai immediatamente vicino al viso….era…imbrattata di sangue. Sangue fresco. Sangue umano..
Con orrore e spavento cercai di ripulirla ma anche la mia divisa era completamente inzuppata.
Scrutai nell’oscurità e il corpo dinnanzi a me prese forma.
Sango!
Il mio cuore perse un battito e il mio corpo si immobilizzò per la frazione di un secondo, poi, scattai verso di lei e scuotendola cercai invano di rianimarla.
Era morta.
Le lacrime cominciarono ad offuscarmi la vista ma continuai a scrollare quel corpo a me tanto caro.
La chiamai e richiamai supplicandola di svegliarsi ma fu tutto inutile.
Cercai di capire il motivo di quell’orrore.
Il suo corpo era smembrato e la sua solida arma giaceva spezzata a pochi metri da lei.
Intorno a noi solo sangue e devastazione.
Un altro corpicino giaceva devastato a poca distanza.
Mi rialzai barcollando e mi avvicinai. Una mazzata arrivò dritta al mio cuore.
< Rin >
La bambina era riversa al suolo con gli occhi sbarrati e un taglio netto alla gola.
Chi aveva osato fare una cosa simile?
Tremavo di rabbia e terrore.
La toccai ma sapevo già che nulla avrebbe più potuto farla sorridere ancora.
Tornai da Sango. Sconvolta e sola come non mai. Imposi ai miei occhi di guardare il suo corpo martoriato e alla mia testa di pensare.
I tagli erano netti e un leggero odore di veleno fuoriusciva dalle ferite. A chi apparteneva? E soprattutto…perché? Perché!?
Il suo bellissimo volto era sofferente e rigato dalle lacrime.
Era tutto orrendo volevo solo svegliarmi ma il dolore che provavo era troppo intenso per essere un semplice incubo.
Mi alzai e continuai a vagare con lo sguardo in cerca di qualche indizio.
Ad un tratto mi ritrovai in un altro luogo. Cercai il corpo di Sango con gli occhi ma lei non c’era più.
Lo scenario era cambiato.
Al posto del sangue ora c’era solo un immensa voragine che mi fece precipitare verso il centro di essa.
Caddi a terra e mi ritrovai nel buio più totale.
A poco a poco la mia vista cominciò ad abituarsi a tale oscurità.
Guardai verso l’alto. Il pendio dalla quale ero scivolata era ripido e profondo.
Che luogo strano.
Allungai la mano per rialzarmi e toccai qualcosa di duro e rotondo. Un braccialetto sicuramente.
Lo avvicinai e la risposta che ricevetti dal mio cervello fece zittire la mia animi già sofferente.
Un rosario…..il rosario di Miroku.
Mi alzai e cominciai a guardare attorno con disperazione.
Non poteva essere. No. Non poteva essere vero.
Toccai il terreno ai miei piedi ma solo il nulla confermava quanto si era verificato.
Il vortice aveva risucchiato Miroku.
La maledizione di Naraku si era compiuta.
Miroku non c’era più.
Avevamo fallito!
Sango era morta. Rin era morta…e Miroku…
Un urlo di disperazione e dolore invase la mia gola e quando aprii bocca per lasciarlo andare rimbombò in quella voragine scavata nella terra.
Caddi in ginocchio sconfitta.
Oh Inuyasha dove sei…
Altre lacrime miste al sangue dei miei amici impregnarono quel luogo di morte.                                                                                                                                                                                                                                                      
Ma ancora una volta lo scenario attorno a me cambiò e alle mie spalle percepii subito una presenza.
Mi voltai e la figura di Inuyasha si stagliò contro la luce rossastra che filtrava tra quelle strane pareti carnose.
Quel posto mi faceva schifo.
Corsi ad abbracciarlo grata che fosse vivo. Grata che fosse al mio fianco.
Piansi tutta la disperazione che sentivo dentro, ma quando alzai lo sguardo per raccontargli tutto, il mio cuore ricevette il colpo finale.
Quegli occhi.
< I…Inu…Inuyasha >
L’espressione impassibile e letale non mutò.
 Nessun suo muscolo si mosse, neanche quando mi allontanai di un passo da lui.
< ti prego calmati Inuyasha…sono io… >
Non vidi il movimento ma percepii il dolore.
Mi graffiò un braccio e i suoi artigli più affilati che mai arrivarono fino in profondità nella mia carne.
No…non potevo sopportare anche questo…non ero in grado….
Corsi. Mi voltai e corsi.
 
Sbarrai gli occhi appena mi accorsi di non essere più solo.
Scivolai silenziosamente giù dall’albero ed estrassi Tessaiga.
< fatti vedere >
Una figura minuta e bianca uscì dalla boscaglia fino a piazzarsi a pochi passi da me.
< Kanna…? >
Mi fissava con il suo solito sguardo lontano e indifferente. Non percepivo ostilità in lei. Ma non abbassai la guardia.
< devi andare da lei. >
Un campanello d’allarme iniziò a suonare nella mia testa.
< cosa intendi dire >
< ormai è troppo tardi l’ha già preso ma devi andare da lei. Ha bisogno di te >
< chi ha preso cosa…Kagome? >
< il male è dentro di lei. L’ho creato io e non se ne andrà. >
< spiegati Kanna. >
Cominciavo ad agitarmi. Non capivo le sue enigmatiche parole.
< l’avete fatto infuriare e ora si sfogherà su di voi come peggio può fare. Ma ora è più vulnerabile. >
< di chi stai parlando maledizione! >
< Naraku. Avete ucciso la sua anima e ora lui non potrà più rischiare di essere ucciso. Ora vuole vendetta. Ora vuole la sfera. >
< la sfera? La sua anima? Non capisco! >
< dentro Goryumaru c’era la sua anima. Non credeva che qualcuno avrebbe mai potuto spezzare quella barriera. Ora può morire. Ora Naraku può essere sconfitto, ma la sua rabbia è tanta.  La sfera è praticamente completata. Anche l’ultimo frammento è stato recuperato. Vi resta poco tempo per agire. >
< cosa? L’ultimo frammento…ma come può essere?.... >
Era nell’epoca di Kagome come aveva fatto a riprenderselo?
Kagome. Era in pericolo.
< preparatevi ad affrontare pene che nessun comune mortale potrebbe mai sperare di superare. Preparatevi a vedervi morire l’un l’altro. Preparatevi a perdervi in voi stessi. Va da lei. Lei decreterà la vostra vittoria o la nostra sconfitta. >
Scomparve nello stesso modo in cui mi era apparsa.
Infilai Tessaiga nel fodero e mi fiondai nel pozzo.
Maledizione Kagome….ti prego resisti sto arrivando.
 
Alternavo gli accuccia a frasi di pietà e suppliche. Ma alla fine stremata dalla stanchezza e giunta in un vicolo senza uscita, mi appoggiai alla parete e mi voltai consapevole della mia fine.
Nella penombra di quel luogo disgustoso sembrava tutto ancora più devastante.
Lui che braccava me. La nostra solitudine. Il mio cuore che rantolava nel tentativo di battere ancora. Ma sapevo.
Non c’era modo di fermarlo. Non c’era modo di vivere. Voleva uccidermi.
E poi???
Sarebbe morto anche lui in un modo o nell’altro….
Esisteva qualcosa di così atroce al mondo?
No. Vedere i tuoi migliori amici smembrati e risucchiati, vedere lo sguardo della persona che ami mentre ti uccide.
Non era sopportabile. Non era umano. Pregavo solo di poter conservare il coraggio di amarli anche dopo la morte.
Si avvicinò lentamente, un ghigno soddisfatto nel viso. Il momento era giunto.
Non potevo, non potevo guardarlo.
Uno spostamento d’aria e poi solo un tremendo dolore al petto. Sentii la sua mano invadere il mio corpo e toccare la parete dietro di me. Il suo respiro sul mio orecchio.
< perdonami Kagome >
Sbarrai gli occhi e solo allora compresi che una parte di lui era ancora cosciente.
Un ultima saettata mortale a quell’organo che aveva già dichiarato la resa, pose fine ad un tormento senza precedenti.
 
Uscii dal tempio con un salto e giunsi alla sua finestra semi aperta. Nessuna luce illuminava la casa.
Qualcosa non andava e lo sapevo. Un brivido freddo percorse il mio corpo agitato.
Entrai in camera sua e subito notai due cose.
Primo il letto era ancora intatto, secondo la boccetta contenente il frammento era sparita dalla scrivania.
La stanza era vuota. Annusai a fondo il suo inconfondibile profumo cercando di distinguere altri odori che avrebbero potuto metterla in pericolo ma niente. Li dentro non c’era niente e nessuno, ma soprattutto nessuno vi era mai entrato a parte lei.
Aprii la porta già pronto a chiamarla a squarciagola ma un corpo disteso a terra e contorto su se stesso mi raggelò il sangue.
< Kagome! >
Mi chinai e valutai la gravità della situazione.
Non era ferita almeno non fisicamente.
Il suo volto era esangue e come accadeva durante i suoi incubi era fredda come la neve.
La sollevai con premura e la deposi sul suo letto. Sfilai la coperta e gliel’avvolsi attorno.
Cominciai a sfregare quel corpo addormentato con energia cercando di riportarla da me ma era tutto invano.
Lacrime salate cominciarono a rigarle il volto e continuarono a scendere senza che io potessi fare niente per impedirlo.
Gli incubi erano tornati.
Tremava convulsamente e la sua bocca era stretta in una linea sofferente.
Maledizione!
Ora che stavamo cominciando a vivere abbastanza sereni e tranquilli…
La strinsi forte.
Non potevo fare altro.
Ad un tratto la sentii irrigidirsi tra le mie braccia e ripiegarsi su se stessa come avesse appena ricevuto un colpo tremendo. Non sapevo cosa fare, non sapevo come fare per strapparla a quell’agonia.
Ad un tratto sbarrò gli occhi. Guardai quelle iridi spente e irriconoscibili. Guardai quello sguardo che non poteva vedermi e che non poteva assolutamente appartenere a lei. Uno sguardo di dolore. Un dolore inimmaginabile.
Con la stessa velocità con cui tutto era iniziato…..tutto finì. I suoi occhi si richiusero e il suo corpo si accasciò contro di me esausto.
Solo il mio continuò la sua agonia. Preferivo la morte a quel terrore assurdo.
Continuai a chiamarla e a scuoterla. Ma niente.
La vecchia Kaede mi aveva spiegato che a volte la mente umana preferisce rifugiarsi in un mondo parallelo quando subisce uno shock. Preferisce allontanarsi dalla realtà piuttosto che riviverla.
Sapevo che la volontà di Kagome era forte ma pregavo che non le accadesse la stessa cosa. Lei avrebbe riaperto i suoi occhi. Lo avrebbe fatto di sicuro. Doveva ritornare da me.
La strinsi forte e mi gettai nel pozzo.
Avevamo bisogno di aiuto. Entrambi.
 
< se sei qui immagino che tu abbia svolto il tuo compito. >
< si mio signore. Eccolo. >
< perfetto! >
Naraku rigirò quell’ultimo agognato frammento tra le dita e facendo comparire il suo solito sorriso malvagio e compiaciuto. Era snervante.
Sapevo che mi avrebbe sicuramente ucciso senza che neanche me ne accorgessi. Ma per fortuna tutto era andato secondo i miei piani.
< davvero magnifico. Ora la sfera potrà essere completata e io……io potrò avere la mia vendetta…e ciò che desidero di più al mondo. >
< sono onorato mio signore di aver contribuito alla tua felicità! >
< ahahahha devo dire che hai fatto un ottimo lavoro Byakuya. Kanna sei stata davvero abile. >
< ne convengo anch’io. >
< bene…cosa puoi dirmi della nostra intrepida sacerdotessa…le hai fatto male? >
< molto mio signore. Molto. Ma devo dire che è bastato mostrarle il futuro. I piani nella vostra mente sono decisi e chiari. Ho visto cosa volevate fare e le ho mostrato come sicuramente andrà a finire. La sua paura era tangibile. Mi sono saziato più del dovuto. Se ci foste stato sicuramente avreste gradito vederla ridotta così. Era uno spettacolo unico. >
< le tue parole mi rendono…..estremamente contento. Quasi euforico devo dire. Che strana sensazione. Bene. I giochi sono fatti. Non potranno scappare dal loro destino. La loro fine è vicina! >
< mio signore…credo che ci sia un’altra informazione molto utile che potrebbe rendere questa giornata…unica per te. >
< sono tutto orecchie >
< l’operazione è stata un successo non solo per la crudeltà delle visioni a cui ho sottoposto la ragazza ma anche perché a differenza delle mie visite precedenti non ho riscontrato resistenza nella sua mente. >
< che cosa vuoi dire? >
< ero pronto a impegnarmi molto di più nello scontro tra i suoi poteri e i miei. Le sue capacità creano una specie di barriera all’interno della sua mente. Le prime volte che vi ho avuto accesso ho sempre sfruttato la novità e il fattore sorpresa. Poi però quando ha iniziato a conoscere ciò che rappresentavo la sua mente aveva creato una barriera protettiva e il mio accesso si era fatto sempre più difficile fino a rendermelo impossibile. >
< e cosa è cambiato ora? >
< be….questa volta avevo del materiale….come dire alquanto pesante con cui affrontarla e il fatto che fosse particolarmente rilassata in questo periodo mi ha sicuramente facilitato le cose ma…..ero pronto a dover insistere. Ero pronto ad affrontare una qualsiasi tipo di resistenza che però non vi è giunta. >
< quindi la conclusione è…. >
< la mente di quella ragazza è cambiata. I suoi poteri sono cambiati. Oserei dire che si sono notevolmente ridotti anche se ovviamente non ne ho la certezza. >
< mi stai dicendo che Kagome potrebbe aver perduto i suoi poteri di sacerdotessa? >
< è probabile mio signore. Ma non so se sia effettivamente così ne so l’eventuale causa di questo cambiamento! >
< non importa…devo assolutamente verificare se questo è vero!  Bravo Byakuga…avevo pensato di ucciderti anche se mi avessi consegnato il frammento ma ti meriti di vivere ancora per un po’…d’altra parte sono troppo felice per uccidere qualcuno. Ora va! >
< Si mio signore. >
Sgattaiolai via veloce e solo quando fui fuori dalla portata del suo sguardo mi permisi di rilassarmi.
Sapevo benissimo che mi avrebbe ucciso anche se avessi portato a termine la missione. La paura non era quella di morire. Era quella di morire per mano sua.
Speravo solo di non essermi sbagliato. Ma ero piuttosto sicuro della mia teoria.
Kagome….quella strana ragazza le cui visioni erano così vive nella sua mente….non possedeva più i suoi poteri. Perché?
 
Mi svegliai lentamente ma prima di riaprire gli occhi decisi di riflettere su cosa rivelare veramente.
Percepivo accanto a me diverse presenze. Ero sicura che a stringermi la mano fosse Sango e che sul suo grembo con quel suo respiro sottile ci fosse Shippo.
Inuyasha lo collocavo poco distante da me. Il mio cuore sapeva della sua presenza ma ero sicura che non fossimo in contatto.
La sommessa risposta di Miroku a Kaede li sistemò sul fondo della stanza. C’era tutta la compagnia al completo. Tutti che aspettavano me. Il mio risveglio.
Sapevo che nei loro volti avrei visto sollievo e felicità e che sicuramente sarebbero scomparsi immediatamente sostituiti da mille interrogativi che solo io potevo placare.
Cosa mai potevo dirgli. O meglio…quanto avrei potuto dirgli.
Optai per la verità…avrei descritto ogni attimo, ogni mia paura e sensazione. Avrei descritto ogni particolare fino alla comparsa di Inuyasha nel mio sogno. Lui non doveva sapere come sarebbe andata a finire. Lui non avrebbe mai dovuto venir a conoscenza di quello che avrebbe involontariamente fatto.
Non aveva colpa e  io non volevo vederlo soffrire e soprattutto volevo stare al suo fianco.
Presi il coraggio che non credevo di avere e riaprii lentamente gli occhi.
I loro volti vivi e sorridenti placarono le mie paure. Vederli al mio fianco, vederli vivi era in netto contrasto con quell’atroce incubo.
Il giuramento che avevo fatto all’arco era proprio questo. Il mio voto era tutto all’interno della capanna. I loro sorrisi, i loro respiri, i loro cuori che galoppavano liberi.
Per questo avrei lottato. Per questo avevo ceduto i miei poteri. Per questo avrei vinto.
Ed ora che conoscevo il valore della mia sconfitta….non mi sarei arresa. Mai!




Probabilmente qualcuno vorrebbe uccidermi lo so...però la mia fantasia corre e non ho molto potere in questo frangente!!!! Spero comunque che apprezziate lo sforzo =D
Un bacione e grazie a todos! A presto. :)

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Capitolo 24
*** Una nemica per amica ***


Uscii dalla capanna della somma Kaede a fatica. Sango mi aveva preceduto di qualche attimo. Non aveva sopportato oltre il racconto di Kagome.
Il modo vivo in cui aveva descritto il suo incubo ci aveva sconvolti tutti. Era rimasta nel suo oblio per un paio di giorni ed ora che finalmente si era svegliata ed aveva riportato la pace nei nostri cuori…..aveva iniziato a descrivere un inferno.
Io ero rimasto più colpito dalla descrizione della morte di Sango che della mia. Un tremito ed una rabbia incontrollabile mi avevano invaso per alcuni secondi.
Lei però mi aveva stretto una mano e saperla viva al mio fianco mi aveva permesso di riprendere una parvenza di lucidità. Non capivo ancora come fosse morta, ne per mano di chi, ma soprattutto non capivo la presenza di Rin al suo fianco.
Anche Kagome aveva i miei stessi dubbi e l’argomento Sesshomaru era inevitabilmente venuto fuori.
La descrizione del baratro che decretava la mia fine non era diversa dalla scena che avevano visto i miei piccoli occhi molti anni addietro. Mio padre se ne era andato proprio così.
Aveva trovato il mio rosario a terra.
Be almeno una cosa di me sarebbe rimasta, una magra consolazione, ma se Sango non fosse sopravvissuta non sarebbe importato.
Speravo solo una cosa in cuor mio. Che la mia morte fosse precedente alla sua. Mai avrei voluto vederla morire e mai avrei voluto saperla morta.
Mentre raccontava con impassibilità questa tremenda storia Kagome non aveva mai fatto una piega.
Sembrava aver già vissuto altre volte esperienze simili e sembrava aver accettato da tempo questo orrendo destino.
Quando le avevo chiesto conferma dei miei timori lei non aveva negato.
Tutti i suoi incubi precedenti riguardavano il nostro ultimo scontro con Naraku.
Spesso però il protagonista era Inuyasha. Non aveva aggiunto altro.
Secondo il suo racconto anche Inuyasha aveva fatto una brutta fine ma lei nell’incubo non lo aveva visto, probabilmente era morto prima per mano di Naraku. Ci disse che era stata perforata all’addome da parte a parte. Solo allora rabbrividii.
Guardai Inuyasha che era rimasto silenzioso e granitico per tutto il racconto e solo in quell’ultima parte si era irrigidito notevolmente e le sue labbra si erano strette fino a sanguinare.
< sei morta tra le mie braccia >
Il volto di Kagome aveva perso ogni traccia di sangue e vita. I suoi occhi erano persi in un vuoto senza confini.
< quando ti ho raccolta da terra eri svenuta e inerme. Poi ad un tratto hai sbarrato gli occhi e il tuo corpo ha reagito ad un colpo. Poi ti sei irrigidita e sei scivolata lontano da me. Sei morta li…tra le mie braccia.>
Fissai entrambi. Il tono di Inuyasha era stato simile a quello di una persona che recita una condanna a morte e i suoi occhi  riflettevano perfettamente tale condanna mentre lo sguardo di Kagome ritornò alla vita con un misto di rimpianto e dolore. Vi scorsi anche del sollievo che venne subito spazzato via quando si buttò su di lui e lo strinse forte. Scossi la testa. Mi dovevo essere sicuramente sbagliato.
Li lasciai così. Consapevole che per oggi avevo vissuto la mia parte di dolore.
Andai in cerca di Sango che si era precipitata fuori in lacrime quando Kagome aveva decretato con il suo racconto la mia fine. Sapeva che stava facendo del male a tutti ma era giusto che anche noi condividessimo il suo dolore anche se quelle parole schiette e dirette mai ci avrebbero fatto neanche avvicinare a ciò che doveva aver davvero provato lei. Ora almeno sapevamo cosa la distruggeva dall’interno e cosa probabilmente ci stava riservando il futuro.
Un futuro senza luce. Un futuro che noi dovevamo assolutamente cambiare.
 
Solo dopo che sentii i nostri cuori tornare ad un ritmo accettabile riuscii a staccarmi da lei.
Per un attimo avevo rivissuto quel momento. Un momento terribile.
Mi prese il viso tra le mani e mi guardò con i suoi occhi profondi.
Per ora era li, davanti a me. Salva e al sicuro e soprattutto viva. Ma per quanto ancora?
Quando sarebbe arrivato un altro attacco del genere. E quando sarebbe stato il colpo di grazia.
Avevo una paura folle ad ogni suo incubo. Ogni volta che accadeva pensavo che non l’avrebbe superato.
Ogni volta che si trovava inerme tra le mie braccia ripensavo alle giornate passate nella foresta a piangere sul suo corpo senza vita, nella speranza che lei tornasse per me.
Lei viveva il suo incubo ad occhi chiusi io invece avevo la sfortuna di vederlo in faccia ogni volta che si presentava.
Il suo dolore era il mio peggior incubo.
< stai bene? >
< tsk dovrei essere io a chiedertelo non il contrario! >
< io sto bene se anche tu stai bene >
< vale lo stesso per me >
La vidi impensierirsi e poi sorridermi. Il suo sorriso non era raggiante come al solito però era vero.
< allora direi che stiamo bene entrambi ora >
Mi rilassai all’istante.
La cullai ancora per qualche minuto.  Sentire il suo respiro e il suo cuore pulsare regolarmente contro il mio petto era una sensazione che mai avrei voluto smettere di provare.
< mi hai fatto spaventare >
< lo so e mi dispiace >
 < lo so. >
<  non credevo che potesse seguirmi fin la ed ora non abbiamo più alcun frammento. Naraku avrà già completato la sfera a quest’ora >
< credo che attenda il momento opportuno. Sicuramente farà le cose in grande >
< si non sarebbe da lui passare inosservato ma soprattutto non fare del male agli altri. >
< Kagome?... >
< si… >

< tu non mi mentiresti mai vero? >
Il suo silenzio e l’esitazione dei suoi occhi confermarono i dubbi che già da tempo frullavano nella mia testa.
Mi stava nascondendo qualcosa. Qualcosa riguardante l’incubo….qualcosa riguardante me e lei…
< no non lo farei mai.. >
< neanche per proteggermi? >
I suoi occhi fissarono i miei e mille emozioni balenarono in quella mente viva.
< e tu..mentiresti per proteggermi? >
Era furba. Aveva rigirato la domanda. Io le avrei mentito per proteggerla?
< si >
Socchiuse gli occhi e un lento e accennato sorriso spuntò su quelle labbra meravigliosamente carnose.
< anch’io >
Bene! Ora avevo la conferma ai miei timori.
< dimmi la verità Kagome ti prego >
< ti ho detto la verità. Non ti ho mentito. >
Il suo sguardo non vacillava ne aveva abbassato la testa per nascondere la menzogna che avrebbe dovuto essere dipinta sul suo viso
< se non mi dici da cosa stai cercando di proteggermi penserò che sia una cosa grave, magari più grave del previsto >
< allora non pensare. Non è grave e non ti sto mentendo…diciamo che non ho detto tutto ecco..però credi in me. Abbi fiducia in quello che faccio >

< l’ultima volta che mi hai detto queste parole sei morta prendendo un colpo che spettava a me. >
< le ripeterei all’infinito se servissero a salvarti. Ti basta sapere questo. Non morirai. E neanche io morirò. >
< lo dici perché lo vuoi tu o perché è ciò che realmente hai visto? >
< lo dico perché ci credo e perché andrà a finire esattamente così. E neanche Sango e gli altri moriranno. A perire sarà un’unica persona. E devi crederci anche tu! >
< io ci credo ma non posso fare a meno di sentirmi inquieto per le cose che non mi dici >
< verrà il tempo per tutto tesoro. Fidati di me. >
Cosa potevo fare? Non mi avrebbe mai rivelato nulla di sua spontanea volontà. Però ora che sapevo che non riguardava le nostre vite e soprattutto la sua morte mi sentivo meglio. Avrei scoperto pian piano di cosa si trattava.
Non potei far altro che guardarla a lungo facendo diventare quegli attimi preziosi ancora più preziosi e unici.
Mancava poco alla fine di tutto. Occorreva solo capire per chi sarebbe stata una fine e per chi un nuovo inizio.
 
Sentii lo scricchiolio delle foglie secche spezzarsi sotto il peso di Miroku.
Sapevo che era lui ancor prima di voltarmi.
Non ero pronta a guardarlo in faccia e leggere sul suo volto compassione e tenerezza.
Il mio animo guerriero voleva solo prendere la sua mano e mozzarla. Se quello era l’unico modo per tenerlo in vita gli avrei dato volentieri la mia in sostituzione. Senza una mano potevo vivere…senza di lui…
Le orribili parole di Kagome continuavano a scorrere nella mia mente come una filastrocca.
In quel momento mi ero davvero sentita parte del racconto e chiudendo gli occhi potevo vedere con facilità il luogo da lei descritto con tanta perizia.
Mi vennero i brividi.
Attorno a me c’era il silenzio. Miroku si doveva essere fermato a poca distanza.
Stava aspettando un mio segnale.
La mia forza però continuava a vacillare sotto la filastrocca mortale del mio cuore.
Pensai a Kagome e a come doveva essersi sentita lei. Se i nostri ruoli fossero stati invertiti io probabilmente sarei morta dal dolore.
Chissà di Inuyasha cosa aveva visto. Ma soprattutto chissà cosa gli aveva rivelato. Probabilmente ora era più sconvolto di me.
< Sono una stupida vero? >
< perché dici questo >
< mi sento davvero patetica. Sono fuggita. Sono scappata via dal dolore, ma lo sanno tutti che il dolore sa sempre dove trovarti. Sempre. Sono così sconvolta pur sapendo da tempo cosa ti attenderebbe se non riuscissimo a sconfiggere quel bastardo. Eppure la sua descrizione…le sue parole, sono state troppo reali e vere per resistere. Era come se avessi assistito alla tua fine. Era come se inerme ti avessi guardato morire. Era troppo..io… >
Un torace ampio e solido mi catturò e mi ritrovai stretta da un calore che avevo imparato ad apprezzare come fosse vita. Strinsi le sue braccia ancor di più attorno a me. Volevo morire così. Se proprio avessimo dovuto essere i perdenti di quella partita allora volevo morire così.
< ti prego Sango, ora basta piangere. >
Non mi ero neanche accorta di farlo. Eppure le lacrime non avevano cessato di rigarmi le guance da quando avevo lasciato la capanna.
< non mi lascerai sola vero? >
< no…ma neanche tu devi. E’ stato atroce quando lei ha…quando.. >
Mi voltai e feci aderire i nostri corpi senza lasciare neanche un varco. Neanche al vuoto era concesso intromettersi tra noi ora.
In quel momento presi una decisione. Poco importava del resto quando in gioco c’erano le nostre vite.
Si…era giunto il momento e mai sarei stata più felice.
 
Avevo deciso di fare una passeggiata per riordinare i miei pensieri neri e confusi.
Anche Inuyasha aveva bisogno di assimilare il mio racconto per cui avevamo deciso di prenderci del tempo per pensare.
Respirai l’aria frizzante del tardo pomeriggio.
Strinsi le braccia attorno al corpo per frenare i brividi che non erano però dovuti al freddo di novembre.
Mi aveva chiesto se gli avrei mai mentito…che sciocco.
Se fosse dipeso da me e se fossimo stati una coppia normale che lotta con i comuni problemi della vita, sapevo che mai gli avrei mentito o nascosto qualcosa…ma…qui era tutto diverso, era tutto tremendamente difficile e terribile. Ogni gesto, ogni parola poteva creare un cataclisma e noi eravamo tutto fuorché una coppia normale.
Mi guardai attorno sbalordita….persa com’ero nei miei pensieri mi ero allontanata anche dalla nostra radura.
Non avvertivo presenze oscure nei paraggi per cui mi rilassai.
Ad un tratto una folata di vento spostò alcune foglie che rivelarono una figura bianca e nascosta.
< tranquilla non ti farò del male >
Una vocina sottile e bassa giunse dalle ombre del bosco.
Quella figura minuta prese ad avanzare fino a trovarsi a pochi metri da me. Davanti a lei non provavo paura ma tutti i miei sensi restarono all’erta.
< Kanna? Cosa ci fai qui? >
< volevo parlare con te Kagome ma pensavo che sarebbe stato decisamente più complicato >
< avevo bisogno di stare da sola >
< capisco >
Era assurdo stare a conversare con una mia nemica e non provare ne paura ne voglia di combatterla.
< non ho sentito la tua presenza >
< è una caratteristica che mi ha impresso Naraku, ma non uso spesso questo mio potere. Non mi serve >
< a Byakuya però si! >
< si a lui si. L’ho creato apposta così >
Sapevo che quel maledetto invasore di menti era una sua creatura ma non provai rabbia nell’averne la certezza.
Odiavo lui. E lui soltanto.
< pensavo avresti tentato di uccidermi sapendo che Byakuya è una mia opera >
< non sei tu a decidere e dopotutto non sei tu che mi provochi dolore >
< ma sono io che gli ho dato il potere di farlo >
Questa sarebbe entrata nella lista delle conversazioni più strane della mia vita!
< perché volevi parlarmi ? >
< sono venuta ad avvisarti. Voglio metterti in guardia. >
< perché? >
Era tutto troppo strano. Mi feci guardinga nonostante in lei non percepissi ostilità.
< perché vorresti aiutarci? >
< non provo sentimenti verso di voi. Non ne provo per nessuno in particolare, per cui delle vostre vite non mi importa. Stiamo semplicemente lottando contro un nemico comune. >
< Naraku? …ma… >
< devo vendicare la sua morte e solo allora avrò pace >
< stai parlando di ….Kagura….tua sorella… >
< le ha strappato via l’unica cosa che realmente agognava. La libertà. >
< e ora tu vuoi che lui faccia la sua stessa fine? >
< esattamente, ma da sola non ho speranze. Il tradimento di mia sorella le è costato la vita ma non ha sortito alcun cambiamento. Spero che il mio lavorare dietro le quinte almeno abbia delle conseguenze quindi…risponderò alle tue domande se vuoi >
Rimasi interdetta davanti alla sua inespressività. Per essere una bambina era davvero letale con le parole e con l’atteggiamento. Ma sapevo che dentro di lei qualcosa vibrava e quel qualcosa l’aveva spinta fino da me.
< perché Byakuya tormenta me? Perché io  e soprattutto perché così >
< Naraku vi teme. Teme la vostra disperazione. Teme la vostra unione. E’ un essere che non conosce queste parole, non conosce la determinazione che si prova quando si ha tutto da perdere. Per cui vuole minare una sola mela per poi far si che anche le altre si ammalino. >
< quindi vuole che ci uccidiamo l’un l’altro… >
< si ma soprattutto vuole che siate voi stessi la causa della vostra morte. >
< credo di capire. Ma perché ha scelto me come bersaglio >
< perché sei la più forte in quanto a determinazione. Hai sempre tenuto testa ad ogni suo tentativo di manipolarti. Se il tuo animo e la tua fiducia in te stessa e negli altri dovesse vacillare…morireste tutti >
< capisco > Deglutii cercando di immagazzinare quella miriade di sconcertanti rivelazioni nella mia mente sbalordita.
< la sterminatrice ha il monaco, ed è lui il suo punto debole, però è pronta a morire con lui più di quanto non sia pronta a battersi per la sua vita. Il monaco invece è convinto che non farà in tempo e che la maledizione lo condurrà alla morte mentre Inuyasha ha su di se il marchio della sconfitta e della vergogna per aver già commesso un errore in passato che gli è costato la donna che amava, ha paura di ripetersi per cui il suo animo vacilla…. >
< invece io…. >
< tu lotterai! Lotterai sempre e comunque. Lotterai se e quando i tuoi amici moriranno, lotterai se lui morirà e lotterai se sarà lui ad ucciderti. Lotterai finchè non avrai più forze in corpo. >
Era vero. E quello era stato il giuramento che avevo fatto alla mia nuova arma.
< come forza del fisico sei la più debole del gruppo ma come volontà nessuno può batterti e Naraku questo lo sa. E per questo ti sta infettando con queste visioni. >
< le visioni sono vere? >
< si e no. Sono frammenti del futuro. Byakuya ha il potere di leggere nei cuori e nelle menti per poter tracciare un futuro approssimativo ma veritiero. Più elementi ha a disposizione, più la sua previsione si avvicina alla realtà. Ma non sempre finisce come è iniziata. Le scelte di ognuno di noi cambiano continuamente il nostro futuro. >
< mi stai dicendo che potremmo riuscire a sopravvivere tutti quanti e a sconfiggerlo? >
< questo non te lo so dire. I miei poteri non arrivano a tanto. >
< però stai evidenziando il fatto che potrebbe anche non andare come dovrebbe andare. >
< esattamente >
Una lieve quanto maledetta speranza rinacque in me. Le probabilità di una nostra vittoria erano praticamente nulle però il fatto che anche lei credesse in noi….mi infuse il giusto coraggio e quella positività che non volevo più perdere.
< Ora tu sei priva di poteri giusto ? > la usa vocina mi riportò alla dura realtà.
Quella domanda schietta e immediata mi colse alla sprovvista. Rivelare ad una mia nemica un particolare di tale valore era come dichiararsi sconfitti prima ancora di combattere.
Scrutai quegli occhi neri fino in fondo alla sua anima dove trovai solo tanta solitudine.
< si…i miei poteri sono sigillati in questo >
Presi l’arco dalla mia schiena e glielo mostrai.
< quello sarà la tua vittoria o la tua sconfitta lo sai? >
Non capii come fosse venuta a conoscenza di quelle informazioni ma la cosa non mi infastidì.
< si…ero consapevole a cosa andavo incontro. >
< sai cos’hai distrutto con quell’arco? >
< ….l’anima di Naraku. >
< e sai cosa comporta questo? >
Scossi la testa. Era davvero tutto assurdo ma cominciavo a provare dell’affetto verso quella ragazzina solitaria.
< avete ucciso il suo cuore. Ora non è altro che un corpo dotato di forza demoniaca capace di portare allo smarrimento anche le creature più forti. Naraku ora non potrà rigenerarsi come in precedenza e una volta sconfitto non tornerà. I suoi poteri uniti a quelli della sfera però riusciranno a impedirvi di avvicinarvi a lui. Morirete durante il cammino che vi condurrà a lui….lo stesso che vi condurrà alla sfera. >
< Kagome sta indietro! >
Inuyasha piombò davanti a me e sguainò Tessaiga.
Ero così presa dalle dichiarazioni di Kanna che non l’avevo sentito arrivare.
< maledetta cosa vuoi da Kagome >
< Inuyasha no….fermati ti sbagli.. >
Si girò verso di me e mi fulminò con lo sguardo. Mi stava fissando come fossi ammattita.
Gli sfiorai il braccio e lui abbassò leggermente la spada.
< Kanna è venuta ad avvisarmi…ci sta aiutando…vuole uccidere Naraku! >
Aprì la bocca per replicare ma non vi uscì alcun suono comprensibile…era più che sbalordito.
Cominciai ad avere timore che Kanna potesse svelare ad Inuyasha più di quello che doveva sapere.
< ho capito..ti ringrazio davvero di cuore per averci aiutati >
< non lo faccio per voi ma per mia sorella >
< Kagura? >
Il volto incredulo di Inuyasha si trasformò in una maschera di sospetto.
< piccolo demone…ti stai ribellando a Naraku per vendicare Kagura? >
< si >
Non vacillò e non mostrò alcun tipo di emozione. Solo la sua mano si strinse impercettibilmente allo specchio con forza.
Negli occhi di Inuyasha vidi passare un lampo di ammirazione.
Abbassò la spada e indietreggiò fino a portarsi al mio fianco.
Mi guardò e capii che ora si fidava di quella bambina senza colpa.
< Kanna….ti prometto che faremo il possibile per uccidere Naraku….vendicheremo tua sorella…insieme! >
Quegli occhi scuri come la notte si spalancarono dallo stupore e la sua boccuccia divenne tonda e incredula.
Poi tutto tornò alla normalità.
< mi dispiace per quello che ti ho fatto passare Kagome..non avevo altra scelta. >
Una cortina di pace ci avvolse e dopo tanti, troppi scontri decretò la fine di quell’ostilità inutile. Non era nostra nemica. Non per sua volontà almeno.
< vieni con noi Kanna. Unisciti a noi >
Guardai Inuyasha sicuramente con l’espressione più meravigliata e stupita del pianeta….mai avrei pensato che glielo avrebbe chiesto..mai avrei pensato che sarebbe arrivato a tanto.
Spostai nuovamente l’attenzione su di lei e la vidi per la prima volta tentennante e insicura.
La sua solita compostezza e impassibilità erano volate via.
< lei non andrà da nessuna parte! >
Una nuvola nera macchiò il cielo rossastro dell’autunno. Il vento si alzò e una strana contrazione allo stonaco placò ogni dubbio.
Sentii la spalla di Inuyasha contro la mia. La sua espressione si fece più contratta e determinata che mai e il suo corpo si irrigidì all’istante.
< Naraku! >

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Capitolo 25
*** Crudeli verità ***


Erano mesi che non si faceva vedere ed ora appariva come se niente fosse. Nulla in lui era cambiato, soprattutto il disgusto che provocava alla mia vista.
Ci sorrise con il suo solito sorriso compiaciuto e provai una cieca voglia di squartarlo ma cercai di controllarmi.
Guardai verso Kagome che sembrava alquanto preoccupata e tesa. Mi accigliai immediatamente e seguii il suo sguardo fino ad incontrare un piccola figura che non osava respirare.
Negli occhi di Kanna non scorsi alcun tipo di timore, ma solo una triste consapevolezza.
Era  chiaro a tutti infatti il motivo di quella sgradita visita.
< Inuyasha quale piacere finalmente >
< tsk….vorrei poter dire lo stesso >
< ma come…non mi volevi trovare a tutti i costi…ed ora che sono qui… >
< il mio stomaco non gradisce la tua presenza…ma è vero ti stavamo cercando >
< lo so… >
Si incamminò lentamente verso di noi con il suo solito passo regale. Superò senza degnare di un’occhiata la sua alleata traditrice e puntò tutta l’attenzione su Kagome.
Nel suo sguardo vidi rabbia, ammirazione, malvagità e quella brama che mai avrei voluto avesse nei suoi confronti. La voleva era chiaro. La voleva e la detestava. Questo era decisamente peggio di quanto avrei mai potuto immaginare.
Percepii il corpo a contatto con il mio irrigidirsi e sentii i  battiti del suo cuore aumentare. Di tutto questo era consapevole anche lei.
< Kagome.. >
Il suo nome pronunciato da quella bocca orrenda mi mise i brividi. Mi irrigidii all’istante. Già non potevo tollerare che la pensasse ma che addirittura osasse rivolgersi direttamente a lei o peggio, fece scattare in me quella pazzia che cercavo di contenere.
< finalmente…..sei sempre la stessa vedo…. >
< neanche tu sei cambiato dopotutto >
< già…io ho perso l’anima e tu i tuoi poteri eppure….siamo ancora gli stessi apparentemente… >
Questa volta ci irrigidimmo entrambi. Lui sapeva dei poteri di Kagome. Questo si che era un disastro.
< apparentemente? >
< solo noi sappiamo come tali cambiamenti ci distruggano dentro……io posso sentire la tua anima che urla assieme alla mia Kagome…. >
Il fatto che continuasse a cercare un legame con lei mi fece vedere rosso. Non esisteva alcun legame tra loro e mai, mai sarebbe esistito!
< lurido maledetto preparati a morire >
< oh per favore non sono in vena di combattere oggi. Sono qui per un altro motivo >
Solo allora si voltò verso quella bambina che sembrava solamente voler scomparire per sempre.
< e così…mi hai tradito anche tu! >
< tradire significa voltare le spalle ad una persona con cui si ha un qualche tipo di legame. Tra noi mio signore non esiste tale legame perché mi hai creato proprio con questa caratteristica. Io non posso legarmi a nessuno. Nemmeno al mio creatore >
< ma a tua sorella si! Quella stupida pazza…. >
< quella pazza era l’unica cosa che dava senso alla mia esistenza. Non voi o i vostri ordini, ne i vostri propositi di grandezza. Solo lei. Colei che era parte di me. Non ho tradito nessuno. E non potevo tradire lei. >
< bene….dopotutto il tuo intervento mi ha fatto capire che è ora di agire, solo e subito! Non so cosa speravi di guadagnare Kanna offrendoti come bestia sacrificale ma non mi importa tanto sei solo un’inutile pezzo di carne. Come lo era lei. Una stupida e vuota creatura inutile! >
Vidi partire il colpo e sentii solamente il frantumarsi di quello specchio capace di sconfiggere anche gli animi più forti.
Non oppose resistenza. Non si mosse, ne cercò di pararlo.
La vidi solo abbassare gli occhi e fremere appena. Poi cadere lentamente al suolo.
Uno spostamento al mio fianco mi fece scattare in avanti ma non riuscii a fermarla.
 
Non pensai, agii e basta. Mi avvicinai e mi chinai fino a ritrovarmi accanto a lei. Esitai con la mano alzata a mezz’aria ma poi la poggiai delicatamente sul suo corpicino.
La sentii irrigidirsi e smettere di respirare. Ma non alzò lo sguardo sul mio.
< Kagura era la signora del vento e tale voleva restare. Voleva la libertà in qualsiasi modo essa si presentasse. In quel momento quando seppur sotto fazioni diverse abbiamo combattuto lo stesso nemico sono stata orgogliosa di lei. L’ho ammirata davvero tanto. Per me era facile combattere e resistere. Lo facevo per i miei amici …lei invece ha combattuto contro il suo stesso creatore…ha combattuto con fierezza e coraggio contro un avversario molto più forte di lei. Un avversario che teneva in mano il suo cuore…eppure lei lo ha sfidato… Ha combattuto per ciò in cui credeva. Ciò che voleva di più al mondo. Devi essere orgogliosa di lei, Kanna, come lei sarà orgogliosa di te, ne sono sicura. Sarà orgogliosa di essere tua sorella >
Il mio cuore batteva lentamente consapevole che non c’era altro da dire o fare. Una lacrima lasciò il mio viso per cadere sul suo. Povera piccola.
Maledizione Naraku. Dovevi pagare. Dovevi pagare anche per questa innocente morte.
 
Sentii quelle parole lente e letali entrare dentro la mia candida corazza e una dopo l’altra attivare sensazioni che non avrebbero dovuto esistere in me. Paura, dolore rimpianto, rabbia, orgoglio, solitudine, ammirazione e tanto tanto calore. Calore proveniente da quella ragazza che avevo tormentato, anche se non per mia volontà, fino alla morte. Un calore proveniente da una persona che credeva nella vita e negli altri. Una persona che aveva apprezzato un suo nemico e che ora ne stava confortando un altro. Neanche io nel mio cuore provavo tanto affetto per mia sorella, ma ora attraverso le sue parole avevo rivissuto il mio attaccamento per lei e finalmente avevo trovato la pace.
Mi decisi a guardarla negli occhi. Piangevano. Piangevano….per me?
Non ero abituata a quelle sensazioni che coprirono immediatamente il dolore provocato da quell’artiglio che ancora sostava nel mio petto.
< chissà se….chissà se anche lui proverà mai questi sentimenti….grazie a te. Lo spero. Lo spero per chiunque >
La sua faccia perplessa mi fece sorridere. Guardai il mezzo demone che non aveva mai lasciato con lo sguardo la sua donna, nei suoi occhi c’era solo amore, preoccupazione ed orgoglio. Sentimenti che avrebbero vissuto anche dentro di me ora.
< credi sempre in te stessa sacerdotessa buona e coraggiosa. Credi sempre nel tuo cuore >
Sentii uno strattone e percepii freddo in quella voragine aperta dentro di me.
Afferrai debolmente la sua mano. Lei non si scostò anzi me la strinse con energia e amore.
Sorrisi. Se anche mia sorella avesse potuto morire così….
< vincerai Kagome, se vedrai il bene dentro di lui vincerai. Non lasciarti sopraffare dal dolore, ne da qualunque altro sentimento negativo…si buona come lo sei stata con me e anche la mia anima sarà libera…libera come Kagura…libera….come il vento. >
 
Guardai quel visino pallido e sereno e non potei fare a meno di urlare dentro di me per l’ennesimo fallimento.
Quante persone ancora sarebbero dovute morire per mano sua? Quante ancora sarebbero scomparse per la nostra inefficacia? Rabbia e dolore invasero il mio cuore. La sua mano lasciò la mia presa e si distese al suolo.
Mi strofinai gli occhi offuscati da lacrime affilate come lame. Lacrime che ero stufa di versare a causa sua.
Il corpicino di Kanna cominciò a dissolversi e in pochi secondi non rimase che vento di lei.
“la mia anima sarà libera…libera come Kagura…libera….come il vento”
Si…ora eri libera…libera assieme a Kagura…e avremmo fatto di tutto per concedervi la pace eterna.
< non ti conviene! >
La voce di Inuyasha bassa e minacciosa mi giunse da vicino.
Sollevai lo sguardo e lo vidi al mio fianco fissare con ostilità un qualcosa sopra la mia testa.
Mi voltai e vidi il tentacolo che aveva ucciso Kanna a pochi metri da me.
< sei così codardo che arriveresti ad attaccarmi anche alle spalle e senz’armi! >
< lo sappiamo tutti che sei dura a morire…oppure è la morte che non ti vuole con se! >
Mi alzai…ero furente e non riuscivo neanche guardare negli occhi quell’essere altamente ripugnante.
< stai zitto oppure giuro che quella bocca te la chiudo per sempre! >
Inuyasha era sempre più alterato e pronto a dar battaglia.
Eravamo soli e non era il caso di mettersi nei guai..io poi avevo davvero lasciato l’arco nella capanna della somma Kaede.
< oh….ma guarda chi si degna di presentarsi al nostro fortuito incontro… >
Sango e Miroku in groppa a Kirara ci raggiunsero dal cielo. Scorsi Shippo accoccolato tra i due.
< tsk…alla buon ora! >
< la sua presenza è giunta al villaggio pochi secondi fa….e ci siamo precipitati qui immediatamente >
< è da un’ora che stiamo discutendo…. >
< non è possibile…. >
< ahahah che sciocchi…allora Byakuya è più bravo del previsto! >
Mi irrigidii all’istante appena il mio cervello registrò il suo nome.
Era vero. Anche noi seppur vicini non avevamo percepito la sua presenza. Kanna per esempio non si era neanche accorta che lui era nei paraggi.
Ora capivo il motivo. Byakuya!
Sbucò da dietro Naraku camminando lentamente e senza mai staccare gli occhi dai miei.
< e così hai ucciso la mia padrona signore.. >
< i traditori in genere fanno quella fine….quindi sai già cosa ti aspetta se volessi voltarmi anche tu le spalle >
< oh no….non ne ho proprio l’intenzione! Io sto bene così…vero Kagome? >
 
Guardai quell’essere ripugnante avvicinarsi a noi e un brivido di apprensione misto a rabbia cominciò a ribollire nel mio sangue. Kagome indietreggiò di qualche passo fino a trovarsi appena dietro di me. Ero sicuro che non fosse un gesto volontario ma solo un condizionamento alla paura che le offuscava la vista.
Quel dannato centrava sicuramente qualcosa con il suo ultimo incubo…
< non potevo sperare di meglio..ora vi farò fuori entrambi! >
< ahhaahh sei il solito sciocco Inuyasha….ma come nonostante il futuro che vi ho mostrato….continui a perseverare sull’errata via….ma che peccato…mi sa allora che mi divertirò un sacco >
< niente è deciso Naraku…mettitelo bene in testa! >
< oh povera sacerdotessa piena di paura e senza poteri…credi davvero di poter salvare tutti loro? >
Con la mano indicò il resto del nostro gruppo situato alle nostre spalle. Erano visibilmente tesi e preoccupati ma c’era anche tanta determinazione e coraggio nei loro occhi.
< Naraku maledetto non arriverai a tanto….lui….la tua maledizione si ritorcerà contro di te vedrai… >
< la sterminatrice che non sa arrendersi ha paura. Ha paura di perdere quel monaco sciocco e irresponsabile…che piccola tragedia  come potrei mai fare una cosa del genere? Ahahahaha >
< bastardo! >
< ora calmatevi. Più ci agitiamo più lui gode. Non otterrai niente da nessuno di noi Naraku…solamente il dolore delle nostre armi! >
< e il dolore che subirà Kagome per mano tua…? Ne vogliamo parlare Inuyasha? >
Rimasi per un attimo interdetto finchè un sussulto al mio fianco mi fece voltare verso Kagome.
Non mi guardò ma il pallore del suo viso e il leggero scuotere della sua testa mi misero subito in allarme. Era terrorizzata. Perché?
< ma guarda…allora tu non ne sai niente vero? Perché la cosa non mi stupisce dopo tutto? d’altra parte sei leggendaria per fare le cose di testa tua vero Kagome? >
< sta zitto! >
Il mio sguardo correva da uno all’altro senza capire. L’aria si era fatta pesante e carica di elettricità…sentivo che si sarebbe scatenato qualcosa e che quel qualcosa mi avrebbe distrutto.
< Byakuya vuoi per piacere mostrare ad Inuyasha cosa farà in futuro se continuerà a mettersi in mezzo? >
< Noooo >
L’urlo disperato di Kagome e il sorriso compiaciuto di quel demone uomo, furono le ultime cose che vidi prima di sprofondare in un buio profondo.
Mi accasciai al suolo privo di forze e immediatamente una malsana sensazione si impossessò di me.
Percepii una voglia irrefrenabile di uccidere, di sbranare qualunque cosa..il mio sangue cominciò a ribollire dentro di me e percepii chiari i primi segni della trasformazione.
Perché! Perché dannazione mi stavo trasformando in un mostro?
Cercai di respirare lentamente per calmarmi ma era come opporsi ad un fiume in piena…non avevo la forza..non ne avevo la voglia.
Alla fine stremato lasciai che il lato demoniaco si impadronisse di me. Percepivo tutto più chiaramente ora, anche se l’unico desiderio che rimbombava nella mia testa era “uccidere”. Uccidere.
Percepii un odore invitante nell’aria e mi precipitai senza neanche riflettere verso tale fonte di vita.
Corsi con una velocità ed un’agilità che mai avevo sperimentato…mi sentivo invincibile.
Alla fine raggiunsi la mia meta e finalmente la vidi.
Si guardava attorno spaesata e brancolava nel buio…era così tenera e invitante così maledettamente indifesa che i miei artigli fuoriuscirono con violenza dalla mia mano.
Silenzioso mi portai alle sue spalle e solo quando lei percepì la mia presenza si voltò.
Kagome? Una parte del mio cervello, una parte insignificatamente piccola registrò la sua presenza e cominciò a invocare pietà. Cercò in tutti i modi di sovrastare il alto demoniaco intimandogli di non compiere l’oscenità che avrebbe decretato la fine della sua vita.
Ma fu tutto inutile. Lei mi abbracciò incredula e sollevata e solo quando il mio corpo si irrigidii e la mia mente si preparò a combatterla capii che non c’era modo di sottrarmi al volere del sangue.
La mia coscienza, quel piccolo barlume di lucidità in me…decise di chiudere gli occhi per non guardare cosa le mie mani stavano per compiere e da allora non vidi più nulla.
Percepii movimenti.
I miei. I suoi.
Quel respiro affannoso e rotto dal pianto.
Percepii i suoi piedi inciampare e ricominciare a correre.
Percepii la sua voce chiamarmi disperata nel tentativo di risvegliare la parte di me che la amava e che mai le avrebbe causato tanto dolore.
Dentro la mia testa gridavo e supplicavo. Le intimavo di colpirmi con l’ arco che avevo scorto tra le sue mani ma che non avevo mai sentito tendersi contro di me.
Il mio cuore batteva combattuto tra la voglia di uccidere e di uccidersi. Poi il nulla.
Sapevo di essermi fermato e sentivo che lei era a pochi passi da me.
No..non potevo..non potevo farlo……no no…
< basta ti prego bastaaaa >
Ritornai alla realtà e mi ci volle qualche secondo per riprendere a respirare, a vivere.
Lei era li, china su di me.
Il volto ricoperto di lacrime e stravolto dal dolore. Guardava fisso verso la causa di tutto questo male.
Mi mossi per toccarla e lei si voltò verso di me. Nei suoi occhi lessi paura, sconforto e dolore.
Immenso e ineguagliabile dolore…per me.
Per ciò che avevo visto. Per ciò che sapevo aveva vissuto anche lei nei suoi incubi.
Grazie a lei mi ero risvegliato appena in tempo. Mi ero risvegliato prima di uccidere l’unica ragione della mia vita con quelle stesse mani che ora coprivano il mio viso.
Non potevo fare altro che incassare il colpo e tentare di riprendermi. Ma nulla mi aiutò a digerire quel mare di devastazione che travolse la mia anima.
Dove avrei trovato la forza? Dove!
 
< Inuyasha…Inuyasha ti prego guardami.. >
I singhiozzi della mia amica mi perforarono il cuore.
Miroku era rigido al mio fianco e scrutava Naraku come volesse incenerirlo con lo sguardo.
Povera amica mia. Nessuno aveva realmente assistito alla visione di Inuyasha ma tutti avevamo partecipato al suo dolore e a quello di Kagome.
Quando Byakuya lo aveva guardato, si era accasciato al suolo e Kagome si era prontamente chinata su di lui per strapparlo a quel tremendo destino che lei aveva già vissuto numerose volte.
Sapevo cosa Naraku volesse fare. Voleva ucciderci dentro, ma mentre Kagome sarebbe riuscita a sopportare tale fardello, per Inuyasha sarebbe stato tremendamente diverso.
Lui si sarebbe incolpato di tutto e riprendersi sarebbe stato quasi impossibile.
Il suo corpo si era ribellato e agitato in continuazione mentre Kagome cercava di tranquillizzarlo e riportarlo a se.
La sua mente sicuramente stava vivendo un inferno.
Dopo quegli attimi lunghi una vita tutto era tornato alla normalità. Ma niente sarebbe più stato normale.
Lui si era chiuso in se stesso e nonostante le suppliche di Kagome non si era più posso.
Era rimasto accovacciato a terra con le mani sul viso e la testa china.
Era come se sulle sue spalle portasse un enorme peso che lo obbligava a piegarsi su se stesso.
Kagome non si allontanò da lui ma si alzò in piedi tremando. Sul suo viso lessi la devastazione.
Sapevo che finchè toccava a lei soffrire era capace di sopportare tutto ma….ora..lui sapeva. Anzi lui aveva visto.
< sei un bastardo Naraku un bastardo maledetto! >
< ahahah non è colpa mia…è Byakuya che vi mostra quelle scene che a mio avviso sono squisite! >
< giuro…giuro su ciò che di più caro ho al mondo Naraku, che arriverà il momento in cui ti pentirai di tutto questo male. Ti pentirai della sofferenza causata senza alcun perché. Ma soprattutto ti pentirai di non aver intrapreso una strada diversa da quella che hai scelto di prendere. Ti pentirai di essere rimasto solo nella tua malvagità. >
< dici? Non mi auguri di morire piuttosto? >
< no…sarebbe troppo poco! >
Un pesante silenzio scese nel luogo in cui tante cose ebbero inizio e molte trovarono la fine.
Osservai Naraku che per la prima volta sembrò incassare quelle parole e rimanerne turbato. Ma si riscosse subito.
Guardò con disprezzo il mezzo demone ancora accovacciato al suolo e poi puntò il suo sguardo dritto su di noi.
< bonzo…è inutile che speri in una mia morte prematura. Il foro sulla tua mano ti consumerà prima che lei possa salvarti…e succederà prima del previsto poiché tu tenterai di salvare lei! Quanto a voi due…sapete benissimo cosa vi attende….se volete morire a causa del vostro orgoglio allora fate pure. Ma ciò che avete visto fin ora non è che un assaggio di ciò che si verificherà se continuerete a seguirmi. Io..non mi nasconderò. Saprete dove e quando trovarmi. La scelta è solo vostra. >
Sparì insieme a quel fedele servo capace di distruggere una persona solo guardandola.
L’odore nauseante scomparve ma questo non servì a placare il tumulto di orribili sensazione che aveva preso in scacco le nostre anime.
Dopo alcuni minuti di silenzio prolungato e forzato Inuyasha si alzò lentamente.
Kagome non lo guardò e costrinse il suo corpo a rimanere voltato verso il punto in cui prima si trovava il nostro avversario.
Solo Miroku riuscii a spezzare l’incantesimo e prendendomi per un braccio mi trascinò via da li facendo cenno a Shippo e Kirara di seguirlo.
Lo guardai stupita ma mi incamminai senza esitazione.
< non voglio assistere a quello che si verificherà tra poco > sussurrò piano e tristemente.
Mi voltai un’ultima volta verso le due figure immobili tra l’erba.
Nonostante il bene che provavo per quei due….no nemmeno io avevo voglia di rimanere a guardare quella lotta tra cuori.

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Capitolo 26
*** Credere in te..in me...in noi ***


Sentii i nostri amici allontanarsi per concederci il tempo di chiarire. Ma chiarire cosa?
Non osavo ne muovermi ne tanto meno guardarlo in faccia.
Avevo vissuto il mio dolore solitario per mesi preservando lui. Avrei voluto in mille occasioni confidare le mie pene all’unica persona che sapevo mi avrebbe consolata, l’unica persona che sarebbe morta udendo quello sfogo.
Avevo taciuto per proteggerlo ed ora…tutto era perduto.
Era venuto a conoscenza dei fatti nel modo più atroce e crudele possibile. Sapevo cosa aveva vissuto. La mia mente era volata via con la sua e quell’incubo indelebile aveva preso forma. Speravo però che la visione si fosse conclusa prima del momento cruciale. Anche se sembrava impossibile vivere di peggio, speravo di averlo riportato alla realtà prima che mi uccidesse.
Dovevo parlargli, dovevo rassicurarlo, dovevo….
Non avevo la forza di fare niente.
Percepivo il suo dolore anche a quella distanza, ma il mio spirito era stanco di soffrire.
Stanco di veder soffrire gli altri.
Stanco di trovare quella forza che si era pian piano esaurita fino a spegnersi.
Ed ora che lui aveva bisogno di me…avevo solo voglia di piangere e stringerlo forte, dimenticando assieme quella tremenda storia.
Ma non era possibile.
Non potevamo avanzare verso il futuro ne retrocedere al passato. Eravamo intrappolati in un presente scomodo e stretto che non riusciva a contenere tutta la nostra tristezza.
Passarono così i secondi e i minuti. Solo il vento osò intrufolarsi in quello scenario di assoluta immobilità.
Feci un piccolo passo in avanti barcollando. Poi un altro e un altro ancora.
Dovevo pensare e recuperare quel minimo di lucidità e coraggio che mi avrebbero permesso di sollevare anche il suo spirito. Uno spirito devastato.
Ora non ne ero in grado.
Lacerando il mio cuore mi allontanai da lui.
 
Stentavo a credere di essere mai stato bene.
Quella sensazione di malessere che provavo in tutto il corpo sembrava antica come il modo. Mi sembrava di essere nato provando tali emozioni. Stentavo a ricordare come dovesse essere bello sentirsi felici.
Era tremendo. Davvero tremendo.
Non era stata quella visione a ridurmi in quello stato ma la consapevolezza che fosse vera, la consapevolezza che avevo scorto nello sguardo di Kagome. Uno sguardo colpevole, uno sguardo dispiaciuto e addolorato.
Come evocato dalla mia mente un ricordo si intromise prepotentemente nel il mio dolore.
<  ..hei…tutto bene..  >
si…scusa…ho fatto un brutto sogno..  >
<  ..mmm….è sempre lo stesso?  >
si…sempre Naraku che tenta di ucciderti…e io che non riesco a fare nulla per salvarti  >
Aveva sempre vissuto quegli incubi da sola e mi aveva sempre mentito.
Sempre.
Ma io avevo sempre lasciato cadere il discorso. Sentivo che qualcosa non andava ma…
Quante volte avevo agognato per sapere la verità, per condividere con lei il suo dolore..ed ora?
Ora che avevo ottenuto ciò che volevo….mi sentivo…. Devastato.
Come aveva fatto a tenere tutto dentro? Come aveva potuto guardarmi negli occhi e dirmi che andava tutto bene…ma soprattutto, come aveva potuto fidarsi ancora di me dopo ciò che avrei potuto farle.
Come diamine aveva osato starmi ancora accanto?
Ero in balia di quel mare di angoscia e costernazione e non avevo alcuna intenzione di lottare contro tali sentimenti.
Ad un tratto sentii dei passi indecisi e leggeri muoversi sull’erba e qualcosa dentro di me scattò. Furia mista ad un dolore che mai avevo provato fluirono in me spazzando via la nebbia che aveva distrutto la mia mente e ciò che rimaneva del mio cuore.
Mi voltai con uno scatto e senza premura le afferrai un braccio stringendolo con forza.
Non riuscivo a controllarmi, ne lo volevo fare.
Con uno strattone la costrinsi a voltarsi verso di me, ma quando lo fece mi pentii immediatamente di quel gesto sconsiderato. Ciò che vidi spedì il mio cuore al riposo eterno.
Il suo volto era stravolto e i suoi occhi erano incapaci di guardare i miei. Dentro di essi non vi era più vita.
Mi sentii ancora peggio di come stavo in realtà e questo non fece che accrescere la mia frustrazione che sfogai su di lei senza freni.
< guardami! >
Scosse lievemente la testa e il suo sguardo rimase fisso sul mio petto
< ho detto….guardami > sibilai al limite di me stesso.
Strinse un pugno e il braccio che torturavo con forza si irrigidì sotto le mie dita.
< GUARDAMI! > il mio urlo e il mio strattone la fecero finire inginocchiata ai miei piedi.
Rimasi immobile vedendola accovacciata e tremante. Perché le stavo facendo questo? Era assurdo trattarla così.. Cercai di calmare il mio animo ma solo quando alzò lo sguardo sul mio tutto ciò che c’era ancora di vitale in me si spense.
C’erano umiliazione e paura, debolezza e rabbia e tanto troppo dolore.
Nessuno dei due si mosse. Una folata di vento le scompigliò i capelli e le fece scendere quelle lacrime che avevano sostato con coraggio sulle sue ciglia.
Ero un bastardo.
Un maledetto bastardo per farle ancora del male, ma il mio spirito voleva ribellarsi e sfogare il suo dolore su qualcuno.
< perche? Dimmi perché.. > sussurrai quelle parole con la morte nel cuore.
La vidi rabbuiarsi, ripiegarsi su se stessa e infine tornare a guardarmi.
< perché ti amo! >
Una parte di me gioì come sempre a quell’intensa dichiarazione d’affetto, ma la maggior parte del mio essere accolse quelle parole come una condanna a morte
< amarmi significa morire? > il mio tono risultò secco e freddo…non volevo questo.
< no.. >
< ma è quello che succederà vero? >
< no! Non lo permetterò….io non morirò >
< si invece e sarò proprio io ad ucciderti…con queste >
Lasciai il suo braccio e portai entrambe le mani tremanti davanti al suo volto.
Le fissammo per alcuni istanti. Ognuno perso nei propri pensieri.
Io le guardavo con ribrezzo, lei con estremo dolore.
Ad un tratto si sollevò sulle ginocchia e ricoprii gli strumenti della sua morte con quelle pallide e affusolate dite. Erano fredde come sempre, ma non fu quella la sensazione che mi trasmisero…una dolce sensazione di calore invase il mio corpo felice di quel contatto. Ma quella sensazione era sbagliata.
Indietreggiai bruscamente e ritornai alla distanza originaria.
Riportai lo sguardo su di lei ancora inginocchiata a terra con entrambe le mani a mezz’aria e con l’espressione incredula. Ad un tratto scosse la testa e si alzò.
< non c’è modo di chiarire questa storia se non facendoci del male vero? Perché è questo che vuoi.. >
Non risposi. Ero sicuro che il mio sguardo parlasse da solo.
In realtà potevamo consolarci l’uno tra le braccia dell’altro e lasciare che i nostri cuori uniti operassero ciò che da soli non avrebbero mai potuto sperare di fare, ma io non volevo questo. Volevo soffrire come aveva sofferto lei ma ero consapevole che così avrebbe sofferto ancora.
Ma mi aveva mentito.
Mi aveva mentito sulla sua vita e questo non potevo perdonaglielo.
Sorrise. Un sorriso finto e cupo.
< mi dispiace Inuyasha. Non puoi davvero capire quanto mi dispiaccia. Non dovevi sapere…non cosi almeno >
< e come? Me lo avresti detto cantando?….e soprattutto quando? Quando ti avrei trovata davanti con la sola voglia di ucciderti? Quello sarebbe stato il momento giusto? >
Le mie parole dure e feroci la fecero sobbalzare. Mi odiavo per come la stavo trattando ma non riuscivo a controllarimi. La sua mano si strinse all’altezza del cuore che ero sicuro sanguinava pari al mio.
< non esiste un momento giusto..ma esiste una maniera meno sbagliata ed io l’avevo trovata >
< il silenzio vero ? Pensi che tacendomi quello che sapevi, una volta fatto mi sarei sentito meglio? >
< perché ora come ti senti Inuyasha? Se quel momento dovesse arrivare e tu ti accorgessi di avermi ucciso, ti sentiresti meglio avendolo saputo con largo anticipo? …………….Non credo >
No. Sicuramente no, anzi probabilmente sarebbe stato molto peggio era vero ma era vera anche un’altra cosa..
< infatti quel momento non arriverà mai! >
< certo che non arriverà. Tu non mi ucciderai. Io riuscirò a farti tornare in te. Vinceremo insieme Inuyasha >
< no! Non rischierò così tanto. Quel momento non arriverà perché tu non ci sarai. Tu non sarai al mio fianco! >
Pronunciai quelle parole convinto ma nonostante la convinzione suonarono con dolore dentro la mia testa.
La vidi sbiancare e irrigidirsi.
I suoi occhi sempre più neri e lucidi si ingrandirono e le mani si strinsero con forza l’una contro l’altra.
Poi perse ogni traccia di calore e vita.
Subito un’altra scena simile si ripresentò alla mia mente lasciandomi privo di forze.
Non impiegai molto a collegare le due cose e così, la visione che grazie a lei si era interrotta si completò.
Ora sapevo perché non voleva che vivessi anche io quegli incubi.
< sono…sono stato io a colpirti vero? >
I suoi occhi si fecero ancora più grandi e la sua bocca si aprì inconsapevolmente.
Nessun suono uscì da quelle labbra pallide e tirate.
< nella realtà ti sei accasciata contro di me dopo aver ricevuto quel colpo mortale….ma nel tuo sogno….in quell’incubo sono stato io a colpirti… >
Lessi nel suo sguardo una pena infinita e quel dolore senza confini ritornò a invadermi.
Chiusi gli occhi per cercare quella forza in me che sicuramente era scemata via assieme al mio coraggio e alla mia voglia di vivere.
Immediatamente l’incubo ricomparve obbligato a ricostruirsi nella mia memoria.
Volevo sapere.
Volevo vedere fino infondo cosa ero capace di fare all’unica persona che avevo realmente amato in tutta la mia esistenza.
Ritornai con il pensiero alla scena di noi due fermi l’uno di fronte all’altro.
Lei ansimante e spaventata io letale e silenzioso.
La vidi tremante e spaurita, la vidi esausta guardarmi con rassegnazione. Sapeva. Sapeva cosa stavo per farle. Sapeva che mai l’avrei riconosciuta…eppure…si mosse verso di me come per abbracciarmi ma io fui più svelto.
Sentii la mia mano trapassarle il corpo e scontrarsi con la parete dura alle sue spalle. Sentii il suo sangue caldo sgorgare dalla ferita ed imbrattarmi la veste.
Percepii il rumore del suo arco scivolare a terra e il suo respiro strozzato farsi sempre più lieve.
Sentii il suo cuore accelerare i battiti per compensare quella perdita senza fine.
Infine percepii le sue lacrime scorrere sulla sua guancia e cadere a terra per un’ultima volta.
Sbarrai con violenza gli occhi ritornando al presente.
Lei era sempre li, davanti a me.
Il suo sguardo mi disse che sapeva cosa avevo visto.
Il suo sguardo era dolore.
Respirai a fatica rantolando e piccoli singhiozzi uscirono dalle mie labbra forzatamente serrate.
Non potevo farmi vedere da lei così.
Non era giusto per nessuno dei due ma  non avevo la forza di resistere a quella valanga di emozioni che aveva strozzato la mia anima.
Lacrime. Una miriade di lacrime silenziosamente urlanti devastarono il mio viso.
La sentii avvicinarsi e appoggiare le mani sul mio petto, istintivamente indietreggiai con poca convinzione. Non era lei che doveva confortare me.
Io ero il mostro.
Lei la vittima.
Non demorse e si avvicinò nuovamente.
Indietreggiai ancora.
Alla fine mi abbracciò con slancio.
Mi irrigidii memore dell’ultimo contatto avuto nella mia memoria.
Quella tremenda visione venne sostituita dal presente.
Il rumore del suo respiro e del suo cuore mi infusero la pace che cercavo e disperato ricambiai quell’abbraccio che di tenero non conteneva nulla. Trassi conforto e forza da quel corpo che sapevo con certezza sarei arrivato ad uccidere.
Nuovamente l’immagine di lei inerte e sanguinante tra le mie braccia mi riportò alla cruda realtà.
La allontanai con tale violenza da farla cadere a terra. Un lampo di dolore e delusione le attraversò lo sguardo.
L’impulso del mio corpo mi spinse in avanti per aiutarla ad alzarsi e scusarmi per come la stavo trattando ma la mia mente dispersa e soffocata mi impedì qualsiasi movimento.
Incapace di sostenere oltre il suo sguardo fissai l’erba che si muoveva tranquilla al comando del vento.
< Inu…Inuyasha… >
Il suo tono era implorante e sconsolato.
Scrollai la testa per impedire al mio corpo di correre verso quella creatura che aveva un disperato bisogno di essere stretta e coccolata. Confortata dalla persona che l’avrebbe protetta per l’eternità. La persona che l’amava.
Non ero io quella persona.
Non ero io che dovevo prendermi cura di lei.
Non ero io l’amore della sua vita.
Non poteva essere altrimenti.
Colui che poteva farle tanto male non poteva essere contemporaneamente il custode del suo cuore.
Non aveva senso.
< tu…tu…> respirai<………tu te ne devi andare >
Indietreggiò spinta dalla forza delle mie parole. Scosse la testa incredula.
Faceva male saperla lontana da me come vederla morta.
Ero semplicemente un egoista.
< no..il mio posto è qui….con te.. >
< no…non più. Se questo è quello che il destino ha in serbo per noi allora il tuo posto non è accanto a me >
Quelle parole uscirono come lame dalla mia bocca.
La ferirono.
Vidi emozioni contrastanti passare su di lei. Non per ultima la delusione.
< il destino ce lo creiamo noi Inuyasha e io ho improntato il mio assieme al tuo è questo ciò che voglio! Stare con te. Per sempre! >
Ora piangeva. Ora tentava di ricucire delle ferite che io stesso le avevo inflitto e che continuavo ad infliggerle.
< non ci sarà alcun sempre se ti uccido > non so dove trovai la forza per pronunciare tale parola.
Uccidere..ucciderla…io avrei ucciso Kagome…io..
< ma non accadrà…tu non farai niente di tutto questo credimi…io…io lo so… >
< no, tu lo speri e basta ma io non sono pronto a vederti morire. Io non posso fare una cosa simile. Tu non puoi più restare qui maledizione! >
< io non me ne andrò da nessuna parte sia chiaro! >
Cominciava ad alterarsi. La rabbia che sapevo albergare in lei stava per fuoriuscire assieme a tutta la sua testardaggine ma questa volta non avrebbe avuto la meglio.
In gioco c’era la sua vita e su questo non c’erano alternative.
< mi hai mentito Kagome…mi hai detto che non riguardava la tua vita ne la mia…invece…è la cosa peggiore che potesse capitarmi. E tu per tutto questo tempo non ti sei fidata di me e mi hai tenuto all’oscuro di tutto! >
Ansimavo per la rabbia e per lo sforzo di dover combattere contro l’unica persona che volevo amare.
< per proteggerti! Solo per questo. Sapevo che se fossi venuto a conoscenza di come sarebbero potute andare le cose mi avresti allontanato. Ma io voglio stare al tuo fianco costi quel che costi >
< NO maledizione NO! Già una volta ti ho vista morire e credimi non ripeterò quell’esperienza. Mai!
Piuttosto tieni. Uccidimi ora!
> non avrei mai resistito. Mai. Il mio cuore gridava pietà.
 
Mi porse Tessaiga che si trasformò all’istante. Nei suoi occhi lessi veramente la convinzione di ucciderlo.
Scossi la testa incredula e alzai le mani in segno di resa.
Cacciai indietro le lacrime e mi preparai ad affondare il coltello nei nostri cuori.
Sul mio c’erano già tante ferite.
< tu non mi vuoi al tuo fianco. Non vuoi credere in me. Non ti fidi abbastanza di me ecco dove sta il vero problema >
Mi fissò incredulo. Poi si riscosse e esplose con una miriade di insulti.
< tu sei la persona più irresponsabile e sciocca che esista! Io ti amo maledizione ma come puoi anche solo pensare che non ti voglia accanto. Sei veramente assurda. Ma ti sei messa nei miei panni dannazione. Hai provato a pensare di trovarti al mio posto? >
< oh…ci sono stata credimi. Ho vissuto anche quell’esperienza non preoccuparti >
Le parole mi uscirono di bocca senza aver il tempo di pensare a quello che stavo dicendo.
Mi pentii all’istante.
Lo sguardo di Inuyasha si fece cupo e triste. Inconsolabile.
Chiusi gli occhi per non vedere il dolore stampato sulla sua faccia ma fu un errore. Vecchie immagini di me che impugnavo l’arco contro di lui mi fecero tremare. L’avevo colpito a morte ed ora piangevo su quel corpo amato.
No….anch’io sarei morta piuttosto di uccidere la metà del mio cuore.
Ma io credevo in lui e sapevo che una soluzione c’era. Le parole di Kanna me lo avevano confermato! E anche le sacerdotesse mi avevano incoraggiato a cambiare il mio destino.
< certo…hai vissuto anche la situazione inversa…e anche di questo ero all’oscuro. >
Non c’era più rabbia nelle sue parole solo sconforto.
< Inuyasha non puoi chiedermi di lasciarti da solo non puoi >
< e tu non puoi chiedermi di ucciderti con le mie stesse mani >
< io infatti ti sto chiedendo di credermi. Solo di credermi! >
Sospirò rassegnato e svuotato di ogni energia. Anche a me sembrava di star combattendo contro un avversario cento volte più forte di me da ore.
In effetti stavo combattendo contro me stessa e contro il mio amore. E sapevo che la vittoria dell’uno avrebbe decretato la sconfitta dell’altro.
Io volevo trovare un modo per uscirne vincitori entrambi.
< perché non ti difendi dai miei attacchi…nelle…nelle visioni che hai avuto ci avevi mai provato? >
Sapeva che per me era un’agonia rivivere quelle scene ma capii la sua domanda.
Anche lui cercava una soluzione che accontentasse entrambi.
< si…ci ho provato e sono stata malissimo…però… >
L’esito era stato lo stesso. Non riuscii a finire la frase. Ero certa che avrebbe capito lo stesso.
Sorrise. Un sorriso amaro e triste.
< non sia mai che il mio lato demoniaco si plachi per qualche freccia. >
Rimanemmo in silenzio ognuno perso nei propri pensieri.
< allora facciamo il punto della situazione! >
Mi sorprese quel suo tono leggero e disinteressato. Se non lo avessi conosciuto veramente avrei temuto che non gli importasse nulla di ciò che stavamo discutendo. Quello invece era un suo modo di difendersi da ciò che lo colpiva maggiormente.
< se resterai al mio fianco ci sono alte probabilità che io ti uccida. O che tu uccida me. Inoltre sei priva di poteri per cui non puoi purificarmi come è sempre avvenuto e anche se ti difendi sicuramente finirò con lo sbranarti. E’ assurdo vero? >
Rise. Poi strinse le mani a pugno e il suo corpo si irrigidii sotto quel peso insopportabile.
< non esattamente. Ci sono delle probabilità che tu uccida me ma non sono poi tanto alte. Non ho i miei poteri è vero ma ho il mio nuovo arco che sono sicura mi aiuterà in qualche modo anche se non mi è concesso difendermi da te. >
Mi guardò scettico e perplesso.
Oramai che era venuto a conoscenza del lato peggiore della storia tanto valeva che scoprisse anche il resto.
Gli raccontai della prova per ottenere l’arco. Delle ferite di tutte le sacerdotesse e come prova mi alzai la felpa sullo stomaco per mostrargli la rete quasi invisibili di cicatrici che mi ricoprivano il corpo. Scoprii anche la spalla per mostrargli quella di Kikyo.
Gli descrissi tutto.
Ogni sentimento ed emozione.
Poi gli spiegai della promessa fatta e del voto pronunciato  per essere riconosciuta dall’arco come unica padrona.
Infine…gli raccontai cosa mi sarebbe accaduto se avessi per caso dovuto fallire.
< anche per questo non ti posso lasciare. Se voi doveste morire io perirei lo stesso, anche nel caldo della mia stanza. La mia vita è legata alla tua che tu lo voglia oppure no Inuyasha. >
Respirai a fondo. Sapevo di essermi liberata di un peso confidandogli tutti i miei segreti ma sapevo che ora se avesse potuto ammazzarmi non si sarebbe di certo fermato.
< in sostanza non posso difendermi ne tanto meno ucciderti. E non posso neanche starti lontana! >
Sapevo di rischiare grosso con il mio ultimatum ma prima capiva meglio saremmo stati tutti quanti.
Il suo volto si stravolse dall’incredulità e dalla rabbia.
Quando si riscosse piantò al suolo la spada e si scagliò contro di me. Indietreggiai per non subire l’impatto del suo corpo contro il mio. Era furiosamente preoccupato. E la cosa mi mise una certa paura. Ma avevo valutato pro e contro e quella era la strada che avevo scelto di intraprendere. E niente e nessuno mi avrebbe mai fatto pentire di tale scelta.
< che cosa…tu…che cosa hai fatto? >
Deglutii a vuoto.
< hai capito benissimo >
< no!tu..tu devi essere matta. Tu non puoi dire sul serio. Dimmi che non lo hai fatto veramente! >
< Inuyasha calmati e cerca di controllarti >
< controllarmi? >
Il suo petto si alzava e si abbassava con rapidità e le sue narici allargate mi fecero sentire come una lepre braccata da un leone. I suoi occhi si fecero più scuri e opachi del solito.
Mi stavo facendo odiare. Preferivo l’odio alla separazione. Qualsiasi sentimento era meglio del stargli lontana.
 
Imponevo al mio copro di rilassarsi, ai miei muscoli di decontrarsi e al mio respiro di regolarizzarsi, ma le sue parole continuavano a fluttuare nella mia mente come filastrocche mortali.
Lei aveva rinunciato ai suoi poteri e aveva subito tutte quelle ferite solo per un’arma che le avrebbe tolto la vita se per caso non fosse riuscita a compiere il voto fatto?
Non solo rischiavo di ucciderla con le mie stesse mani, ma quella stupida sarebbe ugualmente morta per via di un voto rischiosissimo e troppo impegnativo per essere mantenuto. Ma cosa le era saltato in mente?
Quando avevo visto la cicatrice sulla sua spalla il ricordo dell’inganno di Naraku mi aveva travolto senza pietà. Per lei rivivere quel nostro momento doveva essere stato doppiamente doloroso. Eppure era stato solo l’ultimo di altre tragiche morti. I segni sul suo corpo parlavano chiaro. Ora capivo perché fosse apparsa conciata in quel modo e il pianto dirotto quando aveva medicato il mio corpo. Le nostre cicatrici erano pressoché uguali, ma soprattutto avevo compreso la usa voglia di tenermi allo scuro di tutto. Probabilmente se ci fosse stato il modo per ritornare indietro di qualche secondo, avrei tanto voluto non essere a conoscenza di tutti quei terribili particolari. Eppure lei li aveva sopportati in silenzio e con coraggio ed io non potevo far altro che amarla ancora di più, ma non per questo l’odio che provavo verso la sua testardaggine e incoscienza diminuì.
< sai cosa mi obblighi a fare vero? Lo sai ? ci hai mai pensato maledizione? >
No meritava la mia rabbia ma ero troppo sconvolto per riuscire a calmare la mia furia.
La furia che mi accecava sapendola in pericolo.
< ci ho pensato tante di quelle volte da star male. Ma cosa avrei dovuto fare..lasciarti? Non capisco..io… >
< ora sarai costretta a venire con noi  e io sarò costretto ad ucciderti dannazione…. >
Con gesto stizzito mi tolsi i capelli dal viso.
< tu non puoi chiedermi questo..io non resisterei…ti seguirei all’istante…io non posso fermarmi io…..so che ti ucciderò….so che ti farò del male Kagome…maledizione perché hai voluto questo? >
Tremavo di dolore e rabbia incapace di guardare negli occhi la persona che mi aveva donato tutto per poi togliermelo nella maniera più atroce.
Quando il mio respiro tornò regolare mi azzardai a verificare il perché del suo mutismo.
Quello che vidi non mi piacque per niente.
Era ferma a pochi centimetri da me, ed anche se i nostri corpi non erano in contatto sentivo il suo chiamare il mio per accorciare quella brevissima distanza. Eppure sentivo che la sua mente era lontana mille miglia da me e che si stava costruendo un muro, un pesante quanto altissimo muro tra di noi.
< io non ho voluto questo. Come puoi anche solo pensarlo. Io ho solamente creduto in noi Inuyasha. Cosa che evidentemente tu non puoi e non riesci a fare! >
Le sue parole furono taglienti e la sua voce inespressiva.
Aprii la bocca per ribattere ma continuò
< ho taciuto per proteggerti. Ho rinunciato ai miei poteri perché sapevo che tu avresti protetto me. Ho fatto quel voto perchè vedervi vivi, sapervi vivi è tutto ciò che desidero di più e non vorrei rimanere in questo mondo se tu non ci dovessi essere. Ho preso la mia decisione di non attaccarti perché credo in te e nel nostro amore. Credo che nonostante l’influenza di quel maledetto e l’assenza dei miei poteri tu saprai sempre chi sono e non mi sbranerai come pensi. Tu sei tutto ciò per cui valga la pena vivere e morire Inuyasha. Tu sei parte di me >
Non potevo replicare a queste parole. Non potevo respirare davanti alla consapevolezza che infondo ero sempre io il più debole tra noi due. Sospirò e riprese a parlare.
< ti chiedo scusa se ti ho mentito ma l’ho fatto unicamente per proteggerti.>
Dei due ero io quello da incolpare. Lei aveva ragione. Come sempre d’altra parte ma…
< lo so..ma sarà ugualmente difficile dimenticare sarà difficile perdonare. >
Abbassò il capo sconfitta, poi mi guardò tristemente.
 Questa volta il suo tono di fece sommesso e deluso.
< tu non devi perdonarmi….devi solo credermi. Ma se non mi credi allora non è vero che mi ami. Pensavo che il nostro amore avrebbe superato ogni difficoltà e barriera. Credevo che sarebbe riuscito a cancellare il passato e a vivere il suo futuro. Credevo che avrebbe sconfitto qualsiasi nemico e dolore possibile. Credevo che tu ed io insieme avremmo potuto vincere….>
Nei suoi occhi tristi e delusi potevo vedere l’immagine di quel mezzo demone scarmigliato e devastato farsi sempre più indistinta. Le lacrime cancellarono il mio riflesso dai suoi occhi.
<….Mi sbagliavo. Peccato. >
Sussurrò le ultime parole e poi indietreggiò lontana da me. Mi guardò come se non riconoscesse la persona che le stava davanti. Si voltò e corse via.
Mossi alcuni passi nella sua direzione ma poi mi fermai e rimasi completamente solo e vuoto come non mai.
Rimasi così. Immobile e pietrificato.
A combattere una nuova battaglia. Io..contro me stesso.




Salveeeeee...volevo solo salutarvi =D è stata dura scrivere questo cap....gli ultimi 2 in particolare....avevo rimandato il momento della verità all'impossibile però prima o poi andava affrontato.
Aspettavo una gg triste che mi ispirasse...e neanche l'avessi chiamata.....eccola!!!
Spero che comunque sia vi abbia coinvolto in qualche modo....
Ho preso spunto da una mia esperienza personale (alquanto dolorosa) è l'ho trasformata in storia.
Il contesto era diverso ma i sentimenti erano gli stessi, e vi dirò mi ha fatto un gran bene far vivere tali emozioni ad altre due persone anche se irreali.
Le ho finalmente guardate da una prospettiva diversa...forse...finalmente quella giusta!!! :)
Volevo semplicemente farmi capire meglio!!!! Un bacione a tutti e grazie di cuore! 
A presto!! :D

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Capitolo 27
*** Decisioni che cambiano la vita ***


Mi dispiaceva da morire per la mia amica. Mi dispiaceva che nonostante le sue mille premure alla fine tutto quel castello di devastazione le fosse crollato addosso. Era finito proprio sulla persona che lei voleva proteggere e che ora aveva inevitabilmente ferito.
Poteva il destino essere più crudele?
Poteva un essere umano vivere quel dolore intenso che soffocava l’anima?
Forse si.
Inuyasha dopo tutto era ancora vivo. Respirava. Si muoveva. Ma era ancora vivo.
O forse no?
E lei…quale parte di lei aveva ancora il coraggio di sperare in qualcosa di buono.
Quel parte di lei avrebbe più trovato la forza per cambiare le nostre stelle.
Io non avevo quella forza. Non l’avevo mai avuta. Oppure se c’era non mi rendevo conto di possederla.
Ma di una cosa ero certa.
Quei momenti, quei soli e pochi momenti di felicità che potevamo ancora godere dovevano essere sfruttati al massimo. Quei ricordi positivi avrebbero dovuto essere il sostentamento per il nostro futuro.
La luce per il buio. L’acqua per il mare.
E io avevo intenzione di vivere il mio momento felice ora.
Ora che eravamo entrambi vivi. Ora che eravamo assieme e soli.
Ora che nonostante i brividi per un imminente dolore riuscivo a pensare solo a lui…e a lui soltanto.
Lo volevo. Volevo sentirmi completa per una volta in vita mia.
Volevo affogare nei suoi occhi mentre mi amava.
Volevo che le nostre anime trovassero la pace prima della guerra.
Volevo che fosse perché lo volevo e lo volevo non perché rischiavamo di morire ma perché rischiavamo di vivere. Con lui avrei trovato quel coraggio che sempre più si allontanava da me.
Con lui avrei vissuto veramente. Ora e per sempre.
Sorrisi.
Dove era finita la sterminatrice con la più alta morale del mondo? Probabilmente era morta con la consapevolezza di una nostra sconfitta. Era crollata assieme alla sua voglia di perfezione. Si era arresa alle parole di Kagome.
Se la nostra vita voleva finire….allora io volevo viverla fino alla fine.
Avrei sedotto quel monaco.
Volevo il mio momento di felicità. E lo volevo adesso.
 
Stavo cercando di cancellare dalla mia mente l’immagine chiara e dolorosa del volto di Inuyasha.
Mi perseguitava come se ce lo avessi avuto ancora davanti agli occhi. Era pura agonia.
Il mio quadro si era ricostruito grazie alle parole di quell’essere immondo.
Ora e solo ora avevo capito molte cose.
Ma alla fine a cosa serviva comprendere i suoi piani se il risultato non sarebbe mai cambiato?
Aveva senso?
Il volto di Kagome prese il posto di quello stravolto dall’angoscia del mezzo demone.
Il suo viso era triste e addolorato. Il suo sguardo era colpevole.
Colpevole di aver taciuto per proteggere.
Colpevole di aver nascosto una verità troppo letale per essere spiegata.
Lei aveva lottato e per quanto sembrasse assurdo avrebbe continuato a lottare!
Lo avevo letto nei suoi occhi spenti.
Ed io cosa avrei fatto?
Avrei lottato allo stesso modo per salvaguardare ciò che di più caro esisteva al mondo?
Si.
Il cuore, quell’organo odioso quanto speciale mi diede la risposta che cercavo.
Si, per lei avrei lottato fino allo sfinimento.
Valeva qualsiasi mia pena e dolore. Lei era tutto per me. Lei era la forza che non avevo.
La guardai per attingere da quella fonte di calore che arrivava fin dentro le ossa.
Come chiamata dal mio sguardo si voltò verso di me.
Si lei era la mia forza.
I suoi occhi si fusero con i miei fino a dolere.
C’era qualcosa di diverso. Lo percepivo dal suo sguardo sicuro e languido.
Lentamente si avvicinò a me e mi abbracciò.
La strinsi forte e le catene che chiudevano il mio animo si sciolsero..lei era la mia forza. Lei era la mia pace.
Mi guardò e mi prese per mano.
La seguii senza indugi come incantato da quella visione.
La mia mente non pensava. Il mio corpo aveva volontà propria, sapevo solo che era giusto così.
Nessuna domanda. Nessuna esitazione.
Salii su Kirara e mi fece cenno di raggiungerla. La guardai perplesso ma poi mi sistemai dietro di lei e automaticamente le cinsi la vita aspirando il profumo dei suoi  morbidi capelli.
Non si scostò quando i nostri corpi aderirono alla perfezione.
Un brivido di eccitazione mi percorse ma mi imposi di ricacciarlo all’istante.
Si chinò per sussurrare qualcosa a Kirara e poi tornò ad appoggiarsi contro di me.
Non si spostò più. Non si tenne a debita distanza da me come accadeva sempre quando cavalcavamo assieme ma si abbandonò sensualmente contro il mio petto. Le sue natiche contro le mie cosce e la sua testa sulla mia spalla. Le mie gambe circondavano le sue sfiorandole ad ogni sobbalzo.
Tutto in me vibrava di vita. Tutto il mio corpo era consapevole di quella vicinanza e ne traeva godimento.
Eh…sarebbe stato un viaggio piuttosto lungo e faticoso nonostante non conoscessi la nostra meta.
Ma avrei goduto ogni istante prima di svegliarmi da quel peccaminoso sogno ad occhi aperti.
 
Avevo deciso il luogo e  il tempo…ora dovevo solo trovare il coraggio di mostrargli le mie vere intenzioni.
Chissà se avrebbe mai capito? Ma quello che mi spaventava di più era..chissà se mi avrebbe mai assecondata.
Cominciai la mia opera di seduzione. Sicuramente ci sarebbero volute ore per convincerlo della serietà di questa mia scelta ma ci avrei messo tutta me stessa.
Mi abbandonai contro di lui e ad ogni movimento di Kirara cominciai a strusciarmi impercettibilmente contro quel corpo solido che ad ogni nostro contatto si irrigidiva. Che non gradisse il mio comportamento?
Non avevo esperienza in materia…non ero come lui, un libertino che aveva provato di tutto nella vita, avevo paura di sentirmi respinta perché non all’altezza.
Scossi quelle idee malsane e continuai con il mio piano.
Non mi sarei fatta scoraggiare da niente e nessuno.
L’avrei convinto fino allo sfinimento a fare l’amore con me. Arrossii. Oddio!
Arrivammo nei pressi del mio villaggio assieme alle ultime luci del tramonto pronte a lasciare il cielo per far posto alla notte. Solo il silenzio ci avvolgeva con la sua tranquillità e riservatezza di sempre.
Una parte di me gioì per essere tornata a casa.
La parte che ricordava quel luogo come il custode della mia infanzia felice. Ma subito gli orrori della mia gente scacciarono via quelle belle immagini per riportarmi al presente. Un presente di dolore e solitudine.
Ecco perché avevo scelto casa mia per la nostra prima volta.
Volevo che un ricordo stupendo e indelebile fosse legato a quel villaggio. Volevo che nel mio presente ci fosse anche del bene assieme al male vissuto. Volevo essere felice assieme agli spiriti della mia famiglia.
Volevo sorridere. Non più piangere.
Scesi con lentezza e accarezzai il folto pelo di Kirara. Aveva capito fin da subito cosa volevo. D’altra parte eravamo cresciute assieme. Percepii la perplessità di Miroku dal suo sguardo ma non mi lasciai intimorire.
Quando anche lui scese a terra Kirara ci guardò per un lungo istante e poi sgattaiolò via…
Sorrisi. Era proprio un tesoro. Sapevo che l’indomani l’avrei trovata accanto alla tomba di mio padre.
Presi nuovamente per mano Miroku e lo trascinai dentro le mura del villaggio deserto.
La solita stretta al cuore mi costrinse a respirare con più affanno.
Le tombe della mia gente regnavano sovrane in quello che una volta era stato il cortile interno.
Eppure, nonostante quello fosse un luogo di morte e dolore…nell’aria percepivo solo pace.
Chinai la testa in segno di rispetto e sentii mormorare parole di preghiera alle mie spalle.
Mi voltai e gli sorrisi grata per il suo conforto.
Poi mi incamminai verso la mia abitazione. Tutto era come lo ricordavo.
Entrai rispettosa e mi diressi verso la mia camera. Era l’unica stanza ancora integra della casa.
Ogni qual volta venivo a far visita alla mia gente mi fermavo li..il solo angolo del villaggio che custodiva me stessa.
Miroku mi aveva seguita docilmente e mai una parola di chiarimento era uscita dalle sue labbra.
Il nervosismo che avevo cercato si sopprimere tornò prepotentemente a circolare in me.
Mi voltai e per la prima volta da quando eravamo partiti cercai con lo sguardo i suoi occhi sperando di fargli comprendere ciò che la mia bocca non avrebbe mai potuto esprimere.
< Sango…? >
Il suo tono era incerto e timoroso. La sua espressione sperduta lo rendeva irresistibile.
Gli sorrisi incoraggiandolo a proseguire.
< che…che cosa ci facciamo qui? >
Il mio cuore batteva così forte da essere percepito anche dall’esterno.
Deglutii e aprii la bocca per parlare ma nessun suono volle uscire.
Abbassai lo sguardo e cominciai inconsapevolmente a torcermi le mani dal nervoso.
Ad un tratto la sua mano mi costrinse a sollevare il mento e mi ritrovai a fissare due occhi azzurri e limpidi che cercavano quelle risposte che io non ero in grado di dargli.
< Sango…amore…perché siamo qui? >
Feci per riabbassare la testa ma la sua presa decisa ma dolce non me lo permise.
Vagai con lo sguardo per la stanza incapace di sostenere ancora il suo sguardo.
Che vergogna.
Ma come mi era venuta in testa una cosa del genere! Eppure. Nonostante la paura e l’inesperienza lo volevo.
< perché….perchè….>
< perché..? >
< perché…io…ecco io… >
< perché tu….? >
Oddio volevo scomparire dalla faccia della terra.
< io……io volevo…ecco io >
< perché tu volevi…..? >
< io…voglio..si insomma io voglio… >
< andiamo Sango su…che cosa vuoi…? >
Respirai a fondo..era inutile balbettare ancora a lungo. La situazione non sarebbe migliorata!
Raccolsi quel poco di orgoglio e coraggio che mi avevano seguito fin li e sputai il rospo.
< voglio te! >
< oh…finalemente..siamo qui perchè tu vuoi me! >
Era da mezz’ora che ripeteva ciò che dicevo e difatti sul momento il suo viso si rilassò soddisfatto per essere riuscito a farmi terminare la frase, poi…ad un tratto lo vidi ripetere lentamente e vaneggiare le mie parole.
<…vuoi….tu..tu vuoi me? >
La sua espressione era un misto di imbarazzo e incredulità, era la reincarnazione dello sbigottimento puro.
Lasciai che il suo cervello analizzasse come al solito le mille implicazioni del caso.
Vidi il suo sguardo posarsi su ogni angolo della stanza poi guardare fuori ed accorgersi della nostra assoluta solitudine poi tornare su di me e fissarmi come fossi un’aliena.
< Sango…non….cosa stai dicendo? >
Sospirai.
Il monaco colto e intuitivo aveva lasciato il posto alla persona impacciata e ottusa che mi stava a debita distanza.
< te l’ho detto Miroku…voglio te! >
Deglutii più volte a vuoto e impallidii all’istante.
Subito un dubbio malsano e terrificante invase la mia mente.
< tu..non mi vuoi? >
 
Stavo sognando. Non c’erano dubbi al riguardo.
Non poteva essere vero.
Eppure mai nei miei più rosei sogni, lei aveva avuto quella voce ferita e quello sguardo deluso.
No quella era la realtà.
I segnali erano chiari dopotutto.
Il suo sguardo prima di partire, il nostro continuo e tormentato contatto durante il viaggio e la nostra meta finale. Perché mai si sarebbe allontanata dagli altri altrimenti.
Perché mi avrebbe condotto nel suo villaggio, nella sua casa e nella sua stanza se non per finire nel suo letto?
Panico. Puro ed incontrollabile panico mi circolò veloce e letale nel sangue.
Una parte di me gioiva per quella sua pazza e stranissima idea l’altra invece, quella che stava cercando disperatamente di trovare delle risposte plausibili a quel miracolo, tentennava cauta.
Mi riscossi dai miei pensieri quando la mia mente poco lucida percepii il suono letale dei suoi singhiozzi.
Solo allora ritornai al presente.
Oddio che cosa avevo combinato.
La strinsi al mio petto e la cullai.
< scusami…no non pensare neanche lontanamente che io non ti voglia. Sai come sono fatto… >
< appunto…. Sei così schietto e disponibile con tutte….solo con me…fai il restio..perchè?... >
Tra un singhiozzo e l’atro era riuscita a rispondermi e a farmi sorridere. La mia piccola sciocchina.
< perché tu sei speciale. Tu sei Sango. L’unica. Mi hai solo preso in contro piede… >
L’allontanai da me giusto il minimo per poterla guardare. Le asciugai le lacrime che rigavano il suo volto splendido e cercai di valutare la sicurezza della sua affermazione.
< mi vuoi davvero? >
Senza staccare gli occhi dai miei annuii convinta.
< perché ora?….Non volevi aspettare che tutto fosse finito? Non volevi aspettare la morte di Naraku e il matrimonio per essere finalmente mia? >
< io sono già tua….ma ho cambiato idea….voglio che sia adesso..non voglio aspettare più niente…non voglio che sia troppo tardi…ti voglio quando ancora ti posso avere…nessun rimpianto! >
Era arrossita ed era bella da togliere il fiato.
Ora capivo il perché di quella scelta azzardata e repentina.
Aveva paura della morte. Della mia. Della sua. Aveva il timore che non ce l’avremmo fatta….
Anche io avevo ragionato così. Ma ora vedendola disponibile davanti a me non volevo affatto che la nostra prima volta assieme fosse per paura del futuro. Non volevo che fosse una conseguenza alla nostra impossibilità di stare assieme. Volevo che completasse un sogno, non che coprisse un incubo.
< Sango…credimi sono lusingato e dio solo sa quanto mi pentirò di questa mia decisione ma ascoltami…io ti voglio ora e per sempre ma non così. Non per paura. >
< io…io non ho paura. Non voglio fare l’amore con te per timore che domani tutto questo finisca. Non voglio avere rimpianti. Se andrà male avrò avuto comunque ciò che di più prezioso volevo al mondo. Tu. Se invece il destino deciderà che saremmo legati per sempre allora sarò più che felice di essere stata tua e di esserlo per l’eternità. Voglio godermi la vita. Che sia lunga o breve. Che duri un attimo o per sempre. Voglio godermi la vita. La mia assieme alla tua. Voglio essere tua in tutte le maniere possibili. Sarai la mia forza. Sarai il mio coraggio. Sarai la mia ancora quando sentirò di non farcela. Voglio questo momento non per paura ma per egoismo.
Ti voglio per sapere a cosa rinuncio se dovessi arrendermi anche solo per un secondo…>
Non potevo respirare.
Tutto il mio corpo si era sciolto a quelle parole fuoriuscite dal cuore che aveva stregato il mio.
Non c’era nulla di più giusto. Nulla di più sano e bello. Nulla di così perfetto come lo era lei per me.
Accantonai ogni paura e rimorso. Accantonai ogni timore e preoccupazione.
Mi chinai verso di lei e le rubai il bacio che ci avrebbe condotti l’uno nell’altra.
Avevo trovato il mio paradiso e come lei avrei lottato per non perderlo mai più.
 
Vagai senza meta.
Ero così amareggiata, delusa, arrabbiata e preoccupata che non badai minimamente alla direzione che presero le mie gambe. Sapevo solo che volevo allontanarmi da li. Da lui.
Nei suoi occhi avevo visto il dolore vivo.
Quel dolore che mai vorresti provare ma soprattutto che mai vorresti vedere nella persona che ami. Ma nonostante la voragine che quella visione aveva generato nel mio cuore erano stati i suoi modi bruschi e letali, il suo distacco e la sua rabbia nei miei confronti, la sua mancata fiducia in me a distruggermi completamente.
Cercai di pensare alla situazione inversa.
Mi misi più volte nei suoi panni…ma mai, mai avrei reagito così.
Probabilmente mi sarei chiusa in me stessa e avrei cercato di capire il perché del suo gesto.
Sicuramente anche io mi sarei arrabbiata ma non in quel modo violento.
Ogni sua parola ogni suo sguardo mi avevano ferita.
Mi sfregai un polso. Alla debole luce del tramonto notai un leggero livido.
In quel momento avevo temuto che me lo spezzasse.
Ero rimasta male. Non potevo negarlo.
Ma d’altra parte cosa credevo?
Lui era fatto così e la sua reazione doveva solamente essere paragonata alla devastazione che le mie bugie gli avevano procurato.
Invano il mio cuore cercò di ribellarsi a quel termine….bugia,menzogna….ma la testa sosteneva il contrario.
Erano bugie. Tutte bugie.
Gli avevo comunque mentito ed anche se il fine giustificava i mezzi, non potevo pretendere di non subire la sua ira e il suo dolore.
 L’unica cosa che avrei sempre preteso da lui sarebbe stata la fiducia.
La fiducia in me…ma soprattutto la fiducia in noi.
Questo sentimento non esisteva in lui. Ora ne ero consapevole.
Lasciai che la tristezza fluisse in me come alcol.
Sembrava alquanto ridicolo ma avevo bisogno di provare dolore.
Solo stando male riuscivo a capire di essere ancora viva.
Quando la mia attenzione ritornò al presente mi ritrovai a pochi metri dal pozzo mangia ossa.
Sorrisi amaramente.
Evidentemente il mio subconscio mi aveva condotta nell’unico luogo dove avrei potuto ritrovare la pace.
Mi sedetti stancamente sul bordo.
Se me ne fossi andata, forse avrei ritrovato quella pace che mi serviva per affrontare nuovamente il suo volto.
In realtà ero tanto stanca.
Stanca di lottare per fare capire al mondo intero le mie scelte.
Stanca di non poter condividere con la persona che amavo i miei problemi.
Stanca di lottare da sola per il nostro amore.
Guardai le prime stelle illuminare il cielo.
Loro si che non avevano problemi.
Le fissai fino a offuscare la vista.
Stavo piangendo.
 Stavo nuovamente piangendo per un qualche motivo a me sconosciuto.
Forse aveva ragione lui.
Quello che chiedevo ad entrambi era troppo. Chiedevo a me stessa di credere in lui anche davanti a morte certa, ma soprattutto sfidavo lui ad uccidermi.
Avevo sempre cercato di farmi forza e mai avevo pensato all’eventualità che lui arrivasse davvero ad uccidermi.
Ma ora, vedendo l’altro protagonista del dramma vacillare così pericolosamente….anch’io cominciai ad avere dei dubbi.
E se davvero fosse andato tutto storto?
Se per un qualsiasi motivo io non fossi riuscita a penetrare nella sua mente e  nel suo cuore?
Se alla fine fossi morta davvero per mano sua?
Che ironia..la persona che mi dava la vita avrebbe anche potuto togliermela.
Avrei sofferto si…ma mai quanto lui…lui presto o tardi si sarebbe svegliato e allora….
Sospirai.
Sentii sulle spalle un peso troppo grande per una sciocca e debole essere umana.
Il peso del coraggio.
Il peso della fiducia.
Il peso della vita.
 
Sentii l’aria attorno a me farsi sempre più fredda e silenziosa.
Percepii l’allungarsi delle ombre e il silenzio del tramonto.
Pian piano la foresta che mi circondava perse i suoi colori fino ad assumere la stessa tonalità cupa del resto del cielo.
Solo la luna e le stelle rischiaravano quel buio opprimente.
Quanto avrei pagato perchè portassero la luce anche  nel mio cuore…
Non sapevo con precisione quanto tempo fosse passato da quando se ne era andata ma considerando l’affievolirsi del suo odore nell’aria ero sicuro fosse anche troppo.
La realtà era che non avevo il coraggio di affrontare nuovamente il suo viso.
Quel viso sofferente e deluso. Quel viso triste e segnato a causa mia.
Ora che la rabbia era svanita, ora che avevo ampiamente sfogato la mia frustrazione sull’unico essere vivente che non la meritava, mi sentivo un verme.  
Mi maledissi per non essere riuscito a capirla.
Mi maledissi per non aver avuto il coraggio di prenderla per mano ed affrontare il nostro futuro. Aveva ragione.
Mi rifiutavo di essere la stessa persona che diceva di amarla.
Meditai su quello che il mio cuore provava ma che non ero disposto ad ammettere.
Le credevo e la perdonavo anzi ero io ad averle fatto più di un torto.
Le credevo perché volevo crederle e nonostante l’atrocità di quelle visioni, la volevo al mio fianco.
Saperla lontana da me anche se al sicuro mi risultava orribile quasi come averla davanti mentre tutto in me sfuggiva al mio controllo. Cosa dovevo fare?
Se lei credeva così ciecamente in me da mettere la sua vita nelle mie mani…chi ero io per non apprezzare tale gesto? E se poi si fosse sbagliata? E se alla fine si fosse verificato quello che più temevo al mondo?
Le parole di Kikyo fluirono nella mia mente come una luce che illumina una stanza buia.
Arriverà il momento in cui lei non sarà in grado di proteggerti. Di salvarti da te stesso. Arriverà il giorno in cui i suoi poteri di sacerdotessa saranno imprigionati e nulla potrà contro la forza demoniaca del suo aggressore. Sarà solo la tua forza e la sua fiducia a salvarvi tutti.
Già da allora era tutto scritto.
Già quella volta Kikyo sapeva quale destino ci attendeva e anche Kagome ne era lontanamente consapevole.
Già da quella notte Kikyo conosceva l’esito delle nostre vite. Sapeva dell’arco, sapeva della scelta di Kagome e del suo voto, sapeva della sua fiducia in me e del suo coraggio. Sapeva chi sarebbe stato il suo carnefice.
Sapeva anche che io avrei ceduto come un debole? Sapeva che mi sarei ritirato spaventato davanti a tale destino?
Probabilmente si. Probabilmente entrambe conoscevano quel lato del mio carattere che si chiudeva in se stesso quando in gioco c’era troppo da perdere.
Probabilmente entrambe se avessero potuto scegliere mai mi avrebbero reso partecipe di questo dolore letale.
Kagome perche?
La colpa non era sua. Ma di Naraku.
Era a lui che dovevo indirizzare tutta la mia rabbia. Ma avrebbe pagato. Prima o dopo avrebbe pagato.
Se era questo che voleva allora avrebbe sofferto come aveva fatto soffrire noi.
Sospirai sconfitto. Sapevo in cuor mio che non c’erano alternative al nostro destino.
Il voto che la legava a quell’arco le impediva di fuggire. E anche se le avessi giurato che non mi sarei fatto uccidere mai avrei potuto tenerla lontana da me. I nostri corpi condividevano lo stesso cuore.
E anche adesso potevo sentire il suo pianto, il suo star male, il suo dolore…pari al mio.
Mi incamminai.
Seguii la sua scia lentamente. Ad ogni passo cercavo la forza necessaria per affrontare i nostri demoni.
La mia mente ripeteva le sue parole…”se non mi credi allora non è vero che mi ami….tu ed io insieme avremmo potuto vincere….Mi sbagliavo. Peccato.”
Se l’amavo le credevo e se le credevo sapevo di amarla. Ma io ero certo di amarla per cui….
Scossi al testa.
Lei credeva in me. Si fidava di me. E se io non riuscivo ad essere così fiducioso delle mie capacità avrei creduto nel suo giudizio. Avrei creduto in Kagome.
Potevo farcela, dovevo farcela.
 
Asciugai quel mare di lacrime che non credevo di avere e mi voltai con le gambe a penzoloni dentro al pozzo.
Ero certa di non aver sbagliato, ma ero anche sicura di non aver agito correttamente.
Nonostante ciò il coraggio che cercavo, in quel lungo periodo di solitudine, non era tornato.
Non potevo sostenere nuovamente la mia causa ridotta in quello stato.
Codardamente appoggiai entrambe le mani al bordo del pozzo e mi preparai a saltarci dentro.
Un bracciò afferrò il mio e mi bloccò.
Il mio cuore galoppò libero a quel contatto ma poi lo costrinsi a ritornare con le ali a terra. Non c’era posto per la felicità in quel momento. Ero così presa dall’autocommiserazione che non l’avevo percepito avvicinarsi.
Dopotutto oramai ero una comune essere umana.
Mi costrinsi a voltarmi e mi ritrovai a fissare due grandi e lucidi occhi in cui potevo specchiarmi.
Non vi era alcuna traccia di rabbia o dolore in quello sguardo. Solo rassegnazione mista a determinazione.
Che avesse capito? Potevo sperare tanto?
Si chinò verso di me e mi prese in braccio.
Istintivamente gli allacciai le braccia al collo e mi strinsi a lui.
Subito la consueta elettricità e calore fluirono tra di noi.
Era un’affamata alla quale veniva dato del cibo, ero un’assetata che beveva avidamente, ero una metà di un qualcosa che non sapeva vivere senza la sua anima gemella.
< volevi stare lontana da me? >
Il suo tono era basso e sommesso. Quasi che avesse paura di disturbare quella strana quiete.
Quella nota di tristezza mi fece vergognare.
Abbassai lo sguardo sul suo collo, poi ritornai ai suoi occhi.
< volevo trovare la forza per riaffrontare tutto questo >
Anche la mia voce faticava ad uscire. Tremava.
< posso essere io la tua forza…vuoi…? >
Non era certo della mia risposta e questo mi fece sorridere.
< si…come sempre… >
Mi sorrise.  Ma non era un sorriso felice.
In realtà non potevamo essere felici. Ma potevamo essere sereni con noi stessi.
Sapevo quanto gli costava fidarsi di me in quel frangente, con il rischio che correva di farmi del male, sapevo quanto dolore gli procurava sottostare al mio volere…ma l’aveva fatto..per me.
Si incamminò verso il Goshinboku e li si sedette accovacciandosi a terra sempre tenendomi in braccio.
I nostri occhi non si lasciarono per un istante e i nostri cuori scandirono la stessa melodia.
< credevo che non sarei mai più riuscito a tenerti in questo modo >
Aggrottai la fronte confusa e percorsi con lo sguardo i nostri corpi abbracciati.
Una vecchia e dolorosa immagine ricomparve nella mia memoria..
Era vero..quella volta quando mi credeva morta e aspettava contro ogni logica il mio risveglio, eravamo nella stessa posizione.
Gli presi una mano e me l’appoggiai sul petto, poi mi avvicinai al suo collo e soffiai delicatamente.
Poi lentamente, ritornai a guardarlo.
Sorrideva.
< già…ora sento il tuo cuore battere e il tuo respiro….>
< e li sentirai sempre.. >
Deglutii e il suo sguardo si oscurò. Doveva affrontare quei suoi demoni da solo.
Sapevo quanta forza e fatica ci voleva per digerire una decisione così pesante.
A me ci erano voluti mesi. Lui aveva poco tempo.
< promettimi….promettimi che non mi odierai >
Lo guardai allibita. Come poteva pensare una cosa del genere?
< mai..non potrei mai odiarti neanche se.. >
Mi chiuse la bocca con due dita. Non voleva sentire la fine della mia frase.
Mai l’avrei odiato neanche sotto tortura, neanche se mi avesse fatto soffrire le pene dell’inferno.
Chiuse gli occhi per ritrovare il controllo di se e quando li riaprì lessi la disperazione nel suo volto.
< come posso farti questo? Come….io…se se…se dovesse accadere io…. >
< shssss >
Gli afferrai il volto con entrambe le mani e lo costrinsi a guardarmi.
< tu non perderai il controllo…tu saprai sempre chi sei tu e cosa sono io…combatteremo assieme Inuyasha non ti lascerò solo te lo prometto! Io mi fido di te perché so che puoi farcela…io lo so… >
Prese un bel sospiro e si armò di quella forza che sapevo ci avrebbe salvati tutti.
< ce la faremo solo se anche tu crederai in me >
< io ti credo Kagome e mi fido anche se non sembra ma… >
< nessun ma…se fosse il contrario cosa mi diresti? >
Tacque incapace di rispondermi senza tradirsi. Se fosse stato il contrario si sarebbe fidato ciecamente di me. E si sarebbe volentieri fatto uccidere piuttosto che vedermi soffrire. Era già successo d’altronde.
Gli sorrisi. Grata di averlo al mio fianco anche in quell’ultima devastante prova.
< se…se dovessi…se io…si se io non dovessi ricordarmi chi sono… >
Non lo fermai, sapevo che aveva bisogno di valutare anche quella terribile opzione.
< ti seguirò appena me ne renderò conto lo sai? E su questo non ci saranno discussioni >
Il mio cuore mancò un battito arrancando a causa del dolore che quelle parole mi procurarono.
 Sapevo cosa intendeva. Anche io probabilmente avrei fatto lo stesso.
Ma nonostante quella consapevolezza la questione non mi appariva meno devastante di come fosse in realtà.
Un mondo senza Inuyasha.
Quel mondo senza di lui..che valore aveva. La fine della sua vita decretava la mia sconfitta totale ma sapevo che gli avevo già chiesto molto….a nulla sarebbe servito discutere.
< posso strapparti una promessa però? >
Mi fissò guardingo e pronto a ribattere.
< …nella remota possibilità che tu…mi…mi faccia del male….prima di raggiungermi voglio che tu lo uccida Inuyasha. Voglio che tu vendichi tutte le persone che hanno sofferto a causa sua. >
Mi guardò con quei suoi occhi magnetici e annuì. Era una proposta accettabile ma non avevo ancora finito.
< Voglio anche che tu difenda Sango e gli altri e se tutto dovesse andare per il meglio voglio che ti assicuri che stiano bene prima di lascarli per sempre…me lo prometti? >
Inclinò la testa e mi fissò serio.
< non mi convinceranno mai a vivere se tu non ci sarai. Mai! Scordatelo. >
Sorrisi incassando il colpo. Evidentemente mi conosceva meglio del previsto.
< tentar non nuoce. Me lo prometti allora? >
< Si. Farò il possibile per loro e ucciderò quella carogna..poi tornerò da te.. >
Più che come una promessa suonava come una dichiarazione di morte ma accettai quelle parole con la tristezza nel cuore.
 
Guardai quel volto magnifico farsi triste e cupo, sapevo che quello che le stavo dicendo la feriva ma non avrei mai potuto vivere senza di lei quindi era molto meglio chiarire subito le cose. L’idea di ucciderla mi devastava, ma sapere che se fosse successo l’avrei potuta seguire, alleggerì quel tremendo peso che portavo sul cuore da quel pomeriggio. Avevo accettato di essere il suo carnefice. Doveva accettare questa mia richiesta. Anche se sapevo che nei suoi panni mai avrei voluto che lei mi seguisse nella morte.
< tutto questo comunque non accadrà. >
Lo stava dicendo per alleggerire l’atmosfera intorno a noi…sapevo comunque che ci credeva davvero.
Lo vedevo da quel mento alzato ostinatamente e da quegli occhi luminosi come la luna.
Era ammirevole il modo in cui si fidava ciecamente di me. Aveva fiducia nel nostro amore e nella mia forza di volontà. Mi chiedevo solo se quella fiducia fosse ben riposta.
Se anche il mio animo fosse stato tanto sicuro e convinto. Forse mi sarei sentito meno male.
Però avevo scelto e ormai non avrei più potuto tornare indietro. Mi fidavo di lei. Era l’unica cosa che contava.
< mi perdoni per averti mentito? >
Sbattei le palpebre per ritornare al presente. Un presente che la vedeva a pochi centimetri da me.
< solo se mi perdoni per come mi sono comportato >
Il ricordo di come l’avevo trattata mi disgustò come non mai.
Le presi quel polso che avevo stretto con troppa forza quel pomeriggio. Sapevo di averle fatto del male.
Le guardai quel livido, procurato da quella furia senza precedenti, colorare la sua pelle candida con tonalità violacee.
Mi maledissi mentalmente. Ero proprio un animale.
< su che non è niente….ti perdono Inuyasha d’altra parte è anche colpa mia >
Trovava sempre il modo per alleggerire la mia coscienza.
A volte mi sentivo come il diavolo che teneva tra le braccia il suo angelo custode.
Le posai un delicato bacio sulla parte interna del polso e la sentii rabbrividire.
< hai freddo? >
D’altra parte eravamo a novembre e quella notte era particolarmente fredda. Mi preoccupai che si prendesse un raffreddore. Ci mancava solo quello.
< no…sei tu…. >
Sorrisi del suo imbarazzo.
Mi scostai un poco e mi sfilai la veste posandogliela sulle spalle e avvolgendogliela attorno.
Subito Kagome si accoccolò tra le mie braccia e mi coprii per tenermi al caldo.
Non si immaginava neanche che con lei tra le gambe e il suo corpo a contatto con il mio la mia temperatura fosse già alle stelle. Sospirai felice di vivere il mio inferno in paradiso e chiusi gli occhi adattando il mio respiro al suo.
Se tutto ciò che quel giorno aveva portato alla luce fosse risultato vero…avevo pochi momenti per sentirla mia.
Li avrei goduti fino alla fine. Qualunque essa fosse.
 
 
Mi svegliai affaticata ma appagata come non mai. Mi stiracchiai leggermente e muscoli indolenziti protestarono per quella decisione. Feci attenzione a non svegliare il corpo caldo e nudo accanto al mio.
Mi alzai su un gomito e fissai quel volto stupendo dormire tranquillo e beato come non mai.
Arrossii ripensando agli attimi stupendi appena trascorsi.
Fuori era ancora buio e la luna gettava la sua luce argentata su quell’addome scolpito e marmoreo.
Ora era tutto mio. Mio per davvero.
Internamente gioii come una bambina che aveva appena ricevuto un dono prezioso.
Un dono da custodire per tutta la vita.
Lui era il mio dono.
Lui era tutto mio per la vita.
Un ombra oscurò quella visione favolosa. Kagome e Inuyasha che venivano sconfitti dalla crudeltà del loro futuro, Naraku che ci avrebbe uccisi tutti, il vortice su quella mano che aveva saputo regalarmi attimi indescrivibili inghiottire l’unico amore della mia esistenza.
Scacciai tutte quelle preoccupazioni fuori dalla mia mente e ritornai a concentrarmi sul mio uomo.
Non mi ero pentita un solo secondo della mia scelta e anche se lui più volte si era fermato per verificare la volontà della mia decisione, alla fine aveva ceduto e mai, mai sarei potuta essere più felice e completa di quel momento.
Sbadigliai sommessamente. Ero proprio stanca. Era un’attività insolitamente piacevole e faticosa.
Mi avvicinai lentamente al suo orecchio e bisbigliai per non svegliarlo.
< ora monaco…sei completamente e solamente mio. >
Mi appoggiai contro la sua testa e chiusi gli occhi, ma sentii ugualmente la sua guancia tendersi in un sorriso compiaciuto.

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Capitolo 28
*** Su opposti fronti ***


L’ora era giunta. Non potevo indugiare oltre.
Ora era tutto in mano mia.
<  Byakuya? >
< si mio signore? >
Quello strano individuo si era rivelato più utile del previsto. Kanna era stata davvero strepitosa.
Kanna…….il suo tradimento mi aveva colpito più di quanto fossi disposto ad ammettere.
L’avevo creata dal nulla. Non esisteva cuore che la legasse a me però ogni sua parte veniva da uno studio profondo.
L’avevo creata a mia immagine e somiglianza, ma priva di quei sentimenti che avevano condizionato la mia vita passata.
Era un essere muto.
Il suo corpo era solo un guscio vuoto incapace di provare dolore, pietà o rabbia.
Eppure qualcosa era andato storto.
La creatura imperscrutabile e indifferente alla vita, si era svegliata da quel torpore e si era ribellata a me.
Per vendicare la morte della sorella mi aveva voltato le spalle e si era lasciata irretire dal fascino di quella ragazzina ficcanaso.
Una parte di me voleva quella ragazza.
Per svariati motivi.
La voleva per la somiglianza con Kikyo, per la sua profonda e spaventosa energia spirituale, ma soprattutto la voleva per quella sua forza interiore.
Il mio spirito al suo fianco ribolliva come chiamato alla vita.
Era una sensazione piacevole e sgradevole al tempo stesso.
Maledizione. Avrebbe sofferto come nessuno al mondo. Doveva morire.
Era un pericolo troppo grande per essere sottovalutato. Non c’erano alternative. Morte sua, vita mia.
Mi riscossi e tornai alle mie occupazioni.  
Mancavano solo i preparativi finali.
< assicurati che la sterminatrice e il monaco patiscano le pene dell’inferno…..lui morirà per mano della mia maledizione e lei….lei crollerà molto prima….l’amore è il sentimento dei deboli. >
< come vuoi mio signore >
< bene….riesci a controllare anche Inuyasha? >
< nessun problema…e Kagome..non volete che soggioghi anche lei? >
< no…lei deve rimanere lucida. Deve vivere il dolore in prima persona e non rifugiarsi dietro un incubo.
Voglio che soffra Byakuya, voglio che soffra come pochi hanno sofferto. Voglio che muoia dal dolore. >
< allora credi davvero che verranno a combattere questa battaglia finale? >
< certamente. Non possono fare altrimenti. Una volta completata la sfera, distruggerò tutto ciò che di vitale possiede questo mondo e loro non possono permettermelo. Ahahhaa >
< capisco! >
< occupati di quel rozzo mezzo demone. Lui non deve per nessun motivo ritornare in se. Voglio che tu lo distrugga dentro. Deve colpirla, deve ucciderla lentamente e per farlo dovrai sottrargli quella dannatissima spada. >
< il vostro disegno è chiaro mio signore. Ho capito cosa volete e verrà eseguito alla perfezione. >
< magnifico…il momento è giunto. >
 
Era dall’alba che nessuno dei due osava parlare.
Mi ero svegliato con i suoi morbidi e castani capelli sparsi sul corpo.
L’avevo fissata così intensamente da svegliarla.
Aveva più volte sbattuto le palpebre per riprendersi dal torpore del sonno e poi era arrossita ricordando le nostre nudità. Si era immediatamente coperta con il suo vestito ma la generosa porzione di pelle che avevo intravisto mi aveva comunque incendiato il sangue nelle vene.
Era uno spettacolo per gli occhi. Ed era tutta mia.
Ripensai alle parole che avevo udito qualche ora prima.
ora monaco…sei completamente e solamente mio.
Sorrisi come un ebete.
Quel corpo, quella mente, quegli occhi, quel cuore ora mi appartenevano davvero.
Era stata dura controllarsi, ma alla fine il nostro atto d’amore si era rivelato molto più delicato e sacro di qualsiasi altro sacramento.
Nonostante le mie passate esperienze, che avrei volentieri cancellato perché fosse lei la prima in assoluto, mi ero sentito agitato e impacciato, ma poi l’amore ci aveva guidati e niente, niente era stato più bello ed emozionante.
La vidi agitarsi e i suoi fianchi si strofinarono involontariamente contro i miei.
A quel punto non capii più nulla.
Mi issai sopra a quel corpo meraviglioso e la baciai impedendole qualsiasi tipo di protesta.
Non era più il momento di fare la pudica.
Oramai tutto in lei mi apparteneva e volevo godere di quella gioia.
Passai dalla sua bocca al suo collo arrivando fino all’orecchio.
< ora sterminatrice sei completamente e solamente mia >
I nostri sorrisi si persero nel tumulto di una passione senza tempo.
 
Aprii gli occhi e fissai quello splendido volto appoggiato sulla mia spalla riposare tranquillo.
Cercai di trarre tutta la forza possibile da quel momento magico.
Il suo corpo abbandonato fiduciosamente contro il mio, il suo respiro regolare e silenzioso, le sue mani strette tra le mie.
Se avessi potuto fermare il tempo l’avrei fermato in quell’istante.
La luce del nuovo giorno, rischiarò tutto tranne il mio spirito.
Se solo fossi riuscito ad essere sereno come lei…vedevo la morte dovunque i miei occhi osavano posarsi.
Le avevo promesso che sarebbe rimasta al mio fianco, le avevo promesso che avrei avuto fiducia in noi, le avevo promesso che se fosse andata male l’avrei seguita solamente dopo aver sistemato Naraku e gli altri.
Sentii le sue labbra pronunciare il mio nome nel sonno.
Non mi agitai.
Sapevo che non stava avendo incubi.
Il suo corpo era rilassato e la sua bocca era stesa in un sorriso dolce e felice.
Quanto l’amavo? Immensamente.
E lei quanto mi amava? Decisamente troppo per quello che meritavo.
Sospirai facendo attenzione a non svegliarla.
Si mosse appena e automaticamente la strinsi più saldamente a me.
Il calore del suo corpo si fuse con il mio.
Valeva la pena vivere tutto quel male se il bene che riuscivamo a ricavarne era quello.
La volevo come in ogni attimo della giornata. La volevo per sentirmi un essere completo.
Scossi la testa lievemente.
L’avrei avuta.
L’avrei avuta quando a quell’incubo avremmo associato la parola fine.
Fissai il suo viso così a lungo che quando chiusi gli occhi per riposare,  la sua immagine non abbandonò più la mia mente.
 
Oddio che vergogna….avevamo fatto l’amore più volte non solo durante la notte ma anche con la piena luce del sole.
Infine con un notevole sforzo di volontà avevamo abbandonato il nostro nido d’amore per rientrare alla cruda realtà.
Avevo lanciato un ultimo sguardo malinconico al mio villaggio.
Ora ero felice perché in quel luogo di devastazione avevo trovato l’altra parte di me.
Avrei sempre ripensato a quel posto non più come la tomba della mia famiglia, ma come un luogo che racchiudeva ciò che di più caro avevo al mondo.
Kirara ci aspettava appena fuori e appena ci vide quasi mi sorrise. Evidentemente il mio aspetto parlava per me.
Chissà se anche gli altri ci avrebbero smascherato e chissà cosa mai avrebbero pensato di noi, di me.
Speravo solo che Kagome condividesse la mia gioia perché mai mi sarei pentita della mia decisione.
Arrivammo nel villaggio della somma Kaede che il sole era già alto nel cielo.
Avevamo fatto il pieno di energia positiva ed ora eravamo pronti a combattere per il nostro amore.
Chissà invece come se l’erano cavata gli altri due?
Ripensai allo sguardo vuoto di Kagome e alle spalle curve di Inuyasha, un brivido di apprensione mi corse lungo la schiena. Forse ero stata egoista a non stargli vicino in un momento del genere e a pensare invece unicamente alla mia felicità, ma sapevo che nulla sarebbe servito per aiutarli in quella faccenda delicata quanto tragica.
Al villaggio ci dissero che non si erano visti dal giorno precedente e senza indugiare oltre ci dirigemmo verso la radura in cui sapevamo di trovare almeno uno dei due.
Forse Kagome era ritornata nel suo mondo.
Silenziosamente ci avvicinammo al Goshinboku e solo quando riuscimmo a distinguere quelle due figure rannicchiate e abbracciate l’un l’altra il mio animo si rilassò per la gioia.
Ero felice che alla fine si fossero chiariti. Evidentemente l’amore riusciva davvero a fare miracoli.
Vidi Kagome voltarsi dalla nostra parte e farci segno di aspettarla li.
Inuyasha dormiva ancora. Sicuramente avevano fatto le ore piccole.
Un’altra ondata di calore mi salì alle guance. Riportai immediatamente l’attenzione su Kagome.
Spostò delicatamente il braccio che Inuyasha teneva possessivamente attorno alla sua vita, scivolò da sotto la veste dell’Hinezumi e lentamente si alzò attenta a non svegliarlo.
Non si era neanche sollevata completamente che un movimento fulmineo le attanagliò un braccio.
Sentii che anche Miroku al mio fianco si era irrigidito alla violenza di quel gesto.
Vidi Kagome sobbalzare dal dolore che quell’artiglio le procurava ma non accennò a muoversi.
Guardò negli occhi Inuyasha senza paura o rabbia, potevo scorgervi solo un’infinita dolcezza e pazienza.
Lui invece sembrava frastornato.
Lo vidi sbattere le palpebre più volte e quando mise a fuoco lei, noi, e quel braccio, la sua presa si fece leggera e delicata.
Notai le sue dita aprirsi e accarezzare la pelle che avevano precedentemente stretto.
Abbassò gli occhi vergognosamente.
Mi voltai verso Miroku cercando di trarre qualche logica dalla sua mente acuta ma anche la sua espressione al pari della mia era notevolmente allibita dal comportamento di entrambi.
Evidentemente ci eravamo persi qualche passaggio.
Kagome si chinò su di lui e lo scrutò nel profondo degli occhi.
< scusami….non volevo farti spaventare >
< tsk….smettila di prenderti le colpe…ti ho fatto di nuovo male! >
< ho sbagliato ad allontanarmi senza svegliarti…è che dormivi così bene…so che per te stanotte è stata dura… >
< non ho più sentito il calore del tuo corpo e allora mi sono spaventato e non ho ragionato. Scusami. >
Il sorriso di Kagome spazzò via la tristezza di quello sguardo pentito.
Si ci eravamo persi decisamente qualcosa.
La vidi raddrizzarsi e prendendo Inuyasha con entrambe le mani cercare di tirarlo su….i suoi tentativi furono vani…divenne solo rossa e ansimante dallo sforzo!
< oh andiamo non fare il peso morto Inuyasha…aiutami!!!! >
Il sorriso di Inuyasha illuminò nuovamente la giornata.
Sapevo che cercavano in tutti i modi di sembrare felici…e grazie allo spirito di Kagome era più facile riuscirci.
Alla fine con uno slancio inaspettato Inuyasha si tirò su e agilmente afferrò Kagome prima che questa cadesse a  terra sbilanciata da quel repentino cambio di peso.
< non era poi così difficile vedi? >
Kagome assottigliò gli occhi e lo incenerì con lo sguardo e con una linguaccia decretò la fine di quella disputa scherzosa.
La risata di Inuyasha fu contagiosa.
Le diede un bacio sul naso, raccolse la veste da terra e poi tenendola per mano si incamminò verso di noi.
 
Non riuscivo più a comportarmi normalmente. La guardavo come dovesse scomparire da un momento all’altro.
Era una tortura.
Sapevo di aver reagito bruscamente, ma in quel micro secondo la mia mente aveva solo registrato la sua lontananza.
Quello che stavo chiedendo al mio cuore era troppo.
Respirai a fondo per calmare i nervi che scattavano ad ogni minimo segnale.
Apprezzai il tentativo di Kagome di alleggerire quel momento di pura follia e la assecondai per perdermi nei meandri della sua mente sveglia ed attiva.
D’altra parte c’erano anche i nostri amici per cui non potevo continuare a comportarmi come un orso in gabbia.
Un odore strano giunse al mio finissimo naso.
Sentivo l’inconfondibile profumo di Kagome al mio fianco ma percepivo nella coppia che mi stava davanti qualcosa di diverso.
Ogni essere umano ogni cosa al mondo aveva il suo odore e io la riconoscevo per questo.
Ma in quei due qualcosa era cambiato.
I loro profumi  non erano più puri e integri si erano come mischiati l’un l’altro.
Miroku portava con se una leggera fragranza di Sango e viceversa.
Non era possibile….
Ad un tratto sbarrai gli occhi e puntai il mio sguardo su Miroku.
Lo guardai scrutandolo fino in fondo all’anima e solo quando si accorse del mio interesse si agitò notevolmente assumendo le tonalità dell’imbarazzo.
Guardando  Sango invece non serviva un genio a capire cosa avevano combinato quei due.
L’aveva scritto in faccia.
Le guance colorite, la bocca ancora arrossata e gli occhi languidi e sognanti.
Era proprio bella.
Chissà se anche Kagome….
Mi riscossi e ritornai al presente.
Quei due alla fine si erano decisi e l’avevano fatto.
Come era riuscito Miroku a convincerla? Ero sicuro che neanche dopo il matrimonio ci sarebbe riuscito eppure..?
Guardai Kagome che stava valutando anche lei lo strano comportamento di quei due folli.
Lei ovviamente non poteva percepire i loro odori….ma l’espressione di Sango non lasciava dubbi.
Ad un tratto si voltò verso di me e la vidi triste e demoralizzata.
Non capii il perché di quel cambiamento che durò una frazione di secondo.
Poi come se niente fosse tornò a sorridere.
Decidemmo di fare colazione e tra una battuta e l’altra, come se niente fosse, comunicammo anche agli altri la nostra decisione.
La sua decisione.
Ogni boccone che inghiottivo sembrava mattone. Niente aveva sapore. Niente aveva gusto.
Lei spiegò con calma la storia dell’arco e del voto, spiegò perché non poteva starmi lontana e spiegò a tutti cosa in realtà avesse visto nei suoi sogni fin dall’inizio.
Parlò come se io non ci fossi.
Non sorvolò sulle parole per riguardo verso i miei confronti.
Servì su un piatto d’argento la verità nuda e cruda.
Sapevo perché lo faceva.
Sapeva che nonostante le mie promesse dentro di me non avevo ancora accettato niente di tutto questo. Voleva che ci sbattessi la faccia più e più volte.  Solo così avrei capito.
Era assurdo. Quella storia era assurda.
Non una parola uscì dalle bocche serrate dei nostri amici.
Sentivo lo sguardo indagatore di Miroku perforarmi la nuca e vedere Sango con gli occhi lucidi mi mise in agitazione.
Mi alzai e con qualche parola di scusa li lasciai soli.
Avevo bisogno di aria. Tanta aria….mi sentivo soffocare…..mi guardai attorno…era ridicolo…mi trovavo ancora nel bosco.
 
< Se non vi dispiace anche io farei due passi….>
< no figurati… >
Sapevo benissimo dove voleva andare ma mi costrinsi a recitare il mio ruolo.
Inuyasha non aveva bisogno di me ora…piuttosto aveva bisogno di un amico con cui sfogarsi e arrabbiarsi.
Sorrisi grata a Miroku che si alzò e guardò con calore Sango.
Tra loro avevo percepito un legame diverso. Più profondo e vero. Più saldo.
L’espressione di Sango non era mutata nel corso della mattinata e neanche il nostro tremendo racconto era riuscito a cancellare quella luce che le illuminava ancora il volto.
Ero felice che fosse felice. Anche se a dirla tutta la invidiavo. Decisamente la invidiavo.
Evidentemente loro non ne volevano parlare ma io ero assetata di particolari e soprattutto avevo un disperato bisogno di sviare i miei pensieri verso altri più positivi e piccanti.
Non seppi resistere.
Aspettai che la figura di Miroku scomparisse dalla nostra vista.
Anche Sango l’aveva seguita con attenzione….la malinconia le velava lo sguardo.
Possibile che si diventasse così dipendenti uno dall’altra dopo aver condiviso tale intimità?
Io e Inuyasha non eravamo già a quel livello??? Forse eravamo anche oltre.
La vidi portarsi delicatamente la tazza contente il tè alle labbra come una vera signora.
Era sempre stata la persona più aggraziata e femminile che io avessi mai conosciuto ma ora tutto in lei gridava di essere una donna. Una donna completa e appagata. Una donna sicura della vita.
Una donna innamorata e ricambiata.
Il silenzio calò su di noi. Non vi era imbarazzo o paura era un silenzio di comodo.
Io non volevo parlare di ciò che avevo appena rivelato e sapevo benissimo che Sango avrebbe rispettato quel mio muto desiderio.
Portai l’ultimo boccone di frittata alla bocca e masticando tranquillamente diedi il via alla miriade di domande che frullavano grate nel mio cervello.
Finsi un’aria disinvolta e disinteressata.
In realtà la mia voglia di sapere era tangibile anche a chilometri di distanza.
< allora Sango….come è stato??? Bello come te lo aspettavi? >
Mi scansai lievemente per evitare lo sputo di tè che raggiunse il centro della tovaglia.
La vidi tossire e diventare cianotica, poi sempre con la solita eleganza afferrare un fazzoletto e tamponarsi prima il viso e poi passare dalla tazza alla tovaglia stessa.
La guardai sorridendo, grata per avere come amica una persona così deliziosa quanto trasparente.
Le lasciai alcuni minuti per riprendersi.
Mi guardò di sottecchi poi bofonchiò imbarazzata
< non capisco a cosa tu ti stia riferendo >
< davvero? >
< si… >
< mm sarà >
La vidi portarsi un pezzetto di ciambella alle labbra e poi divorarlo con premura.
Lo masticava come fosse la cosa più impegnativa di questo mondo.
Io passai al te..e tranquillamente trangugiai una lunga sorsata.
< quindi tu e Miroku non l’avete fatto stanotte vero? Non ve ne siete andati via per rimanere da soli? E quei segni che vedo sul tuo collo e sulla tua faccia non sono dovuti alle effusioni che vi sarete scambiati anche questa mattina vero..? chissà devo proprio essermi sbagliata.. >
Solo allora mi concessi il lusso di guardarla in faccia.
Non seppi resistere.
Una fragorosa e sonora risata si liberò dal mio petto.
La sua espressione e il suo colore erano qualcosa di mai visto.
Era era….scandalizzata!
< non so come ti vengano in mente certe idee, ma soprattutto non  concepisco il modo schietto e libertino con cui ti riferisci a questi argomenti peccaminosi >
< ahhahahahahahahahhahahahah >
Mi distesi all’indietro incapace di trattenermi oltre. Più cercavo di soffocare le risa per rispetto a lei e al suo pudore più il tremore del mio corpo aumentava.
Oddio avevo le lacrime agli occhi.
Eppure quello era un argomento serio e delicato, ma la sua reazione era troppo divertente!
Tornai a sedermi e cercai di darmi un finto contegno.
< è normale Sango…nella mia epoca questi tipi di conversazione sono all’ordine del giorno! >
Sbarrò gli occhi come se le avessi confidato che mi nutrivo di carne umana!
< e comunque è inutile che continui a mentire….sono estremamente contenta per voi… >
L’espressione scioccata mutò in una più colpita e timorosa, il tutto poi si distese in un meraviglioso sorriso.
< pensavo…ecco pensavo che non avresti approvato…. > arrossì.
< ma figurati in verità sono oltremodo contenta per te, per voi….anzi a dirla tutta sono estremamente gelosa >
< dai..non dire così… >
< no no…non so come ti abbia convinto a cedere ma devo assolutamente farmi insegnare la tecnica… >
Mi fissò scandalizzata e incredula.
< anche tu vorresti… >
< certo….ci ho provato un sacco di volte ma niente…è irremovibile…mi consolavo sapendo che qui avete un’alta morale e che lui comunque ha bisogno di farmi sentire rispettata e accettata, ma soprattutto quello che placava il mio animo ribelle era che neanche tu ti saresti lasciata convincere facilmente. >
< oh signore….se lo avessi saputo non avrei fatto tanto per sedurlo.. >
< tranquilla è giusto così… >
Ero talmente persa nei miei vaneggiamenti che sulle prime non capii quelle parole….
< sedurlo? >
Il volto della mia amica si fece ancora più rosso e abbassò lo sguardo sulle sue mani timorosa di confidarsi oltre
< si…..diciamo che ho dovuto supplicarlo di..di ecco..di fare l’amore con me! >
Ora era il mio turno di rimanere scioccata e scandalizzata.
< mi reputi una scema vero? >
Si portò le mani alle guance e scosse la testa come a scacciare quelle rivelazioni.
Mi spostai verso di lei e le circondai le spalle con un braccio.
Le feci appoggiare la testa contro la mia spalla e la cullai come fosse una bambina.
< sono orgogliosa di te Sango, sei diventata una donna passionale e forte. Hai costretto un libertino a fare l’amore con te ed ora sei la reincarnazione della felicità. Mai e poi mai ti avrei giudicata. Quello che ti procura gioia, rende felice anche me. Sono davvero molto contenta per voi. >
Alzò il suo sguardo verso il mio e lessi in lei una marea di emozioni. Tutte positive e straripanti di allegria.
Mi abbracciò con slancio.
< cosa ho fatto per meritare un’amica come te? > sorrisi
< ah…te ne pentirai immediatamente…ora voglio tutti i particolari anche quelli più piccanti, soprattutto quelli!!!! >
Ridemmo felici e serene.
Lasciai che quell’inaspettata gioia abbeverasse il mio cuore bisognoso.
 
Dovetti quasi correre per raggiungere la furia rossa che sfrecciava in mezzo al bosco…..
Dio quanto avrei voluto possedere i poteri della divina Kagome per schiantarlo a terra.
< Inuyasha maledizione fermati…. >
< lasciami in pace! >
< fermati dobbiamo parlare! >
< non ne ho voglia! Non c’è niente da dire! >
< sei il solito idiota!! Fermati!!!! >
< vattene bonzo! >
< mi verrà un attacco di cuore se continui a correre così >
< l’esercizio fisico di stamattina non ti è servito a nulla? >
Mi bloccai con la bocca aperta e con la mano tesa verso di lui.
Non era stata la sua frase a farmi male  ma il tono accusatorio con cui si era espresso.
Perché era arrabbiato con me?
Sapevo che lui si sarebbe subito accorto che in noi era sopraggiunto un cambiamento ma non pensavo che arrivasse addirittura ad infervorarsi con me.
Dopo tutto, quello che avevamo condiviso io e Sango era più che giusto e normale.
Lo vidi fermarsi e voltarsi.
Nel suo sguardo c’era un ombra di pentimento ma era ancora arrabbiato con me. Ormai lo conoscevo bene.
Mi avvicinai al primo albero e mi lasciai cadere sopra una radice sporgente.
Appoggiai i gomiti sulle gambe e fissai il terreno.
Nessuno mai mi avrebbe fatto pentire di quella notte, ma evidentemente il parere di quel mio strano amico era più importante del previsto.
Valutando i miei sentimenti direi che ci ero rimasto decisamente male per quelle parole e per la sua rabbia.
Lo sentii avvicinarsi ma non osai alzare lo sguardo verso di lui.
< non sono affari miei e mi dispiace. Non ce l’ho con te. E’ da ieri che non riesco a controllarmi >
< capisco come ti senti…però tu non approvi quello che ho fatto vero?. >
< ti ripeto che quello che fate voi due è solo vostro..però se vuoi saperla tutta no…non approvo. Per niente >
Solo allora mi azzardai a guardarlo. Il suo volto era teso e serio.
< perché? Non vorresti anche tu fare di Kagome la tua donna. In tutti i sensi? Non ci hai mai pensato? >
< certo che ci ho pensato…ma prima di averla in quel modo voglio che sia una donna onesta, che tutti possano e debbano rispettare. Poi sarà mia. Sarà mia davanti al mondo intero. Fino ad allora resisterò. E’ giusto così >
< ora capisco…pensi che abbia disonorato Sango…. >
< non lo penso…l’hai fatto! >
< si è vero, dal tuo punto di vista è vero, però credimi è stata lei a chiedermelo. Io avrei aspettato. Mi ero già rassegnato ad aspettare…. >
< però hai ceduto subito….in quel momento eri tu che dovevi preservare la sua onestà….. >
< ho resistito più che potevo ma era così convinta ed è stato così giusto che non posso pentirmene Inuyasha. mi dispiace >
< non ti devi pentire infatti e non devi dispiacerti per me. Io sono….si, io sono un tuo amico per cui sosterrò ogni tua scelta…almeno è così che Kagome definisce un amico per cui stai tranquillo. Sono felice per te, per voi…solo che sai come la penso tutto qui… >
< ho capito….. >
Sorrisi grato a quell’orso di un cane.
Dopotutto era un bravo amico.
Non perdeva mai di vista i suoi valori, però mi aveva sempre sostenuto. In un modo o nell’altro, e anche ora che la pensava contrariamente, mi incoraggiava.
Sospirai sollevato.
Quella mattina, nonostante la felicità del mio cuore ero partito con un fastidiosissimo peso al quale non ero riuscito a dare un nome. Ora sapevo cos’era. Avevo paura del suo giudizio. Volevo che Inuyasha sostenesse la mia causa. E a modo suo l’aveva fatto.
< bene ora veniamo a te >
Lo vidi rabbuiarsi e irrigidirsi, poi schizzò sul ramo più basso dell’albero dove si appollaiò pensieroso.
Da allora non mi guardò più.
< Kagome ci ha raccontato i fatti ma ora voglio sapere cosa ne pensi tu…. >
< non posso spiegare cosa sento…è…è >
< sovraumano ? >
< si direi che è la parola giusta. Sovraumano, doloroso, impossibile >
< la storia dell’arco è vera….cioè è davvero così? >
< si maledizione.. quella stupida ha promesso che mai avrebbe usato l’arco contro di me. Inoltre per compiere il voto Naraku deve scomparire ma nessuno di noi dovrà lasciare questo mondo! Ti rendi conto? >
Lasciai che quelle parole venissero assorbite una ad una dalla mia mente lavoratrice…questa volta Kagome si era spinta troppo oltre….era rischioso. Troppo rischioso.
< dice che non ha senso continuare a vivere se io non ci sarò e se non riesce a proteggervi è inutile combattere ancora contro Naraku. Inoltre se deve arrivare ad attaccarmi per difendersi preferisce restare a guardarmi mentre la uccido. >
Rimasi colpito da quella scelta di parole e dal suo tono tagliente e agonizzante.
< ti ha detto veramente così? >
< non con queste parole ma il succo è quello! >

< quel coso maledetto ha un’aurea troppo forte per un comune essere umano. Ora è la sua arma come Tessaiga è la mia. Però in questo momento lei è più umana che mai. I suoi poteri sono racchiusi all’interno dell’arco e solo uccidendo con lo stesso, potrà liberarli. Però se non riuscisse a mantenere la promessa fatta, il potere dell’arco la consumerebbe lentamente. Non può liberarsene, non può perdere, deve solo vincere. >
< ma le probabilità sono tutte a nostro sfavore… >
< si dannazione…non solo c’ è il rischio che sia io stesso ad ucciderla molto prima di incontrare Naraku, poi c’è il problema di quel tuo dannatissimo vortice, della voglia di Sango di seguirti fino all’inferno e di quel maledetto che non ne vuole sapere di morire…. >
< cosucce da poco insomma! >
Calò un silenzio pacifico. Era tutto troppo assurdo.
Non so perché ma mi venne da sorridere.
Era tutto così tragicamente assurdo che mi misi a ridere come un folle.
Sentii lo sguardo omicida di Inuyasha perforarmi la testa ma poi lo sentii ridere sommessamente, fino ad unirsi alla mia risata di gola.
Eravamo pazzi. Pazzi entrambi!!!
Ridevamo per disperazione.
Ritornai serio..mi asciugai le lacrime traditrici e lo fissai nuovamente.
< allora hai veramente deciso di permetterle di seguirci? >
< non ho alternative! Miroku, ho la morte nel cuore ma non posso lasciarla andare. >
< sei pronto a combattere?>
< quello che spero è di avere quel minimo di lucidità che mi permetta di togliermi di mezzo prima di farle anche solo un graffio. >
< d’altra parte non puoi neanche ucciderti per salvarla….morirebbe lo stesso a causa del voto… >
Mi fissò sbalordito.
Sorrisi tristemente
< sapevo che ci avresti pensato…ti conosco ormai Inuyasha…solo ora capisco l’importanza della promessa di Kagome. Non deve averla presa a cuor leggero. Dobbiamo rispettarla. Possiamo fare solo questo. >
< ha deciso anche per me. Ha scelto noi invece che lei e questo…… >
Lo vidi tremare di rabbia e frustrazione. Poi tutto in lui si spense. Si era arreso.
Sospirai sconfitto. Quello era il loro destino, ma avrei fatto il possibile per aiutarli.
< in questa tremenda avventura saremo insieme Inuyasha. Potrai sempre contare su di me. >
Tesi una  mano nella speranza che accettasse quel sostegno che non ero certo sarebbe servito.
Con un balzo scese dall’albero e me la strinse con convinzione.
Dopotutto eravamo amici nel bene e nel male.
< allora….bonzo depravato..come è stato eh????? >
Mi strozzai con la saliva…
Tossi per riprendere fiato e maledissi il destino per avermi fatto incontrare il mezzo demone con meno tatto al mondo….ficcanaso!!!
Sorrisi……..nel bene e nel male.
 

Salve a tutti =D!
Non vi chiederò se vi è piaciuta….perché non ho dubbi al riguardo (ahahahaha scema!) scherzavo ovviamente..per dirla tutta non mi ispira granchè ma pazienza questo cap mi è uscito così...Ci tenevo tanto a spiegarvi alcune cose…..

Allora questi ultimi capitoli vi saranno sembrati un pochino insoliti in confronto al resto della storia…ora vi illustro il mio pensiero (contorto)…volevo che la coppia più salda e pacifica delle due condividesse questa importante esperienza…primo per riuscire ad affrontare un futuro che li vede coinvolti in due fronti opposti (capirete perchè)
Secondo per far crescere anche l’altra coppia. Volevo farvi capire come Miroku ed Inuyasha affrontano questo tipo di situazioni in modo diverso, volevo inoltre che sentiste i loro stati d’animo….mentre Kagome ha fatto la sua scelta per cui riesce ad accantonare le sue preoccupazioni per dedicarsi all’amica, Inuyasha non ha ancora digerito il suo destino  per cui sarà combattuto fino alla fine (vedrete).
Per cui ho deciso di dedicare parecchio spazio a questo argomento.
Se fossi stata nella Takahashi avrei davvero voluto questa scena nel manga perché segnava secondo me una crescita forte dei personaggi.
L’unica cosa che pretendo dalle mie storie è che i protagonisti si evolvano.  All’interno dei capitoli passano giorni, mesi..a volte anche anni…x cui non possono assolutamente rimanere uguali all’inizio vi pare?
Questa è la cosa più bella e difficile che ci sia. Spero che i miei beniamini siano cresciuti, con la storia e con me!
Avevo anche deciso di cambiare il raiting e descrivere il tutto passo per passo ma ho optato per questa opzione per non stravolgere lo stile che avevo scelto…chissà se alla fine non decida di fare uno strappo alla regola…(mmm ci penserò..la cosa mi gusta alquanto)!!! Ho anticipato già qualcosa di troppo…..ops!! :)
Oddio è più lungo il commento del capitolo =D
Un bacione A presto! E come sempre grazie mille a tutti voi! :) 
Un abbraccio speciale a chi mi ha inserito nei preferiti, seguiti…ricordati….GRAZIE <3!

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Capitolo 29
*** Attimi di solitudine ***


Erano passati un paio di giorni dalla sera in cui Naraku ci aveva fatto visita.
Continuavamo ad aspettare quel suo segnale che però tardava ad arrivare.
Era logorante.
Era estenuante vivere aspettando qualcosa. Un qualcosa che non si conosce.
Un qualcosa che si può solo immaginare.
Sango e Miroku tubavano per la maggior parte del tempo.
Ero sicura che cercassero in tutti i modi di accantonare le paure per il loro futuro.
Noi invece…sospirai.
Non volevo ricordare quei giorni d’attesa con rimorso e rancore.
Non volevo sprecare così il nostro tempo però….lui aveva paura di me.
Il suo sguardo non lasciava mai il mio corpo ma si teneva sempre a debita distanza. Come se il solo toccarmi potesse ferirlo. La verità era che così facendo feriva entrambi.
Avevo bisogno del suo conforto, della sua forza e del suo amore per poter affrontare il nostro destino.
Lui mi stava negando la vita con quel suo comportamento scontroso e distaccato.
Le luci del nuovo giorno stavano già illuminando il villaggio.
Mi decisi a voltare lo sguardo solamente per vedere il posto vuoto che Inuyasha aveva lasciato qualche ora prima.
Non capivo quel suo atteggiamento. Non capivo e non volevo neanche farlo.
Miroku e Sango riposavano abbracciati l’un l’altro.
Mi alzai innervosita e ferita da quella visione, afferrai l’arco e mi diressi al limitare del bosco.
Dovevo immergermi nello studio di quell’arma.
Dovevo svagarmi con qualsiasi cosa fosse minimamente interessante.
Mi sarei tenuta impegnata con tutte le mie forze.
Non avrei permesso a nessuno di battermi. Neanche a lui.
 
Decisi di perlustrare la zona per essere sicuro che nessun cambiamento fosse giunto senza che ce ne accorgessimo.
Mi appollaiai sulla cima di un enorme albero e li rimasi immobile a fissare quell’enorme palla infuocata invadere il cielo.
Attorno a me tutto si illuminò di una luce calda e rossastra.
La temperatura scendeva ogni giorno di più ma il freddo pungente che invadeva il mio corpo non dipendeva affatto dal clima autunnale.
Sapevo di comportarmi da stupido ma non riuscivo ad agire diversamente.
Era tutto così difficile e doloroso.
Amarla significava soffrire.
Non amarla significava soffrire.
Evitarla invece attenuava quei sentimenti contrastanti.
Mi riscossi e guardai verso il villaggio.
Ogni mattina fuggivo alle prime luci dell’alba per non assistere al suo risveglio.
Era il momento della giornata che più mi faceva soffrire, assieme a quello in cui chiudeva gli occhi per addormentarsi.
Da quel giorno, avevo evitato quegli attimi che significavano per me la morte  e la vita.
Ogni mattina lei riapriva gli occhi per affrontare un nuovo giorno ed ogni sera li richiudeva per lasciarsi cullare dalla notte.
Presto o tardi sarebbe arrivato il momento in cui io avrei deciso quando chiuderglieli e mai più quel viso avrebbe potuto svegliarsi.
Avrei decretato io la fine della sua vita. Perché ero sicuro che nonostante i nostri sforzi e la sua fiducia, lei sarebbe morta per mano mia.
Non potevo per cui assistere al suo costante risveglio. Risveglio che io avrei troncato definitivamente.
Al pensiero di ucciderla il mio cuore si rilassò in una contrazione lenta e regolare.
Si era adattato al ritmo che precede la morte.
Si stava spegnendo. Tutto in me scivolava via.
Ad un tratto scorsi una figura accovacciata a terra. Anche da quella distanza riuscii a distinguere chi fosse.
Avevo bisogno di qualcuno. Avevo bisogno di relazionarmi con una persona che non fossero i miei amici straripanti d’amore o la rincarnazione della mia anima perduta.
Mi diressi verso quella figura anziana e saggia.
Mi diressi verso la compagnia di una vecchia sacerdotessa.
 
Mi svegliai nel torpore rassicurante di quelle braccia. L’uomo perfetto disteso accanto a me continuava il suo sonno.
Mi sollevai lentamente, premurosa di non svegliarlo e subito mi accorsi della nostra solitudine.
Il posto occupato solitamente da Inuyasha era vuoto come da un paio di mattine e il futon di Kagome era stropicciato, l’unica prova della sua frustrazione.
Scossi la testa tristemente.
Capivo Inuyasha, io stessa mi ero rifugiata dietro una barricata protettiva per non soffrire, ma le prove che dovremmo affrontare erano comunque dietro l’angolo e nessun muro sarebbe mai riuscito a ritardarle e ad affievolire il dolore che porteranno con loro.
Accettare  il proprio destino è difficile soprattutto quando sono gli altri a pagarne le conseguenze.
Pensai a quanta fatica mi ci era voluta per assimilare la possibilità che Miroku non riuscisse a resistere a quella tremenda maledizione. Anche ora non ero del tutto convinta di averla accettata ma sapevo che ignorandolo come stavo facendo avrei patito il doppio del dolore. Meglio godere dei nostri attimi nel migliore dei modi. Sfruttando ogni secondo, ogni battito di ciglia. Ora lui è qui, accanto a me e questa sarebbe stata la mia forza.
Riportai il mio sguardo sul suo bellissimo viso e non mi sorpresi di trovare quelle due pozze azzurre fissarmi fino a leggermi il cuore.
< Non ci sono vero? >
< No.. >
Tornai ad accoccolarmi al suo fianco e subito un braccio mi cinse la vita.
< vedrai…il tempo aggiusterà anche questo problema >
< il tempo é poco ormai Miroku…ho paura per loro >
< possiamo solo sperare nel meglio >
 
Avevo scoperto che l’arco riusciva a  plasmarsi in base al mio umore.
Quando ero furiosa come in quel momento era in grado di sprigionare un’energia davvero potente.
Non avevo ancora capito bene come controllare quest’arma particolare.
Continuai ad esercitarmi a scoccare più di una freccia fino a quando le vesciche sulle dita non presero a sanguinare.
Mi confortava sapere che il mio corpo era ancora in grado di provare dolore fisico.
Pensavo di essere immune ormai alla maggior parte delle comuni emozioni.
Come sempre la mia mente volò via verso il futuro.
Continuavo a chiedermi del perché nel mio destino ci fossero stati tutti loro.
Se non avessi mai scoperto quel pozzo? Se invece della reincarnazione di Kikyo fossi nata come una comune e semplice bambina? Di chi mi sarei innamorata? A che età e soprattutto come sarebbe sopraggiunta la mia fine?
Domande inutili, come inutili erano le risposte che non potevo avere.
Quella era la mia strada e non esistevano svolte.
Inuyasha era il mio passato, il presente e il mio futuro. Che lo volesse o no!
 
< il tuo animo non ha ancora trovato la pace che cerca vero Inuyasha? >
Rimasi attonito per qualche secondo poi mesto scossi la testa.
< No >
Sospirai guardando l’alba rischiararsi nel cielo.
< Non credo neanche che sia possibile per me trovarla. La pace non aleggia nei cuori dei codardi >
< e perché ti sentiresti un codardo? >
< sto scappando! Per quanto mi costi ammetterlo sto scappando lontano da tutto e tutti. Lontano da lei >
< hai paura? >
Vidi quel corpo invecchiato dal tempo far troppa fatica per rialzarsi e quegli occhi svegli ma grigi e maturi puntarsi su di me e sfogliarmi l’anima.
< si. Ho più paura di quanto riesca ad ammettere. Ho paura di… >
Sentii quelle dita nodose stringersi gentilmente sul mio braccio.
Il suo sorriso aperto e solidale evidenziò i segni del tempo sul viso paffuto e saggio.
< sei così cresciuto Inuyasha…. >
Sbattei più volte gli occhi cercando di capire il senso di quella frase.
Cresciuto?
In quel momento di debolezza e solitudine le sembravo cresciuto? Proprio quando mi sentivo il più inutile e piccolo degli esseri viventi lei…mi vedeva cresciuto?
Sorrise apertamente della mia confusione.
Avanzò verso un grande masso e con grazia e accuratezza vi si posò sopra.
< la prima volta che ti ho incontrato ero poco più di una bambina. Pendevo dalle labbra di mia sorella come fosse la regina del mondo. Era il mio idolo e la mia forza. Poi sei arrivato tu. Così simile a quelle creature che scacciavamo da tutta la vita ma così profondamente diverso nel cuore. La tua freddezza e il tuo riserbo erano dovuti solo ad un passato di dolore e ferite. Ma pian piano sotto l’amore di mia sorella e attraverso i miei occhi ti sei addolcito e plasmato sei diventato una creatura più affidabile e tranquilla. Ma il tuo momento non era ancora giunto.
Quando mi ritrovai davanti quella ragazza così uguale a mia sorella nel corpo ma decisamente opposta nello spirito capii subito che era lei la chiave per aprire il tuo cuore. Ogni attimo trascorso accanto a lei ti ha cambiato. Ogni tuo gesto o parola sono cambiati in funzione di Kagome. Il tuo spirito e il tuo cuore sapevano di essere al sicuro quando si trattava di lei e con lei sei maturato. >
Sospirò sorridendomi gentilmente.
< Il ragazzo introverso e scontroso, il mezzo demone solitario e diffidente della vita si è trasformato in una creatura capace di ridere  e piangere, di soffrire ed amare. Una creatura che ammette di avere paura. Una creatura che pensa prima agli altri che a se stesso. Quindi…si Inuyasha…sei cresciuto e molto anche, che tu ci creda oppure no >
Rimasi in silenzio incapace di pronunciare qualsiasi parola coerente.
Rivedere il mio passato attraverso il suo racconto mi aveva sciolto quel nodo che imprigionava il mio cuore.
Ero cresciuto. Ero maturato ed ero quello che ero anche e soprattutto grazie a Kagome. Il destino ci aveva voluto legare e non potevo concepire che volesse separarci così.
No.
 Il nostro destino non finiva a causa mia. Non lo avrei permesso.
Ora potevo affrontare il nostro futuro.
< vuoi davvero trovare la tua pace? >
Annuii sapendo già la risposta.
< allora vai da lei Inuyasha…vai da Kagome >
 
< Hei ma dove sarà finita Kagome??? >
< non lo so Shippo….che sia tornata nella sua epoca? >
< non credo Miroku..ci avrebbe come minimo salutato e poi non avrebbe motivo…abbiamo tutto quello che ci occorre qui…. >
< mmm non credo sia con Inuyasha…. >
< infatti non è con me! >
Quel tono secco e vicino ci fece scattare tutti. Erano giorni che non ci parlava ed ora….
Il suo volto era imbronciato e guardava in giro scrutando ogni minimo particolare.
< Inu..Inuyasha…? >
Shippo era incredulo e Sango non aveva ancora richiuso la sua splendida bocca…
Fissai il mio amico con intensità.
< stavamo cercando di capire dove potesse essere andata Kagome >
Un lampo di preoccupazione attraversò i suoi occhi ambrati ma nascose la sua ansia con premura.
< da quant’è che non è più con voi? >
< da questa mattina presto. Quando mi sono svegliata non c’eravate nessuno dei due! >
Il suo tono era leggermente alto e accusatorio ma sapevo che non era realmente arrabbiata.
< capisco >
< mi dispiace Inuyasha….so che la situazione è delicata ma noi non possiamo farle da balia….lei è libera di fare ciò che crede più giusto! >
< e se le fosse successo qualcosa? >
Tutti noi ci voltammo verso quella vocina della verità.
La paura di Sango e di Inuyasha era proprio quella, io non credevo che fosse in pericolo. Pensavo piuttosto che volesse stare per conto suo. Per questo e solo per questo diedi una piccola botta in testa a quel volpino tragico.
Immediatamente la furia protettiva di Sango mi travolse e fui grato per essere riuscita a distrarla anche solo per un attimo.
Sbirciai Inuyasha che ora rivelava sul viso tutta la sua preoccupazione.
Lo vidi sollevare il naso verso il cielo e chiudere gli occhi per concentrarsi meglio sulla sua scia.
Ad un tratto ci diede le spalle e scattò lontano.
Evidentemente l’aveva trovata!
 
Ogni freccia che tiravo conteneva un insulto verso quel tonto e introverso mezzo demone che continuava a sconvolgermi la vita.
< questa è per la tua stupidità >
< questa è perché non ti fidi di me >
< questa è perché sei insopportabilmente cocciuto >
< questa è perché non mi vuoi credere >
< questa è perché non vuoi starmi accanto >
< questa è perché……> le lacrime iniziarono a scivolare prepotentemente < …perchè ti amo dannazione!!! >
< forse ti sentiresti meglio se colpissi me invece che quel povero albero rinsecchito! >
La freccia che tenevo tra le mani scivolò al suolo dallo spavento.
Voltai lo sguardo verso di lui e come sempre l’attrazione che mi legava a quell’essere demoniaco mi incendiò le vene.
I pugni leggermente stretti e la postura rigida mi suggerivano che neanche lui era completamente a suo agio.
Il mio cuore batteva così forte da nascondere ogni altro suono della foresta.
Erano giorni che non mi parlava e mi guardava appena ed ora che eravamo finalmente soli io mi sentivo prossima allo svenimento.
Mi chinai lentamente e raccolsi la freccia da terra.
Quando tesi l’arco per scoccarla una fitta dolorosa giunse dalle mie dita ma non vi badai e con determinazione centrai il povero arbusto.
< Rischierai di non riuscire ad impugnare più un arco per i prossimi vent’anni se continui così! >
Ora la sua voce era più vicina e bassa.
Lo guardai avvicinarsi e scrutare con attenzione le mie mani che ancora stringevano l’arco prepotentemente.
Con una dolcezza infinita sciolse quell’intreccio e analizzò con preoccupazione le mie escoriazioni.
Vidi tante emozioni sfrecciare sul suo viso.
Era decisamente arrabbiato con me per come mi ero ridotta ma non mi disse una parola.
Frugò nella sua veste tirando fuori un vecchio fazzolettino che io stessa avevo ricamato.
Me lo avvolse attorno alle dita e la morbida frescura della seta mi diede un immediato sollievo.
Sorrisi come una stupida per quel gesto premuroso.
< l’hai conservato allora >
< certo! E’ prezioso per me. E’ il primo regalo che mi hai fatto >
Lo guardai perplessa…non era esattamente il primo regalo che gli avevo fatto era piuttosto l’unico….
Noi non eravamo una normale coppia di fidanzati che si scambia i regali al compleanno o agli anniversari.
Noi non avevamo neanche un anniversario da festeggiare a pensarci bene. Rimasi colpita da quella constatazione.
Il nostro amore dopotutto era piuttosto insolito.
< non te ne ho fatti altri per dir la verità…. >
Abbassai il capo arrossendo.
Mi vergognavo di non averci mai pensato ma dopo tutto quello che ci era accaduto e che ancora ci perseguitava io…
Due dita mi sollevarono il mento e mi costrinsero a perdermi in quegli occhi enigmatici e profondi.
< ti sbagli Kagome…mi hai donato qualcosa di importantissimo e prezioso…qualcosa che nessuno avrebbe mai potuto darmi. >
Scossi la testa confusa.
< il tuo cuore…te stessa…la tua fiducia e lealtà. Questi sono i doni più importanti per me. >
Rimasi inebetita a fissare quel ragazzo eternamente diviso a metà.
La sua incoerenza non si rilevava solo nell’aspetto fisico. Tutto di lui era in netto contrasto.
La sua forza con la sua delicatezza. La sua premura con la sua furia. Il suo lato prepotentemente demoniaco contro quello debolmente umano. Tutto in lui era una continua contraddizione. Lui era una contraddizione. Il nostro amore era una contraddizione a cui io facevo davvero fatica a stare dietro.
Mi aveva evitata per giorni, facendomi soffrire e stare male ed ora come se niente fosse mi confessava sentimenti che ogni ragazza avrebbe sognato vivere e che mi procuravano una gioia infinita. Perché?
Un moto di stizza cominciò a salire fino alla radice dei capelli.
< Accuccia! >
Solo quando lo vidi al suolo la rabbia e la frustrazione che mi avevano ipnotizzata svanirono.
< maledetta sei…tu sei proprio una pazza >
< dici a me??? Proprio a me?? >
< vedi nessun altro di così stupido nei paraggi!?? >
< si tu! >
Mi voltai e feci qualche passo lontana da lui! Poi incrociai le braccia e lo fissai con l’aria più innocente possibile.
Lo vidi alzarsi barcollando e dopo essersi scrollato via la polvere di dosso restituirmi uno sguardo omicida e furente.
< si può sapere che cavolo ti è preso??? >
< mah a dire il vero a questa domanda dovresti rispondere tu!!! >
Mi guardò come fossi matta da legare.
< io ti confesso i miei sentimenti più nascosti, con molta vergogna tra l’altro, e tu…tu mi schianti a terra???? Se ti avessi insultata cosa mi avresti fatto eh???? >
< tu non ti rendi conto vero??? >
< l’unica cosa di cui mi rendo conto è che faccio una fatica boia a stare dietro ai tuoi sbalzi di umore! >
Boccheggiai per l’assurdità che avevano appena udito le mie orecchie!
Non ci potevo credere. Se qui c’era un matto quello era solo lui!
< giusto! Mi sembra assolutamente giusto! Figuriamoci, tu puoi ignorarmi per giorni ed evitarmi come se avessi la peste per poi tornare come se niente fosse e quella che soffre di disturbi della personalità sarei io…..
L’unica cosa che mi fa soffrire Inuyasha sei solo tu! >
Lo vidi aprire la bocca e poi serrarla in una linea sottile e stretta. L’avevo visibilmente ferito.
< mi hai fatto male. Mi hai evitata per giorni. Sei stato lontano da me proprio in questo momento. Hai preferito ignorarmi piuttosto che condividere le nostre paure. Ed ora ritorni ad occupare un vuoto che hai creato tu. E lo fai senza accorgerti di come mi hai trattata, lo fai senza scusarti per come ti sei comportato. >
Un pesante silenzio circondò i nostri cuori.
< credevo di essere l’unico a soffrire. Credevo che standoti lontano avrei potuto affrontare con più coraggio il nostro destino. Credevo che per te fosse meglio così. >
< tu non capisci mai niente di quello che è meglio per me! >
< perché quello che è meglio per te non è esattamente quello che è meglio per te!!!! >
Inclinai la testa confusa.
< uff…quello che tu reputi giusto per te è completamente contrario a quello che qualsiasi persona sana di mente reputerebbe giusto per se!!!! >
< quindi sono una matta in sostanza! > non era poi del tutto sbagliata come constatazione. Me ne rendevo conto anch’io!!!
< direi che siete matti entrambi! >
Ci voltammo verso quella voce squillante e acerba.
< tsk da che pulpito! >
< Shippo ha ragione….direi che qui nessuno è proprio sano di mente!!! >
Sorrisi.
Anche questa volta l’amore che ci univa aveva prevalso su tutto e i nostri compagni operavano quella magia che molte volte sfuggiva alle nostre teste calde.
< Vi siamo venuti a cercare perché eravamo preoccupati…. >
< tranquilla Sango come vedi è tutto apposto! >
< ne sono felice >
< io non avevo dubbi >
< ma sentitelo…..ma se eri proprio tu a dubitare di trovarli ancora entrambi vivi!!! >
< non è affatto vero sciocco volpino! >
< Sango??….Miroku dice le bugie!!! >
< smettila di piagnucolare guastafeste! > Shippo si nascose dietro le gambe di Sango e gli fece una linguaccia
< Miroku….stai dando un pessimo esempio > battendo un piede per terra incrociò le braccia al petto.
< ma Sanguccia io….. > il tono implorante di Miroku non sortì alcun effetto.
Avrei tanto voluto scoppiare a ridere ma cercai di adattarmi a quella buffa scaramuccia.
< Kagome per favore mandalo accuccia…… > Fintamente seccata si voltò verso di me coprendosi parte della testa con una mano in segno platealmente tragico.
< ma non può mandarmi accuccia > sussurrò dubbioso Miroku indietreggiando di qualche passo.
Sorrisi malignamente….
Vidi lo sguardo di Inuyasha farsi spaventato e sconvolto, poi scosse lievemente la testa arretrando inconsapevolmente.
< Accuccia! >
Nello stesso momento in cui Miroku si tappò le orecchie dalla paura, il tonfo sordo di Inuyasha rimbombò in ogni angolo del bosco.
< maledettaaaaaaa >
Effettivamente non centrava niente poverino ma gli stava bene ugualmente!
Una risata genuina scaturì da quella nostra ultima scena felice!
 
Mi rialzai pronto ad aggredire Kagome che se la rideva beatamente quando un boato spaventoso ruppe quel momento felice.
All’improvviso il cielo si fece scuro e nell’aria si diffuse una malsana aura maligna.
Gli alberi cominciarono ad appassire e l’erba iniziò a scurirsi fino a perdere le tonalità dell’autunno.
Era uno scenario devastante.
Un qualcosa di gigantesco cominciò ad avanzare nel cielo comprendo interamente il sole.
Improvvisamente calarono le tenebre.
Nei nostri cuori solo la consapevolezza che la battaglia finale era ormai giunta.
Guardai Kagome, sul suo volto non vi era traccia di paura o indecisione. I suoi occhi esprimevano tanto odio e rassegnazione. Ricambiò il mio sguardo preoccupata e mi sorrise.
Mi stava confortando.
Alla mia destra vidi Sango tremare e la mano maledetta di Miroku stringersi in un pugno doloroso.
Poi si avvicinarono l’un altro.
Nessuno disse niente.
Non esistevano parole in grado di descrivere i nostri sentimenti così diversamente uguali.
Avevo vissuto gli ultimi giorni con quella spada appesa sopra la mia testa, minacciosa e letale. Ora quella spada stava per cadere. Dovevo solo capire se c’era una possibilità che riuscissi a sfuggirle oppure se mi avrebbe trafitto senza pietà. L’aria era irrespirabile e la tensione scorreva tra di noi come sangue.
Presi per mano Kagome. Me la strinse convinta ma sentivo scorrere in lei le mie stesse letali emozioni.
Terrore, insicurezza, ansia, desolazione e non per ultima l’anticipazione per un qualcosa di ignoto.
Il momento cruciale per le nostre vite era arrivato.
Il nostro futuro ci attendeva e con il tremore del cuore ci preparammo a giocare quella partita che avrebbe condizionato per sempre le nostre vite.
< non vincerà ragazzi. Non deve vincere! >




Ciao a tutti scusate il mio prolungato silenzio però mi ero un pochettino demoralizzata e la mia fantasia faceva fatica a scorrere libera come sempre!
Anche i numerosi impegni mi hanno tenuta lontana dalla mia storiella!
Secondo i miei progetti....che in genere non seguo mai.....ora entriamo nella parte cruenta della storia (che ovviamente devo ancora scrivere) x cui abbiate pazienza.
Accetto tutto..critiche (spero costruttive) e idee vostre....che mi servono per rendere questo finale il più completo possibile!
Infine ringrazio un sacco Inuyasha89 per avermi incoraggiata ma soprattutto 8Kanemi8 che mi sostiene da sempre! Un KISS enorme!
Grazie davvero a tutti quelli che a modo loro stanno seguendo questa ff....Un bacione.
A presto! =D

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Capitolo 30
*** Non si può più tornare indietro ***


Maledetto come aveva osato farmi una cosa del genere?
Perché ci teneva tanto a farsi uccidere?
Me ne aveva fatte davvero troppe per lasciar correre e la mia pazienza era giunta al limite.
Poteva prendersela con chiunque ma lei…lei doveva solo lasciarla stare!
Un moto di frustrazione mi percorse le membra tese per la rabbia.
Nonostante la mia forza e la mia velocità non ero riuscito ad impedire che la portasse via proprio davanti ai miei occhi.
Lui ovviamente non si era fatto vedere.
Lui manovrava da dietro le quinte quel suo ultimo servo che possedeva delle qualità mai viste.
Ma ora niente mi avrebbe impedito di riprenderla con me e soprattutto niente mi avrebbe impedito di ucciderlo con le mie stesse mani. Neanche quel reietto di Inuyasha.
< padron Sesshomaru…credete che Rin stia bene? >
Sospirai impercettibilmente e sfogai la mia rabbia su quella testa verde che di botte ne aveva prese a palate.
< ho capito……sto zitto! >
< la pagherà Jacken…anche se dovessi trovarla sorridente e felice! >
< mmm….chissà se reagireste allo stesso modo anche per me!!! >
Il suo era stato un borbottio ma lo percepii chiaramente.
Mi voltai verso di lui e lo fissai sorridendo.
Lo vidi tremare e nascondersi dietro la mia pelliccia di cane.
< no vi prego padrone non sorridete più. Mettete i brividi quando lo fate! >
Scossi la testa chiedendomi per l’ennesima volta del perché mi fossi attorniato da quell’imbarazzante duo di esseri viventi.
Mossi il primo passo verso quell’imponente corpo sospeso in aria, ma subito mi fermai.
L’odore pungente e fastidioso di Naraku era nulla in confronto a quella puzza tremenda! L’avevo sempre detestata.
Così simile alla mia ma così immensamente diversa. Mi disgustava percepire le nostre limitate somiglianze.
Era inconcepibile avere un parente di così basso livello. Eppure nonostante tutto era ancora vivo.
Questo era l’unico punto a suo favore.
Accanto al suo odore nauseabondo percepii immediatamente quello dei suoi compagni.
C’erano tutti.
I due demoni che li accompagnavano e i quattro umani. Percepivo la loro agitazione anche da quella distanza.
Assottigliai gli occhi. Erano proprio degli stupidi.
 
Sentii il corpo di Inuyasha irrigidirsi sotto di me.
Mi abbassai immediatamente verso il suo viso e lo scrutai con attenzione.
Lui voltò lo sguardo e rispose a denti stretti
< Sesshomaru! >
All’inizio rimasi sorpresa di saperlo nei paraggi, poi guardando la gigantesca creatura che oscurava il cielo non mi stupii più di tanto di ritrovarlo anche lui nei pressi della battaglia.
Per quanto ne sapevo aveva più di un conto in sospeso con Naraku.
Fissai intensamente quell’ammasso di carne che galleggiava a una trentina di metri da terra.
Era un bozzo enorme che emanava una forza ed un’aura davvero spaventosa.
Lanciai un’occhiata ai miei compagni che procedevano sopra Kirara al nostro fianco.
I loro volti erano imperscrutabili. Nessuna emozione poteva essere letta con facilità dai loro visi.
Eppure percepivo chiaramente quali sentimenti albergassero in nei loro cuori.
Gli stessi sentimenti che provavo io.
La foresta cominciò a diradarsi e uno spiazzo vasto e completamente carbonizzato dall’aura maligna di quell’essere ci condusse fin sotto al covo di Naraku.
Notai subito la rigida e bianca figura di Sesshomaru che spiccava in mezzo a tutta quella desolazione.
Non si voltò verso di noi. Sicuramente ci aveva già percepiti molto prima.
La sua eleganza e la sua bellezza erano sempre in primo piano assieme alla forza e alla sua aria regale e composta.
In quel momento mi posi un obiettivo.
Non avevo mai pensato al futuro dopo lo scontro.
Non vi avevo mai pensato perché non desideravo farmi del male desiderando un qualcosa che forse non si sarebbe mai realizzato.
Ma ora, ora che tutto stava per avere inizio sorrisi pensando ad una delle cose che avrei voluto sistemare se mai avessimo vinto.
La mia convinzione vacillava sempre più ma cercavo di non darlo a vedere, soprattutto ad Inuyasha.
Guardando quei due fratelli così simili e diversi nello stesso tempo, sentii crescere in me la voglia di vederli uniti.
In quell’istante di assoluta pazzia mi posi l’obiettivo di unire due esseri che non avevano fatto altro che odiarsi e insultarsi per tutta la vita. Volevo che l’unico parente di Inuyasha ancora in vita lo almeno lo sopportasse e lo considerasse come un componente della sua famiglia.
Ecco questo avrei voluto, anche se a ben pensarci mi sembrava molto più semplice sconfiggere Naraku.
< tsk cosa diavolo ci fai tu qui! >
< zitto mezza creatura, la tua voce mi irrita! >
Appunto!!
< ora ho qualcosa di più urgente da sistemare ma appena avrò finito con quel maledetto toccherà a te! >
< come osi parlare al mio signore con tanta arroganza! >
Era la solita scena che si verificava ogniqualvolta quei due si incrociavano anche per sbaglio.
Sbuffai infastidita ma dentro di me una nuova speranza prese piede.
Era confortante sapere che anche in un momento simile di ansia e terrore, anche davanti alla battaglia finale certe abitudini non perdevano il loro tempo.
Fissai il profilo del grande demone cane che non aveva mai smesso di scrutare con attenzione la gigantesca tana di Naraku. Percorsi quel corpo granitico fino ad arrivare all’esserino verde che spuntava da sotto la pelliccia candida.
Inclinai la testa e a pochi passi da me scorsi Ah-Un il demone drago a due teste.
Mi guardai in giro ma non vidi nessun altro.
< Sesshomaru…dov’è Rin >
L’occhiata gelida che mi lanciò fece scattare Inuyasha che mi coprì parzialmente con il suo corpo pronto ad intervenire in caso di attacco.
< Rin quella piccola marmocchia è stata presa da quel maledetto servo di Naraku. E l’ha fatto proprio sotto ai nostri occhi. > tutti noi restammo in silenzio ognuno immerso nei proprio pensieri.
< Byakuya >
< si Inuyasha solo lui avrebbe potuto ingannare il fiuto formidabile di Sesshomaru >
< ma Miroku perché prendere Rin? Si insomma…che senso ha farsi un altro nemico. Un nemico come lui tra l’altro. >
< si vuole divertire Sango ecco perché. Vuole che tutti noi entriamo li dentro e ci scanniamo a vicenda. Vuole sconfiggerci ad uno ad uno. >
< si lo penso anch’io bonzo. E’ convinto di essere invincibile per questo mi ha attirato fin qui. >
Ad un tratto un flash back mi riportò indietro nel tempo.
 
Sangue fresco. Sangue umano..
Scrutai nell’oscurità e il corpo dinnanzi a me prese forma.
Sango!
Il mio cuore perse un battito e il mio corpo si immobilizzò per la frazione di un secondo, poi, scattai verso di lei e scuotendola cercai invano di rianimarla.
Era morta.
Cercai di capire il motivo di quell’orrore.
Il suo corpo era smembrato e la sua solida arma giaceva spezzata a pochi metri da lei.
Intorno a noi solo sangue e devastazione.
Un altro corpicino giaceva devastato a poca distanza.
Mi rialzai barcollando e mi avvicinai. Una mazzata arrivò dritta al mio cuore.
< Rin >
La bambina era riversa al suolo con gli occhi sbarrati e un taglio netto alla gola.
Chi aveva osato fare una cosa simile?
Tornai da Sango.
Imposi ai miei occhi di guardare il suo corpo martoriato e alla mia testa di pensare.
I tagli erano netti e un leggero odore di veleno fuoriusciva dalle ferite.
 A chi apparteneva? E soprattutto…perché?
Perché!?
 
Mi riscossi ansimando ma cercai di riprendermi da quella visione che ancora ristagnava con prepotenza dentro di me.
Percepii immediatamente gli occhi di Inuyasha scavarmi nella mente.
Lo guardai accennando un sorriso per tranquillizzarlo.
Molte tessere del puzzle trovarono la loro giusta collocazione.
Ora capivo la presenza di Rin nel mio incubo e con il cuore sanguinante avevo anche compreso chi avesse distrutto quelle due creature.
L’odore di veleno, i tagli così fugaci e netti. Le lacrime di Sango…
C’era un’unica spiegazione a tutto questo.
Per un qualche assurdo motivo che ancora mi sfuggiva ma che ero sicura avesse a che fare con quell’abominio, Sango aveva attaccato Rin. Era riuscita ad ucciderla con la sua spada che nella visione giaceva accanto al corpicino della bambina.
Il ritardo di Sesshomaru aveva causato la morte della piccola ma nulla aveva impedito alla sua rabbia di sfogarsi su Sango che molto probabilmente si era difesa con l’Hiraikotsu.
La violenza del demone cane doveva aver spezzato l’arma e trafitto Sango senza pietà.
Ecco a chi apparteneva l’odore di veleno.
Ecco il perché delle lacrime colpevoli di Sango.
Tutto era così maledettamente assurdo. Ma tutto tornava disperatamente.
Guardai prima Sango il cui cuore aveva sempre celato un animo puro e candido e poi Sesshomaru, indifferente alla vita e letale nei modi, con un innato senso della misura ma con un unico punto debole vivo e scoperto.
Quella bambina.
Naraku li aveva messi l’uno contro l’altra. Sapendo che mai lei avrebbe attaccato lui senza motivo e viceversa.
Lo doveva ferire in qualche modo e aveva trovato il punto debole.
L’emozione giusta per fargli perdere il controllo.
Quello che restava da chiarire era…perché Sango era arrivata ad uccidere Rin?
Quale piano stava architettando Naraku?
< Kagome…? Hei Kagome tutto bene? >
< oh si scusa…stavo solo riflettendo.. >
L’espressione perplessa di Inuyasha non si attenuò.
Non potevo spiegare loro le mie congetture.
Probabilmente se Sesshomaru avesse anche solo il sospetto che uno di noi avrebbe mai potuto fare del male alla sua protetta ci avrebbe eliminato seduta stante.
No. Dovevo trovare un modo per impedire che tutto questo accadesse.
 
Ad un tratto quella gigantesca palla di carne e veleno si schiuse e otto immense zambe si stesero fino a rilevare la forma di un ragno dalle dimensioni pazzesche.
Gli occhi rossi spiccavano su quel corpo completamente scuro e bitorzoluto.
Il momento era giunto.
Le fauci del ragno si aprirono, un caldo invito ad entrare dentro quella creatura che avrebbe sicuramente costituito il nostro campo di battaglia, il nostro terreno di vittoria o il nostro terreno di morte.
 Questa volta Naraku aveva davvero fatto le cose in grande.
Nessuno fiatò ognuno immerso in se stesso per trovare la forza necessaria per affrontare tutto questo.
Sentii il vortice sulla mia mano pulsare segno che la fine della maledizione era ormai alle porte.
Guardai la mia amata stringere il suo boomerang e contemporaneamente il suo cuore.
Vidi Inuyasha guardare Kagome come a volersi imprimere ogni minimo particolare di lei di cui era sicuramente già a conoscenza.
Vidi lei respirare a fondo e ricambiare lo sguardo con intensità e determinazione.
Infine scrutai Sesshomaru con i lineamenti del viso tirati per la rabbia di sapere in pericolo una persona cara.
Ognuno di noi era pronto a lottare per ciò in cui credeva.
Io per primo.
Tutti avevamo troppo da perdere e tutto da guadagnare.
Naraku forse avrebbe potuto sconfiggere i nostri corpi ma non avrebbe mai sconfitto i nostri cuori.
 
< Shippo, Kohaku…voi rimarrete qui. >
< ma come io…no voglio venire! >
< no fratellino. Inuyasha ha ragione. Abbiamo fatto tanto per salvarti la vita che per nessun motivo la metterei ancora in pericolo! Devi promettermi che rimarrai qui ad aspettarci. >
< ma io voglio combattere. Voglio sconfiggere quel farabutto che mi ha fatto sterminare la mia gente. La deve pagare. >
< lo uccideremo noi. La pagherà Kohaku. Credimi la pagherà. >
< ma io voglio proteggerti sorella! >
< per questo ci penso io. Ti prometto Kohaku che non permetterò a nessuno di farle del male! >
< monaco se le succede qualcosa io…io…. >
Con una fugace carezza Miroku gli scompigliò i capelli e gli sorrise rassicurandolo.
< anche io voglio venire con voi…uffa…… >
< piccolo Shippo tu devi rimanere qui e fare la guardia. Devi rimanere al sicuro perché sei piccolo e prezioso >
< ma Kagome….snif…io… >
< niente ma….non sarei tranquilla sapendoti li dentro…e tu non vuoi farmi preoccupare vero? >
< ma se…se non doveste farcela…. >
< allora toccherà a voi portare avanti la nostra battaglia…. >
Il tono solenne di Inuyasha fece cessare le lamentele del piccolo demone volpe.
Vidi il volto di Shippo decisamente sconvolto. Passò dal pianto allo spavento alla determinazione in pochi attimi.
< ahhhaa tu non parteciperai e la gloria andrà tutta al mio padrone….perchè sarà lui ad uccidere quello stolto e io non mi perderò neanche un attimo ahhhhaaa >
< Jaken…tu e Ah-Uh rimarrete qui assieme a loro. > con voce baritonale e letale Sesshomaru aveva imposto il suo volere.
La bocca spalancata del rospetto verde toccò l’erba bruciata. Poverino era rimasto davvero male.
< ma signore io… >
< non ammetto repliche. Obbedisci e basta. >
< ….si…mio signore… >
La linguaccia di Shippo fece riprendere Jaken dal suo stato di rassegnazione e i due cominciarono una lotta di smorfie e  movenze prettamente fanciullesche.
< bene è ora di procedere >
Sesshomaru si lanciò con grazia verso le fauci del ragno.
Io montai su Kirara e lo stesso fece Miroku.
Mi abbracciò la dietro e si strinse forte a me.
Godetti di quel calore e cercai di imprimermelo nella mente e nel cuore come unica arma contro il male e il dolore che avremmo dovuto sopportare.
Con l’anima in subbuglio varcammo le soglie del nostro inferno.
< Kirara..ora voglio che tu torni indietro e che badi a quei piccoli diavoletti. Proteggi Kohaku e non permettergli di seguirci. Ti prego. >
Gli occhi della mia fedele compagna rivelarono tutta la sua contrarietà rispetto alla mia richiesta.
< lo so che abbiamo sempre combattuto le nostre battaglie assieme e che ci siamo sempre aiutate l’un l’altra ma ora voglio che tu protegga loro. Voglio che mi aspetti perché tornerò e non vedrò l’ora di riabbracciarti >
Il suo muso enorme si strofinò contro di me come se volesse confortarmi.
Non riusciii a trattenere le lacrime.
< tornerò piccola mia è una promessa. Ora va! >
Con un ultimo sguardo malinconico la vidi scomparire dove il cielo ancora conservava uno spiraglio di luce.
Davanti a noi. Solo le tenebre.
 
Strinsi forte la proiezione vivente del mio cuore fino a percepire i suoi battiti agitati contro il mio petto.
Accarezzai i suoi capelli e tracciai con le mani il contorno del suo viso.
Scesi sul collo, poi lungo le braccia e mi soffermai sulla sua vita. Poi ritornai sul suo volto aspirando con urgenza il suo dolce profumo.
Era inconcepibilmente doloroso pensare che con le mie mani avrei potuto distruggere quel corpo che ora stringevo, ma era ancora più doloroso pensare che stavo andando verso quella fine con le mie stesse gambe e ci stavo trascinando anche lei.
La stavo conducendo a morte certa.
I suoi occhi mi incendiarono il cuore e il suo sorriso dolce rischiarò l’agonia nella quale mi stavo perdendo.
Alzandosi sulle punte appoggiò la fronte contro la mia
< Inuyasha…..tu ce la farai. Io non ti odierò mai e non proverò alcun dolore a causa tua. Tu saprai sempre chi sono >
Non osavo rispondere a quella dichiarazione di fiducia.
In cuor mio sapevo che dovevo aggrapparmi a quelle parole e vincere le mie paure ma era tremendamente difficile.
Mi baciò il naso e per una frazione di secondo tornai indietro nel tempo dove ogni nostra scaramuccia o difficoltà veniva placata da quel piccolo gesto.
Mi diede conforto sapere che quelle piccole cose ci avrebbero accompagnato in questa tormentata battaglia.
< ora andiamo o penseranno che siamo fuggiti via dalla paura, soprattutto tuo fratello >
<  tsk! Non oserebbe! >
Mi sorrise apertamente. Sapeva quali erano le leve giuste per il mio carattere.
Le diedi un bacio a fior di labbra incidendo tutte le sensazioni che provai nel mio cuore.
Mi staccai da lei e chinandomi le feci segno di salire.
< andiamo! >




Eccone qui un altro.....eh...la fine si sta davvero avvicinando....da una parte non vedo l'ora di spuntare quella voce sotto il titolo...Completa? SI!!!!!!!!!
Dall'altra invece so già che mi mancherà un sacco non aggiornare questa storia che mi ha accompagnata per tanto tempo!!!
Ora passo ai ringraziamenti..non li faccio uno ad uno perchè preferisco di gran lunga rispondervi a tu per tu...almeno finchè posso...!!!!
Mi ha davvero fatto tanto ma tanto piacere vedere la mia storia inserita tra i preferiti e ricordati....o seguiti..è proprio emozionante!!! O.O
Un bacione speciale va a chi continua a influenzarmi positivametne con i suoi commenti.....che come sempre sono apprezzatissimi!
Un abbraccio a tutti voi............ehi...dico a voi che solo leggete............CIAOOOOO =D

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Capitolo 31
*** Un bivio da superare ***


Varcammo la soglia di quel luogo viscido e lugubre e procedemmo per alcuni minuti persi nel silenzio più totale.
Neanche i nostri passi producevano alcun suono.
Il terreno sul quale ci stavamo muovendo sembrava rivestito da una sottile mucosa che attutiva ogni rumore.
Mi guardai attorno spaventata e insicura. Quello non era un luogo normale.
Sembrava che da un momento all’altro il pavimento si dovesse aprire e che le pareti fossero in attesa di un qualche segnale per soffocarci tutti.
< maledizione questa puzza è tremenda! >
< più che la puzza Inuyasha io percepisco l’aura maligna che sembra impregnare ogni singolo angolo di questo luogo >
< io non capisco dove ci troviamo….è tutto così..> non trovavo la parola esatta per descriverlo.
< viscido!!!! >
< si…hai ragione Sango “viscido” rende alla perfezione l’idea >
< sono contenta che Kohaku e gli altri siano rimasti al sicuro >
< già……qui si sarebbero sicuramente spaventati a morte >
< a proposito di altri…dove credete che sia Sesshomaru… >
< ovviamente deve essere corso alla ricerca di quella bambina. Tsk…e meno male che lui non si affeziona mai a nessuno….ma soprattutto che gli esseri umani sono creature abbiette e inferiori..cosa avrà mai quella bambina di tanto speciale…..mah!! >
< è una ragazzina pura e piena di vita Inuyasha. Deve essere stato un bel diversivo per il suo cuore freddo e duro. Io sono sicura che con il tempo imparerà ad essere più aperto e disponibile verso la vita >
< maledizione…tu Kagome difendi sempre tutti….se potessi difenderesti anche quello scempio di Naraku! >
Un brivido freddo percorse la mia schiena.
< è vero…all’inizio ho sempre cercato di capire quali sentimenti ci fossero dietro ai suoi gesti malvagi. Ma poi ho compreso che neanche l’odio e il dolore più atroce porterebbero qualcuno a compiere le mostruosità che ha fatto lui. No…ora come ora non trovo nessuna scusa abbastanza valida a difesa di quella creatura. >
< tsk…meno male! >
< hei guardate la c’è un bivio….! >
Ci fermammo tutti davanti a quella netta separazione.
La via sulla sinistra sembrava procedere verso il basso….l’altra invece seguiva un tortuoso percorso in salita.
Il mio cuore cominciò a martellarmi nel petto.
Cosa significava? Perché c’erano due strade da percorrere?
Ci avrebbero condotto entrambe alla stessa meta oppure una sola era quella giusta? E l’altra???
Mille domande ronzarono nella mia mente.
Domande che vedevo riflesse negli occhi dei miei compagni.
< è una trappola! >
< sicuramente…non lo metto in dubbio >
< cosa possiamo fare? >
< decidere e in fretta!! >
< Ma Inuyasha…….non starai pensando alla possibilità di dividerci vero? >
< si è quello che avevo in mente. Non sappiamo quale strada sia quella giusta e quale no…ne sappiamo cosa ci aspetta alla fine… >
< appunto per questo dobbiamo restare uniti. >
< No Sango….piccola mia…Inuyasha ha ragione >
< mah..ma…. > vidi la bocca di Sango aprirsi varie volte senza emettere alcun suono coerente.
Anche io ero terrorizzata a morte al’idea di separarci.
Non sapere cosa sarebbe potuto accadere agli altri per me….era….devastante.
< perché ? > pregai la mia voce perché uscisse il più chiara e indifferente possibile ma il risultato fu solo un rantolo di paura.
Inuyasha mi accarezzò delicatamente una guancia.
< Kagome…su….mi avevi detto tu di essere coraggioso e fiducioso ed ora??? >
< si hai ragione però….dividerci…… >
< è necessario… >
< ma perché…? >
< qual è l’obiettivo che ci siamo sempre prefissi? >
< sconfiggere Naraku…… >
< esattamente. Tienilo bene a mente. Ora…se continuassimo a restare uniti il rischio che correremo di essere sconfitti tutti quanti sarebbe alto…vero? >
< ma uniti siamo più forti > anche il tono di Sango ora era lamentoso e implorante
< è vero…ma se ci dividiamo in questo caso abbiamo molte più speranze di giungere alla meta finale >
< ma se una delle due strade fosse solamente una trappola? >
La domanda posta da Sango rimase sospesa nel vuoto mentre la consapevolezza della conclusione alla quale erano giunti Miroku ed Inuyasha mi tramortiva come un fiume in piena.
< se una delle due vie fosse una trappola a soccombere sarebbero solo due di noi…mentre gli altri due potrebbero arrivare a Naraku e sconfiggerlo. >
Lo dissi come stessi recitando una poesia triste e conosciuta.
Quanto avrei voluto in quel momento scappare via con tutti loro e dimenticarmi di esistere.
< Kagome… > scossi la testa.
Inuyasha non mi avrebbe mai convito dell’ovvietà di quell’assurda scelta.
Dentro di me sapevo già che aveva ragione ma mai avrei potuto optare per sacrificare un mio amico.
< ma se rimanessimo tutti assieme ci potrebbe essere anche la possibilità che azzecchiamo la via giusta no? D’altra parte è un 50 e 50 >
< se invece ci dividessimo non avremmo alcun margine d’errore. >
< maledizione bonzo…..se ci dividessimo qualcuno potrebbe morire! >
< shhhss Sango calmati ti prego… >
< no Miroku…non puoi neanche pensare davvero che io accetti questa folle idea. >
Il capo di Miroku si abbassò afflitto e addolorato, Inuyasha continuò invece a guardare con sfida e determinazione le due strade che ci avrebbero divisi fino all’anima e le mani di Sango si strinsero l’un l’altra per cercare un conforto che nemmeno io ero in grado di donarle.
Ad un tratto la vidi alzare la testa e fissare Inuyasha con intensità e rabbia.
< lo sai cosa accadrebbe a lei se uno di noi dovesse morire e soprattutto sai benissimo che se voi due doveste rimanere soli……..tu…tu potresti… >
< basta così Sango…ti prego… >
Sapevo che le sue parole per quanto vere fossero erano solamente dettate dalla paura per ognuno di noi, per cui non gliene feci una colpa.
Mi voltai verso Inuyasha, cui la postura rigida mostrava chiaramente come quelle parole lo avessero ferito.
Cercai  di sorridergli per rassicurarlo ma la sua espressione non mutò
< ho pensato anche a questo ovviamente. Per quanto io vi voglia bene la sicurezza di Kagome è posta sopra ad ogni cosa >
Lo guardai sospesa tra il baratro di scoprire a quale conclusione fosse giunto e la consapevolezza che il mio cuore fosse già a conoscenza del suo verdetto.
< ci divideremo così…e non ammetto discussioni…..Tu Miroku andrai con Kagome mentre Sango verrai con me. >
Nello stesso istante in cui pronunciò quella sentenza mi sentii lontana da lui mille miglia eppure solo qualche centimetro ci divideva.
Evidentemente lesse la domanda nei miei occhi e rispose con voce impassibile e indifferente.
< Tu e Miroku siete dello stesso stampo. Se vi affiderete l’un l’atro potrete affrontare qualsiasi cosa. Io e Sango siamo coriacei e testardi e ce la caveremo benissimo. Inoltre non perderemo mai la testa di fronte al pericolo e il nostro obiettivo comune sarà rincontrarci tutti. Sani e salvi. Dopotutto Sango ha ragione. Io e te non possiamo mai stare da soli. Correresti troppi rischi. >
< ma…. >
Guardai Miroku in cerca di un sostegno contro quella follia ma in lui vidi solo convinzione e tristezza.
Sapeva che l’idea di Inuyasha era più che giusta ma faceva tremendamente male.
Anche Sango era  giunta alla mia stessa conclusione.
Quei due si erano alleati mutamente e noi avremmo solo potuto seguirli.
Mi avvicinai alla mia amica e l’abbracciai con forza.
La stretta che ricambiò fu come la cioccolata calda dopo una lunga camminata sotto la neve.
Sapevo che mai avrebbe permesso ad Inuyasha di farsi del male.
Lo avrebbe protetto come io avrei protetto Miroku.
 
Diedi una sonora pacca sulla spalla a quel mezzo demone cocciuto che con le sue giuste e devastanti proposte mi stava portando via una parte di me. Ma sapevo che aveva ragione.
< mi raccomando ti affido il mio cuore…. > e guardando in lontananza fissai la mia bella sterminatrice in lacrime.
< ed io ti affido il mio > anche lui si voltò verso quell’abbraccio che trasmetteva calore, forza e fiducia.
Sapevo quanto gli costava affidarmi Kagome. Era da quell’ultimo tragico giorno, quando l’aveva avuta morta tra le braccia che nessuno, nessuno poteva mai sfiorarla. Solo in una situazione critica come questa avrebbe acconsentito a tenerla lontana.
Ci scambiammo una lunga occhiata finchè una mano esile e fredda toccò il mio braccio.
Spostai lo sguardo verso quella creatura che mi aveva donato tutto di se e che era riuscita ad accettare tutto di me.
La strinsi forte e in quell’abbraccio ritrovai la forza per allontanarmi da lei.
 
Guardai quei due corpi avvinghiati l’un l’altro e subito il mio urlò di protesta verso la mancanza che stava subendo. Voleva anche lui un corpo da stringere.
Mi voltai verso di lei e la fissai intensamente.
Era immobile esattamente dove l’aveva lasciata Sango e mi guardava con quello sguardo caldo e determinato, dolce e solo.
Mi avvicinai lentamente fino a trovarmi a pochi centimetri da lei.
Mi chinai leggermente e appoggiai la testa sul suo cuore ascoltando per un attimo quei battiti regolari e profondi.
< questo…Kagome…non deve mai fermarsi….promettimelo…mai! >
Mi prese il viso tra le mani e mi trascinò verso il suo.
< si fermerà solo se anche il tuo smetterà di lottare >
< allora posso stare tranquillo. Non accadrà! >
Un sospiro leggero di soddisfazione si infranse contro il mio volto ora a pochi millimetri dal suo.
Mi baciò il naso e poi si accoccolò contro il mio petto.
< Inuyasha devi sapere una cosa però…. >
Mi staccai leggermente per poterla vedere in viso.
Si alzò sulle punte e circondandomi il collo con le braccia, avvicinò la sua bocca al mio orecchio.
< devi stare attento a Sango. Non so quando e se si verificherà davvero ma tu devi tenerla d’occhio >
< cosa si verificherà…cosa intendi dire > un leggero brivido di apprensione invase i nostri corpi ancora stretti
< ti ricordi l’incubo che ho fatto…quello in cui capivo che tutti loro erano morti e che tu…. >
Mi irrigidii involontariamente.
Era sempre doloroso ricordare quello che le avevo fatto. Quello che le avrei potuto fare.
< si…mi ricordo > tagliai corto
< ok….allora ti dovresti ricordare anche che nell’incubo Sango e Rin erano morte l’una accanto all’altra….. >
< si ma…. > la consapevolezza di dove volesse arrivare Kagome mi bloccò il respiro.
< Sesshomaru?…è stato Sesshomaru a….a….ad uccidere Sango? >
< credo di si…come credo che sia stata Sango ad uccidere Rin…ma non so il perché Inuyasha…io non capisco è tutto così… > nuove lacrime solcarono quel viso impaurito e preoccupato.
< shhhs…tranquilla….l’aiuterò io….non ucciderà nessuno vedrai e ci ritroveremo tra poco nuovamente insieme. >

< si ne sono assolutamente certo >
< quando vuoi sai essere davvero convincente…. >
< lo so >
< ti amo >
< so anche questo >
< spiritoso!!!! >
< ti amo anch io >
< lo so! >
Con un bacio suggellammo le nostre promesse.
Ma i nostri piani non stavano seguendo il volere di colui che ci stava costringendo a formularli.
Così accadde tutto in un attimo.
La terra sotto di noi tremò e il bivio che ci aveva fatti sostare e penare tanto ci inghiottì senza pietà e solamente quando riuscii a capire chi fossi e soprattutto dove fossi iniziai a tremare.
Non solo mi ritrovavo con l’uscita sbarrata e con un percorso in salita da affrontare, ma soprattutto mi ritrovavo in solitudine con l’unica persona che mai assurdamente avrei voluto al mio fianco in quel momento.
Kagome.



Salve a tuttiiii...nn mi dilungo molto.....
Questo qui è un capitolo di transizione...da qui in poi inizia la vera battaglia e il probabile finale...
Devo ancora capire se sarà un happy hending o no!!!!! Staremo a vedere.
Un bacione a tutti e ringrazio un sacco Inuyasha89 , Kagome_94 e ovviamente  8Kanemi8!!!!

Un bacione enorme a tutti gli altri ovviamente!!! A presto =D

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Capitolo 32
*** Ogni cuore...un dolore ***


< Chissà come se la stanno cavando la dentro? >
< non lo so ma non ho un bel presentimento >
< già i vostri stupidi amici rischiano davvero la vita quanto al mio padrone invece sono sicuro che nulla potrà mai nemmeno scalfirlo. >
< nessuno è imbattibile. Neanche lui…soprattutto se è dentro quel coso >
< a nessuno è permesso di mettere in discussione il mio signore. Tu ignobile essere pulcioso! >
< ah si…se è tanto imbattibile perché ha avuto timore a lasciarti qui…….forse non era poi tanto sicuro di riuscire a proteggerti oppure ipotesi ancora più plausibile per lui sei solamente  una seccatura!! Mhmmmm >

< uff… >
< mai le mie orecchie hanno sentito parole più assurde. Vieni Ah-Un….la loro vicinanza mi disturba >
Sospirai riportando l’attenzione verso quel ragno gigantesco che conteneva ora i miei amici, la mia salvezza ma soprattutto conteneva ciò che di più caro avessi ancora al mondo.
L’unica cosa cara che avevo al mondo.
Lei. Mia sorella.
Immediatamente percepii il calore del corpo di Kirara premuto contro il mio.
Sorrisi confortato da quella gatta che assieme a me condivideva quella grande pena.
< coraggio sorella. Non mollare! >
 
Tossi ripetutamente per permettere ai miei organi di funzionare con regolarità.
Il miasma mischiato alla polvere alzata dal crollo della parete impregnava l’aria.
Gli occhi ancora ciechi davanti a quel buio opprimente continuavano a lacrimare, i polmoni reclamavano aria pura e la gola era completamente riarsa a causa di quel potente veleno.
Mi alzai in ginocchio e immediatamente percorsi a fatica con lo sguardo dove ero finita.
Sentivo gli stessi movimenti provenire da qualche metro di distanza ma sapevo con certezza che anche Miroku seppur malconcio stava bene. Il problema era che non percepivo la presenza di nessun altro a parte noi due.
Fissai la strada in discesa che procedeva lontana nell’oscurità più opprimente.
< non ci voleva…quel maledetto…ci ha separati…. >
< si….alla fine ha deciso lui per noi. >
< come sempre!!! >
Con l’aiuto di Miroku mi alzai e sostenendomi ancora a lui formulai quella domanda che mai avrei voluto porre.
< ora che Inuyasha e Kagome sono soli…pensi che…che lui… >
In risposta ricevetti solo un abbraccio doloroso.
Le lacrime ora scendevano non solo per il bruciore agli occhi ma per la paura di non poter più rivedere nessuno di loro.
< ora dobbiamo pensare a noi. Non credo che Naraku abbia intenzione di lascarci ancora in pace per molto… >
< si hai ragione. > tirai su con il naso e preso un bel respiro, per quanto ci era concesso mi incamminai al suo fianco scendendo in quel tunnel che ci avrebbe condotto sicuramente in guai seri.
 
< Inuyasha…..? Inuyasha ci sei…? >
< si…sono qui… >
< oh meno male…non vedo assolutamente niente con questo buio e i miei occhi si ostinano a rimanere chiusi. Brucia troppo questo veleno. >
< tra un po’ ti abituerai. >
< maledizione………deve sempre introdursi quando abbassiamo la guardia? Mi chiedo cos’abbia in mente questa volta. >
< tra un po’ lo capirai da sola! >
< mah…. Inuyasha….perchè mi tratti così…io….io non capisco…cosa ti ho fatto di male….sono caduta e mi sono anche sbucciata un gomito se lo vuoi sapere e tu mi rimproveri pure….dannazione. Dove sono gli altri? >
Silenzio.
Quando non sai cosa dire il silenzio è la miglior risposta.
E io non sapevo proprio cosa dire in quel momento perché pronunciare le parole “siamo soli”  mi risultava impossibile.
Ero arrabbiato e terrorizzato.
Avrei voluto piantarla li e correre lontano prima che qualcosa di irreparabile si verificasse, ma il mio corpo era egoista e il mio cuore anche.
Mai si sarebbero potuti staccare da lei.
Me la stavo prendendo con Kagome perché era colpa sua se ora rischiavo di ucciderla.
Colpa sua perché aveva insistito tanto.
Colpa sua perché si era fidata di me. Maledizione.
Il mio prolungato silenzio doveva essere stato molto più eloquente del previsto perché anche nella penombra la vidi alzarsi e vacillare verso una parete che per quanto melmosa e disgustosa fosse risultata rappresentava l’unico sostegno concesso in quel momento.
Aveva compreso.
Aveva capito la gravità della situazione ed ora non riusciva neanche a reggersi da sola.
Sentii un suo flebile respiro.
< siamo soli…siamo soli…tu ed io…io e te…e basta! >
Non era una domanda. Non serviva risposta.
< non vinceremo mai. Tu mi ucciderai, Sango ucciderà Rin e tuo fratello ucciderà lei. Miroku perirà per via della maledizione e quel dannato vincerà. Trionferà su tutti. >
Ascoltai il resoconto del mio inferno privato e rimasi paralizzato nel constatare quanto Kagome credesse a quelle parole.
Tremai al pensiero che anche l’unica persona che aveva sempre sostenuto il contrario fosse crollata senza pace.
< moriremo tutti….. >
Qualcosa dentro di me scattò come una molla da troppo tempo piegata.
Un mare in tempesta, la rivolta del cuore assalirono quel che restava della mia imperscrutabilità e la travolsi.
Travolsi la persona che amavo cercando di oppormi a quel destino che dipinto da lei era inaccettabile.
Destino che fin ora avevo contribuito a formare.
< smettila maledizione! >
La raggiunsi e scossi le sue esili spalle piegate verso il basso.
La strinsi con forza e convinzione, la strinsi cercando di trasmetterle tutto il mio furore. Tutta la mia energia.
< nessuno morirà capito? Io non permetterò assolutamente a nessuno di lasciare questo mondo. Solo quella bestia dovrà pagare per tutto. Io non ti ucciderò Kagome. Io riuscirò a ricordarmi chi sei anche se dovessi morire.
Io ho giurato di proteggerti per sempre. E lo farò. Costi quel che costi. Sei la mia vita. Sei da proteggere. >
Ora che avevo sfogato su di lei la mia ribalta mi sentivo meglio.
Guardai quel viso contratto dalla fatica di tener aperti gli occhi umidi e luccicanti e quella bocca forzatamente chiusa in una linea sottile aprirsi in un sorriso sereno e soddisfatto.
La guardai scioccato.
Me l’aveva fatta.
Era riuscita anche stavolta a premere i tasti giusti del mio carattere per farmi ragionare.
Era la mia strega. Una strega che, ora sapevo, avrei protetto fino alla fine.
 
 
Sorrisi a quel tontolone di mezzo demone che mi aveva quasi incastonata nella parete dalla foga con cui mi aveva travolta. Avevo immediatamente capito  che oltre a noi in quella parte di percorso non c’era nessun altro, ma subito avevo percepito anche la tensione e l’ostilità di Inuyasha che aveva immediatamente preso le distanze da me.
Del futuro non avevo certezze, ma sapevo che se lui avesse continuato a reputarsi la vittima della situazione e ad avere così poca fiducia in se stesso….allora le probabilità di morire..per me  sarebbero state piuttosto alte.
Visto che con le preghiere e gli scongiuri non avevo ottenuto alcun risultato magari facendo l’inverso qualcosa in lui sarebbe scattato. E così era stato.
Amavo conoscerlo così bene.
< ora andiamo Inuyasha dobbiamo procedere >
< si ma…..mi raccomando. Prima pensi a te poi…a me >
< ok…. >
 
Era da troppo tempo che vagavo nei meandri di quel putridume e di lei neanche una lontana traccia. Era impossibile che fosse sparita. Sapevo con certezza che era qui.
La rabbia repressa fino a quel momento cercò di riemergere ma con un moto di volontà cercai di calmarmi e di conservare la mia furia per quell’essere immondo che aveva osato prendersi gioco di me e sfidarmi.
Mi fermai analizzando il contesto che mi circondava. Tutto era viscido e melmoso e l’insano odore di veleno scadente impregnava l’aria rendendola irrespirabile per un comune mortale.
Quei quattro sciocchi.
Avevo percepito il crollo di un qualcosa e speravo dentro di me che la banda di quel pezzente e lui soprattutto fossero finalmente periti.
Non volevo nessuno tra i piedi.
Annusai ancora l’aria ma nessun odore familiare a quello della bambina prevalse sugli altri.
Continuai a procedere per quel tortuoso percorso che sembrava condurre verso il basso.
Ad un tratto però percepii la presenza del bonzo e della sterminatrice. Erano lontani rispetto alla mia posizione ma di li a poco li avrei sicuramente incontrati. Che seccatura.
 
Stavamo procedendo lungo quel tortuoso sentiero che sembrava condurre alle viscere della terra.
L’aria si faceva sempre più irrespirabile e densa.
Superato l’ennesimo tornante ci ritrovammo sull’orlo di una cavità contenente un liquido verdastro che emanava una serie di flussi velenosi capaci di sciogliere anche il metallo più duro.
Se fossimo caduti li, di noi  non sarebbe rimasto niente.
Presi Sango per mano e la condussi velocemente verso un punto più rialzato e spazioso.
Avevamo i respiri accelerati.
Nonostante il minimo sforzo che stavamo compiendo e le maschere di protezione degli sterminatori, i nostri polmoni erano comunque al limite.
< maledizione >
< ci sarà una via d’uscita….non possiamo rimanere qui Miroku! >
< lo so..ma con questo miasma non vedo nulla >
Ad un tratto un leggero terremoto scosse il terreno sotto ai nostri piedi.
< ci mancava solo questo >
< cosa può essere >
< non lo so ma dobbiamo affrettarci prima che crolli tutto >
Continuammo ad avanzare velocemente a tentoni. Attenti a non precipitare nel fluido velenoso.
All’improvviso andammo a sbattere contro una parete molliccia che ci ostacolava il cammino.
Sembrava messa li apposta.
A causa del terremoto il liquido cominciò a progredire di livello e mancavano pochi metri perché fuoriuscisse devastando tutto…compresi noi.
La paura cominciò a prendere il sopravvento sulla razionalità.
Eravamo davvero in trappola e cosa peggiore lei sarebbe morta con me.
Non volevo questo.
In quel preciso momento accaddero due cose.
Un’orda di demoni di ogni genere spuntata dal nulla cominciò ad avanzare verso di noi, ed uno spiraglio di luce fioca entrò dal punto più alto della parete alle nostre spalle.
Non mi servirono più di pochi attimi per decidere.
Sfilai il rosario dal polso e intimai a Sango di scalare quella parete.
Vidi il suo volto passare dallo spaventato allo scioccato e disperato.
Il mio cuore iniziò a soffrire per questo suo dolore. Ma doveva mettersi in salvo. Ora.
< ti prego Sango…..io ti seguirò…tu muoviti ora! >
< no..no….tu vieni con me….anzi..noi sconfiggeremo questi demoni assieme e poi troveremo una via di fuga. >
< ascoltami per favore. Il fluido velenoso sta salendo sempre più e fra poco neanche questo punto sarà al sicuro. Devi fare quello che  ti dico. Vai. >
< ma….ma io…. >
Calde lacrime cominciarono a rigarle il volto.
Non riuscii a soffermarmi oltre su quella bellissima quanto struggente visione perché due demoni dall’aspetto disgustoso mi sfiorarono un braccio.
Mi voltai appena in tempo e lasciai che il mio vortice li risucchiasse.
I demoni che ci braccavano erano davvero troppi e molti caddero nel fluido a causa della loro mole. Ma questo non fece altro che accrescere il livello di quel liquido mortale.
Cominciammo ad indietreggiare fino ad avere le spalle contro quella dannata parete che ostacolava la nostra via di fuga.
Aprii nuovamente il vortice e risucchiai una dozzina di altri demoni.
Non sembravano particolarmente intelligenti o forti…la loro caratteristica era il numero spropositato che non finiva mai.
Un dolore lancinante alla mano mi costrinse a contorcermi su di me e a richiudere il vortice.
< Miroku così hai? Stai male? Ti prego rispondi… >
< No…no Sango…tranquilla non..non è niente >
Non era il momento di mostrarsi deboli.
Non era il momento di cedere alla maledizione.
Era il momento di lottare.
Cercai la forza dentro me per riaprire la mano maledetta e continuare ad uccidere quegli infiniti esseri.
Poi ad un tratto capii.
Ecco perché eravamo stati divisi. Ecco perché eravamo finiti in questo luogo.
Lui sapeva.
Lui voleva costringermi ad accelerare il processo di autodistruzione.
Ma soprattutto voleva che lei assistesse a tutto quanto.
Mi aveva messo con le spalle al muro, aveva fatto si che le condizioni sfavorevoli mi permettessero solo di utilizzare il vortice e aveva creato un numero mai visto di demoni che mi avrebbero logorato velocemente.
Sorrisi. In quanto a piani di vendetta….era il migliore.
E d’altra parte come aveva previsto lui…non avevo scelta.
O utilizzavo il vortice o saremmo morti entrambi.
 
Maledizione.
Sentivo dell’aria pura provenire dalla mano sinistra di Miroku. Sentivo il sibilo del vento che decretava che il foro si stava allargando. Che decretava che se avesse continuato così sarebbe morto di li a poco davanti ai miei occhi.
Ma i nostri guai non erano finiti.
< Miroku…gli insetti velenosi di Naraku….chiudi immediatamente il vortice. >
Stavolta seguii la mia preghiera disperata.
I demoni non accennavano a diminuire seppur ne avesse già uccisi una quantità spropositata.
Afferrai l’Hiraikotsu e lo lanciai contro quegli insetti. Come avevo previsto però l’ampiezza della mia arma andò a sbattere contro una delle pareti che costeggiava il lago di miasma.
Il muro si sgretolò e parte di essa finì nel liquido incrementando il livello che ormai era prossimo allo straripamento.
Corsi a raccogliere la mia arma e solo allora notai degli appigli nella parete che era stata alle nostre spalle.
Una luce più chiara e invitante illuminava la cima di quella scalata che finiva direttamente a strapiombo sul fluido velenoso.
Ritornai al mio posto sempre contemplando la parete che offriva la nostra unica via di fuga.
Ad un tratto risentii quel soffio e senza voltarmi capii che il vortice era stato nuovamente aperto.
Dovevo sbrigarmi oppure i miei incubi peggiori si sarebbero realizzati proprio sotto i miei occhi.
 
< Inuyasha…..pensavo che…salendo l’aria si sarebbe fatta più respirabile invece…… >
< si lo credevo anch’io però a quanto pare tutto in questo luogo è impregnato di miasma per cui…. >
Per cui niente! Lui era un mezzo demone e soffriva visibilmente di quel veleno che penetrava anche nella pelle, figuriamoci io.
Cercai di resistere e di procedere in silenzio come avevamo fatto fino a li.
Era una situazione logorante.
Stavamo procedendo è vero ma verso cosa?
Quella era l’unica via da seguire ma non per questo era quella sicura o giusta. Anzi. Da un momento all’altro mi aspettavo un cataclisma in grado di ucciderci senza possibilità di scampo.
Respiravo a fatica, i miei polmoni urlavano pietà e il mio cuore pompava aria inutilmente all’interno del mio organismo. La gola era talmente secca che anche la funzione della saliva aveva smesso di operare.
Mi leccai per l’ennesima volta le labbra che sentivo sempre più tirate.
Gli occhi poi, ero sicura fossero gonfi e rossi, sempre prossimi alle lacrime e perennemente offuscati.
Dovevo sembrare un disastro. La differenza tra me e lui era palese anche in quel momento.
Se non fossi stata a conoscenza del suo inferno interiore avrei sostenuto con certezza che per lui questa scalata era paragonabile ad una scampagnata tra i boschi.
Ma io sapevo. Sapevo perché avanzava sempre davanti a me senza voltarsi, sapevo perché non voleva aver alcun contatto con me, sapevo ma non per questo provavo meno dolore.
Lanciai un’occhiata dietro di me, ma i miei occhi non riuscirono a scorgere nulla a parte il buio.
Sospirai rassegnata. Era logorante non sapere dove quella strada ci avrebbe condotto. Era logorante non sapere se fosse il percorso giusto oppure la via che ci avrebbe condotto a morte certa. Tutto era estremamente logorante.
< percepisci niente? >
Scossi la testa
< no Inuyasha…chiedermelo di continuo non contribuirà a sentire la presenza della sfera per cui calmati. >
< non è che perdendo i tuoi poteri di sacerdotessa ti è sparita anche la capacità di percepire la sfera dei quattro spiriti? >
Mi immobilizzai sul posto.
Poteva essere vero?
No. In passato ancor prima di sapere di essere una sacerdotessa ero in grado di seguire la presenza dei frammenti.
Facendo quella promessa mi ero negata la possibilità di percepire la sfera? Possibile? Ero io la causa del nostro vagabondare senza meta? Ero io ad essermi preclusa l’unica via di salvezza? Era tutta colpa mia?
No il destino non poteva essere così crudele. No. Ci doveva essere una spiegazione valida alla mia cecità.
Portai le mani al viso e nascosi le mie lacrime. Non poteva essere vero, non doveva essere vero.
 
Rimasi impalato a fissare quell’esile creatura che ora per colpa mia portava sulle spalle un altro pesante fardello.
Era sempre causa mia il suo dolore. Io le procuravo solo del male.
Mi avvicinai cauto e lento. Era da ore che non la toccavo ne sfioravo. Erano ore che la tenevo a distanza.
Avevo trovato il coraggio di oppormi al volere di quel maledetto però non per questo ero in grado di sentirmi fiducioso al tal punto di credere che non le sarebbe accaduto nulla.
Allora avevo preferito evitare ogni qualsiasi tipo di contatto in modo che non si presentasse mai l’occasione di cedere a qualcosa di più forte della mia volontà.
Ma ora.
Ora che con quella frase avevo minato la sua forza e la sua sicurezza in se stessa non potevo starmene alla larga guardandola soffrire.
Le presi entrambe le mani tra le mie e le allontanai dal suo viso.
Rimasi ferito vedendo i segni della fatica sul suo volto.
Per me era tutto più semplice.
< scusa >
Abbassò gli occhi e le sue mani minacciarono di sfuggire dalle mie ma io non glielo permisi.
< scusami sono stato….indelicato >
< tu sei sempre indelicato. Tu sei sempre indelicatamente vero >
< …..non mi piace più di tanto sappilo… >
< ….cosa…essere indelicato o vero? >
< ……entrambi!!! >
< la verità è la verità per cui non hai colpa >
< …..ho colpa se ti fa stare male… >
La vidi sospirare e asciugarsi gli occhi rossi con una manica impolverata.
< non servo davvero a niente in pratica vero? >
Mi ci vollero alcuni secondi per riprendermi da quell’assurdità.
< non dovrei neanche rispondere a una stronzata del genere….ma tu vuoi una risposta vero….? >
< si…. >
Sospirai e solamente il vederla li, tremante e insicura come non mai, tenne a bada la rabbia che quella frase aveva scatenato in me.
< tu sei tutto per me. Mi aiuti anche stando in silenzio. Non capisci quanto tu sia indispensabile per me…e soprattutto per gli altri? Se non lo capisci allora vuol dire che non consideri il bene che ti circonda. Con o senza poteri, con o senza capacità sovraumane…. tu rimarrai sempre tu. Quindi smettila di parlare a vanvera!!! >
Due occhi nocciola e umidi come non mai si spalancarono su di me.
Finalmente quel sorriso che non vedevo da ore spuntò rischiarando le tenebre intorno a noi.
< tu sei la mia forza Inuyasha >
< e tu la mia!!! >
Un rumore alle nostre spalle ci fece irrigidire entrambi.
< bene bene…se ho capito bene per sconfiggervi basta fare fuori uno solo di voi giusto? >
Calò il gelo in quella parte sperduta di inferno.
Ora sapevamo che volto aveva il nostro primo nemico
< Byakuya >



Ciaooo a tutti =D
Ecco qui un altro pezzettino di storia....ora i nostri protagonisti sn separati e ognuno si prepara ad affrontare le proprie sfide....ce la faranno???
Sappiate solo che ho intenzione di farli penare un bel po'!!!!!
Un grazie immenso a coloro che già sanno di essere fondamentali per il continuo di questa ff!!!
E ovviametne grazie anche a chi la sta seguendo con pazienza e costanza =D Un bacioneeee
A presto!!! ;)

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Capitolo 33
*** Il piano ha inizio ***


Dannazione non avrei resistito ancora a lungo.
La mano pulsava ad ogni demone risucchiato e il veleno assorbito da alcuni degli insetti di Naraku cominciava già ad entrare in circolo.
Le gambe mi tremavano e il terrore di sparire da un momento all’altro trascinando nel vortice anche Sango mi faceva accapponare la pelle.
Eppure nonostante il terrore rappresentato dalla mia morte e soprattutto dalla sua non potevo cedere o sarebbe ugualmente finita male.
Azzardai un’occhiata alle mie spalle dove un’agitata sterminatrice fissava attentamente la parete sulla quale io poco prima le avevo chiesto di arrampicarsi.
In un minuscolo attimo di tregua riuscii a valutare la pericolosità di quella scalata.
Il cuore mancò un battito.
Ero stato un folle a chiederle di raggiungere quello spiraglio di luce.
La parete non solo sembrava muoversi ma era decisamente inclinata verso il lago velenoso.
Se per caso avesse mancato la presa sarebbe caduta direttamente…..
L’immagine del suo corpo dissolto nell’acido mi spinse a scagliare con maggior convinzione il vortice che come per volontà sua si aprì a dismisura sulla mia mano.
Ormai non era più un semplice foro. Era un vero e proprio buco che mi perforava l’intero palmo.
Cominciai a sudare per la fatica di resistere al volere del tempo.
La mia ora stava per scadere e così facendo non facevo altro che anticipare il destino che già mi vedeva sconfitto.
Ma io avevo una persona da proteggere.
Io avevo qualcuno per cui combattere.
Io avevo un motivo valido per soffrire.
Lei. Lei e solamente lei.
Mi concentrai sui demoni che sembravano duplicarsi ad ogni mio tentativo di distruzione.
Gli insetti continuavano a comparire e scomparire dentro la mia mano, rilasciando sempre più veleno.
Cominciai allora a ripetere una cantilena.
La mia mente si svuotò da ogni altro pensiero, da ogni altra emozione, da ogni altra capacità uditiva.
Continuavo a ripetere solo ed esclusivamente quel ritornello in grado di tenermi ancora in piedi.
< solo per lei…solo per lei…solo per lei…per lei…per lei…solo per lei….. >
 
Lanciai l’ennesima occhiata a Miroku che non accennava a chiudere quel maledetto vortice.
Il mio cuore sanguinava a quella vista ma sapevo che nessun altra alternativa ci avrebbe salvato.
Ripresi a studiare la parete cercando disperatamente gli appigli giusti per poter raggiungere l’agognata uscita.
Non c’era più tempo.
Mi feci coraggio e caricando il peso sulle gambe mi aggrappai alla prima sporgenza.
Con la forza delle sole braccia mi issai il più possibile fino a trovarmi sospesa sopra Miroku di un paio di metri.
Ora veniva la parte più difficile.
Per raggiungere l’altura da cui proveniva la luce dovevo proseguire di lato fino a trovarmi esattamente sopra il veleno liquido.
Sembrava stranamente fatto a posta.
Le uniche sporgenze usufruibili per mettersi in salvo si trovavano a strapiombo con la morte.
Maledetto Naraku. Aveva davvero pensato a tutto.
Con determinazione e forza cominciai la mia scalata verso l’alto.
< Sango…dannazione scendi di li..immediatamente! > la sua voce agitata e più acuta del normale mi arrivò da lontano.
< ma mi hai detto tu di scalare la parete…!!!! > e continuai imperterrita a salire.
< si sono uno stupito ora scendi..ADESSO! > sentivo che era arrabbiato e preoccupato per cui mi voltai per rassicurarlo ma una visione terrificante impedì qualsiasi mia reazione.
< Miroku attento! >
Dei demoni stavano per divorarlo, ma soprattutto uno sciame gigantesco di insetti velenosi stava lentamente avanzando verso di noi.
Sbarrai gli occhi dal terrore.
Solo dalla mia posizione sopraelevata potevo distinguere quell’esercito letale di api fortunatamente ancora lontane da noi.
Il mio corpo si irrigidì pensando alle implicazioni che quel tasso spropositato di veleno avrebbe causato in Miroku. Non avrebbe resistito.
Se li avesse risucchiati tutti sarebbe morto.
Dovevo arrivare prima che quegli insetti si avvicinassero a lui.
Si voltò nuovamente verso di me.
Il viso pallido e sudato, gli occhi rossi e la mano stretta in un pugno deciso mi diedero la forza per procedere.
Mi voltai e proseguii la mia scalata.
< Sango………maledizione ti ho detto di scendere…morirai se continui oltre…. >
< se non lo faccio sarai tu a morire e questo…sarebbe anche peggio…. >
Lo sentii borbottare e poi nuovamente aprire il vortice.
Di una cosa ero sicura.
Avevo poco tempo.
 
Il solo sentire quella voce mi metteva i brividi.
Troppe notti, troppe volte avevo sopportato in silenzio e con la morte nel cuore quelle intrusioni malvagie all’interno della mia mente.
Non volevo ammetterlo ma se c’era una persona che riusciva a condizionarmi completamente quella era lui. Byakuya.
Ed ora era li.
Pronto a mettere in atto chissà quale altro piano devastante.
< ci si rivede Kagome… > quel suo sorriso sornione e superiore mi rivoltava lo stomaco.
< non ti azzardare carogna. Tu ora parli solo con me. >
Inuyasha si era immediatamente frapposto davanti a me ma nonostante la sua protezione sentivo che quello era il momento decisivo.
Tremai involontariamente e mi appoggiai alla schiena del mio mezzo demone.
Non volevo perdermi neanche un secondo vissuto con lui.
Avevo bisogno di quel contatto ora come non mai.
< haahahha sempre il solito sbruffone. D’altra parte non sono qui per lei quindi…. >
< bravo…finalmente su una cosa ci capiamo maledetto >
< già…..preparati allora…il momento di scoprire quanto debole sei è arrivato! >
< grrrrrrr >
In genere Byakuya si era sempre mostrato calmo e distaccato. Quasi menefreghista.
Non capivo ora questa sua aggressività.
Era chiaro che volesse far arrabbiare Inuyasha….ma non capivo il perché….
Mi avvicinai al suo orecchio
< calmati Inuyasha non fare il suo gioco. Ricordati che è una creatura pericolosa che domina la mente….stai attento ti prego…. >
< stai tranquilla….c’è troppa carne sul fuoco per cedere a queste facili tentazioni…tu stai qui. Non ti devi muovere intesi? >
< si… >
Mi lasciò sola con un ultima penetrante occhiata che mi svuotò l’anima.
Iniziai a sentire subito freddo e la mia agitazione crebbe a dismisura.
Lo vidi avanzare di qualche passo e sfoderare Tessaiga che si trasformò in tutta la sua potenza.
L’oscurità e il veleno che ancora aleggiava nell’aria mi impedivano una chiara visuale ma distinguevo chiaramente gli occhi di quel violatore di menti.
Erano furbi, erano segreti.
Erano imperscrutabili.
Mi sfuggiva qualcosa…ero certa che ci fosse un particolare che non quadrava.
Ero sicura che ci fosse un valido motivo per quella presenza inaspettata.
Ero sicura che ci fosse un’altrettanto valida spiegazione a quel comportamento forzato.
Eppure c’era qualcosa che non capivo. E sapevo che avrei pagato per questa mia ignoranza.
 
Procedevo a zig zag cercando di essere il più veloce e leggera possibile.
Avanzai fino a trovarmi direttamente sul lago velenoso.
Ad ogni mio spostamento pezzi di roccia disgustosa si sgretolavano precipitando per poi sciogliersi senza lasciare traccia.
Deglutii a vuoto. Anche io avrei fatto quella fine se un solo mio muscolo avesse ceduto.
Sapevo che dovevo sbrigarmi ma le mani erano completamente sudate e scivolose e le braccia cominciavano a dolermi per lo sforzo. Inoltre il terrore di non fare in tempo crearono in me una sorta di panico immobilizzante.
Pensai al motivo per cui ero finita a penzoloni sopra un torrente di veleno corrosivo.
Pensai all’unico motivo che mi avrebbe mai spinto a giocare con la mia vita senza sentirmi minimamente in colpa.
Pensai a lui.
L’unico vero motivo per cui valeva la pena soffrire le pene dell’inferno in cambio della sua vita.
Respirai a fondo e recuperato il coraggio perso mi preparai a salire fino alla sporgenza che mi avrebbe condotta in salvo.
Ad un tratto l’appoggio che reggeva il peso del mio piede crollò facendomi precipitare con un grido di sorpresa e paura che venne immediatamente sovrastato da una voce agonizzante e terrorizzata.
Non seppi come ma con la mano sinistra riuscii ad afferrare una specie di radice che fuoriusciva dalla parete molliccia.
Rimasi appesa per alcuni istanti.
 Il cuore rimbombava nel mio petto e il braccio pulsava dallo sforzo di reggere il mio peso morto.
< Sangoooooooo >
Respirai affondo e con la sola forza di volontà mi issai su una piccola sporgenza dove riuscii a riprendere fiato.
Guardai verso Miroku che tra un demone e l’altro continuava a voltarsi verso di me con il volto devastato dalla preoccupazione.
Spostai l’attenzione verso lo sciame che pian  piano si stava avvicinando.
Lui ancora non se ne era accorto.
Avevo pochi minuti per raggiungere la cima e trovare un modo per trascinarlo in salvo.
Con le ultime disperate energie ripresi la scalata e solo quando raggiunsi il bordo della sporgenza lasciai libero un sospiro di sollievo.
Le gambe e le braccia mi tremavano per la fatica ma non potevo concedermi un secondo di più.
Guardai disperatamente attorno a me in cerca di un qualcosa che potesse tornarmi utile.
Attorno a me c’era il nulla. Solo un piccolo cunicolo da cui proveniva quella luce che mi aveva attirata fin li.
Maledizione.
Pensa Sango. Pensa.
 
Pensavo di essere prossimo al collasso, pensavo che un cuore non potesse fermarsi di botto e poi riprendere la sua corsa rantolando.
Pensavo che a quella vista sarei morto.
Ma il dolore, la stanchezza e la paura che provavo non erano sintomi di sonno eterno.
Mi tolsi il sudore dalla fronte con l’avambraccio destro. Il sinistro era inutilizzabile.
La mano aveva assunto un colore violaceo scuro che andava schiarendosi fino al gomito.
Il rosario faceva fatica a tener sigillato quel buco che mai aveva raggiunto dimensioni tali.
Eppure non era ancora finita.
Guardai verso Sango per la milionesima volta e la vidi issarsi sulla sporgenza e scomparire.
Lasciai libero il respiro che avevo trattenuto da quando l’avevo vista precipitare.
Se, per una qualsiasi ragione fossi sopravissuto a quel gioco mortale quella scena sarebbe stata per sempre indelebile nella mia mente.
Ripresi lo scontro, non avrei resistito a lungo.
E proprio quando pensavo di aver toccato il fondo in lontananza tra la foschia e l’oscurità cominciai a distinguere delle sagome svolazzanti. Molte sagome. Troppe.
Insetti.
Insetti velenosi.
Inghiottii a vuoto.
Questa era la fine.
Mi consolai pensando che almeno lei era al sicuro.
Sorrisi amaramente.
Addio amore mio.
 
Era da un bel po’ che continuavamo a studiarci e attaccarci a vicenda senza gravi conseguenze. Non capivo il suo gioco ma cominciavo a stancarmi di quella danza inconcludente. Io ero per il tutto e subito.
< non credi che sia ora di fare sul serio >
< io non sto mica giocando!!! >
< ah no???? Bè allora non sei questo granchè! Comunque preparati perché ora la pagherai. La pagherai per tutto il male che le hai fatto. >
Lanciai un’occhiata a Kagome che non si era mossa dal punto in cui l’avevo lasciata. Non guardava me ma fissava pensierosa Byakuya.
Sapevo che qualcosa non tornava ma non avevo intenzione di  continuare questa farsa.
< preparati maledetto >
Mi lanciai verso di lui e lo colpii con Tessaiga.
Era veloce difatti schivò senza problemi il mio colpo.
Vagai con lo sguardo attorno a me ma di lui neanche l’ombra.
Mi piegai sulle ginocchia pronto a parare qualsiasi colpo fosse arrivato a tradimento.
Tutto mi sarei aspettato tranne quell’uscita improvvisa dal terreno.
Il suo pugno arrivò letale e mirato al mento e mi ritrovai scaraventato dall’altra parte del cunicolo.
Caddi con violenza ma subito mi rialzai.
Sputai saliva e sangue e mi preparai a lottare duramente contro quel mago dell’illusione.
Era lesto e attento. Era silenzioso e scattante.
Era davvero pericoloso.
Scrutai il punto da cui poco prima era sbucato.
Nel terreno non vi era segno del suo passaggio.
Era come se il buco si fosse aperto e richiuso da solo.
Era come se il suolo si fosse mosso per aiutarlo.
Sbattei le palpebre più volte ma la visione non cambiò.
Il terreno era piatto. Nessun foro, nessun buco. Nessuno scavo.
< ahhahahaha stupito eh? >
< bastardo come ci sei riuscito? >
< ma come mezzo demone…non hai ancora capito dove ci troviamo???? >
Mi guardai attorno e oltre all’oscurità, al veleno che impregnava l’aria e a quelle pareti melmose e putride non riuscivo a capire dove potessimo trovarci.
< mi deludi............ questo ti ricorda niente? >
Si chinò e strappò da terra un pezzo di terreno formando un piccolo avallamento.
Immediatamente il buco si colmò tornando allo stato originale.
Rimasi senza fiato e un rantolo alle mie spalle mi fece capire che anche lei era arrivata alla mia stessa conclusione.
< siamo…siamo….Inuyasha…questo…siamo nel suo corpo Inuyasha >
I suoi occhi nocciola vagavano senza sosta da un angolo all’altro e sempre più si allargavano di paura.
Ero stato uno stupido.
Come avevo fatto a non accorgermene prima.
Mi faceva schifo pensare di essere all’interno di quella sporca creatura.
Era una sensazione nauseante che avevo provato fin dall’inizio. Ed ora sapevo perché.
Dentro di me iniziai a preoccuparmi seriamente della grandezza di quel corpo.
Se Naraku era riuscito a raggiungere tali dimensioni allora…….forse aveva già inglobato la sfera.
< Maledetto…..questo va a tuo favore giusto? >
< direi che ho un discreto vantaggio ma non ti scoraggiare. Ti avrei battuto ugualmente stanne certo >
< tsk prendi questo Bakuryuhaaaa >
 
Ero ancora in balia della disperazione più assoluta quando un’idea improvvisa si fece largo nella mia mente ottenebrata dall’agitazione. Afferrai Hiraikotsu e lo feci passare nella piccola apertura. Slegai la corda che avevo alla vita e la attorcigliai nel centro della mia arma.
< Miroku inizia a salire verso di me. La corda non arriva fin li, devi cercare di avvicinarti il più possibile. Sbrigati. >
< non so se hai visto in che situazione sono messo…. >
< ti prego provaci almeno. >
Ero veramente disperata e il cuore scandiva i secondi che mancavano prima che quell’esercito mortale mi portasse via l’unica mia ragione di vita.
Annodai bene la corda e posizionai Hiraikotsu in modo che si incastrasse al di la dell’apertura.
Era il solo gancio che avevo a disposizione. Se la parete fosse ceduta sotto il suo peso…….
Scrollai la testa, pensare al peggio non ci avrebbe aiutato.
Srotolai la corda e mi sporsi dal ciglio dell’altura infine la gettai e fissai il mio uomo che lottava per sopravvivere.
Aveva iniziato a scalare la parete con i demoni alle calcagna.
Ogni tanto si fermava per risucchiarne alcuni e poi riprendeva ad avanzare verso di me.
Solo quando lo vidi afferrare la fune il mio corpo si rilassò e i polmoni ripresero a respirare regolarmente.
Cominciai a tirare la corda verso di me per aiutarlo a salire, tenendo sempre d’occhio sia Hiraikotsu sia lo sciame di insetti che presto ci avrebbe invaso. Quegli attimi di vita pesarono su di me come macigni.
Ad un tratto uno scricchiolio annunciò la catastrofe imminente. Nella parete alle mie spalle cominciò a formarsi una rete di crepe. Parti di roccia si staccarono decretando il fallimento del mio piano.
< Miroku ti devi sbrigare. Per favore amore mio. >
Lo sguardo allibito e in panicato che mi lanciò mi offuscò la vista.
Avevo solo una gran voglia di piangere.
Abbandonai la corda e mi precipitai a sostenere la parete che il peso della mia arma unito a quello di Miroku stava facendo crollare.
Spinsi con tutte le mie forze sperando di riuscire a mantenerla integra il più possibile.
Le lacrime che avevo invano cercato di trattenere cominciarono a scendere inesorabili.
La mia disperazione era tale alla forza che opponevo per bilanciare quei pesi così sproporzionati.
La parte cominciava a cedere sempre di più e dietro di me non sentivo altro che il ronzare di quei maledetti insetti che presto avrebbero portato via quanto di più caro avevo al mondo.
No. Non lo avrei mai permesso.
Spinsi con tutte le mie forze. Forze che non credevo di avere.
< Non vincerai maledetto. Hai capito. Non vincerai maiiiiiiiiiii >
 
Sentii quell’urlo di disperazione e di coraggio, quello sfogo di ira e rabbia che fece scattare anche il più piccolo angolo del mio corpo.
mi aggrappai alla corda con entrambe le mani e nonostante le scariche di dolore che la mano maledetta mi lanciava non osai mollare quella presa. Se lei soffriva e combatteva ed io non potevo essere da meno.
Un passo dopo l’altro, una bracciata dopo l’altra mi ritrovai a compiere l’ultimo mio grande sforzo.
Mollai la corda e mi arrampicai alla sporgenza fino a ritrovarmi supino.
Respirai a fondo per la frazione di un secondo, poi mi alzai e con la forza della disperazione afferrai il corpo teso di Sango, presi a spallate la sua arma che si era incastonata nella parete e una volta varcato quel minuscolo cunicolo la roccia alle nostre spalle crollò separandoci da quegli insetti che stavano già per assalirci senza pietà.
Sospirai.
Sospirai a fondo provando dolore in tutto il corpo.
Sorrisi.
Sorrisi perché stavo malissimo. Sorrisi perché stavo malissimo e di conseguenza ero ancora vivo.
Ma soprattutto sorrisi perché il corpo ansante e sfinito avvinghiato a me era il più confortante che mai.
 
Lo aveva colpito ancora.
Maledizione era troppo veloce. Ma nonostante ciò non era ferito seriamente.
Stava giocando. Voleva sfinirlo e umiliarlo.
Perché?
< avanti Inuyasha se ci fosse tuo fratello a quest’ora forse io non sarei più qui da un bel pezzo…. >
< dannato….. ti farò vedere io con chi hai a che fare…..Cicatrice del Ventooo >
Scossi la testa disperata. Così non andava.
Lo stava solamente stancando. Lo stava sfiancando e deridendo.
Non aveva senso questo comportamento.
Guardai quella lotta che durava da un sacco di tempo.
Avrei voluto intervenire ma avevo capito che quel conto voleva chiuderlo da solo.
Ad ogni affondo di Inuyasha il mio cuore rallentava e riprendeva a battere. Stavo male a vederlo così.
Ma a tutto c’era un limite e quel limite era giunto anche per lui.
Lo vidi arrabbiarsi e sbuffare, imprecare e tendersi nervosamente, attaccando senza pensare.
Cominciai ad avere seriamente paura.
Era così furioso che non ragionava più lucidamente.
< Inuyasha calmati….. non lasciarti condizionare da lui..lo sta facendo apposta. Calmati per favore >
< tsk…sono calmissimo… >
< non mi sembra…..se continui così farai il suo gioco…. >
< sta zitta…..non ti immischiare >
Rimasi muta e stupita davanti a quella rabbia.
La situazione stava degenerando.
Il brutto presentimento che avevo avuto all’inizio di quello scontro si ripresentò in tutta la sua frustrazione.
< bene direi che il momento è giunto >
Fissai quella creatura mezza umana che continuava a guardare Inuyasha con derisione e pena.
Non feci in tempo a gridare che con uno scatto vidi il suo corpo volare e atterrare con un tonfo sordo lontano da noi.
I miei occhi non erano riusciti a cogliere la velocità di quel movimento ma la mia mente aveva registrato l’assenza di un particolare. Tessaiga.
< oh…..no…. >
Mi voltai verso Byakuya che con un sorriso soddisfatto impugnava l’arma legittima del mio mezzo demone.
< maledetto……ridammela. Subito… >
< mi dispiace ma questa viene con me! A presto…e mi raccomando divertitevi… >
< bastardo….vieni qui….!!!! >
< ah..si Inuyasha…..volevo solo dirti che alla fine sei solo un inutile, debole e sciocco mezzo demone.Non vali proprio niente. Devo dar ragione a tutti loro. Peccato. >
Sparì dalla nostra vista con quelle ultime parole velenose.
Io ovviamente non ci davo peso. Per me erano assolutamente ingiuste e non vere ma…..
Percepii immediatamente il cambiamento.
Il mio corpo si irrigidì ancor prima di voltarsi verso quella creatura inginocchiata per terra e che stava volontariamente cedendo a quelle stupide parole.
Mi voltai lentamente cercando di non pensare al peggio. Ma neanche tutti gli incubi del mondo mi avrebbero mai preparata ad affrontare quella situazione.
Nel mio cuore sapevo.
Sapevo che quel momento era giunto.
Sapevo che ormai era troppo tardi per tornare indietro.
< Inu….yasha… >



Salve a tutti......spero che non mi arrivino troppi insulti o minacce di morte......d'altra parte vi avevo detto che avrebbero dovuto penare un bel po....
direi che siamo circa a metà.....(forse)
Passo ai ringraziamenti doverosi. Probabilmente vi stuferete di sentirli ma per me sono FONDAMENTALI.
E' grazie a questi commenti che trovo la forza la sera tardissimo di mettermi a scrivere e continuare a pubblicare. Solo grazie a voi.!
Allora....un bacione immenso a Kagome_94 che ammiro per la passione con cui si immedesima nella storia e per la forza che mi da.....grazie =D ; a kagomechan16 che con costanza continua ad elogiarmi (senza motivo) e a sostenermi. Grazie mille =D
Infine un ringraziamento particolare va al lei...........lei che mi fa morire con tutte le sue stramberie.....lei che con la sua pazienza e irruenza mi ha ridato fiducia.... Grazie mille 8Kanemi8!!!!!!!
Un abbraccio immenso anche a tutti quelli che continuano a scrivermi nella posta che continuano a seguire questa ff e che la leggono solo di sfuggita.
A presto promesso e mi raccomando...prossimamente ricordatevi che infondo mi volete un po di bene =D =D =D =D

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Capitolo 34
*** Soli nel dolore ***


Cercai di alzarmi in piedi ma lo stretto passaggio nella quale eravamo finiti non mi permetteva grandi movimenti.
Mi chinai su Miroku che ansante continuava a stringermi come fossi la sua ancora di salvezza.
Eravamo vivi per miracolo.
Lui era vivo per miracolo.
Gli presi il volto tra le mani e lo baciai.
Avevo vissuto nel terrore di perderlo ed ora che finalmente era nuovamente tra le mie braccia……
Sospirai di sollievo e lacrime di gioia cominciarono a scorrere su entrambi.
Rimanemmo a fissarci fino a quando i nostri muscoli non iniziarono a protestare per quella posizione forzata e scomoda.
Gli presi una mano ma me ne pentii immediatamente.
Subito sentii un gemito e una contrazione provenire dall’arto che avevo leggermente stretto.
Abbassai lo sguardo e ciò che vidi mi fece inorridire.
Il veleno degli insetti aveva infettato tutta la mano destra e si diradava fino alla spalla.
Era una visione scioccante e terribile.
La mia mano a contatto con la sua vibrava.
Non percepivo forza o calore in quella dolce stretta.
Aveva perso sensibilità.
Il rosario era saldamente attorcigliato attorno al palmo ma anche con quella forte precauzione potevo sentire l’aria fredda del vortice accarezzare la mia pelle escoriata.
Se lo scontro fosse durato ancora qualche minuto lo avrei perso.
Lo guardai negli occhi e ciò che vi scorsi fu solo dolore.
Dolore per me, non per se stesso.
Gli accarezzai una guancia e sollevai quella mano maledetta fino alle labbra.
Me la portai al viso e mi strofinai contro.
Infine posai un delicato bacio nella speranza che il mio amore rubasse quel veleno che sapevo stava inesorabilmente scorrendo in lui.
Dovevamo sbrigarci e soprattutto lui non avrebbe più dovuto risucchiare nessun demone e nessun insetto.
Tornai con l’attenzione al suo volto ora più rilassato e tranquillo.
Nei suoi occhi c’era solo amore e determinazione.
Anche dentro al mio cuore vivevano gli stessi sentimenti.
Cambiai mano e cominciai ad avanzare lungo il cunicolo.
Sembrava un piccolo tunnel scavato nella roccia per raggiungere un luogo luminoso e pulito.
L’aria era decisamente più pura.
Forse stavamo procedendo nella direzione giusta.
 
Dentro di me stavo ribollendo.
La mia mente era in subbuglio e il mio cuore pompava più sangue del necessario.
Tutto attorno a me cominciava a deformarsi e gli unici suoni che percepivo erano quelli prodotti dai miei denti che stridevano l’un con l’altro.
Mi imposi di respirare.
Contai fino a dieci, venti…cento.
Poi come era arrivato il ronzio cessò.
Mi schiantai a terra e quando riuscii ad alzarmi mi ritrovai stupito e intontito come non mai.
< Ka…Kagome…cosa??? >
< oh Inuyasha…..! >
Un corpo caldo e soffice mi piombò addosso come un fulmine.
Le sue braccia mi circondarono il collo e la sua testa si posizionò sotto la mia.
Rimasi imbambolato per alcuni secondi poi come una sorta di ipnosi, l’incantesimo si spezzò al suono di quei singhiozzi.
La strinsi forte.
Odiavo vederla piangere.
Il mio cuore si straziava ogni volta che sentivo quel suo lamento capace di stordirmi l’anima.
< Kagome…ti prego piccola calmati….. >
Non capivo il motivo del suo dramma.
< stai bene…? >
Fissai allibito quegli occhi lucidi che mi scrutavano con attenzione e preoccupazione e un pizzico di paura.
< si…sto bene…perché me lo chiedi? >
Ora fu il suo turno di rimanere scioccata. La sua espressione difatti si fece stupita e tesa.
< non..non ti ricordi nulla? >
< no…cosa…cosa dovrei ricordarmi? >
Mi guardò intensamente, appoggiò una mano all’altezza del mio cuore e chiuse gli occhi.
La osservai attentamente ma non riuscii a capire quel suo strano comportamento.
< Kagome…? >
Riaprii di scatto gli occhi e arrossi.
< oh…niente…Byakuya ti ha colpito e sei svenuto…pensavo ti avesse ferito gravemente… >
Socchiusi gli occhi cercando di ricordare gli ultimi attimi ma nulla….
La allontanai un po’ da me e vagai con lo sguardo sul mio corpo.
Non c’erano ferite evidenti ne sentivo la testa pulsare per qualche botta che avrebbe mai potuto farmi perdere conoscenza. Qualcosa non tornava.
< dov’ è ora? >
Al ricordo sfuocato dell’incontro con quella carogna il sangue tornò a bollire in me ma una stretta tempestiva di Kagome mi riportò con la mente alla realtà.
< non lo so…è scomparso….ma ora stai tranquillo vedrai che lo troveremo e troveremo anche Tessaiga. >
< Tessaiga? >
Mi chinai verso la cintura ma il posto che generalmente occupava la mia spada era vuoto.
Panico.
Puro panico.
< calmati Inuyasha….stai tranquillo….un passo alla volta. >
Respirai.
< si….ok……maledetto..come ha osato! >
< vedrai la troveremo! >
La strinsi forte contro di me e assieme ci incamminammo nuovamente verso quella via che ci era stata destinata fin dall’inizio.
 
Con non poche difficoltà sbucammo in uno spiazzo roccioso.
La luce ora era più intensa ma sembrava provenire dalle pareti.
Altre due strade si diramavano da quella “stanza” spaziosa.
< Sango…tu stai bene? >
< si….mi fanno solo male le ossa e i muscoli…..scalare le pareti non è mai stato il mio forte… >
Mi sorrise.
Un sorriso caldo e sbarazzino.
 Un sorriso che voleva portar via tutti quei brutti ricordi che quegli attimi ci avevano obbligatoriamente regalato.
< sei stata bravissima… >
< grazie….anche tu non te la sei cavata male… >
Il sorriso sparì da quelle labbra che improvvisamente iniziarono a tremare.
Voleva nascondere la sua paura, voleva nascondermi la sua preoccupazione e il suo dolore, ma era troppo vera per riuscirci. Era troppo fragile e trasparente per non lasciar trapelare quelle emozioni che provavo anch’io verso di lei.
Le alzai il mento con la mano sana.
< amore…ce la faremo vedrai! >
Annui incapace di rispondere.
La vidi asciugarsi coraggiosamente le lacrime e farsi forza con le poche energie rimaste.
Le sorrisi per trasmetterle anche la mia determinazione.
Era troppo tempo che non ci succedeva niente di male per cui mi guardai attorno con ansia e attenzione.
Era chiaro che Naraku aveva voluto condurci sin li, ma perché?
In principio pensavo che quella luce che avevo scorto inizialmente fosse solo uno specchietto per le allodole.
Pensavo che avesse creato quella falsa speranza con la convinzione che noi saremmo periti nel raggiungerla.
Ma dopo tutto ce l’avevamo fatta.
Ora le domande erano due.
Ci aveva sottovalutati….oppure aveva previsto un’eventuale nostra vittoria?
E se la seconda ipotesi fosse stata quella vera cosa ci attendeva adesso?
< Miroku perché secondo te Naraku ci ha spinto fino a qui? E’ tutto un imbroglio vero? >
Nella sua voce non c’era paura o tensione. C’era solo ovvietà e rassegnazione.
< non lo so Sango…ma non credo che nulla di quello che è successo fin ora sia dovuto al caso…per cui…. >
Non dovemmo aspettare molto.
Una figura nell’ombra comparì proprio dinnanzi a noi.
Mi portai al fianco di Sango e maledissi la sorte per avermi fatto perdere il bastone durante la battaglia precedente.
Non ero riuscito ad afferrarlo in tempo. Avevo dovuto fare una scelta. O saltavo sulla corda o correvo a recuperarlo rischiando la vita. Ora mi pentii di non avere più un’arma a mia disposizione.
Avevo sempre il vortice si…ma un vortice che presto o tardi mi si sarebbe ritorto contro.
< chi sei….fatti avanti >
< ahhahahahhaha >
Quella voce, quella risata mi mise i brividi. Percepii subito l’immobilità e la tensione di Sango che al mio fianco non osava neanche fiatare. Era come imbambolata a fissare quella creatura che senza mostrarsi aveva già impaurito i nostri animi.
< bene bene…ci rincontriamo finalmente >
< Naraku…… >
 
Stavamo camminando da alcuni minuti, salendo ancora per quel tornante che non aveva mai fine.
Procedevo al fianco della persona che presto o tardi si sarebbe rivoltata contro di me.
Avevo preferito tacere.
Avevo preferito mentirgli per l’ennesima volta, sapendo benissimo che in questo caso non avrei mai ottenuto il suo perdono.
Se gli avessi raccontato la verità, se gli avessi raccontato che era stato sul punto di cedere al suo lato demoniaco ora mi sarei ritrovata sola.
Avrebbe preferito abbandonarmi piuttosto di causare lui stesso la mia morte.
Sospirai stringendo l’arco che conteneva tutte le mie più segrete speranze. No io non sarei morta.
Anche quando avevo visto i suoi occhi cambiare colore, l’idea di attaccarlo per difendermi non aveva neanche sfiorato la mia mente. Ed ora, persa nei miei pensieri procedevo verso quella salita che sapevo mi avrebbe condotta a combattere contro il mio stesso cuore.
Senza l’influenza purificatrice dei miei poteri e senza il sigillo rappresentato da Tessaiga….Inuyasha ormai era solo una bomba….una bomba pronta ad esplodere. Una bomba il cui timer era già stato inesorabilmente inserito.
 
< bene bene…allora…..vedo che nonostante tutto ve la siete cavata egregiamente vero bonzo? >
< non avrai mica pensato che ci saremo arresi per così poco……mi sento quasi offeso Naraku! >
< ahhahaha in realtà speravo proprio che vi salvaste…ora difatti viene la parte più bella!!! >
Mi irrigidii ancor di più a quelle parole. Allora era vero.
La nostra tortura non era ancora finita….o forse per quanto ne sapevo doveva ancora iniziare.
Era logorante ed estenuante.
Era doloroso essere trattati come giocattoli di morte. Era terribile.
Ma ero pronta.
Pronta a difendere ciò in cui credevo fino alla morte.
Avrei difeso Miroku e Kohaku fino allo sfinimento.
Avrei difeso il nostro amore con le unghie e con i denti.
Non mi sarei arresa. Mai.
< vedo che vi ho lasciato senza parole….bene allora….direi che la maledizione si sta per compiere non è vero monaco? >
Fissai Miroku che era visibilmente impallidito.
Che la situazione fosse più grave del previsto, che mancasse meno tempo di quello che pensavo?
Maledizione.
< ahhahah capisco, non vuoi impensierire la tua bella e coraggiosa sterminatrice. Poverino…..bè vedrò di rendere questi tuoi ultimi attimi di vita….il più interessanti possibile…. >
Ci lasciò con queste ultime terrificanti parole nel cuore.
All’improvviso la luce che ci aveva condotti sin li scomparve e al suo posto un’aura demoniaca e devastante sovrastò quello spiazzo che ora divenne la nostra arena privata.
Demoni di ogni sorda cominciarono ad avanzare da ogni angolo costringendoci a stringerci l’uno contro l’altro.
Schiena contro schiena ci preparammo ad una lotta impari e tragica.
< non aprire quella mano Miroku. Promettimelo! >
Mi guardò e poi corse verso due demoni lanciando i suoi fuda .
Afferrai Hiraikotsu e lo lanciai con tutte le mie forze.
Distrussi una decina di creature ma non feci in tempo ad evitare che un grosso orso demoniaco mi stritolasse tra le sue zampe.
Cercai invano di liberarmi ma pian piano l’aria assieme alle forze cominciarono a scemare via da me.
< lasciala stare maledetto >
In un baleno l’orso venne polverizzato ed io caddi al suolo.
Cercai di respirare a fondo.
< grazie… >
< stai bene? >
< si… > alzai la testa e sbarrai gli occhi vedendo un altro demone dalla forma bizzarra correre verso di noi con una lancia in mano.
Spostai Miroku ed estrassi la spada.
Lottai contro di lui fino a quando riuscii ad infilzarlo facendolo evaporare.
Dal suo corpo fuoriuscì un gas velenoso e solo allora capii il piano di Naraku.
Voleva ucciderci per asfissia.
Oppure……smisi di vivere……lui…..voleva che Miroku morisse avvelenato.
I fuda grazie al loro potere spirituale assorbivano il veleno ma qualsiasi altra arma…..
< Miroku non usare il vortice…sono tutti demoni velenosi. Morirai se li risucchi >
< Stai tranquilla piccola… >
Tranquilla???
Tranquilla era una parola che non esisteva più nel mio vocabolario da quando avevamo messo piede la dentro.
Maledizione.
Ce n’erano troppi. Continuavamo ad attaccare, io usando la spada Miroku utilizzando Hiraikotsu come scudo e i suoi sigilli magici che si stavano velocemente esaurendo.
Potevamo mai trovarci in una situazione peggiore di quella?
 
Ad un tratto qualcosa mi mise in allarme.
Percepii immediatamente una presenza.
La usa presenza.
Avevo vissuto per un periodo a stretto contatto con quell’essere e le brutte sensazioni che avevo provato sperando invano di dimenticare erano ricomparse all’improvviso in tutto il loro orrore.
Inuyasha si posizionò immediatamente davanti a me, ed il suo corpo muscoloso e teso si irrigidì all’improvviso.
< finalmente cari e fedeli compagni….è da molto tempo che non ci vediamo vero? >
< tsk Naraku…..a cosa dobbiamo questo onore improvviso? >
< ho fatto una visita hai vostri amici……direi che se la stanno cavando piuttosto bene…… >
< che cosa gli hai fatto….!? >
< oh ciao Kagome….è un piacere rivederti. Non sei affatto cambiata sai?....anche senza i tuoi poteri sei sempre….. >
< chiudi quella fogna. Ora! >
< come siamo suscettibili….cane ! Bè Kagome….posso solamente dirti che mi sono divertito parecchio ma la sorpresa viene adesso….direi che ne sei già a conoscenza penso……… >
Sbarrai gli occhi dalla paura e dal timore per quello che avevo vissuto nel mio incubo….
< Sango…. >
< oh..non ancora…ma manca davvero poco però…. >
< bastardo! >
< tranquilli anche per voi è giunto il momento…..vedrete sarà…..unico! >
< non hai ancora capito con chi hai a che fare vero sporca carogna. Tu non vincerai mai…..  >
< oh….pulcioso mezzo demone….sei tu a non aver capito con chi hai a che fare….questa dopotutto è una prova della mia grandezza… >
Con la mano mostrò quanto ci circondava.
Il suo corpo.
L’interno del suo corpo.
< questo mi fa solo capire quanto tu sia disgustoso, sia fuori che dentro….soprattutto dentro… >
< parli proprio tu di disgusto Inuyasha….tu che per te stesso ne provi a palate?....tu parli di disgusto?…..stai attento o presto ne proverai quanto non ne hai mai provato. Quanto nessuno ne ha mai provato. Dopotutto tu sei…niente. E lo hai sempre ribadito. >
< bastardo… >
< si Inuyasha in realtà sei perfettamente consapevole del male che marcisce al tuo interno. Sei tu stesso consapevole di quanto piccolo e debole sei. Ricorda i tuoi fallimenti. Ricorda le tue paure e le tue sconfitte. Ricorda le morti che hai sulla coscienza. Perché questo sei tu. Solo ed esclusivamente un debole. Un fallito. Sei la metà scartata. Sei e resterai….niente. >
< basta….smettila subito maledetto >
< sai che ho ragione…lo sai……cerca dentro di te la verità…rivivi i tuoi ricordi da perdente. >
< maledetto taci…Inuyasha non lo devi ascoltare hai capito….non…..non è vero niente… >
Ero disperata quelle sue parole velenose marcivano nel mio cuore e infettavano tutta la mia forza e il mio coraggio alimentando solo la disperazione e la rabbia che devastava la mia lucidità.
Non dovevo permettere che Inuyasha cedesse a quella pesante provocazione.
Lo abbracciai cercando di calmarmi per trasmettergli tutti i sentimenti positivi che avevo dentro il mio cuore e che Naraku voleva minare con la sua presenza. Perché era quella la sua più letale arma.
La sua aura fortemente demoniaca  e corrotta grazie alla sfera, consumava le emozioni più pure e deboli rendendoci marionette vuote. Era terrificante.
Se il mio cuore vacillava sotto il peso della sua malvagità non osavo immaginare gli effetti che stava producendo nell’animo di Inuyasha.
Il suo corpo era rigido e immobile le sue zanne erano aperte mentre i suoi occhi erano chiusi forzatamente.
Le narici si allargavano al ritmo di un respiro accelerato e irregolare ed il cuore tuonava dal suo petto al mio.
Lo strinsi; lo strinsi con forza e determinazione, accarezzandolo e continuando a convincerlo della menzogna che stava ascoltando la sua mente.
Lo stavo perdendo.
Lo sentivo sempre più lontano e staccato.
Sempre più forte e letale.
Sentivo la sua rabbia crescere come percepivo la sua umanità svanire pian piano.
< Inuyasha ti prego…amore mio ti prego ascoltami….io so chi sei….tu non sei niente di tutto questo…devi credere in te stesso…devi credere nel nostro amore e nel tuo cuore. Non cedere al male. Inuyasha ti prego resisti…. >
< rivivi i tuoi incubi mezzo demone…rivivi il tuo male….perchè il male che hai vissuto è solo causa tua….. >
< sta zitto…! chiudi….quella bocca….bastardo. Non….cederò……sei solo….un vigliacco…. >
< pensa a tua madre…alla sua sofferenza..pensa a Kikyo….. >
< basta! Non farò mai…il tuo gioco…io…io…devo…proteggerla…..tu…non >
< tu hai già perso Inuyasha…..sei arrivato fin qui convinto di ucciderla..sei arrivato fin qui…sconfitto. Non hai la forza necessaria per resistere a ciò che sei….non puoi opporti al tuo sangue demoniaco..il tuo corpo incompleto…non resisterà…..perchè una parte di te non vuole affatto resistere a ciò che sei….. >
< bastaaaaa…ti prego basta…Inuyasha...tu sei forte…tu ce la puoi fare….tu non sei così….non sei davvero tu….ti prego…amore ascoltami…credi in te stesso…credici… >
< ahahaha che patetica….sai qual è la verità? Una parte di lui…quella forte e  irresistibile….vuole ucciderti Kagome. >
Il suo corpo scattò a quelle parole e divenne granitico.
La bocca aperta per respirare con più foga e le vene del collo esageratamente esposte mi fecero capire che eravamo al limite.
< non…è….non è…vero dannato >
< oh si invece…per questo Inuyasha non volevi venire qui….sapevi che avresti ceduto..perchè tu vuoi provare a te stesso di essere indipendente come una volta, vuoi provare di essere un demone completo che non ha bisogno di un’inutile ragazza umana. Lei è il tuo ostacolo Inuyasha…..lei è la tua morte. >
Il mio cuore agonizzava, le lacrime scorrevano inesorabili….non avevo la forza di resistere a tutto quel male.
Ero un pesce che nuotava contro corrente. Un pesce che stava esaurendo le forte perché delle lame stavano perforando il suo corpo.
Le lame della sconfitta, le lame dell’ovvietà, le lame della presunzione che avevo avuto nell’affrontare quella situazione.
Le lame della delusione verso un coraggio che stava scappando e verso un amore che non era forte abbastanza.
Quanto ancora potevamo resistere.?
< Inuyasha…tu sei e rimarrai un perdente. Per sempre. Questa è la tua occasione. Dimostra quanto vali……altrimenti continua a deludere tutti..compreso te stesso. Continua a sentirti un reietto. >
< smettila maledetto…..non cederà mai….>
< Continua il fallimento che tu chiami vita. Io comunque ho già vinto. Ho avuto Kikyo…e ora finirò quanto iniziato con Kagome…e tu sai che non potrai fare nulla per opporti……lei…sarà mia…..chi mai vorrebbe stare con uno come te. Salutala Inuyasha! >

Con uno scatto Inuyasha aprì gli occhi e mi scaraventò lontano da lui.
< ahhahahaha bene…ora….Kagome…è tutto tuo…..questo è il tuo compenso per esserti presa gioco di me. Nessuno può deridermi e poi passarla liscia. Subirai tutta la mia vendetta. Morirai Kagome..morirai per mano sua…Addio! >
Mi inginocchiai al suolo.
La spalla su cui ero atterrata mi doleva ma tutto svanì quando staccai gli occhi dal posto vuoto lasciato da quella creatura spregevole per ritrovarne un’altra conosciuta solo negli incubi intenta a fissarmi con odio e pazzia.
Tremai.
Provai paura in ogni singolo nervo del mio corpo.
Cercai di ricordare alla mia mente che quello era il mio Inuyasha.
La persona che amavo. La persona del mio cuore.
Ma i miei occhi registrarono solo le differenze devastanti che quella creatura follemente demoniaca aveva con il mio uomo.
La posa scattante e imponente, le braccia tese e gli artigli affilati, il petto ansante e vuoto, il collo muscoloso e rigido, le zanne pronunciate e assetate di sangue e quegli occhi rossi e privi di sentimenti.
No.
Non erano privi di sentimenti.
In quelle pozze scarlatte potevo leggervi furia, sete, rabbia.
Potevo leggervi una forza sovraumana e una determinazione letale.
Aprii la bocca per schiantarlo a terra ma sapevo che avrei solo peggiorato la mia situazione.
Tramante mi alzai in piedi lentamente.
Ogni movimento brusco mi avrebbe spedito all’altro mondo.
Girai lentamente attorno a lui sempre mantenendomi a distanza guadagnando pian piano terreno verso l’altra parte del cunicolo. Quella che procedeva in salita.
Strinsi l’arco dietro la schiena e mai gli voltai le spalle.
Avevo giurato di non colpirlo.
Avevo giurato a me stessa che avrei avuto fiducia in lui anche se mi avesse fatto patire le pene dell’inferno.
Avevo giurato che mai lo avrei odiato per questo.
Respirai rantolando.
La paura che provavo era inimmaginabile e nessun incubo mai mi avrebbe preparato a vivere questa angoscia dolorosa.
Provavo pena per lui. Dolore per come si era ridotto.
Dolore perché la fiducia che aveva in se stesso era così poca da farlo cedere a quegli insulti mirati e vigliacchi.
Gli incubi non erano niente rispetto alla realtà.
Lo guardai dolcemente.
Dopotutto era sempre lui.
Sotto sotto sapevo che una minima parte dell’Inuyasha che mi amava esisteva ancora.
< ti….ti amo…Inuyasha…. >
Spalancò gli occhi e scattò verso di me abbandonando la sua posizione rigida.
Mi voltai e senza guardare indietro cominciai a correre.
 
< Sango attenta! >
Mi voltai nello stesso istante in cui due demoni giganteschi scomparirono in un flusso d’aria.
< NO! >
Vidi Miroku inginocchiarsi al suolo e il mio cuore cessò di battere.
Cercai di avvicinarmi a lui ma altri demoni si frapposero tra noi.
< Miroku……… >
< tran…quilla…va tutto be….ne >
< NO…No….non devi più usarlo hai capito? Ti…….ti prego….maledetto demone togliti! Hai capito >
Ero sudata e stanca, ero agitata e smarrita.
Ero sfinita sapendolo in fin di vita.
< perdonami… >
Con orrore vidi nuovamente aprirsi il vortice e altri demoni avvelenati finirono nell’organismo dell’unica persona che non meritava di soffrire.
< Miroku bastaaaaaaa…bastaaaa…. >
 
Mi ero perso. Mi ero perso e facevo fatica a trovarmi. Anzi forse non volevo affatto trovarmi.
Perché ritrovare una persona che in realtà non valeva niente.
Perché scegliere di vivere nella mente di un perdente, nel corpo di un debole quando potevo essere così.
A pensarci bene in quel preciso istante non mi ricordavo neanche cosa volesse dire essere diverso da come ero adesso.
Nella mia mente solo un pensiero. Uccidere.
Mi sentivo forte.
Mi sentivo invincibile.
Mi sentivo letale e sicuro.
Sapevo che nessuno avrebbe mai associato quelle luride parole a ciò che ero adesso.
Tutti dovevano riconoscere la mia forza.
La mia completezza.
E quella creatura. ….quella piccola ed insignificante creatura che stava correndo impaurita davanti a me sarebbe stata la prima a scoprirlo.
Io non ero un perdente.



Ciaoooo =D.......allora il capitolo era decisamente più lungo e contorno per cui ho dovuto apportare delle modifiche.....quindi aggiornerò presto....
devo solo stare attenta alle tempistiche....le entrate di scena di ciascuno...sn una delle cose più complicate da coordinare....
Spero davvero che vi sia piaciuto xke ci ho messo molto ma molto impegno x scriverlo... (stremata)!!! =D
Bene....x il resto vi ringrazio come sempre con tutto il cuore....soprattutto a coloro che sanno già quanto importanti sono la x riuscita di questa storia....
A presto...e spero di non deludervi o scocciarvi troppo con questa suspance...!
Un bacione...grazie 1000 a tutti!
A presto.

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Capitolo 35
*** Giochi senza frontiere ***


Sigillai il vortice annodando il rosario.
Tutto in me bruciava.
Sentivo il veleno chiudermi le vene del braccio ed ora anche quelle della spalla.
Mi rialzai a fatica.
I demoni non sembravano risentire delle perdite subite e il loro unico obiettivo era la mia vita.
 Ingoiai saliva a vuoto e riaprii stancamente il foro sulla mia mano.
Oramai potevo sentire il vento forte che si stagliava anche verso di me.
Adesso con quell’apertura, ero in grado di risucchiare anche i demoni che stavano al mio fianco..presto o tardi il mio sarebbe stato un vortice completo.
Un vortice che mi avrebbe risucchiato senza pietà.
Respirai a fondo cercando di schiarirmi la gola che sentivo sempre più chiusa e secca.
I battiti erano sempre più lenti e irregolari e le gambe tremavano per lo sforzo di reggermi in piedi.
Era così che mio padre si era sentito prima di divenire parte del nulla?
Oppure il mio malessere era solo dovuto al veleno ingerito?
Domande senza senso e risposta vagavano nella mia mente sempre più offuscata e intorpidita che mai.
Solo un suono giungeva chiaro e devastante alla mia coscienza.
Sentire quella voce distrutta dal dolore mi spezzava il cuore, ma io non potevo permettere che lei morisse senza prima aver tentato ogni possibile soluzione.
Naraku voleva la mia fine, e sicuramente così sarebbe stato….ma lei…lei forse avrebbe potuto salvarsi.
< Sango vattene. Rischi di essere risucchiata anche tu….vattene subito! >
< MAI……! Chiudi quella mano. Miroku. Ti prego….ti supplico… >
< Vatteneeeee >
Poteva un essere umano soffrire così tanto?
No. Non era pensabile.
Solo l’amore e l’odio potevano condurti a quei livelli altrimenti inesistenti in natura.
Avevo già superato il limite consentito.  
Il mio corpo voleva solo cedere.
La mia mente, razionale, desiderava arrendersi per smetterla di soffrire.
Voleva arrendersi per riparare ai danni che il mio cuore stava causando.
Perché era solo per causa sua se mi reggevo ancora in piedi e lottavo.
Lottavo senza posa.
Era il cuore che non voleva arrendersi all’ovvietà di quella situazione.
Avrei combattuto fino all’ultimo agognato respiro pur di saperla in salvo.
 
Le artigliai una spalla e subito il suo sangue macchiò le mie mani provocando due reazioni fortemente opposte in me.
La vista del liquido scuro e scarlatto aumentò il livello di euforia e di devastazione che già scorreva nelle mie vene. Volevo uccidere.
Fare male. Ancora.
Sempre di più.
Ma fu quell’odore dolce e spaventoso a sconvolgere il mio organismo che si rifiutò di infervorarsi oltre.
Un fastidioso tarlo si insinuò nella mia mente e l’organo che credevo improvvisamente morto nel mio petto ebbe un agognato sussulto.
Quel sangue era fastidiosamente irritante.
Provavo fastidio a sentirlo ma piacere nel vederlo scorrere sulle mie mani.
La immobilizzai al suolo e la rialzai portando il suo viso terrorizzato e stravolto dal pianto all’altezza del mio.
Con la mano libera accarezzai quella tenera porcellana che da qualche parte ero sicuro di aver già visto ma che infondo non mi diceva nulla di importante.
Con l’indice le percorsi una guancia scendendo fino al mento.
La graffiai facendo nuovamente fuoriuscire quel liquido e nuovamente la mia lotta interiore riprese a duellare. 
Provavo fastidio e rabbia e la mia presa sul suo collo si fece più solida e stretta.
La vidi stringere gli occhi e sussurrare qualcosa.
Quella voce…anche quella voce mi dava fastidio…
< sta…zitta.. >
Strinsi ancora, ma non volevo ucciderla.
Doveva soffrire o non mi sarei calmato. Dopotutto però non volevo calmarmi.
All’improvviso un colpo ben assestato allo stomaco mi fece mollare la presa.
La lasciai cadere al suolo e solo allora prestai attenzione all’arco con cui quella debole umana mi aveva appena colpito.
< bene….ti vuoi difendere allora eh? Sei più coraggiosa del previsto.. >
< Inuyasha……accuccia! >
Sentii il mio collo tirare verso il basso e mi ritrovai schiantato a terra senza la certezza di come ci fossi finito.
Provai un lieve dolore. Al contrario la rabbia e la frustrazione che invasero la mia mente non mi permisero di ragionare oltre.
Alzai lo sguardo e non vidi più alcuna stupida preda.
L’odore però era fresco e invitante.
Dopotutto era una debole e indifesa umana, per quanto coraggiosa fosse.
Poteva scappare dove voleva…tanto avrei sempre saputo come trovarla.
Ancora quella parte insignificante del mio corpo si ribellò alla scelta di seguirla, ma ormai era troppo tardi.
Lei dopotutto sarebbe stata solo la prima.
 
Era proprio come nell’incubo.
Anzi, molto peggio.
Nonostante la preparazione che avevo avuto, nonostante il tempo che avevo sfruttato per assimilare questo dolore, non riuscivo a respirare.
Non riuscivo a rialzarmi.
Una parte di me giaceva in un angolino buio spaventata e tremante.
Quella era la parte di me che si era arresa davanti a quegli occhi, a quel corpo, a quella voce; davanti all’impossibilità di fare qualcosa. Si era arresa ad un volere più grande.
Ma nonostante ciò l’altra parte continuava a correre, inciampare, piangere e sperare.
Continuava a chiedersi perché il male doveva sempre trionfare sul bene, continuava a chiedersi perché quel tormento infinito doveva concludersi con la distruzione di chi si ama; quella parte continuava a combattere per un amore in cui credeva, continuava a combattere per una persona in cui credeva.
Nonostante tutto. Nonostante la solitudine del cuore.
Caddi a terra per l’ennesima volta.
Le condizioni in cui mi trovavo erano decisamente a mio sfavore.
Stavo affrontando un percorso in salita, stavo continuando a respirare miasma velenoso, ma soprattutto stavo scappando da una creatura decisamente più forte e più veloce di me.
Ma avevo promesso.
Avevo promesso che sarei sopravissuta. Che tutti sarebbero sopravissuti.
Ingoiai sangue e lacrime. La ferita alla spalla bruciava, quelle sul collo pulsavano ad ogni movimento.
Erano tutte ferite dolorose perché profonde e perché inferte da lui.
Sapevo che non era consapevole di quello che faceva ma…..
Mi rialzai a fatica e continuai a correre ansimando per lo sforzo.
Alle mie spalle percepivo la sua presenza minacciosa e letale.
Eppure non avevo paura di lui.
Avevo paura delle conseguenze.
Avevo paura di odiarlo perché era arrivato a tanto.
Avevo paura di soffrire perché non ero riuscita a strapparlo a quel suo lato demoniaco che nonostante il male che poteva provocare…era pur sempre una parte di lui.
Avevo il terrore che alla fine di tutto lui potesse tener fede alla promessa fatta…..
No…non doveva finire così.
Mi asciugai per l’ennesima volta gli occhi.
Occhi arrossati dal pianto e dal veleno che erano costretti ad assorbire.
Ad un tratto tra la foschia e la penombra vidi finalmente la fine di quella via eterna.
L’attimo di speranza si frantumò quando la mia mente registrò il panorama che mi circondava.
Mi piegai sulle ginocchia e rimasi immobile. Incapace di credere ancora in qualcosa di giusto.
Attorno a me non c’era nulla che potesse offrirmi una via di fuga, un riparo, una speranza.
L’unica alternativa che mi era concessa era un salto nel vuoto.
Il mio percorso in salita terminava così.
Con un salto nel vuoto.
Quindi la scelta era tra il morire tra le braccia di Inuyasha o precipitare in quella voragine senza fondo.
Mi rialzai quando percepii dietro di me dei passi leggeri e misurati.
Chiusi gli occhi cercando di richiamare a me quel coraggio che probabilmente si era dissolto nel preciso istante in cui avevo ammesso la nostra sconfitta.
< sei in trappola. >
< I…Inu..yasha…..>
Nuovamente quella creatura colpevole di esistere comparve per darci il saluto finale.
< bene bene….siamo al capolinea Kagome…..vedrai….non potrai fare a meno di odiarlo per quello che ti farà… >
< smettila…sei solo un mostro senza pietà ne sentimenti >
< non me ne dolgo se i sentimenti che difendi tu con tanto ardore ti portano a questo… >
Con la mano indicò Inuyasha e il suo aspetto stralunato e demoniaco.
Inghiottii.
< almeno posso dire di aver amato, odiato, vissuto. Tu…..Naraku….sei un essere solo e vuoto e questo credimi…è anche peggio. Provo pena per te. Infondo…noi saremo poveri e deboli ma non saremo ma soli. Neanche ora lo sono. Perché sono sicura che Miroku e Sango stanno combattendo con le unghie e con i denti per qualcosa in cui credono, perché sono sicura che li dentro, dentro a quel corpo privo di lucidità ci sia ancora quella parte di lui che non vuole farmi del male. Tutto questo si chiama amore..Naraku. Un sentimento più forte di tutto quello che tu potrai mai escogitare. >
Il silenzio invase quella parte di inferno.
Senza proferire parola, Naraku si dileguò nello stesso modo con cui era apparso.
Rimasi sola, a tu per tu con il custode del mio cuore.
Quelle parole, dette con rabbia e astio mi avevano ridato fiducia, perché erano vere. Era tutto vero.
< ascoltami bene Inuyasha. Potrai ferirmi, farmi soffrire, potrai calpestarmi e colpirmi, potrai insultarmi e continuare a reprimere ciò che sei in realtà. Potrai uccidermi lentamente ma mai, MAI io proverò odio per te. Mai smetterò di amarti e di avere fiducia in te. Hai capito. Mai. Saprò sempre chi sei. Saprò sempre a chi ho affidato la mia vita. >
Mi guardò e su quel volto devastante quanto bello vidi scorrere una marea di emozioni.
Osai sperare. Per un lungo minuto osai sperare.
Alla fine però i suoi occhi tornarono a scrutarmi con odio e rancore.
Alla fine percepii l’assenza di volontà in lui.
Sospirai ma sorrisi.
< non importa. Ti amo. Sempre. Sarà per sempre Inuyasha. >
 
Continuavo a combattere per avvicinarmi a lui ma erano troppi.
Le lacrime mi offuscavano la vista e la consapevolezza di perderlo stava demolendo la mia lucidità.
< Miroku per favore………smettila immediatamente! >
< vattene Sango. Vattene o non te lo perdonerò mai. >
Ad un tratto una figura alle mie spalle attirò la mia attenzione.
Era di nuovo lui dannazione.
< povera sterminatrice….vuoi una mano??? >
< bastardo…..! >
< se mi segui forse avrai una possibilità di salvare il tuo amato bonzo…che ne dici eh..vuoi provare? >
< credi che sia tanto sciocca da crederti? >
< no certo che no…..ma sai benissimo che ancora pochi minuti e non avrai più alcun uomo per la quale combattere….e a ben pensarci neanche tu sei messa tanto bene…quindi lascio a te la scelta…. >
< sei un maiale. Uno sporco maiale… >
< ahhhha…..insultami pure quanto ti pare…ma dopotutto sono l’unico maiale in circolazione che ti sta offrendo una via di salvezza per il tuo monaco…Puoi continuare a combattere disperandoti e vedendovi morire l’un l’altro oppure puoi seguirmi e scoprire se dico o no la verità! >
Rimasi in silenzio ferma e tesa in piena lotta con me stessa, fissando con odio quella creatura che ci aveva spinti oltre l’inferno.
Che alternative avevo?
Il mio cervello stanco sapeva che le sue dannate parole erano vere.
Se Miroku avesse assorbito altri demoni sarebbe morto, era questione di attimi
Senza tralasciare il veleno che già aveva assorbito e che probabilmente lo stava lentamente uccidendo!
Che cosa dovevo fare?
< se ti seguo cosa accadrà? >
< innanzitutto farò sparire questi demoni…. >
Era un azzardo lo sapevo. Ma che differenza faceva?
Guardai Miroku che nello stesso istante si voltò.
Era stravolto e pallido.
Era la reincarnazione di un uomo morente.
Il mio cuore già fortemente sconfitto si fermò davanti a quella certezza.
Lo vidi spalancare gli occhi e rantolare qualche parola che non arrivò a lasciare le sue labbra pallide e tirate.
Alzò una mano verso di me.
Quella visione straziante si offuscò. Non credevo di essere ancora in grado di piangere.
< ti amo… > sussurrai sulle labbra nella speranza che riuscisse a percepire il mio tormento.
Poi senza indugiare oltre mi voltai verso Naraku che con un gesto della mano fece sparire gran parte dei  demoni presenti nella cavità. Gli altri si fermarono e si ammucchiarono l’uno vicino all’altro.
Era un avvertimento.
Se non avessi tenuto fede a ciò che aveva in serbo per me…..lui sarebbe morto.
Lo seguii sapendo di star abbandonando un pezzo di me.
Lo seguii con la certezza che probabilmente non avrei più rivisto il suo splendido volto.
Addio…amore mio.
 
Era tutto difficile e confuso nella mia mente.
Priva di costrizioni, il mio unico pensiero era…uccidere.
Distruggere, scatenare la mia forza su chiunque, su di lei, su di lui.
Quella creatura che dentro di me sapevo di odiare ancora di più delle altre.
Che sapevo di voler cancellare dalla faccia della terra.
Ma ora quelle parole.
Quella voce sofferente ma coraggiosa.
Quegli occhi caldi e sconvolgenti mi avevano fatto vacillare.
L’odio e il furore che mi avevano guidato fino a qui si stavano affievolendo e una sensazione sgradevole di benessere e pace aveva cominciato a prendere il loro posto.
Guardai quel sangue, guardai quel corpo minuscolo e debole paragonato al mio.
Perché tutto questo?
Aveva senso?
Una parte di me urlava di no.
Mi ordinava di smettere e di correre incontro a quella creatura che sapevo stava soffrendo.
Poi come un fulmine le parole di quell’essere ripugnante tornarono a invadermi la mente.
No. Non potevo cedere.
Io ero quello.
Solo ed esclusivamente quello.
Soffocai quella spregevole sensazione di colpa e mi preparai a combattere la reincarnazione della mia debolezza.
Vidi i suoi occhi spegnersi ma il sorriso non abbandonò mai il suo volto.
Poi mi sussurrò quella frase. Quelle parole piene di sentimenti e amore. Di fiducia e dolcezza mi devastarono.
Spaccarono la mia anima a metà. Una parte di me morì.
Colmai il vuoto doloroso del mio petto con la rabbia e l’incoscienza.
Volevo perdermi.
Volevo perdermi per non trovarmi mai più.
Impugnò l’arco ma non afferrò nessuna freccia. Evidentemente non voleva colpirmi. Perché?
Scossi la testa. Non mi importava se quella donna voleva morire da martire.
Prima lei, poi tutti gli altri.
Mi scagliai contro di lei, le afferrai la mano che stringeva l’arco e gliela piegai dietro la schiena.
Il suo corpo a contatto con il mio mi provocò delle vertigini che subito scacciai allontanandola da me.
Stavo ansimando ma non per stanchezza.
Io non provavo mai stanchezza.
Era….sfinimento.
Sapevo di star affrontando due combattimenti.
Uno più logorante dell’altro.
Quello contro di lei e quello contro me stesso. Ma avrei vinto entrambi.
Le afferrai i capelli e la scaraventai contro una parete alla mia destra.
La vidi scivolare a terra e rialzarsi a fatica.
< reagisci dannazione! >
Si voltò leggermente verso di me e asciugò il rivolo di sangue che colava dalla sua tempia.
< mai amore mio…mai…>
Vidi rosso. La odiavo perché non reagiva. Rendeva tutto più difficile.
Le artigliai un braccio e sentii gli artigli penetrare quella pelle soffice e candida che si macchiò immediatamente di rosso.
< reagisci! >
Scosse lievemente la testa e mi guardò con dolore e amore.
< ahhhhhhhhhhhhhha >
La colpii al volto con violenza senza mollare la presa ferrea e il suo corpo si accasciò contro il mio privo di difese.
Rimasi allibito e rigido per un momento.
Quella visione di immobilità e senza vita mi sconvolse.
Una scarica di dolore puro devastò la parte di me che ancora lottava per porre fine a quel duello di anime.
Indietreggiai cercando di allontanare il più possibile quella creatura da me.
Respirai a fondo per calmare il tumulto del mio animo.
Ma stavo male. Stavo veramente male.
Volevo vomitare.
Volevo togliermi di mezzo ma una calamita mi attirava verso quel corpo devastato dalla mia furia.
Non capivo più nulla e nulla era più nella giusta prospettiva.
Io ero un demone maledizione.
La battaglia che stavo affrontando dentro di me mi stava distruggendo.
Guardai quella donna alzarsi a fatica per l’ennesima volta e barcollando alzarsi in piedi pronta ad essere colpita nuovamente.
Era a pochi passi dalla voragine nera alle sue spalle.
Dovevo farla finita o sarei impazzito.
< ora…. ora…basta! >
Mi scrutò come fosse consapevole che era giunta la sua fine, poi mi sorrise debolmente.
Nulla in lei dimostrava neanche un barlume di rancore o odio.
C’erano delusione e tristezza ma non vi era traccia di rabbia, quell’essere fragile e solo continuava a sperare per me.  Mi amava? Che cosa voleva dire? Ma soprattutto come era possibile?
Scossi la testa.
Poi con quanta più sorpresa possibile mi scoprii a piangere.
I miei occhi. Gli occhi di un demone completo e sanguinario…stavano piangendo.
Tremai.
Affilai gli artigli e mi scagliai contro di lei per porre fine alla sua vita e quell’inspiegabile mio tormento.
Ma qualcosa dentro di me scattò.
La mia mano come dotata di volontà propria invece di colpirla dritta al cuore la spinse lontana.
Vidi il suo volto farsi allibito e spaventato, infine su quell’altura rimasi solo.
Immobile guardai il suo corpo svanire nelle tenebre.
Non riuscii a staccare gli occhi da quella oscurità che andava via via offuscandosi sempre più.
Con un gesto stizzito mi asciugai quegli occhi traditori.
Dentro ero morto.
Perché dannazione perchè!?
 
Era sparita.
Si era allontanata con quello sporco essere che ci aveva ridotti in quello stato.
Il mio cuore si era arreso a quella vista perché il mio fisico non era in grado seguirla.
Mi guardai attorno e vidi quelle enormi creature ferme l’una accanto all’altra, fissarmi intensamente fino a provocarmi prurito.
Sapevo che bastava un minimo accenno e mi avrebbero attaccato in massa.
Si erano fermate per suo volere.
Lui comandava tutto anche i nostri cuori, le nostre speranze, le nostre emozioni, le nostre paure.
Tutto.
Ma il mio organismo oramai era privo di forza, privo di coraggio.
C’era solo tanto amore. Un amore che però questa volta non l’avrebbe salvata.
In silenzio pregai di raggiungerla in fretta, in un modo o nell’altro.




Angolo autrice:

Un saluto ed un ringraziamento a tutte quelle belle personcine che dedicano una parte del loro tempo seguendo la mia ff! =D
Ho ricevuto un sacco di complimenti e incitazioni e questo mi rende davvero molto ma molto felice.
Senza lettori e critici nessuno scrittore (dal più inesperto al più bravo) potrebbe andare avanti.
Nel mio piccolo x cui sono al settimo cielo xke condivido con voi questa mia stupenda passione e le emozioni che voi mi date in cambio sono uniche.
Quindi.... Grazieeeeeeeeeeeeeeeee !!!! :)
Passando al capitolo.....non saprei cosa dirvi.... dovete interpretarlo voi.....
diciamo che la parte del finale mi sta prendendo davvero molto.....se fossi una scrittrice professionista non rischierei affatto di fare la fine più lunga di tutta l'intera storia,
ma ho paura che nel mio caso possa accadere davvero.
Per cui perdonatemi sin da ora per questo mancato equilibrio....cosa volete che vi dica...le idee che ho, escono dalla testa e faccio fatica a impedire che ciò avvenga....
Ora dopo aver ringraziato tutti quelli che zitti zitti si leggono questo papiro....passo alle persone che continuano nonostante tutto a sostenermi davvero.
Grazie mille Kagome_94, kagomechan16 e 8Kanemi8....siete uniche !
Un bacione virtuale a todos! :D

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Capitolo 36
*** Nonostante tutto...alzati e cammina ***


< basta io entro! >
< che cosa? >
< starai scherzando vero? >
< affatto. Rischio di impazzire se non faccio subito qualcosa…per cui…. >
< no aspetta…Sango ha detto di restare qui…..che…. >
< per quel che ne sappiamo potrebbero essere….tutti morti! >
< tutti tranne padron Sesshomaru ovviamente! >
< ne sei davvero convinto? Sono da ore li dentro e ancora non è successo nulla…. Questo cosa ti fa pensare? >
< io…. Ecco…. Ehm… >
< stai dubitando del tuo signore Jaken?……. Se lo vedo glielo riferirò immediatamente!!! >
< taci stupida volpe poco cresciuta! >

Scossi la testa.
Dopotutto erano solo spaventanti e si sfogavano tra di loro per non dare a vedere quanto fossero in realtà preoccupati.
Ma io non potevo più stare fermo ad aspettare….aspettare cosa poi?
Che uscissero tutti sani e salvi o che tornasse solo qualcuno di loro?
O nell’ipostesi peggiore che non tornassero affatto?
No. Sarei impazzito davvero!
< Kirara? >
Subito si mise al mio fianco pronta anche lei ad entrare in azione. Tutto purchè restare a guardare!
< ma Kohaku…… >
< non ti preoccupare Shippo…. Li troverò e tornerò al più presto…voi rimanete qui…..e non bisticciate troppo mi raccomando! >
Volai via prima di farmi commuovere da quei lacrimoni disperati.
Sorella, Miroku….Kagome, Inuyasha….Sesshomaru…non potete mollare!
 
Seguii quell’odiosa creatura nei meandri del suo corpo.
Ero fermamente convinta che quello dinnanzi a me fosse semplicemente un feticcio e che il vero colpevole di tutto quel dolore fosse ben rintanato a godersi la riuscita del suo piano diabolico.
Ma di una cosa si sbagliava fortemente.
Non saremmo periti tutti.
Uno di noi….anche uno solo di noi lo avrebbe raggiunto e avrebbe combattuto fino allo stremo per vendicare gli altri.
Di una cosa ero consapevole però. Quella persona non ero io.
E con la tristezza nel cuore sapevo che neanche Miroku sarebbe potuto arrivare a tanto.
Confidavo in Inuyasha nella speranza che Kagome fosse ancora viva.
Tutta quella situazione era di una tristezza e sconforto inimmaginabili.
< eccoci arrivati… ti ricordi di lei? >
Rimasi impalata a fissare quel corpicino tremante e imprigionato saldamente alla parete.
< Rin.. >
Sembrava stare bene anche se qualche graffio le rigava il volto.
Le lacrime avevano lasciato due segni imprecisi sulle sue guance e quegli occhi spalancati e terrorizzati completavano un quadro tremendamente angosciante.
< sei…un lurido maledetto >
< non mi lamento…… Bene ora tocca a te Byakuya…sai già quello che devi fare vero? >
Dal nulla apparve quella creatura odiosa che aveva tormentato Kagome e compromesso le nostre vite.
Che cosa voleva da me?
Come in un ritorno al passato, le parole di Kagome mi giunsero da lontane….
Il suo incubo.
Il mio corpo devastato e quello di quella dolce bambina…..oddio!
< vedo che hai compreso sterminatrice. Prima ti sbrighi prima il tuo uomo sarà libero dalla sua condanna a morte >
< MAI! Non lo farò mai dannato fantoccio! >
< Davvero? >
< per chi mi hai preso bastardo. Non sono come te. Prendi me al suo posto e lasciali liberi entrambi. >
< oh ma dove sarebbe il divertimento? Non puoi dettare tu le regole….o la uccidi oppure vedrai in diretta la morte lenta e dolorosa di quel bonzo tanto stolto da credere di sfuggire alla mia maledizione ahhahahah >
Strinsi i pugni fino a provare dolore alle dita.
Tutto in me vibrava di rabbia e odio.
Neanche quando avevo visto trucidare la mia gente ne avevo provato tanto.
< la pagherai Naraku. La pagherai per ogni tuo misero respiro >
< quindi è un no…? >
< esattamente! >
< benissimo. Byakuya? >
< Si mio signore! >
Nella parete alla mia sinistra si aprì un varco.
Potevo scorgere con chiarezza la figura semi accasciata di Miroku che rantolando cercava di rialzarsi.
Nell’ombra erano acquattati tutti quei demoni che invano avevamo combattuto assieme.
< Miroku…. >
Sussurrai il suo nome incapace di credere a ciò che stavano per registrare i miei occhi.
< No…ti prego…no >
< l’hai voluto tu…. >
Con un gesto secco della mano Naraku scatenò l’inferno.
I demoni si scagliarono in massa contro di lui che per difendersi aprì il vortice.
< Noooooooooooooooooooooooooooo >
< Non può sentirti…ne vederti. >
Mi precipitai contro la parete cercando di demolirla per raggiungerlo prima che fosse troppo tardi.
Non doveva accadere, non così….
< se lo fermo ora vivrà….ma se indugi oltre lo vedrai morire sterminatrice. Sentirai la sua pena e il suo dolore. Leggerai nei suoi occhi la delusione verso ciò che non sei riuscita a mantenere. Lo perderai Sango. Lo perderai e rimarrai sola. Completamente sola. Ti resta poco tempo…puoi ancora cambiare il tuo destino… >
Il mio respiro si confuse con le lacrime.
La disperazione della mia anima aveva raggiunto il suo culmine.
Non potevo resistere.
< mi dispiace…mi dispiace davvero…ma io…io. >
< una vita per una vita….scegli tu la più importante per te >
Come un automa mi avvicinai a quella bambina ignara del mio dolore.
Ignara che un amica della quale si fidava la stava per tradire nel peggiore dei modi.
Era una scelta.
Il mio bivio personale.
In qualunque caso però sarei morta dentro.
Avevo  giurato di proteggerlo.
Avevo giurato che avrei fatto di tutto pur di salvarlo e se questa era la pena che dovevo portare sul cuore allora….
Quegli occhi nocciola e profondi, coraggiosi e dolci, fiduciosi della vita esattamente come quelli di Kagome, mi avrebbero perseguitato per sempre.
Sfoderai la spada.
 
Mi rialzai sui gomiti lentamente, cercando di valutare l’entità dei danni.
La fortuna questa volta non mi aveva abbandonata.
Ero riuscita in qualche modo a conficcare l’arco in una fessura e così avevo attutito la caduta.
Il cratere non era così profondo come avevo giudicato dall’alto.
Sicuramente era un bel salto nel vuoto ma a quanto pareva solo la spalla già ferita da Inuyasha aveva risentito di quella caduta.
Mi rialzai barcollando.
La testa priva di equilibrio e un malessere generale che si diffondeva dalle tempie fino alle punte dei piedi mi fecero capire con gioia che ero ancora viva.
Veramente viva.
Sospirai lentamente e quando fui sicura di non svenire guardai verso l’alto.
< oh Inuyasha >
Seppur usando una violenza decisamente superiore alle mie previsioni, non mi aveva devastata.
Ero sicura quindi che si fosse trattenuto nel colpirmi.
Ero anche sicura che una parte di lui aveva lottato fino alla stremo e che alla fine fosse riuscita ad impedire che i suoi artigli mi perforassero come era accaduto nell’incubo.
In un barlume di lucidità era riuscito a spingermi via piuttosto che colpirmi a morte.
Se però non avessi frenato la caduta con l’arco probabilmente a quest’ora non sarei sopravissuta ugualmente.
Sorrisi.
Il mio cuore non si era arreso. E a quanto sembrava neanche il suo.
Sapevo che una parte di lui avrebbe resistito.
Sapevo che alla fine ce l’avrebbe fatta.
< preparati Naraku….una parte del tuo piano è già crollata! >
Con una nuova speranza nel cuore mi incamminai verso quella via poco illuminata.
Dovevo stare attenta però a non sfidare la sorte.
Incontrare nuovamente Inuyasha poteva rivelarsi decisivo.
Senza una meta precisa cominciai a vagare.
Tutto attorno a me era viscido e puzzolente.
Il fetore di carne putrefatta e il miasma che impregnava l’aria rendevano giustizia al marciume che avevo sempre immaginato in Naraku.
Ad un tratto l’arco della prescelta tra le mie mani tremò trasmettendomi una sensazione di ansia e di paura.
Una sensazione raccapricciante.
Le pulsazioni aumentarono immediatamente e le mie gambe come dotate di volontà propria cominciarono a correre trascinate da quell’arco che evidentemente sapeva qual era la mia prossima meta.
Sentivo con certezza che qualcuno era in pericolo.
Maledissi la sorte che non voleva dar tregua al mio povero cuore.
 
< lasciala andare donna o prima che tu riesca a sospirare ancora sarai morta. >
< S…sesshomaru… >
< signor Sesshomaru… >
< bene bene la questione si fa interessante. Direi che ora che sei arrivato anche tu posso congedarmi per godermi il resto…! Il mio compito qui è finito….. >
< creatura ignobile preparati perché questa volta hai superato il limite mio consentito >
< il grande demone cane che si scompone…….devo farmi i complimenti allora….ti ho punto sul vivo come pensavo!! Byakuya…pensaci tu….. >
Evaporò alla mia vista confondendosi tra le tenebre, il suo servo invece rimase fermo e sicuro dov’era.
Staccai l’attenzione da quell’abominio che avrebbe patito lentamente ogni suo azzardo nei miei confronti per concentrarmi sulla donna visibilmente disperata che stava per uccidere Rin.
All’inizio avevo seguito la scia dei due umani solo per verificare se fossero riusciti a scoprire dove si rintanava quel codardo, ma una serie di numerosi ostacoli aveva rallentato il mio cammino. Poi tutto ad un tratto il suo odore.
Il suo dolce e leggero profumo mi aveva condotto fino a qui, ed ora la scena che i miei occhi demoniaci stavano registrando non mi piaceva affatto.
Ora comprendevo il motivo di quelle trappole.
Non sarei dovuto arrivare tanto presto oppure i suoi piani sarebbero sfumati. Odiavo essere una pedina di quel mezzo sangue ma odiavo ancora di più sentirmi in agitazione per un qualsiasi altro essere vivente.
Lei soprattutto.
< te lo ripeto per l’ultima volta. Lasciala andare e non ti succederà nulla >
< tu…tu non capisci…..io devo farlo >
La spada tra le sue mani tremava al ritmo della sua angoscia.
La punta era inverosimilmente vicino alla gola della bambina.
Se l’avesse ferita e fosse morta non avrei più potuto riportarla in vita e questo mi procurava ansia e non ero affatto abituato a ritrovarmi sotto pressione, ne tanto meno ad ammettere di essere in difficoltà.
< perché? >
Non staccò neanche un attimo gli occhi dal punto in cui la sua spada toccava lievemente la gola tirata della piccola umana alla quale ero stranamente e stupidamente affezionato.
Se le fosse successo qualcosa non mi sarei più controllato e perdere il controllo non mi piaceva affatto.
Mi imposi la calma.
Valutai i pro e  i contro di ogni mio possibile intervento.
Certo sarei riuscito a colpirla senza che lei neanche se ne accorgesse ma se per un qualche assurdo motivo fosse riuscita a ferirla nonostante la mia velocità?
< non ti interessa nulla della tua vita? >
< no…decisamente no. Ora più che mai. Ma devo farlo. Perdonatemi ma… >
Sapevo che dietro tutta questa storia c’era solamente un colpevole, ma quel voltafaccia da parte della sterminatrice che sempre aveva difeso i più deboli contro tutti……il quadro non era completo.
Solo allora mi accorsi dello squarcio nella parete.
La visione mostrava il monaco visibilmente provato, difendersi contro una quantità notevole di demoni.
Il suo vortice era diverso.
Più potente e vasto.
Mancava poco ormai.
La maledizione stava per compiersi e quell’uso spropositato non lo stava di certo favorendo.
Ora cominciavo a capire. Ma nonostante ciò non potevo permettere che accadesse niente a lei.
< che cosa le ha promesso Naraku eh? > mi rivolsi con rabbia verso quel fantoccio che sembrava indifferente a tutto ciò che lo circondava, ma fu un’altra voce a darmi la risposta che già sapevo
< signor Sesshomaru….se mi ucciderà allora il signor Miroku sarà salvo…la sta ricattando non è colpa sua…vi prego > < sta zitta piccolina ti prego sta zitta…io…mi dispiace tanto…farò in fretta non…non sentirai nulla vedrai….poi…mi toglierò la vita….non posso….continuare….non…oh mi…dispiace perdonami >
Ecco svelato il mistero.
Una vita per una vita.
Sbruffone maledetto.
E poi quella stupida donna…..così debole verso i sentimenti per quel monaco spacciato.
Niente e nessuno poteva oramai salvarlo. Era praticamente già morto.
Ma la speranza, la speranza negli esseri umani era qualcosa di spaventoso.
Un’arma a doppio taglio. E questa volta la lama era puntata contro un essere che non aveva colpa.
Di questo però ne era consapevole anche la sterminatrice.
< credi davvero che manterrà la sua parola donna? Credi davvero che uccidendo lei, salverà il tuo uomo? Guardalo se l’è già svignata….non cambierà nulla. Sei patetica. Non farti soggiogare così da questo bamboccio >
< no…non lo so….è l’unica alternativa che ho…io..non posso vederlo morire….non….posso… >
< ma lui sta morendo donna. >
< Nooo >
< oh si Sango e se non ti sbrighi i demoni tra poco se lo divoreranno in pochi secondi…oppure vincerà la maledizione di Naraku e di lui non resterà nulla…decidi tu…la sua vita è nelle tue piccole mani. lei..o lui >
< maledetto…. >
< taci dannato bastardo >
Mi girai di scatto per distruggerlo ma fu più veloce.
Evidentemente lo avevo sottovalutato.
Non solo era svelto e silenzioso ma la sua arma più devastante era sicuramente il potere che esercitava sulla mente. Ciò che stava facendo a quella donna ne era la prova.
La sterminatrice cambiò impugnatura.
 < perdo..nami… >
Era pronta ad attaccarla.
Guardai con orrore quella lama e quella gola delicata che stava per essere recisa.
Pensai in una frazione di secondo e mi mossi per entrare in azione ma qualcosa fu sbalorditivamente più veloce di me.
La freccia colpì la spada che finì lontana dalle mani della sterminatrice.
Non mi ero accorto della sua presenza perché ero troppo concentrato e preoccupato per Rin.
Mi voltai e su una piccola altura una figura accovacciata e malconcia impugnava l’arco con determinazione.
Incredibile.
Ancora una volta, con quella persona irritante ed estroversa, avevo un debito da pagare.
Per un attimo provai nervoso e fastidio. Poi ancora più irritato da me stesso, provai gratitudine.
La vidi scivolare a terra e portarsi di fronte alla sua amica.
Stranamente come l’ultima volta che l’avevo vista in battaglia era ferita e si reggeva a stento in piedi.
Quella pazza sacerdotessa era un concentrato di guai e coraggio, di sfida e fiducia.
Era appunto una persona….irritante.
Mi guardò in cagnesco come a sfidarmi a dire o fare qualcosa, si voltò verso quel demone umano e lo bruciò con lo sguardo carico di rancore ed odio, poi con determinazione e dolcezza si rivolse alla sua amica.
< Sango….cosa…cosa stavi facendo….? >
< io…io…. >
La sterminatrice si voltò verso lo squarcio per vedere il suo fallimento.
Ma la parete era tornata della composizione iniziale.
< Noooooooooooooooooooooooooooooooo  >
Si accasciò a terra e si distrusse in un pianto disperato.
Per un minuscolo attimo provai un sentimento simile alla pietà. Poi mi concentrai unicamente su quella bambina che non riusciva ad odiare neanche colei che stava per strapparle via la vita per niente e per sempre.
 
Vagavo da troppo tempo nei meandri di quel fetore corrotto.
Una parte di me era incosciente, attonita. L’altra invece continuava a disperarsi per un qualcosa che non riuscivo a definire.
Sentivo la voglia di porre fine a quel tormento che passo dopo passo strappava pezzi di me.
Stare così male e non capire il perché.
Era inutile.
Oramai ero destinato a convivere con il marcio di me stesso.
Ero destinato a non essere cosciente di nulla.
Solo del mio immenso delirio.
In me scorreva la forza straripante di un demone e l’assoluta debolezza di un umano.
Era un confronto troppo arduo, troppo violento era una battaglia impari e sconvolgente.
Due entità diametralmente opposte mi stavano consumando e la mia mente assente non tentava di fare nulla per salvarsi da quel casino.
Del mio cuore invece non restavano che briciole.
Tutto si era corroso guardando quella donna cadere. Guardando i suoi occhi lucidi e dolci scomparire nel vuoto. Quegli occhi mi avevano bruciato dentro. Come un fuoco che devasta ogni cosa. Loro, lei…aveva devastato me.
Quell’essere odioso aveva ragione.
Lui, aveva dannatamente ragione.
Io non ero altro che un debole.
Ero così debole da non avere la forza di contrastare quel male infinito.
Ero così debole da sentirmi spezzato a metà.
Perché era esattamente così che mi sentivo….incompleto, sbagliato, vuoto.
Decisamente vuoto.
Perché maledizione, perché tutto questo dolore? Perché?
 
Mi inginocchiai accanto alla mia amica travolta dalle sue stesse azioni.
In un attimo avevo valutato la situazione.
Avevo visto Miroku al di la dell’apertura.
Le sue condizioni disperate e la sua determinazione a non arrendersi seppur oramai fosse tutto inutile.
Avevo visto la tensione nervosa del grande demone cane che non avrebbe esitato neanche un attimo per salvare la sua piccola umana, avevo visto lo sguardo fiero e determinato di quell’essere spregevole che stava consumando la mia amica e infine avevo visto quella bambina.
Quegli enormi occhi nocciola lucidi dal pianto e consapevoli di non aver colpa per tutto questo.
Non potevo permetterglielo.
Rin non centrava niente, e Sango era sconvolta dal dolore e soggiogata dalle parole di Byakuya, per questo non ragionava.
Avevo agito ed ora avevo sulla coscienza la morte di un carissimo amico.
Abbracciai quel corpo che si ribellò con poca convinzione alla mia presa.
<  è…è.. tutta colpa tua…..perchè…lo hai….fatto…per..chè....è tutta…colpa….tua >
< lo so…lo so scusami Sango… lo so… >
Non potevo fare altro che assecondare la sua agonia.
Avevo distrutto una sua vana speranza. Avevo distrutto il suo amore.
Sentii Sesshomaru alle mie spalle liberare con un facile colpo Rin da quella prigionia.
< Stai bene? >
< si… grazie signor Sesshomaru >
Sentii dei passi leggeri e poco dopo un fragile corpo si accoccolò nel grembo di Sango.
Quella visione mi ridiede la speranza di non aver agito troppo impulsivamente.
< oh piccola…perdonami…perdonami… >
< shhh……non è colpa tua…va tutto bene >
< perdonami…perdonami…perdonami >
Mi alzai lasciando quelle due fragili ma forti ragazze confortarsi l’un l’altra.
< dannato bastardo questa volta hai davvero esagerato. Non dovevi spingerti tanto in la. >
< sei davvero incredibile….ti preoccupi per gli altri quando dovresti solamente pensare a te stessa! Guardati Kagome…stai bene? >
Quel risolino compiaciuto e sicuro mi mandò in bestia. < meglio di te sicuramente. >
< ne dubito..io non posso provare tristezza ne tanto meno delusione…e questo è un grande vantaggio non trovi? >
Come sempre aveva centrato come un cecchino i sentimenti che in quel momento agitavano il mio cuore.
C’era una profonda tristezza per tutta quella situazione ma soprattutto una devastante delusione.
Fissai quelle labbra pallide tendersi in un sorriso compiaciuto di chi la sa lunga. Anche troppo.
< chiudi quella bocca perché a te penserò tra poco non preoccuparti >
< oh fai pure io da qui non mi muovo!! >
Mi voltai verso Sango che ancora cullava Rin con disperazione.
Sospirai stanca e affranta.
Era tutto così difficile e sapevo che eravamo ancora lontani dal culmine di quel gioco maledetto.
< sento la puzza di quel mezzo cane…è stato lui a ridurti così ? >
Abbassai lo sguardo per non incrociare quelle due pozze di ghiaccio.
La sua voce, la sua presenza, tutto di lui mi intimidiva e allo stesso tempo affascinava. La sua freddezza poi mi confondeva colpendomi nei punti più vulnerabili. Sapeva denudarti con quello sguardo.
< tsk.. non ho bisogno di conferme. Sprechi la tua vita salvando quella degli altri. Anche ora che lui non ha più speranza. Ho sempre detto che è un debole. Si è lasciato soggiogare e si è perso in quel potere troppo grande per il suo inutile corpo da mezzo sangue.  >
< non è un debole e non è vero che non ha più speranza…lui…..lui avrebbe potuto uccidermi ma….non l’ha fatto. Una parte di lui è ancora cosciente lo so. Devo solo recuperare Tessaiga così tutto tornerà normale. >
Così dicendo lanciai un’occhiata rabbiosa a quell’essere indifferente alla vita.
Si voltò e sorridendo spostò lievemente la sua tunica mostrandomi la spada di Inuyasha appesa alla cintura.
< Bastardo. >
< non ti ha ucciso è vero.. però ti ha colpito, varie volte direi e anche con violenza…Anche in quel momento sapeva chi eri Kagome? >
< tu devi solamente stare zitto hai capito! >

< Ma si può sapere da che parte stai? >
Non mi rispose ma alzò le spalle con noncuranza.
Cambiare lui era come pretendere di colorare la luna. Impossibile.
< parlare con te non mi aiuterà di certo a sistemare le cose. Io credo in lui tanto quanto quella bambina crede in te. Dovresti conoscere questo tipo di sentimenti grande Sesshomaru o non saresti accorso fin qui altrimenti..o sbaglio?>
Assottigliò gli occhi raggelandomi fino alle ossa. Me la stavo prendendo con lui che non centrava niente
< tu donna hai sempre il vizio di parlare troppo >
< e tu quello di non esprimerti affatto! >

Passarono una decina si secondi senza che i nostri occhi smettessero di mandarsi lampi di ostilità
< …scusa Kagome….io…. >
Una voce incrinata dal pianto mise fine a quell’inutile battibecco.
< non importa Sango. Stai tranquilla…è tutto apposto. Te ne saresti pentita amaramente per sempre. Non eri in te e soprattutto lui questo non l’avrebbe mai voluto lo sai >
< si…..non mi avrebbe mai perdonata >
< se uccidiamo un essere innocente per salvarci la vita o salvare qualcun altro non siamo meglio di quel bastardo. Mi dispiace tanto Sango….Miroku…..lui……scusami tanto se ho scelto per te > una lacrima di dolore bagnò la mano che stringevo al cuore.
< no…hai fatto bene…sapevo in cuor mio di non avere più speranze. Oramai era troppo tardi. >
< non abbiamo la certezza che sia morto Sango….. >
< era messo davvero male. Dopotutto però uccidere Rin non lo avrebbe salvato. Lui non avrebbe mai mantenuto la promessa. Sarebbe finita ugualmente così. Anzi io…. >
Si alzò in piedi e asciugandosi invano le lacrime si avvicinò lentamente alla parete ormai priva di poteri.
Tremante appoggiò la fronte alla roccia e rimase li a fissare il vuoto.
< ho…ho fallito…amore mio…perdo..nami…ho fallito….…addio >
Rimasi impotente davanti a quella sussurrata sconfitta.
Sentii il rumore che quell’istante provocò nel mio cuore, uno scalpello che incide lentamente e con dolore quell’attimo che mai più mi sarebbe stato concesso scordare.
Anche io presto o tardi avrei dovuto ammettere la sconfitta del nostro amore?
< se lui è morto, morirai anche tu non è vero Kagome? >
Sentii il silenzio dell’attesa attorno a me.
Fissai il terreno.
Dopotutto avevo valutato anche quello.
Speravo che Sesshomaru potesse utilizzare Tenseiga sul corpo di Miroku ma a quanto pare ero arrivata troppo tardi. Gli spiriti non si sarebbero dovuti scomodare per quella morte.
< se Miroku è…morto…allora presto o tardi si….la mia promessa, parte della mia promessa è stata infranta ed io morirò. >
< mi dispiace Kagome. Non sai quanto….. >
< sapevo a cosa andavo incontro. Combattiamo per vincere Sango non per sopravvivere. >
< oh Kagome…guarda…come ti ha conciata >
Mi guardò disperata percorrendo più volte le mie evidenti ferite.
< sono viva però…e so che una parte di lui era cosciente..ce la possiamo fare Sango…….io sono ancora viva quando non dovrei esserlo affatto! > alzai la voce per enfatizzare quell’avvenimento che segnava un piccolo punto a nostro favore e sorrisi per confortarla.
< ma per quanto ancora! >
Tutto crollò. Esausta sospirai.
Non ero in grado di sobbarcarmi il pessimismo di Sango ne il suo dolore.
Il mio cuore aveva già straripato varie volte. Troppe per un essere umano.
< ora voglio che tu sia forte. Sono convinta che Naraku ti lascerà in pace per ora. Io devo a tutti i costi sconfiggere Byakuya e recuperare Tessaiga altrimenti Inuyasha…… >
< hei guarda che io sono qui non parlare come se non ci fossi….. >
Gli lanciai un’occhiata gelida e tornai a concentrarmi su Sango.
< io rimango con te…ti posso aiutare… >
< no Sango tu ora devi andare a vedere di Miroku. Se non lo trovi devi ritornare qui intesi? >
< ma io…io ho paura non voglio….non ci riesco… >
< ma devi farlo! Fallo per lui, per me. Fallo per il vostro amore. Segui il tuo cuore Sango….. non sbaglia mai! >
Titubante la vidi annuire tristemente ed incamminarsi con passo stanco e incerto.
Poi ad un tratto si fermò e determinata fissò Sesshomaru che fino ad allora non aveva osato fiatare.
< sono pronta a pagare per quello che stavo per compiere. Quando vorrai. Come vorrai. >
Ci fu un attimo di silenzio che rimbombò nelle nostre teste.
Ero tesa, pronta a difendere Sango se avesse anche solo osato sfiorarla ma non avvertivo tensioni in lui.
Dopotutto era pur sempre il fratellastro di Inuyasha e il linguaggio del corpo era molto simile.
< Rin. Va con lei e stai attenta che non commetta sciocchezze. >
Lo fissai allibita e assieme a me altre due espressioni riflettevano la loro confusione.
Poi con allegria la piccola Rin sfrecciò accanto a Sango prendendola per mano
< Per…perché ? >
< sarà più al sicuro con te visto che io ho un debito da saldare e sento potresti davvero commettere qualche sciocchezza. Lei ti sarà da monito. Bada però. La tua proposta la ritengo valida se le dovesse succedere qualcosa >
Detto ciò si voltò verso Byakuya lasciandoci di sasso.
Ero completamente sbalordita da quel suo gesto.
Voleva aiutarmi? Anzi voleva aiutare suo fratello????
E cosa più sbalorditiva stava aiutando Sango a non lasciarsi andare affidandole una responsabilità come la vita di Rin? Si lo stava davvero facendo ed ora lei era obbligata a fare di tutto per difenderla. E l’avrebbe fatto ne ero sicura.
< donna. Sei pronta o no >
< arrivo! >
Diedi un’ultima occhiata significativa alla mia migliore amica.
Quello non era un addio per noi due.
Ci saremmo riviste era una promessa.




Non devo dirvi molto...spero che vi sia piaciuto davvero....l'ho scritto con il cuore.
Ora la faccenda si fa seria...anzi lo era già prima decisamente....
Bene passo ai ringraziamenti......un bacione a quelle spendide persone che con pazienza e tanta passione commentano la mia storia.....=D
Grazie infinite...anche se oramai sarete stufe....nn smetterò mai di ringraziarvi.....è sempre uno stimolo in più leggere i vostri pareri e le vostre interpretazioni...!!!!
Un abbraccio enorme a tutti e a presto!!! =D

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Capitolo 37
*** L'angoscia del sapere ***


< senti…credo che dovremmo entrare anche noi…! >
< mmm ci stavo pensando ma…. Hanno detto di restare qui….il padrone mi ha ordinato di restare qui!! >

< e tu non disubbidisci mai? >
Pensai a tutte le volte che le avevo prese da quel demone forte e potente che seguivo con devozione ed affetto.
Tremai al pensiero di esprimere tali emozioni ad alta voce.
Se solo si fosse immaginato un sentimento simile nei suoi confronti sarei morto.
Però per quella ragazzina seccante e vispa sapevo che provava un qualche tipo di legame.
Perché darsi tanta pena altrimenti. A ben pensarci io stesso non ero tranquillo.
Per entrambi.
Scossi la testa.
Il mio signore era troppo potente e furbo per lasciarsi fregare da quel maledetto…
< hei…allora mi rispondi??? >
< si qualche volta gli ho disubbidito e con questo? >
< con questo andiamo……loro hanno bisogno di noi! >
< senti volpe spelacchiata e non cresciuta loro non hanno affatto bisogno di noi…di te poi men che meno! >
< se non ti conoscessi un po’ Jaken direi che hai paura! >
< chi io???? Ma stai scherzando?……Non c’è battaglia che non mi abbia visto vincitore! >
< si Jaken anche io ho paura…. >
< …eh…cosa?.... ahahahah hai paura!!! >
< certo! E non mi vergogno affatto. Kagome dice sempre che non bisogna aver paura di avere paura. Che è da maturi ammettere di provare paura!!! >
< e tu fai tutto quello che dice quella Kagome?………perché se è così allora dovresti stare fermo li dove sei!!!! >
Fissai quel piccoletto che nonostante tutto aveva del fegato.
Da quando Kohaku ci aveva lasciati non aveva staccato di un solo attimo gli occhi da quella mostruosità fluttuante.
Già da fuori e a debita distanza quel ragno gigante metteva i brividi.
Chissà da dentro.
Eppure anche io avevo voglia di scoprire come stavano gli altri.
Riportai l’attenzione su di lui e nello stesso istante Ah-Un si avvicinò per permetterci di salire.
Negli occhi della volpe potei leggere le mie stesse emozioni.
< andiamo…..noi siamo indispensabili….. >
Lo guardai come se fosse completamente matto!
Alzò gli occhi al cielo e indicò quel sacco giallo che in genere portava la strana ragazza di Inuyasha.
< ….abbiamo le medicine >
< ……che cosa sono le “medicine”??? >
< oggetti curativi molto potenti….vengono dal futuro!!! >
< tsk il mio padrone non usa quelle cose…non gli servono mica. Scemo!! >
< allora al grande Sesshomaru faremo solo….da sostegno morale!!! >
Ci alzammo in volo e con la paura nel cuore entrammo nell’oscurità più totale.
< Stupida volpe…non ha bisogno neanche di quello ovviamente! >
 
Era da parecchio tempo che mi ritrovavo in solitudine con un pubblico ansante ed immobile.
Un pubblico che al contrario di quelli veri non aspettava altro che il segnale per potermi divorare.
Stranamente valutando la mia situazione non mi sentivo per nulla scoraggiato.
Stavo morendo evidentemente.
Da quando Sango era sparita assieme a quella creatura immonda il resto non contava più nulla.
Che mi attaccassero o che fosse la maledizione a consumarmi non aveva importanza.
Il veleno che circolava nel mio organismo aveva rallentato ogni cosa.
Tutto mi sembrava sfuocato e lento.
Tutto appariva sotto una luce diversa.
La luce della sconfitta per ritirata.
Perché era proprio così che stavano le cose.
Mi stavo ritirando dalla battaglia. Nulla aveva più senso se lei…lei non c’era.
Cercai di rialzarmi per avvicinarmi a quei demoni che provocati avrebbero finalmente messo fine alla mia inutile quanto breve vita.
Ma a quanto sembrava lui aveva progetti diversi nei miei confronti.
Una figura al mio fianco comparve con perfetto tempismo. Dannazione.
< sei di nuovo qui….. >
< e tu sei ANCORA qui…! >
< dove volevi che scappassi…grazie a te non riesco neanche a muovermi…. >
< ahhaha non pensavo ci volesse così poco per stendere il grande Miroku! >
< hai fatto male i tuoi conti allora! >
< ma come…ti arrendi così??? E pensare che lei sta facendo tanto per tenerti in vita….sta quasi per donarmi la sua… >
Rimasi paralizzato per qualche secondo poi tuonai.
< maledetto che cosa le hai fatto!? >
< oh io niente…proprio niente….è stata lei a sacrificarsi per amore…. >
< cosa stai blaterando…. >
< guarda tu stesso oramai dovrebbe mancare poco! >
Con l’ansia alle stelle fissai la parete che quel mostro stava indicando.
Ad un tratto una visione sfuocata e lontana apparve mostrandomi ciò che mai avrei voluto vedere.
< No….NO NO NO! Sangoooo >
< non può sentirti ovviamente…ne tanto meno vederti…. >
< sei…sei….un…. >
< hai finito gli insulti per caso…..? Ahahahah guardala bonzo…guardala e trema al pensiero che lei stai gettando via la sua vita in cambio della tua…poverina, non sa che infondo è tutto inutile non solo perché io ho deciso che morirete entrambi ma a quanto pare perché tu ti sei già arreso….chissà come si sentirà quando lo verrà a sapere….combattere inutilmente…morire inutilmente….. che spreco….Non la meriti monaco…. Ma lei ha fatto la sua scelta…… ed è troppo tardi per tornare indietro… >
Quelle parole cariche di veleno e odio, portatrici di dolore e devastazione fluirono lentamente nella mia mente mentre i miei occhi offuscati dal pianto registrarono ogni suo movimento, ogni suo gesto ed espressione, ogni sua smorfia di dolore, ogni sua ferita che lacerava quel corpo che era stato completamente mio.
Perché Sesshomaru la stava attaccando…. Perché….?
Solo allora mi accorsi di quella piccola creatura devastata e riversa al suolo. Rin…..
< maledetto…che tu sia dannato Naraku per tutto il male che hai fatto! >
< hai ancora la forza per urlarmi contro??? Bene…monaco…molto bene… >
< li hai messi contro bastardo…hai trucidato quella bambina innocente ed ora stai facendo ricadere la colpa su Sango……sei un essere spregevole…falli smettere SUBITO! >
< oh povero e indifeso Miroku….ti sbagli di grosso…..! Non sono affatto stato io a ridurre così il corpicino di quella piccola creatura…..è stata proprio la tua Sango…che tu ci creda oppure no…. >
< no….oh no ti sbagli..lei… >
< lei non lo farebbe mai???? Davvero? Neanche se la posta in palio fosse la tua vita? >
Rimasi ammutolito all’idea che Sango avesse potuto uccidere in modo così violento e brutale un essere innocente e per di più una bambina.
Una bambina che si fidava di lei.
No.
Non poteva essere.
Eppure….negli occhi di Sango c’era colpa e dolore.
Il mio cuore sentiva che le parole di Naraku erano vere.
L’aveva fatto.
Aveva davvero ucciso quella bambina per salvare la mia vita ed ora stava pagando.
Stava pagando un prezzo altissimo.
La furia di Sesshomaru e la perdita della sua anima.
Non si sarebbe mai perdonata…io stesso avrei fatto fatica a farlo…..
< l’ha fatto solo perché Byakuya l’ha incoraggiata un po’ e perché le ho promesso che saresti stato salvo….L’ho ingannata monaco… l’ho ingannata e lei ci è cascata alla grande ed ora….morirà… >
Persi per un momento il lume della ragione. In quel preciso istante persi la cognizione di cosa.
Ero un umano, un animale, un sasso.
Ero tutto e niente.
Ero folle. Pazzo di una rabbia mai sperimentata prima.
Il veleno che prima aveva rallentato i miei sensi, cominciò a ribellarsi a quella furia improvvisa provocandomi un dolore fisico che pareggiava quello del cuore.
Mi alzai in piedi e con passo deciso ma affaticato mi portai davanti a quella creatura che non meritava neanche di essere guardata in faccia.
< ora….preparati perché quando avrò finito con te…..ti pentirai di tutto >
< sono qui per questo bonzo……. Ti propongo una sfida…..sconfiggimi prima che lui sconfigga lei e avrà salva la vita.! Vediamo se il vostro grande amore prevarrà sul male….lei difendendosi e tu combattendo…vediamo chi mollerà per primo! Avanti monaco impazzito. Fatti avanti! >
Sfilai il rosario e mi preparai a combattere la mia ultima battaglia contro il tempo.
 
Stavamo pressando con violenza quell’odioso spettro predatore di pensieri.
Era visibilmente preoccupato dalla piega che stava prendendo lo scontro.
Evidentemente aveva sottovalutato la mia rabbia e soprattutto la potenza di Sesshomaru.
Anche in lui percepivo tensione e rabbia tenute a freno.
Registrai un promemoria: mai prendersi gioco del grande Sesshomaru!
Finalmente dopo qualche nostro attacco andato a vuoto Byakuya finì con le spalle al muro e nonostante la sua sbalorditiva velocità questa volta non sarebbe mai riuscito a sfuggirci.
< di addio a questo mondo > come sempre il tono basso e minaccioso del grande demone cane mi mise i brividi.
<  la mia vita non conta nulla… io sono solamente una pedina come voi…quindi….. >
< sei davvero uno sciocco se credi che anche noi ci arrenderemo così al suo volere…..noi combatteremo fino alla fine >
< ..voi non avete neanche un’idea di cosa vi aspetti…ma non sarò di certo io a rendervi le cose più facili >
Così dicendo con un movimento veloce ed improvviso, scagliò Tessaiga dietro di se dove un varco aperto senza che ce ne accorgessimo la inghiottì e si richiuse senza affanno.
Rimasi allibita e sconvolta da quel gesto.
< ahahahahha….che stupida ingenua….credevi davvero che sconfiggendomi l’avresti avuta? Poverina >
< maledetto! >
La rabbia e la disperazione circolarono in me come veleno al posto del sangue.
Quel combattimento arduo e impegnativo era stato del tutto inutile.
Tessaiga era svanita nel buio e così anche la mia speranza di far tornare in se Inuyasha.
< vai a cercarla. Qui finisco io! >
< mah….ma come faccio? Dove la trovo….. >
< chiedi all’arco! >
Nuovamente nel giro di pochi attimi mi ritrovai scioccata ma mi ripresi in fretta.
Era vero dannazione.
L’arco mi avrebbe aiutata a trovarla. Come aveva fatto con Sango.
Evidentemente la promessa alle sacerdotesse aveva legato la mia arma ai miei compagni.
Dovevo solo concentrarmi…..
< grazie…. >
< taci! Vedi di fare in fretta. Quel rammollito potrebbe davvero perdere il controllo per sempre e se ti dovesse incontrare…. >
Lasciò in sospeso la frase, la conclusione era più che ovvia.
< non che mi interessi ovviamente la fine che farete tutti quanti! >
Annuii debolmente mentre nel mio cuore quelle parole segnavano un solco profondo e angosciante.
Non poteva accadere proprio ora!
Riportai la mia attenzione su Byakuya che nonostante la situazione a suo sfavore non rinunciava a quell’aria indifferente e superiore.
Mi strizzò l’occhiolino e sorridendo mi fece segno di andare.
Sospirai per la frustrazione di non poterlo finire con le mie stesse mani.
< ah donna? >
Mi voltai verso quel demone granitico che cominciava a sciogliersi senza saperlo.
< ritengo il mio debito…estinto! >
Ecco appunto!
Gli sorrisi
< tornerai da Rin vero? >
Non ottenni risposta ovviamente. La mia era una domanda inutile.
< prenditi cura di Sango…o dovrai vedertela con me >
Assottigliò gli occhi e alla risata sommessa della sua vittima affilò gli artigli sfiorandogli il collo.
Scrollai la testa ritenendomi ampiamente fortunata di non trovarmi al posto di Byakuya e sfrecciai alla ricerca dell’unica mia possibilità di salvezza.
 
Gironzolavo da un bel po’ in quei cunicoli torbidi e minacciosi.
Era un luogo davvero spaventoso.
Seppur da una visuale sopraelevata ancora non avevo scorto nulla di utile. Nulla che mi facesse pensare di trovare qualcuno ancora vivo.
Cominciai davvero a pensare al peggio…..poi un bagliore improvviso ci fece arrestare entrambi.
< Kirara andiamo a vedere >
Con cautela cominciammo a scendere fino a trovarci all’altezza di quel lampo di luce che ci aveva attirato con la speranza nel cuore.
Sembrava piantato nella parete a qualche metro da terra. Era un miracolo che ce ne fossimo accorti….
Man mano che mi avvicinavo riuscivo a distinguere i contorni di quell’oggetto.
Era un spada….
Anzi..no, non era una spada era la spada…la spada di Inuyasha….Tessaiga…cosa ci faceva li….
Subito quel piccolo barlume di speranza che aveva illuminato il mio animo inquieto si spense trascinandomi nello sconforto più totale..
Dannazione….se la sua arma era qui allora la situazione doveva essere più grave del previsto.
Lui non si separava mai da Tessaiga.
Pregai silenziosamente che nessuno fosse ancora perito in quella tomba oscura.
La estrassi da quel composto melmoso ma compatto e rimasi a fissarla pensieroso.
Perché questa spada era finita qui? Come aveva fatto…e soprattutto dove era Inuyasha?
Appena espressi l’ultima silenziosa domanda la spada cominciò a vibrare e a tirarmi verso nord.
Rimasi allibito per una decina di secondi poi assieme a Kirara seguii quell’arma che presumibilmente mi stava conducendo proprio da lui…..
Inghiottii dalla paura…chissà cosa avrei trovato.
Forse era meglio rimanere dove ci avevano detto di restare!
Con l’animo in subbuglio seguii il volere del destino.
 
Ancora non riuscivo a credere a tutto quello che mi era capitato.
Guardai per l’ennesima volta la bambina che fiduciosa mi teneva la mano e mi seguiva in mezzo a quei cunicoli torbidi.
La bambina che avrei ucciso sicuramente se non fosse intervenuta Kagome..…
Kagome
Una parte di me le era grata per aver salvato la mia anima e quella della povera piccola senza colpa, ma l’altra, la parte disperatamente egoista, provava solo rancore e rabbia verso una persona che aveva spento ogni mia speranza, ogni mio progetto, ogni mio alito di vita.
Lasciai alla mente il compito di seguire la strada che più preferiva perché il resto del mio corpo era morto.
Morto con lui.
Nello stesso istante in cui la visione sulla parete era scomparsa il mio cuore si era infranto in tanti piccoli e irrecuperabili pezzi. La mia vita si era infranta.
Avevo perso tutto.
Un altro singhiozzo abbandonò le mie labbra e la stretta che ricevetti da quella manina mi trascinò ancora più affondo.
Ero pronta ad uccidere questa creatura per salvarlo. Ero pronta ad uccidermi con le mie stesse mani frantumando gli insegnamenti della mia gente ed il mio credo pur di saperlo in vita.
Ma ora lui non c’era più.
Lui non c’era più.
Il mio cuore lo sapeva. Sapeva di essere rimasto da solo a combattere per il nulla.
Mi trascinai cercando di ritrovare quella via che mi aveva separata per sempre da lui. Evidentemente non ero abbastanza lucida e cosciente da ripercorrerla senza sbagliare, oppure il mio povero cuore agonizzante non voleva trovarsi davanti alla certezza di tale dolore. Non mi serviva affatto altro dolore. Però…
< non…non capisco…dovremmo essere già arrivate….mi devo essere persa >
< Sango non preoccuparti lo ritroveremo..e poi è più che normale che qui dentro ci si perda……questo posto cambia in continuazione. >
La guardai allibita. La mia mente si risvegliò quel tanto che mi bastava per comprendere le sue parole
< cambia? Cosa vuol dire che cambia? >
< che questo non è un luogo normale ma è il corpo di Naraku…! Siamo dentro di lui ora.! E tutto attorno a noi cambia a seconda del suo volere. Non te ne eri accorta davvero? >
Scossi la testa incapace di parlare. Dentro il suo corpo. Quello era il suo corpo?
Mi spensi.
Come potevamo sconfiggere un mostro di tale potenza e dimensioni? Come? Eravamo solo delle minuscole e stupide pedine che giocavano a quel gioco infernale. Eravamo niente in confronto a lui.
< poco importa…..Lui…ha già vinto >
Le mie gambe camminavano, il mio petto respirava e i miei occhi guardavano distrattamente dove mi trovavo ma il resto di me…non esisteva. Non voleva più cooperare per ridarmi una parvenza di vita che mai più avrei voluto.
Quella bambina mi era stata affidata ed io avevo promesso di proteggerla altrimenti nulla mi avrebbe impedito di smettere di respirare. Perché il respiro era l’unica differenza tra me e il mio amore perduto.
 
Stavo per cedere.
Stavo per abbandonarmi al mio delirio e perdere quel barlume di speranza che quello stupido organo aveva follemente stretto. Ma ora la forza della pazzia era più forte.
Ora, a poco a poco, stavo riprendendo il controllo di me.
Il sangue demoniaco scorreva rapidamente dentro le mie vene eliminando ogni piccolo frammento di quello che non volevo più ricordare. Di quello che non volevo più essere.
Perché soffrire quando potevo annegare nella mia forza?
Perché soffrire quando potevo dimenticare la sofferenza?
C’era qualcosa che non volevo ricordare. Un qualcosa che mi avrebbe distrutto, un qualcosa che mai avrei dovuto affrontare. Seppellii quel dannato ricordo offuscato dentro l’organo che mi aveva causato già troppo male.
La lotta tra l’essere umano e  la creatura demoniaca aveva visto un vincitore.
Il vincitore che ora si stava impadronendo prepotentemente della parte sconfitta.
Respirai a pieni polmoni. Dovevo calmarmi assolutamente.
Ad un tratto, un forte odore umano mi attrasse come un assetato nel deserto.
Era la voglia di uccidere.
Una voglia devastante ed incontrollabile.
Quella vittima avrebbe sigillato la parte di me che ancora sperava nel bene.
Volevo sangue, volevo dolore.
Volevo la morte. La sua.
Il mio passo si fece più veloce e leggero.
Tutto in me si preparò ad affrontare quello scontro, l’ultimo in cui avrei avuto una coscienza, un barlume di lucidità. Poi il nulla.
Ed era al nulla che agognavo.
Annusai freneticamente l’aria cercando di individuare in mezzo a quel tanfo insopportabile l’identità della mia vittima.
Mi accorsi che gli odori erano due.
Un demone ed un umano. Bene!
Il sangue galoppò lontano e gli artigli fuoriuscirono in tutta la loro devastazione.
Mi acquattai per sfruttare l’effetto sorpresa così da vedere il terrore nei loro occhi e quando mi passarono davanti li attaccai facendo cadere il ragazzo dalla groppa del demone gatto.
Che strana accoppiata.
Poco mi importava. Quel ragazzino spaurito e incredulo faceva proprio al mio caso….erano due prede da niente ma mi sarei divertito comunque.
Quello era il momento di dire addio a chiunque fossi stato in passato.
A chiunque mi avesse ridotto in quelle condizioni.
 
Correvo. Correvo con la fatica nel corpo e un dolore immenso che mi corrodeva dentro.
Non capivo dove mi trovavo, non sapevo dove stavo andando. Non sapevo quando e se avrei mai trovato quella dannata spada. Non sapevo se avrei fatto in tempo.
L’angoscia era la padrona del mio corpo. Le ferite che Inuyasha mi aveva inferto continuavano a riaprirsi di tanto in tanto e il dolore pulsante che mi procuravano non aveva nulla a che invidiare al male che sentivo nascere ogni qualvolta abbandonavo la mia mente hai ricordi di quell’inferno.
La lotta contro Inuyasha, la caduta nel vuoto, la distruzione di Sango, la sconfitta di Miroku…..tutte ferite profonde, marchiate con il fuoco dentro me.
E non era ancora finita. Nulla era ancora finito.
Inciampai e caddi al suolo.
Incapace di rialzarmi rimasi li a piangere.
Volevo solo essere dimenticata da tutti. Volevo solo essere lasciata in pace e piangere.
Piangere fino allo stremo di quello che una volta reputavo un corpo. Il mio corpo
 
 
Un rumore alle nostre spalle e quel ringhio spaventoso mi fecero cadere da Kirara.
Mi rialzai in fretta e sfoderando la mia arma mi preparai ad affrontare una creatura che non riuscivo a scorgere in quell’oscurità troppo densa.
I brividi che sentivo scuotermi la pelle erano dovuti alla paura.
Paura perché sentivo che la creatura che mi stava osservando da vicino era pericolosa.
La spada di Inuyasha legata al mio fianco pulsò nuovamente e un tarlo improvviso si insinuò nella mia testa.
Non poteva essere.
< fatti avanti! Chi sei? >
Con passo leggero e sicuro quella figura indistinta tra le tenebre si mostrò bloccandomi il respiro.
< Inu…Inuyasha… >
< tsk..com’è che qui tutti mi conoscono? >
Scossi la testa più volte sbattendo contemporaneamente anche le palpebre per scacciare quella tremenda visione dalla mia mente.
No. Non poteva essere.
Sentii Kirara irrigidirsi al mio fianco. Anche lei percepiva la malvagità di quel mostro che nulla aveva a che vedere con l’amico che conoscevo e stimavo.
< cos’è hai troppa paura per rispondermi? >
< io…ecco..io…tu…sei…sei diverso… >
< ahahah davvero?! >
Quegli occhi rossi, quelle zanne pronunciate e le striature violacee sul volto nulla erano al confronto delle sue mani; mani nervose e letali, mani macchiate di sangue.
Gli artigli sporgenti e le vene ingrossate erano completamente ricoperte di liquido rosso. Un liquido umano.
Tremai.
A chi aveva fatto del male? E soprattutto ne era consapevole?
< visto il tuo forzato silenzio….direi che possiamo finirla in fretta….. >
Si avvicinò pericolosamente a me e con precisione tentò di graffiarmi l’addome ma fui più svelto, indietreggiai finendo contro una parete molliccia e disgustosa.
Maledizione!
< bene bene… e così siamo più in gamba del previsto…meglio ancora! >
Il suo sguardo folle mi mise in agitazione.
Kirara ringhiava ma sapevo che mai avrebbe attaccato un suo compagno se non in caso di morte.
Anche io facevo fatica a vederlo come un nemico anche se tutto in lui appariva sotto quella luce.
< Inuyasha fermati……non…non ti ricordi davvero chi sono? >
< tsk..che importanza fa, sei un inutile umano! >
< sono Kohaku..il fratello di Sango….. >
Vidi il vuoto nelle sue iridi….davvero non si ricordava nulla…perché…? Come era arrivato a questo punto?
< Sango….è la sterminatrice che ti ha seguito fino a qui…assieme al monaco Miroku…. >
Niente. Nel suo sguardo solo il nulla.
< ti ho già detto che non ho idea di chi siano queste persone ne tanto meno mi interessa…io non ho bisogno di nessuno! >
< di Kagome si però! >
Dannazione. Mi era sfuggito.
La disperazione di constatare che tutti i suoi amici erano stati cancellati da quella mente demoniaca e fuori controllo mi aveva portato a parlare troppo.
A quel nome infatti tutto in lui si fece teso e rigido. Sentii il suo odio e la sua rabbia. Sentii la tensione vibrare in ogni suo muscolo. Percepii la follia nel suo sguardo e il tormento del suo animo.
Il tremore del corpo infine mi fece capire quanto avrei pagato quella mia svista.
< K…Kagome >
Sbarrai gli occhi e terrorizzato mi preparai a subire l’ira di un demone perduto.
 
Stavamo procedendo in silenzio poiché eravamo troppo spaventati da quello che ci circondava e che sembrava sul punto di inghiottirci da un secondo all’altro.
Mi ero pentito più e più volte di aver messo piede li dentro ma ora la cosa che mi premeva di più era trovare qualcuno dei miei compagni vivo…
 Inutilmente mi ero abbindolato ripetendomi che come sempre ce la saremmo cavata, ma guardando quel luogo ostile ora…non ne ero poi tanto sicuro.
Una prova certa dell’esito diverso di questa battaglia fu il ritrovamento del bastone di Miroku all’inizio del nostro cammino.
Lui non si separava mai da quell’arma e questo era un chiaro presagio di un qualcosa che il mio piccolo cuoricino ferito non voleva ancora analizzare.
Ad un tratto il drago a due teste, accelerò con maggior energia.
Mi aggrappai alla schiena di Jaken con forza per non essere sbalzato giù nell’oscurità più profonda.
< maledizione Ah Un che ti prende? >
< ferma questo coso….. >
< non capisco…..Ah-Un……fermatiiii >
E detto fatto il grande e bizzarro mostro si arrestò di colpo facendoci sbattere l’uno contro l’altro.
Mi grattai il bernoccolo che si stava già  formando sulla fronte.
< ahi ahi ahi….che male…hai proprio la testa dura zuccone… >
< senti chi parla!!!! >
Quella rana saputella si voltò verso di me per fucilarmi con lo sguardo e proprio in quel momento scorsi la più bella visione della mia vita.
Anche Jaken si voltò nella mia stessa direzione. Probabilmente la mia espressione parlava chiaro..
< Sango…. >
 < Rin… >
Mi rialzai e corsi incontro alla mia amica che sebben malconcia era ancora viva.
Quando fui così vicino da poterla finalmente abbracciare tutta la mia felicità evaporò guardando i suoi occhi spenti. Occhi vuoti e neanche lontanamente paragonabili a quelli caldi che conoscevo e apprezzavo tanto.
< Shippo…cosa…..oh Shippo >
Si chinò e mi abbracciò. Sentii poco calore in lei e poca energia ma nuovamente il buon umore tornò ad illuminare quell’inferno putrefatto.
Sentii solo le esclamazioni di gioia di Rin e i complimenti che rivolse ad Ah Un che sicuramente aveva percepito il suo odore e ci aveva condotti dritti dritti da loro.
< Sango……stai bene? >
Annui e silenziosamente mi rimise al suolo.
La continuai a guardare ma in lei vedevo solo un corpo senz’anima…
< che cosa è successo??? >
< venite dobbiamo proseguire…vi racconteremo tutto strada facendo. >
Con un macigno sul cuore mi preparai ad ascoltare ciò che mai avrei voluto sentire.
 
Il veleno oramai aveva raggiunto la sua meta, il cuore.
Sentivo quell’organo portatore di incredibili gioie e tremendi dolori contrarsi faticosamente per i suoi ultimi battiti.
Ansimai dallo sforzo e dalla preoccupazione di non farcela. Di saperla morta.
Tentai di richiudere il vortice che neanche il rosario più riusciva a sigillare completamente.
Ero davvero patetico. E anche lui lo era.
< ti arrendi di già…monaco? >
< vorresti eh? >
< si…mi sto annoiando e non vedo l’ora di concludere qui per andare a controllare gli altri….sai non esiste solo Sango…! >
Come immaginavo noi due non eravamo i soli a dover affrontare l’inferno.
Se le previsioni di Kagome si erano avverate per Sango e per me allora…
< finirai mai di provare gusto nel fare del male Naraku? >
Sembrò stupito da quella domanda, poi con il suo solito sorriso soddisfatto mi rispose con quanta più innocenza fasulla riuscì a racimolare.
< io sono stato creato per fare del male quindi..presumo di no! >
< se non sbaglio tu sei stato creato per amore Naraku…non per odio…Creato per un eccesso d’amore verso la persona sbagliata. Ma anche il troppo amore porta alla rovina >
< basta vedere voi vero? Tu stai morendo per salvare lei, lei sta morendo per salvare te e quegli altri due…oh si loro sono fenomenali…lui si autodistrugge per non ucciderla e lei non si difende per non spedirlo all’altro mondo! Patetici. Tutti estremamente patetici. >
< si….decisamente patetici ma decisamente uniti. Posso anche morire ora senza rimpianti. Ho avuto tanto dalla vita nonostante la tua maledizione. Anzi ho avuto anche troppo e morirò sapendo di non aver sprecato neanche un attimo. Morirò difendendo qualcosa in cui credo ciecamente. Morirò con la coscienza pulita e l’anima serena. Tu puoi dire  lo stesso? >
Nuovamente mi fissò e questa volta più seriamente.
Un sentimento che la mia povera mente stanca non riuscì a decifrare gli attraversò lo sguardo.
< no. Direi di no…anche perché non posso morire per cui…! Ahahhaha >
Sospirai. Ma che mi ero messo in testa?
Sapevo fin dall’inizio che scontrarmi contro di lui avrebbe solo accelerato la mia fine ma pensavo che parlandogli avrei potuto almeno fargli cambiare idea. Avrei almeno potuto salvare gli altri se ancora esisteva qualcuno da salvare.
Scossi la testa.
Che stupido. Lui era Naraku.
Colui che aveva distrutto la mia famiglia, quella di Sango. Colui che aveva perseguitato Kikyo, devastato Kagome e rovinato la vita di Inuyasha e tutto questo per cosa poi?
No.
Lui non avrebbe mai potuto cambiare.
Sfilai nuovamente il rosario e lo gettai lontano.
< questa e la fine Naraku >
< si..lo credo anch’io..…addio bonzo! >
 
Percepii una forza prepotente e devastante confondermi l’anima.
Una forza che lentamente sciolse i nodi del mio spirito e la tensione del mio corpo, sciolse le paure della mia mente e ridiede la vista ai miei occhi ciechi.
Un ragazzino scarmigliato e ansante, schiacciato contro la parete mi stava fissando, terrorizzato e insicuro.
< K..Ko..Kohaku? >
Il suo volto si tese prima in un’espressione diffidente poi in una più aperta e solare.
Lo sentii sospirare e guardarmi con dolcezza.
Era tutto terribilmente confuso e annebbiato.
Scesi con lo sguardo alle nostre mani vicine e riconobbi la mia spada.
< Tessaiga >
La sentii pulsare sotto le mie dita insanguinate.
Con orrore guardai quel ragazzino che sembrava illeso nonostante le nostre posizioni.
Mi staccai leggermente da lui e imposi alla mia mente di lavorare veloce per comprendere quell’assurda situazione.
Lui era ancora incastonato nella parete ma oramai non percepivo paura in lui.
Paura per che cosa poi?
Non ricordavo nulla ma i fatti parlavano chiaro. Era più che evidente che lo avessi attaccato senza motivo ma non capivo assolutamente il perché.
Con fare incerto mi guardai attorno scorgendo Kirara che al pari di Kohaku rimaneva immobile e silenziosa a fissarmi.
Spaventato cominciai a trarre le mie disperate conclusioni.
Non avevo l’uso dei sensi.
Vedevo male, sentivo male e il mio olfatto era completamente andato.
I muscoli del mio corpo erano intorpiditi e lenti e la mia mente era decisamente poco lucida. Solo il cuore pompava regolarmente facendomi capire di essere vivo e presumibilmente sveglio.
sospirai < ti ho attaccato? >
Vidi un lampo di dolore attraversare quegli occhi così simili a quelli della sorella.
Mi guardai attorno ma a quanto pareva eravamo solo noi tre a disturbare quel silenzio devastante.
< stai tranquillo Inuyasha ora è tutto apposto! >
Fissai nuovamente le mie mani tremanti che stringevano Tessaiga come fosse un’ancora di salvezza.
Erano tese e nervose e gli artigli spiccavano più del solito. Ma quello che mi fece più inorridire era il fatto che fossero completamente ricoperte di sangue. Dio che  cosa mai avevo fatto?
< ti..ho ferito? >
Scosse la testa.
< io sto bene….stavi per attaccarmi ma mi sono difeso con Tessaiga e appena l’hai sfiorata hai ripreso coscienza di te! Stai bene ora? >
Le sue parole arrivarono lente e letali al mio cervello.
Non lo avevo ferito dunque di chi era quel sangue? Mi ero ripreso si ma non ero ancora cosciente di me.
Non sapevo proprio cosa avevo fatto.
Che cosa mi era successo.
< no..non sto bene! >
Lo vidi irrigidirsi e mi maledissi per il mio tono brusco. Evidentemente dovevo averlo terrorizzato davvero.
< non cercare di sforzarti…..devi restare calmo e vedrai che pian piano tutti i tasselli ritorneranno al loro posto >
Annuii incapace di fare altro.
Sapevo che avevo fatto un casino. Lo sentivo ma era tutto troppo complicato.
Dannazione!



Ciaoooooo a tutti!!!!!!
C'ho messo un po' per partorire qualcosa di decente....anche se nn sono completamente soddisfatta....!!!!
Mancano davvero pochissimi cap allo scontro finale (almeno è quello che ho progettato....ma anche una quindicina di capitoli fa dicevo lo stesso!!!)
Cmq questa volta dovrebbe andare proprio così.
Voglio farvi il punto della situazione per chi a causa della mia fervida immaginazione e vena melodrammatica si fosse perso per strada:
Sango (e Rin) si è ricongiunta con Shippo Jaken e Ah Un...e sta cercando il luogo in cui dovrebbe essere morto Miroku....è combattuta perchè ha paura di affrontare la realtà, ma sa che deve farlo.
Kohaku trovata Tessaiga è riuscito a far tornare in se INuyasha che molto presto scoprirà il casino che ha combinato...
Sesshomaru è in stand by (ovviamente ha fatto fuori Byakuya)
Kagome sta avendo il suo attimo di disperazione e ignara della situazione continua a cercare la spada per salvare INuyasha e se stessa.
Miroku....ecco...be...con lui ho qualche difficoltà.....scopriremo assieme cosa gli capiterà....!!!!Se avete suggerimenti o idee al riguardo sarò felice di prenderle in considerazione.
Come ho sempre sostenuto dall'inizio questa è si una mia storia ma nn l'ho minimamente proggettata. avevo un idea generale della tipologia che volevo seguire ma.......è tutto improvvisato e scritto di getto.
Durante questi mesi...ho cambiato idea decine di volte.
Sono convinta che gli scrittori professionisti nn facciano esattamente così ma primo sn ben lontana dall'esserlo poi a me piace molto l'idea di essere vittima della mia stessa fantasia...perchè nn solo ho il piacere di scrivere ma anche di leggere con il vostro stesso stupore!!
Bene direi che ho sforato con i commenti personali =D =D =D
Come sempre e con grande piacere ringrazio quelle splendide persone che mi sostengono e contribuiscono attivamente alla riuscita di questa ff!!! 8Kanemi8 Kagome_94 kagomechan16  Inuyasha89
Grazie anche a te bellina97 :)
E un grazie anche a tutti gli altri ovviamente ;)
A presto....=D

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Capitolo 38
*** Un ultimo respiro...un'ultima lacrima ***


Avevo cercato di carpire qualche informazione utile da quell’essere dai minuti contati.
Ma solo il silenzio e la negazione avevano accompagnato la mia mano mentre poneva fine alla sua inutile vita.
Evidentemente era l’unico servo che fino all’ultimo non gli aveva voltato le spalle.
Poco importava.
Non mi serviva altro che la rabbia per sconfiggere quel demone sciocco e prepotente.
Sentii quel corpo polverizzarsi sotto le mie dita. Ecco qual’era la degna fine di una nullità.
Mi guardai attorno chiedendomi ancora una volta il perché di quel luogo.
Il perché di questa sua dimostrazione di grandezza.
Avevo compreso fin dal principio dove ci trovassimo ma non riuscivo a darmi una spiegazione abbastanza valida per quella scelta. Che senso aveva combattere dentro di lui?
Con questa domanda fastidiosa nella mente mi misi sulle tracce di Rin.
Non vedevo l’ora di uscire da quello schifo.
 
< dove…dove sono gli altri…? >
Nuovamente si irrigidì e si fece pallido e insicuro. Il suo atteggiamento mi procurava solo ansia e frustrazione.
< io non lo so Inuyasha….sono entrato per vedere se eravate….ancora….cioè….se stavate tutti bene! >
Quelle parole mi crearono solo più confusione..
Entrato dove? Verificare cosa? Perché non dovevamo stare bene?
Mi guardai attorno e vidi per la prima volta il luogo macabro nella quale ci trovavamo.
Arricciai il naso provando disgusto.
Non percepivo ancora gli odori ma non ci voleva un genio per captare quel fetore inverosimile.
< si hai ragione…questo luogo fa veramente schifo…chissà per quale motivo è così…nauseante!!! >
Un flash improvviso scosse la mia mente intorpidita.
“ sei tu a non aver capito con chi hai a che fare….questa dopotutto è una prova della mia grandezza… “
Mi strozzai.
< Naraku >
< …cosa? >
< siamo dentro…di lui..! >
Vidi il suo sguardo passare dall’allibito e scioccato allo spaventato e intimorito.
Avevo già visto quegli stessi sentimenti  sul viso di qualcuno. Lo sapevo.
Altri frammenti di un recente e sconvolgente passato sfrecciarono nella mia testa tramortendomi.
Immagini di me di lui…di lei.
Caddi a terra sotto il peso del mio corpo straziato.
Mi appoggiai al suolo e smisi di respirare.
No. No. Non potevano stare così le cose.
No.
Lei…lei…il mio cuore gridava pietà ma la mia mente cercava disperatamente di collegare quelle visioni che già sapevo di non riuscire a sopportare.
Lei che corre e che fugge  terrorizzata da me, lei che si rialza e mi chiama disperata, lei che piange, lei che non reagisce, lei che mi supplica con gli occhi, lei che mi sorride tristemente.
Lei. Lei e solo lei.
Non poteva essere. Non…non…
< Inu…yasha che cosa…..succede…cos’hai…? >
< oddio..…Ka…gome… >
< cosa? È successo qualcosa a Kagome….parla … >
Quel viso insanguinato e rigato dalle lacrime illuminò il mio buio.
“ non importa. Ti amo. Sempre. Sarà per sempre Inuyasha. “
L’ultima immagine di lei squarciò il mio petto lasciandomi senza vita.
L’avevo ferita.
L’avevo colpita più volte forse a morte ed infine l’avevo spinta nel vuoto.
< è…è…lei…non….non c’è più>
Non ricevetti risposta. Sentii solo un sussulto lontanamente paragonabile a quello del mio cuore.
< …come?…. >
Non alzai la testa.
Fissai quel terreno sconnesso e disgustoso che apparteneva alla creatura che ci aveva spinti oltre i limiti consentiti.
Ma il vero, unico responsabile ero solamente io.
Mi guardai le mani.
Non mi serviva l’olfatto, sapevo già di chi era tutto quel sangue.
Anche lui fissò quegli arnesi di tortura e indietreggiò.
Percepì il suo timore verso di me e il dolore per la mia colpa.
Ora entrambi eravamo consapevoli del mostro che viveva in me.
Chiusi gli occhi e tutto ciò che riguardava lei invase il mio spazio mentale.
Che cosa ti ho fatto?
Maledizione che cosa ti ho fatto?
Sfogai la mia rabbia al suolo con un pugno che risuonò nel silenzio.
< Perché…? Perché?! Te l’avevo detto che non ne sarei stato capace. Ti avevo avvertita della mia debolezza. Ti avevo pregata di restare lontana da me ma non hai voluto sentire ragioni. Perché non mi hai ascoltato? Perché hai voluto dimostrare di avere fiducia in me quando….quando…io non merito affatto. Voglio solo morire e raggiungerti se mi è possibile. Dannazione mi hai lasciato solo. Solo con la colpa di averti tolto il respiro. Con la colpa di averti vista morire!!!!  Torna da me Kagome…torna da me ti prego. >
Parlavo all’aria, sfogavo il mio tormento nell’oscurità di quel corpo maledetto che mi aveva portato via tutto.
La dignità. L’amore. La vita.
< calmati Inuyasha… >
< calmarmi? L’ho uccisa Kohaku. L’ho uccisa io con queste luride mani >
Così dicendo alzai i miei arti insanguinati verso di lui ed entrambi rimanemmo immobili.
Sapevo di aver già vissuto una scena simile, ma allora era ancora tutto fattibile, tutto così lontano e modificabile.
Era salvabile.
Lei era ancora viva.
Ripensai con dolore alla nostra conversazione e tremai.
“ perche? Dimmi perché.. “
“ perché ti amo! “
“ amarmi significa morire? “
“ no.. “
“ ma è quello che succederà vero? ”
“ no! Non lo permetterò….io non morirò “
“ si invece e sarò proprio io ad ucciderti…con queste “
Scossi la testa.
Alla fine si era avverato tutto, e lei mi aveva mentito.
Altri frammenti del passato continuarono a perseguitarmi e li lasciai entrare senza riserve nella mia testa annebbiata e incredula.
“ tu non perderai il controllo…tu saprai sempre chi sei tu e cosa sono io…combatteremo assieme Inuyasha non ti lascerò solo te lo prometto! Io mi fido di te perché so che puoi farcela…io lo so… “
Sorrisi amaramente.
Si era sbagliata su tutto!
Io avevo perso il controllo.
Non l’avevo riconosciuta.
Mi ero dimenticato di lei e alla fine avevo fatto si che mi lasciasse solo.
Non ce l’avevo fatta.
Con quale diritto respiravo ancora?
 
Guardai quel mezzo demone vacillare sotto un peso troppo grande anche per le sue forti spalle.
Guardai i suoi occhi farsi spenti e lontani.
Fissai il suo corpo accasciarsi privo di volontà e forza e tremare come un bambino.
Guardai quel ragazzo che mai più si sarebbe perdonato.
Poi pensai a lei.
Alla fanciulla graziosa e solare che sempre mi aveva difeso e protetto
A quella giovane donna che anche nei momenti più oscuri riusciva a scorgere la luce.
Ora quella luce si era spenta ed  il colpevole giaceva ai miei piedi sconfitto.
Maledetto Naraku alla fine……
Sospirai distrutto.
Dentro di me temevo che il demone che viveva in Inuyasha potesse esplodere senza pietà ma avvertivo solo passività e devastazione in lui.
Il suo sfogo verbale lo aveva lasciato senza forze.
Era ancora a terra con le mani nascoste l’una nell’altra per coprire la prova tangibile della sua colpa.
In quel momento provai una miriade di sentimenti.
Pena, tristezza, rabbia, delusione e comprensione.
Tanta comprensione.
Mi accovacciai al suo fianco e guardai con attenzione quelle mani ricoperte dal sangue della sua amata; d’impulso avvicinai le mie più piccole e più umane e gliele strinsi con forza.
Si irrigidì ma non si mosse.
< anche le mie sono sporche della vita di chi amavo Inuyasha. Sporche della vita di chi si fidava ciecamente di me >
Lentamente alzò il capo, mi guardò e in lui vidi tornare un barlume di coscienza.
< non posso reputarmi innocente visto ciò che ho fatto alla mia gente, alla mia famiglia, ma non ne ero minimamente consapevole. Credi che altrimenti avrei mai potuto compiere quello sterminio? Il colpevole principale è sempre e solo lui. Naraku. Questo non ti farà dormire la notte ma darà sollievo al tuo cuore straziato. Fidati di me Inuyasha.. >
< io…non ho più un cuore. L’ho bruciato assieme alla mia dignità. Il mio cuore l’ho spinto giù da un burrone e l’ho guardato cadere senza fare nulla per salvarlo >
Rimasi senza parole per un intero minuto. Poi mi ripresi.
< so che cosa stai provando. Ma anche la mia famiglia non centrava niente. Non era minimamente consapevole di quello che stava per affrontare…Kagome invece si…….>
< appunto! Lei ha creduto in me fino alla fine…ed io…io…Maledizione >
< non si può fermare la potenza dei sentimenti….lei non voleva starti lontana. Lei sapeva cosa sarebbe potuto accadere….e sono sicuro che non è rimasta delusa da te. Vedrai, il tuo cuore saprà con il tempo rimarginare le sue ferite. Una alla volta  >
< ribadisco il concetto. Non ce l’ho più un cuore. Non lo voglio. Non mi serve >
< si invece….ce l’hai perché il dolore sordo che senti deriva proprio da li, e solo quando accetterai ciò che è successo potrai in parte smettere di soffrire ed esso continuerà a battere, che tu lo voglia oppure no>
< io non posso accettare di averla….averla  >
Sospirai. Non potevo rassegnarmi. Non con tutto quello che loro avevano fatto per me.
< utilizza la tua rabbia per vendicarti..utilizzala per proteggere chi ancora è in vita e ti vuol bene, utilizzala per continuare a lottare per vivere e non per seguire chi non c’è più. >
Mi fissò con una luce diversa.
Più viva e calda.
Sapeva di chi erano quelle parole.
Gli sorrisi cercando di trasmettergli tutta la tranquillità che lei aveva trasmesso a me in quei lunghi mesi di prigionia.
< si.. è stata proprio lei a dirmi queste cose qualche tempo fa. Mi ha sorriso fiduciosa e mi ha salvato dalle tenebre del mio cuore….ed ora devo ricambiare il favore e salvare il tuo…per lei. >
Quegli occhi dorati e carichi di dolore si fecero lucidi dal pianto ma non una sola lacrima lasciò il suo posto.
Non era ancora pronto.
Si alzò lentamente come se il peso del mondo fosse su di lui e rimettendo Tessaiga nel suo fodero mi voltò le spalle.
Sapevo che ora circolavano in lui solo rabbia e vendetta, sentimenti forti che lo avrebbero spinto oltre i suoi limiti.
<  andiamo..! Abbiamo un bastardo da eliminare! Poi porrò fine alla mia inutile vita. >
Dentro di me tremai di paura.
Sapevo che non aveva più il controllo di quello che faceva.
Non si sarebbe risparmiato pur di vendicarla. Oh Kagome..
 
Ero allo stremo di me.
Sentivo come un senso di vuoto dentro.
Il mio corpo si stava preparando a scomparire nel nulla.
Mi ero sempre chiesto cosa avesse provato mio padre negli ultimi attimi della sua vita e mi ero sempre domandato cosa avrei potuto provare io.
Ora lo sapevo.
Ora che li stavo vivendo sulla mia pelle, lo sapevo.
Ansia. Angoscia. Dolore. Rassegnazione. Paura. Sconfitta. Solitudine. Rabbia. Tanta rabbia.
Era un miscuglio di sensazioni indescrivibili.
Ma la peggiore era la consapevolezza di svanire, di svanire di li a poco per sempre, senza lasciare traccia.
La mia mente volò lontano.
Volò da lei, la raggiunse e si lasciò invadere da tutto ciò che quella donna rappresentava per me.
Colmo di quell’immagine che mi avrebbe accompagnato per sempre lasciai operare al destino il suo volere.
Urlai di dolore, un dolore disperato verso coloro che non avrei più potuto salutare, verso le cose che non avrei mai più potuto fare. Avevo sempre desiderato dei figli. Decine di piccoli Miroku e Sango che trotterellavano sulle mie spalle ed ora non ne avrei visto nemmeno uno. Piansi e urlai.
Urlai di rabbia contro quell’essere che aveva vinto su tutto tranne che sul mio cuore.
Sfogai le mie ultime restanti energie in quel grido che si spense….nel nulla.
 
Un bruttissimo presentimento mi fece alzare la testa.
Non mi ero minimamente mossa da terra ed ora tutti i miei muscoli erano completamente atrofizzati.
Lentamente mi misi seduta e asciugandomi gli occhi cercai di dare un nome a quella tremenda sensazione che stavo percependo nel fulcro del mio animo.
Quel dolore sordo e fulminante mi costrinse ad alzarmi.
Mossi i primi passi procedendo nella direzione che avevo inutilmente cercato di percorrere.
Mi sentivo frastornata e ansiosa.
Mi misi a correre.
Sentivo dentro di me l’urgenza di sbrigarmi. Ma per cosa poi?
L’arco mi scivolò dalle mani e quando mi chinai per raccoglierlo una scarica di disperazione e sconfitta mi prosciugò le energie.
Che cosa stava succedendo dannazione!
 
< Maledizione! >
Sentii quattro respiri mozzarsi all’improvviso.
Dovevo calmarmi o presto o tardi avrei fatto saltare i nervi a qualcuno.
Eppure provavo dentro un’ansia indescrivibile, come se il mio corpo e la mia mente fossero perennemente in agitazione. Come se tentassero di raggiungere un qualcosa il prima possibile, prima che fosse troppo tardi.
Era una sensazione logorante.
La frustrazione poi che cresceva ad ogni vicolo cieco che trovavamo non era più contenibile.
Era da parecchio tempo che cercavo di raggiungere il luogo della mia fine ma ancora non ero stata capace di trovarlo.
Sentivo che era vicino. Ma non riuscivo a raggiungerlo.
< Sango…calmati vedrai che lo troveremo >
Sospirai rassegnata, quella dolce bambina assieme a quel piccolo volpino che ci aveva coraggiosamente raggiunti avevano tentato invano di tirarmi su il morale.
Sorrisi pensando all’espressione speranzosa di Shippo quando con coraggio e fierezza mi aveva mostrato lo zaino di Kagome contenente le medicine. Peccato che quelle medicine non sarebbero più servite a nulla.
Il mio cuore mancò un battito.
Che stupido organo incapace di ammettere la verità.
Non voleva rassegnarsi a quella scomparsa.
Non voleva sapere di essere solo.
Durante il nostro cammino avevo cercato di spiegare la situazione che era uscita dalle mie labbra come un racconto dell’orrore provocando smarrimento e tanta tristezza.
Quando  poi mi avevano mostrato il bastone di Miroku, le lacrime che avevo cercato di frenare coraggiosamente erano scappate per non tornare più.
Sapevo che era tutto vero, che quell’incubo che avevo inutilmente cercato di tenere lontano ci aveva tramortiti e si era avverato in tutta la sua devastazione, ma nonostante ciò mi era tremendamente difficile immaginare la mia esistenza senza di lui.
Stavo ripiombando nel mio baratro buio e senza fondo quando un urlo disumano fracassò il silenzio.
Agonizzai per la frazione di un secondo e sentii il mio cuore lacerarsi fino a diventare polvere, poi scattai.
Era lui.
Quella voce distorta era la sua.
Partii senza capire più nulla.
Solo un nome nella mia testa.
Solo una meta.
Solo uno scopo.
Lui.
Mi fiondai verso una parete e sentii la sua voce con chiarezza.
< Mirokuuu... >
Guardai disperatamente da una parte all’altra in cerca di una via d’uscita ma niente.
< Miroku sono qui…..oddio ti prego….sono qui resisti >
Con l’angoscia nella voce cercai di sovrastare il suo grido di dolore.
Dentro di me vorticavano la felicità di sentirlo vivo e la devastazione di non arrivare in tempo.
< tieni duro…tieni duro amore mio… >
Fuori di me sfoderai la spada e cominciai a scagliarmi con forza contro la parete lacerando la carne che componeva quella carogna.
Sfogai tutta la rabbia e la disperazione che avevo in corpo, avvertii dopo pochi secondi la presenza degli altri che cercavano di distruggere l’unica barriera tra me e la mia vita.
Ad un certo punto però non avvertii più alcun suono, alcun rumore.
Con un groppo in gola mi accanii con maggior violenza su quella parete fino ad escoriarmi le mani e i polsi, ma non avvertivo dolore. Non c’era più spazio dentro di me.
Appena si aprì un piccolo varco lo lacerai con le mani fino a permettermi di passare al di la a fatica.
Caddi ma mi rialzai immediatamente e con il respiro irregolare e il cuore fuori dal petto rimasi immobile davanti  a quella visione che i miei occhi furono costretti a registrare.
Tutta quella vita, tutta quella frenesia, quell’ansia, quella premura vennero distrutte da un silenzio tombale e da quella voragine scavata nel terreno.
Rantolai per alcuni secondi con lo sguardo fisso al limitare di quel precipizio artificiale.
Poi contro ogni mia volontà cominciai ad avvicinarmi alla voragine.
Non poteva essere. Pochi secondi fa…lui era…lui…..oddio.
Continuai ad avanzare verso il limitare di quella tomba che aveva portato via l’amore della mia vita, quando ad un tratto il mio piede calpestò qualcosa, così, come un automa abbassai la testa scorgendo la prova inconfutabile di quella tragedia.
Raccolsi quella parte di lui che mai aveva osato abbandonare.
Raccolsi il testimone della sua maledizione; da oggetto fondamentale era divenuto inutile come la mia speranza, come il mio coraggio, come il mio amore. Inutile.
Strinsi al petto l’unico cimelio che mi avrebbe ricordato la sua presenza.
Non avevo la forza di avanzare oltre.
Mi aveva ingannata. Mi aveva denudata di tutti i sentimenti umani per lasciarmi sconfitta e sola davanti alla prova della sua forza. Aveva vinto. Quel bastardo aveva vinto….su Miroku…su me.
Mi trascinai a fatica fino al bordo e li mi lasciai cadere dando finalmente voce al mio dolore senza confini.
 
In lontananza percepii un grido disumano.
Sapevo a chi apparteneva quell’agonia.
Il mio udito si era fatto più fine e l’olfatto era nuovamente tornato.
Provai immediatamente disgusto e dolore percependo l’odore di Kagome sulle mie mani ma scacciai quel pensiero per non lasciarmi tramortire.
Nuovamente quel grido.
Era un richiamo alla morte.
Mi voltai di scatto e cominciai a correre verso  quel suono straziante.
Dietro di me avvertii immediatamente la presenza di Kohaku e Kirara.
Maledizione cosa poteva essere accaduto? Non osavo pensare al peggio.
Non ne avevo la forza.
 
Barcollai fino alla parete dove mi lasciai cadere esausta.
Non capivo più nulla e lo smarrimento che percepivo in me stessa mi fece tremare dalla testa ai piedi.
Fissai l’arco. Una delle ramificazioni più grandi che coprivano la sua parte anteriore si era spezzata.
Guardai attentamente la struttura dell’arma e solo in quel momento capii il significato di quegli intrecci nel legno.
Rimasi senza fiato.
Le parti più in rilievo erano fondamentalmente quattro.
Una di esse era leggermente più grande rispetto alle altre ed era intrecciata con quella che percorreva il centro dell’arco.
Una delle restanti due ramificazioni che sostenevano l’intreccio si era spezzata.
Se, come il mio cervello stava supponendo, la venatura più grossa rappresentava Inuyasha…e quella centrale me, le altre due sicuramente appartenevano a Sango e Miroku….
La disperazione cominciò a controllare ogni mia minima terminazione nervosa.
Non potevo crederci.
Mi stavo sbagliando…..doveva essere così.
Uno dei miei più cari amici era scomparso…per davvero.
L’arma che stringevo con violenza tra le mie mani pulsò viva al mio dolore e la ramificazione centrale si incrinò in tutta la sua lunghezza.
Dentro di me sapevo chi non ce l’aveva fatta.
Avevo sempre pensato che la tragedia a cui avevamo assistito non fosse altro che una messa in scena per costringere Sango ad autodistruggersi ma non essendone sicura non avevo voluto darle false speranze…ma ora era tutto cambiato. Uno di loro non c’era più per davvero.
Un mio caro amico non c’era più e la mia promessa si era così infranta.
Cominciai a tremare.
Ero sola.
Ero sola con le mie paure e non esisteva persona al mondo che avrebbe potuto aiutarmi.
Non esisteva persona al mondo che avrebbe potuto salvarmi e l’unico a cui mi sarei rivolta senza esitazione e che avrebbe potuto portare un po’ di sollievo al mio cuore agonizzante era l’unico che non potevo avere.
Un mio amico era morto e presto o tardi sarei morta anche io.
Che senso aveva continuare a combattere. Che senso aveva?
Con rabbia lanciai il mio arco lontano e ricominciai a piangere nascondendo la testa fra le ginocchia.
Non avevo la forza.
< basta….mi arrendo…hai sentito…..MI ARRENDOOOOO >
 
Arrivammo in pochi minuti e in quel lasso di tempo mi ero convinto di poter affrontare qualunque cosa vista la quantità di ferite che già recava il mio cuore.
Ma ciò che vidi mi dilaniò nel profondo.
Scioccato e incredulo guardai quella voragine scavata nel profondo del terreno decretare la perdita di un amico.
Un vero amico.
Un migliore amico.
L’unico.
Spostai con fatica l’attenzione da quella tomba improvvisata alla figura rannicchiata sul ciglio di essa.
Stringeva tra le mani quel rosario che aveva esaurito il suo compito.
Le nocche erano escoriate e insanguinate, le braccia erano graffiate fino ai gomiti ed il suo corpo era scosso da singhiozzi inconsolabili.
Non riuscii a scorgere il suo viso che sapevo stravolto dal dolore, ma in fondo non mi serviva vedere la sconfitta nei suoi occhi, mi bastava osservare gli attoniti e ammutoliti spettatori di quella tragedia.
C’erano quasi tutti.
Rin, il servo di Sesshomaru, il drago a due teste e il disperato Shippo che inutilmente cercava di frenare le lacrime.
Quando si accorsero della nostra presenza scorsi subito un lampo di felicità che venne però immediatamente sostituito dalla paura.
Sapevo esattamente che cosa i loro occhi stessero analizzando.
I segni violacei sul mio volto, gli occhi ancora marchiati, le zanne pronunciate e le mie mani.
Mani assassine. Mani…
Scossi la testa e mi avvicinai a Sango.
Poi mi fermai consapevole che avrei sortito lo stesso effetto anche su di lei nonostante il momento.
Feci un cenno a Kohaku che con lentezza e premura si inginocchiò vicino alla sorella e la strinse tra le braccia.
Tutti noi rimanemmo muti e immobili davanti a quello sfogo, davanti a quella perdita.
Chinai la testa incapace di guardare ancora.
Avevo fallito.
Avevo ucciso l’amore della mia vita ed ora anche una delle persone a cui tenevo di più era morta.
Poteva un essere vivente sopravvivere ad un destino che non voleva saperne di permettergli neanche di respirare?
Mi stavo auto commiserando quando una figura silenziosa e imponente arrivò alle mie spalle.
Non mi voltai a guardarlo.
Non volevo leggere sul suo volto lo stesso disgusto che già provavo per me.
< gli esseri umani sono troppo emotivi per poter sperare di cavarsela. >
Strinsi i pugni e ingoiai il veleno che ribolliva dentro al mio cuore.
< pensavo che anche tu non ce l’avresti fatta ma a quanto pare sei ancora qui. Più meschino e deludente che mai ma ancora vivo…è arrivata in tempo allora >
Mi voltai verso di lui con l’odio negli occhi ma quell’ultima parte del suo discorso mi aveva lasciato più confuso che mai.
Vidi la diffidenza sul suo volto mentre analizzava il mio.
< lei… chi…!!!? >
Inarcò un sopracciglio e poi si guardò attorno.
Il suo sguardo passò dall’annoiato al perplesso e confuso.
< non è qui…perché? > non mi stava rivolgendo una domanda...stava parlottando tra se e questo mi mandò in bestia. Erano troppe le cose che dovevo sopportare in quel momento e lui non era contemplato nella mia solitudine.
< oh maledizione mi vuoi dire che cosa diavolo stai blaterando? >
< stai al tuo posto mezzo cane. Sei la vergogna della famiglia. >
Mi afferrò una mano ed annusò l’odore del suo sangue.
Staccai  la mano dalla sua e lo guardai rabbioso.
< vedo che nonostante il tuo lato demoniaco sia ancora in subbuglio riesci per il momento a controllarti…. >
Rimasi teso e fermo nell’attesa di un altro suo insulto. Sfogarmi con lui però era meglio che soffrire in silenzio.
Uscii allo scoperto e quando Jaken e Rin lo videro si fiondarono verso di lui soddisfatti e piangenti,
il primo prese un poderoso pugno sulla testa, la seconda venne presa in braccio e fissata attentamente.
Non c’era tenerezza in lui, ne premura o dolcezza. C’erano però serenità e senso di protezione in quella strana bambina che gli nascose il viso nel petto e strinse la sua veste con forza. Smise anche di piangere ed il suo esile corpicino si rilassò immediatamente tra le braccia del grande Sesshomaru.
Il ranocchio si riprese e continuò a venerare il suo padrone dal basso. Anche Ah Un si avvicinò e ascoltò le parole sommesse del suo signore con grande attenzione.
Scossi la testa incredulo.
Almeno qualcuno era felice. Provai invidia per lui. Per loro.
Guardai Shippo che rimasto solo in un angolino tentava invano di abbracciarsi per riscaldare il suo corpo da un freddo che non proveniva certo dall’esterno.
Quel freddo era presente dentro ognuno di noi.
Dentro i nostri cuori soli e sconfitti.
Mi appoggiai alla parete e continuai a fissare le mie mani sporche del sangue dell’unica persona che avevo giurato di proteggere e amare per il resto della mia esistenza. L’unica persona che avevo ferito in tutti i modi esistenti al mondo.
Mi sentivo un verme.
Improvvisamente sentii su di me uno sguardo indagatore e lontano.
Mi imposi la calma e incontrai finalmente quegli occhi scuri e rossi dal pianto.
Mi sorrise.
Un sorriso triste e stanco.
Un sorriso di una persona che nella vita ha perso tutto..proprio come me.
< Vieni qui..Inuyasha…. >
Con una forza che non credevo di possedere ancora mi staccai dalla parete e mi avvicinai a lei.
Mi fissò per un lungo momento. Non c’era più vita. Non c’era più nulla in lei.
< mi…mi dispiace tanto Sango… >
Annuii lentamente e nuove ed eterne lacrime lasciarono il suo cuore che oramai non conteneva altro.
< sono arrivata tardi….ma lui sapeva…e anche io…..però ora…ora…. >
< shh > mi chinai e l’abbracciai come non avevo mai osato fare. Oltre a Kagome e a Kikyo non avevo mai abbracciato un altro essere umano, ma ora la sua disperazione si fuse con la mia e i nostri cuori scandirono i secondi della solitudine.
< ti..ti prego…prendilo tu…. >
Chinai leggermente la testa e fissai quel rosario maledetto così simile al mio.
Sorrisi.
Ora erano divenuti entrambi inutili.
Entrambi avevano perso la loro maledizione.
Entrambi avevano perso la loro ragione di esistenza.
Quanto dolore.
Scossi la testa. Non volevo quel suo ricordo…spettava a lei conservarlo.
< ti prego…io…..tienilo…per favore >
Presi in consegna quel pegno e lo strinsi al cuore.
Amico mio. Cosa devi aver provato….da solo……eri solo…perdonami!
Piansi, con la sofferenza negli occhi, piansi sommessamente il mio dolore per quell’ulteriore fallimento.
Per quell’ulteriore perdita. E questa volta fu lei a consolare me.
Ci raggiunse un missile arancione in lacrime. Finì nel grembo di Sango e da li non si mosse più.
< coraggio Shippo…coraggio >
< io vado. Voglio mettere fine a questa inutile storia. Voi restate pure qui ad auto commiserarvi >
Alzai lo sguardo verso quella creatura granitica che faticavo a riconoscere come fratello.
< cosa pensi di fare…..credi davvero di sconfiggerlo da solo? >
< ti stai dimenticando che non sono come voi disgustoso mezzo demone….e soprattutto voi non mi sareste comunque di nessun aiuto. Ma guardatevi. Un branco di bambini disperati e con manie suicide. >
< non potrai mai capire Sesshomaru >
< no donna. Sei tu che non potrai mai capire. Perché dentro non siete dei veri lottatori. Siete solo dei grandissimi deboli. Siete entrati qui dentro sapendo cosa vi aspettava, ma tutto ad un tratto vi siete persi nei vostri inutili e stupidi sentimenti dimenticando l’obiettivo finale. Sei tu quindi che non comprendi>
Rimasi zitto davanti a quell’insolito sfogo. Mi costava ammetterlo ma non aveva tutti i torti.
< per una volta dovreste seguire quella sacerdotessa fastidiosa che ora è chissà dove a cercare una spada che evidentemente tu Inuyasha hai già trovato!!!! Almeno però lei non si arrende.! >
Nuovamente rimasi basito da quelle parole.
< cosa….che cosa stai dicendo? > il tono della mia voce si era abbassato inconsapevolmente.
Mi guardarono tutti come fossi pazzo, tutti tranne Kohaku.
Il mio stupido cuore si stava ricucendo tentando di sperare ancora. Che fosse possibile?
< direi che non sei ancora in te Inuyasha…ti sto dicendo che la tua….donna….è in cerca di Tessaiga per riuscire a riportarti alla ragione….ma evidentemente…..tu l’hai già trovata da solo! >
< l’ho…l’ho trovata io la spada venendovi a cercare. Poi è stata lei a condurmi da lui…ed è stata sempre lei a riportarlo….ecco… >
< oh Kohaku hai corso un grosso rischio >
< lo so sorella ma è andato tutto bene >
Sorvolai sul fatto che Sango a giusta ragione mi aveva appena definito pericoloso e mi concentrai sulle parole del mio fratellastro.
< Quando…quando..l’hai vista… >
Una mano debole e fredda si posò sul mio braccio.
< è stata lei a salvare Rin…da me. Stavo per uccidere quella bambina in cambio della vita di…di… >
Non finì la frase perché altre lacrime di dolore bagnarono le nostre mani.
Ma non mi serviva altro.
Kagome era viva!
Kagome…era…viva. Ancora viva!
Guardai Sesshomaru che mi stava studiando con la sua solita aria indifferente e glaciale e con il sopracciglio alzato.
< pensavi di averla uccisa non è vero? >
Non risposi. La colpa di quell’accusa mi travolse in tutta la sua forza.
< era malconcia quando l’abbiamo vista ma…. >
< è ancora viva Sango….davvero? Non…non l’ho uccisa? >
< no Inuyasha..lei è ancora in vita. > mi sorrise tristemente.
Quelle parole mi rispedirono all’inferno.
Era ancora in vita si…lei era ancora in vita al contrario di Miroku ma per quanto ancora.?
Nuovamente flash del passato tormentarono la mia mente stanca.
La sua promessa. Quel maledettissimo arco.
Sarebbe morta.
Kagome sarebbe comunque morta perché non era riuscita a mantenere il suo voto.
Avrebbe pagato la nostra inettitudine. Avrebbe pagato la nostra debolezza.
< so a che cosa stai pensando e mi dispiace tanto. Rimarremmo soli Inuyasha. Senza vita, senza felicità. ..senza amore. >
Registrai quella dichiarazione di sconfitta con rabbia nella mia mente.
< resteremo soli oppure moriremo tutti e lui vincerà come ha sempre sostenuto. >
Un moto di ribellione e pazzia invase le ultime briciole del mio cuore.
No. Non avrei permesso a quella carogna di farla franca.
< No Sango. Ti Sbagli. Su questo ti sbagli. Lotterò fino alla fine perché ho un amico da vendicare e un qualcosa da proteggere fino alla fine ed anche tu ce li hai entrambi! >
Fissai intensamente quel ragazzino che mi aveva dato la forza per arrivare fin li ed ora riponevo in lui la speranza di una ripresa da parte di Sango.
La vidi farsi indecisa e titubante.
Guardare tristemente il fosso che rappresentava la nostra sconfitta e il volto giovane del fratello che rappresentava il suo unico futuro.
Si alzò e asciugandosi le lacrime mise insieme una sorte di sorriso che apparve più convincente e determinato.
< si, hai ragione..! Lo farò per Miroku…e per te Kohaku…poi…quel che sarà sarà….questo ve lo devo…a tutti voi >
Guardò tutti. Da Sesshomaru a Rin, al fratello che la stringeva con forza, fino a me.
< io vado…..se non vi ucciderete a vicenda ci ritroveremo allo scontro finale, pur inutili che siate la vostra rabbia può sempre servire come diversivo! >
E detto ciò il grande demone cane con Rin ancora in braccio ci lasciò seguito dal ranocchio e dal demone a due teste.
Sospirai.
< sbrigati Inuyasha…corri… >
Fissai quella dolce e fragile amica lasciando che tutti i sentimenti che avevo invano cercato di lasciare al vento fluissero in me.
< si…devo ritrovarla…prima…che… >
< Vai….speriamo che non sia in pericolo….non sopporterei un’altra perdita ora! >
Sospirai debolmente e scompigliai le teste di Shippo e Kohaku che mi fissavano con tristezza e paura.
< è sparito anche il mio Hiraikotsu……riscucchiato anche lui nel vuoto. Almeno una parte di me è volata via con lui.. >
Riportai l’attenzione su di lei che continuava a guardarsi attorno spaurita e insicura.
< ce la faremo Sango. Insieme ce la faremo.! Non può vincere…non può…si è spinto troppo in la…non può più..! >
Tirò su col naso e mi sorrise.
Le strinsi una spalla e poi mi voltai alla ricerca di quella parte di me che credevo di aver ucciso senza pietà e che ora vagava sola alla ricerca di un mostro da salvare.
< Kagome aspettami ti prego sto arrivando! >



Ciaoooo.....spero di non ricevere minacce di morte per questa mia scelta...d'altra parte mai avevo detto che sarebbe stata una storia a lieto fine....( ne il contrario ovviamente!!! ).
So che questo può andare incontro a critiche e insulti moderati....perciò risponderò a tutte le vostre perplessità senza alcun problema...sn pronta a tutto!! :)
Spero con tutto il cuore di non deludere chi fin ora mi ha seguito con costanza e pazienza e vi chiedo solo di fidarvi di me....almeno per quanto potete!!!
La storia deve fare il suo corso e questo è quello che doveva accadere!
Seguitemi per scoprire il finale.....che ovviamente nn ho la più pallida idea di quale sia!!!! =D
Grazie sempre con tutto il cuore a quelle splendide persone che commentano ( le adoro), che leggono e che mi seguono in generale. Grazie :*
Un bacione a tutti...e alla prossima.
;)

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Capitolo 39
*** Consapevoli di esistere ***


Questa volta ci tenevo a anticipare il mio pensiero per prepararvi!!!!
Spero che questo capitolo vi emozioni come ha immensamente emozionato me mentre lo scrivevo....
probabilmente ognuno di voi aveva in mente una sua scena precisa di come si sarebbe svolto questo incontro...questo è quanto ho immaginato io.....
Credo che leggendo capirete quale sarà il filo conduttore della mia storia e l'esito finale.....
Bene credo di avervi detto tutto......
I ringraziamenti doverosi lo ho già fatti......quindi nn mi resta che augurarvi...buona lettura spero che vi piaccia..!!! ;)
A presto :)



Avevo deciso di lasciare che la mia vita si spegnesse lentamente perché ero consapevole che neanche seguendolo nella morte avrei trovato pace.
Il luogo nel quale l’amore della mia vita riposava mi era sconosciuto e negato mi era l’accesso.
Se fossi tornata indietro mai mi sarei allontanata da lui.
Lo avrei seguito in quel turbine di vento.
Lo avrei seguito dovunque. Anche all’inferno.
Ma ora l’inferno aveva seguito me.
Aveva raggiunto la mia solitudine e la mia disperazione.
Aveva invaso il mio cuore arido e inutile.
Poi, quelle sue parole.
Mi voltai verso quel ragazzino che in un momento di follia non consapevole aveva spezzato la vita di chi amava di più.
Se lui viveva.
Se lui sperava.
Se lui combatteva ancora…….che senso aveva mollare proprio ora?
Se la morte era il mio destino allora l’avrei affrontata combattendo.
Combattendo per i vivi e per chi non c’era più.
Proverò a vendicarti Miroku…ci proverò con tutte le mie forze e se non dovessi riuscirci….riposerò eternamente lontana da te, ma inconsapevole della tua assenza.
< andiamo! >
Mi alzai e subito i miei tre compagni si prepararono a seguirmi.
< andiamo a sconfiggere Naraku? >
< si Kohaku…andiamo a riprenderci ciò che ci ha tolto…. la dignità >
Mi voltai un’ultima volta verso la tomba della mia vita.
< addio..amore mio >
 
Correvo…correvo disperatamente cercando di non perdermi nei meandri di quel corpo disgustoso.
< Kagomeeeee >
Correvo e urlavo.
Urlavo e correvo..ma niente.
Di lei nessuna traccia.
Nella mia mente vorticavano lo sconforto e la speranza che continuavano a duellare tra loro sfinendomi nel profondo.
Come poteva un cuore sostenere così tante lotte?
Ingoiai a vuoto per l'ennesima volta e per l'ennesima volta mi chiesi cosa avrei mai potuto dirle quando e soprattutto se l'avrei rivista.
Cosa mai avrei potuto fare per farmi perdonare da lei?
Sarei mai riuscito a sostenere il suo sguardo deluso e ferito?
Rallentai.
Non avevo la forza.
Se anche fossi riuscito a trovala e a saperla in salvo....non avrei più potuto stare al suo fianco.
Non ero degno di stare con lei. Lei non mi avrebbe più voluto.
Scossi la testa confuso e disperato.
Avrei sepolto i miei sentimenti.
Avrei sepolto il dolore di non saperla più mia pur di vederla salva.
Ricominciai a correre.
Ora nella mia mente non c'erano più sconforto e speranza, c'erano solitudine e paura.
Paura di affrontare la realtà.
Una realtà senza lei.
 

< piccola sciocca cosa vuoi che importi al grande Sesshomaru di cosa accadrà a quegli stupidi umani.. >
< ma... >
Un sonoro pugno colpì la testa del povero Jaken.
< rispondi per me ora? >
Il tono era come sempre basso e minaccioso ma avevo imparato a riconoscere quella leggera incrinatura ironica che caratterizzava la sua voce quando si riferiva a Jaken.
< no mio signore certo che no non mi permetterei mai... >
< bene allora taci >
Si voltò verso di me e con quello sguardo profondo e superiore scrutò fin dentro il mio cuore.
< a te importa Rin? Importa davvero che cosa accadrà a quella donna? >
< si.... >
Abbassai lo sguardo impaurita.
Mi aspettavo una bella strigliata di capo per aver osato rispondere così ma all'improvviso una mano fredda ma sicura e leggera mi alzò il mento delicatamente costringendomi a guardare quegli occhi color del ghiaccio e profondi come la notte.
Mi sentivo protetta, amata e al mio posto quando stavo con lui.
Era il mio salvatore, era la mia guida e il mio cammino. Era tutto ciò che la vita mi aveva tolto ed era tutto ciò che dalla vita avrei voluto avere. Anche alla mia piccola età sapevo che era lui il mio futuro.
Non capivo perché continuasse però a voler stare con me. Mi seguiva, mi cercava. Mi trattava bene.
Inghiottii sonoramente e con coraggio svuotai il mio cuoricino dolorante.
< mi dispiace per lei perché è una brava persona...perché mi ha sempre aiutata e ha sempre creduto in Kohaku anche quando commetteva delle sciocchezze a causa di Naraku....lei è una persona buona come Kagome..... >
Alzò immediatamente un sopracciglio con regalità.
< ti piace anche la sacerdotessa quindi.. >
< si...molto....da grande vorrei tanto diventare come lei!!! >
Lo vidi irrigidirsi e per un momento sembrò preso in contro piede. Poi con durezza ed un pizzico di cattiveria mi ripose lasciandomi fortemente turbata.
< se dovessi assomigliarle lontanamente scordati di stare al mio fianco! >
Evidentemente notò subito il mio disagio perciò mi strinse leggermente e mi posò a terra.
< Rin quella è una donna irritante e impulsiva. Priva di buonsenso e razionalità. Non dovresti prenderla assolutamente come esempio. >
< ma se voi doveste trovarvi in pericolo io farei di tutto per aiutarvi. Senza poteri, senza forza..senza niente..ma farei di tutto perché il mio cuore non si darebbe pace se stessi immobile a guardare....quindi...da grande sarò proprio uguale a lei..!!! >
Calò il silenzio in quella parte di inferno.
Vidi il corpo possente e granitico del mio signore farsi rigido e teso poi come se nulla fosse mi riprese in braccio e borbottando parole incomprensibili ricominciò la sua corsa verso il nemico che tutto il mondo voleva sconfiggere.
< Jaken...muoviti o ti lascio qui >
Guardai oltre le spalle del mio cavaliere e solo allora mi accorsi della bocca spalancata di quel buffo ranocchio.
Sorrisi felice.
Se avessi potuto avrei salvato anche lui.....
Si volevo essere come Kagome. Proprio come Kagome.....
 
Avevo versato più lacrime nell'ultima mezz'ora che nel resto della mia vita.
I miei muscoli erano paralizzati come il resto di me.
Provavo un gelo pungente in tutto il corpo, una miriade di aghi affilati e dolorosi che colpivano ogni centimetro della mia pelle, ogni centimetro del mio corpo stanco e sfinito.
Ripensai al mio passato.
Ero veramente nata per patire tutto questo?
Ero veramente nata con lo scopo di veder morire ad uno ad uno i miei amici e l'unico vero amore della mia vita?
Per questo ero stata creata?
Sospirai sconfitta.
Cercai di alzarmi lentamente e sentii con chiarezza la circolazione riprendere a scorrere fino alla punta dei piedi.
Evidentemente anche se volevo smettere di vivere e soffrire il mio corpo continuava a funzionare regolarmente.
Le ferite pulsavano, i polmoni si espandevano ed il cuore batteva.
Perché dopotutto la vita era proprio questa dannazione.
Ripensai alle parole del nonno.
“ Kagome...ricordati...i problemi sono un lusso dei vivi....ed il dolore è un privilegio di chi ama ”
Sorrisi.
Parlare di lussi e privilegi mi sembrava eccessivo e fuori luogo.
Ora come ora avrei sostituito quei termini con condanna e dannazione...
Scossi la testa dandomi immediatamente della stupida.
No....tutto il bene che avevo vissuto era decisamente un lusso ed un privilegio che pochi avevano avuto la fortuna di condividere.
Nonostante ciò però ero stanca che per ogni mio sorriso ci fosse una lacrima pronta a lacerare quella felicità.
Cominciai a muovere i primi passi quando mi accorsi di essere osservata.
Scrutai poco lontano da me dove una figura seminascosta dalla penombra mi stava fissando intensamente.
Mi ci volle un secondo per riconoscere quella sagoma.
Il mio cuore aveva già cominciato a correre furiosamente.
L'attimo di panico puro era stato sostituito da una gioia e appartenenza senza confini.
Poi, tutto ripiombò nella disperazione e nello sconforto.
Infondo non era cambiato nulla tra noi.
Lui era il cacciatore…io la preda.
Indietreggiai inconsciamente fin quando non andai a sbattere contro la parete molliccia che mi aveva sostenuto fino a quel momento.
< I...Inu....Inuyasha >
Mi aveva trovata.
Mi aveva trovata prima che io trovassi Tessaiga. Prima che potessi riportarlo alla ragione.
Mi aveva raggiunta ed ora avrebbe concluso il suo compito.
Un moto di rabbia ed agonia pura scosse i miei nervi tesi e pronti a scattare.
Percepii la sua tensione dalla posa rigida ma sentivo che qualcosa era diverso.
Non si era avvicinato ne aveva aperto bocca da quando mi aveva vista.
Se ne stava immobile e freddo nell'ombra.
Dentro di me cominciò a riaffiorare quel vecchio sentimento di ribellione e coraggio che credevo di aver perduto.
Quello che mi stava davanti non era un mostro.
Non era un mostro qualunque.
Era il mio mostro.
Il mostro che io avevo scelto di amare, di seguire fino alla morte.
Era il mio mostro.
Il mio bellissimo ed inconsapevole mostro.
Cercai la forza che il mio povero e danneggiato cuore non aveva mai abbandonato nonostante tutto.
Ora sapevo.
Brancolavo nel buio…e lui era arrivato.
Mi stavo perdendo e lui mi aveva raggiunta. E poco mi importava quale forma avesse avuto ragione di lui.
Demone, umano o mezzo che fosse….era sempre l’unico proprietario della mia anima.
L’unico.
Mi staccai dalla parete e mossi un debole passo verso di lui.
< Inu..yasha….stai…stai bene? >
Non ottenni risposta. Nessun movimento o accenno.
Era granitico e lontano.
Misi un po’ d’ordine nella mia mente confusa e svuotai quei sentimenti che continuavano a vorticare furiosi e agitati dentro di me.
< sai….ero pronta a scappare. Ero pronta a pregarti di uccidermi velocemente per porre fine a questo dolore. Ero pronta ad odiarti per quello che non eri riuscito a rifiutare. A sconfiggere. Ma ora….ora che ti rivedo non posso fare a meno di amarti. Amarti alla follia anche adesso. Anche così. Che tu ci creda o no, che a te interessi o no io...io ti amerò per sempre. Sempre Inuyasha. >
Allargai le braccia e chiusi gli occhi preparandomi a lasciare quell'inferno vivente per piombare in un luogo senza di lui, un inferno decisamente peggiore. Ma ero felice così. Non lo avrei odiato. Mai.
Sentii lo spostamento d'aria causato dal suo improvviso movimento e mi irrigidii pronta a ricevere quel colpo finale,  quell'ultimo dolore fisico che avrebbe lacerato la mia vita e contemporaneamente anche la sua anima.
Attesi…attesi invano.
Percepii invece un corpo caldo e scosso da tremiti scontrarsi con il mio e avvolgermi con la sua energia e la sua presenza.
Riaprii gli occhi nello stesso momento in cui due braccia solide e frenetiche mi strinsero con forza.
Percepii il suo cuore contro il mio, percepii il suo respiro irregolare tra i miei capelli, percepii la sua agonia prepotente come il bisogno che avevamo l'uno dell'altro.
Rimasi rigida per la frazione di un secondo poi mi sciolsi in quel calore che sgretolò le barriere del mio cuore.
Se quello era il preludio dell'inferno, avrei continuato ad abbracciare il mio male, la mia fine.
Ma in lui non c’era violenza, non c’era furia, percepivo disperazione e bisogno. Percepivo ansia e controllo.
Percepivo lui. Lui e solo lui. Il vero lui.
< per..perdonami >
Sentii la sua voce flebile e strozzata e tutto si sciolse. Ogni tensione, ogni paura, ogni titubanza e ricordo spiacevole.
Ogni dolore.
Strinsi la sua veste come fosse una fune sospesa nel vuoto. Un vuoto che mi stava inghiottendo.
Mi lasciai travolgere da tutto quel desiderio di speranza, mi lasciai travolgere dal suo profumo e dalla consapevolezza che era li. Era in lui...ed era con me.
Non ero più sola.
Era tornato. Era tornato per me. Era ritornato in se..per me.
< ….grazie... >
Lo strinsi fino a sentire male, lo strinsi cercando di fonderlo dentro di me.
E in quell'attimo, in quel preciso momento pregai. Pregai che qualcuno mi svegliasse da quell'incubo senza fine e che mi facesse riaprire gli occhi in quella precisa ed esatta posizione.
Tra le sue braccia.
 
Quando l'avevo scorta rannicchiata a terra, sola e tremante mi si era sgretolato il cuore.
Avevo percepito il suo smarrimento, il suo tormento, la sua ansia e la sua sconfitta.
Poi l'avevo vista coraggiosamente alzarsi, barcollare e finalmente scorgermi.
Un'altra pugnalata al cuore era arrivata quando aveva cercato il mio sguardo senza trovarlo.
Il terrore puro aveva velato i suoi occhi.
Terrore verso di me.
Terrore verso quello che le avrei potuto ancora fare.
Terrore per il mostro che era venuto a terminare il suo lavoro.
In quel momento i miei muscoli si erano tesi fino a dolere.
In quel momento avevo avuto un solo desiderio pulsante e prepotente.
Scappare.
Scappare lontano da lei e cancellare quello sguardo dal mio cuore ormai distrutto.
Poi mi aveva sorriso, mi aveva parlato, mi aveva sconvolto dentro.
Una parte di me l'aveva reputata una pazza.
Una pazza che non aveva alcun rispetto per la sua vita.
 Poi....poi tutto il calore di quelle parole annunciate al mondo con fierezza mi avevano travolto spazzando via il male ed il marcio che risiedeva dentro me.
L'urgenza di stringerla tra le mie braccia, di sentire quel cuore che avevo creduto immobile contro il mio mi aveva attirato a lei come una calamita troppo potente da contrastare.
E solo quando l'avevo stretta con forza avevo capito che mai avrei potuto vivere senza di lei.
Le avevo chiesto scusa. Le avevo chiesto di perdonarmi per l'ennesima volta un torto imperdonabile.
Avevo osato chiederle di assolvermi senza pietà.
E lei sbalordendomi come sempre mi aveva ringraziato. Ringraziato!
Ma ora che sentivo la vita e le lacrime scorrere in lei....avevo ritrovato un motivo valido per lottare.
Avevo ritrovato l'unico vero motivo per affrontare quel mostro dalla crudeltà infinita.
Lei. Solo ed esclusivamente lei.
Le presi il viso tra le mani e immediatamente notai il contrasto della sua pelle pallida e segnata con  la mia ancora marchiata dal suo sangue.
Immediatamente le allontanai da lei ma questa volta fu più svelta e afferrandole entrambe se le portò al cuore stringendole con forza e dolcezza.
Rimasi a fissare i miei arti insanguinati e colpevoli posati con orrore sopra a quell'unico organo che avevo ferito più e più volte.
Il ritmo regolare e confortante del suo battito si diffuse dalle mie dita fin tutto il corpo, raggiungendo lo stesso organo che avevo congelato per sempre.
Con una mano lasciai la sua presa dolce per seguire il contorno del suo splendido volto.
Tracciai delicatamente la linea sottile di sangue che le segnava la guancia scavata e incolore, poi scesi lungo il collo dove i segni violacei ed i solchi delle mie unghie lasciavano poco spazio all'immaginazione.
Inghiottii veleno e dolore. Inghiotti pena ed orrore per ciò che ero stato capace di farle.
Guardai con rassegnazione e disgusto la sua spalla ferita e  il suo braccio colpito più volte dalla mia furia.
Staccai la mano dalla sua e me la passai ripetutamente sul viso.
Ero un mostro.
Un orrendo ed indegno essere che ancora respirava senza ragione.
< calmati...ti prego calmati Inuyasha. E' tutto finito ora >
< non...non...io... >
< shsss....guardami.... >
< no.. >
< Guardami! >
Alzai con vergogna gli occhi sui suoi.
Non vi era condanna, non vi era pena. Solo tanta tenerezza e comprensione.
< dovresti odiarmi. >
Mi sorrise dolcemente e mi accarezzò il viso. Anche lei prese a studiare ogni piccola parte di me senza paura o apprensione.
Mi sfiorò una palpebra ancora arrossata dal sangue dei miei occhi, passò poi delicatamente al segno violaceo che mi sfregiava la guancia. Tracciò quella linea irregolare fino ad arrivare alle mie orecchie più rigide e grandi del normale.
Le sfiorò con devozione e premura passando poi alla bocca che inconsapevolmente strinsi in una riga sottile.
Con i polpastrelli accarezzò le mie labbra che presero a sanguinare dalla pressione delle mie zanne costrette in uno spazio troppo limitato.
Erano anche quelli strumenti dell’orrore.
Si accigliò immediatamente ma continuò la sua esplorazione fino ad arrivare al mio cuore che batteva forte e rumoroso più sereno che mai. Provavo dolore per cosa ero stato capace di farle ma anche una gioia infinita di averla finalmente tra le mie braccia al sicuro.
< e come potrei odiarti? Sono viva no? >
< per miracolo. E non certamente grazie a me! >
< ti sbagli....sei stato proprio tu a spingermi per non colpirmi. >
< bella trovata....saresti potuta morire ugualmente >
Ripensai con ribrezzo al momento in cui l’avevo spinta brutalmente in quel fosso senza fondo, ripensai al suo corpo mentre cadeva.
Scossi la testa. Mai avrei potuto cancellare quel ricordo. Mai.
< ma sono ancora qui...perché non riesci a vedere il lato positivo? >
< non c'è un lato positivo...Kagome...guardati maledizione...guardati >
Si allontanò di un passo da me e mi scrutò con durezza.
< non serve che mi guardi per capire come mi hai ridotta...lo sento benissimo.... ma non è questo il punto....e se riuscissi ad uscire da quella foschia di autodistruzione in cui ti stai perdendo lo capiresti benissimo anche tu!!! >
Si stava arrabbiando e questo in un certo senso mi era di conforto.
< ma tu.....ma non capisci che potevo ucciderti davvero? Che ti ho creduta morta…che pensavo di aver.... >
< ora basta Inuyasha....basta ti prego!!! > Si riavvicinò a me e mi strinse la veste con forza e disperazione
< Sapevamo entrambi che sarebbe potuto accadere però hai visto....io sono viva proprio perché tu non ti sei lasciato sconfiggere dal tuo lato demoniaco...sapevo che ce l'avresti fatta e ce l'hai fatta amore mio. Ci sei riuscito...!  >
Maledissi la sorte per essermi innamorato perdutamente della creatura più testarda ed incosciente di questo mondo.
< sono riuscito a farti solo del male....sono riuscito a colpirti e a desiderare di ucciderti...sono un mostro! Devi starmi lontana Kagome..! Tu non meriti questo...meriti di più.. >
< io merito quello che desidero....e quello che desidero è stare con te. Con te e basta...e per sempre. Sapevo che non sarebbe stata una passeggiata. Sapevo che il rischio era elevato ma sapevo anche che tu non avresti mai ceduto....bisogna pur sacrificare qualcosa e quello che ho subito io non è rilevante. Guarda il risultato finale....lui si è sbagliato su di te...si è sbagliato su noi. Pensava di poterci imbrogliare come ha fatto con Kikyo 50 anni fa ma..... >
< Maledizione Kagome…ti ho ferita e colpita. Ti ho braccata come fossi una comune ed insignificante preda. Mi ricordo ancora la voglia pazza di ucciderti e colpirti. La voglia di farti male, i tuoi occhi spaventati..la tua voce...non posso io....oddio ..Kagome...io non..perdonami.. >
Nuovamente si staccò leggermente da me e subito provai freddo e solitudine.
< non negherò di aver sofferto. Non negherò di aver provato un dolore folle guardando il tuo volto, guardando il tuo corpo scagliarsi sul mio e trattarmi come fossi un nemico. Non negherò quanto male mi abbiano fatto i tuoi artigli lacerarmi la carne. Non ti risparmierò niente se questo ti farà sentire meglio. La consapevolezza che avresti potuto uccidermi e che poi te ne saresti pentito a vita mi soffocava il respiro. Ma tutto questo non vale niente paragonato al mio amore per te. Non conta niente rispetto al risultato finale. Tu mi ha respinto. Hai preferito spingermi via piuttosto che colpirmi a morte. Perché una parte di te non ha mai smesso di lottare. Mai. Dentro di te una parte lottava per me. E questo è quello che conta. Quindi si Inuyasha ti perdono...ti perdono perché in fondo non hai alcuna colpa. Ai miei occhi proprio nessuna colpa >
Rimasi senza parole e senza fiato davanti alla sua compostezza e determinazione. Dentro di me sapevo che credeva davvero a ciò che mi stava dicendo e che non erano parole vane dette solamente per confortarmi,  ma nonostante ciò io…
< la domanda più importante è un'altra piuttosto...riuscirai mai a perdonare te stesso? >
 
Vidi chiaramente il suo corpo incassare il colpo.
Era inutile girarci attorno quello era il vero nocciolo della questione.
Il mio perdono era relativo. Primo perché non c’era praticamente nulla da perdonargli secondo perché mai avrei saputo serbargli rancore. Il vero e immenso problema era la sua capacità di auto perdonarsi.
Si sarebbe mai dato pace per ciò che aveva combinato? Avrebbe mai accettato quella sua debolezza senza rimanere eternamente devastato dentro? Il mio cuore suggeriva da solo la chiara e negativa risposta.
Quello era lui. Pregi e difetti.
Sospirai sconfitta.
< non puoi sobbarcarti il peso del mondo Inuyasha, non puoi. Ogni essere vivente, anche il più potente ha un lato debole del quale si vergogna. E più la creatura in questione si sente invincibile più cresce la frustrazione per questa sua debolezza. >
Alzò la testa e mi fissò. Un parte di lui voleva credere alle mie parole e dimenticare tutto, l’altra invece non avrebbe mai smesso di incolparsi e sentirsi perdente a vita.
< Prendi Sesshomaru…prendi Naraku in persona…! >
Mi guardò come fossi matta ma nulla in lui sembrò sciogliersi.
< maledizione…sei proprio ottuso Inuyasha!!! Sesshomaru corre dietro a quella tenera bambina che ha conquistato il suo cuore granitico con la facilità di un sospiro…..lei sarà la sua forza eterna ma sarà anche il suo punto più debole….e così Naraku….è diventato invincibile e letale perché bramava Kikyo….e ancora oggi sragiona pensando al suo fantasma….l’amore è un arma a doppio taglio. Se vuoi essere imbattibile non devi amare. E se essere imbattibile è il tuo desiderio più grande allora questo….non è il mio posto… >
Mi voltai con la chiara intenzione di allontanarmi da lui ma due braccia forti e nervose mi strinsero riportandomi in paradiso.
< Non farlo mai più! Non allontanarti mai più da me e non osare mai più ripetere quello che hai appena detto. >
Mi voltai senza staccare i nostri corpi. Il suo sguardo era duro e severo, era disperato e implorante.
Era tormentato.
Inevitabilmente cominciai a domandarmi quando e se mai sarei riuscita a sconfiggere quel suo dolore prepotente.
< se non vuoi che mi allontani da te allora accetta il nostro amore con tutti i suoi lati….deboli o forti che siano! >
Scosse la testa sconfitto e mi sorrise lievemente.
< sei proprio una peste. Ha ragione Sesshomaru quando sostiene che sei fastidiosa!!! >
Mi ci volle più di un secondo per comprendere le sue parole…
< che cosa??? Cosa ha detto? Perché? Non è affatto vero..cavolo >
Quella sonora risata squarciò l’ultima traccia di oscurità presente nel mio cuore.
< si sei incredibilmente fastidiosa. Ma hai ragione. Come sempre hai ragione su tutto…ma vedi se questa fosse la mia sola debolezza, se tu fossi la mia unica debolezza ne sarei onorato. Non rinuncerei mai ad amarti ed al tuo amore per essere imbattibile,  ma vedi ne Sesshomaru ne quel bastardo di Naraku arriverebbero a fare del male a coloro a cui tengono di più. Non perderebbero mai il controllo. La lotta con Kikyo è iniziata quando lui ha capito di non poterla avere ma prima mai avrebbe osato colpirla, farle il male che io ho procurato a te. Mai. Nessuno dei due. E questo…questo mi… >
< ti distrugge dentro lo so. Lo sento. >
Appoggiai la testa sul suo petto e lo strinsi forte.
Aveva ragione dovevo ammetterlo.
Provai allora a mettermi nei suoi panni e vedere la situazione dal suo punto di vista.
< io amo tutto di te. Nessuna parte esclusa. Però se questo per te è un tormento allora lo affronteremo insieme.
Quando tutto questo sarà finito ci alleneremo…e vedrai che anche senza Tessaiga riuscirai a controllare le tue azioni anche durante la trasformazione. Ce la faremo..un passo dopo l’altro…! >
Improvvisamente invece di sospirare di sollievo lo vidi irrigidirsi e farsi triste e arrabbiato.
Sbattei le palpebre più volte confusa da quel suo repentino cambiamento.
< sarebbe stata una bella idea. Pericolosa si ma bella…..però lo sai benissimo anche tu che potrebbe…non realizzarsi >
Compresi al volo quelle parole. Maledizione si era ricordato allora.
Mi staccai a malincuore da lui e facendogli segno di aspettarmi andai a cercare la mia arma che in uno dei momenti di sconforto e follia avevo gettato lontano.
Quando la trovai sentii i passi sicuri e rigidi di Inuyasha.
Cercai nuovamente dentro di me la forza per affrontare anche quell’ultimo doloroso discorso.
Evidentemente per noi non esisteva la parola tregua.
Mi voltai mostrandogli l’arco.
Le incrinature sul dorso erano evidenti ad un chilometro di distanza ma le analizzò con attenzione e tristezza.
Tracciai con le dita l’unico rilievo che si era rotto del tutto.
< è morto vero? >
Solo un impercettibile movimento del suo capo confermò un’inutile domanda.
Questa volta fu lui ad accarezzare la venatura centrale che si era incrinata in tutta la sua lunghezza.
< e tu prima o poi, bene o male che vada…farai la stessa fine. >
Aveva compreso il significato di quell’arco. Aveva compreso il significato di quell’intreccio di vita e di morte.
Spostai la mano verso la parte più alta dell’arco dove il rilievo più grosso si intrecciava col mio.
< a me basta che questo rimanga integro fino alla fine. >
Lo sentii ingoiare e irrigidirsi.
Poi sospirò sconfitto. Quella era la nostra vita.
Quello era il nostro cammino. Fatto di ostacoli e prove durissime da affrontare, fatto di dolore e amarezza. Fatto di rinunce e perdite. Ma fatto d’amore.
Un grande amore che sarebbe vissuto al tempo, al destino, al volere della vita.
< in questa vita o in nell'altra…..saremo sempre insieme. >
Mi baciò con urgenza e premura. Mi baciò come a legare per sempre un giuramento fatto col sangue.
Il mio che scorreva dalla sua bocca alla sua.
In quel preciso momento compresi che nessuno avrebbe potuto condizionare il nostro futuro.
Nessuno sarebbe riuscito a separarci.
Neanche la morte.

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Capitolo 40
*** Pronti per combattere ***


Non avevo la minima idea di come avessi fatto a trovarlo ma il mio subconscio sapeva, sapeva  di essere giunto a destinazione.
Non provai alcun tipo di emozione.
Nessuna paura, nessun brivido, nessun tipo di ansia.
Era tutto tremendamente silenzioso e devastato dentro me.
Era tutto morto. Morto con lui.
Da quando avevo ripreso il cammino non avevo fatto altro che pensare alla rabbia che sarebbe esplosa con il solo guardarlo. Al sentimento prepotente e selvaggio di vendetta che avrei provato solo sentendolo respirare ancora.
Ma ora, ora che scrutavo con chiarezza quella figura sorridente e soddisfatta nella penombra del suo stesso corpo, in me c’era solo il nulla.
< mi hai trovato finalmente……sei la prima ad essere arrivata sana e salva. Allora sterminatrice come ci si sente? >
Sentivo le sue parole, percepivo la cattiveria e il veleno provenire da quell’essere che mi aveva portato via tutto, ma i suoni rimbalzavano indistinti sulla mia pelle e cadevano al suolo distrutti.
Niente mi penetrava, niente mi colpiva.
Sentivo freddo e calma nel mio cuore che batteva un tempo surreale.
Un colpo.
Un altro.
Un altro ancora.
Lenti e rumorosamente silenziosi nel vuoto del mio petto.
Ero muta, ero sorda. Ero letale.
< hai perso la parola? >
Guardai con passività e indifferenza quell’ammasso di carne putrefatta senza ricevere nel corpo la scarica di adrenalina che aspettavo per dovere, neanche fissandolo negli occhi la vita riprese a circolare nel mio sangue.
Guardai con determinazione i miei piccoli compagni che indietreggiarono al mio comando.
Shippo accoccolato tra le braccia di Kohaku tremava visibilmente mentre il mio fratellino con occhio furioso ma impaurito scrutava con odio il suo demone personale.
Solo Kirara non abbandonò il mio fianco.
Il calore del suo corpo si diffuse nel mio con tepore e paura.
Avevo oltrepassato la linea invisibile dell’essere un essere umano?
Probabile.
Riportai l’attenzione su Naraku che nonostante il mio silenzio non si era ancora dato per vinto ed il suo sorriso malefico brillava più schifoso che mai.
< sei viva Sango..non ti basta? >
< mi basta tanto quanto basta a te >
Lo vidi corrucciarsi e farsi dubbioso.
Non aveva ancora capito contro chi aveva a che fare e non sarei certo stata io a farglielo scoprire.
< che cosa vuoi fare quindi…vendicarti? >
< potrei tentare si…..anche se so già che la tua scomparsa non mi procurerà più alcun tipo di soddisfazione…. >
Nuovamente si stupì delle mie parole.
Evidentemente era sicuro che sarei corsa da lui con le fiamme nel cuore e la furia nello sguardo.
Era sicuro che mi sarei accanita su di lui senza riflettere, senza rendermi conto di quello che facevo.
Perché lui bramava a questo.
Bramava i sentimenti forti.
La pazzia. Il tormento. La disperazione. L’odio.
Ma io ero del tutto priva di sentimenti e neanche la sua orrenda faccia avrebbe potuto salvare la situazione.
Al posto della furia avrebbe avuto indifferenza, al posto delle grida il silenzio, al posto delle lacrime…il nulla.
Quello sarebbe stato il nostro scontro…..quello tra una morta ed un mostro.
 
< ho una bruttissima sensazione Inuyasha…dobbiamo sbrigarci… >
< percepisco anche io un’insolita agitazione…tieniti forte… >
Abbracciai con maggior forza il suo corpo teso per la corsa.
Scioccamente pensai a tutte le volte che mi ero ritrovata nella stessa posizione.
Stupidamente pensai che quello era il mio posto.
Il posto perfetto.
Sulla sua schiena, a contatto con lui per tutta la vita.
Sorrisi amaramente.
Quel viaggio era di sola andata.
Nascosi il viso tra i suoi capelli e lasciai che la mente vagasse libera e lontana dalle ombre di quel futuro che non avrei mai avuto.
< non abbracciarmi come fosse l’ultima volta o giuro che mi giro e ti porto immediatamente via da qui >
Quel tono duro e disperato mi riscosse dalla mia nuvola di compassione ed inconsapevolmente rafforzai la stretta sull’arco che mi avrebbe trascinata lontana da lui.
< sai bene che non servirebbe a niente comunque >
Lo sentii irrigidirsi sotto di me e mi maledissi per come lo stavo trattando. Ero solo turbata e mi stavo sfogando su di lui, rovinando i nostri ultimi attimi insieme.
< scusami Inuyasha…scusami ti prego >
Rallentò fino a fermarsi ma costrinse il suo sguardo a rimanere fisso davanti a se.
Sentii chiaramente il suo respiro calmarsi e divenire silenzio.
< se credi di lasciare che quello stupido arco e quel maledetto di Naraku ti sconfiggano senza lottare…..scendi immediatamente e rimani qui…non ho alcuna intenzione di soffrire come un cane vedendoti sprecare la nostra vita senza combattere. Non sono pronto a lasciarti andare soprattutto se non ce la metti tutta per restare al mio fianco. Quindi scegli che cosa vuoi fare Kagome….per favore >
Quelle parole dette con determinazione e rabbia rimbombarono con violenza dentro la mia mente, dentro la mia anima.
Sorrisi debolmente pensando a quanto fosse cresciuto e maturato il mio mezzo demone.
Aveva ragione.
Era inutile piangere su qualcosa che non sarebbe cambiato senza un mio intervento.
Era inutile disperarsi sprecando energie utili per raggiungere il nostro scopo. Avevo fatto una promessa e l’avrei mantenuta fino alla fine e me ne sarei andata con il sorriso sulle labbra nonostante ciò che lasciavo in questo mondo.
Nonostante lo strazio del mio cuore. Nonostante la mia eterna dannazione.
Lui meritava questo. Almeno questo.
Meritava tutta me stessa, tutto il mio coraggio e sostegno.
Scesi lentamente dalla sua schiena e indietreggiai di qualche passo.
Lo vidi subito farsi di marmo.
Sospirai constatando quanto poco si fidasse di me, ma potevo capirlo.
Aveva paura. Terribilmente paura.
Faceva il duro ma sapevo che una parte di lui sperava disperatamente che rimanessi ferma dove ero.
Non era pronto ad affrontare quella prova. Nessuno lo sarebbe stato.
Lo superai e marciai spedita verso la via che stavamo seguendo.
< dovresti rimanere tu qui…sono io quella che non è pronta a lasciarti…per questo motivo esito. Per questo motivo tremo. >
Era quella la mia paura più grande. Non la mia vita, non la mia fine…ma la nostra separazione.
Perderlo senza alcuna possibilità di scelta.
Potevo lottare e sputare sangue ma il risultato non sarebbe mutato.
Ma almeno questo glielo dovevo! Dovevo dare tutta me stessa per salvare la sua anima e la mia.
Sentii due braccia sollevarmi da terra e stringermi con forza contro un petto solido come il marmo ma caldo come il sole
< fai in modo di non lasciarmi mai allora >
Fissai quel mento sollevato con orgoglio e sicurezza, osservai quegli occhi marcati e caldi risplendere di una sfida più grande di noi. Una sfida indirizzata a me, a Naraku…alla vita. Alla nostra vita.
Annui incapace di resistere alla sua forza prepotente e selvaggia.
Un secondo dopo l’aria ricominciò a sferzarmi il viso e questa volta purificò anche il più piccolo nascondiglio del mio cuore.
Sorrisi.
Mi ero sbagliata.
Quello era il mio posto.
Il posto perfetto.
 
Mi ero aspettato di tutto da quella donna passionale e determinata ad uccidermi.
Tutto. Davvero tutto.
Tutto tranne quel forzato silenzio e quella passività nello sguardo.
La mia mente sempre fertile ad attiva ora cercava una ragione plausibile a quel repentino cambiamento.
Come era possibile….avevo sterminato la sua intera famiglia davanti ai suoi occhi…avevo manipolato il suo unico ed amato fratello fino a metterli uno contro l’altro….avevo logorato ed ucciso il suo unico amore…ed ora..ora che finalmente poteva sfogare su me tutta quella rabbia accumulata nel tempo…se ne stava immobile ed indifferente alla mia presenza. Perché?
Una parte di me era fortemente contrariata da questo suo atteggiamento noncurante, l’altra invece non vedeva l’ora di sbarazzarsi anche di quella stupida umana che aveva osato sfidarmi in più occasioni.
La curiosità e l’anticipazione presero il posto della delusione e dell’iniziale smarrimento…..volevo assolutamente vedere cosa era capace di fare ridotta in quello stato.
< avanti sterminatrice…sono qui…e non intendo muovermi! >
 
 
Guardai il corpo di mia sorella rigido, freddo e lontano…molto più lontano della distanza che in realtà ci separava.
Il suo mento era alto e i suoi occhi erano vuoti e spenti, il suo sguardo si era smarrito in quel luogo di morte dove il povero monaco avrebbe riposato per sempre. Anche il suo cuore aveva deciso di rimanergli accanto ed ora in lei non vi era più vita.
Non esisteva più.
La mia amata e cara sorella non esisteva più.
Ingoiai a vuoto per l’ennesima volta e rimasi a fissare quell’ammasso di cattiveria che ancora sorrideva tranquillo e sicuro, pronto a distruggere l’ennesima esistenza.
< sorella? >
Cercai invano di farmi ascoltare da lei ma neanche un piccolo muscolo si mosse verso di me.
L’aperto invito di Naraku non era stato accolto.
L’impazienza di lui era in netto contrasto con l’indifferenza di lei.
< bene se non hai intenzione di fare la prima mossa allora………la farò io! >
Detto questo si scagliò con velocità e irruenza su di lei.
Aprii la bocca per gridarle di spostarsi ma all’ultimo lei si scansò di lato e rimase immobile a guardarlo.
Naraku si voltò nella sua direzione con l’espressione sorpresa ma attenta.
Gli piaceva quello scontro.
Un brivido freddo mi scese lungo tutta la spina dorsale.
Appoggiai Shippo a terra e afferrai il bastone di Miroku ma la sua voce fredda e secca mi congelò sul posto.
< non ti muovere Kohaku. Stanne fuori! >
In per se quelle parole non mi avrebbero mai fatto desistere dall’aiutarla ma furono i suoi occhi a far allentare la pressione sull’arma che stavo impugnando.
Lo scontro riprese e questa volta gli attacchi si susseguirono senza interruzioni.
Non c’era disperazione, non c’era ne rabbia ne vendetta nei suoi gesti.
Pregai. Pregai perché qualcuno accorresse a salvarla da Naraku e da se stessa.
 
Anche se attorno a noi tutto sapeva di lui riuscii a percepire chiaramente la sua vera presenza.
Finalmente l’avevamo trovato.
Strinsi Kagome con maggior forza e aumentai l’andatura.
Quel corpo vivo e tentatore si irrigidì.
Nel profondo del mio cuore avrei voluto davvero fare marcia indietro e portarla lontano mille miglia ma lei aveva ragione, non sarebbe comunque servito a niente.
Colui che tesseva le trame del nostro destino era troppo vicino per rinunciare proprio adesso.
Avrei lottato per quella vita che per me era ossigeno.
Avrei lottato fino al suo ultimo respiro.
Sentii il suo sguardo caldo ed involontariamente incatenai i miei occhi ai suoi.
< ho sempre pensato che sei bellissimo sai? >
Inciampai per un paio di salti ma poi ripresi a correre con più agitazione del dovuto.
Rise del mio rossore e con una carezza mi sfiorò la guancia ancora segnata dalla trasformazione.
Non avendo più i suoi poteri purificatori nulla in me era ancora cambiato.
< già davvero bellissimo >
Ingoiai a vuoto e sbattei le palpebre più volte per riprendermi dallo stupore.
< tsk……ti sembrano cose da dire….adesso e…soprattutto…ad alta voce??? >
< se il destino vorrà Inuyasha te lo ripeterò per tutta la vita! >
Il suo sorriso davanti al mio evidente imbarazzo dissolse quella nube di tensione che mi aveva invaso non appena avevo percepito quella maledetta presenza.
Fissai i suoi occhietti furbi.
L’aveva fatto apposta.
La mia mente si aggrappò a quell’immagine marchiandola a fuoco nella mente. Il nostro futuro. Insieme.
Avrei venduto l’anima purchè si realizzasse.
L’arco di Kagome pulsò come fosse vivo.
< dobbiamo sbrigarci…Sango è in pericolo >
La sua voce era decisa e piatta.
Sapeva a cosa stavamo andando in contro.
Il nostro breve momento di serenità si perse nella tensione della battaglia.
I nostri cuori e i nostri corpi si prepararono a combattere per difendere ciò che più bramavano.
La vita dell’altro.
Spiccai un ultimo poderoso salto atterrando a pochi metri da quello scontro che ci ruppe il respiro.
Naraku in tutta la sua crudele potenza teneva stretto con forza il corpo di Sango con uno dei suoi tentacoli.
Kagome scese al volo e impugnò una freccia ma un altro tentacolo cercò di colpirla così l’afferrai nuovamente e mi spostai di lato sfoderando Tessaiga.
Lanciai la Cicatrice del Vento che recise il tentacolo lasciando cadere la nostra amica stremata.
< Sango! >
Kohaku e Shippo si avvicinarono preoccupati ma la sua mano alzata e tremante li fece arrestare sul posto.
Kagome mosse qualche passo verso di lei ma lo sguardo perso e duro della sterminatrice la bloccò al mio fianco.
Che cosa le era successo?
< Sango…ti prego….. >
< statene fuori….lui….lui….è solo mio >
Ora capivo.
Non c’era odio o vendetta nei suoi occhi ma in lei vibrava forte il sentimento della sconfitta.
Voleva essere lei a distruggerlo per colmare quel vuoto che la stava trascinando lontano dall’essere una creatura vivente.
Ma quel vuoto povera amica mia non si sarebbe mai colmato e io lo sapevo fin troppo bene.
< Sango…ascoltami….non potrai mai sconfiggerlo, come non potrai mai riavere Miroku. Ragiona o sarà troppo tardi >
< No! Non è giusto! Perché?...Perchè Kagome è riuscita a tornare in vita da te e lui no? Perché tu avevi un corpo su cui piangere mentre a me è rimasto il nulla tra le mani. Perché? >
Rimasi immobile mentre quelle parole disperate trafiggevano i nostri cuori senza pietà.
Ci stava facendo male e lo stava facendo apposta.
Voleva che anche noi condividessimo il suo immenso dolore.
< Sango….ti prego….io… >
Vidi Kagome impotente davanti alla disperazione della sua migliore amica e questo mi fece tremare di rabbia repressa.
< so esattamente come ti senti Sango e se potessi in qualche modo cambiare questa tremenda situazione non esiterei un istante, ma dannazione non esiste un’alternativa. Possiamo solo sfogare i nostri tormenti su questa viscida creatura colpevole di tutto. Tutto. Questo possiamo fare….per lui. >
Con l’affanno della foga le lanciai il rosario di Miroku che atterrò sul suo grembo come volesse coccolarla.
Con mano tremante lo sfiorò e tutto in lei si sciolse.
Lo strinse forte al petto traendo forza da quell’unico semplice oggetto testimone di un incolmabile vuoto.
< …scusatemi..> sospirò tristemente < hai ragione Inuyasha..la colpa non è vostra...è solo che mi è inconcepibile….l'idea di non rivederlo più, Kagome…tu sei riuscita a tornare e questa per me è…una grande speranza e allo stesso tempo un'eterna dannazione...quindi perdonatemi..vi prego >
< se è questo che ti turba cara...possiamo rimediare subito! >
La voce bassa e letale del nostro nemico mi giunse da dietro.
Si era spostato alle nostre spalle ma non ero così sciocco da lasciarmi sorprendere tanto facilmente, così sfruttando la minima distanza che ci separava afferrai il tentacolo che stava per colpire la spalla di Kagome e lo staccai dal resto del corpo.
< se pensi di poterla toccare ancora con quel tuo abominevole corpo ti sbagli di grosso! >
< ma come…sei stato proprio tu a ridurla così….e adesso vieni a impormi di non toccarla??? >
< bastardo! >
La rabbia che avevo cercato di controllare si liberò dalle sue catene e fluì in me come lava bollente.
< la pagherai..la pagherai per ogni tuo misero respiro >
Mi scagliai contro di lui senza riserve.
 
Corsi da lei non appena fui certa della sicurezza di Inuyasha.
La rabbia e la furia animavano il suo spirito ma nonostante questo tutti i suoi movimenti erano controllati e calcolati.
Non era più la vittima del suo lato impetuoso, finalmente ora era il padrone di se stesso!
Mi accovacciai al suo fianco e con un braccio le circondai le spalle.
Povera amica mia.
Quel corpo freddo e martoriato era solo un involucro vuoto tanto incapace di arrendersi quanto di lottare fino alla fine per vincere.
Era un corpo rimasto solo, senza la sua metà, senza la sua forza, senza la sua energia, senza il calore del suo compagno.
Sospirai tristemente ma non avevo alcuna intenzione di arrendermi all'ovvietà del destino.
Sostenendola cercai di raggiungere un posto riparato dove potessi lasciarla per unirmi ad Inuyasha ma ad un tratto  la   terra sotto di noi prese a tremare lasciando il posto ad una voragine che ci inghiottì entrambe.
Con la forza della disperazione feci in tempo ad aggrapparmi al bordo melmoso e a stringere  convulsamente il polso di Sango che ora oscillava sospesa nel vuoto come una bandiera al vento.
< tieni duro Sango.....ce la caveremo...tieni duro... >
Nessuna risposta o stretta mi diedero il sostegno che mi serviva per non mettermi ad urlare dal dolore di  quella tensione forzata.
< Sango? >
Un urlo rabbioso e disperato anticipò la visione di Inuyasha che intrappolato nei tentacoli di Naraku si era trascinato con forza fino al bordo del precipizio.
Riuscii a scorgere solo il suo sguardo terrorizzato e la sua bocca aperta per urlare il nostro nome ma tutto scomparve in un baleno.
< bastardo lasciami andare........Kagomeee. >
< è inutile che fai resistenza....più ti agiti...più si stringono.... >
< dannato >
< ahaaaaaahhhh >
Quella risata sguaiata vibrò nel mio petto fino ad esplodere.
No maledizione....non potevamo arrenderci, non così!
Mi sporsi sbilanciando il mio peso fino a guardare quel corpo morto che tenevo stretto con la forza della disperazione
< Sango...? Sango...dannazione rispondimi >
Finalmente con lentezza e impassibilità alzò il viso verso di me e ciò che vidi mi terrorizzò nel profondo.
La sua espressione, i suoi occhi, quella strana luce....mi misero paura.
Le voci di Shippo e Kohaku giungevano da vicino ma evidentemente anche loro erano stati trattenuti da quel maledetto.
Eravamo sole. Sole con le nostre sole forze.
< tieniti forte ora proviamo a risalire >
Senza aspettare un consenso che forse non sarebbe mai arrivato feci forza sul braccio che ci stava sostenendo, ma i nostri corpi erano troppo pesanti perchè riuscissi a sollevare entrambe.
Inuyasha intanto continuava imperterrito a chiamare il mio nome  e a minacciare pesantemente il colpevole di tutto ma nonostante la baraonda di strilli ed insulti riuscii ugualmente a distinguere quel flebile suono che scacciò gli altri con urgenza e gelo.
< lasciami andare Kagome... >
Sbarrai gli occhi e provai per la prima volta in vita mia il terrore della debolezza.
Non poteva averlo detto veramente…
< che…cosa…che cosa stai dicendo?... >
< lascia il mio polso Kagome >
Rimasi senza fiato per alcuni secondo poi la paura e la rabbia invasero il mio campo visivo.
< No! Mai...mai e poi mai! Scordatelo! >
< cadrai anche tu se non mi lascerai andare >
< …..pazienza...! >
Per un attimo  nel suo sguardo passò quel lampo di calore ed accondiscendenza eterna che avevano sempre vibrato in lei, poi mi sorrise.
Un sorriso stanco ma sereno, un sorriso di scuse sussurrate con timore.
Scossi la testa con energia e con le lacrime agli occhi ed il sudore ad imperlarmi la fronte cercai in tutti i modi di far leva su quel braccio che urlava pietà.
Ma era tutto tremendamente inutile.
La consapevolezza del fallimento minacciò nuovamente di travolgermi ma la voce roca e disperata di Inuyasha bilanciavano quello scompenso dilaniante.
< lasciami Kagome....per favore..lasciami cadere >
< NO! Ce la faremo...ce la faremo entrambe. Tieni….duro! >
La presa sul suo polso si faceva di secondo in secondo più umida e debole.
Dovevo sbrigarmi.
Tirai quel braccio per avvicinarla a me ma non ottenni altro che un suo lamento e la riapertura della mia ferita che prese a sanguinare sul suo volto rivolto al cielo.
La testa mi pulsava, i muscoli urlavano di dolore e tensione, i nervi esplodevano ed il mio cuore batteva un ritmo troppo elevato per riuscire a respirare così in fretta da quella posizione.
Il sangue sgorgava dall'avambraccio e dalla spalla e anche le ferite sul collo pizzicavano a causa della pelle tesa per lo sforzo.
Il sudore si mischiò alle lacrime che erano scappate al mio controllo. Non potevo arrendermi.
< Kagome....amica mia ti prego...non voglio avere anche te sulla coscienza....lasciami andare... >
< Sango.....non puoi chiedermi questo! >
< lasciami tornare da lui..... >
Era contro ogni mio principio contro ogni mio volere, la mia stretta invece di allentare per esaudire quella folle richiesta si strinse in una morsa disperata. Mai avrei lasciato la presa sulla mia migliore amica poiché mai avrei voluto che lei lasciasse la mia in un momento simile, nonostante le mie suppliche. Nonostante tutto.
< LUI…non vorrebbe questo…lo sai benissimo anche tu! >
La freccia centrò il bersaglio poiché il suo viso si fece colpevole, triste e indeciso ma poco dopo tutto ritornò drasticamente normale. Forse…non avevo compreso fino in fondo la sua disperazione.
Mi sorrise.
< no...hai ragione non vorrebbe....ma io non desidero altro Kagome..quindi...perdonami...sono tanto stanca, addio >
Con queste ultime parole mi ferì decisa il braccio con la spada che impugnava nell'altra mano.
Avrei voluto resistere ma il dolore fu troppo immediato ed intenso. E lo stupore troppo grande per rimanere impassibile e rigida.
Le mie dita allentarono poco a poco la presa e con un ultimo strattone si liberò da me per affogare nel vuoto.
< Noooooooooo >
Il mio urlo vibrò tra le pareti di quell'ennesima tomba e tra quelle del mio cuore distrutto.



Per chi ancora mi stesse seguendo....tantissimi auguri di buon natale e un felice anno nuovo!!!!
=D Kiss

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Capitolo 41
*** Niente è come sembra ***


Era successo tutto in pochi istanti, nello stesso attimo in cui avevo percepito il terreno crollare e mi ero distratto per cercare Kagome con lo sguardo lui mi aveva afferrato e la stessa sorte era toccata a Kohaku Shippo e Kirara.
Bastardo!
Nell’attimo seguente il mio sangue si era trasformato in acqua.
Avevo visto quei due corpi simili e devastati dentro cadere nel vuoto e tutto attorno a me si era fermato.
Di getto avevo urlato il suo nome prima che l’ennesimo tentacolo mi sigillasse anche la bocca.
Con la forza della disperazione ero riuscito a trascinarmi fino al bordo per accertarmi di chi fosse quella esile  mano che con determinazione e coraggio si teneva disperatamente aggrappata al bordo molliccio che andava via via sgretolandosi.
Quando vidi il resto di lei il mio sangue ricominciò a fluire e la rabbia rubò il posto alla paura cieca che avevo provato per l’ennesima volta.
Era viva. Erano vive.
Terrorizzate e precarie ma vive.
Dovevo sbrigarmi!
Con quell’urgenza nel cuore cominciai la mia lotta contro quelle catene infernali che più cercavo di allentare più stringevano la loro morsa fino ad escoriarmi la pelle.
Anche Kohaku tentava invano di liberarsi.
Era tutto inutile.
Poi come un fulmine a ciel sereno l’odore leggero e spaventoso di quel sangue mi mandò in tilt il cervello.
Kagome stava sanguinando.
Le ferite dovevano essersi riaperte.
Nuovamente la consapevolezza della mia colpa si ripresentò alla porta del mio cuore ma questa volta non ero così ospitale da lasciarla entrare.
No….non c’era tempo per l’auto commiserazione.
Presi a dimenarmi con tanta violenza che caddi al suolo stremato ma non smisi un solo istante di lottare contro quel bastardo che tentava in tutti i modi possibili di allontanare le persone care da me.
Dovevo sbrigarmi..non c’era più molto tempo.
< Kagomeeeee  Sangoooo >
Nessuna risposta. Dannazione.
< lasciami andare bastarda creatura…. >
< tra un istante cane…. Tra un istante..  >
< maledetto figlio di… >
< ah ah ah ….si dai ribellati fino a scoppiare dalla rabbia…..e anche il tuo corpo esploderà in mille pezzi…ahahah >
Il mio cuore batteva all’impazzata e l’intorpidimento dei miei arti non mi aiutava a liberarmi da quella presa ferrea.
Dopo quelli che mi parvero secoli riuscii miracolosamente a liberare una mano…con qualche contorsione ed urlo di dolore afferrai il fodero di Tessaiga che pulsò libero al mio volere.
I tentacoli subito si allentarono di qualche millimetro, ma la mia azione gloriosa si interruppe quando percepii forte come una badilata in pieno stomaco il sangue fresco e copioso di Kagome.
Dannazione che cosa stava succedendo.
Il suo urlo agghiacciante poi distrusse i miei nervi già tesi fino allo stremo.
Con l’urgenza di raggiungerla afferrai l’impugnatura della spada che si trasformò all’istante, distrussi i tentacoli che mi avevano lacerato la veste e la pelle con il loro veleno e corsi da lei pregando perché non fosse troppo tardi.
Afferrai la sua mano che escoriata stava per perdere la presa e la sollevai come fosse una piuma.
Mi ero immediatamente  accorto dell’assenza di Sango e questo mise a tacere la mia stupida speranza risultata vana.
Abbracciai la persona del mio cuore che tra i singhiozzi ed i gemiti di dolore stringeva convulsamente la mia veste tremando fino alla radice dei suoi splendidi capelli.
< shhh >
La raccolsi da terra e sempre tenendo d’occhio Naraku che soddisfatto si godeva quella tragica scena mi diressi verso il gruppetto muto di amici che avevano smesso di lottare contro quella resistenza che avevano impedito loro di salvare un’amica, una sorella. Una cara compagna.
La deposi con delicatezza a terra e strappando un pezzo della sua manica le fermai il flusso di sangue che sgorgava dal suo polso.
Ero arrabbiato.
Ero furioso.
Non servivano parole per descrivere ciò che era sicuramente accaduto.
Una parte di me pianse per Sango, un’altra parte si infuriò con lei per non aver tenuto duro e per aver ferito brutalmente la sua più cara amica…un’altra parte invece con vergogna dovette ringraziarla.
Molto probabilmente se non si fosse sacrificata ora….
Scossi la testa sentendomi sempre più piccolo, impotente ed inutile.
Ad uno ad uno i miei amici se ne stavano andando ed ora le probabilità di perdere anche lei…
Maledizione!
Non volevo rimanere solo. Non dopo aver conosciuto la fortuna di avere accanto qualcuno di importante.
Sollevai il suo mento e in quegli occhi lessi una miriade di emozioni contrastanti.
Paura, tormento, dannazione, sconfitta, rabbia, delusione, rassegnazione e colpa. Tanta colpa. Troppa.
< mi dispiace tanto…ma ha preferito così amore mio. Sei stata brava a resistere….non hai colpa…sai già chi è il solo ed unico responsabile >
Al solo pensarlo mi salì la bile in gola.
La visione del peso della sconfitta su quelle esile spalle e il corpo scosso dai singhiozzi di quel povero ragazzo che non aveva alcuna colpa al mondo se non quella di perdere nel modo più brutale possibile le persone a lui care, offuscarono tutto di rosso.
Sentii ribollire il sangue e la forza dentro il mio corpo, sentii i muscoli tendersi ed espandersi, percepii le zanne e gli artigli farsi più duri e pronunciati. Il mio cuore cominciò a scandire i secondi della trasformazione e la mia mente lo lasciò fare senza intrusioni.
Sfiorai Tessaiga con una mano e con l’altra accarezzai la guancia di Kagome.
Il suo sguardo non lasciò il mio neanche per un istante.
Quando la trasformazione fu completa mi alzai.
Sapevo di avere il pieno controllo del mio corpo.
Sapevo di essere letale senza perdere il lume della ragione.
Sapevo di poter causare tanto male ma solo a chi consapevolmente se lo meritava e anche lei lo sapeva.
Non so come ci ero riuscito ma avevo raggiunto un equilibrio tra il mio essere demone ed il lato umano.
Forse avevo superato un limite che io stesso non sapevo di aver tracciato o forse era stata proprio la crudeltà di Naraku a spingermi oltre i confini imposti dal mio fisico.
Bene ora era giunto il momento di ripagare quell'insaputa cortesia.
Mi voltai e questa volta avrei terminato ciò che era iniziato 50 anni fa.
 
< signor Sesshomaru….ci siamo persi vero? >
< ma come osi mettere in dubbio i sensi del  grande Sesshomaru! >
< Maledetto! >
Tremai visibilmente per quel tono funesto e basso.
Il suo sguardo glaciale era puntato con ostinazione davanti a se e sembrava che non avesse neanche ascoltato la nostra conversazione.
A chi si riferiva dunque…a Naraku?
Pensandoci bene e guardandomi attorno lo scenario fino ad allora non era cambiato. Le pareti continuavano a cedere e a spostarsi senza sosta ma nulla era risultato diverso da quando avevamo lasciato Inuyasha e gli altri.
< non ci vuole far avvicinare vero? >
Quella marmocchia era più sveglia del previsto…e la sua domanda poteva anche risultare azzeccata ma il risultato ovviamente non cambiava. Se Naraku cercava di tenerci lontani da lui i motivi potevano essere sostanzialmente due.
Probabilmente temeva la nuova arma del padrone e come ero più propenso a pensare, voleva finire il suo scontro malvagio contro la combriccola mal assortita di Inuyasha.
Che fosse già iniziato lo scontro finale dunque?
< padrone che cosa facciamo? >
< Aspettiamo il momento giusto. >
 
Guardai quelle spalle allontanarsi forti e decise.
Quegli occhi mi avevano ammutolito.
Per un attimo il timore che si trasformasse a causa del trauma subito mi aveva gelato il sangue.
Poi il rosso scarlatto delle sue iridi si era attenuato ma nulla di lui era tornato alla forma originaria.
Ora era nel pieno della trasformazione ma senza aver perso il controllo sulla sua coscienza.
Come aveva fatto?
Rantolai un debole sospiro.
Se si fosse trasformato veramente non avrei avuto più la forza di resistergli. Avrebbe fatto del male a chiunque.
No…di certo non avrei potuto sopportare altro.
Nuovamente il fotogramma del corpo di Sango mentre cadeva nel vuoto mi mozzò il respiro.
Appoggiai le mani a terra cercando di respirare.
Era tutto tremendamente faticoso.
Le braccia ancora mi tremavano e una di loro riportava l’ennesimo taglio.
Un taglio che però avrei ricordato per tutta la vita. Una ferita che mi avrebbe perseguitato sino all’inferno.
Mi voltai verso quel ragazzino che ancora non si capacitava di essere rimasto solo al mondo.
Erano ore, giorni, mesi che mi disperavo per la crudeltà della mia esistenza ma ora, ora guardando negli occhi quel giovane uomo, non potei far altro che sentirmi piccola ed insignificante.
Le mie pene in confronto alle sue erano aria.
Eppure, nonostante tutto quel ragazzino impaurito era ancora in piedi.
Era ancora vivo dentro.
Lo percepivo dal suo sguardo, dalla sua postura.
Devastato si…ma vivo.
Sentii l’arco pulsare e immediatamente guardai le incrinature ma con mio sommo stupore quella appartenente a Sango, seppur malconcia era ancora intatta.
Che fosse viva?
Scossi la testa.
Se mi fossi aggrappata a quella speranza e poi fosse risultata solo una mera illusione mi sarei rotta in mille piccoli pezzi.
Meglio pensare al peggio e affrontare la rabbia che cercare una luce che non esisteva.
Mi alzai e corsi a recuperare l’arco, subito l’ennesimo tentacolo minacciò di colpirmi ma non ero più disposta a fare la spettatrice di quella nostra orribile realtà.
Avevo perso un’altra persona cara, la più fedele ed importante amica che avessi mai potuto desiderare nella vita.
Non potevo ingoiare anche questo affronto.
Impugnai l’arco e lo agitai come fosse una spada recidendo l’arto che si dissolse purificato.
Che stupida!
I miei poteri erano sigillati ma l’arco era  pur sempre un’arma mistica e pura contenente i miei veri poteri!
Inoltre Naraku non possedeva più la sua anima per cui rigenerarsi sarebbe risultato sempre più difficile.
Evidentemente quello che stavamo affrontando non era il vero Naraku…ma lui doveva essere vicino….vicinissimo.
Ora avevamo una possibilità in più. Ne ero certa!
Lanciai la prima freccia che centrò il corpo rigenerato di Naraku.
Una voragine di carne e demoni si attorcigliò attorno a lui ma un pronto intervento di Inuyasha li rispedì alla polvere.
 Come pensavo….il vero Naraku consapevole della sua debolezza non si sarebbe mai esposto ad un rischio così alto.
Strinsi l’arco al petto e chiusi gli occhi cercando dentro a quell’arma potente e preziosa i poteri necessari a rintracciare la sfera dei quattro spiriti….se trovavo la sfera…trovavo lui.
Tutto attorno a me divenne silenzioso e ovattato, le grida di Inuyasha e le risate di scherno del suo avversario giunsero in lontananza ed il pianto sommesso di Kohaku svanì come d’incanto nella mia mente.
Ora nel buio più oscuro eravamo presenti solo io e il mio arco.
Bastarono pochi secondi per intercettare la vera sfera ed il vero corpo maledetto.
Riaprii gli occhi e la realtà mi investì come un fiume in piena, ma questa volta potevo davvero fargli male e neanche una ferita a cuore aperto mi avrebbe distolto dal mio compito.
Impugnai l’arco e invocando i miei poteri assopiti scagliai una freccia che si smaterializzò nel nulla.
< K…Kagome…dove….la freccia…..? >
La vocina stupita e incredula di Shippo fece da contorno ai battiti del mio cuore.
< ORA! >
La freccia ricomparve alle spalle del finto Naraku che non potè fare nulla per fermare la sua vera destinazione.
Dietro di lui difatti si nascondeva comodo e sicuro protetto dalla sua barriera il vero bastardo.
Il mio attacco centrò in pieno la barriera ed il suo corpo che si disintegrò nell’aria.
Quegli occhi sorpresi e preoccupati aumentarono l’adrenalina nel mio sangue…
Finalmente….ora Naraku….inizia a tremare!
Percepii per un secondo lo sguardo incredulo ed euforico di Inuyasha, poi il suo grido di guerra mentre si scagliava su ciò che restava di quell’essere immondo.
 
Un calore improvviso e un confortante corpo mi avvolsero in un abbraccio senza tempo.
Dove mi trovavo…?
Aprii con fatica gli occhi e quella visione presente solo tra le mura corrose del mio cuore prese forma senza omettere alcun particolare.
Sentii la presa solida ma dolce di quelle braccia forti, percepii la tensione ed il calore di quel corpo che tanto avevo pianto ed infine alzando lo sguardo sul suo mi scontrai con due specchi color zaffiro che mi sorridevano con dolcezza infinita.
Mi sciolsi in quella lenta carezza.
Il dolore incancrenito all’interno della mia anima si liquidò senza lasciare traccia.
Mi  mossi lentamente e con devozione, mi strinsi a lui per cercare l’altra metà di me, per chiedere il conforto che non avevo osato più domandare, per abbracciare il mio ingresso privato in paradiso.
 
< bravissima Kagome….non so cosa tu abbia fatto e soprattutto come ma sei stata fenomenale >
Mi strinse un fianco con possesso e invase i miei occhi con la sua presenza imponente.
Era ancora sotto forma di demone ma in lui non avvertivo ne ostilità ne pazzia.
Era tutto sotto controllo. Era tutto letale ma composto.
< dobbiamo finirlo finchè siamo in tempo >
Con un accenno del capo si staccò da me e scagliò per l’ennesima volta Tessaiga.
Il suo attacco terminò la mia opera poiché di Naraku non rimase altro che la testa.
La sfera dei quattro spiriti fluttuava nell’aria sospesa davanti a lui ed era più scura che mai. Solo un piccolo quanto insignificante barlume di luce la scoloriva.
Ma quel piccolo barlume sarebbe stata la nostra grande vittoria.
< ahhahah che sciocchi…pensate forse di avermi messo con le spalle al muro? Vi siete scordati del luogo nella quale vi trovate? >
Per dar enfasi alle sue parole tutto attorno a noi prese a tremare.
L’aria si saturò subito di miasma velenoso, veleno che usciva proprio da quelle pareti scosse con violenza.
Aveva ragione lui, dopotutto eravamo ancora dentro di lui e quindi eravamo ancora nelle sue mani.
Mi tappai il naso con un braccio ma non mi scoraggiai…se era arrivato a tanto questo poteva significare solo una cosa.
Cominciava ad avere paura.
Naraku…non avresti mai dovuto spingerti tanto oltre.
Una parte di suolo si disintegrò e se non fosse stato per Kirara sia Shippo che Kohaku sarebbero precipitati proprio come Sango.
Nuovamente quel dolore sordo e colpevole tentò di sopraffarmi. Amica mia. Dove sei?
Con la coda dell’occhio vidi Kirara irrigidirsi e sfrecciare lontano subito dopo aver depositato gli altri in un luogo più sicuro, il mio richiamo la raggiunse ma invano.
Si era precipitata nella stessa voragine che aveva inghiottito la sua splendida padrona.
Che cosa le era preso!?
Sango…
La pagherai cara maledetto Naraku: per Miroku per lei…e per il futuro idilliaco che hai reciso senza pietà!
 
< Miroku….Miroku…grazie al cielo…..ero persa senza di te >
< Sango…tranquilla ora è tutto finito.. >
< ho avuto tanta paura…cosa mai avrei potuto essere senza di te. Io non sono nulla senza di te >
< shhs non pensarlo neanche  >
< ti amo Miroku..ti amo come nessun’altra potrà mai amarti >
Il sorriso dolce e rassicurante del mio monaco mi rispedì in cielo.
Era tutto troppo bello.
Mi prese il viso tra le mani e mi baciò. Un bacio sicuro e possessivo, un bacio carico di promesse un bacio disperato.
Allontanai il volto dal suo e solo allora mi accorsi della mano fasciata nel rosario.
Un fulmine penetrò l’agognata coltre di felicità che si era innalzata non appena lo avevo sentito vivo.
< il..il vortice….? >
Guardò dubbioso la sua mano e poi ritornò ai miei occhi.
< si…il vortice….il maledettissimo vortice >
< ma…. >
Cercai di riordinare i pensieri e gli eventi.
Miroku non era morto, si era salvato.
Ma non si era salvato dalla maledizione di Naraku, si era salvato da Naraku stesso.
La maledizione non si era sciolta, eravamo ancora al punto di partenza quindi. Tutto quel dolore per nulla..
Ma almeno eravamo assieme.
< Sango…tesoro..non ti capisco… >
< ho temuto di averti perso davvero. Pensavo che il vortice ti avesse risucchiato >
< la maledizione si sta per compiere. Il foro è al limite e non posso starti vicino a lungo altrimenti… >
< no ti prego no! >
Afferrai la sua veste e la strinsi fino a sentire le mani pizzicare.
Non mi importava nulla della mia vita. Nulla.
Lasciai scorrere le lacrime che avevo cercato di trattenere e solo allora mi abbandonai allo sconforto.
Basta. Non volevo più soffrire.
< portami con te…ti prego Miroku portami via con te >
< ma…io.. >
< ho passato queste ultime ore credendoti morto e in ogni istante non pensavo altro che ad un modo per poterti stare ancora accanto….non lasciarmi qui da sola…non abbandonarmi più ti prego…portami con te >
I suoi occhi riflettevano tutta la disperazione e il tormento che un cuore poteva contenere, forse anche di più, ma non avrei accettato altre condizioni.
Volevo lui.
Volevo stare con lui per sempre.
Comunque e dovunque.
Ripensai con ironia alla mia debolezza. In poco tempo era la seconda volta che supplicavo una persona cara di togliermi la vita e così facendo la condannavo alla dannazione eterna.
Ma non avevo la forza.
Perdonatemi. Kagome….Miroku..perdonatemi..
Abbracciai il mio uomo oramai capitolato. Anche lui non aveva la forza di separarsi da me.
Rimanemmo così, stretti e caldi l’uno tra il paradiso dell’altro.
Finalmente insieme.
 
Maledizione!
Più lo colpivo e più si rigenerava e tutto grazie alla presenza della sfera.
Volevo disintegrare quella brutta feccia dai nostri cuori, dalla nostra realtà ma la sorte non giocava certo a mio favore.
Mi ero stancato di girarci attorno.
Ora avrei provato l’ultima tecnica di Tessaiga.
Non mi importava se anche la sfera finiva nel vuoto provocato dal mio fendente dovevo concludere prima che il veleno contaminasse i loro organi vitali.
< prendi questo Naraku, Meido Zangetsuha! >
Questa volta al posto del grande taglio che collegava i due mondi, quello vivente con quello dei morti, si formarono tante mezze lune che inghiottirono la maggior parte del corpo di Naraku.
Questo mi diede un grande vantaggio ma la sua capacità rigenerativa  non si era ancora placata.
Sentii tossire Kagome e mi maledissi per i continui colpi bassi che quel bastardo sapeva lanciare.
< Resistete… >
Non sapevo cosa fare. La mia veste non le sarebbe servita e senza la barriera protettiva di Kagome o di Miroku anche gli altri sarebbero presto soffocati a causa del miasma velenoso.
Miroku
Il bastone certo.
< Kohaku…il bastone magico di Miroku..usalo..presto! >
Vidi il ragazzino sgranare gli occhi e puntarli sul bastone al suo fianco.
Lo afferrò con premura e lo piantò al terreno creando intorno a se una barriera.
Sospirai di sollievo.
Non li proteggeva interamente dal miasma poiché la forza del bastone era poca cosa rispetto a quella del suo padrone ma almeno filtrava il veleno.
< Kagome… >
< non ci pensare….neanche…io rimango qui con…te >
< testarda…tra poco sverrai di sicuro…..sei ferita e non puoi resistere a lungo…ti prego >
< no…ho il mio arco….tranquillo…e poi….mi sfugge ancora qualcosa…per cui…non mi allontanerò mai! >
< sei proprio impossibile dannazione >
Mi squadrò con impertinenza e malizia.
Mi rassegnai all'inevitabile...non sapevo negarle nulla quando faceva così!!!
Sospirai sconfitto
< che cosa percepisci di strano? >
< non lo so! >
< bene direi…magnifico! >
Scossi la testa confuso…una cosa era certa…avevamo poco tempo.
 
< eh bravo Inuyasha >
< cosa mio signore? >
Sorrisi pensando a quanta strada aveva fatto quel mezzo ed inutile demone…questa volta mi aveva davvero tolto da un bel impiccio
< come sta Rin? >
< oh padrone è sempre più pallida…e non sembra voler riprendere conoscenza >
< è il veleno di quel bastardo…ma ora basta! >
Sfoderai Bakusaiga, l’arma che avevo sempre posseduto dentro il mio corpo.
Era davvero potente e devastante.
< ma signore…volete davvero….usarla? >
Il momento era giunto.
Se l’avessi scagliata prima avrei certamente raggiunto Inuyasha e Naraku in tempo ma questa tecnica doveva essere usata con molta intelligenza e prudenza. Ma soprattutto con il giusto tempismo.
La sfera era ancora separata dal suo corpo e ora che era con le spalle al muro grazie ad Inuyasha e a quella imprudente sacerdotessa potevo sfogare tutta la mia ira repressa.
Il mio colpo lo avrebbe piegato definitivamente ma i danni sarebbero stati immensi e anche gli altri rischiavano di…
Non mi interessava nulla di loro.
Chi era sotto la mia protezione era salvo e tanto bastava.
< tieni stretto Ah Un Jaken! >
< s..si mio signore >
Accarezzai la spada e la tolsi dal fodero.
Respirai lentamente e mi preparai a distruggere quella creatura ripugnante che aveva osato prendersi gioco più volte del sottoscritto.
Un comportamento davvero imperdonabile.

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Capitolo 42
*** La resa dei conti ***


Tutto intorno a noi prese a tremare convulsamente e a disintegrarsi….
< ma cosa sta succedendo? >
< quel folle di Sesshomaru….vuole ucciderci tutti! >
< CHE COSA? >
Sentii il terreno sotto di me cedere ma un braccio fulmineo mi agganciò alla vita.
Mi aggrappai a quel corpo solido che sapeva proteggermi ed amarmi come nessuno al mondo.
L’intera struttura di Naraku si stava velocemente sgretolando ma dalla sua espressione non sembrava affatto preoccupato.
Mi voltai verso Shippo e Kohaku chiedendomi per l’ennesima volta dove fosse finita Kirara.
Shippo si era trasformato ed ora fluttuava nell’aria con il giovane sterminatore.
< state bene? >
< si Kagome… >
< si tranquilla! >
Inuyasha si diresse proprio sotto la zona protetta ancora dalla barriera ormai debole di Naraku; li la furia di Bakusaiga non era ancora giunta.
Mi staccai lievemente da Inuyasha e incoccai un freccia.
Ma ad un tratto la sua voce decisa e seria mi bloccò sul nascere.
< perché non l’hai ancora inglobata? >
L’espressione di Naraku si fece guardinga ma composta.
< lo sai benissimo che sarebbe la tua unica possibilità di salvezza. Il nucleo della tua anima umana è stato distrutto, io ho spedito parte del tuo corpo all’altro mondo e l’attacco di Sesshomaru ti impedirà di rigenerarti altrimenti farai la stessa fine del tuo disgustoso corpo….cosa ti trattiene ancora dall’assorbire quella dannata sfera? >
Solo un lieve movimento della sua testa solitaria mi fece capire che Inuyasha aveva posto la domanda giusta.
Ma la risposta…forse l’avevo trovata da sola a suon di riflessioni e vaneggiamenti.
Era quella la cosa che più mi premeva sapere.
Il perché…ma probabilmente la soluzione a quell’enigma era la più semplice ma sbalorditiva di tutte.
< non ha esaudito il tuo desiderio non è vero? >
I suoi occhi azzurri come il cielo ma perfidi come l’inferno si allargarono di stupore e mi fissarono stralunati.
< hai chiesto una cosa alla sfera ma questa non ha avverato ciò che volevi davvero.. e così ora sei consapevole del suo tradimento e della tua fine. Se lascerai che la sfera diventi un tutt’uno con te, tu e la tua volontà, non esisterete più.  per questo esiti, per questo speri che qualcuno salvi quel che rimane della tua coscienza >
La sua espressione si fece tesa ma tutte le sue emozioni prima evidenti e chiare svanirono dietro a quella maschera di indifferenza e superiorità che aveva adottato da tempo.
< che cosa stai blaterando donna! Voi umani siete..così intrappolati dentro i vostri stupidi e contorti sentimenti che non vi siete nemmeno accorti del mio reale piano. Più forte è il vostro amore più forte è la vostra disperazione.
E a me serviva la vostra disperazione per corrompere la sfera e cancellare da essa quel minimo bagliore che Kikyo aveva purificato.
Da quando avete messo piede qui dentro non avete fatto altro che aiutarmi a raggiungere i miei scopi, ma come sempre Kagome tu sei riuscita a sorprendermi. Pensavo che avresti odiato colui che pur amandoti non sarebbe riuscito ad astenersi dal farti del male, ma ovviamente il tuo odio non è mai giunto sino a me, e anche il nostro prezioso mezzo demone mi ha sbalordito…è stato più coraggioso e forte del previsto..ma per fortuna ho potuto e posso ancora contare sulla sterminatrice e sul bonzo…sul suo ricordo almeno..
Anche ora quella donna così fragile e sola sta abbracciando il suo peggiore incubo. Sta abbracciando la disperazione creata dalla sua mente. Il monaco è morto e lei non se ne da pace. Crede che sia ancora li a stringerla. Ahahahah >
Per un attimo quelle parole tagliarono l’aria.
L’angoscia e il disgusto invasero i nostri spazi senza premura.
< maledetto bastardo…quando la finirai di fare del male alle persone eh? >
< finchè avrò aria nei polmoni stupido Inuyasha >
< ancora per poco allora…! >
< non direi…guardate la sfera…ora è completamente nera >
La sfera dei quattro spiriti a causa del nostro rancore aveva cancellato l’anima pura di Kikyo.
Questo non sarebbe dovuto accadere ma non era ancora detta l’ultima parola.
< Lascia stare la mia amica Naraku, lasciala in pace finchè sei ancora in tempo! >
< In tempo per cosa? Non posso accontentarti Kagome…vedervi così disperati e combattivi, così esausti ma stupidamente orgogliosi mi eccita.. Voi non comprenderete mai questa sensazione idilliaca che provo poiché credete ancora nella speranza e nella buona sorte…ma guardatevi..i vostri corpi..stanno in piedi per miracolo e la vostra anima…è lacerata in tanti piccoli pezzi che non si ricongiungeranno più..…Non capite quanto i sentimenti umani siano patetici. Quanto VOI siate patetici >
< e tu li conosci davvero bene vero? >
Mi guardò assottigliando gli occhi.
< i sentimenti umani intendo…li conosci bene >
Ripensai alle sue parole cariche di veleno.
Sango era ancora viva, non era perita per colpa mia, ma quell’immediato sollievo era stato immediatamente sostituito dall’agonia del suo dolore.
Quello che stava vedendo ora non era reale.
Amica mia….ti prego reagisci…
< che cosa vorresti dire >
Quella voce metallica e lontana mi strappò da quei terribili pensieri.
< molto probabilmente neanche io avrei saputo architettare un piano così diabolico e reale. Hai sfruttato le mille sfaccettature dell’animo umano a tuo piacimento e lo hai fatto solamente perché le conosci alla perfezione, altrimenti non ci saresti mai riuscito.Mai >
Feci un lungo sospiro mentre attorno a me calava il silenzio dell’attenzione.
< Comprendi benissimo il senso di abbandono o di perdita, comprendi esattamente cosa significa rimanere delusi e affranti. Sai fin troppo bene cosa significhi amare perdutamente..non è così Naraku? Non sono emozioni che tu stesso hai provato e che ora usi contro le persone che le hanno in parte causate? Ammettilo…di a te stesso quanto il tuo cuore in fondo in fondo soffra ancora per la sacerdotessa che ha preferito un altro a te…ammetti quanto quella stessa sacerdotessa ti abbia fatto provare le gioie e i dolori più grandi della tua esistenza…ammetti quanto umano sia ancora il tuo animo, un animo arrabbiato, un animo terribilmente umano e solo.. coraggio Naraku… >
Ero stupita dal fatto che fossi ancora viva e soprattutto della veridicità delle mie parole.
Lo sapeva il mio cuore…lo sapeva il suo se ancora esisteva da qualche parte.
Tutto questo per amore.
Tutto questo dolore solo ed esclusivamente per amore.
< no Kagome…il suo cuore non può essere umano… >
< Inu..Inuyasha…? >
< io e te Naraku siamo simili dannazione. Entrambi mezzi demoni, entrambi divisi eternamente in un corpo che non sarà mai completo. Ma ci è stata data la possibilità di scegliere, scegliere cosa essere, scegliere quale parte tenere e quale sigillare, scegliere da che parte stare. E tu Naraku, tu hai scelto la parte sbagliata per questo non potrò mai perdonarti nulla. Nulla! >
< ma che bravi…siete così preoccupati a leggere nel mio spirito che vi siete completamente dimenticati di chi ha ancora il coltello dalla parte del manico…..è vero la sfera non ha esaudito il mio principale desiderio…ma ne realizzerà uno simile…posso dirvi soltanto questo…non sarò mai solo! >
< all’inferno c’è parecchia gente infatti >
< Sesshomaru… >
< tsk…finalmente…mi raccomando prenditi più tempo la prossima volta >
< taci mezza creatura >
< SMETTETELA >
< bene bene….la famiglia canina riunita…..guardatevi..tutti sereni e soddisfatti di come sta procedendo la situazione…ma siete degli illusi se credete che sia giunta la mia ora >
< cosa ti da tanta fiducia bastardo >
< avete distrutto il mio corpo è vero come è anche vero che non posso più rigenerarmi per colpa della tua arma ma c’è una cosa che non avete valutato….c’è una cosa che le vostre due spade non possono assolutamente distruggere… >
< se ti riferisci alla tua anima…o a quello che ne resta sono qui proprio per questo Naraku. La purificherò assieme alla sfera dei quattro spiriti! >
< e come credi di fare senza i tuoi poteri spirituali eh Kagome? Dopotutto non hai valutato tutti gli aspetti di quell’arma….ed ora è tardi….per tutti voi….è davvero troppo tardi >
 
Il mio corpo cominciava ad intorpidirsi per quella posizione forzata.
Anche se ero tra le sue braccia e mai avrei voluto staccarmi dovevo muovermi.
Attorno a noi regnava il caos più totale.
Pezzi di carne cadevano creando solchi mai visti prima e da quell’ammasso putrido fuoriusciva miasma velenoso.
Cominciai a tossire e solo allora mi ricordai della maschera protettiva. Ne avevo solo una però.
Avremmo fatto un po’ a testa.
La slacciai dalla cintura e gliela porsi.
< Miroku tieni….usala tu per primo >
Mi guardò stupito poi mi sorrise indulgente.
< tesoro…non ci serve una maschera…tanto moriremo comunque…a cosa serve proteggerci se il nostro desiderio è morire assieme? >
La maschera sfuggì alla presa debole della mia mano.
Rimasi per un attimo incredula davanti a quella spiegazione.
Era strano che lo spirito combattivo e rivoluzionario di Miroku si fosse piegato così facilmente alla mia volontà.
Mi ero aspettata tutto: un rifiuto, una scenata, una preghiera ma mai una tale accondiscendenza e passività.
Mestamente dovetti ammettere che però aveva terribilmente ragione.
A tentoni cercai di recuperare la maschera per rimetterla al suo posto, dopotutto era sempre un regalo di mio padre dal quale non volevo separarmi, ma invece di afferrare il freddo metallo sfiorai un oggetto tondeggiante e liscio.
Quando lo strinsi tutto si fece sfuocato e indistinto.
Cominciai a sudare freddo e i miei occhi si dilatarono al limite del possibile.
Un rosario…il rosario di Miroku.
Ma come?
Abbassai lentamente la testa credendo di essere diventata completamente matta.
Non…non mi ero sbagliata.
Il rosario che tenevo in mano era molto simile a quello attorcigliato al polso del mio amore.
Come era possibile?
Tastai quell’oggetto che distrattamente avevo accarezzato molte volte in passato.
Era sempre stato il mio modo di farmi amica quella maledizione che se lo sarebbe portato via senza lasciar traccia.
Lo riconobbi all’istante.
Era lui.
Era quello autentico.
Fissai il volto di quello che credevo il mio compagno per la vita.
Con la mente libera dai fumi del delirio, le differenze tra quella figura ingannatrice e il mio monaco malizioso furono lampanti.
Quell’immagine chiara e ingannatrice non era altro che un essere che aveva preso le sue sembianze.
Come avevo potuto non accorgermene subito?
Lo abbracciai un ultima volta e mi staccai da lui con lo strazio nel cuore.
Vero o finto era stato per alcuni istanti il mio unico Miroku.
Era stato il corpo alla quale non avevo potuto neanche dire addio.
Era stato il mio ultimo disperato desiderio.
 Mi alzai e mi preparai a combattere quella creatura che ora non possedeva più neanche le sue fattezze.
< chi sei? >
< ti faccio i miei complimenti donna….come hai fatto a distinguerci? >
< chi sei? >
< sono il demone del peccato >
< peccato che tu stia per morire allora >
< vedremo! >
In un secondo riapparve il corpo di Miroku.
Annaspai per recuperare il fiato.
Oddio! Il panico invase i miei sensi.
< avanti sterminatrice….attaccami se ne hai ancora il coraggio >
Un conto era combattere un qualsiasi demone vigliacco e traditore un altro era colpire il mio Miroku anche se la mia mente e il mio cuore erano perfettamente consapevoli di quell’inganno.
La spada tra le mie mani tramò ma la alzai ugualmente in segno di sfida.
< bene allora….vediamo cosa sai fare >
Schivai il primo colpo per miracolo ma non appena mi si presentò l’occasione per colpirlo il mio corpo non rispose.
Persi l’attimo e mi ritrovai con le sue mani attorno al collo e con i piedi ad accarezzare l’aria.
Mi stava soffocando.
Il finto Miroku mi stava lentamente togliendo l’aria dai polmoni.
Non era lui.
Non era lui dannazione….quello non era lui.
Il vero Miroku, l’amore della mia vita, il mio unico amante, il mio unico cuore non…non c’era più.
Il vero Miroku è…è morto.
Morto.
Le lacrime confusero quel volto conosciuto stravolto dalla furia.
Impugnai la spada e la conficcai nel suo addome.
Il demone preso alla sprovvista mi lasciò andare ed indietreggiò fino a cadere in una delle numerose voragini che caratterizzavano il corpo di Naraku.
Rantolai per recuperare il respiro.
Non ero affatto convinta di stare bene.
Avevo davvero superato un confine insuperabile ma ora sapevo cosa avrebbe potuto farmi sentire meglio.
Mi rialzai e cominciai a guardarmi attorno.
Maledetto Naraku, ti sei preso gioco di un morto, hai giocato con i sentimenti più fragili e nascosti di un essere umano e questo…questo davvero non lo dovevi fare.
Vigliacco.
Non feci neanche in tempo a muovermi che una nuova scossa mi proiettò verso un altro solco.
Ma prima che potessi annegare in quella voragine buia un corpo soffice e caldo mi trascinò via.
< …Kirara…. >
Il suo confortante miagolio scosse tutte le energie che avevo preservato per la morte.
Ora le avrei usate per la vita.
La mia.
La nostra.
 
Maledizione!
Tutto stava andando per il verso sbagliato.
Quella sgualdrina osava farmi la morale su quello che avevo provato e sui miei sentimenti e dannazione aveva centrato alla perfezione il bersaglio. Come poteva una creatura così minuta e fragile provocare tanti danni!
I fendenti di Inuyasha mi avevano demolito è vero ma mai come la furia distruttiva di quella spada eccezionale.
Che ironia…sembrava fatta apposta per me! Distruggeva tutto ciò che entrava in contatto con quello che aveva colpito. Era bastato un colpo per ridurre a brandelli l’intero mio corpo.
Se avessi tentato di riassorbire i miei resti avrei fatto la stessa fine.
Maledizione.
La mia mente registrò l’arrivo della sterminatrice e della sua fedele compagna.
Come aveva fatto a sfuggire al mio inganno?
Niente stava andando come previsto.
In un modo o nell’altro me l’avevano fatta.
Loro e i loro stupidi sentimenti.
Ma non potevo assolutamente lasciarmi sconfiggere così.
Dannazione a quel gioiello che mi aveva tradito al pari di tutti i miei servi.
Kagome aveva ragione anche su quello….la sfera non aveva esaudito il mio più grande desiderio ma oramai poco importava.
Comunque avrei ottenuto una piccola vittoria. Questo doveva bastarmi.
Ora dovevo solo fare in modo che fosse lei ad accompagnarmi nella morte.
Lei e lei soltanto!
 
< Inuyasha dobbiamo fare in modo che quella sfera rimanga li dov’è! >
< si…Sesshomaru pensi di riuscire a colpire solo…. >
< io posso fare tutto..al contrario di te >
< se la sfera dovesse rompersi allora… >
< taci! >
< Kagome? >
< si? >
< l’arco come….come funziona….? >
< non ne ho la più pallida idea so solo che ce la possiamo fare! >
Mi strinse un braccio cercando di trasmettermi la sua determinazione e la sua calma.
Al contrario di tutti loro ero agitato e in fermento.
Sentivo prudere le mani e nell’aria avvertivo il pericolo ma non ero ancora in grado di percepirlo con chiarezza.
Era poco più di una sensazione.
La scacciai con forza dalla mente ma subito un’altra presenza invase con gioia la mia attenzione.
< Sango! >
< Sango? >
Vidi Kagome girarsi per seguire il mio sguardo e senza bisogni di vedere il suo volto compresi il suo stupore e la sua immensa gioia. Anche l’arco sembrò risplendere di luce propria.
< oh Sango…Sango! >
La nostra cara amica si avvicinò a noi senza smettere di guardare Kagome negli occhi.
Era malconcia ma sembrava lucida e viva.
Non scese da Kirara però avvolse con la sua sola presenza i nostri cuori solitari e affranti.
< potrai mai perdonarmi amica mia!? >
Spostò lo sguardo fino al polso fasciato ma ancora intriso di sangue.
I suoi occhi mostrarono tutta la pena ed il dispiacere per quel suo folle gesto.
Kagome si spostò fino a raggiungerla e le strinse una mano.
< …l’importante è che tu sia sana e salva…..e quando questa storia sarà finita subirai tutta la mia ira preparati…>
< non vedo l’ora Kagome..non vedo l’ora >le sorrise con calore e amicizia.
Quelle due si volevano davvero un gran bene e nonostante la tristezza dei loro sguardi entrambe non vedevano l’ora di buttarsi quella brutta storia alle spalle. Kagome si sarebbe sfogata come una furia e Sango l’avrebbe ascoltata pazientemente e tutto sarebbe tornato come prima.
Una stilettata al petto mi costrinse a tornare alla cruda realtà.
Forse quello sarebbe rimasto solo un agognato sogno….ma poteva anche divenire il nostro futuro…e io di certo non avrei mai smesso di crederci.
Soprattutto ora.
Vidi la mia coraggiosa Kagome ricomporsi e con una nuova luce negli occhi fissare quel mostro che aveva osato sfidare un sentimento grande e sconosciuto come l’amore.
L’amore per il proprio compagno, l’amore per i propri amici, l’amore per la vita.
Anche lei ora ci credeva.
Guardai quelle due giovani e fiere donne che nonostante tutto erano ancora li a dar battaglia.
L a mia mente andò al mio caro amico scomparso.
Miroku…ti prego…dammi la forza.
< sorella? >
< oh Kohaku! Perdonami…è tutto finito ora >
< sorella…. >
I due sventurati fratelli si abbracciarono fino a fondere i loro cuori sofferenti.
Le loro lacrime si fusero con quelle più salate di Shippo che invasero il mio naso con prepotenza.
Anche Jaken pareva commosso e la piccola Rin che ancora faticava a reggersi in piedi sorrise felice.
Vidi Sango fissare Sesshomaru e poi sicura dirigersi verso di lei.
Si sfilò la maschera e gliela allacciò per permetterle di respirare aria pura.
Subito la ragazzina si riprese e abbracciò una Sango in lacrime.
La nostra felicità però durò poco…..
< che piacere rivederti Sango…..vedo che sei riuscita a sfuggire alla mia trappola! >
< maledetto bastardo come hai osato fare una cosa simile? >
< bè a quanto pare però non è servito ugualmente per cui….. >
< ti ridurrò ad un ammasso di polvere >

< si e noi l’aiuteremo….! >
< già…la tua compagnia Inuyasha è praticamente al completo…ci sono tutti a parte il monaco >
< non osare nominarlo >
< finiscila di insultarmi. Io non sono il compagno di nessuno! >
< fatevi valere padron Sesshomaru! >
< ….ma stai dalla loro parte quindi… >
< abbiamo solo un obiettivo comune. Quando ti vedrò morto mi riterrò ampiamente soddisfatto! >
< bene allora se non aspettate altro direi di iniziare! >
Detto questo una luce accecante ci costrinse a distogliere lo sguardo per una manciata di secondi ma furono più che sufficienti!
In un lampo ingoiò la sfera che immediatamente cominciò a contorcere i lineamenti del suo volto e a creare un corpo nuovo…maledizione ora….ora eravamo davvero alla resa dei conti.



Ciao a tutti...approfitto per augurare ad ognuno di voi un felice anno nuovo....e per le gentili donzelle come me..una carissima e dovuta befana!!! (chi di noi qualche volta non lo è!!!?? :P)
Spero vivamente che la storia non vi stia annoiando e vi annuncio con orgoglio e con un pizzico di tristezza che sta per giungere al termine....ancora pochi capitoli ci separano dal finale!
Passando al capitolo che avete appena letto....qualcuno sarà rimasto sorpreso, qualcuno deluso, qualcuno arrabbiato e qualcuno magari se lo aspettava di già...comunque sia spero che vi abbia suscitato delle emozioni forti!
Non mi resta che ringraziare con tutto il cuore chi sta seguendo con pazienza questa storia e chi soprattutto esprime un suo parere personale...sempre molto gradito e molto molto utile!
Grazie davvero a tutti!
Un bacione a todos e a presto ;D
Auguroni!

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Capitolo 43
*** L'unione fa la forza...o almeno ci prova! ***



Buonasera a tutti.....
volevo solo avvertirvi che questo è un capitolo impegnativo.....
almeno scriverlo è stata davvero una faticaccia...è ricco di tante cose!!!! Spero non troppe!
Siamo alla svolta finale....fiuuuuuuuu sospiro di incoraggiamento!
Mando un bacione stratosferico a coloro che stanno seguendo questa mia fantasia e a coloro che l'hanno inserita nei preferiti e ricordati e anche a chi silenziosamente mi accompagna dall'inizio!!!
Un grazie spaziale a quei due splendori di lettrici che non mi hanno mai abbandonato...=D 8Kanemi8 e Kagome_94
Graziiieee ;)






Guardai attonito quel corpo lacerato prendere forma rapidamente. Mentre tutto attorno a noi crollava e si disintegrava nel nulla; la sua forza e la sua presenza si facevano via via sempre più imponenti  e preoccupanti.
< Jaken…prendi Tenseiga e uscite subito di qui >
La voce imperiosa e tesa di Sesshomaru mi strapparono da quello spettacolo unico e devastante.
< ma signore.. >
Uno sguardo glaciale e severo bloccò quelle proteste sul nascere
< si padrone >
Spostai l’attenzione su quel ranocchio strambo che fieramente e non senza un certo sollievo condusse Ah Un e la piccola Rin verso la grande apertura che rischiarava  quel corpo raccapricciante.
< Kohaku…anche tu mettiti in salvo presto >
< ma sorella io… >

< no…per favore…ho già perso troppo in questa battaglia >
Fissai i suoi occhi nocciola tristi e vi lessi solo amore e disperazione.
< promettimi che lotterai fino all’ultimo respiro…promettimi che mai lo lascerai vincere, promettimi che mai più ti abbandonerai al desiderio di lasciare questo mondo e di seguire Miroku.. >
< oh Kohaku…. >
Era assurdo come il rombo di quel corpo cadente e il tremore della terra fossero improvvisamente scomparsi mentre aspettavo la sua risposta.
< si…te lo prometto >
Sospirai di sollievo poiché ero convinto che ora nel suo cuore ci fossero solo sentimenti vincenti.
Il dolore sarebbe rimasto, le cicatrici avrebbero alloggiato nel suo spirito per l’eternità ma ora ero certo che avrebbe potuto convivere con tutto questo.
Ora avrebbe potuto usare tutto questo per vivere e vincere, sopratutto per lui.
< tieni questo sorella…so che ti proteggerà come non ha mai protetto nessuno >
Appena abbassò lo sguardo sul bastone che tenevo in mano i suoi occhi si fecero liquidi.
La tenerezza, la rabbia ed il dolore lasciarono il posto alla dolcezza per quell’arma tanto semplice e cara.
< grazie >
< Kagome…? >
< vai anche tu Shippo….mi raccomando fa il bravo e aspettaci ok..? >
Gli strizzò un occhio e gli sorrise con quella luce confortante e viva che solo lei sapeva diffondere.
Anche Inuyasha si voltò e ci fece un cenno con la testa….Sesshomaru invece continuò a fissare il nuovo corpo di Naraku con attenzione e scrupolo.
Prima di uscire da quell’inferno mi voltai per guardare quei quattro guerrieri  tanto diversi quanto simili tra loro affrontare l’ultima delle loro battaglie e pregai di poterli rivedere ancora quando tutto questo fosse finito.
Pregai di rivederli tutti.
Con la pena nel cuore volai via con Shippo lontano da loro.
 
< Allora cosa ne pensate stupidi allocchi? >
Naraku aveva assorbito completamente la sfera ed ora era la reincarnazione di un mostro dall’aspetto orribile e dalla forza sconfinata.
Dannazione!
< io penso che tu faccia sempre più schifo! >
Alzai un sopracciglio per quel tono regalmente sdegnoso…quel personaggio era davvero unico!
< detto da un grande demone che viaggia con due piccoli marmocchi al seguito mi fa davvero effetto ahaha >
I lineamenti umani di Sesshomaru si distorsero per la frazione di un secondo.
Senza Tenseiga era più incline a perdere il controllo.
Probabilmente il padre aveva voluto donare ai suoi due figli delle spade in grado di controllare quel loro temperamento irascibile.
< non ne vale la pena Sesshomaru…non merita tanto questo bastardo >
La voce sicura e pacata di Inuyasha riportò stranamente la calma su quel fratello tanto diverso quanto simile a lui.
Anche Inuyasha infatti era mezzo trasformato ma la tensione del suo corpo e la concentrazione impedivano al lato demoniaco di prendere il sopravvento.
In un baleno la compostezza ritornò a fluire nello sguardo granitico di Sesshomaru.
< iniziamo allora! >
< bene! >
Le braccia di Naraku formate da due lunghi artigli si strinsero per un secondo attorno al suo corpo, poi aprendosi, sprigionarono tutta l’energia potente e negativa generata da quel nuovo ammasso di carne.
Vidi Inuyasha indietreggiare lentamente spinto da quell’aura malefica e Sesshomaru coprirsi con un braccio per non perder di vista l’avversario.
Mi accucciai al suolo per  non essere sbalzata via e anche Sango si proiettò verso il terreno per non rischiare di cadere da Kirara.
< tremate…tremate davanti al mio potere >
< mai lurida creatura >
Con la rabbia negli occhi e la furia nel cuore Inuyasha spiccò un salto verso di lui e scagliò con quanta più energia possibile il Bakuryuha.
Il suo potente attacco venne deviato da una nuova barriera.
< maledetto..smettila di nasconderti e combatti >
< hahaha che fretta c’è…. >
Il colpo poderoso e letale di Sesshomaru sgretolò ancora di più l’involucro che conteneva la nostra battaglia.
< dobbiamo sbrigarci Kagome…qui crolla tutto >
< si…ho un’idea…Sango…cerca di distrarlo mentre io attacco…..vedi di non farti uccidere >
< tranquilla >
< quando te lo dico devi sparire se non vorrai essere colpita >
< sarò un fulmine! >

Le sorrisi grata del suo spirito ferito ma presente.
La osservai mentre si armava di coraggio e con determinazione impugnava la sua spada.
In un baleno si proiettò contro Naraku cercando di attaccare la sua barriera utilizzando sia la propria spada che il bastone di Miroku ma senza alcun successo.
Presi quattro frecce e con non poca difficoltà le incoccai pronta a scagliarle.
Mi concentrai attentamente per stabilire la direzione che ognuna di loro avrebbe dovuto seguire ed il punto esatto in cui sarebbero dovute arrivare.
Infine quando mi sentii pronta sussurrai a bassa voce nella speranza che sia Inuyasha che Sesshomaru potessero udirmi
< tenetevi pronti >
Notai solo un lieve irrigidimento della postura di Sesshomaru ed un movimento di orecchie da parte di Inuyasha
Bene….
Nella mia mente pregai affinchè il mio colpo andasse in porto.
Assottigliai lo sguardo e lanciai le quattro frecce che come previsto scomparvero alla nostra vista.
Anche Naraku aveva visto il colpo partire ma non sapeva quando e dove lo avrebbe colpito.
Ad un tratto le quattro frecce apparvero ai lati del suo corpo
< ADESSO >
Nello stesso istante in cui il mio attacco colpiva la barriera frantumandola Sango si catapultò a terra e Inuyasha e Sesshomaru lanciarono la loro letale offesa.
Un frastuono ed un polverone impenetrabile oscurarono l’aria satura di veleno.
L’ansia dell’esito e la speranza nei nostri occhi durò solo un brave istante.
Quando la foschia tornò silenziosa al suo posto l’espressione stupita ma tranquilla di Naraku sgretolò ogni emozione.
Il suo corpo ora nuovamente distrutto iniziava già a ricomporsi grazie al potere della sfera.
< maledizione eppure per un attimo avevo creduto di…. >
< anche io Inuyasha ma sembra che la sfera sia più forte del previsto! >
< già….Kagome sei stata bravissima >
< grazie ma non basta…dobbiamo fare di più! >
Pensai ai nostri attacchi.
Maledizione erano tutti potenti ma evidentemente ci mancava qualcosa.
< attenti laggiù >
All’improvviso una scarica di energia colpii in pieno il punto in cui fino a poco prima ci trovavamo.
Mi strinsi ad Inuyasha che ansimando per la tensione fissava furioso la devastazione provocata da quel colpo scagliato a tradimento.
< devo chiederti il permesso per attaccare mezzo demone? >
< tsk…non pretendo certo correttezza da uno come te! >
E detto questo senza neanche voltarsi mi lasciò per colpire il corpo ora finalmente esposto di quel farabutto.
Sango si avvicinò a me e scrutò Sesshomaru con attenzione.
< la sua tecnica è troppo dispersiva. >
< cosa? >
La guardai dubbiosa e curiosa nello stesso tempo.
< Bakusaiga è davvero letale ma poco efficace su un unico avversario e per di più così distante. >
Immediatamente i dubbi che avevo prima si diradarono trovando accordo con le parole di Sango
< già…sicuramente è un’arma considerevole visto il potere corrosivo che ha ma non basta >
< la potenza del suo colpo arriva troppo indebolita a Naraku…si disperde in tutto il circondario mandando in pezzi ogni cosa…se riuscissimo ad incanalare la sua energia in un unico punto forse…. >
< quell’essere finirebbe in mille pezzi e la Meido di Inuyasha potrebbe fare il resto… >
Il sorriso splendidamente solare e speranzoso della mia amica rischiarò quelle tenebre.
< bene…resta solo un problema… >
La sua espressione si fece perplessa per un attimo ma poi comprese la mia titubanza.
< dirlo a Sesshomaru! >
 
Nessuno di noi aveva mai staccato lo sguardo da quella fortezza in rovina.
Sentivo i muscoli del collo doloranti ma mai avrei abbandonato i miei amici anche se solo con il pensiero al loro difficile destino.
Avevo una paura folle di perdere anche solo uno di loro.
Sango era ferita e ancora debole nello spirito, Inuyasha era fin troppo consapevole di cosa avrebbe potuto perdere per ragionare con calma ed intelligenza mentre Kagome riportava ferite gravi e sopra la sua testa pendevano due maledizioni, quella dell’arco e la vendetta incompiuta di Naraku.
Sospirai constatando che se c’era uno che non aveva alcun timore di finire male quello era il grande Sesshomaru….anche se i suoi piccoli compagni sembravano preoccupati e in attesa tanto quanto noi.
Ad un tratto un qualcosa di gigantesco e puzzolente si staccò dal resto del corpo e cadde a terra bruciando e seccando tutto ciò che lo circondava.
Ci allontanammo di qualche passo senza perdere di vista quell’ammasso di carne che cominciava a sgretolarsi come il fango al sole.
Ogni pezzo provocava una tale distruzione da rendere il paesaggio attorno a noi privo di vita.
Ma evidentemente nulla accadeva per caso quando si trattava di Naraku…l’urlo disperato di Kohaku infatti anticipò il caos e la paura.
< il villaggio….vuole distruggere il villaggio! >
Mi voltai al pari di tutti gli altri muti spettatori e con orrore realizzai dove effettivamente ci trovavamo e qual’era il folle piano di quella creatura senza scrupoli.
In lontananza il villaggio della vecchia Kaede si stagliava alla tenue luce del tramonto.
Maledizione.
Il gigantesco corpo di Naraku non solo si sgretolava senza sosta producendo danni enormi ma avanzava lentamente verso il paesino di umani che ci aveva accolto ed ospitato senza alcun timore.
< se continua così cadrà proprio sulle loro teste >
< dobbiamo fare qualcosa >
< ma cosa? >
< sperare che il padron Sesshomaru sconfigga presto quel depravato! >
< sperare non basta!  Shippo…..dobbiamo distruggere le parti che cadono prima che tocchino terra >
< oh…ok…..ma io…sono piccolo… >
< sei forte abbastanza…andiamo >
< si! >
Mi ritrasformai e con Kohaku sulla schiena volteggiai attorno a quell’ammasso di putridume cercando di distruggere più detriti possibili.
 
< ho capito…..e anche se mi secca ammetterlo potreste avere ragione >
Tirai un sospiro di sollievo.
Bene ora dovevamo solo studiare i dettagli.
Guardai la luce intensa degli occhi di Kagome mentre fissava preoccupata ma determinata Inuyasha che teneva occupato un Naraku sempre più indifferente.
Un moto di rabbia scosse i miei nervi.
Noi ci stavamo spezzando in quattro per combatterlo e lui se la rideva oppure sbuffava annoiato.
Maledetto.
Quanto avrei voluto avere Miroku al mio fianco.
La mano fredda ma confortante di Kagome mi strinse un braccio
< se fosse qui ti, saresti preoccupata da morire per lui…tanto quanto patisco io…forse non sarà meglio ma almeno è un lato positivo…non soffrirà più e ora ti sta vegliando con il suo solito spirito invadente>
Sorrisi di quelle dolci e rassicuranti parole.
Aveva ragione.
Aveva ragione come sempre.
< mentre voi studiate io vedo di sbloccare questa situazione >
Sesshomaru schizzò via unendosi all’offensiva di Inuyasha.
Quei due non collaboravano certo ma almeno non si ostacolavano a vicenda.
< hai già in mente qualcosa? >
< no dannazione! >
< mm… >
Pensa Sango…pensa…ci deve essere un modo…!
Un’idea improvvisa cominciò a farsi spazio nella mia testa…
< senti Kagome..cosa c’è di più preciso di una tua freccia? >
La vidi riflettere e poi sorridermi indulgente..
< tante cose purtroppo..la mia mira non è mai stata infallibile!!
< oh non dire sciocchezze >

< ok…si direi che niente è più preciso di UNA freccia! >
< oltre a lanciare più attacchi e a far sparire le cose cosa è in grado di fare quest’arco? >
Si appoggiò un indice sul mento e così mise in mostra il polso fasciato che io le avevo ferito.
Il taglio sanguinava ancora…chissà che male doveva farle.
Mi sentii un verme per quello che le avevo fatto ma in lei non avevo percepito la benché minima traccia di rancore.
Che amica straordinaria.
< da quello che ho potuto constatare fin ora, genera barriere varie ma solo quando non attacco,  avendo in se il mio potere spirituale purifica ogni cosa con cui entra in contatto senza il bisogno di utilizzare unicamente le frecce.
Inoltre mi è stato molto utile per rintracciare tutti voi…è molto simile a Tessaiga per la verità!! >
< sorprendente >
< già ma non so se è tutto! >
< pensi che sia fattibile lanciare Bakusaiga al posto di una freccia? >
Mi guardò stralunata e sbalordita
< Bakusaiga?....lanciarla con il mio arco?.....non credo >
L’euforia e la speranza svanirono in un istante
< …perché??????!!!! >
< come la mia arma è solo mia anche quella di Sesshomaru e Inuyasha funzionano allo stesso modo…lo stesso Hiraikotsu reagisce diversamente alla tua presenza…vero?? >
Ricordai con dolore la scomparsa della mia arma legata a quella del mio uomo.
Mi rincuorava però saperli assieme.
< si…dannazione… >
< perderebbero la loro energia demoniaca per non parlare dell’inutilità dell’attacco! >
< ma se trovassimo un modo per unire i tuoi poteri con quelli di Sesshomaru potrebbe essere la combinazione giusta… >
< e Inuyasha potrebbe spedire quel che rimane del suo corpo nella spaccatura tra i due mondi! >
< è fatta…ad ognuno il suo allora >
Con velocità e perizia volai accanto ai due combattenti e con un cenno cercai di riportarli a terra dove Kagome metteva a punto gli ultimi particolari.
Con un ultimo poderoso attacco Sesshomaru disintegrò per l’ennesima volta quell’assemblamento di carni.
Questo almeno ci avrebbe dato un po’ di tregua.
< avete trovato il modo? >
Inuyasha guardò confuso il volto di Sesshomaru per poi passare al mio e a quello di Kagome
< il modo? che modo? per cosa? >
< Sesshomaru saresti disposto a condividere i tuoi poteri con lei? >
Per un attimo temetti davvero di morire strangolata e che la stessa sorte toccasse a Kagome.
Poi il suo viso si rilassò.
< in che senso >
Con velocità e precisione Kagome spiegò il nostro piano mentre un Inuyasha sempre più sconvolto e preoccupato balbettava parole incomprensibili.
< non se ne parla! >
< ma…Inuyasha >
< no è troppo pericoloso! >
< ma è il solo modo che abbiamo…. >
< può farlo qualcun altro… >
< lo sai benissimo che non è vero! >
< non mi interessa >
< il fodero di Tessaiga ci aiuterà e anche il bastone di..di Miroku…. >
Ingoiai il groppo in gola che mi impediva di respirare ogni qual volta pronunciavo quel nome.
< non sono forti abbastanza da proteggervi dalla potenza di quell’arma Kagome…finiresti per farti male davvero …e anche tu Sango! >
< ma è un rischio che dobbiamo correre >
< usa la mia energia….per te è più gestibile la conosci alla perfezione…. >
< lo so ma non basta al nostro scopo…e poi tu gli darai il colpo di grazia…non puoi contemporaneamente fare due cose. O proteggi me o sconfiggi lui! >
Vidi mille emozioni passare nell’oro dei suoi occhi.
Alla fine l’ovvietà e la rassegnazione prevalsero sul resto.
< se ti accade qualcosa ti odierò per il resto della mia esistenza sappilo >
E con quell’ultimo glaciale saluto mi consegnò il fodero e tornò ad occuparsi di Naraku che pian piano si stava nuovamente rigenerando!
Al mio fianco un sospiro di stanchezza e rassegnazione uscì dalle labbra della mia migliore amica.
< Dai..cominciamo >
Sesshomaru si spostò alle spalle di Kagome creando un lieve contatto tra di loro.
Kagome impugnò l’arco e posizionò Bakusaiga al posto di una sua freccia.
La spada non riconoscendo il padrone rimase priva di ogni potere.
< sicura di quello che fai donna >
< penso di si >
< arrangiati >
< grazie tante! >
Io invece mi inginocchiai e strinsi davanti a me, con forza, sia il fodero di Tessaiga che il bastone sacro di Miroku in cui riponevamo tutte le nostre speranze di salvezza.
Proteggici tu amore mio!
L’aura demoniaca e devastante generata da Sesshomaru e dalla sua arma ci avrebbe distrutto con il solo contatto.
La barriera avrebbe attenuato quella spaventosa energia.
< pronti? >
Un si determinato e coraggioso arrivò alle mie orecchie.
Un mutismo forzato decretò l’altro assenso.
Sentii lo spostamento d’aria della mano di Sesshomaru che con precisione si preparò a stringere quella di Kagome pronta a lanciare il nostro attacco.
Alzai gli occhi verso di lei ma il suo sguardo non era diretto a Naraku ma ad Inuyasha che rigido come la pietra osservava quell’intima posizione senza fiatare.
Era geloso e preoccupato, era furente ma pronto ad intervenire.
Era Inuyasha.
Le due mani si unirono sull’impugnatura della spada e subito un’energia violenta quanto spaventosa vorticò attorno a noi.
Nonostante la protezione della barriera sentii la pelle tirare e lacerarsi, sentii la forza abbandonare la mia anima e senza opposizioni, sentii il sangue scorrere fuori dal mio corpo.
Nonostante la determinazione urlai di dolore mentre la spada volava via precisa e letale verso la sua meta.
Percepii il colpo e l’esclamazione di Naraku poi la voce arrabbiata e minacciosa di Inuyasha.
Faticai a reggere il fodero che cadde al suolo con un lieve tonfo seguito dal mio corpo.
Mi voltai verso la mia amica che giaceva svenuta tra le braccia di Sesshomaru.
Era ridotta molto peggio di me.
Percepii un leggero spostamento d’aria, chiaro segnale dell’arrivo turbolento e preoccupato di Inuyasha.
La strappò immediatamente da quel suo fratello giustamente illeso e la cullò sussurrandole insulti velati e parole di conforto mentre attorno a noi calava un lento e surreale silenzio.
La confusione degli attimi precedenti fu sostituita da un senso di trepidante attesa.
Che fosse finita davvero?
Nessuno osava fiatare e anche i rantoli dei nostri respiri sembravano produrre un rumore assordante.
Kagome ritornò tra noi proprio quando quella voce orrenda risuonò come un fulmine a ciel sereno distruggendo la nostra vittoria, il silenzio e la speranza che nuovamente ci aveva ingannati.
< ahahaha voi non avete ancora capito stupidi….non mi sconfiggerete mai neanche attaccandomi tutti assieme…ho chiesto alla sfera un desiderio e anche se quello reale non è stato esaudito parte di esso verrà comunque realizzato….volete sapere di cosa si tratta? >
 
< oh Jaken andiamo anche noi… >
< al padrone non interessa nulla di quel villaggio sono solo degli stupidi umani >
< ma Jaken che cosa stai dicendo?......lo sai perfettamente che non è vero e poi se non li aiuterai andrò da sola e se mi farò male il signor Sesshomaru se la prenderò con te >
< sei proprio una marmocchia insopportabile! >
< anche io ti voglio bene caro Jaken! >
Con Ah Un come sostegno anche noi cominciammo la nostra opera di distruzione.
Jaken utilizzava il Nintojio e io colpivo i piccoli pezzi cadenti con Tenseiga che li sgretolava nel nulla…se solo ci fosse stata Kagome o la divina Kikyo gran parte di quegli ammassi disgustosi sarebbero dissolti come l’aria.
Non finii neanche di formulare il pensiero che una freccia sacra dissolse un grande agglomerato di carne che precipitava con velocità.
Mi voltai a vedere chi fosse stato e la figura ricurva ma armoniosa della somma Kaede illuminò la nostra disperazione.
Al suo fianco un vecchietto in groppa ad una mucca scrutava il cielo con attenzione.
Sotto di noi sentii potente il frastuono di un pugno e un ghigno di soddisfazione.
< Koga… >
< non avrete pensato che vi avessi abbandonato completamente vero? >
Per un attimo un flash back del passato offuscò la sua immagine, poi il ricordo dei nostri precedenti incontri e la sua totale disponibilità nei miei confronti cancellarono quello spiacevole episodio.
Non era più lo stesso lupo di allora.
< grazie Koga non sai quanto siamo felici di vederti >
< anche io….ehi…come stanno Kagome e quel botolo ringhioso? >
L’unica risposta di Shippo fu un’occhiata sconsolata verso il cielo.
Un silenzio innaturale coprì quegli istanti poi tutto riprese a vorticare intorno a noi con più urgenza.
Con un breve ma sentito cenno del capo Kohaku salutò anche gli altri nuovi arrivati con la speranza nello sguardo.
Ora avevamo davvero una possibilità in più.
 
Quelle parole tanto semplici quanto letali congelarono i nostri animi per un lungo minuto.
Solo il rombo di quel corpo cadente invase le nostre menti.
< fate pure con calma…io non ho fretta…a voi la scelta >
Un pensiero fulminante predominò sugli altri.
Tutti ma non lei!
Scrutai verso destra con la coda dell’occhio , il profilo duro e imperscrutabile di Sesshomaru  non rivelava le sue emozioni ma sapevo che la sua mente era in fermento.
Sarebbe arrivato a tanto?
Voltai l’attenzione verso Sango che alla mia sinistra si era irrigidita e fissava un punto lontano dove sembrava aver riposto tutta la sua concentrazione.
Per ultimi analizzai i sentimenti che più mi premeva conoscere ma che già sapevo non avrei tollerato.
Percepii i lenti respiri di quella creatura che non volevo perdere per nulla al mondo e che non lasciavano alcun dubbio sulla sua decisione.
Lei non aveva bisogno di pensare.
Lei sapeva ancora prima di arrivare a questo punto, ma io non glielo avrei mai permesso.
< lasciate a me l’ultimo attacco >
< Sango.. >
< io…io non ho nulla da perdere…tutto ciò che voglio non è più in questo mondo ed io..voglio solo ricongiungermi con lui…solo questo >
< ma hai promesso ricordi…? Non puoi assolutamente fare questo >
Il tono lamentoso e preoccupato di Kagome mi riscosse da quel torpore nella quale stavo sprofondando.
< ti sei già dimenticata che la fuori c’è un ragazzino coraggioso che non vede l’ora di riabbracciarti?  Non ti rendi conto che tu sei l’unica cosa buona che gli rimane nella vita? E lo vuoi abbandonare così? E’ questo quello che vuoi? >
< oh Kagome….che esempio potrei mai essere per lui. La mia esistenza è finita nel momento esatto in cui lui….in cui quel dannato bastardo me l’ha strappato via….e per quanto cerchi di reagire la mia mente e il mio cuore assieme alla volontà di vivere e lottare sono volati via con Miroku…..che cosa potrei mai dargli…un corpo vuoto…il ricordo di una sorella che non tornerà più…io…io non posso mi dispiace tanto ma…non posso >
< Sango…il tempo guarisce ogni ferita…..se avrai pazienza e crederai in lui e nel tuo profondo amore per la vita le cicatrici si rimargineranno. Non dimenticherai mai, questo è vero, ma il dolore che senti pian piano si attenuerà e il ricordo di Miroku ti porterà solo serenità e pace….fallo per lui Sango…perché lo sai che non avrebbe mai voluto sentire queste tue parole….sai bene cosa ha sempre desiderato per te…non gettare via tutto >
< questo vale anche per te! >
Le sue parole cariche di buoni propositi e speranze irrealizzabili avevano smosso quel masso che fino ad allora aveva rinchiuso il terrore in un angolino del mio cuore. Ora però non potevo più e soprattutto non volevo arginare quel fiume in piena che stava per travolgerla.
< vale anche per te Kagome! >
< Inu…..yasha >
< non puoi dire queste parole cariche di speranza e poi fare esattamente l’opposto. Non saresti credibile! >
< Inuyasha la questione è diversa…io… >
< no dannazione la questione è la stessa…. >
Dalla rabbia mi ero voltato verso di lei ed ora la stavo incenerendo con lo sguardo
< Non puoi sacrificarti e pensare che per me sia facile ed ovvio! Non sarà mai così e non te lo permetterò fosse l’ultima cosa che faccio! >
< calmati ti prego… >
< no…..non voglio calmarmi…anche tu puoi vivere aspettando che il dolore passi e che le ferite seguano la loro guarigione…perché anche io come Miroku non vorrei mai sentire simili parole dalla tua bocca. Mai…!!
Non sei tu quella che deve morire per forza..non sei tu quella che deve lasciare questo mondo per seguire quella carogna nella morte…non puoi farmi questo…non puoi >

Ansimai per la sfuriata mentre la pressione nella mia testa cominciava ad attenuarsi.
Solo allora mi concessi la possibilità di guardarla davvero.
Il suo corpo teso per quello che le stavo dicendo, la sua divisa lacerata in più punti e macchiata del sangue che anche io avevo contribuito a versare, i capelli arruffati e quegli occhi liquidi e scuri spiccavano dilatati e tristi in quel volto pallido e tirato per quella situazione orrenda che aveva messo i nostri nervi a dura prova.
Sospirai…non era giusto riversare su lei la mia frustrazione per una volontà che dopotutto era superiore alla nostra.
Non era colpa sua se quell’essere bastardo aveva architettato una fine così tragica.
Una fine degna di lui.
Ma potevo dissuaderla dai suoi progetti suicidi e avrei fatto di tutto per riuscirci.
< ascoltami ora… >
La usa voce calda e sicura svegliò anche la più piccola particella del mio essere
< che cosa pensi che accadrà se a sconfiggerlo dovessi essere tu? Come pensi che vivrei senza più te accanto? >
< ma… >
Mi guardò severa mettendomi a tacere.
Ingoiai la replica che era salita prepotente in gola. Anche io senza di lei non avrei più vissuto.
< la promessa è stata infranta e per questo lentamente, giorno dopo giorno la mia forza verrà consumata da quest’arco. Lo sapevo io Inuyasha e ne eri al corrente anche tu….purtroppo la morte di Miroku ha decretato non solo la tremenda perdita di un caro amico ma anche la mia inevitabile fine. Il prezzo per sconfiggere questa creatura che ora ci sta ponendo di fronte al bivio più tremendo che possa esistere non poteva che essere la mia vita, e niente di meno avrei rischiato per proteggere ciò che considero unico e prezioso. L’amicizia e l’amore.
Quindi….che esistenza potrei mai avere? Quanto vivrei e soprattutto come? Senza poteri rimarrei una comune e fragile essere umana e una comune mortale quanto può sopravvivere in quest’epoca, in questo mondo senza di te?
Che voglia avrei di proteggermi e preservarmi se tanto la mia esistenza avrebbe una seconda fine. Perirei con te e morirei una seconda volta, sola ed estenuata. Non voglio che accada questo….perchè rischiare una vita che può continuare per mantenerne una che invece è già segnata in partenza…perché? >
< perché non voglio vederti morire….non voglio rimanere solo…non voglio…non puoi andartene ancora! >
< ma il voto che ho fatto per avere quest’arco mi ucciderà lo stesso! >
< allora gettalo via e torna nella tua epoca….puoi scappare da questa maledizione Kagome…..tu non puoi lasciarmi me l’hai promesso >
Mi sorrise come fossi un bambino, con indulgenza ed affetto.
Mi sentivo stupido, sapevo che nessuna persona al mondo poteva sfuggire da una promessa ma non volevo patire un’altra volta quel dolore corrosivo e letale che aveva già posseduto il mio corpo una volta..
< ti ho già persa e non intendo ripetere l’esperienza >
< dannazione Inuyasha ragiona…. >
< No! Mai! >
Sospirò sconfitta e una lacrima di frustrazione si affacciò sulle sue lunghe ciglia ma non lasciò quel mare scuro che mi fissava con disperazione e agonia.
Avrei voluto stringerla tra le braccia e confortare i nostri cuori feriti ma sapevo che anche un minimo contatto avrebbe devastato quel che restava della mia volontà.
Rimasi fermo e rigido a guardarla sentendo pizzicare tutto il corpo dall’urgenza che avevo di lei.
< ahahaha vedo che siete sempre più patetici e che come al solito non riuscite a mettervi d’accordo neanche per una questione facile come questa!!! >
< taci vile creatura! >
La voce imperiosa di Sesshomaru mise tutti sull’attenti.
< sono oltremodo disgustato da questa patetica scena ma nonostante ciò anche io non desidero altro che tu chiuda la tua orrenda bocca per sempre >
< oh…e così vuoi essere tu a seguirmi nell’aldilà…….credevo che avessi più uno spirito di conservazione che di sacrificio…ma forse stare in compagnia di questi sciocchi ti ha offuscato la mente… >
< brutto figlio di… >
< andiamo coraggio….da quando siete qui mi avete rivolto ogni insulto lontanamente immaginabile..continua pure >
< evidentemente te li meriti tutti Naraku! >
< Sango…calma… >
< sinceramente non ci tengo tanto a concludere la mia esistenza in tua compagnia ma la voglia che ho di farti fuori dandoti il colpo di grazia è tale da sfidare la sorte. Al contrario di loro non mi spaventa il fatto di lasciare questo stupido mondo anche perché non sono certo delle tue parole…. >
< ma che perspicace il nostro signore dell’ovest >
< fin ora ci hai propinato solo inganni e menzogne….quindi rischio volentieri di spedirti all’altro mondo solo per vedere se hai il coraggio di fare ciò che sostieni!. >
Rimasi per un attimo basito davanti a quel flusso copioso quanto insolito di parole da parte di Sesshomaru.
< cosa intendi fare quindi >
< Combattere!…e chi gli assesterà il colpo finale andrà incontro alle conseguenze…qualunque esse siano! >
 
Il tempo attraversò quella valle devastata senza lasciare traccia, ogni attimo era caratterizzato da attacchi e grida di incoraggiamento, da gocce di sudore e gemiti di dolore, da lacrime di rabbia e sospiri di stanchezza.
Il fuoco fatuo di Shippo si intensificava grazie ai colpi poderosi di Koga, l’arma di Kohaku si infiammava a contatto con il Nintojio di Jaken e i fuochi di Ah Un e del vecchio Totosai venivano alimentati dalla forza spirituale delle frecce di Kaede e dal potere ultraterreno di Tenseiga.
Dopo quello che ci sembrò un secolo per qualche istante tutto attorno a noi si fermò.
L’immenso corpo di Naraku smise di tremare e di sgretolarsi.
Ognuno di noi respirò profondamente sollevato di avere un attimo di tregua.
Jaken era al limite del suo piccolo potere e anche Shippo faceva fatica a generare ancora  il fuoco fatuo.
Le mani di Koga erano escoriate fino ai polsi e le frecce della venerabile Kaede stavano per esaurirsi al pari della pozione strana che alimentava l’attacco di Totosai.
Momo era stanca di volare tanto quanto Ah Un e Kohaku faticava ad alzare ancora le braccia per impugnare la sua arma. Anche Tenseiga sembrava essere pesante come il piombo.
Eravamo stravolti ma pronti a continuare la nostra resistenza.
In quell’attimo di calma irreale ogni cuore scandì il tempo dell’urgenza.
Ogni pensiero volò verso a quei quattro compagni che combattevano la più dura delle battaglie.
< signor Sesshomaru….Kagome…Sango…Inuyasha… >

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Capitolo 44
*** Una fine senza inizio ***


< Basta se continuiamo così non vinceremo mai…dobbiamo unire le forze non combatterci a vicenda >
Da quando ci aveva svelato i suoi luridi piani ognuno di noi combatteva per se stesso e per assestare l’ultimo colpo.
Era incredibile.
Nessun premio spettava al vincitore, l’unico trofeo era rappresentato dalla morte.
Guardai la sterminatrice che aveva intimato a tutti di fermarci.
Ansimava e si sosteneva pesantemente al bastone di quel monaco sfortunato.
Era al limite di se.
Anche quello stolto di Inuyasha conficcò Tessaiga al suolo e si asciugò con una manica il sudore copioso che gli bagnava il viso.
Non per ultimo alle mie spalle percepii il lento cadere di una freccia seguito dal corpo della proprietaria.
< Kagome… >
< tranquillo sto bene! >
Sul volto del mezzo demone lessi tutte le emozioni che un comune demone non avrebbe mai dovuto provare.
Amore, tenerezza, preoccupazione, sollecitudine, tristezza, indecisione.
L’indecisione era la peggiore.
Se quello stupido aveva lasciato che l’amore per quella creatura seccante invadesse il suo animo non avrebbe mai dovuto provare “indecisione”.
Essere indecisi equivaleva ad essere deboli.
E anche un lontano ed inutile mio parente non poteva permettersi di essere debole.
Potevo accettare i sentimenti forti.
I sentimenti vivi.
Ma non quello.
E tutto a causa di quell’ammasso di putridume che sorrideva soddisfatto e tranquillo sospeso nel vuoto del suo stesso corpo.
Nuovamente la scarica di rabbia repressa a stento azionò il processo della trasformazione ma mi imposi la calma. Aveva ragione Inuyasha…non dovevo abbassarmi al suo livello.
Sentivo la mancanza di Tenseiga.
Dannazione.  Anche io dopotutto ero un debole.
Riportai l’attenzione su quel gruppo mal assortito di scarti della società.
Una sterminatrice senza più forza vitale, una sacerdotessa senza poteri e un mezzo demone in balia dei suoi tormenti amorosi.
Sorrisi.
Tutto questo era opera sua.
Solamente opera sua!
Alzai la testa e incrociai lo sguardo limpido e maligno di Naraku.
Il suo corpo nonostante i miei attacchi continuava a rigenerarsi grazie alla sfera e questo gli concedeva un notevole vantaggio di ripresa.
Nei suoi occhi però non leggevo lo spirito della vittoria ma quello della rassegnazione.
Era indubbiamente convinto che lo avremmo sconfitto ma nonostante ciò non avevamo ancora trovato il modo per farlo.
La conclusione della nostra epopea però si era rivelata più sbalorditiva del previsto.
Aveva davvero l’intenzione di mettere in atto le sue parole?
Chi di noi l’avrebbe colpito mortalmente sarebbe davvero scomparso con lui in un altro mondo per non tornarvi mai più?
Che senso aveva questo suo desiderio? E la sfera lo avrebbe davvero esaudito?
Con queste domande mi incamminai verso di lui.
< se voi volete riposarvi fate pure….non voglio seccatori attorno >
Quei tre stupidi si erano dati battaglia a vicenda per colpire il corpo dell’essere più ripugnante al mondo ma nessuno di loro voleva davvero lasciare questa realtà.
Lo percepivo dal battito furente dei loro cuori.
Tanto valeva mettere fine a questa storia e affrontare le conseguenze una volta per tutte!
 
Cercai di calmare il battito impazzito del mio cuore.
Nonostante i nostri attacchi quel corpo disgustosamente forte si ricreava a piacere.
Sentivo i muscoli delle braccia e delle spalle rigidi e affaticati.
Sembravano al limite di spezzarsi da tanto che avevano sollevato e agitato la mia spada tutt’altro che leggera, ma udendo quel rantolo di aria, neanche se alcune parti del mio corpo si fossero staccate del tutto avrei smesso di lottare.
Mi avvicinai a Kagome e con fatica mi chinai al suo fianco.
Percorsi con lo sguardo quel corpo accartocciato su se stesso.
Un corpo danneggiato.
Un corpo sfinito.
< Kagome… >
Finalmente puntò i suoi occhi limpidi e scuri come la notte su di me.
Una muta preghiera passò tra le sue labbra serrate e la mia mente stanca.
La preghiera del silenzio.
Parlare cercando di cambiare il corso delle cose era solo uno spreco di energie.
< Sango… >
Mi voltai verso di lei che al nostro pari era ridotta ad uno straccio.
Sollevai Kagome come fosse stata una piuma e la trasportai da lei.
Sul viso della nostra sfortunata amica spuntò un sorriso stanco ma vero.
Era tutto così tremendamente duro e assurdo che pregavo da ore di svegliarmi nella capanna della vecchia Kaede vittima dell’ennesimo tragico incubo. Ma la mia coscienza sapeva che quella era la realtà più vera e letale che ci potesse capitare.
Appoggiai Kagome al suolo stampandole un bacio delicato sulla testa.
La sua mano mi artigliò con straordinaria forza il collo della veste direzionandomi verso le sue labbra.
Prima di baciarmi con calore ed emozione mi sorrise in quel suo modo impertinente e sbarazzino che amavo alla follia.
Il mio paradiso durò solo pochi secondi che tuttavia furono sufficienti a ricaricarmi della forza persa a causa di quel vile bastardo.
Con un cenno a Sango mi voltai per raggiungere quello stupido che inconsapevole di essere allo stremo delle sue forze colpiva Naraku con sempre meno convinzione.
Pregai in cuor mio di possedere solo la metà della testardaggine che lo contraddistingueva……
Sospirando ripresi Tessaiga e mi unii allo scontro.
 
< Io entro! >
Otto visi straordinariamente diversi si voltarono verso di me.
< ma cosa stai dicendo non puoi! >
< si ha ragione Kohaku…non servirebbe a nulla! >
< Koga pensaci…sei senza poteri…..Naraku ti ha strappato via i frammenti.. >
< cosa pensi di fare ragazzo ridotto così? >
Per la prima volta, alle parole del vecchio strambo, mi guardai.
Già ero davvero ridotto male.
Le braccia poi erano quelle messe peggio.
Dannazione!
Mi armai di orgoglio ed ostinazione.
< non importa…sono un demone lupo e questo  non è nulla……i frammenti poi non mi sono mai serviti! >
Vidi l’espressione di tutti farsi dubbiosa e amichevole.
Dannazione!
< ma non possiamo stare qui a guardare! Kagome potrebbe essere in pericolo….quello stupido di Inuyasha è allo stremo di se…e neanche Sesshomaru non sta molto meglio! >
< cosa???? Il signor Sesshomaru….. >
< si Rin…scusami ma l’energia vitale del padrone si fa di secondo in secondo più debole. >
< ma Jaken… >
< non piangere bambina…anche gli altri non stanno bene >
< hai detto bene vecchia! Inuyasha è davvero ridotto male…mentre Kagome….l’energia di Kagome è quella più bassa di tutti. >
< mia sorella come sta? >
< Sango sta bene Kohaku…..stanca e profondamente turbata ma sta bene >
< grazie Totosai! >
< per questo dobbiamo entrare…per questo devo entrare! >
< no..per questo dobbiamo restare qui e avere fiducia in tutti loro. >
< ma… >
< se entrassi, conoscendo Kagome, non farebbe altro che preoccuparsi anche per te! E poi tu ti scontreresti più con Inuyasha e Sesshomaru che con Naraku….faresti anche tu una brutta fine…quindi stai qui e basta! >
Fissai sbalordito quel piccolo essere peloso.
Indubbiamente da quando lo avevo visto la prima volta era cresciuto!
Ma analizzando il suo sguardo teso e liquido notai immediatamente la vena di insicurezza e paura che pulsava nel suo cuore.
Quel volpino voleva un gran bene a tutti loro e per essere onesti fino in fondo aveva ragione.
Dannazione!
< e va bene….ma fermo di certo non starò! >
Saltai su un albero e continuai la nostra battaglia contro quel corpo cadente che ad ogni nostro piccolo fallimento provocava devastazione e morte!
 
< Sango…ti prego….esci di qui e unisciti agli altri >
Quegli occhi ancora rossi dal pianto ma sempre profondi e limpidi si allargarono su un volto pallido e stanco.
Per un attimo riuscii a scorgere il mio riflesso in quelle pozze color cioccolato.
Ciò che vidi mi convinse ancora di più a perorare la mia causa.
< ma cosa dici! Non..io non posso! >
< no Sango…tu puoi…tu devi andartene via di qua prima che sia troppo tardi! >
< se Inuyasha morisse…non daresti fino all’ultima goccia del tuo sangue per vendicarti? >
La prospettiva che fosse lui a scomparire dentro la sfera  mi tormentava da ore ma sentir pronunciare il suo nome vicino a quella terribile parola….mi scosse nel profondo.
< si…Sango…fino allo stremo di me…. >
< e allora non puoi chiedermi questo >
Agonizzavo per una boccata di aria pulita.
Agonizzavo per uno spiraglio di luce che Sango ora mi aveva precluso per sempre.
Abbracciai con quanta energia e calore possedevo la mia migliore amica.
Volevo che almeno un’altra delle persone che amavo fosse al sicuro.
Invece quella tragedia reale continuava il suo corso e di attimo in attimo diveniva sempre più dura da affrontare.
Mi staccai da lei e con grande fatica mi rialzai in piedi analizzando per l’ennesima volta la situazione.
Sesshomaru e Inuyasha sebbene stravolti continuavano la loro lotta personale contro Naraku che sorridente si lasciava colpire.
Qualcosa non mi quadrava.
Naraku non voleva sopravvivere.
Questo l’avevo capito da tempo però non desiderava neanche andarsene facilmente.
Il suo vero desiderio non era stato esaudito però la sfera avrebbe realizzato qualcosa di simile.
“posso dirvi soltanto questo…non sarò mai solo!”
Se le sue parole erano vere e l’ultimo di noi che lo avrebbe colpito sarebbe scomparso con lui..il desiderio che poteva aver espresso originariamente poteva riguardare solo una persona.…!
Kikyo
Lui voleva stare con Kikyo.
Era questo il suo desiderio più grande ma la sfera non esaudisce mai ciò che gli viene veramente chiesto.
La stessa sacerdotessa aveva desiderato vivere assieme ad Inuyasha ma le cose poi non si erano svolte proprio secondo il suo volere.
Questo confermava le sue parole.
Non stava bleffando.
Chiunque di noi l’avesse colpito per ultimo….gli avrebbe fatto compagnia nell’aldilà!
Raccolsi la freccia che stancamente avevo lasciato cadere.
La mia forza era al limite e al pari di me anche l’arco risentiva della mia energia.
Le sacerdotesse avevano detto che grazie a quest’arma avrei potuto salvare i miei amici e sconfiggere quel mostro ma se questo era il loro volere io sarei comunque morta, promessa mantenuta o meno.
Non potei che ridere di quella beffa.
Comunque andava..qualunque cosa pensassi o facessi il mio destino era segnato.
Fissai la schiena forte e battagliera dell’unica persona che non meritava di soffrire ancora.
Povero amore mio…saprai mai perdonarmi?
 
Il mio olfatto assuefatto degli odori raccapriccianti di quel corpo marcio in decadenza percepii chiaramente quell’odore salato e cristallino.
Le lame del mio cuore.
Perché Kagome stava piangendo?
Mi voltai verso di lei e in quell’attimo di distrazione un tentacolo di acciaio mi perforò il petto spedendomi al suolo.
Il dolore del colpo e quello della caduta mi stordirono per alcuni secondi tanto che non percepii immediatamente la voce preoccupata e alta di Kagome avvicinarsi.
Riaprii gli occhi e ritrovai il suo viso a pochi centimetri dal mio.
Sollevai una mano accarezzando quella marea di lacrime che ora scorrevano libere.
< perché…stavi piangendo? >
La vidi irrigidirsi ma poi mi strinse con amore.
< scusami…ti ho distratto….guarda cosa ti ha fatto… >
< non…è ….niente… >
Mi rialzai a fatica e la guardai con attenzione.
< allora….? >
Sapeva che non avrei ceduto.
Sapeva che osso duro potessi essere e per questo con un sospiro di rassegnazione mi raccontò quello che aveva dedotto.
< Kikyo eh! Credi davvero che abbia chiesto questo alla sfera? >
< si…ma come ben sai la sfera non esaudisce mai il vero desiderio….quindi >
< quindi dobbiamo credere alle sue parole… >
Fin ora avevamo combattuto tra di noi per colpirlo mortalmente ma nei nostri cuori non c’era mai stata la consapevolezza della fine. Sapevamo che era una possibilità ma ora questa era una vera e propria certezza.
Non potevo permettere che a seguirlo fosse lei.
< bene…meglio così! >
Mi guardò stralunata e sorpresa.
< si…ora che sappiamo che quello che ci ha detto non è una balla tu e Sango rimarrete qui. Ferme! >
< ma…. >

< no Kagome. Se non ti servisse per difenderti ti strapperei via quell’arco per accertarmi che tu mi obbedisca una buona volta! >
< non puoi dire sul serio! >
< sono serissimo invece. >
Mi alzai in piedi.
La ferita aveva smesso di sanguinare e la rabbia mista alla preoccupazione che circolava in me mi aveva donato lo spirito necessario per concludere quella faccenda una volta per tutte.
Con la coda dell’occhio fissai Kagome che ancora non si era alzata da terra.
Non le avrei mai permesso di lasciarmi ancora solo!
Mai.
< Inuyasha…ragiona….. >
< smettila! Mi chiedi sempre l’impossibile tu. Ma come puoi farmi una cosa del genere. Come!?
Dici di amarmi e poi agisci come se le conseguenze non importassero a nessuno. Non puoi farmi questo! >
< e tu non puoi chiedermi di stare a guardare mentre mi lasci da sola! >
< neanche tu puoi pretendere una cosa simile! >
< è sempre quello il discorso Inuyasha. Cadiamo sempre li. >

< perché è proprio questo il punto! Dannazione Kagome tu non mi hai tenuto per tre giorni tra le braccia credendo che fossi morto e con la consapevolezza che non sarei più tornato. Tu non hai visto i miei occhi spegnersi e le mie labbra esalare l’ultimo respiro. Non hai percepito il silenzio del mio cuore o la freddezza del mio corpo. Tu non capirai mai cosa ho provato io! Quale inferno ho vissuto. Tu non lo saprai mai. >
Il tumulto del mio cuore era pari a quello del mio respiro.
Risvegliare quei ricordi era stato devastante.
< ….per questo me lo vuoi far provare? Per comprendere meglio la tua agonia? Credi che per me sia stata una passeggiata? So quanto hai sofferto…l’ho letto ogni giorno nei tuoi occhi..ma questo non cambia le cose amore mio. Questo maledizione non cambia nulla! >
Il segno delle lacrime su quel volto ferito e sporco aveva disegnato due righe irregolari e pulite che scorrevano lungo le guance incolori.
Quanto avrei voluto accarezzare quella pelle delicata e fredda. Quanto avrei voluto baciare quelle labbra strette e tirate, quanto avrei desiderato stringere quel corpo fragile ma tenace segnato dalla violenza di quella battaglia.
Ma rimasi fermo e granitico dov’ero.
Rimasi duro e distante da quella persona che mi stava negando l’aria.
< Kagome…promettimi che rimarrai ferma qui e non ti azzarderai a muovere un dito. Promettimelo. >
< non posso >
< promettimelo! >
< altrimenti? >
La sfida dei miei occhi e la delusione della mia minaccia la fecero alzare e fissarmi con determinazione a sua volta.
Mi preparai a distruggere l’amore della mia vita con delle parole che mai, mai avrei voluto rivolgere a lei.
Ma era inevitabile.
< ..altrimenti considera il nostro rapporto come una specie di gioco. Una farsa. Se non riesci a promettere di salvaguardare la tua vita per rispetto alla mia allora tra di noi non esistono quei sentimenti che credevamo reali.
Se da questo scontro non uscirai illesa l’unico sentimento che mi legherà ancora a te sarà il rancore. Il rancore verso l’ennesima persona che mi ha deliberatamente ferito. >
Mi imposi di non distogliere lo sguardo da quegli occhi spalancati e feriti.
Non potevo credere di averlo fatto veramente.
L’avevo distrutta.
Avevo annientato anche quel piccolo barlume di purità che splendeva nei nostri cuori.
Stavo distruggendo il nostro amore, ma preferivo che vivesse odiandomi piuttosto di agonizzare vivendo senza lei.
< allora cosa mi rispondi? >
La forza che aveva sempre contraddistinto il suo carattere e la sua personalità scemò via.
Il guscio vuoto e freddo che mi fissava non apparteneva alla Kagome che amavo.
< se questo è quello che credi e che ti fa sentire meglio Inuyasha….allora non serve che ti prometta nulla. Se preferisci odiarmi piuttosto che piegarti all’ovvietà della situazione non posso dirti altro. Il dispiacere che provo in questo momento è pari solo alla delusione. Evidentemente conto troppo o forse troppo poco ma la situazione non cambia.
Non ti prometterò nulla Inuyasha… >
La violenza di quelle parole e la consapevolezza che avevo fallito su tutti i fronti mi travolsero.
Poi la rabbia accecò quel poco buonsenso che mi aveva condotto fin li.
< se morire è la tua sola aspirazione di vita allora fa pure. Considera la nostra storia….finita. Evidentemente non sono niente per te…quindi da ora neanche tu conti più qualcosa.  >
Detto ciò mi voltai e con il cuore morto mi apprestai a riversare su Naraku tutto il mio dolore.
Percepii sommessamente quelle sue ultime parole.
< il niente….non si protegge >
 
Avevo assistito muta a quella tremenda scena.
La tensione e il dolore che scaturiva dai loro sguardi era palpabile anche da quella distanza.
Anche Naraku e Sesshomaru avevano smesso di combattere.
Non potevo credere a ciò che le mie orecchie avevano udito.
< non potevo sperare di meglio >
Lo sguardo omicida e freddo di Sesshomaru non spense il sorriso trionfante su quel volto distorto dalla gioia.
Maledetto Naraku…è tutta colpa tua.
Ma cosa stava accadendo…tutta la nostra esistenza stava andando a rotoli.
Miroku si era dissolto nell’aria abbandonandomi ad una vita che non volevo più continuare, Inuyasha aveva sepolto i suoi sentimenti urlando contro Kagome tutta la sua cattiveria e Kagome stessa era rimasta in balia delle sue stesse promesse.
Promesse che l’avevano portata a rimanere sola.
Cosa stava accadendo?
Vidi Inuyasha voltarle le spalle e dirigersi furioso verso Naraku che lo fissava con avidità.
Lo scontro riprese e questa volta gli attacchi di tutti si intensificarono rimettendo in moto il processo di distruzione di quell’involucro nauseabondo.
Sentii i passi incerti di Kagome dirigersi verso di me.
La guardai per la prima volta sentendomi inutile e fuori luogo.
Non sapevo cosa dirle ne cosa fare perché potesse sentirsi meglio.
Ma come sempre riuscii a sbalordirmi.
Il sorriso triste ma sincero che mi fece mi gettarono nella più totale confusione.
Boccheggiai per alcuni secondi incapace di ragionare lucidamente.
< imparerà mai a pensare a quello che dice prima di emettere suoni dalla bocca…? >
<….eh…ecco….io >
< ti prego fa si che non se ne penta troppo a lungo per questa tremenda sfuriata…! >
< …… >
< oh…Sango se avessi veramente creduto a tutto quello che mi ha detto quando è folle di rabbia o di gelosia, io e te probabilmente non ci saremmo neanche conosciute >
< quindi…non sei… >
< si sono arrabbiata e ferita….e le sue parole mi hanno fatto davvero male…ma posso comprenderlo per questo non do peso a quanto mi ha sputato in faccia. Io lo amo Sango…lo amo tanto e come tu am..hai amato Miroku….per questo ho le mani legate. >
< capisco… >
< già! Fai in modo che non si autodistrugga per tutto questo. >
Rimasi veramente stupita di quella sua estraneità alla situazione. Ma se ben la conoscevo, tutta quella sicurezza ed indifferenza non erano reali…anche se aveva affrontato con intelligenza e maturità la situazione.
Povera cara Kagome!
Ripensai alle sue parole e sospirai mestamente.
Se fosse davvero scomparsa…Inuyasha non si sarebbe mai perdonato questo momento. Mai.
 
Il corpo gigantesco di Naraku ricominciò a frantumarsi ed il villaggio alle nostre spalle si faceva sempre più vicino.
La pausa che avevamo avuto però ci aveva fatto recuperare le energie perse assieme alla determinazione.
Loro combattevano per salvarci tutti e noi avremmo fatto altrettanto.
Con forza e collaborazione ricominciammo la nostra lotta contro il tempo.
 
< ma questo non muore mai? >
< evidentemente l’attaccamento della sfera per questo mondo è più forte e tenace del previsto >
 < si Sesshomaru credo proprio che la sfera non voglia saperne di morire >
< maledizione, Totasai mi aveva assicurato che questa spada avrebbe distrutto ogni cosa…perché quel corpo allora non lo disintegra del tutto? >
< perché sta usando il potere della sfera ovviamente che nulla ha a che vedere con lui! >
Tutto in me si irrigidì.
Dalla cima dei capelli alla punta dei piedi avvertii una scossa micidiale di adrenalina, terrore, esultanza e paura.
Dannazione come avevo fatto a non arrivarci prima…
Stupida…stupida!
Ero stata così presa dal vortice creato dalla paura di abbandonare Inuyasha che non avevo analizzato fino in fondo tutte le alternative. Evidentemente non volevo scoprire il modo per uccidere Naraku una volta per tutte perché questo avrebbe decretato la fine della nostra esistenza ma ora..ora che avevo letto l’agonia in quegli occhi ambrati non avevo scelta. Non potevo permettere che fosse qualcun altro a fare quella fine. Non lui.
Inuyasha aveva inconsapevolmente ragione.
Naraku aveva fatto finta di inglobare la sfera…per questo non moriva mai.
Per questo il suo corpo non si distruggeva completamente.
La sfera contaminata dalla sua presenza ostacolava la forza di Bakusaiga e gli permetteva di rigenerarsi a piacimento.
Se però l’attacco di Sesshomaru avesse colpito direttamente la sfera allora Naraku sarebbe davvero stato spacciato e con un semplice colpo si sarebbe dissolto nell’aria.
Ora sapevo cosa dovevo fare..ora finalmente avevo capito come avrei potuto sconfiggerlo…avevo trovato il suo punto debole e questa volta il colpo di scena sarebbe stato tutto nostro.
Mi distanziai dagli altri e mi concentrai per captare anche il minimo segnale prodotto dalla sfera.
Non avendo più alcun potere non ero in grado di localizzarla in quel marasma generale però potevo raggiungerla in un altro modo.
Sentii i passi leggeri di Sango.
< tutto bene? >
Valutai per un istante la possibilità di tacere le mie scoperte per paura che potesse commettere qualche sciocchezza, ma se le mie supposizioni erano esatte solamente io avrei potuto distruggere la sfera una volta trovata per cui…non correva alcun rischio.
< Sango….ho capito come sconfiggere Naraku! >
< cosa??? >
< shhh >
< la sfera non è stata assorbita…per questo riesce a rigenerarsi….io credo che si trovi nascosta qui da qualche parte ma non riesco a vederla senza poteri… >
Vidi i suoi occhi spalancarsi increduli e la consapevolezza rischiarare il suo volto.
< hai ragione….come ho fatto a non pensarci prima…maledetto…! Quindi come possiamo fare? >
< sicuramente la sfera si protegge con una barriera….. >
< ovviamente…ma Kagome non vorrai… >
< ogni persona al mondo ha il suo destino…e questo è il mio…credo che la sfera non subirà alcun danno a meno che non sia io a colpirla per cui….permetti al tuo cuore di vivere in pace amica….fallo per me >
< oh Kagome…. >
< allora…hai qualche idea…?? >
< mm…si aspetta…Sesshomaru ci potrebbe tornare di nuovo utile >
La guardai sospettosa, poi spostando l’attenzione sul grande demone cane sfinito compresi….
< si..la sua tecnica è ottima ma come facciamo a…. >
< a questo ci penso io….. >
scrutai la mia amica fissare attentamente il bastone di Miroku e portarselo dietro la schiena proprio come faceva con Hiraikotsu….
Nello stesso istante in cui Sesshomaru scagliò ignaro il suo ennesimo attacco Sango lanciò il bastone sacro che girando su se stesso colpì con precisione l’energia di Bakusaiga che esplose in tutto il circondario.
Spostai freneticamente lo sguardo da destra a sinistra nella speranza di scorgere l’unico punto in cui la devastazione di Bakusaiga non avrebbe procurato danni.
Feci appena in tempo ad esultare per averla scoperta che due braccia sicure e tese mi afferrarono trascinandomi via.
In pochi secondi la furia devastatrice di quell’attacco si dissolse rivelando i danni da essa provocati.
Venni scossa con violenza mentre quelle parole dure e agonizzanti mi entravano nella mente
< volevi farti ammazzare? >
Stupita da quella rabbia malamente repressa fissai con attenzione il luogo dove prima mi trovavo.
Ovviamente Bakusaiga non guardava in faccia a nessuno.
Se Inuyasha non mi avesse spostato probabilmente sarei morta abbrustolita, ma ero stata troppo concentrata per accorgermene.
Cercai Sango con lo sguardo e solo quando la vidi illesa tirai un sospiro di sollievo. Sorrideva felice della sua opera di distruzione.
L’ennesima scrollata mi riportò a Inuyasha
< allora? Sei impazzita? >
< a te importerebbe se lo fossi? Non hai ribadito poco fa che per te sono….niente??? >
Guardai fissi quelle labbra farsi di marmo…il mio tono non era arrabbiato ne offeso…era insolente e scherzoso…nella mia mente l’immagine di lui che si scusava e mi baciava teneramente aveva già placato le ferite da lui stesso inferte in precedenza, ma..tutto questo non si realizzò.
Le sue braccia abbandonarono il mio corpo come il calore che lo aveva momentaneamente avvolto ed infine, la sua voce dura e metallica congelò ciò che ne rimaneva
< infatti….vorrei solo che non facessi la stupida >
Nel giro di pochi minuti mi ritrovai nuovamente a fissare attonita quella schiena allontanarsi da me.
Tutte le emozioni che inutilmente avevo sigillato nel mio cuore si riversarono come un fiume in piena.
Il dolore, il rancore, la rabbia e la tristezza assieme a un amore sconfinatamente grande mi travolsero lasciandomi prosciugata di ogni energia.
Non avevo voluto analizzare lo sfogo di poco prima con serietà perché mi sarebbe risultato insopportabile.
La realtà però era quella…se lo avessi abbandonato mi avrebbe odiato, se mi avesse abbandonato lo avrei odiato e sarei perita ugualmente…
La nostra storia era davvero finita?
Scrollai la testa.
Meglio l’odio al nulla. E se anche non avesse mai dovuto perdonarmi…..avrebbe avuto una vita intera per provare a farlo…..!
Il freddo ed il vuoto che quella consapevolezza portarono in me mi convinsero dei nostri sentimenti.
Se quello era il suo modo per soffrire meno..lo avrei accettato..avrei accettato tutto.
Una vita senza di me…una vita in cui non gli sarei più stata accanto..una vita in cui forse non solo non mi avrebbe perdonata ma si sarebbe anche potuto innamorare di un’altra persona….una vita….questo è quello che gli volevo donare.
Raccolsi gli ultimi brandelli di volontà e coraggio dal suolo in cui Inuyasha li aveva gettati e calpestati.
Poi fissai con odio quell’essere che a sua volta mi guardava con una strana luce negli occhi.
Non era preoccupato.
Era…..ansioso.
Non aspettava altro.
Sussurrai una verità che solo i nostri cuori comprendevano.
< ti amerò per sempre sciocco Inuyasha >
Vidi le sue orecchie muoversi e il suo corpo irrigidirsi ma non si voltò, non si fermò. Non mi rispose.
Impugnai l’arco e mi preparai a colpire quella che sarebbe stata la nostra fine….una fine senza inizio.



Salve a tutti...spero di non avervi turbato troppo!
La tanto agognata fine è praticamente alle porte e molti di quelli che mi seguono da un bel po si saranno immaginati un sacco di soluzioni possibili...
chissà se la mia rientrava nelle vostre previsioni..spero di si...o almeno spero almeno che non sia stata deludente!!!
Se vi state chiedendo del perchè Kagome e Inuyasha abbiano dovuto lasciarsi così.....in questo modo crudo e negativo la risposta è solamente una...
Inuyasha si è rifugiato nella rabbia piuttosto che nella devastazione che quella perdita gli avrebbe provocato...Lui si sente tradito e lasciato da solo per l'ennesima volta.
Kagome invece....è convinta delle sue azioni e preferisce saperlo in vita ad odiarla piuttosto che sacrificato per nulla....

Cari compagni di avventure..io dal mio canto l'ho interpretata così...chissà come avreste agito voi in una situazione simile...boh!! =D
Un ringraziamento sentito a tutti quanti...non abbandonate questi poveri protagonisti proprio ora eh!!!! =D
Baci!

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Capitolo 45
*** Vivere nel tormento ***


Accadde tutto in pochi istanti, Inuyasha riprese il combattimento con Naraku ed io fissai contrariato la sterminatrice che aveva osato sfruttare un mio attacco per produrre un disastro di dimensioni enormi.
Sul suo volto un espressione angosciata.
Colpito, seguii l’oggetto della sua completa attenzione.. mi ritrovai così a fissare la donna di Inuyasha che con il vuoto negli occhi impugnava l’arco pronta ad attaccare.
Che cosa aveva intenzione di fare?
Inuyasha ignaro di tutto, contrastava con attacchi sempre più scoordinati e furiosi un Naraku apparentemente indifferente.
Un leggero sorriso gli velava il volto.
Era contento…perché?
La risposta la ottenni subito.
Inuyasha scagliò la Meido nello stesso istante in cui la freccia della sacerdotessa colpì un imprecisata parte dell’involucro di Naraku.
Una luce accecante ci costrinse a distogliere lo sguardo.
Quando riaprii gli occhi tutto era sinistramente silenzioso.
Quella donna…
 
 
 
Una fastidiosa sensazione di ansia mi destò dal mio sonno leggero ed incolore.
Con un balzo scesi dall'albero in cui inutilmente cercavo conforto e con urgenza mi diressi al villaggio.
Al mio arrivo le grida delle persone agitate ed i pianti dei bambini impauriti mi scossero dal mio perenne torpore.
All'improvviso la causa di tutto quel frastuono si presentò ai miei occhi più sicuro ed ingenuo che mai.
< avevo sentito dire che questo villaggio è protetto da un mezzo demone senz'anima.....allora è la verità! >
Al solito quelle parole  trafissero il mio corpo ormai vuoto.
Dannazione eppure avrei dovuto essere abituato a quel dolore sordo.
< se la vostra stupida razza la smettesse di ciarlare tanto, molti di voi sarebbero ancora in vita!!! >
< oh....forse hai ragione..ma io porrò fine a questa famosa leggenda una volta per tutte! >
Con un attacco goffo e sbilanciato il demone orso cercò inutilmente di ferirmi ma la sua tremenda mole nulla poteva contro la mia stanca destrezza.
Finii quell'inutile ammasso di pelliccia con un solo e preciso colpo.
Il corpo senza vita di quell’ennesimo demone si accasciò al suolo disturbando la notte.
Sospirai scocciato e stufo di questo via vai continuo!
< vedo che di volta in volta diventi sempre più rapido Inuyasha >
< tks...non sono degni neanche della mia spada! >
< sarà..ma ultimamente te la sbrighi in fretta! >
Sul viso rugoso e piacente di Kaede spuntò un sorriso amichevole e benevolo che tuttavia non scaldò il mio cuore granitico.
< forse non dovrei più stare qui...la mia presenza attira troppe attenzioni sgradite e per quanto questi demoni siano tanto innocui quanto sciocchi c'è sempre il rischio che qualcuno si faccia male per davvero. E' meglio che me ne vada per un po! >
< non dirai sul serio vero? >
Quella voce calda ma perennemente triste scosse i miei nervi già straordinariamente tesi.
Mi voltai verso la figura dolce che si stagliava nel buio della notte e che mi guardava con un misto di angoscia ed irritazione conferendole un'aria più matura delle sua vera età.
Il bambino tra le sue braccia si mosse infastidito dall'improvviso turbamento della madre e iniziò il suo pianto sommesso che tanto mi straziava dentro.
< calmati Sago....stavo solo riflettendo a voce alta >
< bè non farlo mai più....il villaggio ha bisogno di te, io ho bisogno di te...lui ha bisogno di te!!!! Non ti azzardare! >
Vidi i suoi occhi farsi lucidi dal pianto e il tremore del suo petto scuotere il corpicino del bambino che infagottato mi fissava pronto ad urlare al mondo intero la sua contrarietà a quella situazione che non poteva ancora comprendere.
< ma Sango...io >
< no..non provarci hai capito...non puoi lasciarmi anche tu...me l'hai promesso! >
Il singhiozzo della madre diede il via all'urlo triste e lamentoso di suo figlio.
Se c'era una cosa in grado di procurarmi ancora dolore erano le lacrime di quella stupenda e piccola creatura.
Sospirai sconfitto e scossi la testa esasperato ma vinto.
< va bene..scusa...non piangete ora..è tutto ok...! >
Gli occhi di Sango tornarono tristi ma asciutti mentre il visino paonazzo del bambino non accennò a scolorire
< lo sai che si calma solo con te... > mi tese il piccolo e nonostante la paura che costantemente provavo nel tenerlo tra le braccia lo afferrai senza esitazione.
Incrociai i suoi occhietti scuriti dalla notte specchiandomi in quelle due copie che troppo spesso in passato mi avevano guardato con comprensione ed ilarità, con ira e accondiscendenza con affetto ed amicizia.
Il solito groppo alla gola e la solita tensione nel petto mi costrinsero a staccare lo sguardo dal suo.
Se non fosse stato per il visino paffuto, indubbiamente somigliante a Sango...quella che tenevo in braccio sarebbe potuta benissimo essere la vera copia di Miroku.
Come aveva previsto la madre, il marmocchio smise di piangere e si addormentò sulla mia spalla senza alcun timore.
Immediatamente la mia mente ricorse al passato quando uomini, donne e sopratutto bambini avevano il terrore di passarmi solamente accanto.
< torniamo a casa..? >
La voce calda e sommessa di Sango mi strappò da quei ricordi senza tempo che senza saperlo lasciavano un vuoto enorme nella voragine che già possedevo.
Insieme e silenziosamente ci incamminammo verso la collina dove sorgeva l'accogliente capanna di Sango; quello infatti era il  posto ideale per metter su famiglia, aveva sempre ripetuto quel maniaco di un monaco..ed ora anche senza la sua presenza, quella volontà era stata comunque rispettata.
Quell'abitazione non avrebbe mai avuto un uomo di casa ma solamente una madre con il proprio unico figlio..testimone di un amore reciso sul nascere.
Spostai lo sguardo più a destra dove una capanna delle stesse dimensioni giaceva vuota e spoglia.
Non avrei mai  abbandonato quell'amica bisognosa di aiuto, non avrei mai potuto lasciare l'unica compagna che quella terribile battaglia aveva risparmiato ma non avrei mai potuto abitare in quella casa senza....
Non avrei più potuto abitare in nessuna casa..in nessun luogo...neanche il mondo faceva più per me ma così aveva voluto il destino, così aveva voluto lei.
Ad un anno e mezzo dalla loro scomparsa il mio spirito lacerato e solo vagava senza meta ne forze, privo della sua fonte vitale, privo del suo unico scopo.
Amarla.
Lasciai che Sango prendesse il suo piccolo tesoro e lo portasse dentro dove un sonno ricco di sogni e speranze lo avrebbe cullato fino al mattino.
Un sonno che non mi avrebbe mai più sfiorato.
Permisi alla luna di illuminare con il suo tiepido calore il mio volto..l'aria fredda stava scemando lentamente lasciando il posto a quella più calda della primavera, ma l’inverno che regnava dentro me non si sarebbe mai attenuato.
Non esistevano più stagioni per il mio cuore.
Percepii una mano poggiarsi sul mio braccio e stringerlo con affetto.
Entrambi sapevamo che giorno fosse.
Entrambi eravamo consapevoli quanto tempo fosse passato.
Entrambi ricordavamo alla perfezione l’attimo in cui le nostre vite si erano fermate.
< perdonami Inuyasha... >
Strappato alle mie cupe riflessioni le dedicai la mia completa attenzione.
La mia espressione perplessa la fece sorridere ma come accadeva da tempo quel sorriso seppur autentico e spontaneo non raggiunse gli occhi.
< perdonami perchè ti costringo egoisticamente a stare qui..in questo posto saturo di ricordi, in questo villaggio dove ogni cosa ti riconduce a lei....ti obbligo alla  solitudine e alla tristezza...e ti costringo ad aiutarmi con... >
< quel terremoto di bambino è l'unica cosa in grado di strapparmi un sorriso, per cui non scusarti.. per quanto riguarda il resto lo sai benissimo che è una mia scelta.. >
< ma forse se te ne andassi davvero per un po’...riusciresti a dare una tregua a te stesso e al tuo povero cuore....non puoi continuare così... >
< il mio cuore sta benissimo. E' morto assieme a lei quel giorno e non c'è luogo su questo stramaledettissimo pianeta che mi possa far sentire meglio... >
< portare rancore e pena, continuare a logorarti con tutti questi brutti pensieri, ti distruggerà dentro Inuyasha...io al mio fianco ho Misaki, che non potrà mai colmare il vuoto lasciato da Miroku ma rappresenta l’unica vera ragione che mi spinge a vivere ancora...ma per quanto io ti voglia bene e lui stesso te ne voglia...questo non può bastarti...e lo sai anche tu.. >
< prima mi hai detto di restare..ora mi stai pregando di andarmene... >
< oh..Inuyasha...sono così insicura e sola che a volte davvero faccio fatica a riconoscermi...ma probabilmente la Sango di allora non esiste più...egoisticamente ti chiedo di rimanere qui al nostro fianco...per sostenerci a vicenda, per vedere con i miei occhi che stai bene e che quella minima parte di noi vive ancora ma mi rendo conto che questo non può esserti di alcun aiuto e conforto..tu hai bisogno di ritrovare te stesso...lontano da qui >
Fissai quella luna solitaria e immensa che da sola rischiarava l'oscurità della notte.
Puntualmente un paio di volte al mese Sango provava a scuotere quello che credeva essere il tormento del mio cuore ed io puntualmente ascoltavo quella fraterna preoccupazione che tuttavia non avrebbe sortito alcun effetto.
< tranquilla Sango...ci penserò su... >
< dici sempre così... >
La sua bocca mise il broncio ma lo sfavillio vivo dei suoi occhi rivelò quanto fosse sollevata per questa nostra inutile conversazione. Anche lei ne era ovviamente consapevole ciò non toglieva che eravamo rimasti soli in un mondo in cui avremmo preferito non vivere.
Le sorrisi e dopo aver annusato l'aria mi diressi verso l'unico luogo in cui le ferite della mia anima trovavano un sollievo momentaneo.
< dormirai mai qui...? >
< no...quella casa....non mi serve più >
Un sospiro leggero e triste accompagnò la mia fuga verso i ricordi.
Quella sistemazione l’avevamo scelta io e Miroku prima della battaglia contro….
Il solito turbamento mi spezzò il respiro…ora però….tutto era cambiato.
Tutto.
Volevo solo restare da solo.
Solo con i miei pensieri che sarebbero volati lontano..lontano con lei..lontano da lei.
Praticamente un anno e mezzo fa il mio cuore aveva rantolato un'ultima volta per poi cessare di esistere.
 
Guardai quelle spalle fieramente dritte che avevano smesso di combattere da tempo.
Troppo tempo.
Non sentendo alcun rumore provenire dall'interno della capanna rimasi a scrutare la notte che come sempre mi avvolgeva con la sua coltre di malinconia e solitudine.
Solo di notte infatti permettevo al mio animo di cedere alla sofferenza che costantemente corrodeva il mio cuore.
Quello che avevo detto ad Inuyasha era vero.
L’unica mia salvezza era quella splendida quanto inaspettata creatura che il cielo aveva voluto donarmi.
Misaki..la bellezza che sboccia.
L’unica cosa bella che il destino mi aveva concesso dopo tutto quel tormento.
Scossi la testa ancora incredula per quell'immenso regalo.
La mia mente come dotata di volontà propria ripercorse quei giorni lontani eppure ancora terribilmente vivi dentro ognuno di noi!
Chiusi gli occhi e lasciai che il dolore si impossessasse di me.
....
Non seguii la direzione della freccia perché sapevo con certezza che avrebbe centrato il bersaglio, rimasi invece immobile e con il fiato sospeso a guardare la mia giovane amica che con sicurezza e determinazione stava decretando la fine della nostra battaglia e contemporaneamente quella della sua vita.
Nei suoi occhi non c’era ne paura ne ripensamento, solo tanto amore.
Amore verso quel mezzo demone a cui stava rivolgendo un ultimo sguardo triste e lontano prima di svanire…svanire nel nulla.
Smisi di respirare.
La sua figura snella e martoriata non c’era più.
Era scomparsa insieme a lui, insieme alla sfera, insieme all'esistenza di quello stesso mezzo demone ancora ignaro di quanto avrebbe sofferto.
Anche in quell'ultimo istante Kagome aveva pensato a tutto.
Aveva atteso l'attacco di Inuyasha che impegnato non avrebbe compreso nell'immediato cosa stava per accadere.
Erano infatti passati diversi secondi ma lui ancora non accennava a voltarsi.
Il mio sguardo si levò su Sesshomaru che al contrario del fratello aveva seguito quella silenziosa scomparsa senza battere ciglio.
Riportai l'attenzione sul punto vuoto lasciato da Kagome e solo allora mi accorsi di quel dettaglio rosso abbandonato al suolo, triste e accasciato su se stesso.
Il suo fazzoletto.
Non riuscii a trattenere un singhiozzo che seppur sommesso rimbombò nella mia testa come un tuono.
Fu sicuramente quel suono ripetuto e straziante a far irrigidire la schiena di Inuyasha mentre la cruda realtà iniziava la sua lenta e devastante invasione.
Cominciai a temere che quel corpo privo di aria e si spezzasse davanti ai miei occhi e la stessa tensione era chiara nello sguardo intenso di Sesshomaru.
Stavo per urlare dall’oppressione che stringeva il mio petto ma tutto in me cessò di esistere quando la sua testa cominciò a voltarsi lentamente; il suo sguardo cadde prima sul fratello poi in un punto imprecisato di quell’involucro senza più padrone.
Smisi di respirare lottando contro l’impulso irrefrenabile di scappare via per non assistere alla distruzione di quell’ultimo mio caro amico.
Il suo sguardo, ancora fisso nel vuoto, si mosse e raggiunse lo stesso punto in cui poco prima batteva la metà del suo cuore.
Il suo petto tremò e le sue mani si strinsero convulsamente fino a diventare bianche, la sua bocca si aprì leggermente per rantolare quell’aria che si era negato e i suoi occhi divennero di ghiaccio.
In quel preciso istante la vita abbandonò il suo corpo.
Il dolore crudo divorò la sua anima e il freddo della sconfitta più amara congelò il suo cuore che sapevo non sarebbe sopravvissuto.
Non una lacrima, non uno sfogo di rabbia o delusione decretarono quella fine tremenda e ingiusta.
Nessuna emozione umana osò attraversargli il volto.
La solitudine più dolorosa e soffocante si impadronì di me scacciando quella piccola luce che rischiarava le tenebre già profonde del mio cuore.
Ora ero sola, completamente e dannatamente sola perché anche lui…anche Inuyasha in realtà….non esisteva più.
 
Mi ero accorto della sua scomparsa nel preciso istante in cui un sentimento prepotente ed inaspettato aveva travolto il mio spirito lasciandomi senza fiato.
La solitudine.

L’avevo colpito.
Il corpo di Naraku si era sgretolato velocemente davanti ai miei occhi e una luce abbagliante ci aveva tramortiti.
Dopo qualche attimo, solo il silenzio dei nostri respiri pesanti circolava in quel vuoto assurdo.
Fissai il punto in cui prima si trovava il nostro peggior nemico senza neanche sbattere le ciglia per la paura di perdermi anche un solo brevissimo istante.
Niente.
Dinnanzi a noi regnava il niente.
Nessuna particella che tentava l’ennesima ricostruzione. Nessuna folata di energia…niente.
Mi irrigidii aspettando che la profezia di Naraku si avverasse e che da un momento all’altro mi trasportasse in un'altra dimensione.
Il mio pensiero volò immediatamente a Kagome.
Ora, solo nell’attesa della fine compresi l’assurdità delle mie parole, la cattiveria della mia voce e la durezza dei miei gesti. Ma l’avevo fatto per lei, solo ed esclusivamente per lei.
Guardai con la coda dell’occhio Sesshomaru che silenziosamente fissava il terreno sottostante.
Come mai la sua attenzione non era rivolta a Naraku e alla sua probabile ricomparsa?
Un singhiozzo a stento trattenuto spezzò l’aria.
Un campanello di allarme mi impose di girarmi per controllare la situazione ma lo ignorai.
Non potevo cedere al bisogno di vederla un’ultima volta.
Un altro singhiozzo agonizzante seguito da un fiume di lacrime mi lacerò l’anima.
Quella voce, quell’odore…non…non appartenevano a lei…
Lentamente, come il bruciore dopo una immotivata sberla, il male fluì dentro me assieme alla consapevolezza della mia ennesima illusione. Del mio ennesimo fallimento.
Scossi la testa incredulo, incapace di constatare con i miei occhi l’attendibilità del mio cuore.
Nessuno si materializzò davanti a me, nessuno mi trasportò lontano da quel luogo di morte, nessuno consolò il pianto di Sango.
Perché?

Boccheggiai per riprendere fiato.
Rivivere quegli attimi era come rivivere l’inferno. Ma per me era una tentazione troppo irresistibile per ignorarla.
Il male e la tensione che invadevano il mio spirito erano le benvenute in quella costante e piatta agonia.

Il corpo di Naraku non accennava a ricomporsi e mentre il mio cuore esalava le sue ultime contrazioni, la mia mente continuava a negare quella devastante realtà.
Lentamente mi voltai, lasciando che quegli occhi consapevoli e duri ma che stranamente parevano non giudicare la mia palese debolezza mi svuotassero l’anima, poi focalizzai tutta la mia attenzione in un punto impreciso di quel corpo colpevole di avermi strappavo via tutto, ogni più piccola emozione, ogni più grande speranza.
“Se non vedi non credi” era sempre stato il mio motto preferito, ma solo in quel momento compresi la sua totale imperfezione.
Non mi era mai servito guardarla per capire se era vicina, non mi era mai occorso toccarla per saperla al mio fianco.
Il filo che ci teneva uniti e che la rendeva un’estensione del mio essere si era reciso ed ora da quel legame spezzato fuoriuscivano tutte le emozioni ed i sentimenti che avevano alimentato la mia vita.
In quel momento mi sentivo un pesce in preda allo sconforto di non sentire l’acqua scorrergli attorno, mi sentivo un volatile con entrambe le ali spezzate, mi sentivo inutile, incompleto.
Volevo solo che quel dolore finisse, che quella pena devastante e corrosiva si placasse e svanisse nel nulla.
Così alla fine mi voltai.
Con un ultimo strappo deciso e netto a quell’organo disintegrato mi voltai.
Fissai la sua figura inesistente e il suo sorriso svanire nella mia mente al pari di tutto ciò che rappresentava per me.
In quel preciso istante l’agonia finì, divorò le ultime resistenze del mio spirito e poi morì, morì assieme alla convinzione di essere ancora vivo

Strinsi quel fazzoletto rosso con forza e disperazione costringendomi a tornare al presente.
< tsk presente! >
Quella parvenza di esistenza non si poteva definire presente.
Mi svegliavo, respiravo, mangiavo e aiutavo gli abitanti del villaggio.
Sostenevo Sango e la sua piccola creatura ma niente di più.
Quel bambino…quel piccolo Miroku..l’unica debole luce in quel marasma oscuro.
Sorrisi ripensando al suo sbalordimento quando le dissi che era incinta.
 
Scossi la testa e mi aggrappai alla staccionata.
Rituffarmi nei ricordi era sempre doloroso.
Tutto quel tempo non aveva operato alcuna magia sulle nostre ferite.
Mi toccai il collo dove il rosario di Miroku accarezzava la mia pelle come aveva fatto innumerevoli volte la sua mano.
Ora quelle perle e quel mistico potere racchiudevano una nuova maledizione.
Quella del mio amore solitario.
Inuyasha in uno dei suoi rari momenti di tranquillità mi aveva paragonato a lui…ora entrambi portavamo lo stesso gioiello al collo ed entrambi eravamo consapevoli di quel peso e del suo significato.
Al nostro collo i rosari parevano tanto inutili quanto fondamentali.
Ripensai al fazzoletto che Inuyasha aveva raccolto in silenzio da terra e aveva poggiato sul suo cuore immobile.
L’unica parte di lei rimasta da quello scontro era li, ancora tra le sue mani.
Sempre tra le sue mani.
Se l’era stretto al polso e non passava attimo senza che le sue dita si intrecciassero con quel tessuto consunto e ancora sporco del suo sangue…

Quando finalmente ci decidemmo ad uscire da quella creatura morta, colpevole di essersi portata via tutto ciò che ci apparteneva, avevamo scorto i nostri compagni sudati e distrutti ma pronti ad accoglierci.
Tra di loro c’erano anche Koga, Kaede e Totosai con la sua mucca Momo, sulla spalla del vecchio armiere Miyoga fissava attento il suo padroncino.
Atterrammo proprio davanti a loro e solo allora notai la vicinanza con il villaggio.
Ora capivo i loro volti stravolti dalla stanchezza.
Anche li fuori si era combattuta una battaglia, per fortuna le perdite però non si erano equivalse.
L’abbraccio spontaneo e forte di Kohaku infusero in me una pace e un calore che ero ben lungi dal disdegnare.
La vocina di Shippo già lamentosa e insicura però mi riportò a quella prepotente e tragica realtà.
Inuyasha non rispose alla domanda di quel piccolo volpino ma tese davanti a tutti loro quel triangolino di stoffa che con la sua solitaria presenza copriva mille spiegazioni.
Sentii un singhiozzo partire da Rin e uno simile scuotere il piccolino che non osava credere ai suoi occhi.
Percepii le lacrime scorrere sul volto di mio fratello e la tristezza invadere Kaede e il vecchio Totosai.
Osservai la testolina di Miyoga muoversi sconsolata e la tensione rabbiosa invadere quel lupo coraggioso che non aveva mai smesso di lottare per la sua cara amica, infine la tensione di Inuyasha, superiore ad ogni sentimento comunemente umano, rese  irrespirabile l’aria grigia e tetra attorno a noi…
 
Quel mostro mi aveva dilapidato di ogni sentimento. Di ogni volontà.
Dal coraggio alla determinazione, dall’orgoglio alla voglia di vivere.
Aveva corroso il mio passato, tormentato il mio presente  ed ora era riuscito a distruggere anche il futuro.
Mi aveva derubato di ogni sensazione positiva e giusta.
Mi aveva tolto il sonno e l’appetito.
Mi aveva strappato il sorriso e devastato di lacrime.
Mi aveva negato il respiro e mi aveva costretto ad un esistenza di tenebre e solitudine.
Non c’era giustizia al mondo.
Non c’era speranza o forza che potesse trascinarmi lontano da quel profondo baratro nella quale stavo seppellendo i brandelli inutili di ciò che mi era rimasto.
Di ciò che lui mi aveva concesso di tenere.
La luce aveva abbandonato il mio cuore, il mio cuore aveva abbandonato il mio corpo e il mio corpo ora giaceva incapace di reagire in un esistenza che continuava a  soffocarmi lentamente.
Il tempo non avrebbe lenito alcuna ferita.
Quelle ferite non erano guaribili.
Erano lacerazioni permanenti.
Erano amputazioni vive e sanguinanti che mai sarebbero guarite o che mai avrebbero smesso di dolere.
Che senso aveva allora tutto questo?
Portai quella striscia di tessuto al cuore e mi appoggiai stancamente al tronco di quell’albero che mi aveva visto soffrire come nessun’altro al mondo.
Ricomposi nei miei ricordi il suo volto perfetto. Il suo volto sorridente e rilassato.
I suoi occhi mi guardavano con amore e tenerezza e la pelle del suo viso risplendeva di quella luce che solo lei sapeva emanare. La sua bocca aperta in quel suo straordinario sorriso invase i miei sensi lasciandomi beato e sereno come mai ero stato.
Un sussurro velato e innocente uscì assieme al suo respiro. Il mio nome.
Quel sussurro però si trasformò in un richiamo angoscioso e quella straordinaria visione venne recisa da ciò che i miei occhi aveva registrato e marchiato a fuoco nella mia coscienza l’ultima volta in cui l’avevo distrutta.
Il volto roseo e rilassato fu sostituito da un incarnato pallido e tirato, disseminato di tagli e contusioni.
Una stanchezza priva di precedenti si era impossessata della sua luce e i suoi occhi feriti e delusi mi guardavano sofferenti lacerandomi il cuore.
La sua bocca dolcemente sorridente si incrinò in una smorfia di incredulità e dolore producendo lo stesso rantolo che ora fuoriusciva dal mio respiro.
Sbarrai gli occhi per lasciare che quella tremenda quanto vera immagine di lei si spezzasse.
Così l’aveva ridotta quel bastardo, così l’avevo ridotta io con la mia immensa stupidità e paura.
Così la mia mente l’avrebbe ricordata in eterno.
Sarei impazzito.
Non esisteva persona, oggetto o luogo che avrebbe potuto salvarmi da me stesso.
Ma il bisogno che avevo di fuoriuscire da quel perenne tormento misto ad un travolgente torpore era incontenibile.
Mi aveva lasciato.
Alla fine mi aveva davvero lasciato solo a soffrire come un cane.
Si era sacrificata per concedermi il lusso di vivere.
Ma vivere cosa?
Quello schifo di esistenza che non potevo impedirmi di odiare?
La prima volta era stato atroce…..ora….a questo male non riuscivo a dare un nome, non riuscivo a dargli una dimensione veritiera di quanto grande e corrosivo potesse essere.
< E questo è tutto ciò che mi hai lasciato…Kagome. >  
Scivolai al suolo senza permettere alle lacrime di seguire lo stesso corso.
Non meritavo quello sfogo.
Non meritavo neanche di pronunciare il suo nome.
Non meritavo di trattenerla a forza dentro di me.
Ma forse quell’agonia costante e micidiale era la pena più adatta ad un essere che aveva negato al suo amore gli ultimi istanti di liberà.
Eppure…
< che qualcuno faccia qualcosa…che qualcuno mi strappi da questo inferno…perdonami…Kagome.. >
 
 
 
< dannazione tieni quella mano lontana da me! >
< non lo faccio certamente apposta....!!!!! >
< bè...dopo tutto quello che abbiamo passato non desidero affatto finire risucchiata dal tuo vortice a piede libero! >
< farò più attenzione Kagome...promesso >
< grazie Miroku!!! >
Era la solita e confortante conversazione che puntualmente accendeva i nostri spiriti lacerati e stravolti.
Mi asciugai il sudore con la manica e tesi entrambe le mani sopra la testa
I muscoli della schiena e delle braccia protestarono per la tensione e lo sforzo a cui li stavo sottoponendo da...da quanto?
In quella silenziosa dimensione dove l'unica cosa a scorrere era il nostro sangue e la nostra energia, era impossibile definire da quanto tempo stessimo combattendo, da quanto tempo i nostri cuori stessero soffrendo a causa di quella forzata ed innaturale separazione.
Senza freni o impedimenti la mia mente si allacciò ai ricordi. L'unica nostra speranza di salvezza.
I ricordi.
< attenta divina Kagome..ne arrivano altri... >
Quella miracolosa e ed insolita pausa era finita.
 




Salve a tutti =D....
Per chi se lo stesse domandando.….Miyoga è spuntato alla fine del combattimento come sempre!!!
Collocazione temporale:…la battaglia dentro il corpo di Naraku si è svolta circa a fine novembre, il bambino è nato a fine agosto (tutti i particolari saranno spiegati nel prox cap)….questo capitolo parte all’incirca verso i primi di aprile…ad un anno e mezzo circa dalla scomparsa dei nostri amici!!!! Ovviamente non vi prendo per tonti perché più o meno la storia segue un corso temporale logico…è che forse…così vi ambientate meglio….inoltre mi auguro che non sia stato troppo complicato seguire i continui flash back...pensavo che così fosse il modo più veritiero e giusto di descrivervi cosa è realemente accaduto=D
Spero come sempre che vi sia piaciuto...e spero vivamente di aver calmato qualche bollente spirito omicida.....!!!
Un bacione enorme come il grazie che vi meritate..... ;)
A presto!

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Capitolo 46
*** Nel buio del tuo cuore ***


Dopo la prima settimana passata a vagare senza meta ero stato costretto a raccogliere gli ultimi brandelli di dignità e coraggio per avvisare la famiglia di Kagome di ciò che era inevitabilmente successo.
Mi ero accorto senza alcuno stupore che il pozzo non mi permetteva più di viaggiare nella sua epoca, epoca che tra l’altro aveva perso ogni possibile attrattiva .
Sembrava che tutto ciò che prima mi recava entusiasmo si fosse spento all’improvviso.
Probabilmente perché tutto ciò che mi entusiasmava riguardava lei e lei soltanto
Ora che non esisteva più….il rosario aveva smesso di funzionare al pari del pozzo e del mio povero cuore.
Sapendo di meritarmi quell’ennesima tortura cercai con tutte le forze di chiamare quei parenti che ignari aspettavano con fiducia il suo ritorno. Fiducia che avevano malamente riposto in uno come me.
Fiducia che mai più sarei stato degno di portare.
Fiducia…odiavo quella parola.
Dopo innumerevoli tentativi la voce del suo fratellino impertinente mi aveva risposto.
Avevo fatto chiamare la madre e  il nonno e con paura, e tanta, troppa vergogna avevo dato loro quell’atroce notizia.
Le loro lacrime erano giunte sino al mio tempo con la stessa intensa tristezza.
La loro costernazione e delusione avevano riempito il posto vuoto lasciato dal mio cuore che se avesse ancora avuto la forza di battere si sarebbe sicuramente frantumato.
Non chiesi scusa.
Non chiesi perdono.
Li informai e me ne andai lasciando che quel mare di sentimenti brucianti corrodesse ciò che restava della mia anima dannata!
 
< quanti ne mancheranno secondo te!? >
< non ne ho la più pallida idea Kagome ma credo che la fine sia vicina.. >
< ..la loro…o la nostra??? >
Le lanciai un mezzo sorriso grato di averla al mio fianco.
Il suo spirito battagliero e frizzante non era rimasto vittima di quel buio opprimente.
Buio che non accecava solamente gli occhi ma anche l’anima, la forza fisica e la mente.
Mi concessi il lusso di ripensare al passato..
Dannazione sembrava essere passata un’eternità da quel fatidico momento.
Mi stavo scontrando contro Naraku o almeno così credevo, come credevo che il mio vortice mi avrebbe risucchiato da un momento all’altro, ma tutte le mie supposizioni erano errate.
Quello non era il vero Naraku e quel vortice non mi stava conducendo al riposo eterno ma nel luogo che lo stesso creatore di quella maledizione aveva scelto per me fin dall’inizio.
Le sue parole cariche di sarcasmo ed euforia rimbombavano ancora nella mia mente
ahahah stolto monaco….tu non morirai come tuo padre…tu….tu ci aspetterai buono buono..nel nulla della sfera
Non avevo fatto in tempo a spalancare gli occhi che il vortice si era allargato trascinandomi via.
Via da quel luogo, via da quel nemico, via dai miei amici, via da lei.
Ero piombato nelle tenebre più assolute e mano a mano che i miei occhi si erano abituati a quella completa oscurità violacea avevo cominciato a distinguere alcune forme muoversi con circospezione e cautela.
Quelle figure assunsero presto un’identità.
Quelle figure erano le stesse che inutilmente stavamo combattendo ancora io e Kagome…
Kagome
Era comparsa dal nulla….in un fascio di luce mi era piombata praticamente addosso.
Lo stupore di entrambi si era subito dissolto in un abbraccio fraterno e consolatorio.
Il suo sguardo triste ed impaurito aveva lasciato il posto a lacrime di commozione e felicità per avermi ritrovato e la mia aria truce e sbigottita era evaporata quando avevo stretto un corpo caldo e amico tra le braccia.
< la mia luce tra le tenebre >
Mi aveva guardato con stupore e poi si era rituffata nel mio petto stringendomi con forza.
Mi guardai attorno ma dei demoni che stavo combattendo prima del suo arrivo non vi era alcuna traccia.
Che fosse stata la sua luce a costringerli a fuggire via?
La presi per le spalle e la allontanai da me per guardarla meglio.
Aveva tagli e contusioni dappertutto.
La guancia sfregiata, dei segni violacei sul collo e due ferite profonde sul braccio e sulla spalla.
Ferite che lasciavano ben poca immaginazione sul loro creatore.
Scesi verso la mano dove un taglio profondo le solcava il polso.
La vidi irrigidirsi ma i suoi occhi non lasciarono il mio sguardo.
Sapevo la risposta prima ancora di porre la domanda ma preferii ignorare la rabbia e l’amarezza che cominciavano a ribollire nel mio cuore stanco.
< era triste  e abbattuta ma ora sta bene >
Quelle parole riportarono la calma sui miei nervi.
< sta bene davvero? >
< è Sango…questo dovrebbe bastarti >
Annui lasciando che quel significato nascosto fluisse in me come acqua sul fuoco.
Si…Sango era fragile e tenace al tempo stesso, drammatica e combattiva, capace di fare le follie più assurde per poi reagire.
Questa era Sango.
Questa era la donna che amavo!
Mi riscossi tornando a concentrarmi su quegli occhi tristi carichi di domande e di risposte
< come…come sta lui? >
Questa volta il suo sguardo lasciò il mio e vagò senza meta nello spazio sconfinato che ci circondava
< e così sei finito qui dentro anche tu….ma perché? >
Aveva deliberatamente ignorato la mia domanda.
< non ne ho la più pallida idea…so solo che sono in buona compagnia!!! >
< o lo credo bene…e dire che ti ho portato un altro ospite se per caso ti stessi annoiando…anzi…ora che ci penso…non lo vedo da un po’…e questo non mi piace per niente >
< …oh ti prego dimmi che non è lui…dimmi che non stai parlando di… >
< eh si…è proprio Naraku…ma non mi preoccuperei se fossi in te..è praticamente innocuo… >
< innocuo non è una parola che utilizzerei per descriverlo…sai benissimo di cosa è capace….. >
< questo è vero però lo scontro con Sesshomaru e Inuyasha l’ha ridotto davvero male e anche io e Sango abbiamo fatto la nostra egregia parte..! >
Mi guardò soddisfatta ma senza abbandonare quella sua aria di fragilità nascosta.
< lo credo bene…dopotutto sei finita qui no?! >
Sbarrò gli occhi e mi pentii subito del mio sarcasmo crudele.
Volevo solo capire i suoi reali sentimenti non ferirla.
< dovrei raccontarti un paio di cose suppongo… >
< si…mi manca un pezzo piuttosto importante! >
E così dopo un racconto tanto breve quanto struggente ed assurdo Kagome mi aveva reso partecipe della sconfitta di Naraku, della sua litigata con Inuyasha e della sua tremenda fine.
Cercai di immaginarmi tutte le incredibili e devastanti scene che mi aveva rapidamente descritto ma mi fu impossibile ricostruire nella mente: Sango che le ferisce un polso per raggiungermi all’inferno, Sesshomaru che presta la sua arma e la sua energia a Kagome ed Inuyasha che esplode in quella pazzia senza precedenti.
Veramente impossibile!
Per ricambiare quella strana cortesia le raccontai di quello che mi era successo e che avevo dovuto affrontare fino al suo arrivo.
Mi guardò pensierosa ma per nulla stupita.
< ci deve essere un modo per uscire di qua! >
< si lo credo anche io però fino ad ora non sono riuscito a trovarlo! E’ tutto così dannatamente uguale e monotono che credo di aver camminato in lungo e in largo per nulla. Forse in realtà non mi sono neanche mai mosso! >
Mi sorrise benevola e mi strinse la mano priva di rosario e solo allora parve accorgersene.
Dal canto mio era ben stretta e sigillata. Non avrei mai permesso che si aprisse senza esserne consapevole.
< ma…oddio…il tuo rosario.. >
Mi grattai la testa imbarazzato…
< immagino che sia rimasto dall’altra parte! >
Il suo sbigottimento scemò via sostituito da un’espressione tenera e comprensiva.
< che stupida!!! Si..è vero….ce l’aveva Sango…ha pianto tanto quando lo ha ritrovato…ma almeno una parte di te è rimasta con lei come il tuo bastone…questo è quello che mi ha sempre ripetuto >
Commosso mi voltai per raccogliere l’unica arma di salvezza contro la debolezza umana che mi aveva travolto più volte.
Sorrisi calorosamente vedendo la sua espressione farsi stupita e sollevata al tempo stesso.
< Hiraikotsu…. >
< già…anche una parte di lei è sempre rimasta con me…. >
Il suo sguardo si fece velato e perso.
La sua mano tremò avanzando verso il petto toccando qualcosa che non c’era più.
Strinsi gli occhi per cercare di capire a cosa stesse pensando ma le sue parole risultarono più chiare di una badilata.
< anche lui possiede una parte di me >
Non si stava riferendo al cuore..perchè quello era già stato donato in partenza….guardai la sua figura nell’insieme e mi accorsi di quel piccolo particolare mancante.
< l’hai lasciato là apposta? >
< oh no…si è slegato da solo….chissà se lo ha già ritrovato >
< sono sicuro che non solo l’ha trovato ma che non si separerà mai più da quel pezzo di stoffa vedrai! >
< …io…io non ho nulla che mi ricordi lui… >
Le lacrime che fino a quel momento aveva coraggiosamente trattenuto sbucarono senza freni su quel visetto pallido e triste.
Titubante l’abbracciai constatando quanto fragile e tenera potesse risultare.
Se io provavo questo tormento a saperla così non sarei mai stato in grado di immedesimarmi in Inuyasha.
Kagome era un insieme di energia e titubanza, di forza e insicurezza. Era qualcosa di fondamentale per un animo stanco e solo. Un animo come quello di Inuyasha… uno come il mio..ora.
< non è assolutamente vero, tutto ciò che ti occorre è qui dentro... >
Le toccai senza malizia il cuore che al contrario di ogni possibile previsione batteva lento e solitario, coraggioso e ferito. Batteva ancora…batteva per lui.
< sono davvero uno sciocca … >
< come sempre d'altronde >
Mi fece una linguaccia impertinente e risentii quella luce che tanto mi era mancata infondermi una pace che non credevo più di poter percepire.
< ora andiamo..prima capiamo qualcosa e prima possiamo filare da qui! >
 
< Inuyasha verresti ad aiutarci per favore??? >
< tsk…arrangiatevi una buona volta! >
< sei il solito scorbutico!! >
Voltò la testa dall’altra parte e incrociò le braccia al petto fregandosene della mia richiesta.
Diveniva di giorno in giorno più scontroso e distante e disturbarlo con quelle futili questioni era l’unico modo per strapparlo da quel suo mondo di agonia e solitudine.
< dai...gli uomini del villaggio hanno bisogno di due braccia forti per spostare tutti i detriti…. >
Un sospiro scocciato fu l’unica risposta che ottenni.
Contai mentalmente fino a 50 per evitare di strangolarlo.
Come avesse fatto Kagome a sopportarlo così a lungo rimaneva un mistero.
Come sempre la mia solita e stupida ingenuità mi lasciò sconfitta e amareggiata.
Kagome non c’era più e quel povero ragazzo si stava autodistruggendo per una colpa che non aveva.
Ripensai al giorno in cui Sango, ignara ancora di aspettare quella splendida creatura che aveva illuminato la sua vita, mi aveva pregato di aiutarla a tenere a bada Inuyasha.
Appoggiai le mani sui fianchi e mi preparai a dare una scossa a quel cuore stanco quanto la mia vecchiaia.
< se Kagome fosse qui…..non sarebbe per niente contenta di come ti stai comportando! >
L’occhiata omicida e ferita che mi rivolse mi bloccò il respiro ma lasciai che i sensi di colpa e il dolore scemassero via per una giusta causa. Farlo reagire in qualunque modo.
Saltò giù dall’albero che oramai era diventato il suo unico rifugio e mi passò accanto senza neanche guardarmi.
< se Kagome fosse qui….la strangolerei con le mie stesse mani! >
Solo il vento confermò la sua scomparsa.
Volente o nolente doveva mettersi l’animo in pace.
Più continuava ad odiarla per la sua decisione e ad odiarsi per come l’aveva trattata più rischiava di rimanere intrappolato in una realtà priva di valori e attrattive.
Cercava conforto nei ricordi e nel dolore, cercava l’agonia per sentirsi più pulito e meno colpevole, cercava la solitudine per sentire il vuoto del suo petto.
< ah..Kagome > ….se potessi vederlo ora…ti pentiresti di averlo tenuto in vita contro ogni sua volontà.
Eppure non ti posso biasimare per la tua coraggiosa scelta; spero in cuor mio che ne sia valsa la pena almeno per te.
< somma Kaede?! >
Strappata da quei cupi pensieri mi voltai
< Sango…. Tutto bene? >
Le occhiaie scure e profonde sotto gli occhi non rivelavano nulla di nuovo.
< …diciamo che Misaki mi ha tenuto sveglia tutta la notte >
< mmm la rosolia sta passando ed ora gli prude tutto il corpicino…è normale che si lamenti >
< lo so…ma dannazione urla fino a strapparmi i timpani….ci sono delle volte in cui vorrei soffocarlo con un cuscino Kaede…oddio…sono una pessima madre! >
Cadde in ginocchio ai miei piedi nascondendo il suo bellissimo viso tra le mani.
Le lacrime le bagnarono il grembiule e piccoli singhiozzi sconnessi fecero tremare quelle fragili ma orgogliose spalle.
Con fatica e non senza difficoltà mi accucciai al suo fianco abbracciandola con affetto e comprensione.
< Sango…bambina mia…è normale tutto quello che provi. Sei frustrata e stanca. Stai ancora ricucendo le ferite del tuo cuore ed è stancante prendersi cura di un bambino tanto grazioso quanto vivace… da sola. >
< ma c’è….Inuy..yasha >
< oh lo so che vi da una mano ma lui è messo molto peggio di voi…non capisce neanche lui cosa deve fare…e poi l’istinto materno è tutt’altra cosa >
< ma mi sento così inutile e sempre in affanno.. >
< devi avere pazienza e credere in te stessa..perchè sei un’ottima madre. Sei una madre che sta crescendo il suo bellissimo figlio da sola. E sei una madre che riesce a trasmettergli tutto l’amore che anche Miroku avrebbe voluto donargli >
< ..lo credi davvero? Se fosse qui..non..non… >
< no…non avrebbe nulla da dirti. Misaki è stata una sorpresa per tutti noi…dovevi vedere la faccia di Inuyasha quando gli ho rivelato i miei sospetti…era terrorizzato ma finalmente per un attimo quel barlume di luce che non credevo potesse più accendersi l’ha illuminato.>
< già…..è corso da me e mi ha annusato per ore…poi imbarazzato più che mai mi ha confidato ciò che il mio corpo ancora non mi aveva rivelato. Se la sua faccia ti è sembrata buffa Kaede dovevi vedere la mia. Per poco non svenivo! >
< è naturale…..i rischi di perdere la prima gravidanza sono già elevati se la donna in questione sta calma e a riposo…nel tuo caso è un vero e proprio miracolo che abbia resistito a tutto ciò che hai passato…un vero miracolo >
< già…il mio unico miracolo >
< il tuo grande miracolo…l’amore di Miroku era già una cosa preziosa…e lo sai….custodiscilo nel cuore e utilizzalo per crescere il frutto di questo grande sentimento… >
< si…hai ragione somma Kaede….se solo Inuyasha cominciasse a stare meglio….allora si che potrei rasserenarmi anche io…. >
< Inuyasha è un caso a parte. Troppi precedenti, troppi fallimenti…e se quello che mi hai raccontato è vero…troppi sensi di colpa. Il suo animo impetuoso e drastico gli ha fatto dire delle cose orrende e seppur Kagome fosse a conoscenza di quel suo lato dannatamente impulsivo…deve essere stato piuttosto difficile e doloroso separarsi da lui così… >
< si…ma lei sapeva…lei sapeva cosa in realtà lui volesse dire…e questo a Inuyasha non gliel’ho mai rivelato. >
< per paura? >
< si…rivivere quegli attimi è sempre rischioso per chi non è ancora riuscito a darsi pace. Ed io non voglio che soffra >
< dovresti liberarlo almeno di quella colpa. >
< si….mi armerò di coraggio e gli parlerò….! >
Mi rialzai a fatica e la trascinai con me..
< vieni ora…vediamo se troviamo qualche erba che rechi pace a quel povero piccino e alla sua coraggiosa mamma! >
 
Era passato troppo tempo da quella inutile e banale frase.
Una settimana, un mese, un anno…due???
Il tempo scorreva talmente lento e scoordinato da non lasciare traccia del suo corso.
Le nostre giornate tuttavia non erano scandite da nessun evento particolare.
Nessun sole sorgeva, nessuna luna prendeva il suo posto.
L’aria era costante e fredda e il buio si attenuava solo in alcuni punti per poi rigettarci nelle tenebre più assolute.
Il nostro operato d’altra parte non si differenziava mai di molto.
Riposavamo quando i demoni ce lo concedevano e combattevamo quando loro lo desideravano.
I muscoli dolevano per ogni sforzo e solo il sudore osava interrompere quella routine continua.
Pensare di affrontare da sola tutto questo mi mise i brividi.
Una persona sarebbe di certo impazzita dopo poco.
Ma lui, quell’essere immondo che ci guardava granitico dall’alto della sua ragnatela, immobile come il primo istante in cui l’avevamo scorto aveva voluto così.
Puntualmente il fascio di luce prodotto da Midoriko interruppe le nostre resistenze.
Comparve e scomparve poco dopo attorniata da una miriade di corpi demoniaci allacciati l’un l’altro.
Miroku mi aveva fatto notare che non aveva mai scorto la sacerdotessa defunta se non dopo il mio arrivo.
Forse il potere del mio arco l’aveva richiamata, o forse era solo una mera coincidenza.
Seppur ignara del motivo, ero eternamente grata per quella silenziosa presenza.
La creatrice della sfera continuava la sua estenuante ed eterna battaglia contro i demoni che lei stessa aveva imprigionato, ed ora seppur contro voglia, anche io e Miroku stavamo partecipando attivamente a quella guerra che secondo le dicerie sarebbe durata per sempre.
Ma qualcosa dentro di me pulsava vivo.
Il sentimento della ribellione.
Più forte e urlante che mai.
Non mi sarei mai arresa a quel volere. Mai.
Sapevo che esisteva un modo per andarsene di li e l’avrei trovato a tutti i costi.
C’era un motivo se eravamo  finiti proprio noi due nella sfera e c’era un motivo se anche Naraku era in nostra splendida compagnia.
Dovevo solo capire quale.
Respirai a fondo per calmare il battito furioso e doloroso del mio cuore.
” la mia luce tra le tenebre”ecco come mi aveva chiamata Miroku.
Subito quella frase aveva scavato dentro la mia memoria portando a galla un’altra conversazione lontana.
che tu possa portare la luce dove questa non può arrivare.
Che fosse stato tutto previsto allora?
Come potevano le sacerdotesse sapere della scelta che avrei fatto e del comportamento di Inuyasha??
Inuyasha
Il solito mare scuro di emozioni mi travolse.
Ansia, paura, solitudine, delusione, mancanza, dipendenza pura e cruda per un essere che sicuramente aveva ripreso a vivere senza di me.
Stinsi l’arco accertandomi che fosse vero.
Le quattro grandi ramificazioni presenti sull’impugnatura della mia arma erano ancora integre.
Quella appartenente a Miroku si era ricostruita nell’esatto momento in cui l’avevo raggiunto.
Erano tutti salvi,Naraku era stato apparentemente sconfitto ma i miei veri poteri non si erano degnati di riempire quell’immenso vuoto che divorava la mia anima sola.
Il solito confortante fruscio mi destò dai miei pensieri.
Contemplai quella figura amica e sicura accarezzare un’arma decisamente poco femminile ma sicuramente rara e preziosa.
La venerava e toccava come fosse stata una donna, la sua donna!
I movimenti lenti e circolari su quella superficie lucida e ammaccata erano così teneri e sensuali da farmi arrossire.
Quanto avrei voluto anch’io una parte di lui da stringere al petto.
Quanto averi voluto piangere su un qualcosa di suo.
Ma lui non mi aveva lasciato altro che disprezzo e paura.
Le sue spalle rigide e tese mi avevano salutato per l’ultima volta e quel rapido e freddo addio continuava a corrodere ancora ciò che restava di un cuore strappato.
< ..Inuyasha… >
 
Con le parole dritte e letali di Kaede ancora nella testa avevo spazzato via ogni detrito e maceria accumulata durante l’ultimo attacco. Avevo liberato il villaggio da tutto anche da parti che, vedendo lo sguardo allibito e contrariato dei paesani, erano evidentemente utili.
Quando ero in quella condizione mentale..non ragionavo bene e agivo semplicemente d’impulso.
Era più facile.
La testa poteva viaggiare libera e lontana nei ricordi.
Poteva sguazzare nel mare torbido del dolore che alimentavo con il pensiero di lei.
< Inuyashaaaaaa >
Alzai gli occhi al cielo giusto in tempo per prepararmi all’invasione benefica di quel volpino oramai cresciuto.
< sei tornato! >
< si….uh..ma cosa è successo qui….ancora quei demoni ficcanaso? >
< si… >
< vedo che hai già fatto piazza pulita…bene….cavolo devo muovermi ho pochissimo tempo.. >
< hei…ma.. >
< ho superato anche questo esame e fra poco si svolgerà il prossimo..sono venuto solo a rinfocillarmi….dove sono Kaede e Rin??? >
< quella vecchia è meglio se mi sta lontana per oggi per quanto riguarda Rin…deve essere in giro con Sesshomaru…sento la sua puzza qua attorno! >
< non si è ancora deciso a portarla con se…??? >
< no….aspetta che cresca ancora un po’ e che faccia le sue scelte senza condizionamenti >
< se Kagome fosse qui….avrebbe già sistemato la faccenda! >
Nuovamente quella stilettata al cuore mi paralizzò.
Poi sbottai fuori controllo e senza apparente ragione
< ma si può sapere che cavolo avete tutti…Kagome..Kagome…..Kagome non è qui non c’è più e la situazione non cambierà…va bene!!?…Ma diamine…lasciatemi in pace! >
Spiccai un salto e lasciai un attonito Shippo solo in mezzo alla strada!
 
Guardai quel fulmine rosso correre via con la furia negli occhi.
Mi morsi la lingua.
Quel nome era ancora un tabù per lui.
La tristezza dei ricordi minacciò di sconvolgere la mia quiete ma scossi la testa scacciando quel dolore poco gradito.
Ero piccolo si..e per questo quel dolore faceva male in modo completamente differente.
Avevo già visto morire mio padre e la mia intera famiglia ma la perdita di quella cara amica unita a quella del monaco più strampalato che avessi mai conosciuto aveva scavato una voragine profonda nel mio spirito ragazzino.
L’anno trascorso avevo operato una serie di cuciture su un cuoricino stanco di soffrire.
Sapevo che entrambi i miei amici erano morti per salvare ciò a cui tenevano di più al mondo.
Kagome con il suo gesto aveva salvato non solo Inuyasha, aveva restituito una sorella ad un povero e sfortunato ragazzino, aveva concesso all’idolo di quel ranocchio e di quella bambina di ritornare fiero e intero e aveva salvato il villaggio di Kaede e tutti noi.
Aveva posto fine ad un incubo…incubo che però non cessava di esistere nella coscienza di Inuyasha.
Avevo saputo accettare quelle morti e rimboccarmi le maniche per essere degno di essere stato un loro amico.
Avevo metabolizzato la loro scomparsa nel modo migliore, ricordandoli per ciò che mi avevano dato.
Tanto amore e tanto affetto…e così avrei fatto io.
Pregando che Inuyasha trovasse un barlume di pace nel suo inferno privato schizzai nella capanna di Rin e mi preparai per l’ennesimo viaggio.
 
< non ce la faccio più! >
Mi voltai verso quella ragazza determinata e fiera che nonostante l’incognita temporale e la solitudine forzata impugnava l’arco come fosse stata un’ascia da guerra.
Ma dove cavolo prendeva tutta quella energia!?
Mi asciugai la fronte con la mano sana e lasciai che il mio povero corpo si afflosciasse al suolo senza alcuna grazia.
< Miroku tutto ok? >
La sua voce calda e preoccupata confortò il mio animo sfinito…perché lei riusciva a respirare in quel buio opprimente? Perché riusciva ancora a sorridermi come se nulla fosse e a incoraggiarmi come se lei non sentisse lo stesso peso sul petto?
< ah Kagome..tu sei davvero particolare! >
Inclinò la testa confusa e non potei trattenere la risata spontanea che mi sfuggì davanti a quell’ingenua espressione. Lei non si rendeva conto, non si era mai resa conto di niente.
< è inutile che ti dica che non comprendo le tue parole… >
< già…la tua espressione al solito parla per te… >
Le tesi una mano e lei con presa solida e incredibilmente energetica mi aiutò a sollevarmi nuovamente in piedi.
< dicevo che sei incredibile….guardati….apparentemente sembri sul punto di crollare invece….sprizzi energia e positività da tutti i pori….sei davvero particolare! >
< non sei il primo che mi fa notare quanto sia stramba….e credimi è davvero molto rassicurante >
Il suo tono sconfortato e vagamente offeso diede vita ad un’altra risata spontanea e decisamente fuori luogo.
< andiamo prima che uccida anche te…. >
Mi incamminai al suo fianco cercando di trattenere il buonumore che solo lei in una situazione del genere poteva infondermi.
 
< Sapevo di trovarti qui…Inuyasha….ti devo parlare! >
Guardai distrattamente la mia amica avanzare verso di me con la sua innaturale aria stanca.
Il tempo ed il destino non erano stati benevoli…tutto di lei sapeva di fatica e tristezza.
La luce che brillava in fondo ai suoi occhi era solo un riflesso debole e stanco proiettato su una piccola creatura a cui andava tutta la sua forza ed il suo coraggio.
Io non avevo nessuno che svuotasse il mio dolore.
Il mio animo era un mare in burrasca e non esisteva sole che potesse placarlo.
Il mio sole si era spento per volontà propria e le tenebre più viscide e profonde avevano inghiottito le mie misere resistenze.
Che altro potevo fare  io se non trascinarmi a forza in quel continuo oblio?
Stare male, soffrire, continuando a sgretolare quel pezzo di granito che aveva sostituito il mio cuore…vomitare sangue amaro e perduti sentimenti…questa era la mia esistenza, questo era quello a cui mi aveva condannato lasciandomi a respirare un aria che lei non condivideva più. Un’aria che per me non aveva più alcun valore o importanza, un’aria che non ossigenava più i miei polmoni stanchi di quella banale monotonia.
Quando il silenzio attorno a me si fece soffocante riportai l’attenzione su quel volto pensieroso e preoccupato.
< ti eri di nuovo perso vero? >
< mai quanto vorrei… >
Vidi i suoi occhi farsi larghi e dispiaciuti, quasi scandalizzati dal mio poco tatto.
Scossi la testa.
Colei che poteva comprendermi, l’unica che poteva capirmi…non si sarebbe mai avvicinata al mio reale tormento. Mai.
< che cosa volevi dirmi? >
< eh..si ecco…sediamoci va… >
La seguii fino al bordo del pozzo dove con la solita grazia si appoggiò per cercare sostegno.
La titubanza dei suoi occhi mi mise in agitazione, ma anche quel sentimento protettivo e cauto non arrivò al cuore.
Mi fece segno di sederle accanto e seppur contro voglia mi lasciai cadere ai suoi piedi senza troppi complimenti.
< dov’è Misaki? >
< è con Shippo…è tutto contento di non essere più il piccolo della compag... >
Quelle parole morirono sulle sue labbra.
Compagnia..
Quale compagnia?
Solo reduci senza voglia di lottare…ecco cosa eravamo.
Solo reduci.
< Inuyasha…? >
Alzai la testa al suono triste e angoscioso di quella voce.
< sai…se anni fa mi avessero detto che mi sarei trovata qui…a parlare con un mezzo demone, con un figlio sorprendentemente vivace ma senza un uomo e nessuna cara amica al mio fianco mi sarei messa a ridere….eppure eccomi qui… >
< … >
< ..è inutile che ci giro attorno. Il destino non è stato leale con noi…soprattutto con te…non ha tenuto conto di niente.
Ti ha strappato la vita da dentro il cuore e ti ha lasciato qui..in balia di te stesso.. >
Staccai gli occhi dai suoi e mi concentrai come un folle su un minuscolo fino di erba più lungo degli altri.
Quelle parole mettevano a nudo una parte troppo vulnerabile di me…dove voleva arrivare?
< Sango…non.. >
< sei sempre stato bravo a prenderti le colpe e ad assumerti le tue responsabilità. Fin troppo. Non è colpa tua se…Ka..se Kagome non c’è più. Non è colpa tua se quel mostro orrendo se l’è portata via lasciandoti solo. Lei ha voluto così. Ha voluto così perché ti amava tanto…e non voleva che ti accadesse nulla di male. Sapeva di essere la sola a poterlo fare… >
< questo argomento…non ne voglio parlare Sango. >
Mi alzai in piedi stizzito dalla sua voce suadente e armoniosa, stizzito dal tremore convulso che mi prese le gambe, stizzito da quel cuore granitico che trasudava ancora sangue.
< lo so…e dio solo sa quanta fatica mi costi….ma devi abbandonare questa corazza di rancore e repulsione verso te stesso perché non hai colpa Inuyasha..non hai alcuna colpa! >
Tremai.
Vidi rosso.
La furia e la rabbia represse a catene dentro di me scattarono come fulmini sull’acqua..
< io ho colpa! Ho tutte le colpe di questo stramaledetto mondo. Le mie colpe iniziano da quando l’ho incontrata al momento in cui è sparita alle mie spalle. Ho fallito su tutti i fronti. L’ho trattenuta in un luogo che non le apparteneva, l’ho costretta ad affrontare prove durissime e rischiose per il mio stupido egoismo, l’ho obbligata ad abbandonare i suoi cari per seguire il mio destino, l’ho supplicata di non lasciarmi anche quando ero io il primo ad abbandonare lei. L’ho portata ad odiarmi e ad amarmi tanto da sacrificare se stessa, l’ho voluta accanto anche quando nonostante tutto sapevo che le avrei fatto del male..e alla fine l’ho abbandonata e delusa nel momento più importante. L’ho tradita come nessuno al mondo poteva fare. Le ho voltato le spalle e l’ho lasciata sola. Per l’ennesima fottuta volta. l’ho praticamente spinta nel nulla. E non ho colpa? Tu dici che non ho colpa? Una sola debolezza mi sono permesso. Amarla. Amarla fino all’impossibile, amarla oltre ogni limite immaginabile. Amarla fino a scoppiare..e amandola l’ho distrutta. Sono un mostro. Un grandissimo e fottutissimo mostro. >
La mia voce si spense al pari del mio respiro accelerato.
Poteva il mio cuore dolere ancora? Era possibile?
Forse. O forse erano solo le contrazioni, gli spasmi di una morte lenta e costante che mi corrodeva dentro.
L’avevo investita del mio veleno, l’avevo incenerita con le fiamme del mio disgusto ed ora piangeva, piangeva disperatamente per quel mio eterno male.
< lei..lei..non..non voleva questo..Inuyasha..non poteva..sapere… >
<  cosa?…quanto in realtà mi disprezzassi? Lo schifo che provo per me ogni singolo attimo di vita? No hai ragione questo non poteva saperlo…ma non poteva neanche aspettarsi allegria e gioia da questa sua  folle decisione. >
< Non contava nulla per lei se non tu…solo tu…e lo sai.. >
< ah no? Vuoi dire che tutte quelle cattiverie e quel marcio che le ho urlato contro poco prima di perderla per sempre non hanno contanto niente…vuoi dirmi questo? >
< …lei sapeva come avresti reagito…sapeva che le tue parole erano dettate dalla paura e non dai tuoi reali sentimenti…ti conosceva come nessun altro…non era arrabbiata con te…lei ha sempre avuto fiducia in te…fino alla fine… >
< e io ci ho sputato sopra come fosse merda! >
Quelle ultime parole cariche di tristezza e amore fuoriuscirono da un angolo remoto della mia testa che pulsava dolorosamente “ti amerò per sempre sciocco Inuyasha
Anche io avrei voluto risponderle correndo a stringerla tra le mie braccia.
Correndo ad asciugare le sue lacrime e a placare il tumulto del mio cuore.
Ed invece, soffocato dalle mie paure e zuppo del mio orgoglio ferito avevo percorso senza voltarmi la strada che mi avrebbe condotto all’inferno…condotto lontano da lei.
< non…non puoi continuare così Inuyasha..non puoi…lei ha donato la sua vita a noi…e noi ci stiamo sputando sopra..tu stai calpestando il suo sacrificio come fosse niente. Tu le stai negando la pace che si merita dalla vita che non ha vissuto. Glielo devi. Glielo devi di alzarti e mangiare…glielo devi di respirare e parlare…glielo devi di lottare e vincere contro il male che risiede dentro di te. Questo Inuyasha maledizione glielo devi. Lei voleva che tu vivessi, non che ti trascinassi a forza in questa perenne agonia. Non ha fatto ciò che ha fatto per questo. Non puoi permettere che tutto sia vano…non devi.. >
< doveva rimanere al mio fianco…solo questo…doveva restare con me…con..me >
Le lacrime di tensione e rabbia, di dolore e rassegnazione, di sconfitta ed umiliazione lasciarono i miei occhi stanchi di guardare un mondo in cui lei non esisteva. Atterrarono al suolo con la stessa lentezza dei miei battiti sconnessi.
Sentii un fruscio e una mano si posizionò sulla mia testa accarezzandomi quelle orecchie che da allora erano state private di ogni possibile contatto.
Quel gesto familiare e confortante placò il tumulto di sentimenti che sgorgava come lava dalla mia anima rovesciata.
< è stata dura…ma credo che da oggi in poi andrà meglio Inuyasha…un passo alla volta..un piccolo passo alla volta..sempre guardando avanti…mai in dietro perché non è li che la troverai…perché quello non è mai stato il suo vero posto >
Sango guardò verso il cielo e sorrise, poi voltandosi si incamminò leggera da un peso che aveva scaricato in quella solitaria prateria e che non ero certo di voler raccogliere.
< ah….un’ultima cosa >
Si voltò lievemente consentendo alla luce di illuminarle solo mezzo volto
< sai…prima di scomparire…mi disse:Sango se avessi veramente creduto a tutto quello che mi ha detto quando è folle di rabbia o di gelosia, io e te probabilmente non ci saremmo neanche conosciute” >
Rimasi sospeso in un vuoto di aria pura che non mi permetteva di muovermi ne di cadere.
< e sai con quali parole si è congedata da me…? >
Avevo paura di spezzarmi, di rompermi in mille pezzettini troppo piccoli per essere ricuciti in un unico essere..
 < ” Fai in modo che non si autodistrugga per tutto questo.” Come vedi…lei sapeva…sapeva come sarebbe andata a finere…ora sta a te…assecondare il suo volere o distruggere completamente il suo ricordo. >
Aspettai che Sango fosse ben lontana prima di accasciarmi al suolo privo di ogni volontà privo di ogni brivido di vita. Anche in quel frangente, anche in quel terribile momento e anche dopo tutto quello che avevo osato dirle..lei…lei…mi aveva perdonato..mi aveva capito e perdonato e si era preoccupata per questo presente che non avrei saputo vivere senza di lei.
Come una palla che si sgonfia a causa di un buco, anche tutto il dolore liquido che cospargeva il mio corpo di veleno fuoriuscì lentamente, goccia dopo goccia fino a lasciarmi esangue e sfinito per quella lotta contro me stesso che durava da un anno e mezzo o forse che durava da sempre.
 Alla fine chi aveva vinto?
La sua giustizia o la mia debolezza?
Ero troppo stanco per saperlo.
Trascinandomi verso il legno forte di quel magico pozzo che l’aveva condotta sino a me più e più volte, mi lasciai cullare da un sonno pomeridiano.
Un ennesimo sonno senza sogni, un primo vero sonno senza incubi.




Scusate tanto...ho dovuto ripubblicare il capitolo perchè....era diventato un capitolo fantasma!!!!! Anche il pc da i numeri! BO!
Spero che vi piaccia.
Bacioni ;D e come sempre grazieeee!

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Capitolo 47
*** Due realtà parallele ***


Come pilotate da una volontà superiore, le mie gambe presero a muoversi in una direzione a me sconosciuta.
Non capii bene come ma intuii l’urgenza che aveva il mio corpo di avvicinarsi a quel luogo, l’urgenza di applicare un balsamo fresco su quelle lacerazioni vive che sgorgavano ancora sangue.
Rallentai l’andatura solo quando compresi dove il mio animo, scosso e mutilato, mi aveva condotto.
Il silenzio di quella misera e solitaria collina placò i battiti furiosi e sconnessi del mio cuore, il vento caldo e silenzioso portò il profumo dei fiori ancora freschi e vivi alle mie narici aperte a quel confortante ricordo.
Sango doveva essere stata qui di recente…era proprio una cara amica.
Mi avvicinai timoroso di sbriciolare con un solo passo, quella quiete naturale e preziosa; mi chinai sul terriccio ancora fresco di quella pioggia che non mi aveva concesso di chiudere occhio e li ritrovai un frammento di un cuore che credevo ormai freddo e silenzioso.
Sfiorai con l’indice la lapide di sasso posta sopra ad cumolo di terra contaminata dalle spoglie di mia madre.
Mia madre.
L’unica altra donna a non aver mai dubitato di ciò che ero.
L’unico altro essere che si era fidato ciecamente del suo istinto e di me.
Appoggiai la schiena al troco di quell’esile albero che proteggeva dalla luce il suo eterno riposo senza staccare la mano da quel freddo ma solido contatto.
Mi concessi un lungo respiro che sembrò raggiungere il cielo; un respiro liberatorio e profondo che lavò via quell’insicurezza e quell’inquietudine che mi avevano sconvolto il mattino.
Fissai il cielo senza però guardarlo veramente.
La mia mente febbrile ricostruì fedelmente l’immagine di una donna bellissima e coraggiosa, dipinta a vita negli occhi di un bambino.
Sorrisi involontariamente pensando a quanto, quegli stessi occhi, fossero cresciuti e maturati senza però danneggiare un ricordo indelebile ed indispensabile.
Nel cielo la sua figura dignitosa e dolce prese i contorni di una donna simile in bellezza ma dal temperamento più vivace e battagliero.
Questa volta, l’agonia che si presentava quando permettevo al mio cuore e alla mia mente di evocarla non causò danni.
La pace e la tranquillità di quel ricordo mi lasciarono vuoto ma stranamente pulito.
< ah madre…se solo aveste potuto conoscerla… > ..vi sarebbe sicuramente piaciuta..non avreste potuto desiderare di più per il figlio che avete protetto fino alla morte. Lei sarebbe stata degna persino di voi..
Mi sembrò di sentire il caldo calore di una carezza e il dolce movimento di un sorriso ma tutto questo doveva essere solo il frutto della mia immaginazione stanca.
Mi lasciai scivolare a terra tenendo sempre una mano vicino a quella tomba che aveva saputo regalarmi un preziosissimo attimo di serenità.
 
< divina Kagome non credi anche tu che i demoni si siano calmati di recente? >
< la sensazione che ho io è che siano inspiegabilmente scomparsi…. >
< già…ma la cosa è decisamente sospetta! >
Annuii con il capo mentre la mia mente sfogliava voracemente ogni possibile spiegazione.
Ad un tratto un brivido incontrollabile saettò lungo la mia spina dorsale.
Un brivido sconosciuto, ma inspiegabilmente familiare.
Afferrai per la manica Miroku e mi voltai, con innaturale lentezza, verso la direzione che sia il mio arco che il mio sesto senso mi stavano indicando.
Senza rendermene conto mi ritrovai a fissare due occhi scuri e intensi.
Due occhi identici ai miei.
Che cosa stava accadendo?
 
 
Sistemai gli ultimi panni ancora gocciolanti al tiepido sole del mattino.
Quella notte era stata davvero dura per Misaki, la poggia lo sconfortava e inquietava al tempo stesso.
Sorrisi ripensando a quella tenera espressione triste, tanto simile a quella di Miroku.
Quei due erano fatti della stessa pasta: odiavano le cose cupe e banali, la monotonia e la tranquillità.
Lasciai che il mio sguardo corresse al cielo limpido di aprile.
Oh Miroku.
Ero solo capace di blaterare prediche, la pratica era tutt’altra cosa.
Imponevo ad Inuyasha di reagire e di scrollarsi di dosso quella perenne malinconia quando ero la prima a considerarla una mia degna compagna di vita. Era come una calda coperta che confortava un animo solo e strappato.
Il tempo scorreva veloce ma nel mio cuore tutto si muoveva a rilento.
I ricordi non volevano rinunciare alla loro potente attrattiva e le ferite, quelle meno visibili, sanguinavano perenni per nulla intenzionate a richiudersi.
Misaki d’altra parte era la mia unica ancora di salvezza e il mio eterno tormento.
Guardare il suo corpicino paffuto, perdermi nei suoi occhietti blu e constatare giorno per giorno quella devastante somiglianza, costituiva la mia dolce ed eterna agonia.
Entrai in cucina e come mi accadeva ogni volta che mi sentivo affranta e sconfitta, mi strinsi a quell’oggetto freddo e duro ma che infondeva alle mie ossa il calore necessario per sopravvivere.
Era come stringerlo tra le braccia, era come avere Miroku al mio fianco, pronto a sorridermi, pronto a difendermi.
Accarezzai il metallo lucido e perfetto di un bastone compagno di vita, lo portai alla guancia e mi lasciai cullare da quella sensazione ingannevole e finta, stupida e fragile ma..per me…estremamente vitale.
 
Sentii la tensione di Kagome crescere al pari dello smarrimento che le segnava il viso.
Da parte mia non capivo quell’inaspettata intrusione ne tanto meno la posa rigida e apparentemente ostile di Kagome verso una sacerdotessa potente e venerata come quella.
Era la prima volta da quando eravamo piombati li dentro che lei ci avvicinava. Perche?
Continuai a fissare in volto le due sacerdotesse cercando di dare un nome a quel vago senso di inquietudine.
Attratto dall’indiscutibile bellezza della venerabile miko cominciai a studiarne con perizia i tratti perfetti.
Gli occhi castani e profondi, luminosi e immensi su un viso pallido, le labbra carnose e stranamente rilassate, gli zigomi poco pronunciati e le sopracciglia perfettamente arcuate mi costrinsero a voltarmi verso un altro viso straordinariamente simile.
< siete stati molto bravi..ci avete impiegato meno del previsto >
La confusione regnava sovrana nel mio cervello.
Ero stanco, sfinito, incosciente del tempo e dei bisogni più elementari per un essere umano… e non ero assolutamente in grado di far funzionare la mia mente.
Non ora. Non più.
< vedo che non comprendete le mie parole >
< …dovremmo? >
< no monaco…tu soprattutto poco centri con questo epilogo….mi dispiace che quella creatura immonda ti abbia trascinato fin qui.. >
Sbattei le palpebre più e più volte intontito da quella voce suadente ma che non preannunciava nulla di buono.
Lanciai una rapida occhiata a Kagome che sempre più silenziosa e immobile scrutava la nuova arrivata con evidente timore.
< che cosa intendete dire? >
< tutto sarà rivelato a tempo debito… >
Nuovamente il silenzio avvolse con la sua coltre di ansia i nostri respiri.
< Kagome? Non hai nulla da chiedermi? >
Il sorriso dolce e sapiente dalla miko non scaldò il mio animo sospettoso.
Al mio fianco Kagome si irrigidì ancora di più tanto che cominciai seriamente a preoccuparmi per la sua condizione emotiva. Che cosa le stava accadendo?
< ..Kagome? >
La mia voce sembrò scuoterla, mi fissò attonita e si perse per un attimo nei miei occhi stupiti da quel suo strano comportamento.
Le sfiorai una spalla…
< …tutto ok? >
Si riscosse e scrollandosi di dosso quell’aria catatonica mi sorrise mandandomi nel pallone più totale.
Quel sorriso era identico a quello della sacerdotessa Midoriko.
< dove sono? >
La sua voce sottile ma sicura spezzò il silenzio di quelle tenebre che nonostante l’apparente calma non accennavano a diradarsi.
La fissai intontito:…ma chi si stava riferendo?
La miko sorrise soddisfatta della richiesta e mi fissò piena di comprensione per la mia perenne confusione.
< li avete sconfitti…. >
< tutti..? >
< ..ne manca solo uno >
Kagome assottigliò lo sguardo e strinse l’arco con entrambe le mani fino a farle diventare bianche dallo sforzo.
Ora cominciavo a capire.
L’unico essere che doveva esserci sfuggito e che evidentemente non avevamo ancora incontrato era quel bastardo di Naraku…ma avevamo davvero sconfitto tutti quegli altri demoni?
< dite la verità? Sono tutti morti?... >
< perché dovrei mentirvi monaco…siete stati bravissimi..fondamentali direi >
A quel punto fui io stesso a sentirmi minacciato da quelle velate parole.
C’era qualcosa sotto. Qualcosa che non ci sarebbe sicuramente piaciuto.
< come facciamo ad uscire da qui? >
< il tuo compito non è finito Kagome…quello del monaco..si >
Aprii la bocca, tanto che la mandibola cominciò a dolermi per quell’innaturale posizione.
Al mio fianco una Kagome silenziosa e rigida ascoltava quelle parole prive di significato.
 
 
Mi svegliai fradicio e ansimante.
Il cuore smembrato e stanco pronto a schizzare fuori dal petto a forza e con le lacrime copiose a rigarmi il volto.
Le asciugai stizzito e infastidito da quell’ennesimo tumulto, da quell’ennesimo dolore.
Strinsi la veste fino a sgualcirla cercando di frenare quel martellante suono.
Faceva male.
Tanto male.
Troppo.
Boccheggiai aria per consentire ai miei polmoni il necessario per calmarsi ma il meccanismo impeccabile del ricordo non voleva lasciarmi libero da quel costante tormento.
Sognarla, ricordarla, amarla era sempre più doloroso e difficile e ogni qual volta cedevo al bisogno di riviverla, qualcosa dentro di me si scheggiava sempre di più.
Quella perenne rottura avanzava ad ogni mio patetico tentativo di non lasciarla andare e così mi risvegliavo tra atroci sofferenze e vuoti sempre più profondi ed incolmabili.
Sarebbe arrivato mai il giorno in cui il mio corpo stanco si sarebbe arreso a tutto questo?
Mi sarebbe mai stata concessa una tregua per ricucire la miriade di brandelli in cui mi stavo strappando?
No.
Dovevo smetterla di sperarci, smetterla di lottare.
Potevo raggiungere e stazionare in qualsiasi luogo tranquillo e puro esistente sulla faccia della terra, ma la pace, la vera pace, non mi avrebbe mai sfiorato.
Se neanche qui, accanto alle spoglie di mia madre, ero in grado di abbandonare il peso del suo ricordo allora le scelte si riducevano drasticamente: o ponevo fine a questa continua e bruciante agonia, oppure imparavo a convivere con quanto mi ero meritato dalla vita e continuavo quell’inutile esistenza priva di significato, priva di valore, priva..di lei.
 
Guardai attentamente quella donna tanto venerabile quanto temibile.
La sua aura pura infondeva al mio spirito forza e paura al tempo stesso e una crescente agitazione nervosa prese a corrodermi lo stomaco. Perché quella miko mi faceva quest’effetto?
< non sei felice Kagome di aver sterminato tutti i demoni della sfera rendendola praticamente pura come era in origine? >
Sobbalzai al suono della sua voce.
Notavo una certa somiglianza tra noi ma tutto era distorto nella mia mente a causa della prolungata solitudine.
Ripensai alle sue parole.
Era possibile che avessimo davvero sconfitto tutti i demoni? E perché il mio compito non era ancora finito? E cosa ne sarebbe stato di Miroku?
< nel nostro mondo si raccontava che la battaglia di anime all’interno della sfera era una battaglia eterna… Sbagliavamo? >
< vedo che sei diventata una donna intelligente e controllata. Degna del tuo compito. >
< le vostre parole gettano solo confusione al caos che regna nella mia mente e sono troppo stanca per captare i segnali che mi state lanciando. Parlate chiaramente oppure andatevene. >
Un Miroku scandalizzato al mio fianco bloccò sonoramente il suo respiro.
Avrei riso della sua faccia decisamente scioccata dalle mie parole, eppure per quella creatura millenaria non provavo la stessa venerazione che avevo scorto nel suo sguardo pervertito.
< Kagome..ma sei impazzita? >
Il suo sussurro raggiunse chiaramente sia le mie orecchie sia quelle di Midoriko che aprì la sua espressione in un sorriso autentico. Il primo a mio avviso.
< non sei stanco anche tu Miroku? O sei in vena di indovinelli e destini sconosciuti…perché se è così….vi lascio conversare da soli più che volentieri.. >
Alzai le mani in segno di resa e mi voltai pronta a scappare di li ma quella voce ironica e vellutata mi bloccò sul posto con la forza di un’imposizione.
< stare al fianco di Inuyasha ti ha contagiato….il tuo carattere ribelle ne ha risentito parecchio >
A quelle parole, a quel nome, qualcosa scattò dentro di me facendomi perdere la voglia di scherzare e lavando via la fatica dal mio animo come fosse polvere.
< non ripetete quel nome…voi non sapete niente. >
< mi dispiace piccola di quello che hai dovuto passare ma era necessario… sono sicura che il tempo ti aiuterà a sollevarmi da gravi colpe che non potevo esimermi dal commettere. >
La fissai stralunata completamente avvolta nella confusione del suo discorso senza senso.
Cercai sostegno nel mio fedele amico che a giudicare dal pallore e dalla bocca spalancata non mi poteva essere di alcun aiuto.
< c..ch..che cosa intendete dire… >
< è meglio che inizi dal principio….ma dovrò essere rapida…abbiamo poco tempo prima che si risvegli.. >
La stoccata finale.
La spinta giù da un precipizio alto e buio, la fine della mia tenue e flebile speranza.
No…basta…non sarei stata in grado di sopportare altro.
Non lui…non ancora.
 
Vidi Kagome indietreggiare e tremare fino alla radice dei capelli.
Sentivo vivo il suo tormento perché era pari al mio.
Che cosa diavolo stava succedendo?
< vi prego venerabile Midoriko…. >
< che cosa vuoi sapere monaco? Chiedi e io risponderò >
< Naraku…Naraku..si risveglierà… >
< si..manca poco ormai..ma ora è tutto diverso >
Scossi la testa sconsolato e affranto. Non era finita…non sarebbe finita mai.
< come è possibile che i demoni siano…. >
< scomparsi? Gli esseri umani della mia epoca non mentivano riguardo all’eternità della battaglia, ma non sapevano che c’era un'unica possibilità di porre fine alla corruzione della sfera. >
< quale? >
< un animo uguale al mio. Un essere pari a me in forza, coraggio e purezza, una persona in grado di arrivare fino a qui di propria scelta e con i mezzi necessari per compiere il mio fato. Lei >
Mi voltai verso una ragazza priva di ogni espressione umana e priva del calore che la circondava costantemente.
< Ka…gome? >
< si…proprio lei… >
< e Miroku che cosa centra in tutto questo! >
La sua voce tremula ma chiara mi riscosse da un torpore innaturale e incontrollabile.
< Naraku ha condotto qui le sue vittime. I malcapitati monaci sono piombati all’interno della sfera…ma a causa della solitudine e della estenuante prova di volontà sono periti dopo poco tempo >
< mio…nonno e mio…padre….sono….sono giunti anche loro qui dentro? >
Ero incredulo, ero senza parole, senza aria nei polmoni, senza pensieri nella mente.
Ero vuoto.
< si…ma loro non hanno potuto nulla contro l’oppressione della sfera, nulla contro la forza smisurata dei demoni e contro le loro stesse paure. Gli ho visti spegnersi senza  alcuna possibilità di salvezza. Dopotutto loro non avevano alcuna luce a fargli da guida. >
Mi voltai lentamente verso la mia amica che con gli occhi lucidi e spalancati riversava a terra il suo tormento.
< esattamente monaco la tua luce tra le tenebre. Lo hai detto tu stesso appena l’hai vista… >
< così io sarei…questo….sarei… un’arma contro l’oscurità, una forza purificatrice contro il male…uno spirito forte e ribelle mandato fin qui per soccorrervi…sarei…solo uno strumento.. >
< sei stata creata per questo >
Non credevo possibile stare peggio di come stavo, ma mi sbagliavo…mi sbagliavo di grosso.
 
< E così eccoti qui >
Tutto volevo tranne vedere quella stupida creatura ridotta a poco più di uno straccio.
Già non lo sopportavo quando era nella sua forza “migliore” adesso poi, la sua vista mi nauseava.
Eppure non avevo potuto sottrarmi alle richieste insistenti e disperate di Rin che mi aveva praticamente minacciato di accertarmi delle condizioni di quel buono annulla di fratellastro.
Uno sguardo smunto e spento, privo di calore e luce, privo di vita si sollevò su di me e immediatamente si spostò lontano.
Sorrisi.
Neanche lui era felice di vedermi. Eppure in lui non percepivo la vergogna di farsi vedere debole davanti a me percepivo il tormento del niente. E questo mi mise i brividi.
< non ti degni neanche di guardarmi ora? >
< che cosa vuoi Sesshomaru? >
< voglio che tu la smetta di farmi vergognare. Sono stufo di sentir dire che sei sull’orlo della morte. O ti butti e la fai finita oppure sposti la tua lurida presenza lontano da dove sta ora >

Un sorriso stanco e privo di allegria gli contorse il volto.
< sei sempre così carino e sensibile fratello….tu si che non cambierai mai..ed è una cosa confortante…credimi >
Alzai un sopracciglio incapace di ribattere a un essere che aveva smesso di combattere da tempo.
< lo ritengo un complimento….meglio la morte a questo spettacolo inguardabile e dovresti saperlo anche tu >
< già…. >
Balzò con fatica giù da quel ramo dove passava gran parte della sua giornata priva di senso.
< quindi? >
< quindi..mi hai aiutato a scegliere… >
Assottigliai lo sguardo e fissai allerta quel mezzo demone perduto.
< scegliere cosa? >
< hai ragione..meglio la morte…non ha senso continuare così…ho resistito per tutto questo tempo..ora…basta.. >
Il respiro per la frazione di secondo ristagnò nel mio petto e l’assurdità di quelle parole trasformò lo stupore in furia. Abbandonai ogni controllo e lasciai che gli impulsi più animaleschi e brutali si sfogassero su quell’essere rincoglionito e svitato che osava chiamarmi fratello.
Lo afferrai per la veste e lo sollevai da terra fino a portare la sua faccia a qualche centimetro dalla mia.
Vidi nei suoi occhi vuoti e per nulla intimoriti o colpevoli il mio riflesso.
Mi ero mezzo trasformato dannazione.
Sbuffai sul suo viso e gettai quel peso morto a qualche metro da me.
Non reagii, non si mosse, non attutii l’impatto. Si schiantò al suolo senza grazia e senza forza.
Che cosa diavolo era diventato?!
< mi fai schifo! >
< ..non..mi pare una novità! >

Si rialzò a fatica ma rimase a debita distanza consapevole del ribollire del mio sangue.
< eppure tu stesso mi hai consigliato questa soluzione. Non ha davvero senso farmi vedere così e non sono in grado di cambiare questa situazione…per cui….tanto vale farla finita..vuoi pensarci tu >
Questa volta non risposi di me.
Lasciai che il sangue demoniaco, che scandalizzato scorreva impetuoso nelle mie vene, invadesse la mia mente e ne assumesse il controllo. Mi scagliai contro di lui, più che pronto ad esaudire il suo folle desiderio.
 
Sentii i rantoli del suo respiro mozzo rompere a tratti quel silenzio innaturale.
Quella frase secca e dura aveva stupito entrambi ma mentre Miroku soffriva per quell’affermazione crudele, nel mio animo, nel profondo del mio animo, sentivo che era dannatamente vera.
Mi ero sempre sentita diversa e fuori luogo ed ora era come se un’altra tessera del puzzle fosse tornata al suo posto.
< Kagome….? >
< sto bene Miroku…sto bene… >
< sei più forte del previsto Kagome…nel tempo il tuo spirito si è indurito e fortificato eppure non hai perso quella traccia di vulnerabilità e di dolcezza che ti rendono perfetta. >
< perfetta per cosa? Per voi.? Per il compito che mi avete affidato? >
La miko sospirò sconfitta ma quella apparente debolezza non riuscì a scalfire la corazza con la quale mi ero armata.
In lei scorgevo solo un piccolo barlume di tenerezza e pazienza. Il resto urlava determinazione e durezza, sicurezza ed orgoglio, ma sopratutto emanava un’aura di assoluta e indiscutibile autorità.
Poco contava quello che potevo provare io o se lo ritenessi corretto o no….quello che aveva deciso  e come aveva agito lei erano le cose più importanti. La sua posizione sarebbe stata irremovibile.
< mi avete chiesto di perdonarvi….che cosa estattemente ..e perché mi trattate con tanta confidenza.. >
Mi sorrise dispiaciuta.
Colpevole per quello che stava per rivelare.
Non ero sicura di voler sentire la risposta..mi morsi le labbra in attesa.
 < mi dovrai perdonare molte cose….figlia mia >
Sbarrai gli occhi e un forte senso di vertigine mi fece barcollare ma subito la presa solida e rassicurante di Miroku mi riportò al presente. Un presente orrendo e sconosciuto.
Il mio passato sembrava sospeso nell’aria e il mio futuro era più incerto che mai…ma dannazione avrei mai smesso di soffrire?
 
Finii direttamente contro un albero tranciandolo in due.
Accolsi il dolore a braccia aperte. Era da mesi che non provavo un tipo di male diverso da quello dell’anima e per un attimo gioì della tregua che il mio cuore mi aveva concesso.
Sentii il pugno di Sesshomaru avvicinarsi con estrema precisione e forza ma non feci nulla per schivarlo.
Sorrisi e lo presi in pieno.
Finii con la faccia a terra e solo quando tentai di rialzarmi sorpresi il mio corpo rigido e teso per quello a cui lo stavo sottoponendo.
Sputai terra saliva e sangue un miscuglio noto ma antico.
Era da tanto che non provavo quella sensazione di rabbia repressa.
Una rabbia fisica, una rabbia che pizzica le mani e tende i muscoli..una rabbia che vuole uscire, esplodere, sfogarsi, una rabbia stufa di marcire all’interno del mio corpo.
Mi voltai giusto in tempo per registrare l’espressione furibonda di Sesshomaru che con irruenza e pazzia mi sollevò da terra pronto a colpirmi questa volta con un rovescio.
Prima che la mano toccasse il mio viso afferrai il suo polso e glielo contorsi fino a piegarlo.
Mi fulminò con lo sguardo e con un ginocchio mi rimescolò lo stomaco.
Caddi in ginocchio ansimando ma non riuscii neanche a riprendere fiato che fu nuovamente su di me.
Questa volta reagii di impulso, abbandonai la mente al suo corso e sfogai su quel parente odioso la rabbia di una vita.
 
Mi colpii di striscio.
Un campanello risuonò nella mia mente furiosa.
Stava reagendo.
Quel dannato bastardo essere immondo stava reagendo.
L’avrei gonfiato.
Gli avrei fatto rimangiare ad una ad una quelle parole disonorevoli e vergognose.
Lo sfidai con lo sguardo e vidi nei suoi occhi la stessa mia pazzia.
Non vi era più morte e desolazione, tristezza e passività in quello sguardo.
Quelli erano gli occhi di quel fottuto mezzo demone che mi aveva intralciato da quando era comparso in questo mondo ed era ora che pagasse per ogni screzio e insulto ogni ingiustizia e vergogna.
Gli avrei impartito una lezione difficile da dimenticare.
 
Si staccò da me con esasperante lentezza.
Non pensavo avesse ancora la forza di reggersi in piedi però avevo imparato da tempo a non sbalordirmi troppo dei prodigi di Kagome.
Chiuse gli occhi, sospirò profondamente e quando li riaprì tutto tornò normale.
Sembrava che nulla potesse ferirla e che nessuna fatica o stanchezza corrodesse il suo fisico visibilmente provato.
Quella era Kagome..un concentrato di forza pura e fragilità sottile. Era orgoglio.
Il suo sguardo sembrava sfidare la venerabile miko a continuare.
Gli stessi occhi castani, visibilmente sorpresi da quella straordinaria forza ripresero a raccontare.
Un racconto che mi sarei risparmiato con tutto il cuore.
< il nostro animo, il nostro spirito è identico. La linfa che vi scorre all’interno proviene dallo stesso ceppo e la materia che ci costituisce è la medesima. Sono io che ti ho voluta qui…ti ho creata apposta per questo momento..per stare al mio fianco Kagome….e per farlo ho dovuto costruirti un passato, un passato lontano da qui di modo che il tuo spirito si rafforzasse e che tu maturassi quanto bastava per raggiungermi. Il tuo compito era trovarmi e aiutarmi ad assolvere il mio debito…e bambina mia posso dire di essere molto orgogliosa di quello che sei diventata. >
Un silenzio rumoroso come il tuono scandii quei secondi di illusione. Non poteva essere vero…
< sono…sono vostra…figlia veramente??? >
< provieni da me….ti ho creato io e io stessa ho scelto dove saresti cresciuta e con chi. Ho scelto il luogo e il tempo, ma principalmente ho scelto il tuo scopo >
< io…il mio…scopo….? >
Mi voltai verso di lei sicuro di non offrirle alcun conforto perché anche nel mio spirito regnava il caos.
In pochi minuti la sua vita era stata stravolta.
Sua madre.
Quella che credeva sua madre in realtà non era che una scelta migliore. La sua crescita, il suo arrivo nel nostro tempo…il suo incontro con Inuyasha….
Morii pensando al pensiero successivo.
No non poteva essere…la fissai sperando che non capisse e non arrivasse mai alla mia conclusione ma era troppo intelligente e perspicacie per non centrare in pieno quel bersaglio mortale.
< anche….anche Inuyasha…era…era..previsto per…per il vostro scopo? >
Il tono insicuro e spezzato della mia povera amica mi strinse il cuore.
Basta cattiverie. Basta sofferenza...non meritava altro dolore.
Non poteva esistere un destino più crudele e beffardo di quello…
Il loro amore non poteva essere frutto di quel piano assurdo e calcolato.
Il loro sentimento era naturale e non previsto da una regista di destini.
L’espressione affranta e colpevole ma mai pentita della miko spazzò via ogni dubbio
< era tutto programmato…tutto quanto..mi dispiace Kagome >
Mi precipitai a sostenere ciò che restava di un’amica distrutta.
 
< non sei ancora stanco? >
< no per niente…se fosse per me…continuerei in eterno >
< speri che ti uccida vero? Così non dovrai neanche sporcarti le mani lurido verme >
Mi fermai per riprendere fiato ma non staccai mai il mio sguardo dal suo ora più lucido e cosciente.
Ero tutto indolenzito e ammaccato però dovevo ammetterlo stavo meglio.
Lessi frustrazione ed esasperazione nel volto stranamente scomposto di Sesshomaru…l’avevo spinto al limite.
Anche lui riportava qualche ferita ma indubbiamente quello messo peggio ero io.
< mi…mi dispiace >
Per la prima volta in tanti anni, vidi Sesshomaru rimanere di stucco e senza parole. La sua maschera glaciale e perfetta per un attimo si cristallizzò nell’aria e lo lasciò nudo ed esposto.
Sorrisi.
< ti..ti dispiace? >
< si…mi dispiace di ciò che ho detto…ho insultato la vita, ho insultato nostro padre e mia madre, ho insultato te e il tuo credo e soprattutto..ho…ho insultato e deluso..Kagome >
Un intero minuto di silenzio circondò il nostro campo di battaglia devastato.
Mi fissai le nocche escoriate e sanguinanti e per la prima volta mi ricordai di un ragazzo mezzo demone che combatteva a testa alta contro ogni avversità e giustizia.
Un mezzo umano che non si lasciava mettere in un angolo ne la dava vita a nessuno.
Una persona forte, una persona vitale. Dove era finita quella creatura lontana?
< mi ha dato più fastidio del dovuto sentirti parlare così e soprattutto vederti così...ma la vita…se si può chiamare tale…è tua e sei tu a determinarne il corso. Sei nato e cresciuto da scarto della società…..se fossi in te vedrei di riscattare il mio nome non di concludere senza cambiare il corso degli eventi >
Internamente protestai per quell’insulto molto poco velato ma sorrisi ugualmente per quello sprono tutt’altro che voluto. Sango, Rin, Kaede e Shippo avevano condiviso e compianto il mio malessere tamponando le spine del mio cuore per arginarne il dolore. Sesshomaru le aveva estirpate a forza ferendomi e facendole sanguinare.
Una risata di gola ruppe la quiete dopo la tempesta
< sai..non pensavo che sarebbe mai giunto questo momento…ma mi tocca dirtelo….grazie Sesshomaru >
Nuovamente la sua maschera di perfezione volò via rivelando tutta la sua contrarietà a quella situazione
< urta più a me il fatto di esserti stato di aiuto, ma chiamami quando vorrai riprendere da dove ci siamo interrotti >
< contaci.. >
E con il silenzio con il quale mi aveva sorpreso…mi lasciò più ferito ma più reattivo che mai.
 
Questa volta ero sicura…dovevo svegliarmi..quello era un incubo.
Riaprii gli occhi e questa volta fu la voce angosciata e arrabbiata di Miroku a svegliarmi.
< non vi avvicinate….non siete degna di neanche uno degli elogi che vi hanno accompagnata per tutto questo tempo! >
< monaco tu non puoi comprendere >
< io comprendo eccome…! State lontana da lei ha già sofferto abbastanza senza che voi vi intrometteste più del necessario! Anzi…..è proprio a causa vostra se ha patito così tanto, ma come vi siete permessa….come avete potuto!!! >

< Mi..roku.. >
< oh..Kagome..come ti senti… >
< stai tranquillo…sto bene…aiutami ad alzarmi.. >
Il fuoco che ardeva nei suoi occhi mi scaldò il cuore. Era bello avere accanto un amico come lui.
Mi rialzai a fatica e non senza paura e incertezza riportai l’attenzione su quella donna che in pochi attimi aveva mandato a monte anni e anni di ricordi e valori.
Era tutto falso. Tutto una montatura.
Sospirai sconfitta. Cosa poteva una povera creatura come me contro un destino così letale?
< come facevate a sapere che avrei seguito il vostro volere? Come potevate sapere se…..avrei accettato di raccogliere i frammenti….e come avete fatto a… >
< a capire che ti saresti innamorata follemente di quel mezzo demone? >
Annuii incapace di emettere alcun suono coerente.
< il mio era solo una bozza, un piano accennato. Sapevo dove saresti potuta arrivare e come però non potevo influenzare le tue scelte…D’altra parte quando Kikyo è morta ho capito che nessuna sacerdotessa per quanto potente sarebbe mai riuscita a raggiungermi e a purificare questo mistico potere. Inoltre ad Inuyasha serviva una persona più completa e solare, una persona libera dalle catene della tristezza, libera di fare le proprie scelte >
La guardai allibita…
< io…io..creata da voi…appositamente per questo momento…sarei stata libera di fare le mie scelte? >
Non le sfuggì il mio tono ironico e incredulo…
< esattamente…non ti è stato imposto niente….ti ho creato con questo scopo ma non potevo davvero fare nulla per condurti da me…a te serviva una guida sicura e forte che ti facesse crescere e che ti proteggesse fino a quando non fossi stata pronta a camminare con le tue gambe…e a lui servivi tu…e tu soltanto…. >
< state dicendo quindi che avrei potuto avere delle alternative a dove mi trovo ora? >
La guardai torva sfidandola a dirmi la verità
< molto poche in realtà ho fatto di tutto per far si che questa missione risultasse un successo però in qualsiasi momento, in qualsiasi istante avresti potuto abbandonare loro, lui e di conseguenza me.. questo ti fa sentire meglio? >
< più o meno…in pratica inconsciamente ho fatto quello che volevate ma senza la vostra imposizione. A parte il fatto che nulla nella mia vita è stato spontaneo e lasciato al caso….giusto? >
< giusto >
Mi sorrise benevola, poi si oscurò di colpo…
< ho rischiato più di una volta di veder fallire il mio sogno……quel testone per esempio mi ha messo i bastoni tra le ruote un sacco di volte e solo la tua maturità e  il tuo grande amore ti hanno impedito di mandarlo al diavolo! >
Inclinai la testa cercando di rammentare in un tempo infinitamente distante i miei attimi con lui.
Il dolore della solitudine mi travolse lasciandomi esausta e triste.
< rammenti quando Naraku ti ha rapita e soggiogata perché Inuyasha ti aveva momentaneamente abbandonata per cercare lo spirito di Kikyo?.....lui e il suo senso dell’onore e della giustizia….abbiamo rischiato grosso tutti quanti….e tu sei stata bravissima. Tu sei riuscita dove tanti han fallito… >
< qual è il vostro sogno Midoriko? >
Sussultai al tono basso e duro di Miroku, evidentemente non l’aveva ancora perdonata per ciò che mi aveva fatto ma come dargli torto…..il mio cuore provava emozioni e sentimenti contrastanti….quella lotta era dura ed estenuante. Chi avrebbe vinto?
Il senso di abbandono e smarrimento nel constatare che ero solo uno strumento senza un vero passato oppure il fatto di essere stata creata per un apposito scopo benefico? L’amore tra me e Inuyasha era stato previsto e programmato e questo gettava veleno su troppe ferite ancora aperte ma sapere che nonostante le evidenti avversità e le minime opzioni che avevo avuto per lasciarlo io ero rimasta al suo fianco rendeva il nostro rapporto autentico.
Il dolore che provavo nel saperlo lontano, l’amore e la gioia che sbocciavano ogni qual volta posavo gli occhi su di lui quelli erano sentimenti autentici. Al diavolo Midoriko, Naraku e la sfera. Io amavo Inuyasha indipendentemente da cosa fossi.
Lo amavo e basta.
Con una lieve scrollata riportai l’attenzione sulla tesa conversazione che stava avvenendo tra il monaco e la sacerdotessa.
< perché lo vuoi sapere? >
< perché così comprenderei i vostri sentimenti riguardo a Kagome >
Soddisfatta della risposta Midoriko sorrise a Miroku che non accennò ad abbandonare il mio fianco.
< nessuno desidera vivere in eterno qua dentro. Ho creato la sfera e imprigionato al suo interno tutti i demoni che sono riuscita a scovare ma mi sono imbrogliata con le mie stesse mani…Qui, nel buio del gioiello i miei poteri si sono drasticamente affievoliti e io non ero più in grado di sconfiggerli e liberarmi da una prigionia che io stessa ho causato >
< quindi avete creato Kagome per egoismo. Per salvarvi dalla lotta che voi stessa avete provocato, per togliervi da un pasticcio. >
< Miroku…calmati >
< ma… >
< si l’ho fatto per questo e per eliminare una volta per tutte la tentazione della sfera dalla faccia della terra >
< ditemi….il ritrovamento dell’arco…? Anche quello era previsto? Come la penitenza per averlo e tutto il resto? >
< si Kagome….oh piccola mia sapessi quanto sono stata male nel vederti soffrire così tanto..ma era necessario >
< … >
< era necessario per voi…..dannazione siete la persona più egoista e falsa che abbia mai conosciuto..persino Naraku è meglio di voi >
Vidi un bagliore minaccioso luccicare nel profondo di quegli occhi color cioccolato.
< Miroku…ti prego…. >
Mi guardò con la stessa furia nello sguardo ma appena lesse la mia preghiera si calmò e sospirando borbottò la sua contrarietà alla mia innaturale calma.
< continuate… >
< dicevo…era necessario altrimenti non saresti mai stata in grado di sconfiggere Naraku per ricondurlo qui…..la sfera lo chiamava e per farla scomparire c’è bisogno della sua presenza al suo interno. Lui l’aveva corrotta e usata come mai nessuno prima per questo ho mandato Kikyo a parlarti dell’arco. Solo con quello avresti potuto ucciderlo.. >
< e solo con quello avrei potuto seguirlo fin qui…per soccorrervi >
< esattamente >
Sospirò stanca e svuotata da un peso.
Non comprendevo il suo carattere autoritario e fintamente puro ma comprendevo la sua scelta.
Credeva in un idea e aveva fatto di tutto per realizzarla.
Mi massaggiai le tempie con la mano libera dall’arco.
La confusione che regnava nella mia mente era pari alla camera di Sota…però…mancava il tassello finale.
Non ci restava che scoprire la mossa successiva..
< bene…a quanto pare tutto è andato secondo i vostri piani….io sono qui…questo è qui >alzai l’arco verso di lei < e lui è qui da qualche parte…i demoni sono stati tutti sconfitti….e a quanto pare vi servo soltanto io….. >
L’implicazione della mia frase a metà era chiara e forte.
Miroku si voltò a guardarmi sull’attenti e Midoriko sospirò sonoramente.
< Kagome, i miei poteri si sono irrimediabilmente affievoliti ma posso ancora trasportare uno di voi lontano da qui…scegli tu bambina mia..se te ne andrai tutto ricomincerà. Lui si sveglierà e la vostra battaglia riprenderà il suo corso.
< è la battaglia che voi ci avete costretto a combattere! Sapete quanto dolore ci avete causato creando questa sfera e spingendo Naraku a perseguitarci? >
< lo so, lo so fin troppo bene. Ho vissuto con voi ogni singolo attimo, ogni più piccola paura, ho sentito il peso di ogni minuscola lacrima e sofferto per tutte le vostre ferite, ma il rancore che mi porti monaco non cambierà le sorti di un destino che è stato segnato in partenza. Ora decidi bambina mia, hai poco tempo. >
Mi avvicinai con passo fermo e calcolato.
Anche da quella distanza percepii la somiglianza dei nostri corpi, delle nostre anime.
L’uguaglianza del nostro spirito.
< promettetemi che lo ricondurrete da Sango…sano e salvo e io vi prometto che farò quanto è in mio potere per aiutarvi. Come e quanto vorrete >
< Kagome..no! >
Non mi voltai verso quell’urlo carico di angoscia.
< non hai possibilità di scelta Miroku…ti prego non rendere tutto più difficile >
< abbiamo iniziato questa cosa insieme….non posso abbandonarti proprio ora >
< non sei tu che mi stai lasciando…..so che non lo faresti mai.. >
< ma…. >
< fate come vi ho chiesto vi prego >
< che cosa farai? Come farai? Non sai neanche quello che ti aspetta…ti prego Kagome pensaci >
< non mi serve del tempo per una scelta così semplice e giusta. >
< Riportate Miroku da Sango e io compierò il mio dovere! >
< ti prego…Kagome >
< Monaco state attento al vortice…. riapparirà quando ritornerete sulla terra e scomparirà solo con la morte definitiva di Naraku e della sfera…solo allora saprete se Kagome ha vinto oppure no. >
Mi voltai per guardare forse per l’ultima volta quel caro amico che con gli occhi lucidi e la bocca semi spalancata cercava in tutti i modi di rendersi conto di ciò che stava accadendo. Mi tese una mano…
Gli sorrisi grata..
< accertati che stia bene… >e con un grazie a fior di labbra lo vidi dissolversi nel buio della sfera.
Abbassai la testa per nulla intenzionata a lasciar cadere quelle ennesime lacrime di tristezza.
< avreste potuto riportarlo indietro fin dall’inizio vero? >
< si…non ti mentirò ma…. >
< ma dopotutto anche lui serviva al vostro scopo.. >
Mi sorrise.
< lo immaginavo. >





Ciaooooooooooooo!!!! ;)
Sospiro di rilassamento...
Chiedo immensamente scusa per il vergognoso ritardo. Si trova il tempo per fare tutto tranne le cose che ci riguardano personalmente.
Che posso dirvi....spero che questo capitolo vi abbia incuriosito e sorpreso in qualche modo....
E' tutto strano lo so ma credetemi è proprio così che mi immaginavo un finale che per quanto possibile colmasse i buchi che la cara Rumiko ci aveva costretti a digerire...
Midoriko piazzata li senza alcun significato mi aveva fatto storgere il naso e anche le particolarità di Kagome non erano state ben contestualizzate....spero così di aver creato una logica in tutto questo...Il mio cervello ne ha comunque risentito....è esploso!
Vi ringrazio di cuore come sempre..i preferiti e seguiti aumentano sempre di più e non sapete quanto questo mi renda felice....
Quindi vi prego...non abbandonatemi ora...che manca davvero poco!! Sign Sign.. (sono 29 capitoli che lo ripeti!!!!)
Un bacione alla mia best 8Kanemi8 e alla mia fedele commentatrice Kagome_94
A presto

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Capitolo 48
*** Ritorno col botto ***


 
Quella era mia madre.
La mia vera madre.
Colei che mi aveva creato secondo la sua volontà.
Eppure verso di lei non potevo che provare astio e irritazione.
La mia vera mamma non si trovava in quel luogo buio, non combatteva contro i demoni, ma soprattutto non manovrava le persone per raggiungere i suoi scopi.
Quella dolce e coraggiosa figura semplicemente umana era la mia vera madre.
Questa creatura leggendaria ed eteria era solo un’estranea.
Un essere che aveva ulteriormente scombussolato la mia vita e aveva sminuito come fosse nulla la mia intera esistenza.
Una donna che aveva progettato i miei sentimenti…che aveva distrutto tutto.
Questo era quello che rappresentava Midoriko per me.
Un’estranea da tenere a bada.
Niente di più.
 
Con uno schianto pazzesco feci il mio ingresso in quel luogo pieno zeppo di luce.
La testa vorticava allucinata per quella tremenda confusione e i miei occhi bruciavano e piangevano da quell’inaspettata illuminazione.
Mi rialzai da terra e controllai che tutte le articolazioni fossero al loro posto, ma solo dopo essermi scrollato di dosso la polvere del terreno mi resi conto di cosa stavo effettivamente facendo.
Polvere?
Terra..luce…erba…..polvere?
Lasciai che la mia vista scivolasse lontano.
Alberi, foglie, profumi, rumori confortanti e naturali….oddio!
Con un sussulto realizzai di dove fossi capitato.
Con un sussurro timoroso pronunciai quelle fatidiche e meravigliose parole
< sono..sono..tornato >
 
Percepii quell’odore antico e profondo e per un attimo credetti di fantasticare come mi accadeva sempre.
I miei ricordi erano così vividi che a volte mi sembravano reali.
Eppure quel profumo secco e virile era troppo vero e chiaro per essere frutto della mia immaginazione…
Portai il naso verso il cielo e chiusi gli occhi per concentrarmi meglio su quell’improvviso cambio di energia nell’aria.
Provavo una strana ansia dentro, come se tutto il mio corpo fosse allerta nell’attesa di un qualcosa…
Abbassai il capo sconfitto….stavo impazzendo!
Non solo sognavo Kagome ogni qual volta permettevo ai miei occhi di chiudersi ma ora sentivo anche il profumo di Miroku chiaramente, come se per incanto fosse ritornato in vita.
Mi bloccai scioccato e impaurito di lasciare che la speranza che un pensiero simile portava, uccidesse definitivamente quel poco di autocontrollo che avevo riacquistato.
Eppure quella sensazione fastidiosa doveva pur significare qualcosa.
Cominciai a correre ansioso e titubante verso quel lieve odore che si intensificava a mano a mano che proseguivo verso il fitto del bosco…..la mia corsa si fece irruenta e sconnessa finchè con la stessa potenza di un tuono non mi piantai a terra tramortito da ciò mi si presentò davanti.
Registrai con assoluta assenza di logica quella figura impolverata e stranita quanto me.
I suoi occhi si allargarono più profondi e azzurri che mai e il suo sorriso ironicamente stanco mi catapultò in un’altra realtà.
Com’era possibile?
< Inuyasha… >
< M…Mi.. >
Inclinò la testa.
< …non ti ricordi più il mio nome??? >
Il suo sorriso si aprì illuminando quella giornata di sole.
Stavo sognando!
< stupido…certo che me lo ricordo! >
Nuovamente il silenzio dell’incredulità ci avvolse.
Lo vidi fare un passo verso di me e sbarrai gli occhi dalla paura che quella non fosse che una mera illusione.
Mi era mancato troppo per non soffrire della sua ricomparsa fasulla.
< sei…sei…vero? >
Immediatamente il suo sorriso si spense.
< credo di si…….ma sono troppo confuso…. >
< a chi lo dici… >
Mossi anch’io un passo verso di lui notando solo allora le differenze dei miei ricordi con la realtà.
C’era un’aura diversa in lui..una consapevolezza maggiore e una maturità estranea all’immagine che ricordavo.
< sei…cambiato….. >
< davvero??? Anche tu sembri….diverso…..non fisicamente almeno…intendo… >
< si…so cosa intendi….. >
Evidentemente il dolore che marciva dentro di me doveva aver corroso anche la mia immagine esteriore.
O forse ero effettivamente maturato e invecchiato anch’io…
Ci eravamo entrambi avvicinati tanto che potevo sentire il calore del suo corpo anche da quella distanza.
Ad un tratto una folata di vento portò dritto al mio cuore stanco un profumo irrimediabilmente marchiato a fuoco nella mia mente sempre meno lucida.
Sbarrai gli occhi e mi irrigidii.
Non poteva essere.
Mi guardai attorno con il cuore che scoppiava nel petto e con il respiro troppo corto per non essermi neanche mosso.
< che..cosa.. >
< dov’è!?  >
Questa volta fu lui a rimanere di sasso. Mi fissò stralunato.
< dov’è….lei? >
< lei…? >
La confusione lasciò presto spazio ad un’espressione di dolore e responsabilità, di tristezza e dispiacere.
< spiegami. >
L’avevo appena incontrato e non ero ancora certo che tutto questo fosse reale e già lo stavo aggredendo..ma il suo odore era troppo perfetto e vivo per reagire con moderazione.
< lei…..io e Kagome ci siamo ritrovati nello stesso luogo dopo che voi…ecco…si be….dopo che tu e lei avete….e che lei ha scelto di…. >
< ho capito Miroku…vai avanti >
< mi è piombata addosso…..io ero finito all’interno della sfera dei quattro spiriti ed ero tutto preso a lottare contro i demoni che la popolano…quando è arrivata lei….da allora non ci siamo mai divisi…. >
Lasciai che il significato di quelle parole fluisse velocemente dentro la mia mente confusa e stordita.
Kagome…era viva..sentivo il suo odore su di lui….era stata con lui…..era viva..e lui era tornato….ma allora….
< dov’è ora? >
Pronunciai quella domanda con urgenza ma con paura e continuai imperterrito a guardarmi in giro nella speranza di scorgere il suo splendido viso tra il folto degli alberi..ma il mio cuore sapeva benissimo di essere ancora solo. Ancora distrutto e a pezzi. Ancora senza compagna.
Sentii la sua ansia crescere al pari della mia.
Fece un sonoro respiro e inchiodò il suo sguardo al mio
< è grazie a lei se ora io sono….tornato >
Quelle parole sussurrate con paura rispedirono con dolore la speranza che inevitabilmente era rinata dal torpore in cui ristagnava da tempo.
< è una storia lunga….troppo lunga e io sono terribilmente confuso… >
< scusami…hai ragione… >
Non gli chiesi più nulla….non volevo sentirmi dire che era morta per salvarlo o che non era riuscita a seguirlo per tornare da me….non volevo sapere nulla…..il mio cuore aveva già ripreso a sanguinare con violenza.
< per quanto quella situazione potesse essere difficile…lei se l’è sempre cavata alla grande…senza di lei….io non sarei mai riuscito a sopravvivere >
Annuii con la testa incapace di esprimere a parole il tormento di sentimenti che corrodevano il mio animo lacerato nuovamente.
Era sempre la stessa storia dannazione a lei!
Alzai lo sguardo su quell’amico, quell’unico amico che credevo di aver irrimediabilmente perso….ora era li…davanti a me e nei suoi occhi potevo leggere tutta la confusione e la tristezza verso quella spiacevole notizia.
Lui ce l’aveva fatta…dovevo ancora capire come, ma lui…ci era riuscito e meritava tutta la mia flebile felicità.
< mi dispiace Inuyasha >
< lo so…ma non devi…sono….sono davvero felice di rivederti >
< anche io…..non pensavo che sarei mai riuscito a vedere la luce di nuovo >
< noi credevamo che fosse stato il vortice a risucchiarti non Naraku… >
< già…….in realtà…..anche i miei antenati e mio padre sono finiti all’interno della sfera…era li che il vortice li conduceva..solo che loro non avevano nessuno che potesse salvarli… >
Nuovamente rimasi senza parole…troppe informazioni troppe complicazioni e implicazioni.
Gli sorrisi grato del suo spirito battagliero e grato della sua onestà.
Grazie a Kagome era sopravissuto….questo per ora doveva bastarmi.
< bentornato Miroku.. >
< grazie! >
Con una pacca sulla spalla sdrammatizzò la commozione del momento…io d’altra parte mi sentivo impacciato come un bambino alle prime armi.
< Inuyasha……..da quanto tempo…noi….io… >
Nuovamente lo stupore si impossessò di me…
Leggevo smarrimento sul suo viso e il tremore leggero delle sue mani mi fece comprendere che davvero non sapeva quanto tempo fosse passato da allora.
< oggi sono esattamente un anno e 7 mesi e 25 giorni >
Indietreggiò di qualche passo, il viso stravolto da quell’espressione di incredulità e paura.
< co..cosa?? come……o mio dio….. >
Ora ero decisamente più confuso di lui….come faceva a non sapere quanto tempo avesse trascorso all’interno della sfera!?
< davvero è passato così tanto? >
< si…. >
< ..caspiterina.. >
Si lasciò cadere pesantemente al suolo e si portò una mano sulla fronte scompigliandosi quei ciuffi ribelli troppo lunghi per incorniciare il suo viso contuso ed espressivo.
Mi inginocchiai al suo livello e lo fissai preoccupato.
C’erano troppe lacune, troppi punti da chiarire perché io comprendessi con facilità quella situazione assurda….
Dannazione che gran mal di testa!
 
Avvertii immediatamente il peso della solitudine e del silenzio.
Quella figura dopotutto non mi era di alcun conforto.
Strinsi l’arco in una mano e raccogliendo l’Hiraikotsu di Sango mi ritrovai a versare calde lacrime di rammarico.
Se tutto era andato per il verso giusto ora Miroku stava riabbracciando i nostri amici e stringendo, con la stessa intensità con la quale stringeva sempre quest’arma, la sua amata Sango.
Sicuramente avrebbe confortato Inuyasha e si sarebbe assicurato che stesse realmente bene.
Ora erano di nuovo assieme. Mancavo solo io…e chissà se sentivano anche loro il vuoto della mia assenza.
Probabilmente no. Non più.
Alzai la testa e incrociai inevitabilmente due occhi profondi e rivelatori.
Due occhi che rispecchiavano una figura malridotta e stanca di lottare.
Mi irrigidii.
Non avevo più forze o stimoli a cui aggrapparmi, ma non le avrei mai fornito l’opportunità di vedermi sconfitta e affranta. Mi aveva strappato via tutto ma quella soddisfazione non se la sarebbe tolta.
Sperai in cuor mio che Inuyasha stesse bene e che Miroku lo rassicurasse sulle mie condizioni.
Il resto…spettava solo e unicamente a me.
Sollevai il mento e lanciai una silenziosa sfida alla mia indesiderata compagna di quella triste e buia realtà.
 
Dentro di me gioivo per il corso che avevano preso gli eventi.
Quello scricciolo di forza e determinazione si stava distruggendo lentamente davanti ai miei occhi…ma io dopo tutto non volevo questo.
Lei mi serviva ancora e per raggiungere la vittoria, mi serviva lucida e in forze…e quale modo migliore se non quello di sfidarla nei suoi punti più deboli?
Sembrò percepire i miei sentimenti e di conseguenza si mise immediatamente sulla difensiva.
Spalle tese, mento alto e occhi sfavillanti fissi nei miei.
Dovevo ammetterlo.
Avevo fatto davvero un lavoro superbo.
Ad un tratto un brivido sinistro e conosciuto mi mise all’erta.
Il momento era giunto.
Lanciai un’occhiata a Kagome che al pari di me aveva percepito quel sottile ma funesto cambiamento.
< si è svegliato? >
< si! >
Ingoiò a vuoto e strinse con maggior forza entrambe le armi.
Il monaco si era lasciato sfuggire il boomerang della sua amata….gli esseri umani erano davvero volubili.
Il suo spirito mi aveva pregato di condurlo lontano da li ma il suo cuore…fino all’ultimo aveva combattuto la battaglia dell’indecisione. Alla fine aveva prevalso l’autoconservazione e anche se una parte di lui avrebbe voluto rimanere al fianco di Kagome, l’attrattiva del suo mondo e della sua cara sterminatrice l’avevano trascinato lontano.
< direi di andare a vedere che cosa vuole >
Mi superò con sicurezza e si incamminò decisa verso l’aura maligna ma statica di quell’essere immondo che ancora non voleva arrendersi all’inevitabile.
Sentivo la fine di quella storia sfiorarmi le dita della mano.
La chiusi a pugno ma neanche l’aria vi rimase imprigionata.
Kagome avrebbe lottato contro Naraku fino allo sfinimento.
Lo avrebbe distrutto e sarebbe rimasta l’unica custode della sfera.
Io sarei stata finalmente libera e la sfera avrebbe mantenuto i suoi poteri….viaggiando nel tempo e nelle epoche per riprendere il suo viaggio ancora una volta.
Non vedevo l’ora di passare il testimone alla mia splendida creatura…..e di liberarmi per sempre da quelle catene con cui io stessa mi ero imprigionata.
Ero troppo stanca e logora per proseguire in quella battaglia…
Mi dispiaceva caricare le sue povere spalle di un altro fardello pesante ed eterno,  tuttavia….non avevo scelta.
 
Puntai lo sguardo verso quell’amico troppo diverso dal ragazzo impetuoso e imprudente che ricordavo.
Ora che conoscevo la distanza temporale che ci aveva separato, comprendevo come i miei ricordi fossero così distorti.
Era cresciuto, maturato e invecchiato al tempo stesso.
Nel profondo del suo sguardo vi era una pozza profonda e torbida.
Una pozza di dolore e solitudine che oscurava anche la più piccola emozione positiva.
Il suo sorriso seppur autentico non aveva illuminato quello sguardo vuoto e perso.
Oh amico mio..che cosa ti è successo!
Non permisi alla mia mente di raggiungere colei che con il suo solo ricordo mi aveva tenuto in vita disperatamente.
Se Inuyasha era ciò che i miei occhi stavano registrando avevo timore a chiedere della mia amata Sango.
Tutto quel tempo trascorso lontano da me doveva aver pur generato qualche differenza.
Forse si era ricostruita una vita……forse il dolore era stato troppo grande e aveva deciso di scappare lontano…forse…
Non volevo pensare all’alternativa più brutta e devastante.
Sospirai sconfitto e subito Inuyasha si protese verso di me visibilmente ansioso di sentirmi parlare.
Come poteva comprendere.Come?
< all’interno della sfera era tutto così piatto e privo di particolari che nulla, nulla differenziava un luogo dall’altro, un giorno da un altro. Era….tutto terribilmente buio, spento. Non vi era un soffio di vento ne un filo di erba. Solo il vuoto riempiva le nostre giornate che non iniziavano e non finivano mai. >
Chiusi gli occhi per impedire a quelle immagini troppo vive di mozzarmi il  respiro.
< è…assurdo >
< già..ma è più assurdo rendersi conto del tempo…di quanto tempo abbiamo passato rinchiusi come cani…in un mondo privo di esistenza. >
Mi pentii subito delle mie parole e del mio tono carico di paura e disprezzo.
Lei dopotutto era ancora li dentro a lottare…a lottare da sola…anche per me.
Alzai gli occhi verso Inuyasha che incapace di incassare il colpo si era alzato e ora mi fissava con pazzia.
Quel lampo di dolore folle si spense e in lui ritornò la calma dell’assenza.
Mi tese una mano e con la solita e confortante forza mi rimise in piedi.
< ce la farà vedrai! >
<  quindi è ancora viva? >
Sbarrai gli occhi comprendendo solo ora il mio terribile errore.
< certo…si..che è viva….io almeno….era viva quando l’ho lasciata.. >
Un lampo di dolore e smarrimento accentuò il pallore del suo volto segnato.
Dannazione ma da quando ero diventato così sbadato e rimbecillito?
Gli afferrai le spalle
< è viva e molto arrabbiata…..affronterà anche questa sua ultima battaglia e tornerà da te….devi credere in lei Inuyasha come non hai mai fatto prima…falle sentire quanto la stai aspettando e quanto hai bisogno di lei….l’aiuterai vedrai. >
Mi guardò sospettoso e rigido.
< può sentirmi….?.....può sentirmi veramente? >
< ..in tutto questo tempo il vostro pensiero non ci ha mai raggiunto ma vedrai non sarà lei a percepire il tuo tormento e il tuo coraggio, ma la persona che tiene in scacco la sua vita e il suo destino. >
Oddio! Notando la sua espressione selvaggia mi maledii più volte.
Avevo sollevato un vespaio…..era ora di riportare un po’ di calma in quel ragazzo distrutto dalla vita.
 
La mia mente cercò invano un appiglio solido a tutta quella confusione, ma nessuna soluzione placò il mio tormento.
Perché? Perché ora.. perché ancora…perché…?
L’agitazione e la paura dell’incognito mi costrinsero a pulirmi i palmi sudati sulla divisa logora.
Eccolo li, davanti a me, con la sua espressione più solidale e glaciale al tempo stesso, a sorridermi beato del suo tempismo e soddisfatto del rivolo di sudore che mi attraversava la guancia.
< bene bene…eccoti qui…sono sorpreso di ritrovarti ancora in vita! >
Ingoiando la bile che corrodeva il mio stomaco mi stabilizzai sulle gambe e mi costrinsi a respirare.
< strano…..dopotutto sei stato tu a condurmi qui…che cosa ti aspettavi!? >
< niente di meno…ovviamente… Vedo che sei sola.. >
< non proprio… >
Al mio fianco comparve Midoriko in tutta la sua venerabilità.
Non avrei mai creduto di potermi trovare in una situazione simile.
Continuavo a chiedermi perché…ma ero consapevole dell’assenza di quella risposta.
L’espressione di Naraku non mutò.
Non sembrava sorpreso di vederla, ne tanto meno di saperla al mio fianco.
Qualcosa non tornava.
< salve Midoriko….vorrei dire che è un piacere vederti…ma non posso mentire fino a questo punto… >
< mi hai tolto le parole di bocca >
< ..e così Kagome finalmente hai conosciuto tua madre… >
Rimasi spiazzata e senza aria nei polmoni.
Come poteva essere….anche lui sapeva..
Al mio fianco Midoriko si irrigidì.
< e così tu sai di lei…quando l’hai capito? >
< quando vi ho percepite all’interno della sfera. Ho speso molte energie per captarvi e per questo il mio risveglio ha subito un ritarto….ritardo che però è servito al tuo scopo Midoriko… >
< che cosa intendi dire… >
< calma sacerdotessa impaziente…a tempo debito ti rivelerò i piani di tua madre! >
< non è mia madre! >
< ahaahah bene bene...vedo che non ti ha ancora intontita del tutto. Strano…lei è nota per le sue arti persuasive! >
< taci >
< comunque…il vostro spirito è troppo simile per passare inosservato…e quando finalmente sono giunto a questa conclusione..altri tasselli sono rientrati al loro posto…senza intoppi. Vedi Kagome…non sono propriamente io il vero responsabile di questo vostro piacevole soggiorno! >
Assottigliai gli occhi…schermando la mia mente a quell’angosciosa rivelazione.
Un tremore leggero invase il mio corpo esausto.
Quindi…intendeva dire..che..anche quello era opera sua???
Dannazione!
 
Avrei voluto ucciderlo seduta stante…e ci sarei riuscita se poi tutto non si fosse ritorto conto di me.
Chi uccideva l’ultima creatura demoniaca all’interno della sfera diveniva automaticamente il suo custode a la vita…almeno fino a quando un’altra persona pura di animo e forte abbastanza non avesse preso il suo posto.
Non potevo permettermi di perdere il controllo e allo stesso tempo quell’incredibile e tanto attesa opportunità.
Sarebbe dovuta essere Kagome a strappargli l’ultimo respiro o tutto sarebbe stato perduto.
Ma se quel bastardo continuava a parlare….avrei dovuto trovare un modo per rendere le sue parole vane.
 
Mi raccontò tutto. Anche quello che non desideravo affatto sapere.
Ma nonostante la gioia e il tremendo dolore che il suo dettagliato racconto mi procurò, gli fui grato della sincerità e della compostezza che infuse alle sue parole.
Avevo notato la sua sofferenza nel rivivere certi episodi come avevo registrato ogni piccola emozione sfiorargli lo sguardo. Dalla stanchezza alla rabbia, dall’incredulità alla paura.
Mi raccontò di Kagome e di come con coraggio avesse affrontato ogni istante passato in quel buio opprimente, di come fosse triste di non possedere niente di mio e di quanto apparentemente calma fosse rimasta quando aveva scoperto il suo ruolo in questo mondo.
Midoriko.
Un impeto di furia aveva per un attimo offuscato l’immagine di Miroku seduto davanti a me ma poi tutto era tornato passivo e morto.
Come aveva osato quella donna farle questo?
Potevo benissimo comprendere il senso di solitudine e di inadeguatezza che doveva aver provato Kagome.
Era una cosa che mai, mai avrei voluto condividere con lei ed ora…anche quelle poche..minime certezze si erano frantumate.
< ha perso i sensi quando lei ha insinuato che anche il vostro incontro..il vostro rapporto..e il vostro amore fossero stati programmati.. >
Mi alzai di scatto e frantumai con un colpo secco il malcapitato albero che ci stava riparando dal sole torrido del primo pomeriggio.
< bastarda! >
< già…ho avuto seri problemi per resistere dal metterle le mani addosso. Fortunatamente Kagome si è ripresa subito e mi ha fermato. Sembrava credere alle sue parole ma l’aria non curante che aveva mantenuto durante tutto quel tremendo colloquio si è sgretolata quando ha saputo…questo >
< quando si tratta di lei se ne frega e tutto le scivola addosso….ha sempre ragionato e agito così..quando si tratta di me invece….le sue difese crollano e tutto va storto…commette irrimediabili sciocchezze. >
< come quella di sfruttare il poco potere di Midoriko per rispedirmi qui…restando a lottare contro quel dannato Naraku da sola.. >
<se crede che il nostro amore sia stato condizionato e progettato in partenza allora…è la fine…la sua…e la mia >
< Kagome è sola e piuttosto debole…è vero..ma non è stupida….saprà cavarsela anche questa volta.. >
< sempre se troverà la voglia per farlo >
Miroku aprì la bocca ma nessun suono, nessuna parola confutarono la mia triste teoria.
Se Kagome non avesse creduto nell’autenticità del nostro rapporto che cosa le rimaneva?
Un passato senza fondamento, una vita creata per soddisfare uno scopo ben preciso….una storia con un mezzo demone incapace di difendere ciò a cui tiene davvero….un mezzo essere piazzato con astuzia nel suo cammino per spingerla proprio dove si trova ora!
Scossi la testa distrutto.
Come poteva farcela…come ci sarebbe riuscita…se io, se proprio io, mi sentivo uno schifo senza forza.
< segui il mio consiglio…Inuyasha….fa che il tuo pensiero sia così forte e devastante da strapparla a quella realtà. Solo così potrai stringerla nuovamente tra le tue braccia. >
Annuii incapace di parlare.
Il groppo in gola scese bruciando fino allo stomaco che ingarbugliato gridò pietà per tutto quel dolore gratuito…
Respirai per ossigenare un cervello altrettanto stanco e poco lucido.
< piuttosto…non sei anche tu impaziente di stringerla tra le braccia??? E’ un bel po’ che siamo qui a parlare…e ancora non mi hai chiesto nulla di Sango! >
Il sorriso ironico e parzialmente sereno che sentivo sul viso si spense all’aumentare del pallore di Miroku…
Ma che cavolo gli prendeva???
 
Mi sentivo svuotato da un enorme peso bruciante e doloroso da portare. La fatica che avevo fatto per strappare da me tutti i particolari più significativi mi aveva lasciato senza forze.
Avevo visto il mio caro amico piegarsi su se stesso dall’orrore e dalla preoccupazione, saltare di rabbia e tremare di tormento.
Era stato un inferno.
Eppure non credevo di poter stare peggio.
<…….non mi hai chiesto nulla di Sango! >
Sango….quel nome, quel corpo, quel sorriso, quegli occhi lucidi dal pianto e ricchi di coraggio…quel cuore caldo che avevo stretto contro il mio….meno male che ero seduto altrimenti le gambe non avrebbero retto il peso di un corpo traballante e impaurito.
Perché era quella l’emozione principale…la paura.
< bè che ti prende??? >
< ecco…io… >
Respirai a fondo per calmare il battito furioso del mio cuore.
L’aveva menzionata sorridendo..per cui era viva e stava bene ma soprattutto doveva trovarsi ancora al villaggio…
< sta…sta bene…? >
< si….direi che è piuttosto impegnata..ma sta bene… >
< ..impegnata.. >
Lasciai che il gusto amaro di quella parola scavasse un vuoto velenoso nel mio spirito…
Impegnata.
Ovviamente…Nemmeno io sarei rimasto in attesa di uno come me per quasi due anni….chissà quanti avevano provato a ricevere i suoi sorrisi e chissà se aveva concesso a uno di loro i suoi favori…
Vidi rosso.
Non mi importava se non avevo più alcun diritto su di lei….avrei volentieri sfogato la mia rabbia furiosa su quel bastardo che aveva osato anche solo sfiorarla.
Mi alzai in piedi e superai Inuyasha a passo di carica, ma qualche metro più avanti mi accorsi di non avere la più pallida idea di dove potessi trovarla.
Controvoglia mi voltai per chiedergli aiuto ma la sua espressione sbigottita e allarmata mi lasciò privo di invettiva.
< Miroku….credo seriamente che dovresti farti vedere dalla vecchia Kaede….non sembri star bene… >
< no che non sto bene…. Santo cielo. >
Mi passai nervosamente una mano tra i capelli…
< come si chiama….da quanto tempo….e soprattutto è carino..? si comporta bene con lei??? >
L’espressione sbigottita di Inuyasha mutò in una più serena e accondiscendente.
< oh si è piuttosto carino..ti assomiglia molto direi..mi stupisce che tu sappia della sua esistenza…non dovresti >
Ingoiai a vuoto…
< non sono di certo uno stupido! >
< ok..non ti scaldare… poco più di 10 mesi e si chiama Misaki….inoltre è vivace ma molto intelligente e si comporta piuttosto bene…andiamo anche molto d’accordo sai.. >
Se gli uccelli si fossero messi a ballare sarei rimasto sicuramente meno sconvolto.
Dannazione Misaki era anche un nome bellissimo….vivace, intelligente e buono…non c’erano speranze dopotutto mi somigliava..
Si era data da fare subito….
Mi strinsi una mano al petto sentendo il lieve sibilo del vortice.
Perché…perché destino crudele.
Avevo perso.
Avevo perso su tutti i fronti.
Che senso aveva il mio ritorno se non potevo più averla al mio fianco?
Non sarei mai riuscito a rimanere impassibile vedendola con questo Misaki. E poi anche il mio migliore amico mi aveva tradito senza alcuna pietà…e me lo comunicava sorridendo per giunta.
< è piuttosto birichino…ma è normale, con un padre simile non ci si poteva aspettare niente di meno vero? >
Guardai allibito e intontito il sorriso ironico e cospiratore di Inuyasha che andò scemando man mano che si rendeva conto della mia totale confusione.
Birichino non era certo un termine che avrei usato per una persona adulta..per un uomo.
< perché dovrei conoscerlo? >
< chi? >
< il padre? >
< ..il padre??? Ma cosa…? >
< perché dovrei conoscere il padre di quel tizio? >

< che tizio? >
< mmmm Misaki…stordito! >
Mille rughe si formarono sulla fronte di Inuyasha mandandomi in confusione
< ma…..ma.. >
Rimanemmo per una trentina di secondi a boccheggiare l’uno di fronte all’altro incapaci di sbrogliarci da quella matassa ingarbugliata.
Poi come in una sceneggiata lo vidi assottigliare lo sguardo e avvicinarsi a me di qualche passo scrutandomi con attenzione.
< tu…sei…tu sei per certo uno stupido! >
Spalancai gli occhi.
< sei geloso! >
< ..certo che sono geloso…! >
< dannazione Miroku come hai solo potuto pensare che Sango……oh tu non sei stupido sei completamente rincoglionito che è diverso! >
< ma…ma…santi numi….io non capisco… >
< è tutta qui la fiducia e il rispetto che hai per la tua donna? Secondo te bastava un periodo lontano da te o la convinzione che fossi morto per spegnere i suoi sentimenti? >
Mi sentii un verme…ma non potevo credere a ciò che stava insinuando…
< ora non ti arrabbiare…. >
< mi arrabbio eccome…anzi ti prenderei a calci! Ma lo sai quanto ha patito Sango per la tua scomparsa? Quanto ancora soffra per non essere riuscita a salvarti in tempo? Voleva uccidersi ancora prima di sconfiggere Naraku e dio solo sa il perché abbia combattuto fino alla fine. Ma come diavolo fai a ragionare così!? >
Lei…lei non mi aveva tradito. Permisi al mio cuore di gioire.
< io….dannazione Inuyasha….sono rimasto intrappolato nel buio più totale senza poter vivere davvero per….fino a poco fa non sapevo neanche per quanto…non puoi pretendere che questo non abbia avuto delle conseguenze….e solo ora me ne rendo conto! >
< …quindi mi stai dicendo che anche Kagome è ridotta come te…a chiedersi se per caso io non abbia ripreso a vivere al fianco di un’altra persona. E’ questo che mi stai dicendo? >
Non potei far altro che rimanere in silenzio.
Quello era stato uno degli argomenti più frequenti tra di noi; entrambi, estraniati dal resto del mondo, avevamo avuto quel tremendo timore.
Ma non potevamo sapere.
O forse avremmo dovuto.
< Fantastico! Davvero fantastico. Io mi trascino fino a vergognarmi per poter sopravvivere alla sua mancanza, secondo dopo secondo, e lei pensa che me la stia spassando con un’altra? Che schifo! Che schifo di vita che ci ha riservato il destino! >
< mi dispiace Inuyasha…è che tu mi hai detto che era impegnata…..e poi hai tirato fuori questo Misaki….come potevo sapere…..ma approposito…chi diavolo è??? >
Prima mi fulminò con lo sguardo, poi riportando alla calma i suoi nervi tesi sospirò stancamente…
< è tuo figlio..idiota! >
 
Avevo avuto quell’insano presentimento fin dal principio.
non sono propriamente io il vero responsabile di questo vostro piacevole soggiorno!”
Sapevo che non mi stava mentendo.
Eppure…
< che cosa vuoi Naraku? >
Vidi i suoi occhi assottigliarsi stupiti poi guardarmi con sincero apprezzamento.
< schietta e diretta come al solito Kagome! >
< allora? >
< direi…che vedervi ricongiunte è uno spettacolo che non volevo assolutamente perdermi >
Questa volta furono i miei occhi ad assottigliarsi prudenti.
Che cosa intendeva dire?
Il silenzio infuse una calma surreale al mio cuore stanco. Non c’era niente per cui stare tranquilla eppure quel senso di anticipazione mi faceva sentire più viva di quanto non fossi stata negli ultimi…giorni..mesi…anni??
Oddio… quanto tempo avevamo trascorso li dentro?
Da quanto il mio cuore aveva lasciato il mio petto per restare accanto al suo solo padrone?
Sospirai.
Dopotutto ero stanca.
Davvero stanca di brancolare in quel buio, stanca di quelle frasi fatte senza senso, stanca di trovarmi davanti quell’espressione superiore e malvagia, stanca di lottare anche solo per me stessa!
Ed ora…per ironia del destino ero sola…completamente sola.
La silenziosa presenza al mio fianco era tutt’altro che la benvenuta.
Che donna letale e priva di sentimenti.
Aveva ragione Miroku…non era certo meglio di Naraku…quei due erano fatti della stessa pasta.
< Naraku..se non vuoi dirmi chiaramente quello che sai…non importa…lo scoprirò da sola prima o poi…tanto sembra che io abbia tutto il tempo che mi serve… >
< ma come…nessuna curiosità >
< grazie a te ho perso la maggior parte delle più comuni esigenze umane…….per cui….riposa in pace perché questa sarà la tua tomba silenziosa. Addio Naraku! >
Mi voltai pronta a procedere per una via sconosciuta quando la sua voce stanca e stranamente amichevole mi fece arrestare.
Era vero allora.
La sfera giocava davvero brutti scherzi.
 
Il senso di vuoto che provai quando vidi la sua figura voltarsi mi fece affogare in una solitudine che non credevo possibile.
Per questo la voleva qui…per questo l’aveva creata.
< fermati Kagome.. >
La pace che sapeva trasmettere quell’insolita umana mi aveva sempre dato il voltastomaco. Anche quando ero riuscito a soggiogarla al mio volere, o così avevo creduto ingenuamente, mi aveva sempre turbato la sua presenza e ora ne capivo il motivo. Il suo animo era troppo forte e puro per il marcio del mio spirito.
Uno spirito stanco di combattere per nulla.
< sai..avevo chiesto un unico desiderio alla sfera. Ciò che volevo di più al mondo era il cuore di Kikyo, ma sembra che neanche nella morte potrò raggiungerlo. >
Gli occhi di Kagome mi scrutarono sicuri fino dentro l’anima.
Anima che non possedevo da tempo.
Dopotutto era una sensazione piacevole.
< la sfera non ha esaudito la mia richiesta, ma ne ha soddisfatta un’altra che nemmeno io sapevo di desiderare. >
< quale? >
< non te lo posso rivelare ma l’ho capito quando ti ho rivisto. L’ho capito quando vi ho sentite vicine! Tuttavia non sono stato io a volere questo…un potere superiore mi ha scavalcato e ti ha condotto sin qui >
Dal suo sguardo capii che era già a conoscenza del vero responsabile.
Lei si che era stata brava, anzi superba nel manovrare i fili per poi intrecciarli l’un l’altro.
Non le avrei mai fatto i complimenti di persona, ma seppur ingannato dal mio stesso volere, il rispetto per quella sacerdotessa antica era dovuto.
< spiegati… >
< chiedilo alla donna che ti ha generato… è lei l’artefice di tutto. Tutto quanto..compreso il mio amore per Kikyo. E’ sempre stata lei, fin dal principio…ma ero troppo pieno di me e sicuro per accorgermi che io stesso ero solo una pedina del suo splendido piano. >
 
Sentii il respiro di Kagome bloccarsi per un’infinità di tempo.
Anche il mio cuore aveva perso diversi battiti per quelle parole sicure e letali.
Maledetto…voleva metterla contro di me per salvarsi la vita.
Quella inutile e barbara esistenza che lui solo definiva vita.
Non pensavo arrivasse a tanto.
Non pensavo che avrebbe spiattellato tutto in questo modo subdolo e non pensavo che avesse compreso i miei piani. Come ci era riuscito e soprattutto…che cosa voleva veramente?
Sbirciai Kagome senza però staccare l’attenzione da quel vecchio e immortale nemico.
La sua postura era rigida e immobile.
Le mani strette attorno all’arco stavano assumendo un anormale colorito bianco e il suo viso era contratto in una smorfia di smarrimento e solitudine.
Povera creatura.
Una creatura splendida che si era rivelata più utile e preziosa del previsto.
La mia creatura.
I suoi occhi riflettevano tanta confusione e tanta antica stanchezza.
Doveva essere al limite. Un qualunque altro essere umano sarebbe già crollato da tempo…
Troppi ricordi, troppe battaglie, troppi dolori per un corpo che non aveva avuto che pochi attimi di tregua.
Non potevo permettermi di perdere proprio ora che sentivo l’aria fresca della libertà sul viso.
No…dannato……non ti avrei lasciato distruggere la fatica di un’esistenza.
< Kagome…piccola mia….non serve che ti dica che sta mentendo vero??.....Lo sai benissimo da sola…quello è Naraku….e tu sai a cosa mi sto riferendo….è un maestro a manovrare il subconscio delle persone….non lasciarti ingannare nuovamente.. >
Vidi il suo sguardo smarrito cercare il mio e poi tornare verso quel demone semi distrutto dalla stessa sua follia.
< mai quanto te venerabile Midoriko >
Lo fulminai con gli occhi.
< io…io…. >
< troveremo un modo per farlo tacere per sempre…così finalmente tu potrai tornare da…..tutti i tuoi amici…e soprattutto potrai rivedere…Inuyasha… >
La mia freccia colpì il bersaglio nel centro della sua più scoperta vulnerabilità…
Quel nome era la mia arma.
Quel nome era la mia vittoria.
Quel nome rappresentava il controllo che avevo sul suo cuore e sulla sua coscienza.
Quel nome era tutto ciò che mi serviva per vincere.
Lanciai un sorriso maligno e soddisfatto a quel verme che assottigliando lo sguardo mi maledì per la mia astuzia.
Era anche lui oltremodo consapevole dell’effetto e del potere che avevo su di lei….
Uno a zero per me caro Naraku.




Buongiono =D
Ho fatto in fretta questa volta..! Non vedo l'ora di spuntare quella casellina per decretare la fine di questa lunga storia...anche se so già che mi mancherà un sacco!!! :(
In questo capitolo mi sono soffermata maggiormente su Miroku...volevo che fosse tutto spiegato...avrei potuto farla più breve ma così perdeva di significato.
Spero che non vi siate annoiati troppo....per quanto riguarda Kagome...Midoriko e Naraku...be dai un po si inzia a capire.........
Non mi resta che ringraziare di tutto cuore 8Kanemi8 ; Kagome_94 e la carissima _Dela_ !!!!
Ovviamente un bacione gigante a tutti gli altri lettori.....a presto.... ;D

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Capitolo 49
*** Il tarlo del dubbio ***


La testa mi doleva per lo sforzo di capire chi dei due mi stava mentendo.
Aveva ragione la sacerdotessa che aveva distrutto il mio passato oppure dovevo credere al demone che non aveva fatto altro che ostacolare il mio presente e negarmi un futuro?
Oppure cosa più plausibile mentivano entrambi?
Naraku era un nemico conosciuto.
Midoriko invece era una persona tutta da scoprire.
Dannazione!!!
 
Era nel pallone più totale…sentivo la sua titubanza e la sua debolezza come se in qualche modo mi appartenessero.
Era una creatura straordinariamente forte ma come tutti aveva dei limiti…e seppur incredibile da credere quella ragazza li stava superando uno ad uno.
Però ora…anche le sue ultime energie si stavano esaurendo…e la stanchezza e la solitudine forzata stavano prendendo il sopravvento sul suo carattere deciso e battagliero.
D’altra parte io non potevo muovere un solo dito per aiutarla. Ne volevo.
Svelare la trama intrecciata sapientemente da Midoriko non mi avrebbe in nessun modo favorito.
Kagome doveva scoprire il mistero e conoscerne la chiave da sola, senza alcun tipo di interferenza. Solo così io sarei stato libero, finalmente libero da tutto.
Compreso da me stesso.
 
Mi avvicinai all’acqua del fiume e slacciandomi in fretta la parte superiore della veste, mi tuffai dentro senza pensarci due volte.
Avevo bisogno di un qualche tipo di sollievo.
Di qualcosa di fresco che rigenerasse il torpore del mio corpo
Di qualcosa di reale che mi facesse ammettere che quella conversazione con Miroku non era stata solo il frutto della mia immaginazione
Di qualcosa di pulito e puro che lavasse via la patina di oppressione che sentivo sul cuore.
Kagome.
Chiusi gli occhi adattando il mio respiro al rumore pacifico dell’acqua.
La descrizione fornita da Miroku mi aveva gettato nella paura più totale.
Paura di poter sperare.
Paura che quell’effimera e momentanea speranza potesse infrangersi e rigettarmi nuovamente nello sconforto.
Se avessi permesso alla mia mente di crederci veramente e poi tutto fosse risultato vano non avrei resistito.
Non ancora.
Non più.
Ma il mio animo in tempesta si era già schierato dalla parte di quell’organo testardo che nonostante le ferite, il freddo e la solitudine, non si era ancora arreso del tutto. Il mio spirito voleva seguire la fiducia del cuore senza ascoltare gli avvertimenti della mente.
Una mente consapevole della portata di quella fragile aspettativa.
Mi rialzai lasciando che l’acqua scorresse in piccoli e irregolari rivoli sul mio torace.
Miroku mi aveva pregato di crederci davvero e di lasciare che il mio pensiero raggiungesse quel suo mondo irreale e devastato.
Sarei stato davvero in grado di fare una cosa simile se io per primo avevo dubbi sul suo reale ritorno?
Per quanto ne sapevo poteva anche essere già morta.
Uno spasmo doloroso mi costrinse a piegarmi su me stesso.
Maledizione. Dannato cuore
Lui si che combatteva con le unghie e con i denti.
Si stava ribellando ad un’idea assurda per la sua esistenza.
< non credi che possa essere ancora in vita…tuttavia non lasci che il tuo cuore affronti la sua reale scomparsa… >
Quella voce roca e sapiente mi fece sorridere…
< da quanto ci stavi spiando Kaede >
< da un po’ >
< e quanto hai sentito? >
< abbastanza >
Sorrisi.
Quella donna temeraria e saccente era dovunque e nonostante la sua mole si muoveva con leggerezza.
Fin troppa.
< quindi a quale conclusione sei giunta? >
< non sono io che devo dirti cosa e come dovrai reagire a questo tremendo destino…ti posso solamente ricordare cosa quella ragazza rappresenta per te e quante cose ha affrontato per stare al tuo fianco… >
< non serve.. ricordo tutto alla perfezione >
< bene…quindi dopotutto hai già la risposta che cercavi >

< ma…se mi permetto di credere davvero che lei sia ancora viva..e che possa in qualche modo tornare da me…poi…. >
< poi moriresti se non fosse così? >
Abbassai il capo sconfitto dalla mia stessa paura
< e che differenza farebbe? Stai comunque obbligando il tuo corpo e la tua mente a vivere disperatamente senza reagire, senza combattere. Cosa potrebbe farti una sconfitta in più? Ucciderti? Non è quello che vuoi da quando lei… >
< così non mi aiuti vecchia! >
< oh si invece….perchè la sofferenza che hai usato come scudo fin ora per ripararti dallo scorrere del tempo ti sta imprigionando senza lasciarti la possibilità di scegliere da solo ciò che sarebbe meglio per te..per lei…per tutti noi >
< sono stanco… >
< si..Inuyasha…lo so..ma anche noi siamo stanchi e tristi di vederti così! Questa è un’opportunità…sfruttala…credi in lei un’ultima volta.. >
< credere in Kagome mi ha sempre procurato dolore e l’ha spinta sempre più lontano da me. Perché ora dovrebbe essere diverso? >
< forse quello era il suo destino….forse nonostante le vostre volontà lei doveva per forza affrontare tutto questo…mi stupisce la questione di Midoriko…non la credevo capace di tanto….ma sicuramente c‘è una spiegazione e c’è ancora una possibilità. Miroku dopo tutto è tornato, non è questa una prova sufficiente per sperare ancora? >

Incassai quelle parole una ad una lasciando che il peso che portavano riempisse i molteplici vuoti del mio spirito.
Potevo farlo? Davvero?
< sarebbe più doloroso credere in lei ancora una volta o sarebbe peggio vivere con il tormento di non averci neanche provato? >
Sbarrai gli occhi.
Non risposi. Quella donna saggia non voleva una risposta.
Sentii i suoi passi leggeri ma incerti allontanarsi lasciandomi nuovamente solo con me stesso.
Una presenza che non ero più in grado di tollerare.
Sfiorai il pezzetto di stoffa consunto e gocciolante che pendeva dal mio polso inerme come la mia forza.
Kagome…… che cosa devo fare?
Mi rituffai sott’acqua seppellendo nel profondo del fiume quegli atroci dubbi.
 
Il mio cuore scandiva con precisione e rumore ogni singolo istante.
Ad ogni passo sentivo l’ansia e la paura crescere. Sentivo forte quel senso di anticipazione che mi faceva tremare le gambe.
Ed ora a pochi metri dall’ingresso di quella che doveva essere la nostra casa volevo solo scappare a nascondermi.
Presi un bel respiro e cercando un coraggio che credevo essersi esaurito da tempo mi affacciai all’uscio di una stanza spaziosa e pulita.
Ma non furono gli oggetti o l’ordine a costringermi ad appoggiarmi alla parete per non rischiare di cadere.
Fu il suo profumo.
Il suo dolce e lieve profumo di donna.
Il profumo di Sango.
E come chiamata dalla mia mente comparve nella stanza accanto dandomi le spalle.
La sua vista mi fece gemere piano.
Non potevo crederci.
Era lei…era li.
C’erano stati momenti in cui il solo suo ricordo mi aveva concesso il lusso di non impazzire.
Ed ora era davanti a me.
Finalmente davanti ai miei occhi che non si persero un particolare di quel corpo amato e desiderato.
Entrò svelta e sicura e si alzò sulle punte dei piedi per appoggiare una tazza sul ripiano più alto.
D’istinto mossi un passo verso l’entrata per aiutarla ma mi bloccai immediatamente.
Come avrebbe reagito?
Avrebbe perdonato la mia sconfitta e la mia lontananza? Mi avrebbe accolto a braccia aperte?
Sarebbe stata sollevata di vedermi oppure…forse dopotutto si era abituata a quell’esistenza solitaria.
Alla sua routine privata tra madre e figlio.
Figlio.
Io avevo un piccolo che doveva sicuramente essere meraviglioso.
Ero padre.
Quante volte avevo pronunciato quel desiderio a voce alta in modo sciocco e scontato.
A quante fanciulle avevo chiesto il dono di un figlio. Ed ora, ora che la donna più importante al mondo mi aveva concesso questo immenso regalo, tremavo.
Lasciai correre lo sguardo in cerca di qualche particolare che mi potesse aiutare, che mi potesse confermare le parole di Inuyasha.
Ma in quella stanza tutto era al suo posto.
A richiamare la mia attenzione fu il sussulto di Sango.
Mi dava ancora le spalle ma dalla sua postura rigida  e tesa compresi che si era accorta di essere osservata.
Nulla in lei era cambiato.
Le sue forme erano sempre armoniose e proporzionate, il suo sesto senso era sempre vigile.
Sorrisi. Era sempre lei. La mia Sango!
 
Il mio cuore perse diversi battiti prima di riprendere la sua corsa stranamente accelerata.
C’era qualcuno alle mie spalle.
Ne ero certa.
Seppur da mesi non praticassi alcun tipo di esercizio volto al combattimento mi sentii tesa come all’inizio di una battaglia.
Ma non provavo paura. Il sentimento predominante era l’urgenza e l’ansia.
Allungai una mano verso la parete e lentamente strinsi le dita attorno a quel freddo bastone ma che molto spesso aveva scaldato il mio spirito congelato.
L’arma tintinnò alla mia presa ma questo fu l’unico rumore che percepii nell’aria.
Mi voltai brandendo il bastone di Miroku come uno scudo, ma a tutto ero pronta tranne a quella visione.
Sentii la pelle del viso tirare dallo stupore e i miei muscoli tremarono dagli spasmi che il mio respiro irregolare concedeva.
Non era possibile.
Era…era…
< quello…quello…è mio >
Il mio cuore si fermò nel sentire quella voce.
Una voce bassa e incerta..roca e intimidita. Ma ugualmente..la sua voce.
Scossi la testa come un automa cercando di scacciare dalla mente quell’immagine sicuramente irreale.
Non poteva essere.
Mosse un passo verso di me, ma indietreggiai di rimando.
Non doveva avvicinarsi oltre.
Chiusi gli occhi per riprendermi da una marea di sensazioni che rischiava di farmi svenire per la prima volta nella vita.
Questa volta la mia mente era stata più precisa e veritiera del solito.
Tutto sembrava così reale che sentivo il cuore scoppiarmi in petto.
Ma quello non era vero.
Non poteva esserlo.
Lui…lui non sarebbe più tornato e dovevo smetterla di farmi del male.
La delusione per quella consapevolezza diede il via alle lacrime che accompagnavano oramai ogni mia giornata.
< non….non piangere ti prego… >
Nuovamente riaprii gli occhi stupita di ritrovarmi ancora li…assieme a lui.
< non..sei felice di vedermi… >
Presi un bel respiro
< sono tanto stanca di vederti e di conseguenza soffrire >
Le mie parole parvero colpirlo al pari di una sberla e provai lo stesso dolore.
Il Miroku dei miei sogni non soffriva mai…anzi sorrideva sempre.
Quella visione invece era segnata..triste e preoccupata.
< mi dispiace…io… >
< già…d’altra parte me lo merito…ti ho..abbandonata!  >
< vorrei che la mia mente la smettesse di evocarti…è assurdo quanto tu possa sembrare reale…ma questo non mi aiuta…se non ti dico addio presto o tardi non riuscirò più a vivere senza di te >
Spalancò la bocca per replicare ma non una parola abbandonò le sue labbra.
< non sono frutto della tua mente Sango…sono reale… >
Strinsi gli occhi per scrutarlo meglio.
Era vero, era decisamente diverso da come lo immaginavo sempre.
Era impolverato e ferito..era stanco e mal ridotto, e nei suoi occhi vi era una maturità e una profondità che non ricordavo. Sembrava aver vissuto l’inferno ed esserne uscito vincitore ma sconfitto allo stesso tempo.
Il silenzio tra noi si fece insopportabile; anche lui era stranamente teso e irrequieto tanto che per alleviare la tensione si spostò con noncuranza il ciuffo bruno dalla fronte.
< quel ciuffo è troppo lungo..dovresti tagliarlo >
Spalancò gli occhi sorpreso quanto me da questa mia uscita.
Ma come mi era venuto in mente?
Mi sorrise, ed il sole entrò in quella cucina buia e silenziosa.
Un sorriso autentico e vero.
Un sorriso splendido e cospiratore.
Il suo sorriso.
< sai…dove sono finito in questo periodo…non ho avuto modo di badare al mio aspetto… >
< ...e dove saresti finito con esattezza? >
Era un rischio cedere alla convinzione che quello che mi stava davanti era il vero Miroku ma oramai il mio cuore aveva già scartato ogni possibile dubbio.
< è una storia lunga e penosa…che voglio raccontarti dopo che ti avrò stretto tra le braccia per ore. >
Portai la mano libera al cuore nel tentativo di calmare quel battito furioso.
< io…io… >
< posso? >
Si avvicinò lentamente senza staccare gli occhi dai miei creando un legame che andava oltre ogni possibile comprensione.
Si fermò ad un passo da me.
Il suo respiro irregolare come il mio era caldo e vero.
< No…non…non farlo.. >
Nuovamente mi sorrise.
Il paradiso era a portata di mano ma avevo una tale paura da non riuscire a muovermi.
Lentamente afferrò il bastone e lo scostò dal mio corpo lasciandomi scoperta e vulnerabile ai suoi occhi.
Sentii il rumore del metallo contro il pavimento ma non me ne curai.
La sua mano aveva sfiorato la mia e il sangue aveva preso a pulsare in quel punto.
Tutto in me era straordinariamente vivo.
Vivo come non lo era da quasi due anni.
Vivo come quell’uomo che mi stava di fronte.
< sono felice di essere a casa >
Mi tuffai tra le sue braccia e piansi la disperazione di quel tempo.
Piansi assieme a lui.
Le lacrime lavarono via la solitudine e l’amarezza della sconfitta.
Soffocai il mio viso nel suo petto
< sei…sei tornato..sei…oddio..grazie…grazie! >
 
Lasciai che il silenzio si depositasse al suolo come fosse una coperta leggera che avvolgeva con premura il mio corpo scosso dai brividi.
Brividi di freddo e di paura, di stanchezza e di confusione.
Scossi la testa con forza e piantando a terra la grossa arma di Sango mi sgranchii le braccia.
Dovevo calmarmi e riflettere ma soprattutto dovevo riprendere le forze, solo così avrei potuto ragionare con lucidità.
Il mio pensiero martoriato corse lontano assieme a Miroku.
Sperai in cuor mio che stesse bene e che fosse immensamente felice.
Quanto avrei voluto poter condividere la sua stessa sorte.
Respirai a fondo ricordandomi che avevo un compito da portare a termine.
Se avessi fallito il vortice maledetto sulla sua mano l’avrebbe rispedito qui….e questo non sarebbe dovuto accadere.
Sfiorai con un dito il punto vuoto lasciato dal mio fazzoletto.
Il cuore prese a sanguinare come ogni qual volta cedevo alla tentazione di pensarlo.
< ti manca Inuyasha….vero piccola? >
La voce suadente e dolce di quella che doveva essere mia madre mi riportò drasticamente alla realtà.
< non lo nominate. Mi confonde e lo sapete. Non dovete giocare sporco. >
I suoi occhi caldi si spalancarono stupiti
< non sottovalutatemi…non sono tanto stupida da credere che teniate a me e soprattutto che teniate a lui; ricordarmelo in continuazione non vi aiuterà in alcun modo >
Mi sorrise compiaciuta.
Non capivo se era più grande l’orgoglio di avermi creato esattamente come voleva oppure il fastidio che le procuravo ogni qual volta prevedevo le sue intenzioni.
Quella donna ai miei occhi era incomprensibile ma sentivo che dietro alla sua facciata bonaria e altezzosa si nascondeva altro.
Molto altro.
Riportai l’attenzione su Naraku.
Ad ogni secondo che passava pezzi del suo corpo si ricongiungevano a lui lentamente.
La cosa non mi preoccupava….sapevo per esperienza che completo o meno, la difficoltà di quello scontro sarebbe stata ugualmente elevata.
C’erano tuttavia troppe lacune e troppe parole cariche di significato che ancora non riuscivo a comprendere.
Quello sguardo deciso e fermo voleva comunicarmi silenziosamente qualcosa..ma cosa…e soprattutto potevo fidarmi di un essere simile?
< Kagome…piccola mia…se vuoi rivedere i tuoi amici e il tuo mezzo demone devi sbrigarti…. >
Era un osso duro.
Tale e quale a Naraku…tale e quale a me. Maledizione!
< ditemi allora..che cosa volete che faccia esattamente…? Devo sconfiggerlo..ora…ancora? >
< non vantarti troppo ragazzina….in realtà contro di te non ho mai perso veramente >
< …fatto sta che ora sei qui..con me…e merito mio o no….mi pare che la tua situazione non sia delle migliori >
Mi sorrise con accondiscendenza.
Il mio animo ribelle e vivace che ristagnava oppresso dalla solitudine e dal buio di quel luogo sentiva di essere più affine e in sintonia con Naraku che con la sacerdotessa antica.
Spalancai gli occhi a quel pensiero assurdo.
Eppure…il mio animo era decisamente più propenso a fidarsi di quella creatura mostruosa che ci aveva torturati senza tregua e pietà obbligandoci a distruggerci a vicenda…piuttosto che a quella fredda e austera donna che con poche parole piazzate aveva mandato all’aria la mia intera esistenza.
Indubbiamente due mostri.
Indubbiamente due creature prive di scrupoli e sentimenti…ora..dovevo solo scegliere quello peggiore…
 < si…devi ucciderlo e subito….sconfitto una volta per tutte tu potrai sfruttare i poteri della sfera per tornare nel tuo mondo…e io sarò libera. >
Il lampo di infinita soddisfazione che lessi in quegli occhi nocciola uguali ai miei mi costrinse a irrigidirmi.
Si non mi stavo sbagliando…dovevo fare attenzione.
< perché non lo potete sconfiggere voi? >
La mia domanda la fece sobbalzare lievemente.
La risata sommessa di Naraku mi sembrò stranamente compiaciuta. Che confusione!
< se lo uccido io…..che sono la custode della sfera….tu rimarrai qui per l’eternità… >
< certo che ne inventi di balle eh cara Midoriko! >
< non ti permetto di insultarmi oltre maledetto! >
Sospirai per richiamare la loro attenzione.
< quindi lo fate per me…per permettermi di ritornare da… >
Quel nome rimase incollato al palato incapace di uscire dalle mie labbra.
Era dolore puro.
< da Inuyasha?  Si bambina…lo faccio unicamente per te.. >
Assottigliai gli occhi per focalizzarla meglio.
Era la reincarnazione della purezza.
Era talmente sincera e convinta delle sue parole che per un attimo il mio cuore vacillò esitante.
Che cosa dovevo fare???
< mentre voi decidete chi delle due deve farmi fuori, io opterei per rimanere tutti qui dentro a raccontarcela in eterno che ne dite? >
Fulminai Naraku che oramai aveva raggiunto la completezza del suo fisico.
Era sempre lo stesso.
< quando dici che lei ha progettato tutto…anche il tuo amore per Kikyo che cosa intendi? >
Un lampo di terrore passò fugace sul viso della sacerdotessa antica che si ricompose impassibile facendomi dubitare della mia vista.
Eppure percepivo in lei qualcosa di strano…c’era indubbiamente qualcosa sotto..
Temeva.….ma cosa?
< non vale la pena farlo parlare Kagome….è molto bravo a raccontare storie! >
< Quasi quanto te! Se ti dicessi che aveva previsto ogni cosa? Aveva previsto che io impazzissi per la ragazza di Inuyasha e che quella donna ci avrebbe portato allo scontro eterno..ci crederesti? O che molto probabilmente è stata proprio lei a spingere Kikyo in quella grotta dove Onigumo si stava lentamente consumando….Allora??? >
Spostò l’attenzione su di lei fulminandola con lo sguardo.
< è opera tua anche quella?? >
Soppesai il valore di quelle parole sentendo il peso di una verità tremendamente lontana da ciò che avevo sempre vissuto e immaginato.
Mi voltai verso Midoriko che bianca e tesa fissava con furia quegli occhi rossi e freddi quanto i suoi.
< l’hai sparata grossa questa volta Naraku >
Il suo tono astioso e duro confermava l’autenticità delle parole di Naraku.
Quei due si odiavano alla follia. Doveva pur esserci un valido motivo!
Portai le mani alle tempie e le massaggiai per alleviarne la tensione.
Ero stanchissima e a corto di lucidità.
< stai insinuando che ha fatto in modo che Kikyo ti incontrasse proprio con lo scopo di farti innamorare di lei così da iniziare la tua battaglia personale con Inuyasha? >
< si….perchè ad un certo punto saresti dovuta entrare in scena tu…e a lei serviva un contesto sgradevole e un amore impossibile per farti diventare quella che sei. >
Respirai a fondo per calmare i nervi del collo che dalla troppa tensione cominciavano a pulsare dolorosi.
Non potevo credere che tutta la mia esistenza fosse una falsa. Che anche il sentimento provato da Naraku nei confronti di Kikyo fosse effimero e programmato. Non potevo credere che era stato tutto progettato per me.
Per farmi conoscere tutti loro, per farmi soffrire, amare, crescere come voleva lei.
Presi un altro respiro. Se continuavo su questa strada..mi sarei annientata da sola e non potevo concedermi neanche questo lusso.
< Diciamo che fin qui ti credo..….ma come la metti con tutto il resto?>
< se ti riferisci al monaco e alla sterminatrice….be….è molto semplice….si trovavano sul mio cammino…o forse anche quello è opera sua! Io volevo la sfera per costringere Kikyo ad amarmi e loro si sono trovati coinvolti. Non è colpa mia se si sono messi di mezzo. Dopotutto io sono un essere malvagio…e non ho mai guardato in faccia nessuno. Io volevo Kikyo. Volevo stare con lei. Questo è ciò che contava di più e questo è ciò ho chiesto alla sfera…però come vedi..sono ancora qui e non credo che la situazione cambierà. >
< sai mi dispiace molto Naraku…tutti dovrebbero stare con la persona che si ama…purché si meriti questo privilegio; ma grazie a te…grazie a voi due, anche io ora sto subendo lo stesso destino quindi…..ditemi a chi devo credere si può sapere? >
< Kagome….come puoi mettere in dubbio le mie azioni in confronto alle sue. Lui ti ha distrutto la vita! >
< e voi l’avete programmata fino all’ultimo istante “madre”! Credete che questo non sia distruttivo? >
Assottigliai gli occhi e scrutai con attenzione il pallore della mia creatrice.
Era preoccupata.
Visibilmente preoccupata.
Feci un profondo respiro per calmare i miei nervi tesi.
 < quando ci siamo scontrati hai detto che la sfera non ha esaudito il tuo vero desiderio…ma che ne avrebbe comunque realizzato un altro..quale..? >
Sentii il sussulto di Midoriko e contemporaneamente vidi l’ombra di un sorriso perfido e cospiratore spuntare su quel viso che avevo imparato ad odiare con tutta me stessa.
< non te lo posso rivelare Kagome…dovrai scoprirlo da sola…..il desiderio non si è ancora avverato ma grazie a te potrebbe realizzarsi…un desiderio che potrai comprendere solo se rifletterai e se farai la scelta giusta >
< smettila di intontirla con le tue parole prive di valore bastardo! Kagome non devi credere a niente di ciò che sputa….se lo ascolti non potrai più rivedere Inuyasha……se non lo sconfiggi rimarrai rinchiusa qui per sempre! >
Non potevo sentire e sopportare oltre.
Indietreggiai lontano e mi lasciai cadere al suolo priva di energie.
Volevo qualcuno al mio fianco.
Volevo qualcuno pronto a caricarmi sulle sue spalle e a combattere per me. Volevo che quel qualcuno risolvesse quella catastrofe al posto mio e che mi dicesse che in fondo…andava tutto bene.
Io non volevo qualcuno..volevo…Inuyasha.
 
Restammo così per diverso tempo, fino a quando un pianto disperato e impertinente non mi fece rabbrividire.
Guardai Sango terrorizzato e lei mi fissò piena di timore e dubbio.
< è….è Misaki? >
< ..come…?? >
< Inuyasha! >
< ah… >
Nessuno dei due osò muoversi.
Io avevo una dannata  paura di vederlo.
Dopotutto non mi ero preparato ad affrontare una sfida così impegnativa e Sango…nei suoi occhi leggevo incertezza. Perché?
Un nuovo strillo la fece scattare in piedi.
< io……non sapevo di essere incinta. Il figlio è tuo ovviamente ma se non…. >
Abbassò il capo tristemente ma subito dopo lo rialzò in quel suo modo fiero e determinato che tanto amavo.
< se non lo vuoi posso capire…non hai alcun impegno nei miei confronti! >
Mai delle parole avevano provocato in me tanti sentimenti contrastanti.
Shock, furia, delusione, paura, orgoglio, tenerezza e determinazione.
< così mi rattristi Sango ma evidentemente la mia poca maturità ti ha fatto temere inutilmente. >
< ma..ma.. >
< io voglio questo bambino…anche se non l’abbiamo programmato, anche se non l’ho visto nascere lo voglio con tutto me stesso…voglio qualsiasi cosa sia tua..non lo capisci? >
< ma hai fatto una faccia quando l’hai sentito piangere… >
< non ero pronto. >Sospirai < non sono pronto! Ma tu mi insegnerai…mi farai vedere come si fa perché scommetto che sei meravigliosa….e io imparerò ad essere un…un…padre! Un buon padre >
< Oh Miroku.. >
Nuovamente mi si gettò addosso felice e sollevata.
Misaki stufo di non essere calcolato strillò con più forza.
< vedi non sono per niente meravigliosa nei suoi confronti. Muoviamoci…te lo presento >
Con grande emozione e con un gigantesco groppo in gola mi preparai a conoscere…mio figlio.
 
La questione si faceva più grave e pericolosa del previsto.
Il tarlo che Naraku aveva insinuato in Kagome era più dannoso che mai.
Non pensavo che lei avrebbe potuto mettere in discussione le mie parole, ne tanto meno credere ad una creatura abbietta e misera come quel mezzo demone bastardo.
Dovevo riconquistare la sua fiducia e mettere quel maledetto in cattiva luce a tutti i costi. Solo così sarei stata libera da questa eterna prigionia, libera di vivere la mia esistenza lontana dalla sfera.
< sei preoccupata vero? >
Il suo fu solo un sibilo sottile.
< diciamo che ci sai fare a rendere le cose complicate… >
< è merito tuo….sei stata tu a volere che Kagome si scontrasse con me. Non potevi aspettarti una resa totale da parte mia. Dovevi prevederlo >
< avevo previsto il tuo ciarlare inutile…quello che non avevo pensato… >
< i dubbi di Kagome nei miei riguardi vero? Già! Il fatto che soppesasse le miei parole ha stupito anche me! Ma meglio così…vincerò io Midoriko e tu perirai con la scomparsa della sfera. >
Spalancai gli occhi.
Dannato aveva compreso anche quello.
Era davvero più pericoloso del previsto.
< la tua foga nel volere che fosse lei a sconfiggermi mi ha lasciato fortemente perplesso….e perciò ho compreso…ho compreso tutto…e vedrai…non ci metterà tanto neanche lei…! >
< perché non glielo dici tu… forza >
< non fare la spavalda quando so benissimo che dentro tremi…ma non posso farlo…se non ci arriva da sola la sfera non opererà alcuna magia! >
< tranquillo…tanto l’arma che ho contro di te è il male che gratuitamente le hai fatto...! Posso anche aver stabilito molte cose della sua esistenza ma mai ho voluto che patisse tanto. Sei stato spietato e disumano con tutti loro. >
< ahahaha sai che sei proprio un bel tipo. La tua ipocrisia supera la mia più totale cattiveria! Non desideravi che soffrisse ma la vuoi incastrare con un’esistenza qui dentro a combattere al posto tuo….!!! Sei proprio incredibile! >
< Per questo è stata creata. Solo ed esclusivamente per questo momento e niente…ne tu…ne lei…ne tanto meno la mia coscienza mi faranno cambiare idea. >
Con questo mi allontanai al pari di Kagome per riflettere sulla mia prossima mossa.
Non potevo fallire.
 
Erano passate due settimane da allora.
Facevo progressi sia come padre che come marito.
Ripensai al giorno del matrimonio.
Sorrisi beato. Avevo voluto sposarla subito.
Nonostante la maledizione che ancora mi condannava ad una vita di incertezze e la preoccupazione per Kagome e di conseguenza per Inuyasha mi sentivo un uomo fortunato.
Anche Sango dopo il pianto iniziale nel costatare che infondo quasi nulla era cambiato, mi aveva restituito il rosario con una nuova luce negli occhi.
Sicura che questa volta sarebbe finita bene. Sicura e fiduciosa della sua migliore amica.
Non passava giorno che non pregasse assieme alla somma Kaede e a Rin per quella straordinaria ragazza che combatteva una battaglia anche mia e seppur nauseato da un senso di colpa costante, anche io riponevo piena fiducia nelle sue capacità e nel suo spirito.
Quello che mi preoccupava di più e che sicuramente non la pensava come me..era Inuyasha.
Dal mio ritorno la situazione non era affatto migliorata.
Non aveva ancora digerito la nuova condizione.
Sperare gli faceva paura.
Non sperare lo faceva sentire in colpa.
Questo dilemma lo stava distruggendo.
Gli unici attimi in cui lo vedevo più sereno e tranquillo erano quelli trascorsi assieme a Misaki.
Con orgoglio guardai quei due giocare assieme.
Sango aveva ragione. Inuyasha con Misaki è tutta un’altra persona ed io ero più che disposto a concedere al mio amico quegli attimi di tregua dalla sua agonia.
 
< Inuyasha oggi ci sarà il novilunio vero? >
< tsk! Quindi? >
< no era così tanto per dire…se vuoi posso ritardare di un giorno il mio esame per starti vicino >
< non dire scemenze. A me non serve nessuno! >
< ma…ma… >
< piccolo Shippo lascialo stare….ultimamente è di cattivo umore >
< si però….bè mi fermerò lo stesso nel caso avessi bisogno! >
< io non ho bisogno di nessuno! >
< ok ok..non ti scaldare! >
< lasciatemi in pace! >
Mi consegnò il bambino come una furia e sparì nel silenzio dell’incredulità generale.
Anche Misaki non osò fiatare!
Era sempre così suscettibile e iroso che faticavo a sopportarlo!
< Rin sarà meglio tornare dalla somma Kaede….qui tanto non abbiamo granchè da fare! >
< si…mi dispiace tanto per lui…speriamo che in solitudine trovi la pace che cerca.. >
< solo Kagome può restituirgli il sorriso…. >
Con il capo chino e la tristezza nel cuore ci voltammo verso il villaggio.
 
Piegai le ginocchia e vi appoggiai stancamente la testa.
Era inutile sperare nell’intervento divino.
Ero sola.
Completamente sola.
E da sola me la sarei dovuta cavare.
Ripensai con attenzione alle loro parole.
Ai loro gesti e ai loro sguardi, ma soprattutto ripensai alle loro reazioni.
Naraku non aveva perso la sua aria spavalda e sicura ma in lui avevo scorto una totale assenza di ribellione e ostilità nei miei confronti. Sembrava aspettare paziente una mia mossa precisa…ma quale?
Midoriko invece….sembrava più zuccherina e allo stesso tempo più tesa del dovuto.
Composta ma agitata al tempo stesso.
Nonostante la mia ostilità nei suoi confronti dovevo ragionare con equità.
Ero sicura che mi stesse nascondendo una parte fondamentale per comprendere il dilemma, e il motivo di tanto silenzio non poteva che essere a mio sfavore.
Ripensai poi con apprensione alle parole di Naraku.
Poteva davvero aver escogitato tutto nei minimi particolari??? Anche il loro primo incontro?
Santo cielo…che confusione!
Midoriko sostiene che sconfiggendo Naraku entrambe saremo libere.
Lei dalla prigionia della sfera e  io di ritornare nel mio mondo. Improbabile!
Naraku invece non si è mai difeso dicendo di non voler essere ucciso. Sostiene solamente la falsità di Midoriko nei miei confronti…Perché? Da quando si preoccupa per me? No decisamente sospetto.
A pensarci bene non ha neanche mai voluto scontrarsi con lei….ma allora???
Sbuffai spazientita.
Dovevo scoprire cosa mi stava nascondendo Midoriko e assolutamente dovevo scoprire quale fosse il desiderio inespresso di Naraku!
Pensa Kagome…pensa!
 
Stupido volpino ficcanaso!
Sapevo perfettamente che giorno era.
Era il giorno più odioso del mese.
Il giorno in cui mi sentivo peggio in assoluto e sembrava assurdo toccare un fondo…così fondo.
Divenire umano significava perdere quel lato del mio spirito che mi aiutava a contrastare il dolore e la solitudine.
La parte demoniaca riusciva a riscuotere parzialmente il mio torpore impedendo al mio corpo di autodistruggersi.
Rimanere uomo per una notte intera mi annodava lo stomaco desiderando disperatamente qualcosa che non potevo avere.
Minacciando il mio autocontrollo fino alle lacrime.
Facendomi vergognare del mio stesso dolore.
Quelle notti atroci provavo tutta la frustrazione e la debolezza del mondo.
Tutta la solitudine possibile.
La mia mente umana non voleva staccarsi dal minimo particolare di lei e me lo riproponeva con tutte le sensazioni più vive e letali.
Era dolore liquido.
Come ogni notte di novilunio saltai sull’albero Sacro e mi preparai a chiudermi in me stesso.
Non volevo compagnia.
Non volevo nessuno, neanche la presenza del vento.
Nessuno doveva essere testimone del mio delirio e della mia pazzia.
Slegai il suo fazzoletto dal polso e lo strinsi tra le mani accarezzando quel tessuto consunto e ancora macchiato del suo sangue.
Non andava via.
L’avevo lavato e sfregato sperando di togliere quell’odore a me insopportabile, ma niente.
Sembrava marchiato a vita, al pari di quello che le avevo fatto.
Le mie mani si trasformarono velocemente al calar del sole.
Tremai di inquietudine.
Erano passati pochi secondi ma già volevo morire.
Eccole li.
Tutte le sensazioni più crude e reali.
Eccoli arrivare..tutti i sentimenti e i ricordi più lontani. Tutta la debolezza e la passione dell’essere un essere umano.
Portai con forza il fazzoletto alla bocca e vi urlai contro il rancore di un uomo.
Un uomo distrutto.
 
Salve a tutti...!
Il mio prolungato silenzio è terminato.
Mi scuso immensamente con i miei pochi,fedeli amici che hanno aspettato mesi prima di avere mie notizie!
Mi era proprio impossibile scrivere e devo dire che ho fatto molta fatica a riprendere però…eccomi qui!
Per farmi perdonare ho in mente una sorpresina..ma alla fine..(che è davvero alle porte).
Ma passiamo al capitolo:…dopo mesi che non scrivevo nulla penso che risulterà orrendo ma sono pronta a tutto… ^^
Questo è un momento di transizione.
Nel prossimo svelerò ogni cosa..pazientate ancora un po…!
Sto ampiamente preparando il finale, non perché sia spettacolare….O.O , ma perché è piuttosto complicato e ci tenevo a farvi comprendere le cose un pochino per volta.
Prometto solennemente che aggiornerò a breve!!!
Restate con Kagome che deve affrontare un bivio non indifferente…voi a chi credereste se foste in lei???
E il povero Inuyasha…dategli la forza di sperare un ultima volta….altrimenti……bè…su…non sveliamo troppo!!!
A presto e come sempre grazie grazie di cuore a tutti voi!
Notte ;D

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Capitolo 50
*** Il fine giustifica i mezzi! ***


Uscii dalla capanna della vecchia Kaede al sorgere del sole.
Avevo dormito piuttosto bene. Dopotutto era come ai vecchi tempi..o quasi.
Stiracchiai le braccia verso l’alto e rimasi fermo a contemplare il villaggio deserto.
Era tutto ancora pacifico e silenzioso. Quella quiete entrò in me spazzando via la stanchezza degli allenamenti.
Ero rientrato dall’addestramento con Totosai per il matrimonio e da allora non avevo avuto un attimo di tregua.
Quel piccolo demonio di bambino mi aveva fatto impazzire.
Evidentemente gli stavo simpatico.
Zio…
Ero troppo giovane per fare lo zio a tempo pieno e dovevo ancora diventare un grande sterminatore, soprattutto ora che mia sorella si era chiamata fuori dalla questione battaglie.
Sarei diventato abile e coscienzioso quanto lei e avrei onorato la mia famiglia aiutando tutti coloro che si trovavano in difficoltà.
Sospirai.
Il primo da aiutare era a portata di mano.
Il tempo e la lontananza non lo avevano di certo aiutato a dimenticare o ad affievolire il suo dolore.
Sotto un certo punto di vista lo ammiravo.
Era davvero incredibile quanto tenesse a quella giovane amica…però….non sopportavo di vederlo così…ancora…e ancora. Soprattutto conoscendo la sua personalità e la sua forza.
Mai mi sarei aspettato un epilogo simile.
Scrollai la testa per levarmi il suo sguardo triste dalla mente.
In quel preciso istante la tenda si mosse rilevando una figura sorridente e sorpresa.
< che cosa ci fai già alzato? >
< potrei farti la stessa domanda!! >
< oh…bè è il giorno della settimana in cui il signor Sesshomaru viene a trovarmi…..per cui.. >
Inclinai la testa davanti al suo palese imbarazzo.
< Kaede sa delle tue fughe mattutine? >
< si…mi ha scoperta tempo fa….ma d’altra parte non andiamo lontano! Lui non si avvicina perché non…non.. >
< non sopporta Inuyasha… >
< be si…ma principalmente non sopporta vederlo così >

Spalancai gli occhi stupito e incredulo
< te l’ha detto lui? >
< certo che no!....l’ho capito dal modo in cui guarda in questa direzione. Mi chiede di lui sai…? E alla mia risposta si innervosisce e cambia argomento…è il suo modo di preoccuparsi….dopotutto gli vuole bene…è suo fratello!! >
< se ti sentono siamo nei guai tutti e due!!! >
< prima o dopo riusciranno ad andare d’accordo… anche Kagome lo voleva! >
Era così tenera e pura che il mio istinto di protezione salì alle stelle.
< stai attenta ok? >
< si…farò in fretta… >
< chissà perché…ne dubito!!! >
 < mmmm >
Mi mostrò la lingua e si avviò correndo verso il suo più grande idolo!
Che strana accoppiata!
 
< Uccidendolo…che fine farà la sfera? >
Quella domanda secca e sicura mi fece irrigidire ma la reazione di Midoriko fu decisamente più vistosa.
Era nei guai!
E brava Kagome.
Quella ragazzina assurda mi stava tornando decisamente utile e anche se una parte di me l’avrebbe odiata per il resto della vita…il lato segreto e fragile si animava solo e grazie a lei.
La odiavo anche per questo ovviamente.
Eppure..
< La sfera?? Oh vedi…la sfera cesserà di esistere e tutto tornerà com’era prima. >
< mio nonno sosteneva che l’unico modo per far si che scompaia davvero, senza causare problemi è…esprimere il giusto desiderio……Mentiva? >
Se avessi saputo come fare avrei sorriso veramente. Quella creatura era un portento!
Aveva messo con le spalle al muro la grande Midoriko.
La curiosità si fece largo nel mio animo.
Dal canto suo la sacerdotessa eterna mi fulminò con una rapida occhiata, sottile e maligna.
Sapeva fin troppo bene quanto trovassi estasiante la sua difficoltà.
< mia Kagome…tuo nonno conosce le leggende e le preghiere. Non puoi fare affidamento su quel tenero vecchietto. L’unico modo per rendere la sfera innocua…è eliminare l’ultimo demone rimasto. Essa si purificherà e colei che lo uccide sarà finalmente libera dalla sua prigionia. Semplice e complesso allo stesso tempo…ma decisamente alla tua portata! Basta che ti sbrighi però.. >
Irritato da quel suo tono mellifluo e puro ed estremamente convincente mi voltai verso Kagome che apparentemente non sembrò risentire molto di quelle parole.
< scusate Midoriko se faccio fatica a credervi. E’ un vizio che ho acquisito di recente. >
< ma.. >
< mi sembra alquanto improbabile che dopo secoli passati qui dentro a combattere contro una vostra stessa maledizione…lasciate, senza alcun rimpianto, l’onore di uccidere l’ultimo demone della sfera, l’ultimo ostacolo alla vostra libertà…a me!! Quindi “madre”….non credendo ad una parola di quello che mi avete detto, ho deciso da che parte stare! >
Spalancai gli occhi dalla sorpresa.
Ero un uragano in festa.
Mi aveva dato sempre del filo da torcere e alla fine l’aveva sempre scampata nonostante i miei molteplici inganni ed atrocità, ma ora..ora ero estremamente sollevato di ritrovarmi come semplice spettatore a quel duello tra simili.
Ora la sua tenacia e la sua forza erano dirette contro Midoriko ed io non potevo esserne più soddisfatto!!!
< Kagome…come puoi sostenere una cosa del genere..come puoi credere a lui dopo tutto il male che ti ha fatto! >
< nessuno ha detto che gli credo e fidatevi se vi dico che ciò che mi ha fatto lui….non si può scordare. Ma voi rispondete a questo….con il mio arrivo la battaglia contro i demoni è finita. Il nostro spirito uguale li ha sterminati velocemente quindi..>
< non direi velocemente sei qui da quasi due anni! >
Mi pentii delle mie parole non appena vidi la sua espressione smarrita e sbigottita.
< d…due… >
< anni si! >Midoriko colse la palla al balzo e sorrise compiaciuta al mio passo falso.
Gettare nella confusione quella ragazza non mi avrebbe di certo aiutato dannazione.
Stavo perdendo colpi!
< due anni..non…non è possibile >
< oh tecnicamente qui sono trascorsi alcuni giorni…la sfera fa perdere ogni tipo di cognizione…ma la fuori….nella tua epoca e in quella di Inuyasha sono trascorsi un anno e nove mesi più o meno…… >
Vidi quel corpo minuto e fragile fare qualche passo indietro attonito e basito.
Avevo combinato un vero disastro.
 
Mi imposi di respirare e cercai di focalizzare il mio sguardo sulle mani tremanti svuotando la testa da quel ronzio tipico dello svenimento.
Non le avrei dato quella soddisfazione.
A nessuno dei due.
Avevo percepito la sua felicità alla vista del mio viso esangue.
Nonostante ciò il trauma che quella rivelazione aveva provocato in me era notevole.
Due anni!
Sicuramente ero persa.
Sicuramente tutto era cambiato.
Mia mamma…Sota..il nonno..la scuola…tutto era andato a rotoli.
Che cosa gli era stato detto…chi glielo aveva comunicato…che cosa loro stessi stavano raccontando in giro…?
E lui…lui come stava reagendo a tutto questo tempo?
Si era ripreso?
Due anni.
Sorrisi.
Certo che si era ripreso!
Gliel’avevo detto io di vivere…anche per me.
Una persona per quanto innamorata aspetta….ma…
Due anni.
La mia morte.
Ora tutto aveva perso di senso e di valore.
Ora…
Sapevo quello che dovevo fare.
 
Mi permisi un breve respiro liberatorio dopo la raffica di domande scioccanti di Kagome.
Era davvero furba e determinata.
Non pensavo che avrei sprecato così tanto tempo, così tante energie e soprattutto così tanta paura.
Ma grazie a quello stolto….ero salva.
Ora che Kagome aveva perduto la sua sicurezza ero di nuovo libera di rilassarmi e godermi un degno finale.
Mi voltai verso quella creatura immonda che la scrutava con velata apprensione.
Gli sillabai a fior di labbra quella parola che mandò in frantumi il suo poco autocontrollo.
Grazie!
 
 
Ritornai al villaggio solo quando fui nuovamente in possesso delle mie facoltà fisiche e mentali.
Il peggio era passato.
Strinsi i denti.
Il peggio era costante. Ma “quel” peggio era scivolato via anche per questo mese.
Respirai l’aria del mattino e scorgendo Kohaku sulla soglia , mi diressi senza sensi di colpa verso il pozzo dove, come ogni santo giorno, mi misi seduto in attesa.
Mi diedi dello stupido per quel gesto inutile e ridicolo ma era una delle poche cose che ancora mi recavano conforto.
Appoggiai stancamente la testa contro il legno umido del portale.
Quante volte l’avevo vista scomparire al suo interno?
E quante volte vi ero entrato io per andarla a prendere?
Ma soprattutto quanto ero felice ogni volta che scorgevo la sua mano aggrappata a questo bordo?
L’ennesimo sospiro tremulo abbandonò i miei polmoni.
Nulla di tutto ciò sarebbe tornato.
Nulla.
Con prepotenza quella frase si riaffacciò nella mia mente.
< “ falle sentire quanto la stai aspettando e quanto hai bisogno di lei..l’aiuterai vedrai…. ” >
Strinsi gli occhi e colpii ripetutamente il capo contro il pozzo.
Maledetto Miroku che era tornato.
Maledetto perché aveva riportato in vita non solo la sua presenza ma anche una speranza a cui non potevo cedere.
O forse si?
Potevo ancora permettermi di sperare?
 
Strinsi forte l’arco nella mano sinistra e con l’altra sradicai Hiraikotsu dal terreno.
Quattro occhi diametralmente opposti in fattezze e sentimenti si posarono su di me.
< sai Naraku…ti devo ringraziare. >
Il suo sguardo cambiò: da attento a sorpreso, da sorpreso a sospettoso.
< si….ti ringrazio per aver reso questi ultimi miei anni di vita…un inferno. Un vero e proprio inferno. >
< non capisco se è un elogio o semplice sarcasmo! >
< no no…ti sto ringraziando davvero. Mai altrimenti avrei potuto incassare anche quest’ultima tagliente notizia. Nessuno. Nessun essere pensante ci sarebbe riuscito. Eppure…credo di aver affrontato di peggio…grazie a te. Per cui..se ciò che non ci uccide ci fortifica….guardatemi perché sono decisamente viva. Ancora viva! >
Il suo sorriso mi disturbò ma in compenso il pallore della mia genitrice mi diede una scarica di adrenalina che non provavo da tempo.
Non esistevano amici o nemici in quel luogo.
Eravamo tutti contro tutti ed io ero stufa di reggere il gioco.
< prego allora! E’ la prima volta che qualcuno mi ringrazia e devo dire che è piacevole… si…davvero piacevole >
< goditelo perché certamente non ripeterai l’esperienza! >
< risparmia il fiato Midoriko…le tue ore sono più contate delle mie! >
< avreste formato proprio una bella coppia voi due…ma a pensarci bene…avere te come padre…sarebbe stato troppo da digerire..persino per me. Ma ora…..torniamo al principio…non mi avete creata solo per sterminare i demoni della sfera vero? Non vi servivo solo a questo altrimenti non avreste fatto tutta quella fatica. No…lo scopo era un altro… >
< …Kagome non so a cosa tu ti stia riferendo…non capisco... >
< oh si che capite…e capite benissimo di essere ai ferri corti….non ci sono ancora arrivata ma sento che la verità è a portata di mano e intendo scoprirla mentre combatto contro di te. >
Mi voltai verso Naraku che sotto la sua maschera imperturbabile impallidì visibilmente.
Avrei attaccato entrambi su opposti fronti.
Uno dei due prima o poi avrebbe ceduto!
 
Così non andava bene maledizione!
Continuava ad attaccarmi con precisione e costanza ma senza quella forza e determinazione che mi aspettavo in principio! Non voleva sconfiggermi….così mi sembrava..ma allora che intenzioni aveva???
Lanciai un’occhiata a quella sacerdotessa maledetta che aveva creato tutto questo casino.
Come ci era riuscita era ancora da vedere ma in fin dei conti poco importava.
Volevo solo che finisse.
Ero terribilmente stanco e privo di motivazioni.
Volevo che il mio spirito venisse liberato dalle catene che lo imprigionavano da quando Onigumo aveva deciso di appellarsi ai demoni.
Volevo il silenzio.
Lontano da tutto e tutti..lontano anche da Kikyo!
Non volevo morire per mano di Kagome. Non sarebbe cambiato nulla. La sfera e il mio corpo vuoto si sarebbero rigenerati all’infinito, costringendomi a morire li dentro.
Io volevo dissolvermi nel vento.
Mi avrebbe aiutato? Mi avrebbe concesso questo privilegio?
Ma la domanda più importante era…perché mai avrebbe dovuto farlo?
 
Guardai con ansia quel combattimento inconcludente ma costante.
Da quando aveva decretato che io ero il nemico aveva cominciato ad attaccare Naraku seguendo così il mio volere.
Allora perché ero così ansiosa e dubbiosa del suo operato?
In lei scorgevo tanti sentimenti ma non la determinazione che l’aveva sempre accompagnata durante i loro scontri.
Sembrava quasi che non volesse ucciderlo!
Cosa stava facendo allora?
Mille domande affollavano la mia testa stanca. Dannazione Kagome non capisci che sono al limite e che non vedo l’ora di essere finalmente libera di vivere la mia esistenza lontana da qui?
L’aldilà mi aspettava.
Era pronto: libero e pacifico..per me!
Ma senza sfera io avrei smesso di esistere…e così tutto ciò che avrei vissuto sarebbe rimasto relegato a questo.
Buio e guerra.
No! Non poteva finire così.
Io meritavo di più!
Lo scontro si fece più acceso.
Le sue frecce colpirono più volte il bersaglio che costantemente si rigenerò senza problemi ma io sapevo che ad ogni attacco, anche minimo, quel corpo smembrato cedeva e perdeva energia.
Sarebbe morto.
Prima o dopo Naraku sarebbe morto e io sarei stata libera.
Libera per sempre.
 

< hei…Inuyasha svegliati! >
< mmm…che vuoi… >
< Sango dice che devi venire a mangiare con noi… >
< non ho fame… >
< dai….ha preparato lo stufato…e non vorrai di certo lasciarmi affrontare il suo primo stufato da solo no??? Che amico sei!!!? >
Mi guardò con la faccia tra l’assonnato e il perplesso.
< tu che amico sei…! Perché vuoi farmi morire!! >
< andiamo non sarà così terribile….dovrebbe aver fatto un po’ di pratica durante questo tempo e anche Kagome le ha insegnato qualcosa! >
< perché? >
La sua domanda mi lasciò basito ma fu il suo tono duro a togliermi il sorriso
< perché cosa? >
< perché la nomini come se nulla fosse? >
Inspirai profondamente sentendo l’aria attorno a noi farsi frizzante.
Era in vena di litigare, lo leggevo dal suo sguardo..ed io ero stufo di fargli mille moine per tirargli su il morale.
Voleva sfogarsi…? Bene!
Una scusa in più per evitare lo stufato di Sango.
< e come dovrei parlarne…chiedendoti il permesso? >
Lentamente come la calma prima della tempesta si alzò in piedi e mi fissò con ostilità e durezza.
Verbalmente potevo stenderlo…ma a botte…ne avrei prese di santa ragione…ma poco importava se era questo ciò che gli serviva, avrei lottato con tutto me stesso.
< è grazie a lei se ti sei liberato…quindi vedi di non essere così…insolente >
< oh…avresti preferito indubbiamente avere lei al mio posto…vero? >
< non lo negherò mai! >
Un tic all’occhio mi costrinse a scrollare la testa.
Era letale anche lui con le parole.
Non ci aveva pensato neanche un secondo!
Come incolparlo però.
Il nostro era un legame profondo e vero ma per quanto fosse importante non era paragonabile all’amore che mi legava a Sango…o a quello tra lui e Kagome.
<  bene..ad averlo saputo non ti avrei neanche salutato! >
< tsk non dire stupidaggini! Hai capito benissimo che cosa intendo. >
< certo…ma ho capito anche che sei un grandissimo codardo! >
Indietreggiò dalla sorpresa ma si riprese subito.
Le sue mani finirono all’altezza della spada ma si accorse immediatamente che io non ero un nemico.
Ne un avversario da combattere.
Riportò le braccia lungo i fianchi impotente e nervoso.
Stava per scoppiare, e a dirla tutta anche a me prudevano le mani!
< si sei un codardo perché non vuoi ammettere la verità. >
< e quale sarebbe dannazione! >
< che hai paura anche solo a sentirla nominare perché da quanto ti ho ridato quel barlume di speranza ti è crollato il mondo addosso! Ma stai facendo tutto tu! >
< ah….e cosa ne sai! Tu non hai dovuto aspettare nessuno. Tu non hai dovuto piangere l’assenza di nessuno! Non hai la più pallida idea di cosa significhi sperare invano! >
< Oh….certo…non ho la minima idea di cosa voglia dire sentirsi soli e dispersi. Disperati e lacerati dentro. Non comprendo assolutamente la paura di credere in qualcosa che può rivelarsi irrealizzabile. Non so cosa voglia dire perdere qualcuno di importante! Non lo so proprio! >
Ansimai per la veemenza con cui mi ero liberato.
Mi mandava in bestia quando faceva la vittima incompresa.
< pensi di essere l’unico a soffrire. Pensi di essere l’unico che in questa situazione ha perso qualcosa. Pensi di essere l’unico a non avere un futuro…dannazione Inuyasha guarda >
Alzai il palmo della mia mano destra contro la sua faccia.
Il rosario fasciava ancora quella maledizione costatante.
Sgranò gli occhi perché aveva compreso.
< se tu fossi al mio posto ti saresti già arreso. Ma io al contrario di te non sprecherò neanche un istante che Kagome mi ha concesso…e se lei non riuscirà a salvarmi da questa condanna potrò dire di aver sfruttato fino in fondo il mio tempo. Vivo con l’angoscia di sparire senza lasciare traccia. Senza salutare mia moglie o rivedere mio figlio. Vivo con la consapevolezza che potrei abbandonarli ancora e questa volta per sempre. Come credi che stia brutto stupido. Eppure….sul mio volto c’è sempre il sorriso. >
Un sospiro grande come il mondo uscì da quel forte ma debole amico.
Mi dispiaceva scaricare su di lui il peso della mia esistenza ma volevo che capisse e che agisse una volta per tutte!
< per questo sono un codardo? Perché non credo alla speranza che lei possa tornare? >
< oh no….tu ci credi….ci credi eccome…altrimenti non saresti così arrabbiato e frustrato…saresti passivo ma calmo. Saresti indifferente..invece eccoti qui a sospirare nell’indecisione e nella paura di impegnarti veramente. >
< io non ho paura >
Nuovamente quel tono bellicoso.
Dannato cocciuto!
< ah davvero???? E allora se non hai paura di sperare e non credi affatto alle mie parole…perché stringi quel fazzoletto come se potesse darti delle risposte? >
< questo…questo è…. >
< so che cosa rappresenta…ma è inutile che tu lo tenga stretto. Di lei non ti interessa abbastanza da uscire dal tuo muro protettivo e rischiare di soffrire un’ultima volta per salvarla. A te non importa abbastanza per cui….
Con un movimento rapido e preciso che lo colse totalmente allo sprovvista gli sfilai il fazzoletto di mano e lo strinsi balzando indietro.
La sua espressione sorpresa si tramutò in un ghigno minaccioso e teso.
< ridammelo. >
< abbiamo già stabilito che non ti serve >
< Miroku. Ridammelo. >
I suoi occhi erano due pezzi di ghiaccio e tutto in lui gridava violenza.
Un lungo brivido mi percorse la spina dorsale.
Stavo rischiando la vita.
Ma Inuyasha aveva bisogno di una scossa. Una vera scossa.
Alle mie spalle sentii i passi leggeri e affrettati di Sango che si immobilizzò non appena ci vide in quella situazione.
< Mi..Miroku… >
Non voltai lo sguardo. Non potevo distrarmi.
< digli di restituirmi quel fazzoletto. >
< Miroku…..cosa hai intenzione di fare….? >
La voce apprensiva e tesa di Sango confermò la mia teoria. Stavo portando quella mente distrutta e persa al di la del suo limite. Potevo finirla li…ma non sarebbe servito a niente.
< di chi è? Dimmelo Inuyasha…di chi è questo? >
< non esagerare Miroku…non voglio farti male. >
< rispondi! >
Con una lentezza e una pericolosità infinita spostò lo sguardo dal consunto tessuto a me.
< di..Kagome. >
< e visto che non tornerà…perché tu non credi che possa tornare…non le servirà più vero? Tanto meno a te che non ti fidi delle sue capacità….giusto? >
Un silenzio teso come una corda si diffuse in tutta la radura.
Anche il vento non osava intromettersi in quella battaglia tra istinti.
Sango non fiatava e nemmeno il mezzo demone smentiva le mie parole.
Sorrisi maligno.
< bene! >
Passai il fazzoletto nella mano destra e contemporaneamente sfilai il rosario.
Dovevo solo aprire la mano…e non avrei avuto più nulla da stringere.
Forse non avrei più avuto una vita.
Guardai dentro quegli occhi ambrati, dilatati dalla paura e dalla tensione.
Quante emozioni vi si poteva leggere.
Ansia, terrore ed indecisione, incredulità e rabbia.
Ma la più prepotente di tutte era l’impotenza.
Forse verso se stesso. Verso di me. O verso l’amore che l’aveva corroso fino a ridurlo com’era ora.
< non farlo. >
Il suo tono quasi agonizzante e disperato mi fece vacillare.
Ma strinsi maggiormente quel tessuto caro ad entrambi.
Io volevo che la mia più cara amica ritornasse tra noi.
E al diavolo la mia maledizione. Contava poco.
Volevo rivederla al suo fianco..dove era giusto che stesse, ma soprattutto volevo vedere quel mezzo demone testardo sorridere ancora.
Non potevo tirarmi indietro.
< l’aiuterai a tornare credendo che possa davvero farcela? >
Un leggero movimento delle sopracciglia e la contrazione della mandibola fu la sola risposta che ottenni.
Non mi avrebbe mentito neanche per riprendersi quel dannato ricordo.
Non mi restava altra scelta.
< mi dispiace. >aprii la mano e il fazzoletto sparì tra le mie dita.
Un suono strozzato alle mie spalle accompagnò quella scomparsa.
Non feci neanche in tempo a riavvolgere il rosario che un pugno pesante come l’acciaio mi spedì disteso al suolo a qualche metro da lui.
Mi rialzai sui gomiti pronto a subire la sua ira inarrestabile ma ciò che vidi ritto di fronte a me era la reincarnazione di un blocco di marmo.
Mi guardava come volesse bruciarmi.
Potevo scorgere il dolore liquido scorrere dentro il suo animo stanco.
Avevo oltrepassato il limite?
Forse.
Mi avrebbe perdonato?
Mai.
Mi sfiorai il labbro sanguinante e mi rialzai in piedi.
Quando sollevai la testa di Inuyasha non vi era più traccia.
Sentii alle mie spalle i passi decisi di Sango…tanto decisi quanto la sberla che mi colpì la guancia.
Poi con uno slancio improvviso mi abbracciò!
< non credi di aver esagerato? >
< probabile…ma.. >
< si ho capito….potevi morire lo sai? >
< probabile anche questo! >
< ma… >
< il fine giustifica i mezzi cara! >
Inuyasha..ora tocca solamente a te….decreterai la nostra vittoria…o la nostra sconfitta???
< se lo dici tu!!! Vieni che lo stufato si raffredda! >
Santo cielo!
 
< hai intenzione di uccidermi? >
< no! >
Il mio semplice attacco lo colpì di striscio nonostante la sua bravura nell’evitarlo. Si era distratto.
< no? >
< No. Voglio sfinirti…e voglio sfinire lei! >
Assottigliò lo sguardo e mi parve di sentire i suoi occhi leggere le pagine del mio spirito.
< così ti sfinirai anche tu però >
< questo è da vedere…io…non ho niente da perdere? >
< come non hai niente da perdere….non stai combattendo per la libertà? >
< ah si..?...Dovrei? >
< Kagome cosa stai dicendo? >
La voce più alta e sottile di Midoriko mi costrinse a voltare la testa senza abbassare l’arco che era ancora teso verso Naraku. L’arma di Sango….si era rivelata decisamente troppo pensante.
< grazie a voi due…non ha più senso nulla…quindi non vedo perché non smettere questo duello, sederci e pazientemente aspettare… >
< aspettare cosa? >lo sguardo altezzoso e sdegnato della mia creatrice mi fece sorridere.
< nulla! >
< ma…ma…..cosa stai blaterando donna? >
< che cosa non ha più senso Kagome…? >
< questo. Tutto questo. Perché combatterlo. Perché voler uscire da qui se fuori non ho più nulla ad aspettarmi..nulla che mi appartenga ancora! >
< ma non puoi pensare una cosa del genere! >
< ah no? Se ti riferisci ad Inuyasha spero con tutto il cuore che a quest’ora…dopo due anni..si sia rifatto una vita! >Provai uno spasmo dolorosissimo all’altezza del petto ma mi costrinsi a proseguire.. < E anche se tornassi nella mia epoca d’origine..anzi quella che voi avete scelto per me, tutto sarebbe inutile. I miei famigliari mi credono morta e chissà cosa hanno raccontato in giro per coprire la mia scomparsa. Forse hanno detto che sono perita a causa di una malattia..oppure che sono partita per non tornare mai più..! Quindi che senso ha…scappare di qui se non ho nessun motivo per farlo? Non ha senso vivere quella vita se non posso stare accanto alle persone che amo! >
Il silenzio calò lento e fugace come la neve d’inverno. Le mie parole li avevano tramortiti.
Dopotutto avevano tramortito anche il mio cuore.
< ma non penserai che Inuyasha….lui lui non si è sicuramente rifatto una vita…non… >
< forse mi sta ancora aspettando…ma anche se così fosse…ho capito che a causa vostra e dei vostri stupendi progetti…non potrei più stargli accanto. Il nostro amore non è reale, non è spontaneo…è stato tutto calcolato. E’ stata tutta una bugia. >
Ingoiai sangue amaro.
< Per cui ho deciso. Io resto qui. >
 




Ciao a tutti =D un altro capitolo è passato…spero vi abbia emozionato….ho comprato un’armatura per difendermi dalle mazzate che mi arriveranno!!!! ;D ; Il vento mi sta portando in direzioni sconosciute…diverse da ciò che pensavo…per cui….non so che cosa dirvi ;D Pazientate ancora un po’…il prossimo (che ancora devo scrivere)….sarà quello rivelatore.
Sarà un happy handing o no?????
Il bello è che sono in tempo per farli entrambi…e la cosa mi da molta soddisfazione!!!
Alla prossima cari…e grazie infinite a tutti quelli che si soffermano e soprattutto a quelli che esprimono i loro pensieri aiutandomi a concludere questa enormità!!!
Baci bacini bacetti.

A presto! ^^

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Capitolo 51
*** Nel bene e nel male ***


Questa volta precedo la lettura….abbiate pazienza perché è lunghetto e carico di…un sacco di cose….
Sono quasi del tutto certa che questo sia il terzultimo capitolo…….
Spero che vi piaccia perché ci ho messo tanto e tanto impegno.
Buona lettura e come sempre…grazie infinite a tutti :D

 
 
 
 
La sensazione di una grossa sbornia.
Ecco come mi sentivo.
Ma avevo davvero bevuto?
No.
Decisamente no!
Neanche tutto il sakè di Kaede avrebbe potuto farmi sentire così.
Come un albero privo di radici, come se la terra sotto ai miei piedi stesse franando lentamente lasciandomi con la consapevolezza che presto o tardi sarei stato risucchiato.
Mi guardai attorno cercando di mettere un po’ d’ordine nel mio cervello stanco.
Non riconoscevo quel luogo.
I miei piedi mi avevano condotto la..senza uno scopo, senza un vero motivo.
Come la mia vita.
Senza uno scopo.
Senza un valido motivo per continuare ad esistere.
Strinsi i pugni e una fitta dolorosa mi percorse il braccio.
Mi guardai la mano ancora pesta per la violenza cruda con cui l’avevo utilizzata.
Miroku.
La nebbia passò.
Il senso di vertigine cessò e tutto in me tremò di rabbia.
Come aveva osato?
Spostai lentamente lo sguardo dalla mano al polso.
Un polso vuoto.
Un polso solo e privo di difese, che non mi avrebbe più recato alcun conforto alla vista.
Tutto ciò che mi restava. era il ricordo di quel calore costante a cui mi aggrappavo con paura e disperazione.
Ed ora….per colpa sua….non esisteva più.
Il mio braccio era rimasto nudo ed esposto al male del tempo.
Come potevo rimanere immobile mentre la sua figura si dissolveva nella mia mente?
Come avrei fatto d’ora in poi a ricordare il suo volto, il suo profumo e il suo sorriso senza quel piccolo e consunto oggetto che mi aveva salvato da me stesso?
< Oh..Kagome… >
Mi inginocchiai, impotente e affranto dal pensiero di essere rimasto esposto e privo di ogni tipo di difesa.
Mi sentivo morire dentro ad ogni secondo che passavo in contemplazione di quel polso nudo.
Il mio amuleto, il mio porta fortuna, il mio ricordo di lei..era svanito all’interno di quel dannato vortice, dove avrei tanto voluto spedire il mio ex migliore amico….dove avrei tanto voluto annegare io.
Perché…perché?
Non bastava l’eroismo di Kagome che mi aveva abbandonato ad una vita che non volevo vivere, ora anche Miroku mi aveva tolto il respiro.
Ma…dopotutto aveva ragione. Questo dovevo concederglielo.
Ero un codardo.
Un grandissimo codardo.
La volevo disperatamente al mio fianco, avrei dato questa miserabile vita pur di rivederla un ultima volta.
Per chiederle scusa per quello che le avevo detto. Per il male che le avevo fatto.
Eppure…anche con questo forte desiderio, non ero capace di sperare davvero, non ero più in grado di fidarmi di lei.
Troppe volte mi ero lasciato convincere ad abbandonare la mia prudenza nei suoi confronti…e troppo volte mi ero ritrovato da solo ad ansimare per la paura di perderla.
Ed ora…ora non ero più in condizione di permettere al mio cuore di correre a briglia sciolta verso la speranza di riaverla al mio fianco.
Bastava quello ad uccidermi.
Bastava quella speranza a darmi il colpo di grazia che attendevo da due anni.

Un lampo di luce quasi dolorosa mi attraversò violentemente.
Potevo?
Potevo forse fare un ultimo tentativo?
Chiesi conferma al mio cuore che come risposta riprese a battere lentamente e con più convinzione.
Se il solo pensare di farcela mi faceva sentire più vivo…..sperare davvero…come mi avrebbe fatto stare?
Dovevo solo provarci.
Dopotutto ero un essere incompleto ed indeciso, a mezzo tra la creatura umana e il demone violento, in lotta con il desiderio di amare e un radicato rancore profondo, lacerato tra la voglia di vivere oppure di lasciarsi morire lentamente.
Ora sapevo cosa dovevo fare…ma non sapevo assolutamente come potessi riuscirci.
Mi alzai in piedi e corsi verso il luogo del nostro primo incontro.
Il luogo dove  il nostro cammino aveva preso forma.
Il luogo del nostro amore.
Solo li avrei potuto abbassare a forza le barriere dietro cui mi ero barricato e provare a denudare il mio cuore ed il mio spirito un’ultima volta.
Potevo farcela…potevo rischiare perché non avevo più nulla da perdere.
E…..se non avesse dovuto funzionare….mi sarei tolto di mezzo.
Una volta per tutte.
 
Guardai quel corpo denutrito e martoriato da una battaglia troppo lunga per una semplice essere umana.
Eppure lei era ancora li.
Ancora in piedi.
Ancora pronta nonostante le sue parole a dar battaglia.
Esternamente rimasi impassibile.
Rigido e apparentemente scioccato dalle sue parole, ma dentro….dentro sorridevo estremamente soddisfatto e fastidiosamente ammirato dalla sua bravura.
Lanciai una fugace occhiata a Midoriko che pallida come un morto e smarrita come il più debole dei cuccioli fissava la sua creazione sapendo benissimo di averne perso il controllo.
Ma io sapevo.
Avevo già visto all’opera la “Kagome attrice” e questa volta…non ci sarei di certo cascato.
 
I miei occhi non volevano lasciare quel viso tanto simile al mio ma che ora pareva scolpito nella cera.
Era perfetta.
Dannatamente perfetta.
Troppo.
Era andato tutto storto.
Ciò che ritenevo utile si era rivelato disastroso.
Ciò che credevo sicuro era risultato incerto ed irraggiungibile.
Come eravamo arrivati a questo?
Secondo i miei piani avrei già dovuto solcare le porte ultraterrene e indossare le ali della libertà…invece…rischiavo di consumarmi lentamente davanti ai suoi occhi. Dinnanzi ai loro sguardi implacabili e soddisfatti.
Anche se Naraku faceva di tutto per nasconderlo…leggevo chiara la soddisfazione sul suo volto ombroso.
Piuttosto di non darmela vinta…si sarebbe fatto uccidere da Kagome…anzi sarebbe rimasto impassibile ai suoi attacchi. Tutto pur di vedermi scomparire lentamente. Tutto pur di sapermi sconfitta!
Dannato.
Ma anche Kagome era soddisfatta…forse di aver finalmente preso una decisione…per quanto macabra e letale fosse. E per quanto si discordasse dalle opzioni che avevo previsto…lei aveva scelto.
Una scelta che non avevo minimamente preso in considerazione.
Mi aveva sbalordito ed ora…le mie possibilità si erano drasticamente ridotte…ma non avrei mai abbandonato il sogno di una vita.
Mai!
 
Guardai l’orizzonte farsi rosso, talmente rosso che sembrava sanguinare.
Anche il mio cuore era ferito.
L’immagine di Inuyasha impotente e furioso mi aveva tolto il respiro. Per un attimo avevo davvero creduto che volesse ucciderlo e la mia mano era corsa lungo la schiena…ad afferrare un arma che non possedevo da tempo.
Respirai a fondo per permettere all’ansia che attanagliava il mio cuore di allentarsi ma nulla nel mio spirito poteva cambiare.
La mia migliore amica si trovava da sola in un posto orrendo, sfinita e smarrita e con una pesante missione; ritornare da noi e salvare un amico da morte certa, e non passava giorno senza che il mio pensiero corresse a lei e alla sua straordinaria forza.
Ogni istante pregavo che ce la facesse e senza che potessi fermare le mie inutili preghiere, mi davo dell’egoista e della stupida.
Grazie a Kagome, lui era qui…al mio fianco ora.
Il suo sacrificio mi aveva concesso questo…e io ancora non ero contenta.
Lui sorrideva ed alleggeriva quella spada assassina che pendeva sopra le nostre teste…ma io sapevo, sapevo che non sprecava un istante…non sottovalutava un mio battito di ciglia per non perdersi nulla.
Rimaneva accanto a Misaki durante la notte solamente per sentirlo respirare nel buio.
Il mio cuore sanguinava, come il suo, come quello di Inuyasha…e indubbiamente al pari di quello di Kagome.
Due braccia forti mi avvolsero facendomi sentire la protezione di un ampio petto e la sicurezza del calore umano.
< smettila di tormentare la tua povera testolina…. >
Sorrisi della sua perspicacia. Come avrei potuto rivivere senza di lui?
< si hai ragione… >
Mi baciò il capo come per mettere ordine tra i miei pensieri e straordinariamente ci riuscì.
Non potevo perderlo. Non ora. Non più.
< guarda il tramonto…sembra che il cielo stia sanguinando.. >
< già..pensavo proprio alla stessa cosa…..e…non ho potuto far altro che pensare a Inuyasha >
Quel corpo solido contro il mio si irrigidì.
< forse ho fatto male ad agire così >
Mi voltai, senza sciogliermi dal suo abbraccio, a fissare quelle iridi azzurre come il mare e per un attimo mi persi.
C’erano preoccupazione ed indecisione, un pizzico di rabbia e tanta tanta impotenza.
Mi alzai sulle punte e gli sfiorai la bocca.
< peggio di così non poteva stare. Odio dirlo ma….sono giunta all’accettazione del suo dolore. Se non riesce a venirne fuori neanche grazie a questa tua violenta scossa….non….non voglio più vederlo così… >
Mi guardò con durezza ma comprese.
Era dannatamente vero dopotutto.
L’Inuyasha battagliero e vivo, prepotente e testardo, pieno di grinta e irruenza non esisteva più.
Non si poteva tenere in vita qualcuno che non ne voleva sapere di affrontare ciò che con coraggio e sacrificio gli era stato donato.
Lui non aveva mai voluto questo…e non lo avrebbe mai accettato.
Quel mezzo demone ribelle nei confronti di una vita difficile e piena di ostacoli…si era arreso, e senza l’appoggio di Kagome non si sarebbe mai più rialzato.
Dovevamo restare pronti.
Sentii la lama di quella spada posta sopra di noi abbassarsi tanto da sfiorarmi la nuca.
Se tutto fosse andato per il verso sbagliato…se tutto si fosse compiuto secondo il volere del nostro infame destino…Inuyasha non avrebbe più retto senza Kagome e Miroku sarebbe svanito all’interno di quel vortice dannato ed io….io sarei rimasta completamente sola.
Anche Miroku doveva essere arrivato alla mia stessa conclusione perché i suoi splendidi occhi divennero lucidi e la sua stretta si fortificò.
Mi abbandonai contro il suo petto lasciando che il mio cuore piangesse quelle lacrime non ero più disposta a versare.
 
< Kagome…come puoi rinunciare ora. Non puoi! >
La soddisfazione che avevo creduto di leggere nel profondo dei suoi occhi svanì lasciando il posto a tanto, troppo dolore.
Mi sentii smarrita per qualche istante poi ripresi il contatto con la realtà.
Erano così forti i suoi sentimenti da gettarmi nella più totale confusione.
Mi stavo indubbiamente indebolendo.
< io…sono tanto stanca madre >
Spalancai gli occhi.
Per la prima volta non vi era ironia o amarezza in quel confidenziale appellativo.
Ma il tono sconfitto e triste non mi aiutò ugualmente a sentirmi parte di lei.
Dopotutto non volevo far parte di quel cumulo di dolore puro.
< come posso fare per riportare indietro il tempo? >
< … non puoi… >
< già…. Che ironia. Voi due avete giocato con me e con i miei sentimenti con una facilità estrema. Sembra che per raggiungere i vostri scopi abbiate fatto di tutto…anche quello che non si poteva fare…ma allora perché io non posso fare ciò che desidero di più al mondo? >
< e che cosa vorresti Kagome? >
< dimenticare. >
Rimasi perplessa davanti a quella sua totale resa.
Non era da lei. O forse…avevamo davvero superato ogni limite immaginabile.
< dimenticare Inuyasha? >
La vidi incassare il colpo e barcollare come in preda alle vertigini.
< si…..dimenticare tutto. Voi……lui…..i miei amici…..Inuyasha e il nostro stupido amore….Kikyo e la sfera. Tutto! >
< il vostro non è stato uno stupido amore! >
Mi diedi mentalmente della stupida.
Che cosa stavo facendo dannazione!!!
Io volevo che quella ragazzina crollasse. Lo volevo dal primo istante in cui mi ero rivolta a lei ed ora…ora che si stava sgretolando davanti ai miei occhi mi ritrovavo disperata nel constatare che non lo desideravo affatto.
< si invece! Ha portato solo male e solitudine. A tutti quanti. Ha costretto una morta a ritornare in vita solamente per essere tormentata e disprezzata, anche dalla persona che la amava e che si sentirà in colpa a vita per averla abbandonata nel momento del bisogno. Questo amore lo ha trasformato in una creatura debole ed insicura che non prova fiducia neanche verso di me. E che ha preferito ripudiare quanto ci legava pur di non soffrire.
Perché questo è un sentimento troppo forte…troppo duro e insano per poterlo vivere. E’ qualcosa di innaturale, che è stato programmato nei minimi dettagli e che altrimenti non sarebbe mai esistito.
La mia presenza ha tormentato tutti. Ho portato solo dolore. Io sono puro dolore. >
< basta! >
Ansimavo per l’oppressione che sentivo nel petto.
Che male dannazione.
Perché ora? Perché proprio adesso quella ragazza si stava spezzando? Perché?
< io non ho programmato i vostri sentimenti. Vi ho piazzati sulla stessa via. Nella stessa direzione ma non ho contaminato nulla. >
< evidentemente….non…dovevamo stare assieme! >
Il fiume di lacrime che aveva straordinariamente trattenuto fino a quel momento fuoriuscì dai suoi occhi stanchi.
Stanchi come il suo corpo che si afflosciò su se stesso piegandosi per proteggersi dal male che anche io avevo contribuito a farle.
Sorrisi amaramente.
Non ero io ad essere troppo debole.
Erano quei sentimenti ad essere qualcosa di mai visto e provato prima.
Eppure nella mia mente vedevo ancora le porte della libertà aperte…solo per me.
 
Se il mio cuore avesse saputo battere e dolere di quello sforzo probabilmente si sarebbe fermato.
Se stava recitando era proprio il caso di farle i complimenti ma la mia lucida mente mi suggeriva che quel dolore e quella devastazione non potevano essere messi in scena senza che pulsassero vivi dentro la propria anima.
Ero più propenso a credere che la situazione le fosse sfuggita di mano. I loro stupidi sentimenti non mi interessavano. Io volevo solamente che si sbrigasse. La commedia era durata sin troppo.
Distolsi gli occhi dalla figura fragile e distrutta accovacciata al suolo.
Era una visione che neanche io potevo sopportare.
 
Rallentai non appena scorsi il grande Goshimboku.
La sua vista placava sempre il mio spirito in tumulto, ma questa volta mi sentivo ancora più in sintonia con quel luogo speciale.
Mi fermai esattamente dove si era immobilizzata lei quando mi aveva trovato.
Allora i miei occhi erano chiusi e il mio spirito era calmo, ma fin dal primo istante in cui si era materializzata in questo mondo l’avevo considerata….particolare.
Si era avvicinata con cautela e curiosità e scalando l’intreccio di rami mi aveva fissato con ammirazione.
Seppur addormentato il mio animo si era scaldato alla sua vicinanza.
Avevo sentito il suo tocco leggero sulle mie orecchie e il suo sguardo attento percorrermi il viso.
Alla marea di sentimenti sconosciuti e decisamente poco demoniaci avevo reagito con il fastidio e l’indifferenza verso i suoi confronti…ma non ero mai stato indifferente a nulla che la riguardasse.
Sorrisi.
Sin da allora il mio cuore…ancora prima di averla scorta realmente…aveva scelto. L’aveva amata.
Mi appoggiai al tronco cercando di assorbire il calore del sole che era riuscito a penetrare.
Provavo invidia per quella semplice sensazione di benessere che persino un albero poteva avere.
Il mio gelo…era costante! Avevo freddo e non sapevo dove.
Abbassai lo sguardo cercando di raffigurami la sua immagine mentre con dolore e coraggio strappava la freccia dal mio petto e mi ridava la libertà.
Tutto era iniziato in quel momento.
E tutto era finito quando un’analoga freccia l’aveva allontanata da me.
Chiusi gli occhi per lasciare che quei cruenti ricordi prendessero vita nella mia mente.
Ero nuovamente li…come allora…
“ < …promettimi che rimarrai ferma qui e non ti azzarderai a muovere un dito. Promettimelo. >
< non posso >
< promettimelo! >
< altrimenti? >
< ..altrimenti considera il nostro rapporto come una specie di gioco. Una farsa. Se da questo scontro non uscirai illesa l’unico sentimento che mi legherà ancora a te sarà il rancore. Il rancore verso l’ennesima persona che mi ha deliberatamente ferito. > “
Portai una mano al cuore convinto che i piccoli pezzi che lo componevano cedessero da un momento all’altro.
Le avevo davvero detto quelle orrendi parole. Quel veleno era davvero uscito dalla mia bocca? Come avevo potuto?
“….allora non serve che ti prometta nulla. Il dispiacere che provo in questo momento è pari solo alla delusione. Evidentemente conto troppo o forse troppo poco ma la situazione non cambia. Non ti prometterò nulla Inuyasha… “
Quella sua risposta mi aveva devastato. Così, accecato dalla rabbia e dalla paura folle di stare male, l’avevo distrutta.
“ se morire è la tua sola aspirazione di vita allora fa pure. Considera la nostra storia….finita. Evidentemente non sono niente per te…quindi da ora, neanche tu conti più qualcosa.  “
Sbarrai gli occhi per scacciare il suo viso stravolto e ferito dal mio cuore.
Ma quell’immagine mi avrebbe accompagnato fino alla fine dei miei miserabili giorni.
Maledizione non potevo morire con la certezza del suo rancore nei miei confronti.
Volevo tutto da lei. Tutto. Ma non la rabbia o l’odio…non sapendo di esserne il solo colpevole.
Neanche le parole di Sango avrebbero mai potuto placare la furia che si stava scatenando dentro di me.
Kagome poteva anche avermi perdonato come sosteneva, ma la ferita che le avevo inferto, che avevo inferto al nostro amore, non si sarebbe mai più risanata.
Doveva tornare.
Doveva tornare perché…..perchè ero niente senza di lei.
Dovevo assolutamente chiederle scusa per ciò che le avevo fatto.
Invece di capire la sua situazione e trovare un’alternativa possibile, le avevo voltato le spalle e abbandonata al destino che ostinatamente aveva scelto solo per proteggere me.
“ il niente….non si protegge “
Avevo sentito quelle parole.
Sebbene sussurrate con delusione e tristezza le avevo percepite come se me le avesse urlate contro.
Le avevo marchiate a fuoco nel mio orgoglio che messo in primo piano aveva accecato ogni cosa.
Mi inginocchiai al suolo sconfitto.
L’orgoglio….,un essere dannato come me non poteva sopportarlo…
< Non lo voglio…non voglio niente! Non so come posso aiutarti..…non so cosa posso fare per riaverti ma ti prego…ti prego Kagome…torna…torna…da me >
 
Cercai di tappare mentalmente le orecchie ma fu impossibile.
Anche obbligare la mia mente a pensare ad altro per non udire quel suono straziante non servì a nulla.
Quella preghiera.
Quella disperazione.
Quell’incondizionato amore e la sua tremenda disperazione mi stavano devastando come mai nessuno era riuscito a fare.
Se i miei occhi avessero potuto piangere avrei versato lacrime amare e copiose per quel sordo dolore.
La figura rannicchiata a terra della mia piccola Kagome era struggente tanto quanto quel richiamo agonizzante e speranzoso. Quella richiesta disperata di ritorno era qualcosa di imprevisto e devastante.
Come poteva un essere vivente arrivare a tanto? Come poteva resistere a tanto?
Quel mezzo demone anche dopo tutto questo tempo era ancora li a pregarla di tornare da lui, mentre lei oramai aveva perso ogni speranza. Non credeva più a nulla. Nemmeno in se stessa.
La tragica ironia era che nessuno dei due poteva sapere.
Nessuno dei due avrebbe sentito il dolore dell’altro.
Abbassai il capo sconfitta.
No.
Non potevo andare oltre.
Era finita.
Respirai a fondo portando la mano, che costantemente tenevo sull’elsa della spada, al cuore che oramai batteva lento ed irregolare.
Mi restava poco.
 
Lasciai che le mie parole cariche di tristezza e sconforto penetrassero nei loro animi.
Il mio era già completamente distrutto ed un ulteriore supplizio non mi avrebbe recato alcun danno.
Lanciai una fugace occhiata a Midoriko che fissava il vuoto con la disperazione nello sguardo.
Le mie parole dovevano averla scossa nel profondo. Non pensavo di essere tanto brava a recitare.
Dopotutto però avevo ingannato anche Naraku.
Quei ricordi lontani portarono la consueta amarezza.
Recitare allora era stato facile a causa della gelosia verso Kikyo…farlo ora…era ancora più semplice.
Il dolore e la solitudine erano reali…come lo sconforto di saperlo lontano da troppo tempo.
La consapevolezza che il nostro amore fosse davvero qualcosa di insano e innaturale poi……non mi lasciava scampo.
Sorrisi debolmente.
Nel profondo sapevo che questa non era una recita.
Quelle cose…le pensavo davvero, vederla in quel modo…mi faceva sentire un pochino meglio…..che razza di stupida.
Raccolsi le ultime forze,  il mio piano non era ancora finito.
Mi rialzai a fatica e guardando verso Naraku mi preparai ad affrontare il seguito di quel qualcosa che mi avrebbe portato chissà dove.
 
 
La vidi puntare l’arco a terra e sostenendosi ad esso alzarsi a fatica.
Mi irrigidii notando il suo sguardo.
< Penso di essere giunta ad una conclusione…. E nonostante la vostra cattiveria non mi va di essere egoista fino a questo punto. >
Midoriko parve risvegliarsi da un incubo, ma continuò a fissare il volto di Kagome con infinita pena.
Che cosa diamine le stava succedendo?
< Perdonami Naraku…
A quelle parole la mia attenzione fu nuovamente su di lei.
< hai riposto troppa fiducia nella mia intelligenza e nel mio sesto senso….non riuscirò mai a comprendere ciò che hai chiesto alla sfera….e adesso come adesso non ho più le forze per sforzarmi oltre. L’unica cosa che posso fare per farti stare meglio e per sbloccare la situazione…è spedirti all’altro mondo sperando che tu raggiunga la pace che in questo mondo non hai trovato….perché è di questo che hai bisogno…ne sono sicura…una pace che non hai mai avuto. Ovviamente non te la meriti….ma è giusto così! Preparati >
Mi bloccai per lo stupore.
Ma allora non stava recitando… credeva..credeva davvero a quello che aveva detto…!!!
Non era una messinscena…e anche se in parte aveva azzeccato il mio desiderio se mi avesse colpito con la volontà di uccidermi…la sfera si sarebbe contaminata maggiormente non lasciandomi alcuna possibilità di liberazione.
Dannazione!
< Ehi ferma un attimo….perchè tanta fretta! Se mi uccidi la sfera non si dissolverà….anzi lei sarà salva e tu rimarrai qui a combattere contro di me per l’eternità! >
Il volto della sacerdotessa millenaria si contorse dalla rabbia.
< Codardo!…non avevi detto che se spifferavi tutto, la sfera non avrebbe operato la sua “magia”? >
< l’ho detto??? Forse…ma io non le sto dicendo proprio tutto!! >
< ma certo…sai..sei un vero bastardo! >
< ed è tutto merito tuo! >
< stai zitto! >
< che..che cosa state dicendo? E’ la verità… >
La voce sottile e incerta di Kagome placò il fiotto di insulti che avrei volentieri vomitato addosso a quella donna orrenda.
< si è la verità! >
< si…piccola mia….è tutto vero! >
Ormai il danno era fatto…e anche se tutto non andava a mio discapito stavo rischiando grosso….ma oramai eravamo andati oltre il limite consentito e anche Midoriko era consapevole di questo.
La vidi ripiegarsi sulle sue piccole spalle. Non si aspettava che sua madre….la usasse fino a questo punto….e nonostante la mia natura lo trovavo io stesso brutale. Efficace si…ma disgustoso.
Alzò la testa e impugnando nuovamente l’arco riprese la mira sul mio corpo martoriato.
< non importa….come ho già detto, la fine che faccio non ha più importanza. Tornare non è più importante. Voi potete andarvene. Sarete libera, come avete sempre desiderato…noi…noi staremo bene! >
Gli occhi scioccati e increduli di Midoriko rispecchiarono i miei.
Trattenni a stento una risata isterica…..
Dannata…mi aveva fregato! Un’altra volta!
Era finita…Sorrisi.
 
Avevo cercato di assorbire quella rivelazione con quanta più indifferenza possibile.
Ma era improbabile che non si fossero accorti del mio precario stato d’animo.
Come reagire ad una simile notizia?
L’essere che mi aveva programmata nei minimi particolari..che aveva scelto il mio mondo, la mia famiglia, i miei amici, il mio amore..nonchè il mio destino…aveva anche stabilito la mia fine.
Una fine lenta ed estenuante.
Una fine eterna rinchiusa dentro questo buio mondo a combattere contro quell’odiato nemico che lei stessa mi aveva costretto a combattere.
Mi aveva creato per salvarsi.
Mi aveva generato per prendere il suo posto…..
A questo servivo!
Quella realtà mi lasciò priva di energie e senza alcuna voglia di controbattere.
Perché lottare quando tutto è stato così sapientemente deciso?
Qualcosa dentro di me si sciolse rapidamente.
Quel peso che si era formato quando l’avevo incontrata si dissolse con facilità lasciandomi più leggera e in pace di quanto potessi sperare.
L’incognita del suo piano e il continuo brancolare nel buio avevano trovato fine.
Ora sapevo cos’ero e sapevo per cosa ero stata creata e soprattutto conoscevo il suo desiderio più grande!
Alla fine avevo vinto la mia parte di battaglia….la guerra….era cosa da eroi…ed io…..avevo combattuto abbastanza per non ottenere altro che questo.
< che cosa vorresti fare…ucciderlo e darmi la libertà? >
Guardai quel viso pallido e più maturo del mio e solo allora notai la sua grande fragilità.
In tutte le creature malvagie avevo sempre cercato di scorgere del buono.
Per ironia della sorte solo ora….dopo anni a combatterlo avevo scorto la grande debolezza di Naraku..la solitudine e l’insofferenza che celava nel proprio animo.
Ed ora guardando la mia genitrice….anche in lei scoprivo tanta insicurezza e paura.
Tanta solitudine e abbandono…tanta stanchezza verso il destino che lei stessa aveva scelto.
Ma nonostante la rabbia per aver deciso anche il mio, non sarei mai riuscita ad odiarla.
< avete stabilito voi le regole…fin dal principio…non è questo che volevate? >
La sua palese indecisione mi fece sorridere.
Dopotutto non era cattiva. Era semplicemente una grande egoista.
Come Naraku…come Inuyasha.
< vi ho già spiegato le mie motivazioni. Non c’è più nulla ad attendermi, nulla per cui valga la pena di scervellarmi per risolvere il mistero di Naraku…voi avete fatto in modo che rimanessi sola….sola per potervi liberare da questa guerra…da questo mondo…assecondate i vostri piani così finirete una buona volta di farmi del male >
< ma…ma io…non intendevo.. >
< cosa…farmi del male?? Scusate se faccio fatica a credervi! Comunque non ha importanza…Che cosa devo fare perché siate libera? Ucciderlo? >
< ucciderlo non basta….si ricomporrebbe all’infinito….per sconfiggerlo devi desiderare ardentemente di farlo >
< come sempre insomma… >
< parlate di me come se non fossi presente >
< taci! >
< Kagome….la sfera deve sentire il tuo forte desiderio >
Annuii.
 
Il cielo era perennemente uguale. Nessun lampo nessuna mutazione di alcun genere.
Il vento tranquillo, la terra ferma e i rumori erano i soliti della foresta.
Non aveva funzionato.
Le mie preghiere non erano arrivate sino a lei.
La consapevolezza di quell’ennesimo fallimento mi costrinse ad appoggiare le mani al suolo.
Non sarebbe tornata. Non l’avrei più vista.
Quella certezza mi costrinse a rantolare aria.
Ci avevo creduto allora…ci avevo sperato davvero.
Non era un’imposizione o una forzatura…ci credevo con tutto il cuore.
Panico.
Puro e liquido panico prese a scorrere nelle mie aride vene.
No. Non potevo permettere che quel piccolo spiraglio di luce si chiudesse facendomi ripiombare nelle tenebre più assolute.
Scossi la testa. Mi sembrava di impazzire.
L’ovvietà della situazione era devastante ma non potevo cedere.
Doveva tornare…dovevo stringerla ancora tra le braccia o sarei stato perduto. Non potevo lasciarla andare.
Con il cuore che rimbombava nel petto il tempo della sconfitta e le lacrime che scorrevano inesorabili urlai il suo nome convinto che questa volta quel dolore insostenibile l’avrebbe raggiunta.
 
Fissai l’arco certa che mi avrebbe ricordato la sfida per il quale ero finita fin qui, certa di trovare la forza che mi serviva per seppellire il mio corpo e il mio spirito in quel nulla infernale.
Ma nulla di tutto ciò accadde.
Le immagini che si affollarono nella mia mente non avevano a che fare con la lotta o Naraku, con la voglia di porre fine a tutto questo o con la fame di vittoria.
Tutti i ricordi riguardavano due occhi ambrati ed espressivi.
I contorni del legno intrecciato divennero irregolari e leggermente sfuocati.
Come potevo piangere ancora?
Accarezzai la venatura più grande che si intrecciava con la mia e lo strinsi al cuore.
Per questo avevo lottato fino allo stremo di me.
Per questo avevo voluto prendere il suo posto; solo per questo nostro legame. Solo per il nostro amore.
Se avessi potuto esprimere un desiderio avrei voluto rivederlo un’ultima volta.
Scorgere nel suo sguardo la volontà di vivere, la serenità di ciò che gli avevo lasciato ed il perdono per averlo abbandonato.
Guardare il suo viso rilassato e disteso nell’ombra sbarazzina di un sorriso.
Esaminare quel corpo solido e sicuro che mi aveva stretta e confortata, amata come non lo sarei mai stata,
Accarezzare quelle morbide orecchie placando le mie ansie e le mie paure.
Stringere le sue mani forti e segante.
Baciare quella bocca calda e sensuale e sentirmi in paradiso.
Mi sarebbe bastato anche il suo dolce profumo. Assaporarlo una volta. Una volta soltanto.
< addio amore mio >
Staccando l’arco dal petto lacerai l’ultimo barlume di speranza che mi teneva legata a lui.
Non c’era più tempo per noi. E forse…non c’era mai stato.
L’unico rimpianto lo portavo nel cuore.
 
< Basta hai vinto! Hai vinto tu. Dannazione basta!! >
Ansimai al limite di me.
Il senso di colpa che avevo provato fino ad un secondo prima mi aveva lasciata più stremata del previsto.
Ero così stanca che non aveva più senso resistere oltre.
Due occhi color nocciola si posarono incerti e sorpresi su di me.
Quell’urlo…quel dolore…quel desiderio disperato e vivo………….mi presi la testa tra le mani.
< non…. >
< Sembra che io sia piuttosto ricettiva verso i vostri sentimenti.  Faccio fatica persino a respirare! >
Il ghigno soddisfatto di Naraku non mi provocò alcun fastidio….sapeva di avermi battuto…ma ero decisamente oltre ogni mio possibile limite per curarmene.
< Tuo nonno aveva ragione…solo il desiderio giusto potrà far scomparire definitivamente la sfera.
Di quale desiderio si tratta però…devi scoprirlo da sola..nel profondo del tuo cuore. >
La faccia sbalordita e confusa di Kagome portò il sereno anche nel mio spirito inaridito dalla solitudine e dalle tenebre.
Forse quella ragazza mi aveva davvero ridato la libertà, ma in una forma diversa da quella che mi aspettavo.
< io..io non capisco….non devo eliminare Naraku…. >
< per cessare di esistere la sfera deve essere purificata dall’unico desiderio che può esaurire il suo potere. Se ucciderai questa..creatura…non farai altro che alimentare l’odio e le tenebre al suo interno e il risultato sarà solo una nuova battaglia in questo luogo schifoso…una battaglia eterna…con lui come unico conoscente >
< ..e non era ciò che avete sempre voluto….? Che io prendessi il vostro posto liberandovi definitivamente? >
Massaggiai le tempie nella speranza che quel senso di oppressione e infinita confusione passasse ma invano.
Ero una stupida!
< ho cambiato idea….posso? >
Quelle due espressioni sbalordite mi fecero ridere di gusto.
Come mai tutto ad un tratto mi sentivo meglio di quanto non fossi mai stata????
< se non sbaglio cara Midoriko…..se la sfera venisse purificata…tu scompariresti con essa essendole fatalmente vincolata >
< da quando ti importa della mia sorte? >
< da mai…e mai accadrà ovviamente….volevo comprendere il motivo di questa tua pazzia!!! >
< perché volete che la sfera scompaia….se anche voi farete la stessa fine…  non capisco… >
< oramai sono stanca Kagome…e a ben pensarci devo dire che lasciare questo mondo facendo una buona azione mi fa sentire decisamente meglio di quello che pensavo.  Era brutto morire con la consapevolezza di non aver fatto nulla nella vita tranne…questo. >
Con la mano mostrai il circondario.
< Ero così giovane quando finii qui dentro che la mia vita passata..ora è solo un lontanissimo e vago ricordo…tanto lontano da sembrare irreale. Ma ti spiegherò tutto.
Quando creai la sfera per intrappolare tutti i demoni che a quel tempo devastavano il mio mondo non sapevo della condanna alla quale mi stavo immolando. Se lo avessi saputo forse….ma non so…a quel tempo ero buona e coraggiosa, piena di sani propositi e grandi energie pronta a sconfiggere il mondo. Probabilmente avrei accettato nonostante tutto. Ma ora…a decenni e decenni di distanza ti posso dire che sono stata un’incosciente. Che anche l’animo più forte e lo spirito più tenace qui dentro trova la morte.
Anno dopo anno, la mia luce si è spenta, il mio coraggio mi ha abbandonato e la forza di volontà che credeva nella causa del bene si è dissolta lasciandomi in balia della paura, del rancore e dell’insofferenza più atroci.
Avevo un piano nella mente. E anche se le cose sono andate esattamente come volevo che andassero…e ho fatto di tutto perché ciò avvenisse…la cattiveria che lui ha usato contro di voi…ogni sua decisione..ogni suo tranello….non mi riguardano….sapevo che era una creatura crudele che anelava ad uno spirito buono e puro…così spinsi la tenace Kikyo a curarlo proprio per dimostrargli che c’erano esseri completamente differenti a lui…e che lo avrebbero salvato da se stesso.
Questo poi serviva allo scopo….. >
< la lotta per la sfera ha fatto si che Inuyasha e Naraku si scontrassero e che Kikyo ne restasse coinvolta….anche la sua morte era prevista? >
La guardai, provando per la prima volta un vago senso di orgoglio.
Era quasi arrabbiata per la sorte toccata alla sua più ardua rivale. Nonostante tutto quello che aveva dovuto affrontare a causa di quella donna…era pronta a difenderla e a prendere le sue parti.
< non esattamente…non volevo vittime…ma lui era incontrollabile e al di la di ogni previsione….ma se voglio essere completamente onesta devo anche ammettere che la morte di Kikyo mi ha fornito tutti gli elementi per creare qualcosa di unico. Avevo bisogno di una creatura più forte, più pura e sicura….una donna capace di amare senza riserve e di rischiare senza paura. Una donna che potesse amare quel mezzo demone che si era intrufolato con prepotenza nel mio piano, e di seguirlo oltre i limiti consentiti…tu l’hai seguito e incoraggiato Kagome, l’hai combattuto e protetto…l’hai amato e salvato anche da se stesso. Perchè la tua vera destinazione era semplicemente questa >
< era tutto programmato vedi? >
< si creatura immonda….avevo programmato tutto ma il tuo operato non è causa mia! Il dolore che hai causato senza alcun senso di colpa a troppe persone non è causa mia! >
< ma siete stata voi a farmi innamorare di Kikyo…siete stata voi a scatenare la mia rabbia e la mia immensa vendetta >
< non potevo sapere quanto in la ti saresti spinto! Kagome…piccola mia…so che non potrai mai perdonarmi….io volevo essere libera…libera da questo posto che mi ha tenuta prigioniera per secoli….mi si è presentata l’occasione…non potevo lasciarmela sfuggire….potrai mai capirmi? >
Scosse la testa esausta.
< mi chiedete di comprendere un comportamento fuori da ogni logica. Condivido la vostra brama di libertà perché grazie a voi….sto provando sulla mia pelle ciò che questo buio comporta…ma fino a pochi istanti fa volevate che fossi io a rimanere imprigionata qui….al vostro posto….come posso capirvi…come posso perdonarvi? >
< hai ragione… >
< inoltre come avete appena affermato io sono nata in funzione di Inuyasha…il nostro sentimento…non è… >
< tu sei la cosa migliore che potesse capitare a quella creatura perduta. Si…tu sei perfetta per Inuyasha ma quello che è accaduto fra voi non era certo…era il mio più grande desiderio ovviamente, perché solo al suo fianco avresti potuto raggiungermi..ma non potevo influenzare oltre il vostro sentimento..….se non ti avesse amata…o se tu non avessi condiviso i suoi sentimenti avrei dovuto trovare un’alternativa per condurti sin qui... >
< ma non c’erano alternative…non capite!! Doveva per forza innamorarsi di me se sono stata fatta apposta per lui…e neanche io avevo scelta dannazione! >
< quando mai voi due avete rispettato le imposizioni altrui? >
L’intromissione di Naraku mi stupì piacevolmente.
La sua aria truce lasciava supporre che non fosse voluta, ma quella frase centrò il bersaglio.
Sorrisi all’espressione speranzosa ma timorosa di Kagome.
< non c’è stata una singola azione dettata dal buon senso..quell’Inuyasha non ne possiede evidentemente. Non era obbligato a stare con te piccola mia….fare l’impossibile per ottenere una cosa non significa di fatto riuscirci..e questo dovresti capirlo meglio di chiunque altra. >
La sua espressione combattuta ma decisamente più serena mi permise di rilassarmi.
Cominciava a credere alla verità del loro sentimento e questo l’avrebbe condotta alla vittoria era l’unico modo per lasciare quel luogo….anche da morta.
Sospirai stancamente.
< Non volevo andarmene portandomi nel cuore solo rancore e stanchezza. Ora ho capito che non ci sarebbe stata comunque pace per me…Ho causato troppo male mettendo in circolazione quell’abominio. Spero solo che il mio ripensamento ti aiuti a tornare nel tuo mondo e a liberarmi dal peso dell’inutilità. >
Mi voltai per non farle vedere il dolore che quell’imminente fine mi stava procurando.
< voi non siete solo questo. >
La sua voce sicura e dolce mi bloccò sul posto.
< Siete ricordata nei libri della mia era. Siete e sarete sempre la grande sacerdotessa Midoriko che ha sacrificato la sua giovane vita per il bene dell’umanità. Sarete venerata e rispettata da tutti e il vostro nome viaggerà nel tempo. E’ vero sarà inesorabilmente legato alla sfera…ma di voi si parlerà sempre bene. >
Corrugò le sopracciglia e annuì convinta
< Io stessa non diffonderò alcuna informazione su di noi…sul nostro rapporto poco…. >
< materno? >
< esattamente…Il male che mi avete fatto…lo porterò nel cuore. E sarà solo mio. >
< potrai mai perdonarmi? >
< mi avete fatto incontrare Inuyasha e per quanto provi rabbia nei vostri confronti…questo è decisamente un punto a vostro favore. >
< mi darai mai del tu? >
< non credo… >
< va bene così. >
Sorrisi, serena e in pace dopo millenni passati a compatirmi.
< mi sono fregata con le mie stesse mani! Un’altra volta. >
Inclinò la testa confusa e non riuscii a far altro che sorriderle benevola.
< non credevo che il vostro amore fosse così forte sai!? Non credevo che in natura potesse esistere un legame simile. E’ sbalorditivo ed immenso. Se non l’avessi provato sulla mia pelle non potrei crederci. >
< non capisco.. >
< e come potresti…sono stata l’unica spettatrice di una commedia tragica e drammatica…uno scambio di promesse e sentimenti devastanti e forti che non avrebbero lasciato indifferente neanche il più letale dei demoni >
Guardai Naraku che sollevò un sopracciglio in segno di disapprovazione.
< …Inuyasha in tutto questo ha detto la sua. L’ha fatto con tanta passione e disperazione, con tanta rabbia e paura che ha scosso il mio cuore indurito dalla solitudine e dalla guerra. >
< cosa..come… >
< nonostante tutto..nonostante le trame malefiche di questo essere ripugnante e nonostante il mio egoismo verso i tuoi confronti, lui….lui è ancora in piedi…barcollante…ma  è ancora pronto a combattere per te. Per voi. Non lo credevo capace di rialzarsi…ma ce l’ha fatta e ti rivuole al suo fianco ad ogni costo. I suoi forti sentimenti sono giunti sino a me e anche il mio sordo spirito non è rimasto immune a tutto questo. La tua voglia di rivederlo poi…..mi secca ammetterlo ma…non avevo scampo….! Non so per quale motivo potessi percepire così chiaramente i tuoi sentimenti ne tanto meno come facesse lui a farsi largo nella mia mente ma dopotutto l’ho sempre ritenuto un gran prepotente  e testardo….che mai rinuncia a ciò che vuole davvero!!! Ha avuto qualche difficoltà ma… >
< mi rivuole ancora? >
Le mani strette al petto, il corpo martoriato e rigido, lo sguardo liquido e speranzoso mi fecero sentire un mostro.
Che cosa avevo fatto a quella creatura solo per raggiungere i miei scopi….
Ma le sue parole mi avevano confortata.
Per il resto del mondo sarei sempre rimasta venerabile e pura….e questo grazie al suo silenzio.
< certo bambina…e per questo devi sbrigarti… >
< ma… >
< non posso aiutarti direttamente ma..pensa Kagome…pensa a come liberare tutti noi dalla prigionia della sfera…solo tu puoi riuscirci. >

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Capitolo 52
*** Che sia la fine? ***


Il mio sguardo continuava a sfiorare quelle due figure senza davvero vederle.
Troppe novità, troppi colpi di scena e soprattutto troppe rivelazioni scioccanti.
Ma la mia testa rimaneva comunque legata a quel nome.
Ripeteva quelle parole come una litania nella speranza di afferrarle e reagire al loro significato.
“ nonostante tutto…lui è ancora pronto a combattere per te….ti rivuole al suo fianco ad ogni costo “
Poteva essere vero?
Guardando il volto sereno e limpido della mia genitrice, ero disposta ad accettare quelle parole per quello che erano.
Un’ancora di salvezza.
Non leggevo altri scopi in quello sguardo profondo e sicuro.
Come crederle però?
Come fidarmi di una persona che comunque mi aveva creata con l’unico scopo di aver salva la vita?
Forse…forse mi ero assopita un attimo e la mia mente contorta aveva concretizzato a parole il mio desiderio più grande, forse….se mi fossi obbligata ad aprire gli occhi mi sarei ritrovata al punto di partenza…con Miroku al mio fianco…e con il solito costante enorme buco nel petto.
Ma il mio cuore batteva.
Coraggioso e forte, batteva ancora.
Quell’organo insensato e sciocco lottava senza sosta e si era inevitabilmente aggrappato alla fune lanciata per magia da quella donna…che non sapeva della guerra che aveva scatenato tra l’irrazionalità e il buon senso, tra la cautela e la passione.
Era una guerra.
Una profonda ed estenuante guerra…che prevedeva un solo vincitore.
Dovevo solo ricostruire la barriera dietro il quale mi ero protetta da quando il mio primo amore mi aveva denudata della sua fiducia e affrontare il destino.
Una barriera fatta di determinazione e paura, di forza e rabbia.
Un muro a difesa del mio cuore che sentivo lacerato e sanguinante.
Eppure..ora…era proprio quest’ultimo a voler galoppare libero e leggero.
Privo di ogni costrizione.
Non voleva più essere precluso alla vista, non voleva più rimanere immune al potere della vita, non avrebbe più sopportato alcuna costrizione, nessuna protezione.
La guerra aveva trovato un vincitore.
Ridacchiai isterica.
Avrei seguito quell’organo testardo un’ultima volta….ma se qualcosa fosse andato storto….non mi sarei più rialzata, non più. Questa volta avrei messo in gioco quel che rimaneva di me stessa!
 
Il mio primo pensiero fu…
Miroku.
Mi rialzai barcollando…accecato dalle lacrime e da una rabbia incontrollabile.
Non mi lanciai a furia verso la sua abitazione ma assaporai il gusto della furia omicida che si stava scatenando in me, alimentandola con la delusione, l’impotenza e l’assoluta convinzione che oramai tutto era perduto.
Mi fermai ai piedi della collina con il fiato grosso nonostante non avessi corso.
Il sangue ribolliva all’interno delle mie vene, le stesse vene che pulsavano con prepotenza nella mia testa.
Sentii crescere gli artigli nella mia mano stretta a pugno e percepii l’acuirsi dei sensi al principio della trasformazione.
Mi stavo trasformando….mi stavo trasformando e ne avevo tutte le intenzioni.
Rimasi fermo immobile, certo che la mia presenza fosse già conosciuta a quel monaco maledetto che aveva osato ridarmi una speranza…una folle e stronza speranza, quando invece avrei solo voluto morire….ed ora…ora che quello che avevo temuto di più al mondo si era avverato….lo avrei ucciso…e poi….avrei trovato il modo di sparire per sempre.
 
Il volto tirato e teso di Miroku mi mise in allarme.
< caro…cosa…? >
Il sesto senso che mi aveva accompagnato in tutti quegli anni di lotte e battaglie ritornò prepotente e vivo come se non lo avessi mai abbandonato.
C’era un pericolo.
Un grosso pericolo. Avvertivo solo questo.
< Sango..prendi Misaki….tienilo sempre con te…e stai…stai qui…. >
< chi è…cosa vuole…e Inuyasha dov’è ? >
Il sorriso amaro e triste di mio marito mi mandò in confusione.
Si avvicinò lentamente…mi baciò la fronte e poi si diresse in cucina a prendere il suo bastone…arma che ormai non utilizzava da tempo.
Un brivido di terrore corse lungo la mia spina dorsale.
Si voltò un’ultima volta, mi guardò e poi scomparì nel chiarore della luce del primo pomeriggio.
Dopo il primo attimo di smarrimento corsi in camera a prendere un Misaki dolcemente addormentato e stringendolo al petto mi precipitai fuori.
Non avrei mai potuto lasciarlo da solo.
Assottigliai gli occhi per proteggerli dalla luce accecante del sole ma quando la mia vista si abituò ciò che registrai mi fece tremare le gambe.
Miroku era ancora nei pressi della nostra capanna mentre a qualche metro di distanza verso i piedi della collina….
< I…Inu..yasha….. >
Immagini del passato…di lui ridotto in quello stato…mi sfrecciarono nella mente, lasciandomi esausta ed impaurita.
Immediatamente percorsi il suo corpo atletico e pronto a dar battaglia in cerca di quel particolare oggetto che di solito impediva questo genere di inconveniente…ma tutto crollò quando la scorsi.
Legata alla cintura….nel suo solido e potente fodero c’era…Tessaiga.
Com’era possibile?
Ansimai cercando di calmare il mio cuore impazzito dalla paura.
Perché Inuyasha si era trasformato? Perché ci era riuscito nonostante la protezione della sua spada? E soprattutto perché ce l’aveva con Miroku?
Di questo ero assolutamente sicura vista la furia cieca con cui lo stava perforando.
Non gli interessava nessun altro…nessuno degli abitanti del villaggio che intimoriti ma curiosi si stavano radunando a debita distanza per capire che cosa stava accadendo.
Nessuno di loro aveva mai visto quel lato di Inuyasha….quel lato oscuro e profondo…quel lato selvaggio e incontrollabile….quella parte di lui che solo Kagome o Tessaiga sapevano placare…
Il fazzoletto.
Scossi la testa rifiutandomi di pensare che Inuyasha potesse arrivare a tanto per quel caro oggetto, che potesse rinnegare la sua natura e che soprattutto si preparasse ad attaccare il suo migliore amico come se fosse Naraku in persona….no….il mio compagno di squadra….non avrebbe mai permesso questo….
Il mio cuore tremò…….quel mio compagno…non esisteva più…da tempo.
Aveva smarrito la sua anima e da allora continuava a vagare inquieto cercando uno scopo che potesse rendergli questa vita un’agonia meno atroce.
Ora aveva trovato un nuovo obiettivo.
Vendicarsi su Miroku…forse perché lui era tornato, forse perché aveva abbandonato Kagome, forse a causa del suo gesto sconsiderato e avventato, o forse…forse perché aveva ormai perso del tutto la cognizione di cosa fosse e del perché fosse rimasto una brava persona nonostante tutto.
I miei mille pensieri furono interrotti dal movimento di Miroku che con le spalle rigide e il mento alzato avanzò verso di lui.
< non andare >
Il mio sussurro arrivò chiaro..ma non si voltò.
Era assurdo…ma avevo dannatamente paura che questa volta….Inuyasha….non avrebbe avuto freni o ripensamenti. Questa volta…aveva superato ogni suo limite.
 
Il mio corpo cominciava a perdere consistenza…sentivo che il freddo che avevo provato per tutti questi lunghi anni rinchiusa nel buio della sfera stava scemando via lasciando posto al tepore della fine.
Era una sensazione piacevole ed insolita, che mi lasciava confusa ma in pace con me stessa.
Riportai l’attenzione su quella straordinaria ragazza che, stordita e attonita, continuava a fissare un punto impreciso del suolo, come se avesse potuto trovare le risposte che cercava….per terra.
Sorrisi della sua fragilità e della sua evidente confusione ma non c’era più tempo.
Il suo arrivo aveva decretato la mia fine.
Non potevano esserci due spiriti puri all’interno della sfera. Quello più debole…quello meno puro…doveva andarsene…e per ironia della sorte….quella persona ero proprio io.
Nel mio piano iniziale lei avrebbe già dovuto sconfiggere Naraku da tempo…e io finalmente sarei stata libera di vivere la vita che io stessa mi ero negata…per l’eternità!
Ma ora…ora che la mia assopita coscienza si era destata da un sonno eterno, mi ritrovavo a scomparire debolmente secondo dopo secondo.
Guardai quello spettatore indesiderato che silenzioso ma decisamente sereno mi fissava e notava con non poca soddisfazione i primi cambiamenti della mia figura.
Gli sorrisi a mia volta.
Dopotutto neanche lui era messo bene.
Il suo corpo smembrato e privo di energie si stava sgretolando a poco a poco e presto sarebbe rimasta di lui solamente la testa. Come al principio….tutto esattamente come era iniziato.
Avrebbe riposato per un lungo periodo e poi avrebbe ripreso la lotta contro Kagome che senza alcuna possibilità di fuga avrebbe combattuto la sua eterna battaglia nel cuore della sfera.
Un movimento impercettibile di Kagome pose fine alle mie congetture.
Se fosse riuscita a comprendere il modo per uscire da questo luogo tetro…avrebbe salvato tutti noi…me compresa.
Ma per farlo….doveva riuscirci da sola.
Noi…povere creature inutili…non potevamo far altro che restare a guardare!
 
Nella mente vagava senza sosta e con prepotenza quel ronzio tipico dei mille pensieri.
Scossi la testa per mettere ordine a tutta quella confusione ma invano!
Santo cielo…..come potevo pensare lucidamente se l’unica cosa sensata che mi compariva davanti agli occhi era quel viso che tanto volevo rivedere???
< Kagome…..piccola mia…siediti…. >
< ma… >
< siediti e rifletti…hai tutti i mezzi per giungere alla corretta conclusione e tutto il tempo per farcela..per cui siediti e rilassati >
Come al solito il cambiamento del tono e dell’atteggiamento di quella donna mi mise a disagio!
Nonostante ciò le mie gambe si piegarono e mi accartocciai con poca grazia al suolo, sfinita da tutto quel pensare.
Presi un profondo respiro e chiusi gli occhi per cacciare il resto del mondo dalla mia testa.
Volevo la pace.
Volevo il silenzio.
Volevo che tutti i pezzi del puzzle tornassero al loro posto senza difficoltà e volevo rivedere Inuyasha.
Il mio cuore accelerò al sol pensiero.
Dio quanto mi mancava.
Strinsi le braccia attorno alle ginocchia e vi posai sopra la fronte.
Il freddo delle mie gambe contro la faccia accaldata mi aiutò a schiarire le idee.
Aveva ragione lei.
Dovevo riflettere con calma.
Avevo tutte le tessere per finire quell’intricato rompicapo….dovevo solo impegnarmi!
Forza..Kagome….vuoi o no uscire da questo posto infernale?!
 
Mi avvicinai quel tanto che bastava per scrutare nel profondo dei suoi occhi rosso scarlatti che stavano fissando i miei senza provare alcuna piccola emozione.
Amico mio…che cosa ti è successo?
Presi un profondo respiro nella speranza che il mio gesto cauto e decisamente umano lo facesse vacillare…ma…nulla.
Era letale.
Era cosciente.
Era furibondo e disperato….e tutto questo…..era per me.
La storia del cimelio di Kagome…..era vecchia di quasi due giorni…non poteva aver covato tale furia ed essersi trattenuto così a lungo…..e per quanto io stesso mi fossi odiato per essere arrivato a tanto…non….non avevo neanche perso in considerazione una reazione simile. Doveva esserci dell’altro…ma…cosa?
Piantai il mio bastone nel terreno e incrociai le braccia al petto cercando di assumere un’espressione attenta e tranquilla….doveva capire che ero pronto per lui…ma che non ero spaventato….
< ebbene? >
Il suo silenzio corrodeva i miei nervi oltremodo tesi. Io ero spaventato maledizione!
< sei un bastardo! >
Parai quell’insulto con un sorriso.
Era strano e anche doloroso sentirsi insultare dal proprio migliore amico, specie se quell’insulto veniva esplicato con tanta convinzione e cattiveria.
< non mi dici nulla di nuovo….l’ho sempre saputo…eppure… >
< eppure niente. Sei pronto a lasciare questo mondo una volta per tutte? >
Ancora una volta mascherai lo stupore e la paura dietro un sorriso arrogante.
< non mi è concesso neanche sapere il perché di tutta questa fretta?? >
< tsk….non ti è concesso nulla….da quando mi hai costretto a crederci ancora. Mi hai ucciso…ed ora io…ucciderò te! Preparati >
Un campanello di allarme trillò nella mia mente pronta.
Sperare invano….
 
Immagini di luoghi, situazioni, battaglie e persone, frasi e discorsi detti in passato che magari avevo solo ascoltato per sfuggita. Cercavo un significato, una possibile chiave al mio dilemma.
Ad un tratto, come se anche la mia memoria si fosse stufata di tutto quel pensare…mi propose un ricordo, un momento lontano e apparentemente insignificante.
Mi ritrovai seduta su un minuscolo banco di scuola, con il grembiule rosa e le mani impiastricciate di colore.
< bambini…silenzio! Allora….chi sa dirmi qual è la prima cosa da fare per risolvere un problema? >
Rimasi immobile e ammutolita, ricordavo quel momento…..
Mi voltai verso la mia compagna di banco….che sapevo avrebbe alzato la mano per rispondere.
< io maestra…io >
< dimmi pure Miky >
< la prima cosa da fare è leggere bene la domanda…. >
< bravissima! Avete sentito? Se leggerete bene la domanda e comprenderete cosa vi chiede allora qualsiasi problema verrà risolto in pochissimo tempo! E ora proviamo… >
Il ricordo svanì dalla mia mente come se non fosse mai apparso.
Era assurdo.
Assolutamente assurdo e incredibile….assurdo e decisamente corretto!
La mia maestra delle elementari mi aveva fornito un punto di partenza…ora non restava altro che arrivare al risultato.
Con rinnovata energia e determinazione presi ad analizzare non una vita intera ma le notizie implicate alla domanda a cui sapevo di dover rispondere, la domanda che lo stesso Naraku mi aveva posto quando eravamo ancora liberi: la sfera non ha esaudito il suo desiderio….perchè e soprattutto qual era?
La mia mente mi ripropose la figura austera e perfetta di Kikyo.
Forse era lei la chiave….dopotutto era legata a tutti noi in un modo o nell’altro e anche lei aveva espresso un suo desiderio…stare al fianco di Inuyasha per sempre.
Ingoiai con dolore. Ricordare faceva sempre un gran male ma dovevo continuare.
Era tornata…era ritornata in vita proprio come aveva chiesto, ma non era andata assolutamente secondo i suoi piani!!
Kikyo si era ridotta ad una creatura stanca e vuota ma ricca di un sentimento forte e corrosivo..la gelosia e la vendetta. Questo era quello che la sfera le aveva lasciato in cambio del suo vano desiderio di rivedere Inuyasha.
Naraku invece molto probabilmente voleva vendicarsi di Inuyasha, invidioso e ferito da quel sentimento che legava Kikyo ad un altro.
Sbarrai gli occhi!
Lui la voleva per se…per se soltanto..ma rimasto solo doveva aver ceduto la sua anima oscura alla sfera in cambio di quell’amore mai corrisposto. Per stare con lei…stare con lei anche dopo la morte!!!! Lui non voleva che lei tornasse…non avrebbe commesso lo stesso errore di Kikyo…voleva vivere la sua morte con lei…ma…
Alzai si scatto la testa e mi voltai verso di lui…
Era qui.
Era ancora qui con me…con noi….la sfera non aveva esaudito nemmeno il suo desiderio!
“non si è ancora avverato ma grazie a te potrebbe realizzarsi”
Il sorriso appena accennato di quella figura nemica mi fece capire che……
< perché sei ancora qua! Perché? >
< oh questo dimmelo tu!!! >
Mi alzai con la furia della fretta e fissai i suoi occhi rossi sperando di scorgervi sentimenti nascosti e rivelatori…ma nulla….in lui…come sempre…non c’era nulla!
< tu volevi stare con lei! Questo hai chiesto alla sfera….di restare con lei nella morte! >
Per la prima volta dopo anni in cui avevo sprecato la mia vita a combattere quell’essere privo di debolezze, vidi sfrecciare sul suo volto un breve lampo di tristezza e solitudine.
< la sfera non esaudisce mai il tuo desiderio. Mai. Con quanta passione o verità tu lo voglia…non lo esaudisce mai! >
< quando hai capito che non potevi stare con lei…….che cosa hai pensato….a quale altra conclusione sei giunto….che cosa hai desiderato in cambio di quello che non avevi ottenuto? >
Nuovamente mi sorrise…segno che ero sulla strada giusta….
Mi massaggiai le tempie con le dita, la testa mi doleva come se avessi sbattuto contro un muro ma non mi sarei arresa…a costo di bruciarmi il cervello a suon di pensare…non mi sarei arresa…non ora che ero così vicina a…
< tu…tu mi hai detto che la sfera avrebbe esaudito un altro tuo desiderio…l’ha fatto? >
< in parte si… >
Mi guardai attorno…..non c’era molto da analizzare…buio….tenebre…e il silenzio assoluto!
Spettatrice della mia pazzia era solo quella madre egoista ma pentita che stava lentamente svanendo nell’aria.
Dovevo sbrigarmi…non era come diceva lei. Non avevo affatto tempo!
< sei qui…con me…con lei….era così che volevi che andasse??? >
< non esattamente ma tutto può ancora succedere.. >
Chiusi nuovamente gli occhi per concentrarmi…
Ritornai con la memoria al nostro ultimo scontro.
Mi arresi al veleno che Inuyasha mi aveva lasciato dentro e passai oltre….Sango…Miroku morto….Sesshomaru e tutti gli altri…..lui aveva voluto me. Solo me. Di tutti quelli che potevano seguirlo…di Inuyasha con cui avrebbe potuto lottare per l’eternità…aveva desiderato la mia presenza qui dentro. Per questo aveva posizionato la sfera in un luogo in cui solo io, con il mio arco, avrei potuto scovarla.
Mi voleva qui per uno scopo preciso…perché solo io avrei potuto….
Cosa avrei potuto fare?
Nuovamente la mia memoria venne in mio soccorso
“ Non volevo andarmene portandomi nel cuore solo rancore e stanchezza. Spero solo che il mio ripensamento ti aiuti a tornare nel tuo mondo e a liberarmi dal peso dell’inutilità.”
Lasciai che quelle parole riempissero le lacune della mia mente.
Midoriko mi aveva creata per essere liberata dalle catene della sfera….che anche Naraku volesse lo stesso destino?
Possibile che una creatura malvagia e priva di coscienza volesse la pace eterna?
< nessuno vorrebbe restare qui dentro a vita Kagome…ne tu…ne io…nemmeno uno come lui >
La voce debole e sottile della sacerdotessa antica confermò i miei sospetti….evidentemente era in sintonia con i miei pensieri e seppur obbligata a restare in disparte cercava di aiutarmi come poteva.
Le sorrisi grata.
Dopotutto non ero sola.
Avevamo tutti lo stesso obiettivo.
Andarcene di lì.
Ora la domanda era rimasta una sola….come potevo aiutarli ad uscire?
Mi nascosi il viso tra le mani. Quello era un quesito decisamente superiore alle mie capacità!
< non arrenderti…..non puoi mollare tutto proprio ora….sei stata bravissima fin qui….ti manca così poco…. >
Sbuffai spazientita ed irritata più con me stessa che con la sua dolce e confortante calma.
Preferivo combattere e lottare fino ad esaurire le forze piuttosto di consumare la mia mente torturandola con pensieri infruttuosi e confusi.
< pensa a tuo nonno Kagome…pensa a lui… >
Pensare! Ero stufa di pensare! Ma come evocato dalle sue parole, la figura rannicchiata ma energica del mio caro parente si affacciò chiara nel buio della mia anima.
Lacrime di rimpianti e solitudine presero a scendere senza che potessi impedirlo.
Mi mancava terribilmente…tutti loro mi mancavano e saperli tristi per la mia sorte mi uccideva dentro.
Tirai su con il naso per bloccare quello sfogo inutile.
Non mi era concesso quel tempo. Non potevo lasciarmi sconfiggere dal dolore.
Ripensai alle parole del nonno, alla sua voce, ai suoi mille gesti…alle sue scuse ridicole e assurde per giustificare le mie prolungate assenze e finalmente assieme alle lacrime scappò un sorriso. Un sorriso sincero.
Quante ne sparava quel nonnino!
Una conversazione lontana spiccò tra le altre con prepotenza…
“ Kagome…vedi questa….? Questa è la sfera dei quattro spiriti???
Quella vera???
Certo!!! E’ un cimelio che la nostra famiglia si tramanda da generazioni…..siamo noi i suoi custodi…e quando io non ci sarò dovrai proteggerla tu dall’egoismo della gente
Va bene nonno…..sono sicura che sarà faticoso difenderla dalla polvere
Non sminuire le mie parole….ricordati…se mai dovesse cadere in mani sbagliate…..per neutralizzarla basterà esprimere il giusto desiderio!!!
Si si nonno…ho capito….ciao devo andare! ”
Quel frammento di passato scomparì al pari degli altri…lasciandomi questa volta decisamente furiosa ed imbestialita con me stessa!!!
Dannazione una volta che quel vecchio strampalato diceva qualcosa di vero e interessante…io….
Dopotutto non gli avevo creduto allora….e non gli avrei creduto neanche adesso se non mi fossi trovata in questa tremenda situazione!
Diavolo…se solo fossi rimasta ad ascoltare…se solo gli avessi chiesto…..e sentiamo, quale sarebbe il desiderio giusto??? A quest’ora sarei al fianco del mio ragazzo…tra i miei amici…in vita!!!
Sospirai sconfitta.
Niente nella mia esistenza era risultato facile ed immediato…tutto era estremamente complicato e contorto…e tutto a causa loro!!!
Mi voltai a guardarli con rabbia ma entrambi con il sopracciglio alzato mi sfiorarono con i loro sguardi indifferenti e comprensivi.
Il desiderio giusto per neutralizzare la sfera……..che cosa potevo chiederle???
Mentalmente elencai la serie di domande che mi sembravano più plausibili…
Sfera dei quattro spiriti…ti chiedo di liberarci da questa prigionia!!!
Scossi la testa..no..ci avrebbe condotto in un altro luogo….ma mai dove volevamo veramente stare!!
Sfera….voglio rivedere Inuyasha!!
Anche se il mio cuore esultò per quella possibilità sapevo che razionalmente non avrebbe mai funzionato…Kikyo e Naraku ne erano la prova.
Che cosa chiedere allora…..voglio sapere qual è il desiderio giusto per liberarmi????
No non avrebbe mai risposto correttamente…mi avrebbe ingannata ed io sarei finita sicuramente peggio di come stavo ora!!!
Un lampo di collera e pura ira nonché immensa frustrazione attraversò il mio cuore facendolo ribellare a tutta quella situazione.
Ne avevo abbastanza di quella storia!
Ne avevo abbastanza di dover soffrire per prendere la decisione corretta…la mia vita era fatta di scelte….drastiche e dolorose.
Restare a fianco di Inuyasha o tornare a casa…amarlo nonostante la presenza di Kikyo o cancellarlo dalla mente…proteggere lui e i miei amici a costo della vita o lasciare che il destino operi senza di me…..scegliere di uccidere Naraku o lasciarlo in vita…..agire o aspettare…..dannazione adesso basta ero stufa. Davvero stufa!!!
Stringendo i pugni contro un avversario invisibile urlai a pieni polmoni la sola e unica realtà che in quel momento volevo…
< sparisci per sempre dannata sfera dei quattro spiritiiiiiiiiiiii!!!!  >
 
La mia tensione fluì attraverso il corpicino immobile di Misaki che svegliato da tutto quel vociare si mise a piangere disperato.
Una calda mano si posò con tranquillità sulla mia spalla ma ugualmente sobbalzai dalla paura.
< dallo a me….i suoi strilli non faranno altro che peggiorare la situazione… >
< oh Kaede…che cosa…cosa può essergli successo… >
< non lo so, ma percepisco in lui tanto dolore….un dolore…insopportabile e incontrollabile. Invece di migliorare con il tempo….quel ragazzo è peggiorato…ed il male che ha covato per tutti questi anni…è esploso…e la causa scatenante…deve essere quel pazzo di tuo marito >
< ma non può reagire con tanta violenza per quella storia…..non è da lui… >
< privarlo di quel ricordo l’ha privato della sua anima….e forse…c’è dell’altro…ma il risultato non cambia. Quello laggiù non è il vero Inuyasha….ma dopotutto non lo è da tempo.. >
Un altro urlo acuto di Misaki poso fine a quella triste rivelazione.
Kaede si allontanò cullando la mia creatura nel tentativo di calmarla.
Anche io avrei voluto essere rasserenata e rassicurata.
Strinsi le mani al petto e mi avvicinai stando ben attenta ad ogni minimo movimento. Inuyasha era sul punto di scoppiare e anche se questa volta sembrava più cosciente di se stesso….quegli occhi rossi e quegli artigli affilati non lasciavano sperare in nulla di buono.
< che cosa è successo Inuyasha…dimmelo..me lo devi >
< io non ti devo proprio nulla. Per colpa tua…per causa tua…io……lei…. >
Come se quelle parole avessero evocato un ricordo, Inuyasha scattò e colpì Miroku al petto.
Il mio grido fu soffocato dalle urla dei paesani che scioccati e intimoriti si strinsero l’un l’altro.
Miroku balzò indietro e si tastò la veste strappata in più punti. Dalle ferite superficiali sgorgava il primo sangue.
La paura mi impedì di parlare, il terrore mi costrinse ad appoggiarmi alla staccionata nella speranza di non cedere al tremore che mi percorreva le gambe.
Se lo avesse voluto uccidere veramente a quest’ ora starei piangendo sul suo corpo esanime e lacerato.
Inuyasha si era trattenuto nell’attaccarlo ma il fatto che lo avesse davvero colpito seppur limitando la forza, non mi consentiva di sperare che questa storia si sarebbe conclusa con un lieto fine.
< non è solo a causa di ciò che ti ho fatto l’altro giorno vero?...Che cosa è accaduto per spingerti così in la….dimmelo >
Un ringhio feroce fu l’unica risposta che ottennero le sue parole colpevoli e tristi.
Senza che nessuno potesse impedirlo presero a combattere.
Inuyasha non lo lasciava respirare un attimo, sembrava che volesse sfinirlo e sfinirsi lui stesso….aveva bisogno di quel combattimento, aveva bisogno della sensazione che provava nel sentirsi così….questo potevo leggerglielo nel profondo dei suoi occhi iniettati di dolore che mai avevano abbandonato la figura stanca ma reattiva di Miroku.
Grazie al bastone e alla sua agilità era riuscito a schivare la maggior parte dei suoi attacchi ma qualche colpo era andato a segno e il mio corpo soffriva per quelle ferite gratuite e dolorose.
Con un agile salto Inuyasha piombò alle sue spalle cogliendolo alla sprovvista. Miroku non poté difendersi dal poderoso e violento pugno  e finì direttamente contro il tronco massiccio di un albero.
Vidi il corpo della persona che più amavo al mondo abbattersi senza grazia  e rimanere accasciato a terra nel tentativo di riprendere a respirare.
Quella visione spezzò la nebbia di terrore che fino a quel momento mi aveva paralizzata a guardare.
Prima che Inuyasha completasse la sua opera di distruzione, mi fiondai tra lui e Miroku e fissai quel demone perduto con un odio che non sapevo di poter provare nei suoi confronti.
Lo vidi sgranare gli occhi e immobilizzarsi a pochi metri da me.
Un rantolo di Miroku alle mie spalle mi fece capire che non era affatto contento della mia intromissione, ma non mi importava nulla. Lui…non si poteva toccare. Nessuno poteva. Mai più.
< togliti di mezzo Sango..tu non centri e non voglio farti del male >
< mi hai già fatto del male Inuyasha. Colpire lui significa colpire me…ma c’è un limite a tutto >
< levati! >
< no! >
< grr >
I canini scoperti e l’atteggiamento ribelle continuavano a farmi tremare dal terrore che potesse riesplodere da un momento all’altro. Non era un nemico normale…era un mio amico…un mio caro amico…ma cosa gli era successo….maledizione…
< togliti di li >
Scossi la testa decisa.
< non..non ho sopportato le pene dell’inferno per finire qui..così! Non l’ho visto morire con i miei occhi per ben due volte per lasciare che sia tu a portarmelo via per un motivo che non ci vuoi neanche spiegare! Non resterò a guardare mentre la persona più importante della mia vita viene fatta a pezzi dal suo migliore amico impazzito! Scordatelo! >
< Sango….vattene via..lui…lui non è…consapevole di… >
< oh maledetto bonzo…sono decisamente troppo consapevole di quello che sto facendo…..non sono pazzo o perduto….. >
< ma tu sei perduto Inuyasha! Ti sei perduto due anni fa…e nonostante le nostre speranze….non sei più tornato indietro!!! >
< ti sbagli ancora….io sono tornato indietro…ma…ma…non ha funzionato. >
Per un attimo il silenzio della confusione piombò su di noi come una calda coltre di nebbia.
Anche gli abitanti del villaggio erano ammutoliti e immobili.
Come i nostri respiri.
Come i nostri pensieri.
Tornato indietro……? Cosa voleva dire…?
Sentii un movimento leggero alle mie spalle e subito dopo la figura barcollante di Miroku si avvicinò posizionandosi al mio fianco ma senza toccarmi.
Lo scrutai con attenzione analizzando ogni ferita, ogni botta e contusione, mentre il mio cuore soffriva per quel circolo di dolore infinito che continuavamo a provare senza sosta.
Fu la sua voce bassa e affaticata a riportarmi alla realtà
< quindi….non ha funzionato…. >
Strinsi gli occhi per cercare di arrivare al significato di quelle parole ma invano….
Inuyasha si passò una mano sul viso, come se volesse cancellare la nostra vista alla sua mente o come se volesse nascondersi al resto del mondo, ma quando i suoi occhi si riposarono su Miroku, la furia omicida aveva abbandonato le armi per lasciare il posto ad una rassegnazione ed un dolore senza confini. Non si potevano più arginare quei sentimenti, quella devastazione così forte da essere riuscita ad annientare la rabbia ed il rancore che lo avevano animato fin poco fa. Non si poteva vincere contro quella sensazione di sconfitta che stranamente provavo anche io.
< mi dispiace tanto…io credevo….davvero ci avevo creduto…..e così ho cercato di trovare un modo per…per…. ma… >
Questo discorso non aveva alcun senso per me ma per Inuyasha invece conteneva tutto il significato del mondo.
Il sospiro tremulo che lasciò le sue labbra mi scosse nel profondo.
Cercai la mano di Miroku che appena sfiorò la mia, la strinse con calore e rassicurazione.
< per un attimo…per un breve e singolo attimo….per un maledettissimo attimo..ci ho creduto anche io. Davvero. >
Quel volto, quelle mani strette a pugno, quegli occhi ora bianchi ma ancora segnati, tristi e perduti nei sentimenti della sconfitta, erano qualcosa di devastante e insopportabile.
Preferivo l’Inuyasha ostile e folle di prima a questa figura ridotta a pezzi dalla vita.
< l’ho pregata…l’ho chiamata…le ho chiesto….di perdonarmi….ancora…l’ennesima…ma ultima volta. Ho creduto in lei…nel suo coraggio e…nel suo amore……nel nostro amore…mi sono fidato di te e dei miei sentimenti. Ho strappato l’ultimo sostegno che mi permetteva di restare in vita senza di lei….ho lasciato che la mia mente ricordasse…che il mio cuore corresse libero e speranzoso verso di lei…..ma…ma non è tornato. Non è ritornato al suo posto……questa volta mi ha lasciato per sempre…ed io…..io…non ce la posso più fare. Ho distrutto la mia anima per richiamare la sua….ma non ha funzionato…Lei….Kagome…non…tornerà più. >
La mano che stringeva la mia con forza si era fatta fredda e tesa, come i nostri cuori sconfitti.
Avevamo fallito.
Miroku aveva fallito nel ridare fiducia ad un amico distrutto in partenza ed ora si sentiva in perfetta sintonia con il suo mondo fatto di delusioni e perdite.
Piano piano…lentamente e con ordine le implicazioni di quella situazione giunsero alla mia mente devastandomi senza pietà.
Inuyasha aveva attaccato Miroku perché lo aveva convinto a sperare…a credere ancora in un futuro al fianco di Kagome. La speranza era l’unica cosa che lo aveva tenuto in vita….sapere che poteva esserci una piccola probabilità che lei potesse tornare lo teneva legato a forza in questo mondo che senza di lei non contava più nulla. Il dubbio che potesse ricomparire anche dopo questi anni…lo aveva costretto a lottare per rimanere in attesa….ma ora…ora che la conferma della sua fine aveva distrutto quel dubbio…quella piccola luce…che cosa gli rimaneva?
Per questo lo voleva morto…voleva uccidere il colpevole di tutto il dolore che la delusione e la certezza di non rivederla più avevano portato.
< …sono davvero stanco….ora…basta >
Una nuova ondata di gelo fece rabbrividire il mio cuore ed un singhiozzo a stento soffocato abbandonò le mie labbra.
La mia amica.
La mia più dolce amica..non sarebbe mai tornata.
Nonostante l’ impegno, il coraggio e la determinazione che l’avevano sempre contraddistinta…lei….
Oh Kagome…
Neanche la preghiera del suo amore più grande aveva vinto contro un male troppo immenso per potersi rialzare a combattere.
Dannato Miroku che ci aveva fatti sperare.
Ora comprendevo l’ira di Inuyasha…..prima del suo ritorno noi due convivevamo con la certezza di una vita priva di amore, una vita fatta di tremiti e tristezza, un’esistenza di tenebre e dolore….lui aveva riportato la luce nelle nostre giornate…e ci aveva convinti della possibilità che anche per Inuyasha ci fosse un lieto fine…ma ora…anche per me il sole aveva smesso di splendere.
Se Kagome non ce l’aveva fatta…allora….Miroku sarebbe morto per via della maledizione.
Quella spada che pendeva inesorabile sopra le nostre teste si abbassò lasciandomi esausta e priva di coraggio.
Era questione di tempo. Solo ed esclusivamente questione di tempo.
Non c’erano più se o ma…non c’erano più alternative.
Lui mi avrebbe abbandonato ancora una volta ed io sarei rimasta a guardare…ancora una volta.
< mi dispiace >
Quel sussurro debole ma carico di sentimenti perforò il mio spirito sconfitto lasciandomi prosciugata di ogni energia.
Sorrisi triste a quel caro amico che aveva compreso tutto….anche il mio inutile destino.
Fece un passo indietro…poi un altro, infine con un ultimo perforante sguardo ci abbandonò.
Mossi una mano verso di lui ma era troppo tardi.
Una lacrima abbandonò gli occhi di Miroku per scendere lungo la guancia e cadere al suolo priva di vita.
In pochi minuti il mio mondo si era ribaltato…ancora una volta.
Avevo appreso la definitiva scomparsa della mia migliore amica…la definitiva sorte di mio marito….ed ora anche Inuyasha mi avrebbe abbandonata per sempre.
Strinsi con forza la mano di Miroku che senza forze e vergogna continuava a versare lacrime di sconforto, mentre la figura solitaria e sconfitta di Inuyasha si perdeva all’orizzonte.
Nessuno dei due riuscì a richiamarlo, nessuno dei due fu in grado di muovere un passo per ricondurlo a casa…..
Non potevamo nulla…non potevamo….e non volevamo torturarlo ancora solo per il nostro egoismo…era davvero finita…..questa volta……non sarebbe tornato.
 
Ansimai per quella sfuriata e solo dopo qualche secondo mi accorsi della rigida sorpresa con cui due paia di occhi mi stavano fissando.
Passai lo sguardo da uno all’altro…..perchè mi guardavano come se…come…se….
Aprii la bocca ma fuoriuscì solo aria e rantoli sconnessi.
Naraku mi guardò a fondo e senza proferire parola, con un cenno del capo, si voltò e lentamente sparì nelle tenebre della sfera.
Mi voltai verso Midoriko confusa e il suo debole sorriso pose fine al mio shock.
Portai una mano al cuore per fermare la sua folle corsa che da quando avevo urlato con quanto più fiato avevo in gola non si era ancora ripreso.
< brava piccola mia….ci sei riuscita >
< ma…ma…. >
Nuovamente mi sorrise e finalmente scorsi la luce in fondo ad un tunnel lungo due anni!
Quella era la via giusta…la soluzione al problema, la risposta a tutto….solo quella richiesta poteva salvarci!!!
Che stupida a non esserci arrivata prima!!!
L’unico desiderio corretto era….non voler nulla dalla sfera!
Nulla per se o per le persone che ami…nulla per nessuno…bastava semplicemente chiedere che essa sparisse…..sparisse per sempre!!!!!
Dopotutto io non avevo mai desiderato nulla da quell’oggetto complicato e maledetto…..era vero…volevo semplicemente che sparisse.
Quando presi atto del mio volere…di quel volere che dentro di me era sempre stato presente…quando diedi corpo al mio desiderio più vero, le tenebre divennero luce……i contorni rigidi e soffocanti di quella prigione che mi aveva trattenuta così a lungo si dissolsero per rivelare un luogo puro e libero, un luogo di pace e di assoluta serenità.
Quello era il vero interno della sfera…quello era il vero cuore della pace.
La mano calda e trasparente di Midoriko mi accarezzò il viso scostandomi la frangia troppo lunga dagli occhi.
Nel suo sguardo c’era orgoglio e tenerezza, un pizzico di tristezza ma tanta...tanta serenità.
< ce l’hai fatta Kagome….solo tu potevi riuscirci….solo una persona che mette i bisogni degli altri davanti ai propri…che difende la vita e crede in essa contro tutto e tutti poteva farcela!!! Mi hai liberata…hai liberato la mia promessa e anche il mio spirito stanco… >
< ma voi…ora… >
< si….scomparirò con la sfera che io stessa ho creato…..non importa…dopotutto farti venire fin qui ha avuto un senso…anche se non vivrò nel mondo dei vivi posso sempre vivere in pace in quello dei morti…e questo lo devo solo sa te >
< e Naraku… >
< sospetto che se ne sia andato per non farci vedere con quanta soddisfazione lasciava questo mondo…anche lui finalmente libero da quelle catene che lui stesso si è imposto. La cattiveria e il rancore….sono duri demoni contro la quale combattere….ora è in pace…..e forse…un giorno…potrà rivedere la sua amata Kikyo….da lontano però…molto lontano… >
< li farete incontrare??? >
< forse >
Il suo sorriso sornione la trasformò in una donna giovane e priva di ombre. Una donna finalmente serena e in pace con se stessa.
< che ne sarà di me ora…? Potrò rivedere….potrò…… >
Ingoiai a vuoto, incapace di formulare la richiesta di una vita.
La mano ancora poggiata sul mio volto scese a stringermi lievemente la spalla…la stessa spalla che ancora ferita mi ricordava con chiarezza gli ultimi avvenimenti di quella storia lontana.
< bambina mia….il mio potere non è immenso….non posso deviare il corso degli eventi….la sfera riporta tutto all’origine e il tuo luogo….per quanto mi dispiaccia…non è l’epoca Sengoku…e non è a fianco di Inuyasha. >
Sbarrai gli occhi inorridita e devastata.
Dopo tutto…dopo tutta la fatica e l’impegno che mi avevano succhiato via l’energia….no non potevo crederci!
< L’unica cosa che mi aveva dato la forza per andare avanti…era che alla fine di tutto questo avrei potuto…rivederlo…stare al suo fianco per sempre….tu me l’hai promesso… >
Vidi lo stupore nel suo sguardo…..
< si Kagome…..te l’ho promesso…..e se il destino….o meglio…tu vorrai….potrai stare con lui….ma il posto in cui la sfera ti ricondurrà appena sarai pronta sarà la tua vera epoca…a casa tua…dalla tua vera famiglia….da…..tua madre >
Sospirai stanca di dover lottare ancora…scegliere ancora…pensare ancora…volevo solo perdermi nel suo caldo abbraccio. Per sempre.
< ora so di avere due madri…..il vostro…. > sospirai debolmente < il tuo ricordo mi accompagnerà sempre. >
Il sorriso autentico e commosso di Midoriko alleggerì il mio spirito ferito e incerto.
< sarò sempre con te bambina mia! Per farmi perdonare almeno un po’…posso concederti qualche minuto…ma pochi soltanto…non sprecarli mi raccomando…. >
I miei occhi si illuminarono al pari della luce che divenne accecante.
La ringraziai a fior di labbra e stringendole un’ultima volta la mano mi preparai a tornare a casa…
Mi preparai a tornare da Inuyasha.
 
Sentivo l’odore delle lacrime di Miroku che come piccoli agni perforavano il mio spirito stanco.
Non mi ricordavo l’odore del suo pianto…forse perché non lo aveva mai fatto in mia presenza.
Ma ora era diverso. Tutto diverso.
Non volevo che si sentisse in colpa.
Dopotutto nessuno era più responsabile di me.
Io solo avevo scavato il mio destino come un folle seppellisce un ricordo importante e doloroso.
Avevo distrutto la fiducia di tutte le persone che più amavo….e quelle che ancora erano rimaste in vita nonostante tutto mi avrebbero per sempre ricordato così…un vile e sporco essere che non aveva più nessuna speranza di farcela.
Al diavolo tutti.
Al diavolo Sesshomaru e Koga che avevano sempre alimentato la mia rabbia di vivere, al diavolo Kikyo e Naraku che ora mi avrebbero visto morto come avevano sempre desiderato, al diavolo Miroku e Sango che con il loro amore sconfitto avevano cercato di proteggermi da un freddo che avrei ugualmente sempre provato.
Al diavolo Misaki e Shippo che urlavano la loro gioia di vivere per soffocare il mio desiderio di morire.
Al diavolo tutto.
Al diavolo lei.
Lei che mi aveva aperto ogni giorno le porte del paradiso e che all’improvviso per capriccio mi aveva rispedito all’inferno.
No. Non per capriccio.
Ma per salvare me.
Questa stupida e folle creatura che non era più degna neanche di respirare senza di lei.
Quel turbinio di pensieri mi riportò li. Sempre in quel luogo odiato e amato al tempo stesso.
Annusai l’aria pura e carica del calore del sole pomeridiano.
Non ne avrei visto un altro. Non c’era sole o albero che avrebbero potuto distogliermi dal farla finita.
L’unica consolazione stava nella speranza di rivederla nel sonno della morte.
Di vivere con lei nelle tenebre del riposo assoluto.
Se non l’avessi incontrata nemmeno li sarei stato perduto.
Il suo rifiuto a tornare avrebbe equivalso non alla sua morte certa ma alla certezza che non voleva più rivedermi.
Ma se fossi morto che importanza aveva……avrei riposato eternamente senza pensieri o dolori.
Senza attimi di panico e solitudine.
Senza il tremore del freddo che sentivo ovunque e senza la consapevolezza di essere un fallito.
Toccai il rosario per l’ultima volta sorridendo con rancore alle innumerevoli volte in cui le avevo intimato di togliermelo.
Nulla aveva più valore. Nulla aveva più senso.
Soprattutto la mia vita..senza di lei.
Presi Tessaiga che a contatto con il mio potere demoniaco si trasformò.
Chiesi scusa a mio padre per l’atto osceno e vigliacco che stavo per compiere.
Quella spada mi aveva donato una nuova vita….una volta…ed ora….mi avrebbe donato un ultima morte.
 
 
 
Vi voglio lasciare al silenzio che questo capitolo ha creato nella mia mente…….Grazie a tutti un bacio.

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Capitolo 53
*** Un attimo di vita ***


Dopo varie supposizioni ero giunto alla conclusione che un taglio netto e preciso mi avrebbe dissanguato in pochi attimi.
Come luogo di morte avevo scelto la prateria dove tutto era iniziato e finito. La distesa di erba ancora bruciata e rada dove Naraku era crollato a pezzi riducendo agli stessi termini il mio cuore...la mia vita.
Li non esisteva più nulla da allora.
Nessun essere vivente, nessuna pianta verde e rigogliosa…nessun alito di vento.
Da quel momento in quel luogo perduto…nulla aveva ripreso a crescere….niente aveva trovato la forza per ricominciare a lottare per sopravvivere…o per lo meno…provarci.
Era il luogo perfetto per me.
Il luogo perfetto per morire.
 
Sentii la sua presenza svanire e con lei la certezza che quella parte di incubo fosse finita per sempre. Ma ora?
La luce accecante divenne buio.
La stabilità divenne aria e il mio corpo perse la consistenza del suo peso.
Sentii scorrere attorno a me la velocità del tempo e dello spazio.
La temperatura cambiò e i suoni si fecero meno ovattati e distanti, ma la mia mente era concentrata su un unico e fisso pensiero: l’avrei davvero rivisto?
L’ansia prese in consegna il mio stomaco riducendolo in briciole.
In pochi secondi passai dalla luce alle tenebre e dalle tenebre alla luce.
Nuovamente chiusi gli occhi per limitare le fitte alla mia povera testa e strinsi le mani contro il petto per rallentare invano quella corsa forsennata.
Avevo paura. Veramente paura.
 
Presi un bel respiro…poi un altro ancora.
Sapevo di stare per compiere il peggior gesto che ci fosse al mondo…ma io non potevo più continuare così.
Sorrisi della mia paura.
Ero proprio un debole.
Non ero abbastanza forte per vivere e, a quanto pareva, nemmeno per togliermi la vita.
Chiusi gli occhi e impugnai meglio Tessaiga che pulsò viva e disgustata.
Dopotutto era la mia spada.
La mia arma.
Il solo e unico oggetto che mi fosse appartenuto davvero. Ingoiai a vuoto ma prima di recidere per sempre il filo della vita, le mie labbra espressero un ultimo prezioso desiderio.
Il desiderio che più volevo al mondo…nella vita e nella morte..
< voglio rivederti…Kagome >
 
Non mi ero ancora ripresa.
Cercai di calmare quel battito furioso e sconnesso invano.
Quell’organo distrutto e ricucito e poi distrutto ancora, voleva scoppiarmi nel petto….non avevo il coraggio di scoprire la mia sorte. Non avevo più la forza per affrontare un’ennesima delusione.
Portai le mani al viso e mi riparai dietro il loro forte tremito.
Ancora qualche attimo.
Avevo bisogno di ancora qualche istante per raccogliere la determinazione necessaria per prepararmi ad ogni evenienza.
Ancora qualche istante.
 
Rimasi sospeso per la frazione di un secondo con la lama della mia spada a pochi millimetri dalla gola.
Una tremenda folata di vento mi aveva impedito di prendere la giusta mira e così avevo perso un prezioso attimo di coraggio.
Aspettai che il vento si placasse e quando nuovamente fui pronto per portare a termine quella definitiva scelta, mi bloccai impietrito. Non era possibile.
L’aria aveva con se il suo odore.
Il suo dolce e splendido profumo.
Un profumo che sapeva di casa, di donna.
Una fragranza unica e indispensabile per la mia vita.
Tutto in me divenne ghiaccio. Perché ora. Perché così?
Che in qualche modo volesse fermarmi…che volesse rispondere alla mia preghiera?
Quando finalmente ripresi il controllo di me stesso…il suo profumo c’era ancora…non era un sogno…era reale ed ora era più forte di prima.
 
Quando, dopo pochi secondi le mie gambe smisero di tremare, raccolsi le poche energie che quella lunga avventura aveva risparmiato ed imposi alle mie forze il sostegno necessario per affrontare qualsiasi visione mi avesse riservato il beffardo destino.
Forza Kagome ce la puoi fare!
La mia mente stanca ripeteva come una filastrocca quell’incoraggiamento poco convinto e decisamente inutile.
Ma non potevo starmene li immobile per sempre.
Gonfiai il petto prendendo un bel respiro e nello stesso momento in cui lasciai andare il fiato…riaprii gli occhi e..
Oh mio dio……
 
Scostai lievemente Tessaiga per verificare se per caso non fossi già nel regno dei morti ma quello che i miei occhi registrarono era troppo incredibile e bello per provenire dagli inferi.
Nello stesso istante in cui abbassai, privo di forze la spada al suolo, la figura dinnanzi a me scostò le mani dal viso e posò i suoi enormi occhi scuri e profondi su di me.
La mia mente andò nel pallone.
Il respiro si bloccò, il cuore smise di produrre rumore e la mano che tremante stringeva Tessaiga si aprì impotente davanti a quella visione agognata fino alla morte.
Stavo sognando? Stavo delirando….? Come era possibile?
I suoi enormi occhi lucidi dal pianto erano dilatati e fissi nei miei.
Nessuno dei due si mosse.
Nessuno dei due osò profanare quel silenzio sottile e fragile che ci circondava con premura.
Avevo paura persino a sbattere le ciglia…se avessi distolto lo sguardo da lei…forse...sarebbe svanita.
Mi avrebbe nuovamente abbandonato.
Dopo qualche attimo mi permisi di ingoiare.
La saliva arrivò al mio stomaco contorto e teso.
Era tutto assurdo. Era tutto meraviglioso ma assurdo.
 
Aveva detto la verità.
Lui era li. Davanti a me.
Era vero…e stava bene.
Ed era…era…bellissimo.
Lentamente strinsi le mani che ancora tenevo sospese sul petto cercando di scaldarle.
Quanto mi era mancato?
Quanto il mio cuore aveva sofferto quella distanza feroce e duratura?
Quanto avevamo patito solo per poterci amare per sempre?
Troppo…euna vocina nella mia testa mi ricordò con cattiveria che non era ancora finita.
Presi coraggio e sospirai per ossigenare la mente.
Midoriko mi aveva consigliato di non perdere tempo…..e per quanto la sua visione saziasse il mio cuore arido…volevo di più che rimanere in silenzio a contemplarlo.
Mossi un passo verso di lui e i suoi occhi si dilatarono stupiti e carichi di paura.
Anche lui provava le mie stesse emozioni. Nulla era cambiato da allora….era una sensazione confortante.
< I….Inuyasha… >
Nuovamente i suoi occhi brillarono di lacrime represse e rovistarono nella mia anima in cerca di conferme che nemmeno io potevo dargli.
< sono… >ingoiai a vuoto….dio quanto mi tremava la voce
< sei..sei tornata… >
Sorrisi tristemente e abbassai lo sguardo.
Si ero tornata. Ma per quanto?
Il mio cuore si ribellò a quei funesti pensieri. Non dovevo sprecare nemmeno il tempo di una lacrima.
< si…..sono tornata….per…per te >
 
Quella parole cariche di mille significati nascosti e tanto agognati puntarono dritti alla mia anima perduta salvandola dall’onta nella quale ristagnava da quando lei mi aveva abbandonato.
Lasciai che la mia spada cadesse al suolo provocando quel minimo rumore che rimise in moto il mio cervello.
Smisi di guardarla imbambolato e rassicurato dalle sue parole percorsi il suo corpo diverso da come me lo ricordavo.
La sua frangia era troppo lunga su quegli occhi lucidi ed enormi. Occhi che avevano pianto e sofferto troppo.
Il viso era scavato e pallido e le labbra seppur non più tese avevano perso il loro colorito roseo che tanto amavo.
Sul collo aveva ancora i segni della mia violenza al pari della spalla e del fianco che però non sanguinavano più.
Nuove ferite…più lievi ma più numerose percorrevano le sue braccia e le sue gambe malconce e decisamente più esili.
Aveva combattuto e sofferto.
Aveva lottato e vinto.
Aveva tenuto duro e ingoiato sangue per poter tornare da me…per salvarci tutti ancora una volta. Ed io…io ero solamente riuscito a rendermi disgustoso davanti a chi mi conosceva e poco tollerabile di fronte a tutto il resto del mondo.
Ero solamente sopravvissuto a fatica senza di lei…senza il suo amore costante…senza la sua presenza al mio fianco.
Stavo per togliermi la vita a causa della mia debolezza…e se solo fosse arrivata più tardi…avrebbe semplicemente ritrovato il cadavere di un codardo. Il corpo esamine di quell’inutile e debole amore che lei aveva difeso e protetto fino a sfinire se stessa.
< siamo…alle solite vero? >
La usa voce dolce ma triste mi riportò alla realtà. Una realtà di cui ora…finalmente faceva parte anche lei.
Il suo sguardo attento anche se stanco mi riportò indietro due anni.
Mi ripropose una serie di attimi in cui lei capiva perfettamente quello che stavo pensando solamente scrutandomi in viso. E nonostante tutto…..nonostante il tempo e le difficoltà…..quella cosa…quella sua abilità…non era cambiata.
Le sorrisi per scusarmi.
Non aveva mai voluto che mi compatissi. Non aveva mai desiderato vedermi anche solo pensare quanto fossi inadatto a lei. Inferiore a tutti.
< sei cambiato…. >
Mi immobilizzai a quelle parole.
Che cosa vedeva in me di diverso? Scorgeva forse quanto patetico fossi diventato a causa della sua assenza???
< davvero? >
Mosse la testa con convinzione.
< anche tu >anche lei era cambiata da allora.
< ma non in meglio vero? >
Era consapevole del suo stato e della mia distruzione rivedendo il male che le avevo inflitto.
Erano passati due anni ma il dolore non si era placato e mai sarebbe passato.
Quello che le avevo fatto…..non lo avrei mai dimenticato.
< sono solo tanto stanca…..ma passerà…passerà tutto >
Era il suo modo per minimizzare…il suo modo per farmi sentire meno in colpa e meno responsabile. Il suo modo per dirmi….”tranquillo…ci sono qui io”….e finalmente….finalmente ci sarebbe stata davvero.
 
Era davvero assurdo che nonostante la lontananza, il tempo e i mille ostacoli…ci fossimo nuovamente ritrovati.
Non mi ero mai data per vinta ma non sempre avevo creduto in questa folle opportunità.
Ed ora…lui era li…nuovamente davanti a me. Era li a respirare la mia stessa aria…a specchiarsi nei miei occhi, a condividere lo stesso mondo.
Si era immediatamente rabbuiato quando mi aveva analizzata con perizia e attenzione.
Non potevo farci nulla…dopotutto…era esattamente come allora.
Forse peggio.
Lui invece….era cresciuto.
Emanava una luce diversa…più consapevole e matura.
La sua corporatura era leggermente cambiata, ma nel profondo dei suoi splendidi occhi ambrati c’era sempre quella fragilità reale ed antica, quella vena pulsante di inadeguatezza e titubanza che mi aveva conquistata al pari della sua forza e determinazione.
Dopotutto era sempre lui. Il mio mezzo demone.
Solo allora li notai. Quei due leggeri segni, quasi del tutto scomparsi, che sempre mi avevano mandata nel pallone.
Che in un modo o nell’altro mi avevano sempre fatta star male.
Mi avvicinai di ancora qualche passo.
Ora se avessi allungato una mano…avrei potuto toccargli il viso. Ma non mi mossi.
Inclinai la testa per osservare meglio i contorni dei suoi occhi…anche lì i segni della trasformazione erano evidenti.
< che cosa è successo Inuyasha? >
Mi guardò sbalordito dalla mia vicinanza e confuso dalle mie parole.
Con la mano tremante e meno piagata gli sfiorai il contorno della guancia fino a tratteggiare i segni violacei che stavano per svanire del tutto.
Mi immobilizzò la mano sul suo viso e rimase fermo e teso davanti a me.
Era il nostro primo contatto da…da anni…..e il mio cuore stava morendo dalla gioia.
Quel senso di appartenenza. Di completezza. Di appagamento e serenità era troppo da sopportare per un organo segnato dal dolore….eppure….se avesse potuto…avrebbe fatto le capriole per la felicità di aver ritrovato la sua anima gemella.
La sua mano era calda contro la mia. La sua guancia era liscia e tesa sotto le mie dita.
Dal quel leggero contatto si irradiava un calore che non avevo provato da tempo…da quando…mi aveva voltato le spalle quel lontano istante.
Ora….era tutto finito.
Mi prese il polso e rivoltò il mio palmo per esaminarlo con tristezza.
Mi prese anche l’altra mano…quella che era messa peggio dovendo sopportare il continuo e ripetuto sfregamento delle frecce contro l’arco.
< …. e a te……che cosa è successo? >
Il suo alito caldo e vero mi fece tremare.
Non potevo crederci. Non poteva essere reale. Non potevo morire dalla felicità proprio ora.
< …di tutto… >sussurrai senza più fiato. Era la verità.
< anche a me >
Abbassò il capo abbandonando i miei occhi che involontariamente si posarono su quell’arma distesa al suolo priva della sua energia demoniaca.
Corrucciai la fronte per ricordare ogni particolare…quando avevo trovato il coraggio di scoprirmi il volto…e lo avevo scorto……..lui….
Non riuscii a frenare il fiume di lacrime vecchie due anni che sgorgò dai miei occhi senza rumore.
Riportai lo sguardo sul suo e quando vidi le stesse lame lucenti scivolare sul suo volto non riuscii a fermarmi.
Lasciai le sue mani e circondandogli delicatamente il volto con i pollici asciugai il dolore che liquido fuoriusciva dal suo cuore. Lo stesso che stava abbandonando il mio.
< mi…mi dis...dispiace…mi dispiace tanto >avrei voluto dirgli tante altre cose ma i singhiozzi si erano fatti più forti del mio coraggio…più forti della mia determinazione. Abbandonarlo mi aveva straziato il cuore…abbandonarlo…aveva significato lasciare una parte di me con lui che solo ora aveva ripreso a vivere…lasciarlo solo….mi aveva devastata.
Sentendo i tremiti dei suoi singhiozzi trattenuti a forza capii il male che gli avevo procurato. Ero l’ennesima persona che lo lasciava a se stesso, l’ennesima che lo aveva ferito…ma nonostante ciò…era troppo doloroso constatare quanto quel male lo avesse corroso e sconfitto.
Non avrei mai dimenticato quella lama e quegli occhi tristi e colpevoli. Mai.
 
A pochi centimetri da me l’amore della mia vita piangeva per il mio dolore, per quello che ero arrivato a pensare. Per quello che il suo arrivo mi aveva impedito di compiere.
Aveva capito. Come sempre aveva capito tutto.
La vergogna che immediatamente era giunta per quella sua triste scoperta aveva lasciato il posto alla solitudine e al dolore che quel gesto avrebbe provocato a tutti…ma soprattutto a lei. Lei soltanto.
Ero arrivato a quel punto solo perché senza la sua presenza….non avrei potuto vivere ancora.
Le sue mani ferite e fredde ma sempre leggere e confortanti mi asciugarono le lacrime che al pari delle sue cadevano al suolo silenziose e liberatorie.
Non mi sentivo un debole. Mi sentivo amato. Mi sentivo a casa. Mi sentivo parte di un qualcosa che finalmente aveva ripreso ad avere senso. Io avevo riacquistato un significato. Vivere al suo fianco.
Mi feci coraggio e le strinsi piano i fianchi.
Dio quanto mi era mancata. Dio quanto era diventata magra e fragile.
Le mie mani come dotate di volontà propria si spostarono sulla schiena e poi su fino alle spalle.
Impotente e bisognoso di lei la attrassi contro il mio corpo che finalmente a contatto con la sua metà ritornò in paradiso.
La tensione si sciolse, le lacrime smisero di scendere, i muscoli si rilassarono e il mio cuore si gonfiò della sua presenza, del suo calore. Del suo profumo e della sua anima. Di lei.
Nel mio sangue circolava la sua essenza e non l’avrei lasciata andare mai più.
Accostai il viso al suo orecchio e finalmente sciolsi le catene della mia coscienza perduta.
< anche a me dispiace….dispiace davvero tanto >
Avrei voluto implorarla…chiederle scusa in ginocchio. Chiederle di perdonare un comportamento imperdonabile, una sfiducia impossibile da digerire e una vita piena di dolori ma questo non me lo avrebbe mai permesso.
Allora decisi che le avrei chiesto perdono per l’eternità.
Ogni giorno ed ogni istante.
Con ogni gesto e parola le avrei chiesto scusa per tutto ciò che avevo e non avevo fatto.
La strinsi così forte da toglierle il respiro.
Era ancora perfetta per me.
Era ancora la mia Kagome.
Scostai il mio viso dal suo e mi persi nel suo sguardo profondo come le acque del mare.
Afferrai a mia volta il suo volto e la baciai.
Mi ero sbagliato. Ora ero in paradiso.
 
Se avessi potuto sciogliermi come fa il cioccolato a contatto con il calore umano mi sarei dissolta tra le sue braccia.
Non si può neanche lontanamente sapere quanto ti manca una cosa finché non ne rimani sprovvisto…e anche in quel caso non puoi assolutamente immaginare come ti sentirai quando finalmente ne rientri in possesso.
Solo ora capivo che cos’era quel ragazzo dai lunghi capelli argentati per me.
Era la mia aria. Il mio mondo.
Era il mio sole del giorno e la mia stella di notte. Era tutto ciò che mi serviva per esistere.
Tra le sue braccia……contro le sue labbra…io avevo ripreso ad esistere.
La mia vita aveva ritrovato il solco tracciato….e la certezza di un futuro.
Qualunque cosa fosse accaduta. Qualunque cosa mi avesse riservato il destino…l’avrei affrontata...sistemata e sarei ritornata da lui. Per nulla al mondo avrei rinunciato a questo.
Posi fine lentamente e con dolcezza al nostro bacio.
Era ora di digli la verità.
Non sapevo quanto tempo ancora quella strana madre sarebbe riuscita a concedermi.
Appoggiai la fronte alla sua e respirai la sua stessa aria affannata.
Le sue braccia non mi volevano abbandonare al pari delle mie mani che continuavano a stringere la sua veste come se da quel contatto dipendesse la nostra vita.
< Hai i capelli più lunghi >
Sentii le sue dita intrecciarsi e scivolare, scostandomi delicatamente i capelli fino ad arrivare alle punte alla base della schiena.
< Davvero? Bè…non ho avuto il tempo di passare dal parrucchiere prima di raggiungerti…avevo una certa fretta!!! >
Gli sorrisi accattivante
< che cos è un parrucchiere? >
Abbassai il capo sconfitta ma felice. Mi avrebbe sempre sorpreso, sempre fatta sorridere e arrabbiare. Sempre.
< lasciamo stare >
< tsk! Comunque…mi piacciono anche così.. >
Nuovamente gli sorrisi…..dio quanto era bello.
Avrei ballato sulla luna per lui.
Mi staccai a malincuore ma gli presi le mani notando che il mio polso stava già perdendo consistenza proprio come era accaduto a Midoriko. Mi restava poco tempo.
Ingoiai la tristezza e la rabbia per aver goduto di lui solo per pochi minuti ma non potei non inviare un ringraziamento al cielo per quel dono inaspettato.
< senti Inuyasha…io…. >
< non dire nulla ti prego >
Sentii i suoi occhi posarsi lontano.
L’avevo sempre compreso a meraviglia. Ero sempre stata in grado di comprendere i suoi pensieri…ma lui…lui non era certo da meno….
 
Guardai con insistenza un punto imprecisato oltre la sua testa.
Fino a quel momento non avevo voluto chiederle nulla.
Non le avevo domandato niente.
Anche se la domanda che premeva da quando i miei occhi si erano posati sulla sua figura amata era una…e una soltanto.
Questa volta sarà per sempre?
Ma le mie labbra non erano state tanto coraggiose da formularla in parole. Era rimasta sigillata a forza tra la mente e il cuore perché ero consapevole che non avrei accettato altro. Non avrei digerito nessuna risposta tranne….”si per sempre!”
Ma i suoi occhi…il suo corpo cedevole ma protetto dietro una sottile barriera mi urlavano il contrario.
C’era dell’altro.
C’era ancora qualcosa da affrontare e sconfiggere e io…io non ne avevo più la forza. Non dopo averla stretta di nuovo tra le braccia.
Mi strinse con energia le mani e mi strattonò perché riportassi l’attenzione su di lei.
Non poteva chiedermi altro che proteggerla e starle accanto per tutta la vita. Non poteva chiedermi altro.
< io….io.. >
Scossi la testa impercettibilmente. Se avessi potuto privarmi dell’udito per alcuni minuti avrei ringraziato il cielo.
Non volevo sentire. Non potevo.
< io devo andare! >
Quelle parole sussurrate con dolore spezzarono la favola dentro il quale avevo appena ricominciato a vivere.
Mi rispedirono all’inferno che qualche attimo prima mi aveva cullato fino a desiderare di uccidermi.
< perché…perché mi fai questo perché… >
Chiuse gli occhi per celare il dolore che nuovamente perforava il suo animo…al pari del mio.
Lasciò le mie mani per passarsele sul volto e immediatamente sentii freddo.
No! Non volevo più sentire quella sensazione. Soffrivo perché era distante da me pochi centimetri……se fosse scomparsa ancora una volta….come…come avrei fatto?
< Midoriko…mi ha concesso qualche istante…per vederti… >
< Concesso? > assaporai quella parola assurda e provocatoria < CONCESSO!!! > scoppiai.
Il mio urlo di rabbia echeggiò in quel luogo di morte e tristezza. Un luogo di nuovo in sintonia con il mio essere.
< non fare così…. Io…..devo andare…questo…questo.….lei non mi ha creato per stare qui… >
Sbarrai gli occhi cercando di controllare la furia omicida verso quella sacerdotessa maledetta.
< è tutta colpa sua se siamo finiti così dannazione…è tutta colpa di quella bastarda! >
< quella “bastarda”…mi ha aiutata!!! Alla fine…senza di lei…non ce l’avrei fatta…senza di lei…non sarei tornata! >
< senza di lei…..non saresti mai stata in pericolo! Dannazione! >
< senza di lei non sarei esistita……non ti avrei mai conosciuto! >
< forse sarebbe stato meglio! >
Mi rimangiai subito quelle parole velenose e cariche di rabbia.
< Scusami. Perdonami…io…ogni volta che sto per perderti…invece di legarti a me…ti respingo….è…è… >
< è il tuo modo di proteggerti lo so. Ci sono abituata. >
< mi ero ripromesso di non farlo mai più ma….dannazione non…non mi puoi lasciare ancora…non… >
< non me ne vado perché voglio Inuyasha….vado perché devo…devo farlo…! >
Alzò una mano verso di me e solo allora notai la sua lieve trasparenza.
Stava scomparendo.
Il suo intero braccio stava scomparendo al pari delle gambe.
Ed io non potevo fare nulla.
Respirai per dar aria ad un organismo nuovamente privo di vita e scopo.
< dove….e quan…. >
La voce si spezzò a difesa di quella domanda dolorosamente penosa per il mio cuore.
< ritornerò nella mia epoca…dalla mia famiglia…sperando di trovare tutto come era allora….e poi…..non… >
Prese un bel respiro per terminare la frase, anche lei incapace di proseguire quel tremendo discorso.
< non so quanto tempo mi ci vorrà …ma…sistemerò tutto e…tornerò…tornerò da te Inuyasha te lo prometto >
Era la solita storia. Una cantilena vecchia e già sentita
< me lo prometti ogni volta… >
< e ogni volta torno! Sono sempre tornata da te….per te. E questa volta sarà l’ultima. >
< ma come farai….senza la sfera come…come potrai attraversare il pozzo >
Abbassò il capo impotente e sconfitta. Non lo sapeva. Non aveva una soluzione. Non aveva delle risposte che potessero placare il mio animo inquieto.
< non tornerai più >
Mi guardò delusa dalla mia resa totale e soprattutto sconfitta dalla mia ennesima dimostrazione di debolezza.
Mi fidavo di lei…mi ero sempre fidato di lei. Era su me che non puntavo affatto.
< si invece! >
Ora la sfida nei suoi occhi era viva e sentita. Ci credeva davvero…ma io? Io ero disposto ad aspettare ancora un suo ipotetico ritorno?
Il cuore vacillò nel mio petto. Si strinse dolorosamente e poi riprese con costanza e forza la sua normale corsa.
Si. Potevo….potevo farlo perché era l’unica cosa che ero in grado di fare, era l’unica che sapevo fare a memoria. Aspettarla!
< ti fidi di me Inuyasha? >
A malincuore e con grande titubanza mossi la testa in segno di consenso.
Non potevo far altro, le forze al pari della voce erano bloccate dall’angoscia di non rivederla più.
Si riavvicinò con cautela e mi stampò un bacio sul naso.
Una valanga di ricordi e attimi come quello mi svuotarono da ogni dubbio.
Si…sarebbe tornata…ed io…
< ti aspetterò piccola…ti aspetterò sempre >
Impotente rimasi a guardare quel corpo che per pochi istanti mi aveva donato la felicità dissolversi lentamente nell’aria. Con le lacrime agli occhi la baciai poco prima che scomparisse del tutto lasciandomi solo.
Solo con il suo profumo e il suo umido bacio. Solo nuovamente solo.
Guardai verso il cielo pregando l’ennesima volta che qualcuno la riportasse da me.
Mi stropicciai gli occhi con le dita.
Ero sfinito.
Nel giro di pochi istanti ero sfuggito dalla convivenza forzata con l’inferno…avevo sfiorato il paradiso ed ora ero nuovamente ripiombato nelle tenebre degli inferi….era troppo dura da sopportare.
Spostai lo sguardo a terra dove la mia spada giaceva abbandonata a se stessa.
Scossi la testa e la raccolsi senza riflettere su ciò che realmente avrei potuto fare.
Un particolare, nel punto dove era comparsa Kagome, attirò la mia attenzione.
C’era qualcosa…. Hiraikotsu!
Da un lato provai soddisfazione nel rivederlo….dopotutto…era tornato dalla sua padrona! Dall’altro mi chiedevo come fosse possibile che tutto il mondo riuscisse a trovare la strada di casa e a restarci, mentre l’unica persona che volevo affianco…..mi abbandonava di continuo.
Eppure…vederla…anche solo per pochi istanti…e saperla viva…sapere che avrebbe fatto il possibile per tornare….solo per me…mi aveva infuso l’energia e il coraggio necessari per aspettare.
Aspettare da solo si, ma aspettare il suo ritorno!
 
…………….
 
Erano passati tre mesi da quel breve ed intenso incontro.
Tre mesi in cui avevo dovuto digerire la sua assenza e risistemare i disastri che la mia aveva provocato alla mia famiglia.
Chiusi gli occhi portandomi un braccio sulla fronte.
L’aria calda dell’estate entrava dalla finestra scostando lievemente le tendine rosate.
Ritrovarmi nella mia epoca dopo due anni di assenza era stato scombussolante.
Il pianto di mia madre e di mio nonno poi….credevo potessero disidratarsi dal quantitativo di lacrime versate.
Nonostante la nostalgia di Inuyasha riabbracciare la mia famiglia aveva placato quel dolore sordo e profondo che provavo nel petto.
Risi pensando alla faccia scioccata ed impaurita di Sota. Mi credeva ancora uno spirito venuto per perseguitarlo!
Ma era cresciuto di parecchio da allora.
Ed era alle medie.
Mi ero persa due anni importanti della sua vita…e se avessi affrontato il pozzo un’ultima volta….me li sarei giocati tutti.
Ero disposta a sacrificare la mia famiglia per amore?
Avevo sempre dovuto scegliere tra l’amore e la sofferenza…tra lo stare al fianco di Inuyasha e dover patire l’inferno…e ad ogni bivio, ad ogni ostacolo…avevo sempre e solo scelto lui.
Ma ora…ora che la decisione riguardava il dove e con chi continuare la mia lunga vita….mi ritrovavo nel pallone più totale.
La scelta non ricadeva su cosa provavo io…o su quanto avrei sofferto…ma…..preferivo rinunciare alla mia famiglia o a Inuyasha?
Famiglia o amore? Famiglia o amore? Famiglia o amore?
Soffocai la testa sul cuscino imponendo alla mia mente di stare zitta!
Avevo la certezza che se avessi oltrepassato il pozzo…non sarei più potuta tornare.
La difficoltà era…..attraversarlo.
Passavo i giorni abbarbicata su quel condotto infernale….ma non un alito di vento, non un flusso di energia mi facevano capire che era funzionante. Forse…forse non lo avrei più potuto usare……?
Un crampo di panico mi obbligò a raggomitolarmi su me stessa.
Dio quanto ero indecisa e scema.
Il pensiero di non rivedere Inuyasha mi uccideva dentro…ma non avevo il coraggio di voltare le spalle alla mia adorata famiglia… sapendo che sarebbe stato per sempre.
Cosa dovevo fare?
< Kagome…dormi??? >
La voce dolce e rassicurante di mia madre mi riportò alla realtà
< no mamma…entra pure >
La sua figura armoniosa si affacciò con eleganza e il suo sguardo amorevole e sapiente si posò sulla mia posizione scomposta e rannicchiata.
< ti ho chiamata un paio di volte…pensavo fossi uscita….oppure che stessi dormendo… >
< scusa…ero sovrappensiero...e poi sai che non posso farmi vedere da nessuno….causerei di certo qualche infarto gratuito…. >
< mi dispiace di aver diffuso la notizia della tua scomparsa Kagome….è che io e gli altri eravamo così abbattuti e tristi che era impossibile nascondere il nostro dolore >
< lo so mamma…mi dispiace davvero tanto.. >strinsi gli occhi cercando di placare il rimbombo sordo che sentivo nella mente
< hai mal di testa? >
< si….troppi pensieri… >
< non ti sei ancora decisa vero? >
La guardai sconsolata e lei mi accarezzò la testa dolcemente.
< come posso scegliere…come posso non sentirmi uno schifo per qualsiasi strada io prenda! >
< ti capisco piccola mia….ma se ciò che mi hai raccontato è vero….come puoi non aver ancora capito che in realtà non hai scelta….anzi…non ne hai mai avuta.. >
Mi sorrise benevola e io la guardai allibita.
Le avevo confidato ogni cosa. Della mia scelta di inseguire Naraku nella sfera…dell’incontro con Midoriko…di ciò che quella donna rappresentava per me e di come avevo trovato Inuyasha quando per sua concessione l’avevo potuto riabbracciare prima di approdare qui. Lei mi aveva guardata e ascoltata con attenzione e solo una frase aveva abbandonato le sue labbra tirare e tristi.
< avevo sempre saputo che eri troppo speciale per una come me >
Quella frase carica di convinzione ma assoluta erroneità mi aveva fatto piangere.
Ma non per me. Per il male che involontariamente le avevo fatto.
< senti Kagome……sapere di averti persa…sapere che hai sofferto e che non saresti più tornata nemmeno per un ultimo abbraccio mi aveva tolto la voglia di vivere…eppure io non ho potuto e non posso tutt’ora placare il mio dolore con un atto tragico e risolutivo come quello che stava per compiere Inuyasha. Nessuna madre vorrebbe sopravvivere ad un figlio. E’ la cosa più atroce che possa capitare…e a detta di chiunque tu sei mia figlia. >
< certo mamma….non avrei saputo desiderare di più >
Mi sorrise serena e proseguì < ma vedi…..non ho potuto abbattermi solo perché qui ho delle responsabilità.
Il nonno da curare e preservare , Sota da crescere con lo stesso amore e attenzione che ho dedicato a te e la casa, questo grande nido che tuo padre ha faticato per creare da difendere. Il mio scopo nella vita è anche questo. Lui invece…quel ragazzo sbadato e forte…..non ne ha altri…vive per te….e piccola anche tu ora…vivi per lui. Da quando sei tornata….sento che in te…è morto qualcosa. L’amore è questo….e se io nella vita avessi avuto scelta…avrei scelto tuo padre sempre. >
Si asciugò una lacrima traditrice e riportò i suoi occhi scuri nei miei.
< saperti viva. Vederti sana e combattiva. Conoscere la donna che sei diventata e che sarai mi ha riempito di gioia. >
< mi…mi stai dicendo che… >
< che il tuo posto non è qui….noi per te ci saremo sempre. Inuyasha nonostante la mancanza della sfera è riuscito a comunicare con noi….forse…forse non potremmo più vederci…non vedrò le tue nozze…non vedrò i miei nipoti ne il tuo viso maturare…ma riusciremo a parlarci e aggiornarci sulle nostre splendide vite. Perché io ho lottato per averti e per darti un futuro e anche se egoisticamente vorrei tenerti stretta tra le braccia tutta una vita….ogni madre deve lasciare che  il suo piccolino spicchi il volo da solo….ovunque questo viaggio lo conduca. >
< oh mamma >
La abbracciai affondando il viso sul suo petto, come fossi stata una bambina da coccolare.
< certo…mai avrei immaginato che il tuo volo ti portasse tanto lontana da me…ma purchè tu sia davvero felice…sarò felice anche io. Te lo prometto Kagome >
Con quelle parole il groviglio di emozioni e timori, che per mesi avevano corroso il mio stomaco impedendomi di prendere una decisione definitiva, si sciolse.
Vidi la luce in fondo al tunnel. Vidi la speranza di un futuro con la persona che amavo e vidi questa mia imminente separazione come un saluto permanente ma non un definitivo addio.
La mia famiglia meritava una persona felice e soddisfatta di stare accanto a loro e quella persona non ero io.
Mi sarebbero mancati…come l’aria…ma il mio mondo…la mia metà di cuore…aspettava il mio ritorno…e da questo dipendeva la sua vita.
Una vita senza Inuyasha non valeva la pena di essere vissuta. Un mondo senza di lui…era privo di ogni attrattiva.
Volevo alzarmi il mattino e vedere il suo sorriso, volevo trascorrere la giornata saziandomi delle sue parole e dei suoi gesti, volevo addormentarmi la notte con l’eccitazione del suo corpo e la sicurezza delle sue braccia.
Questo volevo. E questo avrei avuto. Per sempre.
< grazie mamma. >
Sapevo quanto le era costato formulare quel lascia passare gratuito. Con quelle parole mi aveva liberato dalle catene della lealtà e giustizia che mi trattenevano in quel mondo dove a parte loro…non possedevo nient’altro.
< ti voglio bene e….sarà per sempre. >
 
Mi fermai a contemplare il sole forte del mattino che inondava con il suo calore ogni creatura che avesse avuto la fortuna di godere di quel trattamento.
Il mio corpo però era costantemente freddo e solo.
Nonostante la sicurezza del suo ritorno niente era bello…se non potevo condividerlo con lei.
< Misaki……togli le mani da li…..se ti vede la mamma…..ci ammazza entrambi..!! >
Guardai quella piccola miniatura di Miroku affondare le manine paffute nel petto della giovane ragazza del villaggio che qualche volta passava a controllare le condizioni di Sango.
< Troppo tardi…ti ho visto sai? Maledetto bonzo!!! I tuoi geni sono pessimi! >
La figura arrotondata di Sango comparve silenziosamente alle mie spalle.
< ma amore cosa dici…e poi non agitarti che altrimenti ti fa male! >
< male è…. >
Staccando le mani di Misaki dal seno della donna Miroku sfiorò tale abbondanza ma non fece in tempo a voltarsi con aria preoccupata verso Sango che un poderoso Hiraikotsu lo centrò in pieno facendolo ruzzolare a terra privo di sensi.
< ..averti come padre dei miei figli!!! Un giorno o l’altro ti uccido >
Ora che la maledizione di Naraku era divenuta un lontano ricordo…Sango sembrava molto meno premurosa nei suoi confronti. Non potei trattenere un sorriso, infondo per loro provavo sempre una benevola invidia.
Guardai la donna che spalancando gli occhi  posò a terra Misaki e indietreggiando si perse nei meandri del villaggio.
Da quando era incinta, Sango era decisamente più irritabile e scontrosa…chissà se capitava a tutte le donne durante la gravidanza…chissà se anche Kagome…
Scossi la testa per frenare quel pensiero infruttuoso.
< Sango…amore >tirandosi su a fatica Miroku si massaggiò il grosso bernoccolo sulla fronte < …non dovresti fare sforzi simili ne….arrabbiarti tanto….pensa al bambino.. >
< se tu non fossi una tale sciagura starei meglio!!!! E poi il bambino sta bene….anzi è una bambina ti dico! >
Ancora quel battibecco. Come facesse ad esserne così convinta restava un mistero.
< va bene…che sia quel che sia...basta che tu…. >
Una folata di vento mi costrinse ad appoggiarmi alla staccionata.
La mia attenzione si catapultò all’istante in un luogo preciso, poco lontano da li.
Non potevo sbagliarmi. Non…
Era lei.
Saltai Miroku e come una furia mi immersi nel verde della foresta. Attorno a me sfrecciavano alberi e foglie ma non avevo minimamente intenzione di soffermarmi sulla bellezza del panorama.
Nuovamente quell’odore giunse forte al mio naso.
Accelerai fino a quando non mi ritrovai a un passo dal pozzo.
Nelle orecchie il martellare furioso del mio cuore, nei polmoni la fatica di quella sfrenata corsa.
Ingoiai a vuoto e mi asciugai le mani sudate lungo la veste.
Chiusi gli occhi per trovare il coraggio di sperare davvero ma oramai era troppo tardi.
Il mio spirito aveva nuovamente preso a volare.
Mi chinai verso il pozzo e senza guardare all’interno vi allungai una mano pregando che il mio gesto non fosse vano.
Una mano sottile e morbida, tiepida e famigliare afferrò la mia con convinzione.
Da quel contatto partì una scarica di gioia che mi attraversò ridandomi la vita.
Senza alcuno sforzo tirai lievemente verso di me e in pochi attimi comparve la più bella delle visioni.
Rimasi incantato e instupidito a fissarla, poi con urgenza e disperazione…la strattonai contro il mio petto e finalmente quella parte di me che si era staccata per seguirla ritornò al suo posto.
Occhi negli occhi.
Mano nella mano.
Cuore contro cuore.
Un'unica realtà. Per sempre.
 
 
 
Chissà quanti sospiri di sollievo vi saranno scappati…!!!
Eh si…tutto è bene quel che finisce bene. D’altra parte non potevo assolutamente non concludere così.
Sto preparando un ultimo capitolo….una sorta di epilogo….e lo faccio unicamente per le persone che fino a questo momento…..dopo 53 capitoli di sofferenza mi sono state accanto e mi hanno spronata a continuare. Probabilmente senza di loro non l’avrei finita.
Ci ho messo più di un anno a scriverla.  Un anno in cui sono cambiata e maturata…come il mio modo di scrivere e di comunicare le mie emozioni. Spero immensamente che chiunque si sia anche solo soffermato a leggere questa lunga storia…abbia apprezzato i miei sforzi e si sia un tantino divertito e appunto emozionato.
Quindi…..per l’ultima volta….vi ringrazio immensamente…..grazie per aver vissuto con me quest’avventura.
Alla prossima ff!!!!! Un bacione ;D

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Capitolo 54
*** Che la fine abbia inizio ***


Strappai con cura l’ennesima pianta medicinale mentre la voce di Kaede in lontananza si affievoliva nel silenzio della mia mente.
Ora ero decisamente più esperta.
Le prime volte afferravo involontariamente sia le erbe curative che quelle che invece non servivano a nulla….ma per una persona ignorante in materia come ero allora infondo erano tutte uguali.
Sorrisi dei miei miglioramenti e della mia vita felice accanto ai miei compagni.
Era quasi passato un anno da quando avevo salutato la mia famiglia…per sempre.
Li avevo abbracciati stretti stretti, cercando di imprimere nella mente il loro profumo, il loro respiro, ogni particolare, ogni singola ruga.
Tutto pur di portarli con precisione nel mio cuore. Per tenerli accanto.
Ieri li avevo nuovamente sentiti. Era il compleanno di Sota.
La comunicazione attraverso il pozzo non era delle migliori ma era l’unico modo per scambiarci qualche parola…seppur da una considerevole distanza.
Inuyasha mi aveva accompagnata ed era rimasto in disparte per lasciarmi quella privacy che in realtà non mi serviva.
Dopotutto era il solito testardo.
Era ancora convinto che in fondo al mio cuore soffrissi per averli abbandonati e per aver scelto di vivere con lui. Era sicuro del mio eterno pentimento e ogni qual volta mi mettevo in comunicazione con loro lui diveniva triste ed inconsolabile.
Ma durava poco.
La gioia di stare al suo fianco era troppa perché non se ne accorgesse.
Scossi lievemente la testa e mi rialzai scostandomi la frangia dagli occhi.
Non avevo voluto portare nulla dalla mia epoca per paura che questo potesse modificare la storia e il destino dell’intero mondo. Infondo ero pur sempre un’intrusa. Quindi anche le forbici erano rimaste nella Tokyo del futuro.
L’unico oggetto che non avevo voluto abbandonare…lo stavo indossando proprio ora.
Avevo lasciato la mia uniforme scolastica alla mamma perché potesse sempre ricordarsi di me e al suo posto era subentrato il chimono verde smeraldo che avevo comprato quell’ultimo mio giorno di shopping assieme alle mie care amiche di scuola.
Sorrisi ripensando alle loro parole..
“ < Kagome hai fatto davvero bene a comprarlo…stavi d’incanto >
< si sembravi una sacerdotessa moderna > “

L’avevo deciso allora.
Già a quel tempo avevo stabilito senza saperlo dove e come avrei vissuto il mio futuro.
Accanto ad Inuyasha.
Un Inuyasha che quando mi aveva vista per la prima volta con indosso quell’abito così perfetto per il suo mondo ma anche per il mio…si era paralizzato. Mi aveva mangiata con gli occhi facendomi arrossire dall’imbarazzo e dalla felicità.
< hei Kagome mi hai sentito? >
Mi voltai verso la povera Kaede che con quell’enorme cesto in mano mi fissava con aria benevola e accondiscendente
< perdonami…io… >
< stavi nuovamente fantasticando!!! Ah…incredibile…sei la persona più distratta che conosca al mondo >
< he he >
Mi grattai la testa in un tipico gesto di imbarazzo.
Dopotutto pensare ad Inuyasha e non distrarsi era dannatamente impossibile.
Maledizione!!!!
Guardai il sole alto nel cielo e mi maledissi per la mia sbadataggine.
< oh cavolo…Kaede…scusami io…devo proprio andare….Inuyasha mi aveva detto di raggiungerlo……e…uh quanto è tardi.. >
Scosse la testa sospirando e sorridendole grata la caricai anche del mio raccolto.
< fa attenzione mi raccomando >
< certo…come sempre >
Raccolsi l’arco da terra e mi fiondai nel folto della foresta.
In meno di mezz’ora avrei dovuto essere al villaggio. In ogni caso….le avrei sicuramente sentite!!!!
 
< dove sarà quella stupida!!! >
< oh Inuyasha finiscila di camminare avanti e indietro! Oltre a farmi venire mal di testa rischi anche di creare un solco per terra!! >
Lo fulminai con un occhiata truce.
< potrebbe essersi persa…o fatta male >
Rabbrividii al pensiero. < dannazione dovevo andare con lei! >
Una mano forte e comprensiva si posizionò con determinazione sulla mia spalla.
< smettila di tormentarti. La divina Kagome è decisamente in grado di badare a se stessa…e se si fosse fatta male lo sapresti di sicuro…siete un sorta di “due cuori una capanna”…per cui stai tranquillo. Eh poi…non puoi mica seguirla dappertutto no? Non vorrai diventare il suo cane da guardia spero!! >
Strinsi i denti per non picchiarlo.
Il suo sorriso sornione e beffardo scomparve. E al suo posto ritrovai la solita espressione mesta e perspicace.
< Naraku non c’è più. La sfera risiede dentro il suo corpo privo di alcun potere demoniaco che possa attrarre cattive compagnie. Lei è decisamente più forte di quello che credi e questo lo sai…ed infine…..conosce questo posto a memoria perché ora è la sua casa...il suo mondo perché così ha voluto. Lei ha scelto….e sottolineo scelto…di vivere qui…con noi…con te!!!! Prima te lo ficcherai in quella zucca vuota e meglio staremo tutti quanti! >
Abbassai il capo cercando di far penetrare quelle parole nella barriera del mio cuore.
Sapevo che aveva ragione, ragione su tutto…ma ogni qual volta posavo gli occhi su di lei non potevo far a meno di soffrire pensando a quello a cui aveva dovuto rinunciare. A cui io l’avevo fatta rinunciare.
Eppure non passava istante che non si prodigasse per farmi comprendere che al mio fianco stava bene...che accanto a me fosse…dove volesse realmente stare.
Respirai a fondo e nuovamente guardai in lontananza nella speranza di vedere comparire la sua dolce figura, ma era tutto inutile…d’altra parte il suo odore era ancora troppo lontano perché giungesse a me.
< arriverà vedrai! >
< tsk! Le sentirà comunque! >
< non avevo dubbi! >
Uno strillo acuto e decisamente caparbio spezzò la quiete del mattino.
< scusa…devo andare…. >
< si falla smettere….ha una voce che spacca i timpani! >
< già…proprio un bel caratterino per essere ancora così piccola!!! >
Detto questo sparì in casa con un sorriso idiota e innamorato stampato su un’espressione altrettanto idiota ed innamorata.
Scossi la testa incredulo.
Non sarei diventato anche io così. Per niente.
Nessun marmocchio, maschio o femmina che fosse, mi avrebbe rincoglionito in quella maniera.
Poi il viso dolce e solare di Kagome mentre accarezzava il pancione di Sango si affacciò nella mia memoria costringendomi a sorridere stupidamente della sua tenera gioia.
Portai la mente indietro nel tempo…al giorno in cui Kagome tornò da me.
Il giorno in cui il pozzo si chiuse per sempre. Il giorno in cui scelse me al posto della sua vera famiglia.
Ne avevamo parlato tanto da allora.
Ogni nostra più banale conversazione terminava con quel discorso. E ogni volta lei zittiva i miei dubbi e i miei sensi di colpa con un bacio ed un sorriso.
Quel giorno quando finalmente rivide anche gli altri, fu un tripudio di lacrime.
Sango e Kagome si erano abbracciate fino a non aver più la forza di stare in piedi, Miroku l’aveva sollevata in aria e l’aveva stretta con affetto scatenando in me la solita e costante fitta di gelosia…poi erano piombati addosso a lei Shippo, Rin, Kirara e Kaede tutti inteneriti e felici del suo ritorno, ma mai quanto me.
Il momento indelebile e che mi aveva fatto decisamente emozionare mio malgrado era giunto in seguito, quando la calma della sera ci aveva riuniti a casa di Miroku.
Kagome in preda ad un eccesso di affetto aveva parlato dolcemente e con voce sottile al pancione immenso di Sango e contemporaneamente cullato un Misaki mezzo incantato dal sorriso di colei che ora stava rovinando tutti i miei piani.
Riportai la mente al presente.
Un presente in cui se non si fosse presentata entro breve l’avrei strozzata con le mie mani!
Il pianto stridulo della nuova arrivata scemò nell’aria.
Erano creature davvero egoiste….sbraitavano un sacco  e solo per ricevere delle attenzioni!
Mi diedi dell’idiota cronico.
Anche io ero così. Ma contrariamente a loro…non avevo scusanti!! Io ero decisamente più…maturo!!
Già maturo…
Fissai con intensità la casa in cui ora abitava Kagome.
Da quando era ritornata, quell’abitazione bellissima ora, ma prima vuota e priva di ogni possibile attrattiva, aveva ripreso a vivere assieme alla sua costante e solitaria presenza.
Io non volevo abitare con lei….non potevo….almeno non fino a quando non avessimo…formalizzato il nostro rapporto.
Mia madre mi aveva insegnato a rispettare le persone e non c’era essere al mondo che avrei rispettato più di lei e che avrei onorato più di Kagome.
Per questo avevo atteso tanto.
Volevo che si ambientasse, che considerasse la mia epoca, il mio mondo come il suo.
Volevo che fosse per sempre…ma che soprattutto fosse quello che voleva anche lei!
Però, nonostante i miei buoni propositi, morivo dalla voglia di non doverla più salutare per andare a dormire in un luogo diverso dal suo. Morivo dalla voglia di svegliarmi con lei alla debole luce del mattino.
Volevo tutto di lei. Volevo stare con lei ovunque e appunto…per sempre.
Ed ora….proprio grazie alla presenza della sfera dei quattro spiriti, anche lei avrebbe avuto la mia stessa lunga vita. 
Un gran fracasso mi riportò al presente.
Spostai lo sguardo giù verso il villaggio, dove una furia verde correva affannata salutando contemporaneamente le persone che si affacciavano dalle case per salutarla!
Tutti l’apprezzavano per il suo carattere e la sua energia e quell’aura pura che perennemente l’accompagnava rendevano il villaggio un luogo protetto e sereno.
Scossi la testa incredulo.
Dopotutto si era davvero ambientata con facilità…e quindi….non avevo più scuse!
Ingoiai coraggio e con le mani sui fianchi mi preparai ad affrontare la prova più difficile della  mia vita!
 
Inciampai per l’ennesima volta.
Salutare, correre, sorridere e contemporaneamente pregare non era affatto facile.
Superata l’ultima capanna portai lo sguardo verso l’appartata collina che silenziosamente ci ospitava.
Lui era li. Più bello. Più forte e più arrabbiato che mai!
Questa volta ne aveva tutte le ragioni…ero decisamente in ritardo e sapevo quanto si preoccupasse anche se stavo lontana da lui per solo pochi secondi! Il fatto di averlo pregato di lasciarmi accompagnare la somma Kaede da  sola e aver ritardato così tanto…non mi faceva ben sperare in un'altra libera uscita!
Se a prima vista quel comportamento assillante e iperprotettivo poteva recare fastidio…al contrario mi sentivo sempre al settimo cielo e decisamente protetta.
Dopotutto mai l’avrei allontanato a volere. Se fosse stato per me i miei occhi non avrebbero dovuto guardare altro che la sua agile e splendida figura…ma sapevo che solo l’abitudine di stargli lontana almeno un po’ avrebbe ridato sicurezza al suo orgoglio e al nostro rapporto!
Rallentai fino a fermarmi a pochi metri da lui.
Mi appoggiai pesantemente alla staccionata lasciando cadere l’arco e la faretra. Ero sfinita!!!
Non mi ero accorta affatto di quanto avessi corso!!
Ora le mie gambe tremavano dallo sforzo e i miei polmoni bruciavano per il mancato ossigeno.
< sc…scu…. >presi altri due respiri e rialzai la testa pronta ad essere fulminata dal suo sguardo omicida.
< scusami! >quando i miei occhi incrociarono i suoi vi lessero mille emozioni contrastanti…tra cui anche un velo di rabbia che però scomparì non appena mise a fuoco il mio viso stravolto.
< lascia stare! Muoviti invece! >
Voltandosi si incamminò verso il limitare del bosco.
Mmnon era arrabbiato ma nemmeno tanto felice….maledizione!
Mi preparai a seguirlo ma le gambe non collaborarono affatto e prima che mi afflosciassi al suolo senza alcuna grazia due braccia forti e nervose mi sollevarono senza alcuno sforzo.
Mi tenne stretta per alcuni secondi poi si voltò indicandomi la schiena.
Gli sorrisi grata e come fosse il gesto più naturale del mondo mi accoccolai respirando tra i suoi folti capelli il suo inconfondibile profumo.
< sei proprio sbadata! La più sbadata che conosca! >
Sorrisi divertita e mi strinsi maggiormente a lui
< anche Kaede lo sostiene… >
< sarebbe la prima volta che la pensiamo allo stesso modo! >
< felice di avervi messo d’accordo allora! >
< tsk! >
Sentii il suo volto aprirsi nell’ombra di un sorriso.
Non badai al panorama perché la sua presenza per il mio cuore era sempre una distrazione più che sufficiente per mandare tutto il resto in tilt, perciò mi meravigliai quando scorsi il grande Goshimboku proprio dinnanzi a noi!
Aggrottai le sopracciglia confusa…perché mai mi aveva portata qui ora?
Mi fece scendere con cautela e solo dopo aver verificato la mia stabilità che era decisamente migliorata si allontanò di qualche passo e prese a studiare l’erba con particolare attenzione.
Rimasi li immobile e stranita da quel suo comportamento impacciato.
Che fosse ancora arrabbiato per il mio ritardo?
Presi coraggio e spezzai quel silenzio assurdo.
< senti Inuyasha mi dispiace tanto…so quanto ti preoccupi e so che ti avevo promesso di fare attenzione e rientrare presto…ma…..ho perso la cognizione del tempo e…. >
< si ho capito tranquilla >
Mi bloccai con la bocca semi aperta e l’espressione dubbiosa.
< ma allora perché sei arrabbiato? >
< non sono arrabbiato! >
< oh si invece che lo sei! >
< ti dico di no! >
< Invece si >
< Invece no! >
< Si! >
Si voltò furioso e leggermente arrossato.
< avrò la facoltà di sapere quando sono realmente arrabbiato…oppure no? >
< ora però sei arrabbiato davvero! >
< mmmmmmmm >
Mi diede nuovamente le spalle e strinse i pugni irritato.
Adoravo quando si irritava per quel gioco stupido.
Lasciai che il silenzio della foresta questa volta calmasse i suoi nervi tesi. Tesi per un qualche preciso motivo.
< ti devo dire una cosa.. >
< è per questo che mi hai portata fin qua? >
< si >
< ok… >
< è una cosa importate… >
Un campanello d’allarme trillò nella mia mente.
Che fosse successo qualcosa durante la mia breve assenza?
< Sango….Miroku…i bambini? >
< stanno bene tranquilla….Sango ha portato Misaki al suo villaggio perché famigliarizzasse con le sue origini…e Miroku è con la bambina a fare…..il deficiente! >
Sorrisi involontariamente pensando al viso tondo e perfetto di quella piccola creatura mora con gli occhi nocciola…e al sorriso ebete di suo padre che non faceva altro che viziarla in continuazione.
Quanto avrei voluto anche io un piccolo Inuyasha da coccolare.
Scossi la testa per riportarla al presente.
< quindi…? >
< ..quindi…..quello che ti devo dire è…che…cioè….se… >
Balbettava e tentennava come se avesse perso l’uso della parola.
Cominciai a preoccuparmi seriamente. Niente lo aveva mai sconvolto tanto.
Mille idee malsane presero a frullarmi nella mente lasciandomi una più terrorizzata dell’altra.
L’ultima mi diede il colpo finale.
Che mi volesse lasciare?
Guardai la sua schiena fiera e tesa e solo allora sentii il freddo della distanza.
Mossi un passo verso di lui nella speranza di creare un contatto. Avevo bisogno di toccarlo per far sparire quell’orrenda sensazione di solitudine, ma lui sentendo il rumore dell’erba smossa si allontanò ancora di più.
Sbarrai gli occhi  e mi portai una mano contro il petto. Che cosa stava succedendo?
< se…se ti avvicini…se mi tocchi…non riuscirò a farlo >
Un fulmine in una giornata di sole.
Un tuono nel silenzio. Un colpo a tradimento.
Voleva lasciarmi…anzi…mi stava lasciando!
Allo smarrimento iniziale subentrò il dolore e subito dopo una rabbia incontrollabile!
< prima che tu prenda decisioni azzardate….sappi che sono veramente stufa! >
Questa volta fu il suo turno! Fu lui a voltarsi con la faccia sconvolta e confusa.
< cosa??? >
< si! Decisamente stufa! Non ho fatto tutto quello che ho fatto per meritarmi questo! Ho capito benissimo quello che mi vuoi dire e la mia risposta è no! Non ci penso nemmeno! Non ti devi neanche azzardare a pronunciare quelle dannate parole!!! >
Lo vidi sbiancare e indietreggiare come se fosse stato colpito! Mi fissava come se in realtà non esistessi.
Per un attimo vacillai sotto quell’assenza di reazioni.
< mi….mi….diresti…di no…..non te lo posso neanche chiedere…..  >
Il mio respiro si immobilizzò davanti al suo evidente dolore. Ma come poteva pensare che lo avrei lasciato. Come!
< si….ovvio che ti direi di no…non dopo quanto abbiamo sofferto per stare assieme… >
< ma…..è proprio per questo che…io…io >scosse la testa sconvolto e attonito < io…non capisco… >
< sono io che non capisco Inuyasha!!! Come puoi solo chiedermi di lasciarti…come puoi pensare che io possa….stare senza di te….non lo farò mai…mai! Hai capito! MAI! >
L’ultima parola si perse nelle lacrime che i miei occhi traditrici stavano versando.
Non volevo fargli capire quanto male le sue parole mi avevano fatto…ma…non riuscii più a trattenere quel fiume di dolore.
Tra la foschia del pianto vidi il suo volto riacquistare colore e il suo corpo riprendere energia…ma la sua espressione mutò solamente dalla sconfitta all’incredulità.
< lasciarti??? Chiederti di lasciarmi??? Ma sei impazzita! >
Mi asciugai una lacrima con il dorso della mano.
< non darmi della matta….Non volevi chiedermi di…di  >
< no certo che no razza di scema!!! >
< ma… >
< tu sei proprio matta forte…ma come puoi solo pensare una cosa del genere. Mi hai quasi fatto venire un colpo! Sarei stato il primo mezzo demone a morire di crepacuore dannazione! >
Scossi la testa lentamente ad ogni sua parola sputata con rabbia e furia.
< io…io non capisco! >
< eh certo che non capisci….non mi lasci mai finire di parlare maledizione…… ma come ti viene in mente una cosa del genere….se mi lasciassi finire il discorso magari… >
< se non avessi balbettato come un idiota….non sarei arrivata a questa conclusione ti pare? >
< non ho balbettato come un idiota!!! Ero solo indeciso… >
< appunto…e su cosa potresti mai essere indeciso!!!! Ovvio che ho pensato al peggio….. >
< tu devi smetterla di pensare…è questo il punto…ogni volta che pensi…viene fuori un disastro!!! >
 
La sua faccia sconvolta e furiosa mi disse a chiare lettere che avevo esagerato ma il colpo era stato troppo forte per non reagire in questo modo!
Che disastro…e io che stavo cercando l’atmosfera giusta…per questo avevo tentennato…non balbettato ovviamente!
Che scema!!! Che unica, scema e splendida creatura che mi era toccata!
< se non vuoi finire con il muso per terra stai ben attento a ciò che dici!!! >
< oh non ci sono problemi…non mi lasci mai finire di parlare!!! >
< mmm non è affatto vero! >
< si invece… >
< no…assolutamente no! >
< non sai nemmeno quello che ti volevo dire…dannazione! >
 < e allora dimmelo no? Cosa stai aspettando!!!! >
Sbuffò inviperita e frustrata da quel battibecco inutile.
La mia vita, la nostra vita sarebbe sempre stata così? Era questo che davvero volevo?
Si…decisamente si!
Lasciai che il nervoso e l’irritazione scemassero via e al loro posto mi armai di coraggio e tenerezza.
Ora ero convinto.
< Kagome….mi…mi vuoi sposare? >
Lasciai che il battito del mio cuore agitato scandisse i secondi che anticipavano una sua affermativa risposta…
Mi azzardai a guardarla e quando la vidi con la fronte aggrottata e l’orecchio teso verso di me sudai freddo.
< ….scusa….che cosa hai detto? >
Per poco non crollai al suolo! Mi passai una mano sul viso in un gesto sconsolato.
< sei pure diventata sorda ora??? >
< Ovviamente no!!! La smetti di insultarmi? Sei tu razza di scemo che hai parlato troppo piano….non sono neanche riuscita a leggerti il labiale!!! Ma si può sapere che cosa ti prende?? >
Sbuffai spazientito e nella mia mente frecciarono una miriade di maledizioni…verso lei…verso me…e soprattutto verso quella situazione estremamente imbarazzante!
Evidentemente solo nella mia testa quella dichiarazione era risuonata forte e decisa.
Riprovai..
< mi…mi…. >inconsciamente riabbassai la voce e il finale della frase si perse nell’aria.
Non ne ero capace dannazione.
Mi vergognavo troppo! L’avevo condotta sino a li nella speranza che quel luogo mi infondesse il coraggio necessario e con la certezza di un’assoluta discrezione. Nessuno doveva sentire. Forse nemmeno lei!!
Scossi la testa dandomi del malato mentale. Era quello che volevo maledizione…quello che volevo di più al mondo…dopo…dopo….arrossii solo al pensiero. Prima questo e dopo il resto. Dovevo renderla una persona onesta!!!
Riaprii bocca ma nuovamente non ne uscii alcun suono.
La guardai sconsolato e scorsi un’irritazione palese nel suo sguardo infuocato.
< mi stai prendendo in giro? >
< assolutamente no! >
< bene mi hai risposto….quindi la voce ce l’hai ancora….!!!! >
< certamente!!! >
Assottigliò lo sguardo e compresi immediatamente come si sarebbe sfogata la sua furia.
< Inuyasha…Acc.. >si bloccò e poi si rispense.
< non ne vale nemmeno la pena! Quando avrai trovato la voce per dirmi ciò che devi dire mi troverai al….oh al diavolo….saprai certamente dove trovarmi! >
Si voltò e con passo spedito si allontanò da me, da quel luogo e dalla mia dichiarazione non detta.
Vidi rosso.
Non mi ero scervellato due giorni nella speranza di formulare una frase adatta alle sue aspettative per nulla. Non avevo patito le pene dell’inferno per superare il mio senso di inadeguatezza nei suoi confronti per vedermi sfumare tutto davanti agli occhi! Io ero più di questo.
 Mi piantai saldamente al suolo, gonfiai il petto e avvicinai entrambe le mani alla bocca
 < mi vuoi sposareeeeeeeeee >
L’eco del mio urlo rimbalzò per tutta la foresta fino ad arrivare alle montagne, alcuni uccelli si alzarono in volo seccati e l’aria soffiò indignata.
Poi, letale, il silenzio più totale inghiottì entrambi.
Avevo avuto timore che lei, solo lei potesse udire quell’imbarazzante proposta!  Ora…ora ero certo che l’avesse sentita chiaramente tutto il circondario. Villaggio compreso.
Maledizione!!!
Fissai i miei piedi con insistenza.
Il mio viso era rosso come il sole del tramonto e sicuramente aveva anche la stessa temperatura.
Sentii un suono strozzato e allora mi decisi ad alzare titubante lo sguardo.
Il volto di Kagome era qualcosa di mai visto prima.
 
Rimasi talmente scioccata e persa che mi dimenticai persino di respirare.
Era…era vero?
Avevo davvero sentito quelle parole?
Scossi lievemente la testa per schiarirmi le idee.
Certo…le avevo sentite chiaramente….come poteva essere altrimenti. Le avevano sentite tutti.
Ma….parlava seriamente?
Misi a fuoco il suo volto stravolto dall’imbarazzo e dalla furia.
Un viso stupendo e impresso a vita nel mio cuore.
Un viso che man mano che i secondi passavano…diveniva sempre più mesto ed insicuro.
Boccheggiai aria nel tentativo di riprendermi. Aprii la bocca ma non ne uscii alcun suono coerente.
Non mi ero mai sentita così.
Un misto di euforia e paura, un miscuglio di emozioni troppo piene per riuscire a contenerle tutte.
Me l’aveva chiesto.
Mi vuoi sposare?
Avevo perso le speranze. Ecco perché ero così confusa e sorpresa. Pensavo che quella mezza vita separata...una routine da eterni fidanzati…gli piacesse. Che non fosse pronto per legarsi a me definitivamente...o che non volesse farlo per una delle sue milionesime paure. Ero sicura che allontanarsi da me per la notte non gli pesasse tanto quanto pesava a me.
Che non soffrisse per quella separazione e che al mattino non ritornasse a splendere il sole solo quando ci rincontravamo. Avevo pensato che….stesse meglio così…che gli bastasse solo un po’ di me…quando io…da pura egoista…volevo tutto.
Eppure…eccoci qui.
Una proposta attesa come l’acqua per un assetato. Disperata come una ferita a cuore aperto e urlata come la più cruda delle verità.
Ma era la verità o il suo alto senso dell’onore e del rispetto gli imponeva di compiere questo passo?
Vidi i suoi occhi brillare della luce della sconfitta.
Come poteva temere una mia risposta negativa. Come?
Eppure il mio silenzio e la mia palese indecisione avrebbe scalfitto qualsiasi animo impavido.
Stava sconfiggendo il suo che di fiducia in se stesso non ne possedeva che qualche granello.
Ma io non ero indecisa sulla risposta. Ero titubante sulla motivazione per quella domanda.
Chiusi gli occhi e presi un bel respiro. Non meritava di soffrire…e non meritava una vita al mio fianco se non era ciò che sentiva davvero nel cuore.
< se non vuoi basta che me lo dici chiaro e tondo! >
Quel tono ribelle e stizzoso mi….
< accuccia! >
Un tonfo ed un sibilo di vento.
Mi strofinai le meningi con entrambe le mani e riaprii gli occhi per contemplare quella figura imbronciata ed incredula distesa al suolo!!! Era tutto così…così….
Senza riuscire più a trattenermi scoppiai in una risata decisamente poco signorile ma che conteneva tutta la mia felicità per una situazione decisamente fuori dal comune ma…tipicamente nostra.
< maledetta…..ridi pure!!! >
Mi asciugai una lacrima e mi imposi la serietà.
< scusami…ma….ma guardati….guardaci….siamo…siamo proprio >una nuova ondata di buon umore mi costrinse a tapparmi la bocca.
Si alzò lentamente con qualche smorfia di dolore. Poi come il sole appare dopo un temporale il suo viso si illuminò di quel sorriso che da solo sapeva come mandare in tilt il mio cuore.
< proprio due scemi… >
Smisi di sorridere al suo tono basso e profondo.
< si....decisamente scemi.. >
< e sarà così?...Sarà così per sempre? >
Nuovamente il respiro si bloccò e il mio cuore impazzì nel mio petto.
< se vorrai…se è davvero quello che senti…..si…sarà così per sempre Inuyasha >
Era il mio si. La mia riconferma ad una vita che avevo scelto e riscelto mille volte.
Una vita con lui. Ma…
 < si…ti voglio sposare…ma…ad una sola condizione!!!! >
 
< Miroku….aiutami con Rumiko……per favore >
Due braccia forti e generose mi avvolsero in un caldo abbraccio.
< devi prendere lei…non me!!! >
Mi sorrise felice, con lo stesso sorriso che anni addietro mi aveva conquistata perdutamente.
< lo sai che sei la madre più bella del mondo? >
Non riuscii a fermare il tiepido rossore dell’imbarazzo e della vanità.
< e tu lo sai che sei il più….il più… >
< il più??? >
Rimasi incantata a fissare quelle iridi azzurre.
Due occhi in cui mi sarei specchiata fino a quando non avrei più avuto la forza per tenerli aperti.
Avrei voluto dire il più genero, il più bello e pervertito, il più uomo, il più magnifico e scemo…
< il più tutto.. >
Mi persi nel suo bacio e nel suo mondo fatto di me, Rumiko e uno splendido Miroku in miniatura.
< oh…smettetela con queste smancerie!!! >
< ma dai Kohaku sono così carini!!! >
< voi ragazze siete proprio incorreggibili >
< fratellino ci risentiamo quando avrai trovato anche tu una dolce donzella da conquistare!!! >
< mi stupisco cognato che tu sia riuscito a conquistarne solo una!!!! >
Una risata collettiva riempì quella casa decisamente affollata! >
< sono venuto a dirvi che sto per ripartire…Totosai ha bisogno di me….ancora! >
< bravo il mio fratellino…ma fai attenzione mi raccomando.!!! >
< certamente…non sono più un ragazzino! >
< lo so.. >
Con un ultimo sorriso soddisfatto ma impertinente si voltò e saltando su Kirara volò lontano da noi.
Già…non era più un ragazzino. Era un ometto vero e proprio. Un uomo che avrebbe imparato dai suoi sbagli e sfruttato le sue debolezze per diventare forte. Diventare uno sterminatore. Come nostro padre.
< Rin vuoi fermarti per la cena? >
< oh no…vi ringrazio ma devo passare dalla somma Kaede…..anche io sono in partenza.. >
< ah si…? E dove te ne vai di bello…? >
Divenne rossa e imbarazzata ma mantenendo lo sguardo fisso nel nostro alzò il mento orgogliosa della sua evidente decisione
< il signor Sesshomaru mi viene a prendere….l’ho finalmente convinto a portarmi con lui per un po’….poi ritornerò qui…ma almeno avrò l’opportunità di fargli capire…che…che il mio posto….è con lui! >
Rimasi sbalordita dal suo atteggiamento fiero e determinato ma soprattutto mi intenerì il suo sguardo puramente innamorato di quella creatura pazzesca. Tanto fredda quanto strana.
Miroku mi guardò titubante e palesemente indeciso su cosa rispondere.
Gli sorrisi fiduciosa. Solo lei conosceva davvero quel demone dallo strano atteggiamento, solo lei era riuscita a comprenderlo veramente. E poi….nulla si poteva contro un cuore innamorato. Aveva scelto lui…e determinata com’era lui avrebbe ceduto…fra qualche anno forse….ma il loro destino era segnato. Il grande demone cane avrebbe dovuto rassegnarsi!!!
< fa attenzione piccolina…e in bocca al lupo allora! >
Le strizzai l’occhio complice del suo sentimento…forse sbagliato.
Dopotutto nemmeno io avevo scelto uno stinco di santo!
Si rasserenò visibilmente per quella mia palese approvazione. Infondo era ancora una ragazzina che cercava certezze. Ed io gliene avevo appena fornita una. L’amore non si ostacola. Mai!
Con un grazie a fior di labbra sparì nel tepore del tramonto.
< mia figlia non starà mai con un demone!!! Se lo può scordare! >
Guardai torva il mio compagno di vita.
< tua figlia starà con chi vorrà stare…e con chi saprà amarla e rispettarla. >
< no!!!! Lei starà con suo padre a vita…vero piccolina mia…. > e con un dito prese a giocherellare con il suo piccolo nasino.
Alzai gli occhi al cielo di fronte a quell’ennesima manifestazione di possesso!!!
Poi sorrisi. Sarebbe sempre stato così. Meravigliosamente così.
 
Ingoiai rumorosamente e rantolai aria.
Non…non poteva dire sul serio….
Voleva davvero diventare mia.
Lo vedevo dal suo sguardo e non potevo crederci. La desideravo con tutto me stesso. Ogni parte del mio corpo. Tutto in me vibrava per quella voglia.
La guardai avvicinarsi per nulla intimidita dal mio palese shock.
Mi si allargò il cuore vedendo l’intensità di quegli occhi profondi. Occhi che mi fissavano come volessero incidermi a fuoco nell’anima.
Si fermò a pochi centimetri da me. Solo il suo seno mi sfiorava al tendersi di ogni nostro respiro.
Le guance soffuse di rosso, lo sguardo languido e quelle labbra tormentate ridussero il mio autocontrollo e la mia coscienza a un piccolo campanello nella mia mente. Campanello che la sua bocca premuta sulla mia mise a tacere.
Le nostre lingue si intrecciarono, i nostri respiri si confusero; fu un bacio dolce ma esigente, un bacio carico di anticipazioni. Le sue mani cominciarono a vagare febbrili sulle mie spalle e poi più giù fino alla cintura che supportava Tessaiga……poi risalirono fino al petto e li presero ad armeggiare con l’apertura della veste.
Aprii gli occhi e cercai di rievocare le mille ragioni per cui non dovevamo cedere a quella insana quanto stupenda tentazione.
< K..Kagome….ti prego….amore fermati >
Ansimando si scostò da me e mi guardò come fossi impazzito. E in realtà ne aveva tutte le ragioni.
< c..cosa..che cosa c’è >
Si guardò attorno per capire il motivo della mia reticenza.
Poi riportò lo sguardo su di me e cominciò a scuotere la testa.
< non possiamo farlo Kagome…non…possiamo >
< perché no?….>la sua voce delusa e abbattuta mi fece maledire una coscienza decisamente sovrasviluppata.
< perché non è giusto…perché voglio che tu sia una donna onesta. Onesta davanti a tutti. Poi sarai mia. Per sempre e solo mia. >
< ma… >
< no ti prego. Mi costa davvero tanto credimi ma no…non possiamo. Non ora >
< vuoi che sia onesta? Vuoi davvero che sia onesta? >
Il suo tono cominciava a farsi alto. Si stava innervosendo.
< si….certo voglio che tu sia la donna più onesta del pianeta >
< e allora dovrei cominciare ad essere onesta con me stessa non credi? >
Ora ero io quello stupito. Inclinai la testa.
< se non sono onesta con me allora davanti a chi devo esserlo? Se non assecondo la voglia che ho di te sarò una codarda e una bugiarda. Una debole. Quello che vorrei fare con te non è peccato. Amarti fino a morire non può essere considerato un peccato. Essere tua. Voler essere tua, non è una cosa poco onesta. Sarò onesta quando saremo una cosa sola Inuyasha. Allora la mia anima sarà pulita e serena con se stessa e col mondo intero. E nessuno. Nessuno potrà mai dubitare del contrario. Non mi serve un anello al dito o l’approvazione del mondo per sapere che sei solamente tu ad avere il diritto di possedere il mio corpo quando sei il solo che può possedere il mio cuore. A me tanto basta. Nessun matrimonio potrà farmi sentire più onesta dell’essere tua. Per sempre. >
Il mio cuore si era fermato per qualche attimo poi aveva rantolato in cerca di ossigeno. Niente in me funzionava. Tutto andava a rilento. I polmoni, la mente, solo il cuore era impazzito.
Le sue parole stavano formando un’incisione nel mio petto. E questo richiedeva tempo.
Calde lacrime mi offuscarono la vista ma non riuscii a versarne nemmeno una.
L’amore faceva male. E’ un sentimento enorme che provoca il completo declino delle tue forze. Nulla puoi contro l’amore. Nulla puoi contro il tuo cuore malato d’amore. E io, nulla potevo contro quella straordinaria creatura che voleva me. Me…per quello che ero. Era orgogliosa di volere me.
Una dolce carezza mi solleticò il viso.
< amore mio…vuoi essere onesto……con me stanotte? >
Cosa risponderle. Se avesse potuto ascoltare l’urlo del mio cuore avrebbe già saputo cosa volevo in realtà.
Mi persi per alcuni attimi nei suoi occhi.
< mia…mia madre è sempre stata disprezzata da tutti per essere diventata proprietà di un demone. Ma l’amore che la legava a mio padre ha sempre creato una sorta di scudo protettivo attorno lei. Ciò che invece la feriva enormemente erano le cattiverie che sussurravano ogni qual volta mi vedevano al suo fianco. Mi chiamavano “mezzo demone bastardo”. >
Questa volta una lacrima lasciò il mio viso, seguita a ruota da quelle di Kagome. Le presi il volto tra le mani ma continuai a fissare le sue strette sul mio petto.
< quelle accuse le facevano male perché erano vere. L’amore per mio padre mai avrebbe fatto di lei una donna onesta. Io, per loro, sarei sempre stato il frutto di un vero ed enorme sentimento, ma per gli altri, sarei sempre stato solo il frutto di un peccato. Sarei sempre stato il simbolo della solitudine di una donna vittima delle sue debolezze. Per colpa di quel folle amore incontrollabile mia madre fu sempre ritenuta perduta. Una donna senza virtù. Una donna senza onestà. L’illegittimità della mia nascita e la mia mezza natura furono come un marchio per la nostra vita. E la sua tomba solitaria e non benedetta sono la prova che il perdono non esiste per coloro che smarriscono la strada dell’onestà. >
Mai a nessuno avevo rivelato quelle profonde ferite che segnavano la mia infanzia. Mai a nessuno avevo osato rivelare quanto profondamente fossi arrabbiato con mio padre per non aver reso me e mia madre parte della sua famiglia. Per non averci resi onesti davanti a tutto il mondo.
< Inuyasha…sei e rimarrai sempre un mezzo demone. E di questo mai ti dovrai vergognare perché per me non c’è nulla di più speciale di te. Sai essere tenero e dolce come un essere umano. Forte e protettivo come un demone.
Sei unico Inuyasha. Se la gente non comprende non è colpa di nessuno. Ne loro. Ne tua.
Ne puoi essere responsabile della tristezza di tua madre. Lei è stata una donna felice con il suo amore. E il suo intento sicuramente non era di generare un qualcosa di illegittimo ma qualcosa di unico, di prezioso, di raro.
Tu sei onesto. Tu sarai sempre onesto e degno di camminare a testa alta. Perché sei stato amato. Sei stato voluto contro tutto…sei stato voluto come io ti voglio ora…con tutta me stessa.>
< oh Kagome…io…io non >
< tu non mi abbandonerai come ha fatto tuo padre. Non sarò sola con un figlio illegittimo. E anche se così dovesse accadere…mai mi pentirei un solo secondo di ciò che abbiamo condiviso. Perché sono convinta che neanche lei si sia mai pentita. Se fossi vissuta all’epoca dei tuoi genitori sarei stata una grande sostenitrice del loro amore e delle loro azioni e soprattutto delle loro conseguenze. >
< a mia madre saresti piaciuta davvero tanto. >
< anche a me sarebbe sicuramente piaciuta. D’altra parte è grazie al suo coraggio se sei qui, se sei mio…o quasi. E per questo non finirò mai di ringraziarla. >
< io sono tuo Kagome. Senza quasi. Sono completamente e solamente tuo. >
< cosa ne dici allora di dimostrarmelo? >
Nessuna mia parola l’aveva fatta vacillare. Neanche descrivendole il dolore di mia madre per essere stata abbandonata da mio padre dopo che le era appartenuta l’aveva smossa dal volermi.
Oh mio povero cuore.
Chi ero io per resistere senza voglia a qualcosa che bramavo da sempre? Non avevo più forza. Non avevo più alcun motivo per non assecondare i nostri cuori. Avevo solo tanti e troppo validi motivi per far tacere la mia coscienza e perdermi nel suo paradiso. Un paradiso in cui...d’ora in avanti...avrei vissuto anche io…per sempre.
 

 

THE END

 
 
 
Che emozione! Che emozione averla finita dopo più di un anno di lavoro. Che emozione aver scoperto tante meravigliose persone che con il loro appoggio hanno contribuito a creare e finire questa storia.
Sono immensamente felice e orgogliosa di ogni vostro piccolo sospiro o mezzo sorriso che le mie parole vi hanno strappato. Di ogni minima reazione che avete avuto leggendo i miei sforzi. Che dirvi…spero di cuore che il mio lieto fine vi sia piaciuto….e anche se vorrei ringraziarvi uno a uno…preferisco mandare un bacione e un grazie collettivo a tutti voi e in modo particolare a coloro che sanno di essere stati davvero importanti per me. Grazie mille mille mille……Alla prossima ;D


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