La telefonata omicida

di Coraline_Dakota
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 3: *** Continuazione ***
Capitolo 3: *** Finale ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Incolla qui il testo.

La telefonata omicida.

 

Era il 7 Agosto del 1920,la guerra era ormai finita da un anno e in Italia,come in altri paesi vittime,si riprese a vivere.

Quel giorno faceva molto caldo e la gente cercava di organizzarsi in famiglia per poter andare nella spiaggia più vicina per godersi un po’ di tranquillità e per rinfrescarsi .

Le spiagge erano piene di ombrelloni;i bambini giocavano a palla e si divertivano a nuotare nell’acqua del mare.

Tutta l’Italia era ormai felice e contenta per la fine di quegli anni bui.

Ma in tutta Italia c’era un piccolo paesino dove i suoi abitanti erano tutti riuniti attorno a un palazzo aspettando la nascita di un nuovo abitante.

SanGiminiano è un paesino della Toscana situato dalle parti di Firenze.

Lì i pochi abitanti si conoscono tutti,si considerano fratello e sorella,proprio come se fossero un’enorme famiglia.

L’anno prima dell’inizio della prima guerra mondiale si era da poco trasferita una coppia di sposi italo-americani,provenienti dall’Arizona,che avevano deciso di ritornare in Italia per restare con la propria famiglia.

I due sposi appartenevano a due famiglie distinte:lui,Enrico,proveniva dalla famiglia di un noto avvocato di nome Rossi;lei,Cristina,veniva dalla famiglia di un banchiere di nome Stellacci.

Le due famiglie erano entrambe molto ricche e vivendo nello stesso piccolo paese si conoscevano benissimo,anche perché i loro padri erano cresciuti insieme.

I loro figli già da quando avevano i primi anni hanno sempre giocato insieme;frequentato la scuola insieme e fatto viaggi insieme.

Avevano solo sedici anni quando si innamorarono tutti e due e decisero di sposarsi e di andare a vivere in America per cercare un po’ di fortuna.

Erano lì da ben due anni e quando scoprirono che stavano aspettando un bambino decisero di tornare in Italia dai loro genitori.

Quel giorno il fato gli diede una grandissima sorpresa:una bellissima bambina dalla pelle candida e rosea e dai capelli biondo cenere.

A quella bambina diedero un bellissimo nome americano in onore del loro nuovo paese : Dakota Rossi.

Tutto il paese era in festa tutti felici e contenti per la nascita della nuova arrivata.

C’è chi si impegnava nel preparare il banchetto;chi organizzava la cerimonia e chi aiutava in famiglia i due genitori.

Era un giorno davvero speciale e niente e nessuno lo avrebbe potuto rovinare.

Festeggiarono per tutto il giorno senza fermarsi mai, perché niente e nessuno poteva rovinarglielo.

Passarono gli anni e Dakota era ormai divenuta una bellissima bambina di 5 anni che sapeva già leggere;scrivere e cucire abbastanza bene per una bimba della sua età.

L’anno successivo Dakota iniziò ad andare a scuola frequentando la scuola elementare,e, in quell’anno ricevette anche un enorme regalo:una sorellina di nome Anya.

Dakota,come tutte le bambine,era molto gelosa della sorellina e mentre all’inizio si vantava di avere in casa una bambina piccola di pochi mesi,poi incominciò ad odiarla e a cercare il più possibile di nascondere la sua esistenza alle sue compagne  di scuola.

L’odio verso Anya era comprensibile.

I genitori erano costretti a stare con lei la maggior parte del loro tempo libero,e,facendo così alla fine nn ne avevano più per Dakota che doveva restare con i suoi nonni tutti i giorni dall’uscita da scuola fino all’ora di cena.

Anya era diventata un vero e proprio ostacolo per la primogenita.

Ma Dakota non si diede per vinta e cercò in tutti i modi di attirare l’attenzione su di lei provando di tutto.

Al’inizio cerco di non mangiare più,ma dopo i prii due mesi dovette ricominciare perché si sentiva debole e perché sentiva la fame.

Successivamente iniziò a balbettare e ciò durò per tutto l’anno scolastico,ma,nonostante gli insegnanti parlassero mensilmente con i suoi genitori,loro avendo capito il motivo dicevano che era per via della nuova arrivata e non ci fecero più caso.

Poi ci fu il periodo della pipì a letto,ma in questo caso ebbe l’effetto contrario e smise subito.

Non sapendo più cosa fare decise di non parlare più con i suoi genitori fino a quando non  avessero cacciato di casa Anya.

Enrico e Cristina decisero che sarebbe stato meglio portarla in vacanza dai cuginetti,con la speranza che la lontananza  avrebbe guarito tutto.

Così Dakota andò per tre lunghi mesi in vacanza dai cuginetti Marco e Ludovica in Calabria in un paesino sul Tirreno di nome Diamante.

In questi mesi la bambina si divertì tantissimo ricominciò a parlare ma si rifiutava di parlare al telefono con i suoi genitori.

Sperava che quei giorni non finissero mai,ma purtroppo la favola finì.

Arrivò il primo di Settembre e i suoi genitori arrivarono per riportarla a casa.

Il ritorno non fu facile.

Dakota passo tutto il tragitto a piangere e a gridare per cercare di convincerli a ritornare indietro,ma all’arrivo ritorno muta come un pesce.

Ricominciò ad andare a scuola e fece amicizia con una bambina della sua età di nome Erica che frequentava la classe accanto alla sua.

Erica fu come un angelo caduto dal  cielo,infatti,grazie a lei Dakota ricominciò a parlare a casa perché aveva trovato il suo sfogo,la persona fidata a cui raccontare tutto e Erica la ascoltava con attenzione e le consigliava mille cose.

Ciò che le univa era l’essere entrambe sorelle,infatti,Erica aveva un fratellino più piccolo di un anno,e chi meglio di lei poteva capire la situazione di Dakota?

Passarono così finalmente giorni felici perché Dakota non vedeva più Anya come un ostacolo a come un’amichetta più piccola da aiutare a crescere,e riuscì anche a perdonare i suoi genitori.

Le giornate passavano più velocemente e ogni volta in odo diverso.

Erica e Dakota erano diventate davvero amiche per la pelle:la mattina andavano a scuola insieme;pranzavano e studiavano nello stesso banco a scuola nel pomeriggio e quando uscivano da scuola se era bel tempo andavano al parco vicino casa e si divertivano ad andare o sui pattini;o a fare dei giri in bicicletta o a giocare a pallavolo,e se era brutto tempo passavano le giornate insieme a casa di una o dell’altra facendo braccialetti o disegnando.

L’estate era diventata un vero incubo perché le famiglie sceglievano località diverse di villeggiatura e loro si dovevano per forza separare per 3 mesi interi.

Dopo la fine della scuola elementare le due bambine,ormai diventate più grandi,iniziarono a frequentare le scuole medie,e così iniziarono ad entrare nelle loro vite anche le prime bottarelle.

Dakota ed Erica erano entrambe alte un metro e cinquantatre ed avevano una costituzione magra,ma in viso erano molto diverse,infatti Dakota era un po’ più carina di Erica.

Dakota era una ragazzina molto semplice con i capelli ondulati biondo cenere che le arrivavano a qualche centimetro pria della vita;aveva la carnagione chiara e delicata con due fossette sulle guance che si formavano ogni volta che rideva.

Ma la prima cosa che si notava di lei erano i suoi splendidi occhi color ghiaccio che ogni volta che stava in compagnia o si divertiva le si illuminavano e brillavano come diamanti al sole.

Erica,invece,era completamente diversa di faccia,lei aveva la carnagione bianca con qualche lentiggini sugli zigomi;i suoi capelli erano lisci come spaghetti e le piaceva portarli corti fino alla spalla,e i suoi occhi erano verdoni.

A differenza di Dakota la prima cosa che si notava di Erica non erano gli occhi ma il suo carattere e la sua grinta.

La differenza tra le due era che Erica era un’abile sportiva e invece Dakota era una brava scrittrice,così quando una doveva andare in piscina o in palestra l’altra iniziava un viaggio nel mondo della fantasia e incominciava a scrivere di tutto dalle favole alle fiabe;dai romanzi ai racconti dell’horror e così via.

Quando iniziarono a frequentare la scuola media si aggiunse un nuovo argomento tra le confidenze che si facevano entrambe:i ragazzi.

Quasi ogni giorno c’era un nuovo compagno di scuola che si avvicinava a Dakota per chiederle di fidanzarsi insieme e invece ad Erica si avvicinavano solo chi veniva scartato da Dakota.

Erica iniziò a confrontarsi con la sua migliore amica,ma con pessimi risultati,tanto è che per questo motivo litigavano quasi ogni giorno,finché Dakota comprese che l’amicizia era molto più importante di qualunque altra cosa e da quel giorno promise ad Erica che non avrebbe più accettato nessun ragazzino almeno che non era davvero carino.

E così giurarono che sarebbero rimaste amiche per l’eternità.

 

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Capitolo 3
*** Continuazione ***


Così trascorsero insieme anche gli anni delle medie e arrivarono ai superiori,dove le due amiche si dovettero separare per scelte diverse. Ma non per questo finì la loro amicizia,anzi,divenne sempre più forte. Dakota amava leggere e scrivere e per questo scelse il liceo classico;Erica era appassionata delle materie scientifiche e per questo andò allo scientifico. I due istituti erano,però,molto vicini e per questo andavano e ritornavano ogni giorno da scuola insieme, e nel fine settimana stavano sempre insieme. Passarono così ben altri e cinque anni di scuola. Era l’estate del 1939,nell’aria si iniziava a risentire la paura,e la gente capì che si poteva divertire ancora per poco,dandosi così alla pazza gioia. Una mattina di Agosto,mentre Dakota era uscita di casa per andare a comperare del pane,sotto richiesta della madre,venne travolta da un bellissimo,ma maldestro,ragazzo che la scaraventò a terra. Subito il ragazzo si scusò e la aiutò ad alzarsi,ma Dakota non disse nulla perché era rimasta ammagliata dal colore dei suoi occhi blu. Dakota arrossì. Dakota rimase qualche minuto a fissarlo e solo dopo che lui ebbe attirato la sua attenzione rispose: Dakota arrossì di nuovo. Passarono la mattinata insieme dicendosi di tutto e di più,senza neanche vergognarsi. Sembrava che si conoscessero da anni,quando invece si conoscevano solo da qualche ora. Alla fine della mattinata,poi,Alessandro le chiese di uscire di nuovo,e lei timidamente acconsentì felice. Dopo i primi due appuntamenti Alessandro schioccò sulle labbra di Dakota un vero bacio,il suo primo bacio,che avrebbe ricordato per tutta la vita. Così da quel momento dichiarò il suo amore per lei,presentandosi ai suoi genitori e spiegando le sue serissime intenzioni. Ma la favola che Dakota stava vivendo e che avrebbe concluso con un “vissero per sempre felici e contenti” prese una via sbagliata che avrebbe costretto lo scrittore a non finire più. Il primo settembre dello stesso anno le radio e i giornali annunciarono,con grande delusione ,l’inizio della seconda guerra mondiale. Tutti i figli di sesso maschile ricevettero il foglio rosa che li costringeva ad arruolarsi. E quel foglio lo ricevette anche Alessandro. Alessandro era un ragazzo di ventidue anni,alto,forte e coraggioso,e per questo prese questa issione non come un obbligo ma come una sfida e come un dovere verso la propria patria. Il problema vero era quello di dover lasciare Dakota da sola fino alla fine della guerra,col timore che le possa succedere qualcosa in ogni momento.

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Capitolo 3
*** Finale ***


Alla fine il fatidico giorno della partenza di Alessandro arrivo.

Dakota la notte prima non riuscì a chiudere occhio perché pensava continuamente a ciò che sarebbe potuto accadere al suo amato o ciò che sarebbe potuto succedere a lei in sua assenza.

Non voleva alzarsi dal letto perché temeva di cominciare quel giorno,un giorno come tanti per gli altri,ma non per lei.

Dopo che si furono fatte le nove si alzò controvoglia e si preparò per passare l’ultima giornata con il suo futuro marito.

Alessandro la passo a prendere da casa e insieme passarono una giornata incredibilmente romantica,l’ultima giornata romantica di Dakota.Passeggiarono a lungo e si fermarono sotto il loro posto preferito,su una panchina azzurra sotto una quercia centenaria. E qui,come la prima volta,si paciarono di nuovo con un lungo e appassionato bacio.

La mattinata finì subito e il treno con i prossimi soldati di San Giminiano partì alle quattordici in punto,e con lui partirono anche la speranza e l’amore di una ragazzina di soli diciannove anni,che aveva scoperto questo sentimento per puro caso.

Prima di partire,però,Alessandro le aveva promesso che ogni giorno alle sei di pomeriggio l’avrebbe chiamata,per raccontarle di tutto ciò che stava succedendo lì,ma soprattutto per tranquillizzarla dicendole come stesse. E lei ogni volta puntualmente alle sei di ogni pomeriggio si sedeva su quel divano rosso sangue,in quella stanzetta dai muri color albicocca,aspettando con ansia la telefonata che aspettava ogni giorno,per potersi sentir dire la frase che ogni donna vorrebbe sentirsi dire e che sogna ogni notte:”TI AMO”.

Ma il destino fu crudele con lei,poiché non le permise di vivere felicemente con il suo “amoroso”,come dicevano in quel paese,e ti provare il piacere di sposarsi e di diventare madre.

Un pomeriggio i genitori di Dakota con Anya,decisero di andare al cinema con i genitori di Erica per vedere un nuovo film uscito da poco al cinema vicino casa loro. Contenti di poter passare un pomeriggio diverso,lontano dalle problematiche di ogni giorno,chiesero anche a Dakota e a Erica se volessero unirsi con loro. Ma ,mentre Erica accetto senza problemi,Dakota si rifiutò poiché aspettava come sempre la telefonata di Alessandro.

E così rimase in casa da sola stando seduta sul solito divano rosso sangue,nella solita stanzetta dai muri color albicocca,leggendo uno dei romanzi della sua scrittrice preferita,mentre aspettava la tanto attesa telefonata.

Passarono le sei,e la telefonata non arrivava. Dakota però non se ne accorse,e non si accorse neanche di ciò che stava succedendo fuori,perché era intenta a leggere il racconto di una dolce storia d’amore,e cercava di immedesimarsi nei panni della protagonista. E mentre tutto taceva all’improvviso passò un aereo tedesco che lasciò cadere una bomba proprio in direzione della casa di Dakota.

Lei non si accorse di niente e probabilmente non sofrì neanche. Chi invece pianse lacrime amare furono i genitori,i parenti,la sua sorellina Anya,ma soprattutto Erica,la sua migliore amica che la trovarono lì tra le macerie in una piccola nicchia creatasi. Rimase intatta senza un graffio o un capello fuori posto.Sembrava che stesse dormendo,a parte il fatto che non respirava più perché era morta soffocata dal fumo.

La sofferenza causata dal dolore della perdita non rimase solo in quel piccolo paesino tra le persone che la conoscevano e tra i suoi cari,ma percorse tutta l’Italia fino in Sicilia dove stava con l’accampamento Alessandro il suo primo e ultimo amore vero.

P.S:Tratta da una storia vera…

Spero che questa storia vi sia piaciuta...

Fatemelo scoprire con un commentino-ino-ino...

KOTA!!!:)

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