Che questo amore duri per sempre.

di DaughterOfPollon
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Una figlia di Apollo. ***
Capitolo 2: *** Nuova arrivata. ***
Capitolo 3: *** Dammi un tuo sorriso. ***
Capitolo 4: *** Gelosia ***
Capitolo 5: *** Quando Ade ci mette lo zampino. ***
Capitolo 6: *** Il veleno. ***
Capitolo 7: *** Festa in maschera. ***
Capitolo 8: *** Ade porta via un amore. ***
Capitolo 9: *** Visita al Signore degl'Inferi. ***
Capitolo 10: *** Patto d'Amore. ***
Capitolo 11: *** E' Finita. ***
Capitolo 12: *** La guerra ha inizio. ***
Capitolo 13: *** Amori improvvisi e discussioni olimpiche. ***
Capitolo 14: *** Un amico in più. ***
Capitolo 15: *** Un piccolo inconveniente. ***
Capitolo 16: *** Ade,Apollo, siete le nostre uniche speranze. ***
Capitolo 17: *** Una battaglia finita in mistero. ***
Capitolo 18: *** Per sempre insieme, come una squadra. ***



Capitolo 1
*** Una figlia di Apollo. ***



 

 LifeJonasBrothers 

Una figlia di Apollo.

Il tintinnio delle forchette sbattenti sui piatti riempiva il suono del campo, significa solamente una cosa. Era ora di cena.
Un grande falò posto tra i tavoli riscaldava l’aria e si sentiva odore di… maiale… si era proprio maiale arrosto.
Percy Jackson, definito da tutti un eroe per non aver fatto scoppiare una guerra olimpica, sedeva in un tavolino lontano da tutti, insieme ai suoi migliori amici Grover e Annabeth.
L’aria era calma e tranquilla, non c’era nulla di strano. La casa di Ares si vantava come sempre, l’unica cosa che sapevano fare oltre a combattere. La casa di Apollo cantava come ogni sera attorno il fuoco mentre tutti gli altri si riempivano di cibo.
Chirone e Dioniso si erano messi in disparte sussurrandosi qualcosa che sembra a dir poco importante.
Ma quella sera l’attenzione si centrava su Caleb.
Caleb Lacroix era figlio di Ade, il dio degli Inferi, aveva 17 anni, occhi marroni quasi neri e capelli ricci come fossero di marmo. Ogni ragazza nel campo stravedeva per lui ma era anche conosciuto come ‘’il ragazzo dura poco’’, le sue storie d’amore duravano all’incirca una settimana o magari anche un mese. Non era tipo da storia seria.
Se ne stava seduto per conto suo su un muretto con i piedi bagnati dal lago, non aveva toccato cibo ed era una cosa strana da lui.
“Che cos’ha Caleb? Non ha toccato cibo questa sera…” esclamò Percy ai suoi compagni. “Hai ragione, è molto strano” notò Ann.
All’improvviso il volume delle voci dei ragazzi si alzò come fosse un’allarme, era successo qualcosa. Chirone galoppò fino all’entrata del campo e trovò una ragazza stordita e ferita per terra.  
Aveva gli occhi di un color verde smeraldo, i capelli color nocciola le scendevano sul viso pieni di foglie e rametti secchi.
La portarono in infermeria facendole bere un po’ di ambrosia per farla riprendere ma di sicuro, non si sarebbe svegliata entro breve.
Annabeth si avvicinò a Caleb mettendosi vicino a lui.
“Caleb, come mai così pensieroso?”. “Penso a tutto quello che mi passa per la testa, non c’è un perché”.
Annabeth non parlò, conosceva Caleb, era strano in un modo affascinante, quindi cambiò argomento. “Hai saputo della nuova arrivata?”
Caleb la guardò in modo strano, come se gli abbia parlato in una lingua sconosciuta. “Nuova arrivata?”
“Si, è stata riconosciuta come figlia di Apollo”.
Caleb annuì, salutò Annabeth e andò nella sua camera dove si addormentò di sasso. 

NOTA DELL'AUTRICE: Spero vi piaccia questa nuova storia, mi raccomando! RECENSITE!

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Capitolo 2
*** Nuova arrivata. ***


LifeJonasBrothers_ 

 






Caleb Lacroix se ne stava seduto in mezzo al terriccio guardando il cielo. Era una cosa che adorava fare. Una pesantezza sulla sua spalla lo distaccò dai sui pensieri, si voltò e vide il viso felice di Percy.
 “Ciao Caleb!”, “Ciao Percy…”
Ci fu un minuto di silenzio interrotto da dei ragazzi che correvano in infermeria. “Come mai questi giorni sono tutti così agitati?” domandò Caleb mentre lanciava alcuni sassi lontano.
“Per l’arrivo di una nuova ragazza, non lo sapevi?”. Caleb inarcò un sopracciglio poi si ricordò della sera prima.
“Ti va di combattere?” chiese il riccio prendendo una spada in mano. Percy lo guardò in modo strano ma accettò l’offerta. Un colpo di spade risuonò nel campo.
 
 

Alcuni ragazzi mi guardavano con aria curiosa. Stropicciai gli occhi per schiarirmi le idee ma appena li riaprì sobbalzai sul lettino spaventata.
“Chi sei?” mi chiese una ragazza con gli occhi grigi splendenti e i capelli lisci e castani, era davvero molto carina. “Mi chiamo Alexis Soleil, figlia di Apollo”.
“Io sono Annabeth Chase, figlia di Atena, piacere”
Sorrisi, poi guardai gli altri ragazzi, credo che il mio fosse diventato tutto rosso in quel momento.
La ragazza che avevo appena conosciuto li cacciò ed io mi rilassai.
“Benvenuta al campo mezzosangue, Chirone dovrebbe arrivare a momenti”. Sospirò. “Avevi alcune ferite ma l’ambrosia ha risolto tutti quindi se vuoi posso farti fare un giro…”
“Si grazie”, sorrisi e mi alzai dirigendomi verso la porta ma caddi improvvisamente. Per un momento non capivo cos’era successo poi notai che un ragazzo mi ero finito sopra per la fretta.
“Mi dispiace”, non riuscì a completare la frase che Annabeth iniziò ad imprecare in greco antico.
“Perseus Jackson! Guarda dove metti i piedi”, il suo sguardo rispecchiava la personalità di una guerriera.
“Scusatemi” si bloccò improvvisamente vedendomi e i suoi occhi color della terra si illuminarono, “Tu sei la nuova arrivata, piacere io sono Percy” disse ridendo e porgendomi la mano. Gliela strinsi e risi anche io.
“Mi dispiace per esserti venuto addosso, sai…iperattività”, “Ti capisco…”
Annabeth, che si stava innervosendo, sbottò “Allora, facciamo questo giro?”. Annuì scusandomi e uscimmo finalmente dall’infermeria. Girammo per tutto il campo e la mia nuova amica mi fece conoscere alcune persone della mia casa. Appena Annabeth si staccò da me, girai in solitudine.
Mi bloccai appena vidi un ragazzo riccio e alto allenarsi con la spada. Non sapevo perché me ne stavo li bloccata, ma era così.



Nota dell'autrice: Ecco a voi il mio nuovo capitolo, ringrazio MidnightSun_ per aver recensito, ti adoro! Non vedo l'ora di postare altri capitoli, mi sono appassionata alla mia storia u.u A Presto!
 
 

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Capitolo 3
*** Dammi un tuo sorriso. ***


 

LifeJonasBrothers_ 



- Dammi un tuo sorriso -


Caleb sentendosi osservato, si girò e la guardò. Per un momento il suo cuore si fermò. Si sentì come se avesse visto una luce divina. Fu un istante perché Alexis, diventando tutta rossa, se ne andò.
Caleb cercò di raggiungerla ma non la trovò più, sembrava essere sparita. Due colpetti sulla sua spalla lo fece girare di scatto e di nuovo il suo viso tornò splendente come prima. Alexis era li, davanti a lui.
“Ciao! Io sono Alexis…”. “Io sono…sono…” si fermò. “Io sono Caleb”
La ragazza sentendosi chiamare da Annabeth sorrise a Caleb e corse da lei.
Ormai quel nome risuonava nella sua testa come fosse una di quelle filastrocche per bambini.
“Alexis…” sussurrò tra se e se.
 
 
 
“Annabeth, mi cercavi?” chiese la nuova arrivata preoccupata. “Si, siccome non c’è nessuno, potresti aiutarmi a portare quelle casse in ogni casa?” le chiese indicando scatoloni grossi come poltrone.
“Certamente!” esultò con il sorriso sulle labbra. Tutti sapevano che le figlie e i figli di Apollo non dicevano mai di no, erano sempre sorridenti e non si lasciavano perdere l’occasione di aiutare qualcuno. Il carattere di Alexis era proprio così, amava aiutare le persone e il suo sorriso metteva di buon umore tutti.
Lesse il nome della casa a cui doveva andare, lo prese in braccio e si incamminò. In pochi minuti si videro armature nuove volare dappertutto e la povera ragazza con il sedere per terra e lo scatolone davanti la faccia. Un ricciolino spuntò improvvisamente da sopra la scatola poi si nascose di nuovo. Il ragazzo sollevò la scatola e la appoggiò poi aiutò Alexis.
“Mi dispiace!” si scusò Caleb cercando di rimetterla in ordine. “Non fa niente, c…” non si ricordava più il suo nome.
“..Caleb” la fece ricordare lui. “Giusto, Caleb!”
Insieme misero tutto apposto nella scatola, e come da perfetto gentiluomo, cosa strana per un figlio del Dio degli Inferi, la aiutò a consegnare le scatole scambiando ogni tanto qualche sorriso con lei. 


NOTA DELL'AUTRICE: Mi dispiace che sia così corto, ma oggi la "bella" ispirazione ha preso un giorno di vacanza a quanto vedo, quindi godetevi questo poco! Ringrazio sempre la mia fan n.1 MidnighSun_ GRAZIE!

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Capitolo 4
*** Gelosia ***


- Gelosia -

Il sole splendeva già nel cielo ed alcuni raggi riscaldavano il viso di Alexis che dormiva, si alzò con il busto e sussurrò “Papà…”
Scese dal letto e si vestì prendendo in mano la sua spada preferita che le aveva donato il padre. Uscì dalla sua casata e si incamminò arrivando al punto di ritrovo dove i semidei si allenavano. Non fece in tempo a preparare la spada che se ne ritrovò un’altra vicino al collo a pochi centimetri di distanza. Una ragazza dai capelli castani la guardava con occhi color fuoco. “Tu!” urlò “Mi hai rubato ciò che era mio, e ora me la pagherai”
“Io non ti ho rubato nulla! Nemmeno ti conosco…” protestò Alexis cercando di allontanarsi ma le “amiche” di quella ragazza arrogante la circondarono.
“Non fare la finta tonta, tu mi hai rubato il mio Caleb”
Alexis non capì. Caleb? Cosa centrava?
“Non capisco di che cosa parli”. Clarisse la tagliò sul braccio.
Le ragazze dietro la vittima fecero lo stesso riempiendola di tagli e facendola striminzire a terra senza forze. “Toccalo ancora e giuro che non vivrai più!” e a grandi passi, se ne andò.
Una luce abbagliante ricoprì la ragazza e ogni tagliò scompari facendola sentire meglio. Si rialzò cadendo sopra a Percy che passava di lì.
Lui la guardò meravigliato “Alexis, che ti è successo?” “Una ragazza con i capelli castani mi ha attaccata… diceva che le avevo portato via Caleb…”
Percy la fece sedere vicino ad un albero e le diede un po’ d’acqua. “Lei era Clarisse, figlia di Ares ed ex fidanzata di Caleb”
Ci fu un silenzio…
I due chiacchierarono a lungo sotto quell’albero e verso l’ora di cena si diressero verso il falò servendo il cibo agli dei. Alexis non mangiò quella sera, i pensieri le affollavano la mente. Tornò sotto l’albero e guardò la propria spada. Sopra c’era inciso il suo cognome, Soleil. Apollo le aveva fatto quel dono all’età di dieci anni lasciandole un biglietto con su scritto:
“Questa spada è magica, costudiscila, ogni volta che sarai in pericolo alzala verso il sole e lascia i raggi ti aiutano a vincere.
P.S. Non combattere di notte! Scherzo, haha’’
Un leggero sorriso le comparve sulle labbra, e mettendo Soleil nella sua custodia si alzò e, sentendo il suo stomaco brontolare, andò a mangiare qualcosa.


- LifeJonasBrothers -

Nota dell'autrice: Ecco questo nuovo capitolo, spero vi piaccia ;D

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Capitolo 5
*** Quando Ade ci mette lo zampino. ***



LifeJonasBrothers_

- Quando Ade ci mette lo zampino -

Caleb si avvicinò ad Alexis e le sorrise. Lei lo guardò e ricambiò il sorriso.
“Caleb…” riuscì a dire lei. “Alexis, ti va di fare un giro?”
Lei annuì e si alzò dal tavolino, lui la prese a braccetto e si incamminarono.
“Quindi…tu sei stato fidanzato con Clarisse”. Il riccio si bloccò.
“Chi te lo ha detto?”. “Segreto” rispose ridendo, lui sì unì alla sua risata.
“Sono stato con molte ragazze e sinceramente, Clarisse è stata la peggiore!”
“Come mai?”. “Era molto possessiva”. Un’altra risata riempì l’aria.
Caleb si sedette su una roccia vicino ad Alexis, il mare era la loro unica vista.
“Quindi te sei figlio di Ade…”
“Si, ho anche una sorella, si chiama Miryam”
“Bel nome” sorrise e appoggiò la testa sulla spalla di lui. Caleb le alzò il viso e si avvicinò a lei. Le sue labbra stavano per toccare le sue quando un terremoto li fece staccare. Il ragazzo sbraitò “Papàà!”
“Il signore degl’Inferi è un po’ arrabbiato questa sera, non credi?”
“Si, che sarà successo?” “Oh, c’è sempre qualche ragione…Persefone lo fa uscire fuori dai gangheri”, rise. Si avvicinò di nuovo a lei e questa volta nessuno li disturbò le loro labbra si toccarono trasformandosi in un bacio.
Alexis si staccò guardando in basso. “Clarisse mi ucciderà…”
“No, non lo farà! Io ti proteggerò…”. Non lo ascoltò e scendendo dalla roccia corse nella sua casa. Caleb fece provocare un terremoto per quanta rabbia aveva all’interno.
Si diresse verso la casata di Clarisse e bussò forte, come al solito aprì lei.
“Tesoro mio, che ci fai qui?”
“Non chiamarmi tesoro mio, noi non stiamo più insieme e lascia in pace Alexis!” urlò come un pazzo.
“Suvvia, non ti arrabbiare, sveglierai tutti”
“Non mi importa! Lasciala in pace” e provocando un altro terremoto si diresse verso lo scoglio dove si trovava prima.




-
Caleb
 
Non mi importa di quello che pensa Clarisse, lei fa parte del passato, io non la amo più e credo che non l’abbia mai amata.
Alexis è il mio unico pensiero, i suoi capelli castani che le cadono sulle spalle, quegli occhi verdi smeraldo che ti prendono.
Il suo modo di sorridere, il suo modo di fare le cose. Lei è perfetta.
Vorrei solo sapere se lei ricambia il sentimento che provo io per lei…
Mio padre non accetterebbe mai che la mia ragazza fosse figlia di Apollo e ciò porta seri problemi.
 


-
Alexis
 
Io non ho paura di Clarisse, che figuraccia che ho fatto con lui. A me piace Caleb e ora ne sono sicura. Le sue dolci labbra in quell’istante mi hanno fatto fermare il cuore.
Sono davvero innamorata di lui, ma lui? Sarà vero amore?
 

 
Il pensiero li avviliva e tutti e due si addormentarono tra mille domande. 


NOTA DELL'AUTRICE: Spero vi piaccia anche questo capitolo, ringrazio sempre MidnightSun_ per le recensioni ;D Ringrazio anche tutti quelli che leggono questa storia. Voglio sapere che ne pensate,recenstite. Al prossimo capitolo! Peace.

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Capitolo 6
*** Il veleno. ***



And then I 
Kiss your tender lips goodbye 
Pray to God he hears my cry
{Nick Jonas - Vesper's GoodBye}



Il veleno.
 
 
“Sono settimane che Alexis non esce dalla propria camera, che cos’ha?” domandò Annabeth a Caleb. Lui alzò le spalle e guardò verso la casata di Apollo. Le mancava terribilmente. Sospirò e facendosi forza si alzò incamminandosi verso la casata ma il richiamo di Chirone lo fermò.
“Allora ragazzi, per la prima volta qui al campo faremo una festa in maschera. Questa idea l’ha avuta Dioniso.”
Tutti i ragazzi applaudirono eccitati. Una festa in maschera!
Caleb si recò da Alexis e bussò. Una ragazza aprì la porta. “Cosa c’è Caleb?”. “Voglio vedere Alexis”. La ragazza rimase zitta poi riprese.
“Non puoi vederla, sei pericoloso per lei quindi vattene”
“Pericoloso? Ma che stai dicendo?!”
“Vattene!” e gli chiuse la porta in faccia. Ci rimase di sasso.
Si trasformò in un’ombra ed entrò dentro di nascosto spuntando davanti ad Alexis. Lei lo guardò con i suoi occhi verde smeraldo, per un minuto si illuminarono di gioia seguendo poi la paura. “Che cosa ti ho fatto? Perché hai paura di me” sillabò lui cercando di capire qualcosa.
“Io non ho paura di te…Ho paura di Clarisse”
“Cosa centra Clarisse?!” urlò lui diventando tutto rosso. Cartie, la ragazza di prima, lo prese per la maglietta. “Che cosa ci fai tu qui?!”
“Cartie calmati, lasciaci soli ti prego” riuscì a dire Alexis. La ragazza se ne andò.
“Caleb, sto per morire”. Un silenzio riempì la stanza.
“Per…morire?”
“Si, qualcuno mi ha avvelenata”. Il riccio si sedette accanto a lei tenendole la mano. “Io non ti lascerò morire, non posso permetterlo”
“Non c’è una cura, arrenditi”.
“MAI!” urlò. “Calmati” sussurrò sorridendo e prendendogli il viso lo baciò dolcemente. Si calmò all’istante facendo un profondo respiro.
“Non morirai, te lo prometto, troverò una cura a costo della vita”. Alexis si lasciò cullare dalle sue braccia, lo guardò e gli chiese. “Perché fai tutto questo per me?”
“Perché ti amo”. Un lieve sorriso comparve sulle labbra di lei.
“Ti amo anche io” 


NOTA DELL'AUTRICE: Mi dispiace se è così corto e ci ho messo tanto, ma ho avuto problemi con la scuola. E' Corto ma suscita tante emozioni. Grazie! Peace. 

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Capitolo 7
*** Festa in maschera. ***


LifeJonasBrothers_

- Festa in Maschera -


Sono passate due settimane da quando Alexis ha detto la verità a Caleb. Quella sera ci sarebbe stata l’attesa festa in maschera che aveva organizzato Dioniso e tutti erano molto eccitati. Tutti tranne i due innamorati.
“Ragazzi venite alla festa, non potete rimanere sempre chiusi in casa! Divertitevi!”
Alexis guardò Caleb e scosse il capo. Cartie iniziava a perdere le staffe. “Guarda che se non vieni ti ci porto con la forza”. I Suoi occhi verdi, come quelli di Alexis, stavano per diventare marroni.
Caleb ignorando l’amica si concentrò sulla sua amata. “Ti prego vai…”
“Solo se vieni anche tu” rispose lei. Lui annuì e sorrise.
Cartie fece un sorriso a trentadue denti e i suoi occhi tornarono ad illuminarsi. “Allora, tu vai a cambiarti e tu bella mia preparati a passare la giornata tra i vestiti”. Una smorfia comparve sul viso di Alexis.
Le due ragazze passarono l’intera giornata tra trucchi, scarpe e vestiti. Alla fine optarono per un vestito sopra alle ginocchia color azzurro con delle ballerine nere.
Caleb mise un completo nero semplice però con le Converse.
 
La notte era calata e tutti già festeggiavano in una pista da ballo che avevano costruito. Caleb era li, tra tutta quella gente senza nessuno accanto, stava pensando di andarsene ma qualcosa lo bloccò. Una ragazza dai capelli lunghi e mossi, con un sorriso dolcissimo, si avvicinò a lui.
“Ciao Caleb” disse sorridendo. “Alexis…” pronunciò mentre le cingeva i fianchi con le mani. La ragazza con cui avrebbe voluto passare la sua vita era tra le sue braccia, ogni pensiero triste in quel momento era svanito. Ballarono per tutta la notte ma quella serata non sarebbe durata.
Il ragazzo vide nella fiamma di una candela il volto di suo padre, ciò significava che doveva andare negli Inferi.
“Alexis, devo fare una cosa importante… rimani con Cartie, ok?”. Il volto della ragazza tornò triste ma annuì. “Se non vuoi più restare qui vai a riposare”
“Andrò a dormire, sono stanca”
“Brava, dopo tornerò da te, te lo prometto” e dandole un bacio sulla guancia si trasformò in un’ombra scomparendo.
Alexis se ne andò subito a dormire.
L’ombra arrivò subito all’interno degl’ Inferi. Era estremamente caldo li dentro e l’acqua non esisteva.
Un uomo riccio sedeva su una poltrona in pelle nera e strimpellava una chitarra.
“Papà, perché mi hai chiamato?”
“Non voglio che tu stia con quella ragazza, è un pericolo per la nostra famiglia”
“Lei non è pericolosa, è buona e molto dolce”, come al solito Caleb si stava innervosendo.
“Se non la lascerai, si creerà una guerra tra gli dei” e con un gesto della mano fece scomparire il figlio. 
 


NOTA DELL'AUTRICE: Ecco qua un nuovo capitolo, spero che vi vada bene mi ci sono impegnata abbastanza, è tutta la giornata che lo faccio! Quindi buona lettura. Peace. 

 

 

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Capitolo 8
*** Ade porta via un amore. ***





- Ade porta via un amore - 

LifeJonasBrothers_   


“Annabeth ti prego, dimmi che ce la farà!” ripeteva Caleb girando in tondo davanti la porta dell’infermeria.  “Non ti posso promettere niente, preghiamo gli dei”
Il tempo passava velocemente e le notizie non arrivavano mai. Alexis era la dentro a combattere tra la vita e la morte per colpa di Clarisse, che in quel momento stava lavando i piatti in cucina come punizione.
“Voglio entrare” disse alzandosi ed entrando senza il permesso. Si fece largo tra Chirone e alcune ninfe e si sedette vicino a lei prendendole la mano. “Alexis, sono Caleb, sono qui vicino a te”
I suoi occhi si aprirono a fatica, il veleno ormai era passato per tutto il suo corpo. La sua mano fredda toccava quella di lui.
Caleb non aveva trovato una medicina e la situazione si era aggravata.
Stava per cedere, non riusciva a vederla così, quegl’occhi verdi che si stavano indebolendo sempre di più.
“Mi dispiace non averti dato le attenzioni necessarie, per non averti trovato una cura”
“Chiudi il becco…” sillabò lei. Un sorriso comparve sul volto di lui, sentendo quelle parole. La sua voce risonava nella sua testa.
“Guarirai…” la rassicurò. Lei rise e continuò sillabando “Sei un bugiardo”
 
- - - - - - - - - - - - -
 
Pensieri di Caleb.
 
Ieri stava benissimo e oggi è ridotta così. Vorrei stare io al posto suo, perché deve andarsene? Che cos’ha fatto di male per meritarsi questo?
Non le ho detto la verità, non le ho detto dove sono andato la sera della festa, non le ho detto che mio padre l’avrebbe fatta morire se mi rifiutavo di lasciarla.
Non posso dirglielo, ma lo verrà a scoprire. Papà di sicuro le dirà qualcosa.
 
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“Ti amo”. “Ti amo anche io” sillabò poi un fischio riempì le orecchie di Caleb.
Quando muore qualcuno nelle vicinanze, un figlio di Ade sente un fischio nelle orecchie.
Lui spostò lo sguardo verso di lei e vide che i suoi occhi erano chiusi, non respirava più.
Guardò le persone presenti nella stanza e le cacciò. Voleva rimanere da solo con la sua amata per l’ultima volta. Quell’ultima volta che non avrebbe mai dimenticato.
Rimase tutta la notte li vicino a lei, non voleva lasciarla sola perché per lui era come se fosse ancora viva.
Le lacrime gli calavano lungo il viso.
Era la fine? 

NOTA DELL'AUTRICE: Mi dispiace ancora se è corto, ma non mi sento molto bene ho fatto il possibile! Peace. 

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Capitolo 9
*** Visita al Signore degl'Inferi. ***





Visita al signore degl'Inferi.

LifeJonasBrothers_ 

POV Alexis nell’Ade.

 
Sono in mezzo a degli spiriti, “persone” come me.
Penso stiano facendo una fila, ma una fila per cosa? Anche negl’Inferi si fa la fila.
“Mi scusi, dove stiamo andando?” chiesi ad uno spirito accanto a me.
“Davvero non lo sa? Caronte ci porterà via…” rispose vago.
Ok, mi sento molto confusa. Caronte? Avevo sentito di lui ma… non so.
Guardai i divanetti di pelle nera su cui sedevano altri spiriti come me, molto di lusso a quanto pare.
Un campanellino suonò ad un bancone ed un uomo dalla pelle color cioccolato chiamò il mio nome.
Mi guardai alle spalle pensando che stesse chiamando qualcun altro ma mi sbagliavo.
Mi avvicinai lentamente a quella specie di reception e guardai l’uomo con i capelli biondi ossigenati.
“Sono io…”
Mi guardò in viso per un secondo con lo sguardo serio poi urlò, un urlo che mi fece sobbalzare anche se era impossibile saltare.
Iniziò a saltellare con le braccia ristrette sul petto a cagnolino e rideva come una femminuccia.
Caronte era gay.
“Oh gioia, guarda che destino crudele ti ha fatt… oh nulla! Vieni sul mio bel traghetto!” mi aiutò a salire sul suo traghetto.
All’interno c’erano dei cuscinetti rosa e uno scatolone con sopra una tovaglietta di pizzo, rosa.
“Tè?”
“Non posso berlo, sa com’è…non ho uno stomaco…”
“Oh questi spiriti, non vogliono mai prendere un tè con me! Beh, a parte Persefone, lei si che mi comprende”
Annuì cercando di fare la gentile.
“Bel vestito, Gucci?”
“Oh si, molto costoso. Devo stare attento a non spendere tante dracme, Ade è severo sulla paga…”
“Lo immaginavo…Perché non compri i vestiti su AdeCompany.Com? Hanno prezzi molto bassi, tantissimi sconti!” gli riferii ridendo.
“Oh gioia, tu si che sai far tornare il sorriso ad un morto!”
Sorrisi poi chiesi. “Dove mi stai portando?”
“Ti sto portando dal Dio degl’Inferi, voleva vederti”
“Voleva vedermi?” lo guardai stupita mentre il suo aspetto cambiava mano a mano che ci avvicinavamo. Stava diventando un cadavere senza orbite e con la pelle raggrinzita.
Ci accostammo ad un’entrata e per me era arrivato il momento di scendere.
“Grazie Caronte, a presto…”
“Ciao Gioia!” e sorridendo se ne andò.
Percorsi l’entrata e notai Cerbero, il cane a tre teste. Gli passai tranquillamente attraverso di lui e percorrendo una strada mi ritrovai in un atrio molto accogliente, in un caminetto il fuoco ardeva ed era abbastanza alto. Agli angoli della stanza c’erano delle chitarre molto rock e su un trono fatto d’ossa un uomo riccio con la barba mi guardava con un sorrisetto maligno. Quello doveva essere Ade.
Una donna molto graziosa girovagava per casa prendendo le misure.
“Persefone, quando te la smetterai? Non voglio cambiare tappezzeria!”
“Ma pulcino, ormai questa tintura non è più di moda!”
Lui sbuffò. “Ho.Ospiti!”
“Oh scusami tanto, per una volta volevo dire qualcosa di carino”. Ade fece finta che non ci fosse e si concentrò su di me. Erano una coppia buffa.
“Finalmente sei qui figlia di Apollo, posso chiamarti Alexis?”
“E’ così che mi chiamo…”
“Accomodati”, indicò una poltrona con la mano “E rilassati”
Mi sedetti.
“Perché mi volevi vedere?”
“Mio figlio non ti ha detto tutta la verità, il giorno della festa, lui è venuto da me. Sei qui perché non voglio che state insieme, tuo padre è una minaccia per me! Quindi, piccola e dolce Alexis” si alzò e mi accarezzò la guancia “starai qui da me, goditi la casa” e con un gesto scomparì. 

NOTA DELL'AUTRICE: In questo capitolo volevo parlare del viaggio di Alexis nell'Ade. Distaccarmi dal campo mezzosangue e concentrarmi sul personaggio principale, spero vi piaccia. Peace.

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Capitolo 10
*** Patto d'Amore. ***



 

 

 

                                                                                                  

Patto d'amore
 

LifeJonasBrothers_ 

 



POV Alexis.

 
“Su cara, qui non è così brutto come si dice, ci sono tante cose divertenti da fare!” mi risollevava il morale Persefone.
“Voglio solo Caleb qui con me…”
“Oh, mio figlio! Quando pulcino si mette qualcosa in testa non cambia proprio idea, ma tornerai presto da lui” mi toccò la spalla “non ti preoccupare”
Si bloccò per un secondo guardando la parete. “VIOLA! ECCO COSA CI VUOLE!”
Alzai gli occhi al cielo. Persefone e la scelta dei colori per le pareti era un tortura.
 
{Mentre Alexis è negl’Inferi}
 
Luke e Caleb erano faccia a faccia, il riccio voleva far tornare Alexis a tutti costi e dovette usare estremi rimedi.
Erano a bordo della Principessa Andromeda, circondati da mostri di ogni genere.
“Accetti il mio patto figlio di Ade?”
Caleb sembrava incerto. Doveva accettare il patto di Luke?
“Tu vuoi far ritornare Alexis, e io so come fare. Ma tu devi dare qualcosa in cambio…”
Lui sussurrò. “Venire dalla tua parte, ovvero dalla parte di Crono”
“Esatto”
Guardò in basso, pensandoci un po’ su…
 
POV Caleb.
 
Potrebbe far tornare Alexis, non so più che altro fare… Non posso andare negl’Inferi, Caronte non mi farebbe passare…
Passare dalla parte del male per far del bene a lei, voglio solo che ritorni in vita.
 
{Ritorno tra i due}
“Allora hai deciso?”, Luke iniziava a scaldarsi e ad innervosirsi.
“Si Luke, ho deciso”, alzò il viso e lo guardò dritto in faccia.
“Quindi…”
“Accetto l’offerta, ma devi mantenere la promessa”
“Non ti preoccupare, Alexis tornerà nel suo corpo per farlo però, dovrai rubare il Vello D’Oro”
“Che cosa?! Mai!”
“Mi dispiace Caleb, hai accettato, non si torna in dietro…Portami il Vello e lei torna…”
Dovette cedere. “Va bene, lo avrai”
Fece un sorrisino e insieme alla sua congrega ritornò nel suo studio ovvero la sua stanza.
Caleb scese dalla Principessa Andromeda e a malincuore tornò al campo addormentandosi sotto un albero.  

NOTA DELL'AUTRICE: Due capitoli in un solo giorno, questo è corto perché devo andare a dormire domani SCUOLA!
Spero vi piaccia. Peace.

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Capitolo 11
*** E' Finita. ***


 

 

LifeJonasBrothers_

POV Alexis.

"Non vedo l'ora di andarmene da qua! Tu non apprezzi il mio senso artistico!" urlò Persefone guardando Ade. "Mancano ancora

tre mesi quindi chiudi il becco e se per senso artistico intendi verde, viola o blu questi sono colori idioti"

Persefone fece una smorfia e si sedetta senza dire nulla. Io guardavo quella scena come se non ci fossi, guardavo Ade in modo

strano. "Smettila di guardarmi, mi da i nervi"

Guardai da un'altra parte. All'improvviso alcune riviste furono buttate con forza contro il muro. "Come ha potuto? Quel traditore!"

Afrodite si spaventò alzando le mani al cielo. "Oh Dei! Pulcino, ti si è spezzata di nuovo l'unghia del piede?"

"No, cioé anche quello ma, no! Caleb si è schivato dalla parte di Luke! L'ho letto su NewsOlimpo.com! Vogliono portarti via

Alexis? Perfetto..." e si sedette felice sulla sua poltrona.

In quel momento mi sentii rinascere, stavo iniziando a scomparire come anima e ricomparire come persona, una vera persona.

Per qualche minuto mi sentii come se dormissi, appena aprii gli occhi mi ritrovai degli sguardi sorpresi davanti a me. Come la

prima volta che ero arrivata al campo.

Trovai davanti a me Luke e Caleb che mi guardavano, il primo con aria soddisfatta e il secondo con aria felice.
 

"Dove sono?" balbettai io incredula, una specie di coperta d'oro mi ricopriva. "Benvenuta sulla Principessa Andromeda, io sono

Luke figlio di Hermes"

Cercai di capirci meglio ma appena vidi il viso di Caleb lo abbracciai forte, senza pensare.

"Alexis...". "Caleb!" La truppa ci lasciò da soli. "Perché non me l'hai detto? Perché mi hai tenuta all'oscuro di quello che ti ha detto

tuo padre il giorno della festa?!"

"Perché..." non riuscì a spiegare il perché. "Avevo il diritto di saperlo" gli sussurrai.

"Lo so hai ragione, mi dispiace ma l'importante è che ora tu sei qui con me". Guardai in basso.

"Noi non possiamo stare insieme, mi dispiace Caleb". Lui ci rimase di stucco, come se non avesse capito.

"Stai rompendo con me?". "Si..."

Come se se ne fosse liberato le rivelò "Io sono passato dalla parte di Luke, ho rubato il Vello, ho fatto creare una guerra tra Dei

per te e...tu mi lasci?"

Rimasi a bocca aperta. "Che cos'hai fatto tu?! Per questo sono viva ora? Ora capisco il motivo... Farai morire il campo e Talia!"

"L'ho fatto solo per te, ero disperato"


 


 

Come se avesse un groppo in gola, Alexis gli lasciò il Vello e se ne andò lasciando Caleb da solo in preda alla tristezza.



POV Caleb.

Vuole lasciarmi? Faccia pure. Io non farò più niente per una ragazza lo giuro sugli Dei. Ho fatto tutto per lei ed è così che mi

ripaga, sgridandomi. Sono il figlio di Ade! Merito rispetto! E una stupida figlia di Apollo non può venire da me e dirmi quello che

devo fare.

D'ora in poi comando io, solo io. Farò vedere a tutti chi è Caleb Lacroix.


POV Ade.

Bene Bene, i due si sono lasciati. Tutto va come previsto. La guerra sta per iniziare e finirà questo mondo per iniziarne un altro

migliore.

Siamo solo all'antipasto, Apollo e gli altri non sanno cosa gli aspetterà.

"Pulcinoo! La cena è pronta!"

"Persefone! NON HO FAME!"

"Ma tu devi mangiare sennò cadrai per terra! Ho cucinato il tuo pollo preferito"

" Arrivo!"


 

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Capitolo 12
*** La guerra ha inizio. ***



La guerra ha inizio
 

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Terremoti, fulmini, maremoti, eclissi e chissà cos’altro riempivano le giornate. Gli dei erano irritati, anzi, si stavano schierando. Apollo, Zeus e Poseidone contro Ade. I ragazzi del campo si stavano preparando e sapevano che non sarebbe stata una passeggiata.
Ade facendo morire Alexis aveva fatto scattare l’ira di Apollo. Tutti guardavano male Caleb, come se fosse stata colpa sua. Ormai si era abituato.
Lui ed Alexis non si parlavano da settimane, si evitavano e anche gli amici iniziarono a schierarsi. Tutti tranne Percy e Annabeth.
- Dobbiamo fare qualcosa per quei due…- puntualizzò Annebeth guardandoli.
- Certo… - rispose distratto. Lei gli diede una gomitata sul braccio.
- E’ una cosa seria Testa d’Alghe! Non fare il solito scemo –
- Io sono serio, non sono mai stato serio più di così – parlò con un espressione offesa in volto ma Annabeth si limitò a ridere prendendo l’affermazione come una battuta.
- Ti piace ridere Annabeth… - e sbuffò – Comunque hai ragione, dobbiamo fare qualcosa per quei due, non so quanto si conterranno gli Dei – e rivolse lo sguardo verso al cielo e alla terra.
Il dolce ragazzo riccio che tutti conoscevano passò li davanti con un’aria menefreghista indossando una giacca di pelle nera e degli occhiali da sole. Portava una valigia in mano e si mise davanti al lago. Sussurrò la parola “keleythos” che significava “strada” e improvvisamente sopra l’acqua comparvero delle pietre che formarono una strada. Iniziò ad incamminarsi e a ritornare sulla Principessa Andromeda.
- Caleb, amico mio, finalmente ti rivedo – disse Luke con un sorrisetto. Indossava una camicia hawaiana con dei bermuda e delle infradito.
- Castellan, ci si rivede – sibilò in modo ironico.
- Su, lo so che sei arrabbiato con Al…-
- Non pronunciare il suo nome – urlò in tono arrabbiato.
- Ok, calmati – le guardie di Luke si tirarono avanti ma le fermò dicendo che era un falso allarme – Fai come se fossi a casa tua, benvenuto – e si mise a sedere su una sedia.
Caleb rimase in silenzio per un secondo, poi andò verso poppa. Cercò di intravedere il campo ma era tutto impossibile.
“Ammettilo ragazzo, lei ti manca, il campo ti manca, anche i tuoi amici ti mancano” disse una vocina nella sua testa.
- Chiudi il becco! – gridò lui non controllandosi. Guardo in acqua e vide il suo riflesso. Che cosa stava diventando? Lui non voleva essere malvagio come il padre. Alzò lo sguardo e cercò di nuovo di vedere il campo.
 
 
Percy e Annabeth avevano assistito alla scena e di sicuro avevano iniziato ad escogitare un piano. Si avvicinarono all’acqua.
- Kaleythos! – ordinò Annabeth ma non succedeva nulla.
- Non per essere presuntuoso, sono figlio del Dio del Mare sapientona –
Un rossore coprì le guance di lei. – Hai ragione -
Percy si concentrò e improvvisamente comparve un ippocampo che nitrì salutando i ragazzi.
Salirono insieme e partirono verso la nave.
 
Un fischiò partì dall’altra parte della nave. Caleb arrivò li e vide Luke seduto su una scrivania. – Amico mio, ho una missione per te, ora sei dalla nostra parte quindi dovrai seguire le mie regole –
Lui non rispose e continuò a guardarlo.
- Beh, devi evocare quattro segugi infernali al campo, i più potenti che ci sono. Sei figlio del Dio degl’Inferi, dovresti farcela -
- Si, ce la faccio –
- Vai e torna, non deluderci – e alzando la mano si riformò la strada sull’acqua.
Caleb se ne andò per la stradina e abbastanza lontano dalla nave disse. – Percy, Annabeth, che cosa volete? –
Lei tornò visibile mentre lui uscì dall’acqua.
- Perché stai dalla parte di Luke? Lui vuole annientare l’Olimpo – protestò Percy.
- Sono cose che non vi interessano e ora sparite –
- Invece ci interessano Testa calda! Devi mollare Luke, torna in te Caleb! – cercò di convincerlo Annabeth.
- Io non sono cambiato, sono sempre io –
Lei tornò al campo arrabbiata.
- Senti cugino… - non riuscì a terminare la frase che un maremoto, un terremoto e un fulmine riempirono quell’istante.
- La guerra sta per iniziare Percy, vai – e in un istante scomparve.  

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Capitolo 13
*** Amori improvvisi e discussioni olimpiche. ***


Amori improvvisi e discussioni Olimpiche.

 

Oh Divino Zeus, ragiona! Una guerra non porterà a nulla, cerca di calmare l'ira di Apollo. In fondo sua figlia è ancora viva” replicò Atena cercando di far cambiare idea al sovrano.

Atena basta, io sto dalla sua parte non c'é niente che che mi farà cambiare idea. Chi altro sta con me?”

Nessuno rispose. Nessuno voleva quella guerra.

Zeus, nessuno vuole combattere”

Smettila di cercare di farmi cambiare idea, così ho deciso e così sarà. Basta!”

Un tuono squarciò il cielo.

 

 

Annabeth...” sussurrò Percy mentre stavano leggendo alcuni libri in greco antico. “Si?”

Nulla, non ti preoccupare...” e tornò a leggere.

Lei lo guardò per un istante poi posò gli occhi sulla lettura.

Un terremoto improvviso li fece sobbalzare sul posto interrompendo tutto. Annabeth presa dallo spavento si attaccò a Percy e lui non ne fu molto dispiaciuto.

Alexis camminava come se non fosse successo niente, entrò nel bosco e vide il volto di Caleb dire parole in greco antico. Si nascose dietro un albero.

Appena si rigirò vide quattro segugi infernali che non vedevano l'ora di sbranare qualcuno.

Subito quelle bestie sentirono l'odore di Alexis e non ci volle tanto prima che uno di loro infilò gli artigli nel braccio di lei.

Anche gli altri stavano per attaccare quando all'improvviso si bloccarono, il richiamo di Caleb li aveva fermati come statue.

Lui corse per vedere cos'era successo e in quel momento la vide.

Alexis stava li seduta dietro quell'albero tenendosi il braccio per il dolore, il sangue colava fino alle mani e non aveva intenzione di fermarsi.

Lui rimase immobile davanti a lei, non si rendeva conto che era stato lui a fare tutto ciò.

Fece scomparire i segugi e chinandosi verso di lei le porse un po' di ambrosia. “Tieni...ti farà bene”. Bevve e subito iniziò a sentire meno dolore.

Tu hai evocato i segugi, come hai potuto?!”

Non lo so, sono diventato un mostro” il vecchio Caleb stava ritornando.

Alexis si alzò in ginocchio e lo guardò. “Tu non sei un mostro”

Si invece, sono andato dalla parte di Luke, come mi dovrei definire? Di certo non una persona con buon senso”

Tu non ce l'hai mai avuto il buon senso” disse lei ridendo e quella battuta fece ridere anche lui.

Alexis guardò verso il basso ma un terremoto improvvisamente li divise, Ade era furioso per quello che stava succedendo. Caleb saltò la spaccatura che si stava creando, prese la ragazza in braccio e la portò al sicuro.

Alexis, mi dispiace per quello che è successo, con il Vello e tu...” non riuscì a finire la frase che lei si attaccò alle sue labbra come fossero un trofeo che aspettava da tanto.

La guerra stava per iniziare. Caleb la strinse tra le braccia pensando ad altro e di certo quel momento non voleva che fosse rovinato.

 

 

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Capitolo 14
*** Un amico in più. ***



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Un'amico in più

- Per merito nostro vi siete rimessi insieme – disse Percy vantandosi ma Annabeth gli diede una botta. – Non sparare cavolate Testa d’Alghe –
- Ci siamo rimessi insieme perché è così che deve essere – ripeté Caleb per l’ottava volta – ora mi sono stancato di ripeterlo –
Alexis rise e lui la strinse a se.  Un tuono irruppe nel cielo.
- Dobbiamo fare qualcosa – propose Alexis – Il mondo non può finire –
Caleb fece un sospiro. – Ti porto da mio padre –
Annabeth si alzò in piedi di scatto. – Che cosa?! Da tuo padre? Hai sbattuto la testa per caso? – sbatté un piede per terra – La incenerirà! Anzi, prima la torturerà, poi la farà sbranare dai segugi infernali e poi la polverizzerà! –
Percy la fece rimettere seduta. – Seduta e buona –
- Quanto sei melodrammatica Ann… - confessò Caleb guardandola in modo strano.
- Sto solo dicendo la verità di quello che succederà –
- Non succederà così, non la toccherà a meno che non voglia suo figlio contro –
- Se lo dici tu – parlottò Percy lucidando Vortice. Annabeth lo guardò poi volse lo sguardo verso gli alberi.
Non erano più al campo, erano scappati. Stavano in una squallida grotta, dovevano andare negl’Inferi il più presto possibile e subito dopo sull’Olimpo.
Annabeth e Alexis stavano per crollare per il sonno e non ci volle tanto perché una crollà su Caleb e l’altra su Percy.
Percy si schiarì la gola senza fare troppa confusione e guardò l’amico.
- Hai in mente qualcosa? –
- No, non ho un piano… Mi verrà prossimamente –
- Se lo dici tu… - si guardò le scarpe – Secondo te, piaccio ad Annabeth? –
- Cugino, lei è cotta di te, si vede anche dall’altra parte del mondo – gli rispose accarezzando i capelli della propria ragazza.
- Dovresti dirglielo –
- Non ci riesco, ho paura che mi uccida -. Caleb rise a quell’affermazione.
- Dormi, faccio io la guardia – non finì la frase che Percy si era già addormentato.
La mattina seguente un odore di biscotti si sparse sopra di loro.
Alexis alzò la testa e vide Percy che apriva un pacchetto di biscotti al cioccolato.
- Percy, che stai facendo?! –
Subito lui si mise in bocca un paio di biscotti e nascose il pacchetto. – Niente – borbottava mentre cercava di ingoiare i biscotti.
- Dove hai preso quei biscotti? – alzò la voce lei prendendo il bottino. – Li ho trovati… in quel cespuglio! –
- Bugiardo – finì mangiandosi un biscotto. Caleb si stropicciò gli occhi mentre Annabeth stava ancora dormendo.  – Buongiorno a tutti, cos’è quest’odore di biscotti? –
- Testa d’Alghe ha portato un pacchetto di biscotti – disse la ragazza che si stava riempiendo di cioccolata.
- Una ragazza stanotte è arrivata e ci ha lasciato quelle cose li nell’angolo – si confidò Percy sbavando davanti al cibo. Caleb gli diede una botta per farlo smettere.
- Una ragazza? – domandò – Descrivila –
- Aveva i capelli castani un po’ ricci, gli occhi marroni e portava una felpa con dei jeans –
- Mia sorella – sbuffò lui. Una ragazza toccò la spalla di Percy.
- Hei ragazzi! – salutò una voce femminile.
Lui sobbalzò tirando fuori Vortice. – Chi sei? –
La misteriosa ragazza spostò la lama della spada verso il basso. – Calmo bello, io sono Miryam, la sorella di Caleb –
Il fratello l’abbracciò forte. – Cosa ci fai qui? –
- Vengo ad aiutarvi, no? –
- Ti ha mandato nostro padre? –
- No…Cerco di farvi arrivare da lui sani e salvi! –
- Beh, grazie – e cominciarono a discutere tra di loro.
Percy si avvicinò ad Annabeth e tentò di svegliarla.
- Hey! Sveglia! – non riuscì a finire che gli arrivò una manata in faccia.
- Oh grazie mille sapientona! – borbottò lasciandosi la mano sulla faccia.  – Scusa non l’ho fatto a posta… e non svegliarmi di sorpresa! –
Lui sbuffò, prese qualcosa da mangiare e glielo diede.
- Tieni mangia, dobbiamo stare in forze, la strada è ancora lunga -

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Capitolo 15
*** Un piccolo inconveniente. ***



 

Un piccolo inconveniente.
 

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- Siamo arrivati? - chiese per la centesima volta Groover. 
- No Groover -
- Siamo arrivati? -
- No! Smettila di chiederlo - urlò Annabeth stanca.
- Hey ragazzi! Guardate lassù! La scritta Hollywood! Siamo arrivati! - fece notare Percy pieno di sudore per il caldo. - Secondo voi, ci saranno delle lattine da masticare lassù? -
Tutti lo guardarono male. - Era solo una domanda... -
- Ragazzi, possiamo fare una pausa? - piagnoculò Miryam infondo a tutti, stanca per la camminata. - No! Niente pause! Dobbiamo andare lassù! -
Un sasso prese in pieno la testa di Caleb. - Ma sei pazza? Potevi farmi male! -
- Sai...Era il mio intento! -
I due fratelli iniziarono a litigare. - Smettetela! Non è proprio il momento di discussioni come queste. Prendiamo una macchina e raggiungiamo la scritta - protestò Annabeth in preda ad un attacco nervoso. Tipico di lei.
- Buona idea - confermò Alexis facendo un sospiro di sollievo - Guardate li affittano auto! Potremo prenderne una -
- Ci penso io ragazzi, voi aspettatemi qui - esclamò Groover "trottelerellando" verso il negoziante. Discusserò per un po' e alla fine lo lasciarano entrare dentro fino a quando un urlo squarciò i suoni delle macchine.
- Dobbiamo correre a vedere! - esclamò Percy preoccupato. Corsero tutti verso quel negozio d'auto ed entrarono.
All'inizio nulla di strano poi le macchine iniziarono a prendere vita facendo uscire fuori cavi e cianfrusaglie varie.
In un momento si ritrovarono tutti legati attaccati al muro.
Una voce iniziò a ridere, una voce familiare.
- Bene, Bene, Bene, ecco qui tutta la squadra - dalla penombra entrò Luke - state facendo una gita turistica? - poi rivolse lo sguardo verso Caleb.
- Traditore! - dalla rabbia sguainò la spada e gliela puntò alla gola. La sua famosa spada. Vipera.
- Ho fatto solo ciò che era giusto -
- Si, ma forse hai dimenticato qualcosa - dalla sua borsa fece uscire fuori il Vello d'Oro. - Questo credo di avercelo ancora io -
- Riportarlo al campo! Verme! - ringhiò Caleb guardandolo minacciosamente.
- Potrei ma... non ne ho voglia. Sai com'é il sole, il calore, queste belle giornate...tra poco finiranno quindi me le godo - e con una risatina si appoggiò ad una macchina.
Li squadrò tutti, uno per uno, soffermandosi sull'ultima ragazza.
- E lei chi è? -
- Sono Miryam, pezzo di deficente -
- Arrogante la tipa...Sei una semi-dea? -
- No guarda, sono un satiro -
- Buono a sapersi - rise lui.
- Mi chiamo Miryam, figlia di Ade e quindi, se il tuo cervello riesce a fare due più due, potresti capire che sono sorella di Caleb -
Un ringhiò spunto fuori sul viso di lui facendo ringrinzire la sua cicatrice, poi il suo viso tornò normale in un sorriso.
- Macchine, fate il vostro lavoro - e con aria soddisfacente se ne andò.
Improvvisamente quei grandi fili iniziarono a stringere i ragazzi facendoli quasi soffocare.
- Dobbiamo...fare...qualcosa - cercò di dire Annabeth.
Percy si guardò intorno poi vide una lattina su di un tavolino e  ci arrivò.
- Groover, mangia i fili! -
- Che cosa? - urlò lui.
- Mangiali ti ho detto! -
In quel preciso momento anche lui ci arrivò, iniziò a sgretolare il filo di metallo e dopo di che anche tutti gli altri.
- Ci hai salvato! - esultò Miryam dandogli un bacio sulla guancia. Un belato fu la risposta dell'eroe. Il suo viso era diventato rosso.
- Ora dobbiamo andarcene! Prendiamo un auto che non sia maledetta - si affrettò Percy salendo su una macchina sportiva - Salite! -
Tutti fecere come disse lui e partirono il monte di Hollywood.
Nei posti dietro, Annabeth e Percy erano stretti uno vicino all'altra, come due innamorati. Caleb li guardò curiosamente poi girò lo sguardo verso il paesaggio all'esterno.
Davanti, Groover e Miryam cantavano Poker Face a tutto volume.
- Cornacchie! - sbruffò Percy. La ragazza si girò verso di lui e lo guardò con un fuoco negl'occhi che metteva paura. Nei suoi occhi si potevano percepire i lamenti delle anime in pena, la morte e tutte le cose che si possono trovare negl'Inferi.
- Ok, scusa! - si scusò lui tenendosi ad Annabeth scosso.
- Anche tu lo sai fare? - chiese Alexis  guardando Caleb.
- Si, ma lei lo fa per divertimento e durante i combattimenti per confondere i nemici -
- Io non lo faccio per divertimeneto, nessuno mi da della cornacchia - sbruffò Miryam.
- Siamo arrivati - fece sapere Groover scendendo dalla macchina.
Camminarono sotto le imponenti lettere della scritta "Hollywood" e si fermarono davanti all'entrata per gl'Inferi.
- Eccoci qui - disse Caleb con un filo di voce. Ognuno rimase immobile davanti all'entrata e facendo un respiro profondo entrarono appena la porta si aprì.
Passarono all'interno e in un minuto la porta si richiuse dietro di loro.
Non si poteva tornare indietro.


NOTA DELL'AUTRICE: Mi dispiace di averlo postato in ritardo per il prossimo rimedierò! Spero che questo vi piaccia! Grazie che mi recensite. Vi adoro! Peace.






 

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Capitolo 16
*** Ade,Apollo, siete le nostre uniche speranze. ***


 




Ade, Apollo, siete le nostre uniche speranze. 

 

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- Allora, carissime anime, voi dovete aspettare! Belline mie, c'è la fila! - urlava Caronte alle anime un po' disorientate. 
- Ciao Caronte! - disse Alexis ridendo. Lui la guardò poi esultò saltellando.
- La mia gioia! Te lo dicevo che ci saremo rivisti! -
- Eh si - sussurrò lei. - Caleb! Miryam! Vostro padre è molto agitato, non è il momento per parlare con lui...- 
- Noi dobbiamo - gli disse Caleb con tono - Non può continuare a creare casini -
- Andiamo dritti al punto. Car, ci dai un passaggio? - urlò Miryam nervosa.
- Certo, salite a bordo!  Non chiamarmi Car, ti sembro una macchina? - sbottò lui. (o lei?)
Tutti salirono a bordo. 
- Té ragazzi? -
- Siii - urlò Miryam sorseggiando da una tazzina.
- Quindi, Caleb, hai trovato la ragazza, sono felice per voi! Hai una cara davvero carina! - esultò Caronte battendo le manine.
- Si e non la voglio più lasciarla andare via - disse stringendo Alexis a se. 
Miryam sputò il Tè addosso ai due. - Non fate oscenità in pubblico, per favore! - 
- Grazie per la doccia, sai, sentivo caldo - disse Alexis ridendo. 
- Figurati! - disse sorrisendo la ragazza. 
Caronte stava iniziando a cambiare aspetto, non era più un umano, stava assumendo la sua vera forma. 
- Ci siamo quasi... - sussurrò Annabeth stretta a Percy. 
- Ragazzi dovete scendere, non posso proseguire -
- Grazie Caronte - dissero all'unisono scendendo dalla barca e camminando verso la casa di Ade. Entrarono nella stanza principale dove Persefone stava facendo le valigie. 
- Finalmente me ne vado! - urlava saltellando di qua e di là - Oh, visite! -
Ade si girò verso i ragazzi e li squadrò poi si concentrò su Miryam.
- Buio dei miei occhi -
- Chiudi il becco papà. Arriviamo al sodo. Smettila di creare casini per il mondo! - protestò Miryam gesticolando con le mani. 
- Apollo mi ha attaccato! Non posso stare qui seduto a far nulla! - 
- Ci andrà di mezzo tutta l'umanità! - urlò Caleb arrabbiato. - Tu non parlare, hai creato tu il casino! -
- Papà, è un male stare con la persona che si ama? Tu hai avuto Persefone perché io non posso avere Alexis? -
- Perché proprio la figlia di Apollo? -
Alexis si staccò coraggiosamente da Caleb e guardò Ade. - Perché proprio Persefone allora? -
- Noi siamo Dei, è diversa la cosa! -
- Non è vero! - ribattè lei - L'amore è sempre amore, non cambia essere Dei o SemiDei! -
A quelle parole Ade non seppe più cosa dire. 
- Se riuscirete a convincere anche Apollo, potete rimanere insieme - e si sedette mettendosi una mano sul viso - ora sparite -
Persefone prendendo le valigie aggiunse - Vi accompagno io - e diede ad ognuno delle perle, compresa lei.
- Destinazione Olimpo! -
Improvvisamente i corpi dei ragazzi iniziarono a sparire lentamente poi diventarono fumo che si disolse nell'aria. Quel "vento" viaggiò per hollywood, viaggiò viaggiò e finalmente si fermò sull' Empire State of Building. 
- Siamo arrivati...- sussurrò Alexis - L'Empire State Of Bulding -
Entrarono tutti insieme dentro l'ascensore e arrivarono al seicentesimo piano. Il piano dove si trovava l'Olimpo.
Si incaminarono fino alla sala riunioni degli Dei e li trovarono Poseidone, Zeus e Apollo discutere tra di loro. Apollo distolse lo sguardo da quest'ultimi due e guardò la figlia. 
- Alexis, figlia mia - poi posò lo sguardo verso Caleb - Figlio di Ade, nonché fidanzato di mia figlia -
- Mi chiamo Caleb, signore - 
- Caleb, cosa ti porta qui? -
- La prego, Ade ha deciso di portar fine questa guerra se lei ci da il permesso di stare insieme, accetti questa proposta -
- E che cosa ricevo io in cambio? -
- La nostra...totale devozione? - propose lui insicuro. Iniziava ad agitarsi ed intimorirsi, ma si riprese.
- Acceto la vostra proposta ma... non mi ripagherete con la devozione, mi ripagherete quando ce ne sarà bisogno, come promesso non ci sarà nessuna guerra ma... - si soffermò.
- Ma? - chiesero tutti.
- Trattala male e subirai la mia ira ragazzo, ora andate! -
Tutti si sbrigarono ad uscire e tornarono sopra l'Empire State Of Bulding dove trovarono una spiacevole sorpresa.

NOTA DELL'AUTRICE: Mi dispiace di aver postato il capitolo in ritardo, mancano solo due capitoli alla fine del primo libro! E Quindi poco all'inizio del secondo libro! Ringrazio tutti quelli che seguono questa storia! Grazie! Peace. 











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Capitolo 17
*** Una battaglia finita in mistero. ***




Una battaglia finita in mistero.


 

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- Castellan, cos’altro vuoi? E’ tutto finito - disse Percy tirando fuori la spada e così fece anche Caleb.
- Non ho intenzione di perdere il tempo con voi due, so che ce l’avete fatta, volete un premio? Haha, no. - E puntò la sua spada verso Alexis.  
- Oh, non provare ad avvicinarti – protestò Caleb mettendosi davanti al gruppo. – E’ una semidea amico mio, dovrebbe essere allenata, o non lo è? –
Alexis tirò fuori la sua spada e andò davanti a Caleb guardando Luke negl’occhi. – Cosa vuoi da me? –
- Hai rubato il Vello –
- Tu lo avevi rubato! – ribatté lei.
- Io l’ho rubato ma qualcuno l’ha rubato a me e questo è inconcepibile, io sono il figlio del Dio dei Ladri! – ringhiò mentre sbatteva i piedi come un bambino a cui non è stato dato ciò che voleva.
- Io non l’ho rubato –
Miryam spuntò fuori da dietro Percy e Annabeth.
- Cerchi questo bello mio? – e in quel preciso momento, tirò fuori dalla sua borsa il magico Vello D’Oro.
- TU! Come hai fatto? –
- Semplice, hai lasciato il Vello nel negozio d’auto così quando le macchine si sono fermate l’ho preso. Sono un genio, anzi, te sei un babbeo –
Luke ringhiò contro di lei.
- Ti sfido! – e con un colpo secco le graffiò la guancia.
Miryam sfoderò Tempesta, la sua spada prediletta, e iniziò a combattere contro di lui facendo del suo meglio.
Tutti e due erano spadaccini provetti, nessuno aveva mai superato Luke ma forse… le cose stavano cambiando.
Con un colpo lo fece volare verso una vetrata che si frantumò in un giro di qualche secondo. Sfortunatamente riuscì a tornare su e riprende la sua spada in mano.
- Sei forte ragazza, ti ho sottovalutato – ma senza accorgersene un affondo lo colpì alla spalla.
- Si, mi hai sottovalutato Luke – e con un sorrisino lanciò il Vello ad Annabeth – hai sottovalutato anche te stesso, ragazzi voi andatevene –
- Ma Miryam… - cercò di ribattere Annabeth invano. – Ho detto Andate! –
Caleb,Alexis e gli altri se ne andarono il più veloce possibile ritornando al campo e salvare di nuovo l’albero di Thalia.
- Sei solo un verme – e gli fece anche lei un taglio sulla guancia che gli sarebbe costata un’altra cicatrice. Gli puntò la spada alla gola.
- Vuoi davvero uccidermi? – bisbigliò lui con gli occhi lucidi.
- Si voglio ucciderti! –
Lui spostò la spada delicatamente e si alzò guardandola.
- Tu non vuoi uccidermi, te lo leggo negl’occhi, per me senti qualcosa… qualcosa di forte che ti impedisce di uccidermi – e le sorrise.
- Non dire sciocchezze – e continuò a puntargli l’arma contro ma lui la spostò con facilità.
Un altro sorrisetto comparve sul suo viso e improvvisamente un ombra prese la ragazza facendole cadere la spada e portandola nell’oscurità.
Luke prese la spada e toccò la lama.
- Nessuno può battere Luke, nessuno – e con una risata se ne andò.
 
Intanto al campo.
 
Caleb riportò il Vello al proprio posto e si scusò con Chirone ed il signor D.
- Sceglieremo una punizione adatta a te ragazzo, ma…grazie per aver salvato il campo – disse il signor D. e intanto borbottava qualcosa su “poteva lasciarlo morire” o cose del genere.
Chirone si avvicinò a lui. – Dov’è tua sorella Caleb? Non era con voi in missione? –
- E’ voluta rimanere da sola, ma sono molto preoccupato…Sento che è successo qualcosa – lo guardò.
- Controlleremo non ti preoccupare –
- Grazie –
 
 NOTA DELL'AUTRICE: Mi dispiace molto che è corto, ma non mi è venuto in mente altro poiché questo è il penultimo capitolo quindi c'é ben poco da dire... Grazie! Peace. OhMyLove_ 
 
 

 
 

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Capitolo 18
*** Per sempre insieme, come una squadra. ***




Per sempre insieme, come una squadra. 

- Capitolo Finale - 

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POV Caleb.

Caleb, figlio di Ade, è mia...
è mia... 
Tua sorella ora appartiene a me!
Il Vello...Il Vello... Il Vello... è mio...
Riammelo Caleb, RIDAMMELO!


Mi svegliai di colpo. Mia sorella era in pericolo ed ora ne ero sicuro. Rimasi lungo sul letto a guardare le travi del soffitto e pensai.
Crono o Luke, aveva rapito Miryam e io dovevo salvarla. A Quanlunque costo. 
Saltai giù dal letto, mi misi una vestaglia e uscii dalla mia casata. Da chi potevo andare?
Percy era da cancellarlo dalla lista, lo avrei ritrovato sul suo letto a dormire come un ghiro. Annabeth? No...
Mi incamminai verso la casata di Alexis ed entrai senza far troppo rumore, mi avvicinai al letto di Alexis. Notai che aveva gli occhi aperti e le lacrime le scendevano sul viso.
Mi misi vicino a lei e la strinsi tra le mie braccia. Non le chiesi nulla di quello che le era successo, quindi decisi di chiederlo quando sarebbe stata più lucida.
Con una mano le accarezzai i capelli, quei capelli mossi e castani che odoravano di menta.
- Perché sei qui? - chiese lei sussurrando. 
- Non riuscivo a dormire, volevo controllare che stessi bene - mentii ma l'ultima parte era vera.
Lei si girò verso di me e si strinse al mio petto. - Come sei riuscito a passare senza farti vedere dalle arpie? -
- Talento amore mio, talento - soffocai una risatella alla quale si unì anche lei. Alexis si addormentò qualche minuto dopo mentre io non riuscii a dormire. 
Pensai sempre a quel sogno, dovevo ricevere un'impresa e andarla a salvare.
Chirone non me l'avrebbe mai concessa, era raro se dava un'impresa.
Chiusi lentamente gli occhi e mi addormentai, sperando di non rifare quel sogno.

- Dormiglioni abbracciati come koala, svegliatevi! E' ora di colazione! - ci urlava Annabeth alle orecchie. 
- Vattene via! - urlai muovendo il braccio cercando di prenderla ma senza risultati. In cambio mi ritrovai un pizzicotto sul braccio.
Mi alzai di scatto. - Mi hai fatto male! -
- Così la prossima volta eviti di colpire l'aria cercando di colpire me! - e tirò via le coperte.
- Sei una rompiscatole! - protestai mettendomi una mano tra i capelli ma notai che avevo detto una cosa non opportuna. Mi ritrovai in pochi secondi con un bernoccolo in testa. 
- Ahi,Ahi,Ahi! - piagnucolai tenendomi il danno provocato da Annabeth - Sei c...-, non feci in tempo a finire la frase che Alexis mi diede un colpetto sul braccio per farmi stare zitto.
- Ok, non dico più niente -
- Bravo! - dissero all'unisono, ridendo. - Vestitevi, vi aspetto fuori - e se ne andò.
Mi guardai intorno e vidi che non c'era più nessuno, solo noi due, era il momento adatto.
- Perché piangevi stanotte? -
- Miryam mi ha parlato in sogno...-
Rimasi stupefatto. Pensavo che Crono/Luke le avesse parlato ma invece era...Miryam. - Sei sicura fosse lei? -
- Si...Era lei -
- Cosa ti ha detto? -
- Qualcuno la tiene prigioniera in un luogo sperduto, non ho capito o dove, sentivo confuso... Dice che bisogna portare il Vello sennò morirà -
- Anche io ho fatto un sogno... Era Crono, mi ha detto di portargli il Vello... - sospirai.
- Facciamoci dare una missione - disse lei alzandosi e legandosi la sua chioma scura.
Annuii. Dovevamo ottenere un'impresa.
Ci vestimmo e corremmo da Chirone ma ci fermammo improvvisamente.
- Ragazzi qualche problema? - domandò lui perplesso mentre giocava a pinnacolo con il Signor D.
- No Chirone, siamo andati nella direzione sbagliata, buon gioco! -. Sorrisero mentre noi ce ne andammo e ci sedemmo ad un tavolo con Percy, Annabeth e Grover. 
Sussurrai. - Ragazzi, Miryam è in pericolo e noi dobbiamo salvarla! -
Annabeth si esaltò. - Avete ottenuto un'impresa? -
- No, ci andremo di nascosto - confermò Alexis tenendo la mano di Caleb.
- Ci metteremo nei guai - riferì Grover mangiandosi l'ennessima lattina. Percy lo guardò. - Confermo -
- Se non volete venire fate pure, ma io vado a salvare mia sorella -
- Ma l'estate è quasi al termine - disse Annabeth preoccupata.
- All'inizio dell'autunno, partiremo il primo giorno d'autunno. Siete con noi? -
- Si - disse Percy mettendo una mano sul tavolo.
- Si - fece lo stesso mettendola sopra la sua.
- Si - fece anche Annabeth.
- Si - dissero Caleb e Alexis finendo la torre.
- Ad Autunno - citarono tutti insieme mentre Caleb sussurrò - Miryam..Ti salveremo - 

NOTA DELL'AUTRICE: Finalmente ho finito il primo libro! [Cavolo, ne mancano altri 3! Haha] Ringrazio tutti quelli che mi hanno seguita in questo piccolo pezzo di storia e spero che continueranno a seguirmi... fino alla fine! Perché noi siamo una squadra, anzi, una famiglia.
Vi amo ragazzi, famiglia! 
Peace.Love.Forever.
OhMyLove_ 






 

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