Se non ci provi non lo potrai mai sapere.

di heyclaudia
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Abbiamo imparato a cadere e poi rialzarci. ***
Capitolo 2: *** C'è qualcosa di strano che fa tremare la terra. ***



Capitolo 1
*** Abbiamo imparato a cadere e poi rialzarci. ***


Sono passati esattamente otto giorni e non le piace più ora Mia può cantarlo, gridarlo, ballarlo. “Andrea non mi piaci più”. Si sente più libera, senza un peso addosso, o meglio senza dolore. Quella grande ferita aperta, che solo lei vedeva ora è chiusa, basta perdere tempo dietro ad un ventenne che pensa solo al calcio. Ha sedici anni Mia, tutta una vita davanti si spera, non vuole perder tempo dietro a qualcuno che non è affatto per lei. 
 
La seconda superiore è un bel traguardo, ti fa fermare a riflettere. Pensi : “cavolo il primo anno è andato” e subito dopo “l’anno prossimo già nel triennio”. Diciamocelo chiaro e tondo, la cosa che tutti aspettano sono le gite scolastiche o meglio chiamate dai professori le uscite didattiche, che ricordano sempre che non sono gite intese come avventure ma è qualcosa per il futuro, soliti finti moralisti. Alle superiori però l’attesa della gita, almeno nella scuola di Mia, è qualcosa di strano in positivo ovviamente. La curiosità degli studenti con cui la proprio classe verrà abbinata è ricorrente, tutti sperano di essere accoppiati con classi dove risiede chi piace, le amiche, quel bel ragazzo che si è visto l’altro giorno. Mia non ha mai avuto quest’ansia , fino all’altro ieri. Esatto tutto ha inizio lunedì 28 marzo. Che brutto giorno il 28, ma che bel mese marzo; però c’è l’8 in 28 che è un bel numero e 8 meno 2 fa 6. 2 e 6 ho appena scoperto quando è nato il 26, questo si che è un bel numero.

Sia Daniele che Gianluca sono nati il 26, solo con cinque anni di differenza. 

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Capitolo 2
*** C'è qualcosa di strano che fa tremare la terra. ***


Erano due le gite che i professori avevano scelto per la classe di Mia, una in visita a Venezia e una gita di più giorni a Monaco di Baviera. Sicuramente la gita a Monaco aveva fatto brillare gli occhi a tutti, e l’altra bhè, saltare un giorno di scuola non fa mai male. 
Con la classe di Mia, a Venezia, sarebbe venuta anche la prima della sua stessa sezione, dove erano presenti anche i suoi ex compagni di classe. Le condizioni atmosferiche per lunedì 28 marzo erano pessime, pioggia tutto il giorno, oltre alla mancanza di voglia ci metteva pure il tempo. Ovviamente era in programma che accanto a Mia si sarebbe seduta Emma, una delle sue migliori amiche non che compagna di classe di Mia. 
 
I più grandi erano loro, i posti dietro idem. Non c’è stato verso i pivellini, le matricole di prima dovevano attenersi alla “legge” posti davanti ai più piccoli. Mia prese a sedere ma non andò proprio in fondo, ma quasi all’inizio della parte dietro del pullman. Davanti a lei si trovavano infatti quattro ragazzi di prima, gli unici che erano riusciti ad accappiarsi i posti un po’ dietro, chiamiamoli centrali. Sapeva bene chi aveva davanti, due di loro le conosceva erano Benedetta e Alessandra, con loro c’era una ragazza di cui sapeva solo il nome Allison e poi un ragazzo Gianluca. I ragazzi in quell’indirizzo erano davvero pochi nella classe di Mia ce ne erano cinque su 25 e nell’altra due su 23, le femmine dominavano e come era solito fare, buona parte del viaggio fu spesa a cantare. Mia adorava questo momento, se ne intendeva di musica e il suo repertorio era così vasto che era difficile che non sapeva qualche canzone; come giusto che sia, ciò non ha una grande durata o meglio arriva il momento in cui ognuno si gira e inizia ad ascoltare il proprio iPod o si mette a parlare col compagno a fianco, Emma si era addormentata e Mia non è persona da stare zitta tutto il tempo. Colse l’occasione di parlare con Benedetta che si era messa quasi in orizzontale ed insieme avevano deciso di giocare a nomi, città, cose e animali, i classici giochi quando si ha solo un foglio e una penna nello zaino con loro si aggiunse anche Gianluca che come loro non sapeva cosa fare, la partita durò la bellezza di cinque lettere. Mia era troppo veloce per loro. 
Gianluca era già stato visto a scuola da Mia, considerato da tutti il bel ragazzo piccolo che deve ancora crescere, ma non era certo uno di quelli che quando passa ti fa esplodere il cuore. 

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