Amore Alieno.

di Mei91
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Caro diario...Vaffanculo! ***
Capitolo 2: *** Notte insolita. ***
Capitolo 3: *** SUSSURRI RIVELATORI. ***
Capitolo 4: *** il buon giorno si vede dal mattino! ***
Capitolo 5: *** EPILOGO ***



Capitolo 1
*** Caro diario...Vaffanculo! ***


Non avrei mai potuto credere che amare potesse essere un’ esperienza tanto entusiasmante quanto dolorosa, specialmente per una come me. Ho sempre confidato tutto al mio diario segreto, ma oggi, in questa stanza, e in preda all’ angoscia dico…

 

Caro diario….Vaffanculo.

Sono in preda all’ angoscia perché mia madre ha preso il mio diario e lo ha letto.

Lei adesso conosce tutto di me. Ogni minimo particolare ogni piccola cosa. Per fortuna su quel maledetto diario non avevo scritto niente che riguardasse lui anche perché fino a un mese fa non lo conoscevo neanche e adesso invece tutto è cambiato.

Mi chiamo Dejanira Evans e fino a qualche giorno fa credevo che la mia vita finisse monotona per come era iniziata.

Non mi preoccupo più di tanto per il fatto che mia madre abbia preso il mio diario… non vi era scritto nulla che contasse anche perché, detesto ammetterlo, ma prima di conoscere lui ero una di quelle ochette fighe della scuola che non pensavano ad altro che ad acconciarsi e a farsi belle. In quel diario scrivevo o meglio sparlavo le altre ragazze.

 

Tutto è iniziato quel giorno.. dove incontrai lui. Il ragazzo più bello che avessi visto, ma con un segreto.

“Ehi, Dejanira, ti va di venire sta sera al party di Beth?” mi chiese Marysol, la mia migliore amica.

Io la guardai e annuii.

“Ma certo Mary, vedrai che ci divertiremo.”

La vidi saltarmi al collo e cominciare a inventarsi un mare di scuse per andare a fare Shopping. Mi propinò la scusa più vecchia e più banale del mondo stesso.

“Dai che dobbiamo andare a comprare dei vestiti da urlo per rimorchiare ragazzi strafichi!” esordì

“Marysol!” esclamai guardandola inarcando un sopracciglio.

“Dai Dejanira, da quando ti lamenti per una giornata di Shopping?”

“Io non mi lamento è solo che…” tentai di dire ma come al solito Marysol non mi lascia finire.

“Dai andiamo, ci divertiremo.”

E mi trascinò per tutti i negozi del centro, ma devo dirlo, quel giorno con Marysol mi sono proprio divertita. Era divertente fare compere sfrenata e avevamo pure dimentica il motivo per cui avevamo cominciato a fare Shopping; ma poco importava stavo con la mia migliore amica e ci stavamo divertendo come matte.

Uscimmo dall’ ultimo negozio cariche di buste ci dirigemmo verso la mia macchina. Quella sera Marysol avrebbe dormito a casa mia. Ma prima che arrivassimo alla mia macchina un qualcosa di tondo e luminoso si schiantò sulla prateria li vicino. Ero decisamente sorpresa;  a me quello era sembrato un Ufo.

Presi per mano Marysol che a quanto pare anche lei aveva visto quello che avevo visto io e ci dirigemmo verso il luogo dell’ impatto.

Fu incredibile appena arrivammo vedemmo quell’ ufo e le porte dell’ astronave aprirsi e far uscire due figure, stanche, ferite, ma trovarono le stesso il coraggio e la forza di far sparire l’ astronave e i segni dell’ loro atterraggio, poi si accasciarono a terra privi di sensi.

In un primo momento sia io che la mia amica fummo tentate di scappare e lasciare li quegli esseri, ma anche se eravamo delle ragazze che vestivano alla moda e seguivano la moda, questo non stava a significare che eravamo insensibili ed egoiste e non ci spaventavamo facilmente. Andammo a casa mia. Abitavo da solo ormai da due mesi e spesso mia madre veniva a farmi visita; ma non in quel periodo.

“Dejanira? Dejanira, ferma che vuoi fare?”

“Marisol, non possiamo lasciarli qui, sono feriti!” dissi convinta.

“Ehi, ehi, ehi, si dia il caso che sti due siano alieni!” esordì Marisol

Intanto i due alieni si stavano riprendendo ma io non me ne accorsi e mi avvicinai a loro tirandomi dietro una Marisol che sbuffava.  Era strano. Avevo sempre creduto che gli alieni fossero piccoli e verdi e invece questi avevano sembianze umane e sembravano degli schianti. Mi avvicinai all’ alieno dai capelli scuri che a quanto pare stava riprendendo conoscenza, ma ancora io non me ne accorsi; e Marisol avvicinò a quello biondo il quale anche lui stava prendendo conoscenza e si mise un suo braccio intorno alle spalle poi si rivolse a me e mentre camminavamo verso la macchina mentre ci trascinavamo dietro quei due alieni mi disse

“Che cosa mi tocca fare per essere tua amica: trascinarmi sulle spalle un omuncolo verde.”

Sorrisi, ma mi accorsi che l’ alieno che si trascinava appresso Marisol aveva ripreso conoscenza come anche quello che portavo appresso io e li sentii sussurrare indignati.

“Non siamo verdi.” sussurrarono i due alieni. Sussurro che a quanto pare sentii solo io. Ehi, però, erano simpatici. Con quel pensiero scoppiai a ridere.

“che hai da ridere, Dejanira?” mi disse indignata Marisol.

“Ah, ah , ah, l’ omuncolo che dici essere verde si è appena lamentato per il tuo commento, come anche quello che mi porto in spalla io!” esclamai e sentii l’ alieno irrigidirsi. Anche Marisol si fermò. Eravamo vicino la macchina. Poi mi disse..

“Ah, l’ omuncolo verde che mi sto trascinando si lamenta pure…” poi Marusol si scrollò l’alieno di dosso facendolo cadere a terra e continuò “ Allora mister perfettino, cammina da solo!”

Marisol se ne sta per andare quando io le grido..

“Ne è pesante uno da trascinare, come faccio con due Marisol!”

Lei si fermò guadò me, l alieno che tenevo appoggiato alle mie spalle e l’ omuncolo a terra.

“Maledizione a te Deja…” mi disse tornado da me e riprendendo l’ alieno ma prima gli disse “ e tu omuncolo vedi di essere più rispettoso, ti sto salvando il culo.”

L’ alieno la guardò è disse

“molto elegante da parte di una fanciulla…”

“Vuoi che ti lasci di nuovo con il culo per terra?”

“Marysol!”

“Oh, Dejanira questo qui è uno sbruffone!”

“Ma se nemmeno lo conosci” le dico con ovvietà

Lei tacque e guardò l’ alieno che la osservò con sguardo divertito poi lei disse

“è uno sbruffone di alieno!”

A quelle parole i due alieni di irrigidirono. Quello che sorreggevo io parlò.

“Voi sapete…cioè..voi…”

“Vi abbiamo visto.” Dissi intuendo quello che voleva sapere, poi mi accorsi che era ancora ferito.

“Su in macchina che siete feriti.”

Li aiutammo a salire e ci dirigemmo a casa mia. Arrivati a casa li feci stendere sul letto. Io medicavo l’alieno scuro Mary quello biondo.

“Grazie.” Sussurrò l’ alieno moro

“Di niente. Sono Dejanira.” Mi presentai per educazione

“Kalel.”

“Kalel?”

“Si.” Rispose l’ alieno moro.

 Lo guardai negli occhi, erano di un blu così intendo che mi sembrava di osservare l’ universo.  Mentre lo guardavo gli pulivo la ferita alla fronte, ma lui mi richiamò.

“Dejanira?”

“Si’” risposi scuotendomi dall’ osservarlo.

“La ferita e guarita e..”

Gli guardai la fronte e …oddio mi sono imbanbolata  a fissarlo fin quando…

“Vuoi stare fermo mostriciattolo”

“Fai male!”

Marisol è sempre la stessa e credo che l’ omuncolo verde come lo chiama lei la incuriosisca molto, come d'altronde a me incuriosisce Kalel.

“Marisol Vacci piano!” le dico

“Ecco, ascolta la tua amica.” Dice l’ alieno

“oh, ma dai…” dice Marisol con sarcasmo…

“Vipera!” dice l’ alieno dai capelli biondi e penetranti occhi blu.

“Oh, tu guarda ; sa cos’è una vipera…”

“per tutti il pulsant se un gorup..”

“Gorup?” chiese Marisol

“Jorel!” Esclamò Kalel poi continuò “Chiedile scusa!” disse con fare molto autoritario

“No, Kalel.”

“Jorel, chiedile scusa e non mi fare arrabbiare!”

“No!”

“Ehm, scusate, cos’è un gorup?”

Kalel e Jorel mi fissarono e vidi Jorel  abbassare lo sguardo e Kalel mi rispose.

“E’un insulto bello e buono e Jorel deve chiedere scusa alla tua amica o se la vedrà con la furia di suo fratello.”

Jorel deglutì

“Scusami ragazzina.”

Ma Marisol  era in uno stato di Shock e guardava la finestra.

“Marisol che succede?”

Mi girai verso la finestra e ciò che vidi mi fece restare letteralmente a bocca aperta. Mio padre stava baciando la madre di Marisol. Sia io che Marisol indietreggiammo e cademmo sui letti. Marisol su Jorel e Io su KAlel. Prontamente i due alieni si misero seduti e ci afferrarono prima che potessimo cadere a terra.

“Ehi!”

Ma la porta della stanza si aprì e io sentii dire a mio padre.

“Entriamo qui dentro tanto mia figlia non c’è”

“Oh, Steve.”

“Loren” sospirò mio padre. Io piangevo e mi rifugiai tra le braccia di Kalel e lo stesso fece Marysol con Jorel. I due alieni ci strinsero forte. Non conoscevo Kalel ma per lui provavo un attrazione tremenda ed era l’ unico che in quel momento mi era amico. E lo stesso era per Marysol. Piangevamo a dirotto e i nostri singhiozzi vennero sentiti dai nostri genitori che si girarono di scatto trovandoci immerse in un mare di lacrime.

“Marisol!” esclamò sua madre

“Dejanira!” esclamò sorpreso mio padre.

Io e Marysol ci alzammo e scappammo fuori casa a quanto pare seguite da Kalel e Jorel.

Ci fermammo al giardino dove poco prima loro erano atterrati.

Quella mattina mia madre non aveva rispettato  la mia privacy leggendo il mio diario e sta sera mio padre a tradito mia madre con la madre della mia migliore amica. Io e Marisol ci accasciammo a terra a piangere, dietro di noi i due alieni ci abbracciarono.

to be continued

fatemi sapere che cosa ve ne sembra...intanto se vi va vi lascio le immagini dei protagonisti come li vedo io.

 

KALEL

 

JOREL

 

KALEL(ANIME,MANGA)

 JOREL(ANIME,MANGA)

DEJANIRA

 

MARISOL

 

DEJANIRA(ANIME,MANGA)

 

 

 MARISOL(ANIME,MANGA)

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Capitolo 2
*** Notte insolita. ***


Io e Marisol continuavamo a piangere a dirotto, abbracciati a quegli alieni sconosciuti. Non riuscivo a credere a ciò che avevo visto. Mio padre, il mio adorato padre, stava tradendo mia madre con la madre della mia migliore amica. Perché la vita è così ingiusta. Guardai Marisol che piangeva come non mai abbracciata a Jorel. Lo sguardo dei due alieni sembrava confuso, ma aveva un qualcosa di strano. Era come se volessero vendicarci.

 

“Dejanira, mi potresti spiegare che cosa sta succedendo?” mi chiese Kalel .

 

Io scossi la testa in segno di negazione. Non avevo voglia di parlare ma solo di capire perché mio padre aveva fatto questo a me e a mia madre e inoltre stare abbracciata a quell’ alieno avrebbe dovuto mettermi paura invece mi tranquillizzava e mi regolava il respiro.

 

Purtroppo lo stesso non era per Marisol. Marisol era asmatica e purtroppo le mancò il respiro e svenne tra le braccia di un Jorel alquanto confuso. Preoccupata per la mia amica, mi staccai da Kalel e cercai nella sua borsetta l’ inalatore che portava sempre con se. Lo trovai e mi avvicinai a lei facendole prendere il medicinale. Poco dopo Marisol si riprese e mi guardò con uno sguardo triste.

 

“Ciao..” le dissi con le lacrime agli occhi.

 

Lei non mi rispose. Si mise a sedere e mi abbracciò di scatto. Anche io non stavo bene. Avevo scoperto da poco di avere la leucemia. L’ unica a sapere che fossi malata era appunto Marisol. Non avevo voluto dire niente alla mia famiglia per non farli preoccupare, ma a quanto pare mio padre aveva fatto di peggio. Marisol mi guardò e

 

“Tu, tu come stai? La le..”la zittii subito mettendole una mano davanti la bocca. Non volevo che gli alieni sapessero che io non stavo poi così bene.

 

“Sto bene! Non posso credere a ciò che ho visto però!” dissi triste

 

“Nemmeno io. Come? Come hanno potuto fare una cosa del genere, non sono dei ragazzini.” Mi chiese Marisol.

 

“non lo so.”

 

In quella prateria un leggero venticello si era alzato scompigliandoci i capelli. Non che ci importasse molto.

 

“Marisol?” la chiamò Jorel. Lei con gli occhi lucidi si voltò verso l’ alieno e lo guardò con un leggero sorriso di rassegnazione in volto.

 

“Si?”

 

“che è successo poco fa?” chiese.

 

“Nulla. Non ti preoccupare adesso passa.” Gli disse, ma non era così. Sapevamo che quello che avevamo visto non sarebbe passato tanto velocemente.

 

“Chi erano quelli?” chiese sfrontato Jorel beccandosi un occhiataccia da parte del fratello, ma sapevo che anche Kalel era curioso.

 

Assurdo, quello che avevamo visto era decisamente assurdo perfino ai nostri occhi: come facevamo a spiegare a due alieni un tradimento del genere? E poi loro sapevano cos’era un tradimento?

 

“Oh, Jorel… non potresti capire.” Sussurra Marisol guardandolo con uno sguardo triste.

Jorel la guardò e il suo sguardo si addolci un po’. Poi lentamente prese Marisol delle mie braccia e la fece alzare sussurrandole in un orecchio.

“Sono un alieno questo si, ma non sono uno stupido, piccola.”

Vidi Marisol scossa da un brivido e sorrisi. Lei si era finalmente ripresa e io ero felice e più tranquilla; adesso potevo svenire tranquillamente. I miei occhi si fecero lucidi e appannati. La testa mi girava e avevo un forte senso di nausea. Mi girai verso Kalel e tentai di avvicinarmi a lui mettendo un piede davanti all’ l’altro e camminando lentissimamente. Avevo bisogno di un’ appoggio e in quel momento Marisol non era disponibile. Sollevai le mani e le appoggiai sulle spalle di Kalel

“Ehi, cos’hai?” mi chiese Kalel. Io non gli risposi ma a quanto pare quella frase da parte di Kalel fece voltare immediatamente Marisol che tentò di avvicinarsi a me, ma era tardi: persi i sensi.

L’ ultima cosa che vidi fu Kalel afferrarmi prima che cadessi a terra.

 

Mi ripresi tre ore dopo, a casa mia. Ero preoccupata e spaventata. Preoccupata per Marisol, Kalel e Jorel e spaventata  o meglio terrorizzata di trovare mio padre e la madre di Marisol ancora insieme e a casa mia.

Mi alzai di scatto dal letto, ma due mani forte e calde mi rispinsero dolcemente nel letto. Di chi erano quelle mani così rassicuranti?

Mi voltai lentamente verso destra e trovai Kalel a vegliarmi. Sul divanetto davanti il mio letto Marisol era addormentata abbracciata a Jorel che sonnecchiava. Quella vista mi fece sorridere.

Marisol non si era mai lasciata andare con nessuno; se non era sola o con me non si addormentava mai, non si lasciava andare e non si fidava di nessuno. Per questo io  e lei eravamo migliori amiche, eravamo uguali in tutto. Diffidavamo da tutto e tutti ma a    quanto pare non di Kalel e Jorel.

“Che è successo?” chiesi

“Sinceramente?” mi rispose Kalel

Lo guardai stranita. Che razza di domanda era quella? Che significava “sinceramente”? Annuii sperando di ricevere una risposta.

“Non lo so! Mi sei svenuta tra le braccia e Marisol mi ha gridato di portata a casa. Ti ho portato qui e lei ti ha messo quella specie di cosa al braccio. Le l’ ha chiamata “Flebo” chiarì Kalel

 

Che tenero! Non mi conosce nemmeno eppure mi sta aiutando. Mi devo ricredere; gli alieni non sono malvagi.  Poi ricordai mio padre… mi alzai di nuovo di scatto

“Devo mandare via…”

Kalel mi riabbassò di nuovo gentilmente sul letto e mi disse

“Se ti riferisci a quei due che sono entrati qui in quelle strane pose, Marisol ha chiesto a me e Jorel di liberarvene e  noi lo abbiamo fatto.”

Terrorizzata osservai Kalel e gli dissi

“Avete ucciso mio padre e la madre di Marisol?

Lui mi guardò confuso e poi disse

“No, non siamo assassini. Abbiamo fatto perdere loro i sensi, li abbiamo messi di nuovo in quella specie di mezzo a quattro cose rotonde sotto tutta quella ferraglia arrugginita, e li abbiamo fatto fermare in una prateria vicino la loro casa. Posto che ovviamente ci ha spiegato Marisol.”

Lo guardai confusa.

“Avete fatto perdere i sensi ai nostri genitori e li avete portati a casa? Ma sapete guidare?” chiesi

“No, a casa li ha portati quella ferraglia ambulante”

“Ma senza pilota?”

“Si.”

“E come hai fatto?”

“Ho usato i miei poteri.” Disse con ovvietà. Che stupida, dovevo immaginarlo.

“Ah, ok . Grazie.” Dissi sorridendo.

Lui annuì, mi sorrise. Che sorriso meraviglioso, bellissimo, caloroso e soprattutto amichevole. Oddio ho la testa che mi scoppia. Mi fa male tutto. Lui, sembrò accorgersene.

“Riposa adesso, io starò qui a vegliare voi tre dato che quello scansafatiche di mio fratello dorme sempre.”

“Ehi!” protestò Jorel, ma Kalel lo ignorò.

Non riesco a prendere sonno, i ricordi, i pensieri, gli incubi. I mie genitori, quelli di Marisol… sbuffai e mi misi a sedere gemendo.

“Ho un mal di testa supersonico, accidenti!”

“Dejanira, risposa.”

“Kalel, ho mal di testa e non riesco a prendere sonno. Non potresti sdraiarti un po qui con me?”

 Lui mi guardò confuso. Mamma che sfacciataggine che sto dimostrando, ma ho bisogno di lui. Di un amico. Lo vidi alzarsi dalla sedia e mettersi steso vicino a me. Io lo abbracciai e lui abbracciò me. Era così bello così rilassante, così caldo. Altro che omino verde, questo era un dio greco, ma ancora niente , il mal di testa non passava e il sonno non arrivava anche se erano le quattro di notte. Mi strinsi di più a lui ma sbuffai.

“Che c’è?” mi chiese.

“Niente, il mal di testa non passa.” Dico

Lui sospira e mi metter una mano in fronte. La sua mano si circonda di una luce bianca e appena stacca la mano il mal di testa… puff … è sparito. Ehi, ma è fenomenale!

“Eh? Cosa? Ma è mitico! Il mal di testa  è sparito!”

“lo so.” Mi disse tranquillo. Ma allora era veramente stato lui.

“Sei stato tu?”

“Si.”

“Come hai fatto?”

“eh?” mi chiese confuso

“Come hai fatto a farmi sparire il mal di testa?”

“Ehm, Dejanira, ricordi…alieno” disse indicandosi con l’ indice della mano destra, mentre con il braccio sinistro mi teneva stretta a se.

“Già. Mi racconti qualcosa di te e del tuo pianeta?”

“Domani piccola umana, domani. Adesso dormi.”

“Ma non ho sonno.”

Lui sbuffò di nuovo, lo vedevo che era stanco ma volevo sapere. Non feci in tempo perché lui mi passò una mano calda sul volto, una mano circondata da una luce verde e io stavo per piombare in un sonno profondo, ma prima di addormentarmi dissi…

“Volevo solo saper qualcosa di te. Non è giusto, hai usato i tuoi poteri.”

Con le palpebre pesanti lo vidi sorridere e poi mi sussurrò in uno orecchio.

“Domani, Io e Jorel non andiamo da nessuna parte , dobbiamo riparare l’ astronave prima. Poi anche noi alieni abbiamo bisogno di riposare. Buona notte piccola umana.”

 Con quella frase mi addormentai un po triste perché adesso avevo la certezza che prima o poi Kalel e Jorel se ne sarebbero andati. Prima di addormentarmi però per fortuna mi ero tolta la flebo vuota.

L’ indomani mattina mi svegliai per prima e mi trovai girata sul fianco destro e Kalel che ancora dormiva mi abbracciava da dietro. Era proprio una bella sensazione. Era ancora prestissimo. Mi sentivo al caldo sicura e protetta. Mi strinsi a lui poggiando le mie mani sulle sue depositate sul mio stomaco e mi riaddormentai. Quella mattina a scuola si entrava a terza ora quindi avevamo tutto il tempo anche di iscrivere Kalel e Jorel con noi a scuola. Volevo Kalel vicino. Sempre. Non sapevo proprio cosa mi stesse succedendo. Stavo bene con quell’ alieno, veramente bene. Che mi stessi innamorando di lui? Vidi Marisol e Jorel che avevano aperto il divano letto ed erano in una posizione simile a quella assunta da me e Kalel. Che anche Marisol si stesse innamorando?

 

 

 

DEJANIRA,KALEL

MARISOL,JOREL

 

To be Continued

Allora come vi sembra? Secondo voi devo continuare questa storia?

A Presto Mei chan.

 

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Capitolo 3
*** SUSSURRI RIVELATORI. ***


 

SALVE A TUTTI ECCOMI DI NUOVO QUI, CON UN NUOVO CAPITOLO DI AMORE ALIENO. SPERO CHE QUESTO POSSA PIACERE DI PIù DI QUELLI PRECEDENTI A PRESTO MEI

 

 

Che assurdità! Ho dormito divinamente sta notte e mi trovavo tra le braccia di un alieno del tutto sconosciuto. Invece nel poco lasso di tempo che conosco Kalel, mi sono rilassata e dopo tanto tempo ho dormito benissimo. Sono ancora di stesa nel letto abbracciata a lui. Lo sento muoversi. Marisol e Jorel? Do un’ occhiata al divano letto difronte e li vedo. Quei due dormono ancora come ghiri! Ma che ore sono? La sveglia segna le 7.00. Uhm, fra un ora dobbiamo andare a scuola e ci dovremmo arrivare prima se vogliamo iscrivere Kalel e Jorel. Si, iscrivere Kalel e Jorel, ma per quanto? Presto quei due se ne sarebbero andati e io sto così bene tra le braccia di Kalel. Non avevo mai visto occhi come i suoi. Erano di un blu così inteso che al suo interno potevi vedere: L’ oceano, il cielo azzurro, il mare e l’ universo.  I suoi lineamenti erano così belli, così virili. Non vorrei alzarmi da questo maledetto letto e da abbracciata a lui. Ehi, ma come ho fatto ad addormentarmi ieri se non avevo un briciolo di sonno?

Kalel!

Ora ricordo è stato lui con i suoi poteri a farmi addormentare. Non sopporto le persone che fanno le cose senza chiedermelo. Io volevo parlare con lui e sapere com’ era il suo pianeta e invece no, mi ha fatta addormentare. Ma io voglio sapere e adesso ci penso io, alieno da strapazzo.

“Kalel!” lo chiamai dolcemente. Ma lui si mosse e mi strinse maggiormente a se, e gli sentii dire.

“Uhm, Jorel Chiama Omega..” sussurrò

Omega? Chi cavolo è Omega? Che sia la sua fidanzata aliena. Scommetto anche lei di una bellezza fuori dal comune. Perché gli umani fanno credere che gli alieni sono omuncoli verdi e malvagi si può sapere! Se sapessero che gli alieni sono fighi da paura non cercherebbero di dargli la caccia e ucciderli. Che idioti siamo stati.

“Kalel!” provai di nuovo a chiamarlo con un tono di voce un po’ più altro a quello precedente.

“Jorel, ho capito chia…”

“Omega… questo l’ ho capito anche io Kalel, ma non sono Jorel ma bensì Dejanira. Adesso ti vuoi svegliare caspiterina. Non facevo gli alieni così duri d’ orecchie.” Esclamai furiosa e con un tono che non ammetteva repliche.

Kalel si sveglio di colpo e si mise subito a sedere mi squadrò dalla testa ai piedi, poi capendo chi fossi si rilassò.

“Dajanira?”
“Già, Io.”

Mi osservò e si osservò intorno.

“Credevo fossi Jorel!” mi sussurra piano.

 Guarda non lo avevo capito! Ma io non voglio sapere chi è Jorel, anche perché e steso nel divano letto con Marisol, io voglio sapere chi è Omega.

“Mi devi delle risposte e dei chiarimenti Kalel; e preferibilmente prima delle 8.30. Io devo andare a scuola a quell’ orario e voi vi ci dovete iscrivere.” Kalel mi guarda confuso e allora io continuo.

“Dovete riparare la navicella spaziale no?” Lo vidi annuire e io continuai a parlare “Bene, e fino ad allora verrete a scuola con me e Marisol. Omuncolo verde!” esclamai risentita per il affatto che ancora non avesse spiccicato parola e che non mi avesse spiegato chi fosse Omega. Furiosa buttai le gambe fuori dal letto e mi alzai un po’ troppo velocemente; tanto che mi venne un capogiro e fui costretta a risedermi sul letto. Kalel intanto si era avvinato al mio lato del letto e mi aveva messo una mano sulla spalla. Ero pronta a scrollarmela di dosso ma lui mi attirò a se e mi strinse in un abbraccio caldo.

“Che c’è Dejanira?” mi chiese con la sua voce calda, profonda e virile.

“Niente.” Dissi sperando che lui mi credesse. Ma come prevedibile lui è un genio e un intuitore favoloso e io una frana a mentire.

“Non è vero ! Che succede Dejanira?” adesso sembra serio. Non riesce ad arrivarci da solo. Voglio delle risposte. Eppure sono una razza superiore.

“Voglio delle risposte.” Dissi decisa puntando i miei occhi ambrati in quelli blu di lui.

Lo sentii irrigidirsi. A quanto pare stavo toccando un tasto abbastanza dolente, ma io volevo conoscerlo. Avevo bisogno di conoscerlo. Io volevo Kalel come amico e se con Kalel dovevo prendermi anche Jorel, che ben venga. Ma penso che Jorel e Marisol non abbiano di questi problemi.

Tentò di rialzarmi dal letto, tanto con lui non ci cavo un ragno dal buco e  se continuiamo così mi sa che oggi a scuola io e Mary non ci andiamo. Riuscii finalmente a staccarmi e ad alzarmi da quel covo caldo e mi diressi a passo spedito in cucina dove comincia a preparare del caffe per tutti. Non sapevo se gli alieni conoscessero il caffè ma se erano sulla terra tanto valeva imparare le nostre usanze. Ogni mattina per me è sempre più difficile alzarmi dal letto a causa della leucemia e solo il caffè riesce a tirarmi un po’ su.

Anche Marisol si è alzata e a quanto pare ha chiesto delle risposte a Jorel; risposte che Jorel come Kalel con me non vogliono darci. E’ una situazione decisamente insopportabile.

“lo prenderei a pugni!” esclama Marisol entrando in cucina come un toro inferocito.

Io sorrido. Ormai conosco Marisol da tanto di quel tempo che mi sembra strano non averla in giro per casa a lamentarsi dalla mattina alla sera. Nonostante tutto questo io, non potrei proprio fare a meno di lei. E’ lei che mi aiuta nel momento del bisogno e io aiuto lei nei suoi momenti di bisogno. Una ragazza leucemica e una asmatica…uhm, che bella accoppiata.

“Che succede Mary’”

“Jorel non mi da nessuna risposta! Le ho chiesto quanti anni avesse? Niente, scena muta. Gli ho chiesto se fosse fidanzato. Niente, tabula rasa. Al che ho pensato forse sto andando un po’ troppo sul personale e ho deciso di chiedergli cosa gli piacesse? E ancora niente. Avevo deciso di cambiare argomento e gli chiesi di parlarmi del suo pianeta: questo l’ ho chiesto ad entrambi sia Jorel che Kalel. Sapevi che Kalel era messo nel tuo letto a fissare il soffitto?”

Annuii. Sapevo come avevo lasciato Kalel e lui non si era mosso. Marisol annuì e poi continuò il suo monologo.

“Bè, sai che mi hanno risposto i nostri omuncoli verdi?”

Sorrisi ,anche io prima avevo chiamata Kalel “ omuncolo verde”. Scossi la testa in segno di negazione per far capire a Marisol che non avevo io dea di cosa avessero risposto i due alieni alla sua domanda è lei gridò.

“Niente! Non hanno fiatato. Non mi hanno risposto. Si sono guardati e poi si sono messi a guardare dalla finestre e Jorel ha detto a Kalel che avrebbero dovuto chiamare un certa Omega! E poi chi è Omega? Che razza di nome è Omega! Che rabbia!” gridò Marisol

Anche Jorel aveva parlato di chiamare questa Omega! Ma si può sapere chi è costei!

Rabbia!

Ops! Ops! Devo stare calma. Calma Dejanira!

Oh Dio non mi sento bene. Respira, respira.  Oh, cavolo. Mi accasciai a terra e vidi Marisol gridare il mio nome e correre verso di me. Per fortuna non persi i sensi e vidi che Kalel e Jorel erano accorsi in cucina e Kalel si stava avvicinando a me, ma io sussurrai a Marisol.

“N- Non … non fallo avvicinare. N-non voglio che mi veda così. S-Sta passando tanto.” Dico pianissimo in un sussurro.

“Ma ti ha già vista in..” tenta Marisol. Ma un mio sguardo la fa desistere.

“Non ti avvicinare Kalel.” Dice seria Marisol  e vedo che Kalel si blocca ferito.  Oh, Dio! L’ ho ferito. Tiro la maglietta di Marisol e le dico piano.

“Digli che non voglio che mi veda in questo stato.  Digli che è stato solo un piccolo mancamento!” dico piano. Ma anche Kalel e Jorel mi sentono.

Marisol sbuffa e si rivolge a Kalel.

“Hai sentito?”

Lui annuisce. E Marisol sorride malefica

“Bene,  cosetto verde, adesso obbedisci e vattene!” dice Marisol.

Vedo Kalel spalancare gli occhi. E già per Marisol gli alieni rimangono verdi. O omuncolo o cosetto, sempre verdi sono. Adoro la mia migliore amica è riuscita a farmi sorridere nonostante stessi male. Poi le sento dire sia a Kalel che a Jorel.

“Volevamo delle semplici risposte. Vi abbiamo salvati, curati, dato vitto e alloggio gratuiti. In cambio chiedevamo risposte che voi non volete darci e Dejanira si è sentita male. Non so se sapete che la leu….” Le blocco il discorso mettendole una mano davanti la bocca. Nessuno, nessuno, e ripete che nessuno deve sapere che sono leucemica. Io e Marisol ci eravamo fatte una promessa e lei la stava per tradire. Nessuno doveva sapere delle nostre malattie. Nemmeno gli alieni.  Lei se ne reso conto e spalancò gli occhi e li io fui certa di poterle togliere la mano dalla bocca.

Lei si riprese e mi chiese scusa con lo sguardo e io annuii mestamente.  Kalel e Jorel ci guardavano invece con uno sguardo curioso. Marisol continuò il suo monologo.

“Non chiediamo molto. Solo sapere chi siete eppure voi siete tremendamente evasivi.” Disse. Poi mi fece alzare notando che avevo ripreso colorito e si rivolese ai due omuncoli, come li chiamavamo noi.

“Adesso scusateci ma noi dobbiamo andare a scuola, voi fate quello che volete.” Disse Marisol risoluta trascinandomi verso la camera da letto. Nella stanza mi sedetti sul mio letto e feci un grosso respiro. Il colorito stava tornando ma sinceramente non sopportavo proprio di essere leucemica.

Nella stanza entrarono Kalel e Jorel e noi prontamente li ignorammo.

“Non ignorateci! Vi diremo tutto. Abbiamo deciso di fidarci di voi.” Disse Kalel e Jorel annui. Io e Marisol ci  fermammo dal fare quello che stavamo facendo e ci sedemmo o meglio sdraiammo nei letti e io non potevo che esserne felice. Mi sentivo debole come una foglia.

Kalel si stese sul letto con me e mi abbracciò e Jorel si andò a stendere nel letto dove quella notte lui e Marisol avevano dormito e l’ abbracciò. Poi Kalel parlò.

“Fate delle domande e noi risponderemo.”

Io e Marisol annuimmo e come se ci avessimo pensato da ore, cosa che era così, con rabbia gridammo insieme.

“Chi è Omega?”

I due alieni ci guardarono confusi. I nostri sguardi erano di fuoco a pensare che quella ragazza potesse avere l’attenzione dei due alieni.

“Come?” chiese Jorel cercando di nascondere un sorriso

“Chi è la ragazza di nome Omega?” domandai ancora più furiosa.

Kalel e Jorel non si trattennero più e scoppiarono in una fragorosa risata. Io e Marisol li guardammo confusi poi Marisol disse.

“Rispondete omuncoli verdi!” disse risentita per le risate di quei due.

“O..Oh per tutte le galassie. “ disse Kelel  cercando di smettere di ridere.

“Kalel!” gridai.

“Oh, Dejanira! Omega non è altro che la nostra astronave.” Disse cercando di mantenersi serio.

“C..Cosa!” esclamammo sia io che Marisol.

“Non è vero! Omega non può essere una maleddettissima astronave. Non mi sono arrovellata il cervello per capire chi fosse quest’ aliena quando poi è solo un astronave.” Dissi maledettamente rossa per l’ imbarazzo.

“Temo che Kalel abbia ragione Dejanira. Omega è la nostra astronave e la dovevamo chiamare dalla prateria per farla venire qui ed aggiustarla.” Esordì Kalel scoppiando nuovamente a ridere.

“E finiscila Jorel! E poi che razza di nome è Omega per un’ astronave?” domandò Marisol.

“Un nome come un altro.” Disse Jorel.

“Diavolo che imbarazzo! Mi voglio seppellire!” dissi sotterrandomi sotto le coperte del letto.

“Tu ti vuoi seppellire Dejanira, io voglio scomparire.” Disse Marisol mettendosi le mani sul viso e sprofondando sul materasso.

Kalel non mi permise di sprofondare e mi ripescò dal groviglio di lenzuola e lo stesso fece Jorel con Marisol.

“Avanti non è successo nulla!  Per caso eri gelosa Dejanira?” mi chiese beffardo Kalel. Da quando gli alieni sanno provocare le donne.

“Smettila, parassita viola.”dissi non sapendo che cosa stavo dicendo.

“Non era omuncolo verde o cosetto verde?Parassita viola, questa è nuova!” disse Kalel ridendo.

“Kalel razza d’ idiota la pianti.”

“Che cosa? Un’ albero!” disse ridendo.

“Kalel finiscila!” gridai sempre più rossa in viso e piena di rabbia; ma dovevo Calmarmi o sarei stata male.

“Kalel bas-ta ti preg-o. “ dissi respirando affannosamente. Marisol preoccupata si alzò immediatamente pronta a venire da me.

“Dejanira!” esclamò

“Sto bene!” esclamai

“Quando hai il prossimo appuntamento?”

“Il dottor Martinez mi aspetta domani pomeriggio.”

“Bene, meglio così.” Disse tranquillizzandosi. E si in due giorni mi ero sentita male tre volte e non era poco.

“Dottor Martinez? Dejanira stai male?” mi chiese preoccupato Kalel.

“No, No, Non è niente solo un controllo.”

Intanto sentivo che qualcuno respirava affannosamente. Era come se a qualcuno mancasse l’ aria. L’ aria?

Marisol

“Marisol? Marisol, l’ inalatore.”

Lei mi indicò il cassetto vicino lo specchio. Mi alzai dal letto e mi misi a cercarlo. Cavolo quella crisi sembrava grave.

“Oh, Dio sta male e io non trovo quel maledetto affare.” Dissi mi girai e cio che vidi lasciò di stucco me e Kalel.

Jorel aveva preso Marisol per le spalle e le aveva dato una bacio dolce e gentile sulle labbra, soffiando dell' aria al suoi interno. Quel bacio a quanto pare funzionò perché Marisol si calmò. Certo, aveva bisogno del suo inalatore che io  avevo finalmente trovato. Appena  Jorel si staccò da lei io mi precipitai e le detti il medicinale e subito dopo lei si riprese. Marisol si alzò lentamente e buttò le braccia al collo di Jorel e lo abbracciò.

“Ch-Che cosa le stava succedendo?” mi chiese Jorel. Io arrossi non potevo dirgli nulla. A togliermi da quell’ impiccio fu Marisol.

“Non ti preoccupare Jorel, solo un piccolo mancamento. Ma adesso continuiamo a parlare di voi.”

Vidi  Jorel che era poco convinto, ma annuì e io mi riaccucciai tra le braccia di Kalel.

“Kalel, com’è il vostro mondo?”

Kalel sorrise e mi rivolse uno sguardo dolcissimo poi lentamente cominciò ad accarezzarmi i capelli e mi parlò calmo e tranquillo.

“Il nostro mondo è fantastico. Nel nostro mondo non esiste l’ odio, la violenza, la sofferenza, le malattie e tutto ciò che è negativo. Il nostro mondo è fatto di pace e armonia. Se deve scoppiare una guerra certo scoppia, ma spesso risolviamo tutto civilmente. E’ un mondo fatto d’ amore dove  ogni persona rispetta l’altro. La tecnologia è molto più avanzata perché non c’è avidità e si è disposti a collaborare e a cooperare con l’altro. Il nostro è un mondo fatto solo di buoni sentimenti. Non esistono i cattivi sentimenti da noi. E’ anche per questo che noi alieni abbiamo poteri per portare un pizzico di ciò che è il nostro mondo anche negli altri mondi.” Disse serio Kalel.

 E io mi feci triste. Un mondo senza malattia. Sarebbe bello poterlo visitare.

“Deve essere molto bello.”dissi timidamente.

“Già. Si.” Confermò lui.

“perché siete venuti qui allora?” chiese Marisol a Jorel.

“Per sfuggire da un matrimonio combinato.”

“Cosa, ma se dite che il vostro è un mondo pieno d’ amore che c’entra un matrimonio combinato?” disse ancora Mary.

“Infatti il nostro è un mondo solo fatto d’ amore. Solo i principi devo sottostare a questa legge, ovvero: che appena giunti in età da moglie e non sono ancora riusciti a trovare consorte, sarà il padre dei principi a scegliere le loro consorti e loro dovranno fare di tutto per dare un erede al regno.” Disse Jorel e Kalel annui.

“Bene, e che centrate voi? Dico che sono molto dispiaciuta per i principi del vostro regno ma mica siete voi…quindi il problema..”

“Sta zitta Marisol!” esclamai. Marisol mi guardò incredula. Gli sguardi di Kalel e Jorel erano tristi e bassi al che io decisi di porre una domanda a entrambi.

“Kalel, Jorel, i principi del vostro mondo; siete voi,Vero?” più che una domanda sembrava un affermazione e lo era.

“Si.” Confermò Jorel e vidi Marisol irrigidirsi e stringersi a se Jorel. Lo strinse forte al petto.

“Si, Dejanira siamo noi e siamo scappati. Non per sempre ovvio, ma volevamo avere la possibilità di conoscere cose nuove, mondi nuovi, persone nuove, prima di sposarci e dare un erede al regno.” Disse Kalel Calmo. Ma io sapevo che era triste e che stava tremando.

Sospirai. Non so come ne perché ma misi le mani sulle spalle di Kalel e gli feci alzare il viso. Prima mi girai verso Marisol ma lei era messa a cavalluccio sopra Jorel e lo fissava dolce.

 Sorrisi.

Sapevo come sarebbe finita. Tornai a guardare Kelel e notai che i suoi occhi erano tristi e inespressivi. E no! Non voglio che lui sia triste.

Lo guardai negli occhi e depositai sulle sue labbra un bacio carico di sentimento. Quel bacio significava: Non sei solo hai me e io ti voglio tanto bene.

Il bacio si intensificò. Mi staccai un attimo da Kalel e vidi che Marisol si era infilata sotto le coperte con Kalel e immagino già a fare cosa. Sarà anche troppo presto, sarà che li  conosciamo da poco, ma io so che Kalel è quello giusto. Io so che Kelel deve essere il primo. Kalel deve essere quella persona. La mia anima gemella. Non mi importa se proviene da un altro pianeta. Non mi importa se è un alieno. Non mi importa se è un principe. Non mi importa se è costretto a un matrimonio di convenienza. No, quello mi importa, ma farò di tutto per evitare a lui la tortura di un matrimonio senza amore. Mi costasse anche la vita, per quanto breve che fosse; io lo dovevo salvare dal fargli conoscere l’infelicità. Lui doveva essere mio.

Lo feci mettere sotto le coperte e conciai a baciarlo più profondamente. Senza che me ne accorgessi gli sfilai la maglia e comincia a toccargli i possenti muscoli, bicipiti, pettorali, ventre. Sentii lui che mi toglieva la canottiera e io rabbrividii per un attimo. Gli sfilai i pantaloni lasciandolo in boxer e lui fece la stessa cosa lasciando a me solo gli slip e i reggiseno.

Mi staccai dalle sue labbra e comincia a baciargli il petto per scendere sempre più in basso. Non avevo mai fatto queste cose eppure mi sembrava così naturale farle. Gli sfilai anche io boxer e li io mi dovetti fermai un secondo. Dio, era stupendo. Senti le sue mani incerte e timorose slacciarmi il reggiseno ma io lo bloccai. Non volevo fargli male, mi sembrava un po’ troppo inesperto e allora chiesi…

“Kalel, Se-sei vergine?” gli chiesi timidamente. Lo vidi arrossire e abbassare lo sguardo imbarazzato.

“Kalel?” lo chiamai di nuovo

Lui mi guardò negli occhi e io riporsi la domanda adesso più sicura che la sua risposta fosse affermativa.

“Kalel, la verità per favore? Sei vergine?”

“Si.” Sussurrò timidamente lui. Adesso il mio cuore traboccava di gioia e dentro di me stava crescendo un sentimento di possessione e protezione nei confronti di quell’ alieno vergine che si stava donando a me. Non avrei permesso a nessuno di farlo soffrire. Lasciai che lui continuasse a togliermi il reggiseno e in seguitò passò agli slip e li tolse. Poi venimmo bloccati da Marisol..

“Dejanira, noi andiamo di la.” Mi disse Marisol. E che cavolo, andartene senza fiatare no eh?

“Kelel, io sono con Marisol. Quando dobbiamo riparare Omega chiamami.” Disse Jorel e Sentii Kalel irrigidirsi e lo vidi aprire la bocca. Da sotto le coperte io gridai.

“Jorel, per ora e per oggi non dovete aggiustare nulla, intesi?  E adesso fila via con Marisol.”

Sentii la porta della stanza chiudersi e mi dedicai anima e corpo a Kalel. Eravamo nudi uno sopra l’ altro, Pronti.

Anche  se inesperto Kalel fu molto bravo e mi preparò alla perfezione. Quando si posizionò su di me, lo guardai negli occhi sicura che sarebbe stata l’ esperienza più belle e esaltante della mia breve vita. Lo sentii scivolare dentro di me e appena ruppe l’ ostacolo della mia innocenza, gemettimo di dolore insieme, poi lui si bloccò.

“Anche tu?” mi chiese preoccupato e spaventato.

“Già” sussurrai. Il dolore ancora non era scemato.

“Perché non me lo hai detto?” Mi chiese.

“Va bene così.”

“Che devo fare?” mi domandò. Che  tenero.

“Muoviti, per favore.” Gli dissi tra un gemito e l’atro.

 Lo sentii cominciare a muoversi dentro di me; ogni suo movimento dapprima doloroso era diventato molto piacevole, e a breve entrambi arrivammo allo orgasmo. Fu emozionante e bellissimo e ci ritrovammo abbracciati  e a coccolarci. Sapevo anche che nella stanza accanto anche Marisol e Jorel erano nella nostra stessa identica situazione. Era veramente stato bellissimo.

“Dejanira?”

“Uhm..”

“Vorresti venire sul nostro pianeta insieme a me?”

“Io verrei volentieri, ma non posso.”

Mi toccava dirgli che ero leucemica e che Marisol asmatica e secondo lde prospettive dei medici mi rimaneva da vivere solo due mesi. E a Marisol solo tre mesi. L’ asma era dannatamente peggiorata nell’ ultimo anno. Sentii Kalel Irrigidirsi.

“Non posso. Marisol…”

“Credo che Jorel abbia fatto la stessa proposta a Marisol” Mi disse con un timido sorriso

“E Credo che Marisol abbia rifiutato.” Lo vidi spalancare gli occhi

“Perché?” Mi chiese

“Perché…” Prima che potessi aggiungere altro, la porta si spalancò e una Marisol in lacrime avvolta in un lenzuolo si inginocchio ai piedi del letto a piangere sulla mia pancia. Jorel entrò con un asciugamano avvolto in vita e con lo sguardo triste e spento.

“Perché non puoi Marisol” Chiese Jorel e io guardai Kalel. Lo aveva detto lui che erano nella nostra stessa situazione. Alzai il viso a Marisol e dissi.

“Dobbiamo dirlo amica mia.”

LA vidi annuire e io sorrisi. Mi staccai da lei e con sguardo basso dissi

“Stiamo per morire. Io ho la leucemia e Marisol è asmatica. Ci rimangono da vivere super giu due o tre mesi.” Dissi triste e con le lacrime agli occhi. Kalel e Jorel avevano spalancato gli occhi e avevano cominciato a tremare. Noi restammo immobili in attesa di una loro reazione.

 

 

AMORE,RISANA

 

KALEL,DEJANIRA,LOVE

 

JOREL,MARISOL,LOVE

To be continued

Fatemi sapere vi prego non so proprio se devo continuarla questa storia o se sta venendo proprio orribile.

A presto Mei

 

 

 

 

 

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Capitolo 4
*** il buon giorno si vede dal mattino! ***


Kalel e Jorel erano immobili, increduli. Il loro sguardo era preoccupato e spaventato. Avevamo appena fatto l’ amore e Jorel e Kalel venivano ad apprendere che a breve le ragazze a cui avevano donato la verginità stavano per morire. Vidi che il primo a riprendersi fu Kalel e gli occhi blu dell’ alieno si riempirono d’ angoscia.

“Dejanira, non è possibile…non puoi essere leucemica.” Mi disse spaventato. Abbassai lo sguardo triste. Non volevo ferirlo, ma meritava di sapere.

“Purtroppo è così Kalel; io non posso farci più nulla.”

Vidi Jorel avvicinarsi tremante a Marisol. Le si fermò davanti e lei lo guardava con gli occhi lucidi. Di scatto Jorel afferrò Marisol e l’ abbracciò stretta. Vidi che alzò il viso dalla spalla di Marisol e puntò lo sguardo su Kalel come a chiedere una muta domanda; poi vidi Kalel scuotere la testa in segno di negazione e anche i suoi occhi si fecero lucidi e quasi colmi di lacrime. Io cominciai a piangere e mi alzai dal letto dove ero ancora stesa con Kalel. Vidi Kalel alzarsi di scatto, incurante del fatto di essere nudo e mi venne ad abbracciare. Per lo meno io mi ero alzata con la vestaglia indosso ma lui era nudo. Lo spinsi verso il letto e lui si fece guidare, afferrai il lenzuolo e gli coprii i fianchi. Lui mi guardò in viso e s’ imbarazzo ma io gli sorrisi rassicurante. Ero sicura che Marisol e Jorel non avessero visto nulla in quanto ancora abbracciati in un tenero abbraccio. Lui comprese che il gesto di coprirlo da parte mia significava che gli volessi veramente bene e che volevo proteggerlo. Nei suoi occhi vidi che passava un Flash di decisione preoccupante.

Mi strinse ancora più forte e ad alta voce mi disse.

“Non permetterò che tu muoia, mi costasse anche la vita e il trono!”

Che significava quell’ affermazione? Che voleva dire? Vidi Jorel alzare di scatto la testa e fissare il fratello incredulo.

“Kalel…” iniziò Jorel.

“Jorel, non posso permettermi di perderla. La amo e se ciò significa portare sia lei che Marisol sul nostro pianeta e farle curare, sono disposto a farlo. Sono disposto a perdere anche il trono. Amo Dejanira e voglio che viva, magari se lei vorrà e anche se è contro la legge portarla sul nostro pianeta e…”

Ero incredula, mi amava. Kalel mi amava. Dopo il monologo che aveva fatto al fratello all’ ultima parola mi guardò negli occhi con uno sguardo carico d’amore e speranza per il futuro e mi disse

“Sposarmi.” Mi disse fissandomi negli occhi. Dio del cielo mi voleva sposare? E io volevo sposare lui?

La risposta?

Certo che SI. Ma non potevo io stavo per morire e non volevo legare Kalel a un morto che cammina e in più se mi portava sul suo pianeta  e ci faceva curare, me e Marisol, dalle malattie, rischiava di perdere il trono e la sua famiglia. Non potevo permetterlo.

“ Anche io voglio sposare Marisol, Kalel. Posso?” chiese Jorel al fratello.

Vidi Marisol spalancare gli occhi e credo che sia arrivata alle mie stesse identiche conclusioni. Non poteva sposare Jorel.

“Certo che puoi sposarla fratellino.”

“Ehi!” esclamai attirando la loro attenzione. “Non si usa chiederci se noi vogliamo sposarvi?” domandai e Marisol annui e confermò la mia domanda.

“Già.” Confermò Marisol.

Kalel e Jorel ci fissarono. Pensavano a qualcosa. Si riscossero dal loro stato di trans e ci sorrisero noi non contraccambiammo anche se io personalmente ne avevo una voglia matta.

“Dejanira, vuoi sposarmi?” mi domando con un tiepido sorriso Kalel. Io mi irrigidii volevo rispondere di si ma era meglio rifiutare.

“Marisol, vuoi sposarmi?” chiese Jorel a Marisol che scommetto che fosse nella mia stessa identica situazione. Ci eravamo innamorate di due alieni conoscendoli da soli due giorni. Ci eravamo perdutamente innamorate ma non potevamo accettare la loro proposta di matrimonio.

“Mi dispiace Kalel ma la risposta è No!” dissi con quasi le lacrime agli occhi.

“ Anche la mia risposta e No, Jorel.” Disse Marisol.

“Cosa!” esclamarono i due alieni. Noi abbassammo lo sguardo e ci sedemmo sul letto.

“Non vi amiamo.” Mentii.

“Non è vero …Dejanira non saresti venuta a letto con me , vergine, se non fossi innamorata di te come io lo sono di te. Dejanira io ti amo con tutto il cuore e so che stai rifiutando perché sei preoccupata per me Dejanira. Ho una cosa da riverti. Io e mio fratello leggiamo nella mente. Deja, amore mio io ti amo da morire ti prego sposami, amami, si mia moglie, sii mia per sempre. Sii la mia principessa. Domani partiremo per Andromeda, il nostro pianeta e ti vogli presentare a mio padre, ne parleremo con lui; è molto comprensivo. Dejanira ti prego accetta. Sposami e vieni con me sul mio pianeta.” Il monologo di Kalel mi aveva commossa e sentivo che mi stava arrivando un attacco di svenimento. Non poteva succedere proprio in quel momento. Anche Jorel aveva fatto un discorso molto simile se non uguale  a Marisol e credo che anche lei stava avendo un attacco di asma. Prima di svenire però in sincronia perfetta, acconsentimmo alla loro proposta con un semplice.

“Si, ti sposerò Kalel!” lo vidi sorridere.

“Si, Jorel, anche io ti sposerò” disse Marisol respirando piano per non far preoccupare Jorel. Anche Jorel sorrise.

Poi cominciai a vedere tutto più sbiadito, la stanza cominciava a girare, il petto mi doleva. Vidi Kalel che notando che stavo per svenire mi afferrò immediatamente gridando il mio nome e li io persi i sensi e la stessa identica cosa era successa a Marisol con Jorel. Sembrava che io e la migliore amica fossimo in sincronia perfetta anche nel sentirci male.

Ci risvegliammo molto tempo dopo in una struttura molto strana, sembrava una navicella. Forse era Omega.

“Ben svegliata amore mio. Adesso come stai piccola mia?”

“Kalel! Dove siamo?”

“Su Omega Dejanira, diretti ad Andromeda il nostro pianeta.”

Annuii.

Marisol si svegliò in quel momento

“Marie, amore come stai?”

“Jorel, amore…sto meglio grazie.”

Jorel baciò dolcemente Marisol sulle labbra.

“Dormite, il viaggio è lungo.”

“Dormi amore mio e ti prometto che su Andromeda tu guarirai. Guarirai Dejanira!” mi disse Kalel convinto.

“Mi fido di te amore mio, mi fiderò fino alla morte.”

“che non avverrà tanto presto cucciola.”

Io sorrisi e mi addormentai. Poco prima Marisol si era addormentata tra le braccia di Jorel.

To be continued

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Capitolo 5
*** EPILOGO ***


 

 

EPILOGO

 

 

Quando io e Marisol ci svegliammo, ci trovammo in una stanza che non conoscevamo e in un letto sospeso per aria e di Kalel e Jorel nemmeno l’ ombra. Come facevamo a scendere da quei letti vorrei sapere io!

Cercai in tutti i modi possibili e immaginabili per scendere da quell’ affare ma era impossibile! Marisol stava tentando di fare una corda con le lenzuola. Che trovata geniale! Purtroppo le lenzuola non bastavano e come ciliegina sulla torna mi erano cadute a terra. Uffa come faccio a scendere da questo affare!

“Dejanira, come facciamo a scendere?” mi chiese timida Marisol.

“Se lo sapessi non starei qui a tentare di elaborare un piano per scendere!” Poi incavolata nera gridai.

“Sparite maledetti letti e fateci scendere!”

Appena finii di pronunciare quella frase i letti sparirono e io e Marisol ci ritrovammo con il sedere per terra. Tanto per dirla con garbo. Le imprecazioni che uscirono dalle nostre bocche furono tante quante gli anni che avevamo. Il tonfo però attirò nella stanza Kalel e Jorel e un altro signore molto simile per fisionomia a lui.

“Dejan…” tentò di iniziare Kalel ma io prontamente mi alzai e gli puntai un dito contro.

“Tu! Proprio te cercavo! Mi spieghi che cos’era quell’ affare messo alto mille miglia e poi è sparito di colpo facendomi ritrovare con il culo per terra! Kalel mi fidavo di te e tu mi vuoi far rompere l’ osso del collo!” gridai risentita. Marisol invece si stava zitta ad osservare Jorel con sguardo eloquente e che la diceva lunga.

“Vedo che hai fatto la conoscenza dei nostri letti alieni!” dichiarò Kalel con un sorriso in volto. Furiosa gli saltai al collo facendolo cadere a terra.

“Per fare la conoscenza l’ ho fatta ma tu non vedrai l’alba di domani! Giuro Kalel io…” Non finii la frase che le sue labbra mi zittirono con un bacio carico d’ amore e passione. Marisol continuava a guardar Jorel. Ora che lo notavo i due erano vestiti diversamente. Avevano indosso vesti nobiliari. Wow erano bellissimi.

“Oddio Dejanira, scusami è solo che…”

Riflettendoci non mi sono mai sentita meglio mi sentivo piena di forze. Era come se la leucemia non ce l’ avessi. Anche Marisol sembrava in perfetta forma. Niente pallidume, niente respiro affannoso. Sembra che l’ asma non l’ avesse mai avuta. Interruppi la parlantina di Kalel che tanto per notare non lo ero stata a sentire e dissi.

“Kalel quanto tempo abbiamo dormito?”

Lui mi guardò un attimo stranito poi mi sorrise e disse

“Sei giorni cucciola”

Sei giorni! Anche Marisol che intanto si era avvicinata a Jorel e se lo stava baciando tutto interruppe il bacio e ascoltò Kalel. Erano sei giorni che dormivamo ecco perché ci sentivamo piene di forze.

“Ecco perché mi sento così in forma” dichiarai con ovvietà.

“No, Dejanira. Ti senti in forma perché non hai più la leucemia e Marisol l’ asma.” Disse tranquillo Kalel. Io e Marisol spalancammo gli occhi e osservammo i due alieni increduli! Vidi Kalel sorridere e stringermi maggiormente a se mentre a Marisol cominciavano ad uscire le lacrime dagli occhi e affondò il viso nel collo del suo amore.

“Spiegami” sussurrai a Kalel.

Lui tranquillo annuì.

“Bè, vedi in questi giorni che siete stata addormentate le nostre equipe mediche vi hanno operate e guarite del tutto. Non sto ad elencare cosa hanno fatto perché è una noia. Comunque il risultato è che adesso voi siete sane come un pesce e che per loro questo è stato un intervento semplicissimo. Ecco tutto.”

“Ma non ho nessuna cicatrice!” esclamai.

“Si che c’è l’ hai! Lo vedi questo buchino all’ incavo del collo?” Io annui e lui continuò  “ E’ da li che hanno operato. Lo stesso identico buco lo ha anche Marisol.”

Infatti la mia amica si diede una sbirciata e lo notò. Io ero incredula, felicissima. Saltai di nuovo al collo di Kalel e lo baciai poi lui si staccò e disse.

“Adesso non hai più nessuna scusa per non sposarmi!”

Io sorrisi. Ero proprio felice.

“E’ vero non ho più nessuna scusa quindi: Ciao futuro marito!” esclamai felice. Tutti in quella stanza scoppiammo a ridere.

“Ehi, ci sono anche io! Marisol mi sposi vero?” dichiarò Jorel

“Ho già detto di si, stupido!” dichiarò la mia amica e futura cognata.

“Certo, Certo. Ciao cognatino.” Dissi salutando Jorel.

“Ciao a te!”

“Dejanira, vorrei presentarti mio padre, è lui che ci sposerà”

Un uomo alto magro e discretamente bello mi salutò con un cenno del capo poi rivolto a me e a Marisol disse

“Benvenute in famiglia.”

Noi annuimmo e sorridemmo .Il padre usci e io e Kalel cominciammo a baciarci per finire con il fare l’ amore.

Ci sposammo tre settimane più tardi e la mia vita non poteva essere migliore e bellissima. Sia io che Marisol eravamo delle mogli e adesso possiamo dire che siamo felici.

Fine

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