L'erede dei draghi

di yaya92
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** prologo ***
Capitolo 2: *** la fine dell'innocenza ***
Capitolo 3: *** Inizia l'avventura ***
Capitolo 4: *** RIMEMBRANZE ***
Capitolo 5: *** complicazioni ***
Capitolo 6: *** Impossibile cambiare ***



Capitolo 1
*** prologo ***


Ciao a tutti!!
 questa è la prima ff che pubblico sul sito ed è stata anche la prima che ho scritto in generale(è nata l'anno scorso)...
spero siate comprensivi e se dopo averla letta siete ancora vivi,  recensite in tanti....




Molte ere fa,
 prima di galbatorix e prima ancora della nascita dei cavalieri,
 i draghi erano tutti selvatici e alcuni di loro avevano la straordinaria capacità di tramutarsi ,di notte, in esseri umani.
Questi uomini-drago si aggiravano per i villaggi e poteva anche accadere che gli umani e gli uomini-drago si innamorassero.
Dall'incontro tra le due razze ne nacque una nuova: quella dei seithrblaka detti anche draconiani.
Queste creature anche se apparentemente umane, erano dotate di una bellezza disarmante: la loro pelle era bianca come la neve, i capelli dello stesso coloro della pelle del genitore drago, gli occhi di uno strano colore castano-ambra e il gedwey ignasia tatuato sulla fronte. questi draconiani erano poi stati investiti dalla potente e incontrollabile magia dei draghi e una volta raggiunti i 16 anni non crescevano più restando eterni ragazzi-drago.
 Tutte queste differenze spaventarono molto gli abitanti dei villaggi che decisero di eliminare tutti gli uonini-drago e i draconiani.
Il più potente tra gli uomini-drago, Ankis, tentò l'impossibile per salvare la figlia neonata ma obbligato nella sua forma umana fino al tramonto, evocò un potente incantesimo che trasportò la piccola a Doru Areaba facendola sprofondare in un sonno millenaria che sarebbe stato interrotto solo quando a trovarla fosse stato un essere puro di cuore.
Gli anni passarono, le uova si schiusero,i draghi se ne andarono e la piccola restò sola;  nell'alagaesia intanto il popolo era sotto il giogo di un uomo potente e malvagio:
Galbatorix
 Galbatorix aveva un alleato, Morzan, che a sua volta poteva contare su Selena, la sua mano nera; fu proprio selena a trovare la bimba e nonostante i suoi sforzi per nasconderla finì di fronte a galbatorix che con un incantesimo la risvegliò.
Il re non era stupido e capì subito cosa fosse in realtà la bambina, per ciò con degli incantesimi ne accellerò il processo di crescita e la addestrò nel combattimento con la spada e con lamagia.
La bimba, ormai ragazza , in poco tempo diventò molto abile anche più dello stesso galbatorix che infuriato e in fondo preoccupato la fece rinchiudere condannandola a morte.   
 La fortuna volle che la notte prima dell'esecuzione, nel castello si introdussero due uomini che portarono via con loro un uovo di drago e la ragazza : da allora di seithr ad uru baen non se ne seppe più nulla.
Uno dei due salvatori era Brom, un cavaliere dei draghi che capendo quanto fosse speciale la ragazzina la portò dal proprio maestro, Oromis.
Oromis si occupò di lei come un padre e per farle dimenticare gli orrori che il re le aveva fatto compiere ne relegò il ricordò in un angolo nascosto della sua mente.  
Le insegno una nuova magia, migliore e a fin di bene, la aiutò a controllare le capacità che stavano sorgendo in lei in prossimità del suo sedicesimo compleanno, ma soprattutto la tenne nascosta e al sicuro dal resto del mondo e da se stessa nascondendole che in lei al posto di un cuore fatto di carne e sangue ci fosse un cuore dei cuori.

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Capitolo 2
*** la fine dell'innocenza ***


"... il cavaliere dai capelli neri lanciò un gigantesco globo purpureo contro il cavaliere elfico che gli stava di fronte, facendolo volare indietro di 50 piedi;
 Sopra le loro teste intanto si stava svolgendo un altro conflitto non meno spettacolare :
il drago rosso effettuò una spirale piombando direttamente con gli artigli sul dorso del drago dorato il quale emise un potente latrato di dolore, ma non era per gli artigli del suo avversario che si stava lamentando, bensì stava avvertendo il dolore del proprio cavaliere.
Lo cercò con lo sguardo e vide che il cavaliere avversario stava torreggiando su di lui pronto a trafiggerlo al cuore.
In un attimo si liberò dalla stretta del drago rosso e si lanciò in soccorso del compagno.
lo aveva quasi raggiunto ma qualche istante prima di scagliarsi contro il nemico sentì una dolorosa fitta al cuore
.....Oromis era morto..."


Aiedail (così si chiamava ora l'orfana allevata dal Saggio Dolente) si svegliò di soprassalto.
era stato solo un sogno o un'altra delle sue premonizioni?
la ragazza non perse tempo a pensarci e si lanciò fuori dalla porta degli alloggi assegnatili dalla regina Islanzadi in persona subito dopo la partenza di Oromis per Uru Baen.
Di corsa superò le ampie gradinate di quercia del palazzo ed i corridoi fino a raggiungere la sal del trono dovo trovò la regina intenta a discutere con i suoi consiglieri.
La poverina non aspettò nemmeno che la regina le si rivolgesse e mentre ancora stava correndo, attraversando la sala, gridò
_ regina!..
regina dovete mandare subito qualcuno in soccorso ad Oromis lui...morirà!!_
_Mi dispiace molto Aiedail_
Si limitò a rispondere la regina con un tono di voce che lasciò la ragazza-drago allibita e sconcertata per qualche istante. Come poteva lei, la regina degli efi, restare impassibile alla notizia che l'ultimo cavaliere dei draghi elfico sarebbe morto?, a meno che....non fosse già accaduto.   
No non poteva neanche pensarlo!
c'era ancora una possibilità di salvezza per colui che le aveva fatto da padre.
Quasi avesse ascoltato il flusso dei suoi pensieri, la regina la richiamò alla realtà
_é morto ieri notte ma non temere,potrai rimanere qui a palazzo finchè lo vorrai e per il resto io e i miei consiglieri staimo preparando proprio ora un piano di offensiva...la tua perdita sarà ampiamente ripagata._
Così dicendo Islanzadi si rivoltò verso i propri consiglieri,pregando tra se di aver sistemato la faccenda.
Aiedail dal canto suo però si arrabbiò moltissimo. la sua perdita non sarebbe mai stata ripagata abbastanza inoltre voleva essere lei stessa a prendere la vita dell'assassino di Oromis per cui dovevo pensarci da sola:
sapeva bene infatti che la regina non l'avrebbe mai portata con sè al fronte perchè aveva promesso al vecchio elfo di tenerla lontana dal re anche se non riusciva bene a capirne il motivo o almeno...
il vero motivo.
 Con gli occhi pieni di lacrime d'ira, rispose velenosa
 _a voi non importa niente della mia perdita, state solo pensando alle terre ed ai privilegi che avrete con la vittoria su Galbatorix_ [/i]
Si volse dando le spalle ai consiglieri rimasti ammutoliti e impauriti dalla possibile reazione di Islanzadi e a grandi passi attraverso l'ampio salone ma proprio mentre stava per uscire la voce della regina torreggiò per il salone ordinando ai due elfi di guardiadi sbarrarle l'uscita.
Aiedail trafisse con lo sguardo la regina (temendo però il peggio. forse mi sono spinta troppo oltre con lei ,pensò,ma in fondo in quel momento non le importava) la quale la guardò tristemente e disse
_ti assicuro che ti sbagli ma sei libera di pensare ciò che vuoi..
.vuoi prendere la tua vendetta da sola? bene,
per quanto mi dispiaccia infrangere una promessa fatta ad un amico, ti aiuterò.
Vai nei tuoi alloggi e preparati, domattina alle prime luci dell'alba troverai un elfo di mia fiducia davanti alla tua porta che ti condurrà fino all'accampamento dei varden. Una volta arrivata ti chiedo solo di agire con prudenza. e ora vai_
le guardia la lasciarono passare e aiedail andò nei suoi alloggi a prepararsi come le era stato appena ordinato. ...finalmente avrebbe messo in pratica gli anni di duro allenamento ma soprtattutto avrebbe avuto
VENDETTA.
 
      
 
 

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Capitolo 3
*** Inizia l'avventura ***


Ecco il terzo capitolo.
ormai credo di aver capito come si faccia a postare in modo decente quindi eccovi la mia ultima fatica!
grazie alle critiche costruttive dei recensori.....se ho fatto altri errori fatemelo sapere!


INIZIA L'AVVENTURA

Erano già le prime luci dell'aba....il tempo era volato.
Aveva passato tutta la notte impegnata nei preparativi della partenza e ora sicuramente l'elfo designato da Islanzadi per accompagnarla nel suo viaggio doveva essere fuori dalla porta.
Che aspetti pure, non gliel'ho mica chiesto io di accompagnarmi
pensò Aiedail irritata anche se in fondo era quasi felice di non dover affrontare tutto da sola...solo che non lo avrebbe mai ammesso nemmeno sotto tortura.
Prese le ultime cose e si avviò verso la porta e mentre la aprì pensò
spero solo che non sia...
"VANIR!!"
l'elfo di fronte a lei sorrise divertito e questo la irritò molto.
Non le era mai piaciuto Vanir,Oromis lo sapeva bene e non perdeva occasione per farli esercitare insieme nella scherma e nelle arti magiche, in questo modo, le diceva, sarai stimolata a far meglio.  Tuttavia quelli erano ricordi dolorosi,come tutti quelli riguardanti il maestro,e li ricaccio' indietro immediatamente,
Ora ho altri problemi da risolvere
L'elfo quasi stesse ascoltando il flusso dei suoi pensieri parlò
"sono felice che ti faccia piacere la mia presenza, non avrei mai potuto sperare di più. Ad ogni modo... avevo sentito parlare di una pazza che aveva l'intenzione di sconfiggere i rinnegati da sola, ma non avrei mai pensato che fossi tu!"
"quando hai finito di blaterare possiamo andare?"
"non subito, dobbiamo fare una cosa prima..."
la ragazza fece per lamentarsi ma Vanir la interruppe
"...la regina mi ha chiesto di portarti da lei prima di partire, ha un regalo per te"
Aiedail lo guardò in modo interrogativo ma Vanir non le fece caso.
Assieme percorsero i lunghi corridoi e le scale di quercia finchè non si trovarono davanti all'ingresso della sala del trono. Vanir che fino ad allora le aveva camminato davanti, ora si portò dietro di lei che avanzò incerta verso la regina
"mia signora volevate vedermi?"
la splendida elfa la guardò seria
"mia cara, sei ancora certa di voler partire?"
Aiedail annuì e la regina proseguì
" in tal caso ho una cosa per te"
uno degli elfi del suo seguito pose tra le mani della ragazza un fagotto avvolto con una bella stoffa verde ricamata
"quella che hai tra le mani è la spada di Oromis, Naegling; non appena ho appreso da mia figlia Arya della sua morte ho inviato un gruppo di soldati sul posto per recuperarne la spada. é un oggetto molto prezioso e non vedo nessuno che abbia più diritto a portarla e a maneggiarla di te. Per un momento avevo pensato di affidarla al suo allievo Ammazzaspettri ma tu ne hai più bisogno e poi ... in questo modo resta tutto in famiglia"
la regina sorrise fingendosi allegra, si avvicinò a lei e la baciò sulla fronte poi, portando le labbra al suo orecchio le sussurrò
"fai ciò che devi ma non permettere mai che le tenebre si impossessino del tuo cuore o sarai perduta per sempre e.... cerca di fidarti di Vanir, tiene molto a te anche se non lo dimostra".
Si guardarono negli occhi per un istante carico di significato e pieno di sottintesi che agli altri parve interminabile.
Alla fine si congedarono .
Vanir ed Ai uscirono dal salone. Non appena misero piede fuori, nella testa di lei risuonò una voce
''ricorda ciò che ti ho detto''.
Sorrise tra se e proseguì.
Quando furono sufficentemente lontani Vanir la guardò e disse
"la mia idea é di andare ad Osilon,passarvi la notte e domani costeggiare il lago Isentar e raggiungere Daret..."
"Perchè non direttamente Gil'ead? é più vicino!"lo rimbeccò lei.
"No! a Daret ci aspetta una persona,Ha delle informazioni utili sul tuo assassino e poi ci aiuterà molto, insomma..dato il nostro aspetto abbiamo bisogno di un umano che ci copra per neccessità di routine..."
"Ma ci rallenterà e basta!!"
"non lo farà fidati, lo conosco e so che è uno in gamba!... Allora,preferisci correre o vuoi dei cavalli fino al limitare della foresta? fossi in te sceglierei il cavallo, non sei in grado di tenermi testa"
Aiedail lo guardò con aria di sfida e in meno di una frazione di secondo i due stavano gia correndo verso il loro destino.

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Capitolo 4
*** RIMEMBRANZE ***


Eccomi qui dopo tanto tempo!
Tanto per cominciare chiedo scusa ma ora ho pronti almeno una decina di capitoli che aspettano solo di essere pubblicati.
... bando alle ciance...
BUONA LETTURA!!!



RIMEMBRANZE


"ed ecco che l'indomito elfo perde ancora!....Vanir......quando ammetterai che sono meglio di te?"
"quando lo sarai diventata davvero!"

Erano arrivati alle porte di Osilon, finalmente ,ma Vanir così dicendo proseguì oltre la propria corsa lasciando Ai immobile e sconcertata,

Ma dove diavolo sta andando?

Vanir si fermò con aria divertita e la punzecchiò
"Non sarai già stanca spero! la strada fino a Daret è lunga e vorrei arrivarci prima di domani..."
Ad Aiedail sembrò di essersi persa qualcosa e lo guardò interrogativa.
"..ma...non volevi stare qui oggi?"
L'elfo rideva sotto i baffi " se preferisci stare qui allora.... io dal canto mio però non ho voglia di perdere l'intera giornata..."

Si è preso gioco di me fin dall'inizio!

la ragazza si stizzì ma non voleva darlo a intendere e poi in fondo non le era mai piaciuto!
 Ora che ci aveva avuto a che fare si era quasi dimenticata il motivo ma dopo questo episodio si ripromise di non abbassare più la guardia, per nessun motivo!

Più lo conosco e più mi da sui nervi!

"ascoltami bene elfo" la parola le uscì quasi come un insulto "credi che io sia qui per giocare? perchè se è così posso anche proseguire da sola!"
Vanir per la prima volta sembrò intimidito
"Mi dispiace."disse asciutto"non era mia intenzione farti arrabbiare. Volevo solo....sdrammatizzare la situazione. Non accadrà più, ti do la mia parola."
 Lo disse nell'antica lingua e ad Ai tornarono alla mente le parole di Islanzadi sul fatto che a Vanir importasse qualcosa di lei e si sentì irriconoscente.

Proseguirono per gran parte della corsa per uscire dalla Du Welden Varden in silenzio.
Fù Vanir a parlare per primo
 "hai mai visto una città umana?"
la ragazza si sentì perdonata e suo malgrado anche sollevata
"no ma....a dire il vero non ho mai visto nemmeno un essere umano. Come sono?simili agli elfi?"
la risposta strappò all'elfo un vero sorriso come Ai non niene aveva mai visti fare.
Arrossì e si morse un labbro ma sperò che l'elfo lo attribuisse alla domanda
"Be si....se consideri che sono più brutti, rozzi,incivili e deboli!....diciamo che più che agli elfi somigliano a te!"
Ai non parve indispettita ma stava comunque per rispondere a tono quando uscirono dalla foresta.
Ad un tratto però  avvertì una fitta di dolore al centro del petto e cadde a terra gemendo. Si sentì sollevare sulle ginocchia ma non gli importava,
il marchio sulla sua fronte iniziò a pulsare e a brillare mentre tutto il suo corpo tremava di freddo, un freddo che le gelò le ossa e nella sua mente presero vita una serie di pensieri incoerenti e convusi.


Un gruppo di individui armati di torce e forconi che bruciano una casa.
un'uomo che corre con un fagotto in mano.
una caverna piena di gemme grosse e colorate.
un castello.
uomini e draghi che si rincorrono e combattono.
una stanza buia e sporca e poi paura e sangue tutto attorno.
tanto sangue su delle mani.
sulle sue mani!


Tutto cessò come era iniziato.
In un istante.
Vanir le era acccanto e lei capì che aveva tentato di penetrare nella sua mente per aiutarla.
Gliene fu molto grata ma non accettò ugualmente il suo aiuto per alzarsi in piedi.

Non posso mostrarmi debole !

...pensò, ma non ne era tanto convinta.


Forse, dopotutto, aveva davvero bisogno di fidardi di lui.

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Capitolo 5
*** complicazioni ***


COMPLICAZIONI

Dopo il mallore di Ai tutto filò liscio come l'olio;
continuarono a correre, rallentando solo di tanto in tanto quando avvertivano la presensa di esseri umani.
Non volevano dare troppo nell'occhio e in effetti ci riuscirono.

Tutto questo è bellissimo! pensava Ai.

Non aveva mai visto nulla al di fuori della Du Welden Varden dove tutto era perfetto e puro e forse era proprio questo che le piaceva degli uomini: il loro essere imperfetti li rendeva unici come la loro voglia di fare migliaia di cose avendo un tempo così ristretto a disposizione e nonostante ciò non si perdevano d'animo ma trovavano altre mille cose da fare. Questo pensava Aidil mentre procedeva accanto a Vanir in mezzo agli uomini.

Finalmente intravidero le porte di Daret e rallentarono nuovamente.
Erano ancora molto lontani ma potevano vedere bene le due guardie che si trovavano davanti, entrambe molto giovani e indaffarate mentre decidevano chi fare entrare nella città
.
"Qualunque cosa accada fai parlare me. Intesi?!....e mettiti il cappuccio, non devono vedere il marchio"
AI voleva parlare con loro ma notò che Vanir era teso.
"Come vuoi?"
Proseguirono verso le sentinelle con passo lento e dopo circa un'ora arrivarono al loro cospetto.
"Chi siete, da dove venite,perchè siete qui."
La voce della sentinella era monotona e priva di inflessioni.Aveva ripetuto la stessa cosa un sacco di volte quel giorno e l'avrebbe ripetuta ancora.
Ai si guardò attorno,c'erano un'altra decina di persone con loro, per lo più donne e bambini

Stanno scappando dalla guerra..
.

Si volse verso Vanir che stava rispondendo alla sentinella.
Era diverso,aveva cambiato il proprio aspetto in una frazione di secondo prima di levarsi il cappuccio sotto richiesta dell'uomo,sembrava invecchiato.... e umano.

"Il mio nome è Arsel e questa è mia figlia Lea,siamo scappati da Feinster...è stata assediata!, siamo qui per ricongiungerci ai nostri famigliari."
La sentinella non parve convinta, guardò Ai alias Lea  un istante prima di ricominciare a parlare.
"levati il cappuccio!"
A sentire l'ordine rivoltole, la mezz'elfa iniziò ad agitarsi, non sapeva cosa fare e lei non era certo in grado di esguire una trasmutazione veloce come Vanir...a dire il vero non ci aveva mai nemmeno provato
"Sarebbe meglio non farlo!"
intervenne Vanir poi abbassando la voce affinchè solo la sentinella potesse sentire
"ha la lebbra..."
la sentinella si ritrasse
"Va bene passate ma comportatevi bene, oggi c'è il figlio di Morzan in città e ve la dovreste vedere con lui se combinate dei guai"
"Ce ne ricorderemo.."
Vanir sembrava preoccupato, prese Ai per un braccio e la tirò avanti, dentro Daret. 


 Erano già 5 minuti che Vanir la trascinava per il braccio attraverso le stradine di Daret.

Le stava facendo male ma osservandolo bene decise di non protestare, dietro alla sua maschera di umano infatti sembrava tranquillo e rilassato ma Ai aveva imparato a percepirne l'umore e ora sapeva bene che era teso e preoccupato

.Si guardò in giro, attorno a loro c'era molta gente e tutti si stavano allontanando velocemente da qualcosa difronte a loro.
Alzò lo sguardo verso Vanir, anche lui si era accorto della fretta che aveva quella gente.

"chi è il figlio di Morzan?voglio dire....l'uomo ai cancelli sembrava che ne avesse paura.....dovremmo averne anche noi?"
"diciamo che se fossimo furbi e non avessimo nulla da fare qui ce ne andremmo immediatamente"
"e quindi...la lebbra è?"tento di sdrammatizzare Ai"non ti è venuto in mente nulla di meglio?"

Vanir la guardò negli occhi tentando di sembrare tranquillo
"si!.....ma non sarebbe stato così divertente"
restarono a guardarsi negli occhi ancora qualche istante
"spostiamoci da qui un momento...andiamo là"
l'elfo indicò l'imbocco di una stradina secondaria e in un momento vi arrivarono.

"ok! e adesso?"
"Adesso voglio che mi prometti una cosa. Le cose non stanno andando come pensavo,stanno andando peggio quindi se dovessimo arrivare allo scontro voglio che tu te ne vada immediatamente perchè"
"perchè lo hai promesso alla regina?"
"perchè l'ho promesso a me stesso. non sarei in pace con me stesso se ti accadesse qualcosa!"
il tono dell'elfo era cambiato, più dolce di quanto lo avesse mai sentito.Il suo aspetto tornò familiare.
Le sistemò una ciocca di capelli dietro ad un orecchio poi la mano di lui vagò cieca sul suo viso e sul suo collo. un istante dopo le catturò le labbra in un bacio dolce e appassionato.Si staccò un istante dopo
"sto andando contro la mia natura sai? l'amore non è molto comune tra gli elfi ma io...credo di essermi davvero innamorato di te,sin dal primo momento in cui ti ho vista quando sei arrivata da Oromis...eri piccola e meravigliosa e più ti vedevo crescere, più diventavi meravigliosa.."
"credevo che mi odiassi?"
"ti odiavo...si...perchè ti desideravo troppo"
"peccato che ti sia deciso adesso a dirmelo"
Vanir la guardò con dolcezza "peccato che mi sia deciso adesso...Andiamo dai"

Le rimise il cappuccio e in un istante tornò nei suoi panni umani,si voltò per uscire dalla stradina ma Ai lo prese per mano attirandolo a se per un ultimo breve bacio.
Uscirono dalla stradina sulla strada principale...era deserta!!!

"dove sono tutti?"
Vanir ignorò la domanda e riprendendola per il braccio la tirò a sè.
La testa di Ai iniziò a girare vorticosamente attirandola in un nuovo turbine di pensieri sconnessi e convulsi che le infusero uno stato di paura.
Vanir le accarezzò il braccio con il pollice "Vuoi fermarti?"
"...n..no ..andiamo...mi riposerò dopo..."

Insieme percorsero in fretta il viale fino ad un portone di legno, l'insegna diceva Locanda del capitano.
Vanir aprì la porta e la spinse dentro.

La locanda era grande e costituita da un'unico stanzone, c'erano una decina di tavolacci di legno con una cinquantina di sedie, in fondo alla sala c'era una rampa di scale, probabilmente portava alle stanze, e tutt'attorno sui muri erano stati appesi dei nodi e delle targhe con dei pesci finti di legno.
Ai guardò il bancone: si trovava in fondo,alla destra delle scale, era interamente di legno e dietro c'era un'omaccione che asciugava dei bicchieri davanti a 4 uomini seduti su sgabelli che bevevano da enormi boccali rovesciandosi addosso buona parte del contenuto. Assieme a Vanir si avvicinò al bancone
"Vorremmo una stanza"
l'omaccione li guardò in modo strano,

qualcosa non va

"s...si..c...ce..certo! ecco le chiavi, andate pure su per quella scala" indico la rampa.
Ai parlò a bassa voce affinchè solo Vanir la sentisse
"C'è qualcosa che non va, sento che siamo in pericolo!" Vanir la ignorò e le diede la chiave, poi rialzando all'udibile il volume della voce rispose 
" comincia ad andare su, tesoro, ti raggiungo subito"
Ai non sembrò volersi muovere
"Avanti!" la incalzò.
 Si voltò dirigendosi alle scale e salendo finchè non fu sicura che Vanir stesse parlando, poi si fermò e guardò giù.
Vanir era piegato sul bancone, intento a far vedere un fairth all'oste.
Improvvisamente si sentì gelare il sangue e guardando verso la porta che si stava aprendo in quel momento vide entrare due uomini.
Anche Vanir li stava guardando ora, doveva averli percepiti anche lui.
Entrambi erano vestiti di cuoio nero e avevano dei cinturoni con delle belle spade appese.
Il primo,era un pò più basso di Vanir,aveva molti muscoli.degli occhi neri che lasciavano trasparire del malsano e i capelli biondi; aveva un che di predatorio ma sembrava anche un indicibile sbruffone.  Il secondo era alto invece come Vanir, i capelli neri e gli occhi azzurri. Sembrava molto bello,ma era serio e le metteva più paura del primo.
Era ancora intenta ad osservarlo quando questo si voltò verso di lei, Ai si fece cadere la chiave dalle mani.
Vanir la guardò con la coda dell'occhio ma era chiaro che non stava perdendo di vista nemmeno un muscolo dei due uomini che gli stavano di fronte.
Il biondo parlò per primo

"Avanti ubriaconi! fuori di qui! Anche tu oste ma vedi di lasciarmi un boccale sul bancone.."
Gli uomini se ne andarono di corsa.
"ora...torniamo a noi ELFO"
La parola gli uscì come uin insulto,Vanir tornò al suo aspetto originario
"credo che tu sappia cosa vogliamo!"
"spero che sappiate che resterete a mani vuote!"
"lo hai sentito l'elfo,Murtagh? ci sta sfidando!"
"Piantala di fare lo sbruffone Asael! Per quanto riguarda te ,Vanir, consegnaci la ragazza e te ne potrai andare senza problemi..."

Vanir sembrava pronto a scattare da un minuto all'altro.

"dovete passare sul mio cadavere per averla!"
Il biondo gli rise in faccia poi si guardò per la stanza.
"toh! ma guarda un pò che carina!"
L'aveva vista.Vanir era sempre più teso...
"Facciamo così Murty...tu ti occupi dell'elfo e io penso alla ragazzina"
stava per muovere un passo quando il suo compagno lo afferrò per la spalla
" il re la vuole viva e intera... ci penso io!"
Il ragazzo Murtagh la guardò e avanzò verso di lei.

 Fu una questione di millesimi di secondo..

Vanir si lanciò verso di lui estraendo la spada da sotto il mantello ma venne intercettato da Asael che gli si parò davanti.

"Ai scappa!"

Si scambiavano colpi accaniti, Vanir tentava di liberarsi di lui per fermare Murtagh ma non ce l'avrebbe mai fatta.
Ai dal canto suo avrebbe voluto aiutarlo ma era impietrita dal terrore, all'improvviso riuscì a muoversi ma era tardi! il ragazzo le era a pochi passi così si voltò e corse verso le stanze in cerca di un posto per nascondersi.

Trovò una porta aperta e si buttò dentro ma il ragazzo riuscì ad entrare con lei e si chiuse la porta alle spalle.

Sono in trappola!

"Seguimi e non verrà fatto alcun male ne a te ne al tuo amico"
sembrava sincero ma era certamente un trucco,gli avrebbero uccisi entrambi.
Si levò il cappuccio,  estrasse un pugnale dal polsino e si lanciò all'attacco.
Il ragazzo le rise in faccia
"Letta"
ringhiò, ma con lei l'antica lingua non aveva effetto,
Lo colpì ad un braccio e con le unghie gli graffiò il volto.
Il ragazzo si infuriò ed estrasse la spada pronto a colpirla ma ritardò un istante e Ai era già saltata fuori dalla finestra.
 

Ai correva tra le case spaesata e col volto rigato di lacrime.
Pensava ad Oromis e a Vanir. Tutti coloro a cui voleva bene venivano uccisi... perchè era sicura che ormai anche Vanir fosse morto.
Pensò di essere maledetta.
 Stava per sorpassare una viettina laterale quando qualcuno la afferrò per un braccio e la sbattè contro il muro facendole mancare il respiro.
Era Murtagh!
 La teneva bloccata contro il muro con una mano sulla bocca ,scuotendola finchè non smise di dimenarsi sotto di lui.
"Ora tolgo la mano ma tu non gridare intesi?!"
Ai lo guardò, indecisa sul da farsi e scossa da tremiti e singhiozzi,ma alla fine annuì e il ragazzo tolse la mano.
"T..tu, voi..voi. che volete! Vanir! che gli avete fatto" sembrò quasi ringhiarli contro.
"Questo non ti interessa comunque ascoltami bene! Non ho molto tempo, tra poco Asael verrà a cercarmi,....non so chi sei, ma non devi essere una persona qualunque o il re non avrebbe mandato due cavalieri dei draghi a cercarti! per questo ti lascerò andare! Per il tuo amico non posso fare nulla, ma per te si. E poi ,non so perchè,ma il re deve avere paura di te quindi vai dai Varden e unisciti a loro!"
Ai era confusa. perchè voleva farla scappare? in fondo era uno dei servi del re ed era stato mandato appositamente per prenderla
"Che vuoi in cambio? nessuno fa niente per niente! specialmente quelli come te!"
il ragazzo la guardò stranamente
"tu non sai niente di me. però hai ragione.voglio che quando arrivi dai varden racconti ciò che è successo a chiunque te lo chieda,specialmente se a chiedere è il beniamino del popolo!"
"tutto qui?"
era confusa, perchè doveva raccontare ciò che era successo?e chi era questo eroe del popolo?
... il ragazzo la spinse fuori dalla vietta e quando Ai si voltò di lui non c'era più traccia. 



"Ve la siete fatta scappare!? non ci posso credere....eravate in due e dovevate fare una cosa semplicissima!"
il re era furioso,gridava come un ossesso e in un impeto di collera estrasse la spada e trafisse due guardie che gli erano vicine in quel momento.
La vista del sangue parve rincuorarlo.
Andò alla finestra e vi si affacciò, guardando l'orizzonte dei suoi domini.

"...nasconditi pure piccola mia,Alagaesia è grande! tanto ti troverò...."

 

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Capitolo 6
*** Impossibile cambiare ***


Bhe ....anche se nessuno ha ancora recensito l'ultimo cappy io vado avanti....



ma dovè andato?

del ragazzo non c'era più traccia....solo un attimo prima era al suo fianco mentre ora era sola in quella vietta buia.

"ma che voleva davvero? perchè non mi ha catturata invece di aiutarmi a scappare?perchè vuole che raggiunga i varden e parli con questo eroe del popolo?...e poi chi è questo eroe del pop....ma chi se ne importa!!!vadano tutti al diavolo...forse non è morto! forse posso ancora salvarlo!!!....."

questa era la tempesta di domande che infuriava nella testa di Ai quando iniziò a correre verso la locanda.
Non poteva credere che anche Vanir fosse morto,..forse era riuscito a vincere il duello con Asael o forse era semplicemente fuggito come lei.....
Arrivò allo sbocco della via principale...sembrava tornato tutto alla normalità: la strada era ancora colma di umani che andavano avanti e indietro in un senso o nell'altro.
Per un attimo pensò di essersi immaginata tutto e che l'elfo fosse ancora accanto a lei,pronto a condurla dal suo informatore,
Voltò il viso sorridente al suo fianco ma la verità le venne buttata addosso con tutta la sua violenza!
Era sola!
un'altra volta!
si avviò comunque alla locanda con la speranza di trovare qualcosa che potesse aiutarla in un modo o in un altro.
La strada era breve e dopo una manciata di minuti arrivò a destinazione.
La porta era aperta e l'oste stava ancora asciugando i boccali.
Entrò ma l'uomo sembrò non vederla,Si guardò attorno....tutto era distrutto!
si potevano salvare solamente tre tavoli e un paio di sedie mentre delle decorazioni alle pareti erano rimasti solamente i chiodi. Sul bancone e ai suoi piedi c'era del sangue.
Guardò nuovamente l'oste, questa volta con più attenzione e le sembrò in una sorta di trans:continuava ad asciugare i boccali senza guardarsi attorno.Guardandolo meglio ad Ai parve che piangesse ,..per un attimo pensò di dover fare qualcosa ma decise che non le importava.
Tornò a guardare il sangue.
Al centro della stanza c'era una pozza di sangue e poco più in là una scia che risaliva le scale.
Si avviò alle scale e le risalì con passo tremante guardando le ringhiere anchesse bagnate dal sangue.
Arrivò al corridoio e percorrendolo fino a metà noto che la scia finiva con un'altra pozza di sangue.

...deve aver tentato di scappare!...

le lacrime le salirono agli occhi.
Decise di andarsene ma mentre si voltava notò che una porta era ancora chiusa e da sotto di essa filtrava una luce bianca. Andò a vedere e notò che la portà era chiusa a chiave.
"mahcmoro"
sussurrò e la portà si aprì con un sordo clangore metallico.
La stanza era piccola ma ciò nonostante contenva un grosso armadio di quercia,una branda e un mobiletto che sosteneva uno specchio il tutto bagnato da una bella luce bianca.
Le tornò alla mente il suo alloggio durante la vita con Oromis anche se tutto, persino l'odore, era profondamente diverso.
Senza pensarci andò all'armadio e lo aprì.
C'erano pochi abiti:solamente un paio di camice e di calzoni.
Lo richiuse e si avviò verso la porta ma mentre stava per uscire si vide riflessa nello specchio:una bellissima ragazza la stava fissando, aveva dei lunghi capelli di uno strano colore simile al rosso,al viola e al rosa e fissandola meglio notò gli occhi anchessi strani ma molto belli e le lentiggini sulla pelle pallida,bianca quasi come la porcellana.
Si avvicinò allo specchio.
La ragazza la stava ancora fissando,ora con sguardo triste e duro mentre iniziò a  parlarle
"nessuno deve più morire a causa tua...sei maledetta...tutti coloro che ti amano sono destinati a morire....."
Portò tutti i capelli da un lato raggruppandoli in una grossa ciocca.
Si vide estrarre un pugnaletto da un polsino.
Un istante dopo, il pavimento ai suoi piedi fù ricoperto da una morbida coperta.
Senza dire nulla uscì dalla stanza e scese le scale.
Uscì dalla locanda e riprcorse la strada principale per poi infilarsi in una vietta dove aveva visto un uomo ... l'uomo era solo e Ai con una parola magica lo addormentò.
Lo trascinò qualche metro più indietro in modo che nessuno lo vedesse, dopodichè si spogliò e si mise i suoi vestiti rapidamente ,riprese le proprie armi ,si mise il cappuccio del mantello nero e ritornò in mezzo alla gente.
Passando davanti al vetro di una bottega guardò nuovamente la propria immagine riflessa.
Ora indossava un paio di pantaloni neri di cuoio e una tunica grigia. Sulle spalle aveva un mantello nero.
Si guardò in viso sorridendo ma un istante dopo cambiò espressione sentendosi gelare il sangue nelle vene:
i capelli erano tornati esattamente come prima.
La ragazza dello specchio le sorrise con malignità

"Non ti libererai di me così facilmente! Sei maledetta e questo non potrà mai cambiare!"

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