Part
two
-Ehi, ragazzi! Cos’è che dovete
dirmi?
Kate Beckett era apparsa
all’improvviso davanti ai due detective che per poco non ebbero un infarto. A
grandi passi si diresse verso la propria scrivania sollevando fascicoli e
sposando scartoffie abbandonate in malo modo.
-Beckett!
Che ci fai qui?- chiese Esposito dando voce ai propri pensieri e a quelli
dell’amico.
-Eccolo!- esclamò la donna
riemergendo dalla propria scrivania con in mano il suo cellulare. -L’avevo
dimenticato! E non volevo partire senza…non si sa
mai, qualche emergenza!- Kate era ritornata a pochi passi da Ryan ed Esposito
che la guardavano con un sorriso falso stampato in faccia. La detective corrugò
la fronte e li fissò sospettosa per qualche istante.
-Allora…cosa
non dovete dirmi?
Esposito e Ryan si aspettavano
che Beckett non avrebbe ceduto facilmente, ma ci avevano sperato ardentemente!
Perché dovevano essere loro a fare il lavoro sporco? Castle
era il bugiardo traditore, ma erano loro a dover aprire gli occhi a Beckett!
Non era affatto corretto! Né facile!
-Qualche nuovo caso?- incalzò
Kate.
-No- risposero in coro Kevin e
Javier sempre più sotto pressione.
-E allora perché voi siete ancora
qui?
I due si scambiarono un’occhiata.
Era giunto il momento di iniziare a mentire o di dire la verità…di
scegliere quale strada prendere! Ma Beckett fu più rapida di entrambi:
cogliendo i due alla sprovvista, afferrò con una mano lo schermo del computer
di Ryan e di scatto lo voltò verso di lei.
-E adesso vediamo cosa mi state
nascondendo!- il sorriso di Kate si spegneva poco a poco mentre lentamente
capiva quello che quella schermata le stava rivelando.
-Beckett…-
Ryan sentiva l’esigenza di dire qualcosa, forse per giustificare quell’ingerenza
nella sua vita privata e in quella di Castle, forse
per cercare di consolare la donna. Aveva notato gli occhi lucidi della
detective e gli sembrava che avesse smesso di respirare. Vedeva il suo cuore
spezzarsi a ogni parola che leggeva sullo schermo.
-Che…che
cosa significa tutto questo? Perché state controllando il cellulare di Rick? E…chi è questa Elizabeth Connelly?- Kate aveva alzato lo
sguardo su Kevin e Javier e i due capirono che la donna non se ne sarebbe
andata di lì senza avere delle risposte.
Esposito, notando l’imbarazzo
dell’amico, decise di prendere in mano la situazione e di chiarire a Beckett
come stavano le cose.
-Abbiamo visto Castle un’oretta fa…sulla 1st
avenue. Ryan ed io eravamo andati a prenderci una pizza e…lui
era dall’altra parte della strada- cominciò Esposito cercando allo stesso tempo
di essere chiaro e preciso nella sua esposizione ma non troppo duro.
-Già…stava
aspettando…lui stava aspettando una donna. Castle non ci ha visti ovviamente- precisò Ryan.
Kate non aveva ancora aperto
bocca dopo queste notizie: in compenso i suoi occhi si spostavano veloci da
Ryan a Esposito, alla schermata del computer dove la foto di quella Elizabeth
Connelly cominciava ad innervosirla pesantemente.
-Ryan
ha pensato di fare qualche controllo per essere sicuri…e
così lo abbiamo chiamato.
-Lo avete chiamato?- disse Kate
come risvegliandosi da uno stato di trance.
-Sì e ha confermato che era negli
Hamptons- precisò Ryan.
-E allora abbiamo deciso di
controllare i suoi spostamenti nelle ultime 24 ore. Non ha mai lasciato New York…e si è incontrato con questa donna a pranzo e…ora- le ultime parole furono più un sussurro che altro,
quasi che Esposito non volesse farle sentire alla detective.
-Ora? E’ con lei ora?- la nota di
odio e disprezzo nella voce di Kate era ben evidente e non sfuggì ai due
poliziotti.
Restarono in silenzio per alcuni
istanti, come se si aspettassero ordini da Beckett su cosa fare. Quando videro
la donna prendere il cellulare ed allontanarsi, Ryan disse: -E ora? Quale è la
prossima mossa?
Beckett si voltò con gli occhi
lucidi: -Non c’è nessuna prossima mossa, Ryan!- e ricominciò a camminare verso
l’ascensore mentre Ryan ed Esposito ne seguivano i movimenti con aria
perplessa. Non era da lei arrendersi così, lasciare che Castle
la passasse liscia per quell’evidente tradimento!
Ed, infatti, quando le porte
dell’ascensore si aprirono, Kate si voltò nuovamente versi i due detective
mordendosi il labbro inferiore con forza. Strinse i pugni e con passo militare
tornò davanti alla scrivania di Ryan che fu leggermente spaventato quando la
donna batté le mani sul tavolo appoggiandosi ad esso e sporgendosi verso il
povero Ryan che la guardava con una punta di terrore negli occhi.
-E invece abbiamo una prossima
mossa! Portatelo qui, con una scusa qualsiasi! E fatelo confessare! Voglio
sentire con le mie orecchie la sua versione di questo sporco tradimento! Io nel
frattempo me ne starò dietro il vetro della sala interrogatori meditando sulla
punizione più corretta da infliggerli!
Ryan ed Esposito si scambiarono
un’occhiata soddisfatta: Kate Beckett era tornata!
Richard Castle
non era abituato a stare seduto da quel lato della stanza degli interrogatori,
ma Ryan ed Esposito lo avevano praticamente costretto ad accomodarsi lì. In effetti
era tutto molto strano: dalla telefonata in cui quei due gli chiedevano di
procurargli dei biglietti per la partita a quella improvvisa convocazione al
12th distretto.
Aveva dovuto fingere di essere
negli Hamptons e per questo era arrivato al distretto
solo dopo due ore dalla telefonata di Ryan. Ed ora se ne strava lì ad aspettare
che quei due aprissero bocca e li facessero capire il motivo di tanta fretta. Ma
Rick era inquieto: Ryan ed Esposto avevano una strana espressione. Sorridevano
apparentemente, ma dietro quel sorriso Rick riuscì ad intravedere una punta di
rabbia e delusione.
-Allora, ragazzi, volete
spiegarmi perché mi avete fatto venire fino a qui dagli Hamptons?
-Certo…dagli
Hamptons! Beh, sei arrivato in fretta!- disse Esposito
aprendo le ostilità contro lo scrittore.
-Abbiamo un caso da risolvere….- continuò Ryan appoggiandosi al tavolo con fare
quasi minaccioso.
-…avremmo
potuto chiamare Beckett ma…
-…ma di
sicuro lei avrebbe rinunciato alle sue vacanze pur di risolvere il caso…
-…e non
volevamo che rinunciasse agli Hamptosns…
Quei due avevano imparato il
vizio di finire le frasi dell’altro come Castle e
Beckett, cosa che fece sorridere per un momento lo scrittore.
-Ok…allora
ditemi di cosa si tratta, così posso tornare negli Hamptons
con Kate.
-Certo, Castle,
non vorremmo mai distoglierti dai tuoi mille appuntamenti!- l’evidente doppio
senso della frase non era sfuggito a Rick; ma non era una delle solite
allusioni che Esposito ancora faceva su Kate e Rick dopo mesi che stavano
insieme. Lo scrittore si mosse sulla sedia agitato: che avessero scoperto
qualcosa? No, non era possibile! Come avrebbero potuto sapere che lui non era
stato affatto negli Hamptons e che si era incontrato con
Elizabeth?
-Quindi chi è il morto?- continuò
Castle cercando di non pensare allo strano
comportamento dei due detective.
-Nessuno…per
ora- ed Esposito sottolineò bene le ultime due parole.
-E allora quale sarebbe il caso
se non c’è un cadavere?
-Non c’è un cadavere, Castle…ma c’è una vittima!
-Ok, quindi c’è un ferimento!-
precisò Castle con lo sguardo attento per non perdere
tempo.
-Direi…una
pugnalata al cuore…- commentò di nuovo Esposito. Castle si voltò verso di lui: ancora quel tono da doppio
senso che Castle non riusciva a capire.
Decise di soprassedere: -Abbiamo
almeno un sospettato?
-Il fidanzato della vittima…- disse trionfante Ryan. -Non ha un alibi, o meglio…ha fornito un alibi falso. E tu sai, Castle, che chi fornisce un alibi falso ha qualcosa da
nascondere!
Lo scrittore annuì
condiscendente: -Che tipo di alibi ha fornito?
Ryan si prese un attimo prima di
rispondere. Formulò nella sua mente la frase nel modo migliore perché Castle potesse capire in un lampo il chiaro riferimento a
lui. E quando fu pronto si sporse in avanti verso lo scrittore intrecciando le
dita: -Beh, diceva di essere nella sua villa al mare…ma
in realtà è stato tutto il tempo a New York. Il gps
del suo cellulare non mente!- Ryan sorrise soddisfatto per l’effetto che le sue
parole aveva avuto su Rick che sbiancò visibilmente.
Come Beckett aveva insegnato loro
è proprio quando il sospettato mostra i primi segni di cedimento e smarrimento
che bisogna agire ed affondare il colpo.
-Dicci un po’, Castle, chi è Elizabeth Connelly?
Ed ecco che il colpo era stato
affondato! Le tattiche di Beckett non fallivano mai: a Castle
si bloccò il respiro per qualche istante. Lo avevano scoperto! E la storia che
c’era un caso da risolvere era stata solo una scusa per trascinarlo lì…e lui era caduto in trappola come un pivello! Anche se
faticava ancora a crederci…pensava di essere stato
bravo a nascondere le proprie tracce ed invece…Esposito
e Ryan lo avevano scoperto!
-Se ti stai chiedendo come
abbiamo fatto, Castle, ti informo che non sei
propriamente un genio del crimine- commentò Esposito.
-…e non
sei nemmeno tanto fortunato- rincarò Ryan. -Ehi, Esposito, sembra che il nostro
Castle non sappia cosa dire! Siamo stati troppo bravi
ad incastrarlo!
-Vedo, amico! Magari possiamo
parlare noi…o lasciar parlare queste!- e mostrò a
Rick le immagini con le localizzazioni del gps del
suo telefono che lo inchiodavano.
Lo scrittore esaminò il tutto con
molta velocità: ok, era ufficiale, quei due sapevano veramente tutto. Non aveva
senso mentire ancora!
-Ok, ragazzi, posso spiegare! Non
è come pensate!
-Oh, certo…non
l’abbiamo mai sentita questa frase, vero bro?
-Mai…sono
tutti innocenti!- rispose Esposito.
-Non sto mentendo! Andiamo, non
crederete che possa tradire Kate?!?
I due detective si scambiarono
uno sguardo significativo. In effetti, non lo avrebbero mai pensato, ma quella sera…quello che avevano visto aveva messo in dubbio tutte
le loro certezze.
-E’ vero, non sono andato negli Hamptons e qui a New York ho incontrato Lizzie…ma è solo un’amica!
-Così disse Bill Clinton alla
moglie Hillary parlando di Monica Lewinsky!- commentò sarcastico Ryan.
-Veramente lui avrebbe detto che
era solo una stagista…- puntualizzò Esposito.
-Oh, beh…hai
capito il concetto, no?- replicò Ryan infastidito.
-Ehi, vi dispiace se torniamo
alle mie spiegazioni?- propose Castle. –Volete dirmi
che voi non conoscete Elizabeth Connelly?
Questa volta i due detective si
guardarono stupiti ed un po’ imbarazzati. Possibile che Castle
doveva sempre sottolineare l’abisso culturale che li separava? No, loro non
conoscevano nessuna Elizabeth Connelly! E improvvisamente si sentirono loro al
banco degli imputati.
-Non importa se la conosciamo
noi, Castle! Quello che conta è che la conosci tu! E
che per stare con lei hai mentito a Beckett!
-Non è così…Lizzie
è forse la più famosa esperta di astronomia di tutta la Costa Est! Sono stato
da lei per fare una sorpresa a Kate!
Ci fu un attimo di silenzio in
cui Esposito e Ryan elaborarono la nuova informazione ottenuta da Castle. Il primo a cui tornò l’uso della parola fu Javier:
-Certo, è ovvio…una sorpresa per Beckett! Perché non
ci abbiamo pensato? E, per curiosità Castle, la sopresa è che hai un’altra?
Lo scrittore spazientito sollevò
una borsa che aveva portato con sé. I due detective non l’avevano notata prima.
Castle la aprì ed estrasse un contenitore a forma di
tubo.
-Forza, detective, apritelo!- disse
con tono quasi minaccioso Rick.
E senza distogliere lo sguardo da
Castle Ryan prese il tubo e lo aprì, togliendone due
fogli pergamenati che dispiegò con delicatezza sul tavolo. Sul primo era
raffigurata una porzione di cielo, ma né Esposito né Ryan avrebbero saputo dire
con esattezza quale. C’erano però tre punti segnati in modo particolare, come
se volessero essere messi in evidenza da chi aveva compilato quella mappa
celeste.
Fu solo allora che i due
detective guardarono anche la seconda pergamena…e
capirono!
-Lizzie
mi ha consigliato quale costellazione comprare per Kate. E stasera a casa sua
stavamo aspettando il buio così che lei potesse insegnarmi come individuarla,
in modo che io potessi poi mostrarla a Kate domani sera negli Hamptons! Voi non ricordate che giorno è domani, vero? È l’anniversario
della morte della madre di Kate…e come potete leggere
da quel certificato la costellazione che state guardando e che ora si chiama
costellazione Beckett ha tre stelle: Johanna, Jim e
Kate! Così ogni notte Kate potrà almeno con un po’ di fantasia rincontrare sua
madre.
Esposito e Ryan non riuscivano a
sollevare lo sguardo da quelle maledette pergamene. All’improvviso si resero
conto che il loro fiuto da detective aveva miseramente fallito!
-Dannazione, Esposito! Te l’avevo
detto che non poteva aver tradito Kate!- disse Ryan come risvegliandosi da un
sonno profondo.
-Ah…tu
l’avevi detto? E chi ha voluto chiamare Castle per
controllare se ci avrebbe mentito su dove si trovava?
-Ma tu sei voluto tornare al
distretto per mettere il gps del cellulare di Castle sotto controllo!
-Ok, ragazzi…non
fa niente!- intervenne Rick per spegnere la lite tra i due amici prima che
degenerasse. –L’importante è che tutto si sia chiarito, ma soprattutto che Kate
non abbia saputo nulla di questa storia!- Rick sembrava sollevato per come alla
fine aveva chiarito la propria posizione. Ma vedendo le facce di Esposito e
Ryan rabbuiarsi, Castle ebbe un cattivo
presentimento: -Perché voi non le avete detto nulla, vero? VERO?
Lo scrittore non ebbe bisogno di
una risposta perché vide comparire la donna sulla soglia della stanza interrogatori:
aveva gli occhi lucidi, doveva aver pianto o comunque esserci andata molto
vicina. Eppure sorrideva, uno di quei sorrisi che toglievano l’aria nei polmoni
a Rick: doveva aver sentito tutta la discussione tra lui e i due detective da
dietro il vetro a specchio.
-Mi dispiace, Kate! Non avresti
dovuto saperlo così!- ma la donna si gettò tra le braccia dello scrittore prima
che lui potesse dire qualsiasi altra cosa.
-Oh, non importa! È la cosa più
dolce che qualcuno abbia mai fatto per me, Rick! Grazie!
Esposito e Ryan assistevano alla
scena imbarazzati con gli occhi puntati al pavimento. Decisero di tentare la
fuga in silenzio confidando nel fatto che quando Rick e Kate erano insieme si
scordavano praticamente di tutto il resto del mondo, ma al primo passo Castle li bloccò.
-Ehi…ehi…ehi…dove
credete di andare voi due?- il tono dello scrittore era di nuovo minaccioso.
-Ehm…noi….noi,
in effetti….
-Che ne dici, Beckett…non
dovremmo punirli in qualche modo?- il ghigno malefico di Rick non piacque
affatto ai due detective.
-Mmhh…credi
proprio di sì, Castle! Hai già qualcosa in mente?
-Oh, sì…e
sono sicuro che la apprezzerai- e Castle si avvicinò
all’orecchio della donna sussurrandole qualcosa: il ghigno malefico ora era
anche sul volto di Kate!
Castle
scese dall’auto della detective con una certa teatralità: voleva godersi quel
momento fino in fondo e niente glielo avrebbe impedito! Quello era il giorno
della vendetta…ed Esposito e Ryan avrebbero provato
sulla loro pelle cosa significava mettersi contro Richard Edgar Castle!
Kate aveva parcheggiato l’auto
vicino all’incrocio tra la 2nd avenue e la St. Mark Pl., sempre molto
trafficato a quell’ora per via anche dei lavori in corso che sembravano non
dover terminare mai!
Rick indicò a Kate un bar proprio
all’angolo che “casualmente” aveva anche tavolini all’aperto, dove i due si
accomodarono; lo scrittore con un cenno della mano chiamò il cameriere.
-Io prendo un thè
freddo alla pesca. Molto freddo, perché oggi è una giornata particolarmente
calda! E tu, Beckett?
-Io una tequila sunrise- Kate sentì su di sé lo sguardo ammiccante di Rick.
–Che c’è, Castle? Non sono in servizio!
-Già…ma
questo vuol dire che poi dovrò guidare io!- rispose l’uomo sornione.
-Scordatelo! Piuttosto mi faccio
ritirare auto e patente!
Attesero qualche minuto ed il
cameriere tornò con le ordinazioni; lo scrittore guardò l’orologio: mancavano
pochi secondi alle 12 esatte. L’ora della vendetta, l’aveva ribattezzata Castle con il suo solito ghigno maligno. -Ci siamo,
dovrebbero arrivare da un momento all’altro!- e il suo viso aveva la stessa
espressione di quella di un bambino che aspetta con ansia la notte di Natale
solo per vedere la montagna di regali che riceverà.
Ed infatti, dopo pochi istanti,
Rick indicò un’auto che stava parcheggiando lungo la St. Mark Pl.; ne scesero
due poliziotti in perfetta uniforme.
Ovviamente nera.
Ovviamente sotto il sole cocente
delle 12.
Ovviamente nell’ora di punta.
Ovviamente erano Ryan ed
Esposito!
I due si diressero verso il cuore
dell’incrocio dove un altro poliziotto della stradale stava stancamente e con
fatica tenendo a bada gli automobilisti della Grande Mela. Gli dissero qualcosa
gesticolando e…presero il suo posto. A dirigere il
traffico. Ryan ed Esposito stavano dirigendo il traffico.
Castle sorrise
soddisfatto.
-Credi che abbiamo esagerato,
Rick?- domandò Kate sorseggiando il suo drink e guardando i due colleghi
arrancare nel traffico cittadino.
-Assolutamente no! Hanno di non
saper fare i detective…magari però sanno almeno
dirigere il traffico!
Rick non fece in tempo a
terminare la frase che sentì un improvviso rumore di freni e poi uno schianto. Castle e Beckett si voltarono verso i due detective,
scuotendo il capo sconsolati.
-Mmhh…a
quanto pare, no! Non sanno nemmeno dirigere il traffico!- disse Kate e con un
sospiro si alzò per raggiungere il luogo dell’incidente. Ci sarebbe voluta
tutta la sua diplomazia per evitare che gli automobilisti facessero causa a
quelle due calamità naturali che erano Ryan ed Esposito!
Eccoci qui con il secondo ed ultimo capitolo di questa breve storia! L’idea
di Ryan ed Esposito che dirigono il traffico mi ronzava nella testa da un po’…e credo proprio che Rick potrebbe decidere di punirli in
questo modo se si ritenesse necessario.
Beh, almeno abbiamo scoperto che Rick non è un traditore…ma
il solito uomo perfetto che se resta sulla piazza ancora per un po’ rischia che
me lo prendo io!
Comunque, spero che questa storia vi sia piaciuta e vi abbia fatto
sorridere! Io mentre la scrivevo sul treno ridevo come una pazza…e
i miei vicini di posto credo abbiano pensato che io fossi da ricovero! Ma pazienza!
Ora basta chiacchiere! Fatemi sapere cosa ne pensate!
A presto!
Laura