Appuntamenti particolari

di PollyFTSissi
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Certe figure non si dimenticano mai ***
Capitolo 2: *** Al McDonald's ***



Capitolo 1
*** Certe figure non si dimenticano mai ***


Generalmente erano sempre stati una coppia affiatata, e come da norma si erano spesso ritrovati a letto insieme. Ma non sempre i loro appuntamenti e i loro tentativi di stare insieme andavano a buon fine.

Romano odiava farsi vedere in pubblico con Antonio, ma quest’ultimo, puntualmente, riusciva a convincerlo e a portarlo fuori.
Le loro serate passavano tranquille, ma il vero dramma era il ritorno a casa.

Lo prese per mano, camminando tranquillo per strada, mentre Lovino si chiedeva che fine avesse fatto il senso del pudore del suo compagno.
Una volta davanti alla porta di casa Antonio tentò di aprire la porta, ma maledisse la chiave che non ne voleva sapere di fare il suo dovere.
«No…»
«Eh sì…»
«Idiota! Ti avevo detto di farti fare una copia!»
«Lo sai che ho avuto da fare!»
Scosse la testa e lo fissò «Adesso mi spieghi cosa ci facciamo alle 2 di notte davanti alla porta di casa? Sicuramente non possiamo aspettare domani mattina l’arrivo del portiere»
«Lo siento»
«Vedi di non dire nient’altro se non vuoi essere picchiato» sbuffò e si poggiò contro la porta.
Ma perché tutte a lui? Con tutta la gente normale doveva vivere proprio con lui! E soprattutto, perché non riusciva a picchiarlo come una volta? Il nonno lo diceva sempre, l’amore rincoglionisce, ma non aveva mai osato pensare a tanto.

Lo spagnolo gli si avvicinò e gli poggiò le labbra sull’orecchio «Però dobbiamo trovare il modo di passare il tempo» perché quella voce non gli piaceva? «Dopotutto non c’è nessuno in giro» ecco, per l’appunto.
«So dove vuoi arrivare! E ti dico che sei un pervertito senza il senso del pudore! Non mi farò mai molestare da te fuori dalla porta di casa! Sono stato abbastanza chiaro?»

E poi, chissà perché, si ritrovò schiacciato contro la porta mentre l’altro gli lambiva il collo e lui gemeva sempre più spudoratamente, esprimendo la sua voglia di continuare.
«Che dici Lovi? Adesso te la senti di andare avanti?»
«Sta zitto» gli sibilò all’orecchio.
Sorrise prendendolo come un “sì”, e iniziò a sbottonargli i primi bottoni della camicia leccandogli le clavicole e lascia dogli dei succhiotti qua e là sul petto.
Poi un gemito, le sue braccia che lo stringevano e un rumore dietro di loro.
«Domani io devo andare a lavorare! Volete fare silenzio?!?!»
Lasciò andare il compagno e si girò, sbiancando poco dopo.
«Salve signora… Ci scusi ma siamo restati chiusi fuori di casa e…»
«E avete pensato bene di passare il tempo, sono stata giovane anch’io figurati» scosse appena la testa sorridendo ed estrasse un paio di chiavi da sotto lo zerbino «Non vi ricordate mai che avete una copia per le emergenze, eh?»
Lovino fulminò Antonio con lo sguardo e ringraziò cordialmente la signora prima di entrare in casa. La quiete prima della tempesta.

«AVEVAMO UNA CHIAVE DI SCORTA E TU TE NE SEI DIMENTICATO?!»
«Ti giuro che mi ero completamente scordato! Scusami!»
«MA SCUSAMI UN CORNO BRUTTO IDIOTA!»

Quella sera Lovino scoprì che era ancora capace di picchiare il suo fidanzato.

Note dell’autrice: Non chiedetemi da dove mi sia venuta questa malsana idea perché mi è venuta mentre fissavo insistentemente word! Comunque sarà una breve raccolta in cui vi racconterò degli appuntamenti andati male di Antonio e Lovino.

Questa storia e i suoi personaggi sono frutto della fantasia, ogni riferimento a persone, luoghi o fatti realmente accaduti è puramente casuale.

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Capitolo 2
*** Al McDonald's ***


Il silenzio regnava nella stanza, mentre nessuno dei due osava proferir parola.
Ognuno era intento a fare qualcosa, e non avevano intenzione di litigare o quantomeno di intraprendere una conversazione.
Ma ovviamente quel silenzio così innaturale venne interrotto dallo spalancarsi della porta.

«Hi guys!»
Lovino sospirò e fissò Alfred
«Punto primo: potevi bussare come tutte le persone normali. Secondo: perché sei qui?»
«Perché vi onorerò di passare una serata con me!»
Antonio si alzò dal divano e gli sorrise «Dove ci porti di bello?»
«Nel posto più bello del mondo!»

Alzò un sopracciglio e fissò l’edificio «…Il McDonald?» Alfred guardò il ristorante, se così si poteva chiamare, con aria orgogliosa e aprì la porta «Dopo di voi». Entrarono e l’odore di fritto si sentì fin da subito e quasi si avventò sui loro vestiti, e anche se erano puliti, ebbero vita breve.

Antonio lo prese per mano e andarono a sedersi mentre Alfred e Arthur andarono ad ordinare.
A quell’ora erano prevalentemente giovani coppiette di fidanzati, e a Lovino la cosa dava piuttosto fastidio perché gli sembrava di essere l’unico scemo che restava indifferente al proprio compagno.
Però l’altro non sembrava affatto turbato, anzi, gli sorrideva tranquillo come suo solito.

Arthur e Alfred arrivarono con le ordinazioni e si sedettero ad un tavolo vicino al loro.

L’italiano si sentiva ancora un deficiente perché tirare un morso dallo stesso panino, tenersi la mano oppure semplicemente darsi un bacio era normalissimo, eppure lui se ne vergognava.
In compenso, però, anche se se ne vergognava pensò che l’altro non si vergognasse (non era certamente pudico come lui) a fare certe cose in pubblico e avrebbe voluto tanto accontentarlo.
Gli prese la mano destra e passò il pollice sul dorso senza però riuscire a guardarlo negli occhi, era troppo imbarazzato.
Il grande si limitò a sorridergli e a stringergli la mano, sapeva che stava facendo uno sforzo enorme, solo per lui.
Tutti quei “ti amo” che non gli diceva li dimostrava nei piccoli gesti di ogni giorno, e a lui andava benissimo così.

Avvicinò il viso al suo, alzandosi dalla sedia e gli accarezzò i capelli
«Che carino che sei»
«Non ho fatto nulla di particolare» disse abbassando lo sguardo. L’altro sorrise di più e lo baciò a fior di labbra.
«Non in pubblico, ci guardano tutti»
«E tu lasciali guardare» sussurò prima di baciarlo di nuovo.
Dopo un po’ Antonio si sentì strattonare la camicia, si staccò da Romano e si accorse di una bambina accanto a loro.
«Ciao piccola» disse sorridendole.
«Quando papà me l’ha detto non ci credevo, ma voi ne siete la prova. Due uomini possono davvero stare insieme!»
«E secondo te è una cosa sbagliata?»
«No, è uguale dopotutto» osservò «Ma non me ne hanno mai parlato bene, è contro la chiesa cattolica, sai?»
Al solo sentir parlare della chiesa Lovino scattò in piedi andando verso il bagno, seguito a ruota da Antonio.
«Dio mio, cos’hanno tutti contro di me?»
«E’ solo una bambina!»
«Non c’entra! Ha nominato la chiesa che mi ha giudicato solo perché ho scelto una strada alternativa all’essere etero»
«Lo hai sempre saputo, non serve surriscaldarsi in questa maniera» disse abbracciandolo.
«Antonio… Perché devo essere condannato solo perché ti amo?»
«Me lo chiedo spesso anch’io… Ma anche se dovessi finire all’inferno non smetterei d’amarti»
Si strinse di più a lui e lo guardò negli occhi verde smeraldo.
«Dillo che vuoi farmi piangere»
Sorrise «E’ l’ultima cosa che voglio» lo baciò ancora ma stavolta fu molto più passionale.
Il più piccolo gli alzò il bordo della maglietta per accarezzargli la schiena ambrata.
Lo spagnolo lo attirò di più verso di sé e affondò le dita nei capelli morbidi dell’altro fino a perdersi completamente in quella stretta.
Poi si sentì il rumore di uno scarico e uscì fuori un tizio da  una cabina del bagno. Li fissò per alcuni secondi ed esordì:
«Ho interrotto qualcosa…?»
L’italiano lo guardò e vide che non era affatto turbato dalla situazione.
«Continuate pure, non mi date fastidio»
«No, leviamo il disturbo» prese Antonio per un polso e lo trascinò fuori dal ristorante.
«Visto che non sono tutti omofobi a questo mondo?»
«Zitto! A casa faremo un bel discorsetto sulla tua completa mancanza di pudore!»

Quella sera Antonio non le prese, me fecero comunque molta “attività fisica”.

Note dell’autrice: Sclero al McDonald xD Riusciranno questi due a farlo in santa pace? xD Seguitemi per scoprirlo! Grazie tante a Moniko Chan per la recensione <3

Questa storia e i suoi personaggi sono frutto della fantasia, ogni riferimento a persone, luoghi o fatti realmente accaduti è puramente casuale.

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