King

di Grii
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo Primo ***
Capitolo 2: *** Capitolo Secondo ***



Capitolo 1
*** Capitolo Primo ***


Ispirazione.

Si, è questa che mi mancava. Se avessi avuto l'ispirazione non mi sarei mai trovata nel cesso della scuola a pensare come una dannata a qualcosa di stupidamente umano da scrivere. Parliamo di problemi recenti: «Il governo rimane in vetta». No, non centra niente con l'umanità. «Soccorsi in Africa per i bambini bisognosi» no, troppo lontano da noi. Così non avrei fatto molti progressi.

Focalizziamo.

Cosa stavo facendo? Stavo cercando l'argomento per un tema.

Perchè? Riottenere quello che era mio.

In un attimo la rabbia mi invase la mente. So che odiare un professore e una compagna di classe era sbagliato, ma non ci potevo fare niente. Ringhiai. Si, ringhiai. Era abbastanza frequente per me in quel periodo, pensate che spettacolo: una ragazza che ringhia. Ah!

Ho sentito ringhiare?” abbiamo il nostro primo spettatore, la prego si accomodi “Fede perchè ringhi?”.

Mi girai verso la mia vittima, alzandomi in piedi, pronta a contrattaccare a spada tratta, ma tutto quello che ne veni fuori fu un altro flebile ringhio. Aveva infranto la prima regola.

Fede? FEDE? Lo sai che detesto quando mi chiami così!”

Finalmente una risposta che non sia un verso!” quel suo dannato sorriso strafottente gli si era allargato su tutta la faccia e la mia voglia di tirargli un bel cazzotto stava cominciando ad allentarsi “Ehi, le signorine non tirano pugni ai ragazzetti che le fanno il filo” tipica sua frase.

Peccato che tu non sia uno di questi, e comunque non volevo tirarti nessun pugno”

Scommetti?” riprese lui, rapidissimo facendo roteare i suo occhi chiari in segno di sfida “Lo sai che ti leggo nel pensiero piccola” cercò di strapparmi la penna dalla mano ma i pronta gli afferrai il braccio, contorcendolo in una morsa molto dolorosa da vedere, figuriamoci da provare. Aveva la testa appoggiata alla mia spalla e respirava a fatica, respiro molto smorzato, probabilmente per la pessima posizione in cui si ritrovava

Chi te l'ha insegnata questa? Il principe di cuori?” ora era andato anche a infrangere la seconda. “Forse” mugugnai io rossa come mai in viso, e con il suo fiato caldo sul mio collo “Smettila di respirare, mi metti i brividi” conclusi, brusca, risvegliando una sua risata poco rassicurante.

E come faccio scusa?” si stava trattenendo, e si vedeva, le sue guance si erano allargate e gli angoli della sua bocca toccavano il lobo dell'orecchio, aprendo quel suo enorme sorriso, capace di lasciare di stucco chiunque lo guardi.

Ti tappi la bocca, scemo” risposi fredda, allentando la presa, cominciando a notare una minore sua resistenza.

Si morse il labbro, stringendo i denti e facendo una specie di teatrino del ventriloquo “Fatto” ridacchiò sempre a denti stretti, volendomi mostrare che non apriva bocca “Ma ti ricordo che ho ancora il naso a disposizione” dicendo questo ispirò ed espirò profondamente, scompigliandomi e scostando i capelli sul mio collo e facendomi provare un brivido.

Oramai in preda del suo stupidissimo gioco, posi la penna e con l'attuale mano libera gli tappai il naso con forza, avendo come risposta una risatina soffocata “Ok, Ok pmi apprendo”

Lo mollai del tutto e sempre ridendo, rotolò sul pavimento del bagno scolastico.

Alzati cretino che è tutto sporco” mi prese di parola e si mise in ginocchio davanti a me, il suo enorme sorriso si era dimezzato, tramutandosi da sorriso di scherno in un dolce e caldo sorriso a trentadue denti, di quelli che (purtroppo) mi faceva sciogliere “Va meglio così?” chiese con la classica faccia da cagnolino bastonato.

Direi di si” cercavo di non guardarlo, perchè ormai mi conosceva fin troppo bene, i suoi occhi riuscivano a scrutare in modo profondo nei miei e a ricavarne tutto ciò che voleva. Ero abituata a evitare il suo sguardo, quei suoi occhi quasi bianchi, freddi come il ghiaccio, ma in grado di scaldarmi, farmi emozionare e commuovere.

Silenzio. Un silenzio decisamente imbarazzante.

Sai” riprese lui “Non si direbbe che noi due stiamo insieme”

Stavolta rivolsi lo sguardo verso di lui, pur sempre non guardandolo dritto in faccia, e crucciai le sopracciglia “Infatti, noi non stiamo insieme”

Ah si?”il suo sguardo cercò il mio “i tuoi occhi dicono un'altra cosa”.

In modo molto patetico, non riuscii ad emetter parola e mi ridussi ad una ragazzina con il labbro tremolante davanti a quel ventenne dalla carnagione chiara che si stava chiaramente prendendo gioco di me.

Ti amo”. Terza regola.

Quel suo sguardo dolce, e quel suo sorriso così calmo e pieno di pace, unite a quelle due paroline... piansi una prima lacrima e gli saltai letteralmente in braccio, facendolo arretrare, e piangendo una seconda lacrima.

Giada l'hai rifatto, le hai infrante tutte e tre, di nuovo. Tutte e tre nel giro di dieci minuti”.


«Se nel corso di diversi mesi si producono solo tre eventi sociali interessanti, saranno tutti e tre nella stessa sera».

Seconda legge di Johnson


King


Capitolo Primo: Affronta le tue paure e il mondo ti sorriderà


No!”

Perchè no?!”

Perchè è giusto così!”

Ma dai Serena!”

Smettila di fare il bambino capriccioso!”

Clive, diciassette anni, piccolo di statura, o almeno quanto me, ma molto più piccolo di cervello. Un vero peccato perchè con il suo bel visino avrebbe potuto fare grandi cose. Capelli scuri, nero pece, e occhi verdi smeraldo, anch'essi scuri, ma molto più incantevoli. Peccato che sotto quel bell'aspetto si nascondesse un marmocchio precisino e pignolo.

Smettila di trattare male tuo fratello, Sally!”

Storsi il naso e la risposta del mio rivale fu una linguaccia “Smettila di trattare male tuo fratello Sally!” ripeté con voce stridula. Lei era Lucille, bellissima donna, fisico da modella e occhi magnetici. Di nazionalità incerta, era la mia matrigna, nonché la madre naturale del lì presente Clive, che naturalmente io detestavo. Non avevo mai pensato che avere un fratello fosse così stressante, essere figlia unica fino ad allora era stata la cosa più facile della mia vita. Come se non bastasse, il signorino si comportava così solo con me, come a farlo apposta, con gli altri era completamente normale. Eva, la mia migliore amica, era cotta di lui e passava le serate a casa mia a fissarlo mentre il signorino se ne stava steso sul letto in mutande e canottiera, come di suo solito, non calcolando chi era in quel momento in camera. Ovviamente la camera in comune era stata una brillantissima idea di mio padre. Ma questa è un'altra storia.

Siamo arrivati tesoro!” la donnina dai tratti orientali al volante stoppò la macchina e noi scendemmo a passo di marcia, pronti a un'altro anno scolastico deprimente e senza allegria.

Non essere così depressa Sally, ci sono qua io” mi strinse in una morsa d'acciaio, facendomi respirare a mala pena e inebriando le mie narici del suo dopobarba schifoso, come se non lo sentissi abbastanza nel bagno di casa nostra.

Che fai, Clive! Non devi abbracciarmi in pubblico ricordati!” ero leggermente spazientita, non so se si fosse notato.

Scusa, perchè tuo fratello non può abbracciarti?”

Perchè sei mio fratello solo da tre mesi, cazzo!”

La storia mia e di quella peste di Clive era tra le più classiche e allo stesso tempo originali. Fratellastri da pochi mesi, mio padre e sua madre, già ci odiavamo, e qui sta la classicità. La cosa mai vista prima era che non sapevo niente di lui, a parte l'età, il colore dei capelli e tutte quelle cavolate genetiche che si vedono a vista. Non sapevo qual'era il suo colore o il suo piatto preferito, ne quando era nato. Eppure eravamo in simbiosi ventiquattrore su ventiquattro. Eh si, in tutte le sue sfaccettature e contraddizioni Clive sapeva sorprendere molto bene. Era tremendamente riservato, ma allo stesso tempo mi trattava come se sapesse tutto di me e come se ci fossimo conosciuti da una vita.

Iperprotettivo era dire poco. Mi stava attaccata tutto il giorno, pur mostrando un certo astio nei miei confronti.

Si sente già come a casa!” aveva dichiarato mio padre. Già, ma qual'era casa sua? Poteva sembrare una cosa elementare, ma non ne avevo la più pallida idea. Da dove venivano Clive e Lucille? Uno dei miei ricorrenti problemi esistenziali al tempo. Come no.

Eccoci siamo arrivati” dissi fermandomi davanti al cancello della nostra scuola “Allora, ripetimi: chi sono io?”

Sbuffò. Uno sbuffo rassegnato e terribilmente fiacco.

Serena Elisi, diciassette anni, classe 4^B commerciale” annuì.

E tu?”

Clive Stevanin, diciassette anni, classe 4^C geometri. E non sono tuo fratello, noi manco ci conosciamo. Detto bene?”

Io annuì nuovamente e gli diedi un leggero bacio sulla guancia, presa dall'euforia “Sei stato bravo, Cliv” lo lodai accarezzandogli la testa e vedendolo diventare paonazzo.

G-Grazie...” sarà stato antipatico da morire, ma era carinissimo, e quando gli facevi dei complimenti o lo riempivi di gesti carini si addolciva tantissimo, diventando un bambino coccolone e senza difetti. Era di una tenerezza incantevole, lo ammetto a mani scoperte.

Ehi Serena!” Eva, di cui vi ho già accennato l'esistenza, si avvicinava a passo spedito, attirata molto probabilmente dall'intossicante profumo che il mio fratellastro aveva addosso “Oh, Clive non ti avevo visto!”

Ma a chi vuoi darla a bere, tesoro?

Ciao Eva” ecco: la trasformazione da bambino capriccioso a super figo aveva avuto atto “Come stai?” il suo sguardo si era fatto deciso e il suo colore era tornato il solito rosa pallido e candido.

Benissimo tu?” mi faceva quasi vomitare il modo in cui quella che doveva essere la mia migliore amica, nella buona e nella cattiva sorte, si faceva abbindolare dal moretto affianco a me. Gli occhi blu puntati su di lui, come se fosse una specie di dio. Dimenticavo, lei lo trattava proprio come se fosse un dio.

Molto bene, grazie” e sorrise. Un sorriso acceso e dolcissimo, quasi diabetico fino al midollo. “Ti sta molto bene quella camicetta” ecco, flirtavano anche adesso. Non potevo sopportarlo.

A me piace molto il tuo giacchetto” eh? Per favore era orribile. Eva svegliati! “Oh grazie! Speravo proprio ti piacesse” Balle! Lo aveva addosso solo perchè mio padre glielo aveva imposto con la forza, era un suo regalo e durante il primo giorno alla nuova scuola gli avrebbe fatto fare un figurone secondo lui. Si vedeva che mio padre non capiva una cicca di moda.

In ogni caso, non riuscivo più a sostenerli e con una scusa inventata al secondo, me ne andai verso la prima porta che vidi e mi ci chiusi dentro. Era un bagno. Un bagno di quelli messi male, a dirla tutta.

Faceva un caldo infernale e mi tolsi la giacca, troppo pensate per quel periodo, accorgendomi però do avere ancora molto caldo. Mi guardai attorno e non vedendo nessuno all'orizzonte, mi tolsi la maglia per levare la canottiera, rimanendo in solo reggiseno.

Tu, ragazza in reggiseno!”

Tirai un urletto, voltandomi, e notando un ragazzo biondo, alto circa dieci centimetri più di me, che mi fissava con due occhi di ghiaccio, duri e senza scrupoli. Cercai disperatamente la mia maglia, cadutami per terra per lo spavento e, una volta afferratala, cercai di coprirmi il seno ma con scarsi risultati.

È inutile che ti copri, ragazzina. Si vede tutto”

Cercai la voce per ribattere, ma più fissavo quei due fanali bianchi come la neve, più la mia fiducia se ne andava “Approposito... che fai nel bagno degli uomini mezza nuda? C'è per caso un sedicenne arrapato qui in giro?”

Io ne ho diciassette di anni, scemo!” la cosa più stupida che potevo dire, ovviamente, la dissi. Subito dopo, immersa fino a qui nella vergogna e sempre cercando di nascondere la mia terza di reggiseno con una maglietta minuscola, notai un altro paio di cose fondamentali. Primo: aveva ragione lui, eravamo nel bagno degli uomini, l'insegna con l'omino lo faceva notare forte e chiaro. Secondo: avevo già visto quel ragazzo da qualche parte, ma non ricordavo dove; e terzo: senza volerlo ci eravamo avvicinati molto più di quello che avrei mai potuto volere.

An si? Diciassette anni? Come ti chiami, sentiamo”

Serena” scandì, allontanandomi.

Bene, Sere. Ti dispiace andartene che devo pisciare urgentemente?”

Regola numero uno: MAI nessuno, dico nessuno, è autorizzato a chiamarmi Sere.

Il mio sguardo si fece cupo e ricominciai ad avanzare verso di lui, decisa da dargli una lezione.

Allora non lo capisci l'italiano, eh? Perchè non te ne vai da qualche tuo amico o fratello che ne so....”

Regola numero due: MAI ricordarmi che avevo un fratello. Mi faceva diventare dannatamente isterica.

Ancora più adirata lo spinsi contro il muro, sentendo il suo gomito che sbatteva sul leggero cartongesso.

Lasciami stare, cazzo! Cosa devo dirti, che ti amo se te ne vai?!”

Regola numero tre: MAI pronunciare le parole “ti amo” senza un pretesto preciso in mia presenza.

E scattai come una molla, polso dritto, mano rigida. Un bel ceffone stampato sulla sua guancia sinistra, senza nemmeno avere il tempo di pensare a quello che stavo facendo. Ma sfortunatamente, subito dopo me ne resi conto.

Portai una mano alla bocca, devastata perchè avevo appena preso a schiaffi un ragazzo che avevo appena conosciuto, e che avevo appena notato essere bellissimo. Gran bel momento per notarlo ovviamente!

Scusa, scusami!” cercai di scusarmi in tutte le maniere possibili, ma più fissavo l'orrendo stampo rosso fuoco che gli avevo impresso sulla guancia, più mi rendevo conto che stavo facendo una cavolata dopo l'altra.

Lui con la mano destra mi allontanò, mentre con la sinistra si copriva il marchio e intanto mi guardava con occhi gelidi “Che diavolo ti è saltato in testa? Non sono mica la tua bambola!” ero veramente distrutta e la mia emotività stava venendo fuori, quando qualcuno mi faceva la predica mi atterrivo in un modo pauroso. Fece per alzare le mani, forse per afferrarmi o forse per schiaffeggiarmi a sua volta, ma un braccio sbucato dal nulla lo bloccò all'improvviso.

Che stai facendo, non si tocca una ragazza!”

Eccolo, il mio peggior incubo. Clive in carne ed ossa, davanti a me che mi difendeva senza un motivo, fissando il biondino con aria perfida, con gli occhi che sprizzavano energia pura. Non l'avevo mai visto così.

E tu adesso chi cazzo sei?!” per tutta risposta, l'altro si staccò dalla presa e indietreggiò, fino a che non fu fermato nuovamente dal muro di qualche riga più sopra.

Sono Clive, Clive Stevanin, futuro re!”

Sia io che occhi di ghiaccio ci rimanemmo (concedetemi il modo di dire) di merda. Un'altra, forse l'ultima, cosa da sapere su di lui: si credeva un erede al trono, una specie di principino dell'antichità, fuggito dal suo regno per cercare la tranquillità e bla bla bla... diciamo che se non avesse messo in scena una presentazione così ridicola, avrebbe anche potuto impressionare qualcuno, ma aveva fallito miseramente.

Il ragazzo scoppiò quasi a ridere e fu in quel momento che vidi per la prima volta il suo sorriso da lobo a lobo. Era veramente buffo e senza rendermene conto risi anche io.

Sally! Io ti difendo e tu ridi?!”

Non lo ascoltai e continuai a fissare gli occhi del lui davanti a me, sprizzanti di allegria e leggerezza. Non erano più così freddi e ghiacciati tutto ad un tratto. Come per magia, si accorse del mio sguardo puntato su di lui, smise di ridere e cominciò a guardarmi in modo molto più intenso. I nostri sguardi incrociati da una catena invisibile, vennero interrotti dall'inutile figura di Clive che raccolse la mia maglietta, caduta poco prima durante l'impatto con la guancia del tipo. In un secondo il mio volto si tinse di rosso e afferrando la maglia corsi dentro un gabinetto, sbattendo la porta in modo che mezza scuola mi sentisse.

Subito dopo il veloce cambio d'abito, rimasi li ferma immobile, con l'orecchio appoggiato alla porta di legno nel tentativo di origliare una parte della loro discussione iniziata poco prima.

Re? Re di cosa?” il biondo stava evidentemente schernendo il mio fratellastro per la sua ultima affermazione, e non avevo niente da ridire perchè è la stessa cosa che avrei fatto anche io.

Non credo ti freghi più di molto, e poi ho detto futuro re”

L'altro rise, cercando come sempre di trattenersi, ma riuscendo poco nel suo intento e scatenando un nervosismo in Clive che cominciò a battere col piede per terra, suo inarrestabile tic.

Okay, scusa” era veramente pessimo, si sentila lontano un miglio, senza nemmeno guardarlo in faccia, che stava cercando di prenderlo in giro “Dimmi, che rapporto avete te e la giovane escort qui presente?” scemo lo era di sicuro, perchè non si rendeva conto che lo sentivo benissimo; oppure lo faceva apposta e allora, oltre ad essere stupido, sarebbe stato anche un grandissimo stronzo.

Io... io e lei, ecco...” forse la testolina bacata che il moretto aveva si stava attivando, perchè sembrava voler desistere nel dire che era mio “fratello”, cosa che effettivamente gli avevo raccomandato di non fare.

In quel caso la figura di Clive si sarebbe presentata più a meno così: un futuro re che se andava a spasso per i bagni a salvare le donzelle mezze nude da ragazzi completamente normali che non sarebbero mai riusciti a rendersi conto di quello che stava succedendo. Sarebbe stato presentato come un personaggio molto imbarazzante, cosa molto brutta se si conta che quello era il suo primo giorno di scuola.

Eh? Non ti ho sentito parla più forte!”

Lei è mia morosa” a sentire quelle parole caddi a terra dal colpo. Si sentì un tonfo provenire da dietro la mia porta e i due si portarono davanti a questa incuriositi e confusi. Capii che era arrivato il momento di uscire da lì.

Con quel minimo di dignità che mi era rimasto, aprii la porta in modo abbastanza diretto, con un solo spintone sicuro, rossa in viso fino alla punta dei capelli e fissando in modo truce il moro principino.

Ma guardatevi che carini” prese parola il biondo, allontanandosi da noi un passo per assistere meglio alla scenetta “i due morosetti che fanno figuracce insieme, che dolci!” rise in modo disprezzante e si girò per andarsene.

Ci rimasi malissimo.

Sapevo che era solo una cavolata, non era successo niente di grave o irreparabile, solo una figuraccia come tante e una piccola bugia venuta fuori a causa di un momento di panico. Ma rodeva e bruciava tantissimo. Sentirlo ridere mi faceva sentire veramente triste, e anche Clive era rimasto di sasso.

Mi venne automatico girare il volto e poggiarmi contro la cosa più vicina, in questo caso la spalla del mio fratellastro e per un paio di minuti buoni restammo in silenzio così, come se niente fosse accaduto. Poi presi la parola.

Perchè cazzo hai detto che sei mio moroso?!” mugugnai atterrita.

Mi sembrava la cosa più sensata da dire” rispose lui piatto “Non dovevo dire che eravamo fratelli”

Ma non dovevi dire nemmeno che ci conoscevamo”

Questo mi è sfuggito”

Avrei tanto voluto rispondere con un “L'avevo notato” ma sarebbe stato inappropriato e l'avrebbe ferito ancora di più. Certo, io e lui non eravamo così uniti, ma non mi sarei mai permessa di scalfirlo mentre stava già evidentemente soffrendo.

Credo sia meglio andare in classe” proposi.

Già”.



Durante la ricreazione non riuscivo a sentirmi tranquilla. Tutto il malumore era passato e avevo la grandissima voglia di scoprire che fosse quel biondino da paura, per andare la e dirgliene quattro.

Descrivimelo, magari so dirti chi è” avevo parzialmente raccontato a Eva a storiella del bagno, tralasciando il mio essere in reggiseno e il fatto che io e Clive eravamo stati insieme per due secondi netti.

Allora: era alto e biondo, un biondo chiaro chiaro, quasi platino. E aveva anche due occhi molto chiari, come il ghiaccio e molto freddi”

Le mi guardò un attimo storta “Sai quanti ragazzi così ci sono a scuola con capelli biondi e occhi chiari?”

Scossi la testa indignata: non capiva. Non erano degli occhi qualsiasi: così freddi gelidi senza espressività, ma che riuscivano a trasformarsi in due fanali pieni di calore quando sorrideva. Di sicuro non c'erano altri ragazzi così a scuola.

È complicato”

Me ne sono accorta” sbuffò “Vediamo se riusciamo a vederlo in giro”

E così partì la nostra ricerca disperata del biondino. Dopo aver girato due piani inutilmente decidemmo di dividerci “Io vado verso la classe di Clive” dissi “e tu ti sposti verso quel corridoio, okay?”

Mi gettai in quella marea di persone nel corridoio della 4^ e 5^ geometri, spintonando un po' di persone e facendo non pochi disastri, come mio solito. Intravidi il mio fratellastro e gli corsi in contro domandando se avesse visto occhi di ghiaccio nei paraggi.

No, cioè si...” sembrava un po' confuso.

Si o no?!”

Si! Lui è...”

Non fece in tempo a finire la frase che ci trovammo vicinissimi, legati da un braccio maschile dietro le nostre spalle “Ehi fidanzatini” la cosa positiva era che avevo trovato il ragazzo che cercavo, quella negativa era il fatto che credesse ancora nel nostro fidanzamento “Come state?” credo lo facesse apposta, ma stava urlando quasi volesse attirare l'attenzione di tutti. Infatti ci trovammo come illuminati da dei riflettori, con l'intero corridoio che ci fissava perplesso.

Il tipo si spostò di lato e guardandosi attorno per assicurarsi che tutti lo stessero guardando si rivolse a noi con voce stavolta più mite “Che ne dite di un bel bacio per celebrare la cosa?”

Stavo quasi per mettermi a ridere e a raccontare tutta la verità, ma mi bloccai pensando all'emerita figura di cavolo che avrei fatto. Così mi voltai verso Clive per chiedere consiglio a lui e mi ritrovai coinvolta in quello che avrei voluto non accadesse mai. La mano di lui mi afferrava il mento e portava la sua bocca a congiungersi con la mia, in un bacio di pochi attimi, leggero, casto e puro, senza un'eccessiva partecipazione da parte di entrambi.

Eppure fu proprio quel bacio a far scomparire il sorriso dagli occhi del biondo, nonostante tutt'attorno si levassero applausi da parte di completi sconosciuti.

***

Okay la mia prima storia nel campo romantico! So benissimo che non è nulla di che, ma vorrei sapere il parere di chi storie del genere ne legge taaante ogni giorno. Sto cercando di migliorarmi e le critiche costruttive non possono che fare bene.

A voi la parola!

Grii


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Capitolo 2
*** Capitolo Secondo ***


Capitolo Secondo: Problemi interni e proposte indecenti


Federico, Federico Crestani, diavolo!”

Anche avendolo voluto ardentemente, non riuscii a nascondere l'intera faccenda dell'ingenuo bacetto ad Eva che naturalmente mi assaliva come una bestia inferocita. Intanto ero riuscita a identificare biondino occhi di ghiaccio, che portava il tanto nobile nome di Federico.

Federico, o più comunemente Cre per gli amici, era il più rinomato sexy idol della scuola, conosciuto da tutti manco che da me. Aveva la bellezza di due anni in più di noi ed era stato bocciato l'anno prima per cause a tutti sconosciute. La raccolta dati di Eva racchiudeva anche un piccolo particolare essenziale di lui: era un asociale nato. Da quando la sua bocciatura l'aveva costretto a retrocedere e a mischiarsi tra i 'più piccoli' si era chiuso completamente, perchè gli altri erano indegni di parlargli. Alcuni invece raccontavano che quelle erano tutte balle e che avesse subito uno shock talmente grande da diventare scorbutico al massimo. Nei suoi anni d'oro, però, il ragazzo fu conosciutissimo per le sue doti atletiche, la sua camminata da figo, il suo coraggio da vero uomo, il suo fondoschiena da urlo eccetera eccetera... ma la cosa che lo contraddistingueva era senz'altro il suo umore contagioso e misterioso che lo rendeva appunto un idol.

Sul serio vuoi dirmi che non avevi mai sentito parlare di lui?!” Eva intanto continuava a saltarmi addosso e io replicavo sempre con qualche mugugno disperato e sofferente.

Però, dopo aver sentito la sua descrizione a regola d'arte, non potevo dire di non sapere chi fosse ma solo di averne sentito parlare.

Boh” risposi “forse si, forse no. Ne ho sentito parlare, ma non ne sono sicura...” un ennesimo sbuffo di Eva mi costrinse a tacere. Poveretta, lei si che era sotto shock, ma il suo grande cuore l'aiutava a non riempirmi di botte.

Comunque, sei riuscita a parlare con Clive?”

Storsi il naso, leggermente disprezzante, e scrollai il capo in segno di no.

Dovresti parlargli”

Oh, grazie, non ci ero arrivata.

Il problema era che avevo una strizza terribile di farmi vedere di la, nel corridoio del bacio, perchè avrei potuto incontrare lui e fare qualche altra brutta figura.

Ci parlerò oggi a casa” borbottai.

Ed effettivamente quel pomeriggio con Clive ci parlai, ma fu una discussione non molto avvincente.

Ehi Cliv” si voltò aspettandomi sul vialetto della casa di papà, notevolmente nervoso.

Senti Sere, riguardo ad oggi...”

Bah lascia stare, non me la sono presa. O per lo meno, non più di molto” dissi con sguardo truce rivolta nella sua direzione “ma volevo sapere come avevi intenzione di far evolvere la faccenda”

Domani diciamo a tutti che ci siamo mollati” rispose secco senza prestarmi troppa attenzione e sedendosi sul dondolo di legno “mi molli tu, così puoi andare a vantarti con le amichette che hai mollato quel figo di Clive Stevanin, tanto nessuno sa che sono tuo fratello”

Ogni tanto la logica di Clive mi stupiva e rallegrava, un piano così non era da tutti i ragazzi di mia conoscenza. Volli però soffermarmi su un particolare “Cos'è questa storia di 'quel figo di Clive', eh?”

Si scostò il ciuffo dagli occhi con il suo fare annoiato, e sorridente continuò a dondolarsi “Secondo le ragazze della mia classe sono un gran bel partito” io annuì e mi lasciai scappare un sorriso lievemente disgustato “un paio hanno pure menzionato il portarmi a letto” qui il mio sorriso divenne un solco di sdegno.

Beh, mi basta andare a dire in giro che quel gran fico di Clive...”

Figo” mi corresse inutilmente lui.

È uguale, cazzo! Dov'ero rimasta? An si... che quel gran figo di Clive a letto non dura meno di dieci secondi, vedrai come ti verranno ancora dietro”.

Vi ricordato quando ho detto che la conversazione non risultò molto avvincente? Ovviamente mi riferivo alla faccenda scolastica, gli argomenti interessanti c'erano eccome.

Ah, sentitela questa!” il fratellastro adorato si era alzato e gironzolava avanti e indietro per la veranda abbastanza scosso “E tu che ne sai, mica ci sei stata a letto con me, o dimentico qualcosa?”

Gli risi in faccia con tutto il sadismo che potevo metterci “Credo non ci sia molta differenza tra quando vieni a letto e quanto vieni masturbandoti”

Lui, d'un tratto divenne tutto rosso e si rimise a sedere nervoso come non mai. Si torturò le mani e poi tornò alla carica, questa volta incazzato nero “Ti sei messa a spiarmi per caso?!”

Abbiamo la camera in comune, mio caro” cinguettai soddisfatta di averlo fatto infuriare “Sei dotato si, ma il tuo problema è che vieni troppo infret-...” non mi lasciò concludere la frase che fui scaraventata a sedere sul vecchio dondolo, mentre mi contorcevo dal ridere.

Stai zitta!” ringhiò “vuoi che mi metta a spiarti pure io?!”

Sarebbe stata una cosa molto divertente, lo ammetto. Ma Clive non era assolutamente il tipo di persona che si metteva a spiare qualcuno, tranne in casi estremi. Quando faceva qualcosa che non voleva fare diventava molto maldestro e finiva per rompere qualsiasi cosa gli capitasse a tiro.

Lascia stare Cliv, non ci riusciresti” ammise la sconfitta grugnendo, dandomi le spalle e mettendo il broncio.

Oh, non fare così” dissi avvicinandomi a lui con aria dolce. L'ho già detto che era carinissimo quando arrossiva o faceva finta di arrabbiarsi? “Cliv, non me la sono presa con te” cominciai ad accarezzargli i capelli e a spostargli delle ciocche dietro le orecchie, sentendolo sospirare al tocco. Sapevo che lo stavo facendo impazzire “Non andrò a dire niente a nessuno, non preoccuparti. Potrai andare a letto con tutte le ragazze che vuoi...”

Eddai Sere non scherzare” cambiò bruscamente posizione, tornando alla vecchia sedia, e lasciandomi leggermente confusa “Lo sai che io non cerco questo” il suo sguardo si era fatto serio e non potei far altro che sorridere languidamente, davanti al carattere amabile di quel piccolo principe.

Potreste non credermi, ma più di una volta quando cercavo di immaginarmi il ragazzo perfetto (che in realtà non esisteva mai) mi veniva in mente lui. E lui esisteva, era questo il bello. Ma allora perchè non riuscivamo ad andare così d'amore e d'accordo?

Comunque i ragazzi della mia classe hanno detto che sei carina e alcuni mi hanno chiesto se potevano avere il tuo numero”

E tu che hai detto?”

Che hai una tariffa molto cara”

Ecco perché.

Oh Clive, il tuo sarcasmo e il tuo umorismo mi sono mancati in tutti questi anni in cui non ti ho conosciuto. Sai dovresti...”

Mi bloccai vedendo la Spider rientrare dal portone principale.

Ah, Lucille è tornata” mi girai verso Clive e vidi il suo sguardo rabbuiarsi “Stai bene?” fece cenno di si, rimanendo cupo, e buttando indietro la testa si mise a dondolare.

Ho bisogno di una sigaretta”

Tu non fumi” gli feci notare

Questi sono i momenti in cui vorrei iniziare” mi prese un colpo a sentire quelle parole, sentendomi come presa in giro.

Non scherzare, tu odi anche solo l'odore del fumo”

Non mi rispose. Rimase zitto zitto, a guardare il tramonto che stava soggiungendo, e una donnina vestita di tutto punto che risaliva il vialetto. Faceva strani soffi, cercando di imitare i ragazzi che fanno gli anelli con il fumo delle sigarette, ma quello che ne veniva fuori era una patetica scusa per chiudere il discorso.

Questo ti spiazzava di lui, era riservato da morire, ma allo stesso tempo molto loquace. Quando voleva, interrompere una discussione, però, non c'era altra via.

Intanto Lucy camminava, o per meglio dire saltellava, venendoci in contro, proprio come una bambina di sei anni a cui avevi regalato un palloncino ed ora era tutta contena che veniva a saltarti in braccio.

Cliv, tesoro” la sua vocina tutta miele era quasi stomachevole “scusa se sono stata via per così tanto ma sono andata in agenzia per i biglietti della vacanza di quest'estate”

Ovviamente si riferiva a 'i biglietti per tonare nel loro regno' e la prima cosa che mi venne da pensare fu come avrebbe potuto comprare i biglietti per un posto che non esisteva. In ogni caso, lei non era stata in agenzia, e questo lo sapeva anche Clive.

Sally, amore, ci sei anche tu!” sorrisi forzatamente “vedrai dobbiamo portarti con noi quest'estate. Ti potremo mettere nella camera degli ospiti – sai il palazzo è molto grande – e Clive potrebbe farti vedere il lago e il boschetto... ma perchè no! Potrebbe portarti anche in città!”

Quelli erano momenti in cui avrei voluto tagliarla in due, perchè di essere presa in giro non ne avevo per niente voglia. Da Clive ancora ancora, ma da lei, una persona adulta che dovrebbe essere stata responsabile, matura e via dicendo, non mi andava proprio.

Allora tesoro che ne dici?”

Si, ma'” aveva un tono completamente rassegnato e uno sguardo perso ne vuoto. Mi rattristai molto vedendolo così. Quando vedi una persona sempre allegra con quello sguardo è naturale rattristasi, credo, come ai funerali.

Ma bravo il mio amore” si chinò e gli diede un bacetto veloce entrando in casa e sbattendo violentemente la porta.

Silenzio. Imbarazzante, molto imbarazzante. Oramai ci avevo fatto l'abitudine.

Smettila di mentire a te stesso, sai benissimo quello che sta succedendo, perchè non le parli?!” cercai di essere il più convincente possibile, ma fu inutile, infatti continuò ad avere lo stesso sguardo vacuo.

Ormai era più che noto a tutti i componenti della famiglia che la signorina Lucy aveva un amante, oltre a mio padre. Ma nessuno sapeva chi fosse. Papà quando l'aveva scoperto, non aveva detto niente e non aveva voluto neanche saperne il nome; prese solo qualche vestito e non tornò per quattro giorni. Intanto Lucille continuava la sua vita serena, senza pensieri, o almeno così voleva far credere.

Ma il più sconvolto era Clive. Non aveva mai avuto una famiglia come si deve, e quando sua madre si era risposata con mio padre venendo ad abitare qui, era il ragazzo più felice del mondo. Quando aveva scoperto il tradimento però, gli si era spezzato il cuore, ma non voleva farlo notare, ovvio.

Rispondi, cazzo!”

Lasciami in pace, che te ne frega?!”

Avrei tanto volto dirgli “Ma Cliv, tu sei mio fratello!” ma credo mi avrebbe riso in faccia.

E avrebbe avuto ragione, per come lo trattavo.

La sera, incredibilmente, eravamo tutti e quattro a casa – io, Clive, papà e Lucille – ma la situazione non era delle migliori. La tensione era alta, e nessuno osava aprire bocca, compresa Lucille che di solito aveva la lingua fin troppo lunga. Avrei preferito una delle sue chiacchierate, perchè quel silenzio era veramente pesante da sopportare. Alla fine della cena aiutai a sparecchiare e mi sbarrai in camera dove Clive mi stava aspettando.

Eccomi sono ventata a spiarti” dissi per tirargli su il morale. Con mio grande piacere non feci cilecca e la sua risposta fu una sonora risata.

Ti prego non scherzare, adesso ho solo voglia di farmi un a bella dormita”

Allora vado a farmi una doccia, così dopo spegniamo le luci”

Forse l'unica cosa decente della nostra camera era il bagno personale. Avevamo un altro bagno in corridoio ma quello non lo usava mai nessuno, perchè tutti preferivano stare vicini alla loro camera. Così entrai e chiusi la porta scorrevole, sentendo Clive che dall'altra parte si stava togliendo i vestiti e ficcandosi sotto il piumone invernale.

Ehi Sere” avevo accesso l'acqua e facevo fatica a sentirlo, così urlò più forte “EHI SERE!”

Che c'è?!” la seconda volta era quella buona.

Oggi, dopo il nostro – ehm... – piccolo inconveniente Crestani è venuto a parlare con me”

Chi?!” certo che quando ero sotto la doccia ero sorda come una campana, eh.

FEDERICO CRESTANI! 5^Ag. Accidenti!”

Un brivido mi percosse da capo a piedi “Ah, e che voleva?” risposi stavolta tendendo l'orecchio

Mi ha detto che secondo lui siamo una bella coppia 'Siete due morosetti simpatici' ha detto. Ma aveva un aria un po' bastonata” Mi trattenni dal dire che l'avevo notato anche io, e cercai di sembrare del tutto disinteressata.

Cosa dovrebbe importarmi scusa?”

Come non è il sexy idol della scuola?” scommisi con me stessa che quella bocca larga di Eva aveva parlato “Mike mi ha detto che pure sua sorella di 1^ liceo lo conosce” a questo punto dovrei parlarvi di Mike, ma sforerei troppo con la storia, quindi lascio perdere “Ma Gianluca della 5^B dice che sono tutte balle solo perchè ha un bel viso e che in realtà lui è ancora vergine e cose così...”

Che hai contro i vergini, Cliv?” cambiai argomento senza neanche accorgermene, e poi mi morsi la lingua ammettendo di aver fatto la domanda sbagliata al momento sbagliato.

N-Niente” non avevo intenzione di parlare di queste cose, non in quel momento, e cercai di liquidare il discorso in fretta.

Comunque... che stavi dicendo di Mike? Sua sorella conosce...AAAAAAHHH! UN INSETTO, UN INSETTO!” urlai con tutto il fiato che avevi in gola, perchè in quell'esatto istante un insettaccio simile a un millepiedi gigante si era intrufolato nella doccia e si avviava verso di me con fare minaccioso. Tutto soggettivo, ovviamente.

Clive, con il suo coraggio da principino eroico, per poco non sfondò la porta e con la spazzola del water – tenuta appositamente a mo' di spada – si lanciò all'attacco aprendo il separé della doccia e scaricando quella bestiaccia nella fogna comunale.

Subito dopo, tutto orgoglioso per la sua così eroica impresa, si voltò verso di me e perse il sorriso vedendomi senza niente addosso, tutta bagnata, proprio davanti a lui. Io ricominciai ad urlare e – coprendomi come meglio potevo – lo spedii fuori a calci.

Papà si fiondò in camera sentendomi urlare, ma Clive lo rimandò indietro dicendo che era tutto apposto e che io avevo solo visto un insetto. Magari fosse stato solo l'insetto! Mi sentivo un verme completo e tutta rannicchiata mi appoggiai alla parete della doccia vergognandomi da morire. Ma anche il caro fratellino non doveva sentirsi molto ok, perchè respirava pesantemente dall'altro lato del muro e si sentiva chiaramente che gli batteva il cuore a mille.

Quando ebbi finito, mi infilai a letto in punta di piedi, cercando di fare il più piano possibile, ma andai comunque addosso alla gamba del letto, procurandomi un ematoma non poco notevole.

Ma porca...” mi trattenni vedendo che Clive stava cercando di dormire, cosa che purtroppo non riuscì facile neppure a me.

Clive...” sussurrai immersa nel buio, fissando la finestra dalla quale si intravedevano le stelle “sei ancora sveglio?”

Credo di si”

Ecco... mi dispiace per prima. È la prima volta che la nostra divisione dei bagni non va a buon fine”

Ed è la prima volta che ti trovi in un così grande pericolo” okay adesso stava ironizzando, ma cavoli, io ero seria.

Non fare lo scemo! È stata una cosa abbastanza anormale...”

Non preoccuparti, non sei la prima ragazza che vedo nuda” la cosa cominciò ad incuriosirmi.

Ti riferisci a Lucille?”

No” risposte secco.

...no? Ma io credevo...” la cosa mi confondeva e non poco. Avevo sempre creduto che Clive fosse sporco solo a parole, ma in realtà fosse un ragazzino casto e gentile, ma in quel solo attimo stava distruggendo tutte le mie certezze.

C'era una ragazza, Dawn, a casa mia, era la figlia di un'amica di mia madre. Facevamo il bagno insieme ogni tanto ed è stata anche la mia ragazza. Le nostri madri avevano in mente un matrimonio, così Dawn sarebbe diventata la mia regina quando mi avrebbero promosso da principe a re. Ma poi loro due hanno litigato e mamma è venuta qua e mi ha detto che avrei trovato una ragazza più degna per regna-...”

Okay, ho capito”

Proprio non mi andava di sentir farneticare Clive sulla sua stramba idea del futuro re, spensi il cervello e cercai di addormentarmi. Facevo una fatica tremenda, e anche il ragazzo accanto a me sembrava farne.

Sospirava, come se dovesse togliersi un grosso peso.



Il primo mese del nuovo anno scolastico era passato in un batter di ciglio. Possiamo dire che tutto era tornato alla normalità: io e Clive non eravamo più chiamati con il nomignolo di 'la coppietta del corridoio' e a casa tutto trascorreva lento e impassibile, come al solito. Di situazioni imbarazzanti non ce n'erano più state e l'ultimo sabato del mese sembrava anche troppo vicino.

Prepari le valigie per andare da tua madre?”

Uh hu” annui cercando di afferrare una felpa sul ripiano più alto dell'armadio senza riuscirci, così che ci pensò Clive.

Ecco, tieni” sibilai un gelido 'grazie' e ricominciai a farmi i fatti miei “Mi saluti Mike quando arrivi?”

Ovvio” ecco, ora forse potrei parlare di Mike, ma molto brevemente. Lui era quello che si poteva considerare l'amico d'infanzia, quello che tutte le tue cazzate e figuracce le sa a memoria. Un tipetto alto quasi quanto me, dai capelli rossi e lo sguardo furbo; deciso testardo e impiccione, ma tanto fedele e coccolone. Non so perchè, ma lui e Cliv avevano fatto subito amicizia.

Magari vengo anche io a fare un giro”

Buona idea” cercai di essere naturale, ma non mi riusciva molto bene; solo il pensiero di trovarmi il fratellastro tra i piedi anche da mamma era insopportabile.

Alle sette e mezza, puntuale come un orologio, Lucille ci portò fino a scuola e poi partì per chissà dove pronta a fare chissà cosa. Clive si disperse tra i suoi compagni e io mi sedetti al solito posto, sotto il grande arco aperto appoggiata ad una colonna insieme ad Eva.

Guarda chi arriva!” disse tutta sghignazzante.

Un uomo sulla trentina aveva appena salito le scale, occhiali da sole, camicia hawaiana, bermuda, scarpe da ginnastica (inevitabilmente firmate) e la borsa portata a tracolla. Tutti gli sguardi si puntarono su di lui, alcuni divertiti e altri scioccati, nonostante quella non fosse una delle sue prime apparizioni. E apparizioni era la parola giusta. Paul (letto letteralmente Paùl, e non Pool) Angeli era il nostro nuovo professore d'italiano, storia e letteratura ed era il più eccentrico personaggio (nonché il più influente) della scuola. Si vestiva come un ragazzino e si comportava come un ragazzino, usava più ironia lui che tutta la nostra classe e sembrava in preda ad un'imitazione dell'Attimo Fuggente ogni volta che apriva bocca.

Nonostante tutto mi stava simpatico. Ci faceva scrivere molto, e io adoravo scrivere, essendo anche piuttosto brava e amando le materie che insegnava. Tra di noi c'era un adorazione reciproca, dato che io ero in perfetta sintonia con il suo sistema di spiegazioni e lui con il mio sistema di scrittura. Ci fermavamo dopo le lezioni a chiacchierare e ci scambiavamo consigli su libri da leggere e altre cose apparentemente intellettuali.

Buongiorno signorine!” salutava tutti e tutte, accessoriando con un inchino tutti i suoi buongiorno.

Giorno, prof.” lo salutammo in coro io e l'amica “Quello è un mito, veramente” anche Eva aveva molta simpatia per lui, nonostante i suoi voti non fossero brillanti come i miei.

Proprio quella mattinata avevamo due ore di italiano più una di supplenza, che fanno tre. La lezione non era mai troppo pesante e la maggior parte di noi si asteneva dal lamentarsi.

Paul si sedette sulla cattedra e tirò fuori dalla tracolla una cartellina verde, dove teneva i nostri temi “Bravi ragazzi, vi sapete esprimere molto bene, state migliorando tutti e siamo solo all'inizio dell'anno. Se andate avanti così tra poco possiamo iniziare i saggi brevi in preparazione all'esame di quinta” da segnare sul calendario:

Oggi sabato 29 settembre ci hanno minacciato con gli esami di maturità. E siamo al primo mese della quarta”

Il prof. intanto ridacchiò tra se e se “Scherzavo, cari miei, non preoccupatevi. E ora venite a ritirare il vostro tema quando vi chiamo... Serena, mia stella, avvicinati”

Tutta contenta arrivai a passo di danza alla cattedra e non potei fare a meno di sorridere vedendo il simpatico 10 stampato sul davanti “Se continui così diventerai anche più brava di me” io arrossì e ringraziando tornai gongolando al mio posto.

Cazzo che secchiona sei Sere” ormai questi commenti mi scivolavano addosso senza neanche rendermene conto, sapevo di non essere così secchiona, infatti andavo bene solo in italiano.

La prima ora fu un delirio totale, una chiacchiera continua – ma d'altronde alla consegna dei temi si faceva sempre così – e la ricreazione la passai nel corridoio dei geometri costretta da Eva, che doveva andare a parlare con il suo Clive. Ormai mi conoscevano tutti, e quello che aveva detto il moretto era vero: lo consideravano veramente un ragazzo giusto, e non c'era persona che non sapesse il suo nome. Si era fatto un sacco di amici e aveva più di qualche ragazza che gli faceva il filo. Questa era la causa del 99.9% delle mie visite, in altre parole tenere d'occhio Clive per conto di Eva e non lasciare che nessuna ragazza gli si avvicinasse. Le ragazzine (erano più che altro di 1^e 2^, qualche volta di 3^) appena sentivano che arrivavo tremavano e sgusciavano via, perchè a quanto pare ero una ex molto temuta.

Eva e Clive si scambiarono i loro soliti saluti languidi e io mi appoggiai al muro guardano che accadeva li attorno. C'erano due che pomiciavano, li conoscevo entrambi, uno che faceva il cretino con i suoi amici, il prof. di geografia che parlava con quella d'inglese... e occhi di ghiaccio che ascoltava una discussione apparentemente non interessante.

Erano lui, due ragazzi e una ragazza accanto alla porta del bagno femminile, seduti su degli scalini. Devo ammettere che da quando l'avevo incontrato era diventata una mia abitudine fissarlo quando ne avevo l'occasione. Era molto bello con gli occhi in contro luce, con quel visino parzialmente interessato dove talvolta sbocciavano maglifici sorrisi. Ogni vola che sorrideva automaticamente sorridevo pure io, come la prima volta, aveva la risata terribilmente contagiosa.

Eva mi chiese di accompagnarla proprio al bagno, e all'inizio fui un po' titubante – cioè, proprio doveva portarmi – ma alla fine acconsentii.

Mentre si sistemava allo specchio, mi appoggiai alla porta e per puro caso intercettai uno dei loro discorsi.

...allora è entrato da sotto il palco con la chitarra in mano e ha cominciato a suonare ad una velocità sensazionale! Sembrava indemoniato, dio santo! Avrà saltato da un altezza di due metri ed è piombato su un trampolino, cazzo che salto che ha fatto...”

Gigi, al prossimo concerto della band dei tuoi amici posso venire anche io?”

Certo che puoi venire, dico bene Fab?”

Ovvio. Noi tre, io, te e la Giada. Anzi noi quattro, Cre sei dei nostri, no?”

Si, nessun problema”

Che tipo di musica ti piace, Cre?”

La conversazione si interruppe un attimo, e girandomi notai che il signorino aveva una aria un po' pensierosa. La ragazza, Giada a quanto pare, lo fissava con sguardo confuso e lo stesso gli altri due. Fabio – Fab – sembrava il più carino, alto, capelli neri corti scalati e fisico da palestrato, mentre l'altro Luigi – Gigi – era un metallaro purosangue dai capelli lunghi e i vestiti scuri.

Dopo un considerevole lasso di tempo il biondino ebbe una risposta “Non so, non ho nessun genere preferito”

Oh, Cre tutti hanno un genere preferito! Che c'è ti piace la musica classica e hai vergogna di dirlo?”

Luigi era quello più vecchio, e si vedeva benissimo. Avrà avuto si o no un anno più di Federico e aveva frequentato la scuola in un altro paese prima di venire da noi.

Ma che dici?! È solo che non impazzisco per niente...”

Il mio tentativo di spionaggio fu interrotto da Eva che mi fece cenno di venire fuori.

Se quando eravamo entrate il gruppetto non mi aveva notato ora mi stavano fissando tutti. Ci passammo molto vicino e scambiai uno sguardo di fuoco con il signorino biondo che perso nei suoi pensieri aveva finito per guardare verso di me, attirando così l'attenzione dei suoi compagni. Luigi mi guardo scettico, Fabio confuso e Giada con aria superiore.

Ma non riuscirono ad distruggere la catena formata dai nostri sguardi, come se entrambi cercassimo di tirare fuori qualcosa dall'altro.

Seeerena!” sobbalzai interrompendo quel momento così sospeso e mi ritrovai il braccio di Paul attorno al collo “E tu, Federico, vieni qui” il cuore aveva cominciato a battermi, e la mente mi si stava offuscando. Non sapevo più quello che stava accadendo, e in men che non si dica fui nell'aula professori a braccetto con Crestani, pure lui notevolmente scioccato.

Figlioli miei, vi presento. Lei è Serena e lui è Federico” ci scambiammo una rapida stretta di mano, senza neanche accennare al nostro primo incontro, come due completi sconosciuti “Sapete perchè siete qui?” entrambi facemmo no con la testa “Bene! Spieghiamo tutto dall'inizio...” la campanella suonò, ma noi rimanemmo immobili, muti e a nessuno venne in mente di dire che la lezione stava per ricominciare “Io insegno in entrambe le vostre classi e vi ho osservato per bene. Tu” disse rivolgendosi a me “sei una studente eccezionale, con ottimi voti nella mia materia e sei molto sveglia, si capisce subito quello che dici e le tue metafore non sono mai complicate da capire. Mentre tu” stavolta si stava rivolgendo a Federico “nella mia materia fai schifo e hai una media del tre sia in letteratura che in scrittura e sei un grande scansafatiche, fai discorsi contorti e non si capisce niente di quello che vuoi dire” sbarrai gli occhi, rilevando il colpo basso che il professore aveva inflitto al biondino affianco che digrignava i denti e sbuffava come per dire 'non sono cazzi miei' “Quiiindi, ho pensato 'Ma perchè non li faccio lavorare insieme questi due? Magari il signorino Crestani potrebbe essere ammesso all'esame quest'anno'” un altro colpo basso. Federico scivolò sullo schienale della sedia e incrociò le braccia indignato. Poverino, doveva essere dura sentirsi continuamente rimproverato.

Che me ne faccio io di una secchiona di seconda?!” sbuffò, e in quel momento ritirai tutti 'poverino' che mentalmente gli avevo detto, sbuffando a mia volta e accavallando le gambe, vogliosa di andarmene.

Paul si fece serio e appoggiò entrambe le mani sul tavolo. Si fiutava aria di tempesta.

Primo, la signorina è di quarta; Secondo, è l'alunna più brava di tutto il triennio, quinte comprese; E terzo... se non accetti la proposta di aiuto da un professore partirai svantaggiato anche quest'anno”.

La cosa lo colpì, si fece attento e mi guardò un tantino nervoso “Ma se non funziona la cosa, me la posso levare di torno?”

Il prof. annuì “Se impegnandoti il tuo reddito non salirà, ammetterò di aver fallito e così avrà fallito anche la signorina Elisi, a cui verrà abbassato il voto, ma se migliorerai oltre all'entrata all'esame ti guadagnerai anche una mia nota di merito”

Stavo per protestare, riguardo al 'a cui verrà abbassato il voto', ma prima che potessi aprir bocca Federico era già in piedi che tendeva la mano al professore.

Okay, facciamolo”.

***

Allor~

questo capitolo è un po' più lungo dell'altro, ma non credo che questo basti per scusarmi dell'enorme ritardo ^^''

Nella prima parte con l'imbarazzante discorso tra Serena e Clive ho cercato di sottolineare come il loro rapporto sia anormale (non so voi, ma io non mi metterei MAI a parlare di queste cose con mio fratello, non ne avrei il coraggio), mentre nella loro discussione su Lucille volevo evidenziare il carattere talvolta chiuso del giovane geometra. La scena della doccia mi sono divertita un mondo a scriverla, perchè è successa anche a me la stessa cosa (sempre più o meno...). Quella volta presi una paura tale che non volli più farmi la doccia... a volte la mia fobia per gli insetti è un po' fastidiosa.

La storiella di Clive re verrà approfondita più avanti, così come quella di Lucille. Che siano solo fissazioni miste a pura follia o verità?

Un'altra cosa buffa è che il professore descritto – il dolce Paùl – esiste realmente, anche se non insegna italiano e non si chiama così. Ma i primi dell'anno è venuto vestito proprio come descritto sopra (tranne per la camicia Hawaiana, aveva una felpa della West Coast).

Ci tengo a precisare che io non sono minimamente come Serena quando si parla di scuola, infatti non sono una cima nelle materie in cui lei primeggia e se nei prossimi capitoli ci saranno citazioni da alcuni famosi libroni di scrittori italiani, potrebbero contenere alcuni errori o interpretazioni strettamente personali. Infondo è tutta una storia di fantasia, ma se qualcuno ci trova errori gravi o grandi dimenticanze, può benissimo farmelo sapere.

In ogni caso, cercherò di informarmi il più possibile.

Per finire il mio commento, so che può sembrare strano che una ragazza di quarta dia ripetizioni ad un ragazzo più grande di lei, ma vi prego, datemela buona ^^



Ringrazio tutte le persone che hanno recensito o inserito la storia tra i preferiti/seguiti/ricordati!

La parte iniziale del capitolo precedente non è altro che uno spezzo di un capitolo futuro, è messo li apposta per fare confusione >:D

Detto questo la storia è capibile anche senza leggere quel punto, perchè lo si rincontrerà più aventi.

Ancora grazie a tutte, spero che anche questo capitolo sia stato di vostro gradimento :)



Grii

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