Cursed Hearts

di Matheus
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ospite Inatteso. ***
Capitolo 2: *** Il Cuore e la Ninfa ***
Capitolo 3: *** Affinità ***



Capitolo 1
*** Ospite Inatteso. ***


Quella mattina uscì molto presto dal castello,più presto del solito,quando era uscito tutti gli altri stavano ancora dormendo;come ogni mattina il gran cortile del castello era completamente immerso in una fredda nebbiolina che avvolgeva tutto quanto,ma per lui non era un problema,conosceva ormai a memoria quel posto infatti riuscì a superare il cortile e il gran ponte di pietra fino a raggiungere il cancello che separava la tenuta dal resto del mondo.
-Speriamo non ci sia in giro gente nel bosco,sarebbe alquanto seccante dover ibernare altri esseri.-
L'uomo che aveva parlato era completamente avvolto in un pesante cappotto nero e indossava guanti e stivali del medesimo colore,il suo viso era celato dietro un cappuccio da cui uscivano due lunghi ciuffi di un color biondo paglierino.

Con un colpo della mano aprì il vecchio cancello e si diresse all'interno del bosco che si estendeva a perdita d'occhio.
Nell'aria non v'era alcun rumore,solo quello dei passi di quell'uomo che calpestavano il terreno completamente rivestito di foglie cadute dagli alberi tutt'attorno a quella zona;il suo scopo non era molto chiaro,si limitava semplicemente girare per il bosco voltando in continuazione il capo come se stesse cercando qualcosa,qualcosa che sembrava non volersi far trovare.
Tutto taceva.
Ma la quiete che regnava su tutta la boscaglia venne improvvisamente rotta,rotta da qualcosa di totalmente inaspettato:un urlo femminile che proveniva dal cuore del bosco;l'uomo si diresse in fretta verso la direzione da cui proveniva l'urlo più per curiosità che per altro,non era una cosa comune avere “ospiti” da quelle parti.
Arrivato sul luogo vide una ragazza appoggiata con le spalle ad un albero,brandiva un bastone come fosse una spada e lo usava per respingere strane creature nere molto simili ad ombre dotate di antenne e di piccoli occhi gialli,erano decine e decine di ombre tutte ammucchiate attorno alla loro preda,l'uomo si avvicinò e puntando una mano verso di loro li surgelò con un sottile ma resistente strato di gelida brina.
La ragazza aveva appena chiuso gli occhi posizionando le braccia davanti al volto come difesa,appena non sentì più rumore portò le braccia in avanti e li riaprì,trovandosi davanti tante piccole statuette di ghiaccio e dietro di loro quell'uomo con il viso sempre celato dietro il cappuccio nero.
Su tutta la scena calò il silenzio,la ragazza era ancora scioccata da quanto aveva appena visto mentre lui sembrava non aver alcuna intenzione di dialogare,ma dal poco che si poteva intravedere del suo viso si poteva leggere chiaramente un sorriso compiaciuto,il perché non si sa.
Schioccò le dita e comparvero tanti strani esseri bianchi quante erano le ombre in quel luogo,l'uomo fece loro cenno di prenderle ed essi obbedirono dirigendosi con fare alquanto strano verso il loro obiettivo,una volta preso ciò che dovevano sparirono assieme al loro “bottino”.
L'uomo si levò il cappuccio usando entrambe le mani rivelando lunghi capelli biondo paglia,grandi occhi verdi e una carnagione molto pallida,fece qualche passo in avanti per poter vedere meglio la ragazza:i suoi capelli erano neri e molto corti mentre gli occhi erano grandi e azzurri,indossava un abito lungo color celeste e ai piedi aveva due piccole scarpette marroni.

Lei fissava spaventata l'uomo davanti a se che schioccando le dita fece comparire dal nulla una strana “porta” completamente nera,pareva fatta d'oscurità.
-Non credo che questo il posto migliore dove restare a conversare. Seguimi.-
Quell'ultima parola più che un invito sembrava un ordine,cosa che in effetti voleva essere,si avvicinò alla ragazza,la prese per un braccio e la trascinò dentro quella strana porta che aveva appena richiamato;quando ne vennero fuori si trovarono dentro quello che pareva essere il cortile dell'enorme castello che si ergeva davanti a loro.
Senza indugiare oltre l'uomo condusse la ragazza per una scalinata in marmo fino ad un enorme portone in legno,con una mano lo scostò leggermente e fece entrare la ragazza e prima di chiudere la porta schioccò di nuovo le dita facendo sparire “il loro mezzo di trasporto”.
Ora si trovavano in un ampio atrio dal pavimento interamente ricoperto di piastrelle quadrangolari e blu della stessa tonalità delle altre componenti della sala;ai lati erano poste tre grandi colonne e su ognuna di esse c'era un piccolo candelabro dotato di candele per illuminare e rendere meno lugubre il posto.
Le colonne dividevano il corridoio centrale da una zona più “periferica” simile ad un piccolo porticato dove erano presenti alcune porte tutte uguali tra loro.
Di fronte al portone,dall'altra parte della sala,c'era una scalinata che che si diramava due gradinate minori,una che conduceva a destra e una a sinistra;nel punto in cui la scala si diramava c'era un pianerottolo con una grande porta decorata,diversa da tutte le altre.
Davanti al corrimano della scalinata principale e davanti ad ognuna delle sei colonne si trova una statua raffigurante un gargouille che rendeva l'atmosfera ancora più tetra e lugubre,le uniche cose a rendere la sala un po' vivace erano il tappeto posto sul pavimento che proseguiva fino alla scalinata madre e i drappeggi color porpora posti sopra le colonne.
-Bene- Disse l'uomo biondo -Suppongo che ora mi debba presentare. Io mi chiamo Vexen e...- Stava per continuare la sua presentazione quando si fermò,convinto che per ora ciò che aveva detto era più che sufficiente -...tu saresti?-
La ragazza alzò lo sguardo fissando l'uomo che le aveva appena posto la domanda,ma si limitò a starsene in silenzio senza fare nulla,Vexen sembrava parecchio irritato da tutto ciò pertanto rispose alla ragazza in modo alquanto acido.
-Non mi pare d'averti chiesto nulla di così difficile. Voglio solo sapere come ti chiami,nulla più. Se proprio non sai rispondere a questa domanda almeno dimmi cosa ci facevi la fuori,da dove vieni e perché quegli Shadow ti seguivano!-

-Sh...Shadow?-
Chiese la ragazza farfugliando quella sola parola e ignorando tutte le altre domande.
-Si,Shadow,le ombre nere che ti stavano seguendo,è il loro nome. Ma mi sembra d'averti chiesto altro prima,devo ripetermi o pensi di riuscire a ricordare quel che ho detto?-
Anche la ragazza ora pareva piuttosto infastidita dal tono arrogante del suo interlocutore,ma dato cos'era in grado di fare controbattere in modo eccessivo era sconsigliato.

-Te lo vorrei dire,ma nemmeno io lo so...l'ultima cosa che ricordo è d'essermi svegliata sotto quell'albero e di essere stata attaccata dalle ombre... Il resto lo hai visto con i tuoi occhi...-

Gli occhi di Vexen si spalancarono sentendo quelle parole,trovava veramente strano che la ragazza non sapesse nemmeno chi era o da dove veniva,ma nonostante la sua voglia di studiarla per capire meglio la situazione il suo “senso del dovere” prevalse e lo convinse a procedere con la prassi.
-Quindi suppongo che tu non abbia nemmeno un luogo dove andare o tornare,dico bene?-

La ragazza annuì tenendo sempre il capo chino,quasi non volesse che il suo viso fosse visto.
-Bene,direi che per ora puoi anche rimanere qui con noi.-
Detto ciò si avviò verso le scale facendo cenno con un braccio di seguirlo,ma la ragazza era ancora nella stessa posizione di prima,ma questa volta il suo capo era alzato.
-Come sarebbe a dire “noi”?-
-Davvero credi che io viva da solo in un castello di queste dimensioni?- Fece qualche altro passo in avanti -Forza,seguimi.-
La ragazza questa volta obbedì seguendo l'uomo che si stava dirigendo con calma verso la scalinata di destra.
-Avrei una domanda...se posso...-
-Se la tua domanda riguarda chi sono gli altri non risponderò dato che li incontrerai a cena,se riguarda come mai sono in grado di fare quello che hai visto...non vedo la necessità di darti queste informazioni.-
Il tono vocale di Vexen era alquanto seccato e la ragazza non ebbe il coraggio di ribattere ponendo altre domande,pertanto si limitò a chinare nuovamente il capo seguendo l'uomo che la stava guidando.

Superata la scalinata si trovarono un lungo corridoio,buio e tetro almeno quanto l'ingresso di quel castello,ma quella non era l'unica cosa comune alla sala precedente infatti il tappeto era uguale all'altro,stessa cosa per le porte e le statue sul lato sinistro della parete;unica differenza erano i grandi finestroni sul lato destro del corridoio.

Vexen condusse la ragazza fino all'ultima porta presente in quel corridoio,l'unica posta sul lato destro,una volta giunto li si fermò e si girò verso la ragazza col capo ancora chino.
-Ora ci troviamo nell'ala est del castello e per tutto il tempo che rimarrai da noi questa sarà la tua stanza. Sentiti pure libera di gironzolare per il castello come fossi a casa tua,puoi andare in qualsiasi luogo ad eccezione della zona più profonda dell'ala ovest...quale parte è vietata non ti sarà difficile capirlo.-
-Cosa c'è nell'ala ovest?- Chiese prontamente la ragazza.
-Se potessi dirtelo che senso avrebbe proibirti di andarci...?-
Il tono di Vexen era nuovamente seccato dalla domanda stupida della ragazza,ma dato che non poteva permettersi di essere troppo sgarbato si limitò ad aprire la porta della camera in silenzio.

-Entra,poi fa quello che vuoi: riposa,cambiati,fa un bagno o qualsiasi altra cosa tu voglia,all'ora di cena ti faremo venire a chiamare.-
La ragazza annuì con un cenno del capo e varcò la porta che venne poi chiusa da Vexen che tirò un gran sospiro di sollievo.

-Yo Vexen!-
L'uomo si girò verso la scalinata di quel piano e vide un ragazzo con strani capelli rossi ad istrice,due occhi verdi con un piccolo tatuaggio scuro sotto ciascuno di loro e un cappotto nero come abito.
-Da quando fai accomodare le cavie nelle stanze degli ospiti dando loro tutta questa libertà?-
Il tono di voce di quel ragazzo era proprio divertito a contrario di quello di Vexen che era veramente irritato.
-Mi pare evidente che lei non sia una mia cavia!-

-E allora come mai l'hai portata qui senza permesso? Non capita tutti i giorni di vederti trasgredire delle regole...-

Vexen era ancor più irritato di prima,ma decise di ignorare il ragazzo dirigendosi verso l'atrio.
-Dato che hai il tempo di fare lo spiritoso avvisa tutti gli altri di trovarci fra 10 minuti al solito posto,ho una comunicazione urgente da fare.-

E scese le scale abbandonando il corridoio,mentre il rosso scompariva sbuffando in una di quelle strane porte usate prima anche da Vexen.

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Capitolo 2
*** Il Cuore e la Ninfa ***


La testa di Vexen stava già elaborando un modo per convincere gli altri che la ragazza che aveva trovato poteva davvero essere la ragazza giusta,ma sapeva che sarebbe stato difficile farsi ascoltare dagli altri dato che i precedenti tentativi si erano rivelati un fallimento completo.

Giunto sul luogo si fermò davanti alla porta che lo separava dalla solita stanza dove si incontrava con gli altri e l'idea di doverli affrontare tutti assieme non lo riempiva di gioia,ma il suo senso del dovere lo spinse ad aprire quella porta e ad entrare in quella stanza dove altre dieci persone vestite esattamente come lui lo stavano aspettando.

-Scusate il ritardo...dovevo riflettere.-
Disse Vexen mentre con un colpo di mano chiuse la porta alle sue spalle.
-Come spero Axel vi abbia già raccontato,poco fa ho portato una ragazza qui al castello ed ora l'ho lasciata in una delle camere degli ospiti,la conoscerete a cena.
Il motivo per cui l'ho portata qui è semplice...-

-Silenzio Vexen...-
Vexen venne interrotto da un uomo molto alto,probabilmente il più alto in quella sala,aveva gli occhi azzurri e capelli castani mossi pettinati in modo da non coprire il suo viso dai lineamenti molto marcati.
-Sappiamo tutti perché lo hai fatto.- Proseguì l'uomo.

-Dicci piuttosto cosa ti fa credere che lei possa aiutarci...-
Vexen stranamente non replicò in modo acido e scontroso come faceva di solito,forse a causa della stazza dell'uomo o del suo tono di voce fermo e deciso,si limitò quindi ad assumere un'espressione di disappunto e a rispondere.
-Come vuoi Lexaeus...-
Si schiarì schiarì la voce facendo un leggero colpo di tosse e poi passò ad esporre le sue motivazioni: raccontò loro di come aveva trovato la ragazza quella mattina,del gran numero di Shadow che la circondavano pronti ad attaccarla e sopratutto del suo stranissimo vuoto di memoria che le impediva di ricordare fatti accaduti prima del loro incontro.

-Capite ora cosa intendo? Capite perché sono convinto che possa essere lei?-

Gli sguardi degli altri sembravano non aver colto il senso di quelle parole,parevano confusi e disorientati dato che era più che normale essere assaliti dalle ombre se ci si aggirava in quella foresta tutti soli;tutti parevano non capire,tutti meno due: un ragazzo con i capelli blu tenuti corti ad eccezione di un lungo ciuffo che copriva parte del volto,e un uomo alto con capelli rosa piuttosto mossi e due grandi occhi blu.

Il primo dei due incrociò le braccia al petto portando poi la mano destra al mento come per far intendere agli altri che aveva intuito qualche cosa e stava riflettendo,mentre l'uomo dai capelli rosa rispose alle domande di Vexen senza pensare più di tanto.

-Una ragazza che attira così tanti Heartless da sola deve avere senza dubbio qualcosa di molto speciale...e suppongo che tu abbia già una teoria a riguardo,vero Vexen?-

Nonostante i suoi lunghi capelli rosa e il viso leggermente efebico quell'uomo aveva una voce mascolina,ma al contempo molto più dolce e gentile di quella di Lexaeus.

-Ovviamente.-
Riprese Vexen rispondendo con un tono che stava chiaramente ad indicare che era scontato che lui avesse già una teoria.
-Come voi ben sapete gli Heartless bramano i cuori degli esseri umani e di conseguenza quando ne avvertono la presenza si dirigono verso quel cuore per corromperlo con l'oscurità dando vita ad un altro Heartless.-

Questa volta gli altri avevano capito perfettamente di cosa stava parlando,quindi dopo una rapida occhiata ai loro volti per capire se erano sorti dubbi proseguì.
-E fin qui non c'è nulla di strano.
La cosa che invece mi colpisce è la quantità di Shadow accorsi per un solo cuore,normalmente non se ne scomodano più di quattro o cinque quindi questo può solo significare che il cuore si quella ragazza è puro e forte come ben pochi,di conseguenza ritengo che possa essere lei la ragazza che fa al caso al nostro.-

-E pensi sul serio che lei possa riuscirci ora?-
A parlare era stato un uomo con lunghi capelli blu e fluenti che cadevano oltre le spalle fatta eccezione per due ciocche lasciate cadere ai lati del volto,i suoi occhi erano gialli e cosa ancora più strana aveva una cicatrice piuttosto marcata a forma di “X” che sfregiava il suo volto.

-Il tempo che le rimane...che CI rimane è davvero molto poco ora.-

Si spostò leggermente rivelando dietro di se un piccolo tavolino da thè completamente bianco e alquanto singolare: il suo piedistallo sembrava in tutto e per tutto uno di quegli strani esseri bianchi che Vexen aveva richiamato davanti alla ragazza,ma sul piano non era appoggiato un servizio da thè come ci si aspetterebbe da quel genere di tavolino,bensì un cuore circondato da quelli che sembravano proprio dei rovi.

Era di un rosso molto intenso,ma la gobba di destra era completamente nera mentre quella di sinistra era di un rosso più pallido rispetto al resto del cuore.

-E suppongo che ti ricordi che tutto deve essere fatto prima che l'intero cuore venga corrotto dall'oscurità dei rovi dando vita ad un Heartless.-

-Ma Saix perché dobbiamo fare ogni volta tutta questa fatica?-
Un ragazzo molto giovane intervenne,aveva i capelli biondi tenuti dritti con del gel fatta eccezione per la parte della nuca e per un paio di ciuffi sulla fronte.

-In fin dei conti a noi che cambia?-
Riprese quel ragazzo dimostrandosi sempre più stanco di quella storia che sembrava ripetersi ogni volta da molto tempo.

-Beh Demyx,o proviamo a fare in modo che le cose vadano come devono oppure oltre a perdere i nostri cuori definitivamente ci tocca pure combattere l'Heartless gigante che si creerà quando quel cuore diventerà tutto nero.-
Dall'espressione assunta dal viso del ragazzo biondo era facile intuire che preferiva notevolmente trattare con riguardo qualcuno piuttosto che faticare a combattere contro un Heartless gigante,mentre l'uomo che aveva risposto pareva quasi divertito dalla reazione del ragazzo a contrario di tutti gli altri ne sembravano esasperati.

-Grazie Xigbar...-

Rispose Vexen mentre si girava voltando le spalle agli altri.

-Ora spero comprendiate le mie ragioni e spero anche che questa volta ognuno di voi dia il meglio di sé per fare in modo che tutto vada come deve e che quella ragazza si senta la benvenuta.
Questo vale sopratutto per te Larx...-
Vexen si stava girando per indicare la persona che aveva appena nominato,ma non riusciva a vederla.

-Dov'è Larxene?-

Gli altri si guardarono attorno,in effetti nessuno di loro sembrava nemmeno essersi accorto che mancava qualcuno in quella stanza finché Axel,grattandosi la nuca,fece un piccolo passo in avanti.

-Supponendo che il tuo piano fosse questo ho pensato che un po' di compagnia femminile avrebbe potuto aiutarla a sentirsi la benvenuta,quindi ho mandato Larxene a fare gli onori di casa.-

Il suo tono di voce era fiero e soddisfatto,mentre il viso di tutti gli altri sembrava preoccupato o scandalizzato dalla sua azione.

-Tu hai fatto cosa...?!-
Disse un uomo piuttosto grande e robusto con grandi basette nere,lunghi capelli rasta e una voce alquanto imponente ed arrabbiata.

-Semplice Xaldin,ho mandato Larxene a farle compagnia...-

L'espressione di Xaldin era un misto fra rabbia e disappunto,ma si calmò quando Vexen intervenne per porre fine alla discussione.

-Xaldin calmati...ora siete liberi di andarvene ovunque vogliate,tranne che nella stanza della ragazza. Mentre tu...-
Disse rivolgendosi ad un ragazzino biondo con una pettinatura alquanto bizzarra.

-Andrai a salvare quella ragazza da Larxene sperando che non l'abbia ancora uccisa e,tanto che ci sei,rimani con lei e cerca di calmarla in qualche modo.-

Il ragazzo fece un cenno tenendo il capo chino per far intendere d'aver compreso,quindi abbandonò la sala usando una delle loro “porte oscure” esattamente come fecero tutti gli altri meno il ragazzo dai capelli blu che era ancora immobile nella stessa posizione di meditazione assunta prima.

-Che c'è Zexion,qualcosa non ti convince?-
-C'è un particolare che ci sta sfuggendo,qualcosa di poco chiaro che stiamo trascurano...ma non saprei dire cosa.-

-Tutto quello che dobbiamo fare per ora è cercare di fare in modo che la ragazza si “affezioni” a Roxas,il resto non conta...-

E detto questo Vexen coprì con una teca in vetro il cuore che stava ancora fluttuando sul tavolino prima di abbandonare la sala assieme a Zexion.

 

Ma mentre nell'ala ovest si svolgeva la piccola riunione l'ospite del castello era ancora chiusa nella sua stanza sdraiata sul letto a faccia in giù cercando di ricordare qualcosa del suo passato o cercando di capire come mai le ombre l'avevano attaccata e perché quell'uomo l'aveva salvata portandola in quel grande castello.

Tutto era estremamente silenzioso in quella camera da letto,gli unici rumori che sentiva erano prodotti dal cinguettio di alcuni uccelli che si posavano sul balconcino posto oltre una porta-finestra.
Ma a rompere quel silenzio furono dei passi che provenivano dal corridoio e a giudicare dal rumore prodotto pareva proprio che quella persona andasse molto di fretta e fosse diretta proprio nella sua camera,infatti poco dopo qualcuno bussò alla porta piuttosto energicamente e in modo insistente.

-A-arrivo...-
La ragazza riuscì giusto a balbettare questa parola prima di alzarsi dal letto,ricomporsi ed avviarsi verso la porta che venne solo leggermente scostata per consentirle di vedere chi è che bussava.

-Allora ti muovi ad aprire questa porta?-
Disse una voce femminile in modo piuttosto sgarbato e irritato.

-Mica ho tutto il giorno io!-

La ragazza entrò di fretta spalancando la porta e sbattendola violentemente una volta entrata facendo cadere l'ospite a terra a causa della porta finitale in faccia.

-Chi sei tu...?-

Chiese l'ospite piuttosto intimorita alla ragazza che si era fiondata nella sua stanza senza nemmeno riuscire a vedere bene in viso chi fosse,l'unica cosa che aveva visto erano dei capelli biondi con due ciuffi all'indietro e il suo abito uguale in tutto e per tutto a quello dell'uomo che l'aveva scortata li fatta eccezione per il tacco degli stivali.

-L'intruso qua dentro non sono io,sei tu! Quindi prima di chiedere agli altri di presentarsi potresti avere almeno la decenza di dire chi sei tu e perché sei venuta qua!-

La bionda si girò rapidamente verso la giovane mettendo una mano sul fianco e rivelando il suo viso e i grandi occhi verde acqua che gli davano un tono di colore in più.

Vedendo che l'ospite non fece altro che alzarsi tremando un po' e osservandola di sfuggita decise esasperata di fare il primo passo.

-Dato che sembri messa talmente male da non capire nemmeno cosa fare inizio io.

Io mi chiamo Larxene e sono qua perché quell'idiota di Axel pensava di servisse una baby sitter.-

Larxene le voltò le spalle dopo aver concluso con tono sempre meno accogliente e tranquillizzante attendendo una risposta.

-Non so come mi chiamo,sono stata salvata poco fa da Vexen che mi ha portata qua...non ricordo altro.- Rispose sommessamente la ragazza.

-Benone,ci mancava proprio il fenomeno da baraccone che nemmeno sa dove salta fuori,di questo passo possiamo aprire un circo e andare in giro per il mondo a intrattenere la gente!-

Larxene aveva iniziato a prendere lentamente a testate la parete che si trovava davanti in preda allo sconforto mentre l'altra ragazza era davvero seccata e irritata da quel comportamento,quindi senza quasi pensarci le rispose istintivamente.

-Il fatto che io non ricordi chi sono e da dove vengo non ti autorizza ad essere così sfontata! Forse sarò solo una ragazzina più piccola di te,ma non per questo merito d'essere trattata così!-

La giovane mentre gridava queste parole sembrava essersi come svuotata,alleggerita da un grande peso che si portava dentro e che la infastidiva parecchio,ma a questo suo netto miglioramento d'umore seguì il rapido peggioramento di quello di Larxene che da ironica e acida sembrava essere diventata piuttosto furiosa;detestava che le si parlasse con questi toni.

Oltre alla rabbia piuttosto visibile sul viso della ragazza in nero si facevano strada tra i guanti scuri dei piccoli flash gialli molto veloci che scorrazzavano qua e la tra le sue dita producendo un flebile ma costante sibilo.

-Hai sbagliato giornata per tirare fuori tutta questa spavalderia,sappi che oggi non sono decisamente dell'umore adatto per sopportare le tue lagne!-

Con qualche passo la raggiunse,era quasi pietrificata dalla paura che le incuteva quella donna e quindi nemmeno si mosse limitandosi solamente a far ballare l'occhio tra lo sguardo furioso di Larxene e le scintille attorno ai guanti.

-Probabilmente non lo sai,ma qui sono nota come la Ninfa Selvaggia...forse potrei darti una dimostrazione del perché mi chiamano così...-

La ragazza vide le mani di Larxene alzarsi fino al suo ventre mentre quelle piccole scintille diventavano sempre più rapide e numerose fino a che,dopo un rapido ma intenso bagliore,pervasero otto piccoli coltelli che si erano materializzati tra le dita .

Nuovamente non riuscì ad agire a contrario di Larxene che sembrava determinata,ma anche divertita da questa situazione.

-Carini vero,i migliori amici che una ragazza possa volere.-

Aggiunse ridacchiado mentre baciava delicatamente uno degli otto coltellini non curandosi delle scariche elettriche che pervadevano le lame.

-E' stato un piacere giocare con te!-

La mano destra venne alzata e preparata per infilzare la vittima con quattro dei coltelli e proprio quando era pronta a colpire la porta della camera venne spalancata violentemente da un giovane ragazzino biondo che era corso fin li come gli era stato ordinato.
Larxene fermò il suo attacco e fece sparire con un secondo bagliore le sue armi.

-Vedo che finalmente hanno mandato qualcuno più adatto a farti da balia,Roxas la lascio a te.
Io me ne vado!-

Dopo aver sbuffato sonoramente e aver tirato un'occhiata gelida alla ragazza uscì di fretta dalla stanza,spinse dentro Roxas con un colpo e sbattè la porta andandosene via pestando violentemente i piedi al suolo e dirigendosi,molto probabilmente,a cercar vendetta da Axel.

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Capitolo 3
*** Affinità ***


Roxas scostò leggermente la porta per controllare che effettivamente Larxene se ne stesse andando via e quando vide che la ragazza prese di corsa le scale che portavano al piano superiore si rasserenò e chiudendo dolcemente la porta rivolse le sue attenzioni alla nuova ospite che era seduta sul suo grande letto.

-Ehm...ciao?-

Roxas era estremamente impacciato quando si trattava di comunicare con qualcuno che non conosceva o con cui aveva poca confidenza,infatti l'unico con cui riusciva ad aprirsi veramente era solo Axel e trovarsi davanti una ragazza misteriosa che non aveva mai visto prima d'ora mise a durissima prova la sua già scarsa capacità oratoria.

-Ciao!- La giovane rispose con una piccola risatina e un leggero sorriso coperto dalla mano portata davanti alla bocca.

-Vorrei poterti aiutare presentandomi e raccontandoti qualcosa di me,ma credo di non poterlo fare...perché invece non mi racconti qualcosa tu?-

La presenza di Roxas sembrava averla tranquillizzata e messa a suo agio a tal punto da spingersi a fare la prima mossa significativa in quella conversazione avendo capito che il suo interlocutore era ancora più impacciato di lei.

Roxas però non fece altro che alzare il capo arrossendo leggermente mentre la scrutava con lo sguardo da cima a fondo chiedendosi perché fosse così spontanea con lui.

La ragazza vedendo che ancora non sembrava intenzionato a parlare dato che si limitava a fissarla si spostò un pochino per fagli spazio accanto a lei sul letto,invitandolo poi a sedersi picchiettando sul materasso con la mano.

-Coraggio,accomodati pure.-

Gli sorrise nuovamente e questa volta pareva che la sua spontaneità avesse colpito Roxas al punto da ricambiare il sorriso accettando anche l'invito ad accomodarsi accanto a lei su quel grande letto soffice.

-Io mi chiamo Roxas...piacere.-

Nonostante fosse riuscito a fidarsi di lei parlava ancora con una tono di voce molto fioco e sommesso come faceva di solito,però dopo pochi attimi di silenzio si fece avanti,alzò il capo verso di lei e le parlò normalmente.

-Hai detto che avresti voluto raccontarmi qualcosa di te,ma che non puoi...sei forse uno dei nuovi esperimenti di Vexen?-

Sentendo quella strana domanda la ragazza spalancò gli occhi e lo fissò piuttosto confusa prima di rispondere alle curiosità di Roxas.

-Non penso proprio di essere un suo...esperimento-

Quell'ultima parola la pronunciò con un accenno di timore e riluttanza,la sola idea di nascere per mano di qualcuno che controlla la tua esistenza le metteva i brividi,ma dato che era stato proprio Vexen a trovarla dubitava che le parole del giovane la riguardassero.

-Comunque non posso raccontarti nulla perché io stessa non ricordo nulla...non so chi sono,da dove vengo,cosa facevo in quel bosco prima che Vexen mi salvasse.

Non so nemmeno il mio nome perché non ricordo davvero nulla,quindi...-

Quelle parole sorpresero parecchio Roxas dato che lui stesso non possedeva molti ricordi antecedenti al suo arrivo in quel castello e i pochi che aveva erano molto confusi,si poteva quindi dire che entrambi fossero nella stessa situazione.

-Nemmeno io ricordo molto del mio passato,gli unici ricordi certi che ho risalgono a quando Saix mi invitò a restare qua dandomi anche questo cappotto e un nome.-

-Vuoi forse dire che nemmeno tu sai davvero chi sei?!-

Seppure questo argomento non fosse dei più allegri lei era davvero felice di sapere di non essere la sola ad avere tutti questi dubbi esistenziali che le impedivano di ricordare la minima cosa del suo passato,questa inaspettata felicità oltre che lei rasserenò anche Roxas che ora stava sorridendo allegramente.

-Un momento...hai detto che Saix ti ha invitato a rimanere qua e ti ha dato un nome,giusto?-

Roxas le fece un lieve cenno con il capo per darle conferma lasciandola ripendere.

-Quindi anche tu vagavi nel bosco quando ti hanno trovato?-

-No,a quel che ricordo mi sono svegliato nell'ala ovest e ho iniziato a vagare per il castello finché Saix non mi ha trovato...all'inizio ha cercato di eliminarmi scambiandomi per un Heartless,ma poi si è fermato.

Non so perché l'abbia fatto,però dopo avermi guardato un po' ha fatto sparire il suo Claymore...il resto lo sai.-

La ragazza aveva un'espressione davvero confusa,era riuscita a capire ben poco di quello che le era stato raccontato.

Chi è questo Saix? Cos'è un Heartless? Perché non l'ha attaccato?

Queste e molte altre domande affioravano lentamente nella sua testa e il miglior modo per liberarsi di questi dubbi era chiedere.

-O-ok,ma chi è questo Saix? E cos'è un Heartless?-

-Saix è uno degli abitanti del castello,uno di noi 13 e...-

Roxas non fece in tempo a terminare la sua frase che venne immediatamente fermato dalla ragazza che si era entusiasmata sentendo finalmente qualcosa degli altri abitanti di quel castello.

-E così siete 13! E com'è questo Saix? Chi sono gli altri? Sono tutti strani come Vexen e Larxene oppure no?-
Questa volta invece fu Roxas a dover zittire lei prima che le sue domande diventassero troppe per avere una risposta.
-Ehi ehi! Una cosa per volta!-
I due si misero a ridere pee quella situazione e dopo essersi calmati si ricomposero proseguendo il loro discorso.

-Allora,qui dentro siamo in 13 anche se uno non ho ancora avuto occasione di incontrarlo dato che mi dicono passi tutto il giorno a dormire da qualche parte dentro il castello.-

-Dorme tutto il giorno?- Rispose lei sorpresa.

-Già,non so né perché lo faccia né dove dorma,so solo che è il primo di noi e si chiama Xemnas.-

-In che senso il “primo”?- Proseguì incuriosita lei.

-Devi sapere che qui vige una gerarchia e ognuno di noi ha un numero: Xemnas il numero I,Xigbar il numero II,Xaldin il numero III,Vexen il numero IV,Lexaeus il numero V,Zexion il numero VI,Saix il numero VII,Axel il numero VIII,Demyx il numero IX,Luxord il numero X,Marluxia il numero XI,Larxene il numero XII e...-

-E tu,il numero XIII,giusto?- Disse lei.

-Esattamente!- Le rispose lui contento che avesse capito.

-Suppongo anche che da ora ci sarà anche un numero XIV,penso che ti daranno loro un nome come hanno fatto con me...-

Gli sguardi di entrambi si abbassarono un attimo arrivati alla questione nome,non sapere chi fossero e cosa facessero in quel luogo sembrava essere piuttosto doloroso per tutti e due.

Ad interrompere quel silezio formatosi fu la ragazza che poseguì con i suoi dubbi sperando che la conversazione potesse proseguire,gli piaceva parlare con lui.

-E cos'è un Heartless?-

-Da quello che mi hanno raccontato un Heartless è una creatura che si genera quando una persona perde il proprio cuore,l'oscurità che si forma si nutre di quel cuore dando vita ad un Heartless.

Per quanto siano forti non sembrano molto intelligenti,infatti seguono semplicemente il loro istinto che dice loro di cercare altri cuori per generare sempre nuovi Heartless.

Da quello che mi hanno raccontato prima ne hai già incontrati alcuni proprio prima,nel bosco.-

-Intendi dire che quelle piccole ombre volevano farmi diventare...come loro?-

L'espressione ricca di felicità e curiosità che fino a pochi istanti prima era dipinta sulla sua faccia svanì di colpo lasciando spazio ad una visibile tristezza,si stava chiedendo perché quegli Heartless volessero proprio lei e sopratutto cosa le sarebbe accaduto se non fosse stata salvata in tempo;Roxas non poté fare a meno d'accorgersi di quanto l'argomento la intristisse,quindi reagì di conseguenza.

-Mi avevano detto di tenerti qua fino all'ora di cena...ma in fin dei conti se devi vivere con noi mi pare giusto che tu conosca bene questo posto!- Disse Roxas con un sorrisone a 32 denti.

-Che intendi dire?-

-Che adesso io e te andiamo a farci un girettino per il castello! Su,andiamo!-

Roxas saltò in piedi e afferrò la ragazza per la mano trascinandosela dietro mentre correva fuori da quella stanza diretto verso la scalinata che portava al piano superiore,farle vedere quel posto forse avrebbe potuto aiutarla a sentirsi un po' meglio e infatti così fu;passarono un bel po' di tempo a giocare ad inseguirsi per i corridoi del castello senza nemmeno badare a come quei corridoi fossero bui,tetri,angoscianti,pieni di ragnatele e vecchiume.

Trascorsero così il resto della mattinata e il primo pomeriggio,gironzolando a vuoto per il castello e giocando ad inseguirsi come fossero grandi amici ormai da molto tempo e andarono avanti così finché non salirono sulla torre più alta del castello,nonostante il passaggio sulle scale fosse piuttosto piccolo il terrazzo era molto ampio e da li si vedevano chilometri e chilometri di terra;i due stanchi di correre andarono in terrazza e si sedettero sul margine del muretto per riprendere fiato e riposarsi.

-Allora cosa te ne pare di questo posto?- Chiese felice Roxas mentre riprendeva fiato.

-E' bellissimo,da qua si può vedere tutto quanto il cortile e il bosco! Per non parlare di quelle bellissime montagne e...Roxas,cos'è quello?-

Si alzò in piedi stando sempre sul cornicione e con una mano indicò all'amico il punto in cui aveva visto quella cosa strana,era come una macchia più scura in mezzo alle montagne innevate e cosa ancora più strana si vedevano continuamente dei flash luminosi tutto attorno.

-Non so di preciso cosa sia,mi hanno sempre detto che tutto ciò che devo sapere di quel posto è che è pericoloso e che non mi ci devo avvicinare,non mi hanno voluto dire altro...

A guardarlo da qui sembrerebbe quasi un grosso palazzo,ma mi chiedo che senso avrebbe costruire un edificio in mezzo alle montagne disperso nella neve.-

Entrambi rimasero un po' in silenzio a fissare quella strana cosa che aveva attirato la loro attenzione senza più dire nemmeno una sola parola come se quella fosse una gara a chi dei due fosse riuscito a capire per primo cosa fosse quella strana cosa,ma quel profondo silenzio venne rotto dal rumore dello stomaco brontolante di lei.

-Oh scusa! Non so da quanto non mangio qualcosa...nel vero senso della parola in effetti.-

-Potremmo andare a prenderci qualcosa da mangiare in cucina se ti va,oppure...-

-Oppure?-

-Oppure potremmo chiedere ad un Simile di farlo al posto nostro!- Disse entuasista Roxas.

Schioccò le dita e dal pavimento uscì uno di quegli strani esseri bianchi che lei aveva visto quella mattina quando Vexen li aveva chiamati per prendere le piccole ombre,che fosse un Simile?

-Cos'è quello Roxas?- Chiese lei incuriosita.

-Quello è un Simile,sono un po' come gli Heartless solo che questi ci obbediscono e ancora una volta non mi hanno voluto dire perché...-

-Pensi che obbediscano anche a me ora che vivo qui con voi?- Aggiunse poi lei.

-Non saprei,ma potrebbe anche essere dato che mi hanno sempre obbedito.

Chiedigli di andare in cucina a prenderci due gelati al sale marino e vediamo come reagisce,se si dimostrerà ostile ci penserò io a lui non preoccuparti!-

La ragazza si avvicinò un po' timorosa allo strano essere bianco procedendo come molta cautela mentre Roxas le stava dietro pronto ad intervenire se qualcosa fosse andato storto.

-P-potresti andare in cucina a prenderci due gelati al sale marino?-

Il Simile continuò ad ondeggiare per un po' senza far nulla quasi fosse combattuto fra l'obbedire e l'attaccare,ma dopo pochi secondi sparì nello stesso modo in cui era comparso diretto verso la cucina del castello.

-Ce l'ho fatta!!-

Era entuasiasta all'idea che anche quegli strani esseri bianchi le obbedissero perché oltre a significare d'essere effettivamente una di loro adesso aveva a disposizione qualcuno in grado di aiutarla se si fosse trovata in difficoltà.

Dopo pochi minuti il Simile tornò reggendo i due gelati che gli erano stati chiesti,li consegnò a Roxas e dopo un cenno di quest'ultimo se ne andò lasciando che il numero XIII raggiungesse la ragazza che si era nuovamente seduta sul cornicione.

-E' molto particolare come sapore...inizialmente è salato,ma poi ti sorprende diventando dolce.-

Roxas annuì facendo un piccolo sorriso ed entrambi diedero un altro morso stando senduti a chiacchierare amabilmente fino a quando una voce giovanile proveniente dalla porta che conduceva al terrazzo non richiamo la loro attenzione.

-Penso che sia ora che andiate a prepararvi per la cena,considerando che non dovreste essere neanche qui ora vi suggerisco di sbrigarvi.-

A parlare era stato Zexion che nel frattempo si era avvicinato a loro reggendo in mano un grosso librone nero che pareva davvero molto pesante.

-Ecco,noi...ehm...-

Roxas avrebbe voluto trovare una qualche scusa plasibile per Zexion in modo da spiegare la loro presenza li,ma non gli venne nulla quindi prese la ragazza per mano e si diressero entrambi verso la porta scendendo le scale della torre.

-Sempre pronti a trasgredire le regole quei...-

Stava per concludere il suo pensiero quando un particolare odore sulfureo catturò la sua attenzione,annusò l'aria per capire da che parte provenisse e quando riuscì ad individuarne la fonte si girò di scatto alle sue spalle senza però trovare nulla di sospetto.

-Davvero strano...-

Il misterioso odore era sparito nel momento in cui si era girato,era curioso di sapere cosa potesse aver causato quel fenomeno ma il tempo stringeva e la cena incombeva quindi “archiviò” momentaneamente la questione per dirigersi all'interno del grande castello.

 

Nel frattempo Larxene era andata in cerca di Axel per regolare il loro piccolo conto in sospeso e per sapere qualcosa di più su cosa stava accadendo in quel posto.

Girò tutto quanta l'ala est in lungo e in largo alla ricerca del rosso senza però riuscire a trovarlo e la sola idea di dover perlustrare tutto il castello solo per poterlo fulminare non le piaceva per nulla quindi si mise l'anima in pace rimandando momentaneamente la sua vendetta.

Si affacciò ad uno dei grandi finestroni del corridoio dove si trovava e si mise a scriutare il cortile nella speranza di trovare qualche animaletto o qualche Heartless con cui potersi divertire un pochettino nell'attesa di trovare il numero VIII,ma in quel cortile vide qualcosa di molto più interessante di una creaturina da torturare,in quel cortile c'era Marluxia seduto su una panchina sotto l'unico albero in fiore.

-Mi chiedo se Marluxia possa sapere qualcosa di tutta questa faccenda...-

Pensare troppo a lungo non era esattamente nel suo stile,lei era una persona che puntava direttamente ai fatti quindi aprì la finestra e saltò su un ramo li vicinò scendendo poi dall'albero fino a raggiungere terra dove richiamo il numero XI urlando il suo nome.

-Tu sai qualcosa di una certa ragazza che sta parassitando questo posto?- Chiese lei scocciata.

-E' colei che fa al caso nostro,almeno secondo quanto pensa Vexen. E' stato proprio lui a portarla da noi dopo averla salvata da un gruppo di Shadow,gentile da parte sua,no?- Disse con una piccola risatina finale per enfatizzare il contenuto ironico dell'ultima frase.

-Non perde mai occasione per dimostrarsi superiore a tutti noi a quanto vedo...

Piuttosto cosa ci fai qui fuori seduto a far nulla? Non è nel tuo stile stare con le mani in mano.-

Disse la bionda dopo che si fu accomodata accanto a Marluxia su quella panchina.

-Hai perfettamente ragione,infatti sto solo controllando come procedono le cose tra i due,qualche informazione extra non potrà certo far male.- Aggiunse pacatamente lui.

Larxene si guardò attorno più e più volte cercando di vedere Roxas e la nuova ospite ma non vedeva altro che il solito vecchio cortile pieno di statue ricoperte di rami secchi e di uccellini che gironzolavano qua e la alla ricerca di cibo.

-Scusa tanto ma dove li vedi tu?- aggiunse acida lei.

-Alza il capo e osserva attentamente le finestre della torre più alta...-

E così fece riuscendo a vedere i due che salivano di corsa diretti molto probabilmente al grande terrazzo.

-Non capisco come tu possa riuscire a stare fermo qui a guardare quei due solo per avere qualche informazione,non potresti farti riferire tutto da Zexion come facciamo di solito?-

-Potrei anche farlo,ma penso che vedere le cose con i propri occhi sia indubbiamente molto meglio che sentire ciò che altri hanno visto.
Si ha una percezione migliore di quello che accade.-

Marluxia era molto calmo,a contrario di Larxene che era molto agitata ed innervosita,sembrava che quella situazione più che turbarlo o preoccuparlo lo mettesse quasi a suo agio.

-Sentiamo cosa avresti capito stando qui a fare la piccola spia?- Chiese sarcastica lei.

-Tutto ciò che posso dirti è che se son rose fioriranno...- Disse alzandosi e facendo qualche passo in avanti mentre generava sulla sua mano destra una bellissima rosa scarlatta.

-E se non dovessero fiorire?- Replicò lei stanca di quei giochi di parole.

-Augurati che ciò non accada...-

Marluxia stinse la rosa nel suo pugno schiaccandola e riversando i petali a terra,in quello stesso istante tutti i fiori e tutte le foglie che si trovavano sull'albero sotto al quale era seduto prima caddero al suolo morendo.

-Esibizionista...-

E dopo quest'ultimo commento seccato si alzò seguendo Marluxia fin dentro al castello dato che i due soggetti da spiare erano a loro volta rientrati,l'ora di cena si avvicinava sempre più in fretta.

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