Twin Spirits

di Shark Attack
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il ritorno di Yoh ***
Capitolo 2: *** Prologo - L'inizio del viaggio ***
Capitolo 3: *** Prologo - Primi Cambiamenti ***
Capitolo 4: *** Prologo - Il nuovo volto dello Sciamano ***
Capitolo 5: *** Di nuovo a casa ***
Capitolo 6: *** Lo sciamano, l'itako, il samurai ***
Capitolo 7: *** Telepatia alla Asakura ***
Capitolo 8: *** Tra i petali di fuoco dell'animo ***
Capitolo 9: *** Twin Spirits ***
Capitolo 10: *** Io e te, nessun altro ***
Capitolo 11: *** La Ritrovata e La Nuova Famiglia ***



Capitolo 1
*** Il ritorno di Yoh ***


TWIN SPIRITS

TWIN SPIRITS

- IL RITORNO DI YOH -

Quella sera Anna avrebbe voluto mangiare delle patatine fritte, così da ben due ore era intenta a pelare e a tagliare a tocchetti un paio di patate. Stava per metterle a friggere in padella quando i suoi pensieri si posarono su di Yoh e sulla sua passione per quell’alimento che gli aveva sempre proibito. Si voltò di scatto e rimise tutti i pezzettini di patate nella ciotola bianca che aveva appoggiato sul tavolo, poi picchiò i pugni con fare nervoso e mormorò impercettibilmente il nome del suo ragazzo.

Alzò gli occhi al televisore, era l’unica fonte di luce nella casa, e, anche se era in salotto e lei in cucina, la illuminava perfettamente accompagnato dal chiaro di luna che veniva da fuori la finestra. Non aveva acceso la luce perché non le andava, molte cose non le andavano di fare da quando lui se n’era andato. Un anno fa. Più precisamente, un anno tre mesi e diciassette giorni fa.

Lo aveva lasciato andare, lo aveva lasciato partire da solo, senza dir nulla. Ma se fosse stato per lei, a quest’ora era ancora lì con lei. Era stato Yomei a trattenerla, era stato lui a dire che se fosse partito avrebbe fatto la cosa giusta.

Ma secondo lei era stato un po’ affrettato: Hao, nell’ultimo scontro che avevano avuto, aveva ferito gravemente il povero Ryu e Yoh aveva deciso in quell’occasione che nessuno dei suoi amici sarebbe stato in pericolo a causa sua.

E così se n’era andato, il giorno dopo che l’amico si era ristabilito aveva preso in spalla una borsa ed era partito per rafforzarsi, come uomo e come sciamano.

All’inizio non aveva ancora deciso la destinazione del suo viaggio, ma poi, spinto dai racconti di Horo Horo e dai suggerimenti del padre, propese per il nord, per i grandi paesi freddi del nord.

Più ci ripensava e più Anna stava male all’idea che Yoh poteva essersi congelato nei primi mesi di isolamento, non era mai stato a tali temperature. Ma tornò al presente e decise che le sue patatine fritte sarebbero diventate crocchette.

Stava prendendo lo schiacciapatate quando il televisore si spense: un black out.

Si avvicinò a tastoni allo sportellino d’emergenza e ne estrasse una candela, ma dovette andare verso i fornelli per accenderla dato che non c’erano ne accendini ne fiammiferi intorno a lei. Accesa la candela, tornò alle sue crocchette e, nel giro di mezz’ora, le aveva anche già mangiate. Solo allora si sarebbe dedicata alla ricerca del contatore per rimettere in funzione la corrente elettrica e, una volta riuscitaci, si mise a guardare una fiction in tv sorseggiando una tisana che le aveva portato Manta quel giorno.

Da quando Yoh non c’era, Manta e gli altri del gruppo facevano spesso la spola a casa Asakura per passare a trovarla, ma con l’aumentare dei mesi diminuivano sempre più le visite, fino a quando Anna non si ritrovava ad essere visitata solamente da Oyamada.

Lei, in quell’anno passato da sola, aveva sviluppato sempre più i suoi poteri di Itako, fino a sopraffare la nonna di Yoh, sua maestra.

La fiction finì verso le dieci e Anna si alzò per andare in cucina a sciacquare la tazza prima di andare a letto. Girò la manopola dell’acqua calda e poi quella di temperatura opposta, ne verificò la temperatura mettendoci sotto una mano e poi si mise a lavare con cura quella bella tazza verdognola, fatta in coccio preziosissimo che si spacca ad una temperatura troppo elevata, ma che va lavato velocemente.

La stava asciugando quando udì dei rumori provenienti dal giardino: non erano proprio rumori, solo un fruscio di foglie provocato da una persona.

S’affacciò alla finestra, ma non vide nessuno.

Prese la collana dalle milleottanta perle ed uscì con cautela: a prima vista non c’era nessuno, poi però notò una figura nell’ombra, appoggiato ad un albero.

Entrambi rimasero fermi.

- Chi sei!?- chiese Anna, mascherando in maniera incredibile tutto il suo stupore.

La figura balzò agilmente sul tetto del portico d’ingresso e vi si rannicchiò sopra, esponendosi ai raggi lunari. Anna si voltò rapidamente, poi bloccò il respiro per un attimo.

Hao le era di fronte. I suoi capelli lunghissimi lo identificavano fra mille e il suo poncho color panna sembrava addirittura più logoro di una volta, anche lui non lo vedeva da un anno.

- …

- Allora, Anna, non mi riconosci?

Non rispose, non sapeva che cosa dire: certo che l’aveva riconosciuto, il “gemello cattivo” del suo fidanzato. Ovviamente non se lo aspettava proprio di trovarselo lì così, all’improvviso, nel cortiletto della sua futura casata. Fece come per voler scendere ma lei si mise subito sulla difensiva.

- Non osare avvicinarti – strinse più forte la collana di perle, facendole tintinnare- Allontanati da questa casa, maledetto!

“Accidenti”, pensò, “proprio adesso che non c’è Yoh, proprio adesso dovevi arrivare? Che cosa vuoi da me? Yoh mi aveva assicurato che se lui se ne fosse andato tu lo avresti seguito! Che ci fai tu qui…”

- Eh? Ma che stai dicendo?

Scese proprio davanti a lei ma il suo sguardo la penetrava con tristezza, come se fosse deluso. Non sembrava il solito Hao crudele che rideva e sbeffeggiava tutti per la sua superiorità.

- Anna, sono io- disse con semplicità.

Lei rimase un attimo a pensare a quell’ultima frase, sono io. Io chi? Poi collegò la voce a quel ricordo remoto di un po’ di tempo fa.

- …Yoh?

Il ragazzo sorrise, era visibilmente sollevato da quelle tre lettere. Anna invece era ancora stupita.

- Però, ce ne hai messo!

- Ma tu…i tuoi…

- Ah, quello. Se ti riferisci ai capelli e agli abiti, lasciami entrare che ti racconto tutto, sto morendo di fame!

Yoh cominciò il suo racconto dopo aver quasi svuotato interamente il frigorifero e dopo aver letteralmente divorato le ultime crocchette fatte da Anna. Rimasero in cucina, ma il ragazzo si spaparanzò per benino dimostrando un po’ di maleducazione che però non venne notata poi così tanto.

- Ti confesso che là fuori al buio ti avevo realmente scambiato per tuo fratello.

- Già – rispose lui, posando la forchetta e sbadigliando in maniera impressionante – L’ho notato. Oh beh, era il mio obbiettivo, volevo vedere se neanche tu non mi riconoscevi.

- Perché, chi altri? Anzi no, raccontami prima il motivo del tuo travestimento.

Yoh si stiracchiò e si guardò intorno: la casa sembrava proprio esser rimasta la stessa. Anche Anna, in effetti; chissà gli altri…Nello stiracchiarsi aveva mostrato involontariamente i grossi orecchini che gli pendevano dei lobi e le braccia smagrite, come lui, del resto. Prima di abbuffarsi si era levato i guantoni di pelle con su i blocchettini del lego e l’incisione “Hao”, mentre altri pezzetti ce li aveva invece sulle scarpe. Anna inorridì nel vedere tutti quei particolari, se non l’avesse convinta la voce, quello poteva davvero essere Hao.

- Prima di tutto, i capelli e il travestimento non erano previsti, ma in un viaggio come il mio non ci sono parrucchieri sulla strada e i capelli crescono. E’ stato Amidamaru a farmelo notare, giorno dopo giorno mi diceva che ero sempre più simile a mio fratello. E’ stato allora che ho deciso di travestirmi da lui per eliminare molti dei suoi seguaci.

- Eliminare?

- Si, ho sfoltito le sue schiere di leccapiedi, dovrebbe essermene grato: quelli sì che erano sciamani inutili.

A quelle parole, Anna cominciò a chiedersi sempre più se quello lì fosse davvero il suo futuro sposo, lui di solito non aveva e non avrebbe mai usato il termine ‘eliminare’ con tanta leggerezza, soprattutto per un’azione svoltasi in prima persona.

- Ti sei travestito da lui e hai agito come lui?

Yoh parve pensieroso per un attimo, vagò con lo sguardo per la stanza, poi annuì.

- Perché lui può ferire i miei amici e io non posso restituirgli il regalino?

Anna era sbalordita quasi quanto prima in giardino, quante altre cose avrebbe scoperto sul suo futuro sposo nel giorno a venire? Aveva sempre pensato che le uniche differenze tra Yoh ed Hao stessero negli animi e nei pensieri completamente diversi, ma era sul punto di dire : “ mi stavo sbagliando”.

- Beh, se non c’è altro…

- Si, d’accordo. Mi racconterai tutto domani…

Stava salendo le scale quando lo fermò con un’aggiunta alla sua ultima frase.

- Quando ti taglierai i capelli?

Era incredibile quanto fossero identici, aveva sempre pensato che la loro differenza risiedesse nell’animo, ma esteticamente erano davvero gemelli. E poi, se Yoh coi capelli lunghi era identico d Hao, Hao a sua volta coi capelli corti dovrebbe essere uguale a Yoh.

Il ragazzo si passò una mano fra i capelli portandosi una ciocca davanti a sé e rigirandosela fra le dita. Poi ridacchiò in silenzio e posò di nuovo lo sguardo sulla ragazza.

- Non ho ancora finito, io – rispose, e salì le scale – Buona notte.

- Buona notte…Yoh.

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E incredibile quante idee mi frullino per la testa, ma ce la farò mai a stare al passo dei miei mille aggiornamenti??? Va beh, se pubblico questa nuova ff è perché spero che vi piaccia, o lettori di Shaman King! Fatemi sapere, anche se dal primo capitolo lo so che non si capisce quasi niente, vedrò di scrivere subito il secondo, così capirete meglio!

Ciao ciao!

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Capitolo 2
*** Prologo - L'inizio del viaggio ***


TWIN SPIRITS

 

 

                 TWIN SPIRITS

 

                                                                               - PROLOGO-

                                                                     - L'INIZIO DEL VIAGGIO -

 

- Ormai ho deciso, Anna, lasciami passare!

- No, Yoh, ti prego, non fare scelte affrettate! Tu non puoi…

Ma il ragazzo la mise da parte con uno spintone e attraversò il cortiletto. Lei non si arrese e gli si mise davanti ancora una volta.

- Anna, io devo andare!

- Portami con te, allora! Perché devi lasciarmi qui, io voglio venire con te!

- No, è il MIO destino combattere contro Hao, non il tuo!

- E il mio è starti accanto e aiutarti a diventare il Re degli Sciamani!

Yoh parve molto colpito da quelle parole, Anna gli stava dimostrando quanto tenesse a lui. Ripensò a quelle parole ancora una volta, ma una frase ebbe il sopravvento.

- Levati di mezzo.

- Ma…

Il tempo parve fermarsi nell’istante in cui Yoh la superò con passo deciso approfittando del suo momentaneo smarrimento, e si fermò anche quando poi scomparve oltre le colonne dell’ingresso della casata. Anna stava per rincorrerlo ancora una volta accompagnata però dalle lacrime che le si stavano formando sotto gli occhi, ma venne fermata l’ennesima volta, stavolta però dal vecchio Yomei e dal suo bastone nodoso.

- Ha ragione lui, è ora che faccia realmente qualcosa per il suo destino- le disse.

Il ragazzo stava già sparendo all’orizzonte quando una voce gli bloccò il cammino. Si voltò: Anna era in mezzo alla strada e lo stava richiamando indietro.

- YOH!!!- era in lacrime, ormai. Lui sorrise e agitò un braccio.

- Non preoccuparti per me, TORNERÒ!

Riprese poi la sua strada, ignorando il cedimento delle gambe della sua fidanzata.

 

All’inizio aveva pensato di prendere un treno per raggiungere più in fretta il nord Giappone, ma poi propese per la strada a piedi quando il buon Amidamaru gli ricordò il motivo del suo viaggio. Nell’allontanarsi da Tokyo, attraversò dapprima le campagne e le cittadine che incontrava, poi arrivarono finalmente le pianure e i boschi. Erano già passati due mesi quando lo sciamano e il suo spirito raggiunsero la punta massima dell’isola giapponese.

A quel punto, per raggiungere l’isola di Hokkaido era obbligatorio andarci a nuoto, se non prendere la facile via del traghetto o di una barca.

Però quella era la prima impresa vera e propria che Yoh avrebbe dovuto superare, e non si sarebbe arreso facilmente. Indossato il costume da bagno e legata per bene la spada sulla schiena assieme a tutto lo zaino che si era portato da casa, la traversata cominciò.

Certo, a gennaio com’era lui non è stata una passeggiata, ma la sua volontà gli riscaldava l’animo e non era per niente intenzionato ad arrendersi, nemmeno quando una piovra lo aveva agganciato con i suoi tentacoli rischiando di farlo annegare per mancanza d’aria sott’acqua. Riuscì a liberarsi grazie ad un colpo abbastanza fortunato infertole con la spada, e da quel momento il ragazzo nuotò molto più rapidamente.

- Amidamaru – chiese -  secondo te riuscirò a trovare Hao andando a nord?

- Si, se le tue teorie sono esatte- rispose lo spirito- In effetti, è sempre stato dov’eri tu, ti ha sempre sorvegliato e di conseguenza dovrebbe esserlo anche adesso.

- Il punto è che magari…si, insomma, sono tre mesi che siamo in viaggio da soli, tu ed io, e ne lui ne i suoi seguaci si sono mai fatti vedere! – aggiunse prima di bere litri d’acqua provocati da un’onda.

Nonostante stesse andando ad una velocità piuttosto spedita, Yoh non riuscì a raggiungere la riva opposta in un solo giorno, e la notte fu ben più dura del tratto passato. Appena il sole fu tramontato lui stava ancora nuotando approfittando delle poche ore di luce rimaste prima del buio della notte, ma ben presto si ritrovò a nuotare nelle ore notturne.

Si levò un vento freddo e con lui onde maestose davano del filo da torcere a Yoh, il quale cercò di nuotare per quel che poteva, ma alla lunga era più l’acqua che beveva che quella attraversava. Fu un onda particolarmente alta, infine, a farlo andare sott’acqua fino a fargli perdere i sensi. Non riusciva più a tornare in superficie, la pressione marina lo spingeva verso il basso e il continuo movimento delle onde non gli permetteva di salire. Lo spirito del samurai voleva aiutarlo, se solo avesse richiesto la forma spirito.

Yoh stava senz’aria da troppo tempo, i suoi polmoni non resistevano più e tra uno sforzo vano e l’altro si malediceva per la sua testardaggine e per la iella che gli aveva provocato una mareggiata così forte. Cominciò a chiedersi se era destino che il suo “grande viaggio” avrebbe dovuto fermarsi lì con la sua morte, perché sapeva che poteva resistere sott’acqua al massimo dieci secondi, non di più. Fortunatamente però riuscì a tornare in superficie giusto in tempo, ma era stremato e svenne, mentre il suo corpo tornava a sprofondare negli abissi.

 

Aprì gli occhi lentamente, prima un pochino uno poi l’altro. Prima sbatté le palpebre e poi si rese conto di essere in una stanza di legno e che era vivo. Sentiva ancora le onde che lo facevano oscillare e a tratti si sentiva ancora oppresso dal mare, ma quando si accorse di essere davvero in salvo e che non stava sognando si alzò di scatto e cominciò a respirare profondamente, come se non lo avesse fatto per anni, quasi a recuperare i battiti perduti nella sua lotta per la superficie. Un paio di minuti dopo cominciò a guardarsi intorno: la stanza era tutta bianca eccetto il soffitto in legno, c’erano un sacco di oggetti e di quadri legati al mare e due oblò, uno accanto al letto e l’altro sulla parete opposta. Era su una barca.

 Sentì dei passi provenire dal ponte e poi giù per quelle che sembravano essere delle scalette per arrivare sotto coperta.

- Oh oh! Ti sei svegliato, ragazzo! E’ quasi ora di pranzo, lo sai? – disse un uomo con i capelli bianchi e la barba di colore analogo, aprendo la porta con un gran sorriso e scrutandolo per benino- Su, mettiti qualcosa addosso e vieni nella stanza qui di fronte, non quella a sinistra perché andresti in bagno. Dai, sbrigati!

Appena conclusa l’affermazione, l’uomo se ne andò socchiudendo la porta. Dopo la penultima frase, Yoh si era accorto di essere praticamente nudo, dato che prima in mare aveva addosso solo il costume e che non poteva riposare con qualcosa di bagnato addosso. Si alzò da letto e puntò dritto al suo zaino, dietro la porta, ne estrasse fuori la sua camicetta bianca che di solito ha sempre tenuto aperta e un pio di jeans verde-marcio, li infilò e andò in quella che era una specie di cucina, sala da pranzo e ripostigli in quattro metri quadri.

Il marinaio lo salutò raggiante come prima e gli servì subito una bella zuppa calda, ma poi non si trattenne e cominciò a tempestarlo di domande.

- Non è da tutti i ragazzini attraversare a nuoto lo stretto Tsugaru-Kaikyo in pieno inverno, lo sai?

- Beh, si, ma io volevo solo…era una gara tra amici!

- Stavi per morire, sei stato molto fortunato che io ti abbia trovato, eri già svenuto e con quelle onde! Quanto credevi di resistere, eh? Tu sei matto…

- Beh, credevo di farcela in meno tempo!

- Un altro povero illuso che crede che lo stretto sia breve, ma voi ragazzi d’oggi ci andate a scuola? Studiate la geografia?

- Si, certo!

Yoh decise che era ora di un time-out e s’ingozzò di zuppa per avere una scusa per le domande. Il marinaio però parve accorgersi di questa tattica.

- E dimmi un’altra cosa, arrivato all’altra sponda avresti fatto il tragitto inverso o avresti preso una barca?

- Beh…-ci pensò su un attimo, se avesse risposto “con una barca” si sarebbe fregato la scusa della sfida, ma se avesse detto l’opposto avrebbe ricevuto un’altra ramanzina- Non lo so.

- Ah…un’altra cosa: se stavi facendo una sfida – Yoh deglutì rumorosamente- perché ti portavi appresso uno zaino così pieno e una spada da samurai?

A quel punto si sentì in trappola come un topo in una tana cieca, e il marinaio lo sapeva bene. Lui lo guardava con lo sguardo di chi sapeva di aver messo qualcuno con le spalle al muro. Yoh posò la scodella sulla cassa che doveva fungere da tavolo e cercò di guardare altrove, non l’uomo, altrove, ma il suo sguardo era quasi magnetizzato a quello dell’altro.

Il marinaio si alzò di scatto e gli si avvicinò.

- Voi ragazzi siete sempre pieni di segreti, ma non m’importa se non mi vuoi dire che ci facevi in acqua stanotte, okay?- lo scrutò da cima a fondo- D'altronde ho già fatto questo favore ad un ragazzo Ainu con lo snowboard in spalla che ha avuto più o meno la stessa sorte…si chiamava Horo Horo, se non sbaglio.

Lo sciamano sorrise.

- Beh, i colpi di testa capitano a tutti, no?

Entrambi scoppiarono a ridere.

 

 

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Mamma mia, quanti commenti! Quando sono andata sul sito per poco non mi mettevo a saltare dalla gioia! Non prendetemi per matta, ma è la primissima volta che ricevo ben 9 commenti per il primo capitolo di una mia ff !!!

Beh, ora mi sembra doveroso ringraziarvi uno per uno e spero che questo capitolo vi si piaciuto come il primo, a me è piaciuta tantissimo la scena della partenza e quando stava per affogare!

 

 

Mao chan: sei una forza, avevo postato il capitolo da dieci minuti (massimo) e tu hai commentato all’istante! Grazie! ^  ^ Sono contentissima che trovi la mia ff addirittura magnifica, ma non ti sembra di esagerare??? A me sembrava di aver scritto l’ennesima cretinata! Per la tua curiosità sulle altrui reazioni però devi aspettare almeno due capitoli…intanto goditi quelli che posterò nel frattempo!

 

miya: amica mia! Grazie anche a te per il complimento, e scusami se non ti ho ancora risposto alla mail ma ho un paio di problemini ad entrare nell’account, quindi abbi pazienza, in settimana (magari) riesco a risponderti!

 

Lunetta: lo so, il primo capitolo era un po’ confusionario, nemmeno io francamente ero tanto sicura se metterlo lì come primo della ff o se seguire l’ordine degli eventi…però ti assicuro che nei prossimi capitoli comprenderai benissimo le ragioni del cambiamento del nostro Yoh! Grazie del commento, sono commossa (e sull’orlo delle lacrime per la gioia!) e per quanto riguarda l’aggiornamento, vedrò di fare del mio meglio!

 

kristin: piacere della sua compiacenza per Yoh OOC, ma mi dispiace che Hao non sia ancora comparso, ma nel prossimo…ih ih ih! ^  ^ Sinceramente non credo che anche Hao sarà OOC, però considerando il fatto che ho scoperto i rating e questi tipi di stile ( o cosa sono) giusto coi commenti di questa ff, e quindi oggi, magari lo sarà e non me ne accorgerò! Di certo lo è Anna, a un certo punto ho creduto di averla fatta troppo sdolcinata, ma spero che così vada bene!

 

shin-shi: hola, ci si rivede! Sono contenta che tu sia contenta della mia pubblicazione, pensa che io volevo andare ancora un po’ avanti con le altre ff prima di iniziarne un’altra, ma poi quando ho scritto il capitolo mi sono detta che era stupido tenerlo in memoria e ho fatto l’esperimento! Ed eccomi qui!

 

Elie_chan: mi fa tantissimo piacere sapere che ti sia piaciuto il mio capitolo! ^   ^ Ma hai contattato Erika per eliminare il tuo doppione? All’improvviso è scomparso! Anche a me piacciono tantissimo i gemelli ( e te l’ho già …ehm, fatto capire in un commento della tua ff!) perché…sono bellissimi, e poi mi piacciono e basta! Oh, uffa! ^/////^

 

Yoru: Che crepi il lupo! Grazie anche a te, pensa che quando mi sono immaginata Yoh con quel travestimento non ci sono riuscita e continuavo a pensare ad Hao!!! Immagina tu! Ecco il nuovo capitolo, spero ti piaccia!

 

Kia&Alterego: grandioso, ho incuriosito ben due persone (sempre che l’alterego lo sia…) in una volta sola! Sono proprio contenta che ti sia piaciuto e che, naturalmente, tu abbia già compreso ciò che è successo, ovviamente però io lo spiegherò per benino nei prossimi capitoli, quindi continua a seguire questa ff che io continuerò di certo! ^  ^ Grazie ancora!!!

 

Miyu chan: wow!!!! XDDDDDD che gioia, la ff ti piace!!! Stai tranquilla, con questo e i prossimi capitoli tutto si chiarirà, attendi e vedrai! Il capitolo, come hai visto, l’ho postato abbastanza velocemente (più che altro per non confondere le idee ai lettori!) e sono contentissima che ti incuriosisca! (l’ho già detto? )!!!

 

Bene, (oh, come sono contenta! ^  ^) ora aspetto di sentire voi che ne pensate, mi raccomando commentate!!!!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 3
*** Prologo - Primi Cambiamenti ***


TWIN SPIRITS

 

 

                 TWIN SPIRITS

 

                                                                               - PROLOGO -

                                                                   -  PRIMI CAMBIAMENTI -

 

Una piccola catasta di rametti sformati e secchi, poi una fiamma e il fuoco si accese senza che nessuno si sia avvicinato. Lo scoppiettio riempì immediatamente il silenzio di quella gelida notte d’inverno, all’aperto.

- E così – disse il ragazzo che col suo potere aveva appena acceso il focolare – E così Yoh è partito ed è andato a nord? 

- Esatto, padron Hao –risposero in coro tre ragazzine dall’aria innocua- E’ partito per rinforzarsi ed ha già attraversato tutto il Giappone fino a Hokkaido, sono circa quattro mesi che è in viaggio.

Hao si alzò in piedi facendo spaventare quelle tre, ma si sistemò la veste e rimase per un paio di minuti a contemplare le fiamme come fosse imbambolato all’udir quel lieve scoppiettio che ne fuori usciva. Non gli veniva in mente nessun’ipotesi per cui Yoh sia dovuto partire, solo e senza un’evidente meta precisa…che stesse cercando qualcosa?  Qualcuno? Considerando che è partito da solo, doveva essere qualcosa di importante, era un comportamento troppo strano per un pigrone come lui che si è sempre portato appresso una ventina di persone.

Poi si scosse in un fremito e fissò le ragazze, prima di congedarle .

Il fuoco oscillò quando il trio Hanagumi si allontanò dal ragazzo, ma subito dopo tornò normale e, come pochi istanti prima, anche Hao tornò a fissarlo ammaliato da quella bellezza. Il colore giallo-arancione, così vivo, così intenso, si rifletteva nei suoi occhi con altrettanta espressività, mentre un’impercettibile soffio di vento gli faceva oscillare i capelli lunghi ed incolti dandogli un’aria ancora più vigorosa e selvaggia, ma stupefacente nell’insieme.

Accanto a lui sedeva un piccolo bambino con capelli ricci e un colorito messicano che sembrava un bambolotto tanta era la sua dolcezza nell’aspetto.

- Padron Hao, cosa ha intenzione di fare?

- Riguardo a cosa?

- A Yoh.

- Beh – alzò gli occhi alla volta stellata, acquisendo ancora un nuovo orizzonte nell’oscurità delle sue iridi – Dico che domani possiamo fare un salto da lui, che ne dici?

Entrambi sorrisero, ma Hao si mise addirittura a ridere. “Qualunque cosa tu stia facendo”, pensò, “Non credere che tarderò a scoprirla, quindi aspettami, fratellino”.

 

A molti chilometri di distanza, un altro ragazzo, del tutto identico al precedente, stava anch’egli tentando di accendere il fuoco, ma mentre il primo lo aveva fatto in un secondo col suo potenziale da sciamano, il secondo stava tentando col classicissimo metodo dello sfregamento di due legnetti o sassi, qualora si fosse stufato di uno dei due mezzi. Naturalmente ci sarebbe riuscito in un attimo utilizzando dei fiammiferi, ma il tratto a nuoto del giorno precedente non era stato esattamente benefico nei loro confronti e quindi ecco spiegato il motivo per qui, nei fitto del bosco in qui si era avventurato, si sentivano dei lamenti senza senso del tipo “stupido accenditi, perché ti ostini a non ascoltarmi, maledizione, kami sama” o simili.

Lo spirito di Yoh, Amidamaru, assisteva alla scena dapprima divertito, poi decisamente annoiato per le ripetizioni dei fallimenti: dopo quasi un’ora, infine, decise di aiutare il ragazzo chiedendogli di far fare a lui. Per chi stesse assistendo alla scena solo ascoltando i rumori provenienti dalla foresta avrebbe sentito gridare “Amidamaru, forma spirito, UNIONE!” accompagnato da un esclamazione gioiosa.

- Oh grazie Amidamaru, ti sono debitore!- disse lo sciamano avvicinando le mani gelate al fuocherello appena acceso.

- Figurati! E poi pensa che, se avremo questi problemi tutte le sere, mi diventeresti un debitore recidivo! Devi specializzarti un po’ nello sfregamento, ma penso che dipenda dall’allenamento o dall’esercizio, in fondo non dovresti averlo fatto così tante volte da…

S’interruppe bruscamente, si era accorto che l’altro non lo stava ascoltando. Stava invece fissand il fuoco con crescente attenzione, senza curarsi di ciò che gli accadeva intorno. Lo spirito gli avvicinò nella speranza di vedere ciò che il ragazzino stesse fissando, ma ottenne solo di averlo fatto trasalire.

- Scusami, non volevo!- si scusò subito- E’ che magari avevi visto qualcosa d’importante…

- No, scusami tu, sono stato un maleducato!- disse prontamente Yoh, passandosi una mano dietro la testa per l’imbarazzo- Non avrei dovuto ignorarti così!

Ma il silenzio ricadde subito.

- Questa è una delle prime volte che stiamo da soli, vero?- riprese il ragazzo- Si…chissà come sarà questo viaggio, chissà se troveremo cosa stiamo cercando, chissà se servirà davvero a qualcosa. Io mi sento solo isolato, ultimamente siamo stati sempre assieme ad almeno tre persone al giorno, non siamo mai stati così soli, riusciremo a farcela?

- Che razza di domande, certo che ce la faremo! E poi ricordati che siamo comunque in due, non saremo mai realmente da soli!

- E’ solo che…beh, gran parte delle nostre vittorie sono dovute al fatto che c’era sempre qualcuno accanto a noi, no?

- Yoh, non scordarti che se siamo qui è proprio per queste persone, per far si che non debbano più essere bersagli di Hao!

Qualcosa di insperato si rigettò nell’animo del ragazzo, è vero, se lo stava scordando. Com’era possibile che si stesse piangendo addosso per una sua decisione, com’era possibile che non stesse pensando ai suoi amici o che lo stesse facendo in maniera così deplorevole! E poi c’era Amidamaru, e lui con quelle parole lo stava trattando malissimo.

- Hai ragione, scusami. Non so che m’è preso!- sorrise, rincuorando infinitamente il buon samurai: era proprio quel sorriso, così puro e semplice, l’obbiettivo a cui puntava con quella conversazione.

 

Il giorno dopo le temperature scesero parecchio in tutto il paese, ma Yoh non si era affatto trovare impreparato, anche se il suo abbigliamento invernale faceva parte della collezione di abiti confezionatogli da Anna e non lo faceva sentire propriamente a suo agio.

Riprese il cammino, dunque, e per svariate ore si ritrovò a camminare senza meta in quella foresta che sembrava sempre più immensa. La sua spada da dentro il fodero gli picchiava contro il ginocchio così volte da costringerlo a cambiarne la posizione quasi abitualmente. In prossimità dell’uscita dalla foresta udì uno scricchiolio di foglie e rami secchi che lo fecero voltare di scatto e istintivamente si guardò attorno: non sembrava ci fosse qualcuno, ma solitamente è proprio quando non c’è apparentemente nessuno che in realtà è l’opposto. Portò la mano alla spada ma si distrasse nella sua guardia perché l’arma era sul lato opposto e non si era ritrovato nei movimenti. Approfittando di quel momento preso alla sprovvista, la figura che aveva attirato l’attenzione di Yoh piombò giù da un ramo e gli arrivò giusto di fronte.

- Ciao fratellino!- disse Hao- Come mai da queste parti? Casa nostra non sta più in giù?

Yoh si sentì letteralmente preso nel sacco, ma non lo diede a vedere. Invece si allontanò cautamente dal gemello e gli rispose educatamente come fossero grandi amici e non l’opposto.

- Che sorpresa, non mi … non mi aspettavo di incontrarti!- nella realtà pensò che aveva fatto bene a non demordere col suo intento.

- Beh, è più che giusto che io mi preoccupi per la mia metà più piccola,no? Tu, piuttosto…- Yoh era riuscito a prendere la spada- Non mi hai ancora detto come mai ti trovi qui.

- Oh! –sembrò che cascasse da un pero, dato lo stupore che ci teneva a manifestare – Io sono in allenamento, non si vede?

Entrambi sorrisero, entrambi velavano un vivo cipiglio combattivo, entrambi sapevano che l’altro fingeva.

- E la tua amica, quella Anna, l’hai mollata a casa? Se non mi sbaglio, tutti i tuoi allenamenti sono stati dettati dalla tua ragazza. Come mai, allora, non è qui con te?- si avvicinò a passi lenti ma inesorabili, incutendo più paura di quella che Yoh voleva farsi mettere addosso; il suo tono di voce era diventato molto persuasivo, ma il ragazzo non cascò nel tranello tesogli dal fratello.

- Non sono affari tuoi, Hao – anche lui cambiò tono di voce, diventando risoluto.

- Capisco… beh, se non vuoi non sei tenuto a dirmelo – rispose lui malinconico, ma modificando ancora di più il suo tono, da persuasivo a decisivo- Anche perché lo scoprirei comunque.

Cominciò a ridere sadico in una risata amara, mentre la mano infuocata del suo spirito custode comparve dal nulla e lo portò via da quella foresta. E com’era prima di quella discussione, il silenzio tornò tra lo sciamano, lo spirito e il luogo in cui si trovavano.

Yoh era rimasto spiazzato da quell’ultima frase, “anche perché lo scoprirei comunque”: il fratello aveva usato un tono molto più forte rispetto a quelli che aveva sempre usato. Solitamente quando parlava lo faceva in modo abbastanza semplice, anche se i suoi discorsi non erano mai semplici; questa volta invece aveva assunto il suo probabile vero carattere, quello che incute timore, quello che forse gli si addiceva più di tutti.

- Amidamaru…- disse infine, risvegliatosi dai suoi pensieri. Si voltò verso di lui e sorrise come solo lui sapeva fare. – Almeno avevamo ragione, ci ha effettivamente seguiti!

- Si, ma adesso dobbiamo allenarci come non abbiamo mai fatto, sei d’accordo?

Ripresero a camminare, uscendo finalmente da quella foresta fittissima e buia.

- Certo, ora tocca all’allenamento- rispose- Penso che non dovremmo occuparci ad altro fino a quando non ci sentiamo realmente pronti ad uno scontro con mio fratello, non credi?

- Beh, magari penseremo a tagliarti i capelli, o diventeranno lunghi come i suoi!- aggiunse il samurai, facendo poi una serie di smorfie nell’immaginare il ragazzo con una chioma come quella di Hao.

 

- Ma, signor Hao, oggi non ha concluso niente!

- E’ quello che credi tu, Opacho, io in realtà ho ricavato un paio di piccole informazione.

- Posso chiedervi quali?

- …

- Padron Hao?

- No, Opacho, meglio di no…

 

Il rumore dei suoi passi era diventato un suono ritmato abbastanza piacevole, la neve fresca scricchiolava per bene sotto le sue suole ed era l’unica cosa che si sentiva fra quelle montagne. Yoh camminava con passo spedito da circa tre giorni e il suo spirito custode lo precedeva in molte occasioni per controllare il percorso che si apprestavano a seguire. Non ci sono ostacoli, diceva tutte le volte, possiamo proseguire. Ignorava gli ostacoli che albergavano nell’animo di Yoh, ignorava quel piccolo mostro che si nutriva della solitudine e che non gli permetteva di pensare ad altre cose che non fossero…

- Hao.

- Come?

- Non ho detto nulla.

- Mi è sembrato..

- Nulla ti dico!

- Va bene, mi sarò sbagliato.

Lo sciamano si fermò e puntò la spada in terra. Inspirò profondamente e alzò il viso al cielo. Lo spirito si fermò a guardarlo chiedendosi che cosa stesse facendo, ma poi ricevette risposta.

- Fermiamoci qui ad allenarci, ti va?

Amidamaru riguardò intorno chiedendosi come mai si fosse fermato gusto in quel punto: erano in una vallata, non c’era nulla di particolare e nemmeno un bersaglio per provare i propri colpi.

- Scusa, perché qui? Non era meglio la foresta, allora?

- Uhm, sì, forse hai ragione…- stavolta fu Yoh a guardarsi intorno, come a chiedersi il perché di quella sua decisione – Allora, facciamo a chi corre più veloce per raggiungere la foresta?

- Correre indietro? Ma sono tre giorni che ci siamo allontanati da lì, non è che hai preso freddo?- fece come per avvicinarsi a lui, ma quello cominciò a correre come un forsennato.

- Se non ce la fai, dillo subito!- gli gridò indietro.

Il samurai sbuffò stancamente, poi fissò quel ragazzo che si faceva sempre più piccolo all’orizzonte e confermò che doveva aver preso un colpo di freddo alla testa. Scosse la testa desolato e, come un soffio di vento partì all’inseguimento andando, naturalmente, molto più veloce di lui. Lo superò tantissime volte perché ogni tanto si fermava ad aspettarlo sperando che si fosse fermato e che avrebbe messo la testa a posto, ma Yoh non si fermò nemmeno un secondo e si fece tutta la strada d’un fiato, fino a quando non arrivò alla foresta in tempo record ma comunque battuto dallo spirito custode.

- Come..(anf).. come fai ad essere così veloce?- gli chiese col cuore  mille e il respiro assolutamente irregolare.

- Non uso mica le gambe, te lo ricordi almeno questo?

Rimasero il silenzio, Yoh sorrise beffardo come se una lampadina da mille wolt gli si fosse accesa nel cervello e disse:

- Non è che mi alleneresti a diventare così veloce?

- Credo che sarà un po’ difficile…

- Ti prego!- supplicò.

- Non puoi farcela!- ribattè deciso- E’ praticamente impossibile!

Ma ogni volta che ci ripensò nei due mesi a venire si costrette a rimangiarsi quelle parole.

 

 

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WOW! XDDDDDDDD Se nel capitolo precedente ero andata in visibilio per 9 commenti, che devo fare adesso per ben 11???? (suicidarti? NdRen)(già, perché non mi dai l’esempio!?NdShark) Beh, non me l’aspettavo nella maniera più assoluta e spero di non avervi delusi con questo capitolo, che tra l’altro ci ho anche messo un bel po’ a scrivere!

E ora alziamo, come di consueto, il siparietto per i ringraziamenti singoli!

 

Rachele: benvenuta su questi schermi!Grazie mille per aver letto e commentato questa mia piccola nuova creazione…oh, me gioiosa! Sono contenta che ti sia piaciuta l’ideuzza di render davvero simili i due (anch’io non so chi preferisco, ma se mi metto a contare tutte le cose che non so non finisco più!) e spero che il tuo sbavare non ti abbia impedito di leggere anche questo capitolo, dove c’è il primo discorso che interessa direttamente i due! Grazie mille ancora!

 

shin-shi:  ti ho delusa??? Devo saperlo, devo! E’ una questione di vita o di morte, mi hai chiesto mooooolte più cose, ma non so se ne sono successe abbastanza! Però, come ho realmente promesso, è entrato in scena Hao e non sarà l’ultima volta, credimi! Quindi continua  seguirmi e grazie mille per i commenti che mi lasci ad ogni capitolo! Ciao!

 

Yoru: dov’è quella immy? Me la potresti inviare per favore, sono un po’ curiosa, sai com’è! Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto, io ce l’ho messa tutta!Grazie per i tuoi complimenti e per i commenti, sono … commossa! (ma tu lo sei sempre! NdRen)( che pizza, perché non te ne vai con gli altri nella ff apposita!ndShark)Scusaci!

 

Mao chan: non ti preoccupare, non importa se non commenti subito (al prossimo capitolo sarai la prima vero???)! Mi spiace dirtelo ma il tuo ehm, cioccolatino per un po’ non comparirà, sai com’è…no! Non andartene! Intendevo dire che adesso c’è il flash back di Yoh, ma poi comparirà anche Horo Horo, non mi lasciare per questo…non mi lasciare…

Oh, grazie anche a te, Metallika! Sono molto onorata di ricevere anche una tua recensione, oh! Come sono contenta! Complimenti anche a voi 2 per come ve la state cavando nelle ff, siete davvero un duo comico impedibile!

 

Kia&Alter ego: eccoti accontentata, Hao è comparso, spero ti sia piaciuto!Sono felice di aver attirato qui nella mia rete un pesciolino critico ed uno pazzo, e sono ancor più felice che ti sia piaciuto il capitolo, ma mi dispiace che ti ho confusa e che ho usato ripetizioni…perdono, umile perdono! Grazie di tutto! ^  ^

 

Francesca Akira89: grazie !!!!! ^  ^ Complimenti per non aver desistito con l’adsl che hai soprannominato “matto” e grazie molte per non avermi lasciata nel baratro dell’oscurità senza un tuo commentino piccino picciò…Vedrò di riferire il tuo consiglio a Yoh, ma tu smettila di fare la veggente! Aspetta i prossimi capitoli e vedrai la reazione di Horo Horo & co! ^   ^

 

kristin: et voilà! A voi, signorina, Hao è arrivato! Per quanto riguarda Horo Horo, sappi che non comparirà per almeno due capitoli (è una stima, non lo so ben di preciso)(magari sono 3…)e comunque non è detto che la reazione di Horo Horo sia proprio come quella che tu e Francesca Akira89 state gufando per Yoh…ih ih…aspettate e vedrete! Intanto, grazie ancora per il tuo commento!

 

Miyu chan: hai visto che ho aggiornato presto? Adesso, però l’ho fatto un po’ meno rapidamente…^  ^””” anche a me il capitolo era sembrato cortino, ma considerando che eran circa 4 pagine di word senza i ringraziamenti mi sono detta che poteva andare! Mi spiace che ti abbia sorpreso il viaggio, ma lo avevo annunciato con scarsa precisione, ma lo avevo fatto, cmq…anche io volevo parlare di più dei capelli di Yoh (ma tu guarda, sembra che sia stata vicino a me nella stesura!) ma poi mi sembrava che sarebbe stato un po’ noioso e ripetitivo…ma il prossimo non ti deluderà! Intanto spero che questo non lo abbia fatto! Putroppo dirtelo (mazza, quante note negative che sto mettendo!) ma Horo Horo non lo si vedrà per almeno 2 capitoli, ma dato che me lo avete richiesto in tante…mah, chissà!Grazie del tuo commento e complimenti anche a te per la tua ff! ^  ^

 

Nuwanda: ^___^ Me molto contenta! Grazie mille, sono al settimo cielo!!!^   ^ Continua a seguirmi, ok? Spero che il chappy ti sia piaciuto!

 

_Lunetta_: confesso che il tuo nome mi è venuto in corsivo un bel po’ di volte fino a farlo tornare normale…sei una tipa originale, lo sapevi? Sono contentissima (lo hai già detto un sacco di volte! NdRen)( Lo so, ma che ci posso fare!?! NdShark) che la ff ti incuriosisca, e, come ho promesso, Hao è arrivato! Certo, ci sarà anche nel prossimo capitolo, ma qui ha fatto la sua comparsa e spero ti sia piaciuto! Grazie mille, e continua così anche tu! ^  ^

 

miya: beh, meglio tardi che mai, no?  Mi scuso ancora per il contrattempo nel risponderti all’e-mail, mi sento un vermiciattolo…ma intanto grazie 1000 per il tuo commentino, non perdermi di vista che posso aggiornare prima ancora che tu te lo possa immaginare! )ma non aspettarti subito il nuovo capitolo!) ^___-

 

 

 

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Capitolo 4
*** Prologo - Il nuovo volto dello Sciamano ***


TWIN SPIRITS

 

 

                 TWIN SPIRITS

 

                                                                               - PROLOGO -

                                                     - IL NUOVO VOLTO DELLO SCIAMANO -

 

Un’incredibile distesa bianca, circondata da monti più o meno alti ma ben innevati.

Il silenzio totale venne interrotto da una sequenza di passi rapidissimi e dal respiro affannato del ragazzo che li compiva. Si fermò in scivolata in prossimità dell’ingresso di un valico e la neve che sollevò si udì molto distintamente, come tutto del resto.

Aveva appena finito la sua ennesima corsa sulla neve ghiacciata ormai da mesi e tutti i suoi movimenti venivano accompagnati da una serie di scricchiolii impercettibili altrove.

Yoh Asakura, esiliatosi nei grandi ghiacciai di Hokkaido, era riuscito, in quegli ultimi due mesi e mezzo, a superare in velocità il suo spirito custode raggiungendo tempi incredibili, riflessi prontissimi e un controllo sul furyoku quasi pari a quello del fratello.

Si voltò, facendo oscillare i suoi capelli scuri lunghi fino a oltre le spalle sul soffio gentile del vento: il suo spirito l’aveva raggiunto.

- Guarda laggiù!- Yoh puntò l’indice verso un punto lontano e dietro ai monti, dove si stagliava nel cielo un gran fumo nero- Cosa pensi che sia?

Lo spirito stette sulle sue per un attimo, poi guardò lo sciamano ed un misto di desolazione e di stanchezza si dipinse sul suo volto. Negli occhi del ragazzo, invece, brillava la gioia e l’impazienza di un bambino, c’era scritto a chiare lettere: facciamo una corsa per andare a vedere?

Erano le prime ora del mattino, i due si erano appena svegliati e già si stavano allenando: il loro obbiettivo non si era più fatto vedere , ma loro non avevano mai abbassato la guardia.

Cominciò a nevicare, prima lievemente, quando i due erano a metà strada, poi più intensamente, non molto più tardi.

- Yoh! Non possiamo continuare con questo tempo!- esclamò lo spirito- Io non ci vedo più niente!

- No, non possiamo fermarci ora, siamo quasi arrivati!- anche lo sciamano non vedeva nient’altro che non fosse la bufera di neve, ma sapeva bene che non sarebbe mai sopravvissuto nemmeno fermandosi- Dobbiamo continuare, dobbiamo raggiungere il villaggio!

Ormai ne era sicuro, quel fumo proveniva da un villaggio, e se la memoria non lo stava ingannando, doveva essere quello che credeva che fosse. Si voltò verso lo spirito e gli indicò un nuovo passaggio, ma lui sembrava essersi impuntato e sembrava proprio non avesse intenzione di andare oltre.

- No Yoh, questo è un suicidio, sono sicuro che persino Hao userebbe il buon senso e si fermerebbe in una simile situazione!

-IO NON SONO COME HAO!- sbraitò lo sciamano, stava anche perdendo la pazienza!- Io non sono come lui e non ho intenzione di fermarmi!

Era così deciso, era così sicuro di se, come avrebbe potuto lasciarlo lì da solo? Era così convinto che la strada fosse quella giusta, Amidamaru doveva ancora una volta fidarsi di quel ragazzino dai jeans verdi e i capelli ormai oltre le spalle. In fondo, si disse, fin’ora aveva sempre avuto ragione, perché non questa volta? Penetrò ancora una volta quel suo sguardo sicuro e affidabile, l’espressione seria infine lo convinse e ripresero la marcia.

“Se non me l’avessi gridato, Yoh, ti avrei davvero scambiato per tuo fratello, ultimamente me lo ricordi molto..”

 

-Papà!- gridò- papà, dove sei?

- Sono qui, rimani dove sei, vengo a prenderti io!

L’uomo era molto robusto, il figlio lo riconobbe subito anche se si trovavano in mezzo alla tormenta. Il suo mantello svolazzava da tutte le parti ma quando raggiunse il bambino ve lo ci avvolse senza troppi complimenti. Il bambino si accucciò al petto del padre, riscaldato dal suo buon cuore. L’uomo, poi, concentrò l’attenzione su quella figura esile e quasi invisibile nella neve che stava venendo verso di loro. Camminava lentamente e con fatica, poi cadde a terra e accanto gli comparve uno spirito. Corse subito verso di loro e trovò un ragazzino dall’aspetto quasi scheletrico ma muscoloso che giaceva a terra stremato.

Disse al figlio di reggersi forte e prese anche lui in braccio, poi si rivolse allo spirito.

- Che cosa ci fate in mezzo alla bufera?- disse con voce pacata ma comunque predicativa- Tu sei il suo spirito custode?

- Anche lei è uno sciamano?- Amidamaru era stupito, non se lo aspettava, ma certo era un bel colpo di fortuna. L’uomo annuì.

- Si, beh, non utilizziamo gli spiriti ma lo siamo lo stesso- sembravano essere fuori pericolo, la tormenta stava gradualmente cessando- Conosci i minuziani?        

 

- Ehi, Yoh, non ci crederai mai: indovina un po’ dove ci troviamo!- esclamò il samurai, sprizzando gioia da tutti i pori.

Yoh si alzò dal letto e si mise seduto portandosi una mano alla fronte. “Che mal di testa”, pensò, “Ohi ohi ohi…”

- Allora, lo sai?

Si guardò intorno, poi le immagini smisero di essere sfuocate e si rese conto di essere in un’abitazione. Ma era strana, il letto in cui aveva riposato non era uno dei soliti letti, era più che altro una sottospecie di materasso messo per terra e tutta la stanza era decorata con disegni tribali che conosceva per bene.

- Si, siamo nel villaggio di Horo Horo, giusto? Siamo nel villaggio degli Ainu- rispose lui, sorridendo come suo solito.

Dietro di lui si aprì una porta ed entrò un bambino con in mano un vassoio ed una tazza fumante. Poi arrivò un uomo molto robusto e infine un ragazzino più o meno della stessa età di Yoh, che si fermò sullo stipite della porta a braccia conserte ad osservare l’ospite.

- Benvenuto, tu sei Yoh, giusto? Il tuo spirito ci ha raccontato un po’ di cose su di te- l’uomo sorrise pacatamente, lo sciamano si sentiva bene interiormente, finalmente un po’ di pace e di tranquillità fra quattro mura.

- Si esatto, mi chiamo Yoh Asakura e sono uno sciamano, vengo da Tokyo e…

- Amidamaru ci ha detto che avete conosciuto anche Horo Horo,vero? La sua famiglia abita qui vicino alla nostra e sono molto in pensiero, sia per lui che per Pirica- lo interruppe – Posso chiederti perché ti trovavi nella tormenta?

- Amidamaru non vi ha detto anche questo?- rispose ironico, lanciando un’amichevole occhiataccia allo spirito samurai, poi scoppiando a ridere come uno stupido- Scherzavo, eravamo lì perché volevo raggiungere questo villaggio, ecco tutto!

Il bambino si mise a ridere alla stessa maniera di Yoh, il ragazzo sulla porta sorrise amaramente e l’uomo esplose in una fragorosa risata, poi gli porse la tazza che aveva portato il piccolo e invitò i figli ad uscire.

- Chiamaci per qualsiasi cosa, mi raccomando!- concluse, prima di chiudere la porta.

Yoh sospirò desolato. Amidamaru si sentiva in colpa, si sentiva come se avesse detto troppo e stava per chiedergli scusa quando il ragazzo scosse la testa in modo da dire “non fa niente”.

- Non ce ne va bene una, eh?

- Che intendi dire, scusa?

- Beh, prima non riesco a superare la mareggiata, poi la bufera. Sembra che la sfortuna mi abbia preso di mira e che non mi voglia far allenare!

- A me invece sembra che tu sia stato molto fortunato entrambe le volte, ricordati che sei un ragazzino e che non puoi fare chissà quali cose! Secondo me, hai già rischiato la vita abbastanza.

- Già…-sorrise, poi tornò a rattristarsi- Però se continuiamo così non riuscirò mai a battere Hao.

Lo spirito gli si avvicinò e gli mise una mano sulla spalla, confortandolo.

- E invece no, ce la faremo. Qualsiasi cosa tu abbia in mente.

 

Nel corso della giornata, Yoh si ristabilì completamente, considerando che per più di due mesi aveva mangiato poco o nulla. Recuperò il suo incredibile appetito e, quando raggiunse la sesta volta che chiedeva di riempire il piatto, i suoi pensieri tornarono fugaci alla sua fidanzata, poi al suo sguardo glaciale di rimprovero e sputacchiò un po’ di brodo per lo spavento. La famiglia che lo aveva salvato era molto simpatica e disponibile, ma nessuno gli fu più d’aiuto che il figlio maggiore, quello che non era entrato nella stanza quando si era svegliato ma che era rimasto sull’uscio.

Yoh stava tornando dal bagno quando sentì delle grida tenute forzatamente basse, si avvicinò e trovò la madre a sgridare il ragazzo, accusandolo di…non aveva ben capito, ma appena quella si fu allontanata, lui ne occupò il posto.

Il ragazzo, Mohororu, si rintanò in camera sua e si accucciò dietro la porta, dove lo trovò Yoh .

- Che cosa vuoi- gli chiese, freddo- Non ti ho detto che puoi entrare.

- Eh, si, hai ragione, ma questa stanza mi ha incuriosito non poco!

Le pareti chiare di tutta la casa facevano a pugni con quelle color paglia messicana di quella stanza che, seppur piccola, conteneva una marea di cose, ma neanche una tipica del villaggio: era tutta una collezione di souvenir messicani, dai sombrero giganti appesi al soffitto ai banjo accatastati accanto all’amaca che fungeva da letto. Mohororu era vestito con gli abiti Ainu, come Horo Horo, ma il suo armadio era pieno zeppo di poncho e simili, giust’appunto se ne stava mettendo uno mentre Yoh si meravigliava di tutta questa singolarità.

- Mio zio viaggia molto e i miei cugini mi portano sempre un sacco di souvenir, soprattutto dal Messico, dove vorrei vivere io- spiegò lui, sistemandosi i capelli riflessi nella finestra.

- Quindi non ti piace vivere qui?

- No, io odio il freddo, il ghiaccio, la neve! Io voglio vivere nei paesi caldi e…

- Horo Horo è scappto di casa e ora vive a Tokyo, anche se vorrebbe tornare qui, perché non lo imiti?- ma forse Yoh aveva toccato il tasto sbagliato, infatti il nuovo amico si stava rigirando le dita impacciatamene e sembrava volesse formulare una risposta.

- Beh, mi sentirei in colpa ad andarmene così, lasciare la mia famiglia e poi…

Lo sciamano del sud gli mise una mano sulla spalla, alla stessa maniera del suo spirito, che al momento era intento ad aiutare il padrone di casa.

- Non importa, se non vuoi dirmelo va bene lo stesso- si voltò verso l’armadio, una scintilla si accese in lui e ne prese un poncho color panna- Posso?

Lo indossò in fretta e furia, come se stesse rodendo dalla voglia di provarlo, di vedere come stava, come se stesse aspettando quel momento da una vita. Lo fece scivolare lungo il corpo ma, a cosa compiuta, sembrava aver una specie di rimorso di coscienza. Un rimorso che scacciò con un gesto deciso: l’apertura dell’anta dell’armadio contenente uno specchio lungo.

Si guardò.

Rimase senza fiato.

Si mosse un poco, come a voler vedere se il riflesso era proprio il suo. Mohororu lo guardò incuriosito- che ti prende?

Yoh respirava lentamente, era letteralmente senza parole.

- Ehi, allora?- sbuffò l’altro, un po’ scocciato da tutta quella stupida incredulità: si era messo un poncho, bene, e allora?

Beh, allora…lui certo non poteva saperlo!

Yoh lo guardò.

- Non è che posso provare anche quel paio di pantaloni e quei cosi lì?- gli chiese- Sai, mi sono sempre chiesto come sarei stato vestito da messicano, in fondo in fondo anche a me piacerebbe andarci- continuò in un sussurro- In Messico, intendo.

Il ragazzino sembrava l’entusiasmo in persona, non ci poteva credere, non poteva credere che lo straniero volesse andare in Messico come lui! S’affrettò subito a prendere quello che gli era stato chiesto, mentre l’altro invece chiudeva per bene la porta della stanza, dicendo che voleva fare uno scherzo al suo spirito.

Yoh si levò il poncho e rimase a torso nudo per tutto il tempo che ci aveva impiegato a legare i pantaloni abbastanza stretti da non cadergli, poi s’infilò delle particolari calzature all’apparenza non molto robuste, ma il necessario.

- Certo, non le puoi mettere qui fuori, se no ti congeli i piedi. Dovresti avere uno spirito caldo che ti sostiene, allora puoi- gli spiegò il ragazzino- Io però non ho un paio di guantoni come quelli che mi hai descritto…

- Ah, capisco…

- Ma credo che il mio amico ce ne abbia un paio, e molto resistenti! Aspettami che glieli chiedo, abita qui di fronte, ci metto un attimo!

E così lo sciamano rimase solo per qualche minuto, solo a rimirarsi in quel fatidico specchio, così agghindato…reggeva in mano due orecchini giganti, di stile identico a quelli del fratello, e stava rimuginando sul come metterseli, o almeno provarli. Si mise di lato e constatò quello che aveva notato mentre indossava il poncho: i capelli gli erano quasi arrivati alle scapole. “Se non sbaglio, Hao ce li ha solo un po’ più lunghi e se questa cosa funziona…” entrò il ragazzo, con in mano i guantoni di pelle marrone scura.

- Vanno bene?- chiese- Se vuoi ce li ha anche più chiari…

- No, penso che possano andare bene, grazie!- sorrise pacato, infondendo però una grande paura nell’altro- Posso provarli?

Mohororu si riprese subito, aveva solo immaginato che lui fosse quel tanto temuto Hao.

- Puoi anche tenerli, se vuoi!

 

Il giorno dopo, Yoh e Amidamaru dovettero separarsi da quella bella famiglia che li aveva salvati, ospitati e aiutati. Lo zaino di Yoh era particolarmente pieno, un po’ per le provviste che gli erano state regalate e un po’ per il suo nuovo guardaroba, che però non aveva indossato. Era rimasto con i suoi fedeli jeans verdi, la sua camicia e quell’adorabile cappotto caldo che gli aveva confezionato Anna prima della partenza.

In tutto, erano partiti da più di sei mesi ormai, e il samurai cominciava a chiedersi quando sarebbero tornati a casa.

Sulla strada per il ritorno nella foresta s’imbatterono però in un paio di scagnozzi al servizio di Hao, quelli che formavano con lui il Team Star allo Shaman Fight.

- Il signor Hao vuole sapere che cos’hai in mente, Yoh- dissel’uomo con la chitarra.

- Beh, può anche venire a chiedermelo di persona, se lo desidera tanto!- ironizzò lo sciamano, tenendosi pronto alla difesa.

- Non cercar guai, amico- riprese soave l’altro, vestito con una tunica nera da prete- Noi volevamo soltanto farti una domanda, non c’è bisogno di scaldarsi tanto!

Dietro di loro comparvero i rispettivi spiriti, e tutti e tre li chiamarono in over soul, ma la battaglia che ne seguì si risolse molto rapidamente, a vantaggio del più giovane dei combattenti. Amidamaru era rimasto spiazzato, un po’ perché nemmeno lui credeva che si fossero rafforzati così tanto e un po’ per la serietà con cui aveva eliminato i due.

Il rumore della spada di Yoh accompagnò quel suo ‘andiamocene’ sbrigativo, e lo spirito lo seguì, lasciandosi dietro di se quei due sciamani agonizzanti in pozze di sangue, con gli occhi vuoti.

- Yoh, non credo ci fosse bisogno di ucciderli- lo riprese il samurai, parandosi davanti all’interessato.

- Si, è quel che pensavo anche io, volevo solo passare…

- E allora perché ti sei spinto così in là!

Lo sciamano lo guardò con uno sguardo glaciale che gli mise i brividi, sembrava…malvagio…

- Lo sai benissimo anche tu il perché. Il mio furyoku è aumentato così tanto che alla prima battaglia non sono riuscito a fermarmi!- il respiro di Amidamaru parve fermarsi per la crudeltà che leggeva in quegli occhi scuri, da sempre così affidabili.

Ripresero a camminare, Yoh davanti e l’altro dietro, ma dopo poco lo sciamano lo chiamò di soppiatto come se gli volesse raccontare un segreto e lo trascinò dentro ad un’insenatura lì vicino.

All’inizio lo spirito non aveva ben capito cosa volesse fare con lo zaino, non credeva che potesse già aver fame, erano partiti da meno di due ore! Ma quando lo vide spogliarsi e poi rivestirsi sbiancò in maniera impressionante, come quando era appena uscito dal Libro dello Sciamano.

- Yoh…?- mormorò, quasi impercettibilmente.

- Allora, che mi dici?- si rigirò su se stesso come ad una sfilata e poi si rivolse ancora allo spirito- Non ti ricordo nessuno?

- Non capisco perché…perché vuoi assomigliare ad Hao?

- No- scosse la testa, appena divertito- No, io non voglio assomigliare ad Hao…

Si mise anche gli orecchini e si spettinò un po’ i capelli.

- Io voglio esserlo.

 

 

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Ah ah ah!!! Ecco il momento che aspettavate da tanto, che ve ne pare? Yoh ha finalmente fatto la sua scelta e ora è il momento di andare avanti nella storia! Il prossimo capitolo, stando a quel che ho capito, deve essere uno molto atteso, dato che me lo avete profetizzato in un bel po’! Ebbene si, ma non vi voglio dire altro se no posso risparmiarmi di scriverlo! Apriamo dunque il sipario sulle recensioni, ben 7!

 

Miyu chan: Grazie, felicissima che il capitolo precedente ti sia piaciuto più del precedente ancora, magari è ancora lo stesso! ^  ^ Qui non si vede proprio Hao, ma il un certo senso c’è! Anche io mi sono sbellicata dalle risate per la scena del fuoco, ho faticato molto per renderla bene, ma a quanto mi hai detto devo esserci riuscita! Horo Horo…anche lui è comparso indirettamente, nel prossimo ci sarà sicuramente (non è che ti piace?) ^  ^ Idem per Anna e Manta, non che siano comparsi ma se aspetti li incontreremo presto! Si, la mia ff mi è piaciuta molto ma devi aggiornare prima tu di me, ok?

 

Francesca Akira89: Boh! Sinceramente non so nemmeno io se si chiamano così ma per me andava bene, in fondo lo sono e Hao ci gioca molto su questo fatto, quindi…cmq la sua profezia, professoressa Cooman, penso si avvererà nel prossimo capitolo quindi mi segua ancora che incontreremo il resto della truppa, intanto spero che il capitolo le sia piaciuto, a me tanto! (a te tutti…ndRen) La situazione è realmente grave, come hai potuto notare, eh: ora che mi dici? ^___-

 

Mao chan: ultima possibilità, se non sei la prima nemmeno questa volta…non ti faccio niente,tranquilla! ^  ^ Mi rendi sempre piena di me quando scrivi i commenti (“oh, così mi fai arrossire”, ti giuro che lo dice nel leggerli! NdrRen)( EHI! Il diritto alla privacy dov’è finito! NdShark) Hai visto, indirettamente comparsa la tua ciliegina! Hai ancora tempo per inventare un nuovo soprannome, vedrai che comparirà nel prossimo capitolo! Va beh, grazie mille ancora, ora ti lascio che mi hanno detto che è l’ora della punturina...^     ^

 

kristin: graaaazie! (ammiccando da tutte le parti) ti è piaciuto questo capitolo? Le tue profezie si sono…avverate…! Anche a me piace troppo Opacho, ma non quando cerca di bloccarsi i pensieri o quando va in over soul…lì è bruttissimo! Pensa ch eio all’inizio credevo fosse solo una bambolina! ^   ^””” Mi fa molto piacere sapere che la ff ti piace molto, al prossimo capitolo!

 

Kia&Alter ego: oh, grazie! Sniff…i tuoi commenti così pieni di gente mi fanno sempre molto picere! Si, in due mesi e mezzo (quasi tre) ha imparato, sarà anche tonto, ma non può esserlo poi così tanto, almeno non nelle mie ff! (grazie…ndYoh) Che bello che ti siano piaciute le descrizioni di Hao, ma sono cose naturali, sai…quando uno è veramente bello, figo, ecc!!! ^//////^ (oh no, un’altra! NdHao) Prometto che il prossimo capitolo sarà una bomba, ma non accenno altro se no m’ingarbuglio e con le vostre supposizioni voi lettori mi scrivete il capitolo in anteprima fra le recensioni! Continua a seguirmi! Smile!

 

shin-shi: Wow, sei la prima a recensirmi con tanto di citazione!!! Volevi che notassi i cambiamenti di Yoh? Beh, sicuramente ti ho accontentata! Spero vivamente che questo capitolo ti sia piaciuto, dimmi che ne pensi! ^   ^

 

Yoru: un allegato di posta elettronica? Se vai nel mio account c’è l’indirizzo e-mail (nella voce “contatta l’autore” o simile) Grazie mille della recensione, sono contentissima che ti sia piaciuto! (a questo punto direi che lo ha capitolo anche il microchip più remoto del pc, lo sai? Non fai che ripeterlo! NdRen)( ma se è vero!!! NdShark) Wow, grazie dell’incoraggiamento, anche se io sono abbastanza lenta con gli aggiornamenti, ma credo di andare ad una velocità giusta, quindi…crepi il lupo, ma che mi dici!!! ^/////^ Spero ti sia piaciuto anche questo capitolo, commenta!!!

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 5
*** Di nuovo a casa ***


TWIN SPIRITS

 

 

                 TWIN SPIRITS

 

            - DI NUOVO A CASA -

 

Quella notte, Yoh dormì veramente bene, dopo un anno e più passato in giro per il Giappone si era quasi scordato come fosse fatto un letto e quella mattina la passò quasi tutta a dormire beatamente, come se non fosse mai partito. Non aveva fatto sogni particolari, quando si dorme profondamente non se ne fanno.

Anna invece si era alzata di buon ora, forse perché si aspettava una qualche sorpresa dal suo ragazzo o forse solo perché la solitudine l’aveva fatta diventare più responsabile. Quando entrò in cucina a posare le borse della spesa appena fatta sentì dei passi sulle scale, Yoh si era alzato ed era sceso per mangiare. Indossava i suoi vestiti di sempre, jeans verde scuro e camicetta bianca slacciata.

- Dormito bene?- gli chiese, cercando di non notare il contrasto che creavano i capelli del ragazzo con ciò che indossava.

- A meraviglia!- rispose in uno sbadiglio, posando poi lo sguardo sulle buste della spesa- Hai fatto la spesa da sola?

- Beh, ho chiesto a Manta di riunire gli altri per questo pomeriggio e dato che ieri sera hai mangiato quasi tutto…

- Le mie patatine preferite!- esclamò ad un tratto- Posso?

Anna sospirò, c’erano proprio tanti contrasti tra l’interno e l’esterno di quel ragazzo…

- Ma certo, le ho prese apposta per te!- rispose, porgendogliele- Mi racconti qualcosa del tuo viaggio? Si, insomma, qualcosa tipo…

- Naaa, racconterei tutto due volte!- il sacchettino fosforescente scoppiò, aveva usato troppa forza per aprirlo e le patatine erano volate per tutta la stanza- Ops, scusa! Raccolgo subito!

E si mise a cercar disperatamente le patatine non cadute per terra ritenendole ancora mangiabili, mentre invece Anna gli portava la scopa, cercando di fargli capire che tanto aveva preso tre sacchetti di snack e che se quello lì era finito male non importava.

Ad operazione conclusa, lo sciamano, su invito (o ordine) di Anna, si mise a guardare la tv in salotto e a finire le patatine superstiti, ma, essendosi ormai abituato alla vita nomade e in cammino, non ci volle molto che anche il programma più coinvolgente e divertente del piccolo schermo finì per annoiarlo. Amidamaru cercò di aiutare la ragazza intenta ai fornelli, ma quella lo respinse come il futuro marito e lo incaricò di cercare per il giardino uno spiritello che da un po’ di giorni le dava noie, a sentir lei, ma nel giro di cinque minuti lo richiamò indietro svelandogli che ciò che cercava non esisteva e cominciando a chiedergli sempre più insistentemente qualche particolare del viaggio.

- Per esempio, come mai ha deciso di travestirsi da Hao…- incominciò lei, parlando a voce più bassa per non farsi sentire da Yoh- Insomma, quand’era qui l’ha sempre odiato, non aveva mai avuto una tale piega!

- Ti posso solo rispondere sinceramente, Anna, e quel che dico è..- rispose l’altro, sussurrando in altrettale maniera- ..che non lo so proprio! Ad un certo punto del ritorno, dopo aver ucciso i primi due seguaci del fratello, mi ha chiamato in disparte e mi ha mostrato il travestimento.

La ragazza inorridì.- Allora li ha realmente uccisi!

- Si, beh, all’inizio non riuscivamo a contenere il furyoku, poi però ci siamo perfezionati- sembrava molto dispiaciuto- anche se non si mosse mai dalle sue intenzioni.

Smisero subito di parlare, si udirono altri passi nella casa, ma non provenivano dal salotto. Anna tese l’orecchio per capire da dove venissero ma fu un saluto a risolvere il mistero.

- Ehilà! Anna! Sono Manta, ci sei?

Vennero presi alla sprovvista, entrambi pensavano che sarebbe stato meglio avvertilo del cambiamento di Yoh prima di fargli prendere un infarto ma non riuscirono a raggiungerlo che era già arrivato al salotto.

Manta aprì la porta come se niente fosse, gridò ancora il nome della ragazza e trovò lo sciamano stravaccato per terra a mangiare patatine a testa in giù.

Fu una questione di pochi secondi: Yoh lo salutò amichevolmente e s’alzò per salutarlo meglio, ma l’altro chiuse la porta di scatto tutto pietrificato dalla paura, poi si voltò e corse nel corridoio gridando all’impazzata. Il ragazzo chiuso dentro al salotto rimase lì di stucco, con la porta di fronte al naso e la mano ancora alzata per la spalletta amichevole che aveva in mente per Manta.

- Ehi, ma cosa…- uscì e si ritrovò Anna davanti- Che gli è preso?

- Ma ti sei visto allo specchio? Manta ha creduto che tu fossi Hao ed  morto di paura!

- Oh…- non ci aveva pensato, per lui esser tornato a casa equivaleva all’esser tornato alla normalità- Adesso vado da lui!

S’incamminò nel corridoio chiamandolo a gran voce e pensando che magari lo avrebbe riconosciuto almeno per questa. Svoltò un angolo in direzione del bagno e lo trovò accucciato sotto ad un tavolino, con le mani sulla testa come se ci fosse un terremoto.

- Ciao Manta!- ripetè, stavolta con un sorriso ancora più grande del precedente.

- ..Yoh?- esitò nel rispondere, non poteva credere che chi aveva scambiato per Hao fosse il suo amico – Sei.. sei davvero tu?

- Ma certo!- lo aiutò ad uscire dal mobiletto e si avviarono verso il giardino- MI spiace averti fatto prendere uno spavento, non volevo!

- Oh, beh, non fa niente! Magari sono solo un po’ troppo pauroso e…-sospirò- In verità avevo pensato: ‘ che ci fa Hao a mangiar patatine nel salotto?’ e poi tu ti sei alzato in piedi verso di me e…

- Ma ti ho anche salutato!

- Non credo di averti sentito, ero più preoccupato per quello che stavo vedendo che quello che stavo sentendo!

E continuarono a parlare come avevano sempre fatto, da buoni amici, come se Yoh non fosse mai realmente partito. Quando ridevano, le loro risa si sentivano fin in tutta casa e rendevano molto felice quella ragazza bionda che rimetteva a posto gli alimentari nei vari armadietti.

 

Dopo che ebbero pranzato in veranda sotto al sole cocente di quella strana mattinata, i tre ragazzi e lo spirito ricevettero la visita degli altri membri della compagnia riuniti per l’occasione da Manta. Ren, Horo Horo e Ryu erano gli unici che avevano risposto prontamente all’invito; Chocolove era tornato in america per i suoi allenamenti personali, Faust era troppo occupato col suo nuovo lavoro di medico e Lyserg era da qualche parte del Giappone con gli X-Laws.

I ragazzi entrarono senza aspettar che qualcuno gli venisse incontro per accoglierli e, con il loro solito bisticciare, girarono per la casa prima di incontrare Manta che portava dei piatti sporchi in cucina e di farsi guidare da lui dagli altri. Amidamaru si stava riposando all’ombra di un albero del giardino mentre invece Yoh ed Anna erano ancora seduti a parlare del più e del meno quando gli altri tre amici si paralizzarono sulla porta.

- Ciao ragazzi!- salutò Yoh, emulando quasi l’incontro con Manta di poco prima.

Ma i tre rimasero immobili a fissarlo, se non che quando lui fece per alzarsi si misero sulla difensiva. Manta sospirò. – Ecco, questo è il cambiamento che vi dicevo prima- disse rassegnato – Yoh, non ti hanno riconosciuto.

- Oh..- esclamò stupito, credeva che almeno loro lo avrebbero riconosciuto dato che l’esperimento era fallito sia con Anna che con Manta- Beh, adesso basta con quelle facce, ragazzi, sono io!

Ren recepì il messaggio per primo- Tse, io l’avevo capito subito.

- Io sinceramente stento ancora a crederci- replicò Horo Horo, con l’espressione vuota ancora ben dipinta sul viso.

- Yoh, amico mio! Stai una favola, mi sembri addirittura più in forma dell’ultima volta, lo sai? Sei stato via per così tanto tempo…- Ryu, invece, l’aveva presa in tutt’altra maniera ed aveva già cominciato a chiacchierare con l’amico.

Seguirono saluti di circostanza e il ghiaccio si ruppe quando il discorso si portò sui cambiamenti fisici dei ragazzi, tutti rimasti uguali ad un anno prima. Poi il ghiaccio prese a riformarsi non appena qualcuno disse – Beh, Yoh, sei stato via per tutto questo tempo e non ci racconti niente?

Il silenzio cadde più o meno subito, dato che lo sciamano interpellato esitava a rispondere.

- Allora?- insistette Ryu, ignorando che nella mente del ragazzo stavano passando in rassegna tutti gli avvenimenti di quei mesi d’isolamento come a voler cercare l’inizio, la sequenza e i concetti principali di quel lunghissimo viaggio.

- Mah, non saprei che dirvi, l’inizio è abbastanza noioso, almeno fino al punto in cui ho raggiunto lo stretto Tsugaru-Kaikyo- rimase un attimo zitto a pensare alla cosa più importante di ciò che stava raccontando, poi si ricordò invece di una cosa che si era ripromesso di domandare non appena fosse tornato a casa- Horo Horo, tu conosci mica un certo Hariyuto?

L’Ainu arrossì violentemente, aveva fatto di tutto per sorvolare questa storia quando era arrivato a Tokyo per la prima volta e adesso che l’argomento gli veniva riproposto così all’improvviso – Ehi, ma tu che fai, vai al nord per spiarmi e…un momento, tu come l’hai conosciuto?

L’altro rise, permettendo agli amici di rivedere il loro Yoh oltre quei lunghi capelli che li confondevano tutti.

- Non c’è da vergognarsi, mi è successa la tua stessa cosa!

- Che cosa?- chiese il cinese.

- Mah, che abbiamo tentato di attraversare lo stretto alla stessa maniera, tutto qui!

- Ah…e qual è la maniera?

Yoh aprì la bocca per rispondere, ma Horo Horo fu più rapido- A nuoto.

Nessuno disse nulla per qualche attimo, poi scoppiarono tutti a ridere come matti prendendoli in giro per la loro stupidità.

- Ah ah, molto simpatici!- riprese il padrone di casa, scoppiato anche lui in una crisi di risa convulsa- Ma se fate così non vi racconto più nulla!

- Oh beh, lo possiamo sempre chiedere ad Amidamaru, no?- Ren non sapeva di aver toccato un tasto abbastanza dolente, ma lo scoprì quando Amidamaru si mise in allerta e Yoh smise di botto di ridere, assumendo entrambi un’espressione un po’ triste- Beh che vi prende!

Anna era rimasta zitta per tutto il tempo, ma non le era sembrato che il fidanzato e il suo spirito la sera prima avessero litigato, anzi. Così decise di prendere in mano le redini della conversazione come suo diritto personale, premendo sugli altri dicendo che Yoh glielo aveva promesso molte ore prima.

- Va bene, hai cercato di attraversare lo stretto a nuoto in inverno, poi dove sei andato? A Sapporo?

- No, beh, se fossi andato in una città non mi sarei allenato più di tanto, no? No, quindi siamo andati per foreste.

- Per foreste? Ad Hokkaido?- esclamò Horo Horo, l’unico a sapere realmente come fosse la sua isola glaciale- Ma sei matto!

- No, dai, lo sai meglio di me che non c’è molto altro, se non si contano le città, i villaggi, le industrie o simili!

- Poi?- riprese la ragazza.

Yoh sospirò, guardò verso Amidamaru e poi ancora verso i ragazzi: per un certo instante credeva che fosse ancora un sogno, uno di quei bei sogni che faceva i primi tempi, al di là del suo obbiettivo. Aveva sempre voluto tornare a casa coi suoi amici e Anna al suo fianco, ora non gli sembrava ancora vero che il suo viaggio fosse già finito. Loro non erano affatto cambiati, ma lui sì. Si rammaricò a quell’idea dicendosi che tanto ne avrebbero parlato di lì a poco e continuò il suo racconto.

- Abbiamo trascorso circa due mesi fra quegli alberi altissimi, durante i quali Hao ci è venuto a far visita in persona per sapere il motivo della mia partenza.

“Quello che mi sono chiesta anch’io all’inizio”, si disse Anna, continuando ad ascoltare le avventure del fidanzato divertendosi con lui quando parlava delle sue estenuanti corse commentate da Amidamaru e soffrendo con lui quando ancora descriveva nei minimi dettagli la bufera di neve, e quando il samurai descriveva la sua testardaggine nel continuare a proseguire.

Ren ascoltava attento e faceva in modo da non perdere una sola parola di quel che usciva dalle labbra di Yoh; Ryu impazziva nel sentire le imprese dell’amico e continuava ad incoraggiarlo come se si stessero svolgendo in quel momento; Horo Horo, invece, aveva Hokkaido negli occhi e il suo cuore era così leggero a quelle descrizioni del suo villaggio e dei suoi amici…comparve persino Kororo ad ascoltare, crogiolandosi nei ricordi come il suo sciamano.

Si arrivò infine al momento in cui Yoh decise di travestirsi da Hao, e l’attenzione arrivò alle stelle.

- Vi dirò, all’inizio non ci avevo proprio pensato, ma poi, con Amidamaru che mi ripeteva sempre ‘stai diventando proprio come tuo fratello, se tu non me lo ricordassi ogni tanto penserei davvero che tu sia Hao’ e simili e con i miei capelli che continuavano a crescere…

- Ehi, aspetta un momento!- tutti si voltarono verso lo spirito che si stava riposando sotto ad un albero e che dopo quell’affermazione era arrivato anch’egli al tavolo dove sedevano tutti quanti- Io non ti ho mai detto queste cose!

- Naaa, non te le ricorderai forse, ma io sì!

- E invece io me le ricordo benissimo, solo che le avevo pensate!

Tutti li sguardi si posarono su Yoh, il quale era spiazzato come mai in vita sua, forse come quando il padre Mikihisa  gli aveva confessato la sua parentela con Hao.

- Ma…no, io…non…tu…- balbettò, si ricordava benissimo l’opposto invece, e cioè che lo spirito quelle cose gliele aveva dette!

- E’ evidente che anche tu hai il potere di leggere nei pensieri degli altri- concluse Anna, sistemandosi più comodamente sulla sedia- Come me, del resto.

- Che cosa?!?- Horo Horo saltò quasi in aria all’idea che Anna poteva leggere nei pensieri altrui e che ora si era scoperto che lo poteva fare anche Yoh. Poi però si accorse dell’esagerazione della sua reazione e, come prima cosa, levò il piede destro dal tavolo e scese dalla sedia, mentre le sue guance arrossivano sempre più rapidamente per la figuraccia.

- Beh, io non possiedo più quel potere, ma ce l’ho avuto, non lo nego- riprese lei, incrociando le braccia.

- Si, ma.. Anna, tu lo hai ereditato, io da chi…

- Tu sei sicuro che Hao non ce l’abbia?

Altra frase che spiazzò il giovane sciamano, ultimamente era una cosa abbastanza frequente in quella casa.

- Va beh, andiamo avanti- tagliò corto Ren, con l’aria spazientita- Eri arrivato a quando decidi di diventare come Hao, giusto?

- Si, esatto, come stavo dicendo…-si stava lentamente riprendendo, in fondo in fondo era scioccato all’idea che magari aveva ereditato un potere dal suo gemello, un altro punto in comune con lui- C’era un certo Mohororu, vicino di Horo Horo e fanatico del Messico…

- Quel pazzo…- borbottò il nordico.

- …e quando sono entrato in camera sua mi è saltato all’occhio il suo guardaroba, pieno zeppo di poncho e simili. Così mi sono detto che tanto valeva provare e infatti ne ho provato uno, il più simile a quello di Hao: oh, mamma, mi sono spaventato persino io, sapete?

- E’ bastato un poncho a farti credere di essere Hao?- questa volta prese la parola il più alto del gruppo, agitando la sua banana-split.

- No, non solo il poncho! Quello lì aveva un sacco di cose e me ne ha regalate un po’, senza sapere naturalmente le mie intenzioni…

- Quindi tu adesso hai quei vestiti e potresti fingerti Hao in qualsiasi momento?- esclamò Ren, incuriosito.

Yoh prese quell’affermazione e quegli sguardi ansiosi come un ‘cambiati’, e corse su in camera alla velocità di un fulmine, con una nuova ideuzza in testa. Anna, nel frattempo, raccontò loro lo spavento della sera prima e Amidamaru il suo di quel giorno.

Passarono pochi minuti, i ragazzi intanto si stavano facendo nella testa migliaia di proiezioni fantastiche del loro amico vestito come il loro peggior nemico, quando all’improvviso sentirono una voce inconfondibile provenire dal giardino, da dietro l’albero prima occupato da Amidamaru. Si voltarono, c’era una persona.

Hao.

Oppure Yoh?

Anna si rivide in mente la scena della sera prima, dietro all’albero c’era una figura avvolta in un poncho color panna spento e circondata dai suoi lunghissimi capelli. Ma alla luce del sole le appariva diverso, così istintivamente strinse ancora la sua collana di perle, mentre nella mente continuava a vorticarle: ‘Yoh o Hao? Yoh o Hao?’. Manta all’inizio aveva pensato che fosse uno scherzo dell’amico, in fondo adesso lo poteva fare eccome, ma il suo sguardo freddo e deciso gli fece cambiare idea.

Gli altri ragazzi, invece, si erano subito messi sulla difensiva, ma senza chiamare gli spiriti: anche nelle loro menti sparì ogni pensiero a causa di quell’incessante domanda. Nessuno sapeva chi fosse in realtà quella persona appena spuntata dall’albero, possibile che fossero così identici? Amidamaru era l’unico ad aver capito l’identità del ragazzo, ma dalla sua espressione non traspariva assolutamente nulla: certo che era proprio un bravo attore, sembrava avesse realmente paura.

- Disturbo forse?

- Ehm, andiamo Yoh, non è divertente…- balbettò Manta, sperando con tutte le sue forze.

- Si, infatti. Ora puoi smetterla di tenerci sulle spine, l’abbiamo capito!- continuò Horo Horo, sicuro ormai che quello fosse il suo amico e non l’opposto.

Il ragazzo però aveva un’aria interrogativa, poi semplicemente stupita, accanto ad un sorriso sornione. Fece un passo avanti, poi due, tre.

- Ne siete sicuri?

 

 

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Ta-ta-ta daaaaaaaa!!!

Chi sarà mai, Hao o Yoh ? Voi lo sapete, lo avete intuito? Naturalmente dovete dirmi tutti quanti la vostra, la trama della storia potrebbe cambiare! No, scherzo, il prossimo capitolo l’ho anche già iniziato, solo vorrei sapere le vostre opinioni su chi dei gemelli Asakura abbiamo incontrato in queste battute finali, tutto qua! ^   ^

Commentate!!!

E ora, siparietto dei ringraziamenti!

 

kristin: corsa contro il tempo per essere prima, eh? Mi ha fatto piacere vedere che quella scena abbia avuto effetto, ho notato che ha lasciato di stucco tantissime persone! Come hai potuto vedere, a Manta è effettivamente venuto un colpo, ma non solo a lui: nel prossimo capitolo ne verranno uno dopo l’altro anche a te, aspettateli! Grazie mille di seguirmi così accanitamente ogni capitolo!!! Continua a seguirmi!

 

KiaeAlterEgo: ho notato la registrazione, grazie di avermela fatta notare! Per quanto riguarda l’esperienza plurimillenaria del nostro Hao-uccio…beh, ne riparliamo nei prossimi capitoli, ok? ^  ^ Per ora è ovvio che non ce la possa avere! Molto carino il dialoghetto in cui Yoh dice “vogliamo vedere”, si è proprio immedesimato nella ff! Spero tantissimo che anche questo capitolo ti sia piaciuto come i precedenti, io ho cercato il più possibile di non farlo sembrare il riepilogo delle puntate precedenti, quindi…sono sicura che l’Asakura (chiamiamolo così, va!) appena comparso non l’hai indovinato…^      ^

 

shin-shi: credo che tu abbia bisogno di una revisione ai neuroni, non mi sembri mica tanto giusta! Prima ti disperi e poi ti congratuli? Grazie mille! (anche te non sei mica tanto giusta, però! NdRen)(infatti vado a fare la revisione celebrale dopodomani! NdShark) Non so se questo capitolo sia stato più bello del precedente come volevano le tue aspettative, per me è passabile…grazie, la ff è sensazionale…è un commento bellissimo!

 

Miyu chan: ok, ora che tu hai aggiornato, tocca a me,  ma adesso a te di nuovo! ^___-

Ecco i tuoi adorati sciamani, o meglio, Horo Horo c’è di sicuro, ma secondo te chi è l’Asakura comparso? Yoh o il tuo tanto acclamato Hao? Però c’è anche Ren, praticamente mi hai fatto l lista del cast di questo capitolo! ^    ^ Purtroppo non ho aggiornato molto in fretta, ma spero di colmare questa lacuna col prossimo capitolo, già scritto a metà!

 

Yoru: ma grazie!!! Mi fa moltissimo piacere vedere che il mio Yoh ooc ti stia piacendo, anche se la storia non finisce qui! Il prossimo capitolo sarà megagalattico, quindi non perderlo assolutamente! Nel frattempo, spero che questo qui ti sia piaciuto, in fondo in fondo … Ho aggiornato: hai visto? Il prossimo capitolo sarà più bello e rapido! Promesso!

 

Mao chan: Se Yoh solo trattasse mal Amidamaru… non per anticipare, ma nel prossimo capitolo ne combinerà delle belle! Lo sai che ho scoperto che il popolo degli Ainu esiste veramente e che è il più antico del Giappone? Io credevo fosse solo un’invenzione di Takei, e invece è tutto vero! In Sk c’è molta più verità di quel che sembra, adoro questo manga! (e che centra col ringraziamento? NdRen)( boh! NdShark) Sei scappata??? Allora adesso vado a reclamare i miei soldi, dato che ti dovevano far uscire e invece…maledetti, se vi acchiappo! Buona latitanza a casa di Horo Horo!

 

Francesca Akira89: Meglio tardi che mai! Senza offesa, eh? ^    ^ Ecco l’inizio vero e proprio, anche se nel prossimo capitolo è ancora meglio…dimmi che ne pensi! (dopo che l’ho postato, ovvio!) Continua a seguirmi, spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto, grazie!

 

Miya: bene, se ti è piaciuto è un buon punto! Questo qui che ti è sembrato? E chi è l’Asakura comparso alla fine? Vediamo se indovini! Grazie e ciao!

 

 

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Capitolo 6
*** Lo sciamano, l'itako, il samurai ***


TWIN SPIRITS

 

 

                     TWIN SPIRITS

 

          - LO SCIAMANO, L’ITAKO, IL SAMURAI -

 

Le scie arancioni e viola si fondevano e si contorcevano tra di loro creando un effetto quasi vomitevole. Tutto girava incessantemente, le facce grigie e deformate vorticavano pronunciando versi incomprensibili e tutto ciò che si ricordava era una gran confusione e un assillante senso di nausea.

Yoh si svegliò di soprassalto grondante di sudore con le lenzuola e i capelli odiosamente attaccati alla sua schiena, anche se il sole splendeva tiepidamente fuori dalla finestra accanto al suo letto. Aveva avuto un incubo.

Respirava affannosamente a bocca aperta, la sua mente ci mise un bel po’ di minuti per cominciare a sviluppare pensieri con ordinamento più o meno logico. La prima cosa che recepì fu la reazione di Amidamaru alla sua agitazione: lo guardava esterrefatto e preoccupato. Era anche timoroso, come il pomeriggio precedente.

- Come stai? Tutto bene?- protese un braccio verso di lui, sembrava stesse bene dato che il respiro si stava regolarizzando.

- …

- Yoh?

- Dov’eri ieri?

Amidamaru avrebbe preferito un fulmine in testa, tanto l’effetto sarebbe stato lo stesso. O per lo meno non avrebbe dovuto proseguire la conversazione.

- Beh, io…

- Non ti ho visto accanto a me quando Hao si è avvicinato. Il suo spirito l’ho sentito eccome, ma te…non ti ho nemmeno percepito.

- Sicuramente sai già la mia risposta.

Il ragazzo non fece una piega. Il samurai sospirò profondamente.

- Ho avuto paura.

- Lo sapevo.

- Di te…

- Eh?

- Di te e della tua vicinanza con Hao, di te e del tuo primo faccia a faccia con lui…

Passarono alcuni secondi di silenzio durante i quali lo spirito abbassò lo sguardo a terra perché non riusciva più a sostenere lo sguardo glaciale del suo sciamano.

- Anna – esordì Yoh, scendendo dal letto e sollevando rumorosamente il lenzuolo- Entra pure.

La porta si aprì lentamente e la ragazza fece il suo ingresso, stringeva tra le braccia degli abiti. Una camicia bianca e un paio di jeans verdi scuro.

- Ero sicura che avresti sudato, così ti ho portato dei vestiti puliti- disse lei semplicemente, mentre lanciava gli abiti fra le braccia del fidanzato.

- Si, grazie…-rispose lui con aria di sufficienza, gettando le vesti sul letto- Lo so che stavi origliando, cosa speravi di sentire?

- Ieri non ci hai raccontato tutto e magari adesso avrei potuto chiedertelo.

- Beh, chiedi allora.

Anna lo squadrò dal basso verso l’alto, riuscendo però a sostenere lo sguardo freddo del ragazzo, freddo nonostante i tratti del volto non lo fossero.

- No, niente –Hao il giorno prima aveva estirpato tutti i suoi dubbi, sarebbe stato inutile e doloroso chiedergli come o perché abbia ucciso i seguaci del fratello.

- Anzi, sì: quando hai intenzione di finirla con questa storia?

Si udì un sospiro scocciato. Poi Yoh si levò la maglietta che gli aveva fatto da pigiama e si mostrò a torso nudo ad Anna, rimanendo in boxer.

- Una lastra di ghiaccio incrinata..-indicò una ferita abbastanza profonda sull’addome- una caduta in un burrone..-alzò il braccio destro e passò la mano sull’interno dell’avambraccio, verso l’ascella, pieno di graffi e tagli- Marion...- continuò semplicemente, passando due dita su un taglio grandissimo sulla coscia sinistra- Non mi sono fatto tutte queste ferite per divertimento, mi sono allenato duramente e sono riuscito a potenziarmi notevolmente.

Anna non mutò assolutamente la sua espressione, impassibile era e impassibile rimase.

- Tu mi chiedi fino a quanto ho intenzione di continuare questa storia, giusto? Beh, ricordati che il mio obbiettivo è Hao e…- fece una pausa, durante la quale ripensò agli avvenimenti del giorno precedente- ..purtroppo non ne sono ancora all’altezza.

Scivolò sconsolato sul letto, poggiò la testa fra le mani e rimase lì in quella posizione per un paio di minuti.

- Quando hai finito di auto-commiserarti… – disse Anna, voltandosi verso la porta- La colazione è in tavola e mi farebbe piacere che tu venissi a mangiare, sai…non c’è nessun’altro in casa…

 

Oltre al rumore dei passi di Yoh sulle scale, in quella casa si sentiva solo il suono delle tazze da latte poggiate sul lavandino da Anna. Era sicura che sarebbe sceso, e lo dimostrano le doppie razioni di cibo sul tavolo. Yoh prese posto esattamente come due sere prima, con le spalle alla finestra e lo sguardo alla cucina.

- Bene bene bene…che c’è da mangiare? Ho una fame…!- disse alla fine, non riuscendo più a trattenersi. Aveva perso quella brutta aria decisa di poco prima.

- Latte, cereali e frutta, io. Quel che ti pare, tu- rispose la ragazza mentre si sedeva di fronte a lui.

- Ah, allora io anche un hamburger e…

- Non ci sono hamburger, sandwich o simili.

- Va beh, mi passi il latte?

Tornarono a regnar sovrani i rumori delle stoviglie e del cibo, i due smisero quasi subito di parlare. Prima della sua partenza, forse Anna avrebbe trovato un migliaio di cose da rinfacciargli puntigliosamente ogni minuto, ma adesso sembrava ne avesse perso la voglia. O il coraggio…

- Beh, tu che mi racconti?- interruppe Yoh, giusto in tempo per mandar giù una cucchiaiata di cereali.

- Sono tornata sul Monte Osore e anch’io ho aumentato notevolmente il mio potere. Tutto qui- rispose secca, mentre era intenta a sbucciare una mela.

- Solo questo? In un anno e tre mesi…tu hai fatto solo questo?

- Se non ci credi puoi sempre testare i miei miglioramenti in uno scontro.

- …

- …

- Ok.

- Cosa?

- Per me va bene lottare contro di te, io ti attacco e tu cerchi di ostacolarmi e viceversa, d’accordo?

La ragazza posò la tazza, si pulì col tovagliolo e infine rispose.

- Ci sto.

 

Quel pomeriggio si levò un venticello di aria gelida anche se i due ragazzi che stavano in piedi in giardino non sembravano sentire il freddo. Stavano a circa cinque metri di distanza l’uno dall’altro e si squadravano con espressioni dure. Anna teneva in mano la sua collana di perle bianche, Yoh non aveva nemmeno sfoderato la spada e il cimelio del nonno.

- Cominciamo!- esclamò la ragazza, mettendosi in posizione e formando un cerchio con le sue perle. A tre a tre dalle perle uscirono zampilli di luce bianca indirizzati verso Yoh, il quale li schivò facilmente per poi tornare in attesa di un altro attacco poco più in là.

Scorrendo sulla linea di posizione, le scie bianche cominciarono ad attaccare sempre più rapidamente, fino ad arrivare poi a formare una raffica splendente: la spada dello sciamano riuscì a parare gran parte di quei colpi, un’altra buona parte andò schivata e solo due raggi colpirono il ragazzo, che decise di attaccare a sua volta. Per testare le difese della fidanzata, Yoh le si gettò contro chiamando a sé l’over soul della spada azzurra e utilizzando l’attacco del fendente celeste. Litako lo respinse con una barriera.

- Cosa credevi di fare con quell’attacco, Yoh? E’ troppo debole!- ribattè Anna, reduce dal colpo senza nemmeno un graffio, anzi, senza nemmeno essersi scomposta.

- Non ti preoccupare, ne ho di migliori. Questo era per vedere come te la cavavi in difesa!

- Allora non esitare, attaccami con la tua mossa migliore, Yoh Asakura!

Il dialogo morì con quelle ultime parole, e nel giardino della casata Asakura di Tokyo tornarono sovrani i rumori del vento tagliato dai raggi bianchi delle perle dell’itako o dalla spada dello sciamano. Poi si udirono delle voci, ma i due non le sentirono affatto, impegnati com’erano nella loro battaglia. Erano arrivati Manta e Horo Horo.

Non trovando nessuno in casa ma sentendo quegli strani rumori provenienti dal retro, i due corsero a vedere cosa stesse succedendo e, quando trovarono Anna e Yoh a combattere l’uno contro l’altro con la serietà di chi si sta contendendo il titolo di Shaman King, si stupirono non poco: naturalmente non sapevano che era uno scontro amichevole predefinito e non una lite tra fidanzati.

- Ma che fanno, sono impazziti?- chiese Manta, preoccupandosi per la sorte dei due qualora avessero premuto troppo sugli attacchi- Rischiano di farsi del male!

- Mi chiedo se…-cominciò Horo Horo, continuando però la frase nella sua mente e pentendosene poi ricordando il nuovo potere di Yoh- No, non credo che sia cambiato così tanto.

- Credi che… OH MAMMA MIA! HAI VISTO QUELL’ATTACCO? – esclamò il piccoletto, stupefatto a quel colpo micidiale appena inferto da Anna, il quale creò un polverone addosso a Yoh- Lo avrà parato?

- Manta, ricordati chi sta combattendo contro chi.

- Anna contro Yoh e viceversa.

- Appunto: secondo te si farebbero del male a vicenda?

Era una domanda ambigua, si può dire che Horo Horo l’avesse formulata più per se stesso che per Manta.

Quando il polverone si diradò ne uscì Yoh perfettamente intatto, ma col fiatone: si era protetto usando un altro tipo di over soul, quello che gli faceva da scudo. Entrambi erano stanchi, Anna non lo dava a vedere ma era quasi esausta e Yoh aveva bisogno di riprender fiato.

- Bello, l’ultimo mi è proprio piaciuto!- esclamò lo sciamano, portandosi una mano dietro la testa per sollevare i capelli dal collo- Hai ragione tu, ti sei davvero allenata molto sul monte Osore!

- Non si può dire esattamente lo stesso per te, però- rispose l’altra, gelida m con un sorriso- Ricordati che io sono molto più debole di Hao.

Manta tirò un sospiro di sollievo, e pure Horo Horo. Avevano temuto il peggio per nulla.

Poi però per un brevissimo secondo dovettero ricredersi: Yoh aveva fatto un balzo rapidissimo e aveva messo Anna alle strette portandole la punta della sua spada al collo. Una gocciolina di sudore scese dalla tempia della ragazza, rimasta a metà di una posizione di difesa.

- Adesso che mi dici?- le sussurrò all’orecchio con voce suadente.

Lei ci mise un paio di secondi a rispondere, ma non se ne accorse nessuno perché il tempo e il fiato di tutti i presenti si era bloccato al momento del balzo rapidissimo dello sciamano. I due erano in una posizione un po’ forzata ma attenuta al piano di Yoh: lei era ricurva sulla sua schiena col collo teso all’in su e lui la reggeva per i fianchi col braccio sinistro mentre con l’altro impugnava la spada rimpicciolita per l’occasione. I suoi lunghi capelli erano scivolati giù dalle spalle e avevano fatto da tendine ai loro volti, mai stati così vicini.

- Niente male. Sei davvero veloce, Yoh Asakura- rispose infine, strappando un bacio a stampo nell’istante stesso in cui l’altro ebbe ritirato la sua arma.

 

- Qualcuno mi spiega che cosa succede?-

Poco più tardi, nel fresco salotto al piano terra, Manta, Horo Horo e Anna stavano sorseggiando un the preparato dal primo in attesa che Yoh finisse la sua doccia.

- Allora?- riprese Horo Horo, portandosi la tazza alla bocca- Perché stavate lottando? Avete litigato?

- No, volevamo vedere quanto fossimo migliorati dalla partenza di Yoh- rispose semplicemente Anna.

Si sentirono i passi di Yoh sulle scale, poi la porta si spalancò e lo sciamano fece il suo ingresso coi capelli tutti bagnati e addosso gli abiti che gli aveva portato prima Anna.

- Ancora un po’ e mi dimenticavo com’era fatta una doccia, o che profumo avesse lo shampoo… Di che stavate parlando?- iniziò, allungandosi per prendere la tazza di the che gli stava porgendo Manta.

- Credevano che stessimo combattendo per un litigio- ripose Anna, senza guardarlo.

- Non è vero!- disse il ragazzo nordico storcendo il naso- O almeno, io non ho mai pensato che…

- Ehi!- Manta si scaldò quasi subito- Adesso non passare per il santone, chiaro? Anche tu…

- Basta, non è importante…

Yoh cominciò ad osservare con crescente interesse o insistenza quella fogliolina di the che stava galleggiando tranquilla nel liquido verde che reggeva in mano.

- Perché non andiamo a fare un giro in città? Scommetto che non sei ancora passato di lì in questi due giorni che sei tornato, vero Yoh?- disse il ragazzino coi capelli azzurri, mentre si metteva a posto la giacca- Ho sentito che in questi giorni c’è la fiera del ciliegio, potrebbe essere carina, che ne dite?

Dieci minuti dopo, in casa non c’era più nessuno.

 

- Ah, c’è una cosa che dovevo dirti.

- Cosa?

- Non molto dopo che sei partito, Hao è venuto qui in città e…

- E?

- E la gente ha imparato a riconoscerlo come nemico, capisci?

- E chi no…

- …

-…

- Beh, tu.

- Io?

- Si, non hai capito cosa volevo dirti!

- E allora sii più chiara, Anna!

La ragazza si fermò di scatto, prima avevano parlato tranquillamente senza fermarsi ma ora era indispensabile essere chiari, anche perché il contatto con la “civiltà” evidentemente aveva confuso le idee di Yoh.

- Tu adesso sei identico ad Hao, ricordi? Quindi non sarai visto di buon occhio.

- Ah… - si guardò intorno, effettivamente c’era molta gente che lo fissava ambigua- Beh, scusa, allora mi dovrei nascondere?

- No, ma…

- Niente ‘ma’, in fondo non sto facendo niente di pericoloso, no? Non posso far loro tanta paura…

- Non fare lo sbruffone, Yoh- a intervenire, questa volta, fu Horo Horo- Anche Hao era venuto qui tranquillamente, poi ha incendiato un quartiere intero e se n’è andato.

- Uh, e perché?

- E chi lo sa!

Andarono al cinema, ma il bigliettaio non volle far entrare Yoh, nonostante continuasse a dirgli che non era affatto come credeva; cercarono di entrare in un Luna Park, ma la solfa rimase la stessa, così come anche per la sala giochi e il centro commerciale.

Alla fine della serata, Yoh, Anna, Manta e Horo Horo avevano girato tutta la città senza riuscire a far niente se non “procurare danni ad altre persone”. Ovviamente, quando tornarono a casa, Yoh era incavolato come non mai. La cosa che faceva più paura, forse, era il fatto che non gridasse, non si sfogasse, non rompesse nulla, non desse pugni al muro… niente. Yoh non faceva niente di tutto ciò.

- Si sta covando il rancore in corpo- constatò Anna, seduta sulla veranda al chiaro di luna.

- Non gli farà certo bene…- Manta era rimasto a dormire lì per quella notte, glielo aveva chiesto indirettamente la stessa Anna- Potrebbe almeno dire qualcosa in proposito: niente! Non ha detto una parola dalla storia del cinema!

- Secondo me si tiene tutto dentro per poi riversarlo addosso ad Hao la prossima volta che lo vede.

Yoh era sdraiato sul suo letto, quella notte prometteva essere fresca ed era l’unica cosa che lo tranquillizzasse. Per il resto, la sua mente era un turbinio di emozioni rabbiose e cattive, non riusciva a smettere di pensare alle parole di Hao su quanto fossero simili mentre altre voci, quelle dei passanti, gli si sovrapponevano creando sempre più confusione nei suoi pensieri.

Quando avrebbe finito con questa storia? Ora ci si mettevano anche le prediche di Anna!

“Non ho ancora finito, io”, le aveva risposto due sere prima, poco dopo il suo ritorno.

Dov’era il suo obbiettivo, perché sembrava ancora così lontano, ora che è vicino…

Proprio adesso doveva scoprire la capacità telepatica ereditata da Hao in persona? Proprio adesso?!?

- Amidamaru…

Lo spirito comparve subito, sembrava avesse smesso di essere timoroso.

- Dimmi Yoh.

Sì, era molto più sicuro. Doveva aver riflettuto sulle stupidaggini che aveva detto quella mattina. Yoh si voltò su un fianco per vederlo bene in volto.

- Mi prometti che…qualsiasi cosa accada, tu rimarrai sempre al mio fianco?

“ Ma cosa…”- Yoh, che ti prende, cosa sono questi discorsi?

- Niente, non ti scaldare, è solo che… nel caso si arrivi ad uno scontro con Hao…- il samurai deglutì, non capiva dove volesse andare a parare, ma di sicuro era molto abbattuto- rimarrai al mio fianco? Eh? Anche se la situazione è grave e sembra impossibile da risolvere?

- Si, ma… cosa c’è che non va, Yoh? Non è da te fare questi discorsi. “Come da molto tempo, ormai”- Amidamaru sapeva per certo che lo avrebbe sentito, voleva che lo sentisse- Puoi dirmelo, sai?

Yoh però scosse la testa e si rivoltò sull’altro fianco del letto, a fissare la luna.

- Oggi mi sono reso conto che fisicamente tutti mi credono Hao, ma più me lo si diceva, più mi ripetevo che non era così… però io voglio che sia così, capisci? I nostri antenati giapponesi, quando gli americani stavano cominciando l’invasione del paese, avevano capito che avrebbero potuto risponder loro solo usando le stesse armi. E’ quello che ho pensato anch’io… il mio obbiettivo, Amidamaru, penso tu l’abbia già capito da molto, ma mi chiedevo se…sei pronto a rischiare il tutto per tutto, perché è quello che sento che accadrà.

- Non ti preoccupare, Yoh, ho già promesso che ti sarei stato sempre accanto, ricordi? Prima sulla Monument Hill, poi altre volte più avanti, sul nostro cammino. Non ti abbandonerò mai…

Era da tanto tempo che Yoh non pensava al loro incontro sulla Monument Hill, a com’era cominciata tutta questa storia. Aveva il cuore spezzato a metà: una parte voleva tagliarsi quei capelli, quella condanna, e tornare ad essere Yoh Asakura, come era sempre stato; l’altra parte invece voleva continuare il suo piano, voleva continuare ad essere “l’ombra di Hao”, il suo riflesso, per rinforzarsi ancora, benché sentisse chiaro e forte che era ancora troppo debole e che la telepatia non si stava rivelando un aiuto.

Dalla veranda, Anna e Manta ascoltarono tutto il discorso, riflettendo su punti ancora nuovi riguardanti la questione “Yoh o Hao”…

 

 

 

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Et voilà, me lo avete chiesto in tanti e alla fine ho aggiornato! All’inizio ero indecisa per il titolo del capitolo, avevo messo “dubbi, lotta, dubbi”, ma la seconda volta che l’ho letto non mi piaceva più e così è diventato quello che è attualmente! ^         ^

Stavolta avete recensito in pochi, blutti cattivi… io mi chiedo: perché ci sono volte in cui si ricevono 11 recensioni e volte in cui se ne ricevono a malapena 7? Ci sono un sacco di fic dove i lettori fanno a gare per recensire per primi o per vedere il loro nome nei ringraziamenti, ma qui non succede mai…

Però io non mi baso su questo, almeno non per l’aggiornamento: il mio motto di fiducia è “continuerò a scrivere anche se ci sarà solo un lettore rimasto” e, per quanto ‘portasfiga’ possa essere, mi piace e me lo ripeto sempre!

“Lo sciamano, l’Itako, il Samurai”…io mi sono divertita tantissimo a scrivere la lotta tra Yoh e Anna, non riuscivo ad immaginarmi uno Yoh travestito in parte da Hao lottare contro un’Anna timorosa davanti a Manta e Horo Horo che si tenevano stretti i pensieri per non farli sentire al primo… XDDDDDDD (ma si fa le recensioni da sola! NdYoh)

 

Va beh, ora curiamoci un po’ delle recensioni dei lettori! ^       ^

 

miya: ma glassie del commentino, sempre molto piacere leggerlo! ^   ^ Farai una storia con Natsu? Non vedo l’ora che la pubblichi, come per i tuoi aggiornamenti, ovvio! … ultimamente ti vedo molto ispirata, vero? Continua a seguirmi, carissima, perché se tu sei una vera fan di Hao non puoi perderti il next charter per niente al mondo!

 

Miyu chan: e dopo aver letto e commentato il tuo capitolo, ora posto il mio! Sto migliorando, vero??? ^      ^ Ho valutato attentamente la tua scala di preferenze dei personaggi… ma tu ce l’hai un po’ con tutti!!! Va beh, se hai trovato romantico il finale dello scorso capitolo, in questo dove c’è un “bacetto” da parte di Anna devo averti fatto girar la testa! Scommetto che ti è piaciuta la lotta tra lei e Yoh, vero? ^       ^

 

shin-shi: evvai, un’altra pazza nell’Hao fan club! ^    ^ Benvenuta carissima, mi fa molto piacere che ti piaccia quando l’omnyoji viene tirato in ballo! E comparirà nel prossimo capitolo, sappi mia cara! ^       ^ Come sono contenta che le mie ff ti piacciano… sniff… !

 

MorgnIce: ciao… il mio nome è Shark Attack (ciao Shark Attack! NdYoh e gli altri)… l’unica cosa che so fare nella vita è dire il mio nome giusto… non come Morgan! ^     ^

XDD Vediamo se in questo capitolo riesci a recensire col vero nick, ok? Io e gli altri stiamo già facendo le scommesse… punto 20 yen sulla lettera “r” mancata! (che tirchia! NdRen)

Ehm, dicevamo… ^        ^ Sono contenta che ti sia piaciuta l fedina penale di Hao, anche a me! (sarebbe strano il contrario… <.

 

KiaeAlterEgo: (1) Benissimo, qualcuno ha apprezzato l’Hao dello scorso capitolo in tutte le sue forme, sono commossa!!! Ç_____ç  Il nostro bell’omnyoji farà la sua comparsa nel prossimo capitolo, vedrò di renderlo al meglio! ^      ^ Povero Yoh davvero, ma, come hai potuto leggere, non ha ancora finito… e speriamo, vero?? (2) Seconda metà del messaggio, quando ne erano comparsi 4 mi è venuto un colpo… poi si sono dimezzati… (buhu! NdShark) Beh, dicevi? Ah, si! Ma come sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto, mi fai raggiungere l’apoteosi del narcisismo in una sola volta!!!! Grazie!!!

 

Mao chan: Oh-oh, io lo sapevo che il rifugio nucleare non era abbastanza… mah?!? Non mi hai uccisa, e altresì ringraziata!?!? Oh, beh… grazie a te per il commento! ^        ^ Vedrò di non fr capitare più nulla al tuo Horo Horuccio (o Horokeu Usui, come si è poi visto!) Grazie mille dei complimenti, anche a me è piaciuta tantissimo quella scena lì, ci ho messo tantissimo solo ad idearla! Beh, alla prossima! ^     ^

 

Nanau: Ollè, parlo di recensori dispersi e se ne aggiunge una! Ben arrivata su questi schermi, spero siano di tuo gradimento (che cosa, gli schermi? NdRen) Sei riuscita a cogliere l’elemento filosofico e saggio di tutta la ff (addirittura)! Complimenti, e grazie dei complimenti! Davvero sono così brava? Secondo me ti sbagli, ma spero ti sia piaciuto anche questo capitolo qui, ce la metto tutta!

 

Didith: Alleluia, alleluia. Bentornataaaaaaaaaaaaaaa!!!!!!!!!!! Ç_____ç Era dalla ff del Vampiro che non ti vedevo, dove sei sparita!!!! Non dirmi che ti sei persa la fine della ff “convivenza col vampiro”, vero?? Naaa, sono sicura che l’hai letta tutta e che sai chi è il Vampiro! ^           ^  Va beh, ora parliamo di questa qui: grazie per esserti fatta viva (ti ho incontrata su Shaman Legend, ma non riesco ancora a registrarmi, quindi presto, spero, mi vedrai anche su quegli schermi!) e spero ti sia piaciuto anche questo capitolo, a me è piaciuta la lotta con Anna e gli sbalzi di personalità di Yoh, a te? Continua a seguirmi!!!

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 7
*** Telepatia alla Asakura ***


TWIN SPIRITS

 

 

                    TWIN SPIRITS

 

            - TELEPATIA ALLA ASAKURA -

 

Lo sciamano col poncho bianco panna aveva un lugubre sorriso dipinto sul volto e qualcosa di ancora peggiore gliela si leggeva negli occhi.

- Luchist, Matilda, Marion, Boz, Bigguy Bill, Zang Ching, Bloken, Turbine...

Avanzava lentamente, contando come sulle dita. La sua voce spezzava il silenzio e la calma del giardino. Gli sciamani ancora in piedi attorno al tavolo cominciarono a prepararsi mettendosi sulla difensiva, alcuni, su un’offensiva, altri. Anna si era lentamente sfilata la collana di perle blu da Itako e se la stringeva al petto sperando di non doverla usare, aveva ancora in mente quella domanda che, ora più che mai, le ronzava sonoramente: Yoh o Hao? Yoh o Hao?…

- Yoh…

Il poncho bianco si mosse impercettibilmente oltre al movimento della camminata lenta, ma inesorabile: aveva sospirato.

- Vedo che siete proprio convinti. Ma adesso basta: Opacho! Peyote! Kanna!

Gli sciamani chiamati scesero dal tetto della casata e atterrarono alle spalle di Hao. Ren chiamò Bason, il suo spirito cinese; Ryu non aveva ancora voluto eseguire la forma spirito e Horo Horo, invece, era pronto già dalla comparsa del nemico.

 

Aveva fatto tutte le scale di corsa e si era vestito in fretta e furia per far prendere un altro spavento ai suoi amici. Era uscito dalla finestra del bagno, laterale rispetto alla veranda, proprio per fare un’entrata in scena particolare ma, quando stava per cominciare a dire le sue battute preparate per l’occasione in modo da sembrare ancora di più il fratello, sentì la voce di Hao. In persona, nel giardino di casa sua.

Si sporse un po’ di lato facendo attenzione a non tradirsi col poncho e coi capelli ed osservò la scena della comparsa degli ultimi seguaci di Hao rimasti, e rimase lì in attesa di elaborare un piano.

- Ho mandato i miei migliori seguaci per vedere quanto fosse migliorato, ma Yoh li ha fatti fuori tutti, ad una o più riprese- stava raccontando il gemello, mentre dietro di lui Kanna  era alle prese con un disperato tentativo di trattenimento del dolore che le provocava la ferita al fianco- Sapete, dopo che ha eliminato Luchist e Zang Ching, mi chiedevo se non avesse avuto solo fortuna…ma mi sono sbagliato.

Anna trasalì, ma oltre i suoi occhi neri non lasciò trasparire nulla: non doveva mostrarsi stupita, ma ancora stentava a credere che Yoh avesse realmente mandato qualcuno all’altro mondo. Stessi pensieri anche per gli altri, ma incentrati soprattutto su una possibile battaglia con Hao.

- Quindi…è vero che…che Yoh ha…- balbettò Manta, senza immaginare che venisse sentito proprio dal gemello dell’amico.

Quello fece un altro passo avanti e il suo sguardo diventò ancora più glaciale di prima, sul volto invece c’era dipinta un’espressione molto seria- Si, il tuo caro amico Yoh ha finalmente usato la spada per quello che è: un’arma per uccidere! Siete sconvolti? Perché, non vi ha ancora raccontato i modi crudeli che ha usato sui miei seguaci? No?- chiese poi, divertito alle facce sbigottite dei nemici- Beh, Yoh, che ne dici di venir fuori e di mostrare il tuo nuovo ‘io’?

 

Ren, Ryu e Horo Horo rimasero spiazzati, non capivano con chi stesse parlando Hao, dato che Yoh non era lì ma in camera sua a cambiarsi, come pensavano loro; Anna e Manta, invece, essendo su un lato della veranda più sul giardino rispetto a loro, avevano visto l’amico e la sua entrata in scena da dietro il muro della casa. Peyote, Kanna e Opacho, invece, si voltarono quasi spaventati nel vedere il gemello del loro padrone. Hao si voltò lentamente con un sorriso sottile sulle labbra e Amidamaru scomparve riapparendo poco più tardi dietro al suo sciamano.

Yoh Asakura uscì dal suo nascondiglio, mostrandosi per la prima volta agli amici sotto le sue spoglie filo-messicane, lasciandoli senza fiato. Ora nel giardino di quella casata c’erano due Hao perfettamente identici.

In un certo senso aveva raggiunto l’effetto sperato: i suoi compagni erano rimasti spiazzati e sembravano proprio non voler smettere di rimanere lì a fissarlo con occhi gli occhi spalancati.

“ Non immaginavo potesse essere vero”, il pensiero di Horo Horo venne subito percepito da Yoh, “Non così tanto simili!”

“ Il mio pupillo aveva ragione, ma in fondo sono gemelli: non dovrei stupirmi! Però è sconvolgente…”

“ E così…sei diventato identico ad Hao, mi auguro sia solo nell’aspetto. So che mi senti, Yoh”, il cinese stava testando il nuovo potere dell’amico, così come avevano fatto gli altri due ragazzi accanto a lui, senza intenzione, “Dimostrami quanto sei diventato forte, appena Hao se ne va combatti con me!”

Lo sciamano scosse la testa come se si volesse scrollare di dosso tutti quei pensieri non suoi, ma li aveva inevitabilmente percepiti e alla richiesta di Ren si portò addirittura le mani alla testa: cominciava a essere doloroso (o fastidioso) quel potere, lui non aveva tempo di giocare con la telepatia, non ad un passo da un faccia a faccia col fratello!

Hao cominciò ad avvicinarsi a Yoh, come se avesse intuito cosa fosse successo nella sua mente, e lasciò come ordine ai suoi seguaci di cercar vendetta per i loro compagni. Iniziò allora un’altra battaglia tra i membri di entrambe le fazioni gemellari Asakura.

- Chi è – cominciò l’Omnioji, avvicinandosi sempre più al fratello- il tuo nemico, Yoh?

Alle sue spalle Kanna e Peyote avevano già chiamato i loro spiriti custodi; Opacho,invece,  dopo un attimo di esitazione per seguire il suo signore, si era messo in disparte dietro ai due compagni. Il secondo successivo la battaglia cominciò con Ren e Horo Horo intenti a spostarla il più possibile dalla casa, saltando prontamente nel giardino prima ancora che qualcuno potesse sferrare un attacco, ma Ryu restò ancora un poco nella veranda per parare un attacco di Peyote indirizzato a Manta e forse anche ad Anna.

I gemelli Asakura divennero in breve una cosa a parte, separati dagli altri sciamani.

Hao raggiunse Yoh e rimase fermo a pochi passi da lui in un faccia a faccia silenzioso.

Non aveva ancora avuto l’occasione di controllare la somiglianza che era stata creata e rafforzata dallo sciamano minore: aveva fatto un buon lavoro, non poteva negarlo.

Forse si sarebbe confuso persino lui stesso.

- Il mio nemico?- chiese l’altro, senza modificare la sua espressione seria- Non sei tu?

- Ah, e così il tuo nemico, il tuo obbiettivo da distruggere… è tuo fratello?

- In casi come questi non bisogna considerare i legami di parentela – replicò freddo e con cipiglio deciso, come se stessero facendo a gara a chi ha la faccia più glaciale dell’altro.

Rimasero in silenzio un’altra manciata d’istanti, silenzio incorniciato dai rumori e dalle grida che provenivano dall’altra parte del giardino.

- Non hai speranze- esclamò desolato Hao, facendo spallucce – Non mi sconfiggerai mai.

Yoh non disse nulla, dato che si era immaginato quel momento da tantissimo tempo, quasi da quando aveva cominciato a desiderare il ritorno a casa, dai suoi amici e da Anna. Buffo, vero? Due desideri così opposti espressi nello stesso periodo di tempo.

- Ora mi sembri davvero pronto per unirti a me, ma non c’era bisogno che cercassi di imitarmi anche nell’aspetto…- aprì la bocca per continuare la frase, ma Yoh lo precedette.

- Come sarebbe a dire ‘anche’, sai benissimo che ho preso il tuo aspetto solo per attirare in trappola i tuoi leccapiedi!

- Ma certo, Yoh, lo so bene. Anzi, si potrebbe dire che sapevo già tutto, sapevo già che gran parte dei miei fedeli seguaci non sarebbero tornati dalla missione affidatogli, quella di fermarti e di testare i tuoi miglioramenti.

- E allora non puoi dire che ti ho eguagliato ‘anche’  nell’aspetto, ‘solo’ , se mai…- rispose il fratello col suo fare da sempliciotto, annuendo come se la cosa fosse stata ovvia ancor prima che venisse detta.

- Non credo che uccidere per una buona causa sia diverso dall’uccidere comune. Tu hai ucciso ben otto sciamani, che sia per una ragione o per un’altra ti sei macchiato del sangue di queste persone, proprio come ho fatto io con altre in passato…lo vedi che non siamo poi così tanto diversi?

Yoh espirò, l’aria che aveva nei polmoni sembrava non volesse più tornarvi. Rimase lì paralizzato da quelle parole.

Come aveva fatto a non pensarci? Era così tanto concentrato sul suo obbiettivo di eliminare le schiere di Hao che non si era reso conto di ciò che aveva realmente fatto…

Ecco perché la sera prima Anna era così spaventata quando le aveva detto il motivo del travestimento: perché non poteva credere che lui avesse ucciso delle persone!

Ucciso…

Quella parola cominciava a rimbombargli nella mente a ritmo del battito cardiaco salito a mille. Non poteva…non…

- No…- gli uscì dalle labbra questo sussurro, tutta la verità gli si stava affacciando nella mente nello stesso istante, stava cominciando a rivedere gli sguardi spaventati di Amidamaru, i corpi straziati di Luchist e Zang Ching, i primi due che aveva ucciso; rivedeva poi anche i volti giovani di Marion e di Matilda, con gli occhi vitrei spalancati nel vuoto, due ragazzine quasi della sua età, due ragazzine…! E poi ancora tutti gli altri, e il sangue, il loro sangue, e si risentiva in mente i pensieri dei suoi amici, e la paura che aveva letto più volte negli occhi di Anna, e quel sorriso beffardo che era appena nato sul volto del gemello…

Si portò le mani al volto e notò che stava tremando, che aveva la faccia bollente di vergogna e che stava sudando come un matto; poi sentì che lo sciamano che aveva di fronte gli aveva letto tutti i pensieri e recuperò rapidamente la calma.

- Uhm, certo che avevi seppellito un sacco di ricordi e di coscienza- constatò quello, continuando a fissarlo- Allora?

“Non si può tornare indietro” – Volevo chiederti una cosa: prima hai detto che sapevi già tutto, giusto?- Hao annuì- Perché allora hai continuato a mandarmi contro i tuoi seguaci, non tieni a loro?

Indicò con un accenno i suoi tre seguaci che stavano ancora combattendo, dei quali solo Opacho e Peyote erano in azione dato che Kanna era svenuta priva di sensi e di furyoku circa al secondo attacco ricevuto.

- Non saprei… certo sono utili se non si vogliono fare le cose in prima persona, ma poi avevano cominciato a necessitare di sempre più furyoku, quindi stavano diventando una seccatura- confessò l’altro, facendo ritrovare nel fratello il modello da seguire per continuare a sostenere il suo secondo ego, quello che per un attimo si era scordato- Tu, invece, non tenevi ai tuoi compagni?

- Ci tengo ancora!

- Ah…

Quella sembrò una risposta troppo vaga persino per Yoh, così tanto insopportabile che decise di testare il suo nuovo potere sulla mente del fratello e cercare di scovare qualche elemento utile a qualche nuovo piano, dato che al momento non ne aveva nemmeno l’ombra.

Si concentrò con tutte le sue forze, cercando però di non darlo troppo a vedere per evitare che Hao gli facesse percepire altri pensieri, e alla fine cominciò a sentire la voce del fratello nella sua testa. Diceva cose un po’ senza senso, ma incentrate su un preciso argomento: lui.

“ Non credo possa resistere ancora a lungo col ricordo dei suoi omicidi, conosco bene la purezza di un cuore e la sua è stata sommersa da uno ‘Yoh crudele’…ma…?”

All’improvviso la sua veduta del giardino e del pezzetto d’erba che stava fissando per concentrarsi scomparvero e divenne tutto nero. Poi tutto bianco. Infine cominciò a distinguere le cose attorno a se e il paesaggio: era un valico di montagna, c’era già stato ma solo spiritualmente. Si guardò intorno e vide accanto a se, sulla destra, il riflesso che si vedeva in un piccolo laghetto: era nel corpo dell’Hao dei secoli passati, lo stesso che c’era nel Libro dello Sciamano. O, meglio, era nel suo ricordo.

Quando Yoh c’era finito dentro con i suoi compagni aveva visto la cattura dei due Shikigami che poco prima, quando era ancora nel giardino di casa sua, stavano proteggendo Anna; in quel ricordo in cui era finito adesso c’era un pezzo successivo, un altro momento del passato di Hao.

Dietro di lui e dei suoi compagni comparve una folla di gente, tutti quanti inneggianti la morte di quell’Hao crudele che stavano minacciando a gran voce, anche se il diretto interessato non pareva darsene noia. Anzi.

Con un gesto della mano chiamò il suo Spirito del Fuoco e in una manciata di secondi la folla venne spazzata via dalla forza delle fiamme divampate.

Yoh sentì l’angolo destro della bocca sollevarsi in una piccola smorfia sorridente, come se ad Hao fosse piaciuta la distruzione di umani appena compiuta. Poi cominciò a camminare fra i corpi bruciati e fra quelli asfissiati: tra di loro c’era un bambino ancora in fasce, tenuto stretto dalla madre. Morti entrambi.

Il ricordo cambiò violentemente e Yoh si ritrovò nel corpo della seconda reincarnazione del fratello: era in una bella casa all’inglese, dall’aria accogliente ma semplice, senza pretese. Davanti a lui c’erano due persone, una donna e un uomo, appena entrate in casa e sedute sul divano a parlare probabilmente del figlio. Suonò il campanello e i due si voltarono verso la porta notando così lo sciamano nell’ingresso.

Hao alzò di nuovo la mano e lo Spirito del Fuoco apparve una seconda volta tra le risa sadiche del suo padrone: la casa andò in fiamme e anche quelle due persone morirono bruciate. Aprì la porta per andarsene e si trovò davanti un bambino, probabilmente di cinque o sei anni, coi capelli verdi e lo sguardo terrorizzato mentre squadrava lo sconosciuto responsabile della morte dei suoi genitori. “Lyserg…”, pensò a fatica Yoh, mentre il ricordo cambiava ancora una volta.

Seguì poi una carrellata rapidissima e terrificante di tutte le vittime che Hao aveva fatto durante l’ultimo Shaman Fight, e Yoh ne rimase ancor più senza fiato di prima: erano così tante, così violente, così sanguinose! Si sentì girar la testa e riuscì a liberarsi dai pensieri dell’Omnioji nel momento dell’uccisione a mani nude di un uomo dall’aria quasi familiare, scoprendo poi, proprio nell’istante estremo di quel viaggio terrificante, che era il primo vero padre di Hao.

 

Di botto Yoh si ritrovò catapultato nell’epoca attuale, nel suo vero corpo, con i suoi ricordi in testa, senza interferenze fraterne. Così come tutto era cominciato, finì.

Non si era mai sentito così spossato, aveva ancora in mente le immagini dei morti causati da Hao, vedeva ancora nitidamente quel bambino bruciato nelle braccia della madre e tutte le vittime dello Shaman Fight…

Respirava affannosamente, era un continuo inspirare ed espirare senza fermarsi mai, aveva il battito così rapido che gli copriva ogni suo possibile pensiero ed era sudatissimo, un bagno di sudore freddo. Scivolò sulle ginocchia aggrappandosi ad Hao per non cadere totalmente e rimase così per lunghissimi attimi che sembravano non voler finire mai. Lo sciamano in piedi lo reggeva saldamente con un sorriso soddisfatto sul volto, era riuscito nel suo intento.

- Cosa credevi di fare, Yoh?- gli disse, con un tono di voce acuto e tangente nella mente del ragazzo inginocchiato- Credevi forse di poter usare contro di me la mia stessa telepatia?

 Rise ancora e molto forte, sadico come nel primo ricordo visto. Yoh non aveva assolutamente smesso di ansimare, ma era riuscito a riprendersi un poco, quanto bastava affinché non avesse gli occhi così spalancati e affogati nella paura e negli orrori appena visti.

Si rialzò a fatica e scrutò il gemello. Come faceva ad essere così crudele?

Crudele…

Crudele?

Gli ritornarono in mente i suoi dubbi di prima, quelli sulle sue crudeltà. “Aveva ragione Hao”, si disse, “Io sono come lui… mi sono lasciato prendere dalla mia nuova forza, non ho controllato il furyoku e ho realmente ucciso ben otto sciamani, io li volevo solo ferire, indisporre per i combattimenti…non li volevo uccidere! E l’ho fatto ancora… mi sono lasciato prendere ancora da un nuovo potere, ho cercato di strafare della telepatia e… adesso…”

Hao gli diede una pacca sulla spalla, sembrava proprio soddisfatto di quella conversazione.

- Continua così, fratellino.

Sorrise e si voltò a chiamare i suoi seguaci, poi comparve lo Spirito del Fuoco e se ne andarono tutti e quattro. Naturalmente, non prima che Hao avesse salutato il fratello col suo atteggiamento sbruffone.

 

Horo Horo era stato messo al tappeto dopo l’entrata in scena di Opacho, ma per fortuna era l’unico ferito, Ren e Ryu se l’erano cavata senza ferite più o meno gravi, ma erano comunque esausti e senza furyoku. Speravano solo che Hao non tornasse troppo presto perché non erano proprio in vena di coprire di nuovo le spalle a Yoh!

Anna era riuscita a proteggersi molto abilmente con le sue milleottanta perle e non aveva riportato lesioni di nessun genere; Manta, com’è ovvio, ha pensato bene di mettersi al sicuro ed è scappato subito in casa.

Appena Hao e i suoi se ne andarono i tre sciamani crollarono a terra stremati, ma si rialzarono subito quando si accorsero che Yoh era ancora lì in piedi, nello stesso punto in cui l’avevano visto prima della battaglia. Poco dopo, quello si afflosciò su se stesso e cadde a terra, facendo prendere un colpo a tutti quanti.

Anna gli corse in contro prontamente, seguita da Ryu, Manta e Ren.

- Cos’ha?

- E’ svenuto!

- Scotta. Ha la febbre.

- Lo porto io dentro, voi preparate del ghiaccio!

- Fa’ attenzione, non sappiamo che cos’è successo…

- Naaa, Yoh è una roccia, vedrete che se la caverà subito!

- Si, ma…

- Manta, tranquillizzati e vai a prendere del ghiaccio. Ryu, lascialo qui, è meglio non muoverlo.

- Ma perché no??

- Corro subito!

- Ha ragione Anna, quando si è in queste situazioni è meglio non muovere la persona in questione.

Yoh sentiva solo delle voci, non aveva la forza di aprire gli occhi, tanto meno di dir loro di non preoccuparsi per lui, che se la sarebbe cavata…

Poi tutt’ad un tratto sentì la fronte dapprima tiepida, poi veramente fredda: Manta aveva fatto in fretta a portare il ghiaccio. Era molto piacevole, non immaginava che la lettura dei pensieri altrui fosse così impegnativa, ma si convinse che doveva essere così perché aveva scoperto da poco più di un’ora quel potere e perché ne aveva subito abusato, sia lui che il fratello. La fronte cominciò a farsi sempre più fredda, poi però tornò ad essere di nuovo calda. “Non devo ripensare ai ricordi di Hao!”, si disse tra se e se, strizzando le palpebre per mandar via quelle immagini strazianti, non solo del gemello.

- Come sta?

Quella voce timorosa era sicuramente di Amidamru, Yoh la riconobbe subito e si rasserenò all’idea che fosse ancora lì al suo fianco, anche se non era stato con lui durante la discussione con Hao. “Ecco perché sei timoroso…”

Qualcuno gli levò il ghiaccio dalla fronte, privandolo di quel piacere paradisiaco che gli era stato regalato; poi quella stessa mano si posò sul suo volto, gli sentì la temperatura e gli accarezzò dolcemente la guancia.

In quel momento si dimenticò completamente del suo faccia a faccia con Hao e con il suo passato, si scordò totalmente tutte le sue ansie e preoccupazioni e tornò ad essere Yoh Asakura. Il semplicissimo Yoh che quelle persone lì attorno avevano conosciuto e stimato.

Com’era dolce la lieve carezza della sua ragazza in un momento agitato come quello…

 

 

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Ohhh…. Dopo aver fatto passare le pene dell’inferno al nostro povero Yoh ho pensato che una conclusione come questa avrebbe staccato quell’ansia che spero vi sia penetrata dentro durante la lettura del capitolo! ^    ^

Mi sono stupita della lunghezza dell’ultimo capitolo dell’altra ff di Sk, ma questo è addirittura più lungo!  Beh, non molto in effetti, diciamo 8 pagine e poco più!

Allora, nello scorso capitolo avevo lanciato il sondaggio sull’identità dell’Asakura comparso alla fine e devo dire che le vostre risposte sono state davvero divergenti!

Il risultato totale è stato di:

Yoh: xxx

Hao: x

Altro, Fusione, Hyaoh e simili: xxx

Indecisi: x

Niente: x

Beh, non mel’aspettavo davvero…però complimenti a chi ha detto o solo pensato Hao!

Ritornando a quel che dicevo prima, grazie mille per le vostre recensioni!!! Avete ripetuto il record del primo capitolo, 9 recensioni! Me molto commossa… sniff…

Ma ora diamo la linea ai ringraziamenti singoli, paparapapàààààà!!!!!!!!

 

Francesca Akira89: Ma glassie, ultimamente mi do molto alla suspense, soprattutto quando ci impiego più di una settimana per aggiornare…-___- Coooomunque! Tu hai propeso per Yoh e, purtroppo, hai sbagliato! Ma come hai visto tu stessa, l’idea era proprio quella di un altro spavento, solo che è stato beccato… Tendenze al sadismo, dici? Uhm…grazie mille, ecco la mia iscrizione! ^     ^ Far crepare i lettori con colpi di scena e suspense alle stelle è il mio hobby preferito, lo sapevi?

 

Mao chan: non mi ammazzare, il tuo dolcetto è finito ko, non è colpa miaaaa!!!! Grazie mille del commento (ehi, non si glissa così la mia morte infausta!NdHoro Horo)  e… boh, ti direi complimenti per non aver azzeccato il personaggio misterioso nemmeno questa volta, ma m sembrerebbe crudele (crudele? Crudele??? NdYoh reduce da questo capitolo) Ma non fa niente, figurati, spero solo che questo capitolo ti sia piaciuto come i precedenti! Alla prossima, smile! ^___-

 

miya: grazie mille mia cara! No, non era Natsu… soprattutto perché tu hai eliminato la ff senza dirmelo, a tradimento! Cattiva…>///<  “Qualcuno che assomiglia a Yoh…” io l’ho classificato nella tabella di prima come “indecisa”, ma va bene lo stesso! Ti è piaciuto questo capitolo? A me tanto, se no non ci avrei messo così tanto a scriverlo! ^__-

 

KiaeAlterEgo: (Noi non te lo diciamo!!! ndHao+Yoh vestiti uguali che neanche Kia riesce a distinguerli)” XDDDDDD Troppo forte, mi sono sbellicata dalle risate leggendo la tua recensione…però sei stata bravissima a indovinare col pendolo di Lyserg, secondo me lo sai usare eccome! Grazie dei tuoi commenti confusionari, non credo sarebbe la stessa cosa scrivere senza! Troppo forte anche cercare di capire l’Asakura dalla voce…in una ff…ahahahahahhahahahaha!!!!!!!!!! XD (rotola da tutte le parti tenendosi la pancia con le mani dal ridere)XDDDDDD sniff… dicevo, grazie mille della recensione, spero ti sia piaciuto anche questo capitolo! ^   ^

 

shin-shi: ahiahiahi, non era Yoh col suo scherzetto! ;-P ^   ^  Scusami se non ho aggiornato subito ma ho avuto problemucci con la scuola, sai com’è…un compito al giorno! -__-“” Grazie mille del commento, continua a seguirmi, questo ti è piaciuto?

 

Miyu chan: eh, si, hai sempre più ragione… la tua ff mi piace davvero molto, lo sai? Tornando al tuo meraviglioso commento, devo dire che in questo capitolo non ho fatto vestire nessun ruolo particolare ai tuoi cari (beh, anche miei!) ma Ren ha compreso al volo come funziona il potere telepatico di Yoh e ne ha subito approfittato! ^  ^ Horo Horo… è in ottima forma e Manta, per tua disgrazia, pure! Aggiorna presto anche tu, che sono super curiosa, ma continua anche a seguirmi qui, ok? Grazie ancora!

 

kristin: toppato, ma almeno sono contenta…e sai per cosa? Perché qualcuno è caduto nel mio granellino della descrizione di Amidamaru… eh, sì, i ragazzi nella veranda (ormai si chiamano così, ho deciso) credevano che fosse Yoh e hanno pensato che Amidamaru fosse solo un bravo attore per reggergli il gioco, capito? Sono molto perfida e cattivella, lo so, mi spiace averti tratto in inganno! (ma se era il tuo obbiettivo?! NdYoh)(sparisci, pussa via! NdShark) Chiedo umilmente scusa anche a te per il mio enorme ritardo, ma spero che questo capitolo lo abbia compensato a dovere! Ah, già: Hao per ora, come hai visto, il cambiamento di Yoh sembra lo abbia preso abbastanza bene… ma come andrà a finire?(dimmi che almeno tu lo sai, ti prego…NdYoh) Lo scopriremo nelle prossime puntate! ^    ^

 

Yoru: Mia cara, le tue perle di saggezza mi hanno confusa, ma dato che me le hai date tu non ti permetto di dirmi di aggiornare presto, intese?

Che Yoh si allei col gemello… (non se ne parla nemmeno! NdYoh)(Perché no? NdHao)(Già già…si può fare….ndShark) non è detto, così sei costretta a seguirmi per vedere se succede o meno! Ah ah ah ah!!!! XDDD Questo capitolo non finisce con una delle mie sempre più solite suspense, ma in realtà ne ha avute, eh! Se ne ha avute…il viaggio nei ricordi di Hao è stato a dir poco inquietante, soprattutto da scrivere… ma spero ti sia piaciuto lo stesso, o se non è piaciuto a te almeno a qualcuno! Crepi, grazie e alla prossima!

 

MorgaIce: …ma non c’era anche una “n”, cioè, non eravate MorgaN e Ice…? Non importa! Grazie mille del tuo commento, ci speravo proprio, lo sai? La tua ff è bellissima e mi ha fatto molto piacere vedere che anche la mia ti piaccia! Anche a me sinceramente sono sempre piaciuti i “voltagabbana”, però un buono sotto sotto (molto sotto) rimane sempre buono ,ricordalo! Oh no! Mi sono fregata il finale! Va beh, m’inventerò qualcosa di molto meglio che un semplice ritorno alla normalità… potrei far intraprendere a Yoh la stessa carriera di Hao…uhm, è un’idea…

Tornando al commento, che se no mi perdo! Spero di averti stupita con l’apparizione di Hao e con tutto ciò che è successo nel corso del capitolo, io ce la metto sempre tutta! ^    ^

Alla prossima!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 8
*** Tra i petali di fuoco dell'animo ***


TWIN SPIRITS

 

 

                 TWIN SPIRITS

 

                                                        - TRA I PETALI DI FUOCO DELL’ANIMO -

 

A Yoh erano sempre piaciuti i fiori. Lo rilassavano. Come nessun’altra cosa esistente.

Non importa che fiori fossero, bastava solo dare un’occhiata anche ad una semplice margherita di campo per tornare a sorridere. Aveva anche tantissime fotografie dei suoi fiori preferiti, anche se erano tutti quelli che aveva avuto occasione di vedere in vita sua. Le fotografie le aveva raccolte in un raccoglitore molto alto, ne aveva almeno un centinaio, tutte catalogate con nome, luogo in cui l’aveva vista la prima volta, emozione percepita, età che aveva allora… Era una vera passione, la sua.

Passava le dita fredde e pallide sul dorso del raccoglitore mentre i suoi ricordi si riaffacciavano a quando, da piccolino, correva dal fotografo di città con un negativo in una mano e qualche centinaio di yen nell’altra, aspettava qualche minuto e poi ritornava tutto eccitato alla casata dove vivevano i nonni con la sua fotografia ingrandita stretta sotto il braccio. Quante ore aveva perso nel decidere dove appendere una gigantografia di un fiorellino! A volte passava interi pomeriggi chiuso nella sua cameretta tutto intento a spostare i poster da una parete all’altra per far posto alla quella appena stampata.

“ Che stupido”, pensò schietto mentre chiudeva un libro di schede approfondite sui fiori più rari del globo, “Quanto tempo prezioso che ho perso da piccolo! Avrei potuto allenarmi e affinare le mie capacità senza arrivare a ridurmi in questo stato adesso! E i miei nonni, poi… loro sapevano che un giorno avrei dovuto affrontare Hao! Eppure mi hanno lasciato fare tutte queste stupidaggini! Anche mio padre…”

Prese da uno scaffale più alto un quadernino dalla copertina impolverata e  ci soffiò sopra per leggere un’eventuale scritta. ‘Annuario scolastico’, diceva, e sotto c’era la data dell’anno cui era stato dedicato. Era la sua quarta elementare. Lo aprì per vedere se si ricordava qualche compagno e, con suo stupore, erano pochi i compagni che non ricordava e molti quelli che invece erano perfettamente delineati nella sua mente. Sotto la sua foto c’era la firma dello studente (“come scrivevo male!”) e un commento personale: Yoh aveva scritto ‘ Mi piace molto giocare con gli amici e collezionare oggetti, il nonno dice che un giorno sarò anche molto bravo a combattere, proprio come Kamen Yaiba!’ ...

Rimase in silenzio per un paio di minuti, poi gettò a terra l’annuario.

“Stupido, ma tu guarda che scrivevo da bambino! Ci credo che adesso ho problemi a combattere Hao, sono cresciuto credendo un giorno di diventare un super-eroe dei cartoni animati!” Indossò il poncho, diede una pettinata rapida ai due ciuffi ai lati del viso passando le dita tra i lunghi capelli  e poi s’avvicinò alla finestra. Controllò che nel giardino non ci fosse nessuno, che i vicini non si fossero ancora affacciati alle finestre e poi saltò giù. La sua stanza era al primo piano e, abituatosi ormai a scendere dagli alberi alti anche più di sei metri, atterrò perfettamente. Seguì poi una corsetta di riscaldamento per la periferia di Tokyo con l’aria fresca dell’alba e il sole non ancora sorto.

 

- E’ uscito.

- Come? Ah, sì… ma che ore sono…

- Quasi le due.

- Mi chiedo dove stia andando…

- Ad allenarsi, no? Ormai pensa solo a quello.

Rimasero in silenzio. Poi Manta riprese la parola.

- Speriamo almeno che non stia andando a cercar rogne con Hao!

- Non so perché… ma credo proprio che non tornerà tanto presto.

- Nemmeno per il pranzo? Secondo me, il pranzo non lo salterebbe mai!

- Amidamaru mi ha detto che alle volte non mangiava per giorni interi, tanto era intento negli allenamenti.

- Sì, ma… Anna, non credi che… beh, insomma!

- Prova a fare una frase di senso compiuto, tappo.

- Ehi! Stavo dicendo… sarà anche passato più di un anno, ma non credo basti solo questo per cambiare radicalmente il nostro Yoh! Giusto?

        - Giusto, Anna?

 

Il cielo cominciava a schiarirsi e la notte iniziava lentamente a far posto alla tiepida luce del giorno. Alcune goccioline di sudore gli scendevano lungo gli zigomi scolpitissimi, ma Yoh non era assolutamente intenzionato a smetterla di correre, anzi, cominciò ad accelerare il passo. Il suo respiro era abbastanza regolare, dopo tutti quegli allenamenti per superare in velocità lo spirito Amidamaru, era il minimo. Alla sua destra stava viaggiando l’espresso per Osaka, appena partito: lo sciamano prese al volo quell’occasione e cominciò a corrergli parallelo, mantenendo la sua stessa velocità. Ovviamente, era una cosa impensabile per un semplice ragazzino di appena sedici anni, ma i riflessi di Yoh erano diventati più rapidi di quelli di un gatto randagio e la rapidità dei suoi movimenti probabilmente era superiore a quella di una mosca. Almeno di questo era soddisfatto. Perlomeno, si diceva, se non fosse riuscito a sconfiggere Hao in battaglia avrebbe sempre potuto evitare i suoi attacchi.

Il treno prese una diversa direzione da quella che intendeva seguire Yoh e, per non andar troppo fuori città, si fermò lentamente per riprendere fiato.

Era arrivato in una pianura molto ingiallita; non c’erano case nei dintorni, solo qualche casolare diroccato ed abbandonato. Tra i fili d’erba dorati al chiaro di luna si ergevano a stento alcuni fiorellini di campo, i suoi preferiti: quelli a forma di pallina tutti arancioni a sfumature gialle che lo avevano sempre affascinato perché erano in grado di nascere e vivere anche dove non c’era grande quantità di sostanze nutritive.

Una decina d’anni prima di sarebbe perso in brodi di giuggiole per quel comunissimo fiorellino. In quel momento lo guardò con disprezzo.

Lo sciamano venne bruscamente riportato nel presente da un rumore molto forte provenire da uno di quei casolari lì attorno. Si voltò di scatto e, qualche centinaio di metri più distante, vide crollare una di quelle costruzioni del dopo guerra.

Incuriosito da quel crollo a prima vista inspiegato, in un primo momento decise di avvicinarsi a vedere cosa l’avesse provocato ma, vedendo emergere dalle macerie una forma ridotta dell’over soul dello Spirit Fire alta quasi quanto l’edificio che c’era prima al suo posto, si convinse che il fratello era nei paraggi e che la sua prossima battaglia era inevitabile quella notte.

- Ma tu guarda chi abbiamo trovato oggi…- disse una voce troppo familiare alle sue spalle. Yoh non ebbe nemmeno bisogno di voltarsi per vedere chi avesse parlato.

- Mi stavo giusto chiedendo quando ti saresti fatto rivedere.. Hao- accostò il braccio sinistro al corpo per accertarsi di avere la sua fidata spada e un brivido freddo al fianco interessato lo tranquillizzò lievemente. In quei tempi era l’avere le sue armi a portata di riflesso a tranquillizzarlo. Altro che fiorellini..

- Come sei cambiato… e tutto per me? Ne sono lusingato…- continuò l’altro Asakura, fermo nella sua posizione – Odi ancora i fiori?

- Perché, ti cambia qualcosa?- Yoh si voltò e vide che il fratello non era molto distinguibile nel buio della notte. Ovviamente, quando era ad Hokkaido non c’erano sempre lampioni o legna secca per fare un fuoco, quindi lo sciamano aveva sviluppato notevolmente anche la sua capacità visiva notturna, oltre che i sensi di percezione.

- Ma che scontroso… -rispose ironico l’altro - La mia era una semplice domanda!

- Ah, già: come fai a sapere che una volta mi piacevano i fiori?

- Cos’è, uno deve avere il permesso del fratello per sapere cosa gli piace e cosa no?

- In questo caso, sì.

Hao fece per chiamare a se lo Spirit of Fire quando si bloccò un istante e disse: - Sai di non essere uno spadaccino, vero?

L’altro rimase a dir poco stupito da quella domanda, non riusciva a capire che cosa volesse dire il gemello.

- Uno… spadaccino?

- Sì, sai di essere uno sciamano o te lo sei dimenticato?

Yoh continuava a non capire.

- Dove vuoi arrivare, Hao?!- stava cominciando ad andare su di giri.

- La domanda è… dov’è Amidamaru?- alzò ancora di più lo sguardo verso il fratello, riempiendo i suoi occhi scuri con quei puntini infuocati comunemente chiamati “stelle”.

Yoh mise da parte il suo stupore e cominciò a chiamare mentalmente il suo spirito, per prepararlo ad un over soul d’inizio battaglia. Pensò che Hao era stato uno stupido, lo aveva fatto preoccupare per niente, in fondo non aveva ancora chiamato a se il samurai ed era ovvio che non l’avesse visto!

Purtroppo non percepì la presenza di Amidamaru nemmeno questa volta.

- Amidamaru?- chiese allora, titubante. Non ricevette nessuna risposta.

- Vedo che hai saputo sceglierti bene lo spirito custode, uno coraggioso e degno.. di fiducia, vero fratellino?

Amidamaru non era lì con lui, Hao stava predisponendo le basi per uno scontro e Yoh si era ritrovato in un istante nel panico più totale: non sapeva che cosa fare. Com’era possibile che avesse… dimenticato a casa Amidamaru?

 

- Yoh?

Lo spirito di Amidamaru girò per la casa passando di muro in muro ma non trovò lo sciamano da nessuna parte. Dopo un paio di minuti di ricognizione, però, fu Anna a trovare lui.

- Che ci fai tu qui?- gli chiese. Era già vestita, nonostante l’ora, ed era appena entrata nella stanza dove di solito si ferma ore a guardare la televisione – Non dovresti essere fuori con Yoh?

- Ah, quindi è uscito?- chiese l’altro di rimando, voltandosi verso la finestra.

- Fermo. Che significa, non sai dov’è Yoh? Perché non sei con lui?

Lo spirito stava già per andarsene, così per avere le sue risposte Anna lo bloccò ad un braccio con la sua collana di perle blu.

- Beh…- non aveva una vera e propria spiegazione, non l’aveva solamente avvertito - Non mi ha detto niente e io ero al tempietto, non potevo sapere che sarebbe uscito!

Anna parve pensierosa, non sapeva se credergli o meno: in fondo ogni spirito è legato da un filo invisibile al suo sciamano ed era un po’ strano che Amidamaru si fosse recato ad un tempietto da solo o che Yoh non l’avesse chiamato quella mattina prima di uscire. L’unica soluzione che le pareva possibile era un altro litigio tra i due, dato che, come aveva potuto notare lei stessa, non avevano più tanto un rapporto idilliaco.

Sopraggiunse poi nella sua mente un’atroce visione del fidanzato, nei guai di fronte ad un Hao che lo attaccava indemoniato per unirsi a lui. Sciolse la stretta della collana e fece spazio tra tutte le sue supposizioni ad un fugace: -Va da lui, allora. Che aspetti?

- Grazie- rispose l’altro visibilmente sollevato, e corse via.

 

- Yoh, sei patetico – commentò il fratello, trasformando l’over soul di Spirit of Fire in una spada, risplendente come un faro nel buio della notte.

- Per un certo verso, Hao, ti do ragione, ma non credere di averla vinta così – replicò l’altro. Yoh in realtà brancolava in un buio più scuro di quello della notte che li avvolgeva entrambi: il suo piano del travestimento era allo scadere della sua utilità, le schiere le aveva sfoltite e la battaglia contro Hao era anche già cominciata. Non aveva solamente previsto il nuovo rapporto che aveva con Amidamaru perché erano sempre andati d’amore e d’accordo, quella nuova condizione lo aveva messo davvero alle strette: cos’è uno sciamano senza il suo spirito?

Impugnò la spada con forza e si mise in posizione di difesa, non osava sperare di più dalla sorte. “Anche perché non credo possa rendere fredda la spada di Hao!”, pensò scherzosamente tra sé e sé.

- Patetico e stupido, non sai che posso fondere quell’arma anche senza toccarla? Ti facevo più intelligente… d'altronde, è molto difficile non esserlo, dato che sei nei miei stessi panni… !- non attese una replica, si scagliò contro di lui con ferocia ma, per far durare un po’ di più la battaglia, non lo colpì con la spada bensì con un calcio in pancia.

Yoh si schivò rapidamente, ciononostante non riuscì ad evitare per intero l’attacco fisico e balzò all’indietro per alcuni metri prima di chinarsi a massaggiarsi la zona colpita.

Che i pensieri sopraggiuntigli durante la gara di velocità contro il treno fossero in realtà una premonizione?

Per un certo verso erano così, aveva immaginato una battaglia fatta di offensive da parte di Hao e di schivi da parte sua. D'altronde, senza Amidamaru, la sua spada era assolutamente inutile, il gemello l’avrebbe fusa anche a un metro di distanza! In quel momento desiderò davvero di avere ancora accanto a sé tutti gli amici, il suo samurai preferito, Anna… non c’era nessuno. Nessuno.

Si accorse che, in una battaglia come quella, notturna e con i sensi affinati al massimo, poncho e capelli lunghi erano molto fastidiosi, gli impedivano i movimenti, glieli affaticavano. Ad Hao, probabilmente, non davano questo fastidio perché lui era tutta la vita che li teneva lunghi e ormai doveva esserci abituato. Una piccola ideuzza, seppur inutile, li balenò in mente. Poi dovette riscuotere tutti i suoi pensieri per schivare un altro attacco di Hao, molto più diretto e deciso del primo, il fratello aveva gli occhi indemoniati, infuocati come non glieli aveva mai visti. Pareva avere il fuoco dentro.

Yoh si mise prontamente da parte balzando alla sua destra e Hao rimase per un paio di secondi fermo nel punto in cui la sua spada aveva toccato terra. Poi, dalla punta della sua spada, scaturirono alcune piccole scintille infuocate che bruciarono all’istante tutti i fili d’erba inondati di una luce nuova: la luce del fuoco.

Come in un film, le fiamme avvolsero i due contendenti in una frazione di secondo, incendiando gran parte dei campi lì attorno. Il minore dei due era notevolmente sorpreso da una mossa del genere, più che altro perché Hao aveva la fama di agire nell’ombra e di non farsi notare più di tanto. I fili d’erba ingialliti bruciavano uno dopo l’altro, senza sosta; appiccarono fuoco anche ad alcuni alberi che staccavano l’ambiente piatto.

- Dove vuoi fuggire? – disse con voce suadente, alimentando le fiamme con quello strano sentimento che gli ribolliva in corpo – Ora non mi puoi più scappare. Siamo alla resa dei conti.

Yoh si guardò attorno: in effetti non c’erano molte vie di fuga, era stato circondato dalle fiamme e tutto ciò che non era infuocato era ben poco. Alcune scintille si riversarono sul suo poncho ma lui se ne accorse solo quando avevano già provocato delle piccole bruciature nere.

- Uhm…- disse, riprendendosi da quei momenti d’incertezza, mentre si levava l’indumento bruciacchiato- Per prima cosa, è meglio che mi tolga quest’affare, così ho meno possibilità di andare a fuoco.

Il suo sorriso bonario non migliorò la situazione, ma soltanto il suo stato d’animo. Hao si voltò lentamente verso di lui per assistere alle sue prossime mosse, tanto era sicuro che non avrebbe potuto far molto.

- Poi…- continuò il minore dei due, noncurante del divampare delle fiamme – E’ bene chiarire che non ho la minima intenzione di scappare.

- Resti qui e affronti una fine sicura? – Hao sollevò un sopracciglio, divertito- Molto nobile da parte tua.

Yoh abbassò lo sguardo, perso nei suoi pensieri e nelle possibili opzioni di agire. La sua attenzione si concentrò ben presto su un filo d’erba. Poi sulle sue foglie. Si accorse subito che era uno stelo, lo stelo di quel fiorellino arancione che con forza aveva odiato poco prima. In quel momento stava provando uno strano sentimento nei suoi confronti, sembrava quasi che non lo odiasse più.

- Non riesco a leggere i tuoi pensieri…- in commento di Hao non riuscì a raggiungere la mente dell’altro ragazzo, e ciò turbò le sicurezze dell’Omnyoji.

La luce delle fiamme gialle e arancioni aveva spento all’istante tutti i riflessi delle stelle in cielo e negli occhi dei due sciamani brillava solo il fuoco, ardente sui campi e nei loro animi. Nonostante il loro esser gemelli i loro spiriti non erano sulla stessa lunghezza d’onda, e non si parla di Amidamaru o di Spirit of Fire: lo spirito di Hao era incentrato sulla battaglia e risiedeva, più che altro, nelle fiamme che scaturivano dalla sua spada; lo spirito di Yoh, invece, stava subendo un flashback dietro l’altro, ognuno riguardante le sue gioie passate, i momenti migliori della sua vita, la semplicità del suo essere.

L’accartocciarsi su se stesso di quel fiorellino rotondo interruppe i suoi ricordi e lo sbatté bruscamente nella realtà. Distogliendo lo sguardo dalla cenere nera, ricominciò il suo dialogo con Hao.

- Scusa, mi ero incantato. Dicevi?

L’altro scosse la testa e sorrise come si fa ad un bambino piccolo. Le fiamme aumentarono.

- A cosa stavi pensando, Yoh?

- Non credo possa interessarti.

- Uhm…- alzò il viso al cielo, l’alba si stava avvicinando – Credo di saperlo.

- Oh!- Hao tornò a fissare il fratello, incuriosito da quell’esclamazione – Finalmente!

Da un centinaio di metri più avanti, i due videro un puntino chiaro avvicinarsi a gran velocità. Man mano che si avvicinava diventò sempre più riconoscibile, fino a quando giunse a poco più di una decina di metri dai due sciamani.

- Amidamaru!- esclamò Yoh con viva gioia nella voce.

- Scusami se non sono arrivato prima – cercò di scusarsi il samurai, mostrando una straordinaria tranquillità alla Asakura, come se non si fosse accorto ne dell’incendio ne di Hao o del loro incontro- Non sono riuscito a seguirti quando sei uscito e Anna…

- Beh, adesso sei qui – lo sciamano si sistemò la camicia bianca dando un po’ di respiro al torace accaldato e gocciolante per l’elevata temperatura della situazione in cui si trovava. Passò poi la mano bagnata sulla tasca posteriore dei jeans verdi e, infine, impugnò saldamente la scimitarra – Vogliamo cominciare?

 

- Sbrigati, tappo!

Il rumore degli zoccoli di legno risuonava incessantemente nel silenzio delle prime luci del mattino.

- Non è colpa mia se ho le gambe corte!

L’altro indossava normali scarpe da ginnastica, si sentiva solo il suo respiro affannato.

- Guarda laggiù!

- Un incendio! Credi che…

- Difficile pensare il contrario. Dai, corri!

 

- Vogliamo cominciare?

- Non sarebbe male – ironizzò l’Omnyoji- Almeno adesso posso finalmente verificare le tue capacità.

Attorno a Yoh, le fiamme s’attizzarono ancora di più, e il campo di battaglia era stato circondato da un muro di fuoco alto più di due metri.

- Ah, dimenticavo…- Yoh si portò una mano dietro al collo per sollevare i capelli appiccicatisi col sudore, poi portò la spada dietro la schiena come fa chi ha un fodero a tracolla e la passò sotto la folta chioma scura inondata di riflessi infuocati, identici a quelli del gemello. Con l’altra mano, invece, li raccoglieva in una coda a grandi linee: seguì un gesto secco trasversale, la spada tagliò tutto quel che si trovava tra la bassa schiena e l’alta nuca, quest’ultima usata solo come riferimento e in realtà distante venti centimetri dal fendente. Secondi che divennero momenti lunghissimi ed indimenticabili per i presenti.

Una cascata di fili scuri e dorati si riversò inerme sul terreno.

- Ecco.. - disse, come se non avesse fatto nulla. Scosse la testa come non faceva da più di un anno, da quando si era proibito la piacevole sensazione dei capelli corti - Ora sì che possiamo cominciare.

Yoh Asakura.

 

Capelli corti, camicia bianca e jeans verdi.

Mancavano solo le cuffie arancioni ma, per il resto…

 

E’ tornato.

 

 

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Mamma… mi sembra passata un’eternità! (E’ passata un’eternità, sei quasi finita nella terza pagina delle recenti di SK! NdYoh)(Me lo sentivo! NdShark)

Okay, mettiamo le cose in chiaro: voi non sapete e non potrete mai immaginare quanto sto rischiando per scrivere questo capitolo! Per la cronaca? Giusto il sequestro irreversibile del computer, dell’accesso ad internet, della mia libertà in tutti i sensi, anche fisica… beh, penso abbiate capito il senso. Comunque sia, non riesco a star staccata da questo monitor, infatti ho fatto un sacco di infrazioni del regolamento domestico pur di leggere e (talvolta) recensire le vostre fic!!!

E allora mi sono detta: in questi minuti liberi posso tentare di trascrivere il mio capitolino, perché lasciare quelle povere anime sperdute (prendetevela con shin-shi, è sua questa battuta!) sole e senza un mio segno di vita per mesi interi??? E così… eccomi qui. Ho pensato di farmi perdonare l’attesa mettendo questo bel finale scioccante, così siete tutti contenti! ^   ^

Perché siete tutti contenti, vero?

 

 

Mao chan: oddio… non credevo di aver creato un tale mostro… intendo per la risata da depravata che mi hai fatto solo per essere arrivata prima! Alè alè, complimenti amigos, sei una forza, dopo agoniati capitoli ci sei riuscita! Tornando a noi… poverina, devi sempre avere a che fare con quei due litigiosi individui! Mi spiace.. all’altro capitolo avevi detto che non era molto bello, ma a questo qui?? Sono sicura che ti è piaciuto, il prossimo poi… * bava dalla bocca* sarà ancora meglio, Hao contro Yoh, finalmente!!! Ma! Non devo anticipare troppo o mi gioco la sorpresa… quindi ciao e recensiscimi ancora! ^  ^

 

Miya: Si può dire che questo capitolo sia dedicato a te, dato che ti avevo promesso di postarlo giorni fa e dato che oggi è il tuo bel compleanno! E’ il mio, ed ecco Hao, contenta? ^     ^ Ma, per la stampa: la bambina che vuoi aspirare è quella della Barilla? Quella robina vestita da coccinella che parla bene della mamma??? L’ammazzi anche per me, ti prego!!! Bene, dopo questo piccolo sfogo… ^    ^  Spero il capitolo ti sia piaciuto!

 

Miyu chan: Ho aggiornto, sì, un po’ in ritardo m ce l’ho fatta! Tanto il proverbio dice: meglio tardi che mai, giusto? ^  ^ Non ho espresso dov’era il bacio? Me sciagurata, ma non si capiva? Ehhh, sapessi Miyu, sapessi… Lo so che tu ci faresti un pensierino in qualsiasi momento, ma non dobbiamo affrettare i tempi, prometto solennemente che avverrà qualcosa tra Anna e Yoh in un futuro non più lontano di 3 capitoli! Non è una grande garanzia, ma è tutto quello che, per il momento, posso fare… aggiorna presto anche tu!

 

kristin: sono molto contenta che ti siano piaciuti gli ultimi due capitoli, e questo anche, vero??? Per quanto riguarda la polizia, ora dimmi tu: quanto contano le autorità locali nei casi soprannaturali del genere? In fondo Yoh è uno sciamano e, per via del suo cambiamento di carattere, avrebbe potuto benissimo sbarazzarsi dei poliziotti, non credi? Per l gente, invece… diciamo che è il classico “non siamo troppo impulsivi”, perché qualcosa di diverso c’è sempre tra i due. Però adesso non ci saranno più problemi, giusto? Yoh è tornato normale e spero il cambiamento sia stato di tuo gradimento! Fammi sapere, ci tengo sempre molto ai tuoi commenti!

 

Francesca Akira89: hai proprio ragione, è dispiaciuto tanto anche a me! Diciamo pure che mi è dispiaciuto così tanto da modificare quest’ultimo capitolo, perché all’inizio c’era una battaglia un po’ confusa tra Hao e Yoh, dove non si capiva tanto bene alla fine chi avesse vinto tra i due (la scena era che un ragazzo coi capelli lunghi e il poncho usciva da un polverone e io alla fine facevo il solito sondaggio su chi si pensava che fosse), però mi sembrava troppo crudele e… magari verrò espulsa dal club!

 

shin-shi: per il campo sentimentale attendere prego il prossimo capitolo, grazie! ^  ^ La storia dei passetti è una roba da manicomio, quindi è meglio se la lasciamo perdere… Yoh è uscito dal tunnel e Hao è stato di tuo gradimento? Spero di si!

 

Lady Antares D. L. : Complimenti! ^     ^ Io ti darei anche più di 100 punti, ma dato che nel frattempo sono passati due mesi da quando lo hai scritto… quei cento punti vanno sottratti da me! Poereta! Grazie mille dei complimenti, sono contenta che la fic ti piaccia! E soprattutto l’idea… * ammicca da tutte le parti* Modestamente… grazie, grazie! Il capitolo più dolce temo sarà il prossimo ma, come ho già detto, non sono un’esperta nel campo sentimentale quindi non aspettarti chissà che! Magari un abbraccio o un bacio appassionato, mah… domandina: che cosa significa il tuo nick, o se no, da dove lo hai preso? E’ proprio bello!

 

Nanau: Grazie mille dei complimenti, cara! E… accidenti, sei sicura di quello che mi hai detto? E’ troppissimo!!! ^        ^

 

KiaeAlterEgo: Grazie, grazie mille! Credo ci sia in giro l’aviaria del lettore, qui vi state confondendo tutti e fate confondere me con i vostri complimenti! O___O Siete magnifiche (tu, Kia, l’alter ego, e chiunque altro ci sia nella recensione)!!! Grazie mille, spero ti sia piaciuto anche questo capitolo! E soprattutto di aver reso bene Hao! (il punto più importante, diciamo pure) MI spiace di aver fatto attendere ben due mesi e di aver perso dei capitoli della tua fic, ma ho avuto problemini da scrittrice… spero di essermi fatta perdonare con questo chap!

 

E ora le new entry!!! E con questo capitolo e la loro presenza siamo arrivati a quota 12 recensioni! Il numero più alto che io e la mia fic abbiamo mai ricevuto! Grazie!

 

Ayako_Chan: Ciaooooooooooooo anche a te! ^   ^ E’ una bella impresa da libro di epica leggersi tutti i miei capitoli in una volta sola, già solo per questo ti meriti la medaglia d’oro al coraggio e alla temerarietà! Eh, in molti sono caduti dalla sedia ( e fa male) ma l’effetto è quello desiderato!  Hao è comparso e spero ti sia piaciuto, naturalmente non è finita qui e nemmeno con Anna! Quindi… recensisci ancora, mi ha fatto tantissimo piacere leggere la tua recensione!

 

Inuyashalove: Mi sembra che ho anche letto una tua fic, mi ha fatto tantissimo piacere sapere della tua curiosità! ^        ^ Sei rimasta piacevolmente contenta? Bene, anzi benissimo! ^   ^ Grazie mille dei complimenti, ne sono contentissima, mi hai reso molto felice!

 

nagoya: Eh, sì, sei stata bravissima! Anche perché se no ti avrei uccisa, sai com’è… ! Grazie dei complimenti, dopo 11 recensioni non fa male sentirsene altri! ^      ^ AxY in movimento nel prossimo capitolo, promesso! Sono contenta ti sia piaciuto il bacio, vedrai mia cara, vedrai… alla prossima!

 

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Capitolo 9
*** Twin Spirits ***


TWIN SPIRITS

 

 

                 TWIN SPIRITS

 

                                                       

 

 

- Dicono che il sangue lava via tutto e che laddove passa Attila non ricresce più l’erba. Dicono che il fuoco distrugge ogni cosa …- chiamò a sé Amidamaru, formando il suo oversoul bianco di tipo armatura – Ma dicono anche che una mano lava l’altra.

- Ma quale saggezza, Yoh!- Hao ridacchiò lentamente, sprezzante – Vuoi dirmi che in tutto questo tempo passato ad allenarti e a migliorarti hai anche ripassato i proverbi?

Dietro un muro di fiamme, Anna sorrise: dopo l’incontro avuto con Yoh qualche ora prima, era giunta l’ora di vedere il nuovo vero potenziale del ragazzo.

Anche Hao chiamò a se il suo spirito custode, formando il mitico oversoul chiamato Kurobina, l’armatura volante. Manta si spaventò vedendo le fiamme alzarsi ancora di più, raggiungendo almeno i quattro metri attorno ai due sciamani e dimensioni variabili dal metro ai due metri d’altezza nel resto della campagna. Lui ed Anna si erano tenuti appena fuori dall’incendio, ad una cinquantina di metri dallo scontro, ma riuscivano a vedere bene la scena del duello.

Pochi, invece, erano i metri che separavano i due gemelli. Ancor minori erano quelli che separavano i loro animi.

- Prego, fratellino…- Hao abbozzò un inchino da cameriere – A te l’onore della prima mossa.

- Grazie, molto onorato. Ma preferirei che fossi tu..-

- Ho detto che la prima mossa la fai tu – ribattè schietto l’omnyoji.

- Okay – fece l’altro. E scomparve.

I due spettatori rimasero di stucco, che Yoh scomparisse proprio non se lo aspettavano.

- Ma dove è andato… ?

Poi le fiamme attorno al luogo della battaglia cominciarono a roteare lentamente, come fossero un vortice. Hao non si scompose affatto: rimase sull’attenti e seguiva l’offensiva ruotando gli occhi rapidissimamente a destra e a sinistra, in alto ed in basso. Dopo qualche secondo chiuse gli occhi, fece un respiro poco profondo e, girandosi di scatto con un movimento rapidissimo colpì il fratello, ricomparso nell’istante dell’impatto.

Manta si voltò verso la bionda. – Tu hai…?

- Sì, Yoh ha corso rapidissimamente attorno ad Hao in cerchio, cercando di distrarlo e di confonderlo ma è stato colpito senza problemi.

- Quindi la sua tattica è fallita?

- Per ora…

Yoh cadde a terra a peso morto e ruzzolò fra sterpaglie per un paio di metri, rialzandosi poi poco prima di bruciarsi.

- Ammetto che la tua velocità è aumentata – Hao s’avvicinò al fratello - ma non abbastanza.

- E’ un po’ presto per dare giudizi, non trovi?

- Già. A quanto pare hai studiato molte tattiche di combattimento, tutte apposta per me. – lo raggiunse – Peccato che siano tutte inutili.

Yoh si rialzò. Erano faccia a faccia, a meno di un decina di centimetri l’uno dall’altro.Gli oversoul intatti.

- No, Hao: peccato che tu non sia tanto abile nel combattimento quanto bravo nel leggere i pensieri altrui. In passato hai solo dovuto eliminare chi ti era d’ostacolo, ma non combatti realmente da tempo. Ti sei fatto coprire dai tuoi scagnozzi per anni, e hai fatto sporcar loro le mani. Tu ti sei soltanto macchiato l’anima.

- Stai insinuando che sono più debole di… te?

- Forse. Forse hai più furyoku, più esperienza, più malvagità in corpo, più astuzia nell’uccidere…- Hao assunse una lievissima nota di stupore, quella cui mirava Yoh- Ma non puoi distruggere vite senza averne creata una tu stesso!

L’incendio divampò anche ai suoi confini più remoti, tanto che Anna e Manta dovettero allontanarsi ancora più di prima, mettendosi al sicuro in un punto della campagna dove, però, non era più possibile vedere distintamente i due sciamani.

 

- Non puoi distruggere vite senza averne creata una tu stesso!

Hao indietreggiò di un passo, piccolo ma determinante. La nota di stupore stava cominciando ad ampliarsi su tutto il viso, lentamente, come le fiamme che attorno a loro divoravano tutto.

- Il fuoco distrugge ogni cosa…- continuò Yoh, premendo di più col suo discorso, marcando maggiormente i toni – .. e tra queste c’è anche la tua esistenza.

- Il fuoco è mio fedele compagno, il mio mezzo, la mia dote! Non ti rendi neanche più conto di quel che dici!?- ribattè il gemello sbraitando, fermo nelle sue idee – Come osi dire certe cose…

- Il fuoco ti sta distruggendo! – urlò Yoh, come non aveva mai fatto prima. Il fuoco negli occhi del gemello si spense. Quanta decisione gli aveva dato il faccia a faccia con Hao nel loro precedente incontro, quanta fermezza aveva nell’animo! Ora sapeva cosa doveva fare: attaccarlo con tutte le armi a sua disposizione.

Le parole.

Quegli strani suoni comprensibili a tutti che possono ferire più di una pugnalata, e che arrivano direttamente al cuore.

Hao aveva paura di quell’arma, l’aveva sempre temuta. Fin da quando sua madre lo aveva sgridato alla sua prima malefatta.

-         Prometti di non farlo mai più – gli aveva detto.

-         Sì, mamma…

-         PROMETTI! – s’inginocchiò di fronte al figlio- Devi capire che quello che hai fatto è sbagliato, molto sbagliato. – la donna sospirò- Con le scuse non si può risolvere tutto.. hai ucciso una persona, Hao. Potresti venire ucciso anche tu, per vendetta. Stavolta le parole non bastano, non potrebbero mai arrivare così in fondo al cuore dei familiari di Kaichi…

-         Davvero?

-         Sì, e se ti dovessi perdere, io… io probabilmente mi… mi…- singhiozzò, e fecero la loro comparsa anche le lacrime – Ti prego, Hao, non farlo mai più… ti prego…- lo abbracciò e pianse forte. In tutta la casa si udirono solamente i singhiozzi della donna, e il bimbo non poté far altro che rimanere in silenzio, a riflettere.

Hao Asakura non dimenticò mai quella discussione, né il pianto di sua madre. Quella fu forse l’unica volta in cui le parole di un essere umano lo colpirono al cuore.  Sua madre era l’unica persona che gli fosse mai stata realmente cara e, l’ipotesi che si potesse suicidare nel caso in cui morisse, gli si incise indelebilmente in fondo all’animo.

Non provò mai, in mille anni di vita, quella stessa sensazione.

Yoh lo sapeva, lo aveva involontariamente scoperto quel giorno in cui Hao gli fece fare un “viaggietto” nei suoi ricordi. Per questo stava cercando di “utilizzare” la sua antenata per far breccia in quell’animo duro, come la pietra, e indomabile, come il fuoco.

- Ad ogni modo, non siamo qui per parlare, giusto?- Yoh rinvigorì l’oversoul- Ricominciamo il combattimento.

Si scagliò contro il fratello con la sua, ormai solita, velocità, prendendolo alla sprovvista, almeno per un secondo. Hao si limitò a sollevare Kurobina in aria per evitare il fratello, ma non era sufficientemente concentrato e il secondo attacco di Yoh lo prese quasi in pieno.

- Vedi, Manta?

- Uh?

- Non so cosa si siano detti, ma è stato sicuramente qualcosa che ha gettato Hao nello sconforto.

- Trovi?

- Certo. I suoi pensieri sono altrove, non sul campo di battaglia.

E così era. Lo scontro si spostò sopra le fiamme, a cinque metri dal terreno: divenne un susseguirsi senza tregua di mosse offensive e difensive a turno da parte di uno e dell’altro Asakura.

Yoh aveva l’espressione serena ma concentrata, la camicia svolazzante e i pantaloni bruciacchiati in molti punti; Hao aveva uno sguardo più deciso, ma vuoto, e il suo poncho era in condizioni ancor peggiori dei jeans dell’avversario. Ad un certo punto, poi, i due si repulsero a vicenda, allontanandosi e atterrando a meno di una decina di metri di distanza.

Non si allontanavano mai troppo. Il cerchio di fuoco che li avvolgeva non lo permetteva.

Il ragazzo coi capelli corti, appena tagliati, approfittò della piccola pausa per prendere un paio di bei respiri sciogli-nervi, lenti e profondi, mentre il suo “coetaneo” coi capelli lunghi si liberò di un gran peso che gli faceva caldo e gli rallentava i movimenti.

Hao gettò il suo poncho a terra, e rimase a torso nudo; era tentato di togliersi anche i pantaloni, ma poi sarebbe stato un gesto poco rispettoso, quasi offensivo, nei confronti dell’avversario, e decise di resistere.

“Mi stavo giusto chiedendo quando ti saresti levato quell’affare caldo e fastidioso”

“Non provocare, Yoh, che non sei nella situazione migliore per fare lo spavaldo.. anzi, già che ci siamo: che significa che non posso distruggere vite senza che ne abbia creata una io stesso?”

“Vedo che sei curioso”

“Rispondi e basta”

- Ehi, Yoh…

Amidamaru fece capolino dall’oversoul, spazientito dall’attesa. –Che state aspettando?

- Niente, amico mio… stiamo discutendo- rispose l’altro, pacato come non mai.

- Ah…- fece una faccia scandalizzata – Telepatia?

- Si capisce tanto?- il solito sorriso bonario.

- Ehm, devi scusarmi.. non mi sono ancora abituato, sai com’è…

- Figurati!

- YOH! – lo richiamò il gemello – Stavi dicendo?

- Semplice, fratellone: tu, reincarnandoti ogni volta, non hai contribuito alla costruzione della tua vita! Se mi raccontassi qualcosa di te, vedresti che non c’è nient’altro che vite distrutte. Non create, nemmeno la tua. Distrutte.

Aveva sputato tutte le parole in una volta sola, decise, forti… ma una attaccata all’altra. Forse le doveva ripetere, Hao non dava segni di comprensione. Era imbambolato.

- …

- Ripeto?

- No, Yoh. Ho capito tutto, distintamente.

- E..?

Hao sospirò. Il livello delle fiamme si abbassò, tanto che Anna e Manta poterono avanzare di una ventina di metri. L’oversoul Kurobina sembrò afflosciarsi, conseguenza dello stato d’animo dello sciamano. L’omnyoji si chinò a riprendere il suo bel poncho bruciacchiato. Gli diede una pacca per sbatterlo e lo contemplò per qualche secondo. Poi riprese.

- Pensavo avremmo combattuto di più… Il mio obbiettivo, il mio scopo nella vita è diventare Shaman King – riprese infine, camminando lentamente verso il fratello – Null’altro. All’inizio avevo pensato che tu, per ‘creare una vita’ ti riferissi ad un figlio, non alla mia vita. In effetti la mia esistenza è abbastanza vuota, soprattutto perché…- lo raggiunse nell’ennesimo faccia a faccia- .. ci sei tu, Yoh.

L’espressione sul viso del minore non si alterò molto: pacato e sorridente era, sorpreso e sorridente divenne. Sorpreso da quella spontanea confessione.

- Per via della storia che.. i gemelli condividono tutto?- tentò di seguire il suo discorso.

Hao scosse lievemente la testa – Non solo: i gemelli condividono tutto, sì, ma sono due metà. Tu…- gli avvicinò una mano al viso, come una carezza fraterna – Tu sei la mia metà più piccola, ma comunque metà di qualcosa che dovrei avere per intero.

Il guantone marrone gli sfiorò la parte sinistra della faccia, Yoh rimase imperturbabile. Poi gli afferrò la mano e la restituì.

- I miei seguaci sono caduti tutti nella tua trappola perché non hanno saputo guardare oltre l’apparenza, si sono fidati dell’aspetto che avevi assunto. Io stesso, non so guardare molto oltre l’apparenza.. posso capire una persona in base al suo comportamento ma, senza la telepatia, non saprei dire molto di più. Il dono che mi ha forgiato. Tu mi hai superato in questo e non posso che ammetterlo: hai scoperto la telepatia un giorno fa ma per tutta la vita hai sempre capito la vera natura di chiunque senza averne bisogno, come me.

 

I due spettatori arrivarono ad una distanza tale da poter capire abbastanza distintamente ciò che i due sciamani si stavano dicendo. Se solo non avessero fatto troppo rumore con le sterpaglie secche…

- Penso sarei stato più forte se.. non ci fossi stato tu… avrei avuto tutto il mio furyoku fin dal primo secondo dalla nascita, senza doverne perdere in parte con un gemello -proseguì– Perché è questo il motivo per cui bramo così tanto unirmi a te… perché senza, non sono completo e il Grande Spirito non accetta mezzi sciamani.

Kurobina si dissolse completamente, trasportato via del vento che giocava con le ultime fiamme rimaste dell’incendio quasi terminato.

Anche Yoh sciolse il suo over soul e, non appena Amidamaru ricomparve al suo fianco, si gettò a terra la scimitarra e si avventò sul collo di Hao, riempiendolo di pacche sulla schiena e di sorrisi cristallini. Nessuno dei due fece caso al sudore grondante ed appiccicaticcio  di ognuno, e la pelle dei due gemelli parve incollarsi. C’era un nuovo calore tra loro.

- Bravo! Era proprio quello che ti volevo sentir dire!

- Lo so…

- Era tutto un trucco?

- … non tutto…

- Eddai!

- Okay, okay… no, era tutto vero.

Manta non sapeva più che faccia fare: prima sbalordita per le parole di Hao, poi incredula per l’abbraccio di Yoh, e infine sconcertata per quello che stava succedendo.

- Anna, ma…?

- Oh! Possibile che ti debba sempre spiegare tutto?!

I due si avviarono verso di loro, affiancati. Il vento era favorevole e faceva svolazzare continuamente la camicetta di Yoh e il poncho e i capelli di Hao, completamente alla mercè dei rivoli agitati.

 

“Non ha mai trovato un vero amico, solo veri nemici!”

“E pensare che è tutta colpa di Keiko e Mikihisa… che ne potevo sapere che avrebbero avuto due gemelli?!?”

“L’ho sempre detto che tutto si risolve con una buona chiaccherata!”

“Ora capisco i tuoi proverbi… una mano lava l’altra…”

“Non vedo l’ora di mangiare un bel cheeseburger a tre piani!”

Anna notò che Hao aveva girato gli occhi al cielo.

“Maledetto Yoh, hai giocato bene le tue carte… Ora non posso più unirmi a te!”

Yoh si fermò.

- Perché, scusa?

- Come… Ah, non è ovvio?

- Non so, io non ho capito…

- Se mi unissi  te… rischierei di perdere metà di me!

Yoh non rispose, rimase pensieroso.

- Ho capito che... per riavere indietro la metà che mi manca, per avere quel che mi manca… ho bisogno di te. Non posso farti sparire.

- Ma guarda…- intervenne Anna, andando incontro ai due sciamani – Allora ci siamo convertiti, eh?

- Naaa, tu dici…? - Yoh rise fragorosamente, seguito da Hao e, più segretamente, da Anna – Però ora andiamo al fast food, d’accordo?

 

Durante la giornata che stava iniziando ci fu molto vento, quel che basta per riattizzare alcune fiammelle rimaste. La segnalazione dell’incendio non arrivò molto rapidamente ai pompieri e, quando questi arrivarono a bordo dei loro camion, i quattro ragazzi si misero a ridere di gusto e tranquillizzarono gli agenti con dei semplici “E’ tutto a posto”.

 I due sciamani, l’itako e il piccolo Manta passarono tutta la mattinata al fast food, com’era desiderio di Yoh, e fecero una lunghissima… colazione.

- Sono solo le dieci, Yoh. Smettila di abbuffarti a quel modo!- Anna non sapeva più in che maniera dirglielo, erano tre ore che gli ripeteva lo stesso concetto: ‘non fa bene ingurgitare troppe cose la mattina, soprattutto se piene di schifezze e di salsine che fanno male alla salute’. Ma le parole gli entravano da un orecchio e gli uscivano dall’altro.

- Ehi, Hao, prova questo! E’ la fine del mondo!

- YOH!!!

Incredibile come questi suoni considerati tanto fatali possono essere anche tanto inutili, vero?

 

 

Nel pomeriggio, nella casata Asakura, organizzarono un raduno per presentare il nuovo volto del più longevo tra i membri della famiglia.

Erano presenti Kino e Yohmei Asakura, Mikihisa ed anche i piccoli Redseb e Seyram, ma non era una riunione familiare: Horo Horo venne accompagnato da Ryu, e i due furono i primi ad arrivare; Ren, invece, arrivò con un’ora di ritardo rispetto all’orario prestabilito. La causa non si seppe mai, disse solo di aver perso la cognizione del tempo, ma nessuno ci credette.

- Beh, Yoh..- esordì Ryu, subito dopo aver finito di abbuffarsi con le tartine preparate da tutti i presenti in casa – Mica ci hai invitati solo per far merenda!

- No?- chiese Horo Horo, deglutendo a forza un boccone gigantesco.

- Avete ragione! Infatti, in salotto, c’è un nuovo amico che vi vorrei presentare e che mi piacerebbe diventasse anche vostro amico!- rispose mentre si alzava ed andava a chiamare l’ospite.

I tre sciamani si guardarono negli occhi, poi fecero delle espressioni d’intesa.- Non ti preoccupare – esordì Ryu- Se è un amico tuo, è anche un amico nostro!

Yoh sorrise, ma non disse nulla. Poi aprì la porta-finestra ed entrò in casa, uscendone poco dopo accompagnato da Hao.

Ci furono reazioni diverse per ognuno: Horo Horo si strozzò, Ryu spalancò occhi e bocca in maniera impressionante e Ren si alzò dal tavolo con la sua spada di famiglia ben salda in mano.

- State calmi – disse semplicemente Hao, sedendosi fra loro e cercando di ignorare le loro reazioni. Manta, mentre aiutava Horo Horo a non strozzarsi con delle pacche sulla schiena, osservò un abbigliamento davvero insolito per un tipo come Hao: indossava una camicia molto lunga, bianca, con maniche a tre quarti e col bordo rivoltato, tenuta chiusa solo da un bottone a metà altezza; come pantaloni indossava un paio di bermuda neri del fratello e ai piedi non indossava nulla. I capelli, invece, sembravano più lucenti del solito e, in controluce, schiariti, lo rendevano davvero un bel ragazzo (*).

- Beh?- chiese infine Yoh, dopo troppo silenzio – Non dite nulla?

Ripreso dallo spavento e rassicurato dalla tranquillità di Yoh, di Anna e perfino di Manta, Ren abbassò la spada e decise di mettersi il cuore in pace.

- Quindi la minaccia è sparita perché Hao ha cambiato identità? – chiese mentre riponeva la sua arma nel fodero.

- Ha capito i veri valori su cui la vita di una persona, e soprattutto di uno sciamano, si deve fondare – disse Yohmei, poggiando la sua tazza di the sul tavolino.

- Sì, ma cosa ha convinto lo sciamano più forte della terra a mollare i suoi piani di conquista e sterminio dopo 1000 anni che ci lavorava su?

Silenzio.

Era esattamente il genere di domanda che tutti volevano fare ma che nessuno aveva avuto ancora il coraggio di formulare.

Kino alzò il volto verso Hao, e così anche Yohmei e Mikihisa. Redseb si mise a rincorrere Seyram che era scappata dietro ad un gatto nel giardino.Non avevano ancora detto niente per volere di Anna, che moriva dalla voglia di vedere le facce di Horo Horo, Ren e Ryu alla vista di Hao.

L’interrogato si sistemò sulla sedia e si portò una mano alla testa. – La colpa è del cuore degli Asakura. E’ una cosa che ho sempre ignorato ma che ho anche sottovalutato. Yohken mi ha sconfitto la prima volta più o meno come ha fatto Yoh… l’unica differenza è che chi è seduto ora al mio fianco è anche mio fratello di carne e, come ha saputo ben dimostrare, gemello di spirito.

“E bravo il mio figliolo!”, pensò Mikihisa, guardando tutto soddisfatto il primo dei suoi figli.

Considerandolo, finalmente, tale a pieno titolo. Non più la pecora nera.

- Gemello di spirito? - chiese Manta, titubando lievemente- Cioè, siete due spiriti gemelli?

- Sì, esattamente: è un legame indissolubile che unisce in maniera particolare questo genere di persone dalla nascita fino alla morte. In questo caso io avevo un carattere precedentemente forgiato ma la carne in cui mi trovavo, condivisa con Yoh per il legame gemellare che non potevo prevedere durante la reincarnazione, mi ha reso “debole”, tendente ad avere un altro tipo di carattere – spiegò Hao, sempre più convinto di quel che gli usciva dalla bocca – Se adesso riprendessi i miei piani, sarei molto meno potente, senza i miei seguaci…

 

 

- In pratica…- come disse Anna due ore più tardi parlando privatamente con Yoh- Lo hai messo con le spalle al muro e poi lo hai fatto pentire e ritornare sulla scia degli Asakura.

- Sì, siamo un clan a parte, tutto unico e ci mancava un membro importante. Inoltre       volevo essere suo amico, oltre che fratello gemello. Perché mi sembra una cosa forzata, non puoi sceglierti i parenti, gli amici invece sì…

 

 

 

 

 

%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%

 

Okay, vi capisco: ritardo mega-galattico,  mesi senza mia notizia, capitolo assolutamente inconcludente, fine demenziale… che vi posso dire… NON LAPIDATEMI!

Innanzitutto, ci sarà una scena niente male che vedrà -ehm…- molto coinvolti Anna e Yoh! E poi, bisognerà vedere a fondo il gran cambiamento di Hao (motivo della campagna “raccolta pietre grandi, dure e spigolose”), che non può mancare dopo quello prima analizzato di Yoh! Non trovate? No??

Ho notato che il combattimento è piaciuto a molte di voi, quasi a tutte… beh, mi fa molto piacere, speriamo anche questo! ^____^

In fondo alle risposte alle recensioni, ho aggiunto – per la prima volta nella mia vita – una piccola anticipazione al prossimo capitolo… spero vi piaccia!!!

 

(*)= “davvero un bel ragazzo” sta per “gran figo super sexy”, ma in una fic non si può scrivere così esplicitamente! ^^

 

 

Spazio alle recensioni!!!

 

 

Miyu chan: siiii!!! Finalmente ho aggiornato! Noooo!!! Non gli ho cambiato abbigliamento!!! Motivo? Yoh è sempre Yoh, non si può cambiare! Però ho modificato qualcosina… lo scontro non so se è proprio “grandioso”, per me è accettabile… pensa che sono pure riuscita a sorvolare i Gandhara e gli altri spiriti naturali! ^^ Purtroppo lo so, non ho aggiornato presto ma… sorpresa! I capitoli di attesa non son più 3 ma solo il prossimo! Contenta? Grazie della recensione!^^

 

KiaeAlterEgo: GRAZIE!!! Quanti complimenti!!! Ehi, ma… in effetti, hai sollevato il problema e quindi… (Hao, mica ucciderai.. me? NdShak)(Uhm, non si sa mai.. in fondo in questo capitolo mi hai sminuzzato il desiderio di potere, vendetta, gloria.. NdHao)(Okay, facciamo finta di niente… NdShark) Come stavo dicendo… Ah, sì! Spero ti sia piaciuto anche questo capitolo, più che altro perché nel prossimo Hao sarà ancora più diverso.. più cambiato.. più… boh, devo ancora scrivere quel capitolo! Spero di farcela prima dell’inizio della scuola! Bye, bye!

 

Lady Antares Degona Lienan: “suffering in silence”… addirittura… =__=””” Non è un pelino drammatico? Ma, passando ad altro… incredibile, amici! La recensione più lunga della storia on my fic! Ohhh, che emozione… Io sono a 288 pt, ma tu.. aggiungine pure 250 al tuo punteggio, te li meriti! E quante belle parole… hai un gatto adorabile, lo sai? Mi ricorda qualcuno di mia conoscenza.. un felino pure lui… sì, anch’io ho un gatto! ^^ L’aver dimenticato a casa lo spirito direi che sta più che altro per la voglia di Yoh di allenarsi da solo, soprattutto perché lui ed Amidamaru negli ultimi tempi avevano litigato non poco. Io, poi, sono riuscita a farla diventare comica ma, vista con gli occhi del lettore, in quel momento diventava una cosa davvero divertente! Grazie per le delucidazioni sul tuo nick, le terrò sicuramente a mente! (sicura-mente a –mente! Ah ah, l’hai capita? NdChocolove) Spero ti sia piaciuto anche questo capitolo, aspetto la tua recensione! ^^

 

nagoya: perché hai recensito due volte? Una nel primo capitolo e un’altra nell’ottavo? Ma non importa, mi  fa piacere sapere che la storia dei fiori ti sia piaciuta, era il mio obbiettivo tenerla come spina dorsale del capitolo!^^  “Squisito dal punto di vista di Yoh stesso”… GRAZIE!!!

 

shin-shi: esatto! Yoh è proprio tornato!!! Come vedi ho seguito il tuo consiglio e ho aggiornato dopo due, anzi tre mesi! Hao fichissimo? Speriamo ti si a piaciuto anche  adesso!

 

Francesca Akira89: grazie del tentativo, ma non ho ricevuto la recensione on the other site… Fa niente, l’importante è che ti abbia sentita almeno qui! La tua impressione mi fa sempre molto piacere! Grazie del “fantastico”, ti adoro! Recensiscimi ancora, mi raccomando!

 

kristin: le tue recensioni, senza offesa, sembrano più dei telegrammi. Manca solo uno “stop” ogni tanto… comunque grazie di aver recensito, ne sono molto grata! ^^ Mi fa piacerissimo che ti sia piaciuto il precedente capitolo, è una cosa di cui vado molto fiera!

Come hai potuto vedere, lo scontro con Hao non è stato particolarmente duro ma abbastanza impegnativo… ti è piaciuto? Spero di sì!!! Ps: perché devo stare attenta?

 

Mao chan: Meglio tardi che mai è il mio motto, lo sapevi? Peccato che i prof lo odino!  U.U

Non so che dire, come rispondere ad una recensione del genere… è mgnifica, penso sia il genere di recensione che tutti gli scrittori vorrebbero ricevere! “un mito”, addirittura… io mi emoziono facilmente, e sono diventata tutta rossa, lo sai? ^///////^ Però non avevo detto che avevo capitolo che il capitolo era brutto… solo che il num. 8 era più bello del precedente, senza dire “questo bello, questo brutto”… ma è meglio se la tronchiamo qui, ti pare? Grazie ancora, il vero mito sei tu!

 

Nanau: beh, ritardo… almeno hai recensito, ti pare? Combattimento perfetto… beh, mi piace vedere che è piaciuto a tutti, speriamo anche questo! C’è anche un livello di bellezza? La cosa mi onora, non sai quanto! ^^ Grazie anche a te!

 

                                                                                         E ora la new entry del capitolo…

 

didi black: Buongiorno a te! E’ la prima volta che ti vedo, è vero, ma spero non sia l’ultima anche! E’ molto bello che ti piaccia il mio stile e che la fic sia di tuo gusto, mi spiace solo di non aver recensito molto in fretta… ma l’importante è che siamo qui, giusto? Che mi dici di questo capitolo, ti è piaciuto? Spero tanto di sì!!! ^__^ Alla prossima, allora!

 

 

 

 

 

 à    ED ORA… ANTICIPAZIONE DEL CAPITOLO NUMERO 10!    ß

 

“Yoh ancora non ci credeva. No, non credeva di averlo fatto realmente.

Eppure Anna era lì, appoggiata al suo torace e sorretta dal suo muscoloso braccio sinistro. Entrambi avevano gli sguardi fissi alle pareti opposte della stanza e l’unica cosa certa era che quel lenzuolo in rapido raffreddamento era l’unico pezzo di stoffa che li copriva…”

 

Ta-daaan! Siete curiosi, eh ? Recensite in moltissimi ed aggiornerò all’istante! Promesso!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 10
*** Io e te, nessun altro ***


TWIN SPIRITS

 

 

                 TWIN SPIRITS

                                                              IO E TE, NESSUN ALTRO

       

                                               

Hao non aveva mai desiderato tanto strozzare un uccellino. Era lì, appollaiato su un ramo vicino alla finestra della sua stanza, e lo fissava. Aveva degli occhietti spietati, rossi, e non smetteva un secondo di fissarlo. Cantava e lo fissava. Cantava senza mai fermarsi. Il suo “dolce” cinguettare provocava nello sciamano una serie di conseguenze insopportabili, tra cui il pulsare senza tregua delle tempie, il rimbombo del suono nelle orecchie e un mal di testa che gli faceva il capo più grande dell’intera casata Asakura.

Lui inoltre si sentiva un gran mal di gola, ma non conosceva il motivo, in fondo non era ancora stagione per prendersi un mal di gola… forse, però, era dovuto a quella serata al karaoke… si convinse che doveva essere quella la causa, e, preso da quel momento di lucidità in una mezz’ora di immobilità del corpo assopito, cominciò a rimuginare sui ricordi della serata precedente.

Per prima cosa, non si ricordava come c’era arrivato, al karaoke. L’unica cosa certa, è che era in compagnia di Yoh, di Anna, di entrambi i Tao, di quella Tamao, del ragazzino dell’Hokkaido, del pazzo coi capelli degni di lui, di…

Scosse la testa e si portò una mano alla fronte. Quel maledetto uccellino gli stava facendo scoppiare il cervello, non riusciva più a pensare! Comunque, era inutile cercare di ricordare altri dettagli, era più che ovvio che aveva avuto una sbronza, ed era pure una di quelle pesanti. Le conosceva bene, anche se non ne aveva una da prima di reincarnarsi nel gemello di Yoh, e ai tempi i liquori erano dieci volte più micidiali di quelli odierni, per non parlare degli alcolici.

Nonostante questi pensieri, il suo corpo non aveva la benché minima intenzione di alzarsi dal letto, forse perché il giaciglio era troppo caldo e confortevole… o forse perché, semplicemente, erano rare le volte in cui poteva riposare in un letto vero, e non seduto ai piedi di un albero.

Il suo stato di semi-incoscienza si ridestò in fretta, però, ma solamente per darsi ad un nuovo sport nel momento subito successivo ad un’ottava acutissima del pennuto. Lo sport in questione è la caccia all’uccello canterino. Lasciate che vi spieghi brevemente come si pratica: ci si alza dal letto, ci si fionda su un albero – quello dove è situata la preda -, si chiama l’oversoul e si cerca di acchiapparlo saltando di ramo in ramo, cercando di strappare più foglie possibili per non lasciare all’uccello la possibilità di nascondersi o di mimetizzarsi dietro di esse. Le regole: non bisogna coinvolgere nessun’altra persona all’infuori di voi e dello spirito; non si possono utilizzare armi più grandi di una rete da 15 metri (in fondo, è pur sempre un uccellino); è assolutamente vietato mangiare la preda per disperata vendetta dopo averla catturata, animalisti inferociti potrebbero scagliarsi su di voi. Ah, inoltre è sconsigliato praticare questa disciplina se si è in una condizione con dei postumi da ubriacamento.

Purtroppo l’omnyoji è affetto da una tipica allergia alle regole…

- Hao! Che stai facendo?

Aprì lentamente gli occhi, cercando di mettere a fuoco il corpo dal quale proviene quel rimprovero.

- Che stai facendo? – ripeté lui – Perché, che sto facendo?

Sentiva la testa girare come una trottola, sentiva un dolore abbastanza lancinante alla nuca e sentiva dell’erba umida sotto la sua schiena.

- Al momento, non lo so. So che poco fa stavi svegliando il vicinato con urla blasfeme come “Ti prenderò”, “Ti farò pentire di esser uscito dall’uovo”, “E’ troppo tardi per rimangiarsi ciò che hai detto”, “Dì i tuoi ultimi cinguettii” e simili.

Hao si alzò lentamente, la testa gli girava incredibilmente fino a farlo barcollare nonostante fosse seduto, ma, perlomeno, era riuscito ad individuare il pulpito della predica.

- Mai odiato un uccellino?

- Mai pensato di bere di meno? – replicò asciutto Yoh.

- Allora mi.. mi sono davv..

- Sì, ti sei davvero ubriacato, eh sì… però avresti dovuto vedere come ti stavi divertendo!

- …

- Anche se non pensavo fossi così stonato..

Il maggiore dei due gemelli si alzò, aiutandosi con la mano del minore. Non era possibile che si fosse abbassato a quei livelli, aveva sempre disprezzato l’alcool e la musica, l’unica cosa che lo divertiva era vedere gli altri cadere sotto i suoi colpi. Al massimo qualche liquore, ma in maniera contenuta per restare sempre all’erta. Adesso qualcosa era cambiato, e  non si sentiva più quello di un tempo.

- Tu non hai bevuto nulla?

- Sì, invece! E..

Yoh stava per aggiungere qualcosa, ma venne bloccato da un ghigno alquanto sospetto.

- Che hai da ridere?

- Nulla, solo che… la potevi dare anche a me.

- Cosa?

- La foglia di Merìgun Shioi che hai mangiato prima di bere.

Il ragazzo coi capelli corti chinò su un lato la testa, ma non fece nessuna smorfia strana.

- Merìgun, Hao?

- Non fare finta di niente, lo so che hai utilizzato delle erbe durante il viaggio in Hokkaido e che una di queste era in grado di azzerare gli effetti distorcenti di sostanze ingerite.

Yoh sorrise, era il suo turno di ghignare.

- Pensavo che non riuscissi a leggere i pensieri altrui, da ubriaco.

- Ma io non l’ho fatto, l’ho intuito, non puoi sopportare troppo bene l’alcool se non con qualche droga.

L’altro sbuffò.

- Dico solo che potevi condividerla, tutto qui.

- E così non avresti scoperto la sensazione di essere vuoto, di essere uno stupido, di essere incapace di comprendere e di volere, di essere…

- Ho capito: la tua malvagità non ha fine.

- Esagerato!

Yoh si girò su se stesso, Hao si chinò per riprendere l’equilibrio, poi si rialzò e lo seguì in casa.

 

L’odore di frittelle all’americana aveva invaso tutte le stanze del piano terra, partendo dalla cucina. Vicino ai fornelli c’erano Manta ed Anna, la seconda intenta a leggere il libro di ricette al primo che eseguiva ogni ordine senza batter ciglio. In quei giorni era sempre così: Anna stava in cucina e, in certo senso, aiutava Manta a cucinare, ma era proprio un certo senso. La vita sembrava esser stata sconvolta totalmente, e Yoh non aveva aspettato molto prima di accorgersene. In verità se n’era accorto già la prima sera del suo ritorno, quando Anna gli aveva dato delle crocchette dicendo che le aveva fatte lei. Inoltre non c’erano evidenti segni del passaggio dei suoi amici e, anche adesso che non dovevano più allenarsi per lo Shaman Fight, nessuno veniva più tanto a far loro visita. Ognuno aveva una nuova vita, lontana dalle battaglie tra spiriti custodi, ormai andati in pensione.

E poi c’era Manta. Lui sì che era un vero amico, o un vero devoto alla politica di Anna. Qualunque sia stata la sua motivazione, non c’era giorno che il piccolo amico non facesse capolino in quella loro villetta. La cosa che lo colpiva più di tutte era che Manta si era abituato abbastanza in fretta all’idea di un Hao girovagante per casa. Se ripensava alla prima volta che lo aveva visto però…

Yoh trattenne una risata per il ricordo buffo, rimanendo semi-nascosto dietro lo stipite della porta della cucina.

- Che ci trovi di tanto divertente? – gli chiese Anna, senza sollevare lo sguardo dal libro di ricette - Manta ha forse sbagliato qualcosa?

Il ragazzo uscì dal suo nascondiglio e si avvicinò all’amico, che lo guardava con occhietti speranzosi per non rifare l’intera ricetta ancora una volta. - No, direi che se la sta cavando benissimo, c’è un profumino…

- Il profumo è un dettaglio, l’importante è l’impasto.

Yoh diede un’altra occhiata svogliata alla ciotola sul tavolo. – Uhm, sì, direi che è a posto..

- Tanto anche se non lo è, non m’importa, lo mangiate tu e quell’altro - tagliò corto la ragazza - A proposito, dov’è adesso? Si è svegliato?

- Sì, sì… sta facendo una doccia…

Si sedette e cominciò a tamburellare le dita sulla superficie di legno. Solo allora notò un particolare, un dettaglio che non aveva ancora mai visto. – Da quando porti gli occhiali?

Anna sobbalzò tirando la testa su di scatto, poi si sistemò la montatura nera col dito indice  e lo guardò sottecchi, con un’espressione che diceva lontano un miglio di non esprimere una sola parola al riguardo.

Ma Yoh non voleva affatto prenderla in giro, anzi. Più la guardava, più si convinceva che era quello il dettaglio che la rendeva ancora più irresistibile. Sembrava molto più adulta che senza, e, oltre a questo, sembrava anche molto più sexy. Anzi, no: lo era.

- E’ passato, qualche tempo fa, un amico di tuo nonno. Doveva consegnargli un pacchetto, e per caso a Yohmei è sfuggito che la sera prima stavo guardando la tv a luce spenta – girò rapidamente le pagine del libro in un suggestivo svolazzare di fogli fino a raggiungere una di quelle bellissime torte da copertina, a tre piani e con molta frutta invitante – Così mi hanno trascinata nel suo studio, perché, casualmente, era un oculista. E così… - si voltò verso di lui, rimanendo interdetta dal suo sguardo.

Tacquero. Lui non sapeva che dire, lei neppure. – Che stai fissando?

- Te.

- Perché, di grazia?

- Perché sei bella.

Anna arrossì violentemente e le sue mani cominciarono a tremare, impercettibilmente.  Come al solito fu Manta ad interrompere il momento, e lo fece con una padella piena di frittelle perfettamente cotte. – E’ pronto – disse gelidamente, senza degnarli di uno sguardo, prima di portare il tutto nel salone da pranzo.

Anche Yoh fece per alzarsi, ma rimase in cucina ad osservare la sua ragazza, visto che sembrava stesse per mettersi a piangere.

La bionda tirò su col naso, poi chiuse il libro di ricette e lo sbatté con forza sul tavolo. Si levò gli occhiali e guardò Yoh con una strana espressione, un’espressione che lui non aveva mai visto su quel volto.

- Da quanti anni siamo fidan.. promessi, Yoh? – chiese mentre si alzava dalla sedia – Da quanti anni siamo promessi?

Yoh si portò una mano dietro la testa, inarcando un poco la schiena. – Mah, dieci?

Anna annuì meccanicamente, lo sguardo chino a fissare il titolo del libro.

- Perché? – le chiese l’altro, curioso.

- Perché fino ad ora non me l’avevi mai detto. Che sono bella, intendo.

Il ragazzo pareva non capire.

- Siamo promessi da dieci anni, fidanzati ufficialmente da circa la metà di questi. Ma non mi avevi mai detto niente del genere…

- Ah, ho capito! – il viso di lui s’illuminò di colpo – A te piace sentirtelo dire, ma non te l’ho mai detto e adesso ti commuovi perché non te lo saresti mai più aspettato.

Le si avvicinò lentamente, sempre sorridendo.  Poi le prese le mani nelle sue e disse – Ho indovinato, vero?

Anna non riusciva più a trattenere le lacrime. Sì, era da anni che se lo voleva sentire dire! Era da anni che sopportava in silenzio quel suo silenzio, mentre attorno a loro ogni coppietta si regalava dolci parole ogni attimo del giorno. Non le aveva mai detto qualcosa di carino, e lei sperava sempre in quel magico momento che finalmente era giunto. Si era sempre detta che il suo obbiettivo era diventare la moglie dello Shaman King, ma mai e poi mai si sarebbe aspettata di sentire il bisogno di quell’affetto celato…

Scoppiò a piangere, sorridendo, sì, ma nonostante questo non riusciva a trattenere le lacrime. Poggiò la testa sul suo petto, come voleva fare, incitata dai mille e mille film romantici che guardava ogni giorno, in attesa del suo ritorno.

- Lo sapevo…- si limitò a dire Yoh - Il nonno me lo ha sempre detto, che alle ragazze piace sentirselo dire. Anche alle ragazze fatte di ghiaccio.

Proprio in quel momento, Hao fece capolino nella cucina, ritrovandosi davanti un bel quadretto tra innamorati, lei che piangeva sul petto di lui mentre veniva consolata. – Ah, scusate… beh, no: il pranzo si sta raffreddando, quindi muovetevi con le vostre smancerie che non ho intenzione di aspettarvi oltre – e se ne andò chiudendo la porta dietro di sé.

Anna si riprese subito, tornando ad essere la solita glaciale cuoredipietra. Spostò Yoh con un braccio e si diresse a grandi passi verso l’uscita, ma venne presa per un braccio e trascinata con forza verso il momento più bello della sua vita: il primo bacio d’amore, ben diverso da quello “rubato” durante l’incontro che avevano avuto i due qualche giorno prima.

Questa volta non aveva avuto nemmeno il tempo di replicare che le loro labbra si erano giù unite in un caldo bacio, a lungo sognato e sospirato… Si lasciò andare, e gli istanti divennero interi minuti, mente Yoh le accarezzava e scompigliava i capelli biondi, mentre i corpi di entrambi si avvicinavano sempre più fino a toccarsi in ogni loro parte, mentre il mondo attorno a loro si distaccava sempre più… o forse, più semplicemente, erano loro ad essersi staccati dal mondo…

 

Quel bacio segnò l’inizio di una grande svolta nella vita di Yoh Asakura e di Anna Kyoyama: divenne l’inizio di una lunga serie di baci e coccole, perché anche Yoh ne era bisognoso. Il loro sentimento era rimasto celato per via dello Shaman Fight e delle continue minaccie di morte, ma ora, in periodo di pace, senza nessun pericolo all’orizzonte, niente e nessuno poteva fermarli. Inoltre erano cresciuti, il distacco dovuto al grande viaggio di Yoh li aveva fatti maturare entrambi ogni oltre aspettativa. Non si erano mai sentiti così attratti l’un dall’altra.

Si apriva così un nuovo capitolo della loro vita… E senza rendersene conto, si arrivò alla festa del paese, evento immancabile dell’anno per ogni giapponese, che durava per ben tra giorni. Tutta la popolazione tirava fuori dai propri armadi i kimono migliori per esibirsi in canti, danze, giochi e divertimenti vari tra le strade dell’intero stato. Le case restavano deserte: dal bambino dell’asilo all’anziano connetto, tutti i nipponici si riversavano in strade e piazze per ritrovarsi con gli amici o per farsene dei nuovi.

Naturalmente, nessuno dei nostri amici sciamani era estraneo a questa tradizione e si misero in contatto addirittura una settimana prima dell’evento per esser sicuri di ritrovarsi tutti in un determinato parco della città. In particolare, nella grande casata Asakura c’era un gran fremito per trovare un kimono adatto a tutti. Il problema risiedeva solamente nell’imbarazzo della scelta: infatti, nella famiglia, ogni membro aveva i propri kimono, tutti tranne Hao. “Non ho mai avuto nessun’intenzione di stare in mezzo a tanti umani”, replicava ogni qual volta gli si chiedeva come mai non ne avesse nemmeno uno.

Fortunatamente, Yoh ne aveva uno in più, nonostante il fratello rimanesse sempre della stessa idea.

- Eddai, almeno provalo! Che ti costa?

- Non ho intenzione di fare la fatica di svestirmi per poi indossare una cosa che non voglio indoss…

- Allora ti svesto io!

- Ma no!

- Poi ti rivesto sempre io, non ti preoccupare! – gli sorrise come sempre, con un’espressione demente e terribilmente infantile sul viso – Non mi dire che non hai voglia nemmeno di questo!

Il maggiore sbuffò, e poco dopo, si ritrovò imbacuccato come mai lo era stato in vita sua da quando era bambino e sotto le cure di sua madre. Però, mentre si rimirava allo specchio, dovette ammettere a se stesso che non stava affatto male, con quell’abito tradizionale bianco panna sopra e nero sotto, nella parte dei pantaloni.

Secondo il piano di Yoh per convincere Hao a venire alla festa e a non essere l’unico giapponese in casa, Anna doveva entrare in quel momento nella stanza con la scusa di dover portare il materasso per il futon e dire con enfasi quanto stesse bene. Entrò e la scena si svolse come da copione.

- Ma lo sai che stai proprio bene? – disse guardandolo sottecchi – Non l’avrei mai detto…

- Uff, piantala! – sbottò l’omnyoji – Tanto lo so che sei d’accordo con questo furfante.

- Pensavo avessi smesso di leggere nei pensieri altrui! – disse Yoh, emergendo dal suo armadio con in mano un altro kimono, il suo.

Hao si voltò verso di lui, lo squadrò guardandolo dall’alto al basso e, senza dire una sola parola, uscì dalla stanza lasciandoli stupefatti dalla sua reazione. La bionda si voltò a sua volta verso il fidanzato, lanciandogli un’occhiataccia di fuoco.

- Ma che ho detto?

- E’ un brutto momento per Hao, non lo sai? – lo aggredì con voce moderatamente acuta - Non hai sentito che la sua potenza si sta indebolendo, e che per chiamare l’oversoul di Spirit of Fire perde un sacco di tempo?

Yoh rimase pensieroso, aprì la bocca e la richiuse un paio di volte, sintomi dell’aver cercato invano una risposta fra i suoi pensieri.

- Inoltre rimane rintanato in questa casa da quando l’hai portato qui e tutta la città gli da contro non appena lo vede per l’incendio al quartiere. E tu lo vuoi trascinare a forza alla festa!

- Allora potevi ritirarti prima di accettare a fare la comparsa nel mio piano!

- Il tuo non è mai stato un vero piano, e poi hai sbagliato ad averlo accusato di non aver ancora perso la sua grande capacità di telepatico!

- Non capisco cosa ci sia di tanto male nella mia semplice domanda…

- Ma mettiti nei suoi panni!

Il silenzio cadde lentamente nella stanza, mentre Anna riprendeva fiato e Yoh cercava di comprendere non solo Hao. Perché Anna si era scaldata tanto? Lui si metteva nei suoi panni, ma non riusciva a capire la sua reazione.

Forse stava attraversando quel procedimento controvoglia, forse una parte di se voleva ancora essere il vecchio Hao, voleva ancora la sua malvagità scorrere liberamente nelle vene… o forse era solamente turbato da quella sua perdita di potere e non riusciva a darsi pace per aver tradito un vecchio ideale… relativamente vecchio, erano passati appena tre mesi dalla sua sconfitta.

“Pensavo avessi smesso di leggere nei pensieri altrui”… cosa c’era di tanto letale  in quelle otto parole? Ogni volta che si leggevano il pensiero a vicenda l’aveva sempre vinta o uno o l’altro Asakura, e ultimamente sempre Yoh.  Ogni volta era sempre un grande mal di testa, e per cosa? Cercavano sempre di fare i misteriosi su qualche stupida cosa per poi ingaggiare una ‘lotta mentale’ all’ultimo neurone intatto.

Vuoi vedere che se l’era presa perché… temeva di aver perso la sua capacità a causa sua? Una specie di versatilità e trasferimento della telepatia…?

- Anche se siete gemelli, lui ha appreso questa caratteristica mille anni fa, all’epoca della sua prima forza. Tu, quindi, sei e rimani sempre un suo discendente.

- Quindi sta perdendo la capacità perché si sta avviando una specie di procedimento di eredità a distanza di tempo ma a corpi ravvicinati?

Stavolta fu Anna a rimanere pensierosa. – Beh, io non lo avrei detto proprio così, ma è la stessa cosa che ho pensato io. Tu hai scoperto di saper leggere i pensieri solo dopo i primi scontri con Hao, quindi è stato in quel momento che lui ha, come dire, perso un pezzettino di se in te.

- Okay, chiarita la cosa… anche se non è proprio chiara…- fece per andarsene a chiamare il fratello, ma la bionda lo fermò.

- Non ho finito.

- Che altro c’è… - disse lui stancamente.

- La stessa cosa sta avvenendo per il furyoku. Lui lo perde, tu lo raccogli.. senza volerlo, chiaro! - aggiunse poi, prevenendo una sua replica - Non so se avevi capito anche questo, ma è così stanno le cose: ti stai rafforzando a suo discapito.

- Sì, ma perché!

Rimasero entrambi col fato in gola, ma nessuno dei due sapeva che dire al riguardo. Poi, abbassarono lo sguardo contemporaneamente e, sempre contemporaneamente, sospirarono. Accortisi della simultaneità dei loro gesti, scoppiarono a ridere ed uscirono dalla stanza senza crucciarsi oltre.

Intanto Hao, seduto sul tetto, esattamente in corrispondenza di dove si trovavano i due, aveva origliato l’intera discussione. Il suo viso si era rattristato ulteriormente, da scocciato che era; anche lui non riusciva a capire che gli stesse succedendo ma di una cosa era sicuro: lui, a quella festa non ci sarebbe mai andato, neanche se lo avessero legato mani e piedi e lo avessero trascinato a testa in giù.

 

Nonostante le premesse, la festa fu un vero successo: tutti gli sciamani si erano ritrovati in un bar di Tokyo ed era stata la rimpatriata migliore di qualsiasi avessero mai fatto. Anna vide che anche le altre del gruppo avevano trovato un degno compagno: Jun, al contrario di quanto sembrava, non rimase troppo a lungo con Pai Long e si trovò un gran bel ragazzo cinese, più grande di lei e non sciamano; Tamao aveva trovato un timidone come lei e, per non smentirsi, continuava ad arrossire e a negare che stessero insieme; infine Pilica trovò a sua volta un ragazzo anche se la prima impressione era un sostituto da torturare al posto del fratello.

Horo Horo era anch’egli ben sistemato, ma la sua ragazza e quella di Ren –essendo cugine- avevano deciso di incontrarsi col resto del gruppo solo a serata più avanzata, quando anche loro avevano finito di salutarsi con tutte le loro amiche. L’unico ad esser rimasto scapolo era Ryu, ma non si era certamente scoraggiato per questo, anzi: per tutta la festa aveva continuato a corteggiare tutte le ragazze che gli capitavano a tiro, arrivando perfino a contarne il totale.

Ma il bello della festa non era ritrovare i vecchi amici; non era constatare lo stato delle loro vite private; non era dire “come sei cresciuto”, “come va la vita in quel di..”; non era starsene seduti ad un tavolo per sbaciucchiarsi tutta la sera. Infatti, non appena uscirono dal bar e si incamminarono per le vie illuminate da mille lanterne…

- Dov’è Yoh?

- Ehi, è sparita anche Anna! Li hai visti?

- Mah, erano qui accanto a me… fino ad un minuto fa!

- In tutta questa folla, li abbiamo persi!

- Oh no!

- Non vi preoccupate – rassicurò tutti Manta, facendosi spazio tra di loro – Ultimamente fanno sempre così.

- Sì, ma sparire così… senza preavviso!

Eh, era proprio questo che volevano i due: sparire dal gruppo, non perché si annoiassero, ma per trascorrere la serata completamente insieme, soli e liberi.

Mano nella mano, dunque, passarono da un parco all’altro, sostando più di tutto nel luna park rionale: eccoli ora sulle macchinine dell’autoscontro, ora sulle montagne russe, ora nel tunnel degli spaventi.

- Yoh! – gridò Anna in modo tale da farsi sentire, indicando con forza la ruota panoramica – Andiamo lì? Chissà com’è bella Tokyo stasera…

- Ruota panoramica, stiamo arrivando!

Anna aveva visto giusto: lo spettacolo era indescrivibile, da lasciare chiunque col fiato sospeso. Tutto il panorama era costellato più del cielo nella notte delle stelle, si distinguevano benissimo i centri abitati e si vedeva alla perfezione tutto quel che accadeva nella zona della città più vicina a loro. Videro anche i loro compagni, rimasti in gruppo.

- Io non riuscivo più a stare con loro, sembravamo tutti dei vecchi sposi pettegoloni! – ridacchiò la bionda, prendendo Yoh per un braccio per avvicinarlo alla sua parte del vetro.

- Sì, è vero… bisogna divertirsi, mica prendere la ragazza e tenersela accanto come soprammobile o trofeo! Giusto, Anna?

Come risposta, ricevette un bacio. Scoccato proprio nel momento in cui iniziavano i giochi pirotecnici, apparsi in cielo dietro di loro, creando una suggestione incredibile.

Tra le musiche, la folla e i fuochi d’artificio nei loro cuori s’animò una strana sensazione: era euforica, piena di gioia, traboccante di vita e divertimento!

Scesero dalla ruota panoramica correndo e scappando via come due forsennati che ridevano a più non posso, lui che trascinava via lei senza avere una meta precisa. In mente avevano solo una cosa, ma non era il luogo più adatto per farla…

Corsero oltre le porte della città fino a quando, a metà strada tra il centro abitato e la casata dove abitavano,  non finirono, senza rendersene conto, dentro una fontana di un parco giochi. Anna si mise a ridere di gusto quando vide Yoh strizzarsi il kimono inzuppato d’acqua, ma dovette subire l’onta a sua volta quando lui la prese per un braccio e la tirò a se facendola finire con lui nella vasca. Approfittando della notte d’estate, giocarono a tirarsi l’acqua per una buona mezz’ora, come dei bambini in una piscinetta. Ma il gioco si spostò ancora, arrivando prima in una casetta dello scivolo, dove non mancarono di rincorrersi ed abbracciarsi e avvinghiarsi l’un l’altra come gattini che giocano, e poi tra i campi, in alternativa alla strada per tornare a casa.

I campi erano gli stessi dove, tempo prima, si era consumato il più grande scontro tra gli Asakura; questa volta, però, le fiamme non bruciavano i fili d’erba, ma solamente i loro animi. Si sdraiarono a terra per osservare i fuochi d’artificio a distanza, misti alle stelle che cominciavano a fare capolino nel cielo. Yoh le cinse i fianchi, conscio che il “grande momento” per cui si stavano preparando era molto vicino… le attenzioni divennero poi reciproche fino a quando non si resero conto che stavano per farlo in un campo di periferia.

-No, aspetta - disse Anna, mentre richiudeva con dolcezza la parte superiore del kimono che le stava aprendo Yoh e mentre, serafica, si sistemava in ginocchio. - Continuiamo a casa, non trovi?

- Ma qui siamo già…

- E gli insetti? Ne hai già uno fra i capelli!

Yoh si levò la cavalletta dal ciuffo che gli era stato indicato. – Uhm… va bene…- si alzò di scatto, lasciandola con la cavalletta in mano  Però devi prendermi!

Lei scattò in piedi a sua volta e si mise a rincorrerlo come una matta, mentre il suo desiderio, da semplice attenzione che era, divenne qualcosa di più serio e carnale, qualcosa di più materiale. Il loro era in desiderio di possesso reciproco, e non di semplice unione. Il momento prossimo a quella corsa era amore puro, non semplice sesso.

Era per questo che stavano giocando alla pazza gioia da tutta la serata.

 

E fu così che la corsa fra i campi si trasformò in una corsa per la strada, poi in una nel giardino della grande casata, poi in una corsa sulle scale, arrivando a trasformasi infine in una gara per il letto e per i vestiti di entrambi.

- Ehi, voi, non potete fare un po’ meno rumore? – brontolò Hao alle saette che gli avevano mosso i capelli mentre guardava la tv – Si può sapere che vi è pres…

Ma non ebbe bisogno di chiedere altro. Non dopo aver involontariamente visto ciò che stava per succedere nella camera del fratello. – Non vi preoccupate, non vi disturbo… - sorrise fra se e se, mentre si allontanava giù per le scale – Beh, divertitevi!

- Grazie.. - risposero entrambi con grandi note di eccitazione nella voce.

Cominciarono a spogliarsi a vicenda. - Sembra proprio che questa sarà la nostra serata, vero Anna?- chiese Yoh mentre finiva di sfilarle il kimono rosa con decorazione a fiori di loto gialli. Lei si limitò ad annuire, non sapeva che parole usare che non fossero adattissime alla situazione.

Così il loro gioco arrivò ad una delle tappe fondamentali per l’avvio della nuova fase, trasformandosi in una specie di nascondino sotto le coperte, unico tessuto nei paraggi. Yoh si slanciò in avanti per afferrare la preda: la centrò solo dopo due tentativi falliti con dei cuscini prendendo però anche una buona quantità di lenzuolo oltre ai suoi fianchi e alla sua vita. Quando la ragazza emerse venne catturata da una serie di baci irrefrenabili che le invasero tutta la faccia e il collo, fino ad insinuarsi più in basso, sul petto.

Poi si liberò dalla presa, ma la sua libertà non durò molto a lungo perché venne subito ritirata verso il compagno dalle sue braccia robuste. Certamente Anna si divertì molto a seguire la linea degli addominali del fidanzato, visti i suoi allenamenti e la sua forza fisica nonostante la gracilità relativa della corporatura… ma questo accadde successivamente: prima si persero in altri giochini eccitanti che lasciarono senza fiato entrambi i corpi in gioco. Ma era giusto così, non c’era bisogno di parlare… che dovevano dirsi, in fondo? Si capivano benissimo, sapevano alla perfezione cosa dovevano fare perché avevano in mente un piano d’attacco precisissimo. D'altronde, erano una coppia molto originale…

 

Il punto clue della nottata lo raggiunsero molto tempo dopo, più o meno quando Hao stava guardando il terzo film della serata che aveva preso dalla pila di pellicole vicino al televisore. A Yoh piaceva guardare i film, da bravo pigro com’era, quindi aveva una vera e propria collezione.

Tornando al piano superiore, però, si può dire che, se nella maggior parte dei casi è un momento faticoso e, talvolta, doloroso, in questo caso non lo fu per niente: si può dire invece che la novella coppia Asakura abbia preso come un gioco anche quella parte dell’amore.

Nessun sentimento represso, nessuna freddezza di coppia. Nossignore: se parliamo di queste cose, parliamo di un’altra coppia, non di certo di quella formata da Anna Kyoyama e Yoh Asakura… e quella notte riversarono tutti i loro desideri in un’unica lotta.

Ad un certo punto della nottata, si resero conto che dovevano aver fatto molto tardi, infatti non si sentivano più i film di Hao dal piano di sotto. Si sedettero uno di fronte all’altra, lei fra i cuscini e lui dalla parte opposta del letto. La luce era molto debole e proveniva tutta da qualche raggio di luna che s’infiltrava tra le tende e, talvolta, dai fuochi d’artificio del paese.

Fecero una pausa per riprendere fiato. Poi Yoh ruppe il silenzio.

- Kami sama… mai visto un corpo più bello in tutta la mia vita.. – disse in un sussurro senza fiato, senza staccare un attimo gli occhi dal suo corpo.

- Perché, quanti altri corpi hai visto?

- No, non intendevo questo.. nel senso… mica crederai che.. che io… naaa! Non puoi pensarlo per davv…

- Io non sto pensando niente, stai facendo tutto da solo.

- Ehm.. sì, comunque…beh, non importa!

Si sistemò in ginocchio, da posiziona a gambe incrociate che era. – Sei stanca?

- Stai scherzando!? – rispose mentre gli tirava un cuscino in faccia centrando il bersaglio.

- Eh eh… - guardò il cuscino, pensieroso - Chissà che stanno facendo gli altri…

- Cosa fanno non lo so…ma sicuramente non si stanno divertendo come noi!

Rimasero in silenzio per qualche minuto. Erano davvero stravolti, infatti entrambi ansimavano pesantemente.

Poi Anna si spostò un po’ più verso il ragazzo, travolgendolo lentamente in un abbraccio dolcissimo. - Perché me lo hai chiesto?

- Intendi.. se sei stanca?

Lei rispose con un mugolio consenziente.

- Beh, non so quanto sei resistente, dopo aver corso per tutta la serata e dopo stanotte…

- Uhm, in effetti un pochino lo sono, ma è più che logico: sono le tre del mattino.

Yoh inspirò ed espirò profondamente. - Devo dire che non mi sono mai divertito e stancato tanto nello stesso momento.

- …

- E naturalmente, non sono mai stato più felice!

- Ah, ecco.

Voltò il viso verso la biondina, appoggiata con la testa sulla sua spalla. Aveva lo sguardo perso nella stanza, ma quando lui si mise a fissarla lei si sentì attratta a fare lo stesso. Yoh la sollevò a se dolcissimamente, suggellando le loro labbra in un lunghissimo ultimo bacio. - Ti amo… tantissimo…- riuscì a dire infine - …Anna… molto più che me stesso..

- E per me è lo stesso… Yoh…- disse, e si accucciò alla sua sinistra, respirando piano prima di addormentarsi.

 

 

 

 

 

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Ehm… per le mie scuse, andate a rivedere le mie scuse ai capitoli precedenti, tanto è sempre la stessa storia! ^^””

 

Spero di non avervi delusi per la mancanza di una scena di sesso più forte di quello che ho messo. Il fatto è che, a parte il fatto che non sarei riuscita a scrivere granché – mi sarebbe crollato il capitolo e, dopo tutto quel che ho scritto, non mi sembrava il caso - , non mi sembrava il caso, potete leggerlo in altre mille fic con rating diverso.

Inoltre, avrei dovuto alzare il rating per la gioia di chi non è registrato o di chi è registrato confessando che è minorenne; di solito questa storia mi ha sempre creato problemi, e io non li voglio! Poi non sarebbe stato adatto al magico momento, alla sera originalissima di Yoh e di Anna, non trovate? A me, sinceramente, piace di più così!

Poi che dire… beh, di solito le fic iniziano con capitoli lunghi che degenerano in capitoli più corti per la mancanza di voglia dell’autore a continuare: non è il mio caso, come avete potuto vedere benissimo da soli! Spero di non avervi annoiate, o peggio ancora, spero di non aver perso nessun lettore durante la lettura! Ditemi di no, vi prego! Non riuscivo a staccare la stesura, era troppo continua e ben avviata (largo alla modestia!)!!! In effetti, andrebbe letto un paio di volte, prima di scrivere una recensione senza dimenticare nulla…

Comunque ora siamo qui, e vi omaggerò di un’altra anticipazione per il prossimo capitolo che temo, sarà l’ultimo.. o il penultimo, al massimo.

Un po’ mi spiace che sia già finito… o volto al termine…

Ma questo capiterà più avanti, ora gioiamo tutti insieme per la felice unione dei nostri amici! Urrà! Urrà!

 

Basta così, sono andata totalmente, passiamo alle vostre recensioni!

 

lucy- 92 : WOW! Iniziamo con una new entry, eh? Bellissimo, sono arcicontenta!!! Grazie mille, cara, i tuoi complimenti mi hanno fatto andare in un brodo di giuggiole… che rischiavo di annegare! Scusami, non ho detto una cosa molto sensata.. no, in effetti… beh, spero di rivederti ancora, e spero che ti sia piaciuto anche questo capitolo! Alla prossima!

 

KiaeAlterEgo: ehm… come dire… lo sapevo che prima o poi avrei dovuto vedermela con voi… lo sapevo che non sarebbe passata liscia la mia trasformazione! ^^”””  Beh, però hai detto che ti è piaciuto sia il capitolo che l’introduzione.. e la cosa mi risolleva moltissimo! GrazieGrazieGrazie!!! Sperem che il capitolo sia stato all’altezza dell’introduzione…

 

Miyu chan: Ecco, brava… da quant’è che non aggiorni? Adesso mi diverto un po’ io a prenderti in giro… anche se non ho proprio aggiornato rapidissimamente! ^^ Però più di te! XP Sentivo che quella noticina sul bel ragazzo la dovevo mettere e sono contentissima che tu l’abbia colta! Ci speravo davvero! Beh, che dire… grazie ancora che il capitolo ti è piaciuto, spero tanto anche questo!

 

Lady Antares D.L. : Ahia… tutta la mia gioia e la mia euforia stanno svanendo nel rileggere la tua recensione… non ti credo che prendiamo le cose con calma, di te non mi fido..  però hai ragione: sono sparita per tutta l’estate, e adesso non ho aggiornato proprio rapidamente… ma ti prego: non lapidarmi! Devo finire la fic, per rispetto del lavoro che ho fatto e che, talvolta, hai anche tu apprezzato!

Cmq, mi fa moltissimo piacere sapere che qualcuno legge il mio capitolo ad alta voce per rendere partecipe anche qualcun altro, è molto gratificante! ^^ Anche se è solo per il gatto… che razza di nome, è un nick anche quello? Ad ogni modo, è molto originale! 

No, Hao non era drogato, ma lo è stato Yoh in questo capitolo, se la cosa ti fa piacere. Però adesso vedrò di ricondurlo in parte sulla ‘retta’ via, in fondo devo fare una fine degna della fic: con un grande colpo di scena! E spero anche di farlo prima di Natale, potrebbe essere un regalo per voi!  Per quanto riguarda Amidamaru e Yoh, in questo capitolo non volevo mettere dentro troppi sentimenti e punti chiave, quindi sono stai leggermente accantonati.  L’idea della ragazza era già nei miei progetti, per questo e per altri motivi più chiari in futuro c’è la festa del paese.  Dopo tutta questa mega recensione, ti ringrazio ancora una volta e ci vediamo al prossimo capitolo, lo posterò in due settimane max, promesso! Giurin giuretta!

 

Didiblack: Eh, sì, sono molto lenta con gli aggiornamenti, ma spero di farmi perdonare con i capitoli! ^^ Sei sconvolta? No, dimmi davvero: sei sconvolta? Tu? Per il mio capitolo? Sei sconvolta? Bene, molto bene… obbiettivo raggiunto! Cmq non è un dolce e simpatico gran figo super sexy! … o meglio, le ultime quattro parole sì, ma per il resto… vedremo in futuro, non è ancora finita! XD GRAZIE PER I COMPLIMENTI!!! Eh, finalmente dopo 3000 anni luce Yoh si è svegliato… hai visto? Dimmi che te n’è parso! E’ molto importante, alla prossimaaaaa!!!

 

Francesca Akira89: Grazie ancora una volta, sembra tu sia l’unica a cui non è pesato troppo il cambiamento di Hao! ^^ Grazie ncora, spero ti sia piaciuto anche questo capitolo, a me tantissimo!

 

Mao chan: Pensa che quel pezzo che hai citato lo volevo mettere nell’introduzione! Ma, prim’ancora, ciao Mao! Sono veramente contenta che ti ho stesa (anch’io in senso buono, ovviamente)! Ehi, è vero: da quant’è che non aggiorni anche tu? Mica stiamo formndo il club delle lumachine, eh eh… se no, sarei la presidentessa! ^^ L’anticipazione t’intriga assai… spero lo abbia fatto anche il capitolo! Nel prossimo esaminerò più a fondo Hao e simili, anche per i suoi poteri traballanti… mi piaceva l’idea di una nuova grana, non sono una scrittrice dal finale semplice, ci saranno colpi di scena fino all’ultima riga, promesso! Oppure, è una minaccia… scegli tu! ^^ Grazie ancora, stavolta questo capitolo è stato davvero difficile.. ma avevo in mente una serie di scene animate da musiche che, purtroppo non si possono mettere in una fic, quindi spero di aver reso bene l’idea! ^^

 

nagoya: Beh, che dire… hai ragione, è anche una delle mie parti preferite! Anche questa era in lizza per l’introduzione, ma alla fine hanno vinto le frasi che ho messo adesso! ^^ Ciao!

 

Nanau: Grazie mille, ne sono felice! XD Spero anche questo…

 

shin-shi: Ah, beh… ormai sono assuefatta alle critiche! XD No, scherzo, grazie ancora non mi merito tutti questi complimenti! Però ne devo fare anche a te, se hai capito Hao! Sei la prim… scherzo!

 

merryluna: Ciao seconda new entry! Scuse accettate, anzi figurati! Non devi scusarti, avresti potuto benissimo leggere e non recensire, quindi ti ringrazio di cuore anche per la tua sincerità! E poi hai già dato per aver letto i capitoli tutti assieme, mi rendo perfettamente conto che razza di pena sia.. lo faccio più o meno sempre, prima di scrivere un nuovo capitolo! ^^ Mi chiamano “la masochista”, chissà perché!

Bene, allora: complimenti se hai indovinato chi era l’Asakura nel giardino, ma non mi ricordo il sondaggio com’era finito… forse più Hao che Yoh.. boh, che c’entra! Mi piace tantissimo che ti sia piaciuto tantissima la battaglia, lo so che avrei dovuto finire in un modo un po’ diverso ma che avrei dovuto fare, uccidere uno dei due gemelli? Non esiste, infatti vedremo come finisce tra un paio di capitoli, magari solo al prossimo… tranquilla, finirà bene, ti piacerà! E ora… pronunciati pure!

 

E siamo arrivati all’anticipazione seconda, per farmi perdonare!

In teoria il capitolo doveva finire con la parte anticipata la scorsa volta, ma mi è piaciuto di più così! Quindi adesso scriverò una cosa che non rientrerà nel prossimo capitolo, ma sarà solo un’idea guida…

 

   ANTICIPAZIONE!!! ←

 

“Chissà che faccia faranno i ragazzi vedendomi dopo tanto tempo…” pensò Keiko varcando la soglia della casata Asakura al fianco del marito Mikihisa.

Quando entrò vide il suo figlio primogenito Hao in cucina vestito con degli abiti casalinghi presi in prestito da Yoh, con una coda alta, ed era intento a prepararsi la colazione, lavorando molto abilmente. Rimase interdetta da quella visione, ma lo rimase ancora di più quando entrò nella camera del figlio pensando di svegliarlo come ogni buon madre… invece trovò vestiti sparsi alla rinfusa per tutta la stanza e una confusione impensabile tutt’attorno e dentro al letto, dove riposavano ancora nel mondo dei sogni il suo figlio secondogenito e la sua ragazza, nudi.

Invece Mikihisa rimase al piano di sotto a chiacchierare con Hao su una questione molto importante…

 

 

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Capitolo 11
*** La Ritrovata e La Nuova Famiglia ***


TWIN SPIRITS

 

 

TWIN SPIRITS

LA RITROVATA E LA NUOVA FAMIGLIA

 

“SAREMO TUTTI UNA SPLENDIDA FAMIGLIA, VEDRAI”

 

 

 

 

-Chissà che faccia faranno i miei ragazzi vedendomi dopo tanto tempo…

- Sicuramente ti salteranno addosso e ti riempiranno di baci!

Keiko sorrise. – Magari solo Yoh. Hao… non lo vedo da quando l’ho partorito…

- Ma sì, ti vorrà bene anche lui…

- Non credo, la sua vera madre è..

- Allora ti tratterà con indifferenza e sprezzo. – Mikihisa si voltò verso la moglie – Contenta?

Lei lo guardò sottecchi, poi sospirò e tornò a guardare la strada.

- Guarda che io dicevo sul serio.

 

Varcarono la soglia di casa lentamente, misurando ogni passo. Un tempo era stata anche casa loro, e prima ancora casa di Yohmei e Kino. Quella casa veniva ereditata da ogni generazione degli Asakura, e non solo in occasione di un matrimonio.

Yoh ne era già entrato in possesso perché aveva convertito Hao, ed era il minimo che la casata potesse fare per lui. Inoltre aveva deciso che ci sarebbe venuto a vivere col fratello e la fidanzata, nonché qualsiasi amico che ne avesse bisogno.

A volte sembrava un rifugio per profughi, altre volte un minuscolo nucleo familiare, altre un campo di battaglie e altre, più recentemente, un nido d’amore.

Quel giorno era tutto.

Per prima cosa, Keiko e Mikihisa entrarono in salotto, costatando che era un campo di battaglia, con patatine, pop corn, film, cuscini, vestiti e fumetti sparsi dappertutto – senza considerare la spessa coltre di polvere sui preziosi soprammobili. Poi passarono per il corridoio che conduceva in cucina, constatando che almeno quella zona di casa era ancora intatta – salvo per il vetro incrinato di un quadro.

Arrivati in cucina, si ritrovarono di fronte ad una scena che non rientrava in nessuna delle categorie precedentemente elencate: Yoh si stava preparando bacon e pancetta in una stanza pulitissima, senza la minima traccia di sporco.

Quando entrarono, lo fecero con timore: il loro figlio non sembrava più nemmeno lui, era totalmente diverso, un altro ragazzo. Aveva ancora i capelli lunghi e li teneva raccolti in una coda alta, e indossava una tuta da ginnastica di quelle che usava alle scuole medie qualche anno prima. Naturalmente con gran odio per l’odio verso educazione fisica.

Keiko sospirò, serena. – Ciao.

- Ciao – rispose l’altro, senza spostare lo sguardo dalla padella.

- Non ci vediamo da tanto tempo e mi saluti così?

- Beh, non saprei cos’altro dirti…

- Ah! – esclamò Keiko, illuminandosi in volto e battendosi una mano sulla fronte – Che equivoco, tu sei Hao! Scusami, che stupida… Non ti avevo riconosciuto, sai, mi avevano detto che Yoh si era fatto crescere i capelli come i tuoi e vedendoti qui… ti ho scambiato per lui, scusami!

- Capita – rispose semplicemente lui, facendo spallucce.

- Già, avrei dovuto capirlo dalla voce, ma a quest’età la voce dei ragazzi cambia e magari anche quella di Yoh… va beh! Chiedo scusa. Però mi spieghi almeno come puoi essere tanto ordinato in cucina e un terremoto in salotto? Si vede che ci sei stato solo tu lì e…

- Ah, sì, beh… - l’Omnyoji tornò al suo bacon, girandolo con una paletta di ferro – Ieri sera mi stavo annoiando da morire e non potevo nemmeno entrare in camera o andare a dormire che c’erano certi rumori…

- E Yoh?

 Hao sorrise. – Era lui la causa dei rumori.

Keiko lo guardò enigmatica. Lui cercò di tranquillizzarla.

- Lui e Anna, s’intende.

Keiko sbiancò. – Intendi che…

- Sì.

- Ma ha solo sedici anni!

- Non è un impedimento. E poi ne sta per fare diciassette, a giorni…

Mikihisa cercò di dire qualcosa alla moglie, ma questa si scostò da lui e se ne andò al piano di sopra alla carica, come un soldatino.

I due rimasti in cucina si guardarono. Mikey assottigliò gli occhi e squadrò il figlio. – Dirlo con più tatto no, eh?

- E perché? Tanto lo avrebbe scoperto in una maniera peggiore se fosse andata subito di sopra pensando che stesse semplicemente dormendo…

 

Arrivata di fronte alla porta della stanza di Yoh, chiusa, deglutì e sospirò. Si preparò un sermone di cose da dire che faceva paura anche a lei stessa ed entrò nella stanza, tirando piano la porta scorrevole per creare ansia a chi ne fosse stato all’interno.

Era una stanza vuota, il futon gettato per terra e l’armadio che sputava i vestiti come se fosse in indigestione. Invece era solo disordinato, come tutto quello che riguardava Yoh, del resto.

La sua delusione venne dissipata subito dal pensiero che, se lei fosse stata nei panni di suo figlio, sarebbe andata a farlo nel letto matrimoniale. Quindi si voltò sui tacchi e si diresse nella suddetta stanza. Ancora una volta la porta era chiusa.

S’udì un gemito.

Poi la lieve voce di Anna che cercava di svegliare Yoh dicendo che aveva sentito delle voci, proprio mentre Keiko entrava troneggiando nella stanza.

- Signora Asakura! – trillò la ragazza, cercando in fretta e furia un lenzuolo per tirarselo  fino al petto – Non sapevamo del suo arrivo, non…

Lo trovò in fondo al letto, per terra e lontano da dove si trovava prima dell’irruzione nel dolce mondo. Non era mai stata così in agitazione, Anna si sentiva quasi inferiore, tutta nuda e colta in flagrante di fronte alla madre del ragazzo cui si era concessa la notte precedente. Afferrò il lenzuolo e si coprì tutta, mentre il suo viso intonava una splendida variazione scarlatta per la vergogna subita.

- YOH! – tuonò Keiko mentre Anna raggiungeva il suo scopo – Che sta succedendo qui!

La stanza era quasi più sottosopra di quella precedente, salvo il fatto che, essendo la stanza sua e di Mikihisa, era solo sconvolta dai vestiti e dal letto ultrasfatto. E suo figlio, al vedere la madre, sbiancò come lei poco prima.

- Mamma, ma che ci fai… qui… - Anna gli passò un lembo di lenzuolo per coprirsi. Vide il suo volto rosso e sconvolto, e scorse il suo corpo nudo malamente coperto dal lenzuolo che le stava porgendo. Evidentemente sua madre doveva aver fatto prendere un colpo anche a lei.

- Che ci faccio io? Che ci fate voi, qui, piuttosto!

Il ragazzo impiegò appena un secondo a decidere quale tipo di risposta sarebbe stato più efficace: poteva dire “che te ne frega” o “scusami” allo stesso modo di “lo avrai fatto anche tu ai tuoi tempi”. Alla fine optò per una risposta che avrebbe potuto placare l’ira della madre.

- Ma non stiamo facendo niente di male, in fondo, no? Che sarà mai…

- Lo sai che non tollero questo comportamento in casa mia! E’ questo quello che io e tuo padre ti abbiamo insegnato? – le guance le erano diventate scarlatte, era davvero infervorata.

Il sermone continuò per una decina di massacranti minuti, fino a che non si bloccò al rumore di passi provenienti dal corridoio. Mikihisa e Hao fecero capolino da dietro lo stipite della porta entrambi sorridendo e dicendo: – La colazione è pronta!

La situazione invece si congelò. Keiko li bruciò con lo sguardo e Yoh e Anna divennero ancora più bordeaux per la vergogna di essere visti in quella situazione anche da loro due. Anna in particolar modo, visto che erano due uomini.

- Scusate.. – mormorò Yoh, intuendo l’imbarazzo della sua ragazza che gli si stava nascondendo dietro la schiena – Vi spiacerebbe andarvene!?!?!

- Come? Ma… Abbiamo sentito Keiko urlare e… e.. 

Hao comprese ed ebbe il buon senso di tirare Mikihisa per un braccio trascinandolo giù e lasciando la sua frase incompleta. S’udirono per le scale le sue scuse: - Ma io pensavo che foste già vestiti!!!

Keiko chiuse la porta e riprese il sermone. – Tornando a  noi, spero che un episodio del genere non capiti mai più sotto a questo tetto, almeno fino a quando non avrai compiuto diciott’anni e sarai libero di fare quello che vuoi! E In quanto a te, Anna, sappi che…

- Ehi, lasciala stare! – Yoh alzò un braccio come per difendere la sua ragazza, mentre i suoi pugni si stringevano sempre più sul lembo del lenzuolo che poco prima gli era stato passato da lei per coprirsi le parti basse. Ovviamente non c’era nulla da coprire che la madre non avesse già visto a suo tempo, ma l’imbarazzo di rimanere a discutere quasi impotente, col torso nudo e muscoloso in bella vista era comunque enorme – Anna non c’entra niente, è colpa mia, okay! Qual è la punizione?

I suoi occhi decisi incrociarono lo sguardo furibondo della madre, reggendo il suo sguardo più di quanto lei potesse immaginare. Anna deglutì a forza e resse la situazione tenendosi un pochino meno nascosta dietro Yoh, ma comunque altezzosa e pronta a sfidare anche lei la signora Asakura, se ce ne fosse stata la necessità.

Poi, proprio mentre sembrava che la situazione dovesse precipitare di male in peggio, Keiko sorrise.

- Bene, era quello che volevo sentire.

I due ragazzi si sentirono mancare il fiato nei polmoni. Yoh abbassò il braccio facendolo cadere letteralmente e disse: – Come, scusa?

- Sì – disse la donna voltandosi verso la porta per uscire dalla stanza – Volevo vedere se eri davvero pronto per un passo del genere, tutto qui.

Anna prese parola, pronta ad affrontare l’umiltà per superare la situazione e migliorare la sua posizione per quanto potesse fare.  – Mi scusi se l’ho delusa.

Keiko si bloccò sull’uscio e si voltò radiosa. – Non pensarlo minimamente, Anna. Mi hai reso la madre più appagata del mondo. Sbrigatevi a vestirvi, la colazione si fredda!

E uscì.

Yoh e Anna rimasero immobili come statue di sale, imbambolati da ciò che era successo. Dovevano riordinare le idee e in più erano troppo imbarazzati per fare qualcosa di diverso dall’imbarazzarsi.

- Ma… - balbettò Yoh, voltandosi verso Anna – Che significa?

- Penso che abbia dato in escandescenze solo per vedere la tua reazione.

- Non è tutta giusta, allora.

- Io avrei fatto lo stesso.

- Umpf, e figurati!

Yoh si alzò dal letto e si stiracchiò la schiena, sbadigliando sonoramente. – Certo che mio padre è proprio un babbeo…

Anna annuì.

- E anche Hao, insomma… lui lo sapeva e…! – s’illuminò – Scommetto che ha detto che eravamo vestiti ed è salito portandosi su papà per metterci ancora più in imbarazzo!

- Beh, ammetterai che ci è riuscito.

- Già, e alla grande… - ammise lui abbattuto per l’umiliazione di esser stati visti, lui e la sua ragazza, nudi dal padre, dalla madre e dal fratello gemello. Lanciò un’occhiata alla finestra per assicurarsi di non esser stato visto da nessun’altro anche adesso che si erano liberati dal lenzuolo. Fortunatamente la tortura era finita.

La conversazione poi si spostò in camera di lui, mentre pescava tra i vestiti qualche cosa da mettersi su e mentre Anna, nella sua stanza, indossava il suo abituale vestitino nero senza maniche.

- Tua madre cosa avrebbe detto? – le chiese Yoh mentre lei gli trovava una camicia da mettersi addosso – Intendo, al posto di mia madre.

- Forse… nulla – gli lanciò una camicia gialla – Non so. Può anche darsi che mi avrebbe fatto i complimenti per la bella scelta…

- Questo lo stai dicendo tu, però!

- Sì, hai ragione. Complimenti, Anna, per la bella scelta, allora… - concluse lei, e gli stampò un bacio sulla guancia.

 

Quando entrambi fecero capolino in cucina, si accorsero che riuscivano a mantenere un’aria indifferente con più facilità di quanto si erano aspettati l’uno dall’altra poco prima nella stanza. Avevano deciso infatti che non avrebbero più toccato quell’argomento e che, quindi, non sarebbero nemmeno arrossiti o montati su tutte le furie a nessuna delle provocazioni eventuali.

- Finalmente, il bacon si è tutto raffreddato e ora fa schifo… - li salutò Hao, ridacchiando sotto i baffi mentre porgeva loro la padella – Va beh, d’altronde siete arrivati voi in ritardo…

- Tu comunque non ci avevi svegliati – ribattè acido il fratello, intento a versarsi la colazione all’Inglese nel piatto.

- Dovevo? O potevo..? Chissà come vi avrei trovati.. no no no, non avevo voglia di litigare o di lottare ancora per inezie. Altra pancetta, Anna?

E lesse il pensiero di lei. Era molto più acido di quanto potesse trasparire dalla sua espressione. Evidentemente non le era affatto piaciuto il risveglio.

Proprio per quel motivo, durante il pasto nessuno parlò più, eccetto per qualche “passami il..” da parte di uno o dell’altro dei commensali.

Durante la mattinata, invece, furono tutti molto più loquaci ed attivi: MIkihisa era stato avvisato da Yoh stesso del malessere di Hao e dei suoi ‘problemi sciamanici’ ed era questo il motivo per cui era andato a trovarli; Keiko, invece, voleva semplicemente vedere i figli ancora una volta prima di ritornare definitivamente nella residenza dei nonni Asakura.

Quindi, entrambi i genitori si spartirono i figli, Mikey il  maggiore e Keiko il minore. Il primo andò a parlare in salotto e la seconda in giardino. Anna, invece, andò a fare la spesa al mercato con Manta e non si fece rivedere fino al tardo pomeriggio.

- Dunque, stando a quanto mi ha detto Yoh – disse Mikihisa, mentre si sistemava il cuscino sotto al sedere per stare più comodo – Stai perdendo furyoku, giusto?

Hao sbuffò. Era già patetico pensare alle sue disgrazie, figurarsi com’era umiliante doverne discutere per trovare una soluzione col suo secondo padre, per giunta di gran lunga meno esperto di lui in queste faccende, vista la sua misera età! – Sì..

- E non hai sentito nulla?

- Sentito? – il ragazzo alzò un sopracciglio, chiedendosi cosa significasse quella domanda.

- Sì, dentro di te! Un malore, una sensazione, qualsiasi cosa! Magari di inverso alla sensazione che provi quando invece accumuli furyoku.

Appoggiò le mani al tavolo e se ne rimase lì a fissare il figlio in attesa di una risposta, fissandolo da dietro la sua maschera di legno. Perché avesse un becco in mezzo, Hao non lo comprese mai. Lo fissò dunque a sua volta, scrutandone i pensieri: giunse al ricordo di MIkihisa della sua nascita, di quando Spirit Of Fire lo aveva colpito quando lui era ancora un infante. Hao inspirò: non si ricordava questo dettaglio della sua ultima vita, ma quella maschera che aveva di fronte era il risultato di un suo stesso gesto.

Quando hai finito di leggermi i pensieri, puoi degnarti di rispondere? Sono qui per aiutarti”, lesse infine nella sua mente.

- Sì, hai ragione. Scusami, è che… non ci siamo mai conosciuti per bene, non so come misurarmi con te.

Quello che aveva di fronte, si disse Mikey, era un altro Hao. Yoh era stato capace di compiere la più grande impresa mai esistita. E forse non se ne rendeva nemmeno conto.

- Okay. Fa niente, in fondo.. hai ragione pure tu! – alzò le mani come fa un criminale che si arrende, imitandolo solo nel gesto; poi si alzò in piedi, ergendosi in tutta la sua enorme statura, e s’incamminò oltre la porta – Facciamo una passeggiata, ti va?

 

Il fruscio dell’erba sotto ai piedi era magnifico, refrigerante. – Mamma? – chiamò Yoh, vedendo la donna che gli era seduta accanto che, lentamente, si stava voltando verso di lui. Per fissarlo.

- Che guardi? – chiese, scrutandola a sua volta e mandando a memoria tutti i lineamenti dolci del suo viso, fino a perdersi nell’oscurità dei suoi occhi – Perché mi fissi così?

Era tentato di sbirciare nei suoi pensieri per trovare subito una risposta alla sua domanda, ma si trattenne. Era sua madre…

- Cosa guardo, dici? – Keiko sorrise – Sto guardando mio figlio, che domande!

- Ma no! – ironizzò lui – E che altro, mica mi stai guardando per la prima volta!

Il viso di lei s’adombrò un poco. – Per la prima no, certo che no.. ma per l’ultima… non so.

- L.. l’ultima? – Yoh si tirò su a sedere, allontanando la sua attenzione da qualsiasi cosa la potesse distogliere dal discorso – Perché dici così, tu non..

- Sono un po’ malata, non lo nascondo.

Un refolo di vento attraversò il luogo in cui si trovavano, costellando di puntini della pelle d’oca le loro braccia. – Malata?

- Sì, Yoh, mi dispiace dirtelo in questa maniera ma è così: l’altro giorno sono andata in ospedale per accompagnare tua nonna Kino alle analisi mensili e, mentre aspettavo in sala d’attesa, un medico mi ha notata ed è venuto a parlare un po’ con me. Quando Kino è uscita dallo studio, il medico si è congedato e, poco prima di sparire tra i corridoi, mi ha detto “lei ha un cancro, giusto?”. Era una semplice supposizione, ma lo sai come sono fatta io e.. – sospirò, rendendo più lieta la maschera che celava il suo vero volto, che Yoh riusciva a vedere nella mente senza che lei lo sapesse – E così sono andata da un dottore a farmi visitare. Il medico dell’ospedale aveva avuto un intuito incredibile, doveva averlo capito da qualche cosa nel mio viso o nel mio comportamento, non so… fatto sta che è vero: ho un cancro.

A Yoh sembrava che si fosse preparata il discorso tempo prima. Non era affatto sconclusionato, ne impreciso. Era perfetto. Malgrado ciò, la cosa lo stava spaventando a morte.

- Per questo… - cominciò, abbassando lo sguardo e ignorando i saluti del padre e del fratello che, qualche metri dietro di loro, dicevano di stare andando a fare una passeggiata - Per questo hai detto che poteva essere l’ultima volta che ci vedevamo…

Keiko annuì lentamente. – Non ti preoccupare, anche se non so quando giungerà il mio momento, posso dirti con certezza che sono assolutamente fiera di te, Yoh. E questo mi appaga a sufficienza, anche se 39 anni mi sembrano ancora pochi per una vita, al giorno d’oggi…. Hai… trasformato Hao, ed è una cosa magnifica. Ora non mi sento più in colpa per avervi generato! – disse, ridacchiando sotto i baffi per la sua ultima affermazione.  Poi abbassò di colpo la mano che le copriva la bocca secondo la buona usanza delle donne quando ridono e continuò. – In realtà, adesso sono molto più sollevata, davvero. Sapere che Hao non tormenterà più ne la nostra famiglia ne gli altri sciamani..

- E tutto il mondo – puntualizzò il figlio.

- E, sì, tutto il mondo, è davvero un grande sollievo. Una soddisfazione, poi, sapere che è merito tuo.

Yoh incrociò il suo sguardo. – E’ merito tuo, non mio. Tuo, di papà, dei nonni e dell’infanzia felice che mi avete fatto avere. Grazie.

Entrambi distolsero lo sguardo. Lei si mise a fissare le nuvole che scorrevano veloci nel cielo celeste, lui invece abbassò gli occhi impuntandosi su un filo d’erba spezzato. Poi si alzò in piedi, di scatto, come se fosse stato folgorato da un fulmine. – Puoi restare qui da noi fino a che… beh, per quanto vuoi! Non devi per forza tornare dai nonni, resta qui… con me… di tempo ancora ce n’è, no? Ti prego, resta!

Keiko distolse l’attenzione dalle nuvole molto lentamente, quasi svogliatamente. Sospirò dolcemente al figlio, che la guardava impaziente di una risposta, rosso in volto.– Mi spiace dirlo, Yoh, ma tu stesso mi hai dimostrato che non è più tempo di avere la madre sotto lo stesso tetto. Sei grande, ora, e devi continuare da solo. Non fraintendermi, lo sai benissimo che io darei tutto quello che ho pur di rimanere con te ancora un po’, ma non dev’essere così. Non sei un bambino, devi capirlo.

Il vento li sorprese un’altra volta. Yoh aveva quasi le lacrime agli occhi, dentro di se diceva, urlava, “No… no!”, ma più in fondo all’anima sapeva che sua madre aveva ragione, ancora una volta. La voleva ancora con lei, improvvisamente si sentiva come se non avesse passato abbastanza tempo con lei. Si sentiva persino un bimbo sperduto, in qualche meandro dell’anima.

Chinò il capo ed annuì a forza, mentre la madre si alzava e lo abbracciava teneramente, come non si ricordavano di aver mai fatto. Yoh tirò su col naso e cinse a sua volta le spalle di Keiko, rendendosi conto che era alta poco più di lui. Da piccolo aveva sempre fatto a gara con i nonni a vedere chi era più alto, mentre lei, lei era sempre stata molto più alta di lui, l’aveva sempre superato.  

Rimasero lì in quella posa, immobili, per una quantità di tempo che nessuno era in grado di distinguere. La si poteva definire anche una posa comoda, appoggiati e stretti l’uno all’altra senza che niente e nessuno interferisse in alcuna maniera. Poi una foglia cadde dall’albero dietro di loro e l’incanto si ruppe. Keiko salutò il figlio e s’incamminò verso l’ingresso della casa, lasciandolo solo in giardino.

Sua madre sarebbe morta, e lui non avrebbe potuto farci niente. A che era valso, dunque? A che era valso tutto, tutto! Gli allenamenti, il torneo… tutto era finalizzato a vivere in tranquillità, in famiglia. Sarebbe rimasto con i nonni, un fratello e il padre. Niente madre.

Poi un pensiero che si stava sviluppando da un po’ giunse a termine e lo spinse a chiedere: - Mamma! Non puoi guarirti? Con un’operazione, o qualcos’altro…?

La donna era appena sull’uscio quando sentì la voce del ragazzo. – Sì, in teoria sì. In pratica no, è troppo costoso.

Quelle parole colpirono duramente Yoh rompendo qualcosa di sconosciuto, che s’infranse dentro di se in silenzio, come una brocca di vetro.

Keiko varcò l’ingresso e si sedette in cucina, dove Anna stava guardando un telefilm.

Yoh attese ancora in giardino, frullando il cervello quasi letteralmente per cercare soluzioni possibili e realizzabili che avrebbero potuto sottrarre sua madre da quel destino.

- Non c’è niente che tu possa fare. Sono operazioni molto costose.

Si voltò di scatto: la figura trasparente del suo spirito custode era alle sua spalle, con la sua aria fiduciosa e rasserenante velata da inevitabile tristezza.

- Tu dici? Non c’è alcun modo per guadagnare i soldi che servono?

Il samurai annuì, poi gli disse la somma esatta che gli aveva riferito Mikihisa durante il loro incontro prim’ancora che entrasse in casa quella mattina.

- Sono sempre l’ultimo a sapere le cose, eh? – ribatté stizzito lo sciamano, guardandolo sottecchi – Una cosa così importante, poi!

- Oh, ti prego Yoh! Non fare così, proprio perché è importante non te lo abbiamo detto noi ma tua madre in persona! Ti prego, metti da parte l’orgoglio, sei comunque un bambino, dopotutto…

- Stai scherzando! Io non sono un bambino, chiaro!?

- Ah sì? – incalzò Amidamaru. Voleva vedere dove sarebbe andato a parare il suo padrone.

- Sì, ormai sono grande, ho sedici anni e la notte scorsa sono diventato un uomo, quindi non trattarmi più come un bambino!

Lo spirito inarcò un sopracciglio. – Sei diventato uomo? Ma se non hai nemmeno la barba!

- Cosa c’entra, quella varia da persona a persona!

- E allora?

- Pensavo lo sapessi, dalle urlate che ha fatto mia madre.. lo avrà sentito tutto il vicinato!

- Ma che cosa!

- Che ho fatto sesso con Anna! Ma tu dov’eri? Anzi, è da un po’ che scompari per giornate intere, senza farti più vedere…

Amidamaru rimase così tanto di stucco nell’apprendere l’avventura di Yoh che non fece caso a ciò che gli aveva chiesto subito dopo. Ma mentre lo fissava in volto, riusciva a leggergli negli occhi una scintilla tutta nuova, matura.

Annuì e scomparve.

- EHI! Non mi hai risposto! – protestò lo sciamano al vento.

 

- Anna, sappi che sono davvero contenta. Per te e mio figlio, certo non avrei pensato che la scintilla fosse già in azione, ma sono soddisfatta del tuo compito. Sei sempre rimasta al suo fianco, e te ne sono grata.

Posò la tazza di infuso alle erbe che le aveva preparato la ragazza e sorrise. Anna era di fronte a lei, seduta dall’altro lato del tavolino ma non stava sorridendo. – Mi piacerebbe poter contribuire alla spesa dell’operazione. Purtroppo la mia famiglia mi ha lasciata senza dote, e non possiedo null’altro che me.

- E’ più che sufficiente. Per me, il modo migliore di andarsene è senza lasciar nulla in sospeso, e sono contenta che sia così. Quanto ai giorni che mi rimangono.. – tossicchiò un poco, coprendosi la bocca con la mano – Li passerò come se non ci fosse questo spiacevole epilogo, come se dovessi semplicemente pensare a cosa cucinare la sera o dove andare per le vacanze estive. A proposito, tu e Yoh avete già pensato a dove andrete? Porterete con voi anche Hao?

Anna sorrise. – Non credo che lui muoia dalla voglia di venire al mare con noi. Comunque, non abbiamo ancora deciso nulla. Mi piacerebbe andare fuori dal Giappone, però. Dopo il torneo, questo paesaggio mi sta un po’ stretto, non mi spiacerebbe vedere nuovi orizzonti.

- E come ci andrete?

- Con l’oversoul di Amidamaru, è il mezzo più rapido ed economico. Sempre che lui e Yoh non litighino ancora… ultimamente non vanno molto d’accordo, più o meno da quando lui ha messo in atto il suo piano per assomigliare ad Hao.

- E non sono in sintonia?

- Esatto. Nonostante questo, Yoh continua ad aumentare le sue abilità spirituali.

- A discapito del fratello, però.

- Sì… infatti..  temo che dietro al rapporto instabile di Yoh e Amidamaru ci sia proprio questo ìtrasferimento’ di furyoku.

Tacquero. Dall’ingresso si udirono voci, poi passi distinti. Si muovevano lentamente, quasi all’unisono ma si sentiva perfettamente che erano due persone, una più leggera dell’altra. Poi se ne aggiunse una terza, dello stesso peso di quella più leggera.

Hao, MIkihisa e Yoh entrarono nello stesso istante in salotto. Tutti e tre sorridevano. Keiko non lo diede a vedere, ma anche lei era radiosa. Yoh se n’era fatta una ragione e si stava riprendendo. Doveva aver compreso.

- Abbiamo tutti una grande notizia! – annunciò Mikey, allargando le braccia e indicando se stesso e i ragazzi – Hao ha suggerito di fare razzie e saccheggi nei villaggi di campagna per sostenere la spesa dell’operazione e io e Yoh abbiamo aderito all’idea! Contenta, tesoro?
Anna sputacchiò un po’ di tisana, finendo quasi per strozzarsi; riacquisita la sua solita flemma, poi, continuò a sorseggiare altezzosa la bevanda fingendo di non aver sentito quell’idiozia.

Keiko, invece, se la prese a cuore e li sgridò severamente anche solo per aver pensato una cosa del genere, ma ben presto si accorse di esser stata presa in giro. – Ah, ma io… Lo sapevo, non potevate prendere sul serio una simile idea!

E il resto della giornata passò dolcemente, senza intoppi ne amarezze, come i tre giorni successivi. Una sera fecero persino un gioco di società preso da un programma in tv, con quasi le stesse particolarità del quiz. Mentre giocavano, la conversazione, da discorsi del più e del meno, piombò radicalmente nel problema di Hao. Yoh era curioso e non era riuscito a trattenersi per una conversazione privata. Perlomeno, aveva avuto il buon gusto di parlarne telepaticamente.

Perché ti preme tanto, il problema è mio”, aveva risposto acido l’omnyoji, guardandolo sprezzante.

“ Beh, sai com’è… sei mio fratello, e poi la cosa riguarda anche me, non credere!”

Naturalmente, bloccarono il gioco non appena le loro menti si toccarono. Anna comprese subito cosa stessero facendo, ma i due adulti no. Non erano abituati a quelle conversazioni invisibili e vennero bloccati dalla ragazza non appena cercarono di interferire. – Stanno parlando in privato – disse lei, scostando una ciocca di capelli biondi dal viso per farlo risaltare in tutta la sua freddezza – Ultimamente fanno così, invece che appartarsi s’impuntato nella telepatia. E’ una noia quando lo fanno, ma il bello è che non si accorgono più di nulla che accade intorno a loro!

- Pensavo che solamente Hao avesse quel potere – puntualizzò Mikey, sistemando le sue carte in mano – Poi mi ha detto che Yoh lo ha scoperto così, senza accorgersene e io non ci ho creduto.

- Se continuano per più di un’ora, verrà mal di testa prima ad Hao e poi a Yoh, per poi diventare entrambi di un carattere impossibile – continuò Anna.

Keiko li contemplò a lungo. In realtà li stava guardando e non lo stava facendo. Vedeva i suoi piccoli neonati nel loro primo giorno di vita. Ogni volta che ci ripensava, non arrivava mai allo spiacevole momento in cui il maggiore dei due aveva richiamato il suo spirito del fuoco per andarsene via, senza farsi più rivedere per tredici anni. Preferiva modificare il ricordo in modo tale da vederli assieme, anche se tutto era accaduto quando Yoh ancora non era uscito alla luce.

Vide poi, nel presente di quella serata in salotto, Hao sollevare la testa di scatto, come folgorato, per poi voltarsi con espressione stupita verso di lei. Keiko sentì i suoi occhi accesi come il fuoco fin dentro l’anima: erano esattamente come quell’ultimo sguardo prima che se ne fosse andato, come quel saluto silenzioso da neonato.

E lui lo sapeva. Malgrado i ricordi della donna non fossero pensieri leggibili, e lui stesse litigando col fratello, le loro menti si toccarono e Hao sentì i sentimenti di Keiko Asakura direttamente nella sua anima. Come prima cosa sentì il suo amore, denso e profondo come  non lo aveva mai sentito dentro di se. In quel momento, l’omnyoji tornò a pensare alla sua vera madre. Era da allora, dall’epoca in cui viveva con lei, che non sentiva un calore simile. Anche la vicinanza con Yoh e l’intesa con Mikihisa ottenuta quel pomeriggio erano sentimenti molto forti, caldi e rassicuranti, ma non erano minimamente paragonabili a ciò che stava sentendo in quel momento.

Si voltò verso il fratello e comprese. Lui aveva sempre avuto quel calore, ed era in parte anche quello ciò cui anelava quando diceva che voleva unirsi a lui. Voleva divorare il suo spirito quando la sua abilità fosse arrivata al limite, per poi diventare Shaman King. Voleva la sua forza d’animo, voleva quel sentimento, quella stretta al cuore.Comprese anche cosa significasse stare in una famiglia: era quel bellissimo sentimento che stava provando mentre giocava, anche se di malavoglia, ad uno stupido gioco di società. Cosa gli era stato privato per tutta la vita, per tutta la sua millenaria vita! E lo stava scoprendo ora che quella fantastica donna lo stava per lasciare…

Scosse la testa e si preparò a parlare. Sapeva perfettamente che quello che avrebbe appena detto avrebbe rotto il silenzio in una maniera a dir poco clamorosa.

- Ripensandoci, in effetti una maniera per salvare Keiko c’è. E non è fare razzie. – spostò lo sguardo su ogni volto in quella stanza, godendo della loro impazienza e del loro stupore – Non so se ve lo ricordate, ma io sono ancora uno sciamano di grandissimo livello, in grado di utilizzare tecniche mai viste prima. Ho anche appreso, fra le altre tecniche, il Cho Senji Ryakketsu. La tecnica della risurrezione.

Una scintilla si accese in ognuna delle loro menti, meno che in quella di Yoh.

- Ma.. – disse – Così la mamma dovrà morire comunque…

Hao socchiuse gli occhi, guardandolo di sbieco. Il fuoco nelle sue iridi non era più letale, ma comunque raggelante. – Beh, no. Questo solo nel caso non riuscissimo a fare in tempo, l’ho detto per non far svanire le speranze: la resurrezione esiste. Ed è provato, tu stesso, Yoh, sei tornato dall’Inferno una volta.. e Ren circa tre, se non mi sbaglio.

Anna posò sonoramente le carte sul tabellone. – Molte volte, invece, sono state curate le ferite direttamente con questa tecnica. Non puoi fare lo stesso?

- No – rispose l’altro, pacato come sapeva sempre essere – Quelle che si curano sono ferite della carne, e a parte il medico che ha diagnosticato il cancro a Keiko, questa non è una ferita esterna. Almeno fino ad ora. Possiamo aspettare il momento in cui il malore cominci a manifestarsi anche esternamente e poi curarla del tutto. Non male come proposta, eh?

Hao lo aveva detto con aria beffarda, come se stesse gabbando tutti con il suo modo di fare, come se nessuno ci avesse potuto pensare all’infuori di lui. Keiko si alzò in piedi lentamente, poi sembrò svenire mentre il suo corpo dolcemente ed improvvisamente crollava giù, ma in realtà stava semplicemente cercando di cogliere di sorpresa il figlio maggiore per abbracciarlo di gioia. Sapeva bene che un gesto simile lo si poteva fare con degli amici o dei bambini, ma non ci pensò su molto: voleva bene ad Hao, in quel momento più che mai. Lo strinse con forza pari all’abbraccio nel pomeriggio con l’altro figlio, Yoh, e il suo volto bagnò di lacrime la camicia del ragazzo che, impietrito, non muoveva un muscolo e rimase senza fiato. Felicemente senza fiato.

- Grazie… -singhiozzò lei, avvinghiandolo sempre di più – Grazie Hao, figlio mio…

 

- Lo sai.. – chiese Anna mentre sollevava il lenzuolo per entrare nel letto – Lo sai che cosa mi ha detto tua madre mentre mi salutava, prima di partire con Mikihisa?

Yoh rispose con un cenno del capo. – No, che ti ha detto?

- Che è contenta di noi due – spiumacciò il cuscino con forza – E che è convinta che sarò una buona moglie, e un’ottima madre.

- Addirittura! – esclamò l’altro da sotto il letto, in missione per ritrovare il calzino scomparso – E nient’altro? Che magari ti vedrebbe  bene come imperatrice del Giappone, no?

Quando riemerse, un cuscino lo atterrò senza preavviso. – Non mi credi? – ribatté acida lei, senza scomporsi per la botta che il suo ragazzo ha ricevuto cadendo all’indietro.

- Ma certo! Certo che sì, Anna, è che… niente. Anch’io sono sicuro che un giorno saremo una splendida famiglia…  Perché è convinta che sarai una buona madre?

- Ottima – precisò l’altra, prendendo al volo il suo cuscino per poi rimetterlo a posto e sdraiarsi nel letto – Ha detto che se sono riuscita a migliorarti così tanto semplicemente con la mia determinazione, posso benissimo crescere figli diligenti e obbedienti senza problemi. Il che la renderebbe ancora più orgogliosa.

- Oggi praticamente non ha detto altro.. almeno dopo la strillata di stamattina!

Entrò anche lui nel letto, rievocando, senza nemmeno accorgersi, le gesta della notte precedente. Anche la ragazza sdraiata al suo fianco ci stava pensando, ma con malinconia. Mentre rigirava tra le dita una bretellina della camicia da notte, si disse che non riusciva a pensare a niente di più bello, e che probabilmente non lo avrebbero mai più fatto così.

Yoh si voltò su un fianco non appena sentì nei pensieri di lei quella sensazione spiacevole e dilatò la mente per cogliere i pensieri di Hao dall’altro lato del piano che si arrovellavano sul concetto di ‘madre’ e di ‘famiglia’. Probabilmente, prima o poi anche lui avrebbe trovato la ragazza della sua vita e avrebbe rimediato a quel vuoto che lo aveva sempre tormentato. Quando però Hao si accorse che i suoi pensieri non erano più cosa privata si mise a ridacchiare e disse una frase che lasciò molte rogne nel cervello di Yoh. “Non crederai che in mille anni io non abbia mai lasciato nulla dietro di me! E’ solo che… per i miei scopi, l’avevo dimenticato.”

Restrinse il raggio della telepatia alla stanza in cui si trovava in quel momento, la camera da letto matrimoniale che un temo fu dei suoi genitori. Percepì la presenza certa di Anna, oltre alla propria. Ma ne percepì anche una terza, molto debole e quasi inpercettibile.

Si mise di scatto a sedere, ruotando gli occhi attenti e vigili per tutta la stanza. Non c’era nessuno, oltre a loro due.

Ma allora di chi era quella flebile presenza?

Cercò di seguire la sua traccia con molta attenzione, ma ogni tanto scompariva per poi ricomparire alla sua destra. Si voltò: ancora una volta, vide solo Anna.

- Che c’è, Yoh? – chiese lei con voce assonnata, sentendo l’inquietudine del fidanzato.

Lui non rispose per non perdere ancora il contatto. Dilatò al massimo delle sue capacità la mente e continuò a scrutare ogni centimetro della stanza.

Poi, ricondotto ancora una volta nel suo inseguimento nel luogo in cui Anna lo fissava stralunata, comprese. La fissò a sua volta, poi fissò il lenzuolo che la copriva, concentrandosi in un punto ben preciso del suo corpo sottostante. In un’altra stanza della casa, sentì Hao ridacchiare.

- Anna - disse, mentre un sorriso gli si illuminava in volto – Tu... hai già fatto il test di gravidanza?

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Bene! Siamo giunti al termine di questa FanFiction che mi ha impegnata dal 30 gennaio 2006!

Non so ben definire questa fine, quindi dirò soltanto che per me la fine migliore è quella che porta ad un nuovo inizio e qui, miei cari lettori, c’e n’è più d’uno! ^^

Come mi sento sollevata! MI è piaciuto molto anche il finale, con l’ultima frase rimasta così in sospeso… già già! ^___^

Naturalmente, ma è quasi palese, devo ringraziare voi tutti, lettori e recensori, per l’enorme ed insperato sostegno che mi avete fornito durante tutta la stesura della fic! GRAZIE!!! GRAZIEEEEEEEEEEE!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Non so proprio come avrei fatto senza di voi! Ç__ç E la fic è già finita… un po’ di malinconia me la lascia dentro, devo dire… prima mi avvicinavo al pc e dicevo: “ devo aggiornare Twin Spirits!” e ora… devo aggiornare molte altre fic, certo, ma non più questa!

Beh, era naturale. Prima o poi, si finisce. Magari un giorno farò un sequel

Ma bando ai sentimentalismi, ringraziamo questa enorme folla di sostenitori! MI avete fatto raggiungere l’apice del successo, non avevo mai ricevuto così tante recensioni in una fic sola, senza contare questo capitolo sete arrivati a 99 recensioni! Roba da capogiro per una piccola crapa come la mia! Come vi posso ringraziare? Ci sono! Elencherò tutte le povere anime che mi hanno recensita (anche solo una volta) dalla prima all’ultima comparsa!

Ancora grazie! Non immaginate quanto sia importante il sostegno dei lettori!

 

 

a special thanks to:

Mao chan

Miya

Lunetta

kristin

shin-shi

Elie_chan

Yoru

Kia&AlterEgo

Miyu chan

Rachele

Francesca Akira89

Nuwanda

MorganIce

Nanau

Didith

Lady Antares D.L.

Ayako-Chan

inuyashalove

nagoya

didiblack

lucy-92

merryluna

yohandanna

Scintilla

 

 

 

...

 

Mi fate commuovere... ditemi voi se c’è il bisogno di un sequel, io non lo so! Se però il finale di questa fic è enigmatico come quello del manga… lo scrivo subito! ^^

 

Baci,

Shark Attack

 

 

 

 

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TWIN SPIRITS

 

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                THE END!

 

 

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