Your smile, it's air for me

di _Nems
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Welcome home little Nems! ***
Capitolo 2: *** No Justin,no party! ***
Capitolo 3: *** C'mon girl ***
Capitolo 4: *** The party don't stop! ***
Capitolo 5: *** E'.. E'lui? ***
Capitolo 6: *** I like the water.. do you like the water? ***
Capitolo 7: *** Proprio adesso? ***
Capitolo 8: *** Fame monster ***
Capitolo 9: *** Wazzup, mom? ***
Capitolo 10: *** A qualcuno serve uno strizzacervelli? ***
Capitolo 11: *** Mille pensieri e parole ***
Capitolo 12: *** Io basita. ***
Capitolo 13: *** Forse non avresti dovuto dirlo. ***
Capitolo 14: *** Rumors spreading 'bout this other girl ***
Capitolo 15: *** Scusa, puoi ripetere? ***
Capitolo 16: *** BFF, what else? ***
Capitolo 17: *** San Valentine sucks. ***
Capitolo 18: *** What the hell are you doing here? ***
Capitolo 19: *** Scappare, si può? ***
Capitolo 20: *** That should be me. ***
Capitolo 21: *** Happy B.Day? ***
Capitolo 22: *** Una gelosia biforcuta. ***
Capitolo 23: *** Lettere d'amore ***
Capitolo 24: *** Sesto senso ***
Capitolo 25: *** That's ok. ***
Capitolo 26: *** Justin B-Day! ***
Capitolo 27: *** WTF?! ***
Capitolo 28: *** Auguri,Nems. (Part 1) ***
Capitolo 29: *** Auguri,Nems. (Part 2) ***
Capitolo 30: *** Auguri,Nems(Part 3) ***



Capitolo 1
*** Welcome home little Nems! ***


Sola. Mi trovavo in mezzo al cortile della scuola con la borsa in spalla, sul naso avevo i miei ray ban a goccia con la montatura dorata e le lenti nere. Indossavo un giubbotto di jeans che, devo dir la verità, aveva già vissuto il fior dei suoi anni. Storsi la bocca in una smorfia, in mano avevo un foglio con gli orari ed il mio numero e codice di armadietto. Alzai lo sguardo e scordi un sacco di gruppetti di ragazzi e ragazze. Io mi giravo e rigiravo invece. Ho vissuto in Italia tutta la mia infanzia ed ora come una pazza avevo convinto i miei genitori a trasferirsi in America. USA esatto. Non conoscevo nessuno e mi sentivo parecchi sguardi addosso mentre con le cuffie nelle orecchie ascoltavo un po' di musica italiana. Mi giungevano seppur flebili dei bisbigli. Non colsi bene nessuna delle parole. Gli americani parlano davvero, davvero tanto veloce. Ero seduta ad un tavolo di legno, in una parte isolata del cortile. Sgranocchiavo patatine e mi appuntavo qualche cosa sul mio block notes. Sentii una mano sfiorarmi la spalla e poi poggiare l'altra mano sull'altra spalla. Sobbalzai e con un tonfo secco poggiai il mio Ipod Touch sul tavolo. Tirai su i miei occhiali e li intrecciai tra i capelli a mo' di cerchietto per vedere meglio la persona che mi trovavo davanti. Una ragazzina perfetta all'apparenza, capelli castani molto lunghi e mossi, i quali alla luce prendevano delle sfumature bionde. Mi fece un sorriso caloroso, ed i suoi occhi blu sorrisero con lei. Guardandola più attentamente non era perfetta, la sua pelle era lievemente lucida e faceva risaltare ancora di più quelle poche lentiggini che le puntellavano il viso. Si era seduta a cavallo della panca e aveva poggiato le mani in mezzo alle sue gambe.
-Ciao!-
Mi disse piano e dolcemente. Il mio sorriso spontaneo mi illuminò il volto e risposi di conseguenza.
-Ciao!-
I miei capelli erano legati in due treccine, ma essendo scalati sfuggivano all'elastico e mi davano un'aria più casual e naturale. I ciuffetti che mi solleticavano il viso furono spostati e messi dietro le orecchie dalla mia mano veloce e sottile. La ragazza mora mi sorrise ancora e mi porse la destra.
-Sono Caitlin piacere- Piegando un po' la testa di lato continuò.
-Sei quella nuova?- Gli occhi le si socchiusero lievemente. Io mi tolsi entrambe le cuffie dalle orecchie e strinsi la sua mano con dolcezza.
- Si, piacere mio Noemi!-
Sorrisi, un po' nervosa. Non sapevo davvero cosa aspettarmi ora, da quella giornata.Dal mio primo, vero giorno in America. Con un movimento svelto posai nella mia borsa il block notes e mi rivolsi completamente a Caitlin. Cercai di mettere da parte la mia timidezza. Non ero in condizione di rifiutare un'amicizia. La mora sorrise ancora e si mise dietro le orecchie una ciocca castana di capelli.
- Perchè non vieni con me? Ti presento i miei amici, così ti fai conoscere un po' meglio-
Mi prese una mano come per invitarmi ad alzarmi. Il suo sguardo era rivolto verso un gruppetto di ragazzi poggiati ad un muretto. Io seguii il suo sguardo e mi morsi il labbro inferiore.
-Sarebbe grandioso!.
Dissi mostrando il mio grandissimo entusiasmo.
- Dai vieni! -
Si alzò e mi aiutò a posare le poche cose che erano sul tavolo nella borsa, meno che l'ipod. Iniziammo ad incamminarci, guardavo un po' in giro. Tutti sorridenti ed allegri. Poi mi fermai su Caitlin che armeggiava con il mio Ipod.
- Che musica hai? Oddio, chi è Vasco Rossi? Ehm.. ma Tiziano Ferro non è quello che ha cantato con Kelly Rowland? -
Una raffica di domande mi fece andare nel panico. Mi trovavo bene a parlare inglese, ma con lo slang americano era tutto più difficile.
-Scusa, puoi ripetere? Non ho afferrato! - Abbassai lo sguardo ed un po' mi vergognai, le mie gote si tinsero di rosso, in modo lieve ma lo fecero.
- Oh scusami tu Noemi, davvero! Sono una frana in queste cose.. mi devo ricordare che sei italiana! Prometto di parlare meglio, giuro! - Incrociò le dita davanti a me, a mo' di promessa io le sorrisi e chinai leggermente la testa su un lato, poi mi spostai dal viso un ciuffo ribelle.
- Chris! Vieni qui dai.. mi dai un sorso della tua bibita? -
Urlò Caitlin davanti a se. Alzai lo sguardo e vidi un ragazzo poggiato con la schiena ad un muretto.
- E fai sentire questa ragazza a suo agio.. lo sappiamo che sei bravo in queste cose! -
Cait lanciò un'occhiata maliziosa alle amiche li intorno, erano tre. Poi la mora diede una gomitata al ragazzo e gli schiacciò l'occhio. Il tale ragazzo era sul metro e 75, i capelli castani gli incorniciavano il viso. Al mio arrivo si pose in piedi e si sistemò con una mano i capelli.
- Sei una scema Cait! Chissà ora cosa pensa la nostra new entry.. -
Mi porse la mano e io la strinsi sempre con delicatezza.
- Sono Chris e.. non sono così scemo come descrivono!-
Mi scappò una piccola risata, poi guardai Caitlin che si stava specchiando al di là del muretto, dove vi era una Ferrari parcheggiata.Si voltò poi verso di me e sorrise.
- Ragazzi lei è Noemi, è italiana! -
Disse con enfasi. Io la guardai, sorrisi. Il sorriso voleva significare "grazie". Almeno non avrei dovuto ripetere il mio nome e la mia provenienza per diverse volte. Una voce squillante interruppe il flusso dei miei pensieri.
- Allora un giorno ci inviterai tutti a casa tua per mangiare un bel piatto di spaghetti!-
Era una rossa a parlare. Piuttosto minuta con le lentiggini e gli occhioni verdi. I capelli erano lisci come seta portati all'indietro da un cerchietto Burberry.
- Che maleducata che sono! Mi chiamo Violet-
Fece un cenno con la testa e sorrise. La seguirono a ruota le due ragazze che fino ad ora non avevano parlato.
- Io sono Scarlett-
Una bionda svampita mi salutò con un cenno della mano.
- io Daisy-
Questa invece aveva i tratti orientali. Capelli neri e liscissimi ed occhi a mandorla anch'essi neri. La sua corporatura era ancora più esile delle altre. Caitlin si era isolata per qualche minuto con Chris ed aveva reagito sentendo la parola "spaghetti".

- Uuuh, uno dei piatti preferiti di Juss!-
Battè le mani due volte contenta poi mi fece l'occhiolino. Io sorrisi. Poi pensai, c'era una cosa che sembrava strana. Chi era Juss?
- Approposito, dov'è Juss?- Chiese Chris guardandosi intorno. Poi si rivolse ad un ragazzo moro e riccio, con gli occhi azzurri.
- L'hai visto, Jake?-
Gli diede una gomitata, poichè era immerso nella lettura di un libro.
- Comunque lei è Noemi-
Chris fece un cenno col la testa verso di me, lasciando muovere liberamente i castani capelli. Il ragazzo dagli occhi azzurri mi si avvicinò per stringermi la mano sorridendo.
- Jake- Mi disse e io risposi come una cretina il mio nome. Ma che diamine di nome è^ Scarlett, Jake Violet.. questi sono nomi! WTF (xD)
Caitlin mi fece cenno di sedermi vicino a lei ed alle altre ragazze perchè fino a quel momento ero rimasta in mezzo al cerchio con una meravigliosa Ferrari alla destra. Beh certo è normale.. una Ferrari?!
- Questo è un vero gioiellino italiano!-
Dissi guardando con ammirazione l Ferrari rossa. Violet emise un suono di consenso. Rimanemmo in silenzio per qualche secondo quando improvvisamente un cellulare incominciò a squillare. La suoneria era "Not Afraid" Di Eminem.
- Diamine è il mio! -
Sbottò Caitlin saltando giù dal muretto con agilità. Si avvicinò alla Ferrari e vi guardò dentro. Un qualcosa vibrava e si illuminava nel sedile posteriore della macchina.
- E' nella macchina di Juss! Le chiavi le ha lui.. se è mia madre e non rispondo non mi farà andare nello studio di registrazione insieme a voi!-
Queste parole mi rimbombarono in testa. Studio di registrazione? Macchina di Juss?
- Ehm scusate la curiosità.. ma chi è Juss?-
Chiesi perplessa alzando il sopracciglio destro e passandomi la lingua sulle labbra.
- Oh vero, non te lo abbiamo detto. Justin! -
Disse Scarlett con un'aria di chi è appena scesa dalle nuvole. Gli occhi castani mi sorridevano, ma io abbassai lo sguardo contemplando le mie favolose converse.
- Justin è un altro della crew.. solamente è.. un po' impegnato.. -
Esordì Violet, poi con uno sguardo di chi è nel panico, guardò Chris, come per cercare qualcosa da dire. Daisy scoppiò a ridere.
- Si, impegnato a non farsi inseguire!-
Si mise una mano davanti alla bocca e al naso e continuò a ridere. La risata fu contagiosa e dopo poco rimasi l'unica seduta sul muretto perplessa, con un sorriso nervoso dipinto in viso.
- Non sto capendo.. -
Il mio sguardo saltava di ragazzo in ragazzo, poi si fermò su Caitlin.
- Non preoccuparti, capirai più tardi. Ora, chi ha una forcina? Devo scassinare la macchina.. -
Qualcosa di inquietante balenò negli occhi della mora, ma subito rise rendendo la situazione esilarante.
- Eccola - Disse Chris imitando la voce di un gay. Risi di gusto ma poi Scarlett gliene porse una sbuffando. Che non fosse già successo altre volte? Jake si mosse, posò il libro nello zaino e lo mise in spalla.
- Vado a cercare Justin.. ah anche dimenticato la sua "pupa" da me.. -
Mi guardò poi
- E' stato un piacere-
Sottovoce sussurrai a Daisy
- Pupa?-
Daisy per poco non rise, si mise una mano davanti alla bocca e parlò.
- La sua chitarra..-
Annuì e lo feci anche io, accompagnandolo con un sospiro.
- Odio quand'è così occupato..-
Sbuffò Caitlin. Mi guardò e mi fece uno sguardo scocciato, quasi esasperato. Gettò indietro la testa e sospirò, poi tornò in se scuotendo la testa.
- Abbiamo dieci minuti prima dell'inizio dell’ultima ora, ti mostro un posto!-
Alzò le sopracciglia euforica. Scesi dal muretto facendo attenzione a mettere i piedi dritti.
Scesi dal muretto, facendo attenzione a mettere i piedi dritti.
- A dopo ragazzi, se arrivo in ritardo copritemi voi! -
Gli disse sospirando. Io salutai con la mano e mi chiusi nelle spalle.Corrucciai le sopracciglia, non sapevo dove aveva in mente di portarmi Caitlin. I ragazzi risero e dopo risposero a Cait.
- No problem! A dopo ragazze..

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Capitolo 2
*** No Justin,no party! ***


Disse Chris e salutò con la mano.Lasciammo li il gruppetto e Cait mi portò su una collinetta nascosta, dietro l'ingresso principale della scuola. Il prato era incredibilmente soffice e verde. l'odore dell'erba mi deliziava le narici e chiusi gli occhi per qualche secondo. Mi accorsi dopo che Caitlin era sdraiata a terra con la borsa sotto la testa. La imitai e cominciai a guardare il cielo e il cambiamento delle nuvole. Gli uccellini cinguettavano una deliziosa melodia. Dopo poco aprii gli occhi, credendo che fosse tutto come in un film. Non è che qualche uccellino birichino aveva intenzione di lasciar cadere dal cielo qualche sorpresina? Rimasi con gli occhi socchiusi allora, sempre attenta.
-Che bello qui-
Dissi. Mi venne naturale quasi fosse necessario dirlo. La mora non rispose, sentivo solo il suo respiro regolare e leggero.
- Sei nervosa?-
Mi chiese aprendo uno degli occhi blu e guardando verso di me.
- Sinceramente? Parecchio!-
Mi sfuggì una breve risata, poi piegai le gambe poggiando tutta la pianta del piede al terreno.
- Justin è un bel bocconcino..-
Si lasciò sfuggire Caitlin, subito dopo tossì nervosamente.
- Non so, me lo vuoi dire tu? Cos'ha questo bel bocconcino? -
Dissi imitando la sua voce. Era una cosa ovvia, palese. Fremeva dalla voglia di dire qualsiasi cosa le passasse per la mente su Justin. Voleva liberarsi, io l'istigai.La mora occhi blu si stava mordendo il labbro inferiore, stava per scoppiare. Voltò il capo verso di me ed io la incoraggiai con un cenno.
- Pff..-
Fece un respiro profondo
- I suoi capelli sono castano chiaro, gli occhi color del caramello. Ha un naso perfetto, piccolino e dritto, una bocca da prendere a morsi ed un sorriso smagliante.-
Riprese fiato.
- Lui è tutto questo.. -
Sospirò, liberata di un grande peso.
- Mmm, non male..-
Dissi tanto per alleggerire la situazione. Rimanemmo in silenzio per almeno due minuti. Ebbi il tempo di canticchiare tutta Jingle Bells ( Non so perchè proprio questa, xD) in mente.Poi il silenzio venne interrotto.
- Stasera do una festa, vuoi venire?-
Lei accavallò le gambe, io mi sistemai la borsa sotto la testa.
- Sarebbe forte -
Sorrisi in modo che lei non poteva vedermi, sospirai.
- Ci sarà anche Justin?-
Chiesi incuriosita. Caitlin si mise di fianco verso di me.
- Senza dubbio! -
Schiacciò l'occhio, poi guardò l'ora. Gli occhi le si sgranarono e si alzò di scatto.
- Oddio, se non corriamo,faremo ritardo! -
Si spolverò i vestiti e raccattò la roba da terra. Mi aiutò ad alzarmi e iniziai a spolverarmi.
- Ricordati questo posto-
Mi disse con voce sognante e maliziosa. Con una mano mi sistemò i capelli.
- Che abbiamo ora?-
Corrucciai lo sguardo.
- Biologia.. -
Sbuffò. Lo disse tra i denti e lanciò lo sguardo al cielo. Poi andammo a passo svelto verso l'aula di biologia. Però il mio pensiero era rivolto ad altro. A Justin. Chi era? Era davvero un bocconcino? E per ultimo, ma non meno importante, cosa mi sarei messa quella sera?
L'ora di biologia passò in modo molto veloce per fortuna. Tra qualche sgridata e bigliettini scambiati con Violet. La mia compagna di banco era Caitlin che durante la lezione giocava con i miei capelli lisci. Rigorosamente piastrati con Imetec Bellissima.

- Come fai ad avere i capelli così lisci? Sono naturali? -
Mi sussurrò all'orecchio. Mi faceva tante treccine e poi le lasciava libere. Libere di sciogliersi o di rimanere acconciate.
- No, piastrati. Io sono riccia al naturale! -
Dissi sorridendo ma continuando a guardare davanti a me il professore, facendo finta di seguire la lezione. Alzò le sopracciglia sorpresa. Il professore si interruppe per chiedermi se avevo capito tutto, io annuii. Caitlin mi passò un fogliettino. C'era scritto " Davvero? Che forza!" Io disegnai una specie di cuore su un angolo del fogliettino.
La campanella suonò, annunciando la libertà. Trovammo fuori dall'aula Chris e Daisy, loro non seguivano il corso di Biologia, ad aspettarci.
- Ragazzi, si studia da me oggi?-
Chiese Jake che proveniva dal lato opposto del corridoio.
- E per la festa? Ci prepariamo da te?-
Chiese Scarlett porgendo il cellulare di Daisy a Cait e rivolgendosi proprio a lei.La mora annuì. Doveva inviare un messaggio alla madre, visto che il suo telefonino era ancora preso in ostaggio dalla macchina di Justin.
-Perfetto! Noemi, ci porti qualcosa di italiano?- Fece Chris,spostandomi una ciocca di capelli dal viso. Io mi guardai intorno e poi annuii consenziente.
Avevo l'armadietto vicino a quello di Violet e Caitlin mi ci accompagnò. Presi i libri che mi servivano per studiare. Cait mi prese per mano.
- Oggi vieni a pranzo da me.. poi andiamo da Jake! -
Caitlin urlò a tutti
- A dopo, da Jake! - Mandò baci ai presenti. Io salutai tutti con un grande ciao nella mia lingua.
- Ciaoooo!- Dissi in italiano e gli altri ricambiarono ridendo.
- Sole io e te, che emozione! -
Caitlin stava ovviamente scherzando. però era contenta. Avvisai mia madre con un messaggino, poi salì in macchina di Cait. La curiosità di conoscere Justin mi stava divorando.
La sua macchina era nera e non aveva il tettuccio. Mi abbassai gli occhiali che ancora tenevo impigliati tra i capelli castani.L'aria era ancora calda, e non vi era un grande vento. Accesi la radio e la sintonizzai sulla prima canzone decente che riuscii a sentire. Non conoscevo bene le stazioni e nemmeno i gusti di Caitlin per andare sul sicuro, quindi andai a caso. Questa volta mi andò bene. Cait prese a canticchiare con entrambe le mani sul volante. Per fortuna non era una spericolata anzi, la sua guida era piuttosto pacifica e non scombussolante.
- Abiti vicino alla scuola? -
Chiesi io voltandomi verso di lei ed abbassando un po' il volume della radio. Feci una smorfia, l'aria calda mi solleticava il viso.
- Si, siamo quasi arrivate. -
Mi rispose, mantenendo lo sguardo fisso sulla strada. 

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Capitolo 3
*** C'mon girl ***


Mi rispose, mantenendo lo sguardo fisso sulla strada. A quell'ora era tutto deserto.Eh si, alle 2 del pomeriggio non c'era praticamente nessuno per le strade; giusto qualche intrepido che giocava con il proprio skate o alcune macchine, presumibilmente studenti che tornavano a casa dopo la scuola.La mora accanto a me, parcheggiò in un vialetto, circondato da un giardinetto curatissimo. Si potevano notare alcune aiuole con primule e violette, altre con papaveri e tulipani. La casa era enorme, si scorgeva sul retro anche una piscina.I miei per quei primi giorni avevano affittato una suite in un albergo abbastanza caro, dovendo ancora terminare le procedure per l'acquisto della nuova casa. Io non avevo ancora avuto l'occasione di vederla. Nemmeno in foto, ingiustizia. Doppia. Aprii lo sportello e scesi dalla macchina, mettendomi in spalla la borsa e tirando sui capelli gli occhiali, nuovamente. Non si sa mai, magari sarebbero venuti incontro a Caitlin i suoi genitori e forse loro desideravano vedere in faccia la persona che accoglievano dentro casa. Non perchè la loro figlia sia una pazza, però beh.. non si sa mai. Tirò fuori da un taschino le chiavi di casa. Il portachiavi era a forma di orsetto, che teneva in mano una rosa. Armeggiava con varie cose in mano. Sobbalzai sentendo il rumore della chiusura della macchina.Antifurto incorporato? Forte!
- Vieni dai, i miei non mordono.. -
Mi disse scherzando, sorrise e io non riuscì a fare a meno di copiarla. In contro ci venne una donna bionda, dalla pelle piuttosto abbronzata e liscia. Giovane, sisi. Mi accolse con un sorriso materno.
- Ciao, io sono Tiffany la madre di Cait -
Mi poggiò le mani sulle spalle e poi le strofinò come per riscaldarmi.Caitlin salutò la madre con un bacio affettuoso.
- Mami lei è Noemi, una ragazza nuova della crew... è italiana! -
Disse tutto d'un fiato, e alla fine mi guardò per incitarmi a dire qualcosa. Ebbene si, ero rimasta impalata sull'uscio di casa Beadles.
- Molto piacere signora Beadles -
Sorrisi cortese e poi seguì Cait che mi tirava per un braccio. Il suo salotto era molto spazioso e luminoso. Le vetrate lo circondavano e queste davano sul giardino e sulla piscina. Le scale classiche delle case Americane a forma di Z. Di linoleum, di un colore simile al beige.
- Ti faccio vedere la mia camera!-
Annunciò infine la mora. Mi guardò con i suoi occhi blu. Entrammo in una stanza molto ariosa. Dei campanellini oscillavano facendo un rumore simpatico. Le pareti erano riempite di scritte e foto di lei con i suoi amici. Non mi soffermai a guardarle, più che altro l'attenzione la rivolsi verso il letto. Un bellissimo letto matrimoniale tondo. I cuscini erano di finta pelliccia bianca, come il tappeto che si trovava alla destra del letto. Vicino alla scrivania c'era una porta-finestra che dava sul terrazzo. Le tendine erano doppie. Un primo strato color viola, un secondo color rosa pallido, per far entrare più luce. Con un movimento svelto aprì le tende, ed io strizzai gli occhi perchè un raggio di sole mi colpì diritto in faccia.
- Colpita da un raggio di sole.. prendilo come un segno di buon augurio! -
Le scappò una risata e poi mi prese da sotto il braccio il mio giubbotto di jeans e la mia borsa. La buttò infine in una piccola stanza. Non ci avevo ancora fatto caso, era un armadio. Mi ci affacciai curiosa, e notai solo un gran disordine. Lo amavo, si di natura sono molto disordinata. Mi voltai verso la mai amica e alzai le sopracciglia sorpresa.
- Che ti metti stasera? -
Le chiesi prima di chiudermi nelle spalle. Io non avrei avuto il tempo di passare da casa, visto che di li a un'ora sarei dovuta andare da Jake per studiare prima del party.
- Non saprei, devo ancora decidere.-
Strizzò gli occhi e tirò fuori dall'armadio un vestitino verde militare, che si abbinava perfettamente alla sua abbronzatura.
- Penso questo però!-
Poi annuì, decisa.
- Ehm.. mi scoccia chiedertelo ma, potremmo passare da me prima di andare da Jake? Non ho nulla da mettere.. -
Mi stropicciai gli occhi, ancora un po' scossa da tutta quella luce che mi aveva accecato in un millesimo di secondo.
- Eh no no no, Neeemi.. tu ti metti questo.. -
Prese un vestito nero, a tubo, con una scollatura a cuore. Io lo presi in mano e lo rigirai, guardandolo.
- Non posso.. dai figurati.. -
Piegai la testa su un lato, e glielo porsi in modo infantile.Mi morsi il labbro inferiore e nella mia mente sfogliati tutto il mio guardaroba per trovare qualcosa di adatto.
- Non era una domanda, era un ordine. Una cosa già pensata prima.. -
Fece un gesto con la mano destra per indicare il prima. Io alzai il sopracciglio. Ma se prima nemmeno mi conosceva?
- Ok, deciso sul momento. Però è irrilevante. Ti metti questo. -
Lo disse con un tono a cui io non riuscii a dire di no. Mi sarei messa il suo vestito. Oddio, mi sentivo un po' una ladra a rubarle il vestito per una stupida festa. Più tardi concepii che non era affatto una stupida festa. Mangiammo veloce, del pollo che aveva preparato la madre di Caitlin. Andammo di fretta e furia da Jake. Parcheggiamo. Chris ci aspettava sull'uscio, poggiato su una spalla e con le braccia incrociate al petto.
Chris era poggiato all'uscio, batteva il piede per terra, però nel suo viso era dipinto un sorriso bellissimo.
- Ei bella! Sei venuta allora! -
Disse aprendo le braccia in avanti, per poi scuotersi i capelli castani con una mano. Mi guardai intorno. Parlava con me? Ovvio che parlava con me, che razza di idiota. Non c'era nessuno accanto, apparte Caitlin che lo stava salutando con un bacio sulla guancia. Mi avvicinai senza timidezza e ci scambiai un'occhiata. Sorrisi e poi lui si avvicinò e mi baciò le guance. Mi invitò ad entrare, prima di passare per il corridoio però lo aspettai e lo seguii.
- Allora Nems, precisamente da dove vieni? -
Chiese mentre attraversavamo un salone bellissimo con un caminetto.
- Di preciso? Sono di Roma, centro-italia! -
Spiegai cercando di essere precisa. Una porta-finestra dava sul giardino grande e sulla piscina. Un tavolo di legno era posto nel mezzo del giardino, tutti erano bel seduti, mentre Cait mi aspettava in piedi, tra due sedie.
- Forte! La capitale italiana, no?-
Lo guardai e sorrisi. Annuii. Era preparato. Che bravo.
- Vieniii, dai che per domani abbiamo solo matematica! -
Cait era impaziente di finire tutto, poi ci saremmo preparate e divertite. Mi sedetti sulla sedia, guardandomi in giro. In ogni angolo, cercavo Justin, questo ragazzo, così.. che non si era mai fatto vedere, che a quanto pare era bello ed aveva una macchina stupenda.
Violet stava usando il suo quaderno di matematica come carta straccia. Si stava pitturando le unghie di un bel rosa confetto.
- Siete delle lumache, io ho finito da un pezzo!-
Soffiò sulle sue unghie, poi ci attaccò un brillantino. Le sorrisi e presi la sua mano nella mia, per vedere meglio il lavoro finito.
- Che belle che ti sono venute! -
Piegò la testa su un lato
- Grazie! - Si voltò e prese dell'acetone. - Dai dammi la sinistra, che mentre studi ti faccio le unghie!-
Mi brillarono gli occhi. Come sono stata così fortunata da incontrare persone così e dico, così gentili e carine? Non le risposi, il mio sguardo su sufficiente.
Tra qualche chiacchiera e risata, riuscimmo a studiare. La matematica era una delle materie che mi veniva più semplici studiare in inglese. Ovviamente perchè la matematica è uguale in tutto il mondo, i numeri sono gli stessi e non si scrivono in modi differenti.
Le regole erano sempre le stesse, basta che le imparavo a memoria in inglese, in italiano sapevo già applicarle.
- Ragazzi, forza prepariamoci!-
Ci alzammo poco a poco dal tavolo, chiudendo i libri e sistemandoli nelle borse.Diedi una gomitata a Caitlin.
- Chi sistema le cose per la festa a casa tua? -
Mi prese un attimo il panico. Se eravamo da Jake.. Mmm...
- La mia badante, tranquilla. Le ho lasciato le cose da fare su un foglietto. Facciamo così da quando ho iniziato il liceo.-
Strizzò gli occhi compiaciuta, poi mi strinse la mano.
- Ti voglio già bene -
Mi disse quasi sussurrandolo. La mia bocca formò una curva, nel mio animo ero soddisfatta. 

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Capitolo 4
*** The party don't stop! ***


  A turni entrammo ed uscimmo dal bagno grande di casa Foxx. Mrs Foxx aveva il più bel bagno che io avessi mai visto in vita mia.Completamente in marmo, con una doccia grande e spaziosa. Lo specchio occupava mezza parete. Insomma il sogno di ogni donna e di ogni ragazza.
- Ei Scarlett stai benissimo!- Dissi d'un fiato, quando la vidi uscire dal bagno con un vestito bordeaux, senza spalline che le arrivava a metà coscia. Non era stretto, anzi era di quelli che si portano un po' larghi. Il modo di indossarlo però, faceva sembrare lei una super modella, ed il vestito un capo firmato italiano.
Lei mi strizzò l'occhio. Quando mi infilai il vestito che mi aveva prestato Caitlin, rimasi per due minuti pieni a fissarmi allo specchio, da ogni angolazione. Lei si sistemava il mascara, io avevo appena iniziato.
- Oddio Cait, che ne dici?-
Mi morsi il labbro inferiore e cercai un modo per sistemarmi i capelli. Li sciolsi e poi feci su e giù, come quando si hanno i capelli bagnati.
- Sei bellissima Noemi, non è tanto per dire sul serio! -
Sembrava davvero sincera, ma io non ero convinta per niente. Jake bussò alla porta.
- Con che macchina andiamo?-
Capii che c'era poco tempo. Guardai l'orologio sulla parete del bagno. Erano le 20:15. Tutti sarebbero arrivati alle 21. Si ero abbastanza in ritardo. Mi concentrai esclusivamente su me stessa gli ultimi secondi. Lipgloss trasparente, un po' di matita, mascara, fard e via. Uscii dal bagno insieme a Cailin che era davvero uno splendore. Il suo vestito verde militare era più corto del mio, evidentemente poi lei, si sentiva molto a suo agio.
- Andiamo con la mia Mercedes -
Disse Chris mentre si sistemava il colletto della camicia. Daisy mi si avvicinò e con dolcezza mi carezzò i capelli.
- Sei proprio una bellezza mediterranea, ecco cosa fa cadere l'uomo ai tuoi piedi -
Sorrise e prese una ciocca dei miei capelli tra le dita. Ci giocò qualche secondo e poi sparì dietro la porta del bagno, per dare un ultimo ritocco al trucco.
Scesi in salone, e raggiunsi gli altri fuori. Una Mercedes metallizzata era parcheggiata sulla strada e Jake era seduto al posto di guida. Caitlin e Violet mi presero sottobraccio e insieme ci avvicinammo alla macchina.
- Bonsoir Madmoseilles.. -
Disse Jake, cercando di imitare un francese. Ci facemmo scappare qualche risatina, poi venimmo interrotte da Chris.
- Bello! Scendi su.. guido io! -
Si sistemava le maniche della camicia per bene, poi si infilò un giubbotto di pelle. Ci aprì la portiera come un gentiluomo.
- Grazie -
Dicemmo una dopo l'altra mentre ci accomodavamo nei sedili posteriori della macchina scoperchiata. Essendo ancora estate, il sole era calante, ma la luna si vedeva già alta in cielo. Dopo qualche minuto si accomodò anche Daisy e Chris mise in moto.
Il viaggio in macchina si reputò piuttosto piacevole, tranne che Chris ogni tanto accelerava come un pazzo per farsi il figo. I nostri capelli ondeggiavano al vento caldo estivo. Frenammo e parcheggiammo in strada, dietro la macchina della sorella di Caitlin, Johanna.
- Non da fastidio vero? -
Chiese Chris voltandosi e poggiando il braccio sulla spalliera del sedile.
- No No figurati, tanto non la deve usare!-
Si chiuse nelle spalle e aspettò che qualcuno le aprisse lo sportello. Questa volta fu Jake, che ci fece scendere tutte quante, aiutandoci porgendo la sua mano.
La casa era illuminata e piena di cibo. Il DJ era arrivato e si era sistemato accanto alla piscina.
- I miei sono andati già via, manca solo Tiffany.. -
Dedussi fosse la badante. Caitlin salì di corsa le scale e infine la fece uscire, dandole la serata libera. Contenta la signora uscì con un sorriso da casa Beadles. Quegli ultimi minuti furono pieni di confusione. Mi misi a controllare che tutto fosse a posto prima di sedermi sul divano ed aspettare il suono del campanello, che arrivò prima di quanto pensassimo.
Caitlin si alzò in fretta e furia dal divanetto, e zompettando sui tacchi andò ad aprire il portone.Un gruppo di ragazze, fece il suo ingresso, salutando allegramente la mia amica. Alcune indossavano jeans aderenti e camicette, altre vestitini. Oh Dio, i vestiti di alcune non erano proprio sobri però, sono dettagli. Dopo quel primo dlin dlon del campanello, ne susseguirono altri sempre più frequenti.Io mi guardavo intorno, non sapevo cosa fare e mi mordicchiavo le unghie. Idiota, cosa fai? Pensai. Mi guardai le unghie, per fortuna non si erano rovinate, dopo che la mia amica me le aveva fatte così bene.. era davvero un peccato rovinarle. Accavallai le gambe, mi sentivo nervosa. Mi sentivo nervosa per colpa di Justin. Mi sentivo nervosa per colpa di uno sconosciuto? Cominciai a pensare di non essere molto normale. Scossi la testa e Cait mi fece l'occhiolino a distanza. Presi coraggio e mi alzai.
- Caitlin.. quanta gente! -
Dissi, vedendo la casa riempirsi sempre di più. Salutai mano a mano le persone che entravano, cercando di farmi conoscere un poco. Ero in imbarazzo, eccome se lo ero.
- Nemi, puoi prendere le bevande in cucina?
Mi chiese con uno sguardo dolce, da cucciolo, Cait. Non potevo dirle di no.
- Certo! Vado e torno!-
Arrancai sui tacchi, cercando di fare più in fretta possibile. Non volevo mica perdermi l'entrata di Juss vero? E poi.. non l'avrei nemmeno riconosciuto, non avendolo mai visto, però son dettagli.Tornai all'ingresso, cercando la mia amica mora. Non era li, non c'era più. Mi preoccupai e corrucciai le sopracciglia.
- Dove diavolo.. -
Mi uscì dalla bocca, mentre salivo le scale per andare nella sua stanza. Sentii dei rumori strani provenire da li. La porta era accostata. Entro? Pensai. Non riuscii a rimanere fuori dalla stanza per più di un secondo. La finestra del piccolo bagno in rosa della signorina Beadles era aperta e sbatteva. Sospirai e la chiusi, poi mi guardai allo specchio. Non stavo male, ma li giù, c'erano ragazze il doppio più belle di me. Se Justin fosse stato davvero così bello e voluto, non mi avrebbe guardata comunque. Sospirai e presi una caramella dal pacchetto di mentine che era sul comodino del bagno. Mi girai e notai qualcosa di strano alla finestra. Poi un rumore, un rumore fastidioso e caotico. Delle mani.. dalla finestra.
Iniziai a sudare freddo.. Mi avvicinai. Dei capelli castani sobbalzavano. La finestra era socchiusa. 

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Capitolo 5
*** E'.. E'lui? ***


Poi si aprì, e tutto accadde in poco tempo. Un ragazzo.. si da lontano sembrava proprio un ragazzo, si stava arrampicando su per la finestra della stanza di Caitlin. Mi sembrò assurdo, così mi diedi uno schiaffo. Tutto vero, Noemi.
Tirai in dietro con la mano, un ciuffo di capelli che mi solleticava la guancia. Rimasi accanto al letto di Cait, guardando la finestra un po' sconcertata.
- Ahi.. uhuh ahiaa!-
Si, si stava decisamente aggrappando. Sgranai gli occhi quando questo ragazzo, si accorse di me. Io li, come una cretina, poggiata al letto. Alzai un sopracciglio.
- Ti.. ehm.. dispiacerebbe darmi una mano? -
Lo guardai. La sua voce era incredibilmente calda. Mi sorrise, e allora mi svegliai.
-Ehm.. si certo.. eh, no. Cioè, sisi eccomi.. -
Scossi la testa e mi avvicinai alla finestra. La aprii del tutto e porsi la mano al ragazzo. Lui la afferrò, con decisione e si tirò dentro. Atterrò sul tappeto lilla accanto al letto della mia amica.
- Grazie mille-
Notai che aveva il fiatone. Era più alto di me, ma non di troppo. Sorrise di nuovo e io ricambiai.
- Tutto ok? -
Dissi mentre chiudevo la finestra. Ma prima guardai di sotto, c'era una folla in preda alla pazzia. Mi voltai, lui era ancora li e mi fissava.
- Si, grazie ancora. Sarebbe stato meglio entrare dalla porta lo so.. - Fece un mezzo sorriso che mi fece tremare le gambe.
- Ma sai.. la finestra fa più effetto! -
Rise. Scherzava, si divertiva ed io ero imbambolata. L'unica cosa che riuscii a fare fu ridere a mia volta.
- Chi sei? -
Gli chiesi incuriosita.
- Un amico di Caitlin, la festa è giù? -
Disse grattandosi la base dei capelli, come imbarazzato e guardando per aria. Annuii, e misi le mani sui fianchi.
- Si certo, sono tutti giù! -
Lui mi guardò e si mise le mani in tasca. Poi fece un movimento con i capelli, per levarli da davanti gli occhi. Un movimento svelto, a destra.
- Faresti meglio a venire anche tu, promette bene. -
Chinò la testa su un lato e mi fece l'occhiolino. Poi sparì dietro la porta della camera. Sentivo i passi sulle scale. Uno sconosciuto mi aveva fatto l'occhiolino? Eh no, lei pensava a Justin, voleva ancora e doveva conoscerlo. Andai in bagno, nuovamente. Quello che feci fu spazzolarmi i capelli, mi tranquillizza come cosa. Controllai l'orologio e pensai che Caitlin mi stesse cercando. Quindi zompettai per le scale, e la incontrai proprio nel punto in cui l'avevo persa 5 minuti prima.
Una folla di persone stava andando nel giardino, dove un ragazzo si stava presentando. Pensai al ragazzo di prima, il suo volto mi ricordava qualcuno. Ma chi?
- Noemi, ma dov'eri? E' arrivato Justin te lo volevo presentare! -
Mi brillarono gli occhi.
- Dov'è? -
Sorrisi e lei fece una smorfia.
-E' impegnato, dovrai aspettare, appena prendiamo da bere te lo presento, giuro! -
Fece un gesto con le dita, a mo di promessa. Io le mandai un bacino da lontano. Mi afferrò il braccio, portandomi fuori con lei.
- Una mossa signorina! Ti vuoi perdere questo spettacolo? -
Alzò le sopracciglia in un modo che faceva ridere. Un ragazzo cantava vicino alla piscina, non gli prestavo ascolto, cercavo Justin.
- Mi dici chi è almeno? -
Le chiesi in preda all'emozione.
- E' li Nemi! Il ragazzo che canta! -
Mi avvicinai, un po' scossa. E lo vidi. Lui, il ragazzo che era entrato dalla finestra. Lui che mi aveva fatto l'occhiolino. Lui che mi ricordava tanto una persona, ma che in quel momento non riuscivo a ricordare. Lui, precisamente come l'aveva descritto Caitlin. Cantò One Time, e mi ricordai. Justin Bieber. Cantante, come avevo fatto a non ricordarmene prima?
- J-J-Justin Bieber?!-
Sgranai gli occhi.
- Si tesoro! Piaciuta la sorpresa? Non l'avevi mica capito tu eh?-
Scoppiò a ridere mentre io rimasi immobile.
Ci avevo parlato, e anche scherzato! Io. Io. Io.
- Sono un'idiota. Una completa idiota.. -
Dissi scuotendo la testa. Continuai a guardare Justin. Non avevo idea della bellezza della situazione che si sarebbe creata dopo.
Ero assolutamente scossa. Si, la situazione poteva anche sembrare banale per un osservatore estraneo, ma vi posso assicurare che per me era tutto, tutto tranne che una cosa banale. Sentivo dentro di me un turbinio di emozioni, sempre più forti. Non so spiegare bene il perchè, solo che c'era. Lo sentivo. La canzone era terminata ma io nelle mie orecchie sentivo ancora il flebile eco che mi teneva compagnia e mi faceva rimanere sveglia. Di botto mi alzi, non attirando l'attenzione di nessuno, per fortuna. Decisi di aver bisogno di qualcosa da bere. Il tavolo con le bevande era molto vicino alla piscina e per qualche secondo, vedendo com'ero sconvolta, temevo di caderci dentro. Il tavolino era diviso in due parti, una parte con le cose più leggere, l'altra con gli alcolici. Presi un bicchierino colorato dal lato degli alcolici. Non bevevo molto, l'alcol non mi faceva impazzire. Per fortuna poi, lo reggo bene e di solito anche in Italia, ero una delle poche tra le mie amiche a rimanere sobria quando andavamo alle feste. (Metto tra parentesi, feste completamente non controllate da adulti o persone responsabili, insomma lasciate allo sbaraglio)
Il calore dell'alcol mi riscaldava, ora sentivo la gola in fiamme. 

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Capitolo 6
*** I like the water.. do you like the water? ***


 Chiusi gli occhi e dietro di me una mano fredda mi spostò i capelli da davanti al viso. Era Chris.
Hey Noemi! Tutto apposto? Ti diverti? -
Porsi un bicchierino colorato anche a lui. Lo mandò giù in un sorso e poi lo butto in un piccolo cestino di colore verde mela.
Chris, certo tutto apposto. E' tutto molto.. bello.-
Annuii, sorridendo.
Perfetto, vado da Justin a portargli qualcosa da bere.. Oh è vero! Voi non vi conoscete ancora, a fine serata te lo presento -
Mi diede un piccolo buffetto sul viso, poi mi nascosi dietro un ciuffo che scivolò da dietro l'orecchio. Tenevo ancora in mano il bicchierino semi vuoto, o semi pieno, dipende da persona a persona. Lo posai e entrai in casa cercando qualche viso conosciuto. Seduta sul divano a chiacchierare, con un telefonino ed una macchina fotografica in mano, c'era Daisy. Un mio pensiero si rivolse al cielo, ringraziando.
Che fate? Vi disturbo?-
Daisy si voltò e sorridendo mi fece una foto. Non ebbi nemmeno il tempo di mettermi in posa, sorrisi flebilmente.
Foto! No, ma che dici!-
Si spostò con il sedere, come per farmi spazio sul divano, ma io non mi sedetti. Non ne avevo voglia, e poi.. sarei dovuta tornare li fuori da un momento all'altro, a casa Beadles faceva davvero, davvero caldo. Mi dileguai senza fare troppa scena, sorrisi e salutai anche le persone che erano in compagnia di Daisy. Adocchiai una sedia con un bel cuscino di raso, non troppo in mostra, ma nemmeno troppo nascosta. Vi andai e mi sedetti, accavallando le gambe. Poggiai un gomito sul bracciolo e mi guardavo intorno, aspettando che Caitlin mi salvasse da quella situazione. Non sapevo che fare, guardavo in basso. Le mie speciali scarpe, ed il giardino curato. Mi persi nei miei pensieri e quello che notai qualche secondo dopo fu un paio di Supra rosse, vicino alla mia sedia. Non ebbi il coraggio di alzare la testa e feci finta di niente.
Tu non sei quella che mi ha aiutato a non uccidermi entrando dalla finestra? -
Panico. Panico. Panico. Alzai la testa, e con la mano mi portai indietro i ciuffi che mi coprivano gli occhi. Imbarazzo. Imbarazzo. Imbarazzo.
Si.. e tu non sei Justin Bieber? -
Scandii bene il suo nome e poi sorrisi.
Jei Bì prego.. - Alzò il sopracciglio destro e incominciò a ridere. - Beh si sono io, ma mi avrebbe fatto piacere presentarmi, non vale che tu sai il mio nome ed io non so il tuo!-
Mi accorsi ora che aveva due bicchierini in mano. Erano analcolici, della Pepsi. Me ne porse uno. Lo presi e ringraziai con uno sguardo.
Piacere, Noemi -
Lo guardai nei suoi occhi castano- caramello. Dovetti abbassare lo sguardo, mi sentivo una incredibile cretina.
Piacere mio - Fece un cenno con la testa e si guardò intorno.Prese una delle sedie libere che erano dietro di lui. La mise di fronte a me e poi si sedette. - Ho visto che parlavi con Chris prima, non sapevo facessi parte del gruppo! Sei nuova?-
Deglutii a fatica.
Si, vengo dall'Italia. Oggi ero a scuola.. ma.. tu non c'eri. -
Feci un sorriso che durò un secondo sul mio viso, poi guardai le bollicine marroni della mia bevanda. Bevvi un sorso.
Eh si, ho.. ehm.. qualche problemino ogni tanto! -
Si voleva giustificare. Socchiuse gli occhi e si passò una mano dietro la testa. Poi fece un gesto con la testa. La mosse verso destra, spostando i capelli da davanti agli occhi.
Rimasi incantata, pietrificata. Lui mi sorrise.
Che diavolo stai facendo idiota?! Un'altra delle tue belle figure!
Per fortuna, qualche strana forza sovrannaturale mi aiutò. Infatti Justin fece un grande sorriso e si alzò. Sentii a distanza che una voce lo chiamava, lo volevano sentir cantare di nuovo.
Mi stanno chiamando.-
Fece una mossa indietro con la mano.Fece quasi per voltarsi ma poi aggiunse:
- e.. ascolta questa canzone. -
Mi schiacciò l'occhio e andò via, lasciandomi di sasso, su quella sedia, con il bicchiere di Pepsi in mano. La sua voce non mi giungeva molto lontana, era un po' nascosta dai brusii però non ci facevo tanto caso. E adesso? Adesso non mi rimaneva che ascoltare.
Finii di bere la mia Pepsi. Mi alzai e buttai il bicchiere nello stesso cestino verde che avevo visto prima,quando ero con Chris. Ero in piedi adesso e mi facevo spazio tra le persone che erano davanti a Justin, pronti a sentirlo cantare. Molte persone si voltarono verso di me, probabilmente perchè le spingevo o le pestavo i piedi. Mi chiusi nelle spalle e alla fine poggiai il mio sguardo su Justin che teneva in mano il microfono e che si sistemava il pantalone nero, tirandoselo su. Notai solamente adesso com'era vestito. L'attenzioni ai particolari e allo stile. Indossava un paio di Supra rosse, un pantalone nero con la cintura rossa abbinata alle scarpe. Sopra portava un felpone grigio, completo di cappuccio. In mano ora, giocava con un cappello, nero e rosso in tinta con i pantaloni e le scarpe. Mi venne da sorridere, il mio flusso di pensieri poi fu bloccato.
Ne volete ancora? -
Urlava Caitlin, finalmente la vidi, dopo aver passato metà della serata a cercarla disperatamente con lo sguardo. Era in piedi su un tavolino, dal lato opposto da dove si trovava Justin. Il coro di ragazzi rispose di si, io battei le mani, seguendo la massa. Vidi Cait scendere dal tavolo, poi sentii una presenza accanto a me.
Allora sei viva! -
Le dissi scherzando.
Ovvio.. ho sistemato e organizzato alcune cose! Scusami se prima ti ho lasciato sola in mezzo alla folla.. ma.. -
Mi guardò con uno sguardo complice e malizioso.
Ho visto che hai fatto a m i c i z i a -
Scandì ogni singola lettera. Io arrossii violentemente e le diedi un colpo con il mio fianco, facendola piegare su un lato.
Ma smettila un po' tu! -
Mi morsi il labbro inferiore e mi portai il dito indice alle labbra. Ridemmo ma ci zittimmo subito, perchè Juss incominciò a cantare. Non mi ero mai soffermata abbastanza sulle canzoni di Justin, le avevo ascoltate poche volte e molto distrattamente. Nonostante tutto però, riconobbi la melodia.
Questa è One Less Lonely Girl! -
Mi disse sovreccitata Caitlin. Io non feci che ascoltare, proprio come mi aveva chiesto Justin. Colsi le parole ed il significato, ma non essendo ancora una vera e propria americana, alcune cose le capii dal contesto. Urla e applausi si sparsero tra i ragazzi.
Grazie ragazzi.. -
Caitlin gli si avvicinò e gli disse qualche cosa all'orecchio. Justin alzò le sopracciglia e riprese a parlare al microfono.
Se non finisco qui.. Cait mi uccide quindi.. vi invito a concentrarvi sul cibo..-
Diede una gomitata a Caitlin che si mise una mano sullo stomaco, come per far capire che aveva fame.
- e sulla piscina.. -
Disse l'ultima parte, con parole soffiate, quasi fosse un segreto. Poggiò su un mobiletto accanto all'amplificatore il microfono e si unii alla folla di ragazzi. Vi erano un sacco di ragazze che ci andavano a parlare e lui sembrava un po' confuso ed in imbarazzo. Intervenne Cait sul momento, ad allontanare le ragazze e a farlo venire accanto a noi. 


Angolo della scrittrice <3
Ciao a tuttiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii! Allouraaa visto che non ho mai fatto un angolo della scrittrice.. adesso lo faccio. Lo so gia facendo.. Già <3
Sono Noemi ed ho 15 anni.. Questa è la mia prima fan fiction su Justin.. ehm, si sono una sua grande fan.. ho anche una pagina su facebook :)
Comunque.. non siam qui a pettinare i koala.. Spero che vi piaccia questa storia, perchè in ogni capitolo davvero ci metto me stessa e tutte le mie emozioni!
Recensite mi raccomando ;)
Risponderò a tutte <3

Mille baci :))

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Capitolo 7
*** Proprio adesso? ***


- Ho visto che vi siete presentati.. quindi evito di sprecare fiato inutile.. -
Disse la mora mentre arrivava verso di me. Dietro di me mi ritrovai Violet, sempre perfetta con quei capelli rossi che le incorniciavano il viso.
- Che inizi.. la festa!! -
Urlò Chris in un momento di silenzio collettivo. All'improvviso prese Violet in braccio e si buttò in piscina insieme a lei. Fu vano il tentativo di Scarlett di tenerla vicino a lei, e fu buttata anche lei in piscina.
- CHRIS! -
Gridarono all'unisono Scarlett e Violet.
- Sei uno scemo! -
Disse Violet buttandolo sotto l'acqua, come per soffocarlo. Quello che successe dopo mi mandò in confusione. Tutti e dico t u t t i, si gettarono in acqua. Chi tuffandosi, chi venendo gettato, chi non pensandoci nemmeno tanto. Le ultime persone rimaste erano sul bordo della piscina e venivano schizzate dagli amici. Caitlin si gettò a pesce, poggiandosi al bordo mi incitò a buttarmi.
- Vienii! Suvviaaa.. -
Mi sentivo in imbarazzo. Come se fosse la prima volta insomma. (xD) Pensai con ironia. Cercai su due piedi di inventarmi una qualsiasi scusa.
- Mi.. mi.. mi cola il trucco! -
Mi sistemai il vestito, tirandolo un po' giù dalle spalle.
- Oh non dire cretinate.. guarda qua come siamo tutte. Come sono IO! -
Si indicò. Lei era bellissima lo stesso. Con o senza trucco, con il trucco colato o messo male. In qualsiasi modo.
- Ancora non sei dentro l'acqua tu? -
Una voce maschile veniva da dietro di me. Un brivido mi percorse la schiena. Stavo per essere buttata, ovvio. Qualsiasi essere vivente sulla terra, quando vede qualcuno sul bordo della piscina asciutto.. lo butta dentro.
- No.. ma.. stavo proprio.. per.. -
Feci un passo in avanti, poi mi voltai. Justin, era lui. Alzò il sopracciglio destro, sfidandomi.
- Ora.-
Mi sorrise. Io non capii più nulla. Oh momento momento momento, Noemi non ti distrarre in queste situazioni di alto pericolo! (xD) Tornai in me.
- Proprio adesso? -
Corrucciai le sopracciglia, con il mio sguardo chiedevo di essere graziata da quel truce destino finale.(ahah xD)
Justin mi prese in braccio da dietro e ci gettammo in acqua.
- BOOOMBA! -
Disse lui. In acqua sentii le sue braccia staccarsi dal mio corpo. Tirai fuori la testa dall'acqua, lui mi teneva la mano, mi aveva aiutata a tirarmi su. Scoprii con felicità che l'acqua non era molto alta, riuscivo a toccare con la punta delle dita. Guardai in basso. Grandioso, sospirai. Ero diventata un tutt'uno con il vestito, completamente appiccicato al mio corpo. Guardai Justin davanti a me. Era bellissimo.
Fece la stessa mossa che aveva fatto prima con i capelli, però ora che erano bagnati facevano un altro effetto. Le gocce che colavano dal suo naso e dalle sue guance mi fecero pensare a qualcuno di davvero sexy. Questa visione paradisiaca fu interrotta dal flusso dei miei pensieri. Io che aspetto dovevo avere?! Ovviamente trucco colato e capelli appiccicati alla faccia. Mmm, bello. Gli schizzai dell'acqua, tanto per fargli cambiare direzione di sguardo.
- Non mi guardare! Mi sarà sicuramente colato tutto il trucco.. -
Mi voltai e lui rise. Mi schizzò.
- Uno pari.. -
Gli schizzai ancora, per lo stesso motivo di prima.
- Due ad uno- Mi schizzò, ma per più di una volta.
- Bas.. - e un getto d'acqua non mi faceva finire la frase
-Smett..- di nuovo.
- Dai Jus.. - Ancora
- Non resp..- ancora una volta. Andai sott'acqua cercando di migliorare la situazione. Tornai su ed un'altra ondata d'acqua mi investì. Sputai l'acqua che mi era finita in bocca.
- Hai vinto! - Risi. Tornai giù e mi alzai in modo che i capelli andassero tutti all'indietro, non schiacciandosi contro il viso.
- Mi fai ridere.. - Disse e rise.
- E lo vedo... - Risi anche io.
Poi mi voltai e sentii dei rumori di macchine, persone, luci e ragazze urlanti.
- Ma che cavolo no! Proprio adesso? - Justin andò sott'acqua e mi prese per mano.
- Ma cosa..?!- Rimasi ferma e Caitlin di avvicinò.
- Portatela, io li tengo buoni.. tu però sbrigati, prendi l'auto di mia sorella. Le chiavi sono sull'amplificatore. - Uscì dall'acqua. Justin mi guardò serio.
- Seguimi - decise lui.
Io obbedii, come una marionetta.
Justin mi aiutò a uscire dalla piscina. Non capivo bene cosa stava accadendo ma forse, in quel momento era meglio così. Io agivo e basta. Lui prese di corsa le chiavi che erano poggiate sull'amplificatore e passò per un vialetto stretto, circondato da cespugli. Nonostante avessi i tacchi, riuscivo a tenere il passo di Justin. Per fortuna che c'era caldo, se no mi avrebbero ricoverato il giorno dopo per una grave polmonite.
- Justin, mi spieghi che succede? -
guardavo avanti, senza distogliere lo sguardo da lui che correva.
- Appena entriamo in macchina ti spiego.. -


Angolo dell'autrice :)
Ciaaaaaaaao bellissimeee *W* allora, per prima cosa volevo ringraziare tutte per le recensioni eee sono davvero contenta che la mia storia vi piaccia :)
Spero che i prossimi capitoli non vi deludano! <3
Baci, Nems <3

RECENSIIIITE <3 ;)

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Capitolo 8
*** Fame monster ***


Avevo il fiatone, però cercai di ignorarlo. Continuavo a sentire delle urla e sei rumori di flash e macchine che sgommavano. Non riuscivo bene a connettere il cervello, ma più o meno capii quello che accadeva. Arrivammo davanti alla macchina della sorella. In quel momento mi ricordai che Chris aveva parcheggiato proprio dietro quella.
- Ma diamine! -
Disse Justin appena notò appunto che la macchina era bloccata. Guardò il cielo e aprì le braccia sconsolato, poi sussurrò.
- Scusami Chris.. mi farò perdonare.. - Tolse l'allarme della macchina della sorella di Caitlin. - Vieni - Mi disse sorridendo.
Mi aprii la portiera e poi montò dal suo lato di macchina. Chiuse lo sportello con un tonfo secco e lo imitai. Mi ricordai solo adesso che ero bagnata dalla testa ai piedi, ed ero appena montata sopra una macchina che valeva un sacco di soldi. Per fortuna era tutto di pelle, quindi nulla che assorbisse l'umidità o altro. Però mi preoccupavo, di rovinare, di rovinare tutto. Mi contenni dall'abbassare lo specchietto che avevo sopra la testa, per guardarmi allo specchio. Justin mise in moto la macchina, poggiò il braccio intorno al mio sedile e guardò all'indietro. Mi guardò poi
- Sentirai una piccola botta, ma non preoccuparti! -
Annuì e io deglutii rumorosamente. Subito dopo avevo fatto un salto sulla mia sedia. Guardai dallo specchietto della macchina, la bellissima macchina grigia metallizzata di Chris era tutta ammaccata e rovinata. La vernice era un po' tolta e la macchina della sorella di Caitlin non era messa meglio.
- Scusa scusa scusa.. davvero! -
La marcia era automatica, quindi non fu una scena da film, quando la persona alla guida per accelerale cambia marcia. ( tutto ricordando ovviamente un film d'azione stile 007)
Accelerò e andammo giù per tutta una strada lunga ed illuminata. Delle specie di pulmini blu ci inseguivano.
- Ma non si danno mai pace?! -
Esclamò. Decisi di non disturbarlo con le mie sciocche domande. Era concentrato ed aveva il visto contratto. Un'espressione che non mi scorderò mai. Accelerò ancora, e si infilò nelle viuzze più strette e piccole, cercando di scappare. Quando capii che la situazione era meno tesa, parlai.
- Ehm.. che succede? -
Si ero parecchio preoccupata.
- I paparazzi.. quando vengono a sapere dove mi trovo, mi inseguono, a volte sono insopportabili! -
Si parcheggiò vicino ad un bel parco. Finalmente respirò. Intorno a noi c'era tutto un silenzio non si sentivano più né macchine, né urla.
- Sono così asfissianti? -
Chiesi, cercando di aprire una conversazione. Si lo so, sono impedita.
- Si, a volte si. Non sempre ti dico. Per esempio mi piace quando mi incontrano per strada o le mie fan o alcuni paparazzi.. ma, in alcune situazioni vorrei tenere la mia vita privata lontana dalla mia carriera. -
Alzò le spalle. Le sue richieste erano così sincere e pure. Gli sorrisi. Ora potevo, ora potevo davvero. Abbassai lo specchietto che avevo sopra la testa.
- Oh cavolo! -
Mi guardai. Intorno agli occhi avevo il trucco nero, completamente nero.I miei capelli nonostante tutto, non erano molto male. Però insomma, nel complesso ero assurdamente oscena.
- Sono un.. PANDA! Sono un panda.. identico.. -
Cercai con le dita di levarmi un po' di trucco, ma vedendo che peggioravo solo la situazione, lasciai perdere. Quello che ottenni da lui fu una risata. Rise di gusto per qualche secondo, poi mi voltai verso di lui. Il mio sguardo era assassino.
- Ridi di me?! - Dissi come indignata.
- Non mi guardare in quel modo dai!- Disse lui. - Mi fa ridere il tuo modo di fare, non rido certo di te.. -
Alzò le spalle e fece un sorriso sghembo. Il suo sguardo in quel momento mi trapassò da cima a fondo, e per qualche secondo mi sentii nuda. Nuda dei miei sentimenti delle mie maschere, privata di ogni cosa. Scavava a fondo quello sguardo, ma non mi metteva a disagio, mai. Sbattei le mie lunghe ciglia nere.
- Dovrei accompagnarti a casa probabilmente.. ma non puoi andarci così! -
Mi prese una ciocca di capelli bagnati e ci giocò per poco tempo. Poi un buffetto sul viso. Io non mi mossi. Sorrisi solamente. Poi mi voltai.
- Che vuol dire non posso andarci così? -
Alzai il sopracciglio destro.
- Vieni a casa mia!-
Il suo viso si illuminò. - Ti cambi e poi ti accompagno!-
Sgranai gli occhi. Mi voleva portare a casa sua? Per qualche secondo pensai male, poi presi bene l'idea e acconsentii.
- Okkei.. ci sto! - Un filo di imbarazzo colorò la mia voce.
- Beniiissimo! Intanto parliamo un po'.. -
Mise in moto la macchina e iniziò a camminare, questa volta non infrangendo i limiti di velocità.
- Non.. non so che dire.. -
Diventai rossa come un pomodoro. Ringraziai il cielo che fosse sera.
- Beh, come sei finita qui? - Guidava con una sola mano, l'altra era poggiata sul finestrino.
- Ho convinto i miei a trasferirsi, volevo cambiare aria. Cambiare tutto -
Seria. Ero seria, ogni volta che si toccava quell'argomento diventavo seria.
- Uao, che forza. Ci vuole coraggio.. -
Fece un cenno con la testa.
- Tu invece.. insomma.. che fai qui? Oltre a scappare.. a volte.. dai paparazzi? -
Mi spostai i capelli dal collo, dandogli una scossa, per farli asciugare prima.
- Beh, nulla. Faccio la mia vita, la mia normale vita. E incontro persone interessanti.. a volte.. -
Mi guardò di sottecchi, con uno sguardo molto sexy. Mi schiarii la voce e mi sistemai ben seduta sul sedile. Non riuscii a dire altro, e dopo poco, per fortuna lui fermò la macchina.
- Arrivati.. -
La casa era stupenda, modesta per un ragazzo che guadagnava un sacco di denaro dalla sua carriera.
- Ma tua madre non dice niente.. cioè..-
Mi indicai, imbarazzata.
- Noo, tranquilla.-
Mi venne ad aprire lo sportello e per un po' non parlammo. ci scambiammo sguardi e basta. Ma quello mi bastava. Cioè, ci avevo parlato, ero stata in macchina con lui ed ora, ero a casa sua. Mi considerai fortunata, per la prima volta nella mia vita. Lui aprii la porta con le sue chiavi e dentro seduta su una poltrona di pelle, c'era una donna. Si sentiva anche il rumore di alcuni giochi. Justin mi invitò ad entrare con una mano e poi urlò:
- Dov'è la mia principessa? -
Una bambina di più o meno 5 anni gli corse in contro e lui la prese in braccio.
- Ciao Juss.. dove sei stato? e lei chi è? -
Lui la baciò e poi rispose alle sue domande. Io mi feci avanti con timidezza, salutando con la mano.
- Sono andato da amici e questa è Noemi.- Mi guardò - Noemi, lei è Jasmine, la mia principessa -
Le carezzò i capelli.
- Ciao bellissima - Dissi io. Ero abituata con i bambini. Un fratello ed una sorella di 5 anni, gemelli. Li amo.
- Justin, sei già a casa? -
Venne una donna, molto giovane. Era la madre.
- Ciao mamma, sisi lei è Noemi, ha bisogno di una cosa e poi l'accompagno a casa.. -
La fece breve. Io sorrisi molto in imbarazzo.
- Salve signora, scusi per il disturbo..-
Lei mi sorrise, mi porse la mano.
- Pattie, piacere Noemi. Oh non preoccuparti! -
Fece un gesto con la mano. Io mi sentii molto più sollevata. Di seguito Justin poggiò la sorellina a terra e mi chiese di seguirlo. Io lo feci e salimmo in camera sua. La sua stanza era molto molto spaziosa e sui muri aveva appese alcune magliette di giocatori di Basket e/o cantanti.
- Bene, Nems.. di la c'è il phon se ti serve-
Mi indicò il bagno, ed iniziai a recepire le varie nozioni che mi dava. Lui si voltò e cercò nel suo armadio qualcosa.
- Che ne dici di inventare a tua madre di essere andata ad una festa mascherata e di esserti vestita da ragazzo? -
Mi presentò davanti agli occhi una tutona da ragazzo.
- Sei geniale! -
La presi e lui mi sorrise.
- Li c'è il bagno, fa con comodo! -
Fa con comodo.. fa con comodo?! Ma che diavolo.. cioè la situazione era assurda. Entrai nel bagno e socchiusi la porta. Prima di iniziare ad asciugarmi i capelli e a struccarmi con dell'acqua e del sapone, guardai quello che faceva. Prese un libro dalla libreria e si buttò sul letto, accese una lampadina e incominciò a leggere.Chiusi la porta, e incominciai a fare quello che dovevo. Mi asciugai i capelli e li sistemai alla meno peggio. Mi infilai la tuta, sapeva di buono, era un odore fantastico. Rimasi due minuti ad annusarla e poi la infilai. Uscii dal bagno, ci avevo messo una bella mezz'oretta e lui era rimasto li, e mi aveva aspettato con pazienza. Mi sembrava impossibile.
- Stai davvero bene! -
Mi fece voltare. Io risi.
- Justin, grazie davvero. Non so dire di meglio. Non so davvero come ringraziarti.. -
Mi spostò i capelli da davanti agli occhi e mi zittì.
- Non c'è bisogno che tu faccia nulla.. - Mi sorrise ed io mi sciolsi.
- Andiamo? -
Disse lui poco dopo, io annuii.



Spazio dell'autrice :)
Ragaaazze, allora.. ditemi, come vi pare?
Recensiite, questo giovedì credo metterò il continuo :) 
Allour.. Vi voglio bene! E voglio ringraziare tutte quelle che seguono la mia storia :D 

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Capitolo 9
*** Wazzup, mom? ***


Disse lui poco dopo, io annuii

Disse lui poco dopo, io annuii.I miei mi avevano inviato l'indirizzo della casa via SMS, io la riferii a Juss. Mi ci portò, in silenzio. L'unica cosa che notai sul suo viso, era un sorriso perenne. Scossi la testa quando arrivammo. Mi aprì la portiera e scesi.

- Grazie.. mille! - Gli dissi prendendogli la mano e stringendola. - Mi conviene andare! I miei dovranno essere preoccupati! - Indicai la porta di casa mia.

- Certo.. allora.. buonanotte. -

Non fece nulla. Mi guardò e poi si avvicinò e mi diede un bacio in guancia. Sentivo il suo fiato fresco solleticarmi il viso. Mi venne l'istinto di abbracciarlo ma mi fermai.

- Notte-

Dissi e mi diressi verso la porta. La aprii con le chiavi ed entrai. Chiusi la porta alle mie spalle. Mi affacciai alla finestra e vidi che rimase qualche secondo immobile, davanti alla macchina. Poi andò via. Non mi mossi finchè non sentii il rumore della macchina mettersi in moto.

Non sapevo che dire, o che fare. Domani è un altro giorno. Intanto questo si era concluso in maniera speciale. Infilai le mani in tasca, e sentii qualcosa dentro. Un bigliettino, lo tirai fuori e lessi.

*Questo è il mio numero, un bacio Juss*

Fossilizzata davanti alla porta. Con la schiena poggiata al legno, che non era di certo comodo. Venne mia madre, dalla cucina, vestita con una camicia da notte di raso. In mano aveva un bicchierone di latte. Io mi alzai e le sorrisi. Il mio sguardo si spostò automaticamente sull'orologio appeso al muro della cucina. Erano le 00.20. Eddai su Noemi, nemmeno troppo tardi!

- Cucciola, com'è andata? -

Mi si avvicinò.

- Non ti arrabbiare! -

Le dissi e guardai in basso, chiudendomi tra le braccia. Un momento, non mi aveva urlato contro.

- Non sei arrabbiata?-

Mia madre mi guardò ancora, e mi porse un bicchiere d'acqua.

- No, mi avevi detto entro mezzanotte e mezza. Anzi.. devo darti fiducia più spesso..-

Si avvicinò ancora di più a me, io presi nelle mani il bicchiere d'acqua.

- Stai crescendo.. -

Mi carezzò la guancia, proprio come solamente una mamma sa fare. Sorrisi. Poi tutto cambiò, perchè il suo volto si fece scuro. Indossavo abiti da ragazzo. Si, un mega tutone. Mi maledissi, potevo farla dopo questa conversazione " Amore stai crescendo devo parlarti di varie cose, perchè non sei più una bambina?" Diamine.

- Ehm, ma questo? -

Il tono di voce era un po' seccato e parlava a voce bassa. In casa c'era silenzio e probabilmente non voleva svegliare i miei fratelli.

- Ehm.. mamma.. si era una festa.. in maschera! Mi sono vestita da ragazzo.. -

Cercai di non guardare negli occhi mia madre. Il mio sguardo si poggiò sulla lucina dell'antifurto che lampeggiava. Prima verde e poi rossa.

- C'è qualcosa sotto. Dimmi la verità.. -

Deglutii e risposi a razzo.

- E' la verità, giuro! -

Svincolai dalle braccia di mia madre e mi gettai a peso morto sul divano di pelle che occupava il salone. Pensandoci su, quella era la prima volta che vedevo la mia nuova casa. Essì. Mi piaceva, devo dire che era bellissima. Grande abbastanza, più o meno come quella dei miei amici. Una TV a schermo piatto occupava grande parte della parete di fronte al divano sul cui ero sdraiata.

- Ma questo? -

Mi madre saltellò verso di me e si sedette sul bracciolo del divano.

- Oh, tuo padre si è voluto fare un regalo! -

Sbuffò ed il suo tono era dolce e pacato. Il cambiamento fu immediato e repentino.

- Non cambiare discorso..-

Mi rimproverò. Decisi in quel momento che dovevo salire in camera mia. Per dormire, lasciando il discorso in sospeso. L'avremmo continuato un altro giorno..o forse mai.

- Vado a dormire.. a domani! -

Feci uno scatto agile e mi tirai su. Poggiai il bicchiere di vetro nel lavandino prima di salire le scale di casa. Non pensavo più, stavo facendomi guidare dal mio istinto. Infilai le mani in tasca, con l'emozione di poter ancora tenere in mano quel bigliettino, con il numero di Justin. Le mie mani si infilarono nelle tasche ampie e felpate. Non sentii nulla, solamente morbido. Mi prese il panico, e pensai subito di averlo lasciato giù in salone, da qualche parte. Dove hai la testa Nems? Dove, dove, dove? Scesi le scale di corsa e pregai che mia madre non avesse visto o preso.. o soprattutto letto, qualcosa.

- Mami, non è che hai visto un bigliettino.. piegato insomma..-

Mi madre era in cucina e stava lavando il bicchiere che avevo appena usato. Era voltata di spalle e mi rispose continuando imperterrita nel suo lavoro di pulizia.

- Intendi quello? -

Indicò un piccolo mobiletto dove vi era un telefono. Il bigliettino era appeso con una puntina su una piccola bacheca di sughero. In bella vista. Chiusi gli occhi e strinsi i pugno. Ora in bella vista era anche il mio imbarazzo, avvampai. Con un movimento veloce staccai dalla bacheca quel bigliettino e me lo ricaccia in tasca.

- Chi è Justin, amore? -

Mi irrigidii. Non solo aveva appeso pubblicamente quello che doveva essere un bigliettino privato, ma l'aveva anche letto e soprattutto studiato.

- Mamma.. un amico-

Annuii e mi sedetti sopra il mobile della cucina, come ero abituata a fare in Italia.

Mia madre posò il bicchiere in una credenza e poi si asciugò le mani. Poi buttò via lo strofinaccio.

- Solo un amico? Dai racconta un po', che oggi qui a casa con tuo padre mezzo esaurito per il trasloco.. è stata una tortura. Prima mi raccontavi tutto.. -

Mia madre usò quello che era in suo potere per farmi crollare. Il suo sguardo dolce da mamma-comprensiva-giovane-affettuosa mi trapassò. Sospirai e buttai giù un fiume di parole.

- E' un ragazzo.. molto carino della mia scuola. Insomma oggi ci siamo conosciuti e abbiamo parlato un po'.. mi ha fatto uno strano effetto, canta sai? Si.. e devi sentire come canta.. e come si veste .. e come mi parla. -

Sbattei gli occhi e mi concentrai. Mi accorsi di guardare nel vuoto.

- Già hai fatto amicizia? Che bello tesoro! -

Io annuii e poi mia madre mi diede una carezza, come segno di complicità.

- Basta che non ti distrai troppo e poi.. un giorno voglio proprio vederlo questo Justin -

Oh diamine, sapeva pure di già il nome. Ero segnata, avrei dovuto da quel momento in poi raccontare ogni singolo fatto a mia madre. Non che fosse una cosa negativa è ovvio ma.. non lo so. Volevo che quella volta fosse un rapporto mio e di un'altra persona, senza che mia madre ne facesse troppo parte. Io e Justin, Justin e io: questo volevo.

- Vai a dormire, che domani hai scuola su! -

Mi diede un bacio sulla fronte e poi si dileguò per le scale. Io aspettai qualche secondo prima di scendere giù dal mobile. Guardai fuori dalla finestra e rividi per un secondo il volto di Justin. Ovviamente non c'era, però lo stavo pensando talmente intensamente da vederlo davanti a me. Mi chiusi nelle spalle e salii le scale. Mia madre mi indicò la stanza. Per fortuna avevo potuto scegliere i colori, i mobili e i disegni che volevo sui muri. Tutto era molto confortevole e accogliente. Avevo un letto matrimoniale, rigorosamente tondo, con la coperta piena di cupcakes. I muri erano bianchi, solo uno era colorato di un rosa molto tenue. Una parete era ricca di disegni astratti, multicolori, il resto era viola, rosa e verde. Tenda viola, tappeto verde. Scrivania di legno, semplicemente. I computer poggiati sopra la rendevano però più spiritosa e moderna: un computer fisso, ed uno portatile. Accesi quello portatile distrattamente, potevo benissimo farne a meno visto che era tardi e stavo morendo dal sonno.

Aprii due pagine web, digitai prima Twitter ( eh si, ormai mi sono americanizzata) e dopo Facebook, per mantenermi in contatto con gli amici italiani.

Scrissi un breve messaggio su Twitter. " Amazing, guys". Feci poi quel che dovevo fare, andai su Followers e c'era qualcuno di nuovo. Justin Bieber, chiusi gli occhi e con una botta secca chiusi anche il computer. Mi spogliai e mi infilai un pigiama di Minnie, con dei cuoricini. Rimuginai sui fatti che mi erano accaduti quella sera, ancora non credevo a nulla. Tutto troppo in fretta. Dormii a sonni tranquilli, nonostante il caldo afoso. Il giorno dopo era tutto diverso, tutto più grande e migliore. Aprii il cellulare e trovai un messaggio di Caitlin.

Oggi mi racconti, voglio sapere tutto, ogni dettaglio.Non provarci nemmeno a tenermi nascosto qualcosa. Ci vediamo a scuola. Kiss C.*

 

 

Spazio dell’autrice *_*

Sciaaao beli! <3 Sono proprio contenta di sapere che ci sono persone a cui piace la mia storia e che la seguono!

Waa mi fate tanto felice J

Comunque.. ditemi un po’ come trovate il capitolo.. anche se è maggiormente concentrato nella figura della mamma ahaha xD

I prossimi saranno tutti molto più su Justin e gli amici di Nems

Bacio <3

 

 

 

 

Ps: Vi voglio bene!;)

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Capitolo 10
*** A qualcuno serve uno strizzacervelli? ***


Quello che mi aspettava quel giorno, non potevo saperlo. Avevo solo una scimmia curiosa, di nome Caitlin, alle calcagna, che voleva sapere ogni minimo dettaglio della mia serata. Quella mattina presi la mia macchina, una Porche che i miei genitori mi avevano regalato per.. non so bene il perchè, però l'avevano fatto; ed era una cosa buona e giusta. Uscii. Curai ogni dettaglio nell'abbigliamento e nella scelta degli accessori.Si, sono patetica. Entrai in macchina e chiusi lo sportello, buttando di conseguenza, la mia amata borsa con i miei "amati" libri nel sedile posteriore. Misi in moto, quando vidi una donna in vestaglia e ciabatte uscire dalla porta di casa mia. Mia madre stava tentando di attirare la mia attenzione prima che partissi. C'era riuscita, anche perchè i suoi capelli erano arruffati e buffi. Dopo qualche secondo, incominciai a temere che potesse attirare l'attenzione anche dei miei vicini. Favoloso.
- Noemi.. ferma un secondo.. -
Mi bussò sul finestrino. Non sopporto quando lo fanno, mi verrebbe quasi di scendere dalla macchina e farmela tutta a piedi. Lo abbassai.
- Si? Che c'è mamma? -
Sistemai nel frattempo lo specchietto retrovisore, dando una controllata anche al mio aspetto.
- Oggi hai intenzione di fare qualcosa dopo scuola? -
Mi porse un'agenda colorata. All'inizio di ogni anno scolastico me ne regalava sempre una, di modo che potessi appuntarmi tutto e non perdermi niente.
- Eh.. non lo so. Te lo faccio sapere alla pausa pranzo, okay? -
Disse di si e poi si allontanò dall'auto, permettendomi di fare retromarcia per uscire dal parcheggio. Prima di volare via, vidi mia madre dallo specchietto retrovisore che mi mandava un bacio. Io tesi la mano fuori dal finestrino e quando non la vidi più accelerai per arrivare in anticipo a scuola. Chissà come mai tutta questa voglia di arrivare prima; eh si, chissà.
Scossi la testa. Le strade erano tutte uguali ed iniziavo a confondermi. Andai nel panico, dato che il mio senso dell'orientamento è pari a zero. Avrei dovuto dare retta ai miei genitori ed iscrivermi agli scout. Tutta colpa degli scout. Fortunatamente dopo aver superato i primi due semafori mi venne l'illuminazione ed arrivai senza problemi alla mia scuola. Parcheggiai accanto ad una moto, facendo attenzione a non urtarla, poi scesi dall'auto ma prima mi sporsi per prendere la borsa gettata nei posti dietro. Chiusi l'auto senza nemmeno guardare bene e arrivai all'ingresso, dove incontrai Jake.
- Hey Jake, come va? -
- Hey Noemi, bah.. non mi lamento, tu? -
Rispose lui un po' distratto.
- Non c'è male -
Annuii e la nostra conversazione terminò lì. Mi accompagnò all'armadietto per semplice cortesia e controllai per l'ultima volta l'orario che avevo appeso all'interno del mio armadietto. Scrittura creativa alla prima ora, inglese 3, calcolo, fisica, storia degli stati uniti e spagnolo.Sbuffai ma cercai anche di pensare positivo. Almeno quel pomeriggio l'avevo libero a differenza di quello prima. Davanti a me spuntò, all'improvviso, una mano curata che teneva in mano una penna.
- Segnati sull'orario che oggi pomeriggio hai il provino per entrare nella squadra di Cheerleader! -
Scarlett. Emozionata da quell'idea, che a dir la verità non avevo mai nemmeno tenuto in conto.
- Io? -
Mi lasciai scappare una breve risata. Alzai il sopracciglio destro, per chiedere spiegazioni.
- Si, non hai scritto sul tuo profilo di Facebook che il tuo Hobby è la ginnastica artistica? Il cheerleading è un mix di ginnastica artistica, danza e stunt. E' una vera e propria figata! -
Corrucciai le sopracciglia, non capivo il nesso logico di quella conversazione.
- Ma sei davvero sicura che potrebbe fare al caso mio? -
Iniziai a dire mentre prendevo i libri ed il quaderno per il corso di scrittura creativa.
- Dai, almeno provaci. Voglio vedere che sai fare! -
La bionda mi diede una pacca sul braccio. Nonostante fosse leggera, mi fece cadere un libro per terra. Qualcuno me lo porse. Distrattamente risposi con un "grazie".
- Noeeeemi, è l'ora tesoro, mi devi raccontare ogni singola cosa! -
Caitlin era arrivata, tutta pimpante, pronta ad impicciarsi degli affari miei.
- Okay, mi tocca - Mi voltai poi verso Scarlett.
- A chi mi devo rivolgere per fare questo.. ehm.. provino? -
Il mio interesse era misero, anche perchè non pensavo potessero prendermi. Certo, avevo vinto qualche gara in Italia, ma nulla di troppo importante.
- A me ovviamente, sono il capo della squadra delle Cheerleader, basta che dopo la lezione di spagnolo mi segui. Tanto facciamo il corso insieme! -
Rimasi perplessa e sgranai gli occhi. Scarlett era il capo? Uao, ora ero davvero curiosa di vederla all'opera.
- D'accordo.-
Sorrisi debolmente. Poi poggiai una mano sul braccio di Cait che quasi fremeva.
- Abbiamo un quarto d'ora prima dell'inizio delle lezioni, sarà una cosa breve ma intensa!-
Risi. Scarlett si allontanò poi, salutando con la manina. Non feci altro che guardarla e poi mi chiusi nelle spalle.
- Spara. Ora. Immediatamente! -
Quei quindici minuti, furono i più lunghi e i più stressanti della giornata. Caitlin mi riempì di domande e ad alcune, non trovavo nemmeno la risposta. Per la prima volta nella mia vita, fui contenta di sentire il suono della campanella. Aiutata dalla mappa della scuola, riuscii a raggiungere la mia classe e fui contenta di veder un banco sul fondo dell'aula libero. Lo occupai ed accanto si sedette una ragazza con i capelli ricci e neri. La carnagione era scura, sembrava indiana. Lessi distrattamente sulle copertine dei quaderni il suo nome. Jasmine, Jasmine Villegas. Non so come e per quale motivo, me lo appuntai sull'agenda. Quando si dice un sesto senso.
L'ora passò in fretta e con lei anche le altre 4. Sicuramente ero un po' sconvolta perchè non avevo mai fatto così tante ore a scuola in Italia, se non alle scuole medie.
Per la pausa pranzo, mi guardai intorno. Mi venne in mente Justin. Possibile che in tutta una giornata io non sia riuscita a vederlo una sola volta? Mi sembrava un ingiustizia.Non presi nulla da mangiare, giusto una coca-cola per riempire lo stomaco.
Caitlin sbucò dal nulla, facendomi sobbalzare.
- Pensavi avessi finito prima con le domande èh? -
Speravo stesse scherzando. Doveva scherzare.
- Che? -
Chiesi incredula.
- Dio mio, no! -
Testa tra le mani. Eccola, Caitlin 2 la vendetta, prossimamente nei cinema!
- Eddai, non fare così! Sono solo un poco curiosa.. -
Faceva la vaga, guardando in alto e stringendo le braccia al petto. Sconsolata mi arresi.
- Dimmi.. -
Battè le mani e mi trascinò su un tavolo. Mi sedetti a cavalcioni sulla panca sottostante, invece Caitlin si sedette direttamente sul bel tavolo di legno.
- E quindi ti ha lasciato il numero.. bene. Anzi questa volta ha trovato il coraggio, di solito era sempre bloccato dalla timidezza.. -
Io alzai le spalle. Non so, come era nelle altre situazioni, in questa aveva reagito in questo modo. E a me stava più che bene.
- Si.. l'ho salvato sul cellulare. -
Aggiunsi qualcosa di inutile, in modo da sperare che la conversazione scemasse.
- Ti sei iscritta a qualche attività pomeridiana Nems? -
Aprii la mia agenda e ci appuntai qualcosa di sopra. Poi mi ricordai di dover avvertire mia madre e quindi tirai fuori il cellulare dalla borsa.
- Scarlett mi ha chiesto di fare i provini per le Cheerleader.. -
Senza interesse. Ero completamente priva di interesse verso quella attività. Poi pensavo a Justin, possibile che in 6 ore non ero riuscita a vederlo nemmeno una volta? Possibile che non frequentasse nemmeno un corso insieme a me? Questa si chiama  s f i g a.
- Oh ma dai! Davvero? Deve essere divertente.. -
Aprì un pacchetto di patatine che tirò fuori da una borsetta di jeans. Ne sgranocchiò qualcuna.
- Perchè non lo fai con me? -
Più che una domanda era una supplica. Mi sarei sentita in imbarazzo li da sola, non sapevo nemmeno in cosa consistessero questi.. "provini".
- Magari tesoro, ho alcuni problemi con la schiena e fino al prossimo semestre non posso fare movimenti.. - Guardò in passo e sbuffò. - Però se il prossimo semestre miglioro.. magari chiedo a Scarlett di fare un'eccezione e di farmi fare il provino comunque.. -
Mi guardò negli occhi. I suoi occhi blu erano profondi e bellissimi. Li strizzò lievemente. Non so come sia successo, ma un momento dopo era in piedi di fronte a me con le mani sui fianchi e uno dei suoi soliti sorrisi maliziosi dipinti sul volto.
- Ho capito! -
Entrai nel panico. Cosa stava pensando quella ragazza? A volte i pensieri di Caitlin mi preoccupano, seriamente. E sono anche pericolosi.
- Ho capito perchè vuoi andare a fare i provini per il cheerleading! -
Mi avvicinò il dito indice al naso e mi strinse le guance, proprio come fa una nonna alla sua piccola e adorata nipotina.
- Che hai capito tu adesso? -
La mia voce era sconsolata, simile ad una lamento. Mi misi la mano sulla fronte.
- Perchè c'è.. Justiin che si allena nella squadra di basket proprio oggi! -
Mi premette il dito sottile sul naso, facendomi andare indietro con la testa.
- Ma tu sei matta, non sapevo nemmeno che Justin facesse basket. -
Certo ripensando alla sua stanza, con magliette appese sui muri, potevo anche arrivarci.
- Si certo. Guarda che non mi freghi! Stai facendo la finta-tonta per non far capire alle persone che ti interessa! -
Si sentiva un genio. Evidentemente, Caitlin si sentiva un genio.
- Hai mai pensato di lavorare come strizzacervelli? O di andare.. da uno strizzacervelli? -

Spazio dell'autrice :)
Purtroppo ho dovuto, in un certo senso, tagliare il capitolo a metà! Ma metterò presto il seguito!
Ora.. Recensiiite! Mi piacerebbe ricevere pareri sulla mia storia :DDDD
Grazie a tutte voi che mi seguite, grazie a quelli che mi seguiranno <3
Baci

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Capitolo 11
*** Mille pensieri e parole ***


Mi diede una botta sul ginocchio ed io abbassai lo sguardo. La conversazione fu interrotta, ringraziando il cielo, da Chris.
- Hey, tutto apposto? -
Annuimmo entrambe. Io scorsi dietro Chris un ragazzo incappucciato, con un paio di ray ban wayfarer neri. Riconobbi Justin dalle labbra, troppo belle per non essere riconosciute.
- Ciao Justin! -
Dissi entusiasta. Lo guardai attraverso le lenti scure dei suoi occhiali.
- Shh- Mi zittì. - Sono in incognito.. -
Lanciai uno sguardo al cielo, e Caitlin mi anticipò nella mia reazione.
- Guarda che ti si riconosce, scemo. -
Gli abbassò il cappuccio e Justin fece il suo fantastico movimento con la testa per mettere i capelli in ordine. Avevo letto da qualche parte su internet che lo chiamavano Hair-Flick o Hair-Flip. Utile googlare "movimento con la testa di Justin Bieber"; patetico ma utile.
- Comunque ciao raggio di sole -
Uscì dalla sua bocca. Mi guardò e sorrise. Imbarazzata, abbassai lo sguardo. Mi scappò poi una risata, perchè nel mio vano tentativo di nascondere l'imbarazzo, incontrai lo sguardo di Caitlin che era davvero buffo.
Il tempismo perfetto di Scarlett mi salvò. Anzi, da una parte volevo andarmene dall'altra volevo rimanere li seduta ad ammirare i numerosi Hair.Flick di Justin.
Sono malata, incominciai a pensare. Servisse a me uno strizzacervelli?
- Noemi, andiamo! Devi cambiarti poi fai tardi.. -
Mi alzai, con un po' di voglia in più di prima. E beh, ora sapevo che si allenava lo stesso pomeriggio Justin a basket. Era tutto diverso, tutta un'altra storia. Quello che feci dopo fu alquanto semplice. Mi spogliai e mi infilai un pantaloncino blu e bianco ed una maglietta degli stessi colori, con il nome della scuola stampato sopra.
- Sono pronta -
Annunciai appena uscita dallo spogliatoio, davanti a Scarlett. Lei mi guidò vicino al gruppo di Cheerleader e me le presentò una ad una. Riconobbi Jasmine, quella del corso di scrittura creativa.
- Quella frequenta il corso di scrittura creativa con me -
Dissi.
- Quella? Quella è Jasmine Villegas.. è una ragazza particolare.. -
Corrucciò le sopracciglia e la voce della bionda aveva un filo di acidità. Non chiesi ulteriori informazioni. Rimasi sconcertata quando, avvicinandomi al gruppo, mi sorrise calorosamente. Con la mano mi fece un cenno. Mi voltai. Ma era rivolta a me? Non capii la situazione e decisi di ignorare.
Per quell'ora successiva seguii attentamente tutto quello che diceva Scarlett ed io eseguivo. Eseguivo e, a quanto pare, pure bene. Mancavano 20 minuti alla fine, quando la mia amica bionda mi prese da parte.
- Brava, ti vorrei nella squadra! Sarai il nuovo talento.. te la cavi davvero bene. -
Mi diede un forte abbraccio ed un bacio sulla guancia. Scarlett alzò lo sguardo e si inacidì all'improvviso.
- Complimenti, benvenuta nella squadra! - Mi disse l'indianina mora. - Sono Jasmine -
- Grazie,ehm.. sono Noemi - Le sorrisi e tutto finì lì. Lei si voltò e andò via seguita poi da Scarlett.
Feci per imitarle, ero stanca e volevo tornare a casa.
- Neems, che ci fai qui? -
Justin aveva una palla da basket in mano e la faceva rimbalzare. Poi la prese tra le mani, bloccandone il movimento.
- Ehm.. Justin.. niente, mi alleno.. - Indicai dietro di me, alcune mie compagne. Si, ufficialmente mie compagne di squadra.
- Ti dedichi al Cheerleading? -
Gli brillarono gli occhi e lasciò cadere la palla dietro di se, passandola ad un suo compagno, che richiamava la sua attenzione. Possibile che io lo debba incontrare sempre quando sono impresentabile? Lasciai perdere e presi il presente come venne.
- Si.. insomma. Scarlett mi ha appena inserita nella squadra - Misi le mani sui fianchi.
- Tu basket? -
Chiesi.
- Si, è una delle mie passioni, oltre alla musica.. -
Fece il suo Hair-Flick o Flip (come cavolo lo vuoi chiamare) che mi lasciò, un'altra volta, senza fiato. Tossii nervosamente. C'era un silenzio imbarazzante.
- Beh.. io ora vado a cambiarmi.. -
Odio essere sempre io a rompere i silenzi imbarazzanti. Lui mi guardò, a primo impatto mi sembrò dispiaciuto poi pensai che mi stessi facendo troppi film mentali.
- Va bene.. ci..ci vediamo -
Fece tre passi all'indietro ed il mi voltai, pronta per dirigermi verso lo spogliatoio femminile. Poi una mano mi afferrò il braccio, mi girai di conseguenza.
- Senti.. - Aveva incominciato a dire. I miei occhi erano speranzosi, ma lui non guardava il mio viso, guardava la terra e le sue scarpe.
- No.. no.. niente.. - Un sospiro, poi si allontanò di schiena bisbigliando qualcosa che io non riuscii a capire. Arrivata nello spogliatoio,presi il cellulare e lessi un messaggio.
* So che ti ha resa schiava della sua presenza. Puoi iniziare a ritenerti una Bieberblast. Kiss C. ps: Torna a casa e chiamami. Obbligatoriamente! Kiss C.*
Se non fossi stata stanca, ci avrei messo meno di 10 minuti ad arrivare a casa. Invece lo ero, avvilita. Volevo solo dormire un po' e non dover pensare a nulla, cosa alquanto impossibile, poichè c'era un pensiero che mi perseguitava. Justin.. e Caitlin, che oramai non era più solo un pensiero, più che altro un incubo.(ahah) Ma forse l'unica in grado di capirmi. Fatto sta che mi ricordai solamente dopo 20 minuti di stato catatonico che avrei dovuto chiamare mia made, che probabilmente mi aspettava a casa. Sdraiata sulla panchina dello spogliatoio femminile, mi alzai solamente quando non sentii più rumore di palle che rimbalzavano o di scarpe che stridevano sul pavimento. Dopo mi alzai e la mia prima tappa fu lo specchio. Mi sciolsi i capelli e poi di nuovo li legai in una coda disordinata. Poggiai le mani sul lavandino e guardai più attentamente la mia immagine riflessa nello specchio. Cavolo se ero stanca! Dopo una gionata di scuola e allenamento con le Cheerleader ero pallida, sciupata e avevo le occhiaie fin sotto le scarpe. Uscii dallo spogliatoio con in spalla la borsa e raggiunsi di fretta il parcheggio della scuola, ormai deserto. Non mi fermai in piedi, per controllare se ci fosse una bella Ferrari parcheggiata. Entrai in auto e chiusi lo sportello con svogliatezza. In poco tempo fui a casa,come previsto. Quando scesi dalla macchina, vidi che la porta di casa era socchiusa.Raggiunsi l'entrata e rimasi incerta sull'uscio.
- Mamma, sei tu? -
Chiesi a grande voce. Spinsi leggermente la porta e feci un passo in avanti; poi sentii qualcuno che mi tirava la maglietta.
- Noemii! ciao, dove sei stata? La mamma è su -
Una vocina piccola e dolce mi fece tranquillizzare. Mia sorella di 5 anni, mi aspettava dietro la porta.
- Vitto! Guarda che non devi aprire agli sconosciuti.. -
La rimproverai in tono poco convincente.
- Ma tu non sei una sconosciuta, tu sei mia sorella.. -
Sostenne. Eh beh, poi dici che i bambini non sono svegli.
- Oh.. hai ragione, va bene vado su.. vieni? -
Ero un po' spaesata, ero appena stata corretta da una bambina di 5 anni. Feci un flebile sorriso e pensai che avevo davvero bisogno di riposarmi un po'.
- Si -
La feci andare avanti per le scale e lei iniziò a zompettare, arrivando prima di me. Salendo, trascinavo i piedi. Tonf Tonf, le mi scarpe sulle scale di legno.
- Noemi! Vuoi alzare questi piedi? Quanto non mi piaci quando sei sciatta.. -
Mia madre era davanti le scale. Sbuffai.
- Ma sono stanca... -
Mia madre scosse la testa e io le passai davanti, tagliando per la mia bella cameretta. Lasciai la borsa davanti la porta e mi gettai sul letto di schiena, facendo sprofondare la testa tra i cuscini colorati e profumati. Mi ricordai del messaggio di Caitlin e feci un ultimo sforzo prima di togliermi le scarpe e sistemarmi per bene sul letto. Allungai la mano verso il comodino e presi il telefono; mentre cercavo il numero della mia Cait, mia madre entrò portandomi degli asciugamani puliti.
- Riposati- Mi disse - Tra poco è pronta la cena.. -
Uscì dalla stanza, chiudendosi la porta alle spalle ed io ebbi la mia stanza finalmente tutta per me. Rispose al telefono una voce squillante, che rovinò il momento di silenzio che stavo vivendo nella mia camera.
- Pronto, chi è? -
- Caitlin, sono io! -
Dissi convinta, e se non fosse stata lei ma la sorella? Oh Gosh, capitemi dopo una giornata di stress anche io posso avere i miei problemi.
- Hey Bieberblast, come andiamo? -
Rise, ed io tossì in modo nervoso.
- Non è divertente Cait, ma poi.. da dove ti è venuto Bieberblast? -
Continuava a ridere come una pazza ed io ancora al telefono, sul punto di attaccarle in faccia.
- Quando cerchi di nascondere l'evidenza sei favolosa! - mi disse scherzando. - Bieberblast comunque.. sarebbe, esplosione di "amanti di JB" -
La mia faccia fu da fotografia, peccato che la mora non potè vedermi.
- Si, tu stai male. - Alla fine risi anche io. - Comunque, novità? -
- Ehm.. veramente non molte. Tu? -
Feci la vaga e decisi di non raccontarle quello che era successo agli allenamenti. Glielo avrei raccontato di presenza, si avevo bisogno dei sorrisi e degli sguardi di Caitlin.
- Niente.. senti ora vado che è pronta la cena -
Un odorino saliva dalle scale e mi faceva risvegliare tutti i sensi. Posso dire che la cucina italiana è la migliore e mia madre aveva preparato un bel piatto di spaghetti alla carbonara.
- Okay, anche io. -
Sospirai e la salutai, poi mandai un bacio.
- Oh Nems una cosa.. - si interruppe tossendo - Domani stai un po' con me? Abbiamo i corsi insieme.. -
Il mio cuore si sciolse. Caitlin era davvero dolce.
- Certo! A domani bellissima.. - attaccai il telefono e le ultime cose che sentii furono i suoi bacetti.
Quel piatto di pasta mi aveva davvero saziata. Complimenti alla cuoca, e beh, la mamma è sempre la mamma. Guardai l'orologio sulla scrivania, segnava le 10.07 pm. Alzai le spalle e mentre finivo di mangiare una mela mi connettei a Twitter. Nessuna news, nemmeno sul profilo di Justin c'era qualcosa, solo qualche fan impazzita che scriveva cose del tipo "follow me " o "i love you".Chiusi il pc e mi infilai sotto le coperte. Prima di addormentarmi feci una panoramica della situazione nella mia testa. Era incomprensibile, tutto. Decisi che forse fosse meglio riflettere con un po' più di lucidità, eh si; forse è la migliore cosa. Presi il mio ipod e misi il volume al minimo, scelsi una canzone a caso di Justin e poi chiusi gli occhi. Mi lasciai cullare dalle parole delle sue canzoni e finii in un sonno profondo, senza sogni.
Spazio autrice :D
Ecco qua il capitolo finito, per tutte quelle che mi seguono! Spero vi piaccia e.. recensite! <3
Un bacio,Nems <3

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Capitolo 12
*** Io basita. ***


Il giorno dopo e quelli seguenti furono noiosi e incredibilmente monotoni. Non riuscivo a vedere Justin quasi mai, ma ogni giorno ci speravo: Arrivavo presto a scuola, facevo attenzione a come vestirmi, mi informavo sulle sue lezioni, tutto. Pur di vederlo anche solo per poco. Iniziai a dubitare quasi potessimo diventare amici,intendo veri amici. Il mio numero l'aveva, perchè io dal giorno in cui lui mi aveva dato il suo, gli avevo inviato un messaggino ogni tanto. Quella tra le giornate era la più pesante. Storia internazionale, letteratura, due ore di scrittura creativa e alla fine filosofia. Aprii lo sportellino del mio armadietto che in quei giorni era diventato molto più colorato e spiritoso. Ci avevo attaccato alcune foto che avevo fatto con i miei amici in quel periodo, ne avevo anche una con Justin. Sempre in gruppo, però. Purtroppo. Sfogliai la mia agenda e controllai che avevo da fare quel giorno. Il pomeriggio dovevo allenarmi e preparare una coreografia insieme alle mie compagne Cheerleader, in vista di un torneo tra squadre. La sera invece al cinema, sempre.. costantemente in gruppo. Ma cosa ci vuole per sbloccare quel ragazzo? Si, Caitlin mi aveva continuato a dire che lui nutriva un certo interesse per me e che voleva conoscermi a fondo. Io mi ero immaginata tante cose ed ogni volta che lo vedevo speravo davvero, che lui potesse invitarmi ad uscire, abbattendo il muro della timidezza. Chris mi abbracciò da dietro e mi soffiò in viso.
- Buongiorno bella fanciulla! -
Un po' mi spaventai ma subito riconobbi il tono caldo e morbido di Chris. Mi voltai e gli diedi un bacio sulla guancia.
- Tutto okay? -
Gli chiesi, vedendolo un po' stanco. Aveva le borse sotto gli occhi e lo sguardo dormiente.
- Sisi, sono solo un po' stanco.. -
Fece un sorriso e poi mi porse un bigliettino. Nono ma che bigliettino! Lo aprii ed era un foglio grande a righe, ripiegato in 8. Ingegnoso o ingegnosa,chiunque l'abbia fatto.
- E' per te, me l'ha dato Violet -
Il foglio era infatti scritto in bella grafia e alla fine era disegnata una bellissima V in viola con accanto un cuoricino. Violet era solita fare queste cose, scrivere lettere alle persone a cui vuole bene. Più che altro, riesce ad esprimere meglio quello che prova scrivendo. E' una dote, anche perchè, scrive molto bene. La prima frase della lettera diceva questo :
* Tesoro! Ora sorridi ed annuisci, facendo finta che io ti abbia scritto tante cose belle e dolci, perchè sono sicura al 100% che davanti a te c'è Chris.*
Feci precisamente quello che ordinava la lettera. Il seguito era:
*Lui non deve sapere quello che sto per dirti, dato che l'ho origliato da una conversazione sua e di Justin. Non è una cosa molto carina.. ma devo dirtela perchè sono tua amica. Non leggere il resto della lettera, sono parole scritte a caso, tanto per far credere a Chris che scrivessi una lettera delle mie. Vieni alle 7.45 in aula informatica, DA SOLA. *
Il resto della lettera, come aveva anticipato Violet, era solo composta da parole messe insieme senza un nesso logico. Guardai l'orologio del mio cellulare che segnava le 7.43. Dovevo inventarmi ora, una scusa valida per liquidare, lì su due piedi, Christian. Oh Dio, un po' mi dispiaceva ma.. era importante. E cavolo, se c'è di mezzo Justin è più che importante!
- Senti Chris, devo discutere con l'allenatrice di Cheerleading della coreografia.. ci vediamo in classe? Fai storia internazionale con me no? -
Gli mandai un bacino e mi allontanai cercando di essere il più naturale possibile.
- Ok, a dopo Nems! -
Sentivo l'eco di queste parole. Probabilmente mi ero anche scordata l'armadietto aperto. Pensai positivo, se Chris fosse stato così gentile da chiuderlo, al ritorno non avrei dovuto avere problemi. Il cuore mi batteva all'impazzata e rilessi l'ultima riga della "lettera". Quando una persona dice quelle parole significa che la cosa che sta per riferire, ferirà la persona interessata. Mi preparai con un respiro e poi aprii la porta dell'aula di informatica. Vidi l'ombra di Violet vicino al banco del docente.
- Hey, Violet -
Dissi con voce soffiata per non farmi sentire da altre persone,anche se in quel momento nella sala c'ero solo io insieme alla mia amica rossa.
- Nems.. che scusa idiota la lettera! -
Fece un sorriso ed io sorrisi a mia volta.
- Allora.. qual'è questa cosa? -
Chiesi con un tono un po' cupo e triste. Non so come avrei reagito. A qualsiasi notizia lei mi stesse per dare. Non avevo la certezza di rimanere impassibile o al contrario di fare una tragedia greca. Speravo vivamente di trovare una via di mezzo.
- Senti Nemi.. tu stasera non ci devi andare al cinema.. è un consiglio! -
La guardai di sbieco.
- Che significa che non devo andarci? -
Mi sentivo quasi insultata.
- Justin ti dovrà parlare.. ma tu non devi ascoltarlo! -
Sventolò le mani davanti a se e poi si sistemò il cerchietto rosso con un fiocchetto, che le teneva i capelli all'indietro. Sbuffai.
- Io basita. Ma che affermazione è?! Scusami tanto.. -
Sbuffai di nuovo e iniziai a battere il piede per terra. Misi le braccia conserte al petto. Non capivo perchè lei mi diceva tutto questo. Non mi sfiorò mai l'idea che lei potesse farlo per gelosia in quanto innamorata di Juss. Quindi pensai ad altro, ma non mi venne in mente nulla.
- Devi ascoltarmi tesoro! Non posso dirti tutto.. -
Si morse il labbro inferiore e si mise le unghie smaltate vicino alle labbra. Mi stufai, semplicemente mi stufai. Non volevo più ascoltare quello che aveva da dire Violet, la nostra conversazione non aveva né capo né coda.
- Senti.. Violet, io ora ho lezione.. ne parliamo un'altra volta di questi tuoi concetti e preconcetti, okay? -
Mi misi una gomma in bocca ed ero sull'uscio, pronta ad uscire dal laboratorio e raggiungere Chris e Caitlin al corso.
- Noemi, promettimelo.. -
Il suo sguardo era pietoso e sembrava facesse sul serio. Annebbiata da non so quale sensazione, io la ignorai.L'ultima cosa che dissi fu un no secco prima di lasciare sola insieme ai computer Violet. Raggiunsi con calma l'aula, ero anche in anticipo e per fortuna c'erano già Cait e Christian ad aspettarmi, poggiati alla parete della classe.
- Ma cos'ha Violet? In questo periodo sembra stia dando di matto! -
Esordii io entrando in classe. Lo sguardo dei miei amici si pose su di me.
- Perchè che ti ha detto? -
Mi chiese incuriosita Catilin.Quando mai non è curiosa questa ragazza? Scossi la testa e lasciai cadere un ciuffo di capelli sul mio viso, in modo che lo coprisse un po'.
- Niente, lascia stare.. -
Poggiai la borsa sul banco e lasciai che le cose andassero come dovevano. Non volevo spiegazioni e nulla, avrei fatto tutto quello che dovevo fare in quella giornata, non essendo influenzata dalle parole di Violet.

Spazio autrice
Waaa che bello :) Mi piace che ci sia tanta gente che segue la mia storia :) Sono contenta che piaccia ee
beh siete stupende <3
Comunque, recensiite! Ditemi cosa pensate del capitolo ;) Un bacio

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Capitolo 13
*** Forse non avresti dovuto dirlo. ***


La pausa pranzo passò in fretta e la trascorsi insieme a Caitlin, Jake e Daisy. Scarlett era in giro per la scuola, facendo delle commissioni. Violet invece, non si era presentata all'ora di pranzo; le voci dicevano si fosse sentita male e fosse tornata a casa in anticipo. Scrollai le spalle, probabilmente l'avrei chiamata nel pomeriggio per sapere come stava, ma nulla di più.
- Vieni oggi al cinema vero? -
Mi chiese Jake, con i suoi bellissimi occhi azzurri che guardavano i miei.
- Sisi, certo. -
Annuii sicura. Poggiai poi il gomito sul tavolo e ressi il mio mento con la mano, stretta in un pugno. Posa pensosa, che mi fece pensare, non so il perchè a qualche filosofo greco. (O.O).
Dopo aver mangiato, gettai le cose nel cassonetto e mi diressi insieme a Cait negli spogliatoi. Quel giorno mi aveva promesso di rimanere a vedere gli allenamenti delle Cheerleader, intromettendosi ogni tanto per darmi forza. Mentre mi cambiavo ed indossavo la divisa, Caitlin parlava, facendo fantasie sulla serata di quella sera.
- Sono sicurissima, che si siederà vicino a te! -
Lanciai lo sguardo al cielo e poi le sorrisi amorevolmente. Le volevo davvero bene, nonostante fosse una pazza ed i suoi pensieri a volte fossero pericolosi.
- Speriamo, che si dia una mossa però! -
Risi.
- E poi.. mano nella mano lui ti chiederà di uscire una volta per tutte e.. - Lasciò la frase in sospeso e fece un movimento teatrale. - tu sentirai i cori angelici! -
Li imitò e io scoppiai in una risata fragorosa. Mi faceva morire dalle risate quando diceva certe cose!
- Hai mai pensato di fare teatro? Secondo me saresti brava!-
Le dissi, legandomi i capelli in una coda di cavallo.
- Secondo me tu saresti brava! Facciamo il corso insieme ti va? Inizia tra un mesetto.. mi pare.. -
Rispose vagamente, mi sarei dovuta informare per forza in segreteria didattica riguardo quel progetto.
- Pff.. smettila. Comunque dai, non è un'idea malvagia.. -
Alzai le spalle e per ultimi presi i pon pon.
- Andiamo che sono pronta, Scarlett è terribile come capo-cheerleader, non sopporta i ritardi! -
Uscimmo e quello che fu, fu. In quel periodo, avevo anche fatto molta amicizia con Jasmine, si Jasmine Villegas; La pazza sclerotica che all'inizio della scuola mi salutava e parlava, nonostante non ci conoscessimo. All'apparenza uno zuccherino, ma dentro aveva un fuoco ardente. Energia pura. Gli esercizi che andavano fatti in coppia, li feci con lei. Oltre ad essere bella era anche brava. Ogni tanto mi voltavo e vedevo Caitlin che urlava il mio nome. Quelle volte mi veniva da ridere.
Passata l'ora e mezza di lezione Jasmine mi venne vicino con un bellissimo sorriso. Diamine, denti bianchissimi e perfetti.
- Dolcezza, vieni al cinema oggi, si vero? -
Si mise le mani sui fianchi. Io annuii, non avevo più fiato dopo l'allenamento, nemmeno per rispondere.
- Perfetto, allora a più tardi-
Mi diede un bacio sulla guancia ed io ricambiai. Come le scorse volte, le seguii in spogliatoio e dopo una breve chiacchierata, riuscivo ad uscire da quella palestra; questa volta non da sola, ma con la mia migliore amica.
- Cait, ti prepari a casa mia? -
Lei annuì contenta e subito dopo decidemmo se prendere la mia macchina o la sua. Non lasciammo nessuna delle macchine a scuola e quindi arrivammo a casa mia in due macchine differenti. Saltellai giù dalla macchina e bussai alla porta, sicura che ci fosse mia madre. Ci aprì e in salotto a farle compagnia, oltre ad esserci i miei fratelli, c'era anche Violet.
- Amore, è venuta Violet per te.. come stai? -
Mia mamma mi diede un bacio e poi fece entrare me e Caitlin.
- Ciao Caitlin.. -
Cait salutò mia madre. Per qualche secondo rimasi incerta sul da farsi, in mezzo al salotto. Credei che la cosa migliore da fare, fosse salire in camera mia, lontano da quel fracasso.
- Hey V. Saliamo? - Guardai entrambe, cercando una conferma nei loro occhi. In un battito di ciglia ero sdraiata sul mio tappeto morbido, e le miei amiche: una sulla poltrona ed una sul letto tondo della mia stanza. Parlammo del più e del meno mentre facevamo a turni per il bagno. Studiavamo e ripetevamo le lezioni una ad uno, cercando di non essere superficiali. Arrivata l'ora, cominciammo a truccarci e a vestirsi da sera. Sempre molto casual, e certo, per una serata al cinema come ti vuoi vestire? Assolutamente no come Jasmine Villegas. Si presentò al cinema indossando un vestito a tubo rosa senza spalline. Non avevo mai considerato il suo lato eccentrico. La sola cosa sicura in quel momento però, era che quel vestito le stava davvero bene, non dimostrava la sua età, sembrava molto più grande. Io indossai un jeans attillato, con un paio di ballerine ed una camicetta nera, senza maniche. Lo stesso le mie amiche; chi una felpa, chi una semplice t-shirt. Quando vidi Justin all'entrata del cinema, non capii più nulla. Vedevo solo lui, con la sua camicia rossa, bianca e blu a quadri, di quelle come vanno ora, con una magliettina bianca sotto. Un paio di jeans e le sue immancabili Supra, questa volta nere.
- Neems, come stai? -
Mi chiese appena mi vide. Era intimidito, ma per fortuna non così tanto da non parlarmi neanche.
- Hey, Juss.. bene grazie e tu? -
- Benissimo - Il suo sorriso smagliante mi illuminò. - Senti, dobbiamo parlare in privato, che ne dici magari durante la proiezione...- Mi si avvicinò e mi disse all'orecchio - Che sarà assolutamente noiosa.. ne parliamo? -
Il cuore smise di battermi. Il mondo intero si bloccò per un secondo che sembrasse non avere più fine. Io e lui, per la prima volta finalmente soli.
- Certo! -
Poi Justin corse a salutare Jasmine. Da quando quelli si conoscono? Mi chiesi. E poi correre, non è normale! Alzai le spalle e successivamente seguii il gruppo.
La proiezione era noiosa. Inutile essere così critici, le nostre sensibilissime Daisy e Scarlett avevano convinto tutti a vedere uno sdolcinatissimo film d'amore. Avete presente il classico film che vi fa venire le carie? Ecco, ancora peggio. Dopo una ventina di minuti Justin si girò verso di me, completamente.
- Ti avevo avvertito che sarebbe stata noiosa! - Rise. Presi dei pop corn dal suo pacchetto.
- Si.. sono loro che mi pagano il dentista èh! -
Esclamai sempre ridendo. Cavolo, quanti ricordi, da tenere nascosti nel tempo, sempre in una parte della mia mente per non sciuparli. Sembrava tutto di una banalità assurda, ma io sentivo che era importante.
- Senti Nems.. - tossì nervoso. - Arriviamo al sodo perchè io con questi giri di parole proprio non ci so fare.. - Ammise, e parve arrossire un poco. Mi preparai, pronta alla bomba che stava per esplodere dentro di me.
- A me.. piace una ragazza. -
Ecco che li sentii, i sette cori angelici. Per qualche secondo rividi nella mia testa Caitlin nello spogliatoio, che mi esponeva quella che sarebbe stata la serata. Annuii e gli feci segno di continuare a parlare, i miei occhi brillavano.
- Visto che tu, sei una ragazza...potresti darmi un consiglio? -
Era una domanda retorica, anche perchè non attese una mia risposta.
- Come faccio per.. insomma, chiederle di uscire? -
Sentii come aperte le porte del paradiso. Finalmente il mio momento era arrivato.
- Mettile un fiore nell'armadietto.. con un bigliettino magari! -
Gli feci l'occhiolino, oramai spogliata di ogni dubbio.
- Che idea! Grazie Nems.. - Mi prese la mano. - Sei un'amica.. -
A quelle parole il mondo crollò, tutto addosso a me. Non volevo sentire, No No No. Rewind, vi prego. Il mio sguardo adesso era fermo, davanti a me. Avevo solo sorriso, per modo di dire, a Justin, ancora così ingenuo da non capire niente di niente delle ragazze. Come poteva chiedere a me una cosa del genere? Come poteva? Non aveva capito niente di me ed io niente di lui. Non avevo capito niente, in generale. Sono sempre l'idiota.. che alla fine ci resta male. In quel momento, quanto avrei voluto aver ascoltato Violet, che voleva evitarmi questa batosta. Una lacrima scese calda sul mio viso.


Spazio autrice :)
Ragaaazze! Perdonatemi se vi ho fatto aspettare così tanto, ma questi giorni a causa della scuola, sono stata parecchio impegnata! Comunque, ecco qua il seguito!
Spero lo apprezziate come gli altri!
Non è finita qui ;) 
Recensiiiite! <3 <3

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Capitolo 14
*** Rumors spreading 'bout this other girl ***


Magari fosse tutto un sogno. Magari si potesse tornare indietro. Magari potessi non essere stata così scema da illudermi su qualcosa, che forse non accadrà mai. Sarà stata l'emozione del tutto nuovo a farmi vedere qualcosa che non c'è.. qualcosa che non c'era e che forse non ci sarà mai. Quello che feci per il resto della serata su mangiare i pop corn e piangere. Nemmeno mi stavo rilassando, perchè dietro di me c'era una ragazzina sui 7 anni che continuava imperterrita a darmi calci sulla poltrona. Odio profondo. L'unica cosa positiva fu che, appena il film terminò e le luci si accesero, potevo benissimo dire di essermi commossa durante il film, visto che quasi metà della sala era in lacrime. Alla fine uscimmo e buttammo la spazzatura nei cestini appositi. Le ragazze ridevano e scherzavano, guardo Caitlin, Jasmine, Daisy e Scarlett. Ridono. Loro ridono beatamente. Io invece continuo a piangere e nonostante i miei amici mi chiedano cosa abbia fatto, ripeto di essermi commossa. Oramai eravamo tutti fuori dalla saletta, l'aria era fresca all'esterno del cinema, ma si stava bene.Delle mani calde mi cinsero la vita. Voltandomi vidi Violet che aveva poggiato la testa sulla mia spalla. Forse lei sapeva l'unico.. il vero motivo, per il quale io in quel momento piangevo. Infatti mi cinse forte e mi diede un bacio sui capelli.
- Ancora a piangere Nems? -
Justin venne accanto a me e mi tirò indietro un ciuffo di capelli che con le lacrime, aveva aderito al viso. Non so cosa mi prese, ma non mi mossi e non risposi. Un cenno e basta.
- Io vado con Noemi!-
Subito urlò a tutti Violet, capendo la situazione. Per fortuna Caitlin non se la prese, sapeva che era la mia preferita, tra tutte. Mi fece l'occhiolino e si allontanò insieme a Jake.
- Ciao a tutti! -
Dissero in coro Chris e Justin. Jasmine mi venne vicino e mi abbracciò forte.
- Grazie per la serata, mi sono divertita parecchio! - Poi si avvicinò al mio orecchio e mi sussurrò - Una volta usciamo io e te.. -
Mi strinse la mano e si allontanò in silenzio, saltellando. Non mi colpì il modo in cui se ne andò, ma con chi se ne andò: Justin. Entrambi sulla sua macchina, dove qualche settimana prima c'ero io. Io,Io,Io. Chiusi gli occhi e li strizzai, per un momento volli rompere qualcosa e pensai al peggio. L'unica frase che mi passò per la testa fu "Ma ti pare, non ti farebbe mai una cosa simile Jasmine!" Il problema è che lei non sapeva, non sapeva e non avrebbe mai saputo. Il problema era il problema, comprendi? (Grazie Jack Sparrow xD). Salii in macchina, ma non al posto del guidatore. Violet capì e si mise li lei, per portarmi a casa. Chiuse la portiera.
- Nems.. -
Non le lasciai finire la frase.
-Dovevo ascoltarti.. scusami.. sono una cretina.. -
Scoppiai ancora di più in lacrime e dal finestrino salutai Caitlin che era in piedi davanti la macchina di Jake. Mi fece un segno con la mano, un telefono. Si, voleva la chiamassi. Ma io non ne avevo voglia, volevo solo scomparire da quel luogo il più in fretta possibile. Pensai " Ora Justin userà il mio consiglio per conquistare un'altra ragazza.. ma che cavolo!"
- Nems, è uno scemo che non ha capito la situazione.. -
La bloccai e respirai a fondo. Lei mise in moto, non volevo stare li un secondo di più.
- No, lui non è niente. Io sono una cretina che ci credo ancora in qualcosa di impossibile.-
Singhiozzavo. Non mi piaceva farlo e non l'avevo fatto spesso. Che schifo. Il mondo è uno schifo. Io sono uno schifo, o più che altro mi sentivo uno schifo. Lei guidava piano, la radio era accesa; non si sentiva però, il suono era coperto dal mio singhiozzare ininterrotto. Arrivammo sotto casa mia, Violet non seppe che dirmi, così parlai io.
- Ti va di rimanere a dormire per stasera? Non voglio stare sola.. –
Eravamo ancora nella macchina, ma nonostante questo mi gettai addosso a lei. La rossa mi carezzò la guancia, inumidita dalle lacrime
- Certo tesoro, non ti lascio sola –
Rimanemmo in quella posizione per altri 5 minuti, che passarono talmente lenti, che quasi mi addormentai. Mi piaceva il modo in cui Violet mi carezzava, perché nel suo tocco c’era qualcosa di fantastico, sentivo l’affetto che aveva verso di me e sapevo per certo che era rimasta male quando me, quando sentì quella notizia. Aprii la porta di casa con le mie chiavi, non avevo proprio voglia di disturbare i miei genitori. Feci passare davanti a me la mia amica e mi chiusi la porta alle spalle. Mi voltai prima a destra e poi a sinistra alla ricerca di un foglietto da attaccare sulla bacheca per mia madre.
- Violet, vedi un foglietto da qualche parte? – Tirai su con il naso. Che cosa disgustosa.
- Ecco tieni.. –
Mi porse un foglietto colorato di verde. Poteva andare bene. Scrissi * C’è Violet a dormire, potete cercare di non fare troppo rumore domani mattina presto? Un bacio mami, N. *
Feci un cuoricino accanto alla N, cosa che avevo ripreso appunto dalla mia amica con le lentiggini. La trascinai di sopra e dormimmo tutte e due sul mio letto tondo, abbastanza grande e comodo. Inizialmente non dormimmo, per circa un ora. Più che altro io non dormivo, ma parlavo a vanvera. Non riuscivo proprio a capire perché provavo quel dolore, per un ragazzo che, non conoscevo nemmeno troppo bene?
- Nems, hai pianto tutte le lacrime che si potevano piangere in una vita intera.. dai.. –
Cercava di sdrammatizzare ed io lo apprezzavo molto. Avevo la testa poggiata sulle sue gambe e lei parlava cercando di confortarmi.
- Tesoro guarda che.. cioè, ci ha perso lui. – Sospirava – Lo sai come sono i ragazzi no? Non capiscono proprio nulla.. non perché lui è Justin Bieber.. è un ragazzo, punto. –
In alcune cose aveva ragione, ma io continuavo a sostenere che fosse colpa mia e solo mia.
- Si accorgerà presto di te.. e si pentirà.. –
E’ l’ultima frase che mi ricordo di quella serata. Si, crollammo in un sonno profondo che durò fino alla mattina dopo. Ci svegliammo alle 11 passate e per colazione presi insieme a lei un bicchiere di latte. E’ domenica. Mi alzò dalla sedia e vado a dare uno sguardo fuori dalla porta. Il sole era alto in cielo, un cielo azzurro bellissimo. Gli uccellini cinguettavano, e il vento caldo muoveva gli alberi. Mi chiesi perché essere tristi una giornata così bella. Guardai in basso e mi sedei accanto a Violet.
- Che ne dici di andare al centro commerciale? – Mi propose – Un po’ di sano shopping ti farò distrarre sicuramente! E’ la cura migliore.. – Mi fece l’occhiolino.
- E poi lo sanno tutti che sono una compratrice compulsiva.. ne ho bisogno, su su forza! – Mi incitò. Chiesi a mia madre il permesso e anche i soldi. Avevo deciso di comprarmi qualcosa di carino, ma non per Justin, per me stessa.
- C’mon! – Fu l’ultima cosa che Violet disse prima di chiudere la porta e salire in macchina. Una gionata di folli spese con una compratrice compulsiva? Non ha prezzo!
Ci dirigemmo verso il centro commerciale più grande della città. Quando parcheggiamo, il mio cuore smise di battere. Era enorme. Deglutii e scesi dalla macchina fremendo. Mi misi la borsa in spalla. Indossavo un pantaloncino corto, un paio di converse una canottiera ed una camicia viola a quadretti sopra.Violet anche era vestita molto simile a me. Aveva fatto alzare la madre di fretta e furia quella mattina, per convincerla a portare i suoi vestiti fino a casa mia. Un pantaloncino ed una magliettina con l'incrocio delle bretelline sulla schiena. Passavamo nel corridoio che divide una fila di negozio dall'altra. Ma non era un semplice corridoio, era immenso con delle panchine di marmo ogni tanto su cui sedersi.
- Neems, quello è il mio negozio! Forza, deve piacerti! C'è roba italiana.. -
Mi schiacciò l'occhio. Davvero era così "in" la roba italiana? Beh, allora potevo reputarmi una fashion girl. Chiusi gli occhi e li riaprii, per grazia smisi di pensare cose stupide. Il negozio però aveva ragione, incantevole. Ma d'altronde come tutti gli altri, o quasi. Violet mi fece da fashion coach e grazie a lei comprai dei vestiti davvero sfiziosi. Quasi quasi mi piacevo allo specchio indossandoli!
- Mi hai convinta! -
Provavo un vestitino blu. Un blu carta da zucchero, molto molto intenso e bello. Un vestito che non si vede sempre, un vestito che mi avrebbe differenziata alla festa di compleanno di Chris. Aveva deciso di affittare un locale. Ma prima ci avrebbe invitato a prendere qualcosa da bere a casa sua, insieme agli amici più cari. Poi saremmo andati nel locale, al centro della città. Aveva invitato gente da ogni high school; non si sa come ma Chris conosceva tutti.
- Splendore! -
Mi spinse nel camerino V, e mi cambiai. Me lo pagò lei.. disse : " Regalo di compleanno anticipato!" Alla fine, uscimmo. Avevo perso le speranze con Violet, pensavo di non riveder mai più la luce del sole. Lei guardò l'orologio, io intanto mi allacciavo la cintura di sicurezza.
- Andiamo da Caitlin -
Affermò. La guardai un po' perplessa. Era pomeriggio inoltrato oramai, oltre le 5pm. Tossicchiai e feci retro marcia.
- Non la disturbiamo? -
Alzai il sopracciglio.
- No figurati, mi ha detto lei di venire-
Uscivo dal parcheggio e facevo mente locale. Che caspita di strada dovevo prendere per arrivare da Caitlin? Scossi la testa.
- Che? e quando te l'avrebbe detto? -
Guardavo in avanti e cercavo di non perdere la concentrazione e l'orientamento.
- Oh prima, mentre ti cambiavi! -
Rispose distrattamente. Aprì la sua borsa e tirò fuori un pacchetto di patatine.
- Posale, immediatamente! Sai dove va tutta quella roba? Fianchi.. cosce, glutei.. - Feci un piccola pausa e poi scandii per bene una parola - C e l l u l i t e -
Scosse la testa disperata e si leccò le dita.
- Ma dai! Non fare il gufo.. sono giovane per avere la cellulite! -
Abbassò il finestrino di un poco. Io alzai il volume della radio
- Ti ho avvertita.. - Alzai le sopracciglia e sospirai - Chi è causa del suo mal, pianga se stesso -
Proverbio. Ci stava, dai.
- Oh.. ma che cavolo.. -
Posò le patatine nella borsa e la chiuse. La gettò nei sedili dietro, di modo che non ci fosse nemmeno la tentazione. Arrivammo, dopo 10 minuti passati a cantare a squarcia gola le canzoni della radio.



Angolo autrice :)
Ehiii ragazze! Questo capitolo è un po' più lungo degli altri.. 
Povera Nems.. cosa succederà poi? Se volete saperlo, continuate a seguire la mia storia :D
Sono contenta che molte gradiscano questa Fic :D Siete tutte dolcissime!
Un bacione, Nems

PS: Recensiiite <3

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Capitolo 15
*** Scusa, puoi ripetere? ***


- Suona tu V! -
Saltellando, vidi Violet dirigersi verso la porta.
- Dlin Dlon Caaaaitlin! -
Urlò. Io chiusi la macchina e poi le diedi una pacca sulla spalla.
- Ma cosa urli? -
Bisbigliai.
- I genitori non ci sono, tranquilla! -
Respirai sollevata. La mora venne ad aprirci la porta e ci invitò ad entrare.
- Correte! Sususu, in camera mia! -
Non sapevo cosa aspettarmi da Caitlin in una situazione come questa. Speriamo bene.
Correndo per le scale, per poco non caddi. Ero la prima delle 3 a salite e dietro sentivo la loro fretta di rintanarsi nella camera di Caitlin. Infatti, appena arrivate sul pianerottolo mi spinsero da parte ed entrarono.
- Che fretta c'è? -
Chiesi, ma non avevo bisogno di una risposta. Mi chiusi nelle spalle e mi gettai sul puff giallo che Cait aveva vicino la sua libreria, piena di libri scolastici. Violet si affacciò alla porta e dopo la chiuse; la chiuse con la chiave. La situazione mi stava iniziando a preoccupare un po', poi sospirai. La gente mi lascia sempre più spesso perplessa. Mi sdraiai totalmente, allargando braccia e gambe.
- Insomma, sei comoda?! -
Disse Caitlin inciampando su una delle mie gambe. Poi si sedette a gambe incrociate sul tappeto di pelo. Sbuffai.
- Sono distruutta, capiscimi Cait! -
Chiusi gli occhi e misi le braccia a mo' di X sul mio viso. Battevo i piedi a ritmo di non so quale canzone mi frullava in testa in quel momento. Mi si avvicinò con il viso e mi diede un bacetto sulla fronte. La vedevo al contrario, perchè io ero a testa sotto e lei dietro di me.
- Mi dispiace -
Storse la bocca in una smorfia. Non avevo voglia di parlare di quell'argomento, mi sentivo già abbastanza in imbarazzo. La compassione, non aiuta in casi come questi, dove si lotta per tener alto l'orgoglio.
- Oh no, ti prego tesoro! Non dire queste cose che già sono nera.. -
No, facevo finta. Non ero nera di rabbia, mai. Quando mai avrei potuto essere arrabbiata con quell'angelo dagli occhi color del caramello? Quando? Una persona intelligente non si sarebbe posta queste domande. Alla fine conclusi. Sono stupida, sono un' emerita stupida. Il mio volto si ingrigì.
- Chissà che sta facendo adesso.. -
Mi venne voglia di urlare e spaccare le cose.
- Nems! A te non interessa.. chiaro? Non ti interessa! -
Cercava di convincermi, Violet. Invece mi interessava. Chiusi le mani strette in un pugno e digrignai i denti.La voglia di urlare cresceva sempre di più.
- Sfogati tesoro.. -
Caitlin mi passò una mano sulla spalla e mi guardò con occhi dolci. Quello era lo sguardo di una persona che ti capiva, che qualsiasi cosa tu avresti fatto, lei non ti avrebbe biasimato.
- Voglio urlare, ragazze. -
Le guardai, prima Cait e poi Violet. Quest'ultima mi passò un cuscino, me lo schiacciai contro il viso. Urlai. Ma non era un urlo normale, no; era un urlo di sfogo. Domani probabilmente non avrò più le corde vocali, dettagli. Il cuscino riuscì a soffocare un po' del suono, ma per il resto rimbombò nella stanza rettangolare di Cait. I loro volti erano contratti in una smorfia e dopo urlarono insieme a me, mettendosi anche loro un cuscino davanti alla bocca.
- Che liberazione!-
Dissi prendendo il respiro e togliendo dal volto il cuscino. Ora avevo capito perchè avevano chiuso la porta a chiave, tentavano di soffocare ancora di più il suono di modo che i vicini non avrebbero dovuto chiamare la polizia.
- Oh cavolo! Si ragazze.. lo dobbiamo rifare ogni tanto. Aiuta! -
C mi schiacciò l'occhio e io le sorrisi, tirandomi su e mettendomi seduta per bene.
- Giù c'è una torta al cioccolato, la volete? -
Chiese con dolcezza mettendosi sul tappeto di pancia. Dondolava su e giù i piedi come un bambina.
- Volentieri! - Risposi e poi mi voltai, vedendo un telefono sul comodino vibrare - Chi è? -
Con un cenno della testa, indicai il cellulare. Caitlin si mise in ginocchio e arrivò gattonando fino a prendere il telefono. Guardò con stranezza il telefono.
- Chris?? - Ci guardò e noi le facemmo segno di rispondere.
- Pronto? -
Chiese lei, alzò il sopracciglio destro e poi ci sorrise cordialmente.
- Ma se sei qui sotto cosa mi chiami a fare? Ti vengo ad aprire.. -
Tossì e poi riattaccò.
- Perchè c'è Chris? Non devo vederlo..-
Dissi io scuotendo il capo e cercando un posto dove nascondermi. Caitlin doveva andare ad aprire la porta, lasciò socchiusa la sua. Guardai Violet.
- Io non sono mai stata qui. -
Le dissi secca. Mi rotolai fino ad arrivare sotto il letto, non mi avrebbero vista.
- Ma che diamine fai? -
Mi chiese la rossa, che era sul letto mettendo la testa all'ingiù.
- Ssh, tu fai finta di nulla! -
Mi raggomitolai per bene e attesi. Violet si tirò su la testa e iniziò a guardare il soffitto, fischiettando. Certo, così non si nota proprio che sta facendo finta di nulla. Dei passi e dei borbottii si sentivano, provenivano dalle scale e dal salone.
- Torta! - Disse Cait entrando in camera con un vassoio in mano.
- Ciao bellissima! -
Chris diede un bacio a Violet e come speravo, non mi vide. Si sedette sul puff giallo dove prima c'ero io.
- Dov'è Noemi? -
Il ragazzo si guardò intorno. Ma che cavolo! Nonostante avesse chiesto questo, Violet continuò a reggermi il gioco.
- Non c'è!! - Rispose pronta, un secondo dopo la domanda.
- Ma fuori.. c'è la sua macchina.. -
Indicò fuori dalla finestra, il suo volto mostrava confusione. Niente da fare, copertura saltata.
- Ma sono qui.. - Strisciai fuori da sotto il letto. - Volevo entrare da dietro e farti una sorpresa ma.. non ha funzionato -
Da quando ero così brava ad inventare balle? E non era la prima che dicevo a Chris, contando quella del giorno prima.
- Ah, Okay.. -
Mi sorrise e mi cinse i fianchi, dandomi poi un bacio sui capelli. Si stava spingendo oltre, questa cosa mi puzzava. Decisi di ignorare però, non ero dell'umore per inventarmi film assurdi nella mia testa. Mi allontanai e mi sedetti vicino a Violet, sul letto.
- La sapete l'ultima? -
Esordì Chris. Dio, ti prego, fa che non sia quello. Alzai gli occhi al cielo ed io e le mie amiche ci scambiammo degli sguardi di intesa. Violet mi passò una mano tra i capelli.
- Justin sta per chiedere di uscire a Jasmine! -
Buio, luce. Non avevo capito bene. Risi nervosamente e poi tossii.
- Ehm no scusa Chris, puoi ripetere? -
Ovviamente, avevo capito benissimo. Ma speravo di aver capito male. Tesi l'orecchio verso di lui.
- Jasmine, Jasmine Villegas.. ha detto che l'ha colpito, quando l'ha vista per la prima volta.. -
Lasciò il discorso un po' in sospeso e subito guardò verso di me. Il mio viso era indescrivibile. Non si sa cosa. Rabbia, Felicità, Tristezza, Delusione; un misto. Caitlin tossì e si grattò dietro la nuca.
- Ho bisogno di un coltello.. -
La mia voce era come quella di un'assassina. Fece voltare Violet.
- Ehm, Nems? -
Mi prese la mano e la strinse. Io mi alzai e dopo le diedi una pacca sulla gamba distesa in avanti.
- Ma per tagliare la torta sciocchina, che avevi capito? -
Usai un tono divertente. Prima di uscire dalla stanza mi scambiai un rapito sguardo con Caitlin.
- Perdonatemi, torno subito! -
Sparii dietro la porta. Scesi le scale con pesantezza, e andai in cucina. Non resistendo mi gettai sul divano del salotto di Cait e urlai contro il cuscino. Quelli di sopra si sarebbero preoccupati, così mi inventai qualcosa. Presi un pezzo di stoffa e la misi intorno al dito, simulando una ferita. Si, mi sono tagliata con un coltello, perchè sono una tipa molto distratta;perfetto. Tenevo il coltello distante da me, quasi davanti al viso.Entrai in camera.
- Ecco il coltello.. - Lo porsi a Chris - Non farne uso improprio.. -
Mi andai a sedere sul letto, nuovamente. Solo dopo qualche minuto, mi accorsi degli sguardi di circospezione che mi circondavano. Perplessi e preoccupati, anche.
- Tutto okay tesoro? -
Chiese Caitlin.
- Si certo, mi sono solo tagliata con un coltello.. un altro..-
Tono di voce piatto, impassibilità nel volto.
- Però hai fatto un urlo! -
Esclamò Chris poi, ridendo.
- Sono delicatina, lo ammetto! -
Cercai di ridere.
- Ma lei lo ricambia? -
Iniziò tutt'ad un tratto Violet. La graffiai con le unghie, sopra il jeans corto che indossava.
- Si credo di si, se no lui non si sarebbe fatto avanti. E poi si sentivano da qualche giorno.. -
Rimase sul vago. Io non respiravo più, l'aria era pesante. Troppo pesante.
- Io vado! -
Mi alzai presi la mia borsa da terra. Salutai tutti con un bacio in guancia ma non guardai negli occhi nessuno. Si sa, gli occhi non riescono a mentire.
- Ci vediamo domani a scuola-
Scesi le scale di tutta fretta e furia e alla fine mi infilai nella mia bellissima auto. L'aria era più leggera e più mi avvicinavo a casa, più mi sentivo libera. Arrivai in primis e feci quel che dovevo fare; in realtà nulla di che, ma perdendo tempo riuscii a pensare ad altro. Quella notte pensai che una giornata non si potesse concludere peggio, diamine! Era iniziata tanto bene. Afflitta mi coricai, che si poteva fare in quella situazione? Probabilmente l'unica cosa da fare era pensare ad un giorno migliore. Il domani,si prospetta migliore. Si spera,almeno.




Angolo dell'autrice. :D
Ditemi, ragazze! Vi è piaciuto il capitolo? 
Se mi volete dare dei consigli li apprezzo volentieri ;) 

Comunque, recensite! Mi sono impegnata come una pazza a scriverlo! Spero vi piaccia <3
Nems 

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Capitolo 16
*** BFF, what else? ***


Il domani è già qui, sotto al mio naso. Solo che io, non lo vedo, non vedo nulla che riguarda il mio futuro. Io sono rimasta a quel sabato, quel sabato orrendo. Il mio pensiero è in quelle parole, è in quella sala e in quelle lacrime. Quel giorno lì, ebbene si, proprio quel giorno li, dovevo far finta di essere felice, per forza. Armata del mio sorriso migliore e del mio umorismo. Quel giorno però era grigio anche il cielo, non solo il mio animo. Questo mi faceva sentire più abbracciata, non so, compresa. Indossai un felpone marrone con dei leggins, ed un paio di Ugg's ai piedi. Presi la mia macchina ed arrivai come al solito in anticipo a scuola. Dopo aver parcheggiato, mi fermai un po' in cortile, a chiacchierare con delle ragazze che avevo conosciuto alla festa da Caitlin. C'era anche Daisy. D'un tratto vidi la persona che non avevo voglia di vedere, almeno per quella giornata, già così scura. Che poi pensandoci, lei poverina non c'entra nulla. Ha fatto come me, ha fatto come tante altre. Com'è che le chiamava Cait? Bieberblast. Ecco, forse per Justin ero solo una di quelle, e lo so che dice di amarle tutte ma.. io volevo essere qualcosa in più. Oltre ad un'amica intendo.
- Neems! Devo raccontarti trooppe cose! -
Jasmine mi si presentò davanti con gli occhi brilluccicanti. Mi abbracciò. Aveva un buon odore ed era tanto, tanto affettuosa.
- Beibe.. dimmi! -
Le sorrisi e tentai di trasmetterle il mio buon umore di sempre. Cavolo, siamo cheerleader o no? Se non mi sbaglio, cheer significa sorriso. Beh, in questo momento mi si addice proprio,certo.
- Passeggiamo che sono troppo eccitata! -
Mi prese sottobraccio e andammo avanti ed indietro per il cortile della scuola. Furono 20 minuti piacevoli, se non fosse stato per le parole che le uscirono dalla bocca. Felice per lei, ma triste per me stessa.
- Mi ha messo un biglietto con una rosa rossa nell'armadietto.. e mi ha scritto un pezzo di One Time. Dice che me la dedica.. -
Prese il biglietto dalla borsa e iniziò a leggermelo. Perchè?!
- Allora.. - Si schiarì la gola tossendo. - *When I met you girl my heart went knock, knock, now them butterflies in my stomach won't stop, stop,and even though it's a struggle love is all we got ,so we gon' keep, keep climbing till to the mountain top * E si è firmato con una J. - La strinse tra le mani e dopo mi sussurrò all'orecchio. - Mi ha scritto poi, vediamoci stasera al parco, voglio cantartela di persona, per te -
Gli occhi mi si gonfiarono di lacrime. Ricorsi al metodo più facile: occhiali da sole. Presi i miei rayban a goccia dalla borsa e li infilai, nonostante ci fosse poco sole.
- Me è fantastico Jasmiiine! - Le strinsi il braccio - Sono felice per te! -
Non era proprio una bugia, era una mezza verità. Pregai perchè in qualche modo qualcuno potesse tirarmi fuori da quella situazione. Avevo già sentito abbastanza per quella giornata. In lontananza vidi una figura maschile piuttosto notevole. Doveva per forza essere Chris. Mentre camminavo con Jasmine che continuava a parlare dei loro messaggini ed altre cose, cercai di richiamare l'attenzione di Chris, per farmi portare via. Parlai ad alta voce, risi a crepapelle.. e infine mi inventai la scusa più banale di tutte: feci cadere i libri per terra.
- Oh ma che sbadata! -
Chris finalmente si voltò e mi sorrise. Con il labiale gli dissi *Vieni qui*, dopo qualche tentativo afferrò il concetto. Gli schiacciai l'occhio.
- Nems, ancora qui? Dobbiamo andare in classe.. - Mi mise un braccio intorno alle spalle.
- Ciao Jasmine, a dopo! - La salutai con un bacetto sulla guancia ed un sorrisone caloroso. Respirai finalmente a pieni polmoni e mi tolsi gli occhiali; non sapevo però in quale condizioni fossi.
- Grazie Chriis! - Lo abbracciai forte. - Anche se tu non sai per cosa ti stia ringraziando! -
Con una mano gli spettinai i capelli.
- Ohoh, vacci piano dolcezza! Guardare ma non toccare! -
Scoppiai a ridere. Poteva essere così fantastico questo ragazzo dai capelli castani? Da dietro sentii una voce troppo bella per essere di un ragazzo comune. Justin era dietro di me e mi stava stringendo il polso. Mi voltai di scatto e sistemai un ciuffo ribelle dietro le orecchie.
- Che fate? -
Chiese un po' interdetto Justin. Guardai Chris e poi posai gli occhiali in borsa, con la mano libera dalla presa.
- Stavamo per andare in classe.. -
Rispose Chris distrattamente.
- Nems, dopo posso chiamarti? Voglio parlare di alcune cose.. -
Gli sorrisi, anche perchè mi guardò con degli occhi che mandarono il mio cervello in fumo.Non è possibile che io reagisca così, non è proprio possibile.
- Certo che si.. a dopo allora. -
Mi diede un bacio in guancia abbracciandomi stretta. Rimasi pietrificata.
- Grazie grazie grazie! -
Sembrava emozionato. Poi si dice che le ragazze sono complicate, mah!
Il tempo passò in fretta, anche perchè rimasi sempre con Chris che mi faceva ridere e pensare ad altro. Chiesi i dettagli della sua amicizia con Justin e mi spiegò che si conoscevano fin da piccoli e che erano diventati migliori amici. Mi ha raccontato un sacco di sue storie, dei suoi hobbies, delle sue passioni. Fu tutto interessante, anche per capire che tipo è il nostro Chris. Dovevo anche distrarmi in qualche modo, e con lui riuscivo ad essere davvero quel che sono, oltre che insieme a Violet e Caitlin. Furono passate le sei ore in un lampo. Mangiai in compagnia tra una risata ed un gossip. Tornai a casa e studiai. Finalmente dopo una giornata di scuola, era arrivata la sera, momento di relax per tutti. Squillò il mio cellulare.
- E ora? Chi è che rompe? - Dissi con voce scocciata, afferrando il telefono. Nome sullo schermo: Justin. Oh Cavolo. Mi schiarii la voce.
- Pronto? -
- Hey Nems, sono Justin! -
Lo so che sei tu, come potrei non riconoscere la tua splendida voce? Anche al telefono è qualcosa di spettacolare anzi, ancora più sexy.
- Justin! Come va? -
Per poco non gli dissi davvero quello che pensai. Che pena Noemi, che pena.La nostra conversazione continuò con le solite domande di routine per altri 15 minuti almeno.
- Comunque ti volevo chiedere alcune cose.. - Iniziò la frase.
- Dimmi certo! - Si brava Noemi, fai da tappetino per i piedi; carina e coccolosa.
- Dove mi consigli di portarla Jasmine per il nostro appuntamento? Cioè so che te ne ha parlato.. volevo parlartene io ma mi ha anticipato! - Mi venne voglia li lanciare il telefono contro l'armadio. Fortuna che Dio mi ha dato la pazienza, perchè se mi dava la forza, avrei davvero spaccato qualsiasi cosa mi passasse per le mani.
- Beh, conoscendo i suoi gusti.. portala in una piazza, a passeggiare. -
Gli consigliavo pure cose giuste. Ma vedi un po' questa scema.
- Che bell'idea! Già tra poco ci dovremmo vedere, al parco.. che mi consigli, primo passo? -
MI strozzai con la saliva.
- J-J-Justin non ho sentito bene, cosa? -
Avevo gli occhi sgranati. In quel momento in camera mia entrò Caitlin. Ma che diavolo ci faceva Caitlin a casa mia? Glielo chiesi con il labiale e lei me lo scrisse su un fogliettino. Doveva parlarmi. Oh, che cosa strana, non capita mai.
- Intendo.. devo baciarla? -
- NO! - Mi uscì, quasi urlato. Tossii - No intendevo.. cioè, Justin è troppo presto, non vorrai mica farle pensare che corri troppo! - Annuii e Caitlin intanto rovistava tra la mia roba.
- Va bene.. però quando andiamo a fare la passeggiata in piazza si.. - La sua voce era caramellata.
- Si, okay, quella volta te lo concedo perchè l'atmosfera è davvero bella.. - In quel momento avrei voluto uccidermi.
- D'accordo.. grazie Nems! Lo sai comunque.. che per qualsiasi cosa, io ci sono per te, vero? -
- Certo che lo so Justin, ti mando un bacio che.. devo farmi la doccia.. - Lo liquidai così perchè Caitlin mi minacciava di chiudere la conversazione in modo molto brusco, levandomi il cellulare dalle mani.
- Okay, un bacio e buona doccia!-
- In bocca al lupo per l'uscita.. -  Invece speravo con tutto il cuore che andasse male. Ma non perchè sono cattiva.. è solo che, è solo che; si è vero sono una cattivona.
- Nems, ma chi era? -
Mi chiese curiosa Cait.
- Justin. - Mi gettai sul letto a braccia aperte e mi riempii la faccia di cuscini. - Caitlin! Mi chiede consigli su come far andar bene la storia con Jasmine! -
Era un lamento più che una frase.
- No, Noemi. Così non va. Se ti vede troppo come amica.. sei fregata! -
Mi fece un cenno con la mano vicino al collo.
- Non dirmi così che mi deprimo! Che devo fare allora? -
Dire che ero disperata, era poco.
- Smetti di essere l'amicona di tutti e sii un po' più.. - Cercava un termine, ma non le veniva e faceva strane smorfie con la bocca. Risi.
- Sii meno disponibile e fatti desiderare..- Mi diede una pacca sulla spalla - Dai retta a zia Caitlin! - Mi abbracciò forte e mi spettinò i capelli strofinando la mano sulla mia testa.
- Dici? -
- Dico, dico. - Mi schiacciò l'occhio. Oh Dio, Signore.. aiutami tu, che qui sono nelle mani di una pazza! Una pazza che poi si rivelò la più sana di mente, tra tutte e la più furba. I suoi suggerimenti mi furono utili, grazie Caitlin.
Mi furono utili si, ma in un futuro.. molto molto lontano. Damn.


Angolo Autrice :D
Ciao bellissime <3 Sono contenta, le visualizzazioni della mia fic, aumentano di giorno in giorno! Non mi potete fare più contenta ragazze, sul serio.
Beh, la storia sta prendendo una bella piega, spero che siate curiose di scoprire il seguito!
Intanto recensite <3

Ohh e volevo ringraziarvi di cuore per i messaggi che mi inviate, siete tutte dolcissime <3
Nems;

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Capitolo 17
*** San Valentine sucks. ***


E così passarono i mesi. Si capitemi bene, i mesi. Io non riuscivo più a reggere quella situazione. Eravamo a febbraio, precisamente il giorno di San Valentino; oramai niente più pantaloncini e magliette, ma pantaloni lunghi e maglioncini. Odio l'inverno, tranne per il fatto che viene il mio compleanno. A marzo precisamente, il 6; proprio 5 giorni dopo il compleanno di Justin. Si, ancora ci penso. La storia tra Jasmine e Justin pareva andare avanti bene, ed io ci mettevo del mio. Ero spesso in mezzo, essendo migliore amica di Jasmine e Justin. Anche se speravo proprio di non essere la "migliore amica" di Justin: Ricordare quello che ha detto Caitlin? Se ti considera troppo un'amica, sei fregata. Mi ero impelagata e non riuscivo più ad uscirne. Parlavo con Justin e poi con Jasmine, sempre sinceramente. Con lei parlavo di lui e con lui parlavo di lei, sempre sinceramente. Mi ero rotta le scatole. Eppure io continuavo, in quel lavoro, così meschino. Sembrava davvero mi andassi a cercare il dolore. Non c'è cosa peggiore, di sentir parlare il ragazzo che più ti piace in questo mondo, di un'altra ragazza; e inoltre lui dice di esserne innamorato.
Uscendo di casa quella mattina, notai solamente coppiette innamorate. Che schifo il San Valentino, la festa più stupida ed inutile che si sia mai potuta fare. Odio il giorno di San Valentino, con tutto il mio cuore. A scuola iniziavo a parlare con il mio gruppo di che fare quella sera, escludendo ovviamente Justin e Jasmine, che probabilmente avrebbero fatto qualcosa insieme. Provai a non pensarci, disgustata da qualsiasi idea.
- Che idea hai per stasera, Nems? -
Chris tirò fuori dalla tasca del pantalone il cellulare, stava cercando qualcosa tra le varie applicazioni dell'Iphone.
- Cercherò nuovi modi per uccidermi..-
Caitlin mi guardò allarmata.
- Forte, posso unirmi a te? -
Continuò Chris. Mi misi le mani nei capelli e lo guardai interdetta. Poi scossi la testa e guardai in basso, l'erba era umidiccia ed io sentivo freddo. Chiusi le mani ed intrecciai le dita con i miei capelli castani, strizzai gli occhi. Per la mente mi passò un'immagine. La mia serata fantastica di San Valentino: seduta sul divano, con la cioccolata calda in mano ed un film strappalacrime alla tv. Mi venne il vomito. Ho già detto che odio il San Valentino?
- Fotooo! -
Sentì solamente lo scatto. Il mio amico castano mi aveva appena fatto una foto, in una posa assolutamente assurda che però ritraeva, in quel momento, il mio stato d'animo.
- Chris! Ma sei matto?! Non metterla su Twitter o Facebook.. ho una certa reputazione!-
Per fortuna che nel mio animo conservano ancora un po' di ironia, se no era davvero da spararsi un colpo in bocca. Lui mi sorrise e mi porse il telefono.
- Guarda che sei venuta benissimo! -
Lanciai uno sguardo all'aria e poi guardai il mio amico, sbuffando.
- Okay, questa volta fai quello che devi fare. -
Gli concessi. Ero troppo avvilita da quella giornata per mettermi a discutere con lui. Jake arrivò da dietro di me e mi porse un muffin al cioccolato.
- Oh ma che dolce Jake! Grazie! -
Gli sorrisi con calore e socchiusi gli occhi. I suoi erano azzurri e bellissimi.
- Non c'è di che. Sei pallida, ti farebbero bene degli zuccheri.. -
Feci un cenno con la testa. Apprezzavo il fatto che Jake si fosse interessato della mia condizione fisica, anche se il vero problema era la condizione emotiva.
- Ecco i piccioncini!! -
Urlò Daisy che in quel momento armeggiava con il mio Ipod.
Dov'erano? No. Quando, perchè? Perchè si dovevano unire a noi? Pensai di andarmene, ma in quel momento non potevo proprio, avrei dato nell'occhio.
- Ciao ragazzi.. -
Li salutai e con la mano feci un gesto, davanti a me. Volevo non guardarli e mi concentrai su un qualcosa altrove. In quel momento stavo guardando un cespuglio che doveva essere di rose, spoglio e malandato ed anche un po' inquietante. I rami erano pieni di spine. Non ce la feci. Il mio sguardo ora, vedeva due ragazzi nell'atto di baciarsi.
- Mi illumini le giornate, Jaz. -
Questa frase detta da Justin ebbe un effetto violento su di me.Come uno schiaffo, un pugno, un graffio. E inoltre, tutta quella dolcezza mi stava facendo venire il mal di stomaco.
- Quanto sei dolce, dolce come quel dolcetto che sta mangiando Nems -
Jasmine questo se lo poteva benissimo risparmiare. Il muffin ora aveva un retrogusto orribile, lo gettai nel cestino che avevo accanto al tavolo.
- Devo vomitare.. perdonatemi. -
Mi alzai e andai via, seguita da Caitlin che mi prese per un braccio. Urlò a distanza al gruppetto e ai due piccioncini che oramai erano una cosa a parte:
- Anche io.. troppo zucchero! -
Si chinò svelta verso di me e mi abbracciò forte. Poi mi diede un pizzico.
- Vuoi controllarti, diamine?! -
La guardai stranita.
- Che ho fatto? -
No sul serio. Potevo rimanere li a guardare?
- Ah, lasciamo perdere che è meglio.. - 
Mi accompagnò a fare un giro per la scuola, senza una meta precisa. Io e la mia migliore amica; la mia migliore amica ed io. Parlammo a lungo delle solite cose belle e brutte che siano.
Quel pomeriggio avevo gli allenamenti di Cheerleading con Scarlett, per fortuna mi divertii.
- Nems, convocata per il prossimo torneo! Ci alleniamo anche domani, puntuale.-
Scarlett mi fece una carezza sul braccio. Mi stavo impegnando e ce la stavo davvero mettendo tutta. In un certo modo, mi dovevo sfogare no? C'è gente che si butta sul cibo.. io avevo deciso di buttarmi sullo sport. Era una cosa buona e giusta. Quella sera sul tardi, quando tornavo a casa, qualcosa attirò la mia attenzione. Era una ragazza molto bella che stava scherzando con un gruppetto di ragazzi.Uno di loro poi la prese in braccio e la baciò. Ero a piedi e decisi di non impicciarmi, avevo fretta di arrivare al parcheggio e tornare a casa. Quella giornata di San Valentino si doveva concludere per forza con una bella cioccolata. Proprio mentre svoltavo l'angolo, mi fermai. Il mio istinto mi diceva di avvicinarmi a quel gruppo e fu quel che feci. Me ne pentii amaramente, subito dopo. Quella ragazza, non era una semplice ragazza: era Jasmine. E quel ragazzo che l'aveva presa in braccio, non era Justin: era qualcun'altro. Mi venne la voglia di andare li e tirarla per i capelli. Mi considerava la sua migliore amica e non mi era venuta a dire quella cosa. Si vedeva con un altro? E quando aveva intenzione di dirlo a Juss?  Probabilmente mai, e probabilmente non dirlo a me è stata una sua furbizia. Sapeva che l'avrei detto a Juss, io a quel ragazzo voglio molto bene; forse troppo, ma non mi va di incappare in delle parole troppo grandi. Così corsi verso il parcheggio e mi infilai in macchina. La chiamai, cercando di far finta di nulla.
- Hey tesoro, come stai? Che fai? -
- Nemi,tesoro. Bene grazie e comunque sto per andare da Justin.. seratina romantica. -
Ah, che bella tr**a.
- Ah capisco, vabè domani ti devo parlare ora ti lascio andare, un bacione! -
- Okay, buona serata! -
Buona serata a me? La gente mi stupisce e mi delude, fortemente. Non feci in tempo a posare il telefono in borsa che subito squillò ed era la mia migliore amica, Cait.
- Cait, dimmi tutto! -
Lei singhiozzava quasi ed aveva un tono incredulo.
- Non sai cos'ha fatto! E' una.. -
Si censurò, sapevo a cosa faceva riferimento. Feci finta di nulla, forse non era giusto che sapessi anche io.
- Caitlin che è successo, spiegami.. -
Mi chiusi con la sicura in macchina ed infilai le chiavi per accendere la macchina. Girai per metà la chiave in modo che si accendessero i riscaldamenti, iniziava a fare freddo, quella sera.
- Non l'hai vista? C'è ancora la tua macchina nel parcheggio.. io sono nella mia e non sai cosa sto vedendo! -
Io vedevo in lontananza un qualcosa che poteva assomigliare alla macchina di Caitlin ma non ne ero sicura. Sicuro era il fatto invece, che Jasmine mi era nascosta alla vista.
- Ma chi? -
Poggiai la testa al finestrino freddo. Il vapore lo aveva fatto appannare. Con le dita ci disegnai un cuore e dentro due lettere. JB. Sospirai.
- Jasmine Villeegas! Quella ragazza incominciava a starmi pure simpatica! Io non so come puoi avere rapporti con lei.. una ragazza che fa queste cose! -
Mi immaginai Caitlin che scuoteva la testa a destra ed a sinistra dentro la sua macchina; probabilmente sdraiata sui sedili posteriori con i piedi contro il finestrino.
- Ma vuoi dirmi che stai vedendo? -
Insistei. Troppi giri di parole ed altro. Io già sapevo, però fingevo di non saperlo. Volevo che lei me lo dicesse, per non far più finta.
- Jasmine con un altro.. cioè, chi può fare una cosa del genere a quel cucciolo? -
Sbuffò.
- Sei seria? -
Mi finsi incredula ed a quanto pare, lo feci bene.
- Si! Solo una cretina può farlo.. - Si fermò - Io quando stavo con Justin pensavo solo a lui.. -
Tossii.
- Cosa? - Urlai - Quando stavi con Justin?- Ripetei la sua frase. - Effettivamente.. quando stavi con Justin? Non me l'hai mai detto! - Rimasi sorpresa. Mamma mia che batoste quella sera.
- Oh un po' di tempo fa.. non te l'ho detto perchè non è importante! Ora torniamo a LEI-
Odio nella voce, odio profondo.
- Si.. Oddio ma Justin? -
Diedi un pugno sul clacson che suonò.
- Arrabbiata? - Domanda retorica, la risposta era ovvia: si. - Justin non lo so, glielo devo dire.. -
Mi misi l'unica mano libera sul viso a coprire gli occhi. Con due dita, me li strofinai, poi poggiai la mano sotto il mento.
- E' giusto, ma non so con che coraggio tu lo possa fare. -
- Guarda non lo so neanche io, ma glielo devo dire subito. Vado fino a casa sua fino che la donnina lì lo raggiunga.. ti chiamo dopo forse, se no a domani cucciola! -
Sospirai.
- Va bene, io vado a casa allora. Ciao Cait! -
Guidai fino a casa in uno stato semi-catatonico.



Angolo autrice :D
Eccomi qua di nuovo con un nuovo capitolo! Spero vi piaccia <3
Recensite :D, mi fa davvero piacere leggere i vostri commenti riguardo la storia :D
Nems 

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Capitolo 18
*** What the hell are you doing here? ***


. I miei non erano in casa, seratina romantica e mio fratello e mia sorella neppure; loro erano da un'amica di mamma. Dio santo che bellezza, casa vuota, senza pensieri. Potevo fare davvero quel che volevo. Misi in salone con il mio super schermo. Si, quello che mio padre si era regalato per l'arrivo in America. Inserii un DVD che mi aveva consigliato mia madre, strappalacrime. Alla fine, finiscono sempre così le giornate di San Valentino. Bevvi cioccolata e spizzicai mushmallow. Qualcosa cambiò però, con un dlin dlon del campanello. Guardai l'ora e vidi che erano le 10pm passate, chi poteva mai essere a quell'ora?
- Arrivo - Urlai.
Aprii la porta e quel che vidi mi lasciò interdetta. C'era Justin in piedi davanti casa mia, con i piedi sul fantastico tappetino con scritto "welcome".
- Justin.. ehm - Mi guardai intorno e poi mi affacciai fuori. - Che ci fai qui? -
- Non volevo passarla da solo questa serata.. -
Rimasi decisamente a bocca aperta. C'era lo zampino di Caitlin, probabilmente aveva trovato il coraggio per dirgli quella cosa e ora lui era venuto da me.
- Entra.. - Gli dissi e appena entrò mi chiusi la porta alle spalle.
Rimasi poggiata contro l'uscio per qualche secondo abbondante e Justin era voltato verso di me. Non sapevo se abbracciarlo o starmene buona li. Il suo sguardo era cupo, ma poi mi sorrise.
- Che facevi tutta sola? -
Si infilò le mani in tasca e iniziò a camminare lentamente per tutto il salone.
- Guardavo un film sul divano.. vuoi vederlo con me? -
Alzai il sopracciglio un po' incerta. Mi staccai dalla porta e mi gettai di nuovo sul divano, con una coperta di sopra.
- Me lo chiedi anche? Certo! -
Gli sorrisi subito e mi infilai in bocca un mushmallow. Gli porsi la bustina, ancora piena. Lui ne prese uno. Si sedette vicino a me. Proprio vicino. Si tirò anche la coperta, prima sollevandola e poi gettandosela addosso. Il mio cuore smise di battere, in quel momento eravamo così vicini.. ma anche così lontani. Prima di perdersi a guardare lo schermo, si voltò e mi rivolse uno sguardo che non riuscii ad interpretare. Solo che questo lasciò il segno.. ed ancora adesso ci ripenso. Più lo guardavo più capivo quanto fosse incredibile. Il suo profilo era perfetto e le labbra si muovevano in un modo molto sexy mentre masticava la caramella. Figuraccia quando si voltò.
- Perchè mi guardi così? -
Mi chiese mostrando un sorriso flebile, da far mozzare il fiato. Cosa potevo dirgli? Perchè sei perfetto, bello, intelligente, talentuoso, sexy, dolce.. No, non potevo.
- Niente.. -
Mi scappò una risata e scossi la testa, leggermente imbarazzata.
- Dai, vieni qui.. -
Con una mano mi fece segno di avvicinarmi. Voleva che poggiassi la mia testa sulla sua spalla. Un sogno, era un sogno. Fatto sta che lo seguii e lui mi cinse le spalle con il suo braccio. Ero poggiata sulla sinistra del suo corpo e quindi, riuscivo a sentire il battito del suo cuore. Regolare . Il suo petto andava su e giù, mi cullava.
- Grazie per farmi sentire così vivo, in questo momento. -
Mi stinse a se ancora più forte. Mi carezzò i capelli ma poi non successe più nulla. Non fece nient'altro oltre a guardare il film. Però, non si sa come, ero al 7° cielo. C'era Justin, sul mio divano, nella mia casa a guardare un film. C'ero io, accoccolata fra le sue braccia.
Mi svegliai nel mio letto al caldo, con la voce di mia madre che mi chiamava a grande voce. Mi stiracchiai e sbadigliai, guardai istintivamente la finestra. C'era il sole, era il 15 febbraio e c'era il sole. Ero riuscita a sopravvivere per un altro anno alla festa di San Valentino. Mi alzai e andai in bagno sciacquandomi la faccia e poi poggiandomi con le mani al lavandino. Il mio viso era stranamente roseo e rilassato, né borse di Mary Poppins sotto gli occhi, ringraziando Dio, e nemmeno occhiaie. Fantastico. MI guardai poi allo specchio che ci era dietro la porta del bagno.. e.. notai che indossavo ancora i vestiti della sera precedente. Mi era sfuggito qualcosa? Avevo fatto un bellissimo sogno nel quale Justin.. Justin?! Mi diedi una manata sulla fronte.

- Nemi sei un idiota, idiota, stupida, cretina.. -
Ad ogni parola mi davo una nuova botta. Ma sicura che non fosse stato tutto un sogno?  Mi rigettai sul letto e misi le mani sotto il cuscino per stiracchiare meglio le gambe. Avvertii qualcosa di cartaceo e lo tirai subito fuori. Era una lettera di Justin. La lessi e conclusi che non era stato un sogno. Ero in fibrillazione e incominciai a girarmi e rigirarmi nelle coperte del letto, ancora calde.Sulla lettera non c'era scritto un gran che * Nems, sei adorabile quando dormi.. non preoccuparti, non ci sei finita da sola a letto, ti ci ho portato io. Notte shawty.*
Shawty.. Shawty.. Shawty. Si, appena letta quella parola, stavo morendo! La nascosi per bene nel mio porta gioie, sotto collanine ed orecchini. 


Angolo Autrice:D
Scusaate se vi ho fatto aspettare, con le vacanze sto pochissmo a casa! Comunque ecco per voi il capitolo belle mie <3 Sono contenta che vi piaccia
Bacio <3

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Capitolo 19
*** Scappare, si può? ***


Quel giorno ero un po' preoccupata, non sapevo se essere felice di andare a scuola oppure esserne triste. Non sapevo cosa fosse successo tra Justin e Jasmine, ma qualsiasi cosa sia successa, avrei dovuto consolare entrambi. Avevo paura di non mostrarmi sincera, nel caso lei avesse fatto una delle sue scenate. Cavolo, avevo voglia di dirgliene quattro a quella Jasmine. Se solo Justin, avesse sofferto, anche pochissimo, lei sarebbe morta. Che bel finale per una favola.
Mi infilai nella mia macchina e guidai verso scuola, oramai la sapevo a memoria la strada e non facevo più caso a quello che mi stava intorno. Parcheggiata la macchina qualcuno mi bussò al finestrino. Justin. Gli feci cenno di entrare nel sedile del passeggero.
- Nems.. andiamo via! -
mi disse chiudendosi la porta alle spalle.Il tono era caldo, e mi fece avvampare dentro.Non può dirmi le cose con quel tono, non può. Uomo avvisato mezzo salvato, a suo rischio e pericolo.Il suo respiro era lento e regolare, il suo viso un po' scuro. Non mi guardava negli occhi, ma guardava in basso. Capì che c'era qualcosa che non andava.
- D'accordo, saltiamo scuola. Ma che sia l'ultima volta.. -
Feci retromarcia e iniziai ad andare dritta per la strada della scuola, superando anche gli edifici vicini. Avevo intenzione di andare ad una pista di skateboarding, magari a Justin sarebbe piaciuta come idea.
- Secondo me ti piacerà talmente tanto.. che lo farai altre volte! -
Si fece scappare una risata, ma poi tornò serio.
- Ti va di andare un po' sullo skate? -
Chiesi mentre svoltavo la via, dove alla fine doveva trovarsi la pista. Speravo in un si, avevo due skate nel portabagagli, li avevo comprati perchè Jake mi aveva promesso di insegnarmi ad andarci.
Alzò la testa muovendo i suoi capelli castano chiaro e mi sorrise, finalmente, per la prima volta in quei 10 minuti nella macchina.
- Sai andare sullo skate? -
Mi chiese.
- Ehm..- Avevo due chance adesso. Potevo dirgli di no, in effetti sono proprio una pippa, oppure dirgli di si e fare la mia bella figuraccia.
- Veramente no..sono un po' incapace.. -
Mi sedetti meglio sul sedile, quello era una cosa che facevo sempre quando ero nervosa. Feci cadere davanti al mio viso una ciocca di capelli, in modo che Justin non potesse vedere quanto fossi arrossita in verità. Lui rise.
- Ti insegno io.. - Mi fece l'occhiolino e desiderai fermare quell'istante per sempre.
Scendemmo dalla macchina, che parcheggiai alla meno peggio. Che vuoi che sia, non c'era nessuno per le strade. Avrei giurato che se avessi trovato una multa, mi sarei presa a pugni da sola. Lasciai tutto in macchina, meno che le chiavi, che misi in tasca e gli skate. Mi guardavo intorno, era una giornata buona per andare in skate, non faceva troppo freddo, così potevo rimanere in maglioncino, e c'era il sole che tentava di riscaldare l'aria fredda che vorticosamente ci girava intorno. Poggiai lo skate per terra. Brava Noemi, first step.. passato! Poggiai un piede sullo skate e cercai di capirne il movimento, Facevo avanti ed indietro con la gamba.
- Ehm.. Justin? -
Mi sedetti sopra lo skate ed iniziai a dondolarmi a destra ed a sinistra.
- Nems.. vieni qui.. - Mi allungò la sua mano. Io la afferrai e mi ritrovai ad un passo da lui, la quelle bellissime labbra, da quegli occhi stupendi che oggi erano lucidi e spenti.
- Allora, poggia un piede sullo skate e poi.. non devi metterci tutto il peso immediatamente.. se no cadi.. - Mi lasciò la mano ed io poggiai un piede sullo skate, come richiesto.
- Bene, ora sposta il peso un po' in avanti e cerca di non sbilanciarti.. -
Piegai leggermente la gamba e guardai dritto davanti a me. Lo spazio era grande e tutto intorno c'era l'erba, se fossi caduta, mi sarei graffiata, nulla di più. Ma perchè sarei dovuta cadere?! Noemi sei proprio un gufo.
- Ora datti uno slancio.. e mantieni il peso su entrambe le gambe mentre poggi l'altra sullo skate.. -
Respirai e mi spinsi con il piede. Quel che successe fu incredibile, almeno per me. Riuscii a salire sullo skate e fare due metri senza cadere. Che cosa fantastica. Mi persi nei miei pensieri e mi sentivo libera ma concentrata. Andavo molto molto piano, ma sono dettagli, l'importante è che non stavo candendo e che Justin mi stava guardando con ammirazione. Dissi una cosa senza nemmeno pensarci.
- Scommetto che questo Jasmine non lo sapeva fare! - Risi, ma smisi subito. Mi pentii e saltai giù dallo skate, che si fermò un po' più in la sul prato. Justin guardava ancora, ma non guardava me. Il suo sguardo era perso nel vuoto ed era ancora più lucido e triste di quello prima.
- Allora.. hai saputo. -
Fece un hair flick a testa bassa, e si voltò dandomi le spalle. Sbuffai e mi pentii di essere tanto cretina a volte.
- Justin, hey.. vuoi parlarne? -
Gli andai dietro, con le mani strette sui fianchi. Appena lui si fermò, mi fermai anche io e appoggiai il peso sulla gamba destra. Lo guardavo attentamente, questo ragazzo Canadese. Stava crescendo e la forma e la grandezza delle spalle era aumentata. Mi cascò l'occhio anche sul suo fondoschiena, a dir la verità, perfetto. Chiusi gli occhi e mi pizzicai. "Non ora Nems, non è il momento giusto per fantasticare sul derriere di Justin". Lui si sedette su un muretto e si strofinò gli occhi con due dita. Si morse il labbro inferiore.
- Juss.. parlami. -
Anche il mio viso adesso era spento, non riuscivo a sorridere sapendo che lui era giù di morale. Beh, me lo dovevo aspettare, d'altronde sono stati insieme abbastanza da affezionarsi uno all'altro.
- Nems.. è che.. - il suo tono era davvero, davvero pietoso. Triste ed afflitto. - ci tenevo davvero a lei, e sapere quelle cose da Caitlin.. mi hanno fatto star male -
Fece di nuovo l'hair flick e si sistemò i capelli poi con una mano.
- è.. è come se sentissi una stretta al cuore, mi capisci? Sapere che sta con un altro perchè io.. -
Prese la mia mano e se la portò al cuore, batteva irrequieto, pensavo che da un momento all'altro potesse scoppiare.
- perchè io a quanto pare, non gli basto più.. vuole stare con un altro- Scosse la testa e poi la gettò all'indietro, chiudendo gli occhi. - Non so se riesci a capirmi.. - Disse tra i denti.
- Ti capisco.. eccome Justin.. - 
Continuavo a tenere la mano sul suo cuore e poi gli feci una carezza. Quella cosa che provavo in quel momento mi sembrò come un deja-vù. Si, era la stessa cosa che ho provato quando loro due si sono messi insieme. Lui che desiderava qualcun'altra. Mi venne da piangere ma mi trattenni, in quel momento.
- Nems, io ci tengo davvero tanto a lei e pensavo di essermi innamorato, ma tutto quello che c'era.. è come crollato. Non è rimasto più nulla... -
Era seduto a gambe aperte aveva poggiato i suoi gomiti sulle ginocchia. Aveva messo la testa tra le mani ed intrecciato le dita ai capelli. Avrei voluto farlo io, avrei voluto fare tante cose.
- Vieni qui Justin.. -
Mi avvicinai a lui e lo cinsi con le mie braccia. Gli diedi un bacio sui capelli, erano morbidi e setosi.
- E' stata una batosta..-
Mi disse ed io non risposi. Iniziai a mordermi il labbro inferiore per cercare di contenere le lacrime ma non ci riuscii. Scoppiai in un pianto. Era un susseguirsi di singhiozzi e goccie che bagnavano i capelli di Juss ed i miei vestiti.
- Hey, Nemi che ti prende?  -
Si sciolse dal mio abbraccio e mi guardò negli occhi. Improvvisamente si accesero di una luce particolare. Mi prese il viso tra le mani ed intanto le mie lacrime continuavano a scendere senza fermarsi.
- Sssh, -  Con le dita mi asciugò delle lacrime che mi rigavano il viso. Continuavo a mordermi il labbro inferiore e non riuscivo a guardare Justin negli occhi.
- Justin.. è che non riesco a vederti così. E' come se stessi male io, capisci? -
Mi misi una mano sul cuore e poi poggiai la mia testa sulla sua spalla. Io dovevo essere quella forte, per dargli la forza di non farsi mettere i piedi in testa da una stronza, invece ero la prima a farmi guidare dalle emozioni e scoppiare a piangere. Lui mi abbracciò forte e poggiò la sua guancia sulla mia fronte. Rimanemmo in quella posizione così dolce per qualche minuto, poi ci guardammo negli occhi. Non resistevo alla sua attrazione, era come una calamita. Volevo rimanere li con lui, finchè qualcosa o qualcuno non mi avesse portato via.
- Prendiamo da mangiare un dolcetto? -
Dissi io, sforzandomi di fare un bel sorriso.
- Come vuole lei, milady. -
Mi porse il braccio, come in un vecchio film dell '800 e io lo presi sottobraccio. Avanzammo nel camminare e mangiammo dello zucchero filato. Buono, davvero buono. E' vero che lo zucchero fa tornare il sorriso; infatti eravamo di nuovo sorridenti e pieni di buon umorismo, per alleggerire la situazione che in realtà era veramente un po' triste. Passammo una bella mattinata insieme, e all'ora di pranzo, volevamo far qualcos'altro. Eravamo indecisi se andare a casa sua, oppure a casa mia. Optammo per casa sua, visto che sua madre ed i suoi fratelli, erano fuori fino a sera. Quando tornammo in macchina, sentii qualcosa vibrare. Mi ero completamente dimenticata dell'esistenza del mio cellulare e del mondo intorno a me. Quando stavo con Justin, tutto quello che avevo intorno, si annullava. C'erano 6 messaggi di Caitlin e per fortuna nessuna chiamata da mia madre, lei non doveva sapere di questa giornata, mai e poi mai. I messaggi in ordine dicevano questo : * Dove sei? Non sei a scuola..* ; *Non sei nemmeno a casa, non farmi preoccupare.. * ; * Justin non c'è.. avrà da fare* ; * Che stupida che sono.. probabilmente ha da fare con te! Furbetta Bieberblast * ; * Jasmine è qui con il suo nuovo amore, mentre tu stai li con il suo vecchio amore ahahah, non è divertente? * ;
* Ah dimenticavo, non pensare di scappare nemmeno questa volta, torni a casa e mi chiami. Ora posso scriverlo.. Kiss C.*
Anche Justin controllò il suo cellulare e c'era un messaggio del suo manager.Non lo lessi ma dopo Justin mi rivelò il contenuto.
- Ti porto in un posto, ti va? - 



Angolo dell'autrice.
Ciaooo! Personalmente mi sono impagnata tantissimo a scrivere questo capitolo! Mi piace, e spero piaccia anche a voi.
Scusate l'attesa! Con le vacanze sto spesso fuori casa! Ma ecco a voi
Buona lettura <3
Nems

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Capitolo 20
*** That should be me. ***


- Ti porto in un posto, ti va? -
Fece un sorriso che avrebbe fatto girare anche le pietre per quanto era bello. Rimasi a guardarlo in silenzio, poi annuii.
- Dai facciamo a cambio, guidi tu! Io mi fido, non mi rompere la macchina.. - Facemmo uno scambio di posti e lui andò al posto di guida della mia auto.
-Dove andiamo? -
chiesi con curiosità.
- Allo studio di registrazione.. ho scritto una canzone, sarai la prima a sentirla. Ieri ero.. insomma, molto ispirato. - Il suo sorriso era triste ed immaginai che avesse scritto qualcosa sul fatto suo e di Jasmine. Fui contenta di accompagnarlo, davvero tanto.
- Nems, tu canti? -
Rimasi senza risposta a quella domanda. In effetti io cantavo, a Roma frequentavo una scuola dove seguivo corsi di canto,ballo e recitazione.
- Ehm.. no.. - Tossii - Anzi per la verità si.. ho seguito dei corsi a Roma.. insomma, dovrei cavarmela. -
Lui mi guardò soddisfatto e mi diede un buffetto sul viso.
- Grandioso, sei fantastica Neeems! -
Lo guardai di sottecchi e poggiai il braccio al finestrino. Oh Dio ti prego, ripetilo ripetilo ripetilo. Quelle parole furono una scossa per me, una scossa di energia pura.
Non era un sogno, ero davvero con lui in quella macchina e stavo davvero per andare con lui allo studio di registrazione. La cosa mi emozionava, mi emozionava parecchio. Iniziai a respirare più velocemente e sentivo caldo, davvero caldo. Abbassai il finestrino e il vento mi scompigliava i capelli. Guidava Justin io semplicemente mi rilassavo.
- Nems posso chiederti una cosa? -
Teneva entrambe le mani sul volante, ma per parlarmi si girò verso di me ed ogni tanto ritornava con lo sguardo sulla strada ampia.
- Certo, dimmi. -
Mi voltai anche io verso di lui, i capelli svolazzando mi coprivano a volte il viso, con dei ciuffi che poi io tiravo indietro abilmente con una mollettina.
- Puoi metterti gli occhiali da sole? Non voglio che tu diventa.. -
Respirò a fondo e si sistemo sul sedile.
- Patrimonio pubblico dei paparazzi.. -
Mi fece un debole sorriso. Io capii al volo, forse i paparazzi sapevano che era ancora fidanzato con Jasmine e non poteva fare un simile scandalo. Oppure semplicemente si vergognava di me..si vergognava di me?! Preferii non pensarci, in quel momento ero così felice. Così seguii i suoi ordini. Presi i miei occhiali a goccia e li indossai.
- Shawty mettiti i miei! Ahahah - me li passò. - Io metto i tuoi.. - Li presi in mano e li scambia.
- Sei matto tu! -
Risi.
- Meglio pazzi che normali! -
Ci scambiammo uno sguardo.Cercò di fare un giro particolare con la macchina, per evitare le vie più affollate. Rimanemmo in silenzio per qualche minuto, poi spuntammo davanti ad un palazzo enorme.
- Noemi, preparati.-
Vedevo intorno arrivare tantissime macchine e uomini con fotocamere e telecamere. Scesi dalla macchina e Justin mi prese per mano. I flash mi stavano accecando e le persone facevano un sacco di domande che andavano a finire al vento. Guardavo in basso, tenendomi gli occhiali con il dito indice sul naso, per non farli cadere. Justin ogni tanto guardava una fotocamera e sorrideva, io lo feci solo una volta, ma mi pentii amaramente, chissà cosa avrebbero detto i gossip. Meno cercavo di pensarci, più mi interessava. Alzai la testa e vidi che ad una finestra c'era un uomo, probabilmente Scooter Brown, il manager di Justin. Entrammo in un atrio e degli uomini, molto impostati, bloccarono i paparazzi sulla porta. Finalmente eravamo fuori da quella massa caotica di persone.
- Grande! Sei viva.. -
Mi mise un braccio attorno alle spalle e mi strinse a sé. Lo seguii salendo le scale e tutto fu improvviso. Davanti a me c'erano delle persone e riconobbi Scooter.
- Hey man! -
Scooter e Justin si diedero il cinque e poi l'uomo si voltò verso di me sorridendomi.
- Scooter lei è Nems, è una ragazza speciale e trattamela bene. -
Gli diede una pacca sul braccio e poi mi sussurrò
- Torno subito. -
Feci si con la testa e rimasi in piedi davanti a quell'uomo. Con timidezza buttai fuori un ciao, con uno strascico alla fine piuttosto lungo. Ero in soggezione, dopo quello che aveva detto Juss.
- Piacere io sono Scooter! -
- Noemi.. -
Alzò la mano accanto alla sua testa, il palmo era in vista, aspettava che gli dessi il 5. E così feci e mi sentivo, per fortuna, meglio. Più a mio agio forse.
- Vieni ti faccio vedere il posto.. -
Si voltò ed aspettò si essere seguito. Mi guardavo intorno, tutto era fantastico.
-Okay.. -
Avanzavo a piccoli passi.Forse era tutto troppo strano per essere reale. Entrammo in una stanza quadrata, molto grande dove c'era una stanza più piccola, completamente di vetro con un microfono e un porta-spartito. Proprio attaccata a questo vetro c'era la tastiera per il mix, enorme e piena di luci che andavano dal verde al rosso. La stanza era completa di divanetto in pelle, due enormi sedie girevoli ed una macchinetta di bevande. Quella delle cose da mangiare era posta appena prima l'entrata.
- Wow-
Mi poggiai al muro con una spalla ed incrociai le braccia al petto.
- Qui è dove JBiebs registra di solito le canzoni - Poggiò una mano alla vetrata grande. - te l'ha detto che deve incidere oggi vero? -
Socchiuse gli occhi, come per chiedere conferma.
- Si me l'ha detto. Sarò la prima a sentirla.. -
Dissi con una voce moderatamente eccitata. Mi presi le mani ed iniziai a farle ondeggiare a destra ed a sinistra.
- Ah bene, allora oggi avrai il posto d'onore accanto a me. Di solito si mette la madre.. -
Appena sentii l'ultima parte della frase, non mi sentii autorizzata ad avere quel privilegio.
- No, ma dai. Si mette sempre la mamma, non mi permetterei mai.. -
Mi misi una mano sul cuore ed indietreggiai un poco, abbassando anche la testa e sistemando meglio gli occhiali di Juss che mi ero messa intrecciata ad i capelli.
- Chiediamolo a lui allora.. -
Proprio in quel momento entrò Justin nella sala, con un passo che mi fece rimanere impietrita li accanto a Scooter.
- Noemi si rifiuta di sedere accanto a me mentre tu incidi.. -
Guardai male Scooter e poi guardando Justin mi mordicchiai il labbro inferiore.
- Justin c'è tua madre! Non posso.. -
Mi misi una mano sul labbro e iniziai a giocarci dal nervosismo.
- Nems, oggi sei la mia ospite d'onore. Devi.. - mi prese la mano e la mise sul suo cuore. Sporse il labbruccio all'ingiù, e il suo sguardo era dolcissimo. Non riuscii davvero a resistergli.- Fallo per me.. - Disse infine.
Oh Noemi, sei così influenzabile!
- E d'accordo allora.. se me lo chiedi in quel modo.. -
Abbassai lo sguardo, perchè quella vicinanza e quel tipo di contatto mi stava mandando in iperventilazione.
- Grande! - Mi fece l'occhiolino e prima di chiamare sua madre fuori dalla porta fece un Hair Flick. Entrò la mamma di Justin, oramai la conoscevo, Pattie. Mi vedeva spesso li in giro, certo, meno spesso di quanto vedeva Jasmine.. ma mi conosceva.
La salutai con un cenno della mano ed un bel sorriso e lei fece lo stesso; poi si accomodò sul divanetto di pelle.
Scooter prima di entrare nella cella di vetro, fece sistemare un piccolo piano.
 - Suoni tu la canzone? -
Ero sorpresa, pensavo facesse tutto al computer.
- Si.. la versione acustica.-
Mi sorrise mostrandomi i denti bianchi e perfetti, ed entrò. Si sedette su uno sgabello che aveva fatto portare li Scooter per lui e prima di incominciare mi guardò e si sistemò i capelli. La sua voce mi penetrò e la sentivo scorrere dentro alle vene, il ritmo era lento e appassionante. Iniziò:
 
- Everybody's laughing in my mind,
Rumors spreading 'bout this other guy,
Do you do what you did when you
did with me,
Does he love you the way I can,
Did you forget all the plans
that you made with me
'cause baby I didn't -
 
Il ritmo poi iniziò a diventare più duro e definito.
 
- That should be me
Holdin' your hand
That should be me
Makin' you laugh
That should be me
This is so sad
That should be me
That should be me
That should be me
Feelin' your kiss
That should be me
Buyin' you gifts
This is so wrong,
I can't go on,
till you believe that
That should be me
That should be me
 
You said you needed a little time
for my mistakes
It's funny how you use that time
to have me replaced,
But did you think that I wouldn't see you out at the movies
Whatcha doin' to me
you're taken' him where we used to go,
Now if you're tryin' to break my heart
it's working 'cause you know that
 
That should be me
Holdin' your hand
That should be me
Makin' you laugh
That should be me
This is so sad
That should be me
That should be me
That should be me
Feelin' your kiss
That should be me
buyin' you gifts
This is so wrong,
I can't go on,
till you believe that
That should be me -
 
Ci fu il ponte, perchè la melodia cambiò un po'. Lui continuava ad essere concentrato sui tasti, e cantava a volte ad occhi chiusi, facendomi vedere tutti i sentimenti che ci metteva cantando. Mi venne quasi da piangere, per quanto era bello e bravo, e per quanto era violenta la forza con cui comunicava le sue emozioni. La canzone continuò.
 
- I need to know should I fight
for our love for this long
It's getting harder to shield
this pain in my heart
 
That should be me
Holdin' your hand
That should be me
Makin' you laugh
That should be me
This is so sad
That should be me
That should be me
That should be me
Feelin' your kiss
That should be me
Buyin' you gifts
This is so wrong,
I can't go on,
Till you believe that
That should be me
 
That should be me
That should be me
That should be me
That should be me -
 
Finì la canzone con entrambe le mani sul microfono sistemato poco sopra il piano. Respirò a fondo e mi guardò, con occhi che sembrava fossero lucidi. Poi mi sorrise, ed io ero li e non sapevo cosa dire. Ero rimasta impressionata, sembrava ci avesse messo tutto se stesso in quella canzone, tutto, tutto quello che aveva.
- Che ne dici? Ti piace? -
Uscì dalla porta della stanzetta di vetro tra gli applausi delle persone che assistevano e poi un bell'abbraccio dalla madre. Io avevo capito il senso di quella canzone, significava che lui stava ancora male per Jasmine. L'istinto mi disse di abbracciarlo e così feci. Ma non fu un abbraccio normale, come tutti gli altri.Le mie braccia erano intorno al suo collo e poggiavo la guancia sulla sua spalla, perdendomi con lo sguardo altrove. Lui invece mi teneva stretta dai fianchi e mi cingeva. Mi staccai e lo guardai diritto negli occhi.
- L'hai scritta tu vero? - Domanda retorica, le mie mani scesero lente prima di tornare al loro posto, lungo i miei fianchi; toccarono la sua maglia e il bordo della camicia che portava aperta sopra la maglia.
- Sei stato bravissimo.. - Sorrisi - Sei arrivato dritto qui.. - Mi indicai il cuore.
Rimasi davanti a lui dopo, attendendo qualcosa.
- Dude, è fantastica! - Disse Scooter abbracciandolo.
Io mi andai a sedere di nuovo sulla sedia girevole, accanto a quella di Scooter. Ancora ero compiaciuta, Justin con quella canzone mi aveva reso partecipe di qualcosa di suo, qualcosa di nascosto. Avevo percepito il suo dolore e la sua delusione, ed ora capivo come si sentiva, lo capivo davvero. Accavallai la gamba e rimasi lì, pensierosa.
Facevo girare quella morbidissima sedia con le ruote. Sembravo una bambina piccola; si, mi divertivo con poco, molto poco. Mi impicciavo di alcuni documenti che Scooter teneva sulla tavola dei Mix, erano date e nomi. Tante date e tanti nomi, di città, teatri e nazioni. Probabilmente quello era un programma, un programma per il tour di Justin. Presi in mano quei fogli, colta da un momenti di immensa curiosità. Lessi, poco a poco ma di fretta, cercando di non farmi vedere da Juss. Poi lo guardai.
- Fai un tour? -
La mia voce era sorpresa, non pensavo così presto. Soprattutto non volevo immaginarlo lontano da me, ma questo è semplice egoismo.
- Curiosona! -
Prese i fogli dalle mie mani, nascondendoseli dietro la schiena. Scuoteva la testa ed i suoi capelli castani gli si muovevano a destra ed a sinistra, coprendo un po' i bellissimi occhi color caramello. Fece un hair-flick e se li tolse davanti. Ora i suoi capelli erano poggiati delicatamente sulla fronte del suo viso così candido e bello.
- Dai! Justin, non mi anticipi nemmeno una cosina piccola piccola? -
Feci un gesto con le dita. Il mio indice e il mio pollice quasi si toccavano, volevo fargli vedere la piccolezza della mia richiesta. Una piccola curiosità, giusto un primo assaggio. Lui portò i fogli davanti a se e sbuffò, guardando il soffitto. Continuavo a girare su quella sedia.
- Ti prego..? -
Il mio tono era assurdamente finto, come quello di una bambina. Cercai di imitare mia sorella, Vittoria. Lo sguardo di Justin cadde su di me, e i nostri occhi si incontrarono. Nemmeno passò un secondo, che lui scoppiò e si sedette nella sedia in cui, in teoria, doveva esserci Scooter.
- E va bene. Si queste sono alcune date del mio tour negli Stati Uniti. Mi farebbe piacere che tu mi seguissi in alcuni di questi concerti.. saresti il mio porta fortuna-
Piegò la testa su un lato e mi prese una mano. Mi immobilizzai, poi la presi sul ridere; quello che diceva, non aveva un senso.
- Non fare il cascamorto Justin Drew Bieber.. e soprattutto non ti distrarre.. -
Fino ad ora ero rimasta poggiata con la schiena allo schienale della morbida sedia, ora invece mi ero chinata in avanti, verso la nostra star, per vederla meglio.
- .. se no qui danno la colpa a me e non mi fanno più venire! -
Continuai la frase di prima e alla fine risi. Mi poggiai di nuovo con la schiena alla sedia e buttai indietro la testa in modo che si poggiasse anche lei sul cuscino. Ora vedevo tutto al contrario, compreso Justin. Lui adesso era in piedi, mentre io continuavo a dondolarmi.
- Jei Bì è sempre concentrato.. -
fece una faccia fintamente seccata e poi mi diede un bacio in fronte, prima di prendere la chitarra che si trovava accanto al divanetto. Appena quel minimo contatto finì, mi tirai su in piedi, e presi la borsa che avevo poggiato sul divano, controllando il cellulare. Inviai in fretta e furia un messaggio a Caitlin: * Studio di registrazione con Justin, capisci a me! ;) *. Mi scappò un piccolo sorriso, prima di tornare al posto di prima e continuare a concentrarmi su di lui. Continuò a fare prove, ma non mi fece sentire nuove canzoni e scaldò per bene la voce, e dopo incise quella stupenda canzone che poi scoprii chiamarsi " That should be me" . Il solo titolo mi da i brividi.
Appena finì di incidere, Scooter ci prese da parte entrambi.
- Siete liberi di andare ragazzi! J-Biebs, ottimo lavoro! -
S.Brown mi salutò con due frettolosi baci sulle guance, mentre con Juss si scambiò una stretta di mano, un po' particolare. Lui dopo si rivolse a me, sorridendomi.
- Che ti va di fare adesso? -


Angolo autrice!
Ecco qua :D Aahahahha mi sono sbrigata a postare il capitolo sotto richiesa di Ghè <3 e ne approfitto per salutarla :DD
Comunque, ditemi un po' vi piace? 
Recensite, bacioni <3
Nems <3

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Capitolo 21
*** Happy B.Day? ***


- Che ti va di fare adesso? -
Ci pensai un po' su, poi sparai la prima cavolata che mi passò per la mente.
- Che ne dici di una semplice passeggiata qui fuori? I paparazzi dovrebbero essere andati via.. -
Il mio sguardo si soffermò per poco più di un secondo sulla finestra che avevamo alla nostra sinistra, grande e luminosa.
- Idea fantastica! Oh, non mi interessa di loro.. ci vedessero l'importante è... -
Si guardò un secondo intorno.
- Che ti metta i miei occhiali.. e che tu sorrida sempre! -
Iniziammo a camminare per dirigerci fuori da quello studio, ed incontrammo la madre a metà strada, che ci salutò contenta e disse a Justin che lo aspettava per cena. Aprimmo la porta e vedemmo un sole tiepido, accompagnarci per tutto il tragitto. Sentivo il suo lieve calore sulla pelle, nonostante fosse inverno e indossassi un maglioncino.
- Comunque.. - cominciai io - c'è qualche motivo per cui mi debba mettere questi occhiali? Sempre lo stesso o.. c'è altro? -
Si, mi rimisi a pensare alla stessa cosa di quella mattina. Forse Justin si vergognava di me. Sei patetica Noemi, sempre la stessa.  Lui sospirò, e io mi preparai a ricevere il colpo. Ma quello che venne non fu un pugno o una bastonata, ma una carezza dolce e bollente.
- La verità? - disse. Mi scocciai di ripetere sempre si o no, oppure di annuire, così mi limitai a continuare a guardarlo.
- La verità è che.. mi piace da impazzire come ti stanno quegli occhiali! -
Sorrise un po' imbarazzato e si mise un dito tra il colletto della maglietta e il collo. Se lo allontanò un pochino, come per far passare l'aria, e tossì, per schiarire la voce.
- Comunque in quello che ti ho detto prima c'è un minimo di verità.. cioè vorrei che il nostro rapporto, non fosse pubblico. Cioè vorrei che per una volta siamo io e te, tu ed io. - Mi fermò in mezzo al pratone che circonda lo studio di registrazione. Mi mise le mani al di sotto delle spalle, stringendomi forte. Me lo ritrovai a pochi centimetri dal viso, vicini. Sentivo il suo respiro fresco, di menta, sfiorarmi il viso. Ora riuscivo a vedere ogni dettaglio dei suoi occhi, che avevano striature d'orate e marroni. Profondi ed espressivi.
- Capito? -
Deglutii. Non riuscii a reggere il suo sguardo che mi stava guardando nel profondo, in ogni angolo oscuro del mio animo.
- S,si. - Balbettai. Non seppi che altro dire, così sorrisi. La situazione stava diventando troppo intima e io non riuscivo davvero a reggerla; così cambiai argomento.
- Perchè prima mi hai chiesto se cantavo? - Corrucciai lo sguardo e giocavo con una ciocca dei miei capelli marroni.
- Avrei un'idea, ma è ancora in fase di analisi.-
Il suo tono era lontano e confuso.
- Però sarà una bella sorpresa! Riesci a resistere ancora un po'? -
Mi diede un colpetto con il gomito, io mi voltai e risi.
- Si, anche se starò sulle spine da adesso a quel giorno.. -
Piegai la testa su un lato ed iniziai quasi a zompettare. Oh no, Noemi. Non farlo,sembri ridicola. Mi misi le mani dietro la schiena per evitare di farle fremere per l'emozione. Apparentemente ero calma, ma dentro scoppiavo. Questo ragazzo riesce sempre a sorprendermi, e a farmi sentire viva.
Quella serata passò lenta e noiosa, rispetto a quella favolosa mattina e a quel fantastico pomeriggio. Justin mi riaccompagnò a casa. Io come al solito appena arrivata a casa, presi il cellulare per vedere se Cait era riuscita a rispondere al mio messaggio.
* Justin e Noemi, sono sotto un albero e stringendosi la mano, si dicono ti amo! Ahahah.. è inutile che ti ricorda per l'ennesima volta cosa devi fare appena tornata a casa. Kiss C.*
Quel che feci fu tutt'altro. Non chiamai Cait perchè me ne scordai. Non ero così felice da tantissimo tempo e volevo approfittare del mio buon umore per far qualcosa di costruttivo ed utile: quale dipingere o scrivere. Optai per lo scrivere e in un foglietto rosa profumato, iniziai a descrivere ogni minimo particolare di quella giornata così bella. Cioè, che poi l'unica cosa bella davvero di quella giornata era il sorriso di Justin, finalmente l'avevo visto; non era un sorriso sforzato, anzi, sembrava gli venisse dal cuore. Davvero lo facevo sorridere? Forse è una delle cose che ti compiacciono di più, veder serena e sorridente una persona a cui vuoi molto bene. Il problema si mostra quando dipendi da lei, dai suoi sorrisi e dai suoi sguardi. Lì, rimani fregato. Perchè quello non è più un sentimento dal quale si può scappare; lì, c'è l'amore e ne rimani sottomesso.
Qual'era la mia opinione? Cosa sentivo io davvero? Non lo capivo e in quel momento non desideravo capirlo. Ho imparato che la vita va presa così come viene, senza farti problemi per ogni cosa, senza programmare niente. Se no, non ti vivi nulla. Vivi nell'idea del "se fosse stato così". Probabilmente in quel momento non volevo nemmeno farmi un'analisi di coscienza, c'era una cosa che non volevo ammettere a me stessa.
Circa una settimana dopo, queste domande non mi scorrevano più per la mente. E menomale. Caitlin alla fine, non si era arrabbiata nemmeno tanto, più che altro mi aveva fatto il terzo grado come al solito. In seguito poi, cambiò argomento da sé.
- Tra due giorni c'è il compleanno di Chris... vieni vero? -
Risposi in modo molto vago. Probabilmente si, ma dovevo ancora chiedere conferma ai miei genitori.
- Eh.. si dovrei! -
Presi il cellulare dalla tasca del jeans scuro. C'era un messaggio da parte di Violet: * Justin ha fatto una super-sorpresa per il compleanno di Chris! Vieni fuori * Un sorriso dipinse il mio volte roseo. Le giornate iniziavano ad allungarsi e la temperatura era sempre più propensa a diventare primaverile. Mi sistemai la camiceetta, tirandola da sotto e presi con le dita le maniche della camicia, tirando. Probabilmente l'avrei allentata o deformata, ma non ci feci molto caso. Misi la borsa in spalla e le braccia conserte.
- Cait, vieni fuori? Violet mi ha detto che c'è una sorpresa per Chris.. -
Iniziai ad incamminarmi e poi mi poggiai ad una colonna per aspettare la mia migliore amica.
- Si, andiamo. -
I miei capelli ondeggiavano al ritmo dei miei passi. L'erba del prato fuori scuola era scivolosa ed umida, la terra pareva crollarmi sotto i piedi.Troppo fango. Le piogge di metà Febbraio mi snervano. Il cancello era aperto e nel parcheggio si notava tra le macchine, una nuovissima Range Rover. Dopo che Justin alla festa gliel'aveva distrutta, mi sembrava il minimo che gliela ricomprasse. Fortuna che poi, poteva anche permetterselo.Era poggiato sul cofano della macchina, grigia metallizzata.
- Che ve ne pare? -
Chiese Justin aprendo le braccia ed indicando il nuovo gioiello di Chris.
- Ma è spettacolare.. bellissima! -
Disse Caitlin avvicinandosi e sfiorandola con un dito. Juss fece una faccia compiaciuta che mi fece ridere.
- Complimenti! -
Anche io seguii Cait vicino alla macchina. Diedi un bacio in guancia a Justin.
- Ti dovevi far perdonare in qualche modo! Dopo che gli hai distrutto la Mercedes.. -
Gli scompigliai i capelli, cosa che sapevo, gli avrebbe dato fastidio. Lui infatti sbuffò e poi con un Hair-Flick si sistemò di nuovo i capelli.
- Ancora te lo ricordi? -
Mi chiese ridendo.
- Si, e sono sicura che lui se lo ricorda ancora meglio! -
Scoppiai a ridere e poi mi venne vicino Violet che mi salutò e mi offrì una caramellla all'arancia.
- Grazie -
Risposi cortese. Fece così anche per gli altri ragazzi, poi iniziò a camminare sola, guardando il telefonino. Il suo comportamento mi stava incuriosendo parecchio, da quando in qua la nostra Violet andava ad isolarsi? E' una storia che non conosco.
Mi voltai verso Caitlin che continuava a guardare ammirata anche gli interni di pelle della macchina, continuando a fare domande a Justin sulla potenza della macchina ed altre cose.
Decisi di poter andare da Violet anche senza il suo consenso; volevo solo sapere se lei la pensava come me.
- Violet.. cos'hai? -
Giocava con i suoi capelli, arricciandoli intorno al dito.
- Niente Nems, è sempre la solita storia.. -
I suoi occhi verdi mi trafissero. Cosa voleva dire?
- V, ora è inutile fare la misteriosa.. dimmi cos'hai.. e se posso aiutarti in qualche modo -
Scossi la testa e poi misi dietro l'orecchio alcuni ciuffi disordinati di capelli.
- Devo dirti una cosa.. -
Oramai, dopo quello che era successo con Justin, queste parole suonavano come un incubo. Non avrei voluto sentirle mai più.
- Cosa? -
I miei occhi parvero voler uscire dalle orbite. Non volevo più nessuna sopresina, ora che con Justin andava tutto a gonfie vele, come amici. Solo come amici.. quella parola mi torturava.
- E' una cosa che riguarda Chris.. -
Lanciai uno sguardo al cielo.
- Violet.. ma tu stai sempre in mezzo a queste situazioni? -
Mi lamentai con lei. Tentai di sorridere, ma non mi riuscì. Possibile che in ogni momento bello della mia vita, debba succedere qualcosa che manda tutto all'aria? Possibile?
- C'entra Justin? -
Chiesi battendo il piede per terra e storcendo la bocca in una smorfia.
- In un certo senso..-
Fece un movimento con la mano, per generalizzare il tutto. La conversazione fu bloccata da Caitlin poi, che ci raggiunse per portarci vicino a Justin. Era poi arrivato da poco Jake e tutti lo accogliemmo con un "ciao" corale.
- Tra poco è il tuo compleanno.. -
Mi disse Justin, dandomi un colpetto sul braccio, per catturare la mia attenzione. Quel tra poco in realtà era abbastanza lontano. Mancavano quasi 3 settimane al mio, e due settimane circa per il suo.
- E tra poco è anche il tuo di compleanno.. -
Feci un cenno con la testa e sorrisi. Ma come siamo brave Noemi, hai imparato tutta la sua biografia a memoria per caso? 1 Marzo.
- Oh.. sorvoliamo sul mio..-  Il sorriso che fece in quel momento, mi fece sciogliere le gambe, sarei potuta crollare li, davanti a lui, da un momento all'altro. - Il tuo è il più importante.. - Strizzò l'occhio. - Sorpresa..- disse in modo soffiato. Io gli diedi un buffetto sulla guancia.
- Ancora.. continui imperterrito a fare il cascamorto? - Ridemmo entrambi. Si facevo finta che non mi piacesse, invece dentro di me speravo lui continuasse all'infinito. Si, perchè era bello quando voleva fare il gentleman, perchè era bello quando cercava di farmi sorridere. Era incredibile la semplicità con cui riusciva a rendermi la ragazza più felice del mondo, davvero incredibile.
Non vi so davvero spiegare le emozioni che mi vorticavano dentro. Quando stavo con lui, sapevo per certo che non mi poteva accadere nulla di male, che potevo stare tranquilla. Si, io di lui mi fidavo ciecamente, quasi più che con me stessa. Mi affidavo a lui, quando stavo male e sapevo che lui mi avrebbe retto, mi avrebbe aiutata a rimanere in piedi a non mollare mai ed a sorridere sempre. Quei giorni un po' scuri di febbraio, che anticipavano invece una primavera chiara e pura, piena di buoni odori e giornate calde, li passai insieme a tutti i miei amici; Justin nei giorni seguenti al nostro incontro, davanti la macchina di Chris era più distaccato. Non riuscivo bene a capire perchè e pensavo, forse è un periodo, chissà. Lo speravo con tutto il cuore, perchè nonostante passassi un po' di tempo con lui durante il giorno, ovviamente solo nelle pause, mi mancava, mi mancava da morire. Volete sapere cosa è successo per quanto riguarda Jasmine? Mha, lei è sempre li, sempre perfetta e bellissima. Io sono ancora la sua migliore amica, ma io la vedo come un grande stronza. Ognuno ha i suoi presi ed i suoi difetti. Io stavo cercando di passare sopra ad alcune cose che faceva Jasmine in presenza di Justin, me ed il suo nuovo ragazzo. Purtroppo la gente non cambia mai e non vuole ammettere i propri errori. Oh, diavolo! Ci fosse stato un giorno in cui la Villegas, sia andata da Justin per scusarsi del suo comportamento assolutamente poco casto e puro.
Ogni volta che ci ripenso, mi viene una rabbia dentro. Lei girava intorno alle parole "ti amo", mentre magari Juss gli dava un vero significato. Decisi di non pensarci più, quella faccenda mi faceva venire l'amaro in bocca; una cosa è cerca però, Jasmine la frequentammo tutti molto di meno e se lo meritava. 

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Capitolo 22
*** Una gelosia biforcuta. ***


Quella mattina fuori scuola, incontrai Chris, in preda all'ansia e al nervosismo. Quella sera, veniva festeggiato il suo compleanno.. anche se il suo vero B-Day, era passato da un pezzo. 
- Hey Nems! -
Mi salutò da lontano, e mano a mano si avvicinò, infine arrivando alla mia guancia, sulla quale diede un bacio.
- Chris, che si dice? -
Frugavo nella borsa alla ricerca di una caramella o di una gomma. Una bella gomma americana di quelle come si deve. Si, di quelle che ti rimangono incollate ai denti.. di quelle che sono talmente grosse che non riesci nemmeno a masticarle bene. Ne presi una dal taschino interno della mia borsa e dopo porsi il pacchetto a Chris, per offrirgliene una.
- Oh no grazie, non mi va. - Scosse la testa ed allora posai di nuovo le mie gomme nella borsa. - Comunque.. stasera vieni? - Chiese guardandomi negli occhi.
- Certo che vengo! Non mi perderei la tua festa per nulla al mondo! -
Lui mi sorrise sinceramente e vidi che il suo viso si rilassò. 
- Bene, stasera devo farti vedere delle cose! - 
Mi scompigliò i capelli e mi fece l'occhiolino. Sparì dietro l'angolo e nemmeno me ne accorsi.Cos'aveva da farmi vedere? La curiosità e l'interesse di andare a quella serata stava colmando il mio animo. Mentre mi dirigevo in classe incontrai Caitlin e mi ci fermai a parlare un po' prima dell'inizio della sua lezione di Francese.
- Mi spieghi perchè perdi tempo ad imparare il francese? Lo spagnolo è una lingua molto più.. caliente! - Sbuffai e alzai le sopracciglia alla parola "caliente". In spagnolo "calda". Speravo davvero che Cait sapesse almeno quella parola di spagnolo e così non mi toccasse ripetere una spiegazione così elementare.
- Si ok faccio finta di aver capito.. - Mosse una mano davanti al suo viso, mentre si immergeva nella lettura di una pagina tutta in francese. - Il francese è una lingua elegante e chic! -
Mi diede un bacio in guancia la mia amica, prima di entrare in aula.
- A dopo Nems! -
La salutai con un cenno della mano e diedi immediatamente le spalle alla classe, dirigendomi verso un vaso di rose rosse. Era un po' spoglio ma iniziavano a vedersi i primi boccioli. Non sapendo che fare, decisi di iniziare a leggere un po' di storia europea. Fortuna che l'avevo studiata alle medie e alle elementari, sapendo la teoria nella mia lingua madre, era molto più semplice impararla in inglese/americano. Uno strusciare di piedi sulle foglie mi fece voltare. Vidi un ragazzo castano chiaro, con un libro in mano che faceva avanti ed indietro per un piccolo corridoio esterno. Non ci volle molto per capire che era Justin. Un sorriso mi si stampò in viso e presa la borsa in spalla, andai verso di lui, saltellando. 
- Juustin! -
Mi chinai e gli diedi un bacio in guancia. Lui si voltò di scatto, quasi fosse meravigliato della mia presenza.
- Hey Nems.. non fai lezione? -
Si guardava intorno e io mi voltai verso la classe di Caitlin.
- No, ho sempre un'ora libera oggi! - 
Ero effervescente ed invece Juss si trascinava in giro come un fantasma. Si sedette su un tavolo in cortile. Lo seguii.
- Hey tutto apposto? - 
Non mi aveva rivolto né un sorriso né uno sguardo in quei 5 minuti di conversazione, la cosa incominciava ad irritarmi. Lui tossì nervoso.
- Ehm.. si Nems, è solo che in questo periodo sono un po' così.. cioè.. mi sento strano. - 
Con una mano si scompigliò i capelli ed avvicinò le mani alle gambe che rimanevano a penzoloni giù dal tavolo.
- Mm.. capisco- Annuii, non c'era mai stata una volta in cui Justin non mi aveva rivelato i suoi problemi. - Vuoi parlarne? -
Chiesi un po' titubante.
- Shawty non prendertela.. ma non credo tu sia la persona adatta per affrontare un argomento simile.. - Scosse la testa. Alzò lo sguardo e mi guardò con i suoi occhi caramellati. Il suo sguardo era quasi vergognato. In imbarazzo.
- D'accooordo.. - Annuii e finsi di capire la situazione. In verità tutto mi stava irritando come non mai. Riuscimmo a parlare del più e del meno per il resto dell'ora. finchè io non andai con Scarlett a lezione di pittura e Justin scomparve. La pittura mi rilassava, ma non ero molto brava. Mi piaceva disegnare cose astratte.. anche semplici schizzi di pennello. 
Alla fine della giornata, assai strana, raggiunsi il mio gruppo che parlottava allegramente accanto alla mia Porshe. 
- Hey. già qui? Avete fatto in fret.. - Passavo gli occhi su tutti i ragazzi, quando mi accorsi che poco più lontano, accanto alla Ferrari di Justin, c'erano appunto Chris e Juss, in preda ad una discussione alquanto animata. 
- Che succede li? - Indicai debolmente, non volevo farmi vedere.
- Non lo sappiamo nemmeno noi Nems.. è da 30 minuti almeno che stanno qui.. quando siamo arrivati noi loro già discutevano... -
Mi disse Jake con voce un po' dispiaciuta. Chissà cosa era successo, per far litigare due migliori amici. Cosa? Le loro urla erano sempre più forti, anche se parlavano uno di fronte all'altro. 
- Ragazzi.. io vado ad intervenire.. - Caitlin, preoccupata come una mamma, fece qualche passo verso la Ferrari. La bloccammo tutti.
- Lasciamoli chiarire da soli, sono grandi.. - Disse Daisy dando una piccola spintarella a Cait. Lei annuì ma non era convinta. Rimaneva li ferma a guardare i due ragazzi litigare. 
- Ma litigano.. sul serio? -
Solo adesso riuscì a capire la gravità della cosa. Era il giorno del compleanno di Chris e tutto stava andando storto. 
- A quanto pare.. - Jake mi guardò negli occhi e fece una smorfia. 
Mi concentrai gli ultimi due minuti, totalmente sulla scena dei due migliori amici. Le parole non riuscivo a coglierle e quindi non capivo proprio per quale motivo loro stessero litigando. Prima di allontanarsi Chris diede una botta sul cofano della Ferrari e si allontanò nella nostra direzione opposta. 
- Vado io..- Si offrì Violet e corse incontro a Chris, non si mise subito a parlare, ma lo affiancò nella sua camminata verso quella destinazione ignota. Lo stesso fece Caitlin, ma con Justin. Justin sembrava arrabbiato sul serio, aveva anche dato un calcio alla ruota della sua macchina. 
- Penso io a Justin.. -
Prima di andare, dovetti dire la mia, come sempre.
- Cait.. ehm, ti avvero Justin è un po' strano.. almeno con me. Sii paziente.. -
Le mollai il polso che le avevo afferrato con decisione. Lei annuii. Salutai i miei amici con un bacio in guancia ed entrai in macchina, poi abbassai il finestrino.
- Vabbè ragazzi.. ci vediamo stasera, se tutto va bene.. - 
Sbuffai e sgranai gli occhi prima di mettere in moto la macchina. Rimasi ancora qualche secondo ferma li, con gli occhi chiusi e la testa appoggiata al sedile.
Dovetti per forza muovermi da quella posizione, anche se stavo davvero tanto comoda. Con gli occhi chiusi non potevo vedere le facce arrabbiate dei miei amici, e così mi sentivo bene. Lo sapete che io sono sensibile, e quando vedo un amico triste o arrabbiato, di conseguenza lo sono anche io. Desiderai saper guidare ad occhi chiusi. Damn. Misi in moto e i miei occhiacci guardarono fuori dal finestrino: per la rabbia accesi la radio e la misi sulla prima frequenza Rock che trovai. Alzai il volume al massimo, le mie orecchie stavano pulsando. Riuscii a pensare almeno per il tragitto da scuola a casa, a qualcos'altro che non sia il litigio tra Chris e Justin. Nella mia mente vedevo uno di quei cantanti rock che urlava come un pazzo e strimpellava la sua chitarra. Sai quanto deve essere liberatorio suonare il rock? Mi sistemai sul sedile della macchina; avrei imparato, prima o poi, a suonare la chitarra elettrica, me lo impongo.
Arrivai a casa e feci le cose di tutti i giorni. Niente fu noioso, era solo tutto incredibilmente monotono. Verso le cinque del pomeriggio, aprii l'anta dell'armadio. Iniziai a guardare e a buttare giù i vestiti e gettarli sul mio letto tondo. Ero sola in camera e decisi di ascoltare un po' di musica, dalla talk station del mio IPod Touch. Optai per un jeans scuro ed una camicetta bianca scollata, ai piedi un paio di scarpe con il tacco. Mi aiutò mia madre a scegliere i vestiti e ad acconciarmi i capelli, visto che, non mi ero organizzata con nessuna delle mie amiche per prepararci; probabilmente tutte erano troppo occupate ad ascoltare Justin o Chris che siano. Avrei voluto farlo io quel lavoro, ma forse non era il caso, come sappiamo, Justin non mi aveva parlato. Chris invece, era troppo in fibrillazione. Arrivai anche a pensare che fosse tutta un'invenzione per la mia festa di compleanno, magari per farmi uno scherzo e salutarmi gridando " E' tutto uno scherzo.. volevamo farti una bella sorpresa! " e magari dietro di loro trovare un bel locale addobbato e fornito di cibo e musica. No, tutte sciocchezze. Quello che accadeva era reale, me lo confermò anche Caitlin, che mi chiamò dopo un'oretta abbondante, stavo per uscire di casa. Il mio cellulare vibrava sopra il letto, mi ci gettai di sopra per prenderlo e risposi.
- Pronto? -
La voce di Caitlin sembrava quella di una donna in pena.
- Tesoro! Sei a casa? - 
Guardavo in avanti, persa nel vuoto, risposi dopo qualche secondo.
- Ehm.. sisi, perchè? -
Tossii e lei sospirò.
- Menomale, sono sotto casa tua. -
Sorpresa. Mi alzai dal letto, di controvoglia e mi affacciai alla mia finestra, spostando la tenda con la mano libera. Vidi la macchina di Caitlin parcheggiata nel vialetto di casa mia, proprio vicino alla mia Porche. 
- Sono alla finestra, scemetta. Ti vengo ad aprire. -
Sorrisi ed aspettai prima di andare ad aprire, di vedere la mia amica dagli occhi blu scendere dalla macchina, in tutta la sua eleganza. Quando scese, si sistemò il vestito, guardò in alto e mi salutò con un cenno della mano ed un sorriso a 32 denti. Feci lo stesso e corsi giù per le scale, levandomi le scarpe col tacco, con una certa agilità ( su un piede e senza appoggiarmi) prima di raggiungere le scale di legno. Dietro la porta di casa mia, ora c'era lei.
- Sei bellissima tesoro! -
Dissi io sincera. Era davvero stupenda. Cait non esagera mai; indossava un tubino nero, con una decorazione bianca a strati, che formava un fiore, sulla scollatura. Mi misi di lato per lasciarla passare.
- Saliamo? -
Indicò le scale.
- Certo, vai prima tu.. che con questi trampoli che ti sei messa, non vorrei rischiassi di cadere! -
Mi scappò una risata e lei mi seguì a ruota. Quanto amavo passare anche solo qualche minuto con la mia migliore amica? Tanto, tantissimo; troppo. Si tolse anche lei le scarpe, vedendo le mie, sparse per la stanza. Mi sedetti sul letto e battei la mano accanto a me, per invitarla a sedersi.
- Nems, devo dirti una cosa.. -
Guardò in basso. Quelle parole mi ricordarono la discussione che avevo avuto con Violet prima di essere interrotti, qualche giorno addietro, dalla stessa Caitlin che ci mostrava il regalo per Chris. Cosa doveva dirmi? Il panico mi invase e mi sentii quasi mancare. Riguardava Justin e Chris.. forse voleva rivelarmi il motivo del loro litigio? Sbiancai e Caitlin se ne accorse.
- Noemi.. hey.. tutto apposto? Vuoi acqua e zucchero? Sei bianca cadaverica! -
Presi la mia amica per un braccio costringendola a sedersi. Io non ho bisogno di acqua e zucchero, non me ne faccio nulla. Io dovevo sapere; cosa stava succedendo?
- Non ne voglio, grazie. - Il mio tono era duro e fermo. Mi spaventai di quel lato di me stessa che non era mai uscito fuori in compagnia di Caitlin. Scossi la testa, il mio tono di addolcì e insieme a quello, anche il mio volto.
- Cait.. io devo sapere cosa doveva dirmi Violet! -
Ovviamente lei non sapeva di cosa stavo parlando. O forse lo sapeva e fingeva.
- Cosa? Di che parli? -
Corrucciò le sopracciglia e non capì il nesso logico tra la sua affermazione e la mia frase. 
- Cait..quando ci hai interrotto, qualche giorno fa a me e a Violet, lei mi stava dicendo qualcosa. Alla fine non mi ha detto nulla perchè non ha finito il discorso; ma io devo sapere - 
Ripresi fiato e mille idee discordanti mi vagavano nel cervello.
- Nems.. forse è la stessa cosa che devo dirti io. Riguarda Chris..-
Al suo nome, alzai lo sguardo che prima era rivolto al mio tappeto accanto al letto. La mia mano era ancora intorno al polso della mia amica mora e la strinsi forte. Volevo incitarla a continuare.
- Chris.. si è innamorato di qualcuno.. ed è la stessa persona che "piace" a Justin – Il suo sguardo era preoccupato e fece le virgolette alte con le dita alla parola piace. 
- Questo piace mi puzza di bruciato.. parla troppo spesso di questa ragazza.. forse non vuole incappare in parole più grandi di lui.. - 
La testa di Caitlin ondeggiava a destra ed a sinistra.
- Ma chi è questa.. ehm.. ragazza? - 
Non volevo sembrare indiscreta, ma ero dannatamente curiosa.
- Non lo so, nessuno dei due parla! E' per questo che hanno litigato.. per questa.. ragazza.. - 
Fece un gesto con la mano che poi si mise dietro la nuca. Era a disagio a parlare di quell'argomento.
- Chiunque sia però.. - fece un suono con la bocca che sembrò un fischio. - Deve essere davvero speciale per far litigare due amici.. anzi, migliori amici. -
Annuii. Continuava a spezzarmi il cuore questo Justin, chi era adesso quest'altra? Lanciai lo guardo al cielo. 
- E anche stronza soprattutto.. per rovinare una amicizia così forte.. - 
Mi venne rabbia e strinsi forte i pugni, tenevo le mani lungo i fianchi. 
- Ma lei non sa nulla! Cioè a quanto mi ha detto Justin.. - Generalizzava, era tutta una nebulosa intorno a quell'argomento - .. detto, insomma.. accennato, lui vuole dichiararsi, ma vuole farlo anche Chris.. -
Si mise le mani tra i capelli.
- Peggio di Beautiful! - Esclamai con tutto il fiato che mi rimaneva in gola.
- Puoi dirlo forte, cavolo! - 
- Andiamo, che ne dici? - 
Esordì io, guardando l'orologio che era appeso al mio muro. Volevo arrivare in anticipo, per aiutare Chris magari, negli ultimi preparativi. Poi doveva mostrarmi alcune cose: magari le foto di questa misteriosa ragazza, chissà!
- Si forse è meglio.. -
Ci infilammo le scarpe e andammo alla festa in macchine separate. Quando parcheggiai nel vialetto della casa di Chris, la mia curiosità incominciò a premere forte sul petto. Rimasi in macchina qualche secondo, prima di scendere. Rimuginai sulle cose successe quel giorno e mi sentivo strana. Gelosissima di Justin; si, pensavo di esser riuscita a conquistarlo quel ragazzo Canadese, ma a quanto pare non è destino. Fuck. Però.. c'era qualcos'altro che premeva dentro di me. Gelosa anche di Chris, che era staso sempre così aperto e sincero con me. Sentivo come se due parti di me stessa si stessero mano a mano staccando. Non volevo chiudermi adesso nel mio Ego a ragionar su me stessa. Così scesi dalla macchina, raggiunsi l'uscio e aspettai con Caitlin che la porta ci venisse aperta. Che inizi.. la festa! Ragazze scusate se ci ho messo tanto a pubblicare il capitolo, solo che con le vacanze non sto molto al computer ;D

Quindi.. spero che l'attesa non sia stata snervante:P
Nems <3

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Capitolo 23
*** Lettere d'amore ***


La porta fu aperta dal festeggiato che nonostante avesse un sorriso smagliante dipinto in volto, i suoi occhi nascondevano una realtà scomoda. L'idea che non sopportavo era quella che lui, il giorno del suo compleanno, dovesse pensare al litigio fatto con Justin. Non era giusta una cosa del genere. Ovviamente.. la loro amicizia era più importante di una stupida festa e quindi non se la sarebbe goduta al massimo. Appena si spostò un po' con il corpo, in modo da farci passare, io e Caitlin urlammo.
- Tanti Auguri Chriiss! -
Insieme lo abbracciammo fortissimo e io gli scompigliai i capelli.
- Ti piace proprio farlo, èh? -
Sorrisi e lo abbracciai nuovamente. Tra le sue braccia io ero piccola piccola, il mio amico Chris stava davvero crescendo. Era il primo della crew a compiere 17 anni; il secondo sarebbe stato Justin, e io.. ero più piccola. Si ne compievo 16. Si sa, in America il sedicesimo compleanno sarebbe come il diciottesimo in Italia. Mi aspettava una festa bomba, ma io ancora non ci avevo pensato. Probabilmente avrei aspettato fin l'ultimo momento, visto come sono fatta.
- Eh si.. - Sospirai. - Comunque cresci a vista d'occhio.. scommetto che dal mese scorso hai preso almeno due centimetri! -
Tenevo la mano sul suo petto, mentre lui mi cingeva le spalle. Mi staccai da lui e lo guardai negli occhi. Il mio sguardo significava curiosità. Si, era arrivato il momento. Volevo vedere davvero che cosa mi doveva far vedere il mio amico, oramai diciassettenne.
- Nems, allora sei un po' curiosa! -
Guardò in alto e si perse in una grassa risata. Io lo tirai per la maglietta, per attirare la sua attenzione, almeno 15 cm mi separavano dal suo viso. Non l'avevo mai notato ma era più alto di me. Che poi è irrilevante, tutti sono più alti di me. Si qui parla in diretta la ragazza italiana dal metro e 65. (Con le scarpe); quindi fatevi due conti.
- Certo che lo sono! Dai Dai! -
Feci un saltino sul posto e lui mi diede una piccola spintarella. Mi condusse vicino le scale, dovevo salirle. Oh ma che intuito Noemi!
- Cait, faccio vedere quella cosa a Nems e torniamo! -
Caitlin mi lanciò un'occhiataccia. Io le sorrisi e poi lei lanciò uno sguardo al cielo.
- Corri su! -
Iniziai a saltellare per le scale della casa di Chris. Erano di legno, come quelle di casa mia, però più larghe e con una ringhiera più decorata. Appesa davanti le scale, c'era una foto di famiglia. In quella foto Chris poteva aver avuto 13 anni. Era tenero!
- Oh ma che abbiamo qui! Un ometto! -
Lo presi in giro, e quasi mi spaventò la differenza che c'era tra i due Christian della foto.Mi chiusi nelle spalle.
- Non la guardare! Devo convincere mia madre a levarla.. è orrenda! -
Iniziò a ridere.
- Ma non è vero.. sei piccolo. Quindi: tenero, dolce e amorevole -
Sparai quei tre aggettivi e li contai con un dito sulla punta delle dita della mia mano, la destra. Con una mossa veloce, il mio amico mi chiuse la mano che avevo a formare un 3 e diventò un pugno.
- Vai in camera.. -
Disse in tono soffiato. Io mi trovai davanti una camera rettangolare, con parecchie foto appese al muro. Erano tutte di gruppi di amici, o squadre di rugby. Si, lui giocava a rugby. Su una mensola, accanto alla scrivania vi erano delle palle da rugby autografate. Mi soffermai poco su quello. La cosa che mi stupì fu la scrivania. Ordinata, ed in quel momento mi venne la voglia sfrenata di farle una foto. Erano sparse sul ripiano, accanto ad una penna stilografica, lettere su lettere. Corrucciai lo sguardo.
- Chris? -
Indicai con un dito le lettere. Lui mi si piazzò davanti e ne prese una decina tra le mani.
- Ecco qui.. - Mi sorrise dolcemente. -  Questo ti volevo far vedere.. -
Ne rimasi un po' delusa, ma sorrisi e mi incitai a fare qualche domanda.
- Per chi sono? -
Alzai un sopracciglio e mi misi le mani in tasca.
- Per la ragazza di cui mi sono innamorato -
Rimasi senza parole. Erano almeno un centinaio di lettere o anche di più.
- Tutte quelle lettere? -
Feci fatica a deglutire. Wao, deve esser proprio pazzo d'amore per fare una cosa simile. Oppure semplicemente pazzo; ma io amo le follie d'amore e questa era una di quelle.
- Tutte quante.. le scrivo da quando ho sentito che c'era qualcosa in lei che.. mi, mi attirava in qualche senso. -
Era stupefacente il modo in cui Chirs riusciva a liberarsi con me. Mi stava confidando tutte quelle cose perchè è ovvio, sono la sua migliore amica. Me l'avrebbe dovuto dire prima o poi.
- Wow, me ne leggi una? -
Chiesi con un tono dolce, quasi implorante. Magari poteva aver scritto due cavolate rare, o magari no.
- Vuoi sentirla davvero? - Quasi gli venne da ridere. Io sorrisi e annuii. - D'accordo, come vuoi. - Concluse in tono calmo e pacato.
- volevo che tu sapessi che sei in assoluto la cosa più bella che io abbia conosciuto. e che sei piccola.A dire il vero, non so ancora se sei più piccola oppure più bella. voglio dirti che mi piace la tua risata.  il modo in cui parli al telefono, come ti sistemi i capelli e come dici il mio nome. Vorrei dirti che sarò il ragazzo che vuoi tu, e darti tutto quello che desideri e di cui hai bisogno. Voglio dirti che ti scriverò una lettera al giorno, anche solo per diciassette anni, o per sempre, se è quello che mi chiedi.. -
Si fermò e mi guardò. I miei occhi erano lucidi ed ero affascinata dalle parole di quella lettera. Aveva scritto due cose banali ma di un significato immenso. Le parole di un ragazzo semplice ed innamorato, sono a volte quelle che ti colpiscono nel profondo.
- Perchè ti sei fermato? -
Gli chiesi, volevo sapere come andava a finire. Cosa aveva scritto alla fine? Volevo sapere il nome, subito.
- Perchè quello che ho scritto dopo è incredibilmente banale.. e potrebbe annoiarti.. - Chiuse la lettera davanti a se.
- Ma la fine di questa lettera, qual'è? -
Speravo in un nome, o magari in una data per capire da quanto tempo lui provava quelle cose.Lui sospirò.
- voglio dirti che mi piaci, ti adoro, ti amo. e spero tutto questo possa bastarti, in fondo. Chris -
La poggiò definitivamente sulla scrivania, con un tonfo secco che riecheggiò nella stanza. Mi sistemai per bene in piedi, e avanzai verso di lui. Fece un giretto, guardando in basso ed ora io davo le spalle al muro, ma ero distante da questo, almeno di un metro.
- Chris.. - Intromisi il discorso - Che cosa hai intenzione di fare con questa ragazza? -
Iniziai a giocare con le unghie e poi con una mossa della mano, mandai il ciuffo che avevo davanti agli occhi, all'indietro.
- Una cosa che forse rovinerà il nostro rapporto. Una cosa di cui lei non sarà consenziente, forse. Però so per certo che lei non prova quello che provo io.. ma ho un peso sullo stomaco e devo liberarmene -
Si mise una mano sullo stomaco e socchiuse gli occhi, che erano diventati un po' lucidi. Fece un passo verso di me.
- Cosa Chris? -
La mia voce era bassissima, come un sospiro. In quel momento, mi si avvicinò ancora di più e mi mandò contro il muro, le sue braccia facevano leva sul muro e le mie contro il suo petto. Nemmeno me ne accorsi, ora le nostre labbra si toccavano. Erano calde e morbide. Inizialmente mi opposi, ma poi lo lasciai fare. Lo so che non avrei dovuto, io non provavo i suoi sentimenti. Io ero innamorata di Justin, io lo amavo quel ragazzo Canadese. E quella gelosia nei confronti di Chris? Era un semplice pretesto, Chris era il mio migliore amico e basta.
Il bacio fu intenso, ma non durò molto, perchè Chris si accorse forse, dell'intimità della situazione. Eravamo entrambi in imbarazzo. Le nostre labbra si allontanarono, poco a poco. Mi guardò negli occhi ed io riuscì a sussurrare qualcosa.
- Che significa questo bacio Chris? -
Mille idee mi vorticavano in mente. Sapevo benissimo cosa significava, ma non volevo ammetterlo a me stessa. Lui si staccò e mi diede le spalle.
- Fa un po' caldo qui.. -
Iniziò a muovere la maglietta, con dei pizzichi, staccandola dal corpo per far circolare l'aria. Io rimasi attaccata al muro e iniziai a guardare per terra, poi mi gettai sulla finestra. Controllavo. Controllavo cosa? Se una Ferrari rossa fosse parcheggiata sotto casa di Chris. Non c'era, e fui invasa da una sensazione di sollievo. Potevo perdonarmi quello sgarro o significava davvero che non sapevo quello che volevo? Mi autoconvinsi, è stato un piccolo sgarro senza significato. Mi voltai verso Chris; per qualcuno aveva un significato però.
- Chris.. -
Iniziai a dire, ma non ebbi il tempo di continuare.
- Non è niente. E' stato solo un bacio.. un semplice bacio. -
Si voltò anche lui verso di me, dicendo quella frase.
- Devo andare.. -
Dissi io, non riuscivo più a rimanere li.
- Nems, non ti voglio perdere, ora. -
Troppo tardi, Poteva ben pensarci prima Chris. Ora non sapevo che fare e come comportarmi. Ero confusa, ma non sui miei sentimenti. Io amavo Justin, mi ero innamorata davvero.
Sorrisi debolmente a Chris e mi dileguai dietro la porta. Raggiunsi il bagno e mi ci chiusi dentro. Mi accasciai per terra, con la schiena contro la porta. Sarei rimasta li tutta la sera, a meno che non mi venisse a prendere Caitlin.


Ecco il capitolo! Vi voglio bene (:

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Capitolo 24
*** Sesto senso ***


Siano santificati tutti i presenti della festa.. Caitlin mi venne a prendere. Più che altro mi venne a cercare, urlando il mio nome di stanza in stanza. Io non dissi nulla, era come un po' il nascondino. Solo che non volevo essere trovata o almeno, volevo solo essere trovata da lei. Quando entrò nel bagno, mi vide subito. Ero di fronte alla porta, con la schiena al muro e le braccia strette intorno alle gambe. Quando i nostri sguardi si incrociarono, io socchiusi gli occhi e lei mi sgridò. Non me l'aspettavo.
- Nems, ma che diamine ci fai qui? Giù c'è gente che ti vuole.. -
Guardò dietro di sé. Eddai, non ci credevo. Ero la nuova della scuola e del gruppo, chi poteva volermi?
- Ti cercano Justin e Jasmine.. non so cosa vogliano.. -
Io non mi muovevo da li e non parlavo. Lei capì e si chiuse la porta alle spalle.Finalmente. Mi sciolsi dall'abbraccio, ora le mie gambe erano distese in avanti, e le mie braccia conserte.
- Che hai? -
Mi disse allora, prima di piegarsi, per ascoltarmi meglio. Però lei non aveva nulla da ascoltare, perchè io non parlai. Rimanemmo in silenzio per almeno dieci minuti, con Cait che mi guardava e sospirava di tanto in tanto. Ecco perchè amo la mia migliore amica, riesce a starmi accanto ed a consolarmi anche stando in silenzio. Riesce ad ascoltare il mio silenzio, cosa che sono sicura, non avrebbero fatto altri. Esordii alla fine, con una frase.
- Oggi non è giornata, e non poteva finire peggio di così-
E' vero. E tra sette giorni è ancora il compleanno di Justin, e tra dodici il mio. Non ci pensavo, non me ne fregava niente. Sarei voluta rimanere per sempre, al giorno prima della festa di Chris.Anche se quei giorni erano pieni di curiosità e monotonia.; e non avevo Justin. Ma nonostante tutto era meglio della confusione che mi opprimeva il polmoni e mi appannava il cervello. Mi alzai da per terra; solo adesso mi resi conto che il pavimento era davvero freddo. Mi infilai le scarpe, che avevo tolto per maggiore comodità, e scesi le scale, anticipando Caitlin. Iniziai a guardarmi in giro. Avevo perso tempo su, chiusa in bagno, e non mi ero nemmeno accorta di quanta gente fosse arrivata alla festa. Il salone era completamente vuoto; probabilmente aveva spostato i mobili. Attaccate al soffitto c'erano delle luci stroboscopiche. Si era impegnato il caro signorino Chris per quella festa! Mi addentrai nella folla di persone che ballavano; non mi unii a loro. In realtà, non sono una vera amante della discoteca. Troppa confusione e caldo, tutti appiccicati. No, roba che non fa per me. Raggiunsi a forza di spinte il tavolo del buffet. Poggiai le mani su di esso e respirai a fondo, gettando la testa all'indietro.
- Che merd..-
- Nems? -
Oh Dio, sia ringraziato il cielo. Non finii la parola, fu interrotta bruscamente da una voce che mi fece venire i brividi. Avete presente, le farfalle nello stomaco e un piacevole pizzicore sulla pelle? Diventai rossa.E questa volta le luci stroboscopiche non mi aiutarono, anzi. Odio profondamente il buio, ma una santa volta che mi può essere utile, perchè non c'è? Diamine.
- Justin...-
La mia voce era acuta. Ero sorpresa, non mi aveva rivolto la parola in questi giorni. Proprio adesso che era successo tutto un caos mi doveva parlare? Certo che oggi, non me ne va bene una.
- Dove sei stata? Ti ho cercata tutta la sera.. e ti cercava anche Jasmine.. -
Presi un bicchiere da sopra il tavolo. Inghiottii il contenuto, non avendo idea di cosa fosse. Dal retrogusto amaro, supposi fosse una birra.
- Ehm.. in giro, sai.. e anche fuori! Fa un po' caldo.. -
Iniziai a sventolarmi con la mano, tutta quella calca mi stava facendo sentire oppressa.
- Ma sono stato tutta la sera fuori, sai che non amo i posti chiusi e pieni di gente! Tu non c'eri..-
Subito mi giustificai. Ma a che gioco stai giocando Noemi?
- No, certo che c'ero..passeggiavo. Un po' là, un po' qua, dove capita.. -
Socchiusi gli occhi e annuii convinta.
- Ah okay..-
Mi sorrise ed io mi sentii ancora più bollente e confusa. Presi un altro bicchiere dal tavolo e lo bevvi. Questo era qualcosa di forte, Vodka probabilmente, al melone. La gola mi bruciava.
- Juss, usciamo? Qui mi sto per sentire male.. -
Lui non disse nulla, mi prese solo sottobraccio. Uscimmo da quella calca e fuori in giardino, tutto era diverso. C'era umidità, molta umidità. L'erbe era piena di goccioline, e quando poggiavo i tacchi sul terreno, mi faceva il solletico. Il mio angelo biondo (precisiamo, castano chiaro) mi portò una sedia ed io mi ci sedetti. La testa mi girava, ma ora andava tutto meglio; l'aria fresca aiuta a pensare. Faceva un freddo cane, a dirla tutta.
- Nems, ti vado a prendere qualcosa? -
Mi chiese con il suo sguardo da cucciolo. Si era avvicinato al mio viso ed aveva alzato un sopracciglio. Con un dito, gli toccai quel nasino perfetto; era freddo.
- Justin figurati, non ti faccio tornare dentro con tutta quella folla. Stai tranquillo non voglio niente.. grazie. -
Gli sorrisi debolmente.
- Io vado lo stesso, tu rimani li ferma, che non mi sembra che tu stia molto bene.-
Con una mano, mi carezzò la guancia. Al tocco la sua mano era fredda e liscia. Sentivo con le mie guance di poter sciogliere la neve. Ero bollente.Quel che successe dopo, fu breve e veloce. Jasmine arrivò saltellando dalla parte opposta del giardino.
- Tesoro, come stai? -
Tu vieni a dire a me come sto? La guardai un po' male, ma cercai nonostante tutto di sorridere.
- Jasmine, bene tu? -
In mano aveva un bicchiere, che non beveva però.
. Tutto bene grazie. Ma sei sicura di stare bene? Hai un aspetto orribile..- Si bloccò e scosse la testa- .. ovviamente, senza offesa.-
- Mm.. grazie Jaz. - Sbadigliai
- Tieni questo, bevi. Ti sentirai meglio! -
Lo presi in mano e bevvi. Quello fu il più grande errore che potessi fare quella serata. Anche più grande di aver baciato Chris,o meglio, di essersi lasciata baciare da Chris.
Era buono, dolce.
- Comunque io vado.. ho visto che eri impegnata.A domani mon amour.. -
La salutai con un cenno del viso e con lo sguardo cercavo Justin. Si, desideravo tornasse in quel momento. Mi guardavo in giro, intanto. Vedevo Jasmine ridere e scherzare in lontananza, alcuni suoni venivano alle mie orecchie come echi.
- Nems, ecco. - Mi porse un cbignè al cioccolato. - Si sa che il cioccolato fa sempre star meglio.. -
Lo mangiai e Justin incominciò a parlare.
- Sai.. mi sono fatto delle domande.. -
Il resto mi arrivò lontano, come un bisbiglio. Iniziai ad avere sonno, un sonno pazzesco. Non avevo forza, né nelle braccia, né nelle gambe. Tutto quel che stava intorno a me divenne meno nitido, l'aria era pesante. Guardai Justin, che continuava a parlare ed a parlare, senza che io capissi di cosa però.
- Hey, shawty tutto apposto? -
MI mise una mano sulla spalla. Questo contatto, fece svegliare in me quel che pensavo fosse ormai un senso dimenticato. Il mio sesto senso. Stavo per svenire, dovevo andare via di là, in quel momento.
- Portami.. a casa, Justin. Perfavore.. -
Tutto sfocato. Colori deboli, suoni deboli. L'ultima cosa che mi ricordai di quella serata, fu il sorriso che mi porse Justin, quando con un " certo" rispose alla mia richiesta.


Ciao bellissime! ecco il capitolo, è un po' cortino, ma spero vi piaccia!
Mi rifarò con il seguito, un bacio,grazie a tutte quelle che mi seguono e sono semrpe così gentili da farmi un sacco di complimenti. Vi voglio bene <3
Nems

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Capitolo 25
*** That's ok. ***


Nuovo giorno, nuove esperienze, nuovi ricordi. Che diamine ci faccio sul letto della mia stanza, al buio? Come ci sono arrivata? Che cavolo è successo, mentre ero incosciente? Mille immagini sfocate e parole mi vorticavano nella mente; mi sforzavo di ricordare ma tutto era nebuloso. Mi alzai di scatto e mi poggiai allo schienale del letto, di ferro battuto. Mi strofinai gli occhi ed.. un gran mal di testa, mi fece indugiare, prima di togliermi da sotto le coperte per alzarmi ed andare in bagno. Mi trascinavo come un fantasma, tastando gli oggetti attorno a me per trovare la via giusta per il bagno. Quando toccai la maniglia della porta, la aprì svelta, accendendo poi la luce. Ero in pigiama, con il trucco un po' sbavato sotto gli occhi.
Aprii il rubinetto del lavandino al massimo, facendo schizzare delle gocce d'acqua sullo specchio. Mi sciacquai la faccia e poi tornai a letto. Presi la sveglia sul mio comodino e la illuminai premendo il pulsantino che ha in testa. Segnava le 5.30.
Certo non avrei potuto svegliare i miei genitori a quell'ora, mi avrebbero letteralmente strozzata o soffocata con un cuscino. Decisi quindi per una buona volta di fare la brava figlia. Nonostante il mal di testa, scesi le scale, facendo attenzione a non farle scricchiolare sotto il mio peso. Volevo preparare la colazione. Io mi sarei fatta un bel latte macchiato, per i miei avrei fatto un semplice caffè; è già tanto che riesca a mettere lo zucchero nel caffè non confondendomi con il sale; non allarghiamoci. L'odore di caffè mi stava facendo rilassare ed il mal di testa a poco a poco svaniva, anche se sentivo ancora pulsare.
Non mi preoccupai, per una buona ora, del giorno prima, ma aspettai paziente seduta sul divano, con la tv accesa su MTV che si svegliassero i miei genitori. Sentii dei passi dietro di me e mi voltai di scatto. Avevo lasciato il caffè in caldo e preparato anche un vassoio pieno di biscotti.
- Buon giorno! – Dissi con voce squillante.
- Amore, di buona mattina?-
Mi chiese incredula mia madre. E’ vero, di solito riesco a dormire anche fino all’ora di pranzo.
- Si, lo so che è strano ma.. – Feci una faccia contenta – ti ho preparato il caffè! –
Ovviamente non l’avevo preparato solo a lei, ma anche a mio padre. Sorrisi. Io il mio latte macchiato l’avevo già bevuto, bagnandoci dei biscotti al cacao con le gocce di cioccolato.
- Mamma senti, ma ieri.. sono tornata con Justin a casa? –
Se mi avesse detto di no e chiesto il perché di quella domanda? Brava cretina.
- Ehm si.. perché? Lui è rimasto un poco, c’era anche Caitlin.. e l’altra tua amica.. Violet –
Cercai di rimediare subito
- Certo certo mi ricordo! –
Invece non mi ricordavo un emerito cavolo. Cosa ci eravamo detti, che diamine mi avevano fatto? Tutto questo non sapere mi mandava in bestia. Non potevo nemmeno chiamare qualcuno, o almeno non a quell’ora. Mi avrebbero preso per pazza! Che poi non hanno tutti i torti però.. meglio non dargli certezze. Mi alzai dal divano e corsi su per le scale,  in camera mia. Aprii le finestre per far cambiare l’aria e far passare un po’ di luce. Eccolo, il giorno. Più tempo passava, più si avvicinava il compleanno di Justin ed il mio. Ero ansiosa di diventare grande, anche se forse, non crescere sarebbe la cosa più bella del mondo. Mi sdraiai sul letto, e scrissi. Si, scrissi. Lettere, bigliettini, frasi di canzoni. Non lo so che mi era preso, impazzita completamente. Incominciai poi ad attaccarli al muro, sulla mia agenda; dovunque fosse uno spazio libero. Passai delle belle ore, facendo questo e quello e quando furono le 9:00, chiamai Justin. Me ne fregavo altamente che potesse ancora dormire, io avevo già aspettato abbastanza. Essei carina Noemi, proprio.
L’attesa del telefono mi infastidiva; finalmente rispose.. quella voce che mi fa andare in brodo di giuggiole.
- Pronto?-
-Justin! –
Dissi io quasi urlando. Per fortuna il suo tono non era assonnato, o almeno non lo sembrava.
- Neems, Oh Dio, tutto apposto? –
Io sospirai; no che non era tutto apposto.
- No! –
Il mio tono era quello di una bambina piccola. Secco, deciso.
- Sto arrivando.. –
Non feci in tempo a chiedergli di ripetere. Ma in realtà avevo capito, eccome se avevo capito.
- Chi? Come? Cosa? Doove? –
Niente, parlavo al mio cellulare. Una cosa interessante. L’unico pensiero che mi passò per la testa fu “ vorrei fossimo da soli in casa.. “ Poi riflettei e mi guardai. Io indossavo un pigiama rosa a strisce argentate e viola con il muso di una pecora davanti che dice “just..” e dietro.. appunto, la parte posteriore della pecora che si muove e dice “ shake it!”. Non potevo farmi vedere in quelle condizioni! Imbarazzante. Così mi infilai sotto la doccia e fui veloce come un fulmine; fatto sta che dopo 3 minuti uscii dalla doccia. Mi infilai il primo jeans che trovai ed una magliettina; mi truccai e mi pettinai i capelli che ora erano bagnati. Poco male, li avrei asciugati dopo. Non gli feci nemmeno suonare il campanello, perché scesi di corsa le scale al primo rumore di macchina sul vialetto.
- Sei stato veloce!-
Dissi, quando entrò in casa. Si, è molto normale che alle 9.30 di una normale domenica di febbraio venga Justin Bieber a casa mia. Lui, sempre educato, salutò i miei genitori che per fortuna si erano resi presentabili. Mia sorella gli fece le feste e anche mio fratello; lo adorano. Eh, sapessero quanto lo adoro io! Salimmo in camera mia, disordinata. Damn, che figura di cacca.
- Fa’ finta che tutto questo sia arte contemporanea.. –
Mi vergognai tantissimo; per fortuna però non c’era biancheria intima in giro. La camera era: letto sfatto, armadio aperto e vestiti su una sedia. Dai,non è così male.
- Oh non preoccuparti, anche io sono disordinato!- Respirai profondamente, sollevata; almeno un po’.  – Nems.. comunque, ieri è successo di tutto! Ti ricordi? –
Lui sapeva che io non mi sarei ricordata, perché mi chiedeva tutto con molta cautela. Troppa.
- Juss.. io mi ricordo fin quando sono.. ehm..-
-.. svenuta! –
Oddio, ma allora è successo davvero!
- Ma ehm.. tu sai cos’è successo dopo? Cioè.. perché sono svenuta? –
Corrucciai le sopracciglia. Che cavolo avevo combinato quella sera? Forse qualche alcolico di troppo? Ma erano solo drink, cioè è normale ad una festa.
- Hai bevuto qualche drink strano? Cioè.. ti hanno offerto un drink? O caramelle.. gomme.. –
Faceva un gesto con la mano, per elencare le varie cose. Cercai di far mente locale: vodka. Questo mi ricordavo. Non avevo mangiato nulla. E poi mi venne: Jasmine. Quella lurida, schifosa cheerleader mi aveva offerto un drink.
- Jasmine! Mi ha offerto un drink ieri! –
Mi gettai sul letto a peso morto. Lei che mi considerava una delle sue migliori amiche.. avrebbe avuto il coraggio di mettere qualcosa nella mia bibita? Ovviochessi! Era gelosa, gelosa marcia. Gelosa perché nonostante tutto avevo mantenuto i rapporti con Justin e gelosa soprattutto perché Justin era molto legato a me.
- E tu l’hai bevuto?-
Justin era incredulo e mi prese per le spalle, sedendosi con me sul letto.
- Si.. –
Che idiota! Nems, sei un’idiota!
- Che stronza! Chissà che ti ha dato! –
Il suo sguardo era visibilmente preoccupato. Mi prese il viso tra le mani ed io smisi di respirare. Mi diede un grande bacio in guancia poi e mi abbracciò. Ero stata drogata? Fantastico. Ora posso dire di aver provato di tutto nella vita, perfino la droga.
- Ehm.. Justin, mi scoccia chiedertelo – Ero ancora al caldo tra le sue braccia. – Ma cosa è successo ieri? –
Lui sospirò e mi guardò negli occhi.
- Niente di che, davvero. Ti abbiamo portata a casa io, Caitlin e Violet. Siamo stati un po’ con te. Deliravi. Pensavamo avessi bevuto troppo..- Guardò in basso e poi aggiunse. – e.. tua madre era a letto; abbiamo usato le tue chiavi. – Mi sorrise, come per chiedermi scusa dopo aver fatto qualcosa che non doveva.
- Grazie –
Era poco.
- Davvero, per tutto. –
Lui sorrise ancora e si avvicinò piano al mio viso, i nostri nasi si sfioravano.
- Shh. E’ il minimo che potessimo fare. –
I nostri sguardi che erano stati in relazione fino a quell’attimo, perirono. Lui guardò in basso ed io mi voltai. Non riusciamo mai ad arrivare in fondo a qualcosa, noi due. Ci vorrebbe un colpo di scena. Mi abbracciò, poi. Poggiai la testa sulla sua spalla, su una guancia.
- Justin.. –
Sussurrai solo il suo nome e chiusi gli occhi, volendo godermi quel momento senza pensare a quello che sarebbe accaduto dopo.
- Ti voglio bene Nems.. – Sospirò – Forse troppo.. –
Il mio cuore di fermò ed insieme a lui tutto quello che c’era intorno a me. Una freccia attraversò il mio cuore. Colpita ed affondata. Spero solo che su queste parole, non si monti un’altra illusione; farebbe troppo male, questa volta.


Ecco ragazze! Spero che questo capitolo vi piaccia :D E' più lungo dell'altro.. e spero anche più bello (: 
Ringrazio ancora di cuore per tutte le ragazze che mi contattano con MP facendomi i complimenti per la storia, o incitandomi a continuare :D Mi fa tanto piacere, davvero!
Un bacio (:
Recensite, se vi va <3
Nems 

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Capitolo 26
*** Justin B-Day! ***


Dovrei proprio dire che dopo non successe niente; ma niente dico, proprio niente. Lo accompagnai fuori di cara e lo ringraziai tantissimo. Mi disse che aveva l'ispirazione e che voleva correre a casa per scrivere una nuova canzone. Mi chiusi nelle spalle e davvero non capivo tutta quella eccitazione; che fossi io ad averlo ispirato? Nah, troppi film. Prendi l'ascensore e ritorna sul mondo terreno, Nems; stai volando troppo in alto. Sai cos'è? Il fatto che non riesco a non volare in alto quando sto con lui, mi sento leggera e incredibilmente tranquilla. Siamo io e lui, il mondo intorno, non mi interessa: potrebbe scoppiare il sole, scendere una pioggia di stelle cadenti, spaccarsi la luna, niente; io non mi accorgerei di nulla.
Nel pomeriggio chiamai Caitlin, per andare un po' a farci una passeggiata. Ah si, chiamai poi anche Violet. Non so cosa mi prese, ma avevo una voglia matta di vederle e farmi quattro risate; dopo quella roba di Jasmine volevo pensare ad altro. Infatti,quel pomeriggio presi la mia Porche e passai sotto casa delle mie amiche. Andammo al mare; si, al mare, d'inverno. Problemi? E' una cosa che mi piace sempre fare, il mare davanti a me mi fa pensare ad altro, a qualcosa oltre che lascia indietro il passato, al futuro. Cosa c'è dietro l'orizzonte? Ve lo siete mai chiesto? Io non me lo sono mai chiesta, solo adesso, che sto guardando quella linea sottile; il confine tra il cielo ed il mare. Da piccola pensavo che lì fosse un posto dove vivevano gli angeli; non so com'è, quando vidi Justin per le prime volte, pensavo che anche lui venisse da li. Ma poi sai ti dici, che cavolo stai fantasticando? E quindi rinunci, scuoti la testa e torni alla realtà. Mi sedetti; la spiaggia era bella e morbida, certo un po' umidiccia, ma quasi quasi non ci pensavo.
- Nems, ma quest'idea del mare?-
Mi si avvicinò Violet, che si sedette su un panno che avevo portato per non farle..e in teoria per non farmi sporcare con la sabbia.
- In Italia andavo sempre al mare d'inverno.. e poi qui è come se avessi tutto il mondo davanti a me e tutta la libertà.. è una sensazione che amo avere..-
Lo ammisi, sinceramente. Tirava una brezza leggera; sai, la solita che tira sempre sulla riva del mare. L'odore di mare mi ricreava, era come una cura per il corpo e soprattutto per la mente. Nonostante volessi liberare la mia mente, non ci riuscivo. C'era Justin, lì fermo a dire il mio nome; solo il mio nome.
- Anche a noi piace.. -
Dissero in coro poi Caitlin e Violet, si alzarono dal panno, per venirsi a sedere vicino a me.Si scambiarono uno sguardo di intesa, le mie amiche e poi mi abbracciarono. Io respirai profondamente e poggiai la testa su un lato, sui capelli di Violet che avevano un profumo di cocco. Amo il profumo di Violet, amo tutti i profumi. Sono la mia ossessione, soprattutto quelli maschili.
- Avete una macchina fotografica? Ditemi di si, vi prego! ..Violet? -
Parlai poggiando il mento sulla sua testa, lei aveva una macchina fotografica professionale, di quelle belle che fanno delle foto magnifiche. Poi oggi c'era anche la luce giusta, né troppo sole né troppe nuvole.
- Oh si, non esco mai senza..-
Si alzò e la andò a prendere. Aveva anche l'auto scatto: perfetto. Iniziammo a fare delle foto, con sfondo il mare. Quel mare, che oggi era davvero affascinante e stupendo; sarà il mio stato d'animo forse a farmelo vedere così bello?
- Diciamo tutte.. JUSTIN BIEBER!-
Ci esortò Caitlin; tra poco era il compleanno di Juss e avevamo in mente di fargliela avere una foto del genere. Quando la andammo a vedere scoppiammo in una risata grassa; eravamo con la bocca aperta, nelle pose più disparate. Infatti c'ero io sulle spalle di Violet e la mia amica Cait stesa sotto, che abbracciava le sue gambe.
Ne facemmo una seconda che ci eravamo tutte preparate; si, le avevo posizionate in un bel puzzle umano, come facevo con le Cheerleader. Stranamente, come capita sempre però, nel momento prima che partisse l'autoscatto, ci muovemmo e scoppiammo in una risata bellissima e sincera. Quella è una delle foto più belle che io abbia mai fatto. Siamo così sincere, è una foto molto al naturale; niente di costruito, in posa o con un sorriso finto in volto.C'è il nostro divertimento lì, la nostra risata che rimarrà nell'aria di quel posto ed in quella fotografia. Appena andammo via dalla spiaggia, passammo da un negozio di fotografia per far sviluppare quella foto e farla stampare. La appesi dietro la porta della mia stanza, così ogni volta che mi sveglio, capisco davvero quanto sono fortunata ad avere delle amiche così; altro che Jasmine.
Una mattina mi svegliai e guardai sorridendo la foto con le mie migliori amiche e poi mi voltai a guardare il calendario sul mio comodino, accanto al letto. Sgranai gli occhi: 1 Marzo. Oggi era il grande giorno, il compleanno del mio piccolo, (oddio, non proprio xD) ragazzo Canadese. Saltai svelta giù dal letto; mi ero preparata i vestiti da mettere quel giorno fin dalla settimana prima; si, sono matta.
Avevamo organizzato una cosa semplice; tutti da Justin. Andare in giro per la città. il giorno del suo compleanno sarebbe stato un suicidio. Sai quanti paparazzi in giro? Sai quante notizie false si sarebbero inventati i giornalisti vedendolo magari, per quello che è davvero fuori dal palco, per cos'è con i suoi amici? Questa idea tormentava tutti, anche lui tanto. Non volevamo fargli passare un compleanno da incubo e quindi, tutti a casa sua a mangiare schifezze ed a ridere. Facemmo bene; tutta la scuola oggi fu circondata da paparazzi ed anche in giro, per le strade ed i locali. Mi presentai davanti casa di Justin, insieme a Scarlett. Ero venuta con lei lì,si; era comunque una giornata di scuola (in teoria) e di pomeriggio ci saremmo dovute allenare. Poi andammo con la sua macchina, si la mia era rimasta a piedi. Non so chi mi aveva bucato la gomma della macchina. Non avevo idea di chi potesse essere stato eppure forse, continuavo a pensare fosse stata Jasmine; chissà perchè!
- Suona Nems! -
Mi diede un colpetto sul sedere, Scarlett, per farmi andare prima di lei.Dlin dlon, suonai.
- Arrivoo!-
La voce di una donna sembrava un po' lontana, era Pattie che veniva, probabilmente, dalla cucina.
- Ciao Pattie!-
Ormai è così, sono abbastanza intima con lei. Cioè, non solo io, lo siamo tutti. E poi lei continuava ad insistere chiedendomi di chiamarla per nome, va beh. Però ero contenta infondo, vuol dire che un po' a me si era affezionata. Anche perchè mi trattava sempre bene, era sempre molto dolce e disponibile per me.
- Ciao ragazze! Come state? Stanno in giardino.. fortuna che oggi è una bella gionata! -
Non mi uscì per fortuna: E' nato tuo figlio, solo questo fa diventare la giornata la più bella dell'anno. E' naturale che ci debba essere il sole. No, non lo dissi.
- Eh si! -
Oh che sforzo. Presi per mano Scarlett e insieme andammo verso il giardino. Era curato, ed i primi fiori iniziavano a vedersi. Anche nel vialetto di casa Bieber iniziavano a crescere fiori. Che bello, amo la primavera. Saltellai verso il gruppo di ragazzi che stava li ed erano tutti intorno a Justin. Ovviamente, mancava Chris. Non sapevo se sarebbe venuto, però in quel momento non era li.
- Justin!-
Dissi appena lo vidi, era seduto su una sedia sdraio e Jake era accanto a lui. Daisy invece, parlottava e rideva insieme alle mie V & C. Lui mi guardò e si alzò veloce dalla sedia. Io l'abbracciai.
- Tanti auguri!-
Gli diedi un mega baci sulla guancia, stringendolo forte forte. Poi gli scompigliai i capelli.Mi guardava in modo particolare quel giorno; soprattutto quando prese la sua chitarra ed iniziò a metter su qualche accordo. Eravamo tutti li intorno, con Justin ad ascoltare il suo fantastico talento. Quella giornata fu speciale; ma non era nulla di che, rispetto alle altre feste. Cioè era una cosa semplice, semplice come Justin. Era una cosa bella, bella come Justin. Ed il modo in cui mi guardava, mi metteva i brividi. I suoi occhi color caramello erano incredibilmente bollenti. Il suo sorriso così spontaneo; non so, volevo che tutto quello durasse in eterno.


Sciaao bele!!
ahahah eccomi qua con un altro capitolo.. spero vi piaccia! 
Per scriverlo ho pensato alle mie migliori amiche, vi è mai capitato di averne così? Io non saprei proprio.. quindi forse è per questo che le ho descritte così.. magnificamente perfette! ahah 
Recensite se vi va, un bacio <3

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Capitolo 27
*** WTF?! ***


Come avevamo detto, regalammo a Justin quella famosa foto che ci facemmo io,Caitlin e Violet al mare. A lui piacque tanto; così tanto che adesso ci ha appese al muro della sua stanza, proprio di fronte al suo letto. E’ dolce quando fa così; in realtà però è dolce sempre, Juss. Mangiammo la torta; si, una classica torta per il compleanno: panna, cioccolato e pan di spagna. Buona, tutta sui miei fianchi poi. Grandioso.
Purtroppo io e Scarlett dovemmo andare via verso le 2 del pomeriggio perché dovevamo appunto allenarci per i futuri tornei. Avevo aiutato Scarlett a fare la coreografia; si, sono una specie di vice-capo cheerleader. Dice che sono brava, che ho talento e che posso sostituirla quando manca perché son capace di farmi ascoltare e rispettare. Ogni volta che ci penso mi viene da ridere, e son contenta. Jasmine non venne agli allenamenti, e per fortuna: si sarebbe beccata un bel pugno sul muso.
- Nems, preparati per la posa finale -
Mi urlò Scarlett ed io mi gettai per terra in una fantastica spaccata frontale. Dietro, la piramide era complessa; una sopra l'altra ed una in braccio in spaccata. Bella, era proprio una bella piramide. Io e Scarlett avevamo fatto un bel lavoro.
- Ragazze siete magnifiche! -
Urlai io tirandomi su in piedi e battendo le mani alla squadra. Ce l'avremmo fatta, avremmo vinto quel dannato torneo! Abbracciai mano a mano tutte, cercando di incitarle a fare sempre meglio quando mentre abbracciavo infine Scarlett, vidi in lontananza Caitlin che correva. Ed urlava, urlava il mio nome e quello della mia amica bionda.
- Noemi! Scarleeet! -
Arrivò e ci poggiò le mani sulle spalle, ansimando e tentando di riprendere fiato.
- Cait, tesoro.. ehm che hai? perchè correvi? -
Chiesi corrucciando le sopracciglia e guardandola un po' preoccupata.
- Caitlin, vuoi un po' d'acqua?-
Le chiese Scarlett, mettendosi un ciuffo di capelli dietro le orecchie. Mi voltai per andare a prendere dalla mia borsa la bottiglia d'acqua; ma la mia amica mora mi fermò, bloccandomi il polso.
- Non puoi capire che sta succedendo! Cosa è successo.. -
Le venne un sorriso in volto. Che diamine..?!
- Ehm.. ma ridi o sei preoccupata? -
Chiesi un po' interdetta; il suo sguardo era un po' cupo, però rideva. Che strano, davvero.
- Boh.. è strano. Però per ora, sono più preoccupata per altro.. dai correte! -
Mi tirò via.
- Mi devo cambiare, non posso andare in giro così! -
Mi guardai. Indossavo la divisa della squadra della scuola. Era rossa, con una riga blu e la scritta del nome della squadra in bianco. A me piaceva da impazzire, solo dopo che finisci gli allenamenti, non sai più accaldata e quindi visto che è una gonna e un top.. potresti sentire freddo e ammalarti. Io non me lo posso permettere.. tra poco è il mio compleanno e.. Justin mi guarda in quel modo! Non posso farmi mettere KO in questo periodo della mia vita, no.
- Hai la divisa!.. - Cercò di farla breve - e poi saresti bella comunque.. e sei bella comunque! -
Mi lasciai adulare da quella affermazione, così, sconsolata seguii la mia pazza amica. Scarlett poi mi si affiancò. Attraversammo correndo, o semi-correndo, tutto il campo di football dove ci stavamo allenando e finimmo per girare dietro l'angolo, dove c'era l'ingresso della scuola: era aperto.
- Ma scuola è aperta anche il pomeriggio? Pensavo fosse aperto solo il cortile esterno e gli spogliatoi.. -
Feci questa affermazione; inutile a dir poco. Lo vedevo da sola che era aperta scuola;sarà che ero nervosa? Probabile.
Caitlin continuava a vagare per la scuola; faceva una strada che già avevo percorso, una volta o forse due. Quella per l'infermeria. Perchè Caitlin ci portava in infermeria? Decisi di non chiederle niente, non volevo fare un'altra uscita delle mie, da persona inutile. Ora camminavamo veloce, non più correvamo; però c'era come una tensione tra di noi e per quei corridoi. Discordia, qualcosa di triste che di conseguenza, mi rendeva triste. La porta dell'infermeria era spalancata e la luce era accesa.
- Ahi, così mi fai male! -
La voce di Justin era un po' più roca del solito, ma era la sua voce. Venni invasa dallo sconforto, perchè è li? Mi misi a correre per gli ultimi 5 metri che mi dividevano dall'ingresso dell'infermeria. Mi poggiai allo stipite della porta, con il fiatone e lo sguardo preoccupato. Seduto su una sedia c'era Justin, con il labbro spaccato.
- Justin! Oh mio Dio, che ti è successo? -
Ero in preda ai singhiozzi, ma non piangevo. Volevo piangere ma non ci riuscivo; mi avvicinai e presi una sedia che stava vicino ad una barella e ad uno scaffale pieno di disinfettanti.
- Nems! Come mai sei qui? Non dovevi essere già a casa? -
Violet gli stava tamponando il labbro con un batuffolo d'ovatta imbevuto nel disinfettante.
- Ma cosa ci fai tu qui? E' il tuo compleanno, dovevi stare a casa.. - Gli diedi un bacio sulla fronte, mettendogli una mano tra i capelli morbidi. - Paparazzi? -
Pensavo davvero avesse avuto un piccolo problema con telecamere e macchine fotografiche varie.
- Che hai fatto? -
Continuai a dire. Violet per poco non rise. Io la sgridai
- Ma cosa ridi tu, Violet! -
Lei portò le mani in avanti, come per dire " io non sto ridendo" ma non spiccicò parola. Con un dito sfiorai la ferita delle labbra di Justin; erano belle anche così, belle e sexy.
- Ei Shawty tutto apposto.. non è successo nulla.. -
Stava quasi per convincermi, eh si. Con quello Shawty stava davvero quasi per convincermi. Caitlin spuntò da dietro le mie spalle e parlò.
- Si sono picchiati. -
Secca e decisa alla fine le scappò solo un sospiro. Presero anche Scarlett e Caitlin una sedia da mettere vicino a me; intorno a Justin. Quasi mi strozzai con la saliva; che?
- Chi? -
Chiesi sgranando gli occhi. Guardai tutto intorno e poi negli occhi di Justin. Così caramellosi.. dolci, incredibilmente affascinanti che mi mandavano nel pallone.
- Chi,cosa? -
Scarlett alzò il sopracciglio,lei ne sapeva quanto me. Ovvero niente.
- Chi.. si son picchiati.. chi? -
Chiesi di nuovo, con più agitazione di prima.
- Chris e Justin-
Adesso mi strozzai davvero con la saliva; mi andò di traverso e tossii per due volte; mentre tossivo riuscii a dire qualcosa.
- Cheee?! -
Misi una mano davanti alla bocca; poi diedi un pugno sulla spalla a Justin.
- Cosa hai fatto tu? -
Justin fece una smorfia come per dire " se l'è cercata" e poi mi sorrise.
- Ma cosa sorridi? -
Rispose in quel momento Violet che si era allontanata per pendere altra ovatta.Questa volta prese quella colorata, blu.
- L'ha mandato in ospedale.. - Si grattò dietro la testa - Gli ha rotto il setto nasale.. -
- Si, gli ha sferrato un bel sinistro! -
Disse infine Caitlin con un po' di amarezza. Infondo eravamo tutti anche amici di Chris.
- Ma ora da Chris chi c'è?- Si preoccupò Scarlett.
- Jake.. - Rispose Justin. Ma lui non doveva rispondere a quella domanda; doveva rispondere ad un'altra, alla mia.
- Justin, perchè l'hai fatto? -
Gli chiesi con la rabbia nella voce. Mi veniva anche a me di dargli un pugno; non l'ho mai desiderato davvero però, mi piaceva il pensiero di poterlo fare.
- Nems.. me lo chiedi? - Alzò un sopracciglio, e lasciò velare di dolcezza i suoi occhi grandi. - Ti ha baciata.. -
Io sospirai e mi guardai intorno in preda al panico. Chi gliel'aveva detto? Questo era un gossip privato; top secret; segreto. In quel momento ero in imbarazzo.
- Ti ha baciata contro la tua volontà..- Fece una pausa e mi spostò i capelli dal viso.
- non potevo lasciargliela andare liscia..-
Non disse altro. E che altro doveva dire scusa? Il mio sguardo non resse e chiusi gli occhi, pensierosa. Che dovevo dire adesso? Tossii e poi gli sorrisi; e basta.
- Io vado in ospedale da Chris per vedere come sta.. -
Scarlett si alzò dalla sedia, dopo aver espresso il suo volere.
- Okay.. ci vediamo tesoro! -
La salutai, mentre Caitlin le diede un bacio. Io ero troppo distante ed occupata a fare qualcosa per non pensare. Alla fine mi scappò una risata assai flebile, che si concluse in un sorriso.
- Certo che sei proprio uno scemo..-
Mi morsi il labbro inferiore; poi scansai Violet e con l'ovatta rimanente gli tamponai la ferita.
- Dovrebbe passare in un paio di giorni.. massimo tre.. -
Sentenziò Violet prima di alzarsi dalla sedia per poi andare via.
- Grazie V! -
- Ma figurati.. però..- sospirò la mia amica rossa- promettimi di non fare più a botte con nessuno.. soprattutto con il tuo migliore amico, d'accordo? - Schiacciò l'occhio.
- Okay.. -
Risposta breve e concisa. Poi Violet andò via, salutandoci con un cenno della mano. Justin rispose in ritardo alla mia provocazione. Pensai per un secondo a Chris, dovevo andare a trovarlo, nonostante tutto.
- Non sono scemo.. lo sono diventato.. -Sporse il labbro all'ingiù, quello ferito. - ed è quasi tutta colpa tua..-
Non so a cosa voleva alludere quella frase, ma non ci pensai in quel momento.
- Attento, non fare questi movimenti che ti si riapre la ferita! -
Mi allontanai e gli diedi gli ultimi due tocchi con l'ovatta. - Non è vero! -
Dissi poi. - Sei stato sempre scemo.. -
Gli carezzai la guancia. Caitlin mi guardava ed allora capii che era l'ora di andare.
- E poi mi devi dire che cavolo ci facevi qui, a quest'ora! -
Lei gli diede un buffetto sul viso. Aveva ragione; perchè era li e perchè casualmente c'era anche Chris. E quel pugno? Dovuto ad una provocazione? Forse l'avrei saputo più tardi.. o forse non l'avrei saputo mai.
Passò il tempo, scorrono i giorni veloci veloci e io mi sento sempre più vecchia.Ogni giorno che passa si fanno sempre le stesse cose, quand'è che si cambia un po'? Si cambia quando invecchi; perchè hai nuove responsabilità, nuove esperienze, nuove avventure. Mano a mano impari sempre di più da questa grande maestra che è la vita. 



Eccomi qua ragazze! Scusate il ritardo, ma con l'inizio della scuola sono in preda alla disperazione ahahah!
Comunque, ecco qua il nuovo capitolo.. è un po' più lungo degli altri, ma penso che sia giusto così! :D
Spero vi piaccia, ringrazio tutte per seguire la mia storia e per i tantissimi complimenti che mi fate.. giuro che quando li leggo non riesco a smettere di ridere!
Vi voglio bene :D
Rate and comment (?) Mi sento molto yeah adesso.
<3 bacio bellissime!

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Capitolo 28
*** Auguri,Nems. (Part 1) ***


Arrivò il mio compleanno; e mi dispiace anche saltare i cinque giorni di scuola precedenti a questo. Chris che mi guardava e mi seguiva per ogni lezione che facevo; aveva una fascia intorno al naso sai? Si, perchè Justin con quel pugno gli aveva sconquassato la faccia. Povero Chris, un po' mi dispiaceva davvero; anche perchè la sua persona mancava nella mia vita, cioè sparire così di punto in bianco, non è bello. Uno si immagina chissà che cosa il giorno del proprio compleanno, invece non fu nulla di che. Cioè fu normale, come sempre. I miei genitori mi avevano comprato un palloncino con scritto "sweet 16" e l'avevano attaccato alla porta della mia stanza; poi avevano comprato una torta. Mi dissero che avremmo festeggiato tutti insieme quella sera, e a me bastava. Non volevo super feste o altro; magari in futuro ci avrei fatto un pensierino, ma ora no; non ne avevo voglia, stavo apposto così. Quando presi il cellulare, mentre mi sedevo sulla sedia del tavolo della cucina, mi arrivarono parecchi messaggi; la maggior parte erano della sera prima ovvero, della mezzanotte. Erano tutti molto dolci e carini. Un sorriso si stampò sul mio viso candido; che bella giornata quella, è il mio compleanno.
Uscii di casa appena in tempo; Mi trovai Caitlin accanto alla macchina con un cartone in mano chiuso. Una scatola fumante e profumata.
- Augurii! -
Mi disse quando mi vide, ma non mi si gettò addosso; no. Aveva la scatola, poteva rovesciarsi. Io aprii la mia macchina premendo il pulsante delle chiavi: amo tutta questa tecnologia. Cait entrò e mi aspettò li. Mi voltai per un secondo e poi entrai anche io in macchina.
- Grazie Cait! -
Le diedi un bacio in guancia e lei mi abbracciò fortissimo.
- Ciambelle! Ti piacciono le ciambelle vero, Nems? -
Io annuii e curiosa tirai su il cartone che copriva la scatola. Presi una ciambella ricoperta di cioccolato; bene, altro grasso che andrà a finire sui miei fianchi, il mio sogno.
- Certo che si.. -
Ne addentai una poi porsi la scatola a Caitlin elei ne prese una con dei canditi. Strano, non ho mai assaggiato una ciambella con i canditi.
- Andiamo a scuola su, anche se controvoglia.. -
Accesi la macchina e premetti l'acceleratore. Arrivamo in meno di cinque minuti a scuola; però a dir la verità non avevo fretta. Scesi dalla macchina ed incominciai ad incamminarmi verso l'ingresso, verso il muretto dove all'inizio dell'anno avevo incontrato tutti i membri della crew. Aspettai che Caitlin mi affiancasse e poi raggiunsi Scarlett al muretto che mi venne incontro, con entusiasmo.
- Buon compleanno! -
MI abbracciò e fecero così anche Daisy e Jake. Non vidi Violet e un po' mi preoccupai; poi era una delle mie migliori amiche, volevo i suoi auguri.
- Ehm- ci fu un colpo di tosse dietro di me e mi voltai - Auguri tesoro! - Violet teneva in mano un pacchetto regalo molto grande, con un fiocchettino rosso. Era adorabile come l'aveva impacchettato, si vedeva che lo aveva fatto lei. Sopra poi, vi era un lettera ben ripiegata in una busta elegante; era spessa. Chissà cosa aveva scritto. MI brillarono gli occhi e andai ad abbracciarla forte. Violet guardò i ragazzi, si capiva che l'avevano fatto tutti insieme quel regalo; tutti andarono intorno a V.
- Ragazzi.. non dovevate! -
Dissi io più emozionata che mai, sorridevo a 32 denti e non riuscivo a rilassare il viso.
- Ma sta' un po' zitta! Vieni qui ad aprirlo su! -
Mi chiamò Scarlett e me lo porse.
- Le lettere leggile dopo, magari a casa; sono lunghissime. Una per ognuno di noi.. -
Caitlin parlò; lei sapeva e non mi aveva detto nulla. Guardò mano a mano tutti i ragazzi e poi mi sorrise e mi venne a dare un bacio sulla guancia. Quasi sconfitta aprii quel regalo; mi ritrovai davanti un libro ben rilegato colorato e pieno di puff e ritagli. L'avevano fatto a mano; probabilmente con colla e forbici. Sulla parte davanti c'era scritto, con ritagli di giornale : "Alla nostra Nems" e poi c'era un angolo pieno di firme. Lo aprii curiosa. Non era un semplice libro; era un album di foto. Foto complete di didascalie e parti di diari. Sfogliai le prime pagine, quelle foto risalivano al settembre passato; erano passati più di cinque mesi ormai.
- Allora, son foto, parti di Diari di ognuno e didascalie.. - Parlò Daisy e mi sorrise. - E poi ci sono anche tante dediche.. - Battè le mani, fremeva.
- Poi alla fine c'è un video; lo devi vedere.. - Jake mi si avvicinò scompigliandomi il ciuffo di capelli.
- Ci abbiamo messo più di un pomeriggio a far quel video.. devi per forza vederlo! -
Caitlin che era rimasta accanto a me mi diede una pacca sul sedere. Io risi e lo fece anche lei. MI vennero gli occhi lucidi, non riuscivo a controllarmi. Mi morsi il labbro, per frenare le mie emozioni.
- Ragazzi, siete fantastici.. - Chiusi gli occhi, tentando di non far cadere lacrime; ma una mi rigò il viso pallido. - Giuro, non so che dire.. grazie! - Avevo la testa china sull'album e i capelli mi venivano davanti agli occhi, con una mano li spostai.
Mi poggiai con la schiena al muretto, indietreggiando mano a mano. Le foto erano stupende, ed ogni foto era una nuova emozione. MI colpivano tutte come un flash e non riuscivo a trattenermi dal sorridere e piangere allo stesso tempo. Chi sono io per esser stata così fortunata? Chi sono io per aver avuto l'occasione di incontrare persone così speciali? Me lo continuai a chiedere per tutto il giorno.
Le lezioni passarono spedite, anche i professori mi fecero gli auguri e per graziarmi, non mi interrogarono. A questo punto è un vantaggio fare gli anni, invecchi ma.. non vieni interrogata a scuola o.. tutti sono costretti ad essere gentili con te, per lo meno, quella giornata.
All'uscita del corso di Storia Mondiale, mi aspettava Jasmine, poggiata al muretto fuori la classe.
- Nemi.. -
Mi disse, quasi sussurrando e mi prese per il polso. Mi voltai, stavo per infilarmi le cuffie dell'ipod nelle orecchie e raggiungere il mio armadietto.
- Si? -
Chiesi svogliatamente; quasi indifferente per la verità. Mi pianse il cuore al ricordo di quello che facevo prima con Jasmine.
- Buon compleanno.. - Teneva tra le dita una scatolina quadrata  ed una lettera.
- Grazie.. - dissi appena accennando un sorriso. Feci per voltarmi ed andare via; che stavo li a fare?
- Aspetta Nems, non te ne andare subito.. - Disse Jasmine come un lamento; il viso era pietoso.
- Che dovrei fare? Rimanere qui.. con te?! - Alzai il sopracciglio; mai più.
- Senti non voglio litigare.. tieni questo.. - mi porse il pacchetto - e anche questa.. - ora fu il turno della lettera.
Li afferrai per niente convinta.
- Leggila appena puoi, e apri il pacchetto. Se possibile magari, quando sei sola.. - La Villegas fece un cenno con la mano e poi si staccò dal muretto, questo significò che era pronta per andare via.
- Okay.. - Dissi, volevo essere più velenosa, ma non ce la feci. - Ciao. - conclusi prima che Jasmine potesse dire altro.
- Ciao.. -
Un ciao distante mi giunse alle spalle, forse perchè avevo già fatto qualche metro e avevo le cuffie nelle orecchie.
Il mio armadietto non è molto distante da li, dalla classe di storia mondiale. Arrivata, lo aprì e poggiai la mia roba. Una voce squillante venne alle mie spalle.
- Justin mi ha detto che si scusa per non essere venuto a scuola ma che si farà perdonare.. -
La voce di Violet era inconfondibile. La rossa mi sorrise cordiale. Io la imitai.
- Mm.. speriamo -
Si, non l'avevo detto a nessuno, ma c'ero rimasta malissimo che Justin non fosse venuto a scuola. MI aspettavo un qualcosa, un abbraccio un "buon compleanno shawty" insomma.. qualcosa. Ma lui non c'era; giurai a me stessa che se non avesse fatto nulla per rimediare, l'avrebbe strigliato. Eh si, quando ci vuole, ci vuole.
- Dai! Scommetto di si.. -
Mi diede un lieve pugno sul braccio e poi mi prese dai fianchi.
- Andiamo fuori, che siamo libere! -
Si è vero; quella era l'ultima lezione e quasi non ci avevo fatto caso. Così messa la borsa in spalla e chiuso l'armadietto, mi diressi con la mia amica rossa verso il parcheggio quando qualcosa in lontananza attirò la mia attenzione. Proprio nel parcheggio, vicino al cancello d'ingresso dove di solito ci sono moto e motorini; c'era una Ferrari rossa. Un sussulto mi prese. Incominciai a camminare sempre più velocemente e finalmente raggiunsi il cancello. Poggiato alla macchina, c'era Justin. Vestito in total black, solamente le sue supra rosse staccavano e la sua cinta rossa. Sorrideva, gli occhi erano coperti da un paio di Rayban Wayfarer neri; stavo per svenire per quanto era bello. Trattenni il fiato, e mi sporsi dal cancello avvicinandomi a passo lento alla Ferrari. Quando Justin mi vide mi sorrise, fece un Hair-Flick e con la mano si sistemò i capelli. Chinò la testa, mi guardava dagli occhiali che aveva abbassato sul naso. Io gli sorrisi e mi venne di correre ad abbracciarlo; ma non lo feci. Non so cosa mi trattenne.
- Signorina, fa qualcosa questo pomeriggio? -
Iniziai allora ad avvicinarmi sempre di più, finchè non arrivai davanti a lui che continuava a guardarmi dagli occhiali abbassati sul naso.
- Avrei da fare ma.. mi dica, ha qualcosa di più interessante da propormi? - Alzai un sopracciglio e risi. Lui con un dito si tirò su gli occhiali.
- Vedo un po' quello che posso fare.. -
Gli occhiali si abbassarono di nuovo, e lui mi fece l'occhiolino. Oddio, muoio. Muoio muoio muoio per davvero, questa volta. Mi diede le spalle, si avvicinò allo sportello del passeggero, e lo aprì. Mi fece un gesto verso di esso.
- Prego.. -
MI voltai verso Violet, che era rimasta al cancello a guardarci. Mi fece segno di "ok" con la mano e la salutai con un cenno di quest'ultima. Passai accanto e mi sedetti al posto del passeggero, con Justin che mi reggeva la portiera. Dopo poco questa sbattè, l'aveva anche richiusa il mio principe. Salì sul posto del conducente poi, il ragazzo Canadese, e infilò la chiave. Prima che lui potesse fare marcia indietro, per uscire dal parcheggio gli feci una domanda, sciocca, la solita che si fa sempre.
- Dove mi porti? -
Poggiai il gomito alla portiera ed aprii poco il finestrino.
- E' una sorpresa.. -
Mi sorrise e mi lasciò senza fiato, questa volta sul serio. Avevo bisogno di zuccheri, mi persi nel suo sorriso e pensai a tutto, quasi non mi resi conto infatti, della strada che intraprendemmo. La facemmo solo una volta per la verità, ma se fossi stata attenta, avrei ricordato. La giornata cominciava a piacermi sempre di più, auguri Nems.



Ciao ragazze! ho dovuto dividere il capitolo perchè troppo lungo, ma giuro che la prossima parte la pubblicherò il prima possibile :D
E siamo arrivate al compleanno di Nems, spero vi piaccia!
<3 Un bacio!
Recensite se volete babeeesss <3

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Capitolo 29
*** Auguri,Nems. (Part 2) ***


Fremevo, eh si. Justin ogni tanto mi guardava e sorrideva, ma io non decifravo bene cosa volesse dirmi con quei gesti. Lui accese la radio, in macchina andava piano, come se volesse prendersi tutto il tempo disponibile, insomma, per prendersela comoda. Oh, per me va più che bene soprattutto quando sono con lui. Alzò il volume al massimo, quasi la macchina pulsava per il volume troppo alto.
- Ma sei matto Juss!?-
Mi tappai le orecchie e saltai sulla sedia ma poi mi venne da ridere. Anche lui lo fece, e decise infine, ringraziando Dio, di abbassare il volume. Iniziò a cambiare stazioni, e ad ogni stazione concludeva con un No secco. Lo disse per almeno 15 volte, poi misi la mano sulla sua.
- Mi fai scoppiare la testa.. -
Fece un sussulto, quando gli presi la mano e poi si schiarì la voce come imbarazzato. Non muoveva più quelle dita adesso, ma cambiava stazione direttamente dal volante. Ecco a cosa servivano quei pulsanti li sopra, ce l'ho anche nella mia macchina, ma seriamente non avevo mai capito a cosa potessero servire; certo Nems che sei normale, si.
Una stazione infine, mandò una sua canzone: Baby. Non era ancora molto conosciuta di quei mesi, ma iniziava ad andare alla grande in radio ed a scalare le classifiche mondiali.
- Ecco..-
Disse ed alzò di pochissimo il volume, poi mi guardò e alzò le sopracciglia, soddisfatto. Con un po' di coraggio iniziai a canticchiare la canzone, non mi vergognavo; insomma, ho seguito corsi di canto ed altro, non avevo il motivo di vergognarmi. Anche se, avere un cantante accanto fa la differenza, finchè hai una campana li vicino è okay, ti senti anche superiore.. ma quando hai un cantante di fama mondiale, mah!
- You know you love me, I know you care, you shout whenever and I’ll be there. You are my love, you are my heart and we will never ever ever be apart... -
Tenevo il ritmo anche con le mie dita, che trotterellavano allegre sulla mia gamba. Justin si sistemò bene sul sedile e continuò la canzone. Certo che dal vivo, era come un brivido che ti percorre da cima a fondo, indescrivibile.
- Are we an item? girl quit playing, we’re just friends, what are you saying. Said there’s another, look right in my eyes, my first love broke my heart for the first time. And I was like… -
Non continuammo, ma ci guardammo negli occhi e ridemmo. Si, quei minuti in macchina erano per di più risate, canzoni e risate. Non male.
Quando Justin fermò la macchina, io quasi non mi resi conto di dove eravamo andati a finire.Era tutto come l'ultima volta, il parco tutto intorno la strada vuota; giusto qualche macchina parcheggiata, ma niente pulmini blu: paparazzi. Eravamo al suo studio di registrazione; perchè mi aveva portata li?
- Un altro inedito? -
Gli chiesi scendendo dalla macchina, prima di chiudere lo sportello.
- Una specie.. - Rispose lui, premendo un tastino sul mazzo di chiavi per chiudere la macchina ed inserire l'allarme. Mi guardò e piegò la testa su un lato. D'un tratto la luce che c'era prima andò via, e tutto intorno divenne come una grande ombra. Il sole era stato coperto da diverse nubi, che variavano il loro colore dal grigio perla al grigio scuro.
- Pioverà? -
Chiesi, probabile.
- Mm forse, però la temperatura è calda.. -
Justin scrollò le spalle. E' vero, in macchina si segnavano 22 gradi. Ed a Marzo, erano una grande cosa,preannunciavano l'arrivo di una bella primavera. Mi mise una mano intorno alle spalle ed entrammo nell'edificio immenso. Ci accolse Scooter, e in fondo alla sala c'era un uomo di colore. Mi venne un colpo quando lo vidi.
- Noemi, questo è Usher.. -
Si batterono il cinque, ed io rimasi li imbambolata. Battei il cinque anche io; che cosa figa, diavolo!
- Che piacere Noemi, finalmente ti incontro.. -
Quelle parole mi fecero andare in iperventilazione.
- E tanti auguri! -
Primo, risposi con un grazie soffiato; non sapevo che altro dire. Secondo, finalmente? Quando ci eravamo mai parlati, come mi conosceva? Dio, solo io mi potevo fare quelle domande. Nems, ma che ti frega? Sei in stanza con Justin Bieber e Usher, pensa ad essere felice no? Infatti dovrei, proprio.
- Il piacere è tutto mio.. -
Dissi allora, e sorrisi come meglio sapevo fare. Poi Justin mi si avvicinò prendendomi per un fianco per parlare un po' distanti dal resto del gruppo.
- Allora, ti ricordi quando ti ho chiesto se cantavi? -
Mi guardò negli occhi, ed io sussultai, e ciancicai qualche parola.
- Ehm. si, cioè.. quando.. si si, ricordo.. -
Iniziai a torturarmi con entrambe le mani una ciocca di capelli che mi ricadeva morbida sulla spalla destra.
- Ecco, questo è il miglior momento per dimostrarlo - Mi porse un bicchiere d'acqua e io bevvi avidamente per i primi due sorsi, poi quando finì la frase, mi andò di traverso un po' d'acqua. Fortuna che non sputai, mi avrebbero preso per un lama. Oh God. Tossii un poco ma mi calmai subito, cercando di rispondere.
- Coosa? Adesso.. ma io, io.. non.. -
Justin mi prese una mano e la portò sul suo cuore, ma non lo fece apposta, fu un movimento affettuoso e basta.
- Piccola, tu non niente.. puoi! Devo fartela sentire.. -
Gli iniziarono a fremere i piedi e saltellava dall'uno all'altro. Io ero presa un po' alla sprovvista; però ero emozionata, eccome se lo ero.
Si fece aiutare da Scooter per portare il piccolo pianoforte ed iniziò a suonare, però prima mi guardò fu come un'autorizzazione. Io gli sorrisi e poi un po' in ansia guardai tutti i presenti a quella esibizione. Le sue dita si muovevano leggere e sicure su quel piano, e mentre suonava si mordeva il labbro inferiore e sorrideva, quasi compiaciuto. Io mi avvicinai di più e mi poggiai con le braccia al piano, facendo scorrere la melodia per le mie orecchie. Era bella, davvero bella. E infine, arrivato all'ultima nota guardò prima in basso e sospirò, guardando verso di me.
- E' bellissima.. -
Dissi, anche se non mi aveva chiesto nessun parere.
- Son contento che ti piaccia.. - Si alzò piano dallo sgabello, passando dal lato destro del piano, sfiorandone con l'indice la superficie liscia di legno. - Sarebbe una canzone d'amore… sarebbe bello cantarla in due.. -
Quella ripetizione di ‘sarebbe’ stava a preannunciare che Justin era nervoso, e nemmeno poco. Lo vedevo anche dai suoi occhi; che si muovevano frenetici e si socchiudevano ogni tanto. Mi guardò, ed io sorrisi, senza mostrare i denti però. Era un sorriso strano quello che feci, ma affascinante. Non so descriverlo, mi ritrovo ad usarlo molto poco.
- Nems, ti sto chiedendo di fare un duetto con me.. -
Si poggiò con il gomito sul pianoforte, e fece un sorriso sghembo. Corrucciò le sopracciglia in un'espressione molto da " Justin Bieber Versione Sexyman". Ora quel mio piccolo sorriso, si aprì in uno sempre più grande. Alla fine sembrò quasi coprirmi tutta la faccia.
- Davvero? - Dissi emozionatissima. Dentro di me scoppiò come un fuoco. Justin non mi rispose, si limitò a fare una piccola risata confortante. Lo abbracciai forte, stringendolo. Poggiai il viso sulla sua spalla per qualche secondo; anche lui mi strinse, poi mi diede un bacio sui capelli.
- Nems, vieni a sentire la versione con gli altri strumenti.. - Mi chiamò Scooter ed aveva in mano un paio di cuffie giganti, collegate ad un computer di quelli supertecnologici.
Guardai Justin per sicurezza e lui acconsentì con un piccolo movimento del capo.
Il ritmo, questo, era più pop.Ovviamente: con la batteria, altri strumenti e percussioni, però sotto si manteneva il piano. Mi passò poi il testo, per dargli una lettura e non sbagliare magari a dire qualche parola. Quel testo, era bellissimo; pieno di amore e sentimento, cioè era di qualcuno che provava davvero quelle cose. Annuii a Scooter e dissi che ero pronta.
- Hey, pronta? -
Mi disse Justin, mentre entravamo in quella specie di scatoletta di vetro. Erano attaccati due microfoni, che scendevano dall'altro e di fronte ad ognuno di noi ci venne posto uno spartito, con il testo della canzone e tutte le note.
- Credo.. di si. -
Iniziai titubante la frase ma poi continuai sicura e Justin mi fece l'occhiolino. Eh no però, non puoi fare così proprio quando riesco a prendere la concentrazione; non si fa signor Bieber, no no. Comunque respirai a fondo, e rilessi velocemente la prima strofa. Si, la prima ero io a cantare: respira con il diaframma, non con i polmoni Nems, come ti hanno insegnato. Ripetevo tra me e me per cercare di calmarmi. Ecco, presi fiato:
- it feels like we’ve been out at sea
so back and forth that’s how it seems
And when I wanna talk you say to me
That if it’s meant to be, it will be
 
So crazy is this thing we call love
And now that we’ve got it we just can’t give up
I’m reaching out for you
Got you out here in the water and I’m .. -
 
Smisi di cantare ed iniziò Justin. Mentre faceva musica, mi guardava e sorrideva. Chiudeva gli occhi poi, e ci metteva tutta l'anima. Mio Dio, quanto era bello. Bello da impazzire, quando fa qualcosa che gli piace davvero.
 
-Im overboard
And I need your love to pull me up
I can’t swim on my own
It’s too much
Feels like I’m drownin without your love
So throw yourself out to me
My life saver
My Life Saver
My Life Saver
 
I never understood you when you say
Wanted me to meet you half way
I felt like I was doing my part
You kept thinkin you were cummin up short
It’s funny how things change how I feel..-
 
Tornammo a cantare insieme,si, era scritto così sul foglio che mi avevano dato e sul quale io mi affidavo ciecamente.
 
So crazy its this thing we call love
And now that we’ve got it we just can’t give up
I’m reaching out for you
Got you out here in the water and I’m
 
I’m overboard
And I need your love to pull me up
I cant swim on my own
It’s too much
Feels like I’m drownin without your love
So throw yourself out to me
My life saver
My life saver
My Life Saver -
 
Quel ritornello mi era entrato in mente, era semplice. E poi, guardarlo negli occhi mentre mi mostrava tutta la sua anima, era qualcosa di incredibile. Come capitava spesso, il mondo intorno a me era sparito, c'eravamo solo io e lui in quella scatola di vetro, e non potevo desiderare niente di meglio al mondo.
 
-It’s supposed to be give and take I know
But ur only takin and not giving anymore
So what do I do
Coz I still love you
Your the only one who can save me! -
 
Nell'ultima frase ci mettemmo entrambi una forza incredibile; e la mia voce non pareva stonata od altro, ma andava a ritmo con la sua, sembrava come se fossero legate, come se fosse destino che dovesse andare così. Io ci credo nel destino, e voi?
La canzone terminò con il ritornello, quel ritornello che non mi toglierò mai più dalla testa.
 
- I’m overboard
And I need your love to pull me up
I can’t swim on my own
It’s too much
Feels like I’m drownin without your love
So throw yourself out to me
My life saver
My Life Saver
My Life Saver -
 
Alla fine lo guardai negli occhi e fu la prima volta che desiderai un contatto con lui, in quella maniera. Quello sguardo bruciava, mi faceva bruciare, era fuoco puro. Le mie mani erano strette sulle cuffione enormi che ci avevano fatto indossare e quando anche la melodia finì respirai profondamente, togliendo poi le cuffie e poggiandole sullo spartito. Justin fece lo stesso e mi venne vicino in un quarto di secondo. Mi stringeva fortissimo e alla fine mi prese la testa fra le mani; i nostri nasi si sfioravano ed anche le nostre fronti. Sorridemmo entrambi, che potenza ragazzi.
- Grazie.. sei.. sei.. indescrivibile Nems, davvero! -
Mi diede un bacio sul naso infine e uscì dalla porta di vetro, saltando e battendo le mani.
Non ebbi il tempo di dire niente o di fare niente, lo seguì solo e quel che venne fu bello.
Ci facevano i complimenti, davvero eravamo andati così bene? Mi fermò Usher.
- Noemi, hai un talento incredibile! Complimenti.. mi hai fatto emozionare..-
Mi mise una mano sulla spalla ed io ringraziai.
- Il duetto dell'anno! -
Parlò Scooter che ci abbracciò entrambi. Eh, chi se la scorda più quella giornata ora. Guardai l'ora, poi, era il tempo di andare via, Justin mi avrebbe accompagnato. Un rumore forte mi distrasse, fuori pioveva e goccioline scendevano sui vetri. Clima ideale, però avevo appena cantato Overboard con Justin Bieber, auguri ancora, Nems.


Ecco l'altro pezzo! Spero vi piaccia, io ogni volta che lo leggo mi emoziono *_*!
Comunque, manca l'ultima parte che metterò prestissimo, ovvero questo week end <3 Leggete e commentate intanto
Ringrazio tutte quelle che mi seguono, vi voglio bene <3

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Capitolo 30
*** Auguri,Nems(Part 3) ***


Mi voltai verso Justin che si era messo a parlare con Usher e Scooter di non so che cosa. Non me ne interessai molto, anche se avrei dovuto ed avrei potuto. Mi avvicinai a passo lento alla finestra e spostai lievemente la tendina color caffè che la copriva. Il vetro era un po' appannato e con la mano feci un piccolo cerchio per vedere bene com'era fuori il tempo. Si, aveva proprio iniziato a piovere, però non era così male, perchè era una pioggerellina leggera, di quelle che non da fastidio.. o almeno che non dovrebbe. Il cielo era azzurro- grigio ed andava scurendosi sempre di più verso il centro della città, mentre verso il mare andava schiarendosi.Non volevo interrompere gli abbracci e tutte quelle manifestazioni d'affetto, ma dovevamo andare o almeno.. non volevo uscire e beccarmi un acquazzone!
- Justin, forse è meglio che andiamo..-
Lo presi leggermente per un polso, per attirare la sua attenzione. Nemmeno lo sfiorai che lui si voltò verso di me e mi sorrise. Si sporse anche lui un po' verso la finestra e vide il cielo, allora mi diede ragione.
- Guarda il cielo! -
Alzò un sopracciglio e rimase ancora qualche secondo a guardare fuori.
- Secondo me schiarisce.. è il giorno del tuo compleanno! Niente può essere cupo! -
Mi fece un sorriso sghembo e mi diede un bacetto sui capelli mentre con il braccio mi stringeva a sé. Io gli diedi un buffetto sul viso e gli sorrisi. Lui si allontanò per prendere le cose che aveva lasciato nell'altra stanza ed intanto io continuavo a guardare fuori. Pioggerellina; mm carina! Per ammazzare il tempo, nell'attesa di Justin mi sistemavo i capelli con la mollettina che mi ritrovai, per caso e  miracolosamente, nella tasca del jeans.
- Eccomi.. andiamo? -
La sua voce squillante mi fece saltare per aria, e mi cadde la molletta. Fuck; avevo i capelli che mi andavano davanti agli occhi, e io volevo guardare il mio bellissimo Justin. Eh beh, arrendiamoci. Sono diventata un'emo. (xD). Invano la cercai con gli occhi per terra, ma era troppo piccola e (aimè!) non riuscivo a vederla, completamente!
- Si.. andiamo! -
Risposi distrattamente, tenendomi il ciuffo con la mano spostato dal viso ed alzando i piedi per controllare se per caso l'avessi schiacciata.
- Hai perso qualcosa? -
- No.. andiamo! -
Sospirai e mi avviai con Justin al mio fianco; scendemmo le scale e arrivammo nel corridoio che separava la porta d'ingresso dalla grande hall. Con un gesto della mano in avanti, Justin mi fece passare davanti a lui ed io lo ringraziai. Oh, abbiamo un nuovo gentleman in città. Che dolce!
Camminavo con lo sguardo basso e con il fianco spinsi la porta pesante costringendola ad aprirsi. Cercai di tenerla per far passare Justin ma la pioggia che mi iniziò a bagnare il viso ed i vestiti non mi diede l'opportunità di farlo. Ma sentii subito la mano di Juss pronta a reggere la porta dietro di me per passare senza ricevere portate in faccia.
Freddo, le gocce mi colavano giù per la schiena e mi costrinsero a saltellare, quasi, sul posto.
- Juuuustin andiamo in macchina dai!-
Sorridevo ed i capelli iniziarono a bagnarsi nonostante mi misi il cappuccio della felpa. Mi voltai verso di lui e camminava tranquillo sotto la pioggia, lasciando che l'acqua lo bagnasse. Aveva messo le mani all'altezza delle spalle, come per toccare l'acqua, come fanno i bambini. Si chiuse nelle spalle
- E' pioggerellina! -
Disse ridendo ed io iniziai a fare qualche passo svelto in direzione della Ferrari rossa parcheggiata un po' più in la.
- Daii! Non voglio bagnarmi!-
Risposi io, ridendo a mia volta. Justin era così tranquillo e poi bagnato era.. da sbavo. Gli sarei saltata addosso li per li e.. no Noemi, contegno. Mi voltai di nuovo verso la macchina e mi sentii afferrare dal polso.
- Hey.. -
Il tono era caldo e morbido, come cioccolato fuso. Dolce. Una leggera spinta mi fece vorticare e mi trovai di fronte a lui,non troppo vicino però. Era uno spettacolo bellissimo, sembrava una statua greca. Le goccioline gli scendevano dal naso e dalla bocca e i capelli si erano completamente bagnati. Anche la camicia, soprattutto sulle spalle iniziava davvero ad essere fradicia. Fece un hair flick con i capelli bagnati che mi tolse il respiro. Non riuscivo a muovere un muscolo, e lui mi teneva ancora il polso. Mi abbassò piano piano il braccio e fece un passo in avanti. Sentivo il suo respiro fresco, di menta, solleticarmi le gote ed io lo guardavo, negli occhi color del caramello.
- Nems.. -
Mille brividi mi percorsero la schiena, e le goccioline fecero la loro parte continuando a bagnarmi anche i vestiti ed i capelli. Il mio ciuffo si era afflosciato sul viso.
- Grazie..- I miei occhi diventarono grandi e incominciavo a battere le ciglia; le gocce sembravano rugiada sulle sue di ciglia. - non so da dove cominciare.. - Fece un sorriso e socchiuse gli occhi. Lo feci anche io e per un secondo guardai le sue labbra bagnate dalla pioggia primaverile.
- tu.. tu.. sei pazzesca. - sospirò. - mi fai provare delle emozioni che nessuno è mai riuscito a farmi provare; il mio cuore ora, batte ad un ritmo diverso.. da quando ci sei entrata tu. -
I miei occhi adesso, iniziarono a riempirsi di lacrime. Sentivo caldo, tanto caldo.
- ; non riesco stare senza di te neanche un attimo, senza il tuo sorriso.. le tue labbra-
mi sfiorò le labbra con le dita. Tremavo.
- senza i tuoi occhioni.. che sono bellissimi. -
Una lacrima mi solcò il viso, ma andò a confondersi con le gocce di pioggia. Mi spostò il ciuffo bagnato dal viso, mettendomelo dietro le orecchie.
- Sei tutto adesso piccola, tutto quello di cui ho bisogno.. -
Il tempo si fermò insieme al battito del mio cuore; sentivo le gambe quasi crollare sotto il mio peso e li fu.. e mi baciò. Ma non come un ragazzo bacia una ragazza.. era diverso. L'intensità e la passione con cui muoveva le sue labbra sulle mie era particolare, mai provata prima. E la dolcezza, quanta dolcezza in quelle labbra che avevo sempre sognato di poter assaggiare un giorno. La sua bocca era morbida e calda, e le goccioline di pioggia ci mettevano del loro per creare l'atmosfera fantastica. Mi stringeva forte la mano destra e poi finì. Il mio sguardo si mischiò con il suo ed i nostri nasi si sfioravano e poi mi sorrise come non aveva mai fatto prima.
- Buon compleanno piccola.. -
Mi sussurrò poi ed io lo abbracciai; lo abbracciai amorevolmente e volevo che continuasse all'infinito perchè sentivo le farfalle nello stomaco ed un bruciore in tutto il corpo, un fremito.
- Questo è il compleanno più bello della mia vita Justin! Mi hai reso la ragazza più felice del mondo, sappilo. -
Lo guardai negli occhi e lui si passò la lingua sulle labbra; poi mi venne incontro e mi prese per i fianchi;la sua bocca incontrò di nuovo la mia e poi mi morse il labbro inferiore ed alla fine gettai la testa all'indietro perchè lui incominciò a ridere.
- Tu mi rendi il ragazzo più felice del mondo ogni giorno Nems...-
Quanto avevo desiderato quel momento? Quanto? L'avevo sognato, scritto, immaginato ad occhi aperti ed avevo detto: Never Say Never, me lo dice sempre Justin. E grazie a lui che avevo imparato a credere in queste parole;
Mi prese per mano e mi accompagnò alla macchina, ormai eravamo bagnati completamente. Rise
- Dai, ti porto a casa! -
Mi schiacciò l'occhio e partimmo. L'ho già detto che sono la ragazza più felice del mondo? 


Scusate l'attesa belle mie! Ho avuto un po' di problemini con la scuola ç_ç!
Comunque, qua c'è il capitolo.. non è lunghissimo.. ma credo sia intenso ahah :D
Spero vi piaccia!
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