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Lista capitoli: Capitolo 1: *** fight. *** Capitolo 2: *** Punizione, con te sicuramente. *** Capitolo 3: *** When you fall in love. *** Capitolo 4: *** it's forbidden, it's a kiss. ***
Hogwarts. Cortile Esterno. Ormai va avanti così da
un anno. C’erano anche gli spettatori quel giorno da tanto erano famose le loro
litigate. C’era chi sosteneva imperterrito la bella Lily Luna Potter e chi
rispondeva a tono seguendo e sostenendo sempre il biondo e, per alcuni stronzo,
Scorpius Hyperion Malfoy.
Ogni giorno si insultavano,
tiravano fuori le bacchette. SI poteva dire che l’odio era il sentimento che
prevaleva tra i due. Bè, dopotutto il seme dell’odio si era instaurato tra le due famiglia già all’epoca dei genitori. Era un odio
conosciuto da tutti e portato avanti, molto fieramente, da Lily e Scorpius.
Solo tra loro due c’erano litigate del genere che
partivano anche da argomentazioni futili: un’occhiata, un posto rubato..
Anche quel giorno si prospettava una grande
litigata. La giovane Potter si trovava seduta su una panchina all’ombra di una
grande quercia. Scherzava ridendo con altre Grifondoro quando sentì i toni
soavi di Scorpius che se la prendeva con un ragazzo del secondo anno. Ogni volta
lei si sentiva presa in causa, era una caratteristica di famiglia, che lei
aveva ereditato e che non esitava a sfoggiare davanti a tutti.
Lily alzò o sguardo e lo vide, accerchiato dai suoi
adepti che spintonava quel ragazzino, non aveva meglio
da fare? Si alzò e subito le sue amiche cercarono di persuaderla a lasciar predere. Ma lei no! Sentiva tutto
come una questione di principio, sentiva che se non avesse risposto alla
provocazione del biondino lui l’avrebbe giudicata come debole. E lei non era
debole.
“I tuoi dolci toni mi infastidiscono
Malfoy..” esordì lei con il suo solito tono da sfida, un tono che Malfoy era
abituato. Puntuali anche quel giorno.Lui alzò lo sguardo e sbuffò, come faceva sempre “Nessuno ti ha
obbligato o ti ha preso in causa Potter” rispose lui di rimando, marcando il
cognome della ragazza con una punta di odio nella voce.
Iniziarono così,
frecciatine lievi, prive di grandi offese. Ma poi lui
esagerò. Non l’aveva mai fatto, la guardò con gli occhi azzurro ghiaccio “Taci,
traditrice del tuo sangue!” urlò. Calò il gelo in tutto il cortile della scuola
di Magia. Non aveva veramente pronunciato quelle parole. Era troppo anche per
lui! Lily si spostò una ciocca di capelli dagli occhi e lo guardò, quasi
incredula che lui l’avesse veramente detto. “Come?” chiese sussurrando con la
voce tremante per la rabbia. Sfiorò la bacchetta con le dita, pronta a
colpirlo. Non le importava della punizione a cui
sarebbe andata incontro, non le interessava minimamente.
“Cosa hai detto scusa?”
chiese lei nuovamente. Sul volto del biondo si era formato un sorriso
soddisfatto, ce l’aveva fatta a farla esplodere. Non
gli importava di aver detto una cosa davvero pesante, ma voleva litigare.
Infilò una mano nella tasca sul fianco e prese in
mano la bacchetta. Iniziarono a litigare a colpi di bacchetta, quando vennero interrotti da due insegnanti. Peccato, sul più
bello!
“Potter, Malfoy” urlò il
professore di Difesa Contro Le Arti Oscure. Era un uomo abbastanza alto, a Lily
ricordava tanto l’uomo che il padre era solito elogiare nei suoi racconti,
l’uomo di cui suo fratello Albus portava il secondo nome. Ma
questo era diverso, era una persona meschina e malvagia, preferiva sempre
Malfoy nei corsi e in questo caso nelle discussioni.
“Potter” disse il professor Draconis,
guardando la ragazza con aria di sufficienza “che sta facendo con la bacchetta
in mano? Le ricordo che, secondo la legge magica, lei è
ancora minorenne.” Sentenziò l’uomo, guardando poi il giovane Malfoy con un
sorriso soddisfatto. In quell’istante si precipitò tra di loro la professoressa
di Erbologia, una certa Hanna Abbott, una donna di carattere forte e con una
certa preferenza per la giovane rossa.
“Cedric” chiamò il collega per nome “ti ricordo che
ci troviamo comunque tra le mura della scuola, quella legge vale al di fuori delle mura” ricordò, facendo
l’occhiolino a Lily.
Lily si sentiva la regina del mondo dopo quella affermazione, nessuno poteva farla cadere dal suo
piedistallo. Le sembrava di volare, aveva vinto contro Malfoy, una vittoria che
nessuno avrebbe mai potuto apprezzare più di lei.
Quando.. “Professore,
credo di essermi ferito” la vocetta acuta di Scorpius Malfoy interruppe il suo
fluire di pensieri. Possibile che ci riusciva sempre? Riaprì gli occhi,
abbandonando quella bellissima sensazione di libertà, di vittoria e rivolse lo sguardo verso quella testa bionda che tanto
odiava. Scorpius si era tirato su la manica della sua divisa, contrassegnata
con il simbolo della casata di Salazar Serpeverde. Un minuscolo graffietto
faceva la sua comparsa sulla pelle bianca e perfetta del ragazzo “Oh mio dio,
ti ho sfregiato” lo guardò sarcastica Lily “Andiamo, è un graffio, potrei non
avertelo fatto io”.
Il professor Draconis prese il braccio del giovane
Malfoy e lo studiò “questa è sicuramente opera tua Potter, ne sono certo” concluse il professore. Ma
andiamo, nessuno aveva le prove per quello.
La voce della professoressa Abbott
risuonò nuovamente “A mio parere, dovremmo punire entrambi. Se
non sbaglio anche il giovane signor Malfoy ha attaccato
la studentessa della mia casa, quindi la soluzione è questa. Non possiamo
punire solamente uno dei due litiganti.” Fece una pausa per guardare entrambi,
lo sguardo affranto di Lily, che prima assaporava la vittoria
si era trasformato in uno sguardo di sconfitta, e quello scioccato di Scorpius,
che era stato punito. Non era mai successo, insomma, qualcuno li ricordava chi
fosse suo padre?
Era una domanda che risonava nelle teste di entrambi. Una era la figlia del
mago che aveva posto fine alla vita del più grande mago oscuro di tutti i
tempi, l’altro era figlio di un ex Mangiamorte, di una delle famiglie più
importanti tra i purosangue.
Eppure, erano entrambi in punizione.
“Professoressa ma..” cercò
di ribattere Malfoy. Lily ormai si era rassegnata, aveva incrociato le braccia
e stava facendo ritorno verso il suo dormitorio. Doveva sfogarsi con sua
cugina, con Dominique. Era fortunata ad averla li con
se. Ogni volta che discuteva con Scorpius Malfoy, lei c’era e l’aiutava sempre a sbollire la rabbia.
Lily salì nel dormitorio rosso e oro, passando
attraverso il ritratto della signora grassa “Io non lo sopporto più” urlò
buttandosi sul letto e lasciando cadere la cascata di capelli rossi sopra il
cuscino.
Sua cugina Dominique era seduta a gambe incrociate sul
letto affianco, con un libro in mano. Le ricordava tanto zia
Hermione, sempre china sui libri, ma sempre disponibile. La ragazza
chiuse il libro e fece un respiro profondo, pronta ad
aiutare la cugina con quel nuovo problema.
“Allora, che avete fatto questa volta?” chiese
rivolgendole un sorriso stupendo. Dominique era bellissima, lei e la sorella
erano le uniche Weasley a non avere i capelli rossi. Loro e il fratello Louis,
per essere precisi. Erano tutti e tre con sangue Veela e quindi per Lily fu difficile
staccare gli occhi da quel sorriso bellissimo.
“Lily” rise lei, facendo passare la mano davanti
agli occhi verdi di Lily “Lily riprenditi ti prego, sarò costretta a voltarmi
ancora se fai così” sorrise.
La rossa si riprese e si schiarì la voce. Prese a raccontare della sua recente litigata e delle sue relative
conseguenze. Alla parola “punizione” Domi la bloccò “cosa?! Punizione?! Lils ma sei pazza? Che avete fatto per arrivare a meritarvi una punizione?” chiese a
bocca aperta.
Lily era tentata di tirare una testata al muro
decorato con il grifone e con motivi rosso oro dopo
quella affermazione e l’avrebbe fatto se la cugina non l’avesse fermata “Lils
non fare cavolate, aspetta. I tuoi lo sanno già?” chiese.
“Ehm veramente, no. Non ancora, ma dai
tempo un paio di giorni che la Abbott avrà mandato la comunicazione e qui farà
la sua comparsa una bellissima strillettera, fidati. Conosco
mamma” sbuffò la giovane Potter.
La madre era sempre stata comprensiva nei suoi
confronti, a volte la preferiva ad Albus e James.Ma forse era per il semplice fatto che fosse l’unica figlia
femmina, l’unica con cui creava quel legame speciale che legava una madre alla
propria figlia. Sicuramente non avrebbe accettato quella punizione. Agli occhi
di Ginny Weasley la figlia era perfetta: voti alti ed
un comportamento discreto. Discreto perché sapeva che discuteva spesso con il
giovane Malfoy, ma sicuramente quel discreto si sarebbe trasformato in pessimo
dopo la notizia della punizione.
Il padre, Harry, al contrario avrebbe elogiato la
figlia per questo. Lui, che ne aveva passate di tutti i colori durante gli anni
della frequenza a Hogwarts. Lui, che passava ore a litigare con il padre di
Scorpius. Ne sarebbe stato fiero. O almeno, così sperava Lily. Più se lo
ripeteva in testa e più se ne convinceva.
“Si, sarà sicuramente
così” ripeteva ogni volta alla cugina.
Il giorno seguente le andò incontro suo fratello,
Albus, che stranamente era il migliore amico del biondo “Lily Luna Potter!”
esordì serio “che diavolo t’è preso eh? Una punizione?! Scorp mi ha raccontato tutto. L’hai
attaccato?” continuò a farle una raffica di domande, senza darle un attimo di
respiro per rispondere. Lils continuava ad annuire ad
ogni domanda e successiva risposta che il fratello si stava facendo. Faceva
sempre così quando era arrabbiato e Lily lo sapeva benissimo. L’unica soluzione
era lasciarlo parlare fino al momento in cui non gli si “scaricavano le batterie” come dicevano i pochi babbani che aveva incontrato.
Lils incrociò le braccia al petto, aspettando che
il fratello finisse quel monologo e, quando ebbe terminato, iniziò a parlare
“Allora, ti ha detto davvero tutto quello che chiami migliore amico?” chiese la
sorella, enfatizzando le ultime due parole. Era davvero curiosa di sapere se
Malfoy aveva riferito ad Al ogni singola parola del litigio che aveva portato
alla seguente punizione.
Albus scosse la testa, non era certo che Malfoy gli
avesse riferito cosa aveva fatto esplodere la sorella. Conoscendo Lily, era
certo che sarebbe stato qualcosa di futile ed
insignificante, ma quando la sorella riportò le parole di Scorpius, gli occhi
castani di Albus si spalancarono. “No, non l’ha detto davvero” cercò di
convincersi, mugugnando tra se e se. “è il mio migliore amico
Lils. Non l’avrà detto davvero, non ci avrà pensato. Sai
com’è fatto”.
Lily lo guardò, a bocca aperta. Lo stava davvero
difendendo. Dopo quelle parole Albus stava difendendo Malfoy.
“Bene, se proprio hai deciso di credere
a lui, vai pure. Lasciamo perdere, tanto
mamma e papà se la prenderanno con me. Nessuno andrà a toccare il tuo
curriculum perfetto, nessuno ti sbatterà fuori dalla squadra. Oh si, anche perché il capitano è James” urlò furiosa. Fece per
andarsene e Al la prese da dietro per stringerla in un abbraccio “Andiamo Lils, sai che per te stravedo. Quindi
non correre a conclusioni affrettate, adesso ci penso io a quell’idiota. Ci
penso io, promesso. E non preoccuparti per mamma e papà. Non reagiranno
malissimo, conosci papà. Lui sarà fiero di te” le sussurrò
dolcemente, per poi scompigliarle i capelli.
“Scappa Albus Severus, altrimenti scompiglio i tuoi
di capelli” rise divertita. Il fratello la lasciò e corse agli allenamenti di
Quidditch. Era uno dei più bravi battitori della squadra, tutte le ragazze gli
morivano dietro, ma Lils sapeva chi era al centro dei suoi pensieri.
La giovane Potter si voltò per andare nella sala
grande , ormai si stava avvicinando l’ora di pranzo.
Entrò nel grande salone, che in quei giorni era decorato con motivi floreali
per celebrare la primavera, si sedette al suo tavolo e lanciò un’occhiataccia
al tavolo dei Serpeverde, come faceva sempre.
La sala iniziò a riempirsi, i tavoli erano
imbanditi di mille e forse più pietanze dall’apparenza invitante. Il preside
fece il solito discorso per poi augurare un buon appetito alla folla di
studenti che riempivano i lunghi tavoli del salone. Lily prese ciò che le
andava di mangiare e iniziò a ridere con le amiche e con la cugina, quando,
sentì un rumore fastidioso, tipo il battere delle ali di qualcosa. E fu allora
che la vide. Una lettera scarlatta, sigillata con della ceralacca
stava per fare la sua comparsa davanti a lei. No, no, non ora ti prego pensava Lily tra se e se. Il suo sguardo
incontrò quello di Scorpius che stava sghignazzando con la sua cerchia di adepti
al tavolo ornato con colori verde e argento.
“LILY LUNA POTTER” tuonò la voce della madre, non
appena la strillettera si aprì. Solo a quelle parole Lily avrebbe
voluto sparire, avrebbe voluto materializzarsi da qualche parte, per
evitare l’umiliazione.
Malfoy ormai non si conteneva più, rideva
sonoramente e così faceva la maggior parte dei Serpeverde. Albus e James,
seduti al tavolo dei giocatori di Quidditch la
guardavano a bocca aperta.
“CHE TI è PRESO?
FARTI PUNIRE?! SIGNORINA, QUI STIAMO ANDANDO MOLTO
MALE. MI HAI DELUSO, D E L U
S O” le ultime lettere vennero scandite. Lily ormai era dello stesso colore dei
capelli: era furiosa, imbarazzata. Di tutto e di più. “SAPPI CHE PRESTO IO E
TUO PADRE PRENDEREMO PROVVEDIMENTI. Ah, salutaci James e Albus, siamo fieri dei loro risultati nel Quidditch” concluse la
madre e la lettera si strappò in piccoli pezzi. Perfetto, una grande figura
davanti a tutti. Un nuovo motivo per Scorpius per prenderla in giro. Per
litigare.
Il giorno seguente, verso mezzogiorno Lily si presentò davanti alla
grande porta di legno dell’ufficio della professoressa, pronta a ricevere
qualsiasi punizione
Il giorno seguente, verso mezzogiorno Lily si presentò
davanti alla grande porta di legno dell’ufficio della
professoressa, pronta a ricevere qualsiasi punizione.
Fece una corsa assurda per arrivare in tempo, rallentò
qualche metro prima di arrivare all’ingresso e lo vide. Scorpius era appoggiato
alla parete accanto all’entrata della stanza. Le maniche
della camicia bianca rivoltate all’insù, i capelli scompigliati.
Sembrava..bello. NO, lui non lo era. Era uno stronzo
egoista che l’aveva cacciata in quel guaio.
Si sistemò e andò a sedersi sulla panca di legno
davanti al portone, davanti a Malfoy. Lui teneva lo sguardo basso, come se non
volesse vedere niente e nessuno. Lei invece lo guardava, uno sguardo carico di
odio, giusto per chiarire.
L’attenzione di entrambi venne
catturata dal rumore delle porte, poco oliate, dell’ufficio della
professoressa. Scorpius si diede un leggero slancio ed entrò nella grande aula
luminosa, senza degnare di uno sguardo la giovane Potter. Era furioso, lo si leggeva dai suoi movimenti. Evidentemente mammina e
papino non erano riusciti a fare nulla per evitare che
finisse in punizione. Lily la considerò come una vittoria personale, affondava
lei come affondava lui. Si,
così andava bene.
Entrò anche lei, leggermente timorosa. Dove diamine era
andata a finire tutta la sicurezza che aveva fino a qualche minuto prima? Fece
un respiro profondo, forse troppo perché iniziò a tossire convulsamente, le era
andata l’aria di traverso.
“Allora” esordì la professoressa, guardando entrambi
con uno sguardo severo “si può sapere cosa è successo?” chiese, posando lo
sguardo sulla chioma rossa di Lily “Lilian, è
possibile avere una spiegazione?” ripeté, fissando la
ragazza negli occhi verdi che aveva ereditato dal padre.
“Ecco, lui mi ha insultata” rispose
semplicemente, senza guardare il biondo che le sedeva accanto. Sentii che lui
fremette, pronto per replicare, ma che stranamente si trattenne, evidentemente
non voleva peggiorare la sua situazione.
“Scorpius?” chiese la professoressa, volgendo lo sguardo
verso il giovane serpeverde. Ci fu un momento di
silenzio, momento in cui evidentemente lui stava
pensando a come esordire. “Sono stato provocato, ecco il perché della mia
reazione” spiegò con voce fredda, quasi metallica, senza emozioni.
Ecco lui era così, senza emozioni. Ecco perché Lily non
lo sopportava, insomma come si poteva vivere a stretto contatto con una persona
del genere. Ringraziò vivamente di essere capitata nella casa giusta,
Grifondoro, come quasi tutta la sua famiglia a parte una cugina Lucy.
Si chiese se lei aveva avuto a che fare con il giovane
Malfoy. Sapeva che Victoire, l’altra cugina aveva un
bel rapporto con il giovane biondo e ancora non riusciva a capire come la cosa
potesse funzionare.
“Bene” la voce della professoressa la riportò alla
realtà “siete entrambi in punizione, ad entrambe le
vostre case verranno sottratti 50 punti”.
Lily si alzò per replicare, ma si fermò. Si, aveva imparato che nella vita bisognava avere dei
limiti, se avesse parlato quei punti sarebbero aumentati.
“Alle 15 vi presenterete
entrambi dal custode, senza bacchette. Anzi, posatele qui, vi saranno requisite
fino alla fine della punizione. Scoprirete successivamente
che dovrete fare” detto questo uscì dalla stanza, lasciando soli entrambi.
“Contenta Potter?” sibilò il giovane Malfoy “mi hai
trascinato in punizione con te, come se non fosse sufficiente vederti tutti i
santissimi giorni in sala grande.”
“Sappi che non scoppio dalla
gioia! Odio
il fatto di essere in punizione, soprattutto con te. Quindi evita di fare la
vittima e smettila di lamentarti” sbraitò lei ed uscii
dalla stanza, lasciando Scorpius Malfoy nella stanza.
Verso le due e mezza Scorp era
fermo sulle scale, poco lontane dall’ufficio del custode. Sbuffava o meglio si
lamentava, con un altro ragazzo, Albus, fratello di Lily. In quel momento il
fratello di Lily stava cercando di mediare la situazione, era praticamente impossibile essere il migliore amico di
Scorpius, quando questo era il peggior nemico della sorella. Era come la
Svizzera in quel caso, cercava in tutti i modi di parare per entrambi.
“Su dai, è ancora mia sorella.
Potresti evitare di parlare di lei in questo modo?” chiese poco dopo, stufo
degli insulti che la sorella stava gratuitamente ricevendo “No cazzo, se lo
merita. Insomma, non le ho fatto nulla ed ogni santa
volta salta fuori per trovare un pretesto per litigare. Mi sono anche rotto
sai? Cazzo ho 17 anni!” sbottò passandosi una mano tra
i capelli e spettinandoli leggermente.
“Lo so, credi che non lo sappia?
Ma sai benissimo come è fatta lei. Ti odia a
prescindere e litigare è uno dei modi per farti notare quanto lei non ti
sopporti. Cercherò di parlare anche con lei appena sarà finita questa
punizione” fece una pausa nel veder arrivare la sorella “vedi di non fare altre cazzate chiaro?” lo guardò prima di allontanarsi e
mormorare qualcosa come “non voglio immaginare cosa sarebbe successo se si
fossero messi insieme”.
Nel frattempo Lily stava percorrendo le scale assieme
ad un’amica, una delle poche di cui si fidava veramente. Una a
cui purtroppo era toccato sentire tutte le lamentele e gli insulti
rivolti a Scorpius “Insomma, ha esagerato dai. Chiamarmi in quel modo davanti a
tutti, è esagerato, come in tutto quello che fa” scossela testa, sconsolata, per poi alzare
lo sguardo verso Vanessa, un’altra grifondoro che
frequentava la scuola assieme a lei. “Lily ti prego basta”
rispose lei ridacchiando “è tutto il giorno che me lo ripeti, ti prego facciamo
una pausa. Sai come è fatto quell’idiota.” Si, entrambe si trovavano d’accordo su questa posizione. Il
giovane biondo era un idiota, uno di quelli colossali “Dai ha 17 anni, possibile che non riesca a ragionare?” chiese lei,
rivolta sia a lei che a Vanessa.
La mora scosse la testa, sorridendo leggermente alla
vista del fratello di lei. Si schiarì la voce, notando
anche il biondo in lontananza “dai, ci vediamo dopo, mi raccomando non fare
altre cazzate o stasera non riusciamo a uscire, chiaro?” Lily annuii e si
appoggiò al muro, distante dal giovane Malfoy.
Il vecchio custode si presentò davanti a loro, le
bacchette dei due erano nella tasca posteriore della vecchia giacca logora e
Lily potrebbe giurare di aver visto lo sguardo di Scorpius fissarle con
bramosia, come se in due minuti le avesse potute prendere. Ma
non lo fece, stranamente non lo fece.
“Bene, dovrete sistemare questi archivi, senza magia”
sghignazzò divertito “ci vorrà molto tempo, quindi divertitevi”
disse uscendo dalla tasta e ridendo fragorosamente.
Lily appoggiò la divisa sul corrimano di una scala che
portava al piano superiore dell’ufficio, rimanendo in camicetta, i capelli
legati in una lunga treccia che aveva spostato di lato.
Si sentiva osservata e non appena alzò lo sguardo notò gli occhi azzurro ghiaccio di Scorpius che la
fissavano “bè?” chiese spazientita, non lo
sopportava, per niente e la punizione si prospettava lunga e dolorosa “qualcosa
da chiedere?” sbuffò, spostandosi una ciocca di capelli che le erano andati
davanti agli occhi.
“Nulla, non posso guardarti e
guardarmi in giro?
Esiste per caso un divieto?” rispose lui di rimando, seccato.
Come poteva una ragazzina di 15 anni rivolgersi a lui
in quel modo? Non era assolutamente nessuno, eppure non poteva nascondere a se
stesso che litigare con lei lo divertiva. Era una sorta di passatempo per lui. Si, un ottimo passatempo contro la noia.
Scorpius si tirò su le maniche della camicia bianca,
perfetta e prese in mano uno scatolone pieno di schede degli allievi che in
passato avevano frequentato quella scuola. C’erano come minimo 2/3 secoli di
studenti. Si, sarebbe stato un lavoro sicuramente
lungo.
Lily si sedette a gambe incrociate, iniziando a mettere
in ordine alfabetico le varie schede, quando dal nulla le capitò tra le mani
quella della madre “Ginevra Molly Weasley”, accompagnata da una foto di una ragazza
che più o meno aveva la sua età e sorrideva radiosa.
Amava le foto magiche, amava vedere la gente in
movimento in quei piccoli pezzi di carta. Iniziò a sfogliarla e a leggerla.
La lesse e rilesse tutta, divertita nel leggere cosa
aveva combinato la madre, eh si, proprio quella donna
che l’aveva sgridata il giorno prima tramite strillettera.
Si alzò troppo in fretta, lasciando cadere una scheda “Draco Lucius Malfoy” lesse ad alta voce e seguendo il tutto
con un colpo di tosse. “Dammela” urlò quasi Scorpius, alzando lo sguardo dal
lavoro che stava facendo.
“Ehi, vedi di abbassare i toni…” sussurrò poco dopo
“stupido pavone.” Appoggiò la cartellina rovinata su uno scatolone, in modo che
lui potesse leggere.
Passarono ore, parlarono civilmente, strano per i due. Fino a che la porta dell’ufficio si aprì “per oggi avete finito,
tornerete domani. Per tutta la settimana” tuonò
la voce gracchiante del custode, un uomo di mezz’età.
Lily uscì dalla stanza buia per prima, seguita dal
giovane Scorpius. Non si salutarono, non si dissero
nulla. Non era importante, tanto si odiavano.
Ora ciò di cui la ragazza aveva bisogno
era un lungo bagno, al silenzio e nell’acqua bollente.
Era stata fin troppo civile con quel ragazzo per i suoi
standard. Le era sembrato stranamente umano. Scosse la testa a quel pensiero,
non era umano. Era un essere odioso, ecco. Ora si tornava a ragionare.
Salì le scale, facendo attenzione, ricordava ancora la
storia che il padre le raccontava riguardo al fatto che alle scale piacesse
cambiare. Era un’altra cosa del mondo magico che la affascinava.
Si fece un lungo bagno e salì diretta verso il suo
dormitorio, aveva bisogno di un lungo riposo dopo aver passato l’intero
pomeriggio in quella stanza con quell’essere. Si, lei
si divertiva a chiamarlo così.
Nell’altra ala della scuola, dedicata agli alloggi
degli studenti della casa di Salazar Serpeverde,
Scorpius era sdraiato sul letto, sopra le coperte verdi e argentate che fissava
il vuoto. Possibile che stesse ancora pensando al pomeriggio appena trascorso?
Al fatto che fosse in compagnia di quella. Allontanò quei pensieri dalla testa,
lui odiava Lily Potter. Lo sapevano tutti e sarebbe stato così per sempre. Non
sarebbe cambiato nulla.
Si alzò dal letto, diretto verso i bagni dei prefetti.
Aveva seriamente bisogno di un bagno per allontanare da se lo stress e la
fatica. Poi sarebbe sceso in sala grande, doveva sfogarsi con Albus. Rimase
immerso nell’acqua bollente fino al momento in cui tutte le bollicine furono
sparite, come era sparito lo stress.
Si vestì e scese in sala grande, alla ricerca di una
testa castana. Nessuna chioma rossa per sua fortuna, evidentemente Lily era
uscita. Sentì però un leggero fastidio, che ignorò, come faceva sempre.
“Al!” lo chiamò tra i vari Grifondoro che lo fissavano
stupiti, anche per loro l’amicizia tra un Serpeverde e un Grifondoro era
qualcosa di impossibile e proibito. Il giovane Potter
si fece spazio tra i tavoli e raggiunse l’amico, per poi uscire insieme nel
cortile, dove nessuno li avrebbe disturbati.
“Allora, come è andata oggi
con la mia sorellina?” chiese subito Albus, senza peli sulla lingua. Era una
delle caratteristiche dei Potter, non farsi problemi nell’esprimere ciò che
avevano in testa.
“è andata, ti basti sapere questo” rispose lui,
tralasciando tutti i pensieri che gli erano arrivati alla mente subito dopo “senti,
ma perché lei mi odia così tanto? Non che io sia da
meno, intendo dire, anche io la odio” ci tenne a
precisare, prima che l’amico interpretasse male la sua domanda.
Gli occhi color nocciola di Albus ebbero un fremito, il
suo piccolo cervellino si stava mettendo in azione “Non ne ho idea..perchè?” chiese subito lui con
un sorriso furbo sulle labbra “Non pensarci nemmeno idiota!” interpretò subito
Scorpius con una risata. Non doveva pensarci nemmeno lui. Non sarebbe mai
successo, lui la odiava e lei odiava lui. Tutto qui.
Sarebbe andata avanti così per sempre. Sicuramente.
A
Hogwarts le voci correvano. C’erano fantasmi troppo pettegoli e ragazzine del
primo anno che romanzavano tutto. Soprattutto conoscendo i
personaggi dei più recenti pettegolezzi.
C’era
gente che sosteneva di aver sentito respiri affannosi e parole dolci passando
vicino all’ufficio del custode, dove Lily e Scorpius sistemavano le schede, chi
invece, giurava di aver sentito insulti e grida di
odio.
Nessuna
delle due si avvicinava minimamente a ciò che era realmente successo: erano
stati civili. Strano da dire per i
due, eppure non si erano insultati o che altro.
Le
voci correvano, e loro le lasciavano correre. Non
importava a nessuno dei due dei pettegolezzi, erano d’accordo almeno su questo.
[..]
Il
giorno seguente era in programma una partita di Quidditch: Serpeverde vs Grifondoro.
Una partita epica secondo il parere di molti. Era
anche la prima del campionato e sarebbe stata decisiva per la stagione di
quell’anno. Molti puntavano sulla rivalità Potter/Malfoy anche in quel campo.
Eh si, il fratello maggiore di Lily, James Sirius, era
a capo della squadra e anche lui provava un grande odio per il giovane
platinato. Malfoy, come avrete certamente capito, era a capo della squadra
avversaria.
James
si divertiva da morire durante le partite, poteva sfogare il suo odio nei
confronti del ragazzo senza farsi problemi, sarebbe tutto passato come “fallo”.
Quella
mattina tutti erano già al campo, tutti meno che Malfoy, cazzo era il capitano.
Essere in orario non era una cosa degna di un capitano? Ovviamente per lui no.
Arrivò e la partita cominciò con le solite raccomandazioni: niente falli,
niente cazzate. Lils era seduta sugli spalti ed esultava ad
ogni punto della sua squadra, ma talvolta il suo sguardo cadeva sul giovane
Malfoy. Ogni volta che capitava lei incontrava gli
occhi color ghiaccio di lui, possibile che ogni volta anche lui guardasse lei?
Certo che no. Scosse la testa e riprese a guardare la partita, cercando suo
fratello con lo sguardo.
La
partita finì con un netto pareggio che per James equivaleva ad
una sconfitta. Odiava essere alla pari con quell’essere viscido e odioso. Non
gli andava minimamente giù. Dal canto suo anche Scorpius non era per niente
soddisfatto. Salì lungo le scale per arrivare alla sala comune della sua casa,
si buttò su una poltrona e iniziò a pensare. A tante, troppe cose. Era esausto,
tra la punizione e la partita non aveva avuto tempo di dormire, al che socchiuse gli occhi e si addormentò, tra mille
pensieri. L’ultimo? Una certa rossa troppo impertinente.
“James!
Fermati dai” urlava dall’altra parte della scuola Lily,
inseguendo suo fratello. Sapeva che era furioso per la partita, ma
voleva parlargli. Sfogare con lui il suo odio, la sua
frustrazione “Liliaaan! Basta
dai, mi sono fermato” la canzonò lei, chiamandola con il nome per intero, cosa
che lei odiava, non riusciva a sopportarlo.
Lei
gli tirò un pugno leggero contro il braccio muscoloso e poi andarono a sedersi
sul bordo di una fontana isolata da tutti.
“Allora,
cosa hai combinato questa volta sorellina?” chiese lui ridacchiando, era fiero
di sua sorella, fiero che avesse messo nei guai quell’idiota.
“Mi ha
insultata James e ho reagito. Mamma era furiosa, sai
com’è.” Sbuffò lei, senza nascondere un sorriso soddisfatto che si rifletteva
negli occhi del fratello maggiore “non riesco a sopportarlo, non so davvero
come faccia Al” concluse lei, giocando con una ciocca
di capelli rossi. Tra i tre Potter era l’unica ad aver ereditato i capelli
rossi e gli occhi verdi. Era unica. Le piaceva esserlo.
James
scosse la testa “è quello che mi chiedo dal primo anno e mi chiedo anche come
facciano mamma e papà a sopportare questa cosa..parliamo
di un MALFOY” disse lui marcando la voce sull’ultima parola.
Discussero
sull’argomento per un paio d’ore, tempo in cui il giovane biondo si svegliò e andò
a fare letteralmente i suoi porci comodi.
Dopo
aver parlato con suo fratello Lils tornò nel suo dormitorio,
passando prima per la sala grande. Doveva passare nello sgabuzzino a prendere
la sua scopa, le era venuta voglia di volare, lontano dai suoi pensieri e dai
suoi problemi.
Aprì
la porta di legno sovrappensiero e non appena alzò lo sguardo, rimanendo senza
parole. Ai suoi occhi si presentò uno spettacolo a dir poco disgustoso per il
suo modesto parere. Lui, il biondo, idiota Scorpius Malfoy,
con la camicia completamente aperta, intento a esplorare con accuratezza la
bocca e tutto il resto di una scialba Serpeverde. Lei d’altro canto,
capelli rossi, mossi. Poco più lunghi di quelli di
Lils.
“Ma
che..” sussurrò lei, senza parole, disgustata da tale
spettacolo. Lo sguardo di Scorp era sconvolto, allarmato,
quasi come se non sapesse spiegare il motivo per cui lui si trovasse li,
avvinghiato a quella perfetta sconosciuta che aveva voluto sedurre, per placare
i suoi bollenti spiriti. “Che cazzo ci
fai tu qui?” chiese lui, cercando di far tornare regolare il suo respiro
ansimante.
Lils
non rispose, si limitò a sbattere la porta cigolante dello sgabuzzino delle
scope e correre via. Era disgustata, odiava se stessa perché non riusciva a
spiegarsi la sua reazione. Non era normale, non era interessata a lui.
Continuava a ripeterlo a se stessa mentre correva via dalla scuola, andando
chissà dove.
Si
fermò sulla riva del Lago Nero, furiosa, confusa. “LILY!” lei si voltò,
pregando che non fosse quell’idiota che aveva visto poco prima.
Fortunatamente si trattava di Albus “che vuoi?” chiese lei
leggermente scontrosa. Scosse la testa e fece un respiro, nel vedere l’espressione
confusa di suo fratello “Lils ti ho vista correre via,
che è successo?” chiese lui preoccupato, sedendosi accanto alla sorella minore.
Lei si scostò i capelli dal volto, con lo sguardo fisso sul lago “ho visto..quell’idiota” sbuffò lei. “Avete litigato ancora?” chiese
il fratello, guardando lei “No, no..era impegnato a
fare altro quel porco” rispose lei,
appoggiando la testa sulla spalla di lui.
“Ti ha dato fastidio Lils? Perché in questo caso..” “NO, non provare a pensare nemmeno a quello! Lui non mi interessa! Mi ha fatto solamente schifo”
urlò lei, cercando di convincere anche se stessa con quelle parole.
Si,
le aveva dato fastidio. Nessuno lo sapeva, nessuno doveva saperlo.
Si
alzò “devo andare Al, devo studiare per domani” disse
lei, senza guardarlo. Non ce l’aveva con il fratello,
ce l’aveva con se stessa. Non sopportava l’idea di provare dei sentimenti, sentimenti diversi dall’odio.
Tornò
al castello, senza passare dalla sala grande dove era certa di trovare Malfoy. Si
buttò sul letto, socchiudendo gli occhi. Era esausta, aveva solamente bisogno
di pensare. Pensare a tutto tranne che al biondo, suo acerrimo nemico.
Scorp
provò a fermare Lils, voleva fermarla. Ma non ce la fece, il suo corpo non rispondeva agli impulsi della sua
mente. Non era ancora pronto ad esporsi così tanto.
Non era pronto ad ammettere a se stesso che qualcosa, nei confronti della
giovane Potter era cambiata. Non l’avrebbe mai fatto.
Guardò
la ragazza che si era portato a dietro risistemarsi. Capelli
rossi, poco più bassa di lui. Più giovane di lui. L’unica
differenza con Lils era il fatto che questa avesse i
capelli mossi, nulla di più.
Non
poteva averla scelta perché somigliava alla Potter, no.
Uscì
dallo sgabuzzino, iniziando a camminare per i corridoi della scuola, alla
ricerca di qualcosa da fare, qualcosa per distrarsi. Era sovrappensiero e
nemmeno si rese conto di essere andato addosso a qualcuno.
“SCUSA?!” riconobbe subito i toni soavi e sbuffò, esausto “Potter!
Che piacere vederti dopo la partita!” ghignò lui, aveva
trovato il modo per distrarsi.
“Malfoy,
non tentare la mia pazienza, potrei benissimo
riempirti di pugni. Dopo quello che hai fatto a mia
sorella..”
Scorp
alzò lo sguardo, leggermente colpito da quell’affermazione. Che lui sapesse di
ciò che era accaduto poco prima? “L’hai mandata in punizione, assieme a te!” continuò.
No, non sapeva nulla, grazie al cielo.
Sicuramente
non l’avrebbe presa bene, per niente. E poi era sicuro, certo che a Lily
avrebbe solamente disgustato quel pensiero. Eppure non riusciva a spiegarsi la
reazione della giovane rossa.
“Senti, evita ok? Non è giornata. Ho appena fatto una
cazzata, quindi lasciami passare e finiamola qui!” esordì Scorp. Voleva
trovare lei, doveva parlarle. Da persona civile insomma.
“La fai facile eh? Per stavolta passi, la prossima
volta non andrà così” esclamò il maggiore dei Potter, scostandosi per lasciarlo
passare.
Il
biondo corse nella sala grande, cercando una testolina rossa tra la grande
folla. Cercò di nascondere la delusione con una smorfia, scoprendo che in
realtà Lils non c’era. Non era scesa per la cena. Forse era ancora furiosa per
ciò che era accaduto prima.
Andò
alla guferia e scrisse un gufo alla cugina di Lily, Victoire. “Vic,
ho fatto una cazzata. Sono un idiota, uno dei maggiori”
scrisse per poi spedire la lettera tramite il gufo di famiglia.
La
risposta arrivò da li a poco, Vic
era sempre veloce nelle risposte “Che hai fatto stavolta? Centra ciò di cui mi
avevi parlato la scorsa volta?” chiese lei, nelle
risposta.
Nel
leggerla Scorp si prese il volto tra le mani, incapace di rispondere e reagire.
Non sapeva come affrontare la cosa. Si limitò ad un “si..sta
peggiorando”. Le scrisse anche se poteva indirizzare
il gufo alla sua stanza, la temperatura fuori stava calando e non era certo
intenzionato a prendersi una febbre.
Scorpius
tornò nella sua stanza e iniziò a pensare, l’unica cosa che lo distrasse fu il
picchiettio del gufo con la riposta. Una semplice parola “Parlale.”
Parlarle?
Certo, come se fosse stato semplice, come se lei avesse voluto vederlo ancora.
Lo evitava ormai, non riuscivano mai ad incrociarsi. Nemmeno
alla punizione, lei andava prima rispetto a lui.
Prese
un foglio “ti devo parlare, vieni alla torre di astronomia.” scrisse. Scese
nella sala grande dove incrociò Al “potresti darlo a
tua sorella?” chiese cercando di non farsi vedere da nessuno.
Fatto
questo andò sulla torre di astronomia, aspettando e sperando che lei si
presentasse.
Lils
scese in sala grande, aspettando che Vanessa la chiamasse, in modo da evitare l’idiota.
Incontrò suo fratello, che le diede il biglietto.
La sua
prima reazione fu quella di strapparlo in mille
pezzettini, ma d’altro canto era incuriosita da quel messaggio. Si morse il
labbro inferiore, combattuta.
Decise
di salire. Salì i gradini che portavano alla torre uno ad
uno. Non sapeva cosa l’aspettava. Arrivò all’ultimo e
alzò lo sguardo. La prima cosa che incontrò furono gli
occhi ghiaccio di Scorp “sei venuta..” esclamò lui stupito, con un leggero
sorriso sulle labbra.
Sulla torre di astronomia tirava vento, un vento gelido perfetto per
quell’atmosfera
Sulla torre di astronomia tirava vento, un vento gelido perfetto per quell’atmosfera. Non appena la
testolina rossa di Lily fece la sua comparsa, il cuore di Scorp iniziò a
battere più in fretta. Ma perché? Non doveva andare
così, lui la odiava, si la odiava.
Non poteva provare altri sentimenti al di fuori dell’odio.
E ora che era li non sapeva cosa
dirle. Fino a qualche minuto prima si era preparato un discorso, qualcosa da
dirle. E ora il vuoto.
“Allora?” chiese lei, fissando i suoi occhi color
ghiaccio. Dio, quella situazione la infastidiva. Non aveva ancora ammesso a se
stessa di provare qualcosa per quel biondo impertinente eppure era agitata, non
sapeva perché.
“ecco..” iniziò lui, con voce
debole. Insicurezza nella voce di un Malfoy? Non era mai successo prima d’ora.
Lils lo fissò, non interruppe mai il contatto visivo.
“perché hai sbattuto così la porta ieri?” chiese tutto ad un tratto.
Merda, Lily non si aspettava quella domanda, per nulla.
Non sapeva che rispondere e tutta la sua sicurezza stava andando a quel paese.
Si schiarì la voce, cercando di
non far vedere la sua debolezza, eppure era certa che lui l’avesse notata, oh
sicuramente “perché? Sei un porco e quella scena mi ha fatto schifo” rispose lei,
cercando di mantenere un tono di voce calmo e pacato.
Eppure non le riusciva, quel ragazzo le dava i nervi.
“Di solito non si reagisce così, a meno
che..” “Non pensarlo nemmeno Malfoy, non azzardarti a pensare
una cosa del genere” lo fermò lei prima che lui potesse continuare.
“E se anche fosse? Che male ci
sarebbe?” continuò lui imperterrito. Si era esposto troppo, aveva
rischiato. Come gli era potuto passare per la testa di
azzardare così tanto?
“Aspetta, che vuoi dire con questo?” chiese lei,
leggermente confusa da tutto quello. Era certa che lui lo odiasse, ne era
pienamente sicura, lui glielo dimostrava ogni santo
giorno. Vide che lui fece dei passi nella sua direzione, per avvicinarsi. Il
cuore di Lily iniziò a battere freneticamente, quasi come se fosse stato preso
da un’ansia momentanea. La vicinanza di Scorp le faceva quell’effetto ora, dove
era finita la solita repulsione che provava?
“Che..volevo fermarti ieri”
sussurrò lui poco dopo, non riusciva a trovare le parole, dove diamine erano
finite le parole? “Che cosa? Volevi
fermarmi?” chiese lei ingenuamente.
Lui annuì, ancora incredulo di tutto quello. Si sedette a
terra, prendendosi la testa tra le mani e la scosse. No, non era pronto ad
accettare tutto quello. Non era pronto ad affrontare la gente, se stesso, i
suoi genitori.
Non sarebbe andata a buon fine quella storia, non avrebbe
avuto il solito lieto fine. Lils lo fissò, incapace di
reagire, cosa poteva fare? Ma soprattutto cosa poteva
dire? Nulla, non sapeva che dire.
“Senti io..andrei” sussurrò lei
poco dopo, il silenzio su quella torre, rotto dal vento stava diventando
insopportabile. Si voltò e cercò di percorrere le scale in fretta, senza
voltarsi, certa che lui non l’avrebbe fermata. Ancora.
Poi successe qualcosa, sentì una mano afferrarle il
braccio “No” disse lui, con voce bassa ma decisa “non posso perdere un’altra
occasione” sussurrò.
Ripensò alle lettere di Victoire,
la sua migliore amica nonché cugina di Lily. Si erano
conosciuti prima che lei finisse la scuola ed ora era
la sua confidente. Gli aveva detto di parlarle. E se fosse andata male? Lui non era pronto a soffrire, non
era pronto a soffrire per una Potter, suo padre
l’avrebbe ucciso.
“Lily fermati..” disse non
lasciando la presa. Ancora quel coraggio, ma da dove lo prendeva? Non lo
sapeva, sentiva che non poteva lasciarsela scappare ancora. Senza averle detto
nulla poi, no, non poteva permetterselo.
“Dimmi solo una cosa, poi ti lascerò andare” disse poco
dopo lui, deciso “anche tu senti che qualcosa è
cambiato vero?”
Lei non seppe che rispondere, che dire. Come comportarsi?
Sembrava serio e non intenzionato a prenderla in giro ancora, eppure sentiva
ancora quella strana sensazione quando lo aveva vicino.
Non disse nulla, mosse solo il
capo. Annuì. Non riusciva ad alzare lo sguardo, non riusciva
a fare nient’altro.
“Ora devo andare, davvero” disse poco dopo lei con un filo di voce, rossa in volto. Scese le scale
velocemente, nessuno la fermò quella volta.
Lei non voleva essere fermata. Si buttò sul letto del suo
dormitorio e iniziò a pensare. Se non se ne fosse andata? Cosa
sarebbe successo?
Il suo flusso di pensieri venne
interrotto dalla cugina Dominique, che entrò nella stanza. Non le disse nulla,
eppure sperava che lei si accorgesse che era successo qualcosa. Era una Veela
miseriaccia, qualcosa doveva intuire no?
“Bè?” chiese la biondina poco dopo, notando che Lils la fissava da tipo cinqueminuti buoni.
“Ecco..” sussurrò flebilmente la
rossa, evitando lo sguardo della cugina “sono-sono stata sulla torre..all’appuntamento
con Scorpius” concluse poco dopo. Chiamarlo appuntamento era una cosa
esagerata, un incontro ecco. Un incontro che le aveva cambiato il pomeriggio,
la vita, come preferite.
“tu cosa?!” chiese Dominique poco
dopo, spalancando gli occhioni azzurro ghiaccio.
“Mi aveva scritto Domi, non potevo non andare..sembrava, era importante” si corresse mentre parlava. Si, era importante. Quelle poche parole avevano cambiato tutto.
Ancora.
Lils incrociò le gambe e strinse un cuscino, iniziò a
raccontarle dello strano pomeriggio che aveva passato, senza tralasciare alcun
dettaglio. La cugina la ascoltava annuendo, cercando di non perdere nulla del
racconto della cugina.
“Wow..” sussurrò poco dopo, anche
lei stupita “si è esposto così tanto? Non lo facevo così coraggioso in fatto di
sentimenti”
“Eppure Domi, cosa devo fare? Non so come
comportarmi, io…” disse Lily lasciando la frase in sospeso. Lei cosa?
Non lo sapeva nemmeno lei, anzi lo sapeva, ma non
riusciva a spiegarsi.
“Ho capito Lily, non c’è bisogno che tu lo dica a voce
alta se non sei ancora pronta” sorrise lei. La capiva sempre al volo, sempre.
“Ma come fai?” chiese lei
scoppiando in una risata cristallina. Domi alzò le spalle, non lo sapeva,
eppure riusciva a capire la cugina in un secondo.
Forse era l’amore che era semplice da capire.
Nel frattempo Scorp era rimasto sulla torre, con la testa
tra le mani. Era passata un’ora da quando Lily era scesa, nessuno l’aveva
cercato. Non voleva essere trovato forse. Qualche minuto dopo quel pensiero una
voce familiare stava borbottando sulle scale “Albus!” urlò lui, alzando la
testa “che diamine ci fai qui?” chiese poco dopo.
“Mah ero venuto per studiare, cosa che sicuramente non stavi facendo tu” constatò Al, notando le condizioni dell’amico “che ci fai tu
qui piuttosto? Hai portato qualche bella ragazza?” chiese
prendendolo in giro e ridendo.
Ma le sue risate morirono poco dopo
nel notare l’espressione sulla faccia dell’amico.
“Scorp, che ti succede?” chiese serio qualche secondo
dopo, sedendosi accanto all’amico “Ho visto Lily, l’ho invitata io a salire qui
e lei è venuta” spiegò rapidamente il biondo, senza
guardare il fratello di Lils.
“Che cosa?!” chiese lui, stupito “l’hai
fatto davvero? E che vi siete detti? Non l’avrai baciata vero? Altrimenti ti stacco le labbra” lo minacciò, cercando di fare
ironia.
Scorp lo fissò senza dire nulla e anche lui prese a
raccontare il pomeriggio che aveva appena passato, tutto ciò che era successo.
Sia Lils che Scorp evitarono di
incontrarsi dopo la chiacchierata che avevano avuto, non litigavano nemmeno e l’intera
scuola l’aveva notato. Niente urla, niente bacchette, niente punizioni.
Qualcosa doveva essere successo. Eppure qualcosa doveva
succedere, non potevano continuare ad ignorarsi perennemente,
si sarebbero scontrati prima o poi e si sarebbero affrontati ancora.
E lo scontro avvenne, in privato e di nascosto. Si
ritrovarono nella serra della scuola, entrambi allo stesso orario. Quell’incontro
non era programmato e non appena Scorp si accorse della rossa nella sera si girò, pronto per andarsene.
“Aspetta Scorp” lo chiamò lei, stavolta era stata lei a
fermarlo. Non potevano evitarsi per sempre “non possiamo
andare avanti così e lo sai. Affrontiamo la cosa e decidiamo cosa fare.
Ormai è appurato che io provo qualcosa per te..” deglutì,
senza incontrare i suoi occhi “e non so nemmeno cosa passa per la tua testa
sinceramente. Non so cosa devo fare, come devo
comportarmi. Io ti odio per la miseria, so che è così. Tu..tu
mi confondi ecco” disse lei, concludendo tutti i suoi pensieri.
Alzò lo sguardo e lo vide pericolosamente vicino a lei, la
distanza tra loro due era minima, poteva succedere di tutto.
“Potter, potter, potter..cosa devo fare con te eh? Prima
ti odio e ora, non so nemmeno io che cosa mi stai facendo” sussurrò guardandola
negli occhi verdi “forse mi hai stregato, sarebbe una
vendetta degna di te sai?” constatò lui.
Lei si allontanò “ perché dovrei
stregarti? Sai
che ti odio, non vorrei provare nient’altro. E invece ora sono qui, con il
cuore a mille per colpa tua. Ti odio” sussurrò lei, poco convinta
delle ultime due parole.
“Vorrei..fare una cosa” disse lui
poco dopo. “Ma devi promettermi che non farai nulla, non
urlerai, non ti dimenerai, non farai nulla. Devo solo
capire, chiaro?”.
Lils annuì, non era pronta a qualsiasi contatto con il
giovane Malfoy, avrebbe reagito comunque, sia in positivo che
in negativo.
Ma sapeva anche lei come avrebbe
reagito, sapeva che quel momento era il momento che aspettava qualche giorno,
da quando qualcosa in lei era cambiato.
Scorp fece un altro passo nella sua direzione e le cinse
la vita con un braccio, l’altra mano invece le spostò una ciocca di capelli
rossi dietro all’orecchio. Gli occhi di lui si
rispecchiavano in quelli di lei.
“Non fare nulla..mi raccomando”
sussurrò lui, a fior di labbra. Lils sentì il suo respiro sul volto, provò una
sensazione strana, bella.
Non si mosse, se non per avvicinarsi a lui. Aspettò,
socchiuse gli occhi interrompendo il “contatto visivo” che si era creato tra i
due.
Successe tutto in fretta, eppure a lei sembrò che quel
momento durò ore. Sentì un tocco umido e freddo posarsi sulle sue labbra. Un
tocco che le fece impazzire il battito cardiaco.
Un bacio, il primo bacio di Lily,
forse il centesimo di Scorpius.
Un bacio di quelli veri, non di quelli di nonna Molly. Un
bacio di quelli attesi, un bacio serio.
Gli aveva promesso che non si sarebbe mossa, ma non
resistette. Passò le braccia attorno al collo di lui e
si mise in punta di piedi. Lui le strinse la vita, avvcinandola di più a sé.
Quel bacio durò tanto, parecchio. Le lingue dei due
giocavano a ricorrersi, si prendevano e si allontanavano.
Lui la fece sedere sopra il tavolo da lavoro, non era uno
che si conteneva in quelle situazioni, anzi, se fosse stato per lui sarebbe arrivato direttamente in terza base.
La voglia di staccarsi da quel bacio era assente,
inesistente.
Un vaso cadde a terra e quello costrinse i due a
staccarsi. Non ci furono parole, solamente sorrisi imbarazzati.
Le labbra di Lils reclamavano ancora quelle di Scorp, ora
che era successo tanto valeva ripetere no?
“Credo che questo basti..come
conferma” disse lui, con il respiro leggermente affannato. La aiutò a scendere
dal tavolo e la baciò ancora, non era certamente da lui comportarsi così,
eppure sentiva di non averne mai abbastanza di quelle labbra così rosse.
“Direi che..questo resterà tra
noi, promesso?” chiese lui poco dopo. Lei annuì “ora..che
faremo? Andremo avanti con questa storia?” chiese lei,
prima di andarsene.
Lui annuì “Si, andremo avanti, in
segreto. Se dovessero scoprirci sarebbe la fine. Davanti
a tutti fingeremo di odiarci, come sempre. Ci sentiremo tramite biglietti
magici, gufi che non sono i nostri, ci vedremo. Non sparirò
Lils, non credo di poterlo fare ora” disse lui, per poi ritornare al suo
dormitorio.