A Colt's Tale di crazyhorse (/viewuser.php?uid=116878)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** A Time Jump ***
Capitolo 2: *** Trust No One ***
Capitolo 3: *** Without You I'm Nothing ***
Capitolo 4: *** See You ***
Capitolo 5: *** I'm Gonna Shoot My Lady ***
Capitolo 6: *** You've Come to the Right Place ***
Capitolo 7: *** Feel the Air Up Above ***
Capitolo 1 *** A Time Jump ***
A TIME JUMP
DISCLAIMER: Supernatural ed i suoi personaggi non mi appartengono. Mi appartiene, invece, il personaggio di
Allison Carter. Questa storia è stata scritta senza scopo di lucro.
Ho scritto questa storia ispirata da un episodio di X-Files (lo giuro!!
Il 6x03-Triangle in particolare). Fatemi sapere cosa ne pensate!
A TIME JUMP
Era notte fonda lungo l'interstatale 70; una notte serena e tranqilla
con il cielo che sfoggiava milioni di stelle scintillanti. Le uniche
due auto lungo quel tratto di strada che costeggia il Kansas River a
ovest di Topeka erano la Chevrolet Impala con a bordo Sam e Dean
Winchester seguita dalla Pontiac Firebird di Allison Carter che
trainava un rimorchio sul quale due cavalli stavano beatamente
riposando.
All'interno della prima vettura i due fratelli Winchester erano in fibrillazione:
-Sam, dobbiamo riuscire a prendere quella pistola! Sai cosa vorrebe
dire riaverla?- Non lasciò il tempo a Sam di rispondere, ma
continuò euforico: -Te lo dico io cosa significherebbe.
Significherebbe poter eliminare un sacco di figli di puttana molto
più velocemente e senza troppi problemi!- Attese qualche secondo
incerto se continuare o meno poi decise per la prima opzione: - e
senza...costringere quei disgraziati di esseri umani
posseduti...a...vomirarli....con...conseguenze...disastrose..per tutti...-
Era vero che da quando Allison si era unita a loro Sam era
cambiato e con lui, Dean ne era convinto, anche i suoi poteri. Non
sapeva perchè,
ma era così. Forse perchè lei gli dava una maggiore
serenità, o forse perchè i loro poteri erano in qualche
modo in sintonia, sulla stessa frequenza. Comunque fosse, Dean era
quasi sicuro che ora Sam avrebbe potuto usare i
suoi poteri tranquillamente, senza bisogno di sangue di demone.
Appunto..."quasi sicuro", e quel "quasi" gli pesava sul cuore come un
carico da cento. Per questo motivo preferiva non rischiare di
ritrovarsi nuovamente con un
fratello assuefatto al sangue di demone. Quando ci pensava, le urla e
gli strepiti di Sam rinchiuso nel bunker a prova di demone a casa di
Bobby gli risuanavano ancora nelle orecchie. Anche se Castiel gli
avesse detto e ridetto che quello non era completamente Sam, quelle urla
lo annientavano dentro, letteralmente; gli frantumavano l'anima oltre
ogni possibile limite di sopportazione umana. Nonostante avesse
sempre fatto tutto quello che era in suo potere per impedire a
Sam di trovarsi in quella dannata situazione, non sempre riusciva a
controllare tutto e, quando succedeva, lui avrebbe sempre preferito
essere morto piuttosto che vedere suo fratello in quelle condizioni.
Quello e nessun altro era il motivo per il quale riprendersi
la Colt era diventato il suo chiodo fisso da diverso tempo, la sua
unica ossessione.
Sam, sbuffando, decise saggiamente di soprassedere all'ultima
affermazione di Dean:
-Lo so, lo so...ma calmati non sappiamo
neanche esattamente dove andare a cercarla.-
-Ma Bobby, cos'ha detto di preciso?- chiese Dean, contento di non
dover litigare per l'ennesima volta relativamente ai poteri di Sam e
all'uso che lui ne aveva fatto in passato e potrebbe ancora farne.
Sam, con pazienza, mise al corrente suo
fratello circa le telefonate che aveva avuto con Bobby durante la sera...per la milionesima volta:
-Ha avuto una soffiata da una cacciatrice di Kansas City, una certa
Dana Shepard. Secondo le sue informazioni la Colt sarebbe nelle mani di
un gruppo di demoni barricati all'interno del parco sul Clinton Lake a
sud est di Topeka. Solo che la zona è molto vasta. In ogni caso
dovrebbe chiamare da un momento all'altro per darci informazioni
più precise.-
Nel frattempo nella vettura che seguiva l'Impala di Sam e Dean, Allison
stava guidando da otto ore di seguito e stava morendo dal sonno.
Le uniche due
cose che la tenevano sveglia in quel momento erano la voce di Eddie
Vedder
e la musica dei Pearl Jam che pompavano a tutto volume attraverso le
casse dell'impianto stereo. Erano passate solo poche settimane da
quando si era unita ai fratelli Winchester ed aveva
già accumulato un debito di sonno molto più grande del
debito pubblico di tutti gli Stati Uniti d'America messi insieme. In
effetti non ci aveva messo molto a
capire come mai Dean e Sam ascoltassero praticamente solo musica
"pesante": con qualunque altro genere musicale sarebbe stato
impossibile stare svegli così tante ore di seguito come facevano
loro quando andavano a caccia. E lei era stata subito d'accordo con
loro: in certi momenti, come quello, l'unico modo per non addormentarsi
era sparare del buon e sano rock attraverso le casse dell'autoradio
sfruttando tutti i watt di cui queste erano capaci. Tuttavia Allison
condivideva con Dean
solo la passione musicale per la classe del rock dei Led Zeppelin;
rispetto al metallo pesante dei Black Sabbath e dei Metallica, lei
prediligeva ancora una volta la classe del rock dei Garbage, dei Deep
Purple e, ovviamente, dei Pearl Jam, senza disdegnare qualche rara
incursione nel grunge insieme ai Nirvana e agli Alice In Chains.
I tre ragazzi erano in piedi da più di
24 ore, ma Allison sapeva che avrebbe dovuto tenere duro ancora per molto,
perchè lo scopo del loro viaggio verso Topeka non era recuperare
una pistola qualunque, ma "la pistola": la Colt che fu costruita
nel 1835 da Samuel in persona e che era in grado di uccidere praticamente qualunque
cosa. Dean le aveva spiegato bene il valore di quell'arma, ne sembrava
addirittura ossessionato. Mentre questi pensieri le attraversavano
la mente di Allison, il suo cellulare squillò facendole fare un salto
sul sedile della macchina:
-Oh, accidenti Sam mi hai spaventata a morte!- rispose stizzita.
Normalmente era una ragazza dolce e paziente, ma il sonno la poteva
trasformare in un mostro.
-Scusa. Ascolta ho appena sentito Bobby. Dice che i demoni che hanno la
Colt si sono impossessati di una serie di capanni della guardia
forestale nella parte nord-est del parco. Ci stiamo
dirigendo lì, in questo momento!- la aggoirnò Sam.
-Ok, vi seguo!- disse Allison tranquillamente, sorvolando sul fatto che
le sembrava quasi che l'Impala davanti a lei prendesse la forma di un
meraviglioso e morbido letto a baldacchino.
-Ci vediamo là- rispose Sam riagganciando. Poi rivolgendosi a Dean disse:
-Non sarà per niente facile! Bobby dice che saranno almeno una
dozzina!- Era stanco anche lui e preoccupato per di più, aveva
la sensazione che Dean pensasse solo a riprendersi la Colt senza
considerare i pericoli che avrebbero dovuto affrontare: loro erano in
tre ed Allison aveva poca esperienza. Combattere una dozzina di demoni
infuriati sarebbe stato tutt'altro che facile, soprattutto in considerazione del fatto che la Colt ce l'avevano i cattivi.
Pensieroso, Sam gettò un'occhiata fuori dal finestrino della
macchina e, quasi gli venne un infarto quando vide Castiel sul ciglio
della strada. Con il suo inseparabile impermeabile e l'inconfondibile
espressione impassibile del volto, lo stava fissando negli occhi.
Sobbalzando sul
sedile Sam disse:
-Ma che diav...- non fece in tempo a terminare la frase che un bagliore
accecante invase l'abitacolo dell'Impala cosringendolo a chiudere gli
occhi. Le sensazioni che ebbe dopo, furono nell'ordine: un freddo
terrificante che gli penetrava fino nelle ossa, una serie di colpi che
gli arrivavano da ogni direzione e terra, tanta terra, terra da ogni
parte.
Quando la luce accecante di qualche secondo prima glielo permise, Sam
finalmente riuscì ad aprire gli occhi e si ritrovò lungo
disteso su una strada di terra battuta ricoperto di polvere e ammaccato
in ogni centimetro del suo corpo. Con fatica si mise a sedere,
sputò tutta la terra che aveva in bocca e disse:
-Ehy, ma dove sono finito? Ma dov'è finito l'asfalto? Qui c'era una strada un secondo
fa! Ma cosa sta....- fu interrotto dal rumore di zoccoli di
cavalli e di una carrozza. Nelle ultime settimane, grazie ad Allison,
era diventato un'esperto in materia di rumore di zoccoli di cavalli, e
quelli che si stavano avvicinando velocemente erano decisamente quattro
cavalli al galoppo. Rivolse lo
sguardo in alto, dietro di sè, e vide che due
grosse lanterne stavano puntando dritte su di lui.
Cercò di alzarsi il più in fretta possibile, ma fu
comunque colpito da una grossa carrozza e scaraventato a diversi metri
di distanza.
Sam non riusciva a credere a quello che stava succedendo: un momento
prima era di fianco a suo fratello in macchina e il momento dopo si
ritrovava
tutto dolorante disteso su una strada sterrata e per poco una carrozza
del 1800 non lo metteva sotto! Il suo cervello cominciò a
lavorare febbrilmente per capire cosa c'entrasse Castiel in tutta quell'assurda situazione.
Se questi avvenimenti lo avevano lasciato incredulo, ciò che avvenne dopo lo lasciò letteralmente sbigottito.
Sam notò che la carroza non era sola, ma era seguita da una
nutrita scorta di uomini e donne a cavallo tutti con pantaloni e
giacche scure e cravattine e merletti attorno al collo: in totale
saranno stati una
decina.
Evidentemente il cocchiere si era accorto di aver urtato
qualcosa, perchè la carrozza si fermò, e dopo pochi
istanti ne scese un uomo che gli si avvicinò con passo deciso.
D'istinto Sam mise una mano nella tasca della giacca e l'altra alla cintura dei pantaloni:
mentalmente ringraziò almeno un milione di volte suo padre che
gli aveva insegnato a stare sempre in campana e, quindi, a non andare
mai in giro disarmato e sfornito di sale.
Più quell'uomo si avvicinava, più Sam si convinse di
conoscerlo. Rimase di pietra quando gli si parò davanti un Bobby
vestito di tutto punto, con tanto di giacca scura e cravattino al
collo. A quella vista Sam si tranquillizzò e cominciò:
-Oh Bobby, meno male! Cos'è...-
L'uomo che aveva di fronte, però, non era in vena di convenevoli:
-Senti ragazzo, non so come fai a sapere il mio nome, non ti ho mai visto in vita
mia...- lo squadrò da capo a piedi con occhi diffidenti,
poi continuò: -non so chi sia il tuo sarto e, sinceramente non
lo voglio neanche sapere, ma sono convinto che la fatina verde(1) ti abbia
preso un po' la mano questa sera, eh?-
Detto questo, l'uomo identico a Bobby, e che a quanto pareva
condivideva con il cacciatore anche il nome, fece per ritornare verso
la
carrozza ma, vedendo che Sam rimaneva immobile, gli disse:
-Senti se non fosse per la signora sulla carrozza, io ti avrei lasciato qui! Allora ti muovi!?-
Chidendosi se stasse facendo la cosa giusta, Sam s'incamminò
verso la carrozza dietro...dietro il cocchiere....sì,
pensò, quello doveva essere il cocchiere. Ma, Bobby?
Una volta raggiunta la
carrozza, il tizio che Sam pensava fosse Bobby lo esortò a
salire senza pensare troppo alle buone maniere.
Una volta dentro vide che l'abitacolo era occupato da quattro persone:
tre donne ed un uomo, ma non tre donne ed un uomo qualunque. Sulla
carrozza c'erano Ellen dallo sguardo minaccioso ed
armata di fucile, Pamela Barnes tranquillamente seduta accanto al finestrino,
Allison e suo fratello Dean.
Come lo vide entrare, Allison afferrò una piccola borsa, si alzò in piedi e gli andò
incontro.
Sam, contento come una pascqua, le disse:
-Oh, Ally, meno male!-
Poi, senza pensarci, ma come se fosse un gesto
automatico, l'abbracciò e le diede un bacio. Tuttavia si
rese subito conto
che qualcosa non andava: lei aveva serrato le labbra, era rigida e non
stava rispondendo per niente nè al suo bacio, nè al suo
abbraccio.
Ebbe la conferma che quelle che aveva davanti non erano le persone che lui credeva che fossero, quando sentì un pugno
potente stamparsi sulla sua faccia; arrivò talmente forte ed
inaspettato che Sam dovette chinarsi per far smettere la sua testa di
girare. Quando il mondo intorno a lui si fermò, guardò
nella direzione da dove era arrivato il pugno e vide un Dean imbufalito e anch'egli vestito elegantemente con un completo scuro
e un nastro legato attorno al collo. Con un tono tutt'altro che
amichevole gli disse:
-Senti, tieni le mani a posto. Tu sei qui solo perchè mia moglie, che per inciso si chiama Rachel,
è più caritatevole di quello che io vorrei, quindi se non
vuoi che ti butti fuori a calci siediti e stai tranquillo, va bene!?-
mentre parlava indicava Allison di fianco a lui.
Quel gesto
lasciò Sam di stucco: voleva dire che Allison era sua moglie?
Sam
era sconvolto, non capiva più niente, tuttavia pensò
fosse meglio seguire il consiglio che gli avevano dato, quindi, senza
fiatare si
sedette dove
gli era stato indicato e cominciò a studiare la situazione.
Decise che la cosa migliore da fare fosse tenere d'occhio le persone che
occupavano l'abitacolo di quella carrozza:
Ellen lo stava fissando con molta diffidenza e puntandogli il fucile
addosso; Pamela, invece, lo ingorava completamente mentre se ne stava
tranquillamente seduta vicino al
finestrino e osservava il paesaggio fuori da esso; Dean e Allison,
cioè Rachel,
stavano seduti vicini e confabulavano sottovoce. Dai loro gesti, Sam
capì che stavano discutendo e che non erano
affatto d'accordo, qualunque fosse l'argomento.
Lo stomaco di
Sam fece una capriola mentre guardava Allison così "intima" con
un uomo identico a suo fratello, anche se ormai aveva capito che nessuno
era quello che
Sam pensava. Si sistemò leggermente sul sedile in modo da
avvicinarsi più che poteva ai due davanti a lui senza destare sospetti, ma
contemporaneamente carpire qualcosa della loro discussione. In
quel momento era lui a parlare:
-Rachel, ti rendi conto che non possiamo permetterci cose di questo
tipo? Abbiamo tirato su dalla strada questo tipo strano...dannazione ti
ricordi cosa dobbiamo consegnare a Lawrence?- dal tono di voce era
chiaro che quell'uomo era non solo preoccupato e nervoso, ma anche in collera.
Lei gli rispose:
-Samuel non potevamo lasciarlo lì dopo averlo quasi ucciso! E se
fosse stato ferito gravemente? Avanti, abbiamo una scorta sufficiente
che ci protegge e siamo quasi arrivati! E poi sono convinta che sia una
persona buona, guarda i suoi occhi, non sono cattivi!- Poi assumendo un
tono di voce ed un'espressione del viso quasi offesi terminò: -E
poi non venire a dirmi, per favore, che non mi ricordo quello che
stiamo trasportando perchè sono mesi che sembri un fantasma a
causa di
quest'arma!-
Sam notò che, mentre lei pronunciava quelle parole, lui cercava
nervosamente di nascondere sotto il sedile sopra cui era seduto una
valigetta.
-Non mi fido! Dovevamo aspettare! E' troppo presto per fare la
consegna!- sentenziò l'uomo che doveva chiamarsi Samuel.
Rachel rispose al marito come scandalizzata:
-Samuel sei impazzito? Dobbiamo mandare avanti l'altro progetto!!
L'abbiamo già rimandato troppe volte! Fra poco inizierà
la bella stagione che è l'ideale per lavorare in Wyoming! Non
possiamo farlo d'inverno! E poi non possiamo tenere con noi l'arma!
Sarebbe come lasciare la chiave nella serratura di una cassaforte!! I
Campbell e i Carter sono famiglie fidate! Faranno buon uso della
pistola! Andrà tutto bene! Vuoi rilassarti per favore?- concluse evidentemente esausta.
Quella lavata di capo al marito mise fine alla discussione.
A quel punto i pensieri di Sam si concentrarono più che altro
nel mettere insieme i dati, che aveva recepito ascoltando i due davanti
a lui, come tasselli di un pazzle. Un'idea assurda gli
attraversò
il cervello sovracarico di informazioni:
"Allora mi trovo in una
carrozza che sarà del 1800 più meno" pensava guardandosi
intorno nell'abitacolo "Con me c'è un uomo che evidentemente si
chiama Samuel e che sta trasportando un'arma...un'arma...non grande se
è veramente all'interno di quella valigetta che nasconde sotto
il sedile."
Ebbe una folgorazione: "Dannazione...Samuel...pistola....la Colt! Merda,
allora
sono finito nel 1835 insieme a Samuel Colt che ha la faccia di mio
fratello e che sta trasportando la pistola per consegnarla alla mia
famiglia e a quella di Allison! E come se non bastasse è sposato
con questa Rachel che ha la faccia di Allison!"
Ora Sam era
veramente sconvolto!
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Capitolo 2 *** Trust No One ***
TRUST NO ONE
TRUST NO ONE
Dopo aver realizzato ed accettato il fatto che si trovava nel 1835
seduto su una carrozza insieme a Samuel Colt e sua moglie Rachel che
(con grande orrore da parte sua) avevano l'aspetto rispettivamente
di Dean e di Allison, Sam decise che era
meglio concentrarsi sulla pistola. Ora sapeva che la stavano
trasportando per consegnarla a qualcuno a Lawrence che doveva
trovarsi a
non più di 60 Km da dov'erano loro in quel momento...sempre che
il salto indietro nel tempo non fosse avvenuto in contemporanea con un
salto nello spazio. Cioè, veramente a quanto aveva capito Sam la
Colt non sarebbe stata consegnata a qualcuno a caso, ma ai suoi
antenati e a quelli di Allison.
Era completamente assorto nelle sue riflessioni, che quasi non si accorse che la
carrozza stava rallentando progressivamente fino a fermarsi di fronte
ad una villa di diversi piani appena costruita in pieno stile
tardo georgiano. Guardando fuori dal finestrino Sam notò che era
completamente isolata: tutt'intorno c'era un enorme parco fitto di
alberi e immerso nel buio più scuro.
Una volta fermi, Colt si rivolse a Pamela:
-Pamela?- chiese semplicemente. Lei per tutta risposta chiuse gli
occhi, inspirò profondamente e rimase immobile per alcuni
secondi; infine disse tranquillamente:
-Non sento niente. Possiamo andare.-
-Bene!- disse Colt.
Ellen fece loro segno di aspettare, dopo di che scese per prima con il
fucile spianato, si guardò intorno e si diresse verso una
ragazza bionda a cavallo che si era fermata subito dietro la carrozza.
Sam la riconobbe subito:
"Jo!!"
Le due donne si scambiarono alcune battute, poi Ellen fece ritorno alla carrozza e disse:
-Siamo soli, nessuno ci ha seguiti, potete scendere!-
A quel punto Colt si alzò, prese in mano la valigetta da sotto il sedile e, senza troppe cerimonie, si rivolse a Sam:
-Prima tu, dai muoviti!- e lo spinse leggermente giù dalla carrozza.
-Ehi!- si azzardò a protestare Sam voltandosi indietro e vedendo che anche
Allison...cioè Rachel aveva lanciato un'occhiataccia al marito.
Quando tutti furono scesi, la comitiva si diresse verso l'ingresso
della villa. Sam, notò che tuttavia tre uomini rimasero fuori, e
sembrava che il loro compito fosse quello di fare la guardia alla
carrozza e controllare che nessuno si avvicinasse all'edificio.
Una volta entrati, il cacciatore si trovò di fronte al banco di
accettazione di un albergo di lusso. Il salone in cui si trovavano era
enorme, alto una decina di metri e ben illuminato da lampadari di
cristallo, ma la luminosità del salone era ancora maggiore
grazie al riverbero prodotto da diversi specchi appesi alle pareti e da
un pavimento di marmo candido e lucente. La parete nord, quella dove si
trovava l'ingresso dell'albergo, era costituita da una serie di porte
finestre enormi, protette da pesanti tende bordò e drappi
dorati.
-Buonasera signori, posso aiutarvi?-
Nell'udire quella voce dallo spiccato accento inglese, il sangue nelle
vene di Sam si gelò all'istante. Con il viso contratto dall'ira
che gli pervadeva le viscere, si voltò ed ebbe la conferma dei
suoi sospetti: la voce che aveva dato loro il benvenuto apparteneva a
Bela.
Colt si avvicinò a Pamela e la fissò negli occhi
intensamente. Lei, come prima, sfruttò le sue capacità da
sensitiva per verificare se la costruzione fosse sicura o meno. Dopo
pochissimi istanti, annuì lievemente col capo.
Forte di quella conferma, Colt prese accordi con Bela per il pernottamento.
Nel frattempo Sam
era in fibrillazione: capì subito che la presenza di Bela e
della Colt nello stesso edificio non poteva essere una coincidenza. In
quel momento Sam capì perchè Castiel l'aveva spedito
indietro nel tempo: quella notte la Colt sarebbe stata rubata e lui
doveva a tutti i costi
impedirlo. Gli venne in mente solo una cosa, e quella fece.
Andò da Rachel e, pregando che lei fosse sufficientemente pazza
da credergli, le disse:
-All...ehm...Rachel, scusa ma non possiamo fermarci qui!-
Lei lo guardò stupita e gli disse con tono sarcastico:
-Oh, e perchè no?-
Sam avrebbe voluto spiegarsi meglio, ma non c'era il tempo, Colt si stava già avviando verso le scale:
-Perchè quella donna dietro al bancone questa notte
ruberà la pistola che state trasportando!- mentre parlava
sperava che il suo cervello non si fosse sbagliato proprio questa volta.
Rachel lò fissò negli occhi, scavò in quegli occhi
dallo strano colore verde-nocciola che la fissavano, per cercare di
capire come faceva quel ragazzo
dall'abbigliamento....stravagante a sapere quello che lei e suo marito
avevano
pianificato tanto segretamente per mesi. Alla fine si convinse e disse
solo:
-Aspetta.-
Si diresse verso suo marito, lo fermò a metà della
scalinata e gli sussurrò qualcosa nell'orechio. Per tutta
risposta lui alzò gli occhi al cielo e, con un'evidente
espressione scocciata sul volto si avvicinò nuovamente a Pamela.
Con molta tranquillità lei ripetè per la terza volta la
sua scansione sensoriale dell'edificio e, per la terza volta
annuì pacificamente. A quel punto Colt, senza dire una parola
riprese a salire le scale seguendo Bela che gli faceva strada.
Sam si sentì crollare sopra la testa l'intera villa con tanto di
lampadari di cristallo e drappi dorati. Cercò con lo sguardo Allison e vide
che lo stava fissando preoccupata.
Mentre altri tre cacciatori rimasero di guardia nel salone, Bela
condusse il resto della comitiva al secondo piano dove furono assegnate
le stanze a tre dei sei cacciatori rimasti che avevano il compito di
proteggere i viaggiatori durante la notte. A questo scopo Ellen, che
a quanto capì Sam doveva essere il capo, disse perentoria:
-Rufus e Jo farete il primo turno. Io controllerò la sua stanza.- ed indicò Sam.
A questo punto fu la volta di Sam e di Samul e Rachel Colt ad essere accompagnati nelle rispettive stanze.
-Da questa parte, prego.- disse Bela indicando a destra, ma
incamminandosi verso sinistra: il risultato fu che Colt le
andò addosso.
-Mi scusi, mi scusi! Volevo dire a sinistra.- si affrettò a giustificarsi Bela, sorridendo maliziosamente.
A Sam venne assegnata la stanza 235. Senza fiatare, siccome Ellen aveva
tutta
l'intenzione di passare la notte davanti alla porta di quella stanza
con il fucile spianato, Sam entrò e si chiuse a chiave. Non appena dentro, cominciò a studiare ogni
centimetro di quella stanza in cerca di una via di fuga per impedire a
Bela di impadronirsi della pistola.
I coniugi Colt ebbero la numero 256. Rachel era stanchissima e
ricoperta di polvere, ma l'unico pensiero che aveva per la testa era il
ragazzo che avevano investito con la carrozza poco prima di fermarsi in
albergo. Avrebbe voluto visitarlo per accertarsi che stesse bene quando
erano ancora in viaggio, ma la discussione con suo marito l'aveva fatta
talmente infuriare che aveva deciso di rimandare. Poi quelle strane
frasi che le aveva rivolto nel salone prima...fissandolo negli occhi
aveva capito subito, con enorrme stupore, che di lui avrebbe potuto
fidarsi. Mentre cercava una scusa per uscire dalla camera, fece
qualunque cosa potesse sembrare naturale agli occhi di suo marito:
aprì il suo bagaglio,si sciaquò il viso con un pò
d'acqua, si avvicinò alla valigetta che conteneva la pistola per
controllarla e sistemò per bene il cuscino dalla sua parte del
letto. Nel frattempo lui stava freneticamente cercando qualcosa
nei suoi bagagli:
-Dannazione! Eppure ero convinto di averlo messo in tasca!- disse
nervosamente. Poi si accorse che Rachel stava trafficando attorno alla
valigetta della pistola:
-Cosa stai facendo! Allontanati subito!- disse rabbiosamente.
Quella fu la goccia che fece traboccare il vaso della pazienza di Rachel:
-Ehi, stammi a sentire o cambi atteggiamento oppure me ne vado! Ti
faccio presente che quella pistola l'abbiamo costruita insieme! Insieme
abbiamo pianificato tutto per la consegna. So perfettamente cosa stai
provando in questo momento, ma se devi proprio sfogarti vai a prenderti
un whiskey!- era furiosa, ne aveva abbastanza di suo marito e delle sue
paranoie per quella dannata pistola!
Dopo che si fu calmata un poco, si rivolse di nuovo a Samuel:
-Cos'è che non trovi?- gli chiese.
-Il portafoglio! Non lo trovo! Devo averlo lasciato in carrozza!
Dannazione!- imprecò nuovamente. Poi, mentre si dirigeva verso
la porta:
-Vado a vedere se riesco a trovarlo!-
Rachel ebbe un'illuminazione:
-Aspetta! Vado io!- disse velocemente. Poi, con dolcezza, si
avvicinò a lui, lo accarezzò dolcemente sul viso e
continuò:
-Tu sarai stanco. Stenditi. Vado io a controllare!-
-Oh, piccola! Grazie! Scusa per prima.- e si fece perdonare con un bacio, prima di tornare vicino al letto.
-Scuse accettate! Rilassati un po'. Torno subito.- rispose lei sorridente.
Prese la borsa con dentro l'occorrente per visitare il ragazzo ed
uscì, contenta di non aver dovuto inventare una scusa
plausibile, cosa che le riusciva sempre malissimo.
Andò immediatamente a controllare nella carrozza, ma del
portafoglio di suo marito non c'era neanche l'ombra, così si
diresse verso la sua reale meta. Si fermò davanti ad Ellen e le
disse:
-Ellen?-
-Sì?-
-Ho visto qualcosa che si muoveva fuori. Puoi controllare per favore?-
Ellen cercò di protestare:
-Signora non so se sia il caso..-
Ma Rachel fu irremovibile:
-Ellen, per favore...-
A quel punto Ellen capì che
se la signora voleva fidarsi di uno spiantato come quello che c'era in
quella stanza non erano affari suoi: alzando gli occhi al cielo e senza dire una parola si diresse
verso le scale e cominciò scendere verso il salone.
Assicuratasi che Ellen fosse ormai lontana, Rachel bussò alla stanza 235.
Prima che il ragazzo venisse ad aprire, lei sentì un forte
trambusto ed il rumore della finestra che si chiudeva con un botto.
Quando apparve sulla soglia, l'ultimo arrivato della comitiva sembrava
un po' affannato. Rachel fece finta di non accorgersene:
-Senti, scusa. Ma volevo visitarti. Se non ti dispiace.- poi siccome sembrava che lui non afferrasse, precisò:
-Sono un medico, vorrei essere certa che l'impatto con la carrozza non ti abbia procurato lesioni.-
-Oh, beh...grazie, ma sto bene.-
Lei ebbe la netta sensazione che non volesse farla entrare, ma doveva a tutti i costi parlargli:
-E' questione di poco...vorrei stare tranquilla. Per favore...ho bisogno di parlarti!- si convinse infine a confessargli.
-Oh, entra....-
Una volta dentro ebbe un brivido di freddo:
-Ma che freddo qui!- constatò lei
-Oh, beh, io...ehm...ho aperto la finestra per...ehm cambiare un
pò l'aria- concluse Sam visibilmente in imbarazzo sorvolando sul
fatto che quando lei aveva bussato lui si trovava, in realtà, a cavalcioni della
finestra con un piede già sul cornicione.
Quella risposta sembrò convincerla, perchè a quel punto
Rachel prese il ragazzo per mano e lo portò vicino alla luce della lanterna, lo
fissò bene negli occhi e poi disse:
-Allora sbrighiamo prima le formalità. Mal di testa?-
-No.-
-Dolori particolari mentre ti muovi?-
-Si, un po' dappertutto-
-Quello è normale per l'incidente che hai avuto. Come ti chiami?-
-Sam....-pensò se dirle anche il cognome, poi realizzò
che lei non poteva conoscerlo, per cui
completò:
-Winchester.-
-In che anno siamo?-
-1835!- rispose mentre pensava "Ti prego non chiedermi anche il giorno!". Fu fortunato:
-Quante sono queste?- e gli mostrò tre dita della mano sinistra.
-Tre...ma senti io sto bene...-
-Lo so...ora. Adesso le cose importanti. Allora, Sam Winchester, chi
sei veramente? Come fai a sapere della pistola? Cosa ci fai qui?-
Quelle erano le uniche tre domande alle quali Sam avrebbe voluto non
dover rispondere, perchè sapeva che le risposte erano assurde
tanto quanto l'avere di fornte Allison che in realtà si chiamava
Rachel Colt e che era sposata con suo fratello Dean che però nel
1835 era Samuel Colt.
Attese qualche instante pensando che tuttavia se anche lei sapeva cosa
stavano trasportando allora doveva anche conoscere le forze del male e
quello che potevano fare, quindi decise di lanciarsi:
-Senti sembra pazzesco, lo so, ma io vengo dal futuro e conosco la
vostra pistola, l'ho avuta e so quello che può fare! E so anche
che stanotte la donna che ci ha assegnato le stanze proverà a
rubarla!-
-Abby?- chiese Rachel incredula.
Sam non ci credeva. Sgranò gli occhi mentre rispondeva:
-Abby, la ragazza che ci ha accolti nel salone si chiama Abby?- una
pausa per riordinare le idee poi continuò: -Oh, sì, Abby
decisamente cercherà di rubare la pistola!-
A quel punto il lato pratico di Rachel prese il sopravvento:
-Senti..Sam, sì io conosco qualcosa riguardo a demoni, spiriti,
vampiri, lupi mannari eccetera eccetera, ma tu mi hai detto che vieni
dal futuro. Beh, direi che questo è un po' troppo!- pronunciando quelle parole si avvicinò al giovane e lo
fissò nuovamente negli occhi, come aveva fatto prima nel salone,
quando le era sembrato che quegli occhi traboccassero di
sincerità e reale preoccupazione per quello che stava
accadendo. Fu sconvolta nel provare la stessa sensazione anche in quel
momento. Si girò di scatto e si mise le mani nei capelli:
-Oddio cosa devo fare?-
Per mesi lei e suo marito avevano pianificato il viaggio per la
consegna della pistola. Per mesi avevano pensato a qualunque cosa
potesse capitare: demoni, vampiri, shapeshifter, perfino Lucifero in
persona. Per mesi avevano cercato i cacciatori più esperti ed
agguerriti che avrebbero dovuto proteggere la pistola, ed ora si
trovava di fronte una ladra qualunque! Pensò alle parole che suo
marito diceva sempre "Oh, i demoni vanno bene, ma gli esseri umani..."
Vedendo che la confusione regnava nella mente di Rachel, Sam le andò in aiuto:
-Senti A...ehm..Rachel, facciamo così, tu tieni d'occhio la pistola
in modo che questa notte non la rubino. Non ti costa nulla, no? Se
avverti qualcosa urla, io vedo di correre prima che posso!-
Rachel lo fissò un istante, poi acconsentì:
-Ok, in fondo non mi costa nulla!-
Sfinita, stava per avviarsi verso la porta, ma Sam la fermò:
-All...- non avrebbe mai smesso di chiamarla Allison, ne era sicuro -...Rachel, non fidarti di nessuno, capito?-
Lei si girò, lo fissò nuovamente negli occhi, poi rispose sarcastica ed ostentando noncuranza:
-Mh, di mio marito posso fidarmi?-
Un moto di gelosia contrasse i lineamente del viso di Sam, mentre le rispondeva (compiendo uno sforzo disumano):
-Sì...direi che...- non finì la frase, non ce la face, si
sentiva estremamente stupido in quel momento, ma sapeva che lei aveva
comunque capito quello che lui voleva dire. Mentre Rachel usciva
Sam ricordò dove aveva sentito, già prima di allora, quel
tono sarcastico, lapidario e di finta noncuranza con cui la signora
Colt gli aveva chiesto se poteva fidarsi di suo marito: Allison.
Pensò: "Decisamente quella donna non poteva avere un corpo
qualunque!". Si chiese anche come avrebbe fatto a resistere all'impulso
di prendere a pugni Colt tutte le volte che lui si avvicinava a
Allison/Rachel. Concluse che Castiel doveva essere molto sadico ad
averlo messo in quella situazione.
Una volta che Rachel fu uscita, Sam riprese la sua iniziale
occupazione serale: fermare Bela. Il suo piano era semplice: trovarla
e metterla fuori combattimento almeno fino alla mattina successiva
quando loro sarebbero ripartiti. Essenziale, lineare, liscio come
l'olio.
Aprì di nuovo la finestra e si sporse per prendere bene le
misure fra la sua finestra e l'impalcatura in legno che era stata
fissata sul muro della villa per permettere alle piante rampicanti di
crescere facilmente e per controllare che non ci fosse qualche
cacciatore nei paraggi. Scavalcò il davanzale e, camminando
piano sul cornicione, ragggiunse la struttura in legno a pochi metri da
lui; per fortuna la terra ferma non fu difficile da conquistare dal
momento che la sua stanza era al secondo piano.
Assicuratosi di non essere stato visto, si incamminò verso il
retro dell'edificio, spalmandosi il più possibile contro il
muro. Ogni volta che incontrava una finestra dava una sbirciatina per
controllare chi fosse presente nella stanza: trovò
Bela...cioè Abby in un locale nel retro dell'albergo che doveva
essere la lavanderia, intenta a riempire una cosa che assomigliava a una piccola lanterna con un
liquido trasparente.
Nello stesso instante in cui Sam spostò lo sguardo per cercare
un'entrata in quella parte della villa, un colpo fortissimo ed inaspettato si abbattè sulla sua
nuca, lasciandolo svenuto a terra.
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Capitolo 3 *** Without You I'm Nothing ***
WITHOUT YOU I'M NOTHING 3
WITHOUT YOU I'M NOTHING (1)
Quando Sam riprese conoscenza il sole era già sorto, tuttavia
faceva molto freddo e lui era completamente ricoperto di rugiada, senza
considerare il fatto che era
tutto intirizzito e dolorante; insomma stava uno schifo. Appoggiando una mano al muro accanto a
sè, perchè il mondo aveva cominciato a girare ad una
velocità vorticosa, si alzò faticosamente in
piedi. Gli ci vollero diversi secondi per capire dove si trovasse, a causa di
un lancinante mal di testa che gli
martellava insistentemente il cervello. Pensò: "Beh, i sedili dell'Impala non saranno
il massimo, ma la fredda terra...".
Si guardò attorno e,
quando il suo
sguardo entrò, attraverso la finestra che aveva di fronte, nella
stanza dove la sera prima aveva visto Bela che si preparava, i ricordi
gli piombarono addosso come un meteorite infuocato attraverso
l'atmosfera terrestre.
Richiamando agli ordini tutti i suoi
muscoli
ghiacciati, si avviò più veloce che potè verso
l'ingresso principale dell'albergo; i cacciatori di guardia erano, per
ora, l'ultimo dei suoi problemi, quindi ignorò un tizio afroamericano
dall'aria ostile che si trovava in cima alla scalinata. Stava per
mettere il piede sul primo scalino all'entrata quando:
-Dovresti essere nella tua stanza, come mai ti fai una passeggiata
appena dopo l'alba?- la voce di una ragazza alle sue spalle
accompagnò la sensazione di avere una canna di fucile
puntata contro la schiena. Lentamente, molto lentamente, Sam
alzò le mani, si girò e si trovò di fronte una Jo
fredda come il ghiaccio e per niente sciupata dopo una notte insonne:
"Ok, non è solo una sensazione, ho davvero un fucile puntato
addosso" pensò Sam. Durante tutti gli anni di caccia con suo padre e suo
fratello aveva imparato ad affrontare situazioni di questo tipo, e in
condizioni normali, avrebbe provato a ragionare con chi lo minacciava
cercando contemporaneamente un modo per disarmarlo. Ma in quel momento
aveva un solo pensiero per la testa: Rachel e la Colt. Per cui decise
di non andare per il sottile:
-Senti, non è di me che ti dovresti preoccupare, io sto dalla
vostra parte! Dobbiamo andare immediatamente a svegliare All...Rachel e
De....Samuel, potrebbero essere in pericolo!-
Ma lei non fece una piega; ridendo divertita disse:
-Sì, certo, come no!-
In quel momento la conversazione, che per Sam non prometteva niente di
positivo, fu interrotta da un urlo agghiacciante proveniente
dalle stanze al secondo piano. Per la seconda volta durante quello strano
viaggio il sangue di Sam si gelò nelle sue vene: quella era
senza ombra di dubbio la voce di Allison...cioè...Rachel.
Incurante del fucile che aveva puntato contro di sè e di Jo che
ci stava dietro, Sam si precipitò dentro l'albergo e
immediatamente su per le scale verso la stanza dei Colt. La cacciatrice lo
seguì a ruota.
Anche se lui non sapeva quale fosse esattamente la stanza di Rachel e
Samuel, non gli fu difficile individuarla: un capanello di
uomini armati ed allarmati era radunato fuori dalla porta, mentre
all'interno Samuel stava dispensando insulti e proteste a tutti quanti:
-Siete degli incompetenti! Dei cialtroni! Avete una pallida idea di
ciò che significa aver perso l'arma?!- era talmente infuriato
che aveva perso qualuqnue pudore dettato dalla prudenza e stava
sbandierando ai quattro venti lo scopo del loro viaggio.
-Samuel, per favore, non gridare!- Rachel stava cercando, invano, di evitare che tutti gli altri ospiti venissero a
conoscenza della loro presenza e di quello che stavano facendo.
Quando Colt vide apparire Sam sulla porta della camera divenne incontenibile:
-E' stato lui! Sono sicuro!- urlò cominciando a
dirigersi verso Sam con un'atteggiamento particolarmente
minaccioso, tutto rosso in volto e con gli occhi iniettati di sangue.
Per un istante Sam ebbe paura (e registrò in un piccolo cassetto
in fondo al suo cervello, che in futuro sarebbe stato meglio per lui
non far infuriare così tanto suo fratello), ed era convinto
che, se provvidenzialmente ed intelligentemente non fosse
intervenuta Rachel a trattenere con forza suo marito per un
braccio, lui lo avrebbe sicuramente ridotto ad una poltiglia informe.
Ok, trascurando questo insignificante pericolo scampato, se non altro
Abby non aveva fatto loro del male, e questo era già di per
sè un successo, visto il grilletto facile di Bela nel
ventunesimo secolo (mentre pensava questo Sam si portò una mano
sulla spalla sinistra).
In quell'attimo di tensione palpabile, fra Rachel e Sam bastò un
furtivo scambio di sguardi per capirsi ed esprimere il proprio stato
d'animo, e cioè un'urgente richiesta d'aiuto da parte di
Rachel e un'immediata risposta affermativa da parte del giovane
cacciatore. Forte di quella conferma, lei si rivolse
al marito:
-Aspetta! Lui non c'entra!- disse fermamente. In quel momento sapeva
che doveva fare appello a tutta la sua forza di carattere per
sovrastare la furia di suo marito. Poi disse al resto del gruppo:
-Potete lasciarci per favore? Tu no Sam!-
Mentre, ubbidienti e scoraggiati tutti i cacciatori si
allontanavano con la coda fra le gambe, Sam ebbe modo di esaminare meglio lo stato in cui
si trovava la camera dei Colt: era rivoltata come un calzino, tutti i
cassetti e l'armadio erano aperti, il tavolo e la sedia
ribaltati, le borse da viaggio completamente svuotate e i vestiti di
Samuel e Rachel sparsi sul pavimento, addirittura una tenda era stata
divelta dal suo binario. Ma soprattutto la valigetta nella quale era
custodita la Colt era aperta e vuota.
Nel frattempo Rachel
stava cercando di convincere suo marito che Sam non c'entrava nulla:
-Samuel, smettila, Sam non è coinvolto in questo furto!-
-SAM!!?? Come fai a sapere il suo nome??- tuonò Colt furente.
Rachel rispose mantenendo una calma che, Sam pensò, avrebbe perso
nella sue vite future, mentre immaginava il pugno di Allison stamparsi
sulla faccia di chiunque avesse osato accusarla gratuitamente come
stava facendo Colt con la moglie: -L'ho visitato ieri sera! Samuel
calmati per favore!!-
A quel punto Sam lasciò che fosse lei a sbrigare i suoi problemi
coniugali e cominciò a perlustrare la stanza palmo a palmo per
cercare qualche indizio. La sua attenzione fu
attratta immediatamente da una
specie di piccola lanterna, parzialmente coperata da un lembo della
tenda danneggiata. Dove aveva già visto quello strano oggetto?
Poi
improvvisamente ricordò di averlo visto fra le mani di Bela,
appena prima che qualcuno lo atterrasse con un colpo alle spalle. Si
chinò per esaminarla meglio.
-Ma Rachel, ragiona, l'abbiamo tirato su dalla strada! Non sappiamo
neanche chi è! Fino a prima che questo qui si buttasse sotto la
nostra carrozza tutto è filato liscio! Poi la pistola viene
rubata? Non può essere una coincidenza!-
-Samuel, ho ragionato anche troppo su di lui e...- la frase di lei fu interrotta da Sam che la chiamava:
-All...ehm Rachel!- come aveva pensato la sera prima ancora non si era abituato a chiamarla Rachel, e per inciso
sperava di poter fare ritorno nel suo secolo prima che questo
avvenisse.
Lei gli si avvicinò e lui le mostrò la lanterna che era sul pavimento.
-Ma cos'è?- chiese lei mentre raggiungeva Sam sul pavimento e
sollevava lo strano oggetto avvicinandolo al proprio viso
per annusarlo....
-Accidenti che odore...aspetta ma questo è etere! Allora siamo stati sedati mentre dormivamo!-
A quel punto Rachel capì che doveva essere lei a prendere in
mano la situazione. Si alzò e con un tono di voce che non
avrebbe ammesso repliche disse a Samuel:
-Adesso mi ascolterai attentamente, e farai esattamente come dico! Sam
non c'entra con il furto, ma può aiutarci a riprendere la
pistola! Samuel, devi fidarti di lui! Io l'ho fatto e questo potrebbe
aver salvato il nostro piano! Ti prego tesoro, non abbiamo alternative.
Lui sa chi è stato e sa cosa occorre fare adesso ed io sono
d'accordo! Ora devo andare, devo sistemare una
questione...vitale per il successo della consegna! Samuel ti prego,
fidati di me, per una volta...solo questa, ti chiedo di fidarti di me e
di Sam! So perfettamente quello che faccio! Possiamo acora riuscire a
finire quello che abbiamo cominciato!- non voleva lasciare al marito la
possibilità di replicare o protestare, per cui pronunciando
queste ultime parole,
raccolse i suoi vestiti, prese la sua borsa, con enorme sconforto di
Sam diede velocemente al marito un bacio sulle labbra, e corse fuori
dalla stanza,
lasciando Samuel
Colt e Sam da soli. I due uomini udirono la voce di Rachel nel
corridoio che diceva:
-Jo, prendo il tuo cavallo!-
Samuel era impressionato, non aveva mai visto sua moglie tanto
risoluta, sicura e determinata sia nella voce che nello sguardo.
Si voltò di scatto e gridò:
-DANNAZIONE!- tirando un pugno sul muro che aveva di fronte talmente forte da far tremare anche il vetro della finestra.
Samuel rimase così, faccia al muro, per quella che a Sam parve
un 'eternità e lui pensò bene di non dire nulla per non
scatenare ancora la sua ira. Finalmente Colt si girò, era
evidentemente meno infuriato, ma ancora tremava dalla rabbia quando,
occhi negli occhi di Sam, disse:
-Ok, se Rachel si fida di te, immagino di non avere altra alternativa
se non quella di fare altrettanto. Allora adesso mi dici immediatamente
chi è stato a rubarci la pistola!- il tono della sua voce era
grave e concitato allo stesso tempo.
-Abby. A rubarvi la pistola è stata Abby. Da quello che ho
capito si è introdotta nella vostra stanza e vi ha sedato con
questa.- ed indicò la piccola lanterna sul pavimento. Poi
continuò subito per non lasciare il tempo a Samuel di ribattere:
-Se quello che penso è giusto lei è ancora qui e possiamo
ancora fermarla!- con esitazione finì la frase: -...senti ho
bisogno del tuo aiuto per prenderla.-
Mentre ascolatava le parole di quel ragazzo vestito in modo così
bizzarro, Samuel aveva l'impressione di trovarsi in un sogno...anzi un
incubo! Aveva costruito quell'arma sapendo che sarebbe stata ambita non
solo da molti cacciatori, ma soprattutto da coloro che essa era
destinata a sterminare: cioè le forze del male. Con il volto
contratto dalla disperazione e le mani fra i capelli disse con
rassegnazione:
-Una donna? Mi ha derubato una qualunque donna? Oh, dannazione, potrei
affrontare eserciti di demoni senza problemi...ma con gli esseri umani,
non so da che parte cominciare!- e fissò ancora quel ragazzo,
negli occhi. Sam lo stava guardando con un'espressione che
avrebbe potuto essere definita "speranzosa". Una strana sensazione
attraversò il corpo di Samuel in quel momento. Cos'era? Gli sembrò quasi
di sapere esattamente cosa Sam avrebbe fatto o detto di lì a
poco, quasi quasi gli sembrava di conoscerlo, e non da poco, ma
praticamente da sempre. Per la miseria, Rachel aveva ragione! Ci si
poteva fidare di lui!
Si sentì in colpa per aver aggredito così violentemente
la moglie, sia quel giorno sia nelle settimane precedenti, quando la
tensione ed il nervosismo per la consegna della pistola non facevano
altro che
crescere e crescere e crescere ancora. La presenza di Sam lo
tranquillizzò un
po', anzi, gli diede proprio una scarica di adrenalina che si
unì al suo sangue provocandogli una specie di scossa elettrica per tutto il corpo: era pronto all'azione.
-Ti assicuro che non è una qualunque! Muoviamoci!-
disse Sam quando vide brillare gli occhi di Colt, come gli era
capitato di vedere diverse volte anche quelli di Dean. Risoluto
uscì dalla camera. Colt dietro di lui.
Raggiunsero il salone d'ingresso ma si resero subito conto che la loro
preda lì non c'era. Decisero che sarebbe stato meglio cercare
nei locali destinati al personale, nella parte posteriore della villa,
quindi imboccarono un lungo corridoio che si apriva dietro il bancone
della reception.
-Allora, Sam, se dobbiamo lavorare insieme, tanto vale che tu mi dica da dove vieni!-
A Sam venne un infarto; non poteva certo rispondergli, come aveva fatto
con Rachel "Vengo dal futuro"....qualcosa (cioè l'espressione inferocita e
gli occhi iniettati di sangue di qualche minuto prima per la
precisione) gli diceva che lui non l'avrebbe presa altrettanto bene,
per cui adottò la tattica conosciuta come "sorvolare rapidamente
sull'argomento":
-Ehm, magari te lo dirò più tardi...- qualche secondo,
poi: -Aspetta ieri sera l'ho vista in una stanza qui, da qualche
parte...-
disse pensieroso mentre cercava di orientarsi tra i frammentari
ricordi della notte, poco prima che svenisse: -Dunque era la terza
finestra da destra, quindi ora che siamo all'interno direi che la
camera
è questa.- concluse, infine, sottovoce fermadosi sul lato
sinistro di una
porta chiusa esattamente sul fondo della villa.
Come se quel gesto gli venisse automatico Samuel si appostò sul
lato destro della stessa porta estraendo la sua revolver (che per
inciso all'epoca era un'arma davvero rivoluzionaria) e con un gesto
invitò Sam e
sfondarla. Quest'ultimo, un po' riluttante, afferrò la sua semiautomatica
con impugnatura in madreperla dalla cintura dei pantaloni, ed
ubbidì: con una spallata energica abbattè la porta.
Entrambi si fiondarono all'interno
della stanza dove Bela stava frettolosamente riempiendo una borsa.
-Ferma!- le intimò Colt deciso, poi quasi sorridendo: -Non devi essere un genio! Io al tu posto sarei scappato subito
dopo aver preso la pistola! Puttana!- le disse Samuel strappandole di
mano la borsa e
cominciando a frugarla per cercare la pistola. Nel frattempo Sam,
pensando che più di un secolo ed altre vite non avevano
cambiato più di tanto l'ironia e le abitudini verbali di
Dean, cominciò a mettere sotto sopra la stanza cercando in
cassetti,
armadi, sotto il letto...dapertutto. Ma Bela li interruppe:
-Beh, qui non troverete quello che state cercando!-
-Dipende da quello che sto cercando!- rispose Samuel estraendo dalla
borsa il suo portafoglio scomparso. Poi, sempre tenendo sotto tiro la donna, si avvicinò a Sam e gli
sussurrò in un'orecchio:
-Ha ragione nella borsa non c'è!-
-E neanche nella stanza, merda!- imprecò lanciando a terra il tavolo in segno di stizza. Poi si rivolse a Bela:
-Oh, magari qui non c'è, ma sono sicuro che tra poco ci dirai
dov'è la pistola!- disse mentre la tratteneva saldamente per le
braccia e la legava ad una sedia.
-Ehi, ma tu chi sei! Non mi sembri di queste parti!- disse lei con il suo tipico tono di voce sensuale.
Sam, che avrebbe voluto farle pagare tutti i guai che lui e suo
fratello avevano avuto per colpa sua; le rispose bisbigliando e strattonandola per bene
con la corda, mentre la legava:
-Come non ti ricordi di me? Mi hai anche sparato una volta! Ah, no che
stupido non puoi ricordartelo perchè...in effetti deve ancora
succedere! Comunque, lascia che ti dica una cosa...Abby...certe cose
è meglio farle con le proprie mani! Quindi pensaci bene prima di
far sterminare la tua intera famiglia da qualcuno che vuole un po'
troppo in cambio...- Sam avrebbe voluto essere un po' meno criptico, ma
pensò che per farla innervosire la soluzione migliore sarebbe
stata non farle capire.
-Cosa significa!?- chiese lei evidentemente irrequieta e agitandosi sulla sedia.
-Oh, non ti preoccupare, quando verrà il momento ti auguro di
ricordarti il mio consiglio!- le sussurrò Sam in un'orecchio.
Mentre Sam cercava, con successo, di innervosire Bela, Samuel si
sentiva come un leone in gabbia, camminava senza sosta avanti e
indietro per la stanza, lo stomaco attorcigliato per la furia che gli
ribolliva nel sangue. In
quel momento avrebbe voluto volentieri saltare alla gola di quella
maledetta e spezzarle il collo, il tutto senza un minimo di esitazione
o rimorso, ma non era del tutto sicuro di essere in grado di farlo. Tuttavia era perfettamente consapevole che avevano bisogno
di lei per ritrovare la pistola:
-Adesso basta con le smacierie!- disse quasi gridando, poi ancora:
-Voglio sapere dove hai nascosto la mia pistola!- le si fece vicino e
mise il suo viso a due centrimetri misurati da quello di lei.
Per niente intimidita Bela rispose:
-Voglio sapere? Tesoro, non lo saprai mai! Almeno non da me!-
Quella risposta fece imbestialire Samuel a tal punto che non fu in grado
fermare la sua mano mentre si stampava sulla faccia di quella donna facendole
scendere un rivolo di sangue dal labbro superiore.
-Maledizione!- urlò. Samuel si trovava in
difficoltà: non voleva picchiare una donna mortale fino a
farle confessare dove aveva nascosto la sua arma. Continuava a pensare
che se lei fosse stata posseduta non avrebbe avuto nessuna
difficoltà nel torturarla per ore, ma quella che aveva di fronte era
una donna in carne e ossa e questo per lui era totalmente nuovo.
Sam, che aveva assistito alla scena in silenzio, capì
immediatamente che Colt non si sarebbe spinto oltre, per cui sicuro come
un pompiere estrasse nuovamente la sua semiautomatica dalla cintura dei pantaloni e la
puntò dritta alla testa della ladra:
-Vediamo se questa riesce a farti cambiare idea!- disse tirando
indietro l'astina per inserire, con fare minaccioso, un colpo in canna.
Samuel rimase a bocca aperta: aveva già notato la strana arma
del ragazzo prima e non aveva la più pallida idea da dove
potesse venire una cosa come quella...cosa diavolo era quell'arma?
In effetti
sembrava una pistola, ma senza tamburo e molto più
compatta di ogni altra arma che lui avesse mai visto....e lui ne aveva
viste parecchie di pistole! Bela ebbe la stessa reazione: stava
fissando Sam a
bocca aperta, scioccata.
Sam cercò di nascondere dietro una maschera intimidatoria e
disinvolta il reale imbarazzo che provava in quel momento: cosa avrebbe
detto quando Samuel (perchè sarebbe stata solo una questione
di tempo prima che lo facesse) gli avesse chiesto dove aveva preso
quella strana arma?
Pistole futurstiche a parte, il fattore sorpresa evidentemente giocò
in Bela un ruolo molto negativo perchè lei cercò malissimo di mascherare un'espressione di puro
terrore. Forse per la prima volta in quella vita e nelle successive, la ladra disse la
verità:
-Io...non..ce...l'ho.-
Quella risposta proprio non se l'aspettavano: nè Sam nè
Samuel. I due si scambiarono uno sguardo e capirono di pensare la
stessa cosa: "E adesso?"
Quell'attimo di distrazione fu sufficiente a Bela per reagire: con un
movimento forte e fulmineo si ribaltò indietro provocando la
rottura dello schienale della sedia e, di conseguenza, le corde che le
stringevano il torace si sciolsero. In un secondo saltò sul
davanzale della finestra e, schivando il proiettile che Sam le
aveva sparato, si lanciò fuori veloce e agile come un gatto.
-Merda! Ci ha presi in giro!- imprecò Sam mentre sia lui
che Colt si accingevano a saltare fuori dalla stessa finestra alle calcagna di
Bela.
(1) "Without You I'm Nothing - Placebo - 1998
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Capitolo 4 *** See You ***
SEE YOU 4
SEE YOU (1)
Quello che trasformò Sam in un centometrista da record mondiale
mentre si buttava letteralmente fuori dalla finestra della stanza di
Bela per inseguirla, fu il pensiero che la ladra stava per
scappargli un'altra volta. Le decisioni che, invece, prese Samuel Colt,
furono dettate da altre motivazioni, un po' meno personali di quelle
che avevano mosso Sam. Prima di tutto recuperare la pistola,
ovviamente. Secondo Samuel doveva assolutamente impedire a Abby di
raggiungere le scuderia dell'albergo. Aveva la sensazione che se lei
fosse riuscita a scappare a cavallo, quello strano ragazzo
dall'abbigliamento stravagante avrebbe avuto non poche
difficoltà ad inseguirla con lo stesso mezzo di trasporto. Tutte
le volte che ripensava a come lui aveva risposto quando gli aveva
domandato da dove venisse, un pizzicorino non proprio rassicurante
prendeva possesso del suo stomaco: di sicuro la risposta, quando
gliel'avesse data, sarebbe stata tutt'altro che intuitiva.
Motivo per cui, fuori dalla finestra della camera di Abby, Samuel corse
come un fulmine dalla parte opposta rispetto a lei e a Sam: voleva
bloccare la ladra in modo che si venisse a trovare fra due fuochi, lui
da una parte e Sam dall'altra. Infatti, appena svoltato l'angolo dopo
l'ingresso principale della villa vide Abby circa a metà della
costruzione e Sam poco più indietro.
Quando la donna scorse Colt pochi metri davanti a lei si rese
immediatamente conto di essere intrappolata, quindi senza pensare, si
lanciò dentro una porticina di legno di fronte a sè,
cioè l'unica sua via di fuga.
Come immaginate voi il castello di Dracula? Personalmente me lo
vedo perso nel mezzo di una landa desolata e immerso nella nebbia; in perfetto stile
gotico-opprimente, secondo me domina imponente il paesaggio con i suoi
quattro piani e le sue innumerevoli torri. Dentro di sicuro è un
susseguirsi di stanzoni in fredda pietra grigia, con un soffitto
così alto che sembra quasi non esserci, bui da mettere i brividi
e dalle condizioni igeniche scadenti (va beh, stiamo parlando di
Dracula, un vampiro, quindi a meno che batteri e ratti grandi come
labrador non sviluppino improvvisamente la capacità di impugnare
un'ascia o un macete, un ambiente salubre in cui vivere sarebbe
l'ultimo dei suoi problemi). Le porte, tutte nessuna esclusa, di sicuro
cigolano sinistramente, le scale sono tutte strette, anguste e con
gradini così alti da richiedere una discreta forma fisica per
arrampicarcisi sopra. Di finestre, ovviamente, neanche a parlarne.
Insomma un luogo angosciante ed inquietante, nel quale non si
passerebbero neanche cinque secondi della propria vita.
La porticina imboccata da Abby, immetteva nelle segrete della villa, e,
quando anche Sam e Samuel varcarono quella soglia, ebbero la netta
sensazione di essere stati catapultati nel bel mezzo della Transilvania
all'interno dell'incantevole dimora del Conte di cui sopra. Beh, non
subito, però, perchè prima di tutto rischiarono di
rompersi l'osso del collo rotolando giù per i cinque gradini che
c'erano immediatamente dietro la porta, e poi perchè il buio pesto
impedì loro di capire dove fossero. I loro occhi
impiegarono diversi secondi per abituarsi alle nuove condizioni di
luce.
-Dove siamo finiti Sam?- chiese Samuel mentre si rialzava ed impugnava nuovamente la pistola.
-Direi che siamo finiti sotto la villa, in una specie di scantinato o
segreta...- rispose Sam facendo lo stesso e nel contempo guardandosi
attorno.
In quel momento si trovavano in una specie di stanza in pietra grigia,
fredda, anzi gelida, senza aperture se non uno stretto corridoio di
fronte a
loro e del quale non si vedeva la fine. Entrambi i cacciatori si
guardarono intorno, studiando la situazione, poi Colt sentenziò
senza mezzi termini:
-Ok, non abbiamo molte alternative. Muoviamoci, andiamo a prendere
quella puttana!- disse e s'incamminò verso il corridoio di fronte a
sè.
Così avanzarono lentamente, Samuel un po' più avanti
rispetto a Sam, armi in pugno, tutti i sensi allertati e tendendo
l'orecchio per cercare di udire anche il minimo rumore che la ladra avrebbe
potuto fare muovendosi in quel tetro e buio sotterraneo. Mentre si
addentravano sempre di più in quel cunicolo che sembrava non
avere fine, Sam pensò a quanto Colt assomigliasse a suo
fratello: entrambi duri come il diamante e sboccati allo stesso modo.
Sì, cacciare con Colt non era poi così diverso che
cacciare con Dean. Anche per lui valeva lo stesso discorso fatto per
Rachel: Colt non poteva avere il corpo di un uomo qualunque.
Dopo un tempo che a loro parve infinito, quel corridoio finì e i
due uomini sbucarono in una stanza rotonda, forse quella che doveva
essere una cantina per conservare il vino, a giudicare dalla sua
struttura. Era un ambiente alto, sempre freddo gelido, il soffitto
sembrava fatto a punta e da
una parte centrale del diametro di circa una ventina di metri, si
aprivano cinque camere laterali più piccole e comunicanti fra di
loro, a quanto riuscirono a vedere Sam e Samuel dal punto in cui si
trovavano. Si accedeva a queste camere laterali grazie a
cancelli che avevano l'aspetto di essere bloccati così
com'erano. Per fortuna erano aperti.
Samuel stava per dire qualcosa, quando uno sparo rimbombò in
tutta la stanza, ma risultò ancora più forte a causa
delle camere laterali che funzionarono da casse di risonanza.
Istintivamente Sam e Samuel si accucciarono a terra, e fu un bene,
perchè un proiettile sibilò a pochi centimetri dalla
testa di Samuel.
Senza bisogno di parole, i due ritirarono appena dietro l'angolo del corridoio.
-Puttana!- ringhiò Samuel.
-Già...senti, tu coprimi, io vedo di arrivarle alle spalle passando per una camera laterale.-
Samuel annuì, per cui Sam si sporse appena per sparare un colpo
a caso, in modo da capire dove si fosse nascosta Bela. Lei, ovviamente,
rispose al fuoco rivelando la sua posizione. A quel punto Sam fece un
cenno a Colt che cominciò a sparare nella direzione indicata,
mentre lui correva verso la camera alla loro sinistra.
Quando Sam raggiunse la sua destinazione:
-Abby!! Vieni fuori!- non che Samuel sperasse di essere ascoltato, ma
doveva trovare il sistema di tenere impegnata quella donna malefica
evitando contemporaneamente di trovarsi senza munizioni nel momento del
bisogno.
Lei rispose con uno sparo.
-Avanti Abby! Hai appena detto che la pistola non ce l'hai tu! E allora?-
Un altro sparo.
-Ok, senti basta. Ora vengo allo scoperto. Non sparare...-
Samuel mise cautamente il naso oltre l'angolo del corridoio. Attese
qualche secondo per assicurarsi che nessun proiettile fosse in arrivo,
tutti i muscoli tesi come corde di violino, pronti a scattare di nuovo
al coperto della parete alla sua destra. Niente; fece un intero passo
avanti esponendosi completamente. Mani in alto (senza comunque
abbandonare la presa intorno all'impugnatura del revolver) e sguardo
fisso davanti a sè, ma concentrato su Sam che si muoveva alla sua
sinistra ,
cominciò lentamente ad avanzare fino a che non raggiunse il
centro della stanza.
Nel frattempo il cacciatore del ventunesimo secolo aveva raggiunto la camera latarale più
alla sua sinistra, che però non comunicava direttamente con
quella dove si trovava Bela, in mezzo ce n'era una terza.
Quando sentì la voce di suo fratello che cominciava a parlare
intimando ad Abby di venire allo scoperto, ringraziò mentalmente
Samuel che era stato abbastanza furbo da pensare di coprire con la
propria voce la sua avanzata. Quando però capì che Colt
si era addirittura esposto portandosi al centro della stanza rotonda, Sam
pensò che lui e Dean non avevano in comune una cosa: la pazzia.
Dean non si sarebbe mai scoperto così tanto...no, si corresse
immediatamente, no, Colt e Dean avevano in comune anche uno scarso
stato di lucidità mentale sotto stress; anche Dean,
infatti, si sarebbe esposto così tanto. Solo due cose sulla
faccia della terra, però, sarebbero state in grado di spingerlo a tanto: suo fratello e la sua macchina.
Sam doveva muoversi se non voleva fare ammazzare Colt e cambiare la
storia del mondo, per cui, sperando che Bela fosse sufficientemente
concentrata sul suo compagno, con due lunghi passi raggiunse la colonna dietro
la quale la ladra si stava nascondendo. La mancò di un soffio,
mentre quest'ultima usciva allo scoperto raggiungendo Samuel nella
stanza
principale:
-Colt...che piacere!- disse lei con tono soddisfatto e con il suo
tipico sorriso malizioso puntando la pistola contro l'uomo che le stava di fronte. Piano piano, con passo sensuale, si
avvicinò di un paio di metri al suo bersaglio.
Sam, da dietro la colonna, imprecò in tutte le lingue del mondo
per essersi fatto scappare Bela a quel modo. Ora prenderla senza farsi
sentire, sarebbe stato molto più difficile e Colt avrebbe dovuto
attirare l'attenzione della donna molto meglio di prima. Si
sporse leggermente dal suo
nascondiglio, giusto il tempo necessario per fare cenno a Samuel
di continuare a distrarla.
In quel momento fu Samuel ad imprecare in tutte le lingue del mondo:
come si supponeva che potesse distrarla da Sam che le arrivava alle
spalle? Insomma per quando bravo potesse essere quel ragazzo e per
quanto buia potesse essere quella stanza, lui era pur sempre un metro e
novanta. Improvvisò: cominciò ad avvicinarsi ad Abby,
piano, molto piano, e tenendola sempre impegnata con la propria voce:
-Allora Abby...chi ti ha pagato per rubarmi la pistola?- chiese fissandola negli occhi per distrarla ancora meglio.
-Potrebbe essere stata una mia iniziativa.-
Samuel rispose di getto: -No, non sei una cacciatrice e a quanto pare
neanche un demone o uno di quei figli di puttana...quindi non
può che trattarsi di un furto su commissione.- mentre parlava
fissava il viso della donna di fronte a lui, ma concentrandosi su Sam,
che, dietro di lei, stava per uscire allo scoperto.
-Allora sei anche furbo Colt, oltre che pazzo. Insomma avvicinarti così ad una pistola, o sei coraggioso o sei pazzo!-
Sam era a più di un metro da Abby, ora.
-Già, beh, sai come si dice...a chi troppo e a chi niente...io sono affascinante, intelligente e ...-
Sì, decisamente Colt assomigliava a Dean molto più di quanto Sam pensasse all'inizio.
-Ferma!- Sam, deciso.
-....e ti ho presa!- Samuel, trionfante.
Dal viso di Bela non trasparì nulla se non una fugace contrazione d'ira che durò per un brevissimo secondo.
Sam non aveva voglia di perdere tempo, quindi andò dritto al succo del discorso:
-Avanti, dove hai messo la pistola?- chiese senza troppi complimenti.
-E cosa vi fa pensare che ce l'abbia io?- ribattè lei senza mostrare il minimo turbamento, ma anzi sorridendo.
-Almeno Abby, abbi la decenza di non offendere la nostra intelligenza!-
Colt cominciava a spazientirsi e, quando Colt cominciava a
spazientirsi, per chi gli stava di fronte sarebbe stato meglio che lui
in mano non avesse una pistola, anche se del 1835. Forte della strana
arma che Sam stava puntando addosso a Abby, anche lui fece lo
stesso: senza esitazioni impugnò la sua revolver con entrambe le mani e
la puntò contro la donna che aveva davanti minacciandola:
-Senti sono stanco di questo tira e molla, quindi o mi dici dove hai
messo la mia pistola, o noi la cercheremo per conto nostro dopo che ti
avrò ammazzato! A te la scelta!- urlò fissando la ladra
negli occhi con uno sguardo che, per intensità, avrebbe permesso
di ottenere una scansione accurata del cervello di lei. Per essere
ancora più convincente, tirò leggermente il
grilletto, fino ad un primo scatto, in modo da armare il cane, ed in
modo che il suo gesto non passasse inosservato alla diretta
interessata.
Ancora una volta la leggera contrazione dei muscoli
facciali di Bela, durò solo un secondo, tuttavia quel secondo prese il controllo anche dei suoi pensieri:
-Stai scherzando?-
Quelle parole fecero inferocire Samuel oltre ogni possibile limite di
sopportazione umana. Le si avvicinò dimenticando eventuali
rischi ed agganciò gli occhi di Bela senza più mollarli,
come se una specie di energia invisibile li tenesse legati. Quando
parlò il tono della voce di Colt faceva quasi più paura
del suo sguardo:
-Guardami negli occhi Abby e ascoltami bene! Ti sembra che stia scherzando?-
No, decisamente Abby concluse che Colt l'avrebbe di sicuro ammazzata se
lei non fosse riuscita a trovare il modo di prendere tempo, per cui
,dopo un'altra contrazione fulminea del viso, riacquistò la
sua
espressione accattivante (che però in Sam e Colt riuscì
solo a scatenare ancora più rabbia) e cambiò strategia:
-Accidenti come sei precipitoso Samuel! Aspetta...magari possiamo fare un accordo...-
-Non così in fretta...socia!-
Una voce arrivò dal corridoio. Una voce di donna, dal tono
risoluto e deciso. Una voce di donna dal tono risoluto e deciso che sia
Sam che Samuel conoscevano fin troppo bene.
(1) "See You" - Depeche Mode
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Capitolo 5 *** I'm Gonna Shoot My Lady ***
I'M GONNA SHOOT MY LADY(1)
-Non così in fretta...socia!-
Quella voce proveniente dal corridoio fu seguita da alcuni passi,
mentre una donna usciva allo scoperto puntando una pistola contro
Colt. Quest'ultima precauzione, in effetti, fu del tutto inutile,
perchè sia Colt che Sam erano già in stato
catatonico a causa di quelle poche parole, che giunsero nei loro cervelli come
un elettroshck. La loro reazione fu press'a poco identica, entrambi a
bocca aperta e con un filo di voce chiamarono un nome femminile:
-Ally...- Sam.
-Rachel...- Colt.
-Oh tesoro, quanto mi dispiace darti questa delusione...- disse la donna al marito fingendosi addolorata.
-Rachel...- ripetè inebetito Colt. Di tutti possibili
pericoli che aveva preso in considerazione nel programmare il
suo viaggio, il tradimento di sua moglie di sicuro non era fra essi.
Rachel lo aveva
tradito! Lo sgomento gli fece abbassare l'arma: a quel punto niente
più importava, avrebbero perfino potuto sparargli. Anzi, meglio
se gli avessero sparato, perchè non avrebbe potuto sopportare
oltre l'idea di essere stato tradito da sua moglie. Insomma da quanto
erano sposati...nove, dieci anni? E dopo tutto quel tempo, dopo tutte
le vicissitudini che avevano vissuto insieme, combattendo le cose
più disgustose ed infime sulla faccia della terra, lei lo
tradiva così, rubandogli "La Pistola"? E per cosa, poi? Per una
manciata di dollari? Maledizione, avevano perfino progettato di
costruire una porta per l'inferno per ficcarci dentro tutti i figli di
puttana che sarebbero riusciti. Insomma, le porte dell'inferno per la
miseria! Non è mica una cosa semplice semplice da fare; ma loro
due, insieme, avevano programmato tutto: il luogo, una struttura
sufficientemente robusta ed inalterabile col tempo, una chiusura
inattaccabile (utilizzare La Pistola come chiave era stata un'idea di Samuel
per inciso), gli incantesimi nessari per aprire le porte e, infine,
un sistema perfetto ed infallibile per rendere quel posto
irraggiungibile dai non umani. Praticamente un piano perfetto. Era
stata dura pianificare tutto, ma lui non aveva mai mollato, e non lo
aveva fatto per un solo motivo, e cioè perchè Rachel non
aveva mai mollato, dando a lui la forza necessaria per portare a
termine la costruzione della Pistola e la programmazione del secondo
loro progetto. Mentre
pensava quelle cose, nella mente di Samuel tutte le certezze piano
piano cominciarono a sgretolarsi come un muro di fango sotto la
pioggia, lasciandolo senza più nessun
punto fermo e nessun riferimento.
No, no, no, qualcosa a Sam Winchester non tornava. Quella non poteva essere
Rachel! Nel modo più assoluto. Quel viso duro,
insensibile...spietato. Ecco, per Sam quello sguardo era spietato e
crudele, oltre al fatto che sembrava proprio che lei si stesse divertendo.
No, quella non poteva essere Rachel, però allo stesso tempo era
lei...corporatura, capelli, occhi...tutto apparteneva a Rachel. Com'era
possibile?
No, un momento, quella non era Rachel, quegli occhi non potevano essere di
Rachel. Ok, lui praticamente non conosceva Rachel, ma conosceva Allison
e i suoi occhi fin troppo bene per confonderli con quelli che lo
stavano fissando in quel momento. Aveva visto Allison provare qualunque
tipo di sentimento: paura, rabbia, affetto, rancore,
amore, piacere, determinazione, coraggio e
tanti altri ancora. Ma in quegli occhi grigi avevano sempre e comunque
brillato delle emozioni. Mai una sola volta nello sguardo di
Allison, Sam aveva visto quel...quel...quel vuoto che leggeva ora negli occhi della
donna che gli stava davanti.
Un campanellino cominciò a suonare timidamente nella mente di
Sam: se quella non era Rachel, poteva essere solo un'altra cosa. E a
quel punto il campanellino si trasformò in una sirena
antincendio assordante: "Shapeshifter...merda e dove lo
trovo dell'argento adesso?!!" pensò allarmato.
Bene, quindi il punto della situazione era il seguente: al centro
dello stanzone rotondo Rachel, o meglio lo shapeshifter che ne aveva
preso le sembianze, stava puntando una pistola contro Samuel che, dal
canto suo, era in preda ad una severa forma di psicosi da tradimento
coniugale che lo aveva estraniato dall'ambiente circostante; Sam non
disponeva di argento nella forma più utile per far fuori uno
shapeshifter, cioè, non disponeva di argento in nessuna forma per
la verità, mentre Bela, approfittando del momento di distrazione
generale, se la stava svignando di soppiatto.
Fu Sam a prendere in mano la situazione:
-Ferma!- e puntò contro la ladra, che si era già
allontanata di alcuni metri, la sua pistola. Bela, non potendo fare
altrimenti ubbidì. A quel punto Sam doveva riportare Colt sulla
terra:
-Samuel, ascolta quella non è Al...Rachel!- ma Samuel sembrava
non aver sentito, per cui al giovane cacciatore non restò che
usare le maniere forti; deglutì e respirò profondamente
per prendere coraggio, poi, con quanto fiato aveva in gola, si rivolse
di nuovo a Samuel:
-SAMUEL!! IO AMO TUA MOGLIE!!- tuonò risoluto evitando accuratamente di aggiungere "..in un'altra vita!".
Avete ragione, la scelta di quella frase faceva schifo, ma fu la prima
cosa che passò per la mente del ragazzo e, comunque,
funzionò, perchè Colt spostò il suo sguardo
perso nel vuoto su Sam e si concentrò su di lui. Quest'ultimo
avrebbe potuto giurare di vedere del fumo uscire dalle orecchie e
dal naso del compagno mentre piano piano gli si avvicinava,
incurante
della pistola che lo shapeshifter gli stava puntando addosso.
-No no no! Stavo scherzando!- si affrettò a spiegare Sam mentre
Colt, minaccioso, continuava ad avanzare. Poi: -Senti
quella non è Rachel, vedi?! E' uno shapeshifter...sono certo che
Rachel sta bene dovunque sia...- ma Colt non accennava a fermarsi. In
quel momento Sam cominciò a pensare che, forse, aveva esagerato
un po' con le maniere forti:
-No Samuel guarda non vedi che non può essere Rachel quella lì? Tua moglie non ti ha tradito...-
Nel frattempo Colt si era parato di fronte a Sam e con fare intimidatorio chiese:
-Come fai a sapere che quella non è Rachel e, soprattutto, cosa significa che tu ami mia moglie??!!-
-Ok, cosa significa casomai te lo spiego più tardi, ma guarda i suoi occhi Samuel! Non sono quelli di Rachel...-
Mentre Colt si voltava verso la donna che poteva non essere sua moglie
scrutandola e studiandola attentamente, Sam incrociò
virtualmente le dita pensado all'ironia di quella maledetta situazione:
lui stava sperando con tutto sè stesso che suo fratello, in
quella vita, amasse l'Allison di quel mondo a sufficienza per rendersi conto che quello
che aveva di fronte era uno shapeshifter e non l'originale. Riprese a
respirare solo quando Colt parlò:
-Già...hai ragione...Rachel è molto meglio...-
Meno male! Però le parole che Colt disse dopo non gli piacquero allo stesso modo:
-Hai ragione Sam..- voltandosi nuovamente verso il ragazzo, poi
proseguì facendo dei gesti molto espliciti con le mani: -...però ieri sera era lei, sono sicuro...che
fosse Rachel...insomma quando noi abbiamo...era lei te l'assicuro!-
Quelle erano le ultime parole che qualcuno che amasse la propria vita
avrebbe dovuto dire di fronte ad un Sam armato. Quest'ultimo
sentì il proprio sangue affluirgli alla testa tutto insieme
e, per uno sfuggente secondo, cioè quando l'orribile immagine di suo fratello ed Allison...insieme
gli si materializzò davanti agli occhi, perse il lume della
ragione e fu tentato di rivolgere la pistola verso Colt e tirare il
grilleto; il respiro gli si fece affannoso, mentre pensava che
doveva concentrarsi e ragionare sul fatto che quei due non erano
Dean ed Allison...non erano Dean ed Allison...non erano Dean ed Allison...non erano Dean ed Allison...
Sam, cominciò a ripetersi quel mantra, e, per fortuna, il sangue
prese a defluire verso altre parti del suo corpo che non fossero il
cervello; lentamente, molto lentamente, tornò in sè e
riprese possesso sia delle porprie facoltà mentali che di un
colorito più umano in viso.
-Va bene, se voi due avete finito di amoreggiare direi che è il
caso di tornare a noi, che ne dite?- lo shapeshifeter richiamò
l'attenzione di tutti -Sì, è vero non sono Rachel
Colt..mi dispiace averti messo in difficoltà Samuel, ma non
volevo togliermi questo divertimento! Anche se devo dire che te lo
saresti meritato un comportamento così da tua moglie, con tutto quello che hai fatto passare a quella
poveretta negli ultimi mesi...io, fossi in te, non sarei così
sicuro dell'amore di mia moglie! Sei un bastardo Colt!-
A quelle parole Samuel s'infervorò di preoccupazione. Ok, lo
shapeshifter non aveva tutti i torti, con Rachel si era comportato come
un vero stronzo nelle ultime settimane. Annotò mentalmente di
affrontare il discorso direttamente con lei alla fine di tutto quel
dannato incubo...già ma dov'era sua moglie in quel momento? Credette
d'impazzire all'idea di aver perso Rachel:
-Dov'è Rachel!! Dove l'hai messa?- ringhiò a denti stretti.
Lo shapeshifter scrollò le spalle e rispose con indifferenza:
-Non l'ho presa io! Non sono interessato a lei! Anche se a pensarci
bene forse in questa situazione mi sarebbe tornata molto utile!-
-Ti ammazzerò, lo sai vero?- sibilò Colt fissando minacciosamente la figura di Rachel di fronte a lui.
Lei rise divertita: -Già come no! E dimmi..tesoro...come pensi
di fare? Guarda che io non ho intenzione di restare qui per sempre!-
Quelle parole fecero rabbrividire Sam; aveva bisogno di comunicare con Samuel, ma non
poteva certo gridare "Senti tu ad argento come stai messo perchè
io qui sono un po' scarso al momento!", in certi casi la riservatezza era
d'obbligo.
Non avendo altre alternative, si schiarì la voce. Colt si
voltò verso di lui e Sam fece un cenno con il capo alla propria
pistola, sperando che lui capisse.
"Ok, allora Sam non ha argento...strano che quell'affare non abbia
la possibilità di caricatori multipli..." pensò Samuel
mentre un sorriso cinico affiorava sulle sue labbra. Con decisione
alzò la sua rivoltella e la puntò verso la finta Rachel
dicendo:
-Non hai argento, eh Sam? Beh, io sì però!- e tirò
il grilletto senza esitazioni. Lo shapeshifter non fece in tempo ad accorgersi di nulla.
Gli eventi successivi si svolsero allla velocità della luce. La
finta Rachel cadde a terra con un buco nel cuore ed
un'espressione del viso che sembrava quasi sorpresa; rimase immobile.
Bela approfittò di quell'istante di distrazione di Sam e
scappò attraverso la galleria costituita dalle camere laterali per
poi imboccare il corridoio che portava all'esterno. Sam sparò
due colpi, ma riuscì solo a prendere il muro, imprecò e
si lanciò all'inseguimento della donna insieme a Colt che non
spese più di un secondo ad osservare il cadavere dello
shapeshifter che aveva ancora le sembianze della moglie.
Una volta conquistato il giardino della villa, con enorme sollievo dei
rispettivi polmoni e occhi, Sam e Samuel videro Bela entrare, sempre di
corsa, nella scuderia dell'albergo. Senza esitare la seguirono.
La
scuderia dell'albero era piccola, in effetti. Formata da un corridoio
centrale poteva ospitare non più di otto cavalli dentro a box di
circa 3x3 posti sia a destra che a sinistra del corridoio stesso. Una
volta dentro, Sam e Samuel si misero al riparo dentro il primo box a
destra e restarono in ascolto. Bela doveva essere lì da qualche
parte, dal momento che l'unica via d'uscita era la porta da dove loro
due erano appena entrati.
Samuel fece capolino cautamente dal loro riparo e vide qualcosa muoversi dentro un box dall'altra parte del corridoio:
-E' là in fondo...secondo me sta preparando un cavallo per fuggire.- bisbigliò all'orecchio del compagno.
-Beh, allora sarà meglio darsi una mossa.- sentenziò
Sam e fece per uscire allo scoperto. Non aveva mosso un passo completo
fuori dal box, che un cavallo, con Bela sopra, si scaraventò nel
corridoio puntando lui e Samuel dietro di lui. I due
cacciatori, per evitare di
finire orribilmente schiacciati, dovettero fare dietro front e
rientrare nel loro nascondiglio. Sam imprecò seguito a ruota da
Samuel.
Non appena il cavallo con la fuggiasca uscì dalla scuderia, Sam
gli corse dietro, raggiunse la porta ma si rese conto che l'unica
possibilità che aveva di prenderla era sparare. Motivo per cui
puntò l'arma alla schiena di Bela e...e....esitò. Prima
di
tirare il grilletto esitò un secondo; dannazione, ma come poteva
sparare alla schiena di Bela. Alla schiena!!! Insomma sarà anche
stata una ladra che di lì a un paio di secoli e mezzo gli avrebbe
infilato una pallottola in corpo, ma come poteva lui sparare alla
schiena di qualcuno?
Quel
maledetto secondo, però, gli costò un'altro
proiettile nella spalla sinistra da parte della
stessa persona. Infatti appena fuori dalla scuderia, Abby, spronando il
cavallo al galoppo, si voltò, prese la mira e tirò il
grilletto. Lei non esitò, e il proiettile sparato dalla sua
pistola centrò Sam alla spalla sinistra, un'altra volta.
(1) Da "Hey Joe" - Deep Pourple
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Capitolo 6 *** You've Come to the Right Place ***
YOU'VE COME TO THE RIGHT PLACE
YOU'VE COME TO THE RIGHT PLACE(1)
Sam era a terra, al centro del corridoio della scuederia, e sanguinava.
-Sam!! Tieni duro!- la voce fioca di Samuel Colt
risuonò nelle orecchie di Sam come se si trovasse a cento chilometri di
distanza; in realtà i due si trovavano a pochi metri l'uno dall'altro. Non
appena il colpo che Bela aveva sparato dalla sua pistola prima di
scappare aveva colpito Sam alla spalla sinistra, Colt gli era corso immediatamente
vicino per cercare di tamponare la ferita che sanguinava copiosamente.
-Sam dannazione dovevi aspettare che avessi la visuale per coprirti,
prima uscire allo scoperto!- lo rimproverò Colt. In quel momento
la sensazione di deja vù che provò Sam fu
fortissima: gli sembrava di avere di fronte suo fratello che lo
rimproverara per qualunque cosa. Per fortuna la ferita non aveva leso
organi vitali, quindi lui fu abbastanza lucido per realizzare in pochi
istanti due cose fondamentali:
primo che quello che aveva di fronte, nonostate le apparenze, non era
Dean ma Samuel Colt, e ricordarselo con una pallottola in corpo non era
di sicuro una cosa immediata, e secondo che non era il caso di
dirgli di
chiamare il 911, anche perchè probabilmente non sarebbe stata
una decisione saggia neanche nel 2010, visti i rapporti poco cordiali
che lui e suo fratello avevano con le autorità.
Di nuovo la voce di Samuel arrivò a Sam da molto lontano:
-Ascolta, dobbiamo muoverci, hai bisogno di un
medico! Riesci a camminare? Ma dove diavolo è Rachel? Lei saprebbe ricucirti in
un batter d'occhio! Sai, le ho fatto fare un sacco di pratica!-
Faticosamente Sam riuscì ad appoggiarsi a Samuel e ad alzarsi in
piedi. Dopo un paio di
secodi di adattamento alla posizione eretta, i due cacciatori mossero i
primi passi
verso l'interno dell'albergo. A metà circa della scalinata
d'ingresso si fermarono perchè alle loro spalle un cavallo si
stava avvicinando al galoppo.
-Ehy, cos'è successo?- chiese Rachel saltando giù da
cavallo allarmata nel vedere Sam pallido e sanguinante. Quando raggiunse
i due uomini, fece sedere piano Sam su uno scalino e disse a suo marito:
-Samuel prendimi la borsa dal cavallo per favore! Fai presto!-
Quando ebbe i suoi strumenti, disinfettò la ferita di Sam,
estrasse il proiettile che per fortuna non era entrato in
profondità e non aveva leso vasi sanguigni importanti, e lo ricucì. Mentre stava versando ancora un
po' di alcol sulla ferita alla fine della medicazione, chiese di
nuovo:
-Allora, qualcuno vuole spiegarmi cosa è successo, di grazia?-
-E' successo che Abby è fuggita con la nostra pistola!-
abbaiò Samuel furioso. Poi dopo un istante, quasi come se La Pistola non fosse la cosa
più importante, fece un cenno con il capo verso Sam e chiese
preoccupato: -Come sta?-
-Oh, Sam sta bene, direi. Vero?- rispose lei rivolgendosi al diretto interessato.
-Sopravviverò, grazie!- rispose lui mentre si rimetteva in
piedi.
Colt tirò un lungo sospiro di sollievo, ma rimase a bocca aperta
nel sentire la domanda che Sam fece a Rachel e la risposta che lei diede:
-Allora?- chiese il ragazzo con voce apprensiva.
-Tutto fatto! Consegna eseguita con successo!- rispose lei raggiante.
Samuel rimase sbalordito:
-Cosa vuoi dire?-
-Voglio dire, tesoro, che la pistola è stata regolarmente consegnata!- rispose lei ancora più
raggiante di prima.
-Lo sapevo! Ah! Ah! Lo sapevo!- esultò Sam.
-Whoa whoa! Fermi! Tu hai consegnato la pistola a Campbell e Carter come programmato?-
Rachel annuì con il capo sorridendo, ma non le sfuggì l'espressione di
sorpresa che attraversò il volto di Sam per un breve istante, ed infatti gli chiese:
-Per caso li conosci, Sam?-
La risposta di lui arrivò evasiva ed affrettata: -Ehm...non...ehm...personalmente...-
Per fortuna Samuel non era disposto ad
attendere oltre per avere le spiegazioni che gli spettavano:
-Un momento! Ma voi due eravate d'accordo?! Adesso spiegatemi
tutto, avanti! Come hai fatto tu a consegnare la pistola?
Come sapevate che Abby avrebbe tentato di rubarla? Hey, mi avete preso in giro?- chiese evidentemente indispettito.
Cominciò Rachel:
-Beh, Sam mi ha convinto a fidarmi di lui...- tralasciò volutamente di dire di
fronte al marito che quello che l'aveva convinta erano stati gli occhi
sinceri (ok, anche mozzafiato per dirla tutta...) del ragazzo venuto dal futuro e passò oltre: -Mi ha
detto che Abby avrebbe
provato a rubare la pistola e...ehm... il mio istinto mi ha suggerito
di credergli!-
Fu Sam a continuare:
-Così hai nascosto la pistola! A proposito dove? Eravate sedati,
come ha fatto Abby a non trovarla se poteva cercarla con tutta
tranquillità praticamente ovunque!-
-Sì, in effetti trovare un posto abbastanza sicuro non è
stato facile. Non mi fidavo a metterla sotto il mio cuscino! A dire la verità
ce l'avevo già quando sono venuta nella tua stanza...-
Samuel la interruppe per rimproverarla:
-Ehy, sei andata nella sua stanza...?-
-Per visitarlo, tesoro, solo per visitarlo! Ricordi che te l'ho detto questa mattina?- rispose lei
tranquillamente e sorridento. Poi continuò: -Beh, per farla
breve ho pensato che il posto più sicuro dove nasconderla fosse addosso a me!-
-Brava, direi che addosso a voi poteva essere l'unico posto dove Abby non avrebbe osato cercare!- fece notare Sam.
-Già, è quello che ho pensato anche io, anche se dormire
con una pistola addosso non è molto comodo...comunque, la
mattina quando ci siamo svegliati e abbiamo trovato tutta quella
confusione, non potevo dirti nulla Samuel, perchè tu sei un
tale testone che avresti di sicuro
rifiutato tutta questa sceneggiata, d'altra parte Abby doveva credere
che la pistola fosse davvero stata rubata, se no ci avrebbe seguito
fino a Lawrence, così per far sembrare tutto
naturale...-
Proseguì Sam:
-Avevi bisogno che qualcuno tenesse impegnata Abby, così hai
gridato, come ti avevo detto, in modo da attirare l'attenzione di tutti...-
-Infatti e voi avete guadagnato il tempo che mi serviva per fare la consegna in tutta sicurezza!- concluse infine Rachel.
-Bene, così mi avete preso in giro! No no, fa lo stesso, non
sono
arrabbiato, anche se mi avete tenuto allo scuro del piano che avevate
per consegnare LA MIA PISTOLA, arma che può uccidere QUALUNQUE
COSA!- ironizzò Samuel accentuando con la voce le parole "la mia
pistola" e "qualunque cosa". Continuò: -L'importante è che
siamo riusciti a fare la consegna! E
poi...non sono io che mi sono preso una pallottola!- concluse
sarcastico. Dopo un attimo di pausa durante la quale
squadrò per bene sia Rachel che Sam, terminò: -Beh, direi
che
abbiamo fatto un ottimo gioco di squadra!-
-Già!!- concordarono Sam e Rachel in coro.
A quel unto però toccava a lei ricevere delle spiegazioni:
-Ok, ok siamo una grande squadra, ma perchè vi ho lasciato vivi
e in perfetta salute e ora ne trovo uno con un proiettile in corpo?-
Samuel cominciò a spiegare:
-Beh, mi sono fidato di Sam, come tu avevi...tanto gentilmente
suggerito,
e...ehm direi che ho fatto bene, perchè il ragazzo sa il fatto
suo! Comunque, in effetti era stata Abby ad introdursi nella nostra
camera
stanotte e a rubare la pistola, o almeno a cercare di rubarla!
Accidenti non
sono capace di fare il mio lavoro con gli esseri umani...con demoni e
vampiri è un conto, ma le persone sono tutta un'altra cosa....comunque, Sam qui mi ha
dato una mano, è stato davvero bravo quando ha tirato fuori la
pistola...a proposito che strana pistola! Da dove viene?-
Rachel, alzando gli occhi al cielo interruppe quella che, conoscendo la
passione di suo marito per le pistole, poteva essere una digressione di
proporzioni monumentali:
-Ehy, ragazzi, non divaghiamo per favore! Cos'è successo poi?-
A quel punto Samuel sembrò un po' in imbarazzo mentre descriveva l'arrivo dello shapeshifter:
-Ecco...abbiamo scoperto che Abby aveva un complice...-
Rachel sgranò gli occhi.
-Sì...ehm...eri tu in effetti...-
Gli occhi di Rachel quasi uscirono dalle orbite: -Cosa??!!- gridò indignata.
-No, aspetta! Era uno shapeshifter che aveva preso le tue sembianze...-
-Oh...e lo hai ucciso vero tesoro?-
-Certo piccola!!- la rassicurò Colt gonfiandosi d'orgoglio.
-Mio eroe!- e stampò un bacio sulle labbra di Colt. Poi, ignara
della tortura che quel dialogo stava scavando nel cuore di Sam, si
rivolse al ragazzo dicendo: -Non è dolce mio marito...sempre a
difendere il mio onore...?-
Sam rispose semplicemente annuendo con il capo e cercando di
dissimulare una smorfia d'insofferenza, ma riuscendo malissimo nel suo
intento.
-Già...comunque peccato che lo dobbiamo bruciare...- intervenne Samuel.
-In che senso scusa, "peccato"?- chiese Rachel scandalizzata.
-Beh, sarebbe stata l'unica occasione che avevi di assistere al tuo funerale!- concluse Colt sorridendo ironico. (2)
Quello fu l'istante in cui Sam ebbe la certezza assoluta che la
reincarnazione non cambia l'anima delle persone, e un brivido di puro
terrore gli corse lungo tutta la schiena pensando a Rachel e
Samuel....insieme...e felici...scacciò via quell'immagine con prepotenza.
A quel punto l'esigenza di cambiare discorso divenne vitale per Sam,
per cui riportò subito l'attenzione dei suoi compagni
sull'accaduto:
-Beh, insomma alla fine Abby ci è scappata, l'abbiamo inseguita e, nello scontro a
fuoco mi sono ferito!- terminò Sam tagliando corto.
-Oh, Sam dovevi solo spaventarla e prendere tempo mentre io facevo la consegna, non farti sparare!- disse Rachel
-Beh, avevo un conto in sospeso con quella donna...- poi vedendo
l'espressione interrogativa sul volto dei suoi due compagni,
concluse: -...lasciamo perdere, è troppo complicato!-
A quel punto Rachel si chinò a terra per sistemare e pulire i
suoi strumenti e Colt ne approfittò. Ormai Samuel pensava d'impazzire, mentre sentiva dentro di
sè la curiosità per la strana arma di Sam crescere dentro di sè come lava
dentro un vulcano sull'orlo dell'eruzione, per cui non resistette alla tentazione di
chiedergli di mostrargliela:
-Ehm...Sam potrei vedere la tua pistola...?-
Sam
sorrise mentre si portava istintivamente la mano destra alla cintura
dei pantaloni, ma....già, ma dov'era finita la sua pistola?
Riflettè un
secondo, poi: -Accidenti deve essermi caduta dopo che Bel...Abby mi ha
sparato! Sarà in terra nella scuderia...- dicendo questo si
avviò verso
la scuderia pensando che non si sarebbe mai abituato ai nomi delle
persone nel 1835.
Samuel s'incamminò a fianco di Sam verso la scuderia.
-Ah,
eccola! Aspetta la prendo io....- si offrì Colt, mentre si chinava per
afferrare quella strana arma così compatta e splendente. La osservò come in estasi,
girandola e rigirandola nelle proprie mani, studiandola con occhio
esperto, scrutandone tutti i minimi particolari, dal calibro alle
decorazioni di madreperla dell'impugnatura. Alla fine, ammirato disse:
-Fantastica! Hey, ma dov'è il tamburo?-
Sam deglutì a fatica,
mentre cercava le parole giuste per evitare di dire che nel ventunesimo
secolo le pistole non avrebbero più avuto il tamburo:
-Beh...non
c'è...è un nuovo tipo di pistola....appena uscito....vedi c'è un
caricatore con i proiettili...qui....- prese la sua arma dalle mani di
Samuel, e con un movimento automatico estrasse il caricatore
dall'impugnatura. Continuò: -Ecco...questo è il carrello, vedi? Si deve
tirare indietro per caricare il primo proiettile, poi quando si spara
lui va indietro da solo e il secondo proiettile si carica
automaticamente....- mentre parlava fece vedere a Samuel le varie
operazioni che costituivano il funzionamento di una pistola
semiautomatica.
Colt ascoltò il suo compagno letteralmente esterrefatto
dall'ingegnosità di quella nuova arma così rivoluzionaria:
-Lo
sapevo! Sono anni che mi dico che l'impugnatura non può servire solo a
tenere in mano l'arma! Voglio dire, ci doveva pur essere un sistema per
renderla più utile....metterci dentro le cartucce....non ci avevo
pensato...ingegnoso...davvero....fammi vedere un attimo...- prese ancora la
pistola dalle mani di Sam e la osservò per un istante, poi:
-...Taurus...che strano, non l'ho mai sentita questa fabbrica....- sentenziò pensieroso.
Sam si affrettò a inventarsi una scusa: -Ehm...no, ci credo la
Taurus è nuova....ehm....e questo è solo un
prototipo....-
Samuel
non prestò particolare attenzione alle ultime parole di Sam, rapito
com'era dall'arma che stringeva in mano: -Fantastica....- ripetè ancora
sottovoce, mentre cominciava a fare i conti con l'idea di restituire
l'arma al legittimo proprietario.
Mentre, controvoglia, allungava la pistola a Sam, si fece serio in volto e disse:
-Sam...ehm grazie....volevo ringraziarti per l'aiuto che ci hai dato.-
Ok, di Colt si potevano dire un sacco di cose, ma non che fosse un
sentimentale. Certo, Rachel avrebbe giurato che in realtà suo
marito si vestiva di una una pesante armatura che gli proteggeva il
cuore ma che, se si trovava il modo di aprirla, sotto si poteva scoprire
l'uomo più dolce del mondo. Ma di sicuro trovare la chiave
giusta per aprirla, la maledetta armatura, non era cosa facile, anzi,
sentire un ringraziamento uscire dalla sua bocca mentre addirittura gli
brillavano gli occhi era un evento più unico che raro. Tuttavia,
quelle parole quasi gli vennero naturali di fronte a Sam. Colt non
avrebbe saputo dire esattamente perchè, ma quel ragazzo ed il suo
sguardo, gli ispiravano naturale fiducia, per non parlare del fatto che
il suo cervello funzionava egregiamente e questo aveva creato fra loro
due un affiatamento che aveva reso le parole quasi inutili durante
l'inseguimento di Abby. Va bene Samuel dovvette ammettere di essere
stato inizialmente
prevenuto nei confronti di Sam, e per questo l'impatto non era stato
dei migliori, ma per fortura Rachel era stata un po' più lungimirante e
la fiducia innata che lei aveva nelle persone aveva
fatto da cemento fra tutti e tre. Questo e nient'altro aveva fatto di
loro una squadra che aveva portato a termine la consegna con successo.
Ok, sorvolare sul fatto che Sam e Rachel lo avevano tenuto allo scuro
del loro piano non fu cosa facile, ma l'importante era La Pistola, che
in quel momento era nelle mani giuste.
Sam fissò il suo compagno negli occhi mentre lo ringraziava. Quello
sguardo non durò molto in effetti,
ma quei secondi furono comunque sufficienti al ragazzo venuto dal
futuro per vedere gli occhi di Colt brillare di riconoscenza e
liberazione nello stesso tempo, e Sam conosceva perfettamente quella
sensazione. Portare a termine con successo un lavoro era sempre una
soddisfazione, ma Samuel quel giorno aveva dato al mondo una cosa che
lo avrebbe cambiato, forse per sempre. Nessuno più di Sam conosceva
l'importanza che La Pistola avrebbe avuto nel corso dei secoli e quel
brillio negli occhi di Colt lo fece sentire parte di quel cambiamento.
Un'ondata di orgoglio investì Sam come uno schiaffo, mentre
pensava a come realmente piccolo fosse il mondo, in fondo i suoi
antenati e quelli di Allison ora possedevano La Pistola la quale,
come una specie di filo di Arianna temporale, da quel momento in poi
avrebbe legato indissolubilmente le loro famiglie. Famiglie che Azazel
e chissà che altri bastardi avevano separato, ma solo per un
po'. Ora sarebbe toccato a lui, suo fratello ed Allison non rompere
più quel legame così potente che si era creato insieme
ai Colt nel 1835. E se quello era stato possibile era stato anche un po'
merito suo; Sam si sentì ancora più orgoglioso di
sè. Rispose cercando comunque di minimizzare, perchè
moriva dalla voglia di raccontare a Samuel quello che lui e La sua
Pistola avrebbero significato nella sua vita, ma sapeva che se avesse
cominciato non sarebbe più stato capace di fermarsi, per cui un
semplice -Ehm...non dirlo neanche!- fu decisamente la scelta
migliore.
Nel frattempo avevano ormai raggiunto Rachel davanti
alla villa che stava finendo di sistemare i suoi strumenti: -Come va
Sam? Ti gira la testa? Nausea?-
-Sto bene grazie...non è la prima
volta...- ammise a malincuore. In quel momento, però, la sua attenzione
fu attratta da una figura ferma al limite del bosco intorno
all'albergo. L'impermeabile beige e l'espressione impassibile erano
inconfondibili: Castiel.
A
quel punto Sam capì che il suo "viaggio nel
tempo" era giunto al termine, ma voleva dire ancora un paio di cose a
Samuel e Rachel anche se sapeva che, soprattutto lui, sarebbe rimasto
senza parole:
-Accidenti, credo che dovremo salutarci! Ma prima vorrei dire che
è stato un onore conoscerti Samuel...non sai quanto, e non sai
quanto la tua pistola sarà importante nella mia vita! Rachel,
grazie di esserti fidata di me...- rimase per un istante in
silenzio; guardandola negli occhi rivedeva gli occhi di Allison e
avrebbe voluto abbracciarla e baciarla, ma il pugno che Samuel gli
aveva dato la notte prima gli faceva ancora male, quindi concluse
semplicemente:
-...è stato importante sapere di poter contare su di te!-
Poi alla fine non riuscì a resistere: -Samuel, amala con tutto
te stesso, A...Rachel è speciale e se scopro che la farai soffrire...e ti assicuro che sarò in grado di farlo,
ti giuro che mi farò portare ancora indietro di un secolo e mezzo
per prenderti a calci...-
Ma il cacciatore dovette lasciare in sospeso la frase perchè Castiel lo riportò nel suo tempo: improvvisamente il
ragazzo sentì mancare la terra da sotto i suoi piedi ed
ebbe la sensazione di precipitare. Durante quegli infiniti secondi
l'unico pensiero nella mente
di Sam fu: "ti prego non farmi atterrare sull'asfalto questa
volta...!" ripetuto più volte. Per fortuna atterrò, comunque
bruscamente, sul
sedile posteriore dell'Impala.
Per
inciso, pochi anni dopo questi eventi (giusto il tempo necessario ai Colt per
costruire le porte dell'inferno nel Wyoming sud-orientale e proteggerle
da una rete ferroviaria che formava un pentacolo) Samuel Colt costruì
la prima pistola semiautomatica della storia.(3)
(1) Da "Right Place" - Bryan Adams
(2) Citazione, adattata all'occasione ovviamente, da "Skin" 1x06
(3) No, non è vero, ma ci stava bene nel finale di capitolo.
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Capitolo 7 *** Feel the Air Up Above ***
FEEL THE AIR UP ABOVE
FEEL THE AIR UP ABOVE....FILL THE AIR UP WITH LOVE(1)
-Hai provato a chiamare Cass? Magari a te da ascolto!- ringhiò
nervosamente Dean al volante dell'Impala rivolto ad Allison seduta
accanto a lui.
-Dean, ci ho provato sei volte! Niente, non risponde...- ribattè lei esasperata e nervosa, poi: -....strano
perchè in genere invece viene subito quando lo chiamo....- concluse pensierosa oltre che preoccupata sopra ogni limite
di sopportazione umana per l'improvvisa scomparsa di Sam.
-Giuro che quando si degnerà di farsi vivo gli strappo le ali
con le mie mani!!- continuò il cacciatore stringendo il volante
con tutte le sue forze.
-Ok...allora ora andiamo alla polizia? Sei sicuro...-
Dean aveva passato le ultime tre ore a convincere Allison che andare
alla polizia presentandosi come due agenti dell'FBI era la soluzione
migliore; in fondo se era successo qualcosa a Sam, la polizia avrebbe
dovuto saperlo.
-Senti, lo so, non piace neanche a me, ti assicuro, ma non abbiamo alternative, se....- Dean
dovette prendersi un secondo prima di dire le parole che avrebbero
concretizzato la sua paura più terrificante, ma alla fine: -....se
gli è successo qualcosa, se è in ospedale e non sanno chi
sia o se l'hanno arrestato per qualche motivo....Allison è un tentativo
che dobbiamo fare!-
-Lo so, lo so, hai ragione! E' solo che non posso pensare che gli sia successo
qualcosa!- ribattè lei con la voce che le tremava al solo
pensiero di non rivedere più Sam.
-Non dirlo a me! Senti ce l'hai il distint...-
Dean non ebbe modo di finire la frase perchè la voce di Sam
proveniente dal sedile posteriore dove il cacciatore si era appena materializzato lo
interruppe:
-....prenderti a calci!- stava ancora dicendo.
-Hey, ma che diav..- urlò Dean. Poi si voltò e:
-...SAM???!!!!- gridò premendo con tutte le forze il pedale del
freno; l'Impala inchiodò rumorosamente mentre i pneumatici
stridettero sull'asfalto.
-SAM!!!!!!!- urlò anche Allison voltandosi e vedendo il ragazzo
apparire nell'abitacolo della macchina con un'espressione alquanto
sconvolta stampata in volto. Stava per gettarsi indietro addosso a Sam, ma poi
pensò alle imprecazione che Dean avrebbe inventato in
chissà quale nuova lingua straniera se per caso uno dei
suoi piedi fosse finito sul cruscotto dell'Impala, per cui non attese
neanche che la macchina fosse completamente ferma, ma si
catapultò fuori dall'auto, aprì la porta posteriore e si
fiondò addosso a Sam abbracicandolo e baciandolo come fosse una
visione divina:
-Oddio Sam! Abbiamo avuto tanta paura! Ma dove diavolo ti eri cacciato!!!???-
Inizialmente lui rispose all'abbraccio, ma poi il dolore alla spalla ebbe il sopravvento e cercò di protestare:
-Ahi, Ally, piano mi fai male. Piano, aspetta!!-
-Accidenti ma
sei ferito! Fammi vedere! Dobbiamo andare all'ospedale?! Come ti sei
ferito? Hai perso molto sangue? Cosa ti è successo? Hai bisogno di qualche medicinale? Come ti senti ora? Fammi vedere!-
lei chiaramente stava attraversando la fase "iperprotezione materna"
del ritrovamento di Sam, e senza esitazione, gli aprì piano la
camicia
in modo da poter vedere bene la ferita. Nel frattempo anche Dean era
sceso dalla macchina ed aveva aperto l'altra porta:
-Sam! Ci hai fatto prendere un colpo! Dove accidenti sei stato?-
Inizialmente lo rimproverò, poi però si sentì sopraffatto da quel senso di sollievo nel
vedere che il fratello era tutto intero, sensazione che lui conosceva benissimo tra l'altro, e lo abbracciò anche lui.
-Hey, Dean! Basta! Mi fate male!- protestò ancora, poi: -Sto bene, sopravviverò!-
-Sam ma come te la sei
fatta questa ferita? E' un colpo di pistola...è stato ricucito
bene...- constatò Allison osservando la spalla di Sam, poi:
-...ma aspetta, questo non è filo di sutura
che si usa adesso! Sam cosa ti è successo?- Allison non
riusciva a smettere di fare domande. E anche a Dean premeva sapere cosa
era successo, quindi pensò bene di aggiungere qualche domanda a cui il fratello scomparso avrebbe dovuto rispondere:
-Sam ti abbiamo cercato dappertutto! Ti sei
letteralmente volatilizzato da quel sedile la notte scorsa, sotto i
miei occhi! Abbiamo perlustrato palmo a palmo tutta la zona intorno al
fiume! Non sapevamo più cosa fare, stavamo andando alla polizia di
Topeka!-
Sam li guadò tutti e due incerto se raccontare loro esattamente
quello che gli era capitato, in fondo non sapeva se gli avessero
creduto.
Per fortuna arrivò in suo aiuto Castiel; l'angelo si
materializzò accanto a lui nell'Impala. Dean reagì con i
riflessi di un centometrista, vomitandogli addosso tutta la rabbia che
aveva covato per la sua latitanza ingiustificata:
-CASS!!!- latrò indignato, poi: -Allora c'entri tu in questa dannata storia!! Dovevo immaginarlo!
Sai quante volte ti abbiamo chiamato? Beh, neanche io perchè abbiamo smesso
di contarle! Ci porti via Sam così, senza dire niente?
Maledizione eppure dovresti saperlo che ci sarebbe venuto un colpo! Fallo un'altra volta e giuro che...-
Intevenne Sam a placare l'ira del fratello. Ok, anche lui era
arrabbiato con Castiel, ma d'altra parte i modi...come
dire...criptici dell'angelo non lo sconvolgevano più di tanto
ormai. E poi doveva ammettere che lui aveva avuto un buon motivo per
spararlo nel 1835, per cui:
-Dean...aspetta...Cass aveva bisogno che io facessi una
cosa....nel....- esitò; come non aveva potuto dire a Colt che
lui veniva dal futuro non avrebbe certo potuto dire a Dean che lui era
Samuel Colt nel 1835 e che era sposato con Allison...va bene, Sam aveva
un po' di confusione in testa in quel momento, ma poi fu investito dai
ricordi della sua avventura nel tempo,
di come Samuel e Rachel Colt si erano istintivamente (più o
meno
nel caso di Samuel) fidati di lui, quindi decise di dire la
verità. Prese un profondo respiro e cominciò:
-Cass mi ha portato indietro nel 1835 e...beh,
non ci crederete, ma ho conosciuto Samuel Colt!- terminata la frase
vide l'espressione sbigottita da "forse era meglio contattare
l'ospedale psichiatrico invece che la polizia" stampata sui volti di
Allison e di Dean che lo stavano fissando, per cui decise di
precisare gli avvenimenti. Anche se "precisare" non sarebbe il termine
più adatto da utilizzare in questo caso, perchè quello
che disse risultò tutt'altro che chiaro come il sole, per lo meno
nell'immediato:
-Ok una cosa alla volta! Cass mi ha...scaraventato nel vero senso
della parola....nel 1835 e
più esattamente durante il viaggio che Samuel Colt e sua moglie
Rachel
stavano facendo per consegnare La Pistola a....accidenti...a....insomma la dovevano consegnare ai nostri antenati, Ally,
c'erano anche i tuoi...capite?-
Siccome i due cacciatori in ascolto rimasero a bocca aperta, Sam proseguì: -...le nostre famiglie sono sempre state
vicine...ok, io non voglio credere che il mio destino sia già
stato scritto, ma i Campbell e i Carter hanno ricevuto la Colt
direttamente dalle mani di Rachel...insomma per farla breve
voi....cioè Colt e Rachel...eravate voi...cioè loro
avevano il vostro
aspetto...e poi ci siamo fermati per la notte in quest'albergo dove
lavorava Bela...allora ho capito subito che lei voleva rubare la Colt.
Per fortuna però Ally tu sei stata grande! Ti sei fidata di me
fin
dall'inizio! Accidenti è stato grandioso, mentre tu consegnavi la
pistola, io e te fratello abbiamo tenuto a bada Bela e....e io mi sono
beccato una pallottola! Ma è stato...fantastico!-
Mentre Sam parlava
come fiume in piena, Dean ed Allison si scambiarono diverse occhiate e
sui loro visi questa volta c'era stampata un'espressione che diceva:
"Ok, tu lo tieni stretto e io lo lego! Poi lo facciamo ricoverare!"
Al termine del racconto Dean ed Allison riuscirono solo a dire in coro:
-Io cosa???!!!- con espressioni disgustate.
Poi Dean precisò: -Sam stai parlando di reincarnazione o cosa di preciso?- chiese un po' incerto.
-Dean non lo so! Ma il fatto è che tu ERI Samuel Colt nel 1835!-
poi si voltò verso Allison e: -...e tu ERI Rachel....ehm
sua...moglie...- concluse infine senza riuscire a nascondere un po' di
imbarazzo e gelosia.
Allison rimase a bocca aperta; non avendo ancora abbastanta esperienza
di
cose assurde come Dean non seppe cosa dire lì per lì.
Dean, invece, reagì immediatamente ripetendo ancora
più disgustato di prima: -IO COSA???? E LEI
ERA...? Oh, mi prendi in giro vero?-
-Hey! Non sono poi così male sai?- si difese Allison che
cominciava a capire cosa volesse dire Sam e sentiva un germe di orgoglio cresere dento di sè per
essere stata la moglie di Colt in una vita precedente.
Dean la ignorò e proseguì: -Ma perchè?- si rivolse all'angelo in
particolare: -Voglio dire, Cass perchè avevi bisogno
di portarlo nel 1835 dove io ero...- deglutì nervosamente
immaginando quello che suo fratello aveva appena detto loro -...e
lei..oddio non ci voglio neanche
pensare!- terminò lui inorridito mentre un brivido gli correva freddo come ghiaccio lungo la schiena.
Visto che Castiel sembrava non aver intenzione di rispondere ci
pensò Sam a farlo; e parlò come se quello che stava
dicendo fosse scontato:
-Beh, per aiutarvi, no?...cioè aiutare loro a mettere al sicuro
la pistola! Dean pensaci non avrebbe potuto mandaci là tutti e
tre? Come avremmo spiegato a Colt e Rachel che tu ed Ally eravate la
loro reincarnazione o qualcosa del genere?-
-In effetti se nel 1835 eri testone come lo sei ora...- si
vendicò Allison scoccando un'occhiata offesa alla "il ragionamento non
fa un plissè" a Dean. Poi uno
strano sorriso affiorò sulle sue labbra, mentre si rivolgeva a
Sam:
-Così, nel 1835 ero una tosta? Medico, eh? Beh, direi che in
quasi due
secoli le cose non sono cambiate!- e rise abbracciando forte
Sam con il cuore di nuovo sereno dopo quasi ventiquattro ore di
terrore allo stato puro per
il pensiero di averlo perso.
A quel punto Castiel ritenne quel momento opportuno per intervenire:
-Grazie, Sam.- disse semplicemente.
Per fortuna Sam aveva avuto modo di sfogarsi con Dean ed Allison,
perchè se quelle parole l'angelo le avesse dette solo cinque
minuti prima, lui gli sarebbe saltato alla gola in un tempo da record.
Era invece solo indispettito quando rispose:
-Sì beh prego, però la prossima volta chiedi e basta
ok? Mi sono beccato una pallottola in corpo...da Bela...un'altra
volta...e
tutto quello che mi dici è "grazie Sam"??? Dobbiamo rivedere il
tuo concetto di gratitudine Cass!! E anche quello di chiedere il
permesso prima di prendere la gente e lanciarla nel tempo!-
Castiel rispose di getto e perdendo per un secondo la sua proverbiale compostezza:
-La pistola era in pericolo! Se l'avessero rubata il
mondo non sarebbe come lo conosciete voi ora!!- si fermò, poi si rese
conto che Sam lo stava fissando ancora irritato, per cui ritenne
opportuno spolverare un paio di regole di buone maniere che metteva troppo
spesso da parte:
-Mi dispiace, ma come hai detto tu non potevo mandare indietro nè tuo fratello, nè Allison...-
-Già...- un attimo di pausa prima di: -...quindi la pistola è salva?
Voglio dire questo mondo è esattamente come l'ho lasciato ieri, vero?- volle assicurarsi il ragazzo.
-Sì.- tipica risposta lapidaria di Castiel.
Sam respiò profondamente. In fondo si sentiva orgoglioso di
quello che aveva appena fatto, e un sorriso di soddisfazione si dipinse
sul suo volto. Evidentemente l'angelo se ne accorse, perchè in
un imprevedibile slancio di eloquenza disse:
-Vuoi sapere perchè nella tua famiglia ed anche in quella di
Allison ci sono così tante persone che si chiamano Sam? Vuoi
sapere perchè Rachel e Samuel Colt chiamarono il loro
primogenito Sam? Perchè tu hai
praticamente salvato le loro vite. Se tu non li avessi aiutati la
Colt sarebbe stata rubata, venduta al miglior offerente che, nella
migliore delle ipotesi, l'avrebbe
messa in mostra in una teca ed il mondo sarebbe stato dominato e
distrutto dalle
forze del male. E' stato tutto merito tuo Sam.- concludendo il suo
discorso lo
fissò negli occhi , poi per convincerlo di quello che aveva
appena detto: -...te lo posso mostrare se vuoi...- e fece per allungare
un braccio verso il giovane cacciatore che, però, reagì
quasi terrorizzato:
-NO! No per carità....mi fido...- si affrettò a rispondere Sam togliendosi dal raggio d'azione dell'angelo.
-Come vuoi.- rispose Castiel e orbitò via senza salutare.
Nessuno ci fece caso, ormai erano abituati alle sue istantanee dipartite.
A questo punto erano tutti e tre un po' più rilassati, quindi
decisero che forse sarebbe stato meglio togliere l'Impala dal centro
della strada e accostarla sulla banchina a destra.
Era pomeriggio presto, faceva caldo ed il sole splendeva prepotente nel
cielo con
il suo giallo migliore. L'aria era limpida e frizzante e i tre ragazzi non
resistettero alla tentazione di spingersi un po' all'interno verso la
riva del Kansas River che scorreva tranquillo e ignaro di tutto quello
che gli succedeva intorno. Si sedettero sotto la rassicurante ombra di
un'enorme quercia secolare accomodandosi sulla tenera e fresca erba,
ascoltando l'unico rumare che arrivava alle loro orecchie, e
cioè il docile sciaquio delle acque del fiume che scorrevano
imperterrite e rilassanti.
Dean e Sam si appoggiarono contro il tronco dell'albero,
mentre Allison si sdraiò beatamente a terra
appoggiando la testa sulle gambe di Sam, mentre lui le accarezzava
dolcemente i capelli. Erano tutti e tre in silenzio, perchè le
parole, almeno per il momento, avrebbero solo potuto rovinare quell'istante di pura
pace. Ognuno di loro si concentrò nell'assaporare il proprio personale godimento da quella idilliaca situazione,
indipendetemente dal fatto che sarebbe durata poco. Dean stava
semplicemente riprendendo a respirare dopo che aveva, per l'ennesima
volta, perso suo fratello. Per quanto fosse abituato ad affrontare
situazioni folli, le scomparse di Sam erano sempre un trauma
non da poco, soprattutto perchè cominciava immediatamente a
sentirsi inutile e a
colpevolizzarsi, perchè il suo compito era stato, in passato, e
sarebbe sempre stato, per il futuro, quello di difendere Sam. Ok, lui
non era più il bambino che Dean doveva proteggere quando loro
padre rimaneva fuori a caccia per giorni; ormai Sam era un uomo che
avrebbe saputo badare a sè stesso, ma lui sarebbe sempre rimasto
il fratello maggiore ed il compito di un fratello maggiore era quello
di proteggere il fratellino....se poi capitava che entrambi erano
cacciatori allora la parola "proteggere" assumeva un significato
amplificato di mille volte.
Allison, invece non aveva mai sperimentato prima di
allora la volatilizzazione di qualcuno. Quella volta, sfortunatamente,
era toccato a Sam, per cui oltre allo stress dovuto al fatto che lui
era scomparso pochi secondi dopo che loro si erano parlati al telefono,
si aggiungeva il panico che le aveva avvolto il cuore ed il cervello come una nebbia fitta, al
pensiero che non l'avrebbe più rivisto. In quel momento la cacciatrice
aveva gli occhi chiusi e, semplicemente, si stava concentrando su ogni
singolo atomo dellla mano di Sam che le accarezzava i capelli. Decise
che, se voleva continuare a fare quella vita, e lo voleva con tutta sè
stessa, non avrebbe mai più dato nulla per scontato, e avrebbe
ricordato i momenti come quello come un tesoro che nessuno
avrebbe potuto rubarle. Sam, invece, pensava a quello che gli era
appena successo. Cercò di non pensare ad ogni secondo in cui,
durante il suo viaggio nel tempo, aveva visto Allison e
Dean...cioè Samuel e Rachel (continuava a ripeterselo ma
non c'era verso che il suo cervello non collegasse quei due visi a suo
fratello e alla sua ragazza) così affiatati ed innamorati,
e si concentrò sul fatto che entrambi alla fine si erano fidati
di lui, cioè un tizio pescato dalla strada che nel 1835 andava in giro in
jeans e scarponcini e con una pistola semiautomatica in tasca. E non solo si erano fidati, ma avevano
seguito i suoi suggerimenti per portare a termine una consegna di
importanza vitale per loro. Improvvisamente disse:
-Ragazzi, volevo ringraziarvi.-
Quando i suoi compagni si voltarono verso di lui, Sam si accorse delle
loro espressioni interrogative, per cui si spiegò meglio:
-Voglio dire...lo so che non eravate veramente voi...comunque vi siete trovati di
fronte uno sconosciuto, e dovevo anche sembrare uno spiantato nel 1835,
ma voi vi siete comunque fidati di me, quindi grazie a tutti e due.-
Dean, che si stava godendo quei 5 minuti di pace, rispose con la sua proverbiale aria spavalda:
-Non dirlo neache!- e tornò a chiudere gli occhi lasciando che la brezza proveniente dal fiume gli accarezzasse il viso.
Allison invece, stupita per quella strana frase, si mise a sedere
e lo fissò negli occhi, quei fanali chiari e luminosi che la fecero
innamorare di lui fin dal primo sguardo, e rispose:
-Tesoro, se nel 1835 mi hai guardato come mi stai guardando ora, non
potevo
non fidarmi di te!- disse scherzosamente allungandogli un bacio. Poi,
per sfogare l'autentica angoscia che aveva accumulato nelle ore
precendenti lo abbracciò dicendo: -Dio, Sam mi sei mancato così tanto, ho avuto paura
di
non rivederti mai più!-
Lui la strinse forte a sè e le disse piano all'orecchio:
-Ora sono qui e non ti lascio più!- poi l'allontanò quel
tanto che bastava per fissarla nuovamente negli occhi e disse:
-Ally, ti amo. Ti amo da morire!-
-Anche io ti amo Sam!-
(1) Da "Unthought Known" - Pearl Jam
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