Tragicommedia in tre atti

di lady hawke
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** // ***
Capitolo 2: *** Rassegnati, caro mio! ***
Capitolo 3: *** Noi volavamo...ma la prof ha detto di no! ***



Capitolo 1
*** // ***


Tragicommedia in tre atti:

Tragicommedia in tre atti:

Pensieri di uno studente psicopatico

 

 

Perché capita a tutti, anche ai migliori, di trovarsi veramente nei guai, almeno una volta. E allora sono ‘cavoli amari ’.

 

 

Atto Primo: Incubo

 

Titolo: Origine e sviluppo del teatro nell’Antica Grecia con precisi riferimenti ai testi letti.

 

Lo sapevo. LO SAPEVO.

Doveva succedermi alla fine, era inevitabile. Certo non è una bella sensazione. È proprio brutto avere la certezza di un tre ben in evidenza sul registro. È un po’ come essere inseguiti da qualcuno. Già mi immagino la scena, un tre gigantesco e colorato di giallo che si avventa su di me, non è un bello spettacolo. Ma cosa vado a pensare, ho solo sue ore per questo tema!

 

“Con precisi riferimenti ai testi letti”

 

Ecco dove voleva arrivare la prof con tutte quelle letture. Quasi la vedo seduta alla sua scrivania mentre pensa ad un titolo atroce da propinare ai suoi studenti ignari con l’aria di una severa McGranitt per poi ridere sadicamente come una strega. Secondo me fanno un corso apposta per imparare tutte queste cose, davvero. La crudeltà, le espressioni truci, la risata; tutto ciò non è umano.

Pensa al teatro, ti prego, o non ne usciremo sani e salvi.

Il teatro greco…è una tragedia, un’immane tragedia. E tra due settimane ci sono i colloqui tra professori e genitori. Forse potrei dare un’occhiatina al suo foglio, in fondo è sempre così brava in italiano.

Dunque…il teatro si sviluppò nelle principali città…

Accidenti a quei suoi lunghissimi capelli, non si vede nulla, peggio di una foresta amazzonica. Ma lo fa apposta! Brutta ipocrita arrogante, che provi ancora a chiedermi gli appunti di filosofia.

Concentrati, manca solo un’ora e mezza. Guardali, tutti presi e concentrati a scrivere. Ma quando ha mai annunciato che ci sarebbe stato un compito, QUANDO? Devo avere un bigliettino da qualche parte, un appunto o qualcosa di simile. Se fingo di cercare un foglio di brutta la farò sicuramente franca.

 

 

Atto Secondo: Risveglio

 

- Coletti!

Questa mossa non mi è mai riuscita, devo avere la faccia colpevole.

-Si, prof?

Indifferenza, questa è la parola d’ordine, indifferenza. Una cosa sul genere “ faccia innocente che fischietta con noncuranza”.

- Cosa stai cercando?

- Solamente un foglio di brutta (lo giuro!)

- Prendilo e vieni qua alla cattedra, così siamo sicuri che non ti venga voglia di copiare.

- Certo

In effetti questa tattica non funziona mai.

Segue sfilata davanti alla classe stile “Modello Giuditta”. Per la via mi cade anche il bianchetto. Adesso sono anche il pagliaccio fallito della classe, come se non li sentissi ridacchiare; mancava solo la radiografia della prof, mi sta fissando da dieci minuti buoni, un estraneo potrebbe pensare che stia cercando di sedurmi.

- Mancano un quarto d’ora ragazzi!

Quindici minuti e io ho scritto solo mezza pagina, diluita diluita. E pensare che potevo darmi malato oggi.

La struttura del teatro consentiva un’ottima acustica…

Chi ha mai detto che volevo frequentare il liceo classico!

- Mancano cinque minuti!

Odio il greco, i teatri e la filosofia.

- Sta per suonare ragazzi

E’andata, malissimo ma è andata, non resta che consegnare.

- Un po’ corto il tuo tema Coletti.

-  Già, ha ragione, ma avevamo poco tempo sa, soltanto due ore…

Bugia, bugia, bugia….

 

 

Atto Terzo: Rivelazione

 

Driiin Driiin!

Cosa? Io? Nel mio letto? Alle 7:15?

Era un stupido sogno! Sembrava così reale, ho ancora le mani sudate. Nessun tema e nessun voto, in due parole: sono salvo.

- Muoviti o l’autobus ti lascia a piedi!

- Arrivo!

La colazione non è mai stata così buona, il succo d’arancia così dolce e io sono in perfetto orario quindi non dovrò correre per la strada come un tacchino, cosa potrei volere di meglio?

- Ciao, finalmente sei straordinariamente in orario oggi, cosa ti è successo?

- Sono fenomenale ecco il perché!

- Si, certo. A proposito di fenomeni sei pronto per il compito? Io ho studiato tutto il pomeriggio ieri ma sono terribilmente insicura, se quella fa delle domande difficili come il solito..

Alla mia amica piace scherzare, non è così?

- Compito? Quale compito?

- Il tema di italiano di oggi, l’avrà ripetuto un’ottantina di volte, te ne sei scordato?

Quel sogno comincia a diventare seriamente inquietante, sul serio.

- Cosa succede se dico si?

- Che sei in un mare di guai!

Un compito in classe, possibile che abbia sempre la testa fra le nuvole? Perché non do mai ascolto a quella vecchia mummia?

- E adesso come ne vieni fuori?

Bella domanda, se il mio sogno si avvererà sarò definitivamente rovinato.

- Semplice, posso darmi malato. Scendo dal bus e mi rinchiudo al caldo in un bar, problema risolto.

Sono un genio, sono un genio, rimarrò a casa altri due giorni, così l’assenza sarà plausibile, poi chiederò agli altri le domande del compito.

- Buona fortuna allora!

- Buon tema, ci vediamo.

Ecco fatto, niente di più semplice, non mi resta che attraversare la strada, ordinarmi un buon cappuccino e il gioco è fatto.

 

- Buongiorno Coletti, finalmente arrivi puntuale.

- Salve Prof!

Sono morto, sono davvero morto. Addio al bar, al cappuccino e ai miei sogni di gloria.

- Vieni entriamo in classe insieme. Avrete solo due ore per il tema ed è meglio che non perdiate tempo.

- Accidenti ai sogni premonitori, non poteva saltare la sveglia? Quella corriera non poteva mettere sotto la prof una volta per tutte?

- Come dici?

- Niente prof, ripassavo ad alta voce.

 

 

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Capitolo 2
*** Rassegnati, caro mio! ***


Rassegnati, caro mio

Rassegnati, caro mio.

 

 

 

Ore 10.35 4°A

Aula standard in fondo al corridoio del primo piano

Sempre a destra!

 

Missione: terminare il compito di filosofia su Pascal.

Obiettivi: raggiungere almeno la sufficienza e salvarsi da un debito incombente.

Passo!

 

 

 

 

- Mancano solamente venti minuti, e niente attese, voglio fare l’intervallo.

Se la smettesse di ciarlare, riuscirei a finire il mio compito, prof!

- Mi raccomando scrivete bene, non ho voglia di correggere dei geroglifici incomprensibili, stavolta metto quattro, siete avvisati, sono stata chiara? Specialmente voi Coletti e Brianti, cercate almeno di staccare le parole, i vostri compiti sembrano un monoblocco!

- Sì, prof!

Da quest’anno ha questa nuova fissa della calligrafia, ha sempre capito alla perfezione e quest’anno, tadan, la novità! Almeno andrà presto in pensione, esattamente il sei di giugno, è da un po’ che stiamo facendo il conto alla rovescia, stiamo organizzando una festa.

L’importante è avere la sufficienza, se no a casa chi li sente. Poi con la sorellina perfettina a casa…è tutto un fioccare di paragoni. I miei genitori devono essersi bevuti il cervello: quella stupida di Annetta ha sei anni, e frequenta la prima elementare, non è così difficile collezionare una serie di ottimi, devo davvero spiegarglielo?

Dunque, dovrebbe essere tutto a posto, a parte la domanda numero tre, naturalmente, non si capisce neanche cosa chieda, beh, per una…fa lo stesso.

Che ore saranno..?

 

Ore 10.50 Passo!

 

E’ tardi, mostruosamente tardi! Scrivi, scrivi, scrivi.

Ma perché si pianta sempre qui a guardarmi, mettendo il bella mostra il suo maglione orrendo, tralaltro? Sono qui, calmo e tranquillo, sto facendo il mio compitino, non ho nemmeno un bigliettino, che cavolo vuole?

- Coletti, mi faresti un piacere? Potresti andare dalle macchinette a prendermi una merendina?

- Ma prof!

- Niente ma, dai, tanto filosofia non è il tuo forte e non l’ hai mai saputa, non sarà certo questo compito a salvarti. Non posso mica andarci io, devo sorvegliare questi qua. Tieni, ecco i soldi.

Sorvegliare? Illusa, stanno tutti copiando come dei disgraziati, tranne me e i secchioni.

- Ma…

- Dai sbrigati, che sta anche per suonare

Brutta (******) – e qui stendiamo un velo pietoso -, inorridirebbe anche una come lei se sapesse quante maledizioni le sto mandando. E mai una che la colpisca, deve avere uno scudo laser progettato dalla NASA. Ma porca…mi servivano quei cinque minuti.

- Non si corre e non si fa rumore nei corridoi! C’è gente che vuole fare lezione!

Ecco, anche la bidella zitella, lo sappiamo che corri dietro al vicepreside, tanto lui non cede, rassegnati. Con tutte quelle urla ha fatto di sicuro più casino lei.

- E’ una commissione urgente per la prof!

Corri, presto presto, prima arrivi, prima torni. Uffa, ci sono anche quegli stupidi nani di prima. Cos’è, un raduno? E a loro nessuno dice niente?

- PERMESSO!

Trenta centesimi di resto, grazie prof, con questi faccio merenda io.

Svelto, svelto, svelto.

- Grazie Coletti

- Di nulla prof!

Scrivi, scrivi, scrivi, ci sei, ci sei…

 

Driiin!

Ore 10.55

Autorizzazione inizio intervallo

Passo!

 

- Consegnate ragazzi!

Affondato…

 

Ci credete che si tratta di una storia vera?

 

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Capitolo 3
*** Noi volavamo...ma la prof ha detto di no! ***


Noi volavamo

Noi volavamo...ma la prof ha detto di no!

 

"- Ecco, ecco Harry Potter che sfreccia veloce sulla sua fiammante Firebolt, che con il suo manico ultra equilibrato riesce a distanziare tutti i Serpeverde, soprattutto Malfoy che resta ben lontano e i bolidi. Wow è fantastico, fugge via come una freccia. Sapevo che ci sarebbe riuscito...-

- Cerca di essere imparziale Lee Jordan! -

- Mi scusi professoressa McGranitt, ma...-

- Niente ma e...eccolo, eccolo che scende in picchiata! -

- Bene, come diceva la nostra professoressa preferita ecco Potter che si lancia in picchiata, probabilmente all'inseguimento del Boccino. No! No! Sta deviando. Una finta! Una magnifica finta e Malfoy ci è cascato come un novellino. Che incontro fantastico; ricordiamo agli ascoltatori che Grifondoro conduce per 50 a 30. -"

 

- E così se aggiungiamo Magnesio alla formula otteniamo: una testa vuota, vero Malfenti? -

 

"- Ma ecco Flint che sfreccia superando George Weasley tira e ..oh no! Ha segnato, quel figlio di buona donna! -

- Smettila subito! -

- Mi perdoni professoressa, Flint segna dieci punti, che fortunelli davvero, ma Grifondoro continua a rimanere in vantaggio. -"

 

- Malfenti? Che diavolo stai facendo? -

 

Una losca figura si avvicinò verso l'ignaro ragazzo che tranquillo leggeva al suo solito banco. Gli si parò davanti cupa e minacciosa. Non parlò, semplicemente allungò la mano strappandolo alle grinfie del giovane indifeso il misterioso volume.

- Merda! - fu l'ultima parola che il condannato pronunciò.

 

- Mi fa davvero molto piacere scoprire cosa fa certa gente durante le mie ore; soprattutto quelli con un debito incolmato da anni. Ma vediamo, vediamo un po' cosa legge di così interessante il nostro studente modello. -

Malfenti, il ragazzo preso con le mani nel sacco, abbassò la testa improvvisamente a disagio. Era arrabbiato, lo era con se stesso e con quella stupida vecchia babbiona (uno dei suoi vocaboli preferiti) che si stava divertendo ad umiliarlo. La cosa che più lo irritava era il fatto di essere stato colto il flagrante come...non sapeva nemmeno lui come appellarsi al momento.

D'altro canto, cosa c'era di male se uno studente che non voleva seguire la lezione si metteva buono buono a farsi gli affaracci suoi?

Ma il panegirico non accennava a finire.

- Harry Potter niente meno. Aspiri forse a infrangere le leggi della fisica - che tanto non conosci - e librarti in aria a cavallo di una scopa volante? -

Il silenzio della classe disintegrato da mormorii e sghignazzate confuse. Se qualcuno gli avesse ricordato in quel momento che i compagni di classe sono sempre amici e alleati certamente non avrebbe esitato a sputargli in faccia.

- Questo potrai riprenderlo dal preside a fine lezione. Per gli appunti della mattinata fatti furbo e fatteli prestare da qualcuno. -

Se i minuti di notorietà concessi ad ogni essere umano sono quindici, quelli riservati all'umiliazione pubblica sono molti, molti di più si ritrovò a pensare Malfenti, nuovamente disgustato dalla classe al secondo scoppio di risa.

- Grazie Malf, sei unico - gli disse Aldo sorridente.

- Crepa! -

- Nervosetto, eh? Stai calmo, dicevo sul serio, ci hai fatto perdere tutti gli ultimi noiosissimi minuti, e poi c'è l'assemblea -

L'assemblea di classe, magra consolazione, il suo libro troneggiava sulla lontanissima cattedra. Che imbarazzo andare dal preside a chiederlo. Rimase chino sul foglio fino al suono della campana; naturalmente non prese un appunto: questione di principio. Quella donna voleva la guerra? L'avrebbe avuta. Fu un vero sollievo quando la vide scomparire oltre la porta.

- Senti, per la gita alla Baldi qualcuno ha detto qualcosa? - chiese all'amico prima che ripartisse con battute idiote.

- Boh, dovrebbe dirlo in assemblea, ma se Zinelli non lo chiede - Aldo non concluse nemmeno la frase; preferiva non commentare, e Claudio Malfenti capì al volo dove voleva andare a parare. Non si sa come, non si sa perchè, l'imbecille più grande dell'universo tutto era diventato appena  due mesi prima rappresentante di classe. La sua elezione era tutt'ora un mistero irrisolto, nessuno pareva averlo votato. X-files scolastico, o coda di paglia collettiva?

Fu l'apparizione delle leggendaria professoressa a interrompere tutte queste elucubrazioni mentali. La Baldi, a volte detta "baldracca" per certi suoi quattro che stroncavano le medie dei giovani latinisti in erba, era un donnino piccolo e tozzo, anatomicamente parlando ricordava una piccola botte; solida come una colonna e coraggiosa come una pioniera del West. L'unica docente che aveva avuto il fegato di portare la 4°C in gita. La classe era entusiasta, perdere un'ora di lezione su Tacito e decidere le meta del viaggio: due piccioni con una fava.

- Bene ragazzi. Il rappresentante scriverà alla lavagna una decina di mete che volete proporre e poi decideremo per eliminazione la meta che proporremo al Consiglio -

Un brusio si levò dalla classe in attesa che quel "benedetto" Zinelli si decidesse a collaborare. Malfenti si chiese se non ci fosse un modo per detronizzarlo senza spargimenti di sangue. Zinelli prese posto alla lavagna, e come afferrò il gessetto scoppiò la bagarre dietro di lui.

- Londra, LONDRA! -

- Parigi! -

- Amsterdam! -

- Zimbawe -

- Ma lo Zimbawe è uno stato -

- Chissene frega. Tu la conosci la capitale? Lo scopriremo là dov'è e come si chiama -

Dal fondo non tardarono a venire i cori da stadio. Claudio osservò attentamente la professoressa Baldi: sembrava tranquilla. La cosa si poteva spiegare in due modi: o possedeva una pazienza praticamente divina, o assumeva quotidianamente una dose di psicofarmaci davvero potente.

- Ragazzi un momento: scordatevi Londra perché è lontana e molto cara. Tra l'altro con gli attentati dell'anno scorso il Consiglio non ci darebbe il permesso. Lo stesso vale per lo Zimbawe. -

La classe parve delusa; la capitale del Regno Unito era una delle più ambite. Presi dal panico e dal sacrosanto terrore di rimanere a casa cominciarono a spararle grosse.

- Hong Kong -

- Honoloulu! -

- Sidney -

- Gotham City! -

Camilla Baldi era turbata. Gotham City? Che posto assurdo era?

- Gotham City, ragazzi? -

- Ma come prof, non la conosce? - Sbottò Anelli.

- Non direi - disse pensosa - Non mi dice proprio nulla -

- E' un posto fantastico. Una metropoli da un milione e mezzo di abitanti, piena di gallerie d'arte, città natale di un eroe del nostro tempo - decantò Aldo come una navigata guida turistica.

- E chi sarebbe? - mormorò la donna

La risposta fu corale.

- Batman, tanananam, Batman! -

- Come ha detto poc'anzi la professoressa Soleri ci libreremo nell'aria, giusto Malfenti? - esclamò Zinelli ridendo a crepapelle.

Dal caos che seguì nessuno seppe dire con certezza come reagì l'irreprensibile insegnante di latino, ma di certo la meta designata non fu Gotham City. Fu l'incontro con la professoressa di storia a riaprire l'argomento il giorno dopo.

- Allora ragazzi, dove andrete in gita? -

- A Madrid - rispose un coro poco entusiasta.

- Beh, ragazzi su di morale, Madrid è una favolosa città...-

E partì a decantare le bellezze della capitale spagnola.

- Veramente prof, noi avremmo preferito un'altra meta - interloquì Anelli

- Davvero? -

- Sì, noi volavamo tanto...ma la prof ha detto di no! - esclamò trionfante Zinelli.

Inutile dire che la lezione di storia si perse, tra le risate generali di una classe incontrollabile.

 

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