Beauty and the Beast.

di Mia Swatt
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prefazione. ***
Capitolo 2: *** Primo Capitolo. ***
Capitolo 3: *** Secondo Capitolo. ***
Capitolo 4: *** Terzo Capitolo. ***
Capitolo 5: *** Quarto Capitolo. ***
Capitolo 6: *** Quinto Capitolo. ***
Capitolo 7: *** Epilogo. ***



Capitolo 1
*** Prefazione. ***


Buona sera a tutte! Per chi mi conosce sa che per me è un pò insolito questo orario, ma nel mio Gruppo di Facebook mi hanno chiesto di pubblicare almeno la Prefazione di questa nuova mini - ff XD vi premetto che questa storia è una rivisitazione di una favola Disney che mi è sempre piaciuta moltissimo, così un giorno mi è venuta l'idea (vedendo anche una immagine/manga di Edward e Bella sotto le loro sembianze) di unire le mie due storie preferite, che in fin dei conti, un pò si assomigliano...




La bellezza non è nel viso. La bellezza è nella luce nel cuore.

Kahlil Gibran.


Prefazione

C’era una volta, tanto tempo fa, un ragazzo molto bello.
Egli aveva tutto ciò che un uomo potesse desiderare: una famiglia che lo amava, bellezza, ricchezza e popolarità. Ciò che il ragazzo non riusciva a comprendere, era che il potere, il denaro, non compravano la felicità.
La sua famiglia era composta da cinque membri: oltre a lui; una madre gentile; un padre severo, ma giusto; una sorella e un fratello adorabili. Ognuno di loro aveva avuto la propria vita fuori da quelle mura. La fanciulla dai capelli corvini aveva trovato l’amore in un Generale, mentre suo fratello maggiore aveva trovato il suo posto accanto ad una fantastica baby – sitter bionda. La giovane adorava i bambini, eppure il destino era stato molto crudele con lei, impedendole di diventare madre.
Tutto in torno al giovane ragazzo si muoveva, mutava. Tutto. Eccetto la sua cattiveria. Egli usava chiunque avesse a tiro, senza pensare di ferirne i sentimenti. Credeva che l’amore fosse una fantasia, il punto debole del genere umano, il quale era noto per il suo auto illusionismo.
Il tempo passava ed egli cresceva. Giungendo così al compimento dei suoi 21 anni.
Quando il maggiordomo annunciò che era arrivato un pacco per lui, il giovane corse a vedere cosa vi si celava, ma quando lo aprì ne rimase sconvolto.
Il lungo scatolone nero nascondeva una rosa rossa, con stelo lungo. Appassita.
Un biglietto faceva capolino al suo interno:

Prenditi cura di questa rosa, mio caro. Non è l’aspetto a rendere qualcosa gradevole. Fa ciò che vi è scritto, altrimenti la tua cattiveria non resterà all’interno del tuo gelido cuore, al contrario verrà mostrata a tutti. Buon Compleanno…
Il ragazzo pensò ad uno scherzo di cattivo gusto, così strappò il biglietto e buttò la rosa.
Roba da pazzi! Pensò. Chi avrebbe mai potuto fare un gesto simile? E con che coraggio chiedeva quelle cose? La bellezza è bellezza, pensava, non si può nascondere nel cuore del persone. La bellezza si vede con gli occhi. Con nient’altro.
La mattina dopo si svegliò, ma quando si specchiò tirò un urlo. Chi era quel mostro? Perché era senz’altro un essere inumano! Con quel pelo folto, tanto folto da sembrare un animale. Quei lunghi artigli al posto delle unghie e quelle zanne. Due enormi zanne al posto di una dentatura perfetta. Tutta la famiglia accorse, restando impietrita. Ammutolita davanti tale spettacolo. Uno dei loro figli, quello di mezzo, era diventato un’enorme Bestia.
Egli non riuscì a capacitarsi di tale scempio. Il suo bel viso… non restava più nulla della sua bellezza, se non i suoi occhi verde smeraldo.
<< Mi hai disubbidito >> disse una voce di donna, ma non vedeva nessuno. Che stesse anche impazzendo? << ti avevo avvertito di non provocarmi. Anche la mia pazienza ha un limite, sai? Questa è la tua condanna, bel giovane. Bello si, ma anche cattivo e molto superficiale. È per queste tue caratteristiche che ti ho tramutato in Bestia! >>
<< Ti prego! >> urlò il ragazzo << fammi tornare com’ero! Ho capito, sul serio! Ma ridammi il mio riflesso, ridammi ciò che ero! >>
<< No! >> tuonò la donna << non hai capito proprio nulla, ragazzino. La maledizione verrà spezzata solo se e quando troverai qualcuno che ti ami per quello che sei. Solo quando il tuo cuore gelido diventerà caldo, provando amore vero nei confronti di qualcuno. Solo se, nonostante il tuo aspetto, riuscirai a farti amare, senza trabocchetti e senza inganni, l’incantesimo perderà il suo effetto >>
<< E se ciò non accadesse? >> chiese lui << cosa succerebbe se non trovassi nessuno che mi ami? >>
<< In quel caso resterai una Bestia, per sempre >>
<< Cosa?! >> ma la voce della donna era scomparsa << torna qui! >> continuò a gridare il ragazzo << devi dirmi come devo fare! Tu mi hai ridotto così! Tu devi aiutarmi! Io te lo ordino! >> ma non ottenne altre risposte.

Gli anni passavano e la Bestia perse man mano tutti i suoi affetti.
Erano passati più di cento anni da quando aveva sentito quella voce, durante una lontana mattina di Giugno, ma nulla era cambiato. Nessuno si avvicinava a lui. Nessuno gli parlava. Decise così di rinchiudersi nell’enorme villa di famiglia, al limitare del bosco, dove nessuno lo avrebbe mai trovato. Sapeva cosa serviva per spezzare l’incantesimo, ma non sapeva dove trovarlo. Come trovarlo.
Come in ogni favola che si rispetti, doveva essere l’amore a spezzare il maleficio.

Ma chi avrebbe mai potuto amare una Bestia?

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Capitolo 2
*** Primo Capitolo. ***


BUONA PRIMAVERA A TUTTI! (anche se un pò in ritardo, ma abbiate pazienza XD) eccomi qui a postare il Primo Capitolo di questa mini storia, che vedo è piaciuta parecchio!! :D allora, non mi perdo in troppi convenevoli, voglio solo ricordarvi altre mie storie e poi vi lascio al capitolo per poi ritrovarci subito dopo, a fondo pagina, con le risposte alle recensioni e un piccolo promemoria per chi ha Facebook!
Allora, per chi non lo sapesse ho già pubblicato 3 cose:
- In Bilico : sempre una ff basata su Twilight, che avrà il Sequel. Questa storia è a Rating ARANCIONE ed è COMPLETA!
- In Trappola : altra ff su Twilight, sono tutti umani. La storia è a Rating ROSSO e ci sono sono quattro capitoli, più la Prefazione, perciò è IN CORSO!



Primo Capitolo

In un paesino poco conosciuto dello Stato di Washington, Forks, viveva una giovane ragazza. La fanciulla era povera, riusciva a stento a guadagnare i soldi per un po’ di pane. Era sola al mondo. La sua famiglia perse la vita in un tragico incidente automobilistico quando lei aveva solo cinque anni.
Isabella, così si chiamava. Anche se per tutto il paesino, per tutti gli amici lei era semplicemente Bella. Ma come si usava dire, il nome era anche una garanzia, in quanto la giovane fanciulla era davvero bellissima. I suoi lunghi capelli castani, sembravano morbide onde marine, che le ricadevano fino a metà schiena. Gli occhi, color del cioccolato più scuro, trasmettevano vitalità, sincerità e dolcezza. La sua carnagione, piuttosto chiara, le dava lucentezza.
Era cresciuta in orfanotrofio, Bella, ma ora che aveva compiuto 18 anni era stata costretta ad andarsene. Viveva da sola. In una piccola casa che stava cadendo a pezzi. Non poteva permettersi altro.
<< Ehi Bella! >> la chiamò un ragazzo piuttosto robusto. Capelli corti scuri e occhi quasi neri. Molto abbronzato.
<< Ciao Jake >> rispose timidamente la fanciulla
<< Cosa ci fai da queste parti? >> domandò il ragazzo.
<< Sono venuta a fare un po’ di spesa… >>
<< Vedo >> rispose Jacob << sembrano piuttosto pesanti queste borse, vuoi una mano per portarle? >>
<< Non vorrei rubarti del tempo. Ce la faccio >> sorrise timidamente, Bella.
<< Ma quale tempo rubato? >> disse, scoppiando a ridere, il ragazzo << dai, dammi quei sacchetti! >> la dolce fanciulla glieli porse e tra qualche chiacchiera di paese e qualche divertente battuta, giunsero a casa.

Bella si guardava in torno, rendendosi conto di quanto malandata fosse quella cosa, che per lei aveva il nome di casa. Le pareti erano ingiallite, solcate con ampie crepe, il soffitto gocciolante, spesso e volentieri. La cucina era l’unica stanza che valeva quel nome e di questo ne era contenta. Bella adorava cucinare. Faceva di tutto: torte, biscotti, grandi pranzi e grandi cene. Eppure era sempre sola. Si intristì. Guardandosi nuovamente in giro, si rese conto di quanto quella verità le facesse male: lei era sola. Non aveva mai trovato un uomo da amare, né tanto meno qualcuno che l’amasse sul serio. Non si era mai donata a qualcuno, né tanto meno aveva mai provato a sfiorare un uomo.
Non aveva mai baciato nessuno.
Si sfiorò le labbra con le dita. Quanti libri aveva letto? Quanti film aveva visto? Adorava quelli d’amore. Poco le importava se alla fine i due protagonisti morivano o vivevano felici e contenti. Lei voleva vivere l’amore di quei personaggi. Quell’amore così vero che ti entra dentro e non ti fa capire più nulla. Ti fa dimenticare, perfino, chi sei. Ma quelle erano solo favole, pensò tra sé e sé. La realtà era diversa.
Se stesse vivendo in un libro, non sarebbe un’orfanella con pochi soldi in tasca. Sarebbe Isabella Swan, figlia del Capo della Polizia e moglie. Si, perché nella sua fantasia, nel suo mondo, i suoi genitori sarebbero ancora vivi e innamorati. Saprebbe cosa vuol dire amare ed essere amata. Conoscerebbe tutti i piaceri e le sofferenze, fondate, che questo sentimento provoca. Ma quello era solo un sogno…
Decise di aprire gli occhi, Bella, mettendosi a ripulire la sua casa e poi preparare qualcosa per cena.

I giorni passavano, ma le cose per la giovane fanciulla non miglioravano, anzi. Peggioravano sempre di più.
Alcune ragazze di Forks, che Bella conosceva in quanto frequentavano il Liceo insieme, le chiesero di andare fuori a mangiare un boccone. All’iniziò tentennò, non sapendo se fosse riuscita ad arrivare a fine mese così. Ma decise di fare una pazzia e di accettare. Dopotutto anche lei meritava un po’ di svago, no?
Si trovava alla Bella Italia, poco fuori Forks. Precisamente a Port Angeles. Passò una bella serata: divertente, tranquilla. Non si aspettava però di restare a piedi.
Jessica, così si chiama una delle ragazze, abitava nel quartiere più ricco della città. Totalmente dalla parte opposta rispetto a quello in cui risiedeva la casa di Bella. Non volendo fare tutto il giro, Jessica, così la lasciò a metà strada. Si sentiva presa in giro, Bella.
Cammina svelta nell’oscurità di quella notte. Spaventata dal fatto che qualcuno, o qualcosa, potesse uscire fuori dal buio. Si sentiva osservata.
Quando vide un’ombra muoversi nei cespugli iniziò a correre. Fece pochi passi però. Inciampò nei suoi stessi piedi e si sentì afferrare la caviglia da una mano. Essa era ruvida, grande. Sudata. Cadde a terra e si trovò sovrastata da un uomo.
<< Isabella, ciao >> sputò l’uomo. Il suo odore sapeva di alcool, era ubriaco.
<< Billy. Cosa vuole? Si sposti! >> tutti in città sapevano quanto pazzo fosse quell’uomo. Non aveva una bella reputazione. Ma si sa, a volte le voci sono solo voci. Altre volte, invece…
<< Ma come siamo carine, Isabella. Tornavi a casa? E come mai tutta sola? >>
<< Mi lasci andare subito! >> urlò la ragazza, completamente impaurita. Terrorizzata.
<< Perché fai così? >> chiese lui, alzandole la gonna e cominciando a risalire su lungo la coscia, coperta solo da un leggero paio di calze.
<< Mi lasci! Non mi tocchi! Aiuto! Aiuto! >>
<< Sta zitta! >> gridò l’uomo schiaffeggiandola. Le tappò la bocca e la trascinò via dalla strada. Lontano, nel bosco.
<< Mi lasci! Cosa vuole farmi? >> urlò, piangendo, Bella
<< Non è chiaro? >> la schernì lui. Di tutta risposta, la giovane, gli sputò in pieno viso e cominciò a correre, senza meta.
<< Maledetta sgualdrina, vieni qui! >> la riprese e cercò di abusare di lei, mentre la ragazza si dimenava, piangendo. Urlava, mordeva, graffiava. Combatteva fino allo sfinimento delle sue forze per opporsi a quella tortura. Perché era romantica Bella, e non era contemplato nei suoi sogni perdere la purezza in quel modo.
<< Cosa diavolo è stato? >> disse l’uomo distraendosi un attimo, ma quel poco che bastava a finché Bella riuscisse a scappare. Si bloccò, però, quando sentì un ringhio gutturale provenire poco lontano da dove si trovavano. Che fosse un orso? Oppure un lupo? Le domande le morirono in gola quando vide spuntare due enormi occhi verdi. Se pur quell’essere non aveva nulla di umano, i suoi occhi non avevano nulla di animalesco. Sembravano tristi, inespressivi. E al momento furenti.

La Bestia ringhiò, scaraventandosi su l’uomo che avevo tentando di rubare la fanciullezza ad una ragazza che non lo meritava.
<< No, fermati! >> urlò lei << non ucciderlo! La Polizia si occuperà di lui, non fargli nel male >>
<< Non fargli del male? >> ringhiò la creatura che le si parò davanti. Le zanne erano lunghe e affilate, così come gli artigli. Era un misto tra un Lupo Mannaro e un Leone enorme << come puoi dire una cosa del genere? Quello non è un uomo! Violentare una ragazzina lo rende un rifiuto! >>
<< Ma se lo ucciderai non sarai migliore di lui! >> rispose lei << ti prego >>.

La Bestia ci rifletté un secondo. Non riusciva a capire cosa avesse di strano, di bizzarro quella fanciulla. Aveva appena schivato uno stupro, ma non voleva che uccidesse il suo assalitore, quando, era ovvio, che la comunità non avrebbe pianto una persona del genere. E come se non bastasse se ne stava tranquilla a parlare con un mostro. Un vero mostro. Una Bestia. Eppure non vi era paura nei suoi occhi color del cioccolato fuso.
<< Intanto è scappato >> disse la Bestia, sbuffando. A Bella scappò da ridere.
<< Perché ridi? >> chiese
<< Sai che quando sbuffi le tue narici fanno uno strano giochetto? >>

La Bestia sgranò gli occhi, meravigliato che la ragazza stesse ridendo di gusto delle… delle sue narici!
<< Tu sei tutta matta >> disse, cominciando a camminare nel bosco.
<< Perché? >> chiese lei, seguendolo
<< Perché? Hanno quasi tentato di violentarti e hai lasciato fuggire quel tipo… >>
<< Domani vado a denunciarlo >> rispose subito
<< D’accordo. Ma vogliamo parlare del fatto che stai seguendo un mostro? >>
<< Tu non sei un mostro >> rispose lei. C’era sincerità nelle sue parole, ma soprattutto nei suoi occhi. Lo sapeva lei e lo percepiva lui.
<< Ah non sono un mostro? E queste? >> sorrise, mostrando le zanne << e questi? >> sventolò gli artigli davanti al volto della giovane << per non parlare del… >>
<< Ehi! Frena! Ti assicuro che ho conosciuto parecchie persone che erano molto più umane di te, fisicamente, ma erano dei grandissimi… ehm hai capito. E loro non avevo né zanne, né artigli, né criniera, né… >> Bella inclinò la testa, fissandogli il posteriore << ma è una coda quella? >> e tentò di toccarla.
<< Ehi! >> disse la Bestia << lascia stare la mia coda! >> e fece scoppiare Bella in un’altra sonora risata.

Erano passate molte settimane da quando Bella e la Bestia si erano incontrati. La ragazza, ormai troppo delusa dal mondo e dal genere umano, vedeva nella Bestia un amico sincero. Troppo particolare, troppo leggendario per illuderla o ferirla.
<< Ehi, ciao! >> disse, entrando nell’enorme casa che si trovava al limitare della boscaglia << ci sei? >>
<< Ciao Bella >> le rispose la Bestia << ancora qui? >> chiese
<< Certo! Oh ma forse ti dispiace… >> disse triste << sono troppo invadente, scusami. Non tornerò più >> fece per andare, ma la bloccò.
<< No, no. Figurati! Mi piace la tua compagnia >> disse la Bestia, riponendo il libro sul tavolino davanti alla poltrona << solo che mi chiedo come mai passi tutto il tuo tempo qui. Non hai una famiglia? Degli amici? Un fidanzato? >> la ragazza sorrise triste, sedendosi sul tappeto davanti al camino.
<< Veramente no >> rispose << sono sola al mondo >>
<< Anche io >> rispose la Bestia.

I loro occhi si incrociarono. Cioccolato e menta fresca. Entrambi i loro cuori ebbero un fremito, che nessuno riuscì a comprendere. Restarono tutta la notte in quella stanza a parlare, raccontandosi le loro vite.

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Capitolo 3
*** Secondo Capitolo. ***


Buon pomeriggio a tutti! Come state? Non mi dilungo troppo, annoiandovi con le solite informazioni del tipo: ho già scritto questa storia e bla bla XD l'ho già detto nel precedente capitolo! Perciò se vi va di darci un'occhiata io ne sarei felice! Detto questo, volevo ringraziare le mie lettrici/sorellone che hanno segnalato l'altra mia storia per le Scelte!! *-* ragazze vi adoro!! Grazie mille, siete fantastiche!! <3
Adesso vi lascio al capitolo (che premetto non è lunghissimo) e dopo rispondo alle recensioni!! Spero vi piaccia!
BUONA LETTURA!


Secondo Capitolo

Era giunto Dicembre, e con esso era arrivato anche Natale. Un nuovo anno stava volgendo al termine, ma per la prima volta da più di cento anni, la Bestia, non si sentiva più tanto sola. Vedeva quella dolce ragazza venire a trovarlo tutti i giorni. Spesso gli preparava anche qualcosa di buono da mangiare. Erano decenni che non apprezzava più la buona cucina, da quando sua madre era morta. Fece scorrere lo sguardo su una vecchia foto, ormai ingiallita dal tempo. Eccola la sua famiglia.
Quanto gli mancava…
<< Bestia! Sono io, Bella. Posso entrare? >> urlò la fanciulla sotto il portico della grande villa. Posò la foto, scese di sotto e andò ad aprirle. Non appena sentì la voce allegra e vitale della ragazza si sentì meglio.
<< Bella. Sei mattiniera oggi >> le disse, facendola entrare. Sorrise vedendo come fosse vestita. Indossava un capellino multicolore, una sciarpa molto pesante e dei guanti. I jeans erano stretti, forse troppo, e il giubbotto marrone doveva essere pesantissimo.
<< Deduco tu abbia freddo >> la prese in giro, facendosi scappare un risolino, che non sfuggì a Bella.
<< Ridi, ridi >> disse Isabella << tu con tutto quel pelo stai bello al caldo! Io no, sto gelando! Ci saranno almeno dieci gradi sotto zero! >>
<< Non credi di stare esagerando? >> chiese la Bestia
<< Assolutamente no! Questa notte ha nevicato, non te ne sei accorto? >> rispose lei
<< Onestamente no >> rispose lui, andando a vedere fuori dall’enorme finestra del salotto. Bella aveva ragione. L’intero giardino era ricoperto da un manto bianco di almeno cinque centimetri. L’aria doveva essere piuttosto fredda. Eppure lui non lo percepiva. Da quando si era trasformato in Bestia le stagioni erano solo parole. Non sentiva il freddo né il caldo e gli anni, il tempo in sé, erano solo un susseguirsi di secondi, minuti, giorni e mesi identici l’uno all’altro. Lui non invecchiava. Avrebbe vissuto in eterno, intrappolato in quell’aspetto tanto terribile. Da solo. Per sempre.
<< A cosa stai pensando? >> chiese Bella << sembri così assorto >>
<< Alla neve >> rispose lui << avevi ragione, deve fare molto freddo oggi >>
<< Ovvio. Io non dico mai bugie >> rispose Bella, saltellando e andando verso la biblioteca. Adorava la lettura, lui se n’era accorto, così le mise a disposizione tutta la sua collezione ad una condizione: nessun libro doveva lasciare quel posto.
Si sentiva egoista, la Bestia. Sapeva che il problema non era la gelosia verso le sue cose. Il fatto era che non accettava l’idea che quella ragazza non tornasse più a trovarlo. Al solo pensiero di non rivederla più, il suo cuore si spezzava. Aveva perso troppe persone, non poteva perdere anche lei. Non voleva perderla. Ma che futuro avrebbe potuto donarle? Prima o poi avrebbe conosciuto un uomo, un vero uomo, e non sarebbe più tornata. Si sarebbe sposata, avrebbe avuto dei bambini, una famiglia e lui avrebbe perso anche lei. Era questione di giorni, di settimane oppure di mesi o di anni, ma presto o tardi anche lei sarebbe scomparsa, lasciandolo di nuovo solo. Nel frattempo, però, voleva deliziarsi di quella meravigliosa e gradevole compagnia.
<< Non mi hai ancora detto il tuo nome >> disse qualche tempo dopo Bella.
<< Come? >> chiese perplesso la Bestia
<< Il tuo nome >> rispose lei << io ti chiamo Bestia, perché tu mi hai detto di chiamarti così, ma…. Non ci credo che non hai un nome. Il mio è Isabella, anche se mi faccio chiamare solo Bella. Il tuo quel è? >>.
Era allibito. Da quando non si sentiva chiamare col suo nome? Da quanto non si pensava con quel nome? C’era ancora quel ragazzo da qualche parte dentro di lui? La risposta non tardò ad arrivare. No. Non c’era più. Non solo l’aspetto era mutato, ma anche il suo carattere. Aveva capito quanti sbagli avesse commesso quando era umano, quanto il suo carattere fosse corrosivo, per se stesso e per gli altri. Ma lo aveva capito troppo tardi. Perciò lei non avrebbe mai sentito quel nome, perché lui non merita di essere chiamato con quel titolo.
<< Non ha più importanza >> disse duro << non so più quel ragazzo, Bella. Quel nome è morto tanto tempo fa. È morto col ragazzo che ero >>
<< Ragazzo? >> chiese lei << aspetta un momento! Non sei sempre stato così? >>
<< No >> rispose lui, pentendosene. Non avrebbe mai voluto svelare quella verità. Avrebbe preferito che la sua bellissima amica, pensasse che quello fosse sempre stato il suo aspetto << ma non ne voglio parlare >> aggiunse poco dopo, dirigendosi di sopra.
<< Aspetta! Non volevo farti arrabbiare. Sono solo curiosa di natura, scusami >>
<< Non hai nulla di cui scusarti, Bella. Quello che ha commesso molti errori da umano sono io >> percorsero tutto il corridoio del secondo piano. Arrivando davanti ad un’enorme porta bianca.
<< Posso saperne di più? >> chiese la giovane, timorosa di un rifiuta
<< Cosa vuoi sapere di preciso? >> ripose la Bestia, girando la chiave ed entrando nella stanza, che era completamente avvolta dal buio << non entri? >> domandò, vedendo Bella impaurita sullo stipite della porta.
<< Ehm è che è tutto buio… >> ammise, rossa in viso
<< Hai paura del buio? >> domandò lui sorridendo
<< Ehi non ridere, ognuno ha le proprie paure. Vogliamo parlare del fatto che vengo sempre io a trovarti perché tu non vuoi mettere il muso fuori dal bosco? >>
<< Io direi che è diverso >> ribatté, aprendo tutte le tende << ora va meglio? >> lei annuì, entrando. Rimase colpita nel vedere ciò che celava quella camera.
In mezzo alla stanza c’era un grandissimo pianoforte nero a coda. Doveva essere molto prezioso per la Bestia, pensò la ragazza, vedendo con quanta cura era conservato quell’oggetto così meraviglioso. Entrò timorosa, come se stesse profanando terra sacra, un luogo antico e che doveva essere trattato con cura.
Notò un giradischi, messo su un ripiano e migliaia di Dischi e Cd. Uno stereo, un Pc nuovo di zecca. Tutto quello che era rinchiuso lì aveva a che fare con la musica.
<< È la mia stanza della Musica >> le comunicò la Bestia, notando una domanda muta nei suoi occhi. Riusciva a capirla senza bisogno che lei parlasse.
<< Tu suoni? >> chiese Bella
<< Si. O per meglio dire, suonavo >>
<< Secondo me non hai perso il tuo tocco magico >> gli sorrise << penso che chi sia dotato di tale dono, non possa semplicemente dimenticare o disimparare a fare qualcosa. Se tu sapevi suonare, sai farlo anche adesso >>.
Colpito da tali parole, la Bestia prese posto sul quel vecchio sgabello, pensando a tutte quelle ore che aveva passato su quell’oggetto con suo padre. Lui gli aveva insegnato a suonare il Pianoforte. Fece cenno a Isabella di accomodarsi accanto lui e senza esitazione, la ragazza accettò l’invito.
<< Hai qualche preferenza? >> le chiese
<< No, stupiscimi! >> rispose lei.

La Bestia fece scorrere le sue enormi dita sui tasti, trovando un po’ di difficoltà all’inizio. Non capiva perché si era nuovamente avvicinato a quel mondo che non gli apparteneva più. Per di più, stava facendo una pessima figura di fronte alla sua grande amica, alla sua unica amica, e la cosa gli faceva salire una rabbia infinita. Ringhiò, schiacciando tutti i tasti contemporaneamente, i quali produssero uno stridente suono << Non ne sono più capace >> disse tra i denti.
<< Non è vero >> rispose Bella, posando le sue mani sull’enormi zampe di lui. A quel contatto la Bestia percepì un brivido. Quanto tempo era passato dall’ultima volta che qualcuno l’aveva toccato, sfiorato in quel modo? Troppo. E lei era lì con lui, sorridente, sicura. Fiduciosa. Ma lui non si sentiva all’altezza di quelle attenzioni.
<< Devi solo credere in te stesso. Io ci credo, sai? >> gli disse, sorridendo.
Il cuore della Bestia ebbe un sussulto. Cos’era quel moto di calore che provava ogni volta che lei lo guardava? E cos’era, adesso, quel battito accelerato che aveva sentito nascere non appena lei gli aveva sorriso? Doveva essere all’altezza di quella ragazza. Doveva regalarle qualcosa di vero e di puro. Perché lo meritava. Le avrebbe donato una favola. Una splendida, meravigliosa ed indimenticabile favola.
Fece così scorrere le dita sui tasti, producendo una dolce melodia.
<< Claire de Lune >> commentò la ragazza
<< Si, la conosci? >> chiese lui
<< È la mia preferita >> rispose, appoggiando la testa sulla spalla della Bestia.
Così, tra musica e calore, passò anche quella fredda giornata di Dicembre.

Anche Natale, puntuale come ogni anno, fece capolino nell’innevata città di Forks.
<< Non ci posso credere che non hai fatto l’albero! >> disse Bella, mentre addobbava un grande abete nel salone centrale della villa della Bestia.
Era il 25 Dicembre e quella casa era completamente sprovvista di decorazioni natalizie.
<< Uffa >> sbuffò la Bestia, troppo sonoramente perché Bella non lo sentisse.
<< Non sbuffare, sai? È Natale e questa casa non ha nulla di colorato! E potresti anche darmi una zampa! >>
<< Un zampa? >> disse lui, sgranando gli occhi verdi.
<< Si, se ti tratto come un uomo e dico “ mano “ non ti va, così mi adeguo >> disse, facendo scoppiare la Bestia in una sonora risata << ecco ridi, io addobbo >>.
E così fece davvero. La grande villa bianca, ora era ornata da milioni di luci e colori.

La Bestia guardava tutto in modo estasiato. Non ricordava più quanto fosse bello festeggiare il Natale, non ricordava più quanto fosse bello passare del tempo con qualcuno. Bella era il suo regalo di Natale e sperava con tutte le sue forze che quando il nuovo anno fosse giunto, lei non si dileguasse come neve al sole.
Assorto dai suoi pensieri non percepì la palla di neve, così Bella riuscì a colpirlo in viso. Si tolse il ghiaccio di dosso e vide Bella piegata su se stessa a ridere.
<< Ah si? >> disse lui, prendendo una grossa manciata di manto bianco. L’appallottolò e la tirò, dosando la propria forza, contro la ragazza, la quale smise di ridere all’istante.
Cominciarono così una lunga battaglia a palle di neve, passando insieme nel divertimento il giorno di Natale. Non si resero conto che il tempo passava, che le tenebre stavano calando, facendo si che quella giornata penetrasse ancora di più nel gelo invernale. Perché nessuno dei due sentiva freddo. I loro cuori erano avvolti da un caldo tepore estivo. Un calore che sapeva di gioia, di felicità, ma soprattutto d’amore.

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Capitolo 4
*** Terzo Capitolo. ***


Buon pomeriggio a tutti! Come state? La Primavera inizia a ragionare, eh? Oggi fa caldo!! Che bello *-* allora prima di lasciarvi al capitolo vorrei precisare una cosa: mi scuso se per caso nei capitoli trovate qualche errore di battitura, il fatto è che io NON HO UNA BETA! Non la sto cercando, ci tengo a fare le cose bene e farle da sola, ma in questo periodo sono stressata con gli esami dell'università quindi è possibile che rileggendo non ci faccia caso. Solitamente mentre scrivo, rileggo pezzo per pezzo e correggo direttamente ma come si dice " errare è umano " :)
Per chi segue l'altra mia storia .In Trappola. vi ricordo che l'aggiornamento sarà DOMANI POMERIGGIO sempre in torno alle 17:00.
Adesso vi lascio al Capitolo e ci troviamo sotto con le Recensioni! BUONA LETTURA!



Terzo Capitolo

Era il primo giorno nel nuovo anno. Bella si trovava ancora al cimitero di Forks quando guardò l’orologio e si rese conto di essere in ritardo.
<< Oddio, devo sbrigarmi! >> disse, alzandosi e ripulendosi con le mani le ginocchia sporche di terra e neve << buon anno mamma e papà, vi voglio bene! >> baciò i loro volti sulla grande lapide grigio perla e si mise a correre in direzione del bosco.
Non aveva più paura di addentrarsi in quel luogo. Sapeva a memoria la strada che portava alla grande villa nascosta da troppi alberi e dal tempo.
Nel frattempo la Bestia fremeva. Era strano, pensò, che la sua adorabile amica non fosse ancora arrivata. Solitamente era sempre puntuale, a volte anche in anticipo. Che le fosse successo qualcosa? Proprio quando gli sfiorò quel pensiero la ragazza bussò.
Erano le nove e mezza di mattina, notò Bella, fuori dalla porta. Mentre attendeva che la Bestia la facesse entrare si soffermò a dare un’occhiata alla villa.
Era molto grande, bianca e marrone. Lo stile era antico, quasi a ricordare qualche castello o tenuta fiabesca. Il giardino era maestoso, ma tenuto in modo impeccabile. L’unica cosa che non comprendeva era per quale motivo, tra tante rose splendide e fiori incantevoli, la Bestia avesse piantato anche una rosa rossa a stelo lungo, che era completamente appassita. Magari non l’aveva piantata lui, pensò, magari era già lì. Ma perché non reciderla? Non riusciva a comprenderlo. Magari voleva riportarla “ in vita “, ma se fosse stato così avrebbe dovuto trattarla con qualche nuovo prodotto visto il suo aspetto malandato. Non si porse altre domande, notando la porta d’ingresso aprirsi.
Non appena lo vide il suo cuore ebbe un sussulto. Non riusciva a capire perché fosse tanto contenta di stare in compagnia di quella creatura. Ma non le importava.
<< Buongiorno Bella >> disse la Bestia, facendole un inchino per poi invitarla ad entrare in casa.
<< Buongiorno a te >> rispose lei. Si tolse il soprabito e lo poggiò su un attaccapanni.
Solo quando giunse in salotto notò di essere sola. Si voltò e vide la Bestia a bocca aperta e con gli occhi sgranati.
<< Che c’è? Stai male? >> chiese precipitando davanti al suo peloso amico.
<< N… No >> rispose lui a fatica. Si schiarì la voce, riprendendo un po’ di contegno e la osservò nuovamente. Isabella era stupenda quel giorno. Indossava un vestito verde scuro, che aveva una fascia nera sotto il seno, facendo si che la gonna le ricadesse morbida sui fianchi fino alle ginocchia. Ai piedi delle tenere ballerine nere e un sulle spalle un leggero golfino bucherellato. Lo aveva abbagliato.
<< Sei stupenda >> disse, facendo arrossire la ragazza.
<< Grazie… >> rispose lei, timidamente.
Imbarazzata, la giovane, gli voltò le spalle e si diresse in cucina. Avrebbe preparato il pranzo del primo dell’anno.
<< Ehm >> chiese insicura << tu hai i fornelli, le pentole, il gas…? >>
<< Bella >> iniziò lui, scoppiando a ridere << non sarò umano, ma faccio tutto quello che fai tu! Ovvio che ho tutte queste cose! Ho anche l’acqua, sai? E una vasca molto grande per farmi il bagno e lavarmi >> la ragazza avvampò, mordendosi il labbro inferiore. Che sciocca che era stata!
<< Si, scusa… Che domanda idiota! >> disse, entrando in cucina.

La Bestia la seguì, osservando ogni suo gesto.
<< Non era una domanda idiota >> disse lui << in fin dei conti sono schivo con te, non rispondo mai alle tue domande su di me. Perciò ci sta >>
<< No, non ci sta per niente >> disse Bella << anche se non vuoi parlare della tua situazione, di quello che eri, di quello che sei adesso, io non sono nessuno per fare certi pensieri su di te. Inoltre tutte le volte che ti ho riscaldato quello che portavo da casa? Per non parlare del fatto che qualche giorno fa dopo esserci bagnati tutti per giocare nella neve mi hai preparato una bella tazza di tea caldo. Come avresti potuto farlo se non avessi avuto tutte queste cose? Inoltre so che ti fai il bagno, profumi sempre… >>
<< Bella, calmati. Respira, ok? >> disse la Bestia, avvicinandosi a lei
<< Scusa, quando mi imbarazzo o faccio certe gaffe divento un po’ logorroica >>
<< Ho notato. Mi ricordi mia sorella un po’ >> rispose, sorridendo
<< Avevi una sorella? >> chiese Bella
<< Si >> rispose la Bestia << anche un fratello più grande. Eravamo inseparabili. Almeno in famiglia ero un ragazzo educato e amorevole, era nella vita sociale che non ero bravo >> ammise, tristemente
<< Come si chiamavano? >> chiese, curiosa, Bella << almeno i loro nomi posso saperli? >> provò, facendo gli occhi da cucciola. La Bestia si intenerì e ripose.
<< La pazza si chiamava Alice, mentre l’orso Emmett >>
<< La pazza? L’orso? >> domandò Bella. Alla Bestia scappò una risata.
<< Si >> rispose poco dopo << Alice era un terremoto, fin da piccola. Sempre piena di vita. Un folletto. Era la più piccola, ma anche la più bassa di noi, i capelli neri corti sparati, minuta. Quando iniziava a parlare non si fermava più, un po’ come te quando sei imbarazzata >> le sorrise << però lei era sempre così. Voglio dire, 24 ore su 24! Non si fermava mai! Emmett invece lo chiamavamo orso perché era un energumeno, ma con un cuore d’oro e un’intelligenza da far invidia a molti. Capelli neri, anche lui, corti e aveva un fisico palestrato senza far nulla. Era così di natura insomma >> la ragazza seguiva affascinata tutti gli aneddoti che la Bestia le stava raccontando della sua famiglia. Le raccontò di Carlisle, suo padre, e Esme, sua madre. Le parlò di quello che facevano insieme il giorno di Natale o durante la Cena del Ringraziamento. Più lo sentiva parlare e più si chiedeva cosa avesse fatto di tanto terribile per essere trasformato in Bestia. Eppure, ammise a se stessa, non le aveva mai fatto paura quel suo diverso aspetto. Bella vedeva oltre, guardava gli occhi della gente, la loro anima, la sua, i loro cuori, il suo, e quello della Bestia era puro. Lui era buono.
<< Hai detto che profumo? >> chiese, improvvisamente lui. Lei arrossì di colpo e gli voltò le spalle, mettendo un grosso pollo nel forno.
<< Non so di cosa tua stia parlando >> rispose
<< Eh non attacca, Bella! >> insistette lui << prima hai detto che profumo sempre >>
<< Io? Mai detta una cosa del genere >> negò Bella, troppo imbarazzata per confessare quello che sentiva per lui.

Finalmente il pranzo fu servito.
Si trovavano nel salone centrale della casa, sul grande tavolo rettangolare che ora era coperto da una bella tovaglia rossa decorata con candele color oro.
<< Bella sei una cuoca eccezionale >> disse la Bestia, addentando una coscia di pollo.
<< Non è nulla di che >> ripose, con troppa modestia, la giovane fanciulla
<< Nulla di che? Bella tu ti sottovaluti troppo >>
<< Mi sottovaluto? >> chiese, mentre si versava un po’ d’acqua
<< Si >> rispose la Bestia << tu sei una ragazza bellissima, in tutti i sensi. Sei altruista, generosa. Tu sei una persona buona, hai un animo puro, ma non te ne rendi conto. Quando dico che sei bella, non intendo solo fisicamente, bhè anche… >> ammise imbarazzato, grattandosi il capo << ma anche in quel caso ti imbarazzi perché non te ne rendi conto. Ed è un peccato. Tu sei stupenda, Isabella >>.
Non sapendo cosa rispondere, Bella, bevve un gran sorso d’acqua evitando di incrociare quegli occhi verdi che l’avevano rapita dal primo istante.
<< Oggi potrò farti qualche domanda? >> chiese, cambiando discorso. Quelle parole le avevano fatto battere il cuore in un modo mai provato prima. E ne era spaventata. Non perché avesse paura di lui, ma perché credeva che fosse troppo poco per quella creatura tanto diversa quanto leggendaria e unica. Lei era solo una sempliciotta e lui non avrebbe mai potuta amarla.
<< Certo >> rispose la Bestia, sorridendole
<< E tu risponderai? >>
<< Tu chiedi >> disse lui << poi deciderò io a quali rispondere >> precisò. Capendo che quello era l’unico compromesso possibile, la ragazza annuì, sperando che lui desse risposte a tutti quei quesiti che le ronzavano per la testa dal giorno in cui l’aveva conosciuto.

<< Hai detto di non essere sempre stato una Bestia… >> provò a chiedere. Si trovavano in soggiorno, seduti sull’enorme tappeto persiano davanti al caminetto acceso << come mai ti hanno fatto questo? Sai chi è stato? >>
<< Onestamente no >> rispose triste << era il giorno dopo del mio ventunesimo compleanno quando mi svegliai così >>
<< Da un giorno all’altro? È successo così all’improvviso? >>
<< Si. La sera prima era un ragazzo che festeggiava il suo compleanno e la mattina dopo ero un mostro. Una Bestia! >>
<< Ma senza una spiegazione? >> domandò Bella, non capacitandosi dell’accaduto << da quello che mi hai detto non ti meritavi una cosa del genere. Eri così dolce e amorevole con i tuoi fratelli, con i tuoi genitori… >>
<< Solo con loro >> la interruppe duro << tu non sai com’ero, Bella. Non lo sai. Ero un mostro, davvero. Trattavo in modo orribile chiunque mi circondasse che non fosse la mia famiglia. Devi sapere che eravamo prestigiosi all’epoca. I Cullen erano una delle famiglie più in vista di quei tempi. Avevo tutto quello che chiunque vorrebbero avere: soldi, prestigio, fama. Mi sentivo superiore, è questa la verità. Madre Natura era anche stata molto generosa con me. Era un ragazzo attraente, bello, voluto da ogni ragazza o donna che posava i suoi occhi su di me. Ero superficiale. Credevo che solo chi era alla mia altezza meritasse rispetto, tutti gli altri erano… spazzatura. Perciò li trattavo come tali >>
<< Ma è… >>
<< Mostruoso >> concluse lui << lo so. Qualcuno, non so bene chi, provò a farmi capire questa cosa, ma non l’ascoltai. Mi fece recapitare una rosa rossa, appassita, secca. Orribile. Allegato ad essa vi era un biglietto che diceva che avrei dovuto prendermene cura perché anche ciò che non è bello fuori può esserlo dentro e che se non le avessi dato ascolto la mia cattiveria sarebbe stata mostrata a tutti. Ma io non credevo in questo modo! >> quasi urlò, alzandosi da terra << e poi la mattina dopo mi guardai allo specchio ed eccomi qui. Una Bestia >>
<< Non c’è nulla che si possa fare per spezzare il maleficio? >> chiese Bella
<< No >> mentì la Bestia. Non voleva ingannarla, ma aveva capito quello che quella voce gli aveva detto. Solo l’amore vero, quello che non inganna, quello sincero e puro, solo quel sentimento avrebbe spezzato l’incantesimo. Ma per far si che questo fosse possibile nessuno avrebbe mai dovuto sapere che c’era una via d’uscita.
<< Mi dispiace >> disse Bella. Solo allora la Bestia si accorse che stesse singhiozzando. Si avvicinò a lei, porgendole un fazzoletto di tela.
<< Perché piangi, Bella? >> era confuso << io non volevo farti piangere, credimi >>
<< Piango perché è ingiusto quello che ti è capitato >> rispose con sincerità << non importa quanto un uomo possa essere cattivo, maligno o meschino. Punirlo non rende il “ giustiziere “ migliore di lui >>
<< Oh Bella… >> non riuscì ad aggiungere altro. Lei stava piangendo per lui. Senza pensarci un attimo, le sfiorò una guancia stando attento a non farle male. La giovane prese la zampa della Bestia fra le sue mani e la strinse, per poi accarezzarla. Si buttò tra le sue braccia, Bella, stringendo a sé l’enorme creatura. Voleva trasmettergli tutto il suo calore, il suo affetto. Fargli sentire che non era più solo a questo mondo, perché lei ci sarebbe stata per lui. Sempre.
Fu così che passarono i minuti e poi le ore. Bella si era addormentata sul petto caldo della Bestia, che si misi comodo per guardarla dormire. Più la fissava e più si rendeva conto di quanto importante fosse diventata per lui. Più la osservava e più si rendeva conto che quando lei sarebbe scomparsa dalla sua vita, a lui non sarebbe importato più niente o nessuno. Perché solo in quel momento capì, realmente, cosa lo legava a quella ragazza: l’amore.
Lui ne era innamorato. Sinceramente, profondamente innamorato.

Risposte alle Recensioni :

mikycullen2: Ciao Miky!! Sono contenta che ti piace la mia piccola ff :) purtroppo io per ragioni di studio Beastly non ho ancora avuto modo di leggerlo a causa dello studio XD l’ho comprato e sta là che mi guarda in cagnesco! E proprio per questo mi è venuta l’idea di fondere le due storie :) spero continuerai a seguirmi e a commentare, se ti va. Un bacio
monibiondina: Ciao mammina! XD e ciao anche a te Chrissuccio! Sono contenta che ti piaccia e almeno in questa storia si ride ahahahahah grazie per recensire sempre e per seguirmi! Vi adoro anche io! Tanto, tanto!! Un bacione immenso <3
thecarnival: Ciao amica!! Si, sono dolciosi e tenerosi!!! *-* belli loro!! Ora ti voglio, a questo capitolo che canzocina ci metti? ù.ù grazieeeee per il sempre più brava *me diventa tutta rossa* ci provo! Un bacione amica, ci sentiamo su fb <3
lilyanne89masen: Ciao tesò!!! *-* se vbè adesso, siamo sullo stesso livello nessuno è migliore di nessuno e non credo di essere migliore di te, abbiamo solo stili diversi. Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto!!! (anche se non so perché ne sono certa ahahahah) ti voglio benissimo <3 e hai notato come ho bellamente evitato di rispondere all’accenno sull’uffa? Ahahahah ok la smetto ù.ù bacioniiiii <3
Mary___02: Mary cara O.O””” ehm dire che mi hai scioccata è troppo poco… O.O”” questo dualismo…? Comunque ù.ù”” questa storia è più tranquilla delle altre cara, i colpi di scena si vedranno solo alla fine. Questa è una favola e come tale è tranquilla :) ogni tanto ci vuole XD spero di non deluderti visto che l’azione scarseggia! Ci sentiamo su fb!! Un bacione <3
bella cullen89: Ciao tesoro!! *-* ma che belle parole!! Spero comunque che oltre al sostegno un po’ la storia ti piaccia XD è diversa (non tantissimo) da quella della Disney e te ne accorgerai andando avanti… Quindi io ti ringrazio davvero di cuore per sostenermi, ma spero che la storia in sé almeno ti piaccia un pochetto! XD dimmi cosa pensi del capitolo, un bacione tesoro e ci sentiamo su fb! <3
smiles: Ciao Mary! No sta tranquilla! Niente candelabri o altre cose XD la mia idea riprende si la fiaba della Disney, ma preferisco lasciare la maturità dei personaggi seguendo più Beastly e le mie idee personali che quelli del cartoni. Sono contenta che la storia ti piaccia! Spero di non averti fatto aspettare molto! Cosa ne dici di questo capitolo? Alla prossima recensione e un bacione!
Sweet Bleeding Star: Ciao!! Eccoti di nuovo qui, che bello *-* grazie per avermi cominciato a seguire anche qui! Ne sono stata contenta! Il rapporto che si è venuto a creare tra quei due piace moltissimo anche a me :) e come dici tu: se son rose… fioriranno!!! Alla prossima recensione, un bacio!
Dreamerchan: Ciao Dreamer! Ma figurati!! È già un traguardo vedere che a volte commentate quindi non ti scusare :) recensirai quando hai voglia e tempo! Spero di non averti fatto aspettare troppo con l’aggiornamento :P un bacione grandissimo! E alla prossima, connessione permettendo!! :)
maia96: Ciao Hiba!! Ma tranquilla anche se parliamo di più cose nelle recensioni a me non dispiace ù.ù comunque per la pubblicazione è vero, la posto in fretta! Ma perché è finita la storia ed è molto corta! Quindi dato che principalmente sono concentrata su In Trappola e che questa è stata una piccola parentesi per sdrammatizzare un po’ i continui drammi e per fare un regalino a chi seguendomi con In Bilico e non essendo maggiorenni, non aveva potuto seguire quella a rating rosso… spero che questo capitolo ti sia piaciuto :) un bacione!

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Capitolo 5
*** Quarto Capitolo. ***


Buon pomeriggio girls! (se c'è anche qualche boys mi scuso, buon pomeriggio anche a voi ù.ù) visto che sono leggermente in ritardo e devo uscire di nuovo XD vi lascio il capitolo, rispondo alle recensioni senza perdermi in altro. :)
Solo una cosa: ho notato un calo delle recensioni, la storia vi ha stufate? Annoiate, deluse? Se è così mi dispiace, ma state tranquille perchè, come aveva già detto, era molto corto. Giovedì, infatti, posterò di già l'ULTIMO CAPITOLO! Ora vi lascio sul serio...
BUONA LETTURA! (Ah se ci sono degli errori scusate, ma sono di corsa! In caso poi lo rileggo meglio)

Quarto Capitolo

Isabella si trovava a casa sua quella mattina. L’Epifania, da poco arrivata, aveva portato via con sé tutti i giorni di festa e la popolazione era tornata a svolgere i suoi soliti e normali compiti. Chi andava a lavorare, chi tornava a scuola… Bella non aveva nessuna di queste due cose. Aveva preso il Diploma un anno in anticipo, essendo una mente brillante con poca vita sociale, a dire il vero nulla, passava il suo tempo sui libri assorbendo quelle pagine senza troppa fatica. Sognava di andare al College, ma purtroppo le rette erano troppo alte. Non poteva permettersele.
Stava sistemando la sua casa quel giorno, mentre la televisione trasmetteva il solito Telegiornale. Era stufa di guardare i notiziari, non dicevano mai nulla di buono. Ne era sempre rimasta avvilita, Bella. Come poteva un mondo tanto bello procurare così tanti morti e tanta sofferenza? Cercò il telecomando per spegnere, ma una notizia la immobilizzò.
<< Ritrovato nel bosco di Forks il bambino scomparso qualche giorno fa dalla Riserva di La Push. Seth, così si chiama il ragazzino di appena dieci anni, afferma di essere stato salvato da un mostro buono… >> alla ragazza caddero i piatti dalle mani << “ Si, era un’enorme creatura! Dal pelo folto, bello lucido sul marrone bronzeo! E poi aveva occhi verdissimi! “ questa la testimonianza. Ma non è solo Seth Clearwater a dire di aver visto qualcosa nel bosco, vi sono molte persone che affermano che lì si aggiri un orso bruno molto grande e molto pericoloso. Per questo motivo è stata aperta una missione di caccia per uccidere l’animale >>
<< No! >> urlò Bella. Si mise in fretta le scarpe, afferrò il giubbotto e si precipitò dalla Bestia. Doveva avvertirlo.
Corse senza sosta, arrivò alla grande villa bianca completamente spossata. Senza fiato.
Bussò ripetutamente, finché il suo enorme amico non aprì la porta.
<< Bella >> disse la Bestia << pensavo ci fosse il terremoto >> scherzò << ma stai bene? È successo qualcosa? Hai una faccia >>
<< Vogliono ucciderti! >> tuonò lei, mentre si aggrappò a lui per spingere entrambi dentro le mura sicure di quella casa.
<< Cosa? >> chiese la Bestia, confuso << chi? >>
<< I cacciatori! Hai riportato a casa Seth? Ma dico, sei impazzito? Volevi farti ammazzare? No, perché ci stai riuscendo alla grande! >>
<< Bella, calmati >> tentò di tranquillizzarla la Bestia.
<< Calmarmi? Come diavolo faccio a calmarmi? >>
<< Vieni qui >> disse lui, prendendole la mano, dirigendola verso il divano del soggiorno << devi stare tranquilla, ok? Io non ho fatto nulla di male, ho solo condotto un bambino piccolo verso la strada di casa. In più, questa villa è isolata e nascosta nessuno può trovarmi, va bene? >>.
Bella incrociò i suoi occhi verdi e sinceri, ma soprattutto sereni e tranquilli. Tirò un respiro e cercò di calmarsi.
<< D’accordo >> disse poco dopo << hai ragione tu, sono stata esagerata >>
<< No >> le rispose subito la Bestia << sei stata dolce… >>.
Bella allungò una mano verso il viso della Bestia e lo accarezzò debolmente. Era strana la sua pelle, sembrava quella di un cagnolino a pelo corto. Egli era soffice, morbido, caldo. Gli stracciò i contorni del naso, troppo grande per un viso umano, finendo sulle labbra ruvide, dalle quali sporgevano due zanne lunghe e affilate. Non le aveva mai fatto paura e non gliene faceva neppure adesso.
<< Bella… >> sospirò la Bestia << fermati >> la ragazza si risvegliò dal torpore nel quale era caduta e sono allora si accorse realmente di quello che stava facendo. Ritrasse velocemente la mano, avvampando come mai prima di allora.
<< Scusa… >> disse Bella, mordendosi il labbro inferiore.
<< Non scusarti, Bella. Non sei tu ad essere sbagliata >> rispose la Bestia, alzandosi voltandole le spalle.
<< Tu non sei sbagliato. Sei solo… diverso >> a quelle parole la Bestia sorrise amaramente. Bella era solo gentile, ma lui non era diverso. O per meglio dire, lui non era semplicemente diverso, era un mostro. Apprezzava, però, la gentilezza di quella dolce ragazza, che era arrivata persino a preoccuparsi della sua incolumità.
<< Vieni con me! >> disse, improvvisamente. Bella rimase sconvolta qualche minuto. Andare con lui? Dove? Ma le sue furono solo domande mute. Si alzò e lo seguì senza timore. Percorsero tutti i piani, salendo su, fino alla soffitta. La Bestia l’aprì facendo strada. Era tutta piena di polvere, notò Bella, stracolma di vecchi oggetti. C’era di tutto: lampade antiche, quadri, bauli… Non riusciva a capire perché l’avesse portata fin lassù.
<< Cosa ci facciamo qui? >> chiese Bella, guardandosi curiosamente in torno.
<< Voglio mostrarti una cosa >> rispose, indaffarato, la Bestia mentre spostava e lanciava oggetti << ricordo che era qui da qualche parte! >> disse poi, più a se stesso che alla ragazza. Bella si scansò quando, per sbaglio, le arrivò quasi addosso un vecchio cuscino. Prese una sedia a dondolo, che era poco distante da sé, e vi si accomodò, pregando che non si spaccasse.

Era più di un’ora che quei due si trovavano in quella soffitta. Le Bestia cercava, cercava, cercava senza sosta, ma alla fine non trovava mai nulla.
<< Ehm >> provò Bella, schiarendosi la voce << ma vuoi una mano? Dimmi quello che cerchi e… >>
<< Trovato! >> tuonò, elettrizzato la Bestia << vieni! >> disse alla ragazza, mentre si stava già indirizzando fuori di lì.
<< E adesso dove andiamo? >> chiese Bella
<< Sorpresa! >>
<< Sorpresa? Io non amo particolarmente le sorprese, dammi un indizio, un segno! Qualsiasi cosa! >>
<< Non ami le sorprese, ma noto che sei una gran curiosona >> le rispose, voltandosi.
<< Bhè si, lo ammetto >> disse lei, mordendosi il labbro inferiore.
Non si era accorta di essere arrivata al secondo piano e di essere giunta davanti ad un’enorme porta bianca. Si guardò in torno, Bella, poco dopo, ma non riusciva a capire.
<< Prendi questo >> disse la Bestia, donandole un’enorme sacca bianca e delle scarpe, visto il modello dovevano appartenere agli inizi del ‘900.
<< Come? >> chiese , imbarazzata, prendendo il tutto << ma cos’è? E perché? >>
<< Niente domande, ok? >> rispose sorridendo la Bestia << entra qui, questa stanza è tutta per te. Cambiati, fai con comodo. Ci vediamo giù nel salone principale tra un’ora, va bene? >> domandò, ma stava già scendendo di sotto con ampie falcate.
<< Ma… >> provò a ribattere la fanciulla, senza troppo successo. La Bestia era già andata via. Tirò un sospiro e aprì la porta bianca. Quello che vide la lasciò a bocca aperta. Quella stanza era stupenda, la più bella che avesse mai visto. L’arredo era antico, tenuto come nuovo, al centro vi era un enorme letto in ferro battuto bianco, ornato con un baldacchino dello stesso colore. Sulla parete più ampia un grosso armadio di otto ante color panna, così come la scrivania, sulla quale era posto un grande specchio circolare, ed il comodino accanto al letto. C’era anche una cassettiera, notò Bella, in tinta con tutto l’arredamento messa accanto alla finestra e sopra di essa un libro, parecchio vecchio e ingiallito, e una fila assurda di profumi da donna. E una foto. Essa era incorniciata, sembrava molto vecchia. Ritraeva due ragazzi: la prima era una fanciulla dai capelli neri, corti, indossava una camicia a quadri. Il secondo era un ragazzo, molto alto, teneva il gomito appoggiato sulla spalla di lei. Era carino, biondo, ben vestito. Le venne in mente che la Bestia aveva parlato di due fratelli, quindi, magari, erano proprio quelli. Eppure tra di loro non si somigliavano granché. [ La Foto ]
Decise di non pensarci troppo e aprì la sacca che il suo amico le aveva donato, ma non riuscì a credere ai suoi occhi. Essa racchiudeva un vestito. Un abito da fiaba, un abito da Principessa. Era lungo, con uno strascico laterale, color oro, decorato sul fondo in argento. La maniche erano corte, a sbuffo e sull’estremità c’era un piccolo tulle. [ Vestito del '900 ]
<< Oh mio Dio >> si lasciò sfuggire, continuando ad ammirare quel capolavoro di stoffa. Era a dir poco magnifico!

Cambiati, fai con comodo. Ci vediamo giù nel salone principale tra un’ora. Le tornarono in mente le parole della Bestia. Oddio! Pensò, lui voleva che lei indossasse quel vestito? Ma perché? Lei non era ricca, né nobile, come avrebbe potuto indossare un simile abito senza sfigurare? Lo tirò fuori dalla custodia. La stoffa era morbidissima, ma… come accidenti si indossava? Lo analizzò per venti minuti buoni e alla fine capì.

Era passata un’ora e Bella era ancora chiusa in quella stanza. Si guardava allo specchio, ma non credeva i suoi occhi. Era davvero lei quella fanciulla? Buttò un’occhiata all’orologio. Erano le sette e mezza di sera. Cosa doveva fare? Scendere? Ma conciata così… Non si sentiva se stessa. Non era abituata ad un tale abito. Aveva paura di fare una pessima figura. Prese un grosso respiro e decide di andare.
Quando aprì la porta un ottimo odorino le stuzzicò le narici. Pasta al forno? E… l’altro odore cos’era? Notò che non ci fossero luci accese, solo i lumi di centinai di candele sparse per l’intera villa. Che ci fosse stato un Black – Out? Strano… In fin dei conti l’illuminazione della “ sua “ camera era funzionante. Spinta da un moto di curiosità, ma anche di fame non poteva negarlo, si fece coraggio scendendo la scala principale della villa. Pregava di non rotolare giù, inciampando nei suoi stessi piedi a causa dei tacchi alti. Solo quando giunse all’ultimo gradino e alzò gli occhi che lo notò. Il suo grande amico era lì, stranamente elegante, che l’aspettava. Solitamente indossava un pantalone nero ed una canotta, questa volta, invece, aveva una giaccia color prugna, sopra una camicia bianca e un pantalone dello stesso colore. Si chiede dove trovasse degli abiti adatti a lui… Ma non fece domande quando si rese conto che teneva in mano una Rosa Blu. Era per lei.

La Bestia la fissava, estasiato. Non riusciva a credere che quella ragazza fosse la sua Bella. sorrise amaramente, mentre la fissava scendere la grande scalinata. Lei non era sua, e non lo sarebbe mai stata. Quando incrociò i suoi occhi cioccolato, il suo cuore si riempì di gioia. L’abito sembrava fatto su di misura per lei. Le fasciava il corpo in modo perfetto, valorizzandola incredibilmente. L’acconciatura, poi, era un tocco di classe. Aveva legato i capelli, portandoli su con uno chignon leggero, non marcato. Infatti, delicati boccoli le ricadevano ai lati del viso e sulle spalle. Notò che, incastonato tra i capelli di Bella, c’era il cerchietto – diadema di Alice. L’aveva condotta in quella stanza, mettendole a disposizione le cose di sua sorella, proprio con l’intento e la speranza che lei ne usufruisse per quella sera. Le si avvicinò cauto, porgendole la rosa.
<< È per te >> disse la Bestia
<< Grazie >> rispose lei, arrossendo << è tutto magnifico >> disse, guardandosi in torno. Notò, così, l’enorme tavola imbandita e lo stereo acceso.
<< Tu sei magnifica >> disse la Bestia, dandole il braccio per scortarla in soggiorno. Lei lo afferrò senza timore, sorridendo.
<< Anche tu sei molto bello >> rispose, timidamente.
La tavola era a dir poco perfetta. La tovaglia blu, decorata con ghirigori bianchi sui bordi, era fantastica. Al centro, c’era un grande candelabro e in mezzo al soffitto, a voltaggio leggero, splendeva un meraviglioso lampadario con migliaia di scintillanti Swarovski. Bella era senza parola.
<< Perché… >> tentò di parlare, ma l’emozione era grande << perché hai fatto tutto questo? A cosa… a cosa devo tutto questo? >>
<< Voglio solo dirti grazie >> rispose la Bestia, scostando la sedia per invitarla a sedersi
<< Grazie? E per cosa? >> chiese la fanciulla, prendendo posto
<< Vedi Bella… >> cominciò la Bestia, mettendosi a sedere anch’egli << tu sei ingenua e, come posso dire, smaliziata. Credi che tutto in torno a te sia buono, sincero, puro. Hai dei bei principi. Veri, autentici. Credi al vero amore, alla passione travolgente. Ma la cosa più importante è che non mi vedi come un mostro… >>
<< Perché tu non sei un mostro. Inoltre credo che… >>
<< Aspetta, posso finire? >> la interruppe, sorridente. La ragazza divenne rossa, a causa dell’imbarazzo, ma annuì energeticamente.
<< Vedi, è proprio questo il punto. Io non sono un essere umano, lo ero, ma adesso non lo sono più. Tengo a precisare che a comportamento e a modi di fare sono cambiato. Migliorato, oserei dire. In quel senso potrei benissimo affermare di essere più uomo ora che prima >> sorrise triste, ma tornò subito serio << ma nessuno mi vedrebbe mai come un uomo. Eccetto te. Tu riesci a vedere oltre l’apparenza, oltre l’aspetto fisico. Tu riesci a vedere il mio cuore. Ma nessuno lo avrebbe mai fatto, nessuno lo farebbe mai, perché purtroppo il mondo è marcio, Bella, è questa la verità. Io l’ho capito tardi, ma devo ringraziare chi mi spedì quella rosa. Anche se in maniera orribile, mi ha insegnato che nulla è come sembra. Che oltre al nero e al bianco, vi sono tanti altri colori. Migliaia di sfumature diverse. Ma sono in pochi a notarle. Tu rientri in questa categoria, perché sei pura. Sei unica, Isabella >> il cuore della ragazza sussultò violentemente. Gli occhi le pungevano, ma per la felicità di quel momento. Troppe emozioni le vorticavano in testa, ma soprattutto nel cuore. Cos’era quel calore che percepiva ogni volta che lui la guardava o quando, semplicemente, le rivolgeva un sorriso? O, anche più banalmente, un saluto? Adorava quella Bestia. Adorava tutto di lui. I suoi modi gentili, i suoi comportamenti di un’altra epoca, il suo modo di fare che cambiava quando c’era lei con lui. Ma soprattutto, Bella amava quegli occhi. Quegli occhi tanto verdi che gli smeraldi impallidirebbero a confronto. Quegli occhi tanto tristi, ma così sinceri, che riuscivano a guarda dentro a scrutarla nel profondo. E fu allora che comprese. Capì che senza di lui lei non avrebbe più saputo vivere, perché in quel mondo totalmente in ombra, lui era la sua luce. Il suo sole personale. Non provava semplice affetto per lui. Lei se ne era innamorata.

La cena passò tranquilla. Bella e la Bestia parlarono di tutto e di niente, scambiandosi qualche battuta o raccontandosi qualche aneddoto famigliare. Purtroppo la ragazza non ricordava molto dei suoi primi anni di vita, perciò raccontò quel poco che sapeva immergendosi completamente nei discorsi della Bestia. Non riusciva a non sorridere, Bella, immaginandolo correre e divertirsi con i suoi fratelli proprio in questa casa. Bella ammirava la sua famiglia perché, nonostante tutto, gli erano rimasti accanto anche dopo la trasformazione. Erano morti di vecchiaia tutti i suoi parenti e man mano, non ne era rimasto più nessuno.
<< Mi concedi questo ballo? >> chiese la Bestia, sorridendo
<< Ehm… >> tentò di spiegare Bella << io… io non so ballare >>
<< Oh bhè… >> rispose la Bestia sorridendo, mentre piano sistemava le braccia della ragazza per assumere una posizione corretta << puoi affidarti a me >>
<< Non ho paura di te >> rispose convinta
<< Lo so >> disse lui, mentre stavano già volteggiando per la stanza.
Durante quel ballo, entrambi, capirono molte cose. Stare l’uno accanto all’altra era curativo, complementare. E se ne stavano rendendo conto anche loro.
La canzone finì troppo presto e la realtà bussò prepotente alla porta di quella bellissima Fiaba. Ma le complicazioni, si sa, era dietro l’angolo…
<< Credo sia ora che io torni a casa >> disse Bella, anche se non se ne sarebbe mai voluta andare davvero. Ma la notte aveva inghiottito quello scenario fantastico, diventando cupa e nera. Bella aveva un bruttissimo presentimento, ma non riusciva a tradurlo in parole.
<< Ti accompagno >> rispose lui, dirigendosi verso la porta
<< Cosa? >> domandò lei << non posso permettertelo. Se ti vedessero? Inoltre devo cambiarmi… >>
<< Il vestito lo puoi tenere, se vuoi >> disse lui, sorridendo << era di mia madre, ma conoscendola non le sarebbe dispiaciuto regalarlo a te >>
<< Ma io, no non posso tenerlo, è troppo importante per te… >>
<< Bella >> la interruppe lui << ne sarei felice >> le sorrise ed entrambi uscirono da quella casa sconosciuta, che si ergeva al limitare del bosco.
Durante il tragitto nessuno dei due parlò, troppo intenti a sperare che quella giornata non finisse ma mai. Ma le luci della città remavano contro i loro desideri.
<< Sono arrivata >> disse Bella, fermandosi nella fitta vegetazione di fronte casa sua << quella è casa mia >> proseguì indicando una piccola villetta marrone a due piani, ridotta piuttosto male.
<< Carina >> le sorrise la Bestia
<< Fa pietà >> sbuffo la giovane << ma era dei miei genitori. Loro l’hanno lasciata a me perciò in tutti i miei anni di orfanotrofio si è ridotta così >>
<< Quella casa è piena di ricordi, no? >> domandò la Bestia << quindi è bella così com’è. È vissuta, ecco >>
<< Hai ragione >> constatò Bella, sorridendo << buona notte, Bestia >>
<< Edward >> rispose la Bestia, bloccando la fanciulla che si stava già dirigendo verso casa. Bella si voltò, lentamente, incrociando i suoi occhi verdi.
<< Come? >> chiese lei
<< Il mio nome era Edward, tanto tempo fa. Sogni d’oro, Isabella >> le sorrise e scomparve nel bosco.

Un nuovo giorno aveva fatto capolino sulla grigia città di Forks. Bella volle permettersi qualche ora di accidia, crogiolandosi nel letto caldo, mentre ripensava alla serata appena trascorsa.
<< Edward… >> pronunciò piano, affinché nessuno la potesse sentire. Sorrise, finalmente conosceva il suo nome. Ne era così felice!

<< L’hanno trovata? >> urlò una donna
<< Si! È nel bosco! >> rispose un uomo
Ma cosa diavolo stava succedendo? Si domando Bella. Perché quella mattina c’era tutto quel gran chiasso?

<< Ieri si è perfino spinto in città! Qualcuno ha detto di averlo visto al limitare di questo boschetto! >>
<< Chi l’ha visto? >>
domandò qualcuno
<< È stato Jacob Black! Dice che passava da queste parti e ha visto l’orso tornare indietro, ma dice che è enorme! Lo ha seguito, ma poi l’ha perso! >>
<< Ma la cosa strana è che ho sentito dire che aveva fattezze umane e bestiali! >>
<< Che sia un mostro? Un qualche esperimento genetico venuto male? >>
<< Non lo so! Ma io non lo voglio nella mia città! >>
<< Nemmeno io! >>
ci fu un coro di voci a pronunciare quella frase.
<< Che si fa ora? >> domandò un uomo
<< Sono partiti i cacciatori poche ore fa! Hanno intenzione di ucciderlo! >>
<< NO! Edward, no! >> urlò Bella, si staccò dalla finestra e si vestì di corsa. Doveva impedirlo. Loro non poteva ucciderlo. Ecco cos’era quella sensazione di paura che le era entrata dentro il giorno prima. Un presagio…
Loro non lo avrebbero ucciso. Lei non lo avrebbe mai permesso.

Risposte alle Recensioni :

thecarnival: Ciao amica! Ahahahah e dai susu non prendertela così, era una sfida carina ù.ù stile “ Io Canto “ ahahahah però bella quella canzonica XD per quanto riguarda il capitolo shi, lei non se ne frega che lui sia una Bestia, lo adora così com’è!! E la cosa è meravigliosa *-* grazie per i complimenti… e non è vero che su fb sono cattiva, dai ù.ù” spero che il capitolo ti sia piaciuto e ci sentiamo su fb e al prossimo che sarà l’ultimo :( ti lovvo anche io amica, un bacione <3
squirrel93: Ciao!! Sono contenta che la storia ti piaccia :) anche io devo leggerlo Beastly XD l’ho comprato ma non ho ancora avuto modo di sfogliarlo :P comunque spero che anche questo penultimo capitolo ti sia piaciuto e che non abbia aspettato molto per la pubblicazione :) alla prossima! Un bacio
bella cullen89: Ciao tesoro! Cosa ne hai pensato di questo capitolo? Che era il penultimo, infatti quello di Giovedì sarà l’ultimo XD apprezzo il fatto che mi hai seguita e continui a farlo! Ti voglio bene e buono studio!! Un bacione <3
Sweet Bleeding Star: Ciao Sweet! Sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto, ma siamo agli sgoccioli :) difatti il prossimo è l’ultimo capitolo! Cosa succederà? Per saperlo dovrai aspettare Giovedì!! Fammi sapere cosa ne pensi di questo 4 capitolo, se ti va! Un bacio
smiles:
Ciao Mary! Che bello risentirti!! Grazie perché recensisci dalla prefazione e di questo ne sono felicissima *-* sono contenta che il capitolo scorso ti sia piaciuto e spero che anche questo sia stato di tuo gradimento :) purtroppo il prossimo capitolo sarà l’ultimo! E anche questa storia volgerà al termine… Un bacione grande!!

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Capitolo 6
*** Quinto Capitolo. ***


Buon pomeriggio a tutti! Come avevo annunciato su Facebook, il Quinto Capitolo cioè l'ULTIMO CAPITOLO viene postato oggi, invece di Giovedì (ieri) per un fattore di continuità... Lunedì 11 Aprile verrà pubblicato l'EPILOGO! E anche questa mini - storia giungerà al termine :(
Senza indugiare oltre vi lascio al capitolo, BUONA LETTURA! :) [ ah chiedo scusa se ci sono degli errori, ma non sto bene e ho postato solo perchè ho promesso che lo avrei fatto e io sono nota per mantenere quello che dico. Inoltre non mi piace non rispettare " scadenze " perciò in caso di errori, scusate! ]


Quinto Capitolo

La Bestia si trovava nella sua villa quella mattina, ignara di quello che di lì a poco sarebbe capitato. Era da più di cento anni che non si guardava allo specchio. Ne aveva paura, timore. Disgusto. Ma da quando Bella era entrata nella sua vita non si sentiva più tanto sbagliato. Lei gli aveva dato un motivo per vivere, un motivo per sperare, un motivo per amare. Bella gli aveva spiegato il significato di bellezza, perché essa, solo ora lo capiva, non era assoluta. La bellezza non si scorgeva con gli occhi, ma col cuore. Essa non si celava nel viso di una persona, ma nelle sue espressioni. Non era il corpo a renderti perfetto, ma quello che ci fai. Non era la voce ad essere soave, ma il modo di parlare, quello che si dice. Vedendola da questo punto di vista, pensò la Bestia, la bellezza, la vera bellezza, si nascondeva ovunque. Ma lui, a quei tempi, era troppo cieco per saperla apprezzare.

<< Edward! Allora, sei pronto? Non vorrai far aspettare Miss Tanya >>
<< Alice da quando la chiami Miss? >> domandò il ragazzo, sapendo quanto sua sorella detestasse quella giovane. Per lei era arrogante, viziata e maleducata.
<< Edward cogli la nota sarcastica! >> rispose il folletto, dileguandosi.
<< Figliolo! >> lo chiamò sua madre, dal piano di sotto.
<< Si mamma, sono pronto! Scendo tra un attimo! >> rispose Edward. Aprì l’armadio e si specchiò. Era semplicemente perfetto. Il viso squadrato non mostrava nessuna imperfezione, gli occhi verdi gli davano un tocco particolare, la giacca bordeaux, abbinata alla cravatta risaltava i suoi capelli castano – bronzei. Nessuna ragazza gli avrebbe resistito. Nessuna. Sorrise, Edward, perché lo sapeva bene.
[ … ]
<< Allora, cosa ne pensi di quella? >> chiese suo fratello Emmett.
<< Dico che non è tutta questa bellezza. Insomma a forme è proprio messa bene, ma il resto… >> rispose Edward
<< Fratellino, se continui di questo passo non ti sposerai mai! >>
<< E chi lo vuole il matrimonio? >> lo schernì il giovane << io amo la bella vita! >>
<< Edward hai pur sempre 20 anni >> disse un ragazzo biondo, intromettendosi nella conversazione << dovresti iniziare a pensarci seriamente, non credi? E comunque se non sbaglio tra un mese compi 21 anni >>
<< Grazie per questa vena mmm come dire? Filosofica, Jasper, ma per il momento sto benissimo così! >> disse il giovane, scoppiando a ridere.
[ … ]
<< Edward, allora? Hai visto qualcuno di tuo gradimento? >> chiese suo padre.
<< Veramente sto aspettando Tanya >> rispose << sono venuto a questo stupido Pic – Nik perché mi aveva detto che ci sarebbe stata >>
<< Credi che lei sia giusta per te? >> gli domandò il Dottor Cullen
<< Papà! Ma che domande fai? Giusta? Ovvio che NON è giusta! Ma la senti quando parla? Sembra una cornacchia >> e a quella parola rise di gusto << però è bellissima >>
<< Edward >> si intromise Esme, sua madre << la bellezza non è tutto nella vita >>
<< Voi due siete vecchietti, ma siete comunque molto belli. Quindi non venite a dirmi che la bellezza man mano sfiorisce ecc, ecc! Io ora sono giovane. Bello, potente, sono il ragazzo più desiderato di questa città. Voglio solo divertirmi un po’! >> rispose, notando Tanya avvicinarsi. Diede un bacio sulla guancia a sua madre, salutò suo padre e si apprestò a raggiungerla.
<< Fai attenzione figlio mio >> disse Esme << divertirsi è bello finché non si feriscono le persone >> il ragazzo fece un cenno con la mano senza voltarsi. Adorava sua madre, suo padre e i suoi fratelli, ma loro non capivano. Dove stava il divertimento se non poteva far sentire gli altri inferiori a lui, e quindi ferirli? Loro erano peggiori di lui. Edward Cullen era il migliore.

Nel frattempo che la Bestia era persa nei suoi pensieri, Bella correva senza sosta per tutta la foresta, facendo attenzione a non farsi scorgere dai cacciatori.
Correva, correva, correva per raggiungere la villa della Bestia. Sarebbe dovuto scappare, Edward, o lo avrebbero ucciso. E lei non lo avrebbe mai permesso. Sarebbe scappata con lui, se l’avesse voluta, perché in fin dei conti in quella piccola cittadina sperduta a lei non restava nulla. Cadde, persa nei suoi pensieri. Si ritrovò totalmente a pezzi. I jeans erano completamente strappati a causa dell’erbaccia alta. Le braccia e le mani piene di tagli. Ma non se ne curò.
Dopo quasi venti minuti vide la villa bianca e affrettò il passo.
<< Edward! >> urlò, battendo contro la porta << Edward apri! Presto, aprimi! >>
<< Bella… >> ma non fece in tempo a parlare che un colpo di fucile colpì una piccola colonna posta all’entrata della villa. La Bestia, prese Bella tra le braccia trascinandola in casa e cominciò a ringhiare. Gli occhi di Bella si posarono sulla figura che impugnava l’arma. Era alto, muscoloso. I capelli corti neri erano quasi identici ai suoi occhi, i quali erano inespressivi, vuoti. Inferociti. Jacob Black.
<< Sapevo che seguendo te lo avrei trovato! >> urlò il ragazzo << esci da lì Bella e consegnaci la Bestia oppure faccio saltare la casa con te dentro! >>
<< Perché? >> rispose, urlando, Bella << perché mi fai questo Jake? Non lo conosci neanche! Potrebbe essere buono ma né tu né gli altri gli state dando una possibilità! Lo condannate a morte solo perché è diverso! >>.
Intanto tutti i cacciatori, seguendo la voce di Jacob, avevano circondato lo stabile.
<< Siamo in trappola >> ringhiò la Bestia, accorgendosi del particolare << Bella va via >> disse tristemente << loro vogliono me, non ti toccheranno >>
<< MAI! >> urlò la ragazza << è un abominio! Non te ne rendi conto? Loro sono in torto! Tu non hai mai fatto male a nessuno, al contrario! Hai riportato a casa il piccolo Seth, mi hai ridato la gioia di vivere quando credevo di aver perso tutto! Non sei tu il mostro, Edward! Sono loro! >> disse indicando la finestra. La Bestia le accarezzò una guancia piano, lentamente. Voleva pregustare quell’ultimo istante insieme alla ragazza che amava perché, ne era convinto, non sarebbe sopravvissuto. L’avrebbe persa per sempre.
<< Bella, io non posso vivere se al mondo non ci sei tu. Ma se resterai qui ti farai ammazzare, non lo capisci? Arriverei ad odiare me stesso, più di quanto mi odi ora, se tu ti facessi male per colpa mia! >>
<< Edward >> rispose Bella, prendendo l’enorme zampa tra le mani e fissandolo dritto negli occhi << io preferirei morire che stare lontana da te >>.
Tutto sparì attorno a loro. E per un attimo la Bestia tornò a sentirsi Edward. Un ragazzo normale, innamorato di una ragazza speciale. Unica. Ma un boato spezzò il loro idillio nel giro di un secondo.
Alcuni cacciatori erano entrati dalla porta sul resto, spingendosi fino al salone.

La Bestia, istintivamente, per proteggere Bella e se stesso si buttò addosso a quegli uomini disarmandoli uno ad uno. Ringhiava, saltava. Ma non feriva né uccideva. Il massimo che faceva era colpirli, facendoli svenire.
<< Edward! >> urlò Bella, quando un tizio molto vecchio e robusto tentò di colpirlo alle spalle. La Bestia si voltò, scaraventando l’uomo sulla parete opposta alla loro.
<< Edward! >> lo ammonì la ragazza
<< Scusami tanto se sto cercando di non farci ammazzare! >> le rispose lui.
Lo scontrò durò qualche minuto. La forza della Bestia era utile e anche l’incompetenza dei cacciatori non guastava. Quando uscirono dalle mura sicure di quella casa per andare via, però, trovarono ancora qualcuno ad attenderli.
<< Jake >> lo chiamò Bella << facci passare, lasciaci andare >>
<< Mai >> disse il ragazzo << quella cosa deve morire! E tu… Come accidenti fai a starci così vicina? Ma non lo vedi? Non vedi quant’è ripugnante? >>
<< L’unico essere ripugnante che vedo sei tu, Jacob Black! >> rispose Bella
<< Che cosa? >>
<< Hai capito bene >> continuò la ragazza << tu nemmeno lo conosci! Nessuno di voi lo conosceva! Ma non gli avete dato nemmeno il beneficio del dubbio! E tutto perché? Perché ha fattezze non umane? Siete ridicoli! È più umano di tutti voi altri messi insieme >> sibilò l’ultima frase, quasi a sputarla tra i denti.
<< Adesso basta! >> urlò Jacob, puntandole addosso il fucile. A quel gesto, la Bestia la spinse dietro di sé ringhiando, ma Bella lo affiancò. Temeva che Jacob non ci avrebbe pensato molto a premere il grilletto e lasciare Edward solo, davanti al mirino, era condannarlo a morte certa.
<< Dannazione Bella! >> disse il giovane, esasperato << togliti da lì o giuro su Dio che faccio fuori anche te! >>
<< Si può sapere perché sei tanto arrabbiato? >> domandò la Bestia, digrignando i denti verso di lui.
<< Non credo di doverlo spiegare a te, mostro >>
<< Allora dillo a me! >> si intromise Bella
<< Perché sono innamorato di te, Isabella! >> urlò tutto d’un fiato, facendo ringhiare maggiormente la Bestia e lasciando con gli occhi sbarrati la fanciulla << ma tu preferisci passare il tuo tempo con un mostro, un essere abominevole anziché con me! >>
<< E non ti sei mai chiesto perché? >> ribatté lei << perché sei vuoto, Jacob! Completamente vuoto e superficiale! Come amico, conoscente, vai benissimo, ma come ti è venuto in mente, anche solo per un momento che io potessi preferire te a lui! Sei inferiore Jacob. Rispetto a Edward sei inferiore. E lo dimostra il fatto che lui è di fronte a te, disarmato, mentre tu impugni un fucile. Lo si capisce dal fatto che lui avrebbe rinunciato a me, facendomi scappare per non vedermi soccombere, mentre tu non ci hai pensato un secondo a minacciarmi. Non è amore, Jacob. La tua è solo smania di vincere, perché preferisco quello che tu chiamo “ mostro “ a te >>.
Tutto successe in un attimo. Il giovane sparò un colpo per colpire la fanciulla, ma la Bestia, non potendo sopportare l’idea che il suo amore perisse per colpa sua si mise tra lei e il proiettile. Esso entrò di colpo, perforando il pelo folto e la pelle dura della gigantesca creatura. Era stato colpito poco sopra il cuore.
<< No! >> urlò Bella, cadendo in ginocchio vicino a lui << no, no ti prego no >> disse, scoppiando a piangere << perché lo hai fatto? Perché?! >>
<< Io… Io non volevo sparare davvero… Io… >>
<< VATTENE! >> era disperata, Bella. Aveva perso l’unica ragione che il mondo le aveva donato per vivere. Per continuare a vivere. Era sola, di nuovo. Svuotata.
Sentì arrivare tutti gli uomini che, poco prima, erano privi di sensi a causa della lotta.
<< È morto? >> chiese un uomo, ma la ragazza nemmeno si voltò.
<< Si. È morto. Adesso andate via >> rispose lei, con voce piatta.
<< Vorremmo accertarci che… >>
<< Andate via. Via, via. Via! VIA! >> vedendo la giovane in lacrime, pian piano tutti i cacciatori tornarono verso il centro della città.
Erano soli. Era sola, perché lui era morto.
<< Avevi detto che saresti stato con me sempre >> disse la giovane in lacrime << sei un bugiardo >> quando sentì un piccolo respiro proveniente dal corpo della Bestia provò a chiamarlo. Esausta.
<< Edward… >> sussurrò << Edward… >>
<< Bella… >> disse la Bestia con voce bassissima
<< Edward! Sei vivo >> la ragazza lo abbracciò. Pensava che il peggio fosse passato…
<< Solo un altro po’ >> disse lui << volevo assicurarmi che stessi bene, prima di lasciarti >>
<< Non dirlo, ok? Ti curerò. Troverò il modo, ma tu resisti! >>
<< Bella ascoltami, non c’è più tempo… >>
<< C’è. C’è, si c’è! Aspettami qui, vado a prendere qualche garza, qualcosa… >>
<< No. Bella, tu devi ascoltarmi >> la ragazza incrociò i suoi occhi verdi e annuì << ho vissuto tanto tempo. Sono al mondo da più tempo di un qualsiasi essere umano. Ho fatto sbagli, parecchi e orribili sbagli, ma di una cosa sono sicuro. Tutto quello che ho fatto, di buono o meno, serviva per arrivare a te. Per questo non rimpiango nulla. Tu credi di non essere una persona speciale. Credi di essere una sempliciotta, una ragazza anonima, ma non lo sei. Isabella, tu sei bellissima. Ed è proprio da te che ho capito che cos’è la vera bellezza. Una volta pensavo che essa fosse sinonimo di perfezione, ma non è vero. Non è il volto, ma le sue espressioni. Non è la voce, ma il modo di parlare. Non è come ti sta quel corpo, ma quello che ci fai. Tu sei bella. Ti amo, Isabella Marie Swan. Non dimenticarlo mai >> disse flebile e poi morì.
La ragazza non riusciva a calmarsi. Piangeva e urlava, gridava e singhiozzava.
<< Non puoi farmi questo, Edward! Dannazione! Ti amo anche io! Edward, ti amo anche io! >> disse e posò le sue labbra su quelle della Bestia. Ci sperava, Bella. Credeva che così facendo, urlando al mondo i suoi sentimenti, qualcuno l’avrebbe ascoltata.
Ma non successe niente.
Il tempo passava. Scese la notte. Ma lei non si spostava. Si addormentò così.

<< Bella… >> di chi era quella voce? << Bella, svegliati >> perché? Non aveva motivi per svegliarsi. Magari sarebbe morta anche lei << Isabella, avanti apri gli occhi >> e lo fece.
Credeva di ritrovarsi sola, in mezzo a quel giardino. Invece era a casa, all’interno dell’enorme villa, adagiata sul divano.
<< Finalmente ti sei svegliata >> parlò qualcuno. Quando Bella alzò gli occhi non riusciva a crederci. Si avvicinò piano, incrociando i suoi occhi verdi.
<< Sei vivo >> disse lei, con voce flebile. Se quello era un sogno non aveva alcuna voglia di svegliarsi << sei qui, davvero? >>
<< Sono qui >> rispose lui.

<< Siamo qui >> precisò Bella, sorridendo.

Angolo Recensioni:

Ciao ragazze! Allora, invece di rispondere singolarmente alle vostre 10 Recensioni, che apprezzo sempre, vi rispondo qui in un unico angolo e poi do le risponde singole in privato. Faccio questo perchè davvero non sto bene :( mi gira la testa forte e già stare a postare il capitolo è stato un'impresa! Allora... Vi ringrazio TUTTE quando dite che la storia è bella e scritta bene, grazie davvero! Io ci provo e se a voi piace io ne sono contenta :) Ringrazio chi, non avendo sempre recensito, lo ha fatto perchè avevo scritto che sembrava che la storia non piacesse più *-* VI ADORO! Alcuni hanno chiesto se la fine sarebbe stata come quella della Disney... E un pò lo è... I contenuti dei discorsi forse sono più maturi, più sentiti, ma comunque veri. Ma cosa sarà successo alla nostra Bestia? Certo è viva... Ma adesso? Sarà tornato umano, seguendo il classico copione fiabesco, oppure sarà solo tornato in vita? Per questo dovrete aspettare l'Epilogo che, vi ricordo SARà PUBBLICATO LUNEDì 11 APRILE!
Bacio tutti :) e grazie per avermi seguita!! Ci sentiamo all'Epilogo!! <3

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Capitolo 7
*** Epilogo. ***


Ciao a tutte! Ed eccomi qui con l'Epilogo! Lo so, avrei dovuto postarlo ieri, ma ho avuto un casino col Pc!! Almeno ho scoperto di non essere l'unica XD gira questo finto Antivirus che poi è il Virus e ti frega! Lo stanno prendendo in parecchi ç___ç e ovviamente la sottoscritta l'ha preso -.-' ci tengo perciò a dire che per chi mi segue anche nell'altra storia, cioè .In Trappola. non so quando arriverà il nuovo capitolo, perchè non so dove scriverlo! Su questo mini portatile non mi trovo :( sono riuscita a postare l'Epilogo perchè questa storia, come avevo preannunciato, era già conclusa (più o meno) quando ho iniziato a pubblicarla... Mentre In Trappola no... Spero mi aspetterete, ma non dovrebbe essere una lunga attesa visto che già domani porto il pc dal tecnico :) speriamo bene! Che altro dirvi? Grazie di tutto e spero che l'epilogo vi piaccia! Un bacione grande per il sostegno :*

Epilogo

La piccola Isabella Marie Swan era cresciuta finalmente. Adesso si trovava nella sua nuova, magnifica e prestigiosa stanza a disfare i bagagli. Lontana da tutto quel dolore, lontana da tutta quella solitudine. Lontana da Forks. Estrasse dalla valigia grande, anzi dall’unica che aveva, una cornice d’argento dove, al suo interno, era custodita la foto dei suoi genitori. La mise sul comodino e sorrise. Non avrebbe più potuto andarli a trovare tutti i giorni, ma sapeva che loro sarebbero stati felice per lei, per quel trasferimento, ma soprattutto, sarebbero stati certi che ovunque fosse andata, Bella li avrebbe tenuti accanto a sé. Custoditi nel suo grande cuore.
Si allontanò dal letto, affacciandosi dall’ampia vetrata dell’enorme grattacelo. Vedeva Cambridge risplendere davanti ai suoi occhi e ancora non riusciva a crederci di essere davvero lì. Come era accaduto?
<< Questo è un sogno che si avvera >> sussurrò, continuando a fissare il panorama
<< Qui l’unico sogno che vedo sei tu, splendore >> disse una voce maschile alle sue spalle. Il ragazzo si avvicinò a lei, facendo scivolare le sue braccia in torno all’esile corpo della fanciulla. La sovrastò in un caldo abbraccio, facendo aderire perfettamente il suo petto alla schiena della giovane << cosa guardi? >> chiese dolce, appoggiando il mento sulla sua spalla sinistra.
<< Guardavo il panorama di questa fantastica città >> rispose Bella << prima che arrivassi tu ovviamente. Adesso non c’è più confronto >> e così dicendo si voltò. Venne rapita immediatamente dall’intenso verde degli occhi di quel ragazzo e dalla sua bellezza incredibile. I capelli bronzei, completamente indomabili, gli ornavano il viso.
<< Addirittura? >> rispose Edward, staccandosi da lei per sedersi sul letto. Bello lo fissava attenta. Non si era ancora abituata a quella situazione, a vederlo umano. Ed erano già passati più di sei mesi da quando la Bestia era tornata ad essere umana.
<< Sai che un po’ mi manca? >> disse la ragazza, affiancando il giovane sul letto.
<< Cosa? Forks? >> chiese Edward
<< No, quella no. Bhè un po’ si, ma solo per i miei genitori. No mi mancano le tue fattezze bestiali >> disse guardandolo sorridente.
<< Ti piacevo di più quando ero una Bestia? >> chiese lui
<< A volte si >> a quelle parole il ragazzo sgranò gli occhi. Ma stava dicendo sul serio? << Non voglio dire che non mi piaci così, però… >>
<< Però…? >> la incitò a continuare Edward
<< Insomma anche da Bestia eri carino. Quel musone! O quelle narici enormi che facevano quello strano giochetto quando sbuffavi! O le zampe! Dai eri adorabile! >>.
Edward scoppiò a ridere di gusto, stendendosi sull’enorme letto. Bella arrossì, imbarazzata. Doveva ammetterlo, come ragazza era strana.
<< Bella tu mi farai morire! >> disse il giovane, continuando a ridere << davvero! Vedi che quando dico che sei speciale non mento? >> le afferrò una mano, trascinandola verso di sé, così che potesse appoggiare la testa sul suo petto.
<< Un giorno potresti travestirti da Bestia però >> insistette lei. Edward sospirò, baciandole una tempie e sorrise. La amava davvero tantissimo. Non c’era nulla che non avrebbe fatto per renderla felice. Nulla. Se avesse voluto la Luna, lui gliel’avrebbe presa.
<< E va bene! >> disse poco dopo << a Natale invece di Babbo Natale, riceverai i doni da una mostruosa Bestia! >> concluse la frase, iniziando a farle il solletico.
<< No… Dai! Ed… Edward! Oddio no, dai fermati! >> urlava Bella tra le risate, ma Edward non si fermava. Gli piaceva vederla ridere. Gli piace vederla fare qualsiasi cosa.
<< Se vuoi che smetta dì le paroline magiche! >> le disse Edward
<< Ok ,ok! Ma rallenta un po’ o muoio! Dai… ahahah Edward! >>
<< No, no. Dimmi le paroline magiche e ti libero! >>
<< Ti… ti amo sig… signor Cullen! >> urlò Bella tra le risate. Dopo pochi secondi le mani di Edward si fermarono. Era completamente addosso a lei. Le accarezzò la guancia liscia, spostandogli una ciocca di capelli dietro l’orecchio. Avvicinò le labbra alle sue…
<< Ti amo anche io, signora Cullen >> disse, travolgendo i due in un passionale bacio.

Ebbene si. Poco dopo lo spiacevole incidente che li aveva visti protagonisti, la Bestia, ricevendo il bacio del vero amore, tornò ad essere un ragazzo normale, riprendendo la sua vita da dove egli l’aveva lasciata. Non lasciò mai, nemmeno per un secondo la sua Bella e proprio pochi mesi dopo le chiese di diventare sua moglie. Si sposarono ad Agosto e come regalo di Nozze, Edward, donò a suo moglie il sogno della vita: andare al College. Harvard, per la precisione, situato a Cambridge nel Massachusetts. Si erano trasferiti lì i neo sposi, in un enorme e lussuoso appartamento all’ultimo piano di un maestoso grattacelo. [ Link Appartamento ]
<< Bella? >> chiamò Edward << sei pronta? Non vorremo arrivare tardi il primo giorno >> l’università stava cominciando e con essa la loro nuova vita.
<< Ho fatto! Ho fatto, arrivo! >> disse Bella, uscendo dal bagno con una scarpa in mano. A quella visione Edward sorrise e si avvicinò.
<< Vuoi una mano? >> chiese
<< No, no. Ho fatto >> si mise le ballerine blu scure, diede una ravvivata ai capelli e afferrò la borsa << ok, andiamo! >>
<< Non ti stai dimenticando qualcosa? >> domandò malizioso Edward. Bella sorrise, avvicinando a lui e posò le sue labbra su quelle del ragazzo, il quale l’attirò a sé per prolungare quel momento.
<< Dobbiamo uscire… >> sussurrò Bella, con fiato corto.
<< Hai ragione… >> rispose Edward, con la stessa tonalità di voce << prendo le chiavi dell’auto, tu prendi quelle dell’appartamento >>
<< Già fatto, sono in borsa >> gli occhi della ragazza finirono sulla rosa rossa a stelo lungo che si ergeva sul tavolino dell’ingresso << Edward, hai notato che quando sei tornato umano la rosa è tornata a splendere e non è mai appassita? >>
<< Si, l’ho notato >>
<< E non è strano? >> domandò lei
<< Amore, mi hai conosciuto quando ero una Bestia, poi mi hanno sparato e dopo un tuo bacio sono tornato umano e, misteriosamente, senza un graffio. Non credi che non ci sia nulla di normale nella nostra storia? >> chiese e le sorrise.
<< Hai ragione tu, bestione >> rispose Bella, scoppiando a ridere ed Edward con lei.
Uscirono dal palazzo e davanti all’auto di Edward, rannicchiato, c’era un piccolo gattino nero. Non avrà avuto più di 40 giorni.
<< Ma chi può averlo lasciato qui? >> domandò Bella, prendendolo in braccio.
<< Non saprei. Credo che il fatto che sia nato nero sia stata la sua condanna >> sentenziò Edward, guardandosi in giro.
<< Perché? >> chiese ingenuamente Bella.
<< I gatti neri sono messaggeri di sventura >> rispose Edward, scrollando la testa.
<< Ma è assurdo! >> urlò la ragazza, facendo voltare mezza città << la gente è senza speranza! È ridicolo! Guarda quant’è bello! Ha anche gli occhi azzurrissimi >> [ Micio (Guardatelo è un amore *-*) ]
<< Assomiglia a Alice >> disse Edward, mentre accarezzava il mento della piccola palla di pelo << che dici se la prendiamo noi? Se la lasciamo per strada morirà di fame >>
<< Dici davvero? >> domandò Bella
<< Davvero >> rispose Edward, dandole un veloce bacio sulle labbra << dai portala su a casa e mettile un po’ di latte. Io ti aspetto qui, faccio riscaldare la macchina >>.
Bella diede un bacio sulla guancia a suo marito, si mise meglio in braccio la gattina e sfrecciò di sopra. Edward, nel frattempo aspettava e pensava. Era cambiato davvero e tutto grazie a sua moglie. Se fosse stato il vecchio Edward, probabilmente, lo avrebbe lasciato lì quel povero micio, a morire di fame. Ora invece… Sorrise. Si sentiva bene. Si sentiva diverso, migliore. Si voltò quando sentì Bella aprire la portiera e prendere il posto di fianco al suo.
<< Andiamo? >> chiese la ragazza.
<< Si >> sorrise il ragazzo << andiamo >>.
Erano felice, Edward e Bella, ma soprattutto innamorati. Avrebbero affrontato tutte le difficoltà che la vita gli avrebbe messo davanti perché credevano l’uno nell’altra. Perché sapevano, che nonostante tutto e tutti, loro erano destinati a stare insieme. Per sempre.

.

Il mio cuore aveva mai amato?
Occhi rinnegatelo, perchè non ha mai conosciuto la bellezza fino ad ora.

William Shakespeare



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