Beauty and the Beast. di Mia Swatt (/viewuser.php?uid=111649)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prefazione. ***
Capitolo 2: *** Primo Capitolo. ***
Capitolo 3: *** Secondo Capitolo. ***
Capitolo 4: *** Terzo Capitolo. ***
Capitolo 5: *** Quarto Capitolo. ***
Capitolo 6: *** Quinto Capitolo. ***
Capitolo 7: *** Epilogo. ***
Capitolo 1 *** Prefazione. ***
Buona
sera a tutte! Per chi mi conosce sa che per me è un
pò insolito questo orario, ma nel mio Gruppo di Facebook mi
hanno chiesto di pubblicare almeno la Prefazione di questa nuova
mini - ff XD vi premetto che questa storia è una
rivisitazione di una favola Disney che mi è sempre piaciuta
moltissimo, così un giorno mi è venuta l'idea
(vedendo anche una immagine/manga di Edward e Bella sotto le loro
sembianze) di unire le mie due storie preferite, che in fin dei conti,
un pò si assomigliano...
La
bellezza non è nel viso. La
bellezza è nella luce nel cuore.
Kahlil
Gibran.
Prefazione
C’era una
volta, tanto tempo fa, un ragazzo molto bello.
Egli aveva
tutto ciò che un uomo potesse desiderare: una famiglia che
lo amava, bellezza, ricchezza e popolarità. Ciò
che il ragazzo non riusciva a comprendere, era che il potere, il
denaro, non compravano la felicità.
La sua
famiglia era composta da cinque membri: oltre a lui; una madre gentile;
un padre severo, ma giusto; una sorella e un fratello adorabili. Ognuno
di loro aveva avuto la propria vita fuori da quelle mura. La fanciulla
dai capelli corvini aveva trovato l’amore in un Generale,
mentre suo fratello maggiore aveva trovato il suo posto accanto ad una
fantastica baby – sitter bionda. La giovane adorava i
bambini, eppure il destino era stato molto crudele con lei, impedendole
di diventare madre.
Tutto in torno
al giovane ragazzo si muoveva, mutava. Tutto. Eccetto la sua
cattiveria. Egli usava chiunque avesse a tiro, senza pensare di ferirne
i sentimenti. Credeva che l’amore fosse una fantasia, il
punto debole del genere umano, il quale era noto per il suo auto
illusionismo.
Il tempo
passava ed egli cresceva. Giungendo così al compimento dei
suoi 21 anni.
Quando il
maggiordomo annunciò che era arrivato un pacco per lui, il
giovane corse a vedere cosa vi si celava, ma quando lo aprì
ne rimase sconvolto.
Il lungo
scatolone nero nascondeva una rosa rossa, con stelo lungo. Appassita.
Un biglietto
faceva capolino al suo interno:
Prenditi cura di questa rosa, mio
caro. Non è l’aspetto a rendere qualcosa
gradevole. Fa ciò che vi è scritto, altrimenti la
tua cattiveria non resterà all’interno del tuo
gelido cuore, al contrario verrà mostrata a tutti. Buon
Compleanno…
Il
ragazzo pensò ad uno scherzo di cattivo gusto,
così strappò il biglietto e buttò la
rosa.
Roba da pazzi! Pensò. Chi avrebbe mai potuto fare un gesto
simile? E con che coraggio chiedeva quelle cose? La bellezza
è bellezza, pensava, non si può nascondere nel
cuore del persone. La bellezza si vede con gli occhi. Con
nient’altro.
La mattina dopo si svegliò, ma quando si specchiò
tirò un urlo. Chi era quel mostro? Perché era
senz’altro un essere inumano! Con quel pelo folto, tanto
folto da sembrare un animale. Quei lunghi artigli al posto delle unghie
e quelle zanne. Due enormi zanne al posto di una dentatura perfetta.
Tutta la famiglia accorse, restando impietrita. Ammutolita davanti tale
spettacolo. Uno dei loro figli, quello di mezzo, era diventato
un’enorme Bestia.
Egli non riuscì a capacitarsi di tale scempio. Il suo bel
viso… non restava più nulla della sua bellezza,
se non i suoi occhi verde smeraldo.
<< Mi hai disubbidito >> disse una voce di
donna, ma non vedeva nessuno. Che stesse anche impazzendo?
<< ti avevo avvertito di non provocarmi. Anche la mia
pazienza ha un limite, sai? Questa è la tua condanna, bel
giovane. Bello si, ma anche cattivo e molto superficiale. È
per queste tue caratteristiche che ti ho tramutato in Bestia!
>>
<< Ti prego! >> urlò il ragazzo
<< fammi tornare com’ero! Ho capito, sul serio!
Ma ridammi il mio riflesso, ridammi ciò che ero!
>>
<< No! >> tuonò la donna
<< non hai capito proprio nulla, ragazzino. La
maledizione verrà spezzata solo se e quando troverai
qualcuno che ti ami per quello che sei. Solo quando il tuo cuore gelido
diventerà caldo, provando amore vero nei confronti di
qualcuno. Solo se, nonostante il tuo aspetto, riuscirai a farti amare,
senza trabocchetti e senza inganni, l’incantesimo
perderà il suo effetto >>
<< E se ciò non accadesse? >>
chiese lui << cosa succerebbe se non trovassi nessuno che
mi ami? >>
<< In quel caso resterai una Bestia, per sempre
>>
<< Cosa?! >> ma la voce della donna era
scomparsa << torna qui! >>
continuò a gridare il ragazzo << devi dirmi
come devo fare! Tu mi hai ridotto così! Tu devi aiutarmi! Io
te lo ordino! >> ma non ottenne altre risposte.
Gli anni
passavano e la
Bestia perse man mano tutti i suoi affetti.
Erano passati più di cento anni da quando aveva sentito
quella voce, durante una lontana mattina di Giugno, ma nulla era
cambiato. Nessuno si avvicinava a lui. Nessuno gli parlava. Decise
così di rinchiudersi nell’enorme villa di
famiglia, al limitare del bosco, dove nessuno lo avrebbe mai trovato.
Sapeva cosa serviva per spezzare l’incantesimo, ma non sapeva
dove trovarlo. Come trovarlo.
Come in ogni favola che si rispetti, doveva essere l’amore a
spezzare il maleficio.
Ma chi avrebbe mai potuto amare una Bestia?
|
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Capitolo 2 *** Primo Capitolo. ***
BUONA
PRIMAVERA A TUTTI! (anche se un pò in ritardo, ma abbiate
pazienza XD) eccomi qui a postare il Primo Capitolo di questa mini
storia, che vedo è piaciuta parecchio!! :D allora, non mi
perdo in troppi convenevoli, voglio solo ricordarvi altre mie storie e
poi vi lascio al capitolo per poi ritrovarci subito dopo, a fondo
pagina, con le risposte alle recensioni e un piccolo promemoria per chi
ha Facebook!
Allora,
per chi non lo sapesse ho già pubblicato 3 cose:
-
In
Bilico : sempre una ff basata su Twilight, che
avrà il Sequel. Questa storia è a Rating
ARANCIONE ed è COMPLETA!
-
In
Trappola : altra ff su Twilight, sono tutti umani. La
storia è a Rating ROSSO e ci sono sono quattro capitoli,
più la Prefazione, perciò è IN CORSO!
Primo Capitolo
In
un paesino poco conosciuto dello Stato di Washington, Forks, viveva una
giovane
ragazza. La fanciulla era povera, riusciva a stento a guadagnare i
soldi per un
po’ di pane. Era sola al mondo. La sua famiglia perse la vita
in un tragico
incidente automobilistico quando lei aveva solo cinque anni.
Isabella,
così si chiamava. Anche se per tutto il paesino, per tutti
gli amici lei era
semplicemente Bella. Ma come si usava dire, il nome era anche una
garanzia, in
quanto la giovane fanciulla era davvero bellissima. I suoi lunghi
capelli
castani, sembravano morbide onde marine, che le ricadevano fino a
metà schiena.
Gli occhi, color del cioccolato più scuro, trasmettevano
vitalità, sincerità e
dolcezza. La sua carnagione, piuttosto chiara, le dava lucentezza.
Era
cresciuta in orfanotrofio, Bella, ma ora che aveva compiuto 18 anni era
stata
costretta ad andarsene. Viveva da sola. In una piccola casa che stava
cadendo a
pezzi. Non poteva permettersi altro.
<<
Ehi Bella! >> la chiamò un ragazzo piuttosto
robusto. Capelli corti scuri
e occhi quasi neri. Molto abbronzato.
<<
Ciao Jake >> rispose timidamente la fanciulla
<<
Cosa ci fai da queste parti? >> domandò il
ragazzo.
<<
Sono venuta a fare un po’ di spesa…
>>
<<
Vedo >> rispose Jacob << sembrano piuttosto
pesanti queste borse,
vuoi una mano per portarle? >>
<<
Non vorrei rubarti del tempo. Ce la faccio >> sorrise
timidamente, Bella.
<<
Ma quale tempo rubato? >> disse, scoppiando a ridere, il
ragazzo <<
dai, dammi quei sacchetti! >> la dolce fanciulla glieli
porse e tra
qualche chiacchiera di paese e qualche divertente battuta, giunsero a
casa.
Bella
si guardava in torno, rendendosi conto di quanto malandata fosse quella
cosa,
che per lei aveva il nome di casa. Le pareti erano ingiallite, solcate
con
ampie crepe, il soffitto gocciolante, spesso e volentieri. La cucina
era
l’unica stanza che valeva quel nome e di questo ne era
contenta. Bella adorava
cucinare. Faceva di tutto: torte, biscotti, grandi pranzi e grandi
cene. Eppure
era sempre sola. Si intristì. Guardandosi nuovamente in
giro, si rese conto di
quanto quella verità le facesse male: lei era sola. Non
aveva mai trovato un
uomo da amare, né tanto meno qualcuno che l’amasse
sul serio. Non si era mai
donata a qualcuno, né tanto meno aveva mai provato a
sfiorare un uomo.
Non
aveva mai baciato nessuno.
Si
sfiorò le labbra con le dita. Quanti libri aveva letto?
Quanti film aveva
visto? Adorava quelli d’amore. Poco le importava se alla fine
i due
protagonisti morivano o vivevano felici e contenti. Lei voleva vivere
l’amore
di quei personaggi. Quell’amore così vero che ti
entra dentro e non ti fa
capire più nulla. Ti fa dimenticare, perfino, chi sei. Ma
quelle erano solo
favole, pensò tra sé e sé. La
realtà era diversa.
Se
stesse vivendo in un libro, non sarebbe un’orfanella con
pochi soldi in tasca.
Sarebbe Isabella Swan, figlia del Capo della Polizia e moglie. Si,
perché nella
sua fantasia, nel suo mondo, i suoi genitori sarebbero ancora vivi e
innamorati. Saprebbe cosa vuol dire amare ed essere amata. Conoscerebbe
tutti i
piaceri e le sofferenze, fondate, che questo sentimento provoca. Ma
quello era
solo un sogno…
Decise
di aprire gli occhi, Bella, mettendosi a ripulire la sua casa e poi
preparare
qualcosa per cena.
I
giorni passavano, ma le cose per la giovane fanciulla non miglioravano,
anzi.
Peggioravano sempre di più.
Alcune
ragazze di Forks, che Bella conosceva in quanto frequentavano il Liceo
insieme,
le chiesero di andare fuori a mangiare un boccone.
All’iniziò tentennò, non
sapendo se fosse riuscita ad arrivare a fine mese così. Ma
decise di fare una
pazzia e di accettare. Dopotutto anche lei meritava un po’ di
svago, no?
Si
trovava alla Bella Italia, poco fuori Forks. Precisamente a Port
Angeles. Passò
una bella serata: divertente, tranquilla. Non si aspettava
però di restare a
piedi.
Jessica,
così si chiama una delle ragazze, abitava nel quartiere
più ricco della città.
Totalmente dalla parte opposta rispetto a quello in cui risiedeva la
casa di
Bella. Non volendo fare tutto il giro, Jessica, così la
lasciò a metà strada.
Si sentiva presa in giro, Bella.
Cammina
svelta nell’oscurità di quella notte. Spaventata
dal fatto che qualcuno, o
qualcosa, potesse uscire fuori dal buio. Si sentiva osservata.
Quando
vide un’ombra muoversi nei cespugli iniziò a
correre. Fece pochi passi però.
Inciampò nei suoi stessi piedi e si sentì
afferrare la caviglia da una mano.
Essa era ruvida, grande. Sudata. Cadde a terra e si trovò
sovrastata da un
uomo.
<<
Isabella, ciao >> sputò l’uomo. Il
suo odore sapeva di alcool, era
ubriaco.
<<
Billy. Cosa vuole? Si sposti! >> tutti in
città sapevano quanto pazzo
fosse quell’uomo. Non aveva una bella reputazione. Ma si sa,
a volte le voci
sono solo voci. Altre volte, invece…
<<
Ma come siamo carine, Isabella. Tornavi a casa? E come mai tutta sola?
>>
<<
Mi lasci andare subito! >> urlò la ragazza,
completamente impaurita.
Terrorizzata.
<<
Perché fai così? >> chiese lui,
alzandole la gonna e cominciando a
risalire su lungo la coscia, coperta solo da un leggero paio di calze.
<<
Mi lasci! Non mi tocchi! Aiuto! Aiuto! >>
<<
Sta zitta! >> gridò l’uomo
schiaffeggiandola. Le tappò la bocca e la
trascinò
via dalla strada. Lontano, nel bosco.
<<
Mi lasci! Cosa vuole farmi? >> urlò,
piangendo, Bella
<<
Non è chiaro? >> la schernì lui. Di
tutta risposta, la giovane, gli sputò
in pieno viso e cominciò a correre, senza meta.
<<
Maledetta sgualdrina, vieni qui! >> la riprese e
cercò di abusare di lei,
mentre la ragazza si dimenava, piangendo. Urlava, mordeva, graffiava.
Combatteva fino allo sfinimento delle sue forze per opporsi a quella
tortura.
Perché era romantica Bella, e non era contemplato nei suoi
sogni perdere la
purezza in quel modo.
<<
Cosa diavolo è stato? >> disse
l’uomo distraendosi un attimo, ma quel
poco che bastava a finché Bella riuscisse a scappare. Si
bloccò, però, quando
sentì un ringhio gutturale provenire poco lontano da dove si
trovavano. Che
fosse un orso? Oppure un lupo? Le domande le morirono in gola quando
vide
spuntare due enormi occhi verdi. Se pur quell’essere non
aveva nulla di umano,
i suoi occhi non avevano nulla di animalesco. Sembravano tristi,
inespressivi.
E al momento furenti.
La Bestia ringhiò,
scaraventandosi su l’uomo che avevo tentando di rubare la
fanciullezza ad una
ragazza che non lo meritava.
<<
No, fermati! >> urlò lei << non
ucciderlo! La
Polizia si occuperà di
lui, non fargli nel male >>
<<
Non fargli del male? >> ringhiò la creatura
che le si parò davanti. Le
zanne erano lunghe e affilate, così come gli artigli. Era un
misto tra un Lupo
Mannaro e un Leone enorme << come puoi dire una cosa del
genere? Quello
non è un uomo! Violentare una ragazzina lo rende un rifiuto!
>>
<<
Ma se lo ucciderai non sarai migliore di lui! >> rispose
lei << ti
prego >>.
La Bestia ci rifletté un secondo.
Non riusciva a capire cosa avesse di strano, di bizzarro quella
fanciulla.
Aveva appena schivato uno stupro, ma non voleva che uccidesse il suo
assalitore, quando, era ovvio, che la comunità non avrebbe
pianto una persona
del genere. E come se non bastasse se ne stava tranquilla a parlare con
un
mostro.
Un vero mostro. Una Bestia. Eppure non vi era paura nei suoi occhi
color del
cioccolato fuso.
<<
Intanto è scappato >> disse la Bestia,
sbuffando. A Bella scappò da ridere.
<<
Perché ridi? >> chiese
<<
Sai che quando sbuffi le tue narici fanno uno strano giochetto?
>>
La Bestia sgranò gli occhi,
meravigliato che la ragazza stesse ridendo di gusto delle…
delle sue narici!
<<
Tu sei tutta matta >> disse, cominciando a camminare nel
bosco.
<<
Perché? >> chiese lei, seguendolo
<<
Perché? Hanno quasi tentato di violentarti e hai lasciato
fuggire quel tipo…
>>
<<
Domani vado a denunciarlo >> rispose subito
<<
D’accordo. Ma vogliamo parlare del fatto che stai seguendo un
mostro? >>
<<
Tu non sei un mostro >> rispose lei. C’era
sincerità nelle sue parole, ma
soprattutto nei suoi occhi. Lo sapeva lei e lo percepiva lui.
<<
Ah non sono un mostro? E queste? >> sorrise, mostrando le
zanne <<
e questi? >> sventolò gli artigli davanti al
volto della giovane <<
per non parlare del… >>
<<
Ehi! Frena! Ti assicuro che ho conosciuto parecchie persone che erano
molto più
umane di te, fisicamente, ma erano dei grandissimi… ehm hai
capito. E loro non
avevo né zanne, né artigli, né
criniera, né… >> Bella
inclinò la testa,
fissandogli il posteriore << ma è una coda
quella? >> e tentò di
toccarla.
<<
Ehi! >> disse la Bestia
<< lascia stare la mia coda! >> e fece
scoppiare Bella in un’altra
sonora risata.
Erano
passate molte settimane da quando Bella e la Bestia
si erano incontrati. La ragazza, ormai
troppo delusa dal mondo e dal genere umano, vedeva nella Bestia un
amico
sincero. Troppo particolare, troppo leggendario per illuderla o ferirla.
<<
Ehi, ciao! >> disse, entrando nell’enorme casa
che si trovava al limitare
della boscaglia << ci sei? >>
<<
Ciao Bella >> le rispose la Bestia
<< ancora qui? >> chiese
<<
Certo! Oh ma forse ti dispiace… >> disse
triste << sono troppo
invadente, scusami. Non tornerò più
>> fece per andare, ma la bloccò.
<<
No, no. Figurati! Mi piace la tua compagnia >> disse la Bestia,
riponendo il libro
sul tavolino davanti alla poltrona << solo che mi chiedo
come mai passi
tutto il tuo tempo qui. Non hai una famiglia? Degli amici? Un
fidanzato?
>> la ragazza sorrise triste, sedendosi sul tappeto
davanti al camino.
<<
Veramente no >> rispose << sono sola al
mondo >>
<<
Anche io >> rispose la Bestia.
I loro occhi si
incrociarono. Cioccolato e menta fresca. Entrambi i loro cuori ebbero
un
fremito, che nessuno riuscì a comprendere. Restarono tutta
la notte in quella
stanza a parlare, raccontandosi le loro vite.
|
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Capitolo 3 *** Secondo Capitolo. ***
Buon
pomeriggio a tutti! Come state? Non mi dilungo troppo, annoiandovi con
le solite informazioni del tipo: ho già scritto questa
storia e bla bla XD l'ho già detto nel precedente
capitolo! Perciò se vi va di darci un'occhiata io ne sarei
felice! Detto questo, volevo
ringraziare le mie lettrici/sorellone che hanno segnalato l'altra mia
storia per le Scelte!! *-* ragazze vi adoro!! Grazie mille,
siete fantastiche!! <3
Adesso
vi lascio al capitolo (che premetto non è lunghissimo) e
dopo rispondo alle recensioni!! Spero vi piaccia!
BUONA LETTURA!
Secondo Capitolo
Era
giunto Dicembre, e con esso era arrivato anche Natale. Un nuovo anno
stava
volgendo al termine, ma per la prima volta da più di cento
anni, la
Bestia, non si sentiva più
tanto sola. Vedeva quella dolce ragazza venire a trovarlo tutti i
giorni.
Spesso gli preparava anche qualcosa di buono da mangiare. Erano decenni
che non
apprezzava più la buona cucina, da quando sua madre era
morta. Fece scorrere lo
sguardo su una vecchia foto, ormai ingiallita dal tempo. Eccola la sua
famiglia.
Quanto
gli mancava…
<<
Bestia! Sono io, Bella. Posso entrare? >> urlò
la fanciulla sotto il portico
della grande villa. Posò la foto, scese di sotto e
andò ad aprirle. Non appena
sentì la voce allegra e vitale della ragazza si
sentì meglio.
<<
Bella. Sei mattiniera oggi >> le disse, facendola
entrare. Sorrise
vedendo come fosse vestita. Indossava un capellino multicolore, una
sciarpa
molto pesante e dei guanti. I jeans erano stretti, forse troppo, e il
giubbotto
marrone doveva essere pesantissimo.
<<
Deduco tu abbia freddo >> la prese in giro, facendosi
scappare un
risolino, che non sfuggì a Bella.
<<
Ridi, ridi >> disse Isabella << tu con
tutto quel pelo stai bello
al caldo! Io no, sto gelando! Ci saranno almeno dieci gradi sotto zero!
>>
<<
Non credi di stare esagerando? >> chiese la Bestia
<<
Assolutamente no! Questa notte ha nevicato, non te ne sei accorto?
>>
rispose lei
<<
Onestamente no >> rispose lui, andando a vedere fuori
dall’enorme
finestra del salotto. Bella aveva ragione. L’intero giardino
era ricoperto da
un manto bianco di almeno cinque centimetri. L’aria doveva
essere piuttosto
fredda. Eppure lui non lo percepiva. Da quando si era trasformato in
Bestia le
stagioni erano solo parole. Non sentiva il freddo né il
caldo e gli anni, il
tempo in sé, erano solo un susseguirsi di secondi, minuti,
giorni e mesi
identici l’uno all’altro. Lui non invecchiava.
Avrebbe vissuto in eterno,
intrappolato in quell’aspetto tanto terribile. Da solo. Per
sempre.
<<
A cosa stai pensando? >> chiese Bella <<
sembri così assorto
>>
<<
Alla neve >> rispose lui << avevi ragione,
deve fare molto freddo
oggi >>
<<
Ovvio. Io non dico mai bugie >> rispose Bella,
saltellando e andando
verso la biblioteca. Adorava la lettura, lui se n’era
accorto, così le mise a
disposizione tutta la sua collezione ad una condizione: nessun libro
doveva
lasciare quel posto.
Si
sentiva egoista, la Bestia. Sapeva
che il problema non era la gelosia verso le sue cose. Il fatto era che
non
accettava l’idea che quella ragazza non tornasse
più a trovarlo. Al solo
pensiero di non rivederla più, il suo cuore si spezzava.
Aveva perso troppe
persone, non poteva perdere anche lei. Non voleva perderla. Ma che
futuro
avrebbe potuto donarle? Prima o poi avrebbe conosciuto un uomo, un vero
uomo, e
non sarebbe più tornata. Si sarebbe sposata, avrebbe avuto
dei bambini, una
famiglia e lui avrebbe perso anche lei. Era questione di giorni, di
settimane
oppure di mesi o di anni, ma presto o tardi anche lei sarebbe
scomparsa,
lasciandolo di nuovo solo. Nel frattempo, però, voleva
deliziarsi di quella
meravigliosa e gradevole compagnia.
<<
Non mi hai ancora detto il tuo nome >> disse qualche
tempo dopo Bella.
<<
Come? >> chiese perplesso la Bestia
<<
Il tuo nome >> rispose lei << io ti chiamo
Bestia, perché tu mi hai
detto di chiamarti così, ma…. Non ci credo che
non hai un nome. Il mio è
Isabella, anche se mi faccio chiamare solo Bella. Il tuo quel
è? >>.
Era
allibito. Da quando non si sentiva chiamare col suo nome? Da quanto non
si
pensava con quel nome? C’era ancora quel ragazzo da qualche
parte dentro di
lui? La risposta non tardò ad arrivare. No. Non
c’era più. Non solo l’aspetto
era mutato, ma anche il suo carattere. Aveva capito quanti sbagli
avesse
commesso quando era umano, quanto il suo carattere fosse corrosivo, per
se
stesso e per gli altri. Ma lo aveva capito troppo tardi.
Perciò lei non avrebbe
mai sentito quel nome, perché lui non merita di essere
chiamato con quel titolo.
<<
Non ha più importanza >> disse duro
<< non so più quel ragazzo,
Bella. Quel nome è morto tanto tempo fa. È morto
col ragazzo che ero >>
<<
Ragazzo? >> chiese lei << aspetta un
momento! Non sei sempre stato
così? >>
<<
No >> rispose lui, pentendosene. Non avrebbe mai voluto
svelare quella
verità. Avrebbe preferito che la sua bellissima amica,
pensasse che quello
fosse sempre stato il suo aspetto << ma non ne voglio
parlare >>
aggiunse poco dopo, dirigendosi di sopra.
<<
Aspetta! Non volevo farti arrabbiare. Sono solo curiosa di natura,
scusami
>>
<<
Non hai nulla di cui scusarti, Bella. Quello che ha commesso molti
errori da
umano sono io >> percorsero tutto il corridoio del
secondo piano.
Arrivando davanti ad un’enorme porta bianca.
<<
Posso saperne di più? >> chiese la giovane,
timorosa di un rifiuta
<<
Cosa vuoi sapere di preciso? >> ripose la Bestia,
girando la chiave
ed entrando nella stanza, che era completamente avvolta dal buio
<< non
entri? >> domandò, vedendo Bella impaurita
sullo stipite della porta.
<<
Ehm è che è tutto buio…
>> ammise, rossa in viso
<<
Hai paura del buio? >> domandò lui sorridendo
<<
Ehi non ridere, ognuno ha le proprie paure. Vogliamo parlare del fatto
che
vengo sempre io a trovarti perché tu non vuoi mettere il
muso fuori dal bosco?
>>
<<
Io direi che è diverso >> ribatté,
aprendo tutte le tende << ora va
meglio? >> lei annuì, entrando. Rimase colpita
nel vedere ciò che celava
quella camera.
In
mezzo alla stanza c’era un grandissimo pianoforte nero a
coda. Doveva essere
molto prezioso per la Bestia,
pensò la ragazza, vedendo con quanta cura era conservato
quell’oggetto così
meraviglioso. Entrò timorosa, come se stesse profanando
terra sacra, un luogo
antico e che doveva essere trattato con cura.
Notò
un giradischi, messo su un ripiano e migliaia di Dischi e Cd. Uno
stereo, un Pc
nuovo di zecca. Tutto quello che era rinchiuso lì aveva a
che fare con la
musica.
<<
È la mia stanza della Musica >> le
comunicò la Bestia, notando una
domanda
muta nei suoi occhi. Riusciva a capirla senza bisogno che lei parlasse.
<<
Tu suoni? >> chiese Bella
<<
Si. O per meglio dire, suonavo >>
<<
Secondo me non hai perso il tuo tocco magico >> gli
sorrise <<
penso che chi sia dotato di tale dono, non possa semplicemente
dimenticare o
disimparare a fare qualcosa. Se tu sapevi suonare, sai farlo anche
adesso
>>.
Colpito
da tali parole, la Bestia
prese posto sul quel vecchio sgabello, pensando a tutte quelle ore che
aveva
passato su quell’oggetto con suo padre. Lui gli aveva
insegnato a suonare il
Pianoforte. Fece cenno a Isabella di accomodarsi accanto lui e senza
esitazione, la ragazza accettò l’invito.
<<
Hai qualche preferenza? >> le chiese
<<
No, stupiscimi! >> rispose lei.
La Bestia fece scorrere le sue
enormi dita sui tasti, trovando un po’ di
difficoltà all’inizio. Non capiva
perché si era nuovamente avvicinato a quel mondo che non gli
apparteneva più. Per
di più, stava facendo una pessima figura di fronte alla sua
grande amica, alla
sua unica amica, e la cosa gli faceva salire una rabbia infinita.
Ringhiò,
schiacciando tutti i tasti contemporaneamente, i quali produssero uno
stridente
suono << Non ne sono più capace
>> disse tra i denti.
<<
Non è vero >> rispose Bella, posando le sue
mani sull’enormi zampe di
lui. A quel contatto la Bestia
percepì un brivido. Quanto tempo era passato
dall’ultima volta che qualcuno l’aveva
toccato, sfiorato in quel modo? Troppo. E lei era lì con
lui, sorridente,
sicura. Fiduciosa. Ma lui non si sentiva all’altezza di
quelle attenzioni.
<<
Devi solo credere in te stesso. Io ci credo, sai? >> gli
disse,
sorridendo.
Il
cuore della Bestia ebbe un sussulto. Cos’era quel moto di
calore che provava
ogni volta che lei lo guardava? E cos’era, adesso, quel
battito accelerato che aveva
sentito nascere non appena lei gli aveva sorriso? Doveva essere
all’altezza di
quella ragazza. Doveva regalarle qualcosa di vero e di puro.
Perché lo
meritava. Le avrebbe donato una favola. Una splendida, meravigliosa ed
indimenticabile
favola.
Fece
così scorrere le dita sui tasti, producendo una dolce
melodia.
<<
Claire de Lune >> commentò la ragazza
<<
Si, la conosci? >> chiese lui
<<
È la mia preferita >> rispose, appoggiando la
testa sulla spalla della
Bestia.
Così,
tra musica e calore, passò anche quella fredda giornata di
Dicembre.
Anche
Natale, puntuale come ogni anno, fece capolino nell’innevata
città di Forks.
<<
Non ci posso credere che non hai fatto l’albero!
>> disse Bella, mentre
addobbava un grande abete nel salone centrale della villa della Bestia.
Era
il 25 Dicembre e quella casa era completamente sprovvista di
decorazioni
natalizie.
<<
Uffa >> sbuffò la Bestia,
troppo sonoramente perché Bella non lo sentisse.
<<
Non sbuffare, sai? È Natale e questa casa non ha nulla di
colorato! E potresti
anche darmi una zampa! >>
<<
Un zampa? >> disse lui, sgranando gli occhi verdi.
<<
Si, se ti tratto come un uomo e dico “ mano “ non
ti va, così mi adeguo
>> disse, facendo scoppiare la Bestia
in una sonora risata << ecco ridi, io addobbo
>>.
E
così fece davvero. La grande villa bianca, ora era ornata da
milioni di luci e
colori.
La Bestia
guardava tutto in modo
estasiato. Non ricordava più quanto fosse bello festeggiare
il Natale, non ricordava
più quanto fosse bello passare del tempo con qualcuno. Bella
era il suo regalo
di Natale e sperava con tutte le sue forze che quando il nuovo anno
fosse
giunto, lei non si dileguasse come neve al sole.
Assorto
dai suoi pensieri non percepì la palla di neve,
così Bella riuscì a colpirlo in
viso. Si tolse il ghiaccio di dosso e vide Bella piegata su se stessa a
ridere.
<<
Ah si? >> disse lui, prendendo una grossa manciata di
manto bianco.
L’appallottolò e la tirò, dosando la
propria forza, contro la ragazza, la quale
smise di ridere all’istante.
Cominciarono così una lunga
battaglia a palle di neve, passando insieme nel divertimento il giorno
di
Natale. Non si resero conto che il tempo passava, che le tenebre
stavano
calando, facendo si che quella giornata penetrasse ancora di
più nel gelo
invernale. Perché nessuno dei due sentiva freddo. I loro
cuori erano avvolti da
un caldo tepore estivo. Un calore che sapeva di gioia, di
felicità, ma
soprattutto d’amore.
|
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Capitolo 4 *** Terzo Capitolo. ***
Buon
pomeriggio a tutti! Come state? La Primavera inizia a ragionare, eh?
Oggi fa caldo!! Che bello *-* allora prima di lasciarvi al capitolo
vorrei precisare una cosa: mi
scuso se per caso nei capitoli trovate qualche errore di battitura, il
fatto è che io NON
HO UNA BETA! Non la sto cercando, ci tengo a fare le cose
bene e farle da sola, ma in questo periodo sono stressata con gli esami
dell'università quindi è possibile che rileggendo
non ci faccia caso. Solitamente mentre scrivo, rileggo pezzo per pezzo
e correggo direttamente ma come si dice " errare è umano " :)
Per chi segue l'altra mia
storia .In
Trappola. vi
ricordo che l'aggiornamento sarà DOMANI
POMERIGGIO
sempre in torno alle 17:00.
Adesso
vi lascio al Capitolo e ci troviamo sotto con le Recensioni! BUONA
LETTURA!
Terzo Capitolo
Era
il primo giorno nel nuovo anno. Bella si trovava ancora al cimitero di
Forks
quando guardò l’orologio e si rese conto di essere
in ritardo.
<<
Oddio, devo sbrigarmi! >> disse, alzandosi e ripulendosi
con le mani le
ginocchia sporche di terra e neve << buon anno mamma e
papà, vi voglio
bene! >> baciò i loro volti sulla grande
lapide grigio perla e si mise a
correre in direzione del bosco.
Non
aveva più paura di addentrarsi in quel luogo. Sapeva a
memoria la strada che
portava alla grande villa nascosta da troppi alberi e dal tempo.
Nel
frattempo la
Bestia
fremeva. Era strano, pensò, che la sua adorabile amica non
fosse ancora
arrivata. Solitamente era sempre puntuale, a volte anche in anticipo.
Che le
fosse successo qualcosa? Proprio quando gli sfiorò quel
pensiero la ragazza
bussò.
Erano
le nove e mezza di mattina, notò Bella, fuori dalla porta.
Mentre attendeva che
la
Bestia la facesse
entrare si soffermò a dare un’occhiata alla villa.
Era
molto grande, bianca e marrone. Lo stile era antico, quasi a ricordare
qualche
castello o tenuta fiabesca. Il giardino era maestoso, ma tenuto in modo
impeccabile. L’unica cosa che non comprendeva era per quale
motivo, tra tante
rose splendide e fiori incantevoli, la Bestia
avesse piantato anche una rosa rossa a stelo
lungo, che era completamente appassita. Magari non l’aveva
piantata lui, pensò,
magari era già lì. Ma perché non
reciderla? Non riusciva a comprenderlo. Magari
voleva riportarla “ in vita “, ma se fosse stato
così avrebbe dovuto trattarla
con qualche nuovo prodotto visto il suo aspetto malandato. Non si porse
altre
domande, notando la porta d’ingresso aprirsi.
Non
appena lo vide il suo cuore ebbe un sussulto. Non riusciva a capire
perché
fosse tanto contenta di stare in compagnia di quella creatura. Ma non
le
importava.
<<
Buongiorno Bella >> disse la Bestia,
facendole un inchino per poi invitarla ad entrare in
casa.
<<
Buongiorno a te >> rispose lei. Si tolse il soprabito e
lo poggiò su un
attaccapanni.
Solo
quando giunse in salotto notò di essere sola. Si
voltò e vide la Bestia a bocca aperta e
con
gli occhi sgranati.
<<
Che c’è? Stai male? >> chiese
precipitando davanti al suo peloso amico.
<<
N… No >> rispose lui a fatica. Si
schiarì la voce, riprendendo un po’ di
contegno e la osservò nuovamente. Isabella era stupenda quel
giorno. Indossava
un vestito verde scuro, che aveva una fascia nera sotto il seno,
facendo si che
la gonna le ricadesse morbida sui fianchi fino alle ginocchia. Ai piedi
delle
tenere ballerine nere e un sulle spalle un leggero golfino
bucherellato. Lo
aveva abbagliato.
<<
Sei stupenda >> disse, facendo arrossire la ragazza.
<<
Grazie… >> rispose lei, timidamente.
Imbarazzata,
la giovane, gli voltò le spalle e si diresse in cucina.
Avrebbe preparato il
pranzo del primo dell’anno.
<<
Ehm >> chiese insicura << tu hai i
fornelli, le pentole, il gas…?
>>
<<
Bella >> iniziò lui, scoppiando a ridere
<< non sarò umano, ma
faccio tutto quello che fai tu! Ovvio che ho tutte queste cose! Ho
anche
l’acqua, sai? E una vasca molto grande per farmi il bagno e
lavarmi >> la
ragazza avvampò, mordendosi il labbro inferiore. Che sciocca
che era stata!
<<
Si, scusa… Che domanda idiota! >> disse,
entrando in cucina.
La Bestia la seguì, osservando
ogni suo gesto.
<<
Non era una domanda idiota >> disse lui <<
in fin dei conti sono
schivo con te, non rispondo mai alle tue domande su di me.
Perciò ci sta
>>
<<
No, non ci sta per niente >> disse Bella <<
anche se non vuoi
parlare della tua situazione, di quello che eri, di quello che sei
adesso, io
non sono nessuno per fare certi pensieri su di te. Inoltre tutte le
volte che
ti ho riscaldato quello che portavo da casa? Per non parlare del fatto
che
qualche giorno fa dopo esserci bagnati tutti per giocare nella neve mi
hai
preparato una bella tazza di tea caldo. Come avresti potuto farlo se
non avessi
avuto tutte queste cose? Inoltre so che ti fai il bagno, profumi
sempre…
>>
<<
Bella, calmati. Respira, ok? >> disse la Bestia,
avvicinandosi a lei
<<
Scusa, quando mi imbarazzo o faccio certe gaffe divento un
po’ logorroica
>>
<<
Ho notato. Mi ricordi mia sorella un po’ >>
rispose, sorridendo
<<
Avevi una sorella? >> chiese Bella
<<
Si >> rispose la Bestia
<< anche un fratello più grande. Eravamo
inseparabili. Almeno in famiglia
ero un ragazzo educato e amorevole, era nella vita sociale che non ero
bravo
>> ammise, tristemente
<<
Come si chiamavano? >> chiese, curiosa, Bella
<< almeno i loro nomi
posso saperli? >> provò, facendo gli occhi da
cucciola. La
Bestia si intenerì e
ripose.
<<
La pazza si chiamava Alice, mentre l’orso Emmett
>>
<<
La pazza? L’orso? >> domandò Bella.
Alla Bestia scappò una risata.
<<
Si >> rispose poco dopo << Alice era un
terremoto, fin da piccola.
Sempre piena di vita. Un folletto. Era la più piccola, ma
anche la più bassa di
noi, i capelli neri corti sparati, minuta. Quando iniziava a parlare
non si
fermava più, un po’ come te quando sei imbarazzata
>> le sorrise <<
però lei era sempre così. Voglio dire, 24 ore su
24! Non si fermava mai! Emmett
invece lo chiamavamo orso perché era un energumeno, ma con
un cuore d’oro e
un’intelligenza da far invidia a molti. Capelli neri, anche
lui, corti e aveva
un fisico palestrato senza far nulla. Era così di natura
insomma >> la
ragazza seguiva affascinata tutti gli aneddoti che la Bestia
le stava raccontando
della sua famiglia. Le raccontò di Carlisle, suo padre, e
Esme, sua madre. Le
parlò di quello che facevano insieme il giorno di Natale o
durante la
Cena del Ringraziamento. Più
lo sentiva parlare e più si chiedeva cosa avesse fatto di
tanto terribile per
essere trasformato in Bestia. Eppure, ammise a se stessa, non le aveva
mai
fatto paura quel suo diverso aspetto. Bella vedeva oltre, guardava gli
occhi
della gente, la loro anima, la sua, i loro cuori, il suo, e quello
della Bestia
era puro. Lui era buono.
<<
Hai detto che profumo? >> chiese, improvvisamente lui.
Lei arrossì di
colpo e gli voltò le spalle, mettendo un grosso pollo nel
forno.
<<
Non so di cosa tua stia parlando >> rispose
<<
Eh non attacca, Bella! >> insistette lui <<
prima hai detto che
profumo sempre >>
<<
Io? Mai detta una cosa del genere >> negò
Bella, troppo imbarazzata per
confessare quello che sentiva per lui.
Finalmente
il pranzo fu servito.
Si
trovavano nel salone centrale della casa, sul grande tavolo
rettangolare che
ora era coperto da una bella tovaglia rossa decorata con candele color
oro.
<<
Bella sei una cuoca eccezionale >> disse la Bestia,
addentando una
coscia di pollo.
<<
Non è nulla di che >> ripose, con troppa
modestia, la giovane fanciulla
<<
Nulla di che? Bella tu ti sottovaluti troppo >>
<<
Mi sottovaluto? >> chiese, mentre si versava un
po’ d’acqua
<<
Si >> rispose la Bestia
<< tu sei una ragazza bellissima, in tutti i sensi. Sei
altruista,
generosa. Tu sei una persona buona, hai un animo puro, ma non te ne
rendi
conto. Quando dico che sei bella, non intendo solo fisicamente,
bhè anche…
>> ammise imbarazzato, grattandosi il capo
<< ma anche in quel caso
ti imbarazzi perché non te ne rendi conto. Ed è
un peccato. Tu sei stupenda,
Isabella >>.
Non
sapendo cosa rispondere, Bella, bevve un gran sorso d’acqua
evitando di
incrociare quegli occhi verdi che l’avevano rapita dal primo
istante.
<<
Oggi potrò farti qualche domanda? >> chiese,
cambiando discorso. Quelle
parole le avevano fatto battere il cuore in un modo mai provato prima.
E ne era
spaventata. Non perché avesse paura di lui, ma
perché credeva che fosse troppo
poco per quella creatura tanto diversa quanto leggendaria e unica. Lei
era solo
una sempliciotta e lui non avrebbe mai potuta amarla.
<<
Certo >> rispose la Bestia, sorridendole
<<
E tu risponderai? >>
<<
Tu chiedi >> disse lui << poi
deciderò io a quali rispondere
>> precisò. Capendo che quello era
l’unico compromesso possibile, la
ragazza annuì, sperando che lui desse risposte a tutti quei
quesiti che le
ronzavano per la testa dal giorno in cui l’aveva conosciuto.
<<
Hai detto di non essere sempre stato una Bestia…
>> provò a chiedere. Si
trovavano in soggiorno, seduti sull’enorme tappeto persiano
davanti al
caminetto acceso << come mai ti hanno fatto questo? Sai
chi è stato?
>>
<<
Onestamente no >> rispose triste << era il
giorno dopo del mio
ventunesimo compleanno quando mi svegliai così
>>
<<
Da un giorno all’altro? È successo così
all’improvviso? >>
<<
Si. La sera prima era un ragazzo che festeggiava il suo compleanno e la
mattina
dopo ero un mostro. Una Bestia! >>
<<
Ma senza una spiegazione? >> domandò Bella,
non capacitandosi
dell’accaduto << da quello che mi hai detto non
ti meritavi una cosa del
genere. Eri così dolce e amorevole con i tuoi fratelli, con
i tuoi genitori…
>>
<<
Solo con loro >> la interruppe duro << tu
non sai com’ero, Bella.
Non lo sai. Ero un mostro, davvero. Trattavo in modo orribile chiunque
mi
circondasse che non fosse la mia famiglia. Devi sapere che eravamo
prestigiosi
all’epoca. I Cullen erano una delle famiglie più
in vista di quei tempi. Avevo tutto
quello che chiunque vorrebbero avere: soldi, prestigio, fama. Mi
sentivo
superiore, è questa la verità. Madre Natura era
anche stata molto generosa con
me. Era un ragazzo attraente, bello, voluto da ogni ragazza o donna che
posava
i suoi occhi su di me. Ero superficiale. Credevo che solo chi era alla
mia
altezza meritasse rispetto, tutti gli altri erano…
spazzatura. Perciò li
trattavo come tali >>
<<
Ma è… >>
<<
Mostruoso >> concluse lui << lo so.
Qualcuno, non so bene chi,
provò a farmi capire questa cosa, ma non
l’ascoltai. Mi fece recapitare una
rosa rossa, appassita, secca. Orribile. Allegato ad essa vi era un
biglietto
che diceva che avrei dovuto prendermene cura perché anche
ciò che non è bello
fuori può esserlo dentro e che se non le avessi dato ascolto
la mia cattiveria
sarebbe stata mostrata a tutti. Ma io non credevo in questo modo!
>>
quasi urlò, alzandosi da terra << e poi la
mattina dopo mi guardai allo
specchio ed eccomi qui. Una Bestia >>
<<
Non c’è nulla che si possa fare per spezzare il
maleficio? >> chiese
Bella
<<
No >> mentì la Bestia.
Non
voleva ingannarla, ma aveva capito quello che quella voce gli aveva
detto. Solo
l’amore vero, quello che non inganna, quello sincero e puro,
solo quel
sentimento avrebbe spezzato l’incantesimo. Ma per far si che
questo fosse
possibile nessuno avrebbe mai dovuto sapere che c’era una via
d’uscita.
<<
Mi dispiace >> disse Bella. Solo allora la Bestia
si accorse che
stesse singhiozzando. Si avvicinò a lei, porgendole un
fazzoletto di tela.
<<
Perché piangi, Bella? >> era confuso
<< io non volevo farti
piangere, credimi >>
<<
Piango perché è ingiusto quello che ti
è capitato >> rispose con
sincerità << non importa quanto un uomo possa
essere cattivo, maligno o
meschino. Punirlo non rende il “ giustiziere “
migliore di lui >>
<<
Oh Bella… >> non riuscì ad
aggiungere altro. Lei stava piangendo per lui.
Senza pensarci un attimo, le sfiorò una guancia stando
attento a non farle
male. La giovane prese la zampa della Bestia fra le sue mani e la
strinse, per
poi accarezzarla. Si buttò tra le sue braccia, Bella,
stringendo a sé l’enorme
creatura. Voleva trasmettergli tutto il suo calore, il suo affetto.
Fargli
sentire che non era più solo a questo mondo,
perché lei ci sarebbe stata per
lui. Sempre.
Fu così che passarono i
minuti e poi le ore. Bella si era addormentata sul petto caldo della
Bestia,
che si misi comodo per guardarla dormire. Più la fissava e
più si rendeva conto
di quanto importante fosse diventata per lui. Più la
osservava e più si rendeva
conto che quando lei sarebbe scomparsa dalla sua vita, a lui non
sarebbe
importato più niente o nessuno. Perché solo in
quel momento capì, realmente,
cosa lo legava a quella ragazza: l’amore.
Lui ne era innamorato. Sinceramente,
profondamente innamorato.
✿
Risposte
alle Recensioni
:
mikycullen2:
Ciao
Miky!! Sono
contenta che ti piace la mia piccola ff :) purtroppo io per ragioni di
studio
Beastly non ho ancora avuto modo di leggerlo a causa dello studio XD
l’ho
comprato e sta là che mi guarda in cagnesco! E proprio per
questo mi è venuta l’idea
di fondere le due storie :) spero continuerai a seguirmi e a
commentare, se ti
va. Un bacio
monibiondina:
Ciao
mammina! XD e
ciao anche a te Chrissuccio! Sono contenta che ti piaccia e almeno in
questa
storia si ride ahahahahah grazie per recensire sempre e per seguirmi!
Vi adoro
anche io! Tanto, tanto!! Un bacione immenso <3
thecarnival:
Ciao
amica!! Si, sono
dolciosi e tenerosi!!! *-* belli loro!! Ora ti voglio, a questo
capitolo che
canzocina ci metti? ù.ù grazieeeee per il sempre
più brava *me diventa tutta
rossa* ci provo! Un bacione amica, ci sentiamo su fb <3
lilyanne89masen:
Ciao tesò!!! *-* se
vbè adesso, siamo sullo stesso livello nessuno è
migliore di nessuno e non
credo di essere migliore di te, abbiamo solo stili diversi. Spero che
anche questo
capitolo ti sia piaciuto!!! (anche se non so perché ne sono
certa ahahahah) ti
voglio benissimo <3 e hai notato come ho bellamente evitato di
rispondere
all’accenno sull’uffa? Ahahahah ok la smetto
ù.ù bacioniiiii <3
Mary___02:
Mary cara O.O””” ehm dire
che mi hai scioccata è troppo poco…
O.O”” questo dualismo…? Comunque
ù.ù””
questa storia è più tranquilla delle altre cara,
i colpi di scena si vedranno
solo alla fine. Questa è una favola e come tale è
tranquilla :) ogni tanto ci
vuole XD spero di non deluderti visto che l’azione
scarseggia! Ci sentiamo su
fb!! Un bacione <3
bella
cullen89: Ciao
tesoro!! *-* ma
che belle parole!! Spero comunque che oltre al sostegno un
po’ la storia ti
piaccia XD è diversa (non tantissimo) da quella della Disney
e te ne accorgerai
andando avanti… Quindi io ti ringrazio davvero di cuore per
sostenermi, ma
spero che la storia in sé almeno ti piaccia un pochetto! XD
dimmi cosa pensi
del capitolo, un bacione tesoro e ci sentiamo su fb! <3
smiles:
Ciao
Mary! No sta
tranquilla! Niente candelabri o altre cose XD la mia idea riprende si
la fiaba
della Disney, ma preferisco lasciare la maturità dei
personaggi seguendo più
Beastly e le mie idee personali che quelli del cartoni. Sono contenta
che la
storia ti piaccia! Spero di non averti fatto aspettare molto! Cosa ne
dici di
questo capitolo? Alla prossima recensione e un bacione!
Sweet
Bleeding Star: Ciao!! Eccoti di
nuovo
qui, che bello *-* grazie per avermi cominciato a seguire anche qui! Ne
sono
stata contenta! Il rapporto che si è venuto a creare tra
quei due piace
moltissimo anche a me :) e come dici tu: se son rose…
fioriranno!!! Alla
prossima
recensione, un bacio!
Dreamerchan:
Ciao
Dreamer! Ma figurati!! È già un traguardo vedere
che a
volte commentate quindi non ti scusare :) recensirai quando hai voglia
e tempo!
Spero di non averti fatto aspettare troppo con
l’aggiornamento :P un bacione
grandissimo! E alla prossima, connessione permettendo!! :)
maia96:
Ciao
Hiba!! Ma tranquilla anche se parliamo di più
cose nelle recensioni a me non dispiace ù.ù comunque per la
pubblicazione è vero, la posto
in fretta! Ma perché è finita la storia ed
è molto corta! Quindi dato che
principalmente sono concentrata su In Trappola e che questa
è stata una piccola
parentesi per sdrammatizzare un po’ i continui drammi e per
fare un regalino a
chi seguendomi con In Bilico e non essendo maggiorenni, non aveva
potuto
seguire quella a rating rosso… spero che questo capitolo ti
sia piaciuto :) un
bacione!
|
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Capitolo 5 *** Quarto Capitolo. ***
Buon
pomeriggio girls! (se c'è anche qualche boys mi scuso, buon
pomeriggio anche a voi ù.ù) visto che sono
leggermente in ritardo e devo uscire di nuovo XD vi lascio il capitolo,
rispondo alle recensioni senza perdermi in altro. :)
Solo
una cosa: ho notato un calo delle recensioni, la storia vi ha stufate?
Annoiate, deluse? Se è così mi dispiace, ma state
tranquille perchè, come aveva già detto, era
molto corto. Giovedì,
infatti, posterò di già l'ULTIMO
CAPITOLO! Ora vi lascio sul serio...
BUONA
LETTURA! (Ah se ci sono degli errori scusate, ma sono di corsa! In caso
poi lo rileggo meglio)
Quarto Capitolo
Isabella
si trovava a casa sua quella mattina. L’Epifania, da poco
arrivata, aveva
portato via con sé tutti i giorni di festa e la popolazione
era tornata a
svolgere i suoi soliti e normali compiti. Chi andava a lavorare, chi
tornava a
scuola… Bella non aveva nessuna di queste due cose. Aveva
preso il Diploma un
anno in anticipo, essendo una mente brillante con poca vita sociale, a
dire il
vero nulla, passava il suo tempo sui libri assorbendo quelle pagine
senza
troppa fatica. Sognava di andare al College, ma purtroppo le rette
erano troppo
alte. Non poteva permettersele.
Stava
sistemando la sua casa quel giorno, mentre la televisione trasmetteva
il solito
Telegiornale. Era stufa di guardare i notiziari, non dicevano mai nulla
di
buono. Ne era sempre rimasta avvilita, Bella. Come poteva un mondo
tanto bello
procurare così tanti morti e tanta sofferenza?
Cercò il telecomando per
spegnere, ma una notizia la immobilizzò.
<<
Ritrovato nel bosco di Forks il bambino scomparso qualche giorno fa
dalla Riserva
di La Push.
Seth,
così si chiama il ragazzino di appena dieci anni, afferma di
essere stato
salvato da un mostro buono… >> alla ragazza
caddero i piatti dalle mani
<< “ Si, era
un’enorme creatura!
Dal pelo folto, bello lucido sul marrone bronzeo! E poi aveva occhi
verdissimi!
“ questa la testimonianza. Ma non è solo
Seth Clearwater a dire di aver
visto qualcosa nel bosco, vi sono molte persone che affermano che
lì si aggiri
un orso bruno molto grande e molto pericoloso. Per questo motivo
è stata aperta
una missione di caccia per uccidere l’animale >>
<<
No! >> urlò Bella. Si mise in fretta le
scarpe, afferrò il giubbotto e si
precipitò dalla Bestia. Doveva avvertirlo.
Corse
senza sosta, arrivò alla grande villa bianca completamente
spossata. Senza
fiato.
Bussò
ripetutamente, finché il suo enorme amico non
aprì la porta.
<<
Bella >> disse la Bestia
<< pensavo ci fosse il terremoto >>
scherzò << ma stai bene?
È successo qualcosa? Hai una faccia >>
<<
Vogliono ucciderti! >> tuonò lei, mentre si
aggrappò a lui per spingere
entrambi dentro le mura sicure di quella casa.
<<
Cosa? >> chiese la Bestia,
confuso << chi? >>
<<
I cacciatori! Hai riportato a casa Seth? Ma dico, sei impazzito? Volevi
farti
ammazzare? No, perché ci stai riuscendo alla grande!
>>
<<
Bella, calmati >> tentò di tranquillizzarla la Bestia.
<<
Calmarmi? Come diavolo faccio a calmarmi? >>
<<
Vieni qui >> disse lui, prendendole la mano, dirigendola
verso il divano
del soggiorno << devi stare tranquilla, ok? Io non ho
fatto nulla di
male, ho solo condotto un bambino piccolo verso la strada di casa. In
più,
questa villa è isolata e nascosta nessuno può
trovarmi, va bene? >>.
Bella
incrociò i suoi occhi verdi e sinceri, ma soprattutto sereni
e tranquilli. Tirò
un respiro e cercò di calmarsi.
<<
D’accordo >> disse poco dopo <<
hai ragione tu, sono stata
esagerata >>
<<
No >> le rispose subito la Bestia
<< sei stata dolce… >>.
Bella
allungò una mano verso il viso della Bestia e lo
accarezzò debolmente. Era
strana la sua pelle, sembrava quella di un cagnolino a pelo corto. Egli
era
soffice, morbido, caldo. Gli stracciò i contorni del naso,
troppo grande per un
viso umano, finendo sulle labbra ruvide, dalle quali sporgevano due
zanne
lunghe e affilate. Non le aveva mai fatto paura e non gliene faceva
neppure
adesso.
<<
Bella… >> sospirò la Bestia
<< fermati >> la ragazza si
risvegliò dal
torpore nel quale era caduta e sono allora si accorse realmente di
quello che
stava facendo. Ritrasse velocemente la mano, avvampando come mai prima
di
allora.
<<
Scusa… >> disse Bella, mordendosi il labbro
inferiore.
<<
Non scusarti, Bella. Non sei tu ad essere sbagliata >>
rispose la
Bestia, alzandosi
voltandole le spalle.
<<
Tu non sei sbagliato. Sei solo… diverso >> a
quelle parole la
Bestia sorrise amaramente.
Bella era solo gentile, ma lui non era diverso. O per meglio dire, lui
non era
semplicemente diverso, era un mostro. Apprezzava, però, la
gentilezza di quella
dolce ragazza, che era arrivata persino a preoccuparsi della sua
incolumità.
<<
Vieni con me! >> disse, improvvisamente. Bella rimase
sconvolta qualche
minuto. Andare con lui? Dove? Ma le sue furono solo domande mute. Si
alzò e lo
seguì senza timore. Percorsero tutti i piani, salendo su,
fino alla soffitta. La Bestia
l’aprì facendo
strada. Era tutta piena di polvere, notò Bella, stracolma di
vecchi oggetti.
C’era di tutto: lampade antiche, quadri, bauli…
Non riusciva a capire perché
l’avesse portata fin lassù.
<<
Cosa ci facciamo qui? >> chiese Bella, guardandosi
curiosamente in torno.
<<
Voglio mostrarti una cosa >> rispose, indaffarato, la Bestia
mentre spostava e
lanciava oggetti << ricordo che era qui da qualche parte!
>> disse
poi, più a se stesso che alla ragazza. Bella si
scansò quando, per sbaglio, le
arrivò quasi addosso un vecchio cuscino. Prese una sedia a
dondolo, che era
poco distante da sé, e vi si accomodò, pregando
che non si spaccasse.
Era
più di un’ora che quei due si trovavano in quella
soffitta. Le Bestia cercava,
cercava, cercava senza sosta, ma alla fine non trovava mai nulla.
<<
Ehm >> provò Bella, schiarendosi la voce
<< ma vuoi una mano? Dimmi
quello che cerchi e… >>
<<
Trovato! >> tuonò, elettrizzato la Bestia
<< vieni! >> disse alla
ragazza, mentre si stava già indirizzando fuori di
lì.
<<
E adesso dove andiamo? >> chiese Bella
<<
Sorpresa! >>
<<
Sorpresa? Io non amo particolarmente le sorprese, dammi un indizio, un
segno!
Qualsiasi cosa! >>
<<
Non ami le sorprese, ma noto che sei una gran curiosona
>> le rispose,
voltandosi.
<<
Bhè si, lo ammetto >> disse lei, mordendosi il
labbro inferiore.
Non
si era accorta di essere arrivata al secondo piano e di essere giunta
davanti
ad un’enorme porta bianca. Si guardò in torno,
Bella, poco dopo, ma non
riusciva a capire.
<<
Prendi questo >> disse la Bestia,
donandole un’enorme sacca bianca e delle scarpe,
visto il modello dovevano appartenere agli inizi del ‘900.
<<
Come? >> chiese , imbarazzata, prendendo il tutto
<< ma cos’è? E
perché? >>
<<
Niente domande, ok? >> rispose sorridendo la Bestia
<< entra qui,
questa stanza è tutta per te. Cambiati, fai con comodo. Ci
vediamo giù nel
salone principale tra un’ora, va bene? >>
domandò, ma stava già scendendo
di sotto con ampie falcate.
<<
Ma… >> provò a ribattere la
fanciulla, senza troppo successo. La Bestia
era già andata via.
Tirò un sospiro e aprì la porta bianca. Quello
che vide la lasciò a bocca
aperta. Quella stanza era stupenda, la più bella che avesse
mai visto. L’arredo
era antico, tenuto come nuovo, al centro vi era un enorme letto in
ferro
battuto bianco, ornato con un baldacchino dello stesso colore. Sulla
parete più
ampia un grosso armadio di otto ante color panna, così come
la scrivania, sulla
quale era posto un grande specchio circolare, ed il comodino accanto al
letto.
C’era anche una cassettiera, notò Bella, in tinta
con tutto l’arredamento messa
accanto alla finestra e sopra di essa un libro, parecchio vecchio e
ingiallito,
e una fila assurda di profumi da donna. E una foto. Essa era
incorniciata,
sembrava molto vecchia. Ritraeva due ragazzi: la prima era una
fanciulla dai
capelli neri, corti, indossava una camicia a quadri. Il secondo era un
ragazzo,
molto alto, teneva il gomito appoggiato sulla spalla di lei. Era
carino,
biondo, ben vestito. Le venne in mente che la Bestia
aveva parlato di due fratelli, quindi,
magari, erano proprio quelli. Eppure tra di loro non si somigliavano
granché. [ La
Foto ]
Decise
di non pensarci troppo e aprì la sacca che il suo amico le
aveva donato, ma non
riuscì a credere ai suoi occhi. Essa racchiudeva un vestito.
Un abito da fiaba,
un abito da Principessa. Era lungo, con uno strascico laterale, color
oro,
decorato sul fondo in argento. La maniche erano corte, a sbuffo e
sull’estremità c’era un piccolo tulle. [
Vestito
del '900 ]
<<
Oh mio Dio >> si lasciò sfuggire, continuando
ad ammirare quel capolavoro
di stoffa. Era a dir poco magnifico!
Cambiati,
fai con
comodo. Ci vediamo giù nel salone principale tra
un’ora.
Le tornarono in mente
le parole della Bestia. Oddio! Pensò, lui voleva che lei
indossasse quel
vestito? Ma perché? Lei non era ricca, né nobile,
come avrebbe potuto indossare
un simile abito senza sfigurare? Lo tirò fuori dalla
custodia. La stoffa era
morbidissima, ma… come accidenti si indossava? Lo
analizzò per venti minuti
buoni e alla fine capì.
Era
passata un’ora e Bella era ancora chiusa in quella stanza. Si
guardava allo
specchio, ma non credeva i suoi occhi. Era davvero lei quella
fanciulla? Buttò
un’occhiata all’orologio. Erano le sette e mezza di
sera. Cosa doveva fare?
Scendere? Ma conciata così… Non si sentiva se
stessa. Non era abituata ad un
tale abito. Aveva paura di fare una pessima figura. Prese un grosso
respiro e
decide di andare.
Quando
aprì la porta un ottimo odorino le stuzzicò le
narici. Pasta al forno? E…
l’altro odore cos’era? Notò che non ci
fossero luci accese, solo i lumi di
centinai di candele sparse per l’intera villa. Che ci fosse
stato un Black –
Out? Strano… In fin dei conti l’illuminazione
della “ sua “ camera era
funzionante. Spinta da un moto di curiosità, ma anche di
fame non poteva
negarlo, si fece coraggio scendendo la scala principale della villa.
Pregava di
non rotolare giù, inciampando nei suoi stessi piedi a causa
dei tacchi alti.
Solo quando giunse all’ultimo gradino e alzò gli
occhi che lo notò. Il suo
grande amico era lì, stranamente elegante, che
l’aspettava. Solitamente
indossava un pantalone nero ed una canotta, questa volta, invece, aveva
una
giaccia color prugna, sopra una camicia bianca e un pantalone dello
stesso
colore. Si chiede dove trovasse degli abiti adatti a lui… Ma
non fece domande
quando si rese conto che teneva in mano una Rosa Blu. Era per lei.
La Bestia la fissava, estasiato.
Non riusciva a credere che quella ragazza fosse la sua Bella. sorrise
amaramente, mentre la fissava scendere la grande scalinata. Lei non era
sua, e
non lo sarebbe mai stata. Quando incrociò i suoi occhi
cioccolato, il suo cuore
si riempì di gioia. L’abito sembrava fatto su di
misura per lei. Le fasciava il
corpo in modo perfetto, valorizzandola incredibilmente.
L’acconciatura, poi,
era un tocco di classe. Aveva legato i capelli, portandoli su con uno
chignon
leggero, non marcato. Infatti, delicati boccoli le ricadevano ai lati
del viso
e sulle spalle. Notò che, incastonato tra i capelli di
Bella, c’era il
cerchietto – diadema di Alice. L’aveva condotta in
quella stanza, mettendole a
disposizione le cose di sua sorella, proprio con l’intento e
la speranza che
lei ne usufruisse per quella sera. Le si avvicinò cauto,
porgendole la rosa.
<<
È per te >> disse la Bestia
<<
Grazie >> rispose lei, arrossendo <<
è tutto magnifico >>
disse, guardandosi in torno. Notò, così,
l’enorme tavola imbandita e lo stereo
acceso.
<<
Tu sei magnifica >> disse la Bestia,
dandole il braccio per scortarla in soggiorno. Lei lo
afferrò senza timore, sorridendo.
<<
Anche tu sei molto bello >> rispose, timidamente.
La
tavola era a dir poco perfetta. La tovaglia blu, decorata con ghirigori
bianchi
sui bordi, era fantastica. Al centro, c’era un grande
candelabro e in mezzo al
soffitto, a voltaggio leggero, splendeva un meraviglioso lampadario con
migliaia di scintillanti Swarovski. Bella era senza parola.
<<
Perché… >> tentò di
parlare, ma l’emozione era grande <<
perché hai
fatto tutto questo? A cosa… a cosa devo tutto questo?
>>
<<
Voglio solo dirti grazie >> rispose la Bestia,
scostando la sedia per invitarla a
sedersi
<<
Grazie? E per cosa? >> chiese la fanciulla, prendendo
posto
<<
Vedi Bella… >> cominciò la Bestia,
mettendosi a sedere anch’egli << tu sei ingenua
e, come posso dire, smaliziata. Credi che tutto in torno a te sia
buono,
sincero, puro. Hai dei bei principi. Veri, autentici. Credi al vero
amore, alla
passione travolgente. Ma la cosa più importante è
che non mi vedi come un
mostro… >>
<<
Perché tu non sei un mostro. Inoltre credo che…
>>
<<
Aspetta, posso finire? >> la interruppe, sorridente. La
ragazza divenne
rossa, a causa dell’imbarazzo, ma annuì
energeticamente.
<<
Vedi, è proprio questo il punto. Io non sono un essere
umano, lo ero, ma adesso
non lo sono più. Tengo a precisare che a comportamento e a
modi di fare sono
cambiato. Migliorato, oserei dire. In quel senso potrei benissimo
affermare di essere
più uomo ora che prima >> sorrise triste, ma
tornò subito serio <<
ma nessuno mi vedrebbe mai come un uomo. Eccetto te. Tu riesci a vedere
oltre
l’apparenza, oltre l’aspetto fisico. Tu riesci a
vedere il mio cuore. Ma
nessuno lo avrebbe mai fatto, nessuno lo farebbe mai, perché
purtroppo il mondo
è marcio, Bella, è questa la verità.
Io l’ho capito tardi, ma devo ringraziare
chi mi spedì quella rosa. Anche se in maniera orribile, mi
ha insegnato che
nulla è come sembra. Che oltre al nero e al bianco, vi sono
tanti altri colori.
Migliaia di sfumature diverse. Ma sono in pochi a notarle. Tu rientri
in questa
categoria, perché sei pura. Sei unica, Isabella
>> il cuore della ragazza
sussultò violentemente. Gli occhi le pungevano, ma per la
felicità di quel
momento. Troppe emozioni le vorticavano in testa, ma soprattutto nel
cuore.
Cos’era quel calore che percepiva ogni volta che lui la
guardava o quando,
semplicemente, le rivolgeva un sorriso? O, anche più
banalmente, un saluto?
Adorava quella Bestia. Adorava tutto di lui. I suoi modi gentili, i
suoi
comportamenti di un’altra epoca, il suo modo di fare che
cambiava quando c’era
lei con lui. Ma soprattutto, Bella amava quegli occhi. Quegli occhi
tanto verdi
che gli smeraldi impallidirebbero a confronto. Quegli occhi tanto
tristi, ma
così sinceri, che riuscivano a guarda dentro a scrutarla nel
profondo. E fu
allora che comprese. Capì che senza di lui lei non avrebbe
più saputo vivere,
perché in quel mondo totalmente in ombra, lui era la sua
luce. Il suo sole
personale. Non provava semplice affetto per lui. Lei se ne era
innamorata.
La
cena passò tranquilla. Bella e la Bestia
parlarono di tutto e di niente, scambiandosi qualche
battuta o raccontandosi qualche aneddoto famigliare. Purtroppo la
ragazza non
ricordava molto dei suoi primi anni di vita, perciò
raccontò quel poco che
sapeva immergendosi completamente nei discorsi della Bestia. Non
riusciva a non
sorridere, Bella, immaginandolo correre e divertirsi con i suoi
fratelli proprio
in questa casa. Bella ammirava la sua famiglia perché,
nonostante tutto, gli
erano rimasti accanto anche dopo la trasformazione. Erano morti di
vecchiaia
tutti i suoi parenti e man mano, non ne era rimasto più
nessuno.
<<
Mi concedi questo ballo? >> chiese la Bestia,
sorridendo
<<
Ehm… >> tentò di spiegare Bella
<< io… io non so ballare >>
<<
Oh bhè… >> rispose la Bestia
sorridendo, mentre piano sistemava le braccia della
ragazza per assumere una posizione corretta << puoi
affidarti a me
>>
<<
Non ho paura di te >> rispose convinta
<<
Lo so >> disse lui, mentre stavano già
volteggiando per la stanza.
Durante
quel ballo, entrambi, capirono molte cose. Stare l’uno
accanto all’altra era
curativo, complementare. E se ne stavano rendendo conto anche loro.
La
canzone finì troppo presto e la realtà
bussò prepotente alla porta di quella
bellissima Fiaba. Ma le complicazioni, si sa, era dietro
l’angolo…
<<
Credo sia ora che io torni a casa >> disse Bella, anche
se non se ne
sarebbe mai voluta andare davvero. Ma la notte aveva inghiottito quello
scenario fantastico, diventando cupa e nera. Bella aveva un bruttissimo
presentimento, ma non riusciva a tradurlo in parole.
<<
Ti accompagno >> rispose lui, dirigendosi verso la porta
<<
Cosa? >> domandò lei << non
posso permettertelo. Se ti vedessero?
Inoltre devo cambiarmi… >>
<<
Il vestito lo puoi tenere, se vuoi >> disse lui,
sorridendo << era
di mia madre, ma conoscendola non le sarebbe dispiaciuto regalarlo a te
>>
<<
Ma io, no non posso tenerlo, è troppo importante per
te… >>
<<
Bella >> la interruppe lui << ne sarei
felice >> le sorrise
ed entrambi uscirono da quella casa sconosciuta, che si ergeva al
limitare del
bosco.
Durante
il tragitto nessuno dei due parlò, troppo intenti a sperare
che quella giornata
non finisse ma mai. Ma le luci della città remavano contro i
loro desideri.
<<
Sono arrivata >> disse Bella, fermandosi nella fitta
vegetazione di
fronte casa sua << quella è casa mia
>> proseguì indicando una
piccola villetta marrone a due piani, ridotta piuttosto male.
<<
Carina >> le sorrise la Bestia
<<
Fa pietà >> sbuffo la giovane <<
ma era dei miei genitori. Loro
l’hanno lasciata a me perciò in tutti i miei anni
di orfanotrofio si è ridotta
così >>
<<
Quella casa è piena di ricordi, no? >>
domandò la Bestia <<
quindi è
bella così com’è. È vissuta,
ecco >>
<<
Hai ragione >> constatò Bella, sorridendo
<< buona notte, Bestia
>>
<<
Edward >> rispose la Bestia,
bloccando la fanciulla che si stava già dirigendo
verso casa. Bella si voltò, lentamente, incrociando i suoi
occhi verdi.
<<
Come? >> chiese lei
<<
Il mio nome era Edward, tanto tempo fa. Sogni d’oro, Isabella
>> le
sorrise e scomparve nel bosco.
Un
nuovo giorno aveva fatto capolino sulla grigia città di
Forks. Bella volle
permettersi qualche ora di accidia, crogiolandosi nel letto caldo,
mentre
ripensava alla serata appena trascorsa.
<<
Edward… >> pronunciò piano,
affinché nessuno la potesse sentire. Sorrise,
finalmente conosceva il suo nome. Ne era così felice!
<<
L’hanno
trovata? >> urlò
una donna
<<
Si! È nel
bosco! >> rispose
un uomo
Ma
cosa diavolo stava succedendo? Si domando Bella. Perché
quella mattina c’era
tutto quel gran chiasso?
<<
Ieri si è
perfino spinto in città! Qualcuno ha detto di averlo visto
al limitare di
questo boschetto! >>
<< Chi l’ha visto?
>> domandò
qualcuno
<<
È stato Jacob
Black! Dice che passava da queste parti e ha visto l’orso
tornare indietro, ma
dice che è enorme! Lo ha seguito, ma poi l’ha
perso! >>
<< Ma la cosa
strana è che ho sentito dire che aveva fattezze umane e
bestiali! >>
<< Che sia un
mostro? Un qualche esperimento genetico venuto male? >>
<< Non lo so! Ma
io non lo voglio nella mia città! >>
<< Nemmeno io!
>> ci
fu un coro di voci a pronunciare quella frase.
<<
Che si fa ora?
>> domandò
un uomo
<<
Sono partiti i
cacciatori poche ore fa! Hanno intenzione di ucciderlo! >>
<<
NO! Edward, no! >> urlò Bella, si
staccò dalla finestra e si vestì di
corsa. Doveva impedirlo. Loro non poteva ucciderlo. Ecco
cos’era quella
sensazione di paura che le era entrata dentro il giorno prima. Un
presagio…
Loro non lo avrebbero
ucciso. Lei non lo avrebbe mai permesso.
✿ Risposte
alle Recensioni :
thecarnival:
Ciao amica! Ahahahah e dai susu non
prendertela così, era una
sfida carina ù.ù stile “ Io Canto
“ ahahahah però bella quella canzonica XD per
quanto riguarda il capitolo shi, lei non se ne frega che lui sia una
Bestia, lo
adora così com’è!! E la cosa
è meravigliosa *-* grazie per i complimenti… e
non
è vero che su fb sono cattiva, dai
ù.ù” spero che il capitolo ti sia
piaciuto e
ci sentiamo su fb e al prossimo che sarà l’ultimo
:( ti lovvo anche io amica,
un bacione <3
squirrel93:
Ciao!!
Sono contenta
che la storia ti piaccia :) anche io devo leggerlo Beastly XD
l’ho comprato ma
non ho ancora avuto modo di sfogliarlo :P comunque spero che anche
questo
penultimo capitolo ti sia piaciuto e che non abbia aspettato molto per
la
pubblicazione :) alla prossima! Un bacio
bella
cullen89: Ciao
tesoro! Cosa ne
hai pensato di questo capitolo? Che era il penultimo, infatti quello di
Giovedì
sarà l’ultimo XD apprezzo il fatto che mi hai
seguita e continui a farlo! Ti
voglio bene e buono studio!! Un bacione <3
Sweet
Bleeding Star: Ciao
Sweet! Sono
contenta che il capitolo ti sia piaciuto, ma siamo agli sgoccioli :)
difatti il
prossimo è l’ultimo capitolo! Cosa
succederà? Per saperlo dovrai aspettare
Giovedì!! Fammi sapere cosa ne pensi di questo 4 capitolo,
se ti va! Un bacio
smiles: Ciao
Mary! Che bello risentirti!! Grazie perché
recensisci dalla prefazione e di questo ne sono felicissima *-* sono
contenta
che il capitolo scorso ti sia piaciuto e spero che anche questo sia
stato di
tuo gradimento :) purtroppo il prossimo capitolo sarà
l’ultimo! E anche questa
storia volgerà al termine… Un bacione grande!!
|
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Capitolo 6 *** Quinto Capitolo. ***
Buon
pomeriggio a tutti! Come avevo annunciato su Facebook, il Quinto Capitolo
cioè l'ULTIMO CAPITOLO viene postato oggi,
invece di Giovedì (ieri) per un fattore di
continuità... Lunedì
11 Aprile verrà pubblicato l'EPILOGO!
E anche questa mini - storia giungerà al termine
:(
Senza
indugiare oltre vi lascio al capitolo, BUONA LETTURA! :) [ ah chiedo scusa se ci sono degli
errori, ma non sto bene e ho postato solo perchè ho promesso
che lo avrei fatto e io sono nota per mantenere quello che dico.
Inoltre non mi piace non rispettare " scadenze " perciò in
caso di errori, scusate! ]
Quinto Capitolo
La Bestia si
trovava nella sua
villa quella mattina, ignara di quello che di lì a poco
sarebbe capitato. Era
da più di cento anni che non si guardava allo specchio. Ne
aveva paura, timore.
Disgusto. Ma da quando Bella era entrata nella sua vita non si sentiva
più
tanto sbagliato. Lei gli aveva dato un motivo per vivere, un motivo per
sperare, un motivo per amare. Bella gli aveva spiegato il significato
di
bellezza, perché essa, solo ora lo capiva, non era assoluta.
La bellezza non si
scorgeva con gli occhi, ma col cuore. Essa non si celava nel viso di
una
persona, ma nelle sue espressioni. Non era il corpo a renderti
perfetto, ma
quello che ci fai. Non era la voce ad essere soave, ma il modo di
parlare,
quello che si dice. Vedendola da questo punto di vista,
pensò la Bestia, la bellezza, la
vera
bellezza, si nascondeva ovunque. Ma lui, a quei tempi, era troppo cieco
per saperla apprezzare.
<<
Edward! Allora,
sei pronto? Non
vorrai far aspettare
Miss Tanya >>
<< Alice da quando
la chiami Miss? >> domandò il ragazzo, sapendo
quanto sua sorella
detestasse quella giovane. Per lei era arrogante, viziata e maleducata.
<< Edward cogli la
nota sarcastica! >> rispose il folletto, dileguandosi.
<< Figliolo!
>> lo chiamò sua madre, dal piano di sotto.
<< Si mamma, sono
pronto! Scendo tra un attimo! >> rispose Edward.
Aprì l’armadio e si
specchiò. Era semplicemente perfetto. Il viso squadrato non
mostrava nessuna
imperfezione, gli occhi verdi gli davano un tocco particolare, la
giacca
bordeaux, abbinata alla cravatta risaltava i suoi capelli castano
– bronzei.
Nessuna ragazza gli avrebbe resistito. Nessuna. Sorrise, Edward,
perché lo
sapeva bene.
[ … ]
<< Allora, cosa ne
pensi di quella? >> chiese suo fratello Emmett.
<< Dico che non è
tutta questa bellezza. Insomma a forme è proprio messa bene,
ma il resto…
>> rispose Edward
<< Fratellino, se
continui di questo passo non ti sposerai mai! >>
<< E chi lo vuole
il matrimonio? >> lo schernì il giovane
<< io amo la bella vita!
>>
<< Edward hai pur
sempre 20 anni >> disse un ragazzo biondo,
intromettendosi nella
conversazione << dovresti iniziare a pensarci seriamente,
non credi? E
comunque se non sbaglio tra un mese compi 21 anni >>
<< Grazie per
questa vena mmm come dire? Filosofica, Jasper, ma per il momento sto
benissimo
così! >> disse il giovane, scoppiando a ridere.
[ … ]
<< Edward, allora?
Hai visto qualcuno di tuo gradimento? >> chiese suo padre.
<< Veramente sto
aspettando Tanya >> rispose << sono venuto
a questo stupido Pic –
Nik perché mi aveva detto che ci sarebbe stata
>>
<< Credi che lei
sia giusta per te? >> gli domandò il Dottor
Cullen
<< Papà! Ma che
domande fai? Giusta? Ovvio che NON è giusta! Ma la senti
quando parla? Sembra
una cornacchia >> e a quella parola rise di gusto
<< però è
bellissima >>
<< Edward >>
si intromise Esme, sua madre << la bellezza non
è tutto nella vita
>>
<< Voi due siete
vecchietti, ma siete comunque molto belli. Quindi non venite a dirmi
che la
bellezza man mano sfiorisce ecc, ecc! Io ora sono giovane. Bello,
potente, sono
il ragazzo più desiderato di questa città. Voglio
solo divertirmi un po’!
>> rispose, notando Tanya avvicinarsi. Diede un bacio
sulla guancia a sua
madre, salutò suo padre e si apprestò a
raggiungerla.
<< Fai attenzione
figlio mio >> disse Esme << divertirsi
è bello finché non si
feriscono le persone >> il ragazzo fece un cenno con la
mano senza
voltarsi. Adorava sua madre, suo padre e i suoi fratelli, ma loro non
capivano.
Dove stava il divertimento se non poteva far sentire gli altri
inferiori a lui,
e quindi ferirli? Loro erano peggiori di lui. Edward Cullen era il
migliore.
Nel
frattempo che la
Bestia
era persa nei suoi pensieri, Bella correva senza sosta per tutta la
foresta,
facendo attenzione a non farsi scorgere dai cacciatori.
Correva,
correva, correva per raggiungere la villa della Bestia. Sarebbe dovuto
scappare, Edward, o lo avrebbero ucciso. E lei non lo avrebbe mai
permesso.
Sarebbe scappata con lui, se l’avesse voluta,
perché in fin dei conti in quella
piccola cittadina sperduta a lei non restava nulla. Cadde, persa nei
suoi
pensieri. Si ritrovò totalmente a pezzi. I jeans erano
completamente
strappati a causa dell’erbaccia alta. Le braccia e le mani
piene di tagli. Ma
non se ne curò.
Dopo
quasi venti minuti vide la villa bianca e affrettò il passo.
<<
Edward! >> urlò, battendo contro la porta
<< Edward apri! Presto,
aprimi! >>
<<
Bella… >> ma non fece in tempo a parlare che
un colpo di fucile colpì una
piccola colonna posta all’entrata della villa. La Bestia,
prese Bella tra le
braccia trascinandola in casa e cominciò a ringhiare. Gli
occhi di Bella si
posarono sulla figura che impugnava l’arma. Era alto,
muscoloso. I capelli
corti neri erano quasi identici ai suoi occhi, i quali erano
inespressivi,
vuoti. Inferociti. Jacob Black.
<<
Sapevo che seguendo te lo avrei trovato! >>
urlò il ragazzo << esci
da lì Bella e consegnaci la Bestia
oppure faccio saltare la casa con te dentro! >>
<<
Perché? >> rispose, urlando, Bella
<< perché mi fai questo Jake?
Non lo conosci neanche! Potrebbe essere buono ma né tu
né gli altri gli state
dando una possibilità! Lo condannate a morte solo
perché è diverso! >>.
Intanto
tutti i cacciatori, seguendo la voce di Jacob, avevano circondato lo
stabile.
<<
Siamo in trappola >> ringhiò la Bestia,
accorgendosi del particolare << Bella va via
>> disse tristemente << loro vogliono me,
non ti toccheranno
>>
<<
MAI! >> urlò la ragazza <<
è un abominio! Non te ne rendi conto?
Loro sono in torto! Tu non hai mai fatto male a nessuno, al contrario!
Hai
riportato a casa il piccolo Seth, mi hai ridato la gioia di vivere
quando
credevo di aver perso tutto! Non sei tu il mostro, Edward! Sono loro!
>>
disse indicando la finestra. La Bestia le
accarezzò una guancia piano, lentamente. Voleva
pregustare quell’ultimo istante insieme alla ragazza che
amava perché, ne era
convinto, non sarebbe sopravvissuto. L’avrebbe persa per
sempre.
<<
Bella, io non posso vivere se al mondo non ci sei tu. Ma se resterai
qui ti farai
ammazzare, non lo capisci? Arriverei ad odiare me stesso,
più di quanto mi odi
ora, se tu ti facessi male per colpa mia! >>
<<
Edward >> rispose Bella, prendendo l’enorme
zampa tra le mani e
fissandolo dritto negli occhi << io preferirei morire che
stare lontana
da te >>.
Tutto
sparì attorno a loro. E per un attimo la Bestia
tornò a sentirsi Edward. Un ragazzo
normale, innamorato di una ragazza speciale. Unica. Ma un boato
spezzò il loro
idillio nel giro di un secondo.
Alcuni
cacciatori erano entrati dalla porta sul resto, spingendosi fino al
salone.
La Bestia, istintivamente, per
proteggere Bella e se stesso si buttò addosso a quegli
uomini disarmandoli uno
ad uno. Ringhiava, saltava. Ma non feriva né uccideva. Il
massimo che faceva
era colpirli, facendoli svenire.
<<
Edward! >> urlò Bella, quando un tizio molto
vecchio e robusto tentò di
colpirlo alle spalle. La Bestia
si voltò, scaraventando l’uomo sulla parete
opposta alla loro.
<<
Edward! >> lo ammonì la ragazza
<<
Scusami tanto se sto cercando di non farci ammazzare! >>
le rispose lui.
Lo
scontrò durò qualche minuto. La forza della
Bestia era utile e anche
l’incompetenza dei cacciatori non guastava. Quando uscirono
dalle mura sicure
di quella casa per andare via, però, trovarono ancora
qualcuno ad attenderli.
<<
Jake >> lo chiamò Bella << facci
passare, lasciaci andare >>
<<
Mai >> disse il ragazzo << quella cosa deve
morire! E tu… Come
accidenti fai a starci così vicina? Ma non lo vedi? Non vedi
quant’è
ripugnante? >>
<<
L’unico essere ripugnante che vedo sei tu, Jacob Black!
>> rispose Bella
<<
Che cosa? >>
<<
Hai capito bene >> continuò la ragazza
<< tu nemmeno lo conosci!
Nessuno di voi lo conosceva! Ma non gli avete dato nemmeno il beneficio
del
dubbio! E tutto perché? Perché ha fattezze non
umane? Siete ridicoli! È più
umano di tutti voi altri messi insieme >>
sibilò l’ultima frase, quasi a
sputarla tra i denti.
<<
Adesso basta! >> urlò Jacob, puntandole
addosso il fucile. A quel gesto, la Bestia
la spinse dietro di
sé ringhiando, ma Bella lo affiancò. Temeva che
Jacob non ci avrebbe pensato
molto a premere il grilletto e lasciare Edward solo, davanti al mirino,
era
condannarlo a morte certa.
<<
Dannazione Bella! >> disse il giovane, esasperato
<< togliti da lì
o giuro su Dio che faccio fuori anche te! >>
<<
Si può sapere perché sei tanto arrabbiato?
>> domandò la Bestia,
digrignando i denti
verso di lui.
<<
Non credo di doverlo spiegare a te, mostro >>
<<
Allora dillo a me! >> si intromise Bella
<<
Perché sono innamorato di te, Isabella! >>
urlò tutto d’un fiato, facendo
ringhiare maggiormente la Bestia e lasciando con
gli occhi sbarrati la fanciulla
<< ma tu preferisci passare il tuo tempo con un mostro,
un essere
abominevole anziché con me! >>
<<
E non ti sei mai chiesto perché? >>
ribatté lei << perché sei
vuoto, Jacob! Completamente vuoto e superficiale! Come amico,
conoscente, vai
benissimo, ma come ti è venuto in mente, anche solo per un
momento che io
potessi preferire te a lui! Sei inferiore Jacob. Rispetto a Edward sei
inferiore.
E lo dimostra il fatto che lui è di fronte a te, disarmato,
mentre tu impugni
un fucile. Lo si capisce dal fatto che lui avrebbe rinunciato a me,
facendomi
scappare per non vedermi soccombere, mentre tu non ci hai pensato un
secondo a
minacciarmi. Non è amore, Jacob. La tua è solo
smania di vincere, perché
preferisco quello che tu chiamo “ mostro “ a te
>>.
Tutto
successe in un attimo. Il giovane sparò un colpo per colpire
la fanciulla, ma la Bestia, non potendo
sopportare l’idea che il suo amore perisse per colpa sua si
mise tra lei e il
proiettile. Esso entrò di colpo, perforando il pelo folto e
la pelle dura della
gigantesca creatura. Era stato colpito poco sopra il cuore.
<<
No! >> urlò Bella, cadendo in ginocchio vicino
a lui << no, no ti
prego no >> disse, scoppiando a piangere <<
perché lo hai fatto?
Perché?! >>
<<
Io… Io non volevo sparare davvero… Io…
>>
<<
VATTENE! >> era disperata, Bella. Aveva perso
l’unica ragione che il
mondo le aveva donato per vivere. Per continuare a vivere. Era sola, di
nuovo.
Svuotata.
Sentì
arrivare tutti gli uomini che, poco prima, erano privi di sensi a causa
della
lotta.
<<
È morto? >> chiese un uomo, ma la ragazza
nemmeno si voltò.
<<
Si. È morto. Adesso andate via >> rispose lei,
con voce piatta.
<<
Vorremmo accertarci che… >>
<<
Andate via. Via, via. Via! VIA! >> vedendo la giovane in
lacrime, pian
piano tutti i cacciatori tornarono verso il centro della
città.
Erano
soli. Era sola, perché lui era morto.
<<
Avevi detto che saresti stato con me sempre >> disse la
giovane in
lacrime << sei un bugiardo >> quando
sentì un piccolo respiro
proveniente dal corpo della Bestia provò a chiamarlo.
Esausta.
<<
Edward… >> sussurrò
<< Edward… >>
<<
Bella… >> disse la Bestia
con voce bassissima
<<
Edward! Sei vivo >> la ragazza lo abbracciò.
Pensava che il peggio fosse
passato…
<<
Solo un altro po’ >> disse lui <<
volevo assicurarmi che stessi
bene, prima di lasciarti >>
<<
Non dirlo, ok? Ti curerò. Troverò il modo, ma tu
resisti! >>
<<
Bella ascoltami, non c’è più
tempo… >>
<<
C’è. C’è, si
c’è! Aspettami qui, vado a prendere qualche garza,
qualcosa…
>>
<<
No. Bella, tu devi ascoltarmi >> la ragazza
incrociò i suoi occhi verdi e
annuì << ho vissuto tanto tempo. Sono al mondo
da più tempo di un
qualsiasi essere umano. Ho fatto sbagli, parecchi e orribili sbagli, ma
di una
cosa sono sicuro. Tutto quello che ho fatto, di buono o meno, serviva
per
arrivare a te. Per questo non rimpiango nulla. Tu credi di non essere
una
persona speciale. Credi di essere una sempliciotta, una ragazza
anonima, ma non
lo sei. Isabella, tu sei bellissima. Ed è proprio da te che
ho capito che cos’è
la vera bellezza. Una volta pensavo che essa fosse sinonimo di
perfezione, ma
non è vero. Non è il
volto, ma le sue
espressioni. Non è la voce, ma il modo di parlare. Non
è come ti sta quel
corpo, ma quello che ci fai. Tu sei bella. Ti amo, Isabella
Marie Swan. Non
dimenticarlo mai >> disse flebile e poi morì.
La
ragazza non riusciva a calmarsi. Piangeva e urlava, gridava e
singhiozzava.
<<
Non puoi farmi questo, Edward! Dannazione! Ti amo anche io! Edward, ti
amo
anche io! >> disse e posò le sue labbra su
quelle della Bestia. Ci
sperava, Bella. Credeva che così facendo, urlando al mondo i
suoi sentimenti,
qualcuno l’avrebbe ascoltata.
Ma
non successe niente.
Il
tempo passava. Scese la notte. Ma lei non si spostava. Si
addormentò così.
<<
Bella… >> di chi era quella voce?
<< Bella, svegliati >>
perché? Non aveva motivi per svegliarsi. Magari sarebbe
morta anche lei
<< Isabella, avanti apri gli occhi >> e lo
fece.
Credeva
di ritrovarsi sola, in mezzo a quel giardino. Invece era a casa,
all’interno
dell’enorme villa, adagiata sul divano.
<<
Finalmente ti sei svegliata >> parlò qualcuno.
Quando Bella alzò gli
occhi non riusciva a crederci. Si avvicinò piano,
incrociando i suoi occhi
verdi.
<<
Sei vivo >> disse lei, con voce flebile. Se quello era un
sogno non aveva
alcuna voglia di svegliarsi << sei qui, davvero?
>>
<<
Sono qui >> rispose lui.
<< Siamo qui >>
precisò Bella, sorridendo.
✿ Angolo
Recensioni:
Ciao ragazze! Allora, invece di
rispondere singolarmente alle vostre 10 Recensioni, che apprezzo
sempre, vi rispondo qui in un unico angolo e poi do le risponde singole
in privato. Faccio questo perchè davvero non sto bene :(
mi gira la testa forte e già stare a postare il
capitolo è stato un'impresa! Allora... Vi
ringrazio TUTTE quando dite che la storia è bella e scritta
bene, grazie davvero! Io ci provo e se a voi piace io ne sono contenta
:) Ringrazio chi, non avendo sempre recensito, lo ha fatto
perchè avevo scritto che sembrava che la storia non piacesse
più *-* VI ADORO! Alcuni hanno chiesto se la fine sarebbe
stata come quella della Disney... E un pò lo è...
I contenuti dei discorsi forse sono più maturi,
più sentiti, ma comunque veri. Ma cosa sarà
successo alla nostra Bestia? Certo è viva... Ma adesso?
Sarà tornato umano, seguendo il classico copione fiabesco,
oppure sarà solo tornato in vita? Per questo dovrete
aspettare l'Epilogo
che, vi ricordo SARà
PUBBLICATO LUNEDì 11 APRILE!
Bacio tutti :) e grazie per avermi seguita!! Ci sentiamo all'Epilogo!!
<3
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Capitolo 7 *** Epilogo. ***
Ciao
a tutte! Ed eccomi qui con l'Epilogo! Lo so, avrei dovuto postarlo
ieri, ma ho avuto un casino col Pc!! Almeno ho scoperto di non essere
l'unica XD gira questo finto Antivirus che poi è il Virus e
ti frega! Lo stanno prendendo in parecchi ç___ç e
ovviamente la sottoscritta l'ha preso -.-' ci tengo perciò a
dire che per chi mi
segue anche nell'altra storia, cioè .In Trappola. non so
quando arriverà il nuovo capitolo, perchè non so
dove scriverlo! Su questo mini portatile non mi trovo :(
sono riuscita a postare l'Epilogo perchè questa storia, come
avevo preannunciato, era già conclusa (più o
meno) quando ho iniziato a pubblicarla... Mentre In Trappola no...
Spero mi aspetterete, ma non dovrebbe essere una lunga attesa visto che
già domani porto il pc dal tecnico :) speriamo bene! Che
altro dirvi? Grazie di tutto e spero che l'epilogo vi piaccia! Un
bacione grande per il sostegno :*
Epilogo
La
piccola Isabella Marie Swan era cresciuta finalmente. Adesso si trovava
nella
sua nuova, magnifica e prestigiosa stanza a disfare i bagagli. Lontana
da tutto
quel dolore, lontana da tutta quella solitudine. Lontana da Forks.
Estrasse
dalla valigia grande, anzi dall’unica che aveva, una cornice
d’argento dove, al
suo interno, era custodita la foto dei suoi genitori. La mise sul
comodino e
sorrise. Non avrebbe più potuto andarli a trovare tutti i
giorni, ma sapeva che
loro sarebbero stati felice per lei, per quel trasferimento, ma
soprattutto,
sarebbero stati certi che ovunque fosse andata, Bella li avrebbe tenuti
accanto
a sé. Custoditi nel suo grande cuore.
Si
allontanò dal letto, affacciandosi dall’ampia
vetrata dell’enorme grattacelo.
Vedeva Cambridge risplendere davanti ai suoi occhi e ancora non
riusciva a
crederci di essere davvero lì. Come era accaduto?
<<
Questo è un sogno che si avvera >>
sussurrò, continuando a fissare il
panorama
<<
Qui l’unico sogno che vedo sei tu, splendore >>
disse una voce maschile
alle sue spalle. Il ragazzo si avvicinò a lei, facendo
scivolare le sue braccia
in torno all’esile corpo della fanciulla. La
sovrastò in un caldo abbraccio,
facendo aderire perfettamente il suo petto alla schiena della giovane
<<
cosa guardi? >> chiese dolce, appoggiando il mento sulla
sua spalla
sinistra.
<<
Guardavo il panorama di questa fantastica città
>> rispose Bella <<
prima che arrivassi tu ovviamente. Adesso non c’è
più confronto >> e così
dicendo si voltò. Venne rapita immediatamente
dall’intenso verde degli occhi di
quel ragazzo e dalla sua bellezza incredibile. I capelli bronzei,
completamente
indomabili, gli ornavano il viso.
<<
Addirittura? >> rispose Edward, staccandosi da lei per
sedersi sul letto.
Bello lo fissava attenta. Non si era ancora abituata a quella
situazione, a
vederlo umano. Ed erano già passati più di sei
mesi da quando la Bestia era tornata ad
essere umana.
<<
Sai che un po’ mi manca? >> disse la ragazza,
affiancando il giovane sul
letto.
<<
Cosa? Forks? >> chiese Edward
<<
No, quella no. Bhè un po’ si, ma solo per i miei
genitori. No mi mancano le tue
fattezze bestiali >> disse guardandolo sorridente.
<<
Ti piacevo di più quando ero una Bestia? >>
chiese lui
<<
A volte si >> a quelle parole il ragazzo
sgranò gli occhi. Ma stava
dicendo sul serio? << Non voglio dire che non mi piaci
così, però…
>>
<<
Però…? >> la incitò a
continuare Edward
<<
Insomma anche da Bestia eri carino. Quel musone! O quelle narici enormi
che
facevano quello strano giochetto quando sbuffavi! O le zampe! Dai eri
adorabile! >>.
Edward
scoppiò a ridere di gusto, stendendosi sull’enorme
letto. Bella arrossì,
imbarazzata. Doveva ammetterlo, come ragazza era strana.
<<
Bella tu mi farai morire! >> disse il giovane,
continuando a ridere
<< davvero! Vedi che quando dico che sei speciale non
mento? >> le
afferrò una mano, trascinandola verso di sé,
così che potesse appoggiare la
testa sul suo petto.
<<
Un giorno potresti travestirti da Bestia però
>> insistette lei. Edward
sospirò, baciandole una tempie e sorrise. La amava davvero
tantissimo. Non
c’era nulla che non avrebbe fatto per renderla felice. Nulla.
Se avesse voluto la Luna, lui
gliel’avrebbe
presa.
<<
E va bene! >> disse poco dopo << a Natale
invece di Babbo Natale,
riceverai i doni da una mostruosa Bestia! >> concluse la
frase, iniziando
a farle il solletico.
<<
No… Dai! Ed… Edward! Oddio no, dai fermati!
>> urlava Bella tra le
risate, ma Edward non si fermava. Gli piaceva vederla ridere. Gli piace
vederla
fare qualsiasi cosa.
<<
Se vuoi che smetta dì le paroline magiche! >>
le disse Edward
<<
Ok ,ok! Ma rallenta un po’ o muoio! Dai… ahahah
Edward! >>
<<
No, no. Dimmi le paroline magiche e ti libero! >>
<<
Ti… ti amo sig… signor Cullen! >>
urlò Bella tra le risate. Dopo pochi
secondi le mani di Edward si fermarono. Era completamente addosso a
lei. Le
accarezzò la guancia liscia, spostandogli una ciocca di
capelli dietro
l’orecchio. Avvicinò le labbra alle sue…
<<
Ti amo anche io, signora Cullen >> disse, travolgendo i
due in un
passionale bacio.
Ebbene
si. Poco dopo lo spiacevole incidente che li aveva visti protagonisti, la Bestia, ricevendo il bacio
del vero amore, tornò ad essere un ragazzo normale,
riprendendo la sua vita da
dove egli l’aveva lasciata. Non lasciò mai,
nemmeno per un secondo la sua Bella
e proprio pochi mesi dopo le chiese di diventare sua moglie. Si
sposarono ad
Agosto e come regalo di Nozze, Edward, donò a suo moglie il
sogno della vita:
andare al College. Harvard, per la precisione, situato a Cambridge nel
Massachusetts. Si erano trasferiti lì i neo sposi, in un
enorme e lussuoso
appartamento all’ultimo piano di un maestoso grattacelo. [ Link
Appartamento
]
<<
Bella? >> chiamò Edward << sei
pronta? Non vorremo arrivare tardi
il primo giorno >> l’università
stava cominciando e con essa la loro
nuova vita.
<<
Ho fatto! Ho fatto, arrivo! >> disse Bella, uscendo dal
bagno con una
scarpa in mano. A quella visione Edward sorrise e si
avvicinò.
<<
Vuoi una mano? >> chiese
<<
No, no. Ho fatto >> si mise le ballerine blu scure, diede
una ravvivata
ai capelli e afferrò la borsa << ok, andiamo!
>>
<<
Non ti stai dimenticando qualcosa? >> domandò
malizioso Edward. Bella
sorrise, avvicinando a lui e posò le sue labbra su quelle
del ragazzo, il quale
l’attirò a sé per prolungare quel
momento.
<<
Dobbiamo uscire… >> sussurrò Bella,
con fiato corto.
<<
Hai ragione… >> rispose Edward, con la stessa
tonalità di voce <<
prendo le chiavi dell’auto, tu prendi quelle
dell’appartamento >>
<<
Già fatto, sono in borsa >> gli occhi della
ragazza finirono sulla rosa
rossa a stelo lungo che si ergeva sul tavolino dell’ingresso
<< Edward,
hai notato che quando sei tornato umano la rosa è tornata a
splendere e non è
mai appassita? >>
<<
Si, l’ho notato >>
<<
E non è strano? >> domandò lei
<<
Amore, mi hai conosciuto quando ero una Bestia, poi mi hanno sparato e
dopo un
tuo bacio sono tornato umano e, misteriosamente, senza un graffio. Non
credi
che non ci sia nulla di normale nella nostra storia? >>
chiese e le
sorrise.
<<
Hai ragione tu, bestione >> rispose Bella, scoppiando a
ridere ed Edward
con lei.
Uscirono
dal palazzo e davanti all’auto di Edward, rannicchiato,
c’era un piccolo
gattino nero. Non avrà avuto più di 40 giorni.
<<
Ma chi può averlo lasciato qui? >>
domandò Bella, prendendolo in braccio.
<<
Non saprei. Credo che il fatto che sia nato nero sia stata la sua
condanna
>> sentenziò Edward, guardandosi in giro.
<<
Perché? >> chiese ingenuamente Bella.
<<
I gatti neri sono messaggeri di sventura >> rispose
Edward, scrollando la
testa.
<<
Ma è assurdo! >> urlò la ragazza,
facendo voltare mezza città << la
gente è senza speranza! È ridicolo! Guarda
quant’è bello! Ha anche gli occhi
azzurrissimi >> [ Micio (Guardatelo
è un amore *-*) ]
<<
Assomiglia a Alice >> disse Edward, mentre accarezzava il
mento della
piccola palla di pelo << che dici se la prendiamo noi? Se
la lasciamo per
strada morirà di fame >>
<<
Dici davvero? >> domandò Bella
<<
Davvero >> rispose Edward, dandole un veloce bacio sulle
labbra <<
dai portala su a casa e mettile un po’ di latte. Io ti
aspetto qui, faccio
riscaldare la macchina >>.
Bella
diede un bacio sulla guancia a suo marito, si mise meglio in braccio la
gattina
e sfrecciò di sopra. Edward, nel frattempo aspettava e
pensava. Era cambiato
davvero e tutto grazie a sua moglie. Se fosse stato il vecchio Edward,
probabilmente, lo avrebbe lasciato lì quel povero micio, a
morire di fame. Ora
invece… Sorrise. Si sentiva bene. Si sentiva diverso,
migliore. Si voltò quando
sentì Bella aprire la portiera e prendere il posto di fianco
al suo.
<<
Andiamo? >> chiese la ragazza.
<<
Si >> sorrise il ragazzo << andiamo
>>.
Erano
felice, Edward e Bella, ma soprattutto innamorati. Avrebbero affrontato
tutte
le difficoltà che la vita gli avrebbe messo davanti
perché credevano l’uno
nell’altra. Perché sapevano, che nonostante tutto
e tutti, loro erano destinati
a stare insieme. Per sempre.
.
Il mio cuore aveva mai amato?
Occhi rinnegatelo,
perchè non ha mai conosciuto la bellezza fino ad
ora.
William
Shakespeare
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