Your Love-La battaglia

di gaga96
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Avviso ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Aspettai due settimane prima di uscire di nuovo da casa mia. Mi sentivo a pezzi, distrutta, ma con ancora una rabbia enorme dentro. Quella mattina mi decisi finalmente di andare al pensionato. Elena e Stefan mi avevano chiamata al cellulare per tutti questi giorni, ma io non ero psicologicamente pronta per un contatto umano. Ora però, era arrivato il momento di agire. Damon era morto da settimane e l’idea di rimanere a casa ancora mi attirava ma dovevo andare avanti. Così mi misi una t-shirt nera, un paio di jeans corti e delle scarpe da ginnastica. Poi uscii. Il vento caldo di luglio mi riscaldò il viso, facendomi subito tornare la voglia impellente di richiudermi in casa, ma non potevo. Dovevo parlare con Stefan ed Elena. Camminai lungo le strade illuminate di Fell’s Church: quando c’era Damon c’era sempre poco sole e quando spuntava era perché io lo supplicavo, così potevamo andare a fare una bella passeggiata all’aperto e…
Inaspettatamente, mi scese una lacrima e subito scrollai la testa, affrettando il passo. Quando arrivai, corsi su per le scale e bussai alla porta della loro camera.
Venne Stefan ad aprirmi.
—Bonnie! Ciao! Come stai?— esclamò, piuttosto sorpreso, abbracciandomi e facendomi nuovamente commuovere, siccome capii a cosa si stava riferendo con la frase “Come stai?”. Non risposi, tirai solamente su col naso.
—Lo so, lo so! Puoi piangere se vuoi…—mi consolò, ma io mi allontanai e gli feci un sorriso abbastanza forzato.
—Tranquillo Stefan! V-va tutto bene! Posso vedere Elena?— chiesi, tenendo a forza ferma la mia voce.
—Certo, vieni!—mi disse, dirigendosi verso il salotto, mentre io chiudevo la porta.
—Amore, c’è Bonnie!— disse Stefan ad una figura bionda rannicchiata sul divano che appena udì quella frase scattò in piedi e corse verso di me, con gli occhi gonfi e lucidi e mi abbracciò.
—Bonnie! Oddio, Bonnie! Come stai, tesoro?— esclamò.
—Male!— risposi, mentre mi sedevo accanto a lei.
—Lo posso immaginare! Bonnie, sono così addolorata!— e qui singhiozzò —non posso pensare a come tu stia in questo momento! Mi dispiace moltissimo! Damon mi manca molto!— disse.
—Manca molto anche a me…—sussurrai a testa bassa, cercando di trattenere le lacrime. Ritornò la morsa allo stomaco e il vuoto dentro di me. In quel momento, mi sembrava di essere un guscio senza niente all’interno.
—Bonnie?— mi chiamò Elena, e io mi risvegliai dal mio torpore.
—Elena, sono venuta qui perché vi devo seriamente parlare.— mi girai per guardare in faccia anche Stefan, che si era seduto sulla poltrona davanti a noi.
—Vedi io ho deciso di…combattere. Di combattere per Damon.—dissi, nonostante il nome Damon detto ad alta voce mi fece venire un magone in gola. Elena sgranò gli occhi.
—Che intendi dire?— esclamò, avvicinandosi a me ancora di più.
—Voglio dire che…lui non la può avere vinta! Lui l’ha ucciso! Ha ucciso Damon!— quasi gridai quelle parole, mentre mi accorgevo che delle piccole lacrime erano scappate al mio controllo. Ma dovevo essere forte. Damon mi aveva insegnato ad essere forte ed io lo sarei stata per lui.
Elena mi abbracciò, poi sussurrò.
—Sono d’accordo con te, ma lui è troppo forte! Come faremo a sconfiggerlo?—
—Un modo ci sarà! E’ solo uno stregone e gli stregoni non sono immortali. Sono solo potenti.— dissi, allontanandomi dalla mia amica e alzandomi in piedi.
—Troverò un modo! Qualsiasi cosa, pur di uccidere Baltor!—
 
 
Quel pomeriggio, mi rifugiai in camera ad esplorare la miriade di libri magici che mia nonna mi aveva lasciato in eredità. In particolare, cercavo “Come uccidere degli stregoni stronzi”, ma sapevo che sotto questa voce, non avrei trovato niente. Ad un certo punto, un titolo attirò la mia attenzione:
“Stregoni millenari”.
Comincia a leggere e ciò che lessi mi fece rabbrividire:
“Gli stregoni millenari sono quasi impossibili da distruggere. Serve molto potere e forza per uccidere o ferirne anche uno solamente. Se essi discendono dalla sacra stirpe di Salem, loro saranno ancora più forti, ma avranno molti più punti deboli. Inoltre, per distruggere uno di essi, bisogna essere almeno in due, entrambi discendenti dalla stessa stirpe e molto uniti in un forte legame.”
Iniziai a sentirmi disperata. Non avevo idea se Baltor discendesse o no dalla stirpe delle streghe di Salem, come me. Sapevo solamente che era spuntato all’improvviso, presentandosi, e dicendo che io sarei dovuta andare con lui perché era mio obbligo. Non sapevo niente di questa storia, così era iniziato un combattimento ed era finito con la morte di un innocente…
Scrollai nuovamente la testa e cercai qualcos’altro riguardo a queste potenze millenarie, ma non trovai nulla. Delusa e senza speranza, capii che in un modo o nell’altro avrei dovuto cercare un qualche mio parente della stessa stirpe. Ma mia nonna era morta. E, cosa ancora più orribile, mi aveva detto che ero io l’unica discendente rimasta. Sprofondai sul letto, amareggiata. Come potevo combattere ora? Come potevo ucciderlo ora? Rabbrividii a questi pensieri, pensando a quanto ero cambiata nel giro di un anno. Due anni fa, quando avevo diciassette anni, il mio problema più grosso era come potevo avere la sufficienza in matematica. Ora, pensavo a come distruggere uno stregone indistruttibile. In questo momento, sentii il bisogno di lui…delle sue carezze e dei suoi baci, per non parlare dei suoi abbracci e delle sue parole così dolci…del legame che ci univa, come un filo che ci collegava…mi venne nuovamente da piangere per la solitudine che mi circondava, ma ero così stanca di piangere. Però, mi sentivo così sola…sola contro un gigante. Perché né Elena né Stefan potevano aiutarmi in questa avventura. Già, non questa volta.
All’improvviso, mi venne un’illuminazione! Se un mio parente non veniva da me, sarei andata io a cercare questo mio parente.  E ciò significava solo una cosa…
 
Il mattino dopo, controllai di aver preso tutto e salii sul taxi. Ero abbastanza nervosa, perché era il mio primo viaggio in aereo da sola. Arrivata all’aeroporto, imbarcai la valigia e aspettai nella sala d’attesa. Poi, sentii la voce del megafono e mi alzai.
“Signore e signori, il volo diretto a Salem, Massachusetts, è pronto all’imbarco”
 
 
 
 
Mentre cercavo invano di rilassarmi sul sedile accanto al finestrino, riflettevo sul perché diamine mi era saltata in mente questa idea. Io amo profondamente volare, ma allo stesso tempo ne sono spaventata perché può accadere di tutto. Certo, in un modo o nell’altro potrei salvarmi, con i miei poteri. O forse sarei andata totalmente in panico e non sarei stata capace nemmeno di evocare il più semplice degli incantesimi. Mentre riflettevo sulle possibili vie di fuga in un possibile disastro aereo, si sedette accanto a me un ragazzo che tentava di mettere lo zaino sopra le nostre teste. Quando riuscì nell’impresa, si buttò sul sedile e fece un sospiro, investendomi con un delizioso profumo di menta. Mi girai a guardarlo e il mio cuore perse un battito. Era lui! Involontariamente spalancai occhi e bocca, incredula. Damon era lì! Era seduto accanto a me!
—Damon…—mormorai sotto-shock! Lui si girò, incrociando il mio sguardo. Rabbrividii come non capitava da tanto tempo.
—Come scusa?— mi chiese, guardandomi con aria un po’ interrogativa. Lo guardai meglio. Capelli neri, barbetta lieve,  occhi azzurri come il ghiaccio, camicia a maniche corte azzurra a quadri aperta con sotto una maglietta bianca e jeans. No. Non era lui. Affatto. Ma era così simile…
—Scusa, ti senti bene?— ripetè il ragazzo, leggermente preoccupato per il mio stato catatonico. All’improvviso mi svegliai e scrollai velocemente il capo.
—Oh, sì, scusami! E’ che…mi ricordi una persona! Scusa!— e mi girai imbarazzata verso il finestrino, mentre sentivo le guance bollire. Lo sentii mormorare un ‘ok’ e sistemarsi la cintura di sicurezza. Mi rilassai, convincendomi che vicino non c’era nessuno che conoscevo, tantomeno lui…Poco dopo, iniziò la parte del decollo. Mi misi dritta e mi spiaccicai al sedile dell’aereo, con lo sguardo fisso in avanti e le braccia rigide lungo i braccioli. L’aereo accellerò vorticosamente e pensai di volare all’indietro. All’improvviso volevo urlare! Sentivo come se la faccia si stesse fondendo col sedile ed ero sicura che se avessi aperto la bocca sarebbero volati i denti!
—Eccitante, eh?— sentii dire dal mio vicino, ma non lo ascoltai nemmeno. Ero troppo concentrata nel non farmi prendere dal panico che non potevo distrarmi! Poi l’aereo si alzò e mi sentii morire! Guardai fuori dal finestrino e vidi le case e gli edifici che in meno di un secondo diventavano piccolissimi sotto di noi! Era una sensazione alquanto piacevole! Sentivo il mio stomaco protestare, ma cercai di rilassarmi e finita la fase di decollo, tolsi la cintura e ripresi a respirare.
—Primo volo?— sentì da destra.
—Come?— chiesi.
—Dico, è il tuo primo volo?— ripetè il pseudo-Damon. Mi venne il cuore in gola.
—Ehm…sì. Almeno, da sola…—ripresi, con un velo di tristezza.
—Che vuoi dire?— mi scrutò, guardandomi negli occhi.
—Sì, insomma, di solito viaggiavo col mio ragazzo.— sorrisi tristemente.
—Oh! E cosa è successo? Come mia non viaggiate ancora insieme?— continuò. Lo trovai abbastanza curioso, cioè, non mi conosceva neanche e voleva sapere tutto di me. Stranamente, però, mi ispirava fiducia e io avevo proprio bisogno di qualcuno al di fuori del mio cerchio di amici con cui parlare. Qualcuno che non conoscesse tutti i particolari.
—Beh…lui…è morto. In un incidente d’auto…—risposi, con le lacrime agli occhi, girando lo sguardo verso il finestrino. Lo sentii ammutolire, in imbarazzo.
—Ah. Senti, scusa, mi dispiace!— si zittì. Mi sentii abbastanza imbarazzata in quel momento. Fortunatamente, ruppe nuovamente il ghiaccio.
—Comunque, io sono Eric!— disse, porgendomi la mano. Lo guardai negli occhi.
—Io sono Bonnie! Piacere!—
 
 
 
 
Qualche ora dopo, scesi a malincuore dall’aereo. Era stato un viaggio piuttosto divertente! Eric mi aveva raccontato che era da quando aveva dodici anni che non tornava nella sua città dai suoi parenti e che suo cugino era molto affezionato a lui perché avevano la stessa età e erano cresciuti insieme. Mi ha raccontato che suo cugino aveva una banda al college o qualcosa del genere. Ci siamo conosciuti meglio e devo ammettere che era una persona molto piacevole e che mi ha fatto molto bene stare con lui. Mentre aspettavo la valigia, il cellulare squillò.
—Sì, pronto?— risposi.
—Ciao Bonnie, sono Elena! Che dici se io e Stefan passiamo a prenderti per fare un giro fuori Fell’s Church?—Elena! Merda! Mi pietrificai! Non lo avevo detto a nessuno che ero partita così velocemente e di sicuro Elena mi avrebbe uccisa! Così, dissi: —Elena, grazie mille per la tua proposta, ma sono indisposta in questo momento. Facciamo un’altra volta?— pregai che Elena dicesse di sì, pregai con tutta me stessa! E la sentii anche cedere se solo quello stupido megafono dell’aeroporto non avesse detto “Benvenuti a Salem! Carrello 5 per ritirare le valigie!” e Elena non avesse sentito quel maledetto messaggio!
—Salem? Salem?! Che significa? Bonnie! Non dirmi che sei a Salem in questo momento!— mi gridò nella cornetta!
—Elena! I-io…devo andare!— tagliai corto!
—Bonnie, non osare chiudermi il telefono in fac…— ma non sentii il resto, che premetti il tasto rosso. Sospirai. Misi il silenzioso e mi affrettai a prendere la valigia. Uscii in fretta dall’aeroporto e cercai un taxi…che non c’era. Mi sentii sprofondare. Non avevo idea di come andare in centro a Salem, né dove fossi io in quel momento.
—Ehi, ma guarda chi si vede!— sentii dietro di me.
—Eric! Ciao! Ehm…tu dove sei diretto?— chiesi, sperando mi dicesse ‘il centro di Salem’.
—Vado verso il centro di Salem. Perché?— sorrisi raggiante!
—Devo andare anche io! Mi accompagni, per favore?— pregai.
—Bonnie, non farmi quegli occhi! Non resisto! Sembri un piccolo uccellino!— scherzò. Mi raggelai. Uccellino…come mi chiamava anche Damon! Il sorriso si spense e tornò la tristezza ed il dolore.
—Bonnie, ho detto qualcosa che non va?— sussultai.
—No, no! Dimmi pure!— risposi con voce roca.
—Dicevo, certo, ti do un passaggio! Così ti faccio conoscere anche il cugino di cui ti parlavo. Oh, là c’è mio papà!— disse. Sorrisi e andai con lui, pensando che nonostante ci conoscessimo da poche ore sembravamo amici da anni. Poi pensai che il nome di suo cugino non me l’aveva mai detto!
—A proposito, come si chiama tuo cugino?— chiesi, salendo in macchina.
—Oh, giusto! Si chiama Adam!—
 
 
 
 
 
 
 
 Ciao a tuttiiiii!! Questo sarà il seguito della mia shot "Your Love"! Spero che vi piaccia! Recensite, per favore! Vorrei sapere cosa ne pensate! Questa fanfiction sarà costituita da sei capitoli, quindi nei capitolo seguenti succederanno molte cose. Nel prossimo capitolo entreranno i nuovi personaggi e si capirà meglio tutta la storia in sè. Se riesco, vi metterò anche le immagini principali dei personaggi, Grazie mille a tutti!

Baci!!

gaga96

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Capitolo 2
Il padre di Eric era un tipo piuttosto simpatico e chiacchierone, ma fortunatamente, parlava più con suo figlio che con me.
—Eccoci, siamo arrivati!— esclamò Eric ad un certo punto. Girai lo sguardo verso destra e vidi una casa sul giallo ocra molto carina, con colonne bianche che sorreggevano il portico e un piccolo giardinetto pieno di fiori davanti alle scale della porta d’entrata. Era una casa a due piani. Davvero molto carina. Uscii dall’auto e Eric mi aiutò a prendere la valigia dal bagagliaio.
—Senti, grazie mille per il passaggio, davvero!— lo ringrazia di cuore, voltandomi di novanta gradi verso di lui.
—Di niente, Bonnie!— sorrise. Un sorriso che mi provocò una strana reazione allo stomaco. Sorrisi di rimando e rimanemmo qualche secondo in piedi come due scemi, finchè non arrivò il padre di lui e, appoggiandosi al porta bagagli, esclamò:
—Perché non ti fermi qui da noi, Ronnie?— io sorrisi.
—Non voglio disturbare! Comunque è Bonnie, non Ronnie!—ridacchiai.
—Ma sì, che non disturbi mai! E poi è una vita che non vedo una ragazza con Eric! Su, ti mostro la stanza degli ospiti!— e partì in quarta verso la casa. Io arrossii; abbastanza imbarazzata cominciai a seguire il padre del ragazzo ma subito venni bloccata da una mano sul mio polso. Mi girai e vidi Eric pericolosamente vicino a me. Sentii il mio respiro accelerare e lo stomaco fare i salti mortali, mentre il mio cervello non assimilava più le notizie. In quel momento, tornai indietro nel tempo, a quando Damon mi prendeva così i primi tempi della nostra storia. E mi guardava coi suoi occhi così scuri nella stessa maniera in cui in quel momento, lo sconosciuto mi stava guardando. Ritornai di colpo alla realtà.
—S-sì?— balbettai. Lui sembrò cadere dalle nuvole. Si guardò la mano e la scansò in fretta.
—Scusa, scusa! Mi ero incantato! Segui pure mio padre!— borbottò con voce roca, il che mi fece riflettere. Perché aveva fatto un cambiamento d’umore del genere? Cosa diamine gli era accaduto?
La casa era davvero bella e spaziosa. Davanti alla porta d’entrata c’erano le scale che salii, notando il padre di Eric sbracciarsi dal piano di sopra. Mi indicò l’ultima porta del corridoio e me l’aprì. Entrai in una stanza di medie dimensioni, con un letto violetto vicino alla finestra, un armadio bello grande di fronte ad esso e uno specchio vicino alla porta, con tanto di scaffali pieni di libri di fianco e un tappeto ai piedi del letto. Era comoda e accogliente! Mi mostrò una porta di fianco all’armadio che portava al bagno, in comune con la stanza di Eric (il che non è che mi esaltasse molto!). Lo ringraziai e lui richiuse la porta nell’uscire. Iniziai a sistemare alcune delle mie cose nell’armadio. Non avevo idea di quanto tempo ci avrei messo per trovare il mio pseudo-parente e instaurare un rapporto forte con lui, ma sapevo che un mese circa non sarebbe bastato. All’improvviso, Eric spalancò la porta.
—Bonnie!— chiamò, prendendomi alla sprovvista, tanto che sussultai.
—Scusa, non volevo spaventarti! Vuoi conoscere mio cugino e la sua ‘banda’?— annuii, nel vederlo così contento. Mi accompagnò fino al giardino nel retro, dove trovai dodici, dico dodici, ragazzi! Spalancai leggermente la bocca!
—Bonnie, lui è Adam!— puntò ad un ragazzo coi capelli scuri e alto. Un bel ragazzo!
—Piacere!— rispose lui, senza staccarsi dalla sua fidanzata, una ragazza con dei capelli marroni, alta nella media.
—Lei è Cassie!—continuò Eric. Poi, una ragazza bellissima, alta e slanciata, molto sensuale, con capelli neri e labbra rosse, con sicurezza disse:
—Eric, lascia che mi presenti da sola! Io mi chiamo Faye! Tu sei…?—
—Ehm, Bonnie! Mi chiamo Bonnie!— balbettai, un po’ in imbarazzo.
Accanto a lei, una ragazza coi capelli biondi e con un seno piuttosto pronunciato, si presentò:
—Io sono Susan!— e di fianco, una ragazza cupa e tenebrosa, coi capelli scuri davanti e vestita da motociclista, esclamò: —Piacere, Deborah!—
Il ragazzo accanto, inquietante anche lui, disse:— Nick!—
Vicino, c’era una ragazza dai lunghi capelli biondi e occhi verdi! Sembrava un misto fra Elena e Stefan. Era molto bella!
—Diana, piacere! E loro sono Melanie (occhi grigi, come comportamento somigliava a Meredith! Molto carina) e Laurel (magra e castana)—feci un cenno col capo.
—Lui è Sean— disse Eric, puntando un ragazzo bassoccio.
—E loro sono i due fratelli Henderson,  Chris e Doug!—terminò. Sospirai e li guardai tutti. Calò un silenzio imbarazzante. Cercai di farmi venire una battuta!
—Wow! Dodici! Dovete essere molto uniti fra di voi, allora!— ridacchiai falsamente. La ragazza, Faye mi sembra, mi fulminò con gli occhi:
—Sì, certo! Come no!— commentò ironica. Mi sentii sprofondare.
—Dai, Faye! Piantala! Benvenuta a New Salem, Bonnie!— disse la bionda, Diana! Mi venne incontro e, inaspettatamente, mi abbracciò! Quando sciolse l’abbraccio, mi guardò dritta negli occhi.
—Qual è il tuo cognome?— mi chiese, innocentemente.
—McCullogh! Bonnie McCullogh!—il clima si congelò. Vidi Diana spalancare gli occhi e irrigidirsi. Cassie si rizzò in piedi e Nick cominciò un’altra sigaretta.
—McCullogh? Davvero? Quella McCullogh?— disse Diana.
—Diana, non ho idea di quante McCullogh ci siano a Salem, comunque sì, sono io!— sorrisi, cercando di rompere quel ghiaccio che si era creato. Vidi Diana guardarsi intorno, poi tornare a guardarmi e alla fine fare un sorrisetto piuttosto falso e tornare in fila.
—Ehm…ok! Beh, dopo aver fatto le presentazioni, direi che Bonnie, tu puoi andare, se vuoi!— mi disse Eric. Io sorrisi, un po’ scombussolata e salutai tutti i ragazzi, tornandomene pensierosa in camera.
Riflettei che mi trovavo nella camera e nella casa di un perfetto sconosciuto e che lui era così ospitale con me, fin troppo, ma non mi dava l’idea di essere cattivo. C’era come qualcosa fra di noi, che non riuscivo a capire e che mi lasciava essere me stessa senza troppe barriere. Mi sentivo quasi al sicuro. Gli amici di suo cugino erano piuttosto strani, però! Erano molto misteriosi e dovevano custodire chissà quale segreto per essere così uniti essendo così diversi in realtà. Bastava vedere quella Faye e Diana. Chissà cosa era successo a New Salem prima del mio arrivo. Strana anche la reazione al mio cognome.
“—McCullogh? Davvero? Quella McCullogh?—“ aveva detto Diana. Sembrava seriamente stupita e dovevo scoprite il perché che, senza ombra di dubbio, riguardava qualcuno della mia famiglia o che comunque ne era a stretto contatto.
Decisi quel pomeriggio di uscire di casa e fare un giro per le vie di Salem. Quando uscii, andai d’istinto a destra e continuai a camminare, fino a che un cartello non mi indicava la via “Crowhaven Road”. Notai una serie di case in ambedue i lati della strada e la scogliera in fondo alla via. Decisi che sarei andata a farmi una passeggiata vicino all’acqua. Appena sorpassata una casa diroccata al numero 12, raggiunsi l’acqua. Il rumore delle onde che si infrangevano contro gli scogli era molto rilassante e chiusi gli occhi per godermelo meglio. Sembrava quasi come se si portasse via i miei ricordi, lasciandomi solo pace e serenità dentro me stessa. Sentii quasi una voce chiamarmi…
—Bonnie…Bonnie…Bonnie!— sentii gridare. Poi una mano sulla mia spalla mi fece urlare e mi spaventò.
—Oddio, scusami! Non avevo intenzione di spaventarti!— esclamò Diana, sorridendo dolcemente. Tirai un sospiro di sollievo, mentre il mio cuore riprendeva il suo battito regolare!
—Volevo solo chiederti se ti andava di venire a casa mia la settimana prossima! E’ la casa gialla che vedi la infondo! Ci saremo tutti!— disse lei. Probabilmente avevo un espressione piuttosto sorpresa o titubante, perché lei mi guardò e sospirò.
—Bonnie, mi dispiace per prima! E’ solo che è da tanto che non si sente un McCullogh qui in giro. Dai vieni! Dobbiamo parlarti.— divenne improvvisamente seria. Mi spaventò quasi. Annuii e lei sorrise, salutandomi e andando verso casa sua. Forse quella sera mi avrebbero spiegato i loro strani comportamenti…
 
Era passata una settimana e io avevo conosciuto meglio il gruppo dei dodici e soprattutto Eric, che si era dimostrato così dolce e accogliente nei miei confronti. Eravamo diventati molto amici, nonostante ci conoscessimo da pochi giorni.
Quella sera, mi vestii con dei jeans e una maglietta a fiori un po’ scollata. Delle ballerine bianche e una borsa bianca. Eric mi aveva detto che lui non sarebbe venuto all’incontro a causa di un contrattempo, così mi toccava andarci da sola. Fino a Crowhaven Road. Quando vidi la casa gialla, venne ad aprirmi un uomo, probabilmente il padre di Diana. Mi indirizzò nella sala da pranzo e uscì. Notai che la porta era chiusa e mi ci avvicinai piano piano. Sentii che stavano discutendo.
—E se ci ha preso per il culo?— ok, questa era Faye!
—No, ti dico! Lei è la nipote di McCullogh! Se è qui a Salem deve essere successo qualcosa!— sembrava Melanie.
—Beh, è un bel bocconcino, vero Chris?— sentii una risata e avvampai.
—Comunque sia, penso che sia la famosa strega che stava con un vampiro! Vi ricordate che abbiamo sentito la notizia? Una di Fell’s Church, mi pare!— disse Cassie. Sentii il mio stomaco aggrovigliarsi. Damon…
—In ogni caso dobbiamo sapere! E oggi lo scopriremo! Se è veramente la nipote di R…— stava per dire un nome, quando involontariamente urtai con la borsa una mensola e qualcosa di rumoroso cadde.
“Merda, merda, merda!” mi maledissi e, per salvare la situazione, aprii la porta della sala.
—Oh, Bonnie! Non ti avevamo sentito arrivare!— disse Diana, sollevata di vedere che ero arrivata. Notai che eravamo in un altro salotto, non nella sala da pranzo. Salutai in modo abbastanza controllato e mi sedetti vicino a Diana. Se loro sapevano tutte quelle informazioni,  significava che non erano semplici umani. Ma sapevo, non so come, che di loro avrei potuto fidarmi.
—Allora…Bonnie…—cominciò Faye, accocolandosi accanto al ragazzo ombroso, Nick.
—Da dove vieni?— terminò. Deglutii. Metteva i brividi quella ragazza.
—Da Fell’s Church!— esclamai, notando subito il cambiamento di espressione nello sguardo della ragazza.
—Fidanzata?— mi chiese Melanie. Volevano sapere se ero quella strega. E io volevo che loro lo sapessero.
—Sì. Con un vampiro.— mi scappò. Di colpo arrossii e mi immobilizzai. Per salvare la situazione, notando che il clima si era congelato, feci una risata falsissima, come se avessi appena detto la barzelletta più comica del mondo! Sentii qualcuno fare una risatina nervosa, ma non ebbi molto successo, così mi ricomposi.
—Ragazzi, ormai è chiaro. Dobbiamo parlarle.— disse Diana.
—Ma brava, fai saltare la copertura, tanto l’abbiamo già fatto una volta con Cassie, possiamo farlo anche con questa qui!— sputò Faye, con cattiveria. Io spalancai gli occhi e arrossii, piuttosto confusa.
—Faye, piantala! Lo sai benissimo che E’ lei! La senti anche tu la sua aura! E’ lei!— rimbeccò Melanie.
—Fate come diavolo vi pare, io la mia l’ho detta!— finì Faye, ancora più nervosa di prima. Io non sapevo cosa fare! Ero completamente ghiacciata e imbarazzata. Poi Diana mi accarezzò la schiena e io mi girai verso di lei.
—Bonnie, sappiamo che sei una strega. Perché sei qui?— mi chiese con calma. Io rimasi di sasso. Non mi aspettavo di essere così visibile e non mi aspettavo che loro lo scoprissero così in fretta.
—Tranquilla, Bonnie! Con noi il tuo segreto è al sicuro!— mi tranquillizzò Laurel.
Feci un gran respiro e sperai con tutta me stessa di stare facendo la cosa giusta.
—I-io…sono una strega…—comincia, subito interrotta dalla voce tagliente di Faye:
—Oh, sai che novità?—
—Faye, stai zitta!—la zittì Nick. Lo ringraziai con lo sguardo.
—E mi sono innamorata di un vampiro…lui si chiama…si chiamava Damon Salvatore…— mormorai. Notai Faye e Susan come risvegliarsi da un torpore.
—Damon? Oh, come sta il buon (sottolineò questa parola in modo piuttosto sensuale) vecchio Damon?— rise Faye, scambiando un’occhiata di intesa fin troppo significativa a Susan, che ridacchiò. Mi sentii veramente una schifezza in quel momento. Damon era stato con Miss sensualità-e-cattiveria e Miss balconcino? Come diamine ho fatto a competere con quelle due lì?
—Beh, bene spero, visto che ora non c’è più…—dissi io, mentre i due sorrisi soddisfatti di Susan e Faye si congelavano.
—E’…morto?— mormorò Cassie. La guardai, avvinghiata a Adam. Un moto di nostalgia mi investii.
—Sì…— sussurrai. Poi spiegai tutta la storia di Baltor e di cosa dovevo fare per ucciderlo. Diana mi spiegò la loro storia, che erano un circolo de streghe e che dovevano rimanere uniti e che non potevano essere colui che cercavo. Poi mi spiegarono che anche loro conoscevano Baltor e che potevano darmi una mano a sconfiggerlo, creando una barriera protettiva di energia. Infine, mi dissero che uccidendo Baltor, avrei acquistato abbastanza Potere per far ritornare in vita Damon. E quella fu la più bella notizia che avevo ricevuto nel giro di quattro settimane. La speranza cominciava a ritornare. Damon sarebbe tornato. Era una promessa. Ma dovevo trovare questo parente. Decisi di andare a fondo a questa storia!
—E non c’è un altro discendente delle streghe di Salem?— Diana e Adam si guardarono.
—Allora?— incalzai io.
—Beh, ci sarebbe…—
—E chi è?— ci fu un attimo di silenzio.
—Eric.— disse Adam. Per un attimo non capii cosa mi avevano detto. Poi compresi. Eric, l’unico discendente rimasto, era anche l’unico che poteva aiutarmi.
—E lui sa di essere una strega?— era strano dire ‘strega’ riferito ad un maschio.
—Sì. Il problema è che non lo accetta. Dovrai convincerlo tu.— disse Adam. Mi sentii delusa. Molto delusa. Sapevo quanto poteva essere difficile convincere una persona a fare qualcosa che non voleva. Sospirai. Dovevo farlo. Poi mi venne in mente una cosa.
—Chi era mio nonno?— e qui iniziò Deborah.
—Era il capostipite di due circoli fa. Si chiamava Robert. Era un uomo molto potente, dicevano che discendeva dalla più importante stirpe di Salem. S’innamorò di un’altra strega, tua nonna. I tuoi genitori, però non sono magici. Ma tu sì. Non sappiamo perché abbiano saltato una generazione.— disse.
Dopodiché, aspettai una mezz’ora e tornai a casa. Avevo una missione da compiere, e non potevo permettermi di perdere tempo.
 
 
 
 
 Ciaooo! Ringrazio immensamente Amy in Wonderland che, oltre ad avermi recensito lo scorso capitolo, ha messo questa storia sulle seguite, insieme ad altre che io ringrazio! Grazie mille! Spero di leggere i vostri commenti! Bacioni! P.S: qualcuno sa dirmi come mettere le immagini in un capitolo? Grazie mille!

gaga96


 
 
 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Capitolo 3
Il giorno dopo, mi svegliai verso le nove. Mi sentivo accaldata e sudata. Avevo fatto di nuovo quell’incubo che ormai era diventato quotidiano. Rivedevo la sera della battaglia…sembrava che stessimo vincendo, poi l’urlo di dolore. Quell’urlo che non scorderò mai. L’urlo che più mi ha terrorizzata in tutta la mia vita. E che ogni notte sento risuonare nella mia testa, mentre mi aggrappo alle lenzuola per cercare sostegno, ma il mio sostegno non c’è mai. Devo cavarmela da sola.
Mi diressi verso il bagno, ragionando sul fatto dovevo cercare di esercitarmi con gli incantesimi e cercare soprattutto di convincere Eric a utilizzare la sua magia. Guardai il cellulare. Trenta chiamate nel giro di circa una settimana da parte di Elena. Non potevo stare a New Salem per altro tempo. Probabilmente avrei dovuto portare tutti a Fell’s Church, dove forse si trovava anche Baltor. Ma dove diamine li trovavo quattordici biglietti per la Florida? Sì, perché ieri avevo scoperto dovevo portarmi dietro tutto il circolo che oltre alla potenza mia e di Eric, mi serviva per creare uno scudo attorno a noi che ci proteggesse e ci donasse più forza. Perfetto, no?
In ogni caso, è tempo di farsi un bel bagno. Riempì la vasca di acqua tiepida e mi ci infilai, drogandomi con il mio bagnoschiuma e shampoo alla fragola che Damon adorava tanto. Mi rilassai pochissimo, ero troppo tesa per starmene ferma, così una mezz’ora dopo ero già fuori in asciugamano. Ero a testa in giù mentre mi tamponavo i capelli con l’asciugamano, quando la porta a destra del bagno si spalancò.
—Oh, mio Dio! Bonnie, scusa, scusa, scusa!— gridò Eric, mentre io gli urlai di uscire dal bagno! Ma non esisteva il verbo ‘bussare’ nel suo vocabolario?
—Eric! Bussa la prossima volta!— gli urlai, mentre lui chiudeva la porta imbarazzato. Respirai e mi guardai allo specchio. Ero bordeaux. Corsi in camera mia (la porta a sinistra) e mi vestii il più in fretta possibile con degli shorts panna e una canottiera bianca. Scesi dalle scale, presi tre biscotti dal tavolo e mi diressi verso il giardino, alla ricerca del ragazzo. Come se non bastasse, mi schiantai contro di lui.
—Oh, scusami, non ti avevo visto!— gli mormorai. Era pericolosamente vicino al mio viso, talmente tanto che sentivo il suo caldo respiro sulla mia fronte. Il cuore mi andò in gola e in quel momento sembrava che il tempo avesse rallentato. Non riuscivo a guardarlo negli occhi, troppo imbarazzata. Ero colore dei miei riccioli rossi e sentivo che il mio cuore aveva iniziato a correre all’impazzata. Deglutii rumorosamente. Sentii la sua mano, fredda, posarsi sul mio mento ed alzarmelo. C’era un terribile silenzio, rotto solo dal mio respiro ansioso. Incrociai i suoi occhi azzurri come il ghiaccio e mi sentii quasi come se lui mi stesse leggendo dentro, come se lui mi stesse decifrando. Notai vicino alla pupilla delle chiazze nere che non avevo mai visto. Ero immobile. Lentamente, vidi che lui si stava avvicinando a me, alle mie labbra. Ne fui quasi ipnotizzata. In quel momento, era come se volessi baciarlo, come se le mie labbra volessero toccare le sue, sempre più vicine. Come se fra noi ci fosse stata una qualche calamita. Un filo conduttore. Sentii il contatto gelido delle sue labbra che mi trasmise una serie di brividi feroci sulla schiena. Ma perché non lo stavo respingendo? Perché glielo stavo lasciando fare? Damon…lui era morto neanche da un mese e già andavo con un altro?
Improvvisamente, qualcuno bussò alla porta. Sussultai violentemente ed Eric si allontanò rapidamente da me, andando verso la porta. Mi misi le mani ghiacciate sulle guance bollenti e osservai chi aveva bussato. Laurel.
—Ehilà! Disturbo? Ciao Bonnie! Volevo solo sapere come stavate, tutto qua!— esclamò tutta sorridente.
—Stiamo bene, grazie Laurel!— disse Eric, sorridendole in modo ambiguo.
—Ehm, ok! Beh…allora io volevo anche darti questi— e passò a Eric un vassoio.
—Adam mi ha detto che sono i tuoi pasticcini preferiti, così te li ho preparati. Beh, vado! Ci si vede! Ciao!—e scomparve. Mi parve piuttosto strana la reazione di  Laurel quando aveva passato il vassoio a Eric. Sembrava emozionata. Ma in quel momento, stavo pensando solamente che io ed Eric eravamo soli di nuovo e stavolta nessuno avrebbe bussato.
—Bonnie, dovevi dirmi qualcosa?— mi chiese, innocentemente.
—Ehm…—indugiai. Dovevo dirgli qualcosa? Oh, sì!
—Sì. Eric io ti…— comincia, ma il mio telefono squillò! Chiusi gli occhi, inveendo. Adesso dovevano telefonarmi?
—Senti, rispondi. Mi dici dopo. Vado a portare fuori la spazzatura!— sorrise e uscì di casa.
—Ma porca miseria!— gridai a denti stretti. Presi il telefono dalla tasca e risposi.
—Pronto?—
—Bonnie Lizah McCullogh! A quanto pare finalmente ti degni di rispondere!— gracchiò una voce dall’altra parte del telefono.
—Elena! Che gioia sentirti!— mormorai. Ecco, mi mancava anche lo sclero della mia migliore amica. Qualche altra disgrazia voleva mettersi in coda?
—Bonnie! Seriamente, quando torni? Io, Stefan, Dith e Matt siamo seriamente preoccupati per te! Non rispondi mai al telefono, neanche un messaggio! Si può sapere che diamine è successo? E cosa ci fai in Massachusetts?— mi disse, tornando di colpo seria e controllata. Sospirai.
—Ho incontrato delle persone speciali. Molto speciali. Conoscono Baltor e sanno il modo per ucciderlo e far tornare in vita Damon.— le dissi. Non udii risposta.
—Pronto, Elena?— chiesi. Forse aveva messo giù.
—Sì, sono qua Bonnie. Sono solo rimasta sconvolta da ciò che mi hai detto. Riportare in vita Damon? Ma è una cosa impossibile!— esclamò.
—A quanto pare no, Elena.— risposi, iniziando a irritarmi. Possibile che dovesse vedere tutto nero?
—Ma, Bonnie, tu non sei molto potente! E se qualcosa andasse storto? Se anche tu morissi? Lo sai che noi non lo permetteremo!— A quel punto persi le staffe.
—Se morissi anche io andrei in un posto migliore di questo! Inoltre almeno io sto tentando di migliorare la situazione, di fare qualcosa! Non come voi, che ve ne state lì, aspettando che le soluzioni piovano dal cielo!— gridai. Ebbi l’impulso di sbatterle in faccia il telefono, ma volevo sentire cosa aveva da dirmi.
—Bonnie…m-ma…—fece una pausa.
—Ok, ti aiuteremo. Quando torni?— mormorò. L’avevo davvero sconvolta.
—Non lo so. Presto, spero. Devo salutarti, Elena. Ci sentiamo.— le dissi, dura, sentendo che Eric tornava dentro casa.
—Ok. Ah, e Bonnie…—
—Sì?—
—…stai attenta!— disse piano. Sorrisi e misi giù.
 
 
—Allora, cosa c’era di così importante da dirmi?— chiese Eric. Presi un gran respiro.
—Vieni in giardino. Ti devo parlare.— gli dissi. Lui mi seguì, piuttosto vicino a me e ad un certo punto mi sfiorò il braccio, facendomi rabbrividire.
—Dimmi!— esclamò, facendomi sedere sulla sedia a dondolo accanto a lui. Non mi piaceva per niente quella posizione, ma dovevo sedermi lì per forza.
—Vedi…ho parlato a fondo col circolo.— annuì.
—E…ti ricordi che ti avevo detto che il mio fidanzato era morto? Ecco lui è morto, sì, ma non in un incidente d’auto…lui…lui era…—balbettai. Decisi di andare al sodo.
—Lui era un vampiro ed è stato ucciso da uno stregone e ho bisogno del tuo aiuto!— dissi tutto d’un fiato. Guardai la sua reazione. Prima passò all’essere serio. Poi al divertito. Poi allo sconvolto.
—Mi stai prendendo in giro?— ridacchiò nervosamente. Dannazione.
—No. Eric, so che tu sai di essere una strega. Io ho veramente bisogno del tuo aiuto. Ti sto pregando. Per questo sono venuta qui a Salem. Avevo bisogno di qualcuno della mia stessa origine ed eccoti qua. Avevo bisogno di protettori e c’è il circolo. Eric, ti prego!— lo guardai con gli occhi lucidi, pregandolo anche col pensiero. Lui indugiò qualche secondo, perplesso, poi disse:
—Bonnie, forse hai preso un colpo di sole!— e si alzò. Io lo seguii e lo presi per un braccio, costringendolo a guardarmi negli occhi.
—No, Eric! Non fare il finto tonto con me! Io ti sto chiedendo aiuto! Il mio ragazzo era Damon Salvatore!— e qui spalancò gli occhi, segno che sapeva chi era. Famoso in tutto il mondo, vero Damon?
—Sì, esatto! Proprio lui! Il sanguinoso e assassino vampiro!  Ma è morto per salvare me! Eric, io lo amavo! E lo amo tutt’ora! E ti sto chiedendo aiuto per cercare di combattere lo stregone che gli ha fatto questo! Baltor! Per favore!— non mi accorsi nemmeno di essere scoppiata a piangere. Lo stavo supplicando. Non mi ero mai ridotta a supplicare così una persona. Eppure, eccomi lì. Cercando in tutti i modi di convincere l’unica persona al mondo che poteva aiutarmi. Lui mi guardò dispiaciuto.
—Mi dispiace…— e se ne andò. Mi sentii morire! Scoppiai in un pianto disperato e mi accasciai a terra. Sentivo il cuore pulsare di dolore e un magone che faceva male in gola. Le tempie mi pulsavano. Ero disperata! Cosa potevo fare, ora? Non avevo più speranze! Ero convinta che uccidendo Baltor avrei acquistato abbastanza forza per far ritornare Damon in vita, ma senza Eric avevo perso tutte le speranze.
“Damon…aiutami…”
E adesso cosa potevo fare?
 
 
 Buonaseraaaaaaaaaa!! Come va? Ok, non è successo granchè in questo capitolo, però mi sembrava troppo irreale convincere subito il nostro Eric! Ringrazio le persone che mi hanno recensito e messo fra le seguite! Ecco le immagini (grazie irene 862) delle persone più importanti del circolo come me li immagino(qualcuno non vi sembra familiare??) : -da sinistra a destra- Diana, Susan, Laurel, Cassie, Nick, Adam, Faye, Melanie. Grazie a tutti! Recensite;)
Ciaoooo!

 
 

http://www.movielicious.it/wordpress/wp-content/uploads/2010/04/scarlett2.jpghttp://www.accidentalsexiness.com/wp-content/uploads/2011/02/julie.jpghttp://www.dailymakeover.com/blogs/now-thats-a-makeover/Mandy_Moore%2BSept_05_2008.jpghttp://www.magxone.com/uploads/2009/10/Nina-Dobrev-Elle-Bulgaria-November-8.jpg
 
http://im.in.com/connect/images/profile/nov2009/Jason_Dohring_300.jpghttp://www.2flashgames.com/photo/file/wentworth_miller/Wentworth_Miller_0054.jpghttp://theprisonbreak.pblogs.gr/files/f/238574-Gretchen.jpghttp://i175.photobucket.com/albums/w130/hermyspace2/v-diaries/cast-pictures/katerina-graham-photosession-nov-09/thumbnails/katerina-graham-photosession-23.jpg
 

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Capitolo 4
"Basta...è finita...io che ho veramente sperato di poterti abbracciare, toccare, baciare, ancora una volta...povera illusa che non sono altro...Forse è destino che noi non torniamo più insieme...forse dovrei solamente fare le valigie ed andarmene da questa maledetta cittadina e lasciare che Baltor faccia quel cavolo che vuole...tanto non ho più niente da perdere ormai...Ho già perso tutto quello che amavo con il mio cuore..." pensavo, stringendo il mio cuscino in quella stanza piccola, mentre inzuppavo le coperte di lacrime piene di dolore e delusione. Ero stanca di tutto. Non avevo più la forza di lottare, di pensare ad un piano alternativo per salvare la situazione. Volevo solamente andarmene da persone che mi avrebbero aiutato. Tornare in città, a Fell's Church...da fallita...da perdente...e sola...
Tormentata da questi pensieri, mi addormentai, sfinita.

—Streghetta!— una voce vicina...
—Streghetta!— ancora una volta...
—Streghetta! Bonnie, sono qui!— mi voltai, come in un film a rallentatore. Il mio cuore mi saltò in gola, mentre tutto si fermava, circondata dalla luce. Una sagoma che ben conoscevo, che mi chiamava con voce suadente. Ero...morta?
—D-Damon??—esclamai. Volevo piangere dalla gioia, corrergli incontro e abbracciarlo, sentirmi ancora stretta fra le sue braccia.
—Ciao, uccellino!— quella parola mi fece completamente sciogliere. Cominciai a correre verso Damon, ma sembrava che i miei movimenti fossero rallentati e che lui si allontanasse ad ogni mio tentativo di avvicinarmi.
—Bonnie! Non c'è molto tempo! Ascoltami!— esclamò. Mi bloccai di colpo. Non ero morta? Cosa stava succedendo? Perchè non potevo raggiungerlo? Mi sentii le gambe molli.
—Damon, c-che succede?— balbettai molto confusa. Mi sentii malissimo in quel momento, con un'orribile sensazione dentro.
—Bonnie, non sei morta! Ma devi ascoltarmi! Dobbiamo fare in fretta!— abbassò la voce. Perchè?
—Il 12! Devi andare al 12! Incantesimo 125 del 12! Formazione quadrata! 21:45, il primo giorno dell'ottavo! E chiedi di Samantha!— mormorò, velocemente. Mi sentii la testa esplodere! Non capivo niente di quello che mi stava dicendo e mi sentivo terribilmente assonnata. Non riuscivo a tenere gli occhi aperti. Sentii le gambe cedere, gli occhi incapaci di rimanere aperti.
—Non dimenticarlo Bonnie! Ti amo!— sentii un grido lontano, ma non capii cosa avesse detto Damon. Gli occhi chiusi, mi sentivo pesante e sapevo che stavo sprofondando da qualche parte, ma non riuscivo a svegliarmi. Stavo morendo in quel momento? Forse...

Mi alzai di scatto, sudata e tremolante, peggio di un budino! Ansimavo, come se avessi corso per venti minuti.
"12...125...quadrato...21:45, primo, ottavo, Samantha..." queste parole mi frullavano in testa, insistenti. Poi visualizzai di nuovo il sogno che avevo appena avuto. Damon? Damon mi aveva appena parlato attraverso un sogno? Mi sentii avvampare ed ero stranamente piuttosto emozionata. Sorrisi! Avevo appena rivisto Damon! Poi la depressione mi atterrò di nuovo il morale. Eric...forse avrei dovuto spiegare al gruppo cosa era successo. Dopotutto, avrebbero potuto aiutarmi.
Una decina di minuti dopo, mi ritrovai fuori, diretta verso Crowhaven Road. Appena arrivata nella via, passai davanti ai vari numeri civici, leggendoli uno ad uno. Non sapevo da chi andare, così finii per arrivare davanti all'enorme casa diroccata, che avevo scoperto essere di Cassie.
Lessi il numero civico distrattamente, pronta a tornare indietro, diretta verso la casa di Diana.
"Numero 12"
Un momento. 12? Mi bloccai. Che fosse...uno degli indizi di Damon? Cercai di ricordarmi la sua frase.
"Il 12! Devi andare al 12!" aveva detto. Mi si accese una lampadina! Ma certo! Intendeva Cassie! Era ovvio! Non c'erano altre possibilità! E poi Cassie, secondo la storia che mi aveva detto Diana, era la dodicesima persona del gruppo, l'ultima a essere entrata. Un sorriso di speranza mi si accese sul volto.
—Bonnie! Ciao! Che ci fai qui?— esclamò una voce dolce alle mie spalle. Mi girai di scatto.
—Cassie, ho bisogno di aiuto!—

—Quindi non vuole aiutarci?— mi chiese, bevendo la sua tazza di thè.
—No...Cassie, io non so proprio cosa fare! Sono disperata!— le confessai. Lei mi guardò con uno sguardo dispiaciuto, come a dire 'lo immagino, ma non so cosa fare'. Sospirai.
—Vedi, Bonnie, non so proprio come aiutarti. Potrei fare in modo che Adam gli parli, oppure riunire tutto il circolo se vuoi...—mi disse. Io annuii, un po' scoraggiata. Bevvi un sorso di thè caldo, osservando la libreria immensa vicino al caminetto di Cassie. Non avevo mai visto così tanti libri per incantesimi in vita mia.
—Bonnie, ma perché sei venuta da me?— mi chiese all'improvviso. Io scattai a guardarla, distogliendo lo sguardo dalla libreria.
—Come?— chiesi. Forse non avevo capito bene.
—Beh, pensavo che per parlare di questa cosa tu andassi da Diana.—sorrise.
—Come mai sei venuta da me?— concluse. Mi prese abbastanza alla sprovvista quella domanda. Non mi andava di raccontarle del sogno.
—B-beh...—arrossii. E adesso che cavolo le dicevo?
—Insomma...—balbettai. Poi, ebbi un'illuminazione!
—Perchè ti vedo molto innamorata di Adam, così ho pensato che l'unica persona che potesse aiutarmi veramente fossi tu!—dissi, forse un po' troppo velocemente. Lei sorrise, un po' imbarazzata e abbassò lo sguardo, con un espressione un po' afflitta. Non capii quella reazione, perchè una domanda più importante prese il sopravvento.
—Tu conosci una certa Samantha?— dissi, con tono falsamente distratto, come se fosse un argomento come un altro, tipo il taglio di capelli. La vidi impallidire leggermente e la curiosità mi divorò.
—S-Samantha?—balbettò. Non credevo di poter sconvolgere le persone così tanto!
—Cassie...cosa c'è?—chiesi seria. Sembrò indugiare. Poi si decise.
—Beh, tanto vale che tu sappia anche questa.— Mi guardò, tremendamente seria. Non riuscivo a reggere quello sguardo così penetrante, così bevvi un altro sorso di thè, guardando per terra.
—Samantha è il motivo per cui Eric non vuole più usare la magia.—disse, con tono quasi dispiaciuto. Mi sentii un nodo alla gola. Ecco la risposta a tutti i miei problemi.
—Perchè?— chiesi, sempre più curiosa di sapere. Lei deglutì e sospirò.
—Perchè lui l'ha uccisa.—
Mi sentii come una coltellata allo stomaco.


Buonaseraaaaa! A-ehm....ok....forse sono un po' in ritardo! Scusate, scusate, scusate! Mi farò perdonare, promesso! Intanto, vi annuncio che forse sarà più di sei capitoli, non so esattamente quanto, però sto aggiungendo cose nuove=)
Ok, parlando del capitolo... Eric ha ucciso una persona? Lui? Come? Perchè? Cosa è successo? Lo scoprirete nel prossimo capitolo! E cosa sono quegli strani dati che Damon ha dato a Bonnie?
E Eric accetterà di aiutare Bonnie?
Lo scopirete presto, forse!
Grazie mille per le recensioni, sono contentissima! Grazie mille a tutti! Grazie di cuore!
Ci vediamo al prossimo capitolo!
A presto(spero!)

gaga96


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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Capitolo 5

Mi bloccai. Totalmente. La guardai con occhi sbarrati. Per poco non facevo cadere la tazza per terra. Eric? Ucciso? Cosa??
—C-come? Eric ha...ha ucciso una persona?—balbettai. Mi sentivo lo stomaco girare, le tempie esplodere. E io vivevo sotto lo stesso tetto di un assassino? Non che Damon fosse un angelo, ma lui lo faceva per natura. Sentivo la testa iniziare a girare vorticosamente. Mi aggrappai con la mano destra al bracciolo della poltrona per non crollare.
—Bonnie, non intendevo in senso fisico! Intendevo che l'aveva uccisa psicologicamente.— disse Cassie, come se fosse una cosa ovvia. Rimasi senza fiato. Immobile.
—Psicologicamente? Quindi....—deglutii—non ha assassinato nessuno?— trattenni il fiato per secondi che mi parvero anni, mentre la guardavo ancora sconvolta. Poi la risposta arrivò.
—Esatto!—
Tirai un enorme sospiro di sollievo. Mi rilassai sulla poltrona, mentre la pressione calava.
—Oddio, Cassie! Mi hai fatto venire un infarto! Ti giuro ho pensato di morire!— esclamai, sentendomi sollevata più che mai. Iniziai a ridacchiare, una risata stridula e nervosa. Era tutto così assurdo! Cassie mi guardava come se fossi un'aliena.
—Scusa, Cassie! E' solo che...mi sono un po' spaventata! Continua pure!— dissi, tornando a seria. Lei si schiarì la voce.
—Beh, vedi...è successo circa otto-nove anni fa. Loro erano...—non riuscì a terminare la frase che qualcuno bussò alla porta.
—Ciao tesoro! Sono la mamma!— disse una voce tenera, dal salotto. Cassie sembrò allarmata.
—Ne parliamo un'altra volta, ok?— mi sussurrò. Io annuii in fretta, alzandomi e uscendo dalla porta sul retro della loro casa. Era tutto molto strano...
Volevo saperne di più su questa Samantha, soprattutto cosa era successo con lei ed Eric e perchè Eric ce l'aveva tanto con la magia. Doveva essere successo qualcosa di veramente orribile. Fortunatamente, non aveva ucciso nessuno!
Forse se avessi riunito l'intero Circolo, mi avrebbero aiutata...



Qualche ora dopo, ci ritrovammo tutti nel garage di Diana. E c’era anche Eric. C’eravamo tutti. Ma nessuno parlava. Seduti in cerchio su delle sedie, il ghiaccio regnava fra noi. Mi sentivo in imbarazzo. Melanie parlò per prima.
—Allora, sappiamo tutti perché siamo qua. Eric?— disse. Eric la guardò ma non disse niente.
—Eric, stiamo chiedendo il tuo aiuto! Bonnie è diventata una nostra carissima amica! E Baltor è sempre stato un nostro grande nemico! Aiutaci!— disse Laurel.
—No!— sbottò Eric.
—Ma perché no?— chiese Adam.
—Perché odio la vita con la magia! Non voglio essere una strega!—
—Ma lo sei, brutto idiota!— lo sgridò Deborah.
—Debbi, suvvia! Non devi insultare le amebe!— lo insultò Nick. Questa non me l’aspettavo. Vidi Eric corrucciarsi.
—Già! Eric, sei uno schifo! Per una volta nella tua vita che puoi fare qualcosa di grande ti ritiri! Sei una merda!— disse Faye, stupendomi. Erano tutti dalla mia parte! Probabilmente, Baltor era un loro nemico da tempo e ora che avevano la possbilità di distruggerlo non volevano lasciarsela scappare. Volevo gridare ad Eric che avevano ragione, che non era una cosa orribile utilizzare i propri poteri, ma mi trattenni e rimasi zitta, osservando la situazione.
—Eric, tu hai molto potere e lo sappiamo tutti…ti stiamo solamente chiedendo di aiutarci…per favore.—lo supplicò Diana. Eric non rispose. In quel momento, mi sentii una tale rabbia crescere che avrei potuto incenerirlo. Ma, dissi solamente una piccola frase che lo sconvolse.
—E' per Samantha, non è vero?— tutti si voltarono verso di me, con un espressione che stava a significare "come fa a saperlo?" Lui mi guardava con occhi sbarrati, sembrava un piccolo cucciolo spaventato. Poco dopo rispose:
—Come fai a sapere di Samantha?—
—Non lo so. Per questo te lo sto chiedendo.— risposi, con un tono troppo freddo, perchè lui tese i muscoli.
—E' stato molto tempo fa.— sospirò. Era l'ora della verità.
—Samantha era una mia carissima amica. La mia migliore amica. Avevo dieci-nove anni. Stavamo giocando a nascondino, quando lei si è arrabbiata perchè correva lentamente. Io l'ho presa in giro, dicendole lumaca, e lei è scoppiata a piangere e mi insultava di rimando. Poi io le ho detto "-Ma a te le gambe non servono! Potrebbero anche sparire, che tanto non le useresti!-" e successe. Ora, Sammy non cammina più, chiedendosi come le sue gambe possano essere sparite. Per colpa mia. Io l'ho condannata ad una vita difficile, perchè non sapevo controllarmi. Per questo non voglio utilizzare la magia. Ho paura di quello che può capitare se io non mi controllo.— abbassò la testa.
Non sapevo cos'altro dire. Mi aveva shoccata, non pensavo che Eric vivesse con tutti questi rimorsi. E mi faceva soffrire questo. Stavo per dirgli qualcosa, quando si alzò dalla sedia e uscì dalla stanza.


Scomparso. Era praticamente scomparso. Da dieci minuti lo cercavo in giro per Crowhaven Road, ma di lui neanche una traccia. All'improvviso, uno strano bisogno mi investii. Volevo, anzi, dovevo andare sulla costa.
Così, mi diressi verso il mare. Era notte e il cielo era stellato. Quando arrivai sulla sabbia, alzai lo sguardo. Quel cielo mi ricordò gli occhi di Damon quando stavamo insieme. Così neri e così luminosi. Mi scese una lacrime, al pensiero che anche la mia ultima speranza di rivederlo sembrava svanita.
—Ti manca tanto, vero?— sentii una voce alle mie spalle. Mi voltai e vidi Eric accanto a me.
—Non ti avevo sentito arrivare…—mormorai, con voce tremolante.
—Senti Bonnie…ho paura di me stesso…voglio aiutarti, ma la storia di Samantha mi blocca! Io non voglio assolutamente farti del male.—fece una pausa infinita.
—Lo so. Anche io ho paura. Ma, Eric, io ti aiuterò! E devi affrontare le tue paure! Noi saremo insieme! Te lo prometto!— lui mi prese la mano, calda, e involontariamente, gliela strinsi. Uno strano calore mi avvolse. All'improvviso, acquistai una strana sicurezza e una bizzarra sensazione di 'essere a casa' mi avvolse.
—Sarò sempre qui! Non ti lascerò mai solo!— gli sussurrai, girandomi a guardarlo negli occhi e trovando quelle due chiazzoline nere che vedevo solo ogni tanto. Quelle parole, così strane al pensiero di dirle ad Eric, ma così vere in quel momento, uscirono da sole dalla mia bocca. Non sapevo cosa stavo facendo, ne il perchè, ma era come se venissi trascinata in un vortice di azioni che non potevo controllare o cambiare. Sentivo che era la cosa giusta e non mi sentivo in colpa nei confronti di Damon, cosa assolutamente incredibile!
—Mai?—mormorò, avvicinandosi a me. Mi accarezzò una guancia con una mano gelata. Glielo permisi. Senza arretrare. Sentivo che non era sbagliato. Ero come ipnotizzata da lui.
—No, mai…—sussurrai appena, prima che le mie labbra venissero chiuse da un leggero e gelido bacio sulle labbra.








Ciaooo! Scusate il ritardo: causa scuola e poca ispirazione! Perdonatemi! Ok, questo capitolo non mi piace per niente! Non mi convince. Comunque! Volevo chiedervi un piccolo parerino, riguardante una storia che ho intenzione di scrivere ma che non mi convince del tutto! La trama è, più o meno, questa :

" Elena e Damon si sposano. Ma Bonnie non è contenta, si sente ferita da un Damon che prima le aveva detto che Elena era un vecchio ricordo, ma che ora non da neanche uno sguardo alla Streghetta! Cosa è successo? E se, prima del matrimonio, ne succedessero tante fra Bonnie e Damon? E se Bonnie aspettasse un piccolo vampiro dal quasi marito della sua migliore amica? Il matrimonio potrebbe saltare o Bonnie preferirebbe far vivere felici e contenti la neo-coppia?"
 
Ditemi se vi piace, lasciate qualche piccolo commentino e io vi ringrazio di tutto!
Vi mando un bacio!
Ciao e grazie!

gaga96

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Capitolo 6

"Caro diario,
ho fatto un grossissimo errore. No, un galattico errore. Ho baciato Eric. Non so perchè, non so cosa sia successo, non so cos'abbia spinto le mie labbra a rispondere al bacio di Eric, ma so che è successo. E, stranamente, non me ne pento. Non so perchè non mi senta sporca nei confronti di Damon, forse perchè so che lui mi vorrebbe felice. Ma in quel momento, mi sentivo così in pace con me stessa e provavo quelle emozioni che solo con il mio amato vampiro avevo provato. Eric penso che mi piaccia! Uff, che confusione!"

Con un magone in gola, chiusi di scatto il diario. Ero troppo confusa per rivivere la scena dell'altra sera. Avevo subito chiamato Diana, dicendole che in un modo o nell'altro, senza entrare nei particolari, ero riuscita a convincere Eric a stare dalla nostra parte ed ad utilizzare la magia. Oggi ci sarebbe stata una riunione con tutto il circolo. Mi cambiai in fretta. Poi, con passo leggermente emozionato, uscii lentamente dalla porta della mia camera. Ero piuttosto imbarazzata, non volevo incontrare Eric subito. Mi vergognavo da morire! Scesi le scale con calma, in tensione tanto da avere le mani che sudavano e tremavano leggermente. Poi, una voce mi fece sussultare.
—Ehlià, rossa! Andiamo alla riunione?— esclamò Eric, avvicinandosi a me con un sorriso amichevole e confortante. Sorrisi.
—Certo!— risposi. Lo guardai negli occhi da sopra uno scalino rispetto a lui e, prima che si girasse, giurai di non aver visto le due chiazzoline nere che di solito mi incantavo a guardare. Aggrottai le sopracciglia e alzai leggermente le spalle, cercando di buttarmi tutto alle spalle. Io e lui uscimmo di casa, verso Crowhaven Road. Nessuno dei due parlava. Eravamo fianco a fianco, che camminavamo sotto il sole che tramontava, senza dire una parola, troppo imbarazzati. Almeno per me era così! Così, per passare il tempo che ci separava da quel punto al garage di Diana, cominciai a riflettere su quei messaggi che Damon mi aveva inviato qualche notte fa.
"Ok, allora... 12 e Samantha sono stati risolti, per cui sono da spuntare. Il 12 era Cassie e Samantha era la misteriosa ragione per cui Eric non voleva utilizzare la magia. Ma ora manca l'incantesimo 125 del 12! Formazione quadrata! 21:45, il primo giorno dell'ottavo... ma che cavolo vuol dire? Ok, incantesimo 125 è chiaro, del 12... che riguardi Cassie? Ma cosa c'entra un incantesimo con Cassie? Mah... formazione quadrata...forse significa una formazione di candele come protezione o una barriera. O un simbolo del male...21:45 sembra un'ora. 21:45 del primo giorno dell'ottavo...forse si riferisce a qualche cambio di stagione? No, cosa centrerebbe? Il primo, nel senso che dev'essere probabilmente l'1 di qualche mese...dell'ottavo. Qual è l'ottavo mese? Oh, sì! Agosto! Quindi 21:45 del primo di agosto! Ma è ovvio!...ma cosa c'entra? Oggi è il 25 luglio...il primo d'agosto è fra poco...ma cosa ci sarà? Cavolo, Damon, non potevi essere più chiaro? Se non risolvo l'enigma non torno a casa, se non torno a casa, Elena mi uccide! Elena! Devo tornare il più in fretta possibile a casa! Oddio, ci sono troppe cose a cui pensare! Adesso scoppio!"
—Vedrai che andrà tutto bene!— disse Eric, interrompendo la mia linea di pensiero, quasi come se la stesse leggendo.
—Come?— chiesi, stordita.
—Intendo, ti vedo tesa! Vedrai che andrà tutto bene!— e mi fece un sorriso confortante guardandomi negli occhi. Notai la comparsa delle chiazze nere, ma fui subito distratta dalla sua mano gelida che prendeva la mia. Sorrisi, mentre le mie guance si coloravano di rosso. Poi, vidi la casa di Diana.
Un po’ scombussolata e molto confusa, entrai insieme a Eric nel garage. Quando arrivammo, spiegai a tutta la compagnia che era tutto risolto, spiegai come lo avevo convinto, omettendo alcuni dettagli.
—E bravo il nostro Eric!— esclamò Sean. Io risi. Mi sentivo piuttosto euforica. Stavo benissimo in quel momento. Poi, mi feci una domanda in testa, che decisi di esporre a tutti:
—Ma, ragazzi, come facciamo a sapere dov'è Baltor?—dissi, seria. Loro si guardarono. Non ricevetti subito risposta.
—Beh, forse se facessimo un incantesimo, capiremmo dove si trova.—disse Melanie.
—Io penso che sia ancora a Fell's Church.— disse Adam.
—Già! Dopotutto, perchè avrebbe dovuto spostarsi da lì? Tu prima o poi saresti tornata!— si accodò Cassie. Non avevano tutti i torti. Potevo chiedere a Stefan se sentiva la sua aurea nei dintorni. Lo dissi al Circolo.
—Oh, non serve! Basta fare un incantesimo! Cassie, come capo del Circolo, dovrà essere circondata da noi e lei visualizzerà la posizione di Baltor.— disse Nick.
—Giusto! Allora sistemiamoci!— esclamò Diana! Dodici sedie raschiarono il pavimento in quel momento, per poi posizionarsi a forma di cerchio attorno a Cassie, in piedi. Tutti e dodici dissero ad alta voce un incantesimo in lingua antica e quella visione era talmente affascinante che mi vennero i brividi! All'improvviso, Cassie aprì gli occhi di scatto. Erano completamente bianchi! Mi immobilizzai sulla sedia. Ora stava diventando spaventoso! Era tutto agghiacciante! Pochi secondi dopo, sussultò e tornò in sè. Gli altri si alzarono, io ed Eric troppo agghiacciati da quella visione per fare o dire qualcosa.
—Allora?— chiese Sean.
—Adam aveva ragione! E' ancora a Fell's Church!— disse tranquilla, come se poco prima non fosse accaduto niente!
—Dovete venire a Fell’s Church.— mi scappò di bocca.
Calò il silenzio.
Nessuno parlò. Trattenni il fiato fino a che Faye non parlò.
—Un viaggetto in Florida non mi farà mica male!— e così fu.

La mattina dopo, tutti e quattordici ci ritrovammo su una aereo diretto in Florida. Io ero vicina ad Eric e lui mi teneva per mano, poi la sganciava, poi riprendeva la mia mano. Qualche ora dopo, venni praticamente catapultata a Fell’s Church e dovetti noleggiare due navette per farci portare tutti al pensionato. La signora Flowers ci guardò come se fossimo degli alieni appena sbarcati da Marte. Ma la faccia di Elena e Stefan era irriconoscibile! Prima di bussare alla porta, feci un grande respiro. Sarebbe stata dura! Bussai. Lei aprii la porta e quando mi riconobbe fece un sorriso enorme! Mi abbracciò, tutta contenta.
—Bonnie! Oh, sono così felice! Finalmente sei tornata a casa!— Poi la sua espressione, da felice, era passata a sconvolta. Tutti e tredici i ragazzi entrarono. Stefan raggiunse Elena.
—Bonnie! Finalmente sei tornata!— e mi abbracciò sorridendo anche lui. Poi notò la folla di gente nel suo appartamento.
—Ma…Elena? Devi dirmi qualcosa?— mormorò.
—Io non ho idea di cosa stia succedendo!— poi rivolta a me.
—Bonnie? Cosa significa? Chi sono questi?— disse, sbottando all'improvviso.
—Ehi, biondina, modera i toni! Siamo qui per aiutarvi!— l'ammonì Faye. In quel momento, volevo sprofondare negli abissi della terra. Elena fece una faccia misto rabbia e stupore.
—Ehm...vedi Elena...loro sono...—non terminai la frase che un urlo mi trapanò i timpani.
—Stefan! Oh, mio Dio! Ma sei tu!— Laurel corse e saltò su Stefan, spalancò gli occhi, stupito, ricambiando l’abbraccio. Notai lo sguardo nervoso e stupito di Elena.
—Laurel! Non ci posso credere! Da quanto tempo!— io risi nervosa. Ci mancava solo questa! Sentii Eric, accanto a me, che stranamente si irrigidì nel vedere quella scena.
—Che diamine sta succedendo?— disse Elena, facendo tornare il silenzio.
—Io e Laurel ci conosciamo da anni! Come sei cambiata!— esclamò Stefan. Elena sospirò.
—Ma che bella notizia…—biascicò. Poi, rivolta a me, disse: —Allora? Come mai ci sono tutte queste persone qui?— sbottò. Era parecchio nervosa, probabilmente la scena di Stefan che abbraccia un’altra non era stata proprio la migliore come inizio. Intanto, mentre arrivavamo al pensionato, io avevo mandato un messaggio a Meredith e Matt. Tra poco, saremmo stati in diciotto in una stanza per cinque. Sapevo che Elena mi avrebbe fatto il quarto grado, sapevo che quando tutti se ne sarebbero andati ci sarebbe stato un omicidio, ma ne era valsa la pena. Perchè vedevo la fine di tutta questa storia vicina. Baltor non sarebbe vissuto ancora a lungo...




Ciao a tutti! Questo è un capitolo che reputo penoso! Scusate per la lunghezza, cioè minima! Scusate anche per il ritardo, ma queste settimane sono orribili! Vi ringrazio tutti per le recensioni, sono stupende! Mi rallegrate sempre le giornate =) Grazie di cuore a tutti quelli che mi seguono, che leggono e che lasciano i commenti! Grazie mille! Un bacione!
Ciaoo!



gaga96

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Capitolo 7

A Elena le sorprese non erano mai piaciute. Soprattutto quelle davvero sconvolgenti. Come quella a cui la stavo sottoponendo in quel momento. Era arrabbiata con me, perchè avevo portato una baraonda di gente in casa sua, non sapeva cosa stava perchè li avevo portati e perchè stava accadendo tutto così in fretta.
In quel momento, Elena, Stefan e Meredith si erano seduti su un divano, Diana, Melanie e Laurel sul divano di fronte a loro, Faye, Debbi e Susan su tre sedie del tavolo da pranzo, Nick era in piedi, Sean e i due Henderson erano seduti per terra e Cassie e Adam erano seduti su un mini divano che avevamo rubato ad una delle stanze del pensionato, mentre io, Eric e Matt sul bracciolo, eravamo seduti su un divano accanto a quello di Diana e Elena. La discussione si accese subito.
—Ok, chi siete? Perchè siete qui? Che sta succedendo?— sbottò Elena.
—Ehi, calma, biondina! Siamo qui per aiutare Bonnie! Tranquilla, tu non c'entri niente, puoi pure andartene, non ci serve il tuo aiuto!— le rispose Faye, tranquillamente. Mi sentii tendere come una corda di violino a quella provocazione. Elena si irrigidì.
—Senti, tu sei in casa mia, nella mia città, seduta sul mio divano! Non ti permetto di parlarmi così! Per me siete degli sconosciuti! E' ovvio che sono diffidente!— e, detto questo, strinse gli occhi.
—Ok, non mi sembra il momento di litigare! Elena, loro sono un circolo di Salem, sono streghe. Mi aiuteranno a distruggere Baltor, nella battaglia. Lui sta tornando, captiamo la sua energia. Durante lo scontro, prima che lui possa caricarsi di Potere, il circolo circonderà me ed Eric, che lanceremo un incantesimo mentre loro creeranno una barriera protettiva. In questo modo, dovremmo riuscire a sconfiggerlo. Fatto questo, io acquisterò abbastanza potere per far tornare Damon.—spiegai. Elena, Dith e Stefan mi guardarono molto attentamente, come se cercassero di ricapitolare tutte le informazioni che avevo appena detto e di assimilarle.
—Quindi voi fareste in modo da creare una barriera prottettiva ed energetica per Bonnie ed Eric, in modo che loro non vengano colpiti o indeboliti da Baltor? Ma siete abbastanza potenti?— Elena era piuttosto scettica e, ammetto che quel tono di voce non mi piacque per niente.
—Senti, biondina! Non abbiamo bisogno di una pessimista come te. O sei con noi, o sei contro di noi. Col tuo scetticismo non aiuti nessuno, quindi mettiti nell’ordine delle idee che in questa missione c’è bisogno di noi, che a te piaccia o no!— sputò Faye, lanciando un’occhiataccia ad Elena.
—E se Baltor colpisse uno di voi del circolo?— chiese Meredith, che non si era scomposta minimamente.
—Dovremmo resistere. Siamo l’unica barriera che permetterà a Bonnie e ad Eric di sopravvivere. Senza di noi, sarebbero già morti.—le rispose Melanie.
—Ok. E noi possiamo aiutarvi?— s’intromise Matt.
—Potreste distrarlo, mentre noi evochiamo l’incantesimo. Così avremmo più tempo e più sicurezza.—disse Adam.
—Ma non è troppo pericoloso per loro?— chiese Cassie, praticamente rivolgendosi solo al suo ragazzo.
—Damon era mio fratello, farei di tutto pur di salvarlo. E, da ciò che mi avete detto, Bonnie acquisterà abbastanza potenza dai poteri di Baltor che potrà far tornare in vita mio fratello, giusto?—partecipò Stefan.
—Giusto. Quando uno stregone muore, i suoi poteri vengono assorbiti da colui che lo uccide. Bonnie dovrà dire le ultime parole dell’incantesimo, così sarà lei che scaglierà l’incantesimo finale e assorbirà i poteri di Baltor, che a quel punto morirà.— spiegò Deborah.
—Già, ma cosa voleva Baltor da Bonnie?— chiese Susan. Già, me lo chiedevo anche io!
—Probabilmente la stessa cosa che Bonnie vuole da lui. I suoi poteri. E noi non glielo possiamo permettere. In questi giorni, io e Adam insegneremo a Bonnie ed Eric l'incantesimo da pronunciare. Poi, cercheremo di creare un piano.— concluse Diana. Rabbrividii a quelle parole e strinsi i pugni. Sentii la mano calda di Eric sfiorarmi involontariamente il braccio, ma non ci feci caso. Sarebbe stata una dura guerra da combattere. Avevo paura. Molta paura. All’improvviso, la gelida mano di Eric prese la mia. Rabbrividii di nuovo. Lui me la strinse e io ricambiai quella stretta. Notai che Elena stava guardando proprio verso le nostre mani intrecciate, ma non mi sentivo in imbarazzo, anzi. Quella stretta mi dava sicurezza. Sospirai.

Una decina di minuti dopo, decidemmo di andare nelle nostre camere. Sì, perché la signore Flowers ci aveva dato le chiavi di tutte le stanze. Così, Diana, Laurel e Melanie erano nella stanza tripla al primo piano, con sopra la camera di Faye, Debbie e Susan. Al primo piano c’era anche la camera di Sean, Chris e Doug. Al secondo piano, oltre la camera tripla delle ragazze, c’era quella matrimoniale di Cassie e Adam e quella singola di Nick. Al terzo piano c’eravamo io e Eric, Stefan ed Elena. Io ed Eric eravamo nella vecchia stanza di Damon, che mi faceva venire un magone ogni volta che sentivo il suo profumo sulle lenzuola.
Prima di uscire dalla camera di Elena e Stefan, la bionda mi bloccò.
—Scusa, Bonnie, ma noi due dobbiamo parlare.— mi disse, con un tono che non prevedeva nulla di buono. La seguii in cucina, dove lei chiuse la porta.
Si voltò e mi guardò corrucciata.
—Che diamine stai facendo?— esclamò. Era piuttosto arrabbiata, probabilmente a causa del circolo.
—Guarda che è gente affidabile! Devi fidarti di loro!—
—Ma non mi sto riferendo a loro!— disse, quasi gridando. Corrucciai la fronte. A che si riferiva?
—Oh, andiamo Bonnie! Non fare la finta tonta! Ti ho vista!—
—Mi hai vista?—
—Con Eric! Ma sei uscita di senno?— gridò. Mi irrigidii, diventando rossa.
—Che stai dicendo?—
—Sto dicendo che è da un mese neanche che Damon è morto e tu già stai con un altro!?— gridò. Ammutolii. Quella frase mi spezzò il cuore e mi riempii gli occhi di lacrime. Mi sentii come se all'improvviso un treno mi fosse passato sopra.
—C-cosa? Tu, tu non sai come è andata! Non è come pensi!— balbettai.
—Oh, è esattamente come la penso, invece! Non ti facevo così superficiale, Bonnie! Lui ti amava veramente, ha superato mari e monti per stare con te e tu lo ripaghi così? Sei una stronza p…—
—Non osare dirlo, Elena!! Non osare dire quella parola! Sappiamo benissimo entrambe cosa hai fatto tu con Damon e Stefan!— gridai.
—Ma lui ora è morto! E non hai neanche avuto la decenza di nascondere ciò che hai fatto con quell’Eric! Fra un anno avrei capito, ma adesso? A tre-quattro settimane dalla sua morte? Tu, che dicevi di amarlo come non hai mai amato nessuno, sei già con un altro? Mi deludi profondamente…— rimanemmo in silenzio. Le mani mi tremavano per l'umiliazione, le gambe per la rabbia! Mi sentivo un fuoco ardente dentro di me. Avrei voluto che lei capisse cosa era successo, non che saltasse direttamente alle sue conclusioni! Le lacrime di rabbia mi punsero gli occhi per uscire, ma le respinsi immediatamente. Poi, Elena parlò, facendomi sobbalzare leggermente.
—Allora perché lo vuoi far tornare in vita, se stai con un altro?— chiese, quasi sputando quelle parola. Mi colpii dritta al petto. Non mi ero mai posta quella frase. Perchè volevo Damon quando avevo Eric? Rimasi zitta.
—Avanti, Bonnie. Rispondimi! Tu vuoi liberare Damon e farlo tornare qui. Ma ora stai con Eric. Chi scegli? Non puoi averli entrambi. Devi fare una scelta. E prima di portare Damon in vita, possibilmente. Così se non sceglierai lui, non sarà costretto a subire un dolore mortale di nuovo...— e detto questo uscì dalla cucina. Mi sentii morire. Perché aveva ragione…Elena aveva ragione e nelle sue parole, così cattive e così arrabbiate, aveva completamente azzeccato la situazione. Mi sentii quasi sporca, orripilata da me stessa. Io, che avevo sempre punito dentro di me Elena per aver fatto il doppio gioco coi due fratelli, stavo facendo la stessa cosa in quel momento. Piansi silenziosamente fino ad arrivare in camera mia, dove sprofondai nel letto.
—Ehi, Bonnie, che succede?— Eric era appena uscito dalla doccia ed era vestito coi capelli bagnati. Lo guardai, con gli occhi arrossati. Mi dava un senso di sicurezza e certezza enorme. Ed era proprio ciò di cui avevo bisogno in quel momento! Gli corsi incontro e l’abbracciai. Dapprima sembrò molto stupito e freddo, quasi imbarazzato. Poi, da un momento all’altro, si sciolse e mi circondò con le sue braccia. Mi sentii bene e al sicuro con lui accanto.
—Su, su…non piangere! Ora ci sono qua io!— e mi accarezzò, pronunciando quelle parole con un tono molto caldo e dolce…quasi familiare! Mi chiesi se avesse intuito il perchè del mio pianto.
—Ehi, tranquilla! Rilassati, s…—mormorò qualche strana parola incomprensibile.
—Come hai detto?— Lui si allontanò rapidamente dal mio abbraccio e andò verso l’armadio.
—Cosa?— mi chiese. Io lo guardai perplessa.
—Ti ho chiesto cosa hai detto!—mormorai.
—Quando?— corrucciai la fronte, confusa. Aveva una memoria che faceva schifo!
—Oh, niente! Lascia perdere!— dissi.
—Uhm, ok!—








Note: Ciao a tutti! Scusate immensamente il ritardo, le ultime settimane di scuola sono state durissime! E tra una materia e l'altra l'ispirazione è arrivata a livelli fin troppo bassi. Ok, il capitolo non è un granchè, però nel prossimo capitolo finisce la storia (o fra due?) quindi vi chiedo di resistere per poco=) ringrazio tutte le persone che hanno recensito, chi ha messo questa fic fra le seguite-ricordate-preferite! Spero recensiate, fa sempre piacere! Vi mando un grandissimo bacione e vi auguro una gran fine scuola/lavoro!
Ciao e grazie a tutti!

gaga96

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Capitolo 8
*** Avviso ***


Avviso!

Ciao a tutti! Come avrete notato, è un po' che non aggiorno, per cui mi scuso in primis per questo!
L'avviso, comunque, sta nel fatto che ritarderò ancora di più l'aggiornamento, perchè il caro hard-disk che teneva in vita il computer con tutti i miei documenti (comprese le storie e le fan-fiction) ha deciso che era il momento di salutarci! Fortunatamente, mio fratello è un genio im queste cose e probabilmente dovrebbe riuscire a ritrovare i documenti perduti, ma a causa dell'università ha poco tempo! Per cui non ho idea di quando potrò aggiornare e se non si ritroveranno i documenti non so cosa farò! Spero possiate scusarmi e continuare a seguirmi e io spero di postare il capitolo prima della fine dei tempi:)
Grazie e ciaoo!

gaga96

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Capitolo 9
*** Capitolo 8 ***


Capitolo 8

Dicono che quando si muore ti passa tutta la tua vita davanti agli occhi e che dopo ritrovi la pace interiore. E' strano quando lo dicono gli altri, si pensa sempre che non capiterà mai a te, o comunque che succederà fra molti anni. Soprattutto se sei un vampiro. 

Non avevo programmato di morire due volte nel corso della mia vita e non-vita. Ma, stranamente era successo. Il problema stava nel fatto che pensavo di non essere del tutto morto. Almeno non ancora. Ricordavo tutti i miei ultimi momenti sulla Terra, i miei ultimi momenti da vampiro. Ricordavo il grande e verde Old Wood e un combattimento fallito contro un potente stregone Antico. Ricordavo che questo stregone (Brator, Baltor, chissene frega) stava attaccando Bonnie con una paletto di legno avvelenato e io mi ero messo in mezzo per salvarla. Ricordavo che io e la mia streghetta eravamo rimasti soli per pochi minuti, a scambiarci gli ultimi baci, mentre Elena e Stefan si riprendevano e lo stregone scompariva nel nulla. Ricordavo un ultimo, doloroso bacio, prima che il veleno mi annientasse per sempre.

Come dicono tutti, avevo rivisto tutti i miei cinquecento anni scorrermi davanti agli occhi in un secondo. Faccende di cui mi pentivo e altre di cui ero orgoglioso. Altre ancora che non avrei mai voluto terminare in questo modo. Poi, mi ero risvegliato qui. In un buco nero. "L'abisso del nulla" lo chiamavo. Perchè, appunto, non c'era nulla. Pensavo di vedere una luce che mi portasse da qualche parte per passare il resto dell'eternità, ma probabilmente mi ero perso per strada. 

Non mi aspettavo certo di andare in paradiso, ovvio, diciamo che non ero proprio il prototipo di angelo, ma non mi aspettavo neanche questo trattamento di abbandono solenne! Un piccolo spiraglio di luce l'avevo intravisto, ma poi ero caduto nel completo e stupendo nulla. 

– Ehilà! C'è nessuno qui?!– gridai un paio di volte, ma sembrava che avessero deciso di segregarmi nell' "abisso del nulla" per sempre. Però insomma! Nella vita non ero sempre stato uno stronzo di prima categoria da meritarmi tutto questo isolamento! Per di più mi ero riscattato con Bonnie! Sono cambiato grazie a lei! L'ho protetta, l'ho seguita, l'ho amata! Mi si era spezzato il cuore nel vedere il suo bello e dolce visino rigato da lacrime per la mia perdita. Spero solo che sia felice, anche se mi manca molto. Anche Stefan sembra mancarmi, ma questo, fortunatamente, sarà un pensiero che resterà nell'abisso del nulla per sempre! Poi c'era Elena, il mio angioletto, che non chiamavo più così da tanto tempo per rispetto di Bonnie. Mi mancheranno un po' tutti credo. Anzi, forse quel minuscolo insetto di Mutt non più di tanto, a parte le volte in cui sparava le sue frasi da duro! Quelle si che mi mancheranno! E' davvero strano fare queste riflessioni. Era da tempo che non pensavo più così intensamente alle persone che mi stavano accanto. In quel momento mi sentii davvero...solo.

Mi mancava Bonnie...da morire...(Hahaha! Anche nella disperazione più completa mi uscivano di quelle battute davvero macabre!)

 

Passarono i giorni, forse settimane e non vedevo ancora novità. Iniziai a disperarmi. Non perdevo mai il controllo di me stesso, ma quella situazione mi stava opprimendo! Iniziai ad angosciarmi sul serio, soprattutto perchè non capivo cosa mi stava succedendo! Non era per niente normale questa storia.

All'improvviso un luce molto forte, mi investii, accecandomi! Mi riparai gli occhi e voltai di scatto la testa. Quando capii che avrei potuto girarmi, lo feci. Quello che mi ritrovai davanti fu come un sogno! Non capii come, ne il perchè mi ritrovai su un aereo!

Un aereo pieno di passeggeri, che stava volando tranquillamente. Ad un certo punto, una hostess bionda partì come un razzo sulla corsia in cui c'ero io, trainando un carrellino pieno di vassoi. Ci fu un po' di turbolenza e la ragazza accellerò per sbaglio passo e mi accorsi che se non mi fossi spostato le sarei finita in braccio! Ma i posti a sedere erano tutti occupati!

–Signorina, attenzione!– le gridai, ma lei parve non sentirmi! Mi preparai allo schianto, cercando di indietreggiare, quando all'improvviso il carrellino si schiantò su di me. Peccato che non sentii nulla. Perchè il carrellino era nel mio stomaco. Spalancai gli occhi, un po' disorientato. Ero un fantasma? 

Avanzai lentamente e mi accorsi in meno di un secondo che ero diventato un tutt'uno con la hostess! Mi sentii quasi estasiato! Altro che i miei vecchi Poteri!

Feci qualche passo in più finchè non percepii una specie di aura. Quasi una forza attrattiva, come succede fra due calamite. Curioso, mi spostati fra i vari sedili, anzi, trapassai i vari sedili, fino a che le mani non iniziarono a prudermi e i sensi ad impazzire alla vista di una riccia chioma rosso fragola. Mi sentii quasi in ansia e divorai gli ultimi passi fino ad arrivare a quel sedile accanto al finestrino e vedere la persona che mi mancava di più al mondo!

–Bonnie...–sussurrai, stralunato, deluso dal fatto che non potesse sentirmi! In quel momento mi sentii davvero felice! Ce l'avevo davanti, bella come al solito, anche se un po' giallina a causa forse del volo. Mi accucciai e le accarezzai una guancia paffuta, risentendo quel calore che mi trasmetteva quando ancora poteva sentirmi! Speravo con tutto il cuore che mi percepisse, ma sembrava indifferente e questo mi ferii. Avrei voluto gridarle che ero lì, ma tanto non mi avrebbe sentito. Mi rialzai, guardandola con sguardo malinconico, perchè sapevo, sentivo che lei stava pensando a me, che le mancavo, ma io volevo che lei sapesse che c'ero, che ci sarei sempre stato! 

Poi, notai che la forza che avevo captato prima non proveniva da lei, bensì dal tizio seduto li accanto, con cui mi accorsi stava parlando. Una morsa mi investì il petto, e sentii un fuoco rodermi dentro. Come osava quel tipetto lì, tutto bello tirato, con la sua barbetta da sfigato, parlare con Bonnie? La Mia ragazza, anche se ero morto? Involontariamente gli lancia un pugno talmente forte che purtroppo lui non sentì perchè ero un cavolo di fantasma! Lo trapassai solamente. Ma quello che provocò quest'azione mi stupii non poco. Quando gli passai attraverso, sentii una scarica di energia che mi attraeva al suo corpo. Lo guardai in quei suoi odiosi occhioni azzurri e sentii quell'energia. Gli sfiorai la mano e potei sentirla di nuovo, più forte. E, all'improvviso capii.

 

 

Passai una notte insonne. Continuavo a sentire quell’urlo di dolore di Damon nelle orecchie e qualcuno continuava a gridare “E’ colpa tua! E’ colpa tua se lui è morto!”. Non chiusi occhi, tanto che la mattina dopo ero completamente fiacca. Mi lavai la faccia con l’acqua gelata e bevvi due tazze di caffè.

Poco dopo, notai che Eric si era alzato.

—Eric?— lo chiamai.  Vidi la sua sagome in controluce venire verso di me, dal balcone. Camminava quasi dondolando da una gamba all’altra. Mi si avvicinò e mi spostò i riccioli dietro le spalle con entrambe le mani.

—Buongiorno, mio piccolo uccellino!— mormorò, sorridendo. Io gli sorrisi e senza alcun imbarazzo gli strinsi i fianchi. Poi riascoltai nella mia mente le sue parole e mi bloccai di colpo.

—C-come hai detto?— balbettai, incredula di ciò che avevo sentito. Mi aveva chiamata…uccellino? Lui fece un sorriso sghembo, di quelli che mi faceva anche Damon quando voleva farmi girare la testa. Mi venne un moto di nostalgia a quei ricordi, mentre mi confondevo sempre di più. Aggrottai le sopracciglia, con la mente in subbuglio. Poi lui appoggiò le mani sulle guance e mi baciò. Io mi sciolsi completamente a quel bacio, sentendo che ogni brutto pensiero o ricordo mi stava lasciando in quel momento. Mi sentivo bene, e ricambiai il bacio, poggiando la mia mano sulla sua nuca e l’altra sul suo collo. Da tanto non mi ero sentita così. In quel bacio sentii il sentimento che Eric provava per me. Sembrava…amore. Ma poteva provare un amore così profondo dopo due settimane che mi conosceva? Non ne avevo idea, sapevo solamente che fra di noi c’era sempre stata una certa alchimia. Quando stavo con lui, in alcuni momenti, mi sembrava di rinascere e quasi dimenticavo il passato. Dimenticavo le sofferenze passate, gli anni a Fell’s Church, i litigi con Elena e Meredith, Stefan, Matt, Baltor e…Damon. 
 

Un momento...Cosa avevo appena pensato? Mi staccai all’improvviso, scossa da un terribile pensiero. 

—Che c’è?— chiese lui.

—N-niente!— mi affrettai a rispondere. Poi bussarono alla porta.

—Ciao! Oh, scusate, vi ho disturbati?— disse Laurel, lanciando un’occhiata al petto nudo di Eric e arrossendo violentemente.

—Ehm…no! Che succede?— dissi, allontanandomi dal troppo vicino Eric.

—A-ehm…Diana voleva iniziare ad esercitarsi con le magie.—

—Certo, arriviamo subito!— tagliò corto Eric che stava frettolosamente cercando una maglietta.

—Penso ci convenga sbrigarci, eh Bonnie?— scherzò Eric. Io sorrisi frettolosamente e mi chiusi in bagno per vestirmi. Ma soprattutto per avere un secondo per riflettere. Avevo veramente pensato che Eric mi facesse dimenticare Damon? Il mio Damon? Come…come potevo dimenticarlo? Dei brividi mi percorsero la schiena. E se stesse succedendo proprio quello? Se mi stessi…innamorando di Eric? Mi venne quasi un conato di vomito in quel momento. No! Insomma, come può un amore di due settimane, batterne uno di quasi un anno, perduto e ritrovato, sofferto e amato? Ma non potevo non accettare il fatto che provassi qualcosa molto più dell'affetto per Eric. Elena aveva ragione! Aveva ragione su tutto. Dovevo scegliere. Eric era così dolce con me e mi faceva stare benissimo. E Damon…Damon era sempre stato nel mio cuore. L’avevo sempre amato. Ma avrei mai potuto rimpiazzarlo con qualcun altro? Provocargli questo dolore così grande facendolo tornare per poi scegliere Eric? 

“Bel casino, Bonnie. Sei una grande! Ora, la domanda è:

Damon o Eric?”



Ciao a tutti! Finalmente ho ritrovato i documenti! La parte iniziale, quella del Pov Damon, non era nella traccia iniziale, ma mi è stata data l'idea da AriaSolis, che io ringrazio tantissimo anche perchè è sempre presente anche nelle recensioni! Bonnie, poverina, ha un po' di confusione in testa e speriamo che si chiarisca le idee prima di prendere la decisione di far o no tornare Damon! Grazie a tutti, scusate il ritardo e recensite, che fa sempre piacere! Ditemi cosa va o non va e cosa vi piacerebbe che ci fosse nei prossimi capitoli! 
Ciao e una bacioneee!

gaga96

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