hard heads

di missLovely91
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** prologo ***
Capitolo 2: *** 1. il primo giorno ***
Capitolo 3: *** 2. incastrata?? ***
Capitolo 4: *** non ci posso credere! questa è l'apoteosi! ***
Capitolo 5: *** 4. proposte e strane gelosie ***



Capitolo 1
*** prologo ***


Passi anni a desiderare ardentemente la fine della scuola, immagini l’ultimo anno circondato dalla tua classe a ricordare le tremende cavolate fatte nel corso dei 5 anni, e guardi invidioso i ragazzi più grandi che girano per le aule con quella spavalderia che contraddistingue gli oramai maturandi.

Bè questa è storia di tutti… o quasi…                     

Ad esempio non è più la mia, o meglio non lo è mai stata, a marzo del mio 4° superiore mia madre andò via di casa… ed io e mio padre ci ritrovammo soli con un misero pezzo di carta dove ci diceva di essersi innamorata del suo istruttore di yoga.

Non potete immaginare che brutto colpo abbiamo subito, soprattutto lui, il mio adorabile papà, Marco un uomo colto, bello e soprattutto divertente (e non lo dico solo perché sono la figlia), sin da piccola mi sono sentita un po’ come la sua guardia del corpo. Ogni volta che una donna che non fosse mia madre gli si avvicinava, iniziavo a far di tutto per attirare la sua attenzione e allontanarlo da quella specie di arpie, che fossero madri single, insegnanti, o semplici commesse tutte lo avvicinavano con fare lascivo con la sola intenzione di portarselo a letto, bè questo l’ho scoperto solo negli ultimi anni, da bambina già fremevo dalla rabbia solo al pensiero che potesse camminare mano nella mano con una di loro.

Eppure in tutto questo tempo non mi ero resa conto che la vera infedele era la mia adorata mamma, una splendida donna dai capelli rosso fuoco mossi  e occhi profondamente  azzurri proprio come i miei. E stata lei a distruggere quel fantastico castello di carte che avevo creato con la mia fervida immaginazione nel corso della mia infanzia… papà lo diceva sempre, la mamma lo aveva tratto con la sua incostanza e pazzia… la stessa pazzia che l’ha portata a lasciarsi abbindolare da quello stupido insegnante di yoga. Non la vedo da più di 5 mesi  e nel corso di questo tempo l’unico sentimento scaturitomi nei suo confronti è l’odio.

Ma tutto questo mio discorso ha un unico obiettivo, raccontarvi come la fine di questo amore e quindi corrispettivamente la fine della mia famiglia, mi avesse portato a perdere i miei sogni di gloria scolastici dove avrei goliardicamente superato un intera fila di “primini” in coda alle macchinette per prendere senza tanti permessi l’ultimo kinder bueno rimasto.

Poco prima che mia madre ci abbandonasse, mio padre aveva ricevuto una promozione, la quale però comportava l’abbandono della nostra casa in un piccolo paesino di periferia per raggiungere “la città della moda” Milano. Ci eravamo riproposti di pensare attentamente alla situazione nonostante io sin dall’inizio fossi palesemente contraria, e solo ora comprendo il perché lo fosse anche mia madre.

Dopo il fattaccio, però mio padre ne è uscito distrutto anche se faceva di tutto per celare i suoi sentimenti. Così ho deciso di essere io a fare il grande passo e una sera….

“papà, adesso basta! Non sopporto più di vederti così! Ho preso la mia decisione… sei ancora in tempo per accettare la promozione?”

“si, ma oramai siamo agli sgoccioli, tra 2 giorni devo dare la risposta al capo” rispose lui con uno sguardo assente e spento, proprio non posso sopportare di vederlo ancora così!

“bene! Non sarà necessario aspettare altro tempo.. domani va da lui e digli che accettiamo la sua offerta, prenderai quel posto e andremo a vivere a Milano”

“elisa tesoro non è il caso davvero, hai già sofferto abbastanza per quest’anno, non voglio farti allontanare dai tuoi compagni proprio ora, e poi sei all’ultimo anno, ti aspetta la maturità e..”

“stop stop stop, non devi preoccuparti di questo, per prima cosa la maturità la fanno ovunque mica solo qui, e poi per i miei compagni dovrei comunque separarmi da loro tra meno di un anno. E anche se mi mancheranno so che rimarranno sempre miei amici. Ma tu sei tutta la mia famiglia e non posso sopportare oltre” mi guardò con gli occhi pieni di lacrime, ma prima che lui potesse replicare aggiunsi “anche io sto male qui, ti prego andiamo via, creiamoci una nuova vita solo tu ed io ci stai?” mi abbracciò forte e lì capì di aver fatto la scelta giusta.

 

Vi tralascio il resto, che comprende ricerche estenuanti di case, di mobili, e visite scoccianti alle scuole milanesi, il tutto in piena estate, ma la parte più difficile fu lasciare loro Manuel e Ludovica, il mio primo amore nonché migliore amico e quella che da sempre ho considerato come una sorella.

Ma la vera storia inizia con l’inizio del mio ultimo anno, quello in cui non avrei vissuto tutte le emozioni che avevo immaginato anni addietro, o almeno così credevo…

Il primo giorno di scuola non fu traumatico… peggio… soprattutto visto il mio carattere poco incline a farmi mettere i piedi in testa da nessuno.

 

Ed eccomi qui, come nei film davanti al cancello della mia nuova prigione per questo nuovo anno scolastico, intorno a me è pieno di gente, ma è facile individuare i soliti gruppetti, “le dive” con occhiali da sole tra i capelli appena piastrati e con le magliettine corte e pantaloni a vita bassa che lasciano ben poco all’immaginazione, “gli sfigati” con vestiti che probabilmente appartenevano ai loro bis nonni e dai colori che variano dal cachi al marrone, “gli sportivi” con la tuta e scarpe da ginnastica…. E poi.. si eccoli i “fighi” con jeans e t-shirt firmati e capelli a spazzola.

Passo davanti a quest’ultimi senza prestare loro alcuna attenzione, ma il loro vociare mi indispettisce non poco

“ehi raga! guardate là carne fresca!”  urla un ragazzo dai capelli ricci e rossi indicandomi

“non credo sia una primina, guarda che tette” risponde un altro dai capelli a spazzola

Inizio a perdere le staffe… mi volto verso di loro per fulminarli quando noto un ragazzo biondo che si sta avvicinando a quella massa di invertebrati, è bello molto bello e quasi mi dimentico di ciò che ho appena sentito, ma per l’appunto quasi, infatti dopo varie strette di mano pacche sulle spalle e pugni si rivolgono al nuovo arrivato dopo avermi lanciato un occhiata “ehy luca, hai visto quella, deve essere nuova, secondo me vuole farsi un giro sulla tua giostra, guarda come ti fissa” il ragazzo biondo che pare si chiami Luca mi guarda e sorride compiaciuto.

Dopo aver sentito quelle parole mi sento colta il fallo, le guance sono certa che siano fiamme, ma non gli permetterò di farmi sentire una stupida così sorrido di rimando e poi alzo tranquillamente il dito medio della mano. Quel gesto spegne i loro entusiasmi e soddisfatta mi volto diretta all’entrata, pochi secondi dopo suona la campanella e la mandria si riversa all’entrata.

Luca pov.

“però che peperino la ragazza” dice ridendo Matteo il mio amico dai capelli rossi

“già è il caso di farla rilassare, ed io saprei bene come” ribatte Edoardo, con quella solita faccia da culo e i capelli ultra gellati

E da li iniziano le solite battute fatte dai miei compagni, più o meno carine nei confronti della nuova arrivata, ma io presto loro poca attenzione, guardo solo lei che si allontana da noi diretta all’entrata dopo avermi alzato il dito medio, è carina oserei bella anche se non l’ho vista proprio da vicina, abbastanza alta un bel seno, magra, capelli scuri e se non ho visto male occhi chiari, ma non ne sono certo, sorrido tra me e me…. Presto lo scoprirò, mi ha sfidato e io non mi tiro mai indietro nelle sfide… però che bel di dietro.. la sfida sono certo che sarà interessante..

“ragazzi scordatevela, la tipa è mia” dico alla fine interrompendo i loro nuovi sogni erotici, sento i loro brusii di lamento, ma so che tanto non si opporranno.. “come mi è mancato tutto questo” aggiungo ridendo, dopo di che ci avviamo tranquillamente verso l’entrata.

 

 

 

 

Angolo autore:

buonasera!!! Oggi non avevo di meglio da fare e così ho buttato giù questa sottospecie di storia per chi come me ama quelle “banalissime” avventure d’amore scolastiche… non so se portarla avanti datemi un parere… aspetto vostre notizie un bacione missLovely91

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Capitolo 2
*** 1. il primo giorno ***


1.       Il primo giorno

Un respiro profondo. Oh mamma che ansia. Avanti dai Eli puoi farcela. Basta non fissare nessuno e ignorare tutti questi sguardi fissi.

Continuavo a ripetere tutte queste cazzate… come se fosse possibile ignorare tutti quegli sguardi insistenti che mi seguivano lungo il corridoio, dove io, contemporaneamente pedinavo la “signora preside Martini” una donna bionda abbastanza giovane dalla parlantina a macchinetta… non ero riuscita a seguire più di metà discorso, avevo afferrato solo una frase “mia cara sarai nella 5° A e che Dio ce la mandi buona, chissà magari con la tua media riesci a risollevare la disciplina e l’impegno in quella classe di scalmanati”.

L’ansia mi strige lo stomaco, cosà vorrà significare? Ora più che mai mi mancano i miei amici, la mia classe, la mia seconda famiglia.

Ci avviciniamo sempre di più verso la fine del corridoio e più andiamo avanti, maggiori sono le urla e gli schiamazzi provenienti dall’ultima classe, oh ti prego fa che non sia quella la mia classe!!

E naturalmente, per confermare la sfiga che negli ultimi giorni mi perseguita, la preside si dirige con passo svelto e deciso verso quella che sono sicura sarà la fine della mia splendida carriera scolastica.

La Martini spalanca con un gesto secco la porta e l’aula si ammutolisce, poi mi fa cenno di entrare e sento l’inizio di un brusio che mi fa tremare le gambe, avanti forza supererai anche questa, almeno lo spero…

Varco la soglia dell’aula e involontariamente guardo verso il fondo…. Non ci posso credere!!!! Ti prego fa che sia un brutto scherzo!!!!

“Signori, vi presento Elisa Ferrari, frequenterà con voi l’ultimo anno, è un’ottima studentessa e spero che possa aiutarvi nel risollevare la vostra media disastrosa…” la preside continua a parlare ma io non le presto più attenzioni, il mio sguardo si è incatenato a quello di quel deficiente che mi sorride sghembo….

Ne sono certa…. Questa è l’inizio della mia fine.

Un quarto d’ora dopo la preside esce dall’aula e, l’insegnante, una donna bassa dai capelli rossi e un tacco 12 prese la parola, rivolgendosi a me “bene signorina Ferrari si accomodi lì all’ultimo banco insieme a Melanie e tentiamo di iniziare la lezione” poi si volta e si accomoda alla cattedra.

In religioso silenzio mi dirigo verso il banco che mi aveva indicato, senza alzare lo sguardo dai miei piedi, sento distintamente di essere osservata, e il continuo vociare dei miei nuovi compagni m’impedisce di rilassarmi, giunta quasi al banco una mano mi blocca il polso.

Il mio battito cardiaco accelera tanto da sentirlo pulsare nelle orecchie, alzo lo sguardo verso il proprietario e il mio cuore cessa di battere all’improvviso… o almeno credo… LUCA… quasi scottata ritraggo rapidamente la mano, ma quel mio gesto brusco mi fa inciampare in uno zaino poggiato a terra, e finisco seduta in braccio ad uno splendido ragazzo degli occhi verdi e i capelli neri… m’incanto a guardarlo mentre tutta la classe scoppia a ridere.

Premurosamente il ragazzo mi sorride e mi aiuta a rimettermi in piedi…

Che figura di merda… mi fa l’occhiolino e mi porge la mano per presentarsi.

“Francesco, piacere”

“scusami ti prego mi sono inciampata e..”

“tranquilla, tranquilla, respira, va tutto bene, accadesse più spesso sarei felice come una pasqua”

Il nostro discorso viene improvvisamente interrotto da uno strascico di sedia e da un movimento brusco alle mie spalle, ho come l’impressione di sapere a chi appartiene il passo poco aggraziato e, a conferma della mia ipotesi la professoressa domandò subito

“Luca torna a posto! Dove credi di andare?!”

“non rompere il cazzo! Non ho voglia di ascoltare questa stronzata, io vado a fumare una sigaretta, vieni Teo?”

Allibita da quel comportamento mi volto con la bocca aperta… ma come si permette a rivolgersi all’insegnante in questa maniera? Lo guardo e lui mi rivolse uno sguardo in cagnesco, dopo di che, esce dall’aula seguito dal suo amico, sbattendo la porta.

Tentando di fare meno rumore e danni possibili mi fiondo al mio banco e solo una volta seduta sospiro di sollievo.

Appena seduta una mano femminile con smalto nero mi si piazza sotto il naso… in tutto questo trambusto non ho fatto minimamente caso a quella che deve essere la mia vicina di banco.

“Io sono Melanie, ma chiamami pure Mel” la guardo negli occhi, sono di uno splendido verde e i suoi capelli mossi neri con le punte tinte di viola… nonostante il suo strano abbigliamento, tutto in tinta scura, mi sento a mio agio al suo fianco e con il miglior sorriso che ho, le stringo la mano “Elisa, piacere” bisbiglio.

La lezione inizia in un batter d’occhio, Italiano la mia materia preferita, da subito comprendo il perché delle frasi della preside… oltre ad essere enormemente indietro come argomenti, la lezione è ripetutamente interrotta da squallide frasi lanciate dagli amici del compare che non si è più fatto vedere dopo quella sua inutile sfuriata.

Mentre evidenzio sul libro di Mel, appuntando a margine le informazioni che ho già appreso studiando Pascoli l’anno precedente, ricevo un bigliettino

CREDO CHE TU PIACCIA A DIVERSI TIPI QUI… J

Alzo lo sguardo e noto il sorriso di Melanie, lo ha lanciato lei il biglietto… senza farmi notare mi affretto a rispondere

NON CAPISCO COSA TU INTENDA :) … SENZA OFFESA MA QUESTA CLASSE è UN VERO DISASTRO..

OH TRANQUILLA NON MI OFFENDO, SONO LA PRIMA A DIRLO… CONOSCO QUESTI SCANSA FATICHE DA 5 ANNI ORAMAI, ALCUNI DA + TEMPO… MA DEVO DIRE CHE NON AVEVO MAI VISTO UN COMBATTIMENTO PER UNA DAMIGELLA IN DIRETTA NELL’AULA :P

la guardo allibita

MA COSA DICI!!! NON è AFFATTO VERO

SONO CERTA CHE QUEST’ANNO NE VEDREMO DELLE BELLE.

Leggo veloce il foglietto e alzo lo sguardo al cielo mentre lei sogghignando frantuma la nostra discussione. Mi sento sollevata, forse quest’anno non sarà poi del tutto disastroso.

 

Volto la testa e incrocio gli occhi di Francesco, guardava me, imbarazzata sorrido e tento di concentrarmi sulla lezione.

All’intervallo i “boss” decidono di degnarci della loro presenza, gli insegnanti non fanno alcuna piega al loro rientro. Mai visto comportamento più assurdo e privo di disciplina.

La giornata trascorre molto lenta, e per tutto il tempo Luca non mi rivolge più neanche uno sguardo o una parola, mentre il resto della classe mi soffoca di domande durante l’ora di religione.

Quando la campanella suona il termine delle lezioni quasi non mi reggo in piedi. Come un automa mi dirigo verso la fermata del bus. A mezzo metro da lì… Luca appoggiato ad una moto nera con una di quelle sgallinate che avevo visto all’entrata la mattina si slinguava tranquillamente, poi mi guarda fisso e sorridendo mi fa l’occhiolino.

Volto rapida la testa, mi ha beccato! Merda!

Fortunatamente il pullman arriva poco dopo e mi fiondo all’entrata.

Prima arrivo a casa e prima questa maledetta giornata avrà fine.

 

 

 

Angolo autore:

buonasera a tutti =) come va la vita? Io sono esausta domani mattina devo andare all’uni presto così vi posto già il secondo capitolo… volevo ringraziare di vero cuore tutti coloro che hanno aggiunto questa mia storiella tra le “preferite” “seguite” e “da ricordare” e ringrazio fortemente le 2 ragazze che mi hanno contattata per darmi il loro sostegno e incoraggiamento per portare avanti la ff.

che dire spero che questo capitolo sia stato di vostro gradimento.

ps: ah dimenticavo ho creato un immagine sulla storia con i miei protagonisti ideali, purtroppo non sono in grado di caricarla e dovreste esservene accorti dall’enorme spazio vuoto che vi è all’inizio per prologo. Se troverò modo di caricarla la aggiungerò ai prossimi capitoli.

Un bacione missLovely91

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Capitolo 3
*** 2. incastrata?? ***


1.       Incastrata??

Per l’intera settimana io e mio padre non siamo riusciti ad incontrarci, ci scontravamo solo al mattino per chi doveva uscire prima dal portone di casa, e la sera a cena mi ritrovo sempre sola con un cartone di pizza presa da asporto e il telecomando a farmi compagnia, lui impegnato a cene di lavoro… guardo scorrere in tv le immagini di striscia e poi rassegnata mi trascino verso camera mia.

Camera mia… questa non ha per niente l’aspetto di essere mia, dietro alla porta sono ancora accatastati gli scatoloni ancora pieni delle mie cianfrusaglie, mentre le pareti tinte di lilla sono spoglie come il resto dei mobili.

Avanti Eli, prima o poi dovrai tirare fuori la tua vita dalla scatola… cerco di autoconvincermi mentre afferro il primo scatolone e lo trascino verso il letto.. porca miseria quanto pesa!

Sono giorni che ripeto la stessa procedura ma ogni volta quella scatola sembra aumentare di peso, o forse sono solo i ricordi.

Tanto non si può più tornare indietro la tua vita è qui oramai… faccio un respiro profondo e inizio a togliere lo scotch che la teneva chiusa. In primo piano c’è la nostra foto, io, Manu e Lulù… coloro che hanno trattenuto buona parte del mio cuore… non posso farcela… ho voglia di piangere ma mi sento troppo stupida.

Mi mancano! È da più di una settimana che non li sento, ancora non ho raccontato loro nulla della mia nuova scuola. Per tutto il tempo in questa settimana avevo una voglia matta di chiamarli ma poi mi trattenevo per paura di non riuscire a lasciarmi andare e tentare di crearmi una nuova vita qui.

Ora basta! Afferro rapida il cellulare e tengo premuto forte il tasto 1 della tastiera, la mia chiamata rapida per eccellenza, ed unica fonte di salvezza. Neanche la fine del primo squillo e la chiamata si apre...

ti odio stronza! Mi sei mancata da morire” eccola la mia Lulù, posso già immaginare le sue lacrime rigarle il viso, mentre una maledetta traditrice scivola dalla mia, subito la asciugo con la manica del mio felpone… sono incapace di aprire bocca per paura di avere la voce spezzata, ma lei mi solleva dal problema riprendendo rapida a parlare“Manuel mi ha strappato 300 volte il cellulare dalle mani convinto che chiamarti avrebbe solo peggiorato la situazione, e che lo avresti fatto tu appena ti saresti sentita pronta ma io lo dicevo che…” la mia amica testarda e ultra loquace, non riesco più a seguirla e penso a Manuel, il mio Manu, migliore amico e amore segreto sin dal tempo del fasciatoio quando le nostre mamme migliori Amiche si ostinavano a farci il bagnetto assieme e poi a scattarci foto compromettenti di cui ancora oggi ci vergogniamo da morire.

Lili?? Ci sei??” aveva la brutta abitudine di chiamarmi con quell’orribile soprannome che tanto detestavo, ma a sentirlo pronunciare ora un sorriso spunta di riflesso, non bado alla sua domanda e rispondo semplicemente “MI MANCHI, MI MANCATE, IO…

Anche tu scricciola” a prendere la parola non è stata Lulù, ma lui Manu che deve aver strappato il telefonino dalle mani della mia amica di cui sento distintamente le urla, al semplice suono della sua voce il mio cuore ha iniziato a battere all’impazzata.

Ora mi sento meglio ho sbagliato a non cercarli, ero convinta di fare la cosa giusta invece era proprio questo l'errore, io non ho perso i miei amiciloro ci sono da sempre e per sempre ci saranno; solo ora me ne rendo conto... a soffrire non ero solo io, ma anche loro, mentre pazientemente hanno aspettato che io fossi pronta a sentirli... quando mi hanno detto che erano di fronte a quella che per  18 anni è stata la mia casa quasi non ci credevo… che romanticoni i miei amici.

Lulù ha voluto sentire la storia del primo giorno (dell’incontro di Luca e poi dello “scontro” con Francesco) 400 volte.

Era felicissima di sapere che non ero sola, ma che avevo incontrato Mel, al tempo stesso però ne era terribilmente gelosa, e mi ha fatto promettere, giurare e spergiurare che sarebbe, per il resto della vita rimasta lei la mia amica del cuore. Quella matta della mia Lulù, le voglio davvero troppo bene anche per questa sua forma di possessività.

Ho chiuso la chiamata verso mezzanotte, Manu non ha più preso parola nella conversazione, ha riaccompagnato Ludovica a casa e poi si è fatto passare il telefono per augurarmi la buonanotte.

Lui è fatto così… di poche parole ma sempre presente.

Alla fine della chiamata nonostante l’ora, ho iniziato a svuotare gli scatoloni, con il sorriso sulle labbra… non posso tagliarli fuori dalla mia vita perché loro sono la mia vita.

Alle 4, finalmente, metto a posto l’ultima cornice, dove siamo ritratti io e il mio papà, quando ad un tratto il cellulare inizia a vibrare sul mio letto…

MEL: “Buonasera eli! O forse dovrei dire buonanotte… scusa l’ora so che è tardissimo, ma dovevo assolutamente dirti una cosa… sono in disco alla luna blu e c’è appena stata una mini lite.. indovina tra chi?? Fra e Lu!!! E pare che il motivo sia la contesa di una ragazza =) io ho la vaga idea di chi si tratti… tu no?? Comunque, domani c’è il compleanno di Matteo e ha detto di portare delle amiche, quindi bella mia tieniti libera non puoi lasciarmi sola!!!!! 1bacioneee” appena termino di leggere il messaggio mi spunta un mega sorriso, ma che vado a pensare?! è un’idiozia, rapida premo sul tasto rispondi

IO: “Tu 6 matta io domani non vengo proprio da nessuna parte! Mio padre ha deciso di portarmi al ristorante… si mangia pesce e io amo il pesce, e non so proprio a chi tu ti riferisca un bacione

MEL: “Tralascio solo la pessima battuta che ti farebbero i nostri compagni con la storia dell’AMO IL PESCE, comunque non puoi darmi buca, oramai ho detto a tutti che parteciperai e non puoi certo dar buca all’ultimo momento =P prrrr ci vediamo domani alle 7 e mezza in piazza XX, ciao bimbaoh mio dio!! Non posso credere che lo abbia fatto davvero!! Mi ha incastrata!!! Io la uccidooooooooo!

 

 

Angolo autrice:

ecco a voi il secondo capitolo, questo dà inizio alla VERA storia con pasticci, momenti emozionanti, eccetera…nel prossimo capitolo si scoprirà se Elisa andrà o no alla festa…

Oggi ho voluto mettere bene in evidenza Manuel e Ludovica i suoi migliori amici, poiché assumeranno un ruolo veramente importante nel racconto…

Bè che altro dire spero che questo capitolo sia stato di vostro gradimento…

a presto …

ps1: cercherò di mantenere una linea di aggiornamento settimanale (martedì o giovedì) e in base alle recensioni e al seguito della storia magari 2 volte alla settimana.

Ora smetto di scocciare e chiedo solo un favore.. qualcuno potrebbe spiegarmi come aggiungere l’immagine della storia?

Un bacione missLovely91

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Capitolo 4
*** non ci posso credere! questa è l'apoteosi! ***


3. Non ci posso credere! Questa è l’apoteosi!

Questa è stata davvero una lunga notte…. Di quelle in cui continui ad aprire un occhio per guardare sul display della sveglia i numerini rossi che inesorabili continuano ad aumentare… di quelle in cui ti giri e rigiri sudando freddo e sembra di essere sdraiati su un letto di chiodi… una di quelle notti che io odio trascorrere!!

Non so di preciso a che ora mi sono addormentata, l’ultima volta che ho visto l’ora erano le 5:36.

È sabato mattina anzi meglio dire pomeriggio visto che sono già le 14:27…

Chissà dov’è papàquesta notte non ricordo di averlo sentito rientrare, o forse ero talmente nervosa da non aver sentito il suo arrivo.

Mi alzo e mi trascino come un bradipo verso la cucina… eccolo… il mio migliore amico… il dispenser di cereali, in maniera automatica prendo una tazza e la riempio poi apro il frigo e aggiungo un po’ di latte, inizio a mangiarli in piedi con il mio adorato cucchiaio col manico di Winnie the Pooh… no comment… piano piano mi sposto verso la finestra e guardo lungo il viale proprio in quel momento arriva un’auto… la mia auto!! O meglio quella di mio padre e pochi istanti dopo è proprio lui a scendere. Si avvicina alla porta tutto sorridente e… ancora vestito come la sera precedente!! Ma non è rientrato questa notte???

Come un cecchino mi piazzo davanti alla porta puntando verso di lui gli occhi che sono più letali di qualsiasi arma da fuoco… ciò nonostante continuo imperterrita a masticare i miei cereali. Quando finalmente la porta si spalanca mio padre reagisce come colto in fallo e inizia a parlare in maniera incerta…

-          Tesoro… sei qui… credevo di non trovarti a casa… di solito uscivi sempre a quest’ora il sabato pomeriggio….-

-          Si… uscivo ma quando abitavamo nel vecchio paesino… qui ancora non ho trovato con chi uscire… tu dov’eri??-

-          Oh cucciola non ti sei ancora fatta nuovi amici? Amore stai tranquilla presto sarai piena e..- mentre pronuncia queste parole si avvicina e tende una mano per accarezzarmi la testa, neanche fossi una bambina in cerca di conforto… ma sbaglia di grosso, indietreggio e gli punto il cucchiaio contro.

-          Frena frena, bello mio non m’incanti… forza, dove sei stato?? E non cambiare discorso! – molto probabilmente vista da fuori questa scena è alquanto ridicola, la figlia che minaccia il padre per esser rientrato tardi a casa…

-          Ehm… tu mi chiedi dove sono stato.. bè.. per prima cosa carina, io sono l’uomo adulto e tu la ragazzina… - solo a sentire queste parole scatta il mio raptus omicida..

-           Sono maggiorenne!! Non sono più una ragazzina e se proprio vogliamo dirlo, dovrei essere io quella che torna tardi la sera quindi se la metti così, farò un po’ come mi pare da adesso in avanti!

-          Ehy ehy ehy… stiamo calmi, ero fuori per lavoro, la cena era fuori città e dopo aver bevuto un bicchiere di troppo tutti, non ce la siamo sentita di ritornare a cara, così nel ristorante era incluso l’albergo e ci siamo fermati a dormire… non ho chiamato perché non volevo svegliarti in piena notte o farti spaventare… -

-          Mhh…. Ok.. avete fatto bene, ma la prossima volta chiama! Capito?? O sarò costretta ad impedire le tue uscite

Alla mia ultima frase iniziamo a ridere come dei matti, mezz’ora dopo lui si butta sotto la doccia ed io mi rinchiudo in camera, quando esce dal bagno è vestito con una polo e un paio di jeans… l’ho detto che il mio è un papà giovanile… si affaccia sorridendo dalla porta della mia camera e dice

-          Forza vestiti che andiamo!

-          Andiamo? Andiamo, dove? –

-          Come dove? Non te lo avevo già detto? Stasera ci sarà una cena di lavoro, dove siamo tenuti a presentarci con le nostre famiglie. La mia impresa vuole vi sia unione e solidarietà tra i dipendenti e quindi andiamo a comprarti un vestito nuovo

-          Ma stasera non avremmo dovuto cenare solo noi? – risentita e un po’ rattristata cerco subito una scappatoia, non ho proprio voglia di ritrovarmi a cenare con figli di papà e uomini in giacca e cravatta che discutono d’affari, così senza pensarci due volte aggiungo, - stasera sono invitata a una festa in discoteca per il compleanno di un mio compagno, non mi sembra carino disertare il primo invito – non so bene come mi è venuto in mente, ma oramai l’ho detto.

-          Ah bè non c’è problema puoi benissimo prima venire alla cena e poi ti accompagno alla festa-

-          Papà non voglio sembrare la bimba che ha bisogno della scorta per andare a un compleanno… -

-          Vabbè vorrà dire che ti lascerò l’auto e andrai da sola, va bene? L’importante è che non  bevi chiaro? Oppure potresti andare in taxi… dai cucciola non mi abbandonare… - con lo sguardo da cane bastonato tenta di farmi cedere…. E… ci riesce, anche se c’è da dire che ho accettato prevalentemente perché oramai mi sono incastrata definitivamente con la festa e non so cosa indossare, così rapida metto i jeans, una polo,  slego i capelli e via con la borsa verso i negozi…. Non ha la minima idea di quanto gli farò costare questa cena.

Dopo due ore di estenuanti ricerche ho trovato il vestito, papà stava quasi per dare di matto, ma non gli ho permesso di fuggire sino a che non ho trovato anche scarpe e borsa. Il vestitino è semplice, bianco, della Fix Design con un nastro a fiocco blu che stringe sulla vita, di conseguenza decolté e borsetta in pan-dam.

Arrivati a casa è il mio turno con la doccia, mi fiondo sotto l’acqua scrosciante e cerco di evitare di pensare alla lunga, lunghissima serata che mi aspetta.

Ci metto poco a preparami, lascio sciolti i miei mossi capelli neri e poco trucco, giusto un po’ di matita agli occhi e lip gloss. Alle sette siamo già in auto verso il ristorante, mezz’ora dopo tanto traffico, papà parcheggia davanti a un magnifico ristorante. Deve essere di lusso.. non credo di poter ordinare una bella pizza qui…

Entriamo e l’atrio è talmente ricco di luce, cristalli e ornamenti d’oro che mi SBRILLUCCICANO gli occhi.

Il maître si avvicina a papà che in maniera molto cavalleresca mi aiuta a togliere il cappotto e lo porge a un cameriere, dopo di che ci addentriamo in un’ampia sala, dove troneggia al centro un lunghissimo tavolo, tutto intorno sparsi è pieno di ragazzi e ragazze vestiti tutti in maniera impeccabile, giacca e cravatta i maschi e abitini sobri ma sexy le ragazze.

Ora per l’ennesima volta sento lo sguardo dell’intera sala posarsi su di me, faccio appena in tempo a notare gli sguardi maliziosi dei figli dei colleghi di mio padre che mi trovo improvvisamente accerchiata e costretta a falsi sorrisi mentre non so più quante mani mi si porgono per essere strette.

Diversi minuti dopo, finiti i convenevoli, le ragazze m’incoraggiano a unirmi a loro.

Volto lo sguardo verso mio padre, e con solo un’occhiata gli faccio intendere che mi deve molti favori….

Sono già le otto e un quarto e pare che la cena non voglia ancora iniziare, quando finalmente una bellissima donna alta e distinta si pone verso il capo della tavola e invita la gente a sedersi, io e mio padre ci avviciniamo verso due sedie, ma la signora ci prega di accomodarci accanto a lei, così la raggiungiamo e ci accomodiamo con le spalle rivolte all’entrata della sala. La donna riprende la parola e ci prega di scusare il ritardo di suo figlio. Che maleducato, è l’unica definizione che mi viene da affibbiargli, nonostante ancora non conosca il tipo.

Continuo a guardare quella donna con grande ammirazione, è il superiore dell’azienda di papà, proprietaria dell’impresa. Bionda e occhi verdi, ad attirare la mia attenzione maggiormente però è quell’impressione che continua a persistere e che non mi abbandona.. dove ho già visto questa donna? Assomiglia in maniera disarmante a qualcuno ma proprio non riesco a collegare a chi..

E proprio qui avrei dovuto avere qualche sospetto, le ragazze iniziavano a sorridere concitate, si specchiavano l’un l’altra quasi dovesse arrivare il principe William in persona.

Quando la donna sta per riaccomodarsi, sento una voce provenire alle mie spalle

-          Scusate il ritardo, ma c’era molto traffico

Quella voce… stavo sorseggiando un goccio d’acqua che mi va di traverso e inizio a tossire convulsamente, mentre mio padre porgendomi un tovagliolo mi da piccole pacche sulla schiena, nuovamente sento lo sguardo di tutti su di me… che ennesima figura di merda!! Ultimamente non me ne va una dritta… ma forse avrei dovuto attendere prima di dire ciò…

Quando finalmente riesco a respirare, alzo lo sguardo e incrocio quello del ragazzo che dà un lieve bacio sulla guancia della madre per poi sorridermi..

-          Non ci posso credere! Questa è l’apoteosi! – sussurro appena…

Il ragazzo mi fa l’occhiolino e poi si accomoda davanti a me.

Mio padre si avvicina lentamente verso di me e mi chiede in un bisbiglio – vi conoscete?

Prima ancora che possa rispondere la proprietaria della ditta dice – Luca! Sei sempre in ritardo… lo sai che a quest’ora c’è sempre molto traffico, sei sempre il solito… e poi.. potevi almeno mettere il vestito

Solo ora mi accorgo che indossa un paio di jeans strappati sul ginocchio, una camicia nera che fascia perfettamente i suoi addominali scolpiti e al collo una collana d’acciaio targata D&G.

-          Allora?? – chiede mio padre dandomi una gomitata in un fianco… mi ero incantata a guardarlo… ora si che comprendo il detto “non vi è fine al peggio” 

-          È un mio compagno di classe, Luca… - anche se sarebbe stato meglio dire “è quello stronzo del mio compagno di classe, ultra vanitoso”…

Quanto vorrei essere già a letto!!!

 

 

Angolo autrice:

ecco qui il terzo capitolo =) spero sia stato di vostro gradimento…

e poi…la festa deve ancora iniziare =)

vi aspetto al prossimo =)

non vedo l’ora di sentire il vostro parere un bacione

missLovely91

ps. Purtroppo non ho trovato ancora nessuno che è in grado di spiegarmi come aggiungere l’immagine… chissà magari un giorno…

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Capitolo 5
*** 4. proposte e strane gelosie ***


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4. Proposte e strane gelosie

Lui se ne sta lì, tranquillamente stravaccato sulla sedia, mentre continua a fare battute allusive, che paio cogliere solo io e quelle altre squinternate che non fanno altro che chiamarlo… Luca di qua Luca di là…. Che avrà mai poi di così importante… è bello sì, è vero, ma così mi pare un’esagerazione… dire che gli muoiono ai piedi è poco.

Mi si è chiuso lo stomaco, i camerieri continuano a servire portate su portate ma io non sono in grado neanche di bere un sorso d’acqua che quel babbuino riesce a farmelo andare di traverso.

Mio padre mi lancia continue occhiate preoccupate, mentre la signora Maddalena (madre dell’essere) continua a farmi domande su domande… ed io, cosa veramente inconcepibile, non riesco a spiccicar parola… sto facendo la figura dell’asociale, maledizione a lui!!

Non ne posso davvero più… spingo rapidamente la sedia indietro riuscendo a scontrare in pieno il cameriere che stava portando la caraffa d’acqua al tavolo... indovinate…. Tonfo sordo, e la caraffa che era di vetro finisce a terra frantumandosi in mille pezzi.

Alzo lo sguardo mortificata e incrocio quelli del giovane di un colore verde smeraldo. Contemporaneamente diciamo <<Scusami!! Non volevo…>> poi ci blocchiamo imbarazzati e, prima che lui potesse riaprire la bocca aggiungo <<…stasera non me ne va una dritta, perdonami ti aiuto a pulire>> mi chino rapida e tento di raccogliere qualche pezzo di vetro da terra..

Il ragazzo subito mi prega di lasciar stare <<Ci penso io… davvero, la prego si accomodi>> 

<< Ma no figurati davvero… mi sento in colpa a farti pulire i miei impiastri>> mentre parlo, presto troppa poca attenzione alle schegge che tengo in mano e inavvertitamente mi ferisco una mano <<AHI!!>>

Subito sento una mano afferrarmi per un braccio e tirarmi su.

<<Possibile che tu non riesca a reggerti in piedi o non combinare guai??>> ... Lui?? Ma che vuole ora… <<Lasciami subito!!!>> dico, ma pare prestarmi poca attenzione, guarda la tavolata e dice <<L’accompagno a medicarsi>> dopo di che inizia a trascinarmi come un sacco di patate verso l’uscita della sala…

Sento i mormorii delle ragazze da questa distanza <<wow… come vorrei esser al suo posto>> <<hai visto che cavaliere? Si è subito premurato di aiutarla>> o ancora <<secondo me l’ha fatto apposta>> <<ha una fortuna sfacciata quella ragazza>>.

Quando finalmente quel vociare è distante abbasso lo sguardo e noto che mi tiene per il polso… subito sento andar a fuoco le guance, tiro indietro il polso e urlo <<Lasciami ti ho detto!! Ti ha dato di volta il cervello? Non c’era bisogno di questa sceneggiata!!>> ma lui mi ignora bellamente <<ehi!! Mi ascolti??>>

Si  volta guardandomi i cagnesco <<Sta ferma!! Stai perdendo un sacco di sangue ti macchierai tutta e più che altro macchierai me!>> mentre parla tenta di nascondermi la mano… poi si rivolge al maître <<posso avere la cassetta del pronto soccorso?>> <<Certo signore. Se vuole posso fare io… sono desolato per la sua fidanzata.>>

A quella frase mi cade la mandibola e gli occhi mi escono fuori dalle orbite… IO la sua fidanzata neanche morta!!... non ho voce per replicare ma sono certa che lo farà lui, che invece sorride <<No, non si preoccupi ci penso io a lei>>

Quando il maître si allontana ritrovo il fiato per poterlo aggredire <<oh ma ci sei o ci fai?? Hai sentito cosa ha detto??? Perché non gli hai detto la verità??>>

<<Perché scusa, sei fidanzata?>> domanda sornione mentre armeggia con la valigetta che l’uomo aveva preso da un armadietto e lasciato sul bancone prima di allontanarsi, <<e questo cosa centra ora?? Anche se fosse non sono affari tuoi, e poi il punto non è questo, ma il fatto che noi due non stiamo e mai staremo assieme>> replico con tutta la mia acidità

<<ehi ehi bella… calma… uno come me tu potresti solo sognarlo, per chi mi hai preso? Io non vado mica dietro a mocciosette come te, che si credono chissà chi>>

<<come ti permetti di dare a me della mocciosetta??? Brutto scemo!! E poi sarei io quella che si crede chissà chi?? Mio caro sei tu quello che si può scordare una come me!!>> mentre parlo finalmente libera la mia mano…

è fasciata a regola d’arte, meglio che in ospedale.. mentre la guardo lui ripone “gli attrezzi” al loro posto e facendo finta di non aver sentito nulla di quello che ho detto dice <<Tranquilla, ho controllato, non avevi schegge nella mano era solo un taglio superficiale, ma se non ti fidi vai a farti controllare al pronto soccorso>> detto questo mi volta le spalle e si allontana, rientrando nella sala dove il resto della gente sta concludendo la cena.

Lo seguo dopo alcuni minuti e pochi passi prima di rientrare nella sala, il cameriere dell’incidente mi ferma, <<Scusami per prima, non avrei dovuto permetterti cogliere i vetri, mi dispiace di aver fatto infuriare il tuo ragazzo…>>

<<Ancora con questa storia??>> sbotto adirata, il ragazzo mi guarda confuso, <<perdonami, non ce l’ho con te, è solo che quell’idiota non è il mio ragazzo>>, il cameriere si apre in un sorriso <<ah bè allora meglio così, vorrà dire che oltre al posto, non rischierò anche un cazzotto per questo>> si guarda in torno con aria furtiva, mentre io lo analizzo confusa, dopo di che tira fuori un foglietto piegato dalla tasca del gilet, me lo porge e aggiunge <<è il mio numero, io sono Stefano, manda un messaggio se ti va>> poi va via  lasciandomi allibita mentre l’intera sala è rivolta a guardarmi.

Rossa in viso mi siedo accanto a mio padre che subito di domanda cosa volesse il ragazzo, scuoto la testa come a fargli capire di non voler parlarne, non solo è alquanto imbarazzante parlare di ragazzi con lui, ma sento anche di essere osservata a distanza ravvicinata dal mio compagno di classe.

<<Cara purtroppo le portate sono finite, ma se vuoi chiediamo qualcosa apposta per te>> dice premurosa la signora Maddalena, scuoto la testa <<no non grazie, hanno già portato il dolce?>> <<no ancora no tesoro, ma sei sicura di non voler proprio nulla?>> <<si si, stia tranquilla, mangerò il dolce, ne vado matta>> a quella mia esclamazione, incrocio lo guardo di Luca che sorride <<Non lo avrei mai detto acida come sei>> bisbiglia.

Quello scemo ha la capacità innata di farmi arrabbiare!

Quando finalmente termino il mio tiramisù, il resto della sala ha già terminato. Ci alziamo dal tavolo e ci avviamo verso l’uscita.

<<Papà, io allora vado… mi dai le chiavi?>>

<<Eli, davvero non posso accompagnarti io? Ti lascio lontana dall’entrata e poi torni con un taxi… non mi sento sicuro a lasciati andare sola…>>

<<ma papà avevi promesso!!...>> non faccio in tempo a terminare la frase che la signora Maddalena si intromette, <<dove devi andare tesoro?>>, la finirà mai di chiamarmi tesoro, cara ecc?? non sopporto tutti questi appellativi, soprattutto da un’estranea… visto il mio silenzio prende parola mio padre

<<è stata invitata ad una festa. Deve andare in una discoteca, ma non vuole che l’accompagni>>

<<e dove sarebbe questa festa?>>

<<al MOONACRE>> rispondo scocciata per la sua intrusione,

 la donna si apre in un sorriso che non promette nulla di buono… <<E quale sarebbe il problema? Lucaa>>

perché sta chiamando suo figlio???

Il babbuino era preso a far sbavare quelle 4 sgallinate che non fanno altro che emettere strani versetti… <<dimmi>> le risponde avvicinandosi…

<<stasera non dovevi andare al MOONACRE per il compleanno di Matteo?>> oh oh nonononono <<si perché?>>

<<Bene! Risolto il problema>> risponde la donna rivolgendosi a mio padre, poi ritorna a guardare il figlio che la fissa con l’aria confusa <<devi accompagnare Elisa, anche lei è stata invitata al compleanno ma non sa come andare>>

<<esistono i taxi>> rimbecca subito lui, che simpatico.. <<se vuoi andare ti conviene dire una parola in più>>.

Nel mentre io mi rivolgo a mio padre <<Papà perché dobbiamo scomodare altre persone quando ho una patente??>> ma la donna nuovamente si intromette, rischia grosso se non la smette con questo mania di impicciarsi <<cara nessuno disturbo, deve andare anche lui li>>, la ignoro bellamente e continuo rivolgendomi a mio padre <<devo anche passare a prendere Mel in piazza XX>>

Proprio in quel momento mi squilla il cell…. MEL

eli mi senti??” la voce della mia amica è coperta da un rumore assordante e lei per farsi sentire urla talmente forte che devo allontanare il cellulare dell’orecchio per non perdere il timpano..

mel? Dove sei?” rispondo coprendo l’altro orecchio per mettere “bene e fuoco” la sua voce

sono già al MOONACRE, puoi perdonarmi?? Si è fermato un ragazzo che mi piace troppo e mi ha offerto un passaggio, non ho potuto rifiutare… ma tu vieni lo stesso ok? Ti do l’indirizzo..maledizione proprio ora!! Maddalena sorride e suo figlio scocciato sbuffa… hanno sentito tutto

Taglio corto e chiudo la conversazione guardandomi i piedi… mio padre mi da un bacio sulla fronte augurandomi un buon divertimento, mentre la signora mi abbraccia esternando con mille sorrisi la volontà di volermi rivedere…. Grazie ma io passo, avrei voluto dirlo sul serio ma mi sono trattenuta… poi si allontanano ed io rimango sola con lui.

Scazzato mi dice <<finisco di parlare e andiamo>> dopo di che mi lascia li come un’idiota e va a chiudere il discorso con quelle galline…

io mi appoggio ad un auto e aspetto… che cosa imbarazzante.. qualche minuto dopo il cameriere esce dal ristorante con una giacca in mano, la mia… nella fretta di andar via l’ho dimenticata al ristorante…

mi raggiunge e con un sorriso raggiante me la porge, <<immaginavo fosse la tua si sente il profumo lontano un miglio>>, gli sorrido <<grazie non dovevi, credo che me ne sarei accorta prima o poi…questa sera ti.. >> non faccio in tempo a terminare la frase che lo sbruffone si riavvicina e sorpassandomi dice <<andiamo, muoviti, non ho intenzione di aspettarti>>, che razza di modi!

<<Scusami ma devo proprio andare, ci sentiamo>> dico a Stefano, <<lo spero>> ribatte lui.

Dopo di che corro verso “il mio tassista”…

wow… che auto!!! una porche nera… direi che fa per lui.. mette in moto e romba il motore….che maleducato neanche aspettare 2 secondi, apro la portiera e mi siedo sul sedile passeggero.

Ma quando avrà fine questa giornata??

 

Il viaggio pare interminabile.. ma dove diavolo è questa discoteca??

Ascoltando la voce di Vasco rossi mi rilasso, la tensione da quando siamo saliti è palpabile… mi volto e noto che il suo sguardo è rivolto verso di me… ma cosa sta guardando?...

<<brutto maniaco compulsivo!!!>> fissava le mie gambe… tento rapida di coprirle con la borsetta che tengo poggiata su di esse… nel mentre gli tiro un pugno con il braccio sinistro…

<<mamma mia quante storie… e poi hai capito male… stai perdendo questo…>> si sporge verso di me e guardando la strada, sfiora le mie gambe per prendere un bigliettino che sta scivolando dalla mia borsa… io trattengo ancora il respiro… che mani calde…. Al solo pensiero divento paonazza…

Lo apre e inizia a leggere <<”330-547####, chiamami Stefano”… mmm un cascamorto>> piano piano mi riprendo e tento di allungare la mano per riprendere il fogliettino che mi aveva dato il cameriere, ma lui lo allontana… <<Come ti permetti di impicciarti dei fatti miei?? Riddamelo subito!!>>

<<Perché? Non mi sembrava ci tenessi molto.. lo stavi quasi per perdere… e poi non vorrai dirmi che avevi invenzione di scrivergli… non sei la tipa>> dice con il sorriso sulle labbra, quella faccia mi viene voglia di prenderla a sberle, giuro!! <<cosa ne vuoi sapere tu?? Ah no?? E che tipo sai avanti..>>

Scoppia a ridere, sbellicandosi molla il volante e si tiene la pancia, <<ahhhhhhh non farlo mai più!!!>> gli dico sporgendomi per sorreggere io il volante… ora siamo vicinissimi, mi guarda da una distanza di appena 10 cm… troppo breve per 2 estranei  con uno sguardo malizioso poggia la mano sul volante proprio sulla mia ed io la ritraggo come scottata… dopo alcuni minuti di silenzio riprende a parlare…

<<Semplice, tu sei una delle classiche bimbe di papà, sogni il principe azzurro che in groppa al suo cavallo bianco ti porta rose rosse ed uccide draghi per difenderti… non sei il tipo da mandare messaggi a ragazzi per prima…>>… in effetti la sua analisi è corretta anche se detta così è una presa per il culo ed io non ho alcuna intenzione di dargli la soddisfazione, per aver compreso di me molto più di quello che crede. Così per smontalo dico, <<bè mi dispiace ma ti sbagli di grosso …dammi! Vedrai in diretta se ho o meno il coraggio di scrivergli>> mi guarda sorpreso, non ho intenzione di scrivere a Stefano ma voglio solo indietro quel foglietto, in fondo è mio…

Mi fissa nei occhi e sorridendo tende la mano come a porgermi quel maledetto un pezzo di carta… poi la ritrae di colpo e ci sputa sopra la chewingum e la butta fuori dal finestrino. Io lo guardo con la bocca aperta!! O lo uccido o lo uccido! Come diavolo si è permesso!! <<ti ho tolto dall’imbarazzo di dimostrami che avevo ragione>> ho gli occhi fuori dalle orbite!! Inizia a rallentare la sua corsa si accosta e solo ora mi rendo conto di essere arrivati a destinazione. Incavolata nera scendo dall’auto e sbatto forte la portiera, senza voltarmi indietro mi dirigo come un fulmine verso l’entrata del locale.

Davanti al buttafuori ci sono i miei compagni… mi avvicino a Mel che mi abbraccia tutta contenta mentre io sono ancora furiosa con lei per la buca che mi è costata 10anni di vita… dietro di lei Francesco, che mi sorride e si avvicina porgendomi il braccio dice <<Entriamo signorina?>>

Proprio in quel momento Luca si affianca a noi e guardandomi con aria di sfida stringe una bionda ossigenata che indossa un pantaloncino tipo culottes e un toppino che più “ino” non si può. Ricambiando lo sguardo del “mio tassista” rispondo a Francesco <<Con vero piacere Mio cavaliere>> e ridendo entriamo in quel bordello.

Superiamo la pista da ballo e ci dirigiamo verso un tavolo, dove seduto tra due ragazze, troviamo Matteo il festeggiato, che appena mi vede, si alza e sorridendo mi abbraccia… quanto entusiasmo.. <<Elisa ce l’hai fatta a venire… sono contento!!>> sconcertata lo ringrazio e mi siedo al tavolo mentre gli altri ordinano cocktail io mi limito ad una coca-cola…

Dopo una buona mezz’ora il playboy si presenta al tavolo con due conquiste in più… ora sono tre a stargli appiolipate addosso.. che cosa squallida…prende da bere e sembrerà assurdo ma ho come l’impressione che continui a fissarmi, cosa che mi fa molto alterare, così afferro Francesco per il braccio lo avvicino a me e, gli urlo in un orecchio <<andiamo a ballare?>> mi sorride ed annuisce con il capo.

Quando ci alziamo dal tavolo Francesco mi tiene per la mano. E mentre mi guida verso la pista sento le spalle andare a fuoco… ignoro la cosa e quando finalmente troviamo un angolo dove poterci muovere iniziamo a ballare..

Certo che Francesco è proprio un bel ragazzo, carnagione abbronzata e occhi scuri… balliamo e le sue mani si poggiano ai miei fianchi, imbarazzata lo guardo sorridendo, dopo di che mi lascio andare alla musica e presto poca attenzione al fatto che balliamo un po’ troppo “intimamente” se così possiamo dire, bacino contro bacino…

Quando riprendo un po’ di coscienza, guardo alle spalle di Francesco e trovo Luca che si struscia ben oltre il lecito con un’altra ragazza… e contemporaneamente guarda me… imbarazzata distolgo lo sguardo e dico al mio compagno <<vado un attimo a rinfrescarmi, ci vediamo al bancone>> lui annuisce e si dirige verso il bar mentre io mi volto e vado nella direzione del bagno.

Quando finalmente riesco a raggiungere i servizi, trovo il caos più allucinante, ragazze che piangono perché  i loro ex ballano con altre, chi si trucca, altre che vomitano… che idiozia…

Cerco di sciacquare le mani stando ben attenta a non bagnare la fasciatura ed esco da quel putiferio… apro la porta e trovo Luca appoggiato con le spalle al muro e braccia incrociate… è una persecuzione questo ragazzo!

Cerco di sorpassarlo ignorandolo… ce l’ho quasi fatta, ma sento la sua mano afferrarmi il polso e trascinarmi dietro ad una pianta. Poi mi blocca con e spalle al muro… siamo vicinissimi <<non si saluta?>> chiede… <<ah ciao anche tu qui?>> domando ironica <<ma che simpatica… ti ho vista che ballavi con Cesco>> <<si, qualche problema?>> chiedo col cuore in gola… è veramente sexy….

<<no nessun problema, a parte che balli da schifo>>, spalanco gli occhi e lo guardo allibita <<io non ballo da schifo! Cioè sicuramente ballo meglio delle tue amichette, perché loro non ballano proprio! E poi perché  invece di guardare me non guardavi loro??>>

<<io non ti guardavo, eri tu che eri sempre sotto il mio naso a strusciarti con quell’idiota>>.

<<c’è qualcuno che ti è simpatico stasera? E poi non mi strusciavo e anche se fosse, lo ripeto… non sono affari tuoi, ora scusami ma devo proprio andare, mi stanno aspettando>> faccio per uscire dalla sua morsa ma lui mi blocca nuovamente <<ti devo riaccompagnare a casa io ricordatelo quindi conviene che non ci separiamo>> dice sorridendo.

<<ma cosa stai dicendo?? Il passaggio era solo per l’andata al ritorno posso far da me>> mi guarda adirato e replica <<e come intendi tornare??>>

<<Esistono i taxi>> rispondo alla stessa maniera in cui lui aveva risposto a sua madre quando aveva saputo di dovermi riaccompagnare a casa.

Mi lascia libera di colpo e voltandosi dice <<allora fa come ti pare!>>.

Questo ragazzo soffre di sbalzi d’umore… e a causa sua anche il mio si è guastato, torno verso gli altri e trovo Mel <<Mel io torno a casa, non mi sento molto bene>>

Mi guarda preoccupata e dice <<ok, vengo con te, mio padre starà arrivando, ti accompagniamo noi>>

 

Mezz’ora dopo siamo fuori dalla discoteca, Mel mi racconta del ragazzo che l’ha accompagnato e mi chiede come sono arriva io…. Non hanno visto l’auto da cui sono scesa fortunatamente, così le ho detto di essere arrivata in taxi.

Stiamo par salire sul golf grigio di suo padre quando, sento rombare un motore che già conosco, mi volto e lui è in auto con la bionda ossigenata dell’entrata accanto, al posto mio. Leggendomi nel pensiero la mia amica dice <<Luca il solito sbruffone>> alzo le spalle come a voler dire che non m’interessa.

Per l’intero viaggio non apro bocca. Quando finalmente siamo arrivati, ringrazio il signor Marino per il passaggio, saluto Mel e rientro in casa.

Papà è sul divano, mia saluta e chiede com’è andata la serata…

<<bene, sono stravolta vado a letto>> sono ancora un po’ arrabbiata con lui per il fatto dell’auto, soprattutto per le conseguenze.

Chiudo la porta alle mie spalle, slaccio il vestito che lascio per terra e senza neanche mettere il pigiama mi butto sotto le coperte… <<casa dolce casa>>.

 

 

Angolo autrice:

ragazze scusate il ritardo, sono mortificata, purtroppo questa settimana sono ultra impegnata con lo studio, tra psicologia e sociologia ci sto rimettendo la pelle (qualcuna forse può capire =P). In più ieri ho avuto una comunione che mi ha occupato tutta la giornata.

Per farmi perdonare ho scritto un capitolo molto più lungo del solito. Spero sia stato di vostro gradimento =).

Ringrazio fortemente tutti coloro che seguono e leggono la mia storia. In particolare chi ha la pazienza di recensire, cosa che mi rende ultra felice.

Sono sempre curiosa di scoprire il vostro parere, positivo o negativo che sia.

Ora vi saluto un mega bacio

missLovely91

ps spero che stavolta l’immagine sia visibile… altrimenti mi arrendo =(

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