Il bagno dei mangiamorte

di Laura Anita Winchester
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Hai qualcosa che mi appartiene, Granger ***
Capitolo 2: *** sei debole... ***
Capitolo 3: *** una lezione non ti è bastata, mezzosangue ***
Capitolo 4: *** Brutta giornata eh? ***
Capitolo 5: *** forse riesco a sistemare tutto... ***
Capitolo 6: *** Hai rovinato tutto! ***
Capitolo 7: *** State lontani! ***
Capitolo 8: *** Non hai risposto alla mia domanda ***
Capitolo 9: *** potevo essere diversa ***
Capitolo 10: *** chi è andata a letto con Malfoy? ***
Capitolo 11: *** tu sei mio amico. ***
Capitolo 12: *** Hai osato? ***
Capitolo 13: *** Insistenti, accusatorie, maledette voci. ***
Capitolo 14: *** Il patronus ***
Capitolo 15: *** la cosa non è tragica ***
Capitolo 16: *** Lontra e furetto ***
Capitolo 17: *** Resta con me ***
Capitolo 18: *** come se quel marchio non indicasse la mia strada... ***
Capitolo 19: *** Finalmente il suo nome ***
Capitolo 20: *** cuore distrutto ***



Capitolo 1
*** Hai qualcosa che mi appartiene, Granger ***


- Penso che tu abbia qualcosa che mi appartenga, mezzosangue.

Alzai gli occhi dal libro di pozioni e lanciai un’occhiata a Piton, voltato di spalle, intento a scrivere alla lavagna.

- Sono dietro di te, Granger – mi disse la stessa voce di prima.

Sospirai e mi voltai a fissare gli occhi gelidi di Malfoy – Cosa te lo fa pensare?

- Il fatto che ho perso il mio anello quando ero in bagno, e guarda caso c’eri anche tu – disse lui, con un ghigno stampato in faccia.

Lanciai un’altra occhiata a Piton, che continuava a non notarci, per poi tornare al principe delle serpi – Mettiamo il caso che io abbia il tuo stupido anello di famiglia… lo vorresti ora, sotto gli occhi di tutti, o preferisci che te lo consegni di nascosto?
Lui sbiancò – Ok, Granger. Questa sera, alle nove, davanti alla stanza delle necessità.
Annuii ritornando alla lettura del libro, mentre l’anello di Draco pesava nella mia tasca.
Aggiunsi del liquido all’interno del calderone sopra il mio banco.
Piton si avvicinò con aria disgustata – Mediocre, signorina Granger.
Sospirai e lanciai un’occhiataccia al professore – A me sembra tutto regolare, professore… magari poi mi sbaglio.
Lui mi superò – Cinque punti in meno a Grifondoro.
Sbuffai e continuai a finire la mai pozione mentre Malfoy, alle mie spalle, rideva con i suoi amici. 


angolo autrice
chiedo per l'ennesima volta scusa per l'inconveniente ma non mi aspettavo di dover continuare la one-shot =)  

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Capitolo 2
*** sei debole... ***


La sera, dopo cena, salii fino al settimo piano.
Ero sicuramente in ritardo, visto che Malfoy passeggiava nervoso davanti al muro della stanza delle necessità.

- Sei in ritardo – mi confermò.

- Scusa, ma levarmi Harry e Ron è stato difficile e…

- Non mi interessa nulla dei tuoi stupidi amici. Dammi l’anello – disse lui, aprendo la mano e trafiggendomi con lo sguardo.

Sospirai e infilai la mano nella tasca dei pantaloni.
Strinsi tra le dita l’anello e lo posai esitante sul palmo di Draco.
Lui chiuse immediatamente le dita, attorno al metallo freddo, e controllò l’anello.
Incrociai le braccia sul petto offesa – Tranquillo, non ci ho giocato e non è graffiato.
Lui infilò l’anello al dito e mi guardò – Hai detto allo sfregiato del nostro incontro?
Scossi il capo – Se prometto una cosa la rispetto.

- Già, voi stupidi Grifoni con l’orgoglio e la bontà nel sangue.

- Sei odioso, Malfoy.

- Non quanto te, Granger – disse lui, voltandomi le spalle e iniziando a percorrere il corridoio.

- Ma sei debole – dissi, dopo qualche secondo di esitazione.

Lui si fermò e si voltò lentamente – Cosa hai detto?

- Sei debole – ripetei seria, anche se in realtà ero terrorizzata.

Lui ridusse, con passi sicuri e veloci, la nostra distanza – Non credo di aver capito bene, mezzosangue.
Aprii la bocca – Sei…
Una stretta gelida si chiuse attorno al mio collo e fui trascinata fino alla parete, dove sbattei la schiena dolorosamente.
L’odore di tabacco e menta mi penetrò le narici, mentre Draco mi parlava a pochi centimetri dal mio viso.

- Non hai alcun diritto di giudicarmi, mezzosangue. Sei inferiore e non devi dire nulla che riguardi quel giorno, in bagno. Sei inutile e non sapresti nemmeno aiutarmi. Ti consiglio di starmi alla larga e di non provare mai più a giudicarmi. La prossima volta, non sarò così buono con te.

La presa si allentò e scivolai a terra tossendo mentre i miei polmoni di riempivano faticosamente di aria.
Guardai le scarpe lucide di Malfoy percorrere il corridoio e sparire dietro un angolo.
Mi rimisi in piedi e camminai fino al bagno dei prefetti.
Allo specchio riuscii a vedere il segno viola delle dita del furetto, attorno alla mia gola.
Gemetti quando provai a tastare la gola.
Dovevo nascondere quel livido a Harry e gli altri…
Chiusi tutti i bottoni della camicia e alzai il colletto, lasciai cadere i capelli davanti per coprirlo al meglio.
Presi un bel respiro e uscii dal bagno diretta al dormitorio. 

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Capitolo 3
*** una lezione non ti è bastata, mezzosangue ***


Quando il ritratto si scostò di lato gli occhi dei ragazzi si posarono su di me.

- Tutto bene? – chiese Harry, notando il mio abbigliamento.

Sorrisi – Nei corridoi faceva freddo e avevo paura di prendermi qualcosa – dissi, nascondendo ancora di più il livido.
Ron era sdraiato su una poltrona e mangiava delle caramelle, mentre mi osservava.
Lo fulminai con lo sguardo. Da quando stava con Lavanda mangiava il doppio visto che lei lo riempiva di cioccolatini o altre schifezze.

- Che c’è? – chiese lui, con la bocca piena di cibo.

Feci una smorfia di disgusto – C’è che ti stai riducendo ad un bidone.

- Beh, non puoi farci niente – mi rinfacciò lui.

Lo guardai con odio e salii nella mia camera.
Fortunatamente essendo caposcuola potevo permettermi una camera singola, lontana da Ginny e le altre.
Mi sdraiai sul letto e chiusi gli occhi.
 
Dei pugni contro la porta mi svegliarono.
Stropicciandomi gli occhi andai alla porta e l’aprii.

- Che diavolo vuoi? – chiesi irritata a Harry.

Il suo sguardo si posò sul mio collo – Cosa ti è successo?
Coprii, come potevo, il livido – Niente, ho sbattuto da qualche parte. Che cosa vuoi? – chiesi.

- Sicuramente sei andata a sbattere tra le mani di qualcuno, visto che quelle sembrano dita – disse lui, continuando a fissare il mio collo.

- Harry James Potter, vuoi dirmi per quale futile motivo sei venuto a svegliarmi?! – urlai frustrata.

Lui arretrò di un passo – Sono venuto a ricordarti che questa sera hai il turno di ronda.

- Grazie – dissi amaramente, prima di sbattergli la porta in faccia.

Mi guardai nello specchio del bagno e avvolsi attorno al collo una sciarpa che richiamava i colori della mia casa.
Indossai il mantello, come voleva il regolamento, e uscii dalla stanza.
La sala comune era vuota e il camino continuava a produrre calore.
Uscii dal ritratto e iniziai a vagare tra i corridoi.
Stranamente non sorpresi nessuno a sbaciucchiarsi.
Scesi fino al portone principale dove solitamente vi era qualche professore con cui chiacchierare.

- Signorina Granger, non dovrebbe essere ai piani superiori a svolgere il suo lavoro?

Guardai con odio Piton – Sopra è tutto regolare, professore.

- Quindi, ha deciso di venire a infastidirmi? – chiese, con aria disgustata.

Scossi il capo e sospirai lasciando il professore senza risposta per la prima volta.
Con un incantesimo non verbale, illuminai il corridoio del primo piano e controllai per l’ennesima volta che non vi fosse nessuno.
Un odore pungente attirò la mia attenzione.
Notai una nuvola di fumo al fondo del corridoio.
Mi avvicinai in silenzio, diminuendo la quantità di luce proveniente dalla bacchetta.
Svoltai a destra e puntai la bacchetta, pronta a lanciare un incantesimo e a togliere punti ad una casa.

- Metti giù la bacchetta, mezzosangue.

- Malfoy, non dovresti essere qua – dissi, abbassando la bacchetta.

Lui mi fissò divertito con una sigaretta in mano – Copri i miei ricordi? Mi dovrei sentire offeso.
Posai una mano sulla sciarpa – Si da il caso che voglio evitare che i miei amici mi infastidiscano con le loro domande.

- Potty e lenticchia, eh? Sì, sono decisamente fastidiosi…

- No, stai zitto. Non hai il diritto di criticarli – dissi, puntandogli contro la bacchetta.

Un ghigno si dipinse sul suo viso – A quanto pare una lezione non ti è bastata. 

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Capitolo 4
*** Brutta giornata eh? ***


Arretrai mentre lui si alzava e buttava a terra la sigaretta.
- Ti ho già detto che io sono superiore – disse, avvicinandosi.
Arretrai finchè il muro non mi fermò – Solo per un fatto di sangue, Malfoy. Nulla di più.
- A quanto pare, il livido non fa abbastanza male – disse, premendo la mano sulla sciarpa.
Gemetti da dolore, ma continuai a fissare Draco negli occhi.
- Sai perfettamente che potrei ucciderti, perché ti ostini a intralciarmi? – chiese a pochi centimetri dal mio viso.
Deglutii – Perché voglio aiutarti, Malfoy. Tu non sei un mostro.
Lui si allontanò di scatto, mollando la presa su di me – Menti, mezzosangue.
Presi un bel respiro, mentre l’aria entrava regolare nei polmoni – No.
- Non dovresti provare compassione per me, ti ho sempre maltrattata – sussurrò lui, frustrato.
- I miei genitori mi hanno insegnato a perdonare – risposi.
Lui mi trafisse con lo sguardo – Non mi interessa nulla di quello che ti hanno insegnato i tuoi genitori babbani.
Mi allontanai dal muro e lo superai – Almeno i miei genitori mi hanno insegnato qualcosa che non sia insultare qualcuno. Il mio turno è finito, ‘notte furetto.
 
La mattina seguente mi svegliai di buon ora.
Indossai la divisa e scesi a fare colazione.
Stranamente Ron e Harry erano già sotto e si stavano rimpinzando di cibarie.
Ginny, appena mi vide, si alzò preoccupata – Come va il livido?
Fulminai Harry con lo sguardo e lui ricambiò – A quanto pare le voci corrono.
- Scusa se siamo tuoi amici e ci preoccupiamo per la tua salute, Hermione – disse Ron, che stranamente aveva finito di mangiare.
Strinsi il libro di pozioni al petto – Strano, perché ieri sera io ci ho provato con te, ma non ha funzionato.
Ron si alzò infuriato – Sei solo gelosa.
- E se anche fosse?! – urlai, attirando l’attenzione di gli studenti, compreso il tavolo dei serpeverde.
Ron aprì la bocca come un pesce, ma non disse nulla. Non sapeva ribattere.
Qualcuno si avvicinò – Bene, vedo che il trio sta litigando animatamente. Tutto bene, Granger?
- Cosa vuoi, Malfoy? – chiese Harry, fulminando il biondo.
Lui alzò le mani – Mi sembrava ingiusta la cosa. Due contro uno, dovreste vergognarvi.
- Vai a fare la predica a qualcun altro, Malfoy – disse Ginny, avvicinandosi a Harry.
Il solito ghigno si dipinse sul viso di Malfoy – Mi correggo, tre contro uno.
- Malfoy, smettila – sussurrai, cercando di mantenere il controllo di me stessa.
Lui mi fissò – Noi due dobbiamo parlare, mezzosangue.
- Aspetta. E’ opera tuo quel livido? – chiese Harry, minaccioso.
Draco alzò le spalle – E se anche fosse? Sicuramente se l’è cercata.
Infuriata uscii dalla sala grande e mi diressi a grandi falcate verso il lago.
La brezza mattutina mi fece venire la pelle d’oca e mi maledissi per non aver indossato qualcosa di più pesante.
- Brutta giornata, eh?
Sorrisi – Ciao Hagrid.
Il gigante si sedette al mio fianco e mi fissò – Come mai sei da sola? Tra poco inizieranno le lezioni.
Annuii – Lo so, ma ho appena litigato con i ragazzi e Malfoy continua a infastidirmi.
- Beh, mi sembra tutto normale, no? Anche tra moglie e marito si litiga e Malfoy non mi sembra una novità.
Aprii la bocca per dire quello che in realtà era Malfoy.
Di cosa avevo visto in quel bagno.
Invece mi alzai e salutai Hagrid dicendo che dovevo correre a lezione di pozioni, prima che il professore togliesse dei punti alla mia casa.  

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Capitolo 5
*** forse riesco a sistemare tutto... ***


DRACO

Ma che diavolo mi stava prendendo?
Tormentai l’anello che portavo al dito. L’anello che la Granger mi aveva restituito.
Ero in aula di pozioni e non stavo badando a Piton che continuava la sua lezione su come creare chissà che genere di intruglio.
La mia concentrazione era tutta su di lei.
Perché mi ero comportato in quel modo in Sala Grande?
La guardai buttare all’interno del suo calderone del liquido viola e annotare degli appunti su una pergamena li vicino.
Ma perché diavolo doveva sempre segnare tutto quello che diceva o succedeva?

- Signor Malfoy – mi richiamò il professore.

Lo guardai svogliato – Si?

- Non ha ancora iniziato la pozione, suppongo che lei stia male.

Alzai le spalle – Un po’ – mentii.
I suoi occhi neri viaggiarono per la classe – Bene allora può sistemarsi affianco alla signorina Granger che sembra essere in difficoltà.
La mezzosangue alzò lo sguardo e fece per ribattere ma si fermò in tempo.
Presi la mia tracolla e la lanciai contro il banco. Mi lasciai cadere sulla sedia affianco alla sua e continuai a guardarla.

- A quanto pare ti ostini a infastidirmi – disse mentre appuntava il cambiamento di colore sulla pergamena.

Alzai un sopracciglio – Non credo, Granger e comunque quel colore e celeste non indaco – le dissi correggendo i suoi appunti.
Lei arrossì e corresse subito l’appunto – Non cambiare discorso. Ti ho visto. Durante tutta la lezione mi hai sempre fissata.
Alzai le spalle rimproverandomi di essermi fatto scoprire così facilmente – Stavo controllando che i tuoi capelli non andassero a fuoco.
Lei di tutta risposta prese un elastico e chiuse la folta chioma attorno ad esso riprendendo a mischiare la pozione.
Notai che non portava la sciarpa e il livido appariva nero rispetto alla sua pelle.

- Perché non lo nascondi? – chiesi.

Lei mi fulminò – Non sarà un tuo stupido divertimento a rovinarmi la vita.

- E se qualcuno chiede cosa ti è successo? – la provocai.

Lei alzò le spalle – Dirò la verità, ovvero che sei stato tu.
Impallidii – I professori l’hanno visto?
Per la prima volta vidi un ghigno dipingersi sul suo volto – Solo Piton ma a quanto pare non gliene importa più di tanto.

- Avete finito di parlare voi due?! – urlò il professore avvicinandosi.

Lei aggiunse dell’altro liquido prima che il professore arrivasse al banco e sorrise.
Piton controllò la pozione e fece una smorfia di disgusto – Potete andare.
Presi la mia cartella e uscii seguito dalla mezzosangue.
Lei mi superò senza dire una parola.
La stanza fu improvvisamente vuota e mi venne improvvisamente voglia di andarmene da li.
Uscii all’aria aperta e mi sedetti su una delle panchine in pietra.

- Pensieroso, Draco? – chiese Blaise avvicinandosi.

Annuii e lo guardai. Di lui potevo sicuramente fidarmi.

- Ho dei problemi con la Granger – annunciai.

Lui alzò un sopracciglio – La mezzosangue? Cosa ti ha fatto?
Scossi il capo – Ha visto il marchio…

- Stai scherzando?! – urlò lui attirando l’attenzione di alcuni studenti.

Mi alzai e gli feci cenno di seguirmi alla guferia.
Cercai il mio gufo e scrissi su un foglio di pergamena due frasi.
Legai il foglio alla zampa del gufo – Hermione Granger
Il volatile si alzò in volo e sparì dietro le mura del castello.

- Amico mi devo preoccupare? – chiese il mio migliore amico.

Scossi il capo – Forse riesco a sistemare tutto.
Blaise alzo le spalle e uscimmo dalla guferia.
Quella sera avevo un appuntamento… 

angolo autrice
come avete sicuramente capito non ho una data di scadenza precisa per postare i capitoli e vi cheido infinitamente scusa D=
Più che altro scrivo moltissimo un'altra ff che potete trovare a qui http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=692261&i=1 
comunque ho deciso di postare questo capitolo sotto il punto di vista di Draco così sappiamo cosa gli gira per la testa =) accetto volentieri recensioni positive e un pelino meno volentieri quelle negative (che però mi aiutano a crescere con la scrittura =D) al prossimo capitolo e grazie ancora a chi mi segue!

PS ho scritto un pelino più grosso del solito visto che qualcuno mi aveva chiesto di ingrandire xD

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Capitolo 6
*** Hai rovinato tutto! ***


- Credo che tu ci debba dire qualcosa, Hermione – disse Harry sedendosi sulla poltrona della sala comune.

Alzai gli occhi dal libro che avevo davanti – Non so di cosa tu stia parlando.
Ron si sporse in avanti – Del fatto che oggi Malfoy ti ha difesa, Hermione. Non ha senso…
Abbassai lo sguardo colpevole – Gli ho fatto un favore e lui ha ricambiato…nulla di più.

- Non ti credo – disse Harry trafiggendomi con lo sguardo.

Alzai le spalle e chiusi il libro – Fai come vuoi. Io ho il mio turno di ronda.
Ron mi prese il polso mentre mi alzavo.


- Lasciami – dissi con voce ferma.

- Parla, Hermione, ci conosciamo da anni – mi supplicò lui.

Mi voltai di scatto – Lasciami andare! Non sono la tua ragazza!
Lui mollò subito la presa e io uscii dalla sala comune con un sacco di sguardi addosso.
Raggiunsi la stanza delle necessità e trovai Draco già all’interno intento a sfogliare un libro.

- Cosa diavolo vuoi? – chiesi irritata.

Lui chiuse il libro e lo ripose accuratamente – Parlare.

- Credi che parlare risolva tutto? Cazzo, Malfoy siamo completamente fottuti!

Lui si sedette su una poltrona – Rilassati, Granger. Urlare non servirà a nulla.
Mi sedetti vicino a lui e mi misi le mani tra i capelli.

- Il livido… ti fa ancora male? – chiese esitante.

Passai una mano sul collo e gemetti – Un po’.
Lui si sporse in avanti e posò le dita gelide sul collo.
Notai solo allora che il marchio era scoperto.

- Perché lo mostri ancora a me? – chiesi fissando quell’orrore.

Lui sfiorò con le dita affusolate il marchio – Non lo so.

- Perché lo fai? – chiesi riferendomi a tutto quando… al marchio, alla promessa con Voldemort…a quello che avrebbe fatto.

- Lui mi ha scelto. E’ il mio momento – sussurrò.

- Stupido – sussurrai mentre le lacrime mi pizzicavano gli occhi.

- Tu non sai quanto io voglia tornare indietro…

Mi alzai di scatto – Sei uno stupido! Stai rovinando tutto! La tua famiglia… la mia vita…è meglio che non ci vediamo per un po’
Uscii dalla stanza delle necessità lasciando Draco a tormentarsi per i suoi errori commessi.

  
angolo autrice che odiate
se vi ricordate ancora di me forse è un miracolo!!! Lo so posto ogni morte di papa e l'unica scusante che ho è lo studio =( se avete ancora voglia di recensire io accetto tutte le vostre critiche e consigli, grazie ancora per chi mi sopporta =)

 

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Capitolo 7
*** State lontani! ***


Draco

Maledizione!
Non era andata per niente bene!

- Draco, sicuro di non voler parlare? – chiese per l’ennesima volta Pansy.

Scossi il capo mentre guardavo fuori dalla finestra.
Mi aveva dato dello stupido…
Avevo rovinato tutto.

- Amico, se vuoi io ci sono – mi disse Blaise, posandomi una mano sulla spalla.

Respirai a fondo – Vado a dormire.
Quando mi chiusi la porta della mia camera alle spalle notai il gufo che picchiettava contro la finestra.
Mi avvicinai e presi la pergamena che teneva legata alla zampa con cura.
Mi lasciai cadere sul letto con la pergamena tra le mani.
 
So che sei stato tu a causarle quel livido.
Cosa vuoi da lei, Malfoy?
Lasciala stare, lei non ti appartiene.
 

- Potter – sibilai, mentre appallottolavo la pergamena e la lanciavo dall’altra parte della stanza.

Il gufo, spaventato, volò via e mi apprestai a chiudere la finestra.
Lei non era mia?
No mio caro amico… lei è mia… è il mio piccolo segreto.
Mi appartiene come a te appartengono i tuoi stupidi occhi verdi.
Chiusi gli occhi e mi lasciai trasportare dai miei sogni.
Sapevo cosa fare.
Ma non avevo fretta…prima o poi lei avrebbe capito di cosa è davvero capace un Malfoy. 

Hermione
 
Appena superai la porta della mia camera, scoppiai a piangere e mi lasciai cadere sul letto.
Non potevo provare compassione per Malfoy.
Era solo uno stupido.
“Sono stato scelto”
La frase continuava a rimbombarmi nelle orecchie.
Stupido furetto.
Qualcuno bussò alla porta e mi asciugai velocemente le lacrime.
Schiarii la voce per nascondere il pianto – Chi è?

- Sono Harry. Posso entrare? – chiese il mio amico da dietro la porta.

- Sì – sussurrai.

Gli occhi del mio amico trovarono subito il livido sul mio collo, come se solo quello indicasse la mia presenza.

- Ho detto a Malfoy di starti lontano – sussurrò sedendosi vicino a me.

- Harry, non ti devi immischiare – mi lamentai.

- Se ti fa del male deve pagare – sussurrò lui, accarezzandomi i capelli.

Scossi il capo – No, non ricaveresti nulla.
Lui sospirò – Fammi solo un piacere, stagli lontano più che puoi. Ti prego – mi chiese.
Sorrisi debolmente – Ci proverò.
Lui mi diede un bacio sulla fronte, come facevano i miei genitori prima di andare a dormire, e mi lasciò sola.
Chiusi gli occhi e lasciai che tutti i pensieri scivolassero via. 

angolo autrice
Ok odiatemi con tutto il cuore!! Vi posto dei capitoli che non hanno nemmeno tanta importanza D= ma adesso sono riuscita ad agganciarci un pezzo che ho già scritto e che magari mi aiuterà a pensare come finire questa benedetta storia (visto che non ho la più pallida idea di come continuarla xD Se avete suggerimenti accetto volentieri!!!) ringrazio ancora i pochi che mi staranno ancora seguendo!

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Capitolo 8
*** Non hai risposto alla mia domanda ***


 Erano passati mesi dall’ultimo incontro con Malfoy.
Il pensiero di quella sera, ora, no mi tormentava più molto e riuscivo ad ignorarlo.
Quando mi capitava di incontrare il suo sguardo lui lo distoglieva, probabilmente se ne era fatto una ragione.
Il livido era ovviamente sparito, ma bastava solo ricordarmi la presenza delle sue dita sul mio collo per farmi venire la pelle d’oca.

- Che vuoi fare oggi pomeriggio? – chiese Harry, mentre ci dirigevamo verso la sala grande.

Sbuffai – Ti ricordo che abbiamo un mucchio di compiti. Anziché stare sempre a volare su quelle stupide scope potreste mettervi sotto con lo studio.

- Non ci penso nemmeno – disse Ron, avvicinandosi a noi con la cartella che pendeva minacciosa verso il pavimento.

- Dovresti trattare con più cura le tue cose – lo rimproverai, accennando alla cartella sporca di inchiostro e rotta in alcuni punti.

Lui alzò le spalle – Era di Bill, quindi è più che normale che sia vecchia e logora.

- Basterebbe un semplice incantesimo – mi lamentai.

Ci sedemmo a mangiare.

- Comunque Hermione, mi faresti alcuni compiti? Siamo pieni questa settimana! – disse Ron iniziando a ingozzarsi di cibo.

Alzai gli occhi al cielo e tornai al mio pranzo.
 
Nel pomeriggio mi rifugiai, come volevano i miei piani, in biblioteca.
Alzai lo sguardo dal libro che stavo leggendo.
La porta si era aperta facendo più rumore del solito e questo voleva dire che la persona che aveva compiuto quell’atto non era una frequentatrice della biblioteca.
Incontrai lo sguardo gelido del principe delle Serpi. Solo.
Sospirai e tornai alla mia lettura, mentre lui si infilava nel reparto incantesimi.
Sicuramente si era beccato qualche punizione e ora stava svolgendo dei compiti extra.
Dopo qualche minuto un libro sbattè sul tavolo facendomi sobbalzare.
La sedia affianco a me venne spostata e Draco Malfoy si fece cadere sopra sospirando.
Lanciai un’occhiata veloce al libro che aveva davanti a se e tornai al mio.

- Suvvia, mezzosangue, non fingere di non avermi visto – disse lui.

Abbassai il libro adagiandolo sul tavolo – Preferisco ignorare persone, come te – dissi.

- Persone come me? E come dovrei essere? – chiese lui.

Mi guardai attorno – Non dovresti starmi così vicino. Rovineresti la tua reputazione da Serpeverde stando affianco a una mezzosangue, come me.
Un ghigno comparve sul suo volto – Io faccio quello che voglio.
Alzai le spalle – Come vuoi.

- Non hai risposto alla mia domanda – mi ricordò.

Lo fissai con sfida – Sai perfettamente cosa sei.
Lui sorrise – Rinfrescami la memoria.
Scossi il capo e tornai a leggere.
La sua stretta gelida si strinse attorno al mio polso.
Gli lanciai un’occhiata piena di odio – Lasciami o urlo.
Il suo ghigno si fece ancora più largo – Non ti sentirebbe nessuno.

- Per tua informazione nella biblioteca c’è sempre qualcuno – dissi, notando solo in quel momento la mancanza dei soliti studenti.

- Mi deludi, mezzosangue.

Guardai nuovamente il suo libro – Perché hai un libro di erbologia quando sei andato nel reparto incantesimi?
Lui sorrise – Brava, ci stai arrivano.
Guardai ancora confusa il mio nemico poi compresi – Hai cercato un incantesimo per liberare la biblioteca…

- E l’ho trovato – precisò lui, indicando la sala vuota – Non c’è nessuno oltre a noi due.

Mi alzai di scatto liberandomi dalla presa di Draco e facendo cadere rumorosamente la sedia.
Mi diressi a passi lunghi e veloci verso la porta ma, quando spinsi, la trovai chiusa.
Una risata mi fece voltare – Non c’è niente da ridere, Malfoy.

- Oh, si invece – disse lui, tornando serio – Continui a non voler rispondere alla mia domanda, Granger.

Una rabbia mi ribollì dentro facendomi fremere le mani – Tu… sei odioso, insopportabile, credi di avere tutto sotto controllo quando sappiamo entrambi che non è così, sei un bambino viziato. Sei un maledetto figlio di…

- Un mangiamorte – concluse lui – Ho già sentito queste cose. Voglio sapere di più.

- Tu… - pensai, mentre mi avvicinavo puntandogli un dito accusatorio contro - Tu non sai amare. Non sai cosa voglia minimamente dire la parola amore. Il tuo cuore non batte per amare. Batte solo per portare disperazione.

Lui sbiancò leggermente e mi afferrò nuovamente il polso premendo le dita nella carne.
Gemetti.
Il viso di Draco si avvicinò al mio – Sei sicura di quello che hai detto, mezzosangue?

angolo autrice o almeno lo ero xD
Capitolo nuovo dopo quanti mesi...una decina? Ormai forse nessuno legge più qui. Solo una mia amica oggi mi ha spinto a continuare la storia D= Il problema e che non so come farla proseguire, come finirla e tutto quindi...se qualcuno ha qualche idea me la può dire senza problemi perchè non so che pesci pigliare senza finire nel banale (cosa che sta già iniziando)

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Capitolo 9
*** potevo essere diversa ***


DRACO

Dopo mesi ero riuscito ad intrappolarla.
Era mia, lo avevo detto a Potter.
Ero entrato nella biblioteca facendo sbattere la porta apposta per farmi notare da lei.
Poi avevo agito.
La sala era vuota, oltre a me e a lei.
Presi distrattamente un libro e mi avvicinai beffardo al tavolo dove era seduta.
Lei mi aveva insultato ricordandomi per l’ennesima volta di essere un figlio di un mangiamorte.
E poi…
- Tu non sai amare – sibilò lei.
Mi fermai pieno d’ira. Non era la prima a dirlo o a pensarlo, allora perché mi aveva fatto così male?

HERMIONE
Rimasi pietrificata a fissare quegli occhi carichi d’odio.
Volevo reagire; volevo dirgli che persona orribile fosse, ma ero completamente paralizzata dal suo sguardo.
Le labbra di Draco sfiorarono le mie riportandomi al presente.
Lui mi diede un bacio casto facendomi rabbrividire per quanto le sue labbra fossero fredde.
Lo spinsi via e corsi per un corridoio cercando un posto dove nascondermi.
Mi rifugiai dietro una libreria, mentre Draco ridendo mi cercava.
Ma da cosa stavo scappando?
Scappavo da lui o da quello che aveva appena fatto?
Scappavo da quello sguardo.
Draco Malfoy non era in grado di amare, ne ero certa…

- Hai paura di me, Granger? – chiese Draco ad alta voce.

Rimasi in silenzio.

- Volevo dimostrarti solamente che non era vero. Che ti sei sbagliata. Io posso amare.

- No – risposi – Tu non sei capace di amare.

Lui mi trovò – E cosa te lo fa credere?
Lo fronteggiai – Tu porti solo a letto le ragazze, tu non le ami.
Lui si avvicinò e mi baciò nuovamente impedendomi di reagire.
Le sue labbra fredde cercarono un varco tra le mie e dovetti cedere.
Quando si staccò mi fissò – Allora?

- Questo non è amare – sussurrai, prendendo fiato.

Dovevo ammettere che era una cosa nuova per me. Nessuno mi aveva mai trattata così.
Lui posò la sua fronte contro la mia – Mi metti a dura prova, Granger.
La sua mano scivolò sotto la camicia e si posò alla base della mia schiena facendomi rabbrividire.
Respiravamo entrambi affannosamente come se ci mancasse l’aria.
Fissai quegli occhi di giaccio e sperai di perdermi in essi.
Decisi di rompere quella piccola distanza e lo baciai sorprendendolo.
Lui ricambiò il bacio e mi strinse a se.
Infilai una mano tra i suoi capelli.
Lui mi fece sedere su un tavolo della biblioteca continuando a baciarmi.
Sembravamo entrambi ubriachi.
Com’era possibile che una persona che mi odiava mi stesse baciando?
Il petto di Draco aderì al mio confermandomi quello che avevo sempre pensato del suo fisico.
Al diavolo, per una volta potevo non essere la solita Hermione Granger.
Potevo essere diversa.

angolo autrice
Ecco, Hermione si è fatta Draco =/  non mi convince molto anche perchè tutto così dopo un bel po' di mesi...
Beh adesso Hermione è legata a Draco in qualche modo... cosa ne penseranno gli amici?

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Capitolo 10
*** chi è andata a letto con Malfoy? ***


 

- Granger!

Alzai lo sguardo dalla tazza di cereali davanti a me e incrociai quello di ghiaccio del ragazzo – Cosa vuoi, Malfoy?
Un ghigno comparve sul suo volto – L’hai detto ai tuoi amici?
Lo fulminai – No.
La sua voce si fece più alta – Beh, sarei anche io imbarazzato a trovarmi in questa situazione, mezzosangue.
Ron mi diede una spallata attirando la mia attenzione – Cosa è successo?
Guardai Malfoy uscire dalla stanza con i suoi amici. Sempre se quelli si possono definire amici.
Sospirai – E’ meglio che non ve lo dico. Per la nostra amicizia.
Harry mi fissava in silenzio e qualcosa nel suo sguardo mi fece comprendere che lui aveva capito.
Lo supplicai di non dirlo a Ron. Già Lavanda lo assillava con i suoi baci, mancavo solo io.
Mi alzai e mi diressi verso l’aula di trasfigurazione.
Sentii dei passi veloci dietro di me e una mano afferrò il mio polso.
Harry si infilò in una stanza trascinandomi con se – Sei andata a letto con Malfoy.
Non era una domanda. Era un’affermazione.
Arrossii – Sì.

- Quando è successo? – chiese lui, cercando di mantenere la calma.

- In biblioteca, un giorno che ero andata per finire una ricerca…

- Quindi ha approfittato di te! – disse indignato.

Scossi il capo ancora più imbarazzata – No! Ho parlato con lui, Harry. E’ diverso. Non è malvagio.

- Stronzate – disse lui – Draco è malvagio e ti ho già detto cosa penso di lui.

- Non vuole fare del male a nessuno… - cercai di spiegare.

Harry si passò una mano tra i capelli mostrando, per pochi secondi, la cicatrice che gli ricordava sempre il suo passato – Quindi tu e Draco…
Scossi il capo – Non stiamo assieme. E’ stata solo una stupidaggine, Harry. Avevamo bisogno di sfogarci dallo stress causato dalla scuola e… - non finii la frase.

- Quindi vuoi dirmi che è tutto uno sbaglio? Che ti sei fatta Malfoy solo perché eri stressata?

- Chi si è fatta Malfoy? – chiese Ron entrando.

Fissai Harry pietrificata.
La mano forte di Ron mi fece voltare – Dimmi che ho sentito male.
Abbassai lo sguardo, mentre i miei occhi diventavano lucidi.

- Maledizione, Hermione! – gridò lui, tirando un pugno contro il muro.

Alzai lo sguardo infuriata – E cosa dovrei dire io? So cosa fai con Lavanda! Quindi tu fai quel cavolo che ti pare con la tua ragazza! Io so pensare a me stessa!
Uscii di corsa dalla stanza evitando di arrivare in ritardo alla lezione.
Occupai un banco vuoto lontano da quello di Harry e Ron.
Qualcuno si sedette accanto a me.
Alzai lo sguardo – Che diavolo vuoi? Sei riuscito a rovinarmi completamente – dissi, fissando con odio il biondo.
Lui teneva lo sguardo basso. Senza quel ghigno che mostrava sempre in mia presenza.
Guardai il banco dove di solito sedeva con i suoi amici e lo vidi occupato.
I ragazzi parlavano lanciando delle occhiate di disgusto verso Draco.
La professoressa entrò, facendogli zittire e la lezione iniziò.
Passai un foglietto a Draco senza farmi vedere.
Lui lo prese pigramente e lo lesse.
 
Ci vediamo nella stanza delle necessità. Alle tre.
 
Lui scrisse velocemente e mi passò il foglio tornando alla lezione.
 
Ok..
 
Ritornai a prestare attenzione alla lezione.
Ron continuava a lanciarmi occhiate cariche d’odio.
Abbassai lo sguardo e presi qualche appunto.
La lezione sembrò durare ore e tirai un sospiro di sollievo quando la professoressa ci lasciò andare.
Draco mi superò velocemente e scese le scale diretto al dormitorio.

angolo autrice
ok i ragazzi non se la sono presa bene...più che ovvio visto che Malfoy è uno dei loro nemici.
Hermione cerca di proteggerlo, ma qualche ora prima non pensava che era un essere spregevole?
Eh l'amore...

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Capitolo 11
*** tu sei mio amico. ***


 

- Cosa hai fatto?!

Degli studenti si girarono a fissarci.

- Zitto Blaise – sibilai.

Lui mi prese per una spalla e mi portò nei sotterranei.
Ci infilammo in una stanza vuota e lui continuò a fissarmi – Ti prego dimmi che è uno stupido scherzo.
Avevo commesso un errore.
Speravo di rendermi superiore confessando ai miei amici di essermi fatto la Granger…

- Una mezzosangue, Draco! Hai rovinato la tua fama con questo! – mi urlò in faccia il mio amico.

Lo fulminai con lo sguardo – L’ho detto solo a te.

- E chi ti dice che non andrò a spifferarlo a tutti? – disse, incrociando le braccia sul petto.

- Tu non lo farai – lo minacciai.

- Osi minacciarmi, Malfoy? Ora io ho il coltello dalla parte del manico e sarai tu quello che finirà male.

Maledizione!
Quello non era uno scherzo, glielo leggevo negli occhi che la sua sete di vendetta stava per avere libero sfogo.
Dovevo farlo ragionare.

- Tu sei mio amico – gli ricordai.

- Amico? E’ così che chiami le persone che sfrutti dalla mattina alla sera? No, Draco. Non sarà solo questo a farmi cambiare idea.

- Allora cosa? – chiesi.

- Nulla, niente ti potrà aiutare. Ora vado a lezione e non aspettarti un posto con i purosangue – disse, chiudendosi la porta alle spalle.

Rimasi immobile con le braccia lungo i fianchi.
Ero spacciato.
Sapevo che nel giro di pochi minuti tutti i serpeverde avrebbero saputo di me e la Granger.
Se solo Blaise avesse capito.
Io lo avevo fatto per…
Per cosa?
Perché mi ero infuriato in quel modo con lei, ma comunque le avevo riservato un onore che concedevo solo alle serpeverdi?
Uscii dalla stanza rassegnato ed entrai in aula.
I banchi erano tutti occupato e sentii la pressione di una ventina di sguardi su di me.
Il mio sguardo si posò su una sedia vuota.
La riccia seduta affianco posava i libri sul banco e si preparava per la lezione mentre i suoi amici a qualche metro di distanza commentavano arrabbiati ciò che era successo.
Il mio sguardo cadde sul mio banco dove Pansy mi osservava oltre alla frangetta nera.
Spostai lo sguardo altrove e mi sedetti affianco alla Granger.
Anche lei doveva aver avuto un incontro come il mio prima della lezione.

- Che diavolo vuoi? – chiese con rabbia.

Che cosa volevo da lei?
Forse era l’unica che poteva aiutarmi in quel momento.
Dovevamo parlare di tutto quello che era successo.
Del marchio, del livido, della litigata…
Lei si era ammutolita quando aveva notato il mio ex banco pieno e mi aveva passato un foglietto.
Quella era l’occasione per parlarle.

angolo autrice
Scusate la mia assenza, ma sono stata via una settimana =)
Comunque questo è il capitolo visto da Draco. Blaise ha trovato l'occasione di rovinare completamente Malfoy e l'ha sfruttata.
Il prossimo capitolo è già pronto e voglio chiedervi una bella cosetta ;D
Visto che non ho ancora la minima idea di come continuare la ff volevo chiedervi se vi andava di scrivere nelle recensioni qualche consiglio su come continuarla.
Nel senso cosa vorreste che accadesse nella storia. Ho già utilizzato questo metodo per dei capitolo che mi hanno richiesto in molti e devo dire che funziona molto bene =)
Al prossimo capitolo ;D

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Capitolo 12
*** Hai osato? ***


avviso!
qui si parla di un i-pod! Prima che arrivi qualcuno a lamentarsi a destra e a manca, gli oggetti elettrici funzionano a Hogwarts!
Lettore avvisato!


 Harry mi posò una mano sulla spalla – Tutto bene?
Scossi il capo e uscii dall’edificio dirigendomi verso il lago.
Nelville era dentro al lago con i pantaloni alzati sopra il ginocchio per non bagnarli. Tra le mani teneva quella che io potevo definire una normalissima alga.
Mi sedetti appoggiandomi ad un albero – Qualcosa di nuovo?
Lui annuì sorridendo – A quanto dice il libro è una pianta…
Non ascoltai il resto della frase.
Il lago quel giorno sembrava più limpido del solito e riuscivo a vedere le finestre dei sotterranei dove si trovava la sala comune dei Serpeverde.
Sospirai quando Neville cercò nuovamente la mia attenzione – Stai fissando la sala comune delle serpi, Hermione. Mi devo preoccupare?
Scossi lentamente il capo – No, scusa vado a mangiare qualcosa.
Salii lentamente la vallata e entrai nel castello.
Mi sedetti su una panca della sala grande e mangiai le prime cose che mi capitarono sotto mano.
Dovevo parlare con Draco per due motivi.

- Doveva spiegarmi il suo comportamento, del giorno precedente.

- Dovevamo entrambi sistemare il casino in cui ci eravamo infilati.

Subito dopo cena salii nella sala comune dicendo ai ragazzi che sarei andata subito a dormire.
Alle 2.45 mi alzai e scesi lentamente le scale del dormitorio fino alla sala comune.
Tirai un sospiro di sollievo quando notai che era vuota.
Mi avviai verso il corridoio del settimo piano e, fortunatamente, non incontrai nessuno per il mio cammino.
Quando raggiunsi l’enorme arazzo, sistemato sul muro, notai seduto sul pavimento, accanto ad esso, Draco che ascoltava in silenzio le cuffie di quello che sembrava un i-pod.

- Da quando utilizzi gli oggetti babbani? – chiesi sorpresa.

Lui si tolse le cuffie e le arrotolò attorno al piccolo riproduttore musicale – Da quando ne ho rubato uno.
Sospirai e iniziai a camminare avanti e indietro per tre volte davanti all’arazzo.
Una porta comparve facendo tremare leggermente le mura.
Draco si alzò ed entrò nella stanza.
Si lasciò cadere pesantemente sul divano in pelle nera al centro di essa e mi fissò con occhi vuoti.
Mi sedetti ai piedi del divano e sospirai – Siamo entrambi nei casini.

- Questa non è una novità, Granger.

Mi passai una mano tra i capelli – Ci odiano semplicemente perché stiamo assieme – dissi, riassumendo in poche parole tutto quello che era successo.

- Non stiamo assieme, mezzosangue, abbiamo semplicemente scopato e poi ci criticano semplicemente perché un purosangue come me non può di certo stare con una come te.

Lo fissai – Quindi quello che è successo era solo una scopata?
Lui alzò un sopracciglio – E cos’altro doveva essere?

- Beh, pensavo di averti ferito nell’orgoglio quando ho detto che non sei capace di amare – dissi, ricordandomi la sua ira dopo quelle parole.

Nei suoi occhi passò qualcosa che però lui nascose subito – Era solo una scopata.

- Menti.

Lui sospirò e prese un pacchetto di sigarette dalla tasca accendendosene una.
L’odore del fumo mi fece arricciare il naso – Con questo sono due oggetti babbani che usi, Malfoy.

- Cavoli miei, Granger.

Appoggiai la testa contro il divano – Come possiamo uscirne?
Lui soffiò fuori del fumo – Sei tu la secchiona qui.
Mi alzai e gli diedi un ceffone – Vaffanculo!
Lui rimase voltato per qualche secondo poi portò la mano dove il segno rosso delle mie dita rovinava la trama bianca della sua pelle.
Rimasi ferma, con le braccia lungo ai fianchi, a fissarlo.
I suoi occhi si fermarono su di me, mentre la sua mano accarezzava dolcemente la pelle dolorante.
La sigaretta era caduta a terra e il fumo che ne rimaneva saliva pigro verso il soffitto.

- Hai osato…- iniziò lui.

Mi inginocchiai per guardarlo da vicino – Si, Malfoy, ho osato picchiarti. Non sei nessuno lo vuoi capire? Vuoi scendere dal tuo fottuto piedistallo immaginario?
Lui abbassò lo sguardo – Stai zitta.
Mi alzai guardandolo dall’alto in basso – Sai una cosa, Malfoy? Ammetto di aver fatto un errore. Non intendo quello che è successo in biblioteca. Ho fatto un errore a pensare che forse, in qualche posto nascosto, ci fosse qualcosa che dimostrasse che sai davvero amare. Ma mi sbagliavo. Mi sbagliavo a credere che tu potessi anche soltanto volermi bene per qualche minuto. Sei solo un bambino viziato che vuole la meglio su tutto. Mi hai deluso, Malfoy. Mi fai schifo.
Finita la frase uscii dalla stanza lasciandolo al suo destino.


angolo autrice
ok io sono arrivata fino a questo punto xD ora tocca a voi scegliere come continuare la storia =D Ho già ricevuto alcuni consigli, ma mi farebbe piacere leggerne altri ;D
grazie per chi mi segue!

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Capitolo 13
*** Insistenti, accusatorie, maledette voci. ***


Draco

Lei aveva osato.
Il segno dello schiaffo ora era sparito, ma non il suo dolore.
Mi sfiorai la guancia con le dita e sospirai.
Perché dovevo essere così idiota?
Perché non la smettevo di trattarla in quel modo?
Stava cercando di aiutarmi, forse l’unica che lo stava facendo nel modo giusto.
Si stava ferendo per salvare me stesso a costo di rovinare la sua stessa vita.
Ma ora entrambi eravamo rovinati.
Nel giro di poche ore l’intera scuola avrebbe saputo di noi due.
 
Hermione

Perché sono così stupida?
Perché ho deciso comunque di assecondarlo e rendermi così ridicola davanti a…
Andai a sbattere contro un armatura, facendola crollare rumorosamente a terra.
Maledizione!
Sentii dei passi correre.
Sicuramente era Piton…

- Signorina Granger, che ci fa a quest’ora fuori dalle camerate?

- Sono di ronda – risposi seccata, superandolo per prendere l’ennesima scala.

La sua mano si strinse attorno al mio polso – Non così di fretta.
Mi voltai irritata – Mi lasci immediatamente.
Qualcosa nel mio tono lo spaventò, perché mollò immediatamente la presa, lasciandomi salire finalmente in pace l’ultimo tratto di scale.
Entrai silenziosa nella sala comune e nello stesso modo riuscii a raggiungere il mio letto.
 



- Quindi per evocare un patronus…

Sospirai, mentre segnavo sulla pergamena a piccoli caratteri la definizione del patronus e l’unico modo per evocarlo.
Era da quella mattina che sentivo le voci degli altri studenti, parlare di come una grifondoro sia finita a letto con un serpeverde.
La pressione sulla piuma aumentò e una goccia di inchiostro si allargò sulla pergamena, rovinando gli appunti.
Non ci badai e andai avanti, cercando di estromettere quelle voci bisbigliate che nella mia testa sembravano dei cori da stadio.

- Qualcuno vuole provare?

Qualsiasi cosa per far avere dei punti alla mia casa. Qualsiasi cosa per far finire quelle voci.
Alzai la mano come un fulmine e il professore di difesa contro le arti oscure non si stupì – Prego.
Mi alzai, fulminando due ragazze nel banco affianco al mio che si erano messe a ridacchiare.
Mi avvicinai con la bacchetta puntata verso il pavimento.

- Bene, prendi un bel respiro e pensa…

- Al più bel ricordo della mia vita – ripetei, interrompendo il professore.

Questo annuì e mi lasciò via libera.
Chiusi gli occhi e cercai di concentrarmi.
Il mio più bel ricordo…
Tornai indietro di anni, a quando ero ancora una bambina come gli altri.
Una bambina inconsapevole di quello che le sarebbe accaduto…
Alla mattina in cui mi ero svegliata, perché mia madre mi aveva chiamata.
Alla mattina in cui mi ero resa conto di essere diversa.
La bacchetta iniziò a rilasciare una luce azzurra, mentre nella mia testa il pensiero prendeva forma.
Il momento in cui avevo stretto tra le mani quella lettera.
Il momento in cui avevo letto la lettera, pensando ad uno scherzo.
Ma non era uno scherzo.
La magia, che avevo letto solo nei libri, era realtà.
Le voci erano finite, nessuno osava più dire nulla.
La scuola, il capello…
Mezzosangue!
Il sangue mi si raggelò, facendomi aprire gli occhi di scatto.
La lontra, che si stava pian piano formando, si arrotolò su se stessa e sparì in pochi secondi, mentre la bacchetta tra le mie mani cadeva fragorosamente a terra.

- Tutto bene? – chiese il professore, posando le mani sulle mie spalle.

Scossi il capo – Ho bisogno d’aria.
Il professore mi lasciò uscire dalla classe, mentre le voci ricominciavano.
Insistenti.
Accusatorie.
Maledette voci.
 

Uscii dall’aula e mi appoggiai al muro in pietra cercando di respirare.
Maledizione, c’ero quasi.
La bacchetta era stretta nella mano nel modo giusto.
Gli occhi erano chiusi, per evitare distrazioni.
Il respiro era regolare.
I pensieri erano…
Confusi.
Avevo perso quei pochi secondi di concentrazione.
Deglutii, sentendo la gola secca.
Avevo chiuso con lui, non doveva interessarmi.
Erano state sicuramente le voci dei miei compagni a confondermi.
Ma la voce che avevo sentito nella mia testa era un’altra.
Mezzosangue.
Dovevo tornare in classe, non volevo dare troppo spettacolo.
Presi un bel respiro e aprii nel modo più silenzioso possibile la porta.
La classe non si voltò a guardare la mia entrata e nemmeno il professore.
Erano tutti troppo impegnati a guardare lo studente alle prese con il suo patronus.

angolo dell'autrice che verrà linciata a breve
Dopo secoli di pausa giustificabile e non eccomi tornata con un nuovo capitolo.
Molti mi hanno chieso un seguito cercando di motivarmi, altri mi hanno torturata fisicamente (che amiche che mi ritrovo! xD)
Quindi evito di rompervi la vita con il motivi inutili del perchè non ho più postato e passo direttamente a ringraziare tutti coloro che pensano che questa storia valga ancora qualcosa!
Finalmente ho finito una ff originale e posso dedicarmi a questa prima di iniziarne un'altra =D
FInalmente la mia mente ha deciso che senso dare a questa ff quindi ora devo soltanto impegnarmi e finire di scrivere!
Vi ringrazio ancora tutti anche perchè ho notato il grande numero di seguite, preferite ecc. *-* vi ringrazio tantissimo!!!

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Capitolo 14
*** Il patronus ***


 Difesa contro le arti oscure.
Che materia patetica.
Ancora più patetica se è in comune con i Grifondoro, i grandi salvatori del mondo magico.
Avevo riposato per circa venti minuti buoni di lezione, con la testa posata sul banco.
Poi improvvisamente Pansy, costretta a sedersi affianco a me per una mancanza di posti, mi aveva tirato una gomitata per attirare la mia attenzione.
La lezione era più fragorosa del solito a causa degli studenti che non la smettevano di parlare sulla notizia più succulenta dell’ultima settimana.

- Guarda – sussurrò Pansy, attirando per l’ennesima volta la mia attenzione.

Seguii il suo sguardo e guardai la Granger vicino al professore con gli occhi chiusi e la bacchetta puntata.
Dopo qualche secondo, da questa uscì una luce azzurra, quasi irreale, dove fili si intrecciavano fino a formare un animale.
Si formò prima il muso quadrato, i baffi, gli occhi seguiti da un corpo affusolato e lungo.
Una lontra…
Guardai la lontra lottare contro qualcosa di invisibile.
Poi qualcosa aveva spaventato la sua creatrice.
La lontra era sparita e la bacchetta era caduta a terra.
Il mio cuore aveva perso un battito, ma il mio viso non aveva lasciato trapelare emozioni.
La Granger uscì dall’aula, lasciando il professore momentaneamente senza parole.
L’ordine però era stato ripreso immediatamente e il professore aveva chiesto un altro studente per fare da cavia.
Nessuno aveva più fiatato e il professore ci aveva fissato, fino a scontrare il suo sguardo con il mio.

- Malfoy, prego.

Mi alzai pigramente e mi avvicinai al professore.

- Ti serve la bacchetta – mi ricordò.

Sbuffai e afferrai la bacchetta – Ora?

- Chiudi gli occhi e rilassati.

Chiusi gli occhi e presi un bel respiro - Ora?

- Pensa al tuo più bel ricordo.

Il mio più bel ricordo…
I miei genitori.
Aprii un occhio, ma la bacchetta era ferma immobile.
Quando mi hanno detto di essere un mago.
Nulla.
La ricchezza.

La fama.
Ancora nulla.

- Concentrati, pensa a ciò che ti riempie sempre la testa, che al solo accennare ad essa il tuo animo manca di vivere per pochi secondi – sussurrò il professore.

Che poeta, pensai alzando un sopracciglio.
Le sue parole però mi aiutarono.
L’immagine di me vestito con la divisa da quiddich…
Lo sport, che stupido.

- Non ti stai concentrando abbastanza – mi rimproverò il professore.

Lo sport non è il pensiero giusto? Allora cosa?
Tre figure che si avvicinavano: Potter, Weasley e…
Mezzosangue.
Il suo viso si deformò in una smorfia di disgusto.

- Pensieri felici – ripetè il professore, ormai esasperato.

Il ballo del ceppo, li si che mi sono divertito.
Nuovamente lei, era bellissima… non l’avrei nemmeno riconosciuta se Blaise…

- Ci sei… più potente.

Il momento in cui mi aveva trovato nel bagno.
Il momento in cui aveva visto il marchio…
Come ci eravamo lentamente conosciuti.
Come mi ha sempre tenuto testa…

- Un furetto, che razza di patronus è?

La voce mi distrasse, ed ebbi giusto il tempo di aprire gli occhi e vedere il furetto che saltellava nella stanza, prima di rifugiarsi all’interno della mia bacchetta.

- Signor Weasley, ha qualcosa da dire prima che elimini dei punti alla sua casa? – disse il professore infuriato.

Lenticchia fece qualche passo indietro, accennando a un “mi scusi” mentre Harry mi fissava con ira.
Ma che diavolo voleva ora quello?

- Direi che la sua pratica non è male, ha solo bisogno che qualcuno la aiuti a concentrarsi di più se vuole ottenere la sufficienza quest’anno nella mia materia.

Dovetti trattenermi per non insultarlo. Nascosi la bacchetta e tornai al mio posto in silenzio.
Il mio sguardo si posò sulla ragazza che era rientrata in classe e che continuava a fissarmi.
Cosa diavolo voleva?

- Sia chiaro per tutti – disse il professore, attirando nuovamente la mia attenzione – per ottenere la sufficienza, quest’anno, dovete tutti quanti imparare ad evocare un patronus.

Sbuffai, volevo finire quel maledetto anno e già i compiti assegnati dal signore oscuro erano d’impiccio.
- Ci mancava solo questa – sibilò Pansy, quasi leggendomi nel pensiero.
Sospirai acciuffando la cartella e caricandomela sulla spalla.
Nessuno dei ragazzi serpeverde mi chiese se ci saremmo visti a pranzo.
Ormai ero isolato.
Non era una novità, sicuramente le cose si semplificavano.
Il mio primo tentativo era già in atto, nel giro di due giorni avrei assistito alla probabile morte del preside della mia scuola.
Sospirai e mi diressi in Sala Grande.

angolo dell'autrice
Eccomi come promesso =D
Questo capitolo è concentrato tutto su Draco e sul suo patronus.
Ok! E' vero che i mangiamorte, apparte Piton, non hanno un patronus, ma volevo provare u.u
Beh fatemi sapere =D

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Capitolo 15
*** la cosa non è tragica ***


Draco 


- Sai, alla fine la cosa non è così tragica.

Alzai un sopracciglio, spostando lo sguardo dal soffitto a Blaise che si era infilato nella mia stanza – Scusa?

- Il fatto che ti sei fatto la mezzosangue, potrebbe esserci utile – disse, avvicinandosi.

Tornai ad ammirare il soffitto bianco – Piantala.

- Pensa a come è stato semplice dividerla dal gruppo, ora lei è debole e anche Potter…

- Ho detto che devi stare zitto – sibilai.

Era da almeno tre ore buone che cercavo di scacciarmela dalla testa e ora lui arrivava come un treno a ricordarmi cosa avevo fatto.
Il materasso si abbassò sotto il peso di Blaise – Ascoltami, non è una strage quella che è successa. Avete fatto più scandalo voi due di quando è diventata preside la Umbridge!
Alzai un sopracciglio – Cosa?

- Ma mi stai ascoltando? Comunque dicevo, tutta la scuola parla di voi due! “Gli opposti che si attraggono” e tutte quelle sdolcinatezze che si dicono le ragazze! E’ il momento Draco, puoi levarti dalle scatole Potter e finire quello che hai iniziato.

Il discorso non faceva una piega, effettivamente.

- E sentiamo, come potrei riprendere dalla mia parte la mezzosangue, possibilmente illeso – dissi, sfiorandomi la guancia dove la riccia mi aveva colpito.

Lo sguardo di Blaise si aggravò – Vuoi dirmi che ti ha picchiato? Questa è bella!

- Piantala e rispondi alla mia domanda – sibilai, mettendomi a sedere.

- Pensavo a quella cosa del patronus… tu hai bisogno di ripetizioni, mentre se non ricordo male Potter e la mezzosangue lo sanno utilizzare al migliore dei modi.

Mi passai una mano tra i capelli – Intendi che devo farmi dare delle ripetizioni?

- Beh, io ho rimorchiato un sacco di ragazze in quel modo… - confessò, alzando gli occhi sul soffitto per fare un conto approssimativo.

Sospirai – Secondo me è una cavolata – commentai, alzandomi dal letto e guardando fuori dalla finestra.

- Prova, cosa ti costa?

Alzai le spalle.
 

Hermione

- Posso?

Alzai gli occhi dal libro di pozioni e fissai Ginny, in attesa sulla porta – Vieni.
La rossa si avvicinò esitante – Ecco, io non…

- Vedi di fare una cosa veloce, visto che sono la “mezzosangue che si è fatta scopare” – sibilai, fulminandola con lo sguardo.

- E’ di questo che volevo parlare, io non ti giudico per quello che hai fatto – disse, torturandosi una ciocca di capelli.

Posai il libro, aveva catturato la mia attenzione – Continua.

- Non capisco perché fanno tante storie i ragazzi, sei sempre stata una ragazza intelligente che sa prendersi le sue responsabilità e sono convinta che se l’hai fatto è perché lo volevi – commentò, avvicinandosi al letto.

- Scommetto che per “ragazzi” intendi Harry e Ron – sussurrai.

Lei annuì – Comprendo che allearsi con il nemico non è il massimo, ma perché non puoi essere felice per una volta?
Sospirai – Forse la mia reazione sarebbe la stessa se Harry o Ron finissero a letto con una serpeverde.

- Beh, non hai tutti i torti… comunque, io sono dalla tua parte per ogni decisione che prenderai.

Sorrisi debolmente – Grazie.
La ragazza annuì e uscì dalla stanza.
In quel momento un gufo si posò sul cornicione della finestra.
Mi avvicinai e lo feci entrare.
Presi dalla sua zampa un rotolo di pergamena.
 
So che abbiamo litigato, ma sei l’unica a cui posso chiederlo.
Avrei bisogno di un aiuto con l’incantesimo Patronus.
Sperano di non ricevere ne un no ne un altro schiaffo ti aspetto domani sera nella Stanza delle necessità alle 22.00
Saluti,
Draco Malfoy.
 
Mi scappò un sorriso che non mi lasciò dubbi.
Il giorno dopo sarei andata all’appuntamento.

angolo dell'autrice
Scusate per il ritardo, ma la febbre di ieri mi ha distrutta -_-"
Oggi, fortunatamente sto molto meglio e sono riuscita a scrivere e a postare =)
Non c'è molto in questo capitolo o sì?
Beh vediamo che Draco vuole tornare a socializzare con Hermione per scopi scelti dall'amico e Hermione continua a fare di testa sua (ma questa volta con un appoggio in più)
Nel prossimo capitolo vedremo l'appuntamento tra la coppia =D
Dovrei postare Domenica se non ci sono problemi particolari ;D
Bacioni e grazie a tutti!

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Capitolo 16
*** Lontra e furetto ***


 Hermione

- Non mi deludi mai – commentò, appena mi vide arrivare.

Sospirai e mi avvicinai alla porta.
Draco mi fece cenno di entrare per prima.
La stanza non aveva nessun particolare, apparte due divani per rilassarci dopo ore di incantesimi.

- Iniziamo – dissi, prendendo la bacchetta.

- Un momento – disse lui, stringendomi il polso dolcemente – Volevo capire se… se quello che era successo, è ancora un problema.

Alzai un sopracciglio sospetta, Malfoy sembrava a disagio – Intendi dello schiaffo?

- E di tutto quello che c’è dietro – disse, spostando lo sguardo su una parete.

Ok, forse avevo bevuto qualcosa oppure non avevo dormito a sufficienza…
Malfoy imbarazzato?!
Sospirai – Non so dove tu voglia arrivare, ma non possiamo tornare indietro ed eravamo entrambi coscienti di quello che stavamo facendo quindi smettiamola di piangerci addosso e facciamo sto maledetto incantesimo.
Lui ghignò – Perfetto.
Ok, era tornato quello di prima.

- Iniziamo: respiro profondo, ti rilassi e pensi al tuo ricordo più bello – dissi, prendendo la bacchetta tra le mani chiudendo gli occhi, dando una dimostrazione pratica di quello che stavo dicendo.

Sono una strega.
La lettera.
Hogwarts…

- Vedo che ti stai impegnando, ma non succede nulla – mi fece notare Malfoy.

Aprii un occhio per sbirciare e notai che aveva ragione.

- Merda.

- Non è bello da parte di una ragazza – commentò ghignando.

C’era qualcosa che non andava…
I pensieri erano sempre quelli e la concentrazione era perfetta…
- Hai sentito quello che ti ho detto?
Scossi il capo tornando alla realtà – No, ripeti.

- Forse sbagli sui pensieri. Magari non sono abbastanza intensi – commentò, fissandomi negli occhi.

Dovetti trattenere una risata – Tu che vieni a spiegare a me cose come pensieri e sentimenti? Siamo per caso finiti in una realtà parallela?

- Calmati, ti ho solo spiegato quello che ho capito oggi, mentre provavo per la prima volta ad evocare un patronus – disse, alzando le mani e spostando lo sguardo annoiato dalla situazione.

- Avanti allora, mostrami cosa sapete fare tu e il tuo patronus furetto – dissi, provocandolo e lasciandogli spazio.

Lui mi fissò qualche istante, prima di prendere la bacchetta e chiudere gli occhi.
 
Draco

Ok, la sua attenzione ora è su di me.
Sono riuscito a farmela nuovamente amica, e ora manca solo il tocco finale.
Tocco che devo farmi venire in mente in pochi minuti, visto che questa cosa non durerà moltissimo.
Chiusi gli occhi, sicuro che questa volta non mi sarei fatto distrarre da pensieri comuni e banali.
Pensieri felici.
Il pensiero tornò a quella lezione e a lei.
A quanto era bella concentrata con gli occhi chiusi e due rughette sulla fronte dallo sforzo.
Di come la sua felicità si sia raggruppata a formare quello strano animale.
Il silenzio della ragazza, confermava che stavo andando alla grande.
Pensai ancora a quanto fosse bello il suo sorriso e aprii un occhio per sbirciare.
Il furetto annusava il viso della Granger, divertita.

- Visto? – chiesi, aprendo lentamente entrambi gli occhi cercando di non far sparire il furetto che iniziava ad esplorare la stanza correndo.

Lei sorrise – Ok, ora lascia provare a me.
Cercai di far sparire il furetto, che però non voleva saperne così lo lasciai vagare per la stanza mentre lei chiudeva gli occhi mantenendo il sorriso.
 
Hermione
Devo ammettere che mi ha sorpreso, non mi aspettavo che mi battesse in questo campo.
Ma allora perché mi ha chiesto delle ripetizioni?
Lasciai perdere quella domanda e pensai a pochi secondi prima, quando avevo compreso che forse c’era ancora qualche speranza in Draco.
Qualche speranza che lui non diventasse un mangiamorte.
Coloro che sono diventati dei mangiamorte non hanno più molti pensieri felici sufficientemente forti da evocare un patronus, ma a quanto sembrava lui sì.
Ora la curiosità era quella di sapere cosa provocava tanta felicità in lui.

- Grande, ci sei!

Aprii un occhio intimorita e vidi la lontra correre incontro al furetto e mettersi a giocare con lui.
Sorrisi, notando quanto poco ci era voluto per ritrovare me stessa e i miei pensieri felici.

- Beh, direi che la lezione è finita – commentò Draco, avvicinandosi al suo patronus che si era fermato dal gioco con la lontra per fissarlo.

Mi rabbuiai e la lontra iniziò a lottare, per rimanere nella stanza.
Malfoy notò la difficoltà impegnata nell’animale a mantenere il controllo – Calmati Granger, ho detto che la lezione è finita, ma bisogna anche festeggiare.
Il sorriso e la lontra tornarono al loro posto.
La serata continua.

angolo autrice
Eccomi con il nuovo capitolo e che cerco di scrivere qui (non so il perchè ho le mani congelate D=)
Beh non c'è moltissimo da dire apparte che la scena bella arriverà con il prossimo capitolo (che spero di poter postare martedì anche se ho un mucchio di impegni D=)
Fatemi sapere cosa ne pensate ;D

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Capitolo 17
*** Resta con me ***



Hermione
 Ci accomodammo sui divani, mentre io sorridevo come un’idiota.
Perché ero così felice di essere li con lui?
Draco sospirò e si tirò su le maniche della camicia, scoprendo una fascia bianca.

- Lo tieni nascosto in questo modo? – chiesi, indicando il punto coperto dove doveva esserci il marchio nero.

- La camicia è quasi trasparente e il marchio è sufficientemente spesso da notarsi – sussurrò, passandosi una mano tra i capelli.

Sospirai – Non c’è modo per eliminarlo?
Lui sorrise tristemente – Tu, che sei quella che conosce tutti gli incantesimi, vieni a chiedere a me se c’è un rimedio?
Abbassai lo sguardo – Un tatuaggio non vuol dire che sei per forza una persona cattiva.
Sul suo volto si dipinse un ghigno – Magari fosse solo un tatuaggio, tu non puoi capire. Ogni volta… ogni singolo istante lo sento bruciare, sento il suo richiamo.
Abbassò il capo distrutto da quella dichiarazione.
Mi avvicinai – Ha fatto male?
Lui sospirò – Ho quasi perso i sensi, non so se è stata la sua presenza o il marchio, ma non auguro questo a nessuno.
Alzai un sopracciglio sorpresa – Mi stai dimostrando di non essere il ragazzo che conoscevo.
Il suo sguardo stanco si posò su di me – Sai quanto è difficile tenere la maschera del cattivo ragazzo?

- Mi prendi in giro? – chiesi, allontanandomi spaventata da quello che avevo visto nei suoi occhi.

Sembrava… sincero.

- Vivere con due genitori che non ti amano, cercare in qualsiasi modo di renderli fieri di te…

La mia concentrazione tornò su di lui – Perché mi hai sempre trattata così male?

- Mio padre e il mio egoismo.

Alzai gli occhi al cielo e li chiusi, cercando di mantenere la calma – Non ha senso, più di sei anni di menzogne, Draco, comprendi?
Lui mi fissò – Mi hai chiamato per nome…
Sospirai – E’ questo il tuo vero nome, nasconderci dietro a soprannomi e cognomi indica solo quanto in realtà siamo dei codardi.

- E’ difficile… - si lamentò.

Alzai le spalle – Se ti viene così difficile dire il mio nome, non importa.

- Hermione – pronunciò a denti stretti.

Alzai un sopracciglio divertita – Visto? Devi fare solo un po’ di pratica.
 
Draco
Pratica.
Devo fare pratica per pronunciare un nome.
Ma a che livelli sono arrivato?!
Il bruciore sul braccio fece capolino improvvisamente, come a ricordarmi che i bei momenti non mi sono concessi.
Strinsi i denti e chiusi gli occhi, per tenere lontano il dolore.
Quando brucia, tutti i miei sensi vanno a farsi friggere quindi sentii solo qualche lettera sconnessa di quello che la Granger mi stava dicendo.
Sentii il braccio liberarsi della benda e qualcosa di freddo stringersi attorno al marchio nero.
Sentii il sudore impregnarmi la fronte, mentre il dolore veniva allontanato da quel freddo beato.
Quando riuscii ad aprire gli occhi vidi Hermione inginocchiata davanti a me con le mani sul braccio.
Il suo sguardo preoccupato cercava il mio, mentre le sue labbra si muovevano pronunciando qualcosa di incomprensibile…

- Rilassati, Draco. Resta con me.

Spalancai gli occhi, riuscendo finalmente a capire le poche parole che continuava a pronunciare senza sosta.
Il dolore sparì, rilasciando nelle mie orecchie una risata che conoscevo fin troppo bene.

- Non ascoltare lui, ascolta me. Resta con me.

Guardai la ragazza, supplichevole ai miei piedi – Resto con te – dissi deglutendo.

- Va meglio? – chiese, indicando il marchio ora coperto dalle sue mani curate.

Annuii – Hai le mani congelate.

- Mi succede ogni volta che sono nervosa – disse, togliendole dal marchio e passandomi un bicchiere di acqua – Bevi.

Ubbidii, mandando giù quella che mi sembrò una bevanda degli dei talmente mi aiutò a riprendermi.
Hermione si sedette sul divano, affianco a me – Ti succede così spesso?

- A volte... possono passare anche settimane o mesi. Non so mai quando arrivano – dissi, lasciandomi andare sul divano.

- Che cosa devi fare?

Alzai un sopracciglio – Scusa?

- Se hai il marchio vuol dire che hai un compito, non credo che Tu-sai-chi incarichi persone così senza volere qualcosa da loro.

- Hermione – sussurrai.  

 Hermione
  Mi sorpresi – Sì?

- Resta con me, ti prego – sussurrò, fissandomi negli occhi.

Mi lasciai scappare un sorriso.
Voleva evitare quell’argomento e a me andava bene, prima o poi me ne parlerà.

angolo dell'autrice
Eccomi in fottutissimo ritardo D=
Chiedo subito scusa, ma sta settimana tra impegni scolastici, compagni di classe rincoglioniti (che mi fanno venire voglia di scrivere una ff su quanto i ragazzi siano stupidi a volte) e un cavolissimo computer al quale ogni tanto gira di bloccarsi per giorni interi, non ho avuto tempo di scrivere la ff ç____ç
Comunque eccoci all'appuntamento tra i due.
Ho voluto trasformare Draco in qualosa di debole e dolce (non chiedetemi il perchè xD) e Hermione in una piccola infermiera (ok devo farmi vedere da qualcuno).
Spero che il capitolo vi sia piaciuto =D
Bacioni!

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Capitolo 18
*** come se quel marchio non indicasse la mia strada... ***


Hermione
 Restare con lui…
Sarei restata con lui.

- Svegliati o farai tardi a lezione – disse una voce.

Mi voltai su un fianco, lamentandomi mentre delle mani gelide si posavano sulle mie spalle scuotendomi leggermente.
Momento…
Mani gelide?
Aprii gli occhi di scatto e mi voltai, trattenendo per un soffio un urlo nel notare che Draco mi fissava aspettando che mi alzassi.
Notai con divertimento che aveva la camicia fuori dai pantaloni e i capelli erano spettinati.

- Allora? Abbiamo pochi minuti prima che inizi la lezione e dobbiamo darci una sistemata – commentò Draco, che sembrava talmente agitato da avere entro pochi minuti una crisi isterica.

- Calmati – dissi, tirandomi su – Tu chiedi e la stanza da, ricordi? – dissi, mentre pensavo a due bagni con il necessario per la lezione.

La stanza sibilò, mentre due pareti andavano a formare quello che avevo appena richiesto e sul viso di Draco si formava un sorriso di speranza.
Mi infilai con una risata in un bagno e constatai, con enorme sollievo, che la divisa pulita era accuratamente piegata su uno sgabello.
In pochi minuti, riuscii a sistemarmi e a ravvivare quella massa di ricci che mi ritrovavo.
Uscii dal bagno, prendendo un bel respiro e constatai con mia sorpresa che Draco non era ancora uscito dal bagno.
Bussai alla porta – Posso entrare?
Un imprecazione, proveniente da dentro, mi fece sorridere – Sì.
Aprii lentamente la porta, lasciando entrare prima la testa e dopo il resto del corpo.
Draco era intento davanti allo specchio a sistemarsi i capelli, ma non era quella la cosa che mi aveva colpito quanto il fatto che fosse a petto nudo.

- Potevi metterti la camicia, prima di farmi entrare – commentai, ferma sulla soglia.

Lui si voltò – Sai quanto cavolo fatico a chiudere tutti quei maledetti bottoni?
Alzai gli occhi al cielo.

- E comunque mi hai già visto nudo, quindi hai poco da scandalizzarti – commentò, raggiungendo finalmente un’acconciatura decente.

Presi la camicia tra le mani e gliela lanciai – Muoviti.
La infilò e iniziò la sua dura lotta con i bottoni.
Mancavano meno di due minuti alla lezione…

- Maledizione, lascia fare a me – dissi, staccando le sue mani dai bottoni e iniziando ad abbottonargli la camicia.

Quando raggiunsi il fondo, fui costretta ad inginocchiarmi senza rendermi conto della situazione imbarazzante che stavo creando.

- Granger.

Alzai lo sguardo incrociando il suo – Che c’è?

- Alzati, ti prego.

Compresi solo in quel momento la situazione e mi alzai di scatto – Certo che vi eccitate con poco, voi uomini.
Lui evitò il mio sguardo e si diede una mossa ad uscire dalla stanza, per correre a lezione.
 

Draco
La giornata era iniziata bene, ma in modo decisamente imbarazzante.
Fortunatamente, ero stato il primo a svegliarsi, dopo una nottata di dichiarazioni che al solo pensarci in quel momento sembravano assurde.
Il cuscino quel giorno sembrava decisamente più morbido e ne compresi il perché quando capii che quello su cui stavo dormendo era lo stomaco della Granger.
Ecco che ritornavo a chiamarla per cognome, mandando a puttane tutto quello che era avvenuto la sera prima.
Beh, almeno Blaise sarà felice dei nuovi risultati.
Ero partito con l’idea di farmela nuovamente amica per sconfiggere Potter, ma…
Qualcosa aveva cambiato le mie aspettative.
La sua premura nell’aiutarmi nelle situazioni più complicate, come quella del marchio fino ad arrivare a cose imbarazzanti e stupide come abbottonarsi una camicia.
Quando mi ero svegliato quella mattina mi ero sentito bene.
Non come ogni volta che mi svegliato nel mio letto, dopo una nottata di sesso con una ragazza di qualsiasi casa…
Mi sentivo diverso.
Sentivo che l’altra persona presente, non era felice solo per la nottata trascorsa, ma anche per la mia presenza.
Mi ero finalmente sentito amato.

- Allora, mi spieghi dove sei stato tutta la notte? – chiese Blaise, distogliendomi dai miei pensieri.

Spostai lo sguardo annoiato nella sua direzione – Non ti interessa.
Amico mio, sono stato con la mezzosangue e sai una cosa? Non sono riuscito a concludere niente, apparte rendermi debole davanti ai suoi occhi, ma non ero a disagio. Lei non mi guardava con la solita compassione che mi riservano tutti gli altri, mi guardava come se sapesse che per me c’era davvero un lieto fine. Come se quel marchio non indicasse la mia strada.

- Sei stato con lei, vero?

- E anche se fosse? Sei stato tu a dirmi di cercare la sua attenzione – commentai, lanciando un’occhiata al professore di Pozioni.

- Sì, ma non pensavo che potessi restare con lei tutta la notte.

Alzai un sopracciglio – Dovevo renderla sicura di me, lo sai che ho bisogno di tempo.

- Te la sei portata a letto, ammettilo.

Sospirai. No amico, stranamente i miei sensi non hanno richiesto nulla di simile, sono stati a bada sperando in una ragazza diversa e hanno avuto la loro ricompensa – Abbiamo solo parlato.

- Mi deludi, Malfoy – disse, allontanandosi leggermente da me – Tu e una ragazza. In una stanza. Da soli e non ne approfitti?

Alzai le spalle.

angolo dell'autrice
Buona sera =D torno da una giornata in cui avrei volentieri dato fuoco alla professoressa di chimica (che mette voti a muzzo e io mi sono beccata un bel 4 e mezzo -__-")
Ma evitiamo di pensarci troppo altrimenti la professoressa potrebbe prendere fuoco per autocombustione xD
Parliamo del capitolo =D
Beh scenetta del dopo dichiarazioni! Ho voluto mettere la benedetta camicia di Draco e il bellissimo e morbidissimo stomaco di Hermione (Draco potrebbe fare l'accarezzatore di stomaci come lavoro xD)
Ho scoperto che mi piace tantissimo fare i dialoghi interiori come quello che ha Draco con Blaise *-*
Beh, fatemi sapere cosa ne pensate e grazie per tutte le recensioni ;D al prossimo capitolo!

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Capitolo 19
*** Finalmente il suo nome ***


 

Hermione

- Allora? E’ da settimane che sei soprapensiero e non mi hai ancora detto che cosa vai a fare la notte nella stanza delle necessità.

Alzai gli occhi dal libro di pozioni e fissai Ginny, in attesa di una risposta sulla soglia della mia camera.
Sospirai e posai il libro sul letto – Non sono cose che ti riguardano.
La ragazza alzò gli occhi al cielo e si avvicinò al letto – E invece sì, ti ho già detto che a me va bene se tu e Malfoy vi frequentate.

- Noi non ci…

Cosa facevamo noi?
Ci limitavamo da mesi a trovarci nella stanza delle Necessità, parlavamo…
Parlavamo di cosa?
Del nostro passato crudele con le nostre vite, dei nostri genitori e dei momenti felici.
Quando l’argomento cadeva però su Harry e Ron la discussione finiva drasticamente e ci limitavamo a sdraiarci sui divani e darci le spalle.

- Sì invece, una sera ero decisamente preoccupata e ti ho seguita fino al corridoio del settimo piano. Li, ti ho vista correre verso Malfoy.

- Noi… non so nemmeno io come definire tutto ciò… parliamo e basta.

Ginny mise le mani sui fianchi – Parlate fino alla mattina, quando dovete poi correre a lezione.

- Dormiamo assieme – sussurrai, abbassando lo sguardo.
Ginny, quando voleva, diventava davvero una finta madre decisamente irritata.

- Hermione… - disse, sedendosi sulla sponda del letto – Sei davvero sicura di quello che stai facendo?

Non lo so, non sono sicura di niente. Per una volta non ho una risposta ad una tua domanda, per una volta ti ho delusa… voglio provare qualcosa di nuovo, Ginny, mi capisci? Voglio provare a capire se davvero il male è nato così o se è portato da qualcosa. Io sento che in Draco non è tutto perduto, c’è ancora qualcosa che lo può salvare.
Mi limitai a tenere lo sguardo basso – Non lo so.
 

Draco

La porta venne aperta di colpo.

- Ma che cazzo – mi lamentai, fissando infuriato Blaise davanti a me – Che diavolo succede?

- C’è Potter che ti vuole parlare – commentò, senza mostrare alcuna emozione.

Alzai un sopracciglio – Potter che viene fino ai sotterranei non per una lezione di pozioni?
Blaise si limitò ad alzare le spalle.
Sospirai e mi alzai dal letto – Scommetto che è sulla soglia e che non ha il coraggio di entrare nella tana delle serpi.
- Mi sono rotto le palle di sentire la tua voce irritante che mi prende in giro – commentò la voce di Harry Potter, che entrò spintonando Blaise da un lato.
Lo fissai avvicinarsi a me e sorrisi, notando quanto fosse enorme la nostra differenza di altezza.
Blaise fece per entrare, ma alzai una mano indicandogli di fermarlo – Va tutto bene, stanne fuori.
Il mio amico uscì, chiudendosi la porta dietro e lasciandoci soli.

- Allora, Potter, che cosa vuoi da me? Cosa ti ha spinto a venire qui?

- Smettila di comportarti da figlio di papà, tuo padre è in prigione e tu non vali nulla. Un fottuto nulla.

Gli occhi diventarono due fessure – Se sei venuto qui per insultare la mia famiglia, hai sbagliato Potter, hai davvero sbagliato – dissi, portando la mano alla tasca dove tenevo la bacchetta.

- Sono qui per altro.

- Allora parla, prima che prenda la mia decisione su come ucciderti – sibilai.

- Hermione, la devi lasciare stare – si limitò a dire, senza spostare il suo sguardo dal mio.

Ghignai – Cos’è vi manca la vostra amichetta?

- La rivogliamo indietro.

Alzai le mani – Io non la tengo prigioniera, è lei che vuole stare con me.

- Brutto figlio di…

Bloccai il suo pugno con una mano e serrai la presa, infilando le unghie nella carne.
Potter mi fissò con odio.

- Non ti permettere di venire più qua, se Hermione ha deciso di stare con me ci sarà un perché. Anziché comportarmi da piccolo bambino moccioso, la lascerei fare le sue scelte visto che ti ha parato il culo fino ad oggi – sibilai, impedendogli di ribattere.

Lasciai la presa e gli indicai la porta con lo sguardo – Non ho più nulla da dirti e nemmeno tu.

- L’hai chiamata Hermione – sussurrò incredulo.

- Quello è il suo nome – sibilai.

Lui uscì dalla stanza lasciandomi solo.
Ero finalmente riuscito a chiamarla per nome.

angolo autrice
Scusate tantissimo per il ritardo D= ma non potete immaginare quanto mi stanno dando da studiare, non ho nemmeno una settimana senza una verifica mi sembra di essere all'inferno!!!
Comunque ecco il nuovo capitolo ;D spero di riuscire anche a postare un secondo capitolo (per farmi perdonare) entro domani e Domenica ;D
Bacioni =D

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Capitolo 20
*** cuore distrutto ***


Hermione
- Oggi è venuto Potter, nei sotterranei.
Alzai lo sguardo dal libro di incantesimi che stavo leggendo, seduta ai piedi del divano.
Draco, sdraiato sul divano con il libro aperto sullo stomaco guardava per aria.
- Ho sentito bene? – chiesi, anche se non avevo dubbi.
- E’ venuto a dirmi di lasciarti stare – buttò fuori, senza spostare lo sguardo dal soffitto.
Alzai lo sguardo anche io per guardare se per caso c’era qualcosa di strano nell’aria, ma la presenza dei nostri patronus che dormivano tranquilli vicino ad un camino erano l’unico particolare.
- E’ stato davvero ridicolo. Mi ha detto che io ti obbligavo a stare con me, non ha nemmeno preso in considerazione l’idea che tu lo stessi facendo per tua volontà.
Il mio sguardo rimase immobile sulla coppia di patronus, mentre la mia mente iniziava a fare le somme.
Harry mi conosceva da anni e sapeva che sarebbe stata una stupidaggine fare amicizia con il ragazzo che mi aveva insultato nel peggiore dei modi.
Eppure eccomi la…
Avevo consumato un rapporto sessuale con lui e la cosa non mi aveva neppure turbato così tanto, avevamo avuto delle crisi ma entrambi ci eravamo sostenuti a vicenda.
Ma Harry continuava ad avere i suoi dubbi su Draco.
“Draco è un mangiamorte! Insomma se lo è suo padre figuriamoci se non lo è lui!”
Quelle parole continuavano a rimbombare nella mia testa, ovattando i miei sensi.
La vista si appannò e l’udito si rifiutò di ascoltare qualsiasi cosa.
- Harry ti giudica un mangiamorte – mi lasciai sfuggire, quasi come un sussurro.
Apparte il crepitio del fuoco, la stanza era piombata nel silenzio più totale e il mio sussurro sembrava un urlo alla ricerca di una persona da colpire.
E la persona la trovò.
Non sentii il libro cadere a terra, perché la mia mente continuava a confermare le parole di Harry.
Draco era un mangiamorte e io ne avevo avuto la conferma.
Il peso della novità non mi aveva turbata così tanto, almeno fino a quel momento.
Chi mi assicurava che lui fosse davvero buono?
E se mi stava usando?
Ma tutto quello che mi aveva detto…
Lasciai scivolare a terra il libro, mentre gli occhi si riempivano di lacrime.
Sentii delle braccia stringermi da dietro e mi lasciai trasportare come un pupazzo senza vita.
Avevamo toccato uno degli argomenti peggiori e ne stavamo subendo le conseguenze.
I capelli di Draco mi solleticarono il collo, mentre si strofinava contro di esso in cerca di affetto come un cucciolo abbandonato.
- Ho fatto tanti errori e questo è uno di quelli – sussurrò, mostrandomi il braccio fasciato – Me ne vergogno, vorrei tornare indietro e cambiare tutto, cambiare l’approccio iniziale che ho avuto con Potter, vorrei aver evitato di insultare Weasley appena l’ho visto, avrei voluto averti… amica o ragazza… io avevo solo bisogno di qualcuno che mi comprendesse.
Me ne restavo immobile tra le sue braccia, come una bambola rotta.
Cosa dovevo fare… io…
- Ti prego, non te ne andare – sussurrò Draco, con un filo di voce.
Voce che si incrinò facendo uno strano effetto al mio petto.
 
Draco
Detestavo quelle situazioni.
Le situazioni in cui mi trovavo a supplicare una persona.
Io, Draco Malfoy, mi trovavo a supplicare…
Ma non potevo perderla.
Il perché? C’erano tanti motivi…
Primo, secondo il piano di Blaise la dovevo tenere più vicina a me.
E secondo, anche se mi doleva ammetterlo, lei mi piaceva davvero.
Credo di averlo capito quando mi sono accorto che la sua assenza mi spaventava, lasciandomi in stato confusionale per ore finchè non ricevevo un’informazione su quello che era successo alla grifona.
Cercavo di far rilassare il corpo di Hermione senza successo, sembrava una lastra di ghiaccio e il suo sguardo continuava a fissare il camino acceso.
No, non doveva lasciarmi con questo peso addosso, non poteva…
Non dopo tutto quello che era successo.
Non poteva lasciarmi in quella maledettissima stanza vuota.
Non poteva ascoltare davvero le parole di Potter.
Lei credeva che io avrei potuto salvarmi
Lei credeva ancora in me.
Avevo bisogno di un sostegno, di qualcuno che mi facesse capire che in me c’era ancora qualcosa di salvabile e di umano.
E quel qualcuno era lei.
 
Hermione
Avevo ignorato quello che aveva detto Harry sui i nuovi episodi avvenuti ultimamente.
Prima la collana maledetta e dopo l’incidente scampato di Ron che confesso mi aveva fatto stare in pensiero, ma lui si era ripreso quasi immediatamente…
Ma non…
- Sei stato tu… la collana e il veleno…
- No… - sussurrò troppo velocemente.
- Stai mentendo, mi stai mentendo Draco… dopo tutto… - sussurrai tra le lacrime – Perché?
- Sono stato scelto, tra tutti quanti… io.
- Sì, tu… tu che potevi ribellarti ai suoi voleri e invece, ora ti stai nascondendo cercando di uccidere qualcuno… chi? – dissi a denti stretti.
 
Draco
Non potevo dirlo.
Il marchio bruciava come l’inferno sul mio braccio…
Avevo fallito…
E lei… non poteva saperlo… nessuno doveva sapere niente.
Quante possibilità avevo di averla comunque con me se le avessi detto che il mio obbiettivo era il preside della scuola?
Nessuna lei se ne sarebbe andata lasciandomi solo…
- Non posso dirtelo.
Hermione sospirò divincolandosi, forse trattenendosi dal mollarmi un ceffone con tutte le sue forze, dolcemente dalle mie braccia. Raccolse la sua roba e si avvicinò alla porta, fermandosi.
Voleva essere fermata?
Mi alzai pronto ad avvicinarmi a lei, ma lo sguardo che incrociai mi fece arretrare di colpo e la porta che sbattè mandò in frantumi i pezzi del mio cuore che si stavano ricomponendo dopo tanti anni.
Un lavoro… distrutto.

angolo autrice
Chiedo davvero scusa per il ritardo D= ecco a voi il nuovo capitolo spero che vi piaccia =)

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