Libia e chi lo volle

di LadyToreumaMariot
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. Vai, Italia ***
Capitolo 2: *** 2. Da Svizzera a regolare la questione ***
Capitolo 3: *** 3. Primo round, secondo round ***



Capitolo 1
*** 1. Vai, Italia ***


 < Vai pure, Italia… > disse, con un sorrisetto sadico sulla faccia, Francia.
Questo perché Italia voleva Libia, un bambino controllato ormai a stento da Impero Ottomano.
E così si sarebbe piazzato tra le sue ragazze del Maghreb e il servo di Inghilterra, Egitto.
Come sarebbe andata a finire?

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Capitolo 2
*** 2. Da Svizzera a regolare la questione ***


 2
 
< Bene, raccontatemi che cosa è successo! > esordì Svizzera, usando il tono più conciliante che poteva tenere davanti ai due contendenti, Romano e Veneziano contro Impero Ottomano.
< Sento dei passi. Non ci faccio caso. Ho già abbastanza problemi con Italia che è sbarcato in Tripolitania. Sono fiducioso perché Enver Bey, genero del mio califfo, sta convincendo il piccolo e il suo popolo a resistere. Lui è tra le mie braccia, addormentato, eppure con lo sguardo corrucciato. Sento che mi sfugge, qualcuno me lo sta togliendo. Mi sveglio. Vedo Italia Veneziano con in braccio il bambino. Ha un sorriso strano sulla faccia. Il sorriso di sa che sta per conquistarsi un posticino nel mondo, fra i “grandi” delle colonie. Lo ignoro e vado alla finestra. Vedo suo fratello sul ponte di una torpediniera, seguito da altre quattro navi, sul Bosforo. Urlo. Sono in pericolo… >  raccontò, in modo concitato e con in testa tutta la preoccupazione che può avere un impero in dissoluzione che si aggrappa ai propri resti, perdendoli inevitabilmente.
< Sì, è andata così, per questa volta > confermò Veneziano.
< Qual era il vostro scopo? >
< Trovare un posto dove alloggiare la nostra popolazione. Sa, stiamo crescendo, e così Giovanni [Giolitti] ha avuto questa brillante idea > rispose il sud della penisola.
< Pare che anche Grecia sia stato toccato da voi > aggiunse Svizzera.
< Sì, gli abbiamo preso dodici gatti [Dodecaneso italiano] > e Romano li mostrò allo stupito svizzero.
< Allora, Libia, che sicuramente ora sarà lì a cincischiare il nostro tricolore che gli abbiamo lasciato in ricordo, è nostro? > cominciò il nord Italia.
< Sì. Non posso fare oltre che confermarlo come vostro > sospirò Svizzera.
[1912, pace di Losanna]

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Capitolo 3
*** 3. Primo round, secondo round ***


 3
 
[Prima battaglia di El Alamein, 1942]
Inghilterra, il suo tè e le forze dell’Asse si squadravano cercando ognuno il punto debole del’avversario.
La battaglia era finita in stallo, con perdite da entrambe le parti.
Se fossero stati dei giocatori di scacchi, avrebbero forse potuto interrompere il gioco, ma qui non era permesso.
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[Seconda battaglia di El Alamein, 1942]
Finalmente, dopo aver passato il tempo a guardare da lontano Italia e Germania che squadravano i loro capi Rommel e “Bombastico” [Ettore Bastico, governatore della Libia, non in buoni rapporti con Rommel] che litigavano, poteva considerarsi soddisfatto della sua vittoria, insieme a Montgomery, il suo capo militare.
Intorno al tavolo c’erano pure persone che si sarebbe potuto chiamare “alleati ufficiali”, o rinforzi, dell’inglese: un giovane dalla pelle ambrata e occhi scuri penetranti, India, che stava a fianco di un tipo con gli occhiali e i capelli in disordine, Australia, che a sua volta era seduto con due ragazzini dall’aria sveglia e testa riccia, le due isole della Nuova Zelanda, insieme ad un bruno e taciturno Sudafrica. Il posto era condiviso anche da due preoccupati Francia e Grecia, che non necessitavano certo di preoccupazioni maggiori di quelle che avevano al momento.
< E se partissi dalla casa di Libia – una tenda piantata nelle vicinanze – per andare da Italia? Dopotutto è lui l’anello debole dell’Asse > pensò Inghilterra, che progettava già di usare quei territori come base di un attacco al paese di Romano e Veneziano.
E con questi pensieri guardava il “meraviglioso” Prussia fasciarsi le ferite, suo fratello che stava a denti stretti a rimuginare, e di Italia che era incerto se sventolare o no la sua fedele bandiera bianca.
< Te la faremo sventolare – e sogghignò mentre il pensiero si solidificava nella sua testa, insieme ad un possibile piano – te lo prometto… aspetta che chiami America, e chi altro? Ah, sì, Canada… >.

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