I'm not kitty, damnit!

di Hullabaloos
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Tentazione ***
Capitolo 2: *** I veri uomini bevono solo birra! ***
Capitolo 3: *** Programma della serata? Mr.Spoon VS Little Kitty ***
Capitolo 4: *** Internet influenza i rapporti umani ***
Capitolo 5: *** La vendetta è un piatto che deve essere servito freddo (parte 1) ***
Capitolo 6: *** La vendetta è un piatto che deve essere servito freddo (parte 2) ***



Capitolo 1
*** Tentazione ***


Bastardo, stronzo, ma soprattutto SADICO di un Ulquiorra.

Erano questi i pensieri che correvano caoticamente nella mente del sesto Espada, appiattito contro il muro di una delle numerose stanze di Las Noches.

Avrebbe voluto fondersi con la parete dietro di sé, sprofondare nel pavimento, lanciare un Cero sul soffitto e scappare verso lo smisurato deserto bianco dell’Hueco Mundo, verso la LIBERTÀ.

Invece si trovava schiacciato contro un fottuto muro come un coglione, paralizzato, con gli occhi azzurri fissi sulle mani del beneamato collega.

-Ammettilo, Grimmjow…-, sussurrò Ulquiorra con voce atona.

Grimm si appiattì ulteriormente contro la parete.

-Ammettilo che ne hai VOGLIA…-. Il quarto Espada aprì maggiormente le mani tenute in basso, mostrando l’oggetto che prima stringeva.

Grimmjow sgranò gli occhi, irrigidendosi.

-So che vuoi TOCCARLO…-.

Il Sesto Espada deglutì rumorosamente, lanciando occhiate imbarazzate verso l’oggetto in questione, senza però riuscire a distogliere completamente lo sguardo.

-So anche che vuoi GIOCARCI…-.

Grimmjow drignò i denti, stringendo i pugni e pensando all’assurdità di quella situazione. Non poteva rivelare la propria natura, neanche lui l’aveva ancora accettata! E poi era SBAGLIATO, terribilmente sbagliato, non poteva cedere ai propri istinti!

Eppure non poteva staccare gli occhi da QUELLO. Era come se i propri occhi fossero imprigionati da lunghe catene che portavano alle mani del quarto Espada. Era così invitante… d’apparenza così soffice… e chissà quanto era lungo…

Senza accorgersene, una mano si era staccata dalla parete e le dita si stavano muovendo esitanti verso l’oggetto del proprio desiderio. Riuscì a riprendere il controllo dei propri arti, che tornarono a saldarsi contro il muro.

-Bastardo…-, sibilò frustato Grimmjow.

-Non devi avere paura, Grimmjow…-, continuò Ulquiorra con la stessa voce monotona, -nessuno è venuto qui per giudicarti…-.

- CHE CAZZO STAI DICENDO?-, sbottò Grimmjow, spostando il busto in avanti, in una posa che lo rendeva molto simile a una bestia in gabbia.

-E ALLORA LORO COSA CAZZO CI FANNO QUI???-. Additò con un gesto di stizza le figure che stavano appartate in un angolo in penombra. Una di queste avanzò mostrando il proprio viso: Nnoitra Jirga.

-Perché siamo qui?-, rispose quello con tono divertito e mellifluo, -A noi piace GUARDARE…-.

Grimmjow si guardo disperatamente: doveva trovare una via di fuga, una QUALSIASI via di fuga. Non sapeva fino a quanto sarebbe resistito, stava perdendo pian piano la lucidità, gli istinti resi più violenti alla vista di QUELLO. Se avesse ceduto, la sua dignità sarebbe andata a farsi benedire.

-A quanto vedo non vuoi cedere…-, sospirò Ulquiorra, -non mi lasci altra scelta-.

Il sesto Espada fu preso dal panico. –Non oserai…-.

La faccia del moro si deformò in un ghigno sadico, lasciando cadere per un attimo la fredda maschera d’impassibilità che di solito vestiva.

Con gesti calcolati portò l’oggetto davanti agli occhi di Grimm e…

-Qui, micio micio micio! Guarda il gomitolino di lana! Guarda il gomitolino! Beeeello, il gomitolino!!-.

Gli occhi di Grimmjow divennero acquosi e le pupille si dilatarono. I lineamenti facciali si deformarono in una espressione inebetita che ben poco s’intonava al suo titolo d’Espada.

-Meow!-, esclamò deliziato il gatt…, emh, Grimmjow, mentre una zampin…, cioè volevo dire, una mano andava a colpire più volte il gomitolo.

Ma all’improvviso il quarto Espada allontanò l’oggetto tanto agognato e, dopo vari sghignazzamenti, lo lanciò in fondo alla stanza.

Il felin…, insomma Grimmjow, si slanciò verso il viluppo di filo, trotterellando allegramente in forma quadrupede. Appena l’afferrò, strusciò quella matassa di lana contro la guancia con fare adorante ed emettendo fusa molto grottesche. Estasiato, il micin…, oh insomma, QUELLO lì, sdraiato di schiena, lanciava quella palla lanuginosa in aria per poi prenderla all’ultimo istante.

Quel momento idilliaco terminò non appena Grimmjow sentì un flash che interrompeva quel gioco dannatamente divertente. Ma il divertimento lasciò per sempre il suo viso non appena vide Ulquiorra che sfoggiava una fotocamera ultimo modello e le facce sghignazzanti dei colleghi.

-MALEDETTO ULQUIORRAAAAAAAAAAA!!!!!!-.

Un urlo eccheggiò per il deserto dell’Hueco Mundo, per poi disperdersi tra i granelli di sabbia sollevati dal vento.

 

 

Hola, cari lettori, qual buon vent-

Grimm: DOV’È QUELLA SCLERATA?!?! DOV’È?!?!? LA FACCIO A FETTINEEEE!!!!

*L’autrice è precariamente nascosta dietro a cartone a forma di cespuglio. Fortunatamente il micio è troppo incazzato per accorgersene e va avanti*

Fiùùùù… Emh, dicevo, questa è una piccola storiella venuta in mente durante le pippe mattiniere durante la lezione di latino. Non so se scriverò altri capitoli, spero di avere altro tempo.

Detto questo, spero di avervi rubato almeno un sorriso! ^^  

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Capitolo 2
*** I veri uomini bevono solo birra! ***


Era notte fonda, negli immensi deserti dell’Hueco Mundo.

Le tenebre avvolgevano con le loro spire le oscure stanze della fortezza e i suoi abitanti. Le menti degli Arrancar erano sprofondate da ore nell’oblio del sonno. L’atmosfera dentro Las Noches era irreale, come se la stessa rocca avesse inghiottito ogni forma di vita e rimanesse in silenzio ad aspettare la prossima preda.

All’improvviso, il denso silenzio che aleggiava nei corridoi venne interrotto da dei passi ovattati, come se qualcuno stesse cercando di celare la propria presenza.

Un paio di occhi ferini squarciavano il manto d’oscurità che ricopriva le stanze che egli superava strisciando silenzioso contro le pareti.

D’un tratto la figura s’arrestò davanti a una porta, mentre sul suo viso si fece strada l’ombra di un ghigno inquietante.

 

*^*^*

La figura afferrò l’oggetto di forma cilindrica con irruenza. Una fame bramosa stava divorando le sue viscere, rischiando di renderlo pazzo. Troppo impaziente per trattarlo adeguatamente, afferrò la sua cima con i denti, e tirandolo con tutte le sue forze.

-Forza… Esci!-, sussurrò l’uomo in penombra, mentre una goccia di sudore percorreva la sua guancia.

-Dannazione, muoviti!-, imprecò sottovoce quello. Doveva sbrigarsi, se qualcuno l’avesse scoperto, il suo orgoglio sarebbe andato per sempre in frantumi, si sarebbe disintegrato in granelli così minuscoli da confondersi con la sabbia del deserto di quei luoghi.

Ansioso sia per un eventuale arrivo di estranei sia per la violenza del proprio desiderio, egli afferrò

il cilindro con entrambe le mani, stringendo maggiormente la presa. Finalmente dalla punta uscì un denso e profumato liquido biancastro. L’uomo gioì esultante, mentre la sua bocca andava a raccogliere quel nettare sublime con ingordigia. Sentiva quell’eccellente ambrosia scendergli per la gola e inebriargli i sensi. Gemette soddisfatto per quel breve momento d’estasi, mentre alcuni rivoli del liquido, sfuggito dalle sue labbra, scendeva lungo la mascella.

Quell’istante di puro piacere fu incrinato come un specchio quando l’uomo sentì un rumore secco, come uno scatto, e una luce invasa la stanza in cui si trovava.

-Grimmjow?-, chiese Ulquiorra con tono assonnato, ma sempre atono, al sesto Espada che lo guardava con occhi sbarrati.

-Ulquiorra???-, esclamò sconcertato quello, con una punta di panico nella voce.

-Cazzo, ma perché fra tutti quegli stronzi che ci sono, doveva sbucare proprio lui?-, pensò l’azzurro, preso dal panico.

-Cosa ci fai in cucina a quest’ora della notte?-, domandò allora il moro, notando come il collega con uno scatto nascose qualcosa dietro alla schiena.

-Io? Proprio niente! Approfittavo del silenzio per ammirare le splendide mura di questo palazzo, sai, non avevo mai notato come questo posto fosse così interessante!-, farfugliò nervosamente quello, concludendo la patetica scusa con una risata leggermente isterica.

Ulquiorra alzò impercettibilmente un sopracciglio, chiaro segno del suo scetticismo.

-Cazzo, ma dove le vado a pescare certe scuse di merda??-, imprecò mentalmente Grimmjow.

Solo in quel momento però il sesto Espada notò un particolare non trascurabile.

-Tu, piuttosto…-.

Grimmjow fissò strafottente il collega, mentre un ghigno divertito apparve sul suo volto.

-Cos’è quella tenuta da notte da checca?-.

In effetti, Ulquiorra sfoggiava una veste da notte da donna di un rosa accecante, mentre la frangia era fissata in cima alla testa da un enorme bigodino.

-Meglio della tua tenuta da barbone da immondezzaio-.

Touchè.

Beh, almeno le magliette sformate extra-large erano molto più comode della sua tenuta da travestito frù-frù.

-Comunque, cosa diavolo ci fai qui?-, sbottò Grimmjow,-sei venuto a prendere la maschera di bellezza che tieni in frigo?-, lo schernì con una vocina derisoria di qualche ottava superiore alla media maschile.

Ulquiorra lo superò con sufficienza, aprì con gesti calcolati l’anta del frigorifero, per poi prendere un barattolo dalla prima anta.

-Veramente è una crema anti-rughe-, rispose quello con tutta la calma del mondo.

Grimmjow rimase un secondo impietrito da quella affermazione. Cazzo, andava al giro dicendo frasi così come se fossero cose normalissime???

Ma il sesto Espada si accorse solo in quel momento che il collega lo aveva superato sia per prendere il suo prezioso barattolo, sia per vedere cosa stesse nascondendo dietro la schiena.

Capì questo quando incrociò di nuovo lo sguardo del moro, che assunse d’un tratto il suo famoso ghigno sadico.

Oh merda.

Grimmjow cercò di salvare l’oggetto dei suoi desideri, ma il moro, con un movimento veloce, glielo sottrasse dalle mani.

-Così al micio piace il latte, eh?-, rise quello canzonatorio, mentre agitava nella mano una bottiglia ancora mezza piena, con sopra raffigurata una mucca sorridente che faceva l’occhiolino.

Grimmjow inizialmente sbiancò, per poi arrossire furiosamente, creando un contrasto stridente con i capelli azzurri sparati in aria.

-NON LO STAVO BEVENDO!!!-, gridò in preda all’imbarazzo, -CREDEVO FOSSE BIRRA!!!-.

Ma che cazzo stava dicendo?

-Birra?-, chiese Ulquiorra curioso.

-Certo-, annuì Grimmjow con forza, -i veri uomini bevono solo birra!-.

Perché aveva l’impressione di stare dicendo più stronzate in quella notte che in tutta la sua vita?

-Davvero?-, domandò Ulquiorra ironico, mentre si avvicinava pericolosamente al lavandino, -allora non ti dispiace se butto il latte che rimane, vero?, concluse con un sorriso che definire sadico era un eufemismo.

-NO!-, urlò Grimmjow, vedendo le prime gocce di quel delizioso nettare uscire dalla bottiglia.

-NON QUELLO DELLA LOLAAAAAAA!!!-, berciò, slanciandosi contro il nemico e salvando la sua amata dalle sue grinfie. Compiuto quel gesto eroico, il piccolo Grimmjow si rintanò in un angolino, soffiando contro la minaccia di rosa vestita.

-Mi dispiace -, sussurrò languido all’amata bottiglia,- scusa per quello che ho detto prima, non ti tradirei con nessun’altra, a me la birra non piace neppure!-, continuò quello, accarezzando affettuosamente la superficie liscia della boccetta.

Quella dolce dichiarazione fu interrotta da un flash improvviso. Grimmjow si girò di scatto, e quello che vide non gli piacque affatto: Ulquiorra teneva la ben nota fotocamera fra le mani e sembrava molto divertito dalla reazione del collega.

Ma quello si portava la fotocamera anche a letto???

-ULQUIORRAAAAAA!!!!-.

Un urlo si propagò tra le pareti di Las Noches, il cui eco venne inghiottito lentamente dall’oscurità e dal buio.

 

 

Finalmente ho scritto un nuovo cap-

*Appare un Ulquiorra che, impassibile, punta il suo coltellino svizzero contro il gargarozzo dell’Autrice*

Ulquiorra: Io non ho nessun pigiamino rosa frù-frù.

Autrice: oh, emh, si certo… ^__^’’’’ Ooooh, ma guarda, laggiù regalano campioncini gratuiti di creme di bellezza!!!

Ulquiorra: Uh? Eh? Dove? <.<   >.>

*Ulquiorra si allontana con passo frettoloso*

E dopo questa piccola interruzione, vorrei ringraziare tutti coloro che hanno recensito la mia storia! Mi è scesa una lacrimuccia quando ho visto quante persone hanno lasciato un commentino!

*Sottofondi di violini e pioggia di klenex*

Cmq, piccola precisazione!!! All’inizio del capitolo, quando ho scritto che Grimmjow usava i denti sulla punta dell’oggetto cilindrico, intendevo che cercava di togliere il tappo con i suoi “piccoli” incisivi. Dico questo per non dare l’impressione di scrivere apposta frasi ambigue! ^^

Espada: ……….

Autrice: Che c’è? Che ho detto?

Espada: Pervertita….

 

D a r k l i g h t 9 2= così rischio di montarmi la testa (in realtà sto gongolando soddisfatta)!!! Chissà come sta il povero Grimmjow dopo il volo dalla finestra (ma viste le sue doti feline deve essersi salvato)!! Cmq, non ti preoccupare per l’arrivo di Aizen: ho intenzione di aggiungere alla storia qualche altro simpatico Espada! Grazie mille per la recensione, spero che continuerai a seguirmi!!

diokoxkristof= Per fortuna che hai riso, avevo paura di avere pubblicato una cavolata pazzesca!!! O__O’’’ Spero che anche i capitoli che scriverò ti faranno scompisciare ugualmente!

tassooooi= tutti questi complimenti riscaldano il mio cuoricino d’Autrice! Spero che continuerai a seguirmi, anche perché ho intenzione di rivelare altri retroscena inquietanti sulla vita dei nostri Espada!

Grimmy= Ebbene sì, qualcuno doveva finalmente rendere pubblico l’orientamento del nostro tenero micino!! U__U *Grimmjow guarda l’Autrice con sguardo assassino* Emh, dicevo, in questo capitolo l’oggetto in questione ti renderà ancora più perplessa, promesso!! Grazie per aver commentato e spero che commenterai anche questo capitolo!

stella_blu= Pensato male? Non ho mai avuto intensione di scrivere cose ambigue!!^^’’

Grimmjow: E allora perché stai incrociando le dita?

Coff, coff, emh.. ^^’’ Cmq non solo Grimmjow ha rivelato la sua natura, ma anche quel bastardello di Ulqui! Ho sempre pensato che quella faccia da poker nascondesse qualche segreto! Cmq grazie per il tuo incoraggiamento!

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Capitolo 3
*** Programma della serata? Mr.Spoon VS Little Kitty ***


Gli ultimi bagliori del giorno indugiavano ancora sulle dune di sabbia dell’Hueco Mundo, mentre la sera iniziava a gettare il suo scuro sipario sulle imponenti pareti di Las Noches.

Quando l’ultimo spiraglio di luce s’eclissò, il deserto, privato anche di quell’unico  bianco monotono ed opprimente, fu avvolto dal grigiore della notte imminente, rendendo quella landa ancor più desolata. Il silenzio sembrava portato dal vento, e abbracciava ogni cosa, come una coperta soffocante. Sebbene la calma illusoria, dentro le pareti della fortezza stava avendo luogo un epico scontro tra due legioni contrapposte. L’estenuante lotta pareva non avere mai fine, nessun combattente voleva cedere terreno all’avversario. La sfida era scaturita da un motivo che ha legato secoli e secoli di battaglie: la guerra per la conquista!

-E MOLLALO!!!-.

Il luogo del conflitto, era situato nelle stanze più interne di Las Noches, più precisamente dentro il salotto in cui gli Espada solitamente si rilassavano dopo il dovuto compimento di una missione.

-TESTA DI CAZZO, C’ERO PRIMA IO!!!-.

Sul divano, davanti a quella scatola che per più di un secolo ha creato conflitti tra amici e parenti (ovvero la televisione), erano seduti in maniera poco composta due ben noti Espada.

-PORTA RISPETTO AI TUOI SUPERIORI E TOGLIMI DI DOSSO QUELLE LURIDE ZAMPE!!-.

-NON PRIMA DI ESSERMI RIPRESO QUELLO CHE MI SPETTA, TESTA A PADELLA!!!-.

Un Nnoitra abbastanza scazzato stava puntellando un piede sulla faccia di Grimmjow, mentre quest’ultimo con una mano stava spiaccicando il viso del collega contro i cuscini del divano. L’oggetto della contesa era ciò che aveva dato inizio allo scontro e che avrebbe determinato il destino della serata: il telecomando.

-SOLO PERCHé VUOI ESSERE COERENTE CON LA TUA IMMAGINE, NON VUOL DIRE CHE DOBBIAMO GUARDARE “LE RICETTE DELLO CHEF TONY”, TESTA A CUCCHIAIO!!-, ringhiò il sesto Espada, allungandosi per agguantare il telecomando.

-PROPRIO TU PARLI DI COERENZA???-, sbottò Nnoitra, sfrittellando il visino del collega contro i braccioli del divano, -NON SONO IO QUELLO CHE VUOLE VEDERE PER LA CENTESIMA VOLTA “GLI ARISTOGATTI”!!-.

-LO VEDI CHE SEI PROPRIO UN IGNORANTE??-, rispose di rimando quello, tirando un gancio destro sul naso del moro, -QUESTA è UNA STORIA RICCA DI SIGNIFICATO E DI SENTIMENTO! SOLO UNA FACCIA A SPATOLA COME TE NON PUò CAPIRE LA SUA BELLEZZA!!!-.

-MA QUALE BELLEZZA E BELLEZZA!!-, berciò l’altro isterico, mentre assestava un bel calcio al mento del sesto Espada, -MI SONO SOLO ROTTO I COGLIONI DI SENTIRTI CANTARE DI NUOVO “TUTTI QUANTI VOGLIONO BALLARE IL JAZZ”!!-.

-BRUTTO IDIOTA, QUELLA CANZONE è LA MASSIMA ESPRESSIONE DI MELODIA ARMONICA!!!-.

-NON QUANDO LA CANTI CON LA TUA VOCE DA GATTO IN CALORE, DEFICIENTE!!!-.

Ulquiorra sospirò rassegnato dalla sua poltrona, mentre Grimmjow e Nnotria avevano ben pensato di passare da una buona conversazione con calci e pugni a una ben più sana lotta greca sul tappeto del soggiorno. E dire che lui sperava di vedere in santa pace la sua soap preferita!

Intanto, dall’altra parte della stanza, Szayel Aporro, comodamente seduto su un puff rosa, guardava fin troppo interessato la lotta tra i due Arrancar. Più volte il suo sguardo malizioso cadde sui sodi deretani dei due colleghi. Non ci volle molto perché decidesse a intervenire, per “calmare” gli animi bollenti.

Intanto la situazione si stava mettendo decisamente male per il sesto Espada: Nnoitra era riuscito a bloccarlo sotto di sé, mentre con entrambe le mani stringeva con presa ferrea il collo dell’avversario. Grimmjow scalciava disperatamente, mentre iniziava ad assumere un preoccupante colorito blu, che faceva molto pendant con i capelli azzurrini.

L’intervento dello scienziato però risparmiò alla Pantera una fine ingloriosa.

-Suvvia ragazzi, non è il caso d’azzurffarsi per queste sciocchezze!-, esclamò l’uomo rosa con tono conciliante, mentre sottolineava le proprie parole battendo una pacca che avrebbe dovuto essere sulla spalla del quinto espada, ma che inevitabilmente scivolò fino al suo sedere.

Questo gesto rimediò ad Aporro un violento colpo di tacco preciso in mezzo agli occhi da parte di un Nnoitra particolarmente irritato.

-Se non vuoi passare da checca rosa a checca rosa morta ti consiglio di non farlò più.-, sibilò il moro, mentre qualche nervo ballerino spuntava sulla sua fronte.

Mentre Aporro si ritirava sconfitto in un angolino piagnucolante, i due Arrancar continuarono a rotolarsi nel soggiorno tra calci, pugni e morsi, sotto lo sguardo spazientito di Ulquiorra, che cominciava a domandarsi se l’assenza dei due Espada avrebbe portato danni così gravi ai piani di Aizen-sama.

Solo l’entrata ad effetto di Halibel salvò i due Espada da un omicidio di massa.

-COSA DIAVOLO SUCCEDE QUI?-, tuonò quella con tono scocciato.

I due scazzottatori si fermarono di botto, Nnoitra che tirava violentemente i capelli di Grimmjow, mentre questo gli mordeva un polpaccio.

-Halibal-san, questo idiota qui…-, incominciò il moro con tono piagnucoloso.

-Non mi interessano le ragioni di due celebrolesi scazzoni come voi.-, l’interruppe lei, mentre, appropriandosi del telecomando, s’accomodava sul divano.

-Sono venuta qui per vedere la mia soap preferita, “Tempesta di passione”-.

Grimmjow e Nnoitra, inorriditi da quella prospettiva tentarono di protestare.

-Ma, ma…!-.

-Avete qualcosa da ridire?-, disse tranquilla quella, al contrario del suo pugno, che si strinse in maniera pericolosa.

-Nulla, nulla!-, s’affrettarono a rispondere quelli, mentre impauriti e abbracciati si rintanavano in un angolino a fare compagnia ad Aporro.

Ulquiorra sorrise sommessamente: avere gli stessi programmi preferiti della terza Espada aveva i suoi lati positivi.

 

Rieccoci qui nell’angolino sfogo della scrittrice!!!^^

Ho scritto questo capitolo appena tornata da scuola, dopo essere sopravvissuta alle varie coppie sbaciucchiose che intasavano il bus. Maledetto San Valentino… Ma se dall’irritazione nasce l’ispirazione per nuovi capitoli, spero di incazzarmi più spesso (insomma….)!!!

 

D a r k l i g h t 9 2= Grazie dei tuoi commenti, mi fanno sempre molto piacere!! Cmq non credo che sia un crollo di un mito, piuttosto una rivelazione che già s’intravedeva: quel make-up sempre perfetto doveva celare un segreto!!! Inoltre, mi dispiace per Grimmy, ma Ulquiorra ne sa una più del diavolo, perciò non so quando riuscirà a strappargli una vendetta! Alla prossima!

 

 FediHime= Mi fa sempre piacere che nuove persone commentino le schifezze che scrivo e che mi azzardo a chiamare storie!!^^ Mi spiace di averti procurato brutti sogni: infatti stanotte mi sono svegliata di colpo perché mi era sembrato di sentire un urlo agghiacciante!!! Però non disperare: forse qualcuno trova sexy Ulquiorra anche con il vestitino rosa!!!

*L’Autrice guarda significatamene Aporro*

Grimmjow: Lui trova sexy ogni essere vivente di genere maschile!

Autrice: Te torna a guardare Romeo e Duchessa!

 

Grimmy= La rivelazione della natura del nostro Ulquy ha sconvolto molte persone… O__O’ Noooo, non mi picchiate! Prometto che scriverò un capitolo in cui sarà più maschio!!!

Grimmjow: E io mi faccio prete!

Autrice: ti ho giò detto di tornare a vedere gli Aristogatti!

Cmq spero che mi recensirai ancoraaaaaaaaaaaaaaaa!!!!

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Capitolo 4
*** Internet influenza i rapporti umani ***


Un vacuo silenzio aleggiava per i corridoi di Las Noches.

Un vago rimbombo echeggiò lungo le pareti, finché il suono non si trasformò in un rumore ritmico di passi. A dimostrazione di ciò, da una porta sbucò la figura del Sesto Espada, che stagliò la sua ombra minacciosa contro il muro davanti a sé. Tutto nel corpo della Pantera trasmetteva un’aura sinistra e ostile, dai fasci tesi di muscoli al bieco luccichio degli affilati occhi azzurri. Dopo aver sbattuto furiosamente la porta dietro di sé, si avviò con fare incazzato verso la propria camera. L’esser stato privato della visione del proprio film preferito l’aveva irritato a tal punto da optare per una eclatante ritirata, ostentando il proprio sdegno e chiudendo l’uscio con una tal potenza da sbriciolarlo in tanti minuscoli pezzetti. Giunto davanti alla propria stanza, s’affrettò ad entrare, controllando scrupolosamente che i corridoi fossero vuoti. Dopodiché, si blindò a doppia mandata dentro la sua tana, poggiando per sicurezza contro lo stipite un enorme baule. Infine, il Sesto Espada serrò le finestre e chiuse le tende di pesante velluto nero.

Grimmjow ghignò soddisfatto della propria opera. Questa volta quel maniaco di Ulquiorra non avrebbe interrotto lo sfogo dei suoi piaceri!

La Pantera si fermò di fronte al mobile accanto al letto e inserì la mano in uno scomparto segreto. Mentre la mano tremante stringeva un oggetto morbido e peloso, lo sguardo di Grimmjow fu attraversato da una luce perversa ed eccitata.

 

*/*/*/*

 

Aizen Sousuke quella mattina si era svegliato di buon umore. Era riuscito ad acconciare la sua magnifica capigliatura in modo tale che quel fastidioso ciuffo onnipresente davanti ai suoi occhi stesse al suo posto. Con una dose super massiccia di gel era riuscito a tirare indietro ogni singola ciocca e, al termine di questo rituale quotidiano di bellezza, ammiccò seducente alla propria immagine allo specchio. Eh, sì, era proprio un gran bel pezzo di figliolo!

-Oggi sarà una splendida giornata-, si rivolse quello alla propria immagine riflessa, cercando di auto convincersi,-non accadrà nessun incidente, nessuna rissa, nessun lancio di cucchiai e posate, nessun tentativo di violenza sessuale e nessun tentativo d’omicidio di massa, perché tu sei il capo più figo dell’organizzazione di cattivi più potente e malvagia del mondo!-.

Le sue convinzioni caddero rovinosamente nel momento un cui un Cero perforò la parete dietro di sé ed andò a distruggere proprio lo specchio grazie alla quale Sousuke stava rimirando la propria immagine. Il potente capo rimase impietrito di fronte a tale affronto. Lentamente girò la testa, e constatò che il potente raggio aveva attraversato varie stanze. Temendo il peggio, s’alzò di scatto e corse velocemente verso l’origine di tale scempio, e quello che vide non gli piacque affatto. Il Quarto Espada era stato legato a mo’ d’insaccato, e trascinato da Hallibel, che tirava un’estremita della fune. Nnoitra dibatteva disperato le lunghe gambe, mentre cercava di far ragionare la collega dicendo che, nonostante la lampante somiglianza, lui non era una parabola, e che impalarlo sul tetto di Las Noches sotto l’interperia di una tempesta di sabbia forza 10 non avrebbe aiutato a contribuire al miglioramento dell’immagine delle proprie soap. Dall’altro capo della stanza, Tesla, sbucato da non si sa dove, lottava furiosamente contro Aporro, farneticando qualcosa sul difendere l’onore (e la purezza) del suo comandante (nonché amato). Nnoitra, che già urlava isterico contro la propria aguzzina, sputava insulti più o meno delicati contro il sottoposto, visto che quella sera tutti cercavano d’attentare alla sua virilità da maschio. L’ottavo Espada, dall’altro canto, quando si trattava di combattere contro un RAGAZZO, e dunque mettergli le mani adosso per motivi più o meno casti, non si tirava di certo indietro. Il povero Stark, leggermente infastidito da quelle due checche, aveva lanciato un Cero nel tentativo di polverizzare loro e i loro litigi da casalinghe affette da isterismo. Peccato che per mira non era di certo un campione, così, invece di polverizzare i due, aveva bucherellato le pareti dell’ala ovest della fortezza. Rinunciando a un ulteriore e faticoso tentativo di massacrarli di botte, il pelandrone aveva strappato l’imbottitura dei divani, per poi ficcarsela nell’orecchie e sprofondando nel ben noto puff rosa. In mezzo a tutto quel caos, Ulquiorra sedeva inperturbabile su una poltrona e faceva… beh, faceva l’Ulquiorra. Come se tutto questo non bastasse, dalla porta sbucò proprio l’ultima persona che avrebbe voluto vedere in quel momento.

-Oooooooh caro, ti stavo proprio cercando!-, cinguettò Gin mellifluo, mentre si avvicinava adorante a quello che, a sua detta, era suo marito. Il baldo giovine s’appolipò al bracciò del suo adorato, e rimirò la scena di demenzialità pura che aveva luogo in quel momento nel salotto con sguardo da chioccia in calore.

-Ma guarda i nostri piccoli come giocano, sono proprio vivaci, vero carooo?-, esclamò con fare lascivo, mentre si sdrusciava indecentemento contro il braccio del consorte. Aizen non capiva quale malsana e irreale convinzione portasse Ichimaru a credere che loro due fossero sposati, e che, soprattutto, avessero sfornato ben 10 figli “vivaci”, ma quella fu la goccia che fece traboccare il vaso.

Ulquiorra decise di optare per una fuga veloce, visto che oltre ai nervi ballerini che pulsavano pericolosamente sulla fronte del capo, s’aggiunse anche anche il suo famoso ciuffo, che guizzò nuovamente davanti a i suoi occhi, chiaro segno della sua profonda irritazione.

Infatti, dopo aver frapposto fra sè e il salotto parecchi metri, il Quarto Espada potè chiaramente vedere un getto violento di fiamme proruppere dalla porta della stanza.

Ulquiorra sospirò stancamente, per poi avviarsi verso la propria camera. Quella maledetta tempesta di sabbia aveva interrotto la sua soap preferita! Decisamente incazzato, come si poteva BEN notare dal volto, chiuse silenziosamente l’uscio dietro di sé e si distese sul letto, portandosi svogliatamente una mano sugli occhi. Dopo alcuni minuti, una mano andò a frugare sotto il cuscino, per poi estrarre un oggetto d’alta tecnologia, con uno schermo a cristalli liquidi. Ulquiorra, con un sorriso inquietante che s’andava formando sul volto, accese l’apparecchio, che mostrò l’interno di una stanza all’interno di Las Noches…

 

*/*/*/*

 

Quel gioco perverso stava andando avanti da una buona mezz’ora. Grimmjow era intento ad accarezzare l’oggetto peloso per tutta la sua lunghezza, per suffermrsi sulla punta, liscia e lucida. La sensazione delle setole che, a ogni carezza, si drizzavano, faceva scorrere un brivido d’appagamento lungo la schiena del Sesto Espada. Tormentando con un dito il pelame più morbido, Grimmjow andò a cercare con l’altra mano un bottone situato su un’estremità. Con un sogghigno compiaciuto, lo premette con urgenza. Immediatamente, il suddetto oggetto cominciò a vibrare ferocemente, mentre la Pantera l’adagiavò con cura per terra. Questo schizzò impazzito da un angolo all’altro della stanza, come posseduto da un’anima propria. Grimmjow s’acquattò in un angolo buio della camera, mentre i suoi occhi luccicavano ferini e maliziosi nel buio che aleggiava inquietante. Con un balzo improvviso, la Pantera agguantò l’oggetto, portandoselo alla bocca con entrambe le mani e giocandoci vizioso con i denti e la lingua, avvertendo una senzazione così appagante da annacquargli gli occhi dal piacere. Per breve istante, sulla parete opposta, un piccola luce rossa brillò, segno che la minuscola telecamera attaccata al soffitto stava registrando.

 

*/*/*/*

 

Nel frattempo, in un’altra stanza, Ulquiorra stava rischiando il collasso di milza, fegato e budella, a causa del riso incontrollato che usciva imperrettito dalla sua bocca.

Non ci credeva. Non. Riusciva. A. Crederci.

La senzazione di assoluta bastardaggine che provava nello scoprire i lati più imbarazzanti della vita del collega dai capelli azzurri stava raggiungendo livelli inimmaginabili. Passi il gomitolo, e anche il latte, e pure l’insana passione per qualunque film con protagonisti felini e razze correlate, ma vedere Grimmjow che trotterellava allegro giocando con un topolino meccanico superava ogni sua più fervida fantasia.

Ancora singhiozzante, Ulquiorra salvò il video e fece comparire sotto lo schermo una piccola tastierina. Successivamente, dopo essersi collegato ad Internet, digitò frettolosamente un sito, facendo apparire sulla schermata la pagina di caricamento di Youtube.

Ma all’improvviso, un pensiero attraversò la sua mente. Insomma, Grimmjow era un suo collega, un suo inquilino, un compagno di squadra! Tormentarlo aveva allontanato il tedio delle lunghe giornate grige a Las Noches e umiliarlo davanti agli altri Espada gli procurava un senso di gratificazione impareggiabile, ma era davvero così bastardo da rendere noto a tutto il mondo le sue tendenze e di conseguenza ridicolizzarlo davanti a tutto il popolo multimediale?

Ulquiorra, con la coscenza serena, premette Invio.

Video pubblicato. Tornare al proprio account?

 

Rieccomi di nuovo qua per la vostra immensa gioia!!^^

Grimmjow: Basta crederci…

*L’Autrice spacca in testa a Grimmjow una bottiglia di latte*

Scusate per il ritardo mostruoso, ma questa è stata letteralmente una settimana di cacca. In più ho scritto questo capitolo che non mi convince per niente, ma che è necessario per scrivere il prossimo capitolo, che è anche l’ultimo! Ebbene sì, finalmente Grimmjow riuscirà a vendicarsi su Ulquiorra!!


diokoxkristof= Finalmente la mia fan fiction ha una sua utilità!! Sono felice che porti allegria dal tedio della scuola! Cmq, sinceramente non riesco a immaginare Ulquiorra con Inoue, lo vedo più come il sadico bastardo che schifa i rapporti umani. Resta collegata per l’ultimo capitolo!

 

stella_blu= mi sto ringalluzzendo tutta!!! Troppi inchini, non sono un’ imperatrice ( o forse sì?)^^! Solo la mia mente contorta e malata poteva tirare fuori certe scempiaggini, ma il bello deve ancora venire: nel prossimo capitolo scopriremo un lato del tutto inedito del Quarto Espada.

 

Grimmy= Mentre sto scrivendo spero non sia arrivata a casa tua la neuro  a portarti via, chiamata dai tuoi familiari!^^ Sono divisa tra coloro che vedono Ulqui più da maschio o  più da casalinga, ma io parteggio sicuramente come te con il secondo schieramento. Cmq, nel prossimo capitolo, il suddetto bastardo mostrerà finalmente al mondo il suo lato macho! Quindi rimani con noi!

 

D a r k l i g h t 9 2= Grazie a te ho avuto l’ispirazione per l’inizio di questo capitolo!!!

*Ma nel mezzo di tutti questi scontri, Aizen cosa fa? ._.
(Mi sembra logico no? U_U sta a farsi la messa in piega NdGrimmjow Mentre guarda gli aristogatti)*

Frase illuminante! Mi sono proprio immaginata la scena e da quella ho partorito l’intero capitolo!!  Cmq, accontenterò anche la tua voglia di Ulqui più macho nel prossimo capitolo, quindi non mancare!!^^

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Capitolo 5
*** La vendetta è un piatto che deve essere servito freddo (parte 1) ***


Nell’immenso deserto dell’Hueco Mundo si staglia minacciosa contro il cielo il profilo della fortezza di Las Noches. La rocca sembra cibarsi dell’atmosfera cupa e fosca, che densa viene emanata dalle sue oscure mura. Come una bestia famelica, travestita con facciate di pietra, domina minacciosa sulle dune di sabbia. Al suo interno, gli stessi corridoi sembrano pulsare di questa oscurità, come un sangue che attraversa le vene. All’improvviso, dei passi rabbiosi sembrano dettare un nuovo ritmo al cuore del forte. La figura che marciava con incedere pesante spandeva intorno a sé un’aura di collera ed ira che si condensava in nuvole d’oscurità a contatto con l’atmosfera caligginosa delle mura.

L’entrata ad effetto del protagonista fu rovinata nel momento in cui posò il piede su un gomitolo di lana, con conseguente caduta rovinosa e sfrittellamento della faccia sul pavimento.

“PORCO MONDO, CHE MALEEEEE!!!”, si lamentò rumorosamente il Sesto Espada, mentre portava una mano sul naso dolorante. La sua pazienza, se mai l’aveva avuta, quel giorno stava per raggiungere il limite. Eppure la mattinata era iniziata nel migliore nei modi: il sole splendeva, gli uccellini cinguettavano e non c’era traccia di teste a cucchiaio, maniaci e sadici molestatori. Per festeggiare quella che sembrava una propizia giornata, Grimmjow s’avviò saltellante verso la cucina per concedersi un buon sorso del suo nettare latteo. Troppo tardi s’accorse che qualcuno aveva sostituito la confezione del giorno precedente con una scaduta dal giorno in cui Ichimaru aveva ancora i capelli mori. Con una mano poggiata all’altezza delle budella in fibrillazione, fece una corsa rocambolesca verso il più vicino gabinetto. Il caso volle che la toilette fosse già occupata da Mr. Spoon, intento a rigettare anche l’anima sopra il water. Qualche sciagurato, infatti, aveva detto a Tesla che gli uomini vanno conquistati con lo stomaco. L’Arrancar, ben consapevole della predilezione del proprio superiore per i dolci, aveva preparato con le sue manine e con taaaaanto amore dei dolcetti al cioccolato. E in un primo momento il suo piano sembrava funzionare, visto lo sguardo sbrilluccicoso che Nnoitra rivolse verso i dolcetti. Peccato che la Fraccion non avesse controllato la data di scadenza del cacao. Ma perché diavolo gli Arrancar devono tenersi lo stomaco?? Non può essere meno importante del cuore! Dopo questa piccola parentesi, torniamo al piccolo Grimmjow, piegato in due dal dolore alluncinante alle budella. La fortuna, se così si può dire, volle che il suo sguardo cadesse accanto alla porta del bagno, dove, sotto un cartello su cui campeggiava la scritta “Proprietà di Grimmjow”, era posta una cassetta colma di lettiera.

Il Sesto Espada sgranò gli occhi, intuendo finalmente il piano d’Ulquiorra.

-Bastardo…-, sibilò quello, mentre si rotolava agonizzante a terra, causa dolori intestinali.

Grimmjow si trovava di fronte a un dilemma: schiacciare letteralmente il suo orgoglio e usare quella sabbietta per i suoi bisogni impellenti o di correre non so quanti piani alla ricerca di un’altra toilette. Una nuova scossa accompagnata da un rumore ben poco rassicurante proveniente dal basso prese la decisione per lui.

Alla fine di quel flashback, Grimmjow si rialzò di scatto, infuriato più che mai. Appena mosse un altro passo, incespicò su un qualcosa non definito, e si ritrovò nuovamente spiaccicato a terra. Ancora dolorante, afferrò con stizza l’oggetto colpevole di tale crimine, costatando che si trattava di uno dei tanti flaconi di crema di bellezza di Ulquiorra.

Infuriato come una belva, il Sesto Espada incominciò a imprecare con ben poca delicatezza, tanto da far sanguinare le orecchie di alcune povere Fraccion che passavano di lì per caso.

Ma all’improvviso s’interruppe. Grazie a quella boccetta, fu folgorato da un’idea. Come se questo non fosse già per sè un evento straordinario, si rese conto che quell’illuminazione era il modo più bastardo e crudele per vendicarsi di tutti i torti subiti. Un ghigno inquietante, che ci si sarebbe aspettato su un altro viso, deformò le labbra del Sesto Espada.

 

*/*/*/*

 

Aizen fissava perplesso il tavolo semi-vuoto di fronte a sè. Aveva convocato una riunione speciale per definire i dettagli sulla conquista del mondo, ma dei suoi sottoposti riuniti erano meno della metà. Stark dormiva russando rumorosamente dalla sua sedia dal giorno prima, quindi non c’era stato neppure bisogno d’andarlo a chiamare. Hallibel sfogliava un giornaletto di gossip, mentre Zommari e Arroniero si dilettavano con una partita a briscola. Intanto, Tosen occupava il tempo facendosi delle treccine che abbelliva con nastri rosa e fucsia.

-Dove diavolo sono andati tutti quanti?-, domandò isterico a Gin, che, placidamente seduto su una sedia dondolo, sferuzzava un maglione di lana per i suoi pargoli.

-Caro, non t’agitare, ti sale la pressione! Lo hai sentito anche tu il dottore!-, chiocciò quello preoccupato, distogliendo l’attenzione da quello che sembrava una capo della nuova collezione autunno-inverno della moda aliena.

Aizen assunse un’aria assai preoccupata, temendo che il destinatario di tale regalo fosse proprio lui. Gin sorrise compiaciuto, notando che il consorte stava osservando il frutto del suo amore e di tanti gomitoli di filo lanugginoso.

-Bello, vero?-, squittì, -è per il nostro piccolo Yammy, poverino, che è a letto con il febbrone! Te l’ho sempre detto che le divise che hai dato ai piccoli sono troppo leggere!-.

Proprio in quel momento fece la sua comparsa Baraggar, che stava trascinando per la collottola un Nnoitra in un puro momento di sclero e un Aporro vestito da croce-rossina. Il vecchio sbattè con la grazia di uno scaricatore di porto i colleghi sul tavolo davanti ad Aizen. Prima che il capo potesse solo pronunciare una parola, l’anziano sbottò cupo.

-L’isterico stava ficcando a forza dolcetti di dubbia provenienza in bocca a una Fraccion appesa a testa in giù-, inveì quello, indicando mr. Spoon, -la checca rosa stava nascosta lì vicino sperando di poter “curare” qualcuno…-. Detto questo, s’avviò seccato verso il proprio posto, mormorando qualcosa del tipo “che gioventù bruciata”.

Aizen lasciò cadere la testa sul tavolo, che sbattè con un rumore sordo. E dire che quelli dovevano essere l’organizzazione malvagia più potente del mondo, la peggior feccia riunita sotto un unico tetto! Il suo sguardo vagò sconsolato lungo il tavolo, finchè non notò due sedie vuote.

-Ehi!-, esclamò d’un tratto, -dove diavolo sono Ulquiorra e Grimmjow?-.

 

Rieccomi finalmente qua!

Chiedo profonda venia per il ritardo mostruoso, ma i compiti ammassati sulla scrivania mi fissavano e la notte non riuscivo più a dormire… O.O Cmq, per farmi perdonare. Vi mostrero alcune immagini che ho trovato nel web…

http://leroro1805.deviantart.com/#/d2evovv

http://leroro1805.deviantart.com/#/d27dffg

http://leroro1805.deviantart.com/#/d1xincw

Inoltre, avverto che l’ultimo capitolo è stato diviso in due parti, perché la vendetta di Grimmjow è un piatto che va servito freddo, eheheh…

D a r k l i g h t 9 2= Ebbene si, in questa fan fiction metto a repentaglio la sanità mentale di Aizen, oltre a quella fisica di Grimmjow, poverino, che è circondato da un branco di pazzi maniaci. Ulquiorra invece rimane imperturbabile anche di fronte a dilemmi di alto livello: lascia solo che il suo lato sadico prenda il sopravvento. Ma credo che sia ora che cominci a preoccuparsi seriamente: la vendetta del Sesto Espada cadrà inesorabile su di lui!

stella_blu= Lo strano copricapo di Nnoitra è fonte di molte ispirazioni: parabola, cucchiaio, padella, e chi più ne ha più ne metta. Ma a quanto pare tra i pervertiti questa forma ha molto successo!!^^

Grimmy= per la tua enorme gioia, ci sarà un capitolo in più! Non c’era dubbio che i figli di Gin e Aizen sarebbero stati dei disturbati mentali: guarda i genitori! Già è tanto che non abbiano tutti una faccia volpina o un ciuffo impertinente davanti alla faccia… Hai detto che Grimmjow assomiglia al tuo gatto??? Attenta, potrebbe essere dietro di te ad aspettarti con una mazza chiodata!

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Capitolo 6
*** La vendetta è un piatto che deve essere servito freddo (parte 2) ***


-Ripetilo ancora una volta: perché siamo venuti in questo posto?-.

Le piatte parole che uscirono dalla bocca di Ulquiorra vennero inghiottite dall’immenso caos che lo circondava. Luci psichedeliche gettavano i loro colori accecanti sui corpi sudati della massa di persone che si scatenavano al centro della pista di un noto locale. Ballerine costrette in stretti top si sdrusciavano languidamente su un palco rialzato rispetto alla pista da ballo.

La Quarta Espada fissò il collega in attesa di una risposta, il quale,  da quando erano entrati in quel locale di dubbio gusto non faceva altro che agitarsi e lanciare sguardi nervosi ai passanti.

-Perché questa domanda?-, rispose Grimm con un sorriso tirato, -una persona non può invitare un collega a uscire per una serata in locale?-.

Il moro alzò scettico un sopracciglio, tornando a posare i suoi occhi smeraldini sopra la calca pulsante e sudata dei ballerini. Non sapeva neanche lui cosa lo tratteneva in quel buco, non si ricordava nemmeno se aveva impostato il registratore per la puntata di “Tempesta di passione” di quella sera!

Questo pensiero fece scattare in piedi il moro.

-Devo andare-, disse semplicemente, mentre si voltava per andarsene.

-Aspetta!-, lo fermò Grimm, afferrandolo per un polso. Ulquiorra volse il viso verso la Sesta Espada.

-Lasciami-, sibillò il moro, mentre con uno strattone si liberava dalla presa di Grimmjow, per poi avviarsi lentamente verso l’uscita.

-Non andartene!-, esclamò Grimm, alzandosi dal divanetto e agguantando il collega per la maglietta.

Quella scena surreale fu interrotta da delle risatine sommesse provenienti accanto ai due Arrancar. Voltandosi, Grimmjow notò un gruppo di ragazze sedute al bancone del bar che li stavano indicando e che si lanciavano occhiate d’intesa. Una di loro portava una maglietta con una vistosa scritta “I love Yaoi”. Solo in quel momento il piccolo Espada si accorse che quel piccolo siparietto che stavano offrendo al pubblico poteva essere erroreamente interpretato.

-Per favore-, borbottò la Sesta Espada , trattenendo a stento l’istinto omicida che lo avrebbe portato a inzuppare i drink dei presenti con sangue di Yaoiste, -non diamo spettacolo e fammi finire il mio discorso.-

Ulquiorra allora sospirò rassegnato, lasciandosi condurre dal collega verso un divanetto più appartato, mentre le dolci fanciulle risero deliziate, ipotizzando le peggiori congetture.

Grimmjow stava fumando dalla rabbia: già al momento nell’entrata del locale qualcuno, notandolo, aveva incominciato a parlottare con il vicino, indirizzandogli occhiate divertite. Dai pezzi di conversazione che aveva carpito, aveva afferrato solo le parole “topo” e “Youtube”. Se a questa serie di umiliazioni si aggiungevano fantasie sconclusionate di pazze isteriche, il suo ego era stato sminuito, schiacciato, sbrindellato, sminuzzato e tritato in milioni di pezzi piccolissimi. Tanto più che per convincere il “caro” collega, aveva dovuto pregarlo in ginocchio, tirando il ballo la solidarietà cameratesca. Ma avrebbe sopportato tutto questo solo per gustarsi la propria tanto attesa vendetta! Con il ben noto ghigno maligno che spuntava sulle sue labbra, l’Espada si appropriò di un tavolino più appartato.

-Insomma?- ritentò il morò -perché mi hai portato in questo posto?-

Grimmjow sospirò pesantemente: non doveva perdere assolutamente la calma, altrimenti tutto il suo malvagio piano di vendetta sarebbe andato in fumo.

Così alzò la testa e rivolse al ragazzo seduto di fronte l’espressione più sincera ed amichevole di cui era capace. Con scarsi risultati, ovviamente.

-Sono sicuro che entrambi abbiamo incominciato con il piede sbagliato-, esordì quello, -probablmente hai interpretato in modo sbagliato qualche mio comportamento, e per questo hai reagito per difesa con, emh…-. Nella mente di Grimmjow si stavano affolando milioni di parole per descrivere quello che il moro gli aveva fatto subire. Umiliazioni che l’hanno costretto a girare per le strade con la testa ficcata in un sacchetto di carta? Sfracellamento e annientamento totale della propria autostima? Grandissime bastardate?

-… con dei piccoli scherzi…-, disse Grimmjow con palese irritazione trattenuta, mentre le mani si strinsero pericolosamente intorno al bordo del tavolo.

- Credo che tu abbia fatto tutto questo perché mi vedevi come un nemico, ecco!-, continuò con il tono di voce che stava incominciando a incrinarsi per la collera, -non penso che tu l’abbia fatto semplicemente perché godi delle mie umiliazioni!-.

Il silenzio calò dopo queste parole. Ulquiorra prima fissò il collega con sguardo significativo, per poi rispondere in tono imperturbabile: -Non vuoi realmente che ti risponda, vero?-.

A quelle parole, la Sesta Espada strinse con tale forza il bordo del tavolo che lasciò l’impronta delle proprie unghie sulla superficie di legno. Vari nervi ballerini stavano pulsando pericolosamente sulla propria fronte.

-Calmati, dannazione!-, si maledì mentalmente,-non farti scoprire proprio ora!-.

Così si costrinse a continuare: -Così, come prova di pace, ti voglio fare una sorpresa!-, esclamò con fare falsamente allegro.

Il moro lo guardò con sufficienza.

-Una pozione usata dagli umani come cura di bellezza-, aggiunse l’Arrancar.

Ulquiorra si fece immediatamente attento. –Continua-.

Grimm sorrise soddisfatto. Il pesce stava abboccando.

-Come hai visto prima di entrare, questo posto ha il nome di “La tana delle bellezze”, giusto?-.

La Quarta Espada ricordò: come non notare l’immensa insegna sparafleshante che campengiava sopra l’entrata che raffigurava una donna dai vestiti e dallo sguardo molto succinto che ammiccava ai passanti?

-Ho presente-, sussurrò quello con un pizzico di disgusto, -Ebbene?-.

-Non è un nome dato a caso!-, esclamò la Sesta Espada con rinnovato entusiasmo. –Infatti qui dentro vengono serviti drink che hanno il potere di rendere chi li beve più belli e attraenti!-.

Grimmjow annuì compiaciuto per la propria trovata, convinto che il moro la bevesse. Ulquiorra, infatti, non era mai sceso sul mondo degli esseri umani, per cui non aveva la minima idea di cosa fosse una discoteca, né tantomeno cosa fosse un bicchierino di vino. La Sesta Espada si congratulò con sé stesso per questa splendida trovata.

Ma, al contrario delle proprie previsioni, il moro alzò un sopracciglio con aria scettica.

-Mi hai preso per coglione?-, disse semplicemente. Grimmjow raggelò sul posto. Che avesse capito che era tutta una balla?

-Queste sono pozioni create dgli umani. Scommettoche le hanno preparate con ingredienti di infima qualità. Io uso solo quelle create appositamente da Aporro-.

Grimmjow tirò un sospiro di sollievo e sorrise tra sé e sé:il pesce aveva abboccato, con tutto l’amo e la lenza! Ora si trattava semplicemente di addolcire la pillola.

-Ma non sto parlando di una pozione qualunque!-, ribattè con tono concitato, -queste sono frutto di anni di lavoro e lavoro, di esperimenti ed esperimenti, di dure giornate di lavoro di scienziati specializzati in questo settore che hanno sputato sudore e sangue per scegliere e miscelare perfettamente i migliori ingredienti per ottenere il miglior elisir di bellezza!-.

trascinato dalla foga del proprio discorso, l’Arrancar era scattato in piedi per descrivere appassionatamente le carateristiche miracolose di un drink alcolico. Finalmente tutte le serate sprecate a guardare lo chef Tony e Miracle Blade con Nnoitra hanno dato i loro frutti: ormai le televendite non avevano più segreti!

Grimmjow notò con soddisfazione lo scintillio affascinato del collega, e decise di dare il colpo di grazia.

-Basta con tutte quelle creme unte, dispendiose e che hanno effetto solo per mezza giornata! Al diavolo spazzole scorticanti e piastre che sfibrano e bruciano i capelli! Diamo un taglio a mascara e smalti! Con un semplice sorso di questa pozione, la tua pelle sarà liscia e profumata come non mai! I capelli diventeranno lisci e setosi! Le ciglia lunghe e folte!-.

Ulquiorra era in completa balia di quelle dolci parole che scivolavano suadenti dalla bocca dell’uomo di fronte a lui.

-Funziona per le labbra screpolate?-, mormorò quello, ipnotizzato dall’arringa coinvolgente del compagno.

-Certamente!-, enfatizzò Grimm,- Ma devi affrettarti! Quest’offerta scadrà tra pochi minuti fino a esaurimento scorte!-.

-NO!-, Urlò terrorizzato il moro, -FINO A ESAURIMENTO SCORTE NO!-.

-E allora ordiniamone subito uno!-, esclamo allegro la sesta Espada, attirando l’attenzione del barman.

-OSTE! CI DIA IL DRINK PIU’ FORTE CHE HA!-, berciò Grimm.

Dopo poco davanti ad Ulquiorra tronegiamo un boccale colmo di tutti i tipi di miscele di rum whisky presenti nel locale, formando una pericolosa bomba alcolica.

Il moro s’avvicinò lentamente alla superficie della brocca, arricciando il naso.

-Ha uno strano odore…-, mormorò fisando Grimmjow, come se s’aspettasse che il collega giustificasse questo fatto.

-Buon segno!-, lo rassicurò, -significa che avrà maggior effetto!-, enfatizzò Grimm, che ormai si era calato perfettamente nel ruolo dell’uomo delle televendite.

Ulquiorra guardò dubbioso il liquido che gorgogliava esalando un forte odore acre.

-Ricordati delle labbra screpolateeeeeee…-, cantilenò la Sesta Espada.

Il moro, allora, prese con decisione il manico del boccale, e ingurgitò tutto di un sorso il liquido, per poi sbattere la brocca violentemente sul tavolo.

Si sentiva un po’ strano ….

*/*/*/*/*

 

Al suo risveglio, Ulquiorra si ritrovò nel confortevole buio della propria stanza. Non ricordava minimamente come fosse arrivato lì. Per la sorpresa scattò a sedere. Pessima idea: la propria testa sembrava essere traffitta da milioni di aghi pungenti. Così il moro si lasciò cadere pesantemente sul cuscino. Dopo che il complesso heavy metal che continuava a trapanargli il cervello ebbe tolto i battenti dal suo povero cranio, la Quarta Espada decise di fare capolino dalla sua tana.

Arrancò lentamente lungo i corridoi, mentre un’aura grigia e mesta aleggiava sopra di lui.

Dalla direzione opposta, Zommari e Arroniero stavano camminando affiancati, parlottando concitati tra loro. Appena videro il moro, emisero delle risatine sommesse e, mentre lo superarono, si lanciarono delle occhiatine d’intesa.

Ulquiorra rimase leggermente perplesso da questo comportamento inconsueto, ma decise di ignorare i due celebrolesi e di andare avanti.

Dopo poco la sua strada incrociò quella di Halibel che, scorgendolo, gli s’avvicino con passo di guerra e gli tirò un gancio destro che lo fece atterrare a qualche metro di distanza.

-Pervertito!-, sbottò quella indignata, -e io che credevo che fossi l’unico che si salvasse tra questa banda di assatanati!-.

Detto questo, lo sorpassò con fare stizzito.

-Cosa diavolo sta succedendo?-, pensò il moro passandosi una mano sulla guancia lesa, mentre si alzava traballante dal buco formatosi nella parete per il suo delicato atterraggio.

Proprio in quel momento passò di lì un Nnoitra di ottima umore che, come lo notò, si avvicinò sogghignando malevolo.

-Ehilà, playboy-, sogghignò quello battendogli la mano sulla spalla con aria ilare, -lo sempre detto che dietro quell’aria fredda e impassibile si nascondeva un vero macho-. Quasi non riuscì a terminare la frase che scoppiò in una fragorosa risata.

Ulquiorra lo fissò sbalordito finchè non scomparve in fondo al corridoio.

Okey, ora era DECISAMENTE preoccupato.

Determinato ad indagare la questione fino in fondo, decise di chiedere spiegazioni al suo accompagnatore.

Durante al tragitto, s’imbattè in Aporro, che era totalmente concentrato a guardare lo schermo di un mini-portatile. Quando la checca alzò lo sguardo sulla Quarta Espada., lo accolse con un sorriso in cui erano sottintesi molti secondi fini.

-Ulqui-chan-, disse quello lascivo, -vedo che ti piace la lap-dance! Se vuoi puoi usare il mio palo…-

Lo storico auto controllo del moro, che quel giorno era stato messo duramente alla prova, crollò definitamente, facendo sfrittellare la faccia dello scienziato contro il muro di fronte. Il mini-portatile cadde a terra con un sonoro tonfo, proprio vicino ai piedi del moro. E sarebbe rimasto lì chissà per quanto tempo, se Ulquiorra, che si stava avviando nuovamente verso la camera di Grimmjow, non avesse sentito queste parole uscire dall’apparecchio:

-Forza Ulqui-chan, sappiamo che ne sei capace…-.

Il moro si bloccò improvvisamente. Fece dietro front e afferrò d’impeto il portatile. Questo stava trasmettendo un video fatto da un cellulare e stava mostrando la stessa discoteca in cui era stato la sera precedente. Ma non era questa la cosa più inquietante, no. Il peggio era che il telefono stava inquadrando proprio lui, con la testa poggiata sul tavolo colmo di boccali vuoti. Come se non bastasse, sulle sue gambe si stava sdrusciando una di quelle ragazze con vestiti succinti che mostrava il cartello del locale, mentre una seconda si era appolipata del suo braccio.

-Daaiii, ti prego, fallo per noiiiiii-, miagolò la prima, sfregandosi come una forsennata sui suoi pantaloni.

La seconda aggiunse meliflua: -Il tuo amico là ha detto che sei molto dotato per queste cose-. A questo punto l’inquadratura cambia e mostra il ghigno strafottente di Grimmjow, che saluta allegro gli spettatori.

-Brutto figlio di-, imprecò Ulquiorra vedendo quella faccia a merda comparire sullo schermo del portatile.

All’improvviso una voce pastosa e sbiascicata, che a fatica riconobbe come sua, attirò l’attenzione della Sesta Espada, che rivolse l’inquadratura verso il collega.

-Voi credete che non abbia il coraggio, hic?-, esclamò un Ulquiorra parecchio sbronzo, -ora vi faccio vedere io, hic!-.

A conferma di quella che aveva appena detto, s’alzò di scattò, rischiando di far cadere a terra la donnicciola dolcemente appollaiata sulle sue gambe.

Barcollandò il moro s’arrampicò sul palco rialzato sopra la pista da ballo, dove graziose fanciulle parevano ignorare la legge di divieto sugli atti osceni in luogo pubblico. Queste parvero accogliere benevolmente il nuovo arrivato, tanto che alcune cominciarono a lasciare i pali per sdrusciarsi contro qualcosa di più interessante. D’un tratto, in sottofondo partì “I’m too sexy for my shirt” e, trascinato dal ritmo, dalle spogliarelliste e soprattutto dall’alcol, il moro regalò uno spettacolo che i presenti non avrebbero dimenticato facilmente.

Da quel momento in avanti le scene che seguirono sono censurate per il bene delle candide animucce delle lettrici/lettori che stanno leggendo questa storia.

Guardando la serie di scene che imperettita e imperturbibile che il portatile offriva, le espressioni facciali della Quarta Espada passarono dalla sorpresa, al profondo imbarazzo, fino al terrore più puro.

-Cos… Cosa diavolo stanno facendo quelle due? Perché mi hanno tolto i pantaloni? Ma che… Io ieri non avevo nessun tanga leopardato! Perché il pubblico mi lancia monete?!?!? C-c-che vuole fare con quel palo?? … No! Fermo, non lo fare! NOOOOOO!!!-.

 Ulquiorra lanciò violentemente il computer contro la parete di fronte, incrinando lo schermo, Questo non basto a rompere l’apparecchio, che, terminato il video, mostrò la schermata di Youporn.

-No….-, sbiancò maggiormente il moro.

-MALEDETTO GRIMMJOOOOOOOOOOOOWWWW!!!-.

Il Sesto Espada, udendo queste parole, sogghignò soddisfatto, mentre terminava di fare le tendine per la cucina del covo con la vestaglia rosa fru-fru di Ulquiorra.

 

FINE

Ed ecco la storia di come Grimmjow si ribellò alle angherie di Ulquiorra.

Finalmente dopo tanto tempo sono riuscita a terminare questa fic!!^^ Lode ai cieli!

*l’Autrice s’inchina ai piedi di una statua d’oro di Tite Kubo*

Mi mancheranno questi ragazzacci, ne abbiamo passate così tante insieme.. ç__ç

Grimmjow, Ulquiorra, Nnoitra e Aporro: -A noi non mancherai-.

Autrice: -Davvero? è__é-.

*L’Autrice sta per buttare nell’inceneritore scorte di latte, creme anti rughe, set di coltelli di Miracle Blade a l’intera collezione di Playgirl*

Autrice: -Dicevate?-.

Grimmjow: -Carissima! Ci mancherai così tanto!! ^^’’’-.

Ulquiorra: -Non ci dimenticheremo mai di te…-.

Nnoitra: -Un’esperienza…. Unica…-.

Aporro: - Sigh… il mio computer…-.

Autrice: -Anche a me mancherete!! çoç Ma tranquilli! Cercherò di tornare il prima possibile!!^^-.

Espada: -BWAAAAAAAHHHH!!!! çOç-.

Autrice: -Che dolci! Stanno piangendo per la fine di questa storia!^^-.

*Spunta Renji, mio caro amico*

Renji: -Ma mia cara, cosa faremo domani sera?-.

Autrice: -Quello che facciamo tutte le sere, Renji. TENTARE DI CONQUISTARE IL MONDO!

 

stella_blu = Al momento Barragan è impegnato nel torneo di briscola del circolo pensionati e quindi ha meno tempo per preoccuparsi degli altri giovani Espada. Un pensiero in meno per Aizen! Anche io sono stata molto impegnata con scuola et similia, ma finalmente sono riuscita a completare la fan fiction. Spero ti sia piaciuta, alla prossima!!!

_Darklight92_= Eh, già, povero Aizen! I suoi sogni di gloria sono stati distrutti da un branco di bambini pervertiti, pestiferi e urlanti!

Gin: -Eppure gli ho voluto così bene! Perché sono cresciuti così male?? È tutta colpa del padre!-.

Grazie per avermi seguito fino alla fine!!! Al prossimo delirio!

Grimmy = Certo, prova ad avere in casa una mandria di persone che tentano di uccidersi/violentarsi quotidianamente!^^

Gin: -Caro, non dimenticarti della pillola per la pressione! Lo ha detto anche il cardiologo!-.

Il tuo gatto è azzurro e coccoloso? Allora è la fine…. Ci vediamo!

Ucha = Sei arrivata giusto in tempo per vedere compiersi la vendetta del micio!

Ulquiorra: -Io non porto vestiti rosa e bigodini. È una voce messa in giro dall’Autrice-.

Autrice: -Certo, certo… Oh, guarda: Aporro sta mettendo a lavare i suoi slip neri con la tua camicia da notte color confetto!-.

Ulquiorra: -NOOO, FERMO MALEDETTO! ALTRIMENTI STINGE!-.

Autrice: -Come volevasi dimostrare…-.

 

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