Amami. ●

di _Nemi_97_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. Un Incontro Interessante ***
Capitolo 2: *** 2. Conosciamoci! ***
Capitolo 3: *** 3. Conosciamoci! (parte 2) ***
Capitolo 4: *** 4. Angelo ***
Capitolo 5: *** 5. Soffrire ancora per te ***
Capitolo 6: *** 6. In Discoteca ***
Capitolo 7: *** 7. Sempre con te! ***
Capitolo 8: *** 8. Litigio. ***
Capitolo 9: *** 9. Chiarimenti di cuore. ***
Capitolo 10: *** Mi sei scoppiato dentro al cuore. ***



Capitolo 1
*** 1. Un Incontro Interessante ***


CAPITOLO 1 :)

 

-No, no, no, no! Non ci posso credere! Questa volta lo ammazzo! –

Scaraventai la porta della sua camera, entrando parecchio incazzata.

-Come hai potuto?! No dico, ma sei scemo?! Era la mia, anzi la nostra salvezza, e tu che fai? Mi formatti il computer facendomi perdere tutto il mio lavoro! Ma sei normale??!!-

-Shhh, abbassa la voce che ti sentono tutti Kurata!-

-Non me ne fotto niente che gli altri mi sentano, mi preoccupo a non prendere 4 al compito che dobbiamo portare domani al professore! O almeno che avremmo dovuto portare! Perché ora, con la tua splendida idea, il 4 è assicurato!-

-Quante storie, non ti bocciano mica!-

Mi diressi a passo pesante verso di lui, prendendolo per il colletto.

-Per te che hai 9 in tutte le materie non è niente, ma per me, che raggiungo a malapena il sei, è un disastro, ed è tutta colpa tua stupido di un Hayama!-

Me ne andai, sbattendo violentemente la porta.

-Lo odio, lo odio, lo odio!-

Si, era ufficiale: io odiavo Akito Hayama. Aspettate.. mi devo ancora presentare! Ciao a tutti, il mio nome è Sana Kurata, sono un’attrice e una cantante, anche se ora faccio per lo più lavori da modella. Ho 19 anni e vivo a Roma. Prima, pochi anni fa, vivevo a Tokio, la capitale del Giappone, ma poi mi sono trasferita in Italia per trovare mio padre. Si, mio padre, perché io sono stata abbandonata quando ero ancora neonata alla mia madre adottiva senza sapere chi fossero i miei veri genitori. Un bel giorno, poco distante dall’uscita del libro di Mama, si è fatta viva la mia vera madre (con cui ho un buon rapporto) ma non ho mai incontrato mio padre. Secondo alcune ricerche, lui si dovrebbe trovare qui in Italia e ho deciso di partire per ritrovarlo. Per un puro caso, anche quell’antipatico del mio migliore amico si è dovuto trasferire per approfondire il suo hobby e aprire una palestra di Karate. Viviamo insieme in un appartamento con Fuka, mia cara amica. Ritornando a prima, avevo da pochissimo tempo finito la mia relazione sulle cellule e sul loro funzionamento e l’avevo salvata sul computer per poi stamparla. Ero uscita per comprare un po’ di latte, lasciando il pc nelle mani di Akito. Quando sono tornata a casa, abbiamo cenato e mi sono coricata non sapendo quello che aveva fatto il mio “amichetto”. Questa mattina, accendendo il computer, e non trovando il documento ho chiesto a Fuka il motivo e lei mi ha spiegato che Akito avevo formattato tutto. E poi, da li in poi, sapete come è andata.

-Ma con tutto quello che poteva succedere, proprio questo?!-

Me la presi col primo palo che capitò sott’occhio, iniziando a tirarli calci per il nervosismo.

-Ehi, lo sai che potrei denunciarti per vandalismo per ciò che hai appena fatto e che stai facendo?-

-Cosa?-

Mi girai, incontrando degli occhi azzurro mare.

-Hai capito bene. Potrei farlo.-

-Ma se non farei nemmeno una notte in carcere.-

-Dici? Sai, ho anche delle conoscenze e potrei farti rimanere più di una notta, anche una settimana se io lo vorrei.-

Lo guardai malissimo.

-Scherzo dai! Non lo potrei mai fare..-

Mi si avvicinò al mio orecchio.

-Soprattutto ad una ragazza bellissima come te.-

Arrossii di botto, lui sghignazzò mentre si spostava una ciocca dei capelli neri che li era caduta davanti ad un occhio. Mi porse la mano.

-Alexander, ma mi puoi benissimo chiamare Alex!-

Gli strinsi la mano, presentandomi anche io.

-Rossana, Sana per gli amici.-

Mi sorrise, e io ricambiai. E dovevo ammetterlo, il suo sorriso era magnifico.

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Personaggi:

Akito...
















Sana...


Alex...














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Ciao a tutti:D
Spero che come inizio vi piaccia ^^ Ditemi che ve ne pare, così vedrò se continuare o fermarmi qui! Recensite in tanti perfavore!
Baci, Nemi:)

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Capitolo 2
*** 2. Conosciamoci! ***


CAPITOLO 2 :)
 


Oddio, non solo il suo sorriso era magnifico. I suoi occhi di quel colore così intenso erano affascinanti come anche enigmatici, il suo corpo era perfetto, il pettorale scolpito. Insomma, nell’insieme era un ragazzo splendido!

-Come mai così nervosa?-

-Niente.-

-Prendevi a calci un palo, un motivo c’è.. perché non è nemmeno un buono svago..-

Alzò un sopracciglio, guardandomi attentamente.

-E’ che quel simpaticone del mio coinquilino ha assicurato ad entrambi un’insufficienza in scienze!-

-Perché?-

-Ha eliminato la nostra relazione che avremmo dovuto portare domani, e non so che fare. Già vado male nelle materia scientifiche, con il 4 di domani mi posso dichiarare morta !-

Piagnucolai, sconsolata. Lui si mise a ridere, e mi innervosii ancora di più.

-E’ stato un piacere conoscerti, ci vediamo Alexander!-

Mi porsi per continuare a camminare, ma una presa sul mio polso mi fermò.

-Dai non arrabbiarti! Su cos’era questa relazione?-

-Le cellule..-

-Bene, capisco. Ti va di prendere un gelato, con me?-

Un gelato con lui? Lasciando da parte il fatto che lo conoscevo da pochissimi minuti, poteva andare.

-Non ho niente da fare, quindi mi va bene.-

-Quanti anni hai?-

-19, tu?-

-20, sono più grande di te u.u -

-Ohhh, per un anno in più! La prego di scusarmi se prima non le ho portato rispetto, visto che solo ora ho scoperto che è più grande di un anno!-

Risposi sarcastica.

-Non preoccuparti bellissima fanciulla;) l’importante che ora inizi a portarlo!-

-Quanto sei scemo..!-

Gli diedi una botta sul testa, non molto forte. Lui mi cacciò la lingua, e io mi misi a ridere. Raccolse il mio collo con un suo braccio, che però io tolsi subito. Li portai il mio dito indice davanti agli occhi, muovendolo da destra sinistra e viceversa.

-No no, hai capito male. Non ci conosciamo. Non do tanta confidenza agli estranei, io!-

Mi guardò di nuovo, con quegli occhi così profondi che quasi mi ci potevo perdere.

-E conosciamoci allora, Sana!- 


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Ehilà! Ecco il secondo capitolo ^^ Ho visto di aver ricevuto solo una recensione, e vabbe! Io posto ancora, anche per rispetto a chi ha commentato !
Spero che questo capitolo vi piaccia:)
Baci,
Nemi !

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Capitolo 3
*** 3. Conosciamoci! (parte 2) ***


CAPITOLO 3 :)
 


-E conosciamoci allora, Sana!-

-E chi ti ha detto che io voglia conoscerti?-

Risposi, all’istante. Per quanto potesse essere super mega iper bello quella sua sicurezza iniziava a darmi fastidio!

-Perché, mi stai dicendo che non vuoi?-

Mi fece il muso da cucciolo, oh mamma quant’era carino *-*  non resistetti, mi limitai a scuotere la testa e sorriderli.

-Andiamo va, dato che mi devi offrire sto gelato!-

Lo presi per la mano e lo iniziai a trascinare verso un chiosco dove facevano dei dolci che erano la fine del mondo! Si, lo ammetto, sono golosa, molto golosa, troppo golosa.. Mangerei miliardi di dolci se solo me li mettessero davanti, ma quello di cui non potrei mai farne a meno è il cioccolato. Cioè, io lo amo. Solo al pensiero, mi esce l’acquolina in bocca.

-Se tu non lo sapessi, ho le gambe!-

-Taci, sto pensando a quanto è buono il cioccolato, non disturbarmi!-

-Quasi mi pento di averti chiesto di conoscerti, sai? Sei strana forte!-

-Me lo dicono in tanti, non sei l’unico. E poi che vuoi? Io amo il cioccolato! E… GIULIOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!-

Urlai così forte che Alex si dovette tappare le orecchie, liberandosi dalla mia stretta.

-Non voglio perdere il timpano, non gridare così forte!-

Mi rimproverò, tenendo ancora le mani sull’orecchie.

-Povere orecchie mie T.T –

-Ahahah scusa! Mi perdoni?-

Gli feci gli occhi da cucciolo bastonato.

-Scegli i gusti del gelato, mi sa che ho fatto un grosso errore a chiederti di prendere un gelato con me.. Non potevo farmi i fatti miei?-

Gli diedi un pizzicotto.

-Finiscila di lamentarti sempre, non sei mica costretto a frequentarmi per sempre. Puoi benissimo pagarmi sto gelato e sparire dalla mia vita!-

Mi puntò un dito sulla fronte, sorridendomi.

-E se poi il destino ci farà ri incontrare?-

-Appunto: SE!-

Gli feci un sorriso furbetto, andando a vedere a controllare i gusti, anche se sapevo benissimo quale avrei scelto.

-fammi indovinare, cioccolato?-

-Sii! tre strati di cioccolato puro, come al solito Giulio!-

-E il tuo amichetto che prende?-

Alzai le spalle, chiamandolo a gran voce.

-Alex!! Che gusti vuoi?!-

Richiamai tutta l’attenzione della gente su di me, e io abbassai gli occhi imbarazzata. Ennesima figura di merda. E vabbè, ci ero abituata tanto. Ogni giorno ne facevo una!

-mmm? Ah, fragola e limone..!-

-Fragola e limone? Ok, fragola e limone Giulio!-

Dopo pochi minuti Alex mi raggiunse, pagando i due gelati. Ci andammo a sedere ad un tavolino li vicino, e iniziammo a parlare del più e del meno. Scoprii molte cose su di lui: viveva da solo in una casa, i suoi genitori erano ricchi e aveva una sorella, Emma, di 10 anni; frequentava il primo anno di università nella facoltà di architettura, e per pagare l’abitazione lavorava come DJ. I suoi, in particolare il padre, non avevano mai accettato il fatto che lui andasse a vivere da solo e soprattutto non li piaceva nemmeno un po’ la facoltà che lui aveva scelto. Insomma, non aveva un buon rapporto in famiglia..

-E questo è tutto.. Bè, ora parlami un po’ di te!-

Disse, e anche io iniziai a parlare di me, del fatto di essere stata abbandonata, del mio lavoro, di mia madre, di mio padre e di altre varie cose. Le nostre vite erano diverse, completamente distanti l’una dalla altra.

-Ah.. Wow, non pensavo che la tua vita fosse così…-

-Così come?-

-Non lo so nemmeno io che aggettivo usare, in realtà..-

-Sconcertante, dolorosa, triste?-

-No.. Dire difficile, mi sembra anche poco..-

Non risposi, e anche lui aveva smesso di parlare. Ora predominava il silenzio tra me e lui, e sinceramente non mi piaceva nemmeno un po’.

-Facciamo un giro?-

Chiesi, rompendo quell’aria taciturna. Lui mi annuii, e ci alzammo.

-Che scuola frequenti?-

-Linguistico.-

-Come mai hai scelto il linguistico?-

 -Perché il classico era troppo pesante, il professionale non mi piaceva, l’istituto tecnico lo odiavo, lo scientifico nemmeno morta. L’unico che era rimasto era il linguistico! E poi amo le lingue.-

-E al linguistico ti danno da fare una relazione sulle cellule?!-

-Il nostro prof è un po’ matto, anzi togli il “un po’”! Prima insegnava allo scientifico, e poi è passato al linguistico, ma mi sa che pensa di essere ancora allo scientifico!-

E passammo così i minuti, le ore, chiacchierando e ridendo, comprando anche qualcosina (quando avevo fame). Mi faceva stare bene. Lo conoscevo da nemmeno un giorno, ma sentivo che sarebbe diventato importante, in un certo senso. Guardai l’orologio, a furia di stare insieme non mi accorsi che si era fatto tardi!

-Io ora devo andare, Alex!-

-Perché? Aspetta un altro po’!-

-E’ tardi, i miei amici si staranno preoccupando.. e’ dalle 11 che sto fuori casa e sono le 18:00!-

-E vabbene, però ti fai almeno accompagnare a casa? Perfavoree-

-Ok, puoi accompagnarmi!-

-Grazie! Allora, dov’è casa tua?-

-Dobbiamo andare dritti, poi girare a destra e dopo 100 metri siamo arrivati!-

-Capito-

Mi sorrise, e iniziammo a incamminarci. Dopo una ventina di minuti arrivammo al cancello di casa mia.

-Ed eccomi qua, grazie per avermi accompagnato Alex, sei stato gentile.-

-Di niente Sana, è stato un piacere-

Si avvicinò a me, finché la distanza tra i nostri visi non fu davvero minima. Li misi le masi sul petto, allontanandolo.

-Non provarci. Ci conosciamo da solo un giorno, non sono così facile.-

Lui alzò le mani come segno di “arresa”.

-Perdono! E dimmi un po’, da quanto conoscevi il tuo ultimo ragazzo?-

-Due anni-

-Fottuto.. Quindi io dovrei aspettare 2 anni per iniziare a provarci?-

-No, va bene anche un anno, 11 mesi e 30 giorni!-

Dissi sarcastica.

-E se me ne trovo un’altra?-

-Non sono io a perderci!-

Gli feci l’occhiolino, scoccandoli un bacio sulla guancia e entrando in casa.

-Ci vediamo Alex!-

Scrutai un suo sorriso mentre se ne andava. Quel ragazzo iniziava ad interessarmi sempre di più!

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Ed eccomi con un nuovo capitolo:) Ringrazio stellina_Sana e I_love_rossana_4ever per aver recensito e aver continuato a leggere questa ff :) Baci, Nemi:D

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Capitolo 4
*** 4. Angelo ***


CAPITOLO 4 :)

 

Entrai in casa, più calma e tranquilla di quando ero uscita. Mi rintanai nella mia camera, facendomi una doccia veloce e mettendomi il pigiama visto che quella sera non mi andava di uscire.

-Fuka? Sei in casa?-

Chiamai la mia migliore amica, le dovevo raccontare tutto! Da quando la incontrai la prima volta, appena mi specchiai nei suoi occhi avevo capito che sarebbe diventata importante. E Infatti tra noi fu subito simpatia.

-Ehi Sana!-

La guardai, sorridendole. Lei mi osservò attentamente, capendomi all’istante.

-Dai, sputa il rospo! Che ti è successo?-

Si accomodò sul mio letto, a gambe conserte e stringendo il cuscino. Mi fece segno di sedermi, e così feci. Li raccontai tutto, nei minimi particolari, non omettendo niente.

-Lo voglio conoscere! Me lo farai conoscere, vero?-

Chiese, con gli occhi che le luccicavano e più entusiasta di me per l’incontro che avevo fatto.

-Si, però calmati!-

-Oh.. secondo me vi metterete insieme, vi sposerete, avrete due bellissimi figli e..-

-E la tua fantasia va troppo lontano! Non sbilanciarti più di tanto!-

-Uffa.. fammi sognare ad occhi aperti!-

Si lamentò, come un bambino. Scoppiai a ridere, e poco dopo si unì anche lei.

-Vabbe dai, intanto non so come fare domani!-

-Per la ricerca amò?-

-Si Fuka.. tutta colpa di quel cretino, solo a pensarci mi sale il nervoso!-

-Dai Sana, troverai un modo per scamparla!-

-Ci vorrebbe un miracolo, un angelo mi dovrebbe dare un bell’aiuto.. peccato che io angeli non ne ho!-

-Ah, senti abbiamo ricevuto un invito!-

-Un invito?-

-Si, tieni e guarda!-

Mi porse il biglietto, e io lo lessi attentamente. Una festa, tra due settimane.

-E’ di Alice. Intendi andarci?-

Mi chiese, premurosa e anche un po’ preoccupata.

-Perché non dovrei?-

-Beh… sai… con quello che è successo tra voi due..-

-E’ passato.. E il passato non mi può ostacolare il presente  e il futuro! E poi abbiamo chiarito. Lei ha avuto ciò che desiderava, e ora è felice, sono felici.-

Le sorrisi, rassicurandola.

-La domanda è se tu lo sei, Sana..-

-Io lo sono, l’ho dimenticato Fuka, completamente.-

-L’hai dimenticato?-

Mi guardò, scrutando attentamente i miei occhi.

-Come fai a dimenticarlo completamente se ci vivi insieme?-

-Ce l’ho fatta, è stato difficile ma l’ho dimenticato. E ora mi sto vivendo la mia vita.-

-Come vuoi.. Ordiniamo una pizza? Ho fame!-

-E vada per la pizza-

Acconsentii, dando un’occhiata all’orologio. Le 19:30. Beh, facendo conto che quella sera volevo andare a letto presto, poteva andare. Chiamammo una pizzeria che faceva le pizze a domicilio, le ordinammo e dopo circa 30 minuti arrivarono. Le mangiammo in camera mia, continuando a parlare di diversi argomenti.

-Ehi, ma Akito dov’è?-

Chiesi d’un tratto, notando che lui mancava in casa. Non me ne ero accorta!

-Ah non chiedermelo! E’ uscito non dicendomi dove è andato. Sarà in palestra per sfogarsi..-

-O da Alice.-

Sentenziai io, sapendo di avere ragione. Lei alzò le spalle, bevendo un po’ della sua coca-cola. Presi il cellulare dalla scrivania, andando a crea messaggio.

-Che fai?-

-Quello che avresti voluto fare te ma che non hai avuto il coraggio di fare sapendo che forse ti avrebbe risposto male!-

-Ahahah e daii..! Manda va, che voglio sapere anche io!-

-Curiosona!-

-Come se tu non lo volessi sapere!-

-E’ il mio migliore amico, devo sapere per forza dove va !-

-Parlate di me, per caso?-

Akito entrò nella mia stanza, avvicinandosi al mio letto rubandomi l’ultimo trancio di pizza.

-Ehi, era mio!-

Sbuffai, andandogli contro per riprendermelo.

-No, poi ingrassi ancora di più Kurata..!-

Disse lui, spostandosi prima che io li saltassi sopra.

-Antipatico! Non sono grossa!-

Piagnucolai.

-Sicura? Ma sicura sicura?-

-Ma davvero sono ingrassata? Fuka?-

-Non è vero, stai benissimo! Lascialo stare Sana!-

Mi consolò lei, dando un’occhiataccia a Akito che aveva cacciato la lingua.

-Scherzavo scherzavo!-

-Io sto ancora incazzata con te !-

-Ohh, sai quanto mi dispiace!-

Li tirai una cuscinata, seguita da quella di Fuka e da li nacque una vera e propria battaglia di cuscini! Dopo circa mezz’ora di lotta, cademmo tutti e tre sfiniti  sul mio letto, ridendo come matti. Io sbadiglia, iniziavo ad avere sonno.

-Fuka andiamo dai, mi sembra che Sana sia stanca.-

Vidi Fuka annuirgli, e dopo avermi dato un bacio sulla guancia uscire con lui dalla stanza.

-Buona notte scemotta!-

-Notte babba!-

-Notte Kurata-

-Notte Hayama-

Sorrisi ad entrambi, ficcandomi sotto le coperte del mio letto e addormentandomi quasi subito.

 

[Ore 07:30]
 

Mi svegliai al suono del campanella, e scesi le scale per andare ad aprire. Chi cavolo era a suonare alle 7:30 di mattina?! Giuro che se era il postino me lo sarei sbranato vivo! Mi aveva interrotto alla parte più bella del sogno! Aprii la porta di ingresso, per vedere chi è. Non vidi nessuno, strano. Il mio sguardo cadde su un pacchetto al quale era attaccato un bigliettino. Lo presi in mano, dando prima un ultimo sguardo in giro per vedere se colui che aveva lasciato il pacco c’era ancora, ed entrai a casa. Lessi il biglietto,  e sul mio viso comparve un sorriso.  
 

Spero che basti per prendere
almeno una sufficienza!
Alex.

 

Quel ragazzo era matto per davvero! Mi aveva scritto la relazione, salvandomi dal 4!

"Mi sa che mi sbagliavo, io ho un angelo.. L'ho appena trovato.. Grazie mille Alex."

Pensai, accomodandomi sul divano e iniziando a leggere la relazione.
 

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Personaggi:

Alice...

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Ringrazio tutti coloro che hanno recensito e stanno seguendo questa fanfiction!
Grazie Mille!
Baci,
Nemi:)

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Capitolo 5
*** 5. Soffrire ancora per te ***


CAPITOLO 5 :)

 

-Buon giorno Sana, già sveglia?-

Voltai il viso verso il punto in cui sentii la voce.

-Si.. Buon giorno Akito!-

Oggi ero più allegra del solito, sarà perché non prenderò 4 !

-Che leggi?-

-La nostra nuova relazione!-

Esclamai.

-R-Relazione? Mi stai dicendo che tu stanotte ne hai fatta un’altra?!-

Mi guardò sbigottito, sedendosi di fianco a me.

-Macché, scherzi? Io stanotte ho dormito una meraviglia! Me l’ha fatta il mio angelo.-

Dissi, sorridendoli.

-Eh?-

-Alex!-

-Alex?-

-Si Alex!-

-E chi è?-

Mi chiese confuso.

-Un ragazzo!-

-Un ragazzo? E mi spieghi come l’hai conosciuto?-

-Ieri! Quando sono uscita, ho passato tutto il giorno con lui!-

-Hai passato tutto il giorno con uno sconosciuto?!-

-Akito ma che è, un interrogatorio?!-

-No, voglio solo sapere chi cacchio è sto Alex!-

-Un mio amico, che è stato così gentile da farmi la relazione! Lo dovrei ringraziare, ma non ho nemmeno il suo numero di telefono!-

-Sana, ma ti rendi conto che… Lasciamo stare va! Tanto qua nessuno mi ascolta!-

Si alzò dal divano infastidito, e io lo seguii.

-Mi dici che hai?!-

-Niente!-

-Akito dimmi cosa hai!-

-Ho detto che non ho niente!-

-Akito non mi puoi mentire!-

-Non ho niente! Voglio solo stare solo!-

-Ma vai al diavolo! Io cerco di esserti da aiuto e tu mi tratti anche male?!-

-Ok.. Scusa sto nervoso..-

-Iniziamo bene, di prima mattina.-

-Oggi non vengo a scuola, comunque..-

-Perché?-

-Non mi sento bene-

-Va bene-

Me ne andai in bagno, e mi sistemai per affrontare la giornata scolastica. Mi vestii mettendo dei jeans a sigaretta e una maglietta con un copri spalle sopra. Misi solo la matita e mi feci una coda da cavallo, lasciando (come sempre) il ciuffo davanti agli occhi. Scesi le scale, ritornando in cucina e bevendo un tazzone di caffelatte, dove di latte, ce ne era solo un goccio! Dopo di che, mi lavai i denti e uscii di casa, scoccando un bacio sulla guancia ad Akito. Ero a pochi metri distante da casa che un tratto sentii urlare.

-SANAAAAA! Cavolo perché non mi aspetti mai?!-

Era Fuka, che mi aveva appena raggiunta.

-Semplice: perché tu non ti sbrighi mai!-

-Sta parlando lei che alle medie arrivava sempre in ritardo!-

-Già, alle medie però!-

Mi fece la faccia offesa, che però scomparse quasi subito dopo.

-Che è successo con Akito? Vi ho sentito litigare-

-Anche oggi è nervoso-

-Quel ragazzo ci farà venire un esaurimento nervoso-

-Poco ma sicuro! Oh, ma la sai l’ultima? Alex mi ha scritto la relazione per oggi! Me la sono ritrovata davanti a casa, peccato che di lui non c’era ombra..-

-Che dolce che è stato! Anche io voglio trovare un ragazzo così!-

-Basta che non mi freghi Alex ! L’ho incontrato prima io!-

-Ahahah no non preoccuparti!-

-Sana! Fuka!-

-Ehi amo’!-

-Ciao Chiara!-

-Come va?-

Ci chiese la nostra amica, Chiara. Frequentava la nostra stessa sezione, ed eravamo quasi subito diventate amiche. Avevi lunghi capelli biondi, e occhi marroni. La adoravo! Mi è stato sin da subito simpatica.

-Bene grazie-

-Meravigliosamente, ti devo raccontare di cosa è successo ieri!-

Raccontai anche lei tutto ciò che era successo, e come previsto la sua reazione fu…

-COSAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA?!?!?! –

-Shh, non gridare!-

-No, no! Cavolo Sana sto ragazzo deve essere un gran figo!-

-Anche io lo penso! Gli ha persino scritto la relazione!-

-Ok, è da sposare!-

Parlammo ancora per molto dell’argomento “Alex”, o meglio parlarono, perché io ascoltai solo le loro fantasie.

-Ragazze, ora la potete smettere.. perfavore! Non so nemmeno se lo rivedrò!-

-Lo rivedrai, ne siamo sicurissime!-

Mi risposero in coro, e io feci un grosso sospiro. Entrammo in classe, e ci sedemmo. La giornata passò più in fretta del solito, e la relazione mi aveva procurato un bell’8 in scienze. Sarei stata grata ad Alex in eterno! Speravo solo di rivederlo, perché volevo almeno ringraziarlo. Appoggiai il viso sul palmo della mano, guardando fuori dalla finestra. L’estate era alle porte. E tra poco avrei finito la scuola! Anche se, proprio finita non direi visto che mi prolungherò ancora per molto per gli esami di maturità. Il suono della campanella di fine lezione mi risvegliò dai miei pensieri. Era ora di tornare a casa. E dovevo vedere anche come stava Akito, sta mattina in effetti era un po’ pallido. Spero solo che non abbia preso la febbre. Arrivata a casa, scaraventai la cartella a terra e mi diressi nella camera di Akito.

-Ehi Akit…-

Mi fermai di botto, sentendo che dalla sua camera provenivano delle voci. Non volendo, ascoltai tutto.

- Allora, che ne pensi?-

-Non lo so Alice.. E’ che non mi sento ancora pronto a ricambiare vita..-

-Ma era quello che avevamo sempre sognato! Io e te da soli, lontano da tutti e tutto!-

-Perfavore, non insistere. Dammi qualche giorno per pensarci.-

-E’ per Sana?-

-Cosa centra Sana?-

-Akito, tu ami ancora Sana? Dimmi la verità!-

-Alice, smettila! Non mettere in mezzo Sana! Lei mi è indifferente. E’ solo un’amica!-

“Lei mi è indifferente. E’ solo un amica”

Quella frase mi faceva male. Perché mi faceva così male? Ero sicura di non provare più niente per lui, e allora perché mi sentivo come se mille aghi mi stessero trafiggendo il cuore? Perché tutto d’un tratto la mia felicità era scomparsa? Cazzo, non era possibile. Io l’avevo dimenticato. Io non potevo nutrire ancora qualche sentimento per lui. No, no che non potevo!

-Pensaci.. Dopo la festa mi darai una risposta?-

-Si-

-Allora io vado-

Mi nascosi nella mia stanza che era di fronte a quella di Akito, per non farmi scoprire.

-Aspetta Alice.. Ti amo, lo sai vero?-

-Si scemo-

E dopo questo, sentii i suoi passi scendere le scale e chiudere la porta. Senza nemmeno accorgermene mi iniziavo a sentire il viso bagnato. Mi accucciai sul letto, stringendo le mie gambe al mio petto.
 

“Non la smetterai mai di farmi soffrire, eh Akito?” 
 

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Ed eccomi di nuovo qua ^^
Allora, ringranzio tutti coloro che hanno recensito, che hanno messo questa ff nelle seguite, nelle preferite e nelle ricordate!
Grazie, davvero grazie mille!
Baci, Nemi:)

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Capitolo 6
*** 6. In Discoteca ***


CAPITOLO 6 :)

 

Mi risveglia dal mio sonno, avevo un fortissimo mal di testa. Ma ora non era quello che faceva più male. Avevo un dolore fortissimo al petto, le parole di quel pomeriggio ritornavo nella mia mente sempre più forti e ogni volta stavo ancora più male. La dovevo smettere di soffrire per quell’idiota. Il passato non torna indietro, giusto? E’ stato lui a scegliere Alice, quel giorno di tre anni fa. Mi ri-stesi sul letto, mettendo il braccio sulla fronte per coprire gli occhi dal sole.

“… -Akito devi scegliere, ora! Non ce la faccio più a soffrire per te!-
-Dai Sana, è la cosa più ovvia.. Lui ha scelto me.-
-Voglio sentirmelo dire da lui, non da te Alice!-
-Akito, dillelo che hai scelto me.-
-Kurata, mi dispiace..-
-Non dire mi dispiace! Mi hai preso in giro per tutto questo tempo! Ho sprecato gli anni migliori della mia vita a venirti dietro, a farti innamorare di me.. perché, perché non me l’hai detto prima? Perché mi hai illuso, perché mi hai dato una speranza che in realtà non avevo?-
-Perdonami..-
-E la cosa più brutta sai cos’è? Che per quanto mi sforzerei ad odiarti, non ce la farei mai. Non posso odiare una persona che amo..! Hayama, ti sei preso il mio cuore e ora lo stai buttando come spazzatura.. Mi hai ucciso, Akito Hayama. Lentamente, ti sei portato con te tutta la mia energia, la mia voglia di vivere, il mio sorriso.. Tutto quello che mi faceva essere me stessa! Ti sei portato via tutto..-
-Sana..-
-Però ora riuscirò a smettere di soffrire per un idiota come te. Prima o poi, inizierò a rivivere. Spero che siate felici..- …”

Feci un sospiro. Pensavo di averlo superato, ma non era così. L’amore che provavo per lui era ancora vivo in me. Ma non potevo farci niente. Mi alzai dal letto. Avevo un obbiettivo: fare di tutto tranne che pensare ad Akito. Mi cambiai velocemente (ero tutta sudata), e scesi in cucina. Presi una brioche e feci un morso.

-Oh, ti sei svegliata. Giusto in il tempo per cena-

-Mmm? Ah..non mangio-

I miei occhi incrociarono i suoi per pochi istanti, perché subito dopo  abbassai lo sguardo.  Bevetti un po’ di succo e uscendo di casa non lo degnai più di nemmeno uno sguardo. Guardai il cellulare, erano le 21:00. Non era poi tanto tardi. Decisi di uscire, fare una passeggiata. Anche se forse non era una buona idea, dato che il mal di testa era ancora più forte di prima. Attraversai la strada, tenendo lo sguardo per terra.

-Che ti è successo di nuovo? Come mai ancora triste?-

Saltai dallo spavento sentendo le sue parole e suo fiato sul mio collo, accidenti a lui.

-Scusa, non volevo farti spaventare!-

Ripresi a respirare normalmente, e a camminare, non curante di averlo lasciato alle mie spalle.

-Ehiii! Salutarmi no eh?!-

Mi ferma acchiappandomi il polso, e raggiungendomi.

-Lasciami stare Alex-

-Non ti libererai di me tanto facilmente, almeno finché non mi dici che hai!-

Sbuffai, volevo stare sola. Soprattutto in quel momento!

-Stai andando da qualche parte?-

Annuii, senza esternare nessuna emozione.

-Oh mamma mia, come sei taciturna oggi!-

Tenni lo sguardo fisso davanti, non rispondendoli.

-Ok basta! Seguimi!-

-Ch-

Non finii di pronunciare nemmeno la prima parola che avendomi presa la mano stava correndo verso la strada del tutto contraria da quella per arrivare a dove ero diretta.

-Alex!!-

-Dimmi-

-Lasciami!-

-Perché?-

-Perché si!-

-E io non ti lascio-

-Perché?!-
-Perché ti voglio fare divertire e farti scomparire quel faccino triste-

-Riesco a divertirmi benissimo da sola! Mollami!-

-Finiscila di replicare e seguimi senza controbattere-

Rallentò il passo, ma non mi lasciò la mano. Arrossii, non cercando di liberare la mia mano. Si fermò davanti ad un locale, una discoteca precisamente, e ci entrammo.

-Perché siamo venuti qua?-

-Perché, perché, perché.. Quanti perché!-

-Ma mi hai.. come dire... costretta a venire qui senza il mio permesso!-

-Un appuntamento me l’avresti comunque dovuto dare però, come ricompensa-

-Ricompensa? Ah già! La relazione!-

-Eh! Tutta la notte al pc per finirtela!-

-Hai ragione.. Grazie Alex!-

Li saltai addosso, allacciandomi al suo collo. Mi strinse la vita, per non farmi cadere.

-Grazie grazie grazie!-

-Piano però, così mi strozzi! E poi, non è che abbiamo tanto spazio eh!-

-Ehm.. Scusa..-

Mi slacciai da lui, facendo un giro con l’occhi del locale: stra pieno, con ragazze e ragazzi che ballavano e cantavano, gente che fumava e sniffava.

-Alex!-

Ritornai con lo sguardo su Alex, vedendo avvicinarsi una ragazza.

-Ehi Gio-

La ragazza, che da come l’aveva chiamata Alex presumevo si chiamasse Giorgia, guardò me, dai piedi fino ai capelli. Cosa aveva da guardare?! Mah. Iniziarono a parlare. Mi allontanai da loro, troppo presi a parlare da accorgersi che io me ne stavo andando e mi diressi verso il bar.

-Cosa vuoi?-

-Una birra, grazie.-

Ordinai al ragazzo dietro il piano. Era muscoloso, biondo e avevo un tatuaggio sul braccio con una “M”.

-Una birra eh? Sembri molto depressa. Sei da sola?-

-Bè, in teoria no, in pratica si.-

Ironizzai. Lui si girò, non capii cosa stesse facendo.

-Tieni la tua birra-

-Grazie-

Ne feci un sorso, e la ingoiai. Aveva qualcosa di diverso dalla solita birra. Non ci feci più caso, qualunque cosa fosse bastava che mi facesse dimenticare. Andai in pista a ballare, e mi scatenai. Seguivo il ritmo della musica, mi muovevo liberamente su quei tacchi che stranamente non facevano male. Sentii delle braccia avvolgermi. Mi girai, non era ne Alex ne nessuno che io conoscessi. La parte prudente avrebbe detto ( e stava dicendo ) di allontanarmi da quel tipo, ma preferii non ascoltarla e mi lasciai andare e ballai per non so quanto con quello sconosciuto. In quella nottata mi bevvi, vediamo, circa 7 birre (tutte con uno strano sapore) e anche tre bicchieri di whisky e avevo fumato anche uno spinello (forse) circondata da gente che di certo a vederla non avrebbe ispirato fiducia.

-Ecco dov’eri finita! T’ho cercata dappertutto! Torniamo a casa dai che è tardi-

-No voglio restare ancora qui!-

-Ma sei ubriaca?! Andiamoce che è meglio va-

Mi strattonò vicino a lui e iniziò a camminare verso l’uscita. Cercai in tutti i modi di liberarmi ma la sua stretta era troppo forte.

-Ehi mollala! Lei è con noi-

Si intromise Brian, un ragazzo conosciuto quella sera.

-E chi saresti tu?-

-Chi sei tu, se proprio.-

-Di certo una che la conosce meglio-

-Alex mi sto divertendo, non voglio andarmene!-

Replicai ancora io.

-L’hai sentita? Lasciala-

-Fatti gli affari tuoi-

-Non sono una bambina! Posso decidere cosa fare! E io voglio stare qui!-

-Non hai la mente lucida! Sei fatta!-

-Ho solo bevuto un po’ di più del solito, tutto qui!-

Controbattei ancora. Mi guardò, e io ressi il suo sguardo. Si arrese.

-Fai ciò che vuoi. Io me ne vado.-

-Ciao-

Mi lasciò la mano finalmente, e io ritornai tra i miei “amici” che in quel momento sembravano gli unici a capirmi davvero.

-Ragazza nuova ne vuoi?-

Un tipo mi porse qualcosa, ma io lo rifiutai. Non mi andava più niente.

-Ho un nome, comunque-

Guardai la sfera che ruotava e illuminava la stanza di mille colori. La mia testa pompava, e faceva male. Il mal di testa era peggiorato di molto, e iniziavo a tremare come una foglia. Le mie gambe iniziarono a indebolirsi, e la mia vista si stava annebbiando. Sentii le ginocchia cedere, e qualcosa di freddo sotto di me. Qualcuno urlava e poi… niente, solo il buio più totale.


 

○●○●○

 

Quella ragazza, mi preoccupava! Era scomparsa tutto d’un tratto dalla mia vista, e non è stato facile ritrovarla. E ora che l’avevo trovata, preferisce restare con quelli la che nemmeno conosce! E dal suo stato, direi che era del tutto fuori testa. Nemmeno si reggeva in piedi tra un po’! Cercai il cellulare nella tasca dei jeans, per vedere che ore fossero. Mi accorsi che il cellulare non ce l’avevo, sicuramente l’avevo scordato sul tavolo in discoteca. Feci retromarcia e ritornando nel locale andai verso il tavolo dove ero seduto con due amici. Loro erano ancora li, e per fortuna trovai anche il cellulare. Li salutai di nuovo, e mi diressi ancora verso l’uscita. Un tonfo e una parte troppo affollata richiamarono la mia attenzione. In un millesimo di secondo riuscii ad avvistare una ragazza mora cadere priva di sensi a terra.

-Cazzo Sana!-

Mi precipitai in quel punto, e facendomi spazio tra una persona e l’altra mi ritrovai davanti ad un corpo esile, minuto, e privo di sensi. Come immaginavo, era proprio lei.

-Sana, ehi sana!-

Non dava nessun segno. Le controllai il polso. Era solo svenuta, per fortuna. La presi tra le mie braccia, e sotto lo sguardo di tutti uscii dalla discoteca. Era stata una pessima idea. Optai di portarla a casa mia, dato che dall’orologio dentro l’edificio dovevano essere le 03:00! Prima o poi, questa ragazzina, mi farà venire davvero un infarto!

[…]

La coprii con una coperta, mentre era adagiata sul divano davanti al fuoco che avevo da poco acceso. Andai in cucina, e aprendo l’acqua mi rinfrescai il viso. Non riuscivo a capacitarmi del perché mi preoccupavo tanto per lei. Anche in quel momento, se lei non si fosse svegliata non mi sarei rasserenato.

-Accidenti che mal di testa-

Mi girai verso il salone, e vidi un ombra avvicinarsi barcollando. Non aveva ancora forze. Uscii dalla cucina e, chiudendone la porta, mi ci appoggiai.

-Ti sei svegliata. Mi hai fatto venire un colpo.-

-Scusa Al..-

Guardò confusa la casa, poi ritornò su di me.

-ALEX?!?!?!?-

-Eh si! Sei svenuta e ti ho portato qui. Non ricordi niente?-

Scosse la testa. Era fragile, bisognosa d’amore. Era come se avesse bisogno di me. Volevo riaccenderle quel occhi di vivacità, non li volevo vedere così vuoti. Non le donavano.

-Alex?-

-Ehi-

Si avvicinò a me, mettendomi una mano sul petto e guardandomi negli occhi. Il suo fiato si infrangeva sulle mie labbra, che erano a pochi millimetri dalle sue.

-Baciami.. Perfavore.. Baciami-


 ------------------------------------------

Ed eccomi qua!
Allora, ringrazio tutti coloro che hanno recensito, messe nelle seguite, nelle ricordate, nelle preferite questa ff! Senza di voi continuarla non avrebbe senso ^^
Vi dico già che questo capitolo non è uscito un granché T_T non mi piace molto :/ però non ho molte idee su cui lavorare quindi vi posto ciò che ne è uscito ><
A presto, un bacione.
Nemi:) 

 

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Capitolo 7
*** 7. Sempre con te! ***


CAPITOLO 7 :)


 

Baciarla? No, non potevo. Non erano lucida, era ancora sotto l’effetto dell’alcool. Non dovevo approfittarne. Dovevo controllarmi. Facile… No per niente. Cioè, era giovane, bella, perfetta, e potevo sentire i nostri cuori all’unisono. Un ragazzo qualunque l’avrebbe baciata, non avrebbe esitato. Ma io non ero così. Accidenti, che situazione!

-Sana è meglio che vai a dormire..-

-Non ho sonno-

-Non sei in te stessa.-

-Chi te lo dice?-

-Semplice: io non ti piaccio, quindi tutto mi fa pensare che sei ancora sbronza-

-Come fai a saper...-

Si ferma di botto, allontanandosi velocemente da me.

-Che succede?-

-Dov’è il bagno?-

-Il bagno?-

-Dov’è?!-

-Seconda porta a sinistra-

Corse dentro la stanza indicata, e io la seguii. Vomitava. Avevo ragione: non le era ancora passata del tutto la sbronza. Mi avvicinai a lei, chinata verso il water, spostandole il ciuffo che le cadeva davanti agli occhi. Mi guardò, abbozzando un sorriso per ringraziarmi. Durò poco, perché pochi secondi dopo stava ancora vomitando. Dopo circa 10 minuti finì, e si sciacquò la faccia la quale  aveva assunto una brutta cera. Ci avviammo entrambi nel salotto, meglio andare dove andava lei in un altro eventuale caso di stimolo di vomito!

-Apposto?-

-Si.-

-Resta qui, vado a prenderti una felpa per farti cambiare. La tua è sporca.-

Andai nella mia camera, e li scelsi una felpa con la zip. Quella mia doveva andarle abbastanza lunga! Tornai da lei con una nera.

-Cambiati, puoi andare a farlo in bagno o dove vuoi-

Mi annuii, e andò in cucina chiudendo la porta. Dopo 5 minuti uscii, come previsto le arriva a fine coscia più o meno, le andava comunque abbastanza lunga.

-Ti sta bene-

Mi complimentai. Lei tornò sul divano, silenziosa.

-Ti faccio una camomilla?-

-Non ce ne è bisogno. Sto un po’ meglio.-

-Ne sono felice-

-Perché.. perché ti preoccupi tanto per me?-

-Non lo so.. Ti ho incontrato solo l’altro giorno e pure mi sembra di conoscerti da una vita. E’ come se vorrei renderti sempre serena, vorrei essere io a farti sorridere.. E’ come se fossi innamorato ma non sono innamorato, e questo te lo posso assicurare. Non mi innamoro così facilmente-

Ci pensai un po’ su.

-Anzi, togli il come-

-Alex, mi fai un favore?-

-Dipende cosa.. Basta che non mi chiedi di baciarti di nuovo-

-Mi abbracci?-

Mi chiese imbarazzata e con le guance arrossite leggermente.

-Mmm.. non lo so, devo pensarci..-

-Uff.. mi pento di avertelo chiesto!-

Le feci un sorrisetto, strattonandola su di me e facendo cozzare i nostri corpi.

-Vieni qui fessa.-

La avvolsi tra le mie braccia, mentre lei appoggiava la sua testa sul mio petto. Le accarezzai i capelli, ero sicuro che il mio cuore stesse accelerando sempre di più i battiti.

-Parlami di cosa è successo, Sana..-

-Il mio migliore amico, tempo fa, è stato il mio ragazzo.. Però teneva “due piedi in una scarpa”. Frequentava me e anche una mia amica. Alla fine, ormai stremata da tutte le sofferenza che stavo provando, a sapere che lui non era mio, l'ho costretto a scegliere..-

-E lui ha scelto l’altra vero?-

Mi annuii. Iniziai a sentirmi la maglia bagnata. Le alzai il viso, e le asciugai le scie di lacrime che scorrevano sul suo volto.

-Non piangere. Ci ha perso lui, non te. Quando ti vedrà sorridere con un altro si accorgerà della persona fantastica che ha perso. E poi, ora ci sono io.. con te-

Mi sorrise, tra le lacrime. Era come il sole che spuntava mentre pioveva, e illuminava ancora. E faceva capire che mai niente andava perduto, che perdendo una perla ne trovavi un’altra, più bella.

-Avrò tutto il trucco sbavato..-

-Sembri un panda!-

Risi.

-Davvero?! Me lo vado a togliere, sarò orrenda!-

Si alzò da me, ma io la rifeci cadere su di me.

-Resta qui.-

-Ma hai detto che sembro un panda con tutto il trucco fatto!-

-Lo so.. Ma sei un bellissimo esemplare di panda..-

La strinsi ancora di più a me. Non volevo che si alzasse. Mi piaceva quel nostro contatto, mi piaceva sentirla tra le mie braccia, mi piaceva sapere che in quel momento l’unico che potesse consolarla fossi io.. O forse, semplicemente, mi piaceva Lei.
 
[…]
 
Spostai il ciuffo di capelli che mi cadeva davanti, mentre la guardavo dormire. Sorseggiai un po’ di caffè, mi ero svegliato da massimo 10 minuti. Avevo dovuto fare molta attenzione per non svegliare anche lei, e riuscire ad alzarmi dal divano senza fare il minimo rumore. In quel suo sonno sembrava un angelo, chissà cosa stava sognando. Erano le 8:30 circa. Per oggi avrebbe saltato scuola, pazienza. Sentii squillare un cellulare, il mio non era sicuramente dato che non avevo quella suoneria, quindi sicuramente era di Sana. Lo presi dalla borsa che aveva lasciato sul tavolino. Era indeciso se rispondere o meno. Alla fine, aprii la chiamata.

-Sana dove sei finita?! E’ da ieri sera che sei uscita e non sei più tornata!-

Una voce maschile.

-Ehm.. pronto?-

-Scusi, lei chi è? E perché ha il cellulare di Sana?-

-Sono un suo amico. Sana sta bene, è a casa mia e sta dormendo.-

-Come mai non è tornata a casa?-

-Diciamo che ieri sera ha bevuto un po’ troppo e l’ho portata da me.-

-Le hai fatto qualcosa?! Giuro che se l’hai toc..-

-Calmati, non l’ho sfiorata con un dito. Comunque il mio nome è Alex-

Silenzio, non sentii più niente provenire dall’altro capo del telefono.

-Akito..-

-Dirò a Sana che hai chiamato-

Mi chiuse il telefono. Qualcosa mi diceva che il ragazzo di cui parlava Sana era proprio lui.

-Chi era al telefono?-

Sana si era appena svegliata. Si stiracchiò le braccia e si stropicciò gli occhi.

-Un certo Akito..-

-A-Akito? Che ha detto?-

Mi chiese allarmata.

-Mi ha chiesto solo delle spiegazioni, tranquilla-

Mi avvicinai a lei, baciandola sulla fronte.

-E’ lui? Il ragazzo?-

-Si.. Alex, voglio dimenticarlo.-

-Ce la farai-

-Speriamo-

-Vuoi caffè?-

-Senti, ma che ore sono?-

-Le 8:45 penso!-

-Cosa!? Io devo andare a scuola! Perché non mi hai svegliato?!-

-Ormai è tardi, per oggi la salti. Sistemati che ti riporto a casa.-

-Posso andare a piedi sai?-

-Non rischio!-

-Ci tieni così tanto a me?-

-No, solo che se devi chiedere di nuovo a qualcuno di baciarti, quel qualcuno vorrei essere di nuovo io!-

-Cretino!-

-Tu!-

Le cacciai la lingua, e lei si alzò. Era tornata la Sana di sempre.

 

●○●○●
 

-Alex questa felpa me la regali? Mi piace troppo!-

-La puoi tenere-

-Grazie! Ti voglio bene!-

Lo raggiunsi nel salone cambiata e sistemata.

-Andiamo?-

-Si!-

Uscimmo da casa sua, e mi tenni stretta la maglia al petto. Iniziavo ad adorare sempre di più quel ragazzo! E poi, le parole che mi aveva detto mi avevano tirato su di morale. Sorrisi solo al pensiero.

-Perché sorridi? Non pensavo che avermi al tuo fianco ti facesse così felice!-

-La smetti?! Ho voglia di sorridere, problemi?-

-No no..-

Gli diedi un pugno sulla spalla. Bisticciammo ancora per molto, anche arrivati di fronte al portone di casa mia.

-Guarda che siamo arrivati, Sana!-

-Lo so-

-Allora io vado, buona fortuna con quello!-

Si girò per andarsene, ma io lo presi per maglia.

-Questa notte, dicevi sul serio?-

-Si che dicevo sul serio.-

-Non mi abbandonerai davvero?-

-Sarò sempre con te.-

Mi sorrise, amavo il suo sorriso. Lo abbracciai e gli diedi un bacio un po’ troppo vicino alle labbra. Qualcosa nel cuore mi diceva che mi ero presa una bella cotta.

-Entri?-

-Mi piacerebbe, ma non posso. Sarà per un’altra volta.. panda!-

-P-p-panda?!?! Non provare mai più a chiamarmi così!-

Rise, e con un cenno di mano mi salutò. Dopo pochi minuti, sentii il cellulare vibrare.

 

“Panda, se non ti dispiace mi sono preso
il tuo numero di telefono! :)

Alex”
 

--------------
Ed eccomi qui ^^
Ringrazio e stra-ringrazio tutti quelli che seguono questa fan fiction! E’ per voi che vado avanti!
Davvero, grazie di cuore a TUTTI! Anche a chi la legge solo!
Ora vi faccio una domande.. Sana sta meglio con Alex o con Akito?:/ Datemi una vostra opinione:D
A presto e un bacione,
la vostra Nemi ^-^ 
 

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Capitolo 8
*** 8. Litigio. ***


CAPITOLO 8 :)
 

 


-Sana? Che ti metterai domani?-

Ero con Fuka, a casa, a mangiare il gelato. Gusto? Cioccolato, ovvio!

-Domani?-

-Si! C’è la festa!-

-Ah già.. In realtà non so!-

Ammisi, di vestiti ne avevo tanti ma nessuno mi convinceva. Dovevo comprami qualcosa di nuovo! Shopping, in poche parole.

-Idem amo’-

La guardai, troppo pensierosa per i miei gusti, doveva essere successo qualcosa. E’ da quando avevo avuto quel piccolo “guaio” con l’alcool che era strana. Ed erano passati circa 10 giorni.

-Cos’hai Fuka?-

-Nulla!-

-Sei la mia migliore amica, so quando nascondi qualcosa e quando no! E tu hai qualcosa.-

La fissai negli occhi. Malinconici. Nostalgici. Che succedeva?

-E vabbene.. I miei genitori vogliono farmi tornare in Giappone..-

-Che?!-

-Mi hanno chiamato e mi hanno detto che li costavo troppo..-

-Non puoi andartene!-

-Perché?-

-Perché?! Sei la mia migliore amica! Senza di te, mi perderei !-

-Non farne una tragedia, tanto non hai mica tanto bisogno di me-

-Ma cosa stai dicendo? Stai insinuando che per me non sei importante?!-

Scattai in piedi, arrabbiata. Lei credeva che non fosse importante! E le l’avevo fatto capire sempre che senza di lei non sarei riuscita a vivere, perché era come una sorella, che per quanto potesse essere rompi-scatole non sarei mai riuscita a farne a meno.

-Non ho detto questo, mi vuoi bene, ma non ti sono fondamentale. Non so nemmeno se questa amicizia vale ancora qualcosa per te-

-Ok.. Inizio a non capire.. Mi spieghi perché ora dici così?!-

-Che c’è da spiegare?! Non mi pensi più, non mi racconti niente, mi ignori completamente.. Stai sempre e solo con.. Alexander!-

-Tu stai mettendo in dubbio la nostra amicizia! Ma te ne rendi conto?! E poi, solo perché ho legato con Alex!-

-Ma se stai con lui la maggior parte del tempo! Io non esisto più!-

-Sto solo cercando di essere felice!-

-Ti sta portando via da me!-

-Mi sta facendo sorridere!-

-Sta rovinando il nostro rapporto!-

-Tu lo stai rovinando!  Lo stai distruggendo! Non mi puoi venire a dire che per me non sei niente visto che ci sono sempre stata per te! Ho sempre fatto di tutto per cercare di tirarti su di morale quando eri triste! Ero sempre pronta ad offrirti una spalla su cui piangere! Cosa vuoi di più da me?-

-…-

-E’ meglio che esco, guarda-

Presi il giubbotto a volo, e sbattei la porta dietro di me. Ora iniziava ad essere troppo davvero.  E Fuka aveva superato il limite. Mettere in discussione la nostra amicizia per un ragazzo! Accusandolo che mi stava portando via da lei. A me sembrava il contrario, era lei che si allontanava da me. Mi asciugai col dorso del dito la lacrima che cercava di scendere. Odiavo litigare con lei, era la mia migliore amica. Ci stavo sempre male. Salii le scale che portavano nella casa di un condominio. Bussai violentemente la porta che avevo di fronte, con la speranza che aprisse.

-Chi.. Sana! Dai entra-

Le sorrisi entrando, ma poi pochi secondi dopo i miei occhi iniziarono ad inumidirsi.

-Ehi che succede?-

-H-ho.. ho litigato.. con Fuka..-

Farfugliai, singhiozzando.

-Cosa?! Perché?!-

Le raccontai tutto, di lei così convinta di quello che diceva, di me arrabbiata e delusa contemporaneamente.

-Vieni qui Sana!-

Mi abbracciò forte, consolandomi .

-Chiara, non ci credo a quello che è successo.. Era come se fosse gelosa di me e Alex!-

-Ascoltami. Lei ti vuole bene, e lo sai, però ora che è arrivato Alex ha paura che ti scorderai di lei..-

-Ma perché mai dovrei farlo? Quando ho legato con te non si è fatta tanti problemi.. E con quello che è
successo sono io a credere che per lei la nostra amicizia non è mai stata vera..-

-Non dire così.. Ho un’ idea! Andiamo al centro commerciale, vuoi? Così ti sfogherai un po’!-

Le annuii, cercando di sorriderle. Su di lei potevo contare, sempre. Ci avevo litigato solo una volta da quando l’avevo incontrata. Ma poi eravamo tornate più unite ancora. E non mi sono mai scordata quel giorno in cui il destino me l’ha fatta conoscere. Mi venne un sorriso spontaneamente. Quanto adoravo quella ragazza.

-Le mie parole ti hanno fatto conforto, vedo!-

-Non è per quello, pensavo al giorno in cui ci siamo incontrate.. Ricordi?-

-Come potrei non farlo? E’ stato uno dei giorni più importanti della mia vita!-

-Anche per me.. Eri così goffa quella mattina!-

-Parli te che non ti eri nemmeno pettinata i capelli e ce li avevi a pazza!-

-Mi ero svegliata tardi!-

Piagnucolai. Lei rise, e mi unii a lei. Intrecciamo le nostre mani e ci avviammo verso il centro commerciale. Era riuscita a farmi sorridere. E la dovevo ringraziare di cuore. L’amicizia di una persona sarebbe sempre stata la cura migliore a tutto!

-Uh, guarda che carino quel vestitino!-

Mi trasportò davanti una vetrina, a cui era esposto un vestito blu lungo fino a ginocchio e a bratelline. Semplice, ma bello.

-Lo vuoi provare?-

Le chiesi, mentre lei aveva gli occhi luccicanti. Mi annuii allegra, ed entrammo nel negozio. Una commessa, molto gentile, le lo fece provare. Uscii dal camerino dopo 10 minuti.

-Cavolo Chiara, ti sta una meraviglia!-

-Davvero? Non mi fa troppi fianchi?-

-Ma scherzi?! Sei una meraviglia figlia mia!-

-Allora lo prendo!-

-E lo metti domani alla festa!-

-Si!!-

Pagammo l’abito, e andammo in un altro negozio e così via. In sintesi? Tornammo a casa con mille buste appese alle braccia. Io avevo comprato: tre magliette (una a maniche lunghe, una a maniche corte, l’altra smanicata), due jeans stretti a sigaretta (uno scuro e uno chiaro) un paio di ballerine, un paio di scarpe da ginnastica e un paio di scarpe con il tacco. Chiara invece, diciamo che si era svaligiata quasi tre negozi! Sentii il cellulare nella tasca vibrare, e riuscii a prenderlo anche se molto difficilmente.

“-Pronto? Ehi Aki!-
-Dove sei Kurata?-
-Sono con Chiara, perché?-
-Torna a casa.. Fuka si è chiusa in camera sua e non ne vuole uscire!-
-Fatti suoi.-
Risposi secca.
-Sana, lo so che ora sei incazzata a morte con lei, ma sta male davvero.-
-Vabbene.. sto venendo..-
-Grazie, Sana.-“

Chiusi la chiamata al cellulare. Se Fuka si aspettava che io sarei andata da lei per chiederle scusa se lo poteva sognare!

-Era Akito, ha detto di tornare a casa per Fuka.-

-Che le è successo?-

-Ha detto che si è chiusa in camera sua-

-Vengo con te?-

Le annuii, e voltammo l’incrocio per arrivare a casa mia. Appoggiai le buste per terra, aprendo la porta di casa con le chiavi. Entrai dentro, lasciando tutte le buste sul divano.

-Ah, eccoti!-

Mi guardò severo, cosa voleva? Poi si accorse di Chiara, e la salutò.

-Ciao Chiara!-

-Ciao Akito.-

-Perché mi guardi così? Se pensi che io vada li dentro a dirle che mi dispiace te lo scordi!-

-E’ proprio quello che vorrei facessi.-

Ribatté lui, serio.

-No.-

-Sana si sta soltanto sentendo esclusa da te.-

-Non giustifica il fatto che colpevolizza Alex, è lei che è cambiata.-

-Le vai a parlare almeno?-

Mi chiese dolcemente.

-Uff.. se proprio devo!-

Mi avvicinai alla porta della sua camera, anche se contro voglia.

“Giuro che se provi a dire ancora che la nostra amicizia per me non vale, chiudo con te per sempre.”
Pensai, abbassando la maniglia e aprendo cautamente quella porta.

 
--------
Ok, lo so, non è molto lungo T.T
Mi scuso con voi >< Ma spero che piaccia comunque!
Ringrazio, infinitamente, tutti quelli che seguono questa storia!
Ah, prima che mi dimentichi.. lunedì partirò in gita e quindi non posterò per questa settimana!
Un bacione,
Nemi:) 

 

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Capitolo 9
*** 9. Chiarimenti di cuore. ***


CAPITOLO 9 :)

 

[…]

Uscii dalla stanza di Fuka, e subito dopo incontrai gli occhi di Akito.
 
-Allora? Come è andata?-
 
-Benino, ha detto che aveva sbagliato a trattarmi così ma aveva paura che prima o poi mi sarei allontanata da lei..-
 
Dissi in poche parole, alla fine il concetto che mi aveva voluto fare capire era quello.
 
-E..?-
 
-“E…” cosa?-
 
-Non penso che sia finita qui la vostra conversazione.-
 
-Vuoi sapere proprio tutto eh?-
 
Mi annuii, e io mi sedetti di fianco a lui sul divano. Li raccontai del fatto che in quei giorni mi vedeva così vicina ad Alex che aveva paura che ormai avesse preso il suo posto, del problema dei suoi genitori che volevano farla tornare da loro, e poi dell’ultima sua domanda.
 
-Che ti ha chiesto?-
 
-Non sono fatti che ti riguardano, cose personali!-
 
Risposi, un po’ arrossita. Mi guardò con un sorrisino che non mi piaceva per niente, e il quale voleva significare solo una cosa: solletico ai fianchi.
 
-Tanto non cedo!-
 
Li feci la linguaccia. Mi guardò con aria di sfida.
 
-Sai cosa ti faccio, vero?-
 
-Si che lo so-
 
-Se proprio non vuoi dirmelo!-
 
Mi fece sdraiare quasi con forza sul divano iniziando a torturarmi i fianchi con le mani che si muovevano freneticamente procurandomi un gran e fastidioso solletico. Iniziai a ridere come una matta, cercando di liberarmi.
 
-No dai fermo per favore Aki!-
 
Lo scongiurai di fermarsi, ma lui non accennò a smetterla. Quando ero ormai all’estremo, pronunciai la domanda che mi aveva fatto Fuka ansimando. Lui si bloccò di colpo, guardandomi sorpreso.
 
-Cosa?-
 
-Mi ha chiesto – presi un po’ d’aria – se Alex mi piaceva!-
 
Ripetei, ritornando al mio respiro normale. Continuò ad osservarmi, e capii che voleva sapere la mia risposta.
 
-Ah, no, quella non te la dico!-
 
Non spostò i suoi occhi da me, iniziavo a sentirvi a disagio. Sbottai un “e va bene” sbuffando.
 
-Ho risposto che è carino con me.. e che.. penso che me ne potrei.. innamorare..-
 
Ammisi, cautamente.
 
-Ah.. ok-
 
-ok?-
 
Ripetei, un po’ frastornata. Battei le palpebre per pochi secondi, e quando riaprii gli occhi mi accorsi che Akito era scomparso. Sentii sbattere violentemente la porta d’ingresso. Dalla sua reazione, riuscii a capire che la mia risposta l’aveva.. infastidito?!
 
○ ● ○ ● ○
 
“-…penso che me ne potrei… innamorare..-“
 
Quelle parole, da lei pronunciate, mi avevano fatto male, tanto, troppo male. Non riuscivo a credere che lei potesse essere di qualcuno che non sia io. Non riuscivo a credere che avesse incontrato un ragazzo così perfetto da farmi uscire per sempre dal suo cuore. Ormai mi vedeva come un amico, e forse era giusto così. Però non ero contento, non lo ero per niente!

“Sei tu che l’hai rifiutata, ricordi? Che te la sei fatta scappare senza controbattere, uccidendola. Lei ti amava, Akito, ti amava.”

Ecco, ora arrivava anche il mio cervello contro di me. Sbattei con violenza la porta, uscendo da casa.
 
-Dannazione!-
 
Tirai un pugno al muro, non importandomi del fatto che ora la mano si era arrossata e che c’erano piccole fuoriuscite di sangue. In quel momento avrei voluto tanto picchiare quel damerino. La sola idea che quei due potessero mettersi insieme.. nemmeno ci volevo pensare! Feci un gran respiro. Dovevo parlare, sfogare tutto quello che avevo dentro, si era quello che dovevo fare. Mi avviai a passo veloce verso casa di Marco, il mio migliore amico nonché mio peggior nemico nonché fratello della mia “ragazza”. La nostra amicizia è basata su un rapporto odio-amore: in un momento lo potrei amare (non in quel senso! Sono ancora etero!), in un altro lo vorrei strozzare con le mie stesse mani. Bussai violentemente alla porta di casa Carelli, e poco dopo mi aprii una donna sulla 50ina, con lunghi capelli castani e occhi verdi. La madre di Marco, ovviamente.
 
-Oh Akito! Sei tu! Entra pure, sei venuto per Alice suppongo!-
 
-Veramente per Marco, signora.. è in casa?-
 
Chiesi cordialmente, cercando di fare un finto sorriso: all’interno, altro che bene, stavo messo molto male.
 
-Oh scusami allora.. Certo, Marco è in camera sua, sali pure-
 
-Grazie mille.-
 
Salii le scale in un batter d’occhio, ed entrai velocemente nella stanza del mio amico, facendolo sobbalzare.
 
-Vaffanculo Akito, la prossima volta avvisa!-
 
-Grazie del “vaffanculo” e ti devo parlare, seriamente.-
 
Mi guardò, il mio sguardo era un misto di serietà e tristezza. Fece un sospiro, e si sedette di fronte a me sul divano.
 
-Che è successo? Hai litigato di nuovo con mia sorella?-
 
Scossi la testa.
 
-E cos’altro può ess…-
 
Si blocca guardandomi. Ha capito qual è il mio problema.
 
-Va bene.. parla.-
 
Sono riluttante se farlo a meno, non perché non volessi, ma in caso in casa c’era anche Alice e
involontariamente sentisse tutto.
 
-Puoi parlare tranquillo, lei è a casa di un’amica e torna sul tardi.-
 
Mi rilasso, e apro bocca. Inizio a raccontarli tutto, dall’inizio alla fine.
 
-E poi.. ha detto che li piace..e mi sono sentito il mondo crollare addosso e una voglia irrefrenabile di
picchiare quel tipo-
 
L’ultima parte la sussurrai appena.
 
-Lo sai che dato che sei il fidanzato di mia sorella in questo preciso istante ti dovrei spaccare la faccia?-
 
Mi rispose, guardandomi con occhi che non riuscii ad identificare bene: avevano un mix di rabbia, frustrazione, comprensione. Gli annuii. In fondo me lo meritavo. Cosa me ne fregava che a Sana li piaceva un altro? Io una ragazza ce l’avevo già!
 
-Akito, tu sei geloso-
 
-G-Geloso?-
 
-Proprio così. Tu ami ancora Rossana.-
 
-Cosa cavolo dici?! E’ impossibile! A parte che sono già impegnato!-
 
Ribattei ancora io. Poi iniziai a pensare sulle parole di Marco e.. “Cazzo sono davvero geloso..”
 
-Che posso fare, Mà?-
 
Gli chiesi, confuso più che mai. Un consiglio non può guastare di certo.
 
-Cacchio che situazione.. come fratello di Alice ti dovrei dire giuro che se la fai soffrire non vedrai l’alba del
giorno nuovo, ma come tuo migliore amico… vai da lei e dille ciò che realmente provi.-
 
Mi accennò un sorriso.
 
-Non voglio far soffrire nessuno..-
 
-Akì per na fiata nun pensa’ all’autrhi e pensa a tie stessu! Se tie vuei Sana e ami iggia non fatte scrupoli e conquistala*!-
 
Mi rispose in dialetto leccese, dove abitavano i suoi nonni dove ne faceva ogni anno le vacanze. Partendo dal presupposto che non ci avevo capito un tubo di quello appena detto, capii solo che aveva il suo appoggio su tutto quello che avrei fatto.
 
-Arigatoo, sei un amico Marco!-
 
-Prego!-
 
Mi fece l’occhiolino. Tutto d’un tratto la porta della camera si aprii ed entrò la madre di Marco.
 
-Akito, ti va di cenare con noi stasera? Non accetto rifiuti!-
 
-Bè, non ho molta scelta.. quindi accetto volentieri signora!-
 
-Puoi chiamarmi Laura giovanotto!-
 
-D’accordo sign.. Laura.-
 
Dopo una decina minuti venimmo chiamati per la cena, e scendemmo. C’era un buon profumo. Ci sedemmo a tavolo, e salutai il padre con una specie di inchino.
 
[…]
 
Addentai l’ultima forchettata di spaghetti alla carbonara, e lo dovevo ammettere, era da tempo che non assaggiavo una pasta così buona! Anche perché sia Sana che Fuka sono un disastro in cucina! L’ultima
stavano per dare fuoco alla casa essendosi scordate il padellino dell’acqua sopra il gas. Mi scappò un sorrisino ricordandomi la faccia buffissima che aveva Sana. E aveva persino promesso che non avrebbe mai più toccato fornelli in vita sua. Ma grazie a me, almeno le cose principali, come la pasta e una fettina, è riuscita a imparare a cucinare. Mi dovrebbero fare santo!
 
-Sono a casaa!-
 
Una voce squillante entrò dalla porta d’ingresso. Si videro già in lontananza i capelli castani di Alice, che appena mi vide rimase sorpresa.
 
-Ehi..-
 
Le dissi dolcemente, anche se con lo sguardo un po’ contrariato del fratello. La ragazza si avvicinò a me sedendosi di fianco. Di certo non potevamo baciarci davanti al padre, a quanto ne so era abbastanza contro il fatto che la sua figliola si fosse fidanzato. Finimmo di cenare, e io mi alzai da tavolo.
 
-Grazie mille per l’ottima cena, ma ora devo tornare a casa. Non posso trattenermi più di tanto.-
 
-Grazie a te per la tua compagnia!-
 
Mi avviai verso l’uscita seguito da Alice e Marco.
 
-Ringrazia ancora i tuoi Marco.-
 
-Vabbene.. e mi raccomando.. quella cosa! A presto!-
 
-Quella cosa.. cosa?-
 
-Scuola!-
 
Dissi io veloce. Balla. Marco entrò pochi minuti dopo perché sua madre l’aveva chiamato. Rimanevamo solo io e Alice.
 
-Allora, ciao..-
 
Dissi, abbozzandole un sorriso. Non doveva assolutamente sapere cosa avevo detto a Marco.
 
-Nemmeno un bacio?-
 
Mi chiese, quasi offesa. Mi girai verso di lei lasciandole un dolce bacio a fior di labbra. Per non farle sospettare niente.
 
-Ci vediamo domani.-
 
Mi annuii, dando vita a un sorriso. Lungo la strada per tornare a casa mi arrivò un messaggio. Marco.
Non illuderla.
Lo so, non merita di soffrire.. Non lo meritava per niente. Dopotutto, anche con le sue paranoie e la sua ossesiva gelosia, non aveva mai fatto niente di male. Ma in che casino mi ero cacciato?
 
 
 
--------------
*Akito per una volta non pensare agli altri e pensa a te stesso! Se tu vuoi Sana e la ami non farti scrupoli e conquistala!
 
 
Ed sono ancoraaa quaaaa, eh giààà:D
Ciao a tuttiiiiiii ^^
Sto euforica, non chiedetemi il perché xD No, non mi sono ne drogata ne ubriacata se pensate quello!xD
Ok, ritorno alla storia u.u
Come vedete, Akito inizia a svegliarsi finalmente! Si è accorto che non può permettere ad un altro ragazzo di rubarli Sana. Come andrà a finire? Dovrete aspettare qualche altri capitoli ù.ù
Spero intanto che questo cappy vi piaccia!
E tornerò a postare il più presto possibile, giuro.
Grazie a tutti quelli che recensiscono, leggono, hanno messo tra le seguite e le preferite questa storia.
Un bacionissimoo,
Vostra Nemii! 

 

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Capitolo 10
*** Mi sei scoppiato dentro al cuore. ***


CAPITOLO 10:)

 

Mi stesi sul letto, cercando di prendere sonno il più presto possibile. Ma la reazione di Akito, prima, non faceva altro che tormentarmi. Si era comportato da fidanzato geloso, e ciò era del tutto infondato visto che non era il mio ragazzo, non mi amava, e aveva già la sua ragazza.
 
-Ahhhh basta pensare a te!-
 
Misi il cuscino sopra la mia testa. Sentii il rumore della serratura, e qualcuno entrare. Era tornato. Sentii i suoi passi venire verso la mia stanza, rimisi la testa appoggiata sul cuscino.
Ok, stavo nervosa, molto nervosa. La porta della mia stanza scricchiolò. Cavolo, stavo entrando nella mia camera! Chiusi d’istinto l’occhi, se avrebbe visto che stavo dormendo se ne sarebbe andato.. speravo!  Percepii le sue mani vicino alle mie, che erano a pugno davanti al mio viso. Con un dito mi spostò il ciuffo che avevo davanti agli occhi, il mio cuore stava per scoppiare. Possibile fosse lui a farmi questo effetto? Nonononono!  Iniziavo a sentire il suo respiro infrangersi sulle mie labbra, non voleva mica.. baciarmi? Stavo dormendo, o almeno quello lui credeva, non era leale!
 
-Scusami per tutto il male che ti ho procurato, Kurata..-
 
Sussurrò, a pochissimi millimetri dalle mie labbra. Avevo si gli occhi chiusi, ma sentivo ogni suo piccolo spostamento. E poi.. accidenti! Le sue labbra posate sulle mie, per un semplice bacio a stampo, ma pur sempre un bacio. Si staccò da me, uscendo dalla stanza. Aprii gli occhi. Iniziavo a sudare. “Mi ha.. mi ha… baciata…” Non ci potevo credere!
 
[…]
 
Guardai l’orologio innervosita. Segnava le 20:00. Ma quanto ci metteva Fuka?! Dovevamo andare alla festa di Alice! Già.. Alice. La ragazza di Akito. La ragazza di colui che la notte mi aveva baciato. Quando mi ero alzata non l’ho trovato a casa. Meglio, non mi sarei imbarazzata a guardarlo negli occhi. Solo a ripensarci diventavo tutto rossa.
 
-Sana io ho finito!-
 
Esclamò entusiasta Fuka, guardandomi.
 
-Alleluia!-
 
Sbottai.
 
-Ma che hai, sei così acida! Non ti staranno per venire, vero?-
 
-Il ciclo non centra niente, solo che così faremo ritardo!-
 
-Non sapevo ci tenessi così tanto..-
 
-Non è.. beh ecco… uffa!-
 
-Ahahahah okok! Dai andiamo. Comunque, stai una meraviglia signorina..!-
 
Mi fa l’occhiolino. Una meraviglia, non direi. Avevo solo un vestitino blu a bratelline che mi arrivava al ginocchio, dei tacchi (che per quanto potessi adorare odiavo!) e un filo di trucco.
 
-Esagerata, come sempre-
 
Fuka invece aveva, a mia differenza, dei jeans stretti con abbinato sopra un top a fascia e dei tacchi di 10.
-Io non esagero mai, ricorda!-
 
Rispose ancora lei, uscendo di casa. La seguii, e fuori trovammo la macchina di Chiara che ci aspettava. Aprimmo lo sportello, salutando e sedendoci. Dallo specchietto intravidi un sorriso di Chiara. Arrivammo a casa di Alice che erano le 20:30. Scendemmo dall’auto e suonando alla porta entrammo nella grande casa.
 
-Ehi ragazze! Ciao!-
 
Ci venne a salutare Alice, con una birra in mano e facendosi spazio tra la gente. C’erano moltissime persone, e la musica era altissima. Musica house, ovviamente. No che non mi piacesse, anzi.
 
-Alice, ciao!-
 
Salutammo in coro noi, sorridendole. Ci avviammo poi verso il nostro gruppo, avvistato pochi minuti prima. Naturalmente, all’interno c’era anche Akito! Oltre a lui c’era Marco, Jennifer, Kevin e Francesco.

 
 

 

_Era solamente ieri sera io parlavo con gli amici
scherzavamo tra di noi_
 
 

 

Mi offrirono una birra, accettai anche se poi non volevo finire come la scorsa volta. Feci un sorso, iniziando a parlare con loro. Intanto, iniziò una canzone che non centrava niente con l’house. Il dj aveva messo “Mi sei scoppiato dentro il cuore”. Cercai di evitare il più possibile lo sguardo di Akito, ma fu un vero fallimento. Perché ogni volta che mi giravo mi incontravo con le sue iridi dorate. Mi guardava, mi osservava. Che voleva? Non capiva che mi metteva in imbarazzo?
 

 

_e tu e tu e tu.. tu sei arrivato m'hai guardato e allora
tutto è cambiato per me_
 


 

E poi, ci fu in attimo. I miei occhi corsero verso la porta d’ingresso per puro caso e lo scorsi, lo riconobbi subito. Era lui. Per un istante, sembrò non riconoscermi. Ma poi, all’incontro dei nostri sguardi, capì. E mi sentivo strana, il mio cuore aveva iniziato a battere sempre più forte e non voleva accennare a fermarsi. Mi sorrise, facendomi cenno con la testa. Io li risposi salutandolo con la mano.
 
 

 

_Mi sei scoppiato dentro al cuore all'improvviso
all'improvviso non so perché non lo so perché all'improvviso
all'improvviso!
Sarà perché mi hai guardato come nessuno mi ha guardato mai
mi sento viva all'improvviso per te_
 

 
 

 

 Bevvi un altro po’ di birra, girandomi e continuando a parlare con gli altri. Avvicinai la bottiglia verde del liquido alla bocca, quando qualcuno mi bloccò il polso.
 
-Ancora a bere? Pensavo che non avresti più bevuto, sai?-
 
Tutti i miei amici si voltarono a guardarci. Curiosoni!
 
-E’ troppo forte lo stimolo.-
 
-Peccato, vorrà dire che mi toccherà portarti di nuovo a casa mia..-
 
-E mi regalerai un’altra felpa?-
 
Chiesi, mi piacevano un casino i vestiti maschili!
 
-Dipende-
 
Li sorrisi, scoccandoli un bacio sulla guancia. Feci una panoramica con gli occhi, mi guardavano tutti come se avessero visto un fantasma, tranne Akito. Lui mi guardava, o meglio guardava lui, con odio.
 
-Ora devo andare da quella parte piccola, ci vediamo..-
 
-A dopo, Alex.-
 
Mi lasciò. Il suo tocco mi aveva procurato una sensazioni bellissima. Poi ripensai alla sua frase. Mi aveva chiamato piccola! Ok, stavo per svenire. Dopo nemmeno tre secondi che lui si era allontanato, Fuka e Chiara mi saltarono addosso.
 
-Oddio è bonissimo il tuo ragazzooo!-
 
Urlarono, facendomi quasi cadere.
 
-Shhhhhhh!-
 
Le ammonii.
 
-E poi non è il mio ragazzo!-
 
Anche se non riuscivo a togliermi il suo sguardo dalla mente. Finimmo il discorso, da un “certo” sarcastico da parte loro. Tutti andarono a ballare, tranne me. Ero l’unica rimasta ferma come una scema del gruppo. Akito neanche ballava, è vero, ma stava con Alice. Presi un’altra birra, era la seconda per ora. Non sapevo che fare, mi annoiavo. Davanti a me comparve il sorriso di indovinate chi? Alex ovviamente!

 
 

 

_Ora io non ho capito ancora non so come può finire
quello che succederà_
 

 
 

-Usciamo?-
 
Mi chiese, porgendomi la mano. Io accettai, prendendola. Arrivammo al balcone, mentre dentro ballavano ancora una canzone. Mi appoggiai alla ringhiera, con ancora la birra in mano. Mi incantai a guardare le stelle, erano così luminose quella sera.
 
-Belle vero?-
 
-Bellissime..-
 
-Senti Sana, io ti dovrei.. ecco… parlare.-
 
-Mmm? Certo, dimmi.-
Mi voltai, il suo volto illuminato dal chiarore della luna era stupendo. Si avvicinò a me, e il mio cuore ricominciò di nuovo a velocizzare il battito. Mi aveva sempre fatto questo effetto, ma quella sera più delle altre. E quando prima, parlava con le altre e rideva e si divertiva con loro sotto i miei occhi (lui non si accorgeva che lo vedevo) sentivo una stretta allo stomaco… Ed era inutile nasconderlo ancora. Alla fine, mi ero davvero innamorata di quel ragazzo.

 
 

 

_ma tu, ma tu, ma tu.. tu l'hai capito l'hai capito, ho visto
eri cambiato anche tu_

 
 
Notai un suo imbarazzo. Ma che doveva dirmi?
 
-Sei diventato tutto rosso, Alex!-
 
Silenzio.
 
-Alex mi dici questa cosa? Ehi che hai?!-
 
Questa volta fui io ad avvicinarmi a lui. Ancora silenzio. Mi iniziavo a preoccupare. Gli alzai il viso con una mano, era serio, più serio che mai.

 
 

 

_Mi sei scoppiato dentro al cuore all'improvviso
all'improvviso non so perché non lo so perché all'improvviso
all'improvviso!
Sarà perché mi hai guardato come nessuno mi ha guardato mai
mi sento viva all'improvviso per te_
 

 
 

 

-Ehi Al..-
 
Mi bloccò il polso, posando le sue labbra sulle mie. I miei occhi si sgranarono, ma dopo i primi secondi di sorpresa risposi al suo bacio. La sua stretta sul mio polso si addolcì fino a lasciarlo completamente per cingermi la vita. Le nostre lingue si cercavano, si intrecciavano in continuazione. Misi una mano attorno il suo collo, visto che con l’altra tenevo la bottiglia. E cavolo, quel ragazzo.. mi era davvero scoppiato dentro al cuore!
 

 

_Mi sei scoppiato dentro al cuore all'improvviso
all'improvviso non so perché non lo so perché all'improvviso
all'improvviso! 

 Sarà perché mi hai guardato come nessuno mi ha guardato mai
mi sento viva all'improvviso per te!!_
 

-------------
E si, finalmente posto gente ^^ Spero che questo capitolo vi piaccia *_*

A me, sinceramente, piace.. anche perché è la cosa migliore che sia uscita dalla mia testolina u.u
Ora, ringrazio come sempre di cuore tutti quelli che seguono, recensiscono, hanno messo tra preferite e seguite questa storia! Davvero grazie infinite!:) Ora vi lascio..
A presto,
Nemi_<3 
 

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