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di Atramess
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Novità ***
Capitolo 2: *** Rimorso ***
Capitolo 3: *** Paura ***
Capitolo 4: *** Comprensione ***
Capitolo 5: *** Avvicinamento ***
Capitolo 6: *** Identità ***
Capitolo 7: *** Liberazione ***
Capitolo 8: *** Illusione ***
Capitolo 9: *** Verità ***
Capitolo 10: *** Eternità ***



Capitolo 1
*** Novità ***


Ryuzaki non aveva mai avuto bisogno di nessuno. Era un ragazzo intelligente, assolutamente fuori dal comune e ne era consapevole. La sua vita ruotava da sempre intorno alle sue abilità e da quando aveva intrapreso la carriera di detective tutte le sue energie erano state impiegate nel lavoro. Questo caso però, il caso Kira, non era come tutti gli altri. Questo caso l'aveva portato a lavorare con una persona così simile e allo stesso tempo così diversa da lui: Light Yagami.

Light non era come gli altri ragazzi della loro età. Sembrava ambisse ad essere il miglior studente dell'università, esattamente come Ryuzaki si sforzava per eccellere nel suo lavoro. Si era unito alla squadra con molto entusiasmo. Voleva diventare come suo padre ma soprattutto voleva catturare Kira. Era importante, come lo era per Ryuzaki. Inoltre, proprio come lui, Light non mostrava alcun interesse per le ragazze che gli giravano intorno. Certo, era perfettamente al corrente del fascino che esercitava su di loro e l'aveva sempre visto approfittarsene ma la storia finiva lì. La sua vita sociale era solo una maschera. Niente coinvolgimenti, niente amore...

Fu così che quando Light presentò Misa Amane come sua compagna, Ryuzaki si trovò per la prima volta in vita sua a non capire. Perché? Possibile che avesse perso di vista i suoi obiettivi?

Da sempre Ryuzaki credeva che non fosse possibile conciliare sentimenti e lavoro, per lui non lo era mai stato. Anzi, a dir la verità la situazione non gli si era mai presentata. Non aveva mai avuto amici, non aveva mai avuto donne. Le sue attenzioni erano rivolte totalmente alla sua professione, infondo era tutto ciò che sapeva fare. Lui era L...non c'era spazio per altro nella sua vita.

A prima vista Light gli aveva dato l'impressione di essere come lui, allora come mai ora si era lasciato andare con qualcuno? Che esistesse la possibilità di riuscire a concentrarsi in una relazione senza perdere di vista i propri doveri? Che fosse possibile anche per lui riuscire ad avere degli amici e forse anche qualcosa di più?

Misa era una bella ragazza, questo non poteva negarlo. Provava delle sensazioni strane nei suoi riguardi. Da un lato una punta di odio si insinuava nella sua mente ogni volta che la guardava perché il suo carattere esuberante e un po' invadente era fonte di distrazione per tutto il quartier generale, dall'altro lato però non aveva potuto esimersi dal restarne affascinato. Come aveva fatto quella creatura apparentemente uguale a tutte le ragazze della sua età ad ammaliare Light? Cosa c'era di così speciale in lei?

Ryuzaki doveva ammettere che a volte gli capitava di girarsi a guardarla. In quei momenti la sua figura lo incuriosiva molto: era sempre in silenzio, immobile, lo sguardo basso a fissare un qualcosa che solo lei sembrava vedere. Era completamente assorta, da tutt'altra parte. Fu allora che Ryuzaki capì: probabilmente il suo comportamento allegro e vivace era un gioco studiato. Lei sapeva...sapeva che presentarsi come una persona chiassosa le avrebbe permesso di ritagliarsi degli istanti in cui nessuno avrebbe più fatto caso a lei, degli istanti da poter dedicare interamente a sé stessa. Infondo non era quello che faceva anche lui quando si sforzava di apparire il più strambo possibile davanti agli altri? Non badava a cosa indossava, mangiava quintali di dolci, si sedeva in modo assurdo e spesso biascicava frasi senza senso. Tutto questo gli faceva guadagnare tempo e spazio nei quali poter pensare liberamente, senza che nessuno si preoccupasse di lui. Se non vuoi che gli altri ti notino devi essere il primo a far sì che lo facciano, di modo che si abituino a te e ti lascino perdere. L'attacco è la miglior difesa e quella ragazza sembrava saperlo fin troppo bene.

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Capitolo 2
*** Rimorso ***


Misa stava uscendo dalla sala conferenze. Era così concentrata nel seguire i misteriosi viaggi in cui era impegnata la sua mente che quando si ritrovò davanti una figura scura sussultò.

<< Ehi. >> le disse Ryuzaki.

<< Ehi. >> rispose a sua volta lei.

Lo sguardo indagatore di Ryuzaki la scrutò da capo a piedi.

<< Cosa ci facevi là dentro? >> le chiese facendo un cenno con la testa alla sala conferenze.

<< Io?...nulla, stavo solamente girovagando di qua e di là. >>

Mmm Misa – pensò lui – sei meno stupida di così. Tuttavia decise di non andare oltre.

<< Ok, cerca di non perderti. Questo posto è un labirinto. >>

<< Sì, l'ho notato. Starò attenta. >> disse lei con aria indifferente.

Lui la sorpassò e proseguì nel corridoio ma ad un trattò si girò nuovamente verso di lei.

<< Ehi Misa? >>

A quel punto anche lei si girò verso di lui.

<< Sì? >>.

Lui esitò un attimo poi guardandola dritta negli occhi parlò.

<< Tutto bene? >>

Misa gli rivolse uno sguardo incuriosito e allo stesso tempo stupito.

<< Certo. >>

Lei si voltò all'istante, prima che i suoi occhi potessero tradirla, e se ne andò. Ryuzaki era furbo, fin troppo perspicace e lei non voleva guai. Sapeva di non essere poi così brava a mentire e a fingere. Qualora Ryuzaki fosse riuscito a capire come lei si sentisse probabilmente gli ci sarebbe voluto ben poco tempo per intuire che lei era il secondo Kira. Se fosse risalito a lei avrebbe compreso anche il ruolo di Light nell'intera faccenda e lei aveva promesso di aiutarlo, non di farlo scoprire.

Improvvisamente Rem sbucò dal nulla e le fu accanto. E' tutto ok Misa, calmati.

Misa guardò lo shinigami con gli occhi velati di lacrime.

Dio, quella situazione la stava logorando dall'interno, uccidendola piano piano. Perché? Perché aveva usato il Death Note attirando su di sé l'attenzione di Kira? E' vero aveva desiderato di conoscerlo, aveva desiderato di poter ringraziare chi finalmente le aveva regalato un barlume di giustizia...ma quella era davvero giustizia? Chi era Light per decidere chi aveva il diritto di vivere e chi no? Ma soprattutto chi era lei per poter avere una responsabilità del genere? Si sentiva riconoscente nei confronti di Light e avrebbe fatto qualsiasi cosa per ripagarlo. Era ammirazione? No. Era amore? Per un po' l'aveva creduto ma no. Provava solamente l'esigenza di saldare un debito, ecco tutto. Il fatto è che al contrario di Light lei non poteva...lei non riusciva a uccidere, per quanto cattiva potesse essere la vittima prescelta. Lei aveva avvertito il principio di corruzione che aveva iniziato ad intossicarle l'anima non appena aveva finito di scrivere il suo primo nome sul Death Note. L'aveva sentito chiaramente e si era detta che mai più avrebbe voluto provare una sensazione come quella. Era dolore, puro dolore mischiato ad un' immensa rabbia. Era odio...era un tormento che le annebbiava la mente e che da quel momento in poi l'avrebbe perseguitata per sempre. La sola cosa che la faceva sentire un po' meglio era l'aver fatto lo scambio degli occhi. Aveva dimezzato la sua vita e questo la illudeva di aver ricevuto almeno un piccolo castigo. L'unica arma contro il rimorso era il pentimento. Aveva dunque deciso che non sarebbe più ricorsa al suo Death Note, né per Light né per nessun altro. Contemporaneamente però aveva fatto una promessa e, nonostante non avesse più intenzione di uccidere per Light, era determinata ad aiutarlo.

Lui era stato completamente accecato dal potere del Death Note, non era riuscito a fermarsi come aveva fatto lei. Ma lei poteva farlo ragionare. Sapeva che Light la considerava molto importante, lei gli serviva. Era decisa a parlargli, gli avrebbe spiegato le motivazioni che l'avevano spinta a smettere e lui avrebbe capito.

Anche il peggiore dei criminali ha qualcuno che lo ama, qualcuno che magari è ignaro dei suoi peccati, qualcuno che non ha alcuna colpa. Evidentemente Light non aveva mai perso una persona cara...lei sì, lei aveva perso i suoi genitori e sapeva bene quale fosse la sofferenza che ne derivava. Non avrebbe mai più inflitto una simile condanna, mai più. Light avrebbe capito...avrebbe capito ed avrebbe seguito il suo esempio... Sì, questo era il piano.

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Capitolo 3
*** Paura ***


Era da un po' di tempo che Ryuzaki non saliva sul tetto. Quello era il suo posto magico. Da lassù poteva sentire i rumori della città, rumori rassicuranti che lo facevano sentire protetto, rendendolo libero di concedersi un'immersione totale nei suoi pensieri.

Era passata da poco la mezzanotte ed i suoi occhi non ne potevano più di fissare il monitor del computer. Odiava ammetterlo ma era stanco e non sarebbe riuscito a combinare granché se non avesse staccato la spina per qualche minuto.

Sì, ho bisogno di una pausa.

Conoscendosi non poteva dirsi del tutto convinto del fatto che avrebbe potuto avere freddo però per scrupolo decise comunque di portarsi dietro una coperta e si incamminò verso le scale che portavano al tetto.

Una volta raggiunta la sua meta si stupì nello scorgere una figura esile rannicchiata in un angolo vicino alla balaustra, la mano destra sulla ringhiera quasi come se avesse bisogno di aggrapparsi a qualcosa.

Sì avvicinò piano e finalmente riuscì ad identificarla: era Misa.

Ryuzaki era come al solito senza scarpe né calzini per cui non fu un problema per lui raggiungerla senza che lei si accorgesse della sua presenza.

Quando le fu abbastanza vicino rimase colpito dal suo sguardo. I suoi occhi si spostavano continuamente: prima su, poi giù, poi a destra...chiaro sintomo del fatto che la sua mente fosse persa in un vortice di preoccupazioni. Era triste.

Misa sentì qualcosa di caldo e morbido avvolgerle le spalle e si girò di scatto, il suo viso era pallido. Sembrava avesse visto un fantasma.

<< Scusami, non volevo spaventarti. >> le disse Ryuzaki finendo di sistemarle la coperta addosso.

<< Scusami tu, è che non mi aspettavo l'arrivo di qualcuno. Come mai sei qui? >>

<< Interessante, mi hai preceduto. Nulla, stavo solo girovagando qui e là. >> le disse rievocando volutamente la risposta che lei gli aveva fornito fuori dalla sala conferenze. Lei però non reagì in alcun modo, come se avesse dimenticato quella loro breve conversazione.

<< E' il tuo turno, cosa fai qui? >>

Lei lo fissò per un attimo ma non rispose e distolse immediatamente lo sguardo.

<< Misa...che cosa c'è? >>

Lei lo guardò piena di sorpresa. Perché me lo chiede? Il mio stato d'animo è forse così evidente?

<< Niente. >> gli rispose con un sorriso, tentando di apparire serena.

<< Mi è un po' difficile credere che una persona che sale su un tetto e si ferma a fissare l'orizzonte non abbia niente. Devi essere quanto meno pensierosa. >>

Quando gli aveva dato il permesso di essere così sfacciatamente invadente? Misa non lo ricordava.

<< Beh ok, diciamo che magari in effetti ho delle cose a cui pensare...come tutti del resto. >> disse con un tono meno stizzito di quanto avesse voluto.

<< Ok, diciamo così. Dunque, quali sono queste cose a cui pensi? >>

Questa volta il fastidio che Misa stava provando trapelò senza indugi.

<< Non credo che la questione ti riguardi. >>

Ryuzaki la scrutò cercando di capire il perché di quella reazione ma come al solito lei guardò subito da un' altra parte. Odiava comportarsi da maleducata ma si conoscevano appena, chi gli dava il diritto di farle quel tipo di domande? In più la paura le stava procurando piccole scosse intermittenti in tutto il corpo. Se ci aveva messo un secondo a capire che c'era qualcosa che non andava quanto ci avrebbe messo a tirare le somme? Cercò di recuperare come poteva.

<< Perdonami Ryuzaki, non era mia intenzione essere sgarbata. >>

<< Non preoccuparti, non lo sei stata. >> le disse senza guardarla, con un tono di voce neutro.

Che fare adesso? Forse dovrei semplicemente alzarmi e tornarmene al computer, la mia pausa l'ho avuta. Ma forse se andassi via così potrebbe pensare che io me la sia presa... Accidenti, perché mi interessa tanto di quello che può pensare? Perché con lei provo l'esigenza di voler spiegare come sono fatto?

<< E' vero, ci conosciamo da poco Misa però ti ho studiata in questi giorni e credo che tu sia una ragazza molto attenta. >>

Panico, paura allo stato puro. Ha già capito tutto? Ha capito che sono il secondo Kira?

<< Avrai sicuramente notato che non sono propriamente ciò che si potrebbe definire “una persona socialmente attiva”.>>

Aspetta...e questo cosa c'entra? Lei lo fissava senza capire.

<< Sì in effetti ho avuto la sensazione che il lavoro sia la tua più alta, per non dire unica, priorità. E' davvero così? >>

Ehi... Ma perché gli ho fatto questa domanda? Perché mi interessa?

<< E' sempre stato così. Non ho mai avuto amici. Il mio unico rapporto, se così si può chiamare, è quello con Watari.>>

Nel dire queste parole la voce di Ryuzaki tradì involontariamente un piccolo velo di malinconia.

Misa lo guardò, ma non come faceva solitamente. Sembrava uno sguardo più...profondo. Come se guardandolo potesse carpire qualche informazione in più.

Non poté fare a meno di rabbrividire quando si rese conto di star provando pena per lui. Quel ragazzo apparentemente forte, incurante di tutto e tutti pareva lì, in quel momento, soffrire.

<< Puoi capire dunque che non so esattamente come ci si aspetta che io mi comporti. Ho avuto l'impressione che ci fosse qualcosa che ti preoccupava e ho pensato di rendermi utile, ecco tutto. Scusami. >>

Mi sento come se fossi preoccupato per te. Non so che mi prende.

Misa gli sorrise e Ryuzaki provò una sensazione completamente nuova: si sentì a casa.

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Capitolo 4
*** Comprensione ***


Che strano. Parlare con lui non è come parlare con le altre persone. Sembra che gli importi davvero ascoltare le risposte alle domande che pone. Mi sento come se con lui potessi aprirmi.

Dopo avergli sorriso Misa abbassò lo sguardo e si incupì.

<< Ti sei mai pentito per un'azione sbagliata Ryuzaki? >>

Lui la fissò con aria curiosa e comprensiva.

<< Oh sì...mi è successo. >>

<< E' questo >> gli disse << E' questo il sentimento che sei riuscito a percepire. >>

<< Capisco. >> le rispose.

Poi, titubante sul da farsi, prese coraggio e continuò.

<< Riguarda Light? >>

Attenta Misa, questo ragazzo ti sa leggere meglio di quanto tu creda. Era la voce allarmata di Rem, che da dietro Ryuzaki osservava la ragazza. Misa fissò lo shinigami per un attimo, come a dirle “Non c'è pericolo, ho tutto sotto controllo”. Rem la guardò ancora per qualche secondo, preoccupata, ma decise di dare le spalle a Ryuzaki e sparire. Voleva molto bene a Misa, aveva imparato a fidarsi di lei e si era sempre dimostrata un'amica discreta.

<< In un certo senso. >>

<< Non lo ami più? >>

Misa accennò appena un sorriso imbarazzato e Ryuzaki cominciò a sentire una morsa allo stomaco.

Stupido. Stupido. Stupido.

<< L'ho fatto di nuovo, perdonami. Non sono ancora in grado di capire quando devo fermarmi. >>

<< No, è tutto a posto solo che...beh insomma, è complicato. >>

<< Non devi spiegarmi niente Misa. Ho passato il limite, mi dispiace. Non lo farò più. >>

L'atmosfera era così tesa da rendere i corpi di entrambi estremamente rigidi.

<< Misa posso farti una domanda a proposito di Kira? >>

Diamine. Perché aveva esitato? Perché non aveva semplicemente fatto finta di avere problemi d'amore con Light, come Ryuzaki aveva immaginato? Ora però era troppo tardi e non rispondere a quella domanda equivaleva a destare non pochi sospetti.

<< Certo, cosa vuoi chiedermi? >>

Lui osservò il suo volto come per ricevere un segnale, un qualcosa che gli facesse capire che non stava passando di nuovo il segno.

<< Cosa pensi a riguardo? Cosa pensi di Kira? >>

Il cuore di Misa mancò un battito. Tranquilla, ti sta solo chiedendo un'opinione sul caso. Rispondigli sinceramente. Rem... Lo shinigami doveva aver percepito l'apprensione di Misa. C'era una sorta di filo invisibile che legava le loro menti. Rem era molto empatica nei confronti di Misa.

<< Credo che abbia degli scopi molto nobili ma che usi dei mezzi completamente sbagliati. >>

Rem se ne andò di nuovo mentre Ryuzaki rimase a bocca aperta ma la ragazza non ci fece caso. Hai usato le stesse parole che mi balenano continuamente in testa, le stesse identiche parole... Cosa succede?... Chi sei?

Misa si morse leggermente il labbro inferiore. Sentiva il bisogno di liberarsi, di raccontargli il suo passato ma temeva di essere fraintesa. Lei non cercava la compassione di nessuno, non voleva essere una vittima. Voleva solo che lui la capisse.

<< Poco più di un anno fa i miei genitori sono stata assassinati. >> gli disse triste, poi si fermò. Voleva lasciargli il tempo per elaborare la notizia.

Lo so Misa...lo so. Certo che lo sapeva, lui prendeva sempre informazioni sulle persone con cui doveva entrare in contatto.

Ryuzaki la fissò annuendo leggermente e lei proseguì.

<< Kira è intervenuto uccidendo il loro assassino. >>

Sì, so anche questo.

<< Sarei ipocrita se ti dicessi che mi è dispiaciuto. Non mi è dispiaciuto, anzi...direi che ho provato una certa soddisfazione. >> disse, tenendo gli occhi bassi per la vergogna.

Ecco, questo non lo sapevo...ma ti capisco.

<< Immagino sia normale Misa. Certi casi sono estremi ed è comprensibile desiderare la morte di chi ha ucciso chi amavi. >>

Chi amavo? Oh sì...io li amavo con tutta me stessa. 

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Capitolo 5
*** Avvicinamento ***


Quella verità la colpì come una rivelazione ed automaticamente il suo volto cominciò a rigarsi di lacrime.

Rem riapparse all'istante. Ryuzaki si paralizzò.

No! Il ragazzo non ne capiva il motivo ma vederla così gli stava lacerando il cuore.

Incapace di decidere cosa fosse meglio fare, Ryuzaki si mosse d'istinto e poggiò delicatamente la sua mano sopra quella di Misa.

A quel tocco inaspettato e sorprendentemente piacevole la ragazza si girò verso di lui e i loro sguardi si incontrarono. Rem si dileguò per la terza volta.

<< Calmati Misa, ti prego. Va tutto bene. >>

A quelle parole così semplici ma allo stesso tempo così rassicuranti Misa chiuse gli occhi e appoggiò la fronte sulla spalla di Ryuzaki.

Il suo profumo... Persino il suo profumo mi fa sentire protetta.

Ryuzaki rimase immobile, aspettando pazientemente che gli occhi della ragazza si asciugassero.

Quando si fu completamente tranquillizzata, Misa tornò nella sua solita posizione e riprese a parlare come se nulla fosse successo.

<< Il fatto è che il male che si prova è così forte che mai potrei accettare chi ne è causa, a prescindere dalle ragioni. >>

Già, non sopporto l'idea di averlo capito solo dopo essermi macchiata dello stesso crimine. Riuscirò mai a perdonami? In effetti non ho perdonato l'assassino dei miei genitori. Sono stata felice di sapere che era morto, anche se solo per poco. Forse è quella la fine che dovrei farei, forse è l'unica punizione possibile...

<< Comprendo bene quello che vuoi dire. >>

Le parole di Ryuzaki distrassero Misa dal suo monologo interiore. Gli sorrise ancora e per la prima volta lui ricambiò il suo sorriso, dolcemente.

Misa sentì uno strano senso di vuoto allo stomaco. Era emozionata...sì, era emozionata.

<< Ora è meglio che io torni a lavorare. Scendi con me? >> le chiese e si stupì nel capire che stava sperando ardentemente in una sua risposta affermativa.

<< Se non sono di troppo disturbo preferirei restare qui ancora un po'. >> disse lei porgendogli la coperta.

Lui sorrise fra sé e sé, tentando di mascherare la delusione, dopodiché la guardò negli occhi sfiorandole la mano.

<< Tienila, a me non serve. >>

Ryuzaki si voltò e cominciò a camminare. Quando raggiunse la rampa di scale che lo avrebbe condotto al piano di sotto, girò lievemente la testa verso Misa per guardarla ancora una volta. La vide mentre stava a testa in su, osservando il cielo. Gli occhi erano tornati tristi ma dava l'idea di essere più serena.

Sì, parla con loro Misa...ti aiuterà.

Deciso a lasciarle un po' di privacy, cominciò a scendere.

In quel momento Misa sentì una nuova fitta allo stomaco e guardò verso le scale ma Ryuzaki era già uscito dal suo campo visivo.

Con sua enorme sorpresa, Misa si accorse di sentire la sua mancanza.

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Capitolo 6
*** Identità ***


Era passata una settimana da quando Ryuzaki e Misa si erano ritrovati a parlare sul tetto. Nei giorni a seguire il momento della pausa di Ryuzaki era diventato un rituale al quale entrambi partecipavano. Si recavano sul tetto a sera tarda per chiacchierare insieme e più passava il tempo, più i due ragazzi provavano piacere nel beneficiare l'uno della presenza dell'altra.

A volte capitava che i loro discorsi li coinvolgessero anche durante il giorno, mentre Ryuzaki costringeva il suo cervello a lasciare perdere Kira per qualche istante, in modo tale da potersi godere una fetta di torta o altri dolciumi vari. Allora si sedevano a gambe incrociate sull'imponente tavola rotonda che troneggiava al centro della sala conferenze e cominciavano a parlare.

Le loro conversazioni partivano da un punto per finire in tutt'altra direzione. Si lasciavano trasportare dalla libera associazione e dalla voglia di raccontarsi a vicenda e spesso perdevano la cognizione del tempo.

Si capivano...si capivano e si sentivano uguali, come se le loro menti potessero combaciare.

Un giorno incapparono l'uno nell'altro per la quarta volta nel giro di un paio d'ore. Ryuzaki si stava dirigendo in cucina per prepararsi dell'altro caffè mentre Misa stava semplicemente passeggiando avanti e indietro per il corridoio.

Ryuzaki si accorse che la ragazza era completamente persa in sé stessa e le sì parò davanti volontariamente. Non torturarti Misa, datti un po' di tregua.

<< Ehi. >> le disse. Ormai era quello il loro saluto.

<< Ehi. >> rispose lei destandosi dai suoi pensieri però senza riuscire ad evitare di finirgli addosso.

<< A quanto pare continuiamo ad incontrarci. >> le disse lui con un'aria pacata che lasciava appena trasparire la sua felicità.

<< Beh, dato il caso direi che continuiamo a scontrarci... >> disse lei cercando di nascondere il suo, decisamente palese, imbarazzo.

Il tono di lui si fece più grave.

<< Ehi Misa, qualcosa non va? >>

Dal loro primo episodio sul tetto il loro rapporto si era semplificato. Ora erano comunque un po' impacciati ma molto meno inibiti. Entrambi si rivolgevano ogni tipo di domanda, il tutto molto liberamente. Quando avevano voglia di rispondersi lo facevano, altrimenti cambiavano argomento.

Lei lo guardò con tenerezza. Le piaceva il fatto che si preoccupasse sempre per lei, la faceva sentire meno sola.

<< No, va tutto bene Ryuzaki...non preoccuparti >> gli rispose sorridendogli dolcemente e Ryuzaki capì. Conosceva bene quel tipo di sorriso, era il modo che aveva Misa per dirgli “Non ho voglia di parlarne ora ma non stare in pensiero, so che se ne ho bisogno tu ci sei.”

Lui le sorrise a sua volta, nello stesso modo. Quello era il suo tacito “Sì, ci sono sempre per te.”

Entrarono nella sala conferenze e presero il loro posto seduti sopra al tavolo.

<< Misa, perché quando sei in pubblico sei sempre così diversa rispetto a come sei quando stai da sola o con me? >>

Sapevo che prima o poi me l'avresti chiesto. Sei l'unica persona che ha notato la differenza.

<< Beh vedi, ho scelto di rendere il mio personaggio pubblico l'opposto di quel che sono io in realtà. Misa-Misa è un tipo sempre allegro, che non la finisce un attimo di parlare...è un po' irritante. Per questo motivo quando poi ho voglia di stare in silenzio nessuno ha mai nulla in contrario, anzi...di solito le persone non aspettano altro che io chiuda la bocca e così io posso avere un momento solo per me. >>

Ryuzaki la fissava rapito dalla sua spiegazione. Proprio come pensavo. Quindi quando gli altri non se ne accorgono tu in realtà sei te stessa...non fingi quando stai con me.

<< Infondo è quello che fai anche tu, non è vero Ryuzaki? >>

Il ragazzo rimase fermo ma dovette utilizzare tutte le sue forze per non svenire. La testa gli girava senza sosta e nel suo stomaco si apriva una voragine sempre più grande.

Lo so, so che sei spaventato Ryuzaki ma non puoi continuare a sabotarti con le tue stesse mani. Infondo tu hai scoperto me...è ora che io ricambi il favore.

<< Tu cerchi sempre di apparire imperturbabile, ti inventi mille e una stramberie per cercare di apparire diverso, come se volessi dare l'impressione di non avere un cuore. Ma tu in realtà non sei così. Tu in realtà sei esattamente ciò che ti impegni di non essere. Ci sono alcune cose che ti preoccupano ma che non fai vedere agli altri. A volte sei stanco e avresti bisogno di dormire ma pensi che sia già disdicevole prenderti una pausa per cui figuriamoci cosa può pensare la gente di te se ti concedi qualche ora di sonno. Infine non ci credo...non credo alla storia secondo la quale tu non sei capace di avere dei rapporti sociali e di voler bene a qualcuno. Tu ne sei perfettamente capace, solo che hai paura. >>

Ecco l'ho detto. Sì...l'ho detto davvero.

<< Perdonami, non avevo alcun diritto di dire ciò che ho detto ma non riuscivo più a tenermelo dentro. Tu sei un uomo buono Ryuzaki, io lo vedo! Perché ti ostini a nasconderti? Capisco che in determinate occasioni sia necessario cercare di proteggere sé stessi ma devi lasciar entrare qualcuno, non puoi tenere tutti a distanza. >>

Ryuzaki cominciò a sentire un impulso che non aveva mai provato in vita sua.

<< Ho voglia di baciarti. >> le disse tutto d'un fiato.

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Capitolo 7
*** Liberazione ***


<< C-cosa? >>

Misa cominciò a sentire il cuore martellarle così forte nel petto che avrebbe potuto scoppiarle da un momento all'altro.

Hai detto che devo lasciar entrare qualcuno giusto? Io ho scelto te...

Si diresse verso di lei con passo veloce e prima che lei potesse dire o fare qualsiasi cosa la baciò.

Non appena le loro labbra si unirono i due ragazzi si sentirono come se finalmente, per una volta nella loro esistenza, si trovassero nel posto giusto al momento giusto.

Si staccarono l'uno dall'altra lentamente, come se avessero il terrore di dividersi.

I loro sguardi si incrociarono allibiti, giusto il tempo di un respiro, dopodiché Ryuzaki prese il volto di Misa fra le mani e la baciò di nuovo. La ragazza sentì le sue gambe tremare e chiuse gli occhi, abbandonandosi a quell'emozione così forte. Si strinse a Ryuzaki con tutta la forza di cui era capace e il loro bacio si fece via via più appassionato. Stava diventando un'urgenza, quasi come se quello fosse l'unico modo per riuscire a sopravvivere.

Quando le loro labbra alla fine si separarono, rimasero comunque attaccati l'uno all'altra. I loro visi non accennavano ad allontanarsi.

Si stavano guardando, storditi, respirando con forza. Sembrava si volessero regalare a vicenda la linfa vitale.

Quel silenzio stava cominciando a diventare troppo pesante per Misa, così decise di spezzarlo.

<< Ryuzaki...>>

<< Sssh, non parlare. Restiamo semplicemente così ancora per un po', ti supplico. >>

Cosa è successo? Cosa sta succedendo? Non avrei mai pensato che sarebbe stato così: così intenso, così importante...così perfetto. Vorrei che continuassi a baciarmi per tutta la vita Ryuzaki.

Dopo poco le loro menti cominciarono a riacquistare un briciolo di lucidità.

Ryuzaki indietreggiò piano piano, quel tanto che bastava per poterla guardare negli occhi senza però smettere di accarezzarle gentilmente una guancia.

<< Hai ragione Misa, faccio di tutto per mostrarmi diverso da quello che sono ma con te non sento questo bisogno e so che anche per te è la stessa cosa. >>

Misa si sentì mancare, sembrava che il tempo si fosse fermato. E' vero...ho cercato di mentire a me stessa ma non è servito a niente. Tra di noi c'è un legame molto forte. Non ci serve indossare le nostre maschere quotidiane, siamo liberi.

Ryuzaki, spaventato dall'improvviso torpore di Misa, si lasciò assalire dalla paura. Si staccò da lei, gli occhi fissi a terra.

<< Ti chiedo scusa Misa, non avrei mai voluto fare niente per ferirti. Mi sento come se la mia vita fino ad oggi fosse stata vuota in attesa di te. Ora però tu sei con me...dimmi cosa devo fare Misa, dimmi cosa vuoi che faccia e la farò. Non voglio perderti.>>

Ryuzaki era agitato, la sua voce era tremolante come mai Misa l'aveva sentita. Sembrava rotta dal pianto.

La ragazza non poteva sopportare di vederlo in quello stato. Lei provava i suoi stessi sentimenti. Doveva dirglielo, non poteva lasciarlo agonizzare così.

Gli andò incontro con il cuore che batteva all'impazzata e senza pensarci due volte lo abbracciò, posandogli una mano fra i capelli. Cominciò ad accarezzarlo e nello stesso tempo Ryuzaki le cinse la vita con le braccia, stringendola impetuosamente, quasi avesse paura che lei potesse scivolare via.

<< Nemmeno io voglio perderti Ryuzaki. >>

Lui la fissò ed entrambi i loro corpi sentirono l'esigenza di incrementare il contatto fisico. Le loro labbra si toccarono di nuovo, questa volta con più consapevolezza. Nulla era più importante, tutto stava svanendo intorno a loro. Si capivano, si completavano, si appartenevano.

Non riuscivano a sentirsi mai sazi dei loro baci però non potevano rimanere lì per sempre dimenticandosi del resto, anche se quello era il loro desiderio più grande.

<< Oh Ryuzaki, sono così spaventata. E' la prima volta che provo questo desiderio, questo bisogno nei confronti di una persona. Ho paura di non esserne all'altezza. >>

<< Non temere, non sei più sola. E poi non è possibile, tutti sono all'altezza dell'amore. >>

Quelle parole la colpirono nel profondo. Lo fissò intensamente.

<< Credi che questo sia amore? >>

<< Non so cosa sia ma so che non ho mai sentito questo senso di protezione per nessuno. So che non ho mai avvertito questo bisogno fisico e mentale nei confronti di nessuno prima di te. So che non voglio che finisca. >>

Lei gli sorrise e le loro labbra si cercarono di nuovo. Si sentivano felici come mai prima d'ora.

Il tempo che avevano trascorso a stringersi sembrava passato in un secondo quando all'improvviso una voce pressoché sconosciuta cominciò a chiamare Ryuzaki.

Accidenti, chissà quante ore erano passate da quando i due ragazzi erano chiusi nella sala conferenze. Tante, pensò Ryuzaki, tantissime. Se hanno sentito l'esigenza di chiamarmi significa che sono sparito davvero da moltissimo tempo.

<< E' uno degli agenti della squadra. >> spiegò a Misa.

<< Forse è meglio che tu lo raggiunga, sembra che abbia bisogno di te. >>

Ryuzaki afferrò con gentilezza la mano di Misa e se la portò sul petto. Si sorrisero estasiati, si baciarono ancora una volta e infine Ryuzaki si staccò piano per dirigersi verso la sala computer.

Stava per uscire dalla stanza quando si girò verso Misa che gli sorrise all'istante.

<< Ci vediamo più tardi sul tetto, aspettami. >> le disse supplichevole.

<< Non vedo l'ora. >> gli rispose guardandolo andare via.

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Capitolo 8
*** Illusione ***


Una volta rimasta sola, Misa iniziò a piangere lacrime silenziose.

Rem si materializzò senza fare il minimo rumore.

Misa...

<< Non qui. >> disse la ragazza rivolgendosi allo shinigami.

Misa uscì dalla sala conferenze e si diresse verso la sua camera. Una volta giunta lì si recò nel bagno e si posizionò nella vasca sedendosi all'interno, il tutto senza dire una parola.

Strinse le ginocchia abbracciandosi le gambe. Inclinò la testa per nascondere il viso e si lasciò andare ad un pianto calmo ma immensamente triste.

Rem la stava fissando, preoccupata e malinconica. Le si avvicinò leggermente.

Misa... Misa calmati. Dimmi cosa c'è.

<< Come ho potuto? Come ho potuto fargli una cosa del genere? >> disse la giovane mentre il suo pianto si faceva più convulso.

Cosa? Misa io non capisco. A Light non importa nulla e tu lo sai. Non importa nemmeno a te di lui.

<< Come ho potuto fargli questo? >> ripeté di nuovo.

<< Come ho potuto farlo? Ryuzaki non lo merita. >>

Come? Ryuzaki? Misa quel ragazzo stravede per te e credo che anche tu gli voglia molto bene, dov'è il problema?

<< Ma come fai a non capire? Io sono il secondo Kira, io sono un'assassina. Lui mi sta dando la caccia. >>

Oh... Misa...

<< Ryuzaki è una persona per bene, è buono e combatte per la giustizia. Non potrò mai stare con lui, non potrò mai renderlo felice...io rappresento il nemico di tutto quello in cui lui crede. >>

Misa un sentimento come l'amore, se è vero, può essere in grado di superare determinati impedimenti. Perché non provi a parlargli e a spiegargli la situazione? Lui ci tiene a te, non ti farebbe mai del male, io lo sento chiaramente. Credo che pur di averti accanto a sé sarebbe disposto a comprendere e perdonare.

<< Sì ma io non sono disposta a perdonare me stessa. >>

Puoi sempre rinunciare al quaderno Misa. Rinuncia al tuo Death Note e ti dimenticherai tutto.

<< No, quella non è una soluzione Rem. E' una scappatoia. Io so cosa fare, l'ho già deciso. Devo farlo prima di ferire Ryuzaki più di quanto non abbia già fatto. >>

Cosa intendi dire Misa? Cosa hai in testa?

<< Parlerò con Light. Gli farò capire che non può continuare così, che è la strada sbagliata. >> cominciò a spiegare la ragazza.

<< Io non ho il diritto di giudicare nessuno all'infuori di me stessa per cui non costringerò Light a pagare per quello che ha fatto. Questa è una decisione che può prendere soltanto lui. >>

Misa, Light non si fermerà mai. La sua anima ormai è troppo legata al suo Death Note. Se anche tu dovessi riuscire a convincerlo non si fermerà per molto. Sentirà sempre il bisogno di utilizzare il quaderno, è come una droga per lui.

<< Allora farò in modo che lui dimentichi tutto rinunciando al quaderno. Lo minaccerò, gli dirò che deve farlo, che è la sua miglior opzione a meno che non voglia che io racconti tutto alla polizia.>>

Misa no! Ti prego no! Light non è più in sé, non riuscirà mai a ragionare. Hai visto come agisce, lui elimina qualsiasi cosa si metta fra lui ed il quaderno. Ti ucciderà!

La ragazza guardò Rem con aria decisa.

<< E sia, non mi importa. >>

Ma che stai dicendo?

Rem fissò Misa sbalordita, completamente in panne. Poi lo shinigami si impietrì, gli occhi improvvisamente sbarrati.

Tu hai previsto tutto, non è così? Sai perfettamente che Light scriverà il tuo nome sul suo quaderno ed è proprio quello che vuoi!

Misa guardò Rem con aria colpevole, come a dirle “Mi dispiace.”

Sai cosa succederà, vero? Se qualcuno dovesse anche solo toccarti lo ripagherò con la stessa moneta. Se Light deciderà di ucciderti io lo ucciderò per prima.

Misa si girò verso Rem con sguardo spaventato. Questo non lo aveva messo in conto.

<< No, no Rem. Non voglio più essere il giustiziere di nessuno. Light non morirà per colpa mia. Tu non morirai per colpa mia. >>

Sì, tu non vuoi più essere il giustiziere di nessuno però non hai problemi ad essere il giustiziere di te stessa.

<< Per me è diverso Rem. Esiste il libero arbitrio. Light farà quello che ritiene più opportuno ed io farò lo stesso. >>

Ma così lo costringerai ad avere sulla coscienza un altro omicidio, non ci hai pensato?

Una scarica di brividi fece tremare il corpo di Misa. Rem aveva ragione. Aveva deciso che Light avrebbe smesso di uccidere, ora non poteva cambiare le regole a seconda di cosa fosse più comodo per lei. Misa voleva morire, non sopportava più il peso opprimente della colpa...ma sarebbe stato scorretto e meschino sfruttare le debolezze di Light. Doveva pensarci da sola.

<< Scriverò io stessa il mio nome sul Death Note, accertandomi che la mia morte sopraggiunga solo dopo il tempo che mi è necessario per parlare con Light. Nasconderò il quaderno e farò credere a Light che ti ho lasciato istruzioni per dare il mio quaderno a Ryuzaki e per raccontargli tutto. Gli dirò che l'unico modo per salvarsi è rinunciare al Death Note. In questo modo Light non sarà obbligato a vestire nuovamente i panni dell'omicida e tu non correrai alcun pericolo, perché non avrai interferito con la morte di nessuno. >>

Perché non parli davvero con Ryuzaki e gli racconti tutto? Così non dovrai nemmeno parlare con Light. La polizia scoprirà che lui è il colpevole e sarà costretto a costituirsi.

<< Non posso decidere io della sua sorte, posso solo impedire che utilizzi ancora il Death Note. Non voglio prendermi la libertà di consegnarlo alla polizia. Se vorrà assumersi le sue responsabilità lo farà da solo. >>

Non la pensavi così riguardo l'assassino dei tuoi genitori.

Tirare in ballo i suoi genitori era stato un colpo basso, Rem lo sapeva...ma avrebbe fatto qualunque cosa per evitare che Misa morisse.

Le ginocchia della ragazza furono bagnate da alcune lacrime calde.

<< E' vero, ho sperato con tutte le mie forze che quell'uomo venisse arrestato e processato. Ho desiderato addirittura che morisse e così è stato. >>

L'agitazione di Rem cominciò a diminuire: poteva ancora riuscire a farle cambiare idea.

<< Ma che cosa mi ha dato tutto questo, eh? Mi ha ridato i miei genitori? Mi ha fatta sentire meglio? No, era soltanto un'illusione. >>

Rem alzò di scatto la testa, sul suo viso apparve un'espressione contrita.

<< Però una cosa l'ha fatta: mi ha portata da Kira, mi ha portata al Death Note, mi ha portata a desiderare di porre fine alla mia vita. >>

Lo shinigami portò le sue grandi mani a coprirsi gli occhi. Misa no...

<< Quello che è stato è stato, non posso cancellare gli errori che ho commesso però posso redimermi. Posso salvare Light, evitando che lui finisca nel mio stesso baratro. E' una sofferenza troppo grande, nessuno la merita. >>

Rem decise di giocarsi l'ultima carta che aveva a disposizione.

E Ryuzaki? Non pensi a lui? Quel ragazzo ha passato la vita a nascondersi da tutto e tutti e finalmente ha trovato il coraggio di lasciarsi andare, con te. Come puoi regalargli un sogno così importante per poi strapparglielo via in un modo così atroce?

Misa si sentì come se avesse ricevuto un pugno allo stomaco. Quelle parole scavarono dentro di lei, svuotandola completamente. Altre lacrime le caddero sulla maglietta.

<< Gli lascerò una lettera. Gli spiegherò che razza di mostro sono. >>

La ragazza abbassò la testa.

<< All'inizio ci starà male, poi penserà che quello che è accaduto fra noi sia stato soltanto un gioco. Si sentirà preso in giro e comincerà ad odiarmi. >>

La voce di Misa si fece più seria.

<< La consapevolezza di aver individuato il killer che sta cercando gli darà un po' di soddisfazione e lentamente inizierà a stare meglio. >>

Rem la guardava con lo sguardo assente di chi ormai ha perso le speranze.

<< Certo penserà di non voler mai più affidare la sua vita a qualcuno. Sceglierà di non rischiare più...ma poi conoscerà una brava persona di cui potrà fidarsi e sarà amato. >>

Rem le offrì un sorriso così amorevole che si stupì di sé stessa.

Lo ami...è così? Sii sincera.

<< Beh se amare significa essere disposti a tutto per una persona allora sì, lo amo. >> disse rendendosi conto di quanto vere erano quelle parole.

<< Farei qualsiasi cosa per lui. >>

Misa si alzò ed uscì dalla vasca. Si diresse verso il lavandino, aprì il rubinetto e si sciacquò la faccia. Prese un asciugamano e piano piano tamponò le goccioline che le correvano sul viso.

<< Rem, ora voglio che tu te ne vada. >>

Rem la fissò scuotendo energicamente la testa.

<< Hai sempre avuto cura di tenermi al sicuro, non sei mai stata invadente, mi hai sempre ascoltata quando ne avevo bisogno...sei una buona amica, grazie. >>

Misa no. Misa no, no, no.

<< Rem te ne prego, adesso ho bisogno di stare da sola. Sono sicura che presto o tardi, in un posto o nell'altro ci incontreremo di nuovo. >>

Lo shinigami era immobile.

<< Vai. >>

Nessun movimento.

<< Rem, vai! >> urlò la ragazza tirando fuori più rabbia che poté.

L'enorme figura scura dello shinigami oltrepassò il muro, svanendo e lasciando Misa a fissare la parete color crema.

La ragazza si stese sul letto e chiuse gli occhi. Ancora lacrime.

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Capitolo 9
*** Verità ***


Ryuzaki era seduto malamente sulla poltrona davanti al computer, lo sguardo perso a fissare il tasto “M” della piccola tastiera. L'unica cosa che vedeva davvero era una scena che si ripeteva continuamente nella sua testa: i suoi capelli, la sua pelle, le sue labbra...Misa.

Diede un rapido sguardo all'ora riportata sul monitor. Quasi le 22. Era decisamente troppo presto. Di solito il momento della pausa non arrivava mai prima della mezzanotte.

Inspirò profondamente e rilasciò il fiato fragorosamente ma con calma, tramite la bocca. Il suo stomaco non gli dava pace, brontolava senza sosta.

Ripensò a Misa e non riuscì più a resistere. Si alzò e prese il corridoio che portava alle scale. Era intenzionato a salire sul tetto. Doveva vederla...doveva stringerla.

Quando stava per posare il piede destro sul primo gradino si accorse di un piccolo pezzo di carta che, sbucato dal nulla, era caduto a terra. Si chinò per raccoglierlo e quando tornò in posizione eretta lo lasciò andare di colpo, facendolo tornare sul pavimento.

Davanti a lui si era materializzata una sagoma gigantesca e piuttosto inquietante. La sagoma prese ad avanzare verso di lui fino a che il suo volto fu completamente sotto la luce.

Ryuzaki provava una miriade di istinti diversi fra i quali erano presenti il voler scappare e il voler urlare ma non riuscì a fare nulla.

Improvvisamente si ricordò di respirare e accennò a parlare ma quella sagoma fu più veloce di lui.

Sta buono, solo tu puoi vedermi.

Ryuzaki serrò le labbra e deglutì rumorosamente. Non riusciva a stabilire se in lui stesse prevalendo la paura o la curiosità.

Il mio nome è Rem e sono uno shinigami.

In quel momento la paura ebbe la meglio e Ryuzaki sentì la necessità di appoggiarsi al muro.

Non sono qui per te Ryuzaki...o forse dovrei chiamarti L.

Il giovane sentì un nodo alla gola.

Ad ogni modo non c'è tempo per questo. Si tratta di Misa.

Sentendo pronunciare quel nome il ragazzo si riprese e fissò lo shinigami.

Tu sei l'unico che può salvarla perciò apri bene le orecchie e ascoltami.

Rem raccontò a Ryuzaki del Death Note. Gli raccontò di come era finito nelle mani di Misa, del suo incontro con Kira, del loro patto, del pentimento della ragazza, della sua decisione di fermare il suo complice e della punizione che aveva scelto di infliggersi.

Devi andare da lei, subito. Devi farla ragionare. Falle capire che la morte è una soluzione troppo drastica e che tutti meritano una seconda possibilità. Io ci ho provato e non ho avuto successo ma per te nutre una grande stima. A te sono sicura che darà ascolto.

Ryuzaki teneva gli occhi bassi, la testa gli girava e non ne voleva sapere di fermarsi.

Rem lo guardò con aria interrogativa, aspettando una sua reazione, un suo cenno...ma nulla accadde.

Ragazzo devi fare in fretta o la perderai. Tu la ami, so che è così. Concedile il perdono che lei non riesce a trovare per sé stessa. Salvala.

Ryuzaki riuscì finalmente a tornare lucido. Era vero, grazie a Misa aveva imparato ad amare e a farsi accettare. Non era quello il momento di pensare al crimine di cui si era macchiata. Doveva darle la possibilità di spiegarsi. Inoltre lo shinigami aveva detto che Misa voleva togliersi la vita. Non poteva permetterlo. I suoi principi, il suo senso di giustizia...niente contemplava la parola “morte”. E poi si trattava di Misa, la sua Misa... Chissà quanto dolore stava provando per essersi ridotta a scegliere un rimedio così estremo. Lei aveva bisogno di lui e Ryuzaki non le avrebbe mai negato il suo aiuto. Lui la amava...

Venne investito da una determinazione che gli diede la forza di muoversi e cominciò a camminare, dirigendosi alla stanza di Misa.

Misa era seduta davanti alla scrivania che si trovava sotto la finestra. Le sue braccia erano incrociate ed appoggiate sul piccolo tavolo, la testa era sorretta dalle stesse. Gli occhi erano chiusi. Sembrava quasi che stesse dormendo.

Appena sentì bussare si alzò placidamente ed andò alla porta. Probabilmente è Light, si disse.

Una volta aperto si trovò davanti il viso pallido di Ryuzaki. Alzò appena la testa notando subito la presenza di Rem, dopodiché tornò a guardare il ragazzo ignorando lo shinigami.

<< Ryuzaki... >>

Non fece quasi tempo a finire di pronunciare il suo nome che egli parlò.

<< Rem mi ha raccontato tutto. >>

La bocca le si schiuse appena. Misa alzò nuovamente gli occhi nella direzione di Rem, in un'espressione che trasudava rabbia e delusione.

<< Io non capisco... >> disse rassegnata rivolgendosi allo shinigami ma la creatura non fiatò.

Misa indietreggiò piano finché non trovò il letto a fermare i suoi movimenti.

Ryuzaki entrò nella stanza raggiungendo rapidamente la ragazza. Le prese la mano e la guardò malinconico. Misa girò la testa dall'altra parte per evitare il suo sguardo.

Il ragazzo utilizzò la mano libera per accarezzarle dolcemente la guancia e costringerla ad incrociare i suoi occhi.

<< Misa, guardami. >>

La ragazza inclinò il capo verso di lui ma continuò a fissare il pavimento. I suoi occhi erano lucidi.

<< Io sono solo un'assassina, devi andartene da qui. >>

Queste parole le uscirono dalle labbra con un tale impeto che Misa barcollò.

Ryuzaki riuscì ad avvertire la sua sofferenza e sentì una fitta al cuore.

<< No, io ti conosco. Hai fatto un errore ma puoi ancora cambiare, puoi ancora scegliere... >>

La ragazza serrò la mano e se la portò alla fronte, cominciando a dondolare con tutto il corpo.

<< E' tutto a posto, non vergognarti. >>

Piano piano Misa si decise a guardarlo. Avrebbe voluto gettargli le braccia al collo e farsi abbracciare ma l'imbarazzo la bloccò.

<< Mi dispiace tanto Ryuzaki. >>

<< Lo so, Rem mi ha detto come ti senti ma vorrei che fossi tu a spiegarmelo. Parlami Misa, lascia che ti aiuti. >>

La ragazza non riuscì più a contenere le lacrime e si rifugiò lentamente sul petto di Ryuzaki. Lui la strinse delicatamente, posando le labbra sui suoi capelli.

<< Sono qui Misa, sono qui per te. >> disse aumentando la presa.

Quando il pianto della ragazza si arrestò lei cominciò a parlare. Inizialmente misurò le parole, aveva paura di dire qualcosa che lo avrebbe allontanato. Poi, capendo che Ryuzaki non aveva alcuna intenzione di separarsi da lei, lasciò che il suo magone si sciogliesse e si aprì con lui, proprio come aveva fatto con Rem.

<< Ryuzaki scusami, non avrei mai dovuto far sì che tu ti fidassi di me. Ti ho deluso, ho deluso me stessa. >>

Ryuzaki scosse leggermente il capo.

<< No Misa, non mi hai deluso. Tu mi hai insegnato cosa voglia dire davvero amare. Con te riesco ad essere me stesso...tu mi fai sentire così importante... >>

Misa lo interruppe bruscamente, staccandosi da lui.

<< Hai frainteso i miei gesti Ryuzaki. Ho solo giocato con te, ti ho preso in giro. >>

Il ragazzo la prese per le spalle.

<< Non è vero, stai mentendo. Non fingere con me. >>

La attirò a sé.

<< Non avere paura, ci sono io adesso. >>

Ryuzaki avvicinò le sue labbra a quelle di Misa.

<< Lo supereremo...supereremo ogni cosa, insieme. >>

Stava per baciarla quando Misa girò mestamente la testa verso la scrivania.

Il ragazzo seguì il suo sguardo e scorse il quaderno. Tornò a guardare Misa cercando di capire.

<< Mi dispiace... >> la voce di Misa era un sussurro.

<< ...è troppo tardi. >>

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Capitolo 10
*** Eternità ***


Ryuzaki continuava a spostare il suo sguardo dal quaderno a Misa.

<< Cosa significa Misa? Non avrai... >>

<< E' troppo tardi. >>

Improvvisamente un'altra figura scura fece il suo ingresso nella stanza attraversando il muro e sbucando alle spalle di Misa. Solo la ragazza e Rem se ne accorsero.

Ryuk? Rem fissò l'altro shinigami con occhi sbarrati.

Ryuzaki, sentendo pronunciare quel nome, si guardò intorno senza comprendere.

<< Che succede? Chi è Ryuk? >>

Misa si avvicinò alla scrivania sopra la quale giaceva ancora il suo quaderno, aprì uno dei cassetti e ne estrasse un altro Death Note. Tornò sui suoi passi e offrì il secondo quaderno a Ryuzaki che lo prese fra le mani. Il ragazzo sobbalzò quando notò l'inquietante presenza che si stagliava dietro Misa e lei decise allora di parlare.

<< Ryuzaki questo è Ryuk. E' uno shinigami, esattamente come Rem. E' il guardiano del Death Note che tieni in mano, il Death Note che apparteneva a Kira. >> spiegò stando ben attenta a non lasciarsi sfuggire il nome di Light.

<< Kira non farà più male a nessuno, ora non ha più alcun ricordo legato al quaderno. >>

Ryuzaki restò senza parole, poi abbassò la testa cominciando a capire perché fosse troppo tardi.

<< Ora ho bisogno del tuo aiuto: dobbiamo bruciare i quaderni di modo che non possano più nuocere. >>

Misa gli prese il Death Note dalle mani, poi tornò alla scrivania per recuperare anche il suo e procedette verso il bagno. Una volta aperta la porta si girò verso il ragazzo che era ancora immobile.

<< Coraggio, non mi resta molto tempo. >>

Ryuzaki si lasciò cadere sulle ginocchia e serrò i pugni. Come aveva potuto? Come aveva potuto Misa scrivere il suo stesso nome sul Death Note senza nemmeno dargli la possibilità di provare a convincerla a non farlo?

Vedendolo così gli occhi di Misa si intristirono all'istante. Decise di lasciargli qualche minuto ed entrò nel bagno per poter fare ciò che doveva.

Una volta assicuratasi che i quaderni fossero cenere, si avvicinò al ragazzo che nel frattempo aveva pianto. Si inginocchiò davanti a lui e lo prese tra le braccia.

<< Scusami...ti prego perdonami Ryuzaki, non avrei mai voluto ferirti in questo modo. >>

Il ragazzo alzò la testa per poterla guardare e le fece una carezza tentando di non lasciar trasparire troppo il suo dolore. Non voleva turbarla.

<< Hai paura? >> le chiese.

Lei lo guardò allibita. A tutto avrebbe pensato tranne che ad una reazione di quel tipo. Gli sorrise e in quel sorriso era racchiuso tutto l'amore che lei provava per lui. Quando stava per rispondergli non riuscì a frenare le lacrime che cominciarono a scenderle sul viso.

<< No...tu sei qui con me. >>

Misa si accoccolò fra le sue braccia, stendendo le gambe, e lui la abbracciò con forza.

Quando l'infarto arrivò Misa avvertì delle scariche partirle dal cuore e diramarsi per tutto il corpo. Aumentò la presa sulla maglia di Ryuzaki ed iniziò a tremare per l'incapacità di respirare. Il ragazzo la strinse sempre di più per cercare di calmarla.

<< Non temere piccola, presto sarà tutto finito. >>

In quel momento si chinò verso di lei per baciarla ma prima le confessò la sua più grande verità.

<< Ti amo Misa. >>

Le loro labbra si unirono in un bacio, il più dolce che si fossero mai scambiati. A quel contatto i tremiti che Misa avvertiva cessarono all'istante e la ragazza chiuse gli occhi, felice.

Ryuzaki sollevò delicatamente il corpo della ragazza e lo adagiò sul letto. Sfiorò per l'ultima volta la bocca di lei con la sua e lasciò la stanza.

Si diresse verso la rampa di scale che portava al tetto e appena iniziò a salire i gradini una moltitudine di immagini gli annebbiò la mente. Si ricordò della prima volta che aveva visto Misa e della strana mescolanza di diffidenza e desiderio che aveva provato verso di lei. Ricordò di come la osservava mentre lei, silenziosa, si sedeva in disparte. Ricordò la loro prima chiacchierata, il suo essere così impacciato e le lacrime di Misa. Ricordò le loro confidenze, i loro incontri nella sala conferenze, l'imbarazzo della ragazza quando lui si lasciava andare senza saperlo a domande indiscrete. Ricordò il suo profumo, la sensazione che aveva provato quando l'aveva stretta, i loro baci... Finalmente oltrepassò l'ultimo gradino e raggiunse il tetto.

Non aveva mai conosciuto nessuno come Misa, nessuno che lo capisse senza il bisogno di parlare. Misa era riuscita a diventare il suo mondo in ancora meno tempo di quanto gli altri avessero mai impiegato per insospettirlo. Misa era il suo tutto. Misa era la sua vita...

Fu in quel momento che il dolore si sciolse dentro di lui, dilagando. Ryuzaki cominciò a correre, sentendo il macigno che gli premeva sullo stomaco farsi sempre più pesante. Corse senza sosta finché non raggiunse la balaustra all'altra estremità del tetto. Alzò lo sguardo verso il cielo.

<< Volerò come un angelo Misa, volerò per poter stare con te. Non ci lasceremo più, per l'eternità... >>

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