Pluffe e mazze

di CruellaDeVil
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo - Anno 1991 ***
Capitolo 2: *** Capitolo Uno - Giornata da bolidi ***



Capitolo 1
*** Prologo - Anno 1991 ***


 


Pluffe e mazze

 




Dedico questo capitolo alla mia amica Eleonora,

che rimane sempre al mio fianco,
in ogni avversità.
A te che ami tanto il personaggio di Fred Weasley,
e a me Katie.
Una coppia strana come siamo noi, 
anche se non in quel senso.
E ci sono alcuni che dicono "per fortuna!".


 



 

Prologo - Anno 1991 

 

 

« Forza, ragazzi, veloci ».
Con queste parole Oliver Baston dirigeva i suoi giocatori dentro gli spogliatoi, sperando in un miracolo per la partita contro i Serpeverde.
Una ragazza passò al suo fianco, sorridendo leggermente. Appoggiò una mano sulla sua spalla in segno di supporto, ma il Capitano non si accorse di nulla. « Vai, Katie. Dobbiamo organizzarci, e anche il prima possibile ».
Katie abbassò lo sguardo, andandosi a sedere su una delle vecchie panchine. Nel mentre, Alicia passava tra i compagni, accomodandosi al suo fianco.
« Tutto okay? » sussurrò al suo orecchio, squadrandola.
La ragazzina fece un segno di assenso, per poi tornare a considerare il Portiere, il quale spiegava un nuovo metodo “infallibile”, che li avrebbe fatti perdere sicuramente. Non avevano nessuna speranza, e tutti erano a conoscenza di questo fatto.
« Alicia, tu andrai alla destra di Katie, per poi fare una finta verso Flint, vedrete che… ».
« Siete due idioti! ».
Le parole di Angelina Johnson avevano bloccato la parlantina di Oliver. L’intera squadra aspettò in silenzio l’entrata trionfante dei due gemelli più simpatici dell’intera scuola, e anche i migliori sul campo come battitori.
«Ragazzi, finalmente! Credevo di avervi persi! » Oliver andò loro incontro con un grande sorriso sul volto. Anche i due gli sorrisero, per poi tornare seri alla parola “tattica”.
« Eh no, Oliver! » cominciò uno dei due.
« Avevi detto che non avremmo più cambiato nulla! ».
Il Grifondoro rimase allibito da quelle parole: due marmocchi cercavano di spiegare il suo futuro lavoro.
Katie sentì uno scoppio dall’esterno e andò a controllare. Madama Bumb li stava aspettando e non sembrava avere molta pazienza. Tornò dentro velocemente, con la paura di morire in quell’istante, se fosse stata un secondo di troppo davanti alla Professoressa.
Giunta davanti a Oliver, tirò leggermente la manica della sua maglia. Mentre lui si girava, le sue guance divennero sul rosso peperone, e abbassò lo sguardo velocemente. In fondo era ancora al secondo anno e non era molto sicura di sé.
« La partita sta per cominciare… » sussurrò, per poi venir spinta da un lato. Il Capitano aveva troppa fretta ma, soprattutto, troppa ansia per darle corda.
Non sentì le sue parole, ma provò una strana sensazione. Quando si girò, vide uno dei battitori fissarla, e poi salutarla alzando una mano. Senza che lei facesse qualsiasi gesto, lui era già al suo fianco.
« Non è il tipo giusto per te, Katie ».
« Smettila, George o Fred, di dire queste stupidaggini! Non m’importa, chiunque tu sia! » sbraitò la ragazza.
Fred rise, prendendole una mano. Le porse la sua scopa e si procurò i suoi oggetti per la partita.
Quando furono davanti all’uscita, le sussurrò all’orecchio, sotto alle grida della gente: « Serba questa tua ostilità al nemico e non al tuo amico! ».
Poi Katie si abbandonò nel vento, volando con la sua magica scopa.

 

 





 






°°°°°°°


Note dell'autore


 

Eccomi qui con la mia primissima Fan Fiction Long su due personaggi della Saga di Harry Potter -solitamente uso un Nuovo Personaggio-. 
Devo dire che, stranamente, mi sono innamorata di questa coppia, cominciando a scrivere questa storia. Sì, perché questa storia è solamente a metà del suo corso.
Ma state tranquilli, non la abbandonerò. Partecipa al Concorso Maschi contro Femmine della cara giudiciA Taminia. Spero ti piaccia. :)
Questo è solo il Prologo, ma io lo adoro tanto. Non lo so il perché, forse è per il motivo che ci ho lavorato alcuni giorni, o forse perché mi sento presente nella scena... non ne ho la minima idea.
Questa storia, comunque, si svolge al Terzo Anno di Harry Potter, quindi per Katie il Quarto, mentre per Fred il Quinto. Tranne il Prologo che, ovviamente, avviene al Secondo Anno per la ragazza (Harry non è ancora nella Squadra di Quidditch).
Altro da aggiungere? Non mi pare.
Solo: fatemi sapere cosa ne pensate.


Grazie a tutti,

Carola.

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Capitolo 2
*** Capitolo Uno - Giornata da bolidi ***


 


Pluffe e mazze

 





Dedico questo capitolo a chi ha recensito,
o semplicemente messo la storia fra le seguite.




Capitolo Uno - Giornata da bolidi 

 






Destra. Sinistra. Destra. Sinistra.

Schivata.
“Katie Bell riesce a deviare un bolide!”
Angelina viene al mio fianco, ma poi sento il rumore del vento arrivarmi. Stringo forte la pluffa.
Prendo la mira e sembra che tutto stia rallentando. Non c’è nessuno attorno a me, gli altri sono riusciti a bloccarli.
Poi lancio.
“Altri dieci punti a Grifondoro!” l’urlo di Lee si sente fino a disperdersi nel campo.
A malapena sorrido, per poi tornare al mio compito. La pluffa è stata lanciata e la devo andare a riprendere.
Mi fischiano le orecchie, anche se non so il perché. Da quattro anni sono nella squadra di Grifondoro, da dieci mi alleno con la mia scopa e, caso strano, quest’oggi ho iniziato ad avere questa strana sensazione. E, casualità, contro Serpeverde.
“Sì! Sessanta punti a Grifondoro mentre Serpeverde solo quaranta!”
Ho sempre amato la voce di questo ragazzo. Da sempre, all’inizio della mia prima partita. All’annuncio del mio nome.
La gente acclama, vogliono di più. Io vorrei fare di più, anche per loro. Ma soprattutto per me.
“E la folla esulta per Harry Potter! Vola, amico, vola!”
Seguo la scia di Alicia, mentre il mio cuore comincia a battere freneticamente. I capelli sono scompigliati, ma la mia vista è senza neanche uno di questi. Mi sento libera.
“Oh no! Un bolide si sta avvicinando pericolosamente a Bell!” grida Lee, avvisando i gemelli.
Mi giro, per poter fuggire dal pericolo imminente. Poi il buio.

 



***

 

 


“Oh, finalmente! Ti sei fatta una bella dormita, mia cara ragazza!”
Lentamente apro gli occhi. Appare una luce fastidiosa, che mi fa mugugnare dal dolore.
“Ma che cosa vuoi che sia! E’ solo una candela. Forza, appoggiati al cuscino, che devi subito prendere questa medicina.”
Madama Chips mi fissa con i suoi occhi grandi, mentre io spalanco la bocca.
“Brava, proprio così dovrebbero fare tutti, non è vero Signor Baston?”
Sussulto al suo nome, stringendo forte le coperte. E’ come se rivivessi per la centesima volta la stessa scena, dato che sono sempre qui in Infermeria.
“Il tuo amichetto non vuole neanche assaggiarla questa medicina, me l’ha sputata tutta sul camice!” esclama la donna, per poi ritirarsi e lasciarci soli.
Riesco a sentire il calore della stufa, che riscalda tutto il mio gelido corpo. Allungo una mano verso i capelli, sfiorandoli delicatamente, per poi alzare lo sguardo verso il mio Capitano: è dall’altra parte della stanza e sembra quasi che stia dormendo.
Ma io so che non è così.
Prendo il bicchiere di succo di zucca sul comodino al fianco del mio letto, ma non riesco a trattenere il piacere di quel dolce gusto. Oliver si gira verso di me, sorridendo debolmente.

Deve aver preso una brutta botta, penso, me la sono persa.
“Abbiamo vinto,” è il suo unico commento, per poi cominciare a ridere.
Rimango sorpresa dalle sue parole. Riesco a comprendere che voglia vincere la Coppa di Quidditch, ma io avrei domandato se si sentisse meglio, o da quanto tempo siamo qui.
Alcune volte mi immagino altre scene che poi non si avvereranno mai.
“Ne sono felice!” esclamo con troppa esultanza, ma sembra quasi che lui non se ne sia accorto.
Oliver mi sorride un’altra volta, prendendo poi delle caramelle. Ne stringe almeno una decina nella mano. Io lo fisso estasiata, senza riuscirmi a trattenere. “Ne posso avere una?” domando, per poi mettere una mano nella bocca, cominciando a rosicchiare le unghie.
Lui ride, lanciandomene un paio e io le prendo al volo: è il mio mestiere.
Con velocità tolgo la carta e poi la mangio. Continuo in questo modo, senza ritegno, finché non sento male a un dente e smetto. Noto che anche Oliver ha concluso la sua merenda, sebbene io non sappia da quanto tempo mi stia osservando.
La timidezza sopraggiunge su di me all’improvviso, facendomi sentire una sciocca e un’insulsa bambina. Sorrido leggermente a Oliver e sussurro: “Grazie.”
Senza che riesca ad accorgermene, il Portiere comincia a parlare di argomenti di ogni tipo… no, in realtà solo uno, ovvero il Quidditch.
Rimango ad ascoltarlo, attratta da ogni sua singola parola, e mi scordo di quello che è accaduto poco prima. Nel mentre, passa alcune volte Madama Chips, che sistema un po’ tutta la stanza.
Il Sole si nasconde e l’ombra mi circonda, così chiedo alla buona infermiera se può portarmi una calda coperta. “Subito, piccola,” mi dice, correndo a prendere il tutto.
Per me lei è come una seconda mamma, ormai.
“E così Flint ha fatto punto. Ma alla fine Harry è riuscito a prendere il boccino, rendendoci tutti felici! Meno male che c’è lui…” finisce Oliver di parlare, distendendosi poi nel letto. Fissa il paesaggio all’esterno, mentre ripete: “Meno male che c’è lui…”
Sorrido compiaciuta e allungo le mani per afferrare la coperta offerta da Madama Chips. Lei mi ammicca allegramente, per poi andare nel ripostiglio: è giunto il momento dell’’amara medicina’.
Il Portiere non si accorge di nulla, così la brava infermiera si può avvicinare a lui con disinvoltura, senza preoccuparsi che lui potesse scappare da un momento all’altro. “Quindi avete vinto l’altro giorno?” domanda, rivolta a lui di spalle.
“E’ stata, penso, la partita più emozionante.”
“Eppure sei qui, mio caro amico!”
Mi giro verso l’entrata dell’infermeria, fissando poi la persona che ha parlato. Il rossiccio si aggira tra i letti, ghignando alla vista del suo Capitano. “Bel volo, Oliver.”
“Grazie. Come stanno gli altri? Vi state allenando, vero?”
Il Grifondoro ride, facendo spuntare poi un mazzo di fiori. “Certo che no.”
Senza che me ne renda conto, lo ritrovo al mio fianco. Ha uno strano scintillio negli occhi, e quasi mi spaventa.
“Katie, questi sono da parte della Squadra. Fanne buon uso,” mi ammicca allegramente, per poi passarmi segretamente un sacchetto di colore marrone. “In caso di emergenza,” mi sussurra all’orecchio, molto velocemente, per poi allontanarsi.
Sento di essere arrossita, ma non posso ormai farci nulla, così nascondo quel piccolo dono, sebbene non sappia che cosa ci sia dentro.
Il gemello si avvicina poi a Oliver, scherzando e ridendo con costui, e poi se ne va via, proprio come era venuto. Con una semplice risata.

 

 



***

 

 



Allungo una mano verso il sacchettino e ne estraggo una piccola caramella. Poi la degusto lentamente, assaporando quel dolce gusto.
“Veramente è venuto ieri un gemello? Chissà perché…” si domanda Alicia, spegnendo con un soffio la fiamma di una candela.
“Io non ne ho la minima idea!” esclama Angelina, sfiorandosi i capelli e sorridendomi.
Non rispondo nello stesso modo e, così, prendo un’altra caramella.
“Guarda che se continui in questo modo, ingrasserai,” mi avvisa la nera, prendendomi il sacchetto.
“Ma sono mie!” esclamo, provando a riprenderlo, ma una fitta di dolore mi fa ritornare al posto.
“Vedi, non puoi muoverti, e questo significa niente ginnastica. Ti ho portato io qualcosa di sano e nutriente di cui ti puoi saziare con tranquillità!” sorride un’altra volta, mostrandomi poi il contenuto della borsa.
“Una banana?” domando, storcendo il naso e restituendola.
“Embè? Molto meglio una banana che cento caramelle al giorno!”
Mi ritrovo con il frutto in bocca e lo mangio in silenzio, senza sapere su cosa controbattere. Poi sussurro: “Non ne mangio così tante…”
“Che cosa?” chiede Alicia, risvegliatasi dal coma profondo.
“Ho detto che non mangio cento caramelle al giorno.”
Loro mi fissano scettiche, per poi guardarsi e commentare: “Sì, certo.”
“Hai proprio ragione.”
Io incrocio le braccia in segno di sfida. “Che cosa vorreste dirmi con questo?”
“Solo che,” comincia Alicia. “Non ho più visto il sacchettino che ti abbiamo portato questa mattina, dopo essere andate a Hogsmeade.”
“E in questo ce n’erano cento, per la precisione cento tre. Le abbiamo contate noi stesse,” conclude Angelina, per poi scoppiare in una grande risata insieme all’altra.
“Sì, prendetemi pure in giro. Però questi fiori sono anche da parte vostra, quindi non credo che abbiate motivo di fare così…”
“Fiori?”
“…e non capisco proprio questa idea delle caramelle, cioè, potevate trovare qualcosa di meglio!”
“Katie, io non mi ricordo…”
“Che ne so, tipo…”
“BASTA!” tuona Angelina, fissandomi. “Stiamo cercando di dirti –io e Alicia- che non abbiamo mandato nessun mazzo di fiori, ieri. Né per te e né per nessuno altro.”
Rimango per un attimo confusa, poi comincio a ridere. “Bello scherzo, ragazze. Davvero un bello scherzo!”
Loro mi guardano senza dire niente. Alicia mangia una delle mie caramelle, mentre Angelina comincia a sgranocchiare una delle mele che ha portato per me.
“Come gli altri anni, no?” continuo, pensando di dire qualcosa di intelligente. “No, scusate, come ogni volta. Quando sono in Infermeria c’è sempre uno dei gemelli che porta un mazzo di fiori a nome della Squadra!”
Le due si fissano per poi fare un segno affermativo con il capo nello stesso istante. Alicia si gira verso di me, per poi rivelarmi: “E non ti pare un po’ strano?”
Mi sento raggelare, ma non mollo. “Che cosa?”
“Cosa? Cosa cosa? Che cosa?” bisbiglia Alicia, provando a farmi venire il nervoso. E infatti ci riesce.
“Alicia! Smettila!” quasi urlo, ma non m’importa.
“Stai tranquilla, Katie,” Angelina guarda con ostilità l’amica al suo fianco, per poi continuare il discorso. “Quello che voleva dire Alicia è che è un po’ strano che uno dei gemelli –anche se ancora non si sa chi- possa aver portato sempre dei fiori a nome di tutta la Squadra, sebbene noi non ne sappiamo nulla, no?”
“Intendi dire…” comincio, senza sapere come continuare.
Un segno affermativo di lei fa scattare in me il panico.
“No, no, no, no, no, no…”
Alicia continua a mangiare un po’ delle mie caramelle, mentre Angelina mi viene in soccorso. “Oh, il tuo primo ammiratore!”
Smetto subito di lamentarmi e sibilo: “Grazie per averlo sottolineato.”
La ragazza fa finta di niente e sorride timidamente. Nel mentre, Alicia ci osserva, finché non fa una domanda intelligente, che mi fa quasi star male.

“Ma ragazze… chi sarà dei due?”





°°°°°°°


Note dell'autore


Eccomi qui con il primissimo capitolo. *___________*
Prima di tutto vorrei ringraziare eleonora96 e Charme per aver recensito, mentre MrsPurr e GMP per aver messo la storia tra le seguite. Spero che il capitolo sia stato di vostro gradimento e attendo i vostri pareri. ;)
Bene, parliamo un po' del capitolo, va'.
Devo dire che io ho sempre voluto scrivere in uno stile "a pezzi" le scene per il Quidditch, e finalmente ne ho avuto la possibilità! Le sensazioni che si provano, la concentrazione... è così tutto entusiasmante per me, vorrei esserci io al posto di Katie! XD
Come al suo solito, la povera Grinfondoro riceverà un bolide, ma non è qualcosa che accade una volta all'anno, quindi è abbastanza abitudinaria la questione. Proprio per questo motivo ho deciso di farla un po' unita con Madama Chips, in fondo di tempo devono averne passato insieme. ^^
E che dire dell'ultima? Non sono mai sicura di fare IC Angelina e Alicia, quindi le ho un po' espresse come le vedo io. Spero sia arrivata un po' vicina, come per Katie. Sono personaggi, comunque, di cui non si sa tantissimo, quindi qualcosa bisogna pur inventare.
Oliver, invece? Quel ragazzo mi fa sempre impazzire, anche se non so il perché! Ho voluto renderlo un po' più... ehm... mollaccione. Che ne pensate di questo nuovo lato? XD
Per ultimo c'è Fred. Sarà diventato romantico o è tutta un'impressione? Lo scoprirete solamente leggendo!
Bene, al prossimo capitolo, miei cari!
Carola.

 

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