I figli dei licantropi

di MissDiggory
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Come iniziò ***
Capitolo 2: *** Pain ***
Capitolo 3: *** ehy dad? ***



Capitolo 1
*** Come iniziò ***


I figli dei Licantropi

Capitolo 1: Come inizò

Un uomo dagli occhi ambrati con un sorriso triste mi porge la mano affabile; ha cicatrici sul viso e i capelli sono striati di grigio, anche se sembra più vecchio so che ha l’età di Sirius, ma sono quelle cicatrici ad incuriosirmi di più, chissà come se le è procurate.

 

Una ragazza con esuberanti capelli rosa accesi ricambia la mia stretta, ha un nome strano, ma le sembra calzare a pennello, gli occhi accesi di una luce che ormai non mi appartiene più, fissa incuriosita il mio viso, evidentemente non sa cosa sono, mi lascio scappare un lieve sorriso.

 

 

Sirius scoppia a ridere con quella sua altisonante risata incredibilmente simile ad un latrato, mentre Remus abbassa il viso, quasi mortificato, eppure sono io quella che non c’era arrivata. Remus è un licantropo e come al solito io sono l’ultima a capirlo, è imbarazzante e frustante, essere sempre quella tarda e goffa.

 

I capelli di Ninfadora diventano di un rosso acceso, abbasso il viso, è sempre un sollievo quando la gente lo capisce, mi evita domande imbarazzanti sul mio aspetto malridotto. Eppure il suo sguardo su di me era diverso da quello degli altri, lo sentivo diverso. Sirius continua a ridere e con un occhiata cerco invano di farlo smettere.

 



Sempre più spesso iniziavo a calcolare la sua presenza nei miei spostamenti, nelle mie decisioni, e quasi senza rendermene conto iniziai a cercare sempre più spesso la sua compagnia, solo quando ci fu finalmente affidata una missione insieme me ne resi conto. Il calore delle sue mani che mi procurava brividi lungo tutta la schiena, i suoi occhi ambrati incollati ai miei per quello che mi parve un’eternità.

 

La sua vivacità sembra il perfetto complementare alla mia tranquillità. No. Non complementare.. meglio contrario. Perché io e lei siamo fin troppo diversi, eppure la sua ridondanza e goffaggine sembra essere una calamita per il mio bisogno di non cacciarmi nei guai, esattamente come con i Malandrini. La prima volta in missione insieme, quando le ho preso le mani per nasconderla i suoi capelli si sono accorciati e sono arrossiti al posto delle sue guance. Estremamente buffa.

 

 

Sirius è morto. Il mio Sir. Mi rigiro nel suo letto, stringendo convulsamente il lenzuolo, la porta cigola ma non ho voglia di girarmi a vedere chi è, sento dei passi sul pavimento, sono leggeri. Quando sento una mano sulla spalla ne sono sicura. È Remus, è calda e sotto la sua mano destra sulla mia spalla percepisco un lieve timore, resto immobile e lui scivola dolcemente di fianco a me e mi stringe attorno la pancia. Non ha mai arrischiato una vicinanza così stretta, si è sempre tenuto a distanza di sicurezza. Ma non importa.

 

La porta della stanza di Sirius è aperta, quando entro Tonks ha già usurpato il letto. Quante sere passate lì a chiacchierare dei bei tempi andati, qualche volta perfino abbiamo passato notti di luna piena lì dentro rannicchiati insieme su quel letto. Tonks singhiozza silenziosamente senza piangere, come sempre spero che una mano sulla spalla serva a far capire che sono partecipe al dolore, però, questa volta, sono davvero partecipe al dolore, ho perso un fratello, e lei un cugino, quasi senza rendermene conto, mi ritagliai un posticino accanto a lei e l’abbracciai, e quasi mi sento in pace dopo tanto tempo.

 

 

L’ho detto. Oddio! Mi è scappato.. ma ormai la frittata, come al mio solito è fatta.. gliel’ho detto. Gli ho confessato il mio amore. Quell’amore nato inconsapevolmente e maturato in quell’abbraccio di una singola notte. La sua espressione cambia di poco, si irrigidisce, forse non se l’aspettava.. forse non voleva che venisse fuori. Scuote la tesa, con un lieve sorriso, e con semplici parole calcolate inizia lentamente ad uccidermi. Fino a quella notte.

 

Sapevo che prima o poi se lo sarebbe lasciato scappare, che quel sentimento non sarebbe rimasto muto nei suoi occhi ogni volta che mi osservava. Però non posso. Assolutamente. Non posso lasciarmi andare, lei è troppo diversa da me. Lei merita di più di quello che un inetto come me potrebbe dargli.. merita un ragazzo spigliato e sorridente che non sta fermo un attimo.. proprio come lei. Almeno così credevo.

 

 

Cerco quelle sere con una smania quasi maniacale, perché quando sta per arrivare la luna piena Remus è più debole, e quel sostegno che prima aveva da Sirius ha iniziato a cercarlo nelle mie braccia. Quasi non se ne rende conto.. arriva la sera completamente stravolto e sfiancato, e se ne va la mattina presto, quando io ancora dormo. Questa cosa mi sta lentamente uccidendo dall’interno, ma è l’unico momento di vita che riesco a concepire.

 

È a questo che mi sono ridotto? A cercarla quando sono così debole..? Anche quando so perfettamente dei suoi sentimenti..? Mi sento uno schifo, ma ne ho bisogno.. prima di lei c’era la presenza sicura di Sirius, ma con lei è diverso, non è solo la sua presenza è il suo profumo.. e le sue mani.. e la sua voce.. no, Remus. Calmati. Non posso assolutamente concedermi il lusso di innamorarmi, non una persona come me.

Eppure…

_____

Ehi!

Be', intanto grazie per essere arrivati fin qui.. chissà se ci siete davvero arrivati! xD

Questa storia è già stata interamente scritta, quindi appena posso, e se vedo che vi piace, aggiungerò gli altri due o tre capitoli della storia, devo ancora decidere come dividerla! ^^

Spero che a voi sia piaciuta, perchè io sono abbastanza fiera di quello che è venuto fuori (che autostima, eh? xD)

che altro dire..

A presto con il seguito!

MissD ^-^

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Capitolo 2
*** Pain ***


Capitolo 2: Pain

Non ce la faccio più. Basta. Non voglio più continuare così! Amo essere la sua ancora di salvezza in quei momenti.. anche se non lo ammetterebbe mai, io so che lo faccio stare bene.. non posso continuare così.. potrebbe funzionare, no? Se funziona un paio di notti al mese.. perché non potrebbe durare per tutte quante? Eppure Remus sembra non capirlo.. non capire che è la stessa cosa, non capire che per me i soldi non sono mai stati un problema, né l’età. Ecco su questo potrei avere qualcosa da ridire: deve smetterla di fare la vittima, e deve iniziare ad ascoltarmi seriamente.

La realtà è che ho sempre sognato di avere una casa, una famiglia, dei figli.. ma ogni volta che me lo immaginavo, non ero costretto a scappare di casa le notti di luna piena per non metterli in pericolo, e soprattutto non temevo che i miei figli avrebbero potuto avere qualcosa del lupo che porto dentro.. non sopporterei mai di tramandare ai miei figli la mia.. maledizione. E ora lei mi chiede ciò che ho sempre sperato, ma che non riuscirò mai a darle: un matrimonio felice, una vita normale e dei figli sani.. “ma, per le mutande di Merlino, Remus! Non esiste un matrimonio felice, ce lo costruiamo noi, con i mezzi che abbiamo a disposizione! non voglio assolutamente una vita normale.. e soprattutto.. credi che un figlio possa mai crescere sano con una madre come me?” ripete ogni volta.


Ultimamente lo vedo raramente, inizialmente pensavo che mi stesse evitando, ma parlando con altri membri dell’Ordine ho capito che era in missione, una missione orribile, che Silente gli aveva proposto a cui Remus aveva insistito per mettere in atto, adesso passava quasi tutto il suo tempo insieme ad altri lupi mannari, nel vero senso della parola: sanguinari, assetati di sangue, e soprattutto odiano gli altri umani, rinnegano la loro parte umana per mantenere viva il lupo che si nasconde dentro di loro, esattamente il contrario di quello che Remus aveva sempre cercato di fare, sono terrorizzata, ogni volta che mi vede non mi parla nemmeno, a mala pena mi guarda e io mi sento sempre più inutile.

Quando Silente mi chiese se avessi mai pensato di poter avvicinare dei miei simili per cercare di scoprire qualcosa di più dei piani di Voldemort pensai che forse sarei stato utile a qualcosa nella mia vita: non avrei mai potuto avere un lavoro normale nella vita, quindi tanto valeva dare il meglio per la riuscita di questa battaglia, e con tutto quello che ho visto in questi mesi a contatto con i miei simili, e dovuto fare per integrarmi credo che qualcosa si sia spezzato dentro di me, credevo di aver già superato il limite, e invece ho dovuto ancora vedermela con i miei fantasmi e i miei mostri.. me stesso insomma, e vedere Dora in questi momenti fa più male che mai, perché lei rappresenta la mia normalità, il porto sicuro dove la mia maledizione sembra meno dura.


Voglia il cielo che finalmente si sia ricreduto: che finalmente abbia capito che tutte le sue scuse erano solamente vane arrampicate sugli specchi. Poco dopo la morte di Silente e le ferite di Bill sembra aver colto un barlume di speranza anche dentro di sé. Stiamo in silenzio, ma entrambi andiamo verso I Tre Manici di Scopa, dove abbiamo le nostre stanze, non dice nulla ed entra risoluto nella sua stanza, mi mordo a sangue il labbro inferiore pur di non ricominciare a supplicarlo e vado diretta nella mia stanza, cercando di non rompere nulla, mi butto sul letto ancora vestita. Tutto quello che è successo dalla morte di Sirius in poi mi ha sfiancata a livello psicologico ed emotivo.. soprattutto emotivo, l’unico motivo che potrei avere per alzarmi dal letto sarebbe, oltre a Remus, una bella porzione di pastiglie per il mal di testa.

Mi sfilo la camicia rapidamente e mi lascio cadere sul letto a peso morto, mi sento distrutto, non per aver combattuto per quasi tutta la sera, ma per quello che è successo dopo; la morte di Silente e le ferite di Bill, non riesco a pensare ad altro, eppure ci si è messa pure Dora, e Molly.. perfino la McGranitt! Soffoco un grido nel cuscino, perché non si mettono nei miei panni? Come faccio a costringere Dora a stare con un lupo mannaro? Ho un mal di testa insopportabile, allungo una mano sul comodino scassato e aprendo a tentoni il cassetto e prendo un pezzo di cioccolata, mordendone avidamente un pezzo, cercando di calmarmi e non pensare a niente, inutilmente. Getto via il cioccolato e mi volto a fissare il soffitto.. l’unico motivo che potrei avere per alzarmi dal letto sarebbe, oltre a Dora – lo ammetto sì – una bella porzione di pastiglie per il mal di testa.


Remus ha ricominciato a parlarmi, non che avesse mai smesso, era solo apatico per essersi preso parole da tutti quanti e per aver capito che forse aveva torto. Mi ha cercato il giorno prima del funerale di Silente e con quegli occhi ambrati mi ha solo fissata, mi ha passato un braccio attorno alle spalle e mi ha stretta forte. Mi sono sentita in paradiso, ma credevo sarebbe stata solo questione di minuti, invece mi ha sorpresa invitandomi a mangiare qualcosa, ha stretto la mia mano e ha lasciato un ruvido bacio sulla fronte. Credevo che questo momento sarebbe stato qualcosa di incredibilmente romantico e invece è stato semplicemente un punto e a capo, lui ha semplicemente deciso – no, capito - che sarebbe stato giusto così, che era giusto così.

Passai una notte quasi insonne a lambicarmi il cervello su tutto quello che era successo, e alla fine ero arrivato a due soluzioni: o me ne andavo, così da allontanarmi e lasciarla in pace, oppure.. stare con lei. E alla fine il solo pensiero di allontanarmi da lei mi faceva sentire solo, ancora più di quello che ero: come avrei superato le notti di luna piena? Come avrei continuato la mia vita? Sarei morto, lentamente e dolorosamente come durante la mia permanenza con gli altri lupi. Eppure, in fondo, sapevo che una fine del genere mi la sarei meritata... Ma perché poi? Nella mia vita non avevo forse sofferto innumerevoli volte? Non era forse arrivato il momento di trovare la pace? Assieme a Dora.

 

Era stato l’impulso di una notte di follie. Una proposta che ancora Remus non era pronto ad accettare, ma incredibilmente aveva detto di sì, quindi mi ritrovo qui come un idiota con l’abito bianco da sposa di mia madre, i miei capelli sono faticosamente mantenuti costanti su un castano così simile a quello di Remus, ma so che non dureranno ancora per molto, l’agitazione che ho in corpo esploderà appena vedrò Remus e torneranno corti e rossi.. mamma mi ucciderà. Praticamente non è stato molto organizzato, oltre a chi celebrerà il matrimonio e a noi due, ci saranno solo i miei genitori e un paio di amici di Remus. L’abito mi sta largo, ma con un po’ di magia è stato sistemato, ci sposiamo in una piccola chiesetta del paese dove abitano i miei, dove io e Remus andremo ad abitare nel mio appartamento.

Quanto lei entra nella chiesa io ero completamente marinato nel mio stesso panico, avevo paura di quello che stavamo facendo perché sarebbe diventato ufficiale, non sarei più scappato, o almeno in teoria, la osservai e per la prima volta la vidi aggrappata al braccio di Ted Tonks, la donna che stavo sposando, un lieve sorriso sul volto arrossito a dismisura e un abito leggermente sformato, Dora mi fissa incredibilmente timorosa e io, senza rendermene conto, sorrido e le porgo la mano per stringerla forte a me, quando il matrimonio finisce e ci invitano a baciarci, i capelli di Dora iniziano a diventare rossastri e sento il sospiro di Andromeda e sorridendo le prendo il viso tra le mani e ci scambiamo un rapido bacio. La funzione è rapida e non è stato organizzato nessun rinfresco, non è esattamente il momento migliore per fare una festa in grande, e io non sono il tipo.
 

Già dopo i primi giorni riesco a leggere il rimorso nei suoi occhi mentre fissa distrattamente la fede al dito, in quei momenti cerco di distrarlo in diversi modi, chiacchierando, coccolandolo, o almeno ci provo, e ogni tanto ci riesco e lui sembra stare tranquillo, ma so che non dura a lungo, durante la missione per portare Harry al sicuro mi è sembrato ancora più rigido del solito, come sempre dopo la luna piena.. è esasperante.. i giorni prima della luna piana e durante, è praticamente irremovibile dal letto, e io con lui, perché non mi lascia assolutamente lasciare la camera da letto, mentre i giorni subito dopo quasi non mi vuole vedere. Era logico che prima o poi...

Non ci credo. No. Il mio più grande incubo e il mio più grande sogno.. Dora è incinta, diventerò padre.. darò a mio figlio la mia maledizione, gli sto solamente rovinando la vita, al bimbo e chissà che ripercussioni potrebbe avere su Dora portare una creatura come me nel grembo per nove mesi. Mi alzo di scatto e esco rapidamente dall’appartamento, Dora dorme beata, e io esco risoluto con una copia della gazzetta del profeta del giorno in mano, ho un’idea malsana in testa, un’idea che però sembra sempre più allettante, mi smaterializzo a grimmould place e quando riesco sono ancora più arrabbiato.. no non sono arrabbiato.. sono innervosito, incredulo. Che cosa devo fare? Non torno all’appartamento e me ne vado a zonzo per Londra Babbana  fino a quando non mi perdo nella periferia un Patrono argentato dalla forma indefinita mi gironzola addosso, non dice nulla, ma so che è il Patrono di Dora, così annuisco e mi smaterializzo a casa.


Cielo, non credevo che essere incinte fosse così complicato, ho dolore a tutta la schiena, perennemente, e non ho niente da fare tutto il giorno, Remus continua ad essere estenuante tra la sua idea che sto sbagliando a tenere il piccolo, e l’essere iperprotettivo con entrambi, sia me che il piccolo, soprattutto per il piccolo\a. Ormai la pancia inizia ad essere abbastanza grande e scomoda, già sono goffa di mio, nel pomeriggio ho la visita dall’ecografo al San Mungo, ma Remus non mi accompagnerà, troppo rischioso, e nemmeno mia madre può venire, mio padre poi è in fuga e la cosa non fa che preoccupare da morire mia madre e me. Così ci vado da sola, col Nottetempo, non potevo di certo smaterializzarmi, col rischio di far del male al bimbo.

Dora oggi ha una visita dall’ecografo – ok, ammetto di essere un filino geloso dell’ecografo – quindi per passare il tempo, cercando di non pensare alle conseguenze negative, vado a fare un salto a casa dei suoi di Dora, sua madre mi ha chiesto di andarla a trovare perché mi doveva parlare di una cosa importante e di tacere con Dora. Non nascondo che sono abbastanza preoccupato, ma appena Dora esce di casa, mi smaterializzo da Andromeda: era un pezzo che non la vedevo, e la trovo molto più magra e trascurata dell’ultima volta, la somiglianza con sua sorella adesso è incredibile, mi viene incontro e mi fa sedere vicino a lei, su una panchina vicino all’entrata, quando le chiedo cos’è successo, scoppia a piangere, e forse non serve altro, l’abbraccio forte sentendomi per la prima volta molto più vicino a lei di quando non fossi mai stato.

________

Ehi

Son tornata!

spero che questo nuovo capitoletto vi sia piaciuto^^

a presto con il prossimo e ultimo :D

un bacio,

MissD ^-^

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Capitolo 3
*** ehy dad? ***


Capitolo 3: Ehi, Dad? 

Sono distrutta, non voglio fare altro che rigirarmi scomodamente nel letto, desidererei da morire un bicchiere colmo di pastiglie per il mal di testa e un goccio d’acqua, ma la gravidanza me lo impedisce e questo coso, di cui ho scelto di non sapere il sesso, è così ingombrante che non riesco nemmeno a dormire supina, come vorrei, ma anche dormire mi sembra impossibile, non con così tanti pensieri in testa, mio padre è morto, e moltissimi altri nostri amici sono fuggitivi o morti anche loro. Cerco la mano di Remus ma non la trovo, alzo la testa e apro gli occhi, ma Remus non c’è, mi rigetto a peso morto sul letto e il piccolo tira un poderoso calcio che mi fa sobbalzare, ma da chi ha preso tutta questa forza?

 

Dora inizia a passare quasi tutto il giorno a letto ed è apatica in maniera impressionante, ok, posso anche immaginare come possa essersi sentita lei quando io ero così.. però questa situazione è diversa.. se continua a deprimersi potrebbe fare del male al bimbo, cerco di passare la maggior parte del tempo con loro, essermi abituato a parlare al plurale quando parlo di Dora mi piace da morire, e nonostante le difficoltà con Dora inizio a rendermi conto che in fondo sono scontento di diventare padre, sospiro mentre abbraccio da dietro Dora a letto, come la prima volta, e lei si lascia scappare un singhiozzo, so che consolarla è inutile, ma sono veramente preoccupato, e nonostante io le parli, cercando di farla sorridere, la cosa dura per un giorno, massimo una notte, e poi torna lentamente in apatia. Fino a quando non la reggo più.

 

 

Ok, non sta succedendo veramente, no? Remus non mi sta davvero facendo una scenata come quelle che gli facevo io, la testa mi sta scoppiando e Remus continua a cercare di convincermi a reagire, per lui o almeno per il piccolo, annuisco e mi copro la testa col cuscino, Remus sbuffa, e si siede sul letto vicino a me, toccando leggermente la pancia, e dice le prime cose sensate che avesse potuto dire per calmarmi: per la prima volta mi dice che mi ama, oltre a quando è messo alle strette dalla luna piena, e poi per la prima volta ci interroghiamo sul nome che dovrebbe avere il piccolo.. se è maschio lo avremmo chiamato Ted, come mio padre.. e se fosse femmina? Non esiste un femminile del nome ‘Ted’.. come la chiamiamo se è una femmina? E la risposta è semplice.. Isadora, come la madre di Remus, morta molti anni fa, così avrebbe anche un pezzo del mio nome. Voglio Harry come padrino..

 

Ah, grazie a Merlino, è tornata se stessa.. il problema ora è un altro.. ha le contrazioni! Quando me lo dice sono rimasto penso dieci minuti a fissarla sconcertato, poi urla di andare a chiamare sua madre, e in mezzo qualche vario epiteto sulla quale sorvolerei.. quando arriva sua madre, assieme ad altre donne di fiducia, si chiudono nella nostra camera da letto, e non mi permettono nemmeno di avvicinarmi, e mi tocca restare quasi tutta la sera e la notte a scavare un solco nel salotto di casa, sobbalzando ad ogni grido di Dora, fino a quel acuto e incessante pianto, e allora al diavolo Andromeda, entro: Dora è sfinita sul letto, pallida e sudata, mi avvicino a lei, che mi sorride e guarda oltre la mia spalla, mi volto, eccitato e allungo il collo per vedere cosa c’è sotto quel fagottino urlante. Alzo le braccia e lo prendo in mano: benvenuto piccolo Teddy Remus Lupin..

 

 

Per i primi tempi stiamo da mia madre, perché vuole aiutarmi col piccolo, io e Remus siamo stati più che felice di accettare, anche perché ad entrambi spaventava non poco l’idea di un bimbo urlante in giro per la casa e non sapere come gestirlo; da quando è nato Teddy, mamma ha notato subito dai pochi capelli che aveva in testa che era esattamente come me, un metamorphomagus, varia colore dei capelli a seconda della persona che ha davanti, questo piccolo è un balsamo per noi tutti, una vita che nasce nel mezzo di una guerra dà un briciolo di speranza, un motivo in più per combattere, e chissà per sopravvivere.. Remus non si allontana mai molto da me, e ogni volta che guarda il piccolo sembra che si scambino lo stesso sguardo innocente e curioso, sono sicura che quando crescerà sarà intelligente come il suo papà e pazzo come la sua mamma..

 

Teddy è un miracolo, un vero miracolo per me, la paura iniziale per ciò che sarebbe potuto essere.. invece è un piccolo normalissimo bimbo vispo.. oddio normalissimo.. per quanto possa essere normale per un bimbo cambiare colore di capelli e di occhi a seconda della persona che vede.. Dora è stressata e timorosa, ha sempre paura di farlo cadere, di fargli del male, io cerco di aiutarla il più possibile, ma nel profondo, anche se so che è una mamma stupenda – basta vedere come lo guarda una volta che riesce a prenderlo in braccio – un po’ di timore che, per una distrazione cada o chissà cos’altro, ma è la stessa paura che ho anche io quando lo prendo tra le braccia. I ruoli si sono praticamente invertiti: prima era lei che cercava continuamente di farmi reagire, ora sono io che non la mollo un momento.

 

 

Quando arrivano i messaggi dagli Auror prendo istintivamente tra le braccia Teddy, stringendolo forte, mentre Remus mi fissa: sappiamo entrambi cosa significa: l’ultima battaglia, ad Hogwarts, per Hogwarts, per tutto il mondo magico, dicono che perfino Voldemort ci stia andando e anche tutta la resistenza vi si sta riversando. Passo Teddy a mia madre ed estraggo la bacchetta, ma Remus mi ferma, resti qui con Teddy, non mi permetterebbe di rischiare la vita, così. Vane le mie proteste, perfino mia madre è dalla parte di Remus, e mi costringono a restare a casa, mi da un lungo bacio e quando si allontana per smaterializzarsi so che cosa pensa: è arrivato il suo momento, morirà per costruire un mondo nuovo, un mondo per Teddy, ma non lo accetto, non posso accettare che lui muoia per questo, devo trovare un modo per raggiungere Hogwarts.. devo solo aspettare abbastanza a lungo che nessuno controlli chi entra e chi esce dal castello.

 

Non riesco nemmeno a riconoscere il castello in cui ho passato sette anni della mia vita, non che abbia molto tempo per notarlo, tra le luci delle maledizioni che zampillano ovunque, io riesco a malapena ad orientarmi per capire contro chi combatto, ho combattuto anche Grayback, e ottenuto la mia vendetta, per conto dei miei genitori, lui combatteva solo con i suoi denti e la bacchetta a mala pena sa tenerla in mano, questo era uno dei motivo per cui, mentre stavo con i miei simili, venivo guardato con diffidenza.. però.. curioso come nel bel mezzo di una battaglia abbia il tempo di fare certe considerazioni, forse è per questo che non ho visto quel bagliore verde.

 

 

Mi chiamo Ted – Teddy - Remus Lupin e ho ventidue anni, non ho mai conosciuto i miei genitori, ma sono abbastanza popolari, sono tra i caduti della battaglia per Hogwarts, la battaglia in cui Harry Potter, il mio padrino, ha sconfitto Voldemort. Sono cresciuto con mia nonna Andromeda, è una donna stupenda, anche se è iperprotettiva nei miei confronti, - e un po’ la capisco - e con Harry. Loro dicono sempre che assomiglio a mia madre perché sono un metamorphomagus e che mamma aveva sempre i capelli rosa.. io preferisco l’azzurro.. e anche perché sono estroverso ed espansivo, ma che assomiglio a mio padre nell’essere attento e reattivo, a scuola sono stato smistato nei Grifondoro, come mio padre, ah e preferisco di gran lunga la carne al sangue. Quando mi parlano di loro sono molto orgoglioso, ma mi sento spesso molto triste, da piccolo mi sono mancati molto, però adesso ho un lavoro come Ricercatore presso il San Mungo, cerco una cura per il morso di Licantropo, ho una moglie, Victoire Weasley, e tra pochi minuti diventerò padre, mi passo una mano tra i capelli che, noto solo ora, sono castano dorato, osservo il mio riflesso sul vetro di una finestra, assomiglio a mio padre quando aveva la mia età, è una cosa che ho sempre fatto istintivamente, quando mi sento triste o ho bisogno di conforto assumo automaticamente le sembianze di mio padre o tratti più femminili come quelli di mia madre.. fisso per un po’ il vetro con aria assente, poi accenno un lieve sorriso e con una mano lo sfioro, mentre le urla di un bambino rompono il silenzio “hey papà, senti..? sei appena diventato nonno!”

________________

Ciao  a tutti!

questo è - finalmente direte voi - l'ultimo capitolo xD

allora, immagino che oltre a ringraziarvi infinitamente per aver letto questa storia, abbiate bisogno di qualche spiegazione:

bè, il titolo è "i figli dei licantropi" perchè come avete letto alla fine i protagonisti sono diventati Teddy e Vicotire,

entrambi figli di un licantropo e di un mezzo licantropo, e credo che questo fattore li abbia uniti moltissimo

e per la mrote di Remus e Dora.. io ho sempre immaginato che entrambi morissero senza sapere che l'altro era morto,

ed è una cosa che mi fa sembrare la loro morte meno dolorosa..

be', spero che vi sia piaciuta la mia storia...

grazie a tutti, Bacioniii

MissD

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