I figli dei licantropi di MissDiggory (/viewuser.php?uid=54139)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Come iniziò ***
Capitolo 2: *** Pain ***
Capitolo 3: *** ehy dad? ***
Capitolo 1 *** Come iniziò ***
I figli
dei Licantropi
Capitolo
1: Come inizò
Un uomo dagli
occhi ambrati con un sorriso triste mi porge la mano affabile; ha
cicatrici sul
viso e i capelli sono striati di grigio, anche se sembra più
vecchio so che ha
l’età di Sirius, ma sono quelle cicatrici ad
incuriosirmi di più, chissà come
se le è procurate.
Una ragazza con
esuberanti capelli rosa accesi ricambia la mia stretta, ha un nome
strano, ma
le sembra calzare a pennello, gli occhi accesi di una luce che ormai
non mi
appartiene più, fissa incuriosita il mio viso, evidentemente
non sa cosa sono,
mi lascio scappare un lieve sorriso.
Sirius scoppia a
ridere con quella sua altisonante risata incredibilmente simile ad un
latrato,
mentre Remus abbassa il viso, quasi mortificato, eppure sono io quella
che non
c’era arrivata. Remus è un licantropo e come al
solito io sono l’ultima a
capirlo, è imbarazzante e frustante, essere sempre quella
tarda e goffa.
I capelli di
Ninfadora diventano di un rosso acceso, abbasso il viso, è
sempre un sollievo
quando la gente lo capisce, mi evita domande imbarazzanti sul mio
aspetto
malridotto. Eppure il suo sguardo su di me era diverso da quello degli
altri,
lo sentivo diverso. Sirius continua a ridere e con un occhiata cerco
invano di
farlo smettere.
Sempre più
spesso
iniziavo a calcolare la sua presenza nei miei spostamenti, nelle mie
decisioni,
e quasi senza rendermene conto iniziai a cercare sempre più
spesso la sua
compagnia, solo quando ci fu finalmente affidata una missione insieme
me ne
resi conto. Il calore delle sue mani che mi procurava brividi lungo
tutta la
schiena, i suoi occhi ambrati incollati ai miei per quello che mi parve
un’eternità.
La sua
vivacità
sembra il perfetto complementare alla mia tranquillità. No.
Non complementare..
meglio contrario. Perché io e lei siamo fin troppo diversi,
eppure la sua
ridondanza e goffaggine sembra essere una calamita per il mio bisogno
di non
cacciarmi nei guai, esattamente come con i Malandrini. La prima volta
in
missione insieme, quando le ho preso le mani per nasconderla i suoi
capelli si
sono accorciati e sono arrossiti al posto delle sue guance.
Estremamente buffa.
Sirius è
morto. Il
mio Sir. Mi rigiro nel suo letto, stringendo convulsamente il lenzuolo,
la
porta cigola ma non ho voglia di girarmi a vedere chi è,
sento dei passi sul
pavimento, sono leggeri. Quando sento una mano sulla spalla ne sono
sicura. È
Remus, è calda e sotto la sua mano destra sulla mia spalla
percepisco un lieve
timore, resto immobile e lui scivola dolcemente di fianco a me e mi
stringe
attorno la pancia. Non ha mai arrischiato una vicinanza così
stretta, si è
sempre tenuto a distanza di sicurezza. Ma non importa.
La porta della
stanza di Sirius è aperta, quando entro Tonks ha
già usurpato il letto. Quante
sere passate lì a chiacchierare dei bei tempi andati,
qualche volta perfino
abbiamo passato notti di luna piena lì dentro rannicchiati
insieme su quel
letto. Tonks singhiozza silenziosamente senza piangere, come sempre
spero che
una mano sulla spalla serva a far capire che sono partecipe al dolore,
però,
questa volta, sono davvero partecipe al dolore, ho perso un fratello, e
lei un
cugino, quasi senza rendermene conto, mi ritagliai un posticino accanto
a lei e
l’abbracciai, e quasi mi sento in pace dopo tanto tempo.
L’ho detto.
Oddio!
Mi è scappato.. ma ormai la frittata, come al mio solito
è fatta.. gliel’ho
detto. Gli ho confessato il mio amore. Quell’amore nato
inconsapevolmente e
maturato in quell’abbraccio di una singola notte. La sua
espressione cambia di
poco, si irrigidisce, forse non se l’aspettava.. forse non
voleva che venisse
fuori. Scuote la tesa, con un lieve sorriso, e con semplici parole
calcolate
inizia lentamente ad uccidermi. Fino a quella notte.
Sapevo che prima o
poi se lo sarebbe lasciato scappare, che quel sentimento non sarebbe
rimasto
muto nei suoi occhi ogni volta che mi osservava. Però non
posso. Assolutamente.
Non posso lasciarmi andare, lei è troppo diversa da me. Lei
merita di più di
quello che un inetto come me potrebbe dargli.. merita un ragazzo
spigliato e
sorridente che non sta fermo un attimo.. proprio come lei. Almeno
così credevo.
Cerco quelle sere
con una smania quasi maniacale, perché quando sta per
arrivare la luna piena
Remus è più debole, e quel sostegno che prima
aveva da Sirius ha iniziato a
cercarlo nelle mie braccia. Quasi non se ne rende conto.. arriva la
sera
completamente stravolto e sfiancato, e se ne va la mattina presto,
quando io
ancora dormo. Questa cosa mi sta lentamente uccidendo
dall’interno, ma è
l’unico momento di vita che riesco a concepire.
È a questo
che mi
sono ridotto? A cercarla quando sono così debole..? Anche
quando so
perfettamente dei suoi sentimenti..? Mi sento uno schifo, ma ne ho
bisogno..
prima di lei c’era la presenza sicura di Sirius, ma con lei
è diverso, non è
solo la sua presenza è il suo profumo.. e le sue mani.. e la
sua voce.. no,
Remus. Calmati. Non posso assolutamente concedermi il lusso di
innamorarmi, non
una persona come me.
Eppure…
_____
Ehi!
Be', intanto grazie
per essere arrivati fin qui.. chissà se ci siete davvero
arrivati! xD
Questa storia
è già stata interamente scritta, quindi appena
posso, e se vedo che vi piace, aggiungerò gli altri due o
tre capitoli della storia, devo ancora decidere come dividerla! ^^
Spero che a voi sia
piaciuta, perchè io sono abbastanza fiera di quello che
è venuto fuori (che autostima, eh? xD)
che altro dire..
A presto con il
seguito!
MissD ^-^
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Capitolo 2 *** Pain ***
Capitolo
2: Pain
Non ce la faccio
più. Basta. Non voglio più continuare
così! Amo essere la sua ancora di
salvezza in quei momenti.. anche se non lo ammetterebbe mai, io so che
lo
faccio stare bene.. non posso continuare così.. potrebbe
funzionare, no? Se
funziona un paio di notti al mese.. perché non potrebbe
durare per tutte
quante? Eppure Remus sembra non capirlo.. non capire che è
la stessa cosa, non
capire che per me i soldi non sono mai stati un problema, né
l’età. Ecco su
questo potrei avere qualcosa da ridire: deve smetterla di fare la
vittima, e
deve iniziare ad ascoltarmi seriamente.
La realtà
è che ho
sempre sognato di avere una casa, una famiglia, dei figli.. ma ogni
volta che
me lo immaginavo, non ero costretto a scappare di casa le notti di luna
piena
per non metterli in pericolo, e soprattutto non temevo che i miei figli
avrebbero potuto avere qualcosa del lupo che porto dentro.. non
sopporterei mai
di tramandare ai miei figli la mia.. maledizione. E ora lei mi chiede
ciò che
ho sempre sperato, ma che non riuscirò mai a darle: un
matrimonio felice, una
vita normale e dei figli sani.. “ma, per le
mutande di Merlino, Remus! Non esiste un matrimonio felice, ce lo
costruiamo
noi, con i mezzi che abbiamo a disposizione! non voglio assolutamente
una vita
normale.. e soprattutto.. credi che un figlio possa mai crescere sano
con una
madre come me?” ripete ogni volta.
Ultimamente lo
vedo raramente, inizialmente pensavo che mi stesse evitando, ma
parlando con
altri membri dell’Ordine ho capito che era in missione, una
missione orribile,
che Silente gli aveva proposto a cui Remus aveva insistito per mettere
in atto,
adesso passava quasi tutto il suo tempo insieme ad altri lupi mannari,
nel vero
senso della parola: sanguinari, assetati di sangue, e soprattutto
odiano gli
altri umani, rinnegano la loro parte umana per mantenere viva il lupo
che si
nasconde dentro di loro, esattamente il contrario di quello che Remus
aveva
sempre cercato di fare, sono terrorizzata, ogni volta che mi vede non
mi parla
nemmeno, a mala pena mi guarda e io mi sento sempre più
inutile.
Quando Silente mi
chiese se avessi mai pensato di poter avvicinare dei miei simili per
cercare di
scoprire qualcosa di più dei piani di Voldemort pensai che
forse sarei stato
utile a qualcosa nella mia vita: non avrei mai potuto avere un lavoro
normale
nella vita, quindi tanto valeva dare il meglio per la riuscita di
questa battaglia,
e con tutto quello che ho visto in questi mesi a contatto con i miei
simili, e
dovuto fare per integrarmi credo che qualcosa si sia spezzato dentro di
me,
credevo di aver già superato il limite, e invece ho dovuto
ancora vedermela con
i miei fantasmi e i miei mostri.. me stesso insomma, e vedere Dora in
questi
momenti fa più male che mai, perché lei
rappresenta la mia normalità, il porto
sicuro dove la mia maledizione sembra meno dura.
Voglia il cielo
che finalmente si sia ricreduto: che finalmente abbia capito che tutte
le sue
scuse erano solamente vane arrampicate sugli specchi. Poco dopo la
morte di
Silente e le ferite di Bill sembra aver colto un barlume di speranza
anche
dentro di sé. Stiamo in silenzio, ma entrambi andiamo verso
I Tre Manici di
Scopa, dove abbiamo le nostre stanze, non dice nulla ed entra risoluto
nella
sua stanza, mi mordo a sangue il labbro inferiore pur di non
ricominciare a
supplicarlo e vado diretta nella mia stanza, cercando di non rompere
nulla, mi
butto sul letto ancora vestita. Tutto quello che è successo
dalla morte di
Sirius in poi mi ha sfiancata a livello psicologico ed emotivo..
soprattutto
emotivo, l’unico motivo che potrei avere per alzarmi dal
letto sarebbe, oltre a
Remus, una bella porzione di pastiglie per il mal di testa.
Mi sfilo la
camicia rapidamente e mi lascio cadere sul letto a peso morto, mi sento
distrutto, non per aver combattuto per quasi tutta la sera, ma per
quello che è
successo dopo; la morte di Silente e le ferite di Bill, non riesco a
pensare ad
altro, eppure ci si è messa pure Dora, e Molly.. perfino la
McGranitt! Soffoco
un grido nel cuscino, perché non si mettono nei miei panni?
Come faccio a
costringere Dora a stare con un lupo mannaro? Ho un mal di testa
insopportabile, allungo una mano sul comodino scassato e aprendo a
tentoni il
cassetto e prendo un pezzo di cioccolata, mordendone avidamente un
pezzo,
cercando di calmarmi e non pensare a niente, inutilmente. Getto via il
cioccolato e mi volto a fissare il soffitto.. l’unico motivo
che potrei avere
per alzarmi dal letto sarebbe, oltre a Dora – lo ammetto
sì – una bella
porzione di pastiglie per il mal di testa.
Remus ha
ricominciato a parlarmi, non che avesse mai smesso, era solo apatico
per
essersi preso parole da tutti quanti e per aver capito che forse aveva
torto.
Mi ha cercato il giorno prima del funerale di Silente e con quegli
occhi
ambrati mi ha solo fissata, mi ha passato un braccio attorno alle
spalle e mi
ha stretta forte. Mi sono sentita in paradiso, ma credevo sarebbe stata
solo
questione di minuti, invece mi ha sorpresa invitandomi a mangiare
qualcosa, ha
stretto la mia mano e ha lasciato un ruvido bacio sulla fronte. Credevo
che
questo momento sarebbe stato qualcosa di incredibilmente romantico e
invece è
stato semplicemente un punto e a capo, lui ha semplicemente deciso
– no, capito
- che sarebbe stato giusto così, che era giusto
così.
Passai una notte
quasi insonne a lambicarmi il cervello su tutto quello che era
successo, e alla
fine ero arrivato a due soluzioni: o me ne andavo, così da
allontanarmi e
lasciarla in pace, oppure.. stare con lei. E alla fine il solo pensiero
di
allontanarmi da lei mi faceva sentire solo, ancora più di
quello che ero: come
avrei superato le notti di luna piena? Come avrei continuato la mia
vita? Sarei
morto, lentamente e dolorosamente come durante la mia permanenza con
gli altri
lupi. Eppure, in fondo, sapevo che una fine del genere mi la sarei
meritata...
Ma perché poi? Nella mia vita non avevo forse sofferto
innumerevoli volte? Non
era forse arrivato il momento di trovare la pace? Assieme a Dora.
Era stato
l’impulso di una notte di follie. Una proposta che ancora
Remus non era pronto
ad accettare, ma incredibilmente aveva detto di sì, quindi
mi ritrovo qui come
un idiota con l’abito bianco da sposa di mia madre, i miei
capelli sono
faticosamente mantenuti costanti su un castano così simile a
quello di Remus,
ma so che non dureranno ancora per molto, l’agitazione che ho
in corpo
esploderà appena vedrò Remus e torneranno corti e
rossi.. mamma mi ucciderà.
Praticamente non è stato molto organizzato, oltre a chi
celebrerà il matrimonio
e a noi due, ci saranno solo i miei genitori e un paio di amici di
Remus.
L’abito mi sta largo, ma con un po’ di magia
è stato sistemato, ci sposiamo in
una piccola chiesetta del paese dove abitano i miei, dove io e Remus
andremo ad
abitare nel mio appartamento.
Quanto lei entra
nella chiesa io ero completamente marinato nel mio stesso panico, avevo
paura
di quello che stavamo facendo perché sarebbe diventato
ufficiale, non sarei più
scappato, o almeno in teoria, la osservai e per la prima volta la vidi
aggrappata al braccio di Ted Tonks, la donna che stavo sposando, un
lieve
sorriso sul volto arrossito a dismisura e un abito leggermente
sformato, Dora
mi fissa incredibilmente timorosa e io, senza rendermene conto, sorrido
e le
porgo la mano per stringerla forte a me, quando il matrimonio finisce e
ci
invitano a baciarci, i capelli di Dora iniziano a diventare rossastri e
sento
il sospiro di Andromeda e sorridendo le prendo il viso tra le mani e ci
scambiamo un rapido bacio. La funzione è rapida e non
è stato organizzato
nessun rinfresco, non è esattamente il momento migliore per
fare una festa in
grande, e io non sono il tipo.
Già dopo i
primi
giorni riesco a leggere il rimorso nei suoi occhi mentre fissa
distrattamente
la fede al dito, in quei momenti cerco di distrarlo in diversi modi,
chiacchierando, coccolandolo, o almeno ci provo, e ogni tanto ci riesco
e lui
sembra stare tranquillo, ma so che non dura a lungo, durante la
missione per
portare Harry al sicuro mi è sembrato ancora più
rigido del solito, come sempre
dopo la luna piena.. è esasperante.. i giorni prima della
luna piana e durante,
è praticamente irremovibile dal letto, e io con lui,
perché non mi lascia
assolutamente lasciare la camera da letto, mentre i giorni subito dopo
quasi
non mi vuole vedere. Era logico che prima o poi...
Non ci credo. No.
Il mio più grande incubo e il mio più grande
sogno.. Dora è incinta, diventerò
padre.. darò a mio figlio la mia maledizione, gli sto
solamente rovinando la
vita, al bimbo e chissà che ripercussioni potrebbe avere su
Dora portare una
creatura come me nel grembo per nove mesi. Mi alzo di scatto e esco
rapidamente
dall’appartamento, Dora dorme beata, e io esco risoluto con
una copia della
gazzetta del profeta del giorno in mano, ho un’idea malsana
in testa, un’idea
che però sembra sempre più allettante, mi
smaterializzo a grimmould place e
quando riesco sono ancora più arrabbiato.. no non sono
arrabbiato.. sono innervosito,
incredulo. Che cosa devo fare? Non torno all’appartamento e
me ne vado a zonzo
per Londra Babbana fino
a quando non mi
perdo nella periferia un Patrono argentato dalla forma indefinita mi
gironzola
addosso, non dice nulla, ma so che è il Patrono di Dora,
così annuisco e mi
smaterializzo a casa.
Cielo, non credevo
che essere incinte fosse così complicato, ho dolore a tutta
la schiena,
perennemente, e non ho niente da fare tutto il giorno, Remus continua
ad essere
estenuante tra la sua idea che sto sbagliando a tenere il piccolo, e
l’essere
iperprotettivo con entrambi, sia me che il piccolo, soprattutto per il
piccolo\a. Ormai la pancia inizia ad essere abbastanza grande e
scomoda, già
sono goffa di mio, nel pomeriggio ho la visita dall’ecografo
al San Mungo, ma
Remus non mi accompagnerà, troppo rischioso, e nemmeno mia
madre può venire,
mio padre poi è in fuga e la cosa non fa che preoccupare da
morire mia madre e
me. Così ci vado da sola, col Nottetempo, non potevo di
certo smaterializzarmi,
col rischio di far del male al bimbo.
Dora oggi ha una
visita dall’ecografo – ok, ammetto di essere un
filino geloso dell’ecografo –
quindi per passare il tempo, cercando di non pensare alle conseguenze
negative,
vado a fare un salto a casa dei suoi di Dora, sua madre mi ha chiesto
di
andarla a trovare perché mi doveva parlare di una cosa
importante e di tacere
con Dora. Non nascondo che sono abbastanza preoccupato, ma appena Dora
esce di
casa, mi smaterializzo da Andromeda: era un pezzo che non la vedevo, e
la trovo
molto più magra e trascurata dell’ultima volta, la
somiglianza con sua sorella
adesso è incredibile, mi viene incontro e mi fa sedere
vicino a lei, su una
panchina vicino all’entrata, quando le chiedo
cos’è successo, scoppia a
piangere, e forse non serve altro, l’abbraccio forte
sentendomi per la prima
volta molto più vicino a lei di quando non fossi mai stato.
________
Ehi
Son tornata!
spero che questo nuovo
capitoletto vi sia piaciuto^^
a presto con il prossimo
e ultimo :D
un bacio,
MissD
^-^
|
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Capitolo 3 *** ehy dad? ***
Capitolo 3: Ehi, Dad?
Sono
distrutta,
non voglio fare altro che rigirarmi scomodamente nel letto, desidererei
da
morire un bicchiere colmo di pastiglie per il mal di testa e un goccio
d’acqua,
ma la gravidanza me lo impedisce e questo coso, di cui ho scelto di non
sapere
il sesso, è così ingombrante che non riesco
nemmeno a dormire supina, come
vorrei, ma anche dormire mi sembra impossibile, non con così
tanti pensieri in
testa, mio padre è morto, e moltissimi altri nostri amici
sono fuggitivi o
morti anche loro. Cerco la mano di Remus ma non la trovo, alzo la testa
e apro
gli occhi, ma Remus non c’è, mi rigetto a peso
morto sul letto e il piccolo
tira un poderoso calcio che mi fa sobbalzare, ma da chi ha preso tutta
questa
forza?
Dora
inizia a
passare quasi tutto il giorno a letto ed è apatica in
maniera impressionante,
ok, posso anche immaginare come possa essersi sentita lei quando io ero
così..
però questa situazione è diversa.. se continua a
deprimersi potrebbe fare del
male al bimbo, cerco di passare la maggior parte del tempo con loro,
essermi
abituato a parlare al plurale quando parlo di Dora mi piace da morire,
e
nonostante le difficoltà con Dora inizio a rendermi conto
che in fondo sono
scontento di diventare padre, sospiro mentre abbraccio da dietro Dora a
letto,
come la prima volta, e lei si lascia scappare un singhiozzo, so che
consolarla
è inutile, ma sono veramente preoccupato, e nonostante io le
parli, cercando di
farla sorridere, la cosa dura per un giorno, massimo una notte, e poi
torna
lentamente in apatia. Fino a quando non la reggo più.
Ok,
non sta
succedendo veramente, no? Remus non mi sta davvero facendo una scenata
come
quelle che gli facevo io, la testa mi sta scoppiando e Remus continua a
cercare
di convincermi a reagire, per lui o almeno per il piccolo, annuisco e
mi copro
la testa col cuscino, Remus sbuffa, e si siede sul letto vicino a me,
toccando
leggermente la pancia, e dice le prime cose sensate che avesse potuto
dire per
calmarmi: per la prima volta mi dice che mi ama, oltre a quando
è messo alle
strette dalla luna piena, e poi per la prima volta ci interroghiamo sul
nome
che dovrebbe avere il piccolo.. se è maschio lo avremmo
chiamato Ted, come mio
padre.. e se fosse femmina? Non esiste un femminile del nome
‘Ted’.. come la
chiamiamo se è una femmina? E la risposta è
semplice.. Isadora, come la madre
di Remus, morta molti anni fa, così avrebbe anche un pezzo
del mio nome. Voglio
Harry come padrino..
Ah,
grazie a
Merlino, è tornata se stessa.. il problema ora è
un altro.. ha le contrazioni!
Quando me lo dice sono rimasto penso dieci minuti a fissarla
sconcertato, poi
urla di andare a chiamare sua madre, e in mezzo qualche vario epiteto
sulla
quale sorvolerei.. quando arriva sua madre, assieme ad altre donne di
fiducia,
si chiudono nella nostra camera da letto, e non mi permettono nemmeno
di
avvicinarmi, e mi tocca restare quasi tutta la sera e la notte a
scavare un
solco nel salotto di casa, sobbalzando ad ogni grido di Dora, fino a
quel acuto
e incessante pianto, e allora al diavolo Andromeda, entro: Dora
è sfinita sul
letto, pallida e sudata, mi avvicino a lei, che mi sorride e guarda
oltre la
mia spalla, mi volto, eccitato e allungo il collo per vedere cosa
c’è sotto
quel fagottino urlante. Alzo le braccia e lo prendo in mano: benvenuto
piccolo
Teddy Remus Lupin..
Per
i primi tempi
stiamo da mia madre, perché vuole aiutarmi col piccolo, io e
Remus siamo stati
più che felice di accettare, anche perché ad
entrambi spaventava non poco
l’idea di un bimbo urlante in giro per la casa e non sapere
come gestirlo; da
quando è nato Teddy, mamma ha notato subito dai pochi
capelli che aveva in
testa che era esattamente come me, un metamorphomagus, varia colore dei
capelli
a seconda della persona che ha davanti, questo piccolo è un
balsamo per noi
tutti, una vita che nasce nel mezzo di una guerra dà un
briciolo di speranza,
un motivo in più per combattere, e chissà per
sopravvivere.. Remus non si
allontana mai molto da me, e ogni volta che guarda il piccolo sembra
che si
scambino lo stesso sguardo innocente e curioso, sono sicura che quando
crescerà
sarà intelligente come il suo papà e pazzo come
la sua mamma..
Teddy
è un
miracolo, un vero miracolo per me, la paura iniziale per ciò
che sarebbe potuto
essere.. invece è un piccolo normalissimo bimbo vispo..
oddio normalissimo..
per quanto possa essere normale per un bimbo cambiare colore di capelli
e di
occhi a seconda della persona che vede.. Dora è stressata e
timorosa, ha sempre
paura di farlo cadere, di fargli del male, io cerco di aiutarla il
più
possibile, ma nel profondo, anche se so che è una mamma
stupenda – basta vedere
come lo guarda una volta che riesce a prenderlo in braccio –
un po’ di timore
che, per una distrazione cada o chissà cos’altro,
ma è la stessa paura che ho
anche io quando lo prendo tra le braccia. I ruoli si sono praticamente
invertiti: prima era lei che cercava continuamente di farmi reagire,
ora sono
io che non la mollo un momento.
Quando
arrivano i
messaggi dagli Auror prendo istintivamente tra le braccia Teddy,
stringendolo
forte, mentre Remus mi fissa: sappiamo entrambi cosa significa:
l’ultima
battaglia, ad Hogwarts, per Hogwarts, per tutto il mondo magico, dicono
che
perfino Voldemort ci stia andando e anche tutta la resistenza vi si sta
riversando. Passo Teddy a mia madre ed estraggo la bacchetta, ma Remus
mi
ferma, resti qui con Teddy, non mi permetterebbe di rischiare la vita,
così.
Vane le mie proteste, perfino mia madre è dalla parte di
Remus, e mi
costringono a restare a casa, mi da un lungo bacio e quando si
allontana per
smaterializzarsi so che cosa pensa: è arrivato il suo
momento, morirà per
costruire un mondo nuovo, un mondo per Teddy, ma non lo accetto, non
posso
accettare che lui muoia per questo, devo trovare un modo per
raggiungere
Hogwarts.. devo solo aspettare abbastanza a lungo che nessuno controlli
chi
entra e chi esce dal castello.
Non
riesco nemmeno
a riconoscere il castello in cui ho passato sette anni della mia vita,
non che
abbia molto tempo per notarlo, tra le luci delle maledizioni che
zampillano
ovunque, io riesco a malapena ad orientarmi per capire contro chi
combatto, ho
combattuto anche Grayback, e ottenuto la mia vendetta, per conto dei
miei
genitori, lui combatteva solo con i suoi denti e la bacchetta a mala
pena sa
tenerla in mano, questo era uno dei motivo per cui, mentre stavo con i
miei
simili, venivo guardato con diffidenza.. però.. curioso come
nel bel mezzo di
una battaglia abbia il tempo di fare certe considerazioni, forse
è per questo
che non ho visto quel bagliore verde.
Mi chiamo Ted
–
Teddy - Remus Lupin e ho ventidue anni, non ho mai conosciuto i miei
genitori,
ma sono abbastanza popolari, sono tra i caduti della battaglia per
Hogwarts, la
battaglia in cui Harry Potter, il mio padrino, ha sconfitto Voldemort.
Sono cresciuto
con mia nonna Andromeda, è una donna stupenda, anche se
è iperprotettiva nei
miei confronti, - e un po’ la capisco - e con Harry. Loro
dicono sempre che assomiglio
a mia madre perché sono un metamorphomagus e che mamma aveva
sempre i capelli
rosa.. io preferisco l’azzurro.. e anche perché
sono estroverso ed espansivo,
ma che assomiglio a mio padre nell’essere attento e reattivo,
a scuola sono
stato smistato nei Grifondoro, come mio padre, ah e preferisco di gran
lunga la
carne al sangue. Quando mi parlano di loro sono molto orgoglioso, ma mi
sento
spesso molto triste, da piccolo mi sono mancati molto, però
adesso ho un lavoro
come Ricercatore presso il San Mungo, cerco una cura per il morso di
Licantropo, ho una moglie, Victoire Weasley, e tra pochi minuti
diventerò
padre, mi passo una mano tra i capelli che, noto solo ora, sono castano
dorato,
osservo il mio riflesso sul vetro di una finestra, assomiglio a mio
padre
quando aveva la mia età, è una cosa che ho sempre
fatto istintivamente, quando
mi sento triste o ho bisogno di conforto assumo automaticamente le
sembianze di
mio padre o tratti più femminili come quelli di mia madre..
fisso per un po’ il
vetro con aria assente, poi accenno un lieve sorriso e con una mano lo
sfioro,
mentre le urla di un bambino rompono il silenzio “hey papà,
senti..? sei appena
diventato nonno!”
________________
Ciao a tutti!
questo è -
finalmente direte voi - l'ultimo capitolo xD
allora, immagino che oltre a
ringraziarvi infinitamente per aver letto questa storia, abbiate
bisogno di qualche spiegazione:
bè, il titolo
è "i figli dei licantropi" perchè come avete
letto alla fine i protagonisti sono diventati Teddy e Vicotire,
entrambi figli di un
licantropo e di un mezzo licantropo, e credo che questo fattore li
abbia uniti moltissimo
e per la mrote di Remus e Dora..
io ho sempre immaginato che entrambi morissero senza sapere che l'altro
era morto,
ed
è una cosa che mi fa sembrare la loro morte meno dolorosa..
be',
spero che vi sia piaciuta la mia storia...
grazie
a tutti, Bacioniii
MissD
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