Abcdefghijklmnopqrstuvwxyz

di cuoredpanna
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** A ***
Capitolo 2: *** Amaca ***
Capitolo 3: *** Amiche ***
Capitolo 4: *** Anulare ***
Capitolo 5: *** Blair Waldorf ***
Capitolo 6: *** Butter ***
Capitolo 7: *** Chuck Bass ***
Capitolo 8: *** Ci rivedremo presto ***
Capitolo 9: *** Diamante ***
Capitolo 10: *** Diavolo ***
Capitolo 11: *** Elementari ***
Capitolo 12: *** Esame ***
Capitolo 13: *** Esperimento ***
Capitolo 14: *** Farfalle ***
Capitolo 15: *** Firework ***
Capitolo 16: *** Funerale ***
Capitolo 17: *** Georgina ***
Capitolo 18: *** Giacca ***
Capitolo 19: *** Hate ***
Capitolo 20: *** Hostess ***
Capitolo 21: *** Hotel ***
Capitolo 22: *** Impegno ***
Capitolo 23: *** Impossibile ***
Capitolo 24: *** Invincibile ***
Capitolo 25: *** Jenny Humphrey ***
Capitolo 26: *** Juliet Sharp ***
Capitolo 27: *** Kimberly ***
Capitolo 28: *** Kiss me ***
Capitolo 29: *** La prima impressione è quella che conta ***
Capitolo 30: *** Lacrime ***
Capitolo 31: *** Linea ***
Capitolo 32: *** Mai ***
Capitolo 33: *** Mamma ***
Capitolo 34: *** Marry me ***
Capitolo 35: *** Nate Archibald ***
Capitolo 36: *** Neo ***
Capitolo 37: *** Nuvole ***
Capitolo 38: *** Orecchino ***
Capitolo 39: *** Oscuro ***
Capitolo 40: *** Ostriche ***
Capitolo 41: *** Perle ***
Capitolo 42: *** Piumone ***
Capitolo 43: *** Proiettile ***
Capitolo 44: *** Punizione ***
Capitolo 45: *** Punto ***
Capitolo 46: *** Quadro ***
Capitolo 47: *** Qualità ***
Capitolo 48: *** Quasimodo ***
Capitolo 49: *** Rose ***
Capitolo 50: *** Rubino ***
Capitolo 51: *** Serena Van Der Woodsen ***
Capitolo 52: *** Scotch ***
Capitolo 53: *** Sole ***
Capitolo 54: *** Spilla ***
Capitolo 55: *** Tiffany ***
Capitolo 56: *** Tre ***
Capitolo 57: *** Uniforme ***
Capitolo 58: *** Uniti ***
Capitolo 59: *** Viola ***
Capitolo 60: *** Vittoria ***
Capitolo 61: *** Wild ***
Capitolo 62: *** Wine ***
Capitolo 63: *** X ***
Capitolo 64: *** Xerosfera ***
Capitolo 65: *** Y ***
Capitolo 66: *** Yo-yo ***
Capitolo 67: *** Zio ***
Capitolo 68: *** Zuffa ***
Capitolo 69: *** Abcdefghijklmnopqrstuvwxyz ***



Capitolo 1
*** A ***


ACQUA

Durante una gita scolastica in campagna, dopo ore di cammino  Blair, di anni dodici, si era resa conto che la sua borraccia, stile country, era ormai vuota. Speranzosa si era voltata verso il suo sempre – fidanzatino Nate ed aveva chiesto “Mi dai un po’ della tua acqua?” il biondino con espressione corrucciata aveva risposto “Ma a me poi non resta nulla” senza aspettare una risposta si era allontanato raggiungendo Serena. Blair aveva fatto finta di nulla continuando a camminare guardandosi intorno altezzosa. Poco distante da Nate e Serena li fissava arrabbiata, lui era il suo futuro marito eppure camminava e scherzava con Serena ignorando lei. Poco dopo la biondina aveva esclamato esterrefatta “Ho finito l’acqua” capovolgendo la borraccia vuota, il biondino al suo fianco, ignaro di far del male ad un’altra persona che li guardava, porse la sua borraccia alla biondina che per ringraziarlo gli scoccò un bacio sulla guancia. Nate non tardò ad arrossire. Blair che aveva assistito a quella scena era senza parole, i suoi occhi ben presto si inumidirono delusi. Chuck Bass scosse la testa, il suo amico era proprio un biondo senza cervello, si avvicinò a Blair e porgendole la borraccia le disse “Tieni bevi e puoi finirla tutta se vuoi” sorrise sincero. Blair si asciugò una guancia, ‘Perché Chuck deve sempre fare quello che spetta a Nate?’ si chiese furiosa e senza rendersene conto scagliò la borraccia al suolo rovesciandone il contenuto. Chuck la guardò attonito, cosa aveva fatto?! Si era mostrato gentile e lei lo ringraziava così? Senza dire nulla si allontanò deluso. Blair si rese conto solo allora del suo gesto ‘Stupido Nate’ pensò ‘Non solo non ti comporti da fidanzato, ma mi fai fare anche cosa senza senso’. “Chuck” lo chiamò la brunetta per scusarsi, ma lui continuò sul sentiero indifferente. Blair odiava essere clemente ma questa volta doveva assolutamente farsi perdonare..in fin dei conti le aveva offerto la sua borraccia. Senza farsi notare sgattaiolò via e come aveva previsto, ritornando sui suoi passi, aveva trovato la sorgente limpida. Lentamente si era chinata per riempire la borraccia, ma il terreno aveva ceduto facendola inzuppare completamente; ringhiando aveva portato a termine il suo compito. Tornata sul sentiero aveva corso a perdifiato raggiungendo nuovamente il gruppo, scorto Chuck gli si era avvicinato “Questa è tua” aveva esordito, Chuck l’aveva fissata stranito, poi si era reso conto che la borraccia era piena e lei zuppa d’acqua, “Non osare commentare Bass limitati ad offrirmi una goccia d’acqua”, il moro non seppe trattenersi “Non hai bevuto abbastanza?” chiese ironico “Ah ah ah molto spiritoso” disse strappandogli la borraccia dalle mani per berne un sorso. Chuck sorrise, quel giorno aveva scoperto che Blair sapeva chiedere, seppur a modo suo, scusa.

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Capitolo 2
*** Amaca ***


AMACA

Dopo un intero pomeriggio passato a correre sulle calde spiagge degli Hampton, una piccola Serena di otto anni, ormai stanca decise di rilassarsi su quell’amaca tanto invitante, scoperta in giardino. Salutò Blair che tornò nella sua camera e si sdraiò tra gli alberi al fresco, cominciò a dondolarsi sorridendo contenta, chiuse gli occhi soddisfatta di quella scoperta. Con l’andare dei giorni Serena, dopo aver giocato, si sdraiava sulla sua amaca rilassandosi contenta. Quel giorno con suo grande stupore, un bambino biondino era sdraiato al suo posto, Serena imbronciata si era avvicinata “Ehi tu.. quella è la mia amaca” aveva detto cercando di essere imperiosa, il biondino si era voltato indirizzando gli occhioni azzurri verso quella vocina impertinente. Serena aveva trattenuto il respiro, quegli occhi erano bellissimi, “Se vuoi puoi sederti qui” le aveva detto addrizzandosi e Serena non se lo era fatto ripetere due volte. Sedette accanto a lui e cominciò a chiacchierare con quel biondino che aveva scoperto si chiamava Nate. Aveva passato l’estate divertendosi con Blair e poi ritrovandosi con Nate, che aveva una villa lì vicino, su quell’amaca. A vent’anni Serena fissava quell’amaca ridendo, Nate la raggiunse poco dopo sedendole accanto “Qui ha avuto inizio tutto” esordì ricordando di essersi innamorata di Nate il primo giorno che lo aveva visto. Lui annuì trasportato dallo stesso ricordo.

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Capitolo 3
*** Amiche ***


AMICHE

A sei anni Blair giocava nel parco insieme a tante altre bambine, in un momento di riflessione si accorse che ognuno di loro aveva un’amica del cuore. Lei no. A sei anni Serena correva felice per il parco insieme a tante altre bambine, in un momento di riflessione si accorse che tutte avevano un’amica del cuore. Lei no. Su due parti opposte del parco due bambine di sei anni si guardarono negli occhi accorgendosi di quella grave mancanza. Ripresero a giocare promettendo a loro stesse di trovare un’amica. Serena correva, Blair sbucava da dietro un albero saltellando, si scontrarono cadendo rovinosamente per terra. “Sta più attenta, il mio vestitino ora è tutto sporco” replicò Blair indignata “Oh ma il tuo vestitino è bellissimo” replicò ammirata la piccola biondina, il sorriso di Blair si allargò a 360°. “Grazie, è una creazione di mia madre” “Che bello tua mamma inventa vestiti?” Blair sorrise “Crea, mia mamma crea vestiti”puntualizzò, discussero a lungo sorridendosi a vicenda. Blair adorava quella bambola a grandezza naturale a cui piacevano i suoi vestiti, Serena adorava quella bambina dai boccoli color cioccolato, avrebbe voluto morderli. Incrociarono ancora una volta i loro sguardi, forse avevano colmato quel vuoto. A vent’anni Blair sedeva nel parco insieme a tante altre ragazze, in un momento di riflessione si accorse che ognuno di loro aveva un’amica del cuore. Lei no. A vent’anni Serena camminava per il parco insieme a tante altre ragazze, in un momento di riflessione si accorse che tutte avevano un’amica del cuore. Lei no. Su due parti opposte del parco due ragazze di vent’anni si guardarono negli occhi, loro non erano amiche. Loro erano sorelle.

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Capitolo 4
*** Anulare ***


ANULARE

Erano anni ormai, dopo tutto ciò che era accaduto, che Chuck e Blair non si parlavano. Ora, per via di una cena con Nate, Serena e Eric, si trovavano faccia a faccia. Chuck continuava a fissare l’anulare sinistro di Blair, un sontuoso anello, con diamante da 7 carati, le fasciava il dito sottile. Non riusciva a crederci, Blair era fidanzata, per di più con qualcuno tanto ricco da poterle regalare anelli del genere. Serrò la mascella, come era solito fare quando era nervoso, e voltò lo sguardo altrove. Un movimento di Blair gli fece voltare il capo, lei afferrò con la mano sinistra la bottiglia d’acqua che si trovava ad un centimetro da lui, tornò a guardare il suo anulare. Sgranò gli occhi per lo stupore, l’anello che Blair portava al dito era quello per cui lui aveva rischiato la vita.

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Capitolo 5
*** Blair Waldorf ***


BLAIR WALDORF

Era grassa Blair, era brutta Blair, era il secondo ripiego Blair. Pensava a quello Blair mentre ripetutamente affondava la forchetta in quella grossa torta al cioccolato. Per la milionesima volta era seconda a Serena, sua madre aveva preferito la sua favolosa e biondissima amica a lei grassa e insignificante. Finita la torta corse di sopra, socchiuse la porta del piccolo bagno e meccanicamente infilò le dita sottili in gola per buttar via tutta la sua amarezza. Accasciata sul pavimento sapeva di aver esagerato, si sentiva più debole delle altre volte, aveva sforzato troppo il suo fragile corpo, sollevò ancora le dita, le cacciò giù in gola e si precipitò sul water scossa da uno spasmo di vomito, non uscì niente dal suo stomaco, era vuoto proprio come lei. Sentiva la testa pesante, la vista offuscata e tremava come se lì dentro ci fossero -50 gradi, sudava freddo e non riusciva a chiedere aiuto, si chiese se sarebbe stata quella la sua fine, ma non le importava. Al piano di sotto Chuck cercava Blair per portarla a bere qualcosa aveva saputo della sua giornataccia e voleva farla distrarre un po’. Non trovandola si diresse al piano superiore. Le stanze buie indicavano che nessuno fosse lì, poi un leggero fascio di luce attirò la sua attenzione, qualcuno era in bagno. Si avvicinò lentamente e scostando di poco la porta sgranò gli occhi. Il corpo quasi inerme di Blair giaceva per terra, aveva la testa poggiata sulla vasca da bagno ed un colorito troppo biancastro per essere il suo. Vi entrò lentamente e senza proferir parola la sollevò da terra portandola via. Tirò lo sciacquone prima di uscire, nessuno doveva sapere tutto ciò all’infuori di loro. Nonostante il suo copro non reagisse più, la sua mente viaggiava a mille km/h. Forse finirla li era la cosa migliore, forse nessuno avrebbe sentito la sua mancanza, sua madre avrebbe potuto adottare Serena e Nate l’avrebbe sposata. Oh si, tutti più leggeri senza Blair. Poi i suoi pensieri interrotti da una figura maschile possente che nonostante fosse distante da lei le infondeva sicurezza, restava lì immobile, forse anche lui l’avrebbe abbandonata, tutti abbandonavano Blair. Forse sarebbe rimasto lì a guardarla morire e poi pubblicare per primo le foto su Gossip Girl; invece lentamente si era avvicinato e l’aveva presa tra le braccia, una stretta forte, sicura, proprio quello che ci voleva, un’ancora di salvezza. Prima di portarla chissà dove, si preoccupò di tirare lo sciacquone, come a voler tenere segreto tra loro quella “cosa”, mentalmente lo ringraziò. La portò via con una certa fretta e Blair ebbe paura che potesse approfittare di lei, non sapeva nemmeno chi fosse, la vista annebbiata non le faceva riconoscere nulla, le palpebre pesanti non le facevano mantenere gli occhi vispi. “Arthur in ospedale” la figura maschile ordinò qualcosa a qualcuno, ma lei non seppe individuare cosa avesse detto “Blair perché fai tutto questo?” le chiese lui stringendola più forte. Blair sentì quella presa salda stringerla più forte e il suo corpo smise di tremare, era come se conoscesse quella figura. Arrivati in ospedale Chuck chiese aiuto, prima che portassero via Blair sentì il suo corpo appesantirsi improvvisamente “Un dottore” urlò più forte spaventato. ‘Dormo solo un attimo’ si disse Blair. Il medico la portò via, dopo tutti gli accertamenti rassicurò Chuck “Stia tranquillo è tutto sotto controllo, la terremo sotto osservazione per questa notte se vuole può restare” Chuck annuì dirigendosi in camera di Blair. Delle flebo alimentavano il suo corpo, altre lo reidratavano, un elettrocardiogramma misurava il suo battito cardiaco troppo lento. Chuck si passò una mano tra i capelli sapeva che per Blair c’era solo lui. Le accarezzò una guancia e intrecciò le sue dita a quelle di Blair, nel corpo della brunetta si diffuse un piacevole calore. Dopo qualche ora di sonno, Chuck si svegliò fissò Blair e prese a parlarle “Blair per quale stupido motivo ti sei ridotta così?” Blair in uno stato di dormiveglia quasi saltò dal letto, quella figura possente era Chuck?! Stava per aprire gli occhi quando lui riprese a parlare “Non capisco perché tu lo faccia. Cavolo non ne hai assolutamente motivo, con quali occhi ti guardi? No, perché non sono occhi normali. Tu sei perfetta Blair, e non devo essere io a dirtelo, devi capirlo tu stessa” si passò ancora una volta la mano tra i capelli, si alzò lasciando la mano di Blair. Lei si accorse subito di quel vuoto, ma la cosa che più la sconcertava erano le sue parole; c’era qualcuno che la considerava perfetta, qualcuno che si preoccupava per lei. Quando Chuck tornò a sedersi Blair aveva gli occhi aperti ma non lo guardava “Sei sveglia” disse lui e lei annuì. Le parole di Chuck la spaventavano e lei, proprio  come lui, quando era spaventata dai sentimenti si chiudeva a riccio, in sé stessa. “Stai bene?” chiese nuovamente lui “Si, sapevo cavarmela da sola” rispose bruscamente “Oh si, morendo in un bagno pieno di torta vomitata” ribatté lui, Blair lo guardò “Non sono affari tuoi” scandì lei “Ok allora risolvi tutto da te” disse lui uscendo sbattendo la porta. Blair sussultò per lo spavento, poi fissò ancora il soffitto, l’aveva attaccato invece di ringraziarlo, aveva perso anche lui; sentì il bagno chiamarla, ma preferì chiudere gli occhi e dormire. All’indomani, dopo essere stata dimessa, Blair decise di fare shopping assieme alla sua migliore amica. Fingere che tutto andasse bene era il suo forte, avrebbe inventato qualche balla per Serena nascondendo il vero motivo della sua sparizione, niente avrebbe intaccato il suo mondo perfetto , avrebbe protetto quella bolla di sapone a tutti i costi. Seduta sul piccolo divano stile romano aspettava la biondina da più di un’ora. Serena era sempre in ritardo, ma addirittura un ora? Decise di raggiungerla lei, una passeggiata non le avrebbe fatto male. Mentre si dirigeva a casa Van Der Bass decise di passare per Central Park, in primavera era spettacolare. Mentre camminava assorta nei suoi pensieri, una massa bionda attirò la sua attenzione, aspetta un attimo, quelli erano Serena e Nate?! Si nascose ad un metro da loro per origliare la loro conversazione. “Serena io non so proprio come fartelo capire” diceva Nate mentre la biondina scuoteva la testa “No Nate, Blair è come una sorella per me, no” e Blair sorrise “Serena questo lo so, ma lei non sarà mai alla tua altezza, si è bella ma tu sei..favolosa. E io..ti amo” la baciò e Serena sorrise, Blair si aggrappò alla panchina poco distante, era seconda ancora una volta. Prima che se ne rendesse conto un grosso spillo minacciava la sua fragile bolla di sapone. Scappò via in lacrime, attraversò senza nemmeno guardare, una limousine inchiodò e Chuck all’interno sbatté contro il sedile “Arthur” disse con voce pesante “Mi dispiace Signor Bass ma la signorina Waldorf non ha guardato la strada” “Cosa?” si voltò e vide Blair sul marciapiede correre via in lacrime, no doveva impedirlo “Arthur casa Waldorf”. Blair arrivata nel suo appartamento si fiondò in cucina, Nate la considerava seconda a Serena, sua madre la considerava seconda a Serena e Chuck l’aveva perso. Afferrò una torta e la portò con sé di sopra, il bagno l’aspettava. “Arthur ci vuole ancora molto?” “Mi spiace signore ma il traffico mi impedisce di muovermi” “Ok andrò a piedi” lasciò la sua limousine e cominciò a correre verso casa Waldorf.  Una volta arrivato si lanciò su per il secondo piano la luce del bagno era accesa, scostò la porta, un vassoio vuoto al suo fianco e lei distesa per terra. “Blair..” sussurrò “Non ho avuto il coraggio”sentenziò lei, fissò il water la torta giaceva lì non mangiata “L’ho gettata senza assaggiarla” “Ti va di andare di la?” le chiese porgendole una mano che prontamente afferrò, aveva bisogno di quel calore, di sentire quella bolla non minacciata, di quella sicurezza percepita giorni prima. Si sdraiarono sul letto uno di fronte all’altro “Ti va di raccontarmi cosa ti è successo?” “Ho visto Serena e Nate al parco, lui..ha detto di amarla, ha detto che è favolosa e che non sarò mai alla sua altezza” abbassò lo sguardo sinceramente ferita “Stupido Nate” sussurrò lui, poi aggiunse “Non hai nulla da invidiare a lei, tu sei perfetta Blair” era la seconda volta che glielo ripeteva. Blair singhiozzò “Penso di avere bisogno d’aiuto” disse alludendo al suo problema “Ci sono qui io” affermò lui stringendole la mano. Sapeva di aver trovato molto più di un amico Blair. Aveva trovato qualcuno pronto a difendere quella fragile bolla di sapone che era la sua vita, qualcuno capace di costruire intorno a quella bolla delle mura di protezione. Era grassa Blair, era brutta Blair, era il secondo ripiego Blair. Sorrise, no..era magra Blair, era bella Blair, era la numero uno ora Blair.

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Capitolo 6
*** Butter ***


BUTTER

Una Serena e un Nate ormai quarantenni sedevano ad un tavolo da Butter con due caffè fumanti d’innanzi a loro. Dopo anni ormai lontani avevano deciso di rincontrarsi per un caffè, Chuck e Blair, ormai sposati da anni avevano cercato di lasciarli da soli e ora, entrambe imbarazzati si fissavano senza parlare. Ritornare in quel bar aveva risvegliato nei due biondini, una marea di ricordi felici. Nate strinse più forte la tazza, era cresciuto, maturato e ora da Butter avrebbe cambiato la storia della sua vita chiedendo a Serena di sposarlo.

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Capitolo 7
*** Chuck Bass ***


CHUCK BASS

Blair odiava Chuck Bass, sin da bambino era sempre stato dispettoso e arrogante e distruggeva tutto ciò che aveva a portata di mano. Le aveva distrutto decine di cerchietti, rovinato infinite paia di scarpe e strappato innumerevoli quantità di vestitini. Adesso a diciotto anni Blair odiava ancor di più Chuck Bass per aver ridotto in milioni di pezzi il suo cuore.

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Capitolo 8
*** Ci rivedremo presto ***


CI RIVEDREMO PRESTO

“Ci rivedremo presto” si erano salutati con questa frase Serena e Nate, prima che si dividessero per sempre. Ora, lontani mille miglia, ripensavano a quella frase lasciata a mezz’aria. Entrambe afferrarono il telefono componendo il numero dell’altro “..l’utente da lei chiamato è momentaneamente impegnato in un’altra conversazione..” riagganciarono lasciando ancora una volta quel “ci rivedremo presto” a mezz’aria.

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Capitolo 9
*** Diamante ***


DIAMANTE

Serena aveva sempre odiato il lato sfarzoso del suo mondo, non stava molto dietro ai soldi, e non riusciva a capire come Blair potesse tanto ostentare la sua provenienza dall’UES. Ora guardando il diamante che Nate le aveva regalato per la proposta di matrimonio, sorrideva, non era poi così male venire dall’UES se i ragazzi ti regalavano anelli del genere.

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Capitolo 10
*** Diavolo ***


DIAVOLO

Blair aveva chiesto a Serena di farle da ancella quella sera per aiutare Nate a trovarla prima della mezzanotte. Chuck Bass vestito da diavolo le girava attorno stuzzicandola “Non incontrerai il tuo angelo a mezzanotte” ghignò “Lui odia queste ‘pagliacciate’ come ama definirle lui” Blair non gli dava ascolto, sapeva che Chuck aveva ragione ma mai e poi mai l’avrebbe ammesso. Chuck avvampava di desiderio fissando le labbra rosse di Blair ‘Quello stupido Nathaniel adora le bionde e ora, come ogni volta, sta correndo dietro una di loro, come può ignorare questa dea mora?’ Non riusciva più a controllare i suoi pensieri, voleva le labbra di Blair a tutti i costi “Blair non verrà, e sarà lui lo sciocco. Sei divina stasera” disse posando sulla brunetta uno sguardo carico di malizia. Blair sembrò indifferente ma dietro la maschera che indossava le sue guance erano avvampate, non di imbarazzo per una battuta perversa di Chuck, ma di stupore per il battito del suo cuore accelerato al suono di quel complimento così vero. Quando al rintoccare dell’orologio le luci si spensero Blair accolse le labbra calde e carnose di Nate che dolcemente la baciavano. Era arrivato il suo angelo e non seppe spiegarsi perché alla realizzazione di quel pensiero un moto di sconforto era apparso in lei. Quando Serena le si avvicinò con una candela per avvisarla che Nate era andato via, Blair aprì gli occhi, chi la baciava era un diavolo che lentamente la stava trascinando in un paradisiaco vortice infernale. Non seppe resistere afferrò il volto di quel diavolo tra le mani e baciandolo si disse che non le interessava finire all’inferno se il diavolo baciava da Dio.

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Capitolo 11
*** Elementari ***


ELEMENTARI

Era il primo giorno di scuola per Blair, Serena, Nate e Chuck. I quattro non erano ancora inseparabili amici, ma Blair e Serena erano già un essere unico. La brunetta aveva già deciso che avrebbe passato il primo anno di scuola seduta accanto alla sua migliore amica, ma una maestra più severa aveva scelto delle disposizioni diverse da quelle di Blair “Un maschietto e una femminuccia” aveva detto sorridendo e Blair, seppur scoraggiata, si era rincuorata vedendo entrare Nate dalla porta. Doveva assolutamente capitare accanto a lui, ma anche questa aspettativa fu prontamente delusa. Serena fu messa al fianco di Nate e a Blair toccò Chuck Bass. Quest’ultimo che dal canto suo avrebbe voluto sedere accanto al suo migliore amico, decise di distrarsi prendendo in giro Blair e il suo modo di vestire “da donna adulta” a parer suo, Blair già nera di rabbia non sprecò occasione per pestare, violentemente, il piccolo piede di Chuck. “Quella maestra deve pagarla” ringhiò lei e Chuck annuì ghignando, non era poi così male quella bambola di porcellana. Si scambiarono uno sguardo di intesa, un luccichio particolare attraversò i loro occhi, questo seppe dire più di milioni di parole, entrambe capirono in quel momento di essere diventati nemici giurati, ma inspiegabilmente eterni complici.

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Capitolo 12
*** Esame ***


ESAME

Gli esami di fine trimestre erano sempre critici per Serena, odiava dover studiare tutte quelle pagine che, leggendo volta per volta come faceva Blair, sarebbero state una passeggiata. Per fortuna non era l’unica, anche Nate, come lei, aveva un sacco di arretrati; mentre loro si ritrovavano a studiare soli in quella grande stanza, Chuck e Blair si rilassavano facendo shopping. ‘Secchioni’ pensò Serena, erano sempre preparati in tutte le materie e le loro interrogazioni erano sempre le prime e le più impeccabili, così potevano godersi ore intere di svago. Sbuffò tornando sui libri. Cominciò a ripetere a memoria la lezione in direzione di Nate, più interessato alle sue labbra che alle parole che ne fuoriuscivano “Oh Nate, ma non mi ascolti” brontolò e lui non seppe resistere, afferrò il suo viso imbronciato e la baciò. Serena pensò che l’esame non era poi nulla confrontato con l’esame che le avrebbe sottoposto il suo cuore.

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Capitolo 13
*** Esperimento ***


ESPERIMENTO

Quel pomeriggio a casa Waldorf, Chuck Nate Serena e Blair si erano riuniti per completare un esperimento di chimica da portare come progetto del mese. Nate era in coppia con Serena, Chuck era con Blair. I due continuavano a litigare punzecchiandosi a vicenda come sempre. Nate e Serena continuavano a ridere guardando i due litigare per gli ingredienti da usare. “L’amore non è bello se non è litigarello” aveva esclamato Serena e i due mori si erano voltati trucidandola con lo sguardo. “S questi tuoi proverbi alla Dorota proprio non mi vanno a genio” disse Blair furiosa “Serena io non potrei mai amare una persona del genere, mi sparerei dopo il primo secondo insieme” aggiunse Chuck e Blair ricominciò a divorarlo con le parole. Nate, seppur divertito, cercò di far tornare la pace in quella stanza. “Su dai, o il premio lo vinceremo noi” e questa volta fu Nate ad essere incenerito con lo sguardo. Blair e Chuck odiavano perdere e poi le sfide erano il loro forte. Dopo aver versato i loro ingredienti nell’ampolla Serena e Nate sorrisero soddisfatti, da questa fuoriuscì una nuvola a forma di triangolo che cambiava colore a seconda degli ingredienti versati. Quando toccò a Chuck e Blair quello che fuoriuscì dall’ampolla fece rotolare Serena e Nate dalle risate, una nuvola a forma di cuore troneggiava davanti ai due che si ammutolirono fissando la reazione chimica. “Questo progetto non è poi così importante” tuonarono all’unisono prendendo direzioni diverse ancora rossi in viso.

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Capitolo 14
*** Farfalle ***


FARFALLE

Voleva ucciderle. La prima volta che si era accorto della loro esistenza era un diciassettenne donnaiolo e voleva ucciderle, doveva ucciderle. Lui non era fatto per quelle sensazioni, lui era un automa, una macchina del sesso, niente di più. Invece con lei si era reso conto che anche lui era capace di provare sentimenti. Aveva cercato di ucciderle bevendo alcol, distraendosi con le migliori donne di tutta Manhattan, ma nulla, non volevano morire. Nonostante il passare degli anni non si era mai abituato a loro, lo sbattere di quelle ali lo infastidiva sempre. E quando quel giorno incontrò Blair mano nella mano con quell’aitante principe francese sfoggiando il suo anello di fidanzamento, Chuck sentì quelle farfalle morire..e si accorse che ora gli mancavano terribilmente.

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Capitolo 15
*** Firework ***


FIREWORK

Era sola, ancora una volta era sola. Non riusciva a capire perché le sue storie d’amore non durassero poi così tanto. Voleva quello che aveva Blair. L’aveva vista perdersi nei baci di Chuck, innamorati sotto i fuochi d’artificio. Si, anche lei voleva quello. Passeggiava in riva al mare, di li a poco sarebbe stato ferragosto e ci sarebbero stati ancora fuochi d’artificio e ancora baci dolci e innamorati tra Chuck e Blair. Era felicissima per loro, finalmente suo fratello aveva saputo esprimere il suo amore per Blair e ora erano felici e innamorati. Il primo scoppio illuminò il cielo diradando quel bagliore per tutto il mare, una lacrima le accarezzò il viso. Altri scoppi fecero sparire la notte per qualche istante, anche lei voleva quei fuochi d’artificio come insisteva suo fratello. Ancora uno scoppio e si perse ad ammirare quegli sprazzi di luce colorata, poi una mano sulla sua e un bacio sotto i fuochi d’artificio. Sbatté le palpebre ed incontrò l’azzurro cielo degli occhi di Nate. Adesso erano loro ad illuminare a giorno l’intera notte.

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Capitolo 16
*** Funerale ***


FUNERALE

Aveva sempre pensato che al suo funerale ci sarebbero stati solo pochi intimi, Nate, Serena e Blair, i suoi migliori amici, nessuno di più nessuno di meno. Ora invece si rendeva conto che si sbagliava, la Chiesa era gremita di gente. Tutti piangevano, tutti si stringevano, tutti si chiedevano ‘perché?’. In prima fila Lily singhiozzava tra le braccia di Rufus, Serena stringeva Eric, Dan fissava il vuoto e diverse lacrime rigavano il suo viso, Nate sorreggeva Blair straziata di dolore. Blair. Seduto sull’altare dondolava le gambe guardandosi attorno, aveva capito che nessuno poteva vederlo quando, con noncuranza, si era seduto sull’altare e il sacerdote non gli aveva detto nulla. Era un’anima, un’anima vagante, costretto sulla terra per chissà quanto tempo, ghignò, non era poi così male come cosa. ‘Il fantasma del giovane Bass infesta l’Empire’ sorrise, si gli piaceva. Si destò dai suoi pensieri quando si accorse di poter percepire quelli altrui. Sentiva ciò che pensava Lily, udiva il suo battito scandito come se la stesse auscultando. Scese da sull’altare e si avvicinò al banco dove la sua matrigna sedeva, la fissò. La sua espressione era di dolore vero, quasi percepiva quanto male provasse, ‘Charles non doveva finire così, avresti dovuto dimostrare a tuo padre, al mondo intero, quale buon’uomo tu fossi e io..avrei dovuto dirti più spesso quanto bene ti volessi’ singhiozzò, Chuck la fissò confuso. Lily pensava quello di lui? Credeva fosse buono? E gli voleva bene davvero? Si pentì per un secondo di essere morto. Ogni singola persona presente in quella Chiesa era stata ferita o intrappolata nella morsa Bass. Eppure tutti piangevano. ‘ Come è strana la morte, ti fa amare persone che in vita avevi odiato’ si ritrovò a pensare. Aveva ferito Lily dandole della p*****a e accusandola di tradire suo padre, poi aveva cominciato ad apprezzarla a vederla come la mamma che non aveva mai avuto. Rufus fissò dritto davanti a sé parve vederlo, ma Chuck si rese conto che il suo sguardo lo oltrepassava ‘Chuck mi dispiace non aver legato con te, per quel poco che ho potuto conoscerti eri una persona profonda’ Chuck si stupì di quei pensieri, Rufus non lo odiava, nonostante tutto quello che era successo con Jenny lui non lo odiava, in fondo per quanto lo aveva conosciuto  si era accorto che non era in grado di odiare. Accanto a lui Dan restava serio, ma diverse lacrime gli rigavano il viso ‘Sei stato stupido Chuck, in fondo potevamo legare io e te. Si ti ho odiato, ma non ti avrei mai augurato la morte. Sei stato stupido Chuck’ i pensieri duri di Dan lo colpirono in pieno, Humphrey aveva ragione era stato stupido. Serena sorreggeva Eric che pensava di aver perso un amico, un punto di riferimento, un fratello. ‘Chuck grazie. Di tutto. Mi sei stato vicino quando ne avevo bisogno e mi hai aiutata in qualsiasi situazione. Grazie’ Serena singhiozzava pensando questo. Chuck cercò di accarezzarle il volto ma quasi cadde attraversando il viso di Serena senza però scostare anche una sola ciocca bionda. Voleva stringere sua sorella, sentirla ridere, discutere ancora con lei, vederla disgustata alle sue battutine. Si pentì ancora di essere morto. Nate, il suo unico, vero, migliore, amico sedeva accanto a Serena, cercava di fare il duro, di non piangere ma Chuck percepiva il suo cuore galoppare e diversi singhiozzi sommessi lo scuotevano ‘ Chuck eri come un fratello, perché te ne sei andato?’ Nonostante l’avesse ferito portandosi a letto la sua ragazza ed innamorandosene, Nate l’aveva perdonato, trattandolo come un fratello, stando al suo fianco sempre. Aveva ferito tutti i presenti in quella Chiesa, si era fatto perdonare ma immancabilmente aveva fatto l’ennesima cazzata perdendoli ancora. Con sguardo tremante fissò Blair, milioni di lacrime solcavano il suo viso straziato di dolore, il battito del cuore quasi impercettibile era subito coperto da uno più forte e non riusciva  a capire perché. Blair era la prova vivente della pericolosità della morsa Bass, ogni qualvolta si era avvicinata lui l’aveva ferita. Chuck l’aveva ferita così tante volte che non riusciva più a portarne il conto. Avrebbe voluto stringerla, accarezzarla, baciare ogni singola scia salata che colava dai suoi occhi. Odiava vederla piangere, cercò di concentrarsi sui pensieri di Blair, ma questi arrivavano flebili, lontani, quasi dei piccoli sprazzi ‘Spero ti assomigli’ ‘Cosa?’ si chiese Chuck ‘Non possiamo farcela da soli’ ma a cosa si riferiva? ‘Avremmo dovuto crescerlo insieme’ Chuck continuava a non capire poi un gesto di Blair chiarì tutti i suoi dubbi. Blair si accarezzò la pancia. Chuck sgranò gli occhi, no. Non poteva. Lei non era incinta. Si avvicinò e lentamente posò una mano sul ventre di Blair, un battito più forte quasi contro la sua mano, lo fece piangere. Blair aspettava un bambino. Il suo bambino. Blair parve avvertire un calore diverso e sorrise in direzione del feretro. Sapeva che lui era li. Non poteva crederci, Blair aveva in grembo il suo bambino e lui..lui era morto. Da ragazzo si era sempre ripromesso che se un giorno avesse avuto un figlio sarebbe stato sempre presente. Recite, partite di calcio, saggi di danza, qualsiasi cosa comportasse avere un figlio lui ci sarebbe stato. Seppur avendo un esempio come Bart, lui aveva giurato a sé stesso di essere onnipresente nella vita di suo figlio. Si accasciò sul pavimento, strinse la testa fra le mani, ancora una volta aveva deluso sé stesso e Blair. Come al solito aveva fatto l’ennesima cazzata. Non avrebbe più potuto rimediare. Era morto.

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Capitolo 17
*** Georgina ***


ciaooo ragazzeee scusate se posto così tardi ma sono mancata per diversi giorni un bacioneeee spero vi piaccia!!

GEORGINA


Era grazie  a causa di Georgina se ora, si ritrovavano lì, in quella limousine, che troppe volte li aveva visti insieme. Ora stava con Nate Blair, eppure non appena si era presentata l’opportunità di passare del tempo con Chuck non era stata capace di dire NO. Le aveva detto che tutto quello era un gioco, l’aveva allontanata, eppure lei tra Nate e lui, aveva scelto come  sempre lui. Stavano studiando un piano d’attacco, come i vecchi tempi quando nulla era complicato, erano sdraiati l’uno di fronte all’altra, si fissavano e meccanicamente parlavano. Chuck avrebbe voluto farla sua lì, in quel momento; Blair avrebbe voluto averlo in quel preciso istante eppure gli ordinò, con tutta la sua altezzosità, di dormire sul pavimento. Si punzecchiarono per tutta la notte e quando ormai a tarda mattina Blair aprì gli occhi si accorse del braccio di Chuck attorno alla sua vita, prima di colpirlo e recitare la parte della ragazza indignata, sorrise..avrebbe ringraziato Georgina prima di spedirla in riformatorio.

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Capitolo 18
*** Giacca ***


GIACCA

Avevano quindici anni, Nate già fidanzatissimo con Blair, Serena e Chuck loro migliori amici. Una festa come le altre, Blair spettegolava con le sue ‘apette’ mentre Nate fingeva interesse, Chuck sorseggiava scotch ‘corteggiando’ una delle sue vittime e Serena sbadigliava stanca; avrebbe voluto tornare a casa quelle feste, una dopo l’altra, l’annoiavano. Si diresse all’ascensore e senza salutare, andò via. Aspettava il taxi battendo i denti, mettere quel vestitino le sarebbe costato un brutto raffreddore, già lo sapeva. Poi una giacca calda sulle sue spalle e il suo biondissimo migliore amico che le sorrideva. ‘E’ solo un gesto da amico ’ si ripeteva Serena già perdutamente innamorata.

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Capitolo 19
*** Hate ***


HATE

Voleva odiarla, doveva odiarla. Non riusciva a non pensare a quanto male le avesse fatto, e per questo doveva odiarla. Eva al suo fianco faceva la sua magra figura. Blair al suo fianco era uno spettacolo della natura. No..doveva odiarla, doveva odiarla per non farle ancora del male. Le si avvicinò e a denti stretti ringhiò “I hate you” quando invece avrebbe voluto urlarle di amarla. Lei sgranò gli occhi, poi ricomponendosi lo fissò “Non credere che io ti ami ancora Bass” gli diede le spalle salendo velocemente le scale per non mostrargli quelle lacrime veritiere. Lei lo amava ancora. Lui si voltò “Scusami un momento” sussurrò a Eva e non appena ebbe raggiunto la toilette si aggrappò al lavandino in marmo. L’aveva visto, quel luccichio nei suoi occhi, lo stesso che aveva quando gli aveva confessato di amare Marcus e mentiva. Sapevano entrambe di amarsi ancora, ma dovevano odiarsi. Sarebbe stato più facile. Tornati in sala si fissarono, i loro occhi urlavano il loro amore, ma le loro menti li obbligavano ad odiarsi. Presero due direzioni differenti consapevoli che d’ora in avanti le loro strade sarebbero state diverse.

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Capitolo 20
*** Hostess ***


HOSTESS

Volava per un viaggio d’affari Nate e mentre fissava fuori del finestrino perso nei suoi pensieri, l’azzurro di quel cielo gli ricordava i suoi occhi. “Signore desidera qualcosa da bere?” una dolce voce femminile lo fece trasalire “No grazie..Serena?” sgranò gli occhi stupefatto “Nate?! Che bella sorpresa” i due si abbracciarono dopo anni lontani. Parlarono per l’intero volo e una volta atterrati decisero di prendere qualcosa da bere insieme. Nate fissava Serena, l’aveva pensata ogni singolo istante, maledicendosi per non aver avuto il coraggio di sposarla. Serena fissava il ragazzo di cui era sempre stata innamorata, sperava che crescendo avesse acquisito più coraggio. “Serena..io..” tremava “Si Nate, si” disse la biondina baciandolo. Anche con il passare del tempo era rimasta lei la più coraggiosa.

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Capitolo 21
*** Hotel ***


HOTEL

Le aveva regalato un bellissimo, fantastico, stupido hotel, il suo meraviglioso futuro sposo principe francese. Fissava quell’enorme stabilimento con il suo cognome a caratteri cubitali e non riusciva a sorridere. ‘Waldorf Hotel’ l’aveva chiamato, in suo onore, come suo regalo, eppure lei non ci trovava nulla di romantico. Milioni di ragazze, al suo posto, sarebbero saltate addosso a Louis per l’emozione, lei invece restava attonita davanti quel maestoso palazzo. ‘Hotel’ il sol pensare quella parola le faceva male, ma addirittura accostare il suo cognome, no, non poteva farcela. “Cherie, piaciuta la mia sorpresa?” e Blair non riusciva a rispondere. E Blair pensava ancora a quella sera, a quel dolore, a quella storia che le faceva ancora tanto male “Scusami” disse e velocemente andò via, non poteva sopportare la vista del suo cognome accanto a quella parola, purtroppo, marchiata a fuoco nel suo orgoglio.

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Capitolo 22
*** Impegno ***


IMPEGNO

Era stata quella la parola che lo aveva spaventato a morte. Impegno. Pronunciata da suo padre sembrava una pena capitale. Era rimasto immobile in quella stanza spaventato da tutto ciò che comportasse quella parola. Era felice, qualche ora prima, di dover partire per l’Italia con Blair, ma era bastato il sol sentire quella stupida parola ed il terrore si era impossessato di lui. Era per quelle insignificanti sette lettere che aveva perso, ancora una volta, Blair. Era per quell’inutile parola che ora Blair baciava quello stupido lord, invece che lui.

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Capitolo 23
*** Impossibile ***


IMPOSSIBILE

Era un amore impossibile il loro. Lo sapevano entrambe. Serena asciugava le sue lacrime, non era commossa per il matrimonio, era triste per la sua storia d’amore. Nate le aveva comunicato che avrebbe sposato Blair e lei aveva annuito piangendo, poi lui l’aveva baciata dicendole di amarla. Continuavano a vedersi di nascosto perché erano fatti l’uno per l’altra. Ed entrambe erano membri del club ‘IMPOSSIBLE IS NOTHING’

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Capitolo 24
*** Invincibile ***


INVINCIBLE

Sapeva di essere invincibile. C’era qualcosa nel suo DNA che non gli permetteva di perdere. Lui era fortunato..lui era invincibile. Sin da bambino, dalle prime sfide, dai primi giochi, aveva dimostrato di avere un talento innato per la vittoria. Vinceva partite di calcio, basket, hockey, cricket, squash qualsiasi sport facesse lui semplicemente vinceva. Non aveva incontrato nessuno in grado di batterlo, nemmeno i più grandi, neppure i campioni. Poi tutto, improvvisamente, era cambiato. Aveva semplicemente incontrato lei. Blair Waldorf. Con lei ogni sfida era una lotta all’ultimo sangue, non sempre vinceva, con lei aveva scoperto cosa volesse dire perdere, con lei aveva sentito il dolore inflitto da un’umiliazione, lei aveva vinto su tutto, con lei aveva scoperto di non essere INVINCIBILE.

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Capitolo 25
*** Jenny Humphrey ***


JENNY HUMPHREY

Dopo aver saputo di lei e Chuck aveva cercato di distruggerla in tutti i modi. L’aveva esiliata e quando lei era tornata aveva cercato di farla fallire socialmente, aveva mandato in fumo la sua carriera da stilista scrivendole “WHORE” sui suoi abiti, per farle capire cosa davvero pensava di lei, glielo aveva scritto in rosso, rosso sangue, perché era quello ciò che voleva..il suo sangue. Si era vendicata in tutto e per tutto gioendo quando era tornata ad Hudson, esultando ad ogni piccola soddisfazione, eppure quella ferita sul cuore bruciava ancora, per quanto la vendetta le servisse da medicina, non avrebbe mai veramente guarito quel grosso taglio che portava il nome di Jenny Humphrey.

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Capitolo 26
*** Juliet Sharp ***


JULIET SHARP

La odiava. L’aveva conosciuta a casa di Dan mentre stringeva la mano di Nate. L’aveva incontrata al Club Hamilton soddisfatta di non consegnarle quella stupida chiave. Tramava contro lei per chissà quale motivo. La infangava cercava di allontanarla da tutti. Baciava Nate orgogliosa di averglielo portato via. Aveva ottenuto quella chiave grazie a Blair e sua madre. Aveva vinto. Aveva cancellato quelle diffamazioni grazie a Gossip Girl. Aveva vinto. Aveva avuto aiuto dai suoi amici, dal Breakfast Club Not Judging. Aveva vinto. Nate aveva scelto lei. Aveva vinto. L’aveva sconfitta.

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Capitolo 27
*** Kimberly ***


KIMBERLY

Si chiamava Kimberly la futura sposa di Nate. L’aveva conosciuta ad uno dei mille gala a cui partecipava. Aveva attutito il colpo rompendo un bicchiere che le era scivolato dalle mani. Aveva perso Nate quando gli aveva comunicato di essere uno spirito libero, di non pensare al matrimonio. Ed ora che era tornata Nate sposava un’altra. Aveva perso il suo Nate per una Kimberly qualunque.

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Capitolo 28
*** Kiss me ***


KISS ME

Non aveva mai pensato a lei in quel senso, si la reputava bellissima, arrapante, ma mai aveva pensato di vederla seminuda ballare per lui. Eppure in quel momento Blair Waldorf, la sua amica – complice – angelica - fidanzata di Nate Archibald suo migliore amico, ballava per lui in sottoveste. I suoi occhi brillavano di una luce nuova, maliziosa, sorrideva mentre mordeva dolcemente e sensualmente la collana di perle bianche. La fissava estasiato ‘ Chi sei tu? E cosa ne hai fatto della pura e casta Blair Waldorf?’ si ritrovò a pensare quando in modo molto provocante lei scivolò accanto a lui, su quel sedile di pelle nera, aderendo perfettamente al suo braccio. Blair passò un dito sul labbro inferiore e con il rosso fiammante del suo rossetto scrisse sulla guancia di Chuck ‘KISS ME’ e lui non se lo fece ripetere due volte. Si tuffò in quel rosso inferno che erano le sue labbra. Primo bacio tra loro. Lo avrebbe ricordato per sempre quel bacio al sapore di champagne e rossetto. Lo avrebbe ritrovato milioni di volte su di sé.

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Capitolo 29
*** La prima impressione è quella che conta ***


LA PRIMA IMPRESSIONE E’ QUELLA CHE CONTA

La Queen B della Costance High School aveva impartito, come prima lezione alle sue tirapiedi, che non importa come sia il carattere di una persona, non importa da dove provenga o quanti abiti possa avere nel suo armadio, la prima impressione è quella che conta. Lei modestamente non sbagliava mai. La prima volta che aveva visto Serena aveva pensato che sarebbero state per sempre amiche, e così era stato, la prima volta che aveva visto Nate aveva pensato che si sarebbero sposati e avrebbero avuto due bambini, ed erano finiti insieme, la prima volta che aveva visto Chuck l’aveva subito odiato, dato che le aveva rovinato il vestitino bianco macchiandolo di fango. Tra le sue braccia pensò che tutte le volte si era decisamente sbagliata. Serena l’aveva tradita e poi erano tornate amiche anzi sorelle, Nate l’aveva tradita e non l’amava..Chuck..beh con Chuck aveva perso la grande V..e forse..non era solo sesso..oh si..adesso sotto i baci caldi di Chuck pensò che forse..la prima impressione non era poi così importante..

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Capitolo 30
*** Lacrime ***


LACRIME

Aveva preferito Trip a lui. Aveva preferito le sue menzogne alle sue parole. Aveva preferito seguirlo invece che restare al bar con lui. E ora si trovava in un letto d’ospedale dopo un incidente stradale. Piangeva, perché tutti preoccupati erano accorsi da lei. Tutti, tranne lui. Piangeva, perché aveva fatto, come sempre, la scelta sbagliata. Piangeva, perché sapeva che era finita. Piangeva, ignara che al di fuori dell’ospedale il suo cavaliere le rendeva giustizia rinnegando, per la prima volta, la sua famiglia.

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Capitolo 31
*** Linea ***


LINEA

Sin da quando erano bambini aveva sempre rispettato quella linea. Quando Nate sbagliava, trascurava o preferiva Serena a Blair, Chuck restava in disparte. Si limitava a scuotere la testa a pensare ‘Stupido Nate’, guardava Blair incassare il colpo ed andare avanti. Crescendo Chuck aveva seriamente pensato che il suo migliore amico fosse cerebroleso, continuava a ferire Blair con la leggerezza di un elefante, sbavava dietro Serena costruendo, ad ogni suo passo, un tappeto rosso di lusinghe dove Serena sfilava estasiata. Blair continuava altezzosa a fingere che tutto andasse bene. E Chuck scuoteva la testa restando al di là di quella linea. Quel pomeriggio al parco i quattro amici si divertivano rilassandosi. Nate rincorreva Serena afferrandola di quando in quando, ed abbracciandola, forse un po’ troppo. Chuck disteso sulla copertina blu scuoteva la testa ‘Non capisci proprio niente Nate’ pensava, Blair invece sbuffava indispettita e quando i due caddero l’uno sull’altra, esplose..non né poteva più. “Nate mi accompagni a casa?” Chuck si mise a sedere il tono di voce di Blair era molto, molto, molto arrabbiato. “Ma Blair su, ci stiamo divertendo” protestò il biondino ancora disteso sull’erba “TI stai divertendo Nate, perché io sono qui seduta mentre tu corri con Serena” sottolineò infuriata lei, Chuck e Serena fissavano il tutto stupefatti, era la prima volta che Blair sbottava in quel modo. Si alzò raggiungendolo “Sono stanca di vederti fare con Serena quello che dovresti fare con me” sentenziò e Chuck e Serena sgranarono gli occhi, Nate dal canto suo si drizzò “Tu sei troppo seria” ribatté, Blair ridusse gli occhi ad una fessura “Se tu almeno provassi” lo incitò “E se io non volessi?” replicò lui, Chuck scosse la testa il suo amico aveva davvero seri problemi, sbagliava sempre. “Certo come no, le forme sinuose di Serena ti attraggono molto più di quelle mie secche” urlò “Non strillare” “Io sbraito quanto voglio” ringhiò lei “Oh si certo perché tu sei Queen B” la canzonò lui “E’ questo quello che ti da fastidio vero? Non condividi il fatto che tratti male la gente?” chiese adirata “Blair tu sei spietata, assetata di vendetta, Blair tu non mi piaci” urlò lui, sbattendole in faccia quella maledetta, sempre nota, verità. Blair barcollò e questa volta Chuck l’affiancò “Blair tu, tu non sei..non sei come..Serena” aggiunse “Non abbiamo nulla in comune” “Nate” lo richiamò Serena, doveva smetterla le stava facendo del male “No Serena, sono stanco, di tutto Blair, le tue macchinazioni, i tuoi sporchi giochetti, non né posso più Blair sei una manipolatrice, non ti interessano i sentimenti altrui” “Nate” lo rimproverò Chuck, ma lui continuò imperterrito “Credi di essere perfetta  ma, guarda un po’, non lo sei Blair e non puoi pretendere che tutti ti amino” “Ora basta Archibald” disse Chuck “Non ti intromettere” disse puntando il dito contro Chuck, grave errore. Chuck non gli diede retta, lo spinse al suolo impedendogli di proseguire. “Sono stanco di stare in silenzio Archibald, fanculo la tua linea, hai maltrattato abbastanza Blair”. Nate lo fissò confuso. Chuck cinse la vita di Blair portandola via, “Vieni macchiniamo qualche piano diabolico insieme, io adoro affossare qualcuno” disse lui sorridendo. Blair asciugò le sue lacrime, Chuck aveva finalmente oltrepassato quella linea.

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Capitolo 32
*** Mai ***


MAI

Aveva giurato, promesso, fatto un patto di sangue con la sua migliore amica “Mai con uno dei nostri ex” avevano detto. L’una non avrebbe mai accettato di stare con l’ex dell’altra. Ora si mordeva il labbro inferiore Serena e ricordava le parole che sua nonna le ripeteva in continuazione “Nell’UES, mia cara, mai dire mai..” Quanto le dava ragione Serena adesso. Si era perdutamente innamorata di Nate, ex di Blair, avrebbe spezzato quella promessa. Nate la baciò, e lei diede retta a quelle parole..mai dire mai, pensò avvinghiandosi a Nate.

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Capitolo 33
*** Mamma ***


MAMMA

Blair e Serena avevano sempre avuto forti scontri con le rispettive mamme. Lily Van Der Woodsen, sin dalla tenera età di sua figlia Serena, le aveva mostrato quanto fosse difficile la vita da divorziata. Passava di relazione in relazione trascinando con sé una piccola Serena e un frastornato Eric, si sposava con Klaus con la K per scappare poi con Claus senza K, partiva per lunghi week-end romantici lasciando Eric da sua nonna Cece e Serena da Eleanor. La biondina si mostrava forte trattenendo i singhiozzi e chiedendo asilo a casa di Blair presentandosi con infinite valigie per alloggi a tempo indeterminato. Dal canto suo Blair non poteva vantare una figura materna eccezionale. Sua mamma, Eleanor Waldorf grande stilista di moda, sempre impegnata in lunghi viaggi d’affari prestava a Blair rade attenzioni. La piccola bambolina di porcellana si sentiva sempre messa da parte poiché sua madre dedicava tutte le sue attenzioni alle sue modelle perfette. Crescendo Blair aveva sperato di essere una delle prime scelte di sua madre, ma questa di tutta risposta aveva scelto Serena. Le due ragazze, inseparabili amiche, avevano creato un rapporto così stabile e forte da poter affrontare le loro madri senza sentire quel dolore lancinante, troppo familiare, quando ricevevano l’ennesima delusione. Grazie a Dorota le due ragazze avevano scoperto cosa era davvero l’amore materno, così da compensare l’una con l’altra quell’affetto che le era mancato da bambine. Amiche da una vita le due ragazze, ricordando la loro infanzia e poi la loro adolescenza, sorrisero..l’una era stata la madre dell’altra.

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Capitolo 34
*** Marry me ***


MARRY ME

Stava per farlo. Chuck Bass stava per formularle quella magnifica, alquanto spaventosa, attesa domanda. Stava per chiederlo a lei. Stava per farlo con lei. Poi quello stupido, dannato Humphrey l’aveva colpito, rovinando tutto. Era finita. Niente più proposta. Niente più noi. Aveva visto quell’anello, perché era attirata dalla sua bellezza e quando le avevano detto a chi appartenesse aveva avuto un mancamento. Lui la conosceva alla perfezione. Passeggiava per Parigi pensando che non ci sarebbe mai più stata occasione, mai più loro due. Poi all’improvviso fuochi d’artificio illuminarono a giorno Parigi, dei  palloncini bianchi a forma di cuore liberati in volo nel cielo nero, un’orchestra suonava ‘With me’ dei sum 41, Blair fissava il tutto estasiata. Quello che aveva sempre sognato, stava per realizzarsi per qualche sposa fortunata. Aveva gli occhi lucidi, quella scenografia..la musica, Parigi, i fuochi d’artificio, i palloncini, l’aveva sempre desiderato per sé. Una grande scritta si dipinse in cielo “Blair marry me” lesse il tutto esterrefatta, la fortunata sposa aveva il suo nome. “Waldorf..marry me” altra scritta, e il suo cognome. Poi sgranò gli occhi, Chuck le si inginocchiò davanti “Then Waldorf, will you marry me?” no, non era vero, era tutto frutto della sua immaginazione. Era troppo perfetto per essere vero, era tutto come l’aveva sempre sognato. Poi si scosse dai suoi pensieri, era di Chuck Bass che si parlava, lui la conosceva alla perfezione. Le si lanciò addosso “Oh yes, Mother Chucker!” esclamò baciandolo. “Direi di aver immaginato una risposta più dolce, ma va bene così” rise e Blair lo seguì, il suo sogno era realtà.

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Capitolo 35
*** Nate Archibald ***


NATE ARCHIBALD

Era bello. Popolare. Ricco. Era tutto quello che qualsiasi ragazzo potesse desiderare. Si Nate Archibald era tutto. Aveva una fidanzata bellissima, ricchissima e potentissima eppure gli occhi di Nate Archibald bramavano il corpo di un’altra ragazza. Sorrideva alla sua ‘gallina dalle uova d’oro ‘ come la chiamava il suo migliore amico, ma con la mente esplorava ogni singolo centimetro del sorriso di Serena. Nate Archibald era tutto ma si sentiva niente dinnanzi a Serena Van Der Woodsen.

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Capitolo 36
*** Neo ***


NEO

Ammirava il dorato che quell’estate al mare stava regalando alla sua pelle. Adorava ogni singolo centimetro del suo corpo, tutto tranne quel piccolo puntino nero sul bianco seno destro. Anche Blair le aveva confessato di aver un neo nascosto “Lo mostrerò solo a chi mi avrà per la prima volta” aveva sentenziato quella mattina mentre allacciava il suo bikini e lei si era ritrovata a sorridere, visto sotto quel punto di vista quel piccolo neo non era poi così odioso. Quella sera, assieme a Chuck e Nate che le avevano raggiunte da poco, avevano deciso di ubriacarsi. Nate afferrò Serena al volo offrendosi di accompagnare la biondina in camera e Chuck esasperato ma al contempo soddisfatto aveva afferrato l’euforica Blair. Raggiunte le rispettive camere, le due ragazze attirarono gli amici all’interno, ed entrambe quella sera mostrarono i loro nei segreti.

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Capitolo 37
*** Nuvole ***


NUVOLE

Sdraiata supina sul parto verde della villa di Nate negli Hampton, Blair fissava il cielo giocherellando con una ciocca di capelli. Era completamente immersa nel silenzio, i pensieri fluivano leggeri nella sua mente. Si divertiva, da sola, a riconoscere tra quelle nuvole delle forme familiari. Un viso diabolico interruppe quell’atmosfera paradisiaca che era riuscita a crearsi lontana da tutti. “Spostati Bass” ringhiò inviperita “Vedo che il mio amico Nathaniel non perde occasione per correre dietro le forme prosperose di Serena” ghignò, una fitta colpì allo stomaco Blair. Era stanca di richiamare Nate ogni volta che scherzava insistentemente con la sua migliore amica. Era bella, aveva quindici anni, ed era stanca di quella situazione “Non mi importa” disse cercando di apparire il più disinteressata possibile. Chuck si allontanò senza replicare e lei poté tornare a fissare le nuvole. “Comunque penso che il tuo corpo longilineo sdraiato in mezzo al verde è molto più sensuale del mini bikini che trattiene le forme troppo lascive di Serena” disse nuovamente Chuck con uno sguardo malizioso che saettò sul corpo di Blair. Era divina sdraiata lì nel prato, il respiro regolare faceva sollevare il petto schiacciando i seni sodi contro il vestitino a fiori, distolse lo sguardo quando lei sobbalzò stupita dalla sua presenza ancora lì. La sua frase la fece inspiegabilmente sorridere “Va via” disse per non ringraziarlo, loro si odiavano, eppure non riusciva a spiegarsi perché ora tutte le nuvole somigliassero al viso di Chuck.

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Capitolo 38
*** Orecchino ***


ORECCHINO

Aveva disobbedito ancora una volta, perché a quindici anni il divertimento assoluto per Chuck, oltre al sesso, era la disobbedienza. Adorava far infuriare quel padre sempre assente. Adorava sentire il suo nome sulla bocca di tutti. Quella volta aveva davvero disobbedito. Si era fatto bucare un orecchio e ora sfoggiava un fantastico brillantino Tiffany. “Tuo pare andrà su tutte le furie” costatò Nate preoccupato per l’amico “Bene” sentenziò questo facendo il suo ingresso a scuola. Come aveva previsto, tutti cominciarono a bisbigliare qualcosa, ma immediatamente notò che le ragazze gli sorridevano diversamente. Blair e Serena lo fissavano ammutolite e quando Chuck si fu allontanato Blair disse “Dirò a Nate di farsi bucare un orecchio, Chuck sta così bene” poi si morse la lingua, aveva pensato ad alta voce. Chuck alla fine della rampa di scale ghignò, avrebbe avuto una punizione severissima, ma non gli importava, fare quel piccolo forellino al suo orecchio valeva tutte le punizioni del mondo ‘se gli stava così bene’.

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Capitolo 39
*** Oscuro ***


OSCURO

Gemeva sotto quegli affondi. Sotto quegli affondi che non erano di Nate. Amava quella mani che con passione e dolcezza la carezzavano. Quella mani che erano di Chuck. Aveva respinto il principe azzurro perché era attratta, perché amava quel cavaliere oscuro che aveva vinto quella battaglia.

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Capitolo 40
*** Ostriche ***


OSTRICHE

Serena amava le ostriche e Nate lo sapeva. Quando quella sera Serena vi trovò all’interno un diamante Tiffany amò ancora di più quelle ostriche. Glielo avrebbe chiesto. Sarebbe stata sua moglie. Avrebbe detto si. E Nate lo sapeva.

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Capitolo 41
*** Perle ***


PERLE

Gliele aveva viste addosso milioni di volte. L’aveva viste indossarle a nove anni per sembrare un’adulta. L’aveva vista toccarle nervosamente, a tredici anni, quando Nate le aveva chiesto un bacio alla francese. L’aveva vista morderle sensualmente, a sedici anni, quando aveva ballato per lui. Le aveva viste sparse per l’intero abitacolo della limousine, quando, nella foga di farla sua gliele aveva, letteralmente, strappate di dosso. Le aveva trovate una ad una, e lo avevano salvato quando dopo un litigio erano rimasti senza argomenti. Adesso, durante un lungo periodo di crisi, non si rivolgevano la parola ormai da mesi; mentre camminava per il cortile della scuola cacciò le mani nelle tasche dei pantaloni ed all’interno vi trovò una piccola perla bianca. Piano le si avvicinò “Questa appartiene a te” le disse e lei sorrise, ancora una volta gli erano state d’aiuto.

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Capitolo 42
*** Piumone ***


PIUMONE

Da piccola Blair quando faceva un brutto sogno tirava, fin sopra la testa, il grande piumone celeste pastello. Ogni volta grazie a quel piumone si sentiva protetta, quel grande pezzo di stoffa riempito di piuma d’oca aveva il potere di allontanare dalla sua camera mostri cattivi, regine perfide che volevano sottrarle il regno o spregevoli creature magiche che ghignavano di fronte la sua paura. All’età di ventidue anni Blair faceva ancora brutti sogni e quando quella mattina lanciò un urlo terrorizzata non ci fu il suo piumone a proteggerla ma una dolce presa calda intorno alla sua vita..sorrise, con la stretta salda di Chuck non aveva più bisogno del suo grande piumone.

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Capitolo 43
*** Proiettile ***


PROIETTILE

Braccia tese, mani ferme, sguardo gelido, priva di qualsiasi emozione teneva quella nove millimetri stretta tra le mani, il proiettile caldo attraversò il corpo freddo, il bozzolo infuocato cadde al suolo colpendo più volte il terreno prima di fermarsi. Un tonfo sordo e quel corpo ben vestito accasciato in un lago di sangue, un ghigno soddisfatto, gli da le spalle e va via lasciando i suoi lamenti agonizzanti a nessuno. Urla spaventata Blair quando, per l’ennesima volta, si sveglia da quell’orribile incubo. Da quando era andata in ospedale e il medico le aveva consegnato quella bustina trasparente contenente quel maledetto piccolo pezzo di metallo che aveva spezzato la sua vita, faceva sempre lo stesso sogno. Era lei ad uccidere Chuck e per di più lo lasciava agonizzare, si sentiva responsabile di quell’accaduto poiché non aveva voluto ascoltarlo, giurando di non rivolgergli più la parola, giurando di odiarlo. Era stata lei ad uccidere Chuck. Si raggomitolò in quell’enorme letto cercando quel calore che non avrebbe più trovato. Era rimasta sola, la suite dell’Empire così grande, così vuota, non le dava ciò di cui aveva bisogno, d’altronde nessuno poteva. Strinse il cuscino che conservava ancora un po’ del suo profumo e avvolta nella sua vestaglia fece ciò che non evitava più..pianse. Era morto, da solo, in quel malfamato vicolo di Praga per difendere quello stupido anello che non valeva la sua vita. Era stato egoista ancora una volta, non aveva pensato a lei, l’aveva lasciata sola con i rimpianti e i rimorsi. “Tornerei indietro nel tempo e anziché litigare ti stringerei a me, tornerei indietro nel tempo anche solo per sentire una tua disgustosa battutina” si ritrovò a dire al nulla. “Sono Chuck Bass” Blair trasalì quando la sua voce calda si diffuse per l’intero attico “Non sono in casa lasciate un messaggio” la segreteria telefonica della linea dell’hotel aveva ancora impressa la sua voce, Blair singhiozzò più forte voleva sentire quella voce chiamarla. Senza nulla da fare e con milioni di lacrime ancora da versare cominciò a frugare tra i suoi cassetti. Ogni scompartimento le spingeva contro il viso uno sbuffò dolce del suo profumo. Trovò un’infinità di completi tutti sistemati accuratamente, camicie, papillon, cravatte, calzini, boxer e in questo scompartimento sotto tutto c’era un cassetto segreto. Blair si stupì di aver indovinato così presto la combinazione, era il suo nome. All’interno trovò un cofanetto nero, quando Blair l’aprì barcollò. La nove millimetri che impugnava in sogno ora era davvero tra le sue mani. Non aveva mai creduto a Chuck quando, a sedici anni, le aveva confessato di averne comprata una, adesso stringendola sapeva cosa fare. Riascoltò il messaggio di Serena che l’avvisava che sarebbe arrivata di li a poco, scrisse un biglietto e impugnata la nove millimetri lo fece. Il bozzolo caldo colpì ripetutamente il suolo prima di fermarsi, un tonfo sordo e l’esile corpo vestito di quella vestaglia troppo grande giaceva a terra in una pozza di sangue. ‘Indolore’ pensò Blair mentre camminava non sapeva bene dove, poi le sue dita intrecciate alle sue “Ben arrivata Waldorf” le sorrise, Blair poggiò la testa sulla spalla di Chuck, ora dopo troppo tempo, era a casa. Serena arrivata all’Empire urlò terrorizzata scoprendo il corpo dell’amica riverso per terra, chiamò un’ambulanza ma sapeva già che non c’era più niente da fare, il biglietto riportava:
S ti ho sempre voluto bene come una sorella, non odiarmi ma vado da lui. Love B
Serena scoppiò in lacrime aveva perso le persone più importanti della sua vita. Nate e Dan la strinsero forte “Ora sono insieme” disse Dan e Serena immaginò loro due vestiti di tutto punto in un posto alla loro altezza, finalmente di nuovo insieme, per non separarsi mai più.

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Capitolo 44
*** Punizione ***


PUNIZIONE

Ogni qualvolta passasse dinanzi quell’aula tremava, le sembrava un’ala dell’inferno lì, si ritrovavano, teppisti, ribelli e chi rinnegava quel mondo. No, non ci avrebbe mai messo piede. Nel cortile della scuola quella mattina, mentre parlava con Serena della nuova giovane professoressa, notò qualcosa che la infastidì notevolmente; quella nuova, stupida, giovane, sgualdrina professoressa lanciava occhiate, troppo languide per essere di qualcuno curioso, a Chuck Bass. Blair incenerì la sua professoressa diventata improvvisamente la sua più acerrima nemica. Finite le lezioni, mentre si dirigeva in biblioteca per restituire alcuni libri, fu attratta da due persone all’interno di un’aula. Chuck poggiato ad un banco, la sgualdrina professoressa che si avvicinava a lui. Blair tornò sui suoi passi appiattendosi contro la porta spiò l’evolversi di quella scena, la sgualdrina si avvicinò cercando di baciarlo, ma lui voltò lo sguardo sorridendo, l’allontanò uscendo dalla classe. ‘Bravo Bass’ pensò soddisfatta ‘Le tue parti basse ti ringrazieranno per non aver avuto un incontro molto ravvicinato con il mio piede’ ghignò, prima che Chuck la potesse notare sgattaiolò via. L’indomani a scuola Blair non vedeva l’ora di affrontare quella povera preda indifesa, ghignò. ‘Dannato Bass passo troppo tempo insieme a te, questi ghigni diabolici mi accompagnano per intere giornate’ pensò ma poi costatò che le si addicevano, la rendevano maggiormente spietata. Mentre la professoressa spiegava Blair, sempre al primo banco, scarabocchiava un foglio “Signorina Waldorf la smetta di scarabocchiare quel foglio” la riprese stizzita la sgualdrina. “Altrimenti? Ci proverà con me?” replicò Blair a voce alta. Serena sua compagna di banco, sgranò gli occhi confusa. La professoressa divenne paonazza, impiegò troppi secondi per rispondere e Blair ghignò soddisfatta. “Come osi insinuare una cosa del genere?” disse urlando la sgualdrina “Oh scusi, a lei piace flirtare solo con i ragazzi” disse Blair fingendosi colpevole. La professoressa riprese il coltello dalla parte del manico, firmò un foglietto fucsia per poi sventolarlo in faccia a Blair. Una punizione. Blair s’irrigidì, una punizione, avrebbe dovuto passare il resto della sua giornata in quell’ala dell’inferno. La fissò, non si sarebbe fatta intimidire da quella sgualdrina. Si alzò e strappandole il foglietto dalle mani ad un centimetro dal viso le ringhiò “Sta lontana da Chuck Bass” poi ancheggiando si diresse verso quella stanza oscura. Quando vi entrò tutti i presenti si ammutolirono, non era cosa di tutti i giorni vedere la perfettina Blair Waldorf in aula punizione. Blair si guardò attorno, non era poi così paurosa come aula, si sedette all’ultimo banco cominciando a limare le sue unghia. Dopo qualche secondo Chuck fece il suo ingresso, sorridendo in direzione di Blair. “Waldorf non ti facevo una sovversiva”sorrise “Ci sono lati di me che non conosci Bass” riprese lei soffiando sulle unghia. “E tu come mai sei qui?” chiese lei “Oh..non ho bisogno di fare qualcosa, questa è praticamente la mia seconda casa” disse pavoneggiandosi e Blair la fissò sollevando un sopracciglio “Comunque, ritornando a quei lati nascosti sarei curioso di conoscerli” commentò con tono alquanto malizioso, lei afferrò la sua cravatta attirandolo violentemente vicino a sé “Potrei colpirti Bass, non comporterebbe nessuna punizione questo” “So io come punirti” replicò lui leccandosi le labbra e Blair pestò violentemente il suo piede. Raccolse le sue cose ed andò via, seguita da Chuck “Blair Waldorf che salta l’ora di punizione, mi stupisci sempre più” ghignò “A dire il vero è il resto della giornata” aggiunse lei poi lo spinse al muro “Non sottovalutarmi Bass” “E così sei gelosa” replicò lui “Sta lontana da Chuck Bass” ripeté soddisfatto,  le notizie in quella scuola viaggiavano troppo velocemente costatò Blair “Odio chi tocca le mie cose” ribatté lei ad un centimetro da lui “Oh e così sarei tuo” ghignò lui e Blair non rispose lo travolse in un bacio pieno di passione che valeva più di mille spiegazioni. Quando si staccò da lui ondeggiò verso la porta, la sgualdrina professoressa li fissò, Chuck sistemò la sua cravatta sorridendo “Bass, limousine?!” gli chiese imponendogli solo una risposta positiva e la professoressa, li fissò scoraggiata, andare via insieme. Chuck sorrise non ci sarebbe mai stata una punizione migliore di quella.

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Capitolo 45
*** Punto ***


PUNTO

Ci aveva messo un punto Serena. Aveva giurato di chiudere del tutto dopo ciò che era accaduto al matrimonio degli Shepherd. Aveva giurato di non pensarci più. Aveva tradito la sua migliore amica ed aveva giurato di non farlo mai più. Niente. Nada. Nothing. Punto. E invece ora baciava avidamente Nate, perché non poteva farci nulla. Perché amava quei baci. Perché amava Nate e mentre quelle mani, che avrebbero dovuto scivolare sul corpo della sua migliore amica esploravano il suo, mandò letteralmente al diavolo quel punto.

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Capitolo 46
*** Quadro ***


QUADRO

Durante uno di quei caldi pomeriggi parigini, Blair decise di fare un giro per le gallerie d’arte della città, lasciò Serena dormire e si diresse a piedi in centro. Fu subito attratta da un piccolo locale con quadri d’epoca riprodotti in arte moderna. Vi entrò e salutando il simpatico vecchietto proprietario della galleria, cominciò a guardarsi intorno. La sua attenzione ricadde subito su una riproduzione de “Il bacio” di Hayez, il simpatico vecchietto spuntò alle sue spalle sorridendole “Vedo che è molto romantica” sorrise e Blair annuì “Adoro i quadri che trasmettono sentimenti e questo è uno dei miei preferiti” una nota triste si insinuò nella sua voce e quel simpatico vecchietto sembrò accorgersene “Mia cara” le disse “Non sia così triste..o per lo meno non tenti di celare il suo vero stato d’animo, guardi questo quadro, o qualunque altro l’attiri e se ne sente il bisogno pianga, si sfogherà e le sue lacrime saranno un segreto suo e del quadro che le ha provocate..e ricordi quando meno se lo aspetta tutto potrebbe cambiare” sorrise e accompagnò Blair dinnanzi una grande tela che mostrava “Amore e Psiche”il vecchietto si congedò e lasciò a Blair la sua privacy, aveva ragione doveva liberare quello che cercava di soffocare. Era sempre stata attratta da quell’immagine, significativa e dolce allo stesso tempo, sospirò fissando l’espressione ammaliata che aveva Amore mentre guardava Psiche. Provò invidia, avrebbe voluto avere quello sguardo su di sé, assaporare quella sensazione che donano certi sguardi, e pensare che fino a qualche mese prima qualcuno la guardava così..seguì il consiglio di quel vecchietto e lasciò scivolare sul suo viso diverse lacrime, ormai le guance erano irritate dai troppi piati segreti. “Quando ti sfiorerò per la prima volta lo farò con le mie labbra” una voce suadente le sussurrò quella frase sul collo e Blair sobbalzò, non aveva bisogno di riconoscere a chi appartenesse quel timbro di voce..piano si voltò, le sembrò di essere Psiche, ma si sentì più fortunata, oltre ad avere quello sguardo su di sé lei poteva lanciarsi tra le braccia del suo Amore.

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Capitolo 47
*** Qualità ***


QUALITA’

Ne aveva tante in più Serena rispetto a Blair, non riusciva a non fare differenze tra le due. Una così composta, l’altra così naturale, una così Blair, l’altra così Serena. Sospirò. Chuck lo definiva ‘stupido’ perché non riusciva a prendere una decisione. Ma si sbagliava, lui aveva scelto. Già da tempo ormai. Si avviò verso Blair, ma si perse negli occhi di Serena. Si aveva scelto, ma una sua qualità era essere un codardo.

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Capitolo 48
*** Quasimodo ***


QUASIMODO

Era uno stupido racconto letto a scuola, eppure non riusciva a non pensarci. Non aveva nulla a che fare con lui. Si sentiva come Quasimodo. Un mostro. Solo. Infelice. Storpio. Incapace di provare sentimenti. Era il nuovo Quasimodo. Una versione moderna del Gobbo di Notre-Dame. Ricco, maledettamente bello, dannatamente solo. Pensava a quella stupida storia, a quello stupido protagonista di cui tutti avevano paura. Più ci pensava più somigliava a Quasimodo, inseguiva una Esmeralda moderna. Ricca. Viziata. Altezzosa. L’aveva quasi avuta, il suo cuore storpio, incapace di esprimere ciò che provava, l’aveva fatta scappare tra le braccia di quel dannato Febo e lui soffriva in silenzio rinchiuso in quella cattedrale moderna quale era il suo hotel. Incapace di dire alla sua Esmeralda quanto l’amasse. Oh si! Odiava quella storia, non aveva nulla a che vedere con lui.

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Capitolo 49
*** Rose ***


ROSE

Cercava di sorridere mentre annusava quelle rose rosse, ma i muscoli del suo viso si rifiutavano di reagire. Aveva scelto Nate, perché Chuck le aveva detto che era solo un maledetto gioco e lui ‘non amava perdere’. ‘Al diavolo Chuck Bass’ si disse infilando ancora una volta il piccolo naso tra quelle rose, ma ancora non sorrise. Strinse lo stelo e una spina le si conficcò nel dito, una goccia dopo l’altra di rosso rame macchiò il suo vestito bianco. ‘Dannato Nate, io adoro le peonie’ protestò, Nate non la conosceva affatto. Lei amava i fiori semplici ma gli uomini pieni di spine.

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Capitolo 50
*** Rubino ***


RUBINO

Una Blair di dodici anni mostrava, estasiata ed euforica, il suo rubino a Serena. “Me lo ha regalato Nate” esordì e il sorriso di Serena morì. Nate le aveva regalato un rubino, Nate le voleva bene, Blair e Nate si sarebbero sposati. Questo pensava triste Serena, poi una vocina delicata le sussurrò all’orecchio “Lo ha comprato mia mamma” e Serena sorrise ancora.

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Capitolo 51
*** Serena Van Der Woodsen ***


SERENA VAN DER WOODSEN

Aveva tutto. Era alta. Snella. Bionda. Bellissima. A detta di Blair, sua migliore amica, lei aveva tutto. Veniva da una delle famiglie più ricche e rispettabili di tutta Manhattan. Ai suoi piedi cadevano centinaia di ragazzi. Ovunque andasse c’era sempre qualcuno pronto a perdere la testa per lei. Si, aveva tutto. Eppure la bellissima e solare Serena non era dello stesso parere. Si possedeva tutto, ma non quegli occhi celesti che le facevano perdere la testa. Possedeva tutto tranne Nate Archibald.

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Capitolo 52
*** Scotch ***


SCOTCH

A quattordici anni si sa, il miglior divertimento che i ragazzini conoscono durante le feste è il gioco della bottiglia. Blair odiava quella pagliacciata era così da ‘bambini’ e lei era composta ed educata come un’adulta, tutto il contrario di Serena che si esaltava ogni qualvolta sentisse parlare di quel gioco. Come sempre era uno di quei sabato sera a casa di Chuck i quattro inseparabili amici avevano invitato altri ragazzi e ragazze e ora tutti in cerchio giocavano al gioco della bottiglia. Blair avrebbe preferito rinunciare, ma quando Nate le aveva detto che avrebbe partecipato, non si era tirata indietro. Per fortuna per i primi cinque giri la bottiglia non aveva indicato lei, ma al sesto giro il collo in vetro si era fermato prima su Serena per poi posizionarsi su Nate. Blair sentì il sangue raggelarsi di rabbia, Chuck ghignò divertito dalla piega che stava prendendo quel gioco. “Nate non vorrai..”lo esortò lei, ma lui, che aspettava quel momento da una vita, le disse “Suvvia Blair è solo per divertirsi un po’” sorrise arrossendo ‘Solo per divertirsi?’ Oh, si sarebbe vendicata si! Alche Serena si era alzata timidamente per poi chinarsi verso Nate per posargli un bacio dolce sulle labbra desiderose. Nate avvampò di imbarazzo, Blair di rabbia. Dopo qualche secondo i due si staccarono entrambe rossi in viso “Ehi ma la lingua?” chiese Iz e se ne pentì immediatamente incrociando lo sguardo di Blair. “Lingua, lingua, lingua” cominciarono ad urlare tutti e i due alzando le spalle li accontentarono. Blair non riusciva a crederci lei e Nate non si erano neanche mai baciati. Oh era nera di rabbia. Quando il gioco riprese Blair sperò che indicasse lei e come se comandasse la bottiglia questa puntò il collo su di lei, sorrise soddisfatta, chi le capitò fu Chuck Bass ‘No’ urlò tra sé e sé. Nate la fissò un po’ contrariato “Non vorrai..” disse lui questa volta e Blair soddisfatta rispose “E’ solo per divertimento Nate” Chuck compiaciuto attese che Blair si avvicinasse, lei vendicativa arrivò a lui e afferrandogli il viso tra le mani lo baciò, tutti urlarono “Lingua, lingua, lingua” e prima che se ne rendesse conto la lingua di Chuck si ritrovava nella sua bocca e stuzzicava dolcemente quella di Blair. Sgranò gli occhi imbarazzata da un pensiero che per un momento le era balenato alla mente ‘Cavoli come bacia bene’ poi prontamente si scostò “Bleh sai di scotch” disse fingendosi disgustata. Tornò a sedere e Nate le sussurrò contrariato “Hai dato il tuo primo bacio a Chuck?” lei lo fissò senza rispondere e le orecchie aguzze di Chuck udendo quella frase lo fecero sorridere. Poteva vantarsi con Nate di avere avuto per primo le labbra di Blair. A quattordici anni Chuck era ignoro che quella non sarebbe stata l’unica cosa che avrebbe avuto prima di Nate. A quattordici anni Blair era ignara che milioni di volte avrebbe baciato Chuck riscoprendo quel sapore di scotch che, seppur forte, le piaceva da morire.

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Capitolo 53
*** Sole ***


SOLE

Nate aveva sempre pensato che il sole fosse la stella più bella. Quando aveva incontrato Blair e lei gli aveva, esplicitamente, detto che si sarebbero sposati Nate aveva annuito arrossendo. Blair era stupenda ma il sole era più bello. Quando la sua ‘fidanzatina’ le aveva presentato Serena, lui era rimasto senza fiato. Il sole non era più tanto bello.

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Capitolo 54
*** Spilla ***


SPILLA

Quando Chuck aveva visto per la prima volta quella spilla aveva riso di gusto, non faceva Blair così smielata. Quando aveva sentito parlare ancora di quella spilla aveva provato un bruciore atroce alla bocca dello stomaco peggio dello scotch di prima mattina, aveva capito che Blair provava ancora qualcosa per Nate dopo che questo gliela aveva mostrata farfugliando qualcosa tipo “Me l’avevi cucita sul polso perché portassi il tuo cuore vicino la mano tanto da toccarlo” e Blair si era sciolta al suono di quelle sdolcinerie. Aveva rincontrato quella fottutissima spilla al braccio del Lord, Blair l’aveva messa lì sbattendogli in faccia di sentire gli stessi sentimenti che provava per Nate, solo per farlo ingelosire, ma Blair non aveva capito che moriva di gelosia da quando l’aveva vista in compagnia di quel Lord da quattro soldi. Tutti avevano avuto a che fare con quella spilla. Tranne lui. Che Blair non provasse sentimenti simili a quelli per Nathaniel? Non ne era mai stato convinto, non aveva mai dubitato che lei lo amasse, lo capiva dalla loro attrazione, da quel luccichio nei suoi occhi, dalla sua voce forte e tremante allo stesso tempo quando gli aveva detto “I love you” eppure lui quella spilla non l’aveva mai avuta. Era a Praga, combattuto tra l’essere Henry Prince o Chuck Bass e non sapeva perché pensava a quella maledettissima, fottutissima spilla. Era tornato di nascosto nel suo attico ed aveva frugato tra la sua roba per trovare abiti consoni a Henry Prince. Rovistando furiosamente un tonfo accanto a sé l’aveva fatto trasalire. Una piccola confezione azzurra era sepolta tra le sue camicie. ‘Azzurro..Tiffany’ pensò e seppe subito da chi veniva. Con mano tremante l’aprì, un braccialetto con quella maledetta spilla luccicava sotto i suoi occhi. ‘Se un giorno dovessi dimenticare chi sei..guarda nel cuore’ un biglietto allegato portava quella scritta, non capiva, cosa voleva dire? Poi si accorse che la spilla poteva aprirsi, dolcemente fece schioccare la chiusura, una piccola foto di lui con il suo solito ghigno e dall’altro lato una scritta “I’m Chuck Bass”. Le mani gli tramarono tanto da far cadere il braccialetto. La maledetta e fottuta spilla ora era sua, modificata per lui, rispondeva ad una domanda ricorrente “Chi sono?” Blair sapeva della sua falsa identità per via di Serena, sapeva che avrebbe cercato tra le sue camicie, sapeva che l’avrebbe trovato. Indossò quel bracciale, ora sapeva davvero chi fosse..solo grazie a lei. Fissò il suo polso..in fondo non era una fottuta spilla.

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Capitolo 55
*** Tiffany ***


TIFFANY

L’avrebbe chiamata Tiffany la sua bambina, proprio come quel bellissimo anello che fasciava il suo anulare sinistro. Voleva sorridere, essere felice di aver dato alla luce la sua piccola Tiffany eppure, per quanto le donasse gioia la nascita della sua bambina, non poteva non essere triste. Nate, il suo futuro marito, padre della sua bimba, aveva ancora una volta rinnegato il suo amore per aiutare la sua famiglia. Sospirò stanca, non ne poteva più. Aveva acconsentito quando le aveva annunciato di non poterla sposare, aveva annuito quando le aveva detto che sarebbe mancato qualche mese per partire assieme a suo nonno; non aveva mai obiettato, ma questa volta era stanca. Non si era presentato alla nascita della sua bambina, Serena gli avrebbe dato un ultimatum, lei o la sua famiglia e questa volta non avrebbe fatto eccezioni; poi Nate varcò la soglia con la piccola Tiffany tra le braccia, sorrise..forse avrebbe lasciato correre.

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Capitolo 56
*** Tre ***


TRE

Le stava proponendo un rapporto a tre. Non uno dei suoi soliti giochi perversi, ma un vero rapporto a tre. Lei fidanzata con Nate, lui il suo amante. “Scordatelo Bass” rispose indignata alzando il passo. Non avrebbe mai acconsentito ad una cosa del genere, non si sarebbe mai fatta coinvolgere in uno dei suoi loschi giochetti. “Pensaci Blair” rincarò lui raggiungendola “In fondo tre è il numero perfetto” sentenziò “Non mi incanti Bass” replicò lei “Avanti..pensa che i porcellini sono tre, le grazie sono tre..” “I tuoi neuroni sono tre” ribatté lei prendendo un taxi al volo per poi sparire. Quel pomeriggio sdraiata sul suo letto Blair si ritrovò a riflettere su quella proposta. Su un blocnotes cominciò a fare una lista..avrebbero dovuto mentire, un punto a sfavore, crearsi degli alibi, cinque punti a sfavore, tenere la cosa segreta, tre punti a favore, vedersi di nascosto cinque punti a favore, le cose segrete erano eccitanti dieci punti a favore. Maledetto Bass l’aveva incuriosita. Afferrò il cellulare e scrisse un sms “Ok ci sto. In fondo i tuoi neuroni in tre sembrano divertirsi”.

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Capitolo 57
*** Uniforme ***


UNIFORME

Sbuffava Chuck mentre allacciava la cravatta dell’uniforme scolastica. Odiava dover indossare quella stupida uniforme. “Per essere tutti uguali” aveva esordito la preside e lui aveva sbuffato. Poi lo notò, un piccolo bacio rosso era sul lato del colletto, sorrise. L’avrebbe protetto con la sua sciarpa. Non era uniforme a tutti, aveva qualcosa che lo distingueva. Aveva Blair Waldorf e le sue labbra.

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Capitolo 58
*** Uniti ***


UNITI

Lo erano sempre stati sin da bambini. Erano migliori amici. Entrambe biondi, entrambe bellissimi. “Uniti fino alla morte” avevano giurato ad otto anni, ignari di quanto vere sarebbero state quelle parole. “Finché morte non vi separi” disse il sacerdote ed entrambe sorrisero. Uniti fino alla fine.

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Capitolo 59
*** Viola ***


VIOLA

Aveva lui l’esclusiva sul viola, già a sei anni Chuck Bass si faceva rispettare, soprattutto a scuola. Aveva fatto giurare a tutti i suoi compagni di non indossare mai il viola. Quel colore era di sua proprietà. Alcuni bambini raccontavano una leggenda che narrava di un certo Timothy che gli aveva disobbedito, si sapeva solo che questo bambino aveva cambiato scuola e non appena sentisse il nome Chuck Bass strillava per giorni interi. Intimoriti nessuno osava indossare quel colore. Nessuno tranne Blair Waldorf. Aveva sfoggiato il suo completo viola di Dior senza dare importanza agli sguardi stupefatti e ai tanti mormorii dei bambini quando passava. Non credeva a quella leggenda né tanto meno aveva paura di Chuck Bass; l’avrebbe sfidato a tono se necessario. Seduta nel cortile della scuola mangiava il suo yogurt fissando le sue ballerine viola, Chuck Bass viola di rabbia le si avvicinò bussandole su una spalla “Il viola è mio” sentenziò “Non sapevo ti piacessero i colori da ragazza” replicò lei tornando a mangiare il suo yogurt. Chuck indispettito le passò accanto urtandole il braccio che le rovesciò lo yogurt sulla gonnellina “Ops” si limitò a dire lui ghignando. Blair furiosa cercò di ripulirsi ma accecata dalla vendetta spalmò il suo cucchiaino sporco sulla giacca di Chuck “Colpa mia” rispose lei sorridendo. I bambini presenti fissavano l’accadere dei fatti ammutoliti. Chuck non avrebbe potuto perdere così. Corse incontro a Blair e la spinse al suolo macchiandole il completino di terra ed erba “Ho detto che il viola è mio” sentenziò andando via. Blair si rialzò tornando a casa furiosa. Restò tutta la notte sveglia a preparare quei fogliettini. L’indomani distribuì a tutti i bambini dei volantini, appiccicandoli per l’intera scuola. Quando Chuck arrivò restò di sasso, tutta la scuola rideva di lui. Afferrò un volantino questo riportava “Chuck Bass indossa colori da donna” con allegata una foto di lui con il completo di Blair. Dall’alto del primo piano Blair rideva soddisfatta. Dorota era una maga con il computer. Ora aveva avuto la sua vendetta. Dal canto suo Chuck, seppur furioso, sorrise. Blair era una valida avversaria  e il viola le stava d’incanto. Avrebbe dovuto rettificare il suo ordine. Solo lui poteva usare il viola, lui e Blair Waldorf.

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Capitolo 60
*** Vittoria ***


VITTORIA

Aveva segnato il gol decisivo per la vittoria. Adesso esultava correndo per il campo assieme ai suoi amici. Blair e Serena sedevano sugli spalti contente per quella vittoria. “Nate bacia la fortunata a cui dedichi questo goal” intonarono gli amici e Blair udita l’incitazione si era sistemata il cerchietto e ripassata il rossetto. Nate euforico corse sugli spalti afferrò il viso di Serena e la baciò davanti a tutti i suoi amici. Blair stupita sgranò gli occhi per l’umiliazione inflitta, scese elegantemente i gradini ed afferrò il viso di Chuck baciandolo. “Era il tuo l’assist per il goal” disse un’informata Blair. Chuck costatò che quel giorno avevano vinto entrambe.

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Capitolo 61
*** Wild ***


WILD

Era uno spirito libero lei, selvaggia, proprio come quella massa bionda che erano i suoi capelli. Aveva avuto tante, troppe storie ma ognuno dei ragazzi aveva cercato di domare il suo spirito selvaggio. Poi aveva incontrato lui e tutto era cambiato. Nate non le impediva di vedere le sue amiche, di uscire insieme, di passare con loro giornate intere, no..Nate le faceva fare qualsiasi cosa volesse perché sapeva che Serena era uno spirito indomabile. Aveva trovato qualcuno che correva al suo fianco che non reprimeva il suo vero io, che fosse selvaggio con lei.

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Capitolo 62
*** Wine ***


WINE

Era la sua festa di fidanzamento eppure non riusciva a fare altro che pensare a lui. Fissava gli invitati mentre il terrore cresceva in lei. Stava perdendo il controllo di sé stessa. Avrebbe voluto scappare. Quelle stupide lacrime bruciavano contro i suoi occhi. ‘Din, din’ Louis richiamò l’attenzione del presenti per fare un brindisi e lei immancabilmente incontrò i suoi occhi, il panico le fece stringere i pugni tanto da farle diventare le nocche bianche, le unghia smaltate le ferirono la pelle delicata delle mani, tremava di paura. Aveva tanto insistito Louis, voleva che tutti i suoi amici fossero presenti, aveva mandato l’invito anche a lui, e Chuck si era presentato con la sua faccia tosta. Loro non erano amici, non erano nulla, non più. Finito il brindisi era il momento di alzare i calici, pieni di vino rosso, in aria. Blair sorrise non aveva ascoltato nemmeno una singola parola, le succedeva spesso con Louis, non pendeva dalle sue labbra. I suoi pensieri furono interrotti quando il braccio di Louis urtò il suo e l’intero calice le si svuotò in grembo. Il terrore si dipinse negli occhi di Louis “Tranquillo” disse lei scappando in bagno. Sfregava quella spugnetta sul vestito bianco ormai rovinato, singhiozzava era tutto un disastro “Blair” trasalì..lui. “Va via” replicò senza voltarsi “Perché piangi?” chiese lui “Il mio vestito è rovinato, mia madre andrà su tutte le furie” ribatté singhiozzando, ma non credette nemmeno lei a quella bugia. “Davvero ti importa di tua madre? Non le dai più ascolto da molto ormai” rincarò lui avvicinandosi e voltandola di fronte a sé. “Blair guardami” ma lei restava con lo sguardo basso, dolcemente con la mano le sollevò il mento “Blair dov’è la ragazza che conosco io? Che non fa qualcosa solo perché crede che vada bene? Dov’è la Blair Waldorf ambiziosa che vuole un matrimonio perfetto?” “Non lo so più ormai” disse sconfitta, Chuck le asciugò le lacrime. “Blair non lo dico perché sono geloso che ci sia lui al mio posto, lo dico perché ti voglio bene davvero, so che non è questo quello che vuoi, che fa per te. Sarà anche un principe ma non è il tuo principe” disse con tutta la dolcezza possibile. “Portami via” lo supplicò lei, lui sorrise “Il mio elicottero ci aspetta sul tetto” “Sono così prevedile Bass?” disse indignata mentre correvano per raggiungere il jet privato “Mai Waldorf, sapevo che non mi avresti detto no” disse prima di baciarla. Una volta in volo le offrì un bicchiere di vino bianco “E’ molto più raffinato per una signora, quel principe non capisce nulla” Blair sorrise “Il solito spaccone – Bass”. Brindarono a loro, di nuovo insieme, mentre dietro quei calici pieni di bollicine bianche suggellavano il loro amore.

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Capitolo 63
*** X ***


X

Stava ferma su quella x rossa da un quarto d’ora abbondante ed era stufa. Nate le aveva spedito a casa quella caccia al tesoro e Blair aveva accettato sorridendo. Ma adesso era stanca. Di Nate nemmeno l’ombra. All’inizio si era stupita di quel gioco strano. Avevano quattordici anni e non faceva Nate uno in grado di elaborare una caccia al tesoro. Aveva trovato ad ogni tappa, un regalo diverso, qualcosa che lei desiderava. Un vestito viola, delle scarpe coordinate, una collana ed infine delle peonie e ora ferma su quella x aspettava. Chuck dietro quei cespugli fissava Blair magnifica. Aveva organizzato tutta quella caccia al tesoro ed ora non aveva il coraggio di portare a termine il tutto. Vedeva Blair sbuffare, ma sapeva che avrebbe reagito peggio non appena avrebbe scoperto che fosse lui. Aveva ricopiato alla perfezione la calligrafia di Nate e Blair ci era cascata. Ora però restava lì immobile. Blair sbuffò ed andò via gettando le peonie su quella x. Chuck chinò il capo sconfitto ‘Codardo’ lo apostrofò il suo orgoglio. L’indomani Blair raggiunse furiosa Nate “Grazie per avermi fatto aspettare così tanto” sentenziò “Blair ma cosa dici? Ieri ero con i miei da mio nonno, lo sapevi” Blair sgranò gli occhi, aveva ragione, lei lo sapeva. E allora..? poi un pensiero le balenò alla mente, un ricongiungimento tra tutto..quella ‘A’ così diversa da Nate, il vestito viola, la collana che desiderava, le peonie; lei in cuor suo sapeva che tutto ciò non era opera di Nate. Lo sapeva. Corse su quella x e come sospettava lui sedeva lì giocherellando con le peonie che lei aveva scaraventata al suolo il giorno prima. “Perché?” chiese Blair “Tu non sei fatta per Nate, mai lo sei stata, mai lo sarai” disse alzandosi e porgendole i fiori “Tu non sei..” esordì lei, ma lui la zittì baciandola. “Tu sei fatta per me” disse contro le sue labbra. ‘GRANDE’ urlò il suo orgoglio.

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Capitolo 64
*** Xerosfera ***


XEROSFERA

Era bloccata in quello stato d’animo tanto simile alla xerosfera. Si sentiva soffocare. Il caldo era insopportabile. Eppure non poteva che sorridere. Avrebbe tanto voluto dissetarsi di quei sorrisi, avrebbe voluto essere salvata da quel caldo insopportabile, si! Avrebbe voluto assistere ad un miraggio anziché presiedere a quel maledetto matrimonio. Si, voleva un miraggio Serena voleva vedere lei su quell’altare accanto a Nate mentre Blair le faceva da testimone. Tutto era diverso invece. Era intrappolata in quella maledetta xerosfera e non riusciva quasi più a respirare. Aveva bisogno di quella presenza rinfrescante, aveva bisogno di lui che era di un’altra ormai.

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Capitolo 65
*** Y ***


Y

Era quello il cromosoma che faceva la differenza. Quel cromosoma le aveva confermato che il suo primogenito sarebbe stato un maschietto. Niente stanzine rosa, vestitini con merletti e scarpette con brillantini, ma solo tanto tanto celeste. Sorrise Blair avrebbe vestito il suo piccolino con completini e papillon. Immerso nel suo lavoro Chuck batteva, sulla tastiera del suo computer, diversi contratti, un dolce profumo di pesca pervase l’intera stanza e Chuck sorrise Blair era tornata a casa. Avvicinandosi l’avvolse in un abbraccio pieno di Chanel n°5, il pancione premette contro la schiena di Chuck “Mi sento una balena, ma sono contenta” lui rise “E’ la prima volta che non ti sento lamentarti di esser grassa” aggiunse lui sorridendo, Blair ricambiò il sorriso, sapeva che Chuck aspettava solo una risposta. Maschio o femmina. “Mi dispiace per te Bass ma avrai un’altra piccola Waldorf per casa” il sorriso di Chuck si allargò a trentadue denti. Blair sapeva che avrebbe voluto un maschietto ma una femminuccia lo rallegrava lo stesso. “Sarà bellissima come te” la baciò “Allora spero che il piccolo maschietto che porto in grembo non sia stronzo come te” sorrise lei “Stai dicendo che..?” “Si Bass, niente femminuccia solo una tua piccola copia” rise e Chuck l’afferrò facendola volteggiare. Avrebbe adorato una femminuccia ma avere un piccola copia di sé per casa era una notizia magnifica. Baciò ancora Blair “La prossima volta faremo una bambina” affermò ed entrambe risero. Quel piccolo cromosoma aveva realizzato il sogno di Chuck, il primogenito maschio futuro erede Bass.

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Capitolo 66
*** Yo-yo ***


YO-YO

Su e giù. Sali e scendi. Era sempre stato così il loro rapporto un continuo gioco, un continuo molleggiare di yo-yo. C’erano stati alti e bassi sempre. Sin da quando erano amici il loro rapporto non era mai stato stabile. C’erano state volte in cui avevano riso e volte in cui non si erano rivolti la parola per mesi. Le cose si erano complicate quando erano diventati una coppia. Serena era bellissima aveva scie di corteggiatori alle spalle e Nate stringeva i denti geloso. Sali e scendi, su e giù sempre un continuo yo-yo. Poi erano cresciuti, le cose si erano stabilizzate entrambe avevano capito che davvero erano fatti l’uno per l’altro e l’unico yo-yo che Nate vedeva era quello con cui suo figlio giocava al parco. Quando Serena glielo aveva regalato entrambe avevano riso, aveva tanti significati ormai passati quello yo-yo.

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Capitolo 67
*** Zio ***


ZIO

Aveva odiato quella parola. A dire il vero, inspiegabilmente, lo aveva odiato dal primo momento in cui lo aveva visto. Quel giovane ragazzo era suo zio. Lo andava a prendere a scuola quando Bart non poteva e lo lasciava ore in macchina mentre lui ci provava con le sue insegnanti. Lo aveva odiato quando, nonostante Blair avesse sedici anni, l’aveva guardata carico di desiderio. Lo aveva odiato quando aveva cercato di portargli via le Bass Industries. Lo aveva odiato quando aveva scoperto che era andato a letto con Blair. Lo aveva odiato quando gli aveva tolto tutto anche Blair. Lo aveva odiato e lo odiava tutt’ora mentre, sfacciatamente, accarezzava il viso disgustato di Blair. Era stanco Chuck, stanco di quello zio invadente, convinto di poter sempre vincere, sicuro di essere sempre un passo avanti a lui. Si sbagliava e glielo avrebbe dimostrato. Si avvicinò e voltandolo scaricò in un pugno tutto l’odio che provava nei suoi confronti. Si massaggiò la mano dolorante “Non toccarla mai più” sentenziò per poi andare via. Blair lo fissò stupefatta, poi raggiungendolo lo abbracciò, non avevano bisogno di parlare. Odiava suo zio, odiava quella parola. Odiava Jack, ma questa volta aveva perso e ora, mentre Jack si asciugava il naso grondante di sangue, era Chuck a sorridere.

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Capitolo 68
*** Zuffa ***


ZUFFA

Non si era mai azzuffato Nate, c’erano state molte occasioni in cui avrebbe potuto difendere Blair con le mani, ma aveva sempre usato il dialogo, portandosi dietro anche parecchie risate. Chi usava le mani era Chuck, poi era arrivato il suo momento. Carter carezzava insistentemente la gamba di Serena. “Carter basta” aveva detto lei togliendo quella mano, ma lui aveva continuato. “Carter” aveva detto, ma lui..nulla. “Ho detto basta” ripeté e Carter la ignorò. Nate si alzò, sotto gli occhi perplessi di Chuck e Blair e colpì Carter con una violenza inaudita. “Ha detto basta” ringhiò azzuffandosi con Carter. Dopo averli divisi, Chuck fissò Nate “Hai ragione amico è parecchio liberatorio” risero. Anche Nate si era azzuffato, si era azzuffato per lei.


Angolo Autrice
ciao ragazze..volevo solo avvisarvi che questo è il penultimo capitolo
poi c sarà il resoconto finale di tutte le lettere
dell'alfabeto!!
un bacione a tutte!!!

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Capitolo 69
*** Abcdefghijklmnopqrstuvwxyz ***


ABCDEFGHIJKLMNOPQRSTUWXYZ

Amici lo erano dalla Bellezza di vent’anni; Conosciutisi Durante le scuole Elementari, Fin dal primo momento, avevano capito cosa volesse dire fare Gruppo; uno possedeva un Hotel e un Impero finanziario dalla tenera età di tre anni; l’altro bello, biondo, dannatamente confuso, fedelissimo alla sua famiglia spesso paragonato alla bellezza di John FitzGedarld Kennedy, innamorato come lui, della sua biondissima amica, le stava appiccicato come il jeans firmato che indossava, Lei la ragazza della porta accanto Mostrava sorrisi rassicuranti alla sua migliore amica che affermava, a denti stretti, di essere la futura sposa del biondino, poco interessato a lei. Nonostante tutti gli alti e bassi che l’amicizia concede, chiunque O Per lo meno Quel qualcuno che aveva provato a dividerli aveva Rischiato “Solamente” di perdere Tutto ciò che di più caro si può avere nell’Ues, una Vita sociale; ci sono state delle Wendy, delle Xena, delle Ylena ma nessuna di queste è riuscita a dividere o ad avere accesso a quel ristretto club di cui solo loro erano membri; con un pizzico di Zelo erano andati avanti, sotto gli occhi invidiosi di molti; adesso a ventisei anni sono ancora insieme e seppur la vita ha cambiato i piani che avevano creato da piccolini loro, proprio come ogni singola lettera dell’alfabeto sono ancora qui al loro posto, pronti ad essere l’uno la spalla dell’altro.




Angolo autrice
ciao ragazze!!!
eccoci giunte all'ultimo capitolo =(
spero davvero che questa mia raccolta vi sia piaciuta
grazie mille a tutte voi che mi avete seguito.
Con le vostre recensioni mi avete fatto sorridere
e ad essere sincera anche fatto credere un po' più in me stessa.
Un bacione a tutt e grazie ancoraaaa!!!

Cuoredpanna

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