Attaccai il telefono.Subito andai a prepararmi per scendere.Infilai la prima cosa che vidi e andai via.
"Mamma,io vado a casa di Julia,non vengo prima delle otto."
Citofonai e come sempre mi disse:
"Citofona qualcun'altro perchè è rotto e mi scoccio di venire ad aprirti il portone"
Ed io bussai al prima che mi capitò.Mi rispose una voce femminile.
"Sì?"
"Pronto?"Mi scusi,sono la figlia di Rinaldi,mi potreste aprire? Ho dimenticato le chiavi!"
E fu così che entrai.Bussai freneticamente il campanello e finalmente mi aprì.
"Entra"Disse appena mi vide.
Entrai e chiusi la porta.
"Mi ha lasciata"
"Sì,lo so"
"Su internet...non ha avuto nemmeno il coraggio di dirmelo in faccia"
"Lascia perdere Sabrina...si sapeva che andava a finire così.D'altronde sai com'è fatto Francesco,si è fatto trascinare sicuramente da Luca,ne sono più che convinta"
"Sì,anch'io...però non è giusto!Non è giusto...non è giusto...dopo tutto quello che ho fatto..."
Scoppiai in lacrime.Perchè doveva capitare tutto a me?Perchè soffrivo quando poi lo odiavo quando non mi chiamava?Perchè lo perdonavo sempre? C'è solo una risposta a queste domande: bontà,che a volte veniva scambiata per stupidità. Bontà,che non veniva contraccambiata.Bontà,cosa che forse in pochi hanno.
"Mangia"
Mi porse la Nutella.Ne presi un cucchiaio,ma in bocca avevo solo il sapore amaro delle lacrime,che s'impastavano con la cioccolata,avendo un retrogusto salato.
"Comunque ho comprato un pacco di sigarette."
Il mio primo pacchetto,come dimenticarlo.Quel maledetto pacchetto di quel maledetto pomeriggio di Luglio.Fuori al balcone,io all'impiedi,appoggiata alla ringhiera e lei seduta a gambe incociate.Ogni tiro sembrava anestetizzare il dolore; non lo sentivo più urlare,ma scalciava.Voleva uscire ma lo sopprimevo.Non doveva uscire,come tutti gli altri miei pensieri.Dovevano rimanere in me,non potevo rovinare la vita a qualcun'altro.Perciò preferivo seppelirle e lasciare che mi facessero del male.
"E' stata solo una cosa dell'estate,non ci pensare"
"Sì,lo so...ma ci son rimasta male comunque".
Forse non poteva capire.Forse lo capivo solo io.Lei non era sola quanto me.Gli amici non mancavano,ma ero comunque sola nelle mie emozioni,nelle mie scelte,nelle mie idee,nella mia solitudine.
"Però dai,almeno sei ancora sua amica"
"Sì è vero"
"Però per qualche tempo cerca di evitare di sentirli,è meglio".
Aveva ragione: più ci sentivamo,più ci stavo male. Ma non potevo non parlare almeno con Luca.Infatti lo invitai proprio Mercoledì sera insieme a Clarissa,la cugina di Julia. Alta non più di un metro e settanta,esile e di carnagione non molto scura.Capelli lunghi e setosi,di un colore castano chiaro con dei riflessi rossognoli;occhi vispi di colore azzurro chiaro,con folte ciglia scure;naso a patata,ma non eccessivamente e labbra piccole,ma carnose e rosee. La conosco da tredici anni e la considero come una sorella.In verità,fin dall'asilo ci siamo odiate.Ho quasi perso il conto di tutti i litigi fatti,ma crescendo ci sopportiamo a vicenda.
Eravamo in camera mia.Tutto regolare:le solite chiacchiere,le solite battute,la solita musica. Fino a quando non mi stampò sulle labbra quel bacio.Sì,quel bacio.Il bacio del migliore amico del mio ex. Non sapevo davvero cosa pensare se continuare o dargli uno schiaffo. Ero indecisa se farlo per ripicca o se tirargli un ceffone,urlandogli quanto stronzo fosse stato a provarci con la ex del suo migliore amico. Ero sul filo di un rasoio: rischiavo di illudermi di nuovo. Così mi allontanai semplicemente,facendogli capire che non ci stavo.Ma insisteva. Eravamo stesi sul mio letto,io dentro e lui fuori,mentre Clarissa era fuori al balcone avanti al pc. Ci furono lunghi minuti di silenzio,finchè la luce non si accese e vidi mia madre sull'uscio della porta.
"Sabrina!"Mi chiamò con aria stupita.
In quel momento vidi Luca rotolarsi per terra.
"Luca!Ti sei fatto male?"
"Oh no,tranquilla,ho perso l'equilibrio"
"Luca!Oh signore stai bene? Dove ti sei fatto male? La spalla? Hai battuto la testa?"Chiedeva mia madre in modo allarmato.
"State tranquilla signora,non è niente!"Rispose"Sono caduto con il sedere,ma sto bene,credetemi!"
"Vuoi che ti porti qualcosa?"
"No,davvero sto bene!"
Ci guardammo tutti e tre negli occhi.Poi mia madre se ne andò dicendo:
"Giovani di oggi...chi li capisce"
Scoppiammo a ridere tutti e tre.
"Seriamente Luca,ti sei fatto male?"Chiese Clarissa.
"No,era tutta una finta"
"Lo immaginavo" Risposi.
"Vedi che sono le nove passate"Riferì Clarissa.
"Il mio treno passa alle nove e mezza.Forse è meglio che vada"
"D'accordo." Dissi.
Dopo aver salutato Clarissa,lo accompagnai alla porta e lì ci riprovò. Lo scansai con un sorriso.
"Perchè?"
"Perchè sei il migliore amico del mio ex ragazzo"
Mi guardò,poi si girò,aprì la porta dell'ascensore e se ne andò.
Entrai dentro e andai da Clarissa.
"Hey,che fai?"
"Niente,parlo con il mio Daniele come sempre! Ma allora che avete fatto tutto il tempo sul letto?"
"Niente"
"Ho sentito lunghe pause..."
"Va bene,ha provato a baciarmi"
Girò il viso verso di me,mi guardò,poi fissò di nuovo il monitor.
"C'era da aspettarselo da uno come Luca"
"Già...ma non l'ho baciato.E' comunque il migliore amico del mio ex ragazzo"
"Non contare su Luca,lui vuole solo divertirsi"
Ma io già lo sapevo,e questa cosa mi feriva terribilmente.Mi sentivo usata.
"Dimenticali,ti fai solo del male così"
Ma forse preferivo esser fatta del male,per godermi quei pochi attimi di falsa dolcezza.
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Passò una settimana da quel Mercoledì sera: infatti il Mercoledì seguente ci organizzammo per andare allo Scrajo io,Julia,Luca,Enrico e lui,Francesco. Io e Julia ci organizzammo la sera prima per andare insieme. Verso le otto mi alzai e mi diressi verso la cucina a fare colazione. Mia madre era già lì,avanti alla piccola televisione,poggiata su un bancone a destra della porta;Il tavolo di legno chiaro era posizionato al centro della stanza,con le quattro sedie attorno;sulla sinistra invece c'era il pano cottura che occupava tutta la parete,fino al balcone,poco distante dal rispostigio.
Mi guardò e mi disse cosa ci facessi in piedi a quell'ora.
"Mamma,te l'ho detto ieri,vado a mare con Julia,Luca e gli altri"
"Altri chi?"
"Gli altri nostri amici di Meta mamma!"
"Ok.Verso che ora tornate?"
"Verso le cinque e mezza se non prima"
"Hai messo la protezione nella borsa?Spalmala più volte.Non dimenticarti di quell'ustione che avesti l'anno scorso!"
"A parte che l'ebbi più di tre anni fa,comunque non ti preoccupare,starò attenta.Hai finito l'interrogatorio? Dovrei andarmi a vestire!" Dissi con tono stizzito.
"Perché mi tratti male?"
"Perchè te l'avrò detto un centinaio di volte!"
"Eddai,non ti arrabbiare,io lo faccio per il tuo bene"
"Sì lo so"
Alla fine lei voleva aiutarmi.Io l'apprezzavo,ma sono fatta così,non sopporto che qualcuno mi faccia delle domande appena mi sveglio e poi avrei voluto anche un po' più di indipendenza e di fiducia.
"Ok,io vado a vestirmi prima che faccia tardi"
Mi lavai,misi il costume che comprai con Clarissa qualche settimana prima e da sopra semplicemente un pantaloncino corto e una maglia a mezze maniche. Portai la borsa-stereo,così potevamo ascoltare un po' di musica.
Presi le chiavi e prima di scendere feci uno squillo a Julia.
"Pronto?"
"Julia a che stai?"
"Sono quasi pronta,devo solo preparare la borsa"
"Allora tra dieci minuti ci vediamo alla stazione"
"D'accordo.Ciao"
Ma il peggio doveva ancora avvenire.
"Tieni,già ho fatto il biglietto,così non perdiamo tempo"
"Grazie"
"Andiamo"
Ci avviammo sul binario 2,e mentre aspettavamo il treno mi chiese se mi dava fastidio che veniva anche Francesco.
"Perché dovrebbe darmi fastidio? Ormai non conta più niente...e poi ho finalmente aperto gli occhi e ho visto i suoi difetti. Meglio di così non posso stare"
Stavo fingendo.Fingevo con me stessa,per rassicurarmi.
"E poi non te l'ho detto?Luca mi ha baciata.Di nuovo"
Mi guardò seria,poi scoppiò a ridere.
"C'era da aspettarselo.E' un donnaiolo quel ragazzo"
"Sì me ne sono accorta.Però mi confonde"
In quel preciso istante passò il nostro treno.Una folata di vento spazzò via i miei pensieri,mentre i miei occhi fissavano le porte rosse dei vagoni che passavano velocemente davanti a noi.
"Dai su,entriamo da quella parte"Mi incitò Julia.
I sediolini erano suddivisi in due file,una a destra e una a sinistra.Io mi sedetti sul sediolino della fila destra,vicino al finestrino e Julia di fronte a me. Stetti in silenzio tutto il tempo,mentre ascoltavo l'mp3.Non è mia abitudine parlare quando sto in treno,nel bus o in auto.Preferisco affogare nei miei pensieri,mentre osservo il paesaggio che scorre velocemente dal finestrino.Mi rilassa molto e mi fa riflette su cose magari che mi sfuggono ogni tanto. Finalmente arrivammo a destinazione.
"Sabry,siamo arrivate".
La stazione era sotto una galleria e per raggiungere la spiaggia bisognava scendere molte scale,per non contare anche quelle del lido stesso.La cosa che odiavo era risalirle.
Scese le scale,arrivammo avanti al lido e vedemmo Luca ed Enrico. Gli andammo incontro.
"E Francesco?"Chiesi stupita.
"Ha detto che non si sentiva bene,ma in realtà non voleva venire"Mi rispose Luca.
"Come mai?Siamo comunque rimasti amici"
"Sai com'è fatto,è complessato per colpa tua.Ora ha paura di vederti perchè pensa poi di ferirti.Non è molto esperto di queste cose,non sa come uscirne fuori"Disse con tono altezzoso Luca.
"Mah...io veramente nemmeno lo sto più sentendo,quindi non vedo il motiv..."
"Lascia stare Sabry,ha i complessi in questo momento"Tagliò corto.
Arrivammo alla biglietteria e pagammo il biglietto.
"Sono € 8,00 a persona"
Ci sistemammo al solito posto,ovvero su un soppalco poco distante dal bar,dove c'erano tavoli e sedie. Posammo le borse e i vestiti nel guardaroba custodito e dopo che Julia mi spalmò tre litri di protezione sugli omeri e dietro le spalle,facendomi diventare praticamente bianca,posai gli occhiali sul tavolino e ci tuffammo a mare. Io e Julia eravamo solite a tuffarci dalla scala vicino alla piscina termica,la quale era alta almeno due metri.C'era sempre qualcuno che mi incoraggiava a farlo,essendo una persona abbastanza timorosa.
"Dai,buttati!"Urlava Enrico.
"Ce la puoi fare!"Diceva Julia
E fu così che mi tuffai.
"Andiamo alla grotta" Suggerii.
Nuotammo fino alla grotta che si trovava vicino ad una spiaggia privata di un centro termico. Quante volte,insieme a Julia e a sua sorella abbiamo fatto irruzione nelle piscine private!
"Guarda!C'è ancora l'acqua che scorre dall'alto!"
In realtà era lo "scarico" delle acque termali del centro.
"E' gelata!Ma l'adoro da impazzire!" Dissi.
Scoppiammo a ridere.Uscimmo dalla grotta e nuotammo verso la nostra spiaggia. Dopo un po' ci fermammo sulla riva ciottolosa e passammo il tempo.
"Sabry,io salgo perchè ho intenzione di abbronzarmi un po' "Disse Julia.
"Salgo anch'io"Aggiunse Enrico.
"Tu che fai?"Mi chiese nuovamente Julia.
"Non so..."
"Rimaniamo un'altro po' "Rispose Luca al posto mio.
Tacqui.E ora cosa voleva da me?
"D'accordo allora ci vediamo su"
Si avviarono.Luca si avvicinò a me.
"Senti,vogliamo andare di nuovo nella grotta così stiamo un po' da soli..."
"No,meglio di no dai"
"Perchè?Eddai che ci divertiamo"
"Non voglio,mi scoccio"
Mi guardò,mi sorrise e non appena mi girai per andarmene,mi prese per i fianchi,mi alzò in aria e mi spinse sott'acqua.Presa alla sprovvista,affannai e per risalire a galla sbattei il piede vicino ad uno scoglio che stava sott'acqua. Sentii un dolore pazzesco,ma continuai a nuotare,fino ad arrivare in superficie.
"Cazzo che male!Mi son fatta male!"
"Che hai fatto?"
"Ho sbattuto il mignolo vicino ad uno scoglio...ma è gonfio!"
"Tranquilla,è la botta.Dai saliamo che ci staranno aspettando"
Io non lo capivo.Non riuscivo davvero a capire i suoi pensieri;prima gli piaceva Julia,poi ci provava con me...mah.Dolorante,mi spinsi fino al soppalco,dove c'era Julia stesa sull'asciugamano,esposta al sole,insieme ad Enrico,mentre ascoltavano la mia borsa-stereo.
"Julia mi son fatta male"
"Come?"
"Sbattendo il piede contro uno scoglio"
"Stai tranquilla" Mi interruppe Luca "E' solo una botta,è normale che provi dolore.Aspetta un po' e vedrai che passa"
"Sì lo so,ma mi fa male!"
"Dai vieni vicino a me"
Ci andai. Mi distesi vicino a lui e con occhi chiusi ascoltavo anch'io la musica,scambiando qualche chiacchiera con gli altri.Il tempo passò,ma il dolore iniziava ad aumentare:qualcosa mi diceva che non era una semplice botta.
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