Another Fairy Tale

di Argorit
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un'altra alleanza ***
Capitolo 2: *** Un pessimo inizio ***
Capitolo 3: *** Prima lotta. Vediamo la vostra forza! ***
Capitolo 4: *** Un momento d'imbarazzo e una seduta d'allenamento ***
Capitolo 5: *** Uno schiaffo al tramonto e una promessa di guardare al futuro ***
Capitolo 6: *** Lezioni al chiaro di luna ***
Capitolo 7: *** Attacco a sorpresa ***
Capitolo 8: *** La spada degli dei ***
Capitolo 9: *** Un brandello di passato ***
Capitolo 10: *** Nel cuore del territorio nemico ***
Capitolo 11: *** Heaven passa all'attacco ***
Capitolo 12: *** Spada contro spada ***
Capitolo 13: *** Ghiaccio e acciaio ***
Capitolo 14: *** Un'identica solitudine ***
Capitolo 15: *** Caccia la mago della pietra ***
Capitolo 16: *** La dama degli incubi ***
Capitolo 17: *** Il drago, la stella e il demone ***
Capitolo 18: *** La voce dell'Imperatore ***
Capitolo 19: *** La viverna ***



Capitolo 1
*** Un'altra alleanza ***


                                                                         UN’ALTRA ALLEANZA
 
Ma(Makarov): «Stavolta sarà molto più pericoloso della faccenda di Oraciòn Seis. Il nemico è molto più forte e numeroso.»
Makarov scrutò con serietà i membri più forti della sua gilda.
Ma: «Natsu, Gray, Lucy, Wendy, Gazille, Erza, vi siete ripresi dalle ferite riportate ad Edoras?»
Gli interessati annuirono. Ferite del genere erano roba da nulla per loro.
Ma: «Mira, Elfman, Lluvia, sono lieto che abbiate accettato di partecipare. Ci servono davvero tutti i maghi possibili. Quanto a te Laxus…»
Il master di Fairy Tail guardò suo nipote, recentemente riammesso in gilda.
Ma: «bada di non creare problemi, chiaro?»
Il biondo si limitò ad agitare una mano in cenno di assenso.
Er(Erza): «Master, è davvero necessario un tale spiegamento di forze?» Chiese, esplicitando i pensieri di tutti.
Il vecchio sospirò con amarezza.
Ma: «Purtroppo si, anzi, noi da soli potremmo non farcela. Proprio per questo, durante l’ultima assemblea dei master abbiamo deciso di formare un’altra alleanza. Stavolta le gilde interessate saremo noi, Hibiki di Blue Pegasus, che ci fornirà tutte le informazioni che ci occorrono, Jura e Leon di Lamia Scale, che forniranno supporto nelle retrovie e, in via del tutto eccezionale, un membro della gilda di mercenari Dark Phoenix.»
Lu(Lucy): «Dark Phoenix!?» Sbottò, facendo sobbalzare i propri compagni, scettici all’idea che un solo mercenario sarebbe stato utile in uno scontro contro una gilda di maghi.
Mi(Mirajane):«Li conosci?»
Na(Natsu): «Chi se ne frega!? Ho già messo fuori combattimento dei mercenari, sono incredibilmente scarsi!» Sbraitò, eruttando fuoco e fiamme al ricordo della missione che aveva compiuto mesi addietro con Lucy alla villa del duca Ebaloo.
Lu: «Non provare nemmeno a pensare di paragonare i Lupi del Sud ai Dark Phoenix, sono come il cielo e la terra.»
Messo a tacere Natsu, Lucy si rivolse al master.
Lu:«Chi è il loro membro designato?»
Ma:«Usui Shin»
Lu:«Il dio della luce» La ragazza tremò da capo a piedi.
Gr(Gray):«E’ forte?» Ancora non riusciva a comprendere il perché del comportamento della sua compagna. In fondo si trattava di un semplice mercenario, una persona senza magia. Quanto potente poteva essere?
Lu:«E’ un autentico mostro. Conoscete la gilda oscura Mantis Cross?»
Ga(Gazille):« Quella che contava oltre mille membri, tra cui dieci maghi di classe S? Che centra ora?
Lu:«Usui Shin è quello che, da solo, ha annientato i dieci maghi, permettendo ai cavalieri runici di arrestare gli altri membri della gilda.»
Er: «D-dieci classe S, da solo?» Era basita. Conosceva una decina di maghi che ne sarebbero stati in grado. Gildarts e il master, ad esempio, ma che un non-mago avesse compiuto un’impresa del genere era a dir poco incredibile.
W:«Ho un po’ paura a lavorare con una persona del genere»
Ga:«Non devi mica venire per forza»
Ma:«Basta con le ciance. Partirete domattina. A cinquanta miglia a Sud-Est di Magnolia c’è la città portuale di Avis. Andrete lì, incontrerete Usui, e partirete a bordo del Cristina.
La(Laxus):«L’obbiettivo?»
Ma:«La gilda oscura Heaven e il dispositivo che stanno cercando. È un artefatto di Zeref, ma Hibiki ancora non ne ha scoperto le funzioni. Non permettete che se ne impossessino, chiaro?
Tutti: Si, master!
Ma:«E mi raccomando, tornate tutti quanto sani e salvi.» Sussurrò al vento mentre quelli che considerava suoi figli partivano per la missione più pericolosa della loro vita. Una volta di più, Makarov maledì il suo cuore ormai debole, che gli impediva di prendere parte attivamente.
 
                                                              ******************
 
Gr:«Dove diavolo è finito quel tipo? Io qui sto morendo di caldo e lui che fa? Arriva in ritardo!»
Ll(Lluvia):«Bevete questo Gray-sama.»
Lluvia, come suo solito, si era avvicinata a Gray porgendogli, premurosa, una bibita fresca, che il ragazzo tracannò con foga.
Na:«Dove diavolo è!? Voglio combattere!»
?:«Non avere troppa fretta di crepare Salamander»
Natsu sobbalzò, voltandosi per fronteggiare un potenziale nemico, i pugni già rivestiti di fuoco. La voce, tuttavia, parlò di nuovo alle sue spalle, come se lo sconosciuto si fosse teletrasportato. Eppure il dragon slayer non aveva percepito alcuna magia attivarsi.
?:«Dovresti diventare più veloce. Se questo è il tuo massimo, morirai prima ancora di accorgertene.»
Gr:«Dovresti almeno presentarti prima di impartire lezioni. ICE MAKE GAYSER! CAGE!»
Decine di spuntoni di ghiaccio spuntarono dal suolo, stringendo lo sconosciuto in una gelida morsa.
Gr:«Ben ti sta»
?:«Fragilina per essere una gabbia.»
Un sibilo furioso fendé l’aria, e la prigione di ghiaccio esplose in migliaia di minuscoli frammenti. Uno di essi schizzò verso Gray, graffiandogli la guancia con uno dei bordi affilati.
Ll:«Gray-sama! C-come hai osato?
Lo sguardo della ragazza si fece duro come la pietra, mentre le acque del vicino mare iniziarono a sollevarsi e a ribollire, spinte dalla sua furia.
?:«Che ne dice se la finiamo qui, Titania? Non mi piacciono i combattimenti inutili, specie se i miei avversari in teoria dovrebbero essermi alleati.
El(Elfman):«Che faccia tosta! Se sei un uomo, combatti!»
Na:«Ti carbonizzo bastardo.»
Gr:«Scordatelo fiammifero. Sto stronzo è mio.»
Er:«Basta!»
L’urlo tonante di Erza bloccò i tre un istante prima che si lanciassero all’attacco.
Er:«Chi sei?»
Lu:«Usui Shin, il dio della luce di Dark Phoenix, giusto?
Lo sconosciuto si alzò il cappuccio che gli copriva il volto, scoprendo una spettinata zazzera biondo grano, e piantando due luminosi occhi cremisi in quelli dei presenti. A loro volta, i maghi di Fairy Tail, Erza in primis, stentavano a credere che quel ragazzo, dal volto delicato e infantile, e le labbra atteggiate come in un eterno sorriso, potesse essere il numero uno di una gilda di mercenari, categoria nota per la loro spietatezza.
Senza, tuttavia, badare agli sguardi shockati dei presenti, Shin tese una mano verso Erza, rivolgendole un sorriso a trentadue denti.
Sh(Shin):«Piacere di conoscerla, Scarlet-san»
Er:«P-piacere mio, e chiamami solo Erza. Non amo le formalità.»
Sh:«Davvero? Grazie! Sai, devo dire che sei molto più bella di quanto non mi aspettassi, dalle descrizioni che mi hanno fatto di te mi aspettavo una specie di armadio a tre ante con un’ascia da battaglia per mano.
Il viso di Erza divenne istantaneamente dello stesso colore dei suoi capelli. Il sorriso di quel ragazzo la metteva stranamente a disagio: era sincero e aperto come quello di Natsu, ma in esso c’era con un sottofondo che, sul momento, non riuscì ad identificare.
Scrollò il capo, cercando di tornare padrona di sé.
Er:«G-grazie. Anche tu non hai l’aspetto che mi ero immaginato.
Ga:«Ci decidiamo a partire? O dobbiamo forse diventare vecchi qui?»
Er:«Uh? Ah, si! Tutti a bordo.»
Mentre il gruppo, capitanato Da Erza, si apprestava a salire sull’appena riparato Cristina, il bombardiere magico gentilmente offerto da Blue Pegasus, Laxus si avvicinò a Shin.
La:«Cosa stai tramando Shin?»
Sh:«E’ così che mi saluti dopo due anni che ci conosciamo, Laxus?»
La:«Visto che l’ultima volta che ci siamo visti hai praticamente messo KO l’intero Commando del dio del fulmine, si, ti saluto così. Perché non hai steso Natsu e Gray? Avresti potuto farli fuori in mezzo secondo.»
Sh:«Forse, ma non sono un pazzo omicida. E poi non volevo correre il rischio di far incazzare tuo nonno: quel vecchietto fa paura.»
La:«Capisco. Parlando d’altro, secondo te quante possibilità abbiamo?»
Shin sospirò, scuotendo il capo.
Sh:«Ben poche. Tu ed io ce la caveremo, ma già Erza e Mira-san avranno delle difficoltà ad uscirne tutte intere. Per quanto riguarda gli altri, temo che molti di loro non sopravvivranno. Salamander è troppo lento, e non ha nemmeno il 10% della forza che dovrebbe possedere a quest’età. Stesso discorso per il Testuryuu(Drago d’acciaio). L’alchimista del ghiaccio, la donna d’acqua, la maga degli spiriti stellari e il Take Overer hanno potenziale da vendere, ma avrebbero bisogno di un buon maestro. La Tenryu(Drago del cielo), poi, non ha abilità offensive. Sarà del tutto inutile.»
La:«Vedo che la tua abilità di valutazione non è scemata per nulla eh? Wendy, però, sa usare la Tenkuu Mahou (Magia curativa), quindi è tutt’altro che inutile.
Sh:«Forse, ma questo lo vedremo alla prima battaglia.»
Mi:«Laxus, Usui-san, salite?»
Laxus sbuffò, dirigendosi verso il Cristina, seguito da Shin.
La:«Un’ultima cosa: non sottovalutare Natsu, non sai niente di lui.»
Detto questo accellerò il passo.
Sh:«Sei tu che non sai nulla, falso drago. Il figlioccio di Igneel ti ha mostrato appena una briciola del suo potere. Giusto una scaglia della disperazione chiamata “draghi”.»

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Capitolo 2
*** Un pessimo inizio ***


                                                                    Un pessimo inizio

 

Sh:«Gray-san, Salamander-san, è proprio necessario?»

Gr&Na:«Si!»

Na:«Te lo faccio vedere io chi è lento!»

Shin sospirò. La riteneva una cosa abbastanza inutile, ma se non altro avrebbe fatto capire a quei due i propri limiti.

Na:«Arrivo! Karyuu no tekken (Pugno d’acciaio del drago di fuoco)»

Natsu si scagliò in avanti, sferrando un pugno infuocato contro il biondo, che si limitò a piegare la testa di lato, schivando il colpo senza difficoltà. Poi, sollevando la mano aperta, afferrò il Dragon Slayer per il volto e lo scaraventò contro la parete della nave. L’impatto fu così potente da piegare il metallo rinforzato di cui era composta quest’ultima.

Gr:«Bella prova fiammifero. ICE MAKE! CANNON!»

Un proiettile di ghiaccio volò ad altissima velocità contro il mercenario, il quale afferrò l’elsa della spada che portava legata al fianco e, senza neanche estrarla, fece a pezzi il colpo di Gray.

Gr:«Ma come cazzo ha fatto?»

Na:«Non lo so, ma quel tipo è davvero forte»

Shin li fissò, bloccandoli al loro posto. Sebbene il suo volto non avesse perso nemmeno per un istante il sorriso, il suo sguardo era diventato come una lama.

Sh:«Prendetelo come il consiglio di un senpai: anche se attacchi, non è detto che tu riesca a colpirlo; e solo perché tu non riesci a vederlo, non significa che non ci sia stato»

Il mercenario sparì dalla loro vista, ricomparendo alle spalle dei due maghi. I ragazzi provarono a contrattaccare, ma Shin li colpì simultaneamente con i pugni, catapultandoli in aria come pupazzi.

Il rumore degli impatti riverberò per tutto il bombardiere, facendo accorrere Erza e Lluvia, che si trovavano nelle vicinanze.

Er:«Che succede qui?»

Ll:«Gray-sama!»

Erza usò il riequipaggiamento, evocando una spada che puntò alla gola di Shin.

Er:«Ti rifaccio la domanda: cosa è successo?»

Sh:«Nulla di che. Quei due hanno insistito per battersi e alla fine io ho accettato. Non temere: li ho stesi, ma a breve dovrebbero riprendersi»

Ll:«Tu! Maledetto!!»

Lluvia si scagliò contro Shin, tramutando il proprio corpo in acqua.

Er:«Lluvia, calmati!»

Sh:«Ti farai male donna della pioggia»

Ll:«Il corpo di Lluvia è fatto d’acqua. Non puoi colpirmi!»

Shin alzò gli occhi al cielo. Perché la gente non ascoltava mai? Si piazzò davanti alla ragazza, ponendo in avanti la mano sinistra. A Erza parve di vedere una sottile corrente di energia azzurra scorrere attorno al braccio destro del ragazzo, ma non appena sbatté le palpebre sparì.

Ll:«Water Slicer (Tagliatrice d’acqua)»

Sh:«Genso doki. Mizu. Deep-breaker!(Sincronia elementare. Acqua. Spacca-abissi!)»

Il palmo aperto di Shin colpì le lame d’acqua di Lluvia, disperdendole in migliaia di goccioline, e raggiunse la ragazza, ma, anziché attraversare il suo corpo come Erza si aspettava, la mandò a scontrarsi con il soffitto, tramortendola.

Sh:«Forse ho un po’ esagerato»

Prima che anche Erza, in un impeto vendicatore, decidesse di battersi con lui, la superò e lasciò la stanza, dirigendosi verso l’infermeria del Cristina. Era deluso e preoccupato: li aveva persino sopravvalutati. Non era difficile che sopravvivessero tutti, era impossibile. Erano troppo deboli, e non sapevano sfruttare a pieno i propri poteri. Lui e Laxus avrebbero avuto il loro bel da fare per sopperire alle mancanze dei propri alleati.

Erza, invece, gli sembrava di gran lunga più interessante. Aveva talento da vendere, e quando le aveva stretto la mano aveva percepito una grande quantità di energia magica latente. Se qualcuno le avesse insegnato qualche tecnica di scherma decente, sarebbe diventata davvero forte. Inoltre, e Shin stesso fu sorpreso di quel pensiero, era davvero una bella ragazza. Non gli sarebbe per nulla dispiaciuto conoscerla meglio.

Male che andava non sarebbe cambiato nulla rispetto la situazione di partenza.

Con un sorrisino che chiunque avrebbe definito “inquietante all’inverosimile”, decise che ci avrebbe provato.

 

                                                      ********************************

 

Nel frattempo Lluvia, Gray e Natsu, accuditi da Erza, stavano riprendendo i sensi.

Gr:«Merda, ma che è quel tipo?»

Ll:«E’ riuscito a colpirmi a mani nude. È la prima volta che a Lluvia succede una cosa del genere»

Na:«Maledizione! Vado a chiedergli la rivincita. Stavolta vincerò»

Lu:«Perderai ancora»

Er:«Lucy! Da quanto sei lì?»

Lu:«Da un po’. Come stai Lluvia?»

Ll:«Mi fa un po’ male lo stomaco, ma per il resto sto bene.

Na:«Che vuoi dire Lucy? Che non ho possibilità di batterlo? Gray, di qualcosa anche tu»

Gr:«Spiacente Natsu, ma Lucy ha ragione. Quel tipo ci ha steso senza nemmeno pensare di fare sul serio. Non abbiamo speranze»

Offeso per la mancanza di supporto, Natsu mise il broncio, borbottando frasi sconnesse.

Gr:«Lucy, tu sai che tecnica usa? Era velocissimo»

La bionda corrugò la fronte nello sforzo di ricordare cosa aveva letto tempo prima sulle riviste.

Lu:«Se non sbaglio usa arti marziali orientali: lo Shinko(Movimento divino), una tecnica di movimento ad alta velocità, e il kendo, anche se non so a che scuola appartiene»

Er:«E come ha fatto a colpire Lluvia?»

Lu:«Non ne ho idea, mi dispiace. Non circolano molte informazione su di lui.

La:«A questo posso rispondere io»

I quattro si voltarono simultaneamente verso Laxus, incuriositi dalle parole del ragazzo.

La:«Il nome della sua tecnica speciale è Genso Doki(Sincronia elementale). Sfruttata a dovere, permette di contrastare o neutralizzare qualunque incantesimo.»

Er:«E tu come lo sai?»

La:«Due anni fa io e il Raijinshuu(Armata del dio del fulmine) fallimmo una missione, ricordi?»

Lu:«Voi avete fallito un incarico!?»

Er:«Si, mi ricordo. Natsu vi prese in giro per un mese»

La:«Non me lo ricordare. Comunque, fu per causa di Shin. Mise K.O. Evergreen prima ancora che si togliesse gli occhiali. Bixlow prese tante di quelle legnate che da non riuscire più neanche a parlare. Così, però, diede almeno il tempo a Freed di tracciare le sue rune e intrappolarlo. Pensavamo di aver vinto, ma Shin disintegrò la barriera senza problemi. Freed fu così scioccato da non riuscire a reagire all’attacco. Il tutto è avvenuto nel giro di un paio di minuti»

Gr:«E tu che stavi facendo nel frattempo?»

Laxus s’irritò a quell’affermazione. Lui ci teneva ai propri compagni, anche se, forse troppo spesso, in passato le sue azioni avevano dimostrato il contrario. Da quando era stato riammesso in gilda molti l’avevano perdonato senza problemi, ma non mancavano le occasionali frecciatine.

La:«Naturalmente l’ho attaccato anch’io, ma lo Shinko era tremendamente superiore al mio fulmine. Ci siamo scontrati per quasi venti minuti e, se non fossimo stati interrotti dal crollo del palazzo, mi duole ammettere che probabilmente avrei perso»

Lu:«Persino tu Laxus? Ma non ha un punto debole quel tipo?»

Sh:«Sono allergico alle mandorle e non ho molta resistenza. Usare lo Shinko e il Genso Doki consuma in fretta le mie energie. Posso combattere a piena potenza solo per un’oretta, poi comincio a stancarmi»

Tutti si voltarono verso la porta, fissando attoniti uno Shin che, reggendo una cassetta del pronto soccorso, aveva rivelato come se nulla fosse il proprio tallone d’Achille.

Er:«Sicuro di potercelo dire così? Un giorno potremmo essere nemici»

Shin scaricò la cassetta a Lucy, che si apprestò a medicare i propri compagni, e si affiancò ad Erza, circondandole le spalle con un braccio.

Sh:«Spero di no Erza-chan, mi si spezzerebbe il cuore a farti del male»

Disse scoccandole un bacio sulla guancia, facendo virare il colorito della ragazza verso un acceso rosso pomodoro.

Er:«M-ma che fai?»

Shin le rivolse un sorriso se possibile ancora più aperto dei precedenti.

Sh:«Nulla di che. Ho semplicemente deciso che mi piaci e che farò di tutto per conquistarti»

Le mascelle dei presenti calarono per venti centimetri buoni alla dichiarazione del ragazzo.

Lucy guardò Erza, che sembrava essersi pietrificata per l’imbarazzo. Era sadicamente divertente vedere la grande Titania arrossire come una bambina, ma Lucy era anche preoccupata:Erza aveva sofferto terribilmente per la perdita di Gerard, e temeva che le ancora fresche ferite di quell’evento si riaprissero, facendola soffrire.

Er:«M-ma che dici? Ci conosciamo appena!»

Sh:«Sei bella, forte e intelligente. In più hai anche un gran cuore e tieni ai tuoi compagni. Per me questo è più che sufficiente»

Na:«Senti un po’ tu, ti sembra normale parlare così dopo averci…»

Una violenta vibrazione scosse il Cristina, bloccando lo sfogo d’ira di Natsu.

Gr:«Che diamine succede?»

La:«Percepisco un violento potere magico sull’ala destra.

Sh:«Siamo sotto attacco. Hanno fatto presto»

Er:«Muoviamoci»

Quasi si trascinò dietro gli altri di peso. L’ultimo a lasciare la stanza fu Shin, deciso ad approfittare della situazione per vedere come se la cavavano in una battaglia reale i suoi alleati.

Sh:«Sono curioso di vedere quanto sei forte, Erza»

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Capitolo 3
*** Prima lotta. Vediamo la vostra forza! ***


 

                                                                Prima lotta. Vediamo la vostra forza!

 

 

 

Il gruppo di Erza arrivò sul luogo dello scontro in pochi minuti, trovandovi Mirajane ed Elfman già trasformati e pronti a combattere. Una paratia del Cristina che saltò in aria annunciò anche l’arrivo di Gazille, seguito a ruota da Wendy e Panterlily.

I nemici si fecero avanti. Una bambina dai corti capelli rosa si presentò come Alexis, seguita da quella che, sembra ombra di dubbio, era la sua gemella, in quanto differiva dall’altra solo per il taglio di capelli, tenuti lunghi. Disse di chiamarsi Misha.

L’ultimo membro degli invasori era un uomo alto e muscoloso, con due enormi razzi attaccati dietro la schiena e un’insolita faccia da gufo.

Ci(Civetta):«Ci incontriamo ancora, Salamander. Questa volta la giustizia trionferà. Hoo Hoo Hooth»

Na:«Chi accidenti sei?»

Gr:«TE NE SEI SCORDATO!? È QUELLO CHE TI HA INGOIATO NELLA TORRE DEL PARADISO, IDIOTA!»

Ci:«Ti sei dimenticato di me? Hoo Hoo Hooth, che maleducato»

Al&Ms:«Smettila di perdere tempo. Attacchiamo»

Ci:«Come volete. Hoo Hoo Hooth, Justice Rocket Launcher»

I razzi sulla sua schiena si aprirono, lasciando fuoriuscire un ingente numero di missili, che si diressero ad alta velocità contro i maghi di Fairy Tail»

Er:«Kansou. Kongou no yoroi(Riequipaggiamento. Armatura adamantina)»

Erza evocò l’armatura, parando alcuni dei missili senza riportare danni. I restanti, però, si bloccarono a metà e cominciarono a muoversi in circolo intorno ai maghi, come se cercassero una falla nella difesa di Titania.

Ci:«I miei missili sono molto intelligenti, e non si fermeranno finché non vi avranno annientato»

Mi:«Allora basterà eliminare te»

Mira scattò in avanti, colmando il più in fretta possibile la distanza che la separava da Civetta. Caricò un colpo con tutta la forza del Satan Soul e mirò alla testa, intenzionata a porre fine alla faccenda con un'unica mossa. Civetta però attivò i razzi, spiccando il volo.

Shin, dall’alto del ponte superiore del Cristina, osservò con un certo grado di compiacimento la prontezza di riflessi di Erza, e approvò la decisione di Mirajane, sebbene pensò che la ragazza avrebbe potuto agire con un tempismo migliore. Fu divertimento, invece, l’emozione che lo dominò quando Natsu si gettò di propria iniziativa sui missili, causandone l’esplosione, che poi divorò con foga. Quel ragazzo non conosceva il significato della parola “prudenza”.

Forse li aveva giudicati un po’ troppo severamente. Avevano una buona sincronia, e riuscivano a colmare reciprocamente le proprie debolezze.

Decise di aver osservato abbastanza le capacità combattive dei suoi alleati e si preparò a scendere in campo.

Ci:«Hoo Hoo Hooth. Ecco un altro malfattore. Distruggetelo, miei missili! Heavy Rocket Launcher»

La quantità di missili rilasciata fu dieci volte superiore a quella rilasciata durante il precedente attacco, ma Shin non sembrava per nulla preoccupato. Afferrò la spada, e con un solo movimento tranciò ogni singolo missile in tre parti, separando propulsore, detonatore e carica esplosiva.

Ci:«Impossibile! Neppure Ikaruga-san è in grado di bloccare tutti i miei colpi in un’unica mossa»

Sh:«Ah si?»

Shin si sincronizzò con la terra, prendendo il controllo della forza di gravità.

Sh:«Genso Doki. Tsuchi. Ue kara no shi(Sincronia elementale. Terra. Morte dal cielo)»

Un peso tremendo schiacciò al suolo Civetta, incrinando il ponte inferiore del Cristina. Il metallo dei razzi si piegò, accartocciandosi come una fisarmonica. Le ossa dell’assassino scricchiolarono, e il sangue cominciò a fuoriuscire dai pori del suo corpo, spinto dalla pressione dell’aria sovrastante.

Er:«Shin, smettila o lo ucciderai!»

Sh:«E con ciò?»

Er:«Non è necessario ucciderlo, è sufficiente renderlo impossibilitato a combattere!»

Il sorriso svanì dal volto di Shin, ed Erza riuscì per la prima volta a scorgere l’oscurità che si celava nel cuore di quel ragazzo. Capì che, nonostante l’espressione perennemente allegra, il biondo era in grado di uccidere senza battere ciglio.

Non si sarebbe fermato per nessun motivo.

Er:«Shin…»

Sh:«Non distrarmi Erza. Questa tecnica è complessa, e non credo tu possa darmi un valido motivo per risparmiare questa feccia»

Fu la conferma di ciò che Erza temeva di più. Non le restava che giocarsi l’ultima carta che aveva, per quanto imbarazzante fosse.

Er:«Shin, hai detto che ti piaccio, giusto?»

Il biondo le rivolse la sua migliore occhiata da “e cosa centra adesso?”.

Er:«Allora non sporcarti inutilmente le mani di sangue. Ne ho già visto abbastanza in vita mia. Ti prego, farò tutto quello che vuoi, ma risparmialo»

Shin sospirò. Non aveva scherzato per nulla. Desiderava davvero perforare la corazza che la rossa aveva posto intorno al suo cuore.

Decise dunque di accontentarla e di annullare la sua tecnica, ma non poté esimersi dall’avvicinarsi all’assassino per sussurrargli una minaccia.

Sh:«Stavolta devi la vita ad Erza. Bada bene di non capitare più sulla mia strada, o la prossima volta non sarai così fortunato»

Quando passò vicino ad Erza, la ragazza lo ringraziò.

Er:«Come posso sdebitarmi?»

Shin ci pensò un po’ su prima di risponderle con un’espressione maliziosa.

Sh:«Chiederti il tuo eterno amore sarebbe troppo, vero? Allora  mi accontenterò di questo»

Senza darle il tempo di replicare, il biondo si sporse in avanti e le diede un bacio a fior di labbra, lasciando la rossa basita.

Al&Ms:«Wow, siete in gamba. Ma noi siamo su un altro livello. Siamo tra le più forti assassine della nostra gilda»

Sguainarono due lunghi pugnali gemelli da dietro la schiena e si lanciarono all’attacco, schivando con agilità un assalto combinato di Natsu e Gray.

Indecise su chi uccidere per primo, puntarono infine verso Wendy, ma si scontrarono con la ferrea difesa di Gazille, che spezzò le loro armi con un unico, potente colpo. La corazza del Dragon Slayer del ferro, tuttavia, accusò l’attacco, e l’uomo riportò delle profonde ferite ai fianchi.

Al&Ms:«La tua corazza è piuttosto debole, eh mago?»

Ga:«Cough. Forse, ma intanto ora siete disarmate»

Al:«Disarmate?»

Ms:«Non crediamo proprio»

I due pugnali tremolarono, e il metallo cominciò a rigenerarsi. In breve tempo le armi tornarono alle loro condizioni di partenza, come se non fossero mai state infrante.

Al&Ms:«Visto?»

La:«Si, ho visto. Tutto qui?»

Le due bambine si voltarono all’unisono verso Laxus, tentando di trapassargli il ventre, ma il ragazzo si trasformò in fulmine, e tutto ciò che colpirono fu il vuoto.

Tornando materiale, il biondo sparò un violento raggio elettrico contro le assassine, mettendole al tappeto.

La:«Portiamoli tutti dentro. Il falso pennuto di sicuro non si riprenderà tanto presto, ma queste due non le ho colpite così forte. Prima le consegniamo ai cavalieri runici, meglio è»

Mi:«Il Cristina ha un’unità di trasferimento, possiamo usare quella. Elfman, portali dentro»

El:«Si nee-san»

Sh:«Beh, se volete scusarmi, vado a schiacciare un pisolino. Erza-chan, ci vediamo dopo, ok?»

Na:«Quel tipo è completamente fuori di testa»

Gr:«Ma è anche incredibilmente forte. Piuttosto Erza, va tutto bene?»

Er:«B-beh, ho chiesto io cosa volesse come ringraziamento, quindi non posso lamentarmi»

Lu:«Suvvia Erza, che vuoi che sia. Mica è il tuo primo bacio, no?»

Er:«Ehm, a dire il vero si»

Na&Gr&Lu:«EEEH?!»

Er:«Che c’è di strano? Ho sempre passato il tempo a combattere e allenarmi, quindi non mi sono mai dedicata a queste cose»

Lu:«Però amavi Gerard»

Si pentì subito di averlo detto. Lo sguardo di Erza si fece più cupo, e il suo viso s’intristì.

Er:«Non è così. Io ammiravo Gerard. Per me era un punto di riferimento, un leader e un amico. Provavo qualcosa per lui, ma alla fine non sono stata capace di metterlo davanti ai miei compagni»

Lu:«Vuoi che chieda a Shin-san di lasciarti in pace?»

La rossa scosse il capo.

Er:«Non preoccuparti. Una promessa è una promessa, e poi non posso continuare a farmi ossessionare dal passato»

Lu:«Beh, se non altro Shin-san è carino. Pensa se assomigliava ad Ichiya»

Un brivido di terrore puro attraversò la schiena di Erza, mentre gli altri scoppiarono a ridere, divertiti dalla reazione della ragazza.

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Capitolo 4
*** Un momento d'imbarazzo e una seduta d'allenamento ***


                                                          Un momento d’imbarazzo e una seduta d’allenamento
 
Mi:«Trasferimento iniziato. Scomposizione avviata»
La luce si diffuse all’interno della teca di vetro contenente gli assassini, e i loro corpi iniziarono a scomporsi i dati, per poi essere assorbiti da una Lacrima posta in alto.
Mi:«Hibiki-san, procede tutto bene?»
Hibiki, in diretta sugli schermi della sala comandi del Cristina, pigiò un paio di pulsanti, controllando lo stato del trasferimento dalla base operativa centrale dei Blue Pegasus.
Hi:«Linea di trasferimento agganciata. Inizio la ricomposizione. 10%; 20%; 60%. Trasferimento completato con successo. Faremo in modo di consegnarli ai cavalieri runici il prima possibile»
Er:«Come sta il mezzo pennuto?»
Hi:«Male, ma non è in pericolo di vita. Però è stato fortunato: pochi secondi in più, o un lieve aumento della forza e avreste dovuto lavarlo via dal ponte con lo straccio.
Erza trasse un sospiro di sollievo: Shin non lo aveva ucciso né menomato. Salutò Hibiki e si allontanò.
Lu:«Dove vai?»
Er:«A dare la notizia a Shin»
Lucy le rivolse il sorriso più malizioso che le riuscì.
Lu:«Oh, oh. Quel bacio ha fatto colpo eh?»
Er:«M-ma che dici?»
Non riusciva a capacitarsi di come Lucy potesse pensare una cosa del genere. Certo, Shin era un tipo interessante, ed Erza non poteva dire che fosse un brutto ragazzo, ma ne doveva passare di acqua sotto i ponti prima che cominciasse a diventare qualcosa di più. Quel bacio l’aveva spiazzata, tutto lì.
L’espressione sul volto di Lucy e di buona parte dei presenti, però, lasciava intendere che non le avrebbero creduto per nulla al mondo, quindi finse indignazione e se ne andò, dirigendosi verso la cabina occupata da Shin.
Arrivatavi, bussò alla porta, ma, non ricevendo risposta, entrò, cercando di fare meno rumore possibile.
Trovò Shin disteso su una branda, immerso in un sonno profondo e tormentato. Si sedette con grazia accanto a lui, e gli passò delicatamente una mano tra i capelli madidi di sudore. Le venne quasi naturale carezzargli il volto. Quando si fu calmato, la rossa lo sistemò meglio, ridendo al pensiero di star accudendo un terribile guerriero come si poteva fare con un bambino.
Eppure un bambino Shin lo sembrava davvero, specie da addormentato, e nonostante la sua forza mostruosa le ispirava una tenerezza innata e uno strano senso di affinità. Se non avesse deciso di chiudere il suo cuore all’amore, forse le sarebbe potuto piacere.
Appena si fu ripresa dai suoi pensieri notò due sfavillanti occhi cremisi che la fissavano nella penombra. Imbarazzata, provò ad allontanarsi, ma Shin le afferrò il polso, tirandola verso di se.
Non seppe neanche lei come, ma si ritrovò lunga distesa su di lui, col viso a pochi centimetri di distanza dal suo.
Sh:«Volevi qualcosa Erza?»
Er:«S-si, ma non è che mi faresti alzare prima?»
Sh:«Devo proprio? Io così sto abbastanza comodo»
Sebbene sarebbe davvero stato contento di rimanere in quella posizione, notando che Erza era sull’orlo dell’ebollizione decise che forse era meglio non spingersi troppo oltre. Stava per togliere la mano dal suo fianco per consentirle di alzarsi, quando improvvisamente Lucy, Gray e Wendy entrarono nella cabina, trovandoli ancora l’una sull’altro.
Lu:«Ehm, scusate il disturbo ma…ecco…Hibiki ci vorrebbe parlare»
Dopo che la ragazza ebbe parlato i tre si defilarono alla velocità della luce, senza nemmeno ascoltare Erza che, quasi disperata, urlava loro che non era come sembrava.
Sh:«Beh, ormai la frittata è fatta. Vogliamo andare?»
Il ragazzo uscì dalla cabina tranquillo e sorridente, mentre Erza tremava al solo pensiero della tempesta di domande che le sue compagne le avrebbero scatenato contro più tardi. Appena arrivati alla sala comandi, però, l’espressione seria e tesa di Hibiki la distolse completamente dai suoi problemi. L’atmosfera era così cupa che persino il sorriso di Shin ne fu lievemente velato.
Hi:«Ben arrivata Erza. Shin-san, piacere di conoscerla. Mi dispiace avervi disturbato»
Sh:«Oh, non si preoccupi. Stavamo solo chiacchierando»
Il suo commento fu accolto da una selva di sguardi scettici, specie da parte dei tre che avevano assistito ad un frammento della loro “chiacchierata”.
Er:«Ora basta parlare di noi. Hibiki, dicci cosa hai scoperto»
Hibiki annuì, mandando sugli schermi del Cristina una serie di immagini di una semplice anfora, priva di qualsiasi segno particolare all’infuori dell’insolito colore bluastro.
Ga:«Cos’è»
Hi:«Non ha un nome preciso. È l’artefatto di Zeref che Heaven sta cercando. È praticamente sconosciuto, infatti ci ho messo giorni a reperire le informazioni del caso»
Sh:«Ma alla fine siete riuscito a scoprire qualcosa, no?»
Hi:«Si, è quello che ho scoperto mi ha fatto rimpiangere il Nirvana»
W:«Che intendi dire Hibiki-san?»
La:«Taglia corto Don Giovanni. Non abbiamo tempo da perdere»
Hi:«Va bene. Questo dispositivo, che per comodità chiameremo Zenit, è una specie di convertitore materia-energia-magia»
Er:«Cosa!?»
Hibiki inviò tramite Archive un video che mostrava l’attivazione del dispositivo.
Nello stesso istante in cui lo Zenit si avviò, un’intensa luce azzurra fuoriuscì dal dispositivo, risucchiando tutto ciò che era nel suo raggio d’azione.
Hi:«Come potete vedere, lo Zenit scinde la materia in energia pura, poi la assorbe e la converte in un particolare tipo di energia neutra, utilizzabile da chiunque»
Lu:«Non c’è modo di bloccare o arginare il processo?»
Hi:«No. Una volta attivato, tutto ciò che entra in contatto con quella luce viene trasformato e assorbito. Questo vale anche per la magia, quindi, una volta attivato, l’unico a poterlo fermare è colui che detiene il controllo sullo Zenit»
Sh:«Per cosa vogliono usarlo quelli di Heaven?»
Hi:«Non ne ho idea, ma con ogni probabilità intendono utilizzarlo per avere una fonte perpetua di potere magico. In ogni caso, quale che sia il loro scopo, non dovete lasciare che se ne impossessino. Passo e chiudo»
Mi:«Saremo a destinazione domani. Fino ad allora riposatevi»
 
                                    *********************************************
 
Na:«Allora, perché ci hai convocati qui?»
Shin aveva chiesto a lui e a Gray di raggiungerlo in una delle sale d’allenamento del Cristina. I due ragazzi, desiderosi di una rivincita, avevano accettato senza esitazione. A loro, poi, si era aggiunto anche Elfman che, con uno dei suoi soliti commenti sull’”essere uomo”, si era aggiunto alla comitiva.
Sh:«Sono sicuro che voi tre già lo sapete, ma ve lo dirò lo stesso: voi siete i componenti più deboli di questo gruppo»
Gr:«Che cosa?»
Sh:«Non ditemi che non è vero. Gray, il tuo ghiaccio ti offre un incredibile repertorio di attacchi, ma è fragile. Si spezza facilmente. Natsu, la forza dei tuoi attacchi non è poi così male, ma sei lento, e non riesci a gestire bene un nemico di alto livello, la tua fortuna è di avere molta stamina, ma non puoi continuare a incassare colpi all’infinito facendo affidamento sulla tua resistenza. In questa battaglia ci saranno molti nemici in grado di ucciderti con un colpo solo. Quanto a te Elfman, il Take Over è un ottimo incantesimo, ma tu hai una scarsa quantità di mostri tra cui scegliere, e l’unica creatura con cui puoi eseguire il Take Over completo è il “the beast”. Nonostante ciò non riesci a sfruttare nemmeno una parte del suo enorme potere distruttivo»
El:«Questo non è vero!»
Sh:«No, non puoi. O meglio, non lo fai. Ho fatto le mie ricerche. Nello scontro con “the beast”, dopo che hai perso il controllo in seguito al Take Over, nemmeno il Satan Soul di Mirajane-san è riuscito a tenerti testa. Tuttavia tu, per mantenere il controllo di te stesso, non puoi fare altro che ridurre al minimo la tua forza»
Na:«E Wendy, Gazille e Lucy? Loro non sono più forti di noi»
Sh:«No. Ma Gazille ha molta più esperienza in battaglia di voi. Lo prova il fatto che, benché ferito, ha pensato bene di spezzare le armi dei suoi avversari. Wendy, invece, non ha bisogno di combattere, quindi il fatto che sia debole non ha grande rilevanza. Per quanto riguarda Lucy, io purtroppo non sono la persona più adatta ad addestrarla. Per voi tre, invece, posso fare qualcosa»
Na:«D’accordo, non posso dire che tu abbia torto, ma non vedo come potremmo colmare le nostre lacune in poche ore»
Sh:«Questo è ovvio, ma, combattendo contro di me, avrete almeno modo di fare un po’ di pratica. Vi sarà senz’altro utile»
Na:«Quindi tutto quello che dobbiamo fare è combattere. Benissimo! Morivo dalla voglia di lottare di nuovo con te»
Senza aggiungere altro, Natsu scattò in avanti, seguito da Elfman. Gray, invece, rimase indietro.
Na:«Karyuu no tekken!
El:«Take Over! Bufalo nero»
I colpi dei due maghi caddero nel vuoto, poiché Shin spiccò un balzo, portandosi fuori dalla loro area d’attacco. Dopo di che il mercenario li colpì con un violento calcio al viso, rispedendoli al punto di partenza.
Gr:«Natsu, Elfman, tutto bene?»
Na:«Q-quasi»
El:«Il bastardo ha una forza bestiale»
Gr:«Dobbiamo agire insieme, o non la spunteremo mai»
El:«Quindi cosa facciamo?»
Gr:«Semplice: tu farai da esca, poi io lo bloccherò. Probabilmente si libererà dopo pochi secondi, quindi Natsu dovrà colpirlo il più in fretta possibile. Usa l’attacco più devastante che hai a disposizione. Dobbiamo metterlo K.O. in un solo colpo, perché dubito che ci concederà una seconda possibilità»
I due annuirono, consci che Gray aveva ragione. Con la differenza di livello che intercorreva tra di loro, Shin non si sarebbe mai lasciato ingannare dalla stessa strategia due volte di fila.
Gr:«Bene. Andiamo!»
Elfman eseguì il Take Over completo, avventandosi come una belva scatenata contro Shin, ma il biondo, rivolgendogli un sorriso allegro, senza sforzo apparente, con un solo pugno lo conficcò nel pavimento fin quasi alla vita.
Gr:«ICE MAKE. IRON CAGE!»
Sbarre di ghiaccio spesse come tronchi secolari circondarono il biondo, impedendogli qualsiasi movimento.
Non appena la tecnica di Gray fu completa, Natsu si gettò in avanti, preparandosi ad eseguire uno dei suoi attacchi migliori.
Na:«Metsuryuu Ougi. Guren Bakuenjin. (Tecnica segreta del Dragon Slayer. Loto di fiamma: Lame di fiamme esplosive)
L’esplosione riempì la sala d’allenamento di fumo, fiamme e frammenti di ghiaccio. Per un istante ci fu solo il silenzio a riempire il vuoto, poi qualcosa forò ad altissima velocità la coltre di detriti e si schiantò nel muro, mancando Gray per un soffio.
Non appena il fumo si fu diradato Gray fissò attonito un Elfman semi-interrato. Alle sue spalle, Natsu, col volto ridotto ad una maschera di sangue, stava cercando di rialzarsi, ma il suo corpo non voleva obbedirgli. Shin, invece, a parte un po’ di polvere sui vestiti non aveva riportato alcun danno, e non sembrava per nulla provato dall’attacco.
Er:«Che diavolo state facendo? Non avrete di nuovo attaccato briga con Shin, vero?»
Erza, sopraggiunta all’improvviso, vedendo la sala devastata aveva frainteso la situazione, accorrendo in soccorso della persona sbagliata.
Er:«Shin, stai bene?»
Il biondo rise di gusto, afferrandole il mento con le dita e posandole un lieve bacio sulle labbra.
Sh:«Ti preoccupi per me? Che dolce che sei»
L’imbarazzo di Erza sembrò surriscaldare l’aria, ma la ragazza si sforzò di trattenersi dal fare a fette quel bastardo sorridente, che sembrava divertirsi a metterla in difficoltà.
Sh:«Comunque non temere. Li sto solo allenando un po’. Anzi, perché non ti unisci a noi? Così sarà più utile per voi e più divertente per me»
Erza spalancò la bocca per lo stupore: Shin le stava praticamente dicendo che, anche se combatteva anche lei, non c’erano possibilità che lui perdesse.
Il suo orgoglio le impedì di ingoiare quelle parole, quindi accettò la proposta del biondo.
Sh:«Perché non rendiamo la cosa più interessante? Se riuscirete a mettermi in ginocchio anche solo una volta, farò qualunque cosa mi chiediate»
Na&Gr&Er&El:«Ci sto!!»
Sh:«Se non ci riuscite, però, Natsu, Gray e Elfman mi pagheranno una cena in un ristorante a mia scelta»
Na:«Perché solo noi?»
Sh:«Perché Erza verrà con me. La sua penitenza sarà accettare di uscire con me»
El:«Tu che ne dici Erza?»
Er:«Mi sta più che bene. Tanto non perderemo»
Sh:«Hihihi, stavolta mi impegnerò un po’ di più»
Er:«Kansou, Tenrin no Yoroi( Riequipaggiamento, Armatura della ruota dei cieli)
Na:«Karyuu no Kouen (Fiamma brillante del drago di fuoco)
Le spade di Erza volarono verso Shin, fendendo l’aria con un sibilo minaccioso. Al contempo, quasi in parallelo, la palla di fuoco lanciata da Natsu proseguiva lungo la propria traiettoria.
Shin allargò le braccia e divaricò le gambe, piazzandosi come se volesse intercettare il colpo a mani nude.
Sh:«Genso Doki. Tsuchi. Tetsu-gawa. (Sincronia elementale. Terra. Pelle di ferro)
La cute del biondo divenne nera come la pece, e le spade di Erza v’impattarono contro senza fargli il minimo danno. Analogamente inutile fu l’attacco di Natsu, che non riuscì neppure a spostare il giovane mercenario.
Un fiore di spine di ghiaccio esplose improvvisamente dal pavimento, esattamente nel punto in cui si trovava Shin. Per schivarlo, il ragazzo spiccò un balzo in alto, ma lì trovò un Elfman trasformato e pronto all’attacco. Il pugno del Take Overer lo centrò in pieno, mandandolo a finire contro una parete. Nonostante avesse accusato il colpo, Shin riuscì a non cedere, riacquistando in fretta l’equilibrio.
Stupefatto, il biondo scoppiò in una fragorosa risata.
Na:«Che ti ridi bastardo?»
Sh:«E’ che avevo visto giusto. Presi singolarmente avete molte lacune ma insieme siete molti più potenti. Forse posso aumentare il livello dello scontro di una o due tacche»
Coprì in un istante la distanza che lo separava da Natsu, colpendolo così forte da fargli sfondare, non solo la parete della sala in cui si trovavano, ma anche quelle delle tre sale adiacenti. Approfittando del fatto che il biondo gli dava le spalle, Elfman gli si avventò contro, ma quello si abbassò di scatto, colpendolo con il tacco dello stivale e mandandolo definitivamente nel mondo dei sogni.
Gray corazzò il proprio braccio con il ghiaccio, modellandovi sopra un’affilatissima spada. Erza, dal canto suo, vista la mala parata decise di usare la sua armatura più potente, quindi equipaggiò la Rengoku no Yoroi.
L’assalto simultaneo dei due maghi rimasti, però, s’infranse innocuo contro la katana di Shin. Erza, da intenditrice qual’era, capì subito che quella spada, così come il suo proprietario, era su un livello completamente diverso dal loro. Quasi a confermarlo, Shin tranciò in due sia l’enorme spadone di Erza che la lama di Gray con un unico, velocissimo fendente.
Troppo stupito per reagire con prontezza, Gray si beccò in pieno una ginocchiata alla bocca dello stomaco. Il moro si piegò in due con un gemito e svenne.
L’ultima a cadere fu Erza, che si avvento su Shin, intenzionata a dargli almeno un pugno. Il biondo, però, le afferrò il braccio, la strinse a se e le sfiorò il collo con le dite della mano libera.
Erza percepì una lieve scossa elettrica attraversarle il corpo, poi sprofondò nelle tenebre più fitte.
Con delicatezza, il ragazzo la sorresse per evitare che cadesse e la prese in braccio. L’avrebbe portata in camera sua e avrebbe provveduto a mandare qualcuno a raccattare gli altri.
Sh:«Aaaaah, quanto sono gentile. Si, si»
 

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Capitolo 5
*** Uno schiaffo al tramonto e una promessa di guardare al futuro ***


Attenzione, da questo capitolo in poi le frasi in “…” esprimeranno i pensieri.
 
 
                                                                    Uno schiaffo al tramonto e una promessa di guardare al futuro
 
Erza aprì gli occhi lentamente. Si sentiva intorpidita, ma non avvertiva dolore in nessuna parte del corpo. Solo l’orgoglio le faceva male: Shin l’aveva fatta sentire debole. Nel corso degli anni si era sempre allenata con forza e costanza, superando sempre se stessa, per non avere paura, per non essere sconfitta.
Era convinta che, almeno tra i suoi coetanei, non ci fosse nessuno in grado di sovrastarla. Eppure Shin, nonostante fosse più giovane di lei, l’aveva annientata, battendola con agevolezza disarmante sebbene lei fosse affiancata da ben tre dei suoi compagni.
Per la rossa era stata un’umiliazione pesantissima, ma si rifiutò di odiare Shin solo perché era più forte di lei.
Una dolce melodia la distolse dai suoi pensieri.
Er:”Ma chi è?”
Incuriosita, Erza si alzò dal letto, dirigendosi verso la fonte di quelle dolci note. Uscì sul ponte del Cristina, rabbrividendo quando il gelido vento serale la investì, costringendola a stringersi nelle proprie vesti. Provò ad evocare un’armatura, ma le risultò impossibile, come se qualcosa bloccasse il flusso della sua magia.
Sconcertata, alzò gli occhi e vide Shin che, illuminato di spalle dalle ultime luci del tramonto, accompagnato da una piccola Lacrima musicale, cantava.
Il ragazzo si bloccò appena la vide, e non poté fare a meno di pensare che, più di quel tramonto che lo aveva spinto a canticchiare qualcosa, fosse lei ad essere degna della migliore delle melodie.
Le si avvicinò sfoderando il suo miglior sorriso e non appena la vide tremare dal freddo si tolse il cappotto che aveva indosso, posandolo sulle spalle di lei.
Er:«Grazie»
Sh:«Non c’è di che»
Er:«Che canzone stavi cantando? Era bella»
Sh:«Davvero? Sono contento che ti piaccia. Me la insegnò il mio patrigno quando ero piccolo»
Er:«E i tuoi genitori?»
Sh:«Sono morti quando avevo cinque anni»
Er:«Oddio, scusa»
Sh:«Non ti preoccupare, non è un problema. Piuttosto, la tua magia è tornata?»
Erza lo guardò sorpresa. Allora era stato lui a bloccare i suoi poteri.
Er:«Sei stato tu? Cosa mi hai fatto?»
La voce della rossa si era fatta minacciosa. Non le piaceva stare senza armatura: la faceva sentire vulnerabile, come quando era piccola, e ancora non riusciva a stare senza.
Sh:«Nulla di che. Ho usato il Genso Doki per paralizzare i percorsi principali della tua energia magica. Ora lo ripristino»
Il biondo le appoggiò una mano sul seno, in corrispondenza del cuore, e una sulla nuca. Erza percepì nuovamente una sorta di scossa elettrica attraversarle ogni fibra del corpo, seguita dalla familiare sensazione della magia che le si riversava nelle membra.
Sh:«Meglio?»
Er:«S-si»
Sh:«Però sai…»
Er:«C-cosa?»
Sh:«Con l’armatura non si nota molto, ma devo dire che sei parecchio ben fornita»
Er:«Ma che dici? Smettila di prendermi in giro. Non sopporto chi si prende gioco dei sentimenti altrui. Se vuoi giocare, cercati qualcun’altra»
La rossa si voltò per andarsene, ma Shin la bloccò, inchiodandola alla parete con tutto il proprio peso.
Er:«Che fai? Lasciami!»
Sh:«pensi davvero che io stia scherzando? Devo dimostrarti che faccio sul serio?»
Diminuì drasticamente la distanza tra il suo viso e quello della ragazza. Il sorriso aveva completamente abbandonato il suo viso, schiacciato da una risolutezza che quasi stonava sul suo volto.
Lo sguardo del biondo intimorì Erza, che non poté replicare in alcun modo. Era come se gli occhi cremisi del ragazzo l’avessero inchiodata al proprio posto, paralizzandole la lingua.
Sh:«Ti sembro abbastanza serio ora?»
Non attese la sua risposta. Si limitò ad impossessarsi delle sue labbra, baciandola con foga. A differenza dei precedenti, questo fu tutto meno che casto. Erza poté chiaramente sentire la lingua del ragazzo premere per accedere alla sua bocca, e lei, colta alla sprovvista, non riuscì ad opporsi né ad impedirsi di emettere un piccolo gemito quando quella si intrecciò alla sua, coinvolgendola in una danza delicata ed eccitante. Il biondo la lasciò andare solo quando fu completamente senza fiato, rossa per l’imbarazzo e, suo malgrado, in piccola parte per il piacere che quel bacio le aveva provocato.
Sh:«Ti ho convinta?»
Er:«Cosa vuoi che mi convinca? Porco!»
Erza gli sferrò un ceffone e scappò via, mentre Shin rimase imbambolato al proprio posto, chiedendosi quanti denti gli fossero saltati.
Gli venne da ridere al pensiero della reazione di Erza. Quella ragazza, incredibilmente matura per la sua età, era capace di comportamenti così dolci e timidi. Forse era meglio andarci con i piedi di piombo con lei.
Sh:«Hihihi, non ci so proprio fare con le ragazza. Oh beh pazienza, ci riproverò»
 
                                                      *********************************
 
Er:”Bastardo! Bastardo! Bastardo! Bastardo! BASTARDO!”
Erza correva come una forsennata per i corridoi del Cristina, masticando insulti e imprecazioni ben poco adatte ad una signorina. Aveva ancora la sensazione delle labbra di Shin sulle sue. Come aveva potuto baciarla così a tradimento? In quel modo così lascivo poi. L’aveva forse scambiata per una puttana?
Arrivò alla sua cabina senza neanche accorgersene, desiderosa di stendersi ed estraniarsi dal mondo.
Non appena aprì la porta, però, si trovò davanti una vera e propria scena da film dell’orrore: nella stanza in penombra, rischiarata solo dalla tenue luce dell’abatjour posta sul comodino, sedute come due sfingi in attesa stavano Mira e Lucy. Una fiamma non molto rassicurante illuminava i loro occhi. Erza tremò di terrore, sfoderando il suo sorriso forzato migliore.
Er:«C-ciao ragazze. Che ci fate nella mia cabina?»
Lu&Mi:«Dobbiamo parlare»
Erza si accasciò sul letto con un lamento affranto. Come temeva erano venute a parlare di Shin. Era meglio evitare di dir loro quello che era successo poco prima.
Lu:«Allora, com’è andata?»
Er:«Com’è andata cosa?»
Mi:«Beh, abbiamo saputo che hai dormito in camera di Shin-san, così noi pensavamo che…
Er:«Pensavate cosa? Non troncare le frasi così»
Lu:«Abbiamo pensato che voi, sai…oh andiamo, non farmelo dire: è imbarazzante»
Er:«Insomma! Si può sapere cosa…aspetta! Non avrete mica pensato che io…che noi…COSA?! Come accidenti vi è passata per la mente una cosa del genere»
Erza era a dir poco sconcertata. Conosceva quel ragazzo da neanche due giorni. Davvero le sue amiche la credevano una ragazza così facile?
Lu:«E allora? In fondo Shin-san ti ama. Non ci sarebbe nulla di male»
Er:«Ma per lui probabilmente è solo un passatempo per ingannare la noia. Sono certa che non è la prima volta che si comporta così»
Mi:«E tu che ne sai?»
Lu:«Ti posso garantire con assoluta certezza che Shin-san non si è mai interessato a nessuna ragazza. Da quel che so tu sei la prima»
 
Er:«Come puoi dirlo? Tu stessa hai affermato che su di lui non circolano molte notizie»
Lu:«Notizie sulle sue capacità, certo, ma le notizie di gossip abbondano. Shin-san è un personaggio pubblico piuttosto interessante. Sai che usa quasi la metà dei soldi che guadagna per mantenere un gruppo di orfani? Ha speso e spende tuttora decine di migliaia di jewel per assicurare a circa duecento bambini cibo, vestiti e istruzione. Ad alcuni, quelli più portati, insegna persino a combattere. So che i cavalieri runici hanno già preparato per loro dei posti da ufficiali nei reparti da combattimento»
Erza rimase di stucco. Non si era soffermata a pensare a Shin all’infuori del contesto del presente. Non avrebbe mai immaginato che la sua vita avesse risvolti del genere. Era un mercenario, e come tale lei lo aveva etichettato come uno spietato combattente che si muoveva solo ed esclusivamente per denaro. A causa della sua paura aveva peccato di superficialità.
Er:«Cos’altro sai su di lui?»
Lu:«Dona spesso denaro ai poveri, e paga le cure mediche a coloro che non possono permettersele. A Daisy, la città dove a sede Dark Phoenix, molti lo considerano un benefattore. Spesso ci si chiede cosa ci faccia un simile bonaccione in una gilda di mercenari tra le più temute e spietate»
Er:«Capisco. Sembra che io debba scusarmi con lui per come l’ho trattato»
Mi:«Quindi stiamo per assistere alla nascita di una coppia?»
Er:«Questo no. Mi scuserò, ma che io possa innamorarmi di lui è fuori questione»
Lu:«Perché?»
Er:«MA NON LO CAPISCI?»
Erza era scattata in piedi, alzando la voce fin quasi ad urlare.
Lu:«Io capisco solo che tu hai paura di innamorarti di nuovo, ma se credi che noi, le tue migliori amiche, ti lasceremo buttare ogni buona occasione per essere felice che ti si presenta, allora sappi che ti sbagli, e di grosso anche»
Er:«Non voglio innamorarmi di lui. Non m’importa se è una brava persona, non voglio che lui diventi prezioso per me. Se io gli aprissi il mio cuore, e poi lui sparisse, non riuscirei a reggere il dolore di un’altra perdita»
Mira sospirò, alzandosi insieme a Lucy.
W:«Attenzione, stiamo per atterrare. Prepararsi allo sbarco»
La voce del drago del cielo fuoriuscì dagli altoparlanti, interrompendo la conversazione delle tre maghe.
Er:«Sembra che dobbiamo prepararci a scendere»
Mi:«Non pensare di scamparla Erza. L’hai detto tu stessa: non puoi continuare a vivere ossessionata dal passato. Non dico di gettarti ai suoi piedi, ma perché non provi a conoscerlo meglio?»
Erza sospirò. Sapeva benissimo che Mira e Lucy avevano ragione, ma era più forte di lei. La perdita di Gerard era stata terribile, e non aveva nessuna voglia di correre il rischio di provare di nuovo quel dolore atroce. Non voleva, tuttavia, deludere Mirajane, così le promise che ci avrebbe almeno provato.
Mi:«Bene, sono sicura che non te ne pentirai»
Er:«Lo spero. Lo spero davvero»
Una lieve pressione alle orecchie annunciò loro che stavano atterrando, quindi le maghe andarono a preparare ognuna il proprio bagaglio.




Ola gente, scusate se finora non ho mai lasciato un commento di fine capitolo, ma non trovavo mai il tempo per farlo(Né avevo qualcosa di sensato da scrivere)
Vorrei ringraziare tutti coloro che leggono sta storia, e soprattutto quei tre santi che l'hanno messa tra le seguite.
Se voi che vi limitate a leggere quando capita mi lasciaste anche un commentino non mi farebbe che piacere, ma non è obbligatorio.
Evvabbè, la smetto di rompervi e vi saluto.
Sayonara.

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Capitolo 6
*** Lezioni al chiaro di luna ***


                                                                           Lezioni al chiaro di luna
 
La:«Ci accamperemo qui»
La colonna di maghi si arrestò, e tutti si accasciarono a terra, stremati. Erano partiti nove ore prima, marciando senza sosta per anticipare Heaven. Il percorso impervio, però, li aveva ostacolati, affaticandoli oltre il necessario.
Er:«Natsu, Gray, accendete il fuoco. Tutti gli altri cerchino qualcosa da mangiare. Dividetevi in gruppi. Mira con Elfman, Gazille con Lluvia e Panterlily, Shin, tu puoi pensarci da solo?»
Il biondo si strinse nelle spalle, dimostrando la propria indifferenza alla cosa, poi sembrò cambiare idea.
Sh:«Wendy-chan, perché non vieni con me? Un po’ di esercizio non può farti che bene»
Arrossendo, la piccola si portò al fiancò del mercenario.
Er:«Fate attenzione»
Sh:«Si, non temere»
Er:«Speriamo bene. Lucy, tu vai con Gray e Natsu, assicurati che non litighino»
 
                                                                        *********************************
 
Dopo mezz’ora tutti i componenti della squadra erano di ritorno con il frutto delle proprie ricerche. Tutti meno che Shin e Wendy, di cui ancora non c’era traccia.
Erza non era in pensiero per Shin, che con la sua forza non aveva assolutamente nulla da temere, quanto per Wendy, che presa singolarmente era una facile preda per qualsiasi mago di discreta potenza.
Er:«Non c’è traccia di loro»
La:«Smettila di angosciarti. Quel biondino da strapazzo sa badare a se stesso, e finché la nanerottola è con lui è perfettamente al sicuro»
La rossa sospirò: Laxus aveva ragione.
Er:«D’accordo, vediamo cosa avete trovato»
Elfman sollevò un robusto cinghiale. Era ben in carne, ma non sarebbe certo bastato a sfamare tutti, specie considerando quanto mangiava Natsu. Lluvia e Gazille avevano avuto meno fortuna, rimediando solo una sacca piena di bacche. Buon condimento, forse, ma decisamente poco sostanzioso come pasto.
Lu:«Speriamo che Shin-san abbia preso qualcosa»
Gr:«Riguardo questo credo che tu non abbia nulla di cui preoccuparti»
Il commento di un Gray oltremodo basito attirò l’attenzione generale, spingendo tutti i presenti a voltarsi nella direzione da lui indicata. Il gruppo fisso a bocca aperta uno Shin che, senza sforzo apparente, portava di peso un enorme uccello.
Na:«Ma che accidenti è quel coso?»
Sh:«E’ uno Yan Kut-ku»
Lu:«E come diavolo lo avete preso? È enorme»
Sh:«Oh, è molto più debole di quanto non sembri. Proprio per questo è la preda prediletta dei cacciatori di mostri principianti. E poi non l’ho steso io, ma Wendy»
Gr&Ga:«Tu!?»
La piccola maga si nascose dietro una gamba di Shin, imbarazzata dalla reazione dei suoi due compagni.
W:«E’…è come ha detto Shin-sama. Era davvero debole, e faceva meno paura del Dorma Animu, q-quindi è stato facile batterlo»
Er:«Complimenti Wendy»
W:«G-grazie Erza-san»
Na:«Bene! Mangiamo?»
Al richiamo del ragazzo tutti si sedettero e mangiarono a sazietà. Nessuno notò che ad un certo punto Shin sparì. Fu Erza a notarne l’assenza per prima, perciò si alzò e disse agli altri che sarebbe andata a cercarlo. Da sola, così non avrebbe attirato l’attenzione di eventuali spie.
 
                                                                 *****************************************
 
Er:”Dove accidenti è finito? Come gli è saltato in mente di sparire così improvvisamente?”
Sh:«Ehi Erza!»
La voce del biondo le giunse da dietro un alto muro di rovi, che la ragazza fu costretta a tranciare con la spada, altrimenti le sarebbe stato impossibile passare dall’altra parte.
Er:«Allora eri qui. Come hai fatto a vedermi? Ero nascosta dai rovi. E soprattutto, che diamine stai facendo?»
L’ultima domanda della ragazza era naturale. Come il protagonista di un romanzo o di una fiaba, Shin era seduto a gambe incrociate su una piccola roccia piatta, affiorante dal centro di un limpido laghetto che, illuminato dalla luce della luna, riluceva come argento fuso.
Sh:«Medito. Il Genso Doki richiede costante allenamento sia fisico che mentale»
Er:«Ah, capisco. È che ci eravamo preoccupati: sei sparito senza dire nulla a nessuno. Scusa il disturbo»
La rossa fece per andarsene, ma Shin la fermò.
Sh:«Perché non vieni anche tu?»
Er:«Non vorrei darti fastidio»
Sh:«Nessun disturbo. Anzi, la tua presenza non può che farmi piacere»
Vedendo l’espressione esitante di lei, però, capì che Erza temeva che lui volesse farle qualcosa, così si affrettò a rassicurarla, giurandole che avrebbe tenuto le mani al loro posto.
Dopo un lungo momento di riflessione, in cui la rossa aveva scrutato lo sguardo del mercenario in cerca della benché minima traccia di menzogna, acconsentì alla richiesta del ragazzo, avvicinandosi al laghetto.
Er:«Come ci arrivo lì?»
Sh:«Togliti gli stivali e vieni. L’acqua è bassissima e calda»
La maga seguì il suo consiglio, mandando le proprie calzature nello stock dimensionale e rimanendo a piedi nudi sull’erba fresca. Con diffidenza, quasi come se stesse saggiando la temperatura dell’acqua in una vasca da bagno, mise la punta delle dita nel laghetto, poi, certa che fosse piacevolmente tiepido, vi entrò completamente, constatando che era davvero bassa: le arrivava a stento alle ginocchia.
Con lentezza, come se non volesse turbare la quiete che regnava sovrana in quel luogo, Erza avanzò verso Shin, e l’acqua, quasi volesse facilitarle le cose, sembrava aprirsi al suo passaggio, richiudendosi subito dopo e lasciando come unica traccia della presenza della rossa delle piccole increspature concentriche sulla propria superficie.
Il giovane mercenario la fissò estasiato per tutto il breve tragitto che la portò da lui, credendo per un istante di fissare una candida dea, e non una semplice mortale.
Quando la rossa arrivò ai piedi della roccia, il biondo la aiutò ad issarsi, facendola poi accomodare al proprio fianco. La piattaforma era piccola, ma più che sufficiente ad ospitare due persone.
Sh:«Visto? Nessun disturbo»
Riassumendo la propria posizione di partenza, Shin sembrò cadere in uno stato di serenità perfetta, ed Erza si ritrovò quasi senza volerlo a scrutarlo con cura, chiedendosi cosa stesse provando in quel momento.
Sh:«Vuoi provare?»
La domanda la colse impreparata.
Er:«Come?»
Sh:«Ho detto: vuoi provare?»
Er:«Io?»
Sh:«Vedi qualcun altro?»
Er:«Ma non ho mai fatto nulla di simile in vita mia »
Sh:«Oh ,non temere. Il Doki Besu (Sincronia di base) è incredibilmente semplice. Il difficile viene quando si tenta di manipolare la natura»
Er:«Ti sei allenato in questo modo anche tu?»
Shin si bloccò all’istante, e il suo colorito virò al blu. Sembrava terrorizzato.
Sh:«N-non proprio. Diciamo che il mio maestro non era molto gentile con i suoi discepoli. Ho perso il conto delle volte in cui ho rischiato di morire per colpa dei suoi metodi didattici. Ancora oggi, quando lo vado a trovare, so che se non sto attento potrei non tornare indietro vivo»
Vedendo l’espressione del ragazzo, ad Erza passò completamente la voglia di fare qualunque domanda sul maestro di Shin. Che razza di uomo poteva incutere tanto terrore ad un guerriero potente come lui?
Sh:«A-hem, torniamo a noi»
Sviando il discorso, Shin cominciò ad istruire Erza sulle basi fondamentali del Genso Doki, mostrandole in che posizione mettersi.
Sh:«Col tempo non importa più la posizione che assumi, ma per i principianti questa è l’ideale»
La fece sedere in una tipica posa da meditazione: con le gambe incrociate, il busto perfettamente dritto ma rilassato e le mani poggiate sulle ginocchia, con i palmi rivolti verso l’alto.
Quando fu soddisfatto della compostezza della rossa, Shin si sedette nello stesso modo, posando le mani su quelle della ragazza.
Er:«Che fai?»
Sh:«Entro in sincronia con te, così mi sarà più facile aiutarti in caso di bisogno»
Gli ci volle un solo istante per stabilire il legame tra di loro.
Sh:«Ora chiudi gli occhi ed escludi tutto ciò che hai intorno, inclusa te stessa, dalla tua mente»
All’inizio le risultò difficile: ogni rumore, ogni minima sensazione sulla sua pelle la distraeva, rompendo l’armonia che stava cercando di raggiungere, ma poi, grazie anche all’aiuto di Shin, riuscì pian piano ad estraniarsi dal mondo, sprofondando negli abissi della propria coscienza fino a giungere ad un luogo di calma assoluta, ove non v’era nulla se non la parte più intima della sua anima.
Sh:«Ora, in questo nulla assoluto, immagina un puntino luminoso che ti rappresenti. Ci riesci?»
Er:«Si»
Sh:«Eccellente. Ora immagina un secondo puntino accanto al primo. Quello sono io. Poi devi immaginarne un terzo, più grande, per la roccia su cui siamo seduti, e un altro ancora per il laghetto. Devi immaginare un puntino per ogni cosa intorno a te»
Questo per Erza fu più arduo. Rappresentare mentalmente tutto l’ambiente circostante facendo affidamento solo sui propri ricordi le richiese uno sforzo mentale enorme. Arrendersi, però, non era mai stata una sua prerogativa, e si rifiutò di farsi aiutare ancora da Shin, così s’impegnò con tutte le sue forze, portando a termine l’esercizio.
Sh:«Perfetto. Sei bravissima Erza. Ora, però, viene l’ultimo passo, il più complesso. Prenditi tutto il tempo che ti serve e non esitare a chiedere il mio aiuto, se ti serve. D’accordo?»
Er:«Va bene»
Sh:«Devi trasformare i puntini in immagini nitide, e completare la tua mappa mentale, aggiungendovi gli elementi mancanti che non hai potuto memorizzare con lo sguardo»
Er:«Come faccio a fare una cosa simile con gli occhi chiusi?»
Sh:«Semplice: devi sfruttare tutti i tuoi sensi. Non solo la vista, che ora ti è preclusa, ma anche gli altri. Concentrati su ogni odore che ti giunge alle narici, su ogni sapore che ti si posa sulla lingua, su ogni suono, su ogni spostamento d’aria e ogni vibrazione del terreno che capti. Usa il mondo come un radar e materializzalo sotto forma di immagini»
Sorprendentemente, dopo questa spiegazione Erza non ebbe bisogno di aiuto né di molto tempo per riuscirci.
Sh:«Stupendo. Un’immagine così nitida e pulita nonostante tu sia alle prime armi è rarissima»
Er:«G-grazie»
Sh:«Ora passiamo agli esercizi pratici. Dimmi cosa sta accadendo alle tue spalle, sull’albero a dieci metri dalla roccia a forma di fungo che si trova sulla riva del laghetto?»
Erza si concentrò sul punto indicatole da Shin e vide tutto come se fosse lì.
Er:«Ci sono alcune foglie che stanno cadendo al suolo, e altre che stanno per staccarsi. C’è qualcosa che si muove lungo il tronco, forse sono formiche, ma non riesco a distinguere bene. Ai piedi dell’albero ci sono dei bei fiori. Hanno un buon profumo. Oh Shin, è meraviglioso. È come se fossi un tutt’uno col mondo»
Il biondo sorrise. Se prima era innamorato di Erza, ora ne era completamente pazzo. Aveva appreso le basi del Genso Doki in pochissimo tempo.
Er:«Ehm, Shin, ti posso chiedere una cosa?»
Sh:«Prego»
Er:«Cos’è questo flusso di luce che vedo nel sottosuolo?»
Shin fissò Erza sbalordito, non credendo alle proprie orecchie.
Sh:«Riesci a vederlo?»
Er:«Si, cos’è?»
Sh:«Sei incredibile. Conosco solo un’altra persona che è stata in grado di vedere il Chikyu Ishi (Volontà della terra) al suo primo tentativo»
Er:«Chi?»
Sh:«Io! Tu non sai cosa hai fatto. Potersi immergere in quel flusso è fondamentale per sfruttare il Genso Doki come strumento d’attacco. Di norma ti occorrerebbero due anni di allenamento solo per riuscire a vederlo»
Le guancie di Erza si imporporarono vistosamente mentre la rossa si chiedeva perché i complimenti di quel ragazzo le facevano così piacere.
Sh:«Vuoi provare ad immergertici?»
Er:«Posso?»
Sh:«Col mio aiuto si, ma devo avvertirti che sarà una sensazione forte. Dopo non vedrai più il mondo con gli stessi occhi. Vuoi continuare lo stesso?»
La rossa ci pensò con attenzione. Da come Shin l’aveva descritta sembrava una cosa pericolosa, eppure Erza non aveva il minimo timore di tentare. Si chiese se ciò fosse dovuto a semplice incoscienza, oppure alla presenza di Shin al proprio fianco.
Er:«Mi fido di te. Portamici»
Non sapeva da dove le fossero uscite quelle parole. Conosceva Shin da troppo poco per avere tutta quella fiducia in lui, eppure in quel momento quello era l’unica cosa che le era passata per la mente.
Sh:«Stringi le mie mani»
La rossa fece quanto ordinatole, stringendo le mani del ragazzo in una presa forte ma delicata. Il giovane mercenario si godette per un istante la sensazione della pelle liscia e morbida della rossa sulla sua, poi strinse a sua volta.
Sh:«Tamashi no Docho (Sincronia delle anime)»
La mente di Erza si svuotò all’istante e venne trascinata dalla coscienza di Shin. Non appena entrarono in contatto con la Chikyu Ishi (Volontà della Terra) un’incredibile esplosione di luce si diffuse intorno a loro, avvolgendoli, cullandoli come una madre amorevole. Erza percepì dentro di se un senso di pace assoluta. Tutte le sue paure e le sue ansie sembravano svanite come se non fossero mai esistite.
Er:«E’ meraviglioso»
Sh:«C’ è un motivo se ti ho portata qui. Sai qual è, Erza?»
Er:«No. Perché l’hai fatto?»
Sh:«Perché in questo luogo noi siamo pura mente. Qui non si può mentire»
Si girò verso di lei, fissando due rubini rosso fiammante negli occhi castani della ragazza.
Sh:«Ho pensato molto a ieri. Ho sbagliato e ti chiedo scusa. Avrei dovuto capire che tu avresti avuto dei dubbi sulla sincerità dei miei sentimenti. Per questo ora lo dirò con chiarezza, e ti lascerò la possibilità di scegliere. Se lo vorrai, io non ti infastidirò più»
Shin prese un profondo respiro. Ormai era fatta. Testa o croce, si o no. La scelta spettava ad Erza.
Sh:«Ti amo. Dal primo momento che ti ho vista. Quale che sia la tua scelta, rimarrai sempre nel mio cuore, fino alla fine della mia vita e oltre»
La rossa lo fissò con serietà. Non c’era imbarazzo tra di loro. In quel luogo di pace e luce, in cui due potevano diventare uno, Erza capì con certezza che il biondo era sincero.
Tuttavia ora le si presentava un problema più grave: cosa doveva rispondergli? Shin le piaceva, non poteva e non voleva negarlo, ma l’indecisione era forte.
Ci pensò a lungo, e alla fine decise di dirgli le cose come stavano, a costo di ferirlo.
Er:«Scusa, ma non posso»
Sh:«Non puoi o non vuoi?»
Er:«Non posso. Sono sicura che tu sappia di Gerard. Non mi sento pronta ad innamorarmi di qualcuno, non ora almeno»
Sh:«Allora ti aspetterò»
Er:«Potrei metterci molto a decidermi, sai?»
Il biondo le sorrise. Avrebbe atteso tutto il tempo necessario, che fosse un giorno, un anno o tutta l’eternità.
Sh:«Ti aspetterò lo stesso»
La rossa lo guardò con tutta la dolcezza di cui era capace, grata al ragazzo per la pazienza e la comprensione che le stava dimostrando.
Erza si sollevò sulla punta delle dita dei piedi nudi e gli diede un lieve bacio sulla guancia.
Er:«Per ora accontentati di questo»
Sh:«Lo prenderò come un acconto. Ora, però, torniamo dagli altri. È meglio che tu non rimanga troppo a lungo immersa nel Chikyu Ishi: non sei abituata»
Il biondo chiuse gli occhi e in un istante i due tornarono nel mondo materiale.
Sh:«Che te ne è parso?»
Er:«E’ stato fantastico ma…»
Sh:«Cosa?»
Er:«Sono rimasta seduta in questa posizione per troppo tempo. Le mie gambe non vogliono saperne di muoversi»
Sh:«Beh, non è un gran problema»
Il biondo si chinò e lasciò che la rossa si issasse sulle sue spalle. Erza, troppo stanca per protestare, non si oppose, stringendo con delicatezza le proprie braccia intorno al collo del ragazzo.
Er:«N-non sono pesante?»
Sh:«Per niente. Senza armatura sei una piuma»
Er:«Però così ti bagnerai»
Sh:«Tzk, tzk, sciocchina. Genso Doki. Mizu. Umi o wataru. (Sincronia elementale. Acqua. Attraversare i mari)»
L’acqua sotto i suoi piedi divenne dura come roccia, consentendo al ragazzo di uscire dal laghetto completamente asciutto.
Er:«Un giorno o l’altro questo me lo devi insegnare»
Sh:«Ok»
Er:«Eh?»
Sh:«Ho detto:ok. Ci stavo pensando già da un po’. Se vuoi ti insegnerò il Genso Doki. Ti interessa?»
Erza non riusciva a credere alle proprie orecchie. Shin voleva condividere con lei la sua forza? Era una proposta troppo allettante per rifiutare.
Sh:«Allora da domani cominceremo con le lezioni teoriche»
Er:«Shin…»
Sh:«Uh?»
Er:«Grazie ancora»
Sh:«Prego»
La rossa alzò volse lo sguardo verso il cielo stellato. Quella notte le aveva portato molto, e molto ancora le avrebbe portato il giorno seguente e quelli dopo ancora.
Stremata, la maga chiuse gli occhi, addormentandosi con una guancia poggiata sulla spalla di Shin.
Il biondo la guardò con tenerezza.
Sh:”Ti aspetterò per tutto il tempo che ti occorrerà Erza, ma cerca di non farmi attendere troppo”
 
 
 
Yoh! Come va EFPiani(Ma esiste? Vabbè)? Vi sono mancato? (NO! Ndvoi; *Si impicca* Ndme)
Il titolo vi aveva fatto pensare diversamente eh? Beh ,mi spiace per voi, ma per i capitoli piccanti dovrete aspettare(Si, ho detto “dovrete aspettare” perché ci saranno).
Ringrazio con trasporto le due sante che recensiscono ad ogni capitolo, e chiedo a tutti gli altri di lasciarmi un commentino,sempre se hanno tempo, che non fa mai male e invoglia l’autore a scrivere senza scolarsi un cocktail “vulcano”, che fa male alla pressione.
Sayonara.

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Capitolo 7
*** Attacco a sorpresa ***


                                                                                 Attacco a sorpresa
 
Er:«Kongou no Yoroi (Armatura adamantina)»
Sh:«Questa è l’armatura difensiva più potente che hai?»
Er:«Si»
Non capiva proprio perché Shin le aveva chiesto di mostrargli tutte le sue armature.
Sh:«Non ho proprio altra scelta. Devo insegnarti la Tetsu-gawa (Pelle di ferro)»
Er:«Cos’è? Se non sbaglio la usasti anche sul Cristina, quando combattesti contro di noi»
Sh:«Si tratta della difesa base del Genso Doki, e consente di ricoprire la propria pelle di uno strato di energia solida robusta e flessibile. Nel corpo a corpo non c’è nulla di meglio»
Erza inarcò un sopracciglio.
Er:«E a che mi servirebbe? Ho già quest’ armatura. È molto resistente, sai?»
Sh:«Ah si?»
Il biondo non si preoccupò nemmeno di smentirla a parole. Si limitò a scattare in avanti, puntando la propria mano contro il centro dello scudo di Erza.
Sh:«Genso Doki. Kaze. Suzumebachi (Sincronia elementale. Vento. Vespa)»
Il vento cominciò a vorticare intorno alla mano del ragazzo, che sferrò il proprio attacco con la punta delle dita.
L’armatura di Erza si squarciò come carta stagnola e, se Shin non si fosse fermato, il ventre della rossa avrebbe fatto la stessa fine.
Er:«Ma come…»
Sh:«Non fare troppo affidamento sulle tue armature. Come ogni artefatto magico, esse hanno un elemento di appartenenza. Poiché la Kongou no Yoroi (Armatura adamantina) appartiene all’attributo terra, quindi è vulnerabile contro il vento.
Er:«E questo non vale anche per la tua tecnica?»
Shin le rivolse un sorrisetto furbo.
Sh:«Ovviamente non è una tecnica invincibile, ma la Tetsu-gawa ha più elementi. Appartiene alla terra per la durezza e al legno per l’elasticità. Un attacco abbastanza forte può distruggerla, ma non neutralizzarla»
Erza capì subito cosa intendesse Shin: possedendo più attributi naturali, un incantesimo, che per sua propria natura ha una sola proprietà, non poteva annullarla completamente. La tecnica del mercenario era di gran lunga migliore della sua armatura.
Er:«Bene, mi hai convinta. Spiegami cosa devo fare»
Sh:«Oh, nulla di difficile. Dato che è una tecnica che modifica solo gli attributi del tuo corpo non c’è nemmeno bisogno che tu ti immerga nella Chikyu Ishi (Volontà della Terra). È sufficiente che usi il Doki Besu su te stessa»
Erza chiuse gli occhi e materializzò il proprio mondo mentale, ma Shin non sembrava soddisfatto.
Sh:«Sei troppo vaga. Ora non occorre che tu percepisca il tutto, ma solo il tuo corpo. Riduci il raggio del tuo campo di percezione»
La rossa fece quanto dettole, restringendo la propria mappatura mentale fino a ridurre l’area ad un sottile strato cutaneo.
Sh:«Ora devi visualizzare il tuo Kaku (Nucleo). È la fonte dell’energia naturale che ti scorre nel corpo, e si trova in prossimità del cuore. Riesci a vederlo?
Er:«E’ questa cosa che sembra un piccolo sole, giusto?»
Sh:«Esatto. Vedi le decine di canali che si ramificano da esso? Quelli sono chiamati Furou Youso (Flussi elementali) e sono loro a permettere la circolazione dell’energia. Devi identificare quelli che ti interessano e usarli, incanalando la loro forza verso la superficie, poco sotto la tua pelle»
Er:«Come riconosco i flussi di terra e legno?»
Sh:«Dal colore. La terra è di colore verde scuro, mentre il legno ha una tonalità più chiara. Il fuoco è rosso e l’acqua è azzurra. Il blu rappresenta il ghiaccio e così via»
Er:«Comodo»
Sh:«In effetti»
Le ci volle un istante per identificare i due flussi, e ancora meno per incanalarli nella direzione da lei voluta. Data la limitatissima area cui doveva prestare attenzione, il suo livello di concentrazione era altissimo, e le consentiva di percepire con chiarezza ogni singola parte del proprio essere.
Sh:«Ora fondi i due elementi e fa in modo che ti ricoprano»
Terra e legno si mescolarono e il colore della pelle di Erza cominciò a scurirsi, sino a diventare nera come la pece.
Shin sorrise e si scagliò di nuovo contro la ragazza, colpendola con la stessa tecnica di prima. La violenza dell’impatto catapultò Erza contro un macigno con una tale potenza da ridurlo in briciole. Erza, tuttavia, si rialzò in piedi quasi subito, leggermente barcollante ma indenne.
Sh:«Congratulazioni Erza. Hai appena appreso la tua prima tecnica del repertorio del Genso Doki»
Il viso della rossa si aprì in un enorme sorriso. Era felice. Si sentiva orgogliosa di se stessa, e il fatto che Shin la guardasse con rinnovato rispetto e profondo amore la riempiva di una gioia immensa.
 
                                                     ********************************
 
Na:«Come mai tutto ad un tratto Shin si è messo a fare da maestro a Erza?»
Gr:«Dio, certo che sei proprio ottuso»
Na:«Perché?»
Lu:«Shin è innamorato di Erza, e vuole che diventi più forte, così correrà meno rischi in battaglia»
Ga:«Quel mostro di donna ricambia?»
Lucy lo fulminò con lo sguardo.
Lu:«SI, RICAMBIA. Per ora, però, ha preso del tempo…e un’altra cosa: se osi di nuovo insultare Erza, sappi che non la passerai liscia»
Ga:«Bhuhahahaha, e che puoi farmi tu?»
Lu:«Io? Lo dirò a Levy-chan, ecco cosa posso farti.
Le risa si bloccarono nella gola del Dragon Slayer del ferro, e l’uomo volse lo sguardo mugugnando un forzatissimo “ok”. Preferiva evitare di far incazzare la sua fidanzata: di solito non portava a nulla di buono.
Gr:«A proposito di quei due, sapete che fine hanno fatto? Tra un po’ dobbiamo ripartire»
W:«Eccoli lì»
Lucy li guardò avvicinarsi, ma c’era un particolare che la preoccupava: Erza camminava in modo strano, come se mettere un piede davanti l’altro le costasse uno sforzo enorme. La bionda sperò con tutta se stessa che la sua amica non si fosse fatta male durante l’allenamento, altrimenti Shin avrebbe passato un brutto quarto d’ora.
Man mano che i due si avvicinavano, però, la ragazza notò un’altra cosa insolita: la pelle di Erza sembrava nera, come se la maga fosse caduta in una pozza di catrame.
Lu:«Erza, ma che ti è successo?»
Er:«Oh, nulla. Shin mi ha insegnato una delle sue tecniche, e ora mi sto esercitando a usarla in movimento. Solo che mi risulta difficile camminare e concentrarmi allo stesso tempo. Temo che ci vorrà un po’ di tempo prima che possa usarla in battaglia»
Sh:«Beh, non c’è mica fretta»
Er:«Lo so, ma voglio lo stesso imparare nuove tecniche al più presto»
Sh:«Come mai improvvisamente hai così tanta fretta?»
Erza sbuffò sonoramente, assumendo un’espressione semi-imbronciata che quasi fece scoppiare a ridere il biondo, tanto era adorabile.
Er:«Fatti miei»
Non avrebbe mai ammesso, nemmeno con se stessa, che l’unico motivo per cui aveva detto quella frase quasi infantile era perché voleva ricevere altri complimenti da Shin.
Sh:«Come vuoi»
La:«Smettetela di fare i piccioncini. In marcia!»
D’improvviso qualcosa colpì la spalla di Erza, ancora protetta dalla Tetsu-gawa, e rimbalzò a terra, conficcandovisi per quasi meta della propria lunghezza.
Immediatamente Shin usò il Doki Besu, individuando i nemici e anticipando la loro prossima mossa.
Sh:«VERSO IL CIELO, LAXUS!
All’avvertimento del biondo, il mago dei fulmini alzò lo sguardo e vide distintamente decine di migliaia di dardi precipitare su di loro.
La:«Merda. Rairyuu no Gekihen (Sconvolgimento del drago del fulmine)»
Una gigantesca scarica elettrica esplose verso l’alto, deviando o distruggendo le armi del nemico. Quasi duecento uomini sbucarono dal nulla, scagliandosi verso i maghi di Fairy Tail.
Gr:«Un attacco diretto? Devono essere pazzi»
Na:«Infatti. Karyuu no Houkou (Ruggito del drago di fuoco)»
L’attacco che avrebbe dovuto fare scempio delle fila nemiche, però, non partì. Per qualche strana ragione Natsu non riuscì ad usare i suoi poteri.
Sette colonne di luce si innalzarono all’orizzonte, tracciando un cerchio quasi perfetto intorno ai maghi di Fairy Tail.
El:«Che roba è?»
La:Cazzo, siamo nella merda fino al collo»
Mi:«Perché? Tu sai cos’è quella cosa?»
La:«Si, una volta ho visto Freed usare questa tecnica»
Pa:«In che consiste?»
La:«E’ un sigillo runico di alto livello. Necessita di decine di rune diverse poste secondo uno schema preciso che ne amplifica a dismisura la forza. Temo che finché sarà attivo non potremo usare la magia»
Ga:«Se non altro loro sono nelle nostre stesse condizioni»
Furono le ultime parole famose: un raggio di magia compressa, sparata da un cannone Jupiter miniaturizzato, si diresse verso di loro, apparentemente immune al sigillo.
Sh:«Genso Doki. Kaze. Fuuka (Sincronia elementale. Vento. Fiore di vento)
L’aria mutò il proprio flusso, convogliandosi rapidamente in uno scudo vorticante che disperse l’attacco nemico.
Sh:«Merda. Sembra che il sigillo blocchi solo voi. Laxus, qui non siete di nessun aiuto. Io li tratterrò, voi cercate di uscire dal cerchio runico»
Er:«Non possiamo lasciarti qui!»
Sh:«Senza magia voi non potete fare nulla, io, invece, si»
Shin la fissò dritto negli occhi. Gli costava uno sforzo enorme trattare Erza con tale durezza, ma sapeva che se non avesse agito così la rossa sarebbe rimasta a combattere al suo fianco, rischiando seriamente di perdere la vita.
Sh:«Ecco, prendi questa»
Si sfilò la spada dalla cintura e la porse a Erza.
Sh:«E’ una cosa a cui tengo molto. Tienila tu, usala per difendere te e gli altri e conservala finché non tornerò a prenderla»
Er:«Se tornerai»
Sh:«Tornerò, è una promessa»
Non c’era traccia di menzogna o d’insicurezza in lui. Era sicuro di se stesso e delle proprie forze.
La rossa lo afferrò per la felpa, portando il proprio viso a pochi centimetri dal suo.
Er:«Sarà meglio per te. Non azzardarti a morire, altrimenti ti ammazzo io»
Sh:«Ovvio. Ora andate»
Il gruppo eseguì l’ordine e si diede alla fuga, lasciando il biondo alle proprie spalle.
Sh:«Genso Doki. Tsuchi. Youryoku seigyo (Sincronia elementale. Terra. Comando di sollevamento)»
La terra tremò con violenza, e una lunga frattura si aprì dietro ai maghi. Un ulteriore scossone, e un gigantesco muro di pietra si innalzò dal nulla, precludendo la strada ad eventuali inseguitori.
Uno dei nemici si fece avanti brandendo un enorme spadone.
Ne:«Hai fatto un errore a lasciarli andare via. Da solo non hai possibilità»
Sh:«Dici? Il mio Genso Doki non subisce gli effetti del vostro sigillo»
Ne:«Non prendermi per il culo. Ci siamo informati su di te. Dato che il tuo potere sfrutta l’energia della natura il sigillo non può bloccarti del tutto, ma sei indebolito, e molto anche. Non riuscirai a battere quasi centottanta maghi»
Sh:«Tu dici? Io non ne sarei così sicuro»
Ne:«Che intendi?»
Sh:«Il Genso Doki non è certo la mia unica risorsa. Ora che i miei compagni non sono qui posso scatenarmi senza problemi. Purtroppo per voi, visto che sto per mostrarvi il mio asso nella manica, sarò costretto a uccidervi tutti»
Ne:«Balle. Finché il sigillo sarà attivo hai le mani legate»
Un sorriso cupo e minaccioso increspò le labbra di Shin. Se quegli idioti non volevano credergli erano fatti loro.
Sh:«Ni-sho Genso Doki. Sora. Torikeshi to Gentei Kaijo (Sincronia elementale doppia. Vuoto. Annullamento e Revoca del Sigillo»
 
                                                      ********************************
 
Il gruppo di maghi stava ancora correndo per uscire dal campo di sigillamento, quando una gigantesca esplosione squarciò il silenzio, riverberando per kilometri.
La quantità di energia magica rilasciata fu esorbitante. Talmente elevata da raggiungere un livello simile a quello di Gildarts. La velocità del flusso, però, era addirittura superiore.
La:«Che cazzo sta succedendo lì?»
Ga:«Non lo so, ma una cosa è certa: chiunque fosse lì ora è polvere. Con una tale quantità di energia si potrebbe radere al suolo mezza Magnolia»
W:«Gazille-san!»
Ga:«Che c’è?»
Erza si accasciò al suolo, affranta. Non poteva credere che Shin fosse morto.
Le lacrime iniziarono a scendere senza che neppure lo volesse, mentre un singhiozzo strozzato lottava per uscire dalle sue labbra serrate.
Un acuto dolore alla mano destra le fece abbassare lo sguardo: erroneamente aveva serrato il palmo sulla lama della spada di Shin.
Un sottile raggio di luce rimbalzò sulla lucida superficie metallica, sfavillando sul volto della rossa.
Con un sorriso strinse maggiormente la presa sull’arma, acuendo il dolore fisico che provava.
Come aveva potuto, anche solo per un istante, essere così idiota? Shin le aveva promesso che sarebbe tornato, e lei doveva aver fiducia nelle sue parole.
Lu:«Erza, tutto bene?»
Er:«Si, sto bene. Ora andiamo»
Pa:«E il mercenario?»
Er:«Shin tornerà da noi. Lo sento»
La:«Allora muoviamoci»




Ola gente. Come va la vita?
Shin sarà ancora vivo? E cos'era quell'esplosione colossale?
La risposta alla prima domanda l'avrete nel prossimo capitolo, quella della seconda tra moooooooooolto tempo.
Come al solito vi chiedo di recensire se avete tempo, magari dicendomi cosa vi è piaciuto e cosa no, così vedrò di migliorare.
Sayonara.

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Capitolo 8
*** La spada degli dei ***


                                                                           La spada degli dei
 
Il gruppo era quasi sul limitare dell’area d’influenza del sigillo. Ancora poche centinaia di metri e avrebbero riottenuto i propri poteri.
W:«Ci siamo quasi»
Pa:«Non cantare vittoria troppo presto. Ci potremo rilassare solo quando saremo fuori per davvero»
?:«Parole sante gatto»
I maghi si bloccarono, voltandosi all’unisono verso il nuovo venuto, incerti se fosse un amico o un nemico. Erza e Gazille, gli unici a poter combattere senza magia, si posero innanzi ai propri compagni, pronti a difenderli in caso di necessità.
Lo sconosciuto si fece avanti, uscendo dalle ombre degli alberi che lo celavano.
Era un gigante, alto e massiccio, con i muscoli ipertrofici che pulsavano sotto l’ampio mantello nero. Il volto, duro e rozzo come se fosse stato scolpito nella pietra a colpi di piccone, era coperto di orrende cicatrici che ne deformavano i tratti in una smorfia disgustosa.
Fissò con attenzione i maghi, squadrandoli da capo a piedi uno ad uno e soffermandosi in special modo sulle componenti femminili del gruppo.
?:«Uh, uh, uh, sembra che il bottino di guerra sarà cospicuo questa volta»
Er:«Di che stai parlando? E tu chi sei?»
Lo sconosciuto digrignò i denti, mostrando la propria dentatura, nera e rovinata.
?:«Dovrò insegnarti le buone maniere a suon di vergate, donna. Il mio nome è Dorran, sono uno dei dieci capi di Heaven e voi sarete il mio bottino di guerra. Sarete un’ottima aggiunta alla mia collezione»
Er:«Preferisco di no, grazie. Non sei il mio tipo»
Do:«Silenzio donna. La tua opinione è irrilevante»
Lu:«Ma senti questo. E come pensi di catturarci, di grazia?»
Do:«Così»
Sbatté i pugni l’uno contro l’altro, generando un fragore troppo assordante per essere stato generato dal semplice impatto di carne contro carne.
Meno di un secondo dopo quasi due dozzine di donne apparvero sul campo di battaglia.
Erza le fissò sconvolta, non tanto per gli abiti succinti, ai limiti della nudità, che portavano indosso né per le catene che cingevano loro i polsi, le caviglie e il collo, bensì per i loro occhi: spenti, vuoti, privi di emozioni e coscienza. Era chiarissimo che erano manipolate contro la loro volontà.
Si lanciarono in massa su Erza come un branco di belve, incuranti del pericolo rappresentato dalla spada nelle mani della rossa.
Er:”Che dovrei fare?”
Ebbe appena il tempo di pensare questo che le furono addosso. I movimenti di quelle donne erano veloci, e non sarebbe stato possibile evitarle in eterno. Gazille, però, non si fece gli stessi problemi e ne stese due in pochi secondi senza troppe cerimonie.
Non poté fare altro che sguainare la spada. Ringraziò il cielo che Shin possedesse una katana, così avrebbe potuto colpire le proprie avversarie col dorso della lama, abbattendole senza rischiare di ucciderle come invece sarebbe potuto accadere con una spada di foggia occidentale.
Iniziato lo scontro, i due maghi, esperti nel corpo a corpo, impiegarono pochi minuti per sconfiggerle tutte. L’unica reazione che suscitarono in Dorran, però, fu un sorrisino sghembo.
Er:«Che hai fatto a queste donne?»
Do:«Ho solo usato il mio incantesimo per annullare le loro identità. Dopotutto a voi donne non occorre una volontà, dovete limitarvi ad obbedire agli ordini»
Er:«Che cosa!?Prova a ripeterlo, bastardo maschilista!»
Lu:«Ho già visto questo incantesimo. Lo usò Vidaldus su Lluvia durante gli scontri alla torre del paradiso. Se non sbaglio si chiama Succubus»
Dorran si irrigidì, i muscoli contratti e il volto rosso per la collera.
Do:«Succubus? Non osare mai più paragonare il mio potere a quell’incantesimo di quarta categoria»
Sbatté di nuovo i pugni e le donne, un attimo prima riverse al suolo esanimi, si rialzarono, attaccando con forza e velocità di gran lunga superiore a prima.
Do:«Il mio potere sfrutta le onde sonore. Usandole a certe frequenze posso controllare la mente delle persone, se esse sono indebolite. Se necessario posso anche rimuovere loro i freni inibitori, aumentando le loro capacità fisiche»
Er:«Ma in tal modo le ucciderai!»
Do:«E allora? Ne ho molte altre con cui sostituirle, e poi per avere voi cinque sono disposto a sacrificare cento di queste scrofe»
Er:«NON PUOI SFRUTTARLE E POI GETTARLE VIA! NON SONO OGGETTI!»
Do:«Perché? Non è forse questo che siete? Voi donne esistete in funzione degli uomini, e voi cinque siete nate apposta per servirmi»
Wendy fissò le donne muoversi come marionette, scoppiando in un pianto terrorizzato.
W:«Non voglio finire in quel modo»
Come biasimare la sua paura? Finire col diventare schiava di un uomo del genere era una prospettiva che atterriva la stessa Erza, figurarsi una bambina di dodici anni.
La rossa non sapeva più che fare. Ormai le appariva chiaro che quelle donne non si sarebbero mai fermate, per quante volte le avessero messe al tappeto. Come doveva agire? Non voleva ucciderle: i maghi di Fairy Tail combattevano, ma non uccidevano mai il proprio nemico, specie se era innocente.
??:«Se non vuoi ucciderle non le ucciderò»
Erza sobbalzò, guardandosi freneticamente intorno alla ricerca della fonte della voce che aveva udito.
??:«Dove stai guardando? Io sono qui»
Basita, Erza abbassò lo sguardo sulla spada di Shin, rendendosi contro che era questa a parlare.
Er:«Ma che diavolo…?»
??:«Attenta alla tua destra»
Imprecando, la rossa schivò un assalto e contrattaccò.
??:«Non dovresti distrarti in battaglia. Che c’è? Non hai mai visto una spada parlare
Er:«Ehm…no»
??:«Oh cielo. Che ignoranza questi giovani d’oggi. Beh, non fa nulla»
Un’evanescente figura di luce apparve alla destra della ragazza, spalancando due candidi paia di ali, più luminose del sole stesso.
??:«Io sono Kamikiri(Taglio degli dei), e fui forgiata dalle ossa e dal sangue di un dio»
Er:«C-capisco, ma perché mi parli solo ora?»
Ka:«Perché ora ne avevi bisogno»
Er:«Che intendi?»
Ka:«Hai detto di non voler uccidere queste donne, no? Ebbene, sappi che l’illustrissimo sottoscritto è in grado di distruggere tanto una montagna quanto un incantesimo. Se mi brandirai con l’intento di salvare, allora io salverò»
Er:«Dici sul serio?»
Kamikiri annuì, sorridendo col suo volto senza labbra.
Ka:«Probabilmente Shin mi ha affidato a te anche per questo motivo: voleva che tu mi usassi per rompere il sigillo nemico»
La rossa ringraziò mentalmente Shin, che aveva pensato davvero a tutto.
Er:«Allora diamoci dentro»
Ka:«D’accordo. Sappi però che io consumo molta energia. Persino Shin non può utilizzarmi a lungo»
Er:«Lo terrò a mente»
La rossa serrò la presa sulla spada, assumendo una posizione d’attacco. Colpì le prime due donne alla gola, e le successive cinque al petto. Le ferite che riportavano sparivano quasi subito, sostituite da un’abbagliante luce azzurra.
Due avversarie tentarono di stringerla in una manovra a tenaglia, ma la ragazza trapassò la donna che le arrivava di fronte con la spada, e bloccò il colpo dell’altra con il fodero della katana, prontamente usato come scudo.
Le restanti avversarie caddero in breve tempo, travolte dall’impeto di Erza.
Sconfitte tutte quelle povere sventurate, Erza esultò, ma il suo giubilo ebbe vita breve: Kamikiri esigette il suo prezzo, prosciugando le forze della rossa, che si accasciò sulle proprie ginocchia.
Er:”E’ fatta. Ora resta solo il bestione”
Ka:«Attenta!»
Una terrificante onda d’urto la colpì in pieno, tramortendola e facendole perdere la presa sull’elsa della spada, che volò a conficcarsi nel tronco di un albero a decine di metri di distanza.
Do:«La tua stupida resistenza mi ha stufato. Ora farai quello che dico io»
La ragazza tentò di rialzarsi, ma il suo corpo era semi-paralizzato.
Do:«Resta a terra. Ora ti insegnerò come dovrai comportarti col tuo futuro padrone»
Il gigante cominciò ad armeggiare con la cintura dei pantaloni, palesando a tutti le proprie intenzioni.
Inorriditi, i compagni di Erza si frapposero tra lei e Dorran. Purtroppo, senza i loro poteri erano inermi, e non riuscirono a far fronte alla forza dell’uomo.
Lu:«E…Erza, scappa»
Lacrime di rabbia percorsero il viso della rossa. Possibile che senza la propria magia fosse così inutile? Se avesse potuto usare “The Knight” avrebbe vinto, e se avesse avuto la stessa potenza di Shin, Dorran non avrebbe rappresentato un pericolo maggiore di un gattino.
Invece ora era a terra, sconfitta senza la minima fatica, umiliata, sottomessa, e stava anche per essere violentata da quel disgustoso bastardo.
Do:«Ora imparerai quel è il tuo posto»
Slacciò definitivamente i pantaloni, gettandoli sul corpo inerme di una delle sue schiave.
Erza fissò il membro dell’uomo: enorme, nauseabondo, ritto in una disgustosa erezione. Un conato di vomito e terrore le risalì in gola per la repulsione causatale da quella vista.
La:«L-lasciala stare, bastardo. Se la tocchi ti ucciderò, e se non lo farò io ci penserà Shin»
Il gigante non lo considerò nemmeno, chinandosi su Erza per strapparle di dosso l’armatura e i vestiti.
Istintivamente la ragazza serrò le gambe, accavallandole per rafforzare la stretta.
Do:«Apri le gambe troia»
Er:«N-no, ti prego. Non lo fare»
Dorran la colpì al volto, facendole sputare sangue, ma Erza non cedette, anzi, raddoppiò i propri sforzi.
Sentì distintamente il pene di lui premere per violarla, le sue mani cingerle i polpacci per spalancarle le gambe, ma non osò aprire gli occhi, per non dover fissare quell’uomo.
Er:”Shin. Shin. Shin.Aiutami. Shin, aiutami. Salvami”
Furibondo per la strenua opposizione della rossa, Dorran le sferrò un secondo, potente colpo al ventre.
Le ossa di Erza scricchiolarono e il dolore le annebbiò la mente.
Con un sorriso di trionfo il gigante la vinse, divaricandole le gambe.
Do:«Visto? Resistere è inutile, tanto alla fine io vincerò sempre»
Er:”No!”
Dorran si mise in una posizione più agevole, pregustando l’attimo in cui l’avrebbe spezzata.
Er:”No!”
La prese per i fianchi e la avvicinò violentemente al proprio bacino, ignorando le sue suppliche disperate.
Er:«SHIN!!»
Un richiamo, una preghiera, una supplica all’unica persona che avrebbe potuto salvarla.
Come in risposta a questo, un lampo bianco precipitò dal cielo, recidendo la virilità dell’uomo, che si accasciò su se stesso tra le urla e gli spruzzi di sangue.
Sh:«Te lo dirò una volta, e una volta soltanto…»
Uno Shin bruciacchiato e piuttosto “alterato” colpì Dorran con un pugno così potente da frantumargli l’intera gabbia toracica, scaraventandolo in aria come un bambolotto.
Sh:«…non osare mai più mettere le mani addosso alla mia Erza, o la prossima volta ti disintegro»
Preoccupato per le condizioni dell’amata, il biondo le si avvicinò, sollevandole il capo da terra e sorridendole rassicurante.
Sh:«Ehilà, come stai piccola?»
La ragazza lo fissò vacua, come se non capisse cosa fosse accaduto, poi sembrò rendersi conto della situazione, e alzò una mano per carezzare il volto del mercenario.
Er:«Shin…sei qui»
Il biondo si tolse la felpa e la usò per coprire le nudità di Erza, in modo da restituirle almeno un po’ della sua dignità e per farla sentire più al sicuro.
Sh:«Scusa, ho fatto più tardi del previsto. Non ti ha fatto nulla, vero?»
Er:«No, sei arrivato giusto in tempo, ma se penso a quello che stava per farmi io…io»
La rossa scoppiò nuovamente a piangere, ma Shin le passò un dito sul volto, asciugandole le lacrime.
Sh:«Ssssh, su, su. Ci sono io ora. Va tutto bene, nessuno ti farà più del male»
La strinse in un abbraccio, mordendosi le labbra a sangue per respingere l’impulso di alzarsi e colpire quel misero verme che aveva osato ridurre Erza in quello stato fino a ridurlo in qualcosa che difficilmente sarebbe potuto essere definito “umano”.
Er:«Gli altri stanno bene?»
Sh:«Si, sono solo un po’ ammaccati. Ora riposa, sarai stanca»
Er:«Già, hai proprio ragione. Ho così tanto sonno…»
Esauritasi la tensione che la permeava, Erza si rilassò, sprofondando nell’incoscienza.
Da lontano si udì un gemito, seguito da un Dorran moribondo e furioso.
Do:«C-come hai osato? Quella donna è la m-mia preda»
Sh:«Stai giù. Se ti ho risparmiato è solo per rispetto agli ideali di Erza, ma se ora ti rialzi, sappi che non avrò pietà»
Ignorando il consiglio del ragazzo, il gigante gli si lanciò contro, desideroso solo di avere la propria vendetta su colui che l’aveva umiliato e mutilato.
Sh:«Beh, meglio così. Genso Doki. Hikari. Shoumetsu Hankei.(Sincronia elementale. Luce. Raggio Distruttore)»
Un fascio di luce investì Dorran in pieno, obliterando il suo intero corpo in un istante.
Sh:«Non perdonerò chiunque osi far versare anche solo una lacrima ad Erza»
Non dovendo più curarsi del mago avversario, ormai ridotto in cenere, il biondo iniziò a dedicarsi alla cura dei propri compagni.
 
 
 
 
 
 
 
 
E rieccomi qui a rompere le scatole =). In questo capitolo ho descritto una scena un po’ forte, ma credo che tutti voi siate adulti e vaccinati, no? Mica vi ha dato fastidio?
Oh beh, ormai è fatta.
Spero vi piaccia anche questo capitolo, e come al solito vi invito a commentare, che non fa male all’autore.
Sayonara.

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Capitolo 9
*** Un brandello di passato ***


                                                                           Un brandello di passato
 
Sh:«Genso Doki. Kamikiri. Gokei Torikeshi (Sincronia elementale. Kamikiri. Annullamento totale)»
Shin conficcò Kamikiri nel terreno, esattamente al centro della linea di demarcazione del sigillo runico. Kamikiri arse come fuoco, e il sigillo che bloccava i poteri dei maghi di Fairy Tail esplose, dissolvendosi.
Sh:«Fatto. Va meglio Laxus?»
La:«Si, sento i miei poteri che tornano a circolare. In circa mezz’ora saremo a posto»
Il mercenario annuì, felice di essere riuscito a salvare i propri compagni ma rammaricato per non aver fatto in tempo a evitare che Erza fosse umiliata in quel modo.
Ka:«Ne sei proprio innamorato, eh?»
Sh:«Ovvio, o non mi spremerei in questo modo per salvarla»
Ka:«E come mai, di grazia, ti sei scelto proprio una maga? Tu non li odiavi, i maghi?»
Sh:«E’ solo uno il mago che odio, lo sai bene»
Ka:«Se vuoi il mio nobilissimo parere: dovresti perdonarlo quel mago. Non merita il tuo odio»
Sh:«Non posso. Quella è l’unica cosa che non posso fare»
Ka:«Fa come vuoi. Ora, però, va da Erza. Sai, mi piace quella ragazza: è forte, ma sa essere anche dolce»
Il biondo inarcò un sopracciglio, fingendosi offeso.
Sh:«Non ho certo bisogno che me lo dica tu»
Shin si incamminò verso la tenda dove avevano lasciato la rossa, bisognosa, a detta di Wendy, di riposo assoluto. Solo la piccola era rimasta nella tenda, pronta a sostenere Erza in caso di necessità.
Sh:«Ciao Wendy-chan. Posso entrare?»
W:«Si, fa pure. Solo, cerca di non farla agitare: è ancora scossa»
Il ragazzo sorrise, carezzandole la testa con dolcezza, gesto che Wendy apprezzò molto, visto e considerato che durante la loro battuta di caccia Shin si era dimostrato una persona deliziosa e divertente. Inoltre Shin, in quanto fidanzato non ufficiale e non dichiarato di Erza, per lei rappresentava una sorta di fratello maggiore acquisito.
Il biondo scostò uno dei lembi che chiudeva la tenda ed entrò.
Erza era stesa su una branda improvvisata, pallida come un cencio ma sveglia.
Sh:«Ciao Erza»
Er:«Ciao Shin»
Era felice di vederlo. Stare con lui le metteva allegria, il che era proprio quello di cui aveva più bisogno in quel momento.
Sh:«Come ti senti?»
Er:«Uno schifo. Sento ancora addosso le mani di quel…quel…»
Non riuscì a finire la frase, troppo adirata con se stessa e con quell’uomo per formulare una frase di senso compiuto.
Desideroso di consolarla, Shin le poggiò una mano sulla spalla, passandole poi delicatamente le dita tra i morbidi e serici capelli rossi della ragazza.
Sh:«Mi dispiace. Sarei dovuto arrivare prima»
Erza ridacchiò, sorridendo gentile verso il biondo.
Er:«Quante volte hai intenzione di ripeterlo? Te l’ho già detto: tu non hai colpe. Sono io quella da biasimare. Senza i miei poteri sono così inutile»
Sh:«Tu non sei inutile. Se lo fossi, Kamikiri non ti avrebbe mai parlato. Hai potenziale, come tutti gli altri. Se aveste dei buoni maestri diventereste fortissimi, te lo assicuro»
Er:«Grazie, e a proposito di Kamikiri-san, come l’hai avuta? È un’arma straordinaria»
Lo sguardo di Shin s’incupì per un istante, giusto il tempo di sbattere le palpebre e cancellare quell’ombra che non voleva che Erza vedesse.
Sh:«Me la regalò anni fa il mio patrigno, come dono d’arrivederci prima di mandarmi dall’uomo che mi ha insegnato kendo e Genso Doki»
Er:«Patrigno? Non padre?»
Il biondo scosse il capo.
Sh:«No, patrigno. Io sono come te, Erza. Quando avevo cinque anni, i miei genitori furono uccisi da un mago ed io rimasi solo»
Shin si fermò per un istante, in attesa che Erza dicesse qualcosa, domandasse, parlasse, ma la rossa si limitò a guardarlo, chiedendogli con i suoi meravigliosi occhi castani di continuare il suo racconto.
Sh:«Per quasi cinque mesi vissi da vagabondo, girando da città in città, rubacchiando ed elemosinando cibo per sopravvivere. Fu durante uno dei miei furti che incontrai Shirou-tousan. Avevo rubato del pane e stavo fuggendo verso la foresta, sperando di seminare i miei inseguitori. Un bambino, però, per quanto corra veloce non ha la falcata e la resistenza di un adulto, quindi non potei sfuggir loro a lungo. Se non fosse intervenuto Shirou-tousan, forse sarei stato pestato a sangue, come mi era già capitato altre volte»
Il mercenario emise un lungo sospiro carico di ricordo e inspirò, come se volesse incamerare più ossigeno possibile prima di proseguire.
Sh:«Rimasi con lui per più di sei anni, finché non dovette partire per un’importante missione. Mi salutò e mi mandò dal mio futuro maestro: uno straordinario spadaccino occidentale di grandissimo talento che mi tenne con sé per i successivi tre anni. Concluso il mio addestramento mi disse di unirmi ad una gilda, e di lì in poi iniziai a compiere missioni sempre più complesse, scalando in breve tempo le vette della scala gerarchica di Dark Phoenix. Al contempo cominciai a prendermi cura di ogni orfano che incontravo, così da evitare ad altri la mia stessa solitudine»
Terminò la sua storia, incorniciandone l’ultima parola con un sorriso triste, volgendo lo sguardo verso l’esterno della tenda, come se volesse scrutare l’immensità del cielo.
Sh:«Ecco perché mi sei piaciuta fin da subito. Non solo per la tua straordinaria bellezza né per la gentilezza e la forza che scorgevo nei tuoi occhi, bensì perché intuii che tu ed io eravamo simili. Condividevamo un passato simile, e portavamo sulle spalle un uguale fardello»
Due candide braccia lo circondarono, cingendogli la vita con delicatezza. Shin sentì con chiarezza cristallina la fronte della rossa adagiarsi sulla sua schiena, mentre la ragazza non accennava a voler sciogliere l’abbraccio che li univa.
Er:«Capisco»
Una semplice parola che ne valeva mille altre, e al cui suono Shin si voltò verso la rossa, fissandola dritta negli occhi castani.
Si fissarono per un istante che sembrò durare secoli interi, poi entrambi ridussero la distanza che li separava l’uno dall’altra e unirono le labbra in un bacio diverso dai precedenti: più dolce, perché non più unilaterale ma voluto da entrambi, e più profondo, perché non causato da semplice attrazione fisica e desiderio di contatto ma da un sentimento di comunione intimo e unanime.
Fu Shin a interrompere il contatto, troncando quel legame che stava nascendo tra di loro.
Erza lo guardò stupita, come per chiedergli perché l’avesse respinta proprio ora che si stava concedendo a lui.
Per tutta risposta il biondo le sorrise, sfiorandole le labbra con la punta delle dita.
Sh:«Perché non voglio che tu ti penta di ciò che farai. Sei così bella che una volta cominciato non riuscirei a fermarmi, e tu non sei ancora pronta»
Er:«Che intendi? Non sono mica una bambina»
Sh:«Non intendevo quello. Tu prima hai esitato. Per un solo istante ma l’hai fatto. Il tuo cuore non è ancora del tutto libero dal passato, per questo, se agissi dando retta al mio istinto farei qualcosa che a lungo andare ti ferirebbe, e non voglio che accada»
La rossa sgranò gli occhi, perdendosi nell’immensità di quelle iridi cremisi. Era vero che aveva esitato, per un attimo le erano tornati alla mente i volti di coloro che aveva amato e che l’avevano amata, e si era chiesta se ciò che stava facendo fosse giusto, se avesse davvero diritto a ricercare un rapporto che andava oltre la semplice amicizia.
Aveva esitato per un solo attimo, ma Shin se n’era accorto e aveva anteposto la felicità di Erza ai propri desideri, perché la felicità di Erza era il suo desiderio più grande.
Er:«Scusa, tu mi dici parole così belle, e io ti costringo ad attendere ancora»
Shin ridacchiò, e la rossa non scorse la più pallida ombra di rabbia o delusione sul volto del ragazzo.
Sh:«Te l’ho già detto: aspetterò anche per tutta l’eternità se necessario, perché so che ne vale la pena»
Le scompigliò i capelli con un rapido gesto della mano, ridendo delle sue proteste e minacce.
Sh:«Ora dormi. Wendy dice che devi recuperare le forze»
La rossa annuì, rimettendosi sotto le coperte, e Shin uscì dalla tenda, dirigendosi verso il bosco a passo spedito.
Ka:«Ormai è certo: sei stracotto»
Sh:«Già»
Ka:«Dove stiamo andando?»
Sh:«Nel bosco»
Ka:«Questo lo vedo. Intendevo dire: che ci andiamo a fare?»
Sh:«Mi servono dei fiori»
Ka:«Cos’è, hai finito i soldi e non puoi fare un regalo più decente ad Erza-chan?»
Con un movimento repentino, Shin sguainò Kamikiri, la sbatté di piatto contro un grosso macigno e la rinfoderò.
Ka:«Ouch! Ehi, mi hai fatto male. Diamine, con te non si può mai scherzare»
Sh:«Zitto idiota. Secondo te mi metto a regalare fiori di campo in un momento del genere?»
Ka:«E allora a che ti servono i fiori?»
Sh:«Certe volte dubito della tua intelligenza. Devo creare degli Oushitsu no Desutorakuta (Distruttori dell’autorità regia)»
Ka:«Aaaaah, e dillo prima. Si, in effetti potrebbe essere una buona idea, visto quanto è successo oggi»
Sh:«Infatti. Non posso più rischiare che capiti qualcosa ad Erza»
Girovagò tra gli alberi per quasi un’ora, finché non giunse in un punto che aveva il quantitativo di energia naturale giusto per quello che aveva in mente.
Ka:«E’ un ottimo posto, ma c’è un piccolo problema»
Sh:«Quale?»
Ka:«Qui non ci sono fiori»
Sh:«Le foglie degli alberi andranno bene lo stesso»
Sguainando di nuovo Kamikiri, stavolta con più lentezza e senza cattive intenzioni, tranciò tre rami carichi di piccole foglioline verdi, strappò le foglie ad una ad una e le dispose in un’ordinata montagnola accanto a se, poi si alzò, piazzandosi a gambe divaricate sopra di essa e, tendendovi contro il palmo della mano, cominciò ad irradiare energia.
Sh:«Genso Doki. Sora. Torikeshi no Nagare – Chikuseki (Sincronia elementale. Vuoto. Flusso dell’annullamento – Accumulo)»
Il mucchietto di foglie brillò di una luce intensa che scemò pian piano fino a divenire un fievole ma persistente bagliore.
Soddisfatto del proprio operato, Shin si chinò e cominciò ad infilare le foglie in una sacca.
Ka:«Non ne hai fatte un po’ troppe?»
Sh:«L’effetto di una singola dose non dura a lungo, e in ogni caso sai come si dice: melius abundare quam deficere»
Ka:«Ma parla come mangi»
Sh:«Taci, o ti vendo al primo banco dei pegni che trovo, chiaro?»
Ka:«Limpido!»
Sh:«Bene, sono contento che io e te ci intendiamo. Ora torniamo al campo base, che devo distribuire questa roba»
 


Ola cicos, come và. Sono tornato a scassarvi le balle.
Piaciuto il capitolo? Vi ha fatto schifo? Poteva andare meglio?
Lasciatemi una recensione e ditemelo, così posso migliorare o continuare su questa riga narrativa.
Sayonara.

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Capitolo 10
*** Nel cuore del territorio nemico ***


                                                    Nel cuore del territorio nemico

 

Ripresasi Erza, il gruppo aveva ricominciato la propria marcia, stavolta con una strada ben precisa da seguire, grazie a Shin. Il biondo, infatti, aveva avuto buona cura di interrogare alcuni dei maghi nemici che aveva sconfitto, riuscendo così a scoprire dove Heaven aveva posto il suo quartier generale.

Per questo avevano fatto armi e bagagli ed erano partiti, giungendo a destinazione in meno di sei ore.

Sh:«Ora dobbiamo cercare di attirare l’attenzione il meno possibile. Una volta all’interno è probabile che saremo costretti a dividerci, e non sappiamo cosa troveremo, quindi voglio che ognuno di voi prenda una manciata di queste»

Gettò a terra la sacca che conteneva gli Oushitsu, la quale si aprì, rivelando il proprio contenuto.

Na:«Che roba è? Foglie?»

Sh:«NO, o meglio, non più. Sono degli Oushitsu no Desutorakuta (Distruzione dell’autorità regia)»

Lu:«Cosa sono?»

Sh:«All’interno dell’insieme di tecniche che compongono il Genso Doki ne esistono alcune definite “di accumulo”. Permettono, in pratica, di accumulare l’energia naturale in alcuni tipi di oggetti, creando così degli “artefatti naturali”»

Gr:«Questo non risponde alla domanda di Lucy. Cos’è questa roba?»

Sh:«Ci stavo arrivando. Questi “artefatti”, trattati con il giusto elemento nella giusta quantità, acquisiscono le proprietà dell’elemento stesso. Questi in particolare funzionano come degli antidoti: se ingeriti neutralizzano per dieci minuti esatti l’effetto di qualunque sigillo o maledizione»

Il biondo si beò per un istante delle espressioni basite dei propri commilitoni, resistendo a stento all’impulso di saltare addosso ad Erza, tanto era carino il suo visino stupefatto.

Ll:«S-stai dicendo sul serio? Dieci minuti di assoluta immunità?»

Sh:«Già»

Er:«Sei una sorpresa dopo l’altra, lo sai Shin?»

Sh:«Ora non osannatemi troppo. Questa roba è utile, ma ha delle controindicazioni fastidiose»

Ga:«Stitichezza?»

Ghignò il drago d’acciaio prima di beccarsi un pugno simultaneo dalla quasi totalità dei presenti, che non avevano gradito la battuta.

Er:«Scusalo. Dicevi?»

Sh:«Il Genso Doki può essere usato da chiunque ma è stato studiato appositamente per i non-maghi che vogliono affrontare persone dotate di poteri magici. Per tale motivo, se prima non si segue il giusto allenamento usare gli “artefatti naturali” crea dei problemi. In primis, dato che il corpo umano ha un limite all’energia che può contenere al suo interno, se ingerite gli Oushitsu perderete tanto potere magico quanta è l’energia naturale contenuta nell’Oushitsu stesso»

La:«Quindi perderemo potere magico ad ogni dose?»

Il ragazzo si strinse nelle spalle.

Sh:«Solo all’inizio. Con l’avanzare dello scontro le vostre riserve di magia si svuoteranno, pertanto l’energia naturale avrà tutto lo spazio che le occorre»

Na:«Mi sembra un po’ una fregatura»

Lu:«Sempre meglio che non poter usare la magia»

Tutti si trovarono concordi con l’affermazione della bionda: meglio perdere le forze che non poter lottare affatto.

Pa:«Altre cose che dovremmo sapere?»

Sh:«Solo una cosa: che non vi venga in mente di prendere più dosi assieme. Non morireste ma passereste sicuramente le pene dell’inferno»

W:«Perché?»

Sh:«Il corpo umano, se non allenato,  mal sopporta una dose troppo elevata di energia naturale»

Er:«Vale per tutti?»

Sh:«Per me no, e anche tu, visto che hai seguito i miei allenamenti, hai sviluppato una soglia di resistenza più alta del normale. Il problema degli altri deriva dal fatto che l’energia naturale è più pura, dal punto di vista spirituale, della magia, e gli esseri umani non riescono a tollerarla»

La:«Ora basta ciarlare. Prendete sta roba e muoviamoci ad entrare»

Il gruppo annuì, raccolse una buona manciata di Oushitsu e si avviò verso l’ingresso della base di Heaven.

Ga:«Niente sentinelle? Strano. Lily, da un’occhiata in giro»

Pa:«Perché io?»

Ga:«Perché un gatto non suscita sospetti»

Il felino sbuffò infastidito e scavalcò il tronco di quercia dietro al quale si erano nascosti, per andare in avanscoperta.

Dopo meno di un quarto d’ora l’ex comandante magico tornò ad annunciare ai maghi che la via era libera.

Lu:«Sicuro che non hanno tracciato un altro sigillo per imprigionarci?»

Sh:«No, ho già controllato con il Doki Besu (Sincronia di base). Se ci sono sigilli, non sono all’esterno della base»

Er:«Ma dov’è l’ingresso? Qui non ci sono altro che macigni e macigni più grandi»

Sh:«Così mi deludi Erza. Non fermarti alle apparenze, guarda con altri occhi»

La rossa eseguì, entrando nello stato di percezione mentale assoluta che aveva imparato da Shin, e capì cosa intendeva dire il ragazzo: l’ingresso era mimetizzato tra le rocce, nascosto dietro una spessa parete di pietra e protetto da una potente barriera illusoria che lo celava alla vista.

Er:«Capisco. Ingegnoso»

Sh:«Già, ma entrare non sarà un gran problema»

Na:«Ah si? E come facciamo? Sfondiamo tutto?»

Sh:«No Salamander, in questo modo non sopravvivremmo due minuti. Erza, osserva e impara»

Il biondo si avvicinò alla roccia e vi poggiò sopra il palmo della mano destra, trasmettendovi attraverso l’energia.

Sh:«Questo procedimento, Erza, e simile a quello usato per la creazione degli “artefatti”. L’unica differenza è che, mentre nel primo caso si comprime l’energia e la si stabilizza, in modo che l’oggetto usato acquisisca un dato potere, in questo la si espande, lasciando che circoli liberamente e applichi gradualmente il proprio effetto. Chiaro?»

Nessuno dei presenti capì una sola parola della sua spiegazione, e quando Erza annuì con convinzione, come se Shin le avesse appena spiegato come aprire una porta, i ragazzi la fissarono sbalorditi.

Sapevano tutti che Erza prendeva lezioni dal ragazzo già da un po’, ma non si erano mai effettivamente chiesti “cosa” le stesse insegnando né il livello che la ragazza aveva raggiunto.

Sh:«Genso Doki. Sora. Torikeshi no Nagare – Breaking (Sincronia elementale. Vuoto. Flusso dell’annullamento. Sfondamento)»

La solida pietra cominciò a tremolare, come se fosse fatta d’acqua. Lentamente, partendo dal centro, il gigantesco minerale cominciò a dissolversi mentre, silente e inarrestabile, l’effetto della tecnica di Shin erodeva con discrezione l’illusione che ostruiva loro il cammino.

L’intera operazione durò dieci minuti, suscitando il malumore di Natsu e Gazille, che fremevano per iniziare a combattere.

Na:«Non puoi fare più in fretta?»

Sh:«Potrei. In effetti se lo volessi potrei distruggerla in due secondi, ma se lo facessi si accorgerebbero che ho infranto la loro protezione. Così invece posso aprire un varco lasciando intatto l’incantesimo, in modo che non capiscano che abbiamo fatto irruzione nel loro covo»

Lu:«Saggio da parte tua. Natsu, dovresti imparare da lui»

Na:«COME?»

Lu:«Dovresti imparare ad essere più paziente. Non puoi sempre entrare distruggendo ogni cosa. Non ti andrà bene ogni volta»

Il mago del fuoco si ammosciò come una candela davanti al fuoco, cosa che Shin non poté fare a meno di notare.

Sorrise: Natsu s’infervorava come una belva per le parole di chiunque ma si abbatteva se a criticarlo era Lucy?

Sh:”Qui gatta ci cova. È cotto?”

Lo osservò meglio, facendo comunque attenzione a non perdere il controllo sul Genso Doki.

Nello stesso istante in cui Lucy si scusò, dicendogli che in fondo lui era fatto così e che bastava facesse un po’ più attenzione quando agiva, il rosato tornò in auge.

Sh:”Eh si, è proprio cotto”

Er:«Shin, manca ancora molto? È rischioso rimanere qui fuori troppo a lungo»

La voce di Erza lo riportò alla realtà, facendogli realizzare di star impiegando troppo tempo nell’operazione, così aumentò la forza e aprì il varco, lasciandolo aperto il tempo necessario affinché il gruppo entrasse, dopo di che lasciò che si richiudesse alle proprie spalle.

L’interno dava su una scalinata lugubre e poco invitante, che scendeva in profondità, perdendosi nelle tenebre.

Sh:«Natsu, Laxus, fate un po’ di luce per favore, ma se sentite un rumore spegnete»

Na&La:«Ok»

L’oscurità fu scacciata dal fuoco e dal fulmine, rivelando un quadrivio decisamente poco opportuno.

Gr:«Merda, che strada prendiamo?»

Sh:«Fammi controllare»

Si piegò su un ginocchio e diede un pugno al suolo.

Sh:«Ni-sho Genso Doki. Tsuchi to Sora. Sukyan Goukei. (Sincronia elementale doppia. Terra e Vuoto. Scansione Totale)»

Un violento impulso sonoro attraversò la terra e la pietra, invadendo e ispezionando ogni anfratto, ogni sala e ogni corridoio della base sotterranea, ritornando poi al punto di partenza e fornendo a Shin una dettagliata mappatura dei dintorni.

Sh:«Tutte le strade conducono allo stesso punto, ma non si incrociano mai. Ogni corridoio porta ad un magazzino in cui potenzialmente può essere custodito lo Zenit. È una pessima idea, ma non abbiamo altra scelta: dobbiamo dividerci e perlustrarli tutti»

Ll:«Ehm, non possiamo rimanere uniti? Se ci dividiamo saremo più vulnerabili»

Er:«No, Shin ha ragione. Più a lungo rimaniamo qui, maggiore è il rischio di essere scoperti. Correre il rischio e separarci è la scelta migliore»

Sh:«Muoviamoci. Cercherò di formare le squadre bilanciandovi meglio che posso. Nel gruppo uno, Erza per gli attacchi a corto raggio, Gazille per quelli dalla media distanza e Gray per il lungo raggio. Nel gruppo due, Panterlily, Lluvia e Laxus. Gruppo tre: io, Wendy ed Elfman. Infine nel gruppo quattro, Mirajane-san, Lucy e Salamander»

Er:«Sicuro?»

Il biondo sorrise e la baciò, trovando in Erza una dolce e piacevole risposta, sebbene velata da quell’ombra di incertezza che l’aveva spinto ad evitare di andare sino in fondo con lei.

Sh:«Anch’io vorrei rimanere con te, ma ho dovuto equilibrare le squadre in modo che ognuna, a parte la mia, avesse una forza pari a quella di un mago di classe SS. Se io e te stessimo nello stesso gruppo, c’è ne sarebbe un altro che si ritroverebbe pesantemente indebolito»

La rossa lo fissò, occhi castani in occhi cremisi.

Er:«Ci vediamo alla fine dei tunnel»

Sh:«Sicuro. Che nessuno di voi si azzardi a crepare»

Gr:«Per chi ci hai preso? Cerca di ricordartelo mercenario da strapazzo: quando i maghi di Fairy Tail combattono insieme non c’è nessuno che possa batterli»

Il viso del biondo si aprì in un enorme sorriso, poi si voltò e s’incamminò verso una delle quattro vie.

Sh:«Ci si vede gente»

 

 

 

 

Puuuuuh, lo so, ho fatto più tardi del solito ma avevo da studiare(Maledetto greco).

D’ora in poi le cose si fanno più incasinate, stiamo per entrare nel vivo dell’azione e le storie dei vari gruppi si svilupperanno in maniera autonoma.

Finalmente cominciano le mazzate, quelle vere.

Come al solito vi invito a lasciarmi un commentino per farmi sapere che ne pensate della storia e se dovrei cambiare qualcosa. Anche i suggerimenti per la trama sono bene accetti. Non vi garantisco che li userò ma fa sempre comodo avere delle idee di riserva. In fondo vi chiedo solo di perdere venti secondi a scrivere, mica tanto =).

Sayonara.

 

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Capitolo 11
*** Heaven passa all'attacco ***


NB:per problemi di origine tecnica che non starò qui ad elencarvi, le virgolette caporali, che fino ad ora aprivano e chiudevano i discorsi diretti, verranno sostituite dai trattini alti. Spero che questo non crei disturbi. Buona lettura.




                                                                   Heaven passa all'attacco


L'uomo scrutò i dieci maghi ai suoi piedi dall'alto del suo scranno di pietra. I suoi occhi neri sembravano voler trapassare i loro crani e scrutargli nella mente. Uno dei maghi si fece avanti, chinando il capo con umile lentezza.
So(Shousui):-Master Rouge, come pensate di procedere? Skuld ha confermato la presenza dei maghi di Fairy Tail nel nostro covo. Si sono infiltrati attraverso uno dei vecchi passaggi-
Ru(Master Rouge):-Lo so, ma abbiamo dei vantaggi: primo, loro sono convinti che noi ignoriamo la loro presenza qui, è questo ci concede un discreto effetto sorpresa; secondo, loro credono che questo sia il nostro covo, ma non sanno che in realtà è il luogo dove è stata sigillata l'anfora di Zeref. Se tutto va bene riusciremo a sciogliere il sigillo prima che percorrano le gallerie-
Ba(Baku):-Ma di che vi preoccupate? Basterà farli fuori tutti. Lasciate fare a me, li sistemo in due minuti-
Ru:-NO!-
La voce tonante del Mastr Rouge fece tremare l'intera grotta, rischiando di far precipitare le enormi stallattiti che ne adornavano la volta.
Ba:-Ma perchè? In quel gruppo gli unici decenti sono Usui e Dreyar. Che cosa potrebbero farci?-
Ru:-STUPIDO!-
Rouge sbattè il pugno guantato sul suo trono di pietra, riducendone in polvere il lato destro. Respirò affannosamente, cercando di riguadagnare la calma.
Ru:-Se lo affrontiamo senza l'anfora, Usui Shin potrebbe divenire la nostra rovina-
Kai:-Credo che lei esageri Master-
Disse un ragazzo dai lunghi capelli blu cupo
Kai:-Che Usui sia forte è fuori da ogni dubbio. La morte di Dorran ne è la prova tangibile, ma non mi sembra così potente da rappresentare una minaccia per tutti noi-
Gli occhi del Master lo trafissero, costringendolo ad indietreggiare di un passo. Kai stentava a riconoscerlo. Non aveva mai visto Rouge, il potentissimo mago che aveva scelto di servire, così preoccupato.
Xil:-Master...-
Sussurrò una bambina dai capelli neri come la pece.
Xil:-...cosa vi preoccupa tanto? Usui, per quanto potente sia il Genso Doki, non ha speranze contro tutti voi-
Ru:-Non è del Genso Doki che mi preoccupo. Ciò che temo è il suo potenziale futuro. I suoi maestri sono due mostri così potenti da far sembrare me, Makarov e la quasi totalità dei maghi oggi in vita dei bambini spauriti. E' vero che con le sue capacità attuali, sia quelle che ha già mostrato sia quelle che ancora nasconde, Shin non è un pericolo, ma se nel corso di questi scontri acquisisse anche solo un decimo della forza di Hakutei o del suo secondo maestro saremmo fottuti-
Yu:-Se è questo il problema basterà eliminarlo prima che progredisca-
Ru:-Già, hai ragione-
Si lazò in piedi, puntando lo sguardo verso i suoi adepti.
Ru:-Skuld, a te il compito di formare i team. Assicuratevi di non fare prigionieri-
Con un inchino, i maghi migliori di Heaven si voltarono e si incamminarono, una smorfia omicida a deformare i lineamenti dei loro volti.
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                                                                 CORRIDOIO 3

Una freccia partì sibilando da una trappola nascosta nella parete, diretta verso la testa di Erza che, distratta, non sarebbe riuscita a schivarla se Gray non l'avesse  afferrata per la collottola, strattonandola violentemente all'indietro.
Gr:-Vuoi stare attenta, maledizione-
Er:-Scusa, ero distratta-
Gr:-Si può sapere a cosa stavi pensando-
Er:-A nulla. Mi sono solo accorta di avere questo-
infilò una mano nella tasca della gonna e ne tirò fuori un cubo metallico di circa quattro centimetri di lato.
Gr:-Cos'è? E come ti è finito in tasca?-
Er:-Credo c'è l'abbia messo Shin quando ci siamo salutati. E' uno Stock Cube-
Ga:-Un che?-
Er:-Un contenitore dimensionale creato con un incantesimo simile a quello che uso io. ha una capienza limitata, ma consente ai mercanti d'armi di trasportare comodamente la propria merce, che altrimenti occuperebbe uno spazio inusitato-
Ga:-C'è qualcosa dentro?-
La rossa pigiò uno degli angoli del cubo, e una scritta luminescente comparvea mezz'aria, fornendo una breve descrizione del contenuto dello Stock Cube.
Gr:-Allora, cos'è?-
Er:-Qui dice Hyaku Mira no Yoroi(Armatura dei cento specchi). Non l'ho mai sentita nominare, ma a giudicare dalle caratteristiche dev'essere un'armatura difensiva. Chissà perché Shin me l'ha data-
Ga:-Lo sai che quello è pazzo di te. Probabilmente voleva che tu fossi ben protetta-
Er:-Ne dubito. La Kongou no Yoroi ha un livello di resistenza molto più elevato. No, Shin doveva avere in mente qualcos'altro-
Ik:-Beh, avrai modo di appurarlo presto-
Al suono di quella voce conosciuta, Erza scattò fulmineamente in avanti evocando una spada, e con un violento fendente intercettò la lama d'aria lanciata dall'ex assassina. L'onda d'urto esplose con forza devastante, costringendola a puntellarsi coi piedi per non essere sbalzata all'indietro.
Er:-E' un sacco che non ci si vede. Cos'è, hai cambiato datore di lavoro?-
La spadaccina si strinse nelle spalle.
Ik:-Rivesto una posizione di prestigio. E mi pagano bene-
Gr:Ah si? Vediamo se i soldi ti aiutano con questo-
Il moro creò una lama di ghiaccio sul braccio destro e attaccò la donna con tutta la ferocia e la velocità di cui era capace. In pochi secondi la raggiunse e sferrò il colpo, mirando al volto, così da concludere lo scontro in un'unica mossa.
Con analoghe intenzioni, Gazille lanciò una serie di sottili ma letali spiedi di metallo.
Nessuno dei due attacchi giunse mai al bersaglio: non appena raggiunsero Ikaruga, questa, semplicemente, svanì, ricomparendo pochi metri più avanti, indenne e senza un capello fuori posto. sembrava non aver fatto il benché minimo movimento. Persino la polvere sul pavimento di pietra era intonsa e del tutto priva di impronte.
Er:-hai imparato un nuovo trucchetto Ikaruga?-
Ik:-Non proprio, ma non temere. Saprai presto la verità-
E sparì nuovamente.
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                                                   CORRIDOIO 1

El:-Ma quanto è lungo sto' corridoio?-
Sh:-Ancora mezzo chilometro circa. Wendy, ce la fai o devo portarti in spalla?-
La piccola li seguiva a fatica. La loro falcata era troppo lunga, e lei doveva sforzarsi il doppio per stare al passo. Eppure, da brava maga di Fairy Tail si rifiutava di cedere e avanzava senza lamentarsi.
W:-No, posso farcela da sola, grazie-
Il biondo le rivolse un sorriso compiaciuto, che si trasformò in una smorfia infastidita quando un fracasso infernale cominciò a diffondersi nel tunnel. In cerca della fonte di quello scempio acustico, Shin volse la testa verso un tipo strano, con una chitarra in mano e i capelli assurdamente lunghi.
Sh:-Chi accidenti sei tu?-
??:-Il mio nome è Vidaldus Taka, e sono una Rock Star, nonchè un sottoposto di Ikaruga, numero sei dei dieci re di Heaven. Titolo di cui forse potrò presto fregiarmi, visto che tu, mio caro Usui, hai ucciso quel bestione arrogante di Dorran-
La sua voce era, se possibile, ancora più fastidiosa della sua musica.
Sh:-E che vuoi?-
Vi:-Davvero non lo immagini? Il mio compito è uccidervi-
Sh:-E pensi di riuscirci?-
Vi:-Certo che si. E anche nella remota possibilità che io dovessi fallire, più avanti ci sono due dei dieci re. Non avete speranze-
Shin si fissò le unghie con indifferenza, suscitando l'ira del mago nemico, che prese a muovere il plettro sulle corde a ritmo ancora più frenetico.
Elfman e Shin si misero le mani sulle orecchie, assordati. Wendy, invece, si accasciò al suolo, urlando e contorcendosi come se le stessero infilando un coltello arroventato nelle viscere. preoccupato, il biondo le andò vicino, usando il Genso Doki per controllarne le condizioni. non appena ne sfiorò il braccio percepì la magia di Vidaldus attaccare il cervello della maghetta, nel tentaivo di sottometterne la volontà.
Sh:-Che cazzo pensi di fare?-
Urlò furiondo il mercenario, fissando il mago con una tale intensità da costringerlo ad un involontario passo indietro. Visibilmente meno spavaldo di prima, lo scagnozzo di Heaven assunse un'espressione beffarda, tentando di non mostrare il proprio timore.
Vi:-Userò il mio incantesimo, Succubus, per trasformare quella bambina in una mia schiava. Non è proprio il mio genere, ma vabbé, vorrà dire che proverò qualcosa di nuovo. Tantopiù che tra qualche anno sono sicuro che diventerà uno schia...-
Sh:-Genso Doki. Kaze. Bakuhatsu(Genso Doki. Vento. Esplosione)-
La mano del giovane penetrò nella tenera carne del mago. Il vento fece il resto.
Esplodendo con la potenza di una bomba, la tecnica del mercenario dilaniò Vidaldus in un istante, senza dargli il tempo di reagire. Le furiose correnti d'aria ne squarciarono le vene, facendosi strada tra muscoli e tendini, nervi e ossa.
In un battito di ciglia, dell'uomo che era stato Vidaldus Taka non rimase altro che una poltiglia semi-liquida rossa sparsa sul pavimento, sulle pareti e sulla volta del tunnel.
Scioccato, Elfman raccolse Wendy da terra e superò la pozza di sangue, seguito poco dopo da Shin, che si era attardato a pulirsi la mano con un fazzoletto.
El:-Era proprio necessario?-
Sh:-Si. Esseri simili non meritano più pietà di un cane rognoso-
Elfman non era molto daccordo, e probabilmente nessuno di Fairy Tail lo sarebbe stato, ma preferì tacere. Dopotutto, seppur in modo discutibile, Shin aveva salvato Wendy.
Sh:-Stai attento ora. Se Vidaldus ha detto il vero più avanti ci aspettano nemici potenti-

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                                                                       CORRIDOIO 4

La roccia crollò su Lluvia, Laxus e Panterlily proprio all'imboccatura del tunnel. Con grande prontezza di riflessi l'exceed si trasformò, assumendo una forma umanoide più esile rispetto a quella che sfruttava per il combattimento, ma molto più agile e veloce, grazie alla quale schivò senza difficoltà i frammenti che si staccavano dal soffitto. Lluvia, invece, non temendo attacchi fisici si limitò a farsi seppellire, salvo poi riemergere sotto forma di sottili filamenti d'acqua cristallina, che si coagularono nell'aggraziata figura della maga. Laxus, dal canto suo, con i suoi soliti modi spicci e non particolarmente fini si corazzò di una spessa coltre di energia elettrica, così potente da distruggere le rocce al solo tocco.
Ll:-Che cos'è successo? Le pareti mi sembravano solide, e non percepisco tracce di umidità-
Pa:-Qualcuno ha causato il crollo. Guarda i frammenti: le sezioni sono tagliate in modo troppo preciso, e alcuni punti sembrano corrosi dall'acido-
Xil:-Non è colpa mia se tutto ciò che ho vicino muore-
Piagnucolò una voce esile.
I tre maghi si voltarono verso la bambina, notando che intorno a lei c'era una sorta di anello nebbioso, che corrodeva tutto ciò che toccava, riducendolo in melma.
Ki(Kilik):-Accidenti, avete fatto piangere Xil. E' una seccatura quando si agita-
La terra si aprì, e da essa emerse un giovane di vent'anni, dai corti capelli castani. Indossava un' armatura medievale, e in mano stringeva un catena, ad un'estremità della quale era attaccata una palla d'acciaio irta di spine. Sembrava  un alleato della bambina, ma Lluvia notò che si teneva a distanza da lei, e che ogni tanto le scoccava occhiate cariche di disgusto. Eppure a Lluvia non sembrava tanto male, anzi, il visino tondo, incorniciato dal caschetto nero, era dolce e carino, e il corpicino esile era fasciato da un vestito bianco candido che le scendeva fin sotto le ginocchia.
Ll:"Che sia per via dei suoi poteri?"
La comprensione la colpì come un fulmine. Se era quella la verità, Lluvia la capiva bene, perchè anche lei aveva sopportato lo stesso tormento per anni, prima di incontrare Gray e Fairy Tail.
La:-Chi siete voi?-
Fr(Freyr):-E' maleducazione chiedere il nome di qualcuno senza prima presentarsi, non lo sai?-
A parlare era stata una bella donna, alta e formosa, con il corpo provocante rinchiuso in un abito che lasciava ben poco all'immaginazione.
La:-Il mio nome è Laxus Dreyar. E ora rispondete alla mia domanda-
La donna sorrise e si inchinò, flettendosi in modo da mettere in mostra il seno procace.
Fr:-Io sono Freyr della passione, e non credo sia difficile capire il perchè-
L'uomo in armatura si limitò ad un grugnito.
Ki:-Io sono Kilik della terra, numero sette in ordine di potenza tra i dieci re. La bambina, invece, si chiama Xil, Xil della putrescenza, come la chiamiamo noi-
Xil:-N-nonmi piace questo nome. Non è colpa mia se non posso controllare i miei poteri-
Pa:-Immagino che non ci lascrete passare senza combattere-
Ki:-Immagini bene gatto-
Pa:-Peccato-
E l'Exceed sguainò la propria spada.
Ll:-Ragazzi, penso io alla bambina-

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                                                                        CORRIDOIO 2

Una serie di massi ostruiva il passaggio, ma non fu difficile per Lucy aprire un varco grazie ai propri poteri.
Lu:-Apriti pota della Vergine. Virgo-
La chiave dorata girò nella sua serratura invisibile, lo spazio tra il mondo umano e quello degli spiriti stellari si lacerò per un istante, e in uno sbuffo di fumo e luce apparve Virgo, con la sua solita divisa da cameriera.
Le catene ai polsi della ragazza tintinnarono quando si inginocchiò di fronte a Lucy.
Vr:-Cosa desiderate, Hime?-
Lu:-Aprici un varco-
Lo spirito stellare annuì e si gettò come una tuffatrice professionista  sulla barriera rocciosa, immergendovisi come se questa fosse fatta d'acqua, e lasciando dietro di se un foro abbastanza largo da consentire il passaggio dei maghi.
Vr:-Il crollo era abbastanza vecchio, almeno a giudicare dal grado di compressione tra i vari strati, ma non è stato un gran problema. Siete soddisfat...-
Un ragazzo bruno comparve alle spalle di Virgo e le diede un colpetto sulla schiena. L'esplosione che ne seguì scagliò la ragazza contro una parete, ma Lucy ebbe una prontezza di riflessi sufficiente a permetterle di chiudere forzatamente la porta della Vergine, impedendo l'impatto.
Ba:-Allora fatine, si comincia?-
Na:-Karyuu no Honoo-dama!(Sfera ardente del Drago di fuoco)-
Una palla di fuoco grande come un cocomero uscì dalla bocca spalancata del giovane mago del fuoco, dirigendosi verso il nuovo nemico. Il ragazzo non fece nulla per schivare, ma quando l'incantesimo fu sul punto di colpirlo, un immenso muro d'acqua lo intercettò, dissolvendolo.
Na:-Ma che...-
Dalla nube di vapore emerse Kai, calmo e posato, ma pronto alla battaglia. Il mago dai capelli blu fece un elegante inchino.
Kai:-Il mio nome è Kai dell'Oceano. E' un piacere conoscerti Salamander. Signorina Heartfilia, è un onore averla qui. Quanto a lei Mirajane, devo dire che le foto non le rendono la dovuta giustizia.
Ba:-Smettila di perderti in stronzate Kai. Uccidiamoli e facciamola finita-
Kai emise un sospirò rassegnato.
Kai:-Il nome del mio volgare collega è Baku, Baku l'esplosivo, e per quanto io trovi il suo modo di esprimersi oltremodo sgradevole devo convenire con lui su questo punto. Mi dispiace, ma la vostra vita termina qui-
Na:-E' quello che vedremo!-



Salve EFPiani. Lo so, lo so, sono in un ritardo apocalittico, ma ho avuto dei problemi. Primo fra tutti il fatto che il mio primo computer, quello buono, mi ha detto addio, quindi mi sono dovuto arrangiare con una carriola di riserva. Cercherò di postare con più frequenza, ma non garantisco nulla.
Sayonara.

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Capitolo 12
*** Spada contro spada ***


                                                                          Spada contro spada
 
Appena giunti all’imboccatura della vasta grotta adibita a magazzino, Erza fu costretta a sferrare un potente calcio a Gray e Gazille, scagliandoli lontano da se, onde evitare che un fendente di Ikaruga li tranciasse in due. Per la fretta, il colpo fu però troppo forte, e li mandò dall’altra parte dell’antro.
Ridacchiando, il ragazzo alle spalle della spadaccina sparì, esattamente come aveva fatto la stessa poco prima, per poi ricomparire di fronte ai due maghi ancora doloranti                   
Er:-Quindi è così che sei fuggita prima: sfruttando i poteri di quel tipo-                              
Ik:-Già. Yuro sa manipolare lo spazio. Trasportare un corpo da un posto all’altro per lui è un giochetto. Ma veniamo a noi, ora-
Con un sorriso minaccioso Ikaruga sguainò la spada, colpendo il soffitto con uno spostamento d’aria che lo fece crollare lungo la fenditura dell’attacco.
Ik:-Adesso nessuno ci disturberà-
Annuendo, la rossa scrutò con attenzione la lama con cui l’avversaria aveva sostituito quella che le aveva distrutto: la lunghezza dell’arma era pressoché identica, ma lo Tsuba era più semplice, un normale disco d’acciaio dorato. Lo Tsuka invece era lungo quanto il suo avambraccio, ed intrecciato con corde nero pece.
Un impercettibile movimento delle dita di Ikaruga le comunicò che la donna era in procinto di attaccare. Facendo tesoro della sua precedente esperienza, Erza si concentrò più sul movimento della lama avversaria che non sull’avversaria stessa. Usò il Kansou per evocare una spada occidentale ad una mano e la anticipò, gettandolesi contro. Il metallo cozzò contro il metallo con uno stridio assordante, e la spada di Erza resistette a stento, riportando una profonda scalfittura che ne rovinava il filo.
La rossa lanciò un’imprecazione ben poco femminile e sostituì l’arma danneggiata con uno spadone di dimensioni abnormi, ripromettendosi di farla riparare al più presto.
Con uno scatto orizzontale, Erza rinnovò l’assalto, scartando di lato all’ultimo istante per evitare un affondo avversario. Compì una veloce rotazione del busto e sfruttò la forza centrifuga per aumentare la potenza del colpo. Prontamente, Ikaruga abbassò la propria spada e parò. Il polso le gemette per la pressione trasmessa dall’impatto e per lo sforzo di non perdere la presa sull’elsa.
Ik:-Sei migliorata molto-
Er:-Lo so-
Saltando verso l’alto, Erza evocò l’arma più pesante in suo possesso: un’alabarda creata sulla base di Gravity Core, una delle dieci lance della sua omonima di Edoras, Erza Nightwalker.
L’enorme peso dell’arma la trascinò istantaneamente verso il basso in una fulminea caduta libera. Piuttosto che arrischiarsi a parare quello che, senza dubbio, sarebbe stato un attacco devastante, Ikaruga preferì schivare.
La lama dell’alabarda le passò ad un soffio dal capo con un sibilo assordante, e l’assassina ebbe modo di rendersi conto dell’esattezza della sua scelta.
La potenza dell’attacco di Erza fece tremare l’intera base, divellendo il pavimento di roccia come solo l’impatto di una meteora avrebbe potuto fare. L’onda d’urto colpì Ikaruga come un maglio d’acciaio, scaraventandola verso una delle pareti.
Mentre era ancora a mezz’aria, però, la rosa riuscì a ritrovare l’equilibrio, e atterrò dolorosamente sui tacchi assurdamente alti.
Ik:”Accidenti a me e ai miei gusti in fatto di abbigliamento”
Stizzita, li gettò via, strappando dalle maniche del suo kimono due lunghe strisce di stoffa con cui si fasciò i piedi nudi.
Con onorevole sportività, Erza attese che completasse l’operazione, mantenendo però la posizione di guardia.
Ik:-Scusa l’attesa. Ora facciamo sul serio-
Due delle donne più pericolose sulla faccia della terra si squadrarono a vicenda, l’una in cerca del benché minimo spiraglio nelle difese dell’altra. Poi Ikaruga attaccò, sferrando un deciso fendente nel vuoto.
Erza non reagì, temendo un tranello, ma un acuto dolore al braccio destro la informò che si era sbagliata.
Con un gridolino di sorpresa si tastò il punto dolente con la mano, ritraendola piena di sangue.
Er:-Ma che diavolo…Come hai fatto?-
Ikaruga si lasciò andare ad un risolino divertito.
Ik:-E’ merito di questa spada. Dentro c’è una parte dell’incantesimo di Yuro. Grazie ad esso posso far partire i miei attacchi da qualunque direzione io voglia-
Er:-Interessante, ma se quello che dici è vero mi basterà difendermi finché l’energia magica della spada, che tu, in quanto non-maga, non puoi rigenerare, si esaurisca-
Ik:-Ihihih, vero, molto vero. Ma è proprio qui che sorge il dilemma: riuscirai a resistere fino ad allora?-
Menò un affondo, la punta dell’arma svanì ed Erza cadde in ginocchio, la gamba destra trafitta con tale violenza da aver spezzato l’osso.
Ik:-Francamente non credo-
Er:-Kansou. Kongou no Yoroi (Riequipaggiamento. Armatura adamantina)-
Ik:-Userai quella? L’ultima volta non ti è servita a molto-
Er:-Già, ma stavolta non potrai attaccarmi a raffica, altrimenti esaurirai l’energia-
La rosa ringhiò e sferrò altri tre violenti fendenti, che raggiunsero Erza al petto, alla schiena e alla testa. Il robusto metallo dell’armatura, pesantemente rinforzato dopo le riparazioni effettuate a seguito degli scontri alla Torre Del Paradiso, scricchiolò pericolosamente, ma resse all’assalto, almeno in principio.
Gli attacchi di Ikaruga si susseguirono a ritmo furioso, e, infine, ebbero la meglio, distruggendo il più solido muro difensivo di cui Erza disponeva.
Ik:-Questa è la fine Scarlet, addio. Aki no Ame(Pioggia d’autunno)-
La combattente numero sei di Heaven scatenò tutta la propria forza nel suo attacco più letale: una precisa e rapidissima serie di fendenti, lanciati da oltre duecentomila punti differenti nello spazio. Ikaruga aveva usato solo una volta quella mossa in passato, e il suo avversario era semplicemente svanito in una nuvola rossa. Non vedeva perché stavolta dovesse essere diverso.
Nel brevissimo istante antecedente alla sua praticamente certa morte, la mente di Erza scorse febbrilmente la lista di armature a sua disposizione, cercandone una abbastanza resistente da reggere l’urto dell’attacco.
Nessuna delle armature a sua disposizione, però, faceva al caso suo. Così, in un gesto di disperata fiducia, la rossa ripose tutte le proprie speranze nel suo ultimo acquisto.
Er:-Kansou. Hyaku Mira no Yoroi (Riequipaggiamento. Armatura dei cento specchi)-
La struttura atomica della corazza si ricompose appena in tempo, ed Erza si trovò letteralmente sommersa dagli attacchi della spadaccina.
Stranamente, nonostante Erza avvertisse la sensazione di essere colpita, non ne percepiva il peso, come se i fendenti le scivolassero addosso senza fermarsi. Incuriosita, guardò i poteri della corazza all’opera.
Rimase a bocca aperta. Non solo l’armatura, cosparsa da innumerevoli cristalli simili a scaglie grandi come l’unghia di un mignolo, era a dir poco meravigliosa, ma anche l’incantesimo con cui era potenziata era strabiliante: anziché bloccare gli attacchi, i cristalli li assorbivano e li rigettavano indietro, non riportando, di fatto, alcun danno.
Veloce com’era iniziato, l’assalto di Ikaruga giunse al termine. La rosa ansimava per la fatica.
Le belle labbra della rossa si aprirono in un sorrisino trionfale nel fissare l’espressione stupefatta dell’assassina, ma fu un’esultanza di breve durata.
Evidentemente la Hyaku Mira no Yoroi consumava molta energia magica, perché Erza si sentì immediatamente indebolita e dovette togliersela.
Ik:-Niente male Titania-
Er:-Anche tu non sei male. Senza quest’armatura sarei morta di sicuro-
Ik:-Avrei preferito evitare di usarla, ma non ho altra scelta-
Infilò la mano nella scollatura del kimono e ne trasse fuori una boccetta trasparente colma di un liquido rosso. Usando i denti la stappò e ne bevve il contenuto.
Grosse vene le si gonfiarono lungo tutto il corpo, mentre rivoli di sangue le colarono dal naso e dagli occhi, scorrendole sul viso come lacrime.
Poi tutto avvenne alla velocità di un fulmine.
Un istante prima Ikaruga era in ginocchio, preda della fatica e del dolore che la pozione le aveva provocato, un istante dopo Erza percorreva in volo l’intera grotta, trafitta al petto dalla lama dell’avversaria.
Un muto urlo di dolore le fuoriuscì dalle labbra quando la katana di Ikaruga la inchiodò alla parete rocciosa, sprofondando fin quasi allo Tsuba.
Er:”Ma che cazz…”
Ik:-Fa male?-
Er:-Che cosa hai bevuto? Droga?-
Ik:-Una specie. L’ha sviluppata Rouge-sama studiando i poteri di Dorran e Shousui-san. In pratica altera la produzione di sostanze come dopamina, endorfina, serotonina, e un sacco di altra roba di cui non ricordo il nome. Cancella dolore e fatica e fortifica il corpo-
Er:-È un trucchetto abbastanza sleale-
La spadaccina si strinse nelle spalle, ora massicce come quelle di un culturista.
Ik:-Si fa quel che si deve-
Er:”Ah, si? Allora anch’io giocherò sporco”
Con uno sforzo immane la rossa spezzò il metallo della Katana.
La ferita le trasmise ululati di sofferenza, ma strinse i denti e, inarcandosi in avanti, si lasciò scivolare al suolo.
Ik:-Che cosa pensi di fare? Quella è una ferita mortale, e così la aggravi soltanto-
Erza ghignò di sottecchi, ripensando ad una delle lezioni più importanti che Shin le aveva impartito negli ultimi giorni.
_________________________________________________________________________
Sh:-Tra le centinaia di tecniche di cui un maestro del Genso Doki può disporre ce n’è una in particolare che vorrei tu imparassi-
Erza si era fatta subito attenta: di rado Shin era così serio.
Er:-Quale?-
Sh:-Si chiama Doki Chiyu (Sincronia rigenerativa), e come dice il nome ti consentirà di curare le tue ferite senza dipendere dalla Tenkuu Mahou (Magia Curativa) di Wendy-
Er:-Tutte?-
Sh:-Beh, non proprio. Se ti squarciassero a metà, la Doki Chiyu ti sarebbe utile quanto un cerotto, ma se, per esempio, tu fossi colpita da una freccia o simili, con un po’ di sforzo non avrai problemi a guarire-
_________________________________________________________________________
Ok, quella era un po’ più grave di una ferita da freccia, ma il principio era lo stesso. Serviva solo più energia.
Si concentrò su se stessa e in pochi secondi individuò il Furou Youso (Flusso Elementale) che le interessava: quello dorato, corrispondente all’attributo “vita”. Fuse la propria volontà con esso e lo incanalò verso la ferita.
Er:-Doki Chiyu. Handa Niku (Sincronia rigenerativa. Saldare la carne)-
Una sensazione d’intenso bruciore le si scatenò nella ferita, minacciando di farle perdere i sensi, quando l’energia naturale iniziò a ricucirne i lembi.
Er: “Urgh, devo dire due paroline a Shin: non mi aveva detto che era così doloroso”
Incuriosita, Ikaruga si avvicinò alla rossa, cercando di capire il perché del suo strano comportamento.
Troppo tardi notò che la ferita che le aveva inferto era scomparsa.
Sfruttando la distrazione dell’avversaria, Erza afferrò ciò che restava della lama dell’assassina e gliela conficcò nella caviglia destra.
La spadaccina balzò all’indietro, più per la sorpresa che per il dolore, che sembrava non provare affatto.
Ik:-Bella mossa Erza. A quanto pare Usui ti ha insegnato parecchie cose-
Sh:-Già. Incontrare Shin è stata una fortuna per me-
Mentre parlavano, usò il Doki Chiyu per risaldare l’osso della gamba e dissolvere un po’ dell’acido lattico nei propri muscoli, mitigando la sensazione di spossatezza che gli sforzi fisici le avevano lasciato.
Ik:-Si, sappiamo di voi due. Sai, vi teniamo d’occhio da un po’. Devo dire che te ne sei scelto uno carino, ma ti stanno bene tutti i suoi segreti?-
Er:-Di che segreti parli?-
Ikaruga rise.
Ik:-Non te l’ha detto, vero? Ooooh, poverina. Ingannata dal ragazzo che le piace-
La rossa la fissò con una calma che la sorprese.
Er:-Shin mi ha lasciato scegliere, ora tocca a me concedergli lo stesso diritto. Se anche avesse mille segreti, io aspetterò finché non me li rivelerà-
Utilizzando le sue ultime riserve di energia magica evocò una spada e si mise in posizione d’attacco. Allo stesso modo Ikaruga afferrò l’elsa di una seconda katana, più corta, che nascondeva dietro la schiena.
Ridotta com’era, sapeva benissimo che il prossimo colpo sarebbe stato l’ultimo.
Scattò in avanti, imitata da Ikaruga, la lama radente il terreno. L’assassina era però in condizioni migliori delle sue, quindi, se voleva sopravvivere, doveva giocarsi bene l’unica carta che le restava.
Quando fu a portata di tiro, alzò volutamente la spada con un secondo di ritardo, difendendosi con il solo braccio destro.
Il filo della lama della rosa arrestò la propria corsa mortale contro la Testu-gawa (Pelle di ferro), e il sorrisino compiaciuto della donna si trasformò in una smorfia di stupore quando, fulminea, la lama di Erza si abbatté inesorabile su di lei, squarciandola dalla spalla destra al fianco sinistro.
L’assassina barcollò all’indietro, inciampò sul niente e cadde al suolo, seguita subito dopo da un' esausta Erza.
Rimase sdraiata al suolo per diversi secondi, riprese fiato e, poi, come aveva imparato da Shin, convertì la scarsa energia dei Furou Youso circostanti in carica magica e la assorbì. Fu sgradevole, e le lasciò un disgustoso retrogusto metallico in bocca, ma utile.
Leggermente rinvigorita, si rialzò ed evocò dallo Stock Dimensionale una Lacrima esplosiva. La attivò, la lanciò contro lo sbarramento roccioso che la separava da Gray e Gazille e si tappò le orecchie.
La deflagrazione che seguì le aprì un varco, e la rossa corse dai propri compagni.
                

Tadaaaan, l'avevo promesso per lunedì e lo posto domenica. E alla fine the winner iiiiiiiis........Erza!!!! Ovvio, mica potevo uccidere la protagonista femminile, se no Shin ci restava male(E mi lanciava contro uno Shoumetsu Hankei).
Spero vi piaccia. All'inizio doveva essere lungo solo due pagine di word, ma poi mi sono fatto prendere la mano e sono finito a scriverne cinque. E vabbè, se la vie(?).
Sayonara. 

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Capitolo 13
*** Ghiaccio e acciaio ***


                                                                             Ghiaccio e acciaio
 
 
Il calcio di Erza fu provvidenziale, certo, ma “leggermente” troppo violento. L’impatto col terreno fu dolorosissimo, e Gazille e Gray impiegarono alcuni preziosi istanti a riprendersi. Istanti in cui, purtroppo, Ikaruga pensò bene di far crollare parte della volta della grotta con uno dei suoi stramaledetti fendenti d’aria compressa.
Ga:-Merda, e ora che facciamo?-
Yu:-Beh, potreste combattere contro di me, che ne dite?-
I due maghi si voltarono immediatamente verso Yuro che, tranquillo, sedeva su una pietra appena caduta dalla volta. Dall’altra metà della grotta cominciavano a udirsi i primi suoni dello scontro di Erza.
Gr:-Tu sei il tizio di prima-
Yu:-Già, anche se chiamarmi “tizio” è un tantino maleducato. Abbiate almeno il buongusto di chiamarmi con il mio nome-
Ga:-E sarebbe?-
Yu:-Mi chiamo Yuro-
Sussurrò il ragazzo, ora alle spalle del dragon slayer, le labbra ad un soffio dal suo orecchio.
Gr;-Indietro Gazille! ICE MAKE! CAGE!-
Un muro di ghiaccio intrappolò Yuro, bloccandolo nelle sue gelide spire. Cogliendo l’occasione, Gazille attaccò, frantumando la gabbia. Peccato che Yuro non fosse al suo interno.
Yu:-Buoni riflessi. Pessima idea-
Questo fu il commento di Yuro, indenne, asciutto e…perfettamente in piedi sul soffitto?
Gray sbarrò gli occhi. Che fosse un telecineta? No, decisamente no: i suoi vestiti non pendevano verso il basso. Più probabile che fosse in grado di manipolare la gravità o qualcosa di simile.
Prima che potesse darsi una spiegazione degna di questo nome, però, il mago nemico fece una fluida capriola e si arrestò a mezz’aria, gettando ai due membri di Fairy Tail uno sguardo di pacata ma convinta superiorità. Non contemplava l’idea di perdere. Era qualcosa che escludeva a priori.
Tese una mano verso Gray, e senza che questi potesse anche solo accennare ad una reazione, un compatto muro d’energia lo schiacciò al suolo, comprimendogli le ossa con una pressione così intensa da fargliele scricchiolare. Un abbondante fiotto di sangue gli fuoriuscì dal naso.
Accorrendo in aiuto del cinghiale, Gazille modellò il proprio destro in forma di spada e si avventò su Yuro che, concedendogli la stessa attenzione che avrebbe riservato ad un insetto, gli puntò contro la mano aperta e la chiuse di scatto.
Il dragon slayer si fermò in sospensione, come se una mano invisibile lo avesse afferrato a metà della corsa. Fortunatamente poteva ancora muovere le braccia, ma quando provò a trafiggere Yuro, questo strinse anche l’altra mano.
Lo spazio intorno a Gazille si curvò e si compresse, e il metallo esplose in un’infinità di schegge, che si conficcarono in profondità nel robusto corpo del mago. Dopo di che Yuro sbatté i palmi l’uno contro l’altro e Gazille venne catapultato all’indietro.
Gr:”Merda, questo tizio sa manipolare lo spazio. Siamo nei guai”
Doveva trovare una soluzione, e doveva farlo in fretta, o sarebbero stati uccisi. Lanciò alcuni dardi di prova contro l’avversario. Come si aspettava, i colpi non riuscirono neppure a sfiorarlo, ma Gray notò una cosa: prima di essere deviate, le frecce di ghiaccio rallentavano. Inoltre, per usare i propri poteri, Yuro faceva dei precisi gesti con le mani. Se fossero riusciti a sferrare un attacco abbastanza potente e rapido da non essere rallentato a sufficienza, o se gli avessero danneggiato le mani, allora avrebbero vinto.
Il muro di energia si abbatté su di lui, spezzando il flusso dei suoi pensieri e mandandolo a schiantarsi contro la parete rocciosa della grotta.
Gr:”Colpirlo, si, come no. Facile a dirsi”
Non venendogli in mente altro, concentrò una discreta quantità di potere magico nella mano destra e la utilizzò per un unico, possente incantesimo.
Gr:-ICE SHOOT!-
Il proiettile di ghiaccio volò contro Yuro ad una velocità superiore a quella del suono, fendendo l’aria con un sibilo ruggente. Il mago dello spazio tese le mani verso di lui, evocò la magia e la diresse verso Gray in un flusso a spirale.
I due incantesimi impattarono l’uno contro l’altro con la potenza di una bomba, respingendo i due maghi.
Gray finì contro un masso, frantumandolo, mentre Yuro, mutando l’assetto dello spazio, riuscì a non ferirsi. Un sorriso compiaciuto gli si dipinse sul volto, ma non aveva considerato che Gazille era ancora vivo e vegeto.
Il dragon slayer gli arrivò alle spalle e gli sferrò un pugno. L’attacco, però, anziché colpirlo, lo attraversò come se fosse un fantasma fatto di fumo e nebbia.
Ga:-Ma che cazz…-
Yu:- Spiacente, ma ora come ora noi siamo su due differenti piani dimensionali. Non puoi toccarmi-
Ruggendo, Gazille lanciò una serie di incantesimi dal grande potere distruttivo, che tuttavia non sortirono il benché minimo effetto sul nemico.
Il mago di Heaven rise, tornò sul suo piano dimensionale natio e generò, nel palmo della propria mano, una piccola sfera nera, che crebbe sino ad assumere le dimensioni di un melone.
Yu:-Kuroi Shin’en (Abisso nero)-
L’impulso magico si propagò con la furia di una valanga, ma con relativa lentezza. Quasi volesse prendersi tutto il tempo necessario per distruggere ciò che era sul suo cammino.
Dimostrando ancora una volta un’eccezionale prontezza di riflessi e un invidiabile sangue freddo, Gazille scagliò una lunga lancia d’acciaio contro l’incantesimo nemico, per neutralizzarlo. Purtroppo non servì a nulla: come poco prima con Yuro, anche la lancia attraversò il Kuroi Shin’en, ma stavolta, superata la metà dell’incantesimo, il metallo implose con una tale violenza da dissolversi nel nulla.
Se Gray non si fosse messo sulla linea di tiro, materializzando uno scudo di ghiaccio quasi dieci volte più denso di quanto fosse solito fare, Gazille sarebbe morto, stritolato dalla compressione spaziale di Yuro. Ciononostante, l’alchimista fu costretto a rigenerare continuamente la propria coltre protettiva, e questo gli richiese uno sforzo non indifferente. Doveva escogitare un piano, e in fretta.
Attingendo al maggior quantitativo di energia magica possibile, fece in modo che un paio di dozzine di parallelepipedi di ghiaccio più alti di un uomo spuntassero in ogni angolo della grotta. Più che la creazione di quelli che ad un attento esame si sarebbero rivelati essere specchi, fu la millimetrica regolazione dell’angolazione di ognuno di essi a richiedergli una fatica immane.
Reggendo la barriera con una sola mano, Gray afferrò Gazille per il bavero peloso della giacca e lo trasse a se, sussurrandogli rapidamente alcune istruzioni.
Annuendo, il dragon slayer scattò dietro uno degli specchi, correndo come un forsennato.
Yuro sorrise, divertito da quel disperato quanto inutile tentativo di sconfiggerlo. Gli bastò puntare nuovamente il palmo aperto della mano contro di lui e chiuderlo a pugno subito dopo, e il corpo do Gazille esplose in mille pezzi. Yuro esultò, ma la risata di gioia gli morì in gola quando vide che quello che aveva distrutto altro non era che l’immagine riflessa del mago.
Il vero Gazille sbucò alle sue spalle, il pugno trasformato in un aculeo pronto a colpire. Nuovamente Yuro lo stritolò, e nuovamente Gazille si rivelò essere un’immagine fasulla.
Il vero dragon slayer, nel frattempo, era uscito allo scoperto, scagliandosi contro Yuro come una bestia furente. Il quarto re imprecò, puntò le braccia contro il mago e scagliò il Kuroi Shin’en più potente che riuscì a creare in quel breve lasso di tempo.
Vedendosi arrivare addosso un tale conglomerato di energia, e vedendo che Gray era ancora impegnato a respingere l’incantesimo nemico, Gazille corazzò il proprio corpo e si puntellò con i piedi, incassando l’attacco in pieno.
Il dolore fu immediato, intenso, bruciante, come se gli stessero strappando la pelle e la carne pezzo per pezzo. Non aveva mai provato nulla di così atroce prima di allora. Spade nelle viscere e ossa rotte erano nulla al confronto. Gli si ripercuoteva in ogni parte del corpo, annebbiandogli la vista, togliendogli lucidità, portandolo sull’orlo della follia.
Eppure, nonostante questo, Gazille provò anche un’altra cosa.
Fu come se, all’interno della sua mente, qualcosa si lacerasse, permettendogli di percepire il proprio potere con una chiarezza del tutto nuova. Ogni fibra, ogni molecola del metallo che gli rivestiva il corpo ora non era più una mera corazza, ma una parte integrante del suo stesso essere.
Facendo appello a questa nuova consapevolezza, il mago ordinò all’acciaio di non spezzarsi, di resistere e rimanere compatto, e quello rispose come se fosse un’entità senziente.
Il metallo brillò di un tenue bagliore verde, e si schiarì sino a diventare di un lucido color argento. Al contempo, la sua durezza aumentò a dismisura, respingendo gradualmente la schiacciante energia del Kuroi Shin’en.
Con un violento scatto del polso, infine Gazille dissolse l’attacco di Yuro e riprese la sua carica. Stavolta il mago di Heaven non ebbe il tempo di schivare e venne colpito.
Sinistri rumori di ossa rotte precedettero e seguirono lo schianto di Yuro contro la parete della caverna.
Gr:-Bel colpo Gazille!-
Urlò l’alchimista del ghiaccio, liberandosi anche lui dalla pericolosa presa del Kuroi Shin’en.
Il dragon slayer si voltò verso di lui, mostrandogli il pollice alzato in segno di vittoria, poi si accasciò al suolo, stremato.
Gray gli fu subito accanto e ne controllò le condizioni: era stremato, ma non ferito mortalmente. Dietro di lui, intanto, Yuro si contemplava stizzito il braccio destro, che gli penzolava inerte lungo il fianco.
Yu:”Merda. Così mi sarà più difficile usare i miei incantesimi”
Fissò Gray. Fisicamente aveva subito danni più gravi dei suoi, ma aveva senz’altro più potere magico residuo.
Yu:”Bene. Posso vincere”
Ghignò e tese la mano sana verso il mago.
Yu:-Shin’en-dan (Proiettili dell’abisso)-
Come gocce d’acqua, decine di minuscole sfere nere si addensarono nell’aria. Ad un comando di Yuro, esse partirono con uno schiocco feroce, dardi letali che dilaniarono il corpo dell’alchimista del ghiaccio e del dragon slayer sino a ridurlo in briciole. O almeno, ridusse in briciole l’ennesimo specchio.
Il vero Gray era a distanza di sicurezza, intento a curare alla buona Gazille. Non potendo fare altro, congelò le ferite dell’amico, arrestandone le abbondanti perdite di sangue. Poi tornò a concentrarsi sul nemico.
Yuro, intanto, al colmo dell’esasperazione lanciò una colorita imprecazione.
Yu:”Ma questi sono immortali o cosa?”
Questa volta sarebbe andato sul sicuro.
Yu:-Ken Jigen (spada dimensionale)-
Lo spazio tra le dita del mago si deformò e si allungò, mutando il proprio aspetto nella forma di una spada invisibile. Le labbra di Yuro si tesero in un ghigno perverso: quell’incantesimo non lasciava scampo.
Ansioso di porre fine allo scontro, Yuro attaccò Gray, che rispose creando una robusta lama di ghiaccio.
Al momento dello scontro, però, la Ken Jigen si rivelò essere superiore, tranciando di netto l’arma avversaria e ferendo l’alchimista poco al di sotto dell’occhio sinistro.
Quando l’incantesimo nemico gli passò sul volto, Gray sperimentò la terrificante sensazione che “qualcosa”, come una sorta di risucchio, lo attirasse verso di esso.
Spaventato, il moro si allontanò con un balzo, ricreando in volo la propria spada.
Yuro sogghignò.
Yu:-Vedo che te ne sei accorto-
Gr:-Che cazzo è quella roba?-
Yu:-Il mio miglior incantesimo da corpo a corpo. Una lama di spazio distorto e in moto perpetuo. Non taglia, spedisce ciò che tocca in un’altra dimensione.
Gr:-Tsk, voi gilde oscure siete una spina nel fianco-
Yu:-Grazie, facciamo del nostro meglio-
Yuro ruotò il polso, come se volesse aggiustare la presa su un’elsa inesistente, e si avvicinò lentamente a Gray, saggiandone la guardia con poche, rapide occhiate. Sorrise. Era ovvio che il mago di Fairy Tail non era uno spadaccino addestrato: aveva decine di aperture. Sarebbe stato un giochetto.
Attaccò a destra, fingendo di mirare al collo quando in realtà il suo bersaglio era il fianco. Il fendente fu veloce, preciso e, se Gray non avesse avuto una consumata abilità nel combattimento, letale.
Approfittando del momentaneo sbilanciamento di Yuro, poi, il moro menò un affronto dritto al cuore.
Capendo di non poter evitare la stoccata, il mago si teletrasportò alle spalle dell’alchimista e cercò di trafiggerlo, ma Gray, anticipandolo, scompose la propria arma e ne ricavò un lungo spuntone, che usò per rivestirsi il gomito e costringere Yuro ad indietreggiare. Un graffio lungo e profondo gli rigava il petto.
Gr:-Mi hai preso per un idiota? Non sarò uno spadaccino, ma so come si combatte-
Il re si passò la mano sulla ferita e contemplò attonito il proprio sangue gocciolare dalla punta delle dita. Una smorfia furente gli distorse i tratti del viso.
Yu:-TU…TU SEI MORTO!-
In un impeto d’ira, Yuro rilasciò completamente il proprio potere magico in un’unica, violenta ondata di energia distruttiva carica d’odio.
Yu:-BASTA TRUCCHETTI DA SALTIMBANCO! TI ANNIENTERO’ CON L’INCANTESIMO PIU’ POTENTE CHE CONOSCO!-
Sbatté i pugni l’uno contro l’altro, ignorando il dolore lanciante al braccio rotto, e la caverna rimbombò di una sorda vibrazione. Poi li separò, e tra nocca e nocca scoccarono centinaia di scintille di un minaccioso colore nero violaceo.
Yu:-Jirei Fuyou (Sentenza del nulla)-
Tirò indietro il braccio sano e sferrò un pugno nel vuoto. L’aria si lacerò con un suono simile al vetro che s’infrange. Poi Yuro colpì con l’altro pugno, e stavolta l’aria esplose letteralmente, e le schegge di realtà si addensarono in una sfera semitrasparente.
Gray inarcò un sopracciglio.
Gr:-E questo dovrebbe spaventarmi?-
Yuro si allontanò rapidamente dal suo stesso incantesimo.
Yu:-Si, dovresti!-
La grotta fu scossa da un tremendo ruggito, e il vento cominciò a spirare in direzione dell’incantesimo. Cosa strana, visto che non c’era nessuna apertura che potesse creare una simile corrente.
La Sentenza iniziò ad espandersi, crescendo sino a raggiungere il considerevole diametro di due metri e mezzo. A quel punto si stabilizzò per un istante e si contrasse di scatto, creando un gigantesco vuoto, che inglobò tutto ciò che aveva intorno.
Gray riuscì a scansarsi appena in tempo, ma fu costretto a congelare Gazille contro una parete, per salvarlo.
Gr:”Merda, sto tizio sta seriamente cominciando a starmi sulle palle”
Il moro provò a colpire l’incantesimo avversario con alcune lance, ma fu come tirare freccette ad un drago. Forse avrebbe potuto neutralizzarlo sconfiggendo Yuro, ma il bastardo si era nascosto chissà dove.
Doveva fare qualcosa: il vuoto stava diventando più forte. Presto avrebbe ingoiato sia lui che Gazille.
Tentò nuovamente di bombardarlo con delle lance, ma fu inutile. Neppure l’Ice Geyser e l’Ice Hammer servirono a qualcosa. Tutto venne fagocitato senza pietà.
Il mago di Fairy Tail si terse il sudore dalla fronte. Stava cominciando a perdere le forze.
Un’idea folle gli balenò in mente.
Gr:”A mali estremi, estremi rimedi”
Incrociò le braccia in un gesto che aveva compiuto solo un’altra volta nel corso della sua vita ed evocò l’Iced Shell. L’unica differenza rispetto all’originale era che stavolta, per evitare di morire, sostituì il proprio corpo col proprio potere magico. Provò una sensazione d’intenso svuotamento, simile a quella che gli provocava l’utilizzo di un veicolo magico, solo molto più forte. Sentì le gambe cedergli.
Forse non era stata una grande idea. Aveva pensato che, poiché l’Iced Shell usava il corpo del mago come catalizzatore, e poiché la magia di un mago è praticamente la sua essenza vitale, forse avrebbe potuto sostituire l’una all’altro.
Magari non sarebbe stato un ghiaccio potente o indistruttibile come l’originale, ma se non altro sarebbe stato molto più resistente di qualsiasi cosa lui potesse generare.
Doveva sbrigarsi a giungere la magia al punto di massa critica necessaria alla sua attivazione. Strinse i denti e diede fondo alle sue energie.
Gr:-ICE MAKE! BLIZZARD!-
La magia divampò in una gelida tempesta, così violenta da congelare all’istante l’intera caverna.
In un primo momento, il Jirei Fuyou riuscì a resistere, ma la schiacciante superiorità del potere di Gray ben presto lo vinse. Lentamente, il vento artico riempì lo strappo creato da Yuro, ricucendolo sino a farlo sparire del tutto.
Con un urlo bestiale, l’ormai sconfitto quarto re di Heaven gli si scagliò contro, brandendo una scheggia di ghiaccio a mo’ di spada. Gray tentò di voltarsi per fronteggiarlo, ma scoprì di non avere le forze per farlo e perse l’equilibrio.
Yuro lanciò un ululato di giubilo, ma in quel preciso momento una parte delle rocce crollate in seguito al fendente di Ikaruga vennero divelte da una detonazione di media potenza e lo sommersero, schiacciandolo sotto il loro peso.
Gray si aspettava l’arrivo di un nuovo nemico, invece, con sua somma gioia, dalla polvere spuntò la figura malconcia ma sempre aggraziata di Erza Scarlet.
La rossa lo fissò con un ghigno.
Er:-Vi vedo messi male, ragazzi-
Gr:-Pensa per te-
Con un sorriso, Titania lo aiutò a rialzarsi e convertì un Furou Youso (Flusso elementale) in energia magica, che poi riversò in lui.
Rinvigorito, il moro si caricò Gazille sulle spalle e, affiancato da Erza, si diresse verso l’uscita.


*entra silenziosamente, col capo coperto di cenere in segno di pentimento*
A-hem...ecco...ok, so di essere in ritardo apocalitticamente apocalittico(Che cazzo ho scritto?), ma ho avuto una marea di problemi.
Prima i miei mi trascinano a turno in posti dove internet e pc non sono contemplati, poi torno e(me misero) devo studiare per gli esami di recupero(Io e l'impegno scolastico siamo su mondi diversi), poi ho, appunto, fatto l'esame. Finito quello ho perso un sacco per scriver sto capitolo che, ad essere sincero, non è venuto proprio come volevo. Potevo fare di meglio, ma non avevo proprio idea di come sviluppare un combattimento contro un msgo con questo potere. Voglio dire, a disegnarli verrebbe anche bene, ma a scriverlo è una dannazione. Vabbè, questo è quello che passa il concento. quindi accontentatevi. I prossimi saranno migliori e non più mensili. Dubito di riuscire a tornare tanto presto ai ritmi iniziali, ma cercherò di mantenermi su una media di pubblicazione decente.
Sayonara.

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Capitolo 14
*** Un'identica solitudine ***


                                                                               Un’identica solitudine
 
Ll:”E’ solo una bambina”
Questo pensò Lluvia guardando Xil che, mormorando a bassa voce una canzoncina, tracciava con l’indice minuto dei disegnini sulla roccia disciolta. Era così assorta, che mentre Laxus e Lily avevano già ingaggiato dei feroci scontri all’ultimo sangue, lei si sedette davanti alla piccola, attendendo pazientemente che terminasse quel suo gioco innocente.
Dopo un po’, però, la maga notò che non stava disegnando, bensì tracciava con ossessiva precisione sempre la stessa parola.
Con cautela – si trattava pur sempre di un nemico, per quanto in miniatura – provò a sbirciare la scritta, ma la piccola se ne accorse e la cancellò con un veloce gesto della manina.
Xil:-Perché non mi attacchi?-
La domanda colse Lluvia di sorpresa, non tanto perché era stata pronunciata senza ironia o spregio, in un tono d’immensa innocenza e curiosità, quanto per la nota di stupore che vi colse.
Ll:-Perché non ne ho motivo. Noi di Fairy Tail combattiamo solo per proteggere i nostri compagni-
Per qualche motivo, la bambina trovò la cosa divertente.
Xil:-Proteggere i propri compagni? E perché faresti una cosa del genere?
Ll:-Perché è questo che significa essere compagni: vivere e combattere assieme. Amici per la vita, se preferisci-
A quel punto la bambina scoppiò in un riso forsennato e si piegò in due, le mani strette sul ventre nel tentativo di arginare gli spasmi che la scuotevano.
Xil:-Amici? Tu stai affrontando noi, i dieci Re di Heaven, e Master Rouge per una cosa del genere?
Lluvia annuì. Per lei non c’era niente di strano in ciò che aveva detto: difendere Gray-sama e gli altri – anche Lucy, benché fosse una rivale – era una cosa naturale. Evidentemente, però, Xil non era della stessa opinione. La bimba storse la bocca in una smorfia contrariata, e l’aura che aleggiava come un sottile velo di nebbia intorno al suo corpo sembrò scurirsi. Il terreno prese a marcire più in fretta.
Xil:-Gli amici sono come i genitori: sono affettuosi e gentili, finché non si accorgono che sei diversa da loro. Allora iniziano a temerti, ad odiarti, e infine cercano da ucciderti-
Gli occhioni scuri le si velarono d’ira, rancore e dolore. Il visino tondo divenne rosso come il fuoco, ed era evidente che stava sforzandosi di trattenere le lacrime.
Lluvia scosse il capo: aveva visto giusto, quella bambina era come lei. Dato che non aveva controllo sui suoi poteri, quando questi si erano manifestati, le persone a lei più care, in preda al panico, le si erano rivoltate contro, non comprendendo che era proprio lei quella più spaventata da una situazione di cui non comprendeva le cause.
Ll:-Hai mai pensato di dimostrare a tutti di non essere un pericolo?-
Xil rimase interdetta per qualche secondo, poi prese a tremare, e la nebbia corrosiva divenne nera come la pece. Nel suo sguardo balenò una scintilla di follia, che mai avrebbe dovuto esserci negli occhi di una bambina.
Xil:-E COME AVREI POTUTO? I MIEI POTERI SONO SEMPRE ATTIVI, ANCHE QUANDO DORMO! GUARDA LI’-
Puntò il dito contro Kilik e Freya.
Xil:-LORO SONO I MIEI COMPAGNI! QUEGLI STESSI COMBATTI CHE TU TANTO AMI, NEL MIO CASO SONO DISGUSTATI DA ME! MA CHE COLPA NE HO IO? SONO ANNI CHE MI SENTO DIRE CHE ERA MEGLIO CHE NON FOSSI MAI NATA, E FORSE E’ COSI’, MA…-
Rivestendo tutto il proprio corpo con un velo protettivo composto da vari strati di acqua, avanzò verso la piccola senza curarsi dell’alone corrosivo e la colpì al viso con uno schiaffo.
Xil sgranò gli occhi: più che il colpò in se, a sorprenderla fu il fatto stesso che l’avesse toccata. Quanto era passato dall’ultima volta? Quando i suoi poteri erano deboli, sua madre la picchiava con una mazza di legno, urlandole di smetterla di distruggere la casa, ma aveva smesso quando si era resa conto che dopo averla percossa appena un paio di volte, l’asta si riduceva in cenere.
Persino Master Rouge, con il suo immenso potere, la riteneva un’arma pericolosa, da usare con estrema cautela.
Ancora basita, la bimba si portò la mano alla guancia arrossata, guardando Lluvia come se fosse un essere di un altro mondo, una creatura che sfuggiva ad ogni sua comprensione.
Non aveva paura di lei?
Xil:-C-cosa…-
Lluvia s’inginocchiò dinanzi a lei, carezzandole il viso. L’aura corrosiva stava già cominciando ad intaccare le sue difese, ma in quel momento, la pelle che si dissolveva era l’ultimo dei suoi problemi.
Ll:-Quelle sono parole che non devono mai essere pronunciate. Non esiste una nascita che sia sbagliata. Fin quando continuerai a pensarla così, non farai altro che uccidere la tua felicità con le tue mani-
La bambina digrignò i denti, spingendo via la maga dell’acqua con un gesto stizzito. Ansimava. Che ne voleva sapere quella donna? Non aveva idea di ciò che provava. Era una nemica, e voleva ingannarla per coglierla di sorpresa e ucciderla senza fatica. Era logico, era naturale, ma allora perché non riusciva a convincersene?
Ll:-Vieni con me-
La voce della maga le giunse alle orecchie come la più grande delle assurdità.
Xil:-Cosa?! Ma sei impazzita?-
Ll:-No, sono seria. Vieni con me a Fairy Tail. Saresti la benvenuta-
Xil:-Non sperare di prendermi in giro con certe chiacchiere-
Ll:-Lungi da me l’idea di farlo-
Ok, pensò la piccola, questa donna è del tutto fuori di testa. Insomma, quale folle, anziché combatterlo, propose al nemico di schierarsi dalla propria parte? E perché, intimamente, una parte di lei stava seriamente pensando di accettare?
Scosse il capo, sperando di schiarirsi la mente.
Xil:-E secondo te io tradirei Master Rouge per seguire una persona che conosco da nemmeno cinque minuti?-
Ll:-Perché non dovresti?-
Xil:-Perché, per quanto freddo sia con me, tutto ciò che possiedo me l’ha dato lui!
Lluvia sghignazzò.
Ll:-Ah si? E sentiamo, cosa ti avrebbe dato?
Xil:-U-una casa…-
La donna della pioggia ruotò il dito tutt’intorno a se, le labbra curvate in un’espressione scettica.
Ll:-Questa? Questa non è una casa piccola. Questa è una prigione-
Xil:-Mi ha dato degli alleati che, sebbene mi odino, per lo meno non tentano di uccidermi-
Ll:-Quelli sono alleati, io ti offro amici-
Xil:-SMETTILA, STA’ ZITTA!-
Al colmo dell’esasperazione per la confusione che quella ragazza le stava mettendo in testa, la maghetta le puntò contro il braccio sottile, generando una sorta di nebulosa lancia violacea, che schizzò verso Lluvia ad una velocità sorprendente. Il colpo, però, scatenato dall’ira e guidato da essa, era molto impreciso. Nonostante la breve distanza che le separava, Lluvia dovette solo tramutarsi in acqua, divaricando il proprio corpo per lasciar passare l’attacco, che si schiantò su una vasta fila di stalattiti, di cui non restò altro che pochi, esili monconi.
Suo malgrado, tralasciando la giovane età, la scarsa esperienza e il discutibile autocontrollo, Lluvia doveva ammettere che la bimba aveva potenziale.
Xil:-Lo so che qui non sarò mai felice…-
Non riuscì più a trattenersi, e lasciò che le lacrime le scendessero lungo la morbida linea della mascella.
Xil:-…ma almeno non sarò sola-
Ll:-Si può essere soli anche in mezzo a mille persone, piccola-
La bambina strinse i pugni. Era inutile parlare con quella schizzata.
Ll:-Vuoi ammazzarmi e giocarti la tua unica opportunità di avere una famiglia?-
Xil:-ADESSO BASTA. MI HAI STUFATO CON LE TUE IDIOZIE SMIELATE E LE TUE FRASI FATTE! KUGEL ÄTZEND (Proiettile corrosivo)-
La sfera nera volò verso l’alto, dove esplose, lasciando cadere al suolo una pioggia foriera di devastazione. Imprecando, Lluvia prese le distanze e sollevò un’enorme massa d’acqua, usandola come scudo. L’acido si mescolò all’onda, perdendo gran parte delle proprie capacità mortifere. Da quella posizione, se avesse voluto, la ragazza avrebbe potuto mettere fine allo scontro in un istante, perché la piccola, dopo aver attaccato, non si era messa fuori dalla sua portata. Era ovvio che aveva poca dimestichezza nei combattimenti. Rouge, probabilmente, l’aveva scelta in virtù delle sue potenzialità future, non di quelle attuali.
Nonostante ciò ritirò l’incantesimo: non voleva ferirla.
Xil, frattanto, visto vanificato il suo attacco aveva lanciato una salva scatenata di colpi, dei quali nessuno giunse a colpire il proprio bersaglio. Lluvia era agile: schivava, si abbassava, mutava istantaneamente il proprio corpo nella sua forma liquida, manipolandosi con abilità, oppure, se proprio doveva, intercettava i proiettili con spessi muri idrici o con fruste affilate.
Ad ogni colpo, la piccola Regina utilizzava sempre più forza, stancandosi e precludendosi ogni possibilità di vittoria. Lo scontro era iniziato da appena tre minuti, ma un terzo della grotta era già stato ridotto in polvere, e Xil ansimava pesantemente, quasi del tutto priva di energia magica.
Compreso di non avere speranza, sebbene sapesse che era del tutto inutile schiacciare sotto le rocce una donna capace di liquefarsi, cominciò a bersagliare la volta della grotta con tutto il potere che le restava, facendone precipitare ampi spicchi. Ciononostante, come previsto, la maga uscì incolume da quel goffo tentativo di attacco.
Xil urlò per la frustrazione.
Xil:-Perché diavolo non riesco ad ucciderti?
Parlava più a se stessa che all’avversaria, ma questa si prese comunque la briga di risponderle.
Ll:-Non puoi battermi perché non sei determinata a farlo. Te lo ripeto ancora una volta: vieni con me a Fairy Tail-
Xil:-Ancora? Sei assillante, sai? Anche se venissi con te, che cosa otterrei? Ti ricordo che io non sono in grado di controllare la mia magia-
La maga inarcò un sopracciglio, fissando la bimba con un’espressione di tacito divertimento .
Ll:-Oh, ma quello è colpa tua-
Xil spalancò la bocca in una muta e annichilita esclamazione di stupore. Che razza di assurdità aveva appena detto quella pazza?
Ll:-In senso lato, ovviamente. Come tu ben saprai, nessuno è in grado di controllare la propria magia prima del compimento dei cinque anni-
Xil:-Come?-
Di cosa stava parlando quella donna?
Ll:-Scommetto che il tuo Master non te l’ha mai detto, perché gli conveniva che tu fossi ingovernabile, ma devi sapere che il corpo dei bambini molto piccoli non è in grado di contenere troppa energia magica. Di norma questo non è un problema, perché la magia è debole in tenera età, ma ci sono sempre delle eccezioni, come te e me-
La maghetta sussultò. Non poteva essere vero.
Xil:-Vuoi dire che anche tu…?-
Ll:-Si. Io portavo la pioggia ovunque andassi. Sono stata odiata per anni, per questo motivo posso capirti-
Xil:-Menti! In questi giorni c’è stato bel tempo!-
Lluvia sorrise comprensiva.
Ll:-Beh, è normale direi. In fondo ora ho il completo controllo dei miei poteri. Quello che serve a quelli come noi, è qualcuno che ci accetti-
Xil:-Tutto qui?-
Era davvero così facile? Poteva funzionare un metodo così idiota? Scosse la testa: non doveva dare retta alle parole del nemico. Era senza dubbio una trappola. E anche se fosse stato vero, passi una donna che porta la pioggia, ma chi avrebbe mai accolto una bambina che distrugge tutto ciò che sfiora?
Lluvia rise.
Ll:-Detta così sembra molto semplice, ma non è la persona in se e per se a darti il controllo, bensì esso ti viene concesso da un radicale cambiamento nel tuo atteggiamento mentale. È come se qualcosa s’inserisse a forza nella tua mente, permettendoti di vedere il tuo potere sotto una luce del tutto diversa. Per dirla in soldoni, provi un tale desiderio di rimanere accanto a quella persona nonostante gli ostacoli che, senza sapere neppure come, riesci a dominarti-
Xil:-MA NON DIRE ASSURDITA’! PENSI CHE IO NON ABBIA MAI DESIDERATO ALLONTANARE DA ME QUESTA MALEDIZIONE? SE BASTASSE VOLERLO, IO NON AVREI PIU’ PROBLEMI GIA’ DA ANNI-
Sempre sorridendo, la ragazza sollevò l’indice e lo scosse da destra a sinistra, in segno di diniego.
Ll:-Da piccola, forse, non potendo dominare la magia, hai pensato che fosse semplicemente impossibile farlo; e nel corso degli anni, man mano che i fallimenti si accumulavano l’uno sull’altro, questa tua idea si è rafforzata sempre più, finché, anche continuando a provare, hai perso fiducia nella riuscita della tua impresa-
Xil:-Che stu…-
Una cupa vibrazione scosse la volta della grotta, mentre profonde crepe fendevano la roccia, simili a profonde ferite. Dapprima cadde solo polvere, e qualche sassolino, poi alcuni massi di medie dimensioni.
Le due maghe volsero la testa all’unisono, e scorsero Kilik che, nel tentativo di uccidere un malconcio Panterlily, sollevava immense colonne di pietra, che sbucavano dal suolo e arrivavano, come lance spietate, a trafiggere il soffitto, minandone la già precaria stabilità.
Xil:-Cerchiamo di sbrigarci, o quell’idiota in scatola ci farà crollare tutto in testa.
E giungendo le mani a croce, la piccola condensò quanto restava delle sue forze in una densa sfera ribollente.
Xil:-Marionette Tod (Burattino di morte)-
A queste parole, dall’incantesimo si diramarono quattro tentacoli neri, che si deformarono, contorcendosi come vermi, sino ad assumere la forma di arti mostruosi, con mani enormi e unghiute, e muscoli possenti. Un viso dai tratti appena abbozzati emerse da quello che, almeno a giudicare dalla posizione, doveva essere il petto della creatura.
L’essere, alto quasi il triplo di Lluvia, sollevò un pugno e lo abbatté su di lei come un maglio d’acciaio.
Ll:”Mmh, dev’essere il suo incantesimo più potente”
Lo esaminò con cura, e decise che, lento com’era, non rappresentava un pericolo.
Si tramutò in acqua e aggirò il braccio calante del mostro, che si schiantò al suolo, sollevando un’immensa nube di vapori sulfurei.
Ll:”Quello potrebbe rappresentare un problema”
Puntando la mano destra contro la creatura, compresse un ingente quantitativo d’acqua e la sparò contro il gigante, colpendolo al centro della schiena deforme. L’esplosione inondò buona parte della grotta, e gettò il burattino in ginocchio. Purtroppo l’efficacia dell’attacco si fermò a quello, perché, essendo un incantesimo vivente, la Marionette Tod non provava dolore, e si rialzò facilmente.
Subito dopo, un’immensa scarica elettrica, condotta dalle due dita d’acqua che Lluvia aveva riversato lì intorno, lo investì in pieno, evitando per un pelo Xil, che balzò all’indietro con un gridolino di puro terrore.
Imprecando, Lluvia cercò l’imbecille che per poco non le aveva ridotte in carbonella, ma si rese conto, con sommo stupore, che il responsabile era Laxus, e che il bersaglio non era il nemico, bensì se stesso.
Il biondo, infatti, si stava fulminando con ogni stilla del proprio potere.
Lluvia, tuttavia, non ebbe il tempo per curarsi di lui, perché il mostro, sebbene avesse le gambe ridotte a tizzoni ardenti, tentò nuovamente di colpirla.
Per sicurezza, la maga della pioggia riassorbì l’acqua sul terreno, poi schivò l’attacco e usò il Water Slicer per tranciargli il braccio, che si dissolse in una nube tossica.
Xil fissava la scena con attonito sconcerto. Quella ragazza possedeva una forza assurda. Aveva detto di essere come lei, no? E allora come poteva avere un tale dominio della propria magia?
Una seconda lama, e metà del busto della creatura venne tranciato.
Non avendo altra scelta, poiché il burattino in quelle condizioni era inutilizzabile, la piccola ne rimodellò la forma in un serpente. Lluvia, però, non era tanto inesperta dal lasciarsi cogliere di sorpresa da un semplice cambio d’aspetto, anzi, approfittò della nuova forma del nemico per distruggere definitivamente la minaccia.
Quando la serpe le si scagliò contro, con un ultimo e decisivo Water Slicer lo tagliò in due per la lunghezza.
Esausta, Xil si accasciò al suolo. In quel momento, Kilik la vide, e senza nascondere un’espressione di assoluto disgusto, diede il colpo di grazia alla volta, facendola crollare sulla piccola.
Se Panterlily non avesse scagliato l’elsa di una delle sue spade distrutte nello scontro, guastandogli la mira, Xil sarebbe certamente morta schiacciata. Tuttavia, anche così, se Lluvia non le avesse fatto scudo col proprio corpo, avrebbe riportato gravi ferite.
La maga avrebbe voluto prendere Kilik e farlo pentire di essere venuto al mondo, ma le condizioni della bambina la preoccupavano di più, e poi, al mago stava già pensando Lily. E con una certa foga, a giudicare dalla vagonata di legnate con cui lo stava sommergendo. Molto probabilmente il felide guerriero non aveva apprezzato il gesto del suo avversario.
Apprensivamente, la ragazza si chinò su Xil, lasciandosi sfuggire un sospiro di sollievo quando si accorse che aveva solo leggere escoriazioni.
Xil:-Sembra che io sia ancora viva-
La vista della nona Regina si schiarì quel tanto che bastava perché si rendesse conto che, per proteggerla, quella che fino ad un minuto prima considerava una nemica si era rotta un braccio.
Lentamente, sollevò la mano destra e le sfiorò con delicatezza la ferita.
Xil:-Perché?-
Riuscì a chiedere, appena prima che la polvere la facesse scoppiare in un accesso di tosse.
Ll:-Certo che chiedi il perché di tutto, tu-
Sorrise, e quel sorriso sembrò illuminare le tenebre che avvolgevano il mondo in cui Xil aveva sempre vissuto.
Ll:-E’ normale proteggere i propri compagni-
Xil:-Ancora con questa storia? Io non sono una tua compagna-
Lluvia sbuffò sonoramente e la avvolse in un tenero abbraccio, fregandosene altamente del dolore lancinante che l’osso rotto le provocava.
Ll:-Invece lo sei, e sempre lo sarai-
Il primo istinto della bimba fu quello di allontanarla nuovamente, ma, diamine, era così stanca, e tra le braccia di quella maga si stava così bene, così al caldo…
Xil:-Avrò davvero una famiglia?-
La domanda le uscì dalle labbra senza che lei potesse fare nulla per impedirlo, e nello stesso istante in cui l’ebbe pronunciata, capì di aver fatto una scelta per la vita.
Ll:-Si, Fairy Tail sarà la tua famiglia-
Xil:-Davvero? Anche se sono pericolosa?-
Ll:-Si, t’insegnerò io a controllarti. Se t’impegnerai, vedrai che ti sarà facile-
Xil:-Grazie-
Ll:-Non c’è di che-
Mettendosi a sedere, la piccola si guardò intorno, notando che gli altri scontri erano ancora in corso.
Xil:-Non vai ad aiutare i tuoi compagni?-
Lluvia scosse il capo.
Ll:-Non serve. Non perderanno-
Xil:-Come fai ad esserne così sicura?-
Ridendo, la maga della pioggia le carezzò la testa, scompigliandole i corti capelli neri.
Ll:-Ancora domande, eh? Beh, è difficile da spiegare. Credo che, stando un po’ con noi, lo capirai da sola-
In quell’istante, un’immensa ona di energia si scatenò nella base di Heaven, per poi svanire subito dopo, come se nell’arco di un breve attimo un sole fosse nato e morto. Lluvia rabbrividì. Non solo perché ne aveva riconosciuto l’impronta di fondo –era identica a quella che aveva scatenato  quella colossale esplosione nel bosco, giorni prima-, ma anche perché, chissà come, quella forza aveva un che di familiare. Non riusciva proprio a spiegarselo. Che cosa stava accadendo?
Tuttavia, le mancò il tempo materiale per porsi altre domande, perché, con un sibilo cupo, un sigillo runico si attivò, bloccando loro i poteri magici.
 
 
Ok, sono riuscito a non fare un eccessivo ritardo, stavolta. Questo è stato un capitolo più psicologico che fisico, anche se credo di aver fatto capire che gli altri quattro non stanno esattamente giocando a briscola. Il fatto è che volevo creare un personaggio che passasse dalla parte dei buoni e rimanesse tale per tutte le saghe, e leggendo alcune storie su Lluvia mi è venuta in mente l’idea di base. Poi, visto che sono un fan di Wendy(Platonicamente parlando, ovvio, non sono un lolitomane), ho pensato di farla sua coetanea, anche perché ho pensato che a quell’età avrebbe avuto i suoi dubbi riguardo a quale fazione scegliere di seguire. Ed ecco nata Xil.
Beh, che altro dire? Spero che il capitolo vi sia piaciuto, anche se non c’è stata molta azione, e vi prometto mazzate tra Lily e Kilik(Che tra parentesi mi sta sulle balle quasi quanto Dorran).
Sayonara.
P.s. Shin mi prega(Ordina) di dirvi che presto farà il suo epico ritorno sui vostri monitor, tornando a distribuire botte a destra e a manca, sopra e sotto, davanti e dietro, di lato ecc.

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Capitolo 15
*** Caccia la mago della pietra ***


                                                                          Caccia al mago della pietra
 
Quando aveva imparato a combattere, gli avevano insegnato che negli scontri di gruppo, o si faceva cerchio e ci si proteggeva a vicenda, o si lottava uno contro uno. In questo secondo caso, l’essenziale era prendere le dovute distanze, in modo da non intralciare i propri compagni.
A causa di questo imprinting militaresco, Panterlily, a differenza di Lluvia, che non sembrava intenzionata a lottare, e di Laxus, che invece aveva attaccato l’avversaria senza troppe cerimonie, stava per chiedere al suo corazzato antagonista di spostarsi un po’ più in là. Egli, però, si dimostrò un discreto conoscitore dell’etichetta guerresca, perché si avviò di propria volontà verso il lato Nord della caverna.
Lì giunti, il ragazzo sollevò un’alabarda, ponendola perpendicolarmente al viso. Sorpreso, Lily imitò con la spada il gesto di saluto, disponendosi poi in posizione di guardia.
Pa:-Il mio nome è Panterlily. Ex-capitano della prima divisione magica dell’esercito di Edoras-
Ki:-Kilik della pietra. Settimo Re di Heaven-
Pa:-Mi farai passare senza combattere?-
Ki:-Temo di non poterlo fare-
Pa:-Allora non c’è scelta-
Richiamò il potere magico, assunse la propria forma da combattimento corpo a corpo, quella più massiccia e muscolosa, e sostituì l’arma che aveva in mano con un’altra presa da uno stock dimensionale, grato ad Erza per avergli insegnato l’incantesimo.
Con un balzo possente si lanciò all’attacco, caricò un violento fendente e mirò al fianco destro del mago nemico. Prontamente, Kilik sollevò l’asta metallica dell’alabarda per intercettarlo, ma all’ultimo momento lo spadaccino si bloccò e si lasciò scivolare sul piede sinistro, ruotando il busto per invertire la direzione del colpo.
Era una mossa complessa, rischiosa, ma difficile da prevedere, specie per un novellino. Purtroppo Kilik non sembrava appartenere alla categoria, perché, roteando la propria arma, riuscì a deviare l’attacco. Poi, con una repentina torsione del polso, colpì la spalla del felino con la parte terminale dell’asta, munita di un robusto peso rettangolare.
Le ossa dell’Exceed scricchiolarono, ma i suoi muscoli tonici riuscirono ad attutire l’impatto, evitandogli dolorose fratture.
Un ghigno sardonico curvò i lineamenti del mago umano.
Ki:-Pensavo meglio. Senza offesa, ma non sei niente di che-
L’orgoglio di Panterlily si ribellò a quell’inaccettabile insulto, spingendo il felino a reiterare l’assalto, stavolta con meno tecnica e maggior foga.
La lama dell’Exceed calò su Kilik in un tremendo fendente dall’alto verso il basso, così potente che, quando il mago provò a pararlo, la pressione dell’impatto gli piegò le gambe. Era talmente concentrato nel contrasto che non si accorse del ginocchio del guerriero finché questo non lo centrò in pieno volto, facendogli scattare testa all’indietro, alla mercé di un pugno che non si fece attendere.
Kilik volò in aria come un bambolotto e si librò per qualche decimo più leggero, poi la forza di gravità lo reclamò e il peso dell’armatura lo trascinò al suolo con tale impeto che la spina dorsale del ragazzo per poco non si ruppe.
Lily gli fu prontamente sopra, cambiò la spada in una mazza ferrata e tentò di schiacciare il cranio a Kilik, che però ebbe il tempo di reagire e salvarsi la vita.
Ki:-Stone covering-
La terra sotto di lui tremolò e gli si avvolse intorno al corpo, bloccando la testa irta di punte dell’arma. Ruggendo, l’Exceed prese a tempestare di colpi la rigida superficie protettiva fin quando di essa non rimase che polvere. Di Kilik, tuttavia, non c’era più traccia.
Pa:”Ma dov’è?”
Un boato di roccia infranta gli rispose, e il felide si girò in quella direzione, scoprendo le zanne in un ringhio minaccioso.
Ki:-E’ molto più comodo nel deserto. La pietra fa molto più rumore della sabbia-
Asserì spazzolandosi l’armatura con veloci colpi della mano guantata.
Pa:-Fuggire è da vigliacchi-
Ki:-Meglio essere un codardo vivo che un coraggioso morto-
E con un’espressione beffarda, il mago si scagliò contro Lily, un luccichio divertito negli occhi. Mosse velocemente il braccio e menò un affondo contro le gambe dell’Exceed, che piantò la spada nel terreno per intercettarlo. Vistosi parato il primo attacco, il ragazzo tentò di decapitarlo sollevando improvvisamente la lama, ma non riuscì a cogliere di sorpresa i sensi acuti del felide.
A quel punto Kilik decise di cambiare strategia, e cominciò a bersagliare Lily con una serie di velocissime stoccate, indirizzate ai punti vitali dell’ex-capitano magico, che fu costretto a ridurre la propria massa muscolare in favore della rapidità nei movimenti.
Pa:”Non posso continuare così”
Concentrò la propria attenzione sulla lama nemica, a tal punto che poté percepirne con chiarezza l’odore di metallo, grasso e sangue, il sibilo minaccioso che fendeva l’aria, e persino il sottile ma feroce istinto omicida che la permeava, in una replica grossolana e tuttavia efficiente del Doki Besu di Shin, tipica degli animali più sensibili e intelligenti.
D’un tratto, prevedere la traiettoria degli attacchi nemici gli risultò estremamente facile, tanto che Lily ebbe il tempo di scambiare la mazza ferrata con un’enorme spadone a due mani, con l’elsa nera come la notte e la lama grigia come la Morte.
Ruggendo come una tigre in gabbia, l’Exceed schivò l’ennesimo affondo e calò la spada sull’alabarda di Kilik. L’arma del felino sembrò lasciarsi dietro una sorta di ombra pallida, e quando colpì l’asta metallica, una vistosa scintilla scura scoccò dal metallo, spezzandola.
Il contraccolpo fu così forte che Kilik barcollò all’indietro, stordito.
Furibondo, il mago decise di mettere da parte il corpo a corpo per passare alle magie vere e proprie, intrecciò le dita a formare un quadrato e, quasi fosse un mirino, puntò Lily.
Ki:-Bersaglio confermato. Stazza confermata. Velocità confermata-
Ki:-Skyscrapers-
E decine di pilastri di pietra esplosero dal terreno, attaccando l’Exceed da ogni direzione. Molte di essi lo centrarono di striscio, aprendo profonde ferite frastagliate nella coriacea pelle del guerriero, e altri furono distrutte dai potenti attacchi dell’ex-capitano magico, ma la maggior parte vennero semplicemente schivati, e andarono a martoriare il soffitto della grotta, minandone il fragile equilibrio. Con apprensione, Lily notò la comparsa di profonde crepe nella roccia.
Pa:”Se quell’idiota continua così…”
Pa:-Ehi, smettila o qui crolla tutto!-
Il mago della pietra si strinse nelle spalle, assolutamente indifferente a quell’affermazione.
Ki:-Io controllo roccia e simili. Se anche venissi sepolto insieme a voi, sopravvivrei senza problemi-
Pa:-E ai tuoi compagni non pensi?-
Lily era fuori di se. Per lui, già solo l’idea di abbandonare alla morte una bambina e una donna era assurda. Se poi esse erano anche delle compagne di gilda, la cosa diveniva inconcepibile. Kilik, però, non sembrava pensarla allo stesso modo, perché scoppiò in una risata crudele e gutturale.
Ki:-Quelle due puttane possono anche crepare, per quel che mi riguarda. Qui dentro, oltre a Master Rouge, solo quattro persone sono degne di essere mie compagne-
Pa:-Ah, si? E chi sarebbero questi pochi fortunati?-
Ki:-Kai dell’oceano, il numero quattro, Baku l’esplosivo, il numero due, e Shousui l’imperatore, il Primo Re-
Pa:-Certo che vi piacciono proprio i soprannomi, eh? E il quarto chi sarebbe?
Un sorriso feroce deformò le labbra del mago.
Ki:-Usui Shin, il dio della luce. La più forte delle “cinque piume della fenice”, il corpo scelto di Dark Phoenix-
Lily sgranò gli occhi in un moto di assoluto stupore.
Pa:-Shin non è un tuo compagno-
Ki:-No, ma potrebbe diventarlo. L’oscurità che si cela nel suo cuore è grande, e lui, in fondo, non ha nessun motivo per rifiutare il richiamo del potere che Master Rouge potrebbe concedergli-
Un brivido di gelido terrore attraversò la schiena di Panterlily. Shin aveva sconfitto un esercito di quasi duecento maghi, era sopravvissuto a quella misteriosa esplosione, aveva ucciso Dorran, uno dei Dieci Re, senza alcuna difficoltà, e gli echi delle sue imprese passate avevano dell’incredibile. Il solo immaginare di averlo come nemico era una prospettiva a dir poco annichilente. Li avrebbe annientati. Persino Laxus, che era senza alcun dubbio il mago più potente della squadra, aveva suo malgrado ammesso di non poter competere con lui.
Scosse la testa. Shin era forte, e senza dubbio spietato, se doveva esserlo, ma in lui Lily aveva scorto anche dolcezza. Quando coccolava Wendy, il suo era lo sguardo di un vero fratello maggiore, e quando osservava, toccava, o anche solo nominava Erza, i suoi occhi cremisi si riempivano di sincero amore.
Sorrise. Kilik si sbagliava: di motivi per non tradirli Shin ne aveva eccome.
Ritemprato nello spirito e nel corpo da quel pensiero, Panterlily evocò l’arma migliore a sua disposizione, ottenuta su gentile donazione di Erza, che la trovava inadatta al proprio stile di combattimento.
Con una vampa scarlatta, accompagnata da un ringhio cupo e vibrante, una lunga flamberga dalla lama rosso sangue e dall’elsa color nero pece gli si materializzò tra le mani. A differenza di una normale arma di quella categoria, però, il filo non era ondulato, ma seghettato, e la guardia, ben lungi dall’essere sobria, era costituita da due lunghe e minacciose corna ritorte, che incorniciavano uno spaventoso volto dalle fattezze demoniache, dal cui mento partiva l’impugnatura della flamberga, vagamente somigliante ad una colonna vertebrale umana.
Pa:-Skull scream-
Aggiustò la presa sull’arma facendola roteare due o tre volte e, con un belluino grido di guerra, si lanciò contro Kilik.
Il mago sbuffò e si preparò a lanciare un potente attacco lineare, ma Lily balzò in alto, producendosi in un preciso fendente verticale.
Kilik non si fece cogliere di sorpresa dalla mossa del guerriero, e tentò di intercettarlo a mezz’aria con un sottile ed acuminato Skyscaper, denso oltre tre volte più dei suoi predecessori.
Ciononostante, la flamberga di Lily lo frantumò, riducendolo ad un misero mucchietto di polvere e detriti. A parte questo, però, il Settimo Re schivò l’assalto con facilità.
Ki:-Bella spada, fatina, ma se speri che basti a…-
Improvvisamente il ragazzo si bloccò e il sorriso di scherno gli morì sulle labbra mentre, basito, si portava una mano alla spalla, per ritrarla sporca di sangue.
Ki:”Ma che cazzo…?”
Pa:-Sorpreso?-
Lily apparve alle sue spalle, coperto di polvere e con un ghigno ferale che gli metteva in mostra le zanne da pantera. Trafisse la spalla di Kilik con un rapido affondo, e il mago sentì il proprio corpo tremare, scosso da una vibrazione troppo potente per essere generata dal semplice dolore.
Urlò, mentre le ossa si spaccavano e i muscoli si laceravano, ma ebbe la presenza di spirito necessaria a liberarsi, sollevando un masso e facendolo schiantare contro la nuca dello spadaccino.
Lily barcollò, stormi di lucine colorate che gli danzavano davanti agli occhi. Frattanto, Kilik si stava estraendo la flamberga dal corpo. Ci riuscì, ma la lama dentata fece il lavoro per cui era stata progettata, strappando un ampio brano di carne, e trasformandogli la spalla in una massa contorta e sanguinolenta.
Ansimò astiosamente e gettò la Skull scream a terra.
Ki:-Pagherai per questo-
Allargò le dita, e sul suo palmo cominciò ad accumularsi una nube di polvere, che si addensò, creando numerosi, spessi aghi uncinati, che ad un cenno del mago volarono verso Lily come proiettili, inchiodandolo al suolo. Poi sollevò una stalattite fresca di crollo e la avvicinò alla testa del felino.
Ki:-Questa è la fine, micetto-
Stava per lasciar cadere il cono di pietra, quando un’immensa ondata d’acqua si abbatté su di loro, sommergendo lo spadaccino e trascinando via Kilik, che per errore chiuse la mano a pugno, sbriciolando lo sperone.
L’ex-capitano magico gemette quando la furia della corrente lottò per strapparlo alla ferrea presa degli uncini, ma per sua fortuna non durò a lungo. Ben presto, infatti, l’acqua defluì.
Imprecando e sputacchiando, il Re riuscì finalmente a rialzarsi, e la sua espressione non prometteva nulla di buono. Era stato umiliato, ed ora il suo orgoglio esigeva vendetta. Il sangue avrebbe lavato via la vergogna.
Sferrò un pestone al suolo, scuotendo l’intera grotta, poi un altro, aprendo una fenditura perfettamente orizzontale nel terreno, che si biforcò, intrecciandosi sino a formare un quadrato. Infine ne sferrò un terzo, così violento che il cubo di roccia schizzò in aria, dove rimase sospeso, sostenuto dal potere del mago.
Ki:-Con questo, tu muori-
E lasciò cadere il blocco di pietra.
In un disperato tentativo di salvarsi, Lily evocò tutte le spade che poté, usandole come puntali per disperdere l’enorme peso del cubo. Il metallo delle armi gemette, così come gemette il loro proprietario quando gli erculei muscoli delle braccia si contrassero per lo sforzo di divellere i chiodi di pietra dal suolo.
Due spade si spezzarono con uno schiocco secco, spingendo il guerriero a raddoppiare le proprie fatiche.
Finalmente, con un crack di ossa infrante, due dei perni uncinati si spezzarono. Il dolore fu lancinante, un fiume di fiamme ardenti che gli folgorò tutti i nervi, strappandogli un urlo disumano, così acuto da annebbiargli la vista e ferirgli la gola.
Kilik aumentò la pressione sul nemico, e altre tre spade esplosero in una miriade di schegge.
Ki:-Hai opposto una strenua resistenza, ma è ora di dirsi addio-
Stava per far crollare un’altra sezione di soffitto, quando un’imponente scossa elettrica lo investì come fosse un parafulmine, tramortendolo. Miracolosamente, però, la folgore aveva risparmiato Lily, che, con un ultimo, titanico strattone, liberò il braccio, afferrò la flamberga, adagiata lì di fianco, e la conficcò nella roccia.
Pa:-Shockwave-
Un devastante impulso attraversò il cubo di pietra, e in un istante l’onda d’urto lo fece esplodere, dissolvendolo in sabbia sottile.
Poi, sempre sfruttando il potere dell’arma, il felide guerriero sbriciolò con cura i restanti perni uncinati, liberandosi.
L’acqua ai suoi piedi si ritirò.
Ansante, lo spadaccino afferrò un lembo dei propri calzoni e lo strappò, legandoselo intorno all’arto ferito per arginare la forte perdita di sangue.
Pa:”Sono ridotto male. Wendy avrà il suo bel da fare”
In quel breve momento di quiete, Lily si concesse un’occhiata ai propri compagni: Laxus era strano. Il suo vestito era tutto bruciacchiato, e sembrava muoversi in modo da schivare oggetti invisibili; Lluvia invece, con sua somma gioia, aveva agevolmente messo fine allo scontro, senza riportare danni. La bambina di Heaven – Xil, se non ricordava male il nome – era sdraiata a pancia in su, completamente esausta.
Solo a quel punto si accorse che Kilik, alle sue spalle, fissava la scena con un misto di rabbia e disgusto.
Ki:”Come osa quel mostriciattolo? Lasciarsi sconfiggere così facilmente…”
L’aveva sempre detto che era un essere inutile, e quella ne era la conferma.
Puntò la mano contro la volta, esattamente sopra la bambina, e si preparò a farla crollare.
Intuendo le sue intenzioni, Lily si gettò su di lui. Tuttavia sapeva bene che non l’avrebbe raggiunto in tempo, così gli scagliò contro una delle spade distrutte, sperando che fosse sufficiente.
La pesante croce di metallo colpì la mano tesa del mago, spezzandola e deviando di circa un metro la traiettoria della magia.
Il Settimo Re urlò, sibilò un insulto e scoccò un’occhiata furente al suo avversario.
Ki:-Maledetto bastardo-
Pa:-Silenzio. Non accetto critiche da chi prova ad uccidere una bambina-
Ki:-Bambina? Quel ridicolo mostriciattolo per me conta meno di un insetto. Sono sempre stato contrario al suo inserimento nei nostri ranghi. Ad Heaven non servono i deboli, quindi è mio dovere sbarazzarmi di coloro che sono diventati un peso-
Lily digrignò i denti, stringendo le mani con tale forza da farsi sbiancare le nocche.
Pa:-Sei solo un verme-
Ki:-Lo vedremo, insetto-
Ma il felino aveva già assunto la sua forma più agile e rapida, e lo aveva raggiunto, menando un affondo alla gola del mago, che si gettò di lato, ruzzolando sui detriti.
L’ex-capitano magico non voleva concedergli tregua. Perciò lo speronò con un potente calcio allo sterno. Le costole di Kilik urlarono di dolore, e gli artigli di Lily gli lacerarono la pelle e i muscoli del petto. L’aria gli fuoriuscì dai polmoni in un rantolo soffocato, mentre la violenza dell’attacco lo scaraventò contro una parete.
Anche così, però, l’ostinato Settimo Re riuscì a rialzarsi, seppur furente e moribondo. Alzò entrambi i pugni al cielo e li abbatté al suolo, scatenando un terremoto di enorme potenza.
Ki:-Ora mi avete stufato. Morirete sepolti sotto tonnellate di terra-
Per una volta, però, Lily gli rivolse un sorriso tranquillo. Chiuse gli occhi e conficcò la flamberga nel terreno. Grazie ad essa, il guerriero riuscì a percepire lo schema delle oscillazioni del suolo.
Pa:-Shockwave-
L’onda d’urto che si propagò dalla lama dentata aveva la stessa, identica frequenza dell’incantesimo di Kilik, e ne annullò gli effetti.
Il mago della roccia lo fissò a bocca aperta, stupefatto. Come aveva fatto quel gatto troppo cresciuto ad aver neutralizzato il suo incantesimo più devastante con tale facilità?
Pa:-Usare tattiche del genere è inutile Kilik. A Edoras, dare la caccia ai maghi era il mio lavoro-
Ki:-Non dire stronzate. È escluso che io possa per…-
La frasi gli si spezzò in gola quando Panterlily scagliò la flamberga contro di lui. Concentrato com’era nelle sue invettive, non si accorse dell’arma nemica finché non gli spuntò dalle scapole. Boccheggiò, poi, spinto dal peso del guardamano, barcollò in avanti e cadde, spingendosi la lama ancora più in profondità. Una piccola pozza cremisi cominciò ad allargarsi sotto di lui. La mano e il volto del mago scattarono un’ultima volta verso Lily, dopo di che entrambe giacquero immobili.
Con uno sbuffo stremato, il felide si avvicinò al cadavere e liberò la Skull scream dell’umida morsa del corpo, rimandandola nello stock dimensionale.
Nel medesimo istante, un’energia intensa e feroce avvampò per l’intera grotta, inchiodando lo spadaccino al proprio posto. Il guerriero rabbrividì: era la prima volta che percepiva un potere del genere. Era violento, enorme, brutale, ma anche stranamente controllato, come l’occhio di un ciclone, scatenato all’esterno e quieto all’interno. In lontananza, il suo finissimo udito percepì qualcosa: un grido disumano e ancestrale, antico quanto il mondo.
Poi, così com’era cominciato, finì, e sotto i piedi del felino, le rune di un sigillo iniziarono a brillare minacciose.


*entra alla chetichella* a-hem, so di essere leggermente in ritardo, e me ne dolgo *schiva un pianoforte* ehi, quello costa. Che stavo dicendo? Ah si, mi dispiace di aver fatto un tale, apocalittico ritardo, ma ho avuto il mio bel dafare. Detto questo, spero che il capitolo vi sia piaciuto.
Vi informo che gli scontri separati sono quasi conclusi. Mancano solo quello di Laxus, di Natsu, di Lucy e Mira, che lotteranno assieme, e quello di Shin, Wendy e Elfman, che, per motivi legati ai poteri dei loro avversari, faranno un unico scontro. Dopo di che ci sarà finalemente l'ultima rivelazione su Shin e si arriverà alla parte pre-epilogo, cioè lo scontro finale. Poi ci saranno un paio di capitoli For Fun ShinxErza(vi ricordo che la rossa deve ancora una cena al biondo a spese del WWF, del fiammifero e di calippoman(Elfman, Natsu e Gray), e finirà la fic. Ergo, ancora 7/8 capitoli circa.
Sayonara.

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Capitolo 16
*** La dama degli incubi ***


                                                                           La dama degli incubi
 
L’imprecazione di Laxus, nel vedersi abbandonato a combattere contro una tettona mezzo nuda, fu così violenta e rabbiosa che, sebbene pronunciata solo a mente, ebbe il potere di far scorrere un brivido gelido sulle schiene di Panterlily e di Lluvia.
Fr:- Non mi piace essere ignorata dolcezza –
Il sussurro di Freyr gli solleticò l’orecchio destro, facendolo sobbalzare. Non l’aveva sentita avvicinarsi, ed era ben strano, visto che la donna indossava delle scarpe con un tacco a spillo vertiginoso e i suoi passi avrebbero dovuto riverberare chiaramente sul pavimento di pietra.
La:- Immagino sia inutile chiederti di lasciarmi passare, giusto? –
Lei rise. Aveva una bella risata, limpida e squillante, allegra e carica di una velata seduzione.
La:- Che hai da ridere? –
Fr:- I tuoi amici…siete molto simili –
Il biondo inarcò un sopracciglio, assumendo un’espressione corrucciata.
La:- Che vorresti dire? –
Fr:- In questo momento il gatto e la donna della pioggia stanno facendo la stessa domanda a Xil e Kilik. Siete strani –
Il mago scrollò le spalle muscolose, facendo ondeggiare il lungo cappotto che gliele copriva.
La:- Sono le regole di Fairy Tail: non combattere se puoi fare amicizia –
Fr:- Non ti rispecchi molto in questa filosofia, vero? –
La:- Preferisco discutere con qualcuno dopo averlo steso, quindi… -
Alzò bruscamente un braccio e sparò una saetta verso la donna. Il colpo la centrò in pieno petto, a poca distanza dal cuore, e la passò da parte a parte, schiantandosi contro una stalagmite in un tripudio di scintille e detriti polverizzati. Il corpo trafitto di Freyr barcollò leggermente prima di crollare col viso nella terra, apparentemente priva di sensi.
La:” Bene, e questa è fatta. Andiamo ad aiutare gli altri”
Una voce dal buio, però, bloccò i suoi passi.
?:- Che cattivo che sei Laxus. Credevo di averti insegnato l’educazione. Non ci si comporta così con una signora –
Il mago s’irrigidì, congelato da quella voce fredda e metallica, raschiante e malvagia. Cosa ci faceva lui lì? Era alleato con Heaven? Li aiutava in qualche modo?
La:-Quando in basso ti spingerai pur di raggiungere i tuoi scopi? Ora aiuti anche le altre gilde oscure Ivan? –
Iv:- In aiuto solo me stesso, e se per ottenere un vantaggio devo spalleggiare la concorrenza ben venga. Se diventeranno dipendenti dal mio supporto, togliermeli dai piedi dopo sarà più facile. Non fai forse così anche tu? –
La:- Ovvio che no. Io non sono come te –
Iv:- Ah no? Vuoi farmi credere che provi affetto sincero per i tuoi compagni? Andiamo, non sei forse tu ad aver sempre disprezzato i deboli? Non sei forse tu a mandare avanti i tuoi sottoposti mentre attendi nelle retrovie che si presenti un avversario degno di te? Ed è perché tieni a loro che hai assediato Magnolia per impossessarti della gilda? Ammettilo, sei uguale a me –
La sua voce e la sua arroganza lo fecero infuriare. L’ira di Laxus sfolgorò ardente insieme alle saette, lacerando l’aria con un ruggito violento. Il fulmine partì spontaneo, gigantesco, una freccia azzurro-dorata che si abbatté senza pietà su Ivan, incenerendo persino la roccia tanto era la sua potenza distruttiva. Quando il fumo si diradò, dell’uomo non era rimasta traccia.
Ma:- Hai ucciso tuo padre Laxus –
La:- Vecchio, che ci fai tu qui? –
Ma:- Ero preoccupato per gli altri. Temevo li avresti uccisi –
La:- Io? Ma ti sei rincoglionito? –
Ma:- Avevo sperato che crescendoti lontano da lui, tu non commettessi gli stessi errori di mio figlio, ma a quanto pare sbagliavo. Il suo sangue è forte in te –
Makarov aveva un’espressione delusa, straziata, e dai vecchi occhi neri trapelavano dolore e stanchezza. Alle sue spalle, simili a nubi temporalesche, si addensarono figure fumose ed evanescenti.
La:- Vecchio, ma di che parli? Non farei mai del male ai membri della gilda –
Ma:- Ne sei sicuro? Allora è tuo il sangue che t’imbratta le mani, ed è tuo il corpo ai tuoi piedi –
Confuso, il biondo si guardò le mani, scoprendole rosse e appiccicose. Orripilato, Laxus urlò e balzò all’indietro, quasi inciampando nel cadavere dilaniato di Mirajane.
La:” Ma che…?”
Una risata gelida si levò dalla gola squarciata della fanciulla, che si voltò di scatto. Il mago dovette resistere all’impulso di vomitare: del bel viso della maga non era rimasto nulla. Gli occhi erano fuori dalle orbite, le guance erano scavate dai vermi, e i capelli candidi erano impastati di sangue rappreso e sporcizia. Con una torsione inumana il cadavere si rialzò in piedi e tese la mano. Le dita di lei lo spaventarono più di tutto il resto. Laxus le ricordava lunghe e affusolate, delicate come seta, più adatte a dolci carezze che al furore della battaglia. Ora, invece, erano spezzate e ritorte, protese verso di lui come artigli scheggiati.
Mira rise di nuovo, e dalle labbra pallide e screpolate eruttò un fiotto di sangue denso e scuro che le colò sul seno e poi giù, fino al pavimento di pietra.
Istintivamente Laxus si tramutò in fulmine per sfuggire alla sua presa e si rimaterializzò pochi metri più lontano. Le figure di nebbia si addensarono, assumendo le fattezze delle persone a lui più care. In tutti loro la vita era svanita. Nessuna luce brillava nei loro occhi, nessun cuore batteva nei loro petti.
Un terrore innaturale, cieco e sordo, lo invase. Il suo respiro accelerò bruscamente, e il desiderio di fuggire senza voltarsi soverchiò ogni altro.
Un forte boato riempì la caverna e la sensazione umida dell’acqua gli sfiorò i piedi. Nella sua condizione d’instabilità mentale l’esperienza bastò a mandarlo nel panico; il ragazzo liberò un’enorme quantità di energia magica priva di controllo, avvolgendosi in una nube di elettricità turbinante nella speranza di annientare tutti i possibili pericoli intorno a sé.
L’acqua che inzuppava il terreno assorbì parte della carica, conducendola ovunque nella caverna.
Fu allora che successe. Quando la scossa terminò la sua corsa, il ritorno di fiamma colpì lo stesso Laxus. I fulmini attraversarono ogni fibra del suo corpo, ogni muscolo e ogni nervo, e, improvvisamente, la paura si attenuò, assumendo contorni più razionali, e sorsero i primi dubbi. Makarov non poteva essere lì. Si fidava di loro e non avrebbe mai rischiato di interferire nella missione nelle sue attuali condizioni. Mirajane e gli altri non facevano parte del suo gruppo, non avevano motivo di trovarsi in quella sezione del quartier generale. Inoltre, se anche per qualche motivo lo avessero seguito, che motivo avrebbe avuto per ucciderli?
Mai avrebbe fatto del male a Natsu, il testardo ma sempre fedele Natsu, o ad Erza, una delle donne più degne di onore e rispetto che aveva mai conosciuto, e di sicuro mai, mai, avrebbe ucciso Mira, la dolce, allegra Mira, che aveva sempre cercato di aiutarlo, anche quando il suo cuore era pieno di rabbia e rancore.
D’un tratto capì cosa doveva essere accaduto.
La:” Maledetta puttana! Mi era sembrato troppo facile”
La:- Esci allo scoperto stronza. Ormai ho scoperto il tuo trucco –
La bella risata di Freyr lo circondò senza una direzione precisa, come nata dal nulla.
Fr:- Sei piuttosto sveglio mio bel maghetto. Hai capito tutto molto in fretta. Peccato che no ti servirà a nulla –
La:- che intendi? Ora che so che sei una maga illusionista non mi farò più sottomettere dai tuoi poteri –
Fr:- Sbagliato –
E una cascata di piombo fuso grondò dall’alto, come se gli dei stessi avessero deciso di uccidere Laxus. Il biondo riuscì per un soffio ad evitare il flusso di metallo incandescente, che si riversò al suolo sibilando e sbuffando, producendo occasionali ma violente fiammate a contatto con la pietra fredda e umida. Dal fumo denso e nero apparve Freyr, del tutto immune a quel calore illusorio che lei stessa stava generando.
Sempre ridendo, la donna afferrò una manciata di piombo e lo scagliò contro il mago. Le gocce iridescenti lo centrarono sulla spalla, e, nonostante sapesse che si trattava di un inganno della mente, il dolore fu reale, come anche l’odore della carne bruciata.
Fr:- La mia illusione magica è particolare. Non si limita a create immagini distorte della realtà, ma le proietta direttamente nel cervello dell’avversario. Finché il tuo subconscio li percepirà come reali, dolore e ferite lo saranno. Rammentalo –
La:- Grazie per l’informazione. Rairyuu no Gekihen! (Sconvolgimento del drago del fulmine) –
L’incantesimo si abbatté al suolo con un fragore assordante, mentre la forte corrente di energia investiva le illusioni, cancellandole in una violenta esplosione di luce.
Un ghigno divertito curvò le labbra di Laxus. Quel colpo di sicuro aveva centrato il bersaglio, non poteva essere altrimenti. Ne era certo, eppure quando Freyr ricomparve sul suo corpo non c’era un solo graffio. La pelle liscia e lattea era intatta e anche i suoi abiti erano a malapena sgualciti.
Furibondo, il mago tempestò la donna di folgori, ottenendo come unico risultato quello di stancarsi.
Ad uno schiocco delle dita della sua avversaria, le stalattiti e le stalagmiti si staccarono dalle loro sedi, volteggiando languidamente fino a disporsi a cupola.
Fr:- Non mi batterai, maghetto –
Gli enormi dardi di roccia scattarono contro il biondo, rapidi, precisi, letali. Laxus ne distrusse alcuni e ne schivò molti altri, ma erano semplicemente troppi e gli fu ben presto chiaro che sarebbe stato impossibile schivarli tutti. Un attimo di distrazione e una scheggia lunga un braccio gli si piantò per metà nella coscia.
Il dolore lo costrinse in ginocchio, alla mercé di ulteriori minacce. Per evitare altri danni il mago non poté far altro che fare ciò che fino a quel momento aveva evitato: si tramutò in fulmine e sgusciò via. Per utile che fosse quella tecnica, era anche estremamente debilitante, perché consumava un enorme quantitativo di potere magico, cosa che lui, in quel momento, non poteva proprio permettersi di perdere.
Incredibilmente, però, nello stesso istante in cui la magia tramutò il suo corpo in elettricità, i miraggi di Freyr cominciarono rapidamente a perdere consistenza fino a diventare traslucide come gli spettri che erano. Vide anche la sua nemica, in piedi accanto ad una parete, che corrugava la fronte con crescente irritazione e fatica, mentre un velo di sudore cominciava a imperlarle la pelle perfetta.
Fu così che Laxus capì che quelle illusioni, per quanto pericolose e realistiche, erano pur sempre frutto della mente della donna, e avevano effetto solo se lei riusciva a trasmetterle nei cervelli dei suoi avversari. Cosa che le era impossibile, se il suo nemico era pura energia.
La:” Ti ho presa”
Pensò scagliandolesi contro.
Concentrata com’era, la maga lo vide arrivare soltanto quando fu ad un passo dal suo corpo. Si tuffò lateralmente per evitare di essere travolta, ma l’onda d’urto e i detriti la investirono, e Freyr ruzzolò nella polvere.
La vista del proprio sangue che colava le aprì uno spiraglio nella memoria: un vicolo, degli abiti bianchi macchiati di rosso, sporcizia. Scacciò quei ricordi con rabbia e si rialzò con una feroce flessione dei reni, furiosa come non le accadeva da tempo.
Usò ogni stilla della propria forza per ristabilire la connessione psichica col biondo, ma il suo potere non riusciva ad attecchire a dovere.
Non potendo fare affidamento sulle illusioni, Freyr cercò almeno di alterare i sensi del biondo con una potente onda mentale. Con difficoltà, riuscì ad intrappolarlo in un vortice di rapidi impulsi mentali, nella vana speranza di indebolirlo abbastanza da impedirgli l’uso della magia.
Immediatamente il ragazzo espanse il proprio corpo ed entrò in contatto con tutti gli attacchi di Freyr allo stesso tempo, facendo forza per liberarsi.
In quel mentre, lo scontro tra i loro incantesimi connesse per un istante anche le loro menti, e Laxus si ritrovò sommerso dai ricordi della sua nemica.
Vide una piccola casa di campagna ardere sotto un impietoso sole estivo, e un’orda di banditi senza scrupoli che saccheggiava il villaggio dove Freyr era nata e cresciuta. Seguì con sguardo preoccupato una bambina correre via, senza voltarsi, col visino rotondo sporco di fuliggine rigato da lacrime di puro terrore. Percepì la fame che la bambina aveva provato tra i vicoli bui e fetidi delle città dove aveva vagato, priva di meta e di speranza, e la disperazione che l’aveva spinta, dopo cinque anni di stenti ed elemosine, a prostituirsi per pochi spiccioli, ignorando dolore e disgusto, vergogna e paura, mentre il suo cuore s’induriva ogni volta di più e tutto perdeva d’importanza tranne il denaro.
La osservò crescere odiando il mondo, passando da un amante all’altro, sempre più ricco e potente del precedente, facendo spesso ricorso ai propri poteri per soddisfare le loro richieste più oscene.
Fr:-SMETTILA!-
La maga lottò con tutte le proprie forze per scacciarlo dalla propria mente, ma ottenne solo di farlo sprofondare ulteriormente, rafforzando il legame che li univa.
Freyr era distesa in un vicolo, ora, con indosso un vestito di lino candido macchiato del suo stesso sangue. Ferite sottili le segnavano ogni centimetro di pelle visibile, e una chiazza cremisi andava allargandosi sul suo fianco destro.
Era stata la moglie della sua ultima conquista, una maga in grado di manipolare il vento, a ridurla così. Laxus la vide sorridere con una mestizia che una ventiquattrenne non dovrebbe provare, quasi con la propria morte volesse beffarsi di un destino che l’aveva sempre beffata. Poi un’ombra, qualcuno a lei sconosciuto e celato dalla nebbia dell’incoscienza la sollevò delicatamente da terra e la portò via.
Il mago condivise il suo sconcerto nello svegliarsi in un letto pulito, in una stanza che profumava di aghi di pino con il sole a baciarle il viso. Si voltò insieme a lei quando la porta si aprì ed entrò l’uomo che l’aveva salvata, Markus, il suo futuro marito, la persona migliore che avesse mai conosciuto. L’unico a conoscere il suo passato, l’unico dinanzi al quale aveva provato, per la prima volta dopo tanti anni, vergogna a mostrarsi nuda, l’unico che non era interessato tanto al suo corpo, quanto al suo cuore.
Il mago venne travolto dalle emozioni della donna: il calore di quegli anni, la loro prima notte insieme, la prima in cui si era sentita amata e protetta, e non usata e distrutta; la gioia di quando le aveva chiesto di sposarlo, la paura che l’aveva assalita scoprendo di essere incinta e l’incontenibile felicità che aveva provato nello stringere a sé quel minuscolo fagotto urlante.
Fr:-Basta. Ti prego, smettila-
Freyr era ormai disperata. Roventi lacrime di dolore le rigavano il volto delicato. Laxus avrebbe voluto accontentarla, ma si era spinto troppo in là, e non c’era modo di tornare indietro.
L’ultimo flusso di ricordi gli fluì sotto gli occhi: il funerale di suo marito e di sua figlia, uccisi da uno dei suoi vecchi amanti, geloso dell’uomo che aveva saputo conquistare la donna che per anni l’aveva sfruttato per poi gettarlo via senza ritegno.
Fr:- BASTA!-
L’ultima immagine che ebbe modo di vedere prima che Freyr riuscisse finalmente a buttarlo fuori dalle proprie memorie fu quella di un uomo, forse il Master di Heaven, che le tendeva una mano dicendole: “servimi donna, e ti renderò ciò che hai perso”.
Infine libero dal vortice mentale dell’avversaria, Laxus barcollò e riprese forma solida, imprecando contro le fitte che gli trapassavano il cranio come spilli incandescenti.
La:- Cosa voleva dire con quel “ti renderò ciò che hai perso”? I morti non possono tornare in vita, a meno che voi…non disponiate di un Sistema R come la Torre del Paradiso. E’ a questo che serve lo Zenit, ad alimentarlo?-
La Regina era a terra, ansante, sfiancata dallo sforzo appena compiuto, ma a quelle parole si risollevò, e una risata priva d’ilarità le sgorgò dalle labbra esangui.
Fr:-No, sciocco. Il Sistema R della Torre era l’unico esistente. Zeref non era famoso per replicare i suoi capolavori. Il dispositivo che voi avete chiamato Zenit serve a tutt’altro-
La:-Cioè?-
Fr:-Lo scoprirete da soli molto presto. Rouge ha quasi completato di sciogliere i sigilli, poi nessuno potrà più fermarlo ed io riavrò la mia famiglia-
La:-Non lo permetterò Freyr. Per giuste che siano le tue motivazioni, non posso lasciare che una gilda oscura usi un simile potere per i propri scopi-
Una profonda rabbia distorse i lineamenti della sua interlocutrice, che strinse i pugni con tale vigore che le unghie smaltate le penetrarono nella pelle dei palmi.
Fr:-Come puoi dire questo, dopo aver visto l’inferno che è stato la mia vita? Come? L’unica cosa che volevo era vivere in pace con l’amore della mia vita e mia figlia, e neppure questo mi è stato concesso. VOGLIO SOLO INDIETRO CIO CHE E’ MIO!-
La:-E per farlo condannerai centinaia di persone-
Fr:-Perché dovrebbe importarmene? Cosa hanno mai fatto loro per me?-
Il mago scosse il capo con mestizia. Capiva come si sentiva la donna, e il sapere che in nessun modo avrebbe potuto aiutarla lo straziava. Sperava che Freyr capisse la follia delle sue azioni, ma si rendeva perfettamente conto che non l’avrebbe fatto, troppo accecata dal rancore e dal dolore per vedere la realtà.
La:-Allora devo proprio fermarti-
Senza aggiungere altro, raccolse parte delle sue energie magiche residue e si preparò ad attaccare.
La:-Rairyuu no Gekihen (Sconvolgimento del drago del fulmine)-
L’imponente vampa di energia spazzò via tutto ciò che il mago aveva innanzi a sé, ma Freyr si dimostrò più agile del previsto e riuscì ad evitare il colpo. Nel contempo, la donna infilò una mano nel corpetto dell’abito e ne trasse una spessa barra di metallo arrotondata sui bordi e una boccetta colma di un liquido rosso.
Stappò la boccetta coi denti candidi e ne trangugiò d’un sol fiato il contenuto. Rimase ritta e orgogliosa mentre tremendi spasmi la scuotevano da capo a piedi e ogni suo orifizio visibile stillava sangue scuro e denso. Quando la crisi terminò, premette un pulsante nascosto sulla barra metallica e da un’estremità sgusciò fuori una lunga lama argentea.
Fr:-Visto che affrontarti con la magia ormai è inutile, vorrà dire che ti finirò con la spada-
La:-E tu credi di potermi battere nel c…-
Non ebbe modo di terminare la frase, perché Freyr, con un balzò rapidissimo, era già ad un passo da lui, pronta a colpire. Anche con i suoi riflessi allenati, resi perfetti da anni di combattimenti, il mago non riuscì a rendersi conto del pericolo finché la lama non fu a pochi centimetri dal suo collo.
Laxus si lasciò cadere sulle ginocchia giusto in tempo, e la punta aguzza della spada gli incise il sopracciglio. Il sangue sgorgò immediatamente dalla ferita profonda fino all’osso, ostruendogli la visuale dell’occhio sinistro, ma il ragazzo fu lesto a cauterizzarsi lo squarcio con una scossa elettrica ben calibrata.
Il dolore fu forte, ma nulla in confronto a quello che già aveva sperimentato, e lo ignorò per concentrarsi sull’avversaria, che stava preparandosi a lanciare un nuovo assalto.
Scagliò un fulmine per distrarla, tuttavia Freyr era troppo veloce e lo evitò.
La:” Merda, non ho abbastanza potere magico per ricorrere ad altri attacchi a distanza”
Doveva passare anche lui allo scontro fisico. Unì le mani e richiamò l’energia dal Lacrima draconico che era impiantata nel suo corpo.
La:-Rairyuu no Yari (Lancia del drago del fulmine)
Una guizzante asta sfrigolante prese vita tra i suoi palmi e il mago la impugnò con consumata sicurezza. La maga gli si scagliò contro, furiosa, ma adesso, sbollita l’iniziale sorpresa, il biondo si rese conto che la donna non era una guerriera: i suoi colpi erano imprecisi, goffi, ed erano solo marginalmente mirati ai suoi punti vitali. La pozione che aveva ingerito –una droga?- le aveva senza dubbio ampliato forza e velocità, ma non poteva concederle la stessa abilità di uno spadaccino esperto.
Laxus parò con facilità il primo fendente, poi, con un’agile rotazione del polso, scansò la spada nemica e toccò Freyr al ginocchio.
Dalla sua espressione impassibile, il mago capì che non sentiva dolore, però la scossa elettrica fece il suo dovere, paralizzandole i nervi della gamba.
Imprecando, la donna usò la propria magia per muovere forzatamente l’arto, obbligandolo a rispondere ai comandi della mente, ma la cosa le riuscì solo in parte, e il massimo che poté fare fu mantenersi in piedi.
Menò un affondo a casaccio, sperando di guadagnare tempo prezioso. Laxus non si lasciò ingannare, e si limitò a flettere il collo per evitare la punta dell’arma. Poi, con precisione assoluta, colpì la nemica prima alla mano, disarmandola, e poi al petto, stando ben attento a dosare la propria forza per non fermarle il cuore.
La maga venne sbalzata all’indietro dalla potenza dell’impatto e rovinò al suolo.
Grazie all’effetto combinato della droga e dei suoi poteri l’intorpidimento al ginocchio stava svanendo in fretta, tuttavia le appariva ormai chiaro che non avrebbe vinto: non aveva più energie da spendere per generare illusioni, e nei duelli era sempre stata un disastro nonostante i tentativi di Ikaruga di renderla una schermidrice quantomeno decente. Avrebbe perso, e non avrebbe più potuto vedere suo marito e sua figlia.
Fr:”No”
Non poteva permetterlo. Non poteva e non voleva vivere da sola ancora per tanti anni, aspettando la morte consumata dal rimpianto.
Guardò Laxus e ripensò alla sua vita fino a quel momento. Ne valeva la pena? Valeva la pena soffrire così tanto?
La spada nella sua mano assunse d’un tratto un calore invitante, una promessa di libertà e pace. Un sorriso stanco le curvò le labbra.
Fr:”L’importante è riaverli al mio fianco”
Un ultimo sospiro, poi sollevò l’arma e se la puntò al petto.
La:-Ehi, che vuoi fare?-
Il biondo fece per avvicinarsi, ma Freyr lo bloccò, inviandogli un delicato flusso d’immagini: una casa di collina, il nome di una città, due lapidi ai piedi di una quercia.
La:-Cosa…?-
Fr:-Lì è sepolta la mia famiglia. Ti prego di depormi accanto a loro, se sopravvivrai a questa battaglia-
E prima che Laxus potesse fare qualsiasi cosa, la maga si trafisse il petto.
In un istante il biondo le fu accanto. La sorresse e la adagiò delicatamente al suolo. Non ebbe bisogno di sentirle il battito cardiaco per sapere che era già morta.
La:-Sciocca-
Sussurrò, chiudendole gli occhi.
Scuotendo il capo, Laxus si rialzò e controllò le condizioni dei suoi compagni. Constatando che entrambi avevano vinto, il biondo si rasserenò un po’  e trasse un profondo sospiro.
La:” Meglio muoversi”
Stava per dare l’ordine, quando, improvvisamente, il Lacrima nel suo petto si riscaldò sin quasi ad ardere e un ruggito ferale gli riempì le orecchie. Nello stesso tempo, un sigillo runico si attivò, imprigionando la sua magia.
 
 
 
 
Ebbene si miei cari, sono ancora in vita u.u Non vi siete ancora liberati di me.
Ci tengo a scusarmi per essere mancato per...SEI MESI!??! DIO SANTO...ok, sono stato via per un'enormità, ma avevo davvero troppo da fare per poter anche solo pensare di mettermi a scrivere.
Cooooomunque, sono di nuovo qua, con un capitolo che, in tutta sincerità, a me non piace, ma che non potevo fare meglio di così. Purtroppo, quando ho deciso i poteri dei dieci re non mi ero reso conto di quanto fosse difficile gestire sullo scritto abilità come quelle di Yuro o di Freyr. Ahime, mea culpa, questo dipende dal fatto che io tendo a "visualizzare" sotto forma di manga i miei racconti, quindi non posso rendermi anticipatamente conto della reale entità del lavoro.
Beh, piangere sul latte versato non lo fa tornare nella bottiglia, quindi questo è e questo vi tenete u.u Dal prossimo, che posterò sicuramente in tempi più brevi, le cose miglioreranno. Tanto per dirne una, torna in pista Salamander (per Shin dovrete aspettare).
Sperando nel vostro perdono, vi saluto.
Sayonaraaaaa (quanto mi era mancato farlo TT__TT)
 
 

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Capitolo 17
*** Il drago, la stella e il demone ***


                                                                      Il drago, la stella e il demone


I maghi di Fairy Tail e quelli di Heaven si fissarono, in attesa del benché minimo spiraglio l’uno nella guardia dell’altro. La magia crepitava nell’aria come una sottile corrente elettrica, carica di minaccia.
Il primo a rompere gli indugi fu Baku, che con uno scatto felino balzò in avanti. Natsu lo seguì all’istante, le braccia interamente rivestite dalle fiamme.
Quando furono vicini, Salamander sferrò un violento pugno all’avversario, che si chinò per schivarlo e rispose caricando un montante. Il dragon slayer evitò il colpo rilasciando una vampata dal gomito che lo spostò lateralmente, ma l’attacco del nemico non andò completamente a vuoto: nel momento in cui le nocche del Secondo Re mancarono il bersaglio, una potente deflagrazione squarciò l’aria, investendo in pieno Natsu, che fu bruscamente scaraventato a terra.
Lu:-Natsu!-
La giovane maga fece per andare in soccorso dell’amico, ma Kai intervenne proprio in quel momento. Il ragazzo mosse una mano, indirizzandole contro una serie di dardi d’acqua compressa. Mirajane si mosse veloce, e in un battito di ciglia si era trasformata, frapponendosi tra Lucy ed il pericolo. La dura corazza ossea di Mira intercettò tutti i proiettili senza riportare alcun danno.
Mi:-Non distrarti Lucy. Natsu se la caverà-
In effetti Salamander si era già rialzato, anche se le sue ferite erano tutt’altro che lievi: il petto e le braccia erano gravemente escoriate, e una scheggia di pietra gli aveva tagliato il sopracciglio destro. Il sangue gli colava in continuazione dallo squarcio, obbligandolo a pulirsi per non rimanere accecato. I suoi occhi s’incrociarono con quelli della bionda solo per un istante, tuttavia fu abbastanza perché lei recepisse il messaggio. “Pensa a te. Io vincerò”.
Lei annuì, gli rivolse un sorriso e poi concentrò la sua attenzione sul mago delle acque, risoluta.
Lu:-Apriti, porta del palazzo del toro dorato. Tauros-
In uno sbuffo di fumo chiaro emerse lo spirito stellare, l’ascia bipenne già in pugno. Tauros lanciò un muggito assordante che riverberò per tutta la grotta e si lanciò all’attacco.
Ta:-Per le mammelle!-
Lu:-Ti pare il caso di urlarlo?!-
Kai lo fissò mentre caricava, incerto sul da farsi. Poi, con una scrollata di spalle, raccolse una manciata d’acqua nella mano e la indirizzò verso le ginocchia del toro, che si ribaltò in corsa, ruzzolando al suolo.
Sorrise con indulgenza, preparandosi ad infliggergli il colpo di grazia, e stava ancora sorridendo quando il pugno di Mirajane lo centrò alla bocca dello stomaco, mozzandogli il respiro. Kai si piegò in due, emettendo un ansito sommesso, dopo di che il suo viso si rilassò e una patina liquida si staccò dal suo corpo, avvolgendosi intorno al braccio della Take Overer. La corazza e la pelle sottostante cominciarono a sfrigolare, aggradite dal calore dell’acqua rovente. Mirajane urlò, staccandosi dal nemico prima che il suo incantesimo la ricoprisse interamente, ed il Terzo Re si raddrizzò, rassettandosi l’abito sgualcito.
Alle sue spalle, un redivivo Tauros si preparava a colpirlo con un poderoso fendente che l’avrebbe squarciato dal collo all’anca. Baku, tuttavia, se ne accorse, schivò una palla di fuoco e calciò una stalagmite contro lo spirito stellare, centrandolo in pieno. La punta di pietra gli si conficcò nello stomaco, e Lucy fu costretta a rimandarlo nel suo mondo, in modo che potesse rigenerarsi. Al suo corpo evocò Scorpio e Sagittarius.
L’inatteso sfoggio di altruismo costò a Baku una bruciatura alla guancia nel punto in cui Natsu lo colpì con un diretto. Irato, il mago caricò il proprio potere nelle gambe, mentre Salamander spalancava la bocca.
Na:-Karyuu no Houkou (Ruggito del drago di fuoco)
Ba:-Flashbang-
Nel medesimo istante in cui le fiamme eruttarono dalla gola del dragon slayer, una serie di piccole esplosioni in rapida successione spinsero il Re alle spalle di Natsu ad una tale velocità da rompere il muro del suono. Baku gli piantò un dito tra le scapole.
Ba:-Big bang point-
La deflagrazione, concentrata in un’area di pochi centimetri, squassò il ragazzo dall’interno. La forza dell’impatto gli si propagò per tutto il corpo attraverso ossa, tendini e organi. Alcune vene superficiali si ruppero, e la maggior parte dei capillari si spezzarono in più punti.
Salamandre cadde in ginocchio, vomitando un fiotto di sangue scuro. Il dolore era così intenso da mozzargli il respiro.
Lucy e Mirajane assistettero sgomente alla scena, ma non poterono intervenire, perché Kai sollevò una muraglia d’acqua tra loro e il compagno ferito.
Kai:-Mi duole ricordarvi che il vostro avversario sono io. Se volete aiutare il vostro amico, dovete prima sconfiggermi-
Il suo tono di voce pacato e privo di inflessioni diede loro sui nervi. Sagittarius scoccò una raffica di frecce a ritmo serrato, il braccio che saettava avanti ed indietro, talmente rapido da non essere visibile, e Scorpio generò un vortice di sabbia per occultarli. La frusta di Lucy sibilava come un serpente impazzito.
Kai cominciò a ruotare su se stesso come una trottola, un fiume in piena si sollevò con lui, avvolgendolo e proteggendolo dai colpi.
In preda all’ira e alla preoccupazione, Mira snudò zanne ed artigli e ruggì. Lampi neri sottili come capelli le balenavano tra le dita, intrecciandosi in una sfera di un nero cupo e profondo mentre la magia le ribolliva nelle vene.
Mi:-Muori verme. Dark Elegy (Elegia oscura)-
La sfera di tenebre si staccò dalla sua mano e volò verso Kai a forte velocità, quasi fosse dotata di una propria volontà e bramasse di assaggiare la tenera carne del mago.
Il ragazzo non si scompose, sicuro che il suo incantesimo l’avrebbe protetto dall’attacco della sua nemica, ma la sua maschera di calma cominciò ad incrinarsi quando il colpo di Mira attraversò senza difficoltà lo strato esterno della sua barriera, mutando istantaneamente l’acqua in vapore. Allarmato, il Re diresse un potente getto ad alta pressione contro la sfera senza neppure riuscire a rallentarla.
Troppo tardi si rese conto che non sarebbe stato in grado di contrastare il potere della sua avversaria. Furibonda com’era, la giovane aveva raccolto nell’incantesimo una quantità abnorme di energia.
Imprecando tra i denti, il pacato, indifferente Kai si gettò nella polvere per evitare di essere centrato al petto.
Purtroppo per lui, si mosse troppo lentamente e troppo in ritardo, e la Dark Elegy gli sfiorò la schiena, strappandogli via pelle e carne e lasciandosi dietro una profonda scia sanguinante.
Lucy fu subito sopra di lui, stupendosi per la prontezza con cui era riuscita a muoversi. Gli piantò il tacco dalla scarpa nello stomaco, all’altezza dell’ombelico, e premette con tutto il proprio peso.
Lu:-Abbassa la barriera-
Kai:-E se non lo facessi?-
Lucy premette più forte, affondandogli la punta di legno nel ventre.
Lu:-Soffrirai-
Il suono della propria voce –aspro, duro, persino crudele- la inquietò, ma non le importava: Natsu era in pericolo, e nient’altro contava il quel momento. Chiuse gli occhi e fece un respiro profondo. Quando li riaprì, Mira era accanto a lei. L’amica aveva il fiato grosso per l’incantesimo lanciato poco prima, tuttavia nel suo sguardo brillava una ferrea determinazione.
Kai le fissò, gli occhi ridotti a due fessure grondanti odio.
Kai:-Per il vostro amico è troppo tardi-
Mira si abbassò di scatto, calando il ginocchio sul braccio del mago sconfitto, spezzandoglielo come un ramoscello secco. Il ragazzo grugnì per il dolore, ma non urlò.
Mi:-Fallo e basta-
Tra le dita della giovane saettarono di nuovo scintille scure, cupe, che riempirono l’aria dell’odore dello zolfo e del calore delle fiamme. Una vampa violacea divampò sul suo palmo.
Kai:-Non avete capito nulla. Abbiamo appena cominciato-
Con un movimento repentino Kai batté la mano sana al suolo. File di rune intrecciate gli emersero dalla pelle, scivolarono sul terreno e cominciarono a risplendere. Una vibrazione sorda percorse la base di Heaven, scuotendola dalle fondamenta.
L’incantesimo di Mira si dissolse insieme a Scorpio e Sagittarius, e all’improvviso le due donne si sentirono mancare la terra da sotto i piedi.
Il Re dell’oceano diresse contro di loro un maglio d’acqua, togliendosele di dosso e mandandole contro una parete.
Libero, si rizzò a sedere, massaggiandosi il braccio rotto con evidente disappunto. Si avvolse l’arto ferito in una brina umidiccia, che si solidificò in una steccatura trasparente.
Con passo lento si avvicinò a Mira e la sollevò, stringendole la gola in una morsa. Lucy era riversa al suolo, la schiena trafitta da lunghe schegge di pietra. Il suo sangue sgorgava a fiumi dalla pelle candida.
Kai non la degnò di un’occhiata, preferendo concentrarsi sulla fanciulla che si dibatteva tra le sue dita in cerca d’ossigeno. Le convulsioni la squassavano con violenza, ma si facevano sempre più deboli, e alla fine cessarono del tutto.
Il Terzo Re si disfò del cadavere quasi con noia, gettandolo accanto alla sua compagna moribonda. Solo allora abbassò la muraglia liquida, permettendo a Baku di portare il corpo di Salamander accanto agli altri. Il ragazzo si era battuto bene, questo doveva riconoscerlo: il suo compagno era ricoperto di tagli e ustioni più o meno gravi, e una lunga ferita slabbrata gli solcava la spalla destra.
Kai:-Hai avuto problemi?-
Ba:-Era un osso duro-
Kai annuì. Per ferire il vicecomandante doveva esserlo per forza, anche se dei due era senza dubbio Natsu ad esserne uscito peggio. Gli mancava la mano destra, amputata da un’esplosione, e parte della carne che gli copriva le costole era stata strappata, lasciandole scoperte. Perdeva sangue dagli occhi e dal naso, e la pelle era quasi completamente nera per via delle emorragie interne. Era sorprendente che avesse resistito fino a ridursi in quello stato.
Ba:-Hai attivato il sigil…-
Un ruggito assordante, maestoso e terribile, scosse la base, tranciando ogni possibile frase. Quel suono ancestrale penetrò loro fin nelle ossa, facendole tremare.
Fu così intenso, così potente da penetrare nell’abisso di dolore e tenebra in cui Natsu era sprofondato, risvegliando la sua coscienza distrutta.
Na:”Igneel…”
Non era la voce del suo patrigno, questo lo capì subito, eppure qualcosa in quel ruggito glielo ricordò. Il fuoco è vita. Il drago del fuoco glielo aveva detto una volta, tanti anni prima. Era notte, se non ricordava male. Lui ed Igneel stavano guardando le stelle, e due falconi erano precipitati dal cielo sull’ala del grande rettile, scivolando a terra. Suo padre ne aveva approfittato per impartirgli una lezione.
Uno dei possenti predatori era troppo malandato per sopravvivere, così lo aveva separato dall’altro e aveva soffiato, incenerendolo in un istante.
Ig:-Vedi Natsu? Le fiamme sono così, crudeli e volubili. Sono vive ed affamate, sempre in cerca di cibo. Se non le domini, divorano ogni cosa senza lasciare altro che cenere nera, eppure…-
Si era avvicinato al secondo falcone e aveva soffiato di nuovo. Fiamme azzurre stavolta, luminose e delicate, tiepide al tatto. Le vampe avvilupparono il volatile risanandogli l’ala ferita, curandogli le piaghe, e quando si spensero il predatore si rialzò in volo, gridando la propria riconoscenza.
Ig:-Il fuoco è anche vita e rinascita, perché non c’è terra più fertile di quella baciata dalle fiamme-
Natsu non aveva detto nulla, troppo stupito per parlare, ma il grande drago rosso aveva letto la domanda sul suo viso.
Ig:-Tenka (Fiamme del cielo). Da millenni è tradizione che il Drago del fuoco e quello del cielo si scambino una scintilla dei rispettivi poteri, perché Fuoco e Cielo sono Distruzione e Rinascita, facce opposte della stessa medaglia. Un giorno, anche tu lo farai-
Lui e Wendy non avevano mai eseguito lo scambio, però la piccola maga lo aveva curato in diverse occasioni. Gran parte di quel potere era ormai scomparso, tuttavia poteva ancora percepirne minuscole tracce annidate qua e là nel proprio corpo. Doveva solo alimentarle, nutrirle con la propria forza.
Le fiamme rosse e quelle blu divamparono all’unisono e con la medesima intensità. Baku e Kai saltarono via per non essere bruciati vivi, ma le Fiamme del cielo fecero lo stesso il loro lavoro: la mano di Natsu si rigenerò, come se non fosse mai stata strappata, e le sue altre ferite guarirono in un bagliore color zaffiro. L’odore del sangue di Lucy lo colpì come un pugno, ma gli bastò un guizzo di pensiero per indirizzare le vampe verso lei e Mira per sanare i loro corpi.
Sotto lo sguardo sconvolto dei due maghi di Heaven, la schiena di Lucy espulse le schegge e tornò liscia come seta, e i polmoni di Mirajane ripresero a funzionare, irrorati dal potere benefico del Cielo e del Fuoco.
Ba:-Facevi meglio a restare morto amico-
Baku si lanciò all’attacco per finire ciò che aveva cominciato. Tempesto il dragon slayer con una pioggia di pugni, scuotendo la grotta col fragore delle onde d’urto emesse dai suoi colpi. Non uno di essi riuscì anche solo a far barcollare il ragazzo, che si limitò a fissare il Secondo Re con sguardo vacuo, assente.
Furioso, il moro gli sferrò un calcio sulle ginocchia, una testata, una ginocchiata. Provò a ferirlo in ogni modo a lui noto, eppure non poté neppure scalfirgli la pelle.
Ba:-Flashbang impact-
A piedi uniti, compì un balzo esplosivo, saettando attraverso il fuoco come un’enorme lancia scura. Natsu fu più veloce: si mosse con una tale rapidità che il fuoco lo avvolse come un turbinante mantello rovente. Un attimo prima era di fronte a Baku, un attimo dopo era al suo fianco. Gli afferrò la gamba sinistra con la mano risanata, munita di unghie ricurve, dure e spesse come gli artigli del drago che si stava ridestando in lui. Sotto la sua stretta, tibia e perone si ruppero con uno schicco raccapricciante, e il mago fu scaraventato in aria come un bambolotto.
Una palla d’acqua si abbatté sul giovane drago, ma sarebbe potuta essere di ovatta per quel che gli fece. Non tremò nemmeno.
Lo sguardo del dragon slayer si posò su Kai. Il ragazzo era pallido come un cencio.
Kai:-La magia…come puoi…il sigillo-
Il suo balbettio si perse nel fragore del fuoco. Il calore era talmente intenso da inaridire l’aria. Due volte il Re dell’oceano provò ad utilizzare un incantesimo, e due volte ottenne solo un patetico sbuffo di vapore. Le fiamme stavano iniziando ad attecchire persino sulla roccia, risalendo fameliche lungo le pareti. La pietra colava in innumerevoli rivoli incandescenti.
Kai:-Pietà-
L’indice del dragon slayer puntò le due ragazze stese a terra.
Na:-Tu non ne hai avuta per loro-
La sua voce suonava più come un ringhio, distorta com’era dal fumo e dall’ira. I suoi sensi si erano stranamente acuiti, accresciuti da un istinto selvaggio e antico quanto il mondo: “Combatti. Uccidi. Divora”. Il mago non era un nemico, era una preda; né più né meno che cibo. La sua paura era un profumo delizioso, allettante, gli stuzzicava il palato come una spezia rara.
Le sue mani scattarono in avanti, artigliando in profondità le spalle del Terzo Re. Lo sbatté a terra, schiacciandolo con proprio peso alla stregua di un leone, e gli azzannò la gola, bevendone il sangue.
Le urla di Kai non fecero altro che alimentare la sua furia, spingendolo a sbranare, dilaniare, strappare. La carne umana aveva un sapore orribile e delizioso ad un tempo, l’umano che era in lui la aborriva, il drago la bramava. E il drago stava vincendo.
Qualcosa di morbido gli toccò la schiena. Natsu si voltò, scrollandosi il nuovo nemico di dosso. Un ruggito furibondo gli fuoriuscì dalle labbra nello stesso istante in cui l’odore salato delle lacrime gli giunse alle narici.
La sua nuova preda aveva grandi occhi azzurri, i capelli biondi e piangeva. Lucy. Nonostante le ferite gli si era avvicinata, nonostante il fuoco l’aveva abbracciato. I palmi delle mani e le guance erano ustionati, ma la ragazza non sembrava farci caso. Riusciva solo a fissarlo negli occhi senza alcun timore.
Lu:-Basta così Natsu. È morto-
Gli prese il viso tra le mani, incurante della propria carne che sfrigolava. Stupefatto, Salamander si affrettò a curarla con la Fiamma del cielo, anche se quest’ultima si stava rapidamente esaurendo.
Na:-Lucy, io…-
Il drago perse terreno sulla sua coscienza, e la consapevolezza di quanto aveva appena compiuto gli precipitò addosso come un macigno. I conati di vomito minacciarono di spezzarlo in due.
Na:-Io…cosa ho…-
Lucy lo guardò negli occhi, quegli occhi ardenti e sorridenti che l’avevano stregata fin dal primo momento. Sembravano così smarriti, ora, così sconvolti. Lo baciò sulle labbra ancora rosse di sangue, desiderando che bastasse a restituirgli il Natsu che amava. Il dragon slayer la abbracciò in cerca di aiuto, di conforto, di qualcosa a cui aggrapparsi, e la maga glielo offrì, ricambiando la sua stretta, sfiorandogli la gola con le dita.
Lu:-Tu ci hai salvate Natsu. Questo è tutto ciò che conta, almeno per me-
Lo aiutò a rialzarsi, poi gli pulì il viso con un fazzoletto e lo baciò ancora.
Mi:-Se avete finito…-
La ragazza dai capelli argentei li osservava, sorridendo. Non sembrava più molto provata, e le Tenka avevano guarito gran parte delle sue escoriazioni. Non disse nulla riguardo Kai, cosa di cui il ragazzo le fu immensamente grato.
Mi:-Sbrighiamoci-
Ba:-Voi non andate da nessuna parte-
La voce rabbiosa del mago si era ridotta ad un fioco sussurro, e le ossa della gamba rotta sporgevano dal polpaccio di quasi un pollice, ciononostante stava in piedi, ansimante e lacero, con un’ampolla di cristallo vuota stretta nel pugno.
Mi:-Sei conciato troppo male. Vattene-
Ba:-Flashbang-
Uno scoppio immane e Baku tagliò loro la strada, frapponendosi all’uscita. L’aria intorno al suo corpo frizzava per via dei suoi poteri. Le ferite non sembravano dargli impiccio.
Con un sospiro, Natsu fece per attaccare, ma Lucy lo trattenne: il ragazzo era troppo stanco per combattere, e lei non voleva che si sporcasse ancora le mani di sangue.
Toccava a lei e Mira farsi avanti. Presero gli Oushitsu, li misero in bocca e li masticarono. Le foglie incantate avevano un sapore orrendo, ma le mandarono giù lo stesso. Tutto ciò che Salamander riuscì a tirare fuori dalle tasche fu un mucchietto di cenere nera e fumante, fragili residui che le fiamme del drago avevano privato del loro potere. Le gettò via.
Non appena il sigillo runico perse la sua presa sulle maghe, queste evocarono i rispettivi incantesimi. La corazza della regina-demone ricoprì la morbida pelle di Mirajane e Lucy ruotò nel vuoto le chiavi del Cancro e del Leone.
Mi:-Dark Elegy-
Leo:-Lux-
Ca(cancer):-Cutter-
Il fascio di luce emesso da Leo fu il primo a raggiungere il bersaglio. Baku lo intercettò con la mano destra, perdendo l’indice, il medio e parte dell’anulare.
La lama d’aria di Cancer lo raggiunse un secondo dopo, scavandogli una voragine sanguinante dalla spalla al fianco. Barcollò all’indietro, tuttavia pianto saldamente i piedi e riuscì a non cadere.
Ba:-Tutto qui?!-
Il Dark Elegy di Mira fu l’ultimo a colpire. Volendo, l’attacco era abbastanza lento da essere schivato. Invece, in spregio alla propria vita, il ragazzo lo affrontò di petto, convogliando nelle braccia tutta l'energia magica che gli rimaneva.
L’impatto tra i due incantesimi generò una pressione immensa, tale che il corpo di Baku scavò un cratere nel suolo nel tentativo di sostenere la forza della spinta. Con rabbia, il mago mosse un passo in avanti, solo per essere nuovamente respinto all’indietro.
La sua pelle cominciò a disintegrarsi, poi fu la volta dei muscoli e delle ossa. La sfera di energia oscura lo consumò fino ai gomiti e, destabilizzandosi, implose, trascinandolo nella polvere.
Ba:-Se pensate che questo basti…-
Tentò di rialzarsi facendo leva sulle ginocchia, ma anche se non avvertiva il dolore grazie alla droga, aveva perso troppo sangue, e le forze cominciavano ad abbandonarlo. La frusta di Lucy gli avvolse il collo, strattonandolo a terra, dove stavolta rimase immobile.
Ba:-Ho perso, vero?-
C’era una sorta di rassegnazione, ora,  nella voce del mago.
Mi:-Si, hai perso-
Ba:-Allora andatevene. Un guardiano sconfitto non serve a nulla-
Lu:-Potremmo portarti…-
Natsu la interruppe posandole una mano sulla spalla. Nei suoi occhi brillava un’altra volta il drago; non l’istinto del cacciatore, bensì quello del combattente. Baku non voleva sopravvivere alla propria sconfitta, e nulla l’avrebbe dissuaso.
Na:-Andiamo Lucy-
E così i tre compagni s’incamminarono lungo il corridoio di pietra, lasciando il Re sconfitto al proprio funerale.
Baku attese pochi minuti, poi inspirò profondamente. “L’ultimo respiro”.
Ba:-End bang-




Ebbene si, sono resuscitato dalla morte. A dire il vero, pur vergognandomi come un ladro, devo dire che il capitolo era pronto in cartaceo già da un pò,  ma non riuscivo mai a trovare il tempo di digitalizzarlo. Ora però ce l'ho fatta, e non credo che avrò ritardi per il prossimo capitolo perchè è già scritto. Devo solo metterlo su Word.
Spero mi perdoniate l'attesa.
Al prossimo capitolo: "La voce dell'Imperatore"
Sayonaraaaaa.
PS: Visto, un pò di Nalu l'ho messo alla fine u.u

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Capitolo 18
*** La voce dell'Imperatore ***


                                                                              La voce dell’Imperatore
 
Quando Shin, Elfman e Wendy imboccarono l’uscita del corridoio, si ritrovarono in una grande caverna naturale di forma conica, larga quasi mezzo miglio. La mano dell’uomo era intervenuta levigando le pareti ed ornandole con affreschi, balconate, candelabri, statue ed arazzi.
Al centro dell’ambiente c’era un altare di marmo, intorno al quale si diramavano file e file di panche di pietra e legno marcio.
L’alta volta era sorretta da possenti colonne, e parallelamente alla porta d’ingresso vi era l’immensa statua di un qualche dio dimenticato. Il tutto era usurato dal tempo e dall’incuria, al punto che a Shin bastò sfiorare il volto di un angelo per sbriciolarlo.
W:-Sembra una chiesa-
So:-E’ una chiesa-
Shousui e Skuld fecero il loro ingresso da una porticina laterale. L’espressione dell’anziana veggente era imperscrutabile, una maschera di cera priva di emozioni, salvo un breve quanto strano lampo di trionfo nel vedere il mercenario, mentre il suo ben più giovane compagno ostentava una calma sfrontata, come se avesse già la vittoria in pugno.
So:-La chiesa di Malagon. Una volta era piuttosto diffusa su Fiore, ma ormai è stata completamente dimenticata-
Sh:-Tu chi sei?-
So:-Shousui, Primo Re di Heaven-
Wendy ed Elfman si misero subito in guardia, pronti ad ingaggiare battaglia. Shin, invece, si limitò a poggiare tranquillamente la mano sull’elsa di Kamikiri. L’unico indizio che tradiva la sua concentrazione era una lieve ruga in mezzo alla fronte.
L’Imperatore rise, ma non accennò a sguainare la spada che gli pendeva al fianco.
So:-Non agitarti Usui. Skuld è qui solo per assistere, quindi deve prima allontanarsi-
Sh:-Come vuoi. Se non è un pericolo, non ho ragione di eliminarla-
I due attesero che la donna se ne andasse, poi, senza alcun preavviso, si scagliarono l’uno contro l’altro. Kamikiri si scontrò contro una spada dalla lama rossa in un’esplosione di scintille ed aria lacerata così violenta che il contraccolpo li sbalzò all’indietro. Poi Shin attaccò di nuovo, compì un mezzo giro e menò un affondo mirato alle costole dell’avversario, ma questi lo deviò con il forte della lama e ricambiò con un fendente alla spalla che il mercenario evitò scartando di lato.
Sh:-Niente male-
Sfruttando la propria velocità, Shin si portò dietro il Primo Re e finse di attaccarlo con un tondo. All’ultimo istante, però, s’interruppe, invertì la direzione e gli sferrò una ginocchiata al fianco.
Il movimento lo colse alla sprovvista, e Shousui volò attraverso una fila di panche, riducendole in briciole, schiantandosi contro una colonna.
Il ragazzo si rialzò quasi subito, per nulla provato dal colpo. Si spazzolò la polvere di dosso e fissò la lama della propria spada, profondamente intaccata dai pochi scambi con Kamikiri.
So:-La tua spada è ancora più stupefacente di quanto si dice in giro. In quasi tre secoli Aquila non è mai stata danneggiata, eppure è bastato combattere pochi minuti con te per ridurla in questo stato pietoso-
Sembrava quasi compiaciuto che la sua arma fosse in pezzi, e la cosa insospettì Shin, che si mise posizione di difesa, pronto al contrattacco.
So:-Inutile. Mi sarai anche superiore fisicamente, ma il mio potere è senza eguali-
Poi Shousui mormorò qualcosa a bassa voce, ed immediatamente Shin volò verso l’alto, trascinato da una forza repentina e violenta a cui non riuscì ad opporsi.
L’impatto col soffitto fu talmente devastante da scuotere l’intera volta della grotta, e fece crollare un gran numero di stalattiti, che si conficcarono al suolo come punte di freccia.
El:-SHIN!-
Il gigantesco mago non esitò un attimo: si tramutò nel Toro Nero e caricò il Primo Re. Il giovane lo fissò con tranquillità ed evitò con disinvoltura le possenti corna del nemico scartando di lato, dopo di che lo ferì alla coscia con un rapido colpo di spada.
Elfman grugnì di dolore ed inciampò, ruzzolando contro la statua di un cherubino, che gli si sbriciolò addosso.
So:-Davvero patetico-
El:-Te lo do io…il patetico-
Rialzandosi a fatica, afferrò un blocco di pietra grande come il torso di un uomo e lo lanciò su Shousui come se fosse senza peso. Fu un tiro perfetto, preciso e potente, eppure per qualche strana ragione lo mancò, superandolo di tutta la testa.
El:”Ma cosa…?”
So:-Siete senza speranza-
In un lampo fu su Elfman, lo ribaltò con una ginocchiata e gli schiacciò la gola con un piede. Il mago di Fairy Tail tentò si contorse nel vano tentativo di liberarsi, ma il suo avversario spingeva con una tale forza da crepare la roccia del pavimento, ed in pochi secondi cominciò a perdere i sensi.
W:-Tenryuu no Houkou (Ruggito del drago del cielo)-
La tromba d’aria investì il Primo Re con tutta la propria furia, scaraventandolo in un’altra sezione del tempio, contro una logora colonna che crollò su se stessa seppellendolo tra i detriti.
La piccola dragon slayer si precipitò sul compagno ed impose le mani, utilizzando le proprie capacità curative per regolarizzare la respirazione e suturare la ferita il più in fretta possibile. Non contava molto sull’efficacia del proprio attacco, ed era più che sicura che il nemico si sarebbe ripreso in fretta. Era già un miracolo che fosse riuscita a coglierlo di sorpresa. Dov’era finito Shin? Era escluso che il colpo di prima l’avesse ucciso, quindi perché non interveniva?
La massa di marmo che seppelliva Shousui esplose in tutte le direzioni, sollevando una nube di polvere bianca e grigia. L’Imperatore non aveva neppure un graffio.
Facendo leva sulle braccia, Elfman si rialzò e si tramutò nel Sovrano delle bestie, l’orrida e feroce creatura che albergava nella parte più profonda del suo essere.
L’enorme fiera ruggì, afferrò una stalagmite e la scaglio contro il nemico a mo’ di lancia. Aquila fendette la roccia con facilità, tranciandola in due.
So:-Ve l’ho già detto: non siete alla mia altezza. Sedetevi e aspettate che io finisca il mio scontro con Shin-
El:-Non se ne parla-
Pronunciate da quella bocca irta di zanne, le sue parole acquisirono un tono gutturale, brutale. Wendy, al suo fianco, annuì in segno d’approvazione ed inalò un’abbondante boccata d’aria, rifornendosi di energia.
Gonfiando i muscoli, Elfman afferrò un altare e lo sradicò dalla propria posizione. Prese la mira e lanciò.
So:-Di nuovo?-
El:-Non proprio-
W:-Tenryuu no Arashi (Tempesta del drago del cielo)-
Il pesante blocco di marmo fu raggiunto da una ruggente raffica di vento urlante, così violenta che la rotazione impressa all’ara ne fece scomparire i contorni.
So:-Devia-
L’ordine di Shousui fu perentorio, tassativo, potente. L’aria vibrava sempre più velocemente man mano che le sue parole l’attraversavano, poi, con uno scatto repentino, l’attacco combinato dei due maghi cambiò traiettoria e si schiantò innocuo contro una parete.
So:-Fermi-
Fu come se una mano invisibile dotata di una forza inumana li ghermisse, inchiodandoli al loro posto senza possibilità di scampo.
L’Imperatore si avvicinò a loro lentamente, facendo oscillare languidamente l’elsa della spada. L’antica arma si posò delicatamente sulla spalla di Wendy, incidendole la pelle morbida e delicata e facendo sgorgare una goccia di sangue.
So:-Vi avevo detto di andarvene, sciocchi-
Sollevò Aquila per vibrare il colpo mortale, e proprio in quel momento uno scoppio assordante risuonò dall’alto di un architrave. Sia la bambina che Elfman svanirono da sotto i suoi occhi, per ricomparire alcuni metri più in là, in braccio a Shin.
So:-Rendi onore al tuo soprannome Usui. Una velocità sbalorditiva-
Sh:-E non hai ancora visto nulla-
Con un gesto calmo e compassato, smentito solo dal lampo feroce nelle iridi color sangue, il mercenario rinfoderò Kamikiri, senza tuttavia lasciarne l’elsa.
Inarcò la schiena, caricò il peso sul piede destro e si unì ai flussi elementali di vento e luce che circolavano nel tempio, nutrendosi del loro potere.
Sh:-Issen (Bagliore fulmineo)-
Per un battito di ciglia, il potere di Shin parve intrappolare il mondo in una densa immobilità. L’aria frizzò di energia repressa pronta per essere scatenata, ed il terreno prese a vibrare per l’enorme pressione a cui era sottoposto. Poi, d’improvviso, Shin svanì e Shousui si sentì scaraventare all’indietro da una forza tremenda. L’impatto gli tolse il fiato e gli ruppe una costola, ma il mercenario non gli diede tregua: lo attaccò frontalmente, dai lati, dall’alto e dal basso, in una martellante sequenza di colpi ininterrotti.
Shousui replicava come meglio poteva, ma la velocità e la forza del suo avversario erano semplicemente insostenibili. Aquila si frantumò, e solo i suoi riflessi allenati impedirono al Primo Re di essere fatto a pezzi dalla katana nemica.
So:-Basta!-
Usui incespicò, finendo contro una panca di legno marcescente che esplose in una nube di segatura umidiccia.
So:-Indietro-
Il corpo del biondo scivolò via, sollevando gran parte della pavimentazione mentre l’incantesimo del mago lo spingeva via. Stava per impattare contro un blocco di granito, quando svanì nuovamente e riapparve in cima ad un crocifisso.
Sh:-Dunque avevo ragione.
Nei suoi occhi passò un lampo soddisfatto.
Sh:-Kotodama, il potere delle parole. La tua magia ti permette di influenzare la realtà con la voce-
Shousui sgranò gli occhi.
So:-Hai lasciato che i tuoi compagni mi attaccassero a rischio della vita solo per osservarmi all’opera?-
Sh:-Ero pronto ad intervenire, se necessario, ma preferivo sapere cosa avrei dovuto affrontare-
So:-Sei spietato-
Sh:-Solo quanto basta-
Shin tornò all’assalto, fulmineo ed implacabile. L’Imperatore reagì con prontezza, ordinando alla pietra di sollevarsi e schiacciare il nemico. Le lastre di roccia si abbatterono sul mercenario col fragore di una frana di montagna, seppellendolo sotto i resti di un’antica balconata.
Passarono solo tre secondi prima che il pugno del biondo, rivestito dalla nera corazza della Testu-gawa, riemergesse dai detriti con tanta potenza da spargerli per tutta la caverna.
Imprecando, il Primo Re ordinò ad un’ampia porzione di soffitto di crollare, ma l’enorme zolla fu completamente disintegrata da uno Shoumetsu Hankei di potenza devastante, seguito da una palla di fuoco.
Shousui la disperse con un comando secco e perentorio. Nel farlo, distolse per un istante lo sguardo da Shin, il quale ne approfittò per arrivargli al fianco. Gli ruppe almeno una costola con un gancio che avrebbe piegato una lastra d’acciaio ed indietreggiò, centrato al volto dal contrattacco di gomito dell’Imperatore.
So:-Destati, guardiano, destati-
L’immensa statua in fondo al tempio fu scossa da un brivido e tremò mentre si alzava dal proprio piedistallo. La spada tra le sue mani era un pilastro di puro metallo, alta trenta piedi e larga cinque, spessa come il tronco di un uomo.
Il braccio del colosso calò sul mercenario. Kamikiri uscì nuovamente dal fodero, pervasa dall’energia elementale evocata dal giovane.
Sh:-Genso Doki. Kaze. Ryuumiaku (Sincronia elementale. Vento. Corrente del dragone)-
Un flusso ininterrotto di onde d’urto ad alta pressione investì l’arto della statua, riducendo il granito in polvere sottile ed esponendo alla vista l’anima di ferro che ne saldava assieme le varie componenti.
Un rombo improvviso costrinse il ragazzo a voltarsi: una sfera di luce di un giallo sfavillante lo centrò al petto, esplodendo in una nube di fiamme così calde da fondere la pietra.
W:-Shin!-
La dragon slayer accorse subito in suo aiuto, ma lui aveva già estinto le vampe. Una brutta ustione gli deturpava il fianco e parte del viso.
Stizzito, il mercenario si strappò di dosso i resti carbonizzati della felpa e si voltò verso la bambina.
Sh:-Non posso difendermi da quel bestione e tenere d’occhio il suo burattinaio allo stesso tempo, e per sconfiggerli entrambi dovrei far esplodere l’intera base. Potete pensare voi al titano mentre io sistemo Shousui?-
La piccola annuì senza esitazione, i minuscoli pugni contratti, gli occhi ardenti. Nonostante il dolore, il biondo sorrise e le baciò la guancia, scompigliandole i capelli con la mano libera.
Lei arrossì e si avventò sulla statua, seguita a ruota da Elfman, che se la caricò in spalla e cominciò ad arrampicarsi agilmente lungo una parete.
Sh:-E’ ora di far finire questa storia. Genso Doki. Kage. Yoru no kaijin (Sincronia elementale. Ombra. Spettro della sera)-
Un anello argenteo si materializzò tra i suoi palmi, pallido e brillante come un chiaro di luna. Lo fece roteare come un chakram, a velocità sempre maggiore, finché le sue dita divennero un’ombra indistinta.
So:-Cosa pensi di fare?-
Sh:-Lo vedrai-
L’anello si allargò, diventando più ampio e luminoso, e con un bagliore accecante si dissolse, avvolgendoli entrambi in una fitta nebbia opaca.
L’Imperatore aprì la bocca per scacciarla, ma dalla sua gola non gli uscì alcun suono. Stupito, tentò nuovamente, fallendo. Che Shin gli avesse in qualche modo bloccato la voce? Diede un calcio ad una pietra, e quella ruzzolò via in silenzio. Riprovò con un altro sasso, non ottenendo neppure uno scricchiolio.
So:”Ha letteralmente cancellato i suoni. Interessante”
Fu per quello che non lo sentì avvicinarsi finché non gli fu a mezzo metro di distanza, ed a quel punto era troppo tardi per evitare l’affondo di Shin. Il Primo Re poté solo gettarsi di lato per non farsi trafiggere il cuore, prima che la punta aguzza di Kamikiri si facesse largo tra le sue costole.
Il dolore fu così atroce che si lasciò sfuggire un urlo muto, ma il mercenario era ben deciso a non dargli tregua, e lo colpì al centro del petto con un attacco di palmo che lo strappò alla gelida morsa della spada e lo catapultò contro una fontana.
So:”Maledizione”
L’assenza di rumore rendeva difficoltoso combattere, e, anche se il suo avversario non ne sembrava infastidito, lui sapeva di essere in svantaggio. Il biondo però sbagliava: non era la voce ad essergli necessaria, ma il pensiero. Le parole erano solo un modo per direzionare con sicurezza un potere altrimenti ingovernabile. Nondimeno, una magia scatenata era sempre meglio della morte.
Tratto un profondo respiro, rimosse ad uno ad uno i blocchi cognitivi che arginavano i suoi poteri e lasciò che si liberassero.
L’onda di energia che rilasciò quasi lo spezzò in due. Shousui sentì le proprie ossa gemere e la carne lacerarsi, mentre la sua mente sprofondava in un abisso di caos e sofferenza.
La roccia e l’aria intorno a lui si deformarono come creta nelle mani di un artista folle. Un massiccio pezzo di spalla del colosso gli precipitò addosso, staccato di netto da un Ruggito di Wendy, ed il granito si liquefece prima ancora di sfiorarlo. Le pareti del tempio si creparono e si risaldarono a ritmo frenetico, generando una sorda vibrazione.
L’Imperatore cadde carponi, vomitando sangue e bile, il petto occluso dai suoi stessi fluidi.
Tese una mano tremante verso Shin, scagliandolo all’indietro, lo Yoru no Kaijin lacerato dalla volontà scatenata di Shousui.
Ka:-Shin, i suoi poteri sono fuori controllo. Isolalo-
Digrignando i denti, il mercenario conficcò la spada nel terreno e cominciò ad irradiare energia, deviando ed attirando i Furou Youso dei vari elementi per formare intorno al mago nemico.
Sh:-Genso Doki. Sora. Kodai Kangoku (Sincronia elementale. Vuoto. Prigione millenaria)-
Una cupola traslucida si sollevò dal suolo e rapidamente circondò il suo avversario. La magia di Shousui aggredì quasi immediatamente le pareti della barriera, ma Shin strinse i denti e raddoppiò gli sforzi.
Il gigantesco piede del titano si abbatté a pochi metri da lui, sommergendolo con una pioggia di polvere e pietre.
Sh:-Elfman, Wendy, sbrigatevi a finire quel coso. Non potrò trattenere Shousui in eterno-
La dragon slayer annuì e colpì la statua con un Ruggito al volto. Sbilanciata, questa si appoggiò alla volta della grotta ed il Take Overer ne approfittò per crepargli il ginocchio con una raffica di pugni corazzati. Al contempo, il braccio danneggiato della marionetta del Primo Re si schiantò su di lui, scaraventandolo contro una gargolla.
Il giovane si riebbe subito, ma un forte tremore minacciò di rigettarlo al suolo quando una crepa sottile come un capello si aprì sulla sommità della barriera di Shin.
El:-Take Over. Pantera Ombra-
Era un po’ che non assumeva le fattezze dell’enorme felino nero, tuttavia non aveva mai dimenticato quanto veloce fosse. Non raggiungeva le vette assurde del fidanzato di Erza, però poteva far mangiare la polvere a Jet.
Risalì lungo la gamba del titano, scivolando sinuoso tra le sue membra di roccia. Con un solo balzo passò dal polpaccio sinistro alla coscia destra, raggiunse il petto e saltò sull’arto danneggiato, tranciando il metallo scoperto con un deciso colpo d’artigli.
La statua volse la testa verso di lui, distogliendo lo sguardo da Wendy, che colse immediatamente l’occasione per lanciarsi all’attacco.
Si affidò al proprio istinto di drago, incamerando un’inusitata quantità d’aria.
W:-Metsuryuu Ougi. Seiten no Tsubasa (Arte segreta del dragon slayer. Lame del cielo terso)-
Una compatta corrente di energia le avvolse le braccia esili, sfrigolandole sulla pelle per l’attrito. Wendy la plasmò, la ingrandì e la assottigliò, lavorandola con una perizia che non credeva di possedere.
Si sentiva incredibilmente eccitata: era la prima volta che usava un’Arte Segreta. Quando scagliò la mannaia d’aria, il contraccolpo fu così potente da sbalzarla all’indietro.
L’attacco andò perfettamente a segno, scaricando tutta la propria forza distruttrice sulla schiena del titano, sradicando la sua pelle di granito fino a raggiungere lo scheletro di metallo e aggredendo anche quello, ammaccandolo e consumandolo, mentre Elfman, lottando con le correnti impetuose, saltava da un punto all’altro del suo corpo, sferrando possenti colpi con gli artigli duri come diamanti.
Più in basso, la barriera di Shin era ormai ridotta ad una ragnatela di crepe, Kamikiri era attraversata da così tanto potere da essere incandescente, eppure nell’osservare la tecnica della bambina il mercenario sorrise.
Sh:”Brava piccola. Segui l’istinto, ce l’hai nel sangue”
Un frammento grande quanto una moneta si staccò dalla tecnica del mercenario, spinto da una lancia di magia troppo potente per essere contenuta.
Ka:-Se la pressione aumenta ancora un po’, rilasciare la Kodai Kangoku sarà pericoloso come innescare una bomba.
Il giovane ne era consapevole, perciò permise a qualche altro pezzo di staccarsi, in modo da ridurre lo stress cui era sottoposta la barriera.
I maghi di Fairy Tail se ne accorsero e raddoppiarono gli sforzi. Il pugno di Wendy staccò al colosso l’unica mano rimastagli, ed Elfman gli tranciò un piede.
La statua perse nuovamente l’equilibrio, ma stavolta non poté aggrapparsi a nulla e cadde, squassando il tempio come un terremoto.
Sh:-Finitelo. Ora-
Attaccarono all’unisono, con artigli e raffiche di vento, distruggendo tutto ciò che ancora c’era da distruggere, lacerando qualunque cosa potesse essere lacerata, riempiendo il campo con schegge di pietra e ferro.
Finalmente, con un sospiro, Shin poté liberare Shousui. L’onda d’urto che si scatenò l’avrebbe scorticato fino alle ossa se non l’avesse prontamente bloccata con Kamikiri, mettendo al sicuro se stessa ed i propri compagni, mentre il resto del tempio fu ridotto ad una diroccata distesa di macerie.
La vista del Primo Re lo scioccò: era ridotto all’ombra di un uomo. L’eccesso incontrollato di energia aveva consumato ogni traccia di grasso nel suo corpo, trasformandolo in uno scheletro ricoperto di pelle bruciata; gli occhi erano infossati, rossi per i capillari rotti, i capelli gli erano caduti, ed il dolore l’aveva fatto contorcere con tanta violenza da staccarsi le unghie alla radice.
Quando provò a parlare, la sua voce divenne un raccapricciante fragore che aprì una voragine nelle pareti della grotta.
Sh:”Quale motivo può spingere qualcuno a tanto?”
Come se la situazione non fosse già abbastanza brutta, qualcuno scelse proprio quel momento per attivare un sigillo runico che spazzò via gli ultimi residui di energia naturale che rimanevano nel sottosuolo.
Lo shock della perdita dei poteri fu abbastanza brusco da costringere Elfman e Wendy ad accasciarsi. Mangiarono prontamente gli Oushitsu, ma le foglie incantate non fecero altro che indebolirli ulteriormente.
Ka:-Shin, non ce la faranno a sostenere uno scontro con questo ragazzo-
Sh:-Non so se l’hai notato, ma anche io sono esausto-
Ka:-Puoi sempre…-
Sh:-NO!-
Preferiva morire usando il Genso Doki che reimpugnare l’arma che gli aveva strappato tutto.
Si avventò con Shousui al massimo della velocità che le sue risicate forze gli consentirono.
L’Imperatore parlò di nuovo, con parole incomprensibili che avrebbero potuto sovrastare il rombo di un terremoto. Fiamme e scie di brina comparvero dal nulla, vorticando come un uragano. Al Primo Re fu sufficiente fissare il mercenario per riversargli addosso un furioso torrente di fuoco e gelo.
Sh:-Genso Doki. Kaze. Fuuka (Sincronia elementale. Vento. Fiore del vento)-
Attingere alle proprie risorse personali senza integrarle con i Furou Youso per eseguire la tecnica gli mozzò le gambe ed il respiro, tuttavia riuscì a deviare il colpo.
Ka:-Così ti farai uccidere. Rimuovi il sigillo!-
Sh:-Non ci penso nemmeno. Vincerò a modo mio-
Ka:-Hakutei non ti ha istruito per anni per farti gettare i tuoi doni-
Sh:-Hakutei non c’è più. Genso Doki. Inazuma. Kaminari (Sincronia elementale. Fulmine. Catena del tuono)-
Una volta con quella stessa tecnica aveva abbattuto un’intera gilda. Aveva scatenato una potenza tale che la notte si era illuminata a giorno.
Ora, il massimo che riuscì a generare fu una pallida fune di un blu tenue e smorto, a malapena sufficiente a raggiungere Shousui e del tutto inefficacie contro le sue difese. Il fulmine semplicemente deviò in una zona dove l’aria era meno carica di energia e si scaricò a terra.
Ka:-Dannazione! Lo vuoi capire o no, razza d’idiota, che è tutto inutile? Usa tutte le tue risorse-
Sh:-Non posso!-
Ka:-E’ questo che dovrò dire ad Erza? Che “non potevi”? Credevo l’amassi!-
Ricorrere ad Erza fu sleale, di questo si rendeva perfettamente conto, ma servì allo scopo. Shin iniziò a guardarsi attorno, finché il suo sguardo non si posò sui suoi compagni. Ormai la perdita di magia aveva fatto perdere loro i sensi, ed il mercenario non avrebbe mai lasciato morire una bambina.
Il giovane digrignò i denti e si afferrò il braccio destro. In un bagliore di fiamma, sulla sua pelle emerse un complesso tatuaggio a forma di nodo celtico.
Sh:-Genso Doki. Kaijo (Sincronia elementale. Rilascio)-
La luce divampò, un intenso bagliore sottocutaneo che rendeva il suo corpo luminoso come il cielo d’estate. Istantaneamente rinvigorito, il biondo si rialzò con uno scatto delle reni e fissò il suo avversario con un’espressione di scuse in volto.
Shousui disse qualcosa, e Shin, appianata la differenza di potenza, poté finalmente comprendere le sue parole.
So:-Non me lo aspettavo. Dunque è questo il tuo segreto-
Sh:-E’ la mia colpa-
So:-Il potere non è mai una colpa, solo una responsabilità. Chi lo possiede reggere sulle proprie spalle il peso del mondo. Proteggerlo o distruggerlo è una nostra libera scelta, anche se a volte essa viene guidata-
Sh:-Di che stai parlando?-
So:-Skuld non ha mai fatto parte di Heaven. Era qui unicamente per accertarsi che noi due combattessimo-
Il mercenario sgranò gli occhi.
Sh:-Cosa?! E perché mai?-
So:-Non so i dettagli. È in arrivo una minaccia, Shin, qualcosa che fa sembrare Rouge un lattante dispettoso. Secondo le profezie di Skuld, io, tu o i nostri discendenti ci troveremo ad affrontarla, ed uno solo sarà il salvatore-
Sh:-Dici sul serio? Perché non entrambi?-
So:-Perché così vuole il fato-
Sh:-Non c’è scelta?-
So:-Quando c’è di mezzo il destino non c’è mai-
Il biondo si passò una mano sulla nuca, per nulla convinto. Quel discorso per lui non aveva alcun senso, sembrava più che altro la fantasia di un folle. Shousui, però, ne sembrava certo, e Shin dubitava che nelle sue attuali condizioni mentali potesse essere dissuaso. Con un sospiro stanco, annuì.
Sh:-Sarà come vuoi. Addio Shousui-
Le sue labbra distrutte si piegarono in un ghigno.
So:-Addio Shin-
E proprio mentre pronunciava quelle parole, il mercenario scatenò tutto il proprio potere in un’abbacinante nova azzurra. L’ultima cosa che l’Imperatore vide furono due candide paia di ali ed un ruggito, simile ad un canto, che lo portò con dolcezza nell’oblio, poi il suo corpo si disintegrò in una nube di polvere argentea.
Sh:-Riposa in pace. Prima o poi, in questa vita o in un’altra, ci incontreremo ancora-






Ebbene si, non sono morto, anche se la mia lunga assenza potrebbe avervi indotto a considerare una mia fuga in Congo. A dire il vero, mea culpa, questo capitolo era pronto da un bel pò, ma io come un imbecille ho perso i fogli e ho dovuto riscriverlo da capo, e quelli a cui è capitato possono confermarvi che riscrivere un intero capitolo è dieci volte più difficile che stilarlo per la prima volta.
Tra l'altro questo mi è venuto pure più lungo del solito.
Beh, che dire, cercherò di non fare più ritardi immensi, ma sapete come vanno le cose: più uno se le augura, meno accadono. 
Sayonaraaa.

P.s. Se a qualcuno interessasse, ho aperto una pagina facebook per permettervi di minacciarmi con maggiore facilità. http://www.facebook.com/argorit.efp?ref=tn_tnmn

 
 

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Capitolo 19
*** La viverna ***


                                                                                 La viverna
 
Il gruppo si riunì circa due ore dopo il termine degli scontri, in uno snodo di giunzione. Fu un sollievo generale constatare che tutti, più o meno, erano in salute. Wendy ed Elfman erano quelli in condizioni migliori, e per qualche motivo la loro riserva di energia magica era stata ripristinata, così la bambina si prodigò per rimettere in sesto gli altri.
Lucy e Mirajane erano stranamente illese, sebbene le condizioni dei loro abiti indicassero che avevano combattuto. In Natsu c’era qualcosa di diverso, una sorta di cupezza che gli era estranea e che smorzava la sua solita esuberanza. Si appoggiava alla maga degli spiriti stellari come se ne dipendesse la sua stessa vita, e la ragazza lo sosteneva volentieri col corpo e col sorriso. Quando lei gli diede un bacio a fior di labbra, l’unica reazione fu un coro di fischi divertiti.
Panterlily ebbe bisogno di cure più complesse per via delle ferite infertegli dagli uncini di Kilik, mentre Lluvia era in ottime condizioni. Dietro di lei, Xil cercava di farsi scudo con la sua gonna, le piccole mani contratte dall’ansia. Temeva che una volta appresa la sua identità l’avrebbero scacciata. Con sua grande sorpresa, però, la cosa non importò a nessuno, e il gruppo, dopo averla fissata negli occhi per un paio di minuti, la accolsero con un calore che non si sarebbe mai aspettata, come se fosse stata dei loro fin dall’inizio. Le vennero le lacrime agli occhi, ed il ragazzo biondo dagli occhi color sangue le porse un fazzoletto, sorridendole con gentilezza.
Laxus era insolitamente silenzioso, e, dopo aver preso in prestito un box dimensionale vuoto da Erza, svanì in un lampo, per poi tornare una decina di minuti dopo visibilmente più sereno.
Gray e Gazille, per conto loro, erano piuttosto tranquilli, anche se abbastanza malconci.
Erza era stanca, ma aveva provveduto da sé a sanare le proprie ferite con l’Handa Niku (Saldare la carne), quindi Wendy dovette solo controllare il suo operato ed apportare un paio di ritocchi.
Accanto a lei, Shin le stringeva gentilmente il fianco, felice di poterla stringere sana e salva tra le braccia. I danni che aveva riportato nel suo scontro con Shousui erano guariti già da un po’, ma lo sforzo necessario a rigenerarsi lo aveva lasciato privo delle risorse per ripristinare il sigillo.
Il gruppo si fermò lì per qualche ora, in modo da riprendere fiato in vista della battaglia contro il master di Heaven.
In una nicchia, Shin trovò delle vecchie provviste in scatola, e dopo aver controllato che fossero commestibili si concessero un rapido pasto, sebbene alla vista della carne Natsu si precipitò in un angolo lontano e vomitò. Lucy lo raggiunse subito, lanciando agli altri un’occhiata che li pregava di non fare domande.
Dopo il pranzo improvvisato, il mercenario si era seduto in un angolo con Erza. La sua mano era adagiata sulla spalla nuda della ragazza, mentre la testa di lei poggiava sul suo petto.
Sh:-Mi sei mancata-
Er:-Ma se non ci vediamo da appena poche ore-
Sh:-Sono già troppe-
Le baciò i capelli, ispirando il loro profumo misto al lezzo del sangue secco. Il contatto con le sue labbra la fece rabbrividire.
Er:-Tra poco sarà finita. Ti devo ancora una cena, no?-
Sh:-Si, me ne devi una-
Più tardi ripresero il cammino di malavoglia, rinvigoriti dal riposo e dalla reciproca presenza ma per nulla ansiosi di riprendere la missione.
Proseguirono lungo il tunnel principale per circa un miglio, esaminando attentamente ogni metro nella speranza di individuare qualche traccia dello Zenit. Scoprirono un condotto fognario e svariati magazzini vuoti, ma neppure una scheggia dell’antica anfora magica.
In un paio di occasioni furono attaccati dagli ultimi membri delle squadre d’assalto decimate dallo scontro con Shin, tuttavia la loro forza era irrisoria, e furono spazzati via senza difficoltà di sorta.
Na:-Shin mi ha detto che hai usato il Metsuryuu. Congratulazioni, significa che stai maturando-
Erano a circa metà di un lungo camminamento obliquo quando Natsu lo disse. Wendy arrossì come un peperone, balbettando un “grazie” a capo chino quasi impercettibile.
Pochi metri dopo, Laxus discuteva con Shin.
La:-Sono ancora vivi, come vedi-
Sh:-Ammetto di avervi sottovalutati, ma non cantare vittoria troppo presto. Siamo ancora in territorio nemico, ed un master non è un facile avversario-
La:-Ce la faremo, non dubitare-
Sh:-Lo spero-
Continuarono per quella strada per un’altra dozzina di miglia, usando come unico punto di riferimento le scansioni che il mercenario eseguiva di tanto in tanto. Il ragazzo aveva cominciato a captare una leggera frequenza magica, così flebile da essere a malapena percepibile, ma stava diventando più forte man mano che avanzavano, segno che si stavano avvicinando alla meta.
Alla fine sbucarono in una sorta di arena circolare, vuota tranne che per alcuni grossi macigni caduti dal soffitto.
Sh:-Non credo che lo Zenit sia qui, ma…-
??:-Benvenuti, maghi di Fairy Tail-
La voce gracchiante venne fuori da alcuni altoparlanti abilmente nascosti tra le rocce. Il tono era carico di sarcasmo.
Sh:-Chi sei?-
??:-Ma come, venite in casa mia e non conoscete neppure il mio nome?-
Mi:-Siete Rouge, il master di Heaven-
Ro(Rouge):-Signorina Mirajane, allora non siete stupida come si dice in giro-
Sh:-Genso Doki…-
Ro:-Risparmia le forze. Sono in questa stanza, e con me c’è lo Zenit, ma non riuscirai a trovarmi-
Sh:-Un pentagramma?-
Ro:-Precisamente: una barriera dimensionale sostenuta dalla forza vitale degli esseri viventi scelti come pilastri. Quattro di essi sono morti, ed il legame che li univa a me si è infranto, ma uno è ancora in vita, e finché non lo sconfiggerete non potrete raggiungermi. Spiacente Usui, se vuoi fermarmi dovrai uccidere Xil-
Non aveva neppure terminato la frase che il giovane aveva ruotato su se stesso, trafiggendo la bambina al cuore ed estraendo la spada quasi nello stesso istante. La piccola boccheggiò, poi si portò una mano al petto e scoprì di non avere alcuna ferita.
Xil:-Ma cosa…-
Sh:-Pessimo tentativo. Kamikiri può dissolvere qualsiasi incantesimo tracciato su un corpo senza danneggiarlo. In Xil non c’è nulla-
Ro:-Sei un ragazzino fastidioso, lo sai?-
Sh:-Smettila di giocare. O vieni fuori da solo, o raderò al suolo questo posto-
Ro:-Non ho bisogno di uscire allo scoperto per uccidervi. Mi basta premere un pulsante-
Un rumore di cardini che giravano spezzò il silenzio, mentre una porzione di roccia alta circa dieci metri si sollevò. Ciò che ne uscì fu l’Inferno incarnato.
Era una bestia immensa, lunga ottanta piedi e lunga trenta. Il muso era allungato, affilato come le zanne che gli spuntavano dalle labbra violacee. La lingua biforcuta saettava sotto le narici dilatate, mentre gli occhi rosati scrutavano in cerca di prede. Il collo era tozzo e massiccio, incassato tra le spalle cascanti, e le ali, simili a quelle di un pipistrello, sostituivano le zampe anteriori, mentre quelle posteriori, così muscolose da essere sproporzionate, sostenevano l’intero peso di quel corpo sgraziato. La coda era sottile come una frusta, lunga quasi quanto tutta la creatura, irta di punte spesse quanto il pugno di un uomo.
Sembrava la brutta copia di un drago, ideato dalla mente di un artista demente.
Na:-Cos’è quel coso?-
Ka:-E’ una viverna. Un lontano e poco evoluto parente dei draghi. È più stupido, piccolo e debole dei suoi maestosi cugini, e non sa usare la magia, ma è dieci volte più feroce. Credevo fossero estinte-
Sh:-Lo sarà tra poco. Genso Doki. Hikari. Shoumetsu Hankei (Sincronia elementale. Luce. Raggio distruttore)-
Il fascio di luce lasciò il palmo del mercenario come una freccia, rovente come fuoco, letale come veleno. Colpì la viverna al volto, esplodendo col fragore di un tuono. La creatura ruggì, schiacciandoli con un’onda sonora potente come un maglio, apparentemente illesa.
Imprecando, Elfman e Mira si avventarono sul nuovo nemico, tramutandosi nei loro Take Over più potenti. I due fratelli attaccarono la viverna ai fianchi, colpendola con tutta la loro forza, ma le sue nere scaglie erano dure come diamanti e non subirono alcun danno.
Mi:-Elfman, distrailo-
Mentre il fratello saettava davanti al naso della creatura, lei si alzò in volo con pochi, possenti battiti d’ali e caricò il proprio incantesimo.
Mi:-Dark Impact (Impatto oscuro)-
L’impulso di energia disintegrò il terreno sottostante e fece sprofondare la bestia. Poi l’animale inalò una consistente boccata d’aria e vomitò un torrente di acido marroncino. La maga si lasciò cadere per evitarlo, ma la coda la centrò a metà strada dal suolo, scaraventandola contro una parete. Elfman la afferrò con prontezza, facendole scudo col proprio corpo quando si schiantarono.
Allora attaccarono anche gli altri.
Gray, Panterlily ed Erza lo caricarono frontalmente, con Shin che con un balzo si era portato sulla sua schiena. Laxus gli scivolò tra le zampe, toccandola qua e là nel tentativo di scoprire un punto debole dove agire. Lucy evocò Leo e Cancer perché combattessero al fianco di Gazille e Wendy, che lanciarono un Ruggito dietro l’altro. Dopo un attimo di esitazione, anche Natsu si affiancò a loro, unendo le sue fiamme all’acciaio e al vento.
La viverna si liberò di loro con un’unica, possente spazzata di coda che li scaraventò tutti a terra, feriti e sanguinanti.
Sh:-Merda. Maledetta bestiaccia-
Ka:-Shin, non ce la farai col Genso Doki. Devi usare…-
Sh:-Zitto!-
Erza sobbalzò nel sentirlo urlare.
Ka:-Di cosa hai paura? Capiranno, e tu lo sai. Prima…-
Sh:-Prima eravamo soli!-
Ka:-Soli o insieme non fa differenza. Guardali! Vuoi che muoiano perché tu temi ciò che sei?-
Sh:-Io…-
Ka:-Sono troppo stanchi, disgustati all’idea di lottare ancora. Tu sei l’unico ad avere abbastanza potere da uccidere quel mostro-
Sh:-Io non…-
Erza gli sfiorò la guancia con le dita, fissandolo coi grandi occhi castani.
Er:-Qualunque cosa succeda, mi fido di te. Non so cosa ti turbi tanto, ma se puoi sconfiggere la viverna, fallo-
Sh:-Tu non capisci Erza. Ciò che ho fatto…-
Er:-Non mi interessa neanche lontanamente quanto ciò che farai. Mi interessa la persona che sei, Shin, non quella che eri.
Fu la prima volta che lo vide piangere. Calde lacrime gli sgorgarono dagli occhi color sangue, lucide gemme che lei ripulì col dorso della mano.
Sh:-Ti amo-
Er:-Lo so-
E sotto lo sguardo attonito dei presenti, il mercenario scattò verso la creatura e rilasciò un’enorme quantità di potere magico, circondandosi di un alone azzurro iridescente, luminoso come una stella nascente. Dietro di lui, l’energia dispersa nell’aria gli turbinava intorno, dispiegandosi sulla sua schiena come candide ali, come se l’angelo della morte fosse sceso sul campo di battaglia.
Poi saltò, portandosi di fronte alla viverna, e dalla sua bocca uscirono parole che la rossa non si sarebbe mai aspettata di udire.
Sh:-Reiryuu no…-
 





Eeeeebbene si, ho aggiornato due volte di fila nello stesso mese. No, non sono sotto effetto di sostanze stupefacenti e no, non sono impazzito. E solo che mancando da circa sei mesi ho voluto sbrigarmi con questo nuovo cap, che oltre ad essere già pronto è anche piuttosto corto rispetto agli altri.
Non voglio fare commenti rispetto al capitolo, preferisco lasciar dire a voi se è bello o meno: Shin è un dragon slayer u.u Non ve l'aspettavate, vero?   Lo so, sembra una tamarrata, ma ha uno scopo, ve l'assicuro.
Beh, non ho altro da dire. Se volete essere informati in tempo reale sui miei aggiornamenti, mandatemi una richiesta d'amicizia qui:


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Sayonaraaaaa

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