My December

di Akane
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Composizione ***
Capitolo 2: *** Canto ***



Capitolo 1
*** Composizione ***


TITOLO: My December
AUTORE: Akane
SERIE: RPF - cantanti
TIPO: one shot, pre-slash
GENERE: malinconico
RATING: verde
PAIRING: Mike e Chester dei Linkin Park
DISCLAMAIRS: i personaggi non sono miei ma di loro stesi, scrivo usando solo la mia fantasia e non faccio niente di male.
NOTE: questa si colloca all’inizio della loro conoscenza, Chester era arrivato non da molto nel gruppo e stavano facendo il primo album, Hybrid Theory. Non so se la storia dietro a My december pubblicata su una versione limitata dell’album sopra citato sia esattamente questa, però avevo un’idea precisa e cercando cercando, questa canzone è quella che si prestava meglio, così l’ho usata in questo modo. Che altro dire? Qua non si mettono insieme ma nei miei piani diciamo che è una sorta di inizio. Ne arriveranno altre.
Quello che riguarda il passato di Chester è purtroppo vero, anche se non sono andata nei dettagli e non ho detto tutto.
Ringrazio chi vorrà leggere e commentare.
Buona lettura. Baci Akane
 
MY DECEMBER
 
PARTE PRIMA:
COMPOSIZIONE

- Quali sono queste parti buie? - Alla domanda quasi brusca di Mike, Chester lo guardò come un gatto randagio colto da un estraneo a fare qualcosa di discutibile e segreto. Il ragazzo dai lineamenti lievemente orientali lo guardò rendendosi conto dello stato difensivo e corresse la domanda per non essere frainteso: - Intendo nella canzone… - Mise le mani avanti cominciando a giocare con la penna.

Smise di guardare il foglio per scriverci qualcosa sopra e fissò con occhi neri e attenti il giovane che aveva davanti.
Non era la prima canzone che scrivevano insieme ma fino a quel momento erano stati espressi concetti piuttosto chiari e comuni, in un certo senso, come i sentimenti di un rapporto difficile o totalmente disastroso.
Ma quella volta era diverso.
Chester aveva esordito dicendo che voleva parlare di parti buie e così gli era sorta spontanea la domanda…
Lo vide accendersi nervoso una sigaretta e guardarsi intorno a disagio e seccato, come se fosse sotto torchio e avesse fatto qualcosa di terribile.
“Ok, “ Si disse Mike pronto: “Ci siamo… questa è autobiografica!”
Lo capì subito dallo stato d’animo di quel ragazzo irascibile che non sapeva mai trattenere le proprie contrarietà.
- Non serve specificarlo. Ognuno ha le sue, non voglio andare nei particolari. Solo parlare di parti buie. Tutti ne hanno. -
Disse infine brusco tagliando corto, incrociando le braccia sul tavolo e appoggiandovi il mento mentre stringeva la sigaretta fra le labbra. Il fumo si disperdeva nell’aria ingrigendola leggermente e Mike per un momento vi si perdette ad osservarlo, quindi si riprese e tornò sul compagno che aspettava scrivesse qualcosa a riguardo.
Mike di norma aveva una pazienza fuori dal comune e sopportava di tutto, ma in quell’occasione se ne stizzì e lasciando cadere la penna con un gesto secco, incrociò a sua volte la braccia sul tavolo proprio come Chester e lo fissò intenzionato a non tirare fuori nemmeno un verso.
Per chi lo prendeva?
Voleva fare qualcosa di autobiografico e pretendeva che con quelle poche informazioni lo accontentasse con uno schiocco di dita?
Non sapeva un bel nulla di lui ed anche se fino a quel momento non avevano avuto problemi a comporre insieme ed era sempre stato collaborativo, il fatto che ora pretendesse una cosa personale senza però aprirsi, la trovava assurda.
Qualche anno più tardi se la sarebbe scritta direttamente da solo ma all’epoca era difficile che Mike gli permettesse di mettere mano totalmente da solo ad una canzone, anche perché le prime le cantavano sempre in due.
Chester notò che era seccato e non avendolo mai visto così alzò le sopracciglia spaesato:
- Bé? - Chiese stranito e arrogante allo stesso tempo.
- Mi dispiace, ma non riesco a tirare fuori niente da un ‘parliamo di parti buie’! Per chi mi prendi? L’idea è tua e non dice molto! - Il tono sostenuto era comunque sempre contenuto rispetto a quello più alterato di Chester che invece si alzò dalla sedia e cominciando a gesticolare infiammato, parlò liberamente arrabbiato:
- Dannazione, cosa c’è di complicato? Ognuno ha le sue parti buie, i periodi oscuri, le proprie tenebre. Cose che forse superano, forse no, ma che comunque tormentano e non lasciano in pace. Parliamo di queste cose ma senza andare nello specifico! - Ancora un’obiezione e l’avrebbe buttato giù dalla sedia!
Mike però non era contento e del tutto disturbato, senza alzarsi, si raddrizzò e gli spostò carta e penna dove prima era messo lui, poi scocciato e quasi maleducato come non era ancora stato col ragazzo, disse:
- Fa pure, accomodati! Fammi un esempio di ciò che intendi! Butta tu giù qualcosa! -
Chester esasperato si fermò davanti a lui, al di là del tavolo, e piegato lo fissò come se fosse un mentecatto, quindi gli gridò domando a stento l’insano istinto di prenderlo a pugni.
Quel tipo cominciava a farlo irritare davvero!
- IO NON POSSO, FINIREI PER ESSERE TROPPO SPECIFICO! -
Allora straordinariamente urlò anche Mike che di solito aveva un ottimo autocontrollo, quindi alzò gli occhi puntandoli senza il minimo timore in quelli infiammati dell’altro:
- E CHE MALE C’E’? -
- NON VOGLIO! -
- MA PERCHE’?! - Si alzò esasperato, battendo le mani sul tavolo e appoggiandosi ad esso; non riusciva a capire dove fosse il problema. Se voleva parlare di qualcosa che gli era capitata poteva anche farlo, le canzoni servivano a quello…
Chester strinse le labbra e si fece quasi sanguinare il piercing, quindi batté a sua volta sul tavolino ma senza dire niente si girò non riuscendo più a guardarlo con la paura di dire qualcosa di troppo. Qualcosa su sé stesso.
Come poteva sapere se fidarsi di quello lì?
Non è che lo conoscesse molto…
E poi non voleva.
Non voleva condividere certe cose così private… così dolorose… così vergognose… nemmeno in una canzone.
Non poteva fidarsi di nessuno.
- CHESTER! - Lo chiamò a gran voce intenzionato a cavarne almeno un ragno dal buco. Il cantante ancora non rispose, così Mike riprovò e all’ennesimo tentativo andato a vuoto, guardando la sua schiena, gli si avvicinò da dietro e tuonò fuori di sé: - CHE CAZZO DI PROBLEMA C’HAI?! NON SAI PIU’ COME SI SCRIVONO LE CANZONI? - Perché se uno non voleva esprimere sé stesso in ciò che componeva non era più in grado di fare canzoni.
Il punto era quello.
E se Chester non capiva quello non aveva nemmeno avuto senso il suo prenderlo nel gruppo.
A quello Chester finalmente si girò di scatto e in un faccia a faccia ravvicinato sputò fuori tutto quello che aveva, in realtà solo una breve e incisiva frase che tagliò davvero corto perché più chiara di così non poteva essere.
- C’E’ CHE CERTE COSE FANNO TROPPO MALE PERFINO DA METTERE NELLE CANZONI! - Mika trattenne il fiato e sgranò gli occhi nel fissarlo da vicino, nel rendersi conto che la sua furia era solo dolore e difesa, riluttanza a tirare tutte quelle sue parti oscure che anno dopo anno l’avevano divorato fino a consumarlo.
Quel ragazzo ne aveva di cose da mettere, in quelle dannate canzoni, invece!
Rimasero un lungo istante fermi a fissarsi straniti, uno infuriato che ancora non si rendeva di averlo detto, l’altro shockato perché non si capacitava di averglielo fatto dire.
In teoria poteva essere un passo in avanti ma l’istante dopo vide Chester ritirarsi a riccio e afflosciarsi nel divano dell’appartamento di Mike, dove si erano ritrovati per scrivere.
Si prese il viso fra le mani nascondendoselo, quindi appoggiato coi gomiti alle ginocchia, tutto piegato su sé stesso, non disse nulla per un altro lungo istante.
L’altro si sedette silenzioso accanto e lo guardò con accuratezza e mortificazione, senza sapere davvero cosa dire e fare.
Eppure di solito era lui quello che sapeva tirar fuori le cose giuste al momento giusto, quello delle frasi ad effetto, insomma.
- Chez… - Era la prima volta che lo chiamava in quel modo e lo fece con dolcezza. Il litigio di poco prima estremamente lontano.
Poi l’accarezzò impacciato con una mano, a lui piaceva il contatto fisico ma non sapeva se l’altro apprezzava.
Non lo scacciò, così continuò a passare la mano sulla sua schiena con gentilezza.
- Non voglio sapere cosa hai passato, cosa ti è successo, quali sono le tue parti buie, ma solo cosa vuoi esprimere nella canzone. Parlare di oscurità è troppo generico. Se ne può parlare in così tanti modi… -
Ancora silenzio.
Eppure era delicato nella maniera giusta.
A Chester non dava più fastidio sentirlo parlare, lo riteneva addirittura appropriato ed in un istante si chiese se in realtà lui e solo lui potesse capirlo.
Così, prima ancora di rendersene conto, cominciò ad aprirsi e parlare sommessamente, con un filo di voce, spompato.
Le sue tenebre l’avvolgevano come una spirale senza pietà e a Mike parve proprio di vederle.
Gli si strinse il cuore capendo che doveva averne dovute passare un po’ troppe.
- Ci sono cose nella mia vita di cui non riesco a parlare, cose che poi mi hanno spinto a cercare un fottutissimo sollievo nella droga. A fare cose di cui non andrò mai fiero, ma che ora sono morte e sepolte. E sai… non so nemmeno scegliere, fra quelle che mi sono successe, quali sono le più brutte. Non saprei proprio fare la classifica della peggiore merda, sai? Assistere al suicidio dei miei amici? Il divorzio dei miei genitori? Venire violentato? Però quello che mi brucia più di tutto è proprio quello che ho fatto io di mia volontà. Drogarmi. È quello che mi divora ancora oggi. Non sono cose di cui vado fiero. Sono cose buie e fredde. -
La voce gli morì in gola alla sola idea di essere più specifico, ma dopo aver detto quelle cose ci pensò e si rese conto di averle espresse ad alta voce e non solo pensate.
Sentì ancora la presenza di Mike accanto che non lo giudicava e non tentava di dire qualche maledetta parola di consolazione o qualcosa ad effetto.
Non diceva nulla, ma stava lì.
Rimase a lungo con la mano sulla sua schiena stretta in una canottiera nera, dopo di che, quando sentì il suo respiro placarsi un po’, si allungò al tavolo prendendo carta e penna, quindi appoggiandosi in un sostegno di fortuna, completamente scomodo, cominciò a scrivere dicendo sommessamente, di tanto in tanto, qualcosa come a chiedergli conferma.
Come se stesse solo leggendo nella sua mente. Senza nemmeno guardarlo in viso o staccare gli occhi dal foglio su cui scriveva,
- Senti freddo? -
- Sì… -
- E’ inverno? -
- Sì… -
- Dicembre? -
- Sì… -
- Cosa vuoi? -
- Non pensare. -
- Non pensare a cosa? -
- A quello che non ho mai detto a nessuno. Quello che nascondo. -
- Ed io non volevo fartele dire a tutti i costi. -
- Volevo solo un posto dove tornare. -
- Una casa? -
- Sì… -
- Una persona? -
- Sì… che mi capisca. Che mi aspetti. -
- La neve ricopre questi tuoi sogni. -
- Sono io che fingo che quello che ho sia tutto ciò che mi serve. -
- In che mese sei? -
- E’ ancora dicembre. -
- E cosa sta succedendo? -
- Nevica… -
- E cosa vorresti? -
- Un posto per me. Una persona che mi capisse. Qualcuno accanto. -
Dopo di questo ci fu silenzio, Mike smise di parlare e Chester di rispondere quasi in automatico, senza mai pensare, dicendo quello che gli veniva sul momento.
Solo dopo si rese conto di cosa era successo e di quanto Mike l’avesse capito a fondo, dalle sue domande precise e particolari, quasi pilotate in un certo senso.
I due allora si guardarono e mentre fra le mani di Mike c’era il testo di una nuova canzone nata in maniera singolare, non seppero cosa dirsi ma non riuscirono a staccare gli occhi l’uno dall’altro.
Incollati da quel sentimento intimo, intenso e profondo che li aveva scossi entrambi.
Ecco il modo di Mike di consolare e di essere vicino agli altri.
Niente consigli, solo lui che andava dritto all’animo dando vita esattamente a ciò che chiedeva di essere creato.
E Chester prima ancora di leggere il testo sapeva che era perfetto e lo ringraziò in un modo che all’epoca non era certo da lui e che nemmeno dopo lo sarebbe stato.
- Grazie… - Un lieve sussurro ma non imbarazzato, solo stanco.
La voce di qualcuno che per la prima volta cercava di liberarsi davvero dei propri fantasmi e che sapeva che aveva trovato chi l’avrebbe aiutato a farlo, con calma e fermezza.
Il sorriso di Mike fu quanto di più delicato avesse mai visto e si lasciò cingere dal suo braccio che gli nascondeva il viso contro il suo collo in un gesto protettivo e sicuro.
A Chester parve assurdo sentirsi così bene dopo essere stato così male, ma non combatté quello stato di beatitudine, anzi vi si abbandonò.
Sapeva che comunque sarebbe rimasto sempre tutto fra di loro.
Quello segnò la svolta nel loro rapporto.
 
Questo è il mio dicembre
questo è il mio periodo dell'anno
Questo è il mio dicembre
Tutto questo è così chiaro
Questo è il mio dicembre
Questa è la mia casa coperta di neve
Questo è il mio dicembre
questo sono io, da solo
Ed io
desidero solo non pensare
come se ci fosse qualcosa che ho omesso
Ed io
ritiro le cose che ho detto
per farti sentire così
Ed io
desidero solo non sentire
come se ci fosse qualcosa che ho omesso
Ed io
ritiro le cose che ti ho detto
Ed io darei via tutto
solamente per avere un posto dove andare
Darei via tutto
per avere qualcuno da cui tornare a casa
Questo è il mio dicembre
Questi sono i miei sogni ricoperti di neve
Questo sono io che fingo
Questo è tutto quello di cui ho bisogno Ed io darei via tutto
solamente per avere un posto dove andare
Darei via tutto
per avere qualcuno da cui tornare a casa
 
FINE

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Capitolo 2
*** Canto ***


*Questo non era in programma, si tratta del secondo capitolo della fic che ho pubblicato mesi fa sulla canzone My december. Oggi la riascoltavo -a lavoro per inciso- e mi è venuta sua un dialogo che ho subito scritto su carta e penna. Da quello è partito tutto il resto e ne è uscito questo. Allora ho deciso di far di esso il seguito di questa. E' un po' più osé dell'altro capitolo nel senso che ci sono contenuti di un certo tipo ma nessuna lemon a conti fatti. Leggerete per capire. Il mio pensiero è stato: però, sia Chez che Mike qua cantano davvero da orgasmo. E poi ho fatto sta roba qua! Spero vi piaccia. Che dire? Grazie a chi commenterà e leggerà. Buona lettura. Baci Akane*

PARTE SECONDA:

CANTO

- Ma tu sei capace di cantare piano senza strillare? - Glielo chiedo scettico senza pensare davvero al termine che uso. Non volevo provocarlo ma ora che rifletto è ovvio che si offenderà, infatti mi fissa come se avessi bestemmiato. Mi scompiscerei dal ridere se non sapessi che così segnerei la mia fine!
- E tu di non reppare? -
C’è un momento di tensione durante il quel ci fissiamo male, assottigliando gli occhi e pensando peste e corna l’uno dell’altro. Me la sono cercata, lo ammetto, ma visto che siamo in ballo, balliamo!
Mi accomodo sul divano allungando le gambe sul tavolino ed intrecciando le dita dietro la nuca, quindi li guardo con sfida. Come fa lui che assume un sorrisetto obliquo preoccupante.
- Io mi adatto a tutto. Tu piuttosto… fammi sentire come la faresti… io ti vengo dietro! -
Se potesse mi ucciderebbe per le terribili insinuazioni che sto facendo, ma si alza di scatto e mi prende per il braccio trascinandomi bruscamente al pianoforte.
- Avanti, allora! Tu suona, ti faccio ben sentire io! - E’ super offeso e non sa quanto mi sta facendo divertire, infatti ghigno di sottecchi grandemente divertito.
Accontentiamo e vediamo cosa mi mostra.
Una volta seduto sullo sgabello sistemo sul leggio lo spartito che ho completato l’altro giorno senza riflettere sul fatto che fosse venuta fuori una melodia completamente diversa dal nostro solito stile. Al momento di cambiarla gliel’ho fatta vedere e sentire e Chester se ne è subito innamorato dicendo che ci avrebbe provato su da solo. Ma io sono stato convinto da subito che non avrebbe potuto farla. Ora vuole dimostrarmi che ho torto solo per orgoglio ma penso che non mi soddisferà… insomma, lui canta urlando ed io lo adoro, però da lì a fare una canzone come questa, non vedo proprio come possa riuscirci.
Si accomoda accanto a me per leggere lo spartito e comincia a vocalizzare per scaldare la voce, io lo aspetto e lo ascolto. Vocalizzare è un conto, cantare un altro. Ora vediamo.
Scruto il suo profilo e vedo che è diventato estremamente serio, così lo assecondo concentrandomi, quando mi fa un cenno col capo io comincio i giri di piano iniziali e dopo un paio gli faccio il cenno con lo sguardo indicando che al successivo può attaccare.
Così lui fa e come comincia i pensieri mi si fermano nella mente.
Chester canta ed è… semplicemente fantastico… lo fisso subito stranito e spontaneo.
Così è questa la sua vera voce!
Porca miseria!
E chi se lo aspettava?
Canta piano e sommesso, carico di una tristezza ed angoscia pazzesche.
È profondamente concentrato e si capisce che è molto toccato dal testa che abbiamo scritto insieme, non riesco nemmeno a smettere di guardarlo mentre le mie mani vanno da sole sui tasti, coinvolte anch’esse dal suo modo di cantare così diverso dal suo solito. Mi sta sconvolgendo, sembra un’altra persona.
Io amo come canta normalmente, come uno schizzato, ma ora è… non so, incredibile. Mi entra.
È esattamente ora che mi innamoro veramente della sua voce e giuro, pensavo non potesse succedere perché dal reputare bravo un cantante all’amare la sua voce il passo non è sempre automatico. Però con lui è successo ora e non so perché ma mi stordisce.
Quando è il mio turno sono pregno di questi brividi che mi sta trasmettendo e dell’atmosfera che ha fatto calare col suo canto così malinconico e lento, così non ci rifletto nemmeno un po’, vado ad istinto seguendo quello che mi ha stimolato.
Gli piace? Cercò di capirlo e dalla sua espressione direi proprio che ricambia il mio medesimo innamoramento.
Non so come io stia cantando, non me ne rendo conto.
Sono frasi fra i suoi versi, le sussurro e lui si intreccia a me ma questa volta guardandomi, finiamo così per continuare fissandoci a questo modo, così vicini ed in stati d’animo così strani.
Siamo qua a sconvolgerci a vicenda e mentre andiamo avanti profondamente scossi interiormente, impossibilitati a staccarci gli occhi di dosso, vedo la sua mano spostarsi sfacciatamente fra le sue gambe e lì ci rimane mentre comincia anche a muoversi in modo inequivocabile, da sopra i jeans.
Questo mi destabilizza totalmente e stono qualche nota sul piano, lui lo nota e fa quel ghigno sadico che mi trasmette un’ondata imbarazzante di calore. Mi toccherei anche io, dannazione, e sebbene dimostrerei di essere impazzito, è ora che mi trattengo che mi ci sento.
Fra l’altro se fermassi le mani svanirebbe tutto, lui non canterebbe più e nemmeno io…
Non so cosa mi stia facendo, non mi sta nemmeno toccando, mi guarda e basta ma mi sento come se mi stesse seducendo. Sono stravolto e l’eccitazione sale, specie vedendo lui nelle stesse condizioni che però non trattiene minimamente.
È vicino a me, mi guarda, cantiamo eppure si massaggia l’inguine.
Sto morendo.
Questa non la posso evitare di pensarla… è proprio una troia… ma tremendamente eccitante ed erotico!
Sto facendo una fatica bestiale e di volta in volta la mia voce intrecciandosi alla sua è sempre più simile ad un gemito, me ne accorgo io stesso ma non riesco a fare diversamente. Esco così da sola.
Fino a che non lo vedo gettare la testa all’indietro, mordersi il labbro e abbandonarsi al piacere più intenso, così, platealmente, vicino a me come se fosse normale, se stessimo insieme se… ma capendo che è venuto per la mia voce anche la mia eccitazione sale eccessivamente e non posso che mollare tutto e filare veloce in bagno. Qua faccio l’unica cosa sensata per non impazzire.
Concludo il momento di erotismo con le mie stesse mani e vengo anche io. Pietosamente appoggiato al lavandino, con la fronte sullo specchio, sudato, ansimante ed i battiti impazziti.
Mi sento male.
Che diavolo è successo di là?
Vorrei trovare un senso, una risposta ma non ne sono capace. So solo che questa canzone non finisce nell’album ma al massimo in una edizione limitata per evitare di cantarla troppo spesso. Non possiamo avere un orgasmo ogni volta che la cantiamo!
Per di più il suo significato non centra niente con il sesso, anzi!
Quando esco dopo essermi rinfrescato, lo vedo steso nel divano con la testa appoggiata alla mano e sul gomito, ha l’aria maliziosa e soddisfatta, anzi, proprio trionfante.
Si sta accarezzando l’addome sotto la maglietta, lo fa distrattamente e questo gli conferisce un’aria ancor più irresistibile, per quanto mi riguarda. Infatti arrossisco inevitabilmente e mi fermo a debita distanza, rigido come una statua e quasi terrorizzato da lui, dal suo corpo e dalla sua voce.
È nato per provocare ma pensavo di esserne immune. Chissà perché, poi.
Mi ucciderà se continuo così.
Mi sta facendo scoprire certe pulsioni che non sono normali.
Sono imbarazzato da morire e lui sembra una puttana ed il bello è che mi piace proprio perché si comporta così!
È da folli e  qua lo dico, qua lo nego.
- Assumiti le tue responsabilità! - Mi dice deciso e provocatorio. Alzo un sopracciglio. - Non puoi cantare a quel modo. Sembrava stessi scopando! -
- Vieni ogni volta che uno canta in modo equivoco? - Chiedo seguendo la logica.
- No, solo se ha la tua voce! Non ti avevo mai sentito cantare in quel modo! Sei… da orgasmo! - Conclude ammiccando.
- Senti chi parla! E tu? Prima canti a quel modo (ma dove la tenevi una voce simile?), poi ti masturbi vicino a me. FISSANDOMI! Ma sei impazzito? Sei addirittura venuto, cazzo! - A questo punto tanto vale parlarne. Sono rossissimo ma credo dobbiamo dircelo per evitare futuri imbarazzi.
- Anche tu se è per questo! Solo che ti sei nascosto! Tanto era chiaro… potevi farlo anche vicino a me, non mi dà fastidio anzi… la prossima volta se vuoi te lo faccio io! - Non so se sia serio o meno e non voglio indagare. Credo sia serio però. È spavaldo ma convinto. Mi tengo ancora a distanza e non oso avvicinarmi… spero che prima o poi mi passi, che sia una cosa solo di ora!
- No grazie! Le mie mani funzionano bene! - Potevo anche risparmiarmela però… ora lui ammicca divertito e fa peggio di prima! Infatti mi mordo la lingua al suo ghigno soddisfatto e proseguo cercando di riprendermi.
È difficile.
Torna in te Mike!
Non puoi saltargli addosso. Che novità è questa?
- Non cantiamo più così! Questa ormai va così ma la faremo poco, con decenza e non appiccicati in questo modo. Soprattutto non toccarti più a quel modo! Tutte le altre canzoni non saranno più così! Niente canti orgasmici! - E non è una proposta ma un ordine, infatti ho un che di isterico che evidentemente lo fa ridere. Forse non ci crede molto ma non importa.
- Per ora. - Infatti dice sfacciato. - Comunque tranquillo. È una questione di voce, niente di più. - Forse lo specifica perché mi vede troppo agitato ed inservibile, non so, ma mi fa sorridere per il riguardo che solo ora dimostra nei miei confronti.
È carino…
- E’ stato… - Cerco le parole e lui le trova per me.
- …pazzesco! - Annuisco.
- Non succederà più. Rimane fra noi. - Con questo chiudo il discorso illudendomi che sia vero. Che non accadrà più una cosa simile. Ma fra noi sembro l’unico a pensarlo.
Chester infatti ridacchia ed io sospiro insofferente.
Mi manderà al manicomio!

FINE

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