My December di Akane (/viewuser.php?uid=27)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Composizione ***
Capitolo 2: *** Canto ***
Capitolo 1 *** Composizione ***
TITOLO:
My December
AUTORE:
Akane
SERIE: RPF
- cantanti
TIPO: one
shot, pre-slash
GENERE:
malinconico
RATING:
verde
PAIRING:
Mike e Chester dei Linkin Park
DISCLAMAIRS:
i personaggi non sono miei
ma di loro stesi, scrivo usando solo la mia fantasia e non faccio
niente di
male.
NOTE:
questa si colloca all’inizio della
loro conoscenza, Chester era arrivato non da molto nel gruppo e stavano
facendo
il primo album, Hybrid Theory. Non so se la storia dietro a My december
pubblicata su una versione limitata dell’album sopra citato sia
esattamente
questa, però avevo un’idea precisa e cercando cercando, questa canzone
è quella
che si prestava meglio, così l’ho usata in questo modo. Che altro dire?
Qua non
si mettono insieme ma nei miei piani diciamo che è una sorta di inizio.
Ne
arriveranno altre.
Quello che
riguarda il passato di
Chester è purtroppo vero, anche se non sono andata nei dettagli e non
ho detto
tutto.
Ringrazio
chi vorrà leggere e
commentare.
Buona
lettura. Baci Akane
MY
DECEMBER
PARTE PRIMA:
COMPOSIZIONE
- Quali
sono queste parti buie? - Alla
domanda quasi brusca di Mike, Chester lo guardò come un gatto randagio
colto da
un estraneo a fare qualcosa di discutibile e segreto. Il ragazzo dai
lineamenti
lievemente orientali lo guardò rendendosi conto dello stato difensivo e
corresse la domanda per non essere frainteso: - Intendo nella canzone…
- Mise
le mani avanti cominciando a giocare con la penna.
Smise di
guardare il foglio per
scriverci qualcosa sopra e fissò con occhi neri e attenti il giovane
che aveva
davanti.
Non era la
prima canzone che scrivevano
insieme ma fino a quel momento erano stati espressi concetti piuttosto
chiari e
comuni, in un certo senso, come i sentimenti di un rapporto difficile o
totalmente disastroso.
Ma quella
volta era diverso.
Chester
aveva esordito dicendo che
voleva parlare di parti buie e così gli era sorta spontanea la domanda…
Lo vide
accendersi nervoso una sigaretta
e guardarsi intorno a disagio e seccato, come se fosse sotto torchio e
avesse
fatto qualcosa di terribile.
“Ok,
“ Si
disse Mike pronto: “Ci siamo… questa è autobiografica!”
Lo capì
subito dallo stato d’animo di
quel ragazzo irascibile che non sapeva mai trattenere le proprie
contrarietà.
- Non serve
specificarlo. Ognuno ha le
sue, non voglio andare nei particolari. Solo parlare di parti buie.
Tutti ne
hanno. -
Disse
infine brusco tagliando corto,
incrociando le braccia sul tavolo e appoggiandovi il mento mentre
stringeva la
sigaretta fra le labbra. Il fumo si disperdeva nell’aria ingrigendola
leggermente e Mike per un momento vi si perdette ad osservarlo, quindi
si
riprese e tornò sul compagno che aspettava scrivesse qualcosa a
riguardo.
Mike di
norma aveva una pazienza fuori
dal comune e sopportava di tutto, ma in quell’occasione se ne stizzì e
lasciando cadere la penna con un gesto secco, incrociò a sua volte la
braccia
sul tavolo proprio come Chester e lo fissò intenzionato a non tirare
fuori
nemmeno un verso.
Per chi lo
prendeva?
Voleva fare
qualcosa di autobiografico e
pretendeva che con quelle poche informazioni lo accontentasse con uno
schiocco
di dita?
Non sapeva
un bel nulla di lui ed anche
se fino a quel momento non avevano avuto problemi a comporre insieme ed
era
sempre stato collaborativo, il fatto che ora pretendesse una cosa
personale
senza però aprirsi, la trovava assurda.
Qualche
anno più tardi se la sarebbe
scritta direttamente da solo ma all’epoca era difficile che Mike gli
permettesse di mettere mano totalmente da solo ad una canzone, anche
perché le
prime le cantavano sempre in due.
Chester
notò che era seccato e non
avendolo mai visto così alzò le sopracciglia spaesato:
- Bé? -
Chiese stranito e arrogante allo
stesso tempo.
- Mi
dispiace, ma non riesco a tirare
fuori niente da un ‘parliamo di parti buie’! Per chi mi prendi? L’idea
è tua e
non dice molto! - Il tono sostenuto era comunque sempre contenuto
rispetto a
quello più alterato di Chester che invece si alzò dalla sedia e
cominciando a
gesticolare infiammato, parlò liberamente arrabbiato:
-
Dannazione, cosa c’è di complicato?
Ognuno ha le sue parti buie, i periodi oscuri, le proprie tenebre. Cose
che
forse superano, forse no, ma che comunque tormentano e non lasciano in
pace.
Parliamo di queste cose ma senza andare nello specifico! - Ancora
un’obiezione
e l’avrebbe buttato giù dalla sedia!
Mike però
non era contento e del tutto
disturbato, senza alzarsi, si raddrizzò e gli spostò carta e penna dove
prima
era messo lui, poi scocciato e quasi maleducato come non era ancora
stato col
ragazzo, disse:
- Fa pure,
accomodati! Fammi un esempio
di ciò che intendi! Butta tu giù qualcosa! -
Chester
esasperato si fermò davanti a
lui, al di là del tavolo, e piegato lo fissò come se fosse un
mentecatto,
quindi gli gridò domando a stento l’insano istinto di prenderlo a
pugni.
Quel tipo
cominciava a farlo irritare
davvero!
- IO NON
POSSO, FINIREI PER ESSERE
TROPPO SPECIFICO! -
Allora
straordinariamente urlò anche
Mike che di solito aveva un ottimo autocontrollo, quindi alzò gli occhi
puntandoli senza il minimo timore in quelli infiammati dell’altro:
- E CHE
MALE C’E’? -
- NON
VOGLIO! -
- MA
PERCHE’?! - Si alzò esasperato,
battendo le mani sul tavolo e appoggiandosi ad esso; non riusciva a
capire dove
fosse il problema. Se voleva parlare di qualcosa che gli era capitata
poteva
anche farlo, le canzoni servivano a quello…
Chester
strinse le labbra e si fece
quasi sanguinare il piercing, quindi batté a sua volta sul tavolino ma
senza
dire niente si girò non riuscendo più a guardarlo con la paura di dire
qualcosa
di troppo. Qualcosa su sé stesso.
Come poteva
sapere se fidarsi di quello
lì?
Non è che
lo conoscesse molto…
E poi non
voleva.
Non voleva
condividere certe cose così
private… così dolorose… così vergognose… nemmeno in una canzone.
Non poteva
fidarsi di nessuno.
- CHESTER!
- Lo chiamò a gran voce
intenzionato a cavarne almeno un ragno dal buco. Il cantante ancora non
rispose,
così Mike riprovò e all’ennesimo tentativo andato a vuoto, guardando la
sua
schiena, gli si avvicinò da dietro e tuonò fuori di sé: - CHE CAZZO DI
PROBLEMA
C’HAI?! NON SAI PIU’ COME SI SCRIVONO LE CANZONI? - Perché se uno non
voleva
esprimere sé stesso in ciò che componeva non era più in grado di fare
canzoni.
Il punto
era quello.
E se
Chester non capiva quello non aveva
nemmeno avuto senso il suo prenderlo nel gruppo.
A quello
Chester finalmente si girò di
scatto e in un faccia a faccia ravvicinato sputò fuori tutto quello che
aveva,
in realtà solo una breve e incisiva frase che tagliò davvero corto
perché più
chiara di così non poteva essere.
- C’E’ CHE
CERTE COSE FANNO TROPPO MALE
PERFINO DA METTERE NELLE CANZONI! - Mika trattenne il fiato e sgranò
gli occhi
nel fissarlo da vicino, nel rendersi conto che la sua furia era solo
dolore e
difesa, riluttanza a tirare tutte quelle sue parti oscure che anno dopo
anno l’avevano
divorato fino a consumarlo.
Quel
ragazzo ne aveva di cose da
mettere, in quelle dannate canzoni, invece!
Rimasero un
lungo istante fermi a
fissarsi straniti, uno infuriato che ancora non si rendeva di averlo
detto, l’altro
shockato perché non si capacitava di averglielo fatto dire.
In teoria
poteva essere un passo in
avanti ma l’istante dopo vide Chester ritirarsi a riccio e afflosciarsi
nel
divano dell’appartamento di Mike, dove si erano ritrovati per scrivere.
Si prese il
viso fra le mani
nascondendoselo, quindi appoggiato coi gomiti alle ginocchia, tutto
piegato su
sé stesso, non disse nulla per un altro lungo istante.
L’altro si
sedette silenzioso accanto e
lo guardò con accuratezza e mortificazione, senza sapere davvero cosa
dire e
fare.
Eppure di
solito era lui quello che
sapeva tirar fuori le cose giuste al momento giusto, quello delle frasi
ad
effetto, insomma.
- Chez… -
Era la prima volta che lo
chiamava in quel modo e lo fece con dolcezza. Il litigio di poco prima
estremamente lontano.
Poi
l’accarezzò impacciato con una mano,
a lui piaceva il contatto fisico ma non sapeva se l’altro apprezzava.
Non lo
scacciò, così continuò a passare
la mano sulla sua schiena con gentilezza.
- Non
voglio sapere cosa hai passato,
cosa ti è successo, quali sono le tue parti buie, ma solo cosa vuoi
esprimere
nella canzone. Parlare di oscurità è troppo generico. Se ne può parlare
in così
tanti modi… -
Ancora
silenzio.
Eppure era
delicato nella maniera
giusta.
A Chester
non dava più fastidio sentirlo
parlare, lo riteneva addirittura appropriato ed in un istante si chiese
se in
realtà lui e solo lui potesse capirlo.
Così, prima
ancora di rendersene conto,
cominciò ad aprirsi e parlare sommessamente, con un filo di voce,
spompato.
Le sue
tenebre l’avvolgevano come una
spirale senza pietà e a Mike parve proprio di vederle.
Gli si
strinse il cuore capendo che
doveva averne dovute passare un po’ troppe.
- Ci sono
cose nella mia vita di cui non
riesco a parlare, cose che poi mi hanno spinto a cercare un
fottutissimo
sollievo nella droga. A fare cose di cui non andrò mai fiero, ma che
ora sono
morte e sepolte. E sai… non so nemmeno scegliere, fra quelle che mi
sono
successe, quali sono le più brutte. Non saprei proprio fare la
classifica della
peggiore merda, sai? Assistere al suicidio dei miei amici? Il divorzio
dei miei
genitori? Venire violentato? Però quello che mi brucia più di tutto è
proprio
quello che ho fatto io di mia volontà. Drogarmi. È quello che mi divora
ancora
oggi. Non sono cose di cui vado fiero. Sono cose buie e fredde. -
La voce gli
morì in gola alla sola idea
di essere più specifico, ma dopo aver detto quelle cose ci pensò e si
rese
conto di averle espresse ad alta voce e non solo pensate.
Sentì
ancora la presenza di Mike accanto
che non lo giudicava e non tentava di dire qualche maledetta parola di
consolazione o qualcosa ad effetto.
Non diceva
nulla, ma stava lì.
Rimase a
lungo con la mano sulla sua
schiena stretta in una canottiera nera, dopo di che, quando sentì il
suo
respiro placarsi un po’, si allungò al tavolo prendendo carta e penna,
quindi
appoggiandosi in un sostegno di fortuna, completamente scomodo,
cominciò a
scrivere dicendo sommessamente, di tanto in tanto, qualcosa come a
chiedergli
conferma.
Come se
stesse solo leggendo nella sua
mente. Senza nemmeno guardarlo in viso o staccare gli occhi dal foglio
su cui
scriveva,
- Senti
freddo? -
- Sì… -
- E’
inverno? -
- Sì… -
- Dicembre?
-
- Sì… -
- Cosa
vuoi? -
- Non
pensare. -
- Non
pensare a cosa? -
- A quello
che non ho mai detto a
nessuno. Quello che nascondo. -
- Ed io non
volevo fartele dire a tutti
i costi. -
- Volevo
solo un posto dove tornare. -
- Una casa?
-
- Sì… -
- Una
persona? -
- Sì… che
mi capisca. Che mi aspetti. -
- La neve
ricopre questi tuoi sogni. -
- Sono io
che fingo che quello che ho
sia tutto ciò che mi serve. -
- In che
mese sei? -
- E’ ancora
dicembre. -
- E cosa
sta succedendo? -
- Nevica… -
- E cosa
vorresti? -
- Un posto
per me. Una persona che mi
capisse. Qualcuno accanto. -
Dopo di
questo ci fu silenzio, Mike
smise di parlare e Chester di rispondere quasi in automatico, senza mai
pensare, dicendo quello che gli veniva sul momento.
Solo dopo
si rese conto di cosa era
successo e di quanto Mike l’avesse capito a fondo, dalle sue domande
precise e
particolari, quasi pilotate in un certo senso.
I due
allora si guardarono e mentre fra
le mani di Mike c’era il testo di una nuova canzone nata in maniera
singolare,
non seppero cosa dirsi ma non riuscirono a staccare gli occhi l’uno
dall’altro.
Incollati
da quel sentimento intimo, intenso
e profondo che li aveva scossi entrambi.
Ecco il
modo di Mike di consolare e di
essere vicino agli altri.
Niente
consigli, solo lui che andava
dritto all’animo dando vita esattamente a ciò che chiedeva di essere
creato.
E Chester
prima ancora di leggere il
testo sapeva che era perfetto e lo ringraziò in un modo che all’epoca
non era
certo da lui e che nemmeno dopo lo sarebbe stato.
- Grazie… -
Un lieve sussurro ma non
imbarazzato, solo stanco.
La voce di
qualcuno che per la prima
volta cercava di liberarsi davvero dei propri fantasmi e che sapeva che
aveva
trovato chi l’avrebbe aiutato a farlo, con calma e fermezza.
Il sorriso
di Mike fu quanto di più
delicato avesse mai visto e si lasciò cingere dal suo braccio che gli
nascondeva il viso contro il suo collo in un gesto protettivo e sicuro.
A Chester
parve assurdo sentirsi così
bene dopo essere stato così male, ma non combatté quello stato di
beatitudine,
anzi vi si abbandonò.
Sapeva che
comunque sarebbe rimasto
sempre tutto fra di loro.
Quello
segnò la svolta nel loro
rapporto.
Questo è il mio dicembre
questo è il mio periodo dell'anno
Questo è il mio dicembre
Tutto questo è così chiaro
Questo è il mio dicembre
Questa è la mia casa coperta di
neve
Questo è il mio dicembre
questo sono io, da solo
Ed io
desidero solo non pensare
come se ci fosse qualcosa che ho
omesso
Ed io
ritiro le cose che ho detto
per farti sentire così
Ed io
desidero solo non sentire
come se ci fosse qualcosa che ho
omesso
Ed io
ritiro le cose che ti ho detto
Ed io darei via tutto
solamente per avere un posto dove
andare
Darei via tutto
per avere qualcuno da cui tornare a
casa
Questo è il mio dicembre
Questi sono i miei sogni ricoperti
di neve
Questo sono io che fingo
Questo è tutto quello di cui ho
bisogno Ed io darei via tutto
solamente per avere un posto dove
andare
Darei via tutto
per avere qualcuno da cui tornare a
casa
FINE
|
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Capitolo 2 *** Canto ***
*Questo
non era in programma, si tratta del secondo capitolo della fic che ho
pubblicato mesi fa sulla canzone My december. Oggi la riascoltavo -a
lavoro per inciso- e mi è venuta sua un dialogo che ho subito scritto
su carta e penna. Da quello è partito tutto il resto e ne è uscito
questo. Allora ho deciso di far di esso il seguito di questa. E' un po'
più osé dell'altro capitolo nel senso che ci sono contenuti di un certo
tipo ma nessuna lemon a conti fatti. Leggerete per capire. Il mio
pensiero è stato: però, sia Chez che Mike qua cantano davvero da
orgasmo. E poi ho fatto sta roba qua! Spero vi piaccia. Che dire?
Grazie a chi commenterà e leggerà. Buona lettura. Baci Akane*
PARTE SECONDA:
CANTO
- Ma tu sei
capace di cantare piano senza strillare? - Glielo chiedo scettico senza
pensare davvero al termine che uso. Non volevo provocarlo ma ora che
rifletto è ovvio che si offenderà, infatti mi fissa come se avessi
bestemmiato. Mi scompiscerei dal ridere se non sapessi che così
segnerei la mia fine!
- E tu di non
reppare? -
C’è un momento
di tensione durante il quel ci fissiamo male, assottigliando gli occhi
e pensando peste e corna l’uno dell’altro. Me la sono cercata, lo
ammetto, ma visto che siamo in ballo, balliamo!
Mi accomodo sul
divano allungando le gambe sul tavolino ed intrecciando le dita dietro
la nuca, quindi li guardo con sfida. Come fa lui che assume un
sorrisetto obliquo preoccupante.
- Io mi adatto
a tutto. Tu piuttosto… fammi sentire come la faresti… io ti vengo
dietro! -
Se potesse mi
ucciderebbe per le terribili insinuazioni che sto facendo, ma si alza
di scatto e mi prende per il braccio trascinandomi bruscamente al
pianoforte.
- Avanti,
allora! Tu suona, ti faccio ben sentire io! - E’ super offeso e non sa
quanto mi sta facendo divertire, infatti ghigno di sottecchi
grandemente divertito.
Accontentiamo e
vediamo cosa mi mostra.
Una volta
seduto sullo sgabello sistemo sul leggio lo spartito che ho completato
l’altro giorno senza riflettere sul fatto che fosse venuta fuori una
melodia completamente diversa dal nostro solito stile. Al momento di
cambiarla gliel’ho fatta vedere e sentire e Chester se ne è subito
innamorato dicendo che ci avrebbe provato su da solo. Ma io sono stato
convinto da subito che non avrebbe potuto farla. Ora vuole dimostrarmi
che ho torto solo per orgoglio ma penso che non mi soddisferà… insomma,
lui canta urlando ed io lo adoro, però da lì a fare una canzone come
questa, non vedo proprio come possa riuscirci.
Si accomoda
accanto a me per leggere lo spartito e comincia a vocalizzare per
scaldare la voce, io lo aspetto e lo ascolto. Vocalizzare è un conto,
cantare un altro. Ora vediamo.
Scruto il suo
profilo e vedo che è diventato estremamente serio, così lo assecondo
concentrandomi, quando mi fa un cenno col capo io comincio i giri di
piano iniziali e dopo un paio gli faccio il cenno con lo sguardo
indicando che al successivo può attaccare.
Così lui fa e
come comincia i pensieri mi si fermano nella mente.
Chester canta
ed è… semplicemente fantastico… lo fisso subito stranito e spontaneo.
Così è questa
la sua vera voce!
Porca miseria!
E chi se lo
aspettava?
Canta piano e
sommesso, carico di una tristezza ed angoscia pazzesche.
È profondamente
concentrato e si capisce che è molto toccato dal testa che abbiamo
scritto insieme, non riesco nemmeno a smettere di guardarlo mentre le
mie mani vanno da sole sui tasti, coinvolte anch’esse dal suo modo di
cantare così diverso dal suo solito. Mi sta sconvolgendo, sembra
un’altra persona.
Io amo come
canta normalmente, come uno schizzato, ma ora è… non so, incredibile.
Mi entra.
È esattamente
ora che mi innamoro veramente della sua voce e giuro, pensavo non
potesse succedere perché dal reputare bravo un cantante all’amare la
sua voce il passo non è sempre automatico. Però con lui è successo ora
e non so perché ma mi stordisce.
Quando è il mio
turno sono pregno di questi brividi che mi sta trasmettendo e
dell’atmosfera che ha fatto calare col suo canto così malinconico e
lento, così non ci rifletto nemmeno un po’, vado ad istinto seguendo
quello che mi ha stimolato.
Gli piace?
Cercò di capirlo e dalla sua espressione direi proprio che ricambia il
mio medesimo innamoramento.
Non so come io
stia cantando, non me ne rendo conto.
Sono frasi fra
i suoi versi, le sussurro e lui si intreccia a me ma questa volta
guardandomi, finiamo così per continuare fissandoci a questo modo, così
vicini ed in stati d’animo così strani.
Siamo qua a
sconvolgerci a vicenda e mentre andiamo avanti profondamente scossi
interiormente, impossibilitati a staccarci gli occhi di dosso, vedo la
sua mano spostarsi sfacciatamente fra le sue gambe e lì ci rimane
mentre comincia anche a muoversi in modo inequivocabile, da sopra i
jeans.
Questo mi
destabilizza totalmente e stono qualche nota sul piano, lui lo nota e
fa quel ghigno sadico che mi trasmette un’ondata imbarazzante di
calore. Mi toccherei anche io, dannazione, e sebbene dimostrerei di
essere impazzito, è ora che mi trattengo che mi ci sento.
Fra l’altro se
fermassi le mani svanirebbe tutto, lui non canterebbe più e nemmeno io…
Non so cosa mi
stia facendo, non mi sta nemmeno toccando, mi guarda e basta ma mi
sento come se mi stesse seducendo. Sono stravolto e l’eccitazione sale,
specie vedendo lui nelle stesse condizioni che però non trattiene
minimamente.
È vicino a me,
mi guarda, cantiamo eppure si massaggia l’inguine.
Sto morendo.
Questa non la
posso evitare di pensarla… è proprio una troia… ma tremendamente
eccitante ed erotico!
Sto facendo una
fatica bestiale e di volta in volta la mia voce intrecciandosi alla sua
è sempre più simile ad un gemito, me ne accorgo io stesso ma non riesco
a fare diversamente. Esco così da sola.
Fino a che non
lo vedo gettare la testa all’indietro, mordersi il labbro e
abbandonarsi al piacere più intenso, così, platealmente, vicino a me
come se fosse normale, se stessimo insieme se… ma capendo che è venuto
per la mia voce anche la mia eccitazione sale eccessivamente e non
posso che mollare tutto e filare veloce in bagno. Qua faccio l’unica
cosa sensata per non impazzire.
Concludo il
momento di erotismo con le mie stesse mani e vengo anche io.
Pietosamente appoggiato al lavandino, con la fronte sullo specchio,
sudato, ansimante ed i battiti impazziti.
Mi sento male.
Che diavolo è
successo di là?
Vorrei trovare
un senso, una risposta ma non ne sono capace. So solo che questa
canzone non finisce nell’album ma al massimo in una edizione limitata
per evitare di cantarla troppo spesso. Non possiamo avere un orgasmo
ogni volta che la cantiamo!
Per di più il
suo significato non centra niente con il sesso, anzi!
Quando esco
dopo essermi rinfrescato, lo vedo steso nel divano con la testa
appoggiata alla mano e sul gomito, ha l’aria maliziosa e soddisfatta,
anzi, proprio trionfante.
Si sta
accarezzando l’addome sotto la maglietta, lo fa distrattamente e questo
gli conferisce un’aria ancor più irresistibile, per quanto mi riguarda.
Infatti arrossisco inevitabilmente e mi fermo a debita distanza, rigido
come una statua e quasi terrorizzato da lui, dal suo corpo e dalla sua
voce.
È nato per
provocare ma pensavo di esserne immune. Chissà perché, poi.
Mi ucciderà se
continuo così.
Mi sta facendo
scoprire certe pulsioni che non sono normali.
Sono
imbarazzato da morire e lui sembra una puttana ed il bello è che mi
piace proprio perché si comporta così!
È da folli
e qua lo dico, qua lo nego.
- Assumiti le
tue responsabilità! - Mi dice deciso e provocatorio. Alzo un
sopracciglio. - Non puoi cantare a quel modo. Sembrava stessi scopando!
-
- Vieni ogni
volta che uno canta in modo equivoco? - Chiedo seguendo la logica.
- No, solo se
ha la tua voce! Non ti avevo mai sentito cantare in quel modo! Sei… da
orgasmo! - Conclude ammiccando.
- Senti chi
parla! E tu? Prima canti a quel modo (ma dove la tenevi una voce
simile?), poi ti masturbi vicino a me. FISSANDOMI! Ma sei impazzito?
Sei addirittura venuto, cazzo! - A questo punto tanto vale parlarne.
Sono rossissimo ma credo dobbiamo dircelo per evitare futuri imbarazzi.
- Anche tu se è
per questo! Solo che ti sei nascosto! Tanto era chiaro… potevi farlo
anche vicino a me, non mi dà fastidio anzi… la prossima volta se vuoi
te lo faccio io! - Non so se sia serio o meno e non voglio indagare.
Credo sia serio però. È spavaldo ma convinto. Mi tengo ancora a
distanza e non oso avvicinarmi… spero che prima o poi mi passi, che sia
una cosa solo di ora!
- No grazie! Le
mie mani funzionano bene! - Potevo anche risparmiarmela però… ora lui
ammicca divertito e fa peggio di prima! Infatti mi mordo la lingua al
suo ghigno soddisfatto e proseguo cercando di riprendermi.
È difficile.
Torna in te
Mike!
Non puoi
saltargli addosso. Che novità è questa?
- Non cantiamo
più così! Questa ormai va così ma la faremo poco, con decenza e non
appiccicati in questo modo. Soprattutto non toccarti più a quel modo!
Tutte le altre canzoni non saranno più così! Niente canti orgasmici! -
E non è una proposta ma un ordine, infatti ho un che di isterico che
evidentemente lo fa ridere. Forse non ci crede molto ma non importa.
- Per ora. -
Infatti dice sfacciato. - Comunque tranquillo. È una questione di voce,
niente di più. - Forse lo specifica perché mi vede troppo agitato ed
inservibile, non so, ma mi fa sorridere per il riguardo che solo ora
dimostra nei miei confronti.
È carino…
- E’ stato… -
Cerco le parole e lui le trova per me.
- …pazzesco! -
Annuisco.
- Non succederà
più. Rimane fra noi. - Con questo chiudo il discorso illudendomi che
sia vero. Che non accadrà più una cosa simile. Ma fra noi sembro
l’unico a pensarlo.
Chester infatti
ridacchia ed io sospiro insofferente.
Mi manderà al
manicomio!
FINE
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