Red Fairytale

di sayuri_88
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Red Fairytale ***
Capitolo 2: *** red and green ***
Capitolo 3: *** Red and brown ***



Capitolo 1
*** Red Fairytale ***




Hola! non mi piace scrivere su Edward e Bella non perchè non mi piacciono, anzi.... ma sono una coppia così bella così come sono che non voglio storpiarli, ma questa storia mi è venuta così, ho letto l'annuncio di un contest dove si doveva basare la storia su un colore e mi è venuta in mente questa cosa.... spero che non faccia schifo, nel caso vi ricordo che non si gioca con il cibo e che quindi evitate di lanciarmi pomodori o uova o quello che vi viene in mente... ihihihi. Ora vi lascio alla storia, spero di ricevere qualche vostro commento.
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" C’era una volta una bambina tanto vivace quanto sbadata, correva sempre anche per andare da una stanza all’altra, i genitori non sapevano come farla stare ferma soprattutto perché aveva la tendenza a sbattere contro oggetti fermi e inciampare sui suoi stessi piedini ed erano preoccupati che potesse farsi molto male, ma la amavano tanto e quando la vedevano a terra a piangere per l’ennesima caduta la rassicuravano e le davano un bacino sulla bua per fargliela passare e la piccolina rassicurata tornava felice a saltellare per la casa o il giardino mentre i genitori amorevoli, aspettavano la successiva caduta.
In un girono di fine giugno correva nei campi col suo fratellone, quando….

 
 
 
 
 
 
- forza Bella corri! -
- arrivo! - e Bella corre ma è così piccola, poco più di 7 anni e si perde in mezzo a quel campo dove l’erba è poco alta di lei.
- Emmet dove sei? - urla al vento sperando di veder comparire il suo compagno di giochi
- sono qui! - e il vento trasporta la flebile voce infantile di un bambino, spensierato come la sua risata cristallina che risuona nel grande campo, che per Bella sembra infinito.
 
Il cielo si sta tingendo di arancione e rosso, i contorni delle colline si stagliano netti all’orizzonte. La piccola Bella si ferma a osservare il magnifico spettacolo che si sta svolgendo davanti ai suoi occhi.
Ha sempre adorato i tramonti, le trasmettono qualcosa di magico, la fanno sentire come in una favola, dove tutto può succedere.
Immagina di incontrare il suo principe che su un cavallo bianco arriva a soccorrerla ed insieme cavalcano verso l’orizzonte dove ad accoglierli trovano quei colori dolci e caldi, fatine e folletti e il loro castello in cui vivranno felici e contenti .
 
Il rosso è sempre stato il suo colore preferito, è il colore delle fragole di cui va tanto  ghiotta, è il colore del fuoco acceso nel camino, è il colore di quella coperta che tanto ama e con cui senza non può dormire.
E’ calore, è affetto, è protezione.
 
Bella ama il rosso, non manca mai di indossare qualcosa di quel colore, che sia una forcina, che siano le calze o il vestitino con gli stivaletti come quelli che indossa oggi.
 
Un urlo lontano la distoglie dai suoi pensieri, si deve sbrigare o la mamma si preoccuperà.
Un ultimo sguardo allo spettacolo di quel magnifico tramonto e corre verso la stradina che passa in mezzo ai campi.
I suoi piedini scalpitano sul sentiero ma un sasso traditore che spunta dal terreno la fa cadere rovinosamente a terra.
Il vestito si è riempito di polvere e quel rosso tanto acceso che ama è coperto da macchie marroni e verdastre, come il suo musetto e le manine che riportano piccoli graffietti segno della caduta. La piccola Bella cerca di alzarsi ma un dolore al ginocchio destro le provoca un lamento di dolore, facendola ricadere a terra, e quindi si siede e finalmente può vedere la sbucciatura che le fa tanto male. E’ rossa, come il colore che tanto ama, ma quel rosso non le piace.
 
Gli occhi iniziano a diventare lucidi e presto grossi goccioloni salati scendono sulle sue gote solitamente pallide ma ora rosse per l’emozione appena provata, lasciando scie evidenti sulla pelle sporca di terra e piange, prima piccoli singhiozzi trattenuti poi sempre più forti e sono proprio questi ad attirare l’attenzione di un piccolo bambino su una bicicletta bianca che come Bella si sta avviando sulla strada di ritorno per tornare a casa.
 
Il bambino come Bella ha poco più di 7 anni e guardava il tramonto con tristezza, il tramonto voleva dire che un’altra giornata è finita e il tempo dei giochi è passato, sarebbe tornato solo il giorno dopo. Se fosse per lui, toglierebbe la notte per giocare tutto il giorno ininterrottamente.
Ha appena lasciato la sua cuginetta Alice e i due gemelli Rose e Jazz e in sella alla sua bici bianca, che i genitori gli avevano preso per il compleanno, pedala a tutta velocità, immaginando di essere un pilota di moto del gran premio, verso casa.
Ha da poco superato una casa bianca, dove un bambino sta aiutando la mamma a sistemare i piatti per la cena all’aperto e dove un uomo sta preparando della carne su una griglia. Il piccolo annusa l’aria, un profumo buonissimo entra dalle narici e il suo stomaco brontola, protestando per avere un po' anche lui.
Chissà la mamma che ha preparato?
Ed è ancora perso nei suoi pensieri, occupati da torte giganti ricoperte di cioccolato, tanto gelato, sempre al cioccolato, pasticcini e altri dolci, quando un pianto disperato attira la sua attenzione.
 
Una bambina è seduta in mezzo a strada con le mani chiuse a pugnetto davanti agli occhi e piange.
Preoccupato si avvicina lascia la bici a terra e le si avvicina inginocchiandosi di fronte a lei. La piccola indossa un vestitino rosso come gli stivaletti, è tutta piena di terra, le spalle si alzano e si abbassano a ritmo dei suoi singhiozzi. Al bambino si stringe il cuore a quella scena, sembra la sua cuginetta quando le ruba le bambole.
 
- tutto bene? - sussurra alla bambina che appena sente la voce alza il capo e toglie i pugnetti per vedere che c’è. Il bimbo rimane incantato a vedere la bambina, forse della sua stessa età, che lo guarda con due occhioni sbarrati marroni, come il cioccolato fondente che gli piace tanto.
 
La bambina rimane a fissare il bimbo inginocchiato di fronte a lei, con addosso una sgualcita salopette di jeans, e la prima cosa che la colpisce sono i capelli senza un ordine preciso, rossi quasi bronzei, non aveva mai visto un bambino con i capelli rossi, e poi quegli occhi verdi come il campo in cui è appena stata, e le piccole lentiggini sulle guance.
 
Sembra un tramonto.
 
- tutto bene? Ti sei fatta male? - chiede ancora il bambino, sempre più preoccupato dal silenzio della bambina.
- m...mi sono f…fatta la bua - mugugna la piccola e il bambino le sorride e le accarezza i soffici capelli marroni, come i suoi occhi, dolcemente per  rassicurarla.
- dove ti sei fatta la bua? - e la piccola scota leggermente il vestitino per farle vedere il ginocchio sbucciato.
- oh ma non è niente passerà presto - cerca di calmarla ma la bimba non vuole smettere di singhiozzare.
- ma fa male - dice imbronciata e il bimbo intenerito cerca di trovare una soluzione, non vuole vedere quella bimba triste. Un pensiero gli illumina il viso.
- sai la mia mamma ha un metodo infallibile per far passare la bua - e le bacia il ginocchio ferito e dopo aver preso un foulard dalla tasca, glielo lega sopra.
- ecco fatto, ora vedrai che la bua passa -
Soddisfatto del suo lavoro le labbra del piccolo si aprono in un grande sorriso che  mette in mostra la mancanza di uno dei denti davanti.
Quando sorride, la piccola arrossisce, facendo sembrare le sue guance due piccole ciliegie.
 
Il bambino la afferra per mano per aiutarla ad alzarsi e lei fissa il suo sguardo in quello di lui.
 
- sei rosso - esordisce dopo alcuni minuti di silenzio la bimba, certo lei non voleva offenderlo, la sua era solo una piccola constatazione e poi lei amava il rosso.
Il piccolo però non sembra prenderla bene e s’imbroncia.
 
- che c’è? Stai bene? - chiede la bimba preoccupata per il suo cambio d’umore.
- niente… è che… beh prendimi pure in giro - borbotta sconsolato.
 
Bella non sa che dire, perché dovrebbe prenderlo in giro?
- perché? - chiede con voce ingenua, il ragazzo la guarda di sottecchi, l’espressione spaesata e interrogativa.
 
- beh per i capelli e le lentiggini - si giustifica, tranne sua cugina e i suoi due amici tutti lo prendono in giro per le sue caratteristiche.
La piccola sorride e alza una mano verso il volto di lui, la fa passare tra i suoi capelli sbarazzini, sono soffici e bellissimi sotto i riflessi del tramonto.
 
- a me piace il rosso, è il mio colore preferito - il piccolo a quelle parole si apre in un sorriso ancora più grande di quello di prima, felice per la rivelazione della bambina, mentre le guance di Bella tornano a imporporarsi.
 
- vieni ti accompagno a casa i tuoi saranno preoccupati - esordisce il bambino continuando a tenerla per mano, quel contatto gli piace, anche se è diverso da quello con Alice o i gemelli, è ancora più bello.
Alza la bici da terra e sale invitando la piccola a imitarlo. Bella, non può non notare il colore della bici, bianca come il colore del cavallo bianco del suo principe. Ha sempre sognato che il principe sarebbe arrivato nel momento del bisogno, fino a quel momento pensava fosse il suo fratellone, il suo principe ma questo bambino è apparso come dal nulla proprio quando ne aveva bisogno e su una bici bianca.
 
- forza sali - la esorta lui sorridente.
 
Dopo avergli indicato la direzione, si siede sul seggiolino aggrappandosi con le manine alla maglietta di lui, mentre il bimbo inizia a pedalare rimanendo in piedi, in equilibrio.
Arrivati, il bimbo la aiuta a scendere.
 
- Tieni - dice porgendoli un elastico, immancabilmente rosso - grazie per avermi aiutato… - la mamma gli ha sempre detto che bisogna ringraziare quando qualcuno ti aiuta e lei è una brava bimba, ha sempre seguito i suoi insegnamenti.
- di niente - Edward lo prende e la ringrazia felice di avere qualcosa di suo.
 
Ma la mamma, le aveva anche insegnano che bisogna presentarsi e loro non lo avevano ancora fatto - comunque io sono Isabella, ma è troppo lungo e tutti i bimbi sbagliano a dirlo, quindi chiamami Bella -
- io sono Edward - era un nome da vecchi, il nonno di Bella si chiamava Edward.
- posso chiamarti Eddy? - il bimbo al nomignolo storse il naso, la sua cucinetta lo chiamava sempre così e a lui non piaceva, per questo le rubava sempre le bambole. Ma senza capire il perché e forse contagiato dal sorriso di Bella, si ritrova a rispondere con un sì.
Con quel sorriso potrebbe convincerlo a fare di tutto.
 
- Bella, tesoro! - una voce femminile attira la loro attenzione.
- devo andare - dice Bella con voce bassa e triste, non vuole separarsi da suo nuovo amico, forse ha trovato il suo principe.
- beh ci vediamo domani ti va? Ti presento i miei amici e la mia cuginetta Alice, è un tornado! - dice Edward sorridente, anche a lui dispiace di doverla lasciare.
- che cos’è un tornado? - chiede Bella non conoscendo la parola. Edward aggrotta la fronte spiazzato dalla domanda.
- beh non lo so ma la zia lo dice sempre - sviando il discorso con un’alzata di spalle.
 
Dopo un secondo richiamo della donna Edward sale sulla sua bici e salutando la sua nuova amica riprende la strada di casa, felice. Adesso può dire che i tramonti gli piacciono, non sono solo la fine di una giornata, ma possono nascondere nuove scoperte.
Bella lo guarda allontanarsi triste di averlo dovuto salutare così presto ma felice per la giornata di domani, potrà rivederlo e conoscere i suoi amici, potrebbe dirlo anche a Emmet, sarebbero grandi amici.
Con questi pensieri apre il cancello e corre verso la sua mamma che l’attende a braccia aperte e dopo un’immancabile caduta si butta tra le sue braccia.
- tesoro che hai fatto al ginocchio? - chiede la madre preoccupata.
- nulla mamma, sono caduta ma il mio principe mi ha salvato - la mamma la guarda sorpresa per poi sorriderle materna.
La sua piccola è così romantica.
- ma non ero io il tuo principe? - esordisce un Emmet imbronciato provocando l’ilarità della sorellina e della mamma.
- mi spiace ma tu eri il laccetto, il vero principe ha il cavallo bianco e quello che mi ha aiutato aveva una bici bianca - dice Bella tutta convinta mentre un Emmet imbronciato si allontana raggiungendo il padre.
 
- laccetto? - chiede la madre non capendo.
- si quello che aiuta il principe - esclama una Bella offesa perché la madre non capisce, visto che era stata lei a spiegarglielo. 
- ah il paggetto! - dice ridacchiando la madre
- e io che ho detto! - sbuffa la piccola prima di scendere dalle braccia della madre e raggiungere il papa.
E la serata passa così tra risate e giochi.
 
 
 
 
Entrambi i bambini poco prima di addormentasi, ripensano ancora una volta al loro incontro addormentandosi con i doni dell’altro stretti al petto e dormono sognando il loro prossimo incontro.
 
 
 
Quel giorno successe qualcosa che segno la loro esistenza , ma questo loro non lo sapevano. Quando la mattina la piccola Bella si svegliò, ebbe una brutta sorpresa. Edward non si fece vedere, né quel giorno, né i successivi e solo la presenza del suo fratellone riuscì a risollevarle il morale. Bella non dimenticò mai quell’incontro e ancora adesso, dopo otto anni spera ancora di rivederlo...




Chissà se il destino ha in serbo per loro un nuovo incontro.





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Capitolo 2
*** red and green ***



Ciao! Come promesso ho fatto il prima possibile, ci sarà anche un terzo capitolo, l’ultimo, spero che questo vi piaccia, personalmente pensavo sarebbe stato più facile alcune parti le ho trovate difficili da scrivere e quando le leggo mi sembrano suonare male…. Ma lascio al vostro giudizio.
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“ Gli anni passarono per entrambi, come passarono le prime uscite tra amici, le prime cotte, i primi baci, le prime esperienze, le prime vacanze senza genitori…
Otto anni, ed entrambi erano andati avanti con la loro vita, senza però dimenticare quel giorno e quel tramonto.
Bella ancora conservava il foulard di quel bambino, ne aveva scordato il nome e i tratti ma non aveva mai scordato quei suoi capelli rossi e quegli occhi verdi che tanto le ricordavano il tramonto, su un prato,lo indossa durante le gare o lo tiene nella borsa al sicuro,  e anche Edward conservava quel piccolo elastico, è sempre al suo polso, non lo toglie mai è il suo portafortuna, anche lui ha un vago ricordo delle fattezze della bambina, aveva un nome che era troppo lungo e lo abbreviava in qualche modo ma non ha mai dimenticato i suoi occhi, marroni come il cioccolato fondente.
Nessuno dei due, dopo quell’estate, era più tornato là. Ma si sa la vita è imprevedibile, riserva molte sorprese ed è proprio nell’estate dei loro diciassette anni che le loro strade tornano a incrociarsi, lì dove tutto è iniziato….







Bella scende le scale correndo e quando arriva agli ultimi gradini, inciampa e solo grazie al suo adorato fratellone che fortunatamente passava vicino alle scale l’ha presa al volo prima che non finisce con la faccia a terra.
 
- buon giorno sorellina, so di essere irresistibile ma trattieni il tuo entusiasmo - tuona il vocine di Emmet che ancora con la sorella in braccia si dirige verso la cucina dove la madre, Reneè sta preparando la colazione.
 
- certo Emmet il tuo fascino colpisce già di prima mattina che dallo spavento sono rotolata giù come una pera cotta -
Dopo averla fatta sedere su uno sgabello, inizia a farle il solletico - ah si?…. Ripetilo se hai il coraggio mostriciattolo -
- ahio! Basta Emm, tanto non mi rimangio quello che ho detto - prendendolo come un invito a continuare Emmet inizia a farle il solletico, Bella si contorce cercando di sfuggire alla presa del fratello, ma è un vero e proprio colosso è impossibile sfuggirgli.
 
 - ahahah… b…basta, ahhhahaha, ok,ok …. Hai vinto. Sei bellissimo, il tuo fascino è irresistibile - soddisfatto, si siede sullo sgabello di fianco a quello della sorella.
- ora basta bambinoni la colazione è pronta! - una Reneè emozionata sorride ai suoi figli che con malcelata preoccupazione osservano il piatto di pancake che ha in mano.
- beh… che sono quelle facce? -
- oh niente, ma hai cucinato tu? - chiede cauto Emmet, sa molto bene come sono le doti della madre in cucina.
- un po' di fiducia ragazzi! - Reneè sa benissimo di non essere una cuoca da ristorante a cinque stelle, ha dovuto portare più di una volta suo marito Charlie all’ospedale per una lavanda gastrica.
- questa volta ho seguito le indicazioni alla lettera, non un grammo di più né uno di meno. Giuro - conclude portando una mano sul cuore.
- o…ok - dice incerto Emmet guardando la sorella, preoccupata quanto lui.  
Tutta contenta Reneè posiziona il piatto al centro della tavola e aspetta che uno dei suoi figli li dia il piatto.
Bella è nel panico, le vacanze sono appena iniziate e non vuole rovinarle passandone la metà a letto a contorcersi a causa dei crampi allo stomaco.
In cucina regna il silenzio che presto è rotto da Emmet.
 
- forza Bella assaggiane uno - dice facendola sussultare
- ma no, Emmet assaggia tu, avrai sicuramente fame -
- insisto, prima le donne, sbaglio o sei tu quella che si lamenta che più nessuno conosce la cavalleria? - dice Emmet, sperando di salvarsi, Bella è la sua sorellina e le vuole un mondo di bene ma ha troppa paura della cucina di sua madre.
 
- sono io che insisto, sei il fratello maggiore, hai la precedenza - e detto questo Bella porge il piatto del fratello alla madre che tutta sorridente, prende un pancake e lo mette nel piatto, per poi sedersi e guardare con occhi scintillanti il figlio primogenito.
 
Emmet deglutisce a vuoto, guarda alla sua destra, dove la sorella lo guarda divertita e la fulmina con lo sguardo. Gliela avrebbe fatta pagare, poco ma sicuro.
 
Prende la forchetta e coltello e ne inizia a tagliare una piccola porzione, la in forchetta e la alza a livello degli occhi sottoponendolo a un esame dettagliato. Il colore è normale, l’odore sembra buono, non è duro, in definitiva sembra essere mangiabile.
 
Bella a stento riesce a trattenere le risate, vedere un ragazzo di 1,90, tutto muscoli, intimorito da un pezzetto di pancake, è uno spettacolo da non perdere.
 
Porta il pezzetto alla bocca e lentamente lo mastica, la sua espressione da dubbiosa e intimidita diventa sorpresa e un gran sorriso increspa le labbra. Invogliata dalla reazione del figlio Reneè inizia a saltellare sullo sgabello.
 
- allora? - chiede con trepidazione mentre Bella guarda il fratello con attenzione cercando di non perdere nessuna espressione facciale.
- è buono! - dice con espressione sorpresa per poi girarsi verso la sorella che lo guarda scettica - no davvero Bella, assaggia non sembra che l’abbia cucinato lei -
- EHI! - scatta una Reneè indignata
- che c’è? è vero! - dice cercando di giustificarsi
 
Incoraggiata dalla reazione del fratello anche Bella si serve un pancake e dopo un primo momento di incertezza lo assaggia dando subito ragione al giudizio del fratello. Quei pancake sono mangiabili.
 
- buon giorno famiglia! - esordisce Charlie Swan allegro e felice di vedere tutta la sua famiglia la tavolo a mangiare.
- giorno papa! - esclamano Emmet e Bella contemporaneamente.
- Emmet non parlare con la bocca piena! - lo rimprovera Reneè amorevolmente, 18 anni che lo ripete e lui non le ha mai dato retta.
- tesoro assaggia i miei pancake - Charlie sbianca, ricorda bene gli esperimenti culinari della moglie. Bella leggendo la sua preoccupazione lo tranquillizza mostrandogli i loro piatti con i pancake mangiati a metà.
 
Per il resto la colazione passa tranquilla e presto i membri della famiglia si dedicano ai loro impegni personali.
 
 
Dopo otto anni erano tornati a passare le vacanze in quel paesino del Kentucky e niente sembra cambiato, lo stesso bar, lo stesso ristorante, l’unico cambiamento è stato il pub che è stato aperto circa tre anni prima e dove tutti i giovani si ritrovano il venerdì sera a ballare e a divertirsi.
Ed è durante uno di quei venerdì sera che i Emmet e Bella conoscono Alice Cullen e i gemelli Hale, Jasper, il fidanzato di Alice, e Rosalie, che come loro erano soliti passare le loro vacanze proprio qui.
E’ proprio da loro che Bella si sta recando in questo momento, vestita con semplici jeans chiari, stivaletti marroni e una maglietta bianca larga tenuta ferma da una cintura rossa sulla vita. Non ha mai perso l’abitudine di indossare qualcosa di rosso, non sarebbe una bella giornata altrimenti.
Deve trovarsi con Alice che l’aveva chiamata la sera precedente tutta emozionata per comunicarle una notizia strepitosa e che quindi il giorno dopo sarebbe dovuta andare da lei appena sveglia.
 
- BELLA! - è l’urlo dell’amica che la accoglie appena entra dal cancelletto. Alice aspetta la ragazza sull’uscio della porta, è felicissima di rivedere la sua amica, anche se è da poco più di una settimana che si conoscono, si sente molto legata a quella ragazza dolce e gentile, e anche al colosso di suo fratello.
Chissà se è con lui che deve uscire Rose oggi…
 
- ciao Alice! - anche Bella come Alice si sente molto legata a quel tornado formato mignon.
- oh Bella! ho una notizia fantastica, vieni entra - e prendendo per mano Bella corre in salotto dove la dolce signora Cullen sta sistemando alcune cosa.
- buon giorno signora Cullen -
- oh buon giorno cara, ma per favore chiamami Esme, mi fai sentire così vecchia - dice avvicinandosi e lasciandole un affettuoso bacio sulla guancia prima di andare in cucina.
- Bella hai già fatto colazione o vuoi unirti a noi? -
- no grazie Sign…Esme ho già mangiato -
Alice ruba una fetta di pane con burro e marmellata e incitando Bella di seguirla, con le urla di Esme alle spalle, si chiudono in camera di Alice per poi lanciarsi sul letto.
 
- allora qual è questa bella notizia? -
Alice tutta eccitata inizia a saltare sul letto e a lanciare urletti di gioia, finalmente potrà farli incontrare, è da quando conosce Bella che vuole farli mettere insieme, sarebbero perfetti come coppia.
 
- tieniti forte, hai presente il cugino che ho in Michigan? - annuisce, Bella lo sa bene, è dalla sera in cui si sono incontrate che non fa che parlarle di lui, di quanto è carino, simpatico, gentile e romantico, più di una volta le è sorto il dubbio che cercasse di accasarla con lui, ma ora come ora, nella sua mente c’è solo Devon.
 
Poco prima della fine della scuola le aveva chiesto di uscire e lei tutta felice aveva accettato, era da mesi che aveva una cotta per lui e finalmente l’aveva notata! Erano usciti una sera e a quella ne era seguita un’altra e un’altra ancora ora erano ufficialmente insieme da un mese e lei non poteva essere più felice.
Lo sentiva spesso, non tutti i giorni, non voleva essere come quelle coppiette pucci- pucci che tanto odiava.
- arriva lunedì!! E si fermerà per una settimana! - dice Alice esultante
- sono felice per te Alice, da quello che mi ha detto deve essere un tipo simpatico -
- certo vedrai ti piacerà! - e mollerai quel Drevor, Crevor o quello che è pensò Alice, Bella e Edward sarebbero bellissimi insieme.
 
Il resto della mattinata lo passarono a parlare dell’arrivo del fantastico cugino, dell’ambigua situazione creatasi tra Rose ed Emmet e ad aiutare Esme a preparare il pranzo, riducendo la cucina peggio di un campo di battaglia.
 
 
La settimana era passata e ne iniziava una nuova. Lunedì, Bella non ha visto ne sentito Alice, troppo impegnata col cugino e la fissazione di quest’ultima di farli mettere insieme sembra triplicata , la sera ricevette una sua chiamata e, sotto velata minaccia, le ha fatto promettere di andare da loro il mercoledì e di fermarsi a pranzo per conoscere il fantomatico cugino e anche se non l’ha confessato ormai è curiosa di conoscere questo ragazzo di cui Alice gli ha riempito la testa.
 
E’ martedì e Bella durante una delle sue passeggiate per i boschi ripensa alle novità che hanno portato queste vacanze. Emmet ormai si vede ogni giorno con Rose, sono così belli insieme, sono l’esempio che le favole esistono e si possono avverare e spera che la loro storia possa continuare anche dopo la fine di queste vacanze, ancora questa settimana e poi se ne andranno, hanno i loro numeri e tutti i contatti, ma la distanza è tanta.
 
E’ il tramonto quando decide di tornare a casa. Bella è ferma in mezzo a un campo a guardare il tramonto, uno spettacolo stupendo e la sua mente corre a quel giorno di otto anni prima, quando incontrò il suo principe, è passato tanto tempo ma ancora lo considera tale, l’aveva salvata e non era quello che facevano i principi?
 
Il telefono inizia a suonare e appena accetta la chiamata, la voce preoccupata e leggermente arrabbiata della madre, le intima di tornare subito a casa. Bella guarda l’orologio che segna le 18.30, sua madre ha tutte le ragioni per arrabbiarsi è via dalle 8.00 di mattina.
 
 
 Scatta verso casa correndo a rotta di collo e arrivata alla fine del campo, s’immette nel sentiero che riporta a casa sua. La sua risata risuona nell’aria, il vento che le colpisce il volto e fa danzare i suoi capelli in un ballo frenetico, è felice, si sente libera.
 
Ma non può certo smentirsi e, infatti, dopo alcuni metri inciampa su un sasso che sporge da terra e si ritrova con la faccia a terra.
 
- Ahio! Che botta - sussurra con i gomiti e le ginocchia che le fanno male, si mette seduta per esaminare i danni e fortunatamente non è nulla di tanto grave, i gomiti sono un po' sbucciati, ma non esce sangue e anche il ginocchio destro ha qualche piccolo taglio ma almeno la faccia l’ha salvata, pensa Bella, quello si che avrebbe fatto male.
 
Nello stesso momento una moto da cross bianca si sta avvicinando dalla parte opposta. Il conducente ha osservato tutta la scena, la ragazza che esce dal campo, che inizia corre e poi inciampare rovinosamente, preoccupato, accelera per poi rallentare appena è a pochi metri.
L’episodio gli è familiare, ricorda una bambina con un vestito rosso e dagli occhi del cioccolato fondente, seduta a terra che piange per la caduta.
Scende e a passo svelto copre i pochi metri che li dividono per poi inginocchiarsi vicino a lei e ricordatosi che ancora indossa il casco lo toglie e lo poggia a terra.
 
- tutto bene? Ti sei fatta male? - chiede il ragazzo
 
Ed ora senza l’intoppo del casco può osservare meglio la ragazza, che ha un non so che di familiare, sensazione che gli è confermata appena la ragazza alza gli occhi e lui si specchia in due occhi di cioccolato spalancati dallo stupore, quegli occhi che nonostante li avesse visti solo una volta non li ha mai dimenticati.
 

- comunque io sono Isabella, ma è troppo lungo e tutti i bimbi sbagliano a dirlo, quindi chiamami… -

 
- Bella? - anche se n’è certo non può evitare di chiedere una conferma.
 
Un rumore di un motore che rallenta per poi fermarsi attira la sua attenzione ed appena alza gli occhi vede un motociclista avvicinarsi e quando questo si abbassa toglie si il casco rivelando una chioma rossa, con dei riflessi bronzei, e due occhi verdi come un prato, estremamente familiari per Bella.
 

- io sono Edward -

- posso chiamarti … -

 
- Eddy ? - sussurra provocando l’ilarità del ragazzo, ancora adesso Alice lo chiama così e ogni volta si spazientisce ma quello stupido nomignolo detto da lei le piace.
 

- ok… -

 
Con un sorriso sghembo, che mozza il fiato a Bella e le fa accelerare i battiti del cuore Edward la afferra per mano per aiutarla ad alzarsi e lei fissa il suo sguardo in quello di lui ancora stupida ed emozionata di averlo rivisto dopo tutti questi anni.
Sia Bella che Edward si osservano in silenzio, entrambi non possono negare che il tempo ha fatto un ottimo lavoro sull’altro, Edward è diventato un ragazzo alto, ha un fisico slanciato e muscoloso ma non massiccio. Il suo viso ha lineamenti dritti e regolari ed è incorniciato da capelli rossicci mossi e un paio di occhi verdi che farebbero cadere ogni ragazza.
Bella è magra e non molto alta rispetto a lui,ha una carnagione molto chiara, il suo viso è a forma di cuore, ha una fronte ampia, occhi grandi e ben distanziati, zigomi prominenti, naso sottile, le sue labbra sono leggermente sproporzionate, un po' troppo piene per la linea della mascella, ma nonostante questo piccolo difetto, Edward la trova bellissima.
 
- non sei più venuto, perché? - dice con voce flebile Bella a un Edward che inizialmente la guarda interrogativo non capendo la domanda, ma appena capisce sorride dolcemente.
- mio padre aveva ricevuto una chiamata quella mattina e siamo ripartiti nel pomeriggio -
- ah - è l’unica risposta che riesce a dare, il suo cervello non riesce a pensare a nulla. Quanto aveva desiderato rincontrarlo e parlargli ed ora a fatica emetteva un monosillabo.
- stavi tornando a casa? -
- si, mia madre mi ha già minacciato di mille torture se non arrivo entro le sette - dice Bella ridacchiando, seguita da lui.
- allora ti accompagno, con la moto facciamo prima - e solo allora vede il mezzo e non può che rimanere ancora più stupita. La moto è bianca! Come la bici! E come il cavallo bianco del principe!
- forza sali - la esorta lui sorridente.
- grazie - e gli sorride timidamente.
Edward sale sulla moto e la guarda salire e indossare il casco che indossava lui prima.
 

- a me piace il rosso, è il mio colore preferito -

 
- vedo che il rosso ti piace ancora - Bella indossa una maglietta bianca e un paio di pantaloncini rossi, che mostrano le sue gambe sottili ma toniche, un paio di scarponi beige con strisce rosse.
- si - dice ridendo - è ancora il mio colore preferito - Bella non lo può vedere l’enorme sorriso sul volto di Edward.
I due si salutarono davanti alla casa di Bella purtroppo l’indomani mattina non si sarebbero potuti vedere perché avevano entrambi un pranzo a cui partecipare, ma si diedero appuntamento nel pomeriggio,
Entrambi la sera si coricano a letto desiderosi che la notte passi in fretta e che arrivassero presto le tre di pomeriggio del giorno dopo per potersi rivedere.
Bella spera che Alice non se la prenda se non si fermerà a conoscere meglio il suo cugino. Inconsapevolmente Edward nello stesso momento fa il medesimo pensiero, spera che Alice non si arrabbi se scappa subito dopo il pranzo senza conoscere meglio la sua fantomatica amica che ha conosciuto in queste vacanze.
 
Il giorno dopo a mezzogiorno Edward, Alice e i gemelli Hale stanno aspettando l’arrivo dei fratelli Swan che puntuali suonano al cancello a mezzo giorno e mezzo con una torta di mele appena sfornata.
 
Quando Alice presenta Bella a Edward nessuno dei due riesce a credere ai suoi occhi, le persone di cui avevano sentito tanto parlare da Alice erano loro e dopo un primo momento di imbarazzo, non sfuggito all’occhio indagatore di Alice si siedono a tavola e passano il resto del pranzo a ridere e scherzare.
In un momento di pausa Alice e Rose prendono in disparte Bella e le fanno confessare il motivo dell’imbarazzo iniziale. La ragazza non può che confessare tutto, il loro primo incontro da bambini e anche quello del giorno prima e l’incontro che avrebbero dovuto avere nel pomeriggio.
Le due ragazze sono entusiaste sono sempre più convinte che Bella ed Edward farebbero una bella coppia anche se Bella si ostina con Devon.
 
Il pomeriggio aiuta i due ragazzi a conoscersi, s’isolano spesso dalla conversazione principale per parlare tra loro degli anni passati, dei loro amici delle loro vacanze e a Bella non sfugge il lampo di tristezza che passa negli occhi del ragazzo quando gli parla di Devon, ma è solo un attimo tanto che inizia a credere di esserselo sognato.
 
Il resto della settimana Bella e Edward passano molto tempo insieme, ridono , scherzano e grazie  a lui scopre posti nuovi, la loro amicizia stava crescendo e consolidando per la felicità di entrambi. Entrambi traevano piacere nelle loro camminate e nella compagnia dell’altro, si sentivano sereni, al sicuro e felici, momenti che però sembravano infrangersi quando Bella riceveva le chiamate di Devon. Edward non ne capiva il motivo ma quelle chiamate lo infastidivano.
 
Troppo presto arriva la fine della settimana e Alice per salutare la sua nuova amica e suo fratello Emmet, organizza una festa per salutarla come si deve. Il sabato sera si ritrovano tutti a casa Cullen, anche i genitori di Bella vi partecipano, anche loro ormai avevano legato molto con i Cullen e presto anche con i Maser, i genitori di Edward.
 
La sera stava filando liscia, entrambi erano un po' tristi per la separazione, si erano scambiati le mail, i numeri di telefono i diversi contatti con la promessa di sentirsi spesso, ma quando entrambi si ritrovano da soli in giardino a guardare le stelle, Emmet e Rose si erano appartati come anche Alice e Jasper, abbracciati per darsi calore a vicenda, quando il volto di Edward si avvicina pericolosamente a quello di Bella. E’ spaesata dal gesto, sa  quello che sta per succedere, la vuole baciare, Edward lo desiderava fare da tutta la sera, quando l’aveva vista arrivare in quel vestito blu notte senza spalline e il cinturone rosso sotto il seno, evidenziandolo maggiormente, e le ballerine dello stesso colore. Aveva pensato che fosse bellissima e lo pensa anche ora che ha il suo viso a pochi centimetri.
Sa che lei è già impegnata e non è nel suo carattere fare quello che sta facendo, ma Bella è Bella.
Lei si scosta leggermente guardandolo interrogativa.
 
- che stai facendo? -
- io ti sto baciando -
- Edward noi due siamo solo amici - ridacchia nervosamente
- si, era solo un bacio amichevole - Bella non sa che fare, come comportarsi
- credo che tu abbia bevuto troppo a tavola - dice Bella cercando di alleggerire la tensione che si è creata, Edward apre la bocca per rispondere, per dirle che non è vero, che è lucidissimo ma viene interrotto della madre di Bella, l’avvisa che stanno andando.
Lei si alza, aiutando anche l’amico che imbronciato la segue in silenzio.







 
Il giorno dopo Bella partì, l’episodio della sera precedente fu superato, come se non fosse mai successo, e promise a Edward e ad Alice di farsi sentire spesso.
Si sentivano quasi tutti i gironi e nei restanti due mesi di vacanze si videro ancora, Alice venne spesso a trovarla, vivevano anche loro nel Kentucky, ma più a nord rispetto a dove abitava Bella, e lo stesso Edward, quando poteva anche lei cercava di ricambiare le visite, difficile era andare da Edward, viveva in un altro stato e Bella non aveva abbastanza soldi per andarlo a trovare quando voleva. Ed è proprio in una di queste visite che Alice la informò della decisione dei genitori, di accettare la proposta di lavoro nell’ospedale della città di Bella, i Signori Cullen erano, infatti, due dottori.
I mesi passarono e con l’inizio della scuola, Alice si trasferì e insieme a Bella iniziò a frequentare il quarto anno di scuola.
Ma si sa quando un anno finisce ne incomincia uno nuovo e nessuno sa che cosa ci può riservare, neanche Bella lo sapeva, ma lo scopri presto….
 
 



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Capitolo 3
*** Red and brown ***


Ciao! eccomi ad aggiornare in tempo di record. L'ultimo capitolo, spero che vi piaccia, ho abbondato con miele, zucchero e cioccolato - ihihihihi - visto che le favole sono sempre piene di romanticismo, ho pensato di darci dentro anche se non pensavo di arrivare a tanto.
il capitolo era pronto dalle quattro di questo pomeriggio ma appena ho messo la parola fine dovevo scappare.... quindi eccomi qui alle dieci di sera ad aggiornare.
Non vi rubo più altro tempo e vi auguro buona lettura.
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L’anno precedente era passato tranquillamente, Bella era felicemente fidanzata con Devon, che essendo all’ultimo anno era in piena crisi per la scelta dell’università. Con Edward ormai diventato il suo migliore amico, si sentivano quasi tutti i giorni ed è in una delle loro chiamate, gli confidò che si stava frequentando assiduamente con una certa Maia. Alice, si era integrata bene nella scuola e anche se lontani lei e Jasper continuarono la loro relazione a distanza, la loro storia al posto di incrinarsi si rafforzò ancora di più come quella di Emmet e Rose che dopo il diploma avevano scelto di frequentare la stessa università.
Adesso, Un nuovo anno scolastico era iniziato, Bella ed Edward come Alice si apprestavano a iniziare l’ultimo anno di liceo ricco di novità e qualche sorpresa…
 
 

 
 
 
 
 
 
 
Alice è ancora nel mondo dei sogni quando un rumore fastidioso la riporta alla realtà. Dopo un lamento di fastidio si rintana completamente sotto le coperte sperando che coprano quel fastidioso rumore e la riportino nel sogno dove lei e il suo Jazz sono abbracciati su una spiaggia assolata a coccolarsi, e quando finalmente il telefono smette di suonare un sorriso beato increspa le su labbra. La sua pace però dura pochi secondi perché il cellulare ricomincia a suonare. Spazientita scosta le coperte e risponde al telefono imbufalita.
- chiunque tu sia, spero che tu abbia una buona ragione per chiamarmi alle otto di domenica mattina altrimenti preparati a subire la mia ira! - ma la risata del suo interlocutore le fa sbollire all’istante tutta la rabbia, l’ha riconosciuta subito.
- ciao piccolo tornado! Ho una notizia grandiosa, ma devi promettere che manterrai il segreto, altrimenti sarà una sorpresa anche per te - Alice ascolta la novità con entusiasmo crescente, non ci poteva credere! Dopo essersi salutati Alice si rituffa sotto le coperte pregustando quello che da li a una settimana sarebbe successo, doveva solo riuscire a tenere la bocca chiusa.
 
Da una settimana Alice si comportava in modo strano, sempre allegra e pimpante ma cosa che la preoccupava di più erano alcune frasi buttate li come dette sovrappensiero ma che in realtà sembravano nascondere qualcosa che Bella non è ancora riuscita a capire o forse deve solo rassegnarsi all’idea di avere un’amica non del tutto normale…
 
E’ lunedì mattina, alla Gordwood, inizia per Bellail primo giorno di scuola e l’ultimo primo giorno di scuola del liceo, poi, finalmente, l’università.
 
Dopo aver salutato Alice, Bella si dirige svogliatamente, verso l’aula di matematica, odia la matematica, tutti quei numeri e quelle lettere, sembrano uno di quei messaggi criptati che nei film usano per nascondere messaggi segreti.
- buon giorno ragazzi... - dice il professore dando inizio a due ore di torture.
 
Il resto della giornata passa tranquillamente, a pranzo lei e Alice si ritrovano come sempre nel giardino a parlare dei nuovi professori e sulle nuove trovate delle cheerleader.
 
- Bella? - Alice non sta più nella pelle oggi é il “giorno X”, ha rischiato spesso di rivelare tutto durante alcuni dei suoi sproloqui.
 
Bella sta cercando di capire che cosa fosse quell’intruglio di colore verde con dentro pezzetti di qualcosa non ancora identificato e appena Alice la chiama, alza lo sguardo dal suo piatto per dedicarle tutta la sua attenzione, conclude che è meglio non sapere gli ingredienti.
- oggi potresti aspettami davanti alla tua classe? -
- perché? Ci troviamo sempre fuori -
- s...si ma ti devo fare una cosa prima e ecco vorrei che mi accompagnassi -
- cosa devi fare? -
- OH… tu aspettami e basta ok? E adesso andiamo che è suonata - Alice se ne va a passo di carica, si è impazientita, perché fa sempre tante domande e non dire semplicemente “va bene”!
- ok - sussurra Bella ancora imbambolata a guardare la schiena dell’amica che si allontana.
 
Alice è certa che se Bella avesse fatto troppe domande avrebbe scoperto tutto e non poteva, non dopo una settimana in cui avrebbe voluto urlarlo al mondo. Quando è nei pressi della classe rallenta il passo e entra in classe con un sorriso estatico talmente abbagliante che la sua compagna di banco è seriamente preoccupata per la salute della compagna.
 
Alla fine delle lezioni come promesso Bella aspetta la sua amica davanti all’aula e quando arriva la segue in silenzio, chiedendosi perché l’ha fatta aspettare davanti alla classe quando si stanno dirigendo comunque verso l’uscita…
Appena fuori Alice inizia a guardare a destra e sinistra, come a cercare qualcosa. Sotto lo sguardo indagatore dell’amica, che ormai è sempre più convinta della sua pazzia, Alice cerca tra la folla di studenti l’ammasso di capelli rossi del cugino. Le aveva detto che sarebbe arrivato dieci minuti prima della fine delle lezioni, per fare una sorpresa a Bella, ed ora si chiedeva dove diavolo era finito quello scellerato.
Dopo un sospiro sconsolato, Bella si siede sui gradini dell’entrata e con i gomiti appoggiati sulle ginocchia e le mani a sorreggere il mento ed osserva Alice che borbottava frasi sconnesse e senza senso al vento quando nel suo campo visivo spunta una mano grande e con dita lunghe, che regge un tulipano. Bella sobbalza spaventata, sposta lo sguardo e alla mano segue un braccio abbastanza muscoloso poi una spalla e infine un viso dai lineamenti dritti e regolari due occhi verdi come un prato primaverile e una chioma rossiccia disordinata.
 
- Edward? - Bella non riesce a credere a quello che vede, che ci fa qui?
- ciao Bella - dice con voce emozionata mostrandole il suo solito sorriso sghembo.
Non credeva che vederla dopo due mesi potesse fargli questo effetto, e guardandola in quei due grandi occhi marroni, Edward si sente come uno che è tornato a casa dopo essere stato via per troppo tempo, si sente felice, sereno. Si sente a casa.
 
Bella si apre in un enorme sorriso e lo abbraccia di slancio
- che bello, che bello - è davvero felice, il suo amico gli è mancato molto quest’estate,nonostante si sono sentiti spesso non sono mai riusciti a incontrarsi.
- ma che ci fai qui? -
- mi sono trasferito -
Alice attirata dagli urletti di gioia dell’amica si gira e dopo una serie di proteste verso il cugino anche lei lo abbraccia felice di rivederlo.
 
- quindi inizi a frequentare qui! - Bella immagina già le giornate che passerà insieme a Alice e Edward, con loro l’anno sarà sicuramente più bello ma uno sguardo mortificato di Edward fa crollare tutti i suoi castelli in aria.
- purtroppo no Bella, la casa è abbastanza lontana da qui e i miei mi hanno iscritto alla McKenzie, che è a 1 km da casa nostra - a Edward sarebbe piaciuto frequentare la scuola di Bella ma è troppo lontana e poi la McKenzie ha un’ottima squadra di atletica.
 
- la McKenzie!? - esclama Bella scioccata, tutte ma non quella!
- si, perché? - Edward non capisce la reazione della ragazza e la guarda interrogativo mentre Alice sghignazza divertita sapendo il motivo dello stupore dell’amica.
- perché! La nostra scuola e la tua sono rivali! O meglio le squadre di atletica sono rivali da sempre! - Bella è sempre stata un’appassionata di atletica, non perde mai una gara. Quando era piccola voleva entrare in una squadra ma nonostante fosse veloce la sua capacità di cadere ogni tre passi l’aveva convinta a chiudere quel sogno nel cassetto.
 
- io faccio parte della squadra di atletica - le dice Edward ridacchiando dell’esuberanza dell’amica.
- allora sei un nemico! - l’uscita di Bella scatena l’ilarità di Edward ormai piegato in due per le troppe risate. Bella si allontana da lui imbronciata, si alza e si mette di fronte a lui puntandogli l’indice contro.
- non c’è niente da ridere carino, è una cosa seria! - Edward vedendo la serietà con cui ha preso la questione Bella cerca di contenere le risate per non farla arrabbiare troppo e si alza anche lui prendendo la mano che lei le puntava contro e iniziando ad accarezzarla col pollice con movimenti lenti e circolari. Punta il suo sguardo nel suo e si avvicina al suo viso.
- e tu smetterai di essere mia amica per questo? - le chiede suadente provocando l’arrossamento delle gote della ragazza. Bella è paralizzata da quello sguardo, è intenso e brillante sa che si potrebbe perdere in quello sguardo e quindi distoglie subito i suoi occhi.
- certo che no, ti voglio bene, non potrei ignorarti -
 
Subito il suo pensiero corre a Devon a diversi chilometri da lei e ha come la sensazione di averlo appena tradito.
 
 
I giorni passavano e così anche i mesi, spesso Bella durante i weekend è andata a trovare Devon, ma sempre più spesso ha la sensazione che qualcosa si sta incrinando o è già incrinata. Lui è spesso scostante, soprattutto nelle sue ultime visite, le chiamate sono diminuite drasticamente, ma dentro di se dice che è normale, sono i problemi della distanza e infondo lei è ancora innamorata. Spesso Bella si trova a pensare perché a differenza del suo il rapporto di Alice e Jasper non ha questi problemi, anzi sembra rafforzarsi, ma nonostante questi dubbi non ne ha mai fatto parola con nessuno, non vuole preoccupare gli amici per delle stupidaggini, la distanza c’è e sia lei che Devon avevano messo in conto questo problema quando ne avevano parlato. Solo un anno e tutto si sarebbe sistemato.
 
Nello stesso periodo Edward ha istaurato ottime amicizie nella sua nuova scuola e aveva conosciuto anche una ragazza Jennifer, molto simpatica e carina, anche lei nella squadra di atletica, quattro chiacchiere e un paio di risate durante l’allenamento e presto hanno iniziato a frequentarsi.
Edawrd sapeva che il suo non era amore, le voleva bene e l’ultima cosa che voleva era prenderla in giro, con lei stava bene rideva scherzava, era un’attrazione che poteva, se coltivata, far nascere qualcosa di bello.
 
Edward e Bella, nonostante i loro impegni riuscivano sempre a ritagliare un po' di tempo per loro due, come il giovedì sera, quello è tutto loro, si chiudono in casa e guardano un film, spesso partecipa alla loro serata anche Alice, che nonostante tutto non si è ancora arresa con l’idea di vederli presti insieme. Nonostante i silenzi di Bella sa benissimo che qualcosa non va, c’è aria di tempesta.
Ed è proprio pochi mesi dopo precisamente il giorno del ballo di primavera, quando Alice è già partita per andare da Jasper, che Edward, mentre si sta preparando per la serata con Jennifer, si ritrova ad aprire la porta a una Bella tremante e in lacrime, sull’uscio di casa.
 
- Bella! Che è successo? - le chiede con voce che non nasconde la preoccupazione e l’agitazione del momento. Dolcemente la prende per mano e la fa sedere sul divano.
Edward si chiede che cosa le può essere successo, stava benissimo ieri quando l’aveva chiamata, era felice di poter passare un po' di tempo con Devon, era da un mese che non lo incontrava, gli disse che lui l’aveva chiamata dicendole che sarebbe tornato per questo fine settimana e che voleva vederla.
 
Bella era al settimo celo, avevano passato la mattinata a parlare di quello che avevano fatto in questo periodo di distanza, avevano pranzato insieme e anche il pomeriggio era filato liscio, almeno fina a quando Devon non ha sganciato la bomba.
 
- h…ha detto c…che la situazione è diventata ingestibile, c...he - Bella si blocca, le lacrime e il groppo che sente alla gola le impediscono di far uscire la voce.
- ha de…tto che non più andare avanti così,che non…non ha mai creduto nei rapporti a distanza - conclude gettandosi nelle braccia di Edward che la stringe forte al suo petto.
 
Edward vorrebbe andare a casa di quel Devon e prenderlo a pugni, perché l’ha presa in giro per tutti questi mesi se sapeva in partenza che non avrebbe funzionato, perché l’ha fatta soffrire per tutti questi mesi, anche se non gli ha mai detto niente,  vedeva la sofferenza e la tristezza di tutte quelle volte che Devon disdiceva all’ultimo minuto una visita o la lasciva con una chiamata senza risposta.
 
Edward non vuole lasciarla da sola, Bella ha bisogno di lui e disdice l’uscita con Jennifer, accampando la scusa di avere l’influenza, banale come scusa, ma fortunatamente lei non fa domande e anzi, gli raccomanda di rimettersi presto.
Passa il resto della serata a tenere Bella tra le sue braccia, a cullarla, a rassicurarla e presto entrambi si addormentato, uno abbracciato all’altro, sul divano e si risvegliano, la mattina dopo, sempre nella stessa posizione.
 
Grazie all’aiuto di Alice e Edward, Bella torna presto a sorridere e per lei è come tornare a vivere, dopo lunghe riflessioni ha capito che la storia con Devon era comunque destinata a finire, erano troppo diversi sia per gusti sia per carattere, certamente non rimpiange l’anno che hanno passato insieme perché è stato importante, non l’ha mai amato ma gli voleva e gli vuole ancora molto bene.
 
E’ il primo sabato di maggio, il giorno delle regionali di atletica, la McKenzie e la Gordwood sono prime a pari merito.
Edward è emozionato, sta per correre i 100 m e se vince la McKenzie ha buone possibilità di vincere.
Bella è seduta sulle gradinate e non sa per chi tifare, per Edward l’amico che le è sempre stato vicino o per la sua scuola che se vince sarà campione per due anni di fila alla faccia di quelli della McKenzie.
- allora tiferai per me? - la voce di Edward la riporta alla realtà, non l’ha sentito arrivare, si alza e si avvicina alla ringhiera appoggiandovisi.
- mmm…. Non lo so, sei mio amico ma sei anche uno studente della McKenzie e sei … -
- un nemico - conclude per lei con il suo sorriso sghembo, che ha sempre fatto battere più veloce il cuore di Bella.
- già - conferma Bella, sorridendo timidamente.
- e poi amica mia io non posso perdere, ho il mio portafortuna, e da quando ce l’ho, sono sempre salito sul podio - dice mostrandole l’elastico rosso che porta sempre al polso, lo stesso che la piccola Bella gli ha regalato quando erano piccoli. Bella sgrana gli occhi alla vista del suo elastico.
Da quando si sono ritrovati, non hanno mai parlato dei piccoli doni che si erano fatti, erano cose da bambini e loro erano cresciuti.
 
- quindi sali sul carro del vincitore finché sei in tempo - le dice sornione.
Bella punta nell’orgoglio alza il meno in segno di sfida.
 - beh mi spiace ma anche io ho il mio portafortuna e credimi ha sempre funzionato, sia per le verifiche, le interrogazioni e le gare - e indica il foulard che ha al collo.
Edward sorride felice ed emozionato, è il suo foulard, alza una mano e lo accarezza dolcemente, è contento di sapere che lei l’ha tenuto e che lo tiene sempre con sé.
A quella carezza può vedere le gote di Bella imporporarsi prima che lei velocemente distoglie lo sguardo dal suo.
 
Ed è in quel momento che vede Jennifer riscaldarsi in lontananza.
 
- con Jennifer come va? - chiede per togliersi da quella situazione imbarazzante ma anche incuriosita, è da molto che Edward non le parla di Jennifer, l’ha incontrata poche volte me le era parsa una ragazza simpatica e alla mano anche se le dava fastidio il modo in cui stava abbracciata a Edward, ma erano una coppia anche lei lo faceva con Devon, ma le dava fastidio comunque e non ne capiva il motivo.
 
- non va - risponde Edward semplicemente con un mezzo sorriso guardando Jennifer eseguire rapidi steps sul posto.
 
Dopo l’episodio del ballo di primavera, loro due hanno iniziato ad allontanarsi, o meglio lui ha iniziato ad allontanarsi, voleva passare più tempo con Bella per risollevarle il morale e quando uscivano loro due da soli, Edward era sempre distratto quasi assente e così Jennifer lo aveva scaricato. Quando gli aveva detto che lei non stava più bene con lui non c’è rimasto male, aveva detto “ok”, le voleva bene, è vero ma non l’amava. Edward sapeva benissimo perché nonostante i tentativi di innamorarsi di lei non c’è mai riuscito; perché il suo cuore era stato già occupato da tempo, da una morettina dagli occhi di cioccolato fondente che aveva incontrato un giorno d’estate in lacrime per una caduta, poi quella bambina era diventata una ragazza stupenda, togliendogli la possibilità di guardare altre ragazze con gli stessi occhi con cui lui guardava lei.
Luminosi e pieni d’amore.
 
- oh, mi spiace - Bella non sa che dire, se non darsi mentalmente della stupida per non essersi accorda di nulla, lui c’è sempre stato per lei e lei era così presa da se stessa da non essersi accorta di nulla. Edward intuendo quello che le frullava per la testa la rassicura, non vuole che Bella si faccia strani film mentali.
 
Una voce dal megafono annuncia che la gara inizierà tra 10 minuti. Edward deve iniziare a prepararsi alla partenza, ma prima di andare, Bella gli augura in bocca al lupo.
 
- beh magari tifo anche per te, ma solo per te non per la McKenzie sia chiaro! - gli dice prima che Edward si allontani-
- ok l’importante è che tifi per me - e senza pensarci si sale sulla ringhiera e le lascia un bacio sulla guancia per poi saltare giù, salutarla e correre alla partenza, stupito del suo gesto e con una carica di adrenalina che gli permette di vincere la gara.
 
Bella lo osserva allontanarsi con la mano poggiata nel punto in cui gli ha lasciato il bacio, la bocca spalancata e il battito cardiaco impazzito e rimane così ferma a guardare il vuoto fino allo scoppio della pistola che la fa sobbalzare dallo spavento.
 
Individua subito la figura di Edward, le gambe slanciate e muscolose che scattano veloci, le braccia che mi muovono rapide il volto concentrato per lo sforzo. Supera il traguardo per primo e appena si ferma ansante cerca con lo sguardo la sua Bella, sì la sua e non si pente del pensiero, e la vede che salta sul posto sorridente con il foulard che sventola sopra la sua testa.
 
Bella appena sentito lo sparo ha iniziato a molleggiarsi sul posto con espressione concentrata e a sussurrare frasi di incoraggiamento e quando a Edward mancavano pochi metri ed era ancora a pari merito con uno della sua scuola ha iniziato ad urlare più forte che poteva e dopo che all’ultimo Edward ha superato l’altro ragazzo un sorriso estatico si era impossessato delle sue labbra e ha iniziato a gridare sempre più forte.  
 
Dopo due ore tutte le gare finiscono proclamando la Gordwood vincitrice per il secondo anno di fila.
Edward si cambia in fretta e furia, vuole tornare da Bella e appena esce dal campo Bella lo raggiunge correndo e gli salta addosso, portando le braccia attorno al suo collo e per poco non finiscono a terra.
 
- Eddy sei stato bravissimo! L’hai supertao all’ultimo, credo di aver trattenuto anche il respiro per l’agitazione - lui ridacchia dell’esuberanza della sua amica.
- già, ma alla fine ha vinto la tua scuola -
- beh mi sembra ovvio, siamo i migliori e il mio portafortuna funziona sempre -
- e pensare che è mio quel foulard! Ho portato iella alla mia squadra! - risponde fintamente scioccato scatenando la risata di Bella a cui lui si unisce subito.
 
 
Ormai è arrivato giugno la scuola è quasi finita, tutti hanno già deciso l’università che frequenteranno. Alice raggiungerà Jasper mentre Bella ha deciso di frequentare Yale come Edward.
L’unica cosa che manca prima di iniziare questa nuova avventura è il ballo di fine anno, Bella è a casa di Edward che la sta aiutando per l’ultimo esame di matematica e dopo due ore di studio ininterrotto si sono concessi una pausa.
 
- allora Edward con chi vai al ballo della tua scuola? - è un pensiero che la logora da quando la scuola si è riempita di manifesti e volantini per il ballo. Non vuole che Edward vada con qualcuna.
 
Bella ha passato l’ultimo mese a pensare al suo rapporto con Edward, qualcosa è cambiato, ha faticato molto per rendersene conto ma alla fine ha confessato, almeno a se stessa quello che prova.
E’ innamorata di lui, forse da sempre, forse amava già quel bambino sdentato che l’ha aiutata quel giorno di dieci anni fa, e lo amava ancora due anni fa, ma la presenza di Devon non le ha fatto capire quello che provava veramente, era già innamorata, altrimenti non si spiegherebbe quel senso di fastidio che provava quando lui le raccontava di Maia o Jennifer.
- non ci vado, non ho invitato nessuna - le risponde Edward indifferente, non ha nessuna con cui andare e l’unica che vorrebbe invitare lo vede come un amico.
- vieni con me - sussurra Bella, le sue labbra hanno parlato senza che lei se ne rendesse conto. Edward la guarda sbalordito, lo ha appena invitato al suo ballo? Il cuore gli batte furioso nel petto e la sua felicità è alle stelle, gli sembra di toccare il cielo con un dito.
- ma non spetta ai ragazzi invitare le ragazze al ballo? - le chiede ironico, giusto per avere il tempo di metabolizzare la cosa e non fare stupidaggini come abbracciarla di slancio e saltare per il salotto per la felicità come un canguro. Ma Bella interpreta male la sua battuta e agitata e imbarazzata più che mai, cerca di giustificarsi.
- beh…insomma, i...io sarei da sola al ballo e quindi…ecco…pensavo… che si… insomma potevamo farci compagnia a vicenda, ma fa niente era solo una idea sciocca. Lasciamo perdere, ok? Torniamo a studiare? - e si alza in fretta e furia per tornare in cucina dove hanno lasciato tutti i libri e riprende un esercizio interrotto a metà. E’ imbarazzata da morire, chissà che sta pensato di lei in quel momento, sicuramente che è una stupida balbuziente.
Edward ha seguito la scena in silenzio, come se fosse un osservatore esterno, il suo cervello non riesce a formulare nessun pensiero logico, semplicemente continua a riproporgli la sua Bella  che, imbarazzata e triste per quello che ha interpretato come un rifiuto, scappa in cucina e inizia a blaterare su una serie di esercizi che non riesce a fare.
Ma lui vuole andare con lei, è quello che desidera da sempre, poterla portare al ballo, trattarla come una principessa, come Bella ha sempre sognato.
Si alza e a passo di carica si dirige in cucina.
 
- Bella - la chiama con voce ferma facendola sobbalzare, Bella crede che il tono sia dovuto al discorso di prima, probabilmente si è arrabbiato.
- ah ecco, senti questo esercizio non mi viene - Bella è nell’agitazione più totale, cerca di sviare il discorso verso i compiti.
- Bella! - la richiama zittendola, capisce la sua agitazione e imbarazzo. Prende il quaderno e lo poggia sul tavolo e le prende le mani nelle sue.
- mi piacerebbe tantissimo venire al ballo con te - sorridendole rassicurante - eh non per pietà come sta pensando la tua testolina - le dice ridacchiando contagiando anche lei, effettivamente era quello che Bella stava pensando - ma perché voglio e ne sarei felicissimo. Ok? -
- ok - esibendosi in un enorme sorriso.
Dopo altre due ore di matematica i due si salutano e con trepidazione, entrambi contano i giorni che li dividono dal ballo.
 
 
 
Aveva iniziato a prepararsi alle due del pomeriggio, ha fatto il bagno, si è lavata i capelli e asciugati cercando di sistemarli in un’acconciatura un poco elaborata, ma senza risultati e così dopo due ore di tentativi falliti, li ha semplicemente arricciati fermando alcune ciocche ai lati della testa con piccole forcine.
Mancava ancora un’ora e mezza prima dell’arrivo di Edward, guarda il lungo vestito rosso accuratamente steso sul letto, si richiedeva un abbigliamento formale, poiché la festa si svolgeva nella sala di uno degli Hotel a cinque stelle, più rinomato della città.
Si veste, poi si dedica al trucco e sistemata scende in salotto, dove trova sua madre e suo padre che la convince a fare le solite foto di rito.
 
Il campanello suona due volte, Bella è agitata, da un’ora cammina avanti e indietro nel salotto, inutili sono stati i tentativi del padre di calmarla. Reneè apre la porta per far accomodare Edward che sgrana gli occhi appena vede Bella.
La trova più bella che mai, la saluta e la attira a se per abbracciarla, il suo primo istinto, è quello di baciarla ma si limita a un innocente bacio sulla guancia e un “sei bellissima, una principessa” sussurrato con tutto l’amore che prova per lei.
 
Dopo dieci minuti Bella riesce a salvare Edward dalle amorevoli cure, ironicamente parlando, della madre e quando esce, Bella si trova di fronte a una limousine bianca dal cui tettuccio spuntavano le teste della sua amica Alice e di Jasper.
 
Quella sera al ballo sia Edward che Bella si divertono un mondo, ridono, scherzano e ballano in mezzo alla folla.
 
Verso la fine della serata il DJ annuncia un lento e Edward coglie l’occasione per invitare Bella a ballare. La vuole, almeno per un ballo, solo per lui.
- allora Bella ti sei divertita? - le chiede Edward dopo un paio di minuti che stavano ballando abbracciati in religioso silenzio, ognuno intento a godersi quei momenti magici.
- oh si è bellissimo e tu hai reso tutti magico! - si lascia sfuggire Bella che subito imbarazzata si nasconde nell’incavo del collo di Edward.
- davvero? - le chiede lui visibilmente emozionato.
- si, mi ha fatto sentire come una principessa, la limousine bianca, come il cavallo del principe azzurro, le tue attenzioni durante la serata… - ormai è in pista e deve ballare, e presa da un momento di coraggio decide di rivelargli una cosa che non gli ha mai confessato.
- sai… per me sei sempre stato il mio principe - a quelle parole Edward s’irrigidisce, preso in contro piede dalla rivelazione, ma subito si scioglie e la sua presa si rafforza.
- già da quando mi hai salvato quel giorno di dieci anni fa - un enorme sorriso compare sul volto di Edward e il suo cuore dopo aver perso un battito, accelera, sembra un cavallo lanciato a rotta di collo
- e l’ho sempre pensato anche in questi due anni, anche quando c’era Devon, eri sempre tu il mio principe - Bella ridacchia imbarazzata, le sue mani sudano, ha paura di quello che comportano le sue parole.
 
Edward se ne accorge e con una mano le prende il meno e le alza la testa, sono occhi negli occhi, quelli di lui sono luminosi ed esprimono una felicità immensa, quelli di Bella al contrario mostrano timore e tanto imbarazzo ma anche gioia nel vedere che in quelli di Edward non c’è traccia di risentimento.
 
- ti svelo un segreto, anche tu sei la mia principessa - sussurra sulle sue labbra prima di poggiarvi le sue in un dolce bacio.
 
Bella ha gli occhi sbarrati, non riesce a credere alla piega presa dagli eventi, ma è solo un momento e subito chiude gli occhi lasciandosi andare a quelle meravigliose sensazioni, mai provate prima.
 
E’ col suo principe e tutto non può che andar bene ora.
 
  
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
A quel bacio ne seguirono molti altri. Edward e Bella iniziarono la loro avventura insieme. Frequentarono la stessa università, come tutti ebbero i loro alti e bassi ma li affrontarono insieme uscendone ogni volta più forti e uniti.
Dopo l’università coronarono il loro sogno e davanti ai loro amici e parenti, in una soleggiata giornata di giugno, si dichiararono amore eterno . ad arricchire la loro vita arrivò anche un dono inatteso ma che rese la loro vita ancora più speciale, il loro amore gli aveva fatto il regalo più bello che potessero desiderare. Una dolce bambina dai capelli marroni come il cioccolato e dagli occhi verdi come un prato primaverile.
Insieme circondati da gioia e tanto amore vissero felici e contenti. “

 

















- quel Devon era lo stregone cattivo vero? E anche quella Jennifer! - esclama la vocina della piccola accoccolata tra le braccia del suo papa.
- no tesoro perché dici questo? -
- perché volevano allontanare il principe e la principessa - rispose imbronciata.
La madre ridacchia dell’innocenza di sua figlia - beh ma alla fine il vero amore ha vinto ed è questo che conta - e le lascia un leggero bacio sulla fronte e le augura buona notte cui la figlia risponde con un  "notte" biascicato.
 
Il padre che ha osservato la scena sorride felice.  Sa che non si abituerà mai a tutte le emozioni che gli fanno scoppiare il cuore ogni volta che vede questa scena con protagoniste le due donne della sua vita.
La piccola sbadiglia.
 
Delicatamente scioglie l'abbraccio della piccola e la adagia nel suo lettino e dopo averle rassettato le coperte, anche lui le augura la buona notte, lasciandole un bacio sulla sua guanciotta paffuta ed esce per raggiungere la moglie che lo sta già aspettando nel loro letto.
 
La ama ogni giorno di più, le ha donato il dono più bello che un uomo innamorato potrebbe ricevere, non riesce a immaginare la sua vita senza di lei, senza di loro.
S’infila sotto le coperte e subito stringe la moglie a se in un abbraccio pieno d'amore, lei sa di essere al sicuro tra quelle braccia che l'hanno sempre sorretta e protetta e che ora sorreggono e proteggono il frutto del loro amore.
Lui avvicina il volto a quello di lei facendo strofinare i loro nasi e la guarda dritta negli occhi.
 
- ti amo principessa - le sussurra sulle labbra e lei le sorride emozionata come ogni volta che la chiama in quel modo.
- ti amo mio principe - sussurra lei per poi unire le sue labbra alle sue e suggellare ancora una volta il loro amore.
 
Poggia la testa sul petto del marito, vicino alle loro mani intrecciate e osserva l'anulare del marito, dove luccica un piccolo cerchietto d'oro, accortosi dello sguardo, di lei, la stringe ancora di più e in questa posizione si addormentano.
 
 
 
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Ok è decisamente mielosa, e non so da dove è saltata fuori. Spero che abbiate gradito la fine e il loro "vissero felici e contenti".

Ringrazio tutte quelle ha hanno inserito la storia tra le preferite, le ricordate e le seguite o chi ha solo letto. grazie un 10000000000000000 di volte è grazie a voi che l'ho continuata fino al loro " e vissero felici e contenti" grazie a ognuna di voi.
Se vi va fatte un salto anche nelle altre storie che sto scrivendo. Beso a tutte!

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