A whole life together

di Guinevere_90
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il manuale di Babbanologia ***
Capitolo 2: *** Scintille Rosse ***
Capitolo 3: *** Un mondo perfetto ***
Capitolo 4: *** Aforismi e matrimoni ***
Capitolo 5: *** La Tana ***



Capitolo 1
*** Il manuale di Babbanologia ***


man

A WHOLE LIFE TOGETHER

 

 

 

 

Io desidero quello che possiedo; il mio cuore, come il mare, non ha limiti e il mio amore è profondo quanto il mare: più a te ne concedo più ne possiedo, perché l'uno e l'altro sono infiniti.

(Shakespeare)

 

Il manuale di Babbanologia

(libro)

 

 

La polvere si alzava in piccole nuvole grigie mentre Arthur estraeva uno dopo l’altro i suoi vecchi libri di scuola da uno scatolone dagli angoli smangiucchiati dai roditori.
Finalmente, sul fondo marrone del cartone rimase un solo libro.

Il suo vecchio manuale di Babbanologia.

Sin da bambino aveva avuto un’insolita passione per tutto ciò che riguardava l’altro mondo, quello non magico. Una passione sicuramente trasmessagli dal nonno paterno, che invece di leggergli le consuete favole di Beda il Bardo gli narrava strane storie dal titolo “ Pollicino” e “Il gatto con gli stivali”.

 

Arthur accarezzò la consunta copertina del libro.

La memoria lo riportò ad un giorno d’estate di tanti anni prima, quando ancora bambino si trovava al Ghirigoro per acquistare i libri per il suo primo anno ad Hogwarts.

Sebbene fosse ancora presto aveva pregato suo padre (ormai rassegnato al fatto che il figlio fosse stato plagiato dalla babbanofilia del nonno) di comprargli anche il manuale di Babbanologia, materia che non avrebbe affrontato fino al terzo anno.

Dopo il  breve cenno d’assenso del padre Arthur era corso, con la massima velocità possibile permessagli dalla mole di libri che teneva fra le braccia, verso il Reparto di Babbanologia ed aveva afferrato l’ambito manuale.

Ma nella fretta di raggiungere il padre per tornare a casa e immergersi nella lettura, si voltò troppo rapidamente e venne sbilanciato dal peso dei libri.

Inutile dirlo, finì a gambe all’aria con i testi di scuola sparsi ovunque.

La prima cosa che vide quando sollevò la testa dal pavimento di pietra fu un paio di sandali marroni.
La loro proprietaria, come poté constatare alzando ulteriormente lo sguardo, non stava facendo alcuno sforzo per trattenere il riso

< Aspetta, ti do una mano > aveva detto, arrossendo un poco. Lo aveva quindi aiutato a rialzarsi e persino a raccogliere i testi dal pavimento.

Per ultimo gli aveva teso il libro di Babbanologia.

Era stato in quel momento che i loro sguardi si erano incrociati per la prima volta.

Aveva gli occhi di un castano stupefacente, come se tutte le sfumature delle foglie d’autunno avessero trovato rifugio nelle sue iridi.

A malapena era riuscito a biascicare un timido “grazie”, inebriato e allo stesso tempo intimidito dalla luce che quegli occhi irradiavano.

Con i libri ben stretti tra le mani, aveva raggiunto suo padre, che sorridendo aveva osservato la scena da dietro uno scaffale.

Una volta tornato a casa Arthur aveva impazientemente iniziato a contare i giorni che lo separavano da Howgarts e da quegli occhi.

 


La voce di suo nipote lo riportò bruscamente alla realtà.

< Nonno, parlami ancora dei Babbani! Come fanno gli aeroplani a star su? E come funziona quel feletono che la mamma usa ogni tanto?  >
Arthur sorrise.
< Ho un regalo per te, Hugo > gli disse,  porgendogli il vecchio libro di Babbanologia.

Il bambino lo osservò dubbioso – non amava molto leggere, preferiva  sempre che fosse qualcun altro a raccontargli le storie.

Ma una volta letto il titolo, i suoi occhi – così simili a quelli di Molly – si accesero di una gioia al di là di ogni descrizione.

Impaziente di iniziare la lettura, Hugo si diresse a passo spedito verso quella che una volta era la camera di Fred e George e che lui occupava quando andava a far visita ai nonni alla Tana.

Arthur lo guardò allontanarsi, sperando ardentemente che quel libro potesse portare a suo nipote tanta fortuna quanta anni prima ne aveva portata a lui.

*



Alors, praticamente dovevamo scrivere 5 storie basate su 5 prompt (i miei erano: libro, bacchetta, palla, elastico, prato). Con libro ho dovuto pensarci un pò, poi alle tre di mattina mi è venuta un'improvvisa ispirazione... Fatemi sapere che ne pensate!

Allego il giudizio della giudicia =)


 

Grammatica e sintassi 14 /15

Lessico e stile 9.8/10

Attinenza alla traccia e sviluppo 10/10

IC 15/15

Gradimento personale 2/2

Totale 50.8/52

 

Note: Che dire... queste one-shot sono davvero bellissime, complimenti!

Peccato che ti abbia dovuto togliere dei punti in grammatica e lessico :(

Ma partiamo dalla grammatica: ho tolto 0.8 punti a causa di molte virgole mancanti all’interno del testo, un “sui” che voleva essere un “suo” e una frase che mancava di una parola: tu scrivi “nella quale creare il piccolo mondo perfetto quello racchiuso nella piccola palla di vetro”, mentre invece avrebbe dovuto essere “nella quale creare il piccolo mondo perfetto come quello racchiuso nella piccola palla di vetro”.

Infine, ho tolto 0.4 punti dal lessico per via di un’imprecisione (o errore di battitura): hai erroneamente scritto “Howgarts” invece di “Hogwarts”! :)

Concludo dicendo che è stato molto piacevole leggere le tue storie, e che anche se non hai ottenuto il massimo del punteggio, non è nemmeno andata così male!! :)

 



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Capitolo 2
*** Scintille Rosse ***


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Scintille rosse

(bacchetta)

 

 

 

Erano passati cinque anni da quando per la prima volta era rimasto incantato da quegli occhi color dell’autunno.

Cinque anni, prima che trovasse il coraggio di chiederle di uscire.

Arthur si rigirò nervosamente la bacchetta di frassino tra le mani.

Un grappolo di scintille rosse ne scaturì dalla punta, andando a bruciacchiare il copriletto.

 

I suoi compagni di dormitorio lo guardarono con un misto di terrore e rassegnazione, ed Arthur sapeva bene perché.

L’anno prima, in occasione della prova scritta del G.U.F.O in Storia della Magia, aveva inavvertitamente dato fuoco al banco al quale era seduto, ed erano dovuti intervenire entrambi gli esaminatori per domare la chimera di fiamme e scintille che ormai aveva già ridotto in cenere parecchi banchi oltre al suo.


Tutta colpa del nervosismo. Era come un tic: quand’era nervoso, agitato, o emozionato per qualcosa non poteva fare a meno di rigirarsi la bacchetta tra le mani: a volte, come già menzionato, con esiti abbastanza infausti.

Guardando il proprio copriletto bruciacchiato, Arthur pensò che forse gli conveniva affrettarsi a comprare una di quelle palline antistress Babbane prima di dar fuoco all’ intero castello.

 

Lui e Molly sarebbero andati ad Hogsmeade – nell’ultima gita programmata prima delle vacanze di Natale.

Arthur aveva scelto di proposito quella data: così se il loro primo appuntamento fosse risultato un fiasco almeno avrebbe avuto un po’ di tempo per riprendersi dallo sconforto.

Molly lo aspettava nella Sala d’Ingresso.

Anche lei era nervosa – lo si capiva dal modo in cui strapazzava tra le mani quello che sembrava un berretto di lana verde.

 

Quando le loro mani si incontrarono, Arthur provò la stessa bizzarra sensazione che aveva provato anni prima quando aveva acquistato la sua bacchetta da Olivander.

Un gran calore lo pervase per tutto il corpo, risalendo dalla mano stretta attorno a quella di Molly:  tanto che per un istante si chiese se per caso non stesse sprizzando scintille rosse dalla felicità.




*


Ecco a voi il secondo capitolo! Ringrazio SunnySideOfTheStreet e Charme che hanno recensito il primo!

Alla prossima!

(Lasciate un commentino se vi va!) 

Guin.

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Capitolo 3
*** Un mondo perfetto ***


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Un mondo perfetto

(palla)

 

 

 

Arthur si rigirò tra le mani la piccola palla di vetro,  nervoso.

L’aveva acquistata in un negozietto che sicuramente Molly avrebbe  definito pieno di “inutili cianfrusaglie Babbane”.

Al sui interno vi erano due minute figure dai capelli rossi, un uomo ed una donna, stretti in un tenero abbraccio.

Un candido paesaggio innevato li circondava, ed ogni volta che la sfera veniva capovolta i piccoli fiocchi di neve prima posati sul terreno iniziavano a vorticare come per magia in un delicato turbinio che avvolgeva i due amanti.

Gli occhi di Arthur si spostarono inquieti dal candido paesaggio racchiuso nella piccola palla al paesaggio, anch’esso innevato, che circondava il castello e di cui la finestra del suo dormitorio offriva ampi scorci.

 

L’indomani lui e Molly avrebbero festeggiato il loro primo anno di fidanzamento, e tutto quello che aveva in mano era quel piccolo globo di vetro, che sembrava ora così insignificante e privo della magia che prima irradiava.

Preso dallo sconforto pensò che avrebbe fatto la figura dell’idiota a regalarle quella palla quando sicuramente lei si sarebbe aspettata qualcosa di più prezioso.

Il mattino seguente, quando trovò la forza di alzarsi e scendere le scale che conducevano alla Sala Comune, trovò Molly ad aspettarlo vicino al caminetto.

Quando vide il sorriso aprirsi luminoso sul suo volto seppe con certezza che insieme sarebbero riusciti a creare il loro piccolo mondo perfetto, perfetto come quello racchiuso nella palla di vetro che lei ora stringeva  tra le mani.




*



 

Inizio ringraziando doverosamente tutte le anime gentili che hanno recensito i due precedenti capitoli, ovvero:

- Charme (che mi fa fin troppi complimenti!)
- SunnySideOfTheStreet (che per prima ha messo la storia nelle seguite)
- Daphne_91 (la mia mitica beta cui vengono idee geniali praticamente su tutto)
- Flox Weasley (con cui condivido l'idea che Artur e Molly siano la coppia migliore in assoluto!)
- Ferao (di cui sto seguendo l'interessantissima raccolta "Una  brezza lieve ", che vi raccomando caldamente)

Penso che questo capitolo sia quello che mi è venuto meglio, non so perchè.. Probabilmente voglio già farmi perdonare per quando leggerete l'assurdo capitolo basato sul prompt "elastico"!!

 Ditemi che ne pensate! =)

Alla prossima!

 

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Capitolo 4
*** Aforismi e matrimoni ***


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Aforismi e matrimoni

(elastico)

 

 

< Il matrimonio è come un elastico, Arthie > amava ripetere suo padre < può essere sottoposto a molteplici tensioni, ma se è ben costruito terrà per sempre legate le due anime che lo crearono. >

 

Arthur Weasley ripensò a quelle parole mentre si rigirava insonne nel letto la notte prima delle sue nozze.  Sarebbe riuscito a creare con Molly un legame solido come quello che aveva unito i suoi genitori? Sarebbe riuscito a costruire con lei – come diceva suo padre – un buon elastico?

Quando finalmente riuscì ad addormentarsi, la notte fu costellata da vari e angosciosi incubi comprendenti elastici che si inseguivano e rabbiosamente si laceravano l’un l’altro, ricadendo poi a terra in inerti pezzi di gomma strappata.

Il trillante suono della sveglia lo destò, ponendo misericordiosamente fine agli inquietanti sogni della notte appena trascorsa.
Fuori il cielo era ancora di un azzurro cupo, privo delle calde sfumature arancioni che precedono di poco il sorgere del sole.

Lui e Molly sarebbero diventati marito e moglie all’alba - un’altra delle innumerevoli convinzioni di suo padre sul matrimonio.

< Se devi sposarti, Arthie, allora sposati all’alba > diceva < l’alba è il principio di ogni cosa. Non puoi iniziare qualcosa di così importante a metà giornata... Un matrimonio non è mica il thè delle cinque! >

 Sorrise, suo malgrado, ripensando con nostalgia agli insoliti aforismi del padre.
Questi era venuto a mancare pochi mesi prima, ma non prima di aver appreso con una certa commozione che il figlio si sarebbe sposato con quella bizzarra bambina vista tanti anni prima tra gli scaffali del Ghirigoro.

 Con le mani tremanti e sudate per l’emozione Arthur indossò il vecchio abito da cerimonia appartenuto al  padre, tentando nervosamente di lisciarne le pieghe ostinate davanti allo specchio.

Lottando ancora contro fugaci visioni di elastici laceri e spezzati, si diresse verso il piccolo  giardino intorno alla loro Tana.

Mentre aspettava Molly davanti al mago che avrebbe presieduto la cerimonia - un ometto dai capelli radi -  il primo spicchio di sole cominciò a comparire all’orizzonte.

Poi la vide camminare verso di lui, i primi timidi raggi di sole che risplendevano nei suoi capelli color del rame.

I dubbi e le paure che lo avevano angosciato fino a pochi minuti prima scivolarono via dalla sua mente, lasciando posto per nient’altro che non fosse la contemplazione di quel momento perfetto e la prospettiva di un’intera vita insieme a lei.



*




Ebbene, questa è la storia basata sul prompt "elastico".. Devo dire che ho penato per giorni per farmi venire un'idea vagamente decente, e a due giorni dalla chiusura del contest me ne sono uscita con quest'idea!

E' un pò stiracchiata, lo so, ma non sono riuscita a pensarne di meglio!

In ogni caso, lasciatemi un commentino =)

Ringrazio le solite anime pie che hanno recensito i precedenti capitoli!!

Al prossimo (ed ultimo!) capitolo!!

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Capitolo 5
*** La Tana ***


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La Tana

(prato)

 

“ Io invece cercherò un vergine prato cosparso d'intatta rugiada,
una sorgente che sgorghi in una grotta inesplorata,
che neanche Apollo abbia ancora gustato”

          (Marco Manilio, Astronomicon)

 

 

Quando aveva annunciato a Molly che intendeva costruire la loro casa con le sue stesse mani, lei aveva sorriso, divertita e allo stesso tempo ammirata dalla sua determinazione.

Con i pochi soldi che possedeva aveva comprato un piccolo terreno sulle colline di Ottery St Catchpole, occupato solo da una diroccata costruzione in pietra simile ad un porcile.


Aveva subito iniziato il progetto di una piccola ma accogliente casetta, nella quale creare il piccolo mondo perfetto che aveva promesso a Molly quando le aveva fatto dono di quella piccola palla di vetro.

Nei giorni in cui Arthur era impegnato nella progettazione,  Molly si sdraiava sul prato, osservando il suo futuro marito costruire le fondamenta della loro casa e della loro vita insieme.

Aveva persino dato un soprannome alla loro casetta ancora in costruzione: amava definirla il loro rifugio, la loro Tana…

 

Andarono ad abitarvi subito dopo il matrimonio e quando ebbero il loro primo figlio Arthur si mise al lavoro per aggiungere una stanza alla loro Tana, e così fece per tutti i figli che sarebbero nati nel corso degli anni.

Era ormai passato molto tempo dal giorno in cui aveva iniziato ad aggiungere nuove stanze alla loro piccola casetta.

 

Una sera come tante, tornando dal suo lavoro al Ministero, Arthur Weasley si fermò ai piedi della collina e guardò verso la sua Tana.

Non poté fare a meno di sorridere pensando a quando, meno di quarant’anni prima, là non c’era altro che un prato.

 

 

 

*

 

Ed ecco a voi l’ultimo capitolo!!!

Anche in questo caso ho penato un po’ per inserire il prompt in maniera non troppo atroce, ma devo dire che sono soddisfatta del risultato!

La Tana mi ha sempre affascinata, ed era da un po’ che volevo scriverci su qualcosa… Inoltre parlare della Tana e delle sue origini mi sembrava un buon epilogo per la storia!

Intanto ringrazio tutti quelli che hanno messo la storia nelle seguite, nelle preferite, eccetera, ma soprattutto chi ha recensito e lasciato la sua opinione!

 

A voi la sentenza! =)

Grazie *__*

 

 

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