Baby can I hold you?

di Fire Soul
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** CAPITOLO 1. FRUGANDO FRA I RICORDI ***
Capitolo 2: *** CAPITOLO 2. SENTIMENTI ***
Capitolo 3: *** CAPITOLO 3. IL NEMICO ***
Capitolo 4: *** CAPITOLO 4. RIVELAZIONI ***



Capitolo 1
*** CAPITOLO 1. FRUGANDO FRA I RICORDI ***


BABY CAN I HOLD YOU?*            
                                                                      

Capitolo 1. FRUGANDO  FRA I RICORDI

Ore 8:30, santuario di Rei

“Oh, finalmente!”

“Si Rei! Ho seguito il tuo consiglio! Avevi ragione … Effettivamente dovrei radermi la barba più spesso!”

“Ma cosa dici? Yuichiro sei il solito! Non mi riferivo a te e alla tua barba!!! Stavo solo constatando che dopo tre giorni di pioggia incessante, è finalmente ritornato il sole!”

“Ah, bé . . . Allora scusami! Io davvero pensavo che … Scusa non volevo  …  Pensavo …  Forse … Ma, ma …  Non credi che sia più carino del solito senza barba??”

“Avanti! Basta con queste sciocchezze!!! Comincia a darti da fare piuttosto! Direi che abbiamo perso già abbastanza tempo per oggi!”

“Agli ordini! Certo Rei! Come vuoi tu Rei!”

“Ah Yuichiro! Non so davvero cosa fare con te! Sei senza speranze!”

Rei si voltò verso la porta ed entrò in casa per cominciare a rimettere un po’ in ordine, dando così le spalle a Yuichiro. Così facendo egli non avrebbe potuto accorgersi che la sua Rei stava sorridendo. Solo per qualche secondo ma sorrideva. Nonostante lei avesse tanti pensieri che le passavano per la mente, lui riusciva sempre a farla sorridere senza neanche rendersene conto. Riusciva a metterla di buon umore facendole dimenticare per qualche attimo tutte le sue preoccupazioni, le sue angosce dovute alle tante battaglie che ogni giorno era costretta ad affrontare.

Mentre riordinava la sua stanza Rei ripensò al giorno in cui Yuichiro era arrivato al santuario. Suo nonno si comportava in modo strano in quel periodo: alternava momenti di felicità a momenti di sconforto totale. Tuttavia non si era confidato con sua nipote, l’aveva tenuta all’oscuro di tutto,quindi Rei era seriamente e doppiamente preoccupata per lui e per la sua salute. Non poteva sapere che invece  suo nonno era stato attaccato da Zoisite, poiché in lui si nascondeva uno dei sette malvagi. Da quel momento suo nonno aveva cominciato ad allenarsi nel combattimento, sicuro di un nuovo possibile attacco: doveva essere pronto quando quel momento sarebbe nuovamente arrivato.

Non appena giunse al santuario egli accolse subito Yuichiro come apprendista e altrettanto velocemente lo sottopose a suoi stessi e durissimi allenamenti. Sperava che questi avrebbe potuto dargli man forte se fosse stato di nuovo preso di mira da quell’uomo terrificante dai bei capelli biondi raccolti in una lunga coda di cavallo. Yuichiro, però,  non riusciva a stare dietro a colui che chiamava Maestro. Era goffo e pasticcione e non appena metteva un passo rischiava di farsi male o di mettersi nei guai. Rei si fermò per un attimo. Una fragorosa risata riecheggiò nella stanza! Stava ripensando agli allenamenti di Yuichiro e non poté fare a meno di ridere ricordando tutte quelle volte in cui, tornando da scuola, lo aveva sorpreso a ripetere i comici esercizi assegnateli da suo nonno. Era così buffo!

Eppure, forse, non aveva tutti i torti: quel giorno, senza barba sembrava davvero più carino del solito.

“Ma cosa dici Rei! Avanti torna a lavoro!” si ripeté dandosi uno schiaffetto sulla testa.

Non voleva ammetterlo, o forse semplicemente non ci riusciva!

La Guerriera di Marte, la Combattente della Fiamma e della Passione  non poteva perdersi in simili sciocchezze. C’era una nuova minaccia che incombeva sul pianeta Terra e lei non poteva  certo sprecare il suo tempo: doveva assolutamente prepararsi alla grande battaglia finale. In quel momento l’amore non poteva essere annoverato tra i sentimenti di una Guerriera, c’erano altre priorità. Ma ci sarebbe mai stato un momento in cui avrebbe potuto avere priorità diverse? 

Avrebbe protetto la sua Princess e il suo futuro Regno, e per far questo avrebbe dovuto abbandonare e mettere da parte tutti i suoi sogni? Forse si … O forse no … Nessuno avrebbe potuto darle questa risposta. Magari un giorno la pace sarebbe ritornata sul loro pianeta e lei avrebbe potuto continuare ad essere una normalissima ragazza terrestre che sogna di diventare famosa e che soprattutto corona finalmente il suo sogno d’amore con il ragazzo che ama. Oppure, nel regno futuro, avrebbe continuato a vestire i panni di Guerriera perché il suo ruolo era più importante di ogni altra cosa, perdendo così la possibilità di far avverare i suoi sogni? Conosceva solo in parte il suo destino e, nonostante questo, lo aveva accettato.

Usagi ripeteva spesso :  “Non bisogna dimenticare i propri sogni! È troppo importante cercare di realizzarli! I desideri e i sogni di ognuno di noi fanno parte della nostra vita e ci danno la spinta per andare avanti! Ci pensi come sarebbe triste se tu,io, e tutti quelli che conosciamo, non avessimo un obiettivo da raggiungere? Bisogna soltanto credere in se stessi!”**

Era questa frase che le faceva credere in qualcosa di diverso. Quando Usagi pronunciava queste parole era come se volesse avvertire le sue amiche. Rei pensava che Usagi stesse mandando loro un messaggio: le aveva sempre intese così, ogni volta che lei le pronunciava.  Avrebbero dovuto continuare a credere nei propri sogni perché solo così avrebbero potuto cambiare, almeno in parte, il loro destino. Quando Usagi e Mamoru sarebbero diventati i sovrani non ci sarebbe più stato bisogno di combattere perché la pace e la serenità, finalmente, sarebbero attraccate al porto della Luna e forse loro avrebbero potuto dedicarsi alla loro vita, senza però dimenticare il loro dovere. Proprio come facevano adesso. Conducevano una vita normale, come tutte le ragazze della loro età, solo un po’ più movimentata! Perché in futuro la situazione sarebbe dovuta cambiare? Erano problemi inesistenti … Tutto sarebbe andato per il verso giusto, come sempre. Rei sapeva di non doversi preoccupare poi tanto ma avere paura del futuro era una caratteristica comune e comprensibile delle persone, sia che fossero delle ragazze normali, sia che fossero delle Guerriere Sailor!     A tutto questo si aggiungeva un piccolo interesse per Yuichiro. Esisteva, e si vedeva anche se lei cercava di nasconderlo; cercava quasi di volerselo far passare del tutto. La sua missione era più importante. E poi come avrebbe potuto raccontargli tutto?
 
Yuichiro, intanto, dopo aver spazzato più male che bene gli infiniti gradini che portavano al santuario, si apprestava a occuparsi del piazzale. Per un attimo si fermò: era proprio di fronte al tempio e lo fissava. Quel posto era diventato la sua casa, rappresentava la sua fortuna.

Ricordava ancora la prima volta che era arrivato al tempio. Era notte e lui vagava senza meta. Era andato via di casa. La sua era una famiglia benestante; i suoi erano molto ricchi ma tutto questo non gli bastava. La sua casa, e tutto ciò che aveva intorno, cominciava ad essere come dei panni troppo stretti da portare,e lui si sentiva soffocare.  I suoi erano sempre fuori per lavoro e molto spesso si ritrovava da solo in quella enorme villa di campagna. Non aveva amici, o meglio,  ne aveva molti poiché tutti erano interessati a suoi soldi; lo usavano per organizzare feste e chiedergli favori; aveva amici opportunisti,falsi e calcolatori, ma amici sinceri, fedeli e leali neanche uno. Infatti neanche li considerava come amici: semplicemente non li considerava affatto. Aveva sempre fatto tutto quello che i suoi genitori gli ordinavano, a partire dalle persone che avrebbe dovuto frequentare che dovevano essere adatte al suo ceto di appartenenza; dalla scuola che avrebbe dovuto frequentare che doveva essere rigorosamente privata; dal modo di vestire che doveva sempre essere elegante e impeccabile. Alla fine del liceo il padre gli offrì l’opportunità di lavorare nell’azienda di famiglia. Avrebbe iniziato con un periodo di pratica che gli avrebbe permesso di imparare tutto ciò che gli sarebbe servito per intraprendere quel mestiere. Tuttavia Yuichiro, per la prima volta nella sua vita, cercò di ribellarsi a quel mondo ovattato che gli avevano costruito intorno. Rifiutò la proposta di suo padre e andò via da quella casa, così grande e piena di confort ma così priva d’amore.

Così si ritrovò ancora una volta da solo ma questa volta per strada. Ad un tratto scorse una lunga scalinata che portava ad un santuario. Decise di recarsi lì per pregare e cercare conforto. Magari avrebbe chiesto ospitalità per la notte e poi il mattino seguente sarebbe ripartito alla volta dell’incerto e dell’indefinito. Era giunto quasi in cima alla scalinata, quando si fermò per bere un po’d’acqua. Si sedette su un gradino e cominciò a guardarsi attorno. La serenità e la tranquillità regnavano indisturbate  in quel posto. Tutto era circondato da alberi altissimi e, ai loro piedi, si estendeva un bellissimo prato verde pieno di fiori gialli. C’era un vento leggero, piacevole, visto che il caldo cominciava a farsi sentire ultimamente, che scuoteva i folti rami e attraverso il fruscio di questi componeva una melodia rilassate, quasi impercettibile, flebile. Yuichiro si rannicchiò su sé stesso. Camminava da molto e si sentiva davvero stanco. Non era il posto migliore per passare la notte ma per quella sera gli sarebbe bastato.

Il suo sonno però fu disturbato molto presto. Si svegliò di soprassalto. Aveva sentito delle urla e dei rumori strani. Quel posto così tranquillo, in soli cinque minuti, si era trasformato in una baraonda! Non capiva cosa stesse succedendo. C’era un uomo, un vecchio, che probabilmente aveva avuto un malore, ed una ragazza cercava di soccorrerlo. Non capiva davvero! In tutto quel trambusto però notò soltanto una cosa: quegli occhi! Neri come la notte, intensi, tristi. In quegli occhi vedeva preoccupazione, dubbi, ma anche tanto coraggio e determinazione. Amava guardare tutto ciò che lo circondava e quindi non si soffermò solo su quel particolare …
Si gettò un po’ d’acqua sul volto: forse sognava! La persona che possedeva quegli occhi era stupenda! Indossava un classico vestito da miko, bianco e rosso, che si intonava perfettamente con il colore dei suoi occhi e dei suoi capelli, anch’essi neri come la pece. Non aveva mai visto una ragazza così bella …  Si alzò subito da quel gradino che era stato l’unico testimone della sua solitudine per quella notte, e si precipitò dalla ragazza che notandolo gli chiese spiegazioni sul perché si trovasse lì e cosa volesse. Avvicinandosi di più a lei notò che nonostante i suoi occhi fossero appesantiti dal sonno e dalla stanchezza, quella volta ci avevano visto giusto: era bellissima! Per un attimo non riuscì a dire nulla. Si era completamente incantato ad ammirarla. Quella sera la luce della Luna era fioca, eppure quella briciola di luminosità bastava per riuscire a mettere in risalto quella figura esile e slanciata. La sua pelle era chiara; i suoi capelli lunghissimi e lucenti; i suoi occhi generavano un raggio di luce così luminoso che la stessa Luna ne era invidiosa.

“Buongiorno! Mi presento, il mio nome è Yuichiro”disse mentre si inginocchiava di fronte ai due. “Sono venuto a chiedervi se potete farmi lavorare come apprendista nel santuario!”*** Arrossì poiché alzando lo sguardo in cerca di risposte, lo incrociò con quello della ragazza. Ormai era a pochissimi passi da quella creatura così meravigliosa! Fu accolto al santuario e da quel momento quel posto era diventato la sua casa.

Quel posto ora rappresentava la sua fortuna. Rei era la sua fortuna!
 
*Titolo ripreso da una canzone di Tracy Chapman: “Baby can I hold you?”
** TRATTO DALL’EPISODIO 192 : “IL GRANDE SOGNO DI MARTA”
*** TRATTO DALL’EPISODIO 030: “UN MOSTRO INATTESO"


Era da un po’ che volevo scrivere qualcosa su Mars. Veramente era già pronto da tempo ma non ero molto convinta del risultato.
All’inizio pensavo di scrivere solo una piccola one-shot su Rei e Yuichiro, perché Rei è la mia Guerriera preferita e avevo pensato di farle un piccolo omaggio.  XD Però, mentre scrivevo, mi sono venute in mente 2- 3 idee carine per poter creare una piccola fanfic. Sarà sicuramente composta da pochissimi capitoli. Sul mio quaderno ho appuntato qualche idea che spero di concretizzare presto. Spero che mi facciate sapere attraverso le vostre recensioni cosa ne pensate. Sarebbe la mia prima (anche se piccola) fanfic e ogni commento sia positivo che negativo, sarà sempre gradito e accolto con piacere!
 L'immagine è stata fatta da una persona che considero un'amica e che ho conosciuto grazie ad un gruppo su fb. Lei è la mia Usa-chan. Mi appoggia sempre,crede in quello che faccio ed è stata lei che mi ha spinto a pubblicare i miei lavori. Grazie Andrea!! =) P.S. grazie anche a Saki per avermi aiutata a modificare il codice immagine!!!
Un bacio! A presto!
Dudy
 

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Capitolo 2
*** CAPITOLO 2. SENTIMENTI ***


BABY CAN I HOLD YOU?*   
                                                                               

CAPITOLO 2. SENTIMENTI


Yuichiro si era imbambolato sul piazzale del santuario. Quei ricordi lo avevano portato a riflettere molto sugli ultimi anni della sua vita. Ultimi anni che aveva passato al santuario e che rappresentavano, in qualche modo, quasi una sua rinascita. Si sentiva cambiato. Quel posto gli aveva finalmente donato la pace e la serenità che cercava ormai da molto tempo.

 “YUICHIROOOOOO!!!!” Ad un tratto un grido acuto e stridulo lo risvegliò!

“Cosa fai lì mezzo addormentato? Vuoi muoverti? Non ti ho certo assunto per dormire sul mio piazzale!”

“Ma, veramente … Maestro … Io …”

“Dai Yuichiro! Rei ti aspetta in camera sua! Ha bisogno di te per spostare degli scatoloni. Vai a darle una mano e svegliati!”

“Subito Maestro!”

Yuichiro si grattò il capo mentre, sotto voce per non farsi sentire dal Maestro, si lamentava e frignava come un bambino.  
Quella mattina era già la seconda volta che veniva sgridato. Anche se questa non era certo una novità, anzi.

“A pensarci bene, non avevo mai ricevuto solo due strigliate in un’intera mattinata. Di solito, a quest’ora, ho già  raggiunto quota diciotto!!! Allora, sto migliorando!”

Ogni mattina,infatti, il povero Yuichiro doveva sopportare i malumori del Maestro e le lunghissime ramanzine di Rei. Anche se quest’ultime le adorava particolarmente!

Entrò in casa e si avvicinò alla stanza di Rei,ma restò fermo sulla porta senza farsi vedere: la osservava. Lei era lì che sistemava dei vecchi giocattoli di quando era bambina in delle scatole. La sera precedente gli aveva detto che voleva conservarli per regalarli alla piccola Chibiusa quando sarebbe tornata a trovarla.
Si fermò ad esplorare quello sguardo e la sua intensità,quei capelli, e quel volto così angelico. Spesso si fermava a guardarla e,ogni volta, avrebbe voluto fermare il tempo per poter godere di quel momento per sempre. Era bella la sua Rei.
Tremendamente bella.

Frequentemente si ritrovava ad osservarla da lontano per non perdersi neanche un suo movimento. Lo faceva spesso, forse per paura che un giorno tutto quello sarebbe potuto finire, o forse, per non voler dimenticare. Avrebbe voluto ricordare per sempre il volto della ragazza che amava. Avrebbe voluto ricordare per sempre  i suoi occhi, gli stessi occhi che,tempo prima, lo avevano fatto innamorare di lei.
 

“E come è difficile dirti
Ti amo, andiamo via,
lasciamo questo mondo e  sorvoliamo …
Per stare bene!” *


Avrebbe voluto dirle che l’amava, anzi, avrebbe voluto urlarglielo!

Sapeva però di non essere all’altezza. Sapeva che lei lo avrebbe rifiutato. E questo rifiuto sarebbe stato ancora più presente nei suoi bellissimi occhi neri, e lui non poteva sopportare che una volta dichiaratosi a lei, quegli occhi lo avrebbero guardato in modo diverso.
Smise di pensare ed entrò in camera di Rei.

“Allora, posso chiuderli? Così inizio a metterli via. Sono parecchi!”

“Si, meglio che li porti via subito o potrei cambiare idea. Mi dispiace liberarmi di loro ma prima o poi sapevo che sarebbe successo!”

Rei aveva lo sguardo basso. Continuava a guardare quei pacchi con gli occhi pieni di lacrime. Stava mettendo da parte il suo passato per fare spazio al suo futuro.
È sempre molto doloroso abbandonarsi ai ricordi … Anche se in questi sono presenti dei momenti felici. Magari ci ricordano situazioni che non torneranno, oppure, ci ricordano persone che non torneranno.

Rei in quel momento aveva bisogno di lasciarsi tutto alle spalle. Aveva deciso di creare un posto per quello che sarebbe successo adesso. Si sarebbe dedicata interamente alla sua missione, alle sue compagne Sailor e sarebbe diventata lo scudo e il sostegno della piccola Chibiusa.

“Saranno sempre qui. Non scapperanno! Magari quelli che non darai a Chibiusa potrai conservarli per i tuoi figli!!” 
Yuichiro arrossì pronunciando queste parole. Per un momento aveva pensato di poter essere lui il padre delle meravigliose creature che avrebbe potuto avere Rei in futuro.

“Miei figli … Non so … Non ci avevo pensato … Ma non credo sarà necessario! Comunque puoi chiudere questi tre scatoloni e portarli via. Credo che ne riempirò ancora un altro.”

Yuichiro prese i tre  pacchi  e uscì dalla stanza. In quel momento Rei si alzò, mantenendo il suo sguardo basso.

“Figli dice lui … Non credo che ne avrò! Una Sailor-Mamma non potrà esistere nel futuro …  Non potrò mica scaldare loro il biberon con la Freccia di Marte!”
Sdrammatizzò per un momento: le serviva per non pensare troppo a come sarebbe stato il suo futuro. Ultimamente ci pensava spesso, forse troppo.
Accese la radio. Magari ascoltare un po’ di musica l’avrebbe distratta da quei pensieri che la tormentavano. Finì di riempire l’ultimo scatolone e iniziò a richiuderlo; poi lo prese e lo portò sul retro del santuario dove Yuichiro stava sistemando gli altri nel ripostiglio.

“Te lo lascio qui. Vado a preparare dei biscotti perché nel pomeriggio verranno le ragazze per studiare …”

Silenzio …

“Mi hai sentita??? Yuichiro!”

Un tonfo! Si precipitò all’interno del ripostiglio anche se aveva già capito cosa fosse successo …

Trovò Yuichiro con uno scatolone sulla testa che gli copriva il volto, sommerso da bambole e castelli fatati!

“Ma non ne fai una giusta!!” disse mentre iniziava a ridere di lui.

“E’ stata colpa tua! Li hai riempiti troppo e si sono rotti!” rispose lui mentre cercava di farsi spazio tra orsacchiotti e peluche vari.

Rei non riusciva a smettere di ridere assistendo alla scena e lui la seguì a ruota! La sua risata era favolosamente contagiosa!
Si avvicinò a lei un po’ imbarazzato per essersi dimostrato,ancora una volta, goffo e impacciato.

“Dai Rei! Smettila di prendermi in giro!!” disse sorridendole.

“Scusa, hai ragione! Ma è più forte di me!” stava piangendo per le risate.

Si asciugò il volto.

“Ok! Giuro, la smetto!” disse alzando lo sguardo verso di lui.

“Bè molte grazie signorina!” disse ricambiando lo sguardo. “Comunque … Erano giorni che non ti vedevo ridere così! Dovresti farlo più
spesso! Sembra che i tuoi occhi brillino …” Cavolo, quanto erano dannatamente belli quegli occhi! E quanto doveva esserle sembrato stupido dicendo quella frase!

“Scusa, non volevo Rei … E’ solo che in questi giorni sei così pensierosa. Sono un po’ preoccupato …”

Lei, diventata rossa in volto per quel complimento, continuò a fissarlo.
Doveva ammetterlo … Senza barba era davvero carino!

“Non preoccuparti Yuichiro. È tutto apposto. Solo che in questo periodo ci sono gli esami e sto studiando molto; credo di essere solo molto stanca! Ma è solo un periodo … Passerà presto! Comunque, grazie …”

Rimasero in silenzio per qualche minuto, continuando a fissarsi … Mantenendo lo sguardo fisso, l’uno negli occhi dell’altro …

Rei ruppe il silenzio : “Ehm … Forse … Forse è meglio che vada a prendere degli altri scatoloni!” disse imbarazzata, abbassando lo sguardo.

“Non preoccuparti Rei … Ci penso io! Tu va pure a preparare qualcosa per le tue amiche!” poi voltandosi e dandole le spalle Yuichiro continuò : “E’ meglio che rimetta subito tutto in ordine! Altrimenti il Maestro mi rincorrerà con la scopa per tutto il piazzale! Và pure Rei!”
Disse queste parole senza voltarsi, dandole sempre le spalle. Non avrebbe mai voluto che quel momento potesse interrompersi. Avrebbe voluto fermare il tempo e stare lì a guardarla per ore … Ma lei non la pensava allo stesso modo; infatti dopo pochi minuti era fuggita dal suo sguardo. Per Yuichiro, quel gesto, rappresentava un rifiuto, una pugnalata profonda al cuore.

Voltandosi aveva ricominciato a sistemare tutto negli scatoloni. Non voleva pensare a quello che era appena accaduto; lei non sarebbe mai stata la sua ragazza e non avrebbero mai potuto avere un futuro insieme. Lo sapeva bene, eppure qualche volta, alcuni gesti di Rei gli facevano intuire il contrario, lo facevano illudere di poter avere una piccola possibilità, di avere una piccola speranza.

“Sono proprio uno stupido” pensò, “io per lei sono solo un caro amico … Purtroppo! Solo un caro amico …”

Rei aveva notato un po’ di freddezza nelle parole appena pronunciate da Yuichiro. Tuttavia pensò che fosse solo una sua impressione e decise di non darci molto peso. Aveva provato tante emozioni diverse in quegli attimi, e tutte bellissime! Era in quei momenti che capiva quanto fosse importante per lei. Erano quei momenti che le permettevano di pensare che fosse quello giusto, che lui potesse rendere la sua vita migliore. Sentiva che c’era qualcosa … Ma la testardaggine e l’orgoglio le impedivano di ammettere che fosse amore. Amore vero, puro e sincero.

Iniziò a fissarlo da lontano, nascosta dietro un albero, sperando che lui non potesse vederla.
 
“Something in the way he moves,
Attracts me like no other lover.
Something in the way he woos me … 
Somewhere in him smile he knows
That I don't need no other lover …  

I don't want to leave him now.”**

Le piaceva … Le piaceva davvero tanto!

Sorrise ripensando ai soliti discorsi tra amiche … Quando si riunivano tutte e cinque al santuario per studiare, Minako iniziava a fantasticare; sognava il suo uomo perfetto, sperando di poterlo trovare presto, perché Sailor Venus, Guerriera dell’Amore e della Bellezza, non avrebbe potuto certo rimanere zitella! Così trascinava anche le altre nel mondo dei sogni e tutte finivano per rimuginare sulla propria situazione sentimentale. C’era Ami che troppo presa dallo studio, cercava di convincerle a tornare sui libri; Usagi che ripeteva come un robot la frase : “io ho già il mio Mamo-chan”, con una frequenza di 50 volte in un minuto; Makoto che si chiedeva se un giorno sarebbe riuscita a trovare qualcuno che non somigliasse al suo ex ragazzo; Minako che sognava di incontrare il suo vero amore sul set di qualche film, di cui lei sarebbe stata certamente la protagonista; Rei, invece, sognava un ragazzo affascinante, sicuro di sé, con un buon lavoro e molto,molto carino.

Osservando Yuichiro, si rese conto che non corrispondeva per niente al suo prototipo!
Certo, carino e affascinante lo era!
Sicuro di sé? Per niente!
Con un buon lavoro? Neanche!
Eppure lui, con un solo sguardo, con un sorriso, sapeva darle tutto ciò di cui aveva bisogno: protezione, affetto, e soprattutto, amore.

Perché allora era così difficile ammettere che le piaceva? Perché non poteva semplicemente buttargli le braccia al collo, baciarlo e dirgli che
lo amava più di ogni altra cosa al mondo?
Si chiedeva tutto questo continuamente e mentre meditava rientrò in casa. Le ragazze sarebbero arrivate nel pomeriggio ma lei aveva ancora molte cose da fare. Doveva ancora finire di sistemare la sua stanza, e doveva anche preparare i biscotti!

“Usagi non riesce a studiare a stomaco vuoto!” disse sorridendo, “in più dobbiamo anche escogitare un piano. Potrebbe esserci utile per affrontare il nuovo nemico! Dovrò consultare anche il fuoco … Sicuramente saprà aiutarmi dandomi alcune risposte!”

Chiuse la porta d’ingresso e si diresse verso la sua camera, dove la radio ancora accesa, per qualche istante, le fece dimenticare le sue preoccupazioni e lei si ritrovò a canticchiare, mentre riordinava la sua stanza, un motivetto allegro e vivace.


*TESTO TRATTO DALLA CANZONE “NON HO TEMPO” DI PIER CORTESE
**TESTO TRATTO DALLA CANZONE “SOMETHING” DEI BEATLES


Eccomi qui! Scusate se ho aggiornato la storia dopo parecchio tempo ma purtroppo l’università chiama e Dudy, purtroppo, deve rispondere!
Pensavo di cominciare a descrivere delle scene con un po’ più di azione in questo capitolo, invece, mi sono soffermata ancora sui sentimenti dei due protagonisti. Spero che questo non sia risultato pesante.
Non sono molto convinta della parte in cui parlo di Rei e della sua decisione di abbandonare i ricordi del passato. Non so bene perché, comunque quel pezzo non mi ha entusiasmata molto! XD
So che Rei e Yuichiro non sono una coppia particolarmente amata ma spero che con questo piccolo lavoro, riusciate ad apprezzarli ugualmente!
Logicamente ogni commento, positivo o negativo, sarà sempre gradito e accolto con piacere!
Ciao! A presto!
Dudy

 

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Capitolo 3
*** CAPITOLO 3. IL NEMICO ***


BABY CAN I HOLD YOU?*      
                                                                            

CAPITOLO 3. IL NEMICO          

“Allora Sailor Aluminium Siren … Mi hai portato uno star seed puro suppongo …”

“Veramente ho dovuto affrontare un’infinità di Guerriere Sailor, Galaxia … Quindi non ho potuto concludere la missione.”*

“Dovevo aspettarmelo … Sai cosa significa questo?” le rispose Sailor Galaxia alzandosi dal trono che non abbandonava mai e avvicinandosi alla Guerriera con sguardo crudele.

“Ti prego! Dammi un’altra occasione! So che posso farcela! Devo solo escogitare un piano migliore … Credimi non fallirò!”

“E chi mi assicura che questa volta potrò fidarmi?Eh? Hai sbagliato troppe volte … Sono stufa!”

“Questa volta non fallirò! Lo prometto! Ho in mente un piano perfetto!”

“Come tutti gli altri che sono falliti fin’ora,vero? Anche quelli erano perfetti!” finita la frase, Sailor Tin Nyanko fece riecheggiare una fragorosa risata in tutta la stanza.

“Stà zitta tu! Nessuno ha chiesto il tuo parere!” Sailor Lead Crow che fino a quel momento aveva preferito tacere, intervenne per difendere la sua compagna.

“Adesso basta!” la voce di Galaxia tuonò.

“Sailor Aluminium Siren dimmi …” parlava mentre si riavvicinava al suo trono “Cos’hai in mente?”, si sedette squadrandola dalla testa ai piedi con un ghigno beffardo stampato in volto.

“So davvero dove trovare uno star seed puro e te lo porterò! Ho fallito una volta, è vero … Ma adesso ti chiedo di darmi un’altra occasione per riscattarmi!”

“Ma che dici?” Sailor Lead Crow fissava preoccupata la sua amica: davvero sapeva dove trovare uno star seed puro? Non sapeva cosa avesse in mente, ma tutto questo non faceva altro che aumentare i suoi dubbi e le sue paure.

Aveva sempre fallito fin’ora. Sailor Aluminium Siren rischiava grosso: un altro errore e Galaxia l’avrebbe privata della sua anima, della sua vita e lei non avrebbe mai voluto perdere la sua compagna.

“Bene …” riprese Galaxia. “Allora ti do un’ultima possibilità! Sfruttala al meglio … Ricorda … Se sbaglierai sarà la fine!”

“Non sbaglierò!” disse la Guerriera dissolvendosi nel nulla.

“Ma cos’ha in mente?” Sailor Lead Crow non riusciva a smettere di ripetersi questa frase e sperava di non dover assistere alla fine della sua amica.

 

 

Sailor Aluminium Siren si trovava negli studi della Ginga TV, studi televisivi in cui lei e le altre, potevano tranquillamente lavorare scegliendo le vittime da colpire. Era una copertura perfetta: fingevano di essere delle giornaliste, delle fotografe, così potevano avvicinare più facilmente le persone che secondo loro possedevano uno star seed puro.

Questa volta però le sue vittime le conosceva bene. Doveva solo individuarle al computer e poi avrebbe potuto colpire.

Ormai, dopo aver scoperto la vera identità di Sailor Moon, conosceva anche l’identità delle altre Guerriere, poiché queste si erano trasformate proprio davanti ai suoi occhi.

Quel piano che aveva escogitato era fallito ma aveva portato con sé anche dei lati positivi: aveva avuto la conferma, toccando la sua spilla, che Sailor Moon possedeva davvero uno star seed puro e in più, adesso, conosceva l’identità di tutte le Sailor ed anche delle Sailor Starlights che erano quelle che l’avevano lasciata maggiormente sorpresa.

“Non siete voi che mi interessate, Three Lights! Prima devo colpire il bersaglio più difficile!”

Mentre passava in rassegna tutti i volti delle vittime al computer, Sailor Lead Crow la osservava da lontano. Voleva seguirla in quella missione ma Galaxia glielo aveva assolutamente vietato.

“Sailor Lead Crow … ti controllo! So che vuoi aiutare la tua amica ma questa volta dovrà vedersela da sola! E non azzardarti a seguirla! Se lo farai io lo saprò! Ed eliminerò anche te!”

Galaxia con queste parole era stata abbastanza chiara. Fin troppo forse! Tuttavia lei aveva davvero paura che la sua compagna potesse cacciarsi in qualche guaio. Conoscendola non c’era da fidarsi.

La spiava dalla la porta che aveva lasciato leggermente socchiusa. Siren sgranocchiava patatine e beveva Coca-cola, mentre picchiettava con le dita unte la tastiera, scrivendo freneticamente.

“La solita! Come crede di trovare uno star seed se continua a mangiare invece che lavorare? Non cambierà mai!”

Rimase spiazzata dalla scena a cui assistette: Siren si alzò di colpo urlando: “NE HO TROVATA UNA! NE HO TROVATA UNA!” e cominciò a saltellare per la stanza. Poi improvvisò la Haka, la danza tipica del popolo Maori, in segno di vittoria.

“Per festeggiare il mio successo assicurato andrò a mangiare nel ristorante più lussuoso della città. Me lo merito! E poi non si lavora mai a stomaco vuoto!” disse Siren non appena terminò il suo indecoroso spettacolo di danza.

“E’ completamente andata! E’ meglio che la tenga d’occhio!” Sailor Lead Crow assunse le sembianze umane, che le servivano per passare inosservata su quel pianeta, e iniziò a seguire Siren per assicurarsi che non si cacciasse nei guai.

 

Rei aveva appena finto di preparare i biscotti al cioccolato, seguendo minuziosamente la ricetta che le aveva dato Makoto. Erano cotti ma aveva deciso di lasciarli in forno fino all’arrivo delle ragazze, poiché così sarebbero rimasti caldi.

Aveva ancora un po’ di tempo prima che le sue compagne arrivassero al santuario per la riunione – studio che tenevano ogni pomeriggio. Decise di chiedere delle risposte al sacro fuoco: ormai le loro identità erano state svelate e dovevano tenersi pronte per ogni possibile attacco. Gli ultimi avvenimenti avevano portato a galla troppe cose.

Scoprire che i Three Lights in realtà erano le Sailor Starlghts aveva turbato tutte, ma soprattutto aveva turbato Usagi, da sempre la più legata al cantate col codino dai capelli corvini.

Tuttavia non potevano abbassare la guardia, almeno non in un momento del genere in cui erano più vulnerabili e sole.

Sole perché i Three Lights, da quel momento in poi, si sarebbero fatti da parte e loro avrebbero dovuto combattere contando solo sulle proprie forze.

Il suo fuoco l’avrebbe aiutata, come sempre: le avrebbe dato tutte le risposte che cercava.

“Sacro fuoco dammi la divinazione! Dei, numi, spiriti, poteri, illuminatemi affinchè io possa comprendere.*”

Iniziò a pregare davanti al fuoco: voleva capire quale sarebbe stata la prossima mossa del nemico. Quella Guerriera Sailor aveva un vantaggio: sapeva chi erano!

Dovevano cercare in tutti i modi di anticiparla, di batterla sul tempo, prima che lei potesse fare del male a Usagi.

Yuichiro, che non si era bevuto la storia del “Non preoccuparti, in questo periodo ci sono gli esami! Sono molto stanca! È solo un momento, passerà!”, la osservava.

Aveva un po’ aperto la porta scorrevole ,senza farsi sentire, e la scrutava da lontano. Lo faceva spesso, tuttavia quella volta sapeva che era diverso.

Aveva avuto il sentore che la sua Rei fosse in pericolo e voleva che si confidasse con lui: lui voleva proteggerla. Perché era così cocciuta? Perché non accettava mai il suo aiuto, il suo conforto?

La guardava mentre interrogava il fuoco: aveva l’aria seria, preoccupata.

E lui non avrebbe potuto fare niente per aiutarla. Avrebbe solo dovuto aspettare il momento in cui lei avrebbe scelto da sola di aprirsi con lui e di confidargli quello che stava passando in quel momento.

Yuichiro non voleva essere insistente: se lei non voleva confidarsi aveva le sue buoni ragioni per farlo e lui avrebbe sempre rispettato questa scelta.

Richiuse la porta, facendosi scivolare su di essa e sedendosi sul pavimento sospirò: “Rei … Perché non vuoi dirmi cosa sta succedendo? Io sono solo preoccupato per te!”

Rimase lì a fissare il vuoto, seduto su quel pavimento freddo, mentre nella sua mente il viso di Rei cercava di farsi spazio tra le sue preoccupazioni e i suoi timori.

 

Rei, che intanto non si era accorta di nulla, continuava a pregare.

“Ti prego sacro fuoco: dammi un segno! Fammi capire!”

Mentre continuava ad invocare gli spiriti del fuoco, qualcosa comparve al suo interno: un volto!

“Che cosa significa questo? No, no! Non voglio! Perché?”

Aveva finalmente avuto il segno che aspettava: anche se avrebbe preferito non averlo mai.

Si alzò di scatto, spaventata e impaurita, con le gocce di sudore che lente le scendevano sul viso. Aveva il respiro affannato e sbatteva le palpebre velocemente. Cosa significava quello che aveva appena visto?

“Quando verranno le ragazze ne parlerò con loro … Forse, la prossima … No, non voglio pensarci! Non può essere!”

Corse verso la porta: voleva scappare da quel luogo che le aveva portato una rivelazione così sconcertante.

Aprì la porta un po’ a fatica, le risultava pesante spingerla. Mettendo un piede fuori dalla stanza calpestò qualcosa, anzi qualcuno!

“Yuichiro! Che … Che … Ma si può sapere che cosa ci fai tu seduto davanti alla porta?”

Balbettava, non capiva: era furiosa.

“Ma io veramente … Ecco Rei ...” Rispose i ragazzo massaggiandosi la schiena dopo aver ricevuto una pedata dalla miko.

“Ecco perché non riuscivo a spingerla! Accidenti! Ti ho fatto male?”

“No! Rei non preoccuparti sto bene! Tu piuttosto … Cos’hai?”

“No … Non ho nulla Yuichiro, davvero.”

“Con me puoi confidarti, lo sai. Siamo … Bè, siamo … Amici.”

Ripetè la frase con un tono di sconforto.

Amici …

Erano solo amici …

Non potevano essere qualcosa in più e lui doveva cominciare ad accettarlo. Doveva smettere di farsi strane idee e smettere di continuare a sperare in qualcosa di diverso.

“Gra … Grazie Yuichiro! Ma davvero … Credo che nessuno possa aiutarmi. Non mi aiutata neanche il fuoco questa volta … O almeno, non ha risposto a ciò che avevo chiesto …”

La ragazza abbassò lo sguardo e si allontanò da lui, sfiorandogli il braccio con la mano.

“Grazie …” Gli sussurrò.

Yuichiro non disse nulla, continuò a guardarla mentre si allontanava. Con quelle parole aveva capito che c’era qualcosa che turbava Rei, ma lei non poteva rivelarglielo.

Non capiva perché: forse era preoccupata per qualcuno, forse si era cacciata in qualche guaio più grande di lei.

Rei voleva parlargli ma non poteva: perché? Cosa la bloccava?

 

Rei andò a sciacquarsi il volto per cercare di scacciare via i cattivi pensieri.

“Forse non mi sono concentrata abbastanza … E quindi il fuoco mi ha mostrato qualcosa che non c’entra niente col nostro nemico …” pensava mentre si gettava acqua ghiacciata sul viso.

“Accidenti!” disse stringendo l’asciugamano tra le dita.

“Calmati Rei, avanti!” si ripetè facendo dei lunghi respiri, cercando di tranquillizzarsi.

“Yuichiro, mi dispiace … Non posso raccontarti nulla. Lo vorrei tanto … Ma se lo facessi, ti preoccuperesti ancora di più. Non voglio che tu corra rischi inutili a causa mia … Non posso davvero!”

Ridiceva questa frase spesso ultimamente, troppo spesso. Avrebbe voluto raccontare tutto a Yuichiro, non avrebbe più voluto nascondersi.

Tuttavia lui non avrebbe mai capito. Non poteva farlo.

In più, era certa, l’avrebbe seguita in tutte le battaglie rischiando la sua vita, senza che lei potesse impedirglielo.

E se gli fosse successo qualcosa? Non lo avrebbe sopportato.

Usagi, in questo, era fortunata: Mamoru combatteva con loro, sapeva tutto e poteva aiutarle.

Yuichiro, invece, non poteva aiutarle e non poteva neanche combattere con loro.

“E poi è un fifone!” Rei sorrise, ripensando alle uniche volte in cui Yuichiro si era trovato di fronte ad un mostro.

Posò l’asciugamano e si diresse verso il piazzale per aspettare le ragazze.

Si sedette sul primo gradino e fissò l’orologio.

Ormai era quasi ora … Sarebbero arrivate a momenti.

Tutte tranne Usagi, naturalmente!

L’aria era fresca, c’era un bel vento che le faceva ondeggiare i lunghi capelli neri e lucenti.

Si fece accarezzare il volto da quella piacevole sensazione di dolcezza e per un attimo svuotò la sua mente, facendosi trasportare dalla melodia che il vento aveva creato con il fruscio delle chiome degli alberi.

 

Rimase qualche minuto ad ascoltare quando un rumore di passi veloci la fecero sobbalzare, facendole abbandonare quella pace e quella serenità tanto cercata.

“Ami,Makoto!”

“Ciao Rei!” dissero all’unisono le due ragazze.

“Come mai sei qui? Siamo in ritardo forse?”

“Tranquilla Ami … Anzi siete in anticipo! Mi stavo solo godendo un po’ di fresco … Stamattina faceva davvero caldo!”

“Sarà … Ma hai l’aria preoccupata … Hai dormito bene? Non è che hai fatto qualche sogno strano e dobbiamo preoccuparci?”

“No Mako-chan  … Nessun sogno … Però c’è qualcosa … Ma aspettiamo Usagi e Minako … Vi racconterò tutto quando ci saranno anche loro …”

“Così ci spaventi però Rei … La nostra situazione non è delle migliori … Le nostre identità sono state scoperte. Siamo vulnerabili.”

“Lo so Ami … Ma saremo pronte! Lo siamo sempre state!”

“Rei ha ragione! Non ci faremo trovare impreparate! Insieme ce la faremo! Solo noi, solo noi 5, come sempre!”

Rei annuì a Makoto, ma la preoccupazione e la paura si impossessarono di nuovo di lei e del suo volto.

“Quelle due! Sono le solite ritardatarie!!” la Guerriera di Giove ruppe la tensione che si stava facendo sempre più opprimente.

“Hai ragione … Proviamo a chiamarle con il Sailorofono! Solo per sapere quanto dobbiamo aspettare ancora, altrimenti noi cominciamo a pensare a qualcosa, ad un piano … Le chiamo!”

BIP BIP BIP

“Usagi! Sei con Minako?”

“Si siamo sotto la scalinata del tempio, arriviamo! E non siamo in ritardo! Siete voi che siete in anticipo!”

“Invece di obbiettare potreste muovervi, per favore? È una questione urgente!” urlò Rei stizzita.

“Uffa! Si arriviamo! Se non ci fossero tutte queste scale arriveremmo prima!” Minako si intrufolò nella conversazione.

“RAGAZZE!” urlarono le 3 dall’altra parte chiudendo la conversazione.

“Non cambieranno mai!” sospirò Ami voltandosi verso gli scalini, aspettando che le due bionde arrivassero.

 

“Eccociiiiiiiii!” dopo un paio di minuti, Usagi e Minako erano finalmente arrivate al santuario, seguite da Luna e Artemis e,  salutavano le altre agitando la mano.

 

 

 

 

 

 

*DIALOGO RIPRESO DALL’EPISODIO 188 – “PERICOLO AD ALTA QUOTA”

*FORMULA, PER L’INVOCAZIONE DEGLI SPIRITI, RIPRESA DALL’EPISODIO 099 – “LA GELOSIA”

Allora prima di tutto chiedo perdono per aver aggiornato così tardi la storia. Questo è un periodo un po’ pieno di impegni, tra studio ed esami universitari, credo di impazzire.

Devo fare alcuni appunti … Ho deciso di usare questo nemico poiché la 5^serie è la mia preferita e, inoltre, Sailor Aluminium Siren è una delle cattive che mi piacciono di più.

Nella puntata da cui ho ripreso i dialoghi, Galaxia le toglie i braccialetti privandola della sua anima. Io ho voluto cambiare un po’ le cose, immaginando che Galaxia le dia un’altra possibilità. In fondo Siren aveva scoperto l’identità di tutte le Sailor ed è un vero peccato che sia stata uccisa così senza neanche riprovarci!! xD Io ho voluto darle una seconda opportunità nella mia storia. Spero che l’idea vi piaccia.

Ho lasciato i nomi dei manga anche per le seguaci di Galaxia, sempre perché li preferisco rispetto all’anime.

Se doveste avere dubbi, comunque, vi faccio notare che:

Sailor Aluminium Siren è Sailor Fantasia;Sailor Lead Crow è Sailor Vulcania;Sailor Sailor Tin Nyanko è Sailor Metallia.

Spero di non confondervi mischiando parti del manga con quelle dell’anime. E spero che questo capitolo non vi abbia annoiate, io non ne sono convita al 100%.

Volevo anche ringraziare le mie amiche del fandom che in questi giorni hanno sopportato i miei scleri dovuti al mio blocco nel scrivere questo capitolo (vi voglio bene ragazze! Grazie di tutto!)

Vi posto due link dove potete seguire gli aggiornamenti non solo miei ma anche di altre autrici: Sailor Crystal,Diana89 e Saki85.
http://www.facebook.com/pages/Il-magico-mondo-di-Usagi/150121401721683
http://www.facebook.com/pages/I-Petali-Del-Tempo/229017633776301
In più vi posto anche il link di una storia che sto scrivendo insieme ad altre tre autrici che fanno parte sempre di questo fandom: sono ChibiRoby,CriCri e Saki85.
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=732062&i=1

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Capitolo 4
*** CAPITOLO 4. RIVELAZIONI ***


BABY CAN I HOLD YOU?*     
                                                                             

CAPITOLO 4. RIVELAZIONI


Le cinque Inner si trovavano in camera di Rei, sedute attorno al tavolino con una tazza di tè fumante tra le mani. Il piatto con i biscotti era ancora intatto e pieno: nessuna di loro pensava che quello fosse il momento giusto per mangiare; neppure Usagi che era la più golosa tra loro. Tutte guardavano un punto fisso nella stanza senza dire una parola.
Ami digitava strane formule e lettere sulla tastiera del suo computer: accanto a lei, Makoto non distoglieva lo sguardo dallo schermo cercando di interpretare i simboli che man mano, le  comparivano di fronte; Usagi seguiva con gli occhi il vapore che fuoriusciva dalla sua tazza di tè bollente, emettendo sospiri ad intermittenza; Minako continuava a girare vorticosamente il cucchiaino di bambù, facendolo sbattere contro le pareti della tazza, provocando un ticchettio snervante  e fastidioso.

“Dai Minako, smettila! Questo rumore mi sta facendo diventare pazza! Ti prego …”

“Scusa Rei-chan … Hai ragione … ” lasciò il cucchiaio e pose le sue mani sulle ginocchia e, stringendo i pugni, abbassò lo sguardo rammaricata.

“Credete che riusciremo a chiarirci?” Usagi emise quel commento tra un sospiro e l’altro, mantenendo lo sguardo fisso nel vuoto.
Le altre, prese un po’ alla sprovvista da quella domanda, si guardarono attonite: nessuna di loro riusciva a parlare; nessuna di loro sapeva trovare una risposta.

“Usagi … Stà tranquilla! Si sistemerà tutto …” Rei trovò la forza di risponderle. Doveva dirle qualcosa, in quel momento, Usagi, era sola, persa.
Senza Mamoru e, adesso, anche senza Seiya che era diventato il suo migliore amico: sarebbe crollata e, proprio, nel momento in cui avrebbero dovuto mantenere la calma e la concentrazione per affrontare il nemico.
Almeno loro dovevano starle vicino.
Continuò: “Vedrai … In fondo neanche noi siamo state sincere con loro … Abbiamo sbagliato tutti! Dobbiamo solo cercare di parlarne tutti insieme; dobbiamo avere la possibilità di spiegare ma anche di capire.”

“Rei ha ragione …” Ami alzò lo sguardo dal computer: voleva dare anche lei forza alla sua amica.  “Abbiamo costruito un forte rapporto di amicizia con loro tre. Non possono non averlo notato e sentito anche loro. Vedrai che vorranno chiarire.”

“Lo spero davvero tanto ragazze.” Così dicendo, Usagi, bevve un po’ di tè, rincuorata dalle parole delle sue Guardiane.

Makoto, che le era seduta accanto, le strinse la mano e le sorrise: “Non li perderemo, Usa-chan!”
La bionda strinse maggiormente la mano della Guerriera di Giove e annuì ricambiando il sorriso, mentre le altre intorno a lei cercavano di infonderle fiducia con i loro sguardi.

Nella stanza ricadde il silenzio, accompagnato soltanto dal ticchettio dei tasti del computer che Ami premeva freneticamente.

Rei aveva l’aria preoccupata: stava ripensando al volto che aveva visto nel fuoco e non sapeva se parlarne con le altre.
E se si fosse sbagliata? Non voleva far preoccupare anche loro. Mentre pensava alla cosa giusta da fare, Makoto ruppe il silenzio, notando un’espressione impaurita sul volto della Guerriera di Marte.

“Rei … Cos’hai? E’ da quando siamo arrivate che l’ho notato: sei preoccupata … Se c’è qualcosa che ti turba. Confidati con noi, ti prego.”

“Prima fuori ci hai detto che dovevi parlarci di qualcosa. Ora che ci siamo tutte puoi dircelo.” Ami allontanò il computer per fissare la bruna negli occhi.

“Ecco, veramente …” Rei non sapeva cosa fare: era indecisa se confidarsi o meno con le sue migliori amiche. “Ok … Va bene, ve lo dirò. Qualunque cosa potrebbe esserci utile in questo momento …”
Continuò a parlare: “Ma non so se potrebbe essere legato in qualche modo al nemico. Prima del vostro arrivo ho consultato il fuoco, cercando delle risposte … Volevo conoscere la sua prossima vittima, oppure la sua prossima mossa per poterlo anticipare. Ma nel fuoco è comparso un volto … Un volto che non credo c’entri qualcosa con questa storia …”

Si bloccò, non riusciva a continuare.

“Avanti Rei! Parla!” Minako, dopo essere stata in silenzio per la maggior parte del tempo, finalmente si risvegliò: era curiosa di sapere.

“Ecco … Nel fuoco è comparso il viso di …. Accidenti! Di Yuichiro. Ma non credo che abbia voluto mostrarmi la prossima vittima del nemico … Forse non mi sono concentrata abbastanza. Sono preoccupata, siamo vulnerabili e, quindi …”

Abbassò lo sguardo, impaurita dai commenti che le sue amiche avrebbero potuto rivolgerle.

“Bé … Secondo me, invece, è tutto molto chiaro, Rei-chan!”

“A cosa pensi, Usagi?”

“Penso che il fuoco non abbia voluto suggerirti la prossima vittima. Penso che abbia voluto mostrarti l’amore.” La prese in giro,
stuzzicandola: anche se, in fondo, sapeva di aver centrato perfettamente il problema.

“Ma cosa dici? Sai che questo non è possibile! Sono una Guerriera … Sai che non penso all’amore: non avrei né tempo né voglia di dedicarmi a questo. E poi, anche se fosse, Yuichiro non mi interessa affatto …” arrossì.

Mentiva.
Mentiva alle sue amiche, mentiva a sé stessa: perché? Per paura del futuro? O, semplicemente, per paura di ammettere che con lui sarebbe stata felice?

“Rei … Perché non vuoi ammetterlo? Per una volta abbandona l’orgoglio, mettilo da parte.”

“Usagi … Non cerco l’amore, anzi: non posso cercarlo. Il mio ruolo non mi permette di farlo, lo sai. Non è una novità per noi questa …
Lo sapevamo fin dall’inizio. È una cosa che ho accettato …”

“Non lo cerchi ma vorresti sapere com’è, non è vero? Per una volta pensa a te stessa … Cerca di aprire il tuo cuore.”

Usagi le parlava amorevolmente, come se parlasse ad una sorella: per una volta era lei che cercava di infonderle fiducia e darle speranza.

“Ricordi quando abbiamo combattuto contro il Regno delle Tenebre? Prima di lasciarmi mi dicesti che ti eri pentita di non averlo baciato prima di partire …  Vuoi continuare a vivere con questo rimorso per sempre? Se lo ami non pensarci troppo … Vivi Rei-chan! Non sappiamo cosa ci accadrà davvero. Anche se conosciamo, in parte, il nostro futuro dobbiamo comunque continuare a vivere il presente. Tu lo ami … Vivilo!”

Rei la guardò stupita: “Rivoglio indietro la mia amica! Tu non le somigli affatto!”

Usagi le rispose con una linguaccia: “Per una volta potresti apprezzare il mio tentativo di aiutarti, anche se non te lo meriti!”

Si scambiarono uno sguardo torvo e minaccioso, poi iniziarono a ridere seguite a ruota dalle altre.

“Seguirai il mio consiglio?” riprese Usagi.

“Abbiamo cose più importanti a cui pensare adesso … Ma … Quando tutto questo sarà finito, lo seguirò Usa-chan! Grazie!” le fece l’occhiolino e addentò un biscotto.

“E così, anche Rei-chan ci lascia! Come sono sfortunata!” Makoto portò le braccia dietro il capo e sospirò profondamente. Anche lei avrebbe voluto rincontrare l’amore: ormai era passato molto tempo dalla sua ultima storia e il ricordo del suo senpai non l’aveva ancora abbandonata.

“Mentre Minako, la paladina dell’Amore, non ha neanche uno straccio di fidanzato!”

“Ehi! Fermi tutti! Io non ho parlato di nessun fidanzamento!”

“Avanti Rei … Si vede lontano un miglio che ti piace e che lui stravede per te!”

“Se anche Ami se n’è resa conto, sei fritta Rei-chan!” Usagi rise, mentre si fiondava sul piatto con i biscotti, e iniziò a rimpinzarsi riempiendo il tavolo di briciole e sporcandosi il volto.

“Non so davvero come faccia Mamoru …” Ami si portò una mano sulla fronte suscitando l’ilarità del gruppo delle Inner. “Avanti adesso dobbiamo pensare ad un piano …” disse guardando le altre che annuirono decise.
 

***

Sailor Lead Crow, intanto, stava seguendo Sailor Aluminium Siren che faceva una sosta in ogni chiosco. Prima la vide mangiare dei gamberetti fritti, poi delle caramelle gommose, poi un gelato, e infine, la vide fiondarsi su un chioschetto che vendeva dei dango.

“Ma come fa ad ingurgitare tutta quella roba senza sentirsi male?” La guerriera dai lunghi capelli rossi si era nascosta in un angolo e osservava la sua collega da lontano.

Siren entrò nel ristorante che si trovava di fronte al chiosco ma Lead Crow non se ne accorse, poiché in quel momento la strada era piena di gente e, in più, lei presa dai suoi pensieri, si era distratta. Iniziò a correre  per cercarla, prima che potesse cacciarsi in qualche guaio, mentre ispezionava ogni angolo della via senza risultato. Siren, entrata nel ristorante, fu accompagnata ad un tavolo.
Ordinò parecchie pietanze : “Si, allora, vediamo … Vorrei questo, questo, questo, questo … Ah si! Naturalmente anche questo … E non dimentichi questo. Sa, ho una fame da lupi! E poi questo è giorno speciale! Bisogna festeggiare!”
Il cameriere si allontanò un po’ perplesso: come poteva una sola persona mangiare tutto quel cibo? Sarebbe riuscita a sfamare un’intera famiglia.
Si sistemò il tovagliolo e iniziò a riempirsi il bicchiere di vino: “Manca poco, Guerriere Sailor!” e, finita la frase, rise così tanto e così forte, che tutti i clienti del ristorante si girarono a fissarla attoniti e sbigottiti.
 
 
***

“Grazie ragazze! E tornate a trovarci!” il Maestro salutò un gruppo di studentesse che si erano fermate al santuario per pregare, mentre queste si allontanavano scendendo la lunga scalinata.

“YUICHIROOOOOO!” iniziò ad urlare sul piazzale.

Yuichiro corse dall’interno della casa: si era messo sul letto per riflettere e pensare alla situazione. Se Rei era in pericolo, lui aveva il dovere di proteggerla!

“Si … Eccomi Maestro!”

“Sto andando a fare delle commissioni! Mi raccomando: tieni d’occhio il santuario, sii gentile con la gente che arriva e, soprattutto, non far arrabbiare Rei. È in camera sua a studiare con le sue amiche … Non vogliono essere disturbate. Tra poco ci saranno gli esami, devono impegnarsi duramente!”

“Si … Si Maestro! Certo! Ho capito! Come vuole lei!”

“Dovrei tornare per cena … Non combinare guai! Al mio ritorno vorrei ritrovare integro il santuario!”

“Va bene Maestro!” disse in tono rassegnato. “A dopo!”

Mentre il Maestro si allontanava, sopraggiunse dopo di lui una ragazza.
“Oh, signorina! Sta andando al santuario? Peccato che io non possa restare in sua compagnia. Il mio apprendista, però … ” disse il Maestro rivolgendo un’occhiata minacciosa a Yuichiro “… sarà felice di accoglierla.”

“La ringrazio molto, signore. Sono sicura che questo ragazzo potrà aiutarmi.”

“Bene! Mi raccomando, Yuichiro. Mi affido a te! Arrivederci signorina, spero a presto!”

“Arrivederci.” Rispose la ragazza sfoggiando un sorriso raggiante al vecchietto.

“Oh si … Certo, certo! Buon pomeriggio signorina. Mi dica pure.”
Yuichiro divenne rosso in volto: la ragazza era molto carina e lui si trovava sempre un po’ in imbarazzo in situazioni del genere.
La ragazza gli si avvicinò.
Yuichiro notò che aveva gli occhi di un colore mai visto: erano di un colore azzurro, come il cielo,  che, sotto i riflessi del sole, sembravano quasi grigi, come il ghiaccio. Indossava un cappellino bianco e un tailleur: era molto elegante. Sicuramente apparteneva ad una famiglia benestante e, inoltre, le era sembrata una ragazza educata e dai modi raffinati.

“Mi presento …” parlava mentre gli porgeva il suo biglietto da visita, “… mi chiamo Reiko Aya*e sono una giornalista della Ginga Tv. Sono qui per un’intervista. Vorrei fare un servizio sul santuario nel prossimo notiziario. Potrei fare qualche domanda alla vostra miko? Le mie informazioni mi dicono che è molto brava nel suo lavoro ma anche molto bella … Hino, vero? Rei Hino!”

“Si certo è proprio lei! Vado a chiamarla! Mi aspetti, torno subito!”

Yuichiro entrò in casa, con il sorriso stampato in volto. Rei non avrebbe potuto rifiutare una proposta così allettante. Il santuario avrebbe avuto parecchia pubblicità e ne avrebbe tratto numerosi ed altri vantaggi.

Preso da questi pensieri bussò alla porta della camera di Rei.

“Posso entrare?”

“Si, entra pure. Cosa c’è?”

“Vedi Rei, fuori c’è una giornalista. Vorrebbe farti un’intervista ed ho pensato che magari …”

“Dille di lasciare il suo numero di telefono. La richiamerò … Oggi non è proprio possibile. Non posso perdere tempo. Mi dispiace.”

“Si certo … Capisco! E scusami se vi ho disturbate, io non volevo …”

“Non preoccuparti …” Makoto aveva notato che il ragazzo era rimasto addolorato per il tono con cui Rei gli aveva parlato, “… sai ultimamente siamo prese dallo studio! Purtroppo è un periodo un po’ pesante per noi …”

“Si certo, lo capisco … Allora vado. E scusate ancora ragazze.”

Uscì dalla stanza, richiudendo la porta alle sue spalle un po’ rammaricato per le parole di Rei.

“Rei, credo che tu abbia esagerato …” Usagi le rivolse uno sguardo minaccioso.

“Lo so … A volte esagero! Gli chiederò scusa, accidenti!”
 

Yuichiro, uscito di casa, cercò di non pensare alla scena che aveva appena vissuto. Rei era soltanto nervosa. Glielo aveva ripetuto anche lei: era un periodo. Sarebbe passato.
Con l’aria triste e rassegnata tornò sul piazzale, dove ad attenderlo c’era ancora la giornalista.

La ritrovò a sgranocchiare noccioline, in piedi al centro del piazzale.

“Ci stava mettendo troppo. Così ne ho approfittato per fare uno spuntino. Ne vuole un po’?”

“Ehm … No, la ringrazio. Comunque ... Mi dispiace signorina, ma vede … La nostra miko oggi è molto impegnata e non vorrebbe essere disturbata. Magari, visto che mi ha lasciato il suo biglietto da visita, potremmo richiamarla. Così potrete mettervi d’accordo e rimandare l’intervista ad un altro giorno.”

“La sua miko non ha capito che è una questione urgente? Abbiamo un conto in sospeso! AAAAAAH!”

La ragazza si spogliò dei suoi abiti eleganti e si trasformò. Aveva dei lunghissimi capelli azzurri e un vestito alquanto succinto, con lacci e scollature, di colore celeste.

Yuichiro non capiva. Chi era quella donna? Cosa voleva?

“Chi … Chi sei?” Chiese spaventato. Tremava.

“REI HINO! VIENI FUORI! VOGLIO SOLO FARE DUE CHIACCHIERE CON TE!”

“Cosa vuoi da lei? Và via mostro …”

“Mostro? Che maleducato! Non sono un mostro … Mi chiamo Sailor Aluminium Siren e sono una guerriera Sailor! Proprio come la tua miko!”

“Che cosa?” Yuichiro non capiva e la cosa cominciava a diventare sempre più ingarbugliata, sempre più caotica.

Che cosa c’entrava Rei, la sua Rei, con quella donna?
 

*E’ LO PSEUDONIMO CHE SAILOR ALUMINIUM SIREN USA SULLA TERRA COME GIORNALISTA DELLA GINGA TV.

Per chi aspettava il capitolo!! xD Vi ho tenuto col fiato sospeso? xD
Spero di aver chiarito i vostri dubbi. Siren aveva trovato Rei negli archivi del computer, mentre il volto che la Guerriera aveva visto nel fuoco era proprio quello di Yuichiro. Che cosa vorrà mai dire? Spero che questo capitolo vi sia piaciuto e spero di ricevere le vostre recensioni,ogni commento, positivo o negativo, sarà sempre gradito e accolto con piacere!
Ringrazio chi recensisce, chi l’ha inserita tra le preferite e seguite, e anche i lettori più timidi e silenziosi.
Vi posto due link dove potete seguire gli aggiornamenti non solo miei ma anche di altre autrici: Sailor Crystal,Diana89 e Saki85.


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In più vi posto anche il link di una storia che sto scrivendo insieme ad altre tre autrici che fanno parte sempre di questo fandom: sono ChibiRoby,CriCri e Saki85.

http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=732062&i=1

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