Primo Capitolo
Always
-
Capitolo 1 - Venerdì sera, Casa Berry -
Io e Sam siamo seduti al
tavolo della cucina, mentre Rachel lavora ai fornelli, preparando non so quale
piatto così elaborato da usare Champagne francese d’importazione e spezie che
emanano un odore nauseante. Da quando lui e Rachel stanno insieme lei è molto
più sorridente e, anche se la cosa sembra impossibile, molto meno… Rachel
Berry. Non fa più a pugni per avere gli assoli, è gentile con tutti e
soprattutto ha smesso di parlare solo di se stessa. Irritante, Miss Berry, ma è
la migliore amica che io abbia mai avuto.
“Hai finito di cucinare?’’
chiede Sam a bassa voce mentre batte le dita sul tavolo, quasi nervoso.
“Quasi Sam, quasi.’’
Risponde Rachel, mentre continua a saltellare per i vari armadietti. “Perché tu
e Kurt non andate ad apparecchiare la tavola in sala da pranzo?’’
Sam mi guarda ed alza un
sopracciglio, sorridendo. “Andiamo,
migliore amico?’’
Sorrido a quelle parole. “D’accordo,
migliore amico.’’ Mi alzo dalla sedia, seguito da Sam.
“Allora, come va con
Blaine?’’ Sam parla senza alzare lo sguardo dal cassetto di un vecchio mobile
di casa Berry, dove probabilmente sta cercando le posate. Anche se sono sotto
al suo naso ci sta mettendo decisamente troppo per prenderle.
“Oh, va tutto bene, direi.’’
Sorrido e stendo la tovaglia sul tavolo. “Poi in questo periodo siamo quasi
sempre insieme. Sia a scuola, che a casa.” Vedo che Sam alla parola ‘Insieme’
stringe i pugni. Lo fisso per pochi secondi, ma distolgo subito lo sguardo
appena si gira.
“Sono felice per voi.” Lo
guardo e noto il suo sorriso, ricambiando lo sguardo felice che mi rivolge.
“Voi due, meno chiacchere
e più lavoro, forza!” Le parole di Rachel inondano la stanza e scoppiamo in una
risata senza controllo. Ci ricomponiamo e finiamo di sistemare il tavolo. Poco
dopo arriva Rachel con una pentola stracolma di pasta condita con un sugo di
pesci che odora tutta la casa da più di un’ora.
“Avanti, sedetevi!”
Ripensandoci Rachel non ha abbandonato completamente il suo ‘essere se stessa’,
ma perlomeno non ci ha ordinato di andare a pescare direttamente i pesci che ha
usato per il condimento.
Mi siedo a tavola, Rachel
e Sam si siedono dalla parte opposta, vicini. Sam non sembra molto entusiasta,
però. Ha lo sguardo vacuo mentre Rachel spiega come ha fatto a cucinare tutto
in meno di due ore e soprattutto sembra mi continui a chiedere ‘Aiuto!’ con
quegli occhi così sbarrati, eppure dolci.
Passiamo al secondo: pesce
spada cotto in padella con contorno di patatine fritte. Giocherello con la mia
porzione e ne mangio qualche boccone, masticando a fatica quel pesce poco
saporito. Sam continua a comportarsi in modo strano. Non guarda Rachel in
faccia quando gli parla, ma continua a fissarmi, anche se io non ricambio gli
sguardi. Ascolto Rachel parlare e intanto penso a cosa stia facendo Blaine,
mentre è a casa con i suoi genitori. La cena si conclude con un dolce degno di
nota: una torta ricoperta di zucchero a velo e mousse al cioccolato.
Mentre sto mangiando quel
dessert delizioso Sam mi sorprende, parlando per la prima volta da quando ci
siamo seduti per mangiare. “Ti sei sporcato qui..” si tocca poco sopra al
labbro, timido.. perché si comporta così?? Comunque, prendo il tovagliolo e me
lo passo sulle labbra. “Ancora?” chiedo spostando la mano. Lui si irrigidisce
per un secondo, ma poco dopo si sporge sul tavolo verso di me e passa un suo
dito nel punto che mi aveva indicato. Al suo tocco mi viene un brivido, e
sembra che se ne sia accorto perché ha fatto un sorriso piuttosto malizioso.
“Ora non più.” Si risiede e si pulisce il dito con il tovagliolo che avevo
usato io.
“Bene, che si fa?” chiede Rachel spezzando il silenzio che si era creato, anche
se sembrava che io e Sam stessimo ancora parlando, con gli occhi.
“Io devo andare” guardo l’orologio “Blaine mi aveva detto di tornare verso le
10, perché i suoi lo avrebbero lasciato in pace per quell’ora.” Sorrido e mi
alzo. Anche Sam scatta in piedi come una molla, quasi spaventando me e Rachel.
“Ti accompagno, devo andare a dire ai miei che… dormo qui da Rachel.” La guarda
e abbozza un sorriso, il più finto che abbia mai visto.
“Oh, d’accordo.” Sorrido
“Buonanotte Kurt!” Rachel si alza e mi viene ad abbracciare, con tanto amore e
tanta forza.
“Notte Rach.” Le do un bacio sulla guancia ed esco, lasciando che lei e Sam si
salutino.
Salgo in macchina, senza lasciar capire a Sam che sono piuttosto nervoso.
Mi segue e si allaccia la cintura ancora prima che io possa accorgermi che è
salito.
“Sam?” Lo guardo stranito e chiudo la portiera, nel momento preciso in cui
parte.
“Ma stai bene?” quasi grido, ma continuo a guardarlo esterrefatto.
“Non ne potevo più… stare lì, con lei che parlava e io che non potevo dirti
tutto quello che volevo. Dio, mi farà impazzire!” parla in un modo piuttosto
nervoso, a denti stretti. Cosa vuole dire? ‘Tutto quello che volevo’… cosa stai
dicendo, Sam Evans?
“Sam… accosta ti prego, stai andando troppo veloce, andremo a finire contro
un’altra auto se continui così!”
Mi guarda, con uno sguardo che nessuno mi aveva mai fatto… fino ad ora. Riporta
gli occhi sulla strada e si stampa un sorriso piuttosto strano sulle labbra, e
dice: “Non ce n’è bisogno, siamo già arrivati.”
Sgrano gli occhi, tanto da farmi male. “Sam, ci hai messo 5 minuti quando io ce
ne metto 15!”
“Beh, andavo di fretta.”
“Me ne sono accorto, tranquillo.” Scendo dalla macchina. “Buonanotte Sam.”
Chiudo la portiera e mi avvio verso casa. Quando arrivo al porticato sento un
rumore dietro di me, mi giro e vedo che è sceso dall’auto e si sta avvicinando,
con la mani in tasca.
“Cosa ci fai ancora qui?”
“Devo parlarti, Kurt.” Ha la voce più tranquilla, ma lo sguardo è sempre quello
di stasera. Sembra voglia dirmi di fare qualcosa, ma non lo esprime con le
parole.
“Entra allora, ma non fare rumore finché non mi accerto che non ci sia
nessuno.” Gli do le spalle e apro piano la porta, prendendolo per mano. La sua
stretta intorno alla mia è resistente, ma dolce... oddio ma perché gli sto
tenendo la mano? Gliela lascio e incomincio a controllare per casa, noto che
non c’è nessuno, quindi torno da Sam, che mi guarda come se fossi stato via per
anni. Appena mi riavvicino e dico “Non c’è nessuno, siamo da soli” mi riprende
la mano e la appoggia sul suo petto. Ho la mente confusa, non capisco quello
che sta succedendo… o forse sì, ma non voglio capirlo. Si avvicina ma io
indietreggio. Senza accorgermene inciampo nel divano e ci cado di schiena,
chiudendo gli occhi. In pochi secondi realizzo quello che è successo e li
riaprò, trovandomi Sam a pochi centimetri dalle mie labbra.
“Sei bellissimo” sussurra.
|