The enchanted of witch

di WhiteLight Girl
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Streghe di oggi ***
Capitolo 2: *** La tomba del vampiro ***
Capitolo 3: *** Il fantasma della biblioteca ***
Capitolo 4: *** Pausa studio ***
Capitolo 5: *** La prescelta ***
Capitolo 6: *** Meglio morire ***
Capitolo 7: *** Lacrime per un’amica perduta ***
Capitolo 8: *** Attesa ***
Capitolo 9: *** Il pettirosso e il falco ***
Capitolo 10: *** Shock ***
Capitolo 11: *** Ricordi dolorosi ***
Capitolo 12: *** Per certe cose servono spiegazioni ***
Capitolo 13: *** La setta dei diavoli ***
Capitolo 14: *** L'inganno ***
Capitolo 15: *** Il demone dagli occhi d'ambra ***
Capitolo 16: *** L’inizio dell’incubo ***
Capitolo 17: *** Poteri estranei ***
Capitolo 18: *** Tentativo di fuga ***
Capitolo 19: *** Beleth ***
Capitolo 20: *** Voltafaccia ***
Capitolo 21: *** L'ultima resistenza ***



Capitolo 1
*** Streghe di oggi ***


Streghe di oggi

Camminava a passo svelto nell’oscurità del vicolo che stava percorrendo da qualche minuto. Si voltò per l’ennesima volta alle spalle. Erano vicini, lo sentiva, accelerò. Voltò un angolo, sobbalzò, era un vicolo cieco. Tentò di tornare indietro ma rivoltato l’angolo se li trovò davanti. Erano in tre, acquattati in posizione d’attacco, i denti affilati sporgevano e i volti, se volti si potevano chiamare, erano una maschera di ferocia. Qualcosa non andava. Si voltò per scappare ancora ma era in trappola. Davanti alla parete di mattoni rossi un quarto vampiro era pronto a balzarle addossò. Il cuore le martellava nel petto, era certa che loro potessero sentirlo così come di certo riuscivano a percepire lo scorrere del sangue nelle sue vene.
Infilò svelta la mano nella borsetta per afferrare una delle fialette delle pozioni che aveva precedentemente preparato. La tirò fuori e si preparò a lanciarla contro uno di quei mostri. Uno dei tre la attaccò alle spalle scaraventandola contro una parete. Gridò per la sorpresa e per il dolore, la fiala della pozione le si era rotta in mano graffiandola e il vampiro le stava addosso, con il volto sfigurato a pochi centimetri dal suo collo, pronto ad azzannarla.
Afferrò un’altra boccetta dallo stesso contenuto e la sbatté contro il torace del mostro infrangendolo contro la sua mano graffiandola ulteriormente con le schegge di vetro. Un’esplosione scaraventò la ceratura a distanza dalla parte opposta del vicolo, facendola finire addosso ad una sedia rotta affianco ad un cassonetto della spazzatura. Una gamba della sedia gli si conficcò nel petto e questo esplose in polvere.
Si alzò di scatto, afferrando un’altra boccetta e scagliandola contro uno degli altri vampiri. Vi fu un'altra esplosione ma il mostro non fu scalfito, le pozioni non erano abbastanza potenti o non erano il giusto contrattacco a quel nemico.
Un altro le fu addosso e lei saltò tre metri per poi riatterrare su due piedi, poggiandosi sulla punta dei suoi stivaletti in pelle con il tacco basso. Prima che uno degli altri la raggiungesse fece una capriola verso il cassonetto e afferrò un bastone di legno appuntito puntandolo contro i nemici. Uno di loro le si scagliò contro e quasi sembrò che si suicidasse spontaneamente. Il bastone gli si conficcò nel petto polverizzandolo all’istante.
Glie ne rimanevano due. Corse verso il più vicino e lo polverizzò, quando il bastone si liberò dalla morsa del vampiro ormai distrutto si voltò verso l’ultimo e usò il bastone come una lancia, liberandosi anche dell’ultimo ostacolo. Si fermò a prendere fiato. Le ossa le scricchiolavano, i graffi le dolevano. Crollò in ginocchio e sospirò. Restò qualche minuto ferma per calmare l’adrenalina e il battito cardiaco.
Una volta quieta si alzò e imboccò la strada di casa.
Aprì la porta lentamente entrando di soppiatto, era l’una passata ed era uscita di nascosto per andare a caccia di demoni. Salì le scale con passo felpato ed entrò in camera cauta chiudendosi a chiave la porta alle spalle. Si levò le scarpe, i jeans aderenti e la maglietta dopo aver lanciato la giacca in pelle nera sul letto.
Restando in biancheria intima si inginocchiò sul tappeto per recuperare dal fondo del letto una scatola di pronto soccorso con dentro bende, ovatta e disinfettante. Prese un bel po’ di garza e la bagnò con parecchio disinfettante avvolgendola attorno alla mano ferita.
Mise un po’ di garza anche sul lieve graffio che aveva sulla schiena fissandola con un poco di nastro, poi si fasciò la mano. Scaraventò i vestiti leggermente insanguinati sul fondo dell’armadio, li avrebbe lavati l’indomani, indossò la camicia da notte leggera e si mise a dormire.
La sveglia suonò alle sei e mezza esatte. Dalla finestra entrava la fioca luce dell’alba e colpiva gli occhi chiusi della ragazza addormentata nel suo letto. Si rigirò assonnata verso la parete, dopo la nottata che aveva passato non le andava proprio di alzarsi ma dovette farsi forza e si stiracchiò. La schiena le faceva ancora male ma non troppo. Per fortuna le ferite guarivano le rapidamente permettendole di nascondere le sue battaglie segrete contro le forze del male.
Si alzò dal letto con calma, non aveva fretta, non era in ritardo per la scuola. Indossò la sua divisa del liceo, una maglia non molto aderente e una gonna corta a pieghe.
Scese in cucina a fare colazione, uno seduto al tavolo a mangiare il suo toast e l’altro ai fornelli a preparare le frittelle la aspettavano suo padre e suo fratello.
-Buon giorno Mostriciattolo!- Esordì il fratello maggiore, un giovane alto, robusto e dai capelli scuri che doveva essere pochi anni più grande di lei.
-Chiudi il becco.- Gli ordinò la ragazza, non era in vena di discussioni, il padre le posò davanti il suo piatto di frittelle dicendole:
-Buon giorno Sakura.- Con il suo solito sorriso da ebete.
-Buon giorno papà.- Sospirò lei afferrando la forchetta e iniziando a mangiare.
-Che hai fatto alla mano?- Gli domandò il fratello curioso.
-Ho rotto un bicchiere.- Disse secca la ragazza, ormai era diventata veramente brava a mentire.
-Certe cose le puoi fare solo tu.- Affermò il ragazzo ridendo, poi afferrò il suo bicchiere di succo di frutta per berne qualche sorso.
-Io non ne sarei tanto certa.- Affermò Sakura convinta alzandosi da tavola per tornate al piano superiore. Appena alla porta alzò la mano destra per stringerla in un rapido pugno che sciolse in uno scatto. Si voltò solo un istante per guardare il bicchiere frantumarsi tra le mani di Touya, ridendo salì le scale.
Arrivata al piano superiore si diresse nel bagno per truccarsi, mise un po’ di fondotinta, del fard, un po’ di ombretto, la matita nera agli occhi, il mascara e dopo aver lavato i denti un leggero strato di lucidalabbra.
Pettinò i capelli color miele lunghi fino alle spalle. Sistemò un paio di mollette qua e là e tornò in camera. Guardò l’orologio, erano ancora le sette e mezza, poteva fare con calma, avrebbe fatto la strada lunga e sarebbe passata per il parco. Prese lo zaino e scese al piano inferiore raggiungendo l’ingresso, infilò i pattini e dopo aver salutato la sua famiglia scese in strada.
Percorse il solito viale dei ciliegi che attraversava ogni mattina e percorse la via per il parco e si fermò a respirare l’aria pura primaverile, levò la benda dalla mano e sorrise quando notò che la ferita si era già cicatrizzata quasi del tutto. Forse si sarebbe salvata da una bella ramanzina. Riprese a pattinare lentamente verso la sua scuola, guardando l’orologio al suo polso, otto meno dieci, alzò il passo, sperando di non incappare in imprevisti improvvisi.
Arrivò a scuola senza intoppi, cambiò le scarpe all’ingresso e raggiunse la sua aula, Tomoyo, la sua migliore amica, che quella settimana era di turno, stava riordinando i gessetti. La salutò allegra appena la vide.
-Buongiorno Sakura, dormito bene?-
-Buongiorno Tomoyo, non c’è male, ho dormito poco però.- Tomoyo la guardò sospettosa e le domandò:
-Incubi o altri problemi?-
-Incubi.- Affermò Sakura convinta, poi l’occhio le cadde su un vaso di fiori freschi posati su un mobile dietro la cattedra e chiese:
-Quelli sono i fiori di ieri vero?- Tomoyo annuì sorridendo.
-Ma sono anche gli stessi di due settimane fa.- Osservò Sakura.
-Nessuno si preoccupa di cambiarli.- Disse l’altra scrollando le spalle.
-Perché cambiarli se non seccano mai?- Domandò retoricamente Sakura. –Perché io non ci riesco?- Si chiese poi.
-Prima o poi ci riuscirai anche tu, una cosa alla volta.- Sorrise Tomoyo fissandola con i suoi occhi blu rassicuranti.
-Tomoyo? Ma oggi sei sola? Non ti aiuta nessuno?- Domandò Sakura interessata, aveva una speranza da mantenere viva.
-Shaoran è andato a fare delle fotocopie, se è questo che vuoi sapere, ma tornerà subito.- Sorrise lei maliziosa.
-Cosa?- Chiese Sakura allibita arrossendo. –Volevo solo sapere se stavi facendo tutto da sola, volevo rendermi utile!- Affermò incerta.
-Se lo dici tu.- Sorrise la mora.
Sakura sospirò, ringraziando che il discorso fosse finito li.
Intanto il ragazzo di cui stavano parlando prima fece capolino dalla porta con un bel malloppo di fotocopie appena fatte, che sembrava non pesargli affatto.
Eccolo lì, alto, occhi d’ambra e capelli castani, fisico non troppo muscoloso ma invidiabile e un sorriso caldissimo. Il cuore di Sakura prese immediatamente a battere all’impazzata.
-Buongiorno Sakura.- Salutò calorosamente sorridendo.
-Buongiorno Shaoran.- Rispose Sakura sciogliendosi.
Subito dietro al ragazzo entrarono molti compagni di classe e la mattinata iniziò a farsi chiassosa.
Alla prima ora ebbero matematica e passò lentamente. Per Sakura il professore parlava arabo e non si preoccupava neanche di provare a stare attenta. Era tutto inutile per lei.
Stava disegnando cuoricini con la penna rossa sul quaderno a quadretti quando il professore la chiamò alla lavagna per correggere uno degli esercizi che la volta prima aveva assegnato per casa. Non era per niente preoccupata comunque, non se in classe c’era Tomoyo, che intanto dal suo banco le faceva l’occhiolino.
Si sistemò davanti alla lavagna e prese in mano il gessetto bianco, pronta a scrivere l’esercizio che l’insegnante le avrebbe dettato.
-Trovare l’equazione della retta P (-3; 1) parallela alla retta 2y-y-5=0.-
Sakura sospirò e appoggiò il gessetto sulla lavagna incerta, fino a quando in testa non le rimbombò la voce di Tomoyo che le diceva: “Scrivi: P aperta parentesi, meno tre, punto e virgola, uno, chiudi parentesi. Ora due liniette parallele, poi l’equazione 2y-y-5=0.”
Sakura ubbidì tranquilla.
“Emme minuscolo uguale a meno a fratto b, sempre minuscoli.” Sakura eseguì sorridendo tra se. “Uguale meno due fratto uno, uguale più due.”
Il professore osservava attento Sakura mentre “svolgeva” l’esercizio.
“All’altro rigo, emme minuscolo con accanto le solite due liniette parallele, uguale emme minuscolo, uguale due.” Tomoyo dettò telepaticamente il resto dell’esercizio all’amica e quando lo ebbe finito l’insegnante la mandò a sedere.
Sakura tornò a sedersi affianco a Tomoyo ringraziandola sottovoce e la ragazza le fece ancora l’occhiolino.

****----****----**** Ultimamente mi sto rivedendo le puntate di Streghe in DVD e pensando un poco mi è venuta in mente una cosa simile. A dire la verità volevo qualcosa che mettesse Sakura davanti a demoni veramente terrificanti e fare una specie di fan fiction che vada più sull’horror, spero di riuscirci e di non fare un pasticcio, l’ultima volta che ho tentato di scrivere qualcosa di spaventoso mi è uscito comico =.=” . In tutta sincerità di questa fan fiction ho in mente solo questo capitolo e il secondo per cui non so quando aggiornerò, scusate tanto ma non resistevo a postarla! Volevo sapere che ne pensavate…

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Capitolo 2
*** La tomba del vampiro ***


Sapete che io quando nessuno aggiorna mi arrabbio? Si, e nella furia prendo il primo capitolo della prima fan fiction che mi trovo davanti e lo finisco per aggiornare io… E poi i capitoli mi escono delle schifezze -_-“

La tomba del vampiro

Sakura stava seduta al bancone aspettando i suoi compagni di scuola, Tomoyo le stava affianco fissandola curiosa.
-Che c’è?- Domandò Sakura all’improvviso esasperata.
-Scommetto che non vedi l’ora che arrivi Shaoran.- Osservò la ragazza sorridente.
-E se anche fosse?- Chiese Sakura facendo la linguaccia.
Tomoyo rise sonoramente ma fu difficile sentirla se non per Sakura. Il volume della musica del locare era molto alto.
-Arriva!- Esclamò all’improvviso.
Sakura scattò all’improvviso e si voltò. Alle sue spalle Shaoran si avvicinava, Sakura restò incantata ma sperò che non lo notasse nessuno.
-Salve ragazze.- Esclamò Yamazaki che avanzava verso di loro affianco al cinese. Sakura non l’aveva neanche notato per quanto era rimasta concentrata sulla camicia bianca di Shaoran e – ma non troppo- sui suoi jeans.
-Avete visto la mia ragazza?- Chiese Yamazaki notando che nessuno lo stava calcolando più di tanto, Sakura nascondeva malamente la sua attenzione per Shaoran e Tomoyo rideva sul suo sgabello.
-Sta ballando da sola con quel tipo.- Disse d’un tratto risvegliandosi imbarazzata e indicando la pista da ballo.
-Pare che sia un suo vecchio amico.- Aggiunse Tomoyo immediatamente. –Avete visto Eriol per caso? Devo parlargli.-
-E’ all’ingresso, se vuoi puoi andare ad aspettarlo.- Disse Shaoran facendo un cenno con la testa proprio in quella direzione.
Tomoyo scappò via lasciando da soli Sakura e Shaoran. Il ragazzo si sedette immediatamente affianco alla ragazza che gli sorrise imbarazzata.
-Vuoi una bibita? Offro io.- Le domandò cortese.
-Certo, ti ringrazio.- Acconsentì Sakura imbarazzata.
-Quale?- Le chiese ancora sorridendo lui.
Sakura si sciolse completamente e disse incerta: -Una coca-cola, grazie.-
-Figurati.- Disse il ragazzo sventolando in aria una mano per attirare l’attenzione della giovane barista.
-Puoi portarci due coche per favore?-
La ragazza annuì e subito dopo si presentò davanti a loro con due bicchieri di coche ghiacciate che posò sul bancone.
-State insieme?- Domandò la ragazza interessata.
-Cosa? Noo!- Esclamarono entrambi improvvisamente imbarazzati.
-Bene, allora posso sapere come ti chiami?- Domandò sveglia e soddisfatta la ragazza.
-Meglio di no, non sono un tipo affidabile.- Rispose lui, ma non sembrava una battuta. Afferrò il suo bicchiere e il polso di Sakura con l’altra mano trascinandola verso un angolino in cui erano disposte alcune poltrone.
Si sedettero e iniziarono a sorseggiare le loro bibite finché il cellulare di Sakura non iniziò a vibrare.
-Scusami un secondo.-
Afferrò il cellulare, era un messaggio, lo lesse alla svelta.-
Sbuffò seccata, si alzò di scatto e disse a Shaoran:
-Devo andare, mi dispiace molto, ci vediamo a scuola, ok?-
-Certo, vuoi che ti accompagni? E’ tardi, può essere pericoloso.-
Sakura gli sorrise:
-Non preoccuparti, me la so cavare bene.-
Uscì di corsa dal locale e salì in macchina.
L’auto proseguì diritta per il viale. Le luci disposte sulla strada terminarono presto e il percorso divenne buio e macabro. L’orologio digitale dell’auto segnava le dieci e mezza mentre la giovane al volante teneva gli occhi fissi sulla strada deserta.
Sakura sbuffò svoltando per una viuzza stretta che procedeva in direzione del cimitero. Per prima cosa abbassò le luci per non farsi notare, poi le spense completamente procedendo al buio per il tratto di strada rimanente e una volta arrivata di fronte al cimitero si fermò proprio dietro un’altra auto immobile e al buio. Velocemente si sporse sul sedile e aprì la borsetta afferrando dal suo interno un paio di guanti e indossandoli. Afferrò velocemente anche un coltello d’argento da dentro la borsa e lo incastrò in uno stivale, poi scese dall’auto e fece un cenno all’auto di fronte alla sua. Lo sportello di quella si aprì e ne uscì un’altra giovane dai capelli scuri legati in una coda alta che indossava una giacca in pelle, una minigonna non troppo corta e un paio di calze nere.
-Ci hai messo parecchio.- Disse Tomoyo scherzando.
-Scusami, non trovavo le pale.-
Aprì il bagagliaio della macchina afferrando un piccone e due badili. Ne passò una a Tomoyo.
Si diressero sotto la luce della luna piena verso la zona più vicina al bosco, poi Tomoyo chiese a Sakura:
-Niente luce? Potremmo essere attaccate.-
-Però con la luce potremmo essere scovate.- Commentò l’altra.
-Capirai, i vampiri sentono il nostro sangue e i demoni vedono al buio.-
-In effetti…- Rifletté Sakura. Alzò un braccio e dalle sue dita uscirono tante fiammelle che andarono a fluttuare a circa cinque metri da terra su tutto il perimetro del cimitero.
-Va meglio?- Domandò?
-Naturalmente.- Sorrise Tomoyo.
Ora l’atmosfera pareva un poco meno tenebrosa, grazie alla luce di quelle fiammelle magiche ogni movimento sospetto non sarebbe certo sfuggito alle ragazze.
-E’ questa la tomba?- domandò Sakura fermandosi davanti ad una lapide spoglia.
Tomoyo annuì e passò un paletto di legno all’amica.
-Scavo.- Avvertì prima di affondare la pala nella terra fresca. Sakura sbuffò e prese ad aiutarla. Scavarono per una decina di minuti prima di battere le punte delle pale su qualcosa di duro. Lasciarono cadere le pale ai loro piedi e si guardarono.
Sakura mosse di poco un dito in circolo e le fiammelle che erano sparse per il cimitero andarono a fluttuare in circolo sopra di loro illuminando la fossa.
All’improvviso due colpi batterono dall’interno sul legno della bara in legno ancora coperta da un leggerissimo strato di terra.
Le ragazze sussultarono, poi Tomoyo disse decisa:
-Io la apro, tu colpisci.-
Sakura annuì non senza esitare e strinse tra le mani il paletto in legno.
Tomoyo tese le mani verso la fossa e chiuse gli occhi concentrandosi, dopo un altro colpo la bara si aprì di scatto e dal suo interno scattò all’improvviso la creatura.
Sakura non aspettò oltre, quando quello ruggì stridulamente contro di lei scattò in avanti tentando di colpirlo. Il vampiro la scansò e indietreggiò senza voltarle le spalle. Tomoyo gli si lanciò contro con il suo piolo ma lui la respinse scaraventandola per terra. Sakura approfittò di un suo momento di distrazione per pugnalarlo al cuore ed ucciderlo. Quando il vampiro fu in polvere Sakura corse da Tomoyo e la aiutò ad alzarsi, afferrarono le pale, corsero verso le automobili e salirono svelte per poi sfrecciare velocemente in città.-
“Sai se ne avevano morsi altri?” Domandò Tomoyo a Sakura mentalmente mentre percorrevano la strada per il locale.
“Io non sapevo neanche che ci fosse quello fino a quando non ho ricevuto il tuo messaggio!” Rispose l’altra.
“Un vampiro non nasce dal nulla, deve essere un uomo morso da un altro vampiro.” Osservò Tomoyo.
“Allora sarà stato morso da uno dei quattro vampiri dell’altra notte.” Commentò Sakura lasciando l’amica spiazzata.
“L’altra notte? Vampiri? Che stai dicendo? Non ti sarai messa ad inseguire demoni da sola spero!”
Sakura strizzò gli occhi pentita, non avrebbe dovuto mai saperlo.
“Sakura! Avevi giurato che non saresti più andata a cercare demoni da sola! Sei forse diventata pazza? Come pretendi di vendicare tua madre se ti fai ammazzare prima di trovare il demone che l’ha uccisa?”
“Sono passati davanti a casa mia, non potevo lasciarli in libertà, e poi sono di basso livello.” Sbuffò, in verità era andata a cercarli davvero, ma a Tomoyo non voleva dirlo.
“prometti che non lo rifarai.” Esclamò Tomoyo supplichevole.
“Prometto.” Disse Sakura incrociando le dita sul volante.
“Ci vediamo a scuola?” Chiese Tomoyo.
“Certo, a lunedì allora.” Sakura fu felice che Tomoyo non avesse insistito.
“Ciao, non cacciarti nei guai.”
“Ciao.”
Ad un incrocio presero vie opposte e si diressero verso le rispettive case.

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Dany92: In effetti credo che ci sarà anche qualche ispirazione da Buffy… hihi… Spero che davvero ti piaccia, non so che pasticcio combinerò… Spero davvero che resti horror, fin qui non so se lo è.

Fantastic Paul: Ciao carissimo! Anche a me appassionano gli incantesimi e le cose simili, forse ne inventerò qualcuno per la fan fiction. Spero che ti sia piaciuto anche questo capitolo.

Sakura Bethovina: RITUCCIA!!!!!!!!!!!! Come stai? Io ho tanto mal di pancia… Sigh! Prima di imparare a parlare telepaticamente io e te dobbiamo ancora parlare al telefono!!!! Spero che la fan fiction sia degna…

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Capitolo 3
*** Il fantasma della biblioteca ***


Il fantasma della biblioteca

Quando Rika aveva chiesto a Sakura di andare a prenderle un libro questa non era stata molto contenta; quando poi Shaoran si alzò sorridendo dicendo che l’avrebbe accompagnata perché serviva un libro anche a lui cambiò completamente idea.
I due ragazzi stavano camminando in silenzio per gli scaffali della biblioteca pubblica. Sakura si fermò davanti alla sezione di libri dedicata all’occulto, non l’aveva mai notata prima di allora.
-Questa roba è sempre stata qui?- Domandò a Shaoran stupita.
-Certo.- Sorrise lui. –Almeno da quando io mi sono trasferito qui, dovresti dirlo tu a me, non credi?-
Sakura arrossì.
-Non l’avevo mai notata.- Si giustificò Sakura arrossendo.
-Ti interessi di magia?- Le chiese poi il ragazzo scrutando i volumi davanti a loro.
-Neanche un pò.- Mentì lei. –E tu? Se non sbaglio l’avevi già notata questa sezione.-
Il ragazzo annuì con la testa.
-E’ roba che mi ha sempre affascinato, da qualche parte nel mondo la magia esiste, credimi, potrei dimostrarlo se volessi, vengo qui spesso a fare ricerche, sto cercando di capire la gerarchia dei demoni, in modo da trovare il modo per distruggerli, almeno teoricamente.-
Sakura rimase stupita, ripresero a camminare fianco a fianco mentre lei chiedeva:
-Come faresti a dimostrare che la magia esiste davvero?- Nel suo tono di voce era parzialmente celata la preoccupazione. –Hai qualche potere nascosto?- Domandò ancora.
Shaoran si fermò qualche scaffale dopo quello su cui si erano soffermati prima e afferrò un atlante di storia.
-Che libro serve a Rika?- Domandò gentile a Sakura.
-Un volume sulla prima guerra mondiale.- Rispose la ragazza.
-Non l’ho mai vista la sezione di storia, devi fare strada tu.- Disse lui semplicemente scrollando le spalle.
Sakura rise: -Seguimi, da questa parte.- disse indicando un corridoio alla sua destra. Shaoran le andò dietro e si trovarono davanti a cinque scaffali tutti dedicati alla storia mondiale. Sakura li scrutò bene cercano il libro che le interessava e quando lo trovò sbuffò, era abbastanza in alto. Si alzò sulle punte dei piedi per raggiungerlo ma Shaoran la precedette, lo afferrò e glielo porse.
-Questo?- Domandò gentile.
-S… Si, grazie.- Rispose lei arrossendo e prendendo il libro dalle sue mani. Quando la loro pelle si sfiorò sentì un brivido lungo la schiena e si affrettò a dire:
-Torniamo dagli altri? Rika vorrà il suo libro…-
-Certo.- Acconsentì Shaoran.
Si avviarono verso i tavoli in cui erano seduti gli altri fianco a fianco, Sakura per rompere il ghiaccio scrutò Shaoran:
-Non mi hai mai detto da dove vieni, sai?-
Il ragazzo rise: -Tu non me l’hai mai chiesto.-
Sakura arrossì ancora:
-Mi deve essere sfuggito.- Scrollò le spalle.
-Vengo da Hong Kong.- Rispose lui semplicemente.
-Ero sicura che fossi cinese.- Esclamò lei.
-Come mai?- Domandò il ragazzo.
Sakura distolse lo sguardo da lui e scrollò ancora le spalle puntando gli occhi su una ragazza bionda che fissava assorta quello che sembrava un punto indefinito di vuoto assoluto.
-Dai lineamenti.- Si giustificò.
Fu costretta a distogliere lo sguardo dalla ragazza bionda che si stava voltando nella sua direzione. Una signora stava passando affianco ai due ragazzi, camminando a passo svelto verso la giovane che per evitarla si scansò e, involontariamente arrivò addosso a Sakura passandole attraverso.
Sakura si fermò all’istante raggelando. Per un istante si sentì mancare e le gambe le cedettero. Shaoran l’afferrò al volo lasciando cadere il suo libro per terra e sorreggendola per evitarle di capitolare per terra. Sakura tentò di riprendere l’equilibrio mentre da dietro la spalla di Shaoran osservava la ragazza stupita quasi quanto lei.
-Sakura! Stai bene?- Le chiese Shaoran preoccupato.
Ma Sakura non fece caso alla domanda del ragazzo, preferì prestare attenzione a quella sconvolta della ragazza:
-Tu mi vedi?- Le chiese stupita.
Sakura si voltò a guardare Shaoran, il volto a pochi centimetri dal suo e con una sola parola rispose ad entrambe le domande.
-Si.- Sussurrò rivolta verso il ragazzo, poi si rivoltò nella direzione della ragazza che si voltò di scatto e prese a correre in direzione del retro della biblioteca.
Sakura si alzò di scatto e le corse dietro, non prima di aver detto a Shaoran:
-Per favore, trova Tomoyo e dille che ho bisogno di lei, fa presto.- Shaoran non poté obbiettare perché Sakura era già sparita frettolosamente tra gli scaffali.
Sakura seguì la ragazza per tutta la biblioteca, poi questa passò attraverso ad una parete e Sakura per poterla raggiungere dovette trovare la porta più vicina. Era un’uscita di emergenza che dava sul bosco, la ragazza stava sotto gli alberi, pareva aspettarla. Sakura si avvicinò lentamente e l’altra le chiese:
-Sei una strega? Per questo riesci a vedermi?-
Sakura annuì con la testa, poi le domandò a sua volta:
-Conosci le streghe?-
La ragazza rispose semplicemente:
-Lo ero anche io.-
Erano a pochi metri di distanza l’una dall’altra.
-Come ti chiami?-
Domandò Sakura incerta.
L’altra sbuffò. –Mi chiamavo Maria.-
-Posso chiederti come sei morta?- Domandò Sakura timorosa. –Perché non sei trapassata?-
Maria scrollò le spalle.
-Non so perché io sia ancora qui, comunque sarebbe bene che si sapesse il perché sono morta e ciò che ho sentito prima che mi uccidessero.-
Sakura la scrutò, non capiva. Una voce alle sule spalle la fece sobbalzare, era Tomoyo.
-Sakura, che è successo?- Lanciò una rapida occhiata a Sakura per poi soffermare lo sguardo su Maria. –Un fantasma?- Non era una domanda ma un’affermazione.
-Cosa dovremmo sapere?- Chiese Sakura quando Tomoyo le fu affianco.
-Credo che ci sia un complotto.- Disse Maria guardandosi attorno come spaventata dalla possibilità di essere sentita da qualcuno. – Vogliono creare una nuova razza, sono secoli che ci lavorano, non so molto, so che hanno poteri immensi, non appartengono al bene né al male, loro li crescono, li addestrano. Li iniziano al male e li vincolano agli inferi. Sono ibridi. Purtroppo sono stata colpita prima che potessi capire tutto, da allora è buio, ma stanno cercando una strega, vogliono una strega vergine ma non so a cosa gli serva.-
Sakura e Tomoyo si fissarono un istante, quando riportarono gli occhi nella direzione di Maria questa era sparita.

L’antro era oscuro, l’aria stantia, l’unica fonte di luce erano il focolare centrale e le tre fiaccole accese appese alla parete ai tre angoli della stanza triangolare e spoglia di ogni cosa ad eccezione dei cadaveri.
Tre figure incappucciate stavano attorno al focolare acceso nel centro della sala, in corrispondenza con gli angoli della stanza. I volti erano oscurati dai cappucci e le urla di dolore che riempivano la stanza provenivano dai corridoi affianco alla sala. Era l’inferno.
-Avete trovato la strega che occorre?-
Domandò la prima figura ad una creatura deforme che aveva appena fatto il suo ingresso nella sala coperta da un mantello di stracci.
-Ci è sfuggita, un’altra strega l’ha aiutata a scappare, è spuntata dal nulla e non abbiamo potuto far nulla per fermarle. Ce n’era una terza, aveva sentito troppo, l’abbiamo eliminata.-
Le tre figure si voltarono di scatto verso la creatura ruggendo minacciose.
-Ve la siete fatta scappare?- sbraitò la seconda figura, quella più vicina all’essere facendo un passo verso di lui. Quello chinò la testa non ritenendosi degno di portare lo sguardo addosso alle figure, prostrandosi a terra più di quanto non fosse già stato prima.
-Siamo già sulle sue tracce, era perfetta, era bella, giovane, e soprattutto era…-
-Vergine!- Ruggì la terza figura terminando la frase per lui.
-Credi che sarà facile ora? Lei sa, ci aspetta di certo, ora sa cosa vogliamo! Sarà pronta a respingerci!-
La creatura indietreggiò intimorita.
-Ci insinueremo in lei di nascosto, manderemo il demone più subdolo e falso che si possa trovare negli inferi e faremo in modo che si innamori di lui, ha già funzionato in passato, con quella strega potente che era in grado di respingerci.-
La prima figura incappucciata rise malignamente:
-Era il milleottocentotredici, vero?- La domanda era più una prova per la creatura, sapeva bene cosa era successo.
-Con quella strega aveva funzionato, non vedo perché non potrebbe funzionare di nuovo.- Osservo la seconda figura.
-E se fallirà c’è tempo per rimediare.- Una malefica risata esplose nella sala, i muri tremarono.

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Sakura Bethovina: Davvero dici che miglioro? ^////^ Tu mi lusinghi troppo! Finirò per montarmi la testa! Ho trovato la trama perfetta ieri! Ma credo di avertelo già detto…

Dany92: Ho trovato la trama perfetta per restare sull’horror, vorrei proprio sapere se hai intuito qualcosa su ciò che avverrà da adesso in poi ^^. Per troppo forte la scena del vampito intendi che è curiosa o che fa paura?

Fantastic Paul: Ben approdato a doppio questa sera! Niente Angel anche se ora che ci penso… Angel/Buffy, Phoebe/Cole… Ma si ^^. Niente professore, siamo più verso streghe che verso Buffy. Te lo chiedo: cosa sospetti?

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Capitolo 4
*** Pausa studio ***


Pausa studio

Sakura abbassò la tapparella della finestra in soffitta, si avvicinò ad un angolo della stanza e si chinò ad aprire un vecchio baule dal quale tirò fuori un vecchio e grosso libro dalle pagine ingiallite. Sospirò alzandosi e dirigendosi ad un tavolo tondo in legno posto al centro della stanza.
L’intruglio nel calderone già bolliva e la ragazza vi gettò dentro una strana polvere scarlatta, doveva essere pepe. La pozione fece un botto e del fumo bianco iniziò a spargersi per la stanza. Sakura tossì scuotendo una mano per allontanare la foschia e respirare, poi poggiò il libro su un angolo di tavolo libero a lo aprì ad una pagina ben precisa segnata in precedenza da un pezzo di carta.
Lesse ad alta voce l’incantesimo:
-O spettro, o spirito guida,
vieni a me che porto il tuo sangue.
Mostrati a me che crebbi in te,
vieni a me che ti invoco.-
La pozione fumò ma non accadde nulla. Sakura crollò per terra e si prese la testa tra le mani piangendo.
Era tutto inutile, quell’incantesimo proprio non le riusciva; erano mesi che ci provava ma era tutto inutile e non riusciva a capire in cosa sbagliava.
Il telefono squillò al piano inferiore e Sakura controvoglia si alzò per andare a rispondere.
Si asciugò le lacrime mentre scendeva le scale ma appena arrivata al telefono questo aveva smesso di squillare. Sakura sbuffò, ci aveva messo troppo.
Stava per andarsene che l’apparecchio squillò ancora.
-Pronto.- Rispose un tantino seccata.
-Sakura, stai bene? È tutto il pomeriggio che ti cerco.-
La ragazza si sciolse sentendo la voce all’altro capo del telefono.
-Shaoran… Davvero? Sto bene, come mai mi cercavi?-
Il ragazzo pareva stupito.
-Non dovevi venire a studiare matematica a casa mia oggi? Hai chiesto tu qualche ripetizione…-
Il viso do Sakura andò in fiamme e si affrettò a dire:
-Oddio! Hai ragione, scusa! Me ne sono completamente dimenticata! Arrivo subito!- Si bloccò guardando l’orario, Erano già le sei passate.
-Forse ora è un po’ tardi…- Disse rammaricata. –Se a quest’ora disturbo allora posso sbrigarmela da sola…-
-Non se ne parla, dai, monta sui pattini che ti aspetto.- Disse Shaoran convinto.
-Seriamente non disturbo?- Gli chiese Sakura.
-Certo che no!- Esclamò il ragazzo. –Muoviti!-
Sakura sorrise, quanta fretta!
-Arrivo!- Disse allegra Sakura riattaccando.
Corse a cambiarsi e si fiondò fuori sui suoi pattini sfrecciando per la strada con lo zainetto in spalla.
In una decina di minuti fu sotto il portone del condominio in cui abitava Shaoran. Si fermò agitata finché non trovò il coraggio di suonare e quando finalmente lo trovò e Shaoran le aprì il portoncino entrò e si sedette sull’ultimo scalino per sfilarsi i pattini e indossare le scarpe. Shaoran le arrivò alle spalle dicendo:
-Ero sceso a darti una mano ad arrampicarti sulle scale con i pattini ma pare che tu non ne abbia bisogno. Peccato.- Aggiunse sorridendo. Le porse una mano e la aiutò ad alzarsi.
Era la seconda volta che entrava in casa di Shaoran e la prima volta si era fermata solo nel salotto. Seduta sul divano c’era una ragazza dai capelli neri che sorseggiava una tazza di the.
-Ciao.- Disse Sakura.
-Ciao.- La salutò la ragazza alzandosi e andandole incontro. Le porse la mano e Sakura la strinse. La ragazza era molto bella, aveva i capelli neri e lunghi e gli occhi castani.
-Sono Meilin, tanto piacere.- Per un istante si sentì stringere il petto da un attacco di gelosia. Chi era quella ragazza? Perché era a casa di Shaoran?
-Piacere mio Meilin, io sono Sakura.- Disse cortesemente senza lasciar trapelare nulla di ciò che pensava.
-Bene, vi siete presentate da sole, però Meilin credo che sia ora che tu vada, si sta facendo tardi.-
Meilin sbuffò. –Come se bastasse questo a mandarmi subito a casa.- Ignorò Shaoran e prese Sakura in disparte mormorandole all’orecchio: -Sono sua cugina, e mi vuole fuori dai piedi perché non vede l’ora di restare solo con te, sei la sua ragazza?-
Sakura sussultò, ok, quella ragazza era solo una parente di Shaoran… Però non poteva certo essere così espansiva! Sakura arrossì di botto e balbettò:
-N… No… Veramente… Sono una sua compagna di classe, tutto qui…-
-Meilin!- Esclamò Shaoran afferrandola per il polso, poi la trascinò all’ingresso e la salutò frettolosamente prima di chiuderla fuori.
Una volta tornato in salotto si voltò verso Sakura e le chiese premuroso:
-Vuoi qualcosa da mangiare o da bere? Devi essere stanca per la pattinata che ti sei fatta da casa tua a qui.-
Sakura gli sorrise e rispose incerta:
-Un bicchiere d’acqua può bastare, ti ringrazio.- Shaoran annuì e si recò in cucina mentre Sakura si guardava attorno rapita. Il salotto era spazioso, nel centro c’era un divano rosso con davanti un tavolino in legno antico e di fronte al divano, a qualche metro di distanza, una televisione a schermo piatto di ultima generazione.
Sakura sospirò, le piaceva quella casa, ma mai quanto le piaceva il proprietario…
Si sedette sul divano e fu allora che sobbalzò. Le scene che vide nella sua mente erano frammenti veloci di una visione, spezzoni in bianco e nero di quello che poteva sembrare un film ma che in realtà era il futuro.
Chiuse gli occhi trattenendo il fiato mentre le immagini le scorrevano davanti un po’ più rapide del normale. Una mano sotto una maglietta, l’eco di alcuni gemiti sommessi e qualche sospiro. Poi due labbra che si sfioravano voracemente e piene di desiderio e le sentì come se tra esse ci fossero le sue. Per un istante si sentì in paradiso, finché la visione non svanì e Shaoran la richiamò entrando nella stanza:
-Ecco l’acqua.- Le disse porgendole il bicchiere.
Sakura lo afferrò delicatamente e mandò giù un bel sorso per riprendersi. Non aveva spesso delle premonizioni e di certo non ne aveva mai avute così potenti e sconvolgenti. Aveva sentito il tocco caldo di quella mano sulla sua schiena e quelle labbra avide sulle nonostante non si fosse mossa di un millimetro. Sospirò mentre Shaoran la guardava preoccupato:
-Tutto bene? Ho l’impressione che tu sia impallidita di colpo…-
-Sto bene!- Esclamò sorridendo Sakura. Stava più che bene, fece qualche calcolo rapido e giunse alla conclusione che la ragazza della visione era lei e che dato che questa era scattata quando si era seduta sul divano ciò che aveva visto sarebbe successo proprio li. Sorrise tra se, se sarebbe successo li sarebbe stato con Shaoran… Purtroppo però non indossava la maglietta che aveva visto quel giorno. Avrebbe dovuto aspettare. Si sforzò di stare attenta a ciò che diceva Shaoran ma non le riuscì bene. Il ragazzo fu paziente e alla fine riuscì a farle entrare in testa almeno metà dell’ultima lezione di matematica. Ma Sakura tornò subito a pensare ad altro con occhi sognanti. Sappiamo bene a cosa pensava!

****----****----****

Fantastic Paul: Per ora Sakura non rischia nulla, e Maria è la strega che hanno ucciso i tre cattivoni perché sapeva troppo, quindi è buona davvero, il pericolo è altrove ma troppo vicino questa volta per essere scoperto.

Dany92: In effetti ho scritto delle tre creature ispirandomi proprio alla triade, e per quanto riguarda Cole e Phoebe… Beh, questo è uno scoglio ma tienili a mente se vuoi. Per quanto riguarda Shaoran sei certa che non lo abbia scritto per depistarvi? Qualche ipotesi? Qualche dubbio?

Sakura Bethovina: Basta lusinghe tu! Che non mi hai ancora recensito il drago rosso!!! A parte gli scherzi, fai bene a spaventarti, ma ti conviene iniziare a temere di ciò che ti rassicura in questa ff, perché il male è in agguato e colpirà attraverso qualcuno che di solito svolge un altro ruolo, non so se è abbastanza confuso…

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Capitolo 5
*** La prescelta ***


La prescelta

Entrarono nel parcheggio del locale e posteggiarono affianco nei primi due posti liberi che trovarono, appena scese dalle auto si affiancarono e Sakura chiese:
-Perché siamo dovute uscire di corsa dal locale prima?-
Tomoyo ci pensò un po’ su, poi disse:
-Non ce ne siamo mai andate, eravamo solo a fare un giro qui intorno.-
Sakura annuì, poi entrambe si diressero verso l’entrata e appena dentro iniziarono a guardarsi attorno per individuare i loro amici.
Sakura gioì nel vedere Shaoran poco lontano da lei che la salutava sorridendo affianco agli altri. Si avvicinarono e il ragazzo la prese in disparte per poi mormorarle all’orecchio:
-Dov’eri finita? Ero preoccupato!-
-Scusami.- Mormorò – Ero solo andata a fare un giro qui intorno con Tomoyo…-
-L’importante è che tu stia bene.- Disse Shaoran sicuro. –Posso parlarti? Ci metto poco…-
Sembrava agitato, in qualche modo preoccupato. Sakura lo seguì fuori senza fare storie e si sistemarono uno di fronte all’altra, sotto il cielo stellato e alla luce della luna.
-Di che si tratta?- Domandò Sakura a Shaoran.
Lui le prese una mano tra le sue e le disse:
-Nulla di grave. Mi chiedevo solo, prima che potesse chiedertelo qualcun altro, hai impegni per sabato prossimo?-
A Sakura si mozzò il fiato. Abbassò lo sguardo sulla sua mano avvolta in quella del ragazzo e sperò che lui non si accorgesse che stava tremando per il nervoso.
-Io… Per sabato prossimo… non saprei… io credo… credo di no… a meno che non sorga un inconveniente dovrei essere libera…- Deglutì imbarazzata e sospirò.
-Allora ti andrebbe di venire al cinema con me? E poi a cena, magari in pizzeria… -
La guardò quasi implorante e lei si sentì sciogliere.
-Sarebbe… un appuntamento?- Balbettò Sakura.
-Certo, se per te non è un problema…- Rispose il ragazzo speranzoso. –Allora?- Chiese ancora vedendo Sakura quasi sconvolta ferma davanti a lui.
-Si, cioè, no… Non è un problema… -
Shaoran sospirò sollevato. –Allora ci vieni?-
Sakura annuì con la testa, le guancie completamente in fiamme.
-Bene, era da tanto che volevo chiedertelo…- Ammise Shaoran.
Se Sakura era stata confusa fino a poco prima ora stava vorticando a dieci centimetri da terra con le farfalle che le giravano nello stomaco. La sua premonizione si avvicinava sempre di più, ed era parecchio tempo che sognava quel momento, esattamente da quando, quattro mesi prima, aveva conosciuto Shaoran a scuola.
-Che film vorresti vedere?- Domandò il ragazzo risvegliandola dai suoi pensieri. Sakura aprì la bocca per rispondere mail suo cellulare iniziò a squillare e dovette lasciar perdere.
-Scusa un secondo…- Disse rammaricata al ragazzo prendendo il cellulare dalla tasca e rispondendo a Tomoyo.
-Abbiamo un problema.- Disse sicura appena Sakura fu in linea.
-Che problema?- Domandò Sakura rammaricata, aveva già intuito che la sua serata con Shaoran era finita.
-Pare che ci siano dei problemi al teatro in centro, ho ricevuto una richiesta d’aiuto da un’altra strega.-
-Dove ci vediamo?- Domandò Sakura guardando Shaoran di sottecchi senza che lui se ne accorgesse.
-Alle nostre auto, subito.- Rispose Tomoyo prima di riattaccare. Sakura si voltò verso Shaoran con espressione colpevole mentre rimetteva il cellulare in tasca.
-Devo andare, mi dispiace, è una questione urgente…- Si giustificò.
-Non importa, ci mettiamo d’accordo a scuola, ok?-
Sakura annuì, poi si alzò sulle punte dei piedi per stampargli un bacio sulla guancia e si allontanò di corsa.
Tomoyo era già affianco alle auto e Sakura si fermò davanti a lei.
-Qual è il problema?- Chiese.
-Non lo so, ma pare che sia urgente, molto…-
Salirono entrambe in macchina e si recarono in centro.
Durante il tragitto Tomoyo non potè fare a meno di chiedere all’amica con un che di malizia:
“Di cosa stavate discutendo tu e Shaoran?” Sakura arrossì di botto e deglutì.
“nulla di che, mi ha invitata ad uscire sabato prossimo…”
“Caspita! Allora scusa se ti ho disturbata, non ne avevo idea, dove ti porta?” Domandò ancora curiosa.
“Al cinema e in pizzeria, o forse al ristorante… Ha detto che devo decidere io…”
“Ma che ragazzo educato! Quasi di altri tempi!” Disse Tomoyo per poi sbottare in una risata divertita.
“Pensa pure quello che vuoi ma per me è stato dolcissimo.” Sakura quasi si era arrabbiata per quel commento.
“Su dai Sakura, lo sai che scherzavo…”
Sakura sbuffò, poi commentò: “Non vedo l’ora che sia sabato prossimo!”
“Immagino, sarà una settimana estenuante per te. Tutta passata nell’attesa del sabato! Chissà, magari entro domenica prossima sarete anche fidanzati ufficialmente!”
Sakura sorrise tra se. “Non esagerare adesso.” Poi ci pensò un po’ sopra e aggiunse:
“L’altroieri a casa di Shaoran ho avuto una premonizione…”
“Di che si trattava?” Domandò Tomoyo innocentemente.
“E’ stata una cosa un po’… come dire…” Si interruppe lasciando intuire all’amica il seguito, lei rispose con una voce falsamente indignata:
“Non avrei mica in mente di fare certe cose con lui mi auguro!”
“Non era una cosa molto sconcia, stavamo solo pomiciando…” Si giustificò la ragazza.
“Starete…” La corresse la ragazza scherzando.
Parcheggiarono davanti ad un vicolo e vi si inoltrarono. Camminarono allerta fianco a fianco fin quando non si trovarono davanti una giovane ragazza alta, bella, con indosso una pelliccia e i capelli rossi raccolti in un elegante chignon. Il trucco era fine e luccicante. La rendeva bellissima.
-Sei tu che ci hai chiamate?- Domandò Sakura incerta.
-Si.- Rispose lei. –Abbiamo poco tempo perciò sarò breve e precisa.-
Le due annuirono.
-Siete le uniche streghe nel raggio di chilometri se siete le uniche ad aver risposto all’appello…- Osservò rammaricata, poi riprese a parlare nervosa.
-Il punto è questo, i demoni stanno cercando di creare una nuova razza generando cuccioli di demone che siano anche a metà stregoni…-
-Lo sappiamo, ce ne ha parlato il fantasma di una strega che si chiamava Maria.- Disse Tomoyo. Gli occhi dell’altra ragazza si fecero tristi per un istante.
-La conoscevo Maria, era una mai amica.- Si fermò sospirando e si asciugò una lacrima che le scendeva giù per la guancia. –E’ morta per impedire che mi prendessero…-
-Volevano te?- Domandò Sakura preoccupata.-
L’altra annuì e si presentò:
-Mi chiamo Gwen, ho scoperto il loro piano per puro caso e da allora mi hanno presa di mira…-
-Non ti preoccupare – la rassicurò Tomoyo – ti aiuteremo noi.-
-Vi ringrazio ragazze…- Mormorò l’altra commossa.
Un rumore all’ingresso del vicolo le fece sussultare tutte e tre. Un uomo incappucciato bloccava l’uscita. Le ragazze indietreggiarono intimorite e, quando questo alzò lo sguardo, rivelò due perfidi occhietti rossi stretti a fessura. Con un artiglio si calò il cappuccio mostrando il suo viso umido e semideforme.

****----****----****

Ambra: Sono felice che tu stia leggendo questa fan fiction, non l’avevo neanche immaginato. A proposito del fatto che tu pensi di sapere cosa succederà vorrei fare una chiacchierata con te, vorrei sapere se davvero ci azzecchi e la pensiamo proprio allo stesso modo, ti lascio il mio indirizzo msn: maryoncalliette@hotmail.it, segnatelo subito che tra un paio di giorni lo cancello da qui, ok?.
Sakura Bethovina: Come sarebbe a dire che non è confuso per niente?!? Ma così io non mi diverto! Cattiva!!!
Dany92: Non so se le convenga che si avveri quella premonizione, ma si, diciamo che forse le conviene… Ora che ci penso, ma si capisce chi stava chiamando Sakura nello scorso capitolo?? Giacchè se vuoi puoi prendere anche tu il mio indirizzo, è un po’ che volevo conoscervi “di persona”, se così si può dire.
Fantastic Paul: Le serve proprio qualcuno che stia dalla sua parte povera piccola, specialmente per ciò che le accadrà nei prossimi capitoli.

Ragazzi, prestatemi attenzione: pensavo di cambiare il titolo della fan fiction con: "La sposa delle tenebre e i figli del male” voi cosa ne pensate? A cosa vi fa pensare?

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Capitolo 6
*** Meglio morire ***


Meglio morire

Erano dieci minuti che le tre ragazze stavano correndo a perdifiato nei vicoli per seminare la creatura. Ma quella, non capivano come, riusciva sempre a spuntare dall’ombra anche quando pareva che la avessero seminata.
Sakura, Gwen e Tomoyo erano stanche, tanto che decisero di smettere di scappare e contrattaccare.
Ma quando Gwen scagliò un dardo di ghiaccio contro il mostro questo lo respinse rigettandoglielo addosso. La ragazza fu sbalzata contro una parete e ricadde per terra dolorante.
Una serie di sibili si levarono al cielo da sopra i tetti delle case che le circondavano. Le tre streghe alzarono gli occhi e si scoprirono circondate.
Sui tetti dei palazzi che le circondavano almeno tre demoni osservavano la trappola compiaciuti.
A Sakura batteva forte il cuore per la paura. Le altre ragazze tremavano per il terrore. Uno dei demoni si avventò su Tomoyo. La ragazza alzò prontamente uno scudo difensivo e quello venne sbalzato via, lontano da loro.
Gwen si concentrò su ciò che le circondava, poi afferrò le ragazze per le braccia decisa a non lasciarle andare. Si concentrò. E poi fu il nulla.
Svanirono all’improvviso nel nulla. I demoni restarono stupiti per qualche istante. Abbagliati dalla luce che per un istante solo li aveva colpiti accecandoli. Poi si accorsero della fuga delle ragazze e presero a cercarle con furia.

Gwen si accasciò per terra esausta. Era in grado di teletrasportarsi da poco tempo e ancora non aveva imparato a controllare il flusso di potere. Aveva dovuto compiere uno sforzo enorme e inoltre aveva dovuto estendere il potere anche ad altre due ragazze.
Era stremata.
Sakura le fu subito affianco mentre Tomoyo si guardava attorno.
-Stai bene?- Le chiese preoccupata inginocchiandosi affianco a lei.
-Tranquilla, sono solo un po’ stanca. Il teletrasporto è già difficile per conto suo, effettuarlo su tre persone è stato ancora più faticoso. Sono solo un po’ stanca.-
Sakura le sorrise.
-Ti ringrazio, ti dobbiamo la vita.- Disse.
-Non mi devi ringraziare, sono io che vi sarò grata in eterno per aver accolto la mia richiesta d’aiuto.-
Le sorrise di rimando. Poi Tomoyo chiese:
-Dove siamo?-
Allora anche Sakura si guardò attorno. Pareva uno scantinato, illuminato solo da una luce soffusa di una lampada appesa affianco alla porta in cima a una bassa rampa di scale.
-E’ lo scantinato del teatro. Io faccio l’attrice qui, mi è sembrato il posto più sicuro per il momento. E non era neanche troppo lontano. Di più avrei rischiato troppo.-
Sakura e Tomoyo annuirono.
-Mi dispiace di avervi coinvolte, volevo solo avvisarvi, non avevo idea che sarebbero venuti a prendermi mentre ero con voi…-
Improvvisamente il cellulare di Sakura si mise a Squillare e lei fece per rispondere. Si bloccò, vedendo che era Shaoran.
-Che faccio? Rispondo? E’ Shaoran…-
Tomoyo sbuffò.
-Avete un appuntamento romantico ormai! Non c’è bisogno che tu chiedi il mio parere per ogni cosa!!-
-Ma chi è? Uno che le piace?- Domandò Gwen divertita.
-E’ stracotta di lui dal primo momento in cui l’ha visto. Pare che anche lui abbia un debole per lei, giusto questa sera l’ha invitata ad uscire.-
Gwen scoppiò a ridere guardando la faccia completamente rossa di Sakura.
Il cellulare riprese a squillare.
-Ma che fai? Non hai ancora risposto?- La canzonò Gwen.
Sakura sbuffò nervosa e portò il telefono all’orecchio.
-Sakura, te ne sei andata di corsa, ero preoccupato.-
Sakura si sciolse completamente e ignorò il commento che fece Gwen all’orecchio di Tomoyo:
-Li vedi i cuoricini al posto degli occhi?-
Tomoyo rise.
-Scusami Shaoran, andavo di fretta, ma ti assicuro che è tutto ok.-
-Ne sei sicura? Se hai problemi puoi dirmi dove sei e ti passo a prendere.- Insistette il ragazzo.
Sakura sorrise. Lanciò uno sguardo alle due ragazze che la fissavano divertite.
-Non è necessario Shaoran, non ti preoccupare. Ora devo andare. Ci vediamo a scuola, ok?-
-Va bene, ma promettimi che se dovesse succedere qualcosa mi avvertirai subito.-
-Lo prometto.- Disse la ragazza con le gambe che le tremavano per l’emozione. Era stato così dolce!!!
Si salutarono e Sakura riattaccò, poi si rivolse verso le altre due ragazze per tornare al discorso precedente.
Gwen era rammaricata.
-Fareste meglio ad andarvene, sapete ciò che vogliono, ora potrete avvertire voi le altre streghe, anche se mi succedesse qualcosa.-
-Non ti succederà nulla, lo impediremo, ti aiuteremo noi.- Disse Tomoyo sicura.
-Non so quanto potrete fare. E comunque non voglio che ne restiate coinvolte.- Annunciò Gwen alzandosi dal pavimento e pulendosi i vestiti dalla polvere.
Attorno alle ragazze c’erano mobili coperti da teli bianchi che dovevano fungere da oggetti di scena e un’asta a cui erano appesi vari vestiti.
-Temo che non ci metteranno molto a trovarmi, vogliono me.- Sospirò.-Io vado di sopra e li attiro in una trappola, voi restate qui.-
-Non se ne parla!!!- Esclamò Sakura all’improvviso. –Noi veniamo con te!!-
-E’ questo che intendevi quando hai detto al tuo ragazzo che era tutto ok?-
Domando Gwen. Aveva intuito che le due non avrebbero resistito.
-Scappare però non servirà a nulla.- Annunciò all’improvviso.
Le condusse nel suo camerino e prese una grande borsa all’interno della quale era raccolta una moltitudine di armi di ogni genere.
Ne tirò fuori una spada e la strinse stretta tra le mani. Sakura prese una balestra e Tomoyo un pugnale. Non potevano correre il rischio di essere rintracciate mentre erano in mezzo alla gente.
Si inoltrarono in un parco non lontano dal teatro. I cuori battevano all’impazzata. Non ci volle molto perché le raggiungessero.
Presto iniziarono a sentirsi spiate. Si guardarono attorno con attenzione, quasi pentite di essere uscite allo scoperto.
Il primo fruscio giunse alle spalle di Sakura, dietro un cespuglio.
Uno scricchiolio alla destra di Tomoyo.
Un respiro famelico mal celato proprio davanti a Gwen.
Presto si trovarono spalla a spalla. Nel centro di una radura. Attorniate da alberi e cespugli. E probabilmente anche da chissà quanti demoni.
Il buio impediva di vedere cosa ci fosse nascosto tra il fogliame ma presto furono loro a farsi avanti.
Fu la creatura che le aveva bloccate nel vicolo la prima ad avvicinarsi. Stava dritta davanti a Gwen, feroce.
Quando altri cinque demoni uscirono alla scoperta le ragazze ebbero la conferma che erano circondate.
Ai demoni serviva solo Gwen. Quattro di loro si divisero per tenere impegnate Tomoyo e Sakura. Le atterrarono. Non volevano ucciderle, solo permettere alla creatura di prendere Gwen e portarla via.
La ragazza fece resistenza colpendo la creatura con la spada. Sakura e Tomoyo erano state disarmate e tentavano di scrollarsi i demoni di dosso a mani nude.
Gwen finì per terra e perse la spada che le volò poco distante. Fece mente locale in pochi istanti. Non sarebbe riuscita a fuggire.
Riuscì a divincolarsi e ad afferrare il pugnale di Tomoyo. La creatura si avvicinò pericolosamente a lei.
-Gwen!!!-
Urlò Tomoyo tentando di raggiungerla. Ma erano bloccate.
-Fermateli vi prego!!!- Supplicò Gwen rivolta verso le due ragazze. –Impeditegli di fare ciò che vogliono!!!-
Sakura la guardò non capendo. Poi un lampo. Gwen sollevò il coltello e se lo conficcò nel petto con forza, uccidendosi. Si accasciò a terra sanguinante. Si era uccisa pur di non farsi prendere.
I demoni ruggirono dalla frustrazione. Avevano perso la loro vittima. La loro prescelta. Scattarono tutti indietro all’improvviso. Sakura e Tomoyo si sollevarono di scatto pronte a difendersi ma i demoni non avevano più interesse per loro. La creatura scrutò Gwen un ultimo istante, poi con un movimento rapido puntò gli occhi in quelli di Sakura e la scrutò.
Gli altri seguirono il suo sguardo sulla ragazza. Sakura indietreggiò terrorizzata. Poi la creatura sorrise perfida e si dissolse. Gli altri si dispersero nella boscaglia lasciando Sakura e Tomoyo sole, assieme al cadavere di Gwen, che aveva preferito la morte al dare alla luce obbligatoriamente un mostro.
-Sakura, dobbiamo andarcene da qui…- Mormorò Tomoyo rammaricata.
Se ne andarono. Camuffando la voce avvertirono la polizia che c’era un cadavere nel parco. Poi non poterono fare altro che tornare a casa stremate e sconvolte.

****----****----****

Dany92: Fai bene a preoccupati. E hai capito bene chi stava evocando Sakura!
Fantastic Paul: Shaoran incappucciato? Ma no!!! Non è che le tue supposizioni non abbiano senso. Ti mancano le prove concrete per dimostrare che ciò che hai in mente non sia solo fumo.
Ambra: Purtroppo chi era richiesto ai demoni è già uscito di scena. Le ragazze non hanno potuto impedirlo. La puzza di bruciato è asfissiante, credimi! Non credo che Sakura farà molto certe cose, per mancanza di tempo e per altre ragioni.
Sakurahime949: Forse aspetterò ancora un po’ per decidere se cambiare il titolo. Spero che continui a piacerti.
Revelation80: Il nuovo titolo è davvero apocalittico. Ma il resto della fan fiction potrebbe essere davvero apocalittico per Sakura. Io ho sempre detto che qualcuno qui ha davvero un buon istinto per certe cose…

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Capitolo 7
*** Lacrime per un’amica perduta ***


Lacrime per un’amica perduta

I giorni successivi Sakura e Tomoyo furono quasi assenti.
Eriol non riusciva a capire cosa avesse Tomoyo e lei si rifiutava di parlarne. Era ancora sconvolta per ciò che era successo qualche giorno prima.
Tutti si erano accorti che persino tra loro due avevano smesso di chiacchierare. Durante la pausa pranzo mangiavano in silenzio e lungo la strada verso casa era come se fossero sole nonostante camminassero affianco.
Martedì mattina, durante l’intervallo, Shaoran decise di parlare a quattrocchi con Sakura. Si diresse a passo svelto verso di lei, che stava seduta sotto un albero del giardino con Tomoyo ed Eriol.
-Sakura. Posso parlarti un secondo in privato?-
Sakura lo scrutò un istante negli occhi, vi lesse una profonda preoccupazione.
Lanciò una rapida occhiata al suo pranzo. In cinque minuti aveva dato appena due morsi al panino.
-Per favore.- Continuò Shaoran tendendole la mano dolcemente.
Sakura mise via il suo panino e la afferrò. Il ragazzo la tirò su e lei diede una rapida e fugace occhiata a Tomoyo, che stava accoccolata al petto di Eriol, prima di seguirlo sul retro della scuola.
Si trovarono l’una di fronte all’altro. Sakura rimase zitta. Fu Shaoran a rompere il silenzio.
Poggiò dolcemente una mano sulla guancia di lei e le sollevò il viso, che fino ad allora era rimasto rivolto verso il basso, guardandola negli occhi.
-Che hai?- Le chiese premuroso.
Sakura sollevò una mano e la poggiò sopra quella del ragazzo che le aveva posato sulla guancia.
Sospirò ma non disse nulla.
Shaoran si avvicinò lentamente a lei e la abbracciò.
-C’è qualcosa che non va. Lo so. Me lo sento. Basta guardarti in faccia per capire che è successo qualcosa di grave. Se non vuoi parlarmene va bene, voglio solo che tu sappia che se hai bisogno di me io ci sono.-
All’improvviso Sakura gettò le braccia al collo del ragazzo e scoppiò a piangere.
Shaoran la cullò dolcemente e le baciò i capelli più volte per calmarla. Continuò a tenerla stretta finché non si calmò. Sakura non disse nulla ma quando si fu sfogata si allontanò da lui di poco. Non alzò lo sguardo e con voce rotta mormorò:
-Ti ho bagnato tutta la camicia. Scusami.-
Per un istante anche quello rischiò di diventare motivo di pianto.
-Non mi importa se mi bagni la camicia, potresti anche distruggerla per quanto mi riguarda.-
Come per dimostrarle che diceva il vero utilizzò la manica della sua stessa camicia per asciugarle le guancie.
Sakura tirò su con il naso, trattenendo le lacrime che di nuovo premevano per tornare a scenderle giù per le guancie.
Si buttò di nuovo tra le braccia di Shaoran nascondendo la faccia tra la spalla e il collo del ragazzo. Shaoran la strinse ancora forte e la lasciò sfogarsi ancora un poco accarezzandole dolcemente la testa. Passando con delicatezza la mano tra i suoi capelli. Suonò la campanella che segnava la fine dell’intervallo e dovettero separarsi a malincuore.
Sakura teneva ancora lo sguardo basso e Shaoran le afferrò il mento con due dita per poi posare un lieve bacio sulle labbra di lei. Quel gesto la lasciò di stucco e le gote le si arrossarono all’istante.
-Non stare giù, ti prego. E se avessi bisogno di qualcosa, se posso aiutarti in qualche modo, qualunque cosa sia, chiamami o vieni da me, ok? A qualunque ora del giorno o della notte.-
Sakura annuì, poi lui le posò un dolce bacio sulla fronte e insieme andarono in classe.

Sakura stava seduta sul divano di casa sua. Aveva un libro poggiato sulle gambe e la televisione era accesa ma ripensava al suicidio di Gwen.
Suo padre le passò affianco per andare ad aprire la porta a cui avevano appena suonato. Era Tomoyo.
Il signor Fujitaka avvertì le ragazze che stava per uscire e si chiuse lentamente la porta alle spalle. Non prima di aver lanciato uno sguardo preoccupato alla figlia.
Tomoyo si sedette affianco a Sakura silenziosa.
-Non è giusto che sia morta così.- Disse Sakura all’improvviso.
-Non possiamo farci più nulla…- Sospirò Tomoyo rammaricata.
-Possiamo vendicarla.- Esclamò poi Sakura con un nuovo fuoco che le ardeva negli occhi.
Tomoyo sospirò.
-Non so se sia una buona idea Sakura. Hai visto come ti hanno guardata quei demoni? Temo che ora che hanno perso Gwen vogliano te.-
Sakura la guardò disgustata.
-Non dire stupidaggini. Non hanno ragione per volere me. Non sono all’altezza di concepire il bambino demoniaco che gli serve.-
Tomoyo la guardò rammaricata.
-Hai visto come ti ha guardata, e poi sei ancora vergine. Loro lo hanno capito in qualche modo. E sei una strega. Hai tutte le carte in regola per essere la prossima prescelta.-
Sakura sbuffò.
-E cosa credi che dovrei fare se anche ora volessero me?-
-Di certo non dare la caccia ai demoni.- Rispose Tomoyo preoccupata.
Sakura si alzò di scatto.
-Cosa? No! Devo trovare il demone che ha ucciso mia madre e vendicarla!!! E voglio vendicare anche Gwen!!-
-Sakura, cerca di ragionare. Non devi smettere per sempre. Dammi solo il tempo di capire dove si nascondono e distruggerli, poi potrai tornare a dargli la caccia come facevi prima.-
-NO!!! NON SE NE PARLA!!!- Urlò Sakura nervosa.
Si fermarono entrambe sentendo la serratura della porta di casa scattare e ne entrò Touya che, praticamente ignorandole, prese una borsa dalla cucina e passò di nuovo affianco a loro dicendo:
-Avevo scordato questa. Buona giornata Tomoyo. Ci vediamo questa sera Mostriciattolo.-
Sakura lo ignorò. Ma quando si fu chiuso la porta alle spalle abbracciò forte Tomoyo e le disse mortificata:
-Scusami se mi sono arrabbiata con te, lo so che lo fai solo per proteggermi. Però credimi, dubito che vogliano me, ci sono miriadi di streghe molto più potenti che non sanno del complotto e non sono in grado di proteggersi adeguatamente.-
Tomoyo sorrise malinconica e ricambiò l’abbraccio.
-Se dovessero prenderti mi sentirò in colpa per tutta la vita per non essere riuscita a proteggerti.-
-Non mi prenderanno, dobbiamo solo andare in giro con le precauzioni adeguate. Dobbiamo fare un bel po’ di pozioni difensive.-
Si accordarono così. Sakura non avrebbe più messo piede fuori di casa senza una borsa intera piena di boccette di pozioni di ogni tipo. E doveva stare il più possibile da sola o lontana dai luoghi bui e pericolosi.

Dopo che la polizia terminò le indagini sulla morte di Gwen finalmente i suoi familiari poterono organizzare il funerale.
Durante la cerimonia Sakura e Tomoyo rimasero in fondo e piansero ancora. Nelle loro borse tenevano varie boccette di pozioni pronte per l’uso.
Tomoyo si stava asciugando una lacrima quando una piccola sfera di luce evanescente iniziò a volteggiare attorno a lei e a Sakura.
Tirò Sakura per una manica facendogliela notare.
Parevano le uniche in grado di vederla e quella continuava a fluttuare attorno a loro.
-Vuole che la seguiamo.- Intuì Sakura.
Si allontanarono in silenzio dalla cerimonia che ormai era giunta al termine e la seguirono fino ad inoltrarsi in un vicolo.
Tomoyo fermò Sakura incerta.
-E se fosse una trappola per te?- Domandò.
Sakura scosse la testa.
-Credo che sia Gwen.-
Voltarono l’angolo e tutti i loro dubbi svanirono. Davanti a loro c’era la figura evanescente di Gwen che sorrideva malinconica.
Gli occhi delle ragazze si inumidirono ancora.
-Dai ragazze, tranquille. Io sto bene. Relativamente.- Disse storcendo il naso.
Riuscì a strappare alle ragazze un sorriso malinconico.
-Non posso restare molto, sono solo venuta a dirti che non devi passare un solo istante da sola e senza protezione.- Disse preoccupata voltandosi verso Sakura.
-Cosa? Perché?- Domandò ingenuamente la ragazza.
Tomoyo scosse la testa sconfortata. Sakura non lo voleva ammettere nemmeno a se stessa.
-Vogliono te Sakura, ti prego, stai attenta a quello che fai e soprattutto, stai attenta a con chi lo fai.-
La frase pareva avere un qualcosa di enigmatico. Sakura sbuffò.
-Non mi accadrà nulla! Vedrete!!!-
Gwen le sorrise.
-Me lo auguro davvero.-
E svanì in un lampo di luce.

****----****----****

Dany92: Gwen era tanto simpatica anche a me!!! Povera piccola. Perché credi che Shaoran sia un demone? E’ sempre così dolce!!!
Sakurahime949: La soluzione potrebbe essere quella e puoi scommetterci che Shaoran alza la mano e si offre volontario. Però c’è un problema: e se fosse Sakura a non volere? O se Shao lo facesse per altre ragioni??
Revelation80: Shao è più puccioso qui o nello scorso capitolo? E’ vero, Gwen è stata molto coraggiosa e Sakura è peggio di Bella. Vedremo come andrà a finire. Non vedo l’ora di postare il capitolo cruciale del voltafaccia!!!!! HIHI!!!!

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Capitolo 8
*** Attesa ***


Scusate il capitolo corto, brutto, privo di avvenimenti importanti e noioso. Spero che non mi abbandoniate per questo, i prossimi saranno più avvincenti, lo prometto…

Attesa

-Ciao Sakura.-
Disse Shaoran dolce sedendosi affianco a lei su una delle panchine del cortile della scuola.
-Ciao.- Salutò la ragazza sorpresa.
Arrossirono entrambi un poco ricordando il dolce bacio che si erano scambiati qualche giorno prima.
-Va un po’ meglio?- Chiese cauto.
Sakura sospirò. Poi annuì leggermente.
-Scusami se ti ho fatto preoccupare.-
Shaoran le sorrise.
-Mi chiedevo, vorrei provare a tirarti un po’ su il morale. Ti andrebbe di anticipare la nostra uscita? A questa sera magari.-
Sakura lo guardò incerta, riflettendo bene.
-Potrei anche provare, ma non ti assicuro che riuscirai a tirarmi su di morale.-
-Ci proverò. E poi non vorrei che tu ti cacciassi nei guai.-
Le diede un bacio sulla guancia e domandò ancora:
-Oggi si esce prima, vuoi venire a pranzare con me?-
Sakura annuì, non aveva impegni per tutto il pomeriggio e Tomoyo non avrebbe avuto nulla in contrario. Di certo Shaoran non l’avrebbe portata il posti pericolosi in cui avrebbe incrociato qualche nemico.

Tomoyo si mostrò preoccupata. Sakura dovette assicurarle di avere almeno una dozzina di boccette di pozioni prima di potere avere il permesso di andare a pranzo con Shaoran.
I due ragazzi passeggiarono in silenzio fino al parco. Shaoran osservava la ragazza di sottecchi, tentando di capire come sollevarle il morale.
La fermò prendendola dolcemente per un polso.
-Ti va di andare un poco sull’altalena?- Domandò.
Sakura si stupì di quella domanda. Il parco era deserto, probabilmente nessuno li avrebbe guardati male se si fossero seduti sull’altalena. In più era pieno giorno dubitava che i demoni attaccassero.
Fece un sorriso tirato e accettò la proposta.
Si sedettero entrambi e Sakura iniziò a dondolarsi lentamente.
-Cosa ti è successo?- Chiese il ragazzo premuroso. –E’ un po’ che sei… spenta…-
Sakura alzò lo sguardo verso di lui, gli occhi erano già umidi.
-Una mia amica è morta…- Disse a bassa voce. Shaoran si alzò e le si mise davanti per poi abbracciarla forte. Sakura nascose il viso nella maglia della sua divisa e si lasciò stringere forte dal ragazzo.
-Mi dispiace per la tua amica, ma non credo che lei voglia che tu stia giù.- Sakura alzò il viso per guardarlo e accennò un sorriso.
Shaoran le asciugò le lacrime con due dita, poi poggiò dolcemente la fronte sulla sua e le chiese:
-Vuoi che andiamo a mangiare o preferisci che ti accompagni a casa?-
Sakura alzò lo sguardo lucido su di lui, poi rispose incerta:
-Non vorrei diventare tremendamente noiosa in questo stato… Forse è meglio che io vada a casa. Non serve che tu mi accompagni, ce la faccio anche ad andare da sola.-
Non ne dubito. Disse il ragazzo convinto prima di raccogliere da terra la cartella della ragazza.
-Eih! Che fai?- Domandò subito la ragazza.
-Prendila così, non ti accompagno a casa perché ho paura che tu non ci arrivi viva, lo faccio per cavalleria e perché ho voglia di stare ancora un po’ con te.-
La sorrise e prese a camminare in direzione della casa di lei.
Sakura si alzò di scatto correndogli dietro, lasciandosi alle spalle l’altalena cigolante che ancora dondolava leggermente.
Camminarono fianco a fianco per tutto il tragitto, in silenzio. Sakura guardava il ragazzo di sottecchi, e quando lui la sorprendeva a fissarlo arrossiva di botto.
Arrivarono davanti a casa Kinomoto.
-Senti Shaoran… Ti va di entrare a prendere un the?-
Chiese Sakura al ragazzo facendo appello a tutto il suo coraggio.
-Meglio di no, ho un paio di cose da fare, ho un impegno importante e non posso mancare.-
-Capisco.- Rispose Sakura rabbuiandosi, ma si riprese subito e sorrise leggermente dicendo:
-Beh, ti ringrazio di tutto Shaoran, non so che avrei fatto senza di te oggi.-
-Figurati piccola, se posso esserti ancora utili chiamami in qualunque momento e correrò da te ovunque tu sia, ok?-
Sakura arrossì e neanche Shaoran sembrava molto a suo agio nel pronunciare quelle parole.
Arrossirono entrambi, poi Sakura si sporse verso di lui e gli bacio una guancia.
-Grazie, grazie davvero.-
Sakura si voltò di scatto e corse verso casa sua spalancando la porta ed entrando. Salì le scale e si rifugiò in camera.
Shaoran rimase per un poco fermo e stupito dal gesto della ragazza, sospirò. Comunque quello sembrava il modo giusto per conquistare la ragazza, ed era questo il suo scopo. Si girò e prese a camminare verso casa sua.
Erano in tre quelli illuminati nella grande sala triangolare, gli altri, cinque o sei, stavano in ombra, tutti in ginocchio.
Uno di loro parlò educatamente dopo aver poggiato un artiglio per terra.
-Stiamo tenendo d’occhio la ragazza, da quando l’altra ci è sfuggita.-
I tre si guardarono un attimo per poi tornare a fissare l’altro.
-Alzati.- Gli ordinò uno di loro.
Quello ubbidì e si calò il cappuccio con l’artiglio come aveva fatto quella sera davanti alle tre ragazze.
Solo allora si permise ad alzare lo sguardo per guardare i suoi superiori mostrando i suoi viscidi occhietti rossi.
-Sei certo che risponda alle nostre esigenze?-
-Mi avete creato per scovare le streghe che vi occorrono. L’ho guardata negli occhi, è pura, casta. E’ perfetta per noi. L’unico problema è che conosce il nostro complotto, è pronta ad accoglierci.-
-Questo è un problema sormontabile, potremmo rapirla nel sonno.- Osservò uno dei tre capi.
-Temo che non sia possibile, io e i miei fedeli abbiamo già provato ad entrare, pare che casa sua sia protetta da antichi incantesimi, ci tengono lontani.-
I tre borbottarono tra loro.
-Il tempo stringe, ci serve quella ragazza, ci serve viva, il tempo stringe.-
-Potremmo sempre insidiarla, mandare uno dei nostri sotto copertura, lasciare che lui la seduca.-
La creatura storse il naso.
-Il suo cuore è già impegnato, dubito che si lascerebbe sedurre da un demone o da chiunque.-
-Allora proveremo un’ultima volta con la forza, se falliremo cambieremo tattica.-
Era stato un giovane demone a parlare. Il suo volto non era visibile attraverso il buio. Non un solo fascio di luce lo colpiva.
-Ho già in mente il piano B.-

****----****----****

Sakurahime949: Io non ho detto che Shaoran sta dalla parte dei cattivi, sai che mi piace confondere le idee! Non è detto che sia così.
Ambra: Allora, forse è vero che si può fare, vediamo di non peggiorare le cose però, non trovi? Se anche qualcuno si mettesse in testa quell’idea certo non sarà lei. Quale sarebbe la tua teoria? Esistono anche i demoni mutaforma sai? Magari era questo che Gwen intendeva. Suvvia, suvvia, non importa se non recensisci sempre, peccato però che forse non ci sentiremo vi MSN, è proprio andato? Comunque io non penserei mai che non è un bene esserti amica, non so se lo penserai tu di me quando posterò il capitolo cruciale…
Dany92: Fammi capire, se Shaoran la trattasse male saresti più tranquilla? Le premonizioni vengono per cambiare il futuro a volte se non ricordo male. Ma tu per Shaoran cattivo cosa intendi esattamente?
Revelation80: Ma perché siete tutti convinti che sia Shaoran il cattivo? Mi credete così perfida? Credo di essere solo un po’ sadica…
Sakura Bethovina: Ora tu sai, non riferire a nessuno però, ma non ho capitò qual è il tuo dubbio.
Kairi_92: Purtroppo è stato necessario cambiarli i caratteri, nel cartone se Sakura avesse visto un demone o un fantasma sarebbe svenuta dalla paura, e Shaoran mi serviva un po’ più audace, ma sinceramente temo che il suo carattere muterà ancora da quello dell’anime e del manga. Puoi stare tranquilla che Sakura ci andrà all’appuntamento, non è detto che torni viva, ma all’appuntamento ci andrà. Allora, per rispondere alla tua domanda, dovrebbero avere circa diciotto anni, diciamo che hanno la patente da poco, che ne pensi? Davvero ingarbuglio le idee così tanto? L’ho fatto anche ora? Giuro che ormai non me ne rendo neanche conto…

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Capitolo 9
*** Il pettirosso e il falco ***


Il pettirosso e il falco

Si rigirò nel letto agitata. I suoi sogni quella notte furono inquieti.
Era buio li dov’era. All’inizio era tutto calmo. Quel poco di cielo che vedeva era limpido. Ma dov’era? Alzò gli occhi in aria. Era al coperto. Sotto quella che sembrava una tegola. Alle sue spalle un cono scuro.
Di colpo quel buco s’illuminò, il cielo era stato squarciato da un lampo. Poi il fragore del tuono.
Sakura tremò rendendosi conto solo allora di essere in un nido. Tentò di muovere le braccia ma scoprì che al loro posto aveva un paio d’ali. Tentò di parlare, ma dalla gola le uscì solo un pigolio strozzato.
La pioggia batteva crudele sulle tegole facendola tremare.
Aspettò. Aspettò una notte intera mentre il temporale infuriava fuori dal suo giaciglio.
All’alba il temporale cessò, ma la pioggia continuò a scendere dolce sulle foglie e sui fiori, fino a raggiungere la strada. Poi svanì del tutto lasciando spazio al sole.
Sakura tremava ancora stringendosi in quelle piume spuntate da chissà dove. Si addormentò finalmente tranquilla solo quando si la tempesta fu cessata.
Quando riaprì gli occhietti verdi il sole batteva e la sua luce penetrava fioca nel suo nascondiglio. Intimorita si avvicinò all’uscita.
Era in alto, molto in alto. Era piccola. E il suo rifugio si rivelò presto un nido nascosto tra le tegole del tetto di una casa.
L’altezza non le faceva paura. Era strano.
Guardò in aria. Il cielo era limpido, l’aria serena. Si guardò attorno spaesata prima di trovare il coraggio di saltare giù di lì.
Si stupì quando si accorse di stare spiegando le ali per planare dolcemente affianco ad una pozzanghera.
Il sole e il cielo limpido si rispecchiavano nella pozza assieme a qualche ramo di uno degli alberi di ciliegio del viale. Sakura tentennò prima di rispecchiarsi. Quando poi trovò il coraggio restò stupita. Non era più lei. Ora era un pettirosso e non si spiegava il perché.
Nel riflesso vide scuotersi i ciliegi. Ne restò incantata.
Sarebbe rimasta a scrutarsi ancora se un movimento nel cielo non l’avesse distratta. Attraversò il cielo veloce attirando l’attenzione di Sakura. Era un falco. Un falco bello e maestoso dalle piume castane. Sakura ne restò affascinata immediatamente.
Alzò il becco al cielo, non riuscendo più a farsi bastare la vista del suo riflesso. Quasi restò abbagliata.
Il falco fece una piroetta. Poi planò piano per atterrare oltre le case. Il punto esatto Sakura non riuscì a vederlo ma subito provò un’irrefrenabile voglia di seguirlo. Così fece. Spiccò il volo agile sfrecciando nel cielo tentando di individuare il punto esatto in cui l’altro era atterrato.
Fu distratta. Non si rese conto di ciò che aveva alle spalle. L’aquila arrivò rapida, minacciosa, affamata.
Sakura riuscì a schivarla la prima volta che quella tentò di azzannarla e si ritrovò con il batticuore a tremare in volo.
L’aquila virò pericolosa e tentò di aggredirla ancora. Questa volta era troppo vicina, e Sakura troppo spaventata per reagire prontamente. Sarebbe riuscita ad afferrarla se qualcosa non avesse intralciato il suo piano.
Il falco si lanciò veloce sull’aquila ingaggiando una feroce lotta a suon di colpi di becco con lei.
Sakura restò a guardare, stupita e spaventata. Per un istante sembrò che l’aquila stesse per avere la meglio ma il falco la respinse e le beccò un’ala ferendola.
L’aquila precipitò veloce al suolo mentre il falco si voltò verso Sakura minaccioso. Lei indietreggiò planando piano verso il suo nascondiglio. Rientrò sotto le tegole, al sicuro. E il falco atterrò lì sopra poco dopo di lei. Sakura tremò accovacciandosi nel suo nido. Ma il falco si sporse per guardarla con uno dei suoi occhi castani.
-Non aver paura.- Le disse. –Mi stavi seguendo?-
-Si…- Rispose incerta lei ancora spaurita.
-Vieni fuori, non temere.- La incitò il falco con voce seducente.
Sakura era riluttante all’idea di lasciare il suo nascondiglio.
-Come ti chiami?- Domandò al falco tentando di temporeggiare mentre rifletteva su cosa fosse meglio fare.
-Shaoran, e tu?- Rispose lui.
-Io mi chiamo Sakura.-
-Sakura, è un bel nome. Vieni fuori.-
Sakura gli sorrise, arrossendo per il complimento. Poi ubbidì. Il falco si scostò un poco per permetterle di sistemarsi affianco a lui. Appena lei alzò gli occhietti vispi e timidi verso di lui il falco spalancò le fauci e la divorò.

Sobbalzò nel letto, inquieta, sudata e con il batticuore, risvegliandosi da quell’incubo assurdo. Aveva il fiatone.
Per fortuna era già ora di alzarsi e la sveglia suonò subito. Sakura sapeva che dopo quell’incubo non sarebbe più stata in grado di riaddormentarsi.

Quel giorno a scuola era in programma una gita alla voliera della riserva, poco lontano dalla città.
Sakura salì sul pullman in silenzio, evitando sia Shaoran che Tomoyo. La sua mente tornava continuamente a pensare al sogno di quella notte. Era quasi certa che fosse stato un incubo, ma chissà perché il fatto che fosse proprio Shaoran il nome del falco le metteva una certa agitazione dentro. La cosa che più le era rimasta impressa era stata l’ultima parte del sogno.
Shaoran la raggirava, l’aveva tirata in inganno tranquillizzandola e appena lei era uscita allo scoperto l’aveva divorata.
Chissà, forse era un sogno premonitore, o forse solo un incubo per la suggestione di quei giorni.
Si sentiva inquieta a pensare di essere stata scelta per portare a termine quel folle piano demoniaco ed una parte di lei ancora lo rifiutava.
Dopo due ore in pullman arrivarono alla riserva. Il cielo era limpido e un fresco venticello soffiava tra le fronde verdi.
Tomoyo aveva aspettato pazientemente che Sakura andasse a parlarle ma quando notò che ciò non accadeva, e che Sakura probabilmente non ne aveva intenzione, si decise a farsi avanti per capire che cosa fosse successo alla sua amica.
La afferrò per il polso appena scesa dal pullman e le chiese senza tentennamenti:
-Che hai? E’ tutta la mattina che sei strana, ne vuoi parlare?-
Sakura sospirò. Sapeva che Tomoyo non l’avrebbe lasciata in pace finché non avesse saputo tutto. Così, pazientemente, iniziò a raccontarle del sogno del falco e del pettirosso.
Tomoyo la ascoltò attenta e quando Sakura ebbe terminato le chiese incerta:
-Credi che voglia dire che devi stare attenta a Shaoran?-
Sakura scrollò le spalle. –Non ne ho idea, continuo a pensarci, non riesco a smettere.-
-Comunque sia Shaoran questa mattina sembrava perfino più preoccupato di me per il tuo comportamento, forse dovresti parlargli.- Propose Tomoyo.
Quando Sakura riuscì a rendersi conto delle parole di Tomoyo arrossì.
-Io…Beh… Si… Io… Ora gli parlo…- Girò la testa un paio di volte per guardarsi attorno, fermandosi in mezzo al viale che conduceva dal parcheggio alla voliera.
Qualcuno le arrivò addosso rischiando di farla cadere ma immediatamente la afferrò per la vita sollevandola.
-Scusa, non volevo scaraventarti per terra.-
Quando Sakura si voltò si trovò a pochi centimetri dal volto di Shaoran. Arrossì ancora di più.
-Posso parlarti?- Le domandò premuroso.
-Si certo.- Rispose lei incerta.
Si distanziarono dal gruppo fino a fermarsi davanti ad una delle tante voliere, poi Shaoran le chiese:
-Mi stai evitando?- Sakura scosse la testa. -E allora cos’hai?-
Sakura scrollò le spalle incerta, indecisa su ciò che avrebbe dovuto fare. Poi scelse di parlare, certo non avrebbe detto tutto ciò che la tormentava ma gli avrebbe detto che era giù solo a causa di un incubo.
-E’ che questa notte ho fatto un incubo e non ho dormito bene a causa di questo.-
-Sicura? Ho fatto qualcosa che ti ha fatta arrabbiare? O comunque posso aiutarti?-
Sakura gli sorrise.
-Non ti preoccupare.-
All’interno della gabbia Un falco si mosse da un ramo all’altro.
-Ti piacciono i falchi, Shaoran?-
Il ragazzo la guardò stralunato. –Sono belli, maestosi.-
-Ti paragoneresti ad uno di loro?- Chiese ancora lei.
Il ragazzo si lasciò scappare una risata. –Non lo so, può darsi.-
-E a quale volatile mi paragoneresti?-
Il ragazzo le sorrise. – Tu sei un piccolo innocente pettirosso secondo me.- Sakura tremò un istante, ma negli occhi del ragazzo lesse una dolcezza infinita.
Non poteva essere stato un sogno premonitore.

****----****----****

Kairi_92: Ma Sakura è viva, e ci sono condanne peggiori della morte, no? Sakuretta deve risolvere quel problema a modo suo. Piaciuto il sogno? Mi è venuto come un flash mentre tornavo dal supermercato l’altroieri con tre vasetti di nutella in busta Xp
Sakura Bethovina: Non l’ho capito però che dubbio era… Tu mi confondi XD Comunque la conversazione di poco fa era abbastanza normale, non trovi? O non lo era?
Sakurahime949: MESSAGGIO URGENTE PER TE:___ Se leggi questo capitolo ti prego fammi sapere come stai perché sono terribilmente preoccupata per te. Ti lascio il mio indirizzo MSN, se puoi aggiungimi: maryoncalliette@hotmail.it spero di sentirti e che tu stia bene.
Dany92: Adorare Shao potrebbe fare male Xp Dopo questo capitolo invece cosa pensi?
Revelation80: Tu si che hai le idee chiare su ciò che pensi! AHAH!!!!

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Capitolo 10
*** Shock ***


Shock

-Ti piacciono i falchi, Shaoran?-
Il ragazzo la guardò stralunato. –Sono belli, maestosi.-
-Ti paragoneresti ad uno di loro?- Chiese ancora lei.
Il ragazzo si lasciò scappare una risata. –Non lo so, può darsi.-
-E a quale volatile mi paragoneresti?-
Il ragazzo le sorrise. – Tu sei un piccolo innocente pettirosso secondo me.- Sakura tremò un istante, ma negli occhi del ragazzo lesse una dolcezza infinita.
Non poteva essere stato un sogno premonitore.
-Fammi un sorriso.- Disse poi Shaoran all’improvviso.
Sakura lo guardò curiosa e sorrise lievemente arrossendo prima di voltarsi di nuovo a guardare la voliera.
-C’è un bar là in fondo, posso offrirti qualcosa?- Propose poi Shaoran all’improvviso. Sakura lo guardò incerta, l’espressione corrucciata, incerta.
Rimase zitta finche il ragazzo non la afferrò per il polso e la trascinò con se. Entrarono nel bar fianco a fianco.
-Allora? Cosa vuoi?- Le domandò dolce appena giunsero davanti al bancone.
-Non c’è bisogno Shaoran, non mi va nulla. Ti ringrazio comunque.-
Il ragazzo sbuffò: -Da qui non ci muoviamo finché non avrai preso qualcosa.-
Sakura sospirò rassegnata lasciandosi scappare una lieve risata.
–Un cono al cioccolato?- Insisté Shaoran.
-Solo se prendi qualcosa anche tu.- Disse allora la ragazza.
Il ragazzo sorrise spavaldo felice di aver convinto Sakura.
-Due coni al cioccolato.- Ordinò all’improvviso.
-Grazie Shaoran.- Mormorò la ragazza sorridendo. Ma il suo sorriso non era esattamente da ragazza spensierata qual’era stata Sakura tempo prima.
-Andiamo al lago?- Propose il ragazzo allora.
Sakura accettò, ma solo perché aveva capito che Shaoran non avrebbe desistito facilmente.
Raggiunsero il resto della classe svelti. Sakura tornò affianco a Tomoyo e Shaoran la seguì. Il lago era poco distante da loro, si poteva vedere il riflesso dell’acqua al termine del viale fiancheggiato dagli alberi.
Non appena furono al termine della stradina, vicino alla riva, Sakura lo scrutò affascinata. Tomoyo era al suo fianco assieme al resto della classe, ma nessuno avrebbe potuto eguagliare la sua gioia e la sua passione per la natura.
-Muoviti Kinomoto!- La richiamò il professore notando che stava rimanendo indietro.
La ragazza arrossì, li raggiunse frettolosa e tornò al fianco della sua migliore amica.
-Mi scusi professore…- Disse imbarazzata rivolta verso l’insegnante.
-Non perderti mi raccomando!- La richiamò lui. –Daidouji, Li, tenetela d’occhio per favore…-
-Ma certo professore!- Risposero pronti i due.
Sakura guardò imbarazzata Tomoyo prima che fossero raggiunte entrambe da Eriol, che schioccò un bacio sulle labbra della sua ragazza.
-Allora? Avete risolto il vostro problema?-
Domandò premuroso stringendo a se la ragazza.
-Ci stiamo lavorando.- Rispose la ragazza.
-Di che problema parla? Posso aiutarvi?- Chiese poi Shaoran preoccupato rivolto verso Sakura.
-Hai già fatto abbastanza, ti ringrazio, per tutto.- Rispose lei.
-Non mi pare di aver fatto molto, ma se credi che possa aiutarti non esitare a contattarmi.- Insisté il ragazzo.
-Fidati.- Disse Sakura sorridendo sinceramente e schioccandogli un bacio sulla guancia. Scoppiò a ridere all’improvviso e Shaoran la guardò stralunato.
-Cosa c’è?- Chiese incerto fissandola. -Stampo al cioccolato.- Ridacchiò lei prima di pulirgli la guancia con il pollice.
-Lo hai fatto apposta?- Domandò. Sakura rideva ancora. –Hai tutto il muso sporco di cioccolata, per questo mi hai sporcato.- Aggiunse poi trattenendola per leccarla sulle labbra.
-Buono, cioccolato.- Esclamò poi.
Sakura era visibilmente arrossita mentre alcuni ragazzi li fissavano ridendo maliziosamente. Ma non poté concentrarvisi molto prima che una strana sensazione si impossessasse di lei. Anche Tomoyo avvertì quella sensazione ed entrambe si ritrovarono a fissare il lago preoccupate.
-Che c’è?- Domandò Eriol allarmato.
D’un tratto la voce del professore sovrastò quelle di tutti gli studenti.
-A partire da ora avrete un’ora di libertà prima di iniziare la visita guidata che durerà fino a questa sera, non perdetevi, sono stato chiaro? Muovetevi in gruppi e siate di nuovo qui tra un’ora esatta.-
I ragazzi esultarono. Solo Sakura e Tomoyo parevano ansiose ed Eriol e Shaoran le osservavano preoccupati.
-Restate qui.- Sbottarono poi all’unisono le ragazze prima di iniziare a correre verso un punto preciso che solo loro erano riuscite ad individuare.
-State attente.- Si raccomandò Eriol preoccupato. Shaoran pareva non capire.
-Cosa sta succedendo qui?- Domandò quasi esasperato rivolgendosi verso Eriol.
-Temo che dovrai parlarne con Sakura quando torneranno, sperando che vada tutto bene.-
-Che significa? Cosa sta succedendo?- Insisté il castano sempre più ansioso.
Eriol stava per ripetergli di parlarne con Sakura, ma il ragazzo lo precedette correndo nella stessa direzione delle ragazze. Eriol lo seguì a ruota.
Si inoltrarono nel bosco e l’aria si fece cupa.
-Da che parte credi che siano andate?- Domandò agitato.
-Shaoran, credimi, è meglio che noi due torniamo indietro. Torneranno, staranno bene vedrai.- Ma il ragazzo non volle sentire ragioni.
All’improvviso un urlo rimbombò tra il fogliame. Era Sakura.
Shaoran cose verso il punto da cui aveva sentito il grido e spuntò all’improvviso in una radura. Sakura era per terra, su di lei una creatura che pareva fatta di roccia, muschio e fango.
-Ma che cavolo…?- Shaoran soffocò un’imprecazione, poi Tomoyo lanciò una sfera di energia addosso alla creatura facendola volare contro un albero e Sakura fu libera. Si alzò di colpo e si preparò a parare un altro attacco. L’essere si sollevo all’improvviso ringhiando pronto ad azzannare le ragazze sotto lo sguardo sbigottito di Shaoran e quello preoccupato di Eriol.
Si preparò a saltare addosso a Sakura per ucciderla, ma la ragazza sollevò la mano e con un gesto repentino lo fece saltare in aria.
Le due ragazze ed Eriol sospirarono sollevati.
-Che cavolo sta succedendo qui?- Disse Shaoran all’improvviso.
Sakura si voltò lentamente, terrorizzata. Puntò gli occhi in quelli di Shaoran per un istante, poi le lacrime iniziarono a scorrerle giù per le guancie e scappò via piangendo disperata.

****----****----****

Dany92: XD Sono un genio vero? Naturalmente scherzo…
Spring Thunder: …
Revelation80: Io non sono Ken… Preferisco i film di Miyazaki… Chiamami Laputa: il castello nel cielo! Voglio vedere quel film.
Sakura Bethovina: Buon viaggio, non faccio altri commenti.
Kairi_92: Non ti preoccupare per il ritardo. Sono io che mi devo scusare per l’attesa piuttosto!

Sakurahime949: Non puoi immaginare quanto sono stata sollevata dalla tua recensione. Tu non lo sai, ma io so! Non dico di più. Il povero shao diventerà … quel capitolo l’ho già scritto, ma non chiedermi quale. Pazienta.

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Capitolo 11
*** Ricordi dolorosi ***


Ricordi dolorosi

-Tic toc tac.- Disse una prima voce minacciosa.
-Sai cosa significa, vero?- Domandò seria un’altra figura incappucciata.
-Tic toc tac.- Ripeté la prima voce petulante.
La creatura al centro della sala si prostrò, se possibile, ancora di più.
-Il tempo sta scadendo.- Annunciò la terza figura all’improvviso. – E cosa hai fatto tu per portarci la ragazza?-
La creatura tremò. –Ci ho provato miei signori, ve lo giuro. Volevo coglierla di sorpresa, nel sonno, ma quella casa è protetta da incantesimi potenti ed entrarvi è impossibile per noi.-
-Se per te e i tuoi scagnozzi entrare in casa sua è così difficile perché non la prendete fuori di casa? Non abbiamo più tempo!- Urlò furioso il secondo che aveva parlato.
-Tic toc tac.- Fece ancora l’altro.
-Evidentemente non sei adatto ad una missione di questa delicatezza ed importanza.- Constatò l’ultimo.
-Lasciatemi un’ultima possibilità! Vi giuro che non fallirò ed entro questa l’alba avrete la ragazza!-
Ma le suppliche furono completamente inutili.
-Tic toc tac.- Disse sempre lo stesso demone.-Bisogna rispettare le scadenze!-
E la creatura bruciò viva.
-Avanti il prossimo.- Esclamò l’altro adirato.
Fu un giovane demone a comparire all’interno del cerchio formato dalle tre figure. Aveva un aspetto umano, fisico muscoloso e gli occhi di un falco.
-Ho un piano miei signori, e sarei onorato se voi poteste concedermi di portarlo a termine.-
E i tre furono lieti di ascoltarlo.

Lui non avrebbe dovuto saperlo. Non così almeno. Era questo ciò che Sakura pensava mentre piangeva con la testa nascosta tra le braccia e la fronte che sfiorava la scrivania.
Glielo avrebbe detto, certo, ma non avrebbe dovuto mai scoprirlo in un altro modo.
Sakura sapeva che per un mortale sarebbe stato difficile capire, comprendere la sua diversità, che avrebbe avuto bisogno di tempo e di una spiegazione. Non avrebbe dovuto assistere.
Ora chissà a cosa stava pensando. Chissà cos’aveva pensato. Chissà se avrebbe voluto rivederla.
Sollevò la testa quel tanto che le bastava per sbirciare la sveglia sul suo comodino. Erano le due di notte. Circa un’oretta prima Sakura si era arresa dall’addormentarsi e si era seduta alla scrivania per sbattere la testa.
Quella mattina, dopo essere corsa via aveva evitato per tutto il tempo sia Shaoran che Tomoyo.
Ora ripensarci la stava facendo impazzire. Aveva un disperato bisogno di distrarsi. Si alzò e si asciugò le lacrime dagli occhi rossi di pianto.
Decise di ricominciare a dedicarsi alla sua vecchia ossessione per quella notte.
Tornò in soffitta silenziosa. Tirò fuori il libro di incantesimi che le aveva lasciato sua madre. Doveva riprendere la caccia dell’assassino di sua madre. Sapeva che era l’unico modo per scordarsi della sua disperazione almeno per un pò.
Vestì comoda e attillata, afferrò una torcia e una borsa dentro la quale lasciò cadere alcune pozioni preparate in precedenza.
Spalancò la finestra prima di recuperare la sua scopa da dentro un vecchio armadio, vi montò a cavallo e partì.
Atterrò al parco del Re Pinguino, guardandosi attorno con aria circospetta. Aveva al collo un ciondolo che la proteggeva, era stata sua madre a porre un incantesimo potente per difenderla e questo l’aveva salvata innumerevoli volte quando ancora non sapeva di essere una strega.
I pensieri di Sakura furono distratti da un movimento sospetto tra i cespugli. Smise di respirare e si avvicinò cauta a quel punto. Qualunque cosa ci fosse tra le foglie si accorse di lei e si fermò.
Sakura vide i cespugli muoversi e ne fu spaventata, ma qualunque cosa vi fosse pareva altrettanto spaventata perché arretrò di colpo arrampicandosi su un albero talmente velocemente da impedire di essere vista con chiarezza.
Sakura sussultò per poi sospirare di sollievo.
Chiuse gli occhi per concentrarsi. Voleva assolutamente trovare qualche mostro o demone con cui distrarsi, sperando che non la trovassero coloro che la cercavano per quello stupido complotto. Iniziò a vagare alla ceca e senza rendersene conto si inoltrò nel boschetto.
Raggiunse una piccola capanna dimessa e appena la vide sussultò. Non si era resa conto di essersi spinta così lontano, non lo avrebbe voluto.
Erano anni che non si inoltrava così tanto in un bosco. Soprattutto da quel bosco si era tenuta particolarmente alla larga.
Quello era stato l’ultimo luogo in cui aveva visto sua madre e le aveva parlato. Il luogo in cui l’aveva vista morire.
Senza che lo volesse le lacrime iniziarono a scorrerle giù per le guancie e lei crollò per terra in preda ai singhiozzi. I ricordi esplosero all’improvviso, dolorosi come non mai.

Era al parco, la mamma la portava sempre lì in primavera. Sakura aveva cinque anni. Quel pomeriggio però Touya aveva la febbre e la mamma non l’avrebbe portata fuori.
Sakura aveva pianto, aveva pianto perché voleva uscire, perché ogni pomeriggio al parco incontrava un bambino che tanto le piaceva. Aveva i capelli castani, e gli occhi mielati e profondi. Pareva quasi Shaoran, e avrebbe potuto essere lui se non si fosse trasferito a Tomoeda solo da poco.
A Sakura quel bambino piaceva tanto, ma era strano a volte. Lei non sapeva il suo nome, lui non glielo aveva mai detto, non si erano mai parlati, perche sua madre non aveva mai voluto.
Lui era sempre solo, nessuno lo accompagnava mai, e lui non giocava mai con nessuno. Sakura avrebbe voluto fare amicizia con lui ma sua madre era stata irremovibile.
A quel tempo Sakura non aveva ancora sviluppato i suoi poteri né la capacità di avvertire il pericolo che veniva dalla magia oscura, ma Nadejiko aveva capito immediatamente che quello non era un bambino normale. Però non se l’era sentita di eliminarlo, era pur sempre un bambino, e pareva sentirsi molto solo.
Quel giorno Sakura uscì di nascosto di casa e raggiunse a piedi il parco del Re Pinguino.
Appena entrata si guardò intorno. Voleva approfittare dell’assenza della mamma per fare amicizia con quello strano bambino. Ma lui non c’era.
Sakura salì sull’altalena e iniziò a dondolare piano, sperando di vederlo arrivare da un momento all’altro.
Il cielo si fece grigio all’improvviso e le poche persone presenti al parco iniziarono a tornare a casa.
Sakura rimase sola, ma voleva incontrare quel bambino, sapeva che sarebbe arrivato.
Iniziò a piovere e lei si rifugiò sotto il Re Pinguino.
Stava quasi per perdere le speranze quando una voce al suo fianco la fece sussultare.
-Oggi non c’è la tua mamma?-
Sakura sussultò, ma era lui, e le sorrideva. La bambina ricambiò il sorriso arrossendo.
-Dovresti andare a casa, tra poco diluvierà.- Continuò poi il piccolo.
Sakura scosse la testa. –Tu piuttosto, vieni qui sotto o ti bagnerai tutto.
Il ragazzino le si avvicinò e si sedette accanto a lei. –Dovresti essere a casa, potrebbe essere pericoloso per te.- Sakura scosse la testa affermando: -So cavarmela.-
-Ti chiami Sakura, non è così?- Le chiese poi. La bambina lo guardò stupita.
-Ho sentito tua mamma che ti chiamava così l’altro giorno.- Si affrettò poi a spiegare.
-E tu invece come ti chiami?- Azzardò Sakura.
Ma il bambino non rispose. Si alzò in piedi e le porse una mano dicendo: -Vuoi vederla una cosa? Un posto che ho scoperto tempo fa.-
Sakura afferrò la sua mano e si tirò su, accorgendosi solo allora che aveva smesso di piovere.
Si fidò di lui e lo seguì cauta fino ad inoltrarsi nel bosco assieme.
Arrivarono a quella casetta, era la prima volta che la vedeva. Il bambino la invitò ad entrare.
Sakura si guardò intorno, poi il bambino la sorprese con una domanda che Sakura in quel momento non capì.
-Sei una strega vero?-
-Una strega?- Chiese stupita.
-Si, sei una strega, io lo sento.- Affermò ancora il bimbo convinto.
Fu una voce alle sue spalle a fare sussultare Sakura.
-Una strega? Una vera strega?- La piccola si voltò verso quello che credeva essere un uomo. Ma così non era.
Sakura si trovò davanti una bestia.
Urlò spaventata prima di scoppiare a piangere raggomitolandosi su se stessa.
-Un buon pasto mocciosetto, stai diventando pratico con le prede.-
La creatura si acquattò su se stessa pronta ad azzannarla, e le si lanciò addosso.
Fu il ciondolo a salvare Sakura. Si illuminò intensamente respingendo la creatura. Quella finì contro un muro e si rialzò a fatica in preda al dolore.
-Ragazzino! Levale quel ciondolo dal collo, subito!-
Ordinò furioso il mostro.
Il bambino tentennò. –Devi proprio mangiarla?-
Sakura intanto continuava a piangere spaurita.
L’altro ringhiò facendo sussultare il bambino che scattò subito in avanti ed obbedì, strappando il ciondolo dal collo di Sakura.
Sakura rimase senza difese e la creatura si preparò a fare un altro balzo verso di lei.
Sakura temette di essere perduta, quando un raggio accecante sbalzò l’essere lontano da lei. E Sakura sentì gridare il suo nome all’improvviso. Si alzò di colpo cercando con lo sguardo la figura protettiva di sua madre, e la trovò di spalle, tra lei e il mostro.
Sakura ebbe paura e non riuscì a capire come fu che sua madre crollò per terra, senza vita.
Scoppiò a piangere sul suo corpo e la polizia riuscì a trovarla solo il giorno dopo. Nessuno riuscì mai a trovare l’assassino, ma questo era ovvio.
Da quando aveva scoperto che ciò che aveva vissuto quel giorno non era stato un incubo aveva giurato vendetta.

****----****----****

Sakurahime949: Certe cose è meglio non saperle!
Dany92: Ecco, brava, fingi di non sapere XD… Non mi ricordo se mi hai mai chiesto quando compio gli anni, non mi ricordo neanche se te l’ho mai detto… Comunque il 27 dicembre dovrei fare… O Sommo Shao… Io devo fare 19 anni? Quest’informazione mi coglie alla sprovvista…
Revelation80: L’ho visto!!! Non sono ancora riuscita a scaricarlo ma l’ho visto e mi è piaciuto un sacco!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! Lo devo trovare… Credi che Shaoran possa accettarla comunque ora che sa?
Kairi_92: Ma se non leggi e non ti scervelli il bello poi dove sta? Cos’è che non ti torna? Forse il fatto che non sto dando indizi per farlo sembrare cattivo, perché se fosse buono io darei indizi per farvi pensare che è cattivo, no? Di conseguenza senza indizi potrebbe essere cattivo, giusto? Oppure no? Magari ho fatto in modo che voi pensaste che era cattivo proprio perché nulla fa pensare che lo sia, ti pare? Ma sarà buono o cattivo? Sinceramente non so quanto senso abbiano queste osservazioni… Elencami qualche probabile opzione…

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Capitolo 12
*** Per certe cose servono spiegazioni ***


Per certe cose servono spiegazioni

Sakura si svegliò a pezzi, con gli occhi arrossati. Quella notte non era riuscita a trovare nessun demone con cui sfogarsi ed era dovuta tornare a casa.
Aveva dormito poco e male, non sarebbe andata a scuola quel giorno, non le andava di incrociare lo sguardo rassicurante di Tomoyo o quello probabilmente inquisitorio di Shaoran.
Sospirò e si poggiò una mano sulla fronte sudata, aveva voglia di una doccia ma penò che sarebbe stato meglio alzarsi quando suo padre e suo fratello fossero usciti, per evitare domande.
Non si aspettava che suo fratello avrebbe bussato alla porta della sua stanza, ma non ebbe difficoltà ad avere un tono di voce stanco e debole nell’invitarlo ad entrare.
-Eih mostriciattolo, oggi non hai intenzione di alzarti?-
-Non mi sento bene.- Si giustificò lei.
Pregò che il fratello non indagasse oltre e per sua fortuna lui si allontanò augurandole di guarire presto, qualunque cosa fosse.
Solo quando sentì la porta chiudersi e all’interno della casa vi fu silenzio assoluto Sakura si decise ad alzarsi. Lanciò un’occhiata al cellulare che aveva lasciato sulla scrivania, spento. Decise di non accenderlo, per evitare gli avvisi di chiamata che molto probabilmente avrebbe ricevuto dal cellulare di Tomoyo.
Andò dritta in bagno, aprì il rubinetto della doccia e mentre aspettava che l’acqua si riscaldasse un poco si spogliò.
Entrò nella doccia sollevando la testa. Lasciò con sollievo che l’acqua le scivolasse sul viso fondendosi con le sue lacrime fino a che non si fu rilassata. Spense il getto e prese due asciugamani; uno lo usò per coprirsi e l’altro lo avvolse attorno ai capelli.
Tornò in camera dove si rivestì indossando un paio di pantaloncini ed una maglietta rossa. Si spazzolò i capelli pur lasciandoli bagnati, poi di stese sul letto disfatto senza preoccuparsi di inumidire il cuscino.
Sospirò demoralizzata, sapeva di non poter continuare ancora per molto ad evitare Tomoyo e Shaoran, e sinceramente dopo tutto ciò che era accaduto era timorosa nel poter scoprire che lui non volesse più vederla.
Chiuse gli occhi lasciandosi sfuggire altre due lacrimuccia, si rendeva conto di stare diventando patetica. Stava per riaddormentarsi quando il campanello suono, lo ignorò e dopo poco tre colpi quasi furiosi batterono sulla porta di casa.
Era di certo qualcuno poco paziente e assolutamente non disposto ad accettare, così si arrese e si alzò per andare ad aprire. Appena spalancò la porta rimase sconvolta da colui che si trovò di fronte. Shaoran la fissava quasi truce.
-Non sei venuta a scuola oggi.- Disse con una punta di acidità nella voce.
Sakura tremò trattenendo un conato di vomito per l’agitazione. Non credeva che il momento della verità potesse arrivare così presto.
Restò in silenzio abbassando lo sguardo non potendo reggere quello del ragazzo. Lui le si avvicinò sfiorandole una guancia e solo allora lei tornò a guardarlo in faccia.
Lui la guardava corrucciato. Poi, vedendo che Sakura non reagiva, prese la parola.
-Sakura, qualunque cosa sia successa in quel bosco credo proprio che dovresti darmi una spiegazione.-
Sakura sospirò, comunque non aveva altra scelta.
-Forse faresti meglio ad entrare e sederti.- Shaoran la scrutò, ancora non lo guardava negli occhi. Lo fece accomodare in salotto, lei si sedette su una poltrona poco distante.
-Cosa vuoi sapere?- Domandò scrutandolo a testa bassa mentre si fissava i piedi spaurita.
-Tutto, cos’era quella cosa? E da dove è spuntata? Cosa sei tu?-
Sakura prese fiato per iniziare:
-Hai detto che credevi nella magia quella volta in biblioteca, io sono la prova che esiste davvero. Sono una strega, ma una strega buona, il mio compito nel grande disegno è quello di sconfiggere il male. Demoni, stregoni, vampiri… Sono cose con cui combatto tutti i giorni, nel bosco io e Tomoyo stavamo combattendo contro uno di loro…-
-Quindi anche Tomoyo è una strega…- Constatò Shaoran sconcertato.
Sakura annuì.
-Tua madre…- Iniziò poi Shaoran incerto –Era una strega anche lei?- Sakura annuì.
-E’ una cosa che si trasmette nel sangue…-
-Sai, sono sempre stato convinto che nella morte di tua madre ci fosse qualcosa di strano. E’ stato un demone, vero?-
Sakura annuì ancora, poi borbottò quasi inconsciamente –Non sono ancora riuscita a trovarlo, ma quando ce lo avrò davanti la vendicherò, è una promessa che ho fatto a me stessa il giorno in cui scoprii i miei poteri.-
-Però… Sei sempre tu, vero? Voglio dire, a prescindere dai tuoi poteri sei sempre umana, insomma… tu…-
Sakura tentò di capire cosa lui intendesse.
-Io sono sempre me, mi comporto normalmente, solo che ho dei poteri, ciò che conosci di me è reale, non recito.-
Shaoran allora si alzò dal divano per sistemarsi dritto davanti a lei e le mormorò sollevandole il viso per guardarla negli occhi:
-Non temere, lo troverai quel demone.-
E poi si chinò per baciarla dolcemente. Per un istante Sakura rimase stupita, poi ricambiò il bacio impacciata. Quando si staccarono, dopo poco, Shaoran appoggiò la fronte su quella di lei per domandarle incerto:
-Non mi hai fatto un incantesimo o qualcosa del genere, vero? Per farmi innamorare di te intendo…-
Sakura iniziò a piangere in silenzio, poi si scostò per asciugarsi le lacrime con i polsi e scosse la testa dicendo:
-Non ci è concesso, dobbiamo seguire le regole, non ce lo permetterebbero…-
-Chi?- Domandò poi Shaoran stralunato, ma prima che lei rispondesse la bloccò. –Lascia stare, non voglio saperlo, ho già mal di testa. Tra queste regole… Ce ne è una che ti proibisce di stare con un mortale?-
Sakura si lasciò scappare una risata. –Le streghe sono solo donne, se non potessero stare con i mortali si estinguerebbero.-
Shaoran annuì incerto, poi afferrò la ragazza per i polsi facendola sollevare, si sedette sulla poltrona al suo posto e se la tirò addosso per farla accomodare su di lui. Sakura gli si accovacciò in braccio confusa, poi Shaoran parlò:
-Sinceramente non mi interessa cosa tu sia, l’importante è che sia tu. Ora devo proprio dirtelo e scusa il gioco di parole: tu mi hai stregato!-
Sakura gli sorrise, poi appoggiò la testa sulla spalla del ragazzo lasciandosi cullare da lui.
-Temevo davvero che ora tu mi odiassi…- Mormorò poi lei con voce roca.
-Perché dovrei? Certo, hai rischiato che mi arrabbiassi di brutto perché non mi spiegavi, e per un attimo ho pensato di non parlarti più, ma giuro che è stato solo un attimo. Poi oggi non sei venuta a scuola, avevo bisogno di una spiegazione, ma avevo la sensazione che tu stessi male per ciò che era accaduto.-
-E infatti è così, sono stata disperata per tutta la notte, sono anche andata a caccia per calmarmi, ma non ho trovato demoni da fare fuori…- Confesso Sakura.
-Demoni? Caccia?- Chiese Shaoran tentando di inquadrare il fatto. – E’ pericoloso? In piena notte?-
Sakura annuì: - Se ci si distrae è molto pericoloso, di solito i demoni escono di notte…-
-Sakura, a costo di sembrare geloso e possessivo, preferirei che tu non uscissi in piena notte per andare a caccia, preferirei se ci andassi di giorno, se girovagassi in luoghi sicuri e non ti muovessi mai senza Tomoyo.- Disse Shaoran.
Sakura rise, poi lo abbracciò: -Ci proverò, ma non posso prometterti nulla.-
Il ragazzo le baciò la punta del naso e poi aggiunse: - Tienimi aggiornato su ogni tuo spostamento.- Questo era un ordine.
-Va bene.- Shaoran le accarezzò dolcemente una guancia prima di baciarla ancora sulle labbra. Lentamente scese ad accarezzarle la schiena e quando la mano di lui si poggiò sul suo ventre Sakura sussultò.

Era immersa dall’eco lontano di un dolore che ancora non le apparteneva. Sentiva le sue stesse urla e il dolore della sua gola che le lanciava, ma sentiva di tenerle bene immobili.
Il dolore era forte e Sakura aveva l’impressione che la pancia le stesse per scoppiare. Fissò ciò che stava sopra di lei, un soffitto cupo, come di una groppa. Stava stesa sul pavimento di terra fredda, in preda al dolore e a violente contrazioni.
Sollevò la testa con il fiato corto tentando di capire cosa le stava accadendo. Due demoni erano ai suoi piedi, anziani e raggrinziti. Poi il dolore cessò e si rese conto con orrore di ciò che era accaduto. Tra le braccia dei demoni stava un bambino imbrattato di sangue; il bambino che Sakura si rese conto di aver appena messo al mondo.

Urlò dalla disperazione tentando di uscire da quella premonizione. Si dimenò in preda al terrore e quando finalmente tornò in se si ritrovò ancora tra le braccia di Shaoran, che preoccupato la fissava e tentava di tenerla ferma per evitare che si facesse male.
-Sha… Shaoran…- Mormorò lei ancora scossa.
-Sono qui, tranquilla piccola. Che è successo? All’improvviso ti sei bloccata e avevi lo sguardo vuoto, poi hai preso ad urlare…- Shaoran la guardava apprensivo.
-Io ho avuto una premonizione, è stato orribile…- Mormorò lei gettando letteralmente le braccia al collo di Shaoran e nascondendo il volto nell’incavo del suo collo.
-Hai anche le premonizioni? Lascia stare, me lo spiegherai un’altra volta. Ora l’importante è che tu sia qui, al sicuro, con me.-
Sakura si lasciò cullare coccolata anche dalle parole di lui, quel giorno non parlarono più di magia o dei poteri di Sakura.

****----****----****

Spring Thunder: Allora? Che ne pensi? Enigmatico? Ci vediamo a cognito XD.
Revelation80: Shaoran magico? Se così fosse perché non glielo rivela? Probabilmente Nadejiko l’ha scagliato l’incantesimo, ma Sakura era troppo piccola per ricordarlo, e poi è successo tutto molto velocemente.
Dany92: Già, chissà che era quel bambino che tanto somigliava a Shao U.U
Kairi_92: No che non sono contenta! XD Tu devi continuare a scervellarti!!

Ragazzi, e soprattutto ragazze, recensite in tante per favore, ho bisogno di appoggio e sostegno morale… il 25 ho gli esami e sto qui ad aggiornare…

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Capitolo 13
*** La setta dei diavoli ***


La setta dei diavoli

Sakura sistemò la gonna di jeans e la maglia in un attacco di nervosismo, spazzolò accuratamente i capelli e si ritoccò un poco il trucco. Shaoran sarebbe passato a prenderla a momenti per il loro appuntamento. Era finalmente arrivato il momento del loro appuntamento. Sakura
Infatti il campanello non tardò a suonare e Sakura corse ad aprire superando il fratello che avrebbe tanto voluto precederla. Spalancò la porta allegra trovandosi davanti uno Shaoran sistemato di tutto punto. Giacca leggera di jeans e maglia attillata nera. Anche i pantaloni erano di jeans.
-Ciao.- Lo salutò lei.
-Ciao.- Sorrise lui.
Poi Sakura si voltò verso il fratello sorridendo trionfante.
-Ci vediamo più tardi fratellone! Passa una buona serata!- E si chiuse la porta alle spalle prima di trascinare Shaoran giù in strada.
Il ragazzo la fece accomodare nella sua auto e le chiuse lo sportello dopo che lei si fu sistemata. Salì al posto del guidatore e mise in moto.
La cena fu intima ma non troppo romantica. Shaoran la portò in un ristorantino in riva al mare e fu un perfetto gentiluomo. Indagò senza troppa insistenza sul passato della ragazza, finché il discorso non tornò inevitabilmente sul suo rapporto sul mondo della magia e sui demoni.
-Si muovono da soli?- Domandò all’improvviso pensieroso.
-Alcuni si, altri in branco. Dipende dalla specie-, spiegò la ragazza,- Solitamente sono molto violenti anche tra di loro, vige la legge del più forte, infatti ci sono varie categorie, diverse gerarchie, è complicato. A mio parere i più pericolosi sono quelli che hanno ucciso Gwen…-
-Gwen? Quella ragazza che si è suicidata qualche tempo fa?-
Sakura annuì mandando giù un sorso di coca.
-Si è uccisa pur di non farsi catturare da loro.- Gli occhi le si inumidirono e Shaoran le porse un fazzoletto.
-Tu come lo sai? Che si è uccisa per questo intendo.- Le domandò.
-Ero lì, e non ho potuto fare nulla per aiutarla.-
-Non devi fartene una colpa, so per certo che se tu avessi potuto l’avresti aiutata di sicuro.-
Sakura aprì la bocca per parlare ma uno strano ed inquietante brivido la percorse. Si voltò di scatto verso la porta a vetri che dava sulla veranda del ristorante.
-Io devo andare.- Disse all’improvviso alzandosi e correndo all’esterno. Shaoran pagò alla svelta e le andò dietro.
Sakura si stava guardando attorno cauta, tentando di individuare la ragione della sua orribile sensazione.
-Che hai? Che è successo?- Le domandò Shaoran inquieto.
-C’è qualcosa nei paraggi, un demone o uno spettro nero, qualcosa di pericoloso. Voglio che tu vada a casa al più presto e ti chiuda dentro, ti prego!- Lo supplicò.
Shaoran scosse la testa risoluto.
-Non se ne parla, voglio venire con te.-
Sakura aprì la bocca per replicare ma un urlo risuonò per la strada, pareva di una giovane donna.
-Vieni con me!- Esclamò a Shaoran. Temeva che lasciandolo da solo avrebbero potuto fargli del male.
Attraversarono la strada di corsa per arrivare sulla spiaggia.
Qualcosa aveva ucciso una giovane donna, e ora stava trascinando sotto la sabbia il suo compagno.
Sakura si preparò per corrergli dietro, ma Shaoran la bloccò per un polso.
-Non andare ti prego!- La supplicò.
-Devo andare, posso ancora salvarlo. Torna a casa, ti telefono appena rientro anche io, devi stare al sicuro.-
Shaoran non replicò, si limitò a dire ansioso:
-Prometti che telefonerai!-
-Prometto!- Disse Sakura prima di liberarsi dalla stretta di lui e gettarsi nel foro nella sabbia lasciato dal demone.
Si ritrovò in una caverna scura, all’inizio la dovette percorrere a carponi. Non era certo scavata nella sabbia, si rese conto ben presto che doveva essersi allontanata parecchio dalla spiaggia. Probabilmente stava tornando verso il centro.
Quando la caverna fu abbastanza larga per sollevarsi procedette più spedita. Un globo di luce le mostrava la strada, ma per evitare di essere notata troppo era come una lampadina scarica avvolta in una coperta di lana.
Sbucò in un antro scuro. Il cadavere dell’uomo era nel mezzo della sala, martoriato. C’era sangue ovunque. Ma qualcosa non tornava. Dov’era il demone?
Sakura diede potenza alla sua luce, per poter vedere in ogni angolo buio. Poi alcuni ringhi minacciosi la sorpresero alle spalle.
Sakura fu sbattuta contro una parete e i sei demoni presenti nella grotta le si avventarono contro. Innalzò lo scudo magico e loro rimbalzarono fino alla parete opposta. Due di loro prese fuoco e si dissolsero, gli altri restarono distanti da lei che parve sollevata. Tenne stretta a se la borsetta con le pozioni esplosive che aveva portato. Poi accadde una cosa che non aveva previsto. Alle sue spalle due mani umide e in putrefazione la afferrarono trascinandola dentro la parete.
Si sentì sbattuta per terra un’altra volta e si guardò attorno. Fu inutile era completamente al buio. Spaventata trattenne il fiato sperando di cogliere ogni singolo movimento. Strinse a se la borsetta con le sue pozioni e indietreggiò. Inciampò su qualcosa di umido e urlò. Un vociare si alzò improvviso per poi svanire come in lontananza. Sakura trattenne ancora il respiro e afferrò la prima pozione che le capitò tra le mani. Non voleva neanche sapere su cosa era inciampata. Aprì una mano ed evocò una fiammella per poter vedere ciò che aveva attorno. Fu un lampo. Il suo cuore perse un battito e dopo aver intravisto sulle pareti, sul soffitto e sul pavimento un ammasso di cadaveri mutilati e in putrefazione la lasciò spegnersi.
Trattenne le lacrime e tentò di togliersi dalla mente l’immagine dei corpi sporchi di sangue e ricoperti da viscidi vermi e fango. Il vociare ricominciò e lei si diresse a tentoni nella direzione opposta. Si voltò e intravide la luce fioca di un corridoio. Sapeva che era rischioso ma sapeva anche che il terrore che avrebbe provato percorrendo quel corridoio sarebbe stato nulla in confronto a quello che stava provando in quel momento.
Quando raggiunse la luce riusciva ad intravedere le sagome dei corpi per terra. Le ignorò ed entrò nella caverna illuminata dalle fiaccole appese alle pareti. Il soffitto era basso e le pareti arano vicine ma Sakura ci passava benissimo. Uno strillo stridulo si levò alle sue spalle e la ragazza in preda al terrore prese a correre come una furia.
Non seppe per quanto tempo percorse quell’unico sentiero senza altre porte; a volte le sembrava di sentire dei passi dietro di lei, ma il corridoio era dritto e dietro di lei non c’era nessuno. Corse e corse ancora fin quando non raggiunse uno sbocco. Il corridoio si divideva in due e Sakura non sapeva da che parte andare. Restò allerta e si girò ancora per guardarsi alle spalle; le fiaccole che avevano illuminato il corridoio si stavano spegnando una ad una come se un soffio di vento potente la stesse inseguendo. Poi le fiaccole del corridoio a destra si illuminarono come ad indicarle il percorso. Questo era più regolare del precedente; fatto in mattoni come quelli di un antico maniero, Sakura afferrò una lanterna e scattò nel corridoio opposto a quello illuminato, non avrebbe seguito il percorso di quella trappola.
Aveva corso solo per dieci metri quando si trovò sull’orlo di un precipizio, e sul fondo scorreva la lava. Tornò indietro di corsa, le lanterne del corridoio precedente erano quasi tutte spente, ora poteva vedere i vermi che vi passavano sopra e le oscuravano. Imboccò il corridoio illuminato scaraventando per terra la lanterna. Riprese a correre a perdifiato pur sapendo con rammarico che era in una trappola perfetta. Sbucò in una grande sala e la porta le si chiuse alle spalle. Si voltò affannata con il terrore negli occhi e fissò il demone alle sue spalle che aveva sigillato la porta. Era coperto da un mantello rosso e il cappuccio sudicio gli copriva il muso, erano tutti coperti da stracci scarlatti. Ce ne erano altri tre, uno stava alla sua destra, a dieci metri di distanza, un altro era esattamente nel lato opposto. L’ultimo stava nella parete della sala opposta a quella da cui era entrata, in cima ad una scalinata e davanti ad una vasca d’acqua nera che da dov’era Sakura non si poteva vedere.
I tre che stavano alla sua altezza iniziarono ad avvicinarsi a lei: le si strinsero intorno come una rete e si abbassarono il cappuccio in contemporanea. Sakura urlò per il terrore, poi prese ad indietreggiare in direzione dei gradini grigi ben sapendo che forse era proprio ciò che loro volevano. Non ebbe il coraggio di guardarli in viso più che per un istante. La loro pelle era sudicia e rossa, avevano le corna appuntite, gli artigli lunghi e affilati perfino più dei denti che facevano ribrezzo , con quei rimasugli di carne che vi pendevano dalle labbra increspate.
Uno scattò verso di lei afferrandola. La tenne stretta e sinuosamente la portò in cima alle scale lasciandola cadere per terra con violenza. Sakura fece per rialzarsi ma una sostanza viscida uscì a striscia dalla vasca nera afferrandola per i piedi e trascinandola verso di se. Un essere liquido, come di catrame, si levò in alto alla luce lunare che scendeva fioca da una finestra tonda in vetro sul soffitto.
Sakura continuò ad urlare e tentò di liberarsi ancora ma fu inutile. Il liquido smise di trascinarla; oramai era arrivata a pochi centimetri dalla vasca e la creatura si sporse verso di lei bloccando il muso a tre centimetri dal viso della ragazza. Poi uno degli altri parlò.
-Questa e la setta dei diavoli. Da anni stiamo progettando di creare una nuova razza. Tu hai assistito alla morte della ragazza che avevamo scelto per concepire uno dei nostri nuovi eredi, ora dovrai prenderne il posto, sii fiera di te.-
Sotto gli occhi dei quattro l’essere di catrame iniziò a muovere quello che poteva sembrare un arto su per la gamba di Sakura, ma lei reagì. Afferrò la borsetta, la aprì impugnando una delle sue pozioni scaraventandola addosso alla creatura, questa indietreggiò di poco ruggendo ma fu abbastanza per permettere a Sakura di divincolarsi e lanciare le altre tre pozioni distraendo anche loro, poi si concentrò.
Fluttuò rapidamente verso il soffitto e con una palla di fuoco ne sfondò il vetro. Continuò a fluttuare coprendosi gli occhi dalle schegge con le braccia. Finalmente fu fuori, e si trovò al parco.

****----****----****

Spring Thunder: La teoria regge ancoraa?
Dany92: Personalmente non mi fanno più tanto effetto gli specchi. Quant’è passato da quella puntata? 3, 4 settimane?
Kairi_92: Il bambino e di Shaoran. Contenta? Non so se puoi fidarti però, forse ho mentito, o forse proprio il fatto che lo sia incasina tutto…

Sakurahime949: Non ti preoccupare se non li recensisci tutti. Sinceramente non mi sono scervellata per inserirci i cloni. Qual è la tua teoria? Revelation80: Shokkata per la premonizione? Secondo la premonizione non l’hanno fatta abortire, nella premonizione lei era prigioniera dei demoni e stava partorendo il bimbo demone di quella generazione.

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Capitolo 14
*** L'inganno ***


L’inganno

Quando Sakura rientrò a casa era già l’una passata, la ragazza si trovò davanti suo padre e suo fratello furiosi. Suo padre le urlò contro:
-Si può sapere dove sei stata fino ad ora?!?! Puoi anche lontanamente immaginare quanto eravamo preoccupati?!?!- Era livido di rabbia.
-Pensavamo che ti avessero rapita, che ti fosse successo qualcosa!!!!! Come ti è venuto in mente di rientrare così tardi?!?! Senza neanche avvertire poi!!!!-
Sakura deglutì, non poteva certo dirgli la verità, si limitò quindi a borbottare un timido e colpevole: -Mi dispiace.-
-Ti rendi contò di quello che ci hai fatto passare in queste ultime ore?!?!-
-Papà!!! Mi dispiace!!! Te lo assicuro, non è stata colpa mia!!! Giuro che non lo farò più.-
Fujitaka sbuffò:
-Dove sei stata?-
Sakura restò zitta e abbassò lo sguardo.
-Dove sei stata?!?!?- Urlò ancora suo padre.
-Io non…- Balbettò poi bloccandosi.
-Sakura! Voglio sapere dove e con chi sei stata!!!!!!!!!-
Lei scosse la testa e suo padre continuò infuriato:
-Voglio saperlo adesso!!!-
-Non posso dirtelo papà…- La interruppe con un sonoro ceffone e lei prese a singhiozzare ferma immobile davanti a lui.
-Sei stata con quel tuo compagno, vero?- Domandò suo fratello serio. –Quel moccioso! Quando lo prendo lo disintegro!-
Sakura scosse la testa:
-Ve lo assicuro!- Singhiozzò.- Shaoran non centra nulla!!!-
-Comunque sia sei in punizione signorina!!!- Esclamò Fujitaka all’improvviso. –Non metterai più piede fuori casa se non per andare a scuola finché non sarai maggiorenne almeno!!!! E anche allora dovrai rispettare il coprifuoco!!! File nella tua stanza e non uscirne fino a domani mattina!!! Ti è proibito uscire di lì se non per andare a scuola!!! E non ammetto repliche!!!! E da ora in poi ti è proibito vedere Shaoran!!!!-
Sakura tremò, poi livida di rabbia si mise a strillare tra le lacrime:
-Non puoi!! Non potete farmi questo!!! Non potete vietarmi di vedere Shaoran!!!-
-L’abbiamo appena fatto!!!! Ora fila in camera!!!!- Disse l’uomo adirato puntando il dito verso le scale. Sakura lo fissò furiosa, gli urlò in faccia:
-Ti odio!!!!!!!!!!!!- E scappò su per le scale ripetendo: -Vi odio!!!!!!!!!!!!!- Ad entrambi.

Sbatté la porta della sua stanza chiudendola a chiave, si gettò sul letto in lacrime e prese a singhiozzare. Tentò di calmarsi almeno per riuscire a respirare ma tra i singhiozzi era un’impresa quasi impossibile. Si alzò dal letto si diresse alla finestra arrampicandosi sul tetto. Con un agile balzo saltò giù atterrando nel giardino senza fare rumore e prese a correre per la strada decisa a scappare il più lontano possibile.
Era già in centro quando si accorse che non sapeva dove andare, aveva freddo e la gente che girava non sembrava essere molto raccomandabile. Ma non era di loro che Sakura aveva paura, era una strega potente e avrebbe potuto spazzarli via con un gesto della mano se fosse stato necessario.
Non seppe neanche come, ma i suoi piedi la portarono dritta davanti a casa di Shaoran. Suonò il campanello rammaricata per l’orario in cui si presentava da lui ma quando la porta si aprì si gettò tra le sue braccia singhiozzando.
Shaoran la strinse forte e le chiese preoccupato:
-Dove sei stata fino ad ora? Ero preoccupato, avevi promesso che avresti telefonato appena rientrata a casa, stavi tardando…-
-Sono appena stata a casa, ma ho litigato con i miei, è stato orribile…-
Shaoran la tirò dentro e si chiuse la porta alle spalle.
-Ma ora che ci fai qui?- Domandò.
-Sono scappata di casa, non sapevo dove andare… ti prego…io… non saprei dove altro andare…- Singhiozzò.
Shaoran la zittì con un dito, poi le mormorò dolcemente:
-Puoi restare qui, puoi restare quanto vuoi, anche per sempre se lo vorrai.-
La baciò dolcemente e poi le sussurrò:
-Ti prendo un bicchiere d’acqua, poi mi spiegherai cos’è successo.-
Sakura annuì e Shaoran andò in cucina tornando poi con un bicchiere pieno d’acqua fresca che Sakura scolò tutto d’un fiato.
-Dove sei stata?- Le domandò premuroso quando si fu calmata.
-Stavo combattendo, ma quelli non finivano mai, ne arrivavano sempre di più, poi mi hanno presa e mi hanno portata nel loro covo.- Tirò su col naso e continuò. –Devi sapere che i demoni hanno un piano, sono secoli che ci lavorano, scelgono una strega vergine per ogni generazione e un demone prescelto ha il compito di concepire con lei un ibrido.-
-Cosa sono?- Chiese il ragazzo.
-Figli di streghe e demoni, sono molto potenti e si confondono molto più facilmente con gli umani, li stanno addestrando, vogliono creare una nuova razza superiore che abbia i poteri del bene e quelli del male…-
Shaoran la abbracciò e prese a cullarla dolcemente:
-Tu cosa centri in questa storia?-
Sakura tremò:
-Pare… Pare che io sia la prescelta di questa generazione…-
-Quindi vorrebbero che tu concepissi con uno di loro uno di questi bambini, giusto? Ma tu non puoi opporti?- Chiese speranzoso.
Sakura scosse la testa:
-Ci ho provato. Questa volta ce l’ho fatta, ma se la prossima volta fossero di più non so quanto potrei resistere…-
-Come hanno intenzione di fare? Costringendoti con la forza?-
Sakura annuì.
-Gli serve per forza una strega vergine?- Domandò ancora Shaoran.
-Dovrebbe, o sarebbe inutile, non sarebbero così potenti…-
-Forse ho la soluzione.- Sussurrò Shaoran posando le labbra sul collo di Sakura che rabbrividì.
Si voltò verso il ragazzo e lo baciò, forse aveva capito qual’era la soluzione che era appena venuta in mente a Shaoran; il ragazzo se la tiro addosso e lei si sistemò a cavalcioni lulle sue gambe continuando a baciarlo.
Ben presto Shaoran si staccò da lei suggerendo affannato:
-Non sarebbe meglio andare in camera da letto?-
Sakura annuì imbarazzata e poi domandò intimorita:
-I tuoi genitori non ci sono a casa?-
Shaoran sorrise e rispose prendendola in braccio e alzandosi dal divano: -Sono partiti.- -Di nuovo?- Chiese Sakura scioccata mentre lui si dirigeva in corridoio.- E ti lasciano a casa da solo?-
Ormai erano arrivati in camera e Shaoran lasciò cadere Sakura sul letto per poi chinarsi su di lei e dire quasi offeso:
-Credi che non sappia badare a me stesso?-
Sakura stava per replicare e si sollevò con i gomiti ma il ragazzo le tappò la bocca con la sua e la spinse ancora sul materasso baciandola ardentemente.
-Shaoran…- Lo fermò lei allontanandolo con una mano e prendendo fiato.
-Che c’è?- Le chiese il ragazzo svelto e intrepido.
-Ne sei sicuro?- Chiese lei preoccupata.- Resto sempre una strega, sei certo che ti stia bene stare con me anche se…- La bloccò con un bacio, poi la invitò a continuare. -… potrei morire da un momento all’altro, potrebbero tornare a cercarmi…-
-Non dobbiamo dargli modo di trovarti allora.- Disse lui serio. – Cancelliamo il motivo per cui ti cercano.-
Sakura gli sorrise e, finalmente più tranquilla gli levò la maglia del pigiama.
-Ci vorrebbe un’atmosfera più romantica però.- Si lamentò lei.
-Ci sono delle candele sulla scrivania, vuoi che le accenda?- Parve pensarci un po’ su e aggiunse: -Magari puoi accenderle anche da qui con la tua magia.-
Sakura rise e fece un cenno con la mano, le candele si accesero e le loro fiammelle andarono ad illuminare la stanza di un romantico e caldo rosso arancio.
Shaoran tornò a baciare Sakura sul collo mentre lei rideva serena e iniziò a sbottonarle la camicetta sporca di terra per poi gettarla sul pavimento.

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Kairi_92: Non puoi ucciderli! Mi servono ancora! Dopo li puoi anche mangiare se vuoi, ma prima lascia che io li sprema per benino XD

Dany92: Se la povera Sakura era terrorizzata qui devi vedere come si terrorizza nei prossimi capitoli! Sarà sempre più nei guai da qui in avanti!
Ambra: Non ti preoccupare, l’importante è che non ti scordi di me e dei miei aggiornamenti. Si, qualcosa, FORSE, l’hai detta giusta. A parer mio se qualcuno farà un grande casino mettendo nei guai qualcun altro lo farà di sua spontanea volontà, e non certo per errore.
Spring Thunder: Ok, anche ora la tua teoria regge? Perché se è così me lo devi dire XD Purtroppo temo che aggiornerò solo questa e forse ( comunque è poco probabile) quella “la maschera d’argento”. Devo solo riuscire a mettere in ordine in camera mia (un’impresa…) e poi cerco di scrivere un po’.

Ora mi dileguo, non nego che sarei lieta di ricevere qualche recensione prima della mia partenza. Per eventuali aggiornamenti nei giorni successivi occorre appurare la disponibilità di mio cugino nel concedere il suo computer e la sua connessione (sempre lo stesso cugino dell’anno scorso XD povero Danilo! Male che vada raggruppo tutti gli altri cuginetti piccoli e li mando alla carica, così mentre lo inseguono io aggiorno…)
Buone vacanze ragazze!! E tremate! Nel prossimo aggiornamento verremo a conoscenza di un segreto non poco consolante riguardo all’identità di qualcuno!!

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Capitolo 15
*** Il demone dagli occhi d'ambra ***


Il demone dagli occhi d’ambra

Quando Sakura riaprì gli occhi era sola nel letto di Shaoran. I raggi del sole filtravano tenui attraverso la serranda abbassata e le arrivavano dritti in faccia.
Si stava rigirando per coprirsi con il lenzuolo quando si accorse di Shaoran. Stava fermo, in piedi di fronte al letto con un paio di jeans e scuri e la camicia bianca sbottonata che metteva in risalto i suoi pettorali. Le mani in tasca e la schiena poggiata alla porta chiusa; l’espressione cupa.
-Buongiorno.- Disse la ragazza assonnata e strofinandosi un occhio dopo essersi messa a sedere sul letto mentre si copriva con la coperta. Il ragazzo non rispose e continuò a fissarla truce. -Shaoran, ma che ti prende?-
Chiese Sakura confusa.
-I demoni…- Si bloccò fissandola, lei inclinò la testa curiosa ma lui non continuò, le lanciò una delle sue camicie e lei la indossò alla svelta senza staccare gli occhi da lui.
-Beh, dubito che ora possano portare a termine il loro piano, almeno non con me.- Arrossì ma Shaoran restò impassibile.
-Era questo che intendevi?- Chiese con voce tremante. Che Shaoran volesse rompere con lei proprio dopo aver passato la notte insieme?
-Non esattamente.- Finalmente lui sorrideva, ma non era un sorriso rassicurante il suo. -E allora cosa?- Gli occhi le iniziarono a riempirsi di lacrime, poi Shaoran riprese a parlare:
-Non ti sei salvata da quei demoni, non ti sei sottratta al loro piano.-
-Cosa? No… Non è possibile… Io non sono più… Loro non possono… Che vuoi dire?- Non aveva il coraggio di concludere nessuna delle sue frasi, nessuno dei suoi timori improvvisi.
-Hai sbagliato la tua mossa.- Continuò lui.- Non ti sei salvata dal tuo destino.-
Con uno scatto improvviso sparì nel nulla lasciando Sakura di stucco. Ricomparì dopo neanche un istante alle spalle della ragazza afferrandola per la vita e puntandole un coltello alla gola.
-Ti sei gettata volontariamente nelle braccia del nemico.- Ruggì minaccioso. –Letteralmente!-
Scomparirono ancora per ricomparire di colpo in un antro buio illuminato da fiaccole rosse che aumentavano l’atmosfera cupa e macabra. La lasciò andare e Sakura si allontanò da lui di corsa raggiungendo la parete vischiosa e irregolare cercando con lo sguardo una via di fuga, era in trappola, non c’erano porte lì, anzi, l’unica cose che c’era nella sala era un altare in pietra nera imbrattato di sangue incrostato.
Sakura guardò Shaoran terrorizzata e gli domandò piangendo:
-Perché mi fai questo? Sei uno di loro?-
Nella sua voce pareva esserci ancora una qualche speranza di essere in un incubo, ma il sorriso trionfante del ragazzo le diede una sola certezza: era spacciata, il piano della setta era stato portato a compimento con successo e lei era le prossima strega che avrebbe partorito un ibrido, ormai probabilmente non c’era più speranza di evitarlo, forse era già dentro di lei. Si poggiò una mano sulla pancia singhiozzando e poi alzò di nuovo lo sguardo su Shaoran che si stava lentamente avvicinando a lei. Non le diede il tempo di allontanarsi che la afferrò per la gola e la sollevò da terra. Sakura stava soffocando, portò le mani al polso di quello che ormai aveva capito essere un demone e tentò di sorreggersi. Per un istante le sembrò che Shaoran volesse staccarle la testa dal corpo ma quando vide che stava per perdere i sensi la lasciò di colpo e lei si accasciò per terra semicosciente. Si chinò su di lei tirando in basso la camicia per coprirle una coscia e le sollevò il viso. Lei teneva gli occhi socchiusi e lo fissava inerme, non aveva la forza per reagire.
-Resta qui è fa la brava, l’ultima volta hai fatto un bel trambusto.- Il suo sarcasmo le fece rivoltare lo stomaco, ma mai quanto lo fece il bacio violento che le strappò subito dopo.
La lasciò a terra priva di sensi prima di andarsene, e con lo sguardo offuscato Sakura non seppe dire se lo vide svanire o attraversare una parete. Poi fu buio.

Sakura ricominciò ad avvertire qualcosa quando Shaoran la sollevò da terra. Si fece forza e riuscì a fatica ad aprire gli occhi. Quel posto infettato dal male le risucchiava tutte le energie. Si vide poggiata sull’altare, sentiva l’odore del sangue stantio. Qualcuno le afferrò una mano e la sollevò per legargliela mentre qualcun altro già le aveva incatenato entrambi i piedi. Quando si sentì afferrare l’ultima mano libera tentò di ritrarsi ma qualcuno le storse il polso facendola urlare dal dolore. Qualcuno ringhiò contro chi le aveva fatto del male e il frastuono la fece ritornare in se. Ma non riusciva ancora a reagire. Si rese conto che era stato Shaoran a ringhiare contro un altro storpio essere, ed ora era proprio la mano del ragazzo che stava incatenando la sua, ma era una stretta più delicata di quelle usate in precedenza.
Sakura alzò lo sguardo verso di lui che non si preoccupò minimamente di rivolgere gli occhi verso di lei.
Shaoran percorse i bottoni della camicia aprendoli lentamente uno ad uno. Il cuore di Sakura prese a battere per la paura e per la vergogna, non indossava nulla sotto la camicia. Uno di quelli che la accerchiavano si fece avanti coperto da un mantello rosso e puzzolente. Doveva essere uno sciamano dato che aveva uno scettro in mano. Portava un coltello e lo porse a Shaoran che lo afferrò.
Il ragazzo alzò la mano e mostrò la lama sollevandola in aria. Poi si chinò su Sakura e lentamente ne strisciò il metallo sul suo ventre tagliandolo. Il sangue prese a scorrere e Sakura guaì dal dolore, poi questo cessò di uscire e la ferita si rimarginò all’improvviso. Il piccolo mostro era stato concepito. Nella sala si alzò un grido di esultanza.
Sakura sentì il leggero tocco delle mani di Shaoran che le riabbottonava la camicia e poi fu sollevata dalle sue forti braccia. Sparirono all’improvviso come avrebbe fatto ogni demone.

Quando ricomparvero Sakura aveva la nausea. Shaoran la lasciò cadere sul materasso di un morbido letto a baldacchino dalle lenzuola e le tende nere, si voltò per afferrare un abito rosso in seta e glielo gettò addosso dicendo:
-Metti questo. Qui non ti sentirai debole come nella sala dell’altare ma di certo non riuscirai a riprenderti abbastanza per riacquistare i tuoi poteri.- Fece per allontanarsi ma Sakura lo fermò disperata:
-Perché mi fai questo Shaoran?- Il ragazzo si voltò a guardarla serio.
-Tutto questo è stato deciso già da tempo, non ci si può sottrarre al proprio destino.-
Svanì e Sakura restò sola nella stanza. Lanciò il vestito per terra e si rannicchiò su se stessa, non voleva fare il loro gioco, si rifiutava di far parte di quel complotto.
Strinse le ginocchia al petto e si mise a singhiozzare. Ci era cascata, nonostante un demone le era stato accanto per tutto quel tempo e aveva fatto in modo di farla innamorare di lui. L’aveva avuto affianco e non l’aveva riconosciuto, aveva sempre pensato che se avesse visto un demone mascherato da mortale lo avrebbe individuato ma non era stato così.

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Dany92: Se mai io abbia aggiornato mio cugino ha concesso la sua connessione di sua spontanea volontà (o per ipnosi). A proposito di Kaito Kid, mio fratello si è messo in testa di vestirsi da lui al Lucca Comix… Se quel circolo non esiste lo possiamo anche fondare
Spring Thunder: Ok, ora puoi dirmi la tua teoria? Mi rodo…
Sakura Bethovina: L’ovvio motivo è ovviamente ovvio? Ovvio che tu possa ovviare evitando una risposta ovviamente… Ovviamente cosa? Mi spieghi quello che ho scritto io stessa? Mi sono persa…
Sakurahime949: Non ti preoccupare se non recensisci sempre. Come stai? La storia dei cloni non so se centra molto, la trama non l’ho ancora definita completamente. Per “il nastro dell’eternità sto aspettando un momento di profonda, estrema ispirazione. Mi mancano un paio di capitoli, se non addirittura uno.
Ambra: Credo che qualche tua domanda abbia trovato risposta, almeno lo spero. Non bloccherò le tue recensioni; mi divertono troppo anche quando non le capisco XD.

Da qui non so come continuare… Accetto qualunque consiglio. E' da iei che tento di aggiornare questo capitolo...

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Capitolo 16
*** L’inizio dell’incubo ***


L’inizio dell’incubo

Touya scese presto a fare colazione. Dopo il litigio con Sakura erano andati a dormire e non l’avevano sentita lamentarsi.
Presto arrivarono le otto. Touya guardò l’orologio, mentre suo padre beveva il caffè seduto a tavola.
-Touya-, disse l’uomo, -Ti spiacerebbe salire a dire a tua sorella che non salterà la scuola solo perché le ho proibito di vedere un ragazzo che sicuramente presto dimenticherà?-
-Salgo.- Disse il ragazzo secco, ma la sua rabbia era rivolta solo a Sakura. Era ben contento che il padre avesse preso quella soluzione così rigida, e così dura per la ragazza.
Touya raggiunse a passo svelto la porta della camera di Sakura, poi bussò attendendo il permesso di entrare. Nonostante tutto non voleva infierire più di tanto.
Aspettò un paio di minuti, poi bussò ancora. Vedendo che anche questa volta non arrivava risposta abbassò la maniglia. La porta non si aprì. Era chiusa dall’interno.
-Avanti Sakura!- gridò Touya, - apri questa porta e smettila di fare la bambina infantile!-
Nessuna risposta.
-Sakura!- si arrabbiò allora, - apri o giuro che butto giù la porta!-
Touya aspettò ancora invano, poi si decise ad usare le maniere forti e diede una spallata alla porta per aprirla. Avrebbe ripagato lui le riparazioni e la serratura nuovi.
La seconda spinta spalancò la porta e Touya si fermò sull’uscio massaggiandosi la spalla.
-Sakura!- Esclamò ancora alzando lo sguardo sulla camera vuota. Per un attimo rimase confuso. Sakura non c’era. La finestra era aperta.
Il ragazzo fece dietrofront e tornò in cucina dal padre a grandi falcate.
-Sakura è scappata!- Esclamò appena se lo trovò di fronte; aveva appena preso la borsa per andare a scuola.
-Sei sicuro che non sia già andata a scuola?- chiese l’uomo sconcertato.
-La sua divisa è in camera sua, la finestra è aperta e la porta era chiusa dall’interno.-
Il signor Kinomoto spalancò gli occhi stupito, poi disse:
-Tu vai a cercare Tomoyo a scuola, forse è andata da lei, io chiamo la polizia.-
Touya annuì e uscì di casa in fretta.

Sakura stava stesa sul letto. Si sentiva debole e le forze le stavano tornando molto lentamente.
Shaoran le aveva spiegato che non sarebbe riuscita ad utilizzare i suoi poteri in quella stanza, ma lei continuava a sperare che avesse mentito.
Alla fine si era cambiata. Aveva messo il vestito che le aveva lasciato il ragazzo solo perché la disgustava indossare una camicia che sapeva aver indossato lui.
Al momento era sola, anche se aveva come l’impressione che la stessero osservando.
Era in trappola e non aveva la forza di ribellarsi. Probabilmente i poteri non funzionavano.
Quando un fruscio improvviso la sorprese alle spalle si sollevò di scatto pronta a difendersi.
Accanto al lettone su cui stava c’era una giovane donna dalla bellezza sicuramente inumana.
Sakura la guardò indietreggiando spaventata.
-Cosa vuoi?- Domandò tentando di incuterle almeno un po’ di paura e di farsi coraggio.
La ragazza, che era alta, magra, formosa e vestita di rosso le porse un vassoio; su questo era poggiato un calice prezioso colmo di un poco invitante liquido giallognolo.
-Mi è stato ordinati di farti bere questo.- Disse la ragazza seria. Evidentemente quella mansione non la soddisfava.
-Non lo berrò.- Disse Sakura sicura voltando lo sguardo.
-Se non lo bevi qualcuno che conosci potrebbe rimetterci la vita.- Disse una voce alle sue spalle.
Sakura non si era accorta della presenza di Shaoran nella stanza.
Sospirò rassegnata, poi afferrò il calice e ne scolò in un attimo il contenuto mentre le lacrime le bagnavano le guance.
Scaraventò il bicchiere ormai vuoto per terra e questo si infranse sul pavimento di roccia lucida rossa.
Tornò a rannicchiarsi su se stessa, singhiozzando.
Shaoran fece un cenno brusco alla donna che stava davanti a Sakura. Questa mosse leggermente la mano facendo svanire i cocci di vetro che stavano sparsi sul pavimento. Poi svanì a sua volta assieme al vassoio.
-Hai fatto la scelta giusta.- Disse Shaoran disinteressato andando a sedersi in modo scomposto su un divano di velluto dai tratti antichi. –Potresti frignare in silenzio per favore, vorrei leggere.- Disse freddo il ragazzo aprendo un libro dalla foderina cupa e scura.
-Se proprio ci tieni vai a leggere da un’altra parte!!! Non ti obbligo certo a stare qui con me!!-
Sputò fuori Sakura furiosa reprimendo le lacrime per un istante.
Contrariamente a ciò che si sarebbe aspettata Sakura il ragazzo svanì, lasciando sul divano su cui era steso solo il vuoto. Il libro era rimasto sui cuscini scarlatti, segno che Shaoran forse non aveva mai avuto intenzione di leggere, o almeno, che non era quella la ragione per cui era svanito.

Shaoran entrò a scuola alla seconda ora. Tomoyo, seduta poco distante da lui, era visibilmente preoccupata per la sua amica.
Il tempo passò veloce, e subito dopo la lezione d’inglese suonò la campanella dell’intervallo.
Tomoyo lo prese in disparte dicendogli che gli doveva parlare di una cosa seria.
Shaoran la seguì senza fare storie sul tetto della scuola prima di chiederle con tono innocente cosa fosse successo.
-Si tratta di Sakura, è scappata di casa perché ha litigato con suo padre e suo fratello… Non riescono a trovarla.- Rispose la ragazza.
-Quando è successo?- Domandò lui con tono preoccupato.
-E’ scappata ieri, si era chiusa in camera, per questo l’hanno scoperto solo questa mattina. Shaoran io… Io speravo che fosse venuta da te… Che ti avesse almeno chiamato per dirti dov’era…-
-Perché avrebbe dovuto?- Domandò il ragazzo, questa volta veramente spiazzato.
-Oh Shaoran… Perché lei si fida di te… Lei… Lei ti ama… Per questo si sente al sicuro con te, probabilmente… Se ha bisogno di compagnia o di essere consolata dovresti essere il primo a cui pensa… Non riesco proprio a immaginare dove sia…- La voce le si fermò in gola e all’improvviso Tomoyo fu scossa dai singhiozzi.
Shaoran recitò la sua parte fino in fondo. Si avvicinò alla ragazza e la abbracciò per consolarla.
-Se tu dovessi venire a sapere qualcosa avvertimi, ti prego.- Le disse in modo ansioso. La ragazza annuì piano, poi disse come in una supplica:
-Tu devi fare lo stesso per me… Ti prego… Anche se avessi solo la sensazione che sia intorno a te, chiamami subito.-
-Ok, te lo prometto.- Disse Shaoran convincente. Ma in quell’abbraccio falsamente fraterno e consolatorio, sulla schiena della ragazza, aveva due dita intrecciate.


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Dany92: Sono contenta che la scena sia suggestiva, io temevo di aver fatto un po’ di confusione. L’idea di mio fratello è quella, ora bisogna vedere se si trova l’occorrente!
Sakura Bethovina: Tissola… Tu mi confondi…
Kairi92: Suvvia! Non ti preoccupare! L’importante è che recensisce questo! Mi spaventano un po’ i vostri possibili commenti, e davvero non so come continuarla… Aiutatemi!!! Se mi esponi un paio delle tue ideucce magari potrei prendere spunto…
Sakurahime949: Questa è la vita, cose che capitano. In più forse quell’altro bambino era proprio Shaoran da piccolo. Chissà! Lo deciderò più in là. Sono contenta che ti piaccia anche l’altra mia fic, purtroppo mi sono bloccata un paio di anni fa proprio sui capitoli finali, non mi ispirava più tanto (eppure la scena finale ce l’ho scritta).
Ambra: XD Spiacente, è una storia che va sull’horror… Andrà sempre a peggiorare d’ora in poi. Non credo che lui abbia una moralità tale da capire che ciò che sta facendo è sbagliato. Per ora dubito che si ricrederà su ciò che sta facendo. Non dovevi preoccuparti di dov’era finita la recensione ^^ , l’avrei trovata comunque in un modo o nell’altro. Che intendi con il fatto che non si visualizza la recensione a “la maschera d’argento”? Nel senso che tu la metti e non la accetta o che l’ha accettata e non si vede?

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Capitolo 17
*** Poteri estranei ***


Scusate per l’immenso ritardo.

Poteri estranei

Negli ultima giorni le nausee si erano fatte sempre più insistenti. Sakura continuava a vivere il suo incubo in quella caverna in cui l’avevano rinchiusa.
Il tempo pareva non passare mai, nella stanza non c’erano orologi, né finestre per capire il trascorrere dei giorni.
Le visite erano rare e la spaventavano, spesso si svegliava con affianco una strana ragazza con il volto sfigurato e insanguinato che le porgeva un vassoio colmo di carne umana cruda ordinandole di mangiarla. Sakura ovviamente si rifiutava.
Shaoran passava da lei di rado, spesso solo per lanciarle occhiate fugaci e maliziose, per poi svanire nel nulla.
Sakura passava il tempo rannicchiata in un angolo, dopo aver terminato le lacrime iniziò a tentare di svanire o teletrasportarsi, ma nulla sembrava avere successo.
Ora stava a letto, con la testa poggiata sul cuscino e lo sguardo perso nel vuoto; ignorava i morsi della fame e la secchezza alla gola per non aver bevuto molto. Talvolta sollevava un braccio per accarezzarsi il ventre, sarebbe diventata madre: madre di un piccolo mezzo demone e mezzo stregone che sarebbe stato allevato al male fin da neonato, senza la speranza di una via di fuga per nessuno dei due.
Quella volta la giovane inquietante dal volto sfigurato si materializzò al suo fianco con un neonato in lacrime tra le braccia.
Sakura sobbalzò, sollevandosi di colpo e fissando il piccolo che si dimenava in quella stretta minacciosa.
-Cosa vuoi fargli?- Le chiese spaventata.
-Eseguo gli ordini, questa è la vostra cena.- Rispose la ragazza pronta avvicinandosi al tavolo e poggiando il neonato su un piatto d’argentò. Sakura sbarrò gli occhi, rifiutandosi anche solo di comprendere le sue parole. La vide afferrare un coltello da tavolo e sollevarlo sulla gola dal bimbo. Senza riflettere si alzò di scatto e si lanciò su di lei. In un impeto di rabbia, con un gesto della mano, sentì il potere fluire dal suo ventre e convergere sulla punta delle sue dita. Il coltello si rigirò da solo, puntando dritto al petto del demone e conficcandosi nella sua carne. La ragazza prese fuoco e Sakura si gettò addosso al bambino, sollevandolo tra le braccia e stringendolo a se per proteggerlo dalle fiamme. Ben presto queste si spensero, lasciando Sakura di nuovo sola in quella cella, con tra le braccia quel piccolo disperato.

Shaoran apparve tranquillo solo alcune ore dopo, quando puntò lo sguardo freddo su Sakura e la trovò stesa a letto a cullare un bambino si stupì.
-Cosa sta succedendo qui?- Domandò.
Sakura non alzò lo sguardo su di lui, -Volevano che lo mangiassi, io voglio che venga restituito ai suoi genitori. Lo pretendo.-
Il ragazzo esplose una sonora risata. –Sapevo che stavano sbagliando metodo con te, l’importante è che tu mangi, non importa cosa.-
Si avvicinò a lei con passo svelto. –Dammi il moccioso, lo metterò al sicuro, e mi assicurerò che la prossima volta che ti portino da mangiare sia qualcosa di tuo gradimento.-
Seppur con riluttanza Sakura lasciò il bambino nelle mani di Shaoran che svanì tranquillo, lasciandola sola per l’ennesima volta.
La ragazza nascose la desta tra i cuscini, tornando a riflettere su ciò che era accaduto prima. Non sapeva in che modo ma aveva contrastato quella ragazza demoniaca con i poteri scaturiti dal suo bambino mezzo demone.

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Dany92: Sono contenta che la scena sia suggestiva, io temevo di aver fatto un po’ di confusione. L’idea di mio fratello è quella, ora bisogna vedere se si trova l’occorrente!
Ambra: La speranza è sempre l’ultima a morire, forse anche quella per questo aggiornamento. Lo so, ci ho messo un po’… Quant’è che non l’aggiorno? Tre, quattro corti mesetti? E con questo capitolo corto corto poi… Chiedo perdono… Non avevo ispirazione… Continua a sperare quanto vuoi, io mi considero fuori…
Sakura Bethovina: Tesorissima, ma dove sei sparita? Mi ha detto Paolo che il piccì ha fatto pluff!
Spring Thunder: Quella schifezza è proprio schifezzosa, ma c’è di peggio.
Kairi92: Lei è già incinta, e nei guai fino al collo. Temo non ci sarà un “felici e contenti” alla fine.
Sakurahime949: Non farà dietrofront tanto presto, forse non lo farà proprio.

Scusate per l’immenso ritardo.

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Capitolo 18
*** Tentativo di fuga ***


Tentativo di fuga

Spero che l’attesa sia servita.

Tomoyo strappò la cartina furiosa, poi scaraventò per terra il libro di incantesimi, piangendo.
Erano ormai tre mesi e mezzo che Sakura era scomparsa e nessuno l’aveva cercata. I compagni di classe, gli amici, perfino suo padre e suo fratello si erano completamente scordati della sua esistenza. Ogni oggetto collegato a lei era svanito nel nulla. Ogni sua foto, ogni possibile ricordo dei mortali.
Tomoyo e sua madre erano le uniche a ricordarsi di lei, e non si era affatto stupita quando a scuola si era saputo della partenza improvvisa di Li Shaoran. Se ne era dimenticata quasi subito, troppo preoccupata per l’amica.
L’aveva cercata dovunque, negli inferi, sulla terra, in ogni luogo in cui avrebbe potuto essere. Ma non era servito.

Sakura guardò fisso il bicchiere davanti a se, corrucciando la fronte per la concentrazione. Le ci volle un po’, ma alla fine, dopo un leggero fremito che proveniva da dentro il ventre, riuscì a farlo esplodere in migliaia di schegge.
Una di queste arrivò dritta sul suo braccio ferendola. Aveva appena iniziato a guarire, per via del suo bambino demoniaco, quando Shaoran si materializzò nella stanza.
-Hai fame? – Le chiese con falso interesse, senza notare l’ultima scintilla della ferita che rimarginava.
-Non voglio mangiare nulla che sia stato portato da te. – Ribatté Sakura pronta.
-Dobbiamo rifare il discorso un’altra volta? – Le chiese il ragazzo seccato.
Sakura non rispose, voltandosi nella direzione opposta.
-Senti, sappiamo entrambi cosa succederà adesso, tu ti rifiuterai di mangiare, io insisterò, tu dirai ancora di no e allora ti costringerò. – La guardò serio.
-Allora? – Chiese porgendole un cartone di pizza calda. –Mangi? –
Sakura scosse ancora la testa, Shaoran poggiò il cartone per terra, poi si avventò su di lei.

-Com’è possibile che non ci siano tracce di lei? Nessuno ricorda! – Si lamentò Tomoyo con sua madre quella sera a cena.
Entrambe avevano poca fame, e i loro piatti erano quasi pieni.
-Se nessuno ricorda di lei vuol dire che qualcuno non vuole che la cerchino. – Osservò Sonomi per l’ennesima volta in quegli ultimi mesi. –Starà bene, gli serve viva, dobbiamo solo riuscire a trovarla. –
Tomoyo annuì rammaricata : -Ci stiamo mettendo troppo. –

-Mangerò! Mangerò, ma ti prego non farmi più del male! – Strillò Sakura terrorizzata. Il ragazzo la lasciò andare e lei scivolò sulle lenzuola macchiate di sangue.
-Ci hai messo più del solito a cedere, complimenti. – Le disse sprezzante lui, che ora più che mai aveva l’aspetto di un demone, con il suo pallido volto perfetto.
Sakura si asciugò un rivolo di sangue che le colava dal labbro spaccato, già in fase di guarigione.
-Mangia. – Ripeté calmo strofinando le mani sulla camicia, sulla quale restarono lunghe strisce rosse.
-Vattene, per favore. – Gli disse la ragazza.
Lui la guardò cupo.
-Mangerò! – Lo rassicurò lei. – Mangerò, ma tu vattene, ti prego. Mi fa male saperti qui. –
E il ragazzo obbedì. Solo quando fu nel bosco riprese il suo vero aspetto, e i suoi capelli tornarono bianchi, come i suoi occhi.

Sakura addentò la pizza con furia, sentendo la fame calmarsi a poco a poco. Suo malgrado sentiva il bambino felice e sano. Afferrò due boccette di pozione esplosiva che era riuscita a fare raggruppando vari ingredienti e la strinse tra le mani.
Quando ebbe finito la pizza raggiunse lo specchio. Aveva un aspetto orribile. Il vestito era strappato ed insanguinato e aveva sul collo ancora i segni del morso di poco prima. Là dove il taglio era svanito restava ancora il sangue raggrumato.
Distolse lo sguardo dalla sua figura riflessa, desiderando ardentemente di essere in un qualunque altro posto.
Fu colta da una sensazione di nausea, fu come se la terra sotto i piedi le mancasse, e sentì di dover vomitare.
Quando riaprì gli occhi si trovava in un corridoio lungo e sconosciuto.
Si portò una mano al ventre non troppo piatto, capendo che i poteri che crescevano con la creatura avrebbero potuto servirle ora come mai prima.
Iniziò a correre, seguendo quella che sembrava una strada a senso unico. Nessuna porta, nessuna curva, nessun demone. Finché non raggiunse la porta. Sakura la aprì, spaventata ed eccitata.
Davanti ai suoi occhi c’era un altro corridoio, e anche da lì di poteva vedere un’altra porta.
Sakura avanzò, cercò di arrivare dall’altra parte, ma non raggiunse la sua meta. Cadde in una trappola e affondò nel pavimento. Finendo su una montagna di pietre fredde. Sentì la presenza di qualcuno o qualcosa e si guardò attorno ma non aveva abbastanza energia per illuminarsi attorno, doveva sfruttare quella del bambino.
Si concentrò ma non riuscì a mantenere la luce che per qualche secondo. Non vide molto. Ci riprovò e riuscì a mantenerla qualche secondo in più. Poi fu distratta da un soffio d’aria fredda sul collo. Riprovò con il cuore che batteva a mille e strinse tra le mani la boccetta.
Sentì un soffio d’aria fredda sulla pelle e lanciò la pozione in quella direzione. Lanciò alla ceca, ma qualcosa c’era, perché esplose illuminando per un istante la sala. Ora era piena, tutti i volti erano emersi dal buio con gli occhi di un malefico rosso luminoso. Erano cento e più e tutti volevano lei. Non poté non urlare. Di pozione ne aveva solo un’altra e la lanciò ancora alla ceca, ma questa volta non ci furono esplosioni.
Un essere magro e viscido le si gettò addosso tentando di morderla, non sapeva neanche cosa fosse. Qualcosa le si fermò affianco e la creatura fu scaraventata via. Affianco a lei si alzò un ruggito e in successione una moltitudine di guaiti impauriti.
Una fiaccola si accese alla sua destra, retta in mano da Shaoran, chino affianco alla ragazza.
Il giovane teneva lo sguardo fisso su quegli esseri mentre con un braccio stringeva Sakura. La ragazza prese coraggio e si voltò verso le creature che l’avevano attaccata. Erano storpi, magri, deformi, una maschera di orrore. Tremò, non aveva ne la forza ne il coraggio di muoversi, ma era seduta su un mucchio di ossa che avevano ancora qualche brandello di carne appiccicata, scattò in piedi e i mostri ruggirono avanzando. Shaoran si alzò svelto quasi quanto Sakura e la strinse a se per la vita soffiando furiosamente contro le creature, poi svanì lasciando cadere la fiaccola sulle ossa per riapparire nella prigione di Sakura.
La ragazza si allontanò subito da lui e crollò per terrà. Vomitò, vomitò per il disgusto, per il terrore e per la frustrazioneLa sua fuga era fallita alla grande.
-VATTENE!!!!!!- Urlò dopo aver preso fiato.
Shaoran restò a guardarla, con le mani infilate nella tasca dei pantaloni e la maglia scura sporca di fango e graffiata. Sul viso una serie di lividi vecchi di una settimana. Lei, vedendo che non se ne andava, si alzò e si diresse svelta al tavolo. Afferrò il coltello più affilato che riuscì a trovare e lo usò per perforarsi la pancia nel tentativo di ammazzare il piccolo mostro. Ora non le importava di morire, le bastava che morisse lui.
Il sangue iniziò a scorrerle giù per la gambe sporcandole ulteriormente l’abito di seta. E lei perse le forze guaendo dal dolore.
Shaoran le apparve affianco prendendola in braccio prima che potesse toccare terra, la porto sul letto stendendola tra le lenzuola.
Il tocco con cui le posò la testa sul cuscino fu lievissimo. Sakura chiuse gli occhi in preda al dolore sperando che finisse presto. Il ragazzo afferrò il coltello e lo sfilò via. La ragazza strillò, e lui la tenne a letto permettendole di stringere la sua mano. Intanto Sakura era pervasa dal dolore della ferita che si rimarginava.

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Dany92: Sorpresa anche oggi? Te lo aspettavi? Due in un giorno. Ero ispirata. Spero solo che siano uscite come volevo che uscissero. Espoi i dubbi, poco fa ho avuto una genialata pazzesca! Ma mi rifiuto di parlarne con chicchessia!
Spring Thunder: Che ne dici dell’idea che mi è venuta? Metà di questo capitolo era scritto da mesi. Strano a dirsi, era la parte finale che avrebbe dovuto venire tra un po’ di capitoli, ma poi ho pensato “Eih! Non tiriamola troppo per le lunghe” e allora ho fatto un salto temporale, perché tanto fino alla fuga di Sakura non avveniva nulla.
Kairi92: La risposta al “Non può uccidere il bambino?” l’hai avuta qui e Shaoran, beh, giudica tu. Credo che la faccenda su di lui sia un po’ confusa in questo capitolo, mi è venuta in mente poco fa, mentre scrivevo. E’ un mio modo per non peggiorare le cose.

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Capitolo 19
*** Beleth ***


Ok… Non lo volevo mettere questo capitolo, ma dovevo…

Beleth

-Mi avete chiamato? – Domandò Shaoran mesto entrando nella sala a testa bassa.
-Ancora quel muso lungo? – Domandò l’oracolo oscuro guardandolo con espressione corrucciata.
–Abbandona i sentimenti umani, è per questo che ti sei offerto, per divenire un demone completo, è la tua fetta della torta, ricordi? – Borbottò Beleth, il demone seduto sul possente trono d’oro.
Aveva la forma vagamente umana, le zampe da capra e due corna che gli spuntavano ai lati della testa, e aveva dimensioni impressionanti.
Shaoran grugnì.
-Ma lui ci serve per i suoi sentimenti umani, o sarebbe inutile. – Gli rammentò l’oracolo con scherno.
Shaoran la guardò con odio, mentre si attorcigliava tra le dita le lunghe ciocche di capelli neri.
-Quanto manca perché io possa avere il bambino? – Domandò il demone impaziente.
-Quattro mesi. – Rispose l’oracolo. – Tra quattro mesi esatti nascerà e voi potrete averlo, mentre Shaoran se vorrà potrà tenersi la strega. – Disse ammiccando nella sua direzione.
Shaoran fremette.
-Perché sei ancora deciso a seguire il piano, vero? A lui il bambino, a te la strega. – Disse poi in direzione del ragazzo.
-Certamente. – Rispose Shaoran agitato.
Il grosso demone lanciò un’occhiata all’oracolo.
-Il ragazzo mente. Vuole anche il bambino, un bocconcino succulento. – Gli disse l’oracolo.
E un gruppo di mostri inferociti gli fu addosso.

Sakura guardò il bicchiere con furia e quello saltò in aria senza problemi.
Finalmente riusciva a padroneggiare abbastanza quei poteri. Prese uno dei libri che le avevano lasciato per passare il tempo e ne tirò fuori un bigliettino ripiegato che aveva nascosto qualche ora prima.
Il messaggio scritto sopra era chiaro e frettoloso.
“Sono Sakura, sto bene ma non so per quanto. Non so dove sono ma ti prego! Tirami fuori di qui! Shaoran è un demone.”
Mise in circolo alcune delle candele con cui la stanza era illuminata e tracciò un cerchio con un pezzo di carbone che aveva preso dal camino. Le fu difficile tracciare i segni per terra, per via della pancia ma alla fine ci riuscì.
Sapeva che ora doveva essere svelta. Portò le mani al ventre e si concentrò.
-Avanti, manda questo messaggio a Tomoyo, spediscilo dritto da lei, ho bisogno d’aiuto! – Implorò.
Le candele si spensero, per poi riaccendersi con una fiammata. Il biglietto era sparito e per un istante Sakura pensò che fosse arrivato a destinazione. Poi una risata perfida la distrasse.
E Beleth in persona bruciò il messaggio davanti a lei.
-Cosa credevi di fare? – Le chiese perfido avvicinandosi a lei.
Sakura gridò.
Shaoran sbatté la testa sul pavimento, si era distratto e questo aveva fatto passare l’altro demone in vantaggio.
Shaoran gemette di dolore, mentre l’altro rideva sotto i baffi. – Mai farsi sopraffare dai sentimenti. –
Si avvicinò e gli tirò un calcio nello stomaco. – Io sono un mezzo demone come te, eppure riesco a gestirli! – Rise.
Poi l’urlo di Sakura gli rimbombò in testa talmente forte che lui smise di respirare.

Prima che potesse rendersene conto Sakura si smaterializzò, trovandosi di nuovo all’esterno della sua cella, provò a smaterializzarsi di nuovo, pensando intensamente alla casa di Tomoyo come punto d’arrivo, ma sembrò rimbalzare sulle pareti come una molla e si ritrovò a terra. Sembrava proprio impossibile uscire.

-La strega è scappata. – Annunciò Beleth comparendo davanti a Shaoran e il suo avversario.
I due lo guardarono confusi.
-Lascialo andare. – Ordinò Beleth alla creatura che teneva Shaoran sollevato per il colletto. –Deve riprenderla lui. –

Sakura percorse ancora il corridoio per cui era passata l’ultima volta che aveva tentato la fuga. Questa volta però aveva un piccolo vantaggio. Ora sapeva sfruttare i poteri del piccolo. Evitò accuratamente tutte le trappole che ricordava ed arrivò molto oltre al punto in cui Shaoran l’aveva ripresa durante la sua fuga precedente.
Gli inferi erano peggio di un labirinto. Vicoli bui, vicoli cechi e strade a doppia uscita erano dovunque, e sarebbero stati in grado di far perdere il senso dell’orientamento anche a chi avesse avuto come potere quello di trovare sempre la via di casa. Non ci volle molto per fare insinuare in Sakura il dubbio di stare girando in tondo.
Si poggiò con la schiena alla parete, demoralizzata, e si portò una mano sulla pancia.
L’essere che portava in grembo era la sua maledizione, se non fosse stato per lui nulla di tutto ciò che le era successo dal concepimento le sarebbe accaduto.
Crollò per terra singhiozzando e nascose il viso sulle ginocchia stringendo le gambe con le braccia. Il corpo scosso dai singulti. Ma in fondo che colpa poteva avere quel piccolino? Probabilmente se l’avesse educato nel modo giusto sarebbe diventato di sua spontanea volontà una potente forza del bene… Forse…
Stette li immobile in un tempo indefinito, finché un rumore alla sue destra non la riscosse dal suo dolore. Si alzò di scatto alla vista dell’animale che le si presentava di fronte. Un corpo da cane e per bocca un cono rovesciato e bavoso con diverse file di denti che parevano ricoperte di muco. Gli lanciò contro una sfera di fuoco ma questa non gli fece molto. Indietreggiò spaventata e per l’agitazione sentì un conato di vomito salirle in gola. Vi posò una mano sopra per resistere.
Non sapeva cosa fossero quegli esseri ma seppe per certo che erano molto più forti di lei.
Un ringhio al suo fianco fece indietreggiare quegli animali. Shaoran era spuntato dal nulla e ora li stava tenendo lontani. Sakura si fiondò tra le sue braccia e ricominciò a singhiozzare. Entrambi svanirono.
Ricomparvero nella camera da letto, Sakura stava ancora stretta attorno a Shaoran. Continuò a singhiozzare ancora con il viso stretto sul suo petto finché lui non ricambiò la stretta. Nonostante avesse sperato in quel gesto ne rimase stupita. Alzò lo sguardo fino a potersi specchiare negli occhi di Shaoran. Lui restava ancora immobile, lo sguardo freddo e distaccato, ma non allentò la stretta.
Sakura appoggiò il mento sulla maglia del ragazzo e tirò su con il naso. -Perché lo hai fatto Shaoran? Perché mi hai fatto questo? Io ti amavo, io ti amo anche ora nonostante tutto quello che mi hai fatto! Io ti ho amato dal primo momento in cui ti ho visto! Credevo in te! Mi fidavo!- Affondò ancora il viso nel petto di lui e riprese a singhiozzare forte per qualche secondo, poi si trattenne per continuare il suo discorso –Mi sentivo al sicuro con te… Tu invece mi hai tradito così… Shaoran… Shaoran… Mi stai uccidendo così! Non lo capisci? Io ti credevo buono, ti credevo dalla mia parte… Credevo che anche tu mi amassi al punto da fregartene se ero una strega, se non ero umana… Invece volevi solo farmi cadere nella tua trappola…-
Tirò su col naso un’altra volta, per poi riprendere da dove aveva lasciato. Quasi senza rendersene conto Shaoran la strinse ancora più forte a se.
-Sai qual è la cosa peggiore Shaoran? Io ti amo, ti amo lo stesso. Potresti uccidermi mille volte adesso o anche torturarmi e io continuerei ad amarti… Vedi quanto sono stupida?-
Shaoran sospirò. Aveva ascoltato con attenzione ogni singola parola del discorso della ragazza. Le prese il mento con una mano e le sollevò il viso per guardarla negli occhi mentre con l’altro braccio la stringeva più forte.
-Questo è il difetto di chi ha un cuore.- Disse sicuro, poi però il suo tono si fece più morbido. –Anche certi mezzi demoni a volte non hanno saputo resistere al battito del loro cuore, a volte si riesce a soffocarlo, altre volte si fa così rumoroso che hai solo tre scelte, puoi sottostargli o impazzire, oppure puoi seguirlo, ma per molti questo segna la fine.-
Sakura si stupì dell’espressione dei suoi occhi quando finì la frase. E si sorprese ancor più quando il ragazzo la baciò con dolcezza. Per un istante si sentì mancare ma Shaoran la sorresse prendendola in braccio. Allora fu lei a riprendere il bacio che era stato interrotto per alcuni secondi, tenendo il volto del giovane demone tra le mani.
Shaoran la depositò dolcemente sul letto continuando a baciarla. Si staccò da lei per un istante.
-Mi dispiace.- Mormorò ad un soffio dalle sue labbra prima di riprendere il contatto e baciarla con foga.
Sakura restò a riflettere sulle sue parole mentre lui le mordeva avidamente il collo con più violenza di quanto avrebbe immaginato. Sussultò quando i denti del ragazzo, più affilati del normale, le graffiarono la pelle; ma chiuse gli occhi inebriata.
Come un flash le tornò in mente tutto ciò che nei mesi trascorsi aveva patito a causa sua, dalla sua relegazione all’inferno fino al piccolo che portava in grembo. Spintonò via Shaoran che scomparve all’improvviso da dov’era per poi ricomparire due metri di fronte a lei con sguardo duro e impassibile. Si scrutarono negli occhi per qualche istante, poi Sakura scattò in piedi lanciandosi tra le sue braccia. Le loro labbra si incontrarono di nuovo. Sakura affondò le mani nei capelli del ragazzo e lui la strinse per la vita piegandosi in avanti. Con quel movimento costrinse la ragazza a inarcare la schiena all’indietro e le fece perdere l’equilibrio. Le posò entrambe le mani sul sedere, gliele fece scorrere sulle cosce per aiutarla a sollevare le gambe e lei le strinse attorno al bacino di lui.
Sakura si tenne stretta a lui per non cadere ma il vestito stretto le era di impiccio. Con una semplice mossa Shaoran aprì due lunghi strappi sui fianchi per liberarle entrambe le gambe. Sakura gliene fu grata ma dovette separare un attimo le sue labbra da lui per respirare. Allora lui le mordicchiò il lobo dell’orecchio e avanzando verso il letto vi lasciò cadere sopra la ragazza per poi gettarsi ancora sopra di lei senza pesarle addosso. Riprese a baciarla con foga facendo salire le sue mani su per le sue gambe fino a sollevarle il vestito stracciato fin dove veniva bloccato dal materasso.
Indispettito dal contrattempo scivolò su un lato trascinando Sakura in modo da farla stare a cavalcioni sopra di lui. Con un forte strattone Sakura scoprì il petto di Shaoran dalla camicia nera che indossava, si chinò ancora per baciarlo sulla bocca e tracciò i contorni delle sue labbra con la lingua.
Shaoran la afferrò per le spalle e la fece sollevare, poi infilò gli indici e i medi di entrambe le mani all’interno del centro della scollatura del vestito rosa che Sakura indossava e stringendo la stoffa anche con il pollice la strappò scoprendo il reggiseno di lei. Tirò entrambi i lembi di stoffa finché l’abito non si divise completamente in due e poté sfilarglielo semplicemente facendo scorrere le bretelline giù per le sue spalle, poi lo lasciò cadere ai loro piedi.
Fece un’altra capriola per far risistemare Sakura sotto di lui e si posizionò tra le sue gambe. Si levò alla svelta la camicia gettandola affianco ai resti del vestito della ragazza e iniziò a baciarle il ventre. Partì dall’ombelico e salì lentamente fino al collo, poi con una mano calò la bretella del reggiseno di Sakura sulla sua spalla e le morse ancora il lobo dell’orecchio facendola gemere.
Si bloccò all’improvviso e scattò in piedi. Anche Sakura si mise a sedere di scatto risollevandosi la bretella. -Che c’è?- Domandò incauta.
-Mi stanno chiamando.- Disse il ragazzo. Afferrò la sua camicia e la rinfilò svelto riabbottonandola. Quando si fu riabbottonato Si chinò verso Sakura e le prese dolcemente il volto tra le mani baciandola con passione sulla bocca.
-Non credere che non mi sia pentito di ciò che ti ho fatto Sakura, credo di far parte di quella fazione di mezzi demoni che hanno solo due scelte nella vita: Seguire il proprio cuore o uccidere l’oggetto della loro passione, ma non so ancora quale tra queste due opzioni sceglierò.-
Svanì nel nulla lasciando Sakura da sola e seminuda. Lei si rannicchiò su se stessa e scoppiò ancora in un pianto disperato.

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Dany92: Ok, ci sono riuscita ed è più di mezza pagina, ma tu recensisci, va bene? Spero che il capitolo vada bene, è tanto che dovevo aggiornare XD Mesi!
Aaliyah Jane Kerr: Perché un Nik così complicato? Per fami venire il mal di testa a riscriverlo dopo che il mal di testa mi è venuto per scrivere il capitolo? XD Spero che sia di gradimento.
Kairi_92: Screanzata! Devi recensire subito! XD Hai capito ora da che parte sta Shao? Beh, si vuol pappare il bambino! HIHI!!!

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Capitolo 20
*** Voltafaccia ***


Probabilmente molti si saranno scocciati di aspettare e mi avranno data per morta ripudiando le mie fan fiction, due giorni fa ho aperto il file per vedere di scrivere un paio di righi e, fortuna, il capitolo è venuto da se. Ho pensato di fermarmi che ero ad una pagina e mezza; poi mi sono detta, se proprio devo fermarmi inizio almeno il prossimo capitolo, così mi è più facile continuare. Alla fine ho scritto quasi quattro pagine ed ho deciso di postarle tutte subito. Conclusione: non ho l’inizio del prossimo cap, ma questo è lunghetto, e spero che vi piaccia.

Voltafaccia

Shaoran trattenne l’ennesimo grido di dolore.
Le fitte alla schiena erano sempre più dolorose ad ogni frustata, ed il suo sangue umano colava sempre più copioso a terra attraverso le ferite che gli procuravano.
-Mi auguro che tu capisca il perché di tutto questo.-, gli disse la creatura che aveva alle spalle.
Aveva sembianze umane ma nella voce vibrava potente il tono da demone. Erano giorni che stava lì a torturarlo, a ripetergli quanto grande fosse stato l’errore che aveva fatto con la strega.
Shaoran non ne poteva più, si rendeva conto da solo di quanto fosse profondo il cambiamento che stava avvenendo dentro di lui. I suoi poteri più maligni stavano svanendo, succubi di quel sentimento così umano che si stava impossessando di lui sempre più, giorno dopo giorno.
Erano passate due settimane dall’ultima volta che aveva visto Sakura; non aveva mai pensato che potesse essere così dura. E si rendeva conto che ogni minuto che passava la vita della ragazza era destinata ad accorciarsi sempre di più.
-La ragazza è diversa dalle altre.-, esordì la creatura dall’aspetto di donna ad un certo punto. –Questo non te l’hanno detto, vero?-
Shaoran tremò per un istante a quelle parole. –Cosa vogliono farle?-. Chiese con un po’ troppa foga.
Tentò di girarsi, ma le catene che gli stringevano i polsi finirono per graffiarlo e dovette rinunciare. -E’ più potente di tutte le altre, il bambino che aspetta ha già mostrato i suoi poteri da un po’. Finirà per consumarla se lei resta qui dentro.-
-Cosa diamine ha di diverso dagli altri?-, sbottò Shaoran con odio.
-Non lo so-, tagliò corto la donna girandogli attorno per fermarsi di fronte a lui. –Sarà forse che, dato che anche tua madre era una strega, ha più sangue di strega di quanto ne abbia di demone.-
-La sua parte buona è superiore a quella cattiva.-, osservò Shaoran dando uno strattone alle catene.
Ottenne solo dei nuovi segni sui polsi. Il sangue colò lungo le braccia fino al suo petto scoperto.
-Portatela fuori di qui.-, supplicò, stupendosi di se stesso.
Chiuse gli occhi, tentando di darsi un contegno, e tentò di giustificare ciò che aveva detto. –Portatela fuori di qui finche non nascerà il bambino-
L’altra rise sprezzante e sputò a terra. –Se la portassimo fuori di qui riuscirebbe a scappare, sai anche tu quanto sia potente.-
-Avete intenzione di lasciarla morire? Non morirebbe con lei anche la creatura?-
-I nostri demoni migliori stanno studiando un modo per farla sopravvivere fino al parto.-, rispose la creatura.
Shaoran soppesò bene quelle parole. Sopravvivere per i suoi simili poteva essere anche peggio che morire.
-Di cosa si tratta?-, chiese.
Probabilmente la sua carnefice non lo riteneva una minaccia, perché rispose immediatamente.
-La metteranno in una capsula d’incubazione. Annulleranno la sua volontà e scioglieranno la parte cosciente del suo cervello-
-Diventerà un vegetale.-, mormorò Shaoran disgustato, pensando che non avrebbe assolutamente potuto lasciare che succedesse.
In quel momento sentì le pareti della caverna in cui era incatenato più opprimenti di quanto non le avesse sentite negli ultimi giorni.
Sentì un intenso dolore al petto, là dove avrebbe dovuto battere un cuore malvagio di demone invece che uno straziato ed innamorato.
Deglutì. Come avrebbe potuto fare ad aiutare Sakura? Come avrebbe potuto salvarla da morte certa?
-Con l’incubazione i poteri da strega si convertiranno al male, rendendo il piccolo completamente malvagio.-, disse la donna emozionata.
Gli occhi rossi le brillavano d’emozione mentre pensava a ciò che sarebbe successo. Shaoran invece si sentiva morire sempre di più.
Si chiese cosa gli stava succedendo, se quel dolore era umano. E se, nel caso lo fosse, quanto dolore provassero gli esseri umani e le streghe. Per la prima volta si ritrovò a pensare seriamente a quanto dolore avesse procurato a Sakura, sedotta e poi tradita a quel modo.
Si chiese se l’avrebbe mai perdonato, e si rese conto finalmente che il bambino che la ragazza aspettava era davvero anche suo, e sempre lo sarebbe stato.
Stava diventando padre, ed aveva ceduta la ragazza che amava e suo figlio a delle creature a cui importavano solo il potere ed i vantaggi che esso portava.
Pensò alla sua stessa madre, che non aveva mai conosciuto e di cui non si era mai preoccupato. La donna che era morta dandolo alla luce dopo la lunga prigionia che ora spettava anche alla sua Sakura.
Si domandò se l’avesse amato almeno un po’, o se l’avesse odiato per la sua sola esistenza. E se almeno nella morte ora fosse in pace.
Sakura però non era ancora morta, e lui poteva ancora salvarla.
-Dev’essere stato un incantesimo.-, disse all’improvviso.
La donna che aveva davanti poggiò la frusta su un tavolino d’ossa e lo guardò corrucciata.
-La strega, deve aver capito come usare i poteri della creatura, deve avermi fatto un incantesimo perché la aiutassi. Ora i suoi effetti devono stare svanendo, perché mi rendo conto di quanto sono stato stupido-
L’altra gli sorrise e schioccò le dita. Le catene si sciolsero e Shaoran cadde a terra.
-Sapevo che saresti rinsavito-, disse chinandosi su di lui e baciandolo sulla bocca.

Shaoran dovette ricorrere ad ogni briciola della sua volontà per non correre subito da Sakura. Se ne andò nella sua stanza, una celletta stretta con un materasso buttato in un angolo, e si buttò per terra.
Strinse i pugni fino a farsi male e represse le urla che gli sgorgavano dal fondo dello stomaco. Accantonò l’odio per se stesso in un angolo, deciso a riscattarsi al più presto. Vagliò ogni piano che gli venisse in mente con attenzione, ma nessuno sembrava quello giusto.
Si prese la testa tra le mani, colto da un improvviso dolore alle tempie che lo costrinse a piegarsi in due. Si ritrovò steso per terra, ad urlare di dolore mentre il sangue colava da naso ed orecchie. Per un istante si sentì morire, poi un ruggito cupo si mosse nella sua mente. Fu come se la sua parte demoniaca volesse tornare a dominarlo, ma Shaoran non poteva permetterlo; non ora che Sakura aveva più bisogno di lui. Tentò di rispedirla indietro, di rinchiuderla da dov’era venuta, ma più lui la spingeva dentro più quella riusciva a trovare altre strade per uscire. Allora Shaoran si disse che se il bene ed il male dentro di lui erano ora così distinti e lui non poteva eliminarne l’ultimo allora l’avrebbe buttato fuori.
Non seppe dove riuscì a trovare l’energia. Pensò a Sakura e tutto l’amore che aveva scoperto provare per lei. Sentì la testa fargli tanto male che pensò potesse esplodere, ma non si fermò. Voleva il male fuori da lui. Voleva essere buono. Doveva riuscirci.
Il dolore era talmente forte che non riusciva neanche a sentire le sue stesse urla. Poi si fermò, così, d’un tratto. Il dolore era sparito e il cuore faceva ancora più male. Tristezza, rimorso, autocommiserazione; era tutto lì, dove avrebbe sempre dovuto essere e non era mai stato.
Sentì tutto l’amore per Sakura ancora più intenso, e al suo fianco c’era l’affetto per la madre che non aveva mai conosciuto ed inconsapevolmente ucciso con la sua sola esistenza.
Ma ora non aveva tempo per i rimorsi.
Fu per un sibilo che si accorse di non essere più solo nella stanzetta. Affianco a lui, pallido e dolorante, c’era lui stesso, molto più pallido e demonico di ciò che era mai stato.
La pelle incrinata, come se fosse fatto di roccia seccata al sole. E gli occhi bianchi, vuoti, ma perfettamente in grado di vederlo, perché lo fissava con odio puro.
Emise un altro sibilo, scoprendo le zanne. Poi si dissolse in una vampata di fuoco e lasciò Shaoran da solo, ancora per terra.

Tomoyo scandagliò per l’ennesima volta la mappa della città con il cristallo potenziato. Nulla sembrava servire per trovare Sakura. Aveva provato almeno un milione di incantesimi, ma nessuno aveva funzionato come aveva sperato.
Touya ed il signor Fujitaka avevano completamente dimenticato l’esistenza di Sakura, ed ogni traccia del suo passaggio era svanita. Perfino la polizia, che aveva iniziato a cercare la ragazza, si era scordata tutto.
Appena pochi giorni dopo la sparizione di Sakura Tomoyo si era resa conto che qualcosa in Shaoran non andava, ma fu solo in quel momento che si rese conto di una cosa che lui le aveva detto quando non avrebbe dovuto.

Era sul tetto della scuola, guardava verso gli edifici più alti della città, e ripensava a poco prima, quando si era infilata di nascosto in presidenza per cercare dei documenti che testimoniassero l’esistenza di Sakura.
Eriol, a cui aveva raccontato tutto, l’aveva guardata confuso, per poi dirle preoccupato che non aveva mai conosciuto nessuna Sakura. Da quel momento la loro storia era precipitata velocemente, tanto che non parlava al ragazzo da ben una settimana.
Quel giorno, tuttavia, Eriol l’aveva raggiunta sul terrazzo con una lattina di coca cola e l’espressione rammaricata.
-Mi dispiace-, le disse, -E’ che di magia non ci capisco molto, è normale che io sia scettico. Come diavolo fa un intero mondo a dimenticare l’esistenza di una sola persona?-
Tomoyo scrollò le spalle senza voltarsi.
-Sei davvero sicura di non essere tu quella sotto incantesimo?-, le chiese Eriol poi. La ragazza strinse i pugni e lui si pentì subito di ciò che aveva detto.
-Scusa, mi dispiace.-, ripeté lui.
Seguì qualche istante di silenzio, poi alcuni passi li raggiunsero e Shaoran fece capolino dalla porta che conduceva all’interno.
-Tutto bene?-, chiese, come se fosse davvero preoccupato.
-Ho un’amica che è nei guai, probabilmente letteralmente all’inferno, e non so come tirarla fuori- Shaoran le aveva sorriso solo un istante. –Se è una strega anche lei se la caverà-

Poi Shaoran era sparito, e solo in quel momento Tomoyo si era resa conto che se lui aveva scoperto che era una strega era solo perché aveva seguito Sakura nel bosco.
Se Shaoran avesse davvero dimenticato Sakura avrebbe dovuto dimenticare anche questo.
Ora la porta della casa del ragazzo era davanti a lei. Tomoyo vi poggiò sopra una mano, tentando di avere una visione che potesse darle torto o ragione.
Non vi riuscì, e con un repentino gesto della mano fece saltare in aria la porta.
Entrò nel salotto a passo svelto, e si guardò attorno alla ricerca di movimenti sospetti.
Mesi di polvere sommergevano i mobili ed i divani che erano rimasti senza protezione. Fu in cucina che Tomoyo trovò tracce di vita. Uno straccio sporco di sangue era gettato sul tavolo polveroso.
-Shaoran, se ci sei vieni fuori. Dobbiamo parlare.-, disse con un tono che non ammetteva repliche.- -Stavo venendo a cercarti.-, rispose il ragazzo comparendole alle spalle.
Tomoyo si voltò di colpo, sollevò la mano e lo colpì con una sfera di energia tanto potente da spingerlo oltre la porta, ma non abbastanza per fargli perdere i sensi.
Shaoran sbatté contro la parete bianca del corridoio e scivolò per terra, lasciando lievi scie rosse sull’intonaco e gemendo per l’ennesimo colpo alla già martoriata schiena nuda.
Tomoyo corse verso di lui e gli puntò un coltello incantato alla gola.
-Avrei dovuto capirlo prima.-, sbottò graffiandogli il collo.
-Lo so, hai ragione, mi dispiace.-, disse Shaoran rammaricato abbassando lo sguardo. –Sono un demone, ho portato Sakura in una zona degli inferi che è stata nascosta agli stessi demoni, ti prego, devi aiutarmi a salvarla!-
Tomoyo lo fissò spiazzata.
-Perché? Ce l’hai portata tu lì, cosa ti ha fatto cambiare idea?-
-Non mi ero reso conto, giuro, ma ora non posso sopportare che resti ancora lì, la uccideranno se non la tiriamo fuori!-
Tomoyo vagliò per un istante la dichiarazione, poi chiese a bruciapelo, con il pugnale affilato appena sotto il mento di lui, -Perché hai cambiato idea? Perché ora?-
Shaoran esitò, poi abbassò lo sguardo e mormorò: -Io la amo-
Tomoyo rimase spiazzata. Certo, fare innamorare perdutamente un demone di se era una cosa che Sakura avrebbe potuto fare benissimo, ma Shaoran era pur sempre un demone, e poteva stare mentendo per tapparle la bocca per sempre.
-Come faccio a fidarmi?-, sbottò Tomoyo. –Ci sei stato affianco per mesi, fingendo di essere un mortale, poi hai adescato Sakura e le hai fatto Dio solo sa cosa, e ora te ne esce con queste dichiarazioni.-
-La mia parte demoniaca è morta.-, disse Shaoran, -Sakura la stava uccidendo e si è separata da me. Mia madre era una strega, mi restano solo i suoi poteri. Se non vuoi aiutarmi lo farò da solo.-, tagliò corto.
Si alzò a fatica, lasciando Tomoyo scossa dalla vista della pelle della sua schiena scorticata.
-Si fa a modo mio-, chiarì la ragazza afferrando lo straccio già insanguinato per medicarlo.

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Dany92: E chi ha detto che Shao se lo vuole pappare il bambino? No Happy Ending completo, nono! Purtroppo ho fatto aspettare comunque tanto, ma non accadrà più, poichè questo – salvo imprevisti – dovrebbe essere il penultimo capitolo. Spero la cosa non sia troppo traumatica.
Sakura Bethovina: Sul fatto che non poteva fare certo cose sono sicura che hai ragione, la verità è che il capitolo precedente era stato scritto per essere sistemato prima che le crescesse la pancia, poi nella storia c’è stato un salto temporale che inizialmente non avevo previsto, a causa di un vuoto di avvenimenti nei primi mesi della gravidanza della povera Sakura, e quindi il capitolo è slittato a dopo.
Kairi_92: Beleth si vuole pappare il bambino XD, per acquisirne i poteri. Su dai, non ti preoccupare. Ora hai capito da che parte sta Shao? Starà di nuovo recitando? Cambierà di nuovo idea?
Paperella96: Nessuno se n’è reso conto che Shaoran era un demone, nemmeno io per i primi tre capitoli XD.
Ever Ichigo: Ecco, non c’è bisogno di baciarmi i piedi, ho aggiornato, e chiedo venia per il ritardo, sono io che mi prostro ai tuoi piedi implorando perdono!

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Capitolo 21
*** L'ultima resistenza ***


L’ULTIMA RESISTENZA

La grotta in cui ora si trovava Sakura era invasa sa una fluorescente luce rossiccia che sembrava fuoriuscire dalle pareti.
Era gelida, e il bozzolo che stava sul fondo della cavità nel mezzo aveva tutta l’aria di essere vivo. Lampeggiava a tratti e sobbalzava come se fosse un cuore pulsante.
Quelli che sembravano rivoli di bava viscida scendevano disgustosamente lungo le sue pareti raggruppandosi al suolo fino a formare pozzanghere puzzolenti.
Sakura puntò i piedi sul pavimento scivoloso per evitare che Shaoran la spingesse dentro, ma scivolò sulle pietre che segnavano l’ingresso e finì a terra.
Il demone la sollevò a forza, e lei tentò di divincolarsi inutilmente.
-Lasciami! Lasciami stare! -, strillò.
Ma lui non mollò, anzi affondò le lunghe unghie affilate nel suo braccio e la tenne ferma perché altri demoni potessero avvicinarsi.
Poi sorrise, mentre le gambe di Sakura tremavano dalla paura.
Due giorni prima Shaoran si era presentato da lei con gli occhi crudeli, si era seduto in un angolo e aveva continuato a fissarla senza muovere un muscolo fino a quella mattina.
Poi si era alzato, l’aveva afferrata e l’aveva trascinata fino a quella caverna.
Due alti esseri deformi le si posero davanti, ed uno afferrò Sakura per il mento, scrutandola dritta negli occhi.
E ora ogni tentativo di porre resistenza sembrava completamente inutile. Puntava i piedi nel fango bavoso, si aggrappava agli speroni di roccia che spuntavano dalle pareti dello stretto ingresso che portava alla sala più grande, ma loro la costringevano ad avanzare ancora.
I demoni erano più forti di lei, e la condussero senza troppi sforzi alla cavità.
Ai piedi di Sakura la fossa scendeva ripida per circa quattro metri, per culminare con un groviglio di rovi pulsanti simili a vene, che si attorcigliavano disgustosamente fino a divenire il bozzolo di cui le avevano parlato.
Sakura, a quella vista, capì che era finita.
O per lo meno capì che se non fosse riuscita a fuggire in quel momento sarebbe finita di sicuro.
Sentiva il peso della pancia d’intoppo come non mai. Il bambino/demone era cresciuto, e se non fosse riuscita a uscire di lì non avrebbe potuto neanche vederlo. Rischiava di lasciarlo in balia di quei mostri e se fosse successo non se lo sarebbe mai perdonato.
Chiuse gli occhi, approfittando della distrazione dei tre che la stringevano. Stavano ascoltando le indicazioni della creatura che si faceva chiamare Beleth.
Delle parole che il demone disse Sakura ne afferrò solo un paio;
-Portatela giù, non fatele del male-
Poi cercò di isolarsi, di ignorare ciò che le accadeva attorno e concentrarsi.
Si sforzò di mettere da parte la paura, di attingere ai poteri di suo figlio per farsi strada fino al mondo da cui proveniva.
Fu dopo poco che dal ventre si sprigionò una disgustosa sensazione di potere oscuro. Fu nauseante, ma non lasciò la presa, scatenò una sfera di energia contro Beleth e ne caricò un’altra per il primo demone che le si sarebbe avventato contro.
Mentre Sakura colpiva di seguito due delle creature che le erano più vicine Beleth finì a terra, e venne immediatamente aggredito.
Sia Sakura che gli altri restarono stupiti. Shaoran stava addosso a Beleth, e gli aveva mozzato la testa di netto con un sorriso più che sadico stampato in faccia. Poi si voltò a guardare gli altri con espressione di trionfo, si alzò e mostrò le mani insanguinate.
-Prendo io il comando ora-, ruggì. Poi puntò gli occhi rossi contro Sakura e aggiunse: - Sbattetela nel bozzolo.-
Nessuna creatura di quelle che stavano lì dentro ribatté, ovviamente succubi della legge del più forte come fossero animali.
Sakura scrutò l’espressione sadica di Shaoran con disgusto. La nausea l’aveva tramortita; il suo potere, assieme a quello di suo figlio, andava scemando.
Si lasciò afferrare da due creature gobbe e dalle zampe artigliate, una delle due la sollevò tra le braccia e la portò giù nella fossa.
Sakura si riprese solo davanti al bozzolo, iniziò a tremare, sfinita e rassegnata.
Fecero per spingerla tra le membrane bavose, ma lei scrollò il braccio e la lasciarono incuriositi. -Faccio da sola-, borbottò.
-Eih!-, La richiamò Shaoran dalla cima del burrone. –Non fare scherzi- Ordinò beffardo leccandosi il sangue di Beleth dalle mani.
Sakura lasciò scorrere le lacrime sulle guancie, si arrampicò sui bordi unti del bozzolo reprimendo il disgusto. Come se fosse vivo quello si aprì, lasciandole libera la vista di uno spazio angusto e umido simile a una lingua marrone.
Se prima aveva pensato che sarebbe stato meglio farla finita subito accontentandoli ora non ne aveva più il coraggio.
-Finirà tutto se entri-, le disse Shaoran apparendole affianco. –Non sentirai più nulla, dopo un po’.- Stette ad osservarla qualche secondo. Poi, impaziente, aggiunse:
-Farà un male cane solo all’inizio, poi sarà come morire.-
La lingua nel bozzolo iniziò a muoversi, mostrando un buco fondo e scuro da cui strisciarono fuori dei tentacoli rossi schiumosi.
Sakura esitò ancora, e il demone che le stava affianco perse la pazienza. La spinse dentro.
I tentacoli le si avvolsero attorno e la strinsero. Le pareti del bozzolo divennero tanto strette da soffocarla.
Pensò che stava per arrivare il momento che Shaoran le aveva detto; il momento in cui si sarebbe sentita morta, ma non fu così.
Sentì che la chiamavano, ma non trovò la forza di rispondere. Sentì il bozzolo stringere ancora, si muoveva, si ribellava a qualcosa.
Lo sentì lamentarsi, poi la presa si allentò e le pareti bavose si afflosciarono attorno a lei.
Qualcuno la liberò dai tentacoli e la sollevò tra le braccia.
-Sakura! Sakura!-, la chiamava con insistenza.
La ragazza tossì, sollevò gli occhi e vide chi non si sarebbe mai aspettata.
Shaoran la fissava preoccupato e la stringeva tra le braccia.
-Levami le mani di dosso!- Gridò lei iniziando a prenderlo a pugni.
Lui la lasciò andare, permettendole di saltare a terra e sostenendo il suo sguardo diffidente con un’espressione particolarmente mortificata.
Sapeva che non si sarebbe dovuto aspettare nulla di diverso. Si limitò ad abbassare lo sguardo e a chiedere: -Stai bene?-
-Una favola-, borbottò la ragazza caricando una sfera d’energia che sperava fosse abbastanza potente da disintegrarlo.
Lui la guardò di nuovo, comprensivo, pronto a beccare in pieno la punizione che si meritava senza reagire.
Sakura si preparò a distruggerlo, ma la voce di Tomoyo la bloccò.
-Shaoran! Qui abbiamo un grande problema! Ne arrivano altri, e il tuo te cattivo è troppo forte per me! –
Sakura si voltò a guardare la sua migliore amica. Tomoyo le sorrise, sollevata dal fatto che stesse bene ma preoccupata per lei.
Lanciò un paio di pozioni attorno a se e facendo saltare per aria un paio di creature.
-Ti dispiace farlo fuori dopo che saremo usciti di qui?-, chiese a Sakura con un sospiro.
Fu in quel momento che Sakura notò che nella grotta c’erano due Shaoran. Caricò l’energia della sfera e la scagliò contro un gruppetto di demoni facendone fuori la metà.
-Se fai qualcosa che non mi convince ti ammazzo-, disse a Shaoran minacciosa, poi si avvicinò a Tomoyo, che stava appena pochi metri più in là. Si abbracciarono, mentre Shaoran teneva a bada i mostri che li circondavano.
-Oh! Amica mia! Ero così in pensiero per te! Scusami! Scusami se ci ho messo tanto! Non riuscivo a trovarti, non sapevo più dove cercare!- Singhiozzò Tomoyo.
-Non preoccuparti- La tranquillizzò Sakura, felice che finalmente fosse arrivata.
Sciolsero l’abbraccio, e Tomoyo lanciò un’occhiata alla pancia dell’amica. -E’ di Shaoran-, disse. Non era una domanda.
Sakura annuì.
Tomoyo lanciò al ragazzo un’occhiata di puro odio.
-Quando saremo fuori faremo i conti.-, minacciò. Poi tornò a rivolgersi a Sakura. –Ce la fai a usare i tuoi poteri?-
-No, qui dentro no-
Tomoyo la prese per le mani e provò a farle coraggio: -Ascoltami, era quel bozzolo che ti impediva di usarli, ora che è distrutto dovresti riuscirci. Provaci, ti prego.-, supplicò.
Sakura prese fiato, sollevò una mano e la puntò contro uno dei nemici. Si sforzò di ricordare come si faceva, e con una sola mossa scaraventò una creatura contro una parete. La vide prendere fuoco e sorrise.
Liberò tutta la rabbia che aveva represso e la scagliò contro ogni demone che riusciva a vedere.
Shaoran, nel frattempo, se la vedeva con il suo lato demoniaco.
Lo prese a pugni con foga, massacrandolo come avrebbe voluto massacrare se stesso.
L’altro provò a graffiarlo, lo mancò le prime due volte e la terza lo beccò al fianco, strappandogli un urlo.
Shaoran lo afferrò per i collo e lo spinse a terra, stringendo la presa più che poteva. Ma quello si liberò e lo lanciò contro una parete.
Il ragazzo urlò ancora, sentendo le ferite riaprirsi con dolore.
L’altro se si avvicinò piano, pregustando il momento in cui l’avrebbe ucciso, ma fu scagliato contro la parete da un’altra creatura, che era stata lanciata alla ceca da Sakura.
L’esplosione di quest’ultimo lo trascinò con se. All’improvviso restarono solo i tre ragazzi.
Shaoran e Tomoyo portarono lo sguardo su Sakura stupiti. La ragazza ansimava e tremava. Aveva dato fondo a tutte le energie che aveva e ora non riusciva a reggersi in piedi.
Le gambe le cedettero, e Tomoyo fece appena in tempo ad afferrarla prima che finisse a terra.
-Sakura!-, gridò la ragazza.
-Sakura!-, le fece eco Shaoran correndo incontro alle due.
-Tu sta alla larga!-, lo rimbeccò Tomoyo minacciosa. Lui si fermò a meno di tre metri da loro.
-Sakura, riesci a sentirmi?-, chiese Tomoyo premurosa.
-Sono a pezzi, ti prego, portami fuori da qui-, supplicò Sakura.
Tomoyo alzò lo sguardo su Shaoran e, continuando a reggere la testa di Sakura sollevata da terra, allungò una mano verso Shaoran.
Il ragazzo la afferrò, e portò tutti e tre fuori da lì.

Sonomi porse a Sakura una tazza di tè caldo. Dopo aver fatto un bagno e una bella dormita la ragazza si sentiva decisamente meglio.
-Sei sicura di non voler restare da noi?-, le chiese la donna premurosa.
-No, ti ringrazio, ma preferisco andare in qualche posto sperduto da qualche parte. Prometto che vi scriverò.-
Tomoyo trattenne a stento le lacrime: -Potresti avere bisogno d’aiuto, per il bambino o per qualunque altra cosa!-
-Tomoyo, io ti ringrazio tanto, davvero, ma voglio solo andarmene il più lontano possibile da qui, tantopiù che nessun incantesimo è servito a fare ricordare agli altri della mia esistenza-
Si asciugò le lacrime e sospirò.

Decise di prendere il treno quel finesettimana. Portò con se poca roba, solo perché Tomoyo e Sonomi avevano insistito tanto. Aveva giusto un paio di ricambi e un quadernetto con qualche formula che avrebbe potuto servirle.
Passò dal parco, prima di dirigersi alla stazione, e incontrò suo fratello, che non la riconobbe. Non provò neanche a parlargli, anzi alzò il passo e se lo lasciò alle spalle. Conscia che comunque non avrebbe ricordato.

Shaoran l’aspettava sulla banchina; non se lo aspettava.
-Cosa vuoi?-, gli chiese Sakura brusca.
-Solo vedere come stavi. Dovresti restare con Tomoyo, sua madre si occuperebbe di te e non saresti da sola.-, sospirò, -non voglio che tu stia da sola in un posto sconosciuto.-
-Va al diavolo-, rispose Sakura gelida.
-Mi dispiace-, disse solamente Shaoran.
Il treno che Sakura avrebbe dovuto prendere sarebbe partito a momenti; era già fermo davanti a loro.
Shaoran non provò neanche a chiederle se l’avrebbe mai perdonato. Sapeva già la risposta e non voleva sentirla dalle sue labbra.
-Tu cosa hai intenzione di fare?-, chiese la ragazza.
Tomoyo le aveva spiegato che Shaoran ormai era solo un mezzo stregone.
-Credo che proverò a fare qualcosa di buono.-, rispose timoroso. –Non lo so ancora esattamente.- Seguirono alcuni istanti di silenzio, poi Sakura si decise a fare la domanda che più le premeva:
-Sarà cattivo? Il bambino intendo.-
-No, per quello serviva il bozzolo, così avrà il suo libero arbitrio.-, rispose il ragazzo.
-Ok-
-Come lo chiamerai?-, chiese poi di getto il ragazzo.
Sakura fremette per un istante, strinse il borsone e si diresse verso il treno. Salì a fatica, poi si voltò verso Shaoran e rispose seccata: -Maya se sarà una femmina, Miky se sarà un maschio-
Le porte si chiusero con un sibilo, il treno partì. Shaoran strinse i pugni, chinò la testa, girò i tacchi e andò via.



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Sorpresa! Questo capitolo l’ho iniziato una settimana fa, ho scritto 10 righi e poi l’ho abbandonato. Ieri mi sono detta “Ok, scriviamo altri dieci righi così in qualche mese riesco a finirlo”, poi – come vanno queste cose quando scrivo pensando a tutt’altro (ieri stavo sentendo musica e stavo cercando di imparare la canzone che sentivo, invece di concentrarmi) – rigo dopo rigo, pagina dopo pagina, ho finito il capitolo e con questo anche la fan fiction. So che non è un lieto fine con i fiocchi, ma Sakura non poteva davvero più fidarsi di Shaoran, anche se probabilmente di quello che è stato non è rimasto più nulla.
E con questa è fuori una! La prossima sarà “La maschera d’argento”.
****----****----**** EverIchigo: Allora, dato che la fic si conclude qui comunque lo Shao in miniatura non si vede, però sono arrivati in tempo!
Dany92: Tomoyo è proprio tosta. Ma sul serio io metto tanta suspense e faccio appassionare? Bah! Speriamo XD
Paperella96: Ok, l’hanno tirata fuori, possiamo rilassarci?
Marcy87: Grazie, grazie, troppi complimenti, davvero. Mi spiace solo che sia finita!

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