B e t t i n g . . .

di ___CASYeSILVI___
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** ~ The feast. ***
Capitolo 2: *** ~ The mistake. ***
Capitolo 3: *** ~ The dawn. ***
Capitolo 4: *** ~ The unexpected visit. ***
Capitolo 5: *** ~ About to be happy. ***
Capitolo 6: *** ~ The motive. ***



Capitolo 1
*** ~ The feast. ***


1.~ The feast...


«Buongiorno, Bocchan.» Sebastian sorrise al suo Signorino, come ogni mattina.
«Le ricordo che stasera deve andare alla festa a cui è stato invitato giorni fa.»
Ciel, di suo malgrado, si alzò dal letto.
«Ricordami da chi sono stato invitato.»
Il maggiordomo, intanto, iniziò a vestire il suo Conte.
«Mi sembra che si chiami Stevens...» rispose Sebastian, cercando di ricordare chi fosse. Non aveva mai sentito quel nome.
«Devo proprio andare ad una festa a cui sono stato invitato da uno sconosciuto?» disse Ciel freddamente, non aveva nessuna voglia di andare a quelle feste, non ci trovava niente di che, figuriamoci se non si ricordava nemmeno chi fosse il... tizio da cui era stato invitato.
«Sì, magari lì incontreremo qualcuno di sua conoscenza.» disse sorridente Sebastian, dopo aver finito di vestirlo.
«Io vado nello studio, devo finire di rivedere alcune carte...» disse Ciel uscendo, con aria annoiata. Non sopportava l'idea di andare a quella festa, ma non sapeva proprio come uscire da quella situazione. Béh, almeno avrebbe scoperto chi era questo Stevens.

Dopo 5 minuti Sebastian entrò nello studio con la colazione del Conte, ma non vedendolo si girò di scatto e se lo ritrovò difronte. Non avendolo nè visto e nè sentito, non sapeva della sua presenza dietro di lui, e quindi sbattè contro il Signorino rischiando di farlo cadere, ma impedì ciò prendendolo per un braccio e stringendolo a sé.
Ciel per quella situazione arrossì di colpo.
«S-Sebastian!» disse Ciel imbarazzato, non facendo nessun movimento e quindi, rimanendo in quello strano abbraccio.
«Stava cadendo, Bocchan...» rispose Sebastian, divertito dalla sua espressione. Teneva stretto Ciel con un braccio mentre con l'altro teneva il vassoio. Ciel stava con il viso sul suo petto.
«Béh, fa più attenzione la prossima volta!» Ciel si staccò facendo finta di non essere imbarazzato di quella situazione, ma gli riuscì difficile visto che era ancora rosso in volto.
«Comunque, le ho portato la colazione. Oggi abbiam-»
«Non ho fame.» rispose Ciel, bloccando il discorso del suo maggiordomo.
«Adesso và! Devo finire il mio lavoro.» disse Ciel, dando le spalle a Sebastian, che lo guardava curioso.
«Yes, my Lord.» Sebastian uscì dalla stanza, incuriosito da quell'atteggiamento, certo, non era molto diverso dal solito, ma c'era qualcosa di strano.
Ciel si sedette davanti alla scrivania piena zeppa di carte. Non gli andava proprio di lavorare quel giorno, infatti, a tutto pensò, tranne a quello che doveva fare.
Quell'"abbraccio" l'aveva fatto sentire strano, ma decise di non pensarci, ma di pensare piuttosto di ricordare chi era questo maledetto Stevens.

Il tempo era passato infretta, ed era già sera. Non aveva pranzato poichè non voleva essere disturbato, ma intanto, non aveva concluso niente.
«Bocchan? È ora di andare.» disse Sebastian da dietro la porta.
Ciel uscì e senza voltarsi gli disse che si sarebbe preparato da solo. Quel giorno, almeno agli occhi di Sebastian, era davvero curioso il suo adorabile Signorino.
Dopo essersi vestito, Ciel scese nella hall, dove Sebastian lo attendeva. Il più grande lo aiutò a salire sulla carrozza, e, come sempre, dopo essere salito, Ciel gli disse che poteva anche farcela da solo.
Tutto il tempo del viaggio lo passarono in silenzio. Ciel guardava fuori, la strada era tutta buia, e non ricordava di esserci mai passato.
Arrivati, si fermarono davanti ad un enorme cancello. Dopo essere entrati, dovettero fare una stradina piena di sassi per arrivare alla villa. Era a due piani, non molto grande, dipinta di giallo e con un enorme balcone al centro. Quando entrarono, la hall era piena di gente, alcuni mai visti prima, solo qualche persona che aveva visto ad altre feste riuscì a riconoscere il piccolo Conte, ma non vi era confidenza con loro. Alcune persone salutarono Ciel, ma per quanta gente c'era, altri non gli fecero caso.
Il resto della serata passò lento e noioso, questo Stevens non si fece vedere e la gente non faceva altro che parlare, ridere sguaiatamente e ballare, mentre Ciel e Sebastian, rimasero in un posto dove nessuno faceva caso a loro, così come voleva il Signorino.
«Sebastian, esco un po' fuori, mi sta venedo mal di testa a stare quì con questo chiasso.»
Sebastian annuì mentre lo guardava schivare le persone per uscire da lì: evitava quella gente come se fossero portatori di chissà quale grave malattia.
Fuori era buio, ma appena il suo occhio (visto che l'altro era coperto da una benda) si abituò, cominciò a camminare, non sapeva nemmeno lui dove stesse andando. Si ritrovò dietro la villa.
«Oh! Guardate! Eccolo lì il piccolo conte Phantomhive!» sentì dire da dietro, Ciel non si ricordava di esser stato seguito da qualcuno. Gli uomini dietro di lui erano molto più grandi e grossi, ma non fece nemmeno in tempo a fare un passo, che gli tapparono la bocca e lo fecero svenire.

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Capitolo 2
*** ~ The mistake. ***


2.~ The mistake...


Scusate se ho cambiato nome alla storia, ma avevo cambiato il secondo capitolo. Béh, grazie a tutti quelli che seguono! Spero di non deludervi con questo capitolo.
Buona lettura! ^^

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Ormai Sebastian pensava che il suo Signorino ci stava mettendo troppo tempo, e aveva la sensazione che gli fosse successo qualcosa, così si diresse verso l'uscita, ma si bloccò quando tutto il chiasso che faceva la gente fu sostituito da una voce rozza. «S-signori, b-buonasera. Sono il sig. Stevens.»
Un uomo grasso e con pochi capelli era al centro delle enormi scale. Non era un granchè da vedere. Il suo viso non gli ricordò nessuno di sua conoscenza.
«Sono l-lieto del fatto che siate venuti tutti questa sera,» continuò «ma p-purtroppo c'è stato un imprevisto, quindi la festa è f-finita.» non sembrava essere sicuro di sè e, appena finito di parlare, salì le scale, correndo verso dove era venuto.
Il maggiordomo si affrettò ad uscire ma, la gente era tantissima sul viale e nel giardino. Camminava lenta e non si poteva vedere bene se Ciel stava lì. Intanto riprovò a controllare nella villa ma, era deserta, si diresse di nuovo in giardino, la folla era diminuita. Non lo vide. Continuò a cercare finchè si ritrovò nel retro della villa, e lì, qualcosa per terra attirò la sua attenzione: l'anello del Signorino.
Avendo visto ciò, capì che davvero gli era successo qualcosa, di certo non avrebbe perso quell'anello.
Oh, Bocchan, perchè vi cacciate sempre nei guai? pensò Sebastian mentre correva all'interno della villa, ma si bloccò quando ci si ritrovò difronte. Notò che non c'era nessuno, tranne il sig. Stevens che trascinava un'enorme valigia, una valigia tanto grande da poter contenere il suo Signorino. Con passò veloce, riuscì a raggiungerlo.
«Va da qualche parte?» chiese Sebastian, con un sorriso, ma quella, era solo una maschera: in realtà, era preoccupato da morire per il suo Ciel, molto più preoccupato delle altre volte. Sperava che non gli fosse successo niente di male, cosa che, sapeva, era impossibile.
L'uomo si spaventò, non lo aveva nè visto nè sentito.
«N-non sono affari vostri!» urlò l'uomo, tremando.
«E quella valigia?» l'uomo la strinse a sé.
«Potrei controllarla?» chiese Sebastian cercando di prenderla con una mano.
«Per quale m-motivo??»
«Ho perso di vista il Conte Phantomhive, e non vorrei che stesse nelle mani sbagliate...» avendo sentito quel nome l'uomo indietreggiò di un passo.
«Io non c'entro niente con il C-Conte!»
Sebastian gli strappò la valigia di mano e l'aprì: c'erano dei vestiti.
«Visto!?» l'uomo cercò di riprendersi la valigia, ma Sebastian notò una strana forma sotto una camicia, la spostò e trovò una pistola.
«Con questa cosa vuole farci, mmmh?» chiese il maggiordomo.
Puntandogliela contro gli chiese: «O mi dice dov'è il Signorino, oppure...» le parole del maggiordomo erano quasi un sussurro.
«O-okay, okay! Ma vi giuro io non c'entro niente! M-mi hanno costretto!»

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Continuavano ad offendermi e a prendermi a calci. Mi hanno bendato, quindi non vedo nulla. Mi hanno legato, quindi non posso reagire. E' già passato del tempo da quando ho lasciato Sebastian. Se non è ancora venuto sarà perchè non avrà più voluto avermi tra i piedi. Chi vorebbe mai salvare una persona che da solo ordini?
«Posso sapere il motivo di tutto ciò?» chiese Ciel, ma ormai non gli interessava più di tanto, poichè era certo che non avrebbe rivisto più Sebastian, pentendosi di non avergli detto, appena poteva, ciò che era certo di provare per lui.
«Una scommessa: chi riusciva ad ucciderti riceveva molti soldi, cosa che tu, non puoi capire, moccioso.» ridevano. Avevano una risata orrenda. Ciel non sopportava le volte in cui gli veniva detto che era piccolo.
«Che stupido motivo.» Ciel si sentì tirare un calcio in faccia.
«Sai, stai procurando fastidio a molte persone, quindi la tua morte farà piacere a molta gente.» Ciel pensò subito a Sebastian, e a come gli aveva fatto perdere tempo.

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Sebastian tenne sempre d'occhio il sig. Stevens per tutto il tragitto. Gli aveva detto che lo avrebbe portato dal Conte.
Arrivarono ad una piccola stazione, dove ci stava soltanto un treno. Entrarono. Sebastian faceva camminare l'uomo sempre prima di lui. Arrivarono fino al primo vagone del treno, dove c'erano due uomini enormi e il piccolo conte che perdeva sangue buttato per terra.
Sebastian corse subito da lui, slegandolo e levandogli la benda. Appena Ciel lo vide si buttò tra le sue braccia. Sebastian rimase sorpreso, non se lo aspettava da lui, come Ciel non si aspettava che sarebbe venuto.
«Bocchan...» Sebastian gli accarezzò dolcemente la testa, mentre Ciel arrossì, come sempre.
Si staccarono appena sentirono il treno muoversi, andando sempre più veloce. Ormai c'erano soltando loro due. Sebastian aveva commesso un grosso errore non controllando più gli uomini che stavano nel vagone. Guardò fuori dal finestrino: c'era il sig. Stevens che rideva insieme agli altri due. Uno, con il gesto della mano, gli fece un segno che stava per significare "addio". Il maggiordomo guardò più avanti: i binari erano stati messi in modo che il treno fsarebbe dritto in un fiume, e non mancava molto per arrivarci.

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Capitolo 3
*** ~ The dawn. ***


3.~ The dawn...


Ormai mancava poco per finire nel fiume. Metà del primo vagone era già uscito dai binari per finire in acqua. Sebastian, con tutta calma, prese in braccio il Conte e corse fino nell'ultimo vagone, spaccò con il gomito un finestrino e saltò fuori. A Ciel, per quanto era stato veloce il suo maggiordomo, parve quasi che avesse usato il teletrasporto.
I tre uomini videro tutta la scena, rimanendone impressionati, iniziarono a correre via, ovviamente, non abbandonando l'idea di uccidere il Conte.
Sebastian, dopo aver visto il treno affondare nel fiume, quasi andò ad ucciderli tutti e tre, ma nemmeno il tempo di formulare quell'idea che sentì qualcosa aggrapparsi alla sua giacca: era il Signorino ancora tra le sue braccia che... gli sorrideva!? A Sebastian non sembrava vero, come a Ciel non sembrava vero di averlo lì, accanto a sè, o meglio, di stargli in braccio.
«Sebastian... sei venuto!» gli disse Ciel, quasi come se tutto quello fosse un sogno.
«Certo, Bocchan, aveva qualche dubbio?»
Ciel non gli rispose. Sebastian mise a terra il suo Signorino e gli controllò le varie ferite. Notò un graffio vicino alle sue labbra, e, istintivamente, gli leccò la ferità. Ciel rimase immobile, non se lo aspettava di certo. I loro visi erano vicinissimi, e si guardavano negli occhi.
«S-Sebastian... ma cosa fai!?» a Sebastian divertiva il suo Conte quando faceva così, ma non era di certo quella la reazione che desiderava.
«Mi scusi, Bocchan.» il maggiordomo si alzò subito, e Ciel si pentì di avergli risposto in quel modo, non approfittando del momento.
Ormai, dopo tutto quel che era successo, era diventata l'alba.
«Sebastian...» Ciel era intenzionato a dire al suo maggiordomo quello che provava, ma non ce la faceva «vogliamo andare!?»
«Certo, Bocchan.»
Ciel si alzò, scoprì di avere male alla caviglia: se la era storta sicuramente, non notava sangue attorno ad essa. Zoppicando faceva finta di nulla ed iniziò ad avviarsi.
Sebastian lo prese nuovamente in braccio ed iniziò a camminare con il Signorino che si dimenava tra le sue braccia.
«Sebastian! Mettimi giù! Posso farcela!»
«Ne sono lieto, Bocchan, ma se permette, preferirei non camminasse.»
«Fa come vuoi...»
«Bocchan?»
«Mmmh?»
«Sa il motivo delle loro azioni?»
Ciel ripensò, a tutto quello che gli avevano fatto, o almeno, a tutto quello che aveva sentito che gli stessero facendo. Quando si era risvegliato era già bendato, sentiva parlare di soldi, ma quando lo notarono, si misero a picchiarlo.
«Una... scommessa mi pare...» rispose Ciel distrattamente.
Per evitare che le facciano di nuovo del male, non le leverò gli occhi di dosso, anche se non lo vorrete, Bocchan pensò Sebastian mentre lo guardava malizioso, stringendolo. Ciel lo guardò, curioso perchè voleva sapere il motivo di quello sguardo, ma non gli chiese nulla.

Quando arrivarono difronte alla villa del Signorino, Sebastian lo guardò, sorpreso, ma poi sorrise dolcemente: Ciel si era addormentato, con un sorriso e la testa appoggiata sul petto del suo maggiordomo.



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Scusate se questo capitolo è abbastanza corto e noioso! >__<
Comuqnue mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate.
Grazie a tutti quelli che seguono e fanno recensioni. ^^

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Capitolo 4
*** ~ The unexpected visit. ***


4.~ The unexpected visit  ...  


Ciel si svegliò, era in camera sua e stava rannicchiato. Cercò di ricordare quando e dove si era addormentato. Ricordò che era in braccio a Sebastian e che l'ultima cosa che aveva visto era il suo viso e arrossì di colpo. Si guardò il corpo, notò che aveva varie fasciature. Immagginò le mani di Sebastian toccare la sua pelle... il rossore sulle sue guance aumentò.
Continuava a stare rannicchiato. Non faceva altro che pensare a lui, e non ce la faceva più a non dirgli ciò che provava.
«S-Sebastian... io... t-ti amo...» provava più volte a dire quella frase, in modi diversi, ma gli risultava sempre ridicola, come i sentimenti che provava. Dopo la sesta volta, sbuffò e si rassegnò. Avrebbe lasciato stare.
Dei passi lo fecero distrarre.

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Non faceva altro che osservare il suo Signorino. Non ce la faceva più, voleva farlo suo... non sapeva come aveva fatto per tutto quel tempo a trattenersi mentre Ciel dormiva. Non ce la faceva davvero più, ma qualcosa interruppe i suoi pensieri: era la voce del Signorino. A quanto pare si era svegliato.
«S-Sebastian... io... t-ti amo...»
Quella frase lo fece rimanere immobile, non ci credeva. Il Conte ripetè più volte quella frase, come per cercare di renderla meno imbarazzante. A quanto pare, non si era accorto della sua presenza. Sebastian sorrise.
Dei passi lo fecero distrarre.

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Meirin spalancò la porta, noncurante di quel che poteva fare Ciel.
«Signorino ci sono degli uomini che la cercano. Oh, Sebastian, allora eri quì! Ti stavamo cercando dappertutto!» Ciel si paralizzò. Si mise subito a sedere e si voltò: Sebastian era al suo fianco, che gli sorrideva in modo malizioso. Si sentiva morire dentro.
«Bocchan?» Meirin cercava di attirare la sua attenzione.
«Ah... sì arrivo!» Ciel non guardò il suo maggiordomo, se avesse incrociato il suo sguardo si sarebbe andato a seppellire vivo.
Appena si alzò dal letto provò a camminare, ma appena poggiò il piede a terra gli fece male: non si ricordava di aver preso una storta. Sebastian provò ad aiutarlo ma Ciel lo allontanò appena provò a sfiorarlo.
«Meirin aiutami a scendere.» la cameriera goffamente si avvicinò e lo aiutò.
«Bocchan ma come avete fatto a cadere?»
«Cadere?»
«Sì. Sebastian ci aveva detto che eravate caduto.»
«Ah... si... infatti ero inciampato...»
Arrivati giù Meirin se ne andò. Ciel era appoggiato al corrimano delle scale. Il Conte osservò gli uomini: erano cinque. Non ricordava di averli mai visti.
«Desiderate?» chiese Ciel, ma appena finito di domandare, uno di loro, dal giaccone, estrasse una pistola e sparò verso il Conte.

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Capitolo 5
*** ~ About to be happy. ***


5.~ About to be happy...


Appena Ciel sentì lo sparo, chiuse gli occhi, aspettando che il proiettile lo raggiungesse, tanto non aveva più rimpianti, ormai, quel che doveva dire a Sebastian lo aveva detto, e sapeva che lui non ricambiava, perciò, più che sentire un rifiuto preferiva farla finita in quel modo, ma c'era qualcosa di strano: il colpo non arrivò. Aprì lentamente gli occhi e vide tutto nero. Alzò un po' di più lo sguardo e vide la capigliatura corvina del suo maggiordomo; che si girò e gli sorrise. Con la mano destra teneva il proiettile stretto tra il pollice e l'indice.
Sebastian lo rilanciò all'uomo che aveva sparato, colpendolo dritto al cuore, così da cagionarne la morte.
Gli altri, facendo uscire anche loro, come l'uomo precendente, le pistole dal cappotto, spararono alla cieca a Sebastian, ma il maggiordomo rimase lì, fermo, a fare da scudo al suo Signorino.
Ciel si sedette sulle gradinate mentre osservava il suo maggiordomo che si avvicinaca velocemente agli uomini e che, stringendo tra le dita dei coltelli d'argento, li pugnalava uno ad uno semplicemente lanciando le posate verso di loro.
E quattro erano andati... ma Sebastian si ricordò che ce n'era uno in più, eppure, non sembrava esserci la sua presenza nella hall.
Piano il maggiordomo si avvicinò al Conte, sedendosi affianco a lui, non levandogli nemmeno un attimo gli occhi di dosso. Ciel provò a non guardarlo, ma per sbaglio incrociò il suo sguardo, non ce la faceva a spostare la sua attenzione su qualcos'altro, ma questa volta era Finnian a distrarli.
«Sebastian! Sebastian! Ho avuto un problema!!» si sentiva che era fuori al giardino. Immediatamente Sebastian prese i cadaveri degli uomini e li andò a nascondere chissà dove, Ciel non riusciva a seguirlo con lo sguardo.
Finnian arrivò nella hall quasi inciampando.
«Sebastian, potresti venire un attimo??»
Il maggiordomo annuì. Aveva uno sguardo che era un misto tra l'annoiato e tra il furioso.
Quando si allontanarono andando in giardino, Ciel, aggrappandosi al corrimano, salì le scale: era intenzionato ad andare nella sua stanza.
Arrivato faticosamente nella sua camera si buttò sul letto. Non sapeva cosa fare. Dopo 10 minuti circa sentì aprire piano la porta e si alzò di scatto, pensando che era Sebastian, invece era uno degli uomini di prima. Ciel se ne era dimenticato, non aveva fatto caso a quanti ne fossero.
Stringeva in mano un pugnale.
«A quanto pare, la scommessa la vincerò io.» sussurrò l'uomo.
«Sei uno degli uomini di Stevens?» chiese Ciel non togliendo lo sguardo dal pugnale.
«No, ma a te che importa? Tanto sei già morto.»
«Perchè questa scommessa?»
L'uomo gli spiegò il motivo, lasciando Ciel scioccato e n
on fece nemmeno in tempo a rispondere, che l'altro lo colpì, ma Ciel istintivamente si fece scudo con le braccia, così che il pugnale trapassò l'avambraccio. Ciel urlò dal dolore, l'altro uomo, di cui non si sapeva il nome, estrasse il pugnale, sporco di sangue, e provò a ricolpire il Conte, ma qualcosa stringeva forte il suo polso tanto da fargli mollare la presa. Ovviamente era il maggiordomo.
Ciel chiuse gli occhi, mentre portava la mano sul braccio, stringendolo. Aprì di scatto gli occhi quando sentì l'altro urlare. Il corpo dell'altro uomo era disteso a terra, senza vita. Sebastian, senza curarsi di chiudere la porta o sbarazzarsi anche di quel corpo, corse verso Ciel e lo curò.
«Perdonatemi, Bocchan...» lo sguardo che aveva Sebastian sembrava quasi disperato.
Mi ero promesso di non distogliere mai lo sguardo dal Signorino...
«Non importa...» il Conte guardava a terra, parlava come se non fosse abituato a dire frasi del genere.
«Come potrei farmi perdonare?» Sebastian lo fissò, Ciel non ci riusciva però ad incrociare il suo sguardo questa volta. Visto che Ciel non gli rispose andò a sbarazzarsi anche di quel cadavere, poi tornò e chiuse a chiave la porta.
«Visto che non volete dirmi in che modo potrei farmi perdonare, farò qualcosa a modo mio, Bocchan...» Sebastian distese Ciel sul letto, gli sorrideva, il Conte era agitato ed imbarazzato. Lentamente, le labbra di Sebastian sfiorarono quelle del suo Signorino.


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Bene gente! XD Voglio dire soltanto che il motivo lo spiegherò nel prossimo capitolo e che se non rispondo alle recensioni è perchè non saprei che dire... >_> comunque grazie mille a chi mi segue! >___<
Alla prossima!

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Capitolo 6
*** ~ The motive. ***


6.~ The motive...


Sebastian stava per baciare il suo Signorino, ma prima, dopo essersi disteso sopra di lui, lo guardò, aspettando qualche sua reazione contrariata da tutto ciò, invece, il piccolo Conte, aveva gli occhi chiusi e stava in silenzio, aspettando quel bacio.
Si vedeva che era nervoso ed agitato, quasi tremava. Sentendo che il suo maggiordomo non faceva nulla, aprì di scatto gli occhi, ritrovandoselo vicinissimo: gli sfiorava le labbra.
Il più grande stava fermo ad osservarlo, sorpreso che non fermasse quel momento con qualche sua solita frase che rovinava simili situazioni. No, quella volta non si sarebbe tirato indietro il Conte, ormai praticamente gli aveva confessato tutto, anche se non era proprio una confessione quella di qualche ora prima, visto che non sapeva della presenza di Sebastian, ed il maggiordomo questo lo sapeva. Comunque per lui, adesso, tirarsi indietro sarebbe stato abbastanza stupido, infatti il Signorino avvicinò le sue labbra a quelle di Sebastian, baciandolo a stampo.
Era rosso in volto e si sentiva morire, stava per staccarsi pensando di essere stato ridicolo ma Sebastian fece entrare nella bocca dischiusa di Ciel la sua lingua, facendola entrare in contatto con quella di Ciel.
Quel contatto, quel bacio, stava durando vari minuti, fin quando Ciel si staccò per prendere aria. Intanto, Sebastian non perse tempo ed iniziò a baciargli il collo. Ormai al più grande non importava più, doveva farlo suo.
Il maggiordomo iniziò a spogliare il suo Signorino, ma si fermò quando notò che Ciel provò a fare lo stesso con lui sedendosi sul letto, ma era troppo agitato, gli tremavano le mani. Sebastian gli diede una mano levandosi la giacca e la camicia, mentre ormai Ciel era completamente nudo. A Sebastian faceva tenerezza guardare Ciel in quello stato.
«Sebastian...» disse Ciel a bassa voce, non guardandolo: si vergognava da morire.
«Sì?» Non vorrà mica finirla quì, Bocchan!?
Ciel nascose il volto sul petto di Sebastian, mormorando qualcosa di incomprensibile.
«Bocchan, potreste ripetere? Non vi capisco.»
Ciel si staccò e disse velocemente «Sebastian fammi tuo.»
Il maggiordomo, dopo essersi completamente spogliato e dopo aver steso nuovamente il suo Signorino sul materasso, rispose «Yes, my Lord.»

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Ciel aprì lentamente gli occhi, si era appena svegliato. Sentiva un dolore forte appena si mise a sedere. Mentre si stropicciava gli occhi, delle immagini gli piombarono in testa: lui e Sebastian che facevano... l'amore...
Arrossì di colpo, sospirando. Ma che sogni faccio!? pensò mentre mise una mano appoggiata sul... materasso? Era abbastanza strano... si girò di scatto e, con quella poca luce della luna che entrava dalla finestra, riuscì a vedere su cosa era seduto: Sebastian.
Il maggiordomo era a torso nudo, stava solo con dei Boxer, mentre Ciel... non aveva proprio niente addosso. Il Conte fece per scendere ma Sebastian lo fece rannicchiare sul suo petto, così come si era svegliato.
«Bocchan...» gli sussurrò piano Sebastian all'orecchio, e, non sapeva per quale motivo, a Ciel tornarono in mente tutti quei contatti, tutti quei movimenti... il più piccolo nascose il viso tra le sue mani, ma Sebastian lo attirò a sè e lo bacio. Un'altro bacio lungo, interrotto sempre da Ciel che cercava aria.
Ciel rimase rannicchiato sul petto di Sebastian per un po' di tempo, cercava di pensare come poteva essere successo tutto quello, fin quando il maggiordomo interruppe i suoi pensieri.
«Bocchan... davvero stanno facendo tutto questo per una scommessa?» chiese Sebastian, dopo aver guardato la ferita all'avambraccio.
Ciel ricordò il discorso dell'uomo che lo aveva ferito:

«Sai, Stevens è mio fratello, e noi siamo trafficanti di organi. Un giorno abbiamo litigato, motivi personali, e quello se ne esce dicendo che il primo che ti ammazza può vendere i tuoi organi, senza dare i soldi che se ne ricavano all'altro, ovviamente.» disse avvicinandosi sempre di più a Ciel.
«Perchè proprio io?» chiese Ciel, disgustato.
«Perchè per colpa tua non possiamo vendere granchè, quindi, ne ricaviamo e leviamo il problema di mezzo.»
Ciel non fece nemmeno in tempo a rispondere, che l'altro lo colpì.


«Bocchan? Allora?» Sebastian attendeva ancora una risposta.
«Ah, sono trafficanti di organi... ed eliminando me eliminano un problema e ne ricavano.»
Sebastian lo guardò, poi lo mise sotto di lui.
«Non preoccupatevi, Bocchan, non vi accadrà niente.» disse il maggiordomo. Ciel sapeva che poteva fidarsi di lui e che se diceva così non gli sarebbe davvero successo nulla, béh, come in passato.
Sebastian lo baciò ancora una volta, ma Ciel si staccò, e non per cercare aria, per chiedergli il motivo di tutte quelle... attenzioni...
Il maggiordomo lo guardò, mentre Ciel si spostava da sotto di lui. Il letto era grande, quindi poteva stendersi al suo fianco senza dover scendere per non stare sotto al suo corpo.
Il Conte si era spostato perchè pensava che Sebastian aveva fatto tutto quello solo per pietà, noia...
Pensava davvero che il suo maggiordomo non ricambiasse.
Sebastian si alzò dal letto, sospirando. Iniziò a vestirsi.
«Dove vai?» chiese Ciel. Anche se credeva che tutto quello lo aveva fatto per pietà o noia, lo voleva al suo fianco.
«A prepararle qualcosa, non mangia da parecchio, avrà fame.» ed era vero, Ciel aveva fame, ma non gli importava.
«Rimani quì.» Sebastian lo guardò, sorridendo, per poi avvicinarsi lentamente. Quando gli fu vicino Ciel non lo guardò, gli prese solamente la mano e la strinse. Il maggiordomo si sedette al suo fianco, accarezzandogli i capelli.
«Perchè hai fatto tutto questo?» chiese Ciel.
Sebastian stava per rispondere, ma si bloccò quando sentì una finestra rompersi al piano di sotto.


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Grazie a chi ha letto anche questo stupido capitolo! So che è stato noioso, infatti mi scuso, quasi quasi cancello la storia... >_>"
Comunque, volevo semplicemente dire che probabilmente il prossimo capitolo sarà l'ultimo, così smetterò di scocciarvi! >.<
Grazie ancora a chi segue! *-*

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