Alternative Universe.

di Veronica Asahina
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Incontri. ***
Capitolo 2: *** Ricordi. ***
Capitolo 3: *** Verità. ***
Capitolo 4: *** Attimi. ***
Capitolo 5: *** Segreti. ***
Capitolo 6: *** Vita. ***
Capitolo 7: *** Pericolo. ***



Capitolo 1
*** Incontri. ***


1 Cap
Era un giorno come gli altri. Ormai pure la scuola mi stava annoiando. -Mikuru!- -Uh? Scusa Suzumiya-san...- -Buongiorno!- strillò lei. -E' solo che ultimamente sono un pò stanca.-
-Eh, Mikurella non è un bene che tu ti addormenti sui banchi di scuola, poi dove va il tuo buon rendere?- stavo per risponderle quando fummo interrotte dal suono della campanella che annunciava la fine dell'ora.
Mi alzai e mi diressi verso la porta. -Suzumiya-san faccio un giro nel cortile e ci vediamo nell'aula per la prossima lezione!- non le diedi nemmeno il tempo di rispondere che già mi trovavo fuori.
-Non ce la faccio più... Sono sempre tanto stanca... E poi sta pure arrivando la bella stagione...- alzai il viso al cielo e mi sedetti sui gradini che portavano al campo di atletica leggera della nostra scuola.
-Però devo essere costante con lo studio! Non posso lasciarmi andare proprio ora...- mi appoggiai con la schiena al tronco dell'albero lì accanto e, chiudendo gli occhi, mi addormentai.
Non so per quanto tempo restai addormentata, sta di fatto che al mio risveglio mi trovai in infermeria, con un'unica domanda "chi mi aveva portata qui?".
Mi misi a sedere continuando a pensare a chi fosse stato a portarmi qui, quando una voce irruppe nei miei pensieri... -Ti sei svegliata finalmente. Come stai?-
Quella voce non l'avevo mai sentita... -B-bene...- mi guardai in giro per capire da chi provenisse quella voce.
Il mio sguardo fu catturato da un ragazzo, avrà avuto sì e no una ventina d'anni, o forse era più grande. La sua pelle era bianca, in contrasto con le sue iridi e i suoi capelli color dell'ebano.
Addosso aveva una maglia bianca molto più grande della sua statura ed un paio di jeans scoloriti, ma la cosa che mi colpì di più era il modo in cui stava seduto sulla sedia. All'improvviso sentii le mie guancie prendere fuoco senza motivo.
-P-perché mi hai portata qui?- cercai di nascondere il mio imbarazzo. -Mi parevi stanca, così ho deciso di farti riposare in un posto più comodo. Non penso che quelle scale siano tanto comode.-
-G-grazie... Comunque mi chiamo...- -Mikuru...- -Come fai a sapere il mio nome?- lo guardai stranita. Sebbene io non sapevo chi fosse quell'individuo, esso sapeva il mio nome.
-Non ti preoccupare, Asahina. Non è importante il motivo per il quale io so il tuo nome.- detto questo si diresse verso la porta.
-Ah, ho detto io al tuo insegnante che stavi male e non potevi recarti in classe... E pure a quella tua amica strana...- saltai giù dal letto e presi la mia borsa. -Grazie.- feci un lieve inchino e uscii fuori da quella stanza.
Appena arrivata a casa decisi di chiamare Haruhi. Dopotutto era tutto il giorno che non mi facevo sentire, magari era preoccupata. Appoggiai la borsa sul mio letto e mi misi a cercare il telefono.
Lo trovai e mi accorsi che era spento. Io non mi ricordo di averlo spento. Subito pensai alla batteria scarica, poi, invece, mi accorsi che non era poi così importante sapere come mai era spento.
Lo accesi e composi il numero di Haruhi. Dato che da più di 6 anni che ci conoscevamo il suo numero l'avevo imparato a memoria. Dopo vari squilli qualcuno mi rispose...
-Suzumiya-san?- -Mikuru! Che fine hai fatto!? Pensavo ti avessero rapita gli alieni! Mi sono preoccupata per te!- strano. Haruhi si era preoccupata seriamente. -S-sto bene... Ho solamente avuto un calo di pressione...-
-Mikuru...- -Dimmi Suzumiya-san- -Se domani non sei pronta per andare a trovare i ragazzi all'altra scuola, ti ci trascino io anche se sei muribonda!- -M-ma Suzumiya-san...-
Ora che ci penso io e Haruhi frequentiamo la solita facoltà, mentre Itsuki, Kyon e Yuki, hanno preso una facoltà diversa. -Ma io domani voglio andare a scuola!- -Mikuru? Non è da te ribellarti... Che ti prende?-
Ora è il momento della verità... Che faccio? Glielo dico? No, lasciamo passare... -E' che non mi va di vedere Itsuki... Dopo quello che è successo... Sono ancora un pò triste...-
Eh già! Itsuki Koizumi mi aveva lasciata perché mi aveva dichiarato di essere innamorato di un suo compagno di classe... A me la vicenda mi aveva fatto vedere il mondo con altri occhi...
-Scusa Mikuru, non ci avevo proprio pensato!- e ride. Io mi devo ancora saper spiegare che ci trova da ridere quella matta! Comunque decisi di non farla per le lunghe.
-Suzumiya-san ora scusa, ma sono tanto stanca... Ci vediamo domattina! Ciao!- e nemmeno le avevo dato il tempo per rispondere che già le avevo attaccato il telefono in faccia.
Misi sotto carica il telefono e mi lasciai cadere all'indietro sul letto. Fissai il soffitto. C'era silenzio. Appena chiusi gli occhi mi tornò in mente quella figura... Quel ragazzo era entrato già nei miei pensieri.
-Che stupida!- mi misi a sedere. -Mi sono dimenticata di chiedergli il nome... Però lui sapeva il mio...- questo non me lo sapevo spiegare...
Mi tornarono in mente le sue parole... "Non ti preoccupare, Asahina. Non è importante il motivo per il quale so il tuo nome". Questo tipo mi nascondeva qualcosa...
Io non ho avuto il tempo di presentarmi che lui mi ha detto sia il mio nome che il mio cognome... Decisi che l'indomani sarei andata a fondo in questa storia... Dovevo capirci di più... Dovevo sapere chi era e perché sapeva il mio nome...
E soprattutto, perché arrossivo solo al pensarlo? Il mio cuore non aveva mai battuto così forte... Mi portai istintivamente una mano al petto... Forse... Mi stavo innamorando...

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Capitolo 2
*** Ricordi. ***


1 Cap
"Durante la notte non aveva fatto altro che pensarlo. Lei era innamorata di lui. E aveva deciso di dichiararsi. Era difficile, dato che lui era più grande di lei e non sapeva come rintracciarlo..."
-Uff!- esclamai lasciandomi cadere sulla sedia. Erano già due ore che stavo scrivendo una specie di libro su quello che mi era capitato...
-Sono stanca, però non voglio smettere!- dissi arrossendo lievemente guardando fuori dalla finestra. Era un caldo pomeriggio di Marzo. Il sole brillava alto nel cielo e si sentivano gli uccellini cantare.
Mi alzai e andai a sbirciare fuori dalla finestra. Mi appoggiai con i gomiti sulla finestra e, con le mani a calice, mi appoggiai su di esse e poi mi misi a fissare fuori sognante, con gli occhi aperti.
-Mikuru!- una voce familiare proveniente da fuori mi fecero tornare al mondo reale. -Oh, Suzumiya-san.- sorrisi sventolando la mano in cenno di saluto.
Dopotutto, anche se con numerose divergenze Haruhi era diventata una delle mie migliori amiche. Avevo deciso di non tornare più nel mio giusto "spazio tempo" da quando mi ero innamorata.
E già, io la piccola Mikuru Asahina, la quale aveva respinto Kyon perché non poteva avere relazioni con persone non del suo tempo, si era innamorata. E nemmeno io so a chi associare il mio amore...
-Mikurella!- disse Haruhi spalancando la porta della mia stanza. Non mi importava come fosse entrata, ma, invece mi importava che Haruhi non legesse nulla riguardo al "ragazzo misterioso".
Perciò mi fiondai a velocità della luce verso il pc salvando quel documento di Word sotto "ricerca di Napoleone". -Uhm, che mi nascondi?- disse Haruhi con un sorriso a 10.000 denti.
-N-nulla Suzumiya-san- sorrisi tentando di nascondere quella piccola bugia. Haruhi si avvicinò allo schermo per leggere. -Ricerca di Napoleone... Momento momento momento! C'era una ricerca?!?-
mi scappò una risata e guardai Haruhi. -No, è solo che mi piace molto Napoleone. Così gli ho dedicato una ricerca.- sorrisi poi feci vedere ad Haruhi altre ricerche relative a personaggi importanti.
-Ora capisco... E brava la mia Mikurella!- disse Haruhi con occhi sbrillucicosi. -Però non perdiamoci in cose inutili... Sai perché sono venuta qui?- mi guardò negli occhi e spaesata risposi con un debole "no".
-Eh, me l'aspettavo! Comunque sono solo passata a salutarti... Ora me ne posso anche andare...- Haruhi si avvicinò alla porta. -Bye Mikuru!- -Ciao Suzumiya-san- che ragazza strana!
Con Haruhi ero sempre molto distante. Avevo deciso di trattenere un certo rapporto di distanza. Appena lei fu definitivamente fuori dal condominio, mi gettai sul letto a fissare il soffitto.
-Chissà se a lui... Nah, magari non mi ha nemmeno notata... Magari si è preso cura di me solo perché gli facevo pena...- arrossii lievemente trattenendo le lacrime.
Il ragazzo della quale mi ero innamorata, probabilmente, non provava nulla nei miei confronti. Continuavano a tornarmi in mente i suoi occhi color dell'ebano. Dio! Mi faceva impazzire!
Io non sapevo nemmeno come rintracciarlo... Non sapevo nè dove abitasse, ne, tantomeno, come si chiamasse... Solo il rimpianto di non sapere il suo nome mi distruggeva...
Sentii un suono. Era il mio telefono! Lo cercai come una pazza furiosa per ogni angolo della stanza, quando poi mi accorsi che era sul comodino. Esattamente dove l'avevo lasciato ieri sera.
Risposi. -Mikuru Asahina?- non sapevo chi fosse. -S-sì, sono io... Chi...- nemmeno mi fu lasciato il tempo di completare la domanda.
-Ci vediamo alle 16.00 in punto dalla sua università, e mi raccomando, nessuno deve sapere di questa conversazione. Arrivederci.- Fissai il vuoto. Chi era che mi voleva vedere? E dovevo andarci? E perché mi dava del voi?
Erano tante le domande che mi sorgevano nella testa... Decisi di chiamare Haruhi. Appena composi il suo numero mi venne in mente quello che aveva detto la voce "e mi raccomando, nessuno deve sapere di questa conversazione.".
La cosa mi spaventava un poco... Guardai sul display del mio telefono che ore erano: le 14.15. Avevo ancora 1 ora e 45 minuti prima dell'incontro. Decisi allora di andare a farmi una doccia.
Appena finii mi asciugai velocemente dato che avevo perso tempo. Mi restavano solo 45 minuti. Mi vestii il più in fretta possibile indossando un abito bianco, stretto sotto il seno e corto fino alle ginocchia, un coprispalle azzurro e un paio di ballerine azzurre in tinta con il coprispalle.
Mi pettinai velocemente i capelli e infilai nella borsetta bianca lo stretto necessario: telefono, chiavi di casa e portafoglio. Uscii chiudendomi la porta alle spalle e lanciai un'ultimo sguardo al telefono: 15.30.
Avevo solo 30 minuti per scoprire chi mi aveva chiamata e perché mi voleva vedere. Mi diressi verso il mio istituto. Mentre camminavo mi persi nei miei pensieri. Pensai che forse c'era una connessione logica tra l'uomo che mi aveva chiamata e "quel ragazzo"...
Tutte le volte che pensavo a lui il mio cuore palpitava velocemente... Arrivata al mio istituto non ci trovai nessuno. Era un posto deserto. Mi metteva tristezza così, però era domenica, ed era logico che non ci fosse nessuno...
Guardai il telefono. Segnava le 15.50. Mancavano solo 10 minuti... 10 minuti che parvero interminabili. Mi sedetti su una panchina posta accanto all'entrata dell'istituto, quando notai qualcosa in lontananza...
Un'auto nera mi si avvicinò. Furono attimi di terrore. Avevo paura che fosse un maniaco o qualcosa del genere. Guardai l'orologio che si trova di fronte alla mia scuola: segnava le 16.00 precise. L'auto si fermò e vidi una figura all'interno.
Questi scese e mi guardò -Buongiorno signorina Asahina.- fece un'inchino. Lo guardai. Non aveva nulla di familiare. -B-buongiorno a lei.- feci un leggero inchino. -Non si scomodi signorina.- detto questo aprì una portiera dell'auto e mi fece cenno di salire.
Quando fui dentro mi accorsi di non essere sola...

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Capitolo 3
*** Verità. ***


1 Cap Dentro quell'auto c'era lui... Il ragazzo che avevo occupato la mia mente in questi ultimi 2 giorni... -Ciao Mikuru.- -C-ciao.- lo guardai. Era bello come me lo ricordavo. Si accorse che lo stavo guardando e si girò.
Incrociò il mio sguardo. Arrossii nel giro di pochi istanti e poi abbassai il viso per nascondere il mio rossore. Forse mi aveva vista. Che importa! Dopotutto è lui che mi provoca queste emozioni continue.
-Ciao!- sentì un'altra voce. Alzai il viso e vidi una ragazzina. Ero così attenta a lui che non mi accorsi che non eravamo soli... -Ciao. Io sono Mikuru.- sorrisi. Anche la piccola sorrise. -Piacere io sono Rin.-
disse mostrando un sorriso enorme, e aggiunse che anche lei aveva ricevuto una chiamata. Lei sì che mi dava prova di coraggio. Era più piccola di me, si trovava su un'auto piena di sconosciuti e non batteva ciglio.
La osservai. Era una ragazzina di età compresa tra i 13 e i 14 anni. Aveva il mio solito colore sia di capelli che di occhi. Guardandola meglio sembrava una "me" in miniatura... Mi chiesi che ci faceva qui pure lei.
Mi appoggiai con la schiena sul sedile dell'auto e diressi il mio sguardo fuori. Quel posto io non l'avevo mai visto. Era un lato di Tokyo a me sconosciuto. Così, con i miei pensieri per la mente, rimasi incantata a guardare fuori dal finestrino.
-Ah, io sono Ryuga Hideki. Però chiamami Ryuzaki. Il mio nome non mi piace.- fui distratta dalla sua voce. Ryuga Hideky, o meglio, Ryuzaki. Ora so come ti chiami! E tu non sai come mi hai resa felice con questa notizia.
-Ok, Ryuzaki.- lo guardai negli occhi e sorrisi. Per un attimo scesi con lo sguardo. Fermandomi sulle sue labbra. -Siamo arrivati!.- i miei pensieri furono interrotti. -Evviva! Non ne potevo più di stare in macchina! Mikuru, Ryuzaki venite!-
Rin si precipitò fuori, seguita da me e da Ryuzaki. -Signorine venite da questa parte, prego.- io e Rin entrammo in quello che sembrava un'antico castello. La ragazza entrò prima di me. Era agitata e curiosa.
Non ho mai visto una persona comportarsi così davanti al nulla. Perché in effetti non sapevamo ne perché eravamo lì, ne dove eravamo. Eppure lei era felice. Quella ragazza mi spaventava un pochino. -Mikuru-chan vieni a vedere!-
-Bambine!- una voce mi distolse dal mio pensiero. Guardai quella figura. -Papà!- esclamammo all'unisono. -Papà?- la guardai. Era mia sorella? Io non ho sorelle... Chi era in realtà quella ragazza? Ci guardammo. -Chi sei?-
lei mi guardò. -Chi sei tu!- -Mikuru ti spiegherò a tempo debito.- -Papà...- -Mikuru non è il momento... Voglio farvi sapere perché siete qui tutt'e due.- guardai la ragazzina. Chi era? Tornai a guardare papà. Mi nascondeva qualcosa, questo era logico...
Ma cosa? -Mikuru... Rin... Voi siete in pericolo...- -Come mai?- chiese Rin. -A proposito... Perché sei qui? Mamma dov'è? Sta bene?- lo guardai tristemente. -Mikuru...- mi si avvicinò. Mi sentii il cuore stringere in una morsa.
Mi misi a piangere senza contenere le lacrime. Sentivo scendere le lacrime sul mio viso. La mia mamma... L'unica donna che nella mia vita avevo amato... Sentii qualcuno che mi abbracciava da dietro. Le lacrime si fermarono all'improvviso e arrossii.
Non riuscivo a capire perché mi avessi abbracciata, Ryuzaki, ma questo gesto mi piaceva tanto. Mi girai e piansi stretta tra le sue braccia. Mi davano un senso di protezione. Il mio cuore batteva fortissimo. Per un attimo mi ero dimenticata della sparizione di mamma.
Mamma perdonami, ma sono tra le braccia dell'uomo che amo! -Mikuru va tutto bene?- -S-sì...- lo guardai e accennai un sorriso. Io ti amo. Volevo dirtelo... Però non avevo ne il coraggio ne l'occasione... -Mikuru se stai meglio posso continuare a dirti tutto...-
-S-sì... Papà.- sorrisi. -Bene. A questo punto potrei cominciare...- mi guardò. Certo, il mio viso era straziato dalle lacrime e la mia mente dalla perdita di mamma, però riuscii a fare un sorriso. Un sorriso triste, ma con un velo di sincerità, felicità.
-Siamo qui perché, come già detto, siete in pericolo. Ho ingaggiato L e il signor Watari a finché vi possano protegere...- momento. Chi era L? Che Ryuzaki mi avesse mentito riguardo al suo nome? Non ci posso credere, nemmeno avevamo iniziato e già mi aveva mentito...
Non potevo perdonarlo. Decisi di lasciare perdere L, Ryuzaki o come diamine si chiamasse e concentrarmi su ciò che diceva mio padre. La sua voce irruppe nei miei pensieri... -Mikuru? Ci sei?- -Oh, scusa papà... Mi ero distratta...- -Mikuru non è da te... Che ti prende?-
-Stavo pensando al fatto che siamo in pericolo... Ma in che senso?- bugia! -Potreste essere catturate... Non apparteniamo tutti e tre allo stesso spazio tempo, ma non a questo spazio tempo... Vostra madre è stata catturata per una ricerca... Io ho paura che possano fare del male anche a voi due...-
ci furono numerosi minuti di silenzio... Mia madre? Catturata? Bè, almeno sapevo che non era morta... Ma, papà, di quale ricerca stava parlando? Stavo per formulare la domanda quando Rin mi interruppe. -Che tipo di ricerca?- quella ragazzina mi legge nella mente.
-Non posso fornirvi i dettagli... Sappiate solo che passerete qui la notte, poi vi recherete a scuola, come tutti i giorni... Dovete comportarvi come se non fosse successo niente... Mikuru tu starai con L e Rin sarà accompagnata da Watari...- Nemmeno lo lasciai terminare...
-Papà non ti sembrano conclusioni affrettate?- dissi e il mio viso era arrossito... Però ero anche arrabbiata... Non mi andava di stare da sola con lui. Prima sì, prima l'amavo, prima era diverso. Ma ora no! Ora lo odiavo! Altra bugia! Mikuru, se sei veramente innamorata di L non lo dimentichi!
Odiavo il mio "io" interiore... Mi faceva capire che alcune mie scelte erano sbagliate... Avevo una sorta di "Grillo Parlante". Però, non si trovava sulla mia spalla, ma proprio nel mio cervello... Era lì. Da 18 anni a questa parte è sempre stato lì, non se ne è mai andato...
-Mikuru perché? Mi pare la soluzione più logica dato che frequentate la stessa università...- poi ricordai... Giusto. Era lì il luogo dove la prima volta l'avevo incontrato. -Ok. A me va bene.- guardai Ryuzaki in cerca di un "mi va bene" o "non mi va bene"...
O almeno una smorfia. Ma niente. Quel ragazzo mi perplimeva un poco... -Pure a me va bene.- aveva parlato. E aveva detto a mio padre che gli andava bene passare la notte e la sua vita con me fino a che questa storia non fosse finita... Guardai l'orologio.
Erano già le 19.00. Erano passate 3 ore da quando ero entrata in quella casa. 3 ore nelle quali avevo capito che la mia vita era in pericolo...

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Capitolo 4
*** Attimi. ***


-Mikuru, Rin seguite Watari... Vi indicherà le vostre stanze...- -Venite da questa parte, signorine.- io e Rin seguimmo l'anziano signore. Mentre io e Rin ci dirigevamo nelle nostre stanze mi guardai attorno. Quel castello aveva un non so che di spettrale...
Apparte l'essere completamente fuori città, era vuoto. Chissà papà com'era arrivato qui... Magari nel mio futuro è una villa piena di spazi verdi e con tanti fiori. Però, ora come ora, questo posto mi metteva terrore...
Avevo paura che un fantasma potesse sbucare fuori in un qualsiasi momento... -Signorina Mikuru questa è la sua stanza.- disse aprendo una porta immensa che dava su una camera altrettanto immensa. -Grazie.- dissi con un semplice inchino.
-Di niente.- sorrise e chiuse la porta portandosi dietro Rin. Pensai che almeno io e lei potevamo stare in camera assieme, dato che dovevamo parlare. Invece no. Mi fu affidata la stanza con Ryuzaki. Mondo crudele! Però quella cosa non mi dispiaceva...
Girai per la stanza. Era talmente tanto grande che avevo paura di perdermi per trovare la porta. La cosa che mi colpì di più erano le tende. Rosse. Come il mio colore preferito. Scostai le tende e mi accorsi che c'era un balcone. Aprii la porta-finestra e uscii.
Era bellissimo. Mi sentivo libera. Non avevo più quel condominio che occupava la mia vista. Di qua si vedeva il mare. Sentivo anche l'odore della salsedine. Avanzai e mi appoggiai alla ringhiera. Era tutto così bello. E avevo pure ritrovato papà.
E aggiungiamo una sorellina. Però non sapevo ancora spiegarmi che era successo a mamma... Alzai lo sguardo al cielo e mi accorsi che c'era una stella. Sirio. La prima stella. La guardai attentamente ed esprimei un desiderio. Sperando che si avvererà!
Una lieve brezza mi fece venire i brividi. Al giorno era caldo, ma non abbastanza alla sera. Così decisi di rientrare. Chiusi la porta e mi gettai sul letto mentre qualcuno bussò. -Avanti.- pigolai. Non so se quel qualcuno mi avesse sentita...
Mi misi a sedere e guardai quella figura: era Ryuzaki. Chissà che voleva. Il mio cuore cominciò a battere velocemente e arrossii, di nuovo, senza motivo. -A-ah, sei tu.- dissi. Potevo starmene zitta! Sapevo che non mi avrebbe risposto.
-Ti ho svegliata?- mi aveva risposto! -N-no.- sorriso. -Ero uscita a prendere una boccata d'aria, ma fa tanto freddo e così ho deciso di entrare...- altro sorriso. Ma che ci trovi da ridere, scema! -Stai bene?- di poche parole, ma non so perché erano rivolte a me...
-Sì.- sorriso. -Però fa un pò freddo...- dissi stringendomi nelle spalle. -Tieni.- si levò la felpa e la diede a me e poi andò a chiudere la porta-finestra. Io arrossì. Credo di essere arrivata ad essere in tinta con le tende rosso fuoco. -G-grazie.- non riuscii a dire altro.
-Di niente.- sorrise. Ha sorriso? Sì! Ed è bellissimo quando lo fa...  Mi persi in quel piccolo atto di felicità dalla sua parte. Magari era contento di stare con me. Ma che dico!? Non è possibile. Continuando a rimuginare nei miei pensieri mi misi la sua felpa.
Mi stava un pò grande. Io ero molto più piccina in fatto di altezza. Quindi mi trovavo addosso una sorta di coperta. Sentivo il suo profumo. Il suo profumo era addosso a me. Arrossendo mi sdraiai sul letto accoccolandomi sul letto. Mi sembrava che fosse qui accanto a me.
Era così bello. Mi abbracciai al cuscino e chiusi gli occhi. Era ora di cena, ma io ero stanca. Mi addormentai. Non so per quanto. Il mio sonno fu interrotto quando mi accorsi di non essere da sola su quel letto. Mi girai di scatto e andai a sbattere contro qualcosa.
Aprii gli occhi di colpo. O magari era... Qualcuno? Guardai meglio, oltre il buio. Mi pareva di aver sbattuto contro qualcuno. Allungai le mani, ma non ci riuscii. Dopo un secondo sentii una presa da dietro. Due braccia.
Mi tirarono in avanti e andai a sbattere con il viso sul petto di qualcuno... Subito mi venne in mente il suo profumo... Arrossii. Il mio cuore si era rassegnato. Tremai come una fogliolina che cinge a staccarsi dal ramo. Ero piena di brividi.
Che fosse questo, l'amore? No! Io me l'ero dimenticato... Io non mi ricordavo più di lui! Volevo cancellarlo dalla mia mente. Eppure, stare lì con lui su quel letto mi faceva pensare ad altre cose... Dopotutto, l’amore è come una battaglia… Ciò che non ti uccide ti rafforza… Indissolubilmente.
Pensavo di essermi liberata del suo pensiero. Però non era così... All'improvviso sentii un tuono. Mi strinsi a lui senza pensarci. Ero terrorizzata. Lui mi strinse. -Hai paura?- sussurrò. Allora era sveglio... -U-un pochino.- dissi con un filo di voce.
-Ne ho sempre avuto paura...- un altro tuono. Questo però era più forte. Mi lasciai scappare una lacrima dallo spavento e lui mi strinse più forte. -Per stanotte dormirò io con te.- il mio cuore batteva all'impazzata. -M-ma n-non ti preoccupare.-
dissi singhiozzando. Lui mi guardò e mi asciugò le lacrime. -Non posso lasciarti così da sola.- con una mano fece pressione sulla mia testa che andò ad appoggiarsi sul suo petto e lui, con la sua testa, si appoggiò sulla mia. Era così bello stare così con lui...
Mi sentivo protetta. Io ti amo! Volevo gridarlo, ma avevo promesso a me stessa che non l'avrei mai fatto. -Che buon profumo che hai, Mikuru.- non ero sicura che fosse sveglio. -G-grazie.- risposi con grande imbarazzo. -Di niente.- probabile che era sveglio.
-Posso chiederti una cosa, Ryuzaki?- -Chiamami L.- -Ok, L... Comunque posso farti questa domanda?- alzai il viso e i miei occhi castani andarono a perdersi nei suoi. -Dimmi.- sorrise. Un altro sorriso? Mi vuole morta! -P-perché v-vuoi stare qui con me?-
lo guardai. Sussultò. Immagino un filo di imbarazzo. Però lui non arrossiva. -Perché non ti posso lasciare da sola. Hai paura. E ora dormi che domani dobbiamo alzarci presto.- Io non ci volevo andare a dormire! Io volevo parlare con lui.
-M-ma n-non ho sonno!- dissi tremando. Tremando di gioia, felicità... Non so per cosa. Io ti amo! Stupida "io" interiore che non mi permette di dichiararmi al ragazzo che amo. Giuro che a volte mi odio. -Perché tremi?- si avvicinò con il viso.
Eravamo a meno di 30 centimetri l'uno dall'altra. Sentii le mie guancie prendere fuoco. Ebbi una vampata di calore, la mia temperatura superò quella di una persona con la febbre. -N-no!- -Sei tutta rossa. Sicura di stare bene?- lo guardai. No! Non stavo bene per niente!
-S-sì... Tutto ok.- sorrisi cercando di allontanarmi per non rischiare un infarto. -Ok Mikuru.- indietreggiò anche lui e tirai un sospiro di sollievo. Ero salva. Altro tuono. Le lacrime scesero senza un comando, andando a bagnare le mie guancie già di colore rosso per le emozioni provate prima.
Singhiozzai spaventata. -Ci sono qui io con te.- mi guardò e mi tirò a se... Non l'avesse mai fatto...

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Capitolo 5
*** Segreti. ***


Mi ritrovai con la mia bocca completamente appoggiata a quella di Ryuzaki. Non ci posso credere! Spalancai gli occhi così tanto che pensai che mi stessero uscendo fuori dalle orbite. Mi trovai a guardare i suoi occhi confusi da quel gesto.
Pure io ero confusa, però erano giorni che attendevo quel momento. Mi allontanai da lui imbarazzata. Ci furono minuti di silenzio, interrotti dalla pioggia che batteva sui vetri e dal rumore del mio cuore che batteva come un tamburo...
Lo guardai. Era visibilmente in imbarazzo, però non lo faceva trapelare... Mi morsi il labbro inferiore. Avevo desiderato così tanto quel bacio che appena ci fu, anche se solo per poco, ne volevo subito un altro. Volevo morire con i suoi baci.
Lo guardai. Notai che era concentrato sulla mia bocca. Si avvicinò. Fu così veloce che non ebbi nemmeno il tempo di scostarmi che mi ritrovai di nuovo con la bocca appoggiata alla sua. Questa volta chiusi gli occhi. Non volevo che mi guardasse.
Gli presi il viso tra le mani e lo sentii scivolare su di me. Ora io ero tra di lui e il letto. Mi morse il labbro. Gemetti. Aprii leggermente la bocca. Lui approfittò del mio momento di distrazione per andare a prendere tra le sue labbra la mia lingua.
Mi morse la lingua. Gemetti. Sentii le sue mani che mi toccavano i fianchi. Il suo tocco era così delicato che mi riempiva di brividi. Inarcai la schiena e il mio petto andò contro il suo. Sentii i nostri cuori battere all'unisono...
Continuò a mordere il mio labbro e leccare ogni lato della mia bocca. Poi con le sue mani andò ad infilarsi sotto il mio vestito. Le sue mani erano fredde, e io continuavo ad avere dei brividi. Continuai a gemere e ad arrossire ogni 3,4 secondi...
Staccò le sue labbra dalle mie e si appoggiò con il viso nell'incavo del mio collo. Sentivo il suo respiro sulla mia pelle. Avevo caldo. Mi diede dei piccoli baci. Risi. Mi faceva un pò il sollettico. Mi morse piano. Gemetti di nuovo. Mi levò la sua felpa.
Non so fino a cosa voleva arrivare... Però lo lasciai fare. Mi baciò di nuovo. Un bacio superficiale, diverso da quello di prima. Mi morse un pò il collo. Gemetti e strinsi gli occhi arrossendo. Poi si avvicinò al mio orecchio, sussurrando -Non è il momento...-
aprii gli occhi e lo guardai. Il momento per cosa? Lui si alzò e andò in bagno. Dopo qualche minuto sentii l'acqua scorrere. Si stava facendo la doccia. Mi misi a sedere e mi portai una mano al collo. Mi alzai dal letto e presi il telefono che era ancora dentro la mia borsa.
Lo accesi e vidi una marea di chiamate perse... Tutte, e sottolineo tutte, di Haruhi! Che quella ragazza si stesse preoccupando per me? C'era anche un messaggio. Lessi: "Mikuru dove sei finita? Sono venuta a casa tua, ma non c'era nessuno! Era tutto chiuso!
Sei uscita con qualcuno, eh Mikurella? Comunque sappi che anche se tu sei uscita con qualcuno che io non conosco, domani a scuola farai i conti con me! Over! Haru!" Tutti i suoi messaggi terminavano con "Over" era tipo un motto per lei...
Bloccai la tastiera e solo in quel momento mi accorsi che erano già le 7.00. Tra meno di un'ora dovevo trovarmi in università! Guardai dentro l'armadio. Cercai l'uniforme. Non la trovai. Già, stupida! Era a casa. Bussarono. -Avanti.- gridai.
-Tenga la sua uniforme signorina Mikuru.- disse Watari mentre mi consegnava l'uniforme. Dio, come adoravo quell'uomo! -Grazie.- si chiuse la porta alle spalle e io ebbi il tempo di cambiarmi. Passai davanti allo specchio e notai uno strano segno rosso sul collo...
Non potevo uscire così! Cercai di pettinarmi i capelli in modo tale che non si vedesse tanto quel segno. -Bene. Perfetto. Non si vede più!- dissi entusiasta del mio lavoro. Presi la mia borsa e uscii da quella stanza, lasciandomi alle spalle ciò che accadde quella notte.
Almeno avevo coperto il segno alla vista umana... -Nee-chan!- Rin. -Che hai fatto sul collo?- avevo detto vista umana... Quella ragazzina mi spaventa. -Nulla.- dissi celando tutto con i capelli. Era troppo piccola per spiegarle tutto. Le avrei rovinato la vita...
-Spero solo che non faccia male...- -Macché. Mi sarò graffiata con le unghie mentre mi pettinavo...- bugia! Mikuru, da chi hai imparato a mentire? Haruhi. Mi pare logico... Rin non mi pareva convinta. -E se l'andassi a dire a papà?- mi guardò con aria di sfida.
Piccola ricattatrice! -Ehm... No, ti prego.- quella non era mia sorella! Era la piccola reincarnazione della cattiveria. -E va bene, mi arrendo... Che vuoi?- -Uhm... Non lo so... Potresti lasciarmi il tuo ragazzo.- tono di sfida. -Momento... Di chi parli?.- -Ryuzaki.-
arrossii di colpo. -M-ma n-non è il mio ragazzo!- cercai di replicare. -Se... Certo. Come no! E poi tu vorresti farmi credere che quel segno te lo sei fatta da sola?- perspicace la ragazza. Sì, questa non è mia sorella. Io ci sarei cascata... Anche a 18 anni.
-Uhm... Rin ti prego non dirlo a nessuno!- piagnucolai. Ma dimmi te se a 18 mi faccio mettere i piedi in testa anche da una ragazzina di 13... Mi sento piccina. -Tantomeno a papà.- la guardai. Questa volta ero io a dettare legge. -E sentiamo... Che farai per me?-
ricatto. -Ciò che vuoi.- sottomissione. -Ci penseremo oggi quando torneremo a casa. Nel frattempo sarò una tomba.- fece un segno per indicare che avrebbe tenuto la bocca chiusa. Grazie cielo! Le diedi un bacetto sulla guancia. -Grazie nee-chan.-
Andammo di sotto. Dovevo ancora fare colazione, ma non avevo il tempo materiale. Mancavano solo 20 minuti all'inizio delle lezioni e l'università si trovava dal lato opposto della città. -Buongiorno.- quella voce. Quella voce la conoscevo troppo bene...
-Buongiorno nii-san!- disse Rin saltandogli al collo. Momento. Nii-san? Spero che sia solo una manifestazione d'affetto... Sennò è pure fratello mio! -B-buongiorno.- dopotutto dovevo comportarmi come se non fosse accaduto nulla. -Ciao Mikuru.-
-Ragazze oggi dovete assolutamente comportarvi come se non fosse successo nulla.- disse mio padre. Io già lo stavo facendo. -Ora andate o farete tardi.- diede un bacio sulla fronte prima a me e poi a Rin. Si avvicinò a Ryuzaki e gli sussurrò qualcosa.
Non ero riuscita a sentire, ma la risposta di L fu -Non si preoccupi. E' in buone mani.- un brivido mi percosse. Mi erano venute in mente le immagini della notte precedente. Rin mi guardò. -Miku! Stai bene? Sei pallida...- -Sto benissimo!- dissi arrossendo di più.
-Andiamo. Non perdiamo tempo.- lo guardai. Antipatico! Prima fa il gentile e poi detta legge! Uff, come non lo sopportavo... Però era sia nella mia mente che nel mio cuore. Uscimmo e Watari era già lì pronto in macchina. Appena ci vide uscì e andò ad aprirci la portiera.
-Grazie Watari!- esclamò Rin. Ma da dove le usciva tutta quella energia a quell'ora del mattino? -Grazie.- feci un lieve inchino e mi andai a sedere. Rin si sedette tra me e L. Voleva tenere la situazione sotto controllo. Tanto io avevo deciso di parlargli il meno possibile dopo quella notte.
Guardai fuori dal finestrino e presi il telefono in mano. Dovevo avvisare Haruhi che non mi doveva aspettare sotto casa. Andai tra i ricevuti e le risposi: "Suzumiya-san, sono Mikuru. Volevo dirti che arriverò con un'amica. Non ti preoccupare, sto bene. E' solo che questa notte ho dormito con lei...
Quindi non mi aspettare fuori casa. Vai in facoltà e io arriverò tra poco. Siamo già per strada. Baci, Miku.". Inviato. Chissà se aveva bevuto a quella storia. Speriamo. Non mi andava di andare a raccontarle tutto. Guardai Rin. Le sorrisi. Lei si mise appoggiata alla mia spalla. Era così carina e fragile.
Le accarezzai una guancia e con la coda dell'occhio vidi che L mi guardava sorridendo. Arrossii, però non tolsi lo sguardo dalla mia sorellina. -Siamo arrivati.- disse Watari. Erano le 7.50. Non eravamo poi così lontani dalla scuola. Diedi un piccolo bacetto sulla fronte a Rin e scesi.
-Grazie. Ci vediamo al termine delle lezioni.- vidi l'auto ripartire. Mi girai per entrare, però mi sentii afferrata per un polso. -Mica le avrai detto qualcosa.- -No, tranquillo...- mi girai e lo guardai sorridendo. -Sarà il nostro piccolo segreto.- gli feci la lingua e mi liberai dalla sua presa entrando a scuola.
Non potevo dire qualcosa a Rin. Nemmeno a papà. Haruhi poi non capirebbe. Quindi sarà il nostro piccolo segreto...

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Capitolo 6
*** Vita. ***


-Mikuru Asahina!- quella voce non prometteva nulla di buono... -Suzumiya-san.- dissi con tutta la tranquillità possibile. In casi come questi dovevo mantenere la calma.... -Dove diamine sei sparita ieri?
Ti ho cercata per tutta la città e per di più avevi il telefono spento!- -No, non era spento... Molto probabilmente non prendeva. Comuque ti ho detto che ero a casa di un'amica... E mi sono fermata lì per la notte...- avevo paura che arrivasse alla mia bugia...
Lei era come Rin... Non le si poteva nascondere nulla...-Mikuru dovevi avvisarmi prima! Se ti ricordi mi avevi detto che saremmo uscite insieme, però tu mi hai dato buca all'ultimo... Mikuru non è da te!- la sua voce era accusatrice.
Mi stava accusando di averla lasciata da sola... -Suzumiya-san mi dispiace... Non volevo... Mi perdoni?- la guardai. Tutti ci guardatono. -Che avete da guardare?- sbraitò lei. Io continuai a guardarla con uno sguardo da cucciola indifesa. Il mio sguardo era sempre da cucciola indifesa.
Però questa volta concentrai il mio sguardo in modo tale che dovesse dire di "sì" per forza... -No!- urlò. -Anzi, prima...- la sua sfuriata fu interrotta. -Suzumiya, Asahina!- era la professoressa. La lezione era iniziata e noi non ce ne eravamo accorte. -Professoressa mi dispiace.-
-Asahina da te non me la sarei mai aspettata... Fuori! Tutt'e due!- detto ciò io e Haruhi fummo sbattute fuori dall'aula. Io mi appoggiai con la schiena contro il muro e mi lasciai scivolare a terra. -Dai, finisci di dirmi.- la guardai. Mi guardò e si avvicinò scostandomi i capelli dal collo.
-E questo?- ecco. Nemmeno lei era un essere umano. -Nulla.- -Nulla no! Se eri con un'amica, questo morso chi te l'ha fatto?- mi guardava incredula. Sicuramente cominciava a pensare che avessi "certe" tendenze... -E stata mia sorella.- Rin perdonami. -Hai una sorella?- -Certo!-
risposi come se fosse scontato. -Non lo sapevo... E perché ti avrebbe morsa?- -Perché l'ho fatta arrabbiare e mi è saltata addosso.- Haruhi, in realtà non lo sapevo nemmeno io fino a ieri. Poi si fece seria. Non l'ho mai vista così... Mi nascondeva qualcosa. Anche lei!
-Mikuru posso chiederti una cosa?- -Dimmi Suzumiya-san.- sorrisi. -Ma tu non sei di questo mondo, vero?- sussultai. Haruhi non sapeva nulla sulle mie origini, anche se io ero lì per il suo volere... -Ma che dici?- la guardai. Continuai a mentirle. -Un uomo ieri ti cercava... Ti voleva.-
la guardai. Di chi stava parlando? -Però io non sapevo come rintracciarti...- mi alzai. -Suzumiya-san non parlare mai più con quell'uomo, sono stata chiara?- mi guardò. Non mi aveva mai vista così... -Solo se tu mi prometti che poi mi racconterai tutto...- -Promesso.- sorrisi.
La campanella annunciò la fine delle lezioni. -Ora scusa, ma devo andare... Ciao.- la salutai con un cenno della mano e mi misi a correre. Dovevo trovare L. In circa un'ora avevo girato tutto l'istituto. Giustamente non sapevo che corso frequentasse, così continuai a correre per cercarlo...
Ma a vuoto. Non lo trovavo, ed ero parecchio stanca... Le mie gambe cedettero e mi appoggiai ad un muro. Mi acasciai a terra... Mi portai una mano al petto e respirai a fatica. Sentii qualcuno che si avvicinò, ma non ci feci troppa attenzione. Non lo vidi in faccia, la mia vista era annebbiata...
Quell'individuo mi prese in braccio. Io svenni. Non so per quanto rimasi svenuta... Però al mio risveglio stavo già meglio. Talmente tanto bene che mi accorsi che non ero più nel mio istituto... Ero nella stanza di qualcuno. -Stai bene?- e non ero nemmeno da sola. -S-sì.- dissi debolmente e mi misi a sedere.
-Ah, che scemo! Non mi sono presentato.- sorrise. -Piacere io sono Usui.- -I-io sono Mikuru.- sorrisi. Usui? Non c'era nessun Usui nella mia vita... Quindi dovevo stare attenta... Alzai il viso e il mio sguardo andò ad incrociare l'orologio appeso al muro; erano già le 16! Ero parecchio in ritardo. Con un saltello scesi dal letto...
-Scusa, ma devo andare. Sono in ritardo...- Non pensai proprio che le cose potessero andare a peggiorare... Lui mi afferrò per un polso sbattendomi al muro. -Sei in ritardo? Per cosa?- i miei occhi mostravano che ero visibilmente spaventata. Lui mi guardò e rise. Era divertito dal mio terrore.
Mi dimenai per fargli allentare la presa, però lui strinse il mio polso con la mano. -M-mi fai male! Lasciami!- dissi piagnucolando. Lui si piegò su di me andandomi a sussurrare all'orecchio... -Devi andare dal tuo ragazzo? Che peccato... Mi sa che da oggi non lo vedrai più... Piccola Asahina.- continuò a ridere.
Io ero ancora di più spaventata. Strinsi gli occhi e piegai il viso da un lato. Le lacrime iniziarono a scendere. Agitandomi cercai di spingerlo via da me con la mano rimasta libera, però lui era fisicamente più forte di me e mi bloccò anche l'altra mano. Ora ero completamente ferma... Immobilizata...  Nelle mani di un perfetto sconosciuto...
Il mio cuore batteva, ma non perché era innamorato, perché era terrorizzato e non sapeva come sarebbe andata a finire la cosa... Ero diventata una bambolina in mano ad uno sconosciuto... Mi bloccò entrambi i polsi con una mano, mentre con l'altra mi accarezzò il viso per poi andare a prendermi il mento e scostare il mio viso in modo tale da essere di fronte ai suoi occhi.
-Mi avevano che eri bella... Ma non ci volevo credere. Dopotutto anche tua madre è una bella donna...- rise. Mamma? -Dov'è mia madre?- gli urlai contro piangendo. -Anche quando ti arrabbi sei bella...- mi guardò. Piansi. Lui mi asciugò le lacrime. -Non rovinare questo tuo bel viso...- rise. Stavo per perdere la pazienza. Mi agitai e gli sferrai un calcio.
Lui mi lasciò le mani e io mi diressi verso la porta. -Asahina non finisce qui!- uscii. Piangendo. Non ero una ragazza forte. E non so nemmeno come mi ero riuscita a liberare...Scappai da quella casa... Tirai fuori il telefono e chiamai papà. -Mikuru? Dove sei? Stai bene?- sighiozzai. -Sono quasi davanti all'istituto... S-sto bene...-
-Watari è in zona, passerà lui a prenderti... Non parlare con nessuno! Ti aspettiamo a casa... Ciao Mikuru.- mi sedetti su una panchina continuando a piangere. Mi ero spaventata molto... Continuavano a venirmi in mente quelle immagini... Erano stati attimi di terrore. Il mio telefono squillò... -Pronto?- dissi con un fil di voce.
-Mikuru stai bene? Mi hanno detto che sei svenuta e poi qualcuno ti ha portata via...- Haruhi. -Sto bene. Sto andando a casa. Scusa, ma ora devo andare... Ciao.- conclusi senza troppe spiegazioni. In lontananza vidi l'auto che mi avrebbe salvata. Accostò e un uomo mi si avvicinò. -Tutto bene, signorina?- mi guardò. Il mio viso era straziato dalle lacrime.
Aprì la portiera. -Salga che l'accompagno a casa.- sorrise. Salita in macchina mi accorsi che c'era pure il mio tormento... -Mikuru.- mi guardò. Una lacrima scese. Lui mi strinse forte. Quasi come volermi stritolare. Piansi, di nuovo. Queste erano le sorelle delle altre lacrime che avevo versato prima. Singhiozzai. Ero ancora spaventata... -Shh... Ora va tutto bene... Ci sono io qui con te.-
un botto. Era il rumore di uno sparo. Il vetro dell'auto andò a infrangersi. Il mio terrore aumentò, come la velocità dell'auto. Dopo un paio di chilometri scoprimmo di essere a casa, in salvo. Scesi dall'auto e mi andai a fiondare tra le braccia di mio padre. -Siamo stati attaccati.- Watari indicò l'auto. -Lo sapevo... Prima o poi l'avrebbero scoperto che siamo qui...- mi strinse.
-Su Mikuru... Ora va tutto bene...- continuai a piangere come una fontana... -Ryuzaki prenditi cura di Mikuru, accompagnala in camera...- -Sì.- mi prese per mano e mi diresse in camera. -Mikuru!- -Rin. Stai bene?- fece un cennò con il capo. -Tu?- dopotutto non era così malefica... -Sì.- sorrisi e la strinsi a me. -Vi lascio sole... Tornerò tra un pò... Avrete tante cose da dirvi.-
detto questo, Ryuzaki, si chiuse la porta alle spalle. Io e Rin ci sedemmo sul letto. Lei si strinse a me. Per un momento mi dimenticai che non sapevo chi fosse... -Ti voglio bene nee-chan.- lei mi guardò. Sorrisi. Era riuscita a farmi sorridere. -Anche io, ti voglio bene sorellona.- giocò con i miei capelli e le diedi un bacio sulla fronte. Poi mi lasciai cadere all'indietro... Si accoccolò a me e si addormentò...
Le diedi un'altro piccolo bacetto sulla fronte e, abbracciandola, mi addormentai anche io accanto a lei... 

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Capitolo 7
*** Pericolo. ***


Non so per quanto rimasi abbracciata accanto a Rin. So solamente che quando ci svegliammo era già notte inoltrata. Mi alzai senza far rumore. Mi accorsi che anche L era lì, sdraiato sul divanetto... Non so da quanto... Però c'era. Sorrisi. Dopotutto era pure camera sua...
Rin si alzò sbadigliando. -Nee-chan io vado. Vi lascio da soli- disse con una punta di malizia nella voce. Quella ragazzina mi faceva andare in bestia. -Notte sorellina. E tranquilla non facciamo nulla!- le diedi un colpetto sulla testa e lei mi diede un bacio sulla guancia e uscì chiudendo la porta senza far rumore.
Mi avvicinai ad L e cercai di svegliarlo. -Ehi. Svegliati.- lo scrollai. -Uhm.- sbadigliò. -Come mai sei sveglia?- mi chiese. -Volevo farmi un bagno caldo prima di andare a letto.- sorrisi. Lui si alzò e andò a mettersi sul letto. Si distese e mi guardò. Non era il solito sguardo assorto. Era uno sguardo malizioso...
Mi avvicinai all'armadio e presi un vestito rosa da mettermi dopo aver fatto il bagno. Lui continuava a fissarmi. Io arrossii e decisi di ignorarlo. -Ci vediamo quando ho finito, se sei ancora sveglio.- -Ok.- si era offeso, probabilmente. Aprii la porta e appoggiai i vestiti sul lavandino.
Mi tolsi l'uniforme e mi guardai allo specchio. Il segno era ancora lì. E sul viso c'erano i segni delle lacrime che avevo perso durante la giornata. Il mio viso era straziato dalle lacrime... Avevo le guancie rigate... Mi sciacquai il viso e, tolti gli ultimi indumenti, mi immersi nella vasca. Rimasi lì parecchio. Non volevo andare di là...
Avevo paura di quello che mi potesse fare... Però dopo molti ripensamenti alzai e mi avvolsi un asciugamano addosso. Mi guardai allo specchio. Il mio viso era più rilassato. Sorrisi e mi vestii. Dopo essermi asciugata e pettinata i capelli uscii dal bagno facendo attenzione a non far rumore.
Chiusi la porta e appoggiai l'uniforme sulla sedia che stava vicina alla finestra. Guardai fuori. Il cielo era completamente stellato. La luce delle stelle si riflesse sui miei occhi. Erano così belle. Decisi di andare a dormire. Era tardi. Guardai la figura di L che dormiva. Avevo paura di svegliarlo...
Mi avvicinai al letto lentamente e mi feci piccola piccola in un angolino in modo da non svegliarlo. Lo guardai dormire. Che bello che era. Chissà cosa sognava. Lo guardai con occhi sognanti. Speravo solo di essere nel suo sogno. Un giorno sarei riuscita a fargli sapere che mi ero innamorata di lui... E parecchio!
Dopo vari pensieri mi addormentai.
Calcio. Rotolamento. Dopo vari movimenti colpii qualcuno -Ahi! Mikuru!- mi sentii scrollare. -N-no! Lasciami!-aprii gli occhi. La luce del sole era già entrata in quella stanza così feci fatica a aprirli completamente... -Buongiorno L.- lo guardai e poi chiusi di colpo gli occhi. Ero stanca. -Mikuru alzati o faremo tardi.-
-Non voglio.- pigolai nel sonno. -Non voglio andare a scuola!- mi imposi. Sempre nel sonno... Rotolai nuovamente. Poi mi sentii scivolare il vestito di dosso. Convinta che il mio vestito si fosse attaccato da qualche parte mi misi a sedere per scastrarlo. Però alla fine del mio vestito c'era una mano... Una mano fredda...
Con dita lunghe e affusolate... Conoscevo quella mano! L mi stava spogliando! Arrossii di colpo e spalancai gli occhi all'inverosimile e mi coprii con il lenzuolo bianco che stava sul letto. -C-che fai?- lo guardai con in faccia le sfumature del rosso più scuro. -Scusa, ma era l'unico modo per svegliarti.- si giustificò. Mi alzai dal letto e lo guardai.
Lui si avvicinò. Io indietreggiai e andai a sbattere contro il muro. Ero in trappola. Mi sfiorò le labbra con le sue. -Buongiorno.- arrossii nuovamente. Le sfumature erano più scure ora... -C-ciao.- lo guardai.  Magari, stavamo insieme e io non lo sapevo... Improbabile. Lui forse non mi amava...
Con quei pensieri per la testa lo spinsi fuori dalla stanza e, dopo aver chiuso la porta, a chiave, mi misi l'uniforme. Uscii passandogli di fronte, senza degnarlo di uno sguardo. -Ora, dopo che ti ho vista mezza nuda fai la preziosa?- rise. Lo odiavo! Continuai la mia marcia a testa alta. -Buongiorno nee-chan!- disse Rin.
-Buongiorno piccola.- sorrisi. Si avvicinò e sussurrò... -Tu e Ryuzaki avete litigato?- -Non sono affari tuoi.- detto ciò mi diressi verso la stanza di papà... Dovevo parlare con lui... -Papà!- bussai. Nessuna risposta. -Papà!- urlai. -Mikuru!- arrivarono Rin, L e Watari. -Fate silenzio!- ordinai.
Dopodichè appoggiai la mano sulla maniglia della porta e con una lieve pressione questa si aprì davanti a me... Quello che vidi non mi piacque affatto... La camera era tutta in disordine e di mio padre nemmeno l'ombra. -P-papà?- Rin entrò per prima. La guardai cercare nostro padre.
Girava per ogni angolo della stanza, e quando si accorse che lì non c'era nessuno mi guardò. -Mikuru?- disse singhiozzando. Non le dissi nulla. Aprii le mie braccia e lei si tuffò tra di esse. La sentì piangere e la strinsi a me. -Dobbiamo andarcene di qui.- -Ha perfettamente ragione.- -Rin.- -Dimmi Mikuru.- rispose tra i singhiozzi.
-Va' in camera tua e prendi lo stretto necessario e un paio di vestiti... Tra 30 minuti ci vediamo in entrata. Ok?- sorrisi. Fece un cenno con il viso. -Ti prometto che li troveremo.- si illuminò e poi si diresse verso camera sua. -Watari, puoi darle un'occhiata? Non voglio che le accada nulla.- -Si signorina.- detto ciò seguì Rin.
-Vieni con me.- feci cenno a L di seguirmi. -Non ti lascio da sola, scema!- lo guardai. Arrossii, però mi rigirai di scatto e mi diressi verso la mia camera senza dargli la soddisfazione di averlo perdonato. Presi la mia borsa e ci infilai dentro alcuni vestiti. Lui mi guardava. Ne ero convinta. Ma non potevo distrarmi... Dovevo salvare i miei genitori.
E l'avrei fatto. Mi diressi dalla porta. -E la borsa?- mi fece notare lui. -Portala tu.- feci con aria di superiorità. Lui, obbidì e prese la mia borsa e uscì dalla stanza. Mi lasciai scappare una risata. Semplice. Lui mi guardò e rise. Io arrossii. Maledetto! Presi il telefono in mano e chiamai Haruhi.
-Pronto? Mikuru dove sei!? Tra poco iniziano le lezioni e tu non sei ancora arrivata... Dove sei?-  mi fece notare il lieve ritardo. -Non sto tanto bene.- mentii. -Che hai? Se mi dici dove sei vengo a trovarti...- -No. E' una cosa passeggera... A me basta che tu avvisi gli insegnanti che io oggi non posso entrare. Sto malissimo.-
non era convinta, lo sapevo. E' che non ero mai stata brava con le bugie. -Ok Mikuru! Vedi di riprenderti presto. Sennò potresti fare una brutta fine! Ciao.- mi chiuse la chiamata in faccia. Sospirai. L'aveva bevuta. -E che cos'è che tu avresti?- mi guardò. -Non sono affari che ti riguardano!- aumentai il passo. Scesi in entrata. Rin non aveva ancora finito.
Guardai nella direzione della sua stanza. -Spero che stia bene.- sussurrai. Piansi. Non so perché. Lui mi asciugò le lacrime e mi tenne stretta a se. Io arrossii e mi dimenticai di avercela con lui. Rin mi tirò per la gonna. -Nee-chan.- mi guardò. Io mi staccai da L. -Watari io so dove possiamo andare...- detto ciò ci fece salire tutti e 3 in macchina e ci dirigemmo verso Tokyo.
Dopo un paio di minuti fummo davanti alla mia ex casa. Un pò mi era mancata. Entrammo. Dovevamo escogitare un modo per recuperare i miei genitori senza farci prendere... -Guarda Mikuru!- -Rin scendi dal letto. O per lo meno smetti di saltarci sopra.- la guardai. -Ti annoi e non sai che fare?- -Esatto.- mi guardò tristemente.
-Allora disfa le valigie e metti apposto le tue cose nella stanza di là.- sorrisi. So che non l'avrebbe mai fatto, però tentai. -Ok.- mi disse piagnucolando, e trascinandosi dietro la valigia se ne andò. -Mi dispiace fare la cattiva.- guardai L e Watari. -Ora occupiamoci di cose serie.-
-Aspettate! Io ho avuto a che fare con un uomo che sa dov'è mia madre...- -Ora tutto sta nel rintracciarlo...- finì L la mia frase. -Io ho paura...- -Andrò io.- replicò. -Ma sono i miei genitori. E ho promesso a Rin che li ritroveremo!- -Non dire scemenze! Tu non puoi farcela da sola!- -Andate insieme...- sentenziò Watari. -A me va bene.- aggiunse Ryuzaki e poi i due mi guardarono.
-Ok.- sorrisi. -Inizieremo domattina.- lo guardai e annuii, poi me ne andai da Rin, lasciandomi quei due alle spalle...

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