Alternative Universe. di Veronica Asahina (/viewuser.php?uid=118373)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Incontri. ***
Capitolo 2: *** Ricordi. ***
Capitolo 3: *** Verità. ***
Capitolo 4: *** Attimi. ***
Capitolo 5: *** Segreti. ***
Capitolo 6: *** Vita. ***
Capitolo 7: *** Pericolo. ***
Capitolo 1 *** Incontri. ***
1 Cap
Era
un giorno come gli altri. Ormai pure la scuola mi stava annoiando.
-Mikuru!- -Uh? Scusa Suzumiya-san...- -Buongiorno!- strillò lei.
-E' solo che ultimamente sono un pò stanca.-
-Eh, Mikurella non è un bene che tu ti addormenti sui banchi di
scuola, poi dove va il tuo buon rendere?- stavo per risponderle quando
fummo interrotte dal suono della campanella che annunciava la fine
dell'ora.
Mi alzai e mi diressi verso la porta. -Suzumiya-san faccio un giro nel
cortile e ci vediamo nell'aula per la prossima lezione!- non le diedi
nemmeno il tempo di rispondere che già mi trovavo fuori.
-Non ce la faccio più... Sono sempre tanto stanca... E poi sta
pure arrivando la bella stagione...- alzai il viso al cielo e mi
sedetti sui gradini che portavano al campo di atletica leggera della
nostra scuola.
-Però devo essere costante con lo studio! Non posso lasciarmi
andare proprio ora...- mi appoggiai con la schiena al tronco
dell'albero lì accanto e, chiudendo gli occhi, mi addormentai.
Non so per quanto tempo restai addormentata, sta di fatto che al mio
risveglio mi trovai in infermeria, con un'unica domanda "chi mi aveva
portata qui?".
Mi misi a sedere continuando a pensare a chi fosse stato a portarmi
qui, quando una voce irruppe nei miei pensieri... -Ti sei svegliata
finalmente. Come stai?-
Quella voce non l'avevo mai sentita... -B-bene...- mi guardai in giro per capire da chi provenisse quella voce.
Il mio sguardo fu catturato da un ragazzo, avrà avuto sì
e no una ventina d'anni, o forse era più grande. La sua pelle
era bianca, in contrasto con le sue iridi e i suoi capelli color
dell'ebano.
Addosso aveva una maglia bianca molto più grande della sua
statura ed un paio di jeans scoloriti, ma la cosa che mi colpì
di più era il modo in cui stava seduto sulla sedia.
All'improvviso sentii le mie guancie prendere fuoco senza motivo.
-P-perché mi hai portata qui?- cercai di nascondere il mio
imbarazzo. -Mi parevi stanca, così ho deciso di farti riposare
in un posto più comodo. Non penso che quelle scale siano tanto
comode.-
-G-grazie... Comunque mi chiamo...- -Mikuru...- -Come fai a sapere il
mio nome?- lo guardai stranita. Sebbene io non sapevo chi fosse
quell'individuo, esso sapeva il mio nome.
-Non ti preoccupare, Asahina. Non è importante il motivo per il
quale io so il tuo nome.- detto questo si diresse verso la porta.
-Ah, ho detto io al tuo insegnante che stavi male e non potevi recarti
in classe... E pure a quella tua amica strana...- saltai giù dal
letto e presi la mia borsa. -Grazie.- feci un lieve inchino e uscii
fuori da quella stanza.
Appena arrivata a casa decisi di chiamare Haruhi. Dopotutto era tutto
il giorno che non mi facevo sentire, magari era preoccupata. Appoggiai
la borsa sul mio letto e mi misi a cercare il telefono.
Lo trovai e mi accorsi che era spento. Io non mi ricordo di averlo
spento. Subito pensai alla batteria scarica, poi, invece, mi accorsi
che non era poi così importante sapere come mai era spento.
Lo accesi e composi il numero di Haruhi. Dato che da più di 6
anni che ci conoscevamo il suo numero l'avevo imparato a memoria. Dopo
vari squilli qualcuno mi rispose...
-Suzumiya-san?- -Mikuru! Che fine hai fatto!? Pensavo ti avessero
rapita gli alieni! Mi sono preoccupata per te!- strano. Haruhi si era
preoccupata seriamente. -S-sto bene... Ho solamente avuto un calo di
pressione...-
-Mikuru...- -Dimmi Suzumiya-san- -Se domani non sei pronta per andare a
trovare i ragazzi all'altra scuola, ti ci trascino io anche se sei
muribonda!- -M-ma Suzumiya-san...-
Ora che ci penso io e Haruhi frequentiamo la solita facoltà,
mentre Itsuki, Kyon e Yuki, hanno preso una facoltà diversa. -Ma
io domani voglio andare a scuola!- -Mikuru? Non è da te
ribellarti... Che ti prende?-
Ora è il momento della verità... Che faccio? Glielo dico?
No, lasciamo passare... -E' che non mi va di vedere Itsuki... Dopo
quello che è successo... Sono ancora un pò triste...-
Eh già! Itsuki Koizumi mi aveva lasciata perché mi aveva
dichiarato di essere innamorato di un suo compagno di classe... A me la
vicenda mi aveva fatto vedere il mondo con altri occhi...
-Scusa Mikuru, non ci avevo proprio pensato!- e ride. Io mi devo ancora
saper spiegare che ci trova da ridere quella matta! Comunque decisi di
non farla per le lunghe.
-Suzumiya-san ora scusa, ma sono tanto stanca... Ci vediamo domattina!
Ciao!- e nemmeno le avevo dato il tempo per rispondere che già
le avevo attaccato il telefono in faccia.
Misi sotto carica il telefono e mi lasciai cadere all'indietro sul
letto. Fissai il soffitto. C'era silenzio. Appena chiusi gli occhi mi
tornò in mente quella figura... Quel ragazzo era entrato
già nei miei pensieri.
-Che stupida!- mi misi a sedere. -Mi sono dimenticata di chiedergli il
nome... Però lui sapeva il mio...- questo non me lo sapevo
spiegare...
Mi tornarono in mente le sue parole... "Non ti preoccupare, Asahina.
Non è importante il motivo per il quale so il tuo nome". Questo
tipo mi nascondeva qualcosa...
Io non ho avuto il tempo di presentarmi che lui mi ha detto sia il mio
nome che il mio cognome... Decisi che l'indomani sarei andata a fondo
in questa storia... Dovevo capirci di più... Dovevo sapere chi
era e perché sapeva il mio nome...
E soprattutto, perché arrossivo solo al pensarlo? Il mio cuore
non aveva mai battuto così forte... Mi portai istintivamente una
mano al petto... Forse... Mi stavo innamorando...
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Capitolo 2 *** Ricordi. ***
1 Cap
"Durante
la notte non aveva fatto altro che pensarlo. Lei era innamorata di lui.
E aveva deciso di dichiararsi. Era difficile, dato che lui era
più grande di lei e non sapeva come rintracciarlo..."
-Uff!- esclamai lasciandomi cadere sulla sedia. Erano già due
ore che stavo scrivendo una specie di libro su quello che mi era
capitato...
-Sono stanca, però non voglio smettere!- dissi arrossendo
lievemente guardando fuori dalla finestra. Era un caldo pomeriggio di
Marzo. Il sole brillava alto nel cielo e si sentivano gli uccellini
cantare.
Mi alzai e andai a sbirciare fuori dalla finestra. Mi appoggiai con i
gomiti sulla finestra e, con le mani a calice, mi appoggiai su di esse
e poi mi misi a fissare fuori sognante, con gli occhi aperti.
-Mikuru!- una voce familiare proveniente da fuori mi fecero tornare al
mondo reale. -Oh, Suzumiya-san.- sorrisi sventolando la mano in cenno
di saluto.
Dopotutto, anche se con numerose divergenze Haruhi era diventata una
delle mie migliori amiche. Avevo deciso di non tornare più nel
mio giusto "spazio tempo" da quando mi ero innamorata.
E già, io la piccola Mikuru Asahina, la quale aveva respinto
Kyon perché non poteva avere relazioni con persone non del suo
tempo, si era innamorata. E nemmeno io so a chi associare il mio
amore...
-Mikurella!- disse Haruhi spalancando la porta della mia stanza. Non mi
importava come fosse entrata, ma, invece mi importava che Haruhi non
legesse nulla riguardo al "ragazzo misterioso".
Perciò mi fiondai a velocità della luce verso il pc
salvando quel documento di Word sotto "ricerca di Napoleone". -Uhm, che
mi nascondi?- disse Haruhi con un sorriso a 10.000 denti.
-N-nulla Suzumiya-san- sorrisi tentando di nascondere quella piccola
bugia. Haruhi si avvicinò allo schermo per leggere. -Ricerca di
Napoleone... Momento momento momento! C'era una ricerca?!?-
mi scappò una risata e guardai Haruhi. -No, è solo che mi
piace molto Napoleone. Così gli ho dedicato una ricerca.-
sorrisi poi feci vedere ad Haruhi altre ricerche relative a personaggi
importanti.
-Ora capisco... E brava la mia Mikurella!- disse Haruhi con occhi
sbrillucicosi. -Però non perdiamoci in cose inutili... Sai
perché sono venuta qui?- mi guardò negli occhi e spaesata
risposi con un debole "no".
-Eh, me l'aspettavo! Comunque sono solo passata a salutarti... Ora me
ne posso anche andare...- Haruhi si avvicinò alla porta. -Bye
Mikuru!- -Ciao Suzumiya-san- che ragazza strana!
Con Haruhi ero sempre molto distante. Avevo deciso di trattenere un
certo rapporto di distanza. Appena lei fu definitivamente fuori dal
condominio, mi gettai sul letto a fissare il soffitto.
-Chissà se a lui... Nah, magari non mi ha nemmeno notata...
Magari si è preso cura di me solo perché gli facevo
pena...- arrossii lievemente trattenendo le lacrime.
Il ragazzo della quale mi ero innamorata, probabilmente, non provava
nulla nei miei confronti. Continuavano a tornarmi in mente i suoi occhi
color dell'ebano. Dio! Mi faceva impazzire!
Io non sapevo nemmeno come rintracciarlo... Non sapevo nè dove
abitasse, ne, tantomeno, come si chiamasse... Solo il rimpianto di non
sapere il suo nome mi distruggeva...
Sentii un suono. Era il mio telefono! Lo cercai come una pazza furiosa
per ogni angolo della stanza, quando poi mi accorsi che era sul
comodino. Esattamente dove l'avevo lasciato ieri sera.
Risposi. -Mikuru Asahina?- non sapevo chi fosse. -S-sì, sono
io... Chi...- nemmeno mi fu lasciato il tempo di completare la domanda.
-Ci vediamo alle 16.00 in punto dalla sua università, e mi
raccomando, nessuno deve sapere di questa conversazione. Arrivederci.-
Fissai il vuoto. Chi era che mi voleva vedere? E dovevo andarci? E
perché mi dava del voi?
Erano tante le domande che mi sorgevano nella testa... Decisi di
chiamare Haruhi. Appena composi il suo numero mi venne in mente quello
che aveva detto la voce "e mi raccomando, nessuno deve sapere di questa
conversazione.".
La cosa mi spaventava un poco... Guardai sul display del mio telefono
che ore erano: le 14.15. Avevo ancora 1 ora e 45 minuti prima
dell'incontro. Decisi allora di andare a farmi una doccia.
Appena finii mi asciugai velocemente dato che avevo perso tempo. Mi
restavano solo 45 minuti. Mi vestii il più in fretta possibile
indossando un abito bianco, stretto sotto il seno e corto fino alle
ginocchia, un coprispalle azzurro e un paio di ballerine azzurre in
tinta con il coprispalle.
Mi pettinai velocemente i capelli e infilai nella borsetta bianca lo
stretto necessario: telefono, chiavi di casa e portafoglio. Uscii
chiudendomi la porta alle spalle e lanciai un'ultimo sguardo al
telefono: 15.30.
Avevo solo 30 minuti per scoprire chi mi aveva chiamata e perché
mi voleva vedere. Mi diressi verso il mio istituto. Mentre camminavo mi
persi nei miei pensieri. Pensai che forse c'era una connessione logica
tra l'uomo che mi aveva chiamata e "quel ragazzo"...
Tutte le volte che pensavo a lui il mio cuore palpitava velocemente...
Arrivata al mio istituto non ci trovai nessuno. Era un posto deserto.
Mi metteva tristezza così, però era domenica, ed era
logico che non ci fosse nessuno...
Guardai il telefono. Segnava le 15.50. Mancavano solo 10 minuti... 10
minuti che parvero interminabili. Mi sedetti su una panchina posta
accanto all'entrata dell'istituto, quando notai qualcosa in
lontananza...
Un'auto nera mi si avvicinò. Furono attimi di terrore. Avevo
paura che fosse un maniaco o qualcosa del genere. Guardai l'orologio
che si trova di fronte alla mia scuola: segnava le 16.00 precise.
L'auto si fermò e vidi una figura all'interno.
Questi scese e mi guardò -Buongiorno signorina Asahina.- fece
un'inchino. Lo guardai. Non aveva nulla di familiare. -B-buongiorno a
lei.- feci un leggero inchino. -Non si scomodi signorina.- detto questo
aprì una portiera dell'auto e mi fece cenno di salire.
Quando fui dentro mi accorsi di non essere sola...
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Capitolo 3 *** Verità. ***
1 Cap
Dentro quell'auto
c'era lui... Il ragazzo che avevo occupato la mia mente in questi
ultimi 2 giorni... -Ciao Mikuru.- -C-ciao.- lo guardai. Era bello come
me lo ricordavo. Si accorse che lo stavo guardando e si girò.
Incrociò il mio sguardo. Arrossii nel giro di pochi istanti e
poi abbassai il viso per nascondere il mio rossore. Forse mi aveva
vista. Che importa! Dopotutto è lui che mi provoca queste
emozioni continue.
-Ciao!- sentì un'altra voce. Alzai il viso e vidi una ragazzina.
Ero così attenta a lui che non mi accorsi che non eravamo
soli... -Ciao. Io sono Mikuru.- sorrisi. Anche la piccola sorrise.
-Piacere io sono Rin.-
disse mostrando un sorriso enorme, e aggiunse che anche lei aveva
ricevuto una chiamata. Lei sì che mi dava prova di coraggio. Era
più piccola di me, si trovava su un'auto piena di sconosciuti e
non batteva ciglio.
La osservai. Era una ragazzina di età compresa tra i 13 e i 14
anni. Aveva il mio solito colore sia di capelli che di occhi.
Guardandola meglio sembrava una "me" in miniatura... Mi chiesi che ci
faceva qui pure lei.
Mi appoggiai con la schiena sul sedile dell'auto e diressi il mio
sguardo fuori. Quel posto io non l'avevo mai visto. Era un lato di
Tokyo a me sconosciuto. Così, con i miei pensieri per la mente,
rimasi incantata a guardare fuori dal finestrino.
-Ah, io sono Ryuga Hideki. Però chiamami Ryuzaki. Il mio nome
non mi piace.- fui distratta dalla sua voce. Ryuga Hideky, o meglio,
Ryuzaki. Ora so come ti chiami! E tu non sai come mi hai resa felice
con questa notizia.
-Ok, Ryuzaki.- lo guardai negli occhi e sorrisi. Per un attimo scesi
con lo sguardo. Fermandomi sulle sue labbra. -Siamo arrivati!.- i miei
pensieri furono interrotti. -Evviva! Non ne potevo più di stare
in macchina! Mikuru, Ryuzaki venite!-
Rin si precipitò fuori, seguita da me e da Ryuzaki. -Signorine
venite da questa parte, prego.- io e Rin entrammo in quello che
sembrava un'antico castello. La ragazza entrò prima di me. Era
agitata e curiosa.
Non ho mai visto una persona comportarsi così davanti al nulla.
Perché in effetti non sapevamo ne perché eravamo
lì, ne dove eravamo. Eppure lei era felice. Quella ragazza mi
spaventava un pochino. -Mikuru-chan vieni a vedere!-
-Bambine!- una voce mi distolse dal mio pensiero. Guardai quella
figura. -Papà!- esclamammo all'unisono. -Papà?- la
guardai. Era mia sorella? Io non ho sorelle... Chi era in realtà
quella ragazza? Ci guardammo. -Chi sei?-
lei mi guardò. -Chi sei tu!- -Mikuru ti spiegherò a tempo
debito.- -Papà...- -Mikuru non è il momento... Voglio
farvi sapere perché siete qui tutt'e due.- guardai la ragazzina.
Chi era? Tornai a guardare papà. Mi nascondeva qualcosa, questo
era logico...
Ma cosa? -Mikuru... Rin... Voi siete in pericolo...- -Come mai?- chiese
Rin. -A proposito... Perché sei qui? Mamma dov'è? Sta
bene?- lo guardai tristemente. -Mikuru...- mi si avvicinò. Mi
sentii il cuore stringere in una morsa.
Mi misi a piangere senza contenere le lacrime. Sentivo scendere le
lacrime sul mio viso. La mia mamma... L'unica donna che nella mia vita
avevo amato... Sentii qualcuno che mi abbracciava da dietro. Le lacrime
si fermarono all'improvviso e arrossii.
Non riuscivo a capire perché mi avessi abbracciata, Ryuzaki, ma
questo gesto mi piaceva tanto. Mi girai e piansi stretta tra le sue
braccia. Mi davano un senso di protezione. Il mio cuore batteva
fortissimo. Per un attimo mi ero dimenticata della sparizione di mamma.
Mamma perdonami, ma sono tra le braccia dell'uomo che amo! -Mikuru va
tutto bene?- -S-sì...- lo guardai e accennai un sorriso. Io ti
amo. Volevo dirtelo... Però non avevo ne il coraggio ne
l'occasione... -Mikuru se stai meglio posso continuare a dirti tutto...-
-S-sì... Papà.- sorrisi. -Bene. A questo punto potrei
cominciare...- mi guardò. Certo, il mio viso era straziato dalle
lacrime e la mia mente dalla perdita di mamma, però riuscii a
fare un sorriso. Un sorriso triste, ma con un velo di sincerità,
felicità.
-Siamo qui perché, come già detto, siete in pericolo. Ho
ingaggiato L e il signor Watari a finché vi possano
protegere...- momento. Chi era L? Che Ryuzaki mi avesse mentito
riguardo al suo nome? Non ci posso credere, nemmeno avevamo iniziato e
già mi aveva mentito...
Non potevo perdonarlo. Decisi di lasciare perdere L, Ryuzaki o come
diamine si chiamasse e concentrarmi su ciò che diceva mio padre.
La sua voce irruppe nei miei pensieri... -Mikuru? Ci sei?- -Oh, scusa
papà... Mi ero distratta...- -Mikuru non è da te... Che
ti prende?-
-Stavo pensando al fatto che siamo in pericolo... Ma in che senso?-
bugia! -Potreste essere catturate... Non apparteniamo tutti e tre allo
stesso spazio tempo, ma non a questo spazio tempo... Vostra madre
è stata catturata per una ricerca... Io ho paura che possano
fare del male anche a voi due...-
ci furono numerosi minuti di silenzio... Mia madre? Catturata?
Bè, almeno sapevo che non era morta... Ma, papà, di quale
ricerca stava parlando? Stavo per formulare la domanda quando Rin mi
interruppe. -Che tipo di ricerca?- quella ragazzina mi legge nella
mente.
-Non posso fornirvi i dettagli... Sappiate solo che passerete qui la
notte, poi vi recherete a scuola, come tutti i giorni... Dovete
comportarvi come se non fosse successo niente... Mikuru tu starai con L
e Rin sarà accompagnata da Watari...- Nemmeno lo lasciai
terminare...
-Papà non ti sembrano conclusioni affrettate?- dissi e il mio
viso era arrossito... Però ero anche arrabbiata... Non mi andava
di stare da sola con lui. Prima sì, prima l'amavo, prima era
diverso. Ma ora no! Ora lo odiavo! Altra bugia! Mikuru, se sei
veramente innamorata di L non lo dimentichi!
Odiavo il mio "io" interiore... Mi faceva capire che alcune mie scelte
erano sbagliate... Avevo una sorta di "Grillo Parlante". Però,
non si trovava sulla mia spalla, ma proprio nel mio cervello... Era
lì. Da 18 anni a questa parte è sempre stato lì,
non se ne è mai andato...
-Mikuru perché? Mi pare la soluzione più logica dato che
frequentate la stessa università...- poi ricordai... Giusto. Era
lì il luogo dove la prima volta l'avevo incontrato. -Ok. A me va
bene.- guardai Ryuzaki in cerca di un "mi va bene" o "non mi va
bene"...
O almeno una smorfia. Ma niente. Quel ragazzo mi perplimeva un poco...
-Pure a me va bene.- aveva parlato. E aveva detto a mio padre che gli
andava bene passare la notte e la sua vita con me fino a che questa
storia non fosse finita... Guardai l'orologio.
Erano già le 19.00. Erano passate 3 ore da quando ero entrata in
quella casa. 3 ore nelle quali avevo capito che la mia vita era in
pericolo...
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Capitolo 4 *** Attimi. ***
-Mikuru, Rin seguite Watari... Vi indicherà le vostre
stanze...- -Venite da questa parte, signorine.- io e Rin seguimmo
l'anziano signore. Mentre io e Rin ci dirigevamo nelle nostre stanze mi
guardai attorno. Quel castello aveva un non so che di spettrale...
Apparte l'essere completamente fuori città, era vuoto.
Chissà papà com'era arrivato qui... Magari nel
mio futuro è una villa piena di spazi verdi e con tanti
fiori. Però, ora come ora, questo posto mi metteva
terrore...
Avevo paura che un fantasma potesse sbucare fuori in un qualsiasi
momento... -Signorina Mikuru questa è la sua stanza.- disse
aprendo una porta immensa che dava su una camera altrettanto immensa.
-Grazie.- dissi con un semplice inchino.
-Di niente.- sorrise e chiuse la porta portandosi dietro Rin. Pensai
che almeno io e lei potevamo stare in camera assieme, dato che dovevamo
parlare. Invece no. Mi fu affidata la stanza con Ryuzaki. Mondo
crudele! Però quella cosa non mi dispiaceva...
Girai per la stanza. Era talmente tanto grande che avevo paura di
perdermi per trovare la porta. La cosa che mi colpì di
più erano le tende. Rosse. Come il mio colore preferito.
Scostai le tende e mi accorsi che c'era un balcone. Aprii la
porta-finestra e uscii.
Era bellissimo. Mi sentivo libera. Non avevo più quel
condominio che occupava la mia vista. Di qua si vedeva il mare. Sentivo
anche l'odore della salsedine. Avanzai e mi appoggiai alla ringhiera.
Era tutto così bello. E avevo pure ritrovato
papà.
E aggiungiamo una sorellina. Però non sapevo ancora
spiegarmi che era successo a mamma... Alzai lo sguardo al cielo e mi
accorsi che c'era una stella. Sirio. La prima stella. La guardai
attentamente ed esprimei un desiderio. Sperando che si
avvererà!
Una lieve brezza mi fece venire i brividi. Al giorno era caldo, ma non
abbastanza alla sera. Così decisi di rientrare. Chiusi la
porta e mi gettai sul letto mentre qualcuno bussò. -Avanti.-
pigolai. Non so se quel qualcuno mi avesse sentita...
Mi misi a sedere e guardai quella figura: era Ryuzaki.
Chissà che voleva. Il mio cuore cominciò a
battere velocemente e arrossii, di nuovo, senza motivo. -A-ah, sei tu.-
dissi. Potevo starmene zitta! Sapevo che non mi avrebbe risposto.
-Ti ho svegliata?- mi aveva risposto! -N-no.- sorriso. -Ero uscita a
prendere una boccata d'aria, ma fa tanto freddo e così ho
deciso di entrare...- altro sorriso. Ma che ci trovi da ridere, scema!
-Stai bene?- di poche parole, ma non so perché erano rivolte
a me...
-Sì.- sorriso. -Però fa un pò
freddo...- dissi stringendomi nelle spalle. -Tieni.- si levò
la felpa e la diede a me e poi andò a chiudere la
porta-finestra. Io arrossì. Credo di essere arrivata ad
essere in tinta con le tende rosso fuoco. -G-grazie.- non riuscii a
dire altro.
-Di niente.- sorrise. Ha sorriso? Sì! Ed è
bellissimo quando lo fa... Mi persi in quel piccolo atto di
felicità dalla sua parte. Magari era contento di stare con
me. Ma che dico!? Non è possibile. Continuando a rimuginare
nei miei pensieri mi misi la sua felpa.
Mi stava un pò grande. Io ero molto più piccina
in fatto di altezza. Quindi mi trovavo addosso una sorta di coperta.
Sentivo il suo profumo. Il suo profumo era addosso a me. Arrossendo mi
sdraiai sul letto accoccolandomi sul letto. Mi sembrava che fosse qui
accanto a me.
Era così bello. Mi abbracciai al cuscino e chiusi gli occhi.
Era ora di cena, ma io ero stanca. Mi addormentai. Non so per quanto.
Il mio sonno fu interrotto quando mi accorsi di non essere da sola su
quel letto. Mi girai di scatto e andai a sbattere contro qualcosa.
Aprii gli occhi di colpo. O magari era... Qualcuno? Guardai meglio,
oltre il buio. Mi pareva di aver sbattuto contro qualcuno. Allungai le
mani, ma non ci riuscii. Dopo un secondo sentii una presa da dietro.
Due braccia.
Mi tirarono in avanti e andai a sbattere con il viso sul petto di
qualcuno... Subito mi venne in mente il suo profumo... Arrossii. Il mio
cuore si era rassegnato. Tremai come una fogliolina che cinge a
staccarsi dal ramo. Ero piena di brividi.
Che fosse questo, l'amore? No! Io me l'ero dimenticato... Io non mi
ricordavo più di lui! Volevo cancellarlo dalla mia mente.
Eppure, stare lì con lui su quel letto mi faceva pensare ad
altre cose... Dopotutto, l’amore è come una
battaglia… Ciò che non ti uccide ti
rafforza… Indissolubilmente.
Pensavo di essermi liberata del suo pensiero. Però non era
così... All'improvviso sentii un tuono. Mi strinsi a lui
senza pensarci. Ero terrorizzata. Lui mi strinse. -Hai paura?-
sussurrò. Allora era sveglio... -U-un pochino.- dissi con un
filo di voce.
-Ne ho sempre avuto paura...- un altro tuono. Questo però
era più forte. Mi lasciai scappare una lacrima dallo
spavento e lui mi strinse più forte. -Per stanotte
dormirò io con te.- il mio cuore batteva all'impazzata.
-M-ma n-non ti preoccupare.-
dissi singhiozzando. Lui mi guardò e mi asciugò
le lacrime. -Non posso lasciarti così da sola.- con una mano
fece pressione sulla mia testa che andò ad appoggiarsi sul
suo petto e lui, con la sua testa, si appoggiò sulla mia.
Era così bello stare così con lui...
Mi sentivo protetta. Io ti amo! Volevo gridarlo, ma avevo promesso a me
stessa che non l'avrei mai fatto. -Che buon profumo che hai, Mikuru.-
non ero sicura che fosse sveglio. -G-grazie.- risposi con grande
imbarazzo. -Di niente.- probabile che era sveglio.
-Posso chiederti una cosa, Ryuzaki?- -Chiamami L.- -Ok, L... Comunque
posso farti questa domanda?- alzai il viso e i miei occhi castani
andarono a perdersi nei suoi. -Dimmi.- sorrise. Un altro sorriso? Mi
vuole morta! -P-perché v-vuoi stare qui con me?-
lo guardai. Sussultò. Immagino un filo di imbarazzo.
Però lui non arrossiva. -Perché non ti posso
lasciare da sola. Hai paura. E ora dormi che domani dobbiamo alzarci
presto.- Io non ci volevo andare a dormire! Io volevo parlare con lui.
-M-ma n-non ho sonno!- dissi tremando. Tremando di gioia,
felicità... Non so per cosa. Io ti amo! Stupida "io"
interiore che non mi permette di dichiararmi al ragazzo che amo. Giuro
che a volte mi odio. -Perché tremi?- si avvicinò
con il viso.
Eravamo a meno di 30 centimetri l'uno dall'altra. Sentii le mie guancie
prendere fuoco. Ebbi una vampata di calore, la mia temperatura
superò quella di una persona con la febbre. -N-no!- -Sei
tutta rossa. Sicura di stare bene?- lo guardai. No! Non stavo bene per
niente!
-S-sì... Tutto ok.- sorrisi cercando di allontanarmi per non
rischiare un infarto. -Ok Mikuru.- indietreggiò anche lui e
tirai un sospiro di sollievo. Ero salva. Altro tuono. Le lacrime
scesero senza un comando, andando a bagnare le mie guancie
già di colore rosso per le emozioni provate prima.
Singhiozzai spaventata. -Ci sono qui io con te.- mi guardò e
mi tirò a se... Non l'avesse mai fatto...
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Capitolo 5 *** Segreti. ***
Mi ritrovai con la mia bocca completamente appoggiata a quella di
Ryuzaki. Non ci posso credere! Spalancai gli occhi così
tanto che pensai che mi stessero uscendo fuori dalle orbite. Mi trovai
a guardare i suoi occhi confusi da quel gesto.
Pure io ero confusa, però erano giorni che attendevo quel
momento. Mi allontanai da lui imbarazzata. Ci furono minuti di
silenzio, interrotti dalla pioggia che batteva sui vetri e dal rumore
del mio cuore che batteva come un tamburo...
Lo guardai. Era visibilmente in imbarazzo, però non lo
faceva trapelare... Mi morsi il labbro inferiore. Avevo desiderato
così tanto quel bacio che appena ci fu, anche se solo per
poco, ne volevo subito un altro. Volevo morire con i suoi baci.
Lo guardai. Notai che era concentrato sulla mia bocca. Si
avvicinò. Fu così veloce che non ebbi nemmeno il
tempo di scostarmi che mi ritrovai di nuovo con la bocca appoggiata
alla sua. Questa volta chiusi gli occhi. Non volevo che mi guardasse.
Gli presi il viso tra le mani e lo sentii scivolare su di me. Ora io
ero tra di lui e il letto. Mi morse il labbro. Gemetti. Aprii
leggermente la bocca. Lui approfittò del mio momento di
distrazione per andare a prendere tra le sue labbra la mia lingua.
Mi morse la lingua. Gemetti. Sentii le sue mani che mi toccavano i
fianchi. Il suo tocco era così delicato che mi riempiva di
brividi. Inarcai la schiena e il mio petto andò contro il
suo. Sentii i nostri cuori battere all'unisono...
Continuò a mordere il mio labbro e leccare ogni lato della
mia bocca. Poi con le sue mani andò ad infilarsi sotto il
mio vestito. Le sue mani erano fredde, e io continuavo ad avere dei
brividi. Continuai a gemere e ad arrossire ogni 3,4 secondi...
Staccò le sue labbra dalle mie e si appoggiò con
il viso nell'incavo del mio collo. Sentivo il suo respiro sulla mia
pelle. Avevo caldo. Mi diede dei piccoli baci. Risi. Mi faceva un
pò il sollettico. Mi morse piano. Gemetti di nuovo. Mi
levò la sua felpa.
Non so fino a cosa voleva arrivare... Però lo lasciai fare.
Mi baciò di nuovo. Un bacio superficiale, diverso da quello
di prima. Mi morse un pò il collo. Gemetti e strinsi gli
occhi arrossendo. Poi si avvicinò al mio orecchio,
sussurrando -Non è il momento...-
aprii gli occhi e lo guardai. Il momento per cosa? Lui si
alzò e andò in bagno. Dopo qualche minuto sentii
l'acqua scorrere. Si stava facendo la doccia. Mi misi a sedere e mi
portai una mano al collo. Mi alzai dal letto e presi il telefono che
era ancora dentro la mia borsa.
Lo accesi e vidi una marea di chiamate perse... Tutte, e sottolineo
tutte, di Haruhi! Che quella ragazza si stesse preoccupando per me?
C'era anche un messaggio. Lessi: "Mikuru dove sei finita? Sono venuta a
casa tua, ma non c'era nessuno! Era tutto chiuso!
Sei uscita con qualcuno, eh Mikurella? Comunque sappi che anche se tu
sei uscita con qualcuno che io non conosco, domani a scuola farai i
conti con me! Over! Haru!" Tutti i suoi messaggi terminavano con "Over"
era tipo un motto per lei...
Bloccai la tastiera e solo in quel momento mi accorsi che erano
già le 7.00. Tra meno di un'ora dovevo trovarmi in
università! Guardai dentro l'armadio. Cercai l'uniforme. Non
la trovai. Già, stupida! Era a casa. Bussarono. -Avanti.-
gridai.
-Tenga la sua uniforme signorina Mikuru.- disse Watari mentre mi
consegnava l'uniforme. Dio, come adoravo quell'uomo! -Grazie.- si
chiuse la porta alle spalle e io ebbi il tempo di cambiarmi. Passai
davanti allo specchio e notai uno strano segno rosso sul collo...
Non potevo uscire così! Cercai di pettinarmi i capelli in
modo tale che non si vedesse tanto quel segno. -Bene. Perfetto. Non si
vede più!- dissi entusiasta del mio lavoro. Presi la mia
borsa e uscii da quella stanza, lasciandomi alle spalle ciò
che accadde quella notte.
Almeno avevo coperto il segno alla vista umana... -Nee-chan!- Rin. -Che
hai fatto sul collo?- avevo detto vista umana... Quella ragazzina mi
spaventa. -Nulla.- dissi celando tutto con i capelli. Era troppo
piccola per spiegarle tutto. Le avrei rovinato la vita...
-Spero solo che non faccia male...- -Macché. Mi
sarò graffiata con le unghie mentre mi pettinavo...- bugia!
Mikuru, da chi hai imparato a mentire? Haruhi. Mi pare logico... Rin
non mi pareva convinta. -E se l'andassi a dire a papà?- mi
guardò con aria di sfida.
Piccola ricattatrice! -Ehm... No, ti prego.- quella non era mia
sorella! Era la piccola reincarnazione della cattiveria. -E va bene, mi
arrendo... Che vuoi?- -Uhm... Non lo so... Potresti lasciarmi il tuo
ragazzo.- tono di sfida. -Momento... Di chi parli?.- -Ryuzaki.-
arrossii di colpo. -M-ma n-non è il mio ragazzo!- cercai di
replicare. -Se... Certo. Come no! E poi tu vorresti farmi credere che
quel segno te lo sei fatta da sola?- perspicace la ragazza.
Sì, questa non è mia sorella. Io ci sarei
cascata... Anche a 18 anni.
-Uhm... Rin ti prego non dirlo a nessuno!- piagnucolai. Ma dimmi te se
a 18 mi faccio mettere i piedi in testa anche da una ragazzina di 13...
Mi sento piccina. -Tantomeno a papà.- la guardai. Questa
volta ero io a dettare legge. -E sentiamo... Che farai per me?-
ricatto. -Ciò che vuoi.- sottomissione. -Ci penseremo oggi
quando torneremo a casa. Nel frattempo sarò una tomba.- fece
un segno per indicare che avrebbe tenuto la bocca chiusa. Grazie cielo!
Le diedi un bacetto sulla guancia. -Grazie nee-chan.-
Andammo di sotto. Dovevo ancora fare colazione, ma non avevo il tempo
materiale. Mancavano solo 20 minuti all'inizio delle lezioni e
l'università si trovava dal lato opposto della
città. -Buongiorno.- quella voce. Quella voce la conoscevo
troppo bene...
-Buongiorno nii-san!- disse Rin saltandogli al collo. Momento. Nii-san?
Spero che sia solo una manifestazione d'affetto... Sennò
è pure fratello mio! -B-buongiorno.- dopotutto dovevo
comportarmi come se non fosse accaduto nulla. -Ciao Mikuru.-
-Ragazze oggi dovete assolutamente comportarvi come se non fosse
successo nulla.- disse mio padre. Io già lo stavo facendo.
-Ora andate o farete tardi.- diede un bacio sulla fronte prima a me e
poi a Rin. Si avvicinò a Ryuzaki e gli sussurrò
qualcosa.
Non ero riuscita a sentire, ma la risposta di L fu -Non si preoccupi.
E' in buone mani.- un brivido mi percosse. Mi erano venute in mente le
immagini della notte precedente. Rin mi guardò. -Miku! Stai
bene? Sei pallida...- -Sto benissimo!- dissi arrossendo di
più.
-Andiamo. Non perdiamo tempo.- lo guardai. Antipatico! Prima fa il
gentile e poi detta legge! Uff, come non lo sopportavo...
Però era sia nella mia mente che nel mio cuore. Uscimmo e
Watari era già lì pronto in macchina. Appena ci
vide uscì e andò ad aprirci la portiera.
-Grazie Watari!- esclamò Rin. Ma da dove le usciva tutta
quella energia a quell'ora del mattino? -Grazie.- feci un lieve inchino
e mi andai a sedere. Rin si sedette tra me e L. Voleva tenere la
situazione sotto controllo. Tanto io avevo deciso di parlargli il meno
possibile dopo quella notte.
Guardai fuori dal finestrino e presi il telefono in mano. Dovevo
avvisare Haruhi che non mi doveva aspettare sotto casa. Andai tra i
ricevuti e le risposi: "Suzumiya-san, sono Mikuru. Volevo dirti che
arriverò con un'amica. Non ti preoccupare, sto bene. E' solo
che questa notte ho dormito con lei...
Quindi non mi aspettare fuori casa. Vai in facoltà e io
arriverò tra poco. Siamo già per strada. Baci,
Miku.". Inviato. Chissà se aveva bevuto a quella storia.
Speriamo. Non mi andava di andare a raccontarle tutto. Guardai Rin. Le
sorrisi. Lei si mise appoggiata alla mia spalla. Era così
carina e fragile.
Le accarezzai una guancia e con la coda dell'occhio vidi che L mi
guardava sorridendo. Arrossii, però non tolsi lo sguardo
dalla mia sorellina. -Siamo arrivati.- disse Watari. Erano le 7.50. Non
eravamo poi così lontani dalla scuola. Diedi un piccolo
bacetto sulla fronte a Rin e scesi.
-Grazie. Ci vediamo al termine delle lezioni.- vidi l'auto ripartire.
Mi girai per entrare, però mi sentii afferrata per un polso.
-Mica le avrai detto qualcosa.- -No, tranquillo...- mi girai e lo
guardai sorridendo. -Sarà il nostro piccolo segreto.- gli
feci la lingua e mi liberai dalla sua presa entrando a scuola.
Non potevo dire qualcosa a Rin. Nemmeno a papà. Haruhi poi
non capirebbe. Quindi sarà il nostro piccolo segreto...
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Capitolo 6 *** Vita. ***
-Mikuru Asahina!- quella voce non prometteva nulla di buono...
-Suzumiya-san.- dissi con tutta la tranquillità possibile.
In casi come questi dovevo mantenere la calma.... -Dove diamine sei
sparita ieri?
Ti ho cercata per tutta la città e per di più
avevi il telefono spento!- -No, non era spento... Molto probabilmente
non prendeva. Comuque ti ho detto che ero a casa di un'amica... E mi
sono fermata lì per la notte...- avevo paura che arrivasse
alla mia bugia...
Lei era come Rin... Non le si poteva nascondere nulla...-Mikuru dovevi
avvisarmi prima! Se ti ricordi mi avevi detto che saremmo uscite
insieme, però tu mi hai dato buca all'ultimo... Mikuru non
è da te!- la sua voce era accusatrice.
Mi stava accusando di averla lasciata da sola... -Suzumiya-san mi
dispiace... Non volevo... Mi perdoni?- la guardai. Tutti ci guardatono.
-Che avete da guardare?- sbraitò lei. Io continuai a
guardarla con uno sguardo da cucciola indifesa. Il mio sguardo era
sempre da cucciola indifesa.
Però questa volta concentrai il mio sguardo in modo tale che
dovesse dire di "sì" per forza... -No!- urlò.
-Anzi, prima...- la sua sfuriata fu interrotta. -Suzumiya, Asahina!-
era la professoressa. La lezione era iniziata e noi non ce ne eravamo
accorte. -Professoressa mi dispiace.-
-Asahina da te non me la sarei mai aspettata... Fuori! Tutt'e due!-
detto ciò io e Haruhi fummo sbattute fuori dall'aula. Io mi
appoggiai con la schiena contro il muro e mi lasciai scivolare a terra.
-Dai, finisci di dirmi.- la guardai. Mi guardò e si
avvicinò scostandomi i capelli dal collo.
-E questo?- ecco. Nemmeno lei era un essere umano. -Nulla.- -Nulla no!
Se eri con un'amica, questo morso chi te l'ha fatto?- mi guardava
incredula. Sicuramente cominciava a pensare che avessi "certe"
tendenze... -E stata mia sorella.- Rin perdonami. -Hai una sorella?-
-Certo!-
risposi come se fosse scontato. -Non lo sapevo... E perché
ti avrebbe morsa?- -Perché l'ho fatta arrabbiare e mi
è saltata addosso.- Haruhi, in realtà non lo
sapevo nemmeno io fino a ieri. Poi si fece seria. Non l'ho mai vista
così... Mi nascondeva qualcosa. Anche lei!
-Mikuru posso chiederti una cosa?- -Dimmi Suzumiya-san.- sorrisi. -Ma
tu non sei di questo mondo, vero?- sussultai. Haruhi non sapeva nulla
sulle mie origini, anche se io ero lì per il suo volere...
-Ma che dici?- la guardai. Continuai a mentirle. -Un uomo ieri ti
cercava... Ti voleva.-
la guardai. Di chi stava parlando? -Però io non sapevo come
rintracciarti...- mi alzai. -Suzumiya-san non parlare mai
più con quell'uomo, sono stata chiara?- mi
guardò. Non mi aveva mai vista così... -Solo se
tu mi prometti che poi mi racconterai tutto...- -Promesso.- sorrisi.
La campanella annunciò la fine delle lezioni. -Ora scusa, ma
devo andare... Ciao.- la salutai con un cenno della mano e mi misi a
correre. Dovevo trovare L. In circa un'ora avevo girato tutto
l'istituto. Giustamente non sapevo che corso frequentasse,
così continuai a correre per cercarlo...
Ma a vuoto. Non lo trovavo, ed ero parecchio stanca... Le mie gambe
cedettero e mi appoggiai ad un muro. Mi acasciai a terra... Mi portai
una mano al petto e respirai a fatica. Sentii qualcuno che si
avvicinò, ma non ci feci troppa attenzione. Non lo vidi in
faccia, la mia vista era annebbiata...
Quell'individuo mi prese in braccio. Io svenni. Non so per quanto
rimasi svenuta... Però al mio risveglio stavo già
meglio. Talmente tanto bene che mi accorsi che non ero più
nel mio istituto... Ero nella stanza di qualcuno. -Stai bene?- e non
ero nemmeno da sola. -S-sì.- dissi debolmente e mi misi a
sedere.
-Ah, che scemo! Non mi sono presentato.- sorrise. -Piacere io sono
Usui.- -I-io sono Mikuru.- sorrisi. Usui? Non c'era nessun Usui nella
mia vita... Quindi dovevo stare attenta... Alzai il viso e il mio
sguardo andò ad incrociare l'orologio appeso al muro; erano
già le 16! Ero parecchio in ritardo. Con un saltello scesi
dal letto...
-Scusa, ma devo andare. Sono in ritardo...- Non pensai proprio che le
cose potessero andare a peggiorare... Lui mi afferrò per un
polso sbattendomi al muro. -Sei in ritardo? Per cosa?- i miei occhi
mostravano che ero visibilmente spaventata. Lui mi guardò e
rise. Era divertito dal mio terrore.
Mi dimenai per fargli allentare la presa, però lui strinse
il mio polso con la mano. -M-mi fai male! Lasciami!- dissi
piagnucolando. Lui si piegò su di me andandomi a sussurrare
all'orecchio... -Devi andare dal tuo ragazzo? Che peccato... Mi sa che
da oggi non lo vedrai più... Piccola Asahina.-
continuò a ridere.
Io ero ancora di più spaventata. Strinsi gli occhi e piegai
il viso da un lato. Le lacrime iniziarono a scendere. Agitandomi cercai
di spingerlo via da me con la mano rimasta libera, però lui
era fisicamente più forte di me e mi bloccò anche
l'altra mano. Ora ero completamente ferma... Immobilizata...
Nelle mani di un perfetto sconosciuto...
Il mio cuore batteva, ma non perché era innamorato,
perché era terrorizzato e non sapeva come sarebbe andata a
finire la cosa... Ero diventata una bambolina in mano ad uno
sconosciuto... Mi bloccò entrambi i polsi con una mano,
mentre con l'altra mi accarezzò il viso per poi andare a
prendermi il mento e scostare il mio viso in modo tale da essere di
fronte ai suoi occhi.
-Mi avevano che eri bella... Ma non ci volevo credere. Dopotutto anche
tua madre è una bella donna...- rise. Mamma?
-Dov'è mia madre?- gli urlai contro piangendo. -Anche quando
ti arrabbi sei bella...- mi guardò. Piansi. Lui mi
asciugò le lacrime. -Non rovinare questo tuo bel viso...-
rise. Stavo per perdere la pazienza. Mi agitai e gli sferrai un calcio.
Lui mi lasciò le mani e io mi diressi verso la porta.
-Asahina non finisce qui!- uscii. Piangendo. Non ero una ragazza forte.
E non so nemmeno come mi ero riuscita a liberare...Scappai da quella
casa... Tirai fuori il telefono e chiamai papà. -Mikuru?
Dove sei? Stai bene?- sighiozzai. -Sono quasi davanti all'istituto...
S-sto bene...-
-Watari è in zona, passerà lui a prenderti... Non
parlare con nessuno! Ti aspettiamo a casa... Ciao Mikuru.- mi sedetti
su una panchina continuando a piangere. Mi ero spaventata molto...
Continuavano a venirmi in mente quelle immagini... Erano stati attimi
di terrore. Il mio telefono squillò... -Pronto?- dissi con
un fil di voce.
-Mikuru stai bene? Mi hanno detto che sei svenuta e poi qualcuno ti ha
portata via...- Haruhi. -Sto bene. Sto andando a casa. Scusa, ma ora
devo andare... Ciao.- conclusi senza troppe spiegazioni. In lontananza
vidi l'auto che mi avrebbe salvata. Accostò e un uomo mi si
avvicinò. -Tutto bene, signorina?- mi guardò. Il
mio viso era straziato dalle lacrime.
Aprì la portiera. -Salga che l'accompagno a casa.- sorrise.
Salita in macchina mi accorsi che c'era pure il mio tormento...
-Mikuru.- mi guardò. Una lacrima scese. Lui mi strinse
forte. Quasi come volermi stritolare. Piansi, di nuovo. Queste erano le
sorelle delle altre lacrime che avevo versato prima. Singhiozzai. Ero
ancora spaventata... -Shh... Ora va tutto bene... Ci sono io qui con
te.-
un botto. Era il rumore di uno sparo. Il vetro dell'auto
andò a infrangersi. Il mio terrore aumentò, come
la velocità dell'auto. Dopo un paio di chilometri scoprimmo
di essere a casa, in salvo. Scesi dall'auto e mi andai a fiondare tra
le braccia di mio padre. -Siamo stati attaccati.- Watari
indicò l'auto. -Lo sapevo... Prima o poi l'avrebbero
scoperto che siamo qui...- mi strinse.
-Su Mikuru... Ora va tutto bene...- continuai a piangere come una
fontana... -Ryuzaki prenditi cura di Mikuru, accompagnala in camera...-
-Sì.- mi prese per mano e mi diresse in camera. -Mikuru!-
-Rin. Stai bene?- fece un cennò con il capo. -Tu?- dopotutto
non era così malefica... -Sì.- sorrisi e la
strinsi a me. -Vi lascio sole... Tornerò tra un
pò... Avrete tante cose da dirvi.-
detto questo, Ryuzaki, si chiuse la porta alle spalle. Io e Rin ci
sedemmo sul letto. Lei si strinse a me. Per un momento mi dimenticai
che non sapevo chi fosse... -Ti voglio bene nee-chan.- lei mi
guardò. Sorrisi. Era riuscita a farmi sorridere. -Anche io,
ti voglio bene sorellona.- giocò con i miei capelli e le
diedi un bacio sulla fronte. Poi mi lasciai cadere all'indietro... Si
accoccolò a me e si addormentò...
Le diedi un'altro piccolo bacetto sulla fronte e, abbracciandola, mi
addormentai anche io accanto a lei...
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Capitolo 7 *** Pericolo. ***
Non so per quanto rimasi abbracciata accanto a Rin. So solamente che
quando ci svegliammo era già notte inoltrata. Mi alzai senza
far rumore. Mi accorsi che anche L era lì, sdraiato sul
divanetto... Non so da quanto... Però c'era. Sorrisi.
Dopotutto era pure camera sua...
Rin si alzò sbadigliando. -Nee-chan io vado. Vi lascio da
soli- disse con una punta di malizia nella voce. Quella ragazzina mi
faceva andare in bestia. -Notte sorellina. E tranquilla non facciamo
nulla!- le diedi un colpetto sulla testa e lei mi diede un bacio sulla
guancia e uscì chiudendo la porta senza far rumore.
Mi avvicinai ad L e cercai di svegliarlo. -Ehi. Svegliati.- lo
scrollai. -Uhm.- sbadigliò. -Come mai sei sveglia?- mi
chiese. -Volevo farmi un bagno caldo prima di andare a letto.- sorrisi.
Lui si alzò e andò a mettersi sul letto. Si
distese e mi guardò. Non era il solito sguardo assorto. Era
uno sguardo malizioso...
Mi avvicinai all'armadio e presi un vestito rosa da mettermi dopo aver
fatto il bagno. Lui continuava a fissarmi. Io arrossii e decisi di
ignorarlo. -Ci vediamo quando ho finito, se sei ancora sveglio.- -Ok.-
si era offeso, probabilmente. Aprii la porta e appoggiai i vestiti sul
lavandino.
Mi tolsi l'uniforme e mi guardai allo specchio. Il segno era ancora
lì. E sul viso c'erano i segni delle lacrime che avevo perso
durante la giornata. Il mio viso era straziato dalle lacrime... Avevo
le guancie rigate... Mi sciacquai il viso e, tolti gli ultimi
indumenti, mi immersi nella vasca. Rimasi lì parecchio. Non
volevo andare di là...
Avevo paura di quello che mi potesse fare... Però dopo molti
ripensamenti alzai e mi avvolsi un asciugamano addosso. Mi guardai allo
specchio. Il mio viso era più rilassato. Sorrisi e mi
vestii. Dopo essermi asciugata e pettinata i capelli uscii dal bagno
facendo attenzione a non far rumore.
Chiusi la porta e appoggiai l'uniforme sulla sedia che stava vicina
alla finestra. Guardai fuori. Il cielo era completamente stellato. La
luce delle stelle si riflesse sui miei occhi. Erano così
belle. Decisi di andare a dormire. Era tardi. Guardai la figura di L
che dormiva. Avevo paura di svegliarlo...
Mi avvicinai al letto lentamente e mi feci piccola piccola in un
angolino in modo da non svegliarlo. Lo guardai dormire. Che bello che
era. Chissà cosa sognava. Lo guardai con occhi sognanti.
Speravo solo di essere nel suo sogno. Un giorno sarei riuscita a fargli
sapere che mi ero innamorata di lui... E parecchio!
Dopo vari pensieri mi addormentai.
Calcio. Rotolamento. Dopo vari movimenti colpii qualcuno -Ahi! Mikuru!-
mi sentii scrollare. -N-no! Lasciami!-aprii gli occhi. La luce del sole
era già entrata in quella stanza così feci fatica
a aprirli completamente... -Buongiorno L.- lo guardai e poi chiusi di
colpo gli occhi. Ero stanca. -Mikuru alzati o faremo tardi.-
-Non voglio.- pigolai nel sonno. -Non voglio andare a scuola!- mi
imposi. Sempre nel sonno... Rotolai nuovamente. Poi mi sentii scivolare
il vestito di dosso. Convinta che il mio vestito si fosse attaccato da
qualche parte mi misi a sedere per scastrarlo. Però alla
fine del mio vestito c'era una mano... Una mano fredda...
Con dita lunghe e affusolate... Conoscevo quella mano! L mi stava
spogliando! Arrossii di colpo e spalancai gli occhi all'inverosimile e
mi coprii con il lenzuolo bianco che stava sul letto. -C-che fai?- lo
guardai con in faccia le sfumature del rosso più scuro.
-Scusa, ma era l'unico modo per svegliarti.- si giustificò.
Mi alzai dal letto e lo guardai.
Lui si avvicinò. Io indietreggiai e andai a sbattere contro
il muro. Ero in trappola. Mi sfiorò le labbra con le sue.
-Buongiorno.- arrossii nuovamente. Le sfumature erano più
scure ora... -C-ciao.- lo guardai. Magari, stavamo insieme e
io non lo sapevo... Improbabile. Lui forse non mi amava...
Con quei pensieri per la testa lo spinsi fuori dalla stanza e, dopo
aver chiuso la porta, a chiave, mi misi l'uniforme. Uscii passandogli
di fronte, senza degnarlo di uno sguardo. -Ora, dopo che ti ho vista
mezza nuda fai la preziosa?- rise. Lo odiavo! Continuai la mia marcia a
testa alta. -Buongiorno nee-chan!- disse Rin.
-Buongiorno piccola.- sorrisi. Si avvicinò e
sussurrò... -Tu e Ryuzaki avete litigato?- -Non sono affari
tuoi.- detto ciò mi diressi verso la stanza di
papà... Dovevo parlare con lui... -Papà!- bussai.
Nessuna risposta. -Papà!- urlai. -Mikuru!- arrivarono Rin, L
e Watari. -Fate silenzio!- ordinai.
Dopodichè appoggiai la mano sulla maniglia della porta e con
una lieve pressione questa si aprì davanti a me... Quello
che vidi non mi piacque affatto... La camera era tutta in disordine e
di mio padre nemmeno l'ombra. -P-papà?- Rin entrò
per prima. La guardai cercare nostro padre.
Girava per ogni angolo della stanza, e quando si accorse che
lì non c'era nessuno mi guardò. -Mikuru?- disse
singhiozzando. Non le dissi nulla. Aprii le mie braccia e lei si
tuffò tra di esse. La sentì piangere e la strinsi
a me. -Dobbiamo andarcene di qui.- -Ha perfettamente ragione.- -Rin.-
-Dimmi Mikuru.- rispose tra i singhiozzi.
-Va' in camera tua e prendi lo stretto necessario e un paio di
vestiti... Tra 30 minuti ci vediamo in entrata. Ok?- sorrisi. Fece un
cenno con il viso. -Ti prometto che li troveremo.- si
illuminò e poi si diresse verso camera sua. -Watari, puoi
darle un'occhiata? Non voglio che le accada nulla.- -Si signorina.-
detto ciò seguì Rin.
-Vieni con me.- feci cenno a L di seguirmi. -Non ti lascio da sola,
scema!- lo guardai. Arrossii, però mi rigirai di scatto e mi
diressi verso la mia camera senza dargli la soddisfazione di averlo
perdonato. Presi la mia borsa e ci infilai dentro alcuni vestiti. Lui
mi guardava. Ne ero convinta. Ma non potevo distrarmi... Dovevo salvare
i miei genitori.
E l'avrei fatto. Mi diressi dalla porta. -E la borsa?- mi fece notare
lui. -Portala tu.- feci con aria di superiorità. Lui,
obbidì e prese la mia borsa e uscì dalla stanza.
Mi lasciai scappare una risata. Semplice. Lui mi guardò e
rise. Io arrossii. Maledetto! Presi il telefono in mano e chiamai
Haruhi.
-Pronto? Mikuru dove sei!? Tra poco iniziano le lezioni e tu non sei
ancora arrivata... Dove sei?- mi fece notare il lieve
ritardo. -Non sto tanto bene.- mentii. -Che hai? Se mi dici dove sei
vengo a trovarti...- -No. E' una cosa passeggera... A me basta che tu
avvisi gli insegnanti che io oggi non posso entrare. Sto malissimo.-
non era convinta, lo sapevo. E' che non ero mai stata brava con le
bugie. -Ok Mikuru! Vedi di riprenderti presto. Sennò
potresti fare una brutta fine! Ciao.- mi chiuse la chiamata in faccia.
Sospirai. L'aveva bevuta. -E che cos'è che tu avresti?- mi
guardò. -Non sono affari che ti riguardano!- aumentai il
passo. Scesi in entrata. Rin non aveva ancora finito.
Guardai nella direzione della sua stanza. -Spero che stia bene.-
sussurrai. Piansi. Non so perché. Lui mi asciugò
le lacrime e mi tenne stretta a se. Io arrossii e mi dimenticai di
avercela con lui. Rin mi tirò per la gonna. -Nee-chan.- mi
guardò. Io mi staccai da L. -Watari io so dove possiamo
andare...- detto ciò ci fece salire tutti e 3 in macchina e
ci dirigemmo verso Tokyo.
Dopo un paio di minuti fummo davanti alla mia ex casa. Un pò
mi era mancata. Entrammo. Dovevamo escogitare un modo per recuperare i
miei genitori senza farci prendere... -Guarda Mikuru!- -Rin scendi dal
letto. O per lo meno smetti di saltarci sopra.- la guardai. -Ti annoi e
non sai che fare?- -Esatto.- mi guardò tristemente.
-Allora disfa le valigie e metti apposto le tue cose nella stanza di
là.- sorrisi. So che non l'avrebbe mai fatto,
però tentai. -Ok.- mi disse piagnucolando, e trascinandosi
dietro la valigia se ne andò. -Mi dispiace fare la cattiva.-
guardai L e Watari. -Ora occupiamoci di cose serie.-
-Aspettate! Io ho avuto a che fare con un uomo che sa dov'è
mia madre...- -Ora tutto sta nel rintracciarlo...- finì L la
mia frase. -Io ho paura...- -Andrò io.- replicò.
-Ma sono i miei genitori. E ho promesso a Rin che li ritroveremo!- -Non
dire scemenze! Tu non puoi farcela da sola!- -Andate insieme...-
sentenziò Watari. -A me va bene.- aggiunse Ryuzaki e poi i
due mi guardarono.
-Ok.- sorrisi. -Inizieremo domattina.- lo guardai e annuii, poi me ne
andai da Rin, lasciandomi quei due alle spalle...
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