Il soldato

di E4e
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** avviso ***



Capitolo 1
*** capitolo 1 ***


Un lieve muoversi di dita sulla mia schiena, mi fece lentamente svegliare.
Mi rigirai nel letto, andando in contro all’abbraccio che tutte le mattine mi ricordava il perché della mia esistenza.
-Buongiorno, amore- sussurrò dolcemente sul mio collo. Mi fece venire la pelle d’oca.
-Ciao- dissi con la voce roca per il sonno.
Continuò con le dita a massaggiarmi la schiena, fino a quando non decisi di alzarmi.
-Tu mi vizi troppo. Andrà a finire che diventerò una scansafatiche, dipendente dai tuoi grattini- dissi, facendolo ridere.
Non avrei mai pensato che a Forks avrei visto il sole, tanto meno di trovarmene uno personale.
Nonostante Edward si sentisse un essere senz’anima, un mostro, io sapevo che la verità era ben lontana da ciò che lui pensava.
In diciotto anni della mia vita, non avevo trovato nessuno in grado di scaldarmi il cuore (in senso più che mai metaforico, dato che la temperatura corporea di Edward era pressoché quella di un ghiacciolo), nonostante Phoenix fosse una città popolosa e soleggiata.
Quella mattina eravamo soli: Charlie aveva una faccenda da sbrigare in aeroporto, mi suonava strano ma ero troppo impegnata a vivere la mia felicità per pormi altre domande.
-Che dici, passiamo a casa mia, dopo?- interruppe i miei pensieri Edward.
-Sì, è da un po’ che non vedo Emmett- dissi sorridendo. Suo fratello era un vero portento, logicamente volevo bene a tutti, ma con lui si era instaurato un feeling particolare.
 
Finito di mangiare, andammo come da scaletta a casa sua.
-Bella!- urlò Alice saltandomi quasi in braccio. Era un vampiro con degli atteggiamenti tipicamente umani!
-Ciao Alice. Se vorrai organizzare ancora il mio matrimonio, ti conviene tenermi in vita- dissi scherzando.
È sì, io ed Edward tra un mese ci saremmo sposati. Dopo una lunga ed estenuante meditazione avevo capito che sarebbe stato meglio così, anche per la mia famiglia.
Renee era entusiasta, nonostante mi avesse fatto temere la sua reazione. Non si poteva di certo dire la stessa cosa di Charlie: non si rassegnava all’idea di vedermi con Edward. Mancava un’altra persona veramente importante all’appello: mio fratello Bright. Aveva tre anni più di me, era in missione in Afghanistan da prima che io partissi per venire a vivere a Forks. Era sempre stato il mio fratellone, mi aveva insegnato ad andare in bicicletta, mi aveva aiutato a staccare il primo dentino da latte. Nonostante la mia vita, da quando avevo incontrato Edward, fosse perfetta mi sentivo come un vuoto dentro. Cercavo di non darlo a vedere, ma mi mancava tanto.
Mi sedetti sul divano, davanti ad Esme.
La sigla del notiziario fece capolino nel silenzio che si era creato nella stanza.
Lo facevano per me. Mi era venuta una mania verso i telegiornali: avevo sempre paura di cattive notizie.
-Hai sentito tuo fratello?- mi chiese Jasper.
-No, ultimamente no. Penso che comunque a breve lo avviserò del matrimonio. Anche se non penso potrà venire- dissi rabbuiandomi.
-Scusa Bella- disse lui, percependo i miei sentimenti.
-Non ti preoccupare Jasper, è la verità- risposi.
-L’inquinamento è uno dei gravi problemi che attanagliano la sorte del nostro pianeta- disse la giornalista alla televisione.
Prima che ricominciasse a parlare, però, il campanello suonò.
Mi girai verso Edward: non poteva essere mio padre, aveva detto che avrebbe fatto tardi per quella faccenda da sbrigare.
-È tuo padre- disse lui assumendo un’espressione enigmatica.
Intanto Carlisle, che non era di turno all’ospedale, andò ad aprire.
-Charlie- lo sentii salutare educatamente.
Sapeva dove trovarmi: se non ero a casa ero dai Cullen.
Mi concentrai di nuovo sul notiziario, attenta a captare informazioni.
-Ciao papà- salutai senza girarmi, ancora accoccolata addosso ad Edward.
-Ciao tesoro- mi rispose lui. La sua voce però non mi convinceva: mi sembrava emozionato. Nonostante sapessi non morisse d’entusiasmo nel vedere Edward, andava molto d’accordo con gli altri.
Mi girai incuriosita.
Rimasi immobile, con gli occhi sbarrati per la sorpresa: dietro ad un Charlie commosso, si erigeva un ragazzo alto, con i capelli color miele e una divisa mimetica.
-Bright- mi uscì fuori un tono strano.
-Piccola- disse lui emozionato. Allargò le braccia come quando eravamo più piccoli, per invitarmi a corrergli incontro.
Mi dimenticai delle mia mancanza di equilibrio, mi alzai e gli saltai in braccio.
Mi strinse forte a se, come a non volermi più lasciar andare.
Comincia a piangere, ma erano lacrime di gioia.
 
 
Buon pomeriggio a tutti!
Spero che questa OS vi piaccia. Non so molto di militari, soldati, marines ma sono delle figure che mi hanno sempre affascinato e per le quali ho molto rispetto.
Ho già pronto un altro capitolo, se mi farete sapere e se vi piacerà questo, posterò anche l’altro il prima possibile.
Fatemi sapere!Grazie.
Buona domenica.
P.S.:
altre mie storie:
-Florida
-Il mio sogno (che ho aggiornato ieri). 

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Capitolo 2
*** capitolo 2 ***




-Ehi, guarda che se mi inzuppi la divisa sono guai!- disse con tono scherzoso Bright.
-Scusa- dissi rimanendo attaccata stile koala a lui.
Mi strinse ancora una volta forte forte e poi mi mise a terra. Era mesi che non lo vedevo, mi sentivo completa, ora. Avevo voglia di urlare, saltare e di nuovo urlare. Mi sentivo come una bomba pronta a scoppiare!
Con la consapevolezza che tutto fosse vero, mi girai verso mio padre-che aveva ancora uno sguardo emozionato- con sguardo minaccioso.
-Non mi guardare così- disse mio padre capendo il perché del mio sguardo.
-Me lo potevi dire, non l’avrei detto a Renee, giuro- dissi, pensando volessero farle una sorpresa.
-Ma guarda che mamma lo sa già, da dove pensi arrivi conciato così?- disse sarcastico Bright, riferendosi ai borsoni -dei quali non mi ero accorta- che stavano a terra.
-Quindi lo sapevano tutti tranne me?!- chiesi incredula quando capii il senso delle sue parole.
-Se escludi tutto l’esercito, mamma e papà, no non lo sapeva nessun’altro- mi rispose sarcastico.
Gli feci una linguaccia: era tornato!
Eravamo sempre andati molto più che d’accordo, però, a volte capitava avessimo delle piccole discussioni.
-Che fai? Non mi presenti?- chiese Bright, agitandomi una mano davanti agli occhi.
-Sì, certo- dissi ricordandomi che non eravamo soli.
Quando mi girai vidi delle espressioni che riconobbi subito come entusiaste per la nuova conoscenza e felici. Sapevano quanto ci tenessi.
-Bright, i Cullen. Cullen, Bright- dissi accompagnando le parole con un gesto delle mani.
-Piacere- disse lui.
Dopo che si salutarono tutti, tra strette di mano, spallate scherzose (con Emmet. Quei due sarebbero andati più che d’accordo!) e abbracci (nel caso di Alice, che sotto lo sguardo sorpreso e divertito di mio fratello si fece subito riconoscere per la sua esuberanza), arrivò il turno di Edward.
Mi sentii ansiosa: era pur sempre il mio fidanzato che conosceva mio fratello!
-Edward- disse con voce impeccabile il mio amore.
-Piacere, Bright- disse ripresentandosi e stringendogli la mano mio fartello.
-Ma scusa, come la mettiamo con Vincent?- si girò verso di me Bright, con finta espressione corrucciata.
Oh no!
Ancora quella storia! Capii subito, però, che Edward leggendogli la mente non si era lasciato trarre in inganno, come Alice del resto. Gli altri guardavano Bright con espressione curiosa: mio padre quasi speranzoso di una risposta che avrebbe infastidito Edward.
-Chi è Vincent?- chiese, stando al gioco, Alice.
-Il suo fidanzato- disse Bright, non sapendo del vantaggio che i due fratelli avevano su di lui.
-Fidanzato?- disse Emmett.
-Sì, di quando avevo circa tre anni. Mi era stato subito simpatico: gli ero caduta addosso e non aveva neanche pianto!- interruppi la farsa.
Scoppiò una risata generale. Tranne quella di Bright, che si aspettava ben altra reazione da Edward.
-Ok, hai superato la prova. Sei ok!- disse allora con un’alzata di spalle.
Era la prima volta che lo vedeva, ma sapeva della nostra storia da un po’.
 
 
 
Ciao!
Vorrei ringraziare tutte le persone che hanno inserito nelle seguite, ricordate questa storia… ma soprattutto chi ha recensito.
Penso che se riceverò approvazione, continuerò a postare.
Questa storia nasce come POV Bella.
Vi chiedo: vi piacerebbe ci fosse anche un POV Edward o un POV Bright?
Fatemi sapere!
Mi dispiace se il capitolo è corto, però, non ho avuto tempo di fare altro. 

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Capitolo 3
*** capitolo 3 ***


-Bright, sarai stanco. Ti va qualche cosa da mangiare?- chiese Esme, come sempre premurosa.
-Non vorrei disturbare- disse mio fratello cortesemente.
-Nessun disturbo. Charlie?- disse raggiante.
-Certo Esme!- disse papà entusiasta: come dargli torto? Per essere una “non mangiante” se la cavava egregiamente ai fornelli.
Sparì in cucina per preparare una delle sue specialità: prima o poi sarei ingrassata di colpo, i suoi dolcetti erano però un richiamo irresistibile!
-Ma, mangiamo solo noi due?- chiese Bright, che intanto si era seduto.
-Si si, noi abbiamo già abbondato con la colazione- rispose prontamente Alice.
-Allora… Tu sei il fratello di Bella. Sapete, non vi somigliate per niente!- disse Emmett.
-Effettivamente hai ragione. Diciamo che io sembro una persona sana, lei un po’ meno- disse ridacchiando.
Si riferiva al mio colorito diafano. Gli diedi un pizzicotto su un bicipite e lui rise più forte.
Rimasi un po’ sconcertata: l’ultima volta non aveva quei muscoli!
-Eh, lo so. Sono irresistibili vero?- disse piegando le braccia e accentuando il rigonfiamento, facendo ridere tutti.
Ad un tratto assunse un’espressione meditabonda, la tipica che usava quando cercava di ricordare qualche cosa.
-Cosa ti sei dimenticato questa volta?- dissi.
-No no, non ho dimenticato niente, anche perché qui dentro c’è tutto il mio armadio- disse facendo una smorfia.
Seguirono degli attimi di silenzio, durante i quali si sentì Esme padellare, Charlie e Carlisle confabulare e il cervello di Bright friggere.
-Ah!- sbottò ad alta voce, infine.
-Cosa?- chiesi vedendolo alzarsi e prendere un borsone.
-Mamma mi ha detto di dare queste ad Esme- disse soddisfatto di essersi ricordato.
-Cosa sono?- chiese Rose curiosa.
-Foto penso, ma non ho toccato nulla- disse incerto.
-Oh no!- dissi. Ebbi un’illuminazione che mi chiarì il tutto: quelle erano le mie foto di quando ero piccola. Ce n’erano alcune davvero imbarazzanti!
-No no, non può essere- dissi mettendomi le mani a coprirmi il viso.
-Se potessi far capire anche a noi!- disse Emmett un po’ esasperato.
-Penso siano le sue foto, di quando era piccola- disse Edward con tono intenerito.
-Ahhha- si sentì: ora era tutto più chiaro per tutti.
Avevo sempre odiato farmi fotografare.
-Oh che bello- disse mio padre, avendo finito la sua conversazione con Carlisle: la polizia, l’ospedale…
-Voglio proprio rivederle- disse con l’aria già sognante.
-Anche noi- dissero in coro gli altri.
-Questo è il bene che mi volete!- dissi lagnandomi.
-Tesoro, è per questo che le vogliamo vedere- disse Alice che si era sistemata affianco a Bright.
Avevano cominciato a sfogliare l’album.
-Noooo, ma che tenera- disse Emmett guardando una foto in cui dormivo beata.

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Tutti risero, attirando così l’attenzione di Esme.
-Che cos mi sono persa?- chiese.
-Emmett che fa il coccoloso- rispose Jazz divertito.
-Ehi, io non faccio il coccoloso!- disse mettendo un broncio che fece ridere di nuovo tutti.
-Oh mamma! Guarda che faccia da teppista!- dissi ridendo.
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-Bimba, questa è una bellissima faccia: la mia. Comunque non ero un teppista, solo un po’ vivace- disse.
-Guarda qui!- disse papà indicando la foto sottostante.
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-Oh sì, mi ricordo!- dissi guardando la mia foto con le mani tutte impiastricciate.
-Volevo fare una sorpresa alla mamma- dissi alzando le spalle.
-Dopo il teppista sarei io!- disse Bright ridendo.
 
 
 
 
Ciao a tutti! Buon Sabato!
Come vedete, sono stata buona XD, sono riuscita a postare!
Spero vi piaccia…
Fatemi sapere!
P.S.: ringrazio tutti coloro i quali hanno recensito, i preferiti, i seguiti, i ricordati… Siete fantasici!
Vorrei ricordare che le recensioni con meno di 10 parole non verranno pubblicate… Vi ringrazio ancora! 

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Capitolo 4
*** capitolo 4 ***


POV Edward
 
Aver conosciuto il fratello di Bella, mi aveva dato più sicurezza.
Oltre ad avermi fatto piacere (anche perché, vedere felice Bella è l’obiettivo della mia esistenza) mi ha anche rassicurato: almeno avevo qualcun altro, oltre alla mia quasi futura moglie e la mia quasi suocera, che desse contro a Charlie.
Era da tempo che avrei voluto fare la sua conoscenza, ma per ovvi motivi non avevo potuto.
Il fatto che fosse un soldato, mi rimandava alla mia vita umana: avrei sempre voluto arruolarmi. Per motivi diversi dai suoi, forse anche a causa del contesto storico.
Inutile dire che il rispetto che nutrivo nei suoi confronti, sprizzasse da tutti i pori.
Oltre ad essere un ragazzo con un grande cuore, dimostratomi dai suoi pensieri altruistici e dai ricordi che alimentavano la sua mente, mi aveva permesso di conoscere più a fondo sua sorella.
Sfogliando quelle foto, mi aveva dimostrato la sua voglia di frasi conoscere e di svelare tasselli mancanti della vita di Bella: lei, più per timidezza che per riservatezza, non mi avrebbe mai mostrato delle sue foto, almeno non consciamente.
Con il tempo avevo imparato ad usare il mio potere di persuasione anche su di lei. Il contro della situazione era che anche lei aveva scoperto così i miei punti deboli e un suo potenziale verso l’abbindolamento altrui.
-B U O N I S S I M O!- disse scandendo chiaramente la parola, lettera per lettera Bright.
Si era pappato quasi un chilo di pasta da solo! Non dimostrando nemmeno segni di fatica o pesantezza.
-Tu, non cambierai mai- disse Bella ridendo.
Era assolutamente impossibile, non notare la sua espressione felice e scherzosa quando parlava con il fratello. Non avrei mai immaginato potessero avere un legame così forte, tantomeno aperto.
Alle prese con Charlie, Bella mi era sempre sembrata attenta a non ferirlo a causa della sua riservatezza; che d’altronde li accomunava.
Conoscendo Renee, si poteva ben capire che Bright fosse suo figlio: oltre ad una somiglianza (maggiore rispetto a quella di Bella) fisica, li accomunava una buona dose di ottimismo.
-Era da tempo che non mangiavo così tanto e così bene!- disse lui sorridendo soddisfatto, passandosi una mano sullo stomaco, ancora miracolosamente piatto.
Fece ridere tutti.

Questo ragazzo mi piace! Con un cognato così… Peccato che non sia abbastanza solido, avrebbe anche il fisico per una partita di football!” pensò Emmett, anche lui contento per Bella.

-Non hai mai pensato di diventare uno sportivo?- gli chiese poi, appunto Emmett.
-Al liceo ero un quarterback. Ma no, non ho mai pensato di farne la mia professione- rispose sincero Bright.
Il suo fisico, oltretutto lo dimostrava: frutto di dure ore di lavoro nell’esercito, ma anche grazie allo sport, appariva solido e robusto.
-Hai mai picchiato qualcuno?- chiese ancora Emmett, curioso.
-Ma Emmett, che domande sono?- chiese mia madre un po’ contrariata.

“Ma da dove tira fuori certe idee?” si chiese mentalmente.

-Ehm… Diciamo che ho paura a parlarne con il capo Swan qui vicino- disse con una finta faccia impaurita.

“Si si, come no” pensò Charlie.

I suoi pensieri erano ancora intrisi di felicità per il ritorno del figlio.
-Sì, ha picchiato mezza scuola- disse Bella sorridendo.
-Dovevi proprio dirlo?!-chiese Bright con aria esasperata.
-Mmm… Sì, la tua espressione è impagabile!- disse Bella sghignazzando.
-Vieni qui, piccola peste- disse Bright alzandosi e cercando di prenderla.
-Uuu, che paura!- disse Bella, saltandomi quasi in braccio e nascondendosi dietro di me.
Vederla così felice, non aveva prezzo.
 
 
Ciao!
Ecco come promesso il capitolo. POV Edward… Che ne dite?
Fatemi sapere… Ora scappo e vado a rivedere i miei compiti!!!
A presto! 

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Capitolo 5
*** avviso ***


Buon pomeriggio a tutti!
Non so davvero come cominciare, forse dovrei ringraziare tutti quanti voi che mi avete dedicato un attimo, che avete letto le mie storie e che le avete recensite.
Senza di voi non penso ce l’avrei fatta, sempre troppo insicura e forse anche troppo critica nei miei confronti.
Voi mi avete dato una possibilità, mi avete fatto capire che non è importante che io non sia la Meyer o una delle tante bravissime autrici che scrivono in questa sezione, basta che io sia me stessa e che mi apprezzi e soprattutto apprezzi il mio lavoro.
Quindi, grazie.
Ora, dopo questa premessa che devo dire (oltre che ad introdurre la notizia bomba) mi è venuta dal cuore, penso sia arrivato il momento di spiegare un po’ di cose:

  • Non scrivo e pubblico da tantissimo tempo.
  • Non ho più risposto alle recensioni.
Allora, per quanto mi riguarda entrambe sono legate principalmente per lo stesso motivo: la scuola.
Forse durante le vacanze estive ho avuto la presunzione di pensare che avrei potuto postare sicuramente almeno una o due volte alla settimana. Non è così invece.
Alle 20 sono già mezza addormentata e solo mezz’ora dopo mi trovo a letto per poi alzarmi la mattina alle 6.
Questo appunto non è per farmi compatire o altro (anche perché c’è gente che si alza addirittura prima) ma è la verità. Non ho quasi più tempo per il mio ragazzo, per i miei amici e per la mia famiglia.
È innegabile il piacere che sia io, sia il mio ego traiamo dalle bellissime recensioni che mi lasciate però penso sia improponibile il paragone con l’importanza di una vita sociale e di famiglia.
Ciò non toglie che io abbia molto sofferto questo cambiamento.
Nonostante non conosca nessuna di voi, il vostro volto e nemmeno il vostro nome, ho condiviso con voi le sensazioni più intime e private che la scrittura di una storia comportano. Quindi, mi manca anche un po’ questo.
Non so se andrò avanti con tutte le storie che ho sul sito.
Non so se riuscirò a farlo prima dell’estate prossima.
Sta di fatto che né le cancellerò né le chiuderò.
E tutto sommato sono abbastanza egoista da non volerle cedere a nessuno.
Vi ringrazio ancora, di cuore e mi scuso.
Mi dispiace, ma non posso fare altrimenti.
Grazie per essere arrivate fino a qui.
Un bacione, Linda.
<3 <3 <3 

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