Tutta colpa di un sogno

di Kagome91
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** il sogno ***
Capitolo 2: *** ritorno al presente ***
Capitolo 3: *** aiuto sono un umano ***
Capitolo 4: *** una notte.... ***
Capitolo 5: *** un pomeriggio al centro commerciale ***
Capitolo 6: *** il volto nel cuore ***
Capitolo 7: *** ti voglio bene ***
Capitolo 8: *** un aiuto inaspettato ***
Capitolo 9: *** al di la del pozzo ***
Capitolo 10: *** una lunga giornata... ***
Capitolo 11: *** un incontro accidentale ***
Capitolo 12: *** daya ***
Capitolo 13: *** le canzoni che parlano al cuore ***
Capitolo 14: *** e finalmente... il circo! ***
Capitolo 15: *** l'inizio dei giochi ***



Capitolo 1
*** il sogno ***


Tutta colpa di quel sogno

Il sogno

 

 

 

 

Salve gente! Finalmente dopo tanto tempo ecco pubblicata la mia primissima in assoluto FF sul nostro caro e amato mezzo demone! Premetto innanzitutto che questa si tratta di una RRS ed è cioè scritta a più mani. In collaborazione con la sottoscritta c’è Rin-chan ( più nota a voi col nome di Daya)

 

…. immaginate se Inu Yasha fosse assillato dallo stesso sogno ogni notte…cosa vorrà significare quella lacrima sul volto del padre? E se per caso Sesshomaru si ritrovasse coinvolto in una ricerca frenetica nel mondo di Kagome? Magari magari aggiungiamo anche un pizzico di follia…  Buona lettura!   ^______^     ^__________^

 

 

Era una mattina di fine estate e come una pazza correvo e saltavo per le vie della città. Era bello librarmi nei soffi del vento che mi carezzavano i capelli e mi sferzavano il viso. Correvo e correvo…… sembrava di volare, le strade erano deserte e il dolce profumo del mare mi pervadeva le narici e l’anima, rendendomi felice e allegra, senza un motivo, ma lo ero! E mi divertivo tanto a correre così! Mi fermai avanti la riva di quel immensa distesa azzurra, le onde si scaraventavano furiose sulle mie caviglie e…. ehm… eh? Cosa? A sì, certo…. È finita l’ora di storia e come al solito mi sono lasciata andare a Morfeo. Non è colpa mia! Quella prof parla talmente piano e la sua voce è talmente bassa che è molto facile distrarsi pensando ad altro, poi c’è l’estate che bussa alle porte e il caldo che infiamma la pelle! Eppure, noi poveri studenti prossimi agli esami, dobbiamo subirci tutto questo: lezioni, afa e la professoressa di storia!

 

Driiinn! Fine delle lezioni!

 

Eh la vita com’è assurda, l’estate è padrona delle giornate e governa su tutte le spiagge, ed invece noi siamo obbligati a rimanere chiusi in camera a studiare. Se ci fosse qui Inu Yasha sarebbe tutto più piacevole! Inu yasha…. Ehi ma, Kagome torna in te! Che ti prende? Insomma sì, è senza dubbio un bel ragazzo, ma è pur sempre inu yasha! ah! Il sole alla testa fa davvero male! Eppure mi manca davvero tanto…. ormai é un mese che non lo vedo, dannati esami e maledetto Naraku! Dove cavolo si è andato a nascondere? Sono passati tre mesi da quello scontro con Inu Yasha e ancora non si hanno sue tracce. La cosa peggiore è che si é portato dietro i suoi frammenti di sfera. Eh eh! È stato un vero spasso vedere il volto di Inu Yasha rosso di rabbia! ( eh! Il mio Hanyou è un tipo molto caliente! Che vogliamo farci! Ndt Kaggy-chan) [spegnerlo! Ndt Rin-chan].

Chissà dove saranno per ora Sango e Miroku…. Certamente in riva al mare a godersi un po’ sole…. E chissà cosa avrà combinato Inu Yasha…. Forse…. sarà da qualche parte a saltare da un ramo all’altro come fa sempre…. Magari adesso sta mangiando, è quasi ora di pranzo….!

 

In quello stesso momento nell’era sengoku….

Inu Yasha era intento nel tenere a bada Miroku, completamente sbronzo, mentre rincorreva Sango da un lato all’altro del villaggio, urlando – Ti amo mia dolce fanciulla! -…. Altro che feste!

- Mannaggia a te Miroku, adesso basta! Mettiti il cuore in pace per una buona volta! - brontolò accasciandosi per terra sfinito.

- Cosa c’è Inu Yasha? – ribatté il monaco sedendo al suo fianco – sei forse geloso? Tranquillo! Io voglio bene anche a te!  - continuò strizzando fra le braccia il povero hanyou.

Sango arrivò alle spalle dei due, prendendoli di sorpresa - Una gran bella dimostrazione d’affetto – disse accorgendosi dell’immediato cambiamento sulle gote del mezzo demone…. Un violetto piuttosto acceso.

- Tranquilli continuate pure! Io non vi disturbo mica, eh! – rise la sterminatrice ignorando completamente gli sguardi supplichevoli che le lanciava Inu Yasha.

- Mia cara Sango! – Miroku spinse l’amico x terra e strinse le mani della giovane fra le sue – io non potrei mai tradirti con quel esaltato di Inu Yasha! – continuò fissandola con occhi languidamente teneri.

SBAM!

Il pugno del mezzo demone fece la sua comparsa sulla testa del giovane monaco. – Dicevi Miroku? -.

- Aaaaaaaaaaaaaaaaaahhhhh! Sango! Inu Yasha è cattivo! – strillo l’altro rifugiandosi dietro la ragazza.

L’hanyou x tutta risposta fece spallucce e si allontano.

Non sapeva che fare, era annoiato, abbattuto, non riconosceva questi aspetti nel suo carattere, certo un mese fa era tutto diverso! Azione, azione e azione! Adesso nemmeno fermare le imprese perverse di Miroku era più tanto divertente. Kagome gli aveva chiesto un po’ di tempo per prepararsi agli esami e Naraku era scomparso. Non avevano più alcuna traccia di lui, ne della sua potente aura maligna, come si poteva nascondere una presenza così potente? Alzò il viso al cielo e lasciò che il vento gli penetrasse fra i lunghi cappelli argentei, lo respirò a fondo riempiendosene i polmoni, infine si appollaiò ai piedi di un albero giocando con la collanina d’oro che portava al collo. Gliel’aveva regalata quell’assurda ragazza. Erano trascorse 4 settimane dall’ultima volta che aveva attraversato il pozzo, un lungo e intero mese passato senza lei, Kagome….

“Chissà che starà facendo adesso?”

 

 

- Che cosa sono questi cosi???? – piagnucolò Kagome accasciandosi sui libri di matematica, distrutta e vinta. Era da almeno 2 ore che guardava e riguardava quella serie di numeri e simboli, cercando di decifrarne il funzionamento. Ma davanti ai suoi occhi non erano altro che segni e linee!

- La matematica! Chi è stato quel pazzo che ha inventato la matematica? Non aveva niente di meglio da fare quel giorno? – bisbigliò rompendo una matita.

Era inutile, per quanti sforzi facesse, per lei i numeri rimanevano ugualmente un ardito mistero! Ahh… quanto aveva voglia di ritornarsene nel periodo sengoku..

- Kagome! Cercano te al telefono! – la voce del fratellino le giunse dalla stanza affianco.

- Uargh! CHI è? – brontolò stiracchiandosi sulla sedia.

- Dice di chiamarsi Hojo! –.

“ Hojo? Che vorrà a quest’ora?”

 

- Padre, padre! Dove andate padre! -.

- Figlio mio,  inu yasha … -.

- No padre, no! Non andate via, io sono qui! Da questa parte! -  

 

- PADRE, NOOOO! – tirò su la testa dal tronco respirando affannosamente. Avide gocce di sudore gli scendevano lungo il viso, sconvolto e provato. (vieni qui piccolino che ti asciugo io! Ndt Kaggy-chan) [ -__-“ Ndt Rin-chan] Gli occhi colore dell’ambra erano sbarrati e confusi, mentre il cuore in petto sembrava stesse per scoppiare. Di nuovo quel sogno, quel dannato sogno!

- Maledizione! – imprecò sbattendo i pugni sulle ginocchia, cosa diavolo significava quel incubo che ogni notte lo tormentava? Cosa? cosa?

 

 

Era una mattina di pioggia. Le gocce d’acqua che gettava il cielo battevano forti sul volto del mezzo demone, delimitandone i lineamenti; i capelli arruffati venivano ripetutamente mossi dal vento e la lunga veste rossa svolazzava sotto i suoi soffi.

Certo, Miroku aveva ragione, era una vera pazzia rimanere lì, [una broncopolmonite non te la toglie nessuno! Ndt Rin-chan] (e io che ci sto a fare? Ndt kaggy-chan, sotto i panni di un’infermiera molto mooolto provocante) seduto e fermo ad osservare le nubi nere che facevano capolino da dietro i tetti delle capanne. Nonostante lo sapesse però, non voleva alzarsi e raggiungerlo dentro. Così riusciva a riflettere, pensare e magari riuscire a capire che razza di significato si potesse celare dietro quel assillante sogno di ogni notte.

Non conosceva suo padre, non sapeva minimamente che forma avesse il suo viso, ciò nonostante lo intravedeva sempre di più nell’oscurità di quel incubo e, notte dopo notte, la sua figura si faceva sempre più nitida. Accidentaccia! Perché non arrivava mai a sentire le sue parole, cosa era quella enorme barriera trasparente che non sapeva scavalcare? E poi come mai quel uomo non sentiva le sue urla? Perché non la cessava di ripetere in continuazione il suo nome? Perché non riusciva a raggiungerlo?!

 

INU YASHA

 

INU YASHA

 

- Ehi Inu Yasha! Ma cosa fai ancora li! Ti decidi una buona volta a venire dentro!? – la voce della vecchia Kaede lo distrasse, strappandolo ai suoi pensieri. Noiosamente si voltò a guardare il capo della donna sbucare da dietro una porta di bambù. Aveva capito che quella mattina non c’era proprio verso di poter rimanere un po’ per conto suo – dai per Miroku, dai per Kaede.. - così saltò giù dal suo ramo correndo incontro alla sacerdotessa.

- Si può sapere che ti prende oggi? Come mai stai sempre per i fatti tuoi? – gli chiese quella, una volta che l’ebbe raggiunta. Il mezzosangue non rispose. Le mise in mano la casacca bagnata e si appollaiò in un angolo della capanna.

La donna sospirò stendendo la giacca rossa del ragazzo su una cordicella posta accanto al fuoco.

L’hanyou la guardò fare: era la sacerdotessa del villaggio, sorella minore di Kikyo. La sua statura, piuttosto bassa, riusciva si e no a raggiungere l’altezza del suo mento, e il corpo, invecchiato dei 50 anni ormai trascorsi, era vestito del solito kimono che un tempo era appartenuto alla miko prima di lei.

- ahh Inu Yasha ragazzo mio… - sospirò lei – vorrei tanto sapere cos’è che ti turba -.

- nulla di particolare, non mi va di aprir bocca tutto qui – le disse, cercando di essere convincente il più possibile. Lo sguardo che gli lanciò la vecchia confermò la sua non riuscita.

Infastidito dalla situazione, sbottò un – buona notte! – per niente garbato, e si rannicchiò in terra dando le spalle ai presenti.

Sango solo allora smise di pulire Hirakotsu, aveva atteso in fatti che il mezzo demone si fosse “distratto” per poter chiedere al monaco se magari lui ne aveva capito qualcosa.

- ne so quanto te – le aveva risposto lui, fissando curioso la figura dormiente dell’amico – ma voglio al più presto delle spiegazioni -. 

 

Notte…. Notte fonda…. Buia e silenziosa, infida e misteriosa…. Un giovane hanyou correva nell’oscurità…. I suoi lunghi capelli oscillavano ad ogni suo movimento…. I capelli scuri rispecchiavano alla perfezione il colore degli occhi, inondati di lacrime…. Poi una figura, nitida e possente avanti a lui…. Gli dava le spalle, ma la sua voce continuava a chiamarlo…. E lui non poteva raggiungerlo, neppure quella notte…. Batteva e ribatteva i pugni nel vuoto…. Lì c’era una barriera, lo sapeva….gli era impossibile attraversarla…  la voce di quell’uomo continuava a chiamarlo, ferma e decisa…. Ora però vedeva scendere lacrime da quel volto, lacrime che brillavano nell’ombra, accompagnate dalle sue…. Inu yasha…. Inu Yasha…

 

Inu Yasha….

 

Inu Yasha….

 

- Inu Yasha svegliati! -.

- padre – in un sussulto si piazzò a sedere ritrovando la figura di Miroku accanto a sé, guardarlo stranito.

Inghiottendo più volte poggiò la schiena contro la parete legnosa fissandosi le mani tremanti. Era sconvolto, avvertiva il corpo sudato e accaldato. Di nuovo.

L’amico lo squadrò attentamente per una decina di secondi, poi gli tese un panno bagnato affinché si asciugasse il viso - deliri Inu Yasha? –.

Quello non rispose, afferrò distrattamente l’oggetto e si distese nuovamente cercando di riprendere a respirare regolarmente. Lo sguardo perso nel vuoto come sempre, dopo il risveglio.

- No, caro il mio mezzo demone, adesso ti rialzi e mi racconti tutto quello che ti sta succedendo – disse il giovane tirandolo per le orecchie.

- Mmh! Mollami stupido – protesto l’altro liberandosi dalla stretta del monaco – io non ne voglio parlare -.

- Invece ne parliamo, anzi ci facciamo una bella chiacchierata. Quindi siediti qui e racconta -.

- Cosa ti devo raccontare? -.

- Lo sai! Cosa ti accade il questo periodo Inu Yasha? -.

Il ragazzo, per tutta risposta, si imbronciò dandogli le spalle.

- Pronto? -.

- ma che diavolo vuoi. Non hai paura di svegliare Sango e gli altri? – mugugnò fra i denti Inu Yasha.

- Dai! – Miroku lo prese per il braccio obbligandolo a girarsi – parla -.

Il giovane sospirò, quando quel bonzo si ci metteva di impegno riusciva a metterlo sempre con le spalle al muro.

- Sono diverse notti – iniziò evitando di guardarlo in volto – che faccio sempre lo stesso sogno. È notte e io mi ritrovo a correre verso il volto di mio padre, non so come ma ad un certo punto una barriera, venuta dal nulla, mi impedisce di raggiungerlo. Di li in poi sento solo la sua voce chiamarmi … -.

- Inu Yasha…. Sono un tuo amico quindi ti formulo la domanda in forma gentile “ma sei fuori?” -.

L’altro lo guardò senza capire. [tanto tonto com’è che altro poteva fare? Ndt Rin-chan] (stai zitta tu! Pensa a come salvarti piuttosto, che quando finisco di scrivere ti faccio raggiungere Kikyo in un secondo! Ndt Kaggy-chan)

- Ascoltami….e stai molto attento. Tu non conosci tuo padre, quel poveruomo è morto poco dopo la tua nascita. Ora spiegami: come fai a vederlo in sogno!? La sera non è meglio fare a meno degli ultimi bicchierini in più?! – gli chiese guardandolo di sottocchio.

- Ma che cavolo dici? – sbottò infastidito l’hanyou.

- beh! A me sembra molto strano, sicuro di non bere troppo? -.

- La vuoi piantare? Io non ho mai bevuto! Il fatto è che notte dopo notte il suo viso si fa sempre più nitido, più vivo! Nonostante io non lo conosca! Io corro e corro, infine mi risveglio in queste condizioni: sudato e sconvolto -.

- Tutto ciò è tremendamente assurdo -.

- Già…. Inoltre questa notte ero umano, non so come ma a differenza delle altre volte, ero un umano ….-.  

- Non so che dirti, ma forse è solo la tua voglia di incontrarlo che ti spinge a sognare tutto ciò, infondo è normale che un figlio che non ha mai conosciuto il padre voglia vederlo – lo consolò battendogli una mano sulla spalla.

- Sarà – il giovane mezzosangue si strinse nelle spalle.

- Dammi retta mettiti il cuore in pace e ritorna a dormire. Vedrai fra qualche giorno la smetterai di fare questo sogno assurdo – il monaco si stiracchio le braccia alzandosi in piedi – adesso vado a dormire, buona notte Inu Yasha -.

- Buona notte…. Miroku – l’hanyou vide l’amico accovacciarsi accanto alla sterminatrice, che in quel momento dormiva beata su un letto di paglia.

Sospirò nuovamente, poi distese la schiena per terra chiudendo gli occhi…. Kagome dove sei?

 

La tessaiga, cosa ci faceva nelle sue mani? Perché la bandiva con tanta rabbia? Il taglio nel vento…. Lo stava per usare contro la barriera…. Nulla solo il silenzio….poi, da lontano una voce, una voce familiare….

- Figliolo…. Come stai? – quell’uomo lo fissava con infinita dolcezza. Aveva lunghi capelli argentei raccolti in una coda alta, la voce roca, gli occhi colore dell’oro… proprio come i suoi.

- Padre… - sussurrò.

 L’uomo sorrise.

C’era silenzio fra i due… fermi uno dinanzi all’altro… era suo padre… avrebbe voluto dirgli tante cose fargli tante domande… pretendere delle rispose, ma niente… dalla sua bocca non usciva alcun suono….

Poi d’un tratto comparvero delle immagini avanti ai suoi occhi… lui e sesshoumaru… brandivano entrambi la stessa spada… il fratello la chiamava sounga… poi solo un fascio di luce…. – sesshoumaru? – disse….l’uomo sorrise facendogli segno di si col capo.. poi la mano del padre si staccò dalla sua spalla…solo allora si accorse di essere un umano…

 

 

 

Finito! Che ve ne pare di questo primo capitolo? Eh eh! Gente commentate commentate commentate! Ci si rivede alla prossima!

 

Continua….

  

 

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Capitolo 2
*** ritorno al presente ***


Ritorno al presente

Ritorno al presente

 

 

Bene ecco qui il secondo capitolo fresco fresco di giornata! L’abbiamo scritto tutto d’un fiato (hanf hanf) sulle note di Ai No Uta! W Inu Yasha!

 

I raggi del sole filtravano attraverso la tenda posandosi lievi sulle sue gote, il loro calore la destarono dal suo sonno. In un primo momento si lasciò andare, gustandosi quel calduccio rassicurante, poi avvertì un lieve peso sul braccio sinistro…. Sbarrò gli occhi rendendosi subito conto che il giovane monaco riposava al suo fianco tranquillo e beato.

Non si mosse, scrutò il suo viso per qualche secondo e dopo essersi accertata che Miroku dormiva per davvero, gli prese la mano – che teoricamente la infastidiva - e gliela mise affianco al viso. Si alzò cominciando a guardarsi attorno: c’era un silenzio rilassante in quella capanna, il piccolo Shippo dormiva contento sul fianco di Kirara, mentre fuori le acque del ruscello scorrevano limpide e calme.

- Buon giorno mia cara – Kaede fece la sua comparsa sulla soglia.

- Buon giorno signora Kaede, dormito bene questa notte? – rispose sistemandosi i capelli dietro la schiena.

- Non mi lamento -.

- Io invece ho dormito da favola! – la voce di Miroku la fece sussultare, ma non la stupì più di tanto l’abbraccio che le regalò un secondo dopo.

- Io andrei – propose la vecchia donna, sgattaiolando via in punta di piedi.

SCHIAF!

- Eh eh! Il buon giorno si vede dal mattino! – rise avviandosi al fiume, poi però si rese conto che qualcuno mancava – ma dov’è Inu Yasha? -.

 

Non conosceva il perché del suo ritorno, non sapeva che scuse prendere, ignorava cosa gli avrebbe chiesto lei vedendolo arrivare all’improvviso, una cosa però era certa, il cuore gli batteva in petto come se volesse uscirne fuori! Stava ritornando da Kagome, fra pochi istanti l’avrebbe rivista…. Bella come sempre, la sua Kagome!

 

Era stata una vera pazza ad accettare quel invito una settimana fa! Hojo non faceva altro che parlare di cultura giapponese e di antichi rimedi cinesi contro le sue ″presunte″ malattie. Ancora non erano saliti nemmeno su un gioco, a volte per un motivo a volte per un altro, certo che quelle giostre stavano li: bellissime  e cariche di gente, ma lei non poteva gustarsele liberamente perché il suo accompagnatore era troppo occupato a ricordarsi le formule matematiche che al divertimento!

- Guarda Hojo! – disse zittendolo – la casa stregata! Entriamo li! – suggerì, correndovi dentro.

 - Ehi aspetta Kagome! – urlò il giovane, seguendola nel buio della catapecchia.

- Che ti prende Hojo?! Non avrai mica paura dei manichini? – rispose lei, cominciando ad avviarsi per l’uscita. Voleva andare via, magari lasciarlo li da solo. Già! Qualsiasi altra tortura era certo meno terribile delle parlantine incessabili di quel cervellone – forza Hojo! Corri! Io sono qui! -.

- Ehi Kagome! Fermati un po’! -.

Finalmente libera! Quello era rimasto troppo indietro! Eh eh! E adesso di corsa a casa!

 

Era ormai un intero pomeriggio che se ne stava appollaiato su quel albero in attesa del suo arrivo e quando la vide correre come una forsennata verso casa gli si illuminò il viso. Balzò giù dal ramo avviandosi verso la ragazza, quando in lontananza notò un’altra figura rincorrere la giovane…

 

Fiuu! Sono riuscita a seminarlo!” pensò poggiando le spalle al muro con un sorriso a 360° stampato in viso quando, voltando lo sguardo, lo vide ….

- Higurashi! Ehi aspettami! – Hojo correva verso di lei agitando il braccio avanti e indietro.

Kagome sospirò stringendo i pugni con forza. Il suo piano non era riuscito! Mannaggia! Eppure era a così pochi metri da casa, poteva benissimo voltarsi e continuare a correre facendo finta di niente…. Era ugualmente troppo tardi! Il compagno l’aveva già raggiunta intrappolandola contro il muro.

- Perche′ scappi via Kagome? – le domandò, ignaro delle reali intenzioni dell’amica – se avevi così tanta paura della casa stregata perché hai voluto a tutti i costi che entrassimo li? -.

- Ehm… no Hojo, non è questo! È che… -.

- Tranquilla! Non lo dirò in giro! –.

- Sei molto gentile ma… - Kagome girò il viso cercando di non guardarlo in faccia, mentre provava ad inventare una qualche convincente bugia. Cosa dire? Cosa? Una telefonata improvvisa, un malanno…

In quella, sentì un fruscio provenire da casa sua. Spaventata alzò il volto fissando l’individuo davanti ai suoi occhi. Li, fermo, c′era….

- Inu Yasha! – esclamò guardando il ragazzo come se fosse stato un fantasma.

- Chi? – domandò l’altro, spostando le sue attenzioni verso il buffo amico della Higurashi.

Era piuttosto ridicolo: una lunga veste in rosso lo rivestiva completamente stringendogli la vita; era a piedi nudi e lunghi artigli bianchi accompagnavano la pelle rosea delle mani. Aveva una folta chioma argentata e…. e… le orecchie più strambe che avesse mai visto!

- Salve! – disse avvicinandosi a lui assieme all’amica.

- Oh! Che sbadata! – intervenne Kagome – Inu Yasha lui è Hojo; Hojo, Inu Yasha. Non è di queste parti viene da…. Da….. Kyoto! Già! L’ho conosciuto la scorsa estate al mare. Beh, ti stavo dicendo che…. Che… - si fermò accorgendosi che l’amico era troppo occupato ad esaminare il corpo di Inu Yasha piuttosto che ad ascoltare lei, quindi piazzandosi davanti al mezzo demone, riprese a parlare – ti stavo dicendo che oggi è il compleanno di Sota e ho voluto organizzargli una piccola festicciola con i compagni! Per questo Inu Yasha è conciato a questo modo! È semplicemente un animatore, mica avrai pensato che fosse….-

- Un demone? – la interruppe l’hanyou, guardandola di sottocchio.

- No, no di certo! – rispose Hojo avviandosi verso il sole calante – beh Higurashi, ti lascio alla tua festa. A domani! Arrivederci Inu Yasha! – e sparì nel rosso fuoco del tramonto.

 

Che bellissima sorpresa! Inu Yasha era tornato! Era tornato da lei! Rimanendo, però, il solito di 4 settimane fa: silenzioso, scorbutico e terribilmente bello! Anzi ad osservarlo meglio sembrava anche più alto….

- Dimmi Inu Yasha! – cominciò, tirandolo a lato della strada – come mai da queste parti? -.

- Cosa c’è, ti disturba forse? – rispose quello, guardandola rabbioso.

- No, io intendevo…. -.

- Guarda che se volevi rimanere ancora un po’ con casanova, potevi - proseguì dandole le spalle.

- Ma cosa cavolo dici!!?? – esplose la ragazza battendogli due pugni sulla schiena – chi è che voleva rimane con quel tonto di Hojo? -.

- 5 minuti fa sembrava proprio di si! –.

- E tu cosa diavolo ne capisci? Non ti sei mai interessato a queste cose! -.

- Oramai sono un esperto! A forza di badare a quei Miroku e Sango! -. (la mattina a colazione pane e finezza, eh? Ndt Kaggy-chan)

- Che? -.

- Niente lascia perdere! – disse cominciando ad allontanarsi – forse facevo meglio a stare dov’ero –.

- Bene! Allora va! Va via come sempre! – rispose Kagome guardando infuriata la veste rossa dell’amico farsi sempre più piccola e lontana.

“ è sempre lui! Geloso e orgoglioso! Come ha potuto pensare che io e Hojo facessimo sul serio? È assurdo!” pensò fissando il punto in cui l’hanyou era scomparso. Era inconcepibile, ogni sacrosanta volta che lei dimostrava interesse verso un ragazzo le faceva sempre quelle stupide scenate! Certo però che quando c’era Kikyo di mezzo la sua presenza veniva praticamente rimossa dalla mente del mezzosangue. In fin dei conti, non era del tutto negativo che lui reagisse a quelle piccole sfrecciatine che arrivavano ogni tanto. Ciò significava che le voleva bene, nonostante Kikyo fosse ancora in circolazione un pensierino su lei lo concepiva ogni tanto!

 

Il sole era completamente scomparso dietro i tetti delle case e le terrazzine dei grattacieli, l’aria cominciava a rinfrescare laddove durante il giorno i raggi del sole avevano governato con il loro calore, la luna splendeva e padroneggiava in cielo attorniata dalle stelle piccole e luccicanti. Tutto quel gran bel teatrino le ricordava troppo i tempi passati con Sango, Miroku, Shippo, Kirara e… e Inu Yasha. Ogni notte regalava loro uno spettacolo stupendo e persino quella sera era li bello e imponente. Inu Yasha…. “Dove sarai adesso? Perché sei andato via così presto? È stata davvero colpa mia?” quel pensiero le assillava la mente, non riusciva a dormire, si girava e rigirava nelle lenzuola nell’intento di trovare una posizione adatta a farle prendere sonno ma niente! I brutti pensieri quella sera non ne volevano sapere di andare via. Che senso aveva rimanere ancora a letto? Con un braccio spostò le coperte dalle gambe e piazzò i piedi per terra. Piano piano e con cautela si avviò verso le scale e prese a scenderle cercando di fare il meno rumore possibile. A passo felpato e fiato sospeso riuscì a raggiungere il giardino. Finalmente fuori! Riempì i polmoni d’aria fresca e si accovacciò ai piedi del grande albero di casa…. Toccò con una mano la corteccia, cominciando a tracciare una serie di piccoli cerchi su di essa. La sua ruvidità la sentiva sotto i polpastrelli delle dita e quasi le facevano solletico; poi si fermò in un punto ben preciso, lì era stato sigillato Inu Yasha…. Ricordava ancora quando lo vide per la prima volta, un semplice ragazzo dormiente abbracciato dai rami della quercia…. Chi l’avrebbe mai detto che da quel giorno in poi la sua vita avrebbe fatto un cambiamento così radicale!

 

Ma che diavolo stava facendo la sotto? Questa fu la sua prima reazione dopo averla vista sgattaiolare fuori casa e rifugiarsi sotto l’albero secolare. Sembrava una bambina a guardarla, con il suo pigiamone ingombrante e i lunghi capelli corvini legati in una treccia…. Era davvero così divertente giocherellare con il tronco dell’albero? Bah, umani! Sperava solo che non si accorgesse della sua presenza [praticamente appollaiato sui rami dell’albero Ndt Rin-chan!] “stupida Kagome! Perché questo pomeriggio ti ho trovato in compagnia di quel ragazzino? Eh? Non dovevi studiare per l’esame? E adesso che fai? Dormi? Non ti puoi addormentare qua fuori potresti prenderti un raffreddore! Ah femmina cocciuta e incosciente!” pensò saltando giù dal ramo e coprendola con la sua veste. Era un incosciente! Un incosciente! Continuava a ripetersi sistemandola alla meno peggio sulle radici. Poi però non poté non farsi scappare un sorriso….

 

 

Ahhhhhh! Anch’io voglio essere coccolata così da un Inu-chan! Singh sob! Non è forse così’? giovani ammiratrici di Inu Yasha fate sentire la vostra voce!

Ps: commenti please!

 

Continua…

 

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Capitolo 3
*** aiuto sono un umano ***


Aiuto sono un umano

Aiuto sono un umano!

 

 

Bene ragazzi! Ecco arrivato anche il 3° capitolo!!!!!

Gente a voi la lettura!

 

Dannazione! Dannazione! Dannazione! Come era potuto succedere? Addormentarsi sotto quel albero come una bambina? Era stata davvero una stupida!  E adesso correva come una forsennata verso i cancelli della scuola, pregando fino all’ultimo momento di non veder spuntare il custode con le chiavi in mano! Ancora un po’, un altro salto e via! Finalmente nel grande piazzale avanti l’istituto, nell’ingresso, fra i corridoi, in classe e grazie a Dio il suo banco!

Din don dan!

La campanella iniziò a suonare, le lezioni avrebbero avuto inizio a momenti.

 

Era più o meno mezz’ora che fissava l’insegnante intento a spiegare una qualche opera d’arte posta sulla cattedra. Certo Leonardo da Vinci era un grandissimo pittore e quel quadro un difficilissimo dilemma, ma in quel momento l’unica cosa che le premeva più di ogni altra era tornare a casa e sprofondare nel letto! “Uff! che noia!” pensò voltandosi a guardare fuori. Quella mattina il cielo era piuttosto cupo e il sole sembrava esser indeciso sul da farsi: uscire o no da dietro quella nube? Eh eh che gran stupidaggine! Eppure la scorsa notte non si vedeva nemmeno una nuvola all’orizzonte, tutto limpido e bello.

 

La scorsa notte…. Che idea brillante aveva avuto! Dormire all’aperto e per giunta sul prato di casa. Ma non ricordava di aver preso freddo, magari il nonno si era accorto della sua “fuga” e durante la notte le aveva portato una coperta, un mantello…. Già! Senza farci troppo caso, quella mattina si era ritrovata coperta da una lunga veste. Non aveva perso molto tempo a pensarci, la scuola stava per iniziare! Una giacca, rossa, lunga…. Rossa? E lunga?

- Inu Yasha! – urlò saltando in piedi.

Il professore si voltò a fissarla - Come signorina Higurashi? – le rispose, piccato.

- Ah… ehm… mi scusi – bisbigliò facendosi piccola piccola nel banco.

Porca miseria! Aveva fatto una figura del cavolo! Inu Yasha! Bah, come le era saltato in mente quello stupido? Era sicuramente stato il nonno. Già, non c’era altra spiegazione plausibile…. “Il nonno questa notte è venuto a portarmi una coperta lunga e rossa per non farmi prendere il raffreddore… certo! È andata sicuramente così!” Ma più si ripeteva quella farse, più si rendeva conto che meno ci credeva!

 

- Etciu!!!! Dannata! Etciu!!!! Stupida! Etcui!!!!!! Kagome!!!! – era tutto aggrovigliato su se stesso, tremante di freddo e maledettamente raffreddato! - quella donnaccia mi sente appena torna a casa! - disse pensando alla notte appena trascorsa - la prossima volta la lego al letto! - continuò frignando e sbattendo i denti.

Certo era quasi estate, ma non lo era del tutto! La sera faceva ancora un po’ di freddo e dormire fuori con solo una vesticciola addosso non era la migliore delle trovate!

- Razza di cretina! Non ti posso perdonare devi chiedermi scusa! – bisbigliò infine saltando giù dal grande albero.

 

- Correre! Correre! Altri tre minuti! – esclamò l’insegnante misurando i passi a suon di fischietto.

“ 3 minuti? Ma questa scherza? Io qui sto schiattando!” pensò Kagome fissando in malo modo la donna al centro del campo. “ fa presto a parlare quella li! Tanto non è lei che deve faticare!”.

Basta, non ce la faceva più! Fermò il passò e si sedette in panchina.

Fiuu! Fine! Pausa! Time out! Non le importava nulla dell’aguzzina che la guardava malissimo, era sfinita, non sentiva più le gambe e il cuore batteva fortissimo! E poi, fosse stata l’unica avrebbe compreso, ma in campo erano rimasti solo in 4 a correre; Il resto della classe se ne stava abbandonata qua e la sui materassi della palestra, perciò la professoressa non aveva di che lamentarsi.

Poco dopo…

- Higurashi! Ehi Kagome! – Hojo le stava venendo incontro agitando in mano una bottiglietta.

“ eccolo li! Il piccolo rompiballe!” pensò lei, agitando a sua volta la mano.

- Ho visto che hai battuto in ritira per gli ultimi tre minuti! – disse il giovane, sedendo accanto alla compagna.

- Già…. Non ne potevo più! Se facevo un altro passo esplodevo! – rispose la ragazza stringendo con rabbia l’asciugamano.

- Ti do ragione! 30 minuti di corsa sono davvero tanti! – proseguì bevendo un po’ d’acqua.

 

Quindi. Era riuscito nel suo intento. Aveva raggiunto l’istituto scolastico e si era nascosto nel magazzino della palestra cercando di non farsi vedere da nessuno. Adesso rimaneva soltanto una cosa da fare… trovare Kagome!

Si fece piccolo piccolo e aprì appena la porta. Deglutì più volte allo spettacolo che si pose al suo sguardo: c’era mezza scuola tutto li davanti ai suoi occhi! Gruppi di ragazzi sotto il canestro da basket, altri appollaiati su lunghi materassi azzurri intenti a spettegolare su chissà quale povero sventurato, c’era persino chi faceva a botte per raggiungere una stupida palla e prenderla a calci! Ma…Forse era meglio vestire con una di quelle ridicole divise, in modo da nascondere la propria presenza alla scuola, e poter così cercare con tutta tranquillità quella sciagurata. Si, ma dove andarle a prendere? Presto detto! Vide infatti un gruppo di ragazzette avviarsi verso delle stanze poste ai lati della palestra. Ricordava che Kagome vi entrava spesso dentro per poi uscirne con la divisa indosso. Perciò, convinto delle sue azioni, sgusciò lentamente dallo stanzino e con estrema cautela riuscì in qualche modo a raggiungere quelle camere accomodandosi dentro. L’errore più grosso che aveva potuto commettere era stato quello di non leggere il cartello che padroneggiava sui muri “spogliatoi femminili”!

 Era uno strano ambiente quello, ricco di porte messe in fila una affianco all’altra con bizzarre sacche colorate poste ai loro angoli, quelle che Kagome si ostinava a chiamare zaini. E poi… era così ricco di profumi, ognuno diverso dall’altro ma tremendamente piacevoli…. Ah! Come si stava bene lì steso per terra ad odorarne uno per uno… chiuse gli occhi concedendosi quella piccola debolezza.. che di li a poco venne inaspettatamente interrotta da uno stano tessuto vellutato che gli cadde sul viso. Alzò le palpebre vedendo tutto rosa. Afferrò lo strano indumento guardandolo perplesso, ma in che parte del corpo andava messo e soprattutto: a che serviva? Era uno strano cosino piccolo piccolo a forma di una V! [si gente! È un semplice slip! Ma il caro Inu Yasha è talmente tonto che… Ndt Rin-chan] ( Kikyo fra 3 secondo avrai compagnia nel regno dei morti viventi! Ndt Kaggy-chan brandendo un bulldozer).

Cominciò ad analizzarlo per cercare di capirne i funzionamenti: infilò le mani nei buchi di cui era dotato, ma non fece altro che intrappolarsi i polsi, dopo essersi “auto scagionato” cominciò col farne un nodo e non riuscendo nel suo intendo se lo mise in testa accorgendosi che calzava a pennello! Ecco a cosa servivano i buchi, a lasciare libere le orecchie!

- AaaaaaaaaaaaaaaaaaHHHHHHHHHHHH! Un maniaco nello spogliatoio! – urlò una ragazza alle sue spalle spaventandolo a morte.

- Chi? Cosa? Dove? – riuscì a domandare un momento prima d’esser ricoperto da pugni, schiaffi e pedate – ehi ehi ehi! Ma che vi salta in mente? -.

- Vai via! Depravato! – gli ordinò una donnona piuttosto “prosperosa” che imponeva avanti a lui.

Non capiva cosa diavolo stesse succedendo, ma una cosa era certa: doveva svignarsela al più presto! Senza pensarci due volte balzò in piedi e cominciò a correre verso l’uscita mentre le ragazze lo inseguivano bersagliandolo con ogni genere di indumento: magliette, pantaloni, gonne, calzini! ( qui serviva il provvidenziale e sempre presente intervento del vecchio Happosai! Ma quella è un’altra storia! W Ranma! Ndt Kaggy-chan) 

- Ma che è preso a quelle? Sembravano indiavolate! – brontolò una volta uscito da scuola – cosa cavolo ho fatto per farle urlare tanto? – proseguì massaggiandosi le orecchie.

Era tutto ricoperto di lividi e graffi per non parlare della esagerata quantità di vestiti che andava lasciando qua e la! Beh certo, aveva trovato le divise, ma non nel modo in cui voleva lui. E tutto per colpa di Kagome! Quella dannata stupida! Era sicuramente nascosta in un angolo della scuola a civettare con qualche pivello. Tsk! Mannaggia a lei, non si liberava di lui tanto facilmente però! Aveva deciso, l’avrebbe aspettata davanti casa. Doveva chiedergli assolutamente scusa!

 Così, certo di ciò che stava facendo, si incamminò verso il tempio scintoista.

D’un tratto si sentì tirare per un braccio. Si voltò, con calma e forzata tranquillità, verso una bimbetta che continuava a tirare e sgualcire la manica della sua veste.

- Che vuoi? – Le chiese scorbutico.

- Signore, io mi sono persa! Sto cercando la mia mamma – rispose lei, guardandolo con grandissimi occhioni azzurri.

- Ehm… eh… bambina non è certo un problema mio! -.

- per favore signore! Mi aiuti? -.

- No non mi va! Lasciami stare vado di fretta! –.

- Uaaaa! È cattivo! Uaaa uaaa! -.

- No! No! Che fai? Non piangere dai! Ti aiuto, ok? Va bene? – ma quella non ne voleva sapere di tacere.

Cosa fare? Come faceva a farla stare zitta? Come? Non poteva nemmeno scappare accidentaccio! Quella marmocchia stringeva a più non posso la sua veste e non dava segni di voler allentare la presa.

- Dai non piangere più! – le disse cercando di regolare la voce ad un tono dolce e più dissuadente.

- Uaaa! Voglio la mamma! -.

Ottenne l’effetto contrario. Ah! Le sue povere orecchie non ne potevano più di quella sirena ambulante! Con un gesto deciso sollevò la bimba da terra e le tappò la bocca con una mano. Non l’avesse mai fatto! I quel momento arrivò la madre e, vedendo la propria bambina in mano ad un perfetto sconosciuto, afferrò la borsetta nera con entrambe le mani colpendola violentemente sul sedere del ragazzo.

- Guardi signore quella é la mia mammina! – rise giubilante la bimba togliendosi la mano del demone dalla bocca. 

Inu Yasha stava letteralmente uscendo pazzo! La madre che continuava a prenderlo a borsate, la piccola peste che si agitava muovendo i piedi avanti e indietro, rischiando di colpirlo alle zone sacre, lui che non sapeva dove mettere prima le mani ….. Non ne poteva più! Esasperato balzò indietro, evitando un altro colpo da parte della donna e mise giù la bimba. Ovvio, un colpo l’aveva previsto e così scansato… ma il sonoro ceffone che subito dopo gli colorò una guancia di certo non se lo sarebbe mai aspettato.

- Ma tu guarda questa…. – sussurrò massaggiandosi la parte offesa.

- sparisci ragazzaccio! – gli urlò contro la signora prima di afferrare la figlia per un braccio e trascinarla via.

- incredibile…. – disse ancora stordito, guardando le due figure allontanarsi al di là della strada.

Piano piano e con lo sguardo perso a fissare l’asfalto, ricominciò ad avviarsi nuovamente verso casa di Kagome. Non era giunto nemmeno a metà strada che si imbatté in un altro svitato: alto, magrolino e ubriaco fradicio!

- Ehi ehi! Vecchio mio! Dove vai con quella faccia così scura? – gli domandò delirante quello, cingendogli il collo con un braccio. Inu Yasha non poté far a meno di notare il forte odore sgradevole che emanava.

- a casa, mi scusi devo andare – rispose diretto.

 - ah! Ho capito sei stato mollato anche tu dalla tua donna eh? – proseguì l’uomo, ignorando la sua risposta e puntando un dito sul volto colorito del giovane – non ti preoccupare! Fanno tutte così! Dammi retta: le donne è meglio perderle che trovarle! -.

- Grazie del consiglio, adesso devo andare…. – ribadì il mezzo spettro, sentendo la rabbia cominciare a salir su. 

- Ma come? Non bevi con il vecchio zio Jo? Dai brinda assieme a me! viva la vita! -.

L’uomo strinse ancora di più la stretta attorno al collo del mezzosangue mentre con l’altra mano agitava una bottiglia alcolica.

- n.. no meglio di no… - bisbigliò l’hanyou, trattenendo a stento gli artigli.

- Ma tu sei proprio cocciuto allora? ti ho detto che devi bere! – gli ordinò il vecchio tappandogli la bottiglia in bocca – bravo così! Vedi? È semplice! -.

Quando sarebbe finita tutta quella stupidata? Con un moto rabbioso si liberò dalla stretta dell’uomo beccandosi una sana botta in testa, l’ennesima di quella lunga giornata. Per finire riprese ad incamminarsi verso casa di Kagome, dondolandosi a destra e a sinistra….

 

Finalmente sulla strada di casa! Ah! Cosa c’era di meglio che arrivare sotto il proprio tetto e mettersi a dormire? “Che bellezza!” pensò alzando il viso al cielo. Poi sospirò… “ non si può dire lo stesso del tempo, però”. Quelle brutte nubi che vedeva in lontananza non promettevano niente di buono, era meglio correre se voleva arrivare al tempio asciutta.

 

Prrr! Che freddo che faceva! Ma quando arrivava Kagome? Era da un’ora che stava appollaiato su quel ramo in attesa di vederla sbucare, il più presto possibile, da dietro quel angolo. Rivoleva indietro la sua giacca e specialmente voleva le sue scuse! Se solo ripensava a tutto ciò che gli era capitato quella mattina a causa di quella stupida….

- Che rabbia, etciu! -.

 E come si suol dire “ parli del diavolo….” ed eccola li! Affaticata e sudata dalla corsa, era arrivata finalmente!

- Adesso mi sente! – mugugnò pregustando la rivincita – Ehi KAG….!!!! -.

- Kagome!!! –.

- Ciao Zach! Come mai da queste parti? -.

- Niente passeggiavo e ti ho visto correre! Dove vai così di fretta? -.

tsk! Maledizione! Chi altri è quel farfallone che le ronza attorno?“ pensò Inu Yasha fissando con rabbia il giovane umano che scherzava e rideva con Kagome. Certo però aveva tanti bei ragazzi che le giravano attorno, ma in fin dei conti come poterli biasimare? Kagome d’altronde era una bella ragazza. Di sicuro, per lei era molto più adatto stare con un umano …. un essere umano in tutto e per tutto! Lui invece non sapeva come descriversi… ne completamente uomo ne completamente demone…. Era un debole! Senza Tessaiga perdeva il controllo delle sue azioni e durante le notti di novilunio, contro o con il suo volere, si trasformava in un uomo…. Un debole ed inutile umano! ….Un umano… cosa aveva detto il fabbro Totosai quella notte? Ah già! Doveva recarsi nel mondo di Kagome sotto sembianze umane e cercare la spada Sounga. Beh lui aveva fatto ciò che gli era stato detto da quel vecchio rimbambito, doveva semplicemente bere quel intruglio dentro la boccetta e poi sarebbe diventato un esse umano a tutti glie effetti. Cavolate!

 

Pioggia, pioggia e ancora pioggia! Ma quando andava via tutta quell’ acqua? Già studiare non era un gran divertimento, se poi si ci metteva pure il tempo era sistemata!

“forse è meglio concedermi una pausa” pensò uscendo dalla sua stanza sgranocchiando una patatina. Cibo spazzatura, certo, ma l’aiutava a riflettere. Che noia i problemi. Tutti! Di qualsiasi tipo! Dai Matematici ai giovanili….  Di quel genere poi a lei certo non mancavano!

Quello scemo! Ma dov’era andato a finire sotto quella pioggia? La veste rossa era la sua senza dubbio, se ne stava li stirata e ben piegata in attesa d’esser indossata.

Sbadigliando si scaraventò sul divano continuando a fissarla… quante ne aveva passate quel povero indumento! Ne aveva viste di tutti i colori! Lotte, sangue, risate e lacrime….già! ne aveva versate molte stretta a quella giacca rossa…. Istintivamente la prese indossandola sopra il pigiama, rimanendo però un po’ delusa dalle dimensioni esagerate. Inu Yasha aveva una corporatura molto più virile della sua, era ovvio che la veste le arrivasse fino sotto le ginocchia!

- Pazienza! – sospirò togliendola.

Dlin dlon!

“ suonano alla porta, chi può essere a quest’ora?” si chiese gettando uno sguardo all’orologio.

Dlin dlon! Dlin dlon!

- Ecco! Arrivo arrivo! – urlò correndo verso l’ingresso. Se continuava a suonare a quel modo avrebbe svegliato tutti!

Aprì la porta e rimase a fissare, sbalordita, la figura davanti a se. 

- Non chiedermi niente! La luna è perfettamente visibile questa notte, lo so, ma nonostante ciò….Sono umano! -. 

 

Wahahaha! Commenti please

 

Continua…

 

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Capitolo 4
*** una notte.... ***


Una notte…

Una notte…

 

 

Anf..anf.. che corsa gente! Questo capitolo è stato scritto tutto di fretta! Chiediamo xdono se ci sono parti a voi non molto gradite! Eh eh, buona lettura ragazzi!

 

Era da più di un’ora che se ne stava li, tutto attorcigliato in quella coperta, a bere tè. Non aveva detto nemmeno una parola da quando era entrato in casa, lei lo aveva invitato ad accomodarsi sul divano e vedendolo tutto arruffato e tremante di freddo gli aveva cinto le spalle con una trapunta piuttosto pesante.

L’atmosfera calata in casa era talmente silenziosa che l’unico rumore udibile era il ticchettio della pioggia sui vetri.

 

Kagome lo esaminava attentamente non perdendo di vista ogni suo singolo movimento: adesso aveva smesso di bere e fissava il fondo della tazza con sguardo assente. I suoi occhi erano tristi, malinconici. Stava li ma era come se non ci fosse…. continuava a guardare incessantemente un punto qualsiasi della stanza, ignorandola completamente Perché era tornato? Cosa gli era successo? Le faceva quasi pena a vederlo così…. sembrava distante, messo li in un modo a parte.

 

- Di un po’ Inu Yasha….- disse cercando di attirare l’attenzione dell’amico – ne vuoi ancora? – proseguì indicando la teiera fumante sul tavolo.

Il giovane alzò impercettibilmente lo sguardo sull’oggetto, poi chinò nuovamente il capo posando la tazzina per terra.

- guarda che sto parlando con… -.

- Come fai ad essere così tranquilla? –.

- Ma… ma a che ti riferisci? -.

- Lo sai benissimo Kagome! – sbottò d’improvviso Inu Yasha, balzando in piedi – non vedi? Sono un umano! E non è una cosa normale! Fuori c’è la luna! Riesci a capirlo? -.

- Io non so che dirti…. Forse perché, perché….-.

- Perché cosa accidenti!? – urlò stringendo i pugni. [ sicura che il non gli è andato di traverso? Ndt Rin-chan] ( può darsi….Ndt Kaggy-chan).

- Ehi datti una calmata, ok? Non lo so! Non ho la più pallida idea di come aiutarti! -.

Il ragazzo lasciò cadere le braccia lungo i fianchi abbandonandosi sul divano.

- Non avrei mai dovuto bere quella boccetta… - sospirò – ma cosa ne potevo sapere accidenti… -.

Kagome lo guardò stranita. Boccetta?

- Di che parli Inu Yasha? – domandò sedendogli accanto.

L’altro sospirò nuovamente mettendosi comodo sui cuscini.

- Kagome, ci sono parecchie cose che tu non sai… - le spiegò, cominciando a raccontare della spada, del sogno e del vecchio Totosai. La ragazza lo guardava sempre più confusa: Souga? Barriera magica? Ma quando mai! E poi…. Suo PADRE!!!??? Inu Yasha era impazzito forse?

- Beh… Inu Yasha… credo che tutta quell’acqua ti abbia dato alla testa…. Magari hai preso pure la febbre! – scherzò passandogli una mano sulla fronte.

L’altro la guardò con tanto d’occhio - Ma che dici baka! È la verità! E poi io sono un demone! Non sono così fragile come voi esseri umani da ammalarmi per un po’ d’acqua! –.

- Certo certo, è come dici tu! Adesso però è meglio andare a dormire, eh? Domattina con molta più calma mi dirai tutto per benino, ok? – continuò Kagome tirandolo su per le braccia, costringendolo a seguirla nel corridoio. Giunti davanti una camera lo spinse dentro ordinandogli di stare buono e di farsi una sana dormita, infine sparì nel buio della casa.

 

Richiuse la porta del bagno alle sua spalle Immergendo il corpo dentro la vasca da bagno, si tolse l’asciugamano dai capelli e li ravviò sulle spalle. Erano lunghi e morbidi e carezzarli era davvero una bella sensazione. Sorrise della sua immodestia arrossendo lievemente.

- certo non potrei mai paragonali a quelli di Inu Yasha -  si disse ridacchiando e sbattendo ripetutamente i piedi sull’acqua. [decisamente no! Ma non vi preoccupate ci penso io con le mie forbici dalla punta arrotondata a tagliarli via! Ndt Rin-chan] (se non la pianti lo do io un taglio, ma alla tua testa! Ndt Kaggy-chan) [Ok! Glieli riattacco con la colla vinilica…NdtRin-chan].

 

Poi si fermò a pensare… a pensare a lui….Inu Yasha…. Era proprio strano quella sera, non pareva neanche lui. Di solito non se ne stava zitto e fermo a rimuginare su qualcosa, ma faceva di tutto per venirne a capo nel modo più sbrigativo!

Aveva parlato di una boccetta però raccontandole del sogno non aveva accennato a nulla di simile. Forse era una specie di sortilegio capace di farlo diventare umano a suo piacimento… ma considerando il fatto che lui detestava esser uomo soltanto per una notte, era impossibile pensare che avrebbe preso un qualcosa capace di renderlo umano a tempo indeterminato. E se sarebbe rimasto un amano per sempre? C’era anche quella possibilità da prendere in considerazione. Se una cosa simile sarebbe successa non osava immaginarne le conseguenze…

- Che ti è successo Inu Yasha? – sospirò sconsolata, abbracciando le gambe.

 

D’improvviso un suono inaspettato attirò la sua attenzione. Era strano. Sembrava quasi un ronzio.

- Che è stato? – si chiese, voltandosi a guardare il lampadario.

Buio.

“Fantastico!” pensò battendo un pugno sul bordo della vasca “Ci mancava anche il black aut!”.

Piccata, uscì dall’acqua cercando di asciugarsi e di rivestirsi alla meno peggio. Lentamente sgattaiolò fuori dal bagno intenzionata ad andare in camera. Per orientarsi meglio nell’oscurità proseguiva tastando alquanto incerta le pareti, i mobili e il divano, ritrovandosi così fra le mani la casacca dell’hanyou. Con tutto quello che era successo aveva proprio dimenticato a ridargliela.

Subito le balenò in mente un idea piuttosto bizzarra. Si guardò attorno e rise posizionandosi correttamente.

 

Per quanto sapeva d’esser ridicola, strinse la giacca al petto e cominciò a volteggiare per il soggiorno canticchiando sottovoce le note di un valzer. Si sentiva come una bambina che violava di nascosto un ordine del padre, però, anche se sapeva che il papà si sarebbe arrabbiato, non poteva evitare di disobbedirgli al solo pensiero che quel vestito l’aveva indossato Inu Yasha…. Chissà come sarebbe stato ballare con lui? Magari glielo avrebbe insegnato lei. Ma forse ne era già capace, certo non conosceva il valzer ma dovevano pur esistere delle danze nella sua epoca!

 

Inaspettatamente le passò davanti agli occhi la figura di Inu Yasha danzare con Kikyo. Felici. Come lo erano realmente stati un tempo. Liberi e spensierati nel loro reciproco amore. Completi l’un l’altra. E a lei non era stato riservato nemmeno un pezzettino di quella gioia. Neanche un singolo spazio.

Si fermò al cento della stanza. No, non c’è n’era. Ne per lei ne per nessun’altra. Inu Yasha era ancora innamorato di Kikyo, nonostante lei non esistesse più, lui continuava ad amarla. Ad amare il suo ricordo, vivo soltanto a causa di un capriccio. La bizza di una vecchia strega.

Strinse rabbiosa l’indumento fra le mani. Ma perché l’aveva raccolta? Stava meglio dove stava! E anche lei… avrebbe dovuto restare dov’era. Nel suo mondo, nella sua epoca. Avrebbe dovuto tornarsene subito a casa quel dannato giorno, non avrebbe dovuto accettare l’incarico della vecchia Kaede, non avrebbe dovuto liberare Inu Yasha dal suo sigillo! No, no di certo. Ma se non avesse fatto tutto ciò, non avrebbe mai capito l’amore, e non avrebbe mai incontrato quello stupido mezzo demone che tanto le faceva battere forte il cuore.

 

Posò di nuovo gli occhi sulla giacca. Forse era il caso di andare a vedere cosa stesse facendo il suo possessore, se aveva bisogno di una candela o magari sentiva ancora freddo… (senti abbiamo capito che vuoi andare da lui quindi alza i tacchi e cammina prima che viene giorno! Ndt Kaggy- chan) [come sei crudele! Non solo costringi quella povera ragazzetta ad andare da quello scaratterato…. Ehm… cioè bravo ragazzo! almeno dalle il tempo di prendere qualche scusa! Rin-chan]. Erano solo scuse, e lo sapeva benissimo, ma desiderava tanto vederlo.

“ Non va bene Kagome” pensò “sta diventando un ossessione! Lo hai visto soltanto poco fa! Vedi di non esagerare…” .

 

Bene, era finalmente riuscita ad arrivare davanti al letto dove riposava il ragazzo in questione, dopo botte e inciampi vari, l’aveva spuntata! Rimaneva solo un piccolo insignificante problema da risolvere: che fare adesso? (semplice: ti spogli, entri sotto le coperte, spogli anche lui ed è fatta! Ndt Kaggy-chan) [una domanda: ma da dove ti escono stè sparate assurde? Ndt Rin-chan] ( ho preso lezioni da Miroku! Ndt Kaggy-chan) { ^_____________^ Ndt Miroku} [-____-“ Ndt Rin-chan].

Era sospetto però che si fosse già addormentato, doveva essere proprio stanco.

 

Il nonno, la mamma e Sota dormivano beati al piano di sopra mentre lei se ne stava in una stanza assieme a un ragazzo che se la dormiva della grossa ignaro della sua presenza. (ma che peccato! ^__^NdtKaggy-chan) [ Piantala! Ndt Rin-chan]. Restò in silenzio per un tempo che le parve infinito ad ascoltare il silenzio padrone in tutto il tempio, poi  cercando di non fare rumore, posò la giacca dell’hanyou su una sedia e si sedette sulla sponda del letto.

 

Com’era bello guardarlo dormire. Non l’aveva mai visto così sereno. I raggi della luna, liberi sul suo viso, davano ai suoi lineamenti un nonché di cupo e di insolito.

Sorrise. Chi l’avrebbe mai detto che un giorno si sarebbe ritrovata coinvolta in quell’avventura! E solo per andare a prendere Bujo nel tempio poi! (ecco chi è stato! Lui! Lui! Ndt Kaggy-chan) [ taci stupida umana Ndt Rin-chan con sguardo molto sesshoumaresco]. La prima volta che l’aveva incontrato era così: rilassato e disteso, sigillato certo, ma sembrava come piacevolmente addormentato…i lunghi capelli che quel giorno svolazzavano sotto i soffi del vento erano gli stessi che adesso stavano la, sparsi sul cuscino; la frangia non si distingueva dalla massa, solo una ciocca ribelle gli scivolava su una guancia donandogli un aspetto ingenuo ed infantile.

“magari fosse così anche nella realtà” pensò accovacciandosi al suo fianco.

Ora c’é l’aveva proprio di fronte, erano talmente vicini che poteva sentire chiaramente il tepore del suo respiro: mite e regolare sulle gote. Accidenti a lui! Perché era così maledettamente bello?

 

Istintivamente gli accarezzò una guancia, trovandola accaldata. (Non é per niente un Cane! Ndt Kaggy-chan) [Continua a vivere con questa convinzione … Rin-chan]. Inu Yasha per tutta risposta protestò nel sonno muovendo appena il capo. Kagome trattenne il fiato pregando tutti gli dei che non si risvegliasse, sarebbe morta di vergogna se lui l’avesse vista li.  ( paura, eh? Ndt Kaggy-chan) [ e ci credo! Se quello la scopre come minimo la sbrana viva! Ndt Rin-chan] ( Inu mio non è così! Ndt Kaggy-chan) [ stiamo parlando dello stesso Inu tuo? Scemo, solita casacca rossa, pessimo carattere e con il complesso degli alberi? Ndt Rin-chan ] ( Tsk! Zitta mi deconcentri! Ndt Kaggy-chan)

Solo quando capì che lui non si era svegliato gli tolse la mano dal volto rilassando i muscoli.

Poi riprese a fissarlo, riavviando di tanto in tanto la solita ciocca di capelli che gli si riversava sulla fronte… forse era meglio lascialo dormire e tornare anche lei a letto, anche se in quel momento non ne aveva tanta voglia …

 

Improvvido, uno starnuto del ragazzo cessò il galoppare dei suoi pensieri. Aveva sentito bene? Incuriosita lo guardò meglio. A parer suo sembrava esser raffreddato…Non sono così fragile come voi esseri umani!  Ma non era lui il demone che non si ammalava mai?” pensò sogghignando. Inu Yasha starnutì nuovamente. Eppure dalle apparenze non pareva proprio, anzi, provavano tutto il contrario! Quindi il signorino si era preso un bel malanno. Certo che era stata davvero una mossa azzardata rimanere fuori tutto il pomeriggio sotto la pioggia. Com’era stato stupido. Se lo meritava, infondo era stato lui ad andarsene via. Era decisamente ridicolo! Quindi anche il forte ed impassibile Inu Yasha aveva delle debolezze! In silenzio e coprendosi la bocca con una mano, rise. Inu Yasha: grande eroe distruggi male bisognoso di tenere cure per guarire da un misero raffreddore. Chi l’avrebbe mai detto?

 

D’un tratto si fermò.

 

Inu Yasha non aveva chiesto nessun aiuto.

 

Aveva fatto tutto lei.

 

”non credevo fossi cosi stupida” si rimproverò chinando lo sguardo e piegando la bocca disgustata.

 

Inu Yasha aveva vissuto gran parte della sua infanzia da solo, privo di qualsiasi tipo di aiuto, sempre deriso e rifiutato da tutti…non era né completamente demone, né completamente uomo…. Odiato dai mostri e temuto dagli umani, chissà che vita infernale aveva passato con tutto il peso di quella colpa sulle sue spalle, quale colpa poi! Essere frutto dell’amore fra due esseri. Di solito era la cosa più bella che potesse capitare… per lui era stata la punizione peggiore che si potesse ricevere…essere ripudiato dallo stesso fratello, essere allontanato da qualunque luogo, dover combattere ogni giorno per potere continuare ad andare avanti, a chiedersi perché quel mondo si accaniva tanto contro di lui, a cercare di vincere sfide molto più pericolose di un semplice raffreddore ed infine scoprirsi niente, essere nessuno…

cosa c’è da ridere? Che hai da ridere tanto Kagome?”.

 

Inu Yasha tossì ripetutamente piegando il viso in una smorfia dolorante. Poi si strinse nelle spalle tirando su col naso.

Passò un lungo momento in cui a tracciare lo scorrere del tempo era soltanto il ticchettio della sveglia posta sul comò affianco, infine Kagome balzò giù dal letto uscendo dalla stanza. Quando vi fece ritorno stringeva fra le braccia un ingombrante piumone rosa.

Dopo aver costatato che il giovane Hanyou dormiva ancora, glielo stese addosso coprendolo per bene fino al mento e si intrufolò nuovamente sotto le coperte.

 

Era pazza! Una vera pazza! Se quel povero ragazzo non si era ancora svegliato a causa tutti quei suoi via vai di sicuro non avrebbe resistito ai battiti del suo cuore vertiginosamente accelerati. Respirò a fondo cercando di regolarli, non voleva proprio che Inu Yasha la scoprisse! se ciò sarebbe successo avrebbe dovuto lasciare la stanza, per non parlare della grossissima sfuriata che sicuramente l’hanyou non le avrebbe risparmiato. E lei sapeva benissimo quanto potevano essere pericolose…

Lo guardò. Aveva un viso rilassato, e bisognava ammettere che non le era per niente immune, anzi!                        Era veramente attraente. Molto più bello di quando si arrabbiava e lo sguardo gli diventava spiritato. Decisamente, era molto più affascinante così.

Le orecchie canine dell’hanyō si mossero, e Kagome non riuscì ad evitare di sorridere. Erano adorabili! Non riuscendo a resistere alla tentazione, allungò una mano e gliene accarezzò una. In un istante, si ritrovò il polso stretto in una presa d’acciaio, e udì un basso e prolungato ringhio provenire dalla bocca del mezzo spettro. Quel contatto le procurò una scarica che corse per tutto il braccio fino alla schiena. Terrorizzata, smise di respirare rimanendo ferma. Perché semplicemente sfiorandolo, sentiva quel brivido?

Per niente padrone delle proprie azioni, essendo addormentato, il giovane le trascinò la mano tra le sue e si rimise a dormire placidamente com’era stato fino a pochi istanti prima.                                                                                La ragazza sentì distintamente le guance andarle a fuoco. Che diavolo poteva fare, adesso? Liberarsi era impossibile… il mezzo sangue, seppur dormiente, aveva una presa niente male, e poi non era neanche sicura di volerlo lasciare…

Sospirò sconsolata sistemandosi meglio “Ecco, Kagome” si disse, con una smorfia rivolta a se stessa “così impari ad agire sempre di testa tua!”.

Nel buio della stanza però, non si accorse di quella lacrima scesa dagli occhi del mezzo demone.

 

 

 

La luce del mattino batté sulla faccia di Kagome quasi con prepotenza, svegliandola. Aveva fatto uno strano sogno. Aveva sognato di avere qualcuno al suo fianco che vegliava sul suo sonno, e di tenergli la mano. Si alzò a sedere stropicciandosi gli occhi. Il letto era molto comodo e lei avrebbe preferito dormire ancora un altro po’! Quella sera si sarebbe ricordata di chiudere le tende, così il sole l’avrebbe lasciata in pace per un tempo più lungo.

D’un tratto, si rese conto che qualcosa non andava. La sua mano destra era come bloccata, e poi la sentiva decisamente surriscaldata. Si voltò lentamente, e si tappò la bocca in tempo per evitare di lanciare un grido di stupore. Che diavolo ci faceva Inuyasha addormentato accanto a lei? E perché le stava tenendo la mano?!

 

 

Lo vide muoversi, mugugnare qualcosa nel sonno ed in fine piangere.  d’improvviso avvertì scorrere sulla sua pelle un liquido caldo… poi dei singhiozzi appena accennati…

- Inu Yasha? – sussurrò cercando di alzare il volto del ragazzo verso di se. Fu un gesto vano, lui infatti si strinse ancor di più a lei, abbracciandola.

- Madre… Padre… - pronunciò fra i singhiozzi.

Kagome non sapeva che fare! Le lacrime dell’amico le scorrevano addosso per poi finire sul colletto del pigiama, bagnandolo.

Come calmarlo? Sospirò cominciando a scompigliargli i capelli, a di trattare un bambino, gli sussurrò di stare calmo, che era soltanto un brutto sogno… poi accadde l’inevitabile! Lui alzò il viso spalancando avanti gli occhi della ragazza i suoi colmi di lacrime. Lei non si mosse vittima della sorpresa e dal timore che lui avrebbe reagito male trovandosela così vicina. Invece quello continuava a tenere il suo sguardo puntato su Kagome, fisso su di lei, privo di sentimento… infine, come se nulla fosse, si girò dal lato opposto e riprese a dormire.

 

La mia amica Rin-chan, da quanto avrete capito, odia il personaggio di Inu Yasha! dice che è troppo infantile in confronto al fratello… beh voi che ne pensate? Avrà ragione? Io dico che il vecchio Sesshuomaru dovrebbe sciogliersi un po.. no?

Kmq sia… Commenti commenti commenti!

 

Continua….

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Capitolo 5
*** un pomeriggio al centro commerciale ***


Un pomeriggio al centro commerciale

Pomeriggio al centro commerciale

 

 

Arrivò fino alla lunga ringhiera del balcone poggiandovi i gomiti mentre con le mani reggeva il piumone sulle spalle. La grande distesa verde che vedeva avanti a se gli rammentava i diversi pomeriggi passati nella sua epoca, nel villaggio dove era cresciuto. Il terreno era molto simile, fiorito e ben coltivato, eccetto una cosa: aldilà della grande e lunga scalinata in pietra spiccavano una serie di lunghi scatoloni grigi, colorati e luccicanti, quelli che Kagome chiamava col nome di “palazzi”. Da lui invece, si estendeva la verde e folta foresta dove per molti anni era rimasto sigillato. Quella era una gran bella mattina. Rispetto alla notte appena trascorsa, il cielo sembrava sorridere a chi alzava gli occhi in su. Il vento che ieri soffiava violento sulle foglie del vecchio albero secolare, quel giorno le sfiorava appena. Si stava avvicinando l’estate e la ricerca dei frammenti della sfera era ancora in atto…

 

Quando tutti i pezzi sarebbero tornati al loro posto, quando la sfera si sarebbe ricomposta definitivamente, quello! Quel giorno avrebbe segnato la fine di tutti i suoi via vai dal pozzo. Non avrebbe più sentito parlare di Naraku, non avrebbe mai più avuto problemi a causa della sua identità di mezzo spettro… e non avrebbe più rivisto lei….

- Ciao! Io vado a scuola! -.

Eccola li, il soggetto in questione, correva come una forsennata per i vicoli del quartiere. Andava a scuola, il grande edificio bianco ove si recava tutte le volte che tornava a casa… ma a che cavolo serviva poi? Cos’era di così importante?

 

Starnutì.

 

- Mannaggia a questo raffreddore - imprecò fra i denti.

Ma se lo doveva beccare proprio in quel periodo? Non aveva tempo da perdere con cure e cose del genere, doveva capire che razza di intruglio gli aveva dato quel vecchio strampalato! Talmente assurdo da fargli cambiare aspetto anche quando i raggi del sole picchiavano sui tetti. Doveva andare subito da Totosai!

- È meglio se mi sbrigo – si disse togliendosi il piumone rosa dalle spalle.

 

Mossa azzardata, infatti qualche istante dopo si sentì la schiena pervasa da brividi freddi e il naso che riprendeva a colare.

No, no! Era meglio rimanere al calduccio per quel giorno.

Fissò la coperta incuriosito, a ben ricordare si era svegliato con quell’affare addosso. La notte scorse era trascorsa tranquilla e serena, tranne una cosa! Aveva sognato di avere qualcuno al suo fianco che vegliava sul suo sonno, e di tenergli la mano.

- Sarà stato uno dei miei fantomatici sogni – scherzò tirando su col naso.

Poi un pensiero decisamente folle gli ricorse alla mente: Kagome!

 

Era sicuro di aver visto la ragazza dormire nel suo letto, ma non sapeva spiegarsi se era la realtà oppure uno dei suoi sogni assurdi!

- Non diciamo sciocchezze! – disse schiaffeggiandosi il viso con entrambe le mani. “sarà stato un sogno” pensò.

- senti, non sarà il caso di dire sciocchezze, ma ti senti bene? -.

Era talmente assorto nei suoi ragionamenti da non accorgersi della presenza del nonno al suo fianco.

- Eh? Cosa intendi? – domandò cercando di regolare l’agitazione.

- Ti è salita la febbre? Ha il volto arrossato… -.

- Ma chi, io? Non è niente! – rise saltando giù dal balcone.

- Guarda che non hai più i tuoi poteri! -.

SBAM! Troppo tardi! Il poverino era già diventato una sola cosa con il terreno!

 

Poco più tardi, per le strade di Tokyo…

 

- uargh! Che sono…. – Kagome sbadigliò per l’ennesima volta.

Accanto a lei passeggiava Ayumi, bella ed allegra sotto i raggi del sole del primo pomeriggio.

- suvvia Kagome! Che ti prende? Hai superato la prova nonostante le settimane di assenze che hai fatto, io al tuo posto farei i salti di gioia-. 

- ma io ne sono contenta… però ho un po’ di sonno… sta notte non ho dormito -.

- che? Come mai? Hai studiato per tutta la notte? -.

- diciamo di si… - sussurrò lei, sbadigliando per l’ennesima volta.

- guarda che ti vogliamo sveglia per il pigiama party di sta sera a casa di Ary -.

- certo certo… -.

“ anche se non sono sicura di poter resistere due notti insonni, tutte di fila…. Sentenziò pensando alla sera da poco trascorsa… 

Aveva avuto talmente tanta paura di una reazione negativa del giovane che era scappata a gambe levate non appena aveva visto i raggi dell’alba fare capolino all’orizzonte.

Quella mattina nemmeno riuscì a guardarlo i faccia! E pensare che dovevano chiarire ancora la questione del sogno…

- Kagome!? -.

- Eh? Sì? Dicevamo? -.

- Ma ti senti bene? – le chiese l’amica toccandole la fronte – guarda che se ti stai di nuovo x ammalare non è necessario che vieni da me oggi! Ci vediamo direttamente da Ary, così avrai tutto il tempo per riposare… -.

- No! No, ma che dici! -.

- Sarà… ehi guarda un po’ chi arriva! -.

Kagome smise di schiaffeggiarsi ed alzò lo sguardo verso la figura in bici.

- Buon giorno Higurashi! -.

- Eh eh eh eh! Hojo cosa ti porta da queste parti? – disse la ragazza cominciando a pensare ad una buona scusa per potersi congedare il prima possibile.

- Sono venuto a sapere se questo pomeriggio potevamo studiare di nuovo assieme x l’esame finale! – continuò l’altro sistemandosi comodamente sul sellino.

- Ehm… io veramente… -.

- se disturbo, non importa –.

- No! Kagome viene molto volentieri! – intervenne Ayumi spingendo in avanti l’amica.

- Davvero? – risposero Kagome e il ragazzo all’unisono.

- certo! -.

- Bene allora ci vediamo questo pomeriggio al solito orario a casa tua, ciao Ayumi! – disse Hojo allontanandosi contentissimo.

- Sei uscita di senno? E al pigiama parti ci va l’altra mia identità? – sbuffò Kagome non appena Hojo sparì dietro un vicolo.

- Ma dai! Spiego io alle ragazze! E poi ridarò un’altra festa x sapere com’è andata! Vai corri a casa a farti bella! Ciao Kagome! – e anche l’altra sparì dietro lo stesso angolo.

E adesso? Come faccio con Inu Yasha? Quello va in giro con il suo coso rosso e non credo di riuscire a svestirlo! Ah!! Che faccio? Cosa? ”.

 

Tg del pomeriggio - L’estate è vicina qui a Tokyo e la gran quantità di studenti… -.

- INU YASHA!!!!!! -.

GULP!

La voce strillante di Kagome giunse da dentro il corridoio facendo sobbalzare la famiglia Higurashi riunita in tavola.

Si sentì un gran trambusto, poi  la figura della ragazza comparve sulla soglia della porta.

- INU YASHA! – ripeté con il fiatone.

- Cough! Cosa gridi! Cough! Cough! – rispose il giovane battendosi dei pugni sul petto cercando di mandare giù l’acqua andata di traverso.

- Non abbiamo un secondo in più da sprecare! Coraggio spogliati! – gli ordinò prendendo in mano, phon, spazzola e forbici.

- Sei impazzita? – sbottò lui a fil di voce.

- Devo assolutamente darti un aspetto normale entro le 17:30! – ribatté lei, accendendo il phon.

- Ehi ehi! Fermati! Cosa vuoi fare? – scappò lui, impaurito dal suono.

- Vieni qui! Non ho molto tempo! – disse lei correndogli dietro.

- Ma chi ti ha chiesto tempo! – rispose lui correndo verso un’altra stanza.

- Fermati stupido demone! -.

Il nonno, Sota e la signora di casa continuarono il loro pranzo, come se fosse normale vedere i due giovani correre qui e la attorno al tavolo. 

La scena era sempre la solita: Inu Yasha che correva qui e la stringendo in mano i suoi lunghi capelli neri con alle spalle Kagome armata di spazzola e phon.

- Basta! – disse lui, sfinito – mi spieghi cosa mi devi fare di così importante? – ansimò accasciandosi in un angolo.

Kagome si fermò. – questo pomeriggio viene un mio amico che mi ha proposto di studiare insieme a lui. Se ti vede conciato in questo modo penserà che ospito in casa un folle! Ti prego solo per un po’ di tempo indossa degli abiti decenti, solo per oggi! -.

- ma tu sei pazza! – rispose l’altro alzandosi in piedi e facendo a di andare  – io non indosserò mai quegli stani abiti! Basterà semplicemente che io e il tuo amico non ci troviamo nello stesso posto allo steso momento -.

- Giusto! Inu Yasha se pregato di rimanere fuori casa fino a che sia io che Hojo non togliamo gli occhi dai libri -.

- Hojo? Quello dell’altro giorno? -.

- Certo! -.

- ehi! Un momento… Perché proprio io devo stare fuori? -.

- Non posso mica mandare fuori lui! In questo mondo questo si chiama: maleducazione! Forse da te è normale lasciare gli ospiti fuori dalla porta ma da noi no! -.

- Quindi? -.

- O ti decidi a vestirti come un ragazzo di “quest’epoca”, o ti lascio fuori! Scegli e fai in fretta! -.

- OK.. hai vinto! – borbottò lui, intrecciando le braccia in petto.

- Sìììììì! Grazie! – rispose lei prendendo a salterellare.

Inu Yasha la guardava impotente e stupefatto! In meno di 2 minuti era riuscita a convincerlo nel suo assurdo intento di mimetizzarlo temporaneamente tra la gente normale solo x non dare nell’occhio a quel suo amico poi. Era davvero incredibile! Ma c’era anche da valutare il fatto che non voleva lasciarla sola con quel damerino….

- quando la finirai di saltare a quel modo? Non aveva intenzione di farmi qualcosa o sbaglio? – le disse squadrandola dall’alto in basso.

- Hai ragione! – rispose l’altra smettendola di ridere – al lavoro! – continuò accendendo il phon e fissando la lunga capigliatura del giovane con sguardo diabolico!

- si però posa quella roba! – disse lui indicando le forbici che lei stringeva in mano.

- fidati! -.

“ Aiuto!” pensò lui accomodandosi su una sedia, come gli era stato ordinando, e cercando di mitizzare i suoi pensieri su tutto tranne che su quello strano coso che sputava aria calda….

 - AAAA!!!!! Sei perfetto Inu Yasha! – esultò Kagome mentre continuava ad insinuare le dita fra i capelli, ormai liscissimi, dell’amico.

- Ma che cosa mi hai fatto? – piagnucolò lui guardandosi allo specchio.

- Ma di che ti lamenti! Dai andiamo a comprare i vestiti adesso! abbiamo solo un ora di tempo! – disse la ragazza buttando x terra phon, spazzola e forbici e trascinando fuori casa il povero Hanyou.

“ Mamma cosa avrò fatto di così crudele!” pensava lui tenendo il passò militaresco dell’altra.

- 1, 2! 1, 2! Coraggio! I negozi apriranno fra 10 minuti e dobbiamo trovare qualcosa di adatto! E siccome si tratta di te, sarà molto difficile! -.

- che intendi? – chiese lui impaurito.

- vedrai!! -.

 

Di sicuro qualcuno la sopra doveva odiarlo!

Era da mezz’ora che correva dietro quella pazza indecisa di Kagome che lo trascinava a destra e manca in ogni sacrosanta porta che le capitasse a tiro! Era davvero strana! Ogni vetrina che vedeva le sembrava sempre quella giusta, poi però quando entrava dentro e gli faceva indossare quella strana roba chiamata JEANS non le andavano mai a genio! Cosa c’era di male poi nella sua veste? Larga, comoda e capace di tenergli caldo… tutto il contrario dei vestiti di quel mondo: corti, stretti e tremendamente brutti!

- Inu Yasha vieni! Entriamo li! Sono sicura che questa è la volta buona! – esclamò Kagome, correndo verso un altro negozio.

- è da quando siamo usciti che ripete sempre la solita frase, eppure ancora siamo qui! – bisbigliò fra se il giovane.

Era un altro negozio di articoli sportivi: tute, cappelli e felpe padroneggiavano su ogni scaffale, mentre in un angolo a parte del negozio vi era posto un’enorme box con dentro vari tipi di palloni e attrezzi per l’atletica.

- senti un po’ Inu Yasha… secondo te qual’è il colore più adatto? Questa giacca azzurro chiaro o lo smanicato fuxia fosforescente???? – gli chiese la ragazza piazzandogli avanti agli occhi i due indumenti.

- Tu stai dicendo che io dovrei indossare questa roba? Dico ma sei fuori? -.

- E perché? –.

- Ma non se ne parla nemmeno! Questi cosi sono troppo troppo… -.

- Scollati? -.

- Beh… non è proprio questo il termine che cercavo ma…. -.

- Tranquillo Inu Yasha! Prima o poi ti ci abitui! –.

- Ma chi si vuole abituare! -.

- Senti se non ti piacciono i colori potevi dirlo subito! – brontolò lei riponendo la roba a posto e ritornando a guardare attorno.

Che noia!” pensò lui.

Prese a vagabondare fra gli scaffali lanciando sguardi svogliati su di essi, niente, nulla che gli piacesse in particolare, i colori più strambi esistenti sulla faccia della terra erano tutti li davanti a lui.

- Ah, ma chi me lo ha fatto fare! – mugugnò passando le dita fra le grucce delle maglie.

Una di queste rapì il suo sguardo: era tutta rossa con una lunga striscia nera che copriva i bordi del colletto e delle maniche.

- Posso esserle utile? – la voce di un uomo lo raggiunse da dietro le spalle.

- Ahhhhhhhhh! – urlò saltando per aria.

- Calmati, calmati, volevo semplicemente darti una mano! – si scusò il commesso agitando le mani.

- A fare che? – ansimò l’altro fissandolo sconvolto e con una mano poggiata al cuore.

- Vedevo che eri particolarmente rapito da questa T-shirt rossa! -.

- T-shi… cosa???? -.

- Questa qui! Stupido! – intervenne Kagome togliendogli l’indumento dalle mani – lo scusi, ma che ci vuole fare mio fratello è fatto così! Anche se una cosa gliela si spiega cento volte non la capisce ugualmente! – proseguì voltandosi a guardare estasiata il bell’imbusto con tanto di muscoli e ciuffo alla Elvis Presley.

- Beh, allora bisogna fare subito qualcosa per questo tuo bel fratellino…– sussurrò lui chinandosi appena verso la giovane.

Kagome arrossì vistosamente nascondendo il volto dietro la maglia rossa.

Inu Yasha diede due colpi di tosse attirando l’attenzione dei due.

- Qui c’è gente che aspetta! – brontolò togliendo l’indumento di mano alla ragazza.

- Da questa parte, qui ci sono i camerini! – gli fece segno il commesso.

- Provati anche questo paio di Jeans! Non ti dovrebbero stare male! – gli disse Kagome porgendoglieli.

 

15 minuti dopo….

 

- Pare che vostro fratello se la stia prendendo comoda – si lamentò l’uomo poggiandosi ad una parete.

- Mi scusi, forse le stiamo facendo perdere del tempo – rispose Kagome mangiandosi un unghia - forse è meglio che vada a vedere cosa combina…– concluse infine la giovane scappando via.

 

“quello stupido! Ma quanto ci vuole ad indossare una semplice maglietta e un paio di jeans?” pensò, intrufolandosi nel camerino maschile, sospirando sollevata di non aver trovato gente.

- Inu Yasha? Dove sei? – chiese guardando una dopo l’altra le fessure in basso delle porte. Sospirò non appena vide un pezzo di stoffa scaraventato in terra…

- ehi, Inu Yasha? – lo chiamo rialzandosi in piedi – sono Kagome a che punto sei? – solo il silenzio la degno di risposta.

- Inu Yasha? – ribadì, battendo due pugni sul legno della porta. Questa volta udì, ma molto molto piano, la voce del giovane mugugnare qualcosa fra i denti.

Incuriosita chiese spiegazioni e, senza ricevere il permesso, infilò la porta ed entrò.

Lo spettacolo che si ritrovò davanti gli occhi la sbalordì non poco: Inu Yasha, a torso nudo e vistosamente rosso in volto, se ne stava chino sulla cerniera del jeans, per metà aperta, bestemmiando silenziosamente contro chissà chi.  

- che cavolo fai Kagome! – gridò, accortosi della ragazza.

- Che cavolo fai tu piuttosto! Che ci fai ancora conciato così? – lo rimproverò lei, cercando di mascherare il proprio imbarazzo.

- Anziché stare li a parlare a vanvera, chiudi sta cosa! – imprecò lui cercando di tirar su la cerniera inceppata.

- ma cosa hai fatto tutto sto tempo! Accidenti a te! -.

- Chiudila taci! -.

Kagome sbuffò avviandosi verso il ragazzo – non sai alzare nemmeno una stupida Zip! -.

Inu Yasha la guardò di sbieco – Zip? Ehi ehi! Kagome, ma che zip! La porta! Parlavo della porta! Devi andare a chiudere la porta!!! – balbetto chinandosi in un angolo.

Accortasi della tremenda Gaff, avvampò fino alla narice dei capelli e scappò via, lasciando la medesima porta aperta!

- Razza di stupida! – le urlò dietro il mezzo demone sbattendo con foga l’oggetto in questione…

 

Che vergogna! E stupida! E idiota! Che qualcuno mi seppellisca nell’abisso più profondo esistente sulla faccia della terra! ” pensò Kagome, correndo per tutto il centro commerciale. Che razza di figura? E poi quell’emerito scemo! Perché era ancora in mutande? Eppure ne aveva avuto di tempo x cambiarsi! Era la seconda dannata figura del cavolo di quel giorno, ma quando sarebbero finite???

 

 

- Ma si può sapere che è successo fra te e tua sorella? – gli chiese il commesso porgendogli i jeans e la T-shirt.

- …. – il giovane non rispose, afferrò gl’indumenti e rimase fermo nella sua posizione.

- Si è messa a correre verso l’uscita, forse se ti sbrighi la raggiungi! -.

Inu Yasha senza nemmeno farselo dire due volte alzò i tacchi e prese ad avviarsi verso la direzione indicatagli.

- un attimo – protestò l’uomo tirandolo per i capelli.

- Che cavolo vuoi ancora!? – sbottò infastidito, il mezzo demone.

- Non dimentichi niente? -.

- Ah! Sì, grazie per avermi aiutato con i pantaloni, addio! –.

- Fermo dove corri, devi pagare la roba! -.

- E con quali soldi di grazia? -.

- Quelli dentro la borsa di tua sorella! – disse quello indicando la borsettina che Kagome aveva perso correndo via.

- e dove dovrei andare? – mugugnò il ragazzo afferrando con foga l’accessorio.

- Verso la cassa da quella parte, dai la merce alla ragazza che sta al banco e il gioco é fatto! Coraggio! –  così dicendo lo spintonò verso il bancone, ridacchiando sotto i baffi.

 

Forse era meglio tornare in dietro, in fin dei conti era stata lei a trascinare Inu Yasha in quel mondo a lui sconosciuto, non poteva certo lasciarlo in balia di se stesso, si disse Kagome mentre a passo lento si dirigeva verso il reparto sportivo.

Arrivò avanti gli spogliatoi, ma non vi trovò nessuno tranne che il bel commesso intento a rimettere a posta qualche completo.

- Mi scusi… - gli disse battendogli due colpi sul braccio.

L’altro si voltò a guardarla  - Si ? -.

- Sa dirmi dov’è andato mio fratello? -.

- è alla cassa, sta pagando il conto della maglia e dei jeans -.

- E con quali soldi? -.

- Carina, mentre scappavi via ti è scivolata la borsa dalla spalla! – le spiegò l’uomo battendole due dita in fronte.- fai più attenzione! -.

Lei per istinto portò una mano alla spalla accorgendosi che quegli aveva ragione.

- La ringrazio. Arrivederci! – si congedò, scappando via.

“Inu Yasha con il mio denaro in mano, ma stiamo scherzando? E poi come fa Inu Yasha a sapere dove si trova la cassa?” si domandò voltando l’angolo e fermando il passo di colpo.

Avanti ai suoi occhi c’era la più comica di tutte le scena mai esistite! Inu Yasha che minacciava un manichino di morte sicura se non avesse risposto subito alla sua domanda:

 

- QUANTO COSTA TUTTA QUESTA ROBA RAZZA DI ST****A! – era la centesima volta che glielo chiedeva ma quella, per la centesima volta, continuava a non rispondere fissandolo e ridendo in continuazione!

- Inu Yasha! Ehi! – la voce della ragazza attirò la sua attenzione.

- Kagome… -.

- Mi spieghi che stai facendo? – gli chiese una volta arrivatagli accanto.

- Quello scemo di prima mi ha detto di venire qui a pagare ste cose alla ragazza ma la signorina continua a far finta di niente e a sorridere come un emerita cretina! – poi rivolto al manichino riprese – vuoi dirmi che cavolo ti prende? Eh? Rispondi? Che c’è? Vuoi per caso combattere? È una nuova tecnica? -.

- UmpfPuf… PUAAAAAAHHH!!!!! – Kagome non poté più far a meno di ridere aumentando così la rabbia dell’amico.

- Anche tu adesso? Che cavolo hai da ridere! Baka! – urlò lui gettando per terra la maglia e i pantaloni.

- Eeeh, eeh, Inu Yasha! Dovevi pagare i vestiti certo, ad una ragazza sicuro, ma la ragazza in questione è quella donna dietro di te seduta DIETRO al bancone – gli spiegò la giovane indicando la commessa alle spalle del ragazzo, che lo fissava allibita.

- Ma allora… - sussurrò lui fissando il manichino negli occhi – tu chi sei? -.

- AAAAHHH! Inu Yasha questo qui è un manichino, non potrà risponderti mai! – continuò lei afferrando la borsetta e i vestiti per terra – saluta la tua amichetta Inu Yasha si torna a casa! -.

 

Stavano correndo verso casa come due forsennati, fra meno di 10 minuti Hojo sarebbe arrivato al tempio scintoista.

- Hai fatto davvero una gran bella conquista oggi fratellino! –.

- Senti tu falla finita! - ansimò Inu Yasha correndo dietro all’amica.

- Che ti succede fratellino? Il manichino ti ha respinto? -.

- Piantala!!!!! E corri! -.

- Scemo! scemo! -.

- Giuro che questa me la paghi! -.

- Che fai mi mandi la tua commessa manichino? -.

- Che? -.

- Dici che me la vuoi fare pagare! -.

- Argh! Dannata Kagome! -.

- Ah, già! Dimenticavo! -.

- cosa? -.

- Vieni qui! – gli ordinò tirandolo per un braccio e sbattendolo dentro un vicolo.

-che cavolo fai? Volevi mozzarmi un braccio per caso? – brontolò lui massaggiandosi la spalla.

- non proprio, allora! Adesso sbrigati e mettiti i vestiti nuovi – gli disse dandogli la t-shirt e i jeans appena comprati.

 Lui li prese ma rimase fermo a fissarla; Kagome fece altrettanto.

- Ehi ma ti sbrighi? – gli chiese fissandolo più attentamente, poi capì le intenzioni del ragazzo e rossa in viso si voltò e prese a fare la guardia poggiata al muro.

Passarono alcuni momenti in cui a rompere il pesante silenzio era solo il fruscio dei vestiti sulla pelle del ragazzo, infine lei si decise, prese fiato e pronunciò velocemente:

- Comunque prima non volevo vederti nudo -.

L’altro senza smettere di spogliarsi rispose:

- Non ne dubito! E sono sicuro che non volevi vedermi nemmeno prima dentro quel negozio! -.

- Infatti! Io – capì il sarcasmo dell’amico – senti tu pomposo essere inutile! Ti credi tanto bello? -.

- No no stai dicendo tutto tu! -.

- Intendi dire che io ti credo bello? Dico ma sei fuori? -.

- Beh… hai provato più di una volta a vedermi nudo! -.

- che cosa? Senti… –.

- dai dai che si fa tardi! – la interruppe l’hanyou, finendo di vestirsi e correndo fuori dal vicolo.

- ma, cos… ehi INU YASHA! ASPETTAMI! -.

- muoviti, lumaca! -.

 

 

Continua…

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Capitolo 6
*** il volto nel cuore ***


Tutta colpa di quel sogno

 

 

Il volto nel cuore

 

 

 

 

 

 

 

Che ne dite? Sto facendo la brava? La merce è di vostro gradimento? Ah ah… ringrazio Kiky85, koko90, Elychan e luchia nannani x le recensioni! Vi aspetto numerosi, ok?

 

 

 

Merda! Merda! Merda! Era tremendamente in ritardo! E come se non bastasse l’appuntamento era a casa sua! Che cosa poteva inventarsi? Aveva fatto tardi perché c’era traffico dalle scale fino alla porta d’ingresso????? Accidenti, ma perché capitavano tutte a lei?

- Forza Inu Yasha corri! -.

- Fammi un favore, la prossima volta pensaci 100 volte prima di accettare proposte dal quel damerino! -.

Eccolo finalmente l’angolo prima della stradina di casa, mancavano pochi metri alla scalinata del tempio! Forza, forza! Forse poteva battere Hojo sul tempo! Ecco il giardino di fronte casa, ecco la porta, via le scarpe, via la borsa e di corsa verso la cucina!

- Sono qui mamma! – bisbigliò col fiatone.

- Salve Higurashi! –.

- Ho…Hojo, sei in… perfetto orario! Eh eh! – rise tirando Inu Yasha a lato – adesso ti presenti, gli stringi la mano e sparisci x almeno 2 ore d’accordo? – gli sussurrò, severa.

Il giovane studente porse la mano al mezzo demone - Piacere il mio nome è… -.

- Hojo! Si Kagome mi ha parlato diverse volte di te – lo precedette l’altro stritolandogli la mano.

- Bene! Hojo, lui è Inu Yasha, non so se ti ricordi, ma è venuto al compleanno di Sota in veste di animatore – spiegò Kagome, guardando malefica l’hanyou.

- Già, lui è il demone cane vero vero! E come mai da queste parti? -.

- Sono venuto a spaccarti la testa – bisbigliò fra i denti Inu yasha, chissà perché ma quella frase pronunciata da quel tappetto non gli andava proprio a genio.

- come scusa? –.

- Inu Yasha voleva dire che è venuto qui a “spaccare la testa” ai personaggi della play station di mio fratello vero? Dai credo che Sota ti stia chiamando – s’intromise lei, facendogli segno di raggiungere il piano di sopra.

- è venuto qui solo per giocare alla play? Ma non è un po’ grandino x queste cose? – domandò Hojo uscendo i libri dalla cartella.

Inu Yasha lo squadrò da capo a piedi con gli occhi di chi desidera ardentemente commettere un omicidio, poi sparì dietro la porta sbattendo quest’ultima con non molta gentilezza.

- Ehi Kagome non credo di essere molto simpatico al tuo amico – affermò lo studente sfogliando un quaderno.

- No, è una tua impressione Hojo davvero, perdonalo e che oggi ha avuto la giornata storta – lo scusò Kagome accomodandosi affianco al compagno.

- E se ne viene qui a giocare alla play? -.

- Sota è da un po’ di tempo che gli chiede di aiutarlo con un certo gioco… -.

- Capisco. Allora! Diamoci da fare con la matematica! -.

- No, dobbiamo iniziare proprio con questa? Un’altra materia? -.

- Scienze ti va bene? -.

- 3° possibilità? -.

- Ehm… che ne dici.. la storia giapp…-.

- Ho capito! Iniziamo con la matematica! – concluse irritata la ragazza.

 

Intanto nella stanzetta di Sota….

 

- Ma tu guarda cosa mi tocca sentire! Quello scemo! Non sa fare altro che darsi arie! E poi quella Kagome, che aveva da guardarmi così male? –Inu Yasha se ne stava seduto ai piedi del letto rimuginando con se stesso.

- Ehi fratellone! Mi dai una mano qui? Ho sentito che mi avresti aiutato con la play! – gli chiese il piccolo, fissando il mezzo demone con occhi languidi e supplichevoli.

- Smettila di guardarmi a quel modo, mi irriti! – lo rimproverò quello afferrando la tastiera del computer e mettendosi a martellare sui tasti.

- Grazie fratellone! Guarda il mostro da battere è questo qui verde! – gli spiegò tutto contento il ragazzino.

- Tsk! Mannaggia a me che mi sono fatto convincere x quel fatto dei vestiti! Avrei dovuto rifiutare e andarmene via! – fuori un mostro – quel disgraziato cervellone che non è altro! Come si è permesso di chiamarmi in quel modo? – fuori due mostri – se mi capita a tiro un’altra volta giuro che lo riduco a fettine – tre – con o senza Tessaiga! – quattro – l’altra signorinella poi non è da meno! credo che Sota ti stia chiamando( sta simulando la voce di Kagome Ndt Kaggy-chan) ma al diavolo tutti! – era talmente arrabbiato che ormai al posto delle reali facce dei mostri vedeva quelle dei due ragazzi al piano di sotto.

Intanto Sota lanciava sguardi estasiati allo schermo del computer. Stava superando tutti i livelli!

 

 

Ore 19:30

 

- AAAAAAAAAAAHHHHHH!! – l’urlo di Kagome riecheggiò x la casa facendo accorrere tutta la famiglia tra cui Inu Yasha.

- Kagome che è successo? – chiese preoccupato l’hanyou guardandosi sia a destra che a sinistra convinto di ritrovarsi un demone in cucina.

- Basta! Sto uscendo pazza! – brontolò la giovane sbattendo il libro di storia contro la parete – altro che demoni e mostri, quelli non sono niente in confronto alle lezioni della prof.Mayorana! -.

- Eh eh, Higurashi! Non è stata mica la Mayorana ad inventare gli esami! Su calmati! – intervenne Hojo.

- è colpa sua punto e basta! -.

- Dai Kagome infondo è qualcosa che hai sempre fatto! Studiare intendo! – le disse la madre uscendo fuori dalla stanza.

- A meno che la vicinanza con certa gente non ti abbia influito negativamente…- aggiunse il nonno guardando di sott’occhio il demone cane.

Inu Yasha dal canto suo era rimasto allibito da tutta quella scena! E, fermo sulla soglia della cucina, continuava a ripetere – dov’è il demone? Dov’è? – mentre con la mano destra stringeva Tessaiga.

- Tranquillo fratellone, non è successo niente dai su vieni con me che abbiamo lasciato il gioco in pausa! –. 

 

Giunto in camera, buttò la spada sul letto e riprese la sua postazione, borbottando come al solito.

- Ma che cavolo aveva da gridare tanto? – si chiese il giovane una volta ripreso il gioco – se deve fare quel dannati compiti – fuori un mostro –che li finisca presto! – Bis – è solo una stupida! – terzo bis.

- Dai fratellone stiamo vincendo, questo qui è l’ultimo mostro! – esclamò giubilante il piccolo indicando il pallino verde nello schermo.

- OK, però questa è l’ultima volta che lo faccio! Devi imparare a cavartela da….-.

- AAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHHHHHH!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! -.

- Che è successo questa volta?? Kagome!!!!! – senza nemmeno pensarci due volte afferrò Tessaiga dal letto e uscì fuori dalla stanza lasciando un Sota in lacrime con il piccolo mostriciattolo che rideva nello schermo.

- Game Over… mancava tanto così! Game Over… mancava tanto così! – singhiozzava.

 

- Ahhh! Inu Yasha non lo so fare! Guarda questa sirena qui! La copia reale è 100 volte più bella rispetto alla mia! Che disastro! – come poco prima, Kagome piagnucolava fissando disperata un compito d’ Arte. -

- Non mi dire che hai urlato solo per questo? – le chiese l’hanyou.

 L’altra fece segno di sì con il capo.

- e io avrei perso al gioco solo perché tu non sai fare un disegno? – esclamò Sota raggiungendo la cucina – basta voglio farla finita – continuò estraendo Tessaiga dal fodero.

- Ehi Ehi! Falla finita in un altro modo moccioso! – disse Inu Yasha togliendogli la spada di mano, poi rivolto ad Hojo aggiunse – senti tu, ma cosa c’è di così difficile in questo compito? -.

- Il professore ci ha spiegato che se vogliamo diventare bravi con carta e matita prima è molto meglio esercirci con i lavori base come questo qui! – gli spiegò lo studente indicando il ritratto sotto la testa di Kagome, in quel momento accasciata sul tavolo pieno di schizzi.

L’hanyou, senza scomporsi troppo, si avvicinò alla ragazza, le sollevò il capo prendendo ad osservare l’opera:

vi era raffigurato il corpo nudo di una sirena guardante il mare all’orizzonte mentre i lunghi capelli castani si muovevano sotto i soffi del vento.

- Visto Inu Yasha? Non è un impresa? – gli chiese abbattuta Kagome.

- Scusa, mi spieghi dove sta il tuo problema? -.

- Come dove sta? Non vedi la copia originale?-.

- si! -.

- Bene e adesso guarda il mio, non ti sembra che le misure siano un po’ sproporzionate?! – continuò la ragazza ricominciando a scarabocchiare sul suo foglio.

Inu Yasha rimase un po’ di tempo ad osservare con maggir cura sia la copia che il disegno dell’amica, poi si chinò verso lei stringendo la sua mano su quella della giovane.

- Secondo me…. È meglio se qui fai così – le sussurrò come assorto in un pensiero.

Kagome rimase senza parole, non si sarebbe mai aspettata quella reazione da parte di Inu Yasha, e poi essere così vicina al suo corpo non era poi la migliore delle situazioni visto che il suo viso cominciava a colorarsi di rosso! Senza nemmeno accorgersene cominciò ad esaminare il volto dell’amico… era davvero bello Inu Yasha, la lunga frangia dava un’espressione più selvaggia e ribelle al profilo chinato, una ciocca dei suoi lunghi capelli neri gli si era riversata sulla spalla nascondendogli in parte l’orecchio, le pupille blu si muovevano su e giù scrutando i particolari della donna dipinta e riportando tutto alla perfezione sul foglio da disegno, il tocco fermo e deciso della mano continuava a tracciare linee nere…ad un tratto fermò il polso, mugugnò qualcosa mordicchiandosi il labbro inferiore, poi afferrò una gomma prendendo a cancellare una curva mal riuscita.

 Cosa ti succede Kagome! In fondo è Inu Yasha! Basta queste assurdità!” con quella frase si convinse più o meno che avrebbe dovuto essergli grata per quel lavoretto, ma nonostante tutto continuava a pregar Dio di mandarlo via!

- Bene… adesso ti spiego una cosa Kagome – le disse prendendola alla sprovvista.

- Cosa? – gli chiese facendo finta di niente.

- dammi la mano, ecco vedi? Devi muovere così il polso molto più lentamente! Vedi qui nel ritratto la curva del seno com’è dolce e decisa? Quello che avevi disegnato tu prima sembrava tutto tranne che quello! – e con un movimento deciso gli tracciò l’ultima linea sul foglio, poi si alzò in piedi lasciandola imbambolata a fissarlo con la matita in mano.

- faresti meglio a prenderti una bibita fresca! Hai la faccia di una che ha appena scalato il Nirvana! –  disse lui, quando si accorse dello strano sguardo di Kagome, poi sparì nel buio del corridoio.

- Forte non è vero? – disse Sota fissando il disegno appena finito.

- Già devo ammettere che è stato bravo! – rispose Hojo – coraggio Higurashi, manca soltanto l’ultimo compito! - continuò scuotendo la ragazza.

- mmmhmm…. – bisbigliò cominciando a disegnare qualcosa sul foglio.

Inu Yasha era stato davvero fantastico! Era riuscito a fare qualcosa che non aveva nulla a che fare con lui, con il suo mondo e ci era riuscito nel giro di pochi minuti! Mentre lei che di quelle cose ne sentiva e ne vedeva all’ordine del giorno non aveva concluso niente! Aveva ragione lui, poteva darsi da fare piuttosto che stare ferma a lamentarsi! Certo non era una grandissima artista, questo era sicuro, ma se ci avesse provato almeno…

Inu Yasha… ancora sentiva il calore della sua mano sulla pelle… e il suo sguardo così serio e deciso nello scrutare quelle linee e ….

- Higurashi? – la voce di Hojo la fece tornare alla realtà.

- Cosa? – gli rispose stizzita.

- Che è quella roba? – le chiese indicando lo scarabocchio nato dalla mano della compagna.

L’altra senza capire il motivo della domanda seguì la traiettoria dello sguardo di lui e voltò lo sguardo a fissare la sua grandissima opera.

Sussultò a ciò che vide: aveva disegnato, senza nemmeno rendersene conto, il volto dell’hanyou nel suo aspetto naturale, orecchie comprese.

- Eh eh eh eh… cosa mi sarà saltato in mente! – rise afferrando il foglio e nascondendolo dietro le spalle.

- Mi sembra di averlo già visto….-.

- No non è solo frutto della mia fervida fantasia! E tu a che punto sei? Eh? -.

- sto quasi per finire -.

- Wow! Grande! Oh, ma guarda un po’ come si è fatto tardi!  Bene credo di averti fatto perdere abbastanza tempo per oggi! Vieni ti accompagno alla porta! -.

- Ma l’esercizio…? -.

- Tranquillo questo lo posso finire benissimo da sola! Grazie grazie! -.

- Sicura? -.

- Sicurissima!!!!!! Mai stata tanto convinta! Bye bye -.

- Ok.. allora a domani! Ciao -.

3…2….1….

SBAM! 

Finalmente quell’ Hojo era uscito da casa sua…

A passo lento si diresse nuovamente verso la cucina accasciandosi per terra, si posò un braccio sulla fronte e mise il disegno appena fatto contro la luce del lampadario….

Perché lui?”.

 

 

Eh Eh! Che ne dite? Scommetto che non ve lo sareste mai immaginato un Inu-mangaka, eh? Fatemi sapere com’è andata Ciao!!!!!!!!!!!!!!!!!

 

 

Continua....

 

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Capitolo 7
*** ti voglio bene ***


Tutta colpa di quel sogno

Ti voglio bene

 

 

 

 

 

 

 

Mi ha fatto piacere ricevere i vostri commenti…… mi raccomando sempre in tanti! E che la forza dello shikon sia kn voi….. ( sembro il prete della mia chiesa quando fa la messa! ODDIO!)

 

Dannazione! Ma dov’era andato a finire quel coso? Era da più di un’ora che correva qui e la per ogni angolo del bagno, ma del phone nemmeno una traccia! Sota gli aveva spiegato più di una volta che quando era in quel mondo per asciugarsi i capelli doveva usare quell’attrezzo sputa aria e, anche se la cosa non gli andava molto a genio, doveva farlo senza ribatter parola.

- Altrimenti poi chi la sente quella la! – borbottò pensando a Kagome.

 

Da quando era ritornato li gliene erano successe di tutti i colori! Il raffreddore, che per grazia divina era passato; la giornata a scuola; il centro commerciale; i vestiti orrendamente soffocanti e… quella notte! Non riusciva ancora a capire se aveva sognato o aveva effettivamente passato la notte in sua compagnia. Era stato solo per un attimo, ma ricordava perfettamente che qualcosa di caldo e delicato si era poggiato sulla sua guancia prima che si risvegliasse dal sonno… e poi anche se la ragazza non era con lui……. Chi diavolo gli avrebbe portato quella coperta rosa?

 

Si sedette e cominciò a pensare ad ogni abitante del tempio scintoista:

se escludiamo Kagome…. C’è il marmocchio che mi sta sempre alle costole…. Forse desiderava ardentemente che io guarissi per poi poterlo aiutare con quello strano affare ammazza mostri finti. Poteva essere un ipotesi… c’era da dire anche che il nanerottolo andava a nanna immediatamente dopo cena. Poi c’era il nonno….” Rimase fermo qualche secondo a fissare nel vuoto, infine scacciò via l’immagine di quell’individuo dalla mente “naaaaaaaaaaaaa! Non può essere lui! Per ultima c’era la signora di casa…. La mamma di Kagome. Lo aveva trattato sempre bene da quando aveva preso a frequentare il tempio, era una donna molto dolce e comprensiva, era l’unica che quando gli rivolgeva quei grandissimi sorrisi lo faceva sentire ancora un bambino….si era ripetuto tante volte di non tornare più a darle fastidio, però non riusciva ad impedirselo. Ogni volta che lei lo invitava a restare un po’ assieme alla sua famiglia non riusciva rifiutare. [non è che adesso Inu Yasha si mette con la mamma di Kagome? Ndt Rin-chan] ( perversa! Manca solo quello! Ndt Kaggy-chan) forse era per il semplice fatto che lui fin da piccolo era cresciuto con quella lacuna nel cuore… essere senza famiglia, una casa a cui tornare, una mano sempre pronta e tesa in caso di aiuto.. già! A lui tutte quelle cose erano sempre mancate…”.

 

- Dannazione! – imprecò sbattendo un pugno per terra.

- Miao? – la voce del gatto attirò la sua attenzione.

- Cosa vuoi? – gli chiese rabbioso.

Il micio, incurante del tono usato dal ragazzo, gli si avvicinò a passo veloce, infine arrivato ai suoi piedi cominciò a fargli una serie di scatenate e tenere fusa contro i fianchi.

Inu Yasha esplose di rabbia! Come si permetteva quel coso di fargli tutte quelle smancerie?

 - Ehi tu! Hai sbagliato posto! Se devi andare a pulirti da qualche parte il bagno sta la! -.

A quelle parole la testolina della piccola bestiola si alzò piantandogli in viso due grandissimo occhioni neri.

- Miao? -.

- Che… che hai da guardarmi? – balbettò il giovane costringendosi a fissarlo anch’egli in pieno muso.

Ora erano uno di fronte all’altro, quasi quasi i loro nasi si toccavano a quanto era ristretta la lontananza.

- Miao! – il gattino chiuse gli occhi e prese a leccarsi una zampina per poi finire accucciato sul ventre del ragazzo.

- Ehi, la smetti? Guarda che non sono mica un letto! Adesso bast!!!! – si fermò fissando attentamente il gatto.

“ E se fosse stato questo affare a portarmi la coperta?” per un breve lasso di tempo l’immagine di Buyo che gattonando arrivava fin dentro camera sua con la coperta in bocca attraversò la mente del giovane hanyou….

- Puff…. Puaahhhh! Che cretinata! Inu Yasha sei proprio andato! – si disse scoppiando in una fragorosa risata, poi piantò lo sguardo sul pelo del micio un po’ arruffato – sono davvero un caso perso! – continuò tracciando una serie di grattini sul pancino della creatura.

- Ehi Fratellone! La cena è pronta, hai finito con il phone? – la voce di Sota lo raggiunse dal piano di sotto.

- Gasp! Eh eh…. Arrivo subito! -.

 

- Ahhhhhh! Tutto ottimo! Brava mamma! – si complimentò il piccolo dopo aver finito di divorare l’ultimo piatto di riso.

- Grazie Sota, ma adesso è ora di andare a fare la nanna! Corri! – gli rispose la donna prendendo i piatti del piccolo e spintonandolo verso l’uscita.

- Ok ok… notte! -.

- Mi sembri un po’ soprappensiero, cosa c’è? Il riso era troppo piccante forse? –.

La voce della signora di casa attirò la sua attenzione.

- No, è che…. Dov’è andata Kagome? – chiese il giovane fissando il posto vuoto accanto al suo.

- Forse è ancora chiusa in camera per quel lavoro di artistica….! – suppose la madre prendendo anche le ciotole vuote di Inu Yasha – ho saputo da Sota che hai fatto un disegno stupendo per Kagome… non sapevo ne fossi capace! Complimenti! – continuò lei battendogli due colpi sulla spalla sinistra.

- G-già… ehm.. non-non è stato poi così difficile, eh eh! -.

- Me lo fai un favore? -.

- C-cosa? – balbettò arrossendo lievemente.

- Porteresti questo a Kagome? Non ha mangiato niente questa sera -.

Il giovane afferrò il vassoio che gli porgeva la donna.

- D’accordo – concluse avviandosi su per le scale, cercando di non far cadere x terra il brodo.

“è proprio un bravo ragazzo!” pensò l’altra fissandolo contenta.

 

Era da quando Hojo se ne era andato che continuava a fissare quel pezzo di carta sul quale aveva disegnato, a modo suo, il volto dell’amico. Eppure nonostante non fosse tutta questa gran meraviglia non riusciva a staccare lo sguardo da quell’insieme di linee e curve.

- Ahhh…. Perché proprio a me? Non potevo innamorarmi di un ragazzo come tanti altri piuttosto che andarmi a scegliere l’irraggiungibile fra gli irraggiungibili? – si disse affondando il viso nel cuscino.

Un momento, aveva detto… INNAMORATA?

TOC TOC

-Chi è? – chiese sollevando di appena mezzo centimetro la testa dalle coltri.

- Sono io -.

- Inu Yasha? -.

- Brava! Risposta esatta, adesso ti dispiacerebbe aprire? -.

- Sì , un attimo! – disse cercando di nascondere in fretta e furia il disegno, se Inu Yasha l’avrebbe visto sarebbe morta dalla vergogna!

Lo gettò sotto il letto e, dopo essersi data una sistemata davanti lo specchio andò alla porta.

 - cosa fai qui? – gli chiese facendogli segno di accomodarsi.

- Tua madre mi ha chiesto di portarti questo visto che non ha mangiato niente questa sera! – le spiegò indicando il vassoio che teneva fra le mani.

- ohhh – bisbigliò lei fissando l’oggetto.

Silenzio.

- Ehm… guarda che pesa -.

- Oh, già vieni posalo sul letto! -.

Così fece.

- Bene io…- balbettò strofinandosi le mani una sull’altra – bu-buona notte Kagome! – le disse avviandosi verso la porta.

- Ehi dove vai? Hai così tanta fretta? -.

- Beh.. credevo che dovessi studiare -.

- Per oggi smetto, tanto ho talmente sonno che non credo riesca a capirci niente. Ne vuoi un po’ anche tu? Non mi piace mangiare in faccia agli altri -.

- Se insisti tanto….rispose lui sedendosi sul letto incrociando le gambe - il cibo di tua madre è ottimo! -.

- Già…-.

- Ehi ehi…. Non voglio dire che il tuo sia da meno… però… -.

- mmh… capisco non c’è bisogno che ti spieghi…-.

- No no! Non hai capito niente, il fatto è che il cibo di tua madre è…é… come dire é….-.

E che cacchio dire adesso? Ma non poteva mangiare e starsene zitto?”.

- AHHHH!!!!!! Sei troppo buffo! – Kagome esplose in una fragorosa risata lasciando il povero hanyou con un palmo di naso.

- Vorresti dire che quella era tutta una farsa? -.

- Già! – rispose lei continuando a rider sotto i baffi.

- Ma io ti uccido! – urlò facendo a di volerla colpire.

Puf! Si ritrovò con un cuscino in pieno viso!

- Leeeeeeeee! Tanto non mi prendi! Baka! – Kagome se ne stava in piedi sul letto facendogli delle pernacchie.

- Ora ti prendo! – disse lui saltando verso di lei. L’altra per tutta risposta balzò giù dal letto continuando a prenderlo in giro e a ridere come fosse una bambina.

Andarono avanti così per un bel po’, continuando a saltellare qui e la per la stanza, prendendosi a cuscinate di tanto in tanto, sembravano come due vecchi amici di giochi che non si vedevano da molto tempo…. Era bello stare così, spensierati ed infantili senza preoccuparsi delle impressioni comuni. Era semplicemente due esseri che giocavano fra loro, né demone né umana...

 

CRASH!!!!!

- Porc…!!!!!!!! – imprecò lui fissando disperato la ciotola rotta x terra – tutto il brodo, nooooooooo!-.

- Il tappeto nuovo, noooooooooo! -.

Addio giorni di gloria, adesso se ne stavano tutti e due abbandonati per terra a contemplare il disastro attorno a loro.

Infine scoppiarono in una piena risata unisona.

- Sei proprio un pasticcione Inu Yasha! – disse lei correndo giù per le scale.

- Senti chi parla! – rispose lui andandole dietro.

Le voci dei due giovani rimbombanti per le scale arrivarono fino alla cucina ove la signora Higurashi era intenta nel lavare i piatti.

- Che avete tanto da ridere voi due? – chiese stranita quella.

- Inu Yasha ha combinato un disastro! – disse lei afferrando un secchi d’acqua.

- Che cosa? – rise lui afferrando il mocio – tu sei una santa fuori dalla chiesa, eh? -.

- No, quello è Miroku… ah ah ah ah! -.

Le figure sparirono nuovamente nel buio del corridoio lasciando la donna senza parole, che stavano combinando quei due?.

 

- AHHHH! Finalmente l’ultimo straccio è andato prosciugato! Non ne potevo più! – si lamentò Inu Yasha raggiungendo la proprio amica stesa sul letto.

- Non è giusto ti sei battuta in ritirata praticamente subito! – la rimproverò stendendosi affianco a lei e gettando una pezza per terra.

- E dai che ti costa! Sempre che ti lamenti! -.

-  AH! Io sempre che mi lamento? Ma se tu non hai fatto altro dal momento in cui abbiamo riempito il secchio d’acqua fino ad adesso? -.

- Ma cosa vuoi? Non ti faccio nemmeno un po’ di pena? –.

- Per niente! -.

- Neanche se ti mostro le mie manine? – bisbigliò Kagome mostrandogli una mano arrossata.

L’altro per un breve lasso di tempo ebbe l’impulso di prenderle la mano fra le sue e baciarle una ad una le dita…. Ma si trattenne affondando il viso nelle lenzuola del letto.

- Finiscila, ok? – le disse infine.

-  Scusa, scusa non credevo che dopo sangue e morte un po’ di rossore alle mani ti facesse tanto impressione! – rispose lei riposando la mano sotto la testa.

Silenzio... silenzio… silenzio… silenzio…

- Ehi… Kagome ti sei addormentata? – chiese ad un certo punto il giovane alzando la testa a fissare la ragazza stesa al suo fianco.

- mmhh… sei Raoul Bova? – gli chiese cominciando a toccargli il viso con entrambe le mani.

- NO! Non credo proprio! -.

- Beh…allora sono sveglia… - rise poggiando un gomito sul materasso e la mano a reggere il capo.

- Scema… - rispose lui mettendosi nella medesima posizione.

- Ascolta Inu Yasha….. -.

- Mmhhhh???? -.

- Voi parlarmene più chiaramente di ciò che è successo al tuo corpo? -.

Il ragazzo si meravigliò un po’ di quella domanda, con tutto quello che era successo aveva dimenticato il fatto di essere completamente umano.

Il suo viso assunse una forma più seriosa e la sua bocca si curvò in malo modo.

- Ecco io…-.

- Senti perché non inizi col raccontarmi di nuovo del sogno? –gli propose Kagome tappandogli la bocca con una mano.

- Beh ecco… non c’è nulla di dire! Ti ho già detto che nel sogno vedevo mio padre che continuava a sorridermi, poi delle figure rappresentanti me e Sesshoumaru che impugnavamo la stessa spada ed in fine il nome sounga…. Tutto qui! -.

- E mi hai anche parlato di una certa boccetta… che roba è? -.

- Ah… quella… - rise amaramente – me l’ha data Totosai! -.

 

-------flash back-------

 

- Vecchio! Ehi vecchio! Dove sei ti devo parlare! -.

- Salve Inu Yasha che è successo? Non mi dirai che hai mandato in frantumi Tessaiga vero? – gli rispose il nonnino osservando il fodero della spada.

- Eh… veramente…-.

- NOOOOOOOOOO! Disastro! Tragedia! Trauma! Orrore per i miei occhi! Come hai potuto! Tu ragazzo degenere! Ah…. Ma che ti ho fatto? Perché ha generato un figlio così scapestrato da affidare poi a me! La mia piccola spada! Quanto avrà pianto senza di me! – pianse alzando il viso al cielo.

Inu Yasha lo guardava senza dir nulla, con la sua solita faccia da ebete insomma! Era normale, ogni volta che si presentava da quel vecchietto doveva subirsi tutta quella tragedia greca prima di potergli parlare del suo problema reale! [così la prossima volta ci pensi 1000000 volte prima di rompere Tessaiga! Ndt Rin-chan] ( stai zitta che altrimenti mi cade di nuovo in depressione come quella volta! Ndt Kaggy-chan) [ è vero! Era talmente scioccato che… Ndt Rin-chan] ( si è trasformato in un demone! Ndt Kaggy-chan) [ehm.. già! Inu Yasha, sshh, buono bravo cagnolone! Ndt Rin-chan che accarezza la testa di Inu Yasha!].

Quando finalmente riuscì a raccontargli cosa era realmente accaduto Totosai gli aveva consigliato di non fare troppe domande… le risposte sarebbero arrivate prima o poi… gli aveva detto semplicemente che per diventare un umano a tutti gli effetti avrebbe dovuto bere quella boccetta.

 

-------Fine flash back--------

 

- Che??? E tu l’hai bevuta sul serio? -.

L’altro fece segno di si col capo.

- Dico ma sei fuori? E adesso che ti vieni a lamentare qui con me? Il danno l’hai fatto tu quindi… - lo strano sguardo che gli rivolse il mezzo demone la fermò – quindi adesso è meglio se mi sto zitta -.

- Scusa ma cosa ne potevo sapere io che accadeva sul serio! -.

- se te lo ha detto Totosai… mi sembrava logico! -.

- Ahhhhhhhh, ma cosa vuoi lasciami in pace – mugugno voltando il capo e poggiandolo sul materasso.

- Ehi Inu Yasha…-.

- Mmhhhh -.

- Non te la sei presa vero? -.

- Mmhhhh -.

- Vero? Vero? -.

- Mmhhhh -.

- Sicuro? -.

- Mmhhh! -.

- Grazie! -.

- Mmhhhhhhh! -.

- Ok ok adesso spengo la luce e dormiamo? -.

- …….. -.

- Inu Yasha!? – si sporse a fissare in viso il giovane.

“è crollato!” pensò tirandogli il lenzuolo fino alle spalle e cercando di entrarvicisi sotto senza combinare danni, quando….

- Kagome! -.

- Eh? -.

- Eh?.... eh… ah…ehm… volevo chiederti…che hai fatto la prima notte che sono venuto a dormire qui? -.

Gulp!

-Emmm. Ero a letto perché? -.

- Niente niente! -.

- Ti sei svegliato solo per dirmi questo? -.

- dormiamo -.

 

Fiuuuuuu! Per un attimo temette che si fosse ricordato di quella sera… eh eh era buffo guardarlo dormire a quel modo! Pancia in giù, le braccia al posto del cuscino e la bocca socchiusa…

Gli prese una ciocca di capelli cominciando a giocherellarci mentre fissava il kimono rosso dell’amico.

“Alla fine te lo sei rimesso, vero? Stupido Inu… grazie per avermi aiutato oggi “ pensò appoggiando una guancia contro quella del ragazzo “ Infondo io… ti voglio bene” finì baciandogli una guancia.

 

Ehiiiiiiii! Finalmente!!!!!!!!!!!!!!!! Che ne dite? Avete qualcosa da consigliarmi su come andare avanti con la storia? Ragazzi vi prego fatemi sapere!

Ps: nel prossimo capitolo farò entrare in scena un personaggio che credo sia moooollllltoooooo amato da voi dolci fanciulle! Credo però…

PPS: sapreste illuminarmi su una cosa alquanto sciocca che però non mi riesce di capire? Perché in alcuni casi il nome di quella cadavere ambulante è scritto Kikyo e in altri casi Kikyou o una cosa simile…?

 

Help!!!!!!!!!!!!

 

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Capitolo 8
*** un aiuto inaspettato ***


Tutta colpa di quel sogno

 

Un aiuto inaspettato

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ehila gente!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! Che bella la vita… oggi finalmente sono riuscita a scaricarmi il primo film di Inu! Ma quanto è bello…! A proposito voi fan di questa grandissima opera di Rumy, avete visto tutti il 4° film? Sono curiosissima! Chiedo ( a chi lo ha visto ) la cortesia di spiegarmi in cosa consiste la trama, così magari mi scarico anche quello…..! Abbassate le lance e i forconi! ho letto molte delle vostre recensioni dove chiedete a gran voce di scoprire chi fosse il misterioso personaggio… eh eh chissà! Forse è come dicono alcuni… magari si tratta di Kikyo….

Buona lettura!

 

Era appena l’alba quando si svegliò, subito avvertì un peso alla sua destra e il respiro di qualcuno sul collo…. Socchiuse un occhio fissando la figura dormiente al suo fianco: Kagome se ne stava dolcemente accoccolata sul suo braccio.

- Tsk! Guarda un po’ questa qui, mi ha scambiato per il cuscino – borbottò, rilassandosi nuovamente fra le coltri.

ahhhhh, che situazione! “ pensò battendosi una mano in fronte. “ Ero talmente stanco che mi sono addormentato… Beh… se le avessi dato fastidio a quest’ora mi sarei svegliato fuori in giardino piuttosto che sotto le coperte del suo letto…. Come quella notte. Beh! Almeno ho scoperto di aver sognato” si disse, quasi dispiaciuto.

 

[ ma adesso parla pure da solo?Fa tutto lui! Ndt Rin.chan] ( non mi meraviglia che tu non capisca! Sta pensando, è un qualcosa che tu non fai mai! Ndt Kaggy-chan).

Gli piaceva starsene lì tutto coperto e al calduccio, [ e con una bella femminina nel letto! Ndt Rin-chan] (grrrrrrrrrrr fammi scrivere! Ndt Kaggy-chan) era una sensazione stupenda l’aria fresca del mattino. Si voltò a fissare il cielo fuori dalla finestra appena aperta… i rumori della città erano ancora tutti spenti, il solo suono che si sentiva era il canto degli uccelli e il fruscio delle foglie baciate dal vento… poi i suoi occhi si posarono sulla tessaiga posta affianco al letto e il suo sguardo si incupì… doveva saperne di più sul quel sogno, doveva scoprire che spada fosse quella sounga ma prima di tutto doveva andare ad uccidere il vecchio Totosai! Non prima di essere tornato alla normalità però…

Con piccoli movimenti riuscì a staccarsi dell’abbraccio di Kagome ed a uscire dal letto. Si passò una mano fra i capelli, si sistemò meglio il kimono e sbadigliando diresse il passo verso la porta.

- Inu Yasha……. -.

Gulp! Lo sbadiglio gli morì in gola.

In forma “rallenti” si voltò piano piano pregando Dio di aver sentito male.

- Inu Yasha…. – sussurrò nuovamente la ragazza.

Lui si avvicinò al letto chinandosi verso la bocca di lei per cercare di sentir meglio cosa gli stesse dicendo.

- Per favore chiudi la finestra – bisbigliò quella,coprendosi una spalla.

Inu Yasha ispirò a fondo chiudendo gli occhi – ci è mancato poco – sussurrò chiudendo la finestra e dandosela a gambe più in fretta che poté.

 

 

 

- Che bella giornata vero dolcissima Sango? -.disse Miroku stendendosi su un prato e prendendo a giocherellare con una margherita – m’ama o non m’ama, m’ama o non m’ama… -.

- Sei un caso perso! – affermò la cacciatrice lanciando il suo boomerang per poi riacchiapparlo al ritorno.

- La verità e che io ti amo! – urlò l’altro rotolandosi per terra e stringendo in mano un petalo “fortunato”.

- La verità è che tu sei uno scemo! -.

- Ehhhh! L’amore fa fare cose folli, prendi Inu Yasha ad esempio! é passato solo un mese ed è ritornato dalla padroncina….-.

- Magari lui ha aspettato un mese, tu non ti trattieni nemmeno un minuto dal fare il depravato! – tirò l’arma aspettando che questa tornasse. Ma non successe.

- Sango… - bisbigliò il giovane cominciando a preoccuparsi.

- Io… - disse avviandosi verso il luogo dove aveva visto fermarsi l’hiraikotsu.

- Io…credo d’aver ucciso Inu Yasha – aggiunse fissando l’amico svenuto sotto quell’affare.

- Gli concederò una preghiera… - disse il monaco, finto addolorato, chinandosi a pregare affianco all’hanyou.

Una mano lo prese per il codino obbligandolo ad avvicinare l’orecchio alla bocca del giovane stesso in terra.

- SE NON MI TOGLI SUBITO QUESTO COSO DI DOSSO GIURO CHE TE LA FACCIO IO LA PREGHIERA! – urlò Inu Yasha stordendolo completamente.

- Calmati ti aiuto io! – disse Sango porgendogli la mano.

- E meno male che era svenuto! Da morto che farai allora? Andrai in giro a bussare sulle porte della gente? – gli chiese Miroku, massaggiandosi l’orecchio mal capitato.

- Giààààààà.. è la prima porta in cui andrò sarà proprio la tua, sei contento? – sussurrò l’amico muovendo le mani come un fantasma.

- Cambiando discorso – intervenne la ragazza rimettendo le mani dello “spettro” al loro posto - ma… che hai fatto ai capelli? -.

- Questa è opera di Totosai…- spiegò lui pregustando la sua rivincita.

- Non mi dire che hai parlato del sogno pure a lui? –.

- Certo… hai qualcosa da ribattere Miroku? -.

- No no era semplice curiosità! -.

- Di che sogno parlate? -.

- E cara Sango… vieni qui che ti racconto tutto io! – disse il monaco posando un braccio sulle spalle della giovane.

- Quindi? – chiese lei puntando un pugnale contro la gola del ragazzo.

 

- adesso capisco! -.

- Bene… tu hai capito il sogno e ne siamo tutti contenti, però potresti illuminare anche me sul perché Inu Yasha è tornato il brutto mezzo demone di un tempo!? – chiese il monaco guardando impaurito il corpo dell’amico essere ritornato normale.

- Io… come diavolo ho fatto? – bisbigliò Inu Yasha toccandosi le orecchie come se fossero state finte.

- eh eh, ades-so ca-calma e sangu-gue fre-eddo, o-ok? – balbettò Miroku – la calma è la virtù dei forti! Quindi…ditemi Inu Yasha cosa avete fatto in questi ultimi tre giorni? – proseguì aggirandosi attorno al giovane con aria investigativa, poi prese a esaminalo molto più da vicino.

- Miroku….che stai facendo di grazia???? – chiese infastidito l’hanyou mentre cercava di non reagire alle strane supposizioni dell’amico:

- Dunque… le gambe sono rimaste normali… - bisbigliò l’altro misurandogli i polpacci, poi passò al braccio – bene,bene, gli artigli ci sono ancora, il braccio e a posto e… - tossì ripetutamente “annusando” l’ascella del mezzo demone – la puzza di cagnolino c’è ancora! Poi la bocca, mmh, le zanne.. pure quelle sono tornate – appurrò infilandogli una torcia, presa chissà dove, in bocca – adesso passiamo al pelo… ehm cioè ai capelli! Se te ne tiro uno… non ti cadono gli altri, questa è una cosa positiva… e per finire – disse afferrandogli la punta di un orecchio – qui dentro è tutto a posto! Mi senti inu yasha? – gli gridò.

- Hai finito? – chiese Sango, Impaurita dalla strana reazione del mezzo demone. Non reagiva!

- Si credo di aver finito – sospirò il monaco strofinandosi le mani una sull’altra, e senza guardare l’amico in faccia sentenziò – amico mio! Sei sano come un pesce! -.

- Mi-miro-ku? – balbettò Sango indicando le spalle del giovane.

- Cosa c’è? – chiese tranquillo l’altro.

Una mano si posò sulla sua spalla.

- Sì? – chiese voltandosi – AAHHHHHHHHHHHHHH! -.

Inu Yasha se ne stava dietro di lui: il volto rosso, viola, nero…. Di rabbia con su scritto “OMICIDIO” e uno strano tick all’occhio destro!

- Buono cagnolino… sshh tranquillo, siamo tutti amici qui! – sorrise l’altro, mentre con la mano carezzava la testa del “CANE”!

- Tu… - bisbigliò il mezzo demone – stupido depravato… - continuò facendo rumoreggiare le dita – COME TI SEI PERMESSSOOO??!!!!!!!!!! – urlò in fine correndogli dietro.

- Sango!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! – l’atro scappò via a gambe levate.

- Vieni qui! Razza di monaco mal riuscito! -.

- Aiuto, un mostro mi vuole mangiare! -.

- No! Di peggio! -.

- Ma dai? E poi la notte ti vengono i complessi! Sono un umano io! -.

- Ma quando mai! Sarò così felice che ballerò sulla tua tomba! -.

- è così che si tratta un amico? -.

- Dove scusa? Io non ne vedo! -.

[E tutto questo mentre corrono? Ndt Rin-chan] ( !!!!! -____^Ndt-kaggy-chan)

 

- ADESSO BASTA!!!!!!!!!!! – la pazienza di Sango era stata messa a dura prova. Senza pensarci due volte tirò l’hiraikotsu contro i due mal capitati e, colpendoli, li fece roteare in aria fino ai suoi piedi.

- Piantatela! -.

- Sì, hai ragione! Adesso pianto la testa di sto monaco in questo bellissimo prato, così gioco a m’ama o non m’ama con i suoi capelli! -.

- Finiscila, INU YASHA SEDUTO!!!!!!! -.

L’urlò della cacciatrice rimbombò per tutto il terreno circostante, lasciando un Inu Yasha scandalizzato e in attesa di ritrovarsi trascinato a terra per il collo.

Dopo un breve lasso di tempo

- Sango – bisbigliò scavando il terreno con gli artigli – non provarci mai più capito? – continuò cercando dir regolare i battiti del cuore, un po’ troppo accelerati.

- altrochè se lo rifaccio se non ti dai una regolata! – rispose la ragazza – adesso andiamo da Totosai e chiariamo ogni cosa! – concluse trascinando i due ragazzi: uno per il codino che le guardava estasiato il sedere e l’altro per i capelli, completamente terrorizzato.

 

Che bel pomeriggio era quello! Gli uccellini cantavano fuori dalla sua caverna, la spada a cui stava lavorando da tempo era finita e Inu Yasha era in piedi avanti a lui!

- Già, proprio una bellissima giornata… eh? – Inu Yasha era fermo davanti a lui?

Si strofinò gli occhi, convinto d’aver visto male.

- Tranquillo vecchio, siamo davvero noi – aggiunse la cacciatrice arrivando affianco al mezzo demone seguita dal monaco.

- Inu Yasha, non ci siamo mai visti così tante volte nel solo giro di tre giorni! -.

- Che cavolo avevi combinato al mio corpo, vecchio malefico? -.

- Chi io? Se ti riferisci a quella macchiolina rossa sul collo non è opera mia! – spiegò Totosai indicando il puntino rosso sul collo del giovane.

- E che è quella roba lì? – chiese Miroku osservando il puntino farsi via via sempre più grande.

- è sangue! – spiegò Sango passandovi in dito sopra.

- Credo di aver capito – disse Inu Yasha schiaffeggiandosi la nuca.

- Buon giorno signorino! Sono qui! – esclamò Myoga saltellando sulla spalla sinistre del giovane.

- Comunque… - proseguì il giovane ignorando la pulce - non mi riferivo a quello! Tre gironi fa mi hai dato una boccetta verde…-.

- Ah già! Quella! Beh… non l’hai ancora usata? -.

- Vecchio rimbambito, io l’ho usata e si da il caso che fino a qualche ora fa ero ancora umano! -.

-Beh…allora credo di averti dato la boccetta sbagliata! Ma stai tranquillo, adesso rimediamo subito! – rise cominciando a lanciare addosso al giovane acqua calda, però di colore blu.

- Fermati, non ne voglio! – ordinò il ragazzo saltando da un lato all’altro della caverna.

- Eh? Perché sei tornato allora? -.

- A farla breve… sa dirci il perché di quel sogno? – chiese Sango togliendo la boccetta di mano al vecchio.

- Io non so cosa volga significare realmente, ma se come dice il signorino Inu Yasha, nel sogno c’erano lui e suo fratello che brandivano la stessa spada e la spada in questione era sounga… -.

- Sa dirci qualcosa in più su questa spada? -.

- Dovete sapere che sounga era una spada potentissima in grado di manipolare la mente di chi la brandiva a suo piacimento, solo il padre del signorino Inu Yasha era in grado di governarla. Dopo la sua morte però, non disse a chi affidarla, se ad Inu Yasha o a Sesshomaru. Allora, assieme ad altri spettri, decidemmo di sigillarla per tutto il tempo necessario da far crescere i due eredi e poi lasciar a loro la scelta -.

- Così va a finire che si uccidono a vicenda…- bofonchiò Miroku beccandosi una bruttissima occhiata da parte dell’amico.

- Beh… noi allora non potevamo sapere che le cose fra i due si mettessero così male -.

- Quindi, dove si trova questa spada adesso? – chiese nervoso Inu Yasha.

- Nel mondo della tua ragazza! – gli rispose tranquillo Totosai.

- CHEEEEEEE? -.

- Sì, Kagome! – aggiunse il monaco ricordando la figura divina della fanciulla.

- OK, adesso lo uccido sul serio! -.

- Inu Yasha, sta calmo! – gli ordinò il vecchio togliendoli tessaiga dalle mani – ricordati però, che senza l’aiuto di tuo fratello non potrai mai brandire la spada -.

- E a che mi serve l’aiuto di quello la? -.

- Dovete unire le vostre forze per poter impugnare entrambi Sounga -.

- Posso riuscirci benissimo anche da solo! -.

- Cavolate! -.

- Come? -.

- L’hai detto tu stesso no? Nel sogno eravate tu e lui ad impugnare la stessa spada -.

- Sango… ti ci metti anche tu adesso? -.

- Ma se è così che deve andare perché non ti sbrighi e vai a cercarlo!? -.

- E il fatto che era un umano non ci avete pensato? -.

- Scusa, ma tu ti sei ritrovato un umano non appena tuo padre si è allontanato da te, giusto? -.

- sì, e allora? -.

- Bene, credo che per adesso dovresti semplicemente andare da Sesshomaru e spiegargli come stanno le cose -.

- In somma siete tutti contro di me, vero? -.

- Inu Yasha, stai perdendo del tempo….  -.

- Siete noiosi! – bofonchiò l’altro correndo fuori dalla caverna.

- Speriamo che non si faccia ammazzare – sospirò il vecchio.

 

Dall’alto di quella rupe, riusciva a controllare meglio le due figure rincorrersi e tutta la prateria sottostante. Quella mattina il sole picchiava forte sulle rocce e per di più il vento aveva smesso di soffiare. Faceva un caldo tremendo, segno che l’estate era ormai prossima.

La voce della piccola reclamava a gran voce il suo nome correndo da un lato all’altro del prato, sul capo portava una coroncina di fiori rossi, gialli e viola.

- Non gridare a quel modo! – le ordinò fissando oltre.

- Adesso arrivo! – gli urlò seguendo il sentiero che conduceva fino a lui.

Una volta arrivata fece di tutto per potersi mettere avanti al demone ordinandogli insistentemente di chinare il capo e farsi “coronare”.

- Uffi! Per favore, chini il capo signore! – sbuffò saltellando – non è giusto! – protestò tirandolo per i lunghi capelli.

- Smettila di dargli fastidio! – urlò il demone servitore raggiungendo la destra del padrone.

La piccola fece due passi indietro fermandosi sulla punta della rupe, poi perse l’equilibrio cadendo giù.

L’uomo si mosse in avanti a di gettarsi e andarle dietro per afferrala, ma qualcuno lo precedette. Una figura in rosso se ne stava sotto di lui con la bambina fra le braccia. L’altro socchiuse gli occhi riconoscendone l’odore a lui disgustoso. Saltò giù e si piazzò avanti al giovane mezzo demone.

- Dovresti stare più attento a questa ragazzina, Sesshomaru!-.  

  

 

 

AHHHHHHHHHHHHHHHHH! Mi immagino le vostre facce nello scoprire che si trattava del bel principe dei demoni Sesshy! Ahhhhhhhh……. la giornata giunge al termine, i compiti x oggi sono andati e anche questo capitolo si è concluso… spero in bellezza! Ma questo sta a voi dirmelo! Non resta che abbandonarci alle vacanze di carnevale… quindi gentaglia! C’è qualche cosplay fra voi lettori? Fatemi sapere come è andata la ricerca del vestitino x la festa… eh eh indovinate da che cosa si è vestita la sottoscritta….eh eh ah ah

A presto!

 

 

Continua…

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Capitolo 9
*** al di la del pozzo ***


Tutta colpa di quel sogno

Che ne dite? Sono stata brava fino ad ora? Eh? EH? Il bellissimo e affascinante re dei demoni che farà? Aiuterà il caro fratellino nella ricerca della tanto misteriosa Sounga? Spesso mi chiedo se questa spada fosse esistita veramente… cioè nella realtà del manga!

Per quanto riguarda i commenti sono stata felice di conoscere gente che ha le mie stesse passioni.. uccidere Kikyo! Ahhh AHHHHHHH!

Calma e sangue freddo L-Yasha- Shaman Slayer, Kagome comparirà mooolto presto… ma ci avete mai pensato? Kagome e la bambina di THE RING hanno tantissimo in comune…. Il pozzo, i capelli neri… la pelle BIANCHISSIMA! No, forse è meglio affidare quel compito alla cadavere vivente! Eh eh

 

 

 

Come osava quello stupido mezzo demone rivolgersi a lui a quel modo? E poi, da dove diavolo era spuntato?

Piegò le labbra amaramente estraendo Tokijin dal fodero, l’altro lasciò andare la bambina chinandosi ad adagiarla sul prato.

- Ti ringrazio Inu Yasha… - disse lo yukai fissando lo sguardo sulla piccola inerme.

- Di nulla – ghignò il giovane alzandosi avanti il fratello.

- Mi hai risparmiato la noia di venirti a cercare – rise il demone puntando la lama contro al gola del ragazzo.

- Che cos….? – bisbigliò l’altro saltando indietro ed estraendo anch’egli la sua arma.

- sei pronto a raggiungere tua madre, Inu Yasha? – gli urlò contro Sesshomaru attaccandolo dall’alto.

- Che cavolo dici! – rispose parando il colpo – non sono qui per ascoltare le tue assurde minacce! – continuò liberandosi del demone sospeso a mezz’aria.

- E allora sei uscito completamente pazzo! – affermò quello cercando di graffiargli un fianco.

- Perché? – chiese l’hanyou saltandogli addosso e incrociando le lame.

- Come sei ingenuo! – riuscì a graffiargli il collo – secondo te ti lascio uscire vivo da questo scontro? – rise fermandosi a fissare il volto ansimante del giovane.

L’altro era fermo e chino in avanti mentre con una mano cercava di fermare il sangue. – Come ti sei permesso stupido demone? – mugugnò digrignando i denti – porca miseria mi hai rotto con questa tua aria di superiorità! – affermò stringendo tessaiga con entrambe le mani.

- Vorresti dire che tu sei superiore a ME? – lo sfidò l’altro.

- Non ho mai detto questo! Stai facendo tutto da solo! Adesso basta giocare! – gridò balzando in aria – CICATRICE NEL VENTO! -.

- Stavo per dire la stessa cosa…- sussurrò l’uomo scagliandosi contro l’attacco del mezzo demone e svanendo nella luce emanata da tessaiga.

- Che fine hai fatto Sessomaru? – gridò Inu Yasha continuando a tenere bassa la lama, mentre la forte aura emanata dalla spada gli scompigliava la frangia.

- Sono qui fratellino… - rispose sbucandogli da dietro le spalle .

Inu Yasha non ebbe nemmeno il tempo di sorprendersi che finì sbattuto contro il terreno.

- Porc… - imprecò il giovane massaggiandosi la testa.

- Dicevamo mezzo demone? – disse puntandogli la spada al viso, punzecchiandogli il mento con la punta della lama.

- Mi vuoi ascoltare testone? -.

- No… credo proprio che non lo farò! – rise alzando la Tokijin al cielo.

Inu Yasha voltò il capo dal lato opposto al fratello, stringendo convulsamente l’erba sotto le sue dita, tanto da fargli sbiancare le nocche. Era stata una grandissima ca****a cercare di far ragionare quella testa calda di Sesshomaru! E adesso se ne stava li, in gioco fra la vita e la morte, soltanto perché durante lo scontro aveva cercato maggiormente parlargli che attaccarlo! Che scemo era stato! Suo fratello non gli avrebbe mai dato una mano nella ricerca di quella spada… non che desiderasse realmente l’aiuto di quello la, ma….

- Sessomaru-sama? – al vocina della piccola Rin lo fece ritornare alla realtà. L’esile figura della ragazzina sbucò da dietro una gamba dello yukai mentre con una manina stringeva la stoffa del kimono del suo padrone. Aveva il viso pallido e impaurito, i lunghissimi capelli neri incorniciati d’erba e spine mentre il nastro adattato ad intrappolarle la solita ciocca le era scivolato sulla spalla.

- Che state facendo signore? – chiese con voce tremante, fissando spaventata l’arma che stringeva in mano l’uomo.

- Va via, Rin! – le ordinò quegli evitando lo sguardo della bambina.

- Che cosa fate signore? Perché volete uccidere vostro fratello? Lui mi ha salvato la vita! – pianse lei tirandogli ancora di più la manica dell’abito.

- Rin, obbedisci! – le urlò dietro Jaken.

- No…- singhiozzò frapponendosi tra la spada del demone e il corpo del ragazzo.

- Rin… - bisbigliò il demone servo fissandola allibito.

- Va via stupida bambina! Non vedi che quello la è più testardo di un mulo? – le intimò l’hanyou alzando lo sguardo verso quello del fratello – quando si mette in testa una cosa è molto improbabile fargli cambiare idea! -.

Sesshomaru continuava a fissare i due con aria fredda e scostante. Non diceva una parola, dal suo viso non traspariva nessuna emozione, sembrava fosse di ghiaccio.

- Signore… - sussurrò nuovamente la piccola stringendo con una mano la veste rossa del ragazzo, mentre l’altra la tendeva al suo padrone.

- Jaken… - disse in fine l’uomo chinando il braccio - … andiamo! – ordinò in fine dando le spalle al duetto ai suoi piedi e incamminandosi verso la foresta.

- Ehi Sesshomaru? Hai intenzione di lasciare questa mocciosetta qui? – non ebbe nemmeno il tempo di terminare la frase che vide la suddetta interessata alzarsi e correre verso il demone.

- Al diavolo! – grugnì saltando dalla parte opposta al trio.

 

C’era un silenzio soffocante e un’atmosfera troppo tesa calata fra loro: Jaken se ne stava seduto sul demone a due teste ( perdono ma non so come diavolo si scrive il nome di quel coso! Aiuto! Ndt Kaggy-chan), il suo padrone camminava al suo fianco, o meglio, lei gli camminava affianco! Cosa avrebbe dovuto fare? Lasciar morire quel ragazzo? Era una situazione del tutto assurda! Respirò a fondo e parlò tutto d’un fiato:

- Scusatemi signore…-.

Lui continuò a camminare senza azzardare alcuna risposta.

- Signore? – fermò il passo osservando la figura in bianco continuare il suo cammino.

- Signore? – chiese di nuovo mentre la vista le si appannava. 1…2…3… le lacrime le scendevano prepotenti sul viso senza che lei potesse far nulla per fermarle.

- Singh – piagnucolò voltandosi a correre lontano da lui. Perché? Era rimasta di nuovo sola? No! Non era giusto! Aveva reagito d’impulso a difendere il fratello del signore,non voleva più veder morire nessuno nella sua vita! Nessuno! Nemmeno quel mezzo demone che tante e tante volte aveva causato la rabbia dello yukai.

- Ma che bella bambina che abbiamo qui? -.

Si voltò terrorizzata da quella voce.

- Ahhhhhhhhhhhhhhh! – urlò prima di essere presa e rapita dal demone viscidoso alle sue spalle.

 

Avvertì un brivido lungo la schiena nell’udire quell’urlo… chi era stato a gridare?

 

No! No! Non voleva essere mangiata da quel mostro! Non poteva scegliere un momento più opportuno per ucciderla? Magari quando era con Sesshoumaru? Mannaggia a quel coso!

Era inutile tirare calci o pugni, affondavano nella pelle di quello spettro, e in più le bruciava la ferita che si era procurata cercando di scappare via da lui, quello l’aveva presa e graffiata al fianco senza troppi complimenti, infine la dondolava a destra e a manca stringendo sempre di più la presa della coda attorno alla sua vita.

“aiuto” pensò lasciandosi andare “aiuto”…

- SESSHOMARU!!!!!!!!!!!! –.

In fine svenne.

 

Che strano calore le sfiorava la guancia sinistra mentre si sentiva trasportata lentamente e con estrema gentilezza. La ferita di quello sporco mostro non le doleva più, forse quella persona tanto buona l’aveva medicata… non ricordava più nulla dopo quell’urlo. Aveva gridato il nome del suo padrone, involontariamente aveva urlato soltanto il suo ù nome!

Debolmente riaprì gli occhi, curiosa di conoscere il volto del suo salvatore.

- Va meglio Rin? -.

Quella voce! Sgranò gli occhi! Era lui, il suo amato padron Sesshomaru! Era li, l’aveva salvata lui!

Rise fra se adagiando il viso sul petto dell’uomo e abbassando le palpebre. – Sì – rispose in un sussurro.

Era stata felice di quella domanda da parte del demone…va meglio Rin?... anche se l’aveva detto con la sua solita aria da duro sapeva che in fondo un po’ teneva ancora a lei!

D’un tratto lo yukai fermò il passo.

- Allora hai proprio deciso di farti ammazzare! Inu Yasha… -.

Nell’udire quel nome la piccola alzò lo sguardo a fissare sia il suo signore che il ragazzo fermo e ansimante sul sentiero del fratello.

- Sbagli! – disse con il fiato corto il giovane – ho sentito qualcuno gridare! – aggiunse passandosi una mano sulla nuca asciugandosi il sudore.

(oddio! Non devi venire a fare questa mossa avanti i miei occhi! Altrimenti sei nei guai mio bellissimo mezzo demone! sbavsbav Ndt Kaggy-chan) [aiuto! Sta allagando la stanza! Ndt Rin-chan].

- Ci ho già pensato io. Va via! – gi ordinò stringendo il braccio su cui era stesa Rin.

- Vedo, vedo! -.

- Allora sei ancora qui? -.

- Devo parlare con te! -.

- Mi dispiace, non confesso nessuno! – sbottò poggiando una mano sull’elsa della Tokijin.

Rin si allarmò a quel movimento improvviso del demone e gli strinse una mano sul petto. Lui chinò il viso a fissarla. Lei gli fece segno di no col capo supplicandolo con gli occhi di darle retta. Niente da fare, lo yukai non le diede retta e la lasciò andare estraendo completamente la sua arma.

- Signore… perché? – sussurrò Rin indietreggiando.

 Inu Yasha afferrò anch’egli la spada.

- Ti ho detto che devo parlare con te! -.

- OK, adesso mi hai rotto le scatole! – urlò correndogli incontro brandendo la lama in avanti.

Il ragazzo fermò il colpo per poi saltargli alle spalle.

- Testone! Mi vuoi dare retta? -.

- E perché mai? – chiese il demone voltandosi e afferrando la gola del fratello con una sola mano.

- Sounga… -.

Che?” Sesshomaru spalancò gli occhi a quel nome. Come faceva quel moccioso a sapere di quella spada? E di che cosa doveva parlargli di così importante? Cosa c’entrava lui con Sounga?

- Sesshomaru… - la voce stridula del fratello lo riscosse dai suoi pensieri; riassumendo la sua espressione seriosa ed implacabile strinse ancora più forte la morsa attorno alla gola del ragazzo per poi scaraventarlo contro il tronco di un albero.

Riponendo la spada del suo fodero si avvicinò al corpo tremante di Inu Yasha e senza aspettare che il giovane riprendesse fiato l’afferrò e lo rimise in piedi fronteggiandolo.

- Ripeti! -.

- Eh… eh! Adesso mi ascolterai? –.

- Ripeti! -.

- Che cosa vuoi sapere fratellone? – chiese diabolico asciugandosi un rivolo di saliva che gli scendeva dalle labbra.

L’altro lo schiaffeggiò rumorosamente posandogli la mano sulla spalla e conficcandogli gli artigli nella pelle.

L’hanyou non si lasciò sfuggire un lamento piegandosi sotto la stretta del demone. Quello rise divertito.

- Cosa hai detto prima mezzo demone? – continuò aumentando la sua forza.

- La spada di nostro padre… Sounga…. – bisbigliò l’altro chiudendo gli occhi e mordendosi un labbro cercando di resistere al dolore.

Quello gli lasciò la spalla. – Devi imparare ad obbedire! – disse allontanandosi da lui.

- Bastardo… - mugugnò fra i denti – ti sei deciso ad ascoltarmi? -.

- Cosa hai a che fare tu con quell’arma? -.

- Eh… ti sembrerà strano ma devi aiutarmi a bandirla -.

- Devo? -.

- Devi! -.

- E come mai? -.

- Perché me lo ha detto nostro padre -.

 

Continuava a girare e rigirare la boccetta che teneva in mano senza darsi una spiegazione valida. Come cavolo poteva della semplice acqua trasformare un mezzo demone in un umano? Bah…. Non ci capiva niente! Tutti quegli intrugli magici ed erbe che usavano i vecchietti erano davvero strani! Tu gli dai una goccia d’acqua e ti creano il mare, gli dai una foglia e quelli ti costruiscono una casa!

Sospirò rassegnato, non ci avrebbe mai capito niente! Si voltò ad osservare la sua giovane compagna di viaggi intenta nel giocherellare con il piccolo demone che portava in spalla. Kirara le si strofinava contro il collo, le leccava una guancia e miagolava divertita; l’altra le carezzava il pancino ridendo compiaciuta….ahhhhhhh com’era bella la sua Sango! Il fisico magro, la statura adatta ad una donna, le curve nei punti giusti… e che curve! Istintivamente alzò una mano e la portò affianco al sedere della ragazza convinto di non essere visto…. Ma quando mai! L’occhiata che gli lanciò quella, fu più folgorante della tessaiga!

- Che hai da guardarmi tanto? – gli chiese acida.

- Eh eh…. Veramente io guardavo…-.

- il mio sedere? -.

- No! Guardavo Kirara! Ha un manto più bello oggi! – improvvisò grattando il dietro delle orecchie della gattina suscitando le sue vivaci proteste.

- Magari è perché oggi le ho fatto il bagno? – rispose sarcastica lei.

Lui arrossì vistosamente battendosi un pugno sulla fronte, come se si fosse ricordato di qualcosa – già! Non ci avevo pensato! -.

Cambiamo discorso! – sospirò Sango rassegnata alla perversità dell’amico – cosa ha detto Totosai di quella boccetta? -.

- Che se Inu Yasha intende diventare un umano per un bel po’ di tempo deve lavarsi con tutta l’acqua contenente qui dentro – spiegò agitando l’oggetto.

- Perché deve usarla tutta? -.

- Se fa come l’altra volta, ne beve solo un po’, la durata sarà minima -.

- Ho capito… - disse riprendendo a carezzare il neko-demone.

D’un tratto la gatta balzò giù dalla spalla della padrona piazzandosi avanti ai due e trasformandosi.

- Kirara ….? – sussurrò Sango sorpresa dal suo strano comportamento.

- Sango, guarda li – le disse Miroku indicando Sesshomaru chinato sul fratello.

- accidenti! Ehi tutto bene Inu Yas……!!!!!! – non ebbe il tempo di finire la frase che il giovane la prese di peso e la tirò dietro al cespuglio dove si era prontamente nascosto con Kirara.

- Ma che…. -.

- Sssssssh! –la zittì quello tappandole la bocca con la mano.

Ma tu guarda questo stupido! Non le dava nemmeno il tempo di imprecare con tranquillità!

 

Aveva perso il conto di quanto minuti erano passati da quando Inu Yasha aveva preso a raccontargli di quelle assurdità! Suo padre gli avrebbe parlato nel sonno? Ma scherziamo?

- E io dovrei credere a tutte queste stupidaggini? – rise interrompendo il racconto del fratello.

- Totosai dice che potrebbe significare qualcosa -.

- E cosa? -.

- Io non ho mai saputo niente di questa spada! Secondo te come ho fatto a sognarmela? E il volto di nostro padre, allora? Io non so se era lui per davvero o è la mia immaginazione che lo vede così… però… -.

- E a cosa ti dovrei servire io? -.

- Potresti riconoscere la spada se la vedessi! Visto che hai vissuto più di trecento anni… dovresti sapere almeno com’è fatta Sounga! -.

Lo yukai rimase in silenzio. Avrebbe davvero fatto come il fratello gli chiedeva? Seguendo le supposizioni di un vecchio strampalato? E se quello si fosse sbagliato? Se il sogno fosse stato semplicemente un sogno?

 

Ma perché Sesshomaru continuava a fissarlo a quel modo? Gli procurava non poco fastidio. Quanto ci metteva a dargli una risposta? Era tremendamente difficile dire Sì? E se invece avesse detto di no…? Come avrebbe reagito? In fondo c’era da aspettarselo da uno come suo fratello…già! Suo fratello! Eppure in quel sogno lo sembravano per davvero. Non si stavano contendendo niente, c’erano soltanto loro a combattere qualcuno unendo le forze! Che assurde scenette! Lui e suo fratello…. Bah! Troppo sdolcinato per essere vero!

Bene! Sapeva già come sarebbe andato a finire quel dialogo, quello gli avrebbe risposto sicuramente di no e lui sarebbe andato a cercare quella spada senza alcun problema, poteva farlo benissimo da solo! In fin dei conti aveva sempre agito così nella sua vita: da solo!

Si alzò lentamente fronteggiando cocciuto lo sguardo del demone, poi qualcosa gli passò per la mente… come un ricordo… portò una mano alla tempia in risposta alla fitta improvvisa alla testa…dov’era? Che gli stava succedendo? All’improvviso delle voci… risate… poi qualcuno che gli intimava di far del suo meglio… chi era? Chiuse gli occhi cercando di focalizzare maggiormente la figura che continuava a gridare il suo nome… aveva lunghi capelli bianchi…e… stringeva in mano una spada… ma chi era? Gli occhi… aveva gli occhi di ghiaccio… un’espressione ferma e decisa… nessun sorriso sulle labbra…il sole tramontava alle sue spalle mentre la sua luce illuminava tutto il terreno circostante… era il tempio di Kagome… poi la voce di quell’individuo sempre più lontana… mentre il ricorda svaniva riconobbe la figura del fratello…

 

Infine cadde in ginocchio per terra… le mani posate sulla terra mentre i fili d’erba gli solleticavano le dita… lo sguardo perso nel vuoto… aveva avuto una visione… che cavolo ci faceva però nel mondo di Kagome con suo fratello? E quella spada?Un sorriso gli incorniciò prepotente le labbra… finalmente una traccia!

- Sesshomaru – ghignò continuando a stare in quella posizione.

- Cosa? – rispose l’altro fissando la figura del giovane: rideva e tremava nel contempo.

- So dove si trova la spada! -.

 

ALLLOOORRRRAAA???????? CHE NE DITE GENTE? Spero di aver lasciato un po’ di curiosità in voi miei cari lettori! Ma vi immaginate quei due nel mondo di Kagome cosa potrebbero combinare? Eh eh non vi resta che attendere il prossimo cappy… se mi deciderò a scriverlo! Commentate in tanti altrimenti non continuo! Ah! Vi starete chiedendo che fine ha fatto Shippo, l’ho lasciato da Kaede… sapete non sapevo che fargli fare in questi cappy! Sperò mi venga l’ispirazione e… chissà!

Ciao CIAO!!!!!!!!!

 

 

 

 

 

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Capitolo 10
*** una lunga giornata... ***


Tutta colpa di quel sogno

Quindi gente! Siete tutti così curiosi di scoprire come si comporterà il nostro bel Sesshomaru nel XXI secolo? Beh… volate con la fantasia oppure… leggete questo nuovo cappy fresco fresco di giornata!

 

Ma chi glielo aveva fatto fare accettare di aiutare suo fratello? Quello aveva detto di aver avuto un’altra visione, ma era tutto fumato! “…ho visto noi che eravamo nel mondo di Kagome e tu che mi allenavi stringendo la Sounga in mano! “ quella frase gli rimbombava ripetutamente nella testa. Almeno se doveva convincerlo poteva inventarsi scuse meno patetiche di quella; Lui nel mondo di KAGOME? La verità era che quel mezzo coso moriva dalla voglia di tornare dalla padroncina! Si fermò a fissare il gruppo che passeggiava al suo fianco: un monaco depravato che continuava a fissare estasiato quella donna mentre lei spiegava ad Inu Yasha come usare la boccetta d’acqua che gli aveva regalato Totosai, quello stesso scemo guardava perplesso il liquido come se da un momento all’altro dovesse trasformarsi in un demone e attaccarli! Rin che salterellava tutta contenta di conoscere un mondo nuovo chiacchierando allegramente con il nako-demone mentre quella la fissava senza capire. Non sembravano per niente dei cacciatori di demoni! Bah! A lui che importava in fondo? Aveva accettato soltanto perché voleva riavere quella spada che aveva bramato per così tanto tempo! Non aveva potuto avere Tessaiga, ma quella sì! Soltanto un demone completo poteva governare su di lei e Inu Yasha non era altro che un mezzo demone.

Arrivarono davanti al pozzo fissando l’interno un po’ perplessi.

- Siamo sicuri che funzioni? – chiese Miroku fissando l’hanyou al suo fianco.

- Non ne ho la più pallida idea… - gli rispose quello inghiottendo a vuoto.

- Beh… quando Kagome viaggia nel tempo e si porta sempre tutti quegli oggetti dietro quelli arrivano qui assieme a lei, quindi basta soltanto che ognuno di noi si aggrappi al corpo di Inu Yasha e non lasci la presa fino a che… -.

- Capito! – la interruppe il giovane monaco prendendo a braccetto l’amico.

Sango brontolò qualcosa facendo lo stesso, kirara si nascose dentro il kimono del ragazzo, Rin si posizionò sulle sue braccia e Sesshomaru, seppur riluttante, lo afferrò per una spalla.

In fine saltarono giù.

 

- Dove sei INU YASHA????????? – Kagome si affacciò nuovamente dalla finestra della sua stanza dopo aver cercato di nuovo per ogni piccolo e riparato angolo della sua casa quello stupido mezzo demone! Ma dove si era cacciato? Sperava solo che non fosse uscito… e se fosse stato così? Oddio! Doveva correre! Altrimenti chissà in che guai poteva cacciarsi quello scemo! Si ficcò in bagno svestendosi e indossando un paio di pantaloncini (non potevamo più di vedere Kagome in mini gonna! Ndt Kaggy-chan) e una maglietta smanicata bianca.

Si precipitò giù dalle scale afferrando una fetta di pane tostato, mordendone un pezzo e pensando che fosse buona, poi si diresse verso la porta uscendo a cercarlo per le strade di Tokyo.

 

15:00

Se ne stava tornando a casa bello tranquillo, quella era stata una mattinata davvero movimentata in casa sua! Sua sorella si era svegliata prestissimo urlando di aveva perso il cane, ovvero il fratellone! E così non aveva fatto colazione e non era andata a scuola per cercare “quello stupido mezzo demone” come lo chiama lei…. Secondo lui però, fra i due doveva esserci qualcosa…. Boh! Era uscito pure presto da scuola perché mancava l’insegnante di matematica…che bello!

Si incamminò su per la scalinata pregustando il sapore del bel pranzetto che lo attendeva. Avrebbe mangiato tutto lui! Tanto Kagome era in giro a cercare “Il cane demone”! Si stiracchiò le braccia e sbadigliò profondamente poi ficcò le mani in tasca per prendere le chiavi di casa ed entrare.

- Ciao Sota! – quella voce famigliare lo fece sussultare, sua sorella aveva ritrovato il suo amico-cane! Alzò lo sguardo a di salutarlo e il sorriso gli morì sulle labbra. Fermo, come una statua di ghiaccio e con un’espressione indecifrabile stampata in viso se ne stava un omone grande e magro con un lungo kimono bianco.   

- Inu Yasha… sei andato a farti un lifting? Sei diverso… – chiese il bimbo battendogli una mano sul petto, come se Sesshomaru non fosse stato li in carne e ossa.

- Che? –il mezzo demone si piazzò dietro il piccolo.

Quello si girò tirando un urlo.

- Aiuto! Due Inu Yasha! Ho le visioni! -.

Rin rise di gusto spuntando da dietro un gamba del padrone.

- No lui non è Inu Yasha! – gli spiegò indicando lo yukai – è suo fratello! Sesshomaru! -.

- Hai davvero pensato che fossi io? – gli chiese il giovane hanyou fissandolo scettico.

- Beh… infondo siete parenti! È normale che vi assomigliate un po’! – intervenne Miroku sbucando da dietro Inu Yasha assieme alla cacciatrice.

- Non sono mai stata d’accordo con te come adesso! Giusto Kirara? – affermò Sango grattando il petto della micina sulla sua spalla.

Sota li fissava incredulo! Ma da dove erano spuntati?

- Un momento! Calma ok? Non ci agitiamo, d’accordo? Allora il punto della situazione: mia sorella è una mattinata che cerca te – rivolto ad Inu Yasha – per tutta la città ma ancora non è tornata e adesso tu ti presenti a casa mia assieme a tutti questi qui? Ehi ehi mi sono perso un passaggio? Qualcosa? Da quando abbiamo deciso la riunione di famiglia? -.

- Sota credo che adesso dovresti calmarti! E… hai detto che Kagome mi cerca da sta mattina? -.

Il ragazzino chinò la testa continuando a fissare uno x uno i ragazzi.

- Sarà arrabbiata…. – si chiese preoccupato.

- Inu Yasha… -.

- Cosa vuoi Sota? Ti ho detto che va tutto bene! -.

- è meglio se non ti giri e corri dall’altra parte del mondo finché sei in tempo… -.

- Perché? – gli chiese incuriosito dal terrore dipinto sul piccolo faccino.

Poi un brivido gli percorse la schiena…

- Inu Yasha…. -. 

Gulp! Quella voce non prospettava nulla di buono. Cercando di mantenere la calma si voltò incamminandosi verso la ragazza alle sue spalle.

- Inu Yasha che fine hai fatto ?.... -.

- Senti Kagome io… - le disse serio – DEVO SCAPPARE!!!! – continuò correndo giù per le scale.

- OSUWARI!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! – urlò lei facendolo arrivare a faccia in giù ai piedi delle scale. Poi prese ad avanzare mooooooolto lentamente verso la “vittima”. Sembrava la bambina di THE RING….^____^

- Ti posso spiegare tutto tutto! ti prego non mi uccidere…- piagnucolò lui agitando le mani in segno di resa.

- Lo sai cosa farai tu adesso? -.

- Sì……? -.

- Non mangerai per due giorni di fila! E adesso corri in camera mia e va a cambiarti! I vestiti nuovi sono sul letto! – gli ordinò tirandolo su per le orecchie.

- Caiiiiiii – si lamentò il giovane correndo come un fulmine verso casa.

-E non farti vedere senza quella roba addosso! -.

- Ehm… comunque ciao Kagome… - bisbigliarono Sango e Miroku impauriti.

La giovane si voltò a guardarli furiosa terrorizzandoli ancora di più. Poi il suo viso si addolcì sostituendo il broncio con un sorriso a 360°.

- E tornata la Kagome si sempre… - piagnucolò il monaco afferrando i fazzolettini che gli porgeva Sango.

- Ciao ragazzi! Ma cosa ci fate qui? – esclamò tutta contenta la ragazza correndo ad abbracciare i due.

- Beh veramente è una lunga storia… - rispose la cacciatrice indicando con lo sguardo il demone al suo fianco.

Fu Kagome a spaventarsi questa volta. Di fretta e furia prese corde, chiodi e martelli ( presi chissà dove Ndt Kaggy-Chan) e legò inchiodando al pavimento Sesshomaru.

- Non si sa mai…. – si giustificò respirando a fatica.  Poi se ne pentì non appena il colore degli occhi dell’uomo si fece sempre più scarlatto.

- No! Scusa scusa…. Ecco adesso ti slego eh? Dai ti va di prendere una tazza di te? Ma non hai ancora mangiato? Mia madre avrà preparato una pietanza buonissima oggi! Ehi Sango Miroku che ne dite di venire? -.

Quelli la guardavano stupefatti allontanarsi con Sesshomaru sotto braccio.

- Da quando Kagome ha tanta confidenza con lui? – chiese Rin fissando arrabbiata i due in lontananza.

- Da quando ha preso in considerazione il fatto che quello potrebbe sfasciarle casa in 3 secondi! – rispose ridendo Sango.

Infine il gruppetto si avviò dentro casa.

 

Che caldo!!!!!!!!!!!!!! Non gli dispiaceva per niente indossare quei vestiti! In fondo facendoci l’abitudine potevano andar messi! Senza contare che erano ti tessuti molto più leggeri del suo kimono. Ecco era pronto. Tutto bello contento e “fresco” si legò i capelli con un elastico trovato nelle vicinanze e scese le scale pregando che Kagome si fosse calmata. Aveva una gran fame x rimanere a guardare.

Arrivò in cucina e li trovò tutti concentrati a fissare la televisione.

- Che cos’è? – chiese la voce ferma e irritata di Sesshomaru.

- Ho paura Signore… - bisbigliò Rin afferrandogli un lembo del kimono.

- A che serve? -.

- Sango non lo so… però è un qualcosa di molto utile! – disse Miroku tutto eccitato dal vedere le ragazze il costume mentre sfilavano nello schermo.

- Ragazzi a tavola! –.

- Senti Kagome ma che cos’è quella roba lì? -.

- Sango è un televisore! Un aggeggio della nostra epoca dove si possono vedere molti programmi, show, telenovele… - .

- Cosa? Aspetta ricomincia da capo! -.

- Sentite mangiamo e dopo si vede! – bofonchiò Inu Yasha sedendosi a tavola e cominciando a divorare il cibo nel suo piatto.

Kagome non protestò.

- Come si usano queste cose? – chiese Rin fissando i bastoncini di legno – forse x tener fermi i capelli? – continuò mettendoseli in testa creando una nuova acconciatura.

- No! Si mangia con quelle! – rise Sota spiegandole l’uso.

- Allora, come mai siete tutti qui? E che ci fai tu Sesshomaru? – chiese Kagome bevendo dell’acqua.

- Gli ho chiesto se poteva aiutarmi con la spada.. – rispose l’hanyou mordendo una polpetta.

- e tu Sesshomaru hai detto subito di si!? -.

- tz.. ho accettato solamente perché questo senza di me non sa fare niente! –.

Inu Yasha bofonchiò qualcosa contro il fratello mentre masticava del riso.

- Tu chi saresti? – chiese la madre di Kagome fissando un po’ impaurita il demone.

- Il fratello maggiore di Inu Yasha mamma -.

- Felice di conoscerti! – rise la donna porgendo il brodo all’uomo e tranquillizzandosi. Se era il fratello di Inu Yasha non  c’era da preoccuparsi… non sapeva quanto si sbagliava!

- Io sono Rin! – si presentò la piccola alzando un braccio.

- E sei anche tu sorella di Inu Yasha? – domandò la signora sorridendole dolcemente.

- Sì! – le risposero all’unisono il mezzo demone e la figlia.

- Bene. Sota sarà contento di giocare con te! -.

La piccola arrossì affiancandosi ad un braccio di Sesshomaru. Quello non sembrava dare segni di vita.

- Che ti prende? – gli chiese Miroku svolazzandogli una mano davanti agli occhi.

Nulla.

- dai Sesshomaru! Mangia! È buono! - lo incoraggiò la signora, ma quello rimase impassibile, continuava a fissare il piatto come ipnotizzato. l’odore che emanava quel cibo non gli piaceva affatto. Al punto da diventare giallo in faccia! Inu Yasha, a vedere il fratello in quella situazione, stava scoppiando a ridere quando….

SBAM !

- hei! Ma…KAGOME! CHE DIAVOLO TI È PRESO?- urlò massaggiandosi la testa.

- vuoi far incavolare Sesshomaru!? quello è capace di rompermi la casa! - gli sussurrò Kagome molto irritata - Ascolta Sesshomaru, se non ti piace ,puoi benissimo mangiare della frutta - disse porgendogli gentilmente i1 cesto pieno.

tsk..! Ma guarda quella! ora fa anche gli occhi dolci a Sesshomaru! TRADITRICE!” pensò l’hanyou voltandosi dalla parte opposta dell’amica, mentre Sesshomaru iniziava a mangiucchiare una mela.

- allora ragazzi! ditemi, come mai vi trovate tutti qui? - chiese la madre di Kagome ai ragazzi.

- hem.. Sango… Miroku… sono qui perché… - e adesso che diceva a sua madre? La verità? – devono cercare… -.

- il circo! – la voce del nonno di Kagome rimbombò dal corridoio – è arrivato il circo cinese! – continuò sbucando in cucina.

- Ciao nonno! -.

- non è meraviglioso!? – disse tutto contento guardando verso i ragazzi e accorgendosi di avere “ospiti”.

- Che? – Miroku lo fissava stranito, non aveva mia visto un nonnino così pieno di vita!

- E voi chi siete? No… non mi dire che tu se una cacciatrice del periodo sengoku? – chiese estasiato accovacciandosi accanto alla ragazza – e tu piccolino? Sei un nako-demone? E quest’altro è un monaco! – si voltò verso Sesshomaru – no! Tu sei un vero e proprio demone! – esclamò cominciando a perquisirlo ovunque gli capitasse di metter le mani.

- Ehi… cerca di smetterla – gli ordinò lo yukai infastidito.

- Allora? Come mai tutti questo ospiti Kagome? – ribadì il nonno prendendo posto a tavola.

- Perché vogliono vedere il circo! -.

- Davvero? – risposero all’unisono i ragazzi.

- Già! – rise quella dando gomitate ad Inu Yasha in segno d’aiuto.

- E come facevate a saperlo se la notizia è arrivata adesso? – volle sapere il vecchio.

- Miroku è un veggente oltre ad essere un monaco! – spiegò Kagome pregando che il giovane le tenesse il gioco.

Quello era talmente sorpreso che si stava soffocando con il saké!

- potresti dirmi quando, come e perché io dovrei essere diventato un veggente? – bisbigliò a fil di voce.

Kagome lo fulminò con lo sguardo.

- Non è vero forse? – chiese ancora più curioso il nonno.

- AH AH AH AH! Scherzavo ma certo che è vero? – si inventò il monaco ricominciando a mangiare.

La signorina di casa sospirò, quello era il pranzo più seccante al quale avesse mai partecipato!

 

Dopo aver finito di pranzare si diressero tutti in camera di Kagome perché quella doveva spiegar loro le “regole di vita” che si usavano nel XXI.

- Allora divina fanciulla di che cosa dovevi parlarci di così importante? – chiese il monaco sedendosi su un puffo posto li per terra.

- Auguri! Cercate di non morire dopo aver sentito le prime cavolate che vi dirà! – rise Inu Yasha sedendosi ai piedi del letto.

- Tu dormi e sta zitto! – gli ordinò Kagome sedendosi su una sedia.

- Ehi? Come si apre questa cosa? – chiese Sango adirata – aprite questa roba! – urlò prendendo a pugni la finestra. Kirara saltò giù dalla spalla della padrona e si andò ad accucciare sui cuscini, addormentandosi.

- Calma. È semplice! -.

TLIC!

- Ecco vedi? Adesso siediti -.

- Dov’è finita Rin? -.

- Sesshomaru sta calmo! È andata a giocare con mio fratello –  spiegò Kagome indicandogli il letto – accomodati -.

Quello tentennò per qualche secondo, poi osservando che gli altri se ne stavano tranquilli e comodi si sedette accanto a Sango. La scena più bella fu vederlo sussultare non appena si accorse della morbidezza del materasso, ci stava affondando dentro!

- Ma cosa sono? Sabbie mobili? – urlò furioso.

- Siediti e non fare storie – Kagome lo spintonò all’indietro facendolo ricadere sulle lenzuola.

Lo yukai, diffidente, affondò gli artigli nel materasso reggendosi con tutta la forza che aveva in corpo.

Higurashi sospirò, sapeva che quella sarebbe stata una lunga giornata!

 

Lo so lo so! Questo cappy fa un po’ schifo, ma l’ho scritto di fretta e furia perché sto per partire gente! E sì…. Vado a Roma per ben 2 settimane! Quindi non so se continuerò la ff in questi giorni… volevo fare entrare un nuovo personaggio… magari mandare i nostri eroi al circo… si vedrà! La bruttezza del capitolo però non vi giustifica! Esigo dei commenti!

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Capitolo 11
*** un incontro accidentale ***


Tutta colpa di quel sogno

Sono tornata gente! Ahhhhhh…Roma é stupenda! Negozi, pubs, piazze, giardini… e cinesi da tutte le parti! Bene vi lascio a questo nuovo capitolo…. Chi sarà il nuovo personaggio di cui vi parlavo?????

 

 

Pomeriggio inoltrato. I Ragazzi erano appena andati via dalla sua camera e se ne stava in piedi avanti la finestra osservando il panorama fuori e ascoltando i rumori nella casa: sentiva delle voci al piano di sotto, sicuramente erano Miroku e il nonno che chiacchieravano…. Avevano molte cose in comune in fondo! Rin giocava ancora alla play con suo fratello e Inu yasha se ne stava appollaiato sull’albero sacro. Sesshomaru invece, era rimasto rapito dalla amaca posta in giardino, continuava a dondolarsi a destra e sinistra fissando il cielo. Si stava facendo sera… le prime linee rosse cominciavano a tagliare in due l’azzurro del cielo e il vento cominciava a farsi sentire. Sbadigliò rumorosamente e si abbandono sul letto. Era stato un vero spasso prima vedere il demone terrorizzato dal materasso! Però lo giustificava, era ormai abituato a dormire per terra, cosa che nel XXI secolo non passava x la mente a nessuno. Bussarono alla porta.

- Kagome? -.

- Sango! Entra! -.

- Come si fa? -.

Quella sospirò – gira la maniglia! -.

- così? – la porta si aprì.

- Brava Sango! Hai capito subito! Con Inu Yasha è passata una settimana prima che imparasse ad entrare da una porta -.

- Cavolo! -.

- E lui era quello che parlava tanto oggi! Comunque, è successo qualcosa? -.

- No, sono solo venuta a vedere come mai non sei scesa con noi -.

Kagome si mise a sedere sul letto. – Volevo rilassarmi un po’… dai siediti anche tu -.

- D’accordo…. – la ragazza prese posto accanto all’amica.

- ti vai di indossare qualcosa di più comodo? -.

- Perché questo chimono qui non ti sembra adatto a stare in casa? -.

- Beh…qui da noi… -.

- Non si usano? -.

- Sì, solo per le occasioni particolari… tipo feste, appuntamenti speciali….e poi fa caldo! -.

- E allora? -.

- Ti va di indossare…. una tuta? -.

- Se mi spieghi cos’é! Forse… -.

- Che bello vieni con me! – Kagome rise fra se trascinando l’amica fuori dalla stanza.

- Dove vuoi portarmi? -.

- A fare shopping! -.

- Aspetta! Cosa è? Un nuovo tipo di allenamento? -.

Kagome si fermò sbuffando. – No! Possibile che voi pensiate sempre e solo a quello? -.

- Ma… -.

- Andiamo a comprarti dei vestiti da indossare fra la gente di questo tempo! Capito? Anzi, potremmo comprare anche la roba x domani al circo! Bene bene…. – indossò le scarpe – Sango fammi un favore, chiama Miroku, Inu Yasha e Sesshomaru, poi ti spiego, fra dieci minuti vi voglio vedere tutti in riga in fondo alle scale del tempio! Corri! – e così dicendo uscì fuori casa.

- Ma…. – la ragazza rimase immobile a fissare la porta da dove era appena uscita l’amica – cosa significa shopping? – si chiese pensosa avviandosi verso la cucina dove Miroku e il nonno di Kagome parlavano molto vivacemente.

 

Il monaco non fece storie alla proposta dell’amica, anche perché era convinto che quella volesse rimanere un po’ sola con lui, adesso la cosa tragica era andare a convincere quei due fuori in giardino! Ma perché Kagome li voleva tutti la? E perché doveva radunare lei tutta la ciurma degli scansa fatiche? Per non parlare del fatto che erano tutti uomini….

 

I rumori della città cominciavano a farsi sentire assieme alle prime esili folate di vento che gli carezzavano il viso… il sole era sparito dietro gli edifici sostituendo la propria luce con quelle della sera….si distese alla meglio sul tronco, lasciò le gambe e le braccia a penzoloni ed infine chiuse gli occhi provando ad addormentarsi.

Quel buono a nulla di Sesshomaru, però, non l’avvertì del losco piano che due inutili figure gli stavano tendendo.

- Inu Yasha…. – la voce di una donna lo reclamò dolcemente.

- Mhhh – voltò la testa dal lato opposto a dove era voltata prima.

- Cagnolino… -.

Socchiuse gli occhi riconoscendo la voce di Miroku.

- Pussa via maniaco – brontolò agitando una mano sotto il ramo.

Il giovane monaco rise aggrappandosi ad esso e saltandovi su.

Inu Yasha chiuse gli occhi e fece finta di niente, quando ad un certo punto avvertì un leggero fastidio sulla pianta del piede, poi ancora più acceso, sempre più, sempre più…. Per finire scoppiò in una sonora risata rischiando di cadere giù.

- Ahhh… bastardo di un Maniaco!... lasciami stare! AHHHH! – il giovane mezzo demone rideva e bestemmiava fino allo stremo, mentre l’amico continuava a solleticarlo con una piuma.

- Ehi ti sembra il momento di dormire? – lo stuzzicò divertito l’altro.

- Lasciami stare! -.

- Scendi! Inu Yasha Kagome ti vuole vedere in giardino fra 10 minuti! – gli urlò Sango da sotto l’albero.

- Arriva subito! – rispose Miroku continuando a solleticarlo talmente tanto da farlo cadere.

Destino volle che il giovane fece capolino sul fratello, steso sulla amaca li sotto.

- io non ne so niente! – si discolparono i due intimoriti dall’occhiataccia che Sesshomaru lanciò al trio.

Il demone afferrò il ragazzo per i capelli costringendolo a fronteggiarlo facci a faccia.

- Pesi – gli disse scaraventandolo via da sé.

- Bene ci siamo tutti? Andiamo! Kagome ci aspetta! – esclamò il giovane monaco gettando via la sua piuma - ha detto di aspettarci…. -.

- All’inferno…. – la voce indemoniata di Inu Yasha li raggiunse da sotto un cumulo di piante spinose e cespugli – non è vero Miroku? -.

- Ma dai, che cos’è quella faccia così arrabbiata? Vuoi ridere ancora un po’? -.

- No caro, adesso tocca a ME! – afferrò la piuma lasciata  x terra dall’amico e si mise a rincorrerlo attorno all’amaca dove era steso Sesshomaru, cercando di fargli del solletico.

- Sparite – ordinò il demone alzando un braccio e tirando il fratello x i capelli facendolo cadere all’indietro. Quello imprecò con tutto il fiato che teneva in corpo.

- Zitto! La padrona ti chiama Inu Yasha vai da lei – disse sorridendo beffardo.

Il giovane si liberò della mano del fratello – guarda che devi venire anche tu – gli ricordò.

- Appunto! Quindi rimandate a dopo i litigi e venite! – Sango si avviò giù dalle scale.

- Andiamo – intimò Miroku seguendo la ragazza.

Sesshomaru non si mosse suscitando la rabbia del fratello: Non sapeva x quale stupida ragione quella la li aveva chiamati tutti a raccolta proprio in quel momento ma suo fratello, con o senza la sua volontà li avrebbe seguiti! Non era giusto che soltanto loro tre dovevano subire le idee pazze di Kagome.

Come al solito di li a poco cominciarono a litigare: il demone se ne stava steso incurante dell’altro che continuava a saltellargli a destra e a manca urlando ordini e bestemmiando su come il fratello era il migliore degli scansa fatiche.

- Inu Yasha dovresti scrivere un libro! 1001 modi x rompere la testa a chi non ha proprio voglia di darti retta! – Kagome apparve come un fantasma dietro il giovane facendolo urlare dalla paura.

- Che cavolo fai strega! – le sbottò contro quello.

- dobbiamo andare al centro commerciale prima che viene notte! Ci riusciremo secondo te? -.

- Di nuovo? -.

- Devo comprare altri vestiti x questi qui! Domani si va al circo! -.

- Ma io già sono tranquillo così, non vengo mi dispiace! -.

- OK puoi rimanere a casa, ma domani vieni anche te! -.

- CHE COSA? – Sesshomaru balzò giù dall’ amaca – dopo essermi subito tutto il casino di questo qui adesso va a finire che non viene????????? -.

Kagome rise forzatamente e lo prese sottobraccio conducendolo via dal fratello, sicura che poteva trovarsi in grave pericolo di vita – tranquillo, lui sa già come si ci sente a venire al centro commerciale, figurati che si è fatta un’amica piuttosto carina e simpatica, vero Inu Yasha? -.

- Ma quando mai? Senti Sesshomaru non le dare retta, è l’inferno vero e proprio uscire con questa qui! E poi .. -.

- Suvvia Inu Yasha – Kagome si voltò a sorridere al mezzo demone – vai a cuccia! – pronunciò sparendo giù per le scale.

 

Inu Yasha aveva ragione e quanto aveva ragione! Quella Kagome l’aveva trascinato all’inferno, non aveva mia visto tanti colori tutti in una volta, magari gli girava la testa a quanti ne vedeva tutte le volte che voltava lo sguardo: erano troppo accentuati! X non parlare di tutte le volte che gli aveva chiesto di andare a controllare quel monaco negli spogliatoi, specialmente quelli femminili….

Si fermò guardandosi a destra e a sinistra, ecco! Si era perso!

“Mannaggia a me!” pensò avviandosi verso la zona che gli sembrò più opportuna a trovare quel tipo: DONNE.

Girò tutti i reparti che gli si presentarono avanti, ma di quel maniaco nemmeno una traccia, vestiti, gonne, magliette tremendamente corte che lasciavano in risalto tutto, era un’ottima esca x Miroku, sfortunatamente non aveva abboccato!

Annoiato e stufo di fare da balia e un tipo del genere girò sui tacchi con l’intento di ritornare da dove era venuto, quando alzò lo sguardo e vide gli spogliatoi femminili. Un’idea gli balenò in testa…. Forse….

Senza indugiare oltre entrò e cominciò a chiamare a gran voce il nome del ragazzo,a minacciarlo di uscire se teneva alla vita e a bussare su tutte le porte. Quando una di queste la trovò chiusa.

Bussò due volte – esci! – ordinò spazientito.

- Aspetta non ho finito! -.

- Non mi importa esci Miroku! – così dicendo diede una spallata alla porta e la spalancò del tutto.

- Brutto maniaco!!!!!!!ahhhhhhh!!!!!!!! – urlò la ragazza che vi trovò dentro. 

 

 

 

Ehhh! COMMENTI!

 

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Capitolo 12
*** daya ***


Tutta colpa di quel sogno

 

Eh eh, quindi gente… chi sarà questa nuova ragazza che porta il nome di Daya? E.. che ruolo interpreterà nella “NUOVA VITA” dei ragazzi????

 

Sesshomaru era rimasto fermo a fissare quella giovane che intanto continuava a lanciargli qualsiasi tipo di indumento le capitasse a tiro e a riempirlo di parole. Aveva una voce così strillante e acuta che il demone avrebbe voluto strozzarla molto volentieri! Che aveva da urlare tanto? Beh… l’aveva scambiata per un ragazzo negli spogliatoi per donne, ma non era il caso di mettersi a strillare a quel modo!

- Che hai ancora da guardare? Eh? Pussa via! Porco! -.

La giovane non sapeva più come farglielo capire: doveva sparire! Ma quello non ne voleva proprio sapere di andarsene via, era un tipo con una faccia per niente carina, antipatico dall’espressione e portava della roba strana addosso, periodo d’era medievale!

- Via!!!!!!!! – gli urlò nuovamente tirandogli addosso l’ennesimo paio di jeans.

Quello se li lasciò scivolare via poi…. – Taci! – …si decise a rispondere!

- Come? -.

- Mi stai massacrando i timpani! Stai un po’ zitta – ribadì infastidito, come se dovesse essere lui quello scocciato dalla situazione!

- Stai scherzando vero? -.

- no -.

- Ma sei tu che devi andartene! -.

- e allora anziché urlare in quel modo perché non lo dicevi prima Stupida umana?! -.

- Come scusa? Fino a prova contraria saresti un umano anche tu! -.

- Fino a prova contraria…. -.

- e comunque io è da un’ora che ti ripeto di sparire! -.

- Urlavi talmente tanto che non si capiva niente! addio -.

- Baka di un coso strano!!!! Bada a non farti più vedere dalla sotto scritta, chiaro? – ma quello era già sparito dietro la porta d’ingresso.

Furiosa nera sbatté la porta del suo camerino e ricominciò a vestirsi.

 

- Bene bene! Che fine aveva fatto questo nostro bel don Giovanni? – scherzò Miroku dando una pacca sulle spalle del “ritrovato”. Sesshomaru continuò per la sua strada, cercando di non guardarlo in faccia, era più che sicuro che l’avrebbe ucciso! Mentre continuava nella sua fuga verso casa si ritrovò davanti Kagome.

- Cosa vuoi? Perché mi ha portato qui!? – le chiese rabbioso.

- Per… -.

- Ma per farci indossare questa bella roba che usano in questo tempo! Vero? – Miroku gli apparì alle spalle – dai Sanguccia, mettiti anche tu una di quelle gonne così corte! – si beccò una gomitata allo stomaco dal demone e un pugno in testa dalla cacciatrice.

- Avete finito di discutere? Fra poco ci mandano a prendere dalla sicurezza! State dando spettacolo! – esplose Kagome trascinandoli via da sguardi indiscreti. Giunti in un “luogo sicuro” ( dietro una fila incessante di manichini Ndt Kaggy-chan) [gli amici di INU YASHA! Ndt Rin-chan] li divise ognuno per i rispettivi spogliatoi, pregandoli di non combinare alcun danno e spiegando loro a che cosa servivano tutte quelle statuette a misura d’uomo, ricordandosi di un simpatico equivoco…

- Allora Sango! Per te ho preso questo, non dovrebbero starti male… - disse la ragazza una volta arrivate dentro i camerini.

L’amica guardava perplessa il paio di pantaloncini in jeans e il top bianco che le porgeva l’altra.

- Se hai bisogno d’aiuto dillo! -.

- Gr…grazie -.

 

Dopo una piena mezz’ora il trio fu tutto bello e impettito, pronto per uscire fra la gente comune.

Sesshomaru portava un paio di pantaloni estivi bianchi accompagnati da una canotta blu e una giacca chiara; Miroku indossava jeans lunghi, maglietta nera aderente e una collanina al collo, che, secondo Kagome, lo rendeva più sexy. Ambedue avevano i sandali ai piedi.

- Ragazzi siete uno schianto! – esclamò Higurashi aggirandosi fra i tre – Sango sei favolosa! Indossa anche gli stivali bianchi e sei perfetta, Miroku ti manca un orologio al polso e sei stupendo, Sesshomaru invece sei…. Da sballo! Tieni mettiti questo cappellino per coprire le orecchie e siamo a posto! -.

- Però… Sango non sei male – commentò il monaco guardando l’amica dall’alto in basso.

- Mi fa piacere, adesso smettila di guardarmi a quel modo! -.

- Ehm… i vestiti che avevate messo prima dove sono? -.

- Tieni Kagome! -.

- Ecco! -.

- …. -.

- Bene, adesso paghiamo e andiamo a casa, Inu Yasha ci aspetta! -.

 

Nella strada del ritorno gli sguardi che attiravano i tre sulla gente erano come calamite, Sango accalappiava occhiatine piccanti e fischi da diversi gruppi di ragazzi, Miroku e Sesshomaru facevano collezioni di nonnine, babinette e giovincelle! Kagome era fiera di camminare accanto a tre tipi così tanto lodati…

 

Sbuffò per l’ennesima volta fissando il buio fuori dalla finestra e la boccetta d’acqua blu che gli aveva dato Totosai…. Quella sera avrebbe dovuto usarla… anche se non ricordava il perché doveva diventare per forza un umano…ma come diavolo faceva quel vecchio strampalato a sapere che la spada era li? In effetti… pensandoci bene… glielo aveva detto prima che avesse avuto quella visione! E poi… quelle visioni, i sogni perché proprio a lui?

Il suono del campanello lo distolse dai suoi pensieri….i suoi amici erano tornati! Di fretta scese le scale di casa per andare ad aprire e, trovandoseli davanti, quasi non li riconobbe!  

- Cosa vi ha fatto! – disse scoppiando a risedere.

- Che hai da ridere tanto Inu Yasha? – gli chiese Kagome infastidita da quella reazione.

- Ma guardali! Sango, sembri tutto che una cacciatrice dell’era Sengoku, Miroku…. Che bella collanina… eh eh Sesshomaru…. -.

Il fratello lo gelò con lo sguardo. – Non prenderti troppe confidenze! – gli disse.

- Vebbé! Tralasciamo i dettagli… - rispose guardandolo a sua volta.

- Cosa vorresti dire? -.

- Boh! -.

- Fatti sotto mezzo coso! -.

- Prima le signore! -.

- OSUWARI!!!!! – urlò Kagome – smettetela siete peggio dei bambini! Inu Yasha alzati e vieni con me! -.

- M-mi spieg-ghi come f-faccio? -.

- Ci penso io! Voi non combinate guai! – concluse trascinandosi su per le scale il mezzo demone.

 

- Ohi ohi! – era tutto dolori steso sul letto della ragazza a causa delle continue botte prese alla schiena e al fondo schiena. Certo che farsi tirare su per le scale non era il massimo della cosa! Quella stupida! Lo aveva buttato li sopra ed era sparita dietro la porta del bagno dicendogli che aveva una cosa per lui, ma era da più di 10 minuti che stava li ad aspettarla e per lui erano veramente troppi!

Toc! Toc!

- Finalmente! Entra Kagome! – gridò.

- Scusa per l’attesa – quella entro dentro la stanza tenendo fra le mani una sacca in plastica.

- Cos’è? – chiese scorbutico guardandola trafficare con quell’affare.

- sorpresina… -.

- Quanti misteri! Datti una mossa! -.

- Fatto… ecco questi sono per te! – quella si voltò mostrandogli dei vestiti.

Erano un paio di jeans neri con una camicia leggera dello stesso colore, in più c’era una maglietta smanicata rosa scuro.

- Spero ti piacciano… credo che ti stiano bene! – rispose sorridendogli – almeno… a me piacciono! Appena li ho visto ho pensato subito a te – arrossì imbarazzata.

- Ma non…. – Inu Yasha non sapeva che dire. E pensare che fino a poco prima avrebbe tanto voluto litigare con Kagome, adesso invece gli faceva tanta tenerezza – sono carini – le disse girando il viso dal lato opposto a lei. Il viso della ragazza si illuminò mentre lo fissava tutta contenta.

- domani ti metterai questi al circo, vero? -.

- Se ti fa piacere… - si sedette sul letto e incrociò le mani dietro la nuca.

- Grazie! – esplose l’altra ripiegando la roba con cura – adesso però va a lavarti e vedi di usarne molta di quell’acqua, non vorrei che da un momento all’altro la tua essenza di spettro…. -.

- OK! Ho capito! – la fermò alzandosi e andando verso la porta – buona notte Kagome – disse prima di uscire dalla stanza.

L’altra rimase ferma al centro della stanza fissando l’uscio in legno, come mai tanta fretta di andare via?

 

A quelle parole dell’amica si era ricordato di Totosai e il resto, doveva parlarne assolutamente con qualcuno! Scese a salti le scale e si presentò in cucina trovando i tre amici: Sango e Sesshomaru giocavano a scacchio mentre miroku sbavava davanti un programma Play boy! D’impulso lo prese per il codino e se lo trascinò fino al bagno senza badare alle vivaci proteste del ragazzo.

- Cosa cavolo fai? Ero arrivato sul più bello! – brontolò infuriato il monaco.

- Se lo sa Kagome che guardi sta roba! – ribadì il mezzo spettro cominciando a spogliarsi.

- Che vuoi? Ti devo lavare la schiena? -.

- Ti devo parlare – continuò immergendosi nella vasca e aggiungendo il liquido che gli aveva dato Totosai.

- Tu lo sai che io ho avuto quella visione dove vedevo Sesshomaru che mi allenava con una spada in mano in questo tempo, vero? -.

- si -.

- e ti ricordi quando Totosai ci disse che dovevamo venire qui perché c’era la spada? Ecco… come cavolo faceva quello a sapere che era qui? -.

- Già…. Non ci avevo pensato -.

- E in oltre perché devo a tutti i costi trasformarmi in un umano? -.

- Ma ti nel sogno non eri un umano? Magari avrà pensato questo…. -.

- Ok, questo potrebbe andare, ma per la prima questione? -.

- Già…. Tu  sei proprio sicuro che nel sogno non eri nel mondo di Kagome e di aver raccontato così a Totosai e dopo te lo sei dimenticato? -.

- No! Ricordo alla perfezione tutto di quel sogno! -.

- Beh…. – Miroku assunse un’espressione seriosa – magari il vecchio già immaginava qualcosa quando aveva sigillato Sounga assieme agli altri demoni… -.

- E allora come mai era così sorpreso quando gli ho raccontato tutto? -.

- Boh…. -.

- Che ne dici? Sarà meglio tornare da lui? -.

- Senti, non precipitare le cose! Se il destino ha voluto che noi arrivassimo prima qui, vuol dire che PRIMA dobbiamo cercare la spada, poi il resto si vedrà! E ricordati anche di tuo fratello…. -.

- In effetti c’è anche lui -.

- Appunto! Non credo che voglia rimanere ancora per molto in questo tempo, ci sono troppi umani -.

- Non ci avevo pensato! -.

- Stai cambiando…. – il giovane indicò il corpo dell’amico.

- Sì -.

 

Bussarono alla porta della sua camera non appena richiuse il cassetto dove aveva posto i nuovi abiti di Inu Yasha.

- Avanti - disse.

- Kagome, è tardi sapresti dirmi dove dormire? -.

- Me lo ero dimenticato! Comunque ti dormirai qui con me, mentre quei tre hanno già una camera pronta, dove sono? -.

- Sesshomaru e in cucina, Miroku e Inu Yasha sono andati da qualche parte assieme, ma non so dove -.

- Io vado a cercarli, saranno in bagno. Inu Yasha doveva riprendere l’aspetto umano. Tu mettiti quel pigiama, te lo presto! – così dicendo si avviò fuori dalla stanza chiudendosi la porta alle spalle.

 

- Da domani ci aspetta una giornata dura! – Miroku passò l’asciugamano all’amico che prontamente l’afferrò e se la cinse attorno alla vita.

- Non so da dove iniziare col cercare quella Sounga! -.

- Per questo c’è qui Sesshomaru, lui la conosce già! Se la vede in giro potrà indicarcela -.

- Speriamo in bene… - Inu Yasha si asciugò i piedi e aprì la porta del bagno, intenzionato ad andare a prendere qualche vestito da mettersi sopra, ma la presenza di Kagome avanti a se lo bloccò del tutto.

- Inu Yasha…. – quella chinò il viso rossissimo e cercò di non “sbirciare”.

- Ma lo fai apposta nel venire quando sono nudo? -.

- Non é colpa mia! Credevo avessi finito! -.

- Non sono un razzo sai! -.

- E va bene scusami! Ma adesso sbrigati e vatti a rivestire, vi aspetto in cucina -.

Il ragazzo richiuse la porta del bagno e vi appoggiò sopra la schiena bagnata mentre i capelli gocciolanti gli si appiccicavano addosso. – Mannaggia! Quella sembrava farlo apposta ogni volta! -.

 

-COSA!?!- urlò l’hanyou - IO DOVREI DORMIRE IN STANZA CON …- non ebbe il tempo di finire che….

SBAM!

Gli arrivò un bel colpo in testa da parte di Kagome.

- INUYASHA! INSOMMA! CERCA DI FINIRLA!- gli urlò la ragazza incavolata al massimo, mentre Sesshomaru se ne stava fortemente strafottendo di quel che diceva il fratello.          

- Io preferisco andare a dormire fuori! -.

- Se la gente domani mattina vede un ragazzo dormire su un albero penserà che ospito Tarzan in casa! -.

- chi? -.

- Nessuno! Fatto sta che voi tre questa notte dormite tutti nella stessa stanza! Seguitemi, vi accompagno -.

La camera era accanto a quella delle ragazze abbastanza vasta e lucente, comoda per passarci solo le notti.

- Ecco qua! mi raccomando non ammazzatevi, buona notte!- così dicendo Kagome chiuse la porta e se ne andò lasciandoli  soli. Stettero in silenzio per almeno 5 minuti solo a guardarsi in faccia,Infine Miroku si voltò a dare un’occhiata vaga alla stanza senza riuscire a trovare ciò che cercava: il letto!

Terrorizzato all’idea di dover dormire in terra esplose: – MA DOVE DIAVOLO SI DORME QUI? -.

Inu Yasha a sentire quell’urlo improvviso saltò in aria – Ehi!MA CHE CAVOLO CI URLI!?QUI NON C’E NESSUNO SORDO!E COMUNQUE SI DORME QUI!- spigò buttandosi nel letto.

- tzs…io non dormo mica in questi marchingegni!- continuò Sesshomaru.

- sai quanto me ne frega!- così dicendo si mise sotto le coperte e si addormentò.

Miroku e il fratello si fissarono, dopo un po’ imitarono il giovane.

 

La mattina seguente…

- Uargh! Buon giorno! – disse Miroku alzandosi a sedere sul letto.

Zzzz

- Ehm… ok, tolgo il disturbo – sussurrò uscendo in pinta di piedi dalla camera. Gli era piaciuto dormire su un aggeggio così comodo, a saperlo sarebbe nato XXI sec.! Scese in cucina e vi trovò le donne di casa occupate nel preparare la colazione.

- Buon giorno mie ninfe! Cosa si magia di buono oggi? – chiese chinandosi verso la ciotola che teneva fra le mani la madre di Kagome.

- Cose buone! I tuoi amici dormono ancora? – rispose quella, continuando ad impastare un qualcosa.

- Sì, i piccoli dormono? -.

- Sota è già sveglio mentre Rin… -.

- Sono qui! – la figura della piccola apparve sulla soglia della porta assieme all’amico.

- Dov’è il signor Sesshomaru? – chiese delusa.

- Dorme – rispose Miroku accomodandosi a tavola assieme ai due piccoli.

- E non mangia? –.

- Perché non lo vai a svegliare tu? – Inu Yasha entrò nella stanza sbadigliando e tutto spettinato – quello non si sveglia nemmeno con le cannonate! – si accomodò a tavola.

Poco dopo arrivò anche il fratello, quando la tavola era ormai colma di cibo.

- Signore! Venga qui, le ho tenuto il posto! – urlò ridendo la piccola. L’uomo le si avvicinò prendendo posto accanto a lei.

- Hai sentito l’odore di cibo, eh? – la voce di Inu Yasha aveva uno strano tono di sfida.

Il demone non gli rispose cominciando a mangiare.

- Ho una notizia per voi! – disse Kagome ad un certo punto – ieri al centro commerciale ho incontrato una mia vecchia amica che mi ha chiesto se potevo andare al circo con lei -.

- E allora? – Inu Yasha mandò giù una polpetta.

- Viene con noi questa sera, dovrebbe arrivare fra poco…. -.

DRIINNN!!!!

- Eccola è lei! – la giovane andò ad aprire la porta.

- Magari anche questa fanciulla è bella quanto la divina Kagome, vi immaginate? – disse Miroku tutto emozionato.

- Salve gente! – la nuova arrivata fece il suo ingresso nella stanza agitando un braccio.

- Ragazzi, questa qui è Daya! – la presentò Kagome.

Sesshomaru alzò il viso verso la soglia e quasi quasi il te che stava prendendo gli scivolò di mano. Cosa ci faceva la ragazza del negozio Li?????

 

Bene! Commentate in molto, compri????

 

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Capitolo 13
*** le canzoni che parlano al cuore ***


Tutta colpa di quel sogno

Bene gente! Da quanto avrete di certo capito dalla lettura di questa, ma anche di altre mie FF, io adoro la musica e il disegno! Non per niente mi sono iscritta al liceo artistico… ma lasciamo perdere i dettagli! Ho deciso di farvi attendete ancora un po’ alla fatidica serata del circo, ancora non ho ben deciso cosa far fare ai ragazzi… perdono! In questo cappy invece, ho pensato di mostrarvi l’anime di Inu Yasha sotto l’aspetto Disney-music… sapete che ci sono molte canzoni e parole che si addicono alla perfezione ai personaggi di Rumino Takahashi? Buona lettura!

 

 

Perché quella stupida ninger era li? Lo stava pedinando? Era una specie di spia? Magari si era accorta che lui era un demone in tutto e per tutto… forse dalle orecchie a punta? Ma doveva proprio essere un’amica di Kagome? Mannaggia! Se quella là andava a raccontare alla ragazza di Inu Yasha cosa era successo al centro commerciale avrebbe fatto una figura pessima!

Voltò il viso sperando in bene… un momento! Ma da quando in qua i demoni devono nascondersi o magari vergognarsi avanti degli esseri inferiori come gli umani? Che assurdità andava pensando? Beh, se quella voleva andare a lamentarsi con Kagome del suo gesto involontario che andava pure, in ogni caso lui non era nel torto!

“Sesshomaru ti stai proprio rincretinendo a furia di stare con quel coso di tuo fratello!” pensò ritornando nella posizione in cui era seduto prima. Senza nemmeno accorgersene aveva cominciato a pregare chissà quale Dio affinché Daya non lo riconoscesse.

Rin, che intanto aveva visto i continui spostamenti del padrone e continuava a non capirci niente, decise di parlare:

- Che vi sta succedendo signore? -.

- Perché? – il tono rude e scorbutico con il quale si era rivolto alla piccola la fece spaventare.

- Continuate a muovervi in continuazione…. – bisbigliò a fil di voce quella.

- Davvero? -.

- E adesso siete pure arrossito! -.

- Ma non mi dire …. -.

Si alzò, con l’intento di voler scappare al più presto da quell’interrogatorio tanto innocente quanto pericoloso della bambina quando urtò con una gamba un vaso posto li vicino.

- Porc!!! Ma le piante non stanno fuori? – imprecò prendendo a calci l’oggetto frantumato.

Facendo ciò, cosa alquanto normale, attirò gli sguardi dei ragazzi su di se. Anche quello di Daya….

- Sesshomaru, ma guarda dove metti i piedi! – lo rimproverò Kagome precipitandosi a pulire il pavimento.

- Ti aiuto – intervenne Sango.

- Ma io…. -.

- Tu cosa? Adesso vai! Corri a prendere il secchio! –.

- Che cosa? Io? Perché mi dai ordini ragazzina? -.

- Se non avessi combinato tutto questo gran casino non ti avrei chiesto nulla! – Kagome gli indicò la porta d’ingresso – VAI! -.

Quello, anche se non capiva molto bene perché ci stava andando, si avviò fuori dalla stanza.

- Scemo! – gli disse beffardo Inu Yasha, mentre continuava a ingozzarsi di riso.

Il demone fece per ribadire ma il provvidenziale intervento di Kagome lo interruppe.

Tre secondi dopo il viso del mezzo demone era immerso nell’abbondante porzione di cibo nella sua ciotola…. Ormai andata  a male…..

Sesshomaru rise fra se di quella “debolezza” del fratello. Ma stava dimenticando una cosa: sulla soglia della cucina ci stava ancora la ragazza conosciuta al negozio che lo fissava dubbiosa! Con lo sguardo basso e il viso nascosto in gran parte dai capelli, le passò accanto meravigliandosi di non esser stato riconosciuto.

Tutto contento uscì fuori casa ringraziando Kagome per aver cambiato il suo aspetto con qualche vestito…. E poco dopo si diete dello scemo!

 

Dopo colazione…..

- Credo di averlo già visto quel tipino da qualche parte…. Ma non ricordo bene dove! – sospirò Daya battendo due volte la testa sul tavolo.

 - Di chi parli? – chiese Kagome sedendole accanto.

- Di quel ragazzo con i capelli bianchi…. Sembra più grande di noi quanti anni avrà? 20, 24? -.

L’amica inghiottì a vuoto pensando la vera età del demone: 200… e passa!

- E dove puoi averlo incontrato scusa? Lui sta a Kyoto assieme agli altri! Sono venuti qui in vacanza -.

- E come vi sareste incontrati? -.

- Al… Al mare! Sì, al mare lo scorso anno! -.

- Affascinante…. -.

“Meno mal che non l’ha capito!” pensò Kagome tornando a respirare in modo regolare.

Intanto in un angolino a parte, stava seduta una strana figura con un buffo codino alla nuca. Osservava moooolto attentamente la nuova arrivata, scrutandone ogni piccolo movimento o gesto.

Quella ragazza era molto diversa da Kagome, era un po’ più bassima e portava dei lunghi riccioli castani sulle spalle, un seno prosperoso e aveva indosso dei vestiti larghi. Era proprio per quel motivo che non riusciva a capire se fosse magra o un po’ soprappeso!

- Mannaggia – imprecò fra se spostandosi da lato a lato per cercare di capire se da un’angolatura diversa potava capirci meglio – però, dal visino…. Non è male! – continuò sorridendo.

Aveva due guanciotte rosse e il naso a patatina…. Ma non era brutta…. Una bellezza diversa. La cosa che più preferiva in quella giovane però, erano gli occhi… due grandi occhioni color cioccolato vispi e teneri…

- Ahhhh le donne…. – sospirò appoggiando la schiena alla parete e rassegnandosi.

 

1, 2, 3…. Stava girando e rigirando a vuoto i canali televisivi e ancora non trovava nulla di particolarmente interessante che attirasse la sua attenzione. Sarebbe stato meglio andare a fare una corsa attorno al quartiere assieme ad Inu yasha piuttosto che poltrire in casa….

- Ehi Sango! – la voce delle ragazze la raggiunse da dietro. Si voltò ritrovandosele completamente imbambolate nel guardare il televisore.

- Che vi prende? – chiese agitando le mani avanti i volti di quelle che, nonostante ciò, continuavano a sbavare davanti lo schermo.

- Mi fate paura… -.

- Non cambiare, ok? – le disse Daya minacciosa.

- OK…. -.

- Ma quanto sei bono! – Kagome era ormai arrivata fin sopra le nuvole.

- Ma chi!? – esplose nervosa la cacciatrice voltandosi a guardare il cartone animato che stavano trasmettendo in tv.

- Ranma…. – sospirarono entrambe le giovani.

- Lui? Ma chi è? -.

- Un cartone animato stupendo! – Daya abbracciò il televisore.

- Cartone.. cosa? -.

- Praticamente una azienda che produce Anime comincia a lavorare su una grande opera-Manga di qualche mangaka e la rende animata! I manga sarebbero dei personaggi e delle storie scritte e disegnate dalla fantasia dell’autore. Gli Anime sono un susseguirsi di fotogrammi che riproducono il movimento del personaggio! Capito? – Kagome riprese fiato e fissò il volto scioccato dell’amica.

- Ci sei? -.

- Sono rimasta ferma a “una grande azienda…” -.

- Non importa, te lo spiego dopo che finisce la puntata, silenzio adesso! -.

- Era ora – sbuffò Daya.

Miroku era allibito.

Dopo una bella mezz’ora di risate, baci, abbracci, botte e combattimenti, Ranma1/2 finì per la felicità di Miroku e Sango!

- Secondo te come va a finire? – domandò tutta eccitata Daya a Kagome.

- Non ne ho la più pallida idea! So solo che se la Rumiko Takahashi non li fa mettere dopo tutti sti casini, mi incavolo come una belva! -.

- Anch’io! -.

- Però… l’hai vista quella figura di Ranma nella vasca da bagno? -.

- Sì! Quando si alzava a petto nudo e con tutti i capelli bagnati…. -.

- Oh mio Dio! Magari c’è ne fossero così anche qui! -.

In quel preciso istante fece il suo trionfale ingresso nella cucina Inu Yasha: a petto nudo, sudato e perciò con qualche ciuffo bagnato e la maglietta rossa in mano. [Guarda un po’ il caso! Ndt Rin-chan]

- Che fate chiusi qui dentro? C’è una giornata bellissima fuori! -.

Silenzio.

- Ehi! Kagome? Daya? Siete ancora vive? -.

Silenzio.

- Comunque poso questa qui sopra così dopo la puoi dare a tua madre per metterla a lavare, capito? -.

Silenzio.

- Boh! Senti Kagome io vado a farmi una doccia, ciao -.

Sparì dietro la porta.

Altri attimi di silenzio passarono fra loro quando Daya “ritornò per prima” nel mondo reale. Vedendo la sua amica ancora in stato di shock le diede una gomitata.

- Ehi, cosa stavi dicendo prima? Guarda che nel nostro mondo ne esistono tipi così, e c’è li hai pure in casa! -.

- Un miraggio…. Ehm… cioè… -.

- Tranquilla cose che capitano! -.

Sango e Miroku erano sempre più scandalizzati.

Kagome, dopo essersi ristabilita del tutto, si alzò da tavola e andò a prendere la maglietta rossa che aveva lasciato li l’amico per portarla alla madre. Non appena la prese, però, si accorse di una macchiolina di colore rosso, ancora più scuro del tessuto, proprio all’altezza del collo.

- Che cos….! – la scrutò più attentamente non riuscendo a capire di cosa si trattasse.

- Che hai visto? – Daya e Sango le si avvicinarono.

- Sembra sangue… – suppose la cacciatrice passandovi sopra un dito.

- A me sembra rossetto… -.

Kagome la guardò in cagnesco.

- Tu credi che quel don Giovanni…. -.

- Non l’hai vista l’impronta? È una bocca! -.

Miroku, capendo che l’amico in qualche modo era riuscito a mettersi in grosso guai, zitto zitto e quatto quatto sgattaiolò fino al bagno.

 

- Inu Yasha, posso farti una domanda? – gli chiese inginocchiandosi ai piedi della vasca.

- Cosa c’è di così importante da non poter aspettare che esca? -.

- Dove sei andato prima? -.

- A fare una corsa! -.

- Da solo? -.

- Sì -.

- Sicuro? -.

- Ehhhh senti Miroku cerca di finirla! Mi fai rincretinire! -.

Da dietro la porta del bagno arrivò una voce.

- No… caro Ragazzino! Ti farò rincretinire io se non mi dici subito con chi sei stato!!!!!  -.

- Kagome mi sembra un po’ incazzata! -.

Inu Yasha si fiondò sott’acqua.

La ragazza spalancò la porta entrando.

- è decisamente incazzata! Ciao! – Miroku se la filò più svelto di un razzo.

- Inu Yasha…. – lei avanzò verso la vasca.

Lui sott’acqua si girava e rigirava i pollici ripensando ad ogni piccola mossa che aveva fatto durante la corsa. Che reato grave aveva commesso?

Ad un tratto vide la mano di Kagome tuffarsi in acqua e dondolarsi a destra e a manca sopra la sua faccia. Infine si sentì tirar su per i capelli trovandosi faccia a faccia con la suddetta interessata.

- Ciao Kagome -.

- Cosa hai fatto prima? -.

- Un giro in corsa -.

- Un giro fra le prostitute? -.

- Che? -.

- Cosa ci fa del rossetto sulla tua maglietta! – gli indicò il punto preciso.

- Ah! Ma quella è stata una ragazzina! -.

- che? Ti sei fatto una minorenne?!! -.

- Boh, non so che vuol dire. Mi aveva chiesto se poteva darmi una cosa e quando mi sono chinato verso di lei per prenderla mi ha baciato -.

- Alla faccia! – rise Daya che intanto stava ferma sulla soglia a godersi lo spettacolo di Inu Yasha nudo nella vasca.

- Ehi! Ehi! Ma che volete tutte? – lui arrossì coprendosi con entrambe le mani igioiellini” di famiglia – non c’è spettacolo, via! -.

- Eh eh… che carino! È arrossito! – Daya uscì seguita da Sango.

Poco dopo anche Kagome le raggiunse, ma solo dopo aver lavato la schiena del ragazzo con sapone e unghie….

 

Mannaggia a lui! Si era fatto prendere in giro da una stupida ragazzina! Ok, doveva farci l’abitudine, Inu Yasha era pur sempre un bel ragazzo, ma l’idea che una sconosciuta e per giunta più piccola di lei l’aveva già baciato la mandava in bestia! Lei ancora non aveva concluso niente! lui era suo! Suo e basta! Già c’era Kikyo a metterle i bastoni fra le ruote non potevano mettercisi anche le ragazze della sua epoca. Beh, se sigillarlo in casa sarebbe stata l’unica soluzione, bene! L’avrebbe fatto!

- Kagome ma perché sei così arrabbiata? – domandò maliziosa Daya – sei gelosa? -.

Quella fermò il passo. Lei gelosa? Di quello scemo? PRORIO LEI SI ERA COMPORTATA A QUEL MODO? Ma era rincretinita del tutto o cosa? Andare a fare certe scenate ad Inu Yasha che con lei non aveva proprio nulla a che fare! Certo… si erano dichiarati, per così dire, ma ancora non si era capito molto bene cosa ci fosse fra loro…e lei andava a fargli quelle stupidate correndo il rischio di allontanarlo ancora di più?

ma dico scherziamo?” pensò accasciandosi sul divano.

- Sono scema! -.

- Tranquilla pensa a Ranma nudo… - Daya non si smentisce mai.

- Sono pazza! -.

- Ranma… -.

- Inu Yasha… -.

- Ranma…. -.

- Ma sono troppo boni! -.

- Oh lo hai detto! Facciamo festa! Champagne! -.

- Basta finiscila! -.

- Eh eh… va bene, sai? Tanto per cambiare discorso, il doppiatore della voce di Ranma è lo stesso di Aladin… -.

- Vero? Quello della Disney? -.

- Yes! -.

- Che ne dici di vedercelo? -.

- Magari…. -.

- wow! Tu metti il dvd io chiamo gli altri! -.

 

Dopo un po’ erano tutti stesi in terra a guardare i film della Disney.

Come deciso cominciarono con Aladin, e nonostante non capissero molto bene cosa fossero, i ragazzi dell’era sengoku si divertirono molto nel guardare il personaggi buffi e divertenti. Miroku affermava in continuazione di volersi portare a letto Jasmine, Inu Yasha notava una certa somiglianza fra la scimmietta del protagonista e Shippo e Kagome continuava ad insistere sul fatto che Sesshomaru sembrava il principe Alì al contrario!

Di lì passarono al Re Leone. Qui Kagome e Daya si cimentarono in una versione “canta con noi” di AKUNA MATATA, convinte di poter insegnare ai ragazzi “stranieri” la canzoncina. Ci riuscirono. Poi fu la volta di Sota in “voglio diventare un re”; quando comparvero le iene Miroku le paragonò a Koga e al suo branco suscitando le risate dei presenti e le continue approvazioni di Inu Yasha.

Kagome lo guardava felice ed estasiata, era bello vederlo allegro e rilassato assieme al gruppo. Tranquillo, senza stare sempre sull’attenti nel caso ci fosse stata la presenza di nemici o demoni. In quei giorni era successo di tutto ma nulla da paragonare a mostri o battaglie quotidiane nell’era antica, nessuna spada da brandire, nessun pericolo da correre, solo notti tranquille sotto le coperte di un morbido lenzuolo e la certezza di potersi risvegliare ancora tutti assieme il mattino dopo. Magari fosse stato sempre così…. E adesso se ne stava lì, seduto a ridere e scherzare con gli altri, con gli amici di cui per tanto tempo era rimasto senza. Quanto era bello quando il suo volto sorrideva ed era se stesso….

- Ahhh – sospirò appoggiando i gomiti sulle ginocchia e gli occhi ancora fissi su di lui. Poi quello si voltò incrociando i loro sguardi.

Per un breve lasso di tempo, Kagome pensò che quel sorriso che il giovane aveva stampato sulle labbra fosse per lei, ma si rese presto conto che continuava a sorridere a causa delle continue battutine del monaco.

Per dirle che io l’amo dovrei spiegar perché… “ la voce dolce e melodiosa di un ragazzo pervase l’atmosfera. Il sorriso di lui svanì sostituito dalla sua solita espressione seriosa. La fissava instancabilmente, come se volesse dirle un qualcosa e non ci riuscisse. “ fantasmi e luci del passato ritornano da me…” il giovane chiuse gli occhi chinando il viso a fissare il nulla. Sapeva a cosa stesse pensando Inu Yasha in quel momento, ma non poteva far nulla per colmare quel suo infinito vuoto nel cuore… Kikyo. Rassegnandosi a quella scelta del ragazzo gli si avvicinò di più e gli prese la mano intrecciando le dita con quelle di lui. Lo sentì irrigidirsi e alzare il volto in avanti. Gli sorrise carezzandogli il palmo dolcemente.

L’ultima idea grandiosa di Daya fu quella di vedere La Sirenetta prima di andare al circo. Qui Inu Yasha dovette alzarsi ed uscire fuori dalla stanza per evitare di fare ciò che continuava a dire il granchio nella canzone “ Baciala…”. Kagome, invece, riconosceva nel personaggio della strega la figura di Kikyo….

 

Sera…

- Ahhh mi sono divertita! – esclamò Daya sgranchendosi le gambe – ti è piaciuto Sesshomaru? -.

Quello rimase zitto.

- Ehi parlo con te! La smetti di startene così, sembri una statua di marmo! Potresti avere delle reazioni ogni tanto! – poi si bloccò rimuginando sulla frase che aveva appena detto….una persona fredda e scostante… dallo sguardo incomprensibile…..”oh mio Dio!” pensò “ è lui!”.

 

Quindi che ne dite sulle mie simulazioni dei personaggi? Eh? E la nostra Daya avrà capito tutto? Chissà…. Commentate in tanti altrimenti passerà mooolto tempo prima che mi decida a scrivere il capitolo del circo…. Scherzo! È una banale scusa per prendere tempo…. Non so che fare! Ma non temete, non appena la fantasia ritornerà nella mia piccola testolina Bakata vi pubblicherò un cappy coi fiocchi! Sciauuuuu!

Ps: sapreste dirmi come faccio a prendere tutti i personaggi che voglio quando pubblico? Mi spiego:

quando si pubblica una nuova storia la scheda da compilare chiede di inserire i personaggi principali della storia, ma io non riesco ad inserirne due nello stesso momento!

Es: troviamo i nomi

Inu yasha

Kagome

Sota

Sango

Ecco… io non riesco a prendere soltanto i personaggi di Inu Yasha e Sota, perché me ne accetta solo uno! Se sono stata chiara qualcuno può venire a darmi una mano?????

 

 

 

 

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Capitolo 14
*** e finalmente... il circo! ***


Tutta colpa di quel sogno

Bene in questo nuovo capitolo i nostri eroi si recheranno al circo come detto da Kagome… ma passeranno x davvero una serata tranquilla?

 

Era davvero lui? Possibile che si trovasse sotto lo stesso tetto di quel depravato?  E in casa di una della sue amiche più care? Che ci faceva? COSA?

Sperando che stesse sbagliando si accostò di più al viso del demone e socchiuse gli occhi piantandoli in quelli di lui.

Quello rimase immobile.

Lei inghiottì a vuoto continuando a fissarlo più attentamente….pregando una sua reazione contraria da un momento all’altro…. Magari una risata…niente….allora capì….era lui! Aveva già visto quell’espressione così immune da qualche parte e sapeva benissimo dove!

- Cosa vuoi? – la voce dell’uomo la fece tornare con i piedi per terra.

Ridendo forzatamente prese a gattonare all’indietro cercando di spostarsi il più velocemente da quell’essere così odioso e volgare.

Facendo ciò, però, andò a sbattere contro le gambe di Kagome, intenta nel rimettere al loro posto le VHS Disney.

- Amica mia – piagnucolò balzandole avanti.

- Cosa? – chiese quella impaurita.

- Posso chiederti una cosa sconcia? -.

- Sì… ci sono abituata – sospirò l’altra voltando lo sguardo verso Miroku, intento nel volteggiare attorno alla povera Sango.

- Sei ancora vergine vero? -.

- Mhpf… cosa???? -.

- Dimmi che non ti ha messo le mani addosso? -.

- Ma di chi parli? -.

- Hai un maniaco in casa -.

- Ahhh… ma lo sapeva già! -.

- Davvero? -.

- Miroku! -.

- no! L’altro! -.

- L’altro chi? -.

- Quello con i capelli bianchi! -.

- Inu Yasha!? – Kagome si voltò verso il balcone ove era poggiato il ragazzo.

- Puff… cosa? – quello si mise in posizione di difesa.

- no! – lo salvò Daya –lui ha i capelli neri! -.

- A già! – l’amica sembrò calmarsi.

- Grazie! – piagnucolò il mezzo demone baciandosi la folta capigliatura.

- Il maniaco è Sesshomaru! -.

Silenzio.

Silenzio.

Silenzio.

Silenzio.

- Scusa potresti ripetere? Sai credo d’aver capito male! Giusto Inu Yasha? -.

Quello si grattò la testa perplessoMmmhh… sì. Anch’io e gli altri non abbiamo capito bene. Vero? -.

Miroku e Sango annuirono.

- Avete capito bene! È proprio questo bamboccio qui il depravato! – ribadì la giovane prendendo il mento del giovane fra l’indice e il pollice scuotendolo diverse volte.

I ragazzi scoppiarono a ridere.

- Ma dai? – disse Inu Yasha circondando il collo del fratello con un braccio – e cosa avrebbe fatto il mio per nulla caro fratellino di così sconcio? -.

- Mi ha vista nuda! -.

- Singhsob…bravo Sesshomaru, impari in fretta! Il sottoscritto tuo maestro è fiero di te! – singhiozzò Miroku.

- Idiota smettila, quello li ti sembra il tipo da fare certe cose? Daya ti sarai sbagliata – Sango le emise una mano sulle spalle.

- è tutto vero! -.

- E quando sarebbe successo? -.

- Al centro commerciale ieri! -.

Il demone si ritrovò gli occhi di tutti su di se.

- E bravo! Ecco dov’eri sparito – scherzò Kagome incrociando le braccia sul petto.

- Io te l’avevo detto di non andare – il tono che aveva usato Inu Yasha sembrava quello di un vecchio saggio.

- Porca miseria! Già bastava un Miroku! Pensa due! – sbuffò furiosa Sango.

- Quindi Play boy! Racconta racconta! – lo prese in giro l’hanyou.

- Ve lo dico io! – sbottò Daya con fare molto “paladina della giustizia” – il vostro amico è un guardone di prima categoria! È rimasto più di dieci minuto fermo a guardarmi come un salame! -.

- Poverino! – lo difese Miroku – sai è in crisi di astinenza! Rin è ancora piccola! -.

Sesshomaru saltò in piedi – che cosa c’entra Rin? – domandò non capendone il nesso logico – smettete la con tutta questa lagna! -.

- Devi dire la verità! – Daya gli puntò un dito contro.

- Io non ti stavo spiando! Cercavo quel dannato monaco e ti ho scambiata per lui! -.

- C’é una bella differenza… a meno ché non mi sia spuntata qualche forma in più da queste parti! – disse Miroku tastandosi dubbioso il petto.

- Taci bonzo! È tu, per il fatto di essere rimasto li a fissarti era perché non riuscivo a capire un accidenti di quello che dicevi! -.

- Certo certo, ma dimmi – Miroku se lo tirò in un angolino a parte – com’è la nostra Daya in intimo? -.

SBAM!

- Vai al diavolo porco! – urlarono Daya e Sesshomaru uscendo dalla stanza.

Lei a destra lui a sinistra.

Inu Yasha sospirò accasciandosi sul divano – come la mettiamo adesso? -.

- non lo so! Kagome afferrò il monaco e glielo gettò addosso [ l’incredibile Kagome! Ndt Rin-chan] – preparati tu e sistema anche questo qui e tuo fratello. Doccia, vestiti nuovo e fra un ora nel giardino di casa! -.

- Solo un ora per sistemare questi due? -.

- Yes. Bye! – la ragazza acchiappò la cacciatrice per un braccio e se la trascinò su per le scale.

- Ehi che lingua parli? Che hai detto? E per chi cavolo mi hai preso ragazzina! -.

- è già andata via! Inutile che urli -.

Inu Yasha lo fissò ringhiando.

- Togliti che pesi! – lo spintonò per terra per poi continuare ad imprecare contro le scale.

 

Toc Toc!

- Chi è? -.

- Siamo Kagome e Sango. Apri Daya! -.

- Che volete? – bofonchiò quella girando la chiave nella serratura.

- dobbiamo farci belle per questa sera! – Kagome entrò nel bagno e le mostrò trucchi, vestiti e fronzoli di qualsiasi genere.

- Che cosa dovrei farci con tutte quelle cose? Io vengo vestita come adesso al circo! – si ribellò quella indietreggiando.

Sango chiuse la porta come avevano pianificato lei e l’altra pazza prima di andare a rompere le scatole a Daya.

- Che scappi? – Kagome avanzò sempre di più verso la giovane.

- finiscila! Capito? -.

- Ma dai! È inutile che continui ad andare indietro. Le mura del bagno non sono infinite! -.

Infatti molto presto Daya si ritrovò con le spalle al muro – Help…. – sussurrò prima di farsi spintonare dentro al vasca dall’amica.

 

- Devi scendere giù da quella cosa e venire con me! Hai capito? -.

- Inu Yasha è inutile! È la 1232314200 volta che glielo dici, ma non concludiamo nulla. Se non gli va rimane qui! – Miroku sbadigliò avviandosi verso la casa.

- fermo li! Se fai un altro passo sei un monaco morto! – il mezzo demone tirò la tessaiga proprio avanti i piedi del ragazzo.

- S-sì – balbettò quello scandalizzato.

- Fifone – lo derise il demone.

- Sesshomaru dai del fifone a lui e poi sei il primo a rifiutarti di rincontrare quella ragazza? -.

- Attento a ciò che dici mezzo demone -.

- A me non va farmi prendere a parole da Kagome per colpa tua! E ti garantisco che le parole che usa quella fanno davvero male! -.

- Sai quanto me ne frega! – lo youkai prese a dondolare l’amaca.

- A me sì! Scendi subito da li razza di scemo! -.

- Cosa? – Sesshomaru scattò in piedi afferrando per la casacca rossa il fratello – ripeti se ne hai il coraggio! -.

- Eh eh … ti sei alzato alla fine -.

Accadde solo per un attimo, ma il quel frammento di tempo Inu Yasha era sicuro d’aver visto il viso del fratello contrarsi in una smorfia di smarrimento. Ah ah persino il grande principe dei demoni era riuscito a farsi sovrastare da un’emozione? Si era sorpreso! Non era riuscito a governare il suo corpo!

- Vogliamo fare giorno? – la voce di Miroku li raggiunse da lontano. L’hanyou inarcò un sopracciglio aspettando la prossima mossa dell’uomo avanti a se. Con sua grande sorpresa lo lasciò andare.

- Andiamo – gli disse avviandosi verso il monaco.

Inu Yasha lo guardava sbalordito. Non era successo niente? lo aveva lasciato immune? Ma sua fratello si era rincretinito del tutto? Bah!

- Aspettate un attimo! – gridò correndo verso i due.

 

- Daya! Ti sta benissimo questa gonna! -.

- Dici? -.

- sì! Vai alla grande! -.

- Ma io non sono abituata portare vestiti di questo tipo! -.

- Sempre meglio di tutta quella roba strana che ti metti sempre! -.

- Ha parlato! Quella che ha il ragazzo che va in giro con una tuta enorme per la casa! -.

- Inu Yasha non è il mio ragazzo! -.

- Certo! Dici sempre così! -.

- Vogliamo parlare del tuo Miroku? -.

- Chi? Non lo conosco per niente! -.

- Siete due pazze! Avete dei gusti stranissimi! -.

- Da che pulpito! E tu che ti vai a scegliere un vecchietto? -.

- Chi ha mai detto di volere Sesshomaru? -.

- è Quello che dico io! Non ho mai detto di provare affetto per quel monaco! -.

- Idem! -.

- Posso chiedervi una cosa? -.

- Yes -.

- Ma perché lo chiamate monaco? -.

- è una storia lunga…. -.

- Però Daya, sembri davvero un’altra con questi vestiti -.

- Eh eh -.

 

- Allora ragazzi? Preso tutto? -.

Miroku e Sesshomaru annuirono all’amico.

- Bene. Adesso ci andiamo a lavare e dopo…. – venne interrotto dalle risate delle ragazze dietro la porta del bagno.

- Oh… le nostre ninfe si stanno facendo il bagno! Già immagino i loro corpi giovani immersi nel vapore dell’acqua calda e i loro lunghi capelli bagnati lungo la schiena…. -.

- Frena con la fantasia, tanto non ti lascio sbirciare! -.

- Dai Inu Yasha…. -.

- No! -.

- Sentite voi due, che si fa adesso? -.

- Rimaniamo qui ad aspettare che escano -.

- Inu Yasha… che palle! -.

- Sesshomaru????? Ti senti bene? – Miroku gli passò una mano sulla fronte.

- Vatti a fare un giro fratellone,visto che sei così annoiato! -.

- No non li Kagome! – la voce di Daya li raggiunse da dietro al porta.

I ragazzi si guardarono perplessi.

- Smettila va bene? -.

- dai vieni qui che ti lavo la schiena! -.

- No, mi sono già lavata da sola! -.

- non vi mettete così che non ci possiamo muovere! -.

- la vasca è piccola Kagome piantala! -.

- Ma se sei tu! -.

- ah! Tutta la schiuma per terra! -.

- Cos’è quella roba? -.

- Cosa? -.

- Dove? -.

- Lì! -.

Miroku e Inu Yasha si guardarono, poi la tentazione fu troppo forte e si misero a origliare spudoratamente attaccati alla porta del bagno.

- Oddio è un ragno! -.

- Io odio i ragni! -.

- Kagome scendi giù dal lampadario! -.

- No! Uccidete quell’onigumo! -.

- Non urlare così! Attirerai l’attenzione di quei tipi! -.

- Meglio! Inu Yasha aiuto! -.

Miroku sogghignò immaginandosi la scena.

- Ti chiama cagnolino! -.

- Tu stai zitto! -.

- Ah! Va via da qui! Aiuto! Qualcuno lo mandi a cuccia! -.

- Caz…. – Inu Yasha sbatté la testa contro la porta, aprendola.

Attimi di silenzio interminabili trascorsero fra loro prima che sia i ragazzi che le ragazze si rendessero conto di ciò che era davvero accaduto!

- Porco! – Daya si coprì alla meglio dietro la porta del bagno, Sango si nascose sott’acqua e Kagome afferrò il primo asciugamano che trovò e se lo mise addosso.

- Che stavate facendo voi li dietro? -.

- Dovevamo venire a lavarci ma abbiamo sentito urlare voi e… -.

- Avete pensato bene di origliare! – Kagome lo afferrò per le orecchie.

- La prossima volta non rimanete tutta la serata in bagno -.

- Perché che problemi hai? -.

- Forse non te ne sei accorta! Ma siamo in tre -.

- Anche noi lo siamo! -.

- Lasciami porca miseria! Tu non hai gli stessi problemi che ho io nel badare a questi due! -.

- Ok, sta zitto andiamo via subito! -.

 

Poco dopo…. I tre baldi giovani erano pieni di schiuma seduti uno dietro l’altro ai piedi della vasca: Miroku lavava i capelli a Sesshomaru e Inu Yasha lavava i capelli al monaco. Sembravano tre adorabili scimmiette….( e invece sono tre bei maschioni tutti nudi e tutti quanti ben dotati! Ah… povera me! Ndt Kaggy-chan).

 

Alle 21: furono tutti quanti pronti, tutti tranne le tre giovincelle!

Miroku, Inu Yasha e Sesshomaru stavano abbandonando le speranze di arrivare puntuali alla serata tanto attesa e se ne stavano appoggiati all’albero della casa pregando magari di non uscire di casa troppo tardi.

- Secondo me si sono perse mentre scendevano le scale -.

- Miroku… sei un idiota! – Inu Yasha sbuffò nuovamente guardando l’orologio che gli aveva prestato Kagome. Era troppo tardi!

- Sai come diavolo si usa questo coso? Kagome ne ha dato uno anche a me ma non ho capito bene a cosa serve! -.

- Allora… la lancetta più lunga sta ad indicare le ore e quella più corta…. – si fermò non appena sentì le voci delle tre ragazze reclamare a gran voce i loro nomi.

- Finalmente! Vi stavamo dando per disperse! - Inu Yasha si incamminò verso le giovani.

Le tre sbucarono fuori dal buio lasciando lui e il monaco senza fiato!

Sango portava gli stessi abiti del giorno addietro ma aveva raccolto i capelli in una lunga treccia alta [Sango Kroft! Ndt Rin-chan] e un velo di rossetto blu sulle labbra; Kagome aveva un paio di pinocchietti neri e dei sandali dalle varie tonalità di arancione come il top senza bretelle. I suoi capelli erano raccolti in due buffi codini che le ricadevano sulle spalle; Daya aveva un  grazioso gonnellino a pieghe che le arrivava fin sopra le ginocchia con una maglietta aderente e rosa che le lasciava una spalla scoperta. Anche lei portava dei graziosi sandali ai piedi, i suoi però non avevano il tacco.

- Sono vostro mie divinità! – Miroku si accasciò ai loro piedi baciando le mani ad ognuna e provocando le fresche e cristalline risate delle ragazze.

- Allora Inu Yasha, hai intenzione di fare la muffa li? – Kagome si avvicinò al ragazzo prendendolo sotto braccio – si va! -.

- Bene! Venite con me dolcezze? – Miroku prese sotto braccio sia Daya che Sango e passò tutto contento accanto al demone, ancora fermo e immobile poggiato all’albero. Poco dopo li raggiunse giù per le scale.

 

Daya era incavolata nera! Quello scemo non le aveva rivolto nemmeno uno sguardo da quando si erano partiti da casa, eppure al centro commerciale sembrava essere rimasto alquanto rapito da lei! Che si fosse già stancato?

 

- Sango sei stupenda questa sera…. –.

La ragazza alzò il viso verso lo sguardo del ragazzo. Era tremendamente dolce e bello che non le sembrava quasi vero…

- Grazie, neanche tu stai tanto male! Ma cos’é quello? -.

- Inu Yasha me lo stava spiegando prima! Senti Inu Yasha! – il monaco si voltò a guardare la coppietta affianco alla sua e sorrise divertito – quello li non lo ripigliamo più adesso! -.

Sango guardò dalla stessa direzione – già! – disse divertita.

 

- Inu Yasha ti divertirai di sicuro! -.

- L’ultima volta che me lo hai detto è stato al centro commerciale, e tu sai cosa è successo! -.

- Scusami! Ma al circo si ci va per divertirsi! -.

- Mi devo fidare? -.

- Fidati! -.

- va bene… -.

- A proposito sei carino con questa roba nuova addosso…. -.

- Cosa? -.

- T’ho guarda c’è mia madre con Sota e Rin! Mamma! – la ragazza corse verso i parenti agitando il braccio avanti e indietro.

- Kagome siete arrivati! – la madre la salutò baciandole una guancia.

- Queste signorinelle hanno fatto un po’ tardi! – le rimproverò Miroku – ma ne è valsa la pena! – sospirò dopo guardando con gli okki a cuoricino la sua compagna.

- Sono felice per voi! Cercate di non perdervi c’è molta gente e…. -.

Tlic! Plic!

- Mmmh? – Inu Yasha alzò il viso al cielo – si sta mettendo a piovere! -.

- Oh no! Mamma hai un ombrello? -.

- Uno soltanto! -.

- Tranquilla usatelo tu e i bambini, noi ci arrangiamo! -.

Miroku circondò il corpo della cacciatrice fra le sue braccia e chinò il capo come a volerla coprire.

- Così ti bagni tutti capelli – le sussurrò a fior di labbra.

Kagome sorrise nel guardare il volto dell’amica arrossarsi, poi non avvertì più la pioggia caderle sul volto. Voltò lo sguardo ritrovandosi sotto la camicia nera di Inu Yasha e con il corpo del ragazzo accanto al suo.

- Va tutto bene? – le chiese quello. Lei sorrise, chinò il capo e si appoggiò contro il petto del giovane. – Grazie -.

Il mezzo demone ricambiò il sorriso appoggiando il mento contro la fronte di lei e riempiendo i polmoni del profumo dei suoi capelli….

Daya era l’ennesima volta che si toglieva le goccioline d’acqua dal viso, ma quelle continuavano a scenderle giù per le gote. Erano insopportabili!

- Vieni qui tu – la voce del demone la chiamò scorbutico. Lei si voltò guardandolo spogliarsi della giacca bianca.

- Promettimi di stare buono… -.

- Oh…. Te lo giuro solennemente! Smuoviti anziché dire idiozie – la giovane gli si affiancò posizionandosi sotto le sue braccia alzate.

- Va molto meglio adesso no? -.

- Devo dirtelo, anche se non te lo meriti: grazie -.

- farò finta di non aver sentito niente -.

- Cosa? -.

- cammina che ci stanno lasciando indietro! -.

Daya guardò il gruppo di amici avanti a se piuttosto lontani. Imprecando sotto voce aumentò il passo raggiungendo la folla assieme al suo bel cavaliere.   

 

 

   Continua… ve lo garantisco!

 

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Capitolo 15
*** l'inizio dei giochi ***


Tutta colpa di quel sogno

ECCOMI!!!!!!!!!!! VI SONO MANCATA? È da diverso tempo che non aggiorno questa ff… beh non riuscivo a trovare un continuo adatto.. ma adesso, eh eh si salvi chi può! La pazzia è tornata ad impossessarsi di me!!!!!!

 

Era l’alba seguente a quella nottata infernale che aveva passato. Il povero Inu Yasha se ne stava bello grosso nel suo lettino immerso in uno dei suoi sogni più frequenti… UCCIDERE NARAKU! [più frequenti? Ma se quello è nato col pensiero di andare ad ammazzare naraku! Ndt Rin-chan] ( già forse ho esagerato….Ndt kaggy-chan) [sicuramente la sua prima parola è stata “naraku ti uccido” invece di mamma Ndt Rin-chan] (^____^ Ndt Kaggy-chan)

- dannato essere….. – mugugnò rigirandosi diverse volte nelle lenzuola – ti faccio a fette! – continuò muovendo le mani come se stesse maneggiando Tessaiga.

Miroku lo guardava scandalizzato. Era da più di un ora che parlava! E che discorsi sensati faceva…..

Inghiottendo a vuoto si avviò lentamente verso il letto di Sesshomaru e sobbalzò appena lo vide steso sulle coltri ad occhi aperti. (tipo il film “il signore degli anelli” Ndt kaggy-chan)

- scemo di un demone così farai prendere collassi alla gente – lo rimproverò, poi indicando il mezzo demone aggiunse – ma è normale che tuo fratello fa così? Ne sai niente se è una cosa di famiglia? -.

- … -.

- Sesshomaru? Sei con noi? Nel nostro pianeta? – disse scuotendolo.

-…..-.

- pianeta terra 2000 chiama sesshomaru! – continuò alzandogli una ciocca di capelli che gli ricopriva un orecchio.

-….. -.

- ai-uto… sono chiuso in camera con due pazzi….Sango…. – sussurrò accucciandosi al piedi del suo letto.

- bastardo!!!!! – ormai Inu Yasha era arrivato al delirio più totale.

Poi pian piano si sentì il cigolio della porta che veniva aperta e sulla soglia apparve una figura piccola.

- ehi? – chiese la bambina.

- Rin? Cosa fai qui? – domandò il monaco abbracciando la bambina tutto contento. [scappa rin!!!!!! Ndt Rin-chan]

- le ragazze mi hanno detto di venirvi a svegliare…. – rispose lei soffocando fra le braccia di Miroku.

- oh che bella bambina sei… quando sarai grande mi concederai un figlio ok? -.

CABOOM!

- ma… deve avere l’onore Sesshomaru per primo…. – miagolò dopo aver ricevuto una bastonata dal demone.

- buon girono signor Sesshomaru! – rise Rin avvinghiandosi ad una gamba dell’uomo.

- Prendi questo! E questo e questo! – Inu Yasha attirò l’attenzione dei tre su di se. Stava prendendo a pugni il cuscino.

- ma che fa? – domandò Rin nascondendosi dietro una gamba del suo signore.

- è da un’ora che parla da solo – piagnucolò il monaco – non sapevo fosse sonnambulo! -.

- adesso lo sveglio io – disse il demone avanzando verso il fratello.

- no! Se i sonnambuli vengono svegliati nel sonno possono subire dei problemi – disse Miroku accorgendosi della strana scintilla che balenò nel voltò di quello.

- cicatrice del vento! – urlò quello afferrando il bastone del monaco e sbattendoglielo in testa.

- Inu Yasha…. -.

- Uargh! Buon giorno – sbadigliò il mezzo demone.

- te la do io la cicatrice del vento! Vieni qui che ti gonfio tutto! Uargh!!!!!!!! – esplose Miroku prendendolo a bastonate e rincorrendolo fuori dalla stanza.

 

 

- Kagome, scusa ma ieri sera Inu Yasha ha detto che oggi dovevate andare a cercare una certa spada…di che si tratta? – domandò Daya frugando per la cucina alla ricerca dei piatti.

- a già vero…noi dovevamo cercar la spada… - sussurrò Sango dandosi una botta in testa.

- io me ne ero completamente dimenticata, avervi tutti qui è stato diverte e quindi mi sono lasciata un po’ andare… -.

- e ti sei dimenticata pure degli esami… -.

- già, ma come diavolo faccio? Devo aiutare questi qui -.

- Kagome sai se Inu Yasha ha avuto più di quelle visioni o sogni? -.

- no non mi ha detto niente Sango -.

- mi sembra strano -.

- già e poi come mai proprio adesso la ricerca di questa spada? Non bastavano i frammenti uffa… -.

- è da un po’ di giorni che non torniamo di la, chissà cosa sarà successo… Shippo e Kirara sono rimasti da Kaede… -.

- si, e Sesshomaru non ha portato con se nemmeno Jaken… -.

- Kaede? Kirara? Shippo? Jaken? Che sarebbero altri demoni? -.

- Kaede è una sacerdotessa…Daya é da un po’ di tempo che Inu Yasha vieni sempre perseguitato da sogni e visioni che lo hanno trascinato fin qui perché da come ha dedotto lui la spada Sounga di suo padre dovrebbe trovarsi qui…ma ancora non riesco a capire come mai tutto questo casino -.

- e come diavolo ha fatto Inu Yasha a sognare il volto di suo padre se non lo ha mai visto? Io non ci sto capendo più nulla, sembra proprio che qualcuno ci abbia trascinati fin qui per rimediare quella spada -.

- qualcuno? Sango ma che dici? Il padre di Inu Yasha è morto! E poi chi avrebbe voluto quella spada con così tanto interesse? -.

- Ma io che ne so… -.

-…. ragazze…scusate... – Daya posò il piatto che stava riempiendo di riso voltandosi verso le amiche.

- si? – risposero quelle all’unisono.

- cosa mangiano i demoni in particolare? -.

- gulp…. Ehm beh….la maggior parte la carne umana… - balbettò incerta Kagome.

La ragazza sobbalzò – questo vuol dire che anche…. -.

- ma i nostri demoni non ne mangiano! – intervenne prontamente Sango – tranquilla! E poi Inu Yasha è umano x ora… -.

- AIUTO!!!!!!!!! – l’urlò disperato dell’hanyou echeggiò x il corridoio, poco dopo ecco spuntare la sua figura in cucina rincorsa da un monaco imbestialito.

- come ti permetti? Eh? Devi portarmi rispetto! – gridava di continuo.

Kagome arrossì vistosamente nel vedere che erano ambedue solamente in box e mutande! Eh già…aveva dimenticato a comprare a quei tre il pigiama, ma con quel caldo che faceva non c’era certo da aspettarsi che li avrebbero messi, come biasimarli? Prese fiato e cercò di far sembrare la scena una delle più naturali possibili.

Inu Yasha si accucciò in angolo mentre con le mani si copriva il capo - ma che ti ho fatto? Aiuto…. – piagnucolò.

 Kagome rise forzatamente passando un braccio attorno alle spalle Di Daya e Sango ancora incantate da quella visione.

- e questi sarebbero demoni malvagi? – disse.

Daya scoppiò a ridere.

(secondo me queste ragazze hanno seri problemi NdtKaggy-chan) [non dirlo a me sei tu quella che scrive! Ndt Rin-chan] (che vorresti dire? Non posso mica far violentare inu yasha da kagome  miroku da sango! Ndt kaggy-chan) [a me dai il compito di violentare sesshomaru, vedrai come lo faccio svegliare io! Hi hi Ndt Rin-chan] (aiutatemi aiuto! Ndt kaggy-chan).

Sango cercò di distrarsi andando a prendere le ultime cose da mettere in tavola e tentando di mantenere sempre il capo chino.

- su adesso calmati Miroku! – ordinò.

- no fino a quando non l’avrò ucciso… dopo posso ritenermi un uomo soddisfatto! – ribadì lui.

- basta stupido bonzo! Ricordati che io sono un demone! Arghhhh! – ringhiò l’altro mettendo le mani sul bastone dell’altro.

- Date a me quel bastone.. ehi! – kagome si intromise fra i due – a cuccia! – e mandò al suo solito posto il cagnolino.

- siete impossibili! A tavola! – li rimproverò Sango trascinandoli a sedere tirandoli x le orecchie.

- siete buffi…. – rise Daya passando il riso al monaco seduto al suo fianco - Buon app…. – l’arrivò di Sesshomaru la zittì, non sapeva x quale strano motivo ma provava soggezione nei suoi confronti….

Era anch’egli in box come al fratello ma al contrario di Inu Yasha non aveva la piccola Rin a cavalcioni sulle spalle.[ ben arrivato sesshomaru…oh togli la piccola Rin da li si potrebbe far male….ecco bravo stenditi che ci penso io a te! BANZAI! Ndt Rin-chan] (certo certo! Cosa che può succedere solo nella tua mente contorta e perversa! Ndt kaggy-chan) [vorrei vedere te con Inu Yasha…Ndt Rin-chan] (Inu Yasha? Dove? Pucci pucci dove sei? Vieni dalla mamma che ti da la pappa! Ndt kaggy-chan) {aiuto Ndt sesshomaru e Inu Yasha nascosti in uno sgabuzzino}

Kagome invitò il demone e la piccola e prendere posto. Lui ,nonostante fosse capitato davanti Daya, non la degnò di un solo sguardo.

In effetti, pensandoci bene, erano in intimo anche la sera prima quando si erano presentato alla sua porta morti dal sonno..però era sera e non ci aveva fatto molto caso.

- pss, ehi Rin… - sussurrò Miroku all’orecchio della piccola seduta accanto a se – sai prima ho visto sesshomaru che teneva gli okki aperti nel, sonno è normale? -.

- sì, il mio signore dorme sempre così, Jaken dice x far intimorire chi si avvicini a lui durante la notte -.

- cioè se uno passa e lo vede così pensa che sta sveglio ma in realtà dorme? -.

- si! -.

- caspita…lo usa il cervello! Non sembra proprio fratello di Inu Yasha…. – sussurrò sarcastico guardando il mezzo demone.

Si beccò un chicco di riso sulla fronte da questi.

che bello avere tutti gli amici riuniti a tavola… “ pensò Kagome cercando di non badare alle varie tensioni li presenti.

 

Appena finita la colazione i ragazzi si divisero: Miroku, Inu Yasha e Sesshomaru andarono a vestirsi mentre le donne di casa ripulivano la cucina. Per le 9:30 era già tutto pronto.

- allora ragazzi da dove iniziamo? – domandò Miroku guardando il gruppo riunito in camera di Kagome.

- io proporrei di cercare informazioni su Internet – disse Daya indicando il computer sulla scrivania.

- ottima idea! – rispose pimpante Kagome accendendo il pc.

- che sarebbe internet? – chiese Inu Yasha guardando lo schermo colorato.

- ehm…é molto complicato da spiegare, diciamo che è una specie di libro con informazioni su qualsiasi cosa -.

- ah…. – Inu Yasha rimase a fissar ili vuoto.

- non hai capito niente lo stesso vero? – gli chiese Sango.

- beh….non tanto -.

I ragazzi scoppiarono a ridere vedendo l’imbarazzo dipingersi via via sul viso del mezzo demone mentre continuava a bestemmiare contro gli amici.

Toc toc

- Avanti – disse Kagome guardando la porta.

- permesso…. – la testa della piccola Rin si intravide appena – scusate Posso rimanere con voi? Giuro che non creo disturbi. Sota la signora e il nonno sono usciti e io sono sola…ma se… -.

Sesshomaru spalancò gli occhi a guardarla nascosta li dietro, tenera e timida, quella figura gli riportò alla mente la prima volta che l’aveva trovata… beh a conti i fatti era stata lei a trovare lui e a curarlo anche contro la sua volontà. Provò uno strano senso si protezione nei confronti di quella bambina in quel momento… lo stesso che gli aveva riempito l’anima quel giorno in cui l’aveva vista inerme in quel bosco….certo non l’avrebbe mai ammesso, per come l’aveva fatto sembrare lui voleva solo provare il potere di Tenseiga e niente di più…com’era bravo a mentire…..

D’istinto andò verso la porta, l’aprì completamene e prese la bambina in braccio ritornando al suo posto.

Gli sorrideva, lo stesso sorriso di quel giorno…perché mai poi aveva riso? Solo perché le aveva fatto quella stupida domanda? Com’erano strani gli umani… e com’era stato distratto lui a lasciarla di la

- siamo dei deficienti ragazzi! – rise Miroku giocherellando con un piedino scalzo della piccola – ci siamo dimenticati di una così bella fanciulla, meritiamo una punizione! -.

- è vero! Scusaci Rin! – le sorrise Kagome – per farci perdonare faremo quello che vorrai… -.

La piccola guardò il proprio padrone dritto negli occhi…le sorrideva…un sorriso del signor Sesshomaru…il regalo più bello che potesse ricevere in cambio…

Daya aveva visto tutta la scena senza riuscire a ribadire nulla. Sesshomaru… quel demone così freddo e silenzioso, l’uomo che riusciva a metterle paura in quel momento sembrava tutta un’altra persona…le avevano detto che i demoni non gradiscono molto gli umani e invece la scena che le si era appena presentata agli occhi le aveva mostrato tutt’altro. Quel demone stava sorridendo a una bambina, una bambina umana….

- coraggio Rin! – l’incitò maggiormente Kagome.

- ogni tuo desiderio è un ordine! – rise Sango.

La piccola si nascose nella maglietta del padrone lasciando appena intravedere gli occhi, poi alzando una manina e indicò Inu Yasha.

- io? – domandò quello fissandola senza capire.

- io… vorrei toccare le sue orecchie… - sussurrò quasi intimidita la bambina.

I ragazzi si voltarono verso il giovane accorgendosi che l’amico stava per ritornare un mezzo demone.

- ma Inu Yasha com’è possibile? – gli domandò Miroku – non hai versato tutta la bottiglietta vero? -.

- beh… non mi andava rimanere umano per un periodo infinito! -.

- tu sei un cretino! E la boccetta? -.

- è ancora quasi piena! –.

- sei irrecuperabile! -.

- adesso però devi esaudire il desiderio di Rin! – disse Sango.

Il gruppo scoppiò a ridere guardando la faccia inespressiva del mezzo demone.

- Inu Yasha fai a tutti lo stesso effetto! – disse Kagome avviando il collegamento a internet.

- ma che sono il genio della lampada io!? -.

- coraggio cucciolone ti devi fare perdonare pure tu guarda! – ghignò Miroku spingendolo verso Sesshomaru.

Borbottando e ringhiando sotto voce si mise davanti al fratello e chinò il capo verso Rin aspettando infastidito. Il tocco della piccolina era dolce e gentile, appena un flebile solletichio….non voleva ammetterlo ma lo rilassavano quelle carezze e le risatine della bambina.

- bravo inu Yasha ti sei comportato da vero cane! -.

- tu bonzo depravato…. Vieni qui che ti converto io! -.

- accu…. -.

- ok ok ok ok pace e amore eh? Kagome non dire niente! -.

- bene vediamo un po’ cosa c’è qui…. – disse la giovane guardando il pc. Scrisse il nome della spada e ciccò sul pulsante CERCA.

- allora...dice che la spada Sounga fu trovata sepolta sotto i rami di un albero abbattuto per far spazio al territorio riservato alla costruzione di un albergo. Si pensa che fosse un’arma del periodo medievale Sengoku ma sembra che si sia arrugginita perché non si riesce ad estrarla dal fodero -.

- e non dice dove si può trovare? – domandò ansioso Inu Yasha.

Kagome scorse col mouse fino ad arrivare al nome del museo dove si sapeva essere custodita l’arma.

- sai dove si trova Kagome? -.

- Certo Sango! -.

- bene allora datevi una smossa! – ordinò Inu Yasha dirigendosi a gradi passi verso la porta d’ingresso.

- fermati un po’ tu! – gli disse Kagome coprendogli le orecchie con una bandana.

- uff… non perdere tempo a pesare a queste cose! – brontolò quello uscendo fuori casa seguito dagli amici.

- vieni qui non correre! Cerchiamo di non perderci! – lo richiamò Daya.

[fammi capire bene sono guidati da Kagome? Ndt Rin-chan] (si Ndt -___- Kaggy-chan) [si sono già persi, mi aspetto la notizia sui giornali: un gruppo di scheletri di ragazzi trovati nel parco di Tokyo…. Ndt Rin-chan] (ma dai Kagome non è mica come Ryoga Ndt Kaggy-chan) [peggio! Ndt Rin-chan]

 

Arrivarono avanti l’enorme museo antico e dovettero mettersi in fila, era un monumento piuttosto famoso e di turisti a Tokyo non mancavano di certo. Kagome raccomandò diverse volte a Sesshomaru di tenere a bada Rin, rischiava di perdersi con tutta quella folla. Entrarono dentro dopo una buona mezz’ora d’attesa e cominciarono nella loro ricerca. Le finte mummie fecero non poca impressione alla piccola che continuava a starsene nascosta dietro le gambe del demone, Miroku invece sembrò molto interessato alle statue nude delle divinità, una volta provò pesino a toccarne una ma venne immediatamente richiamato da una guardia, Sango parve molto interessata alle diverse armi esposte in base alle ere, dalla più antica alla più vicina, Inu Yasha invece non faceva che guardarsi continuamente attorno nella speranza di vedersi spuntare davanti gli occhi Sounga, poi quando si rendeva conti di non avere la più pallida idea di come fosse quella spada andava dal fratello a chiedergli informazioni. Kagome guardava ognuno da lontano, sembravano dei veri turisti a guardarli così: i due fratelli che discutevano animatamente mentre gli altri due sembravano una coppia di stranieri nella nuova città!

- signor Sesshomaru quell’uomo mi guarda male – sussurrò Rin tirando i pantaloni dell’uomo verso di sé.

Sesshomaru chinò lo sguardo verso la piccola e seguì la traiettoria che indicava lei.

- Rin quello è un semplice quadro… - borbottò voltandosi a seguire i ragazzi.

- è brutto… - affermò quella facendo una pernacchia alla guardia che stava vicino al quadro.

- smettila Rin non è buona educazione – disse Daya sorridendole, poi alzò lo sguardo e trovò su di sé gli occhi di quell’uomo…la fissavano severi, non sembravano gli stessi che quella mattina avevano sorriso dolci alla piccola…erano tornati freddo e inespressivi come sempre….

- Ehi che state facendo li? – la voce di inu Yasha la salvò da quella pesante situazione. Come sei nulla fosse successo si voltò verso gli amici e prese a correre verso loro.

 

La galleria d’arte occidentale sembrò non finire mai e fu la stessa cosa per l’enorme corridoio da attraversare ove erano esposti i dipinti di ogni sovrano passato sul trono giapponese. Rin sembrò divertirsi solo nella sezione d’arte moderna e fotografia, tutte quelle immagini d’erba e farfalle le ricordavano i pomeriggi trascorsi con il suo signore e Jaken a raccogliere fiori nel periodo Sengoku.

- Mannaggia ragazzi ma dov’è? – si lamentò Inu Yasha sbadigliando – ehi Sesshomaru cerca di tenere gli occhi ben aperti e non ti distrarre! – gli ricordò nuovamente, poi lo sguardo gli ricadde su uno lungo oggetto appuntito dal color marrone, socchiuse gli occhi cercando di mettere meglio a fuoco l’immagine:era una spada!

Lesto afferrò il viso del fratello e lo voltò con forza verso il fodero che aveva appena visto.

- sesshomaru guarda bene! -.

- come ti sei permesso -.

- guarda ho detto! Quella non è Sounga? -.

L’uomo voltò lo sguardo verso il fratello quasi incredulo, poi posò gli occhi sulla spada…era davvero lei? Apparentemente sembrava di si…però c’era qualcosa che non andava. Si liberò di Inu Yasha e si avvicino all’altarino dove era esposto l’oggetto…sorrise, un sorriso amaro e consapevole…quella non era Sounga. Stavano cercando a vuoto.

Voltò il passò e riprese a camminare verso l’uscita sotto lo sguardo interrogatore dei ragazzi.

- Sesshomaru ma che fai? -.

- Monaco…quella non è la spada di mio padre – disse posandosi una mano sul fianco “Tenseiga non risponde alla sua presenza” pensò toccando il fodero della sua spada, nascosta sotto gli abiti.

 

- allora quello era un falso – sospirò sconfitta Kagome – e io che ci avevo sperato -.

- abbiamo perso un sacco di tempo! Sbrighiamoci ad andare da qualche altra parte -.

- Inu Yasha, ci sarebbero alti musei da cercare ma… c’è da camminare parecchio -.

- non importa andiamo! -.

 

Nulla, nonostante avessero guardato in ogni angolo del museo, della spada non vi era una sola traccia e nemmeno negli altri tre riuscirono a trovarla. Solo copie, certo fatte benissimo, ma pur sempre copie. Tutto ciò era molto strano, se c’è n’era di così tanti falsi in giro qualcuno avrà iniziato dalla copia originale no? Ma dove diavolo era! Le pergamene esposte accanto ad ogni spada non facevano alcun riferimento, dove dovevano andare a cercare quella benedetta spada?

- Kagome che hai? – le domandò Sango posandole una mano su una spalla.

- nulla e che…non so proprio dove sbattere la testa… - [al muro! Ndt Rin-chan] (no l’ha già battuta quando era piccola, è caduta dal seggiolone Ndt Kaggy-chan)

- non dire così, ci sono ancora tanti posti dove andare a cercare.. -.

- Sango saranno tutte copie! -.

- Tentar non nuoce! Dai sono le tre! Mangiamo qualcosa? – propose Daya cercando di distrarre l’amica.

Cercarono un bar e presero qualche panino e bibita per rinfrescarsi dal caldo torrido che governava sulle strade.

- si è addormentata ragazzi – sorrise Miroku guardando il viso rilassato di Rin poggiato sulla spalla del suo amato padrone.

- si è stancata – disse kagome inumidendole la fronte con un fazzoletto bagnato, stava sudando un po’.

- certo con tutto quel camminare… - il monaco sorrise nuovamente. A Sango non sfuggì il tono dolce che usava il giovane quando si riferiva alla piccola, quel maniaco depravato adorava i bambini…già, uno come Miroku sarebbe davvero un buon padre, dolce e premuroso, se non fosse per quel vortice…eccolo li, bello con quel suo sguardo così tenero e vigile sui movimenti delle mani di Kagome sul volto della piccola…quanto desiderava che quegli occhi ogni tanto guardassero solo lei a quel modo ….

- Ragazzi qui si sta morendo dal caldo…Kagome ma in questo posto non c’è quell’aggeggio che fa uscire aria fredda? – domandò Inu Yasha alzandosi la frangia dagli occhi.

- il condizionatore dici? No questo è un bar all’aperto, qui non si trovano -.

- uff…sto morendo -.

Kagome sorrise sconfitta, quante storie faceva quell’individuo per un po’ di caldo, ammazzava demoni ogni giorno senza alcun problema e pativa di testa per un po’ d’aria calda. Gli uomini! Strizzò via l’acqua dal panno e lo rimise in borsa poi prese una sedia e andò a sistemarsi dietro quella di Inu Yasha. Senza troppi complimenti gli tolse via la bandana, afferrò il bicchiere colmo d’acqua che quello stava portando alla bocca e glielo riverso sul capo suscitando le vivaci proteste del mezzo demone. Rise divertita guardandolo in quello stato, sembrava un pulcino bagnato! Poi continuò nel suo lavoro, gli passò appena le dita sotto i capelli e cercò di spazzare via tutti i nodi e prese ad intrecciargli quei suoi lunghi capelli, certo vi erano quelle solite ciocche più corte gli ricadevano sul petto ma potevo essere benissimo fermate con qualche forcina. Terminata la treccia la fermò con uno dei soliti elastici che portava al polso e gli rimise la bandana guardandolo tutta contenta.

- come va adesso? – gli domandò dolcemente.

- tsk! Ne potevo fare anche a meno! -.

- ma davvero? -.

- certo! E poi c’era bisogno di buttarmi tutta quell’acqua? -.

- ma era solo un bicchiere! -.

- beh si da il caso che adesso mi sia venuta sete e non ho di che bere! -.

Daya si intromise fra i due e porse al mezzo demone una spremuta col ghiaccio mentre faceva segno a Kagome di ritornare a sedersi dall’altra parte del tavolino.

- Daya ma tu cosa ci fai qui con noi? – le domandò incuriosita Sango - Ti interessi anche tu di spade? -.

- no, oggi non avevo niente da fare e vi ho seguito -.

- ma a tua madre lo hai detto? – Kagome accavallò le gambe e addentò il suo panino.

- si le ho lasciato un messaggio in segreteria -.

- contenta tu, anche se non ho capito cosa ci trovi di così divertente a stare qui sotto il caldo – disse il mezzo demone mandando giù un altro sorso.

- a me piace la vostra compagnia – arrossì lei.

- or dunque mi faccio avanti – scherzò Miroku inginocchiandosi a lei – dolce fanciulla mi concedereste l’onore di un bambino? -.

- sempre il solito lui – sussurrò Inu Yasha nascondendo la bocca dietro il panino.

- Daya non lo stare a sentire – brontolò Sango.

- io veramente… -.

- si mia divina? -.

- avrei voluto accettare, ma se non devo starti a sentire -.

Lo sguardo del monaco s’illuminò – ma non dare retta a quello che dice Sango! Sono tutti gelosi qui! – urlò abbracciando la ragazza – avrò un bambino! -.

- non urlare scemo – gli ordinò Daya spingendolo a sedere.

- mia piccola fiamma se sei così impaziente di averne uno… - rise lui guardandola seduta su di se, a di spingerlo infatti era finita sul giovane.

- ma ma ma ma…. Ragazzi aiuto! -.

- hai bisogno del loro aiuto? Ma vieni qui che te le spigo io quattro cose… - scherzò Miroku lasciandola andare – dai scherzo! Il mio vero e unico amore è solo Sango! -.

- va via! -.

- a quanto pare sembra che non sono ricambiato però…pazienza – sospirò facendo una smorfia buffa.

Nonostante fosse una delle loro situazioni quotidiane più frequenti i ragazzi risero divertiti, almeno per quei pochi minuti riuscirono a dimenticarsi della spada e del resto…

 

Che le belle cose durano poco è la pura e semplice verità. Non esiste ragione più sicura al mondo! Dopo quella piccola pausa che si erano concessi ritornarono al loro, pur se noioso, dovere: cercare Sounga! E ciò che rendeva quell’incarico sempre più snervante era che non riuscivano a trovare quella vera, di copie ne avevano a più non posso, dell’originale nemmeno l’ombra. S’intrufolarono pure in alcuno scavi archeologico ma c’era da figurarsi che li la gente non era nemmeno al corrente dell’esistenza di quella spada.

- Ragazzi a me dispiace lasciarvi ma devo tornare a casa per cena, mi fate sapere in caso di novità? – domandò Daya salutando il gruppo.

- ok, noi proveremo ancora da qualche altra parte – le disse Kagome.

- ci conto ciao! -.

- ciao! -.

- che bella donna – sospirò Miroku guardando il demone – e pensare che c’è gente qui che può averla ma non fa nulla -.

Sesshomaru lo guardò di sbieco.

- ma è logico che non si sta parlando di te – rise il monaco agitando le mani.

- Signore guardi laggiù! Quello non è il pagliaccio della tenda tutta illuminata? – disse Rin tirandolo per una mano.

- si chiama circo Rin! – puntualizzo Inu Yasha andandosi a nascondere dietro Kagome.

- ma che combini? – gli chiese lei.

- ti prego aiutami – sussurrò lui terrorizzato.

- ehi pagliaccio! – la bambina cominciò a saltellare verso il giovane.

Il mezzo demone le tappò la bocca ma così facendo si fece scoprire…

- ma tu non sei Inu Yasha? – esclamò quello avanzando verso il mezzo demone.

- chi io? Naaaa -.

- come no…certo ti sei tinto i capelli, ma sei così sexy coi capelli bianchi.. -.

- ma non sono io! -.

- a no? -.

- n-no… -.

- dai non fare il timido -.

Che scena patetica quella avanti ai suoi occhi, stava perdendo del tempo a badare a quello scemo di suo fratello e al suo amichetto del circo, che essere ripugnante, un essere umano….spalancò gli occhi, si mise una mano sul fianco, Tenseiga stava vibrando appena…perché? Chinò il viso e notò che attaccato allo strano costume del pagliaccio vi era una spada…no, non era una spada…era soltanto il fodero…ma, possibile che fosse quello di Sounga?

- tu umano – disse afferrando il giovane e voltandolo verso di se – dove hai preso questo fodero? -.

- Sesshomaru ma che ti prende? – domandò Sango.

- Non mi dirai che è il fodero di Sounga!? – esclamò Inu Yasha fissando il fratello incredulo.

- ehi ehi ragazzi ma che succede qui? – ridacchiò nervoso il pagliaccio – cos’è questa Sounga di cui parlate? -.

 

 

Ecco a voi il nuovo capitolo di questa mia ff! perdonatemi per il ritardo bestiale ma non riuscivo ad andare avanti! Ben bene! Cosa succederà adesso? Spero di ricevere numerose le vostre recensioni…vi informo che ho nuove idee per questa Fan fiction e che la farò durare un altro po’! contenti? Recensite che posterò presto!

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