Amore ... che stupida parola!

di MissCherie
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Nuove conoscenze ***
Capitolo 3: *** Qualcosa che sta nascendo ... ***
Capitolo 4: *** Confusa ***
Capitolo 5: *** Le parole fanno più male di uno schiaffo ... ***
Capitolo 6: *** Lui sta diventando qualcosa di più ***
Capitolo 7: *** Solo amici ... ***
Capitolo 8: *** Mi sto innamorando di uno stronzo. ***
Capitolo 9: *** Solo un bacio ... ***
Capitolo 10: *** Di te non voglio perdermi niente! ***
Capitolo 11: *** Non lasciarmi adesso! ***
Capitolo 12: *** Confessioni ***
Capitolo 13: *** Nella tela del ragno ***
Capitolo 14: *** Cicatrici di un nuovo amore ***
Capitolo 15: *** Ho paura di amarti ***
Capitolo 16: *** Tanti Auguri Arianna! ***
Capitolo 17: *** Amami per questa notte ... ***
Capitolo 18: *** Quelle parole non dette ... ***
Capitolo 19: *** Un cuore ormai spezzato ... ***
Capitolo 20: *** Te ne sei già andata ... ***
Capitolo 21: *** Scusami Se ... ***
Capitolo 22: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


AMORE .. CHE STUPIDA PAROLA!
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Prologo

 
Sei uno stupido, uno stronzo e io ti ODIO! Mi sono innamorata di te senza che lo volessi , senza sapere che cosa mi poteva aspettare ! Ero tua .. tu eri mio .. ed ora? Allora è proprio vero che l’amore è una stupida parola! Una parola fatta per incasinarti la vita , per farti velare gli occhi solo della sua immagine , solo del suo bellissimo sorriso che ti fa sciogliere in ogni momento … Perché mi sono innamorata di te? La paura in confronto è solo una minuscola briciola .. ma l’amore no . L’amore è il sentimento più grande che esista , quello che ti fa battere il cuore a mille all’ora , quello che ci fa vivere . Ma io ho paura . Sono una sciocca a pensare che tu mi ami , che tu possa provare amore verso di me . Non pensavo che esistesse l’amore impossibile , ma invece ora mi sono ricreduta . Tu sei impossibile , la tua immagine è impossibile , il tuo cuore è impossibile … ed io mi sento male perché il mio cuore ora sta diventando impossibile come il tuo , perché la mia immagine sta cambiando .. e allora io cambierò e tu ? Tutte le lacrime che sto versando per te un giorno tu le verserai per me ed io non mi sentirò in colpa . Dopo tutto quello che è successo , dopo che mi hai avuta , mi hai desiderata in ogni momento .. alla fine anche tu piangerai sapendo di esserti innamorato veramente .
 

-Note dell'autrice!
Che dire! Mia primissima storia! Emozionata e tutto lo devo dire! Diciamo che oggi è la prima volta che espongo una delle mie tantissime storie che ho scritto( Diciamo che ne ho scritte tante !). Quindi spero vivamente che apprezziate la mia storia e questo b'è è un prologo che verrà ambientato più avanti nella storia. Che dire? Buona lettura!
 

 
 
 
 
 
 

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Capitolo 2
*** Nuove conoscenze ***


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Capitolo 1





<< Oh cazzo! >> . Proprio una bellissima esclamazione per incominciare una nuova giornata di scuola , è? B’è se mettiamo che ieri sera , cioè Domenica , sia andata ad una festa e i miei poveri occhietti si siano chiusi solo alle 4 della notte e che questa mattina mi sia svegliata alle 8 meno cinque mentre il mio pullman mattutino passava proprio alle 8 precise , allora si! Quella esclamazione ci stava proprio bene! Mi buttai giù dal letto e corsi in bagno lavandomi in fretta e furia i denti e cercando di spazzolare i miei dannati capelli , che poi dovrebbero essere lisci visto che erano così dalla nascita ! Ma chissà come mai quella mattina erano un vero groviglio , tipo una balla di fieno andata a male . Allora aveva proprio ragione mia madre a dire che quando una ragazza andava di fretta i problemi si moltiplicavano il più delle volte! Santa donna! Oh ! Che stupida! Mi sono dimenticata di presentarmi! B’è sapete con tutta la fretta che avevo e l’agitazione mi era scappato di mente ! Allora , mi chiamo Arianna ed ho 17 anni . Ragazza normale che andava ad una scuola normale, con una famiglia bizzarra e un migliore amico troppo bello di nome Simon , ma ora non vi sto a spiegare come sia incominciata la mia amicizia con lui e le solite cose! Ci sarà più avanti il tempo di presentarvelo a dovere ragazze! Comunque diciamo che non ero bellissima , ma carina . Capelli lunghi e lisci , occhi nocciola con un taglio orientale e pelle bronzea . Ero bassa diciamolo , 166 cm si reputa una ragazza alta? No , io credo di no . Ecco perché i miei amici mi chiamavano nana  ,nomignolo adorabilissimo che io odiavo . Sapete , quando una tua amica urla “ Nana !” in mezzo ad una popolazione di giovani che si girano e ti guardano facendo risolini , b’è l’unica cosa che riesci a fare è passarti il dito sulla gola mimando una decapitazione immediata alla tua amica che sbianca per quel gesto . Oh! Quanto adoravo fare la dura! Ma ammettiamolo io non ero così e la cosa in parte mi doleva . Ero troppo buona e non sapevo dire di no a niente a meno che non messa sotto tortura con un fucile puntato in testa . Si , li ero in grado di dire di no . Mentre stavo ripensando ad un fucile puntato verso di me , aprì l’armadio e misi le prime cose che mi capitarono a tiro ovvero : una felpa bianca con chiusura, i miei jeans e le mie immancabili Air Force bianche . Si , abbigliamento normalissimo visto le cose che si mettevano le mie compagne di classe . Minigonne con tacchi a spillo , top scollati con sopra una giacca corta sempre portata aperta e le solite borsette firmate che Dio sa solo come i genitori gliele potevano comprare in così tanta quantità! Certo loro erano ricche ! Ma io no o almeno non ero nemmeno una poveraccia , intendiamoci .  Solo che ero una ragazza semplice che non badava troppo ai trucchi o ai vestiti . Con questo presi il mio zaino viola della Eastpack e , dopo aver preso le chiavi di casa e un pezzo di brioche , uscì di casa e mi misi a correre verso la fermata del pullman sperando con tutta me stessa che ancora non era arrivato sennò sarei stata fritta . Una scena , con sottofondo una canzoncina triste , e io che mi scioglievo in un brodo di frittata con gli occhi spenti che galleggiavano su quella sostanza gialliccia mentre pensavo ripetutamente che avevo perso l’autobus . Molto commovente … . Ma la fortuna quella volta volle assistermi e così salì nel pullman con un balzo ed esso ripartì facendomi quasi cadere a terra se un Signore grassoccio non mi avesse tenuta ferma . Gli sorrisi grata e poi mi diressi lentamente verso gli ultimi posti dove ero certa che mi attendeva la mia amica Judith Marlon , come ogni mattina . Fu quando intravidi una testolina bionda con un cappellino e le cuffiette dell’I-pod che capì che era successo qualcosa . Di solito quando litigava con i suoi genitori , si portava via l’I-pod e si metteva ad ascoltare musica house cercando di portare via l’infelicità che l’attanagliava dentro . Diceva che sentire le canzoni tristi la facevano piangere mentre quelle più movimentate le mettevano sprint e allegria . Judith era diversa .. ma diversa non nel senso che era strana , diversa nel senso che non gliene importava niente di nessuno e si divertiva . La serietà e le lacrime non erano il suoi forte . Adoravo il suo carattere così pieno di personalità , ma fragilissimo allo stesso tempo . La prima volta che ci eravamo conosciute , lei era seduta su un’altalena con lo sguardo rivolto verso il basso e la pioggia fredda che le cadeva sul corpo . Ero rimasta colpita da quella ragazza , così andai da lei e la invitai in casa porgendole una buona cioccolata calda per riscaldarla . E chissà come le riuscì a strappare un sorriso e la nostra amicizia incominciò da lì . Mi avvicinai a lei e le tolsi quelle cuffiette dalle orecchie ricevendone uno sguardo scocciato e il suo solito broncio .
<<  Smetti di ascoltare questa merda e sfogati per una buona volta Judy! >> sbottai quando mi misi a sedere di fronte a lei lasciando che i capelli mori scivolassero dalle mie spalle in avanti . La mia amica mi guardò e poi sorrise .
<< La vuoi smettere di dirmi ogni mattina la stessa frase ? Poi , dico io , ti costa anche visto che non ti dico nulla! >> disse esasperata battendo le mani sulle cosce . Feci  un risolino e tirai fuori dallo zaino una barretta di cioccolato mangiandone subito un pezzo e maledicendomi visto che avevo appena lavato i denti . Ma che mi importava!
<< Così .. a-almeno se te lo ripeto ogni volta .. f-f-orse un giorno , per quanto ti str-esso .. m-me lo dirai >> dissi mentre mangiucchiavo la mia barretta sotto lo sguardo allibito di una povera vecchietta alla quale le rivolsi un caloroso sorriso mostrando i miei denti sporchi di cioccolato , facendola rigirare dallo schifo . “ Così ti impari a fissare le persone mentre mangiano .. che c’è? Non ti è mai capitato di non fare colazione ed avere fame la mattina presto? “ pensai tra me e me mentre la guardavo con gli occhi socchiusi .
<< Ehi .. io non è che non voglio dirti dei discorsi che ci sono tra me e i miei genitori , ma non mi sento pronta a rivelarli . Quando ce la farò , sarai la prima alla quale dirò qualsiasi cosa , ok? >> mi disse per poi prendere lo zaino nero della Nike preparandosi , visto che la fermata alla scuola era vicina . Mi alzai anche io con la borsa in spalla e le sorrisi buttando poi la cartaccia per terra facendo finta di niente , ma ovviamente la vecchietta se ne accorse e mi guardò schifata un’altra volta .
<< Che c’è?! Non l’ho buttata io! >> scherzai facendo una faccia sbigottita tipica da ochetta e la vecchietta si portò più vicina al petto la busta della spesa . Intanto dietro di me Judy se la rideva alla grande e io mi avviai poi verso l’uscita rivolgendo poi uno sguardo alla signora davanti a me che cercava di andare avanti e di uscire pur di non avermi tra i piedi .
<< Oh mio Dio! Judy! Ieri sera il mio uomo mi ha provocato un orgasmo così forte che tutto il vicinato ha sentito! Tesoro , lo sai che lui fa anche le signore più mature? Ma quanto è macho? >> dissi io facendo  finta di vantarmi e la signora scappò dall’autobus sbigottita con quei tacchetti mini mentre io e Judith non riuscivamo a camminare per il dolore alla pancia che ci stavano provocando quelle risate .
<< Ari .. sei sempre la solita! Ahahahah ! Anche con una povera vecchietta te la dovevi prendere? >> mi disse lei ridendo mentre ci incamminavano verso i cancelli della scuola ancora piena fuori , quindi non avevano ancora aperto il portone .
<< Scusa mi guardava mentre mangiavo e io che dovevo fare? Starmene zitta? No , questa non è Arianna Finn! >> dissi e puntai un dito al cielo in stile rock star e Judy rise ancora di più . Cavolo aveva le lacrime agli occhi !
<< B’è ? Siete così prese dalla ridarella che neanche salutate la vostra amica? >> ci disse una voce offesa davanti a noi . Alzai lo sguardo tenendomi ancora la pancia e vidi una ragazza , con enormi pantaloni da Hip Hop e una felpa con un disegnino di una scimmia davanti . Lei era Mariah Kleis , una francesina tutta pepe , nostra grande amica e sorella del mio migliore amico Simon . Quella mattina , chissà come mai ,portava degli occhiali da sole che nascondevano i suoi occhi verdi che io adoravo . B’è avevo degli occhi nocciola che avrei fatto a meno di possedere! Ero una comunissima ragazza , niente capelli strani o occhi stupendi . Che vita crudele … . Comunque dedussi che doveva esser successo qualcosa , o almeno stava cercando di nascondere una qualche tipo di infezione . Mi avvicinai e cercai di toglierle quegli occhiali , ricevendone uno scappellotto in testa da lei stessa .
<< Sei scema?!>> sbottò mettendosi a posto i capelli e aggiustandosi quegli occhiali . Judith aveva smesso di ridere e guardava la ragazza con un sopracciglio arcuato e poi i suoi occhi brillarono verso un punto indefinito dietro di noi . Io non mi ero accorta di niente e continuai a parlare/litigare con Mariah che sbuffava e mi dava gli schiaffi ogni qual volta che mi avvicinavo al suo viso .
<< Questa mattina mi sono svegliata con delle occhiaie orribili che neanche il correttore è riuscito a nascondere per quanto sono violacee . Ah , io l’avevo detto che non bisognava andar a quella festa ! >> sbottò e io risi . In effetti il suo viso era piuttosto pallido visto che ieri sera si era ubriacata e aveva ballato finché non si era sentita le gambe cedere . Mariah odiava le feste , diceva che erano per i fighetti e le persone che non sapevano divertirsi con un gioco da tavolo . Io l’avevo guardata allibita .. scommetto che anche voi siate rimaste allibite ! Chi mai poteva rimanere a casa con gli amici e giocare con un gioco da tavola?? Nessuno!
<< Sei impossibi.. >> cercai di dire , ma Judith mi afferrò il braccio scuotendolo violentemente e io mi girai verso di lei scocciata .
<< Che c’è?! >> sbottai infastidita e lei mi indicò con il dito qualcosa oltre la mia spalla . Mi girai come Mariah e per poco la mascella non mi cadde per terra per la persona che avevo davanti .
<< Oh merda .. quello me lo sposo! >> trillò felice Mariah mettendosi a saltellare sul posto eccitata . Non per dire , ma io non l’avevo nemmeno ascoltata per quanto ero intenta a guardare lui . Guardavo il suo volto ancora con lieve abbronzatura , i suoi capelli mori spettinati , il naso alla francese , le labbra carnose ora increspate in un sorriso , il suo fisico asciutto coperto da una giacca con cappuccio peloso , dei jeans a vita bassa e delle Timberland . Era veramente , se possiamo dirlo a parole povere , fico! (xD) .
<< Suvvia! Sarà il solito fighetto Don Giovanni che farà coppia all’altro ! >> sbottai io alzando gli occhi al cielo . Però dovevo dire che ero rimasta veramente affascinata da quel ragazzo . Non so , aveva un non so che di attraente e di solito i ragazzi facevano breccia nel mio povero cuoricino dopo mesi e mesi! Ma lui .. lui mi aveva provocato qualcosa dentro che non riuscivo a spiegare . Scossi la testa pensando di levare quegli stupidi pensieri dalla mente e mi girai  verso le mie amiche che stavano parlando del pomeriggio visto dovevamo andare al bar per metterci d’accordo su che cosa volevamo fare nel weekend . Sapete , di solito i fine settimana io e la mia comitiva , andavamo o in montagna dai miei nonni che non c’erano mai , o al mare ma a Gennaio era impossibile! Così entrammo a scuola continuando a parlare finché non arrivammo in classe e posai il mio zaino per terra al mio solito banco vuoto , visto che Judith e Mariah stavano vicine .
<< Potremmo fare un pigiama party! Ovviamente ci saranno anche i ragazzi , ma che importa? Di sicuro giocheranno a biliardino ! >> disse Judith e io annuì convita . Sarebbe stata una bella idea .
<< Un barbecue possiamo fare! >> disse di punto in bianco l’altra mia amica schioccando le dita illuminandosi .
<< No , ragazze! Qualcosa di semplice ! Mm .. che ne dite se prepariamo noi delle buonissime pizze?>> dissi io guardandole aspettando una risposta . Judith trillò entusiasta proprio come Mariah che poi incominciò a fare la lista di chi poteva venire , ma venne interrotta dal suono della nostra “adorabile “ campanella e io mi misi a sedere al mio posto sbuffando . Era da più di 4 giorni che ero nel mio banco da sola e già volevo cambiare i posti! Era così stressante ! Se il banco era morbido e tutto mi ci potevo anche fare una bellissima pennichella . Già .. potevo prendere quell’idea! Sorrisi e poi tirai fuori il mio diario iniziando a scarabocchiarci sopra come facevo di solito , mentre aspettavo che la professoressa arrivava . Ammirai la superficie viola di esso dove  vi erano diverse scritte . Alcune erano dediche delle mie amiche , altre invece erano le firme e i noiosissimi TVTTTBB dei compagni di classe . Tutti , si poteva dire , mi conoscevano perché in passato avevo avuto una relazione con Johnny Costa , il quarterback della scuola , nonché il solito ragazzo presuntuoso e con una fila di ragazze dietro . Già .. vi chiederete perché mi ero proprio fidanzata con uno come lui . B’è il fatto era semplice . In primo superiore si era matricole e quindi non si sapeva affatto chi erano i grandi o che cosa facevano . Il fatto  era che mi era subito piaciuto Johnny dal primo momento che lo avevo visto e non sapevo affatto della sua rinomanza da una botta e via ,e  così incominciai ad uscirci insieme finché non mi chiese di voler essere la sua ragazza . Fin qui tutto bene , ma poi dopo che siamo finiti a letto insieme , il giorno dopo mi lasciò e voi potete ben capire come potevo sentirmi! Avevo dato la mia verginità ad una persona viscida come lui , ma io pensavo di esserne innamorata  o almeno pensavo di essere ricambiata .E così da quel giorno tra me e Johnny erano fuoco e fiamme . I maschi mi adoravano perché riuscivo sempre a tenergli testa e per questo conobbi Simon , che era il suo miglior amico . Anche lui era il solito ragazzo di turno  bello e impossibile , ma aveva qualcosa in più . Era simpatico , gentile e premuroso . E  chissà come , ora , era diventato il mio migliore amico , quello che mi appoggiava , quello geloso degli altri amici maschi , quello protettivo , il mio fratellone! E gli volevo un bene del mondo . Ma i miei pensieri si erano interrotti quando la Professoressa Costen fece ingresso nell’aula con il solito ticchettare dei suoi tacchi alti laccati di nero e il solito buon giorno . Lei insegnava letteratura inglese ed era la mia peggior nemica . Sapevo perfettamente che mi odiava per i voti bassi che prendevo e il mio non interessamento per la sua materia , che io tra l’altro reputavo inutile . Era la classica signora con i capelli mori raccolti sempre in uno chignon , gli occhi coperti da spessi occhiali rotondi , una gonna lunga fino alle ginocchia , una camicia e dei tacchetti che a detta mia erano orribili . La Prof posò la sua borsa rossa sulla cattedra e prese l’agenda appuntandoci qualcosa che io non avevo la benché minima idea di cosa era e poi si mise a sedere , tirando fuori i libri di storia e aprendoli , scorrendo con gli occhi le pagine .
<< Bene ragazzi .. prima di iniziare la nostra lezione volevo presentarvi il vostro nuovo compagno di classe . Prego vieni >> disse la Prof girandosi verso la porta e sorridendo alla prossima vittima delle sue grinfie . Poverino … rimasi a guardare il banco disinteressata finché non sentì gli urli eccitati delle ragazze e così alzai lo sguardo e lo vidi . Il ragazzo di quella mattina! Quello fico , impossibile , futuro Don Giovanni era il nostro nuovo compagno? Rimasi letteralmente con gli occhi fuori dalle orbite , ma poi mi ricomposi dicendomi che dovevo darmi un po’ di contegno . Non potevo ricaderci un’altra volta .. non dovevo o sarei rimasta male per un altro uomo che invece non meritava la benché minima attenzione . Il ragazzo , invece stava guardando la classe esaminando i nostri volti per poi soffermarsi su  di me . Cavolo che begli occhi .. verde chiaro .. no , Ari , riprenditi! Meno male che lui li spostò poi sul gruppetto di ragazze starnazzanti e io sospirai sollevata .
<< Lui è Andrea Darvo , il vostro nuovo compagno . Oh! Italiano? >> disse poi stupendosi la prof e il ragazzo annuì . E ci credo che era così attraente! Era italiano!
<< Si , vengo da Roma precisamente >> rispose lui sorridendole e pensai che alla prof potesse prendere un attacco cardiaco . Sorrisi pensando che poi non era tanto male quell’idea ..
<< Oh! Ma che bellezza! Prego siediti vicino a … mm .. Oh! Siediti vicino a Finn , l’ultimo banco a sinistra ! >> . Quasi mi strozzai con la mia stessa saliva per quello che aveva detto la prof . Mi voleva morta? Io non volevo un compagno di banco! Andrea mi guardò subito e si avvicinò posando lo zaino e mettendosi a sedere accanto a me . Per quasi tutta l’ora non mi degnò di uno sguardo , almeno non mi dava fastidio , ma io ero veramente imbarazzata . Ma proprio quando il suo braccio sfiorò il mio , mi allontanai con la sedia ad una distanza di sicurezza e lui mi guardò arcuando un sopracciglio ,cosa che lo rese ancora più sexy di quanto non lo era già .
<< Mica ti mangio! >> mi bisbigliò  e io lo guardai truce facendolo sorridere .
<< Possibile .. sei nuovo e i nuovi vanno sempre in cerca di nuove prede >> sbottai infastidita e lui rise piano attirando l’attenzione delle ragazze alla sua sinistra che mi guardarono scettiche . Proprio per questo non vidi Andrea  prendere la mia sedia e spostarla delicatamente più verso di lui, finché i nostri bracci non si toccarono di nuovo .
<< Sono fidanzato , ma per adesso sei l’unica che conosca e quindi non voglio che ti scansi pensando che io sia un pervertito . Amici? >> mi disse porgendomi la mano e io esitai . Non lo conoscevo nemmeno e lui mi chiedeva di essergli amico? Ma su quale pianeta era vissuto questo qui?
<< Ehm .. per la cronaca Italians neanche ti conosco o almeno ti sto conoscendo da soli .. mm .. 3 minuti? Si , tre minuti >> dissi mentre mettevo le penne dentro l’astuccio visto che la prima ora si stava per concludere .
<< Ok , ok! Scusa , ma noi in Italia siamo impulsivi e a me basta anche solo vedere una ragazza senza conoscerla per capire se è simpatica o meno >> rispose Andrea sfilandosi poi il giubbotto e rivelando un maglione nero aderente con lo scollo a v che gli stava veramente bene mentre continuava a guardarmi con quegli occhi , che Dio , erano stupendi . Lo guardai scettica e poi risi .
<< Quindi io .. mm .. sarei simpatica? >> gli domandai incrociando le braccia e solo in quel momento notai che Judith e Mariah ci stavano guardando sorridenti e mi venne quasi l’impulso di portargli dei popcorn! Cioè .. stavamo facendo una normale conversazione ,niente di strano! Andrea appoggiò il gomito sopra il banco e di girò verso di me ghignando .
<< B’è se per simpatica intendi acida allora si .. >> rispose sorridendo e io lo trucidai con lo sguardo , sicura che se avessi avuto una matita a portata di mano gliel’avrei conficcata dentro la bocca ! .
<< Ma quanto sei spiritoso! Perché allora vuoi essere mio amico se sono acida?! >> sbottai infastidita dalla presa che stava prendendo il discorso . Era tutto una sequenza di bisbigli che neanche la professoressa sentiva , ma in quell’ultima parte avevo un tantino alzato la voce che l’arpia si girò fulminandomi con lo sguardo facendomi alzare gli occhi al cielo . Ora penserà che starò dicendo al nuovo compagno di non studiare letteratura perché è una materia inutile . Bah .. ma chi la capisce!
<< Perché … b’è .. mi piaci . Cioè non in quel senso , ma non sembri una delle solite ragazze . Sei diversa .. ma allora amici o no? Guarda che è l’ultima proposta! >> mi disse e io arrossì  e meccanicamente abbassai la testa coprendomi il viso con i capelli . Cavolo , ero davvero così stupida? Si lo ero .. Lo sentì ridere e questo mi diede la forza di alzare lo sguardo e cercare di non guardarlo negli occhi , il mio punto debole . Non dovevo farmi vedere fragile ai suoi occhi .
<< Eh va bene Italians! Amici! Guarda che poi mi dovrai sopportare con tutti i discorsi da femmine e ti dico .. non è una cosa semplice! >> dissi io minacciandolo puntandogli un dito contro e lui rise alzando le mani in segno di resa per poi scuotere la testa e sospirare .
<< Ti sopporterò se questo vuol dire passare più tempo con te , mia acidella >> scherzò lui e io gli diedi una botta sulla spalla , ma alla fine anche a me un piccolo sorrisetto spuntò sulle labbra e fui felice di aver conosciuto una nuova persona .
 
Odiavo quelle salse arancioni che mettevano dentro i panini a scuola. Il gusto era tipo formaggio fuso e scaduto da tempo, una vera schifezza. Per non dire che le patatine non erano da meno! Gommose e senza sale. L’unica cosa che si salvava era la Coca – Cola in quel buco di luogo che si chiamava mensa. Mi ricordo che anni fa ero venuta all’Open Day della scuola insieme a Judith . Ovviamente tutti dicevano che il cibo era ottimo, come al MacDonald. C’era una sala per le riunioni che si chiamava Aula Magna e indovinate un po’ Judith che cosa mi aveva detto? “ Ma questa è l’aula dove si mangia?”. Ero rimasta con gli occhi completamente spalancati ed ovviamente ero scoppiata a ridere. Magari fosse stata quella la mensa! Larga e spaziosa, con tavoli puliti … invece a noi ci toccava mangiare in un buco con pareti bianche , come in ospedale, cibo scarso e sedie che si rompevano e scricchiolavano al minimo movimento. Una vera tortura! Posai il mio panino e incominciai a guardarlo decidendomi se era il caso di mangiarlo o buttarlo via , ma dopotutto avevo fame , molta fame , ma decisi di mangiarmi un po’ di patatine facendo delle smorfie ogni volta che ne imboccavo una. L’unico che riusciva a mangiare era Simon, era come un tritatutto. Mangiava kili di schifezze e non ingrassava mai!Beato lui! Io mangiavo ed ingrassavo, avevo già messo su le maniglie dell’amore , ma mia madre mi diceva che erano belle ed era meglio avere un corpo formoso. Le solite cose che una madre dice  a noi ragazze!
<< Fai schifo, Simon >> disse Mariah disgustata e io risi piano. Il ragazzo alzò il capo corrugando le sopracciglia.
<< Siete voi che non sapete apprezzare del cibo>> rispose lui continuando a mangiare . Alzai gli occhi al cielo. Per lui tutto quello che toccava e metteva in bocca era buono. Mm potevo prendere l’idea di mettergli qualche insetto dentro il panino così la finiva di dire che tutto era buono.
<< Apprezziamo il cibo , cretino! È solo che questa roba fa … schifo!>> ribattei sbuffando e feci ridere i ragazzi per la mia smorfia indignata a fine frase . Judith sembrava in un altro mondo e continuava a sorseggiare la bibita con un lieve rossore sulle guance. Ormai lo avevo capito che le piaceva Simon perché ogni volta che le stava vicino lei arrossiva e balbettava cose insensate. Per ora lui sembrava non essersi accorto di niente visto i chili di prosciutto che aveva negli occhi, ma in un modo o nell’altro glielo avrei fatto capire io. E mentre pensavo a quelle cose , sentì le ragazze incominciare a bisbigliare sotto voce e alzai il capo vedendo il mio carissimo vicino di banco fare la sua comparsa con un vassoio pieno di roba che secondo me avrebbe mangiato solo metà . Vidi che cercava con lo sguardo un posto a sedere e appena incrociò i suoi occhi con i miei sorrise e incominciò a camminare verso di me.
<< Perché quello nuovo sta venendo qui?>> chiese Mariah con gli occhi che le brillavano. Alzai le spalle e sospirai. Dovevo ritrovarmelo anche nei momenti di relax? Dio , che sfinimento … . Presi un’altra patatina e la mangiai.
<< Ehi ragazzi!Posso sedermi?>> chiese Andrea vicino a me ai miei amici e loro annuirono. Judith ,forse, nemmeno lo aveva visto, Simon lo guardava con disprezzo mentre Mariah lo guardava sognante come se ero un Dio. Ed io? B’è non  lo guardavo nemmeno. Un solo suo sguardo mi mandava in fibrillazione il cuore facendomi venire i brividi. Ma che diavolo aveva di così … eccitante?Tutto. Zitta coscienza del cavolo che mi ritrovavo!
<< B’è , ragazzi, lui è Andrea . Andrea loro sono, Simon , Judith e Mariah i miei amici >> dissi io per smorzare quel silenzio provocato solo dal ruminare continuo di Simon mentre mangiava e dalle ragazze vicine che guardavano il mio vicino come se volessero saltargli addosso.
<< E’ vero che vieni dall’Italia?>>chiese Simon arcuando un sopracciglio. Scommettevo al cento per cento che glielo chiedeva solo per le ragazze. Era il suo tipico. Andrea annuì continuando a mangiare incurante delle occhiate che tutto il popolo femminile gli stava rivolgendo.
<< Come sono lì le ragazze?Sai qui sono tutte tirchie a dartela … >> disse Simon ghignando e Andrea sorrise complice . Oddio no! Depravati mentali che non erano altro!
<< Uno spettacolo, amico! More, con delle labbra carnose che ti fanno sognare … un corpo da favola e soprattutto ci sanno fare!>> disse Italians come un bambino che raccontava il suo regalo proibito. Bleah! Simon aveva la bocca spalancata e gli occhi accecati di desiderio. Spostai lo sguardo su Judith e la vidi ribollire di rabbia . Decisi di intervenire.
<< Non vorrei interrompervi, ma a noi discorsi di … questo genere non interessano>> dissi schifata e i due ragazzi risero.
<> mi chiese Andrea confuso come se quell’argomento era l’unico da trattare sensato. Ma dico io … erano tutti rimbecilliti?
<< B’è sei nuovo … non vorresti sapere qualcosa di qui?>> dissi io come se era una cosa ovvia e lui arcuò un sopracciglio pensandosi e poi sorrise sghembo .
<< Qui adorano stare sotto o sopra?>> disse e poi sia lui che Simon scoppiarono a ridere vedendo la mia faccia livida di rabbia. Temevo di veder il fumo uscirmi dalle orecchie.
<< Ehm .. tipo possiamo parlare di questo weekend!>> disse Mariah parlando finalmente e zittendoci .
<< Questo weekend?>> chiese il pervertito a me e io scrollai le spalle.
<< Si! Ogni weekend noi e la nostra comitiva andiamo in montagna a casa dei nonni di Ari che non ci sono mai o al mare. Questa settimana andiamo in montagna e avevamo deciso di preparare noi le pizze!>> squittì entusiasta e io alzai gli occhi al cielo .
<< Vuoi venire anche tu , amico?>> chiese Simon ad Andrea. Cosa????!!! Strabuzzai gli occhi e risi amaramente .
<< Non se ne parla!>> sbottai io indignata e Andrea si girò verso di me guardandomi intensamente. Cavolo … un brivido mi scosse da capo a piedi e fremetti sospirando lievemente. Sembrava che mi stesse leggendo dentro l’anima e la cosa mi sembrava così eccitante ed intima che improvvisamente una vampata di caldo mi sovrastò . Socchiusi le labbra lentamente e vidi i suoi occhi spostarsi di grado su di esse , ma poi rialzò gli occhi su di me velocemente .
<< Ti do fastidio?>> mi chiese irritato spezzando quel momento allontanandosi di poco. Ma per quel poco potei vedere Judith guardarmi con un sopracciglio alzato, Simon con le labbra aperte e le sopracciglia arcuate e Mariah mi stava trafiggendo con gli occhi . Ma sembrava che non li vedevo … il suo tono in quel momento mi aveva colpita. Sembrava irritato e deluso che non lo volessi avere tra i piedi. Ma io non volevo questo … Lui mi irritava perché mi faceva provare tutte queste cose anche se lo conoscevo appena.
<< Si!>> dissi io con fare ovvio mentre invece dentro di me dissi NO . Lui rise piano e scosse la testa scostandosi bruscamente da me e mettendosi a parlare con Simon e Mariah della festa lasciandomi sola a crogiolarmi . Judith mi lanciò una patatina in testa e io la trucidai con lo sguardo .
<< Perché lo stavi guardando prima come se volessi baciarlo di lì a momenti?>> mi disse piano cercando di non farsi sentire e io avvampai . Oh merda . Se n’era accorta! Cavolo! Il mio corpo era una vera miscela di emozioni quando c’era lui di mezzo!
<< Lo guardavo come se volessi ucciderlo! È diversa la cosa … >> sussurrai io sorseggiando poi la mia Coca – Cola . Lei rise piano scuotendo la testa .
<< Ari … non sei brava a dire le bugie lo sai?>> disse trattenendosi dal scoppiarmi a ridere in faccia e io sbuffai. Aprì la bocca per parlargli ma le parole mi morirono in gola. Lì vicino c’era Johnny che mi fissava serio e appena incrociò i miei occhi mi sorrise dolce . E in quel semplice sorriso rividi tutto. Rividi tutti i momenti assieme, le nostre stupidate, i suoi sorrisi ironici per tirarmi su il morale … lo sentivo ancora dentro di me e mi mancava tanto. Ma lui mi aveva ferita ed io non potevo perdonarlo solo per far smettere questo dolore che silenzioso scorreva nel mio corpo.
<< Arianna?>> mi disse una voce maschile vicino a me e io sobbalzai risvegliandomi dai miei pensieri .
<< Che c’è?>> dissi io lievemente sospirando incontrando di nuovo i suoi occhi verdi .
<< E’ il tuo ragazzo?>> mi disse indicando con un cenno della testa verso Johnny e io scossi la testa sorridendo amara .
<< Non è nessuno … >> dissi convinta e sperai vivamente che quella convinzione mi entrasse dentro … .

Ore 17.30
La  musica scorreva lenta nelle mie orecchie. Adoravo ascoltare alcune volte le canzoni tristi. Sapevano trasmetterti emozioni che in alcuni casi ti provocavano la pelle d’oca. Avevo sempre pensato che la musica per essere capita ed ammirata doveva essere ascoltata profondamente. Mia madre me lo aveva insegnato. Lei era una musicista e suonava il violino nei concerti. Mi faceva sentire la sera quei suoni fluidi e dolci e io rimanevo lì , a guardarla rapita e immobile mentre vedevo la sua mano scorrere su e giù come se stava facendo una leggera carezza. La cosa che mi era rimasta impressa era stata la sua espressione: così serena e piena di emozione che ti lasciava a bocca aperta. Non avevo mai creduto che si poteva provare tanto amore per la musica. Ma mia madre ne era la prova. Così con il cappuccio alzato, visto il leggero venticello ,e le cuffiette nell’orecchie entrai nel piccolo Bar della città. Sospirai sentendo subito il dolce calore della stufa invadermi e strofinai le mani cercando di trovare più calore. Mi misi a sedere davanti ad un tavolino in legno ed aspettai l’arrivo delle mie due amiche. Nel mentre, mi tolsi il cappuccio e riposi il mio Ipod nella borsa bianca. Sentì dei ragazzi ridere dietro di me ed istintivamente mi girai. Erano in gruppo e forse erano al massimo sei ragazzi della mia stessa età. Sbuffando mi rigirai e iniziai a rileggere i messaggi nel mio cellulare, una cosa che facevo abitualmente quando non sapevo cosa fare. Adoravo rileggerli perché ridevo pensando poi che il giorno successivo le cose non erano mai andate come volevo io o volevano le mie amiche.
<< Strano vedere la mia acida compagna di banco qui da sola>> disse una voce accanto a me e come scottata alzai il viso incontrando due occhi verdi che conoscevo bene. Sorrisi scuotendo piano la testa, ma mi resi conto dopo del suo abbigliamento. Portava una polo bianca con il logo del Bar e dei pantaloni neri mentre in mano aveva un blocco notes ed una penna . Non mi dire che …?
<< Non mi dire .. lavori qui?>> chiesi stupita e lui rise leggermente inclinando poi il capo mentre continuava a guardarmi negli occhi come se voleva leggermi dentro.
<< B’è si. Mio padre conosce il proprietario e mi ha assunto. Mi serve il lavoro per pagarmi il viaggio che dovrò fare tra un po’ di mesi >> mi spiegò sospirando e si appoggiò con le mani al tavolino guardandolo.
<< Ah .. e dove vai?>> chiesi io un po’ troppo invadente, ma ero curiosa. Andrea mi guardò e vidi distrattamente le labbra incurvarsi in un sorriso dolce , cazzo, troppo sexy. Ma da dove era uscito?Da una rivista di moda?
<< Ti interessa saperlo?>> mi chiese avvicinandosi un pochino ed io indietreggiai con la sedia per quando mi era possibile. Stavo facendo la figura da stupida perché ovviamente non poteva fare niente in un luogo pubblico … o no?
<< Scusa , è che  a volte mi faccio gli affari degli altri e non devo>> risposi io cercando di tenere il tono della voce il più normale possibile data la sua vicinanza. Sentivo caldo, tanto caldo , e sentire il suo profumo così intenso e invitante a pochi centimetri da me , non era una buona cosa. Il ragazzo si allontanò bruscamente con uno strano cipiglio in volto come se si era reso conto di qualcosa, ma poi scosse la testa e mi rivolse uno dei suoi soliti sorrisi.
<< Lo sapevo che eri anche presuntuosa. Comunque ritornerò in Italia. Sono venuto qui per il lavoro di mio padre , sai è un avvocato , e deve seguire un caso, ma visto che i miei sono separati dovrò tornare solo io , ma  lui le spese non me le può pagare ,così sono costretto a lavorare … >> mi disse tenendo lo sguardo basso e io rimasi sorpresa. Mi dispiaceva così tanto per i suoi genitori , ma più per lui. Sapevo che cosa voleva dire andare via dalla propria casa per seguire un genitore e poi ritornare per stare con l’altro. Anche i miei erano separati e questa cosa nuoceva anche a me. Ma la cosa che più mi dispiaceva era che lui dopotutto alla fine ritornava nel suo Paese ed io non lo avrei mai più potuto rivedere. Una strana fitta mi colpì lo stomaco.
<< … Comunque vuoi un cappuccino oppure una cioccolata calda?>> mi chiese dopo un minuto di silenzio ed io risposi per una cioccolata calda. Andrea sparì poco dopo dalla mia vista ed io rimasi sola , su quel tavolino , come un ‘allocca . Meno male che ero io quella sempre in ritardo! Ma poi vidi due testoline sbucare davanti a me mentre continuavano a parlare una sopra l’altra per chiedermi scusa del ritardo. Le guardavo scioccata. Ma si erano rimbecillite? Scoppiai a ridere ammutolendole .
<< Siete così buffe >> dissi in risposta e mi fecero la linguaccia per poi mettersi a sedere .
<< Scusaci , ma qualcuno si è scordato di mettere la benzina alla macchina e siamo rimaste a piedi>> disse Judith fulminando Mariah con lo sguardo la quale  abbassò il capo in imbarazzo.
 << Oh, capisco … >> dissi io appoggiandomi allo schienale della sedia sospirando. Ridacchiai piano quando vidi Mariah mandare a quel paese Judith. Cavolo, loro sapevano sempre come mettermi allegria , ma allora perché ora mi sentivo così giù di morale? Non lo capivo nemmeno io ..
<< Ecco la cioccolata. Oh! Ciao , ragazze!>> disse Andrea che , premuroso, mi poggiò la tazzina davanti  mentre sorrideva alle  mie amiche che lo guardavano imbarazzate.
<< Ma , lavori qui?>> chiese Mariah interessata e lui annuì.
<< Allora ci sei questo weekend? >> chiese invece Judith guardandolo . Il ragazzo si passò una mano tra i capelli e fece spallucce.
<< Non so , ma penso di si. Dov’è questa casa?>> chiese lui appoggiandosi con le mani al tavolino e guardando Judith .
<< Ehi, ma non preoccuparti! Possiamo portarti noi che viene anche Simon>> disse Mariah trillando e io risi attirando l’attenzione del ragazzo che mi sorrise.
<< Non mi vuoi ancora tra i piedi?>> mi chiese guardandomi intensamente. Deglutì e feci un sorrisetto amaro. Sapeva come mettermi a tacere.
<< Puoi venire , se vuoi >> sussurrai mordendomi il labbro e lui rise piano .
<< Allora ragazze ci sarò… >> poi una voce roca urlò qualcosa dalla cucina e Andrea sbuffò alzando gli occhi al cielo << …  scusatemi , ma devo scappare>> disse sorridendoci e poi se ne andò lasciandoci sole a quel tavolino … .
Era da circa 10 minuti che stavamo decidendo chi invitare per il weekend e cosa fare ed io mi ritrovavo ancora più spaesata. Judith e Mariah non riuscivano a mettersi d’accordo. C’era quella che invitava gli ex e l’altra che non li voleva rivedere, quella che invitava la loro peggior nemica e l’altra diceva di no … in pratica non riuscivano a mettersi d’accordo. Alcune volte cercavo di intromettermi nel discorso , ma mi fermavano con un gesto della mano e continuavano a parlare come se non esistessi. Per me , la cosa migliore, sarebbe stata se alla festa non veniva Marianna. Certo, voi non la conoscete , ma era meglio starle alla larga in tutti i sensi. Il nostro litigio era iniziato un anno fa, quando la ragazza venne a scoprire che io mi ero messa con Johnny. Lei aveva una cotta epocale per lui e vederlo tra le braccia della propria migliore amica non era una bellezza. La nostra amicizia incominciò a disintegrarsi mano a mano , forse anche per colpa mia che non riuscivo a capire tutti i suoi continui “ Ma ti farà del male ..” o “ Non innamorarti di lui!” . Pensavo che me lo diceva solo per farmi stare alla larga. Ero arrabbiata all’idea che lei potesse portarmelo via, ero così innamorata di lui da non vedere il bene degli altri. C’era il fatto anche che lui non faceva da meno. Un giorno spalleggiava per me e l’altro per Marianna mettendoci così una contro l’altra ogni minuto che passava fino a che la nostra amicizia si ruppe . Cercai in tutti  i modi di recuperarla , ma l’avevo così ferita che non era più possibile. Johnny mi aveva mentito. Lei non mi aveva mai dato della bugiarda, mi stava solo difendendo da lui, da quello che mi avrebbe fatto . E cavolo, perché ero stata così ingenua? Scoprì poi che loro due erano stati insieme anni fa e che aveva riservato alla mia amica la stessa pratica con me . Era da quando era incominciata la scuola che non la rivedevo né sentivo più. Dicevano che se n’era andata in un’altra città per motivi familiari ed io stetti male in quei giorni. Averla persa e non poter recuperare tutto mi aveva sotterrata , io avevo sbagliato, io mi ero fatta abbindolare da un maschio senza cervello. Sia Judith che Mariah , mi continuavano a ripetere che non avevo sbagliato nulla e che forse lei non aveva capito quanto ero innamorata. Forse si o forse no, fatto sta che ora lei non faceva più parte della mia vita … .
<< Ok! Ce lo invitiamo Marco! Contenta?>> disse esausta Mariah alzando gli occhi al cielo e Judith fece una smorfia. Ridacchiai. Marco era il migliore amico di Judith , ma non stava molto simpatico a Mariah perché alle medie le aveva dato della prostituta davanti a tutto l’edificio scolastico umiliandola. E b’è lei si era rinchiusa in casa per una settimana senza mai uscire. Potete capire che essere definite in quel modo dal ragazzino di cui avevate preso una cotta non era una bella cosa.
<< Scusate … possiamo sederci?>> chiese una voce maschile vicino a me e io alzai il capo per vedere chi era e sorrisi imbarazzata. Un ragazzo, al massimo di 18 anni , veramente carino mi stava sorridendo e cavolo aveva un sorriso smagliante!
<< Certo!>> dissi e mi spostai un pochino per farlo sedere accanto a me. Lui disse un Grazie e goffo si mise a sedere assieme ai suoi amici che risero per le facce buffe che avevano Judith e Mariah . B’è li guardavano come se erano alieni.
<< Ragazze … siete inquietanti>> dissi io cercando di smorzare quel momento e sentì il mio vicino ridacchiare .
<< Oh , ritrovarsi dei fichi al tuo tavolo non è da tutti i giorni >> sbottò Judith sempre così schietta a dire le cose e risero tutti . C’erano al massimo 4 ragazzi e subito li conoscemmo . Quello con i capelli mori e degli occhiali firmati si chiamava Sebastian ed era veramente simpatico. Poi c’era David , il solito biondo occhi azzurri ; Michael moro e con degli occhi bellissimi, azzurri chiari ed infine c’era Danny, il ragazzo seduto alla mia destra. Lui si che era bello. Moro, occhi verdi e labbra fini ed abbastanza alto . Avevamo subito fatto amicizia appena si era seduto accanto a me ed avevamo continuato a parlare del più e del meno. Scoprì che praticava nuoto e che frequentava un Istituto Tecnico Informatico.
<< E allora mi ha chiuso fuori di casa per due giorni!>> disse lui ridendo insieme a me . In un certo senso quel ragazzo mi attirava, era strano. Ogni cosa che diceva mi metteva il buon umore facendomi ridere .
<< Mm domandina! >> dissi io come se volevo dirgli un segreto e lui alzò gli occhi al cielo sorridendo.
<< Ragazza?>> chiesi e lui mi guardò arcuando un sopracciglio turbandosi un po’. Avevo forse toccato un tasto dolente?
<< Non più. Comunque conosci Darvo, vero?>> mi chiese poi cambiando discorso ed io annuì . E proprio in quel momento l’interessato arrivò al nostro tavolino , cambiato e con il cellulare in mano. Aveva finito il turno di lavoro allora … .
<< Avete conosciuto le mie tre ragazze, è!>> scherzò lui e subito un vociare di polemiche alleggiò in quel tavolo facendomi ridacchiare. Guardai Danny irrigidirsi e poi abbassare lo sguardo. C’era qualcosa che lo turbava evidentemente.
<< Andrè! Sei sempre quello più fortunato , è!>> sbottò Michael facendo la faccia di un bambino con il broncio e Darvo sorrise mettendosi poi a sedere sull’unica sedia libera appoggiando il suo Iphone sul tavolo che subito venne preso da Sebastian che fece una smorfia.
<< Non si capisce una sega! È ostrogoto?>> disse il ragazzo indignato e Andrea gli fece una smorfia alzando gli occhi al cielo.
<<È italiano >> rispose ridendo poi . Diede un pugno al braccio al ragazzo che fece finta di lamentarsi e poi gli diede una manata sulla pancia. Sembravano due bambini . Sorrisi  a quell’idea.
<< Ehm .. ma come vi conoscete?>> chiese Mariah interessata da quello scambio di botte tra i due ragazzi. Sebastian tappò la bocca ad Andrea e sorrise . In quel momento sorrisi anch’io e vidi poi gli occhi di Darvo sui miei  fissarmi intensamente e spostai subito lo sguardo imbarazzata.
<< Il signorino qui passava le vacanze in estate  in questa bella cittadina da quando aveva 2 anni. Abbiamo imparato a fare la pipì insieme, a tagliarci i capelli e … >> si mise una mano sul petto << .. abbiamo imparato insieme l’inno americano. Non è fantastico?>> disse commosso e si beccò una gomitata dall’amico che scoppiò a ridere dandogli del deficiente . Risi anche io per quella situazione comica. Dovevo dire che Sebastian era veramente simpatico , ma l’unico che non parlava era David. Sembrava su un altro mondo, fatto di cellulare e cappuccino .
<<È innamorato quel finocchio!>> urlò Sebastian ridendo e David lo guadò fulminandolo .
<< C’è qualche problema? Finocchio ci sarai tu che ancora non ti sei trovato una ragazza fissa!>> sbottò incupendosi e poi rise accompagnato da tutti .
<< Uhm , il grande Danny che rimane zitto?>> disse Michael passandosi una mano sul mento pensieroso e  sentì subito gli occhi di tutti puntati contro di Danny . Mi girai anche io e lo vidi tenere ancora lo sguardo basso e i pugni stretti lungo i fianchi. Qualcosa lo turbava veramente, allora . Poi alzò gli occhi verdi verso Andrea che lo stava fissando con sufficienza e sprezzante sbottò :<< Non parlo in presenza di quel coglione >> . Io mi girai indignata verso di lui e lo vidi trattenere a stento l’impulso di alzarsi ed andare via.
<< Non ti ho fatto niente , non vedo perché dovrei andarmene >> disse il ragazzo sfidandolo mentre con la mano tamburellava il tavolo evidentemente nervoso ad occhi altrui. Danny rise piano, un sorriso carico di significati, come una risata di un ragazzo che la sapeva lunga , più di quanto immaginasse.
<< Vedi di schiarirti le idee Darvo perché a me sembra proprio che un mese fa hai tradito la nostra amicizia >> sibilò sprezzante alzandosi pronto ad andarsene via da quel posto. Vidi per un attimo gli occhi di Andrea incupirsi, ma poi rialzò velocemente lo sguardo sul ragazzo e con tutta la calma che aveva in corpo disse :<< Non ho mai tradito nessuno e nemmeno la nostra amicizia. Se credi ad altri invece che a me, b’è fai come vuoi>> e poi prese il cellulare dalla mano di Sebastian e se ne andò senza salutare lasciando tutti in silenzio. Vidi Danny stringere ancora più forte i pugni e poi sospirò calmandosi . Dedussi che doveva essere successo qualcosa per averli fatti allontanare così tanto, ma non volevo indagare oltre perché erano loro questioni ed io non c’entravo niente in tutto ciò .
<< Tutto  bene?>> gli chiesi toccandogli appena il braccio e lui annuì piano. Girò il viso verso di me e mi sorrise.
<< Ti va di andare a prenderci un gelato?>> mi chiese ed io annuì alzandomi ed uscendo dal locale non prima di aver salutato le mie amiche che mi congedarono dicendomi” Dopo ci racconti tutto “ , e poi insieme a Danny ci dirigemmo verso una gelateria che si trovava proprio in piazza … .
 
-
Ed eccomi tornata con il primissimo capito di questa storia! Allora abbiamo introdotto Arianna, la nostra protagonista! Le sue due amiche , Andrea, Danny e molti altri! Quello che è successo tra Danny e Andrea lo scopriremo più avanti e tra due capitoli il tutto si farà più complicato e inizierà la vera storia! Spero che non vi annoierete leggendo :D Buona lettura e Grazie !
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Capitolo 3
*** Qualcosa che sta nascendo ... ***


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Capitolo 2

Martedì ore 10,20 del mattino.

Non mi piacevano affatto le trasmissioni televisive dove alle celebrità veniva chiesto di parlare della propria vita sentimentale come se la stessero raccontando alla propria nonna. Voglio dire, sono cose private e bei ricordi da tenere per sé , ma allora perché andare a spifferare ai quattro venti la tua adolescenza? In quel preciso instante mi sentivo così, come in un talkshow. Solo che le giornaliste erano le mie due amiche ed io ero l’intervistata che sbuffava ad ogni domanda. Argomento scelto? La mia uscita ieri pomeriggio con Danny. Non era successo niente di che! Avevamo parlato e scherzato come due normali persone ed eravamo andati a prenderci un bel gelato. Ma oltre ciò non era successo niente. Danny era un ragazzo terribilmente enigmatico, forse con un passato misterioso e strano che gli metteva paura e sofferenza. Quando prima , al bar, lo avevo visto così distrutto per qualcosa che non sapevo, mi ero resa conto che non era come gli altri ragazzi che avevo conosciuto. Lo ammiravo perché cercava di andare avanti, per dimenticare di quel passato che ahimè forse era stato difficile. Ero arrivata alla conclusione che forse il litigio con Andrea era dovuto ad una ragazza. Quando gli avevo chiesto se era fidanzato avevo fatto caso alla sua espressione turbata e triste, ma non capivo cosa poteva entrarci Andrea in quel discorso. Forse erano le mie solite paranoie da ragazza romantica che ancora aspettava il principe azzurro, o forse erano solo constatazioni per capirci qualcosa in più dello strano battibecco creatosi ieri pomeriggio. Fatto sta che,appena usciti dal locale, Danny aveva incominciato a parlarmi di cosa gli piaceva e di cosa odiava facendomi ridere quando mi disse che provava una strana attrazione per le cimici perché facevano scappare dalla paura tutte le ragazze. Non era normale , no , no! Ma dopotutto mi piaceva ed andare avanti dopo la relazione con Johnny non poteva che farmi del bene. Cavolo! Le mie amiche avevano cercato di dirmi di fidarmi delle persone , di cercare ancora speranza nei maschi … ma io non credevo. Ormai avevo incominciato a pensare che tutti gli uomini di sesso maschile pensassero solamente con quella cosa che si trovava in mezzo alle loro gambe. Ma Danny? Danny era diverso? Non potevo assolutamente saperlo, ancora. Ma vedevo qualcosa di speciale in lui e ci credevo che alla fine sarei riuscita a lasciarmi andare. Volevo provarci.

<< Lo avevo detto io che alla fine la nostra Ari trovava il ragazzo perfetto!>> esclamò Mariah sorridendo ed io arrossì meccanicamente. Nella mia vita non ero stata con moltissimi ragazzi, forse tre o due. Chissà come mai ad ogni fine relazione ero arrivata alla conclusione che l’amore era una stupidissima parola che ti faceva solamente incasinare la vita! Avevo una fottuta paura di innamorarmi di nuovo ed essere tradita ancora. Non volevo riprovare quella sensazione di vuoto in me, non volevo piangere ogni singola notte per lui.

<< Ragazze smettetela! Mi mettete in imbarazzo così, però!>> dissi io sbuffando facendole ridere e poi improvvisamente sentì un tonfo vicino a me e mi girai trattenendomi dal ridere quando vidi Simon per terra con la Coca – Cola di una ragazza rovesciata sulla maglietta. Lei per poco urlava dalla disperazione sapendo di aver fatto una brutta figura davanti a tutta la scuola rovesciando appositamente la sua bibita addosso al ragazzo del quale aveva una cotta. Lei si chiamava Sonia ed era la ragazza più intelligente della nostra classe, in pratica una secchiona, ma odiavo quella parola. Io avevo sempre pensato che le persone intelligenti erano quelle più furbe perché avevano capito che nella vita per andare avanti non bisognava avere solo un ragazzo o una ragazza, ma bisognava essere persone correte e disciplinate. L’educazione era la prima cosa da mettere in risalto per un buon posto di lavoro e loro l’avevano capito. Mi avvicinai a Simon e gli tesi una mano, ma lui non l’accettò e si alzò da solo digrignando i denti , mentre vedevo i suoi occhi fiammeggiare verso Sonia che impaurita arretrava il passo.

<< Brutta deficiente! Lo sai quanto mi è costata questa maglietta?>> disse furibondo Simon ed io alzai gli occhi al cielo. MA cavolo! In quel momento pensava solo alla sua maglietta e non ai pantaloni sporchi di Sonia? Dopotutto lui le era andato addosso.

<< Io .. Scu- scusa .. non ti- ti ho v-v-isto >> balbettò rossa di vergogna e lui scosse la testa affranto .

<< La prossima volta stai più attenta, ok?>> gli disse riacquistando un po’ di buona volontà il ragazzo e lei annuì , per poi sparire dalla mensa sotto le risate di tutta la scuola. Mi dispiaceva per lei perché non si meritava un atteggiamento del genere. Così senza pensarci la raggiunsi e la sentì piangere nel bagno delle ragazze .

<< Sonia? Tutto bene?>> le chiesi fermandomi davanti alla porta del gabinetto da dove provenivano i singhiozzi .

<< Ehi … non farti prendere in giro da loro, sono solo degli stupidi>> le dissi cercando di rassicurarla , ma lei continuava a piangere incurante di me. Sospirai e mi decisi a mettermi seduta sul lavandino aspettando un po’, ma lei non usciva .

<< Lo sai che una volta tutti mi deridevano? Ero una ragazzina impacciata, timida e molto chiusa, ma quando mi prendevano in giro anche io stavo male come te. Mia madre mi disse una volta che non bisogna mai darla vinta a quegli sbruffoni che non sanno fare niente nella vita se non prendere in giro. Li odio anche io, sai? Ma io ho cercato di andare avanti, fregandomene di loro e dei loro insulsi giudizi e sai? Hanno smesso di criticarmi. Sonia, non dare mai retta agli altri, mai. >> le dissi e sentì per un attimo gli occhi bruciarmi. Ricordare quegli anni così pieni di orrore per me, mi fece stringere lo stomaco in una stretta forte . Avevo avuto un infanzia difficile, mia padre era morto quando avevo solamente sei anni . Mi ero dovuta anche prendere cura di mia madre. Lei era così distrutta da quella perdita ed io piangevo per lei anche a scuola. Odiavo vederla triste, odiavo tutto. Mi avevano portato via papà ed io avevo una bruttissima paura che anche mamma se ne sarebbe andata via da me ed io non volevo.

<< Dovrei dare retta anche a te?>>. Sentì la sua flebile voce dall’altro capo della porta ed istintivamente chiusi gli occhi sentendoli bruciare. Nei mesi passati non ero stata una brava ragazza. Prendevo in giro tutti e ridevo degli altri, ma mi faceva male. Non ero io quella ragazza, era solo una maschera per essere accettata da Johnny e dalla sua combriccola . Ero diventata tipo il capo gruppo e lui era fiero di me , ma io? Io no. Mi vedevo sporca, insensibile verso gli altri e alla fine ho avuto la mia ricompensa. Una delusione d’amore. Ed io mi domando ancora oggi, ma chi me lo aveva fatto fare? Nessuno. Io ero artefice di me stessa non gli altri. Mi ero bruciata da sola contro un carbone ardente e mi ero fatta bruciare e poi buttata via visto che non ardevo più .

<< Quando cerchi di essere accettata Sonia, fai anche le peggio cose, ma ho sbagliato e me ne pento. Ma adesso nessuno mi critica, nessuno mi parla ed io sto bene. Sto bene perché
odiavo la vita di prima, odiavo insultare la gente, ma lo facevo perché volevo essere qualcuno. Non fare i miei stessi sbagli , vai avanti e basta>> le dissi e poi vidi la piccola porticina aprirsi lentamente rivelando la ragazza con gli occhi rossi e gonfi e le guance umide. Le sorrisi rassicurante e lei mi abbracciò .

<< Grazie Ari ..>> mi sussurrò e poi si slacciò dall’abbraccio e cercò di lavarsi la faccia per levare le tracce di sofferenza che ancora dipingevano il suo volto pallido senza imperfezioni. Se si fosse curata di più e se non mettesse quei vestiti che comprendevano gonna lunga e maglioni  larghi, sarebbe stata una ragazza carina tutto sommato.

<< Ti invidio sai?>> mi disse poi guardandosi allo specchio sospirando.

<< Non hai paura di niente, vai avanti alle difficoltà … e poi cavolo hai una miriade di ragazzi che ti vengono dietro ed io nemmeno uno >> disse e poi sbuffò facendo volteggiare la piccola frangetta che si era posata davanti ai suoi occhi.

<< Avrò anche tutto ciò , ma sono più fragile di quanto tu creda … Allora?Andiamo in mensa a far vedere la nuova Sonia?>> le dissi sorridente e lei annuì vedendo man mano le sue labbra incresparsi in un sorriso dolce e carico di significati. Forse , era possibile, che quella era l’inizio di una nuova amicizia …

Essere messa al centro dell’attenzione era cosa da pochi, dovevi meritarti una simile ricompensa. Dovevi essere bella e ammirata, non timida e goffa. In quel momento io non ero nessuna delle due, ma i ragazzi in mensa mi guardavano sorpresi perché accanto a me c’era Sonia , la quale aveva le guance rosse dall’imbarazzo. I miei amici l’avevano subito accettata e Simon si era messo a fare le sue solite battutine sarcastiche sull’accaduto di prima facendo ridere la ragazza. Judith mi disse che avevo fatto bene a farla entrare nel nostro gruppetto e già aveva in mente di darle una bella rivoluzionata. Ma improvvisamente uno stupido e goffo pensiero prese il sopravvento in me. Dov’era Andrea?Le prime due ore  era seduto accanto a me e prendeva appunti della lezione di chimica , ma non mi aveva rivolto la parola. Ancora mi ricordavo il suo sguardo attento, i suoi occhi che si posavano dappertutto meno che su di me .. e Dio .. quanto mi mancava sentire in quel momento quella sensazione intensa che essi sapevano trasmettermi. Guardandomi intorno notai gruppi di ragazzi. Alcuni suonavano le chitarre intonando canzoni famose, altri chiacchieravano e ridevano come matti. Poi c’era il gruppo degli “Intelligents “ formato da un gruppo di ragazzi che ponevano lo studio prima di tutto e si riunivano insieme sempre vicino alla finestra principale allontanandosi da tutti. Infine c’era il gruppo dei popolari dove partecipava anche Johnny , ma quello era il meno importante. Ma una cosa mi saltò agli occhi … in nessuno di questi gruppi lui c’era. Mi alzai automaticamente e subito mi diedi della stupida.Ma che diamine andavo a fare? Non poteva essersi buttato sotto ad un ponte! .

<< Ari?>> mi disse Sonia guardandomi con un sopracciglio alzato. Ah… balbettai un “ Torno subito “ e mi dileguai uscendo dalla mensa e dirigendomi al giardino della scuola sicura che lui si trovava lì. Subito appena aprì la porta per uscire , il venticello fresco e pungente di quella mattina mi bloccò il respiro facendomi tremare dal freddo. Sentivo come mille aghi conficcati nella pelle , brividi scorrermi lentamente nella schiena provocandomi spasmi e le palpebre degli occhi incominciarono a bruciare. Incominciai a camminare, fregandomene se il giorno successivo avessi avuto la febbre. Gli alberi erano ricoperti di una leggera brina mentre il cielo era un po’ nuvoloso con qualche spiraglio di luce qua e là . Sentivo , ad ogni passo che facevo, le foglie scricchiolare sotto i miei piedi facendo voltare così gli uccellini che curiosi erano appoggiati ai rami degli alberi. Arianna … ma chi diavolo te l’aveva fatto fare di uscire con questo freddo?!? Scossi la testa e feci una smorfia e poi appena svoltai l’angolo lo vidi . Era seduto su una panchina e fumava liberamente mentre intorno a lui aleggiava il silenzio assoluto. Portava il cappuccio della felpa blu tirato su , ma in modo che si vedeva il suo ciuffo ribelle tirato all’insù senza gel e aveva le cuffiette all’orecchio. Mi avvicinai cauta ritrovandomi pochi secondi dopo vicino a lui che continuava a guardare davanti a sé non rendendosi conto della mia presenza. Mi misi a sedere accanto a lui facendolo sobbalzare e volgere lo sguardo alla sua sinistra sorridendo poi. Arrossì di botto. Cavolacci amari , gamberetti fritti! Quanto era carino con le guancie colorate di un leggero rossore, gli occhi lucidi a causa del freddo e le labbra più scure e quella leggera barbetta . Veramente … NO! Mio Dio Arianna!Una visitina dallo psicologo non me la levava nessuno! Un leggero brivido mi scosse e lui se ne accorse aggrottando le sopracciglia.

<< Ehi ... senti freddo?>> mi chiese dolce ed io alzai gli occhi al cielo per la sua stupidità. Cielo, non vedeva che non avevo nemmeno la giaccia?!

<< No , guarda!Sto morendo dal caldo >> borbottai sarcastica e lui rise . Volsi lo sguardo davanti a me e , a causa di quel gesto, non mi accorsi che lui mi avvolse con un braccio le spalle e mi fece poggiare la testa sul suo petto tenendomi stretta. Mi immobilizzai con il respiro bloccato a mezz’aria mentre imprecavo contro i Santi dei brividi e dei pensieri sconci che mi stavano facendo fare! Sentire la sua mano carezzare leggermente la mia schiena mi fece chiudere gli occhi e mugugnare qualcosa di incomprensibile che ahimè nemmeno io sapevo che volevo dire. Lo sentì ridere e il suo petto si scosse leggermente facendomi sorridere.

<< Perché sei una stufetta calda?>> gli chiesi premendo il volto sull’incavo del suo collo strusciando il mio piccolo nasino sulla pelle scoperta sentendolo rabbrividire.

<< Non te l’hanno mai detto che riscaldo i letti delle ragazze?>> scherzò e io gli tirai una gomitata nello stomaco facendolo gemere dal dolore.

<< Sei manesca!>> sbottò tenendosi la pancia e io scoppiai a ridere vedendo il suo volto corrucciato . Era così buffo con quell’aria da cucciolo bastonato!

<< E allora non dire cose stupide>> dissi io stringendolo più forte. Dio stavo morendo dal freddo e lui era così caldo e .. Mm . Mugugni quando la mano sulla mia schiena mi tirò più verso di lui che si spostò un pochino per farmi spazio .

<< Sei così piccola .. una puffetta >> mi sussurrò scherzoso e io alzai il viso incontrando i suoi occhi verdi smeraldo divertiti.

<< Mi piace puffetta!>> dissi io sorridendogli e lui rise piano scuotendo la testa come a dire “ Questa è tutta matta!”. Poi mi venne improvvisamente in mente una domanda .

<< Perché te e Danny vi odiate?>> chiesi sussurrando appena temendo una sua possibile reazione. Infatti lo sentì irrigidirsi e la sua mano sulla mia schiena si fermò di botto ed io mi diedi della stupida!Cavolo Arianna sempre casini devi fare,è?

<< Lunga storia >> disse e io annuì sapendo perfettamente che non voleva raccontarmela. Dopotutto chi ero io per saperne qualcosa? Nessuno. Rimanemmo abbracciati per altri due minuti finché non vidi Judith guardarmi con gli occhi lucidi e le labbra aperte in un sorriso lungo 20 Km . Mi staccai di botto , rossa di vergogna, da Andrea che mi guardò interrogativo, ma poi quando vide la mia amica tossicchiò piano in leggero imbarazzo .

<< Ecco dov’eri!>> disse lei con ancora quel sorrisetto da ebete stampato sulla faccia . Judith … la decapitazione non te la levava nessuno. La guardai trucidandola con lo sguardo e lei poi posò gli occhi su Andrea che mi aveva affiancata mentre si stringeva le mani nella tasca del giubbetto .

<< Oh! Andreuccio nostro! Come mai non sei venuto a mangiare con noi?>> disse lievemente dispiaciuta . Se , se .. come no! E poi fece un sorrisetto malizioso che fece deglutire il ragazzo. Peggio di un serial killer!

<< Porcellini! Tutti soli soletti , chissà che avrete fatto … >> insinuò pungente ed io spalancai letteralmente la bocca e cercai di risponderle , ma la campanella mi anticipò facendomi sbuffare e roteare gli occhi.

<< Siamo solo amici, niente di più >> disse Andrea serio e poi se ne andò in classe di fretta . Appena aveva sorpassato la soglia presi Judith per il naso e le urlai : << Ma ti sei rimbecillita il cervello? Che amica che ho! Mm! Ti avrei uccisa in quel preciso momento se avessi avuto un coltellino a portata di mano!>> .

<< Calmati! Sembri mia sorella in fase mestruale! >> sbottò inviperita e io sbuffai lasciandogli il naso che si colorò  subito di rosso facendo vedere l’impronta delle mie dita. Ed io non potei non ridacchiare. Judith mi guardò arcuando un sopracciglio e poi capì. Eh si .. lo capì perché mi ritrovai a correre verso la classe con lei alla calcagna che mi sbraitava contro. Avrebbe avuto per un po’ di minuti due pallini bianchi sul naso rosso. Adorabile! Un Rudolf! Aprì di scatto la porta dell’aula e mi ritrovai davanti il professore di musica leggermente irritato .

<< Signorina Finn , signorina Marlon … andatevi a sedere. Se entrerete un’altra volta in ritardo vi beccate una bella nota >> ci rimproverò il prof mentre con escamotage pettinava con la mano i suoi buffi baffetti neri che lo rendevano ancora più vecchio di quanto non era già . Ridendo ancora andai a sedermi al mio posto accanto a Darvo che scriveva messaggi a tutta mandata , con le gambe distese davanti , le maniche della felpa arrotolate sui gomiti e il cappuccio giù che mostrava i capelli leggermente bagnati dal freddo. Lo vidi sorridere e mi avvicinai scrutando il display, ma lui mi mise una mano sulla faccia allontanandomi e io sbuffai irritata. Ma , da bravissima detective, prima mentre metteva il cellulare in tasca vidi lo sfondo del telefono. C’era una ragazza dai lunghi capelli mori ed occhi nocciola, bellissima dovevo dire. Tutto il contrario di me, ovvio.

<< Chi era la ragazza sullo sfondo?>> sussurrai mentre prendevo il flauto dallo zaino . Lui rise piano e sospirò .

<< La mia ragazza, Alice >> disse sorridente e per poco non mi cadde il flauto dalle mani per lo stupore. Era … fidanzato? Cavolacci, si! Me lo aveva anche detto il giorno in cui era arrivato … .
Sono fidanzato .
 
<< Wow … sono contenta >> dissi in un sospiro e lui mi guardò interrogativo. Un strano senso di .. nausea mi aveva attanagliato lo stomaco in una leggera morsa che mi aveva fatto mancare il respiro . Possibile che …? No, era assolutamente inaccettabile. Non potevo incominciare ad affezionarmi a lui! Ari, non vuoi soffrire. Vuoi vivere una bellissima storia … ma allora perché mi sentivo vuota e incompleta? Senza pensarci più incominciai a suonare seguendo gli altri compagni sulle note di We Are The World mentre sentivo in me , qualcosa che stava nascendo .. qualcosa che mi avrebbe portata alla sofferenza, qualcosa di piacevolmente proibito …
 
DRIIIN DRIIN

Mi alzai sbuffando dal letto poggiando il computer sul morbido materasso e dirigendomi in salotto ad aprire la porta.

<< Cavolo! Me ne ero completamente dimenticata!>> dissi io mettendomi una mano sulla testa mentre vedevo Simon incupirsi mano a mano che parlavo finché non mi diede una sberla in capo.

<< Mi dici come fai a dimenticarti di venire con me a comprare una camicia per la festa di domani?>> mi disse spazientito e io alzai gli occhi al cielo. Eh già , avevo una testa di rapa! In tutti i sensi. Pochi giorni fa Simon mi aveva chiesto se un giorno andavo con lui a comprare una camicia per la festa di compleanno di domani sera. Vi chiederete di chi… men che meno della “adorabilissima” Giulia, l’oca della classe. Perché aveva invitato me e i miei amici? Solamente per avere più gente nel locale della Discoteca. Ovviamente le feste della ragazza non erano da perdere. Musica a tutto volume, drink a volere e tanti bei ragazzi a disposizione. Ci andavo tutti gli anni e ritornavo sempre delusa perché tutti i ragazzi che mi piacevano venivano conquistati dalle amiche di Giulia. Una vera tragedia!

<< Mi metto le scarpe e scendo subito >> dissi io e mi precipitai in camera mettendomi alla svelta le mie Air Force e prendendo la borsa bianca a tracolla. Appena scesi l’ultimo gradino mi resi conto che Simon era sparito. Arcuai un sopracciglio. Guardai in cucina, in salotto e alla fine decisi di andare fuori chiudendo la porta e proprio mentre pensavo all’ultimo film horror che avevo visto sentì un urlo vicino all’orecchio e strillai di conseguenza guadagnando le risate del ragazzo che si stava tenendo la pancia dal ridere. Ah, era divertente? Mi aveva fatto prendere un infarto!

<< Idiota!Potevo morire! >> sbottai io chiudendo poi il cancelletto di casa e incominciando a camminare verso il centro della città . La cosa migliore di andare a fare shopping con un ragazzo? Che ti faceva morire dalle risate mentre commentava i vestitini che provavo facendo rivoltare dal ribrezzo le commesse. Una volta una di loro gli aveva dato del pervertito perché mi aveva detto “Tesoro, stasera faremo scintille!”. Dire che Simon in quei momenti era un perfetto attore, con la sua aria da boss e il labbro corrucciato in un espressione sexy.

<< Uh! Entriamo qui>> mi disse trascinandomi in un negozio per uomini. Mi fece vedere almeno 30 camice : bianche, rosse, blu, da boscaiolo, nere … di tutti i tipi. Ma alla fine ne scelse una nera veramente bella che , cavolo, gli costò un occhio! Ma a lui non importava, ne aveva a valanghe di soldi. Suo padre era un avvocato mentre sua madre una dottoressa . Persone veramente simpatiche e adorabili. Sua madre era anche una bravissima cuoca e adoravo, anzi divoravo, le sue lasagne ai carciofi. Diciamo che il rapporto che avevamo io  e lui ci portava molto spesso ad essere scambiati per fidanzati o per fratelli. Con lui era come se mi sentivo a casa, come se lui era parte della mia famiglia e questa cosa mi piaceva perché sapevo che potevo contare su di lui, sui suoi pensieri e sui suoi consigli. Era tutto per me e anche solo litigarci mi faceva stare male più del dovuto.

<< Ma te come ti vesti?>> mi chiese Simon mentre camminavamo per la piazzetta con un gelato in mano. Io adoravo follemente il gusto  stracciatella e  puffo, ormai prendevo sempre lo stesso e non intendevo cambiarlo. A Simon invece piaceva molto il pistacchio e cioccolata, ne andava ghiotto! Beato lui che poteva mangiarne a volontà! Non ingrassava mai , era uno stambecco tutto muscoli!

<< Ci pensa Mariah …>> dissi semplicemente stringendomi nelle spalle per il freddo. Si , quel pomeriggio era particolarmente fresco , ma il sole portava sollievo in quel giorno rigido. Non per dire … ma tutti i passanti ci guardavano allibiti. Mangiare del gelato in inverno era da matti, ma non per noi. Lui andava ghiotto e di conseguenza ne dovevo comprare uno anche io per farlo smettere di lagnarsi visto che non lo volevo. Alla fine mi ero abituata all’idea di portare qualche spicciolo in più per comprarmi il gelato. Con Simon tutto era buffo e noi ridevamo per la nostra pazzia .

<< Ahia … >> disse e poi scoppiò a ridere vedendo la mia faccia sconsolata. Eh già! Mettersi nelle mani della mia amica non era una bella cosa … . Una volta aveva truccato e vestito una ragazza in modo veramente pietoso e lei poverina si era dovuta sorbire le risate dei compagni di classe. Ah no … non era affatto una bella cosa! Meno male che c’era anche Judy almeno lei poteva mettere una buona parola sul vestire. A differenza di me lei fin da quando era bambina adorava la moda, ma non aveva mai potuto sfruttare questa sua passione con i vestiti perché aveva una situazione familiare molto difficoltosa. Era il suo più grande sogno fare la stilista, ma lei non si imputava su quello e basta. Pensava sempre anche ad altre possibilità per far stare meglio sia lei che i suoi genitori. Judith era una ragazza da un cuore d’oro , unica nel suo genere. Sacrificava i suoi sogni per poter aiutare la sua famiglia. Era una cosa che pochi facevano …

<< Ehm … ci sarà anche Judith domani?>> mi chiese grattandosi la testa imbarazzato . Arcuai un sopracciglio . Il modo con cui lo aveva detto, il lieve rossore che si era creato sulle sue guancie mi avevano fatto pensare che c’era qualcosa sotto.

<< Ovvio. Simon mio che mi nascondi?>> gli dissi assottigliando gli occhi dopo aver buttato la cartaccia del gelato. Lui deglutì e mi sorrise sbieco come a dire “ Adesso che mi
invento?” . Eh no, amico! Non si scappava dalle mie grinfie! Mi misi davanti a lui fermandolo e lo vidi guardarsi intorno per cercare una via di fuga .

<< Eh no , bello! Parla! >> sbottai ridendo malefica e lui alzò gli occhi al cielo .

<< OK! Forse e dico forse … mi piace Judith >> sussurrò che quasi non lo sentì , ma capì perfettamente e spalancai la bocca. Uno … due … tre!

<< Oddddioooooooooooooooo!!! Maaaaa èèèè stupeeendooooooooooooo! >> dissi saltando eccitata e lo abbracciai soffocandolo. Lui gemette piano e rise .

<< Uh!! Finalmente ti sei deciso a capire!>> sbottai e lui mi guardò interrogativo .

<< A capire cosa?>> mi chiese . Oh … merdaccia! Lui non sapeva che piaceva anche a Judith. E adesso che combino? Glielo dicevo o no?

<< Ehm … sai che ti dico? Provaci con lei vedrai che andrà tutto bene>> dissi e poi lo presi per mano ricominciando a camminare. La giornata poi passò più che bene. Avevamo setacciato migliaia di negozi e alla fine avevo comprato una magliettina veramente molto carina, con un fiocchetto a pois sulla spallina , semplicissima a dirla tutta. Avevamo incontrato Giulia, la festeggiata del giorno dopo, che aveva sorriso  ammiccante verso il mio amico che bellamente non l’aveva degnata di uno sguardo facendomi morire dalle risate mentre vedevo lei rossa di rabbia. Giulia non aveva mai avuto rifiuti ed infatti alla fine era riuscita a portarmi via anche  Johnny con il suo fare da ochetta e il suo motto “ La do a tutti!” . Ma tutto sommato oltre ciò, la giornata passò magnificamente. Simon mi parlò di come aveva capito i suoi sentimenti rivelandomi che sentiva lo stomaco brontolare ogni volta che vedeva lei  parlare con un ragazzo. E cavolo, era la stessa cosa che stava succedendo a me … .
Alla fine ritornai a casa con la mia bustina del Bershka e un paio di orecchini nuovi. La giornata era passata in fretta e sapere che tra poche ore mi aspettava un nuovo giorno di scuola, mi faceva sbuffare annoiata. La scuola .. odiosa e stressante. Sicuramente in quinto superiore mi sarei ritrovata con i capelli bianchi e il colpo della strega. Sicuro! Intravidi casa mia dal marciapiede , ma quello che non mi aspettavo minimamente era che lì davanti , seduto vi era Andrea. Appena mi vide si alzò e aspettò che lo raggiungessi davanti al cancelletto di casa.

<< Ehi … >> mi disse facendomi un cenno con la testa. Gli sorrisi .

<< Ciao, ma che ci fai qui?>> chiesi mentre cercavo le chiavi di casa. Mannaggia a me che compravo le borse giganti! Mia madre aveva ragione. Non esiste una borsa giusta per ogni ragazza. Se una era troppo piccola, le cose non entravano , se una era troppo grande non si ritrovavano … . Si, alcune volte erano proprio odiose!

<< Oh , ehm … non ho .. vedi … ah, segnato i compiti  e sono venuto a chiederteli>> mi disse balbettando e cavolo quanto era carino quando balbettava! Diventava tutto rosso e imbronciava le labbra in modo che si formavano delle adorabili fossette ai lati della bocca. Mi scossi dal mio momento di trans e capì solo in quel momento le sue parole che mi sembravano visibilmente una scusa. Cercai di trattenere una risatina, ma lui notò il mio cambio d’umore e aggrottò le sopracciglia.

<< Che c’è? >> mi disse lievemente preoccupato. Potevo sembrargli una maniaca psicopatica con quell’espressione rossa da pesce che stavo facendo. Il fatto era che non riuscivo a non ridere. Sospirai e scossi la testa.

<< Niente. Comunque sei rimasto fuori tutto il tempo per aspettarmi solo per chiedermi i compiti? >> dissi poi riacquistando un po’ di buona volontà e lui si passò una mano tra i capelli in difficoltà. Che cavolo ti passava in quella testa , Andrea? Vorrei tanto sapere i tuoi pensieri … .

<< No .. cioè si , voglio dire … sono arrivato adesso e .. >> incominciò a dire balbettando imbarazzato visto il rossore dalle sue guancie ma lo fermai appena in tempo prima che mi dicesse una delle sue cavolate per salvarsi il di dietro << Ok, ok italians!Vieni >> dissi sbuffando e aprì il cancelletto che lui chiuse e poi entrammo in casa , la quale era immersa nel buio più profondo. Il respiro mi si bloccò non appena arrivai alla conclusione di essere in casa, da sola con lui … Arianna, non pensare a queste cose! Scossi il capo e premetti l’interruttore illuminando tutto il salotto sotto lo sguardo sorpreso del ragazzo che strabuzzò gli occhi non appena vide la mia PlayStation 3 sotto il televisore appoggiata al mobiletto in legno che mamma aveva comprato quella domenica al mercatino dell’usato.

<< Lo sai che ti adoro?>> mi disse con gli occhi che brillavano dalla felicità mentre si avvicinava all’oggetto toccando la superficie nera come se era un oggetto prezioso e non volesse rovinarlo. Bah, gli uomini chi li capiva era bravo.

<< Ovvio … è di mio fratello che adesso è in viaggio di lavoro >>dissi . Eh già avevo un fratello di nome Giacomo. Più grande di me di almeno 7 anni suonati e faceva l’avvocato. Si era trasferito a Roma per poter continuare i suoi studi e non lo rivedevo da un anno al massimo, ma per quell’estate lo avrei rivisto assieme alla sua nuovissima fidanzata.

<< Comunque vieni che ti do i compiti >> dissi poi e lo portai in camera mia chiudendo la porta e posando a terra la borsa a tracolla. Mi girai e lo vidi guardare le foto attaccate al muro che raffiguravano me quando ballavo . Già , ballavo … non mi ero messa più le punte da quando mio padre era morto , era lui che mi aveva trasmesso quella passione pura, quella voglia di volare , quella voglia di battere tutto e di arrivare all’impossibile. Ma dopo l’accaduto tutte quelle promesse mi sembravano nulle e smessi dedicando poi il mio tempo al nuoto.

<< Non pensavo ballassi>> mi disse mentre toccava con il dito la mia coppa d’oro che avevo vinto all’età di 10 anni. Sospirai mentre gli scrivevo i compiti per il giorno successivo .

<< Infatti non ballo , ballavo >> risposi. Cercavo in tutti i modi di non guardarlo. Di non guardare la sua espressione, di non guardare quelle labbra socchiuse, gli occhi verdi smeraldo che sfioravano ogni superficie della foto e le sue mani che accarezzavano lente tant’è che mi immaginai accarezzassero me. Mille brividi mi percorsero mentre pensavo alle sue calde mani sui capelli, sulle guancie e sul corpo … sobbalzai sentendolo ridacchiare per la mia espressione da pesce lesso e arrossì di botto. Merdaccia !

<< Sei davvero … bella in queste foto >> sussurrò guardandomi e istintivamente avvicinandosi pericolosamente. Allontanati! Indietreggiai e andai a sbattere contro la scrivania. E adesso? Si avvicinò ancora di più arrivandomi ad un soffio dal viso e dal corpo, al massimo mancava un centimetro per poterlo toccare e … baciare … sentì le sue dita solleticarmi la guancia e risalire verso gli occhi che chiusi . Scesero giù fino ad arrivare alle mie labbra le quali disegnò il contorno come se studiasse la loro consistenza. Poi lentamente la spostò sul collo facendo dei disegni astratti e circolari facendomi scappare un sospiro e dischiusi le labbra assaporando l’aria, baciandola … lo sentì avvicinarsi ancora e poi qualcosa di caldo toccò il lobo del mio orecchio soffiandoci dentro provocandomi brividi in tutto il corpo.

<< Non immagini quanto sei bella … >> mi sussurrò roco e io gemetti. Cavolo, sembravo peggio di una ninfomane!
Vuoi farti trattare così? Vuoi soffrire di nuovo?
Aprì di scatto gli occhi e lo allontanai con la mano , ma quello che non mi aspettavo di incontrare erano i suoi occhi. Vivi, eccitati , pieni di … desiderio … .

<< Ehm .. comunque eccoti i compiti>> dissi veloce come una macchinetta e gli sbattei in faccia il foglio con i compiti scritti e lui soffocò un imprecazione.

<< Grazie … >> disse lascivo e fece per andarsene … Dio sia lodato!... ma poi si fermò di botto e si girò guardandomi. Mannaggia!

<< Ah , domani sera ci sei anche te alla festa?>> mi chiese con ancora la voce roca e bassa che ,cazzo, era così eccitante.

<< Si .. >> sussurrai e lui annuì mordendosi il labbro.

<< Ok , allora ci vediamo domani sera .. Ciao Ari >> mi disse sorridendomi e poi scompari dietro la porta della mia camera ed io mi appoggiai a al muro e scivolai fino a sedermi per terra. Mi presi la testa fra le mani e …
Ma che diamine mi stava succedendo?
 

Ed eccomi tornata con un nuovo capitolo dove si fa la conoscenza di Sonia che in futuro avrà un ruolo molto importante! Almeno però questa volta vorrei vedere un  po' di commenti per sapere il vostro parere :) Un bacio a tutti , al prossimo capitolo! 

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Capitolo 4
*** Confusa ***


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Capitolo 3

Mercoledì 

 

“Forse niente è semplice come sembra. Forse qualcosa di sensato e unico per viverlo devi provare a combattere per prendertelo …. “


La solitudine non era una cosa che amavo. Per di più la odiavo. La odiavo più di qualsiasi altra cosa. Niente poteva essere più brutto dal non  avere niente … . Ma io mi sentivo così .. in solitudine … . C’era forse qualcosa di peggiore di una madre che non tornava mai a casa e di un padre che se n’era andato lasciandomi sola senza quel sogno sfrenato e bellissimo che per me contava tutto? No … una falsa amicizia e un amore perduto erano solamente piccole righe, piccoli spazi che poi venivano riscritti .. ma la famiglia no. Una madre non poteva cambiare, un padre non poteva ritornare . Odiavo che lei mi mandasse solo degli stupidi messaggini e mi chiamasse almeno una volta a settimana per dirmi delle sue pratiche di lavoro e tra quanto tornava. Mi trascurava. Dovevo cucinare io, dovevo pulire io … e lei? Lei pagava solo le bollette . Dopo la morte di mio padre mia madre era così cambiata che l’unica cosa che sapeva fare era viaggiare e farsi le scampagnate con altri uomini. Squallido e ridicolo … le uniche parole che riuscivo a pensare al momento erano quelle … . Mi mancava tremendamente tutto. Avere qualcuno al mio fianco che mi abbracciava, che mi rassicurava, avere davanti agli occhi quei sorrisi che vorresti vedere ogni giorno … si, perché vedere mia madre sorridere era qualcosa di unico. Voleva dire che stava bene, che era serena … invece io la vedevo sempre con le occhiaie, il viso spento e privo di quell’amore che tempo fa mi aveva coccolato e amato .. non sembrava più mia madre ma l’unica cosa che in quel momento riuscivo a pensare era che .. io non potevo assolutamente perderla. E poi improvvisamente un piccolo suono arrivò dal mio cellulare e io mi sporsi dal divano a prenderlo. Arcuai un sopracciglio quando lessi il nome … .

Andrea.

Aprì la casella dei messaggi e lo lessi : “ Qst sera voglio farti conoscere Alice .. ti va? :P “ . Sprofondai nel divano a quelle parole. Perché? Perché doveva rendermi le cose ancora più difficili? Cazzo, mi stavo affezionando a lui in maniera drastica e quello che era successo ieri sera .. Pff .. non riuscivo a spiegarmelo. Era tutto così confuso , complicato .. lui era un enigma e mai avrei smesso di dirlo anche perché era verissimo. Però forse se conoscevo questa Alice potevo capacitarmi che era simpatica e che lui l’amava ed io potevo starmene serena per i fatti miei, no? Si, si!Così gli risposi con un semplice “Ok! “ e mi alzai dalla mia postazione precipitandomi a farmi una doccia dopo aver visto l’orario dal display del cellulare. Tra un ‘ora dovevo essere pronta! Presi mutande, calzini, reggiseno e aprì la doccia immergendomi nel getto caldo e rilassante . Subito i nervi di quella giornata fatta di equazioni e della professoressa di italiano , si sciolsero facendomi sospirare . Mi lavai in fretta e furia e poi mi asciugai i capelli facendomi qualche boccolo che sicuramente Mariah , tra poco, mi avrebbe lisciato. Ed infatti poco dopo il campanello suonò e davanti a me comparve la mia amica insieme a Judith ricche di trousse e borse con due sorrisi zuccherosi peggio di mia nonna. Sbuffai alzando gli occhi al cielo.

<< In  che guaio mi sono messa … >> sussurrai a me stessa e poi insieme a quelle due pazze andai in camera mia pronta per il mio “ cambiamento”! …
 

<< E così vuole farti conoscere la sua ragazza, è? Mm interessante … vuol dire che sei importante per lui >> disse Mariah corrugando leggermente la fronte. Sapevo che a lei dava fastidio, gli piaceva Andrea e prima quando gli avevo dato la notizia che era fidanzato aveva urlato come un’ossessa incominciando a sbraitare i soliti “ Ma perchèèèèèèè??!!” . Judith invece era rimasta impassibile troppo presa da Simonolandia per rendersi conto di noi due. Ah! Non vedevo l’ora che il mio caro amico si confessasse. Lei aspettava quell’occasione da molti mesi.

<< Non sono importante .. mi vuole far conoscere la sua ragazza? Bene, può farla conoscere anche e a te >> risposi mentre mi guardavo allo specchio non riconoscendomi quasi più . Quasi … Unica cosa rimasta intatta? I miei adorabilissimi capelli lisci! Mariah aveva una fissa per i miei capelli , visto che lei ce li aveva mossi. Il mio viso? Non sembravo nemmeno io a dirla tutta. I miei occhi erano truccati con matita e un ombretto celeste brillanti nato, i miei zigomi risaltavano delineando di più il mio viso e le mie labbra … sembravo ancora più carnose del solito! Rosse ciliegia.

<< Forse … comunque finito!>> trillò poi completando il suo lavoro ed io mi alzai dalla sedia guardandomi allo specchio e mi portai le mani alle labbra. Ehi , ehi! Non era assolutamente possibile che io avessi delle gambe così magre … e soprattutto .. ma mi erano cresciute le tette?

<< Perfetta! Farai capitolare i ragazzi ai tuoi piedi!>> disse invece Judith guardando insieme a me e a Mariah nello specchio e io alzai gli occhi al cielo. Non cambiavano mai, è?

<< Si, certo … >> dissi sbuffando e poi presi la borsetta nera abbinata al tubino che portavo che mi arrivava a metà coscia e spensi il piccolo computer prima di girarmi e vedere invece come erano vestite le mie due amiche. Dire che Judith era carina era poco. Quel vestitino bianco le fasciava perfettamente le gambe abbronzate , calzava dei sandali con il tacco e portava dei pendenti dorati carinissimi . Invece Mariah portava dei pantaloncini corti bianchi abbinati a delle scarpe con tacco e una maglietta scollata piena di brillantini. Erano veramente belle.

<<  Vamos? >> disse Judith ridendo ed io annuì e dire che scendere le scale era un’impresa epocale era poco. I tacchi erano infernali, veramente! Mannaggia a Mariah che me li aveva fatti mettere! Digrignai i denti sentendo i piedi chiedere pietà e le mie due amiche risero.

<< Ridete? Queste qui sono un ‘arma infernale!>> dissi scandalizzata indicandomi le scarpe , ma quando finalmente arrivai all’ultimo scalino sospirai felice e poi tutte insieme, uscimmo e ci dirigemmo alla discoteca che avrebbe ospitato la festa di  compleanno di Giulia … .
 


 Dire che la musica era alta era un eufemismo. Sembrava di avere nella testa una radiolina a tutto volume! Non che le discoteche non mi piacevano, anzi. Come avevo detto amavo ballare a ritmo di musica , ma la cosa che non sopportavo era che il giorno successivo sarei ritornata con un grosso mal di testa e via di nuovo aspirine e cose varie. Quella sera l’atmosfera era brilla, le luci si alternavano veloci, i ragazzi urlavano e si muovevano come degli scatenati in quella pista … ed io? Io invece mi ero decisa a mettermi seduta su una poltroncina , con l’immancabile bibita della sera e tutti gli invitati del compleanno intorno. Chi seduto, chi in piedi, chi si baciava, chi rideva … b’è io rientravo nella categoria di chi rideva. Se c’era qualcosa che non mi piaceva era rimanermene zitta e buona a non far nulla. Quando ero arrivata subito la festeggiata ci era catapultata addosso riempiendoci di baci al gusto di lucidalabbra che mi ero tolta schifata dalla guancia. Avevo subito pensato che quella sera Giulia volesse fare conquiste a tutto spiano. Vestiva solamente di un abitino corto  e dei tacchi più alti dei miei. Il motto cosa diceva? Chi bella vuol apparire un poco deve soffrire , ma chissà come lei rimaneva sempre la solita Giulia che non aveva niente da offrire se non qualcosa al di sotto degli indumenti. Improvvisamente una mano sulla mia  spalla interruppe i miei pensieri  e mi girai trovando Judith sorridere. Si sporse verso di me per farmi capire meglio il significato delle sue parole per via della musica troppo alta.

<< Vieni a ballare?>> urlò nel mio orecchio ed io annuì alzandomi e trascinando la mia amica nella pista da ballo. Subito tutti gli altri ci seguirono come mandrie e la musica incominciò a ronzarmi in testa facendo muovere a ritmo i miei piedi. Libera … Quella era la sensazione che provavo ogni volta. Il ballo non era una cosa da niente. Chi ballava , ballava perché voleva essere libero senza inibizioni , senza freni. Ed io volevo sentirmi libera quella sera … Chiusi gli occhi assaporando il mistero di quelle luci soffuse, di quel calore che trasmettevano .. il mio corpo era vita, si muoveva da solo, inerme di me. Niente poteva rovinare quel momento , nessuno di così importante poteva trascinarmi via … ma mai pensare troppo presto perché quando aprì gli occhi vidi qualcosa che mi destabilizzò completamente. Pensavo che non veniva più, pensavo che si fosse dimenticato di presentarmi la sua ragazza, ma invece i miei pensieri erano vani in quel momento. Vederlo lì , ballare appiccicato come un polipo a quella ragazza che avevo visto sullo sfondo del suo telefono, mi provocò una strana fitta dolorosa. Vederlo sorridere, vedere le sue mani sulla sua schiena mi fecero bloccare il respiro.  Potevo essere gelosa? No, diamine Arianna. Gelosa di lui? Di lui? Chiusi gli occhi e tralasciando quei ridicoli pensieri, ricominciai a ballare trovandomi di fronte un ragazzo mezzo brillo che mi guardava ammiccante. Decisi di prendere la palla al balzo per una volta e ballai con lui per quasi tutta la serata. Mi muovevo mentre sentivo le sue mani sui miei fianchi, sorridevo mentre sentivo le sue labbra a stretto contatto con la mia guancia. Ero impazzita, si. Ma vedere lui abbracciato a quella ragazza mi aveva provocato qualcosa di strano che nemmeno io sapevo spiegarmi . Quando sentì i piedi cedermi , mi congedai salutando lo sconosciuto e dirigendomi alle poltroncine dove mi attendevano le mie amiche meno stremate di me , mentre socializzavano con un gruppo di ragazzi che riconobbi subito. Sorrisi in direzione di Danny il quale ricambiò con un gesto della mano.

<< Finalmente sei riuscita a staccarti da quello!>> mi rimproverò Mariah ridendo ed io alzai gli occhi al cielo. Uffi, neanche potevo divertirmi un pochino ? Mi misi seduta sulla poltroncina accanto a Danny.

<< Ragà! Avete visto la ragazza di Darvo? Una fica! >> sbottò ridendo Sebastian. Il solito che diceva battute spropositate in momenti inopportuni. Perché inopportuni? B’è perché appena aveva nominato il suo nome, di nuovo quella strana fitta allo stomaco mi pervase e mi sistemai meglio sulla poltroncina. Basta, basta! Strinsi le labbra cercando di scacciare quello strano e misterioso dolore alla pancia e sorrisi , ma mi uscì una smorfia in cambio. Tipico di me … .

<< Sempre il più fortunato , quello lì! >> disse di nuovo il ragazzo sbuffando e poi si illuminò guardando oltre Judith che rideva per quell’esclamazione.

<< Parli del diavolo e spuntano le corna! Andrè! >> urlò Sebastian allungando il braccio in avanti in un chiaro invito ad andare a quel paese e sentì una risata vicino a me che mi immobilizzò. Dopo quello che era successo ieri non l’avevo più rivisto e mi sentivo in totale imbarazzo. Risentire di nuovo quelle mani sulle mie labbra, il suo respiro nella mia bocca … Basta! Respiravo affannosamente e presi un bicchiere d’acqua lì vicino fregandomene di chi poteva essere. Non mi accorsi che Danny mi guardava con uno strano cipiglio in volto. Forse ero diventata tutta rossa … . Mi girai cercando di mostrare un sorrisetto falso e lo vidi mano nella mano con quella ragazza che era veramente raggiante e bella . Tutto il contrario di me .. . Ma perché acciderbolina dovevo paragonarmi a quella lì? Strinsi i pugni mentre continuavo a sorridere falsamente. Cercai di concentrarmi su di lui che quella sera era vestito con una camicia blu sbottonata sul davanti di tre bottoni, dei pantaloni neri e delle Sneakers Blu e bianche. Da far perdere il fiato. Infatti le ragazze che erano lì lo guardavano sognanti e ammiccavano come ochette in sua direzione. Patetiche .

<< Coglione, anche tu qui? >> disse Andrea ridendo in sua direzione e il ragazzo sbuffò per il nomignolo appena datagli.

<< Si, contento? Comunque chi è questa bella ragazza al tuo fianco?>> disse poi malizioso e vidi Andrea guardarlo di traverso. Normale che reagisse così, era la sua ragazza! Si, e allora perché ti rodeva così tanto Arianna? Zitta stupida coscienza! Mi battei una mano sulla nuca e sentì subito gli occhi di tutti addosso. Arrossì di botto.

<< Stai bene?>> mi chiese Andrea guardandomi con un sopracciglio alzato mentre vedevo visibilmente quanto si stava trattenendo dal ridermi in faccia. Divertente, Darvo … Socchiusi gli occhi cercando di essere il più minacciosa possibile.

<< Presuntuoso! Lo so che non ti frega che sto bene, idiota!Ridi pure >> sbottai visibilmente arrabbiata ma poi risi contagiando tutti quanti compresa anche la ragazza di Andrea.
Ti faccio ridere? Puff … voglio vedere che fai quanto prenderò a sberle quel faccino che ti ritrovi  …
Mi battei un’altra volta la mano sulla fronte per quello stupido pensiero che mi era salito in testa. Ma ero diventata improvvisamente pazza?

<< Ma ti senti bene per davvero? >> mi chiese invece Sebastian leggermente preoccupato per l’altra mia manata in testa. Ecco adesso pensavano che stavo diventando matta. Perfetto … ci mancava un amico psicologo e il gioco era fatto. Sbuffai spazientita. Per tutte le Arianne del mondo … mi sentivo strana, qualcosa mi premeva sullo stomaco provocandomi un doloroso fastidio.

<< Si!>> sbottai quasi urlando spazientita. Ok, stavo male veramente … . Non mi accorsi però che quella sottospecie di Barbie gonfiabile si era messa appena seduta accanto a me e mi sorrideva come una “ cara” amica. Si , cara amica un bel po’ . Guardai Danny che era visibilmente irritato da quella visita come io ero irritata della bambola gonfiabile. Volevo uscire da quella specie di gabbia , volevo uscire da quel caldo infernale che mi metteva ancora più in confusione la mente.

O era il mio cuore ad essere confuso?...
 
 

L’aria fresca di quella sera mi pervase la mente rinfrescandomi come acqua gelata. Volevo sentirmi bene , non una sottospecie di maionese che serve solo quando ne hai bisogno. Ma io ,in quel momento, mi sentivo così. Lo so, paragone stupido, ma non c’erano altre parole per descrivere il mio disagio. Ebbene si , la maionese non serviva proprio solo nei momenti opportuni? Ad esempio quando mangiavamo la carne  veniva scartata e riposta in un angoletto nel frigo, mentre invece quando serviva tutti la volevano e ne reclamavano il bisogno. Questa sera mi ero sentita così dalle mie amiche, anzi diciamo che mi ci sentivo spesso. A volte odiavo il carattere di Mariah. Sembrava avere due personalità. Una di giorno, cioè quella di angioletto , e una di sera, quella di ochetta che faceva il filo ai ragazzi. Judith? B’è lei la seguiva. Ma io sapevo che lo faceva solo per sentirsi bene, solo per dimenticare quello stupido del mio amico Simon che quella sera neanche si era fatto vedere. Ed io? Io non facevo niente. Venivo del tipo scartata e lasciata sola su quei divanetti con un branco di depravati mentali ubriachi. Quando stavo per chiedere a Danny di uscire un po’ fuori, Andrea se n’era arrivato con la presentazione della suddetta ragazza che non smetteva di sorridere. Ed io mi domandavo “ Ma che cazzo c’è da sorridere?!” ed ecco che il mio buon pretesto per far andare meglio la serata si andava a far benedire e ciao, ciao! Ma oltre i miei pensieri, avevo capito che la Barbie di chiamava Alice e che loro due si conoscevano perché lei aveva frequentato la vecchia scuola del mio compagno di banco. Che poi lei era ritornata quest’estate qui , a Jackson nel Mississippi , e che lo aveva rincontrato poco dopo e si erano messi insieme. Avevo fatto finta di ritrovarmi entusiasta e felice per loro, ma in realtà … non lo ero affatto. E mentre ero appoggiata alla ringhiera che dava su un laghetto lì davanti, pensavo a quanto ero stupida, a quanto mi stavo mettendo sulle spine per un ragazzo che … non mi meritava perché aveva da amare un’altra. Che sciocca. Poteva esistere il colpo di fulmine? No , io non ci credevo. Ma allora perché mi sentivo così? Così ... non sapevo nemmeno io cosa. E in quei momenti mi sentivo la solita ragazzetta single con  le pene d’amore . Patetica … . Ma sentì , improvvisamente,  due mani grandi e calde posarsi sui miei occhi facendomi emettere uno stupido risolino.

<< Indovina chi sono?>> mi sussurrò caldo all’orecchio provocandomi brividi. Quelle mani … erano nuove, non erano le sue perché le avrei riconosciute tra mille. Mi girai con gli occhi chiusi e con quel cavolo di sorrisetto da ebete stampato sulle labbra. Lentamente aprì gli occhi e mi ritrovai due occhi smeraldo scuro scrutarmi divertiti. Per quanto cercavo di ammettere che Danny non poteva piacermi, mi ritrovai in quel momento con il fiato sospeso e mi sembrava proprio che il mio cuore si era fermato. Così vicino e … ma appena alzai lo sguardo oltre la mia spalla un qualcuno mi fece irrigidire. Era girato di spalle a me , ma aveva la testa leggermente rivolta verso di noi e potevo vedere che ci stava guardando mentre conversava con un gruppo di ragazzi della mia stessa età. Chiusi gli occhi e riportai l’attenzione sul ragazzo davanti a me che mi guardava con uno strano cipiglio in volto, come se era … infastidito.

<< Ti prego , non dirmi che anche tu … >> sussurrò così piano vicino alle mie labbra mentre teneva fissi i suoi occhi nei miei come volesse leggermi l’anima.

<< Cosa? >> un lieve sospiro, una lieve domanda che però mi costò uno sforzo immenso perché mi sentivo elettrica e così spaesata dalla sua vicinanza.

<< Dimmi che non ti piace Andrea … >> mi disse avvicinandomi ancora di più e provocando ai miei poveri polmoni un arresto immediato. Ma quando capì la sua insinuazione aprì la bocca per ribattere , ma non trovai niente da dirgli.
Perché a te Andrea piace anche se non vuoi ammetterlo.
Questo non era assolutamente vero! Era solamente che mi ci stavo affezionando troppo  ed avevo paura di arrivare a … ad innamorarmene. Perché lui anche se era simpatico e tutto, era profondamente sbagliato …

<< No , non mi piace >> dissi decisa, perché sapevo che in quel momento era così, perché sapevo che da Danny potevo ricevere qualcosa di più .
Perché non ammetti a te stessa che ti piace Andrea? Perché continuare a mentire?
Perché forse in alcuni casi , mentire, era la cosa più giusta da fare ….

<< Lo spero … perché voglio avere una possibilità con te >> mi sussurrò ed sussultai a quelle parole. Io … potevo mettermi nei casini più di quanti già non ero?  Abbassai di poco lo sguardo soffermandomi un secondo sulle sue labbra che non erano nemmeno paragonabili a quelle di … Basta! Scossi la testa arrossendo e sospirai mordendomi il labbro inferiore con i denti.

<< Io … non lo so >> dissi arrossendo per quella strana sensazione e sobbalzai quando sentì la sua mano carezzarmi lentamente la guancia rossa e vidi un timido sorriso trasparire dalle sue labbra .

<< Proviamoci .. mi piaci e tanto. Possiamo uscire qualche volta in questi giorni >> mi domandò mordendosi il labbro impaziente della mia risposta. Era speranzoso nei miei confronti, perché a lui piacevo … Forse potevo, forse era la cosa giusta da fare … ed io volevo rischiare.

<< Si … voglio provarci >> sussurrai timida e lui mi regalò uno di quei sorrisi che mai dimenticherò. Era così felice … Lo abbracciai forte imprimendo nella mia mente il suo profumo, imprimendo nella mia mente la sua stretta forte che non era uguale alla sua . Ma con lui era diverso … doveva esserlo oppure mi stavo cacciando nei guai? …
 
 
Danny se n’era tornato a casa ed io invece me n’ero rimasta sola in quel parco a guardare le stelle ,seduta per terra . Fin da bambina avrei voluto toccarle con le dita, sentirne la consistenza e assaporare quella calda luce che emanavano. Ma le adoravo soprattutto perché il mio papà mi paragonava a loro. Una volta mi disse : “  Tu sei una stella caduta dal cielo. Mi illumini le giornate e fai risplendere la mia vita da tutti i dolori che ho “ . E quella era la cosa più bella che lui mi avesse mai potuto dire. Sospirai mentre chiudevo un occhio per vederne una meglio . Era la più splendente e più grande, in tutto quel cielo nero. Allora anche mamma vedeva quello che vedevo io? Avevo sentito che il cielo rimaneva uguale a tutti ed io in quel momento volevo che mia madre vedesse quella stella e sentire che io c’ero e che le volevo bene. Anche se era dall’altra parte del mondo, io sapevo che la stava guardando. Mi sdraiai sull’erba fresca inspirando l’aria fredda di quella sera. Meno male che mi ero messa un cappotto pesante , sarei congelata sennò.

<< Judith ti sta cercando>> mi disse una voce ferma vicino a me ed io sobbalzai per poi volgere i miei occhi verso quel verde chiaro che mi stava tormentando dalla scorsa sera.

<< Capito >> dissi alzandomi e cercando di rimettermi le scarpe che avevano dei laccetti che si legavano alla caviglia. Uffa … sbuffai nello stesso momento e lui si avvicinò intimandomi a sorreggermi sulla sua spalla. Appoggiai una mano lì e alzai il piede per allacciarmi i lacci, ma appena lo misi giù storsi il piede e finì con tutto il corpo contro quello del ragazzo che prontamente passò le mani attorno alla mia vita stringendomi mentre le mie mani erano sulle sue spalle e il mio viso … a pochissimi centimetri dal suo. E in quegli occhi rividi tutto quello che era successo la scorsa sera. Risentì le sue mani sulla mia schiena, il suo respiro caldo sulle mie labbra secche ed io mi chiesi che neanche con Danny prima avevo sentito niente del genere. Un senso di pienezza e libertà … tutto era insieme provocandomi dei brividi che mi lasciarono con la bocca aperta e il cuore che batteva all’impazzata . Le mie mani , dotate di vita propria, risalirono lungo il suo collo e finirono sul suo viso. Ora toccava a me, toccarlo. Passai le dite sulla sua mascella forte sentendo un leggera peluria alla base che mi fece sorridere, passai al suo naso alla francese, divertente e buffo su quel viso che voleva sembrare duro e impassibile .. e poi passai sulle sue labbra, dischiuse e carnose, morbide e calde e mi immaginai di assaggiarle … ma non potevo perché a me lui non piaceva … lo sentì fremere quando arrivai al suo pomo d’Adamo per poi risalire, in una lieve carezza, ai suoi capelli . Erano morbidi, senza gel , lasciati sbarazzini , ma che gli rendevano un’aria così sexy … . Ma lui improvvisamente mi fermò i polsi aprendo gli occhi di scatto e puntandoli nei miei lasciandomi con un groppo in gola. Li odiavo perché mi trasmettevano intensità e mi sapevano reggere, mi sapevano azzittire.

<< Non dovresti .. toccarmi >> mi sussurrò , ma sentì nella sua voce una lieve fermezza che mi fece venire i brividi.

<< Allora neanche tu avresti dovuto farlo ieri sera … >>. Decisa e determinata, questa ero io. Ma lui non demorse e ,avvicinandosi ancora di più, mi fece aderire contro la staccionata del piccolo parco.  Lessi un attimo nel suo volto lo sbigottimento di quella risposta datagli e sembrava incerto su quello da dirmi.

<< L’ho fatto perché sono uno stupido sennò non l’avrei mai pensato >> mi disse sorridendo sghembo , ma quello che arrivò a me non sembrava tanto una frase scherzosa , bensì .. un insulto.  Voleva dire che forse se non era in quel caso, da soli, non l’avrebbe mai fatto? Voleva  dire che gli facevo pena ? Sentì gli occhi inumidirsi e vidi che si accorse del mio cambio d’umore e subito il suo volto si colorò di preoccupazione . Ma di che ti preoccupi?

<< Capito … ora me ne vado >> dissi risoluta cercando di mascherare una leggera inclinazione della voce. Stupida, incosciente che non ero altro. Lo sapevo che lui era uguale agli altri, lo sapevo … ma cosa mi importava? A me lui non  piaceva …
E allora perché stai per piangere, Arianna?
Zitta! Lo spostai di peso correndo verso l’entrata del locale, ma sentì la sua mano fermarmi e farmi voltare.

<< Non volevo dire che l’ho fatto per divertimento, Ari >> mi disse mentre si mordeva il labbro leggermente dispiaciuto. Strattonai il braccio con forza liberandomi della sua presa insistente.
<< Dovevi pensarci prima di dirle quelle cose … >> sibilai e me ritornai dentro lasciandolo solo in quella buia notte che mi aveva fatto provare troppe cose … .
 

BIIP … BIIIP .

Sbattei una mano sul comodino per cercare di spengere la sveglia, ma mi accorsi che non era il suo suono. Mi tirai su a sedere nel letto e vidi il telefono lampeggiare per un nuovo messaggio . Guardai l’ora. Sbuffai … e adesso chi era a rompere alle due di notte?

“ Sono un’idiota .. un coglione tutto quello che vuoi LScusa … non l’ho fatto per divertimento , l’ho fatto … perché sentivo di farlo e mi è piaciuto più di un bacio … “

Rimasi letteralmente a bocca aperta a quelle parole e sorrisi come una stupida.

“ E con ciò dovrei prendere in considerazione le tue scuse? :P “  risposi . Oddio sembravo un ‘adolescente con il primo fidanzatino. Ma no! Che cavolo andavo a pensare! Era fidanzato e poi io mi stavo frequentando con Danny . Ma allora perché mi sentivo così felice? Un Bip mi fece riscuotere ed afferrai il cellulare di scatto.

“ Divertente -.-“ E dai! Scusa! Non puoi tenermi il muso domani! Lo sai che c’è la verifica di mate no? Eeheh .. amica di penna! xD “ . Stupido celebroso patentato! Voleva lo perdonassi almeno domani gli facevo copiare il compito? Ah , no! Se lo scordava proprio.

“ Uhm .. fammi pensare .. NO! E guai a te se tiri fuori un’altra delle tue stupidi frasi romantiche perché con me non attaccano ù.ù “ 

“ >.< … a parte gli scherzi , davvero non tenermi il muso domani … adoro quando sorridi :D “ . Alzai gli occhi al cielo e sorrisi di rimando .

“ Ok .. perdonato! :P A domani Italians! “

“ A domani puffa acida :P ‘Notte “ . E così con quell’ultimo messaggio mi addormentai più serena e forse , con qualcosa in più nel mio cuore … .

- Angolo Autrice 

Bene! Siamo arrivati al capitolo 4 dove c'è la festa di compleanno! Forse il comportamento di Andrea vi potrà sembrare strano, ma a tutto c'è un valido motivo! Come sempre , lo so potrei risultare noiosetta >.< xD, vorrei vedere qualche recensione per sapere che ne pensate della mia storia! 
SoFunny 
 
 

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Capitolo 5
*** Le parole fanno più male di uno schiaffo ... ***


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Capitolo 4

“I let it fall, my heart,And as it fell you rose to claim it.
It was dark and I was over,
Until you kissed my lips and you saved me.
My hands they’re strong, but my knees were far too weak,
Stand in your arms without fall into your feet,
But there’s a side to you that I never knew, I never knew.
All the things you say that where never, where never true,
And the games you play, you always, always win “


-Set Fire to Rain –

Giovedì .

La mattina, il momento del giorno che odiavo di più. Mi ero svegliata con delle occhiaie orribili, residui della nottata trascorsa a rimuginarmi nei pensieri. Troppo confusi e … non avevo capito niente di quello che mi stava succedendo. Essere gelosa, provare tutte quelle cose assieme … neanche Johnny mi faceva sentire in questo modo. Sbuffai sonoramente mentre intravedevo davanti a me il cancello della scuola. Avete presente l’Inferno di Dante? B’è era la stessa cosa. Quella scuola era un vero tormento, fatto di prof che minacciavano e che ti lanciavano occhiate sprezzanti. Avrei fatto a meno di essermi iscritta lì, ma dopotutto era la scuola migliore nella città e mi dovevo accontentare. Calai giù il cappuccio della felpa viola che indossavo e tolsi le cuffiette che in quel momento sfumavano verso la fine di una canzone. Non ero patita per la musica House perché non sapeva trasmettermi quei brividi che mi trasmettevano quelle canzoni d’amore, quelle che l’estate ascoltavi alla radio e che imparavi a memoria subito. Sorrisi quando vidi Simon, come sempre, aspettarmi seduto sul muretto mentre si fumava una sigaretta. Ahia … brutto momento. Alcune volte gli prendevano quei giorni no e lo vedevi con una scatolina di sigarette a portata di mano. Di solito era per colpa di sua madre che lo trascurava , ma … era strano perché per quella settimana lei era in viaggio di lavoro con la mia , visto che lavoravano nello stesso ufficio. Mi avvicinai cauta e lo vidi girarsi quando si accorse della mia presenza. Mi rifilò un cenno con la testa e poi continuò a guardare avanti a se assorto nei pensieri. Guardai nella sua stessa direzione e quello che vidi mi lasciò un momento basita. Judith che era arpionata ad un ragazzo? E gli sorrideva pure! Mi era scappato qualcosa la sera scorsa, allora. Ma subito un senso di vertigine mi attanagliò. Pensai a Simon, che la guardava con quegli occhi da innamorato , mentre sentiva nello stomaco tutto fuorché amore … . vedevo il suo volto corrucciato dalla rabbia, gli occhi socchiusi e irritati da quella visione. Ma potevo capirlo , chi non si sarebbe arrabbiato vedendo il ragazzo del quale eri innamorata baciare un altro?

<< Sono un coglione … >> sospirò prendendosi il viso tra le mani e gemendo piano. Mi misi a sedere accanto a lui appoggiando la testa sulla sua spalla coperta dal un giubbotto caldo . Non era colpa sua, non poteva esserlo. I suoi sentimenti non erano uno sbaglio. Non aveva fatto niente per meritarsi un colpo al cuore. Ma lei non sapeva che lui ne era innamorato. 

<< Non è affatto vero, Simon >> gli dissi alzando gli occhi e incontrando i suoi leggermente tristi. Lui sospirò portandosi una mano nei capelli e guardò oltre la mia spalla sorridendo leggermente.

<< Arriva il tuo amichetto >> mi sussurrò all’orecchio e io arcuai un sopracciglio guardando dietro di me, mentre sentivo il respiro accelerare mano a mano che mi giravo perché sapevo chi si stava avvicinando. Gli sorrisi leggermente mentre lo scrutavo. Portava dei jeans neri e una felpa blu della Carhartt che gli fasciavano perfettamente il fisico. Era strano però … sorrideva come se era felice. Bah … erano i miei occhi a farmi immaginare tutto.

<< Ehi!>> disse mettendosi davanti a me e al mio amico che rideva sotto i baffi mentre vedeva la mia espressione da pesce lesso. Gli rifilai una gomitata e lui si zittì tenendosi il punto leso.

<< Wow .. che bello avere due amici maschi tutti per me!>> dissi io ridendo mentre ancora stavo con la testa appoggiata a Simon , il quale mi diede un bacio sui capelli prolungandosi, per i miei gusti, un po’ troppo. Guardai verso Andrea il quale guardava da tutt’altra parte irritato. Di certo non irritato per me!

<< Almeno scaturisci l’invidia delle ragazze qui >> mi disse il mio amico ridendo mentre mi abbracciava. Ma aveva bisogno di un orsacchiotto? Che gli prendeva tutto d’un botto?

<< E anche di qualcun altro … >> sussurrò Andrea lievemente che temetti di non aver sentito, ma Simon invece lo sentì perfettamente e fermò di colpo la sua risata incuriosito. Ma non disse nulla e continuò a parlare e a parlare facendomi sbuffare. Andrea era tutto fuorché a proprio agio. Lo vedevo sbattere un piede ripetutamente per terra, sbuffare infastidito mentre fumava. E diamine era così sexy mentre stringeva tra le labbra la sigaretta imbronciando il volto di poco. Avrei voluto tanto essere … Scossi la testa alzando gli occhi al cielo. Ma che pensieri andavo a fare? Paragonarmi ad una sigaretta? Pazza! Avevo seguito i suoi movimenti come rapita. Tutto mi rapiva di lui, sembrava una magnete ed io una calamita che veniva attratta ad ogni singolo movimento. Affascinante, sexy e … proibito. Una miscela che attirava qualsiasi ragazza presente in questa scuola. Lui forse non se ne rendeva conto, ma ogni volta che camminava tutte lo guardavano rapite seguendone i movimenti. Ed io ? Io niente. Ero una sciocca che pensava a chissà che , alla quale non importava di lui, ma che quando se lo ritrovava a pochi centimetri andava fuori di testa, diventava gelosa … cosa voleva dire ciò? Neanche sapevo spiegarmelo. Sembrava infastidito che mi trovavo abbracciata al mio amico, il quale non faceva che rivolgermi attenzioni come se ero la sua ragazza.

<< Oh, ragazzi, è suonata. Entriamo >> disse Simon dopo aver raccontato di quando eravamo caduti dalla ringhiera per prendere delle ciliegie. Ma chissà come a lui non importava di quel racconto, sembrava che lo facesse solo per prendere in giro Andrea, per vedere una sua possibile reazione . Eh cavolo, ne aveva avuto a migliaia. Scesi dal muretto con un balzo e mi diressi verso la mia classe , ma venni fermata da Simon che prima di darmi un lungo bacio sulla guancia( un po’ troppo vicino alle labbra per i miei gusti), guardò oltre la mia spalla. Appena mi lasciò andare vidi il mio compagno di banco entrare in classe leggermente arrabbiato . Forse i suoi genitori lo avevano sgridato o era successo qualcosa che lo aveva fatto irritare. Entrai in classe e una Judith alquanto euforica mi prese il braccio portandomi a sedere sul suo banco.

<< Ho conosciuto un ragazzo!>> come se non lo avessi visto … .

<< Si chiama Christian ed è veramente carino. Oggi pomeriggio ci esco! >> disse poi eccitata ed io le sorrisi. Ma che diamine … a lei piaceva Simon , a lui piaceva lei. Perché non gli confessava i suoi sentimenti una volta per tutte?Vedevo che ci stava male, la vedevo tutti i giorni in mensa mentre le guance le si coloravano di quel rosso tenue e sorrideva imbarazzata quando lui le rivolgeva la parola.  

<< Non voglio sembrarti scortese .. però so che non ti piace Judy >> le sussurrai piano per non farmi sentire dalle ragazze vicine che avevano aguzzato le orecchie. La vidi allargare gli occhi sorpresa, ma poi lì abbassò triste conscia del fatto che il suo cuore ormai apparteneva ad un altro. Forse per lei era tutto impossibile, ma sapevo nel profondo che non voleva lasciarlo perdere.

<< Ormai il danno è fatto e so per certa che nessuno mi ruberà il cuore come ha fatto lui, ma devo andare avanti. Non mi vuole e mi vede solo come un’amica .. Capisci?>> mi disse e sentì la sua voce leggermente incrinata. L’abbracciai forte a me trasmettendole tutto l’appoggio che le davo, ma speravo in me che quell’amore che aveva dentro non cessasse di ardere perché sapevo per certa che tra pochi giorni , quell’amore sarebbe sbocciato .

<< Niente è perduto >> le dissi prima di sciogliermi dall’abbraccio e la vidi aggrottare le sopracciglia, ma non ebbe il tempo di ribattere perché la campanella suonò portando inizio alla lezione di matematica che prevedeva quella agognata verifica. Andai a sedermi al mio posto vicino ad Andrea che si spostò non appena il mio braccio sfiorò il suo. Arcuai un sopracciglio sorpresa mentre lo vedevo mordersi le labbra nervoso.

<< Che hai? >> gli chiesi mentre appoggiavo l’astuccio sul banco assieme al mio diario. Lui sbuffò in risposta provocandomi una rabbia che non credevo di avere.

<< Cazzi miei >> rispose piatto, senza emozioni. Il suo volto imperscrutabile, privo di sorriso e qualsiasi altra forma di felicità , mi facevano venire i brividi. Il suo modo di rispondermi mi aveva provocato una fitta la petto. Sembrava … scostato , diffidente …

<<  Ehi , stai calmo! Ti ho fatto solo una domanda! >> sbottai io al limite della decenza. Mi faceva arrabbiare che si comportasse in questo modo! Sembrava che tra noi non potesse mai esserci un approccio di amicizia perché, chissà per quale motivo, lui alla fine si incazzava e sbottava parole senza senso.

<<  B’è vedi non rompermi i coglioni che già mi girano >> rispose digrignando i denti e in quella frase e in quei minuti non mi aveva nemmeno rivolto lo sguardo. Deglutì piano sentendomi tipo offesa a causa del suo modo di rispondermi.

<<  Si vede! Ti sei spostato a tre metri da me! Non ho i pidocchi io!>> parole sussurrate dalla rabbia, parole che mi scaturirono energia a rispondergli, ma mai mi sarei aspettata una simile risposta da lui …

<<  Lo so , ma le sfigate devono stare lontane da me >> … e sentì la barriera cedermi, una lama infuocata la ruppe facendola cadere a pezzi nel mio cuore. Un campo in armi, un cuore in battaglia che era stato sconfitto da quelle parole. Sentì qualcosa pizzicare alla base degli occhi e qualcosa di caldo scendermi lungo la guancia. Stavo … piangendo? No, piangevo perché quando aveva detto quelle parole lo aveva fatto guardandomi trasmettendomi tutta la sincerità assieme a quello schifoso ghigno che avrei voluto strapparglielo dalla faccia.

<< Perché mi tratti così?>> dissi con voce incrinata mentre cercavo di ricacciare indentro quelle lacrime che diamine, volevano scendere per fargli vedere quanto male mi aveva provocato. Allora era vero che le parole facevano più male di uno schiaffo. Mi sentivo una merda, un perfetto schifo e solo per causa sua .

<< Perché?Come vuoi essere trattata? Vai a scoparti il tuo Danny invece di rompere a me … >> mi rispose sibilando girandosi verso di me, ma questa volte non era un sorriso che vidi sulle sue labbra, ma vidi disgusto nei suoi occhi. E quello fece traboccare il vaso …

<< Mi fai schifo >> dissi sentendo le lacrime premere per scendere libere sulle mie guance accaldate. Mi alzai e fregandomene della professoressa che stava entrando in quel momento, andai in bagno, chiudendomi dentro e piangendo. Lacrime di odio, lacrime mischiate a quel cazzo di sentimento che stava nascendo e che io cercavo di nascondere. Perché mi sarei vergognata a mille a rivelarglielo , perché mi sarei vergognata a dirgli che mi piaceva … per lui non ero niente, per lui ero solo la classica amica di banco che gli faceva copiare i compiti ed io come un’idiota avevo pensato a di più mentre sentivo lo stomaco contorcersi dal disgusto per i miei insulsi pensieri. E le lacrime scendevano lasciando delle minuscole cicatrici che mi avrebbero accompagnata per sempre, che sarebbero rimaste con me .. cicatrici che mi avrebbero fatto ricordare che i maschi non sarebbero mai cambiati … .

Lacrime che forse in quel momento non sarebbero servite a  niente …
 

************

 
Non avevo mai odiato la scuola come in quel giorno. Mi faceva conoscere persone speciali,ma anche orribili. E lui era orribile. Avermi dato della puttana non sapendo niente di me, non sapendo che ogni giorno che passava i suoi modi di fare mi stavano entrando dentro, imprimendoli nel mio cuore senza farmeli dimenticare.

Perché lui forse stava diventando qualcosa di più …

Sbattei la testa contro il tronco dell’albero mentre avevo gli occhi chiusi che bruciavano e le guance che scottava per quanto erano calde, ma il freddo di quell’inverno fermava tutto. Fermava
anche me, stanca di essere presa in giro da dei ragazzi, stanca di non poter vivere la mia vita … . Aprì gli occhi trovandomi di fronte i miei due amici con le loro merende in bocca mentre mi scrutavano tristi.

<< Lo so, sono una stupida bambina >> dissi io tirandomi su a sedere e loro scossero la testa in disappunto. Forse per loro non lo ero perché mi conoscevano , ma per lui invece si. Piangere era da persone immature, persone che non riuscivano ad andare avanti.

<<  Non sei una bambina , Ari >> disse Judy nello stesso momento che Simon disse << E’ un coglione senza cazzi >> ed io risi piano. Avere due persone così speciali accanto a me era il meglio che potevo chiedere. Mariah? Mariah non mi capiva mai e forse neanche aveva capito quello che era successo perché a lei importava solo di se stessa .

<< Mi ha umiliata dandomi della puttana … e io … >> dissi balbettando per l’incredulità di quelle parole. Non riuscivo  a farmi venire fuori quelle parole, troppo segrete, troppo umilianti .. come …

Una bambina innamorata .

Ma non era amore, no e lo sapevo. Ma sentivo che eravamo lì vicini …

<< Tu cosa? Ari ….? >> mi disse Simon leggermente preoccupato. Aveva capito. Aveva capito che mi stavo affezionando a lui, aveva capito che dopotutto stava diventando importante ed io lo lasciavo diventare importante perché …

Ero una bambina … .

<< Non voglio … >> dissi con voce incrinata. Bene! Stavo per piangere di nuovo! Loro lo intuirono e mi abbracciarono insieme mentre i loro respiri si seguivano ai miei singhiozzi che non venivano assolutamente meritati per quella persona …. .
 

******************

 
Entrai in classe sentendo gli occhi di tutti su di me. Doveva aver fatto scalpore : Ragazza che esce dalla classe con le lacrime agli occhi. Sospirai e andai a sedermi accanto a Judith visto che Mariah si era messa vicino a lui e cinguettava amorevolmente come due fidanzatini. Schifoso … . Simon e Judy erano preziosi e unici, mi avevano fatto risollevare il morale con le loro stupide battutine senza senso e mi avevano fatto promettere che non mi sarei mai fatta prendere da lui. Che non mi sarei mai innamorata di lui perché mi avrebbe fatta soffrire come Johnny. Ma il dolore che mi stava facendo provare non era affatto paragonabile al suo. Ma improvvisamente mi arrivò un bigliettino sul banco e mi girai per vedere chi me lo aveva mandato. La aprì con cautela cercando di non farmi vedere dalla professoressa di lettere che stranamente quella mattina non mi aveva presa di mira. Forse aveva capito che non era aria … effettivamente … .

Scusami,ma credimi quando ti dico che non le ho pensate quelle cose. Vorrei dirti perché mi sono comportato così, ma non posso …

Un tuffo al cuore. I battiti che diminuivano e quel senso di disgusto che trapelava sulle mie labbra . Mi veniva a chiedere scusa ? Dopo avermi dato della prostituta? Sorrisi amaramente e buttai sotto al banco quell’insulso bigliettino. Non poteva fregarmi così , non poteva farsi perdonare con queste semplici paroline. Stupido, coglione, stronzo, idiota, scemo … mi strinsi le mani cercando di prendere la calma , ma alla mia amica non sfuggì la mia espressione .

<< Solo uno stupido ragazzino non può dirti le cose in faccia .. lascialo perdere , è solo uno stronzo che non ammette che a te ci tiene più di quanto creda >> sussurrò cercando di non farsi sentire alla prof , ma io scossi la testa e alzai gli occhi mentre con il dito seguivo le curve del disegno che avevo fatto sul diario un po’ di giorni fa.

<< Non dire cazzate Judith … >> dissi decisa sorridendo amaramente e lei sospirò decidendo che su questa cosa non aveva voce in capitolo , fino ad ora …

Perché ognuno ha voce in capitolo, ognuno vede cose diverse dall’altro .. ognuno ha una propria opinione …


Comunque la lezione seguì velocemente, tra risate per le battutine dei miei amici e commenti poco fini su alcuni artisti delle opere. Dopotutto andavo a rammentare che quella giornata poteva anche andare meglio, ma non volevo ritornare di nuovo su quello stupido argomento. Mi ero promessa che lo avrei lasciato fare, che lui doveva farsi perdonare … non ero una santa, non avevo il dono di essere sempre gentile e rispettosa con tutti.  E quando uscì dalla scuola il mio umore salì alle stelle quando vidi Danny aspettarmi appoggiato al cancello della scuola con un sorriso che andava da un orecchio all’altro. Corsi verso di lui lasciando Judy assieme a Simon e mi fermai a pochi centimetri giusto il massimo per guardarlo bene in faccia.

<<  A cosa devo questa visita?>> gli chiesi punzecchiandolo un po’ e lui mi sorrise avvicinandosi pericolosamente. No , cavolo …

<<  Volevo vederti >> sussurrò vicino al mio orecchio mentre sentivo le sue braccia circondarmi la vita attirandomi a sé. Ma non erano le sue braccia. Basta! Arianna smettila di pensare sempre a lui, smettila una volta per tutte. Ti ha ferita e tu continui a pensarlo?

<< Carino da parte tua >> gli risposi ridendo piano mentre mi alzavo sulle punte per stringerlo di più a me. Perché in quel momento avevo bisogno di un abbraccio amico, avevo bisogno di lui … ma non volevo raccontargli quello che era successo.

<< Lo so .. ti va di uscire questo pomeriggio?>> mi chiese allontanandosi un pochino , ma giusto il minimo per guardarmi in volto e vedere un sorriso dipingersi sulle mie labbra avvolte dal burro cacao alla ciliegia.

<< Certo che si!>> dissi io ridendo e poi gli diedi un bacio sulla guancia scompigliandogli i capelli mentre ridevo , ma non avevo fatto i conti in quel momento di un’altra persona che mi stava guardando …
 
POV JUDY

Insolente, stupido, spocchioso , arrogante , ma ….. bellissimo, simpatico, sexy … Simon era questo per me. Mi aveva rubato il cuore già dal primo giorno che lo avevo conosciuto, ma avevo lottato per poter dire che non era affatto vero quello che provavo. Alla fine però le cose venivano sempre a galla e ammetterlo mi aveva tolto un grosso macigno dal petto. Ma lui? Non sapevo cosa provava, lo vedevo ridere con le altre, ma sentivo il suo sguardo su di me. Questa mattina lo vedevo guardarmi mentre fumava quella dannata sigaretta che gliel’avrei strappata dalle labbra. Aveva continuato a fissarmi incurante delle ragazze che lo guardavano rapite, b’è perché lui era il solito ragazzotto fighetto che a tutte piaceva. E irrimediabilmente aveva rubato il mio cuore. Quella mattina avevo cercato di trovarmi un altro ragazzetto con cui poter uscire, giusto per compagnia, ma non avevo fatto i conti con l’amarezza dello sbaglio che stavo facendo. Mi sembrava come se lo stessi tradendo e poi ero rimasta parecchio sorpresa da quello che mi aveva detto Arianna “ Niente è perduto “. Che avesse voluto dirmi qualcosa? Che avesse voluto farmi intendere che con Simon c’era una possibilità? Sospirai mentre aspettavo il pullman che mi avrebbe portata a casa. Era brutto starsene da sola oggi senza la mia Ari. Lei era ritornata a casa accompagnata da Danny e finalmente avevo potuto vedere un sorriso trasparirle su quelle labbra che poco prima erano imbronciate dalla tristezza. Vederla piangere per un ragazzo che non se la meritava mi aveva fatto capire una cosa. Ari non aveva mai pianto per Johnny, certo ci era rimasta male e anche tanto, ma per Andrea sentivo che provava qualcosa di più e lui si stava lasciando portare via quest’occasione da un suo vecchio amico. Si vedeva lontano un chilometro che anche a lui piaceva. Quando avevo visto l’Ari andare verso Danny, Andrea si era fermato di botto mettendosi a sedere sul muretto mentre si accendeva una sigaretta e li guardava. Avevo visto il pugno stretto, la mascella contratta, gli occhi rabbiosi e liquidi del ragazzo … perché averle detto quelle cose? Per rabbia? Perché era geloso? Ma avevo deciso che io non avevo voce in capitolo, non potevo mettermi in affari che non mi riguardavano anche se si trattava della vita della mia migliore amica. Ma la cosa era una . O lui cercava di nascondere il suo sentimento, o aveva solo paura … come lei aveva paura di innamorarsi … due teste cocciute e due cuori inesperti erano il succo di quell’anno. Sarebbe sbocciato l’amore? Chi lo sapeva? Bisognava solo stare a guardare …
 

POV ARIANNA
 
Venerdì pomeriggio.

Strana. Ecco l’aggettivo adatto a me. Strana perché quel bacio che avevo dato a Danny sulla guancia mi era sembrato dannatamente sbagliato ripensandoci. Strana perché mi ero accorta che ogni giorno che passava lui mi piaceva ogni giorno di più. Avevo forse dato inizio a qualcosa che io nemmeno volevo.  Certo, mi piaceva Danny , ma con Andrea non era solo attrazione fisica sentivo in tutte le particelle del mio corpo che era qualcosa di più. Ma come poteva un corpo innamorarsi, come poteva se era fatto solo di carne e non di pensiero? Come faceva lui a smuovere tutti quei brividi e a farmi sentire speciale ? Era passato un giorno esatto e lui nemmeno mi aveva rivolto la parola. Mi ignorava e forse faceva bene, ma per il mio cuore non era così. Chi seguire? La mia mente o il mio cuore? Mia madre mi aveva detto : “ Se il cuore non va in sintonia con la mente allora non è amore … “ . Il mio allora non era amore. Sospirai sentendomi meglio e nello stesso momento sentì il campanello suonare. Chi era quest’ora? Mi alzai e andai in soggiorno senza importarmene chi era visto il mio abbigliamento un po’ trasandato. Portavo dei calzoncini corti, le mie infradito e una maglietta larga a maniche corte. Quando mi rintanavo in casa diventavo peggio di uno scoiattolo ( :D ) . Mi ritrovai davanti all’entrate Simon con un sorriso che gli partiva da un orecchio all’altro e sulle mani un pacchetto di popcorn e patatine ed un film. La nostra serata  film! SI! Saltai sul posto scoccandogli un bacio sulla guancia che risuonò in tutta casa.

<< Guarda non ti aspettavo proprio!>> dissi scherzando io mentre guardavo quei sacchetti come impossessata. Mangiavo schifezze a tutta volontà , ma che potevo farci se ha scuola e a pranzo mangiavo poco o niente?

<< Mi adori, è?>> disse notando il mio sguardo sulle patatine ed io risi.

<< Si! Dai guardiamoci questo film!>> dissi sfilandoglielo dalle mani , ma appena lessi il titolo spalancai le labbra indignata. Oddio no! Non volevo vedere .. quella cosa! Feci una faccia schifata e mi girai tenendo il DVD tra due dita mentre vedevo il mio amico sghignazzare. Certo per lui era normale! Idiota … .

<< Non lo riguarderò mai Sex And The City, Simon!>> sbottai inviperita e lui scoppiò, alla fine, a ridere. La sua faccia era rossa come un peperone ed avevo paura che tra poco gli sarebbe scoppiata. Oddio .. risi dei miei maligni pensieri, ma quando lo vidi tenersi la pancia gli diedi una sberla in testa .

<< Dai almeno ci stanno anche scene succose per un maschio! >> disse rianimandosi mentre ancora il suo viso aveva un lieve rossore. Vedevo i suoi occhi brillare dal ridere e quasi temetti che per poco non si metteva a piangere. Il solito stupido … . Alzai le braccia al cielo e le feci ricadere pesantemente lungo i fianchi sbuffando.

<< Ti odio!>> sbottai, ma poi mi presi le mie meritate patatine e mi misi a sedere sul divano mentre lui metteva il CD nel lettore. Da quel momento sarebbe iniziata quell’agonia ed infatti … . Simon non faceva altro che ridere per quelle scene imbarazzanti che a me mettevano in totale imbarazzo , mentre mi mettevo il cuscino davanti alla faccia per non vedere quelle scene … disgustose. I maschi , i soliti pervertiti. Nessuno era diverso e nemmeno quel decelebrato del mio amico che seppure era innamorato continuava a guardare film .. lasciamo perdere! Ma finalmente quando quell’agonia finì, mi alzai con la faccia tutta rossa dalle risate mentre il  mio amico tutto serio , prendeva i libri dallo zaino che si era portato. Il solito studioso. A differenza di me , lui voleva tutto alla perfezione, mi risentiva le cose che c’erano da studiare e se non capivo una cosa me la rispiegava dandomi anche qualche sberla di sufficienza se lo prendevo in giro. Cavolo, se portava quegli occhiali Ray- Ban imbarazzanti , che ci potevo fare? Ma proprio mentre stavo scrivendo un equazione degna di un filosofo , lui se ne uscì con una domanda che mi fece arcuare le sopracciglia.

<<  Sai perché gli uomini vengono definiti stronzi?>>. E ora che diamine c’entrava? Picchiettai la matita sul quaderno mentre decidevo se mi stava prendendo in giro o faceva sul serio. Ma no .. era dannatamente serio con quella faccia rivolta a leggere sul libro, la matita tra le labbra e il dito che scorreva lentamente su quei disegni geometrici che mai avrei capito. Ma quando si accorse che non rispondevo, alzò gli occhi e li puntò nei miei.

<< Illuminami genio >> dissi alla fine sospirando appoggiandomi al divano con la schiena.

<< Perché gli stronzi sono proprio quei ragazzi che cercano di nascondere i loro sentimenti e dicono cose che non sono vere>> mi disse semplicemente come se era la cosa più naturale del mondo , quella più plausibile. Si stava forse riferendo ad Andrea? Rimasi sorpresa. Perché proprio lui doveva venirmi a dire quelle cose se prima mi aveva espressamente detto che era un coglione e che dovevo lasciarlo perdere?

<< Non esiste la tipologia stronzi solo per il gusto di esserlo? >> dissi acida sbattendo la gomma sul quaderno che poi cadde per terra rimbalzando. Simon sbuffò alzando gli occhi al cielo. Già stronzi … stronzi solo perché volevano esserlo. Ma poi perché? Perché essere qualcuno di diverso ? Essere una stupida maschera? Odiavo i soliti bulletti che si credevano chissà chi ma che alla fine valevano poco, alla parità di chiunque altro. Ognuno aveva un proprio carattere, forse più o meno simpatico dell’altro. Ma cavolo … alla fine noi ragazze eravamo sempre quelle che si innamoravano degli stronzi. Forse perché erano impossibili, forse perché amavamo l’avventura forse perché … volevamo che quella storia continuasse all’infinito tra  i vari continua e molla. Ma alla fine la verità veniva a galla, alla fine i sentimenti si facevano vedere .. ma io .. io non volevo dirli. Perché mi avrebbe presa in giro ,perché per lui  ero …

Solo un’amica …

Già ed era già difficile dopo quello che mi aveva detto credere ancora a quella stupida parola. Perché si, avermi dato della prostituta mi aveva fatto sentire inutile , come un sacco di macerie insulso ai suoi occhi che in quel momento mi avevano guardata con disprezzo. Perché per lui ero un sacco da buttare, una delle solite ragazzine patetiche … Diamine, in così pochi giorni mi aveva sconvolto tutto .. tutti i miei piani , tutte le mie certezze … . Non ero vicina all’amore, lo sentivo .. era solo che …
Stava diventando più di un amico.
Ed io non volevo farlo diventare in quel modo. Dio aveva una ragazza che al cospetto del mio, era la dea scesa in Terra. Perché guardare me? Una ragazza semplice, che rideva sempre, sgangherata e con ancora le ciabattine di Winnie the Pooh. Ridicola in poche parole …

<< Ari … lo sai anche tu che non voleva dirle quelle cose >> mi sussurrò vedendomi leggermente persa nei miei pensieri. Scossi la testa sorridendo amaramente. Se non li pensava perché
allora li aveva detti? Perché puntarmi addosso la sua rabbia se non era contro di me? Ma alla fine , gli uomini erano tutti uguali , forse più gentili o meno … ma essere orgogliosi e testardi non glielo levava nessuno.

<< Non me ne frega niente! Ormai le ha dette e se non voleva dirle b’è che se ne era stato zitto che mi faceva un favore enorme!>> sbottai acida e mi versai un po’ d’acqua nel bicchiere facendone cadere qualche goccia per il nervosismo.

<< Ti frega, ti frega … Solo perché sono un maschio posso capirlo>> mi rispose mentre continuava a guardarmi, mentre scrutava i miei occhi pensierosi, le mie labbra che mordicchiavano la penna nervosi … ero come un libro aperto per lui e su questo non potevo farci niente .

<< Non siete tutti uguali , Simon >> dissi, ma era l’unica cosa sensata che ero riuscita a dire. Parole e solo parole , ma niente fatti … perché in realtà io non riuscivo proprio a catalogare
Andrea. Misterioso e con mille segreti sulle spalle. Proprio il genere di ragazzo che attirerebbe anche una mosca. Feci una smorfia a quella constatazione.

<<  Ari … a lui interessi, si vede da come ti guarda e ieri sera vi ho visti mentre eravate in giardino. Che ne so, forse ha paura , paura di innamorarsi perché sa che con te potrebbe andarci vicino .. ma sento che c’è una forte attrazione e su questo non puoi dire di no>> mi disse serio e , Dio, come aveva ragione. Provavo una fortissima attrazione fisica per lui e quando lo avevo toccato, avevo sentito il mondo esplodere per tutta la miriade di sensazione che avevo provato. E toccare quelle labbra era stato come una scossa elettrica che mi aveva fatto aumentare il battito del cuore.

<< Peccato però che per lui non sia la stessa cosa .. ti prego continuiamo a studiare?>> dissi seccata mentre mi passavo una mano tra i capelli e lui annuì. Forse alla fine lo avevo stufato con la mia solita testardaggine che nemmeno io adoravo più di tanto. Anzi, ne volevo proprio fare a meno. Essere orgogliosi però qualche volta portava a qualcosa  solo che in quella circostanza sentivo che mi stavo facendo del male da sola …
 

*******************

Simon se n’era andato dopo un po’ portandosi via, meno male, quel film che non avrei rivisto per nulla al mondo. Cosa c’era di più scandaloso se non vedere l’amichetto di un uomo? Bleah! Rimisi a posto le scartoffie lasciate sul pavimento e mi andai a fare una rilassante doccia, levandomi tutto lo stress di quella giornata. Dopotutto quella mattina non era cambiato niente, a parte l’indifferenza di Mister Italians. Mi ignorava e neanche mi aveva degnata di uno sguardo e la cosa mi aveva provocato un movimento alla base dello stomaco veramente … fastidioso. Non era normale o almeno non potevo provare quel senso di vuoto. Ma i miei pensieri vennero interrotti dal suono del campanello. Con ancora i capelli avvolti nell’asciugamano e con indosso il mio pigiama, mi diressi ad aprire e quando lo feci il mio cuore ebbe un tuffo mentre sentivo quegli occhi guardarmi intensamente pieni di rammarico e in quel preciso istante mi sentì bene come se tutto alla fine fosse tornato al suo punto di partenza …
 

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Capitolo 6
*** Lui sta diventando qualcosa di più ***


- Ed ecco un nuovo capitolo! Innanzitutto grazie a tutte quelle che stanno leggendo la mia storia, anche se vorrei avere qualche recensione per sentire i vostri commenti o anche le vostre critiche, sia chiaro xD Spero che questo capitolo vi piaccia e … Buona Lettura!
 
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Capitolo 5

 
 


Era come bruciare, ardere. I suoi occhi caldi e intensi mi facevano sentire così. Semplice e … inutile. Mi rendevano nuda a lui , esposta di tutti i miei segreti, di tutte le mie sensazioni. E ciò mi metteva paura perché forse …

Lui stava diventando qualcosa di più …

E mentre lo guardavo, guardavo i suoi capelli bagnati dalla pioggia che gli ricadevano sulla fronte facendo scendere quelle goccioline lungo il suo viso, lungo le sue labbra aperte in un sorriso timido, lungo la sua gola e fin dentro alla sua giacca nera … guardavo le sue mani che tenevano una  busta del Mac Donald e in quel momento aggrottai le sopracciglia alzando poi lo sguardo incatenandolo nel suo verde smeraldo. E capì. Capì che dopotutto non riuscivo a stargli lontana, perché lui mi faceva ridere, mi faceva provare sensazioni strane e .. in qualche modo sentivo fin dentro le ossa che mi capiva.

<< Posso entrare? >> mi chiese mentre vedevo il suo sorriso allargarsi. Stupido, strafottente e …. Dolce … . Ma che cazzo di pensieri andavo a fare? Ok, era andato a comprare la cena per noi due e evidentemente voleva farsi perdonare ma … perché adesso? Perché? Poteva farlo anche quella mattina ed invece mi aveva ignorata bellamente.

<< E se ti dicessi di no? >> dissi socchiudendo gli occhi mentre battevo nervosamente il piede a terra. Si , cazzo, ero nervosa .. nervosa perché vederlo lì a pochi passi da me e sentire i suoi occhi guardarmi mi provocava una grossa fitta al petto che mi faceva aumentare i battiti.  Lo vidi sorridere e staccarsi con la mano dallo stipite della porta sbattendo le braccia lungo i fianchi.

<< B’è se la metti così, allora vorrà dire che mi mangerò questi due Big Mac da solo a casa mentre mi guardo il Diario del Vampiro sapendo però che avrei voluto guardarlo con la mia puffetta acida >> mi disse lui inclinando di poco il volto come se voleva scrutarmi per vedere qualsiasi reazione da parte mia. Come faceva  a sapere che adoravo, anzi amavo, il Diario del Vampiro?  Gli sorrisi . Ma che diamine sorridevo? Pronto? Arianna? Lui era il ragazzo che ti aveva umiliata e tu …

Ma come facevo a resistere a quegli occhi? A quel sorriso?

<< Parola d’ordine? >> dissi sorridendo come una bambina che aveva davanti il suo regalo preferito. Solo che in quel contesto era un regalo proibito, un regalo di carne non di carta … ed io quel regalo lo desideravo con tutta me stessa.

<< Scusa >> mi sussurrò lentamente imprimendo con i suoi occhi il loro significato che mi causò un brivido lungo la schiena.
Perché lui era vertigine, era smania … e per te era proibito.

<< Non basta … >>. Non mi bastava una semplice parola, non mi bastavano quegli occhi ad incendiarmi e ad indurmi come una bambolina di pezza nelle sue mani. Mi sentivo creta, creta che si stava modellando piano piano  a suo piacere e questo mi faceva paura. Ogni suo sorriso mi scaturiva qualcosa, ogni suo sguardo mi provocava brividi … .

<< Scusami per aver detto quelle cose, non volevo , ero arrabbiato per delle cose e ho attaccato a te e non dovevo >> mi disse più sicuro ed io lo guardai. Guardai i suoi occhi puntati nei miei , liquidi … guardai le sue labbra ora dischiuse aspettando una mia possibile risposta .. ma cavolo, i suoi occhi erano la risposta di tutto. Non c’erano parole per descrivere cosa mi stavano trasmettendo …

<<  Perfetto , entra  >> … e sapevano manipolarmi a suo piacimento tant’è che vidi un sorriso aleggiare su quelle labbra perfette prima di entrare e chiudersi la porta dietro firmando la mia condanna. Il ragazzo posò le buste sul tavolo mentre io accendevo la tv e per questo non mi accorsi che Andrea si era avvicinato pericolosamente e mi aveva abbracciata stretta a se. Sentivo le sue mani aperte sulla mia schiena, il suo respiro caldo sul mio collo che mi provocò un lungo brivido che mi fece sospirare. Sentire il suo corpo caldo stretto al mio mi faceva sentire bene, protetta ed io avevo bisogno di questo.

<< Scusa, scusa, scusa, scusa, scusa, scusa … >> cominciò a sussurrarmi ripetutamente ed io risi chiudendo per un attimo gli occhi .

<< Ehi ! Ho capito! Non ancora perdonato del tutto , ma ho capito >> gli dissi scostandomi un pochino per poterlo guardare negli occhi specchi dei miei. Forse era mia immaginazione, o forse il sonno stava già prendendo il sopravvento, ma nei suoi occhi lessi un misto di gioia e felicità. Ed era strano perché al contempo sentivo la stessa cosa anche se ero un po’irritata per le parole che mi aveva detto quel giorno. Ma la cosa che non mi aspettavo proprio in quel momento era un ‘ altra … . Si avvicinò lentamente al mio viso mentre sentivo il suo respiro mischiarsi al mio, mentre sentivo il suo naso sfiorare il mio … ed un esplosione di emozioni mi prese allo sprovvisto. Il cuore, il mio povero cuore ormai confuso, batteva all’impazzata incapace di fermarsi mentre il mio cervello aspettava una sua mossa , perché lui era immobile, con il respiro corto visto che avevo le mani sul suo petto e lo sentivo. Così pochi centimetri, sentivo così caldo o forse era il caminetto? Ma non importava perché in quel momento io ero nella mia bolla assieme a lui, con il fiato sospeso e uno strano formicolio sulle labbra. Lo volevo .. sentivo con tutte le mie particelle che lo volevo, ma non potevo.

Lui stava diventando troppo importante …

Sembrò capirlo anche lui perché sentì le sue labbra sulla mia guancia, calde, bollenti … e chiusi gli occhi a quel contatto. Ma non potevamo fare passi affrettati, mi aveva chiesto scusa poco prima che figura ci avrei fatto se lo avrei baciato? Ma poi .. lo avrei voluto baciare? Il mio cuore diceva di si , ma la mia mente mi intimava di non farlo troppo presa dal pensare di nuovo alla mia sofferenza. Ma quando lo sentì staccarsi da me , sospirai e lo vidi andare a sedersi sul divano in silenzio portandosi i panini. Lo raggiunsi mettendomi al suo fianco e poi presi il telecomando accendendo la televisione e iniziando a guardare il telefilm in silenzio.

<< Certo che qui il Big Mac non è chissà che … >> disse Andrea facendo una smorfia e io risi. Lo sapevo bene che non erano un granché , ma bisognava accontentarsi .

<< Perfettino … >> sussurrai cercando di farmi sentire per vedere che combinava  e in cambio ricevetti uno sguardo assottigliato mentre vedevo il suo volto scurirsi. Bah, non era bravo a fare la faccia da duro! Cercai di trattenermi dal ridergli in faccia .

<< Guarda che ti ho sentito, nana! >> sbottò mangiando un altro boccone del panino al quale seguì un’altra smorfia. Non era vero che erano cattivi! Forse erano un po’ troppo cotti e crudi , ma a me piacevano. Ci credo lui non era abituato alla nostra cucina americana, ma doveva accontentarsi fin quando non sarebbe andato via per ritornarsene al suo paese. E subito una fitta mi colpì. Dio, Ari , ma che ti sta succedendo? Scrollai le spalle e decisi alla fine di non rispondere alla sua provocazione. Ok , lo sapevo che ero bassa quindi non mi dovevo lamentare, no? Continuai , incurante delle sue occhiate maligne, a guardare il telefilm perdendomi a fissare il vampiro Damon con la bava alla bocca. Lui era molto più bello di Stefan ovviamente! Mi piacevano di più i ragazzi oscuri, con quell’aria da tenebrosi e mille segreti da nascondere che poi venivano sempre a galla. E mentre stavo rimuginando nei miei pensieri, non mi accorsi che Andrea aveva preso la maionese e me l’aveva spalmata sul naso facendomi fare un’espressione adirata e buffa mentre lo vedevo ridere sotto i baffi. Così presi un fazzolettino e mi pulì per poi spiaccicarlo in faccia al ragazzo che soffocò un imprecazione ridendo infine.

<< Ok, ok! Siamo pari! >> sbottò ridendo ed io annuì appoggiando la testa sulla sua spalla mentre sentivo il suo braccio circondarmi la schiena. Per un momento chiusi gli occhi sentendomi bene ed a mio agio, perché con lui stranamente non c’erano momenti no. Ovviamente solo quando non litigavano.

<< Da quanto tempo siete fidanzati te e Alice?  >> gli chiesi e mi maledì per quella sciocca domanda. Non mi piaceva affatto quella ragazza, sorrideva sempre e si muoveva da .. Ehm , lasciamo perdere. Mi metteva il nervoso e quella sera in discoteca se continuava a guardarmi presa dalle mie stupidaggini gli avrei rifilato uno schiaffo. Davvero!

<< Te l’ho già detto … da quest’estate >> mi rispose mentre io, con il dito, tracciavo disegni astratti sulla sua maglietta sentendo sotto i polpastrelli i suoi muscoli. Doveva praticare qualche sport e avrei scommesso sul calcio. Tutti i miei amici maschi facevano calcio. Uno sport un po’ violento, ma che a modo suo piaceva anche a me.

<< Ne sei innamorato? >> gli chiesi alzando di poco il viso e sentì il suo respiro fermarsi mentre vedevo i suoi occhi abbassarsi nei miei finché non vidi un tenero sorriso aleggiare sulle sue labbra carnose. E lì capì. Capì che dopotutto ne era innamorato vedendo i suoi occhi brillare, il suo sorriso che mi faceva intendere e quando lo vidi aprire bocca per rispondermi il cuore mi si fermò …

<< No >> … e subito dopo ricominciò a battere. Tum … Tum … Tum … e sotto i baffi sorrisi. Da una parte mi dispiaceva per lei , ma dall’altra .. mi sentivo felice … E questa cosa non andava affatto bene. Anzi, per niente! Ormai ero partita per la tangente , il mio cuore era partito per la fase di non ritorno, ormai ogni volta che sentiva la presenza di Andrea incominciava a battere veloce veloce come una macchinina e sapevo che …

Lui stava diventando qualcosa di più …

<< Sai a volte la invidio, la tua ragazza …  >> dissi io azzittendomi subito dopo per aver detto quella stupidata , ma subito i suoi occhi color verde smeraldo si incatenarono nei miei con quella malizia che non mi promise niente di buono. Il suo sorrisetto si allargò fino ad arrivare agli orecchi e io temetti che avesse capito male. Divenni rossa come un peperone.

<< Non nel senso che la invidio per te! >> sbottai balbettando e salvandomi in corner mentre lo vedevo trattenersi dal ridere. Dio mio, stare zitta mai no, è? Sospirando mi misi distesa sul divano appoggiando la testa allo schienale mentre vedevo Andrea guardarmi con un cipiglio alzato.

<< E’ un invito a nozze? >> mi disse malizioso ed io non capì subito la sua insinuazione ma quando vidi che avevo le gambe completamente spalancate arrossì di botto coprendomi il viso e chiudendo immediatamente quelle gambe che chissà come avevano vita propria . Mi stavo mettendo in imbarazzo da sola, record! Ma improvvisamente sentì le sue mani calde sui miei ginocchi e li mosse per spostarli . Ma che diavolo voleva fare? Lo vidi darmi la  schiena e poi stendersi su di me arrivando a toccare con le spalle il mio petto e sentì i suoi capelli solleticarmi il mento e sorrisi . Le sue mani presero a stuzzicarmi il piede ed io risi visto che soffrivo il solletico. Era così premuroso in quel momento, come un dolce fratello. E la cosa mi piaceva. Mi piaceva che lui mi prestasse attenzione e più di tutte , mi piaceva sentirlo così vicino. Così vicino da sentirne il profumo, vicina da sentirne il calore … .

<< Perché la invidi? >> mi chiese poi spezzando quel silenzio ed io sospirai. La invidiavo per tutto. La invidiavo perché era bella, perché aveva lui, perché poteva baciarlo, abbracciarlo e scherzarci insieme. La invidiavo e il mio cuore sapeva il perché , ma la mia mente no. Confusa e sbarazzina da farmi sorridere ..

<< La invidio perché è bella, perché attira l’attenzione dei ragazzi anche senza far niente ed io non ne sono capace affatto. Io con l’altro sesso non sono una cima >> ammisi mentre prendevo tra le dita i suoi capelli giocandoci. Mi ricordai quel giorno in discoteca, quando glieli avevo toccati, sentendone la morbidezza e subito un brivido mi pervase. Perché ripensai anche a quando avevo toccato le sue labbra … perfette e proibite. Ma improvvisamente , riscossa dai miei pensieri, sentì il ragazzo ridere e inclinare la testa all’indietro fino a sfiorare il mio mento con le labbra  in un casto bacio che mi fece mancare qualche battito perché era terribilmente dolce in quel momento.

<< Ognuno è diverso .. tu attrai i maschi in una maniera e lei in un’altra. A me piaci così come sei infatti >> mi disse soffiando sul mio mento ed io risi piano.

<< Ti attraggo signorino Darvo? >> dissi cercando di sembrare scherzosa, ma in realtà ero tesa come una corda di violino mentre aspettavo una sua risposta che ovviamente sarebbe stata in negativo. Come potevo piacergli? Aveva Alice! Perfetta, bella … aveva tutto , poteva offrirgli tutto.

<< Non immagini nemmeno quanto … >> mi rispose sussurrando cercando di far sembrare ironica la frase, ma non ci riuscì e io rimasi senza respiro. E dire che il povero cuore era partito era poco. Sembrava volare a 300 km/h verso il Paradiso e sorrisi come una scema. Premuroso, dolce e gentile … gli piacevo … e la cosa non mi dispiaceva affatto. Ero partita ormai per mille filmini mentali da non accorgermi che lui aveva preso il tubetto della maionese versandone un po’ sul mio collo facendomi rabbrividire e lanciare un’occhiata torva al ragazzo di fronte che mi sorrideva .

<< Deficiente! Ma sei scemo ? >> sbottai io e avvicinai la mia mano a quell’appiccicaticcio sul collo, ma lui mi precedette prendendomi il polso tra le mani guardandomi con un sorrisetto malizioso che non prometteva nulla di buono.

<< Faccio io >> mi rispose e lo vidi chinarsi su di me . Che voleva dire? Aggrottai le sopracciglia, ma poi spalancai gli occhi per la sorpresa e mi lasciai scappare un sorriso sentendo le sue labbra baciare il mio collo delicatamente come se era una piuma , come se ero creta nelle sue mani. Una bambola che veniva manovrata. Sospirai e chiusi gli occhi gettando la testa all’indietro mentre sentivo la sua lingua levare l’ultimo residuo di maionese sulla mia pelle. MA io volevo che continuasse, volevo ancora sentire le sue labbra calde sulla mia pelle, quelle labbra che mi avevano provocato in quei pochi secondi miriadi di brividi e tanti pensieri poco rispettabili . E poi lo sentì mordermi la pelle ed io scattai in alto toccandomi il punto .

<< Mi hai morso! >> dissi stizzita rifilandogli poi un pugno sulla spalla in fare giocoso.

<< E dai tesoruccio mio! Era una dimostrazione d’affetto! >> scherzò lui facendo quella faccia da cucciolo bastonato che mi piaceva tanto. Con il labbro inferiore tremolante, gli occhi scherzosi che brillavano … uno spettacolo veramente buffo a dirla tutta.

<< Amore mio, allora vieni qui e fatti abbracciare! >> dissi io e lui si avvicinò allargando le braccia, ma non sapeva affatto il mio intento. Con un sorrisetto amaro e scherzoso, allungai il braccio dietro di me e presi il tubetto del Ketchup rigirandomelo tra le mani finché non lo vidi abbastanza vicino da poterglielo spiaccicare sui capelli. Con uno scatto fulmineo feci uscire la sostanza rossa dal tubetto imbrattandogli la maglietta e i capelli ridendo come una scema mentre vedevo la sua faccia sconvolta sapendo che gli avevo sporcato i suoi adorabili capelli. Bah, i maschi con la fissa per i capelli non li capivo proprio. Ad esempio mio fratello quando aveva 16 anni si metteva così tanti chili di gel su quella cresta da porco spino ed io per dispetto ci passavo la mano mentre vedevo la sua espressione tramutarsi da ti adoro sorellina cara a ti odio brutta pestifera! Stavo ancora ridendo quando improvvisamente sentì la serratura della porta scattare e vidi comparire mia madre con dei fogli in mano e la sua immancabile borsa. Trattenni il fiato. Ebbene si, mia madre era tornata a casa … . La vidi guardarmi con i suoi grandi occhi chiari truccati con mascara e matita nera mentre vedevo le sue labbra sottili distendersi in un sorriso. Il ragazzo affianco a me tossì imbarazzato.

<< Ehm … ‘sera >> disse alzandosi per presentarsi a mia madre che non distoglieva gli occhi da me mentre mi sorrideva con una strana malizia.

<< Ciao ragazzi , battaglia di salse? >> disse ironica poggiando le chiavi della macchina sul mobile affianco al divano. Arcuai un sopracciglio. Come mai era così di buono umore?

<< Si, ma niente di che! >> mi affrettai a dire mordendomi le labbra. Perché era tornata adesso dopo tre settimane di assenza? Perché mi aveva lasciata e adesso si presentava qui come se non fosse accaduto niente, come se non avessimo litigato per i suoi continui spostamenti?

<< Già signora! Mi scusi per il disturbo , io …  >> disse Andrea cordialmente prendendo la giacca per andare via. Mia madre lo liquidò con un gesto della mano mentre gli sorrideva cordiale.

<< Oh no caro! Non mi chiamare signora , mi fai sentire vecchia! Chiamami Francesca >> disse lei ed io per poco non spalancai la bocca dallo stupore. Era mia madre? Ma siamo sicuri? Andrea fece per aprire bocca per rispondere ma fu interrotto di nuovo da mia madre.

<< Che ne dici caro se rimani a dormire qui? >> gli propose semplicemente. Rimanere … a dormire qui? Ma stavamo scherzando?

<< Oh , no grazie , ma mio padre sarà  in pensiero ed è meglio che vada e poi perderò il pullman >>  disse lui riprendendo la giacca ma Francesca lo guardò sorridente e scosse la testa  come un diniego.

<< Piove a dirotto e per di più sei venuto qui con il pullman che ora non passano più . Chiama tuo padre  e digli che stai qui a dormire >> gli disse e gli porse il telefono di casa rimanendo per un po’ di secondi con la mano per aria visto che lui non si decideva a prenderlo in mano. Mi guardava imbarazzato senza sapere rispondere.

<<  Mamma .. ma se non vuole … >> dissi io cercando di sdrammatizzare quell’imbarazzo che ovviamente venne ripudiato con un alzata di spalle da mia madre.

<< Oh suvvia Arianna! Non fare la bambinetta viziata! Adesso vieni con me che andiamo a preparare il letto mentre il tuo amico telefona >> mi disse dirigendosi verso le scale e poco dopo la seguì lanciando un ultimo sguardo ad Andrea che mi rivolgeva le spalle intento a comporre il numero del padre. Entrai in camera mia e vidi mia madre aprire il divano letto per poi prendere le coperte. Perché era così premurosa? Mi appoggiai allo stipite della porta guardandola.

<< Perché sei tornata? >> le dissi sussurrando e la vidi fermarsi con un cuscino in mano. Sospirò rassegnata mettendosi a sedere sul letto e facendomi segno di seguirla.

<< Sarei bugiarda se ti dicessi che mi sei mancata? Tesoro, sono stata una stupida a lasciarti e dovevo capirti quando mi avevi detto che non potevo sempre lasciarti andare … ma devi capire che tutto questo che sto facendo lo faccio per noi, per te .. papà avrebbe fatto la stessa cosa >> mi disse per poi abbracciarmi mentre io sentivo le lacrime pizzicarmi alla base degli occhi. Mamma era tornata per me , non perché non aveva più pratiche da fare. Sorrisi a quella constatazione e l’abbracciai forte imprimendomi nella mente la sua stretta calda, il suo profumo … lei era mia madre e non potevo lasciarla andare per nessuna cosa al mondo. Mi aveva cresciuta e mi aveva risollevata dopo la morte di papà, come una persona giusta e ragionevole poteva fare.

<< Comunque , tesoro, proprio un bel ragazzo >> mi disse sciogliendosi dall’abbraccio guardandomi maliziosa. Alzai gli occhi al cielo mentre un sorrisino ironico mi spuntava sulle labbra .

<< Mamma … >> l’ammonì guardandola e lei rise per poi alzarsi e continuare a sistemare il letto che avrebbe ospitato il mio amico. Già, amico .. ma eravamo proprio sicuri che per me era solo un amico? Quella strana sensazione allo stomaco ogni volta che lo vedevo, il mio cuore che batteva furioso ogni volta che mi sorrideva … che cosa voleva dire?

Lui stava diventando qualcosa di più …

Ed era proprio vero e non c’era nulla da fare. Ma per lui? Per lui era la stessa cosa? Quello che prima aveva cercato di sdrammatizzare con un tono ironico , poteva esserne la prova? Ma lui aveva Alice ed era la sua ragazza …

<< Adesso neanche le mamme posso fare un commento sul fidanzato delle nostre figlie? >> mi disse come se fosse una cosa ovvia. Per poco non mi trattenni dal ridere? Fidanzato?
Magari …
Stupida coscienza che mi faceva fare pensieri stupidi e senza senso!

<< Ma non è il mio ragazzo! È solo un amico >> ribattei e lei scosse la testa come se sapesse qualcosa che io non ero a conoscenza. Si era mai detto che le madri avevano un sesto senso sulle proprie figlie? La mia ne era la prova.

<< Si , si proprio un amico. Lo guardi in una maniera … >> … ed era proprio vero. Non riuscivo a non guardarlo. I suoi occhi mi attiravano in una maniera strana , come una calamita, e per di più il suo sorriso così bello e solare mi metteva angoscia. Un ragazzo così perché doveva venire a guardare me? E lì di nuovo una fitta mi pervase.

<< Mi scandalizzi,lo sai? >> dissi cercando di sdrammatizzare , ma non ci riuscivo. Non riuscivo a levarmi quella strana fitta, quella strana sensazione che giorno e notte mi prendeva levandomi il respiro. Perché mi stavo affezionano a lui? Perché …?

<< Suvvia! Sono pur sempre stata giovane anche io è! E poi , se ero in te , ci avrei già provato … >> mi rispose maliziosa e la vidi scrutarmi negli occhi come a vedere una mia reazione. Perché anche per lei ero un libro aperto … . Dire che la mia faccia era scandalizzata era poco. Per poco non sentivo la mia bocca toccare terra. Strano che mia madre era tornata così pimpante e scherzosa. Qualcosa non quadrava, ma in quel momento non avevo voglia di stare a fare la detective .

<<  Mamma! Primo è fidanzato , secondo non gli piaccio e mi considera solo un’amica e terzo … non mi piace >> dissi e all’ultimo avevo cercato di ammetterlo anche a me, ma quelle semplici parole a stento erano riuscite ad uscirmi dalle labbra . E lì mi ero resa conto che dopotutto mi piaceva, che mie erano piaciute le sue attenzioni prima e che forse …

Lui stava diventando qualcosa di più …

E la cosa mi pesava , mi pesava più di tutte . Primo perché non potevo dirglielo visto che era fidanzato e secondo … perché avevo paura che niente sarebbe stato come prima. Che la nostra amicizia si sarebbe spezzata e tutto. In quei momenti mi bastava solo vederlo ridere con me e basta . Ma mia madre mi pose in quel momento una domanda …

<<  Ti sei domandata allora perché questa sera è rimasto a cena con te e non è andato dalla sua ragazza? >> … alla quale rimasi senza risposta, alla quale stavo cercando di trovarla. Ma prima che potessi rispondere vidi comparire sulla soglia della camera Andrea con un sorriso che mi fece perdere qualche battito. Perché sapeva destabilizzarmi anche con piccole cose?

<< Grazie Francesca la saluta mio padre >> disse dando a mia madre il telefono di casa per poi venirmi affianco. Mia madre ci lasciò soli nella stanza non prima di averci dato la buonanotte e chiudere la porta lanciandomi uno sguardo malizioso. Mannaggia a me che avevo detto che andava bene che rimaneva qui  a dormire! Adesso chissà che penserà mia madre! Si starà già facendo i filmini mentali … . Mi girai per fronteggiarlo e lo vidi aggrottare le sopracciglia segno che era molto confuso della mia reazione in quel momento. B’è avevo le guance rosse, le mani sui fianchi e gli occhi assottigliati. Quella notte sarebbe stato moolto difficile dormire … .

<<  Stupido scimmione! Perché hai accettato di rimanere a dormire? Russerai come una tromba!  >> sbottai alzando gli occhi al cielo. In realtà sapevo perfettamente che quella sera il suo profumo e la sua vicinanza mi avrebbero messo in delirio il cervello che ormai stava per partire per la tangente proprio come il mio cuore. Lo vidi trattenersi dal ridere e poi si mise a sedere sul suo letto che praticamente era appiccicato al mio.

<< Già proprio come una tromba … >> disse lui allusivo e non capì subito il significato delle sue parole finché non lo vidi sghignazzare come un deficiente . Oddio! Presi il cuscino che era dietro di me e glielo tirai sulla testa colpendogli in pieno la faccia e facendolo mugolare dal dolore.

<< Ah, ma sei manesca tu! >> sbottò toccandosi il punto dove la cerniera del cuscino l’aveva preso. Era adorabile vederlo con gli occhi imploranti e quella faccia dove trapassava un pochino di dolore.

<< Vuoi  che ti dia anche un calcio nelle parti basse per risvegliare il tuo amichetto dal profondo letargo di 18 anni? >> dissi scherzando , ma quando vidi i suoi occhi sprofondare nei miei trattenni il respiro. Dio, come erano belli … quegli occhi che si posavano su miriadi di ragazze , ma che in quel momento stavano guardando me e solo me. E la cosa mi piaceva più del lecito. Sarei voluta sprofondare in quel mare verde, sarei voluta sprofondare con lui … quegli occhi mi tenevano legata, legata ad un filo invisibile che partiva dal mio cuore , ma che ancora un punto di fine non aveva .

<< Mi basti te >> mi disse serio alzandosi lentamente e avvicinandosi pericolosamente a me. Come quel pomeriggio a casa mia … solo che in quel momento qualcosa era cambiato, perché in quel momento la sentivo quella forte attrazione e sentivo che c’era anche da parte sua. Due corpi le cui due anime ancora sono sperdute … si, sperdute perché non eravamo innamorati .. Il mio cuore incominciò a battere furioso nella mia gabbia toracica quando sentì il suo naso piccolo sfiorare il mio, ma poi incominciai a ridere come una matta quando le sue mani artigliarono i miei fianchi facendomi il solletico. Mi buttò sul letto supina e mi raggiunse venendo sopra di me continuando a ridere mentre mi contorcevo sotto di lui. Ma quando , per sbaglio lui perse l’equilibrio me lo ritrovai a pochi centimetri dal viso, divenni rossa dall’imbarazzo. Il suo respiro caldo mi solleticava le labbra e i suoi occhi . Da vicino erano ancor più belli. Potevo notare le pagliuzze dorate attorno all’iride, qualche sfumatura nocciola sullo sfondo verde chiaro … bellissimi . Non mi accorsi che la sua mano, quella sul mio fianco, si era intrufolata sotto la maglietta togliendomi il respiro. La sua pelle calda contro la mia fredda. Qualcosa di sconvolgente che mi aveva fatto venire i brividi. Corpo contro corpo, naso contro naso e occhi negli occhi. Un solo movimento e tutto sarebbe scoppiato in un bacio. Ma nessuno dei due si muoveva, nessuno dei due riusciva a fare il primo passo. Eravamo troppo intenti a confonderci nei nostri occhi, a leggerci le anime … .

<< Sei calda … >> mi sussurrò roco all’orecchio e io fremetti chiudendo per un attimo gli occhi quando avevo sentito le sue labbra sfiorare il lobo del mio orecchio. Crudele … Voleva portami allo stremo …

<< … e morbida >> mi disse scendendo a sfiorare con le labbra il mio collo per poi dare un piccolo bacio sulla mia spalla succhiandola piano facendomi perdere qualche battito. Dolce … . Sentì quelle labbra calde e morbide scendere con piccoli baci dalla spalla, alla scapola fino ad arrivare all’incavo dei miei seni visto che la maglietta era abbastanza scollata. Deglutì mentre sentivo il suo polpastrello spostare la maglietta e …

Perché ti stai facendo manovrare , Arianna? E’ fidanzato ..

E solo quelle semplici parole, e solo quella semplice frase mi fece capire che non potevo. Forse da una parte il mio cuore mi diceva di continuare e vedere che cosa succedeva , ma la mia ragione mi fermava. Eh si . Mi fermava perché sapeva che dopo lui poteva offendermi , sapeva che non lo voleva anche se aveva ammesso di essere attratto da me. Ma Alice? Che cosa sarebbe successo l’indomani? Mi avrebbe ignorata , ovviamente . Così premetti le mani sul suo torace allontanandolo e mi misi seduta al centro del letto con una mano tra i capelli . Troppe emozioni senza neanche un … bacio … .

<< Calma gli spiriti bollenti, Italians … non sono Alice >> disse sussurrando e per poco non mi strozzai quando dissi Io non sono Alice … Perché era vero e anche se volevo immensamente essere come lei … non potevo. Non potevo averlo. Era suo e lo sarebbe stato senza ma e no .

<< Volevo giocare un pochino >> disse malizioso e si avvicinò , ma io lo guardai torvo e quando capì le sue parole ci rimasi male. Male perché mi aveva comparata come ad un giocattolino , male perché quelle parole erano uscite di nuovo da lui. Dio, perché mi offendi sempre? Perché per una volta da quelle labbra non esce un complimento? Ma lui , intuendo il mio cambio d’umore, si addolcì e mi abbracciò da dietro sprofondando il viso nell’incavo del mio collo sospirando dolcemente.

<< Scusami … sono un’idiota, ma quando sono con te mi lascio trascinare >> mi disse così sincero che per un attimo sorrisi , ma poi schiarì la gola e mi girai trovandomi faccia a faccia con lui.

<<  Sappi che è un miracolo che ti abbia perdonato e se lo rifarai un ‘altra volta non ti perdonerò , intesi? >> dissi puntandogli un dito contro e sorridendogli.

<< Certo soldato! >> rispose lui facendo il segno con la mano dalla testa come un vero soldato. Ridacchiai e poi sentì gli occhi appesantirsi. Segno che avevo sonno . Sbadigliai e mi buttai a peso morto sul letto sprofondando la testa sul cuscino mugolando.

<< Sonno ? >> mi disse lui ridendo piano .

<< Si … >> ammisi sbadigliando e infiltrandomi sotto le coperte. Sentì che si era alzato dal letto grazie allo spostamento delle coperte.

<< Allora ti lascio dormire , ‘notte Ari >> mi disse , ma io non potei rispondere perché ormai ero già caduta in un sonno profondo … .
 

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Capitolo 7
*** Solo amici ... ***


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Capitolo 6

 Il perdono è amore.
E più è grande un amore più è grande la sua
capacità di perdonare.
-Elimiel - 

Sabato mattina

Un rumore di una macchina che se andava, il cinguettio degli uccellini di prima mattina e una luce fioca che entrava dalle tapparelle abbassate della stanza, mi fecero svegliare. La prima cosa che videro i miei occhi era il muro celeste della stanza. Mi piaceva moltissimo il celeste, forse perché era il colore del cielo e sembrava che voleva dire “libertà “ . Chi di noi non voleva essere libero? Libero di divertirsi, libero di strappare le regole … ma forse se eravamo tutti liberi adesso non avremmo più sogni. Dopotutto meglio avere una vita fatta di aspettative che una vita a crogiolarsi. Mi misi seduta sul letto stiracchiandomi mentre sentivo ancora gli occhi pesanti dovuti al sonno. Il mio pigiama con Snoopy era tutto stropicciato e chissà come i miei calzetti erano spariti. In effetti io nella notte mi agitavo molto … . La maggior parte dei miei calzetti scompariva e quando rifacevo il letto li ritrovavo sempre in mezzo alle coperte. Mi passai una mano tra i capelli e poi mi girai a guardare la sveglia fermandomi immobile quando vidi un  dettaglio da non trascurare. Vicino a me, sul divano letto, c’era Andrea. Dio, mi ero dimenticata che era rimasto a dormire anche lui! Mi fermai a guardarlo e sorrisi quando vidi il suo viso dipinto da un’espressione veramente adorabile. Il viso era un po’ oscurato dal buio, ma potevo perfettamente vedere la linea del suo naso, le palpebre chiuse e rilassate e le labbra dischiuse. I suoi capelli erano un vero groviglio , ma così spettinati che lo rendevano sexy . E .. cavolo! Non aveva la maglietta! Peccato però che era ricoperto fino al torace dal piumone, ma vidi le sue spalle larghe e i suoi pettorali scolpiti lasciandomi con la bava alla bocca. Poteva essere perfetto anche quando dormiva? Io al contrario avrei avuto i capelli peggio di una balla di fieno visto che li tenevo sciolti e gli occhi come un panda. Uno spettacolo orribile. Mi girai a guardare la sveglia che segnava le 6.00 precise e strabuzzai gli occhi. Possibile che mi ero svegliata così presto? B’è meglio , almeno mi andavo a fare una rilassante doccia mattutina. Così , senza pensarci, mi alzai facendo attenzione a non svegliarlo e mi misi le mie ciabattine per poi andare al bagno e aprire la doccia. Il mio viso , ormai levato della sua abbronzatura estiva, era pallido con le guance rosse ; le labbra erano screpolate e gli occhi … Cercai di trattenermi dall’urlare, ma al contrario mi uscì una smorfia disgustata. Avevo delle occhiaie peggio di mia nonna! Scossi la testa e poi, dopo aver levato tutti i miei vestiti, mi buttai sotto alla doccia sospirando non appena sentì l’acqua avvolgermi in una calda stretta … .
 
Sorrisi come una stupida davanti allo specchio. Chissà come mai quella mattina i miei capelli erano setosi e lucenti e così lisci da passarci la mano e la mia pelle sembrava più scura di quanto non fosse già. Dovevo farmi sempre la doccia di prima mattina , allora! Decisi alla fine di mettermi un po’ di matita e lucidalabbra brillanti nato e di lasciare la frangetta davanti all’occhio sinistro. Poi decisi di indossare un maglioncino viola con lo scollo a V , dei jeans chiari strappati ,le mie Air Force bianche  e una sciarpa color perla . Un’ultima guardata allo specchio … perfetta! Sorrisi e uscì dal bagno ritornandomene in camera, ma quando aprì la porta rimasi impietrita con la mano sulla maniglia mentre sentivo il sangue affluirmi sulle guancie tutto d’un botto. Perché signore e signori , quella era una cosa da non perdere. La schiena abbronzata delineata dai muscoli delle spalle che si stavano tendendo a prendere una maglietta, i fianchi stretti , le braccia muscolose e cavolo … avevo una fissa stratosferica per i ragazzi con le spalle larghe e lui le aveva larghe . Mi toccai le labbra per vedere se stavo sbavando, ma proprio nel momento in cui me le stavo toccando, Andrea si girò sobbalzando quando mi vide come una scema sullo stipite della porta che veniva colta sul fragrante. Il ragazzo mi sorrise e indossò subito la canottiera levandomi da davanti gli occhi quel ben di Dio. Si mise anche il giacchetto blu della Napapijri  e lo scalda collo nero e poi si avvicinò a me dandomi un bacio sulla guancia. Arrossì subito quando le sue labbra toccarono la mia pelle solo per un breve minuto, ma quel breve minuto mi era servito per vedere quel sorrisetto malefico aleggiare sulle sue labbra e sorrisi a mia volta. Ma quando puntai gli occhi nei suoi mi disorientai. Sembrava impaziente e irritato da qualcosa.

<< A che ora ti sei svegliata? >> mi chiese premuroso mentre lo vedevo trafficare con il cellulare e subito vidi il suo sorriso spengersi. Avrei voluto leggerne il contenuto, ma chi ero per farlo?

<< Presto, mi sono fatta una doccia veloce >> gli risposi , ma non riuscivo  a staccare gli occhi da quella mano che si muoveva esperta sui tasti del cellulare. E quando lo rimise in tasca tossicchiai, riportando l’attenzione al ragazzo di fronte.

<< Ehi , ma con lo zaino come fai? >> gli dissi e lui sorrise.

<< Ho mai studiato e portato un libro? >> mi disse schernendomi e risi piano. Era vero, da quando eravamo vicini di banco non avevo mai visto un libro , solo un astuccio con una penna e un quaderno dell’Inter tutto stropicciato. Si vedeva che non teneva alle cose come ci tenevo io. Al massimo dentro al mio, di astuccio, aleggiava una colla , due matite e tante altre cose che non buttavo mai.

<< Ci vediamo a scuola …  >> mi disse solamente e fece per aprire la porta ma io lo fermai : << Dove vai ? >>. Lo vidi leggermente in difficoltà e poi mi sorrise dolce e si avvicinò a me stringendomi a se sentendo subito le sue mani sui miei fianchi e addio al mio povero cuore che era partito a razzo. Prese a giocare con una ciocca di miei capelli mentre continuava a guardarmi incurante di quanto tempo stava passando.

<< Devo vedermi con Alice. Dai , ci vediamo a scuola, ok? >> mi disse dandomi un leggero bacio sulla fronte e poi se ne andò, lasciandomi immobile in mezzo alla stanza con ancora il cuore che batteva. Tum … Tum … Tum … e non riusciva a smettere . Alice .. era la sua ragazza, era giusto che andasse da lei , ma allora perché sentivo un grosso peso allo stomaco? Dio, Ari! Ti stai ridicolizzando da sola! Chiusi per un momento gli occhi e poi , dopo averli riaperti, vidi l’orario. Presi lo zaino e la giacca e poi uscì di casa avviandomi alla fermata dell’autobus con mille e strani pensieri che mi aleggiavano in testa …. .

*** 
 
<< Hai dormito con … lui? >> mi disse Judith sbattendo le palpebre con uno strano sorrisetto sulle labbra. Appena entrata in pullman subito mi aveva tempestata di domande ed io le avevo raccontato che cosa era successo mentre lei emetteva strani gridolini isterici.

<<  Già … >> dissi per l’ennesima volta alzando gli occhi al cielo. Neanche io potevo crederci che in così poco tempo avevamo rifatto pace, ma cavolo non riuscivo a dirgli di no. Quando mi aveva guardata con quegli occhi carichi di dispiacere il mio buon senso se n’era andato lasciando solamente la dolce e innocua Arianna. Già ,proprio la parte di me che odiavo , ma lui mi lasciava senza difese, mi lasciava inerme al suo sguardo, inerme al suo sorriso e cavolo il mio povero cuore ne risentiva parecchio.

<< Vi siete baciati? >> mi chiese trepidante con gli occhi che le brillavano ed io scossi la testa. Cavolo, no! Certo c’eravamo andati così vicini , ma lui era fidanzato ed io non volevo rovinare niente della nostra amicizia anche se in cuor mio … Quanto avrei voluto poggiare le mie labbra sulle sue, saperne il sapore ed imprimendomelo nella mente .. Ma , diamine, era sbagliato. Sbagliato pensare a lui in quel modo perché era solo un mio amico, anche se …

Lui stava diventando qualcosa di più ..

E cazzo! Non potevo farci nulla! Non riuscivo a frenare quell’impulso di lasciarlo perdere, di sbattergli la porta in faccia … codarda ..

<<  Ma è successo qualcosa …  >> dissi sussurrando piano e arrossendo leggermente e lei si portò una mano alla bocca come se non ci credeva. Neanche io ci credevo! Primo , mi aveva detto chiaramente che lo attraevo, secondo ci eravamo trovati in una posizione alquanto equivoca e lui ci stava prendendo la mano e terzo … b’è era stato così dolce e premuroso …

<<  Credo che mi piaccia veramente, Judith  >> ammisi più a me stessa che a lei e sentirlo dalle mie labbra mi diede la prova che era vero, che quel sentimento che stava nascendo era vero e non c’era  niente da fare per eliminarlo. Mi presi la testa tra le mani sospirando e lei mi diede una leggera pacca sulla spalla come a rassicurarmi .

<<  E’ fidanzato e tutto, ma si vede che gli piaci un pochino … Cavolo, sono 3 volte che siete stati vicini ad un bacio! Secondo me questo weekend … Scintille!  >> disse lei e io scoppiai a ridere. Si, scintille … non sarebbe successo niente, come non era successo niente le altre tre volte . Così tra battibecchi e risate, arrivammo a scuola e per sbuffando scendemmo dal pullman trovandoci subito seduta sulla panchina Mariah leggermente irritata.

<<  Perché mi piace Andrea?  >> . Ci accolse così  ,con una semplice domanda, lasciandomi basita e boccheggiante . Vidi Judith guardarmi e poi volgere lo sguardo alla nostra amica.

<< Non lo sappiamo .. che è successo? >> le disse sedendosi accanto a lei, ma io rimasi in piedi troppo nervosa. Perché, cavolo, piaceva anche alla mia amica e non potevo dirle che io ero dannatamente attratta da lui fisicamente e che mi piaceva davvero. L’avrei solamente scioccata e fatta soffrire, come stavo soffrendo anche io.

<< E’ simpatico , è bello, è brillante … >> come se non me n’ero accorta da sola <<  … e quando parliamo mi sembra di sentire una certa sintonia. Mi ha detto che gli sono simpatica basta. Ma  a me piace! E non mi importa niente se c’è quella sottospecie di Alicina sott’olio ad intralciarmi! >> sbottò e da una parte mi ritrovai d’accordo con lei sulla parte della ragazza di Andrea, ma poi mi scossi e pensai. Pensai che forse dovevo lasciarla provarci con lui e farmi da parte, anche perché io avevo accettato di frequentarmi con Danny. Già , Danny. Il ragazzo che mi mandava messaggini in continuazione, quel ragazzo gentile e simpatico che dopotutto mi piaceva, quel ragazzo con il quale ero uscita  due giorni fa … e che stavo tralasciando. Sospirai .

<< E te sei sicura di piacergli? >> le chiese Judith e poi la vidi guardarmi come a cercare un supporto. Ma come facevo? Come facevo se io pochi minuti fa le avevo detto che mi piaceva Andrea? Che forse ormai il mio povero cuore non sarebbe tornato indietro da quella decisione .

<< No, lo so che non è innamorato di Alice, ma mi sembra preso da altro .. >> disse lei e per un momento sentì i suoi occhi su di me e incominciai a sudare freddo. Che avesse capito …?

<<  Ma io ci voglio provare … anche se ha una ragazza  >> disse poi e io ripresi a respirare. E poi tutte e tre insieme entrammo a scuola, non prima di aver sentito il rombo di un motorino e mi girai sorridendo vedendo Andrea con indosso ancora il casco rosso e la visiera scura. Mariah corse verso di lui e lo abbracciò e lo vidi ricambiare e sperai vivamente che non mi stesse guardando perché la mia faccia aveva un’espressione abbastanza … risentita . Con quei pensieri, entrai in classe poggiando lo zaino sul banco con poca leggerezza. Perché cavolo tutto doveva essere così difficile? Perché adesso  ci si doveva mettere anche Mariah in questa faccenda? Sospirai pesantemente e mi misi seduta sul banco mentre vedevo Judith sedersi accanto a me con il cellulare in mano.

<<  Lo sai che prima o poi glielo dovrai dire? >> mi disse non staccando gli occhi dallo schermo e io capì che si stava riferendo al fatto che dovevo dirle che mi piaceva Andrea.

<< Lo so, ma non ora >> risposi e poi sorrisi vedendo la mia amica fare una faccia schifata per il messaggio letto. Ma quando sentì delle ragazze accanto mormorare “ Oddio ma che gli è successo? “ alzai lo sguardo e quello che vidi mi lasciò senza fiato . Mi alzai di scatto dal banco raggiungendolo e prendendogli il viso tra le mani sentendo subito lo sguardo puntiglioso di Mariah addosso. Gli occhi di Andrea subito si fecero strada nei miei e li vidi brillare, forse per la troppa vicinanza o forse perché il mio petto sfiorava il suo sentendone i battiti leggermente aumentati. Passai il dito sulle labbra dove c’era lo spacco dal quale usciva un po’ di sangue e lo sentì fremere , sentendo il suo fiato caldo sulla mia pelle. Sentivo tutte le ragazze attorno domandargli se stava bene e chi lo aveva picchiato e i ragazzi avevano incominciato a dire che se vedevano il ragazzo che lo aveva conciato in quel modo, lo gonfiavano ben bene.

<< Che hai combinato? >> gli sussurrai preoccupata e lui abbassò per un attimo gli occhi. Vederlo lì, con un labbro spaccato e la guancia violacea mi aveva fatta sentire … ferita  come se le botte le avessi prese io e non lui. Ma non era andato da Alice?

<< Mi sto affezionando troppo ad una persona e  ne ho pagato le conseguenze >> mi rispose debole ed  io aggrottai le sopracciglia. Si stava affezionando a chi? La conoscevo? Ma non feci in tempo ad aprire bocca che la professoressa entrò in classe e ci fece segno di sederci. Andrea si staccò malamente da me e andò a sedersi seguito dalla sottoscritta . Ero rimasta ancora un po’ scioccata. Chi mai potrebbe picchiare un ragazzo solamente perché gli piaceva una ragazza? Ma lì la fitta colpì ancora più forte delle altre volte. Perché avevo affermato a me stessa che a lui piaceva un’altra che non eravamo né io né Alice, la sua ragazza. E se era … Mariah?  

<< Mi hai mentito … non sei andato da Alice >> gli sussurrai irritata. Ecco perché quando aveva letto quel messaggio il sorriso gli era scomparso, ecco perché era stato così .. irritato quella mattina. Lo vidi mordersi l’interno guancia nervoso, mentre teneva il cappuccio della felpa tirato su che gli copriva una buona parte del volto.

<< Non ti importa sapere dove sono andato >> mi rispose diffidente e strinsi i pugni lungo i fianchi pur di non prenderlo per il colletto ed infierirgli contro pur di farmi dire la verità.

<< Mi interessa perché sei mio amico >> gli dissi mentre scarabocchiavo sul baco e sentì subito i suoi occhi posarsi su di me. Ti ho lasciato basito? Non pensavi che ti reputassi come un amico? Feci una smorfia e decisi di ascoltare la professoressa.

<<  Già, amico …  >> disse più a sé stesso che a me ed io aggrottai le sopracciglia. Aveva usato un tono nervoso e … deluso allo stesso tempo. Lui non mi vedeva come un’amica? Ma decisi di no infierire oltre nella faccenda facendo finta di non aver sentito e decisi di ascoltare la lezione incurante delle occhiate che mi lanciava qualche volta.
 
***

Mi piaceva da morire mangiare la schiuma del cappuccino, per quello lo prendevo sempre quando ero particolarmente nervosetta. Eh, già … ero nervosa. Nervosa per il fatto che anche se ad Andrea avevo detto che lo consideravo mio amico non mi aveva riferito niente di quello che era successo e né mi aveva parlato per la restante ora a ricreazione. Lo avevo forse offeso? Si era offeso perché lo avevo paragonato ad un amico invece che a qualcos’altro? Sbuffai mentre giravo il cappuccino con un cucchiaino di plastica appoggiata al muro vicino alla macchinetta. Mi ero ritrovata a guardare tutti i ragazzi che passavano davanti a me.  A guardare i ragazzi innamorati, ai ragazzi stupidi che prendevano in giro scherzando con una ragazza e poi davanti a me comparve Simon con uno strano cipiglio in volto.

<< Ma che è successo ad Andrea? >> mi chiese mentre prendeva i soldi dalla tasca e li metteva nella macchinetta . Ormai lui e Andrea erano diventati amici strettissimi , si consultavano , parlavano delle ragazze e delle loro conquiste. Come se si conoscevano da una vita, anche se in realtà da pochi giorni.

<< Lo hanno picchiato, ma non mi ha detto chi è stato >> risposi sospirando. Vidi il mio amico prendere una barretta di cioccolato della Kinder per poi scartarla e mangiarla in un solo boccone. Ingordo di un amico (xD)

<< E il motivo invece? >> mi chiese continuando a guardarmi come se gli stavo raccontando una puntata di Naruto. E vi giuro che  a lui quel cartone animato piaceva da impazzire anche se era grande e vaccinato.

<< Ha detto che si è affezionato ad una persona e ne ha ripagate le conseguenze >> risposi e lo vidi aggrottare le sopracciglia come se stesse pensando e poi lo vidi scuotere la testa e dandomi un veloce bacio sulla guancia di dileguò dicendo che aveva una cosa urgente da fare. Bah … non lo capivo proprio alcune volte … Alzando lo sguardo vidi arrivare Mariah e Judith , la prima con un sorriso sfrontato in faccia e la seconda con una smorfia . Sorrisi.

<< Prima che ti dimentichi, Ari, ricordati che oggi pomeriggio alle 4 devi essere a casa mia e … Ma Simon dov’è? >> disse lei cercando poi il mio amico lungo il corridoio. Feci spallucce sospirando per poi buttare il bicchiere del cappuccino dentro al secchio.

<< Ha detto che aveva da fare >> risposi e la vidi sbuffare.

<< Gli avevo detto di aspettarci qui e invece se ne va! Oddio, mio fratello è un caso perso! >> sbottò sbattendo le braccia lungo i fianchi e sentì Judith ridacchiare. Ovvio, a lei piaceva ed ogni cosa che si diceva di lui la vedevi interessata, con gli occhi a cuoricino. Ah, l’amour!

<< Ma allora in quanti siamo ? >> chiesi io staccandomi dal muro per far passare un gruppo di ragazzi con delle chitarre in spalla .

<< Allora siamo noi , la comitiva di quest’estate , Simon che porta qualche suo amico e Andrea >> rispose tenendo gli occhi alzati all’insù mentre pensava cosa che facevo anche io. Avrei rivisto Elisabetta, la mia migliore amica d’estate e il suo fratello, Edoardo. Dio, quello stupido e fannullone che mi veniva dietro e che mi regalava rose ogni sabato sera? Che serata mi aspettava …

<< Uh! Allora tanti ragazzi! >> trillò Judith e io le lanciai un’occhiataccia. Ma neanche per l’oro del mondo un ragazzo si doveva avvicinare alla mia Judith! Lei era di Simon, solo suo e se questa sera non si faceva avanti lui lo facevo a pezzettini!

<< Ah , non ci pensare cara! Una persona potrebbe ingelosirsi >> dissi io e guardai verso Mariah che mi guardava a sua volta con un sopracciglio alzato, ma quando capì di chi stavo parlando mi fece un sorrisetto sadico e malizioso che fece tremare dalla voglia di sapere Judith.

<< Oddio! Piaccio a qualcuno e nemmeno me lo dite? >> ci rimproverò mettendosi le mani sui fianchi imbronciandosi e io e Mariah scoppiammo a ridere. Dio, era così buffa mentre cercava di fare la dura!

<< Lo scoprirai stasera … >> dissi io maliziosa e poi me ne andai. Avevo un bisogno impellente di andare in bagno. Sentivo le mie due amiche litigare, Judith stava sbraitando contro Mariah per farsi dire chi gli veniva dietro mentre lei stava morendo dalle risate. E proprio quando stavo svoltando l’angolo , andai a sbattere proprio con l’ultima persona che avrei voluto vedere. Sentì subito le sue braccia circondarmi la vita per non farmi cadere , mentre a mano  a mano che realizzavo che stava succedendo il mio cuore incominciava a battere sempre più velocemente. Non era una cosa normale, non poteva farmi questo effetto! I miei polpastrelli bruciavano sulla pelle del suo collo che sembrava così calda e morbida al contatto. Alzai gli occhi e li vidi. Vidi quei dannati specchi verdi fissarmi intensamente facendomi rabbrividire. Perché mi faceva provare tutto questo? Allontanati, ti prego … E come pensato si staccò subito da me tossicchiando in lieve imbarazzo rivolgendomi uno dei suoi soliti sguardi irritanti.

<< Ehi, stai più attenta >> mi disse sorridendo e poi lo vidi fare una smorfia dovuta al dolore che aveva provato quando aveva fatto lo sforzo di allargare le labbra. D’istinto mi avvicinai e appoggiai lievemente le mani sulla sua faccia a coppa sfregando lentamente il pollice destro sopra quello spacco rosso e sentì la sua pelle formicolare. Non se l’era medicato. Idiota, stupido bambino vizioso che si andava a mettere nei guai! E poi per una ragazza! Assottigliai gli occhi sospirando e poi lo presi per mano e … non l’avessi mai fatto … una miriade di scariche elettriche mi pervasero facendo stringere in una fretta ferrea il mio cuore strappandomi dalle labbra un respiro smorzato. E se avessi toccato le sue labbra che cosa sarebbe successo? Dio … Arianna smettila di farti tutti questi complessi! Scossi la testa e trascinai Andrea in infermeria che in quel momento era completamente isolata, solo il rumore dell’orologio scandiva i minuti, scandiva quei secondi dove io e lui ancora ci stavamo tenendo per mano come due fidanzatini.

<< Uhm , mi vuoi medicare? Mi piace questa cosa … >> mi sussurrò malizioso dietro di me sentendo subito il suo respiro fresco sul mio collo. Arrossì di botto e trattenni il respiro. Sentivo il suo petto così vicino alla mia schiena, le sue mani che timorose erano ai lati dei miei fianchi come se non volessero toccarmi. Ma la cosa che più di tutte mi aveva sconvolto era stato il tono della sua voce. Così roco ed eccitante come se la cosa gli piacesse,come se gli sarebbe piaciuto che io diventassi la sua infermiera personale. Feci una faccia schifata subito dopo quei ridicoli pensieri. Bleah! I maschi erano proprio dei depravati mentali! Mi allontanai da lui girandomi e sorridendo nervosa.

<< Pervertito >> sbottai ancora in imbarazzo e lo vidi sorridere. Gli misi i palmi delle mani sul petto spingendolo a sedere sul lettino lì di fronte per poi andare e prendere un batuffolo bianco e un mendicante. Mi avvicinai senza mai guardarlo negli occhi, e delicatamente incominciai a pulirgli la ferita mentre sentivo i suoi occhi incendiarmi, mandarmi scariche elettriche che mi facevano venire la pelle d’oca … lui era eccitante, era sexy e proibito  , ma diamine quanto avrei voluto sentirlo mio e di nessun’altra. Ma che pensieri contorti andavo a fare? Oddio, mi faceva veramente male stare vicino a lui … proprio male , è!

<< Sei uno stupido. Era proprio necessario prendersi a botte? >> dissi io concentrandomi a pulirgli la ferita e vidi le sue labbra alzarsi per sorridere.

<< Si  almeno gli ho fatto capire che per me lei è importante,almeno come amica >> mi rispose mentre sentivo il suo fiato sulle mie labbra mentre sussurrava quelle parole che mi colpirono al petto alla velocità della luce. Che nervi!

<< Wow … e quindi è per una ragazza >> dissi constatando poi più a me stessa le veridicità di quelle parole. E in quel momento decisi di farmi forza ed alzare i miei occhi nocciola nei suoi trovandoli subito pronti a fissarmi a loro volta, così scuri in quel momento dovuti alla scarsa illuminazione della stanza. E il mio cervello si scollegò completamente. Mi stavo perdendo in lui, in qualcosa che non avrei voluto, in qualcosa che stava andando oltre le mie aspettative. Perché? Perché dovevo soffrire di nuovo? Potevo uscirne ancora, potevo farcela prima di ricadere di nuovo in quel baratro dove non ne sarei più uscita. Ma il fatto era che era così difficile …. Anche il quel momento, non riuscivo a staccarmi da quel contatto, non riuscivo più a pensare lucidamente per quando stessi cercando di farlo. Ero come in balia di lui e questo non andava bene, affatto.

<< Si , la ragazza più bella che abbia mai visto >> e in quel momento, quando disse quelle parole, vidi i suoi occhi scrutarmi sinceri e per un attimo pensai che forse potevo essere io quella ragazza. Ma come? Dio, poteva essere Alice! Certo! Ma aveva detto un’amica … e se era Mariah? Troppe domande senza risposta, mi stavo mettendo in galera da sola. Per questo non mi accorsi affatto che si era avvicinato così gli posai una mano sul petto cercando di allontanarlo, ma una cosa mi sconvolse molto. I battiti del suo cuore. Veloci, come un tamburello , come una macchinina in corsa … il respiro si fermò in un attimo. Stavamo provando le stesse cose … Sentì le sue dita delicate carezzarmi lentamente la guancia come se ero piuma nelle sue mani. Quel tocco , così forte e delicato allo stesso tempo lo avrei riconosciuto sempre … mi era rimasto impresso da quel lontano pomeriggio quando per la prima volta mi aveva toccata. Ed ora risentirlo di nuovo mi scaturiva qualcosa dentro che nemmeno riuscivo a spiegare.

Perché mi fai questo effetto?

 In quel momento tutto quanto era scandito solo dal rumore delle lancette dell’orologio, da quel Tic-Tac frenetico che mi faceva aumentare i battiti, perché mi resi conto che inevitabilmente eravamo fermi da molto tempo a scrutarci. Eravamo soli, nella nostra bolla d’aria fatta di sguardi, di respiri smorzati, di cuori che battevano insieme … . Lo vidi avvicinarsi ancora di più e sentì il suo respiro mischiarsi al mio e capì di essere vicina. Le palpebre incominciavano a pesarmi e quando vidi i suoi occhi posarsi sulle mie labbra tutto divenne sfuocato. L’attesa mi logorava, il proibito mi eccitava … e quando sentì le sue labbra posarsi all’angolo della mia bocca sospirai accogliendo tra le labbra le sue. Morbide e calde … ma le volevo sulle mie , ma non feci in tempo a muovermi che lui si staccò lentamente continuando a guardarmi mentre ancora sentivo il suo cuore battere ancora più velocemente. Chiusi gli occhi deglutendo quando le sue labbra dalla guancia arrivarono al mio orecchio sfiorandolo e mordicchiandolo piano.

<< Grazie … >> mi sussurrò piano leggermente con la voce roca e poi si alzò andandosene da quella stanzetta troppo stretta per contenere tutte le emozioni che stavo provando. Mi portai impercettibilmente la mano sulle labbra e sorrisi come una scema. Non mi aveva baciata, ma quello che avevo provato quando avevo sentito una minima parte di quelle labbra carnose posarsi all’angolo della mia bocca , mi aveva scombussolata.

Che disastro!
 
*** 
 
Tornai in classe ad una velocità supersonica che avrebbe fatto invidia a Superman e appena aprì la porta tutti gli sguardi dei presenti si fermarono su di me. Perché erano tutti in piedi con gli zaini in spalla? Mi mordicchiai il labbro confusa e mi passai una mano tra i capelli. Già prevedevo una figuraccia. Sentì gli occhi della professoressa di ginnastica su di me e poi posai gli occhi sull’orologio. 11,30 … ma quanto cavolo ero rimasta in infermeria dopo che Andrea se n’era andato?

<< Ehm … mi sono persa qualcosa? >> dissi arrossendo mano a mano e vidi la prof scuotere la testa lentamente come se mi reputasse un caso perso.  Sentì le risate dei miei amici e incominciai a torturarmi le mani e a giocherellare con l’anello nero che avevo sul pollice.

<< Ovvio, eri a sbaciucchiarti con Darvo! >> disse un ragazzo alla mia sinistra e tutti ridacchiarono. Quando vidi Judith guardarmi con gli occhi fuori dalle orbite gli mimai con le labbra che gli avrei spiegato dopo e poi ritornai a concentrarmi sulla professoressa .

<< Vasili zitto! >> sbottò lei puntandogli il dito contro e l’idiota indietreggiò.Sfigato … schioccai la lingua indifferente ma quando vidi gli occhi della prof su di me come se volessero leggermi dentro incominciai a sudare freddo.

<< E’ vero? >> mi chiese mentre io continuavo a mordicchiarmi le labbra incurante in quel momento che una certa persona mi stava fissando insistentemente …

<< No! Assolutamente, no! >> sbottai io e la vidi rilassarmi un attimo , ma non gli sfuggì il live rossore che attanagliò le mie guance.

<< Comunque Finn ti sei dimenticata che oggi c’è la partita di calcio? >> mi disse ed io mi sbattei la mano sulla testa. Cavolo! Era vero ed io come una stupida me n’ero dimenticata. Ogni anno, nella nostra scuola, si svolgeva una partita di calcio contro le classi sorteggiate e , per fortuna nostra, eravamo capitati noi contro la classe di un altro istituto. Le ragazze non facevano niente, era solamente una partita da maschi, ma quelle che volevano giocare potevano farlo solo se erano brave. A detta dei prof maschi “ Le alunne femmine a calcio sono così maledettamente scarse “. Non era vero , ad esempio c’era Judith che era un asso in porta e poi io sapevo difendere benino. Le ragazze, certo, erano molto più fragili dei maschi.

<< Oh, è vero >> sospirai e poi vidi la prof farmi cenno di andare al mio banco a preparare la borsa e appena passai in mezzo a quella folla di pecore , un solo sguardo, solo due occhi infuocati e irritati mi stavano guardando con disprezzo ed erano quelli di Mariah . Non crederà davvero che ero con Andrea a sbaciucchiarmi? Un brivido mi percorse quando ripensai  a quello che era successo e scossi la testa cercando di scacciarlo via come una mosca fastidiosa. E proprio mentre stavo riponendo nello zaino le ultime cose sentì un respiro caldo dietro di me, lo stesso che poco prima mi aveva fatta fremere dall’attesa … Mi vuoi proprio morta,è? Pensai affranta e feci finta di non sentirlo dietro di me, ma cavolo ogni cellula del mio corpo stava flettendo verso di lui, avevo un bisogno impellente  di toccare la sua pelle come avevo fatto prima, di sentirlo vicino e tutto ciò era dannatamente sbagliato, ma così eccitante da farmi girare la testa. Ormai il mio corpo non rispondeva più a me era come se lui ne avesse i comandi e questo non andava affatto bene, come non andava bene che lui era così vicino a me in classe, sotto gli sguardi di tutti e soprattutto sotto lo sguardo della mia amica . Non volevo ferirla e quindi … totale lontananza! Mi scansai con la borsa in spalla, ma lui mi prese per la mano trattenendomi. Mm! Sbuffai irritata e mi girai verso di lui tralasciando da parte il mio cuore che aveva incominciato a battere quando la sua mano aveva sfiorato la mia e lentamente lo vidi avvicinarsi con uno strano sorrisetto sulle labbra. Deglutì a vuoto e rimasi a guardarlo incapace di intendere e agire. Le sue labbra sfiorarono un mio orecchio ed io trattenni un sospiro. Cavolo, eravamo anche in classe, è! Troppo vicino …

<< Ogni giorno mi stai facendo impazzire e ti giuro che se non fosse arrivata la prof in infermeria, non mi sarei affatto fermato … >> mi sussurrò roco ed io spalancai gli occhi per la troppa emozione, perché il mio cuore dopo aver ricevuto quella dannata confessione ormai non potevo più recuperarlo e il mio corpo … Dio, il mio corpo lo voleva da star male , voleva le sue mani, voleva sentire .. lui e basta ,ma non potevo. Non potevo far star male due ragazze per un’attrazione fisica. Lui era fidanzato, totalmente fidanzato e ora mi stava dicendo che mi voleva baciare? Mi scansai cercando di non guardarlo negli occhi.

<< Siamo solo amici, Andrea … io ho un ragazzo e tu una ragazza. Basta, fine. >> dissi sospirando e lo vidi sorridere ma notai nettamente la sua espressione irritata.

<< Allora solo amici … >> disse sputando l’ultima parola in tono sprezzante ed io annuì e poi lo vidi passarmi accanto sfiorandomi appena la spalla dirigendosi verso i suoi amici. Mi sentì male .. male perché avevo avuto la prova che da lui potevo avere di più, ma quello che mi aveva fatta frenare era il fatto che lui non mi avrebbe amata , che per lui era solo attrazione fisica mentre invece per me stava diventando qualcos’altro . Non volevo di nuovo star male, non volevo avere qualcosa con un ragazzo che alla fine non mi avrebbe amata per nulla …

Ma non sapevo affatto quanto mi sbagliavo …
 

Angolo Autrice

- Ed eccoci arrivati anche a questo capitolo :D Ringrazio tutte quelle che leggono la mia storia e scusate se ho postato tardi ma questa settimana ho avuto gli esami e non ho potuto! Spero che vi piaccia e buona lettura!

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Capitolo 8
*** Mi sto innamorando di uno stronzo. ***


- Angolo Autrice

Ed eccomi tornata con un nuovo capitolo! Questo è più un capitolo di passaggio per quello che avverrà alla festa :D Non vi anticipo nulla ma ... xD Buona lettura ! 
Ringrazio tutte quelle che stanno leggendo la mia storia e sopratutto quelle che l'hanno messa tra le preferite e le seguite! (:


Image and video hosting by TinyPic Capitolo 7

Te ne starai lì a guardarmi bruciare 
Beh va bene perché mi piace il modo in cui fa male 
Te ne starai lì a sentirmi piangere 
Beh va bene perché amo il modo in cui menti 
Amo il modo in cui menti


-Love the Way You Lie -

Sabato mattina

Non era forse strano sentirsi così felici? La felicità non era una cosa da mettere da parte, anzi. Forse era la cosa che ancora oggi ci faceva vivere o almeno a me. Perché si . Alcuni dicevano che il frutto, la pozione, che faceva andare avanti ancora questo mondo era l’amore. Ma cos’era l’amore se prima ancora non avevi avuto delusioni? Perché voleva dire combattere per avere qualcosa, stringere i denti per tenere accanto a te quella persona che ti aveva fatto aprire gli occhi. A differenza di Judith io non credevo più in esso ed avevo una fottuta paura che di lì a poco , di nuovo, quel grande sentimento facesse capolinea nella mia vita come due anni fa. Se non c’era fiducia in un rapporto allora non andava bene. Ma chissà quante volte avevo dato fiducia a Johnny , quante volte avevo riso insieme  a lui … ed adesso mi ritrovavo a pochi passi da lui e continuavo a guardarlo. Sembrava strano questo mio comportamento eppure dovevo capire una cosa … Dovevo capire se quello che stavo incominciando a provare per un’altra persona era amore o forse una stupidissima attrazione fisica. Ricordai i momenti passati insieme  a Johnny e li paragonai a quelli passati con Andrea. A differenza con il primo, non avevo mai avuto questa irrefrenabile voglia di stare con lui, non avevo mai provato la voglia di sentirlo mio e basta anche se ne ero stata follemente innamorata. Con Andrea era  diverso … Non diverso in senso brutto, nel senso che tutto appariva nel giusto ordine, nel senso che tutto era bello … Con lui mi sentivo protetta, mi divertivo e non riuscivo a stargli lontana. Qualcosa di ancora oscuro in me lo attirava e non era un bene. Se non volevo più soffrire dovevo assolutamente mettere fine a queste sensazioni strane e forse con Danny potevo farcela.

<< Ehi , scusa ma adesso devo andarmi a giocare questa partita >> mi sussurrò piano Danny all’orecchio ed io annuì alzando la testa dalla sua spalla e guardandolo negli occhi . Lui era bello, eccome se lo era e gli piacevo. Sorrisi piano e prima che si alzasse decisi di dargli un bacio sulle labbra, un semplice bacio a stampo che lo fece sorridere mentre mi carezzava dolcemente una guancia. E poi scese da quella gradinata e lo vidi andare negli spogliatoi assieme a tutti gli altri suoi compagni di classe che quella mattina avrebbero affrontato la mia nella partita di calcio. Involontariamente mi pentì subito di quello che avevo fatto, mi pentì di aver baciato quelle labbra che non sentivo mie perché volevo quelle di qualcun altro . Mi stavo mettendo nei casini da sola e non dovevo farlo, io ero forte ed ero stata così forte da allontanare tutti quei ragazzi che in quei due anni dopo quella sofferenza avevano cercato di farmi innamorare, ma perché allora lui ci stava riuscendo? Perché?

<< Ecco le patatine per te! Prese direttamente dalla macchinetta della scuola >> disse esultando Judith mettendosi a sedere accanto a me e porgendomi un pacchetto di patatine piccanti. Lo presi sospirando e incominciai a mangiucchiarle sentendo subito il loro sapore forte sulla mia lingua. Guardai oltre la mia amica cercando di scovare Mariah ma non la vidi e così aggrottai le sopracciglia.

<< Mariah? >> chiesi mentre guardavo quel campetto da calcio  costruito dentro scuola. Era strano, tutto . La scuola, i compagni … sembravano tutti usciti da una rivista di moda. Le ragazze si facevano le foto ridendo , i ragazzi che mostravano gli addominali sentendosi fichi, ma l’attenzione poco dopo venne rivolta solamente ad un ragazzo che entrò nel campo con solo un paio di pantaloncini da calcio blu e le scarpette ai piedi. Aveva un’espressione irritata e andava spedito lungo le sedie a prendersi la maglietta della squadra. Ma la mia attenzione venne rapita soprattutto dal suo corpo messo alla bell’in mostra . Quella mattina avevo solamente scorto la sua schiena, ma cavolo … il davanti era ancora meglio. Si vedeva che praticava calcio visti i suoi addominali e le sue braccia forti e muscolose che in quel momento stavano facendo sbavare delle ragazze in tribuna. Soprattutto una che chiamava a gran voce il suo nome e la riconobbi. Alice … Lo vidi girarsi verso di lei e sorriderle e sentì le lacrime pizzicarmi. Ripensai alle sue parole ..

 Ogni giorno mi stai facendo impazzire e ti giuro che se non fosse arrivata la prof in infermeria, non mi sarei affatto fermato …

E allora perché in quel momento mi stava deliberatamente ignorando come se non esistessi? Certo, perché gli avevo detto solo amici … ma credeva veramente che io lo volessi? Cazzo, non vedeva i miei occhi? Non vedeva che si stavano perdendo giorno dopo giorno nei suoi?

<< Si è andata a sedere con la ragazza di Andrea .. >> mi rispose sospirando mentre mangiucchiava un’altra patatina e io aggrottai le sopracciglia.

<< Cosa? Ma la odia! >> sbottai incredula e lei fece spallucce per poi rivolgermi lo sguardo.

<< Credi davvero che non abbia visto quello che stavate facendo te e il signorino in classe? >> mi disse piano ed io spalancai gli occhi arrossendo di botto. Ripensare a quello che mi aveva detto non era una buona cosa soprattutto in quel momento , non davanti ad una Judith abbastanza alterata.

<< Ari … credo che tu ti stia mettendo in un bel guaio >> mi disse poi scuotendo la testa e continuando a guardare davanti a sé . Lo sapevo anche da sola che mi stavo mettendo in un brutto guaio , perfino il mio cuore lo sapeva , ma chissà come non voleva starmi a sentire. Un fischio mi fece voltare la testa e vidi tutti i ragazzi mettersi in riga per il solito saluto prima di disporsi nel campo ai loro rispettivi posti. Vidi Danny andare verso il centro campo proprio come Andrea che doveva fare il difensore e vidi il secondo dirgli qualcosa andandogli in contro ad un solo soffio dal volto. Danny lo spinse puntandogli un dito contro. Cercavo in tutti i modi di capire che diamine stavano dicendo, ma a quella distanza non riuscivo a decifrare un bel niente. E poi la partita incominciò per la nostra squadra che ricevette subito la palla. Seguì i loro movimenti, ogni singola calciata, ogni singolo fallo … finché la palla non arrivò a lui . Lui che si muoveva agile schivando gli avversari come se stesse volando, come se conoscesse la palla , come se in quel campo c’era solamente lui . Ad ogni passo la sua maglietta si alzava rivelando una buona porzione di quella schiena abbronzata mentre vedevo i suoi polpacci forti tendersi dallo sforzo. Proibito … quella parola che continuava a riecheggiarmi nella mente senza lasciarmi respirare. Dovevo stargli lontana, odiarlo, perché non potevo perdere anche Mariah, non dopo Marianna la quale avevo perso solo per una stupida cotta fasulla. Mi facevo schifo perché quei due ragazzi che piacevano alle mie due amiche piacevano anche a me. Ma mi facevo schifo soprattutto perché mi rendevo conto di star prendendo in giro Danny e lui era così dolce e buono da non permetterselo .Ma improvvisamente, riscossa dai miei pensieri, vidi Danny a terra con una mano sulla caviglia e Andrea in piedi davanti a lui che gli urlava contro come un indemoniato. Mi alzai per andare a vedere, ma sentì la mano della mia amica trattenermi.

<< Se vai da Danny, si incazzerà ancora di più >> mi disse soltanto ed io non ci vidi più . Strattonai il braccio fortemente sotto lo sguardo allibito e preoccupato della mia amica .

<< Perché si dovrebbe incazzare il signorino, è? >> quasi strillai e vidi delle ragazze girarsi incuriosite. Judith sospirò piano alzandosi e prendendomi per mano trascinandomi fuori dalla tribuna, in un posto isolato . Si fermò davanti a me e lentamente si girò con le braccia conserte mentre batteva frenetica il piede a terra.

<< Ha visto che hai baciato Danny … >> mi disse soltanto. Solo perché avevo dato un bacio al MIO ragazzo, lui aveva avuto il diritto di dargli un calcio e incazzarsi? No, non era nessuno per fare questo.

<< Non c’entra un cazzo! E’ il mio ragazzo! >> sbottai portandomi una mano tra i capelli sentendo improvvisamente gli occhi pizzicarmi. Dio, che situazione …

<< Ma non vedi che è geloso marcio? Ari gli piaci e tanto e … >> .

<< E niente! Ha una ragazza e Mariah che gli va dietro che vuole di più?>> dissi interrompendola . Judith si avvicinò lentamente stringendomi in un abbraccio e io affondai la testa sulla sua spalla respirando fortemente. Io non volevo mettermi nei casini, non volevo far soffrire anche la mia amica perché per me lei era importante, a lei piaceva … e non potevo portargli via un ragazzo.

Solo schifo provavo verso me stessa …

<< Lo so che vuole te >> mi sussurrò piano stringendomi ancora più a se e io spalancai gli occhi per poi richiuderli stringendo le palpebre. Non voleva me, voleva il mio corpo , non gliene importava niente di quello che poteva succedere dopo, di quello che potevo incominciare a provare .. lui voleva il mio corpo solo per fare i suoi comodi. Ed io lo odiavo , ma … mi piaceva e non potevo negarlo, ormai .

<< Judith, non posso . Voglio stare con Danny >> dissi decisa sciogliendomi dall’abbraccio e facendo un passo indietro.

<< E visto che  è il mio ragazzo ora andrò a difenderlo >> dissi poi decisa stringendo i pugni e uscendo da quel garage mentre sentivo Judith che mi intimava di fermarmi , di non fare cavolate .. ma non l’ascoltavo. Entrai nel campo da gioco subendomi subito i fischi della tribuna, ma non mi importava. Lo vidi guardarmi con un sopracciglio alzato e con quell’aria strafottente e irritata. Mi avvicinai a passo spedito mentre sentivo gli occhi di tutti addosso e quando me lo ritrovai davanti gli diedi una spinta facendolo barcollare all’indietro sorpreso.

<< Tu! Sei un coglione! >> gli urlai contro cogliendolo di sorpresa e poi ritornò alla solita faccia da stronzo che aveva con quel ghigno che ora era particolarmente nervoso. Ma diamine se non era bello in quel momento. Con la maglia bagnata dal sudore, le guance arrossate e gli occhi lucidi chiarissimi illuminati dalla luce .

<< Che ho fatto? >> disse facendo il finto tonto. Alzai gli occhi al cielo e mi avvicinai ancora e lo vidi indietreggiare forse preso alla sprovvista dalla mia audacia.

<< No dovevi dargli un calcio! Sei uno stupido! >> gli dissi avvicinandomi ancora , ma lui rimase immobile e con il viso a pochi centimetri dal mio . Ti odio, Andrea Darvo …

<< Volevo prendergli la palla , Ari >> mi sussurrò per discolparsi, ma visto quel sorriso strafottente capì che mi stava prendendo in giro. Sentì gli occhi pizzicarmi. Chi era lui per prendersi gioco di me? Chi era lui per manovrare i miei pensieri, i miei sentimenti?

<< Non sono così scema >> risposi io duramente, senza un filo di emozioni anche se i miei occhi potevano trasmettergli tutto ed infatti lo vidi un momento in difficoltà mentre lo sentivo entrarmi dentro, scovarmi, leggermi … e un brivido mi percorse, come mille scariche elettriche quando la sua mano si posò sulla mia guancia levandomi una lacrima che sola soletta era scesa sulla mia guancia bollente. Sentivo che tutti ci guardavano, soprattutto la mia amica, soprattutto la sua ragazza … Chiusi gli occhi.

<< Lo difendi anche? >> mi sussurrò dolce ed io lo spinsi via arrabbiata, delusa per i suoi cambiamenti d’umore repentini.

<< Cosa? E’ il mio ragazzo se non te ne sei dimenticato! >> sbottai irata e lo vidi indurire la mascella segno che era evidentemente nervoso di quello che avevo detto. Spostò lo sguardo dietro di me mentre si mordicchiava il labbro in evidente difficoltà .

<< Allora perché fissavi me invece che lui ? >> mi disse lasciandomi spiazzata senza una possibile risposta. Lo fissavo perché ero rapita da lui, perché ogni suo movimento mi scaturiva sensazioni strane, perché mi piaceva …

<< Guardavo la palla, idiota! >> sbottai trovando giusto una risposta e lo sentì ridere guardandomi con i suoi occhi che mi trafissero gelandomi

<< Le palle vorrai dire … >> disse gongolante ed io non ce la feci più. La mia mano partì da sola andando a colpire la sua guancia che si colorò subito di rosso. Arrogante, stronzo, presuntuoso e coglione. Lo vidi guardarmi mentre si toccava la parte lesa e poi senza dire niente, me ne andai da quel campo, da quegli occhi che non facevano che portarmi in  bilico tra amore e odio … .

***

Entrai in infermeria e vidi Danny disteso su un lettino con la mano appoggiata sulla caviglia dove vi era una bustina di ghiaccio. Mi avvicinai sorridendogli in modo gentile, ma quando vide i miei occhi lucidi cercò di alzarsi per venirmi incontro, ma io mi mossi e gli posai le mani sul petto spingendolo giù a sedere.


 Déjà-vu 

Scossi la testa per levarmi dalla mente quei pensieri e fissai gli occhi nei suoi trovandoli preoccupati per me. Sentì la sua mano spostarmi una ciocca di capelli dietro l’orecchio.

<< Ehi … >> mi sussurrò piano cercando di farmi alzare gli occhi e guardarlo, ma non ci riuscivo. Tutto era così uguale a questa mattina passata e … merda, ero più stupida di quanto pensassi. Perdere la testa per uno stronzo.

<< Scusa è che … >> cercai di dire , ma sentì le sue braccia circondarmi le spalle attirandomi a se e facendomi poggiare la testa nell’incavo del suo collo. Lo strinsi a me imprimendomi il suo profumo, imprimendo dentro di me il suo calore, il suo corpo stretto al mio e mi sentì bene , stramaledettamente bene . Sorrisi come una scema pensando che dopotutto lui mi voleva bene. Sentì le sue labbra sulla mia guancia , piccoli baci appena accennati che si spostavano sempre più vicine alle mie labbra . Non riuscivo a muovermi, ero immobile nelle sue braccia … e quando vidi i suoi occhi scrutarmi intensamente capì che stavo facendo una cazzata. Una tremenda cazzata e tutto per dimenticarlo, ma dovevo farlo . Le sue labbra sfiorarono le mie ed io passai le braccia attorno al suo collo attirandolo più a me mentre sentivo le sue sulla mia vita stringermi possessive. Era uno sbaglio, uno stupido sbaglio , ma non riuscivo a fermarmi, a staccarmi da lui. Avevo voglia di far  capire al mio cuore  che  di lui a me non me ne importava niente, che lui non era il centro dei miei pensieri .. ma quanto mi sbagliavo. In quel momento sentì le lacrime pizzicarmi alla base degli occhi. Mi sembrava di tradirlo e quando sentì la lingua di Danny sfiorare le mie labbra mi scansai lasciandolo sorpreso davanti ai miei occhi.

<< Non ce la faccio … >> sussurrai con la voce incrinata e lo vidi indurire la mascella segno che era nervoso, segno che avesse capito tutto. Ma capire cosa? Tra me e Andrea non c’era stato neanche un bacio, niente di niente .. ma diamine quando mi sfiorava mi sentivo in un altro mondo, in una bolla fatta solo di noi due. In quei secondi, in quei minuti , non c’erano parole per esprimere tutto .. solo il silenzio era partecipe. E quando sentì le sue braccia avvolgermi per abbracciarmi, scoppiai a piangere. Lacrime che sapevano di odio, lacrime che da troppo tempo aspettavano di sgorgare dai miei occhi inermi e manovrati da un’unica persona. Lui stava diventando il centro di tutti i miei pensieri. Non c’era giorno dove non pensassi a lui, a quello che  mi diceva e a tutto quello che stavamo passando. Era come una droga, una buonissima droga che mi faceva eccitare davanti al proibito ma che mi faceva tirare indietro perché sapevo che prenderne troppa alla fine mi avrebbe dato alla testa facendomi scoppiare il cuore .

<< Perché? >> sussurrai tra le lacrime e sentì la sua stretta farsi più forte mentre sentivo il suo respiro sul mio collo, affannoso, nervoso …

<< Non c’è un perché , ti stai solo innamorando … >> mi disse dolcemente e capì che ero vicina al baratro, che alla fine  non potevo tirarmi indietro. Ma Mariah .. la mia amica , non potevo farlo non dopo quello che era successo anche con Marianna. Ma mi piaceva tutto di Andrea. Mi piacevano i suoi capelli, il suo sorriso, i suoi occhi che mi facevano provare brividi intensi, il suo respiro, le sue mani … tutto ed era dannatamente sbagliato …

Perché mi sto innamorando di uno stronzo  …

***

Non c’erano parole per descrivere quello che stavo vedendo davanti a me e soprattutto non avevo avuto voglia di stare a guardare . Danny mi strinse forte la mano come a dirmi che lui c’era, che non se ne sarebbe andato. Avevamo deciso che saremmo andati avanti a stare insieme per far vedere alla mia amica che non provavo niente per Andrea, perché quella era la cosa giusta. Ma quello che vedevo in quel momento era dannatamente sbagliato e sentivo mille aghi perforarmi il petto in una morsa stretta e soffocante.

La stava baciando …

Perché? Perché baciava lei se un attimo prima mi aveva detto che era attratto da me ? Sentì il respiro smorzarsi in gola, sentì gli occhi bruciare , ma soprattutto sentivo il mio cuore che stava per scoppiare a quella vista. Mi stavo riducendo all’impossibile, mi stavo riducendo come una bambolina nelle sue mani perfettamente curate . Ma perché stava baciando Mariah? Sentì Danny tirarmi verso di sé e prendermi tra le braccia, nel mio posto sicuro e lontano da lui. Lontano dai suoi occhi che mi stavano guardando mentre baciava un’altra, lontano dalle sue labbra che stavano toccando altre labbra … Perché non ero forte? Vidi Judith venire verso di me con un sorriso sulle labbra, che poco dopo si spense quando vide quello che avevo visto io. I suoi occhi incontrarono i miei, dispiaciuti e pieni di tristezza. Sospirai come a dire che non mi importava , che era giusto che la mia amica avesse avuto alla fine quello che voleva. Ma non era giusto per Alice che in quel momento stava seduta ad un tavolino con lo sguardo rivolto verso il basso e una sigaretta tra le labbra. Mi avvicinai a lei e mi misi seduta accanto mentre guardavo il tavolino bianco davanti a me e mentre sentivo l’odore pungente della sigaretta inoltrarsi in me.

<< Stronzo e stronza .. bella coppia >> sibilò lei portandosi poi di nuovo la sigaretta alle labbra inspirando.

<< Certo io l’ho tradito un sacco di volte, ma mi fa male che a lui non abbia avuto almeno la decenza di dirmi che mi voleva lasciare. E invece no, l’ha baciata quella puttana! >> sbottò irata e sussultai quando diede quel nominativo poco bello alla mia amica, ma in quel momento non mi importava più di niente. Alice, anche se non mi stava tanto simpatica, in quel momento aveva perfettamente ragione .

<< E l’ha baciata solo perché era incazzato con te >> disse poi sospirando rivolgendomi lo sguardo . Ridacchiai piano. Una risata amara, una risata senza emozioni, senza significati … una risata che sapeva di sporco.

<< Vi ho visti in discoteca, Mariah mi ha raccontato di oggi in classe e di quando eravate nel giardino della scuola “amorevolmente” abbracciati. Lui da me non è mai stato così preso
>> continuò sospirando . Guardai i suoi occhi e lessi consapevolezza. La consapevolezza di quello che stava dicendo, di quanto erano vere quelle parole. Anche se lui non era affatto preso da me, ma dal mio corpo e basta. Non riuscivo a dire niente, perché in quel momento lei aveva perfettamente ragione e così volsi il capo a sinistra e vidi Judith e Danny seduti su una panchina a parlare mentre sentivo che il secondo tempo della partita era incominciato. Forse era incominciato invece il secondo tempo di una nuova vita, di una nuova consapevolezza e forse di una nuova amicizia con questa ragazza. Dopotutto non era così male.

<< Vuoi venire con me e Judith ad una festa questa sera? >> le chiesi proferendo per la prima volta parola e la vidi strabuzzare gli occhi dalla sorpresa. Evidentemente non si aspettava
che le dicessi questo . Ma poi la vidi sorridere e annuire.

<< Certo, mi farebbe piacere >> mi rispose continuando a sorridermi …

***

Sabato pomeriggio

Era la prima volta che mi sentivo così bene e libera con le mie amiche. Il fatto era che non avevamo parlato di niente , solo di stupidate, avevamo preso in giro attori e i modi di vestire delle professoresse . E tutto questo senza Mariah, senza la sua mania di parlare sempre delle sue conquiste, dei ragazzi e tutto . Eravamo solamente io, Judith e Alice a  casa mia e nella mia camera a fare battaglia di cuscinate come delle piccole bambine. Judy aveva subito apprezzato l’idea di far venire Alice alla festa dicendo che dopotutto non era una così antipatica ragazza. E in quel momento ci ritrovavamo a ridere e a prenderci a cuscinate ridendo e urlando come ragazzine. Mi buttai a peso morto sul letto continuando a ridere come una pazza , seguita poi dalle altre due. Mi soffermai a guardare il soffitto a cercare di trapassare quella superficie per volare. Per toccare il cielo, quell’immensa distesa di azzurro chiaro che viveva sopra le nostre teste, sopra i nostri pensieri contorti. Da bambina le notti d’estate andavo sempre sul tetto a stendermi a guardare le stelle. Puntini luminosi che ormai conoscevano tutto della nostra Terra.

<< Mi piacerebbe fare l’astronauta >> dissi tutto d’un botto facendo scoppiare a ridere Judith e Alice per la cavolata che avevo detto. Era vero, però! Avevo voglia di andarmene lontanissima da qui , di poter scoprire nuove cose, e soprattutto di volare libera.

<< A me la spogliarellista! >> disse scherzando Alice ridendo , ma poi la vidi battersi una mano sulla nuca sporgendosi a guardare l’ora .

<< E’ tardi! Ci dobbiamo preparare! >> sbottò quasi urlando e scese dal letto andando ad aprire il borsone che aveva portato. Mi misi a sedere sentendo che il fermaglio nei capelli si stava levando lasciandoli ribelli e scomposti sulle mie spalle. Alice tirò fuori dal borsone un tubino bianco e me lo tirò in faccia e fece lo stesso con Judith, alla quale però diede un abito color crema stretto al seno . Strabuzzai gli occhi .

<< Non vorrai mica che mi metta questo, vero? >> dissi io incredula rigirandomi il vestitino tra le mani. Che dire, sembrava una maglietta per quanto era corto! Lei annuì e poi tirò fuori anche dei tacchi bianchi lucidi e me li porse. Mi prese per mano e mi buttò in bagno urlandomi : << Su, su! Vatti a vestire! >> e come mi aveva detto mi vestì sentendomi nuda. Il tubino color perla  mi metteva in risalto le forme e soprattutto le mie gambe lunghe visto che arrivava a metà coscia . Dio, morirò dal freddo! No, no non uscivo di casa con questa sottospecie di maglietta lunga. Per far contente le mie amiche che mi stavano intimando da più di un’ora di uscire, sbuffando indossai i tacchi e aprì la porta entrando in camera e lasciandomi guardare da quelle due pazze. Vidi Alice annuire maligna, mentre Judith sorrideva .

<< Perfetta! Adesso vieni qui e mettiti a sedere >> mi disse poi Judith prendendomi e buttandomi a sedere su una sedia davanti ad uno specchio dove sul tavolino lì di fronte vi erano trucchi e piastre di tutti i tipi. Oddio mi volevano trasformare in una bambola?

<< Perché mi devo agghindare così? >> dissi sbuffando e sentì le loro piccole manine armeggiare con i miei capelli .

<< Perché c’è il tuo ragazzo e devi mostrarti bellissima ai suoi occhi >> mi rispose Alice con uno strano ghigno sulle labbra .

<< E perché devi dare una svegliata a quel ragazzo che di nome fa Andrea! >> sbottò Judith scoppiando poi a ridere vedendo la mia faccia. No, no .. non volevo affatto mettermi in bella mostra per lui! Non era mia intenzione farmi vedere da lui perché avevo giurato a me stessa che non avrei affatto mentito alla mia amica o soprattutto fare quello che avevo fatto con Marianna. Non credevo più a me stessa perché tutte le decisioni che prendevo dettate dalla coscienza portavano male sia a me che a tutte le persone che avevo intorno. Comunque Judith continuò , con le sue delicate mani decise, a truccarmi il viso mentre mi raccontava di quello che Simon le aveva chiesto. Un appuntamento! Era così euforica all’idea di uscire con lui che quasi non ci credeva. Per lei era un sogno, un sogno da innamorate e vedevo i suoi occhi brillare quando ne parlava. Avrei voluto avere quelle certezze, le certezze di amare, di capire se ero pronta di nuovo … ma sembrava che niente , nemmeno il mio cuore colmo di risposte, sapesse darmi una mano. Quando la mia amica finì la sua opera facendomi segno di guardare, rimasi con gli occhi sgranati dalla sorpresa. I miei occhi nocciola erano più luminosi delineati dall’eyeliner facendoli sembrare più chiari anche grazie all’ombretto bianco sulle mie palpebre che all’esterno era sfumato con un blu celestino . Le mie guance erano colorate di un rosa tenue che mi faceva apparire come una ragazzina, le mie labbra carnose erano lasciate libere senza nessun rossetto o lucidalabbra. Mentre i miei capelli lisci e luminosi erano lasciati sciolti sulle mie spalle, mentre la mia frangia era tenuta da un fermaglio formando un piccolo bozzetto sul mio capo. Vidi Alice guardarmi dallo specchio mentre le sue labbra colorate di un rosa tenue, si alzavano in un sorriso. Anche lei si era cambiata  e portava un vestitino verde stretto alla vita che scendeva morbido sulle sue gambe e dei sandali dorati . Bellissima … e Judith era incantevole con quel vestito color crema che le fasciava le gambe abbronzate e i capelli biondi raccolti in una coda alta. E improvvisamente mi venne in mente Mariah .. già, proprio lei. Lei che era arrabbiata con me, che aveva deciso di lasciare le sue amiche per amore. Prima di tornare a casa, a me e a Judith ci aveva detto che non dovevamo più andare a casa sua per prepararci perché aveva detto che aveva capito che di me non poteva più fidarsi, non dopo che aveva capito quanto ero presa da lui anche se non le avevo detto niente. E sentì un pugno allo stomaco. Tutto era finito? La nostra amicizia si era persa per un ragazzo anche questa volta? Vidi Judith guardarmi confusa.

<< Pensavo a Mariah … >> dissi abbassando gli occhi mentre mi sedevo sul bordo del letto. Alice e Judy mi seguirono subito restando in silenzio aspettando che mi sfogassi.

<< Diamine l’ho fatto di nuovo … ho messo fine ad un’amicizia per un ragazzo>> continuai << Mi faccio schifo, solo schifo! Prima Marianna e adesso lei!>> e poi sentì le braccia delle mie due amiche circondarmi amorevolmente, un abbraccio carico di significati, carico di speranze …

<< Se ti piace qualcuno non è uno sbaglio. Johnny non è stato uno sbaglio, ti ha fatto crescere, ti ha fatto capire che i ragazzi pensano solo con quello che c’è in mezzo alle loro gambe … Andrea è un mondo tutto nuovo da scoprire e lui si è aperto a te come non aveva fatto nemmeno con Alice. Ci tiene e si vede. Se Mariah non capisce quanto tu ci stai male per questo allora non si è mai resa conto di quanto tu le voglia bene, di quanto hai cercato di combattere contro ciò .. >> mi sussurrò dolce Judith stringendomi forte a se ed io ringraziai con tutto il cuore di avere un’amica come lei, un’amica che mi sapesse tirare su durante i brutti momenti, durante le mie sofferenze … E ringraziai anche Alice, quella ragazza che odiavo perché sorrideva sempre, ma che in quel momento sapeva darmi un supporto. E forse la mia amica aveva ragione a dire che non potevo combattere contro i sentimenti che uno prova, che dopotutto non possiamo scacciarli via così. E la cosa brutta era che Mariah non mi avesse capita, non mi avesse lasciata spiegare tutto. Improvvisamente sentì un suono provenire dal mio cellulare dietro di me e sciogliendomi dall’abbraccio lo presi vedendo che il mittente era Danny. Quando aveva capito che mi piaceva Andrea, sembrava come se lo sapesse da tempo e quando lessi quel messaggio aggrottai le sopracciglia.

“ Ehi :D Ti va di parlare un po’ dopo alla festa? Devo dirti delle cose … “  

“ Ehi! J Certo .. a dopo Danny :* “  

E così , con questo semplice messaggio, io Alice e Judith incominciammo ad incamminarci verso casa dei miei nonni, che avrebbe ospitato la nostra festa … 

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Capitolo 9
*** Solo un bacio ... ***


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Capitolo 8

 

Perché tu sei il mio vero amore, il mio cuore intero 
Per favore non gettarlo via 
Perché sono qui per te 
Per favore non andare via e 
Per favore dimmi che resterai 
- Your Guardian Angel -

Sabato sera

Un bicchiere pieno di acqua che alla fine si rompe, fa uscire il suo contenuto disperdendolo senza farlo ritornare al suo posto di prima. Era come un’amicizia. Quando si rompe, l’essenza e il bene se ne vanno disperdendosi nei ricordi. In quei ricordi belli e divertenti di attimi, secondi, che ci avevano fatto crescere. Eppure un bicchiere rotto  si può sempre riparare, l’acqua si può sempre rimettere dentro. Allora perché alcune volte un’amicizia non può essere ricostruita di nuovo? Forse perché ci vuole impegno, fiducia e altri ingredienti che solamente noi sappiamo quali sono. Nonostante tutto, mi sembrava di star facendo la cosa giusta, di star combattendo contro il mio cuore per far continuare questa amicizia, per far ricostruire questo bicchiere pieno di piccole crepe. Il fatto era che stavo lottando contro la mia anima e stavo soffrendo. Esisteva il colpo di fulmine? Evidentemente no, ma era come se quel preciso giorno egli mi avesse colpita nel cuore imprimendomi il suo nome e facendo crescere questa energia mano a mano fino a che non esplodesse. E mentre guardavo Mariah ridere e scherzare con Andrea, mi veniva da domandarmi “Perché lei non pensa a me?”e subito , di nuovo, mi sentivo un grande nodo al petto che mi soffocava. Era sbagliato o era giusto? Questa era la domanda che mi continuavo a porre, ma non c’era niente di così giusto che vedere un’amica sorridere grazie a te. Mi rigirai il piccolo bicchierino tra le mani facendo oscillare il contenuto e poi me lo portai alle labbra assaporandone il sapore forte e bruciante che mi scendeva lungo la gola. Le persone dicevano che l’alcol faceva stare bene, eccome! Ma solo in quei pochi secondi, e poi la mattina dopo ti sentivi una totale merda che buttavi giù tutta l’anima per toglierti quel sapore dalla bocca. Non volevo rovinarmi, affatto … volevo solo dimenticarmi per una sera i suoi occhi, le sue labbra, il suo sorriso , il suo profumo .. tutto . E come se non bastasse, averlo a pochi metri da me e non poter vedere i suoi occhi mi mandava in tilt. Il mio cuore continuava a dirmi “ Corri vai da lui e parlagli! “ mentre la mia mente mi diceva “ Lascialo perdere. Vuoi soffrire di nuovo? Io credo di no … “  ed ovviamente io optavo per la seconda possibilità. Struggermi per lui? Nah … non dovevo affatto! Era solo un ragazzo che cambiava ogni secondo carattere, prima dolce e poi di nuovo lo stronzo ed irritabile Andrea che inevitabilmente mi piaceva. Alzai lo sguardo su di lui e mi persi a guardarlo. A guardare la camicia blu che gli fasciava perfettamente il torace, i jeans a vita bassa chiari che gli fasciavano le gambe muscolose e le sue Adidas blu e bianche dalle quali non si separava mai. Bellissimo, sexy … ma guardava Mariah e non me , rideva con lei e non con me. Se voleva essermi amico allora tanto valeva salutarmi, tanto valeva dirmi un solo “ciao “ e poi scomparire alla mia vista. E invece nemmeno quello. Il suo sguardo non si era mai posato su di me, il suo sorriso non era mai rivolto a me ed ogni volta che ridevo nei suoi paraggi lui sbuffava annoiato. Appena arrivata in casa avevo subito salutato Elisabetta , la mia migliore amica dell’estate, soprannominata anche da me Betta. L’avevo conosciuta in un camping e da subito eravamo andate d’accordo e da quel giorno ci eravamo spesso sentite. Era una ragazza tutto pepe, arzilla e con due paffute guance ricoperte da lentiggini e io adoravo i suoi capelli. Una massa riccia non troppo folta che le incorniciava il viso pallido a forma di cuore dove spuntava sempre un tenere sorriso. Stranamente non si era portata con se Emanuele, il suo fratellino che aveva una cotta per me , ma Betta mi aveva detto che era dovuto partire assieme alla squadra di calcio per un campionato. Continuai a rigirarmi tra le mani il bicchiere ormai vuoto mentre sentivo i miei amici ridere e scherzare. Ed io? Io rimanevo seduta su quella maledetta sedia e non avevo voglia di fare nulla, se non andarmene. Judith e Alice erano andate a fare una partita a biliardino lasciandomi sola e promettendomi che ritornavano subito. Invece erano passati la gioia di 10 minuti . Dio , che schifo di situazione. E quando alzai gli occhi, il respiro mi si smorzò in gola e le mie labbra si dischiusero dalla sorpresa.

<< Ciao .. >> mi disse sorridendomi e sentì il cuore mancarmi di un battito . Gli stessi occhi nocciola che mi avevano rapita, lo stesso sorriso bello da togliere il fiato e che mi aveva fatto perdere la ragione e quelle labbra che tante volte avevo baciato imprimendomele nelle mie . Era sempre lui, lo stesso ragazzo che mi aveva fatta innamorare per poi scaricarmi come un sacchetto dell’immondizia. Ma perché era alla mia festa? Chi lo aveva invitato? Sentivo gli sguardi di tutti addosso perché sapevano che cosa era successo tra noi due. Perché rivolgermi la parola adesso dopo due anni? Strinsi le labbra e mi alzai di scatto incamminandomi verso la veranda, fuori da quella casa, fuori da quei ricordi che pensavo di aver soppresso …

<< Neanche mi saluti? >> sentì di nuovo quella voce dietro di me mentre con le mani stringevo la ringhiera che dava sulla piscina coperta. E poi qualcosa di caldo mi avvolse le spalle intorpidite dal freddo e quando mi accorsi che era la sua giacca sussultai.

<< Che vuoi da me? >> sussurrai flebile e lo sentì ridere piano e poi si appoggiò alla ringhiera accanto a me e lì , sul suo polso notai una cosa e indurì gli occhi, assottigliandoli.

<< Perché hai ancora il mio braccialetto? >> dissi indicando con il mento quell’affarino di pelle dove era scritto J e A ,che aveva legato al polso. Lui sembrò un attimo in difficoltà e poi sospirò guardandomi con i suoi occhi caldi e intensi.

<< Forse perché mi sei mancata in questi due anni? Dio, Ari, mi sembra di parlare con un automa! >> sbottò lui indurendo la mascella ed io scoppiai a ridere. Gli ero mancata? Questa era la barzelletta più bella del secolo! E allora perché cavolo non mi era venuto a riprendere, perché non mi aveva detto prima quelle due paroline, perché aspettare due anni!

<< E a me con un perfetto cretino! >> dissi quasi urlando arrabbiata scostandomi da quella ringhiera come se scottava. Lo vidi guardarmi sorpreso. Di cosa si sorprendeva?Pensava che sarei ritornata da lui appena mi avesse sorriso, appena mi avesse detto ti amo? Doveva farlo prima se mi rivoleva perché ormai il mio cuore stava dando asilo e alloggio ad un altro stronzo come lui!

<< Io ti dico che mi manchi e che voglio ritornare con te e tu mi dai del cretino? >> sbottò indurendo la mascella segno che era nervoso almeno quanto me. Lo vidi avvicinarsi di scatto ed io arretrai andando a sbattere contro il muro della casa . Ero in trappola … Lo vidi appoggiare i palmi delle mani accanto alla mia testa e guardarmi proprio come aveva fatto la prima volta che ci eravamo baciati, sotto casa mia.

<< Non pensare che ritorni con te , Johnny … mi hai scopata e poi gettata via come un’altra delle tue solite conquiste! >> sputai mentre sentivo i suoi occhi incendiarmi tutta mentre mi perforava il cuore lasciandomi con il respiro sempre più corto. Vicino, troppo vicino … Le sue labbra erano una linea dritta sul suo volto scuro e serio come non lo era mai stato. Chiusi gli occhi inspirando fortemente e sentì i suoi polpastrelli toccare la mia guancia e il suo respiro dolce sfiorarmi il mento in una leggera carezza. Troppo tempo e il mio cuore ormai non batteva più per lui …

<< Mi manchi … adoro la tua pelle, il tuo profumo >> e passò il naso sul mio collo inspirando mentre sentivo il suo torace alzarsi e abbassarsi velocemente contro il mio petto . << I tuoi capelli … >> e mi passò le labbra lì soffiandoci sopra spostandoli di poco mentre brividi di freddo mi facevano gelare le gambe. Perché non riuscivo a muovermi? Provai a scansami , ma lui non me lo permetteva tenendomi ferma e immobile contro il suo corpo possente e muscoloso.

<< Le tue labbra … >> mi soffiò proprio sulle mie e prima che potesse fare qualsiasi cosa , vidi qualcuno strattonarlo via da me urlandogli di lasciarmi stare. Simon … Buttai a terra la giacca di Johnny e corsi verso Judith che stava guardando la scena con gli occhi sbarrati e preoccupati . Aveva paura per Simon, paura che potesse prenderlo a pugni perché di Johnny non ci si poteva affatto fidare. Aveva sempre avuto questa rinomanza del bulletto della scuola che si divertiva a prendere a calci qualunque ragazzo gli capitasse sotto mano. Le presi la mano , stringendola forte e cercando di farle capire che qualunque cosa succedeva io c’ero . La vidi annuire piano e poi puntare di nuovo i suoi occhi su Simon che in quel momento aveva dato una spinta a Johnny facendolo indietreggiare. Stava facendo a botte con il suo ex migliore per me e basta. Il ragazzo cercò di reagire ma si fermò , voltando di poco la testa verso la porta della veranda, quando si accorse che tutti i ragazzi stavano guardando quella scena in silenzio. Tirai un respiro profondo e mi avvicinai a Simon toccandogli il braccio . Subito i suoi occhi erano nei miei, furiosi e intensi da farti venire brividi lungo la schiena. Rivolsi un’occhiataccia a Johnny che si era calmato e mi misi in mezzo tra i due ragazzi cercando di farli stare lontani.

<< Basta ... ora ce ne torniamo dentro e tu … >> dissi puntando il dito contro il torace di Johnny << … te ne torni a casa e non farti più vedere >> continuai sibilando e avvicinandomi di un passo per risultare minacciosa. Non ero una dura, anzi! Dal modo in cui stava ghignando sembrava che gli facevo proprio pena.

<< Il paparino deve sempre proteggerti, è? >> disse alludendo al mio migliore amico ed io mi avvicinai ancora facendolo indietreggiare. I nervi mi stavano salendo lungo la schiena e
se non se ne andava lo avrei preso a calci!

<< Vattene .. subito! >> quasi strillai e lui , senza proferire parola, se ne andò ma prima di uscire da quella casa un ragazzo gli rifilò un bel pugno in faccia facendolo cadere a terra con
il respiro corto e gli occhi fiammeggianti. Andrea lo prese per il colletto della camicia e sprezzante gli disse : << Fatti vedere un’altra volta accanto a lei e ti taglio le palle, coglione … >> e poi lo lasciò andare bruscamente sotto il mio sguardo allibito e quello di Mariah che cercava di tenerlo a freno. Deglutì sfregandomi le braccia incominciando a sentire freddo e subito i suoi occhi saettarono nei miei incendiandomi e provocandomi brividi, ma non di freddo . Volevo abbracciarlo, volevo chiudermi nel suo calore e non andarmene mai … ma cavolo, erano i pensieri sciocchi di una ragazzina in piena fase ormonale e dovevo stargli alla larga. Ma quando avevo rivisto quel verde intenso che mai avevo guardato per quella serata , avevo sentito il petto riempirsi e un senso di pienezza mi aveva attanagliata. Forse era sbagliato , ma Dio era lo sbaglio più eccitante che stavo provando …
 
***
Il caldo liquido intenso e buono , scese giù nella mia gola riscaldandomi e donandomi un senso di sollievo mentre tenevo tra le mani quella tazza fumante di cioccolata calda rigirandomela tra le mani pensierosa. Dopo quello che era successo con Johnny , ero andata a chiudermi in cucina troppo presa da mille pensieri che mi stavano facendo venire il mal di testa. Non riuscivo a capire il suo comportamento e il perché era venuto alla mia festa quando sapeva perfettamente che non lo avrei voluto più rivedere. Però dovevo ammettere che quando mi aveva guardata con i suoi occhi nocciola che tempo fa mi volevano bene –forse- avevo visto tutto quello che avevamo passato insieme, tutte le risate e i bei momenti. Tra me e lui non c’era mai stato questo grandissimo desiderio fisico e forse lui aspirava proprio a quello e basta. Dopo aver vinto il suo trofeo mi aveva lasciata imprimendo nel mio cuore il marchio del primo amore. Tutte sappiamo quanto si sta male dopo aver perso la persona per la quale avevi cercato di dare tutto, per dimostrargli quanto lo amavi … e alla fine ci siamo trovate in una totale sofferenza da non voler più vedere nessuno. Eppure sono andata avanti e ora ci stavo ricadendo di nuovo con tutte le scarpe. Sospirai e bevvi un altro sorso di quella cioccolata e poi mi tolsi i tacchi visto che i miei piedi ormai stavano chiedendo pietà. Amore , amore .. che parola … strana, ma con un grandissimo significato dentro. Alcune volte pensavo che il centro di tutto era il cuore, quella specie di organo che batteva forte forte quando vedevamo  la persona che ci piaceva . Era strano , ma era lui che ci diceva “ Ehi , guarda che lui ti piace! “ , era lui che ci faceva capire quello che cercavamo di nascondere. E io avevo capito perfettamente quello che cercavo di sopprimere in quei giorni …

<< Come mai sei da sola? >> sussultai e alzai di scatto il volto immergendomi nei suoi occhi verdi che mi piacevano tanto. Era appoggiato allo stipite della porta e mi guardava con uno strano sorrisetto dipinto su quelle labbra carnose e rosee .

<< Non ti importa … >> dissi sospirando, ma lo sentì ridacchiare e avvicinarsi a me quel tanto che bastava per farmi arrestare il cuore. Oddio , stavo per morire? Non così giovane! Cercai di mettere tutta la mia attenzione sulla cioccolata dentro la tazza bianca con disegnato Topolino , un regalo della nonna quando avevo 7 anni.

<< Oh si invece … non siamo amici? >> mi sussurrò buttando troppa enfasi nell’ultima parola come se mi stava prendendo in giro delle mie stesse parole dette quello stesso giorno. Presuntuoso , egocentrico … oddio, era troppo vicino ... Vidi le sue mani posarsi sul bancone dietro di me , vicino ai miei fianchi stretti nel vestitino bianco che mi stava stringendo in quel momento. Il mio cuore ormai era partito per la tangente e il mio respiro si stava facendo sempre più affannoso. Non trovavo nessuna parola per rispondergli, solo il silenzio stava aleggiando intorno a noi … perché ora mi stava mostrando le sue attenzioni? Troppe domande senza risposta … lui era un enigma, troppo grande per essere capito. Alzai il mio sguardo e mi ritrovai il volto di Andrea troppo vicino e la cosa in quel momento non mi piacque per niente . Il mio povero cuore incominciò a battere forte come un piccolo tamburo e il respiro si faceva sempre  più irregolare . Troppo vicino .. troppo .. allontanati o non potrei rispondere più ai miei comandi . Ma lui sembrava non volersi spostare e continuava a guardarmi negli occhi , pozzi dei suoi . Spostò poi lo sguardo sulle mie labbra e io incominciai a tremare . Non poteva farlo veramente .. oh , merda! No , lui era il ragazzo che stavo odiando con tutto il cuore, quello che mi stava facendo soffrire .. e cazzo ! Lui era così bello in quel momento , così vicino che potevo sentire il suo respiro sulle mie labbra che pizzicavano frementi di un contatto più intimo , così silenzioso che faceva rendere quel momento magico .. 

<< Hai .. hai .. della cioccolata qui >> sussurrò pianissimo che infatti non capì se aveva detto veramente quelle cose . Ma quando lo vidi avvicinarsi sempre di più capì che l’ora del baratro era vicina e che non mi sarei ritirata tanto facilmente . Arianna pensa a te , pensa a Mariah la tua amica! No , il mio corpo non voleva più rispondere alla mente e , anzi , assecondò la mia pazzia . Posai le mani sulle sue spalle larghe e forti alzandomi in punta di piedi  e ritrovandomi a pochissimi centimetri dalle sue labbra . Lo guardai negli occhi cercando di scovare un segno di pentimento , ma invece lessi solo .. desiderio e quella cosa mi fece talmente scombussolare che decisi di colmare quelle distanze poggiando le mie labbra sulle sue che risposero al contatto baciandomi a sua volta . Era ustione , era smania , era desiderio … la mia pelle stava prendendo fuoco al passaggio della sua mano , prima sul mio fianco , poi sul mio braccio , poi sulla mia spalla e infine sulla mia nuca attirandomi più a sé facendomi dischiudere le labbra e accogliere la sua lingua che incominciò ad accarezzare la mia lentamente . Cavolo .. come ci sapeva fare .. il suo sapore era così buono e intenso , come la droga .. non che l’ avessi provata intendiamoci , è! Quel bacio era passione ardente , così .. intenso da farmi perdere fiato ma che mi faceva rituffare subito su quelle labbra non volendomi più  staccare dal suo sapore , dal suo respiro mischiato assieme al mio . Sentì il suo corpo premere completamente contro il mio facendomi sospirare sulle sue labbra che scesero a baciare il mio collo , il punto più sensibile . Lo leccava , lo succhiava , bramandolo e assaporandolo completamente facendomi sospirare estasiata . Mai avevo provato quelle sensazioni , mai un ragazzo mi aveva fatta sentire così . Non avevo mai saputo che cosa voleva dire passione .. e ora non riuscivo più a farne a meno . Le sue mani scesero lungo la schiena afferrandomi per le natiche e sollevandomi facendomi appoggiare al bancone da cucina . Si rituffò sulle mie labbra con più passione di prima e io avvicinai di più il suo volto al mio stringendogli i capelli temendo di fargli male, ma lui non se ne curava .. era troppo concentrato ad assaporare la mia bocca .. sentì le sue mani accarezzarmi le cosce nude e quando gli mordicchiai il labbro lo sentì gemere sulle mie e , presa d’assalto dalla mia pazzia, lo attirai ancora più vicino a me facendo scontrare il mio petto contro il suo e sentendo subito quanto il suo cuore batteva forte , come il mio . Ma stavo facendo uno sbaglio, un grandissimo sbaglio … stavo baciando Andrea e la cosa mi piaceva più del lecito. Adoravo il sapore delle sue labbra, adoravo che mi facesse sentire così viva , ma era così sbagliato. Dannatamente sbagliato … ora sapevo per certa che non sarei riuscita ad allontanarmi da lui, nemmeno se lo volessi … mi stava entrando dentro ed io non volevo più farlo uscire . Quando sentì una risata accanto alla porta della cucina mi staccai lentamente dalle sue labbra guardandolo negli occhi scuri , intensi ed … eccitati . Le sue braccia mi circondavano la vita tenendomi stretta a se come se non voleva lasciarmi andare mentre le mie mani stavano ancora giocherellando con i suoi capelli. Le sue labbra così rosse dovute al bacio di prima, erano ancora vicine alle mie dischiuse mentre sentivo il suo respiro tranquillizzarsi, come se avesse corso prima una grande maratona . Anche se sapevo perfettamente che avevo commesso uno sbaglio, in cuor mio lo avrei rifatto altre volte. Ormai quel bacio aveva messo una firma al mio cuore e sapevo che tra poco esso avrebbe accolto il suo senza che lui lo venisse a sapere. Ero eccitata, accaldata e tutto a causa sua, lui che sapeva farmi venire i brividi con un solo tocco, lui che con un bacio mi aveva destabilizzata completamente. Era amore o desiderio fisico? Non lo sapevo, ma volevo scoprirlo …

<< Ari … io … >> mi sussurrò roco chiudendo gli occhi come se si stava trattenendo dal fare qualcosa. Un sussulto al cuore, un battito perso e la mia mente che stava capendo mano a mano quello che era successo.

<< Cazzo quanto ti voglio … >> mi sussurrò di nuovo roco attirandomi a se e appoggiando la testa sulla mia spalla dove lasciò un lieve bacio che mi fece perdere qualche battito per quanto era dolce in quel momento . Ci eravamo baciati , io l’avevo baciato … Oh merda! Mi divincolai bruscamente dalla sua stretta e scesi dal bancone aggiustandomi il vestitino e rimettendomi i tacchi sotto il suo sguardo acceso. Uscì senza dire niente da quella stanza, senza rivolgergli uno sguardo perché diamine … Mi piaceva troppo e lo volevo da star male …
***

<< Vi siete baciati?! >> trillò Judith sporgendosi dal divano per sentirmi meglio. Non ci credeva e cavolo nemmeno io ci credevo! Ora mi ritrovavo lì, seduta su quel divano dove c’erano anche altre ragazze , a dire a Judith che avevo baciato pochi minuti prima Andrea e che mi era piaciuto più del lecito farlo. Annuì alla sua domanda e mi mordicchiai il labbro pensierosa. Ok, ormai si sapeva che mi ero cacciata in un grosso guaio, ormai avevo capito che ero cotta di lui , ma … Uffa, allora  perché non riuscivo se non a pensare al suo sorriso, alle sue labbra sulle mie e a tutto quanto ?

<< Com’è stato? >> mi disse con uno strano sorrisetto sulle labbra. Io stavo quasi per mettermi a piangere e lei mi veniva a dire come era stato? Aggrottai le sopracciglia e poi sbuffai.

<< Ti rendi conto che ho zero volontà? >> sussurrai prendendomi la testa tra le mani. Era vero. Tutte le mie azioni era tessute da lui, i miei pensieri sembrava leggerli anche lui e il mio cuore batteva solo in sua presenza e di nessun’altro. Non riuscivo a respingerlo per quanto lo volessi , la sua presenza mi faceva sentire viva e piena, i suoi occhi erano come un miscuglio di erbe aromatiche che mi mettevano in soggezione provocandomi brividi e sollievo. Ero da ricoverare, vero? Judith mi appoggiò una mano sulla spalla e annuì mordendosi le labbra come se si aspettasse che succedesse tutto questo. Che amica!

<< Judy non voglio, non posso e non devo innamorarmi di lui! >> dissi sbuffando alzando le braccia in alto e lasciandole cadere poi lungo i fianchi. La mia amiche sospirò portandosi una mano tra i capelli pensierosa e sconfitta come se stare a parlare con me era come parlare con un muro di cemento cocciuto e con due mitragliatrici puntate contro.

<< Sei già innamorata è solo che non lo vuoi ammettere. Oh! Nevica! >> sbottò poi alzandosi e guardando fuori dalla finestra con stupore. Mi alzai di scatto anche io come tutte le altre ragazze in sala e guardai quei fiocchi di neve cadere giù lentamente mentre ricoprivano il giardino e le luci soffuse . Adoravo la neve, così bianca e soffice che mi veniva voglia di buttarmi in quel mare bianco . Papà mi portava sempre in montagna quando ero piccola e proprio lui mi aveva imparato a sciare. Diciamo che lui era sempre stato l’uomo della mia vita, quello che mi aveva imparato le cose, che mi aveva sempre detto cosa era giusto e cosa era sbagliato e gli volevo bene . Avevo paura che non era orgoglioso di me vedendomi da lassù, che non gli piaceva il mio modo di comportarmi. Eppure diceva che io sapevo quello che volevo, diceva che io ero testarda e cocciuta e che volevo tutto … ma in quel momento ero certa di quello che volevo? Ero certa che volevo lasciar andare Andrea? Mi sentì prendere per un braccio e vidi che era Alice che mi sorrideva entusiasta.

<< Prendi il cappotto e andiamo, signorina Finn! Le slitte ci attendono! >> urlò ridendo ed io raggelai sul posto. Era pazza ad uscire con un vestitino sulla neve con questo freddo? Puntai i piedi per terra e feci resistenza cercando di non muovermi, ma Alice mi tirava con tutta la sua forza ed io di essa ne avevo proprio poca!

<< Ali, ma fa troppo freddo! >> sbottai prendendo alla fine il cappotto e mettendomelo sentendo subito un dolce calore invadermi le ossa intorpidite. La vidi assottigliare lo sguardo e poi spingermi fuori dalla porta, al freddo e al gelo. Subito una folata di vento mi scompigliò i capelli facendoli muovere di qua e di là sul mio volto e sentì come milioni di punture d’ago sulle mie gambe scoperte. Maledetta! Ringhiai contro di lei la quale scoppiò a ridermi in faccia per poi correre verso un ragazzo che non conoscevo. Sbuffai e improvvisamente sentì la terra mancarmi sotto i piedi e due braccia forti e muscolose prendermi in braccio e portarmi sul giardino mentre io mi dimenavo cercando di scendere. Alzai lo sguardo e vidi gli occhi divertiti e accesi di Simon .

<< Ehi , Andrè! Aiutami! >> strillò dietro di se e il sangue mi si raggelò nelle vene. Subito sentì un ragazzo ridacchiare alla mia sinistra , per poi prendermi le gambe tenendomi per le caviglie , mentre Simon mi teneva sotto le ascelle. Oddio, no! Sbattei i piedi sulle sue mani , ma facendo questo non costatai che ad ogni movimento che facevo il vestitino si alzava sempre di più, scoprendomi le cosce nude. Arrossì di botto quando vidi gli occhi di Andrea posarsi proprio su quelle e lo vidi deglutire in evidente difficoltà .

<< Al tre la buttiamo nella neve! >> sbottò ridendo Simon facendo ridestare dai pensieri Andrea il quale scoppiò a ridere annuendo.

<< Uno … >> oddio no … guardai Andrea intimandogli di mettermi a terra, ma l’unica cosa che sentivo erano le sue mani a contatto con la mia pelle nuda. Bruciavano e mi facevano sentire caldo, tanto caldo . Il suo pollice mi carezzava lentamente la pelle della caviglia facendomi fremere e vidi i suoi occhi nei miei. Le immagini di quello che era successo prima mi si ripresentarono davanti e arrossì facendolo sorridere. Un vero sorriso, per la prima volta … e cavolo adoravo le sue labbra …

<< Due .. >> … mi piaceva sentirmi guardare da lui, mi piaceva tutto di lui …

<< Tre! >>  … e poi le mie gambe vennero sommerse dal ghiaccio facendomi urlare per il freddo e cercare di alzarmi con quei tacchi vertiginosi.  I due ragazzi continuavano a ridere incuranti di me ed io capì di essermi persa un po’ troppo nei miei pensieri da non accorgermi delle occhiate beffarde che Andrea lanciava a Simon di tanto in tanto. Sbuffai e ricaddi a terra scoppiando poi  a ridere vedendo Simon portare un dito alla tempia come a dire  al suo amico che ero tutta matta. Andrea venne verso di me e mi aiutò a rialzarmi mentre con le mani mi tenevo al suo collo e quando i suoi occhi si posarono nei miei ..

Déjà – vu

Tutto quanto era così sbagliato, ogni minima attrazione provata verso di lui non andava bene. Posai i miei occhi sulle sue labbra. Oddio quel bacio non mi aveva fatto bene per niente! Il ragazzo sorrise passandosi la lingua sulle labbra gesto che mi fece ulteriormente andare in tilt il cervello. Mi avvicinai a lui sporgendo di poco la testa verso l’alto mentre le sue braccia mi circondavano la vita con delicatezza e dolcezza. Le mie mani finirono tra i suoi capelli, toccandoli  e accarezzandoli in una carezza delicata come una piuma. Le sue labbra si spostarono sul mio orecchio soffiandoci e io chiusi gli occhi .

<< Ti voglio … >> un sussurro … << … non sai quanto >> un bacio sotto all’orecchio << voglio sentirti mia e basta … >> il mio cuore perse un battito mentre il mio respiro cominciava a
farsi sempre più affannoso << … adoro il tuo corpo >> e quella frase mi fece fermare. Lui voleva solo il mio corpo, solo il mio schifoso corpo non me. Mi scansai da lui sentendo improvvisamente gli occhi pizzicarmi. Che volontà del cazzo! Ma mai mi ero sentita così sporca , mai un ragazzo mi aveva fatta sentire come un giocattolino. Per lui ero questo, doveva sfogare le sue voglie con me e poi lasciarmi stare proprio come aveva fatto Johnny.

<< Quello che è successo oggi non succederà più … solo amici >> sussurrai e poi voltandomi sentì una lacrima scendermi sulla guancia lentamente come se volesse farmi capire quanto grande era quella sofferenza . Ma la cosa che mi aveva fatto  più male era che lui non aveva fatto  niente per fermarmi, come se non gliene importava niente dei miei sentimenti …
Aveva sbagliato un’altra volta ed io non sapevo se potevo riuscire a perdonarlo non ora che ormai il mio cuore era così coinvolto …
 

 

Angolo Autrice 

Ed ecco un nuovo capitolo! Finalmente questi due ragazzi si sono baciati :D Ma ancora incomprensioni e cuori ormai partiti per la tangente, faranno soffrire la nostra protagonista! E Andrea? Lui è tutto da scoprire, ma posso solo dirvi che a lei ci tiene più di quanto crede ... Ringrazio tutte quelle che hanno messo la mia storia tra le preferite, le seguite e le ricordate e tutte quelle che la stanno solamente leggendo! 
SoFunny :D 

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Capitolo 10
*** Di te non voglio perdermi niente! ***


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Capitolo 9


Di te non voglio perdermi niente …


Judith

Sabato sera

Per quanto avessi cercato di non dimostrare i miei sentimenti , non ci riuscivo. Mi ero innamorata di lui e la cosa che mi faceva male era che lui non si rendesse conto di niente . Alcune volte mi paragonavo ad una stupida ragazzina innamorata, ma diamine come potevo dimenticarlo se ogni sera mi addormentavo con il suo sorriso impresso nella mente e i suoi occhi che mi tormentavano da giorni e giorni? Alcuni direbbero che sono senza speranze, che non potrei mai piacere ad uno come lui , eppure io ci speravo ancora. Forse perché avevo un’amica che mi continuava a dire di non arrendermi, un’amica che dopotutto credeva in me. E allora in quei casi cosa fare? Buttarsi era l’unica cosa ed era quello che volevo fare in quel momento. Non potevo continuare a crogiolarmi dentro,non potevo mentire né a me né al mio cuore che ormai apparteneva a lui già da troppo tempo. Avevo cercato di dimenticarlo uscendo con altri ragazzi, ma ogni volta mi sembrava di tradirlo. Ma chi tradivo? Un ragazzo che neanche mi calcolava o che almeno qualche volta mi rivolgeva uno sguardo? Idiota e patetica innamorata … Alzai lo sguardo nello stesso istante in cui vidi Andrea entrare dentro casa ridendo assieme a Simon . Lui era un vero enigma, strano ma che si poteva capire. Si vedeva che gli piaceva Arianna da come la guardava, da come la seguisse senza che lei se ne rendesse conto. Avrei tanto voluto avere un ragazzo così … eppure lei non riusciva a vederlo veramente. I suoi occhi erano ormai oscurati come i miei dall’amore e ci stava ricadendo di nuovo con tutte le scarpe. Ma il ragazzo in questione non era Johnny, era Andrea. Seppure era uno stronzo che cercava di tenerla a distanza, anche lui si stava innamorando. I ragazzi erano tutti degli enigmi, mai li capiremo perché facevano una cosa e poi ti ignoravano bellamente come se non ti conoscessero affatto. E lui era così,ma non poteva più scappare ormai e ci avrei scommesso che alla fine quei due si sarebbero messi insieme. Ed io su di me che cosa scommettevo ? Niente … Mi alzai dal divano tenendo ancora in mano il bicchiere con dell’acqua dentro e andai in terrazza dopo aver preso il cappotto. Mi appoggiai alla ringhiera e guardai in alto. Guardai il cielo così nero mentre sentivo un’aria fresca scuotermi i capelli biondi . Sospirai e vidi dalle mie labbra uscire un po’ di bianco segno di quanto era freddo quella sera. Il giardino sotto di me era completamente bianco , come un mare immenso e soffice . Nei film , ad esempio, il protagonista maschio diceva i proprio sentimenti alla protagonista sotto il cielo stellato mentre nevicava. Sarebbe stato bello , ma quelle cose accadevano soltanto nei film .

<< Ehi, ma non hai freddo? >> mi disse una voce dietro di me e di scatto mi girai incontrando gli occhi divertiti di Simon . Il mio povero cuore innamorato incominciò a battere furiosamente nel mio petto e pensavo che tra poco uscisse. Era così bello con le guance arrossate per il freddo, i capelli neri scompigliati e le labbra tirate su in un tenero sorriso.

<< Oh .. ehm .. no >> balbettai arrossendo e lo vidi ridere piano. Maledetta me che mi imbarazzavo in sua presenza! Simon si avvicinò appoggiandosi alla ringhiera e sospirando piano . Era così vicino che potevo sentire il suo cappotto sfiorare il mio, così vicino che potevo sentirne il profumo. E la cosa buffa era che era il profumo della sua pelle e non di quelle strane boccette che vendevano nei centri commerciali.

<< Sai cosa vorrei fare ? >> mi disse piano e io aggrottai le sopracciglia girando il volto a guardarlo , ma non mi aspettai di trovare i suoi occhi così vicini e così belli da poterli ammirare.

<< Vorrei svegliarmi la mattina e trovare una bellissima ragazza bionda ad aspettarmi fuori scuola, vorrei svegliarmi sapendo che lei è mia e di nessun altro … >> mi sussurrò e il mio cuore ebbe un tuffo e smisi di respirare. Ero morta? Probabile! Non riuscivo a dire niente troppo presa a capire le sue parole, ma poteva parlare benissimo di un’altra ragazza non di me. Lui sembrò capire il mio disorientamento e si affrettò a continuare : << Vorrei ascoltare la musica ogni volta con lei in quel pullman e condividere le sue debolezze con le mie, vorrei mangiare con lei il gelato a Gennaio, vorrei ridere per le sue battute stupide e soprattutto voglio imparare ad amarla … >> e lì sentì gli occhi pizzicarmi e lo vidi sorridermi dolce . Ero felice, felice che dopotutto ero riuscita ad averlo per me e di nessun’altra. Lo volevo, lo amavo e volevo condividere tutto con lui anche uno stupido gelato a Gennaio . Ma non c’erano parole per dire di si , perché i miei occhi potevano trasmettergli tutto ormai. Sentì le sue dita carezzarmi una guancia e in quel momento avrei così tanto voluto avere il suo cuore vicino al mio per fargli sentire tutto quello che stavo provando in quei secondi. Uno sfioramento di labbra e due sorrisi , un bacio ed una nuova felicità solamente per noi due …

Potrei rimanere sveglio solo per sentirti respirare 
vederti sorridere mentre dormi 
Mentre sei lontana a sognante 
Potrei trascorrere la mia vita in questa dolce resa 
Potrei rimanere perso in questo momento per sempre 
Ogni attimo trascorso con te 
E' un attimo che serbo caro 

Non voglio chiudere gli occhi 
Non mi voglio addormentare 
Perche mi mancheresti, baby 
E non mi voglio perdere niente 
Perche persino quando ti sogno 
II sogno più bello non basterebbe 
Mi mancheresti ancora, baby 
E non mi voglio perdere niente 

Steso vicino a te 
Mentre sento il battere del tuo cuore 
E mi chiedo cosa staff sognando 
Mi chiedo se è me che vedi 
Poi ti bacio gli occhi a ringrazio Dio che siamo insieme 
voglio stare con te 
In quest'attimo per sempre, per sempre …


- I don’t Want to Miss A Thing –
 

- Angolo Autrice
Questo più che un capitolo, è un momento vissuto da Judith, il momento della dichiarazione di Simon verso di lei … Ho voluto scrivere questo capitolo per far vedere cosa sarebbe successo tra Simon e Judith visto che nello scorso l’attenzione l’avevo data ai due protagonisti Arianna e Andrea … Ringrazio tutte quelle che hanno messo la mia storia tra le preferite, le seguite e le ricordate! E grazie anche a tutte quelle che la leggono e basta : ) Ps : vorrei sapere cosa ne pensare : )
SoFunny 

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Capitolo 11
*** Non lasciarmi adesso! ***


Image and video hosting by TinyPic Capitolo 10

Un'altra cosa è che non importa quanto tu possa amare una persona: ti tirerai indietro quando il suo sangue ti scorre troppo vicino
-Chuck Palahniuk-

 
Lunedì Mattina

Come ogni mattina facevo colazione, mi lavavo, mi vestivo e poi uscivo di casa con il muso a terra. Sembrava strano , ma questo era proprio il comportamento di ogni ragazza su questa Terra. Alcune volte mi domandavo “ Perché non chiudere la scuola e far star bene tutti? “ e mia madre mi rispondeva perentoria che la scuola era un bene e che lo sarebbe stato per il mio futuro. Oh, ma andiamo! Cinque dannatissime ore seduta su quel banco , con quelle sedie di legno che ti facevano venire un mal di sedere già dalle 8 e 30 di mattina e con professoresse altamente antipatiche e compagni cavernicoli … Si, avrei fatto a meno di andare a scuola! Eppure alcune volte mi mettevo a riflettere e pensavo al mio futuro, a cosa avrei fatto da grande e mi ritrovavo un gran vuoto davanti  a me. E capivo che dopotutto quel vuoto non veniva colmato da feste e amici, ma da un buono studio e da una buona preparazione per quel mondo che tutti chiamano degli adulti. A differenza dei miei 17 anni, ancora mi sentivo una specie di bambina che aveva voglia di divertirsi senza regole. Ma la libertà doveva essere regalata , non potevamo prendercela così con uno schiocco di dita. Da bambina era tutto diverso, avevi voglia di giocare e non di ubriacarti, voglia di mangiare fino a svenire e non di stare a dieta per paura dei commenti dei tuoi compagni , ma soprattutto da bambina avevamo una così gran voglia di essere grandi , eppure io ora ero grande e mi lamentavo della mia vita. Mi lamentavo di avere una madre assente, un padre che non c’era più, mi lamentavo di avere un cuore che stava impazzendo per amore. Ma ero sempre io e gli sbagli erano i miei e non di qualcun altro.

<< Tesoro! La borsa! >> mi urlò mia madre dalla cucina dove si sentiva l’odorino di pancake appena sfornati. Da bambina li adoravo e facevo a gara con mio cugino Alex su chi li mangiasse di più in un minuto. Effettivamente io non avevo mai vinto, avevo sempre avuto lo stomaco chiuso e troppo schizzinoso. D’altronde non vi preoccupate. Adoravo il McDonald’s ! Come detto da mia madre, presi lo zaino dal divano e dopo aver agguantato in bocca uno di quei soffici pancake , uscì di casa e mi incamminai verso la fermata dell’autobus con le cuffie all’orecchie. La musica era sempre presente nei momenti dove non facevo niente, mi tranquillizzava come una volta mi tranquillizzavano i passi di danza. Sospirai e proprio in quel momento vidi arrivare il Bus che si fermò davanti a me e così salì, salutando come sempre il mio amico Gerry , l’autista dell’autobus nonché amico di famiglia. Appena scorsi una testolina bionda capì che non era sola, ma in dolce compagnia. Anzi, rettifico. In focosa compagnia! Mi schiarì la voce e Judith si staccò dal mio amico Simon arrossendo lievemente mentre lui sorrideva felice. Oh, giusto! Sabato sera  questi due si erano messi insieme, finalmente, e da quel momento non si riuscivano più a staccarsi. Avete presente l’Attack ? B’è tipo quello … .  

<< Ari! Ecco noi … >> incominciò a balbettare Judith, ma io la fermai .

<< Si, si vi stavate baciando ed io vi ho interrotti >> dissi e poi rivolsi la mia attenzione al mio amico che continuava a sorridere come un deficiente : << Tu come mai stai su questo autobus? Non vieni in motorino? >> lo attaccai puntandogli il dito contro e lui tossicchiò grattandosi la nuca imbarazzato. Aggrottai le sopracciglia.

<< Ecco vedi .. le ho promesso che sarei sempre stato con lei e .. >>

<< Ok! Ho capito Cullen >> risposi e sentì la mia amica ridacchiare per aver affibbiato quel soprannome al suo ragazzo. Già, ragazzo … che cosa strana. Judith non si era mai interessata a loro veramente , diceva che aspettava il suo principe azzurro e che degli altri presuntuosi non gliene sarebbe importato niente. Eppure Simon non era un ragazzo in calzamaglia. Ma al cuore non si comandava e … Basta pensare  a lui, pensare a questo sentimento nascosto che ormai per me non lo era più! Dio, mi stavo riducendo ad una frittata per lui! E solo per quel bacio! Non facevo che pensarlo ogni santissimo giorno, lo sognavo la notte , ogni cosa che dicevano i miei amici mi faceva pensare a lui, al suo bacio, ai suoi occhi e a quel cazzo di sorriso che mi annebbiava la mente.

<< Ari? Stai bene? >> mi disse preoccupata Judith vedendo la mia faccia cadaverica e i miei occhi spaesati.

<< Si sto bene … >> sussurrai e mi appoggiai completamente allo schienale del sedile sospirando. Non andava bene, affatto … Già  questa mattina presto avevo sentito il mio cuore incominciare a battere furioso come una macchinetta solo per il pensiero di vederlo. Non sapevo che mi avrebbe detto dopo quella mia reazione , non sapevo se avrebbe accennato a quello che era successo … e questo non sapere mi stava portando allo sfinimento. Certo, avevo passato una bella domenica in compagnia di Judith , Alice e Simon , ma quando quella mattina ero entrata in cucina .. avevo rivisto tutta la scena, avevo risentito le sue labbra sulle mie e quella forte emozione che mi aveva fatto provare. Stavo male , questo era certo … ma non è che stavo male per amore?

<< Nana , sei innamorata! >> sbottò d’un tratto Simon dopo avermi fissata a lungo con le ciglia aggrottate , ma che ora svettavano sulla sua fronte orgogliose . Judith gli diede una gomitata nello stomaco per farlo stare zitto visto che ormai sapeva che non doveva trattare in alcun modo … quell’argomento.

<< Non sono innamorata! >> dissi esasperata e decisa capendo perfettamente quanto erano vere quelle parole.

Ma a chi vuoi darla a bere, è?

A te , stupida coscienza e stupido cuore che mi ritrovavo! Perché non mi piaceva Danny? Tutto sarebbe stato più semplice eppure non era stato lui a rubarmi il cuore , bensì Andrea con quel suo modo dolce e presuntuoso e arrogante .

<< Se,se! Lo vedremo tra una settimana! >> sbottò di nuovo Simon guadagnandosi un’altra gomitata dalla sua ragazza che scoppiò a ridere vedendo il mio amico sporgere il labbro inferiore per chiedere pietà. Quanto erano carini insieme … Sospirai e alzai tutto il volume dell’audio cercando di non disturbare quei due che sembravano felice come pochi …

***

Erano già passate due ore e già non vedevo l’ora di uscire da quella scuola. Mi sentivo in imbarazzo a causa delle occhiate del mio vicino di banco troppo lunghe e soprattutto non avevo minimamente aperto bocca dalla prima ora. Non che lui lo aveva fatto, intendiamoci! Si era messo a sedere come sempre e qualche volta lo avevo visto intento a fissarmi ed io ero arrossita ovviamente. Non riuscivo a concentrarmi sulla lezione perché sentire i suoi occhi scrutarmi, le sue labbra a così pochi passi da me .. mi mandava in bestia. Ari, non era nemmeno il tuo ragazzo! Lo sapevo e per certo ,e in alcuni momenti quella cosa mi pesava. Non poter dire a nessuno quello che stavo passando se non ai miei più cari amici, ma soprattutto non dirlo a Mariah perché sapevo per certa che non mi avrebbe perdonata . Sospirando mi portai una penna alle labbra e incominciai a mordicchiarla , se non facevo qualcosa durante le lezioni non riuscivo a concentrarmi . Improvvisamente Andrea alzò di scatto la mano ricevendo l’attenzione delle professoressa che lo guardò con un sopracciglio alzato.

<< Posso andare in bagno? >> disse agitato e io mi mordicchiai il labbro per non scoppiare a ridere. Dio, i maschi quando dovevano fare i propri bisogni erano davvero incorreggibili! Vidi la prof annuire e il ragazzo si catapultò letteralmente fuori dalla classe e vidi Mariah sospirare e ridacchiare con la sua nuova compagna di banco. Ovviamente non stava più vicina a Judith dopo quello che era successo e la mia amica si era dovuta trasferire proprio davanti a me e in quel momento si girò con uno strano sorrisetto ad imperlarle le labbra.

<< Secondo me dovresti andare da lui … >> mi bisbigliò ed io spalancai gli occhi. Era pazza?! Mi sporsi sul banco .

<< Non ci penso minimamente! >> sbottai e vidi la prof trucidarmi con lo sguardo. Odiosa … meglio non dirlo! Judith ridacchiò piano e poi si rigirò e si mise a scrivere un bigliettino per poi passarmelo.

Secondo me dovresti … vi dovete chiarire! “

Non in un bagno! “

“ Oh, si in un bagno cara! Non c’è nessuno e poi sta per suonare la campanella “ E dopo quest’ultima affermazione della mia amica , sbuffando, alzai la mano chiedendo alla professoressa di andare in bagno e poi uscì dalla classe sentendo gli occhi di Mariah bruciarmi sulla schiena. Appena chiusi la porta incominciai a sentire il cuore battere furioso. Io e lui da soli … in un bagno . No , no zitta Arianna! Dovete solamente parlare!

<< E tu che ci fai qui? >> sentì proprio la sua voce dietro di me e mi girai lentamente trattenendo il respiro. Subito i suoi occhi incontrarono i miei e mi sentì sciogliere . Oddio e adesso questa da dove l’avevo tirata fuori?

<< Ehm … devo parlarti >> gli dissi tutto d’un fiato e lo vidi sorridere , eh no! Non mi guardare così! Spostai lo sguardo sulle sue labbra morbide e carnose e avrei tanto voluto andare lì e baciarlo per risentire il suo sapore sulle mie .

<< In un bagno? >> mi disse scettico ed io mi trattenni dal grugnire. Bene, Judith era una vera e propria esperta per i posti dove parlare! E meno male che anche io avevo detto che non volevo … Alzai gli occhi al cielo e prendendolo per la manica della felpa lo trascinai dentro al bagno delle femmine, chiudendo la porta e appoggiandomi proprio lì continuando a guardarlo. Mi sarei persa sempre nei suoi occhi, in quel capelli sbarazzini senza gel … e quando l’avevo visto quella mattina mentre rideva e scherzava con due ragazzi della mia classe , per poco non mi era preso un colpo. Mai mi ero accorta di quanto era bello anche nei piccoli particolari, soprattutto quando sorrideva e si formavano quelle adorabili fossette ai lati della bocca . E quella mattina era qualcosa di più … con quella felpa larga che lasciava desiderare quello che c’era sotto, i jeans a vita bassa stretti e le sue Adidas. Tutte le ragazze dell’istituto lo desideravano, eppure lui aveva baciato me e non la bellissima Giulia , me … tranne poi per il fatto che aveva baciato Mariah .

<< Parla >> mi incitò e estrasse dalla tasca dei pantaloni un pacchetto di sigarette , portandosene poi una alla bocca accendendosela . Ora non era affatto il momento di fare pensieri osceni!

<< Per quello che è successo sabato sera io … >> mi interruppi vedendo che il ragazzo si era avvicinato di un passo .

<< Ari … ho capito. Siamo solo amici, niente di più. Per quanto mi sto frenando dall’impulso di venire lì e baciarti, non posso perché tu non lo vuoi. Non posso averti perché sarebbe solo una nottata di sesso e basta. Anche se siamo attratti fisicamente gli uni dagli altri non farò niente che tu non voglia. Amici e basta , ok? >> mi disse allungando la mano e guardandomi speranzoso con ancora  la sigaretta in bocca che piano piano si stava consumando. Volevo averlo come amico, no? Allora perché mi sentivo così male al solo pensiero di non poterlo più baciare né toccare?

Perché tu lo vuoi, anche se non lo ammetti … lo vuoi, vuoi il suo cuore, ma sai che ancora non puoi averlo …

Era maledettamente vero. Lo volevo, volevo tutto di lui eppure non potevo perché era proibito , non era mio ed io non ero sua . Alzai gli occhi nei suoi e sentì il mio cuore sussurrarmi di non lasciarlo perdere, di baciarlo e … e poi cosa? Lo aveva detto anche lui , sarebbe stata una nottata di sesso e basta ed io non volevo questo. Ma mi sentivo ormai così coinvolta da lui …

<< Ok , solo amici … >> dissi tutto d’un fiato ed il mio cuore crollò . Andrea annuì e dopo aver spento la sigaretta sgusciò fuori dal bagno , fuori dalla mia vita …

***

Lunedì pomeriggio

Non potevo credere di aver detto veramente quelle cose e soprattutto non credevo che Simon e Judith scoppiassero a ridere dopo avergli detto quello che era successo in bagno. E poi,dico io, che c’era da ridere?

<< Sai che ti sei buttata in un terreno minato , vero? >> mi disse Simon asciugandosi gli occhi e io lo guardai male, assottigliandoli.

<< E questo che vuol dire? >> sbottai appoggiandomi al tronco dell’albero inspirando mentre sentivo il calore del sole battere sulle mie braccia coperte dalla giacca termica celeste. Quel pomeriggio avevamo deciso di uscire un po’ tutti e tre insieme al parco del Paese. Fin da bambini ci trovavamo lì a parlare dei ragazzi, delle madri che ci sgridavano e delle professoresse isteriche. Era tipo un confessionale per noi, un posto di ritrovo .

<< Vuol dire che lui non reggerà la “cosa “ dell’amicizia >> disse mimando facendo con le mani il gesto delle virgolette. Prima che potessi rispondergli con una delle mie solite frasi
poco carine, il mio sguardo cadde improvvisamente su una coppia di ragazzi lì vicino . Allora la cosa dell’amicizia l’aveva presa bene … Un grandissimo dolore al petto mi pervase e mi strinsi nella giacca cercando di farlo smettere, ma non riuscivo a staccare gli occhi da loro due che ridevano e scherzavano e qualche volta si scambiavano teneri baci proprio come una coppia, proprio come due innamorati. Perché ovunque andavo lui doveva sempre tornare nei miei pensieri? Perché non se ne andava e non mi lasciava in pace? Non potevo farcela o almeno avrei sofferto in silenzio come avevo fatto fino ad’ora , eppure vederlo lì con la mia amica mi provocava qualcosa all’altezza dello stomaco come … gelosia . Possibile che ero gelosa?

Ovvio !

<< Ari .. smettila di guardarli >> mi intimò Judith toccandomi appena il braccio il quale scossi. Ero arrabbiata con me stessa per quel cavolo di sentimento non ricambiato e con lui che prima mi veniva a dire che mi voleva e poi andava a baciare e a fare il simpatico con altre. Stupida che mi ero illusa così tanto …

<< Io non ci capisco niente … >> sussurrai sbuffando ed era vero. Lui non lo capivo affatto e non mi capivo nemmeno io che continuavo ad andare dietro ad uno come lui.

<< Sapete che ad Aprile andiamo a fare una gita in Sardegna? >> disse tutto d’un botto Simon cambiando discorso. Evidentemente aveva capito che non era il caso di parlarne ancora … Così continuammo a chiacchierare di quella gita che i professori avevano intenzione di farci fare visto che avevano trovato un hotel a poco prezzo . Sarebbe stata una gita scolastica di una settimana ovviamente, ma i prof avevano detto che la sera e i pomeriggi potevamo uscire ed andare a divertirci. Perfetto, proprio un buon pretesto per incominciare una nuova vita e soprattutto incominciarla da ora … 

***

Lunedì sera

<< Mamma sono a casa! >> urlai mentre chiudevo il portone nell’abitazione buia. Appoggiai le chiavi sul mobile vicino all’entrata e mi sfilai la giacca rimanendo con una maglietta a
maniche corte. Aggrottai le sopracciglia confusa. Come mai non mi rispondeva? Eppure era a casa, lo sapevo. Oggi non lavorava. Andai in cucina versandomi un po’ di succo di pesca nel bicchiere di carta e notai in quei secondi, che non aveva nemmeno cucinato la cena come faceva di solito. Un rumore di vetri rotti al piano superiore, un tonfo sul pavimento … mi fecero raggelare sul posto e senza curarmi di poggiare il bicchiere sul bancone , lo lasciai cadere a terra troppo preoccupata  con il cuore che batteva a mille dalla paura. No, no … Corsi su per le scale urlando il nome di mia madre, ma non ottenni risposta. Ormai sentivo gli occhi pesanti, il respiro grosso e tutto per paura . I miei piedi scricchiolarono sul pavimento e ,abbassando lo sguardo, notai dei vetri rotti e l’acqua dispersa per terra. Una luce proveniva dalla camera matrimoniale e così poggiai la mano sulla superficie ruvida della porta e inspirai fortemente . Sentivo in tutte le particelle del mio corpo la paura, quella paura che incombeva in me proprio la stessa quando era morto mio padre. Spinsi la porta lentamente e quello che vidi mi lasciò con il fiato in gola, gli occhi lucidi e le labbra che poco dopo emisero un grido . Le mie gambe si mossero repentine da sole accasciandosi, poi, vicino ai piedi del letto mentre le mie mani cercavano di svegliare quel corpo che sembrava privo di vita . Perdeva sangue dalla testa, tanto sangue e un senso di vertigine mi attanagliò.

<< Mamma! >> urlai in preda alle lacrime e cercai di scuoterle le spalle, le diedi degli schiaffi in faccia ma … niente . Rimaneva immobile ai miei piedi come se era … morta. E un senso di vuoto mi pervase soffocandomi quasi. Non potevo perdere anche lei, non sarei riuscita a vivere normalmente … Dio, ti prego fa che stia bene … Tremolante mi alzai e corsi ad acciuffare il cordless digitando i numeri del pronto soccorso che mi risposero poco dopo, chiedendomi l’indirizzo e cosa succedeva. Mi dissero di prendere un panno e premerlo sulla ferita finché non arrivavano loro. E così feci. Corsi in bagno e presi un asciugamano e poi lo premetti sulla fronte di mia madre che ancora sanguinava. La stringevo forte a me come a dirle di non andarsene, la stringevo come a farle capire che non doveva lasciarmi anche lei , la stringevo per dirle che le volevo un bene dell’anima …
 
La corsa in ospedale mi sembrò più lunga del previsto. Mi sentivo male a guardare mia madre distesa su quel lettino con tutti i ferri attaccati e i medici che urlavano cose senza senso. L’odore di medicinale mi pervase lasciandomi un coniato di vomito mentre sentivo gli occhi pesanti e le guance secche dove prima si erano fermate delle lacrime . Non riuscivo a comprendere quello che stava succedendo, non riuscivo ancora a metabolizzare la possibilità di perdere mia madre … per quanto avevamo discusso, per quanto in cuor mio alcune volte avrei voluto andarmene di casa , adesso sapevo con certezza quanto lei aveva bisogno di me, quanto mia madre aveva bisogno di sua figlia. E mentre la guardavo , mentre vedevo i suoi occhi chiusi e le sue labbra secche e violacee, capì che non potevo perderla perché era l’unica cosa che mi era rimasta , l’unico vero appiglio alla mia famiglia. Era mia madre non una sorella, era mia madre quella che mi aveva cresciuta, accudita e che mi aveva imparato a fare la piastra, era mia madre che mi aveva imparato ad amare le persone come delle sorelle e a non giudicarle dal primo impatto … E perderla adesso significava solamente perdere tutto ciò ed io non volevo. Pregavo in quel momento in silenzio, pregavo mentre sentivo il rumore assordante del suo cuore che aumentava sempre di più i battiti finché non divenne una linea dritta … il respiro mi si smorzò in gola e sentì il petto bruciare, il cuore andare in tilt e lo stomaco contorcersi dal dolore che stavo provando. Mi alzai di scatto e mi precipitai su di lei abbracciandola mentre sentivo le mani dei medici prendermi le braccia cercando di togliermi da lì, ma opponevo resistenza e piangevo sul suo petto che non si muoveva più …

<< Non puoi lasciarmi! Ti prego … Mamma svegliati! Non puoi andartene adesso! Non lasciarmi dopo papà! >> urlai con il fiato rotto dalle lacrime e un senso di vuoto che mi attanagliava. Una parte del mio cuore se ne stava andando, la parte che era tua mamma … la parte dove ti volevo bene …

<< Signorina, la prego, si scansi >> mi intimò un dottore gentilmente ed io lo scansai .

<< Fate qualcosa! Sta morendo! Fate qualcosa! >> urlai guardandoli, ma nessuno muoveva un dito, nessuno faceva qualcosa , tutti mi guardavano dispiaciuti . Dispiaciuti di cosa? Non l’avevano salvata!

<< Mi dispiace, signorina, ma non possiamo fare più niente >> mi disse calmo e sentì tutte le particelle del mio corpo scoppiare, tutto il mio amore dissolversi e quella paura di rimanere da sola mi pervase .. da sola senza nessuno . Perché mi avevi lasciata, mamma? La testa incominciò a girarmi fortemente come una piccola trottola e poi davanti a me vidi il buio totale...

Angolo Autrice

Eccomi tornata con un nuovo capitolo :D Arianna ha voluto mettere in chiaro le cose con Andrea e sono scesi al patto di essere solo amici, ma sarà più complicato di quanto pensavano xD Che dire poi della fine? La mamma di Ari si è sentita male ed è svenuta dopo aver preso una botta in testa e i medici hanno subito pensato che era morta, ma niente va come viene detto, no? Ari ha avuto paura di perdere un'altra persona importante della sua famiglia e quando ha visto che il cuore della mamma non batteva, è svenuta ... Ma non vi preoccupate , non ho intenzione di lasciare la nostra protagonista sola :) Ringrazio come sempre tutte quelle che hanno messo la mia storia tra le preferite, le seguite e le ricordate e a tutte quelle che la stanno leggendo e basta! Ed un grazie speciale a quelle ragazze che hanno recensito :D 
SoFunny <3 

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Capitolo 12
*** Confessioni ***


Image and video hosting by TinyPic Capitolo 11

Ho provato così tanto a dirmi che te ne sei andato
ma anche se tu sei ancora qui con me
sono stata sempre da sola

- My Immortal -

 

Giovedì

Erano passati quattro giorni da quell’incidente, quattro giorni mentre ancora aspettavo che mia madre si svegliasse dal coma. Dopo che ero svenuta nell’autoambulanza , appena mi ero svegliata i dottori mi avevano detto che avevano cercato di rianimare mia madre e c’erano riusciti. Adesso però lei era sdraiata su quel lettino bianco, con gli occhi chiusi e il respiro regolare. A lei non erano mai piaciuti gli ospedali, diceva che gli facevano paura. Tutto così bianco e pulito e mi diceva che era un posto strano,diverso. Ed era la stessa cosa che pensavo io mentre ero seduta su quella sedia, con le mani tra quelle di mia madre e la consapevolezza che lei era ancora viva. Quando pensavo che era morta, non ero riuscita a comprendere niente … l’unica cosa alla quale pensavo era che la rivolevo indietro senza no e ma. Era mia madre, era tutta la mia vita in quel momento . Guardavo la sua espressione rilassata come se stava facendo un bellissimo sogno , dal quale però prima o poi doveva svegliarsi. In quei giorni avevo pensato più a me che a lei, non avevo pensato a quanto poteva sentirsi sola senza avere né la figlia accanto né mio padre. I medici avevano detto che era caduta ed aveva sbattuto la testa sullo spigolo del comodino facendo rovesciare inavvertitamente il vaso di vetro, che le aveva graffiato un po’ il volto. Ripensai a quando papà era in quel lettino, quando improvvisamente il monitor diede una linea dritta, i medici che correvano e cercavano di rianimarlo, le urla di mia madre che si dibatteva con loro pur di rimanere a guardare quello che stavano facendo a suo marito … mentre io ero rimasta immobile, con lo sguardo perso e la consapevolezza di aver perso la persona più importante della mia vita. Avevo passato giorni infernali,avevo dovuto aiutare mia madre , confortarla e lei in cambio cosa mi aveva dato? Era partita per un mese lasciandomi sola ed era ritornata abbronzata e con un uomo che dopo una settimana aveva lasciato. L’avevo subito attaccata dicendole che non aveva nessun rispetto per papà, ma lei mi aveva detto che avevo ragione, ma che non riusciva ad andare avanti stando in quella casa e così ripartì due giorni dopo per lavoro. Mi diceva che mi voleva far stare bene , che era per il mio bene .. ma di bene in tutto quello che aveva fatto non ce n’era. Eppure era tornata a casa , eppure mi aveva detto che le mancavo e tutto e che sarebbe rimasta con me .. e quando l’avevo vista inerme nelle mia braccia un senso di perdita mi aveva invasa e capì. Capì che non potevo perderle, che ormai lei era tutto quello che mi restava veramente di un genitore. Sentì improvvisamente bussare alla porta e alzai gli occhi incontrando quelli nocciola di Danny che mi sorrideva dolce. Era da troppo, anzi tantissimo, tempo che non lo rivedevo. Non sapevo come mai alla festa non era venuto visto che aveva detto che mi doveva parlare di una cosa, eppure in quel momento non ci avevo pensato visto che ero presa da … altro. Vidi che sulle mani aveva un mazzo di rose bianche e sorrisi inevitabilmente.

<< Ehi com’è? >> mi disse dolcemente ed io mi alzai andandogli incontro.

<< Tutto bene, i medici dicono che tra poche ore si sveglierà >> dissi mordicchiandomi un labbro preoccupata. Perché cavolo se ero preoccupata! Avevo una paura bestiale che non si svegliava, che sarebbe rimasta così per un mese o per anni e … Alzai gli occhi e incontrai quelli di Danny che capirono subito il mio disorientamento e sentì la sua mano sulla mia guancia carezzarmi dolcemente proprio come un amico vero potevo fare. Perché Danny sapeva rassicurarti e volerti bene allo stesso tempo .

<< Meglio, no? Ehi, Ari .. non preoccuparti , sta bene >> mi sussurrò dolcemente e vidi spuntare su quelle labbra un tenero sorriso e lo abbracciai fortemente affondando la testa sulla sua spalla mentre sentivo le sue braccia circondarmi la vita come a darmi supporto in quel momento. Gli volevo bene , tanto ed ero felice di avere un amico come lui .

<< Ti voglio bene >> gli dissi e capì quanto erano vere quelle parole sussurrate. Capì che ormai mi era entrato dentro con i suoi modi di fare, con i suoi sorrisi, con i suoi occhi che mi sapevano confortare e amare … Era un ragazzo perfetto in tutto, ma io non volevo lui e diamine  maledicevo continuamente il mio cuore e me per non averlo scelto . Sentì le sue braccia stringermi più forte affettuose.

<< Anch’io Ari … anch’io >> mi sussurrò cullandomi nel suo abbraccio degno di un papà orso e sorrisi felice. Senza accorgermene sentì una lacrima scendere sulla mia guancia, ma a differenza delle altre era una lacrima felice e mi sentì bene in quel momento. Ero felice grazie  a lui e non potevo chiedere di meglio come amico. In quel momento la porta si aprì e comparvero da essa Judith e Andrea . Mi sciolsi dall’abbraccio con Danny e vidi la mia amica catapultarsi su di me piangendo e stringendomi forte.

<< Non fatemi mai più preoccupare così! >> mi sussurrò stringendomi ed io annuì chiudendo gli occhi. Lei voleva bene a mia madre , era come una seconda mamma per lei . E quando era morto mio padre aveva provato con me lo stesso dolore e mi aveva aiutata e confortata in quei momenti difficili. Judith era la migliore amica che una ragazza poteva avere. Sapeva difenderti e combattere per te, aiutarti nei momenti difficili facendoteli superare . Non potevo chiedere di meglio .. e mi sentì felice di avere degli amici così . I miei occhi inevitabilmente caddero su una figura dietro di lei e sentì il mio cuore incominciare a battere veloce come un tamburello rotto che faceva sempre la stessa identica melodia. Non riuscivo a staccare il contatto con i suoi occhi che in quel momento mi sembravano così belli e dolci da farmi perdere il fiato. Se ne stava lì, con le mani nelle tasche dei jeans, a guardarmi come se era la cosa più facile del mondo. Ed ero felice. Felice che dopotutto si era preoccupato e che era venuto a trovare me e mia madre. Lo vidi farmi segno di uscire fuori e poi lo vidi chiudersi la porta alle spalle uscendo. Chiusi per un momento gli occhi mentre continuavo a stringere la mia amica e poi mi sciolsi dall’abbraccio asciugandomi le lacrime.

<< Simon? >> chiesi io accorgendomi che il mio migliore amico non era presente. Judith mi sorrise dolce.

<< Mi ha detto di dirti che verrà tra poco, ci raggiunge dopo >> mi disse ed io annuì . Sospirando uscì dalla stanza e quando chiusi la porta mi sentì trascinare in un forte abbraccio che mi fece mancare il respiro ed mi fece aumentare i battiti del mio cuore ancora e temetti che da un momento all’altro potesse scoppiare per le emozioni intense che stavo provando. Lui mi stava abbracciando … sentivo le sue mani a palmi aperti sulla mia schiena che bruciavano ardentemente . Avrei tanto voluto sentirle sulla mia pelle … il suo respiro corto si infrangeva nei miei capelli facendomi rabbrividire , ma non dal freddo … lo volevo, lo desideravo anche in quel momento e la cosa non mi piaceva affatto . Mi era mancato avere i suoi occhi nei miei, mi era mancato immergermi in quel mare di brividi e passioni.

<< Ero preoccupato, non mi hai risposto al telefono e … >> mi disse con il respiro corto e accelerato e sentì qualcosa svolazzare nel mio stomaco. Resistetti a quell’impulso e mi concentrai unicamente su di lui. Sulla sua voce roca e impaziente e con un sottile velo di preoccupazione …

<< Ehi .. sto bene , ok? Grazie Italians >> dissi sorridendo e senza accorgermene il mio respiro si infranse sul suo collo scoperto e lo sentì rabbrividire. Inspirai e sentì il suo profumo invadermi le ossa e il cuore facendomi chiudere gli occhi. Mi era entrato dentro ed io non volevo farlo uscire …

<< Mi manca ridere con te , mi manca parlarti .. >> parole che mi fecero venire un tuffo al cuore spiazzandomi.

Allora perché non mi hai parlato? Perché mi hai evitata?

Non ce la facevo più .. era un tale enigma, un tale mistero quel ragazzo che mi faceva venire il mal di testa per il suo cambio d’umore repentino .

<< Mi stai parlando >> erano le uniche tre parole che mi erano venute in mente da dire in quel momento perché ormai il suo corpo attaccato al mio , la sua guancia a contatto con la mia, le sue labbra appoggiata sul mio orecchio e il suo profumo mi stava stordendo rendendomi inerme nelle sue braccia .

<<  Non mi hai rivolto la parola dopo quello che ci siamo detti eppure avevi detto amici e … >> mi sussurrò all’orecchio ed io rabbrividì. Perché solamente io dovevo passare dalla parte della vittima? Anche lui non mi aveva rivolto la parola! Ma non riuscivo a dire niente perché in quel momento pensavo solamente a volerlo mio e basta .. ero messa veramente male .

<< Perché sei così preoccupato,è? Perché non pensi a Mariah ? >> dissi sentendo la mia voce affievolirsi mano a mano e sentivo la tensione accumularsi velocemente. Lui era passione , lui era proibizione ed io lo volevo, ma non potevo. Soffrire di nuovo per un ragazzo che voleva solamente il mio stupido corpo?

Sei già innamorata perché non buttarti?

Perché avrei ripagato io le conseguenze e non lui. Ero io quella che rischiava di cadere nel baratro visto che ero su filo del rasoio dell’amore .

<< Ancora non hai capito che voglio te? Sei così sciocca … >> mi sussurrò roco soffiandomi sul collo e per poco non mi sciolsi come neve al sole.

Voglio te …

Quelle due paroline rimbombavano nella mia testa come un martello pneumatico e , con volontà propria, le mie braccia si ancorarono al suo collo attirandolo più a me e lo sentì sospirare stringendomi più forte. Non potevano fare spettacolo in un ospedale, dopotutto io ero qui per mia madre e non per sentire le sue paroline che per quanto mi stavano facendo vedere le stelle, in quel momento e in quel posto non erano opportune .

<<  Basta, Andrè , basta … >> soffiai affondando la testa sul suo collo. Che volontà del cazzo, ma lui sembrò non sentire le mie parole e mi diede un leggero bacio sul collo provocandomi qualche mancamento. Dolce …

<< Sono stato un coglione a dirti che voglio essere tuo amico .. >> mi sussurrò ed io lì scattai come una molla. Era lui che aveva detto che voleva essere mio amico ..

Però tu potevi dirgli di no , Arianna …

Anche ciò era vero, potevo dirgli che io da lui volevo di più, che volevo il suo cuore , volevo i suoi occhi solo per me … Stavo diventando una patetica ragazzina innamorata e tutto per lui, a causa sua .

<< Perché cosa vuoi essere? Un amico di letto? >> dissi e sentì di nuovo quelle lacrime pizzicarmi agli occhi. Perché lui voleva il mio corpo e non i miei sentimenti …

<< Non volevo dir questo … >> mi sussurrò sciogliendosi dall’abbraccio bruscamente e lasciandomi un senso di vuoto in me .
Smettila di torturami, smettila di torturare il mio cuore … avrei tanto voluto dirgli tutto, avrei tanto voluto dirgli che stava diventando qualcosa di più, eppure quelle parole non uscivano dalle mie labbra .. non ci riuscivo, avevo paura che si sarebbe allontanato da me, che mi avrebbe derisa e se non lo avesse fatto quella storia non poteva avere vita facile. Lui sarebbe tornato comunque in Italia, lontano da me …

<< Amico o niente! Sei fidanzato ed io non voglio soffrire di nuovo! >> sbottai tutto d’un tratto attirando l’attenzione di qualche signora seduta lì vicino. Lo vidi guardarmi sorpreso sbattendo gli occhi e capì solo ore che cosa avevo detto. Boccheggiai . Lui non sapeva niente di quello che avevo passato e se lo sapeva poteva aver capito che io provavo qualcosa verso di lui e …

<< Di nuovo? >> mi disse confuso ed io mi ritrovai in un baratro. Dirgli tutto o starmene zitta e buona e vedere che succedeva? E …

<< Niente … >> … optai per la seconda per poi rientrare in stanza seguita da lui che cercò di parlarmi, ma sgusciai vicino a
Danny che mi guardò come a dirmi che aveva capito tutto . E quando volsi lo sguardo su mia madre, la vidi aprire gli occhi sbattendoli e subito un sorriso mi spuntò sulle labbra seguite da un urlo di gioia mentre la chiamavo e mentre mi catapultavo da lei abbracciandola rivendo qualche ahia di troppo.

<< Mamma! Come stai? >> le dissi felice e sentì delle lacrime scendere sulle mie guance. Era tornata, si era svegliata dopo quattro giorni e non mia aveva lasciata …

<< Amore mio … dove sono? >> mi sussurrò roca sfiorandomi con la mano una guancia dolcemente. Le baciai il palmo e strofinai la mia guancia sulla sua mano affettuosamente. Sentivo gli occhi dei miei amici puntati su di noi e soprattutto sentivo Judith piangere dietro di me, felice .

<< In ospedale … ti senti bene? >> domandai premurosa e lei annuì per poi alzarsi un pochino facendo una smorfia .

<< A parte un gran mal di testa , sto bene >> mi disse poggiandosi una mano sulla fronte ed io le sorrisi. Vederla lì , con gli occhi aperti e pieni di vita mi fece venire un grande sollievo, ormai il mio cuore si sentiva pieno d’amore ..

<< Sono stata così in pensiero , mamma >> le dissi e la vidi sorridermi dolcemente come a dirmi che stava bene e che andava tutto bene . Il peggio era passato finalmente ..

<< Non mi avresti persa,amore .. non ti avrei lasciata per nulla al mondo >> mi disse e l’abbracciai forte imprimendo nella mia mente quel momento così perfetto e speciale che mi avrebbe resa felice, felice di avere di nuovo con me la mia mamma.

<< Sono felice che siate venuti a trovarmi >> disse poi guardando i miei amici che le sorrisero, mentre vidi Judith abbracciarla mentre piangeva sul petto di mia madre che le carezzava dolcemente i capelli affettuosa. Non ero gelosa, affatto. Mia madre voleva bene sia a me che  a lei, ci aveva cresciute come due sorelle, ci aveva amate come due figlie al posto della famiglia di Judith che era stata quasi sempre assente . Vidi Danny avvicinarsi e porgerle le rose , gesto che fece spalancare dalla sorpresa mia madre e vidi i suoi occhi illuminarsi dalla gioia mentre si portava una mano sulle labbra. La vidi chiudere gli occhi mentre portava sotto il naso le rose inspirandone il profumo dolce e suadente .

<< Grazie caro >> gli disse e lui l’abbracciò dandole un bacio sulla guancia. Anche se Danny non la conosceva veramente bene, mamma aveva apprezzato comunque il suo gesto . Poi vidi i suoi occhi soffermarsi su Andrea che era dietro di me e gli sorrise maliziosamente . Oh no! Adesso che voleva dirgli?

<< Oh, finalmente ti sei deciso a farti avanti con mia figlia >> disse ed io non capì quella frase, ma quando sentì il suo petto attaccato alla mia schiena arrossì di botto mentre mi mordicchiavo il labbro e sentì i miei due amici ridere . Calma e sangue freddo, c’era tua madre davanti a te e non puoi farti vedere come una scolaretta innamorata . No, no .. E proprio quando sentì il suo respiro sui miei capelli disse quelle due paroline che mi ricorderò sempre e che inevitabilmente il mio cuore aveva già racimolato : << Non ancora … >> e potevo perfettamente bollire in una pentola per il tono dolce che aveva usato. Che voleva dire quel non ancora? Ci avrebbe provato con me in futuro o lo aveva solamente detto per far star zitta mia madre? Tante e troppe domande senza risposta,ma dopotutto mi rispondevo da sola e ormai il mio cuore aveva già capito come andavano veramente le cose …

***

Giovedì pomeriggio

Sentivo l’aria fresca battermi sul viso coperto solo da un casco senza visiera , mentre i miei capelli svolazzavano a passo del vento. Vedevo le luci accese della città scorrere veloci accanto a me mentre mi tenevo stretta a quel corpo coperto da una giacca di pelle che mai avrei voluto lasciare. Avevo la testa appoggiata alla sua schiena e sentivo distrattamente il suo cuore battere regolarmente . Voltai di poco la testa alla mia sinistra e vidi il motorino di Simon con dietro Judith che sfrecciava tra le macchine. Stavamo andando a casa mia tutti insieme a mangiarci una pizza. Mia madre mi aveva detto che potevo tornare a casa e che non ci sarebbe stato bisogno di farle assistenza medica. E in quel momento mi ritrovavo abbracciata ad Andrea sul suo motorino, diretti verso casa mia alle cinque del pomeriggio. Non eravamo più ritornati su quell’argomento , ci eravamo scambiati qualche parola e qualche battibecco come amici e niente di più.

Ma tu volevi di più …

Per quanto mi costava ammetterlo … si , io volevo di più da lui. Mi mancava avere un ragazzo su cui contare,mi mancava svegliarmi con il sorriso la mattina e pensare “ Mi sta aspettando sotto casa per andare insieme a scuola “. Ma volevo che lui era il mio ragazzo? Lo avrei veramente voluto?Eppure io volevo tutto di lui … e ogni volta che vedevo un sorriso aleggiare su quelle labbra perfette avrei tanto voluto colmare quelle distanze e baciarlo. Perché si, mi mancavano i suoi baci , mi mancava il suo sapore mischiato al mio e il battito del suo cuore che correva veloce sotto le mie mani . I miei pensieri vennero interrotti quando mi accorsi che avevamo parcheggiato sul vialetto di casa e così, dopo essermi tolta il casco , scesi dal motorino e mi incamminai verso il portone cercando le chiavi nella borsa. Maledette borse! Intanto sentivo Simon e Judith ridacchiare tra loro abbracciati e mi fermai un momento a guardarli. A guardare quei due ragazzi che si piacevano così tanto, che volevano tutto l’uno dell’altra … e inspiegabilmente pensai a me. Pensai a quante volte avrei voluto avere un ragazzo così dolce e premuroso , così attento e gentile .. eppure i principi azzurri non esistevano ,  invece ormai i ragazzi erano dei perfetti stronzi menefreghisti ai quali importava solamente quello . Sospirando aprì la porta e seguita dai miei amici, entrai dentro casa sentendo il leggero calore invadermi le ossa provocandomi brividi di sollievo. Mi tolsi la giacca e poi mi precipitai a sedere sul divano stanca. Avevamo già chiamato la pizzeria per l’ordine, ma ancora non erano arrivati a consegnare. Vidi Andrea mettersi a sedere accanto a me sbadigliando per poi sorridermi . Quel divano … come quella sera quando era rimasto a dormire da me . Arrossì ricordando quella notte e cercai di concentrarmi sulla televisione che trasmetteva un film d’azione. Vidi Judith e Simon  salire le scale silenziosamente e aggrottai le sopracciglia.

<< Dove andate voi due? >> chiesi assottigliando lo sguardo e quei due, peggio dei ladri, si voltarono lentamente verso di me come se erano stati  colti in flagrante . Oddio non era che …? Spalancai gli occhi a quel mio pensiero e scossi la testa. In camera mia? Erano pazzi?

<< Guai a voi se andate in camera mia! >> sbottai e li sentì scoppiare a ridere seguiti da Andrea che assisteva a quella scenata in silenzio senza dire niente. Che c’era da ridere?

<< Non facciamo niente, scema! Devo far vedere una cosa a Simon e poi torniamo giù >> mi rispose continuando a ridere ed io sbiancai . Mi volevano morta? Mi lasciavano da sola con lui? Feci il gesto della decapitazione alla mia amica che sbiancò e poi annuì frettolosa trascinando Simon al piano superiore che sghignazzava malefico. Pervertiti … Sentì Andrea tossicchiare facendomi riportare l’attenzione su di lui che in quel momento mi stava guardando con un sopracciglio alzato e con le labbra tirate in un sorriso canzonatorio. Alzai gli occhi al cielo e lo trucidai con lo sguardo intimandolo a seguire il film , ma sentivo la tensione alta nel mio corpo. Sentivo tanto caldo e avere lui a pochi metri da me non era una buona cosa. Lo vedevo mordersi le labbra, passarsi la lingua sinuosa tra di esse, ridere per le battute dette dall’attore … Oddio, ormoni placatevi! Deglutì a fatica e distolsi lo sguardo puntandolo sullo schermo che fece vedere la decapitazione immediata di uno . Bleah! Feci una smorfia disgustata e sentì il mio vicino ridere piano attirando la mia attenzione.

<< Che la puffetta a paura? >> disse scherzoso ghignando ed io gli feci una linguaccia sbuffando poi. Non avevo paura! Io fatto era che vedere quelle scene faceva schifo . Feci un sorrisetto ironico .

<< Chi io? >> dissi canzonatoria puntandomi il dito contro il petto e lo vidi avvicinarsi con uno strano ghigno dipinto su quelle labbra perfette. Senza che me ne accorgessi mi prese in braccio portandomi sopra di lui e sentì la mia schiena toccare il suo petto mentre i nostri bacini erano completamente a contatto . Oddio .. non farmi morire così giovane. Sentì le sue braccia stringermi forte la vita e la sua testa posarsi delicatamente sulla mia spalla lasciandoci un umido bacio che mi fece sorridere.

<< Quando mi dirai cosa è successo tra te e Danny? >> chiesi io appoggiandomi definitivamente al suo corpo e lo sentì sospirare sulla mia nuca leggermente facendomi rizzare i peli sulle braccia. In quel momento, ad occhi esterni, potevano sembrare due perfetti fidanzati che guardavano abbracciati un film e sorrisi a quel mio pensiero. Andrea esitò un attimo e poi si decise a parlare : << Io e Danny eravamo migliori amici, fratelli. Lui era nato qui, ma era stato il primo ragazzo con il quale avevo fatto da subito amicizia. Quando per alcuni mesi venni ad abitare qui, mi iscrissi alla sua scuola e Danny mi disse che si era fidanzato e che era innamorato. Non avevo nulla in contrario ovviamente, però lui era geloso. Giulia ci provava con me, una volta aveva anche cercato di baciarmi, ma l’avevo respinta e mi ero promesso che non l’avrei detto al mio amico per non farlo star male. Quando venni a sapere che lei l’aveva tradito andai da lui e cercai di dirgli quello che avevo saputo, ma mi precedette dicendomi che gli avevo rovinato la vita. Pensava che ero stato a letto con lei e in realtà non era vero. Quella ragazza aveva distrutto la sua vita e la mia  >> mi disse ed io aggrottai le sopracciglia confusa. Ora capivo tutto, capivo perché Danny lo guardava male, capivo i suoi occhi pieni di odio … ma Andrea non aveva fatto nulla e non gli aveva creduto ugualmente. L’amore rendeva ciechi e aveva reso Danny cieco davanti all’evidenza.

<< Tua? >> chiesi io leggermente confusa e li sentì irrigidirsi. Forse non era un argomento da trattare, forse anche lui come me si era innamorato per poi essere scaricato.

<< Stavo con una ragazza , Alessandra e l’amavo. Dio se l’amavo .. >> incominciò a dire e sentì uno strano senso di gelosia invadermi dentro facendo muovere qualcosa all’altezza del mio stomaco. << .. siamo stati insieme per cinque mesi e andava tutto bene , ma Giulia aveva voluto rovinare anche la mia vita e aveva detto ad Alessandra le stesse testuali parole che aveva detto a Danny . Mi aveva rovinato un’amicizia e il mio primo amore >> continuò poi ed io mi girai incontrando i suoi occhi verdi colmi di tristezza e di quel qualcosa che non riuscivo a decifrare. Eravamo così vicini , eppure mi sembrava di stargli lontana anni luce. Non riuscivo a capire niente … il suo volto dolce, le sue labbra tirate in un leggere sorriso e i suoi occhi che non si riuscivano a staccare dai miei. Sentì le sue dita carezzarmi dolcemente una guancia facendomi battere il cuore all’impazzata. Avevo solamente voglia di baciarlo, voglia di colmare quella distanza e sentirmi bene. Perché con lui sapevo che sarei stata bene , anche se non pienamente come volevo.

<< Tutto ciò che sto provando per te lo provavo per lei e non è un bene … >> mi sussurrò sulle labbra alternando lo sguardo da esse ai miei occhi ormai socchiusi mentre la sua mano continuava quella leggera tortura lasciandomi milioni di scariche elettriche lungo il corpo. Sentire il suo corpo attaccato al mio , il suo calore e il suo profumo non mi faceva affatto bene. Respiravo a fatica per le emozioni che stavo provando, il mio cuore sembrava voler scoppiare, e sentivo caldo, tanto caldo. Con tutta la volontà possibile , prima che potesse sfiorare le mie labbra, mi alzai dal suo corpo e corsi in cucina appoggiandomi al bancone con il respiro corto e la consapevolezza di quello che stava per succedere.

Tutto ciò che sto provando per te lo provavo per lei e non è un bene …

Quella frase mi rimbombava nella mente .. che avesse voluto dirmi che provava le stesse cose che stavo incominciando a provare io? Impossibile … Troppe emozioni, troppi brividi e nemmeno mi aveva baciata in quel momento. Lo volevo, lo volevo da star male e sapevo che alla fine ci sarei caduta con tutte le scarpe. Ma ormai il mio cuore non mi dava più ascolto e il mio corpo era partito per la tangente. Dovevo farmene ormai una ragione .. Ero attratta fisicamente e sentimentalmente da lui tanto da non riuscire a capire niente, tanto da sentire quelle maledette farfalle allo stomaco che stavano nascendo e uscendo dal loro bozzolo . Improvvisamente sentì due braccia forti e calde cingermi dolcemente la vita e trattenni il respiro. Il suo corpo aderì completamente al mio e il cuore incominciò a battermi forte mentre sentivo le gambe cedere. Merda, dovevo essere più forte!

<< Che – che fai? >> sussurrai balbettando mentre sentivo il suo respiro caldo tra i miei capelli. Era così eccitante a volte . La sua mano mi spostò i capelli dal collo lasciando spazio alle sua labbra che incominciarono a baciarlo facendomi sospirare estasiata . Bruciavo, ardevo sotto le sue mani mentre una di queste era scesa sul ventre e disegnava dei cerchi irregolari provocandomi brividi in tutto il corpo . Volevo di più , volevo lui , volevo le sue labbra calde che da sabato continuavano a tormentarmi . Era tutto così sbagliato , tutto così confuso e mi stavo per togliere da quel supplizio se non fosse stato che sentì la sua lingua leccare le mie labbra che si dischiusero subito accogliendola. Cervello Off. Sentivo caldo , tremendamente caldo . Mi girai per stare più comoda e lui automaticamente mi cinse la vita con le braccia stringendomi al suo corpo che , ahimè , era perfetto. Le mie braccia corsero ad allacciarsi al suo collo e le mie mani si intrufolarono tra i suoi capelli cercando di attirarlo verso di me e quando dischiuse ancora di più la bocca , il respiro mi si smorzò in gola per quanto era intenso e profondo quel bacio . Gemetti sulle sue labbra quando mi mordicchiò il labbro inferiore e poi continuò a baciarmi scendendo lentamente verso il collo e la spalla . Lo sentì  indietreggiare senza staccarsi da me e poi sentì una superficie morbida aderire alla mia schiena e mi accorsi di essere distesa sul divano . Aprì gli occhi e vidi i suoi di un verde intenso , liquido e pieno di desiderio . Allargai le gambe automaticamente e lui si distese sopra di me , poggiandosi sui gomiti per non farmi pressione . Sentire il suo corpo attaccato al mio era qualcosa di magico , sembrava una stufetta calda e rilassante . Mi prese il viso tra le mani e mi diede un bacio , leggero ma dolce allo stesso tempo e rimase sulle mie labbra per minuti interminabili fissandomi negli occhi . E poi mi baciò lentamente come se si stava riprendendo , come se voleva ricominciare di nuovo quell’agonia . Mi mordicchiò il labbro inferiore e io dischiusi le labbra incastrandole poi con le sue in un incastro perfetto che mi lasciò senza fiato. Lui era perfetto . Subito il bacio si fece profondo , subito sentì la sua lingua accarezzare la mia lentamente andando sempre più a fondo e lasciandomi sempre con il respiro sempre più corto. Sentì la sua mano spostarsi sempre più giù arrivando all’elastico dei miei pantaloncini che abbassò lentamente e poi la sua mano si spostò sempre più in giù arrivando …

<< Oh mio Dio!>> un urlo stridulo lo fece scattare in piedi e io mi rivestì , aggiustando i pantaloni e i capelli sempre con il respiro affannato. Judith era sulle scale con una mano sulle labbra e un sorrisetto sadico . Andrea si passò una mano sul viso e poi prese un cuscino mettendoselo davanti alle parti basse . Oddio, che avevamo fatto? Mi ero lasciata trascinare da lui e Dio, appena mi aveva baciata non ero riuscita a staccarmi, troppo presa da sentirlo solamente mio in quel momento nella nostra bolla personale . Guardai verso di lui e lo vidi passarsi una mano nei capelli scompigliati per calmarsi. Ma Dio, quanto era eccitante con quelle labbra rosse e gonfie , le guance accaldate e gli occhi liquidi di desiderio soltanto per me . Sentì suonare improvvisamente il campanello e mi precipitai alla porta aprendola e ritrovandomi il ragazzo delle pizze davanti che mi guardò sorpreso. Effettivamente avevo i capelli scompigliati, le guance rosse e le labbra gonfie  e umide di baci . Con tutta velocità presi le pizze e le patatine, pagai il ragazzo e gli chiusi la porta in faccia dopo aver detto un Arrivederci stridulo . Mi aveva presa per matta, ci scommettevo.

<< A tavola! >> urlai e vidi tutti entrare dentro e cercai di non guardare verso di lui che non smetteva di fissarmi. Guardai in tralice Judith che sghignazzava per aver interrotto .. Oh no! Ma che andavo a dire! Andrea si mise a sedere davanti a me gesto che contribuì a farmi venire la saliva in bocca. Se mangiava quella pizza in quel modo lo avrei affogato. Continuava a guardarmi mentre la mordeva lentamente e faceva uscire la lingua qualche volta ad assaggiare il sugo . Tossicchiai cercando di darmi un contegno e incominciai a magiare la pizza mentre parlavo con Judith e Simon che ridevano qualche volta vedendomi un tantino spaesata. E sussultai improvvisamente sentendo la sua mano da sotto il tavolo  ( perché era poco largo? )  risalire sulle mie cose mentre io trattenevo il respiro . Maledetta me che ero scivolata sulla sedia troppo in basso ! Mi carezzava lentamente continuando ad andare sempre più in su sui leggins di lana che avevo messo arrivando piano piano all’interno coscia mentre vedevo un sorrisetto sadico irrompere su quelle labbra carnose. Sentivo caldo e miriadi di brividi mi pervasero lasciandomi boccheggiante . cercavo di trattenere qualsiasi sospiro o gemito che mi poteva fuoriuscire dalle labbra e quando la sua mano si tolse di scatto sospirai . Mi girai verso Simon e Judith che mi guardava a bocca aperta e arrossì di botto . Ma che diamine stavamo facendo? Sembravamo due adolescenti alle prese con gli ormoni a mille! Dire che il mio cuore era ormai morto era poco! Non pensai a quello che poteva succedere il giorno dopo, non pensai minimamente che quel bacio poteva contribuire a qualcosa .. eppure stava di fatto che inconsciamente, senza che io lo sapevo, mi stavo innamorando di lui veramente …



 Angolo Autrice 

Eccomi con un nuovo capitolo! Allora alla fine vediamo che il nostro bel Andrea non è riuscito a stare lontano da Arianna e chissà cosa accadrà più avanti? xD Aggiungo anche che se la nostra protagonista non si dichiara è perchè ha paura di soffrire e perchè sa che dopo quell'anno lui non lo avrbbe più rivisto. E Andrea? Diciamo ragazze che lui cerca cerca di starle alla larga, ma alla fine non ci riesce e succede quello che succede. Come dire, accendi una mina e poi quella deve esplodere , no? Ringrazio tutte quelle che hanno messo la mia storia tra le preferite, le seguite e le ricordate e un grazie speciale alle ragazze che recensiscono :D Al prossimo capitolo e spero che vi piaccia!

SoFunny :)

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Capitolo 13
*** Nella tela del ragno ***


Image and video hosting by TinyPic Capitolo 12

Perché ogni volta che ci tocchiamo, ho questa sensazione 
e ogni volta che ci baciamo, giuro di riuscire a volare 
non riesci a sentire il mio cuore che batte così veloce? 
voglio che questo finisca, ho bisogno che tu sia accanto a me 
perché ogni volta che ci tocchiamo, sento la staticità 
e ogni volta che ci baciamo, raggiungo il cielo 
non riesci a sentire il mio cuore che batte così? 
non posso lasciarti andare. Ti voglio nella mia vita …

-Everytime We Touch-

Giovedì 7 febbraio

Odiavo l’arroganza e soprattutto quelle persone che volevano essere così solo per il gusto di esserlo. Bearsi di prendere in giro una persona solamente perché era meno carina di qualcuno o perché era timida , non era  una bella cosa. Avevo conosciuto moltissimi ragazzi così che mi avevano presa in giro e tutto, ma alla fine pensavo “ Loro hanno meno cervello di te “ e mi sentivo meglio. Le parole di un’amica o le parole di un ragazzo potevano ferire, ma mai in quel momento qualcuno poteva ferirmi il cuore come lui . Ma ferito non nel senso che mi aveva fatto qualcosa di male, ferito nell’amore e stavo seriamente impazzendo nei miei sentimenti poco esposti. Eppure in quel momento mentre lo guardavo correre con i suoi amici pensavo che ormai non potevo più tornare indietro. Ogni suo gesto, ogni suo sorriso scaturivano in me sensazioni strane e avevo capito che le farfalle stavano sbocciando velocemente. Eppure anche lui era arrogante con quel sorrisino strafottente , con quegli occhi che ti guardavano dall’alto in basso , ma mi aveva rapita con il suo carattere. Perché quella era solo una maschera , una maschera che nascondeva i suoi sentimenti e le sue paure , ma io volevo inoltrarmi dentro di lui, volevo conoscerlo e non volevo assolutamente perdermi niente. Ma quando pensavo di nuovo a quel desiderio fisico che entrambi provavano ecco che mi ritornava il brutto umore. Continuavo a ripetermi che per lui sarebbe stato solo uno stupido giochino fatto di provocazioni e basta, ma per me no . Per me sarebbe stato un motivo in più per cadere di nuovo in quello che tutti chiamano Amore e nelle sue specialità . Non volevo tirarmi indietro, avevo deciso che volevo vivermelo a costo di andare contro i miei sentimenti a costo di farmi del male . Ormai non riuscivo più a stargli lontana, ormai le mie redini e il mio cuore appartenevano a lui e solamente lui sapeva manovrarle a piacimento.

<< Ragazzi fate delle squadre che si gioca a rugby >> ci disse il professore mentre scarabocchiava qualcosa nel registro. Sbuffai e mi sistemai la coda alta raggiungendo i miei compagni che stavano discutendo per fare le squadre. Mi affiancai a Judith che guardava quel branco di cavernicoli con un sorrisetto strano, come se si stava divertendo a vedere quelli insultarsi . Incominciai a parlare con lei e a ridere finché non sentì una mano palpeggiarmi il fondoschiena e mi girai trovando quel deficiente di Vasili sorridendomi ammiccante. Lo trucidai con lo sguardo girandomi a fronteggiarlo. Eppure il ragazzino non era affatto brutto , anzi dagli scorsi anni era cambiato veramente tanto. I capelli castani rasati , gli occhi nocciola intriganti e con qualche sfumatura verde e un piercing al sopracciglio che lo rendeva nel complesso sexy. Ma rimaneva sempre il solito arrogante e stupido Jack Vasili che avevo sempre odiato dal primo superiore. Il perché? B’è si credeva superiore a tutti e a me questo non piaceva proprio.

<< Vasili sei pregato di non farlo più altrimenti ti taglio a fettine >> sibilai stringendo i pugni. Irritante e spocchioso come pochi . Lo vidi passarsi la lingua sulle labbra , gesto schifoso a parere mio che mi fece venire il voltastomaco, mentre continuava a guardarmi con quegli occhi divertiti e si era avvicinato pericolosamente a  me.
<< Uhm , la cosa mi intriga Arianna >> mi sussurrò con enfasi ed io mi trattenni dall’impulso di scoppiargli a ridere in faccia. Sentivo Judith dietro di me ridacchiare e sussurrarmi delle paroline poco simpatiche facendomi arrossire dalla rabbia . Stavo per rispondergli a Jack , ma il fischio del prof mi fece saltare e aggrapparmi alla maglietta di quello stupido che mi circondò la vita con le braccia trattenendomi a sé. Che schifo … cercai di scansarmi , ma lui mi teneva stretta e vidi lo sguardo del prof posarsi su di noi e sorrise malizioso.

<< Vasili lo so che è la sua ragazza, ma la lasci respirare! >> sbottò mentre sentivo le risatine dei miei compagni nelle orecchie. Ero rossa dall’imbarazzo e dalla rabbia verso quel cavernicolo che al posto dei bracci aveva i tentacoli. Lo sentivo sghignazzare vicino a me e mi trattenni dal sbraitargli contro. Vidi Judith avvicinarsi a me e sussurrarmi : << Qualcuno qui si è ingelosito a dovere >> ed io mi girai verso la direzione dove guardava e vidi Andrea rigido come una mazza da baseball , mentre le sue mani erano strette a pugno. Era … geloso? Cercai in tutti i modi di non darci peso, ma sentivo i suoi occhi ardere sulla mia pelle attirandomi. Non mi lasciavano mai in pace, sapevano tormentarmi in sogno e nella realtà . Decisi di prestare attenzione al prof che spiegava come dovevamo fare e ,per mia fortuna, capitai in squadra con Judith e , per mia sfortuna, con Vasili che non la smetteva di raccontarmi della sua vita privata. Mi posizionai a centro campo e vidi davanti  a me posizionarsi Andrea che mi rivolse un sorrisetto maligno. Come facevo a sovrastarlo se ero così bassa e lui una montagna? Sentì qualcuno urlarmi palla da davanti e la presi incominciando a correre verso la linea di campo, la passai ad un ragazzo che la prese al volo e fece punto battendomi la mano . Ritornai al mio posto e appena il prof fischiò Andrea si avvicinò a me e i ragazzi, stupidi, mi lanciarono la palla. Oddio, oddio! Cercai di sviarlo, ma lui si mise  davanti a me  bloccandomi la visuale ed era … troppo vicino . E il mio cervello andò in pappa. Guardai i suoi occhi liquidi di un verde intenso, il suo naso che mi piaceva tanto per quanto era buffo, le sue labbra carnose ora dischiuse e invitanti, poi proseguì sulla linea del suo collo dove si vedeva il Pomo di Adamo leggermente pronunciato , ma che lo rendeva sexy … la maglietta bianca faceva intravedere i muscoli del torace e i suoi addominali lasciando scoperte però le braccia abbronzate. Mi ero incantata a guardarlo, a guardare quanto era bello ed ora capì tutta l’ammirazione del popolo femminile. Era assolutamente … eccitante anche nelle piccole cose e in quel momento avrei voluto allungare la mano e toccare quella pelle liscia e profumata . E per questo, nei miei pensieri, non mi accorsi che il ragazzo mi aveva preso la palla ed era corso facendo punto . Mi girai e guardai Mariah corrergli incontro e dargli un fugace bacio sulla guancia facendomi raggelare il sangue nelle vene.

Ormai ero caduta nella tela del ragno …

****

La partita finalmente finì con la nostra sconfitta. Dire che i miei compagni mi avevano rimproverata in tutti i modi era poco, ma neanche li sentivo per quanto ero scombussolata. Dio, come ero messa male … Mi passai una mano sulla faccia sospirando mentre mi dirigevo agli spogliatoi femminili dopo aver bevuto un po’ d’acqua . Ma prima di mettere piede nel bagno, mi sentì trascinare da tutt’altra parte e mi ritrovai nello spogliatoio dei maschi attaccata alla superficie gelida degli armadietti. Quando vidi chi avevo davanti il mio cuore aumentò i battiti improvvisamente e venni catapultata immediatamente nella nostra bolla personale. C’eravamo solamente io e lui, solamente i nostri sguardi accesi e liquidi, i nostri respiri mischiati … Le sue mani mi presero i fianchi e si avvicinò lentamente arrivandomi ad un centimetro dalle mie labbra che fremevano per un contatto più intimo. Dio, se volevo baciarlo. Sospirai chiudendo gli occhi quando il suo piccolo naso incominciò a disegnare movimenti circolari sulla mia guancia provocandomi brividi intensi.

<< Dimmi che non è vero che stai con Vasili … >> mi sussurrò all’orecchio mordendomelo piano e passandoci per un attimo la lingua facendomi perdere qualche battito. Non riuscivo a pensare a nulla se non a lui così vicino , se non al suo respiro che accelerava ogni minuto che passava. Sentì il suo bacino premere contro il mio e deglutì trattenendo a stento un gemito. L’armadietto scricchiolò dietro di me e inarcai la schiena per stare più comoda.

<< Dimmelo, Arianna … >> mi sussurrò sulle labbra guardandomi negli occhi intensamente, ma ormai le mie mani erano partite ad allacciarsi dietro il suo collo sfiorando i capelli sbarazzini di lui e cercando di attirarlo verso di  me, ma lui si oppose e lo sentì tremare. Forse si stava trattenendo dal baciarmi visto come mi stava guardando le labbra e gli occhi continuamente. Perché degnarti di una risposta?

<< No … >> sussurrai gemendo quando il suo corpo premette ancora più contro il mio e le sue labbra avevano incominciato a baciare il mio collo ripetutamente . Su e giù , su e giù … in una lenta tortura , ma io volevo di più. Volevo le sue labbra e lui sembrò capirmi e sorrise sulla mia pelle che ormai era completamente incendiata. E finalmente le sue labbra si poggiarono sulle mie in un incastro perfetto che mi fece aumentare i battiti. La sua mano mi teneva stretta nella sua morsa come se aveva paura che mi scansavo, ma non c’era pericolo … ormai ero totalmente dentro quella bolla di passione. Dischiusi le labbra desiderosa di sentire ancora il suo sapore e mi accontentò facendo scivolare lentamente la sua lingua fino a toccare la mia in un bacio dolce e lento tanto da farmi perdere il fiato, ma così bello da farmi rituffare le labbra sulle sue desiderosa di volerne ancora e ancora . Lui era la cosa più eccitante che potevo desiderare, la mia essenza di eroina preferita. Era sexy, sensuale e mi stavo innamorando di uno stronzo passionale. Ora non avevo più scampo, ero caduta nella tela del ragno ma lo volevo, volevo bruciarmi con lui, ardere nelle sue mani perfette che in quel momento mi carezzavano il corpo lasciando scie bollenti al suo passaggio. Avrei sempre voluto i suoi occhi languidi e intensi che in quel momento erano aperti nei miei mentre sospiri e gemiti riempivano  le nostre labbra che si toccavano, che si desideravano come non mai. Volevo i suoi baci che in quel momento mi stava dando dolcemente come se ero un piccolo pezzettino di cristallo nelle sue mani perfettamente curate e affusolate. Sospirai sentendo le sue mani carezzarmi un fianco leggermente per poi prenderlo tra le mani e stringerlo facendomi scappare un gemito che risuonò in quella stanza. Sentivo la mia schiena a contatto con la superficie gelida e liscia degli armadietti degli spogliatoi premermi e scricchiolare quando lui aumentava il contatto fisico che desideravo ardentemente … Passai le mie mani sulle sue spalle larghe che adoravo e poi gli graffiai la schiena mentre mi inarcavo verso di lui, verso i baci sensuali e eccitanti che mi dava sul collo . Il mio cuore sembrava scoppiare, il mio respiro sembrava volermi lasciare , ma sentivo di nuovo quella sensazione di desiderio premermi sullo stomaco e desiderai colmarla. Passai le mie mani nei suoi capelli sbarazzini e lo attirai a me sentendo quel desiderio impellente delle sue labbra che trovarono subito le mie già dischiuse e desiderose di lui . Si avvicinò ancora al mio corpo ed io mi ancorai a lui, allacciando le gambe attorno al suo bacino per sentirlo più vicino, più mio … Le sue mani arrivarono ai lembi della mia canottiera e me la sfilò lentamente mentre continuava a lambire la mia bocca con la lingua sensuale ed esperto. Adoravo i suoi baci, mi sapevano mandare in un altro mondo , fatto solo di lui, del suo cuore, delle sue mani e dei suoi occhi irresistibili. In quel momento le sue labbra lasciarono le mie che protestarono , ed andarono a lasciare una scia di baci dal collo in giù mentre il mio respiro aumentava bacio dopo bacio, stretta dopo stretta … mi mordicchiò dolcemente la clavicola facendomi sorridere e poi continuò a scendere nell’incavo dei miei seni lasciando qualche bacio lascivo sui miei seni stretti nel reggiseno con disegnati dei fiocchetti.

<< Uhm … la mia bambina >> mi sussurrò sulla pelle e ridacchiai piano. Potevo morire in quel momento, non mi serviva nient’altro, solamente lui … e quel Mia mi aveva così tanto scombussolata da essere più desiderosa di averlo e così decisi di aumentare la mia slealtà . Feci scorrere in una carezza le mani dalle spalle, al torace muscoloso, alla pancia fino ad arrivare all’elastico dei suoi boxer e lo sentì mugugnare mentre le sue mani stavano arrivando all’elastico dei miei pantaloncini da basket verdi. Non ce la facevo più, mille brividi continuavo a percorrermi tutta lasciandomi insoddisfatta. Era sadico, continuava a provocarmi lasciandomi qualche bacio e senza andare oltre. Ma Dio, anche solo quei baci erano così sensuali ed eccitanti tanto da farmi gemere quando la sua mano aveva sfiorato il mio seno facendomi impazzire. Mi erano mancati i suoi baci eppure erano passati solamente due giorni da quella sera dove tutto era cambiato, dove il desiderio fisico era aumentato a mille e si palpava nell’aria. Mi era mancato abbracciarlo e baciarlo, mi erano mancati i sorrisi dolci che riservava solamente  a me … Eppure sapevo con certezza che stavo facendo uno sbaglio ma volevo vivermelo ad occhi aperti ed ora lui era davanti a me, con gli occhi più belli che avessi mai visto e quel sorriso bellissimo da farmi perdere la testa. Gemetti quando sentì il suo bacino muoversi sensualmente sul mio e lo attirai a me, premendo le mie labbra sulle sue in un tenero bacio , ma improvvisamente un rumore ci fece ridestare . Aprì gli occhi e trovai i suoi confusi ed eccitati , mi lasciò scendere e sistemare per poi darmi un tenero bacio sulle labbra e sussurrarmi : << Ci vediamo in classe … >> e poi me ne andai da quello spogliatoio cercando di non farmi beccare dai bidelli. Dio, in che situazione mi ero messa! Forse stavo commettendo uno sbaglio, forse non dovevo lasciarmi andare alla passione e a quella attrazione fisica che stavo provando verso di lui … eppure quello sbaglio era il più eccitante che stavo provando … 

****

Continuai a mangiucchiare quella specie di patatina fritta mentre mi sedevo sul prato fuori dalla scuola con i miei due amici. Finalmente un po’ di pausa, la verifica di matematica dell’ora prima mi aveva scombussolata veramente. Certo, ero brava in essa, ma odiavo fare i calcoli anche perché non ci capivo niente . Quando ero tornata in classe avevo subito sentito gli occhi di Judith addosso e mi chiese il resoconto dettagliato di quello che era successo senza far tralasciare nulla. Dire che aveva urlato dalla gioia era poco. Tutti i ragazzi si erano girati compreso Andrea che la guardava come se era pazza per poi scoppiare a ridere. Avevo visto Mariah mordersi le labbra leggermente … arrabbiata e avevo subito temuto che aveva sentito tutto. Ripensai a quello che mi aveva detto Judith qualche settimana fa …

Lo sai che prima o poi glielo dovrai dire , vero?

Ed aveva ragione. Dovevo dire a Mariah che mi ero innamorata del suo ragazzo e che avevo cercato in tutti i modi di combattere contro questo. Alla fine però l’amore vinceva su tutto e aveva vinto su di me , sconfiggendomi. Dovevo dirglielo o sennò mi sarei ritrovata questo peso nel cuore , così mi alzai sotto lo sguardo confuso dei miei due amici.

<< Dove vai? >> mi chiese Simon tenendo stretta tra le sue braccia Judith che aveva il capo sulla sua spalla.

<< Devo parlare con Mariah e dirle tutto … non posso tenermi tutto dentro , è mia amica ancora >> sussurrai guardandomi le unghie laccate di celeste e vidi Judith sorridermi come a dirmi che si, avevo ragione. Così senza pensarci, mi diressi verso di lei che stava parlando seduta su un muretto con una ragazza e appena mi vide la sua espressione mutò radicalmente. Da sorridente e felice passò al serio e arrabbiato. Le sue labbra erano tirate in una linea dritta e i suoi occhi verdi erano inespressivi per me .

<< Possiamo parlare? >> le chiesi mordendomi le labbra nervosamente. La vidi sbuffare e poi scendere dal muretto dando un sonoro bacio alla sua amica che si dileguò lasciandoci sole con i nostri pensieri.

<< Parla >> mi disse annoiata , ma vedevo quanto era tesa, vedevo che era impaziente di sapere che cosa avrei dovuto dirle . Mi sentivo strana a dirlo ad alta voce eppure non so come trovai le parole e il fiato per dire quelle tre paroline …

<< Mi sono innamorata di lui >> e quando dissi quelle parole capì che era vero. Ormai mi ero innamorata di lui senza no e ma e non potevo farci niente. Mi era entrato dentro come un fulmine a ciel sereno destando i miei piani e scombinando la mia vita. Non ero riuscita a combattere questo forte sentimento per quanto esso era grande  e potente . Innamorata … ancora non potevo crederci. Amore … era amore quello che provavo per lui e non attrazione fisica. Avrei pensato che Mariah mi urlasse contro, si mettesse a piangere implorandomi di lasciarlo stare, ma invece la vidi sospirare  e sulle sue labbra comparve un sorriso. Un sorriso che da troppo tempo non vedevo , un sorriso … felice .

<< L’avevo capito , si vede da come lo guardi , da come ti imbamboli quando ti sorride .. >> mi disse sospirando ed io sbattei le palpebre confusa . Quindi …?

<< Non sei arrabbiata con me? >> chiesi confusa e lei scosse la testa mentre continuava a guardarsi la punta dei piedi.

<< Perché dovrei esserlo? Ari, ti sei innamorata e lui è innamorato di te non posso farci niente … >> mi spiegò ed io ebbi un tuffo al cuore …

Lui è innamorato di te ..

Non poteva essere vero, cioè era grammaticalmente impossibile , è storicamente impossibile , è matematicamente impossibile!

<< Io forse si, ma lui no .. >> sussurrai stringendomi nel cappotto e guardando Mariah che sospirò .

<< Ari quando è con me non fa che guardare te e basta, quando sorridi sorride anche lui e quando ti ha baciata per la prima volta aveva un fottuto sorrisetto sulle labbra che non sono riuscita a levarglielo per un giorno! >> mi disse sorridendomi ed io mi sentì ancora più confusa. Come faceva lei a sapere che alla festa ci eravamo baciati? Cioè io non glielo avevo detto e nemmeno lui e … Aggrottai le sopracciglia .

<< Ma .. te lo ha detto lui della festa? >> le chiesi e lei annuì.

<< Certo! Capisco che vuoi dire ... non eravamo veri e propri fidanzati. Lui con me ha cercato di dimenticarti, ma non c’è riuscito .. >> mi rispose e feci per dire qualcosa, ma la comparsa di una persona interruppe i miei pensieri mentali. Divenni immediatamente rossa quando i suoi occhi che poco prima mi avevano guardata con desiderio, si posarono su di me e rividi in essi tutta la scena facendomi avvampare inavvertitamente. E poi perché sorrideva sempre? Non sapeva che aveva un brutto effetto post infarto su di me?

<< Chi è innamorata? >> chiese lui sorridendo ancora , ma mi sembrò un sorrisetto forzato come se si stava trattenendo dal dire qualcosa. Mariah lo guardò e incominciò a ridere sotto i baffi. La cosa non mi tornava …

<< Mia … cugina! Si, mia cugina! >> sbottai improvvisamente io salvandomi in corner e vidi Mariah trattenersi dal ridere destando però l’attenzione del ragazzo che la guardò preoccupato.

<< Stai bene? >> le chiese corrucciando le labbra e lei annuì continuando a fissarmi come se voleva dirmi qualcosa. Eppure fatto stava che finalmente la mia amica era ritornata da me e che tutto andava per il meglio, fatto stava che qualcosa ero riuscita a salvare … ma sarei stata in grado di salvare il mio cuore dopo aver ricevuto  una delusione?

*****


Giovedì sera

Odiavo quando la sera decidevo di mettermi seduta sul divano con una vaschetta di gelato per poi non trovarmi a vedere niente in TV. La cosa buffa era che facevano sempre gli stessi soliti film noiosi e romantici. Ad esempio ripetevano una volta all’anno il Titanic e Dio, quando capitava quel giorno bisognava tenersi preparati alla monotona chiacchiera di Mariah sul film. Lei lo adorava e diciamo che sapeva a memoria anche tutta la canzone. Trascorrere la sera a guardare quel film e sentirle dire tutte le battute degli attori non aveva prezzo! Ormai io e Judith ci preparavamo con i nostri cuscini e ci mettevamo a dormire aspettando la fine del film, dove trovavamo la nostra amica in preda alle lacrime per la morte di Leonardo di Caprio, il bel Jack . Ma quella sera non avevamo programmato nulla e quindi mi ritrovavo da sola, sul divano con il mio pigiama bianco e una scatola di gelato in mano . Mamma era uscita per una cena di lavoro e rincasava tardi quindi avevo tutta la notte per me . Una delle solite serate noiose dove non si faceva niente. Mi ritrovai così inevitabilmente a pensare al mio compleanno, a quando avrei compiuto i 18 anni così tanto attesi. E mancavano due giorni e avevamo prenotato una saletta in discoteca solamente per me e gli invitati . Domani sarei dovuta andare a fare shopping con Judith in centro e nel pomeriggio a tagliare i capelli. E proprio mentre stavo per infilare il cucchiaio pieno di gelato in bocca, sentì il campanello suonare. Chi era a quest’ora che disturbava il mio … Ehm , no nessun momento . Così, sbuffando, andai ad aprire alla porta e appena vidi chi era la persona sulla soglia rimasi immobile con ormai il cuore che batteva forte. E arrossì quando il suo sguardo si posò sul mio pigiama veramente osceno e lo vidi fare un sorrisetto strano mentre le sue labbra si arricciavano teneramente.

<< Carino … >> mi disse facendomi cenno con la testa verso il mio abbigliamento  ed io mi sentì ancora più in imbarazzo. Maledetta me e maledetta mia madre che mi faceva comprare questi pigiami!

<< Come mai sei qui? >> chiesi mentre mi guardavo la punta dei piedi scalzi non riuscendo a tenere saldo il mio sguardo nel suo. Così vicino da poterlo toccare, così vicino che riusciva a scombussolarmi i sensi ugualmente …

<< Non avevo nulla da fare e sono passato qui . Ti dispiace? >> mi disse poi e io alzai lo sguardo incatenandolo nel suo e vedendo solo in quel momento quanto era .. preoccupato per quello che gli avrei detto. Non mi dispiaceva affatto che era passato.

Se solo sapessi quanto vorrei averti mi rideresti in faccia …

<< No, no! Entra >> dissi e mi scansai facendolo entrare e poi fece una cosa che non mi sarei mai aspettata. Si avvicinò a me e lentamente appoggiò le sue labbra sulle mie in un tenero bacio a fiori di labbra che mi fece perdere qualche battito. Oddio … si staccò appena e lo vidi guardarmi intensamente mentre un ghigno si dipingeva su quelle labbra perfette e curate. Le sue braccia mi circondarono automaticamente la vita stringendomi a lui ed io passai le braccia attorno al suo collo per stare più comoda.

<< Mi mancavi .. >> mi sussurrò dolcemente all’orecchio ed io sorrisi. Mi era mancato anche lui , mi era mancato averlo vicino, mi era mancato sentire il suo cuore vicino al mio e sentirmi piena e sazia di lui. Non ne avrei mai fatto a  meno nemmeno un secondo. Perfetto e dolce …

<< Sei bellissima anche con il pigiama con disegnate le mucche >> mi disse dandomi un leggero bacio sul naso in modo affettuoso ed io sorrisi arrossendo automaticamente. Perché era così dolce in quel momento? Avrei tanto voluto prolungare quel momento per sempre e solamente per noi due … ma non eravamo fidanzati né ci stavamo frequentando. E un dubbio mi sorse … Allora che cosa eravamo?

<< Non è vero Andri … Vado a finire il gelato >> dissi imbronciandomi e staccandomi da lui mentre lo sentivo ridacchiare. Andai a sedermi sul divano riprendendo in mano la vaschetta e continuando a mangiarne il contenuto sotto lo sguardo divertito di Andrea. Gli feci una linguaccia e continuai a guardare il film che non sapevo di che parlava. Stavo guardando lo schermo solamente per non guardare i suoi occhi, solamente per non saltargli addosso e mandare a l’aria tutti i buoni propositi di una buona serata tranquilla e senza pecche.

<< Vieni qui … >> mi sussurrò all’orecchio. Oddio, non mi ero nemmeno accorta che si era mosso e così sussultai a quel contatto finendo contro il suo petto caldo coperto da una sottile felpa . Mi sentì trascinare dalle sue braccia nel suo abbraccio caldo e mi rilassai stringendo i polpacci attorno ai suoi . Le sue labbra mi stavano regalando piccoli baci sul collo e qualche morso che mi facevano ridacchiare mentre mangiavo il gelato.  Mi sentivo bene nel suo abbraccio, nel suo calore sicuro … mi sentivo piena e questo non mi era mai successo. Solamente con lui provavo tutto ciò ed era per questo che non volevo farmelo scappare. Appoggiai la testa sulla sua spalla chiudendo gli occhi sentendo le palpebre pesanti e mi rilassai quando la sua mano incominciò a carezzarmi i capelli dolcemente donandomi qualche bacio qua e là . Un papà orso speciale , speciale perché mi aveva rubato il cuore , speciale perché era lui e basta . Non volevo lasciarlo, non volevo che partisse e che non potessi più vederlo. Non ce l’avrei fatta … non sarei riuscita a non vedere i suoi occhi verdi che mi davano tanto, mi sarebbero mancate le sue labbra , il suo sapore, il suo sorriso che mi illuminava le giornate rendendole piene di vita e splendore … Lo strinsi a me e capì che lui ora era con me e che non se ne stava ancora andando lasciandomi sola, lasciandoci soli … me e il mio cuore.

<< Rimani … >> un sussurro, un bacio e una stretta più forte come a dirmi che lui c’era e che non mi avrebbe lasciata ancora … Perché c’era quell’ancora a tormentarmi e ci sarebbe stato fino alla fine …

<< Non tornare a casa … >> un altro sussurro e sentì il suo corpo fremere inconsapevolmente. Aveva capito che non mi riferivo a quella sera, aveva capito che per me lui era troppo importante e che non mi sarebbe bastato .. Ma quando ormai ero nel mondo dei sogni sentì le sue parole ,o forse era solo un sogno, sussurrarmi : << Sei importante per me, più di quanto creda … ho paura di farti soffrire e quindi ti prego … non innamorarti di me … >> ma ormai era il mio cuore che rispondeva e in quel momento un suo sussurro, un suo dibattito lacerarono il mio corpo.

Ormai è troppo tardi, ormai sei diventato parte di me … ormai mi sono innamorata e non posso tornare indietro per quanto ho cercato di farlo …
 


** Angolo Autrice **

Ed eccoci arrivati al 12° capitolo! Qui vediamo un passionale Andrea che ormai non si frena più e una Arianna che ha capito veramente di essersi innamorata. Cosa succederà a questo amore un po' confuso? Lo scoprirete presto :D Rigrazio come sempre tutte quelle che hanno messo la mia storia tra le preferite , le seguite e le ricordate e anche un grazie a quelle che la stanno leggendo e basta e soprattuto un grazie alle ragazze che recensiscono :D Al prossimo capitolo *_*  Bacioni ...
SoFunny 
 
 

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Capitolo 14
*** Cicatrici di un nuovo amore ***


Image and video hosting by TinyPic Capitolo 13

Perché tutte le stelle 
stanno sbiadendo 
cerca solo di non preoccuparti 
un giorno le vedrai 
prendi quello che ti serve 
e continua per la tua strada 
e smetti di piangere a dirotto 

-Stop Crying Your Heart Out-

Venerdì mattina
 
Il suono assillante della sveglia mi fece aprire gli occhi nocciola stancamente e battei la mano su quell’aggeggio infernale facendolo cascare dal comodino. Sentivo distrattamente , dal piano inferiore, i rumori delle tazzine che si muovevano e una musica leggera da sagra che irrompeva per tutta la casa. Sbuffando, presi il cuscino , e me lo portai sopra alla testa cercando di levare tutti quei pensieri e soprattutto di far smettere quell’odiosa agonia. Il difetto di mia madre? B’è lei era un’amante dei balli di gruppo ed ogni mattina per farmi svegliare , accendeva lo stereo fracassandomi i timpani e facendomi venire un gigantesco mal di testa. Prima o poi glielo avrei buttato fuori di casa quello stereo , pensai mentre stringevo gli occhi contro il lenzuolo. Ma niente, non riuscivo a tenermi sveglia e così , scalciando le coperte, mi alzai dal letto e dopo aver infilato le mie pantofole , scesi in cucina sbadigliando. L’odore di caffè appena pronto e di latte mi pervase e sorrisi. Adoravo fare colazione così e soprattutto se c’erano i cornetti con la nutella era speciale. Appena entrai in cucina vidi mia madre intenta a versarsi il caffè in un’apposita tazzina dipinta con dei fiori e vidi che ancora indossava la vestaglia da notte, segno che si era alzata da poco. Vidi il suo sguardo alzarsi e posarsi nel mio e sulle sue labbra si aprì un dolce sorriso .

<< Allora … >> incominciò e poi la vidi aprire un’anta dei pensili ed estrarne una scatola di cornetti alla nutella << … ecco i cornetti e … >> poi dopo avermeli poggiati davanti al naso, visto che mi ero completamente stravaccata sopra il tavolo, aprì il frigo e prese il succo di frutta << …  e il succo di frutta all’arancia! >> e poi lo posò sul tavolo con un bicchiere. Sbadigliando incominciai a mangiare sentendomi subito meglio quando il sapore della nutella mi pervase il palato rendendolo dolce e zuccherato al passaggio. Era una fissa quella del cioccolato. Stranamente però i brufoli non li avevo e quindi potevo vantarmi di poterne mangiare a volontà e fino allo sfinimento. Certo ero a prova maniglia dell’amore, ovviamente!

<< Com’è andata la cena di lavoro ieri sera? >> chiesi io mangiucchiando e bevendo contemporaneamente il succo e vidi mia madre sospirare mentre beveva il suo caffè aromatico.

<< Bene, bene … niente di importante , solo una cena di lavoro tra avvocati. Ah, tesoro ci hanno invitate ad una cena la prossima settimana , quindi vedi di esserci >> mi disse e poi si alzò , e dopo avermi dato un bacio in fronte, si dileguò in camera per andare a cambiarsi visto che doveva andare a lavoro. Sospirai e continuai a mangiare e subito mi tuonò un dubbio in testa. Se mia madre era un avvocato allora poteva conoscere …? E subito mi sentì avvampare al ricordo di quello che era successo la scorsa sera e mi pentì di averci ripensato. Ma certo, mia madre poteva conoscere il padre di Andrea visto che era un avvocato e quindi ci sarebbe stato anche lui alla cena. Ieri sera tutto era stato perfetto , la cosa strana era che non mi ricordavo cosa mi aveva detto prima di essermi addormentata. La cosa che mi ricordo era “ Ricordati di non innamorarti di me “ eppure mi sembrava di sognare e se invece me le avesse dette veramente quelle cose? Se veramente mi avesse voluta mettere in guardia? Se era stato così avrei voluto rispondergli che no, ormai non potevo tornare indietro che ormai mi ero innamorata persa di lui e che non riuscivo a stargli lontana per quanto volessi. Ogni battito era per lui, ogni sguardo si posava su di lui e il suo sorriso mi compariva in sogno sempre abbagliandomi con la sua bellezza. Ero messa veramente male … e se gli avessi detto i miei sentimenti che cosa mi avrebbe detto? Mi avrebbe respinta ? Troppi dubbi aleggiavano in me e non riuscivo a colmarli. Dopotutto quello che vedevo e quello che mi diceva mi sembravano un ottima prova , almeno non gli ero indifferente. E se invece avesse voluto solamente un po’ di sesso da me e poi mi avrebbe lasciata stare nei migliori dei modi? Era un rischio da correre , ma lo stavo correndo e non riuscivo a fermarmi. Stavo arrivando al traguardo e più mi avvicinavo più il respiro continuava a diventare piccolo piccolo, più il cuore continuava a correre veloce come una macchina. Bastava sentire mille brividi percorrermi la schiena e sapevo che era lui che mi stava guardando con insistenza. Il mio sguardo corse verso l’orologio e così mi alzai e andai in camera decidendo di mettermi una felpa della Paul Frank celeste , una sciarpa bianca, i miei jeans e le mie Nike . Presi lo zaino e dopo aver salutato mia madre mi diressi alla fermata del pullman e con mia grande fortuna vidi che era appena arrivato, così saltai su e andai a sedermi agli ultimi posti. Quel giorno Judith sarebbe venuta a scuola con Simon e così aveva detto che ci incontravamo lì tutti insieme. Anche Mariah. Ormai avevamo fatto pace e ci eravamo chiarite come due amiche di vecchia data dovevano fare . Appoggiai la testa sul finestrino e chiusi gli occhi mentre le dolci note di  Here Without You mi scorrevano lente cullandomi .

Sono qui senza di te, amore 
Ma tu sei ancora nei miei pensieri solitari 
Io penso a te, amore 
Sogno di te continuamente 
Sono qui senza di te, amore 
Ma tu sei ancora con me nei miei sogni 
e stanotte ci siamo solo io e te 


Ero qui, in questo pullman, senza i tuoi occhi che mi facevano vedere le stelle, senza il tuo sorriso che mi faceva sciogliere come neve al sole, senza il tuo profumo che mi inebriava peggio di una droga, senza il tuo sarcasmo che mi faceva ridere e splendere le giornate noiose che mi accompagnavano … Ero senza il tuo  sogno, senza un sogno astratto eppure i suoi baci erano concreti ed io li volevo , e solo quando le sue labbra sfioravano le mie sembrava che eravamo solamente io e lui in quella bolla di passione fatta dei nostri sospiri e dei battiti del nostro cuore che correvano allo stesso tempo …

Poteva l’amore far più male di una sola parola e di un solo sospiro?
 

****

Era strano, ma sapevo che avresti riso sentendo i miei pensieri sciocchi e senza senso. Eppure ero innamorata di te e non potevo farci niente. Mentre ti guardavo parlare con i tuoi amici, mi sentivo male … E lo sapevi perché? Perché avevo bisogno di te , avevo bisogno di sentirmi amata , ma sapevo che tu ancora non eri in grado di darmi quello che volevo. E quindi che potevo fare? Non lo sapevo nemmeno io eppure mentre continuavo a guardarti avevo in mente solamente una cosa. Volevo te e basta ed ormai lo sapevo, ormai mi eri entrato dentro e difficilmente ne saresti uscito. Sapevo che ne sarei uscita scottata da questa faccenda eppure volevo buttarmi perché anche solo per un secondo e quei minuti dove c’eravamo solamente io e lui volevo sentirmi amata, volevo lui e basta . Ma mi sarebbe bastato? Forse no …

<< E’ assolutamente impossibile che quello stupido di Vasili si sia messo con Giulia! >> sbottò d’un tratto Mariah accigliata mentre guardava qualcosa oltre la mia spalla. Mi girai e vidi quello che vedeva lei. Ovvero Jack mano nella mano con quell’arpia di Giulia. Era vero. Si diceva che ieri sera si erano messi insieme e che non si erano lasciati un attimo. Possibile che una come Giulia volesse stare con Vasili? Eppure l’amore aveva mille sfaccettature, ma a me sembrava una farsa degna di quei due . Sospirai e mi strinsi nella giacca mentre battevo freneticamente il piede a terra. Stavo morendo dal freddo. Vidi Simon guardarmi e sorridermi mentre teneva stretta contro il suo corpo Judith che continuava  a parlare con Mariah della nuova coppietta a scuola. Mi sentivo nervosa e nemmeno io sapevo il perché , avevo voglia di andarmene da lì e chiudermi in camera e buttarmi sul letto a pensare. Ma a cosa? Che cosa irrompeva nei miei pensieri tanto da farmi stare così in pensiero?

<< Scusate … >> sussurrai e girandomi, mi incamminai vero il retro della scuola passando davanti al gruppo di Johnny che mi guardò dall’alto in basso come avevano sempre fatto dopotutto . Mi misi a sedere su una panchina e strinsi contro il petto le gambe mentre le note di una canzone mi cullavano dolcemente . In alcuni momenti mi sentivo sola, avevo sempre quei giorni no e oggi era così. Volevo starmene in pace con me stessa e ripensare a tutto.

<< Forse adesso capisco perché tutti ti vogliono bene … sei un mistero Arianna e questo attira >> mi disse una voce davanti a me e alzai lo sguardo incontrando quello di Sonia che mi sorrideva dolcemente. Non ero un mistero, il fatto era che avevo così tanto vuoto in me che mi faceva sentire sola e senza nessuno . Mi ero chiusa in me da quando mio padre era morto, chiusa nei miei dolori che solamente i miei amici sapevano. Sonia si mise a sedere accanto a me e volse lo sguardo davanti a se mentre continuava a torturarsi le mani.

<< Si legge nei tuoi occhi … >> continuò sussurrandomi e guardandomi con i suoi grandi occhi . Aggrottai le sopracciglia.

<< Cosa? >>

<< Sei innamorata  >> mi rispose semplicemente e dischiuse le labbra dalla sorpresa. Se allora si vedeva così tanto nei miei occhi perché lui non riusciva a capirlo? Perché i miei occhi erano velati davanti ai suoi? Distolsi lo sguardo e lo puntai verso la massa di ragazzi davanti scuola fino ad incontrare la sua schiena forte coperta solamente da un giacchetto col cappuccio. Sonia, vedendo il mio sguardo, capì e sospirò.

<< Non volevo interferire con la tua vita privata, scusami. Volevi rimanere sola e invece sono venuta a disturbarti … >> mi disse e si alzò decisa ad andarsene e ritornare davanti scuola. Le presi il polso fermandola . Non volevo che se ne andasse, mi faceva compagnia e tenerezza quella ragazza che mi ricordava tanto me quando ero piccola e senza esperienze.

<< No rimani >> sussurrai e un leggero sorriso si dipinse sulle mie labbra e lei si accomodò di nuovo accanto a me , sistemandosi poi con le mani i capelli imbarazzata. La vedevo irrequieta e quando la vidi spostare lo sguardo sull’ultima persona che avrei voluto vedere capì. Lo capì dal modo in cui sospirò, dal modo in cui si mordeva le labbra e soprattutto dal modo in cui lui la guardava …

<< Che è successo tra te e Johnny? >> chiesi io spezzando quel silenzio e la vidi guardarmi con gli occhi sorpresi e poi un leggero rossore le invase le guance. E un flashback mi pervase … lo stesso sguardo che avevo io quando mi ero innamorata per la prima volta, la stessa ingenuità che mi aveva pervasa in quegli anni. E capì che Johnny voleva anche lei, voleva farla innamorare e poi Puff farla scomparire dalla sua vita proprio come con me.

<< Niente, ma è da un po’ che continua a fissarmi >> mi disse rigirandosi una ciocca di capelli tra le dita. Sospirai.

<< Non fidarti di lui … >> le dissi monotona e la vidi dischiudere le labbra per poi abbassare lo sguardo afflitta.

<< Ci sto provando, ma mi piace e tanto … >> mi rispose sussurrando . Gli occhi di Sonia erano velati di un’insicurezza che anche anni fa mi aveva pervasa destabilizzandomi e portandomi a fare cose che non avrei mai fatto. Eppure lei era diversa da me, non cercava di farsi accettare dagli altri e rimaneva sempre nelle sue , chiudendosi nel suo guscio di solitudine. A me però mi aveva fatta entrare, forse perché ero stata l’unica ragazza ad averle parlato della mia vita , forse perché le avevo mostrato le mie insicurezze che erano proprio come le sue , infondate
Poi solo il silenzio aleggiò intorno a noi , un silenzio fatto di respiri, un silenzio che forse valeva più di mille parole …

*****

Era l’ingenuità quella che pervadeva le persone destabilizzandole. E l’ingenuità era l’arma più potente per poter sconfiggere una persona nell’animo. Se essa non era forte e potente da poter dire “ No , io non lo faccio, sono io artefice della mia vita” l’ingenuità veniva sconfitta eppure io stessa non ero riuscita a farlo. Mi faceva male pensare al mio passato, pensare alle sigarette , al bere e alle serate in discoteca dove mi struggevo per accalappiare qualcuno. Non ero stata io, non ero Arianna. Ero stata una stupida maschera fatta per farmi divertire, una maschera che mi aveva portata avanti dopo la morte di mio padre. Ma lo avevo fatto solamente per farmi accettare dagli altri, per farmi piacere .. ma avevo capito che per farsi piacere dagli altri bisognava dimostrarsi  per quello che eri, non per una bambola di pezza tutta truccata che faceva finta di non avere un cervello . E mentre camminavo nei corridoi della scuola in silenzio, visto che stavo andando in bagno, pensavo che dopotutto ero cambiata in meglio. Quegli stupendi amici che avevo mi avevano fatto capire chi ero e quanto potevo essere speciale. Non avevo parole per esprimere il bene che gli volevo, un bene che andava oltre il materiale e oltre tutti i miei sogni e i miei pregiudizi. Volsi lo sguardo verso il corridoio che portava alle macchinette e vidi proprio quello che non avrei voluto vedere. Sentì il mio piccolo cuore frantumarsi a quella visione e sperai proprio di riuscire a rialzarmi . Lei che stava carezzando quella pelle che a contatto con la mia bruciava , lei  che stava carezzando quei capelli che tanto mi piacevano, lei che guardava quegli occhi che mi avevano fatta innamorare e lui che continuava a sorriderle incurante del mio sguardo perso e velato da lacrime calde.

Illusa …

Perché si ero un’illusa . Un’illusa innamorata, un ‘illusa che in quel momento sentiva il cuore frantumarsi lentamente come a farle capire quanto grande era quel sentimento. Perché continuava a farmi del male? Un singhiozzo uscì dalle mie labbra e subito vidi i loro occhi saettare nella mia direzione. Uno divertito e sprezzante mentre l’altro triste e pieno di scuse. Ti odio .. cavolo se ti odio, ma ti odio proprio perché sono innamorata di te …
Sentivo la sua voce chiamarmi , ma io continuavo a camminare spedita verso la classe cercando di asciugare quelle lacrime che prepotenti continuavano a scendere incuranti delle occhiate che i bidelli le lanciavano preoccupati. E poi una mano all’altezza del polso mi fermò e sentì la mia pelle bruciare a quel contatto. Quante volte mi hai fermata … pensai .

<< Perché stai piangendo? >> mi chiese dolcemente ed io sentì la rabbia montarmi su e pregai di riuscire a tenere le mani a bada pur di non picchiarlo.

Sei un’idiota a non capire niente! Un’idiota che mi ha fatta innamorare!

<< Lasciami , ti  prego >> sussurrai muovendo il polso mentre cercavo di liberarmi dalla sua stretta che purtroppo si accentuò e io gemetti piano . continuavo a dargli la schiena perché non riuscivo a reggere la potenza e l’intensità dei suoi occhi che in quel momento bruciavano ardenti contro la mia nuca e la mia schiena.

<< Sei la mia migliore amica e non mi .. >> .

<< Lasciami! >> strillai scattando in avanti e lui mi lasciò il polso come se era stato scottato dal mio scatto d’ira. Mi girai e lo guardai.

Migliore amica

Per lui ero questo e basta? E tutto quello che mi aveva detto? Quello che era successo la scorsa sera non gli era bastato a spezzare il mio cuore?

<< Mi spieghi che cazzo ti prende!? >> urlò lui avvicinandosi. Lui aveva il diritto di urlare contro di me? Non riuscivo a controllarmi e mi sentì cadere in un precipizio fatto solo di sofferenza e di odio per un amore non corrisposto.

<< Ti odio! Cosa sarei io , è? La tua migliore amica!? Strano  perché ti piace baciarmi e prendermi per il culo! >> urlai mentre sentivo i singhiozzi scuotermi le spalle provocandomi spasmi in tutto il corpo. Un castello che si distruggeva e fiamme che ardevano d’ira nel mio cuore ormai sofferente e triste . Vidi Andrea sbattere le palpebre confuso e poi quando realizzò le mie parole i suoi occhi si accesero di qualcosa , che non riuscì a decifrare.

<< Non dire cazzate, Arianna … >> sibilò e un brivido mi percorse quando dalle sue labbra uscì il mio nome come un insulto, come se ne avesse abbastanza delle mie lamentele.

Allora stammi lontano e lascia in pace il mio cuore che sta soffrendo per uno stronzo …

<< E allora perché continui a dirmi che ti manco, che mi vuoi!?! >> continuai a urlare e mi passai frenetica una mano tra i capelli. Intanto intorno a noi aleggiava il silenzio. Alcune professoresse si erano affacciate dalle classi a vedere che cosa succedeva, ma nessuna intralciava il nostro battibecco. La nostra prima litigata …

Quante altre ce ne saranno, Andrea?

Andrea si passò una mano tra i capelli nervoso e poi sbatté le braccia sui fianchi .
<< Non lo so, ok!? Cazzo non faccio che pensare a te giorno e notte, non faccio che desiderare di baciarti ogni secondo e di allontanare tutti gli sguardi degli altri ragazzi, perché mi da un fottuto fastidio! Ma sei solo mia amica e nient’altro. Ti voglio bene, ma non c’è niente dopo questo e non ci sarà mai >> mi disse e quelle parole mi colpirono come una freccia nel cuore facendomi sanguinare e velare gli occhi di lacrime che per lui contavano zero. Sentivo le mani tremare e il mio corpo frantumarsi piano piano. Potevano le parole farmi sentire una totale merda? Poteva distruggermi così? Si , lui ne era capace perché io lo … amavo . Vidi il suo sguardo incupirsi di fronte al mio distrutto e si avvicinò di un passo.

<< Non innamorarti di me, ti prego … >> mi sussurrò solamente e poi se ne andò lontano da me e dai miei occhi che forse gli mettevano paura. Aveva paura di me? Paura di amarmi? E allora io cosa potevo fare adesso? Adesso che il mio cuore non riusciva a rialzarsi, adesso che le mie labbra erano sigillate dalle sue  e adesso che aveva distrutto tutto ciò che credevo possibile? Scivolai lungo il muro fino a sedermi a terra incurante degli sguardi tristi e preoccupati dei miei amici e compagni . E poi un singhiozzo mi scosse e subito braccia amiche mi circondarono facendomi sentire a casa, amata .. cosa che lui non era capace di fare e di darmi …

*****

Venerdì pomeriggio

Vorrei non averti conosciuto. Chi eri tu per mettermi dubbi e per bruciare il mio cuore? Nessuno … Lasciami respirare, lasciami vivere , lasciami guardare il mondo con occhi nuovi e non con i tuoi che mi seguono ininterrottamente . Soffocai la faccia nel cuscino reprimendo un grido di disperazione mentre sentivo le mie due amiche vicine a me che mi tenevano stretta in quel letto che aveva visto lacrime calde … . Non parlavo e non riuscivo a mangiare anche se il mio stomaco chiedeva pietà . Dio, perché mi eri entrato dentro come un fulmine? Perché me? Fottuta adolescenza, fottuto amore! Dopo quella discussione non mi aveva più degnata di uno sguardo e aveva continuavo a ridere con i suoi amici incurante delle mie lacrime, incurante che mi aveva distrutta. Pensavo a domani, pensavo a quello che sarebbe successo al mio compleanno visto che lo avevo invitato. Sarebbe venuto? Speravo di no, eppure il mio cuore sperava di si così da fargli vedere che riuscivo a divertirmi anche senza di lui.

<< Ehi nana … >> mi sussurrò dolcemente Judith mettendomi una ciocca di capelli dietro l’orecchio .

<< Andiamo a fare compere, ok? Alzati e vieni con noi, piccola >> mi sussurrò invece Mariah dietro di me abbracciandomi forte. Cosa avrei fatto senza di loro? Annuì impercettibilmente e mi alzai dirigendomi in bagno mentre strascicavo i piedi . Mi appoggiai al lavandino e alzai lo sguardo incontrando i miei occhi nocciola lucidi e rossi dalle lacrime. Avevo un aspetto orribile e mi sentivo sciupata. Non avevo voglia di fare nulla se non andare a dormire o mangiare del gelato per sfogarmi come sempre. Aprì l’acqua del rubinetto e mi sciacquai la faccia sentendomi subito meglio quando l’acqua fredda venne a contatto con la mia pelle. Mi spazzolai i capelli delicatamente e poi uscì dal bagno e mi misi la giacca pronta ad uscire di casa con quelle due matte. Presi i soldi e poi , appena chiusi la porta, una folata di vento mi scompigliò i capelli e per un momento mi sentì bene, ma poi di nuovo quel senso di angoscia mi pervase . Il mio cuore sembrava morto e senza vita, come se era stato sconfitto dall’amore . Sconfitto da lui e dalle sue cazzate. Cercai in tutti i modi di non pensare a niente e di andare avanti e ringraziai mentalmente le mie amiche che cercavano di farmi ridere . Alla fine avevo scelto cosa mettermi domani e avevo comprato un paio di pantaloncini corti a palloncino avana, una maglietta a maniche larghe e con una scollatura generosa bianca trasparente e da metterci sotto un toppino a cuore avana e per le scarpe dei tacchi alti bianchi . Che dire,semplice , ma sexy allo stesso tempo. Domani sera volevo divertirmi, volevo lasciar perdere la ragione e lasciarmi andare alla perdizione come un tempo. Stavo facendo uno sbaglio? Non lo sapevo, ma dovevo farlo o sennò mi sarei sentita perduta nell’anima e … nel cuore …

<< Allora sapete chi mi ha detto che domani devo stare con lui alla festa? >> ci disse eccitata Mariah e io aggrottai le sopracciglia mentre il mio sguardo andava da lei e ad una Judith intenta a bere un Frappé al pistacchio.

<< Tom! Quel fico da paura ! >>sbottò poi con gli occhi a cuoricino e io risi. Chi era questo fantomatico Tom? Beh un amico di mio fratello che mi stava molto simpatico ed e eravamo subito diventati ottimi amici. E che dire … ero superfelice in quel momento mentre pensavo che quella sera mio fratello Giacomo sarebbe tornato a casa per il mio compleanno! Mi mancava parlare con lui dei miei problemi e volevo raccontargli tutto di quello che era successo in quelle settimane dove lui non c’era stato.

<< Oddio , Marì! E basta! Prima con Andrea e adesso con … >> ma non finì la frase perché aveva capito di aver detto una cosa sbagliata al momento sbagliato. Cercai di abbozzare un sorriso, ma mi venne una smorfia carica di dolore e sospirai cercando di calmarmi. Perché adesso mi ritornavi in mente? Lasciami stare …

<< Ehm … Oh! Danny! >> urlò immediatamente Mariah sbracciandosi per farsi vedere dal ragazzo che camminava allegramente con una ragazza al suo fianco . E quando si girarono per poco non mi venne un colpo. Alice! Dire che Judith era rimasta sorpresa era poco. Aveva la bocca spalancata mentre ancora teneva la cannuccia in bocca , con un espressione da ebete e un sopracciglio alzato .

<< Ciao ragazze! >> esultò lui e io mi alzai abbracciandolo fortemente a me. Mi era mancato  tanto il mio Danny … Lo sentì stringermi forte e ridere contro la pelle della mia guancia. Non lo avevo più sentito da quel giorno in ospedale e un po’ mi era dispiaciuto. Dopotutto era la persona che mi faceva stare bene, un perfetto amico che non avrei voluto lasciare per nulla al mondo. Spostai lo sguardo verso Alice che mi sorrise mentre vedevo sulle sue guance un rosso tenue dipingersi.

<< Ehi, ma voi due …? >> dissi lasciando la frase in sospeso e vidi Danny mordersi il labbro imbarazzato mentre si passava la mano nei capelli nervoso. Alice gli prese la mano e appoggiò la testa sulla sua spalla sospirando e capì che si, quei due stavano assieme.

<< Oddio che carini! >> sbottò Judith con gli occhi a cuoricino ed io scoppiai a ridere seguita da Mariah e Danny mentre Alice sembrava persa in un mondo tutto suo. Non l’avrei mai creduto che si sarebbero messi insieme eppure avevo visto che qualche volta si lanciavano strani sguardi complici. Poco dopo, loro due, si misero a sedere al nostro tavolo e incominciarono a raccontarci come si erano messi insieme, per di più era Alice a parlare visto che Danny era letteralmente rosso d’imbarazzo. Che carino! Non voleva che quello che era successo veniva sbandierato ai quattro venti , ma si sapeva che quella ragazza era un tornado vivente.

<< E te Ari? Come va con Andrea? >> sbottò tutto d’un tratto Alice squittendo eccitata e mi si bloccò il respiro in meno di un secondo. E di nuovo sentì il mio cuore spezzarsi e le lacrime mi invasero prepotenti e dolorose in quel momento. Perché amare faceva così male? Perché sembrava come se venivi uccisa?

<< Non voglio parlarne … >> sussurrai io con gli occhi lucidi e vidi Danny guardarmi preoccupato e sorpreso della mia reazione. Dopotutto forse si aspettava che arrossissi come sempre e invece quella volta il mio volto era rimasto impassibile mentre una lacrima aveva solcato la mia guancia .

Cicatrici di un nuovo amore …

Tutto era accaduto così in fretta.

Mi hai distrutto il cuore in meno di un secondo … spero che alla fine lui riuscirà a perdonarti …

E con quell’ultimo pensiero decisi di non pensare più a lui e cambiai argomento incentrandomi sulla festa di domani sera …

****

Venerdì ore 12.00

Aprì il portone di casa ed entrai poggiando subito dopo le chiavi sopra il tavolino all’ingresso . Quella sera ero rimasta a cena fuori insieme ai miei amici e poi eravamo andati in un pub a divertirci. La cosa bella era che ero riuscita a non pensare a lui in quelle ore e tutto grazie ai miei amici. Non avevamo più sfiorato nessun argomento che mi ricollegasse a lui e dovevo dire che avevo passato una bellissima serata, ma quando avevo varcato la soia di casa … mi ero sentita di nuovo come catapultata indietro , nel dolore e in quel senso di perdita che mi aveva attanagliata. Ma quando accesi la luce della cucina sentì improvvisamente due braccia forti e maschili che mi stringevano fortemente mentre mi facevano volteggiare . Scoppiai a ridere quando capì chi era quel matto. Lo strinsi forte a me imprimendomi il suo profumo intenso che sapeva di menta e tabacco. Il mio fratellone … Scesi dalle sue braccia e lo guardai . Non era cambiato di una virgola. I soliti capelli biondo cenere, i soliti occhi verdi e quel sorriso che tutti avevano detto che era uguale al mio. 

<< Sorellina! >> disse ridendo ed io venni contagiata e lo riabbracciai mentre le sue braccia mi cullavano dolcemente. Mi era mancato. Dopotutto ero cresciuta in una famiglia piena di maschi tranne per mia madre. Mi aveva imparato a giocare a calcio, mi aveva comprato il computer … un fratellone generoso .

<< Auguri testona! >> sbottò poi mentre mi sballottava di qua e di là nelle sue braccia forti e muscolose. Le mie risate riecheggiarono per tutta casa tanto che  vidi mia madre fare capolinea in cucina con il volto assonnato e uno sguardo truce rivolto verso di me visto che avevo fatto piuttosto tardi .

<< Non capisco proprio cosa avete da urlare alle una di notte! >> sbottò irata mentre batteva il piede ricoperto da delle pantofole con il pelo.

<< E’ il compleanno di questa nana  oh mà!  >> disse Giacomo lasciandomi andare e  facendomi respirare, finalmente . Guardai l’orologio e vidi che erano le 12. 03 … da almeno tre minuti avevo finalmente i miei diciotto anni. Cavolo, ero maggiorenne! Saltellai per la cucina finché non inceppai in un piccolo pacchetto regalo. Una scatolina quadrata veramente piccola che era posata sopra il tavolo. La presi in mano e me la rigirai tra le mani guardando prima mia madre che sorrideva e poi Giacomo che mi fece segno che potevo aprirla. Con furia scartai il pacchetto e quando aprì la scatolina per poco non urlai dalla gioia. Le chiavi di una macchina! Mi avevano comprato una macchina!

<< Oddio, grazie! >> urla abbracciando entrambi e li sentì ridacchiare. Mia madre mi prese la mano e mi disse : << Questo era il regalo che tuo padre ti voleva fare .. ah, la macchina è fuori >> mi disse poi ed io l’abbracciai. Quel regalo era veramente speciale. Primo perché era una macchina e secondo perché me l’aveva regalata anche papà e quello sarebbe stato il dono più bello di tutta la mia vita. Appena uscì di casa mi portai le mani alle labbra incredula per quello che avevo davanti. Una Smart blu metallizzato con il tetto apribile! Il mio sogno. Una macchina leggera e adatta a me.

<< E’ bellissima … >> dissi aprendola e andando a sedermi sul sedile del guidatore. Giacomo si appoggiò alla portiera e sorrise.

<< Scommetto che entro una settimana arriverà una bella multa >> scherzò e io gli feci una linguaccia. Quello era stato il regalo più bello del mondo, e proprio quando alzai gli occhi verso il cielo pieno di stelle , sentì una leggera brezza sfiorarmi la guancia come in un bacio.

Grazie papà …


Angolo Autrice

Ed eccomi con un nuovo capitolo! Cosa dire di Andrea? Perchè ha detto quelle parole ad Arianna? Come ha detto lei lui ha paura di amarla, paura di soffrire di nuovo , ma in compenso fa soffrire anche lei ... lui non sa che Ari è innamorata . Ringrazio tutte quelle che hanno messo la mia storia tra le preferite , le seguite e le ricordate e anche quelle che la leggono e basta :D Spero che questo capitolo vi sia piaciuto e al prossimo!
P.S : chissà forse nel prossimo i due ragazzi faranno un passo in avanti ;D 
SoFunny 

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Capitolo 15
*** Ho paura di amarti ***


Image and video hosting by TinyPic Capitolo 14
 

Ho paura di amarti …

Andrea
 

Venerdì sera

Ero un patetico, un coglione , un cretino. Cazzo, mi ero ridotto così male? Sembrava proprio di si … Per colpa del mio fottuto orgoglio, per colpa di soffrire di nuovo avevo fatto male anche a lei , a lei che mi aveva folgorato con la sua bellezza, a lei che mi guardava con i suoi occhi così belli , a lei che mi faceva sentire un bambino alla prima cotta quando mi sorrideva . Perdonami, perdonami per averti allontanata da me … ma non avevo scelta. Cazzo, mi ero affezionato a lei più di quanto mi aspettassi, ogni volta che la vedevo volevo andare lì e baciarla per ore e ore , volevo sentirla mia … eppure qualcosa mi bloccava e cercavo di tenerla a distanza perché qualcosa nei suoi occhi mi faceva venire il terrore, quel terrore che chiamiamo amore . Paura di amare di nuovo, paura di soffrire e di sentire il cuore pieno di bombe pronte ad esplodere . Ma io non ero innamorato di lei … vero?

E allora perché ogni volta che un ragazzo si avvicina ti senti ribollire di rabbia, perché quando ti guarda sorridi come uno scemo?

Era solamente attrazione fisica. Dio non potevo amarla … eppure sentivo che c’ero così vicino, di nuovo. Ma lei era diversa da Alessandra, era più bella . Quando mi ritrovavo con lei anche solo a parlare, tornava di nuovo quel terrore e , se avevo fatto passi avanti, dopo ne rifacevo altre mille indietro con lei. Lo sapevo che la volevo da pazzi, che desideravo più di ogni altra cosa imparare ad amarla, a stare con lei … ma non potevo . Mi sarei innamorato e poi? Poi avrei sofferto di nuovo perché sapevo che non l’avrei più rivista dopo questo anno, sapevo che avrebbe smesso di amarmi se ora sentisse questo sentimento. Ma cazzo mi svegliavo la notte eccitato come un tredicenne in piena fase ormonale e pensavo solamente a lei. Quello che le avevo detto oggi era stato un totale errore che ora mi sentivo una merda a ripensarci. Quando avevo visto delle lacrime scendere copiose sulle sue guance mi ero sentito distrutto, distrutto perché ero io la causa di quel dolore. Ma  non potevo dar retta al mio cuore che continuava a dirmi di stare con lei. Mi sarei buttato in un baratro e non ne sarei più uscito. Ero un fifone, un coglione e orgoglioso ragazzo che aveva paura di amare. Mi ero chiuso , dopo la delusione con Alessandra, nel mio guscio senza farci entrare nessuno, ma poi era arrivata lei e aveva cambiato tutti i miei piani scombinandoli e rendendoli un po’ pazzi. E più cercavo di starle lontano più le stavo vicino. Potevo esserle amico, ma cazzo, un amico! Non sarei restato con le mani buone. Ma non potevo essere di più. Tra quattro mesi dovevo tornarmene a casa e non l’avrei più rivista. Si, dovevo solamente resisterle fino alla fine della scuola e poi me ne sarei andato senza rimorsi e … delusioni. Oddio ma che diamine andato a blaterare?! Non sarei riuscito a starle lontano nemmeno un secondo! La volevo da impazzire, ero diventato dipendente del suo profumo, delle sue labbra carnose ed eccitanti, dei suoi capelli … di tutto . Non sarei riuscito a trattenermi ancora per quanto la volessi, per quanto il mio desiderio di lei stava aumentando giorno dopo giorno. Ero in astinenza da mesi e mi stavo struggendo per lei! Ogni volta che finivo a letto con una ragazza mi veniva in mente il suo viso e non riuscivo più a finire niente.

Te ne sei innamorato, bello di papà

No, no … non potevo essermene innamorato.

E invece si . Ogni volta che la vedi il tuo cuore incomincia a battere veloce veloce, quando sorride sorridi anche tu , quando ti guarda ti perdi nei suoi occhi e quando ti bacia vorresti stringerla per sempre … Questo non è amore?

Questo è desiderio fisico, ammattimento di cervello, non amore! Eppure quei sentimenti non erano letteralmente paragonabili a quelli che avevo provato per Alessandra. Erano più forti, più intensi tanto da voler stare con lei giorno e notte, tanto da volerle dare il bacio della buonanotte, ridere con lei, baciarla quando volevo e …

Essere il suo ragazzo ....

Oddio, come ero conciato male! E tutto per una ragazza … Mi passai una mano tra i capelli sospirando afflitto. Se mi sentisse Simone riderebbe di me … Era stato lui a dirmi di guardare oltre la sua apparenza un po’ fredda, era stato lui a dirmi che lei era diversa dalle altre e che se le facevo del male mi avrebbe tagliato le palle. Ed io le avevo fatto del male, eppure non era mia intenzione.

Arianna … capiscimi , ti prego … mi sto innamorando di te ed io ho paura …

Ma i miei pensieri vennero interrotti dal suono del campanello e con un balzo, mi alzai dal divano e mi recai alla porta aprendola e trovandomi davanti un Simone alquanto incazzato. Sono incazzato anche io con me stesso , credimi pensai tra me e me e lo feci accomodare chiudendo la porta e firmando la mia condanna.

<< Ti avevo detto di non farla star male e tu cosa hai fatto?! >> mi sbraitò contro con gli occhi accesi d’ira.

<< Non era mia intenzione >> risposi sussurrando e mi passai una mano sul viso . Mi girava la testa e mi sentivo così confuso … Confuso anche nel cuore …

<< Non era tua intenzione!? Dio, Andrè! Non vedi che è innamorata di te?! Non vedi che non riuscite a fare a meno l’uno dell’altra!? >> sbottò allargando le braccia mentre vedevo la sua mascella contratta segno di quanto era nervoso. Come poteva lei essere innamorata di me? Dopo come l’avevo trattata, di uno stronzo ? Eppure era vero, era vero che non riuscivo a starle lontano , perché era la cosa più bella che avessi mai avuto. E mi sentivo un coglione a pensare a quelle cose.

<< Dimmi perché la tratti così e me ne vado , dimmelo! >> disse avvicinandosi minaccioso , ma vedevo quanto la sofferenza affliggeva i suoi occhi ora cupi. Era la sua migliore amica, potevo capirlo. Ma lui avrebbe compreso il mio atteggiamento? Mi misi a sedere sul bracciolo del divano e dischiusi le labbra come a dirgli che quello che stavo per dire era una cosa ovvia.

<< Dopo la fine della scuola me ne ritornerò per sempre in Italia , a casa mia , lontano da voi … dimmi come posso stare con lei! Se me ne innamoro cosa ne riceverò poi? Soffrirò di nuovo ed io non voglio, è così stupido soffrire ora che soffrire dopo per tutta l’estate? >> dissi guardandolo e lo vidi accigliato per la mia risposta non aspettandosela.

<< Hai paura di innamorarti … >> disse constatando poi le sue parole e capendo proprio quello che era vero. Abbassai lo sguardo e mi concentrai a guardare la punta delle mie scarpe .

<< Ti prego però … lasciala in pace >> mi sussurrò poi ed io non risposi. Per quanto volevo, per quanto avevo cercato di farlo, sapevo per certo che non ci sarei riuscito . Non volevo bruciarmi con lei, non volevo innamorarmi di lei e allora perché mi sentivo così preso da quella piccola donna in miniatura?

L’amore a volte , faceva più male di una sola parola … 



Angolo Autrice

Ho voluto scrivere questo capitolo per rendere meglio il perchè Andrea non riesce a farsi avanti. Come sappiamo tutti i maschi sono orgogliosi e con la coda di paglia, ma dentro di loro sanno quello che accade e proprio Andrea ha capito che si sta innamorando della nostra Arianna . Questo è solo un capitolo di passaggio per ciò che avverrà nel prossimo :D Vorrei sapere cosa ne pensate e semmai mi farebbero piacere anche dei consigli :) Ringrazio tutte quelle che hanno messo la mia storia tra le preferite, le seguite e le ricordate e un grazie speciale a quelle che recensiscono e a quelle che leggono e basta. 
SoFunny 

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Capitolo 16
*** Tanti Auguri Arianna! ***


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Capitolo 15

Perché siamo io e te e tutte le persone
con niente da fare
niente da perdere
e siamo io e te e tutte le persone
e io non so perché
non riesco a distogliere gli occhi da te.

- You and Me (Lifehouse)  -

Sabato pomeriggio
 
Continuavo a guardare lo schermo del cellulare mentre sentivo dentro di me che il mio cuore si stava frantumando piano piano soffocandomi nella sua intensità . Solo una parola , solo un “ Scusa … “ … Ma cosa me ne facevo io delle sue stupide scuse se mi aveva folgorato il cuore rendendolo in mille pezzettini sperduti che non riuscivo a riallacciare? E cose me ne facevo delle mie lacrime? Lui non le avrebbe viste e soprattutto non gliene sarebbe importato nulla … quindi perché piangere per un ragazzo che non mi amava ma che mi considerava solamente la sua migliore amica? Stupida io ad averlo baciato quel giorno in cucina, stupida io per averlo accolto nella mia vita , nel mio cuore … Aveva soffocato tutte le mie certezze, aveva distrutto quel muro di protezione che avevo innalzato … Ma ti amavo, ti amavo e ti odiavo nello stesso momento perché eri impossibile come il tuo cuore che sapevo non sarebbe mai appartenuto a me , ma solo al tuo orgoglio. Perché pensare a te in questo giorno che doveva essere tutt’altro che infelice? Il giorno del mio compleanno che doveva essere bellissimo senza rimorsi, senza lacrime e cuori infranti ed invece … era tutt’altro . Ma dovevo divertirmi non starmene a crogiolarmi in quel divano con la mia vaschetta di gelato a pensarti, a pensare a cosa avevo sbagliato. Ma diamine! Eri tu che avevi sbagliato con me, tu che non eri riuscito ad amarmi veramente e a vedere oltre l’apparenza. Ti odiavo, ti odiavo così tanto , ma il sentimento che provavo per te rompeva questo odio. Mi dicevo che ero forte, che sarei riuscita a rialzarmi .. ma le lacrime ormai non uscivano più dai miei occhi a causa di quel dolore troppo forte, perché quello che stava piangendo era il mio cuore . Avevo versato lacrime quella notte, lacrime amare che mi avevano marchiato a sangue la mia pelle inforcando altre cicatrici. E avrei voluto urlare , correre per sentirmi libera da te .. ma mi opprimevi tutta. I tuoi occhi lasciavano scie indelebili in me, tu mi lasciavi interdetta e ti odiavo per questo. Ti odiavo perché avevi preso il mio cuore maneggiandolo come faceva un costruttore con la sua casa. Ma sapevi cosa mi faceva più male? Il fatto che dopotutto continuavo ad amarti , continuavo a dirmi che forse tornavi da me, che tu mi amassi .. illusa .. illusa da te e dal tuo essere superiore e con un cuore di ghiaccio. Un cuore che forse io non sarei riuscita a fondere. E mi chiedevo come aveva fatto lei ad inoltrarsi dentro esso ? Come aveva fatto a lasciarti andare? E mi ritornarono in mente quando eri rimasto a dormire da me, il nostro primo bacio, i tuoi sorrisi da farmi perdere il fiato .. era ormai tutto perduto? No, volevo vedere uno spiraglio di luce e quella sera lo avrei fatto. Mi sarei divertita davanti ai suoi occhi facendogli vedere che di lui non mi importava niente. Ma il suono del campanello di casa mi ridestò dai miei pensieri e mi alzai andando ad aprire la porta e trovandomi davanti Judith , Mariah e Simon che mi sorridevano felici come se potessero regalarmi il Mondo in un batter d’occhio. Ma loro mi avevano regalato l’amicizia , il dono più bello che potessi mai avere. Mi abbracciarono uno alla volta sussurrandomi un Auguri stridulo facendomi ridacchiare. Li adoravo ero certa!

<< E questo … >> iniziò Mariah prendendo da suo fratello una busta impacchettata  << … è per te da parte di tutti noi >> finì dandomi il regalo ed io , emozionata come una bambina davanti alla sua cioccolata, sorrisi e mi diressi in cucina con loro alla calcagna e aprì la busta rivelando una maglietta  maniche corte bianca con lo scollo della Dolce e Gabbana veramente carina , poi una borsa bianca della Pinko Bag e infine un braccialetto con tutte le nostre iniziali.

<< Oddio .. ragazzi .. grazie! >> sbottai indossandomelo subito e poi abbracciando di slancio i miei tre amici che risposero ridendo . Un abbraccio di gruppo che valeva più di mille parole. Gli incominciai a raccontare di quello che era successo ieri sera, del regalo che mi avevano fatto Giacomo, mamma e papà e li portai in garage facendogli vedere la mia Smart blu metallizzato. Subito Simon si inoltrò dentro e , come uno stupido, fece finta di guidare una Ferrari mandando qualche volta diversi baci a Judith che arrossiva dandogli del tonto. Mariah invece era rimasta affascinata dal tettuccio apribile. Che dire, lei adorava sentire l’aria nei capelli che li faceva svolazzare di qua e di là portandola al brivido della strada . Ma ovviamente ancora eravamo a Febbraio e si sarebbe rimasti congelati altro che brezza e brezze! Alla fine ritornammo in casa ridendo per le cretinate che diceva Simon che poi prese la sua ragazza portandola in salotto mentre io e Mariah andammo in cucina a prenderci qualcosa da bere.

<< Ho un progetto dopo finita la scuola .. >> mi disse guardandomi e poi portandosi il bicchiere alle labbra bevendone il contenuto. Aggrottai le sopracciglia .

<< Cosa? >> chiesi io appoggiandomi al bancone .

<< Voglio tornare a Parigi . Sai … per rivedere i miei amici, mia sorella .. >> mi rispose mentre continuava ad arrotolarsi una ciocca di capelli ribelli tra le dita laccate di rosso.

<< E’ una bella cosa! >> sbottai io sorridendole, ma quando vidi il suo sguardo incupirsi mentre si mordeva le labbra nervosa capì che c’era anche qualcos’altro.

<< Già .. ma io non tornerò qui >> sussurrò così piano che pensai di aver capito male le sue parole. Ma quando mi resi conto che mi guardava aspettando la mia risposta, capì che le aveva dette e dischiusi le labbra sorpresa per quell’inaspettata rivelazione.

<< Dici per le vacanze, vero? >> dissi io sperando vivamente che mi dicesse di si mentre stringevo tra le mani quel ridicolo bicchiere di carta contenete acqua. Un sospiro dalle sue labbra e poi una sola risposta : << No … non tornerò per la scuola né per gli anni successivi >> e mi sentì il Mondo crollare addosso. Sbattei le palpebre confusa e mi avvicinai a lei il più possibile almeno per guardare i suoi occhi velati da un sottile strato di tristezza.

<< Tu .. tu non puoi andartene >> dissi soffiando quelle parole come se non ci stavo credendo perché era vero. Non potevo credere che lei se ne andasse da qui, non potevo credere che non l’avrei più rivista in futuro. Diamine era cresciuta con me! Era come una sorella maggiore che mi aveva sempre aiutata nelle difficoltà insieme a Judith! La vidi appoggiarsi al bancone dandomi le spalle mentre un singhiozzo la scosse.

<< Non vorrei andarmene , davvero Ari .. ma è casa mia lì e mia sorella ha bisogno di me . Sai perfettamente che non può gestire due bambini da sola >> mi disse continuando a darmi la schiena ed io in quel momento compresi le sue parole. Sua sorella, Audrey , aveva appena divorziato da suo marito con il quale era stata circa sette anni. Aveva avuto due bambini, ma il padre aveva deciso di non averne nessuna responsabilità. Potete immaginare accudire due maschi ribelli e gemelli con la sola età di 2 anni senza una madre , e con un padre assente che lavorava qui in America pur di mantenere le sue due figlie. Da una parte Mariah poteva fare la cosa giusta, ma dall’altra mi ritrovavo a pensare che lei era giovane, che poteva decidere della sua vita .. ma d’altronde lei era sempre stata impulsiva, era sempre stata la ragazza che voleva aiutare gli altri tralasciando sé stessa . Forse era testarda, orgogliosa, ma sapevo per certa che aveva un cuore d’oro e non di vetro. Perché la conoscevo con tutte le mie scarpe e in cuor mio sapevo che stava facendo la scelta giusta.

<< Ti capisco, Mari . Per quanto vorrei che tu restassi qui con me, con Judith e soprattutto con tuo fratello , non posso dirti no non andare perché sarei masochista. Se ti senti in dovere di aiutare tua sorella, fallo e chissà forse troverai il vero amore lì a Parigi >> dissi sorridendo all’ultima frase che avevo detto vedendo un leggero sorriso spuntare sulle sue labbra.

<< Il fatto è che Simon non lo sa ancora , ma lui non verrà … >> sospirò ed io sorrisi. Simon era una testa dura, anche se aveva un cuore enorme la sua casa non era a Parigi come per sua sorella, ma era qui con tutti noi. Certo avrei previsto una lieve inca .. ehm arrabbiatura, ma sapevo che avrebbe capito  date le circostanze. A differenza di sua sorella Simon non aveva mai conosciuto Audrey , certo sapeva che aveva un’altra sorella, ma era sempre stato così attaccato al padre tanto da non domandarsi chi era e cosa faceva.

<< Ha Judith qui e chissà , forse quando ritornerò sarà proprio quando quei due matti si sposeranno >> disse ammiccando versi i due fidanzatini che stavano amorevolmente abbracciati sul divano a guardare la televisione . Sospirai e poi risi immaginandomi Simon con uno smoking , contagiando poi anche Mariah . Ero triste al pensiero che lei tra pochi mesi se ne sarebbe andata lasciandomi .. era un nuovo groppo alla gola, un groppo che mi avrebbe portata a lasciare due persone . La mia amica e il ragazzo del quale ero innamorata …

****


Il mio povero stomaco ormai chiedeva pietà per tutte le schifezze che stavo mangiando assieme ai miei amici. Ci eravamo crogiolati su quel divano a guardare un film di paura  mentre continuavamo a ridere e a urlare per le scene poco stomachevoli . Erano ancora le sette del pomeriggio e il locale dove festeggiavo apriva alle undici di sera quindi avevamo tutto il tempo ancora per vestirci . Era un rituale che al mio compleanno si vedessero film horror insieme . Lo facevamo da quando eravamo bambini e ancora non ci eravamo stancati. Certo qualche volta finivamo sempre per andare in un Pub a divertirci, ma le serate film non mancavano mai e ormai erano diventate una tradizione. Guardai male Simon che mi aveva preso un Popcorn dal sacchetto e lui scoppiò a ridere per poi mangiarsela e continuare a commentare il film dicendo agli attori quello che dovevano fare . Ma dico io , era tonto forte! Vedevo Judith che cercava di tappargli la bocca ridendo mentre Mariah si teneva un cuscino in faccia per non vedere quelle scene sanguinose e con un killer abbastanza orripilante . Ed io ? Io me ne stavo zitta e buona continuando a mangiare quello che restava dei Popcorn nel sacchetto facendo qualche smorfia di disgusto nelle scene schifose.

<< Io dico che l’ispettore è un complice!>> sbottò Simon tutto d’un tratto.

<< Nah! E’ impossibile ha aiutato la ragazza a scappare >> dissi io con fare ovvio guadagnandomi un’occhiataccia dal sottoscritto .

<< Scommettiamo? >> sibilò socchiudendo gli occhi con fare minaccioso. Gli strinsi la mano maligna.

<< Scommettiamo >> e così mano a mano che andava avanti il film sentivo con tutta me stessa che avevo ragione io, ma mai dire mai. Infatti alla fine si scoprì che l’ispettore era il complice dell’assassino che cercava solamente di rinchiudere la ragazza in un luogo sicuro così poi da ucciderla egli stesso guadagnandosi la sua fiducia prima. Dire che Simon stava letteralmente ghignando alla mia perdita era poco.

<< Ho vinto io .. quindi .. questa sera dovrai accalappiare un bel ragazzo , ci stai? >> mi disse tenendomi la mano in attesa che io la stringessi per stipulare quell’assurdo patto. Ci pensai su un momento. Eh dai Ari! Questa era la volta buona per lasciarsi andare e non pensare a lui , era la volta buona per vedere se era geloso. Eppure sentivo che il mio cuore mi continuava a dire che non potevo farlo perché egli non riusciva a sopportare di tradirlo. Oddio, ma non era il mio ragazzo! Eppure volevo così tanto che lo fosse, che almeno provasse i miei sentimenti ed  invece .. niente. E a causa di questo sentivo un vuoto così grande dentro di me da non poter reggere nulla se non il pensiero di chiudermi in una stanza e piangere. Lui aveva distrutto il mio cuore, ma anche il mio corpo. E per questo non potevo farmi vedere debole davanti ai suoi occhi così belli …

<< Accetto >> sussurrai stringendogli la mano, ma sentì una stretta allo stomaco.

Sarà giusto quello che sto facendo ?

****

<< Oddio! E’ tardissimo! >> urlò Mariah guardando l’orologio mentre finiva di sistemarmi l’eyeliner sull’occhio. Ridacchiai piano ricevendone uno schiaffo debole sulla spalla.

<< Stai ferma che sennò devo ricominciare tutto d’accapo ! >> mi ammonì ed io alzai le mani in segno di resa. Quella sera la mia amica si era messa un vestitino cortissimo tutto brillanti nato blu notte con dei tacchi vertiginosi che le facevano risaltare le gambe snelle e pallide. Le avevo chiesto come faceva a stare su quei trampoli e lei mi aveva detto il suo solito motto “ Chi bella vuole apparire un po’ deve soffrire “ e poi si era congedata per andare a prendere i trucchi finendo con il mettere le sue mani sul mio viso impolverandomi persino i capelli . Judith invece aveva deciso di mettersi un vestito rosa chiaro senza spalline che le arrivava a metà coscia e dei tacchi bianchi. Stranamente a lei non aveva dedicato tutte le attenzioni come a me, ma quando vidi il risultato finale rimasi sbalordita tanto da non riconoscermi. I miei occhi erano contornarti dal classico trucco all’egiziana che li faceva sembrare intensi e misteriosi, i miei zigomi risaltavano rosei e compatti sulla mia pelle pallida, le mie labbra erano di un rosso sgargiante ma i miei capelli … erano qualcosa di indescrivibile. Tutti ricci che mi scendevano fin sotto al seno, non troppo folti, ma nemmeno troppo sfilati. Perfetti. E per di più si abbinavano perfettamente con il mio abbigliamento. E proprio in quel momento la porta si aprì di scatto facendo rivelare Simon intento ad arrotolarsi le maniche della camicia blu che si era messo, ma appena alzò lo sguardo e lo incatenò nel mio vidi i suoi occhi spalancarsi dalla sorpresa e balbettò qualcosa . Sentì Mariah ridacchiare mentre Judith lo guardava di sbieco forse un po’ risentita di quell’attenzione che il suo ragazzo stava riservando a me.

<< Cioè .. wow .. sei .. sei bellissima >> mi sussurrò balbettando e avvicinandosi guardandomi dall’alto in basso facendomi una completa radiografia. Sbuffai e gli diedi uno scappellotto in testa facendogli fare una smorfia . Ma sentì comunque il
sangue affluire rapido sulle mie guance.

<< Se non avevi questo caratterino, ti avrei sposata >> scherzò lui ed io alzai gli occhi al cielo mentre sentivo Mariah continuare a ridere incurante delle occhiatacce che il fratello le stava riservando. Ma quando Simon si girò per poter guardare la sua ragazza il silenziò aleggiò nella stanza e pensai veramente che si era imbambolato. Prese la mano di Judith facendola alzare e darle un tenero bacio al quale la mia amica arrossì.

<< Sei la cosa più bella che io abbia mai visto … >> le sussurrò dolcemente e poi la trascinò fuori dalla stanza mentre sospiravo. Simon era veramente dolce con lei e Judith ne era  pazzamente innamorata . Diceva che le dava attenzioni, che scherzavano e si prendevano in giro come bambini. Odiavo il loro rapporto perché io non ne avevo mai avuto uno così … o forse era perché non avevo lottato abbastanza per averlo.

<< Vorrei tanto che un ragazzo mi guardasse in quel modo … >> disse sospirando Mariah mentre si aggiustava il rossetto allo specchio.

<< Già , anche io … >> dissi mettendomi a sedere sul letto incontrando poi gli occhi scettici della mia amica mentre vedevo un sorrisetto aleggiare sulle labbra color pesco. Ma in quel momento l’unica cosa alla quale pensavo erano i suoi occhi , quegli occhi che mi avevano trasmesso tutto quanto insieme, quegli occhi che mi facevano sciogliere come neve al sole così intensi da farmi perdere il respiro. Ma lui mi guardava con desiderio non con amore e questa era la cosa che più mi affliggeva perché sapevo che lui non avrebbe provato nient’altro per me se non desiderio fisico. Ero stata una stupida a credergli, una stupida che si faceva illudere dal suo essere , dal suo sorriso …

<< Lui ti guarda come se esistessi solamente tu >> mi sussurrò e poi uscì da quella stanza lasciando in me un grande punto interrogativo. Era strano che tutti vedessero cose che io non riuscivo a vedere. Eppure si diceva che quando eri innamorata i tuoi occhi si velavano e non capivi niente, ti ritrovavi con i pensieri tra le nuvole e un sorrisino da ebete stampato in faccia. Beh no .. io in quel momento mi sentivo uno schifo , uno schifo fatto solamente di bugie e di un cuore spezzato. Perché l’amore faceva così male? Perché dovevo soffrire di nuovo per un ragazzo che non mi amava veramente? Io li guardavo i suoi occhi e non riuscivo a leggervi niente se non un grande muro incapace di rompersi, incapace di farmi passare …

*****


Parole solo parole, pensieri solo pensieri … però il tutto era scandito da quella musica assordante , tutto era scandito da quei passi sensuali ed eccitanti.  Il corpo in quel caso era come un robot , un robot che si muoveva da sole accompagnato da quelle note che ci trascinavano in un mondo fatto di perdizione e ballo. Perché ballare era così. O lo amavi o la passione non scorreva nelle tue vene , perché avere la passione voleva dire che per te il ballo era tutto . Alcuni dicevano che ballare era da fichetti, beh non era così. Se qualcuno ballava era perché voleva sentirsi libero di potersi esprimere, non con le parole, ma con i passi. A volte essi erano più seducenti di una sola voce . E come in quel momento, tutti ballavano intorno a me perduti nei passi, perduti nella libertà. Perché non c’era così più bella in quel  giorno di sentirsi liberi . Quella sera tutto sembrava perfetto, il mio compleanno procedeva alla grande e gli invitati si stavano divertendo. Giacomo aveva fatto subito amicizia con Simon e non facevano che ridere come due cretini. Io invece ero in pista a ballare insieme alle mie due amiche pazze che continuavano a raccontarmi ogni singolo movimento o gesto che facevano i maschi ridendo. Ma io quasi non le ascoltavo troppo presa dal sentire una grande ansia aleggiare dentro di me facendomi battere il cuore a mille all’ora. Scrutavo tra quella gente il suo viso che ancora non vedevo, cercavo di non dare a vedere che lo stavo cercando ma gli occhi vispi di Judith mi tenevano attenta e quando vide che mi mordicchiavo il labbro nervosa sospirò.

<< Non è ancora arrivato , calmati … >> mi urlò all’orecchio cercando di farsi sentire. Annuì con la testa e mi concentrai su quello che stava dicendo Mariah a proposito di quello che era successo con Tom. Quei due promettevano bene, al ragazzo piaceva Mariah e non mi aveva parlato d’altro e poi avevano continuato a lanciarsi sguardi maliziosi che facevano arrossire la mia amica pronta per un collasso. Non la vedevo così presa da quando … no , lasciamo perdere. Alla fine , dopo che i nostri piedi chiedevano pietà, decidemmo di tornare dai nostri amici ridendo come cretine per quello che aveva detto Judith riguardo un ragazzo lì vicino. Ma le mie risate si smorzarono non appena  lo vidi . Il mio cuore incominciò a battere all’impazzata e pensai che potesse scoppiarmi da un momento all’altro. Dopo quella litigata non ci eravamo più parlati e rivederlo lì mi provocava qualcosa di strano all’altezza dello stomaco. Prima o poi avrei preso a fucilate quelle farfalle . Quando lo vidi seduto su una poltroncina rossa mi sembrò che tutto accanto a me non esistesse più, anzi. C’erano solamente lui, i suoi occhi verdi e quel sorriso da farmi perdere il fiato. In fondo continuavo a ripetermi che lo odiavo ma quando lo vedevo le mie difese si abbattevano e mi domandavo il perché mi ero innamorata di lui. A volte il destino ci riservava risvolti insoliti e lo aveva fatto con me , solo che in quel momento non riuscivo a ringraziarlo più del dovuto perché  non riuscivo a fare un pensiero concreto in quel momento. Cavolo l’amore mandava proprio in pappa il cervello!  Ed era bellissimo con quella camicia bianca che gli risaltava la pelle bronzea , i jeans larghi e le sue Nike. Semplice , ma così sexy che vedevo le ragazze intorno girarsi per guardarlo con la bava alle labbra. Ma lui non le degnava di uno sguardo e continuava a parlare con Simon incurante che io lo stessi guardando.

<< Oh! Ma come siamo belle! >> mi sussurrò una voce all’orecchio e io mi girai trovandomi davanti il mio incubo peggiore. Assottigliai lo sguardo cercando di farlo a pezzettini, ma peccato che non avessi i poteri sennò sarebbe scomparso dalla mia vista già da secoli.

<<  Leva i tuoi tentacoli da me, Vasili >> sibilai , ma lui non mi ascoltò e come se era un mio grande amico, mi abbracciò stampandomi due baci sulle guance che mi fecero rabbrividire.

<< Ehm .. si ok, ora staccati >> sussurrai imbarazzata mentre sentivo i ragazzi lì intorno sghignazzare . Ma Jack non lasciava la presa , anzi fece una cosa che mi lasciò senza fiato . Mi ritrovai a guardare i suoi occhi così vicini e quando sentì il suo respiro sulle mie labbra temetti il peggio. Oddio, ma non stava con Giulia? Appoggiai le mani sul suo petto cercando di allontanarlo, ma non avevo fatto i conti di quanto era forte e che … cavolo! Aveva dei pettorali … Ma quando mi baciò spalancai gli occhi incapace di reagire a quel contatto. Lanciai uno sguardo alle poltroncine vedendo che Andrea non si era accorto di nulla visto che era girato di lato. Via il dente via il dolore. Così , presa da chissà quale demone , chiusi gli occhi e passai le mie braccia attorno al suo collo attirandolo a me. Le sue braccia circondarono il mio bacino attirandomi contro il suo corpo visibilmente .. eccitato. Ma l’unica cosa alla quale pensavo era il divertimento davanti a lui . Volevo vedere che faceva e se era geloso. Quando sentì la lingua di Jack  che cercava di schiudermi le labbra mi sentì trascinare via per il polso dal ragazzo ,che guardava Andrea palesemente arrabbiato per averlo interrotto sul più bello. Sentì subito il suo profumo invadermi le narici e il mio cuore si riempì di esso ingrandendosi fino a continuare a battere veloce come un tamburello.

<<  Mi spieghi perché cazzo stavi baciando quello lì?! >> mi urlò quasi con gli occhi accecati di rabbia e di … gelosia. Dentro di me sentì i fuochi di artificio scoppiare e cercai di non sorridere. Però .. perché lui era incavolato se lo avevo baciato? Cioè aveva detto che io per lui ero solamente un’amica e nient’altro.

<< E tu mi spieghi perché adesso ti interessi di quello che faccio? >> dissi io portandomi le mani sui fianchi cercando di essere padrona della faccenda anche se non era così. Lui era padrone di me, lui mi zittiva con le sue parole, lui sapeva ferirmi anche con un solo sguardo … sbagliato, proibito, ma lo amavo … Lo vidi dischiudere le labbra segno che non si aspettava che gli rispondessi in quel modo, ma poi di nuovo quel muro si innalzò davanti a me impedendomi di vedere cosa pensava veramente. Perché non mi lasciavi entrare?

<< A te non ti interessa di lui >> mi disse obbiettivamente ed io risi amaramente. Eravamo così vicini che con un solo passo potevo toccare il suo corpo o le sue labbra …

<< E a chi dovrei essere  interessata? >> domandai puntando i miei occhi nei suoi mentre mi sentivo sul punto di cadere per la potenza e l’intensità del suo sguardo così liquido e chiaro da farmi perdere la testa. Lo vidi avvicinarsi a me così lentamente da farmi deglutire mentre sentivo il respiro smorzarsi . Il suo viso si trovava ad un centimetro dal mio ed io continuavo a guardargli le labbra incurante se lui mi stava osservando, erano così vicine e le volevo , ma quando chiusi gli occhi per sentire il contatto, la sua bocca deviò al mio orecchio soffiandoci sopra e provocandomi brividi intensi lungo la schiena .

<<  Io sarei interessato a te … >> mi sussurrò per poi mordicchiare dolcemente il lobo dell’orecchio mentre io tentavo di tenere le mani a posto per quanto invece  avessi voluto toccarlo. E poi , con quelle due sole paroline, si staccò andandosene da me sapendo perfettamente quanto le sue parole mi avevano scombussolata ….
 

****


<< Vieni a ballare? >> mi chiese un ragazzo della mia classe ed io annuì alzandomi e dirigendomi insieme a lui in pista. Subito le sue mani si arpionarono ai miei fianchi incurante che io non avevo la benché minima voglia né forza di fare nulla se non crogiolarmi nei miei pensieri. Era una sensazione diversa e strana come se non ero più così vuota. Dopo quello che mi aveva detto ero rimasta così tanto scombussolata da non voler sentire nessuno nemmeno fare nulla. Le mie guance erano diventate subito rosse e mi ero sentita accaldata , ma la cosa che più mi aveva messo terrore era che in quel momento avrei voluto solamente lui e sentirlo mio. E mi facevo schifo per questo perché aveva distrutto le mie difese inoltrandosi di nuovo dentro di esse spezzandole e rendendomi di nuovo il suo burattino. Sussultai quando il ragazzo incominciò a strusciarsi contro di me tenendomi stretta. Cercai di scansarmi, ma senza risultati mentre lui non faceva che sussurrarmi cose schifose all’orecchio. Premevo i palmi della mano sul suo torace per spingerlo via e alla fine, il ragazzo si scansò sbuffando .

<< Sei proprio cotta cara, fattelo dire .. >> mi disse e poi scompari dalla mia vista lasciandomi sola in mezzo alla pista con altri ragazzi sconosciuti che mi ballavano attorno. No, non ero cotta, ero innamorata. Quando andavo in discoteca gli anni passati non mi facevo scrupoli a ballare con un ragazzo strusciando mici addosso mentre adesso mi sembrava di star facendo solamente una schifezza, mi sembrava di tradirlo.

<< Vuoi ballare? >> mi disse una voce dietro di me e quando mi girai mi ritrovai davanti Andrea con il solito sorrisetto di chi la sapeva lunga. Annuì e allacciai le braccia attorno al suo collo mentre lui mi stringeva a sé facendo aderire in un’unica mossa i nostri corpi. Occhi negli occhi, corpo contro corpo, respiri contro respiri .. un momento così eccitante da farmi rabbrividire  la pelle, sentivo l’elettricità aleggiare intorno a noi e sospirai quando sentì le sue labbra sfiorare il mio collo. Era sbagliato, dannatamente sbagliato in quel momento, dopo le mie lacrime, dopo quella litigata , eppure mi sembrava di star facendo la cosa giusta perché era quello che volevo. Ormai ero diventata dipendente da lui ed ogni suo movimento, ogni suo sguardo mi scaturivano qualcosa di inimmaginabile dentro come miriadi di luci che scoppiettavano provocando elettricità. Era sbagliato innamorarsi di lui perché era passione, era delirio … ma io lo avevo fatto e in quel momento volevo solamente divertirmi e non pensare a niente. Le sue labbra continuavano a baciare il mio collo lentamente come se stava gustando un frutto maturo, mentre le sentivo risalire piano piano verso il mio viso. Affondai istintivamente le mani nei suoi capelli sentendoli morbidi e lisci al contatto. Non sentivo niente se non il suo cuore che correva veloce contro la mia mano, il suo respiro accelerato contro la mia pelle ormai infuocata di baci. Fremevo sotto le sue mani, mi perdevo nei suoi occhi che continuavano a scrutarmi per vedere le mie reazioni. E quando sentì le sue labbra arrivare all’angolo delle mie , le dischiusi automaticamente incastrandole nelle sue e sentendomi bene . Mi sembrava di aver corso una maratona per arrivare a quel traguardo , ma alla fine era stato meglio aspettare perché ogni suo bacio mi portava in delirio, su un altro mondo. Nella nostra bolla personale fatta di passione. Dischiusi le labbra desiderosa di fondermi con lui e mi accontentò, facendo scivolare la sua lingua sulla mia in una danza eccitante e piena di passione. Mi sentivo accaldata, le mie guance bruciavano e i miei piedi mi facevano malissimo e se non fosse stato per le sue braccia che mi tenevano salda contro il suo corpo, sarei caduta. Mi sentivo desiderata in quel momento come se anche a lui ero mancata in qualche modo.

Arianna stai sbagliando …

Dio se lo sapevo che stavo sbagliando! Ma lo volevo in quel momento e non riuscivo a fermarmi. Ormai il mio povero cervello era andato in pappa e il solo che comandava era il mio corpo che fremeva per le carezze che le sue mani lasciavano lungo la mia schiena provocandomi brividi di eccitazione. Passai le mani sul suo collo che mi piaceva tanto fino a farle scorrere nuovamente sulla sua nuca attirandolo ancora di più a me. Ogni volta che ci staccavamo per riprendere fiato uno dei due si ributtava sulle labbra dell’altro desideroso di averle. Era passione, era smarrimento, era voglia di aversi e quella notte non sapevo fino a che punto sarei arrivata.

<< Andiamo via … >> mi sussurrò roco sulle labbra gonfie di baci ed io aprì gli occhi incatenandoli nei suoi così belli ed eccitati solamente per me. Annuì e prendendolo per mano uscimmo dal locale senza dire niente a nessuno ..

Cosa stavo facendo? 


Angolo Autrice 

Eccomi tornata con un nuovo capitolo :D ( Lo so un pochino in ritardo xD ). In questo capphy si scopre che a fine scuola anche Mariah dovrà andarsene e quindi per la nostra protagonista sarà un  colpo duro affrontare una nuova perdita. E che dire di Andrea? Quando aveva visto il "simpaticissimo" Jack baciare Ari la gelosia lo ha sopraffatto e poi questi due si sono baciati e ... che succederà? Ringrazio come sempre tutte quelle che hanno messo la mia storia tra le preferite, le seguite e le ricordate e quelle che solamente leggono :) E  un grazie speciale a quelle che recensiscono! 
P.S : secondo voi cosa succederà nel prossimo capitolo? :D 
Alla prossima! 
SoFunny 

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Capitolo 17
*** Amami per questa notte ... ***


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Capitolo 16

 

Dopo tutto questo tempo
non abbiamo mai pensato che potessimo essere qui
mai pensato che potessimo essere qui
quando il mio amore per te era cieco
ma non sono riuscito a mostrartelo
non sono riuscito a mostrartelo
Che ti ho amato più di quanto tu abbia mai saputo
una parte di me è morta quando ti ho lasciato andare
-Blind - 

 

Sabato sera

Se c’era qualcosa di sbagliato in quel momento era proprio quello che stavo per fare, quello che stavamo per fare … In quel preciso istante però non riuscivo a pensare a nulla se non ai suoi baci lascivi sul mio collo mentre cercavo di aprire la porta di casa, le sue braccia che mi circondavano la vita tenendomi ancorata al suo corpo caldo. Ormai ero arrivata al baratro e non potevo tirarmi indietro, ma la cosa che più mi metteva terrore era proprio che non volevo per quanto avevo cercato di farlo. La litigata e le sue parole erano passate in secondo piano e quasi non me le ricordavo più, perché in quel momento solamente lui mi importava. Mi importavano i suoi baci caldi e umidi sulla mia pelle, le sue mani che carezzavano le mie braccia scoperte che si riempivano di brividi al loro passaggio cauto e sensuale.

Amami per questa notte … amami per quella che sono, ama Arianna non il mio corpo … ho bisogno solamente di questo …

Tutto era frenetico , tutto era così impossibile da renderlo eccitante. Lasciai cadere con un tonfo la borsa all’ingresso e tirai Andrea per il colletto della camicia portando le sue labbra sulle mie ustionandomi a quel contatto diretto e profondo. Lo volevo, lo volevo da matti ormai sapevo che non mi sarei fermata davanti al pericolo. Perché lui era pericoloso, i suoi sentimenti erano pericolosi , ma soprattutto era pericoloso perché non sapevo cosa provava in quel momento.

Amami per una notte … prendimi … tua …

Schiocchi di baci, mani che si cercavano, labbra che si amavano in quel poco tempo … Allacciai le mie braccia sul suo collo attirandolo a me mentre il suo corpo premeva completamente contro il mio in un incastro perfetto. Le sue mani scivolarono lungo la mia schiena prendendomi poi per le natiche facendomi allacciare le gambe attorno al suo bacino attirandolo più a me. Sentivo caldo, tantissimo caldo e mi sembrava di evaporare nelle sue mani perfettamente affusolate e perfette che per giorni mi avevano curata.

Ma il mio amore non lo hai curato, lo hai alimentato …

I nostri sospiri si susseguivano veloci, i gemiti … Senza che me ne accorgessi Andrea mi portò in braccio su per le scale senza interrompere il bacio, rendendolo più intenso e  facendomi venire la voglia di non staccarmi più dalle sue labbra che per troppo tempo continuavano a tormentarmi. E quando la porta di camera mia si chiuse firmai la mia condanna … Aprì gli occhi incatenandoli nei suoi e persi il respiro quando li vidi cosi languidi , così intensi solamente per me .. Lui era perdizione, lui era qualcosa che non mi faceva capire nulla , era come una trottola . Quando girava e girava faceva venire il mal di testa mentre continuavi a guardarla roteare come ammaliata. E lui era così , solo che non mi sarei mai stancata di guardarlo. Il silenzio aleggiava intorno a noi , sentivo solamente i nostri respiri affannati mentre le sue mani bruciavano sulle mie braccia che ormai erano impotenti lungo il mio corpo. Continuava a scrutarmi come a vedere se avevo intenzione di andare avanti, se lo volevo. Non c’era nessuno sbaglio, io lo volevo e non avrei fatto nulla per fermarlo.

Amami per una notte, pensa solo a me, guarda solo me …

E tutto poi fu passione ….
La sua mano risalì veloce sulla mia guancia avvicinando il mio viso al suo facendo aderire in  un unico gesto le nostre labbra che incominciarono a baciarsi e a rincorrersi proprio come le nostre lingue . E risentire il suo sapore invadermi il palato mi mandò in estasi . Non mi accorsi minimente che le sue mani avevano presi il lembi della mia maglietta togliendomela e buttandola in una parte imprecisa del pavimento della mia stanza . Indietreggiamo ancora con le nostre labbra attaccate , con i nostri respiri che si mischiavano e i nostri sospiri che si susseguivano dovute alle nostre carezze ancora non profonde come stavo aspettando . Mi fece sdraiare sul materasso mettendosi sopra il mio corpo appoggiando i gomiti vicino alla mia testa senza pesarmi . Incominciò a baciarmi e a lambire con la lingua il mio collo facendomi sfuggire dei sospiri scendendo sempre più giù . Mi baciò delicatamente nell’incavo dei miei seni e poi accompagnò con le labbra la discesa delle spalline sganciando il reggiseno . Mi feci scappare un gemito strozzato quando la sua mano carezzò con la punta del dito il mio seno , ma poi inarcai la schiena sentendo le sue labbra su di esse che mi stavano facendo perdere il respiro . Cavolo , un biglietto solo andata per il paradiso! Ma poi , incominciò a scendere sempre di più con i suoi baci arrivando al mio ombelico disegnandoci de cerchi con la punta della lingua mentre le sue mani erano scese a togliermi i pantaloncini della tuta buttandoli a terra . Si rialzò verso di me e ricominciò a baciarmi come se avesse trovato l’acqua nel deserto , come se le mie labbra gli erano mancate . Mi mordicchiò più volte il labbro inferiore facendomi ansimare mentre la sua mano era scesa a carezzare una parte del mio corpo più sensibile.
<< Voglio … voglio … >> ansimò al mio orecchio mentre mi sentivo infuocata dalle sue carezze . Andrea dillo … dillo … di che mi vuoi … . E come se mi avesse sentito i suoi occhi si puntarono nei miei e con una lentezza esasperante disse quelle parole che mi fecero sciogliere come neve al sole .
<< Voglio fare l’amore con te . Non resisto più … >> . Gli carezzai una guancia e lo baciai dolcemente a fior di labbra .
<< Per questa notte sono solo tua … >> sussurrai con il respiro ormai corto e lui sorrise . Quel sorriso era diverso , dolce e bello come non lo avevo mai visto . Gli tolsi sia la maglietta che i pantaloni lentamente mentre continuavo a guardarlo negli occhi . Quegli occhi che in quel momento mi guardavano intensi, quegli occhi che mi guardavano come se ero la cosa più bella che avesse mai visto . Gli presi il viso tra le mani e poggiai le mie labbra sulle sue bruciandomi nella passione, ustionandomi nell’intensità dell’amore che stavo provando . Labbra contro labbra, respiro contro respiro, pelle contro pelle, cuore contro cuore … Mani che saggiavano il mio corpo provocandomi brividi intensi, labbra che baciavano e veneravano la mia pelle saggiandola come se era un frutto maturo. Passione, eccitazione, perdizione … lussuria … Le mie mani corsero sulle sue spalle saggiandone la consistenza mentre scorrevano voraci sulla sua schiena perfettamente modellata e accaldata. Occhi chiusi che si perdevano in quelle sensazioni intense, corpi che non riuscivano a staccarsi dal contatto … Desiderare qualcuno era peccato, amarlo era perdersi e volere il suo cuore era chiedere troppo . Ma in quel momento potevo sentirlo battere furioso attraverso la sua pelle , batteva contro il mio ed era la cosa più bella che avessi mai provato.  E quando le sue mani si intrecciarono nelle mie, quando le sue labbra baciarono le mie delicatamente, quando i suoi occhi si persero nei miei languidi di desiderio, mi fece sua e lui divenne mio e basta in quella passione, in quella perdizione e in quell’amore che da troppo tempo mi tormentava …
 
 

 *******


Domenica mattina

Aprì di colpo gli occhi e la luce di quel mattino d’inverno mi colpì in pieno . Mugolai e mi rifilai sotto le coperte colpendo inavvertitamente qualcosa alla mia destra . … Andrea . Sentì le sue braccia avvolgermi la vita e io sorrisi pensando a quella notte dove finalmente eravamo diventati una cosa sola . Ora ne avevo la certezza .. lo amavo , ma sapevo che era sbagliato. Lui non provava gli stessi sentimenti ed io me ne dovevo capacitare . Era troppo perfetto per me e quella notte passata ,per lui, era stata solamente una normale notte di sesso. E proprio in quel momento sentì una piccola lacrima scendere sul mio viso e lui se ne accorse . Mi girò su un fianco e i suoi occhi verdi  incontrarono i miei.
<< Perché piangi?>> mi sussurrò carezzandomi dolcemente il visto e io sospirai a quel contatto . In quel momento sembrava così dolce e non il solito ragazzetto strafottente che … no . Mi misi a sedere di scatto coprendomi con il lenzuolo e lasciai che i miei lunghi capelli mori mi coprissero il viso . Sentì uno spostamento e subito due braccia calde avvolgermi la vita in un abbraccio .
<< E’ stato uno sbaglio … io non …>> balbettai .
<< Ehi .. non è stato uno sbaglio …>> mi disse sorprendendomi e voltai di poco il capo sentendo il suo respiro sulla pelle della mia guancia .
<< Tu volevi la stessa cosa che volevo io . Non ci saranno altre volte … avevi detto solo una notte giusto? >> mi domandò baciandomi la guancia dolcemente . No .. io volevo te . Volevo che rimanevi al mio fianco . Cavolo in poche settimane eri diventato qualcosa di inspiegabile .
<< Si , ma è stato ugualmente uno sbaglio e.. >>
<< Lo sbaglio più grande è che io d’adesso in poi non riuscirò a staccarmi da te .. >> mi sussurrò sensualmente e io avvampai irrigidendomi sul posto .   
<< … ed è sbagliato perché io non voglio innamorarmi >> disse poi staccandosi bruscamente lasciando un vuoto in me . Sentì subito il mio povero cuore rompersi in mille piccoli pezzettini e strinsi forte a me , tra i pugni, il lenzuolo bianco . E  alla fine non riuscì più a trattenermi … .
<< Mi fai schifo … tu e il tuo modo di essere ! Vuoi divertirti ancora? Bene , fallo! Ma d’ora in poi stammi alla larga >> dissi con rabbia alzandomi ,ma subito lui mi raggiunse prendendomi tra le braccia . Cercai di divincolarmi ma senza successo. Dopotutto non riuscivo a stargli lontano , a stare lontana dal suo profumo … . Merda , che cavolo mi avevi  fatto Andrea?
<< Io non voglio … ignorarti Ari >> mi sussurrò dolce carezzandomi dolcemente la schiena . Lo spinsi via da me con forza e lo guardai negli occhi . In quel momento vedevo tutto in lui … rividi il nostro primo bacio , la nostra prima litigata … . Avevo passato i momenti più belli e adesso? Adesso vengo a scoprire che lui non aveva mai voluto avere una relazione con me , che non voleva innamorarsi . Era come ricevere un doloroso pugno allo stomaco , era come se mi aveva usata per reprime le sue voglie .
<< Ma non capisci che standomi più vicino mi fai male?! >> dissi tra le lacrime .
<< Non capisci che , cazzo , mi sono innamorata di te? >> dissi tirando fuori quello che mai avrei voluto dirgli in momenti come quello . Vidi il suo petto immobilizzarsi come se stesse trattenendo il respiro dalla sorpresa . I suoi occhi erano nei miei , pozzi verdi così intensi capaci di farmi sciogliere e le sue labbra erano semiaperte . Poi lo vidi passarsi una mano tra i capelli come se era confuso .
<< Ari , mi dispiace … non dovevo .. cazzo , scusa >> balbettò seriamente e io scossi il capo . Non mi amava … non mi aveva mai amata . Provava solo un desiderio fisico ed io stupida lo sapevo, ma non avevo fatto nulla per impedire di andare avanti quella notte .
<< Smettila di fare la vittima Andrea … e adesso ti chiedo per favore di .. >> trattenni il respiro . Arianna non dirlo … sarà peggio << … andartene e uscire dalla mia vita >> no , ti prego non ascoltare le mie parole Andrea .. capisci che non riuscirò a starti lontana .. ma quello che vidi era solo lui che prese le sue cose e se ne andò senza proferire nessuna parola ..
 

******


Era come sentirsi vuoti , inermi davanti a quell’amore che mi aveva sconfitta. Rimanevo lì in piedi, con lo sguardo perso nel vuoto mentre sentivo un grandissimo dolore al petto, mentre quelle dannate lacrime scendevano copiose sul mio viso. Se n’era andato … cazzo, te n’eri andato via dalla mia vita, dai miei occhi , ma allora perché non te ne andavi dal mio cuore che ormai si disintegrava deluso dal tuo comportamento? Ma dovevo aspettarmelo ed io come una sciocca non avevo fatto nulla per non far avvenire quello che era successo quella notte. Era come se lui mi aveva usata solamente per reprimere le sue voglie , e dovevo aspettarmelo dannazione! Perché ero così impotente, perché non ero riuscita a dirgli di no?

Perché lo ami …

Si lo amavo, ma lui non amava me .. era ancora un ragazzino, un ragazzino che si voleva divertire con i miei sentimenti. E allora mi ritrovavo a pensare … di cosa aveva paura? Paura di innamorarsi di me? Gli facevo così schifo ? Lacrime pungenti continuavano a torturarmi gli occhi come milioni di aghi e strinsi forte contro il mio petto il lenzuolo bianco cercando di scaturire la mia rabbia, cercando di essere forte per quanto il dolore mi stava assalendo come una lama infuocata. Il mio cuore sembrava morto, vuoto di quella parte che prima apparteneva a lui … La gola mi faceva male per la voglia che avevo di urlare e urlare , ma l’unica cosa che feci era scoppiare a piangere in quella camera dove il nostro amore si era consumato, dove il suo se n’era andato. Mi strinsi la testa tra le mani  mentre ero rannicchiata per terra con la schiena contro il muro . Ma sapevo che le mie forze non sarebbero bastate a dimenticare e soprattutto i miei pianti non avrebbero risolto nulla . Sbattei più volte il capo contro il muro mentre stringevo a me le gambe in un affettuoso abbraccio come se stessi cercando qualcuno con cui sfogarmi. Sfogarmi di tutto il dolore che stavo provando. L’unica cosa alla quale pensavo erano i suoi occhi dopo che gli avevo confessato di essermi innamorata di lui. Così intensi, ma anche dispiaciuti. Ma di cosa? Perché non mi aveva fatto lasciar entrare , perché continuava a sbattermi in faccia quel muro di cemento che non riuscivo ad oltrepassare? Sentì mia madre chiamarmi dal piano inferiore, ma io non le diedi ascolto perché le parole in quel momento non uscivano dalle mie labbra tremolanti che tenevano ancora il suo sapore. Sentì qualcuno bussare alla porta delicatamente ed io mi nascosi nelle mie braccia affondando la testa sulle ginocchia mentre mi dondolavo cercando di tranquillizzare il respiro.
<< Ari? Sono Judith … >> sentì quella voce ovattata da dietro la porta e mi fermai in attesa che essa si aprisse. Sentì il cigolio della porta che si apriva e vidi una testolina bionda comparire da dietro con un tenero sorriso sulle labbra che si spense immediatamente quando mi vide. Corse subito verso di me prendendomi le mani mentre cercava di scovare i miei occhi lucidi dalle lacrime.
<< Piccola .. che è successo? Perché piangi? >> mi sussurrò dolcemente mentre sentivo la sua mano scacciare via quelle dannate lacrime d’amore  e odio traditrici.
<< Lui … lo odio! >> dissi tra le lacrime quasi urlando mentre cercavo di dare un senso alle mie parole rauche. Judith non capì quello che cercavo di dirle , ma quando vide che attorno a me tenevo un lenzuolo e che sotto ero nuda i suoi occhi si spalancarono dalla sorpresa mentre faceva correre lo sguardo per la stanza.
<< Che ti ha fatto? >> mi disse prendendomi la testa e costringendomi a guardarla dritta negli occhi. Non trovavo parole per esprimermi, troppo grande era il dolore, troppo grande era la perdita … .
<< Cazzo Arianna! Dimmi che ti ha fatto! >> urlò ed io scoppiai a piangere. Non avevo mai visto la mia migliore amica così arrabbiata, così delusa da quello che avevo fatto. Ma se lo avevo fatto era perché c’era un motivo …
<< Niente .. >> sibilai stringendomi nelle mie braccia e rivolgendo uno sguardo carico di delusione e odio << … Mi ha solo spezzato il cuore >> e con quest’ultima frase sentì subito le sue braccia circondarmi dolcemente stringendomi a sé mentre continuava a dirmi di stare calma, che tutto si sarebbe sistemato. Ma cosa ? Il mio cuore non si sarebbe sistemato, il mio viso non sarebbe stato più lo stesso .. Ma in quel momento decisi di non pensare a niente se non a Judith, alla sua presenza e a quanto mi stava dando in quei minuti …
 

*****


Domenica mattina.

POV Andrea

Non mi importava più niente .. l’unica cosa che mi tormentava in quel momento erano i suoi occhi tristi e delusi da me. Delusi di uno stupido ragazzo immaturo che non sapeva affrontare i problemi troppo preso dall’orgoglio. E sfrecciavo lungo le strade della città cercando di non pensare a nulla ma le sue parole continuavano a tormentarmi incapaci di andarsene.

Non capisci che, cazzo, mi sono innamorata di te?

E di nuovo quello strano senso di ansia e di schifezza mi assalivano. L’avevo ferita, umiliata e chi ne aveva più ne metteva . Ma la cosa che più mi metteva terrore era che anche io in quel momento mi facevo schifo per la persona che ero , per quei cazzo di sentimenti che stavo incominciando a provare , ma che cercavo di tenere alla larga con le mie azioni da deficiente. L’avevo lasciata lì, da sola, in quella stanza dove avevo passato la notte più bella della mia vita. Perché si , non mi ero mai sentito così completo sentendola mia e basta, accarezzando la sua pelle, baciandole le labbra così belle e morbide che mi tormentavano. Niente mi aveva fermato , se non la voglia di sentirla mia per una sola volta, per una sola notte ed io l’avevo amata quella sera. L’avevo amata preoccupandomi per lei, dei suoi sentimenti , delle sue paure e soprattutto delle sue incertezze . Ed ora mi sentivo un totale schifo … Avevo perso ciò per la quale il mio cuore aveva ricominciato a battere dopo anni, ciò che più mi metteva gioia , ma ora le uniche cose alle quali pensavo era che ero uno stronzo, un patetico stronzo orgoglioso. Una parte di me mi diceva che avevo fatto bene a lasciarla perché quando me ne sarei dovuto andare per sempre, non ce l’avrei fatta evidentemente , ma l’altra parte mi continuava a dire che avevo sbagliato, che dovevo tornare da lei e chiederle scusa e confessarle che forse .. che forse .. mi stavo innamorando . Patetico codardo che non affrontava nulla. Con lei mi ero aperto, ma io al contrario non riuscivo ad entrare nel suo guscio che la proteggeva . Ma in quella notte c’ero entrato e non mi ero sentito bene in tutta la mia vita. La ragazza che mi aveva baciato era Arianna , quella che chiamava il mio nome, quella che mi aveva lasciato teneri baci sul viso. Io quella sera avevo amato lei non il suo corpo per quanto lo desiderassi ed era stata la cosa più bella che avessi mai provato. Non era stato sesso e lo sapevo , era stato amore? Ma come poteva esserlo se neanche io sapevo quali sentimenti provavo?

Adesso ti chiedo per favore di andartene e uscire dalla mia vita …

E quella dannata frase mi aveva così scombussolato da non pensare a niente se non fare ciò che voleva. Avevo guardato i suoi occhi , così delusi , così sofferenti mentre una dolce lacrima le aveva solcato il viso. E tutto ciò che avevo fatto era andarmene da lei e lasciarla sola in quella camera. Come uno stupido mi ero fermato cercando di capire quello che volevo  realmente e ciò che volevo era ritornarmene dentro e chiederle scusa, ma poi avevo pensato a lei e mi ero domandato “ Lei mi odia adesso? “  . Sapevo che la cosa giusta da fare era andarmene e cercare di dimenticarla, ma come potevo? Come potevo dimenticare quegli occhi nocciola caldi e bellissimi? Quel sorriso ironico sempre dipinto su quelle labbra che amavo? Però la realtà era questa ed io non potevo vederla soffrire dopo la mia partenza, non potevo soffrire anche io . Ci sarei stato male un’altra volta.

Amare vuol dire soffrire, Andrea .. e tu lo stai facendo

Meglio soffrire ora che soffrire per un estate intera , no? In quel momento però feci un grossissimo sbaglio e mi ricordai quello che mi aveva detto mio padre appena avevo preso il motorino.

Mai distogliere l’attenzione dalla strada

Io lo avevo fatto e in quel momento vedevo solamente una luce bianca davanti , sentivo solamente un gran frastuono di freni e clacson che mi suonavano contro e poi il buio totale mi afflisse …
 

*******


Lunedì mattina

POV Arianna

Camminavo lungo quel corridoio gremito di ragazzi che parlavano tra loro e mi sentì esclusa in quel momento. Emarginata da quel mondo chiamato scuola. Forse perché mi vedevano diversa, forse perché i miei occhi gli mettevano paura, troppo sofferenti per loro. Strinsi contro il petto i miei libri sentendomi osservata da un gruppo di ragazze che si bisbigliavano cose all’orecchio .Evidentemente parlavano di me, di quello che poteva essere successo due sere fa e di come il mio nome risulti sulla bocca di tutto il corpo studentesco. Judith mi aveva informato che alcuni ragazzi mi avevano vista con Andrea mentre ci baciavano ed erano partite le scommesse . C’era chi diceva che ci mettevamo insieme, chi che lui faceva come Johnny . Sicuramente avrebbero vinto i secondi … Avevo passato una domenica d’inferno nella mia camera , sul mio letto, mentre sentivo ancora il suo profumo in  quelle lenzuola. Con rabbia le avevo tolte e buttate via assieme alle mie due amiche che mi aiutavano apprensive. Avevo pianto tutto il giorno , avevo esaurito le mie lacrime ed ora a piangere c’era solamente il mio cuore. Lì per lì il dolore non lo sentivi, ma quando cominciavi a metabolizzare quello che era successo … SBAM! Ti si fiondava addosso facendoti perdere il respiro. Ed era quello che era successo a me. E in quel momento , mentre camminavo lungo quel corridoio, speravo solamente di non incontrarlo o le mie difese sarebbero cadute in un batter d’occhio. Mi faceva male tutto, sia dentro che fuori e la cosa non andava bene. Mia madre aveva visto che qualcosa non andava , ma non aveva voluto fare domande vista la mia situazione e il mio mutismo. Le uniche che sapevano quello che era successo erano Judith e Mariah , nemmeno Simon lo sapeva , visto che era suo amico e sapevo che sarebbe successo un putiferio come con Johnny. Adesso l’unica cosa che contava era passare quella mattinata senza cadere nella sua tela, senza guardarlo . Sarebbe stato difficile , ma dovevo provarci o non l’avrei mai dimenticato. Pensai che lui era stato un sogno, un sogno di solo qualche settimana e basta che mi aveva scombussolata. Era il ragazzo che aveva distrutto le mie difese inoltrandosi dentro senza mai sapere chi ero. Ma quella sera avevo voluto farlo e mi ero mostrata a lui come Arianna.
<< Ehi bella addormentata! >> urlò qualcuno al mio orecchio facendomi sobbalzare e cadere tutti i libri a terra provocandomi un ringhio . Girai di scatto la testa fulminando Simon con lo sguardo e lui scoppiò a ridere.
<< Ti aiuto >> mi disse e così si chinò assieme a me aiutandomi a raccogliere i libri e i fogli sparsi qua e là mentre una calcagna di ragazzi continuava a camminare incurante di darmi qualche botta sulla spalla.
<< Sbaglio o questa mattina l’attenzione è rivolta tutta  a te? >> mi disse con un sopracciglio alzato ed io lo guardai confusa delle sue parole fin quando, con un gesto della testa, non mi fece capire che in quel momento quasi tutti ci stavano guardando, soprattutto un pubblico maschile.
<< Non avranno  nient’altro da fare .. >> dissi semplicemente scuotendo le spalle e alzandomi tenendo i libri stretti al petto. Simon mi guardò sorpreso ma poi si ricompose regalandomi un suo splendido sorriso.
<< C’è qualcosa che non mi hai detto, nana? >> mi disse sorridendomi ed io mi irrigidì .
<< No , no! >> dissi frenetica facendogli aggrottare le sopracciglia confuso, ma fece spallucce come a dire che non gli importava più di tanto. Oh caro, se te lo dico ti importa eccome! Pensai tra me e me e poi , insieme al mio amico, mi diressi verso la classe senza degnarlo di uno sguardo mentre continuava a parlare della partita di calcetto che aveva fatto ieri pomeriggio. L’unica cosa alla quale pensavo era a quando lo avrei visto, dentro quella classe a ridere e scherzare con gli altri come se non era successo nulla.

No, Ari … perché dovevi pensare che a lui non importava niente? Forse si era pentito …

Pentito … quando mai? Era lui che era uscito da quella porta e sapeva che se voleva poteva rimanere! Tanto valeva rischiare, no? E invece no, mi aveva dovuto ferire nel profondo sapendo i miei sentimenti.
<< Adesso scappo in classe, baby! A dopo >> mi disse Simon dandomi un bacio sulla guancia e sparì dalla mia vista. Avrei scommesso oro che entro le cinque ore sarebbe venuto a sapere cosa era successo e avrei scommesso che lo avrebbe preso a botte. Presi un respiro profondo ed entrai in classe sentendo subito gli occhi di tutti su di me , ma il suo non c’era.
<< Ehi! Come stai? >> mi disse Judith venendomi davanti e sorridendomi dolce . Feci spallucce e sospirai.
<< Come se un tram mi avesse preso sotto >> dissi cercando di sorridere , ma al posto di essa mi uscì una smorfia bella e buona. Sentì la sua delicata manina prendere la mia in un gesto affettuoso.
<< Ci sono io, c’è Mariah .. sei forte e hai capito di esserti innamorata di uno stronzo , ma non devi buttarti giù. Vieni vicino a me oggi, ok? >> mi chiese ed io annuì posando poi la mia borsa e i libri sul banco provocando un tonfo sordo. Aveva ragione. Perché struggermi per lui ? Ero forte e non dovevo buttarmi giù anche oggi, lo avevo già fatto ieri. Eppure sentivo dentro di me quel vuoto doloroso che mi provocava strane fitte. Quel vuoto d’amore che lui aveva colmato e che ora era malato, malato d’odio. Appoggiai la testa sulla mano e rimasi lì a pensare. A pensare se potevo cambiare le cose, se c’era stato un altro modo per uscirne, e invece mi ritrovavo sempre sulla stessa strada. Quello che era successo quella sera lo avevo voluto con tutta me stessa e non mi era sembrato uno sbaglio, eppure dovevo sapere che lui non mi amava, dovevo rendermi conto che sarebbe stata una normale notte di sesso. E invece no! Stupida io, stupido il mio cuore! Sentì la campanella suonare e aprì gli occhi girando la testa per vedere se lui c’era, ma il banco era vuoto . Sospirai e vidi la professoressa Costen entrare mettendosi a sedere. Si incominciava proprio bene … Sbuffai e sentì Judith ridacchiare piano vista la  mia reazione. Subito l’arpia si mise a fare l’appello e appena sentì il mio nome alzai la mano sorridendole falsamente e la vidi farmi una smorfia seccata.
<< Darvo? >> disse l’arpia guardando la classe e aspettando che un braccio si elevasse, ma al contrario vidi Sonia alzare timidamente la mano .
<< Sonia? >> disse la prof aggrottando le sopracciglia e la ragazza sospirò .
<< Ehm .. Andrea non c’è perché è in ospedale.Domenica ha avuto un incidente ed è in coma . Lo so perché mio padre lo sta curando >> disse timidamente e a quel punto sentì il mio cuore crollare mentre sentivo gli occhi inumidirsi sotto lo sguardo preoccupato della mia amica. Le strinsi la mano cercando di far passare quel dolore invincibile che mi attanagliava ma non ci riuscivo.

In coma …

Era in coma, sotto i ferri con gli occhi chiusi, e poteva non risvegliarsi. Ed era successo tutto domenica mattina aveva detto, dopo che se n’era andato da casa mia . Mi morsi il labbro nervosa. Se non l’avessi cacciato di casa a quest’ora lui starebbe bene, lui sarebbe seduto in classe  e avrebbe risposto alla prof … Non riuscì a trattenere un singhiozzo che sentirono tutti quanti e così mi alzai di scatto precipitandomi fuori dalla classe mentre sentivo la professoressa chiamarmi . Correvo e correvo lungo quel corridoio mentre le lacrime mi sfioravano il volto, mentre i singhiozzi mi scuotevano il corpo … Non poteva essere in un ospedale! Mi accasciai a terra lungo il muro e scoppiai a piangere incredula. Dio, ti prego fa che stia bene è tutta colpa mia …

Un incidente ..

Quelle parole continuavano a risuonarmi nella testa facendomi male, uccidendo il mio cuore … Stupido! Stupido! A cosa pensavi mentre guidavi , è!? Sbattei la testa contro il muro e chiusi gli occhi cercando di calmarmi.
<< Ari? >> sentì la voce di Sonia davanti a me e mi passai una mano sulla faccia coprendomi mentre altre lacrime scendevano copiose lungo il mio volto.
<< Sta bene, non devi preoccuparti … Domani lo andiamo a trovare, ok? >> mi disse sfiorandomi un braccio ed io mi scansai scottata. Rivolsi l’attenzione alla porta del bagno davanti a me  e continuai a guardarla con occhi vacui, occhi pieni di sofferenza.
<< Lo so che pensi che sia colpa tua, ma non è così .. >> disse un’altra voce e capì che apparteneva a Judith ed io mi morsi il labbro tanto forte da sentire il sapore pungente sulla lingua.
<< E’ colpa mia .. se non lo avessi mandato via non sarebbe successo nulla >> sussurrai passandomi una mano tra i capelli con voce roca.
<< Non puoi dirlo veramente, Arianna >> mi disse Judith e io alzai lo sguardo incontrando il suo deciso e deluso. Scossi la testa .
<< Perché deve andare tutto male? Perché? >> dissi mentre altre lacrime mi inumidivano gli occhi e sentì le due ragazze abbracciarmi fortemente mentre cercavano di rassicurarmi dicendomi che stava bene, che domani lo saremmo andate a trovare. Eppure io non riuscivo a stare bene, non riuscivo se non a pensare a lui con gli occhi chiusi che non riusciva a sentirmi, a lui che stupido si era distratto in strada e a lui che con quel fatto mi aveva distrutto il cuore
 

**************************************************


Angolo Autrice

Bene , siamo arrivate ad un altro capitolo :D Arianna svela i suoi sentimenti al ragazzo che , impaurito, la rifiuta sebbene non vuole e va via da lei lasciandola sola. Ari continua a dirsi che lui non l’ha mai amata , ma si sa alla fine ci sono mooolti colpi di scena e nel prossimo vedremo una vecchia fiamma ritornare dal nostro Andreuccio scombinando i suoi piani verso Arianna. Eheheh lo so, sono sadica xD Comunque come vedete il ragazzo si è pentito di quello che ha  fatto, ma poi ha subìto questo incidente e adesso è in coma , ma non vi preoccupate , nel prossimo capphy sarà già bello che sveglio :D   

P.S : ho scritto una One Shot nel concorso d’estate e mi farebbe piacere se qualcuno recensisse :D Si chiama Sapore di sale, sapore di mare …
Ah! Prima di andare volevo ringraziare tutte quelle che hanno messo la mia storia tra le preferite, le seguite , le ricordate e quelle che la leggono e basta. Un grazie speciale a quelle che recensiscono ! Al prossimo capitolo!

SoFunny 

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Capitolo 18
*** Quelle parole non dette ... ***


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Capitolo 18  


Lasciati amare da me, lasciati perforare il cuore dal mio amore … “

 
Martedì pomeriggio

Pov Andrea

Intorno a me aleggiava il silenzio assoluto, tranne per un fastidioso rumore accanto  a me . Ero indolenzito, avevo le spalle dolenti e mi sentivo una specie di lastra di marmo su quel letto. Lentamente aprì gli occhi e li richiusi subito quando una luce intensa e accecante mi invase. L’odore di farmaci e di pulito mi fecero intendere che ero in un ospedale, ma diamine non mi ricordavo affatto perché ero lì. L’unica cosa che avevo in mente era lei , il suo viso, i suoi occhi … una persecuzione ma così bella che mi faceva piacere. Cercai di alzarmi con il busto, ma un dolore lancinante mi pervase la spina dorsale e gemendo piano, mi distesi di nuovo in quel lettino bianco. Cercai di nuovo di aprire gli occhi e quando ci riuscì , capì veramente di essere in una stanza d’ospedale. I muri bianchi, le tende che separavano i letti gli uni dagli altri celesti e dei fili attaccati ai miei bracci . Ma quando vidi la mia gamba sospesa per aria e ingessata spalancai gli occhi sorpreso. Cercai di alzarmi , ma sentì una delicata mano femminile toccarmi il braccio gentilmente e quando mi voltai per vedere chi era , vidi una vecchia infermiera .
<< Ragazzo , stai calmo. Hai subìto un incidente e ti sei rotto la caviglia >> mi disse gentile con la voce rauca ed io chiusi gli occhi quando le immagini di quella mattina mi assalirono repentine. Stavo pensando a lei , a quello che era successo e mi ero distratto dalla strada . Luci abbaglianti ,corsia sbagliata , un camion che mi suonava , i freni che stridevano e poi il buio totale. Mi passai una mano nei capelli sospirando. Che incosciente , cazzo!
<< Mio padre? >> chiesi io rivolgendo per la prima volta la parola a quella signora gentile che in quel momento controllava i valori su uno schermo.
<< E’ andato via da poco , ma c’è una signorina che aspetta fuori >> mi disse poi sorridendomi ed io aggrottai le sopracciglia. Che era … lei? Subito mi sentì strano. Il mio cuore incominciò a battere veloce veloce e la signora sorrise quando vide ciò su quel dannato schermo che faceva vedere ogni mia singola reazione.
<< E’ la sua innamorata? >> mi chiese con ancora quel cazzo di sorrisetto sulle labbra. Ma perché le vecchie non si facevano mai i fatti loro?, pensai tra me e me e cercai di sorriderle. Ma al contrario mi sentì accaldato e quando mi toccai una guancia , la scoprì bollente. Merda, ero arrossito!
<< No , no … >> risposi subito, troppo velocemente e la donna mi guardò come a dire “ Mi prendi per scema? “ .
<< Sarà .. la faccio entrare allora, è veramente preoccupata >> mi disse ed io sorrisi come uno scemo. Preoccupata per me … Oh, Andrè! Dopo che avevi fatto il coglione quella mattina non potevi aspettarti che entrasse come se non era successo nulla. Ma la ragazza che vidi davanti a me , non era Arianna … Sbattei le palpebre confuso e una morsa allucinante mi colpì lo stomaco proiettandomi nel passato. Lei con i suoi capelli castani mossi, lei con quegli occhi chiari e magnetici, lei con quel sorriso da favola … lei che mi aveva spezzato il cuore per la prima volta. Alessandra … In quei pochi secondi dove stavo guardando i suoi occhi, rividi tutto. Rividi il primo bacio, la prima litigata, il primo ti amo .. Aveva giurato che non sarebbe più tornata ed invece ora era qui , in carne ed ossa davanti a me. Mi sorrise timidamente e si mise  a sedere su una sedia il più lontano possibile da me, forse per paura che la potessi attaccare con le mie solite frasi poco carine.
<< Che .. che ci fai qua? >> dissi confuso e lei sospirò mordicchiandosi il labbro, gesto che allora mi faceva impazzire , ma che adesso .. non mi faceva né caldo né freddo.
<< Volevo vederti … Mi sono trasferita qui e quando ho saputo che anche tu frequentavi la scuola del Paese , ho pensato di venire a trovarti. Tuo padre mi aveva detto che eri in ospedale visto che hai subìto un incidente e sono venuta. Ti dispiace? >> .
<< Solo per questo sei venuta? >> dissi con tono fermo e la vidi in leggera difficoltà. La solita che scappava dai problemi …
<< No >> sussurrò abbassando lo sguardo e puntandolo sulla punta lucida delle sue Converse nere. La vidi esitare un momento e poi alzò lo sguardo puntandolo nel mio. Due poli ghiacciati che si scontravano, freddi e vuoti in apparenza, ma con mille significati dietro.
<< Ho capito di aver fatto uno sbaglio a lasciarti. Dovevo crederti e invece ho creduto a Danny , dopotutto era il mio migliore amico e ..>>
<< Ma io ero il tuo ragazzo, dannazione! >> sbottai interrompendola facendola sobbalzare sul posto e vidi il suo sguardo incupirsi, segno che era dispiaciuta.
<<  Io ero arrabbiata, confusa e non capivo niente, non riuscivo a crederti! >> mi disse e vidi i suoi occhi inumidirsi , segno che stava per mettersi a piangere.
<< Non riuscivi a credere che ti amavo?! Dannazione Ale! Sono andato contro il mio carattere per stare con te! >> dissi io rabbioso ormai mentre stringevo con forza i pugni per calmarmi. Di certo la sua visita non mi stava facendo bene … . La vidi alzarsi e venire verso di me prendendo una mia mano tra le sue e rigirandosela tra le dita come le piaceva sempre fare.
<< Io non volevo lasciarti. Sono stata così male .. >> sussurrò continuando a fissare le mie dita assorta nei suoi pensieri ed io sospirai.
<< Anche io , ma sono andato avanti che tu ci creda o no >> risposi deciso e i suoi occhi chiari si puntarono nei miei carichi di sentimento.
<< Non  … mi ami più? >> sussurrò con la voce leggermente incrinata ed io esitai. Non l’amavo? Dio, non lo sapevo affatto … In quei giorni la mia attenzione l’avevo solamente riservata a lei, e pensandola mi ero fatto investire . Sentivo in ogni particella del mio cuore che i miei sentimenti stavano scemando verso Arianna, non verso Alessandra per quanto l’avevo amata.
<< No >> e proprio quando sussurrai quella piccola parolina, vidi la porta della stanza aprirsi e comparire una testolina mora seguita da una bionda . Quando i suoi occhi nocciola incontrarono i miei sentì il mio cuore incominciare a battere furioso  nella mia gabbia toracica e Alessandra notò l’aumento dei miei battiti attraverso il monitor capendo . Ari mi guardava timidamente con un leggero rossore su quelle guance paffute mentre si mordicchiava il labbro dolcemente come faceva sempre quando era nervosa. Neanche guardai Judith, troppo intento a guardare lei in tutta la sua semplicità. I capelli erano raccolti in una treccia scomposta facendola sembrare una piccola bambina, non era truccata minimamente e questo mi piaceva di più, portava una semplice giacca bianca aperta sul davanti che faceva intravedere una maglietta dello stesso colore a righe nere e dei pantaloni neri a sigaretta che le fasciavano le gambe snelle. Bellissima … Oddio, ma che pensieri andavo a fare? Sentì tossicchiare accanto a me e mi ricomposi distogliendo l’attenzione da Arianna concentrandola sulle mie mani che in quel momento erano molto interessanti.
<< Oh! Io sono Alessandra! >> sbottò d’un tratto la ragazza al mio fianco ed io voltai di scatto la testa per vedere che reazione avrebbe avuto lei , quella bambina innamorata di me. Capì che l’aveva riconosciuta e i suoi occhi da , dolci e tristi , si tramutarono in un inferno di gelosia e rabbia.
<< Arianna e lei è Judith >> disse lei avvicinandosi e vidi le sue labbra tirarsi in un sorriso , più una smorfia di disappunto.
<< Siete sue amiche ? >> disse Alessandra ed io la guardai assottigliando gli occhi e cercando di capire che diavolo aveva in mente. Ari aggrottò le sopracciglia e annuì . Vidi Judith far scorrere preoccupata lo sguardo da l’un all’altra proprio come me .
<< Sono contenta di sapore che il mio ragazzo abbia due amiche splendide come voi! >> disse entusiasta con il sorriso più falso del mondo. Aspetta … ragazzo?
<< Ale .. non sono il tuo ragazzo >> sibilai e lei mi toccò il braccio apprensiva . Guardai Arianna e la vidi leggermente rossa mentre la sua piccola manina era stretta in un pugno rabbioso. Cazzo … no, ti prego non andare via .
<< Oh si tesoro! Mi hai appena detto che sei innamorato di me, non ti ricordi? >> disse sbattendo le ciglia ed io contrassi la mascella visibilmente nervoso.
<< Sei tornata per riprendertelo? >> disse Arianna guardandola truce e Alessandra annuì vittoriosa. Vidi la ragazza prendere la sua borsa in un chiaro gesto che se ne stava andando.
<<  Bene , riprenditelo >> disse decisa e con ciò uscì velocemente dalla stanza lasciando una Judith alquanto basita mentre Alessandra rideva sotto i baffi.
<< Porca puttana! Dammi le stampelle ! >> urlai quasi a Judith e lei, come risvegliatasi da una trance , me le passò ed io in fretta e furia le presi in mano scendendo da letto e dirigendomi a grandi falcate verso di lei cercando di fermarla. Non potevo perderla un’altra volta, non così dannazione! Correvo lungo quel corridoio mentre le persone mi guardavano basite senza sapere che cosa facevo. Perché tutto andava male? Perché non riuscivo a fare qualcosa di sensato? Appena vidi una testolina mora seduta su una sedia lì vicino, mi avvicinai e appena vidi il suo volto dischiusi le labbra sorpreso. Calde lacrime le rigavano il visto mentre i suoi occhi intensi guardavano davanti a loro ignorandomi.
<< Non è la mia ragazza >> dissi mettendomi a sedere accanto a lei che si alzò di scatto allontanandosi.
<< Mi sono stufata di te , del tuo cambio d’umore repentino, delle tue cazzate! >> urlò puntandomi il dito contro e vidi a gente girarsi a guardare, ma a me non importava nulla . In quel momento continuavo a pensare alle sue parole a quanto erano giuste nei miei confronti. Sapevo che con lei ero stato così stronzo, così stupido da non rendermi conto che con le mie azioni ,le mie parole le facevo solamente del male mentre invece mi preoccupavo di quello che poteva nascere e di come poteva affrontare questa cosa dopo la mia partenza.
<< Ok! Va bene! Hai ragione, ma smettila di urlarmi contro! >> dissi io alzandomi senza nemmeno aiutarmi con le stampelle e sentì una fitta allucinante colpirmi la gamba , ma feci finta di niente mentre continuavo a guardarla negli occhi. Quegli occhi ora rabbiosi , ma che quella notte mi guardavano con desiderio e un brivido mi scosse.
<< Io faccio quello che mi pare! >> urlò ancora gonfiando le guance come una bambina capricciosa e sorrisi vedendola tutta rossa con le mani strette in un pugno.
<< E non ridere stronzo! >> sbottò poi puntandomi il dito contro ed io mi zittì. Arianna sembrò per un attimo calmarsi visto il mio silenzio e la vidi inspirare fortemente mentre si sistemava una ciocca scomposta sul viso.
<< Mi fa male sapere che torni da lei dopo che ti ho detto che mi sono innamorata di te, dopo che abbiamo fatto l’amore! >> continuò sfinita e vidi la sofferenza aleggiare su quegli occhi color cioccolato che mi avevano stregato. Deglutì quando affibbiò la parola amore a quello che era successo. Lo sapevo anche io che non era stato semplice sesso perché in quel momento mi ero sentito così completo,così bene da dimenticarmi del mio piacere preoccupandomi per lei.
<< E mi fa male che dopotutto quello che abbiamo passato insieme , tu mi vieni a dire che non mi ha mai voluta >> rispose infine sospirando e abbassando gli occhi triste. Mi avvicinai lentamente a lei e la presi tra le braccia in un abbraccio pieno di significato mentre sentivo quanto era rigida contro di me.

Dio come mi sei mancata …

Mi era mancato sentire il suo profumo, mi era mancato accarezzare i suoi capelli morbidi, mi era mancata lei e non il suo corpo. Perché dirle quelle parole? Perché rovinare un sentimento ?

Perché sei un’idiota!

Si, un vero patetico idiota che si eccitava anche se si mordicchiava le labbra. Avrei voluto dirle che tutto quello che facevo era per farla stare meglio dopo, ma le parole non mi uscivano di bocca mentre sentivo i suoi singhiozzi scuoterle le spalle e le sue lacrime bagnarmi il camice.
<< Lasciami in pace , ti prego … >> mi sussurrò sul petto ed io la strinsi più forte a me, impedendole di andarsene dal mio corpo. Non volevo che se ne andava, non volevo che mi lasciava , cazzo. Sentì il suo esile corpicino dimenarsi su di me e quando mi morse il palmo della mano, mi scansai di scatto guardandola sbigottito.
<< Non cercarmi >> mi disse ancora e fece per andarsene, ma io le presi il polso fermandola facendola girare verso di me per prolungare quel momento perché sapevo che dopo l’avrei persa.
<< Lasciami! >> strillò cercando di divincolarsi ed io di scatto le lasciai il polso dove vidi dei segni rossi. Deglutì a fatica e pensai . Pensai se era il caso di dirle tutto, se dovevo o se potevo fare uno sbaglio enorme, ma quando la vidi prendere la borsa e il giacchetto non ci ripensai due volte.
<< Ari! Io … >> incominciai , ma lei non mi ascoltò e corse via da quel corridoio, via da me.
<< … credo di amarti … >> terminai in un sussurro quasi impercettibile e rimasi immobile in piedi,in quel corridoio gremito di gente a guardare il punto dove era sparita, sentendomi improvvisamente vuoto … E mi continuavo a dire che ormai l’avevo persa …

******


POV Arianna

Ed ero scappata via da lui, dalle sue parole , dai suoi occhi … Ero stufa di lottare contro quell’amore non corrisposto, stufa di un lui così misterioso. Vedere lei per la prima volta, era stato come un grosso schiaffo in pieno volto. Così bella, così solare … Ed io cos’ero? Una ragazzetta semplice innamorata del solito bello e impossibile. Alcune volte mi dicevo che la vita era ingiusta con me. Mi faceva soffrire , penare dei miei sentimenti e delle mie scelte affrettate. Ero testarda, orgogliosa e chi ne aveva più ne metteva .. ma non potevo mentire. Non potevo dirmi che tutto poi sarebbe andato bene, che il sorriso sarebbe aleggiato sulle mie labbra di nuovo come una volta. Io sapevo per certa che quell’amore grande e intenso che stavo provando per lui era più grande del mio primo vero amore. Come una scarica di elettricità che ti scuoteva il corpo rendendolo caldo e cosparso di brividi intensi. Lui era la mia adrenalina, lui era il mio calore .. ma adesso? Vederlo sdraiato in quel letto d’ospedale mi aveva fatta sentire impotente e senza forze mentre vedevo il suo sguardo leggermi dentro fino all’anima e legarsi a me in una danza fatta di pensieri sbagliati e misteriosi. Ma quando il mio sguardo si era posato su di lei , il mio corpo si era irrigidito come se qualcuno mi aveva buttato addosso dell’acqua gelida svegliandomi da quel sogno. Erano così vicini come due fidanzati e lei gli teneva la mano amorevolmente giocandoci come se era la cosa più semplice del mondo . Lo aveva definito il suo ragazzo e lui l’aveva guardata rabbioso come se non doveva parlare, come se la sua presenza non era gradita in quel momento. E mi ero ritrovata a pensare che forse non voleva che la vedessi, non voleva che  sapessi che si erano rimessi insieme anche se la cosa poteva apparire alquanto strana. Mi mancava e tanto. Mi mancavano i suoi baci, le sue carezze … mi mancava lui diamine e ogni volta che faceva qualcosa di sbagliato mi sentivo male. Forse era anche colpa mia, forse avevo potuto alleggerire la situazione , ma ormai il danno era fatto e non avevo più certezze. Le mattine continuavo  svegliarmi con il suo profumo addosso e inevitabilmente ne volevo ancora e ancora come se non volessi perderlo mai. E c’era quel dannato dolore al petto che mi infuocava bloccando tutte le lacrime che invece volevano uscire. Un inferno di fuoco e fiamme che si concentrava nel mio cuore distruggendolo d’amore. Patetica, illusa innamorata . Mi misi a sedere sul bordo della fontana proprio davanti all’ospedale mentre giocherellavo con le chiavi della macchina impassibile degli sguardi altrui.
<< E’ difficile come ragazzo, vero? >> mi disse una voce semplice e sconosciuta vicino a me, ma quella punta di ironia e quell’accento mi fecero capire che era Alessandra. Feci una smorfia e decisi di non risponderle sennò l’avrei sgozzata davanti a tutti. Antipatica …
<< Ti ha raccontato di me suppongo >> continuò cercando di farmi parlare, ma io continuavo a starmene zitta con lo sguardo rivolto verso la punta delle mie scarpe. La sentì sospirare affranta e si mise a sedere a pochi centimetri da me tanto da farmi ribollire di rabbia.
<< Ero venuta qui con l’intento di riaverlo tutto per me , come una volta .. ma al suo posto ho trovato un altro ragazzo. Cambiato e pazzo di un’altra >> sussurrò e capì che alla fine aveva anche abbozzato un tenero sorrisetto mentre mi guardava cercando di attirare la mia attenzione.
<< Non mi interessano i tuoi monologhi su di lui >> sibilai rivolgendole lo sguardo piuttosto risentita e la ragazza mi guardò sorpresa di vedere i miei occhi ancora lucidi e carichi di sofferenza e amore.
<< Non prendertela con me, Arianna. Ero solamente gelosa che lui non era più mio, che non mi amava più. Ma ho capito che si deve andare avanti e lui lo ha fatto e ha trovato te . Vai da lui >> mi intimò ed io risi amaramente. Come potevo andare da lui se non mi voleva? Se espressamente mi aveva detto che ero solamente una sua amica e che non voleva innamorarsi di nuovo troppo codardo e orgoglioso per ammettere qualcosa?
<< Non mi vuole. Ha detto che siamo soltanto amici e che non vuole niente complicazioni . Mi sono arresa e mi arrendo e adesso scusami ma me ne vado >> dissi alzandomi seguita da lei che mi guardava con uno strano sguardo inquisitore , come se voleva capire le mie parole, come se non ci credeva. Feci per prendere la borsa, ma lei mi fermò per il polso costringendomi a guardarla negli occhi.
<< Niente è perso. Se lo vuoi fai di tutto per averlo. Agisci e non stare a pensare .. è innamorato di te, ma tu glielo devi far capire >> mi disse solamente e poi se ne andò lasciandomi sola davanti a quella fontana con mille pensieri che vorticavano insieme confondendomi. Dovevo agire se volevo averlo, dovevo fare qualcosa perché ormai c’ero dentro in quel sentimento. Forse amore voleva anche dire felicità, ma oltre ciò non voleva dire anche combattere per qualcosa di vero  e sensato? Bene, io avrei combattuto e mi sarei fatta valere davanti ai suoi occhi .

*****


Lunedì mattina

Era passata circa una settimana dall’ultima volta che avevo parlato con Andrea. Una settimana senza la sua presenza a scuola, senza i suoi occhi, senza di lui . Erano giorni così assenti , così vuoti tanto che non riuscivo a fare nulla se non spizzicare qualcosa da mangiare. Dopo quella nostra discussione non avevo avuto nemmeno un briciolo di buona volontà da chiamarlo e chiedergli come stava per sapere quando sarebbe tornato, ma sapevo che l’unica cosa che volevo in quel momento era sentire la sua voce e cercare di rianimarmi per quanto era possibile. Perché l’amore doveva far così male? Un pugno sarebbe stato meglio, ma un dolore al cuore .. non potevo resistergli. Quella mattina mi ero svegliata con l’intenzione di passare a trovarlo a casa e di parlarci . Avevo cercato di prendere in seria considerazione l’aiuto che mi aveva voluto dare Alessandra, ma ancora non ero riuscita ad attuarlo anche perché non sapevo che diavolo fare. Sospirai e spensi la macchina proprio davanti a casa sua dove vedevo il motorino spuntare dai cespugli davanti al garage. Era a casa ovviamente. Strinsi forte il volante tra le mani e presi un respiro profondo prima di chiudermi la portiera alle spalle e suonare al campanello nervosa.

Ehi Ari, calmati! Sei andata lì solamente per vedere come sta .

E poi la porta si aprì e sentì il mio piccolo cuoricino battere all’impazzata davanti a quella visione. I capelli scompigliati  come se si era appena alzato, gli occhi quasi chiusi e le labbra dipinte in un broncio tenero mentre teneva tra le mani quelle stampelle . Ma la cosa che mi aveva fatto arrossire era stato il suo modo di presentarsi. Continuavo a guardare il suo torace nudo e perfetto percorrendolo centimetro per centimetro e sentendomi sempre di più accaldata e imbarazzata. Perché lui era perfetto, lui era tutto anche solo con un paio di pantaloni addosso. Lo vidi aprire le palpebre assonnato e quando mi vide le sue labbra formarono una O piccola come se era sorpreso di vedermi lì davanti .
<< E .. tu che ci fai qui? >> sussurrò stanco passandosi una mano tra i capelli ravvivandoseli. Continuavo a tormentarmi le mani nervosa .
<< Volevo vedere come stavi, ma .. ora me ne vado >> balbettai arrossendo sempre di più mentre i suoi occhi non si staccavo da me nemmeno un attimo senza farmi respirare. Prima che potessi girarmi , lo vidi spostarsi come a farmi entrare in casa e aggrottai le sopracciglia confusa.
<< Entra , dai >> mi intimò con un cenno della testa ed io annuì passandogli accanto così vicino da sentire per un  momento il suo respiro regolare e fresco sui miei capelli. Quando la porta si richiuse mi irrigidì all’istante sentendomi soffocare per un attimo. Così vicino che potevo toccarlo , così vicino che il suo profumo mi stordiva inebriandomi. Incontrai subito i suoi occhi verdi e intensi che continuavano a scrutarmi dubbiosi e sorrisi imbarazzata guardandomi intorno .
<< Che bella casa >> borbottai portandomi una ciocca di capelli dietro l’orecchio e lo vidi abbozzare un sorriso .
<< Grazie … >> rispose e poi lo sentì inspirare fortemente prima di continuare : << Allora, come stai? >> .Arricciai le labbra sorpresa da quella domanda. Era lui quello infortunato e veniva a chiedere a me come stavo?
<< Bene . Tra quanto potrai toglierti il gesso? >> .
<< Un mese al massimo , ma è una tortura. Non posso nemmeno giocare a calcio >> sbottò ed io risi piano attirando la sua attenzione e … Il mio cuore si fermò. Oddio, perché era così vicino? Indietreggiai di un passo mentre sentivo le mie guance scaldarsi e imporporarsi di un rosso tenue che odiavo.
<< Non capisco che ci troviate di così bello nel calcio. Seguire una palla e metterla in rete >> farneticai io balbettando mentre vedevo il suo viso avvicinarsi sempre di più lentamente rendendo quei secondi così eccitanti tanto da farmi sospirare quando la sua mano aveva raggiunto la mia intrecciandola nella sua caldamente.
<< Per quello che vale, sono felice che sei qui >> mi sussurrò caldamente facendomi avvampare immediatamente non appena vidi i suoi occhi spostarsi dalle mie labbra ai miei occhi lentamente come se voleva farmi vedere quanto mi desiderava in quel momento. Un vuoto in me si fece spazio non appena si scansò andandosi a sedere sul divano e poggiando la gamba ingessata sul tavolino davanti. Invece io me ne rimanevo davanti alla porta principale con uno sguardo perso e il respiro smezzato.
<< Non vieni a sederti? Sta per iniziare … >>.
<< Forse è meglio che vada a casa >> dissi interrompendolo e subendomi subito uno sguardo confuso. Era meglio così . Lontana dai suoi occhi che in quel momento mi guardavano intensi e birichini, lontana dalle sue labbra così invitanti e carnose che mi facevano perdere letteralmente la testa, lontana da lui e dal suo cuore impossibile  che mi tormentavano da giorni. Non potevo parlare così con lui se in quei momenti avrei solamente voluto baciarlo. Stupidi ormoni e stupido amore!
<< Ari sarò stato anche un cretino , ma non vuol dire che non voglia averti come amica >> mi disse e solo in quel momento mi accorsi che si era alzato e che ora si ritrovava a pochi passi da me . Sbattei le palpebre scioccata e cercai di trattenere un attacco di risa. Amica .. solo un’amica! Quanto odiavo quella parola, quanto la odiavo uscire dalle sue labbra! E mi faceva male sapere che per lui contavo solo come questo, mi faceva male sapere che a lui non importava nulla dei miei stupidi sentimenti.
<< Perché continui a ripetere che sono tua amica?! >> sbottai stringendo i pugni lungo i fianchi mentre mi mordicchiavo le labbra nervosa e arrabbiata, cercando di tenere a freno quelle lacrime che stavano scoppiando da quella bolla d’inferno.
<< Cazzo Arianna! Non riesco a capirti proprio .. >> disse sorpreso ed io sentì una lacrima scivolare lungo la mia guancia depositandosi sulle mie labbra .
<< Tu non riesci a capirmi?! Io non capisco te! Sono innamorata di te e tu continui a trattarmi come un’amica,come se non ti avessi mai detto nulla! Smettila di prendermi in giro! >> strillai al limite e lo vidi immobilizzarsi mentre il suo sguardo non lasciava il mio, mentre le sue mani avevano cercato di intrappolarmi in uno dei suoi abbracci che mi facevano sciogliere come neve al sole. Mi scansai di scatto guardandolo truce negli occhi nei quali vi lessi sofferenza e forse anche un po’ di .. pena . Provava pena per me, pena per una ragazza innamorata di lui. Mi sentivo screpolare dai suoi occhi, mi sentivo come un castello di sabbia che si stava rompendo lentamente provocandomi dolore e rabbia insieme. Bastava lottare per un cuore non mio, bastava sprecare lacrime per occhi che mi guardavano con sufficienza.
<< Quello che non riesco a capire invece, è il perché continui a starmi accanto sapendo quanto male ti fai >> mi sussurrò debolmente ed io rimasi attonita dalle sue parole. Voleva .. che gli stavo alla larga? Bene .
<< Allora non ti preoccupare. D’ora in poi non sentirai più le mie stupide lamentele ! >> urlai ancora e presi la borsa appoggiata all’ingresso con l’intenzione di andarmene , ma le sue parole mi fecero fermare .
<< Tu lo sai perché non posso innamorarmi di te >> sibilò e lo sentì avvicinarsi fino a toccare in un soffio la mia schiena con il suo petto nudo e muscoloso. Mi irrigidì all’istante abbassando lo sguardo e sentendomi così sconfitta da tutto. Sconfitta dalle sue parole, dalle mie lacrime e dal suo cuore.
<< Ma non crederti che non ci sia vicino , non crederti che passo giorni e notti a pensarti e quando ti vedo vorrei così tanto baciarti che il desiderio mi fa quasi paura >> mi sussurrò all’orecchio per poi soffiarci sopra sensualmente ed io sospirai abbandonando la testa sulla sua spalla mentre i miei occhi cercavano i suoi , scavavano dentro quelle pozze mentre la verità mi perforava come mille aghi appuntiti. Mi sapeva sconfiggere con simili parole, sapeva farsi desiderare con un solo schiocco di dita. Aveva il potere su di me ed io avevo paura di questo. La mia mano, automaticamente, passò a carezzargli teneramente una guancia sentendola liscia e ispida al contatto , per poi passarla sul suo collo attirando il suo viso al mio e facendo combaciare in un unico gesto le nostre labbra che si fusero assieme in quel gioco fatto di sospiri, di morsi … Quanto mi era mancato il sapore delle sue labbra perfette, quanto mi era mancato sentire le sue mani carezzare i miei capelli attirandomi più contro di lui e facendomi sentire desiderata. La borsa mi cadde dalle spalle emettendo un tonfo sordo che non calcolai troppo presa a giocare con i suoi capelli, troppo presa ad assaporare le sue labbra perfette in timidi baci. Non appena sentì le mie gambe cedere, non appena dischiusi le labbra volendo sentire il suo sapore capì che non potevo.  Era sbagliato in quel momento dopo tutto quello che mi aveva detto,dopo che non voleva essere di più di un amico per me. E allora perché se ne stava a baciarmi e a stringermi nelle sue braccia calde e muscolose? Troppe domande senza risposta, troppi pensieri che rovinavano quel momento. Il mio cuore scalpitava continuando a dirmi che facevo la cosa sbagliata e così , lentamente, mi staccai dalle sue labbra abbassando lo sguardo confusa e decisa allo stesso tempo.
<< Tu non mi ami … >> sussurrai e sentì le lacrime colpirmi come a dirmi quanto dolore nel dire quelle parole appena accennate ma con così tanto significato .
<< No, Ari ascoltami .. >> .
<< Non posso , scusa >> sussurrai interrompendolo e così, con queste parole, uscì da quella casa , uscì lasciando il suo cuore impossibile, uscì lasciandolo con ancora delle parole sulle labbra che io non avevo avuto il coraggio di ascoltare … .
 

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Angolo Autrice

Siamo arrivate al capitolo 16 e per la nostra protagonista niente va rosa e fiori ): Con un Andrea che cerca di dirle che si sta innamorando , ma che alla fine sceglie di riprendersi l’orgoglio, un Alessandra che cerca di ostacolare questo amore ma che alla fine cerca di darle consigli … la nostra Arianna si ritrova amareggiata e ferita. E’ così testarda dal scappare ben due volte dalle parole di Andrea che forse potevano cambiare tutto, ma come al solito ho voglia di mettere sempre un po’ di pepe in tutto io xD Però ragazze devo darvi una brutta notizia! Questo è l’ultimo capitolo che posto prima di partire per le vacanze e tornerò a fine Agosto ): Cercherò in tutti i modi possibili di aggiornare il più presto possibile, ma con l’esame che devo sostenere e una valigia da preparare credo che non ce la farò. Intanto ho voluto postare una nuova storia , solamente il prologo, e mi farebbe piacere che seguiste anche quella (: Si chiama Tra me e te un bacio rubato , spero che l’andrete a leggere e soprattutto spero che vi piacerà . Anche essa la continuerò quando tornerò, ma intanto ho voluto postare il primo capitolo. Spero che non mi uccidiate se lascio per un mesetto Andrea e Arianna , e spero vivamente che apprezziate anche i prossimi protagonisti di questa nuova storia :D A presto ragazze e un bacio a tutte! Ringrazio come sempre quelle che hanno messo la mia storia tra le preferite, le seguite e le ricordate, un grazie a quelle che leggono soltanto, ma un grandissimissimo GRAZIE a quelle ragazze che recensiscono!
P.S : Buone vacanze anche a voi :P

SoFunny
 
 
 

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Capitolo 19
*** Un cuore ormai spezzato ... ***


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Capitolo 19

 

Non esiste l'amore impossibile .. esiste l'amore e quello che uno vuol far diventare “



Lunedì mattina ore 5.30

 

Strinsi tra le mani quella fotografia, così semplice e buffa che in quel momento mi stava tenendo compagnia , in quel lungo viaggio che mi avrebbe portata alla scoperta di un nuovo Paese e di una nuova cultura. Erano passate tre settimane e nulla era cambiato. Sembrava come se il tempo si era fermato , come se il destino volesse darmi una punizione per il mio sentimento. Tre lunghissime settimane da quando avevo lasciato quella casa, da quando i suoi occhi non si erano più rivolti nei miei. Forse avevo sbagliato a non ascoltare le sue parole, ad essere troppo affrettata verso una conclusione che solamente io credevo che era così. Forse la sua risposta era un'altra, ma ormai? Cosa avevo da perdere? Stava facendo proprio quello che gli avevo chiesto di fare. Mi stava ignorando e per quanto mi dicevo che era la cosa migliore, più sentivo il mio cuore continuare a battere per lui sofferente. Ma la cosa che più mi faceva male, che più mi distruggeva era che avevo capito che lui non avrebbe mai provato nulla per me se non una stupidissima amicizia . Era più difficile di quanto pensassi stare in quella classe e sentirlo ridere e scherzare perché continuavo a dirmi che a lui non importava nulla di me o almeno non gli erano mai importati i miei sentimenti. Era stato come ricevere una grandissima scarica elettrica proprio dritta nel cuore , facendolo così scoppiare di dolore e morire in quell'amore non corrisposto. Mi dicevo perché aveva dato retta alle mie parole, perché non si era ribellato, perché non mi aveva fermata sulla soglia di quella casa e dirmi che per lui quella situazione non andava bene. Ma … non era successo niente di questo. Stupida ragazzina! Stupida bambina che credeva che tutto era rosa e fiori, che un amore si poteva prendere con uno schiocco di dita. In quei mesi, in quei giorni , avevo imparato che nulla era come volevamo, che tutto poteva cambiare, che un no faceva più male di uno schiaffo. E allora un rifiuto d'amore che cos'era? La fine del mondo? No, era solamente la dimostrazione che per voler prendere qualcosa bisognava lottare , bisognava essere forti … Al contrario io non ero ciò e questo mi faceva male più del dovuto. Perché per quanto faceva male , cavolo, io lo amavo. Amavo tutto di lui, amavo i suoi difetti , i suoi pregi e per questo non riuscivo a dimenticarlo per quanto ancora stavo cercando di farlo. E sebbene ero felice di passare una settimana fuori dalla mia solitissima routine di tutti i giorni, la cosa negativa era la sua presenza. Sapevo con certezza che niente mi avrebbe fermata dall'ignorarlo al guardarlo come una stupidissima ragazzina innamorata. E la cosa che più mi faceva male era che lui sapeva i miei sentimenti! E mi ignorava, mi faceva sentire come se lui mi aveva solamente usata per i suoi stupidi giochetti. Quei ti voglio bene, quei mi manchi non erano più niente per me se non delle stupide parole che ora venivano mano a mano cancellate dal mio cuore ormai svuotato di tutta quella grinta che una volta mi impersonava. Mi sentivo così persa e disorientata da tutto. Mi sembrava di essere nella mia bolla personale dove nemmeno i miei migliore amici avevano il pregio di entrarci. Già .. in quelle settimane tutto era cambiato e con tutto intendevo anche le mie amicizie. L'amore non poteva rovinare anche questo, giusto? E invece era proprio quello che era successo. I primi giorni mi erano stati vicini come dei fratelli apprensivi, ma più passavano i secondi e le ore li sentivo sempre più distanti e la cosa mi aveva fatto così male da rinchiudermi nel mio vecchio guscio che da tempo mi aveva assillata. Era così brutto sentirsi esclusa , non ridere più con le tue migliori amiche e sentirsi come se avevi perso tutto, come se avevi perso mille parti del tuo cuore e ,smarrita, non riuscivi più a ritrovarle. E in quel momento , con la testa appoggiata al finestrino, guardavo quella foto mentre i ricordi mi annebbiavano la vista e una dolce musica cullava il ritmo dei miei pensieri. Una foto dove io correvo libera e ridevo felice , un ricordo di un giorno speciale, il ricordo di un giorno dove tutto aveva più senso e dove il mio dolore ancora non era nato. Mia madre mi diceva sempre che ogni cosa che si passava, ogni istante della nostra vita viveva in una fotografia. La guardavi e poi nella tua mente appariva il film dei tuoi ricordi. Come per i souvenir! Quando li guardavi ti domandavi sempre che storia potevano avere, che vacanza quelle persone potevano aver passato in quel posto magico e se forse poteva aver contato qualcosa. Le foto e tutto avevano una magia,quella magia di farti rivivere un ricordo e mia madre mi aveva sempre detto che era bellissimo tenere da conto ciò. Come quel ciondolo che tenevo stretta al collo. Un ricordo così bello che ogni volta che toccavo il piccolo ciondolo a forma di delfino, mille emozioni mi pervadevano e chiudevo gli occhi incominciando a fare un viaggio nel passato.

<< Scusami, posso sedermi? >> mi chiese una voce maschile vicino a me ed io alzai lo sguardo incontrando un paio di occhi color cioccolato fuso che non conoscevo. Abbozzai un sorriso e tolsi dal sedile la mia borsa , così da fargli spazio e poco dopo il ragazzo si mise a sedere accanto a me sospirando. Lo guardai. Non lo avevo mai visto, o almeno non me ne ricordavo. Aveva i capelli rasati che gli donavano un aspetto libertino , le labbra fini che sembravano sempre accentuare un sorriso e un naso diritto forse un pochino sporgente, ma dopotutto era un bel ragazzo ed io non lo conoscevo minimamente. Bene, meglio parlare con qualcuno che stare a guardare una vecchia fotografia, no?

<< Oh, scusa non mi sono presentato! Diego della 4B … >> mi disse allungando la mano che poi ritirò passandola sulla testa in evidente imbarazzo visto che continuavo a guardarlo come una scema.

<< Arianna >> risposi abbozzando un sorriso sincero e lo vidi sorridermi allegro per poi sospirare e girarsi con il busto completamente verso di me, così da ritrovarmelo faccia a faccia.

<< Dietro c'è un po' troppo casino e non ti dispiace che adesso venga qui ad esaurirti la pazienza, vero? >> .

<< No, no affatto! Anzi mi stavo annoiando >> dissi portandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio e lo vidi appoggiare la testa sullo schienale del sedile mentre continuava a scrutarmi ed io mi sentivo in totale imbarazzo.

<< Lo sai che sei sulla bocca di tutti ? >> mi disse riprendendosi dalla trance ed io aggrottai le sopracciglia confusa. Scossi la testa e lo vidi sospirare , per poi avvicinarsi a me pericolosamente tant'è che mi scansai giusto per vederlo chiaramente in viso.

<< Ecco .. tutte le ragazze in questo pullman ti odiano solamente perché sei riuscita ad avvicinarti a Darvo >> mi sussurrò ed sentì il mio cuore aumentare i battiti al solo dire quel nome . Diamine! Vai via dal mio cuore, dalla mia mente e lasciami respirare! Chiusi gli occhi e sospirai cercando di scacciare tutti quei pensieri che mi stavano portando a lui …

<< Scusa , forse non avrei dovuto .. ecco... intromettermi .. ma non mi sembri così “ antipatica “ , anzi sei piuttosto carina! >> sbottò d'un tratto ed io lo incenerì con lo sguardo facendolo deglutire per poi sorridermi imbarazzato. Sapevo già perfettamente chi era stata la ragazza che aveva detto a tutti che ero stata con .. lui . Giulia. Un solo nome e un solo tormento . Sapevo che lei , fin dal primo giorno in cui lui era venuto a scuola nostra, gli aveva puntato gli occhi addosso ed ora, visto che non ero più nel campo, gli si era accollata come una cozza e a lui sembrava pure piacere! L'unica cosa che sapeva fare Giulia era prendere in giro la gente e per questo nessuno aveva mai cercato di darle torto o risponderle a tono , tranne me . Per questo mi odiava perché sapeva che a me non importava nulla delle etichette e sopratutto perché avevo soffiato il suo primo ragazzo, Johnny .

<< Non mi interessa quello che pensa la gente di me … >> sospirai e lui annuì .

<< Ti andrebbe di .. raccontarmi quello che ti è successo? Cioè .. se ti va , ovviamente >> mi disse ed io gli sorrisi annuendo. E così incominciai a raccontargli tutto quello che avevo passato, tutte le mie emozioni, tutto quello che avevo cercato di fare per combattere quell'amore e lo vedevo annuire mentre i suoi occhi comprensivi non avevano lasciato i miei nemmeno un secondo troppo intenti a studiare le mie espressioni che mutavano radicalmente ripensando a tutto quello che era successo. Non sapevo che parlarne con qualcuno mi stava facendo sentire .. come dire .. meglio in un certo senso. Libera di essere giudicata sia positivamente che negativamente , ma Diego non aveva detto nulla da potermi ferire. Mi aveva fatta parlare, mi aveva fatta sfogare ed io mi sentivo una stupida mentre mi facevo vedere da lui senza nessuna barriera, senza nessun intralcio proprio come un 'amica faceva con il suo migliore amico. Eppure lui lo conoscevo solamente da pochi minuti e già mi sentivo bene in sua presenza.

<< Sai cosa ti dico? Che lui è talmente un'idiota a lasciarti andare vista ,la persona bella che sei e visto che anche esteticamente non sei niente male, è! >> mi disse scherzando all'ultimo ed io risi tirandogli un pugnetto sulla spalla che lo fece ridacchiare.

<< Però seriamente .. un consiglio? Divertiti questa settimana, fagli vedere che tu puoi combattere questo sentimento , vedrai come ritorna da te ! >> sbottò lui .

<< Non ritornerà Diego. Lo so , non prova niente per me se non una stupida amicizia .. >> dissi sospirando e appoggiando la testa al finestrino mentre mi torturavo le mani aspettando una sua risposta.

<< E allora perché adesso mi sta guardando come se volesse uccidermi? >> sbottò lui ridendo ed io spalancai gli occhi confusa. Ma .. non gli avevo detto chi era il ragazzo in questione! Come diavolo aveva fatto …?

<< Oh , tesoro! Ti ho vista buttare qualche occhiata a quel ragazzo laggiù , ho fatto due più due e ho capito! >> mi disse come se era la cosa più semplice del mondo e così decisi di vedere con i miei stessi occhi quello che mi diceva Diego, ma non feci in tempo ad alzarmi che , davanti a me, apparve lui mentre continuava a scrutarmi con quegli occhi verdi che , Dio, da troppo tempo non erano nei miei . Il mio povero cuore incominciò a battere furioso come una locomotiva alla sua vista. Era bellissimo , diamine! Con solo quella maglietta bianca semplice, dei pantaloncini da calcio e i capelli perennemente scompigliati come piacevano a me. Peccato che la sua espressione, perennemente serena lasciava intravedere anche i suoi occhi scuri che mi mettevano paura e i suoi muscoli erano tesi come se era nervoso .

<< Volete venire a fare il gioco della bottiglia? >> chiese ed io ,lì , mi sentì sprofondare letteralmente. Diego mi rivolse un occhiata sicura e guardò Andrea che in quel momento aveva preso ad osservare la mia mano così vicina a quella di Diego.

<< Come i bambini? >> lo derise lui e vidi il ragazzo puntare gli occhi nei suoi mentre un ghigno si disegnava su quelle labbra.

<< Proprio come te, coglione >> sbottò lui e Diego si alzò fronteggiandolo , peccato però che Andrea era il doppio di lui e per questo non era per nulla intimidito dal mio amico, di scarsa altezza.

<< Ma ti sei mai guardato allo specchio? Hai una faccia proprio da … >>

<< Basta! >> urlai mettendomi in mezzo prima che potesse finire la frase Diego e i ragazzi mi guardarono , sopratutto Andrea che in quel momento era così vicino a me che se avessi allungato la mano avrei toccato il suo petto coperto solamente da una sottile maglietta . Calma Arianna … .

<< Hai sentito? La tua ragazza ha detto basta, a cuccia su .. >> sbottò Andrea marcando sulla parola ragazza come se era un disprezzo. Vidi Diego stringere le labbra e prima che potesse aprire bocca per replicare , intervenni.

<< E per questo la sua ragazza vuole che tu la smetta di attaccarlo senza motivo e che andassi a fare i giochi da … bambini >> sibilai io guardandolo negli occhi senza sentirmi così intimidita in quel momento. Mi sentivo forte e bene in quell'istante , come se lui era lontano anni luce da me , senza che potesse toccare i miei sentimenti e sopratutto il mio cuore pieno di dolore che in quel momento continuava a battere all'impazzata come un tamburello. Lo vidi indurire la mascella nervoso , per poi schioccare la lingua e ritornarsene al suo posto non prima di avermi lanciato uno sguardo intenso e liquido carico di significato , così ignoto a me. Rivolsi la mia attenzione a Diego che stringeva i pugni .

<< Tutto ok? >> dissi toccandogli il braccio e lui sospirò mettendosi a sedere proprio come me .

<< Si, scusami .. è solo che non lo sopporto! >> sbottò ed io arcuai un sopracciglio.

<< Ma nemmeno lo conosci!>>

<< Da quello che mi hai raccontato .. oh , lo conosco bene ed è solo un .. >>

<< Diego! >> sbottai io e lui sospirò sorridendomi sincero.

<< Scusa , è solo che .. >> ma le sue parole vennero interrotte da urli isterici provenienti dal fondo del pullman che ci stava portando all'aeroporto . Sbirciai oltre il sedile e vidi Giulia ridere come una stupida seguita da Andrea e vidi la bottiglia girata proprio contro lui e una sensazione prese il sopravvento. Ti prego, dimmi che non era quello che stavo pensando. E poi .. le lacrime arrivarono prepotenti e le sentì scendere lungo la mia guancia fino alle mie labbra screpolate e strette senza nessuna emozione. Perché vedere le sue labbra su quelle di Giulia , vedere le sue mani che accarezzavano i suoi capelli proprio come faceva con me , mi provocava un dolore al petto così forte da non poterlo sorreggere, così forte che una ferita era come una nullità in confronto ad un cuore ormai spezzato. Lo stesso trasporto, la stessa passione con la quale mi baciava .. in quel momento la stava riversando ad un 'altra ragazza che dopo aver sciolto quel bacio intenso mi aveva guardata sorridendomi malefica e facendo si che lui potesse vedere le mie lacrime. Diego era rimasto impassibile al mio fianco , ma sapevo per certa che stava pensando a qualcosa, sapevo che voleva fare qualcosa ed io non avrei fatto nulla per non permetterglielo . Vedevo Judith e Mariah ridere con Giulia e mi sentì male. Perché mi avevano rimpiazzata con lei? Solamente perché , cazzo, mi ero innamorata e stavo male? Con Johnny non era successo tutto questo , mi erano state vicine . E allora perché non parlavano più con me? Mi buttai a peso morto sul sedile prendendo tra le braccia le mie ginocchia mentre i singhiozzi mi percuotevano le spalle e subito un abbraccio e un nuovo profumo mi fecero stare meglio ed io ringraziai di aver trovato un nuovo amico. In quel momento nulla mi stava toccando perché nel profondo sapevo che tutto quello che mi circondava , tutte le persone intorno a me erano solo bugie ed io mi ero fidata inconsciamente di quelle bugie … .

 

*********

 

Lunedì sera tardi

 

Posai la valigia rosa sul pavimento di parquet della stanza che mi avrebbe ospitata per una settimana. Accesi la luce e chiusi la porta principale che dava sulla camera e mi ritrovai ad ammirare una stanza veramente carina. I muri celesti le conferivano un aria sbarazzina , due letti uno di due piazze e l'altro da una piazza con delle coperte leggere e perlate le conferivano un 'aria regale e pacifica , un armadio maestoso e di un colore ciliegio scuro sembrava voler rispecchiare lo stile antico italiano nel mobile così bello che mi ritrovai ad aprirlo subito e immergerci la testa dentro sorridendo per quanto era spazioso.

<< Che ci fai con la testa nell'armadio? >> sbottò una voce delicata dietro di me e mi girai di scatto trovando Sonia che mi guardava scettica e con una valigia verde in mano. Senza pensarci l'abbracciai di slancio stritolandola . Ero felice di avere lei come compagna di stanza visto che le mie due migliore amiche ora, avevano altre amicizie all'infuori di me.

<< Hai visto che bella? >> dissi con gli occhi che mi brillavano dalla gioia. Cavolo avevo sempre avuto un sogno nel cassetto, cioè quello di visitare l'Italia e ora che ero in una delle regioni più belle di quella penisola mi sentivo bene , come se in quel momento avevo realizzato un mio desiderio. Mi feci largo in quella camera e aprì il finestrone che dava sul mare cristallino che rifletteva la luce argentea della luna che , splendente, era nel cielo pieno di stelle che brillavano. Mi appoggiai alla ringhiera e sospirai chiudendo gli occhi e beandomi di quella brezza carezzevole che mi stava baciando il viso . Una brezza fresca , asciutta …

<< Cosa darei per vivere qui .. >> disse Sonia sospirando vicino a me ed io non potei che darle ragione. Un posto sempre pieno di sole, un posto così vivo, pieno di bellezze che gli stessi paesani non sapevano apprezzare! Avevo sempre adorato il mare, le onde che mi cullavano dolci, il sapore salato sulle labbra e quella voglia di insabbiarmi tutta e poi tuffarmi in quelle acque cristalline . E pensare che , dopo la fine della scuola, lui sarebbe tornato qui. Non in Sardegna , ovviamente, ma a Roma. Un 'altra bellissima città che avrei tanto voluto vedere e ammirare. Un senso di tristezza mi attanagliò quando mi ritrovai a pensare che dopo questi ultimi mesi non l'avrei più rivisto, non avrei più rivisto i suoi occhi, non avrei più sentito il suo profumo che mi inebriava peggio di una droga. Mi bastava solamente averlo vicino per dirmi che lui c'era e che per me c'era stato come non mai , anche se mi aveva fatto del male … . Un bussare alla porta mi fece ridestare e sentì una voce gracchiante fare capolinea dietro essa.

<< Forza! Scendete che andiamo a mangiare! >> , ma io non avevo fame! In quel momento mi stavo appena alzando a casa mia ! Dovevo abituarmi al fuso orario … Sospirai e assieme a Sonia uscimmo dalla camera non prima di aver preso le chiavi della stanza che stavamo per scordare, ovviamente. La ragazza aveva incominciato a raccontarmi di come andavano le cose a scuola, ma sopratutto mi disse che si stava innamorando e che era così felice che lui la ricambiasse. Non avevo più parlato con lei da quel giorno fuori, sedute sulla panchina, e ora mi ritrovavo a pensare che forse avevo dovuto farlo più spesso. Sonia sapeva darmi consigli ed era spigliata a parlare . Mi ascoltava come non mai e i suoi racconti non sapevano annoiarmi, i suoi consigli mi facevano riflettere. E così , mentre continuavamo a parlare, non ci eravamo accorte di essere arrivate nella sala da pranzo dove tutti i nostri amici ci stavano aspettando. Mi mordicchiai il labbro pensierosa e cercai di trovare Diego , ma non lo vidi da nessuna parte. Gli unici posti liberi erano vicino a Giulia, ma neanche se servivano la pasta al forno mi sarei seduta accanto a lei anche a costo di morire di fame.

<< Donzelle in difficoltà? Per questo c'è Diego! >> sbottò il ragazzo facendomi sobbalzare e scoppiai a ridere quando vidi che aveva in testa un capellino da cuoco. Lo vidi rabbuiarsi e poi le sue labbra si imbronciarono in un tenero broncio . Gli pizzicai la guancia sorridendogli .

<< Dove si mangia? Non vedo tavolini! >> sbottò Sonia impaziente e risi vedendo Diego guardarla adorante. Beh , diciamo che la ragazza si era data una bella sistemata. Indossava dei semplici jeans a sigaretta, una maglietta scollate e delle Superga rosse che le davano un aspetto più giovane di quanto non era. I capelli lisci e lasciati liberi sulle spalle , senza quegli occhiali che nascondevano i suoi occhi bellissimi la facevano sembrare veramente carina .

<< Bellezza , per questo ci sono io! >> ammiccò Diego e Sonia lo guardò , abbozzando alla fine un tenero sorriso. Non diceva di essersi innamorata perdutamente? Scossi la testa e seguimmo Diego che ci portò in un tavolino dove c'erano alcuni ragazzi della sua classe che appena ci videro , sorrisero .

<< Ragazzi loro sono Arianna e … >> disse il ragazzo, ma visto che la mia amica non si era presentata decise lei di dire il suo nome così da non fargli fare una brutta figura.

<< Sonia >> . Poco dopo ci mettemmo a sedere e mi sentì, stranamente, subito a mio agio con quei ragazzi . Erano veramente simpatici e alcuni avevano anche incominciato a provarci spudoratamente con me visto che nessuno sapeva che il mio cuore apparteneva ancora ad un'altra persona che in quel momento, senza che me ne accorgessi, mi stava fissando senza pudore .

<< Ehi , Ari .. sei fidanzata? >> mi chiese un ragazzo che si chiamava Lorenzo ed io mi immobilizzai. Perché pensarci?

<< Ehm .. no >> dissi imbarazzata e lui aggrottò le sopracciglia e poi i muscoli del suo viso si rilassarono e un sorrisino intimidatorio nacque sulle sue labbra fini.

<< Ma sei innamorata! >> sbottò tutto d'un tratto ed io trattenni il respiro. Ricordarmelo non mi faceva bene. Per quei minuti non avevo pensato a lui ed ora … Sentivo il mio cuore che continuava a spezzarsi lentamente e abbassai lo sguardo sentendomi osservata da troppi occhi inquisitori. Volevo uscire da quella stanza troppo stretta , mi sentivo soffocare e questo non era un bene. Alzai lo sguardo e i miei occhi incontrarono due pozze verdi dall'altra parte della stanza e trattenni il respiro. Da quanto tempo mi stava guardando? Mi sentì sciogliere da quello sguardo bellissimo ma dall'altra parte avevo paura di guardarlo, paura che se continuavo ad immergermi in lui non sarei più uscita da quell'amore. Guardai le sue labbra desiderosa di sentirle di nuovo sulle mie , così calde e morbide, guardai le sue mani desiderando di sentirle di nuovo sul mio corpo .. lo guardai e l'unica cosa che pensavo era che desideravo con tutta me stessa sentirlo mio e basta. No .. mi alzai di scatto dalla sedia dopo aver detto ai ragazzi che tornavo subito e mi dileguai uscendo fuori da quella stanza, fuori da quell'aria insostenibile per i miei polmoni e per il mio cuore che si era gonfiato dopo averlo guardato come lo avevo guardato la prima volta che mi ero accorta di essermene innamorata. Su quel terrazzo c'era poca luce, ma vedevo chiaramente che vi erano disposti dei tavolini con delle sedie e un gazebo dove decisi di andare . Dava proprio sul mare e mi ritrovai a fissare le onde lievi infrangersi sugli scogli mentre l'odore di salsedine mi inebriava i sensi stordendomi e facendomi chiudere gli occhi al passaggio.

<< E così , quello lì è il tuo ragazzo .. >> disse una voce dietro di me ed io abbassai la testa quando riconobbi che era lui . Strinsi le labbra mentre cercavo di tranquillizzare il mio cuore, ma niente. Sembrava non darmi ascolto.

<< Mi hai rimpiazzato bene, vedo .. >> continuò ed io mi girai di scatto fronteggiandolo e scossi la testa mentre un sorrisino accusatorio nasceva sulle mie labbra che in quel momento volevano solamente poggiarsi sulle sue e assaggiarle.

<< Perché dare la colpa solo a me, è? >> sbottai truce e lo vidi aprire un attimo gli occhi sorpreso, ma poi continuò a concentrarsi su di me e si avvicinò di un passo facendomi indietreggiare e toccare la ringhiera .

<< Anche tu mi hai rimpiazzata bene con Giulia .. >> sibilai e strinsi tra le mani la ringhiera di ferro cercando un appoggio. Andrea continuava a scrutarmi e quando vidi la sua mano sulla mia guancia sobbalzai e subito dei brividi si impossessarono di me quando dolci carezze lambirono la mia pelle calda.

<< Non ho mai voluto ignorarti .. >> mi sussurrò carezzevole ed io trattenni il respiro quando si avvicinò ancora di un passo ,trovandomelo così a pochi centimetri e capendo che, si, mi era mancato averlo così vicino da sentirne il profumo inebriarmi , da sentire il suo calore avvolgermi lentamente. Allora perché mi aveva ignorata quelle settimane? Perché aveva dato così peso alle mie parole se invece quello che voleva fare era l'esatto contrario? Perché non mi lasciava capire che cosa gli passava nelle mente in quel momento? Perché … Sentì la sua mano sul mio fianco che prese subito fuoco al suo passaggio e sentì il mio cuore incominciare a correre veloce veloce , ancora più di prima facendomi perdere il respiro quando le sue labbra calde sfiorarono le mie in un casto bacio che mi fece perdere qualche battito . Non potevo baciarlo , cazzo! Ne andava di tutto quello che stavo passando , dei miei sentimenti , delle mie reali intenzioni! Farlo sarebbe come ricominciare tutto d'accapo , soffrire di nuovo e non uscire più da quella situazione che mi stava facendo soffrire ogni giorno che passava. Ma non riuscivo a staccarmi da quelle labbra che avevano incominciato a lambire le mie in teneri baci. Non c'era fretta . Era come se lui volesse provare qualcosa, come se volesse sapere che le mie labbra erano sempre le stesse . Con volontà propria , le mie braccia corsero ad allacciarsi dietro il suo collo attirando il suo viso al mio e facendo dischiudere in un unico gesto le nostre bocche facendo incontrare le nostre lingue che appena si toccarono fremettero impazienti di risentire di nuovo il sapore di quella passione che ci tormentava. Sentì le sue braccia stringermi più a sé come se non voleva perdermi, come se quelle tre settimane gli avevano portato via qualcosa e che adesso voleva tenerselo tutto per sé stesso. Non capivo più nulla se non la voglia di stare lì con lui tutto il tempo, se non la voglia di averlo di nuovo per me, con me sotto quel gazebo lontano da occhi indiscreti . Avidi delle labbra dell'altro, passionali stretti in un abbraccio eccitante tanto da farmi sospirare sulle sue labbra quando il suo bacino entrò in stretto contatto con il mio muovendosi qualche volta al ritmo dei nostri baci languidi e pieni di desiderio. Mi spinse ancora di più contro la ringhiera e tenendomi stretta a lui, mi issai su di essa mettendomi seduta e stringendo le mie gambe attorno al suo bacino stretto coperto solo da quella maglietta sottile. Non riuscivo a staccarmi da lui e in quel momento capì che stavo facendo un enorme sbaglio, capì però che non sarei riuscita a fermarmi ed io avevo paura di questo e di quello che sarebbe successo. Le sue mani carezzarono dolcemente la mia schiena salendo sempre più su fino a trovare il gancetto del mio reggiseno così da sganciarlo e sfilarmelo attraverso la maglietta mentre ancora le nostre labbra continuavano a rincorrersi, mentre i nostri denti continuavano a mordere la carne non riuscendo a farne a meno. Respiro nel respiro , pelle contro pelle e mani che non riuscivano a staccarsi l'une dalle altre perfettamente intrecciate come una cosa sola .Sentì le sue labbra scendere baciare il mio collo sensualmente provocandomi sospiri e gemiti che non riuscivo a fermare . Un bacio sulla clavicola, uno sulla scapola e poi teneri baci che continuavano ad avvicinarsi sempre di più al mio seno . Gemetti quando sentì le sue labbra su di esso e chiusi gli occhi beandomi di quelle sensazioni che mi stava facendo provare. Mi trovavo in sua balia , soggiogata dalle sue carezze esperte, soggiogata dai suoi baci che stavano infuocando la mia pelle. Le mie dita corsero al bordo dei suoi pantaloncini e dei suoi boxer e con uno scatto li abbassai insieme sentendomi particolarmente goffa in quella situazione. Ma a lui non importava. Sembrava come se non riuscisse a staccarsi da me, dalle mie labbra e continuava a riempirmi di parole dolci , di scuse sussurrate all'orecchio che diamine erano così eccitanti. Sapevo quello che stava per accadere in quel momento ed io non riuscivo a fermarmi. Le sue mani corsero a levarmi in un solo secondo pantaloncini e mutandine lentamente come se non aveva fretta e volesse prolungare il tempo . Occhi negli occhi , pozzi intensi pieni di desiderio, respiri che si infrangevano sulle labbra dell'altro e poi un gemito, un sospiro e lo sentì di nuovo mio , completamente e avrei tanto voluto che quel momento non finisse mai , immersi in quella bolla passionale, immersi nel piacere che solamente noi stavamo provando . Due parole che uscirono dalle mie labbra nel momento del mio piacere, due parole che il giorno dopo mi sarei pentita di dire, ma che in quel momento erano così vere ..

<< Ti amo .. >> un sospiro , una nuova consapevolezza e poi mi accasciai sul suo corpo colpita dal piacere che mi aveva invasa intensamente. Sentì i suoi muscoli tendersi e poi un sospiro roco sopraggiunse alle mie orecchie e capì che tutto era finito . Ancora abbracciati , ancora con le labbra dischiuse che si toccavano bollenti e poi .. lui si scansò di scatto rivestendosi subito senza mai guardare i miei occhi che in quel momento li cercavano . E capì che me l'ero cercata .. che io ero la stupida ragazzina che aveva accettato di fare di nuovo l'amore con lui .. Vidi Andrea sospirare e chiudere gli occhi mentre si passava una mano nei capelli in evidente imbarazzo .

<< Dimentica tutto .. >> sussurrò senza alzare lo sguardo e poi se ne andò lasciandomi sola e nuda lì , in quel gazebo che custodiva gelosamente il mio amore e che ora stava sentendo le mie lacrime di dolore … Ormai sapevo per certa una cosa .. il mio cuore ormai era spezzato e non sapevo se sarei riuscita a ripararlo … 

**************************


- Angolo Autrice! 

Sono tornataaaaaa! Abbronzatissima , ma senza la voglia di ricominciare di nuovo tra pochi giorni la scuola :( Finalmente ho finito il capitolo che era  rimasto incompleto .. eh si , lo ammetto! Non ho scritto moltissimo in queste settimane di mare xD Comunque , ritorniamo al capphy ! Sono passate tre settimane da quando Ari ha chiuso con Andrea ed ora sono in vacanza in Sardegna, una gita . Il nostro bell'Andrea è un po' gelosetto non trovate? Beh nel prossimo capitolo ci sarà un'altra scenata di gelosia , ma non vi sto ad anticipare nulla perché .. (non mi uccidete ) .. il mio lavoro ,già bello che scritto in alcune parti, è salvato nel mio computer che in questo momento è fuori uso! Penso che non sia meglio scrivere altre cose se avevo avuto in mente già un'altra scena e credo che non riuscirò a scriverla uguale a quella che avevo precedentemente scritto. Quindi penso che per il prossimo capitolo ci sia da aspettare un pochino! Quanto alla mia nuova storia Tra Me e Te un bacio rubato, è la stessa cosa. Primo capitolo già bello che scritto , ma nel mio computer >.< Come dire, un po' di problemi xD Diciamo che alla fine di questa FanFic manca poco , due o al massimo tre capitoli più l'epilogo :( Eh si, ammetto che Arianna e Andrea mi mancheranno e spero anche a voi ;) Ringrazio tutte quelle che hanno messo la mia storia tra le preferite, le ricordate e le seguite e un GRAZIE gigantesco a quelle che recensiscono con i loro pareri che mi fanno sempre sorridere :D Mi farebbe piacere che lasciaste qualche recensione :D  
SoFunny ! 

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Capitolo 20
*** Te ne sei già andata ... ***


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Capitolo 20

 

Pov. Judith

Please ... Forgive me ... 


Lunedì sera

 

Sospirai mentre, nella scura notte piena di stelle, camminavo cullata da una leggera brezza primaverile lungo quel terrazzo che si affacciava sul mare cristallino della bella Sardegna. Mi appoggiai alla ringhiera e chiusi gli occhi beandomi della sensazione di tranquillità che aleggiava in quel momento intorno a me anche se mi sentivo così sola in quell'istante. Erano passate solamente poche ore , ma Simon mi mancava e tanto. In quelle poche settimane era diventato qualcosa di inspiegabile ai miei occhi e sopratutto al mio cuore. Ogni volta che lo vedevo mi sentivo così felice da temere che il mio cuore sarebbe scoppiato per l'entusiasmo, ogni volta che baciavo quelle labbra perfette una scarica di brividi mi riempiva il corpo e mi sentivo come una ragazzina alla prima cotta. Simon era come una medicina per me , capace di non farmi pensare ai problemi che attanagliavano la mia famiglia , capace di non farmi pensare a nulla se non alla voglia di stare con lui. Il nostro rapporto era strano. Sembravamo più amici che due fidanzatini innamorati , ma lui mi aveva detto che voleva imparare ad amarmi senza finzioni . Avevo voluto dirgli che non c'erano problemi perché il mio cuore già era suo , già era pieno dei suoi sorrisi, dei suoi occhi e del suo calore. Mi sembrava di vivere in un sogno. Due mesi fa non avrei mai creduto di potergli piacere e di avere qualche chance con lui e invece ora stavamo insieme da un mese e mi sembrava di vivere una bellissima favola. Finalmente poter dire che era mio era la cosa più bella che avevo mai provato. Sentire il suo cuore battere solamente per me, i suoi occhi che vedevano solamente me … Innamorarsi era la cosa più bella , la cosa che forse mi faceva ancora andare avanti . La speranza era la parola che aleggiava sempre in me, la passione era quella che ancora non avevo scoperto , ma la sentivo crescere ogni giorno e la cosa mi metteva un po' di paura. Non avevo mai avuto un ragazzo in quel senso, ma sentivo con tutta me stessa che era Simon quello che mi avrebbe fatta diventare donna e completamente Sua senza barriere. Mi batteva il cuore al solo pensare di essere così fortunata e di avere finalmente qualcuno che mi amava per quello che ero. Ma la mia attenzione si ridestò quando sentì un singhiozzo provenire proprio dal gazebo lì vicino e così mi avvicinai mentre la consapevolezza di sapere chi era mi faceva raggelare. Quando una testolina castana fece capolinea davanti ai miei occhi un senso di dolore tristezza mi attanagliarono e mi portai le mani alle labbra trattenendo a stento un singhiozzo. Arianna … Dio , che cosa era successa per farla piangere così tanto? La guardai . Guardai gli occhi chiusi e rivolti verso il cielo in una muta preghiera, le mani poggiate a terra a palmi chiusi, la maglietta che lasciava intravedere un pezzo del reggiseno e .. le gambe completamente nude e prive di qualsiasi indumento a coprirle. No … Corsi verso di lei e mi accasciai chiamandola e cercando di aprire quegli occhi che ormai era trasfigurati dalla tristezza. Ma continuava a piangere incurante di me, incurante delle mie braccia che la scuotevano , incurante della mia voce incrinata. Perché ero stata così stupida da lasciarla sola in quelle settimane?!Io non c'ero stata quando aveva avuto bisogno di me, non c'ero stata quando alla fine le cose erano cambiate veramente, quando lei aveva deciso di porre fine a quella storia. Come migliore amica avevo tanto voluto starle accanto, tenerla tra le mie braccia quando piangeva .. e invece come una povera stupida l'avevo lasciata sola nella sua stanza a piangere. Poteva perdonarmi? Poteva perdonare me e Mariah che in quelle settimane avevamo cercato in tutto per tutto di parlare con Andrea e farlo ragionare? Tre fottute settimane e lei stava peggio di lui, tre fottute settimane nelle quali avevo deciso di starle lontana pur di aiutarla. Entrare nel gruppo di Giulia era stata la cosa più difficile da fare, ma alla fine ne era valsa la pena. Avevamo parlato con Andrea, ma lui continuava a dire che faceva tutto questo per il suo bene. Bene un corno! Non vedeva che stava male? Non vedeva che era dimagrita, che non parlava con nessuno? Stupido orgoglio maschile! Avevamo cercato di tenere alla larga Giulia da lui e invece il signorino non faceva che darle corda!

<< Ti prego .. vattene >> mi sussurrò Arianna aprendo gli occhi e rimasi sorpresa nel trovarli così rossi, così pieni di delusione tanto da farmi sentire una stretta allo stomaco così forte da farmi uscire un singhiozzo.

<< No , non me ne vado >> le dissi prendendole le mani , ma lei le scansò scuotendo la testa mentre vedevo altre lacrime solcare quel viso che una volta era sempre pieno di allegria.

<< Te ne sei già andata .. >> . Quattro parole e il vuoto totale in me.

Te ne sei già andata …

Potevano farmi sentire così male? Potevano provocarmi un dolore all'altezza del petto così forte? Volevo dirle tutto, volevo spiegarle il perché dei mie gesti, ma non riuscivo a dire nulla perché ormai stavo piangendo. Piangevo perché aveva nettamente ragione e non potevo dire nulla per bloccare quella verità …

<< Ti voglio bene lo sia , vero? Ho tante cose da spiegarti .. >> dissi , ma lei chiuse gli occhi e non mi rispose continuando a piangere in silenzio . Non potevo vederla così, era la mia migliore amica diamine! Alzai per un momento lo sguardo e vidi Andrea camminare velocemente verso la sala da pranzo. Non potevo starmene lì senza fare nulla, non potevo continuare a vedere la mia amica così piena di dolore. Mi alzai di scatto e corsi verso di lui e appena me lo ritrovai davanti agli occhi , la mia mano lo colpì in pieno volto facendogli sgranare gli occhi per la sorpresa. Non ero mai stata una ragazza che picchiava la gente , ma in quel momento sapevo con certezza che con quello schiaffo erano racchiusi dentro tutti i miei sentimenti di rammarico, di arrabbiatura e sopratutto di schifo verso di lui. Un ragazzo che aveva paura di ammettere di essere innamorato.

<< Mi fai schifo … >> sibilai sprezzante e lui sospirò come se si rendeva veramente conto di quelle parole, come se sapeva che quello che dicevo era la verità. Guardai il suo volto abbronzato e in quel momento così serio e scuro da farmi paura, guardai i suoi occhi verdi ora cupi e vuoti come non lo erano mai stati .

<< Ti rendi conto che la stai facendo soffrire?! Perché non la smetti e non capisci che ti sei innamorato?! >> dissi quasi urlando e finalmente i suoi occhi furono nei miei e trattenni il respiro per quanto erano intensi e rivelatori. Perché per quanto Andrea cercava di uscire da quella situazione, sapevo per certa che anche lui stava soffrendo e lo capì quando vidi i suoi occhi lucidi .

<< Me ne devo andare Judith , per sempre diamine! Mi sono innamorato una volta nella mia vita e che cazzo ne ho ricavato? Nulla … una delusione, un cuore spezzato. Ecco cos'è l'amore , una stupida parola! Una parola che mi sta incasinando la vita e che lo ha fatto anche in passato facendomi soffrire. Ed io ho paura di amarla perché so per certo che ci sto ricadendo con tutte le scarpe >> mi disse e poi lo vidi passarsi una mano nei capelli sbarazzini come se era stanco, come se non riusciva più a reggere il peso di quella situazione.

<< Lei è diversa da Alessandra , lo sai vero? Se non cerchi di fidarti di lei , se ci provassi, capiresti che non ti lascerebbe mai. E' innamorata persa di te, Andre e con questi tuoi atteggiamenti non fai che farle del male >> gli dissi premurosa come se stavo spiegando ad un bambino delle regole matematiche. Perché per quanto poteva essere grande Andrea, anche lui aveva delle fobie. C'era chi aveva paura di un brutto voto, chi di imparare qualcosa .. lui aveva paura di amare e forse quella era la paura più grande che esisteva. Ma bisognava superarla e Arianna era la sua cura e lo sapevo per certa.

<< Mi sto facendo male da solo anche io perché continuo a sentire la sua mancanza, continuo ad incazzarmi quando la vedo con altri ragazzi che ride e mi sento perso perché vorrei che lei ridesse con me , che lei stia con me … Ma non posso averla , non posso amarla perché non la rivedrei mai più e dopo mi sentirei ancora peggio di adesso. E' meglio così , credimi >> mi disse e poi con un ultimo sguardo mi lasciò sola in quel terrazzo con mille pensieri che vorticavano nella mia testa . Per quanto potevo voler bene alla mia amica ,da una parte sapevo che quello che cercava di dire Andrea era la verità. Una verità forse scomoda e amara, ma lui dopo se ne sarebbe andato da qui e non sarebbe tornato . Arianna sapeva che aveva ragione, ma lei per quanto questo dolore la stava lacerando , non voleva crederci e forse era proprio per ciò che non riusciva ad andare avanti. Decisa, con in testa mille dubbi, tornai verso il gazebo, ma quello che vidi era il vuoto. Un posto silenzioso dove pochi minuti fa , la mia migliore amica aveva pianto tristemente . Sospirai e mi misi a sedere su una panchina lì accanto prendendomi la testa tra le mani. Più mi ripetevo che quella faccenda non era affare mio più sentivo che dovevo fare qualcosa, più una stretta al cuore mi faceva capire che lei era mia amica e che dovevo aiutarla. Eppure le sue parole , quel “ Te ne sei già andata … “ continuavano a rimbombarmi in testa come un martellino pneumatico. In quelle settimane non c'ero stata per lei, in quelle settimane sapevo che dovevo esserci ma non lo avevo fatto. E ora , solo una domanda mi attanagliava … Potrai mai perdonarmi , Arianna? 

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Angolo Autrice

Mi ucciderete , lo so , per il mio ritardo assurdo! Mi hanno tolto internet e il mio povero computer ancora è a riparare -.-"  Come faccio a scrivere? Semplice, sono con il PC di mio padre xD Ancora mille scuse per non aver aggiornato! >.< E mi dispiace dire che per il prossimo bisognerà aspettare un altro po' visto che è scritto nel mio computer >.< Questo è più un capphy di passaggio con il POV di una Judith pentita di aver lasciato la sua amica sola in quelle settimane. E Andrea? Vi posso solo dire che dopo il prossimo capitolo ci sarà la famigerata dichiarazione! Finalmente ,è? xD Beh adesso vi lascio  leggere questo capitolo ( troppo corto per i miei gusti >.< ma spero che vi piaccia lo stesso) e mi farebbe piacere leggere qualche vostro commento :) Grazie a tutte quelle che ancora mi stanno seguendo visti i miei ritardi mostruosi e Grazie ancora a quelle ragazze che recensiscono con bellissime parole :D Un grosso bacio ! 
P.S : scusatemi ancora per il ritardo >.< ! 
SoFunny <3 

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Capitolo 21
*** Scusami Se ... ***


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Capitolo 20

 
Giovedì Pomeriggio

Someone like you

 
Odiavo che mi ignorasse dopo quello che era successo. Odiavo che mi aveva fatta sua solo per togliersi una fissa. Odiavo che dopotutto lui mi aveva dato tutto tranne il suo cuore . Lo guardavo ridere e scherzare con gli altri in piscina e un tremendo nodo allo stomaco mi aveva attanagliata . Ero innamorata di te e tu mi trattavi così? Mi evitavi ? Perché non mi parlavi, non mi guardavi ? Perché quando ero nei paraggi cambiavi direzione? Perché … ? Troppe domande senza una risposta. Mi sentivo così confusa che avevo voglia di spaccare tutto e mettere fine a questo stupido sentimento. Ma sapevo che non potevo . Ormai lui mi era entrato dentro con i suoi modi, i suoi sorrisi , i suoi occhi … e la cosa che odiavo era che non potevo averlo. Non potevo dire , finalmente , che era mio e basta . Era sempre lui nei miei pensieri, sempre lui che mi confondeva, sempre lui che mi sconvolgeva l’animo e il cuore. Mi sentivo male mentre tu guardavi le altri e ridevi proprio come facevi con me , le guardavi proprio con gli stessi occhi che mi avevano amata quella sera . Una sera dove per la prima volta ti ho sentito mio , una sera dove io ero tua .. Perché mi ero messa nei pasticci di nuovo? Erano passati solamente  tre giorni dall’ultima volta che avevamo fatto l’amore e tu mi avevi ignorata come se non era successo nulla, come se quella sera non era maiesistita ..  
Dimentica tutto …
Ancora quelle due parole che mi rimbombavano nella testa. Ma come facevo a dimenticare? Come!? Doveva capire, doveva sapere che per me non era facile tutto questo! Doveva sentire fin dentro di sé che io non riuscivo ad ignorarlo perché, diamine, il mio cuore era suo! Lo osservavo, dal bordo piscina, mentre rideva e schizzava acqua alle ragazze come se il peso di quello che era successo non gli faceva nulla . Avrei tanto voluto entrare in acqua e abbracciarlo, baciarlo, passare le mie timide mani nei suoi capelli bagnati e giocherellarci come mi piaceva fare. Volevo vedere il suo sorriso solo per me, i suoi occhi solo per me .. ma non era possibile. Mi sentivo come in un film. Lui era il protagonista ed io l’alunna che lo guardava all’infuori di quel piccolo schermo . Intoccabile, impossibile … Strinsi gli occhi soffocando un gemito di sofferenza e poi sentì qualcosa prendermi le caviglie e sobbalzai. Due occhi nocciola e caldi mi stavano scrutando mentre le sue labbra erano increspate in un sorriso tenero.

<< Non vieni a farti il bagnetto, bambina?>> mi schernì ridendo e io gli feci la linguaccia. Con lui ormai mi sentivo bene, era simpatico , carino e mi dava tutte le attenzioni del mondo cosa che lui non aveva più fatto. Diego non era semplicemente un mio conoscente , Diego mi aveva aiutata a ritirarmi su dal mio stato d’animo, mi aveva tenuto compagni in quei giorni d’inferno. Era più di un conoscente qualsiasi, era un vero amico in tutti i sensi. E chissà come avevo visto in lui un certo interesse per Sonia .

<< Non ci penso nemmeno!>> sbottai e poi risi piano contagiandolo. Gli toccai la guancia perché quando sorrideva diventava dura e paffutella e mi piaceva tanto. Non mi accorsi che si era avvicinato notevolmente al mio viso finché non sentì il suo respiro caldo sulle mie labbra. Ma che diamine voleva fare? Deglutì imbarazzata mentre sentivo gli occhi di tutti addosso. Ma sentivo soprattutto i suoi  bruciare sulla mia pelle facendomi arrestare il respiro. Perché anche solo con uno sguardo mi facevi sentire una stupida? Una stupida innamorata?

<< Calma .. dammi retta >> mi disse ed io non capì che cosa voleva dire, ma quando improvvisamente sentì due mani scansarmi da Diego, il respiro mi si smorzò in gola e sentì gli occhi bruciare. Andrea … .

<< Che cazzo fai?!>> disse digrignando i denti il diretto interessato e Diego sorrise soddisfatto.

<< Che c’è? Sei geloso? >> lo schernì e poi si mise a ridere. No, Diego, stai giocando con il fuoco … ti prego, non bruciarti … Sentì Andrea sbuffare rumorosamente spazientito e poi mi prese per mano facendomi alzare e scontrare contro il suo petto . Subito il suo profumo mi  inondò le narici, subito un senso di completezza mi avvolse. Mi sembrava di stare a casa, lui era la mia casa, lui era sempre stato la mia felicità … una felicità impossibile, una felicità colmata da un amore che mai sarebbe sbocciato.

<< Geloso? Di lei? Sei fuori strada … >> sibilò, ma quella frase sembrava così tanto una scusa che infatti Diego scoppiò in una fragorosa  risata provocando in me dei brividi. Sentivo la sua pelle bruciare a contatto con la mia e provai a scansarmi con scarsi risultati. Mi teneva così stretta da farmi male, così stretta che mi sembrava non volesse lasciarmi andare più … ed era proprio quello che volevo.

<< Ma ti rendi conto di cosa le hai fatto passare?>> disse il mio amico uscendo dalla piscina. Strabuzzai gli occhi.No , Diego, ti prego non dirglielo .. non voglio che mi prenda in giro un’altra volta, non ho più la forza di reggere le sue parole troppo pesanti per il mio cuore carico di false speranze … .

<< Diego … basta >> sussurrai e lui alzò i suoi occhi inforcandoli nei miei facendomi sentire piccola. Sembrava arrabbiato e deluso , un misto che nemmeno io sapevo cosa era.

<< Lasciala stare .. Lei è … >> disse Andrea ma si fermò di botto lasciandomi con il fiato sospeso ed un cuore che, ahimè , batteva peggio di una locomotiva a vapore! Pensai improvvisamente ad una cosa .. chi era lui per dire al mio amico di lasciarmi stare? Chi era lui per aggredirlo e trattare me da perfetta sconosciuta?

Il ragazzo di cui sei innamorata …

Si, ma in quel momento lui non era innamorato di me , lui non aveva nessuna priorità su di me!

<< Cosa? Tua? Lo sono stata , Andrea .. e mi hai fatto stare così male che io tua non voglio esserlo mai più .. >> sussurrai e mi scansai quando la sua presa si fece più debole per le mie parole. Avrei tanto voluto guardare quegli occhi che mi facevano perdere la testa, ma sapevo che avevano un brutto ascendente su di me … .

<< Non sono un giocattolo , non puoi venire qui e urlare contro Diego! Cazzo, mi hai ignorata per tre giorni ed ora, solo perché un ragazzo si è avvicinato, ti senti in diritto di marcare la tua proprietà? Ti senti in diritto di prendere in giro questa ragazza innamorata, è? >> dissi tra le lacrime e sentì le sue mani sulle mie spalle e il suo respiro all’altezza dei miei capelli.

 Allontanati … ti prego .. mi fai ancora più male … .

<< Non ti ho mai presa in giro e per quanto mi costi ammetterlo … odio il fatto di starti lontano, odio che io non sia più nei tuoi pensieri, odio che tu abbia pianto e stai piangendo per un coglione come me che si merita solo un cazzotto in faccia e nient’altro. Mi sono affezionato a te così tanto che la paura mi ha assalito, ma credo di essermi … niente >> mi disse mentre sentivo la sua voce leggermente incrinata . Un singhiozzo sfuggì al mio controllo .Non ce la facevo più  a sentire altre sue parole .. così mi gettai tra le braccia di Diego che continuava a guardarlo. Lo vedevo studiarlo, con sguardo intimidatorio … . Ma sentivo anche il mio cuore continuare a frammentarsi per altre delusioni. Perché il secondo amore doveva fare più male del primo?

Perché tu lo ami davvero Andrea … .

 Scoppiai a piangere per quel pensiero , perché capì che era vero, che quel sentimento era molto più grande e molto più intenso e lo stavo sprecando per lui …

<< E’ meglio che la lasci stare >> gli disse Diego e sentì un cambiamento d’aria . Andrea si era avvicinato . Mi strinsi ancora di più al mio amico pur di non toccarlo , pur di non sentire il suo profumo invadermi …

<< Se le voglio bene e se ciò che faccio è per farla stare meglio, allora si .. la lascio stare .. >> disse e poi lo sentì andare via da me ,via da me per sempre

****************************

 
Sabato sera
 
L’aria fresca e dolce di quella sera faceva svolazzare leggermente i miei lunghi capelli mori , lasciati liberi sulle spalle coperte soltanto da un maglioncino color perla. Sentivo sotto le dita delle mie mani, la consistenza leggera della sabbia . I granellini mi solleticavano le gambe nude mentre il fuoco davanti mi riscaldava dolcemente. Una sera, l’ultima sera in quella bellissima isola chiamata Sardegna , e il giorno dopo saremmo dovuti ripartire per tornarcene a casa e ricominciare la solita vita. Una routine alla quale avrei fatto a meno di tornare. Scorsi i volti dei miei amici che ridevano e scherzavamo attorno a quel fuoco come se tutto andava alla grande. Eppure loro non avevano la paura di sentirsi dispersi. Io ero dispersa, dispersa nel cuore, nell’animo e tutto per amore. Continuavo a guardare Judith accanto a me con il cellulare in mano e lo sguardo puntato in quel piccolissimo schermo che sorrideva. Aveva chi l’amava veramente, aveva qualcuno su cui contare … Ed ero maledettamente gelosa di questo. Dopo quella sera io e lei avevamo chiarito e parlato di quello che era successo . In un certo senso ci eravamo riavvicinate come una volta e non potevo che essere felice per ciò. Sapevo che non potevo essere arrabbiata con lei , dopotutto era come una sorella, come se era del mio  stesso sangue. E Mariah? Beh lei era la ragazza più libertina del nostro trio. Non si faceva scrupoli a dire quello che le passava per la testa e quando mi aveva chiesto scusa , quasi con le lacrime agli occhi, avevo capito che diamine non potevo perderle solo per un mio capriccio. Dopotutto si erano allontanate da me per aiutarmi e si incolpavano per non essermi state accanto in quei giorni . Io non riuscivo a dargli la colpa perché in quella settimana avevo capito più cose. Se prima avevo avuto la voglia di combattere per quello che realmente sentivo, ora avevo solamente la voglia di lasciare tutto e ricominciare dall’inizio. Sobbalzai quando sentì qualcuno sedersi al mio fianco e vidi due occhi nocciola
sorridermi caldamente.

<< Un falò sulla spiaggia, che trovata è? >> sbottò Diego grattandosi la nuca mentre uno sbuffo usciva dalle sue labbra arricciate. Sorrisi.

<< Che pretendevi? Uno spettacolino privato? >> dissi scherzando e il ragazzo mi guardò maliziosamente per poi scoppiare a ridere per quella cavolata uscita dalle mie labbra. I professori avevano deciso di lasciarci liberi per quella sera , ovviamente niente discoteche e pub visto che in quella settimana ci eravamo dati parecchio da fare.

<< La bella Sonia dov’è? >> mi chiese scrutando intorno .

<< Veniva dopo con .. Darvo >> risposi sospirando e lui annuì solamente senza cercare di approfondire . Sonia mi aveva detto che lui si era offerto di aiutarla ad andare a prendere la cena in pizzeria visto che parlava italiano e ovviamente lei non poteva rifiutare . E dire che mi ero immaginata una cena a base di Marshmallow … E proprio in quel momento, vidi i due diretti interessati arrivare con diversi cartoni di pizza pronti ad essere aperti e mangiati. Sentì immediatamente il mio cuore accelerare i battiti . Distolsi lo sguardo di scatto e mi soffermai a guardare le scintille fiammeggianti e rosse del fuoco . Ormai era davvero tutto finito ed io non potevo fare nulla per tornare indietro. Ricominciare? Si, era quello che avevo voglia di fare dopo quella sera. Basta piangere, basta sentirsi un nulla … Dovevo divertirmi e se un ragazzo non mi accettava? Pazienza! La vita andava avanti, diamine! Eppure per me non era così. Sapevo che non potevo dimenticare quegli occhi tanto facilmente, quelle labbra, il suo profumo. Ancora le notti mi svegliavo su quelle lenzuola che erano state partecipi della nostra prima volta insieme e piangevo, silenziosa, mentre i ricordi mi assalivano prepotenti.

<< Una margherita, no? >> la sua voce , il suo profumo , il suo tocco e di nuovo mille ricordi mi assalirono velocemente facendomi perdere per un attimo il respiro. Eravamo amici, no? Dopo quel pomeriggio in piscina era cambiato. Era … dolce come un amico. Ma a me questo non bastava … .

<< Ehm .. si , ma io non l’avevo ordinata >> balbettai portandomi una ciocca di capelli dietro l’orecchio decisa poi a voltare lo sguardo incontrando il suo verde e bellissimo fissarmi intensamente. Andrea mi sorrise abbassando per un attimo gli occhi e poi li riportò nei miei facendomi vacillare e sospirare.

Quanto sei bello …

Con solo quella giacca di pelle a coprire le tue ampie spalle calde e possenti, la tua schiena perfetta e liscia, il tuo petto muscoloso e profumato …

<< Lo so, ma non volevo che rimanevi senza cena >> mi rispose soltanto mettendosi a sedere davanti a me sulla sabbia . Deglutì prendendo titubante il cartone di pizza sibilando un “ Grazie “ al sottoscritto che mi sorrise dolcemente prima di mordere il suo pezzo con salsicce e mozzarella.

<< Oddio, ma è buonissima! >> dissi con gli occhi spalancati dallo stupore e Andrea ridacchiò avvicinandosi pericolosamente a me, ma quando vide che ero agitata ritornò al suo posto tossicchiando in leggero imbarazzo. Era così … strano parlare con lui dopotutto quello che era successo.

<< Devo dire che non mi sono lamentato della cucina americana in questi mesi . Peccato che adesso dovrò riabituarmi a quella italiana >> disse mangiucchiando ed io sentì un groppo allo stomaco pervadermi. Strinsi le labbra e abbassai lo sguardo indecisa se andarmene o mettermi a piangere come una bambina davanti a lui. Cazzo, già mi mancava adesso chissà tra due mesi quando sarebbe partito … . Lontano da me , non avrei mai più rivisto i suoi bellissimi occhi. Come potevo vivere senza avere la sua presenza? Almeno quella …? Sentì una mano avvolgere la mia e deglutì quando capì che era la sua. Calda e affusolata.

Prendimi , sono tua …

Avrei voluto gridarlo, avrei voluto spaccare il Mondo pur di far avverare quella frase … Alzai lentamente gli occhi nei suoi e li trovai, attenti e vigili a scrutarmi mentre il suo respiro si infrangeva contro il mio sconvolgendomi. Un solo spostamento e le sue labbra si sarebbero posate sulle mie infrangendo ogni buon proposito di ricominciare tutto dall’inizio. Lui era la mia acqua, il mio pane, il mio stesso respiro .. Lo amavo e lo avrei amato per sempre perché era una cosa che sentivo dal profondo del mio cuore. Lui era la mia essenza e mi aveva fatta crescere. Mi aveva fatto innamorare di nuovo ,peccato della persona sbagliata.

<< Ti voglio bene , più di quanto tu possa credere Arianna .. Non voglio perderti dopo tutto quello che abbiamo passato insieme e credo che sia giunto il momento di dirti una cosa … >> mi sussurrò dolcemente carezzando , con il pollice, il dorso della mia mano facendomi rilassare . Cullandomi nel suo respiro, cullandomi con il suo profumo, con il suo bene che mi trasmetteva.

Curami dal tuo amore .. liberami ..

Un battito in meno, gli occhi che si guardavano ,che si scrutavano, le labbra che aspettavano di parlare, le orecchie tese … e poi quando si decise a prendere parola, un urlo lo fece scansare di scatto e tutto quel calore scomparse provocandomi un vuoto dentro . Volevo morire, volevo scomparire in quell’instante e urlare contro il Mondo. I miei occhi erano pesanti e non potevano reggere la vista di quello che stavano vedendo. Giulia … un bacio a fior di labbra … Andrea ..

Basta …

Mi alzai scatto, decisa ad andarmene da lì, a correre per sentirmi libera senza pensieri. Ero stufa. Stufa di continuare a sperare che lui potesse provare i miei stessi sentimenti! Sentivo le lacrime scendere copiose sul mio viso ormai pieno di cicatrici che non potevano andarsene facilmente , non senza che le avessi dimenticate in qualche modo. Piangere poi per chi? Per uno stronzo che dice di volermi bene e poi se ne andava a baciare una sconosciuta?! NO!Sentivo sotto i miei piedi la sabbia fresca di quella sera , sentivo l’aria scontrarsi sul mio viso, sui miei capelli e su quelle dannate lacrime che non smettevano di scendere. Piangevo , piangevo e non riuscivo a fermarmi. Correvo, correvo ed avevo una matta voglia di andarmene per sempre . Inciampai su un sasso e caddi a terra in ginocchio con le mani affondate sulla sabbia mentre i singhiozzi mi percuotevano violentemente. Mentre l’odore fresco di salsedine mi faceva venire il mal di testa. Ma perché? Perché dovevo stare così male? Perché mi ero innamorata di lui?

<< Arianna! >> . Quella voce, quella bellissima voce che in quel momento non volevo assolutamente sentire era dietro di me. Ma non riuscivo a muovermi, il dolore mi attanagliava. Stavo male, troppo e lui ne era la causa. Sentì dei passi e poi una mano posarsi sulla spalla la quale scossi violentemente.

<< Non … toccarmi! >> strillai a causa delle lacrime e scattai in piedi girandomi a fronteggiarlo e vedendo quegli occhi .. Oh si … quegli occhi che mi avevano tormentata, che mi avevano perforata , ma che ora erano vuoti, vacui e pieni di sofferenza.

Sofferenza … dovevo essere io a soffrire! Non lui!

<< Ari … ascoltami … >> sussurrò lui facendo un passo in avanti, ma io ne feci un altro indietro mentre sentivo la gola bruciare dal dolore.

<< Vattene! >> urlai per quanto mi era consentito e poi scoppiai di nuovo a piangere e sentì le sue braccia avvolgermi stretta. Cercai di divincolarmi , ma non ci riuscivo. Perché? Perché non vuoi lasciarmi andare … . Debole ,ero debole sentendo il suo calore, sentendo il suo profumo arrivarmi dritto al cervello stordendomi. Quelle mani calde che mi tenevano stretta come se ero un ancora di salvezza, quelle mani che mi avevano toccata, rassicurata … il suo respiro che si infrangeva sui miei capelli secchi, quei capelli che tante volte aveva baciato con quelle labbra morbide che erano state mie …

<< Perché non mi lasci ? Perché non te ne vai? >> sussurrai stremata e al limite mentre ascoltavo i battiti del suo cuore, mentre lo sentivo correre all’impazzata. Il mio cuore doveva volare come un colibrì ,non il suo. Lui non mi amava e mai mi avrebbe amata. Lo avevo capito …

<< Perché non voglio lasciarti andare .. >> mi sussurrò stringendomi ancora di più, ma io mi divincolai scappando da quelle braccia che troppe volte mi avevano tenuta stretta .

<< Smettila! Smettila di mentirmi! >> dissi in preda alle lacrime mentre lo guardavo. Mentre guardavo le sue labbra, ora una linea dritta su quel viso troppo bello, i suoi occhi cupi e sofferenti … ma che erano troppo orgogliosi per ammettere qualcosa.
Ero stufa di essere presa in giro da lui, stufa di avere un cuore che ormai apparteneva a lui … .

<< Non ti sto mentendo, cazzo! >> urlò lui , improvvisamente, facendomi zittire in un colpo solo. Sentivo il silenzio aleggiare intorno a noi, sentivo le onde fragili infrangersi lentamente sulla riva in quella sera fresca , ma nel mio cervello c’erano solo le sue parole , solo quelle mentre i miei occhi cercavano di scovare qualcosa nei suoi bui e tempestosi.

<< Non ti ho mai mentito , credimi >> sussurrò poi in un soffio appena udibile se non era per il  fatto che era davanti a me, ad un centimetro di distanza dal mio corpo caldo .

<< Non posso crederti dopotutto quello che mi hai fatto passare, dopotutto il dolore che mi hai provocato … >> dissi trattenendo a stento quelle lacrime che, Dio, non riuscivo a tenere a bada per nulla al mondo in quei mesi infernali. Perché era così brutto innamorarsi? Perché proprio io dovevo soffrire? Trattenni il respiro quando sentì le sue calde mani tenere le mie dolcemente invadendomi con il loro calore. Da quanto tempo che non le sentivo toccarmi , da quanto tempo mi erano mancate …

<< Credimi se ti dico che dalla prima volta che ti ho vista non riesco a dimenticarti, credimi se … se ti dico che .. mi … >> mi sussurrò fermandosi un momento e guardandomi negli occhi con così tanta intensità da farmi male, da farmi bruciare il cuore che ora batteva all’impazzata. Un sospiro, uno sguardo e poi quelle cinque parole mi colpirono in faccia come uno schiaffo sconvolgendomi e facendomi annaspare in cerca d’aria … 

<< … Mi sono innamorato di te.  >> … sentivo le gambe cedermi, il cuore riempirsi di così tanta gioia, di così tanta felicità che credevo potesse scoppiare in mille frammenti . Ogni pezzo perduto in quei mesi, si riagganciò, ogni dolore, ogni pianto se ne andarono e lasciarono spazio solo a quelle cinque parole che mai mi sarei aspettata uscissero dalle sue labbra. Continuavo a guardare i suoi occhi cercando di capire se era verità , ma erano così seri, così belli  nei miei tanto da farmi perdere l’orientamento. Tanto da farmi boccheggiare mentre cercavo di trovare una risposta .

<< Scusa … Scusa se ti ho fatto soffrire, scusami se mi sono comportato come un perfetto stronzo patentato mentre invece l’unica cosa che volevo eri te e me ne sono accorto troppo tardi. Scusami se avevo paura di innamorarmi di te, ma alla fine è successo e non voglio più scappare >> mi sussurrò e sentì le sue mani calde poggiarsi delicatamente sulle mie guance ustionandomi mentre trattenevo ad ogni sua parola il respiro pronta al collasso ed invece … no . Non stava scherzando, non stava ridendo …

Mi sono innamorato di te …

Non riuscivo a crederci, non riuscivo a pensare che lui poteva amarmi . Mesi e mesi erano passati,mesi pieni di sofferenza, di dolore, di lacrime … e lui mi amava .

<< Scusa … >> un altro sussurro impercettibile detto sulle mie labbra che si schiusero pronte e sentire le sue , pronte ad essere sue e basta . Ma sapevo che non potevo dimenticarmi tutto quello che era successo. Mi aveva fatto versare lacrime e lacrime, mi aveva spezzato più volte il cuore in quei mesi ed ora non potevo perdonarlo .. almeno non subito.

Ora è tuo , perché diamine devi  farti così tanti complessi?

Perché non posso perdonarlo , non posso ricostruire il mio cuore in pochi secondi, non posso sentirmi felice in due minuti . Ero innamorata di lui così tanto , ma sapevo che era sbagliato dopotutto quello che mi aveva fatto . Dopotutto il dolore che mi aveva provocato.

<< No … >> sussurrai gemendo piano quando sentì le sue labbra toccare le mie lentamente e lo vidi guardarmi confuso . Dio … I suoi occhi , ora , erano così diversi . Li vedevo veramente , senza nessuna barriera, senza nessuna falsità e mi amavano come io amavo i suoi , come io amavo lui .

<< Non posso perdonarti dopo tutto quello che mi hai fatto passare .. >> dissi e mi scansai di scatto sentendo le lacrime rigare il mio viso . Andrea mi guardava confuso e sorpreso delle mie parole, ma vidi un lampo di comprensione aleggiare nei suoi occhi. Si passò freneticamente una mano nei capelli e sospirò chiudendo gli occhi .

<< Hai ragione … Non mi aspetto nemmeno che tu mi perdoni . Dio sono stato un cretino, un perfetto cretino! >> sbottò stringendo i pugni e sorridendo amaramente mentre vedevo la luce fioca della luna illuminare il suo volto mentre mi sentivo una stupida . Una perfetta cretina perché quello che in quel momento desideravo era abbracciarlo e baciarlo fino a sentirmi male, fino a che l’aria non se n’era andata dai polmoni sconvolgendomi. In cuor mio sapevo che quello che facevo era giusto, lo sentivo … Aggrottai le sopracciglia quando vidi Andrea armeggiare con la tasca del suo giubbino di pelle e tirare fuori una lettera che si rigirò tra le mani prima di sospirare e allungarla verso di me.

<< Non pretendo che tu mi perdoni , voglio solo che tu … la legga e che capisci cosa vuoi davvero . Io sono qui, per te e ci sarò . Se non mi vorrai ti conquisterò , lo giuro … >> mi disse e poi fece per andarsene , ma si fermò improvvisamente . Si girò di scatto e mi si parò davanti poggiando le sue grandi e calde mani sulle mie guancie che si arrossarono subito .

<< Solo un bacio .. >> mi sussurrò sulle labbra prima di poggiarle sulle mie facendomi scoppiare il cuore in mille coriandoli . Sentì sotto le mie mani la pelle liscia del suo collo , sentì alla base della mia nuca i suoi polpastrelli solleticarmi facendomi inclinare il volto e schiudere le labbra per sentire il suo sapore, per sentire la sua lingua che iniziò a vorticare intorno alla mia sinuosamente sconvolgendomi sempre di più . Lo amavo, lo desideravo … lo volevo . Poggiai una mano sul suo petto,all’altezza del suo cuore e lo sentì battere furiosamente contro la gabbia toracica . Avrei tanto voluto sapere che cosa provava in quel momento, ma sentivo in quel bacio che mi amava , che mi voleva . E non potevi desiderare di meno in quell’istante …
 

*********************

 
Domenica mattina
 
Ero appena tornata a casa , con l’intenzione di andarmi a fare una bella e calda doccia. Ancora con il sorriso sulle labbra e il cuore che mi scoppiava in petto, aprì la porta di casa ed entrai trovandomi avvolta dal buio . Beh erano ancora le cinque di mattina e mia madre dormiva beata sul suo letto matrimoniale. Posai la mia valigia rosa vicino al portone e andai in cucina decisa a prepararmi qualcosa come spuntino visto che stavo morendo di fame. La scorsa sera, al falò, mi ero completamente dimenticata di finire di mangiare la mia pizza e anche quella stessa mattina non riuscì a mangiare nulla . Forse era il fatto che non avevo fame, oppure … E di nuovo il sorriso mi tornò sulle labbra illuminandomi e facendomi battere veloce come un colibrì il mio piccolo cuore .

Andrea.

Dio … Ancora non riuscivo a credere che lui , si proprio lui!, poteva … amarmi . Era stato come un fulmine a ciel sereno, il miglior risveglio della mia vita, ma soprattutto ,quella mattina, avevo avuto la consapevolezza di essere finalmente felice senza le mie solite paranoie.

Mi amava!

E ancora non riuscivo a crederci, diamine! Ancora non credevo che appena mi ero alzata mi ero ritrovata il messaggio del buongiorno con un cuore enorme sullo schermo. Dire che ero saltellata per la camera era poco! Avevo svegliato, a causa del mio entusiasmo, anche Sonia che mi aveva letteralmente mandata in quel posto senza curarsi del perché ero così felice. Così felice da poter spaccare tutto, da poter gridare che finalmente mi amava! Un sogno ad occhi aperti, una speranza che finalmente era diventata realtà. Eppure c’erano ancora delle cose da mettere in chiaro. Come potevo , io, perdonarlo in così poche ore? Come potevo dopo tutto quello che mi aveva fatto passare, dopo tutte le lacrime che mi aveva fatta versare ? Sospirai confusa e mi sfilai il giacchetto facendo cadere a terra una lettera bianca che , inevitabilmente , mi fece incuriosire. Aggrottai le sopracciglia e mi abbassai, decisa a leggerla, e improvvisamente un lampo mi balenò negli occhi .

Voglio solo che tu … la legga e che capisci cosa vuoi davvero…

Ma certo! La lettera di Andrea … Così velocemente e con le mani che mi tremavano per il nervosismo, la aprì e incominciai a leggerne il contenuto sentendo improvvisamente, ad ogni parola che scorreva sotto i miei occhi, le lacrime spingere prepotenti per uscire e posarsi sulle mie labbra …
 

E sono qui senza di te a scrivere questa lettera. E’ più difficile di quanto pensassi, ma devo dirtelo … Dio se devo dirtelo, Arianna. Scusami , sono un coglione , uno stronzo e capisco se mi odi, se non mi vuoi più vedere. Ma per quanto abbia cercato di dimenticarti, per quanto abbia provato a scacciarti dai miei pensieri … non ce la faccio. Mi manca tutto di te. Mi manca il tuo sorriso che mi illumina le giornate, le tue mani , il tuo profumo che mi fa perdere la testa, i tuoi occhi così belli e soprattutto mi manchi te. Che stupido che sono stato a lasciarti andare dopo quella sera, non volevo, ma dovevo. Avevo paura di innamorarmi , paura di amarti perché sentivo che c’ero vicino. Ma non sapevo che ignorandoti ogni giorno mi mancavi sempre di più . Mi hai spiazzato, mi hai completato con i tuoi modi di fare ed io amo tutto di te. Amo il modo in cui ti arrabbi, il modo in cui mi fai sentire un patetico cretino … ma Dio, mi sono innamorato di te , solamente di te e non posso più mentire a me stesso. Vorrei averti, adesso, in ogni secondo nelle mie braccia, vorrei baciarti … Scusa, scusa per essere stato così stronzo , scusami se adesso sei te che voglio al mio fianco ,  scusami se ti amo …

Andrea
P.S : Ti Amo 

 

Diamine! NO! Non potevo perderlo, non ora che era mio, non ora che lo avevo al mio fianco! Mi sentivo scoppiare, mi sentivo qualcosa di così forte premere contro il petto da farmi morire , da farmi sentire male per quel  Ti amo , solo scritto, ma che sembrava così vero , come se in quel momento la sua voce me lo aveva sussurrato all’orecchio dolcemente. Per quanto avevo combattuto, per quanto avevo cercato di allontanarmi da lui, dalle sue parole, dai suoi occhi … Sapevo che non potevo perderlo, sapevo che lui era tutta la mia vita. Era come dire che non avevo più acqua, come dire che mi mancava il respiro . Lui era tutto per me. Era il mio Universo, era un pezzo del mio cuore e sarei stata stupida a lasciarlo andare … No, non potevo  … E con quell’ultimo pensiero, presi le chiavi di casa e uscì , correndo veloce verso la sua …
 

**********************

 
POV Andrea
 
Sospirai nervosamente mentre , seduto su quel divano, continuavo a pensare se lei aveva letto quella lettera , se mi avrebbe rifiutato … Dio, come potevo essere stato così stupido da non accorgermi prima ,di amarla? Che mi mancava? Patetico e orgoglioso ragazzo. Lei era come un piccolo fiore per me, un piccolo e tenero fiore che era sbocciato rilevandosi ai miei occhi come il più bel bocciolo che avevo mai visto nella mia vita. Mi aveva fatto innamorare inconsapevolmente dei suoi modi birichini, delle sue risate, dei … dei suoi occhi. Oh, come mi piacevano! Così intensi, così profondi da farmi morire ogni volta che mi guardavano come se ero la cosa più importante . Ancora non potevo credere che da quando mi aveva guardato, non ero più riuscito a dimenticarla. E poi da quel bacio .. Dio … Mi passai una mano  nei capelli chiudendo gli occhi e rivivendo quel momento appieno , sentendo ancora il suo sapore sulle mie labbra, il suo profumo intenso ad avvolgermi e le sue mani che mi tenevano stretto come se ero la sua ancora di salvezza. Eppure ancora continuavo a domandarmi se ero arrivato troppo tardi, se lei non mi voleva più, se …

Se, se ,se basta!

Oddio ,mi ero davvero così ammattito per una ragazza tanto da farmi venire dei problemi mentali?

Si!

Sobbalzai sentendo il campanello suonare improvvisamente e ripetutamente impaziente e mi alzai , deciso a urlare contro chiunque mi stava disturbando alle cinque di mattina. Ma quando i suoi occhi si persero nei miei , quando le sue labbra, irruente, si posarono sulle mie sorprendendomi .. Diamine, avrei gridato si a tutto il Mondo! Lei era qui, stretta a me ed … era venuta . Sentivo le sue delicate mani premere sulle mie guance dolcemente mentre le sue labbra continuavano a mandarmi in Paradiso con timidi baci leggeri che mi stavano scombussolando. Era un si? O era un modo per dirmi direttamente “ Addio, questo era l’ultimo bacio”? Sprofondai letteralmente ,pensando a quell’ultima cosa e Arianna se ne accorse, tant’è che si staccò da me guardandomi e sorridendomi teneramente mentre un delicato rossore si faceva spazio sulle sue paffute guance . Come potevo essermi lasciato scappare una ragazza così … così … meravigliosa .

<< Ho .. ho fatto qualcosa di sbagliato? >> balbettò diventando rossa come un pomodoro ed io ridacchiai stringendola più contro di me facendo  aderire il suo petto contro il mio mentre incominciavo a giocare con una ciocca dei suoi capelli così morbidi.

<< No, no anzi .. E’ che pensavo eri venuta qui per darmi un ultimo bacio >> le dissi così serio che mi facevo paura pure a me. Lei spalancò leggermente i suoi occhioni color cioccolata . Si mordicchiò il labbro per poi posarlo delicatamente sulle mie labbra che si aprirono in un sorriso.

<< Questo vale come .. primo bacio visto che voglio darti una possibilità >> mi sussurrò timidamente guardandomi negli occhi e facendomi improvvisamente sentire il ragazzo più felice nel Mondo. Il mio cuore accelerò inconsapevolmente i suoi battiti e così, le presi delicatamente il viso tra le mani portandolo vicino al mio e facendo combaciare le nostre labbra in un unico gesto che mi fece sentire brividi in tutto il corpo. Dischiusi le labbra e mi feci spazio nella sua bocca avvolgendo la sua lingua con la mia in un bacio così travolgente da sconvolgermi, da farmi desiderare sempre di più. Ma se tutto ciò valeva come un nuovo inizio, allora dovevamo andare con calma. Eppure c’era quella strana paura ad assalirmi, quella paura che tra due mesi non l’avrei più rivista . Sarei andato anche contro mio padre pur di rimanere con lei qui … Le morsi dolcemente il labbro inferiore e appoggiai la fronte sulla sua ,mentre il suo respiro caldo si infrangeva sulle mie labbra facendomi desiderare di sentirle ancora e ancora. Non potevo più fare a meno di lei ..

<< Non posso più fare a meno di te. Voglio vivere questi due mesi accanto a te prima di partire. Non mi importa di nulla se non di averti accanto , Arianna … >> le sussurrai dolcemente carezzandole con il pollice la sua soffice guancia calda e lei sospirò prendendomi la mano e intrecciandola con la mia in un tutt’uno.

<< Solo io e te … Ma dopo tu partirai e .. >> incominciò ma non le diedi il tempo di terminare la frase perché poggiai le mie labbra sulle sue dolcemente, giusto il tempo di farla tacere. Non volevo pensare a quando sarei partito , volevo pensare al presente . Al noi che ora stava nascendo e che forse dopo quei due mesi, poteva continuare. Sentivo con tutto me stesso che avrei combattuto per averla e lo avrei fatto …

<< Non pensiamo al dopo. Voglio viverti adesso perché ti amo >> le sussurrai e un tonfo al cuore mi sopraggiunse così forte da farmi annaspare in cerca d’aria. Mai mi ero reso conto di quanto vere erano quelle parole, di quanto io l’amassi più di me stesso. Arianna mi guardò con gli occhi lucidi e uno sguardo così sereno da farmi sentire felice. Ero suo e lei era mia e basta.

<< Anche io … >>.

<< Scusami se me ne sono accorto tardi, scusami se però il mio cuore era già tuo da tempo ed io non lo avevo ancora capito … >>.

<< Basta con le scuse .. >> mi interruppe lei poggiandomi un dito sulle labbra per poi sorridermi dolcemente  . << Voglio viverti adesso .. al futuro pensiamo dopo >> mi sussurrò sulle labbra ed io le sorrisi per poi lasciarmi travolgere da quel bacio che segnava l’inizio di qualcosa, l’inizio della nostra storia.

Andrea e Arianna.


 
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Oddio non ci posso credere! Siamo arrivate alla fine ragazze!! Oddio , oddio! :D Finalmente il nosto bel Andrea ha dichiarato ad Arianna i suoi sentimenti e temo di aver sentito un bel coro di " FINALMENTE!" da voi ragazze ,è? xD Che dire? Ultimo capitolo della storia, e vale a dire Epilogo e poi definitivamente conclusa :(( Sono riuscita a scrivere tre giorni in un capitolo e spero di averlo fatto abbastanza a lungo tanto da avervi fatto emozionare :) Non sono molto brava con le dichiarazione e quant'altro xD Spero solamente che questo capitolo vi sia piaciuto e vi aspetto tutte per l'epilogo! Almeno un po' di commenti per quest'ultimo capitolo mi farebbero piacere veramente :D Un grazie speciale a voi ragazze che avete continuato a leggere questa mia fanfiction , che l'avete messa tra le preferite e alcune commentata facendomi sorridere per le bellissime recensioni! GRAZIE! Che dire! Per chi vuole ancora seguirmi con una prossima fanfiction , potete leggere il primo vero capitolo che ho postato di "Tra Me e Te un bacio rubato" :) Grazie ancora e al prossimo capitolo, ovvero l'epilogo finale! :) 

SoFunny <3 

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Capitolo 22
*** Epilogo ***


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- Epilogo - 


Arriverà la fine, ma non sarà la fine …

 
 
Fin da quando ero una piccola bambina, credevo che l’amore era come una favola, una bellissima favola che prima o poi avrei vissuto. Ero ingenua e credevo troppo alle parole degli altri. Ma d’altronde ero solo una ragazzina che credeva nell’amore eterno come quello di Biancaneve e il Principe, come quello di Cenerentola costretta ad una vita da schiava ma che poi, in futuro, avrebbe trovato il vero amore. E così , alle prime soglie del Liceo, avevo conosciuto lui Johnny . Era bello , simpatico e aveva tutte le carte in regola per essere il mio principe. Peccato che però non mi ero resa conto di come , allora, andavano le cose. Cresciuta con l’amore di un padre che mi aveva lasciato alla sola età di tredici anni, cresciuta con una madre che aveva cercato di darmi tutto … ero arrivata ad amare un ragazzo che , alla fine, non mi aveva dato niente se non  un cuore completamente spezzato e privo di qualsiasi voglia di vivere. Da quel momento in poi, per me, l’amore era come un campo minato. La paura mi assaliva, paura di amare di nuovo e poi … PUF … essere lasciata con le lacrime che , cattive, lasciavano segno sul mio viso attraverso delle cicatrici. Due anni erano passati e avevo cercato di stare alla larga dai ragazzi, di non avere storie serie e durature . Peccato che nulla andava come previsto e infatti, quando meno me l’aspettavo, era arrivato lui che in meno di una settimana mi aveva completamente sconvolto piani. Un nuovo anno e tutto era andato a farsi friggere a causa dei suoi occhi, del suo profumo e della voglia costante di averlo accanto. All’inizio ero dell’idea di volerlo avere solo come amico, ma più mi parlava, più rideva con me mi rendevo conto che qualcosa stava cambiando. La sua vicinanza mi metteva i brividi, il suo sorriso mi faceva venire le guance arrossate e birichine e i suoi occhi .. un pozzo nel quale mi perdevo e nel quale mi ero persa quando , per la prima volta, lo avevo baciato. In quegli istanti non mi stavo pentendo della mia scelta, troppo felice da poter capire qualcosa, da poter capire che il mio cuore si stava legando al suo fino a farmi innamorare di nuovo. Ancora mi chiedevo come era possibile che tra tutti i ragazzi del mondo proprio lui, così bello, così dolce , mi amava e mi aveva scelta.  Lo avevo odiato, lo avevo amato, ci eravamo addentrati spesso nella nostra bolla di passione, avevo pianto, avevo sofferto per lui … e alla fine, proprio quando avevo perso le speranze, capì che avevo vinto. Che il mio cuore aveva vinto … lui era diventato mio , mi amava. Eppure io mi tormentavo in quei giorni, mi odiavo per averlo fatto entrare nella mia vita sconvolgendomela , però ora credevo di aver fatto la cosa giusta. Tutte le mie sofferenze alla fine erano state ripagate dall’amore , quel sentimento così forte del quale avevo avuto paura, ma che ora mi legava alla persona che amavo con tutto il mio cuore.  Dopo che ci eravamo messi , finalmente, insieme mi sembrava di vivere in una favola. Cavolo … non mi ero mai sentita così felice, così … così … non c’erano parole per spiegarlo! Tutte le mattine mi alzavo con la voglia di vederlo, con al voglia di ridere con lui, di stringerlo tra le mie braccia e amarlo davvero come solo ero in grado di fare. E lui non era da meno! Era un vero stupido, cretino, deficiente che lanciava battutine maliziose proprio quando era con me facendo intendere alle mie amiche cose poco … Beh avete capito . Non che dopo la nostra riappacificazione l’avevamo fatto! Intendiamoci! Quello che diceva erano le cose che lui voleva fare , solo lui , è! Ma oltre ad essere un totale pervertito , era veramente dolce con me. Romantico? Nah! Non era nel suo stile! Certo qualche volte tirava fuori smancerie su smancerie , ma non era Andrea in quel momento. Ovviamente quando mi diceva “ Ti amo “ dopo che mi aveva fatta arrabbiare, beh, un colpo al cuore me lo faceva sempre prendere di sicuro! Ufficialmente stavamo insieme da un mese ed era stato il mese più bello di tutta la mia vita. Andrea mi aveva detto che voleva andare con studiata calma anche se , poverino, lo stuzzicavo quasi sempre per farlo arrabbiare. Volevo che la nostra “ prima “ volta da fidanzati  era speciale e sarebbe stata quella stessa sera , il nostro primo mese insieme.  Lo avevo invitato a casa mia dicendogli che , come sempre, guardavamo un film e mangiavamo una pizza . Lui aveva accettato subito dicendomi che per le sette e mezza era da me ed io decisi di iniziare , aiutata da Judith e Mariah , a preparare tutto . Ok, forse ero troppo romantica , ma Dio , volevo che tutto era speciale e curato nei minimi particolari. Come prima cosa ero andata a comprare un regalo per lui e avevo scelto di prendergli una collanina con il ciondolo in cuoio con scritto le nostre iniziali. Una cosa semplice e che , speravo, poteva piacergli. Poi mi era scelta un bel film horror , proprio quello che mi faceva più paura, così che potessi abbracciarmi a lui e infine … avevo messo delle candele nella mia camera da letto illuminandola di una dolce luce soffusa. Meno male che mia madre era da mia nonna per il weekend sennò non avrei potuto fare nulla di tutto ciò. Speravo solamente che quella sera, tutto fosse andato per il meglio …

***********************************


<< E’ che … Uff … sono nervosa! >> sbottai stringendo fortemente il cellulare tra le mani mentre camminavo nervosa per il soggiorno . Sentì Judith ridacchiare dall’altro capo del telefono e desiderai ardentemente andare a casa sua e non fare più nulla.

<< Tesoro, vedrai che andrà tutto bene! E’ normale che ti senti agitata! La prima volta che, io e Simon ,  lo abbiamo … >>

<< Non mi interessa! >> squittì interrompendola e lei scoppiò a ridere. Un altro difetto di Judith? Non si vergognava a parlarmi di quello che faceva con il suo ragazzo, ovvero Simon.

<< Il fatto è che tu sei nervosa perché hai paura che fai qualcosa di sbagliato , ma ti dico che andrà tutto bene! Non fare la solita timidona e divertiti questa sera. E’ la vostra sera e basta. Solo tu e lui e tanti pres … >>

<< Ricevuto il messaggio, grazie! >> dissi di nuovo interrompendola sbuffando. Il fatto era che ero nervosa perché avevo paura che qualcosa andava storto e me lo sentivo con tutta me stessa. E se lui non avesse voluto? Se la cena o quello che avevo programmato, il film non gliene avrebbe importato nulla?

Quante confusioni che ti fai , Arianna!

Ecco , lo sapevo! Doveva succedere qualcosa! Va bene, ero anche confusa e nervosa  ragazze ,ma voi non lo sareste se dovete fare una cenetta perfetta con il vostro ragazzo per il primo mese insieme e cercate in tutti i modi che tutto era perfettamente perfetto?

<< Il fatto è che lui … neanche si ricorderà che oggi è il nostro primo mese >> mi lagnai mentre mi buttavo, letteralmente, sul divano affranta. Erano le sette e mezza e lui ancora non era arrivato ed io ero molto più agitata di prima!

<< La smetti di farti tutte queste ehm … non mi far dire la parola … cose mentali? Quel cretino del tuo ragazzo ti ama che si ricorderà pure le ore e i secondi passati da quando vi siete messi insieme! >> mi disse esasperata e io ridacchiai. Proprio in quel momento sentì il campanello suonare e sobbalzai sul posto mentre sentivo il cuore galoppare alla velocità della luce . Era arrivato

<< Oddio , è arrivato e adesso? >> dissi stupidamente mentre mi dirigevo verso la porta di casa con il cuore in tumulto e il labbro, ormai bianco , per tutti i morsi che mi ero data prima.

<< Fai un respiro profondo, apri la porta e divertiti! Ci sentiamo domani bellissima! E ricorda! Precauzioni mi raccomando!  >> mi disse ridacchiando ed io alzai gli occhi al cielo esasperata. Sempre la solita Judith … Chiusi la chiamata, dopo averla salutata e posai il cellulare sopra il mobile, mentre mi sistemavo davanti allo specchio. Che cretina ad essermi messa un anonimo paio di jeans , una camicetta bianca e degli stivaletti di camoscio marroni. Ok, Arianna … Presi un grande respiro ed aprì la porta ritrovandomi davanti il mio amore con in faccia stampato un sorrisetto bellissimo ed ironico.

Come sempre d’altronde …

Ed era così carino con i capelli tagliati e corti un po’ rasati ai lati , un nuovo taglio che a me non piaceva visto che non potevo più passare le mani nei suoi capelli. Infatti lui aveva deciso di farseli ricrescere, meno male! Poi c’erano i suoi occhi verdi e così chiari che mi erano sempre piaciuti per il modo in cui mi guardavano e … Una scatolina in mano? Strabuzzai gli occhi e deglutì.

<< Buonasera principessa … >> mi sussurrò all’orecchio dolcemente , lasciandomi un bacio sul collo teneramente. Le sue braccia mi strinsero a sé facendomi dimenticare improvvisamente di quel regalo che mi stava tormentando. Ero completa, ero viva , ero finalmente felice. Averlo nelle mie braccia, sentirlo veramente con me era una cosa che mai avevo provato. Lo amavo e non volevo rinnegarlo, lo avevo cercato e alla fine lo avevo trovato .. Mi ritrovai a guardare i suoi occhi pozzi nei miei così vicini da poterli ammirare meglio, mentre il suo respiro caldo batteva sulle mie labbra dischiuse. Passai le braccia attorno al suo collo e con le unghie incominciai a grattarlo sulla parte rasata facendolo sorridere prima di darmi un bacio dolce sulle labbra. Un sapore di menta … un sapore di amore .

<< Ciao cretino >> sbottai baciandogli il naso mentre lo sentivo ridacchiare sulla mia guancia accaldata. Si, ancora la sua vicinanza mi faceva strani effetti. Prima che potessi dire qualsiasi altra cosa, Andrea , mi mise davanti agli occhi quella scatolina e sentì il cuore incominciare a battere furioso nella gabbia toracica. E ora? Aggrottai le sopracciglia deglutendo lentamente mentre i miei denti torturavano il mio labbro inferiore.

<< Amore? >> mi disse lui confuso ed io scossi la testa, ridestandomi dai miei pensieri e sorridendogli dolcemente. Presi la piccola scatolina dalle sue mani e l’aprì . Pensavo di trovarmi un anello , come era solito, ed invece … Mi portai una mano alle labbra e sentì gli occhi inumidirsi. Una collanina a forma di cuore con scritto sopra “ Ti Amo “ . Gli buttai letteralmente le braccia al collo baciandolo su tutto il volto mentre lo sentivo ridacchiare grazie alle mie attenzioni.

<< E io che pensavo che ti eri dimenticato ! >> sbottai con il sorriso che mi illuminava il volto. Andrea aggrottò le sopracciglia e mi rivolse un occhiata burbera .

<< Mi credi così stupido? Ovvio che mi ricorderei del nostro primo mese, sei la cosa più importante come potrei dimenticarmi? >> mi disse stringendomi a sé ed io sentì un tuffo al cuore.

Sei la cosa più importante …

Dio, come suonavano bene quelle parole sulle sue labbra, come era dolce … E mio , completamente mio senza nessuna barriera , nulla . Potevo correre, potevo sentirmi libera perché avevo lui ad aspettarmi . Lui che mi aveva guarito il cuore , lui che mi aveva dopotutto fatto venire la voglia di continuare a vivere. Dopotutto la vita aveva un senso se la trascorrevi con le persone più importanti della tua vita. Cosa potevo volere di più?

<< Girati che te la metto >> mi sussurrò ed io feci come mi aveva chiesto porgendogli la collanina . Sentì le sue mani calde sfiorarmi il collo e un brivido si impossessò di me . Lo volevo, lo amavo e non avrei fatto nulla per fermarlo se avesse fatto qualcosa. Addio alla pizza, addio al film . L’unica cosa che mi importava era averlo, sentirlo mio . Mi toccai leggermente il cuore della collanina e sorrisi pensando a quanto mi potevo sentire bene con me stessa e con lui. Trattenni il respiro quando le sue labbra si poggiarono delicate sul mio collo succhiando dolcemente un lembo di pelle per poi mordicchiarlo e passarci la lingua sopra dolcemente. Come dotata di volontà propria mi girai di scatto prendendo il suo viso tra le mani e facendo combaciare in un unico gesto le nostre labbra che si dischiusero facendo incontrare le nostre lingue impazienti. Subito le sue braccia mi circondarono la vita attirandomi contro di sé, subito le mie braccia corsero sulle sue spalle stringendole come a volermi imprimere con lui. Per quanto lo amavo, per quanto avevo bisogno di lui in quel momento, decisi di mettere da parte la cena e tutto e lo trascinai, senza staccare le mie labbra dalle sue, verso la camera degli ospiti vicino al soggiorno. Andrea mi sospinse, una volta entrati, contro il muro facendomi ansimare sulle sue labbra rosse e gonfie di baci.  Un bacio sulla guancia, uno sul collo , uno sulla clavicola e poi risalì … incominciando a dedicarsi al mio collo supersensibile. Mi aggrappai alle sue spalle inclinando il capo all’indietro lasciandogli spazio, mentre sensazioni bellissime mi percuotevano il corpo, mentre il mio cuore stava per scoppiare dalla gioia. Lo strinsi più a me cercando di fargli capire che quella notte avevo bisogno di lui come non mai e sembrò capirmi quando aumentò la stretta spingendosi di più contro il mio corpo come se si voleva fondere con me in un tutt’uno.

Come la prima volta …
… brividi  incessanti mi percuotevano facendomi rilasciare gemiti via via più alti.

Come la prima volta …
… le sue mani continuavano ad incendiarmi lasciando scie di fuoco mentre i miei occhi erano chiusi ad assaporare quelle sensazioni .

Come la prima volta …
… le mie mani corsero sulla sua pelle nuda del torace accarezzando quel corpo che bramavo da tempo.
Come la prima volta …
… le sue labbra si erano posate sulle mie voracemente zittendo i miei ansiti e fermando le mie mani poggiate sul suo petto muscoloso che si alzava e abbassava velocemente .

Come la prima volta …
… mi fece provare brividi e caldo quando la sua mano aveva oltrepassato il confine dei miei slip facendomi sgranare gli occhi e perdermi in quella bolla di passione .

Come la prima volta …
… Lo sentì entrare in me completamente e un gemito roco fuoriuscì da quelle labbra bellissime che poco dopo si poggiarono sulle mie impazienti e tremendamente dolci .

Ma non come la prima volta …
… la sua voce , in quel momento, mentre facevamo l’amore, mentre lui si era donato a me con tutto il corpo, con tutta l’anima , mi aveva detto quelle due paroline magiche che mi fecero scoppiare di gioia e di piacere .

<< Ti amo >> una parole, una verità e capì che non lo avrei mai voluto per nessuna ragione al mondo lasciarlo, per nessuna . Lui era la mia aria, il mio futuro , lui era la mia acqua , il mio ossigeno , lui era la mia fine ma non sarebbe stata la fine
 

**********************************


Sentì una sua mano carezzarmi dolcemente la guancia mentre i nostri occhi continuavano a guardarsi intensamente . Erano al massimo cinque minuti che continuavamo a fissarci, a comunicare con gli occhi e alla fine sospirai accoccolandomi contro il suo petto caldo e chiudendo gli occhi per godermi appieno quella sensazione di pace che avevamo intorno a noi.

<< Mica mi ero accorto che avevi addobbato la camera! >> esultò lui ridacchiando mentre si guardava intorno . Gli morsicai una spalla dolcemente .

<< Ovvio eri preso a fare altro >> dissi con il sorriso sulle labbra ricordandomi della notte appena trascorsa . Sentì la sua mano risalire lentamente lungo la mia schiena nuda per poi tornare giù in una lenta carezza che mi rilassava.

<< Ti amo >> mi disse sinceramente ed io mi strinsi più contro di lui sospirando .

<< Non fai che ripeterlo, scemo! Lo so che mi ami >> dissi ridacchiando quando sentì la sua mano fermarsi e il suo volto comparire davanti al mio con le sopracciglia aggrottate e le labbra imbronciate.

<< Tu non mi ami? >> mi disse seriamente sporgendo il labbro inferiore e facendolo tremolare come un bambino. Scoppiai a ridere e lo baciai a fior di labbra, succhiando poi il suo labbro inferiore per poi mordicchiarlo.

<< Ovvio che ti amo, amore >> risposi ovvia e lui mi strinse baciandomi sul collo e sospirando come se si era tolto un enorme peso.

<< Lo sai che mi è venuta fame? >> dissi poi alzando un po’ il busto per poterlo guardare meglio. Andrea alzò gli occhi al cielo e poi si alzò , prendendo i boxer e mettendoseli. Invece io presi la sua felpa grande che si era messo ieri sera e scesi con lui in cucina mano nella mano …

<< Ma quanto mangi? >> mi disse Andrea guadandomi sorpreso mentre mi spalmavo la nutella su due fette di pane. Ridacchiai .

<< Oh , tesoro, tantissimo! Dovrai sopportare tutte le mie merende e i miei spuntini! >> gli dissi puntandogli il coltello sporco di nutella sul petto sporcandolo un pochino.

<< Per te sopporterò tutto pur di non lasciarti! Anche le tue lamentele e i tuoi insulti >> mi disse prendendomi per la vita e attirandomi contro il suo corpo caldo. Allacciai le braccia attorno al suo collo e gli sorrisi grata di tutto quello che mi stava facendo provare. Lo amavo e lo avrei amato sempre … lo sentivo ,era mio e lo sarebbe stato per sempre.

<< Promesso ? >> chiesi io stringendomi più a lui e carezzandogli la nuca con i polpastrelli . Un bacio sul mio piccolo naso e poi il suo sguardo che si incatenò nel mio come per suggellare quel patto.

<< Promesso >> una risposta e poi un bacio, un bacio che faceva iniziare la nostra promessa . La promessa di un amore



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Ed eccoci arrivate all 'ultimo capitolo di questa storia! Che dire ... Spero vivamente che vi sia piaciuto questo capitolo e che tutta la mia storia vi abbia trasmesso emozioni :) Ancora non ci credo che questa storia sia finita ... Avevamo incominciato ad intraprendere un viaggio con questi due protagonisti un po' pazzi che alla fine si sono innamorati :D Come ogni storia a lieto fine, no? Beh ... Prima di concludere definitivamente questo mio preanbolo vi dico solo una parola : GRAZIE! Grazie a tutte le ragazze che mi hanno seguita, a quelle che hanno recensito con parole troppo belle per me :) , grazie anche alle ragazze che leggono solamente!  Ah e vi aspetto anche a seguirmi nella mia nuova storia :D Spero che vi entusiasmi come questa e che continuate e seguirmi :) Un grandissimo bacione da me e soprattutto , diciamo, anche da Arianna e Andrea xD 
SoFunny <3 

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