Raggio Lunare

di Elysetta93
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'ombra del lupo ***
Capitolo 2: *** Mia e di nessun altro ***



Capitolo 1
*** L'ombra del lupo ***


L'OMBRA DEL LUPO


 A nove anni non si capiscono molte cose; eppure il piccolo Ted Lupin aveva intuito che quella volta sarebbe stato tutto diverso.
Quando, quattro anni prima, zio Harry e zia Ginny gli avevano annunciato che presto avrebbe avuto un cuginetto, per mesi Ted era stato pervaso da un sentimento mai provato, un misto tra rabbia, paura e rifiuto: più tardi lo imparò ad associare alla gelosia. Poi era nato un bambolotto dai capelli rossi, che gli aveva rubato la scena; neanche il tempo di abituarsi ad avere un mostriciattolo con cui dividere le attenzioni, che ecco spuntarne un altro, questa volta identico a zio Harry. Stessa gelosia e stessa paura di essere dimenticato dagli zii, troppo occupati a creare una famiglia, la loro famiglia, di cui lui non faceva veramente parte.
Ora, però, Ted, James ed Albus erano molto uniti, tant’è che i piccoli Potter consideravano Ted proprio come un fratello maggiore. Quel sottile equilibrio, però, stava per rompersi di nuovo: una sera, zio Harry e zia Ginny dettero alla famiglia la bella notizia: era in arrivo una bambina! Questa volta Ted non provò, né paura né rabbia, ma uno scoppio di gioia improvvisa, come se avesse atteso quel momento da anni.
Una sera d’estate, pochi mesi prima della nascita prevista per la bambina, la famiglia Potter e Ted erano riuniti in giardino: Ginny aveva preparato una cena squisita, in onore del secondo compleanno di Albus. Ted adorava le cene come quelle. Quando era a casa, da solo con l’unica parente stretta che le era rimasta, sua nonna Andromeda, si annoiava; per quanto le volesse bene, non sopportava la solitudine di una cena silenziosa. Con i Potter era diverso: tutto era allegro e divertente, tra urla, risate e pianti dei bambini, tra storie di Harry e sgridate di Ginny, nessun momento era noioso.
Verso le dieci di sera, Harry portò a letto i due piccoli, Albus già addormentato in braccio al padre e James urlando di voler ancora giocare con Ted. Ginny entrò in cucina a pulire i piatti e il giardino si fece improvvisamente silenzioso. Ted, rimasto solo, si sedette sul prato ed alzò gli occhi al cielo; era una notte calda, senza vento. Le stelle brillavano nel cielo scuro, ma a fare da regina era lei, la Luna.
“Che succede, Ted?” Ginny, di ritorno dalla cucina, con un po’ di fatica per via del pancione, si accomodò vicino al ragazzino. “Sei triste?”
Ted scosse la testa, senza parlare.
“Zia Ginny, ti piace la luna?” disse dopo un po’.
“Molto, e a te?”
“La amo.”
Quelle semplici parole colpirono molto Ginny, che però non rispose, ma cinse le spalle di Ted in un tenero abbraccio.
“E’ come se… se avesse qualcosa… però ho dimenticato cosa…”
Gli occhi di Ted si persero nel cielo, poi ebbero un guizzo. Ginny fece appena in tempo a capire che qualcosa non andava, che, con un urlo, fu scaraventata a terra. Harry, richiamato dal grido della moglie, corse alla finestra. E la scena che vide fu agghiacciante.
La donna era a terra, con le mani sopra la testa, e a pochi metri da lei stava un Ted Lupin tremante, in posizione d’attacco.
“TED!” Al richiamo di Harry, il ragazzino alzò la testa, e lui vide per la prima volta l’ombra del lupo sul suo piccolo volto. Harry sfoderò la bacchetta, intenzionato a fermarlo, ma Ted evitò il lampo di luce con un balzo. Guardò Harry con una sorta di ringhio rabbioso, poi i suoi occhi si posarono su Ginny e dopo ancora sulla pancia di lei; le mani di Ginny andarono a coprire istintivamente la pancia, come a difendere la sua piccola creatura. Quel semplice gesto parve riscuotere Ted, che, tremando furiosamente, si accasciò a terra, privo di sensi.
Harry si precipitò fuori di casa: aiutò la moglie ad alzarsi, assicurandosi che stesse bene, ma lei liquidò le sue attenzioni con un cenno del capo rivolto a Ted, steso a terra. Harry si avvicinò e ne sollevò il corpicino: provò una fitta al cuore vedendo le guance rigate da lacrime silenziose. Nel piccolo Ted, aveva sempre rivisto Ninfadora, sua madre, con i suoi capelli sempre colorati, la sua allegria e la sua goffaggine; ma ora, in quel volto sofferente, di colpo cresciuto, Harry capì profondamente quanto Remus vivesse ancora in lui. 

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Capitolo 2
*** Mia e di nessun altro ***


MIA E DI NESSUN ALTRO


Erano trascorsi pochi giorni dalla notte di luna piena ed Harry conduceva un Ted Lupin molto abbattuto per le vie di Hogsmeade. Parlando anche con la nonna di Ted, Andromeda, i Potter avevano deciso che era inutile preoccuparsi eccessivamente, in quanto il ragazzino non si era trasformato veramente in un lupo e lo scatto d’ira che aveva avuto era durato solo pochi secondi.
Convinto comunque che sarebbe stato alquanto stupido ignorare il problema, Harry aveva deciso di consultarsi con una persona fidata.
“Harry, dove stiamo andando?”
Ted, da quella sera, aveva smesso di chiamare i Potter “zii” ed in particolare non riusciva più a guardare Ginny negli occhi, nonostante le rassicurazioni di lei.
“Vedrai, ti piacerà.”
Harry sorrise, leggermente emozionato.
“Se stiamo andando da un medimago, non penso proprio…”
Ted era sempre più abbattuto, ma Harry lo incoraggiò dicendo:
“Non stiamo andando da un medimago, stai tranquillo. Aspetta solo un minuto e vedrai…”
Accelerò il passo, trascinandosi dietro il ragazzino. Svoltato un angolo, Ted si immobilizzò. Sul suo viso trasparirono mille emozioni: stupore, gioia, ansia ed eccitazione; i suoi occhi erano spalancati, ad ammirare per la prima volta il castello di Hogwarts.
“Stiamo andando ad Hogwarts?!”
Harry annuì sorridendo, soddisfatto di essere riuscito a far rallegrare Ted: erano giorni che non lo vedeva sorridere. Il giorno dopo la luna piena, Harry aveva contattato un vecchio amico di scuola, che non vedeva da almeno tre anni. Neville Paciock lavorava ad Hogwarts come professore di erbologia e non aveva avuto nessuna difficoltà a strappare alla preside, Minerva McGrannit, il permesso per Harry e Ted di visitare il castello.
Ted prese la mano di Harry e cominciò a tirarlo per il ripido sentiero che conduceva alla scuola; lo sguardo di Harry si perse in quei prati familiari, provò un’emozione intensa alla vista della capanna di Hagrid e una fitta di dolore di fronte alla tomba bianca.
I due attraversarono l’ampio portone e Ted trattenne il fiato osservando l’enorme atrio e le clessidre piene di pietre che segnavano i punti delle case. Il castello era silenzioso, essendo orario di lezione; Harry si avviò deciso verso lo studio del preside, mentre Ted si affrettava al suo seguito, cercando di captare avidamente ogni singolo aspetto della sua futura scuola.
Harry bussò alla porta dello studio, che si aprì immediatamente; furono condotti da una scala a chiocciola in un’ampia stanza circolare, così familiare per Harry, così sconosciuta per Ted.
Minerva McGrannit li stava aspettando. Dopo rapidi saluti, lei uscì dallo studio, chiudendosi la porta alle spalle, lasciando Harry e Ted apparentemente soli nella grande stanza. Harry alzò lo sguardo e vide coloro che stava cercando. Il ritratto di Silente gli sorrise pieno di gioia, mentre gli occhi neri di Piton, nel ritratto più grande dietro la scrivania del preside attuale, lo scrutarono indagatori. I due precedenti presidi di Hogwarts, oltre ad essere uomini eccezionali, erano anche le persone più dotte che Harry avesse mai conosciuto.
“Qual è il problema?”
Piton si rivolse direttamente ad Harry, in tono spiccio. Era chiaro che gli avvenimenti dell’ultima guerra avevano placato, ma non sanato del tutto l’astio che Piton provava per Harry e per quel volto così simile a quello di James.
Harry raccontò l’accaduto, senza staccare i propri occhi da quelli azzurri di Silente.
“…e poi è svenuto. Quando si è svegliato, era tornato normale.”
Per tutto il tempo Ted era rimasto in ombra dietro la schiena di Harry, ma quando quest’ultimo lo spinse in avanti, il ragazzino guardò spaventato prima l’uno poi l’altro preside, in attesa di una spiegazione. Silente lo esaminò per qualche secondo, poi disse:
“Ted, ascoltami attentamente. Ora ti farò alcune domande, ma tu dovrai rispondermi sinceramente. Va bene?”
Ted annuì timidamente.
“Sei contento che stia per nascere una nuova cuginetta?”
Ted fu spiazzato dalla domanda, poi rispose titubante.
“Si, molto.”
Silente annuì pensieroso, poi domandò:
“Cosa hai provato quando hai attaccato Ginny?”
Ted cercò lo sguardo di Harry, come spaventato della sua reazione. Silente gli venne in aiuto:
“Rabbia?”
Ted scosse la testa, convinto.
“Paura?”
Un altro no.
“Gelosia?”
Questa volta Ted tentennò, poi annuì con timore.
“Sai dirci perché?”
“E’ stata la Luna… è stato come se dovessi dividere la Luna con Ginny. Ed ho pensato che è mia e di nessun altro.”
Ted abbassò la testa imbarazzato, borbottando:
“So che è stupido…”
Silente sorrise comprensivo.
“No che non lo è. Ted, per favore, puoi aspettare Harry un attimo fuori dalla stanza?”
Il ragazzino uscì goffamente dallo studio, non prima di aver lanciato ad Harry uno sguardo supplicante. Temeva di non essere stato capito, ma soprattutto temeva che qualcuno potesse aver intuito ciò che si era preoccupato di nascondere: quella gelosia provata era accompagnata da un sentimento mai sperimentato, di una forza inaudita, verso la creatura che Ginny portava in grembo.

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